Qui ho posto il cuore novembre 2013

17
E arrivò il decimo anno. Velocemente e senza sconti. Dieci anni dalla beatificazio- ne di Luigi Maria Monti mi sorprendono, scuo- tono la memoria asso- pita e disturbata dall’alone del pregiudi- zio che incombe sulla mia Congregazione. Dieci anni e sembrano un secolo, come un lontano parlare di una terra arida. Dieci anni racconta- no la carità di uomini e donne dietro un sogno carismatico. Luigi Monti continua a scrivere pa- gine di eroismo. Noi, però, siamo distratti da clamore, emotività, pre- visioni di futuro. Che fine faremo?... e giù, con la costruzione di scenari possibili, condi- zionati da processi mentali disumanizzanti. È come restare paralizzati dentro un varco senza riuscire ad andare indietro o avanti. L’attesa to- glie le forze necessarie a sognare ed osa- re. Eppure, dieci anni di nostra vita inca- sellano eventi e grazie straordinarie, se- gni della bontà divina e dell’assistenza amorevole della Madre, del silenzioso San Giuseppe, dell’umile servitore Luigi Mon- ti. Questa semina graziosa appare lonta- na, come se i doni fossero stati affidati ad altri, come se ogni abbraccio si sia mac- chiato di sangue, per guerre insane e dia- boliche. E le parole sono diventate aride, sabbiose, infuocate di rabbia, l’amore trasformato in rivendicazione e giustizia punitiva. Eppure, dieci anni non sono passati invano. Quel giorno pieno di sole descrisse un even- to storico, un passaggio miracoloso, una grazia invocata e immeritata. Siamo stati fatti “figli nel Figlio” attraverso un “figlio della terra”. E noi impastati di terra abbia- mo assorbito quell’acqua che sgorga- va dalla sorgente: “Vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua... Quelle acque, dove giungono, risanano” (Ez 47,1.9). Eppure, dieci anni han- no scritto pagine di be- ne sulle terre incolte del mondo. E noi ci siamo e continuiamo a starci, come Maria sotto la croce, in piedi. Il tempo della risurrezione attraversa il silenzio, il buio e lo scoraggiamento del sepolcro. Solo chi porta la croce è degno di arrivare alla beatitudine del servo fede- le, al premio della gloria. Solo chi si fa discepolo del vangelo conosce il percorso e le condizioni: la santità sfida l’umiliazione e la persecuzione, il giudizio dei benpensanti e di coloro che dalla stra- da insultano. Non spaventa stare sotto la croce; spaventa fuggire, restare soli, rin- chiudersi dentro un cenacolo che rischia di farsi memoria di qualcosa che non c’è più. E arrivò il decimo anno SOMMARIO: Editoriale 1 Luigi M. Monti e dintorni 3 Una preghiera per… 4 Preghiere per le vocazioni 4 Con Maria, come Maria 5 Parole mon- tiane 5 Glossolalie 6 Vita di Fami- glia 7-8 Forse non tutti sapevate 9 I Vostri mes- saggi 10 Il Mio grazie a Padre Monti 10 La Porta aper- ta 11 Riconoscere vocazioni 12 Nelle mani di un amore più grande 13 Anno mariano CFIC 14 La Giovinezza dei vecchi 15 La nostra chiesa nonni 16 DATA Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno II n. 19 NOVEMBRE 2013 SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTISARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437 e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe di Aleandro Paritanti L’Editoriale Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo! Segue a pag. 2

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Il periodico dell'Istituto Padre Monti di Saronno

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Page 1: Qui ho posto il cuore novembre 2013

E arrivò il decimo anno. Velocemente e

senza sconti. Dieci anni dalla beatificazio-

ne di Luigi Maria Monti

mi sorprendono, scuo-

tono la memoria asso-

pita e disturbata

dall’alone del pregiudi-

zio che incombe sulla

mia Congregazione.

Dieci anni e sembrano

un secolo, come un

lontano parlare di una

terra arida.

Dieci anni racconta-

no la carità di uomini e

donne dietro un sogno

carismatico. Luigi Monti

continua a scrivere pa-

gine di eroismo. Noi,

però, siamo distratti da

clamore, emotività, pre-

visioni di futuro. Che

fine faremo?... e giù,

con la costruzione di

scenari possibili, condi-

zionati da processi

mentali disumanizzanti. È come restare

paralizzati dentro un varco senza riuscire

ad andare indietro o avanti. L’attesa to-

glie le forze necessarie a sognare ed osa-

re.

Eppure, dieci anni di nostra vita inca-

sellano eventi e grazie straordinarie, se-

gni della bontà divina e dell’assistenza

amorevole della Madre, del silenzioso San

Giuseppe, dell’umile servitore Luigi Mon-

ti. Questa semina graziosa appare lonta-

na, come se i doni fossero stati affidati ad

altri, come se ogni abbraccio si sia mac-

chiato di sangue, per guerre insane e dia-

boliche. E le parole sono diventate aride,

sabbiose, infuocate di rabbia, l’amore

trasformato in rivendicazione e giustizia

punitiva.

Eppure, dieci anni non

sono passati invano.

Quel giorno pieno di

sole descrisse un even-

to storico, un passaggio

miracoloso, una grazia

invocata e immeritata.

Siamo stati fatti “figli

nel Figlio” attraverso un

“figlio della terra”. E noi

impastati di terra abbia-

mo assorbito

quell’acqua che sgorga-

va dalla sorgente: “Vidi

che sotto la soglia del

tempio usciva acqua...

Quelle acque, dove

giungono, risanano” (Ez

47,1.9).

Eppure, dieci anni han-

no scritto pagine di be-

ne sulle terre incolte del

mondo. E noi ci siamo e

continuiamo a starci,

come Maria sotto la croce, in piedi.

Il tempo della risurrezione attraversa il

silenzio, il buio e lo scoraggiamento del

sepolcro. Solo chi porta la croce è degno

di arrivare alla beatitudine del servo fede-

le, al premio della gloria. Solo chi si fa

discepolo del vangelo conosce il percorso

e le condizioni: la santità sfida

l’umiliazione e la persecuzione, il giudizio

dei benpensanti e di coloro che dalla stra-

da insultano. Non spaventa stare sotto la

croce; spaventa fuggire, restare soli, rin-

chiudersi dentro un cenacolo che rischia

di farsi memoria di qualcosa che non c’è

più.

E arrivò il decimo anno S O M M A R I O :

Editoriale 1

Luigi M. Monti

e dintorni

3

Una preghiera

per…

4

Preghiere per

le vocazioni

4

Con Maria,

come Maria

5

Parole mon-

tiane

5

Glossolalie 6

Vita di Fami-

glia

7-8

Forse non

tutti sapevate

9

I Vostri mes-

saggi

10

Il Mio grazie a

Padre Monti

10

La Porta aper-

ta

11

Riconoscere

vocazioni

12

Nelle mani di

un amore più

grande

13

Anno mariano

CFIC

14

La Giovinezza

dei vecchi

15

La nostra

chiesa nonni

16

D A T A

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti

Anno II — n. 19 NOVEMBRE 2013

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437

e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti

EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0

presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO

Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

di Aleandro Paritanti L’E

ditoriale

Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Segue a pag. 2

Page 2: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 2 qui ho posto il cuore

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

E arrivò il decimo anno Proprio nel cenacolo,

invece, si celebra la fe-

sta della Risurrezione e

la discesa dello Spirito.

Irrorati da fiammelle di

fuoco, scossi da vento

impetuoso, animati da

preghiera unanime, con

Maria e la Chiesa, apria-

mo le porte, e con Pie-

tro riconosciamo: non

ho né argento né oro,

ma quello che ho te lo

do: nel nome di Gesù

Cristo il Nazareno, alza-

ti e cammina! (Atti 3,6).

Al Dio della Vita e a

quanti abitano il Cielo

chiedo un po’ di sole,

un nuovo giorno ricco di

stimoli e dell’armonia

che rimette in pace

mente e cuore, azione e

preghiera, sogno e co-

munione fraterna.

Tocca a te, Beato

Luigi Maria, scomodare

il Cielo per noi. Un po’

d’acqua di sorgente

puoi lasciarla scorrere

nei nostri solchi inaridi-

ti: dove trovi residui

ingombranti, aumenta

la gittata e libera la no-

stra vita

con deci-

sione;

dove tro-

vi terra

buona,

irriga il

seminato

con la

dolcezza

della

pioggia

ristoratri-

ce.

E dato

che ci

sei, forni-

sci i tuoi

figli di

strumen-

ti nuovi e

utili per

vivere e

per lavo-

rare, per guadagnare

il pane e per sorride-

re a sera con la soddi-

sfazione d’aver fatto

quello che era possi-

bile fare. E se ti ac-

corgi che il peccato

resta, coprilo col tuo

mantello, donaci fidu-

cia nella misericordia

di Dio, e rendici capa-

ci di continuare a canta-

re l’inno della ricono-

scenza a Colei che è

Madre nostra Immacola-

ta.

Grazie a te, Luigi, padre e generatore di figli. Ora guarda giù, al nostro affanno terreno, e torna tra noi, nella tua terra, e restaci per confortarci ancora, pellegrini del nostro tempo.P. Aleandro

>>> segue dalla

prima pagina

Page 3: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 3

La Tomba del Beato

Monti nella Cripta del

Santuario di Saronno

L’irruenza della

carità al servizio

degli ammalati: la

storia di Fratel

Cipriano Pezzini,

un uomo buono.

qui ho posto il cuore

Luigi

Maria e

dintorni

Cipriano, un buono Nel mondo ci sono tante

persone, tutte con un loro

personale carattere, buoni o

cattivi con tante variabili. A

volte ne incontri alcune dav-

vero molto buone, ma, pur-

troppo, la loro stessa gene-

rosità li acceca. Finiscono

con creare dei

nuovi proble-

mi.

Descrivia-

mo uno di

questi: fratel

Cipriano Pez-

zini.

Nato a Cre-

mona nel

1817 da una

famiglia di

discrete possi-

bilità, è intelli-

gente, possie-

de buona cul-

tura e voglia

di fare. Arden-

te, di grande carità, è subito

pronto a spendersi per gli

altri. Nel 1846 lo troviamo

tra le file della Pia Unione

dei Fratelli Ospitalieri della

Carità a Cremona. Sono un

gruppo di giovani che, attor-

no alla bella figura di quel

sant’uomo di Mons. Fernan-

do Manini, hanno deciso

rivolgere la loro carità verso

gli ammalati giacenti

nell’Ospedale della città.

Cipriano si fa notare per

l’impegno e la competenza

nell’assistere il malato. È

stimato e, di fatto, assume il

ruolo di leader. Purtroppo le

cose non vanno molto bene,

i suoi compagni dopo un

primo momento di euforia

stentano a mantenere alto il

profilo e Cipriano s’indigna.

Inizia a rimproverare, anche

aspramente, richiamandoli

all’impegno promesso, a

migliorare. Questo suo mo-

do, benché rivolto a un sano

fine, è molto irritante. Poi,

una serie di disavventure

anche amministrative, fanno

passare il governo della Pia

Unione ai Padri Camilliani.

Egli non ci sta. Si allontana,

cerca nuove strade. La carità

gli brucia dentro.

Don Luigi Dossi a Brescia

era alla ricerca di qualcuno

con cui costituire un nuovo

istituto ospedaliero. Un col-

loquio con la santa suor Ma-

ria Crocefissa di Rosa fa

emergere il nome del Pezzi-

ni.

I due si incontrano, si

capiscono e il Dossi sogna

una nuova congregazione di

frati infermieri.

Un primo tentativo nella

stessa Brescia, per incom-

prensione dei dirigenti, falli-

sce. Tuttavia sono presto

chiamati dall’Ospedale di

Bergamo. Cipriano, insoffe-

rente alle attese - il Dossi

infatti voleva reclutare fra i

suoi giovani qualcuno dispo-

sto a questa forma caritativa

e questo chiedeva tempo -

si presenta da solo a Berga-

mo. Più tardi chiamò qual-

che suo vecchio compagno

cremonese. È gente poco

fedele. Eccolo nuovamente

solo. Chiese aiuto al Dossi.

Con qualche giovane

brianzolo, il Pezzini riprese

il suo operare a Bergamo.

Sembra ingranare bene.

Cipriano si fa forte, doman-

da al Vescovo il riconosci-

mento ecclesiastico del na-

scente istituto. Per spianare

la strada, chiede aiuto al

cappellano dell’Ospe-

dale, un cappuccino.

Questi non aveva per

nulla fiducia nelle capaci-

tà del Pezzini e lo contra-

sta furbescamente. Pro-

pone così al Vescovo di

inglobare quei giovani

nei Terziari Fran-

cescani. Una bel-

la confusione!

Cipriano reagisce

a modo suo. I

rapporti con

l’ospedale, gra-

zie anche alle

subdole manovre

del Padre Cap-

puccino, si inaci-

discono, sino

all’inquieto ab-

bandono dei gio-

vani. Si deve ri-

tornare dal Dos-

si. Quest’ultimo

a sua volta capi-

sce che Cipriano Pezzini

non è uomo adatto alla

formazione di un nuovo

istituto. È troppo genero-

so, troppo buono, trop-

po irruente, troppo esi-

gente, per un compito

importante e delicato.

Decide di mettere Luigi

Monti a capo di questa

complicata faccenda.

Cipriano ancora una

volta anticipa. Riesce a

strappare al Dossi

l’autorizzazione di un

viaggio a Roma. Lì deve

cercare la possibilità di

insediarsi in uno degli

grandi Ospedali Romani.

Vende tutto quello

che ha e parte.

Un caratterino questo

Cipriano! Solo una cer-

tezza: è un uomo buono.

Non temere

Marco

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 4: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 4

Una

preghiera

per...

qui ho posto il cuore

PER CHI NE HA BISOGNO: - Per la famiglia di N., una

preghiera davvero "speciale",

come loro chiedono, per il

periodo "faticoso" che sta

attraversando. Siamo vicini.

E siamo certi che il beato

Luigi Maria vi porta per ma-

no. Coraggio!

PER I PIU’ GIOVANI: - per il piccolissimo Danie-

le, nato da pochi giorni, che

fa tanta fatica a “mettere in

moto” la vita… dai, piccolo,

ce la fai di sicuro, noi siamo

con te e per te!

PER I MALATI: il beato

Monti interceda per loro: - Giorgio, 16 anni, che

deve subire un delicato in-

tervento al cervello.

- per mamma Antonia,

inferma ormai da anni: che il

Signore compia la Sua volon-

tà!

- per Eva L., insegnante al

“Father Monti Shelter Home”

di Quezon City, Manila

(Filippine), alla quale era

stato riscontrato un tumore,

morta il 7 ottobre.

- Sr. Gisella, sorella di P.

Giuseppe Pusceddu, morta

l’8 ottobre, dopo lunga ma-

lattia.

- per Kurian, il papà di P.

Mathew Kalliyadiyil, superio-

re della comunità di Arco

(TN), morto in Kerala all’età

di 82 anni.

- per Enzo e Antonietta,

per i quali avevamo molto

pregato a sostegno della loro

lotta contro il tumore. Alla

fine, non ce l’hanno fatta,

sono tornati alla casa di

tutti. Il Padre li accolga con

braccia grandi d’amore.

Noi Ti cerchiamo Preghiera

per le

vocazioni

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

PER I DEFUNTI: - per Elisabetta, 42 anni, che

la sorella gemella ha trovato

morta in casa per un improvvi-

so infarto, lo scorso 3 ottobre.

Il Signore consoli soprattutto il

papà, anziano e malato.

Signore, noi ti cerchiamo e desideriamo il tuo volto,

fa' che un giorno, rimosso il velo, possiamo contemplarlo.

Ti cerchiamo nelle Scritture che ci parlano di te

e sotto il velo della sapienza, frutto della ricerca delle genti.

Ti cerchiamo nei volti radiosi di fratelli e sorelle,

nelle impronte della tua passione nei corpi sofferenti.

Ogni creatura è segnata dalla tua impronta,

ogni cosa rivela un raggio della tua invisibile bellezza.

Tu sei rivelato dal servizio del fratello,

al fratello sei manifestato dall'amore fedele che non viene meno.

Non gli occhi ma il cuore ha la visione di te,

con semplicità e veracità noi cerchiamo di parlare con te.

(Dalla liturgia di Bose)

Crocifisso. Vetta

“Rasciesa” 2285 m

(Val Gardena)

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 5: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 5

Maria di Nazareth vive

una rottura con quello

che poteva essere lo svol-

gimento della vita norma-

le di una ragazza del suo

tempo come lei.

Dopo la Resurrezione,

però, questa esperienza

per sé traumatica rimargi-

na le ferite di ogni rottu-

ra, perché Maria diventa

consapevole di aver colla-

borato alle promesse divi-

ne fatte dai Profeti.

Il consacrato, con la

scelta vocazionale, vive

una rottura con il mondo

esterno.

La prima rottura è il

distacco in sé, lo staccar-

si che mette da parte, che

allontana dalla vita ordi-

naria della gente.

La seconda rottura, al

contrario, consiste nella

partecipazione alla vita

degli altri, nell’aiutarli a

riconciliarsi con Dio. Non

si parla di distacco dal

mondo come nel primo

caso, ma di aiuto attivato

in favore degli altri: in

altre parole, riuscire (ed

aiutare altri a riuscirvi!) a

diventare coeredi di un'u-

nica eredità, Cristo Gesù.

È come se il mondo si

fosse distaccato da Dio e

il religioso, che è inserito

nel mondo, con la propria

scelta vocazionale si di-

stacca da esso per

“tonare” a vivere con Dio;

il passo successivo è

quello di aiutare altre per-

sone a farlo.

L’iniziativa del movi-

mento di distacco e ricon-

ciliazione è di Dio, ma

ognuno deve partecipare

alla realizzazione di que-

sto immenso progetto di

Salvezza. In tal modo, si

capisce meglio che la rot-

tura non è legata al pec-

cato quanto all’umiltà di

quelli che si staccano dal

mondo per vivere con

Dio.

La nostra scelta di

vita è rottura con la

normalità delle nostre

culture, delle nostre fa-

miglie e anche dei nostri

sogni d’infanzia. Essere

fedeli a questa chiama-

ta è lavorare per una

vera riconciliazione in

Dio con noi stessi e con

le nostre culture e fami-

glie. Come Maria, la no-

stra riconciliazione sarà

nella nostra salvezza e

in quella degli altri.

P. Emmanuel Mvomo

Con

Maria,

come

Distacco dal

mondo per

vivere con Dio

riportando

l’uomo a Dio

in umiltà e

carità.

Come Maria,

la nostra

riconciliazione

sarà nella

nostra

salvezza e in

quella degli

altri.

qui ho posto il cuore

Venite a me voi tutti … ed io vi solleverò Suole Iddio talvolta mettere a dura prova la

fedeltà de’ suoi servi, ma non abbandona! Che

anzi Egli stesso ci invita a ricorrere a Lui nel

tempo dell’afflizione con quelle dolci parole:

“venite a me voi tutti che oppressi gemete sot-

to il peso dell’avversità, ed io vi solleverò”.

Preghiamo adunque, preghiamo fervorosa-

mente, facendosi ora sentire più che mai il

bisogno della preghiera anche pel nostro isti-

tuto.

(BLM, Lettera Circolare del 24 agosto 1889)

Le Parole

montiane

L’esperienza di rottura e di riconciliazione

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 6: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 6

Ho dato alla luce undici religiosi

SANGMELIMA COME SARON-

NO

Guardando Saronno - Casa ma-

dre, santuario, scuola e poliam-

bulatorio - noi dalla lontana

città di Sangmelima in Came-

run, ci sentiamo orgogliosi per-

ché anche noi siamo “Casa Ma-

dre” in Africa, con un santuario,

un noviziato, un college, un

dispensario ed un lebbrosario.

Anche noi vogliamo curare tut-

to l’Uomo!

Ci sentiamo pienamente mon-

tiani, braccia dell’Immacolata,

tese per l’uomo, in tutte le si-

tuazioni.

Viviamo

del nostro

lavoro,

delle no-

stre galli-

ne, dei

maiali e

dei frutti

che dalla

terra riu-

sciamo a

trarre.

Facciamo

fatica, è

vero, co-

me tutti i

poveri,

ma la nostra povertà è garanzia

e forza. E noi sappiamo che il

Beato Monti veglia e guida.

Dall’inizio della fondazione nel

nostro continente, Sangmelima

è la culla della famiglia montia-

na africana. Da questa comuni-

tà sono nate tante vie di salvez-

za per l’uomo - spiritualità,

educazione, formazione religio-

sa e salute dei malati. Da San-

gmelima sono partiti missionari

per cinque Paesi africani, così

come dalla Casa Madre

di Saronno sono partiti

tanti Fratelli per i cinque

continenti.

A Saronno, il santuario

con la tomba del Fonda-

tore è culla spirituale

della Congregazione; il

santuario mariano a San-

gmelima si propone co-

me culla spirituale della

Congregazione in Africa.

È vero che la tomba del

Fondatore non c’è e nep-

pure c’è una qualche

apparizione mariana, ma

Dalle

Comunità di

Padre Monti

nel mondo

qui ho posto il cuore

noi assistiamo qui a San-

gmelima all’incontro tra

amore e miseria umana.

Sì! L'Immacolata, tramite

Fr. Clemente Maino il

Dokita, P. Francesco Ca-

valieri, Fr. Abbondanzio

Millefanti, P. Sergio Iane-

selli e tanti altri, ha visi-

tato questa nostra terra

e merita di essere vene-

rata in questo luogo.

Così, come Saronno,

saremo anche noi referi-

mento degli spiriti. San-

gmelima è la nostra ma-

dre africana.

Cronache di un

noviziato-madre,

di undici

professioni e

d’un pollaio

in Camerun

Salve Padre. Domenica scorsa ho dato alla luce 11 religiosi. Li affido a Dio ed alla

Congregazione. GRAZIE DI TUTTO. Ne ho ricevuti altri 10.

(dalla lettera di P. Emanuel, Maestro dei Novizi, il giorno della prima professione di 11

nuovi religiosi e dell’accoglienza in noviziato del successivo gruppo di 10 giovani)

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Page 7: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 7

P. Joel Saballa, cfic, a Manila, su RADIO VERITAS, lancia la devozione al Beato

Luigi Maria Monti a livello nazional-internazionale, per le Filippine e regioni limi-

trofe.

Fr. Aldo Genova, cfic, su RADIO MATER, Erba (Italia), ogni quarto martedì del

mese, ore 21, trasmette “L’alfabeto della Carità. Alla scuola del Beato LMM”, oltre

che un’apprezzato programma sulla problematica psicopedagogica degli adole-

scenti (“Lavori in corso”).

Fr. Gioacchino Santoro, cfic, edita a Foz do Iguaçu il bellissimo bollettino SEM

FRONTEIRAS, coinvolgendo gli adolescenti-giovani del CAIA ed i Coroinhas “Frei

Bonifacio Pavletic” (chierichetti).

In Argentina il musical “El carpintero de Dios”, sceneggiatura teatrale della vita

di Padre Monti, sta riscuotendo notevole successo ad ogni rappresentazione ese-

guita.

A Merida, Messico, si indice il Primo Concorso di Canto Inedito sulla vita e

l’opera del Beato Monti.

MI PARE UNA EFFERVESCENZA STRAORDINARIA che trasmette messaggio e paro-

la tramite la tecnologia, evangelizzazione attualizzata. Anche noi di QPC ne fac-

ciamo parte, e ne siamo orgogliosi.

Viva Padre Monti… se lo merita proprio !!!

P. Joel Saballa,

cfic, a Manila, su

RADIO VERITAS,

lancia la

devozione al

Beato Luigi Maria

Monti a livello

nazional-

internazionale,

per le Filippine e

regioni limitrofe.

Fr. Aldo Genova,

cfic, su RADIO

MATER, Erba

Italia), ogni

quarto martedì

del mese, ore 21,

trasmette

“L’alfabeto della

Carità. Alla

scuola del Beato

LMM” .

qui ho posto il cuore

RADIO, TEATRO ed altre STRADE

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Page 8: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 8

Mountian volunteers Vita di

famiglia

qui ho posto il cuore

A SARONNO

Danza etnica per il

proprio si a Dio

Ha preso il via il

terzo ciclo di

incontri

“Per una primavera

montiana”

IL PROGETTO MONTIAN VOLUNTEERS

si rivolge a giovani (18-35 anni) che

vogliano dedicare parte della vita per

aiutare i più deboli. Si propone

l’esperienza di volontariato in una

Comunità CFIC nel mondo, tramite

giornate di impegno, conoscenza

apostolica, visite guidate, iniziative

di vario tipo (spirituale, di preghiera,

oratorio, animazione, sistemazione,

logistica, accompagnamento…). I

volontari vivranno insieme alla comu-

nità religiosa la preghiera, i pasti e degli altri propri della vita comunitaria.

Ha preso il via, lo scorso 13

ottobre, il terzo ciclo di “PER UNA

PRIMAVERA MONTIANA. Leggiamo

i Salmi insieme a Padre Monti”,

serie di incontri di studio, riflessio-

ne e preghiera sui Salmi.

Notevole la partecipazione al pri-

mo incontro, di tanti che hanno

voluto riflettere sul salmo 122,

cercare la volontà di Dio nella sof-

ferenza, pregare sul dolore del

mondo e della vita di ognuno. Mo-

menti intensi e favorevoli allo svi-

luppo di rapporti d’amicizia, oltre

che di consonanza intellettuale e

spirituale.

Saronno, 1 ottobre. Santua-

rio del Beato Monti. I Fratelli

Valentine e Albert dopo aver

rinnovato il proprio sì a Dio,

con la professione dei voti, in-

sieme a P. Elvis improvvisano

una danza etnica in onore del

Signore della vita e di Maria,

benedetta Madre sua e Madre

nostra.

Per una Primavera Montiana (terzo ciclo – Saronno ottobre 2013 – giugno 2014)

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 9: Qui ho posto il cuore novembre 2013

Da ultimo sorvoliamo

l’Atlantico fino al BRASILE, a

gustare la bellezza dell’ IN-

FIORATA di FOZ

do IGUAÇU, realiz-

zata per il Corpus Domini, do-

menica 2 giugno.

Vocazioni: occhi aperti

P A G I N A 9

Questa volta riportiamo solo due frasi brevi, ma che parlano d’un modo d’essere,

di uno stile, di una fede professata tra le pieghe del quotidiano. Come due lampi

che illuminano l’orizzonte e fanno vedere più lontano di quel che ordinariamente

si può.

… a spulciar

gli archivi e

rimescolar le

carte della

storia,

per sapere…

qui ho posto il cuore

Due frasi brevi,

ma che parlano

d’un modo

d’essere, di uno

stile, di una fede

professata tra le

pieghe del quoti-

diano.

V edo che conviene pigliare le cose con occhi aperti e con

molta ponderazione, e poi presto risolvere.

Con gli indugi pare che le vocazioni si dileguino.

Padre Angelo TAGLIORETTI, Oblati Missionari

di San Carlo, Rho, al Padre MONTI (9 giugno 1882)

Riutilizzare carta usata

Q uante minute fece sul retro delle buste o nell’interno.

E quando gli facevo notare che non era da Superiore Genera-

le, mi chiudeva la bocca con un:

“anche troppo per chi ha fatto voto di povertà”.

(Testimonianza di P. Stanislao PASTORI)

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 10: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 1 0

Email e

lettere dal

mondo

Lettere alla Redazione Grazie per il puntuale aggiorna-

mento, sempre molto ricco di

iniziative e con tanta grazia del

Signore. Un cordiale saluto. dGP

Grazie del bollettino, sempre

molto gradito, vedo che porta

sempre un soffio di Spirito crea-

tivo e unitivo! Ti ringrazio di

aver messo un richiamo ai bam-

bini della Siria. Mai come adesso

mi sento ferita da ciò che sta

accadendo in quella regio-

ne, affettuosamente e dolorosa-

mente coinvolta nella mia pre-

ghiera. Hai ragione quando parli

del campetto di calcio... la co-

struzione della pace potrebbe

cominciare proprio da un picco-

lo sito, come un prato per gioca-

re a pallone! E poi se non donia-

mo qualcosa noi religiosi, in

modo gratuito rischiando anche

la perdita di un pò di noi stes-

si per i giovani, chi lo deve fare?

I politici sappiamo che di sicuro

non fanno anche se hanno so-

prattutto loro il compito di pre-

occuparsi per la società per inca-

rico degli elettori. Grazie anche

per il richiamo allo stile di Maria,

il bollettino tutto intero media la

vicinanza della Madre di Gesù

che, con infinita tenerezza, sem-

bra dirci senza interruzione:

Fate quello che Egli vi dirà. E

grazie anche per il "sorriso deli-

cato e simpatico" delle glossola-

lie... insomma se volessi com-

mentare il bollettino di questo

mese di ottobre che ho letto

di un fiato, ma che esige la

rilettura degli articoli densi

di spiritualità, verrebbe

troppo lungo... lascio agli

altri il resto. Nella preghiera

reciproca e sotto lo sguardo

benedicente di Padre Monti

ti saluto.

Penso faccia piacere sottoli-

neare la bella qualità di QPC

e un ringraziamento va a

tutti coloro che contribui-

scono con impegno alla sua

costruzione. Come Confra-

tello membro di questa

Comunità sento il dovere di

ringraziare e di dedicare

una preghiera particolare a

chi ha realizzato il restauro

del nostro grande Crocifis-

so: dono per P. Aurelio, ma

dono anche per noi. GRA-

ZIE. Fratel Rolando

Non ho ancora letto tutto,

ma ieri avevo quasi le lacri-

me agli occhi: non ricordavo

di aver scritto cosi la storia

di Marina... Se penso

all’articolo “Giovani disoccu-

pati e soli” (stesso argomen-

to trattato dal Tg1, proprio

ieri) ricordo quanta difficol-

tà anch’io ho sofferto; e

prego che tutti i giovani

possano trovare una mano

tesa ed una occupazione

seria... Da parte di tutti ci

vuole molta buona volontà

e tante idee per rimettersi in

gioco completamente. Ce la

possiamo fare, tutti insieme!

Lasciami anche dire che la

pagina “Glossolalie” è fantasti-

ca!

Bello quello che ha detto Papa

Francesco ieri! Chi lo sa se la

Chiesa/il vaticano riuscirà ad

essere più spirituale? Conti-

nuo ad incontrare gente che

ha lasciato la Chiesa, ma non

la fede. La mondanità nella

Chiesa distrugge tutte le buo-

ne intenzioni; solleva dubbi;

stimola gli abbandoni di per-

sone serie, dietro

l’indifferenza di molti. Fa male

davvero. I più non si accorgo-

no o non vogliono vedere, ma

chi pensa di capire qualcosa è

scosso e non entra a patti con

una Chiesa che chiede "altro",

ciò che solo il mondo può

chiedere. Stupore, meraviglia,

scoraggiamento... sogno una

Chiesa libera da sovrastruttu-

re che sappia ritrovare il vero

"cuore" della gente e rispon-

dere a dubbi e perplessità.

È proprio bello questo giorna-

lino. Complimenti! Laura

Ho ricevuto anche questo

mese la vostra bellissima rivi-

sta, dove ci sono tante cose

interessanti. Per questo voglio

ringraziarvi immensamente.

Grazie, dei preziosi spunti.

Molte grazie!

Scriveteci

a

I Vostri

mess@ggi

qui ho posto il cuore

[email protected]

Un buon padre Perché io possa essere un

buon padre per i miei figli e

un buon figlio ancora per la

mia anziana madre.

Perché possa fare per loro

tutto quello che Gesù mi do-

nerà tramite la tua preghiera

di intercessione.

Perché nel mio cammino io

possa diventare sempre più

giusto e caritatevole; e que-

sto serva a rendere me ed i

miei figli migliori ascoltatori

della Parola di Dio e delle

parole di quelli che di Dio

hanno più bisogno.

Per tutto questo ti prego e ti

ringrazio, amico mio santo!

Il mio

Grazie a

Padre

Monti

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 11: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 1 1

150 anni di vita consacrata Aleandro, Michele, Ma-

rio… così come appaiono

in foto. In tre assommano

a 150 anni di vita consa-

crata, un bel patrimonio

d’amore per Dio e per i

fratelli.

Momento tipico di festa

familiare, il ricordo della

loro prima consacrazione,

avvenuta nel lontano 1°

ottobre 1963, ha permes-

so di confermare per un

giorno in più, come per

tutti i giorni fin qui, una

decisione lontana e anco-

ra giovane, vissuta e non

ancora stanca, gioita e

sofferta e ancora in cam-

mino verso la pienezza.

50 anni di professione

religiosa, all’insegna della

gratitudine e della fidu-

cia.

Nella cappella della casa

P. Aleandro

Paritanti, P.

Michele

Perniola, Fr.

Mario Di

Leginio

festeggiano

insieme il 50°

di vita

consacrata

nell’ottobre el

1963.

qui ho posto il cuore

L’alleanza di

Dio dà senso

alla vita e

permette di

superare an-

che i cammi-

ni di difficile

salita.

provinciale in Piazza Ma-

stai, a Roma, attorno a loro

tre si sono raccolti confra-

telli, familiari e collaborato-

ri.

L’alleanza di Dio dà senso

alla vita; l’alleanza con Dio

permette di superare anche

i cammini di difficile salita,

nella certezza dell’amore

che Egli ha per ciascuno di

noi. In Lui riposano i nostri

sogni.

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Al mio arrivo all’Istituto Padre Monti di Saronno fui subito colpito da una pubblicazione che

segna, ancora oggi, il mio cammino quotidiano: “La voglia di farsi santo” di Aleandro Paritanti.

Mai avrei immaginato che quella Casa, dove ero giunto dal lontano sud per studiare, sarebbe

diventata la mia dimora per tanti anni, la mia scuola di carità e di spiritualità. Alcuni anni dopo

sentii il bisogno della cresima e lo feci consacrandomi al carisma di carità del Beato Luigi Monti

e di povertà di San Francesco. Ebbi l’onore di partecipare alla beatificazione di Padre Monti e di

collaborare poi alla promozione del suo carisma. Tutt’oggi, anche se lontano dal Santuario del

Beato Monti di Saronno, sento rinnovarsi ogni giorno quella promessa, seppure in ambito laico.

Grazie di cuore al mio maestro di Carità, Padre Aleandro, che ci ha insegnato a ricercare la

perfezione di Dio e l’Amore della Madre Immacolata nelle cose quotidiane –anche nelle asperi-

tà— per “fare straordinariamente bene le cose di ogni giorno”, come insegnatoci da Padre Mon-

ti. Grazie a Fr. Mario che, con la sua ‘delicatezza’, ci ha insegnato a rispettare nell’intimo

ogn’uno e ciascuno. Grazie a tutti i fratelli montiani per il loro carisma. Grazie agli Amici di Pa-

dre Monti che, con la loro testimonianza, contribuiscono a rendere ancora più santo il luogo

dove Padre Monti, i suoi figli spirituali e tutti noi laici (poveri della ns. umanità), cresciuti in que-

sta palestra di Carità, abbiamo posto il cuore. R.M.

Una testimonianza laica scritta con il cuore di oggi e il senno di poi...

Page 12: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore

Decisi di cercare

il Dio che ama e che

rende felici.

La Porta di Dio,

e non la porta

d’albergo, è stata

quella che mi ha

portato a vivere la

vita come dono

incommensurabile.

Rubrica a cura dei

Cercatori di Dio

La porta di Dio: dall’albergo al convento

I miei genitori erano

proprietari del più grande

albergo a quattro stelle

della mia grande città.

Dalla mia infanzia ho visto

la gente che entrava ed

usciva da quella porta, che

l’usciere apriva con grazia

e lentezza, educatamente

e puntualmente salutan-

do. Ricordo visi e fram-

menti di storie ed anche

qualche caramella per

farmi stare buona…. Sì,

potevo dire che non me la

passavo male: i miei geni-

tori erano ricchi e avevano

intenzione di passarmi la

proprietà dell’albergo.

Figlia unica e tanto amata.

Io ci avevo fatto

l’abitudine, ma dentro

non mi sentivo contenta e

non sapevo perché.

All’Università mi misi a

studiare lettere e non eco-

nomia. Prima grande delu-

sione.

Invece di stare con un

ragazzo mi trattenevo in

Chiesa a pregare. Seconda

grande delusione.

Alla fine dell’Università

decisi di entrare in Con-

vento. Terza grande delu-

sione, per dei genitori che

contavano solo su di me.

Prima di partire, donai

tutti i miei bei vestiti e

gioielli alle compagne di

università ed alle amiche.

Fu un gesto per me auto-

matico, ma che per molte

di esse divenne fonte di

riflessione e magari di un

ritorno a Dio, nella pre-

ghiera silenziosa. Non di

un ritorno in chiesa, ma di

un ritorno con il pensiero

a Dio: quel Dio tanto criti-

cato che in fondo donava

ciò che più si era deside-

rato: un vestito firmato,

un profumo importante,

un gioiello di valore…

Dopo, nella mia pre-

ghiera in convento, ho

molto pensato a ciò che è

eterno o effimero. Non

posso e non voglio giudi-

care, ma io avevo posto la

mia scala di valori altrove.

Avrei tanto desiderato che

quella gente avesse un po’

di luce, per capire che non

si trattava d’un nuovo

modo per mettermi in

mostra, ma per alleggerir-

mi del peso delle cose,

per trovare veramente

Dio. Il Dio che ama e che

rende felici.

Il convento era situato

in un grande palazzo vici-

no al Vaticano. Con le sue

grandi scalinate, mi ricor-

dava il mio albergo. Quel-

le stanze singole allineate,

anche se spartanamente

accessoriate, mi ricordava-

no il mio albergo. Eppure

ero lì, per un motivo ben

diverso ed il convento non

era un albergo. Era la casa

dove Dio aveva il primo

posto. Quelle consorelle

non erano come le ospiti

dell’albergo, che entrava-

no/uscivano senza lascia-

re traccia.

Stare lì era una ferita al

mio orgoglio, alla mia vita

d’alta società, ai miei

“altri” progetti.

Erano i superiori a de-

cidere tutto per tutti. Non

fu facile abituarmi. A di-

stanza di tanti anni, tor-

nando indietro con il mio

pensiero, oggi so che non

ho mai avuto dubbi. Era

quello che volevo. Anche

se contrastava radicalmen-

te con la volontà dei miei

genitori.

Quella porta

dell’albergo che si apriva

e si chiudeva, l’ho vissuta

anche qui. All’inizio ho

visto anche chi il convento

l’ha vissuto come un al-

bergo; ma poi, dopo un

periodo più o meno breve,

quella gente se ne è anda-

ta… Il convento mi ha

insegnato che la “Porta di

Dio” non è come quella

dell’albergo.

Anche quando tutti i

rimorsi e le domande ti

prendono dentro, la pre-

ghiera riporta in alto, ad

un Dio che non abbando-

na mai e che non tratta

come un albergatore. La

mia preghiera più forte e

sentita, soprattutto

all’inizio, era “il bene è più

forte del male”, ripetuta

incessantemente, per ore,

per giorni, per mesi…

Ho combattuto contro

me stessa, contro il mon-

do, contro il male. E non è

stato per niente facile.

Lontana dai miei affetti,

dal mio albergo, dalle

cose che possedevo.

Oggi, dopo 40 anni di

Professione, so che è stata

la decisione più giusta da

prendere. La Porta di Dio,

e non la porta d’albergo, è

stata quella che mi ha

portato a vivere la vita

come dono incommensu-

rabile.

Il molto che ho lasciato

non ha paragone con la

ricchezza interiore che ho

trovato.

Riconoscere

Vocazioni

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 13: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore

Soltanto insieme possiamo credere “La trasmissione della fe-

de, che brilla per tutti gli uomi-

ni di tutti i luoghi, passa anche

attraverso l’asse del tempo, di

generazione in generazione.

Poiché la fede nasce da un

incontro che accade nella sto-

ria e illumina il nostro cammi-

no nel tempo, essa si deve

trasmettere lungo i secoli.

È attraverso una catena

ininterrotta di testimonianze

che arriva a noi il volto di Gesù.

Come è possibile questo? Co-

me essere sicuri di attingere al

"vero Gesù", attraverso i seco-

li? Se l’uomo fosse un individu-

o isolato, se volessimo partire

soltanto dall’"io" individuale,

che vuole trovare in sé la sicu-

rezza della sua conoscenza,

questa certezza sarebbe im-

possibile. Non posso vedere da

me stesso quello che è acca-

duto in un’epoca così distante

da me. Non è questo, tuttavia,

l’unico modo in cui l’uomo

conosce. La persona vive sem-

pre in relazione. Viene da altri,

appartiene ad altri, la sua vita

si fa più grande nell’incontro

con altri. E anche la propria

conoscenza, la stessa coscien-

za di sé, è di tipo relazionale,

ed è legata ad altri che ci han-

no preceduto: in primo luogo i

nostri genitori, che ci hanno

dato la vita e il nome. Il lin-

guaggio stesso, le parole con

cui interpretiamo la nostra vita

e la nostra realtà, ci arriva

attraverso altri, preservato

nella memoria viva di altri.

La conoscenza di noi stessi

è possibile solo quando parte-

cipiamo a una memoria più

grande. Avviene così anche

nella fede, che porta a pienez-

za il modo umano di compren-

dere. Il passato della fede,

quell’atto di amore di Gesù che

ha generato nel mondo una

nuova vita, ci arriva nella me-

moria di altri, dei testimoni,

conservato vivo in quel sogget-

to unico di memoria che è la

Chiesa.

La Chiesa è una Madre che

ci insegna a parlare il linguag-

gio della fede. San Giovanni ha

insistito su quest’aspetto nel

suo Vangelo, unendo assieme

fede e memoria, e associando

ambedue all’azione dello

Spirito Santo che, come dice

Gesù, «vi ricorderà tutto» (Gv

14,26). L’Amore che è lo

Spirito, e che dimora nella

Chiesa, mantiene uniti tra di

loro tutti i tempi e ci rende

contemporanei di Gesù,

diventando così la guida del

nostro camminare nella

fede.

È impossibile credere da

soli. La fede non è solo

un’opzione individuale che

avviene nell’interiorità del

credente, non è rapporto

isolato tra l’"io" del fedele e il

"Tu" divino, tra il soggetto

autonomo e Dio. Essa si

apre, per sua natura, al

"noi", avviene sempre

all’interno della comunione

della Chiesa. La forma dialo-

gata del Credo, usata nella

liturgia battesimale, ce lo

ricorda. Il credere si esprime

come risposta a un invito, ad

una parola che deve essere

ascoltata e non procede da

me, e per questo si inserisce

all’interno di un dialogo, non

può essere una mera con-

fessione che nasce dal singolo. È

possibile rispondere in prima

persona, "credo", solo perché si

appartiene a una comunione

grande, solo perché si dice an-

che "crediamo". Questa apertura

al "noi" ecclesiale avviene secon-

do l’apertura propria dell’amore

di Dio, che non è solo rapporto

tra Padre e Figlio, tra "io" e "tu",

ma nello Spirito è anche un "noi",

una comunione di persone.

Ecco perché chi crede non è

mai solo, e perché la fede tende

a diffondersi, ad invitare altri alla

sua gioia. Chi riceve la fede sco-

pre che gli spazi del suo "io" si

allargano, e si generano in lui

nuove relazioni che arricchisco-

no la vita. Tertulliano l’ha espres-

so con efficacia parlando del

catecumeno, che "dopo il lavacro

della nuova nascita" è accolto

nella casa della Madre per sten-

dere le mani e pregare, insieme

ai fratelli, il Padre nostro, come

accolto in una nuova famiglia.

(LF 38-39)

Nelle mani

di un

Amore più

grande

LETTERA

ENCICLICA

LUMEN

FIDEI DEL SOMMO

PONTEFICE

FRANCESCO

AI VESCOVI

AI

PRESBITERI E

AI DIACONI

ALLE

PERSONE

CONSACRAT

E

E A TUTTI I

FEDELI LAICI

SULLA FEDE

ANNO DELLA FEDE

(11 ottobre 2012 – 24

novembre 2013)

L’ANNO DELLA FEDE, aperto da Benedetto XVI il giorno 11 ottobre

2012, si conclude il 24 novembre prossimo. Anche noi, con questo

numero, chiudiamo la Rubrica NELLE MANI DI UN AMORE PIÙ

GRANDE, che ci ha accompagnato durante questo anno. Grazie a

tutti coloro che hanno contribuito a portarla avanti.

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 14: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore

C’è bisogno di

uno slancio di

purificazione,

poiché un’iner-

zia autoreferen-

ziale e una com-

petizione tutta

mondana ha fat-

to svanire la fe-

de.

Anche noi, Figli

dell’Im-macolata

Madre, anche

noi abbiamo il

compito cari-

smatico di vive-

re una relazione

tanto profonda

con la Madonna

da essere esecu-

tori del testa-

mento di Gesù.

Necessità di uno scatto

Che ci sia bisogno di uno slancio di purifi-cazione è chiaro, poiché un’inerzia autorefe-renziale e una competizione tutta mondana ha fatto svanire la fede.

La mancanza di fede ha prodotto un tas-so di nervosismo del rendimento, di angoscia della perdita, di litigiosità permanente, che ci hanno letteralmente stremati. Queste pennel-late di sociologia ecclesiale le prendo dal teologo Pierangelo Sequeri, per trasferirne la portata dalla Chiesa alla nostra Congregazio-ne.

Anche papa Francesco riconoscendo una diffusa “mondanità spirituale” non ha esitato a parlare di “clericalismo ipocrita” e di “cristiani da salotto” fino ad affermare che senza il sale di Gesù siamo “cristiani da mu-seo”.

Ciò significa, per noi, riscoprire nella spiri-tualità mariana il contributo più vero che pos-siamo dare alla Chiesa di oggi in questa deli-cata fase di transizione.

Maria è colei che crede con intelligenza e amore. I brani evangelici dell’annunciazione e delle nozze di Cana sono esemplari di que-sta attitudine mariana ad una fede responsa-bile, non priva di domande, obbediente nell’azione, avvolgente nel suo calore tutto umano, capace di anticipare l’altro in una relazionalità concepita come dono.

La laicalità dello stile mariano è spiazzan-te: mai il prevalere dei ruoli sui rapporti, mai impone una religiosità intransigente, sempre ha il volto della misericordia e, ovunque, la vedi scentrare da sé il riferimento ultimo.

Ben altro, rispetto a certi diffusi comporta-menti dal protagonismo spinto fino all’individualismo, dall’autocentrata imposi-

zione della propria storia.

Tutt’altro: la fede di Maria è sentimento ed emozione, è presenza silente, azione risolutiva, generosità capace di generare di generazione in generazione. Partecipando alla passione del Figlio, Maria vive la dinami-ca civile e religiosa dell’esserci nella storia: non fugge, sa di non potersi opporre, ma c’è e fa compagnia. C’è prima, durante e dopo.

Quando si prepara, quando si sopporta, quando si ricomincia. Sotto la croce, dentro il Cenacolo. Lungo i secoli. Con questo stile il suo ruolo assume nella Chiesa “statu na-scenti” una centralità che gli viene ricono-sciuta anche se non ha carattere ministeria-le.

Questa è la profezia della dimensione laicale. Più l’istituzione si allontanerà da lei, più si allontanerà dal proprio carisma e dalla propria missione.

Anche nel momento più oscuro Maria è con noi per consolarci. Ci tiene sulle ginoc-chia. A lei siamo stati affidati da Gesù mo-rente sulla croce e Lui ci ha affidato sua ma-dre Maria. L’apostolo Giovanni la prende nella sua casa, tra le sue cose, nella sua sfera di azione.

Anche noi, figli dell’immacolata Madre, anche noi abbiamo il compito carismatico di vivere una relazione tanto profonda con la Madonna da essere esecutori del testamento di Gesù.

Fratel RUGGERO VALENTINI (estratto dalla Lettera di Indizione

dell’Anno Mariano. Częstochowa, Polo-

nia. 1 giugno 2013)

Anno

Mariano

2013-2014

Deposizione di Gesù sulle ginocchia di sua madre Maria. Quadro custodito presso la Casa generale CFIC (Roma, Italia)

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 15: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore

Cristo non è più sul golgota è sepolto, ancora una volta,

con mille e mille occhi sbarrati,

con gole riarse di sale,

i corpi straziati e violati sott’acqua:

a due miglia da una terra promessa!

e dio dal cielo guarda.

impotente. muto. lontano.

non salva gli oppressi.

non fulmina gli oppressori.

può solo prestare la sua voce

a uomini che urlano: vergogna!

si squarcia il velo sgualcito e liso del

tempio.

ma la terra non trema

per un cataclisma che ribolle nelle vi-

scere,

ma non ha la forza di emergere,

quasi fosse sempre spento l’ardore

del fuoco presente in una coperta bru-

ciata,

per chiedere aiuto da un barcone im-

pazzito:

così da sembrare l’unica colpa imputa-

bile

all’imprudenza di sprovveduti dispera-

ti

o rassegnati al peggio!

lo lascia intendere l’ennesimo necrolo-

gio

pronunciato, con enfasi,

da chi, intanto, cancella dalla lista

tanti nomi impronunciabili di gente

che almeno non è più da mantenere,

come mangiatori di pane a ufo…

o da sociologi, il cui rimpianto

sembra essere, insieme alla denatalità

locale,

per tante vite giovani “forza lavoro”.

necessarie (malgrado tutto!) per riequi-

librare

un popolo, incapace di meticciarsi,

ma sempre più vecchio nel nostro pae-

se.

i semplici pescatori di corpi morti,

non vogliono un premio nobel per la

loro pietà,

ma denunciano i venditori di armi,

i nemici della pace presenti ovunque.

forse è a loro e a noi vivi

che dio presta la sua voce, necessaria-

mente neutrale.

lui ci ha dato mani da usare,

non per discolparci lavandole

come “sempre presenti pilati”

e allora i morti risorgeranno come cri-

sto.

nel regno promesso più sicuro

della spiaggia ove giacciono ,

misericordiosamente coperti da cerate,

dagli abitanti generosi dell’isola di

lampedusa.

(SIL)

La

Giovinezza

dei vecchi

Cristo è sepolto,

ancora una volta,

con mille e mille

occhi sbarrati, con

gole riarse di sale,

i corpi straziati e

violati ott’acqua:

a due miglia da

una terra promes-

sa!

I pescatori di corpi

morti, non voglio-

no un premio no-

bel per la loro pie-

tà, ma denunciano

i venditori di armi,

i nemici della pace

presenti ovunque.

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 16: Qui ho posto il cuore novembre 2013

P A G I N A 1 6 qui ho posto il cuore

Da circa un anno

e mezzo esiste in

città una Com-

missione Battesi-

male che si occu-

pa d’accogliere e

accompagnare le

famiglie delle va-

rie Parrocchie

che richiedono il

Battesimo per il

loro bambino.

L’Equipe vuole

raggiungere sem-

pre più famiglie

che vivono questo

Sacramento, so-

prattutto quelle

che per ragioni

diversi negli anni

si sono allontana-

te dalla realtà

cristiana.

Siamo solo all’ini-

zio di questa

grande e bella

avventura.

Confidiamo molto

nella creatività

umana e nella

voglia di costrui-

re insieme qual-

cosa di nuovo e

di bello per le fa-

miglie di oggi.

Prestare massima attenzione alla vita dei bambini

Da circa un anno e mezzo esiste in

città una Commissione Battesimale

che si occupa d’accogliere e accom-

pagnare le famiglie delle varie Par-

rocchie che richiedono il Battesimo

per il loro bambino.

Questa Equipe nasce con il desi-

derio di fare un passo importante in-

sieme come comunità pastorale sulla

tematica del Battesimo, nell’ottica di

raggiungere sempre più famiglie che

vivono questo Sacramento, soprattut-

to quelle che per ragioni diversi negli

anni si sono allontanate dalla realtà

cristiana.

Il tempo che trascorre tra questo

primo sacramento e l’iscrizione al

catechismo è lungo, 7 anni circa, e

sia per i genitori che per il bambino

si tratta di un tempo di crescita, di

formazione, di grandi cambiamenti,

conquiste e scoperte.

E c c o

perché è

nata l’idea

di organiz-

zare degli

i n c o n t r i

POST bat-

t e s i m a l i

c o i n v o l -

gendo i

bambini da

1 a 6 anni.

In alcune

parrocchie

della città si sono già organizzati in-

contri sperimentali di questo genere,

ma con la nascita dell’équipe si è

pensato di organizzare un incontro

cittadino con la collaborazione di tut-

te le parrocchie.

Il primo incontro si è tenuto nel

maggio di quest’anno presso

l’Istituto Padre Monti e con

l’occasione di fare festa alle mam-

me, i bambini da 1 a 6 anni hanno

festeggiato le loro mamme in un mo-

mento di condivisione e una merenda

speciale.

Il secondo incontro si è tenuto in-

vece pochi giorni fa, il 13 ottobre,

presso il Salone Parrocchiale della

San Pietro e Paolo, ed i bambini tra i

3 ed i 6 anni, hanno festeggiato i

nonni: il tema centrale era quello

degli angeli custodi.

Nella foto allegata, Federica rac-

conta una storia ai bambini dove un

Angelo Custode (interpretato da me)

salva la vita di Lorenzo, un bimbo

vivace che, attratto da un cagnolino,

sta per finire in mezzo alla strada…

l’incontro si è concluso con un bel

canto e una ricca merenda!

Siamo solo all’inizio di questa

grande e bella avventura… Sentiamo

che la Chiesa Italiana nel documento

"Educare alla

vita buona del

Vangelo" e la

Diocesi ci chie-

dono con forza

di prestare

massima atten-

zione a questo

delicato perio-

do della vita

dei bambini e

delle famiglie e

con il sostengo

dello Spirito

del Signore confidiamo molto nella

creatività umana e nella voglia di

costruire insieme qualcosa di nuovo

e di bello per le famiglie di oggi.

Il prossimo appuntamento? La

festa della vita nella prima domenica

di febbraio… per i bimbi più piccoli

da 0 a 3 anni! Vi terremo aggiornati

sui prossimi appuntamenti!

Laura, Equipe Battesimale

La Nostra

Chiesa

nonni

A N N O I I , N U M E R O 1 9 – N O V E M B R E 2 0 1 3

Page 17: Qui ho posto il cuore novembre 2013

nel Cuore della Carità Montiana

QUI HO POSTO IL CUORE

Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione

Hanno collaborato per questo numero:

Aurelio Mozzetta, FG, pfs, Marco Perfetti, Emmanuel Mvomo, CFIC Brasil, SIL,

I cercatori di Dio, R.M., Ruggero Valentini, Laura Aceto, Raffaele Mugione

www.padremonti.org

Direzione: Via San Giacomo, 5

21047 – Saronno (VA)

: 02 96 702 105 : 02 96 703 437

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sito web: www.padremonti.org

(Nessun collaboratore percepisce

compenso. Questo Notiziario è

realizzato da volontari)

Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno

Orario delle Celebrazioni del Santuario

GIORNI FERIALI

6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)

7.00 Santa Messa (lunedì in cripta) 9.00 Santa Messa

18.50 Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI

8.30 Lodi del Mattino

9.00 Santa Messa

19.00 Santa Messa

SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO

P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio

P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong