Qui ho posto il cuore luglio 2014

17
Nella Scrittura, l’immaginario comu- ne circa l’Egitto riconduce a una storia di lacerazione e sofferenza che non riesce mai a tramutarsi in proposta, perché un popolo schiavo non è più popolo e non ha progetti. Egitto descrive la condizione di Israele quando era “Non-mio- popolo”: “chiama tuo figlio Non-mio- popolo, perché voi non siete mio po- polo e io non esi- sto per voi” (Os 1,9). È una situa- zione di morte, che non ha in sé alcuna possibilità. Israele non pensa neanche di potersi rivolgere al Signore né che il Signore si ricordi di lui, al pun- to che non ascolta neppure Mosè, “perché erano all’estremo della soppor- tazione per la dura schiavitù” (Es 6,9). È una situazione di crisi, di frattura irriducibile dal futuro e perciò di man- canza di un futuro. Nessuno di essi è più in grado di dire cosa sia il futuro, dove si debba cercarlo e come lo si possa raggiungere. In condizioni normali gli uomini pro- tendono a un futuro che è generato dal loro stesso agire nel presente; la spiga è già contenuta nel seme che il contadi- no affida alla terra, “dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa” (Mc 4,27). La crisi è momento diverso. E, nono- stante i facili so- ciologismi che la vorrebbero sem- pre gravida d’opportunità, bisogna ricono- scere che non sempre è così, dato che una crisi può anche con- durre alla morte. Essa diventa op- portunità solo perché il Signore si ricorda del suo popolo, pur se il popolo si dimenti- ca di Lui. Il futuro dell’uomo non è il tempo, ma Dio. E il “Dio futuro” non segue la logica razional-materialista e non inse- gna strategie. Dall’Egitto si esce non per la forza delle nostre armi che ga- rantiscono vittoria, ma perché è il Si- gnore a chiamarci verso “un paese bello e spazioso” (Es 3,8). Della situazione di crisi, dei suoi contenuti, delle cause e dei possibili sbocchi, è molto facile che si parli se- condo come gira l’interesse. Di fatto sono in numero considerevolmente mi- noritario quelli che sui media l’affrontano come verità richiede. Futuro: Fratture e Frattaglie SOMMARIO: Editoriale 1 Il mio grazie a Padre Monti 2 Luigi M. Monti e dintorni 3 Una preghiera per… 4 Preghiere per le vocazioni 4 Con Maria, come Maria 5 Parole mon- tiane 5 Glossolalie 6 Vita di Fami- glia 7-8 Forse non tutti sapevate 9 I Vostri mes- saggi 10 Parole e fuoco 10 La Porta aper- ta 11 Riconoscere vocazioni 12 Tracce per una lettera da Saronno 13 Anno mariano CFIC 14 La Giovinezza dei vecchi 15 DATA Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III n. 27 - LUGLIO 2014 SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTISARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437 e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe di Aurelio Mozzetta L’Editoriale Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo! Segue a pag. 2

description

Il mensile dell'Istituto Padre Monti di Saronno

Transcript of Qui ho posto il cuore luglio 2014

Page 1: Qui ho posto il cuore luglio 2014

Nella Scrittura, l’immaginario comu-

ne circa l’Egitto riconduce a una storia

di lacerazione e sofferenza che non

riesce mai a tramutarsi in proposta,

perché un popolo

schiavo non è più

popolo e non ha

progetti.

Egitto descrive

la condizione di

Israele quando

era “Non-mio-

popolo”: “chiama

tuo figlio Non-mio-

popolo, perché voi

non siete mio po-

polo e io non esi-

sto per voi” (Os

1,9). È una situa-

zione di morte,

che non ha in sé

alcuna possibilità.

Israele non pensa

neanche di potersi rivolgere al Signore

né che il Signore si ricordi di lui, al pun-

to che non ascolta neppure Mosè,

“perché erano all’estremo della soppor-

tazione per la dura schiavitù” (Es 6,9).

È una situazione di crisi, di frattura

irriducibile dal futuro e perciò di man-

canza di un futuro. Nessuno di essi è

più in grado di dire cosa sia il futuro,

dove si debba cercarlo e come lo si

possa raggiungere.

In condizioni normali gli uomini pro-

tendono a un futuro che è generato dal

loro stesso agire nel presente; la spiga

è già contenuta nel seme che il contadi-

no affida alla terra, “dorma o vegli, di

notte o di giorno, il seme germoglia e

cresce; come, egli stesso non lo sa” (Mc

4,27).

La crisi è momento diverso. E, nono-

stante i facili so-

ciologismi che la

vorrebbero sem-

pre gravida

d’opportunità,

bisogna ricono-

scere che non

sempre è così,

dato che una crisi

può anche con-

durre alla morte.

Essa diventa op-

portunità solo

perché il Signore

si ricorda del suo

popolo, pur se il

popolo si dimenti-

ca di Lui.

Il futuro dell’uomo non è il tempo,

ma Dio. E il “Dio futuro” non segue la

logica razional-materialista e non inse-

gna strategie. Dall’Egitto si esce non

per la forza delle nostre armi che ga-

rantiscono vittoria, ma perché è il Si-

gnore a chiamarci verso “un paese bello

e spazioso” (Es 3,8).

Della situazione di crisi, dei suoi

contenuti, delle cause e dei possibili

sbocchi, è molto facile che si parli se-

condo come gira l’interesse. Di fatto

sono in numero considerevolmente mi-

noritario quelli che sui media

l’affrontano come verità richiede.

Futuro: Fratture e Frattaglie S O M M A R I O :

Editoriale 1

Il mio grazie a

Padre Monti

2

Luigi M. Monti

e dintorni

3

Una preghiera

per…

4

Preghiere per

le vocazioni

4

Con Maria,

come Maria

5

Parole mon-

tiane

5

Glossolalie 6

Vita di Fami-

glia

7-8

Forse non

tutti sapevate

9

I Vostri mes-

saggi

10

Parole e fuoco 10

La Porta aper-

ta

11

Riconoscere

vocazioni

12

Tracce per

una lettera da

Saronno

13

Anno mariano

CFIC

14

La Giovinezza

dei vecchi

15

D A T A

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti

Anno III n. 27 - LUGLIO 2014

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437

e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0

presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

di Aurelio Mozzetta

L’Ed

itoriale

Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Segue a pag. 2

Page 2: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 2 qui ho posto il cuore

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Futuro: Fratture e Frattaglie

Non sorprende più

assistere ad un uso fal-

so e falsato delle notizie

e neppure accorgersi

che a quanto proposto

da giornali e televisione

non manca mai lo sva-

rione, l'imprecisione, la

crassa manipolazione.

Siamo in tempi di

entertainment e per tut-

ti sembra essere

d’obbligo provocar ef-

fetto, generare rumore,

agganciare spettatori,

mantenere inchiodati,

fare show. Il resto sono

frattaglie… come la veri-

tà che finisce triturata e

fatta carne di maiale.

Non è neppure tanto

difficile darsene conto,

perché succede sempre

che quando una crisi

esplode, i falsi profeti

continuano a sbraitare

“dopo di noi il diluvio”,

mentre soltanto i veri

profeti sono impegnati a

costruire l’arca (Fabrice

Hadjadj).

Dire “dopo di noi”

oppure “senza di noi” il

diluvio, non cambia la

musica. Il minacciar

catastrofi è sport pra-

ticatissimo nel campo

dell’autoreferenzialità

e dell’inconsistenza

etica. Penso alla re-

cente battaglia eletto-

rale per le europee e

quel che sento in eco

sono urla, minacce,

parole volgari, accu-

se, ricatti… una inde-

cenza incivile!

È anche vero, pe-

rò, che le ombre si

fanno più evidenti

quanto più si intensi-

fica la luce. Michael

Jordan, il grande cam-

pione di basket, ha

affermato: “ho sba-

gliato novemila tiri

nella mia carriera. Ho

perso quasi 300 par-

tite. Per 26 volte han-

no affidato a me il

tiro che avrebbe fatto

vincere la partita e

l’ho mancato. Ho fal-

lito tante e tante e

tante volte nella mia

vita. Ed è per questo

che ho successo”.

Il buio e il contrasto

sono segni che derivano

dalla luce, sono prove

che la luce c’è, anzi che

ce n’è di più e che intat-

ta rimane la possibilità

di utilizzarla. In termini

biblici si direbbe: laddo-

ve abbonda il peccato

sovrabbonda la grazia

(Rm 5,20).

Se, dunque, le tene-

bre sono meno dense,

non è perché noi siamo

virtuosi o più bravi; al

contrario, è perché le

nostre luci sono più fio-

che, sfocate, quasi

spente.

Se invece la tenebra

è forte, impegnati a sco-

prire dove sta la luce.

Nel buio della crisi, la

luce è una sfida

all’intelligenza, un inve-

stimento in umanità,

una provocazione alla

tua fede in Dio.

Aurelio Mozzetta

>>> segue dalla

prima pagina

Il 13 maggio sono andata a fare la mammografia di

controllo che eseguo ogni 2 anni, il 19 maggio ven-

go richiamata. La paura che avessero trovato qualco-

sa mi tormentava, mi eseguono un ecografia e nota-

no una lesione di 5mm sospetta. Metto subito in

contatto il radiologo con il mio medico e la conclu-

sione è fare subito un agoaspirato e intervento.

Ho sentito il mondo crollarmi addosso, ho pensato:

“cosa dico a mia mamma”?, in tasca avevo un'imma-

gine di Padre Monti e ho pensato è il mese mariano

ho recitato un Ave a Maria. Il giorno 28 maggio sono

stata ricoverata e operata il 29, è andato tutto bene,

hanno asportato il nodulo sospetto e il linfonodo sentinella. Gli esami istologici

non hanno rilevato metastasi e il carcinoma di grado 1.

Io sono stata molto fortunata, perché la lesione si è vista dalla mammografia,

cosa rarissima, perché era molto piccolo. Io so che ho tante persone lassù che

mi proteggono il Signore, l'Immacolata, Padre Monti e il mio caro papà. Ora do-

vrò sottopormi alle terapie di prevenzione, ma sarò forte per me e per tutti

quelli che mi vogliono bene.

Un grazie anche a tutti voi della Congregazione che avete pregato per me.

P.

Il mio

Grazie a

Padre

Monti

Lassù in tanti mi proteggono

Page 3: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 3

La Tomba del Beato

Monti nella Cripta del

Santuario di Saronno

Quando dei Santi

s’incontrano, fos-

sero pure uomini

qualunque o re,

frati oppure papi,

succede sempre

qualcosa di buo-

no, nuovo, stre-

pitoso: è mate-

matico. Forse non

accadrà subito,

ma sicuramente

avverrà, e

qualcuno ne sarà

testimone.

Per i Montiani,

l'incontro fra il

Papa Pio IX e fra

Luigi da Milano -

venne chiamato

così il nostro

Monti - ci

persuade che nel

cammino contorto

e difficile di

questa Famiglia, la

presenza di Cristo

è viva e attiva. Da

quel momento

Luigi Monti si

accorge della

grande

responsabilità che

gli è stata affidata

e reagirà di

conseguenza.

qui ho posto il cuore

Luigi

Maria e

dintorni

Due santi s’incontrano: un nuovo Big Bang

Quando dei Santi s’incon-

trano, fossero pure uomini

qualunque o re, frati oppu-

re papi, succede sempre

qualcosa di buono, nuovo,

strepitoso: è matematico.

Forse non accadrà subito,

ma sicuramente avverrà, e

qualcuno ne sarà testimo-

ne.

Per i Montiani, l'incontro

fra il Papa Pio IX e fra Luigi

da Milano - venne chiamato

così il nostro Monti - ci

persuade che nel cammino

contorto e difficile di que-

sta Famiglia, la presenza di

Cristo è viva e attiva. Da

quel momento Luigi Monti

si accorge della grande

responsabilità che gli è

stata affidata e reagirà di

conseguenza.

Molte cose accomunano

questi due santi uomini,

così distanti per nascita e

formazione, ma soprattut-

to sottolineo il proponi-

mento del giovane sacer-

dote Mastai: Tutto il mio

operare in Dio e per Iddio.

Lo manterrà come sacerdo-

te, come vescovo, come

Papa. Nulla per se stesso,

ma solo nella volontà di

Dio. Uguale è lo stile e-

spresso da Luigi. Non farà

nulla per se stesso. Si con-

sidera solo uno strumento

nelle mani di Dio.

Simile e ardente è la loro

devozione a Maria Immaco-

lata. Uno proclamerà il

Dogma, l'altro ne indosse-

rà l'abito.

S’incontrarono per la pri-

ma volta il 21 Ottobre del

1858, in occasione della

visita e benedizione da

parte del Papa all'Ospedale

di Santo Spirito. Nella con-

fusione dei preparativi tutti

si dimenticarono di orga-

nizzare l'incontro, anche

con i nostri giovani frati

infermieri. Loro, forti d'ani-

mo, si presentarono co-

munque, in perfetto ordi-

ne, nell'atrio della Sala San

Carlo, dove prestavano

servizio. Il Papa appena li

vide esclamò: Oh, ecco i

miei Concettini! Oh, bravi!

Poi aggiunse: Figli! Dio vi

benedica! Vi dia la pace, la

concordia tra voi e la per-

severanza finale.

Il primo effetto di quelle

parole fu la rinnovata fidu-

cia in quello che stavano

facendo all'ospedale. Non

esisteva antidoto migliore

per scacciare le paure e

inseguire i loro sogni.

Un secondo effetto: l'im-

provviso mutarsi del giudi-

zio arcigno del Commen-

datore Narducci, il diretto-

re dell'ospedale all'epoca.

Questi che sin qui li aveva

maltratti e aveva fatto di

tutto per rendere difficile

la loro permanenza al San-

to Spirito, si accorse - final-

mente - che quei fraticelli

erano seguiti direttamente

dal Papa e si addolcì. Molti

aspri contrasti segneranno

i futuri incontri fra loro,

ma non con l'acredine

precedentemente dimo-

strata.

Pio IX in tutta la sua

vita aveva dimostrato

attenzione agli ammala-

ti, e questi frati rappre-

sentavano, simbolica-

mente, le sue mani nel-

la cura dei poveri infer-

mi, il suo amore a Cri-

sto ammalato. Li aiute-

rà sempre nei momenti

di bisogno. Donerà lo-

ro, allo stesso Luigi

Monti, anche parte di

un suo palazzo a Ro-

ma… ma non corriamo,

vedremo più avanti.

Molto spesso un breve

gesto, una parola buo-

na, un sorriso aiutano a

farci crescere l'autosti-

ma e portare avanti

progetti difficili e impe-

gnativi. Se questo stile

tocca Santi uomini, si

inizia un processo ato-

mico di bene. Esplosivo

e irreversibile, come nel

caso di Luigi e dei suoi

figli Concezionisti.

Non temere.

Marco

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 4: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 4

Una

preghiera

per...

qui ho posto il cuore

PER CHI NE HA BISOGNO: - per il piccolo Gabriele,

nato da non molte settima-

ne, e che già deve lottare con tutto se stesso contro la

malattia per affermare la propria vita. Noi tutti faccia-

mo grande tifo per lui.

PER I GIOVANI: - per Cosmin e Massimi-

liano che stanno lavorando a un sogno e ci credono dav-

vero! Possa il loro impegno

avere frutti in abbondanza.

- per Matteo, che lotta contro la malattia e contro

l’indifferenza di molti. Padre Monti gli faccia sentire che

non è solo e porti al fianco di lui le nostre voci e le pre-

ghiere.

PER CHI E’ IN ATTESA: - per coloro che si trova-

no di fronte a scelte difficili:

con l’aiuto di Padre Monti possano intraprendere la

giusta strada e riconoscere

in Dio la fonte di ogni bene;

cielo, Maria lo ha accompa-

gnato da Gesù”.

- Antonio, il papà di Mi-

chela. Una preghiera e un ricordo. La speranza cristia-

na dice: “non è la morte che verrà a cercarmi, è il buon

Dio”(santa Teresa di Lisieux).

Donaci mamme capaci di rallentare Preghiera

per le

vocazioni

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

PER GLI AMMALATI: il beato

Monti interceda per loro: - per Ivan, il figlio di Giovan-

ni, colpito da una tromboflebi-

te.

- per tutte le persone cadu-

te nella tristezza e in difficoltà dopo aver scoperto una malat-

tia imprevista, senza preavviso e senza minimamente aspet-

tarselo – come G., Ma. e F.; che possano ritrovare serenità

e coraggio.

PER CHI SOFFRE: - prega molto per me e per

la mia famiglia: mamma e L.

sono stremate dopo sei mesi di avanti e dietro dall’ospedale,

dove papà è ricoverato.

PER I DEFUNTI: - Suor LINA MATTAREI,

delle Figlie dell’Immacolata

Concezione, deceduta a Roma

il 1 giugno, all’età di 73 anni.

- Antonio, il papà di Anna Maria, che scrive: “è andato in

Donaci, Signore, Sante mamme!

C’è tanto bisogno di mamme,

di quelle che mettono gli altri prima di sé e sanno accogliere la vita.

Donaci mamme capaci di donarsi ogni giorno per quelli che amano,

perché è in esse che si “impara” il senso della vita,

è lì che si “gusta” la gioia delle cose semplici

che diventano grandi e belle, perché fatte con amore.

Donaci mamme che riescano a non andare sempre di corsa,

ma che sappiano fermarsi

per ascoltare i propri figli, le loro pene, le conquiste e le sconfitte.

Quanto è bello il cuore di una madre,

che solo sa ridare fiducia, conforto, speranza!

E donaci madri, o Signore, che siano forti nella fede,

che leggano tutto quello che accade con lo stesso tuo sguardo,

attente, fiduciose, serene,

prime testimoni della fede per chi sta loro intorno.

PENELOPE PITTI

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 5: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 5

Quando parliamo della

spiritualità mariana, non

possiamo normalmente

metterla allo stesso livello

delle altre spiritualità cono-

sciute nella Chiesa:

spiritualità france-

scana, teresiana,

domenicana, ecc.

Se leggiamo Gala-

ti 4,1-7 ci rendiamo

conto del posto pri-

vilegiato della Donna

Maria nella grande

storia della salvezza.

Più in particolare,

ci rendiamo conto

dell’incredibile suo

ruolo nell'evento

straordinario e misterioso

dell’Incarnazione.

Questa donna diventa

madre di Dio.

Non per meriti suoi né

per sua diretta scelta, ma in

forza della personale ele-

zione operata dal Padre e

per la risposta che gioiosa-

mente (“magnifica l’anima

mia il Signore”) Lei dà.

Maria si propone come

l'unica partecipazione uma-

na a tale progetto divino.

La scelta che l’Altissimo

fa della sua persona, rende

la Vergine paradigma impe-

rituro ed universale, per

tutte le generazioni

dell’uomo; e per tutti i cre-

denti in Cristo.

Vivere la spiritualità

mariana alla fin fine vuole

dire esattamente questo:

considerare il posto, il si-

gnificato e la persona di

Maria, nell'unica spiritualità

cristiana, che ha Cristo co-

me centro.

Maria di Nazaret è,

dunque, al centro

senza essere il cen-

tro, che è Cristo.

Ecco perché la Ma-

donna è la prima

dei fedeli, come

insegna il Vaticano

II.

Ecco perché la spi-

ritualità mariana

non è una opzione

facoltativa per un

cristiano, ma un

dato di fede da vivere per

tutta la stessa vita della

fede.

Insomma, se veramente

vogliamo essere cristiani,

dobbiamo essere mariani,

perché Maria è parte inte-

grante della vita in Cristo.

P. Emmanuel Mvomo

Con

Maria,

come

Quando parliamo

della spiritualità

mariana, non

possiamo

normalmente

metterla allo

stesso livello

delle altre

spiritualità

conosciute nella

Chiesa:

spiritualità

francescana,

teresiana,

domenicana, ecc.

Più in particolare,

ci rendiamo conto

dell’incredibile

suo ruolo

nell'evento

straordinario e

misterioso

dell’Incarnazione.

qui ho posto il cuore

Oratorio serale Cercò con ogni studio di guadagnare altri giovinetti alla pietà e alla

frequenza dei Santi sacramenti e di rassodarli nella via della virtù.

Ma per aver più agio e comodità d'istruirli nei misteri della nostra

Santa Religione e nelle vite di Santi, pensò di formare nella propria

abitazione come un oratorio serale, dove, riuniti in buon numero, si

principiava con una lettura spirituale sul leggendario de' i Santi o

sulle opere di S. Alfonso M. de' Liguori. Dopo questa il Monti teneva

una conferenza in proposito della lettura fatta. Si esercitavano anche

nel canto fermo per le funzioni sacre, ed imparavano le canzoncine

dedicate alla Madonna. Recitavano quindi il S. Rosario e le orazioni

della sera, terminate le quali Luigi dava loro una massima spirituale

ed una giaculatoria da praticarsi il giorno seguente. Finalmente in

perfetto silenzio ognuno faceva ritorno alle propria casa.

(Beato LM Monti, Preludio, 1899, cap. I)

Le Parole

montiane

Andate a vedere perchè

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 6: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 6

Dalle

Comunità di

Padre Monti

nel mondo

qui ho posto il cuore

Tener la certeza que Dios nos ama,

tambien nos de la fuerzas para abrir las

puertas del corazon a una verdadera

conversion, en este tiempo de Amor para

poder morir poco a poco, a nosotros mismos

y dar paso a la Vida que es JESUS

RESUSCITADO!

HL

Un hombre enfermo se preparaba para

salir del consultorio del médico que le estaba

examinando y dijo: Doctor, me asusta la

muerte... ¡dígame que hay al otro lado! Muy

suavemente el doctor le dijo: No lo se. ¿Usted

no lo sabe? ¿Usted que es cristiano, no sabe

que hay del otro lado?... El doctor tomó la

perilla de la puerta. Del otro lado se sentían

como rasguños y gemidos y cuando se abrió

la puerta, un perro entró en el cuarto, saltó

sobre el médico y con gran alborozo le

lamía, lleno de contento. El médico aquel se

volvió hacia su paciente y dijo: ¿Vio Usted lo

que hizo mi perro? Él nunca había estado en

este cuarto antes. No sabía que había

adentro. Solo sabía que su dueño estaba allí,

y cuando se abrió la puerta, ¡saltó sin

ningún temor! Yo poco sé de lo que hay del otro lado de la muerte... pero desde luego si

sé una cosa importante: ¡Que mi Dueño estará allí, y eso me basta!

Quando Hna. Laura mi inviò questo raccontino, non immaginava che esso avrebbe po-

tuto interessarci tutti da vicino, con la morte improvvisa della nostra sorella, Suor LINA

Mattarei, il 1 giugno. Lina era nata il 27 gennaio 1941, sulle Alpi aspre e poderose della

Val di Rabbi, in Trentino. Nel rispondere alla chiamata di Dio aveva portato le sue tende

in Sardegna, in Argentina, in Filippine, a Roma. Chi scrive la ricorda con affetto, essendo

stati insieme pionieri e collaboratori delle opere montiane in Filippine (AM)

Mi querida Hna. Lina - El Dios de la vida y la muerte le fue oportuno llamarte ahora y

acepto con mucho dolor y fe Su voluntad. Nunca pensé que nos íbamos a despedir tan

pronto, ni tampoco que iba a estar a tu lado para cerrar tus ojos. Dejas detrás de ti

grandes proyectos que será difícil realizar sin ti, pero sé que a ahora en tu vida se

cumple lo que dice el Evangelio: “el grano de trigo cae en tierra y muere, pero da mucho

fruto” y no dudo que así será. Gracias! Por haber dado testimonio de la verdad del

Evangelio, por haber practicado siempre tu “Si al Señor”, un si pronunciado y nunca

retirado, ofuscado o contrariado, fue siempre si! Querida hermana, que el Padre Eterno,

Dios bueno y misericordioso te reciba en su seno para celebrar las Pascuas Eternas y te

otorgue el premio por tus buenas obras. Descansa en la paz de Dios. Amen.

Hna. Marta (Superiora generale)

Nuestra Hermana LINA Suor LINA Mattarei

è ascesa al cielo il 1

giugno.

Lina era nata il 27

gennaio 1941, sulle

Alpi aspre e podero-

se della Val di Rab-

bi, in Trentino. Nel

rispondere alla chia-

mata di Dio aveva

portato le sue tende

in Sardegna, in Ar-

gentina, in Filippine,

a Roma.

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 7: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 7

Primavera montiana Lo scorso 1 giugno si sono conclusi gli incontri mensili della PRIMAVERA MONTIANA

sui Salmi, con una Giornata presso la Badia di Dulzago (NO), con Eucaristia, Rappre-

sentazione scenico-musicale (Anna Maria Boeris, Maurizio Moltrasio, Luca Giudici) e

Catechesi sul Salmo 117. Non è mancato uno straordinario pranzo in comune presso

l’Antica Osteria San Giulio.

Così una partecipante riflette sulla giornata:

Nella piccola, antica badia di Dulzago, gremita di fedeli, affratellati dal

Salmo, il relatore, sapiente e facilitatore, spezza per tutti il pane di vita: parola

incarnata, eredita condivisa, donataci da Colui che oggi, un'altra volta, ascende al

cielo, chiedendoci il coraggio di continuare ad essere suoi testimoni ... In attesa

dello Spirito promesso, ci sostiene la bellezza, tra rosse colonne di mattone

e affreschi salvati nei secoli, la musica cantata da strumenti struggenti e la voce

narrante frammenti d'amore... Fuori dalla chiesina, la primavera, ricca di colo-

ri variegati (domina il verde, promessa di sicuri raccolti), il cielo, insperatamente

azzurro, l'acciottolato sentiero levigato da mille passi, sembrano ripetere con

noi: "Forte è il Tuo amore per noi: gabar, hesed, 'emet". (Osa)

qui ho posto il cuore

Anish è diacono Mercoledì 18 giugno, Fratel Anish,

della Comunità della Casa Generale, è

stato ordinato diacono dall’arci-

vescovo Joseph Peroomthottam. I no-

stri migliori auguri per un cammino

fecondo al sacerdozio, insieme alla

preghiera di tutti noi, famiglia di Pa-

dre Monti e comunità di QPC.

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 8: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 8

Vita di

famiglia

qui ho posto il cuore

Bonifacio a 150 anni dalla nascita A 150 anni dalla nascita (1864-2014), Mercoledì 25 giugno, si è svolta una

Preghiera sulla tomba, guidata da P. Aleandro Paritanti, presso la Chiesa

della Casa Generale. Invochiamo Fratel Bonifacio per i bisogni della nostra

Famiglia religiosa.

Nel contesto di SUBLIMAR, Primo Festival Internazionale di Letteratura Religio-

sa, a Milano, lo scorso 21 giugno è stato presentato il volume dell’Editrice

Monti, I COLORI DI DIO, sulla preghiera e le espressioni rituali delle diverse

religioni, con testi del Card. Carlo M. Martini e foto di Enrico Mascheroni. Re-

latori: don Antonio Mazzi, don Virginio Colmegna, P. Aurelio Mozzetta e lo

stesso fotografo Mascheroni.

Primo Festival di letteratura religiosa

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 9: Qui ho posto il cuore luglio 2014

Amore unico rimedio

P A G I N A 9

… a spulciar

gli archivi e

rimescolar le

carte della

storia,

per sapere…

qui ho posto il cuore

Non più in là

d’una quindici-

na d'anni fa,

all'indomani del

crollo dell'impe-

ro sovietico, il

mio amico Ro-

man, un giova-

nottone cresciu-

to come pionie-

re tra le file de-

gli indottrinati

figli del regime,

mi elencava i

consigli che con

religiosa insi-

stenza gli ripe-

teva suo nonno,

manco a dirlo,

più di lui figlio

del partito.

Non più in là d’una quindicina d'anni fa,

all'indomani del crollo dell'impero sovietico,

il mio amico Roman, un giovanottone cre-

sciuto come pioniere tra le file degli indottri-

nati figli del regime, mi elencava i consigli

che con religiosa insistenza gli ripeteva suo

nonno, manco a dirlo, più di lui figlio del

partito.

Eccoli: Non fidarti di nessuno e nessuno ti

tradirà / Non fare a nessuno del bene e nes-

suno ti farà del male / Se non freghi tu, ti

fregano gli altri / Il lavoro non è un lupo:

lascialo stare, che tanto non scappa / Amia-

moci come fratelli, ma facciamo i conti come

gli ebrei / Ricordati che da noi solo i pigri

non rubano.

Sempre Roman mi riferiva la risposta di un

amico a cui aveva detto: "Vado a comprare

un giubbotto". "Se non ti beccano, comprane

uno anche per me!".

Questa mentalità - indegno sarebbe chia-

marla cultura! - quali frutti ha lasciato?

Il più ferito e distrutto dal periodo comuni-

sta è l'uomo stesso nel suo cuore in quanto,

ferendo il cuore, s’è immesso veleno nelle

realtà più divine dell'uomo, che sono le rela-

zioni interpersonali, la solidarietà, l'amore.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti

in un elenco impietoso: indifferenza, emargi-

nazione, sfruttamento, prepotenza, ingiusti-

zia, tradimento, miseria, solitudine, egoismo,

divisione, sofferenza... Si tratta di acido tos-

sico, di virus che ha inquinato le generazioni

e ha lasciato conseguenze disastrose.

A farne le spese sono sempre gli ultimi, che

si ritrovano soli e abbandonati a se stessi.

Vengo a casi concreti incontrati sia in Rus-

sia che in Ucraina, nel ventennio del mio mi-

nistero come salesiano sacerdote educatore.

Era un tipo svelto di mano Sasha. Tant'è che

una sera, mentre due ragazze casualmente

incontrate dormivano accanto a lui in un rifu-

gio di fortuna, sfilò il gruzzoletto dalla borsa

delle due: solo pochi spiccioli, buoni per un

paio di birre o mezza bottiglia di vodka. Sen-

za saperlo, o forse senza pensarci troppo,

Sasha segnò il proprio destino. L'hanno tro-

vato il giorno dopo, abbandonato come un

cane investito, le budella fuori, sul bordo

della strada. Dopo averlo acciuffato e costret-

to a confessare il furto, Tanja e Sonja l'aveva-

no ucciso con quello che avevano sotto ma-

no: una bottiglia di vetro rotta.

Può risultare di qualche interesse sapere

che gli orfanotrofi in Russia e Ucraina accol-

gono tantissimi bambini abbandonati (le sta-

tistiche variano di anno in anno e non sem-

pre sono attendibili), la maggior parte dei

quali non sono orfani, ma figli negletti dalle

rispettive famiglie. A Mosca, leggevo qualche

anno fa, diecimila bambini venivano abban-

donati dalla madre entro la prima ora di na-

scita. Bambini che prima di finire negli istituti

spesso fuggono di casa. Come Marina e Ma-

kim, che hanno visto il padre strangolare la

madre e nasconderne il corpo sul balcone; ed

hanno dovuto vivere nell'incubo per settima-

ne, con il padre che li minacciava di conti-

nuo: "Se aprite la bocca, vi faccio fare la stes-

sa fine di vostra madre!".

Purtroppo il mondo è pieno di chiacchiere.

C'è chi ha detto che la chiacchiera è la parola

di tutti, il disonore e la vergogna del linguag-

gio.

Troppi personaggi che detengono il potere

in ogni campo hanno bocca estremamente

larga, piena zeppa di parole. Vuote e danno-

se. Parole avide di potere, sabbiose di pro-

messe.

Le parole non servono, occorrono fatti. E

questi fatti ruotano attorno al verbo AMARE,

che significa dare, donare, donarsi, come

Gesù che si commuove nel più intimo

dell’altrui dolore, ascolta il grido dei poveri e

si mette in azione, diventando strumento di

Dio per la loro promozione.

L'amore è l'unico rimedio per combattere il

male dell'uomo e del mondo.

Un grande dei nostri giorni ha scritto che

anche il più piccolo gesto di bontà legittima

la speranza e, oggi più che mai, autorizza

l'attesa dei tempi migliori. E Madre Terersa,

la “santa per eccellenza della carita dei nostri

tempi” insegna che importante non è quanto

diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.

Beato chi spende la vita in piccoli gesti d'a-

more. Lì, su quel piccolo tuo seme quotidia-

no in boccio, l'albero glorioso della croce di

Cristo diffonde il suo profumo pasquale. Si

tratta allora di prendere sul serio il Vangelo e

fare di esso l’anima del proprio vivere ed

agire. Andare all’essenziale, come insegna

con coraggio profetico papa Francesco nella

Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium

(specie numeri 186-216): “è un messaggio

così chiaro - ci dice - perché complicare ciò

che è semplice? perché oscurare ciò che è

chiaro?”.

Don Rino Pistellato, salesiano

(missionario in Ucraina)

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 10: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 1 0

Email e

lettere dal

mondo

Lettere alla Redazione -RICORDO DI SUOR LINA

Sr Lina ci ha lasciato. Era

una grande figlia e disce-

pola di Padre Monti. In

comunità, ogni volta c’era

un motivo per cominciare

una novena al Beato e lei

lo invocava continuamen-

te. Si è aggravata in tre

giorni ed è partita alla

casa del Padre! Abbiamo

avuto la fortuna della visi-

ta canonica di Madre Mar-

ta, che era stata sua com-

pagna di missione in Filip-

pine; e Dio ha permesso

che fosse lei a chiudere

gli occhi spenti di Lina,

nella semplicità e

nell’abbandono totale dei

santi! Mi raccontava la

Madre che in un momento

della mattina, Lina aveva

guardato alla finestra co-

me se vedesse una bella

visione, perchè fece un

gesto d'ammirazione e

poi sorrise. Tutte noi ab-

biamo detto: HA VISTO

PADRE MONTI!

- Carissimo, grazie per il

fedele invio del giornale.

Sempre leggo con partico-

lare attenzione il tuo edi-

toriale. Pienamente

d’accordo con ciò che

scrivi e soprattutto…

sigh, davvero i profeti

sono destinati al mar-

tirio, sempre? Io spe-

ravo di cavarmela!

Scherzo. Tu prega che

sappia andare fino in

fondo, così come Dio

vorrà.

Solo poche parole

per sottolineare la fe-

dele discrezione e

l’impegno di p. Roy

nella cappellania

dell’ospedale di Sa-

ronno, come la ricono-

scono tanti ammalati.

Sono felice quando un

nostro Fratello è ben

apprezzato. Mi piace

anche rilevare il con-

tributo fedele ed im-

portante a QPC di

Marco Perfetti: Padre

Monti gli è proprio

entrato nelle vene e

nel cuore. fratel Ro-

lando

Bella la vostra iniziati-

va "Regala Cultura", il

“libro sospeso”... Gli

articoli del bollettino,

come sempre, sono

molto attraenti, si leg-

gono volentieri e fan-

no riflettere: sono un

"pasto e un pane", che

educano e che nutro-

no. Le storielle dei tre

setacci e del cavallo,

bellissime, molto educa-

tive, simili a quelle dei

Padri del Deserto! Gra-

zie. Mettiamo tutto co-

me offerta di lode nella

preghiera.

Un grazie particolare

per il giornale, che gra-

disco molto. Il Signore

sia la vostra forza. Sr.

Ana Marija

Invoco lo Spirito per te

e per la tua famiglia reli-

giosa! Alla sua Luce

possiamo percorrere

sempre e di nuovo le vie

del Signore!

Grazie per avermi invia-

to il giornale che tanto

ammiro. Grazie anche a

tutti coloro che parteci-

pano alla redazione del-

lo stesso. Ora chiedo

una preghiera per mio

figlio Ivan, in quanto sta

soffrendo tanto perché

colpito da tromboflebi-

te. Il Signore Dio vi be-

nedica e la Santa Trini-

tà vi illumini nel com-

piere il vostro ministe-

ro. Un caro saluto in

Gesù e Maria. Giovanni.

Scriveteci

a

I Vostri

mess@ggi

qui ho posto il cuore

[email protected]

Parole e

fuoco

Loro hanno ucciso ancora bambini.

Io lo so, vogliono silenzi.

E bambini, felici, gridano.

Loro non lo sopportano.

No ai giochi di bimbi!

Loro giocano solo alla guerra

Vogliono i silenzi dei morti

da mò.

… con l’impegno di parlare

bene e gettare semi di parola fecon-

di, capaci di donare

bellezza e vita; di far risor-

gere le parole per la relazione; e

anche di combattere la marea

di

grezza volgarità che vorreb-

be inondarci a unico beneficio di chi

cerca soldi e brama potere …

Da mò

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 11: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 1 1

Carissimo, come mi ha fatto pensare il

viaggio del Santo Padre in Terra Santa!

Per fortuna abbiamo potuto seguirlo am-

piamente (sempre, salvo i momenti degli

impegni comunitari e del lavoro) tramite

la televisione.

Credo che la parola-chiave sia stata DIA-

LOGO. Che cosa difficile… tutti ne parla-

no e nessuno sa farlo.

Il nostro caro Santo Padre cerca di sgre-

tolare i muri, che per tanto tempo si so-

no frapposti tra i popoli… penso che

anch’egli non

si faccia illusio-

ni per un rapi-

do cambio del-

le cose, ma

cerca di farlo.

La PACE - dice-

va in questi

giorni - è cosa

artigianale, si

fa con piccoli

gesti quotidia-

ni.

E, aggiungerei,

con pazienza e

con fatica.

Spesso, però, non la vogliamo questa

pace, nemmeno nella nostra piccola real-

tà quotidiana.

Quando ‘fissiamo’ l’altro dentro certi

schemi, certe etichette, certi pregiudizi…

come possiamo arrivare a vederlo con

occhi diversi?

Come possiamo dire che ci sia la volontà

di avviare un cammino di PACE?

Come fare allora per avviare un DIALO-

GO?

Mi venivano in mente i gesti di Papa Fran-

cesco, la sua umiltà, quel porsi davanti

all’altro in atteggiamento umile, servizie-

vole, se l’altro non sa fare un passo verso

di te… e pregare per lui o lei, e cercare di

non parlarne male.

Ha ragione, perché anche noi abbiamo

tante debolezze, tante cose da farci per-

donare.

Fare piccoli passi, anche quando sembra

che non ci sarà nessun risultato.

Talvolta è solo Dio che può toccare un

cuore e aprire gli occhi a chi ci vede sem-

pre in modo

negativo.

Sì, ho una re-

cente esperien-

za di questo,

ma come vorrei

diventare ARTI-

GIANA di PACE,

come auspica-

va il nostro ca-

ro Santo Padre!

Ecco, mi piace

fermarmi un

momento con

te a riflettere

su questo.

Forse questi pensieri ti saranno utili.

Ti chiedo una

preghiera grande

per me e per i

miei cari genitori,

sempre più an-

ziani.

Unita a te nella

preghiera,

Suor Maria

qui ho posto il cuore

Dialogo e Pace, un difficile

lavoro artigianale come mi ha

fatto pensare

il viaggio del

Santo Padre

in Terra San-

ta!

Per fortuna

abbiamo po-

tuto seguirlo

ampiamente

tramite la

televisione.

Credo che la

parola-chiave

sia stata DIA-

LOGO. Che

cosa diffici-

le… tutti ne

parlano e

nessuno sa

farlo.

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 12: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore

La mia vocazione

ha inizio alle

scuole superiori.

Ho fatto il liceo

scientifico e ne

vado fiero.

Tra una lezione

di storia e una di

filosofia mi sono

chiesto cosa

dovessi fare

della mia vita:

ero all’ultimo

anno ed una

scelta era

necessaria.

Rubrica a cura dei

Cercatori di Dio

Nel breve tempo di un anno La mia vocazione ha inizio alle scuole superiori. Ho fatto il liceo scientifico e ne

vado fiero. Tra una lezione di storia e una di filosofia mi sono chiesto cosa dovessi

fare della mia vita: ero all’ultimo anno ed una scelta era necessaria.

Sono figlio unico. I mei genitori hanno sempre straveduto per me e per il mio futu-

ro. Hanno voluto che studiassi solfeggio e pianoforte: oltre che nelle scuole ordinarie

ho studiato per anni anche al conservatorio. La musica mi è sempre piaciuta molto.

Passavo molte più ore davanti ai tasti del pianoforte che ai testi delle lezioni. Nono-

stante il poco impegno negli studi, riuscivo bene ed in classe tutti chiedevano il mio

aiuto. Volentieri davo una mano ai compagni in difficoltà… altrettanto volentieri scap-

pavo a casa dopo le lezioni per mettermi a suonare.

Il parroco sapeva del mio talento musicale e mi coinvolse per accompagnare

all’organo due messe della domenica. Mi ha sempre fatto piacere mettere a servizio le

mie capacità per un qualcosa di buono; mai però ho chiesto e voluto di più.

Finite le superiori mi sono iscritto in filosofia alla Statale. Volevo diventare profes-

sore delle Superiori, come il mio docente, che tanto mi aveva dato negli anni con il

corso di storia e filosofia al liceo.

I compagni d’università avevano le provenienze più varie, alcuni erano poco racco-

mandabili per le idee estremiste che proclamavano con striscioni, proteste e dibattiti;

con altri divenni amico e qualcuno di essi mi confidò che ogni giovedì andava al Semi-

nario Maggiore, dove c’erano incontri di preghiera tenuti da giovani preti e seminari-

sti.

Fu tempo breve: un anno. Un anno di filosofia alla Statale, un anno d’incontri di

preghiera in Seminario, un anno per finire il Conservatorio. Tutto si compresse in una

miscela esplosiva di un solo anno. La mia vita è cambiata. Chiesi di entrare in Semina-

rio. Forse quella poteva essere la strada buona…

Frequentai da esterno per diversi mesi, poi ci fu l’ammissione.

La vita di Seminario era quella che cercavo. Dal pianoforte passai all’organo e ben

presto i suèperiori mi inserirono nella turnazione dell’organo in cattedrale.

Ero felice. Avevo bisogno di quell’ambiente per fiorire come uomo e come persona.

E sono cresciuto. Veramente. Accanto alle scoperte è cresciuta la maturità e la cono-

scenza di me stesso. Accanto alla donazione del mio tempo, si sono moltiplicate le

mie iniziative e servizio agli altri.

Per i miei genitori fu un duro colpo. In me, figlio unico, c’erano tutte le loro aspet-

tative di una vita normale, convenzionale. Avrebbero voluto sentirsi chiamati nonno e

nonna… e questo non è avvenuto. Non avverrà mai.

I miei genitori hanno sempre avuto una fede grande. Anch’io, senza il loro esem-

pio, non sarei cresciuto nè diventato quello che sono ora. Indirettamente devo anche a

loro un grandissimo grazie per avermi permesso di conoscere la mia vocazione!

Adesso essi sono felici: quando facciamo la Missione Popolare, c’è sempre qualcu-

no pronto ad andare ospite da loro e loro sono sempre pronti ad accogliere qualcuno.

Questo mi fa felice.

I miei genitori mi hanno lasciato libero di scegliere anche a costo di grandi soffe-

renze.

Con la mia scelta sacerdotale, la nostra intimità si è ampiamente dilatata. Ora ci

comprendiamo meglio e molto più di prima.

Riconoscere

Vocazioni

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 13: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore

Ora ti chiedo: cosa è un VOTO? Che significato ha un voto fatto a Dio, tramite una me-

diazione umana? Cosa posso dire agli altri se mi chiedono ragione della mia fede? Alle

volte dubito, non è che tutti i giorni la scelta di fede mi sia chiara, ma tutti i giorni cerco

di rivendicarne l'autenticità, per farmi forza di fronte all'ignoto. All'ignota "obbedienza"

ad un sussurro: Ascolta, Israele!...

BDD

Cara B. Cosa è un voto? Non chiedermi definizioni canoniche, perché ti risponderei di

andartele a leggere. Ci provo in altro modo:

- il voto è l’ECCOMI. E basta. Senza altri fronzoli. L’eccomi di Samuele: ti ascolto; di

Isaia: manda me; di Maria: fai di me quello che vuoi. Cosa di più?

- il voto è: CONTA SU DI ME. Anche se sono più piccolo di una pulce, tu, Dio, puoi con-

tare su di me. Ho capito che sei stato proprio TU che per primo hai voluto contare su

me; ora te lo dico anch’io e te lo garantisco, come posso.

- il voto è: PERCHÉ TI AMO. Non ci sono altri motivi che tu: non i poveri né i malati né

la conversione dei peccatori, ma solo “tu per me” e “io per te”.

- il voto è: PERCHÉ TU ME LO HAI CHIESTO. Non me lo sono inventato io e non è perché

mi piace o perché mi riempie il cuoricino, ma solo perché tu me lo chiedi; mi chiami ed

io mi fido di te.

Forse è tutto qui. E poi c’è il COME.

In forza della Legge dell’Incarnazione, il voto non è un semplice rapporto privato né

può giungere a Dio solo attraverso la mia spiritualità, santità, intelligenza, desiderio,

interesse… esso passa necessariamente per gli altri, è impegno a salvarci tutti e insie-

me. Gli altri è CHIESA: solo nella Chiesa, Corpo di Cristo e Comunità dei salvati, ha sen-

so parlare di voto.

Chi lo fa da sé, personalmente, intimamente, escludendo gli altri anche senza inten-

zioni cattive, fa una promessa, un buon proposito, un fioretto; non fa un voto. Cioè non

mette in atto la dinamica dell’Incarnazione e della salvezza, fa solo un esercizio, simpa-

tico e interessante, di qualcosa di buono e necessariamente temporaneo.

Il voto si può fare soltanto nelle mani di un altro/a che mi garantisce la presenza della

Chiesa, cioè di Cristo-corpo, guidato dalla legge fondamentale dell’Incarnazione, e-

spresso dalla Parola e dal Sacramento, mirante alla Salvezza universale, attuato con e

nell’amore-Carità.

A chi ti chiede ragione della fede, devi dire la tua vita, non parole più o meno belle. E

la vita si dice vivendo il proprio essere, ogni giorno con naturalezza, senza farsi portare

da desideri vari: apparire, spiegare meglio, dare buon esempio, far vedere, voler a forza

salvare qualcuno…

Sappi che, lungo la strada, ci sarà sem-

pre qualche punto interrogativo che sor-

gerà. Anche sulle tue scelte, sulla tua

vita e sul tuo voto. Non lasciar dormire i

leoni dentro te. Se è vero che il tempo

passa ed è prezioso, quello che lasci

passare non torna più e, passando, non

ti porta da nessuna parte. Sei tu che devi

“portare” il tempo. Che il tempo porti noi

è cosa naturale: basta essere vivi e, pur

se non facciamo niente, il tempo che

passa ci cambia, ci imbianca, ci invecchia

e ci fa morire. Portarlo e viverlo intensa-

mente è tutt’altra cosa. È prenderlo in

mano e dirgli: ora andiamo dove voglio

io!

Tracce per

una lettera

da Saronno

CHI SCRIVE A CHI

Eccomi. Conta su di me.

Ora ti chiedo: cosa è

un VOTO? Che si-

gnificato ha un voto

fatto a Dio, tramite

una mediazione u-

mana? Cosa posso

dire agli altri se mi

chiedono ragione

della mia fede? Alle

volte dubito, non è

che tutti i giorni la

scelta di fede mi sia

chiara, ma tutti i

giorni cerco di ri-

vendicarne l'autenti-

cità, per farmi forza

di fronte all'ignoto.

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 14: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore

Cari Fratelli,

il nostro pellegri-

naggio a Lourdes

non è semplice-

mente una trasfer-

ta, un atto di con-

suetudine, una

passeggiata tra

amici. Avviene in

uno straordinario

momento della

nostra storia.

Passaggio a Lourdes Cari Fratelli, il nostro pellegrinaggio

a Lourdes non è semplicemente una

trasferta, un atto di consuetudine, una

passeggiata tra amici. Avviene in uno

straordinario momento della nostra sto-

ria.

Guardiamo al cammino della nostra

comunità di vita fraterna in questi 150

anni: alla sua preistoria con le ferventi e

talvolta drammatiche vicende giovanili di

Luigi Monti; al suo sorgere tra i letti

dell’antico ospedale romano di Santo

Spirito; al suo accidentato sviluppo ini-

ziale all’ombra del Cupolone michelan-

giolesco, tra slanci e incomprensioni,

fino al riconoscimento dell’autorità cari-

smatica del Fondatore. Senza, tuttavia,

che egli potesse mai vedere “il compi-

mento” della sua opera, poiché così ci

insegna la fede cristiana. (…)

Il pellegrinaggio rappresenta la figu-

ra più espressiva del nostro camminare

lungo la temporalità alla ricerca di un

senso della storia. Andare a Lourdes è

un percorso a ritroso per risalire alle no-

stre sorgenti. È anche un punto di svolta

per nuove partenze. Da notare la conco-

mitanza tra le apparizioni mariane di

Lourdes e l’arrivo a Roma di Luigi Monti,

nel 1858, per fare i primi passi della

Congregazione. L’Immacolata rappresen-

ta il modello spirituale per ispirare un

itinerario di liberazione.

Luigi Monti, nella sua spontanea a-

zione missionaria nel mondo, non certo

intellettualistica, manifestò un evidente

rifiuto d’una visione individualistica della

spiritualità. Al punto di raccogliere attor-

no a sé gli amici della “Compagnia” per

un programma di vita comunitaria. Non è

marginale che lo spazio in cui si svolge

la sua azione è prevalentemente la casa,

spazio tradizionalmente legato

all’intimità, che a questo punto non è più

solamente privato. Diventato comunita-

rio e perfino cultuale la casa è luogo

sovversivo dove si svolge la vita dei cre-

denti. La conferma ci viene dalla violenta

reazione delle istituzioni - la polizia,

l’autorità parrocchiale - nei confronti di

Luigi e dei suoi amici. Ci auguriamo che

la prossima disponibilità della casa nata-

le del Fondatore in Bovisio, per la nostra

Congregazione divenga un segno, affin-

ché anche da lì possiamo ispirarci al Bea-

to per sostenere il “lungo e sofferto itine-

rario spirituale e insieme il faticoso a-

vanzare di un’idea nuova e originale nel

dedalo dei problemi posti dalla situazio-

ne civile ed ecclesiale del suo tem-

po” (Carlo M. Martini su Luigi Monti). (…)

Ritengo di poter dire che la Congre-

gazione ha un “magazzino” ben forni-

to e che le diverse culture potranno posi-

tivamente contaminarsi per affrontare le

sfide del tempo presente. In molti popoli

il senso religioso è vivo e intenso. Essi

avranno un ruolo importante nella nuova

evangelizzazione. Ne potremo tutti bene-

ficiare. Non mi sottraggo, tuttavia, dal

richiamare i nuovi religiosi montiani

dal tenersi lontani dagli “ismi” che mi-

nacciano le loro culture e generano pro-

blemi anche nelle nostre comunità di vita

fraterna: fondamentalismo, tribalismo,

spiritualismo, formalismo, clericalismo...

Papa Francesco ha inviato ai cristiani

della Chiesa cattolica un’esortazione co-

raggiosa denominata Evangelii Gau-

dium: in essa - tranne un accenno en

passant che per la verità non ci fa onore

(n. 100) - non dice nulla della vita religio-

sa in senso stretto. Eppure, in concomi-

tanza, ha lanciato un’iniziativa di grande

portata che manifesta la sua vera sensi-

bilità di Pastore. Mi riferisco all’indizione

dell’Anno della Vita consacrata, che

inizierà il 30 novembre 2014 (prima do-

menica d’Avvento) e terminerà il 2 feb-

braio 2016 (Giornata mondiale della vita

consacrata). Francesco conosce bene

valori e difficoltà di questa componente

della Chiesa. Sa che, pur nella crisi che

attraversa, essa rimane un’esperienza

vitale per la missione del Vangelo nella

storia.

Cari Fratelli, nell’inviare il programma

dell’evento di Lourdes desidero chiedere

a ciascuno di sintonizzarsi su questo

“canale” di comunicazione spirituale:

evitiamo che il messaggio si perda tra i

rumori che disturbano la nostra attenzio-

ne. Le comunità si uniscano anche a

distanza; i Fratelli in autorità promuo-

vano incontri di preghiera nei giorni del

pellegrinaggio. Ciascuno si disponga

come se dovesse iniziare un nuovo cam-

mino: alleggerisca il fardello per cammi-

nare spedito, abbandoni le reti per dare

subito risposta ad una seconda chiamata,

anticipi le scelte di coloro che dovranno

prendere decisioni. “Quello che Egli vi

dirà, fatelo!”. Ci aprano la strada gli am-

malati e i ragazzi più bisognosi, che a-

vremo sempre tra noi.

Lourdes, 24 maggio 2014

Vostro, fr. Ruggero

Anno

Mariano

2013-2014

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 15: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore

Sabbia Una caletta piccola, ma accogliente: arrivano onde più o meno intense e lambi-

scono la sabbia fino quasi a farla scomparire durante l’alta marea;

l’accarezzano all’ora della bassa.

Io sono quell’insieme di minuscoli sassolini; frammenti di roccia sbriciolatasi

negli anni sotto l’azione del vento o delle tempeste: valgo poco, ma posso es-

sere rifugio temporaneo, per zattere in cerca di un porticciolo.

Sono terra inconsistente: brucio, se il sole m’incendia o posso essere umida,

salata da lacrime non trattenute e condivise.

Solo i bimbi possono illudersi di usarmi per costruire il più bel castello senza

fondamenta.

Talvolta il luccichio di frammenti di bottiglia sembra parte di un tesoro antico,

ormai senza valuta.

Gusci di conchiglie tintinnano come nacchere, scaraventati da una tempesta

improvvisa ; non mancano rifiuti di materiali non biodegradabili.

Eppure...

Terra, fango, deserto che può fiorire, sabbia o spiaggia: in tutte le tue forme

sei stata usata da Colui che tutto può in un miracolo vivente.

Canto col poeta non divino, ma pur sempre artista: ”Ti voglio cullare, cullare,

posandoti sull’onda del mare, legata d un granello di sabbia...”

E lasciandomi guidare dal Creatore, mi lascio plasmare e mi offro col Suo aiu-

to, come sabbia povera, ma fertilizzata dall’Oceano, facendomi carezza.

Solo se la Tua mano mi guida: naufraga salvata, per naufraghi in cerca di Te:

spiaggetta nascosta, ma rifugio provvidenziale per gustare la pace e ritrovare le

forze necessarie.

E poi riprendere a navigare, insieme, lasciandoci trasportare verso l’unico Por-

to sicuro.

SIL

La

Giovinezza

dei vecchi

Una caletta

piccola, ma

accogliente:

arrivano onde

più o meno

intense e

lambiscono la

sabbia fino

quasi a farla

scomparire

durante l’alta

marea;

l’accarezzano

all’ora della

bassa.

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Page 16: Qui ho posto il cuore luglio 2014

P A G I N A 1 6 qui ho posto il cuore

Giocando con Dio Mi è stato chiesto di scrivere qual-

cosa per QPC, suggerendomi un titolo

impegnativo e imbarazzante:

“Giocando con Dio”. Scherzi? dicevano i

miei nonni. Scherza coi fanti e lascia

stare i Santi e, rievocando i passi dal

libro dei Proverbi, mi ripetevano: Il Si-

gnore mi ha creato all'inizio della sua

attività, prima di ogni sua opera.

Quando non esistevano gli abissi, io fui

generata, quando fissava i cieli, io ero

là, quando disponeva le fondamenta

della terra, io ero con lui come archi-

tetto ed ero la sua delizia ogni giorno,

dilettandomi sul globo terrestre, po-

nendo le mie delizie tra i figli dell'uo-

mo.

Ho ripensato alla bellezza di quel

passo, l’ho ripreso, letto e riletto. Con

l'aiuto del commento di Ravasi ho sco-

perto, dopo decenni di catechismo, di

sante Messe, di confessioni e comunio-

ni, che:

a) la sapienza è la prima cosa crea-

ta e in-creata, perché era già nella

mente di Dio;

b) la sapienza è l'architetto di Dio

che costruisce la cattedrale dell'essere,

nella quale l'uomo s’aggira come pelle-

grino stupito;

c) la creazione, di cui noi conoscia-

mo una piccolissima parte, è un mera-

viglioso gioco di Dio, in cui la sapienza

diventa progetto attuato, che com-

prende il divino e l’umano.

Dio, creandoci, ha voluto giocare.

Questo stesso gioco (diciamo il genio)

lo ammiriamo nelle opere d'arte, dalla

pittura di Michelangelo alla poesia di

Dante. E la creazione dell'uomo,

dell’unico essere in possesso di una

particella di Sapienza, non poteva non

avvenire, così da dimostrare l'onnipre-

senza e l'imprescindibilità del Creato-

re.

È questa la risposta che aspettavo

da anni?, da quando sono entrato in

crisi, osservando e criticando quel che

accade nel mondo (guerre, olocausti,

genocidi) e nello strapotente apparato

politico? Giocando mi chiedevo

(Sant'Agostino e i Padri mi perdonino):

“O mio Dio, ci sei? Dove sei? Come sei?”

Forse sono domande scontate e la

risposta che viene da dentro non può

essere che questa: sì, Dio c’è ed è uno;

ma… è lo stesso Dio dei mussulmani,

degli ebrei, di quelli dello Zambia? E

qui, altro interrogativo: quelli che non

hanno sante messe, comunioni, con-

fessioni, ecc., si salvano dall’inferno?

Perché il Signore nulla ci dice a propo-

sito?

E allora è proprio questo che costi-

tuisce la fede, credere, credere e cre-

dere, poiché è impossibile penetrare il

mistero del Creatore. La fede, però, è

del tutto cieca o possiamo carpire

qualcosa che la sostenga, che la certifi-

chi? Sì, mi rispondo: è la coscienza che

è in noi.

Come si fa a non credere? Gli atei

come giustificano quel qualcosa che

consente loro di ragionare, di gioire, di

immaginare, di credere nelle cose, pur

senza arrivare a conoscere come real-

mente siano? Lo stesso accade con il

mistero di Dio. La ragione riesce a ca-

pire che non è possibile la conoscenza

profonda delle cose e che quella di Dio

è ancor più inaccessibile.

Atei e non-credenti pensano che

tutto sia materia in evoluzione, nata da

un’infima parte di roccia che il big-

bang sprigionò nell’universo e poi

l’evoluzione ha fatto il resto. Sì - dico

io - ma quell’infima “nano-sostanza

invisibile” che cosa è? Chi è? Non è es-

sa lo spirito del Creatore che

l’evoluzione ha condotto dai manufatti

degli ominidi all’arte, alla scienza, alla

musica, al pensiero, alla molteplicità

dei mondi? Quando noi siamo tristi o

allegri, ridiamo o piangiamo, sentiamo

un dolore o un piacere che vanno al di

là del corpo… noi sentiamo che questo

è spirito e non può essere confinato

alla materia.

La certezza è che Dio esiste: è Pa-

dre che ci ha creati, che ci guida lungo

i sentieri della vita, al di là degli appa-

rati edificati dall’uomo, al di sopra di

ciò che tocchiamo.

Viva e rassicurante è l’invocazione

di Charles de Foucauld: Padre mi ab-

bandono a Te, fa’ di me ciò che ti pia-

ce. Qualsiasi cosa tu faccia di me, Ti

ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto

tutto, purché la tua volontà si compia

in me e in tutte le tue creature: non

desidero nient’altro, mio Dio, perché ti

amo.

Giocando

con Dio

Le domande che

sempre ci facciamo

ed alle quali non

troviamo risposta

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4

Di Raffaele Greco

Page 17: Qui ho posto il cuore luglio 2014

Nel Cuore della Carità Montiana

QUI HO POSTO IL CUORE

Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione

Hanno collaborato per questo numero:

Aurelio Mozzetta, Penelope Pitti, Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Hna Lau-

ra, Hna Marta, Osa, P., Fratel Rolando, Giovanni, don Rino Pistellato, SIL, Suor

Maria, BDD, I cercatori di Dio, Fratel Ruggero, Raffaele Greco, Raffaele Mugio-

ne.

Direzione: Via San Giacomo, 5

21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:

[email protected]

sito web: www.padremonti.org

(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è

realizzato da volontari)

Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno

Orario delle Celebrazioni del Santuario

GIORNI FERIALI

6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)

7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)

9.00 Santa Messa

18.50 Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI

8.30 Lodi del Mattino

9.00 Santa Messa

19.00 Santa Messa

SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO

P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio

P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

A N N O I I I , N U M E R O 2 7 – L U G L I O 2 0 1 4