Notiziario Meeting marzo 2013

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RIVISTA DELLA FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI ANNO XXXIII MARZO 2013 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00 NOTIZIARIO 1 eeting m Emergenza uomo

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La rivista trimestrale della Fondazione Meeting

Transcript of Notiziario Meeting marzo 2013

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R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E M E E T I N G P E R L ’ AM I C I Z I A F R A I P O P O L I

ANNO XXXIIIMARZO2 0 1 3

Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00

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EDITORIALE

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Il titolo del Meeting 2013 mette a tema la cosa più bella e al tempo stesso piùdrammatica che esista sulla faccia della terra: l’uomo, più precisamente “l’emergenzauomo”. L’uomo nel suo bisogno di esistere come realtà unica ed irripetibile, l’uomonella irriducibilità del suo desiderio, l’uomo che sente che ciò da cui è definito ecaratterizzato è la libertà.Un grande scrittore russo, Vasilij Grossman, nelle ultime pagine di “Tutto scorre”,vede riaffiorare nell’anima del suo protagonista, che torna a casa dopo 30 anni dideportazione in Siberia, il sentimento, mai totalmente sopito, della libertà. «Ivan

Grigorievic non si stupì che la parola libertà -fiorita sulle sue labbra quando, studente, era finitoin Siberia - che quella parola vivesse, non fossescomparsa dalla sua testa neanche adesso».L’uomo oggi vive in una condizione di emergenza,non soltanto quando sistemi politici autoritari neminacciano le condizioni elementari di libertà e disopravvivenza, ma anche laddove, pur in sistemidove le libertà democratiche sono garantite, è ildesiderio del cuore che corre il rischio di venireanestetizzato, censurato.Questa condizione di emergenza, nella quale oggiviviamo è sotto gli occhi di tutti.Ma, come è nella sua storia, il Meeting non vorràinsistere soprattutto sugli aspetti negativi, nonvorrà soltanto lanciare un grido di allarme, quantopiuttosto mostrare che l’emergere dell’umano èpossibile, che ovunque nel mondo, ieri come oggi,

esistono uomini che hanno trovato un punto di forza nella scintilla del propriodesiderio, riaccesa da un incontro, da un fatto, da una circostanza attraversata.Quello che ci aspettiamo è che ancora una volta il Meeting possa essere l’occasioneper incontrare ed incontrarsi, per sperimentare una positività del vivere e soprattuttoper verificare che le differenze di cultura e di tradizioni sono solo l’espressione dimodalità diverse con le quali ogni uomo, ma anche ogni popolo, ha utilizzato gliincontri che il destino e la storia gli hanno offerto, nel tentativo di affrontare laquestione della vita e di dare risposta ragionevole a quel bisogno di verità e a queldesiderio di senso che è iscritto nel cuore di ciascuno.

IL MEETING

NON VORRÀ SOLTANTO

LANCIARE UN GRIDO DI ALLARME,

QUANTO PIUTTOSTO MOSTRARE

CHE L’EMERGERE DELL’UMANO

È POSSIBILE.

L’uomo,la sua identità

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Anno XXXIII - N. 1, Marzo 2013Questo numero è stato chiuso il 29/03/2013

Proprietario/Editore:Fondazione Meeting per l’amiciziafra i popoliAutorizzazione del Tribunale di Riminin. 2008 del 2/11/82

DIRETTORE RESPONSABILE: Alver MetalliCOORDINAMENTO REDAZIONALE: Stefano Pichi SermolliREDAZIONE: Vanni Casadei, Erika Elleri, Piergiorgio Gat-tei, Walter Gatti, RosannaMenghi, Daniela SchettiniFOTO: Roberto Masi, Angelo TosiPROGETTO GRAFICO: Davide Cestari, Lucia CrimiVIDEOIMPAGINAZIONE: IMMpAGINA - RiminiSTAMPA: Pazzini - Villa Verucchio - RiminiREDAZIONE E AMMINISTRAZIONE:Via Flaminia, 18-20 - C.P. 1106 - 47923 RiminiTel 0541/78.31.00Telefax 0541/78.64.22.email - [email protected]

PUBBLICITÀ: Evidentia Communication (società a dire-zione e coordinamento di Fondazione Meeting):Tel 0541/18.32.501Fax 0541/78.64.22

NOTIZIARIO

In copertina:Il manifesto dell’edizione 2013Grafica di: Emiliano Ponzi

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SOMMARIOw w w . m e e t i n g r i m i n i . o r g

«AMICI MIEI, EMERGENZA UOMO! IL NOSTRO COMPITO È QUELLODI RIDESTARE L’IDENTITÀ DELL’UOMO IN QUESTA DISSOCIAZIONEUNIVERSALE, PRODUTTIVA DEL POTERE E QUINDI NECESSARIAAL POTERE. RIDARE ALL’UOMO LA SUA IDENTITÀ. E LA SUAIDENTITÀ È UN RAPPORTO ASSOLUTO, VALE A DIRE SCIOLTO DAQUALSIASI DETERMINAZIONE». [DON LUIGI GIUSSANI]

EDITORIALEL’uomo, la sua identità 3

SPETTACOLO INAUGURALELe “Confessioni” di Agostino 11di Stefano Pichi Sermolli

SPETTACOLI 2013In scena “Un Uomo Vivo” 15di Giampiero Pizzol

AMICIIl ricordo di un amico 20di Sante Bagnoli

IN MOSTRA 2013Dialogo uomo - natura 23di Carlo Soave

WEBIl Meeting sempre più social 25di Daniela Schettini

CONCORSIIl tuo corto al Meeting 26di Otello Cenci

BREVIDona il tuo 5X1000 al Meeting 30

EVENTI SPECIALICi ha sorpresi, ci sorprenderà ancora 6di Alver Metalli

IN MOSTRA 2013I nuovi martiri russi 18Di Stefano Pichi Sermolli

INCONTRIQuando il “signor G” venne al Meeting 27di Erika Elleri

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EVENTI SPECIALI

Cci sorpre

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L’uomo vestito di bianco chela sera di mercoledì 13 si èaffacciato su piazza San Pie-

tro e si è fatto benedire dalla folla congli ombrelli aperti è lo stesso che “qua-si alla fine del mondo” attraversa Pla-za de Mayo, scende nella metropoli-tana della linea A e riemerge una ven-

tina di stazioni dopo in Plaza Floresper dire messa nella parrocchia delposto.

Piazze diverse, stesso uomo.Ha citato Léon Bloy il giorno dopo:

“Chi non prega il Signore, prega il dia-volo”; avrebbe potuto citare alcune

EVENTI SPECIALI

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7MARZO2013 m

La testimonianza del direttore del NotiziarioMeeting AlverMetallisu Papa Francesco, che ha conosciuto a Buenos Aires,dove tuttora vive.

di Alver Metalli

Ci ha sorpresi,enderà ancora

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L’uomo vestito di bianco chela sera di mercoledì 13 si èaffacciato su piazza San Pie-

tro e si è fatto benedire dalla folla congli ombrelli aperti è lo stesso che “qua-si alla fine del mondo” attraversa Pla-za de Mayo, scende nella metropoli-tana della linea A e riemerge una ven-

tina di stazioni dopo in Plaza Floresper dire messa nella parrocchia delposto.

Piazze diverse, stesso uomo.Ha citato Léon Bloy il giorno dopo:

“Chi non prega il Signore, prega il dia-volo”; avrebbe potuto citare alcune

EVENTI SPECIALI

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7MARZO2013 m

La testimonianza del direttore del NotiziarioMeeting AlverMetallisu Papa Francesco, che ha conosciuto a Buenos Aires,dove tuttora vive.

di Alver Metalli

Ci ha sorpresi,enderà ancora

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EVENTI SPECIALI

pagine di Marechal, l’idea è la stessa:quando non si riconosce Cristo si dàl’anima e il corpo alla vacuità del pote-re. Il giovane professore di letteratu-ra nel collegio del Salvador negli annisettanta,diventato Francesco, che richia-ma un anticlericale francese di origi-ni borghesi convertito al cattolicesi-mo! Che si intrattiene con una amicagiornalista sulla figura dell’Innomi-nato manzoniano, che si abbandonaall’abbraccio della misericordia cheaveva il volto del cardinal Federigo!

In Papa Francesco gesti e parolecoincidono.

A Roma da Papa, Francesco useràlo stesso motto che aveva adottato dacardinale a Buenos Aires: Miserandoatque eligendo. Ha un significato par-ticolare per Bergoglio, legato ad unaparticolare circostanza. L’ha notato ungiorno e preso dalle Omelie di SanBeda il Venerabile, quando il mona-co benedettino commentando l’epi-sodio della vocazione di Matteo scris-se: «Vide Gesù un pubblicano e sic-come lo guardò con sentimento diamore e lo scelse, gli disse: Seguimi».Perdono e misericordia sono terminiche ritornano continuamente in que-

ste prime mosse del pontificato, dovele parole non sono poi tante e quasimai preparate dagli appositi uffici.Francesco ha esposto ai cardinali lesue intenzioni, «portare Gesù Cristoall’uomo e condurre l’uomo all’in-contro con Gesù Cristo Via, Verità eVita, realmente presente nella Chie-sa e contemporaneo in ogni uomo».Così come lo ha fatto molte voltedavanti ad un auditorio di maestri emaestre che erano soliti invitarlo perl’annuale congresso nella capitale argen-tina. Quello che ha detto ai fratelliporporati, prima che ripartissero perle loro destinazioni, lo ha detto anchein cattedra, nell’università cattolica,di cui era Gran Cancelliere. «La veri-tà cristiana è attraente e persuasivaperché risponde al bisogno profondodell’esistenza umana, annunciando inmaniera convincente che Cristo è l’uni-co Salvatore di tutto l’uomo e di tut-ti gli uomini». Attraente… persuasi-va… convincente… Gli aggettivi sonoimportanti, perché mettono a fuocogli accenti che stanno a cuore. E dovesi può vedere anche il programma dipontificato.

Di pontificato e di governo. Perchénon c’è dubbio che ci saranno cam-

biamenti profondi nell’assetto dellacuria vaticana. In questo senso è veroche Bergoglio-Francesco assume l’ere-dità di Ratzinger-Benedetto e faràquello che Benedetto non è riuscito afare. Francesco modellerà la curia vati-cana attorno alla sua visione di pon-tificato, che rifletterà quello che –ancora una volta - in Argentina hadetto in tanti interventi, lettere pasto-rali, conferenze, omelie, gesti, quella,insomma, di “andare verso”, “usciredal ghetto dell’autoreferenzialità”, con-dividere la situazione degli uominidove gli uomini vivono, portare lì lamisericordia e la speranza di Dio. Uncristianesimo, il suo, che va incontroagli uomini con la ricchezza della vitache nasce dalla fede. Per usare una solaparola direi che proprio l’autorefe-renzialità della Chiesa è quello cheBergoglio ha maggiormente avversa-to nei suoi anni da arcivescovo. Ladirezione di fondo della riforma, per-tanto, andrà nel senso di rendere lastruttura funzionale ad un pontifica-to che si muoverà così. Camminare,edificare, confessare. Sono convintoche non sarà neppure una riforma tan-to graduale. In questo senso ci sor-prenderà ancora.

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SPETTACOLO INAUGURALE

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Prof. Esposito, come è natal’idea di portare al Meetingquest’opera del IV sec. d.C.?

E quali sono i tratti che la rendonotuttora attuale?

Pensando al tema del prossimoMeeting - “Emergenza uomo” - mi ètornata prepotentemente alla memo-ria l’esperienza di un uomo eccezio-nale, Agostino d’Ippona, che forsepiù di ogni altro, non solo nel suotempo ma ancora nel nostro tempo,ha percorso e indicato il camminodrammatico della scoperta di “sé”come un “io” fatto da un Altro e perun Altro. L’esistenza dell’uomo è pro-fondamente segnata da questo rap-porto, e il suo segno – come una fe-rita incisa nella sua carne e nella suaanima – è l’inquietudine. Il cuore in-quieto è in effetti la “nascita” dell’io,appunto perché l’inquietudine è se-gno della provenienza e del destino disé. L’io emerge in un incontro, e l’in-contro si fa storia.

Agostino è colui che per primo hachiamato il Principio di tutte le cose,il Creatore del mondo con il nomeproprio di “Tu”, e ha mostrato che ilmodo più vero per parlare di questoAltro è quello di parlare con lui: la vitaè un dialogo drammatico dell’io conquesto Tu – una confessione, appunto.E nelle Confessioni, l’opera scritta

Le “Confessioni”diAgostinoLo spettacolo inaugurale del Meeting di quest’anno sarà un recital basato sulle “Confessioni” di Sant’Agostino,un’opera filosofica e teologica del tutto attuale, che percorre le tappe di un itinerario esistenziale alla ricercadella verità e testimonia l’incontro di Agostino di Ippona con la fede. Cioè con la presenza del Mistero che toccala vita e la cambia. Come mai è attuale? Qual è la proposta? Lo abbiamo chiesto al principale curatore,Costantino Esposito, Ordinario di Storia della Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari.

di Stefano Pichi Sermolli

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Un’immagine di Sant’Agostino.>

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SPETTACOLO INAUGURALE

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tra il 397 e il 401, in cui Agostino ri-percorre la vicenda tormentata e affa-scinante della sua vita – come unatrama di eventi e di incontri, di sco-perte e di attese, di tentazioni e di sod-disfazioni, di sconfitte e di vittorie –egli descrive e testimonia che per unuomo “cercare” il significato di sé edel mondo è possibile veramente soloquando egli scopre di essere stato “tro-vato” da esso. Ma esser trovato dal Tuè ciò che rimette in moto l’intelligenzae l’affezione dell’uomo, principio diuna conoscenza e di un volontà nuove.

In cosa consiste la proposta di que-sto spettacolo?

La proposta è quella di restituire inqualche modo la vivezza dramma-tica dell’esperienza di Agostino at-traverso la lettura-interpretazione dibrani dalle sue Confessioni, per im-medesimarsi con un percorso perso-nale, in cui vengono a galla la veritàe la posta in gioco dell’esistenza diognuno di noi.

La lettura non ha certo lo scopo diessere “edificante” e non si proponeneanche come un mero scavo “psico-

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logico” o come un monologo “inte-riore”. Ciò che si vuole comunicare èl’emergenza dell’io: come esso“emerga” nell’esperienza della vita nelrapporto con l’Altro, e come costi-tuisca sempre – oggi in particolarmodo – l’“emergenza” continua, ossial’urgenza più acuta di ogni esistenzapersonale, così come della società edella storia. E non è di poco contoche le Confessioni siano un testo dallaqualità letteraria eccezionale, in cui lavivezza e l’inventività sperimentaledella lingua fanno diventare – quasi

Un’immagine da Il Cappellone di San Nicola, Basilica di S.Nicola da Tolentino.

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SPETTACOLO INAUGURALE

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tra il 397 e il 401, in cui Agostino ri-percorre la vicenda tormentata e affa-scinante della sua vita – come unatrama di eventi e di incontri, di sco-perte e di attese, di tentazioni e di sod-disfazioni, di sconfitte e di vittorie –egli descrive e testimonia che per unuomo “cercare” il significato di sé edel mondo è possibile veramente soloquando egli scopre di essere stato “tro-vato” da esso. Ma esser trovato dal Tuè ciò che rimette in moto l’intelligenzae l’affezione dell’uomo, principio diuna conoscenza e di un volontà nuove.

In cosa consiste la proposta di que-sto spettacolo?

La proposta è quella di restituire inqualche modo la vivezza dramma-tica dell’esperienza di Agostino at-traverso la lettura-interpretazione dibrani dalle sue Confessioni, per im-medesimarsi con un percorso perso-nale, in cui vengono a galla la veritàe la posta in gioco dell’esistenza diognuno di noi.

La lettura non ha certo lo scopo diessere “edificante” e non si proponeneanche come un mero scavo “psico-

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logico” o come un monologo “inte-riore”. Ciò che si vuole comunicare èl’emergenza dell’io: come esso“emerga” nell’esperienza della vita nelrapporto con l’Altro, e come costi-tuisca sempre – oggi in particolarmodo – l’“emergenza” continua, ossial’urgenza più acuta di ogni esistenzapersonale, così come della società edella storia. E non è di poco contoche le Confessioni siano un testo dallaqualità letteraria eccezionale, in cui lavivezza e l’inventività sperimentaledella lingua fanno diventare – quasi

Un’immagine da Il Cappellone di San Nicola, Basilica di S.Nicola da Tolentino.

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SPETTACOLO INAUGURALE

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teatralmente – la prosa “poesia”, ladescrizione invocazione, e l’invoca-zione conoscenza affettiva del vero.

Chi sarà l’interprete principale?Interprete di questo percorso, at-

traverso il reading dalle Confessioni èSandro Lombardi, uno degli attoripiù importanti della scena italianacontemporanea, fondatore con Fe-derico Tiezzi della Compagnia diteatro d’avanguardia «Magazzini cri-minali», oggi «Compagnia Lom-bardi-Tiezzi», che ha proposto al-

cuni degli spettacoli più interessantinegli ultimi decenni, tra i quali, me-morabili, quelli su testi di GiovanniTestori.

Come siete arrivati a chiederloproprio a lui?

L’invito di Sandro Lombardi non èmotivato solo dalla grande arte in-terpretativa di questo attore, ma an-che dal fatto che con lui è nata unastoria intensa di rapporti con alcunidi noi.

Potrebbe descriverci meglio qualisaranno i tratti principali di questospettacolo?

Quello che vorremmo realizzare èuno spettacolo essenziale, ma altempo stesso molto curato nel testo(che per l’occasione sarà tradotto exnovo dal latino), nella colonna so-nora, nelle luci, e con la proiezione diimmagini e video. Ma non si tratteràdi semplici supporti di accompagna-mento, perché sia la musica che leimmagini avranno la funzione dievocare la profondità e la drammati-cità del bisogno e del grido dell’uomocontemporaneo, e di mostrare comel’esperienza e le parole di Agostinopermettano di scoprirne tutta la por-tata e di illuminarne l’attesa. Comeun amico che ti porti ad aver co-scienza di ciò cui tutto il tuo umanoè teso.

Da questo punto di vista po-tremmo dire che Agostino resta ilpiù “moderno” di tutti, perché ha in-dividuato, con una nettezza e unapersuasività impressionanti, che lacoscienza e la libertà dell’io sono illuogo di un rapporto, o meglio, co-stituiscono di per sé l’evento di un in-contro. È l’Altro che costituisce l’io,e l’io accade o si compie proprio inquesta relazione. Preparando questospettacolo sto capendo ancora di piùche si tratta dell’unica sfida davveropertinente per comprendere e condi-videre l’insopprimibile ricerca del si-gnificato di sé e del mondo nell’epocadel nichilismo.

Come si svolgerà lo spettacolo?Per quanto riguarda il testo del re-

cital, sarà preparato un vero e propriopercorso drammaturgico in sei qua-dri (ciascuno dei quali riprenderàmomenti o eventi significativi dellavita di Agostino), a cura di FabrizioSinisi, che è Assistente per la dram-maturgia di Federico Tiezzi e autoredi un testo, La grande passeggiata,messo in scena quest’anno dalla«Compagnia Lombardi-Tiezzi» congrande successo.

L’idea di fondo è quella di pro-porre il racconto che Agostino fadella sua esistenza come rapportocon il “Tu”, non come semplice rie-vocazione autobiografica, ma comeun percorso della “memoria”, inten-dendo per memoria ben più che unricordo commosso, ma piuttosto ilri-accadere di ciò che si è vissuto,rendendone presente il significatovero, cioè la presenza del Mistero,all’io. È il senso propriamente cri-stiano della memoria, quello che ilinguisti contemporanei chiamereb-bero un “atto performativo”, vale adire un atto del linguaggio umanoche non si limita a descrivere o a in-dicare qualcosa, ma che la fa acca-dere in presenza. Per questo Ago-stino, in qualche modo, continua aprecederci e ad attenderci.

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L’attore Sandro Lombardi

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Elicotteri, Elettronica per la Difesa e Sicurezza, Aeronautica, Spazio, Sistemi di Difesa, Energia, Trasporti.Finmeccanica da oltre 60 anni è il portabandiera dell’eccellenza tecnologica italiana nel mondo.Finmeccanica è tra i leader globali in tutti i settori in cui opera, campione dell’industria italiana nella ricerca e nello sviluppo delle più avanzate tecnologie.

La nostra tecnologia fa volare alto la nostra bandiera.

FIN_Italy 2MF_210X297_5.pdf 1 20/06/2012 9.02.17

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SPETTACOLI 2013

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“Un uomo vivo”, romanzo scrit-to da G. K. Chesterton nel 1912,si presenta già come una roman-

zesca commedia con colpi di scenaben studiati, uno stile impeccabileda teatro conversazione, irta di bat-tute pungenti, modulata sui registricomico-drammatici e un intrecciodegno di Shakespeare. Si tratta diun giallo senza delitto, ma con unvero processo che tiene viva l’at-tenzione del pubblico e sorprendecome succede nelle migliori paginedi Sherlock Holmes. Eppure nonabbiamo sul banco d’accusa solo ifatti, ma l’interpretazione dei fattio meglio ancora l’interpretazionedella vita stessa. Chesterton qui puòfar appello alla filosofia ma anchealla poesia, può scatenare la folliaomicida e nello stesso tempo pre-dicarci l’amore eterno. «In certe epo-che particolari, è necessaria una spe-cie di preti chiamati poeti per ricor-dare agli uomini che non sono mor-ti... infatti gli intellettuali tra cuiviviamo a volte non si rendono nem-meno conto di essere nati finchénon hanno sotto il naso la canna diuna pistola!».

Vivere intensamente il presenteIl nostro saggio e spietato, comicoe drammatico autore ci mette sot-to gli occhi “Un uomo vivo”, un bre-ve, ma esplosivo atto unico per risve-gliarci alla vita, per predicare quel

“vangelo di meraviglia”, che consi-ste nel vivere intensamente il pre-sente e accorgersi del Mistero, a cui

siamo chiamati fin dall’istante in cuiveniamo al mondo. Chesterton siaccorge che in casi di emergenza

In scena“UnUomoVivo”Vi presentiamo lo spettacolo del Meeting 2013 tratto dal romanzo omonimo di G. K. Chesterton, che sbarcheràal Teatro Ermete Novelli di Rimini durante la settimana della manifestazione.

di Giampiero Pizzol

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Drawing Piotr Prominski (www.prominski.com)

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SPETTACOLI 2013

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deve emergere l’uomo: ed ecco Inno-cenzo Smith, l’uomo che vuole vive-re e non si accontenta di sopravvi-vere, un uomo sconvolgente e folle,frenetico come una danza e silen-

zioso come un dipinto, allegro comeil sole e triste come l’autunno. Unuomo come tutti noi, ma deciso anon perdere tempo, determinato alottare contro il nichilismo, il rela-tivismo e lo scetticismo imperanteai suoi come ai nostri tempi. «Unuomo passato dall’infanzia alla matu-rità senza conoscere quella crisi digioventù in cui la maggior parte degliuomini diventano vecchi».

Irruzione del sig. Smith in casa Bea-conLa sua irruzione in Casa Beacon,una delle mille tranquille case diLondra, scatena un uragano di avve-nimenti fino a un vero e proprio pro-cesso, in cui i crimini contro l’uma-nità di mister Smith verranno sve-lati come piccoli misteri di un gial-lo. Siamo abituati ormai a seguiresui giornali fatti di cronaca nera, cheperò, purtroppo, si risolvono solocon la scoperta del male. Chester-

ton qui, con un colpo di scena dateatro elisabettiano, ribalta le accu-se, confuta le prove e ci sorprendecon la scoperta del miracolo del bene.

Nei fatti è nascosto il senso dellavitaLa casa messa a soqquadro dal ven-to impetuoso di Innocenzo Smithè l’anima di tutti noi messa alla pro-va da fatti eccezionali e provviden-ziali, che ci accadono e che vannosempre interpretati con cuore e ragio-ne. La logica di Chesterton è taglien-te e accurata come quella di un veroinvestigatore del mistero: tutto l’uo-mo vi partecipa perché dai fatti dipen-de la vita e nei fatti è nascosto il sen-so. Rinunciare è perdere la scom-messa più importante del mondo.«Ci prepariamo sempre per qualco-sa, qualcosa che non viene mai, iodo aria alla casa, voi spazzate la casa,ma che cosa dovrà dunque succe-dere nella casa?». Il destino bussaalla porta di ciascun uomo. Saremopronti ad aprire ? Saremo pronti acapire? Saremo capaci di risponde-re?

Spettacoli Meeting 2013MANALIVE – UN UOMO VIVOdi G. K. ChestertonDrammaturgia a cura di: GiampieroPizzolRegia di: Otello Cenci

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IN-MOSTRA 2013

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uest’anno alMeeting saràpresentata la

mostra sui martiri rus-si, una mostra che saràlo sviluppo di un’espo-sizione già presentata aMosca un anno fa. Dadove è nato il desideriodi portarla al Meetingdi Rimini, in Italia?L’anno scorso siamovenuti al Meeting diRimini, ci siamo incontrati con i rap-presentanti della manifestazione, conil Presidente, Prof.ssa Emilia Guar-nieri, e da lì è nata l’idea di presen-tare in qualche modo la nostra uni-versità al Meeting. Bisogna dire che,in quei giorni, mi aveva fatto unaprofonda impressione la lezione delRettore dell’Università “San Dama-so”, Javier Prades, e ho pensato: «Per-ché in quello stesso modo non fareintervenire il nostro rettore?». Quan-do abbiamo iniziato a discutere diquesta possibilità, ci siamo doman-dati che cosa la nostra universitàpotesse portare di proprio, oltre allalezione del rettore. In quel momen-to si sapeva già che a Mosca avrem-

mo allestito unamostra dedicata allastoria dei nuovimartiri ed è natal’idea: «Perché nonallestire questamostra in Italia?».Ma, dal momentoche allora la mostranon c’era ancora,abbiamo messo daparte quell’idea. Inseguito, i nostri

amici italiani hanno visitato la mostraa Mosca e si sono convinti che sitrattava davvero di un’esposizionebellissima e che sarebbe stato impor-tante e interessante mostrarla al pub-blico italiano. Cosi è nata l’idea diportare la mostra in Italia.

Non sarà quindi la prima volta alMeeting... Cosa l’ha colpita di più,qual è la cosa più preziosa che haportato a casa l’anno scorso?La prima volta che sono venuto alMeeting mi sembrava di essere inun altro pianeta. In un primo momen-to mi ha colpito la portata dell’evento,la quantità di persone presenti allemostre, la grande quantità di inizia-

I nuovimartiri russi«La luce splende nelle tenebre. La testimonianza della Chiesa ortodossa russa negli anni della persecuzionesovietica», questo è il titolo della mostra che quest’anno sarà allestita al Meeting e che sarà curatadall’Università Ortodossa San Tichon di Mosca. In occasione del Seminario di preparazione della mostra, svoltosinella capitale russa dal 10 al 14 marzo 2013, abbiamo potuto intervistare padre Georgij Orechanov, vice rettoredell’Università ortodossa di Mosca, presente al Meeting dal 2007.«La prima volta che sono venuto al Meeting – ha affermato - mi sembrava di essere in un altro pianeta».Vi proponiamo di seguito la sua intervista.

di Stefano Pichi Sermolli

Cattedrale dell’Assunzione, Cremlino - Mosca.

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IN-MOSTRA 2013

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tive (decine e decine e questo fa unagrande impressione); mi hanno col-pito alcune splendide iniziative nel-le più diverse sfere: messe in scenateatrali, iniziative scientifiche, mostree concerti, cioè, in generale, questoforum giovanile fa una grande impres-sione. E naturalmente la possibilitàdi incontrarsi con le persone, di cono-scersi e parlare di collaborazione. IlMeeting in questo senso è una piat-taforma splendida per l’avvio di col-laborazioni.

Torniamo alla mostra. State lavo-rando con studenti di altre nazioni,quali? E che tipo di lavoro state facen-do?Nella preparazione della mostra diRimini partecipano in primo luogostudenti della nostra università che

rappresentano varie facoltà; parte-cipano anche rappresentanti del-l’Italia, dell’Università Cattolica diMilano e dell’Ucraina, studenti diKiev e Kharkov. Il nostro lavorocomune consiste nell’elaborare l’ideagenerale della mostra; nell’ambitodi questa idea, ogni gruppo di stu-denti prepara una serie di relazioni,che saranno poi trasformate per diven-tare parte concreta della mostra. Ognigruppo cerca immagini, oggetti daesporre e scrive testi. Si tratta di queipiccoli mattoni, da cui sarà compo-sto poi l’edificio della mostra dedi-cato ai nuovi martiri. E qui è moltoimportante il ruolo degli esperti cheguidano il lavoro degli studenti; daquesto lavoro comune di studenti eprofessori nasce infatti la stessa mostrae la composizione delle sale. Tuttoquesto per noi è sicuramente un’espe-rienza interessante.

Saranno dunque i martiri, le lorostorie, i protagonisti di questa mostra.Lei ha detto più volte che molte del-le libertà che avete adesso in Russiasono il frutto del martirio, del san-gue dei martiri. Ci può descriverecon alcuni esempi questa sua affer-mazione?Gli esempi sono molti. La stessa pos-sibilità di portare la mostra in Italiasu questo tema è già una possibilitàrecente, trent’anni fa non si sarebbeneanche potuta sognare una possi-bilità così. Ma oltre a questo, tuttociò che abbiamo acquisito nella vitadella Chiesa negli ultimi venti anniè il risultato dell’opera di personeche hanno dato la vita per la fede inCristo: la possibilità di insegnarereligione ai bambini a scuola, aglistudenti universitari - non solo inuniversità ecclesiastiche ma anchestatali - , la possibilità di discutereliberamente sui mass media di que-stioni riguardanti la vita della Chie-sa, la vita politica, sociale e cultura-le. Queste sono tutte espressioni del-la nostra vita ecclesiale oggi. Ci sipuò liberamente occupare di attivi-

tà sociali, di assistenza sociale ai piùsfortunati, si può discutere della pre-senza di preti nell’esercito russo e,qualunque aspetto della vita dellachiesa prendiamo in considerazio-ne, possiamo affermare che tuttoquesto oggi ce l’abbiamo grazie alfatto che qualcuno molti anni fa hadato la sua vita per la chiesa e perCristo.

Un’ultima domanda. Forse un po’personale. Per parecchi anni, al Mee-ting, ma anche in Italia, molti han-no parlato e raccontato della Chie-sa Ortodossa, del rapporto con voi,dell’amicizia con voi. Quest’anno,per la prima volta, avete deciso diessere voi i protagonisti. Come sen-te questa sfida?Naturalmente per noi è una grossaresponsabilità, perché, sebbene iltema dell’ortodossia sia già risuo-nato al Meeting prima di adesso,sappiamo che se n’è data un’idea nonattraverso rappresentanti della Chie-sa Ortodossa, ma attraverso rappre-sentanti di organizzazioni, come adesempio “Russia Cristiana”, che hapreparato tra l’altro mostre moltointeressanti sulla vita di Pasternak,Marija Judina, padre Pavel Floren-skij; ma una testimonianza direttada parte della Chiesa Ortodossa nonc’è stata finora. Perciò, definirei ilnostro compito, un “compito mis-sionario”, quello di raccontare di Cri-sto così come noi lo capiamo qui inRussia nella Chiesa Ortodossa, rac-contare cosa è la fede, cosa è la vitadella Chiesa, raccontare cosa è laChiesa Ortodossa oggi, quali com-piti stanno innanzi a lei oggi in Rus-sia.

Domenica 18 agosto - sabato 24 agostoLA LUCE SPLENDE NELLE TENEBRE.LA TESTIMONIANZA DELLA CHIESA ORTO-DOSSA RUSSA NEGLI ANNI DELLA PER-SECUZIONE SOVIETICA.A cura dell’Università Ortodossa SanTichon di Mosca.

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AMICI

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Il ricordodi unamico

Ci siamo incontrati ad un con-vegno sull’Arte rupestre orga-nizzato dal Centro Camuno

di Studi Preistorici diretto da Emma-nuel Anati, a Capo di Ponte, tra il28 luglio e il 3 agosto del 1979.Jaca Book fu la prima casa editrice apubblicare sistematicamente arterupestre in Italia. Il convegno miinteressava molto, perché c’erano stu-diosi di tutto il mondo e si potevaavere un quadro internazionale del-le scoperte. Il tema era su Arte e Reli-gione, perciò tutta la tematica delsimbolo avrebbe avuto un grande spa-zio.La seconda mattina prende la paro-la un prete belga, membro del Comi-tato dell’Unesco per la classificazio-ne dell’arte rupestre, così almeno ave-vo capito: era Julien Ries. La tradi-zione di sacerdoti in Preistoria nelmondo francofono mi era ben nota,dall’Abbé Breuil a Teilhard de Char-din, ma a metà dell’esposizione eroparticolarmente colpito. Dopo rela-zioni anche molto tecniche, ero davan-ti ad uno sfondamento di orizzonti.

L’uomo è l’uomo perché riconosce ilsacroCon i piedi ben saldi sulle rocce graf-fite e con indagini dettagliate delleincisioni, Ries incontrava la presen-

za di miti istoriati, in particolare inaccordo con antichi elementi fon-danti della mitologia indoeuropea.Da una larga disanima traeva unaconseguenza che oggi, dopo le miglia-ia di pagine pubblicate delle sue ope-re, può apparire evidente, e che allo-ra era tanto poco acquisita da passa-re di fatto inosservata per i parteci-panti allo stesso convegno. Certo, tut-ti erano molto interessati a vedere latripartizione di Dumézil tra sacer-doti-guerrieri-contadini nei simbolidelle steli della Valcamonica o del-l’Asia Centrale,ma un concetto espres-so da Ries sfuggiva a quella platea:l’uomo è uomo perché riconosce ilsacro. Oggi noi conosciamo Ries comel’autore di un’antropologia religiosafondamentale, come colui che ha aper-to un nuovo campo del sapere, certopartendo dal concetto di Homo Reli-giosus di Eliade, ma rendendolo tal-mente operativo da metterlo a fon-damento di una nuova disciplina.Allora tutto questo sembrava un com-mento personale alla lettura di queigraffiti in cui si ravvisavano incisi deimiti.

Lo invitai a cenaLa sera lo invitai a cena e gli dissi chenon volevo parlare solo di graffiti, madi quel legame inscindibile tra l’uo-

mo e il sacro di cui aveva accennato.Il professore belga era ben contentoche chi gli era stato presentato comeun editore di Rock Art si interessasseanche a quel tema. La cena ci trovòconcordi sulla qualità del cibo alpi-no e dei formaggi, di cui Ries si mostròda subito un ottimo degustatore. Laconversazione divenne serrata, la miacuriosità non si accontentava. Pocopiù di un anno dopo sarebbe uscitoda Jaca Book “Il sacro nella storia reli-giosa dell’umanità”.

Cher Professeur e cher directeurBene, quella sera si decise l’uscita diquella che divenne il primo mattonedella grande costruzione riessiana del-l’Antropologia religiosa, il volume sul“Sacro”. Il libro lo aveva già in testa,ma Ries, pur essendo a sua volta uneditore, e un grande editore scienti-fico, per una sintesi del genere pre-feriva il catalogo di un editore di Scien-ze umane diffuso in libreria come eraJaca Book. Da quella sera ci chia-mammo “cher Professeur” e “cherdirecteur”.

L’ultimo salutoCosì ci siamo salutati per l’ultimavolta alle 20.30 del sabato 8 febbra-io 2013 nella clinica di Notre Damea Tournai, dopo due giorni in cui,

Abbiamo chiesto a Sante Bagnoli, Presidente della casa editrice Jaca Book, un ricordo del Card.Ries, scomparso a 92 anni, lo scorso 23 febbraio. Un rapporto, quello tra Bagnoli e Ries, iniziato negli anni ’70e che ha portato Jaca Book a pubblicare per prima in Italia gli studi del Cardinale belga. Negli anni tra i due ènata una grande amicizia che Bagnoli racconta in queste bellissime righe che ci ha voluto donare.

di Sante Bagnoli

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AMICI

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pur con molte pause di riposo e mol-to succo d’uva e yogurt, ci siamo inte-si sulla conclusione delle sue opere edei suoi inediti. La serenità di Ries,l’umorismo, la luce di una missioneculturale da compiere e ormai com-piuta, la totale confidenza nello Spi-rito, mi fece in quella clinica rian-dare con la mente a quella cena a

Capo di Ponte. Missione compiuta,professor Ries!Anche la Chiesa, con un cardinala-to dato un anno fa a 92 anni sembradirci che averlo tenuto in disparteera stata una omissione. Quell’Ho-mo Religiosus non è confondente, alcontrario dà gloria a tutta la Crea-zione. In ogni uomo c’è l’esigenza di

un ponte con l’infinito.Quei segni sulle rocce per Ries furo-no la prova di un Homo Religiosus cheprecede tutte le religioni conosciute;per dirla con Coppens, con cui Riesha tenuto un dialogo culturale a distan-za per tutti questi anni, da quandonoi riconosciamo l’apparire dell’uo-mo, quell’essere è religioso.

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Un’immagine del Cardinale J. Ries.

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IN-MOSTRA 2013

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Dialogouomo -natura

Alla conclusione del Meetingper l’amicizia fra i popoli del2012 sono stato colpito da

queste parole: «Nella società in cuiviviamo è urgente l’esigenza di rida-re un’identità chiara all’io, protago-nista nella vita e costruttore di sto-ria. Per questo il titolo della XXXIVedizione del Meeting sarà “Emer-genza uomo”».Mi è ritornato in men-te quante volte nella mia vita - sonostato per anni un ricercatore e inse-gnante di genetica agraria e di fisio-logia vegetale - mi sono interrogatosu un fatto per certi versi stupefa-cente: per migliaia e migliaia di anni(più di 150.000) i nostri antenatipreistorici hanno vissuto in piccolebande di nomadi, cacciatori e rac-coglitori che si nutrivano di selvag-gina, frutti, semi e radici di pianteselvatiche. Poi intorno a 10.000 annifa, in diversi luoghi del pianeta, indi-pendentemente gli uni dagli altri,alcuni di essi sono diventati agricol-tori. Cosa li ha spinti a questo pas-so? Non certo la ricerca di una vitapiù comoda. La vita del contadino èpiù faticosa di quella del nomade cac-ciatore-raccoglitore - come si puòanche oggi verificare nella vita deigruppi di cacciatori-raccoglitori tut-tora esistenti - e neppure si può direche sia stata la scarsità di selvagginae frutti, semi: l’agricoltura è nata in

aree e in periodi in cui abbondava-no le risorse alimentari. E allora per-ché? Non lo sapremo mai con cer-tezza, ma possiamo cercare dentrodi noi oggi - in fondo non siamomolto lontani da questi nostri pro-genitori, ci separano da loro circa400 generazioni - e vedere quali moti-vazioni oggi ci potrebbero spingerea cambiare così drasticamente lo sti-le di vita. Una motivazione che oggici muove è la preoccupazione per ildomani, la sollecitudine a che i nostrifigli, la comunità in cui viviamo pos-sa continuare a vivere e prosperare.Liberarsi dall’aleatorietà della cac-cia - un giorno va bene, ma tante vol-te si torna a mani vuote - è stata sicu-ramente una spinta importante periniziare a coltivare. Ma come si face-va a sapere che raccogliendo quellespighe di frumento dal suolo e met-tendo a dimora i semi sarebbe ini-ziato un ciclo virtuoso? Qui gioca unaltro elemento, la inarrestabile pas-sione dell’uomo per provare, speri-mentare, ricercare nuove strade: l’uo-mo preistorico guarda quello che fala natura, cerca di comprenderla, usala ragione per vedere se da ciò chevede si può estrarre qualcosa di piùgenerale, di più ampio che supera iconfini del torpore della vita di ognigiorno. Si manifesta qui l’identitàprofonda dell’umano: una inquietu-

dine profonda che lo spinge all’azio-ne e che dà inizio ad una storia chenel tempo porterà alle grandi civil-tà del passato e anche a quelle di oggi.Qui l’io protagonista della vita ecostruttore di storia emerge ed è ciòche ci ha spinto a realizzare la mostra“Naturale, artificiale, coltivato. L’an-tico dialogo dell’uomo con la natu-ra”.

Domenica 18 agosto - sabato 24 agostoNATURALE, ARTIFICIALE, COLTIVATO.L’ANTICO DIALOGO DELL’UOMO CON LANATURAA cura di: Euresis

Carlo Soave, uno dei principali curatori dellamostra dal titolo“Naturale, artificiale, coltivato. L’antico dialogo dell’uomo con la natura”,dedicata all’interazione virtuosa tra uomo e natura, ci racconta cosal’ha spinto ad implicarsi in questa avventura.

di Carlo Soave

“Mese di Febbraio, contadino che vanga”, Bene-detto Antelami (1150 ca.-1230 ca.), Battistero diParma.

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IN-MOSTRA 2013

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Dialogouomo -natura

Alla conclusione del Meetingper l’amicizia fra i popoli del2012 sono stato colpito da

queste parole: «Nella società in cuiviviamo è urgente l’esigenza di rida-re un’identità chiara all’io, protago-nista nella vita e costruttore di sto-ria. Per questo il titolo della XXXIVedizione del Meeting sarà “Emer-genza uomo”».Mi è ritornato in men-te quante volte nella mia vita - sonostato per anni un ricercatore e inse-gnante di genetica agraria e di fisio-logia vegetale - mi sono interrogatosu un fatto per certi versi stupefa-cente: per migliaia e migliaia di anni(più di 150.000) i nostri antenatipreistorici hanno vissuto in piccolebande di nomadi, cacciatori e rac-coglitori che si nutrivano di selvag-gina, frutti, semi e radici di pianteselvatiche. Poi intorno a 10.000 annifa, in diversi luoghi del pianeta, indi-pendentemente gli uni dagli altri,alcuni di essi sono diventati agricol-tori. Cosa li ha spinti a questo pas-so? Non certo la ricerca di una vitapiù comoda. La vita del contadino èpiù faticosa di quella del nomade cac-ciatore-raccoglitore - come si puòanche oggi verificare nella vita deigruppi di cacciatori-raccoglitori tut-tora esistenti - e neppure si può direche sia stata la scarsità di selvagginae frutti, semi: l’agricoltura è nata in

aree e in periodi in cui abbondava-no le risorse alimentari. E allora per-ché? Non lo sapremo mai con cer-tezza, ma possiamo cercare dentrodi noi oggi - in fondo non siamomolto lontani da questi nostri pro-genitori, ci separano da loro circa400 generazioni - e vedere quali moti-vazioni oggi ci potrebbero spingerea cambiare così drasticamente lo sti-le di vita. Una motivazione che oggici muove è la preoccupazione per ildomani, la sollecitudine a che i nostrifigli, la comunità in cui viviamo pos-sa continuare a vivere e prosperare.Liberarsi dall’aleatorietà della cac-cia - un giorno va bene, ma tante vol-te si torna a mani vuote - è stata sicu-ramente una spinta importante periniziare a coltivare. Ma come si face-va a sapere che raccogliendo quellespighe di frumento dal suolo e met-tendo a dimora i semi sarebbe ini-ziato un ciclo virtuoso? Qui gioca unaltro elemento, la inarrestabile pas-sione dell’uomo per provare, speri-mentare, ricercare nuove strade: l’uo-mo preistorico guarda quello che fala natura, cerca di comprenderla, usala ragione per vedere se da ciò chevede si può estrarre qualcosa di piùgenerale, di più ampio che supera iconfini del torpore della vita di ognigiorno. Si manifesta qui l’identitàprofonda dell’umano: una inquietu-

dine profonda che lo spinge all’azio-ne e che dà inizio ad una storia chenel tempo porterà alle grandi civil-tà del passato e anche a quelle di oggi.Qui l’io protagonista della vita ecostruttore di storia emerge ed è ciòche ci ha spinto a realizzare la mostra“Naturale, artificiale, coltivato. L’an-tico dialogo dell’uomo con la natu-ra”.

Domenica 18 agosto - sabato 24 agostoNATURALE, ARTIFICIALE, COLTIVATO.L’ANTICO DIALOGO DELL’UOMO CON LANATURAA cura di: Euresis

Carlo Soave, uno dei principali curatori dellamostra dal titolo“Naturale, artificiale, coltivato. L’antico dialogo dell’uomo con la natura”,dedicata all’interazione virtuosa tra uomo e natura, ci racconta cosal’ha spinto ad implicarsi in questa avventura.

di Carlo Soave

“Mese di Febbraio, contadino che vanga”, Bene-detto Antelami (1150 ca.-1230 ca.), Battistero diParma.

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FA TUTTO. ANCHE IL CAFFÈ.

Seguici su facebook.com/DolceGustoItalia

www.dolce-gusto.it

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WEB

25NOTIZIARIO

eetingMARZO2013 m

Il Meeting tutto l’anno? Ebbenesì. Infatti, non è solo un eventoculturale fatto di convegni, mostre,

spettacoli, sport, attività per ragaz-zi e bambini della durata di una set-timana, ma molto di più: un luogoattivo tutto l’anno, con una ricchez-za di contenuti fruibili in ogni momen-to e da qualsiasi luogo.Basta solo un click e Vivilo con noi!

Da quest’anno sul sito www.mee-tingrimini.org potete trovare una nuo-va sezione denominata “Work in pro-gress”, che racconta il backstage, ildietro le quinte dell’evento: storie diincontri, anticipazioni di spettacoli,mostre, sport indoor e outdoor, le pro-poste ristorative, gli intrattenimen-ti serali, le animazioni per i bambi-ni e tutti i servizi formato famiglia;le aree tematiche e i grandi allesti-

menti e tante altre curiosità sul Mee-ting 2013.Durante la settimana Meeting o nelcorso dell’anno, direttamente dallafiera o comodamente da casa, la paro-la chiave per seguire la manifesta-zione e condividere gli avvenimentipiù importanti, notizie, foto e videoè #meeting13.

Il Social Media Team, un gruppo divolontari curiosi della rete, sarà pre-sente al Meeting con uno stand dispo-sto nella hall sud della fiera e pubbli-cherà interviste, estrapolati di incon-tri, immagini di vita Meeting, video-interviste, nonché notizie in chiavesocial, permettendo così, anche a chinon ha la possibilità di partecipare,di viverlo in ogni sua sfaccettatura.Aggiornamenti costanti e in temporeale su Twitter e Facebook.

I video degli incontri, le dirette o ledifferite durante la settimana saran-no disponibili in lingua italiana einglese sul canale Youtube del Mee-ting.

Non mancherà una raccolta delleimmagini dei principali momenti suFlickr, ma anche l’App del Meetingquest’anno avrà una nuova veste gra-fica e sarà visualizzabile da tutti glismartphone, per avere i contenuti aportata di mano, il programma aggior-nato, la mappa dettagliata delle saledegli incontri, i padiglioni delle mostree i luoghi degli spettacoli, il Quoti-diano Meeting e tanti altri strumentisfogliabili, nonché tutte le notizie con-divisibili sui canali social.

Ecco tutti i link per seguire il Mee-ting:

Sito:www.meetingrimini.org

Facebook:www.facebook.com/meetingrimini

Twitter:www.twitter.com/MeetingRimini

Youtube:www.youtube.com/meetingdirimini

Flickr:www.flickr.com/meetingdirimini

Il Meetingsemprepiù social365 giorni all’anno di aggiornamenti, curiosità, notizie, anticipazioni,contenuti multimediali, interviste e appuntamenti.

di Daniela Schettini

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CONCORSI

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Russia, New York, Malesia,Te-xas, Israele, Italia sono le na-zioni da cui sono arrivati i pri-

mi filmati per l’edizione 2013 del Mee-ting Rimini Film Festival.

In palio:1. Un soggiorno studio di 10 settimane

presso la School of Visual Arts di NewYork.2. Una borsa di studio per la frequenzadi un anno di studi presso l’Accade-mia di Cinema e della Televisione diCinecittà a Roma.3. Un premio del valore di 1.500,00euro.

Il tuo cortoalMeetingHai tempo fino al 10 maggio per inviarci il tuo cortometraggio!

di Otello Cenci

Iscriviti adesso!Scarica la scheda di iscrizione suwww.meetingrimini.org e inviaci iltuo cortometraggio.Meeting Rimini Film Festival è un ec-cezionale concorso internazionale percortometraggi che il Meeting per l’ami-cizia fra i popoli organizza da 6 anni,in collaborazione con Made OfficinaCreativa, School of Visual Arts di NewYork, ACT multimedia di CinecittàRoma, Radio Cinema, Sentieri del Ci-nema e Best Movie, la rivista di cine-ma più diffusa in Italia.La giuria, composta da esperti e do-centi del settore, ha avuto come pre-sidenti il regista Pupi Avati nel 2008,Gigio Alberti nel 2009, nel 2010Massimo d’Alatri, nel 2011 il registae produttore polacco K. Zanussi e nel2012 la giornalista e documentaristaMonica Maggioni. Quello del 2013 èancora top secret…Il MRFF è un’interessante opportu-nità per affrontare il mondo dei cor-tometraggi e incontrare maestri da cuiimparare e carpire i segreti del me-stiere.Il Meeting Rimini Film Festival hal’intento inoltre di valorizzare opereche raccontano, e approfondiscono converità, il tema dell’uomo impegnatocon la vita quotidiana, mostrandone gliaspetti seri, ironici, drammatici, ap-passionati, enigmatici.Il Festival offre ai suoi partecipanti mo-menti di incontro con affermati mae-stri del settore.

Puoi chiedere informazioni inviandouna e-mail all’indirizzo:[email protected] telefonando allo 0541/709131.

Rimani aggiornato.

Seguici su:www.meetingrimini.org

@MRFilmFestival

www.facebook.com/MeetingRimini-FilmFestival

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INCONTRI

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Sono passati dieci anni dalla mor-te del “signor G”, uno dei piùgrandi artisti della nostra epo-

ca, “un intellettuale vero” come è sta-to definito dal giornalista MassimoBernardini nell’introduzione critico-biografica al volume dedicato a Gior-gio Gaber: “La libertà non è star sopraun albero”, edito da Einaudi dove silegge: «L’intellettuale, quello vero, lodistingui perché ama il pensiero ma

ancora di più ama la realtà». Un intel-lettuale che non ha lasciato nessunoindifferente: «Da Mina a FrancescoAlberoni, - continua - da AntonioRicci a Sergio Castellitto, da SergioBertinotti al fondatore di Comunio-ne e Liberazione don Luigi Giussa-ni, tutti concordano nel riconoscere,pur da sponde e radici diverse, quan-to è prezioso l’apporto di GiorgioGaber alla nostra cultura».

Vogliamo riprendere i suoi incon-tri con il popolo del Meeting, nel-l’agosto del 1985 e del 1991, vistiattraverso lo sguardo dell’amicoBernardini, che è stato uno deiprincipali fautori dell’arrivo diGaber al Meeting.

Durante la conferenza stampa,successiva alla serata di domeni-ca 25 agosto 1985, Giorgio Gaberha affermato: “Sono stato invita-to con molta insistenza. Ho accet-tato un po’ per curiosità e un po’per capire cosa succede qui. Delresto nel mio mestiere la curiosi-tà è d’obbligo”. Perché è nata l’ideadi invitarlo e da dove è sorta que-sta insistenza di cui lui parla?Ricordo bene il fatto che in que-gli anni gli artisti si dividevano trachi aveva diffidenza verso il Mee-ting e verso il mondo che lo hagenerato e chi non si tirava indie-tro ma era aperto ad incontrareuna novità. Nel caso di Giorgioc’era, fin dai primi incontri con

Quando il “signor G”vennealMeetingVi proponiamo l’intervista al giornalista televisivo Massimo Bernardini,realizzata in occasione del decimo anniversario dalla morte di GiorgioGaber.

di Erika Elleri

>

Un’immagine di Giorgio Gaber al Meeting 1985.

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INCONTRI

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lui, una genuina curiosità, che perònon era la curiosità sfiziosa dell’in-tellettualino che dice «andiamo avedere un po’ che roba è», ma pro-prio la curiosità di uno appassiona-to, curioso nella sua ricerca e si chie-deva «chi sono questi che vengonoa vedere i miei spettacoli e mi fan-no delle domande?». Dopo il primoincontro, abbiamo subito percepitodi avere tante preoccupazioni comu-ni su quello che stava succedendo inItalia, su come l’io delle persone sistesse frantumando, su quello che èaccaduto dopo il ‘68 e per questo,pur nella diversità, ci siamo incon-trati e lo abbiamo invitato con insi-stenza al Meeting.

Un rapporto dunque iniziato tem-po prima… Come sei entrato in rap-porto con Gaber? Come è iniziatala tua amicizia con lui?Attraverso il giornalismo, che è ilmio mestiere. In quegli anni ero mol-to concentrato sulla critica musica-le e così ci incontrammo agli inizidegli anni ottanta proprio attraver-so una lunga intervista, in cui ci cono-scemmo per la prima volta e ci annu-sammo con grande simpatia. Pocoalla volta, questa conoscenza cor-diale si è trasformata in un’amiciziaanche personale. Io gli devo molto,sia in termini personali, che profes-sionali.

Tornando alla sua presenza al Mee-ting, nessuno si aspettava che il signorG. ci venisse, una partecipazionenon scontata, viste le evidenti dif-ferenze di vedute su molti temi.Secondo te da cosa fu colpito (oltreche dalla curiosità), tanto da tor-narci sei anni dopo?Innanzitutto fu colpito dal fatto diessere stato nuovamente invitato,non è così scontata la cosa.Tra gen-te diversa, la grande forza del Mee-ting è quella di spiazzare dicendo:«Guarda che della diversità non èche ci importi, ci importa della qua-lità dell’incontro, non siamo spa-

ventati dalla diversità». Ecco, que-sto è ciò che colpisce molto le per-sone e che ha colpito molto Gaber.Un invito arrivato nonostante ladiversità di pensiero su temi crucia-li quali la Chiesa, la politica e lavita,… «Quindi, questa qui – avràpensato Gaber - è gente, che dav-vero ama la diversità». Una stima eun’attenzione per il Meeting e perciò che lo genera che si è portatoappresso fino alla fine della sua vita.

Cosa ti ricordi di quell’incontro?Quale immagine ti è rimasta piùimpressa?Oltre al suo rapporto con il pubbli-co, direi la libertà di accettare qual-

siasi tipo di domanda e di accoglierla.Le domande che facevamo le senti-va in qualche modo per la prima vol-ta. La sua forza è stata quella di nonessere mai stato ideologico e quin-di ogni domanda era plausibile, laportava dentro di sé. Come dire, iovi rispondo una cosa e magari voi vene aspettavate un’altra, ma capiscodalle vostre facce, che siete in gradodi accettare una risposta che non eraquella che volevate. Mi ricordo beneil clima di assoluta libertà nelle doman-de e nelle risposte.

Che eco ha portato l’incontro diGaber col Meeting nel mondo del-lo spettacolo e della musica?

Giorgio Gaber al Meeting 1985.

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INCONTRI

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Gli ha portato qualche rogna, per-ché la libertà di incontrare un mon-do, dal punto di vista identitario, cosìforte come quello di Comunione eLiberazione ha fatto diffidare alcu-ni di lui.Rendiamoci conto che Gaberdagli anni ’80 in avanti per un cer-to tipo di intelligentia di sinistracomincia a diventare sospetto, per-ché, dopo aver accompagnato tuttol’evolversi della generazione del ’68fino alla fine degli anni ’70, neglianni ’80 diventa (con Sandro Lupo-rini) una fortissima individualità soli-taria, che comincia a riflettere sullecontraddizioni di quel cammino. Equesto incomincia a creare scanda-lo. Uno scandalo che in realtà è sem-

pre cresciuto. Così, a ricaduta, tuttala diffidenza di molti verso un cer-to tipo di libertà di opzione del Mee-ting nell’invitarlo e dall’altra di accet-tare è diventata diffidenza nei con-fronti di Gaber.

Hai qualche ricordo personale, unaconfidenza che ti ha fatto e che ora,a distanza di tempo, puoi raccon-tarci?Riguarda la famiglia. Lui era abba-stanza impressionato da quello cheaveva incontrato al Meeting comedimensioni di famiglie. Mi ricordoche sua figlia si stava per sposare…lui in qualche modo sognava per suafiglia lo stile di vita di quelle fami-glie, uno stile libero, ma nel con-tempo molto consapevole. Ancheperché era molto in linea con la suaprofonda riflessione, sua e di Lupo-rini, sul tema dell’uomo e della don-na. Conosco bene sua figlia, quasiin fratellanza parentale, e posso direche ora ha una famiglia solida e con-sapevole.

Un’ultima battuta sul tuo rapportocon il signor G...Gaber fu il primo ad incoraggiarmia fare il passaggio al mondo televi-sivo. Ma soprattutto gli devo un’ami-cizia che è diventata confronto sul-la vita. Quando ci incontravamo,c’era sempre un motivo giornalisti-co, per cui ho avuto il privilegio diveder nascere tanti suoi spettacolidopo gli anni ottanta, di vedere anchela sua bottega artigiana, ma semprec’era il parlare del mondo, della vita,dello stato del mondo e della vita, ledue cose ormai si intrecciavano. Erainsieme un rapporto professionale,ma che andava anche molto oltre.Continuamente rimandava ad unconfronto serrato sulla vita. Tant’èche l’ultimo atto di questo cammi-no è stato quello della malattia.Quan-do ormai la malattia era arrivata adun punto finale, ha chiesto di incon-trare gli amici. Da tempo si era rifu-giato nella sua casa in Toscana. Quin-

di mi ricordo che io e mia mogliesiamo andati in questa casa e, veden-dolo molto provato, è stato un incon-tro di una commozione profonda,perché capimmo che l’amicizia restacome segno e io me lo porto dietro.Io ascolto molta musica e ho un Ipho-ne strapieno di pezzi musicali. Mal’unico artista che non ho dentro èGaber. Infatti, non è sostenibile perme ascoltarlo. Ogni volta che lo ascol-to mi prende una commozione tale,per cui non riesco più ad ascoltarlo.Allora non l’ho inserito. Forse traqualche anno ci riuscirò, ma per orano. Il rimando alla persona concre-ta, che tante volte ho incontrato econ cui spesso ho cenato è troppoforte. Tra l’altro è l’unica amiciziacon un artista che ho condiviso conmia moglie. Io per mestiere incon-tro tanti personaggi, ma quello conGaber è stato davvero un rapportospeciale, in cui ho coinvolto anchemia moglie. È l’unico di cui anchelei ha visto tutti gli spettacoli, concui amava andare a cena. Una cosaancora misteriosa.Tant’è che i lega-mi son rimasti. I legami con sua figlia,i suoi nipoti, con sua moglie Ombret-ta. Siamo gente che si vuol bene. Iosono fratello di sangue della Fonda-zione Gaber e tale son consideratoda loro. Sento un po’ il compito direstare legato a loro perché la memo-ria resti nel tempo. È una cosa trop-po importante, perché ci provoca tal-mente tanto anche nel nostro pre-sente, che bisogna continuare a tener-la desta. Per cui ogni volta che laFondazione Gaber mi coinvolge inqualcosa io ci sono sempre.

Spettacoli Meeting 2013CHIEDO SCUSA AL SIGNOR GABER:SERATA GIORGIO GABER,con Enzo Iacchetti e band.A seguire intervista e video con Mas-simo Bernardini.In collaborazione con: Fondazione Gior-gio Gaber.

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INCONTRI

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Gli ha portato qualche rogna, per-ché la libertà di incontrare un mon-do, dal punto di vista identitario, cosìforte come quello di Comunione eLiberazione ha fatto diffidare alcu-ni di lui.Rendiamoci conto che Gaberdagli anni ’80 in avanti per un cer-to tipo di intelligentia di sinistracomincia a diventare sospetto, per-ché, dopo aver accompagnato tuttol’evolversi della generazione del ’68fino alla fine degli anni ’70, neglianni ’80 diventa (con Sandro Lupo-rini) una fortissima individualità soli-taria, che comincia a riflettere sullecontraddizioni di quel cammino. Equesto incomincia a creare scanda-lo. Uno scandalo che in realtà è sem-

pre cresciuto. Così, a ricaduta, tuttala diffidenza di molti verso un cer-to tipo di libertà di opzione del Mee-ting nell’invitarlo e dall’altra di accet-tare è diventata diffidenza nei con-fronti di Gaber.

Hai qualche ricordo personale, unaconfidenza che ti ha fatto e che ora,a distanza di tempo, puoi raccon-tarci?Riguarda la famiglia. Lui era abba-stanza impressionato da quello cheaveva incontrato al Meeting comedimensioni di famiglie. Mi ricordoche sua figlia si stava per sposare…lui in qualche modo sognava per suafiglia lo stile di vita di quelle fami-glie, uno stile libero, ma nel con-tempo molto consapevole. Ancheperché era molto in linea con la suaprofonda riflessione, sua e di Lupo-rini, sul tema dell’uomo e della don-na. Conosco bene sua figlia, quasiin fratellanza parentale, e posso direche ora ha una famiglia solida e con-sapevole.

Un’ultima battuta sul tuo rapportocon il signor G...Gaber fu il primo ad incoraggiarmia fare il passaggio al mondo televi-sivo. Ma soprattutto gli devo un’ami-cizia che è diventata confronto sul-la vita. Quando ci incontravamo,c’era sempre un motivo giornalisti-co, per cui ho avuto il privilegio diveder nascere tanti suoi spettacolidopo gli anni ottanta, di vedere anchela sua bottega artigiana, ma semprec’era il parlare del mondo, della vita,dello stato del mondo e della vita, ledue cose ormai si intrecciavano. Erainsieme un rapporto professionale,ma che andava anche molto oltre.Continuamente rimandava ad unconfronto serrato sulla vita. Tant’èche l’ultimo atto di questo cammi-no è stato quello della malattia.Quan-do ormai la malattia era arrivata adun punto finale, ha chiesto di incon-trare gli amici. Da tempo si era rifu-giato nella sua casa in Toscana. Quin-

di mi ricordo che io e mia mogliesiamo andati in questa casa e, veden-dolo molto provato, è stato un incon-tro di una commozione profonda,perché capimmo che l’amicizia restacome segno e io me lo porto dietro.Io ascolto molta musica e ho un Ipho-ne strapieno di pezzi musicali. Mal’unico artista che non ho dentro èGaber. Infatti, non è sostenibile perme ascoltarlo. Ogni volta che lo ascol-to mi prende una commozione tale,per cui non riesco più ad ascoltarlo.Allora non l’ho inserito. Forse traqualche anno ci riuscirò, ma per orano. Il rimando alla persona concre-ta, che tante volte ho incontrato econ cui spesso ho cenato è troppoforte. Tra l’altro è l’unica amiciziacon un artista che ho condiviso conmia moglie. Io per mestiere incon-tro tanti personaggi, ma quello conGaber è stato davvero un rapportospeciale, in cui ho coinvolto anchemia moglie. È l’unico di cui anchelei ha visto tutti gli spettacoli, concui amava andare a cena. Una cosaancora misteriosa.Tant’è che i lega-mi son rimasti. I legami con sua figlia,i suoi nipoti, con sua moglie Ombret-ta. Siamo gente che si vuol bene. Iosono fratello di sangue della Fonda-zione Gaber e tale son consideratoda loro. Sento un po’ il compito direstare legato a loro perché la memo-ria resti nel tempo. È una cosa trop-po importante, perché ci provoca tal-mente tanto anche nel nostro pre-sente, che bisogna continuare a tener-la desta. Per cui ogni volta che laFondazione Gaber mi coinvolge inqualcosa io ci sono sempre.

Spettacoli Meeting 2013CHIEDO SCUSA AL SIGNOR GABER:SERATA GIORGIO GABER,con Enzo Iacchetti e band.A seguire intervista e video con Mas-simo Bernardini.In collaborazione con: Fondazione Gior-gio Gaber.

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non perdersi questa occasione. Unmappamondo di amicizie e una gran-de possibilità per tutti per allargare ilproprio orizzonte.

Lavoro e formazioneIl lavoro dei volontari inizia già dalpre-Meeting, qualche settimana pri-ma dell’apertura della manifestazio-ne, occupandosi principalmente del-l’abbellimento del cantiere, dall’alle-stimento, alla grafica, alle pulizie,fino al lavoro negli uffici. Durante ilMeeting li trovate alla ristorazione, al-l’International Meeting Point, allemostre, nelle sale, al Villaggio ragaz-zi, allo sport, a vendere i biglietti del-la lotteria, ma sono anche un valoreaggiunto per i nostri uffici. Per 8 gior-ni sono ben 192 mila le ore di lavoroinsostituibile e sono necessari ben 68mila pasti durante la settimana!Da quest’anno, le nuove norme sullasicurezza ci richiedono di mettere a di-sposizione per tutti loro un corso inversione e-learning, con gran parte delcosto a nostro carico.Per questo il tuo aiuto è fondamen-tale!

Come farloPuoi porre la tua firma e scrivere nel-l’apposito riquadro della tua dichia-razione dei redditi il codice fiscale delMeeting 01254380403. Sul nostro sitosono disponibili alla pagina www.mee-tingrimini.org/5x1000 alcuni stru-menti per invitare amici e colleghi afarlo.

Le iscrizioni al lavoro volontario del Meeting saranno aperte dal 2 maggio al 15 giugno 2013.Nello stesso periodo verrà comunicata la procedura di iscrizione più adeguata a seconda se si èadulti, universitari o studenti.

Per qualsiasi informazione contattate il numero 0541/783100o mandare una e-mail a [email protected].

COSTRUISCI IL MEETING:Quando partiranno le iscrizioni per il lavoro volontario 2013

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