Qui ho posto il cuore giugno 2014

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Quando il Signore Gesù invia i suoi discepoli in missione, chiede loro - come racconta il deci- mo capitolo di Matteo - di non sovraccaricarsi di bagagli, anzi di non avere niente in tasca e ben poco addosso: né oro né soldi né valigie né ve- stiti né scarpe né bastoni. Poveri al punto da dipendere dalla generosità di chi li riceve, deboli come pecore e disarmati di fronte alla violenza dei lupi rapa- ci. Apostoli svuotati di sicurezze. Praticamente nudi. Al più, affidati al buon cuore del mondo: se vi accolgono restate, se non vi accol- gono andate via! Avesse insegnato loro raffinate strategie di marketing, tecniche di mantenimento, processi di mercato e potenti dinamiche di sviluppo, possiamo star certi che la Chiesa sarebbe scomparsa già da secoli. Si tratta di una verità semplice e sconcer- tante. Quello che ci mettiamo addosso, e che con orgoglio sbandieriamo, genera violenza e distruzione: nome, nazionalità, religione, politi- ca, appartenenza, uniforme, titoli, pretese, ruoli, incarichi… È stato scritto che se i soldati fossero mandati nudi sui campi di battaglia, non ci sa- rebbero più guerre (Alphonse Allais). Chi aspira ad essere “qualcuno” e non ha scrupoli, fa di tutto per arrivare in alto. C’è gente che per anni gravita attorno a qualche polo d’attrazione ad inseguire sogni di carriera, sco- dinzolando come cagnolini dietro seggi, toghe e tonache. Ci sono pulcini - dice mestamente il mio amico D - che una volta cresciuti e diventati galli ritengono che il sole si levi ogni mattina per sentirli cantare. Non si può non provare tanta pena per essi e... per tutti noi. Infatti, il dramma nella Chiesa e nella società civile arriva quando qualcuna di queste non-figure riesce davvero a ricoprire un ruolo di responsabilità. Allora sì, c’è da avere pau- ra! Il tempo della crisi è particolarmente pro- pizio all’attivarsi di processi involutivi. Come l’amico R ama citare, quando il vec- chio è morto e il nuo- vo ancor non sorge, è proprio allora che si generano mostri. E i mostri sono come scimmie che si atteg- giano a tigri quando - beninteso! - le tigri non sono nei paraggi; ma sempre scimmie rimango- no. Tutti i bunga-bunga system non sono altro che ripetute iniezioni di cellule cancerogene nel tessuto vivo della società. Sono pericolosi e mortali. Allettano il basso ventre, svuotano il cervello e inaridiscono l’animo, riconsegnando alla società solo scheletri: pretese culture del nulla e vuoto delle coscienze, dove a bell’agio il furbo di turno può piazzare i suoi “prodotti”. Ideali e sogni che non siano supportati da lavoro duro e continuativo, restano solo bolle d'aria. Anche nella Chiesa. Anche quando si parte in missione. Come nudi soldati (di pulcini, tigri e varie scimmie) SOMMARIO: Editoriale 1 Il mio grazie a Padre Monti 2 Luigi M. Monti e dintorni 3 Una preghiera per… 4 Preghiere per le vocazioni 4 Con Maria, come Maria 5 Parole mon- tiane 5 Glossolalie 6 Vita di Fami- glia 7-8 Forse non tutti sapevate 9 Parole di fuo- co 9 I Vostri mes- saggi 10 La Porta aper- ta 11 Riconoscere vocazioni 12 Tracce per una lettera da Saronno 13 Anno mariano CFIC 14 La Giovinezza dei vecchi 15 DATA Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III n. 26 - GIUGNO 2014 SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTISARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437 e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe di Aurelio Mozzetta L’Editoriale Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo! Segue a pag. 2

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Il mensile dell'Istituto Padre Monti di Saronno

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Page 1: Qui ho posto il cuore giugno 2014

Quando il Signore Gesù invia i suoi discepoli

in missione, chiede loro - come racconta il deci-mo capitolo di Matteo - di non sovraccaricarsi di

bagagli, anzi di non avere niente in tasca e ben poco addosso: né oro né soldi né valigie né ve-

stiti né scarpe né bastoni. Poveri al punto da dipendere dalla generosità di chi li riceve, deboli

come pecore e disarmati di fronte alla violenza

dei lupi rapa-

ci.

Apostoli svuotati di

sicurezze. Praticamente

nudi. Al più, affidati al

buon cuore del mondo: se

vi accolgono restate, se

non vi accol-gono andate

via!

Avesse

insegnato loro raffinate strategie di marketing, tecniche di

mantenimento, processi di mercato e potenti dinamiche di sviluppo, possiamo star certi che la

Chiesa sarebbe scomparsa già da secoli.

Si tratta di una verità semplice e sconcer-

tante. Quello che ci mettiamo addosso, e che con orgoglio sbandieriamo, genera violenza e

distruzione: nome, nazionalità, religione, politi-ca, appartenenza, uniforme, titoli, pretese, ruoli,

incarichi… È stato scritto che se i soldati fossero mandati nudi sui campi di battaglia, non ci sa-

rebbero più guerre (Alphonse Allais).

Chi aspira ad essere “qualcuno” e non ha scrupoli, fa di tutto per arrivare in alto. C’è gente

che per anni gravita attorno a qualche polo d’attrazione ad inseguire sogni di carriera, sco-

dinzolando come cagnolini dietro seggi, toghe e

tonache. Ci sono pulcini - dice mestamente il

mio amico D - che una volta cresciuti e diventati galli ritengono che il sole si levi ogni mattina per

sentirli cantare.

Non si può non provare tanta pena per essi

e... per tutti noi. Infatti, il dramma nella Chiesa e nella società civile arriva quando qualcuna di

queste non-figure

riesce davvero a ricoprire un ruolo di

responsabilità. Allora sì, c’è da avere pau-

ra!

Il tempo della crisi è

particolarmente pro-pizio all’attivarsi di

processi involutivi. Come l’amico R ama

citare, quando il vec-chio è morto e il nuo-

vo ancor non sorge, è proprio allora che si

generano mostri. E i mostri sono come

scimmie che si atteg-giano a tigri quando - beninteso! - le tigri non

sono nei paraggi; ma sempre scimmie rimango-

no.

Tutti i bunga-bunga system non sono altro che ripetute iniezioni di cellule cancerogene nel

tessuto vivo della società. Sono pericolosi e mortali. Allettano il basso ventre, svuotano il

cervello e inaridiscono l’animo, riconsegnando alla società solo scheletri: pretese culture del

nulla e vuoto delle coscienze, dove a bell’agio il

furbo di turno può piazzare i suoi “prodotti”.

Ideali e sogni che non siano supportati da

lavoro duro e continuativo, restano solo bolle d'aria. Anche nella Chiesa. Anche quando si

parte in missione.

Come nudi soldati (di pulcini, tigri e varie scimmie)

S O M M A R I O :

Editoriale 1

Il mio grazie a

Padre Monti

2

Luigi M. Monti

e dintorni

3

Una preghiera

per…

4

Preghiere per

le vocazioni

4

Con Maria,

come Maria

5

Parole mon-

tiane

5

Glossolalie 6

Vita di Fami-

glia

7-8

Forse non

tutti sapevate

9

Parole di fuo-

co

9

I Vostri mes-

saggi

10

La Porta aper-

ta

11

Riconoscere

vocazioni

12

Tracce per

una lettera da

Saronno

13

Anno mariano

CFIC

14

La Giovinezza

dei vecchi

15

D A T A

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti

Anno III n. 26 - GIUGNO 2014

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437

e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0

presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

di Aurelio Mozzetta

L’Ed

itoriale

Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Segue a pag. 2

Page 2: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 2 qui ho posto il cuore

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Come nudi soldati (di pulcini, tigri e varie scimmie)

Soltanto i profeti sono rivoluzionari veri; ma il profe-

ta è inviato da Dio e parla in nome di Lui, non si elegge da

se stesso. Anche perché non è per nulla conveniente farlo,

dato che i profeti sono desti-nati al martirio, come Cristo

alla croce: chiamati a pagare sulla propria pelle, con il pro-

prio sangue, e soprattutto con il “sì” di ogni giorno, nella

trasparenza, nella fedeltà,

nella fede, nella speranza...

Quello che da profeta si dice deve esser incarnato

nella vita. Se così non è, rica-diamo nella categoria dei

ciarlatani e degli approfittato-ri, che parlano parlano parla-

no e urlano e criticano e lanciano minacce e anate-

mi, ma essi non muovono neppure un dito per esse-

re e fare quel che preten-

dono dagli altri...

D’altra parte, è vero che dalle parole all'azione

c'è di mezzo un'infinità di variabili, che possono

anche inceppare il proces-so di attuazione; ma que-

sto non può mai costituire alibi al non essere e al non

fare!

Se poi il popolo è duro

di testa, ci pensa lo Spirito a scompigliar le carte e

mandare tutto per aria.

Francesco ne è un esempio, in un tempo di bassezze e

corruzioni generalizzate; ma lo stesso è (con tutte le diffe-

renze del caso) per Agostino, Benedetto, Ignazio, Domeni-

co, Caterina, Teresa, Vincen-zo de Paoli, Angela Merici,

Lasalle, don Bosco, Padre Monti e giù giù fino agli uomi-

ni sani e santi di oggi.

Ad ogni tempo lo Spirito

dona profeti (e martiri) neces-sari al vivere nel presente e

alla costruzione del futuro.

Essi non sono mai armati.

Aurelio Mozzetta

>>> segue dalla

prima pagina

Ti ho trovato come per

caso. Ora sono qui.

Sii accanto a me nelle

difficili scelte di questi

giorni.

Per la pienezza di vita

che ci dona il Risorto,

soccorri la pochezza

mia e aiutami a fare la

volontà di Dio sempre,

come hai fatto tu.

Guarda la strada che

percorro e dammi la

possibilità di fare tutto

il bene che non ho potuto compiere fin qui.

Accogli il grazie di questa mia povera preghiera e portalo davanti alla

Madre Immacolata. (Sonia)

Il mio

Grazie a

Padre

Monti

Guarda la mia strada

Page 3: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 3

La Tomba del Beato

Monti nella Cripta del

Santuario di Saronno

Il 6 maggio 1858

è la data del

nuovo percorso

di Luigi Monti

verso la fonda-

zione della

Congregazione

dei Figli di Maria

Immacolata.

Cipriano Pezzini

è stato scacciato

in quel giorno -

ritornerà

all’ospedale

Santo Spirito

solo per morirci

nel 1861.

Luigi Monti è

solo. Da questa

data del 1858,

passo dopo

passo, fra

innumerevoli

difficoltà,

quest’uomo

riuscirà a

inserire nella

galassia delle

stelle di Cristo

anche questa

sua opera.

qui ho posto il cuore

Luigi

Maria e

dintorni

Terziari si, terziari no

Che confusione Il giorno 6 maggio

1858 è la data del nuovo

percorso di Luigi Monti

verso la fondazione della

Congregazione dei Figli

di Maria Immacolata. Ci-

priano Pezzini è stato

scacciato in quel giorno -

ritornerà all’ospedale

Santo Spirito solo per mo-

rirci nel 1861.

Luigi Monti è solo. Da

questa data del 1858,

passo dopo passo, fra

innumerevoli difficoltà,

quest’uomo riuscirà a

inserire nella galassia del-

le stelle di Cristo anche

questa sua opera.

Luigi si accorge, con

maggiore lucidità del Pez-

zini, cosa stesse “ronzan-

do” sopra la loro testa.

Il nuovo Commendato-

re, Mons. Narducci, vole-

va avere il potere assolu-

to su di loro, ma si trova-

va davanti il grosso osta-

colo dei Frati Cappuccini

che rivendicavano lo ste-

so diritto.

Come prima mossa, il

Narducci fece cacciare,

dopo il Pezzini, quel pa-

dre Giovanbattista da Ge-

nova che ai suoi occhi

sembrava il maggior so-

billatore. Nello stesso

tempo diminuiva il potere

dei frati Cappuccini. In

effetti, si creò un mo-

mento di stallo.

Luigi, comprende la

gelosia fra loro ed inter-

viene: io e i miei compa-

gni, non siamo una crea-

tura propria dell’Ospe-

dale Santo Spirito, siamo

il frutto della libera scelta

di dedicare la vita agli

ammalati, che si trovano

in tutti gli ospedali del

mondo. I Frati Cappuccini

sono la nostra guida spi-

rituale, perché al momen-

to siamo sprovvisti di sa-

cerdoti.

Il risultato: sul Monti si

scaricheranno tutte le

antipatie del commenda-

tore Narducci, e successi-

vamente quelle del suc-

cessore Mons. Fiorani,

più i sospetti dei Cappuc-

cini; vedremo.

Luigi si rende conto

che deve appoggiarsi

ai frati Cappuccini. Il

suo gruppo è ancora

troppo fragile per po-

ter tentare proprie av-

venture. I padri Cap-

puccini, a loro volta,

faticano a capire che

questo stare su due

fronti - contro il com-

mendatore e nella ge-

stione di giovani che

non sono veramente

terziari francescani -

non porterà a nulla di

buono per loro, ma

non si può andare

contro i piani di Dio.

Questi vuole una

nuova Congregazione,

dedita all’assistenza ai

malati, ai più deboli,

in modo specifico e

professionale.

San Francesco, vi-

ceversa, propose ai

“fratelli e sorelle della

penitenza” il proposito

di vivere onestamente

nelle proprie case, e-

sercitando opere di

carità, allontanandosi

dalla mentalità del

mondo.

Le due forme si

possono sovrapporre,

ma per dedicarsi in

modo esclusivo agli

ammalati occorrono

altri contributi spiri-

tuali e professionali.

Sono inoltre necessari

i voti di povertà, casti-

tà e obbedienza, che

non rientrano nella

prospettiva dei Terzia-

ri.

Che confusione.

Non temere.

Marco

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 4: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 4

Una

preghiera

per...

qui ho posto il cuore

PER I GIOVANI: - per Sebastian, figlio di

Marco e Manola, nato il 4

maggio. Un augurio da tutti

noi. Benvenuto!

- per Giulia e per le giova-ni donne che come lei si

trovano a dover anteporre la

razionalità, là dove il cuo-re, si dice sia il monarca

assoluto. Per lei e per lo-ro, che dopo il superamento

di mille dubbi, si trovano ad essere vittime di chi non sa

distinguere tra “volere” e

“volere bene”.

- per Marc Charles, semi-narista, nel suo cammino di

preparazione al sacerdozio.

PER GLI AMMALATI: il

beato Monti interceda per

loro: - Alejandra Rios, tiene 32

años y hace 5 días le

diagnosticaron cáncer de páncreas en estadio

terminal con metástasis.

- per Paola, operata per

un nodulo sospetto al seno.

- per tutte le vittime delle

guerre dimenticate, soltanto viste in televisione. La soffe-

renza di milioni di oppressi da logiche di potere e sfrut-

tamento cambi il cuore di chi

ha la responsabilità delle

decisioni.

PER I DEFUNTI: - per l’amico ANDREA,

morto il 26 aprile scorso a

Carrara.

Donaci padri che aprano strade Preghiera

per le

vocazioni

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

Tiene un hijito que es su fortaleza para continuar esta

lucha… te la encomiendo a tus oraciones, esto solo queda en

manos de Dios, a la medicina

no le queda mucho x hacer.

- Ombretta, giovane donna di 38 anni e mamma di un

bambino piccolo, che in segui-to a un gravissimo infortunio

sul lavoro rischia la paralisi

totale alle gambe.

- Marianna, 42 anni, in fin di vita per tumore: “una perso-

na eccezionale per come com-batte contro il male che ha

invaso il suo corpo”.

- Lucia, che ha già passato

un tumore al seno ed oggi lotta contro un secondo brutto tu-

more alle ossa, che di se stes-sa dice: “mi sento tanto cocco-

lata dal Signore”…

PER CHI SOFFRE: - per Sharon, 13 anni, per

un sospetto tumore all’occhio.

Padre Monti ti liberi e ti proteg-ga. Noi preghiamo intensamen-

te per te. Forza!!!

Dacci, Signore, santi papà!,

che sappiano attingere al tuo essere Padre,

che non fuggano davanti alla responsabilità,

che sappiano credere in se stessi,

per dare forza e sostegno ai propri figli.

Dacci papà che sappiano mischiare forza e dolcezza,

che sappiano giocare con i figli.

Dacci papà che non blocchino i figli nel loro cammino,

ma diano loro sicurezza per ciò che già vi è,

e fiducia per esplorare vie nuove.

Donaci padri che aprano la strada:

una strada buona, sana, di impegno, di bene costruttivo,

e su quella strada pongano i figli,

ed insegnino loro a non giudicarla troppo faticosa,

perché anche “papà l’ha già percorsa”.

Donaci la forza creativa di un padre,

che incoraggi a proseguire il cammino, anche se oscuro,

e ci insegni a dire: ne vale la pena.

PENELOPE PITTI

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 5: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 5

Roma è, da molti secoli,

identificata con la persona

del Papa.

Sicuramente lo è stata

ancora di più per 27 anni

con il Papa Giovanni Paolo II,

considerando la semplicità

che egli esprimeva nella co-

municazione e nei rapporti,

la sua precisione, il suo af-

fetto per i giovani, la sua

devozione mariana, la sua

fede.

Dall’impegno ad essere

Totus Tuus, il SANTO Padre

aveva fissato tutto di sè su

Cristo per Maria, segnando

così la propria vita ed il pro-

prio ministero pietrino.

Era il suo modo d’essere

e d’agire; e davvero non ha

mancato di trasmetterlo nel-

le encicliche, nelle esortazio-

ni apostoliche e gli altri atti

di magistero. Anche nei

viaggi, nelle udienze del

mercoledì e negli Angelus

della domenica, egli trovava

sempre occasione per offrire

ai pellegrini e agli altri fedeli

la possibilità d’ascolto di

una voce semplice, amicale,

confidente, paterna, magi-

strale, rivolta a tutti, grandi

e piccoli.

In ben settanta catechesi,

San Giovanni Paolo ha offer-

to preziosi insegnamenti

sulla Madre Immacolata,

mentre egli stesso in prima

persona rivolgeva lo sguar-

do contemplativo verso la

Beata Vergine, Colei che ha

perfettamente realizzato la

santità della Chiesa e ne

costituisce il modello.

In tal modo, egli regalò

alla Chiesa un vademecum

prezioso per conoscere, a-

mare ed imitare la TEOTO-

KOS.

Dal 7 settembre 1995 al

13 novembre 1997, il SAN-

TO Padre aveva offerto alla

cristianità un’organica e

completa catechesi mariana,

a disposizione di tutti i fede-

li per lo studio, la meditazio-

ne, la preghiera e

l’approfondimento. Percor-

rendo la vita, le virtù, la san-

tità e le verità della Madre di

Dio, il SANTO Padre ogni

volta esortava i cristiani ad

essere nel mondo veri profe-

ti della speranza che non

delude.

Che la sua intercessione

e quella della Madre Imma-

colata ci aiutino ad essere

noi stessi profeti di speran-

za.

SANTO SUBITO! Sì. Subito

è stato per volontà della Ma-

dre e di Dio Altissimo!

SALUTO IL SANTO!

P. Emmanuel Mvomo

Con

Maria,

come

Dall’impegno

ad essere

Totus Tuus, il

SANTO Padre

Giovanni Paolo

II aveva fissato

tutto di sè su

Cristo per

Maria,

segnando così

la propria vita

ed il proprio

ministero

pietrino.

qui ho posto il cuore

Non vorrà abbandonarci Certo che per noi sarà una crisi un poco dura, ma Iddio non

vorrà abbandonarci, così Maria SS.ma proteggerà i suoi

figli, nonché San Giuseppe non vorrà fare brutta figura.

Anzi sarà il momento di dimostrare la sua generosità e

l’affetto di Padre.

A tale necessità facciamo oltre la Novena della Natività, un

Triduo all’Immacolata nostra Madre, interessando S. Giu-

seppe.

Quindi prego ancora V.R. a raccomandarci nella S. Messa.

(BLM, Lettera a Don Giuseppe Rossi, Roma 26 agosto 1889)

Le Parole

montiane

Un santo mariano

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 6: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 6

Dalle

Comunità di

Padre Monti

nel mondo

qui ho posto il cuore

Esta es una historia que puedo asegurar que nunca he visto circular en los mensajes

de correo electrónico, por lo que decido contarla. Si te toca el corazón, es posible que

desees reenviarla.

¿Por qué Jesús dobla el sudario de lino después de su resurrección ? Nunca me di

cuenta de esto...

El Evangelio de Juan (20:7) nos dice que el sudario, que se le colocó sobre el rostro a

Jesús, no sólo estaba echado a un lado junto con las vendas.

La Biblia dedica un verso entero para decirnos que el sudario fue bien doblado, y que

se colocó en un lugar aparte (quizás en donde estuvo tendido).

El domingo por la mañana, cuando todavía estaba obscuro, María Magdalena fue al

sepulcro y encontró que la piedra había sido removida de la entrada.

Ella corrió y encontró a Simón Pedro y al otro discípulo, a quien Jesús amaba. Ella dijo:

"Se han llevado el cuerpo del Señor del sepulcro, y no sabemos dónde lo han puesto!"

Pedro y el otro discípulo corrieron a la tumba para ver. El otro discípulo corrió y llegó

antes que Pedro.

Se detuvo, miró dentro del sepulcro y vió las vendas en el suelo, pero no entró.

Luego llegó Simón Pedro y entró. También notó las vendas en el suelo, mientras que

la tela que había cubierto la cara de Jesús estaba doblada y situada a un lado.

¿Era importante eso? ¡Por supuesto!

¿Es realmente importante? ¡Claro que Sí!

Para comprender el significado de la servilleta doblada, hay que entender un poco

acerca de la tradición hebrea en esos días.

La servilleta doblada tenía que ver con el Maestro y el Siervo, y cada niño judío

conocía esta tradición.

Cuando el siervo ponía la mesa de la cena para el maestro, se aseguraba de ponerla

exactamente de la manera en que el maestro quería.

La mesa estaba decorada a la perfección, y luego el criado iba a esperar fuera de la

vista, hasta que el maestro había terminado de comer. El siervo no se atrevía a tocar la

mesa, hasta que el maestro hubiera terminado.

Ahora bien, si el maestro había terminado de comer, se levantaba de la mesa, se

limpiaba los dedos, la boca, y la barba, y hacía un nudo la servilleta y la lanzaba sobre la

mesa.

El siervo entonces sabía que era el momento para limpiar la mesa. Porque en aquellos

días, la servilleta arrugada quería decir, "he terminado".

Pero si el maestro se levantaba de la mesa, doblaba la servilleta y la ponía junto a su

plato, el siervo no se atrevería a tocar la mesa, porque...

La servilleta doblada significaba...

"¡Volveré!".

(a cura di Hno Miguel Grosso)

¿Por qué Jesús dobló la servilleta ?

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 7: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 7

Un libro sospeso

UN LIBRO SOSPESO… Come si fa nei bar di

Napoli con il CAFFÈ sospeso, così abbiamo

voluto riproporre nella Libreria In Chiostro:

compri un libro per te, ne compi un altro e lo

lasci al gestore, da donare a qualcuno in spe-

cifico oppure a chiunque entri in negozio

dopo di te. Regaliamo cultura, diffondiamo

“cibo buono” che faccia bene a chi lo gusta.

qui ho posto il cuore

Pastorale della Salute - Attestato

Lo ha ottenuto il nostro Padre ROY,

dopo aver frequentato il Biennio pres-

so l’Istituto Superiore di Scienze Reli-

giose di Milano. L’impegno pastorale

di Padre Roy come cappellano presso

l’Ospedale Civile di Saronno è ampia-

mente apprezzato.

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 8: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 8

Vita di

famiglia

qui ho posto il cuore

L’annuale Giornata

delle Associazioni

si è celebrata a

Saronno domenica

11 maggio, con la

tradizionale

Sfilata storica.

Quest’anno il

tema da illustrare

riguardava la vita

sociale degli Anni

Dieci (fine

Ottocento - prima

decade

Novecento).

Le signore

dell’APM hanno

voluto riprodurre

un Atelier di

Moda, progetto

che ha ottenuto

uno dei primi tre

premi in palio.

Gli amici di Padre Monti alla

Giornata delle Associazioni L’annuale Giornata delle Associa-

zioni si è celebrata a Saronno

domenica 11 maggio, con la tra-

dizionale Sfilata storica.

Quest’anno il tema da illustrare

riguardava la vita sociale degli

Anni Dieci (fine Ottocento - pri-

ma decade Novecento).

Le signore dell’APM hanno volu-

to riprodurre un Atelier di Moda,

progetto che ha ottenuto uno dei

primi tre premi in palio. La scena

vede le modiste Gianna e Anna,

con le clienti Rita e Mariangela,

che presentano il proprio lavoro,

con l'intento di rievocarne la memoria e promuovere il prodotto italiano.

L'idea parte da lontano, da quando il sig. Bertoli Luigi, venditore ambulante e

riparatore di ombrelli, giunse a Saronno e mise un negozio in Corso Italia insie-

me alla moglie Emilia. Il negozio veniva aperto anche di domenica alle ore set-

te, perchè i cavallanti di Rovello, diretti a Milano, passavano a quell'ora.

Bertoli ottenne quindi l'esclusiva per la vendita di cappelli della famosa fabbrica

"G.B. Borsalino fu Lazzaro & c." di Alessandria. Negli Anni Cinquanta la figlia

Piera si specializzò in modisteria per cappelli, guanti, borse, valigie e acconcia-

ture da sposa, conferendo al negozio un’impronta più femminile. L’attività

chiuderà nel 1963 e l'esclusiva Borsalino passò al signor Bellini Guglielmo, altro

famoso cappellaio di Saronno, proveniente da Belgirate. Il figlio Gianni, suben-

trato al padre, continua la tradizione familiare nel negozio di Via Portici.

Le nostre “modiste" ringraziano di cuore gli amici Banfi Tiziana e Gianni Bellini

per le preziose notizie storiche ed il materiale messo a disposizione per allesti-

re lo stand. Degna di nota è l'antica caldaietta del vapore in rame (in dialetto

banfuss, dal ver-

bo “banfare”, che

significa vaporiz-

zare il feltro, per

ammorbidirlo e

renderlo mallea-

bile).

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 9: Qui ho posto il cuore giugno 2014

La storia dei tre setacci

Rinuncia del Vescovo di Peterborough (Canada) e nomina del successore

P A G I N A 9

… a spulciar

gli archivi e

rimescolar le

carte della

storia,

per sapere…

qui ho posto il cuore

Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne

un uomo a trovare il grande filosofo, e gli disse:

- Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?

- Un momento – rispose Socrate – prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello

dei tre setacci.

- I tre setacci?

- Ma sì – continuò Socrate – prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere

il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci.

Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?

- No… ne ho solo sentito parlare…

- Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello

della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?

- Ah no! Al contrario.

- Dunque, – continuò Socrate – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nem-

meno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio,

quello dell’utilità. È utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?

- No, davvero.

- Allora – concluse Socrate – quello che volevi raccontarmi non è né vero né buono né

utile; perché volevi dirmelo?

Riflettiamoci e applichiamolo nelle nostre vite…

Parole e

fuoco

Sono venuto a cercarti, amico.

Ho camminato, per venire qui.

Perché poi?

Ho i piedi gonfi, il fiato corto, il corpo

piagato.

Perché?

Lasciami sedere, non ce la faccio più!

Per.....

Sono qui.

Sorridi.

Sorrido.

Nell’antica Gre-

cia Socrate ave-

va una grande

reputazione di

saggezza. Un

giorno venne

un uomo a tro-

vare il grande

filosofo, e gli

disse:

- Sai cosa ho

appena sentito

sul tuo amico?

- Un momento –

rispose Socrate

– prima che me

lo racconti, vor-

rei farti un test,

quello dei tre

setacci.

Per

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 10: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 1 0

Email e

lettere dal

mondo

Lettere alla Redazione L’EDITORIALE DI MARZO

- Condivido e sottolineo i

contenuti dell’editoriale. L'O-

melia e la sua preparazione è

atto importante che diventa

sempre più oggetto

d’attenzione. Qualche tempo

fa leggevo su AVVENIRE la

proposta di corsi per appro-

fondirne il senso ed il signifi-

cato. Saluti sempre ricchi

d’incoraggiamento per la

fatica, che non è poca, e per

la qualità del risultato. fratel

Rolando Sebastiani

- Bello "tosto" il tuo editoria-

le. Molto bene. Le conse-

guenze sono chiare, alla luce

del sole e, forse, non ci sa-

rebbe bisogno di tante altre

chiacchiere, perché il Vange-

lo lo abbiamo sempre sul

comodino o a portata di ma-

no. Molto spesso è un

"soprammobile", come tanti

altri che riempiono i nostri

vuoti. In realtà dovrebbe es-

sere l'unica vera "parola" che

riempie e trasforma: ma

quanto è complicato

"realizzare" il Vangelo! È più

facile parlare, parlare e par-

lare... Grazie. Per me ora è

ancora mattina e un’ottima

riflessione ha dato il via alla

giornata. Ho gustato molto

anche l'articolo di Giorgio G.

Molto forte, molto vero! Fr.

Gioacchino Santoro cfic

- La liturgia di ogni giorno ci

arricchisce, meditarla, comu-

nicarla e contemplarla ci por-

ta a contemplare il volto del

Padre nel fratello Gesù e nei

fratelli che incontriamo ogni

giorno. Ecco perchè mi piace

il richiamo alla liturgia. Il 30

aprile erano trent'otto anni

della mia ordinazione, chie-

do preghiere perchè con il

mio sacerdozio possa com-

piere un servizio sempre di

giustizia e verità con la paro-

la e con l'esempio. Possa

essere dispensatore di bene-

fici della grazia del Signore.

P. Giuseppe Decina

- Il tuo editoriale parte come

sempre con “uno spunto in

salita” per poi allargare le

vedute sulle ragioni di

verità. Si vede che sei

stato forgiato dalla mon-

tagna! Bello, grazie!

- Grazie per Qui ho Po-

sto il Cuore. Il cuore va

al centro degli articoli

che fanno trasparire una

testimonianza spirituale

incoraggiante a cammi-

nare nella strada della

parresia. Mi hanno colpi-

to quasi tutti gli articoli,

specie l'editoriale, gravi-

do di franchezza. Le tue

parole mi richiamano

istintivamente quella

espressione della Parola

di Dio: "è più importante

obbedire a Dio che agli

uomini". La priorità della

Parola è indiscutibile,

essa è sorgente di libertà

interiore, di vera intelli-

genza, sapienza, forza,

coraggio e autenticità

nella sequela di Gesù. Mi

sembra che anche Papa

Francesco dica ai predi-

catori che se non ascol-

tano e praticano la Paro-

la possono diventare dei

vuoti ciarlatani. Il perico-

lo riguarda tutti. Lo sti-

molo che viene dal vo-

stro bellissimo Bollettino

è un prezioso aiuto fra-

terno e un invito a pre-

gare ed essere impegnati

nella vigilanza. Ricambio

con tanta preghiera e la

costante lettura della

Rivista, con lo stesso

piacere di un ascolto

delle cantate per la Pa-

squa di Bach!

- L’editoriale mi fa riflet-

tere, soprattutto la frase:

“Noi ascoltiamo realmen-

te solo quello che è an-

nunciato in verità e con

serietà; ogni annuncio, a

sua volta, dipende da un

vero ascolto”. Un

bell’esame di coscienza.

Ma è verissimo. In que-

sto mondo fatto di paro-

le, solo ciò che dietro ha

vita vissuta trova ascol-

to, il resto sono parole

che passano… Forse è

per questo che la gente

presta attenzione a ciò che

dice Papa Francesco: per-

cepiscono che dietro le

parole c’è vita e di certo

anche il vero ascolto della

Parola. Il Signore ci conce-

da di seguire il suo esem-

pio e di gioire al massimo

di questo nostro fortunato

tempo di Papi Santi (che

simpatica la foto con quat-

tro Papi!). La poesia Fidati

del Vento è molto bella, di

chi è?

PADRE NICOLA

Carissimo, faccio riferi-

mento a quanto scrivi su

Mons. De Angelis: “Aveva

già avuto l’opportunità di

dimostrarsi per noi ragazzi

di quel tempo uno splendi-

do professore di greco ed

un musicista preparato ed

accorto. Uno di quelli che

si ricordano e si rimpian-

gono, quando la loro ope-

ra si conclude”. Per me,

solo “musicista preparato

ed accorto”, in quanto non

lo ebbi come professore di

greco; ma ho di lui, riferito

a quel tempo, un gran bel

ricordo, avendo fatto parte

insieme a te del coro. Fran-

cesco Paris

- Grazie! Una preghiera

all’Immacolata per te, la

Comunità di Saronno, la

Congregazione.

- Chiediamo

l’intercessione di Maria e

preghiamo a vicenda.

Complimenti per la rivista!

Un abbraccio

- Eccoci, con Maria e come

Maria! Il giornalino è un

appuntamento che aspetto

con piacere. Vi chiedo una

preghiera perché anche io,

CON MARIA E COME MA-

RIA, possa riuscire ad ac-

cettare e sopportare con

amore cristiano questo

momento di particolare

dolore. Vi abbraccio tutti e

mi unisco in preghiera a

voi, sopratutto in questo

meraviglioso mese maria-

no!

- Abbiamo ricevuto QPC e

ringraziamo vivamente. La

Vergine Santissima ci guidi

e interceda per noi.

Scriveteci

a

I Vostri

mess@ggi

qui ho posto il cuore

[email protected]

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 11: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 1 1

Questa l'ho letta a Paolo, mio alunno un po' gay, che tutti sfottono e toccano e prendono in giro

e accusano... La regalo a tutti, perchè è bellissima e può fare molto bene!

Un giorno il cavallo di un contadino cadde in un pozzo. Non riportò alcuna ferita, ma non pote-

va uscire da lì con le proprie forze. Per molte ore l'animale nitrì fortemente, disperato, mentre

il contadino pensava a cosa avrebbe potuto fare. Finalmente il contadino prese una decisione

crudele: pensò che il cavallo era già molto vecchio e non serviva più a niente, e anche il pozzo

era ormai secco ed aveva bisogno di essere chiuso in qualche maniera. Cosi non valeva la pena

di sprecare energie per tirare fuori il cavallo dal pozzo. Allora chiamò i suoi vicini perché lo

aiutassero a interrare vivo il cavallo. Ciascuno di essi prese una pala e cominciò a gettare della

terra dentro il pozzo. Il cavallo non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo e

pianse disperatamente. Tuttavia con sorpresa di tutti, dopo che ebbero gettate molte palate di

terra, il cavallo si calmò. Il contadino guardò in fondo al pozzo e con sorpresa vide che a ogni

palata di terra che cadeva sopra la schiena il cavallo la scuoteva, salendo sopra la stessa terra

che cadeva ai suoi piedi. Così in poco tempo, tutti videro come il cavallo riuscì ad arrivare alla

bocca del pozzo, passare sopra il bordo e uscire da lì, trottando felice.

La vita ti getta addosso molta terra, tutti i tipi di terra. Soprattutto se sei già dentro a un poz-

zo. Il segreto per uscire dal pozzo è scrollarsi la terra che portiamo sulle spalle, salire sopra di

essa. Ciascuno dei nostri problemi è un gradino che ci conduce alla cima. Possiamo salire dai

buchi più profondi se non ci daremo per vinti. Adoperiamo la terra che ci tirano per fare un

passo verso l'alto! Ricordati 5 piccole regole per essere felice:

1 Libera il cuore dall'odio

2 Libera la mente dalle eccessive preoccupazioni

3 Semplifica la tua vita

4 Dai in misura maggiore e coltiva meno aspettative

5 Ama di più e... accetta la terra che ti tirano, poiché essa può essere la soluzione e non il pro-

blema.

qui ho posto il cuore

La lezione del cavallo

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 12: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore

Ancora è

possibile visitare

il blog di Olalla

Oliveros, anche

se non è più

aggiornato. Se vi

entri, vedrai la

bellezza di una

donna che ha

avuto grande

successo come

modella e la cui

immagine

circolava nel

vasto mondo del

cinema e della

televisione.

Rubrica a cura dei

Cercatori di Dio

La modella diventata suora Ancora è possibile visitare il blog di Olalla Oliveros, anche se non è più ag-

giornato. Se vi entri, vedrai la bellezza di una donna che ha avuto grande suc-

cesso come modella e la cui immagine circolava nel vasto mondo del cinema

e della televisione.

Spagnola, nativa della Galizia, con un percorso pluriennale di formazione in

danza e teatro (presso il laboratorio teatrale di William Layton), Olalla ha par-

tecipato ad innumerevoli progetti nel campo della moda, della cinematografi-

a, del teatro, dei programmi d’attualità culturale e musicale; è stata testimo-

nial di marche famose; ha vissuto e intensamente amato la propria professio-

ne, della quale usava dire: è quello che mi piace di più.

La voglia di migliorare e d’affrontare sfide nuove e nuove formule di lavoro le

permette di divertirsi, di sentirsi libera e realizzata (quel che più apprezzo

della mia professione è la libertà che mi fa vivere); ma le instilla dentro anche

l’ansia d’un di più non facilmente definibile.

Poi il fatto-bomba che nessuno immagina: il 1 maggio 2010 Olalla lascia tutto

ed entra in un monastero di vita semisclaustrale, a Vilariño (Oia). Ha 36 anni.

"El Señor no se equivoca. Él me hizo casting y no pude decir que no", dice Olal-

la per spiegare la propria decisione (Dio non si sbaglia. Ha fatto un casting e

mi ha scelto. Non ho potuto dire no).

Oggi si chiama Suor Olalla del Sì di Maria, presso una nuova Famiglia reli-

giosa, denominata “Orden y Mandato de San Miguel Arcángel”, fondata da

pochi anni presso la diocesi di Tui-Vigo e con sedi in San Miguel de Oia e Ma-

drid. Suor Olalla veste un saio con velo azzurro e giallo.

Quell’1 maggio non era fuggita da qualche delusione, come si potrebbe pen-

sare. Al contrario, la sua carriera al culmine le stava prospettando ottimi suc-

cessi futuri. Solo

che - scherzi della

vita - come lei stes-

sa dice ridendoci

su, il gran Manager,

Dio, la ingaggiò in

un diverso cast di

attori, per una

“produzione” tutta

sua.

Pare sia stato un

viaggio al santuario

di Fatima a darle

l’ultima spinta: mal-

grado successo e

fama, il cuore non trovava pace e cercava, cercava… fino a che non si è accor-

ta che era lei ad essere cercata. Da Dio.

Riconoscere

Vocazioni

Carissimi, ci sono momenti in cui lo stupore mette tremore … Ieri stavo u-

scendo in macchina e vedo Enrico che arriva a piedi. Abbasso il finestrino

per un saluto ed egli mi comunica che in settembre entrerà in seminario.

Che dire? Sento gioia e fremito, che mi impegnano ad esser sempre grato

per scelte di questo tipo, che ancora oggi raccontano il senso del vivere: il

nostro baricentro non è in noi stessi, ma negli altri e nel buon Dio. Giovanni

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 13: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore

Ciao, fratello mio,

ho una grande tristezza dentro il cuore per come la gente soffre e come a volte,

quando la morte ti tocca da vicino, senti la fragilità del tuo essere.

Mamma diceva che alla morte bisogna abituarsi. A me lo diceva che ero una bambi-

na. Me lo ricordava ogni volta che saltavo sentendo i brividi lungo la schiena e lei

dolcemente mi ricordava che la morte sta sempre alle nostre spalle e ogni tanto ci

sfiora lasciandoci un brivido e ce lo ricorda!

Tu senti mai i brividi alla schiena?

C’è un disagio in giro - ed io lo tocco ogni giorno a scuola - che fa rabbrividire. Bam-

bini soli, ragazzi soli, adulti soli, donne sole. Ed io nella mia fragilità stringo a me i

miei piccoli e continuo a raccontare loro la grandezza e la bellezza dell'universo,

affidando la loro notte a mio padre e a mia madre che stanno nei cieli. Tvb. Gianna

Caro Livio,

l’altro ieri è morta Lorenza. Si è tolta la vita a 26 anni. La reazione di Gianna, mia

sorella, è tutta in questa breve lettera che riporto sopra. Non ho trovato cosa rispon-

dere; avrei detto solo parole inutili. Così, ho preso la macchina e sono andato a casa

sua, rientrando solo a notte fatta, dopo aver cenato insieme con tutta la sua fami-

glia.

L'abbraccio tra lei e me è stato così "carnale" da essere assolutamente spirituale,

manifestazione di Dio. La tenevo stretta a me e sentivo il suo fiato sul mio collo, con

le parole che diceva piano, piangendo: grazie, grazie, ti voglio bene...

Ogni volta che rifiutiamo questa nostra carne (di fratelli e sorelle, di amici, di padre

e madre, di marito e moglie...) rifiutiamo Dio. E Dio era lì, tra me e Gianna, dandoci

risposte all'assurda morte di Lorenza.

Stamane sono andato al funerale.

Donata, madre di Lorenza, era distrutta, eppure bellissima nella sua dignità di mam-

ma, offesa da una morte voluta dalla carne della propria carne.

Andreina, la sorella, era una statua silente accanto alla madre: quasi la portava lei

con il braccio sotto il braccio, forte e debolissima. Più volte durante la messa i nostri

occhi si sono incontrati e, assurdo dire, sembrava mi sorridesse. Ovvio, non sorride-

va, stava soltanto dicendomi: grazie perché ci sei.

Gianluca, il fratello di Lorenza, nemmeno si è accorto del mio saluto e dell'abbraccio

che gli davo. Aveva gli occhi fissi su quella bara e al centro del suo cuore non c'era

niente e nessun altro, solo una sorella morta, sparita, non più presente. Era stato lui

a trovarla appesa all'albero, di sera, dopocena, e mi dicono che le sue ur-

la sembravano raggiungere il cielo...

Caro Livio, ecco qui. Anch’io questa sera sono cosa inutile. Penso a quello che mi

hai chiesto circa il “come pregare”, se in forme tradizionali (ad es. con il rosario) op-

pure in forme più consoni alla nostra mentalità, e davvero mi sembrano (scusami!)

tutte domande bambine, inutili, un bel passatempo di gente che si trastulla con Dio.

Andare a messa o pregare, tradizionalmente o "modernamente", possono diventare

delle autentiche stupidaggini quando si perde il "contatto" con la carne di chi soffre.

Dio c’è, ovvio!, ma da solo non esiste. Esiste solo con noi.

Gesù stesso ha detto che l'amore di Dio si misura sull'amore dell'altro. Se noi dicia-

mo di amare Dio senza amare la persona siamo falsi e quel che diciamo sono soltan-

to belle parole: possono anche fare un po’ bene a chi ascolta, ma non salvano. Chi ci

salva è solo l’amore.

Io spero con tutto me stesso, questa sera, che l’amore di Dio tenga Lorenza stretta a

sé e non la lasci più andare.

Tracce per

una lettera

da Saronno

CHI SCRIVE A CHI

I brividi lungo la schiena

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 14: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore

La pace, non è sol-

tanto un prodotto

nostro umano; è

anche e soprattut-

to un dono di Dio.

La pace scende

dal Cielo; ed essa

regnerà realmente

fra gli uomini,

quando finalmen-

te avremo merita-

to che ci sia con-

cessa dall'onnipo-

tente Iddio, il qua-

le al pari della feli-

cità e delle sorti

dei popoli tiene

nelle sue mani an-

che i cuori degli

uomini.

Madre della Pace Maria è pur sempre strada che con-

duce a Cristo. Ogni incontro con lei non

può non risolversi in un incontro con

Cristo stesso. E che altro significa il

continuo ricorso a Maria, se non un

cercare fra le sue braccia, in lei e per lei

e con lei, Cristo Salvatore nostro, al

quale gli uomini, negli smarrimenti e

nei pericoli di quaggiù, hanno il dovere

e sentono senza tregua il bisogno di

rivolgersi, come a porto di salvezza e

come a fonte trascendente di vita?...

Se consideriamo, infatti, le necessità

presenti della Chiesa e le condizioni in

cui versa la pace nel mondo, abbiamo

seri motivi per credere che l'ora è parti-

colarmente grave, e urge più che mai

l'appello ad un coro di preghiere, da

rivolgersi a tutto il popolo cristiano…

La pace, non è soltanto un prodotto

nostro umano; è anche e soprattutto un

dono di Dio. La pace scende dal Cielo;

ed essa regnerà realmente fra gli uomi-

ni, quando finalmente avremo meritato

che ci sia concessa dall'onnipotente

Iddio, il quale al pari della felicità e del-

le sorti dei popoli tiene nelle sue mani

anche i cuori degli uomini.

Noi perciò perseguiremo questo in-

superabile bene pregando; pregando

con costanza e vigilanza, come ha fatto

sempre la Chiesa fin dai primi tempi;

pregando in particolar modo facendo

ricorso all’intercessione e alla protezio-

ne di Maria Vergine, che è la Regina

della pace.

A Maria adunque si innalzino le no-

stre suppliche, per implorare con accre-

sciuto fervore e fiducia le sue grazie e i

suoi favori... Ella che ha conosciuto le

pene e le tribolazioni di quaggiù, la

fatica del quotidiano lavoro, i disagi e

le strettezze della povertà, i dolori del

Calvario, soccorra adunque alle necessi-

tà della Chiesa e del mondo; ascolti

benigna le invocazioni di pace che a lei

si elevano da ogni parte della terra; illu-

mini chi regge le sorti dei popoli; otten-

ga che Dio, il quale domina i venti e le

tempeste, calmi anche le tempeste dei

contrastanti cuori umani e ci dia la pa-

ce in questo nostro tempo, la pace vera,

quella fondata sulle basi salde e dure-

voli della giustizia e dell'amore; giusti-

zia resa al più debole non meno che al

più forte; amore che tenga lontano i

traviamenti dell'egoismo, in maniera

che la salvaguardia dei diritti di ciascu-

no non degeneri in dimenticanza o ne-

gazione dei diritto altrui.

Sappiate che Noi facciamo particola-

re assegnamento sulle preghiere degli

innocenti e dei sofferenti, poiché sono

queste voci che più di ogni altra pene-

trano i cieli e disarmano la divina giusti-

zia.

E poiché si offre l'opportuna occa-

sione, non mancate di inculcare con

ogni cura la pratica del santo Rosario,

la preghiera così cara alla Vergine e

tanto raccomandata dai Sommi Pontefi-

ci, per mezzo della quale i fedeli sono

in grado di attuare nella maniera più

soave ed efficace il comando del divino

Maestro: Chiedete e vi sarà dato; cerca-

te e troverete; bussate e vi sarà aperto.

(PAOLO VI, Enciclica Mense Maio, 29

aprile 1965)

Anno

Mariano

2013-2014

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 15: Qui ho posto il cuore giugno 2014

P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore

Prima di “gustare” i Salmi Quando ero bambina, tantissimi anni fa, alla domenica con le mie sorelline an-

davo all'oratorio.

Non ero proprio entusiasta: intanto non ero quasi mai inserita nei giochi di

squadra, perché decisamente poco portata agli sport (ero gracile e maldestra) e

dunque non competitiva.

Mi capitava, invece, di essere scelta per le recite e soprattutto per partecipare

alla “disputa”: si trattava d’imparare a memoria alcune formule del catechismo

e poi, in Parrocchia, davanti a un pubblico adulto costituito in gran parte da

vecchiette, recitarle in forma dialogante con una compagna dotata di pari capa-

cità, sui gradini dell'altar maggiore!

Mi piaceva molto, però, fermarmi dalle Suore per il “dopo-oratorio”.

In una auletta dell'asilo, una Suorina dolcissima ci incantava con gli episodi del-

la Bibbia. Con l'ausilio di qualche illustrazione e partendo da Adamo ed Eva,

ecco apparire, di domenica in domenica, personaggi e avvenimenti quasi da

favola: Caino, Abele, il diluvio universale, Noè, la torre di Babele, Mosè salvato

dalla figlia del Faraone…

Intanto si faceva a gara per raccogliere la carta stagnola staccata delicatamente

da preziosi e scarsi cioccolatini e eravamo certissime che il ricavato dalla vendi-

ta di tali profumati involucri sarebbero stati inviati ai Missionari in Africa, dove,

nella foresta si occupavano dei negretti e soprattutto facevano di tutto per con-

vertirli e battezzarli! (Si parlava poco di bimbi ebrei, perché discendenti di Colo-

ro che avevano messo in croce Gesù e quelli si chiamavano tutti Giudè).

Solo dopo essere stata rimandata a settembre, in scienze, già alle superiori, per

avere affermato che lo scheletro di una donna è diverso da quello di un uomo,

perché quest'ultimo ha una costola di meno... cominciai ad avere dubbi. Fui

derisa dal professore della Commissione esterna: per ignoranza non del tutto

colpevole!

Decisi, allora, che mi sarei messa d'impegno a studiar bene la Bibbia, soprattut-

to corredata da un buon commento! Intanto, però, diventavo adulta ed aumen-

tava il senso critico, prima latente e soprattutto sconsigliato; pian piano mi per-

si in meandri dai quali mi è stato difficile uscire…

Ci volevano i Salmi proposti da Padre Aurelio, nel corso delle “Primavere Mon-

tiane”, per aprire il mio cuore e la mia mente alla bellezza dell'Antico Testa-

mento!

Esperienza che dura da tre anni, con compagni di viaggio dei quali non si misu-

ra il grado di preparazioni, tanto siamo eterogenei, ma messi nella situazione

di poter intervenire, a proposito e anche a sproposito forse, però sempre in un

clima di accoglienza ed apertura che ci permette di “fare comunità” dopo le

esaustive spiegazioni, nella cripta, dove si prega spontaneamente, senza sog-

gezione, avvertendo la presenza di Padre Monti.

Se ricordo bene un personaggio importante della Bibbia

masticava la Parola, per farla propria! Noi prendiamo

solo appunti, siamo spronati a continuare la ricerca

gioiosamente, a non crucciarci eccessivamente per even-

tuali dubbi; e poi se ci capita anche di condividere il

pranzo sobrio e sostanzioso con i confratelli, cresce o si

consolida un'amicizia che fa bene all'anima e al corpo.

PS: Non ho mai detto alla Suorina dell'oratorio che

non è vero che i discendenti di Adamo hanno una costo-

la di meno e che il pomo d'Adamo sotto il mento di certi

uomini non è il pezzetto di mela offertagli da Eva, la ten-

tatrice istigata dal serpente: l'avrei turbata! Ora lei è si-

curamente in Paradiso, a ricevere il premio per lo zelo

catechistico preconciliare ampiamente giustificato!

SIL

La

Giovinezza

dei vecchi

Quando ero bam-

bina, tantissimi

anni fa, alla do-

menica con le

mie sorelline an-

davo all'oratorio.

Non ero proprio

entusiasta: intan-

to non ero quasi

mai inserita nei

giochi di squadra,

perché decisa-

mente poco por-

tata agli sport

(ero gracile e mal-

destra) e dunque

non competitiva.

A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4

Page 16: Qui ho posto il cuore giugno 2014

Nel Cuore della Carità Montiana

QUI HO POSTO IL CUORE

Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione

Hanno collaborato per questo numero:

Collaboratori di questo numero: Aurelio Mozzetta, Penelope Pitti, Sonia, Marco

Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Hno Miguel Grosso, Amici di Padre Monti, Fratel

Rolando Sebastiani, Fratel Gioacchino Santoro, P. Giuseppe Decina, France-

sco Paris, SIL, M.E., I cercatori di Dio, Giovanni, Raffaele Mugione.

Direzione: Via San Giacomo, 5

21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:

[email protected]

sito web: www.padremonti.org

(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è

realizzato da volontari)

Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno

Orario delle Celebrazioni del Santuario

GIORNI FERIALI

6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)

7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)

9.00 Santa Messa

18.50 Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI

8.30 Lodi del Mattino

9.00 Santa Messa

19.00 Santa Messa

SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO

P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio

P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4