Qui ho posto il cuore Febbraio 2013
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decadenza: le motivazioni si
indeboliscono, ci si allontana
dalle fonti della spiritualità, il
cibo solido è carente, cala
enormemente la fiducia verso
la Chiesa e le sue leggi, si
ricerca uno spiritualismo
comodo, si fugge dalla realtà
e dai problemi…
L'espansione delle sette è
altro fenomeno-tipo, segno
del tempo.
Per quanto possano ispi-
rarsi a matrici cristiane o
pseudobibliche, esse hanno
quasi nulla di religioso, ma
rispondono ad interessi econo-
mici mirati, a chiari dettami
politici.
Finanziate da fiumi di de-
naro per la stragrande mag-
gioranza proveniente dagli
USA, le sette sono a servizio
di precise mire espansionisti-
che, lavorano alla destabiliz-
zazione dell'ordine sociale,
promuovono le esigenze della
globalizzazione economica,
favoriscono il commercio dei
Natale è passato. Non è
stato un Natale facile per
nessuno, dice don Gianfran-
co (cfr. avanti: I vostri mes-
saggi), ma noi cristiani siamo
invitati a testimoniare la visibili-
tà della fede, affinché fratelli e
sorelle riescano anch’essi a
vedere Dio.
Dio si fa carne, Dio è
carne. Come noi lo siamo.
La concretezza dell'incarna-
zione ci chiede di lottare
contro tutti i disvalori e le
devianze del sentimento
religioso, che riemergono ad
ogni epoca di difficoltà, come
la nostra, quando affannosa
si fa la ricerca di sicurezze.
La tentazione a trovare
un guaritore, un mago o un
qualsiasi ciarlatano è ricor-
rente. Anche tra i cristiani! È
deriva facile ed allettante
soprattutto per chi si trova
in balia dell'abbandono, della
malattia, della difficoltà eco-
nomica, della confusione
interiore. Diffusissima è la
pratica di leggere la mano o
le carte, dietro esborso di
bei soldi. Astrologia e sacro,
nella mente di molti, che
vanno (anche) in chiesa, so-
no la stessa cosa, con una
stupefacente confusione tra
verità e paccottiglia.
D'altra parte, l'incremen-
to esponenziale di apparizio-
ni, visioni, lacrimazioni, mes-
saggi, fenomeni soprannatu-
rali e simili è tipico di tempi
come il nostro. Di certo non
disegna un aumento di reli-
giosità e fede, ma la loro
SALTA, Argentina. Eletto
il nuovo Consiglio Generale
delle nostre Sorelle, Figlie
dell’Immacolata Concezione
della Carità. Madre
MARTA ROBLES ri-
confermata nel ruolo di
Superiora Generale. Le
Sorelle del Consiglio: Mir-
ta Gauna, Angelica Mosto,
Laura Figueroa, Valentina
Sarapura. (a pag. 7)
Superare le parodie del sacro
S O M M A R I O :
Preghiera per
le vocazioni
2
Luigi M. Monti
e dintorni
3
Una preghiera
per…
4
Le Parole
montiane
4
Con Maria,
come Maria
5
Glossalile 6
Vita di Fami-
glia
7-8
Forse non
tutti sapevate
9
I Vostri mes-
saggi
10
La Porta aper-
ta
11
Riconoscere
vocazioni
12
Nelle mani di
un amore più
grande
13
8° CAPITOLO GENERALE DELLE NOSTRE SUORE
D A T A A N N O I I , N U M E R O 1 0
N O T I Z I E D I
R I L I E V O :
Carta de un
Sacerdote
Catolico
al New York
Times
Testimonianza e
Rinnovamento
Dove ho posto il
cuore?
Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti
Saronno Anno II—n. 10 Febbraio 2013
SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437
e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892
Conto corrente bancario intestato a: Santuario Padre Monti
Cod. IBAN: IT27 C 08374 50520 00000 8801111 Cod. Bic.: ICRAITMMAE0
presso: Banca di Credito Cooperativo di Barlassina – Filiale di Saronno
Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe
di Aurelio Mozzetta
L’Edito
riale
Segua a pagina 2
P A G I N A 2
Segue dalla prima
pagina >>>
“Dio ha bisogno di
uomini che esistono
per Lui e che lo por-
tano agli altri”
Benedetto XVI
Superare le parodie del sacro
qui ho posto il cuore
Donaci, Signore, Vocazioni gioiose Donami Signore un'anima santa che faccia tesoro
di quello che è buono e puro,
affinché non si spaventi del peccato,
ma trovi alla tua presenza la via
per mettere di nuovo le cose a posto.
Donami un'anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri e i lamenti
e non permettere che io mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo evidente che si chiama «io».
Donami, o Signore, il senso del ridicolo.
Concedimi la grazia di comprendere anche lo scherzo,
affinché conosca nella vita un po' di gioia
e possa farne parte anche agli altri. (S. Tommaso Moro)
prodotti del consumismo,
erodono a fondo la comu-
nità cristiana, intendono
screditare la Chiesa e met-
terla da parte, laddove
essa rimane unico baluar-
do a difesa degli oppressi.
Le sette fanno presa sui
terreni della povertà e
dell'ignoranza, con pro-
messe di miracoli e guari-
gioni, di soluzioni magiche,
di facile benessere, lidi
incantevoli e paradisi artifi-
ciali… Allo stesso tempo
mungono a più non posso
le "vacche magrissime” che
sono i poveri, dai quali
esigere contributi, decime
e consegna dei beni, i cui
proventi prendono sempre
la strada dell'occidente, a
rimpinguare casse già stra-
piene…
E noi? Noi dobbiamo
svegliarci, io credo!
Da noi si richiedono
conoscenza, chiarezza,
discernimento critico, pre-
senza affianco alla gente.
In questo campo, nes-
suna concessione può es-
sere fatta in nome di un
malinteso rispetto della
Ogni
silenzio è
colpevole
Preghiera
per le
vocazioni
A N N O I I , N U M E R O 1 0
libertà altrui. Ogni silen-
zio è colpevole. Ognuno
è libero di predicare ciò che
vuole e noi abbiamo il dovere
di rispettare la libertà di tutti.
Abbiamo però anche il dove-
re di arrestare la corsa verso
il baratro; di dire, a chi non
sa, che lo stanno menando
per il naso; che qui non si
tratta di un'altra via per
cercare Dio, ma solo di
una trovata subdola per
accumulare soldi e mante-
nere il potere sulle masse.
La risposta a quei feno-
meni viene dalla certezza
della dottrina. Sarebbe ben
strano che noi per primi ci
offrissimo ad appoggiare
quei fatti e che, per igno-
ranza o debolezza di fede,
fossimo noi a provocare e
rafforzare fenomeni di
spiritualismo esasperato o
gratificante.
Solidamente legati al
Vangelo e alla Chiesa, dob-
biamo lavorare molto per
vincere l'ignoranza religio-
sa degli stessi cristiani.
Provate a chiedere ai
fedeli che discutono di
qualcosa che la Chiesa dice
e comanda, se hanno mai
letto una sola riga di un
documento ecclesiale in
merito al tema… La ri-
sposta, tranne poche
eccezioni, è immancabil-
mente la stessa: no!
La cultura religiosa ed
ecclesiale della nostra
gente è quella mediata
dalle riviste in voga, dalla
radio e dalla televisio-
ne… e l'ignoranza la fa da
padrona, guida i compor-
tamenti etico-religiosi dei
fedeli e costruisce nel
loro sentire personale e
comune un'immagine di
Chiesa fatalmente distor-
ta.
Ebbene, ogni volta
che invece di dare il van-
gelo e la vera dottrina noi
offriamo presunti messag-
gi della visione o della
setta tale o talaltra (a
scegliersi tra le mille oggi
tanto di moda!) non fac-
ciamo altro che tradire la
nostra missione e dare
manforte alla scristianiz-
zazione della società.
Aurelio Mozzetta
Le sorgenti del Nilo
P A G I N A 3
A N N O I I , N U M E R O 1 0
D a ragazzo, con avidità,
leggevo le avventure dei
molti esploratori alla scoperta
del mondo. Sognavo di colla-
borare alle ricer-
che di terre sco-
nosciute, di vivere
avventurosamen-
te. Soprattutto
ero affascinato da
quei territori,
così sconosciuti e
ostili da occultare le leggenda-
rie sorgenti del Nilo.
Non è andata così la mia
vita. Tuttavia quelle letture mi
hanno lasciato, appiccicato e
intatto, il gusto della esplora-
zione. Non avendo la possibili-
tà di visitare il mondo, ho ri-
cercato le avventure e storie
vissute da altri. Mi addentro
così nella mia “terra inesplora-
ta” tra i testi raccolti nei libri,
lettere, fogli d’appunti, lunghi
elenchi di spese, scritti da uo-
mini meravigliosi. È lì, negli
archivi, tra pagine muffose,
grafie insolubili, puzza di stan-
tio, carta polverosa con indele-
bili macchie gialle, dove ricerco
le sorgenti del “mio Nilo”.
Una di queste ricerche ri-
guarda al nostro Luigi Maria.
Mi sono chiesto per quale ra-
gione un giovane artigiano del
legno, di scarsa cultura, avesse
le competenze per realizzare,
nella propria casa, quel gruppo
giovanile, così profondamente
spirituale. Costituire e gestire
dei ragazzi con alcuni dei quali,
anni dopo, Luigi Maria, avrebbe
fondato una congregazione
diffusa in tutto il mondo appa-
re una impresa improbabile.
Doveva esserci, un riferimento,
qualcuno munito di una solida
base cristiana e spirituale.
Di pagina in pagina, doman-
da su domanda, sono arrivato
all’archivio dei Barnabiti in
“Santa Maria in Carrobiolo” a
Monza, la capitale della Brian-
za. Luigi Maria è un brianzolo.
Bovisio, poi, dista solo pochi
chilometri da Monza.
Nel convento monzese,
racchiuse dentro un poderoso
armadio, da tempo immote,
sono emerse le carte e quanto
fosse ritenuto necessario per il
processo di Beatificazione del
Servo di Dio Fortunato Redol-
fi, Barnabita. Lui è il nostro
uomo.
Un tipo fantastico: Sacerdo-
te, Maestro di vita e di scuola,
pittore, scultore. A Monza
fonda un Oratorio per giovani.
Un polo educativo e spirituale
affascinante. Lo regola con
norme precise e impegnative
per partecipanti così giovani.
Ne farà grandi uomini. Nasco-
no - novità per il tempo - an-
che gruppi di ragazze.
Le stesse regole prevedeva-
no degli incontri spirituali
presso la casa di uno dei parte-
cipanti, in genere del responsa-
bile. Metodicamente questi
giovani “capi” erano chiamati
dal Padre Redolfi a Monza do-
ve teneva loro brevi corsi spi-
rituali. Facile immaginarvi an-
che il nostro Luigi Monti.
Questa formazione nei ri-
guardi di Luigi e i suoi fu poi
continuata a Cesano Maderno
direttamente da don Luigi
Dossi, figlio spirituale del Re-
dolfi. Al “Carrobiolo” - come
una cerva alla fonte - il Beato
Luigi Maria Monti, il Beato
Luigi Talamoni, il Servo di Dio
Luigi Villoresi, oltre a don Luigi
Dossi e molti altri santi uomini
che lì hanno trovato spunti e
riferimenti per la propria vita e
opere.
Le avventure fra gli
“scritti”, portano al gusto della
scoperta, del l ’ approfon -
dimento. Incontri uo-
mini speciali, innovati-
vi, etici. Hanno miglio-
rato la nostra vita,
spirituale e materiale.
Sono molto fortu-
nato: niente belve
feroci negli archivi,
solo qualche raro
“topo da biblioteca”.
Non temere.
Marco
Luigi e
la sua
famiglia
pregano
insieme
La Tomba del Beato Monti
nella Cripta del Santuario di
Saronno
Il percorso
umano del
Beato Monti
Da Saronno
a Monza
alla ricerca
dei principi
della
formazione
spirituale di
Luigi Maria
Monti.
qui ho posto il cuore
Luigi
Maria e
dintorni
P A G I N A 4
“Non c’è nulla
che possa
rimpiazzare
l’assenza di una
persona cara”
Nella Cripta del
Santuario di Padre
Monti a Saronno, si
radunano i Frati e gli
Amici di Padre Mon-
ti la preghiera quoti-
diana.
Dalle Costituzioni del 1875
Preghiamo per
- Marta, 18 anni. Tre anni
fa si era sottoposta a tra-
pianto di midollo osseo
per leucemia. La riacutizza-
zione della malattia la pone
in grave pericolo di vita. Il
Beato Monti compia per
lei il miracolo della salute.
- Serena, 34 anni, alla quale
sono stati asportati lo sto-
maco, la milza e una parte
di fegato. Nella sua diffici-
lissima situazione, ponga il
Beato Monti la mano sana-
trice.
- la mamma di Pinuccia, mor-
ta il 21 dicembre scorso.
- Maria, morta il 22 dicem-
bre, mamma della nostra
collaboratrice Mariangela.
- Pierina, morta il 25 dicem-
bre, giorno di Natale, madre
del nostro amico e collabo-
ratore Marco Perfetti.
- Mario, morto il 29 dicem-
bre scorso, fratello del no-
stro p. Giovanni Cazzaniga.
-Giusta, sorella di P. Pierino
Sosio, morta il 23 gennaio.
- Madre Raffaella, abadessa
delle Monache Benedettine
di Fabriano (AN), morta il
26 gennaio.
gior valore una sola Ave
Maria detta di cuore, che
mille Rosarii detti con tie-
pidezza e distrazio-
ne” (… )
Del resto tutte queste
prattiche di pietà non si
vogliono di alcun obbligo
assoluto, qualora il servizio
da pratticarsi intorno ai
poveri infermi non le per-
metta, poiché la prima e
Si raccomanda inoltre
di pratticare questi esercizi
di pietà con vero fervore,
raccoglimento e divozione,
onde non incorrere in quel
rimprovero fatto dall’Incar
-nata Sapienza agli Ebrei
“questo popolo mi onora
colle labbra ma il suo cuore
è da me lontano” Ritenendo
per massima ciò, che dice
S. Teresa “essere di mag-
vera orazione di strettissi-
mo obbligo pel Fratello
Ospedaliere è di servire,
Gesù e Maria coll’esercizio
della carità e col fedele
adempimento dei proprii
doveri intorno ai poveri
infermi.
(Costituzioni 1875, Capo
terzo, Dell’osservanza degli
esercizi di pietà, XII e XIII)
non lo riempie affatto, anzi
lo mantiene aperto, e ci
aiuta in questo modo a
conservare l'autentica co-
munione tra di noi, sia
pure nel dolore.
Inoltre: quanto più belli
e densi sono i ricordi, tan-
to più pesante è la separa-
zione.
Ma la gratitudine tra-
sforma il tormento del
ricordo in una gioia silen-
ziosa.
Portiamo allora dentro
di noi la bellezza del passa-
to non come una spina, ma
come un dono prezioso.
Bisogna guardarsi dal
frugare nel passato, dal
consegnarsi a esso; così
come un dono prezioso
non lo si rimira continua-
mente, ma lo si osserva
solo in momenti particola-
ri, e per il resto lo si con-
serva come un tesoro na-
scosto della cui esistenza si
è sicuri.
Allora sì che dal passato
si irradiano una gioia e una
forza durature.
(Dietrich Bonhoeffer,
Resistenza e resa)
Non c'è nulla che possa
rimpiazzare l'assenza di
una persona cara, né dob-
biamo tentare di farlo; è
un fatto che bisogna sem-
plicemente portare con sé,
e davanti al quale tener
duro e sopportare.
Ciò può sembrare a
prima vista molto difficile,
ma è al tempo stesso una
grande consolazione, per-
ché, finché il vuoto resta
aperto, si rimane legati l’un
l’altro per suo mezzo.
Si sbaglia quando si dice
che Dio riempie il vuoto: Le Parole
montiane
Una
preghiera
per...
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
Gli ammalati I Defunti: il Signore doni pace a
coloro che ci hanno preceduto
Il pensiero più bello sulla perdita
P A G I N A 5
A N N O I I , N U M E R O 1 0
Dedicato, con amore, alla Madonna di Lourdes L’Immacolata che appare.
A Lourdes e a Guadalupe.
Nel 1858 e nel 1531.
Tutte e due le volte in favore di due poveri: il pove-
rissimo indio Juan Diego, la poverissima Bernardette,
bambina analfabeta. Che po-veri rimasero per tutta la vita
e poveri morirono.
Oggi Guadalupe vede una folla di 18-20 milioni di pelle-
grini/anno, ponendosi come il santuario mariano più visitato
al mondo; per Lourdes si
parla di 6-7 milioni.
C’è qualcosa di glorioso e gioioso in tutto questo: l’af-
fermazione di una presenza, di una maternità universale
garante di vita, che non viene meno malgrado tutte le pos-
sibili situazioni di sofferenza sociale o di devianza religio-
sa.
È necessario averne cer-
tezza. Che ci proviene solo da due fonti: la Parola e il
Magistero.
Un’indicazione, direi per-
manente, sulla verità e validi-tà delle “parole che la Ma-
donna dice” si trova nelle nozze di Cana (Gv 2): lì ci sono le uniche parole che
Maria abbia mai rivolto a noi uomini: fate quello che Egli vi
dirà.
Esse sono discriminanti
per ogni messaggio vero o presunto, di qualunque appa-
rizione mariana, riconosciuta
o no dalla Chiesa.
La Santissima Madre non può dire nulla di diverso o
contrario del “fate ciò che
dice Gesù”.
A questo noi siamo chia-mati. Nostra vocazione è fare
quello che Gesù dice, come
quella di Lui (“mio cibo”) è
fare ciò che dice il Padre.
Il resto, nel caso ci fosse, è puro contorno: forse di
qualche aiuto, ma assoluta-
mente irrilevante per la fede.
Maria è madre, seria e
serena, e ama davvero i
suoi figli!
La spiritualità mariana e l'amore a Lei sono cose
altrettanto serie, che non possono essere gestite
sull’onda di mille presunte apparizioni, con emissione
di lacrime e sangue, e va-langhe di messaggi minac-
cianti condanne, punizioni e distruzioni. Questo sa-
rebbe solo uno spaurac-
chio di cristianesimo. La Casa della
Congregazione a
Lourdes
Con
Maria,
come
Lourdes:
l’Immacolata
che appare.
Nella città di
Maria, la Casa
di Preghiera e
Accoglienza
della
Congregazione.
qui ho posto il cuore
P A G I N A 6
Nella foto, sopra,
Padre Michele Per-
niola, sotto Padre
Francesco Cavalieri
Carta de un SACERDOTE CATOLICO
al NEW YORK TIMES Querido hermano periodista:
Soy un s imple sacerdote
católico. Me siento feliz y
orgulloso de mi vocación. Hace
veinte años que vivo en Angola
como misionero. Veo en muchos
medios de información, sobre
todo en vuestro periódico la
ampliación del tema en forma
morbosa, investigando en detalles
la vida de algún sacerdote
pedófilo. Así aparece uno de una
ciudad de USA, de la década del
70, otro en Australia de los años
80 y así de frente, otros casos
recientes… Ciertamente todo
condenable!
S e v e n a l g u n a s
presentaciones periodísticas
ponderadas y equilibradas, otras
a m p l i f i c a d a s , l l e n a s d e
preconceptos y hasta odio.
Me da un gran dolor por el
profundo mal que personas, que
deberían de ser señales del amor
de Dios, sean un puñal en la vida
de inocentes. No hay palabra que
justifique tales actos. No hay
duda que la Iglesia no puede
estar, sino del lado de los
débiles, de los más
indefensos. Por lo tanto
todas las medidas que sean
tomadas para la protección,
prevención de la dignidad
de los niños será siempre
una prioridad absoluta.
Pero¡ Es curiosa la
poca noticia y desinterés
por miles y miles de
sacerdotes que se
consumen por millones de
niños, por los adolescentes
y los más desfavorecidos
en los cuatro ángulos del
mundo!
Pienso que a vuestro
medio de información no
le interesa que yo haya
tenido que transportar,
por caminos minados en el
año2002, a muchos niños
d e s n u t r i d o s
desde Cangumbe a Lwena
(Angola), pues ni el
gobierno se disponía y las
ONG’s no estaban
autorizadas; que haya
tenido que enterrar
decenas de pequeños
fal lecidos entre los
desplazados de guerra y
los que han retornado;
que le hayamos salvado la
vida a miles de personas
en México mediante el
único puesto médico en
90.000 km2, así como
con la distribución de
alimentos y semillas. Que
h a y a m o s d a d o
la oportunidad de
educación en estos 10
años y escuelas a más de
110.000 niños...
No es de interés que
con otros sacerdo-
tes hayamos tenido que
socor r e r l a c r i s i s
humanitaria de cerca de
15.000 personas en
los acuartelamientos de la
guerrilla, después de
su rendición, porque no
llegaban los alimentos del
Gobierno y la ONU.
No es noticia que un
sacerdote de 75 años, el P.
Roberto, por las noches
recorra las ciudad de
Luanda curando a los
chicos de la calle,
llevándolos a una casa de
acogida, para que se
desintoxiquen de la
gasolina, que alfabeticen
cientos de presos; que
otros sacerdotes, como P.
Stefano, tengan casas de
pasaje para los chicos que
s o n g o l p e a d o s ,
maltratados y hasta
violentados y buscan
un refugio.
Tampoco que Fray
Maiato con sus 80 años,
pase casa por casa
confortando los enfermos
y desesperados. No es
noticia que más de 60.000
de los 400.000 sacerdotes,
y religiosos hayan dejado
su tierra y su familia para
servir a sus hermanos en
una leprosería, en
hospitales, campos de
refugiados, orfanatos para
niños acusados de
hechiceros o huérfanos de
padres que fallecieron con
Sida, en escuelas para los
más pobres, en centros de
formación profesional, en
centros de atención a
s e r o p o s i t i v o s … o
s o b r e t o d o , e n
parroquias y misiones
dando motivaciones a la
gente para vivir y amar.
No es noticia que mi
amigo, el P. Marcos
Aurelio, por salvar a unos
jóvenes durante la guerra
e n A n g o l a , l o s
haya transportado de
Kalulo a Dondo y
volviendo a su misión
haya sido ametrallado en el
c a m i n o ; q u e e l
hermano Francisco, con
cinco señoras catequistas,
por ir a ayudar a las áreas
rurales más recónditas
hayan muerto en un
accidente en la calle; que
decenas de misioneros en
Lettera di
un prete
al NY
Times
Glossolalie
Appunti,
ricordi e saluti
dal mondo
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
Segue a pagina 9
P A G I N A 7
A N N O I I , N U M E R O 1 0
consacrazione a Dio tramite la professione perpetua dei
voti religiosi. A lui il nostro
grazie e la fraterna parteci-pazione: il suo dono arric-
chisce l’intera Famiglia Mon-tiana. A Maria Immacolata
Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, nella cappella
del Centro Vocacional San
José a Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), il Fratel Julio
Peralta ha portato a compi-mento il suo cammino di
chiediamo di ac-compagnare Julio
con materna at-
tenzione, per ogni giorno del suo
cammino.
8° CAPITOLO GENERALE DELLE NOSTRE SUORE
SALTA, Argen-
tina. Dal 14 al 24
di gennaio si è ce-
lebrato l’8° Capi-
tolo Generale del-
le nostre Sorelle,
Figlie dell’Immaco-
lata Concezione
della Carità. Il Ca-
pitolo è momento
fondante del cam-
mino di una Con-
gregazione. Nel
nome del Beato
Luigi Maria
Monti e della
Fondatrice Ma-
dre Sara Lona,
le Delegate ca-
pitolari si sono impegnate a
risconoscere i segni dello
Spirito presente nella Fami-
glia. Il giorno 21 gennaio è
stata rieletta per un secon-
do sessennio la Madre Ge-
nerale MARTA ROBLES
e le Sorelle del Consiglio:
Mirta Gauna, Angelica Mo-
sto, Laura Figueroa, Valenti-
na Sarapura. L’augurio e la
preghiera da tutti noi Fratel-
li dal Santuario del Beato
Luigi Maria.
Madre
Marta
Antonia
ROBLES
Professione perpetua dell’HNO. JULIO PERALTA
Fratel Julio Peralta
Madre Marta
riconfermata alla
guida della
Congregazione
Vita di
famiglia
Eletto il nuovo
Consiglio
generale delle
Figlie
dell’Immacola
ta Concezione
della Carità.
qui ho posto il cuore
P A G I N A 8
Il foglio periodico
di notizie della
della Missione
Mãe Maria, di
Foz do Iguaçu
(Paranà, Brasile)
In Kerala (India), un
nuovo centro di spi-
ritualità della Con-
gregazione
È nato Sem Fronteiras
Caro Padre Monti...
PEROOR - CASA MARIA Lo scorso 27 dicem-
bre, alla presenza del
Superiore Generale, Fr.
Ruggero Valentini, è
stata inaugurata a PE-
ROOR, Kerala, India, la
nuova Casa Maria, un
centro di spiritualità e
cultura realizzato nella
antica sede di Nirmalgiri
(Collina dell’Immacola-
ta). Il primo atto ufficiale
nel nuovo Centro è sta-
ta la celebrazione della
Quarta Assemblea della
Provincia Indiana (29-30
dicembre). Profonda
gratitudine va a tutti i
Fratelli che, con il pro-
prio lavoro, hanno per-
messo la realizzazione di
questo bel progetto.
(Angelanna)
- Padre Luigi Monti, tu che sei vicino a Dio, chie-
di che i giovani sposi sia-no fedeli, in modo parti-
colare per i nostri figli. Un papà e una mamma
che hanno il cuore stra-ziato.
- Padre Monti, c’è la
mia carissima nonna che
- Caro beato padre
Monti, mi affido a te e alla tua intercessione presso
la Madonna e Dio, per un po’ di salute e pace per
tutti noi. Ti ringrazio per tutte le volte che mi ri-
volgo a te e tu mi ascolti. Benedici la mia famiglia e tutte le famiglie, cellule
della società umana.
sta morendo. Io non voglio
che muoia, come del resto tutti non vogliono che muoia
una persona cara. Ti prego, Padre Monti, salva la mia
nonna oppure, se non puoi farla restare con me, portala
via con te, dove tu stai, e
non farla soffrire più. Ascol-
ta la mia preghiera. Un’ulti-
ma cosa ti chiedo: proteggi
tutti noi della nostra fami-
glia. Grazie. Giulia, ragazza
di 12 anni che sta soffrendo.
conoscere questa realtà
brasiliana della CFIC,
nella quale sto cercando
di inserirmi un po' più
approfonditamente. Può
anche essere utile per
capire quale servizio
tenta di proporre questa
piccola cellula della Con-
gregazione e della Chie-
sa di Cristo in Brasile. Il
nostro augurio per un
bel cammino insieme!
Foglio periodico di
notizie della Missione
Mãe Maria, di Foz do
Iguaçu (Paranà, Brasile). Il numero 1 è uscito
il 9 gennaio. Scrive Fr.
Gioacchino, che lo ha
ideato: Amici, trovandomi
ora in Brasile, nella missio-
ne di Foz do Iguaçu, ho
sentito il bisogno di non
perdere il contatto con
tutti voi e permettervi,
attraverso il foglio di co-
municazione allegato, di Il mio
Grazie a
Padre
Monti
Vita di
famiglia
(segue)
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
Ricordi di Cantù
P A G I N A 9
A N N O I I , N U M E R O 1 0
Il buon odore della fraternità In una visita alla Comunità dei Fratelli nella casa di
Cantù, il 10 novembre 1919, P. Pezzini dice di sentire:
rossa, coi pantaloni blu cu-
po filettati di rosso e il tipi-
co berretto inclinato su un
orecchio che gli copriva
metà fronte. Per tenerci
buoni ci raccontava aneddo-
ti dell’epopea garibaldina,
dilungandosi con calore ol-
tre il suono della campanel-
la. Per la sua parola, Gari-
baldi ci fu sempre caro.
Qualche volta il vecchio si
addormentava e noi piano
piano andavamo attorno alla
cattedra per copiare dal suo
bel quadernone che gli ser-
viva da prontuario per tutte
le materie, la soluzione del
problema assegnato. Acca-
deva che si svegliasse prima
che noi avessimo potuto
finire e allora, alzatosi di
scatto con una mano si
accomodava i baffi e la bar-
ba e con l’altra afferrava la
grossa riga che teneva sem-
pre sulla cattedra e dopo
averla fatta roteare la batte-
va sulla cattedra che risuo-
nava sotto i suoi colpi.
(da Vita Concezionista,
Giugno- Luglio 1948)
P er le difficoltà dei tem-
pi a causa della prima
guerra mondiale che tolse
all’Istituto il valido aiuto di
tanti fratelli giovani chiamati
al servizio delle armi, fu as-
sunto il maestro Giuseppe
Faccinelli, reduce garibaldi-
no quasi settantenne, al
quale fu affidata la classe
terza. Era un vecchio aitante
nella persona con due lun-
ghi e folti baffi e barba all’E-
manuele II° e gli piaceva
nelle ricorrenze patriottiche
recarsi all’Istituto in camicia
Un garibaldin maestro
Carta de un SACERDOTE CATOLICO
al NEW YORK TIMES
Padre Francesco Cavalieri
Breviario di
curiosità
montiane
… a spulciar gli ar-
chivi e rimescolar le
carte della storia,
per sapere…
Forse non
tutti
sapevate
che...
La presenza
della
Congregazione
a Cantù,
risale allo
stesso
Fondatore,
ha una storia
interessante,
avvincente e
tutta da
indagare.
qui ho posto il cuore
il buon odore di tutte le virtù religiose,
ma specialmente la pace e la carità,
che formano il paradiso in terra
Angola hayan muerto por falta
de socorro sanitario, por una
simple malaria; que otros
hayan saltado por los aires, a
causa de una mina, visitando a
su gente. En el cementerio de
Kalulo están las tumbas de los
primeros sacerdotes que
llegaron a la región…
Ninguno pasa los 40 años.
No es noticia acompañar
la vida de un Sacerdote
“normal” en su día a día, en
sus dificultades y alegrías
consumiendo sin ruido su vida
a favor de la comunidad que
sirve. La verdad es que no
procuramos ser noticia,
sino simplemente llevar la
Buena Noticia, esa noticia
que sin ruido comenzó en la
noche de Pascua. Hace más
ruido un árbol que cae
que un bosque que crece.
No pretendo hacer una
apología de la Iglesia y de los
sacerdotes. El sacerdote no
es ni un héroe ni un
neurótico. Es un simple
hombre, que con su
humanidad busca seguir a
Jesús y servir sus hermanos.
Hay miserias, pobrezas y
fragilidades como en cada
ser humano; y
también belleza y
bondad como en
cada criatura…
Insistir en forma
o b s e s i o n a d a y
persecutor i a en
un tema perdiendo la
visión de conjunto
crea verdaderamente
caricaturas ofensivas
d e l s a c e r d o c i o
católico en la cual me
siento ofendido.
Sólo le pido amigo
periodista, busque la
Verdad, el Bien y la
Belleza. Eso lo hará
noble en su profesión.
En Cristo.
P. Martín Lasarte sdb
Segue da pagina 6
Obiettivi di santità cui tendere e simpatici ricordi
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Email e
lettere dal
mondo
Lettere alla Redazione Augurio fraterno
Un augurio fraterno e
cordiale a te e alla tua
Fraternità.
Ricchezza del
notiziario
Tanti cari auguri e
grazie per la ricchezza
del Notiziario.
Roberta
Noi ci fidiamo di te
Grazie del simpatico
saluto e di quell'
espressione "noi ci
fidiamo di te" che di-
venta per me un gran-
de impegno di respon-
sabilità. Mi sono senti-
to affidare questo
compito a 63 anni so-
nati e non posso cer-
to tradire la fiducia
che prima di tutti, Dio
ha posto in me. E mi
pare che di tempo per
"studiarmi" se n'
è preso proprio tanto.
A tutta la Comunità
orante di Saronno
chiedo un continuo
ricordo sulla tomba
del nostro fondatore.
Fr. Gioacchino
E Bello anno nuevo
Grazie! E BELLO AN-
NO NUEVO te de-
seamos desde Quito!
Con un fuerte y
afectuoso abrazo! Er-
nesto y familia.
Giornale on line
Carissimo, compli-
menti per il Giornale
online dal quale si de-
sume impegno e fati-
ca. Ti giunga online un
augurio sincero e fra-terno, e che i prossimi
giorni portino sollievo
e riposo. Buon An-
no f.r.
Questo nuovo sole
ci illumini fino alle
midolla
Auguri per tutta la
comunità. Ogni giorno
sia Natale e la luce di
questo nuovo sole ci
illumini fino alle midol-
la. Con affetto. Rober-
to e Cinzia, sposi
L’Anno della Fede
porti ...
L'Anno della Fede
possa portare pace,
serenità e illuminazio-
ne a tutti. Aldo Fabio
Non è stato un
Natale facile
Non é stato un Natale
facile per nessuno, ma
noi cristiani siamo in-
vitati a testimoniare la
visibilità della nostra fede, affinché fratelli e
sorelle riescano an-
ch’essi a vedere Dio,
la Chiesa, la famiglia, la
comunità... Il dono
dell'Incarnazione per-
metta di trasformare
l'invisibile in visibile, di
credere che esiste
realmente il Corpo
Mistico, misteriosa
unione tra noi e quan-
ti ci hanno preceduto
e continuano ad aiu-
tarci per le strade del-
la Divina Provvidenza.
Ci sostengano la ma-
ternità di Maria e la
paternità di Giusep-
pe, la loro fede genui-
na, la capacità di met-
tersi in cammino sen-
za sicurezze. Può darsi
che molte situazioni
nella Chiesa, nella fa-
miglia, nell'Istituto, nel
la comunità, nel lavo-
ro ci deludano. Può
darsi che, senza col-
pa, noi siamo incom-
presi. Gesù che viene
ci sostenga nelle pro-
ve e nella gioia. Il "Dio
con noi" ci accompa-
gni nel 2013, attraver-
so quei cambiamenti
che Egli ha previsto
per noi. Con affetto,
don Gian Franco.
Splendido per chi si
occupa di bambini
Grazie, ferramenta e giocattoli... splendido
per chi si occupa co-
me me di bambini.
AUGURI! Nerella.
Scriveteci
a
I Vostri
mess@ggi
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qui ho posto il cuore
P A G I N A 1 1
A N N O I I , N U M E R O 1 0
Tempo perduto non si trova più Leggo la rivista con immen-
so piacere ed ogni volta trovo
quel quid che mi fa riflettere
sui miei approfondimenti pas-
sati e presenti.
Nei miei ricordi montiani,
il primo giorno che ho messo
piede a Noto (SR) è ancora
stampigliato fresco nella me-
moria, come la sceneggiatura
di un film: esterno, pomeriggio
con sole, autunno; salgo le
scale dopo aver varcato un
portone di legno massiccio,
arrivo in un cortile dove tanti
bambini giocano a pallone,
lateralmente delle panchine di
marmo e una porticella che
conduce alla direzione.
Diversi preti mi guardano,
mi sorridono e si presentano:
uno si chiama padre Aldo
(giusto come me e la cosa mi
dà sollievo), un altro padre
Eugenio, un altro padre Pietro
(noi lo nominammo Gam-
badilegno, perchè aveva una
protesi); quelle voci dei bambi-
ni che giocavano - qualcuno lo
riconoscevo essere del mio
paese - mi hanno subito fatto
pensare: "che bello qui! è il
mio posto".
Vedere i preti in tona-
ca giocare a pallone con i bam-
bini mi faceva ricordare un
telefilm: I ragazzi di padre
Brown. Imperdibile.
Dopo qualche tempo di
ambientamento, la vita di
"collegio" appariva
bella, goliardica,
severa e regolata;
non mancavano di
certo le nostre
marachelle che
quando scoperte
venivano
"castigate" dai superiori.
Ma una cosa ricordo sem-
pre: il mio direttore, padre
Erasmo Perniola (1908-1990),
personaggio che incuriosiva
noi bimbi perchè non appariva
quasi mai durante la settimana,
sempre in direzione a studiare
e scrivere; per il funzionamen-
to della scuola delegava il
"potere" agli altri confratelli.
Officiava Messa la Domeni-
ca. Un bel giorno ho pensato:
"adesso lo vado a trovare in
direzione". Scendo le scale,
entro nel suo ufficio e lo vedo
intento a scrivere, con la testa
sul foglio, non si era accorto
della mia presenza. Con voce
timida accenno un saluto, Era-
smo alza la testa e mi dice:
Ciao figliolo...
Io per un attimo mi sento
smarrito perchè attorno vi
erano tanti libri e sulla scriva-
nia tante carte. Ho risposto:
"buongiorno, direttore, sono
venuto a vedere cosa fa, visto
che non la vedo quasi mai" e
lui mi risponde che sta scri-
vendo dei libri su Padre Monti,
il nostro fondatore, e poi ne
ha uno che sta finendo intito-
lato "A mia madre" - poi ti
regalerò una copia.
Sciolto dall'emozione, ini-
zio a fare domande curiose ed
è qui che padre Erasmo mi
dice una cosa che non ho più
scordata: "adesso figliuolo
torna nello studio, io starei
con te a spiegarti tante cose,
ma non posso perdere tempo,
perchè il TEMPO perduto non
lo si TROVERÀ MAI PIÙ. Ti
faccio un esempio: se tu perdi
1000 lire e dopo due giorni
trovi 1000 lire, non sono le
stesse che hai perse ma altre;
quelle perse non le ritroverai
più. Così è il tempo, quando si
perde non si trova più”.
Fu un grande insegnamen-
to, di un’efficacia inaudita, ave-
vo 9 anni; sono trascorsi quat-
tro decenni e questa filosofia
l'ho applicata sempre, sia ver-
so di me sia con i miei studen-
ti nei 23 anni di carriera da
docente.
Ecco, questa per me è pre-
ghiera. Ricordare una persona
costantemente, è come prega-
re per lei. La preghiera non si
sostanzia solo nella recitazio-
ne, ma anche aggiungendo un
RICORDO, l'atto svolto è
pregare per Dio, per Sè e per
gli Altri.
Aldo F.
Fu un
grande
insegna-
mento
di vita
Padre Erasmo
Perniola
Ricordo di un
bimbo che a
Noto (Sr)
incontra la
Congregazione
e le sue opere.
Il grande
insegnamento
di Padre
Erasmo
Perniola
qui ho posto il cuore
P A G I N A 1 2
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
Dove ho posto il cuore?
Non lo so. Non so dirlo
perché la mia vita non
è soltanto preghiera.
E’ fatta di lavoro
quotidiano, di cose da
fare, di persone da
curare e da ascoltare…
La mia risposta
provvisoria è: pongo
il mio cuore in tutto.
Vale a dire: non solo in
Dio.
Ho posto il mio
cuore in Dio da
tantissimi anni.
Ma, mi trovo tut-
ti i giorni a com-
battere con la
mia umanità.
Dove ho posto il cuore?
I l titolo “Qui ho posto il cuore” continua ad essere
per me una provocazio-ne: dove ho posto io il mio cuore? Provo a dar-mi risposta, ma non ne trovo una definitiva. Ed è proprio questo il proble-ma. Certamente ho po-sto il mio cuore in Dio. Ma questo porre il cuore in un tempo ed in uno spazio non trova il posto che si meriterebbe. Non ho luogo. Non ho spazio definito. Non ho una for-
ma… Questo mi fa riflettere
sull’articolo scritto da una monaca sugli oranti. L’orazione non ha luogo nè tempo né forma, per-ché tutto è allo stesso tempo luogo e non-luogo, tempo e non-tempo, forma e non-forma. È luogo dell’orazio-ne quello dove noi pre-ghiamo, ma non è più un luogo quando il pregare raccoglie tutto lo spazio. È tempo di orazione quando noi stiamo pre-gando, ma non lo è più quando la preghiera av-volge il tempo presente, passato e futuro. È forma la recita dei Salmi, ma non lo è più quando essa diventa solo spirito che non è più parola, pensie-ro, gemito, richiesta, rin-
graziamento… Dove ho posto il cuo-
re? Non lo so. Non so dirlo perché la mia vita non è soltanto preghiera. La mia vita è fatta di lavo-ro quotidiano, di cose da fare, di persone da curare e da ascoltare… La mia risposta provvisoria è: pongo il mio cuore in tutto. Vale a dire: non solo in Dio. È vero che sono tutte cose create, che la vita può essere un ora et labora e che anche
se si pone in cuore in qualcosa di creato, si giunge sempre a Dio. Non riesco a credere che sia proprio così. Temo. Temo ora più che mai. Mi sono dichiarata per Dio ed ora cerco di più l’uo-mo. Questa relativa tran-quillità che ho raggiunto dopo gli esami, il contrat-to di lavoro, la casa, la stabilità relativa… mi fa riemergere più che mai il desiderio di una famiglia, dei figli, di un uomo mio… È normale. È giu-sto. È tutto paradossale,
ma è così. Mio malgrado. Dove ho posto il cuo-
re? Non lo so. Questo desiderio di fare “famiglia” è forte. E ba-sterebbe impegnarsi per farlo realtà. Anche qui, in questa nuova situazione, ho trovato già chi po-trebbe realizzare tutto questo e come potrebbe essere realizzato. Io non so se lo voglio veramen-
te… Ho posto il mio cuore
in Dio da tantissimi anni. Ma, mi trovo tutti i giorni a combattere con la mia umanità. I miei deside-ri…. se avessi posto tut-to il mio cuore solo in Dio, tutto questo sareb-be forse meno doloroso e più facile. Ma non lo è. Dove ho posto il mio cuore? Rimane la doman-da. Questo profondo desiderio che mi porto dietro da tanti anni di servire Dio solo… attesta che l’uomo è, nel profondo, un essere religioso, un «mendicante di Dio»... (da: Il desiderio di Dio Bene-detto XVI, Udienza gene-rale 7.11.12). Questo mendicare un posto dove porre il cuore è del “semplice” cristiano o rappresenta una chiamata “speciale”? Se fosse di un
semplice cristiano, per-ché allora non so e non voglio abbandonarmi all’i-dea di formare una fami-glia tutta mia? Se fosse una chiamata particolare, perché non mi basta por-re il cuore nel più pro-fondo “essere del mio Essere”, come dicono i
grandi oranti? È vero cerco anch’io
un posto dove porre il cuore. Padre Monti ci è riuscito. In tanti ci sono riusciti. In qualche modo, anch’io forse ci riuscirò. Nel frattempo la mia pre-ghiera va a tutti coloro che quel posto non l’han-no ancora trovato, ma che anche grazie a “Qui ho posto il cuore” forse troveranno. E a tutti co-loro i quali, invece, lo hanno già trovato, perché non abbandonino il posto
dove Dio li ha chiamati. Mi è d’aiuto e conforto
quanto leggo: …Penso a Maria, la vergine immacola-ta madre, di cui questa stagione è pienamente intri-sa; e al suo sì a Dio, che non è omaggio accondi-scendente a qualcuno pa-drone della sua vita, ma affermazione di volontà personale, di desiderio ac-ceso e non più azzerabile, di scelta decisa e coerente.
(Editoriale QPC, n. 9). Affermazione di volon-
tà personale, di desiderio acceso e non più azzera-bile, di scelta decisa e coerente. Allora tutto quel sentire di cui sopra, si affievolisce. Mi sento ancora e sempre di Dio. Anche e nonostante tut-to. Anche e nonostante non sappia sempre “dove ho posto il mio cuore”.
Grazie di tutto!
BdD
Mi sento ancora e
sempre di Dio.
Anche e nono-
stante tutto. An-
che e nonostante
non sappia sem-
pre “dove ho po-
sto il mio cuore”.
Riconoscere
Vocazioni
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qui ho posto il cuore
Testimonianza e Rinnovamento
I l rinnovamento
della Chiesa passa
anche attraverso la te-
stimonianza offerta dalla
vita dei credenti: con la
loro stessa esistenza nel
mondo i cristiani sono infatti chiamati a far ri-
splendere la Parola di
verità che il Signore Ge-
sù ci ha lasciato.
Proprio il Concilio,
nella Costituzione dog-
matica Lumen gentium,
affermava: “Mentre Cri-
sto, «santo, innocente,
sen-za macchia» (Eb
7,26), non conobbe il
peccato (cfr 2Cor 5,21)
e venne solo allo scopo
di espiare i peccati del
popolo (cfr Eb 2,17), la
Chiesa, che comprende
nel suo seno peccatori
ed è perciò santa e in-
sieme sempre bisognosa
di purificazione, avanza
continuamente per il
cammino della peniten-
za e del rinnovamento.
La Chiesa «prose-gue
il suo pellegrinaggio fra
le persecuzioni del
mondo e le consolazioni
di Dio», annunziando la
passione e la morte del
Signore fino a che egli
venga (cfr 1Cor 11,26).
Dalla virtù del Signore
risuscitato trae la forza
per vincere con pazien-
za e amore le afflizioni e
le difficoltà, che le ven-
gono sia dal di dentro
che dal di fuori, e per
svelare in mezzo al
mondo, con fedeltà an-
che se non perfetta-
mente, il mistero di
lui, fino a che alla fine
dei tempi esso sarà
manifestato nella pie-
nezza della luce”.
L’Anno della fede, in questa prospettiva, è
un invito ad un’auten-
tica e rinnovata con-
versione al Signore,
unico Salvatore del
mondo.
Nel mistero della
sua morte e risurre-
zione, Dio ha rivelato
in pienezza l’Amore
che salva e chiama gli
uomini alla conversio-
ne di vita mediante la
remissione dei peccati
(cfr At 5,31).
Per l’apostolo Pao-
lo, questo Amore in-
troduce l’uomo ad
una nuova vita: “Per
mezzo del battesimo
siamo stati sepolti in-
sieme a lui nella mor-
te, perché come Cri-
sto fu risuscitato dai
morti per mezzo della
gloria del Padre, così
anche noi possiamo
camminare in una nuo-
va vita” (Rm 6,4).
Grazie alla fede, que-
sta vita nuova plasma
tutta l’esistenza umana
sulla radicale novità
della risurrezione.
Nella misura della
sua libera disponibilità,
i pensieri e gli affetti, la
mentalità e il compor-
tamento dell’uomo
vengono lentamente
purificati e trasformati,
in un cammino mai
compiutamente termi-
nato in questa vita. La
“fede che si rende
operosa per mezzo
della carità” (Gal 5,6)
diventa un nuovo cri-
terio di intelligenza e
di azione che cambia
tutta la vita dell’uomo
(cfr Rm 12,2; Col 3,9-
10; Ef 4,20-29; 2Cor
5,17).
(Benedetto XVI, Let-
tera Apostolica Porta
Fidei, n. 6 )
Nelle mani
di un
Amore più
grande
“La Chiesa,
comprende nel
suo seno peccatori
ed è perciò santa
e insieme sempre
bisognosa di
purificazione”
ANNO DELLA FEDE
(11 ottobre 2012 – 24
novembre 2013)
La fede si rende
operosa per mez-
zo della carità,
diventa un nuovo
criterio di intelli-
genza e di azione
che cambia tutta
la vita dell’uomo.
Nel Cuore della Carità Montiana
QUI HO POSTO IL CUORE
Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione
Hanno collaborato per questo numero:
P. Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, Pinuccia, Martin Lasarte, Angelanna
Giulia, Fabio F., BdD, Raffaele Mugione
Direzione: Via San Giacomo, 5
21047 – Saronno (VA)
: 02 96 702 105 : 02 96 703 437
e-mail:
sito web: www.padremonti.org
(Nessun collaboratore percepisce
compenso. Questo Notiziario è
realizzato da volontari)
Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno
Orario delle Celebrazioni del Santuario
GIORNI FERIALI
6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)
7.00 Santa Messa (lunedì in cripta) 9.00 Santa Messa
18.50 Rosario e Vespro
TUTTI I GIOVEDI’
18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni
DOMENICA E FESTIVI
8.30 Lodi del Mattino
9.00 Santa Messa
19.00 Santa Messa
SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO
P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio
P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong