Qui ho posto il cuore giugno 2015

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Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti - Saronno Anno IV, n°38 - Giugno 2015 ANNO DELLA VITA CONSACRATA, 30 novembre 2014 - 2 febbraio 2016 EDITORIALE LS è un giovane medico, bravo e dall’intelligenza perspicace; un gio- vane uomo in ricerca che, ai richiami allettanti della carriera, ha preferito la bellezza della professione sul cam- po. Da lui ho imparato che la migliore medicina per il cuore, il miglior indice della sua salute, è innanzitutto il “pul- sare”: quest’andare e venire, portare dentro e fuori, contrarsi e rilasciarsi, silenzio e parola, respiro che ripro- duce un’armonia vitale che sana molte piaghe e richiede un ritmo che in questo tempo caotico si è perso, coperto dal continuo rumore e da una smania collettiva che ci tiene in qualche modo in apnea... con tutto quel che ne consegue. Poi egli stesso mi ha regalato que- sta bellissima conclusione: “niente di tutto questo ho imparato in facoltà, che è figlia prediletta dell’ apnea, ma molto da persone di preghiera, da gente che ascolta il respiro vitale”. Dal mio punto di vista religioso, è interessante che un uomo della scienza ammetta di non aver impa- rato quelle cose all’università, ma “da molte persone di preghiera”. In realtà la cosa non mi sorpren- de, perché so bene che è così e che di Aurelio Mozzetta EDITORIALE Ascoltare il respiro vitale Segue a pag 2 prima o poi tutti ci possono arrivare, se intellettualmente onesti e dal cuo- re pulito. Criterio essenziale di onestà e pulizia è proprio questo affermare che ci sono “spazi” non comprimibi- li nella modesta saletta del cervello umano… pur anche sapendo che quel cervello, il nostro, ha potenzia- lità moltiplicabili pressoché all’infinito (non senza-fine come Dio, ma in- dicibili dalla nostra povera lingua) e che quindi ciò che oggi sappiamo è sì e no l’abc di tutto quello che ci sarebbe possibile sapere. ANNO DELLA VITA CONSACRATA, 30 novembre 2014 - 2 febbraio 2016 Editoriale 1-2 PER...APPROFONDIRE Padre Monti e dintorni 3 Con Maria, come Maria 5 Giocando con Dio 15 PER...PREGARE Il mio “Grazie” a Padre Monti 14 Preghiera per le vocazioni 4 Una preghiera per... 4 PER...INCONTRARSI Glossolalie 6 Vita di famiglia 8-9 Lettere alla redazione 10 PER...TESTIMONIARE Riconoscere vocazioni 12 Emanuele e Bonifacio 17 PER...CONOSCERE Forse non sapevate che... 7 La porta aperta 11 PER...CONOSCERSI La Giovinezza dei vecchi 16 PER...RIFLETTERE Le parole montiane 14 Parole e fuoco 2 Tracce per una lettera da Saronno 13 SOMMARIO

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Il periodico dell'Istituto Padre Monti casa madre della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione e sede del Santuario Beato Luigi Monti.

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Not iz iar io de l Santuar io de l Beato Lu ig i Mar ia Mont i - Saronno

Anno IV, n°38 - Giugno 2015

ANNO DELLA VITA CONSACRATA, 30 novembre 2014 - 2 febbraio 2016

EditorialE

LS è un giovane medico, bravo e dall’intelligenza perspicace; un gio-vane uomo in ricerca che, ai richiami allettanti della carriera, ha preferito la bellezza della professione sul cam-po.

Da lui ho imparato che la migliore medicina per il cuore, il miglior indice della sua salute, è innanzitutto il “pul-sare”: quest’andare e venire, portare dentro e fuori, contrarsi e rilasciarsi, silenzio e parola, respiro che ripro-duce un’armonia vitale che sana molte piaghe e richiede un ritmo che in questo tempo caotico si è perso, coperto dal continuo rumore e da una smania collettiva che ci tiene in qualche modo in apnea... con tutto quel che ne consegue.

Poi egli stesso mi ha regalato que-sta bellissima conclusione: “niente di tutto questo ho imparato in facoltà, che è figlia prediletta dell’ apnea, ma molto da persone di preghiera, da gente che ascolta il respiro vitale”.

Dal mio punto di vista religioso, è interessante che un uomo della scienza ammetta di non aver impa-rato quelle cose all’università, ma “da molte persone di preghiera”.

In realtà la cosa non mi sorpren-de, perché so bene che è così e che

di Aurelio Mozzetta

EditorialE

Ascoltare il respiro vitale

Segue a pag 2

prima o poi tutti ci possono arrivare, se intellettualmente onesti e dal cuo-re pulito. Criterio essenziale di onestà e pulizia è proprio questo affermare che ci sono “spazi” non comprimibi-li nella modesta saletta del cervello umano… pur anche sapendo che quel cervello, il nostro, ha potenzia-lità moltiplicabili pressoché all’infinito (non senza-fine come Dio, ma in-dicibili dalla nostra povera lingua) e che quindi ciò che oggi sappiamo è sì e no l’abc di tutto quello che ci sarebbe possibile sapere.

ANNO DELLA VITA CONSACRATA, 30 novembre 2014 - 2 febbraio 2016

Editoriale 1-2

PER...APPROFONDIREPadre Monti e dintorni 3Con Maria, come Maria 5Giocando con Dio 15

PER...PREgAREIl mio “Grazie” a Padre Monti 14Preghiera per le vocazioni 4Una preghiera per... 4

PER... INcONtRARsIGlossolalie 6Vita di famiglia 8-9Lettere alla redazione 10

PER...tEstImONIARERiconoscere vocazioni 12Emanuele e Bonifacio 17

PER...cONOscEREForse non sapevate che... 7La porta aperta 11

PER...cONOscERsILa Giovinezza dei vecchi 16

PER...RIFlEttERELe parole montiane 14Parole e fuoco 2Tracce per una lettera da Saronno 13

sommario

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. . .con l ’impegno di par lare bene e gettare semi d i parola fecondi, capaci d i donare be l lezza e vita; d i far r isorgere le parole per la re lazione; e anche d i combattere la marea d i grezza volgar i tà che vorrebbe inondarci a un ico benef ic io d i ch i cerca sold i e brama potere . . .

parolE E fuoco

Per

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flettere

Sono qu i davanti a questo mare.L’onda batte, batte la r iva.

È s imi le al mio peccato. Sempre uguale, che monotonia.

Tu perdoniVorre i prendere i l largo,come i l mio sguardo,ma inciamponel la p iccola onda.

Eppure tu ancora perdoni.Come l ’onda che batte, batte la r iva.Sempre.

Anno IV, n° 38 - Giugno 2015

sta con noi e quindi sta contro di voi; per cui se noi uccidiamo voi, diamo lode a lui.

La condanna si estende ugual-mente all’economia, diabolica e omicida (dice Francesco), quando non è basata sui bisogni di tutti, ma sulla voglia di arricchire di pochi: ba-sta cambiare uno zero-virgola e il mondo va per aria e milioni di perso-ne sono ridotte alla fame.

L’essere con Dio è essere quel che si è: come un pesce dentro l’acqua, come un uccello nel nido, come un romano a Roma o un cine-se in Cina…

Dio è il nostro habitat! Di lui noi siamo fatti e per lui viviamo. Paolo dice ai greci sapienti: “è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa… e in lui noi viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,25.28). Riconoscer-lo non significa diminuire l’uomo, ma permettere a se stessi di essere!

Ascoltare il respiro di Dio (come Elia sul monte, che lo trova nel venti-cello leggero, 1Re 19,13) e accordarsi a quel suo pulsare infinito, è un modo per respirare l’amore e risuonare in armonia con il creato.

Potrebbe essere una bella frase a effetto, se non fosse che davvero noi siamo “in Dio” e siamo vivi solo grazie al suo amore. Se non fossimo in lui, semplicemente non saremmo.

Chi salva è solo lui, il Padre Eterno. Noi siamo come moscerini che svo-lazzano sui fumi dell’alcol della botte e magari pensano che quei quattro fumacciòli siano tutta la felicità, sen-za neppure immaginare quanto sia buono il vino là dentro e quanto più in abbondanza ce ne può donare Colui che lo produce!

In realtà, noi cerchiamo proprio il vino buono, mendicanti di felicità, aggrappati al sandalo di Gesù che ci rialza e ci ama oltre ogni aspettativa.

Quando me ne accorgo, mi ren-do conto che l’Amore mi supera e mi sorprende!

L’Amore è il mio mare. L’habitat in cui esisto e che non posso contene-re; che mi disseta e che non posso prosciugare; che va e viene con la sua risacca e le correnti, alle quali mi posso armonizzare, ma le cui ragioni e leggi spesso non capisco.

Posso, però, imparare a danzare al ritmo di questa sconfinata bene-volenza e capire che l’infinito Amore era lì, proprio tutto intorno a me... solo che io non ero sintonizzato.

Aurelio Mozzetta

L’uomo intelligente ha piena co-scienza del nostro essere sempre e solo creature. Può chiamare il “cre-atore” come vuole, e persino non chiamarlo affatto oppure anche ne-garlo, ma egli sa che la realtà nostra è il limite… Per quanto in alto possa essere posta l’asticella, sempre limite è! A tale limite, poi, la fede garantisce che lo Spirito è sempre favorevole a chi si mette in ricerca.

Forse sta tutto qui l’estratto ulti-mo della verità sull’uomo.

Facciamoci caso, il dramma scop-pia sempre quando definiamo l’uo-mo in astratto, per pregiudizio e ide-ologia: a qualcuno (a qualcosa) deve appartenere, per cui di tale qualcuno o qualcosa egli viene fatto schiavo! E allora sono drammi infiniti…

Ogni volta che l’uomo è definito in base a un’ideologia (cioè tutti gli -ismi di destra, sinistra, centro, reli-gione, cultura, politica, economia), si guarda non più alla persona, ma all’i-dea pre-concetta. E così, il singolo è reso schiavo dell’idea, oppresso e anche ucciso in nome di…

Se questo avviene per motivi reli-giosi, è ancora più condannabile, per-ché nessuno può usare Dio dicendo:

Segue da pag 1

Ascoltare il respiro vitale

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nessuno di coloro che si affacciano alla porta della sua chiesa.

Dentro la comunità si viene a formare quel circolo virtuoso che conduce al rispetto del confratello, a prendersi carico dei suoi punti forti, ma anche di quelli deboli. Si sviluppa, piano piano, un rapporto di vero fraterno amore, con risultati incredibili.

Il primo a venire coinvolto da questo clima è proprio padre Nicola da Marignano, il Ministro Generale dei Cappuccini, che segue Luigi Monti da vicino, sempre più affascinato dal fare di questo lombardo. Lo aiuta come può, riconoscendo nella piccola e povera comunità di Orte la ricchezza dello Spirito Santo. Trova in Luigi e negli altri la bellezza di quella vita sobria, nella quale si pone in primo piano la ricerca dell’amore spirituale, a sua volta praticato senza risparmio.

Forse sono gli anni più belli della vita di Luigi, quelli in cui, finalmente libero di agire, egli applica il proprio metodo di vita.

Come sempre, però, quando stai vivendo felice, il maligno lavora - accidenti a lui, che non è mai stanco di compiere il male - e insemina zizzania nel cuore di suoi confratelli a Roma.

Ci risiamo.

Come sopra dice Madre Teresa di Calcutta, quello che conta è il modo con cui amiamo.

Non che i confratelli di Luigi fossero cattive persone, solo interpretavano diversamente questo amore: tenevano presente per prima cosa il proprio ruolo, la posizione all’interno della Congregazione, poi il resto. Non così per Luigi, come ho cercato di spiegare sin qui.

È tuttavia davvero interessante capire come l’amore svolge il suo percorso nel nostro territorio di umanità; sembra l’andamento di un fiume: a volte fermo o appena appena mosso, più giù vorticoso, più in là sinuoso, a volte allaga e prima o poi sublima nel mare.

Fuor di metafora: tutti scivoleremo - ed è certo - nell’immenso amore di Dio.

Non temere.

Marco

A mio parere questo pensiero sa spiegare, più di molte altre parole, come Luigi Monti vivesse nella sua comunità di Orte. Piccola, povera, felice.

Purtroppo per il buon lettore, qualcosa debbo aggiungere, fosse solo per rispetto alla redazione.

Luigi Monti in quegli anni, lontano dall’Ospedale Santo Spirito di Roma, dove covano invidie e incomprensioni, è davvero felice. È uomo capace, ispirato, creativo. Ha acquisito una buona competenza infermieristica, che applica ai ricoverati nell’Ospedale di Orte, ma viene ancora richiesto negli sperduti casolari della campagna circostante, dove vi si reca su un asinello, data la distanza. Lo richiedono come infermiere, come frate portatore di pace e spiritualità.

Il popolo gli è davvero molto vicino ed egli ricambia come può tutta questa attenzione.

Luigi opera dunque nella cura dei malati, sia quelli del corpo sia quelli dell’anima.

In questo, quanto è simile ai comportamenti di Cristo Gesù! Egli non ha scacciato il male dalla terra, ma si è messo subito a curare gli ammalati e a guarirli.

Così per Luigi è importante lavorare sia in Ospedale come alla spicciola, con il popolo e con i giovani del borgo. Questo è il suo gregge; ed egli non si lascia scappare

Le persone che sia amano in modo totale e sincero sono le più felici del mondo. Magari hanno poco, magari non hanno nulla, ma sono persone felici. Tutto dipende dal modo in cui ci amiamo.

(frase attribuita alla beata Teresa di Calcutta)

La povertà di OrteLa Felicità di Orte

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luigi m. monti E dintorni

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“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi,apre i l tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

Anno IV, n° 38 - Giugno 2015

straordinaria grandezza, morto il 2 giugno alla bella età di 95 anni, dopo 79 anni di vita consacrata. Era stato una delle colonne portanti dell’IDI, per lunghi anni dermatologo e primario, molto apprezzato per umanità e professionalità. Il Signore lo accolga e ce ne doni altri come lui.

PER cHI sOFFRE:

- per le famiglie in difficoltà di rela-zioni, di lavoro, di carenza dei mezzi di sussistenza.

interceda per loro

- per F. che è affetta da epilessia psicogena e soggiace all’irrefrenabile istinto di farsi del male, ferirsi e tagliarsi sulle braccia e sulle gambe. Una preghiera forte.

PER I DEFUNtI:

- EL, che lo scorso 8 maggio si è tolto la vita, appendendosi a una trave del garage, all’età di 58 anni. La misericordia di Dio che ti ama, ti accolga e ti doni pace.

- la piccola KEZIA, 3 anni, figlia di Fabrice, fratello del nostro P. Michel-Ange, morta improvvisamente a Kinshasa il 1 giugno. Nel seno di Dio, veglia su papà e mamma.

- Fratel LUIGI PRANDINA, nostro confratello, religioso medico di

cHI NE HA BIsOgNO:

- per tutti i cristiani perseguitati nel mondo, particolarmente per quelli che soffrono atrocità a casua di ogni fondamentalismo religioso, politico, economico e culturale.

PER I gIOVANI:

- per il giovanissimo STEFANO, nato a Como il 24 maggio scorso e per la sua mamma Natascia: che bel dono hai fatto al mondo! Auguri a Stefano di camminare tra noi in serenità e gioia.

PER cHI E’ IN AttEsA:

- per Giuseppe e Giada in attesa della piccola Sara: che sia un dono grandioso e bellissimo del Signore per voi, papà e mamma, e per tutti noi.

PER I mAlAtI: I l beato monti

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi,apre i l tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

La preghiera del silenzio

Inviateci le vostre intenzioni di preghiera a: quihopostoi [email protected]

Liberaci dai silenzi caparbi che non hanno stima dell’ascoltatore. Liberaci dai silenzi punitivi che feriscono più delle parole.Liberaci dai silenzi vendicativi dandoci il coraggio della prima parola.Liberaci dai silenzi conniventi che non definiscono e condannano il male.Liberaci dai silenzi colpevoli che non affrontano la correzione fraterna.

-.-.-

Donaci il silenzio mite che non reagisce alle offese.Donaci il silenzio misericordioso che non rivela le colpe dei fratelli.Donaci il silenzio paziente che attende il lento germogliare del seme.Donaci il silenzio umile di chi lascia ad altri lo spazio dell’onore.Donaci il silenzio ricco di fede di chi si abbandona nelle tue braccia.Donaci il silenzio contemplativo di chi conserva tutto nel cuore.Donaci il silenzio adorante di chi abbraccia la tua Croce.

(Mons. Claudio Livetti)

Chiediamo a Gesù la capacità del silenzio che si alimenta nella preghiera. E vocazioni al silenzio contemplativo, paziente e misericordioso.

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prEghiEra pEr lE vocazioni

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mistero. davanti a dio e davanti alla vita si mette in gioco la verità di noi stessi e il senso dell’intera nostra esistenza. maria ha provato timore in questo incontro che stravolgeva i suoi piani. avvenuto negli spazi della sua casa. anche noi consacrati sperimentiamo un sentimento così umano. fidarsi di dio e affidarci a lui è la premessa per imparare a soffrire e a morire. ad imparare a gustare la gioia del vangelo. la congregazione può affrontare con speranza un futuro carico di mistero affrontandolo con il coraggio di maria. Questo messaggio di fiducia ci è consegnato artisticamente da due strette vetrate del santuario montiano di saronno: gli angeli rassicurano maria a nazareth e le donne davanti al sepolcro: “non temete!” fu così anche per padre monti nel momento della solitudine e dell’abbandono a Bussolengo;

- lo chiamerai gesù’: gesù significa “dio salva” e ogni uomo è manifestazione del dio che salva. il poeta Jl. Borges scriveva: “forse un tratto del volto crocifisso si cela in ogni specchio”. Quando accogliamo gesù in noi diventiamo salvatori difendendo la vita, educando i giovani o curando un malato. come figli dell’ immacolata siamo in campo sul terreno della storia, che è “la lotta che l’amore compie per avere il sopravvento” (a. toynbee);

- eccomi: con questa risposta maria si fa “oggetto” di amore, ma con la sua disponibilità ne diventa protagonista. mette in gioco tutta la sua persona. maria ci insegna un amore oblativo e si dona completamente come aveva imparato dalla parola: “amerai il signore tuo dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. nella maternità ha amato dio con il proprio corpo, come dio stesso ci ha amati fino ad

assumere un corpo umano; - l’umile serva: nella

congregazione serviamo malati e orfani. sentirsi umile servo rende ciascuno cosciente del privilegio di stare con dio e con gli altri. l’umiltà è condizione necessaria per servire. nel santuario del Beato monti, a saronno, è diffuso il simbolo della tau, che nella scrittura indica i salvati. Esso è anche la prima lettera della parola greca tapèinosis, che nel magnificat definisce proprio colei che dio ha guardato e scelto, anche se insignificante;

- secondo la tua parola: la vergine accetta che la propria vita sia determinata dalla parola di un altro, anzi dalla volontà-parola dell’altro. l’amore ed il suo vissuto vengono da dio, sono parola di dio, anzi, l’amore è dio. gesù in agonia sul monte degli olivi, in un momento tanto difficile e cruciale dirà lo stesso: “non però la mia, ma la tua volontà”(lc 22,42). la parola di dio è come una lampada che illumina i passi di ogni uomo, soprattutto di chi vuole essere al suo servizio.

(estratto dal codicE mariano della cfic)

maria di nazareth è raffigurata nel vangelo come madre del signore e risplende di una tale bellezza originaria, senza peccato, che la sua vita è luogo eccezionale dell’incontro tra dio e l’uomo. attraverso maria noi riconosciamo la bellezza divina presente nell’essere umano.

la donna di galati 4,4: la sintesi più significativa della presenza di maria sta nella lettera di san paolo ai galati. in essa troviamo il primo riferimento cronologico a maria nella sacra scrittura. paolo, senza fare il nome proprio di questa donna, inserisce maria nella storia della salvezza, nella quale è dio a prendere l’iniziativa. gesù, il cristo, obbedisce alla volontà del padre per ridare all’uomo la sua dignità di figlio grazie allo spirito, che permette all’uomo di riconoscere dio come padre dicendo “abbà, padre!”(mc 14,36, gal 4,6). la storia della salvezza mette, dunque, in luce le tre persone della trinità con la partecipazione attiva di un essere umano, in quanto gesù è nato “da donna”(gal 4,4). la donna maria partecipa a un progetto totalmente divino e trinitario. non è la quarta persona della trinità, ma collabora personalmente, come creatura, a tale progetto.

la donna dell’annunciazione che accoglie la vita (lc 1, 26-38; mt 1,18-21): il valore di una vita supera qualsiasi pregiudizio e ogni limite contingente. È sempre dono da accogliere. il religioso montiano, per scelta vocazionale, si è posto sulla strada della vita: quella di un bambino, di un giovane, di un povero, di un ammalato, di un anziano.

la vita vissuta come vocazione richiama caratteristiche tipicamente mariane:

- non temere: proviamo questo bisogno di rassicurazione negli incontri che si presentano come

Maria che accoglie la vitamaria di nazareth è raffigurata nel vangelo come madre del signore e risplende di una tale bellezza originaria, senza peccato, che la sua vita è luogo eccezionale dell’incontro tra dio e l’uomo.

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con maria, comE maria

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Penso di non offendere chi ha inventato il detto, però mi permetterei di cambiarlo solo aggiungendo un accento: tutti i salmì finiscono in gloria. In questi mesi, con l’Expo, l’importanza del cibo viene pubblicizzata ogni giorno, tanto che addirittura, in piazza Duomo a Milano, si sono ricordati alimenti gustosi già presenti nella stessa Bibbia!I Salmi, noi, in questa sede, li abbiamo “assaporati” lo scorso anno. Da poco, invece, abbiamo terminato di ruminare il Cantico dei Cantici, come mai ci era stato proposto!Gli interventi da parte dei presenti (numerosi ed eterogenei) non hanno messo in difficoltà l’Oratore, ma, a ruota libera, se n’è parlato, soprattutto a tavola, perché proprio pranzando insieme la maggior parte dei partecipanti ha condiviso anche opinioni, interrogativi, qualche perplessità… Soprattutto gli anziani desidererebbero ora che lo stesso argomento potesse essere utilissimo per un corso rivolto ai fidanzati.Di fronte ad un buon piatto di pastasciutta e a una fetta d’arrosto con relativo contorno, anche i più schivi a esporre in pubblico emozioni o preoccupazioni, approfittando del clima conviviale, parlano e si confrontano: il dessert poi, li affratella e vivono il piacere della condivisione comunitaria!I più determinati, che generalmente sono quelli disposti anche a rigovernare il refettorio, il più delle volte tornano per la Santa Messa delle 19. Dalla mensa del corpo alla Mensa Eucaristica che dilata lo Spirito: il passo è breve e il nutrimento completo! GRAZIE, a nome di tutti, Padre Aurelio.

Silvana

Caro PadreEccoci giunti al capolinea della quarta stagione della Primavera Montiana. Dopo i salmi ci siamo addentrati nella conoscenza ed analisi del Cantico dei Cantici.Per una strana coincidenza astrale la chiusura dei sabati di maggio, dove si coniugava la preghiera orale con l’intercalare di canti gregoriani, avveniva alla sera precedente la conclusione del percorso biblico.Eravamo ancora pervasi dagli arcani e stupendi suoni che ci hanno portato ad una profonda spiritualità. Ci è sembrata giusta conseguenza il ritrovarci in una magnifica e ben conservata Abbazia benedettina dell’XI secolo, culla di quelle melodie. Bravo chi l’ha trovata! A prolungare queste sensazioni, dopo la chiusura del nostro incontro, contribuivano Luca e Maurizio, musicisti di grande spessore, con dolci e penetranti armonie, quasi sospese a formare un tutt’uno con l’antichità della basilica. Anche l’ottima performance di Anna ha trovato una scenografia perfetta, che sarebbe stata impossibile in altro luogo. Per questa notevole esperienza personale ti ringrazio, poiché mi sono liberato dalle nebbie di un Dio padre-padrone ed inflessibile giudice, aprendo gli occhi verso un Dio Padre accogliente e pieno d’amore verso i suoi figli.Grazie per il tuo impegno nella preparazione dei testi e per l’esposizione chiara e senza fronzoli. Anche questo rientra senz’altro tra gli atti d’amore verso tutti noi. Mi pervade, comunque, un leggero senso di tristezza, poiché credo che con questo si sia conclusa un’altra stagione della mia vita. Comunque grazie di tutto, ad maiora.

Giovanni

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Capolinea e salmi che finiscono in gloria

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Abbazia dei Santi Nazario e Celso, dove si è tenuta l’ultima giornata della Primavera Montiana, 31 maggio 2015.

glossolaliE: appunti, ricordi e saluti dal mondo

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contrarsi

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... a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere...... a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere...

Da un regolamento per INFERMIERI dell’800

Nel piano di Dio...dagli ordini del direttore, e lo surrogherà per la disciplina in qualche caso d’impedimento.

4. Egli baderà a tenere l’Ospedale nella massima nettezza e decenza, e sarà responsabile di qualunque inconveniente avvenisse per sua oscistanza.

5. Assisterà la visita dei professori, e scriverà sulla mappa e sul ricettario gli ordinativi, apponendovi anche la sua firma come si è detto.

6. Sarà sua (incombenza) di praticare i salassi, applicar le coppe, le mignatte, e quant’altro rientra nella bassa chirurgia.

7. Somministrerà scrupolosamente agli infermi le medicine prescritte, e conserverà la doppia chiave della cassetta, ove verranno condizionate dal farmacista.

8. Sarà attento a far cambiare la biancheria e tutt’altro, non solo nei giorni stabiliti, ma eziandio nei festivi.

9. Farà praticare da serventi i bagni, semicupi, e quant’altro occorra agli infermi con la massima attenzione e nel modo prescritto dai professori.

10. Baderà a non far commettere frodi in danno degli infermi, e che questi ultimi non facciano mercimonio dei cibi.

11. Assisterà alla ricezione degli ammalati e curerà di far depositare presso il guardaroba i fardelli appartenenti ai medesimi dopo registrati.

12. Stabilirà per turno di guardia de’ serventi anche di notte, e ne curerà l’esatta esecuzione.

13. Assisterà alla cucina, affinché i cibi siano ben cotti e conditi, e ne praticherà la ripartizione giusta mappa.

Al punto 6 troviamo che l’infermiere pratica la bassa

Dio ha un progetto su ognuno di noi. E, nel leggere la storia di qualcuno, possiamo evidenziare passaggi e presenze di un progetto che si allunga e ramifica nel quotidiano; s’intravvedono passi, scelte e gesti che erano già tutti nel “programma” di Dio.

Il caso di Luigi Monti ha origine in una cascina della Brianza. Una famiglia di contadini, gente semplice, povera, religiosa. Per lui un avvenire da ebanista. Nel paese vicino, un laboratorio ha bisogno d’un garzone. Luigi vi si reca tutti i giorni. Anni dopo apre una bottega in proprio.

L’ebanista produce mobili in cui sono inseriti dei disegni a mosaico, formati da pezzetti di legno nelle diverse essenze e tonalità. Per ottenere i risultati d’eccellenza degli ebanisti lombardi occorreva grande abilità, mano ferma e attrezzi perfettamente affilati.

Luigi non fonderà una confraternita di falegnami, ma una congregazione d’infermieri. Proprio qui s’intrufola il piano di Dio, sinuoso e dolce come un fiume. Nell’800, per diventare infermiere erano necessarie precise specializzazioni operative, che desumiamo dalle disposizioni in vigore nel Regno delle due Sicilie (Istruzioni per l’amministrazione degli istituti di beneficenza e dei luoghi pii laicali del Regno delle due Sicilie. Emanate nel 1820, pag. 393, art 6):

R E g O l A m E N t O DEll’ INFERmIERE

1. L’infermiere deve essere onesto ed intelligente. Egli dee sapere leggere, scrivere e cavar sangue.

2. Lo stesso avrà subordinati a se i serventi il portinaio, il cuoco, ed ogni altro impiegato subalterno.

3. Egli dipenderà immediatamente

chirurgia. In altri testi dell’epoca si evidenzia che per svolgere quell’attività occorrono: mano ferma e attrezzatura (le lancette) affilata.

Le caratteristiche principali dell’ebanista sono la mano ferma e l’affilatura degli utensili. Il Monti non fece nessuna fatica a imparare l ’arte d’infermiere perché già perfettamente preparato.

Ecco come Dio realizza i suoi disegni. Il percorso è chiaro: le abilità si acquistano con il tempo e la saggezza di Dio pianifica anche i piccoli dettagli. Noi non sappiamo leggerli al momento, ma poi, nelle memorie di vita, essi si evidenziano e ci meravigliano.

Santino Giuliani

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forsE non sapEvatE chE... Breviario di curiosità montiane

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Il 27 maggio, nella prima seduta del giorno, accompagnati dalla preghiera allo Spirito, i Capitolari hanno proceduto alla votazione per eleggere il nuovo Superiore della

Elezione del Superiore Provinciale Italiano

vita di famiglia

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Provincia Italiana della CFIC, nella persona di P. Giuseppe PUSCEDDU. Subito dopo sono stati scelti anche i suoi due Consiglieri, Fr. Aldo GENOVA e Fr. Stefano CARIA. Il XVI

Capitolo Provinciale Straordinario è stato celebrato a Roma, Casa Generale, dal 24 al 29 maggio. Maggiori notizie sul sito www.cfic.it

Saronno, Omaggio all’ImmacolataChiusura del Mese di Maggio,

sabato 30, e del “Rosario Mensile” con l’iniziativa: Salve Regina. Il Canto

gregoriano nella devozione mariana. Momento d’intensa espressione spirituale e artistico-musicale. Un grazie

sentito al Maestro Pier Giorgio Foffano, ideatore della serata.

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Ordinazioni recentivita di famiglia

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contrarsi

Ordinazione sacerdotale di P. SHIBU Mannancheril, lo scorso 6 maggio, per le mani di Mons. Remigiose Inchananiyil, Vescovo di Thamarassery (Kerala, India), presso Saint Joseph Church di Nenmeni (in foto). 17 maggio, invece, a Roma, presso la Chiesa della Casa Generale, Mons. Nicola De Angelis ha ordinato Diacono il nostro confratello Fr. PREMKUMAR Nannam.

Sigillo sul mio cuoreConclusione della Primavera montiana

Domenica 31 maggio, presso l’Abbazia dei SANTI NAZARIO E CELSO, a San Nazzaro Sesia (NO), si è tenuto l’ultimo incontro della PRIMAVERA MONTIANA, Lettura orante del Cantico dei Cantici, con espressioni artistico-musicali dei Maestri Anna Maria Boeris (canto), Maurizio Moltrasio (chitarra classica) e Luca Giudici (flauti). Gli oltre 80 fedeli del Santuario Montiano hanno potuto vivere un giorno di condivisione e festa tra amici, oltre che di intensa spiritualità.

(Abbazia dei Santi Nazario e Celso, acquerello di MP)

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Anno IV, n° 38 - Giugno 2015

* La testimonianza del tuo confratello Kruno nella rubrica “I cercatori di Dio”, è scritta molto bene ed è parte di vita vissuta di molti... GRAZIE!

* Leggerò per intero e con piacere i l Bollettino, che in questo mese di maggio arriva gradito come un delicato mazzo di rose profumate, che ha già raggiunto i l cuore, con un’ondata di buon odore spirituale.

* Grazie. Prega per noi Maria, stella del cielo. Un abbraccio a presto.

* Grazie del gentile pensiero. Leggo con piacere QPC e la ricordo con gratitudine. Preghi per me.

* Grazie per il QPC maggio; in unione di preghiera.

* Grazie di cuore, che Maria assista tutti noi!

Sulla scia del pellegrinaggio della Festa del Beato L. Maria Monti da Saronno a Roma, giunge alla terza edizione il ciclomotopellegrinaggio dei SS. Pietro e Paolo da Cardito di Napoli a Roma.

L’evento, organizzato dall’as-sociazione E.PRO.C.A, già al servizio

* Ho letto i l tuo editoriale, come sempre hai centrato a pennello l’argomento, e io sono d’accordissimo. Davvero i l poter pensare, e i l coraggio di pensare, è potentissima arma; tanto potente che proprio per questo in tanti posti della terra perseguitano i cristiani... anche se non tutti. Noi discepoli del Vangelo di Cristo diamo fastidio ai dominatori di questo mondo quando manifestiamo attenzione, vigi lanza e discernimento. La luce, però, non può mai essere soffocata dalle tenebre, semmai è i l contrario! E noi siamo portatori di luce se attingiamo ed elaboriamo i nostri pensieri, nutriti del Seme di Luce, della Parola deificante di Dio.

* Se c’è un aspetto positivo della globalizzazione è che non possiamo più far finta di niente. È legge del mondo: chi muore si sposta dove c’è la vita, chi ha fame fa di tutto per andare dove c’è cibo. L’idea di affondare i barconi, partorita dai nostri sapientoni, mi fa pensare a quel commerciante che, stufo di trovare nel retrobottega la moglie con i l garzone sul divano, prende una decisione drastica: dà via i l divano.

* La forza e l’attenzione a quel che succede intorno a noi e che è mediato, troppo mediato al punto di essere travisato, dalla comunicazione culturale imperante. Mi fa impressione l’immagine che usi delle carrettate di “catrame nero e puzzolente” che ogni giorno ingoiamo senza neppure accorgercene. Grazie per tenermi sveglio…

L’Editoriale L’Aroma spirituale

Scriveteci a quihopostoi [email protected]

Lettere alla redazionedella congregazione di Padre Monti, e dal cicloclub CMV Italia Mugione Vincenzo vuole unire spiritualmente chiese e città per realizzare un network virtuoso di Pace, Amicizia e Solidarietà.

Si terrà il prossimo 27 e 28 giugno e raggiungerà in bicicletta e motocicletta il cuore della Chiesa di Cristo per portare le preghiere, le speranze e le testimonianze di carità. Sarà gemellato con il Santuario del Beato Monti di Saronno: una speciale fiaccola della carità ricorderà la Chiesa Madre della carità montiana dove riposano le spoglie del beato.

Sono invitati tutti i ciclisti e i motociclisti che, in Pace e Amicizia, intendono testimoniare la carità montiana in questo speciale evento.

Per partecipare 347 3692020.

Auguri a neo Superiore Provinciale e ai suoi consiglieri. Che lo Spirito Santo illumini le menti e i cuori di quanti sono, oggi, chiamati a guidare il cuore della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, la Provincia Italiana.

Un augurio di cuore al neo Superiore Provinciale, P. Giuseppe Puscheddu, ai suoi due consiglieri, Fr. Aldo, Fr. Stefano.

Raffaele, un Laico Montiano

I l Grazie

Auguri di buon lavoro al neo Superiore Provinciale

3° Ciclo Moto Pellegrinaggio dei SS. Pietro e Paolo Cardito Na a Roma.

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i vostri mEssaggi: e-mail e lettere dal mondo

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contrarsi

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Questa Rubrica, LA PORTA APERTA, è messa a disposizione di tutti, e particolarmente dei CONSACRATI, per l’intero Anno della Vita Consacrata, proclamato dal Papa. Ognuno di voi èinvitato a mandarci il proprio contributo di approfondimento, riflessione, proposta, preghiera e simili.

Questa Rubrica, LA PORTA APERTA, è messa a disposizione di tutti, e particolarmente dei CONSACRATI, per l’intero Anno della Vita Consacrata, proclamato dal Papa. Ognuno di voi èinvitato a mandarci il proprio contributo di approfondimento, riflessione, proposta, preghiera e simili.

Lo confesso, sono un solitario. Ogni tanto cerco di isolarmi e puntare verso l’alto, in tutti i sensi.

In una di queste fughe, dopo aver superato il Passo del Lucomagno, sceso nella Valle del Reno Anteriore, si è presentata davanti ai miei occhi l’imponente figura dell’ABBAZIA DI DISENTIS, la Claustra da Mustér, abbazia benedettina svizzera nel Surselva Grigionese.

Disentis (dal latino desertum, nome adattato negli anni in Desertina, Tisentina, Disertin) indica una terra disabitata, ma significa anche “due sentieri”, una località a cavallo tra il Passo dell’Oberalp, la Svizzera interna, e quello del Lucomagno, che porta verso l’Italia, posizione strategica per la creazione di un centro monastico.

La leggenda narra che nel 614 arrivò dalla Francia un monaco missionario, Sigisberto, con l’intenzione di fondare un primo nucleo monastico, grazie all’appoggio di un signorotto locale, Placido. Essendo però straniero, gli allora signori di Coira, che temevano una colonizzazione, decisero di porre fine al progetto e fecero decapitare Placido. Secondo la leggenda, colui che veneriamo come San Placido raccolse la propria testa e camminò fino al punto dove sorge l’Abbazia, per spirare tra le braccia del monaco Sigisberto. San Placido fu venerato

I testimoni: martirio e preghiera

come martire e la comunità crebbe negli anni.

Nei secoli l’Abbazia ha subìto eventi avversi, a partire dall’incursione saracena nel X secolo, il passaggio di protettorato tra i vari feudatari, la Riforma e le invasioni francesi, che culminarono nell’incendio da parte delle truppe napoleoniche nel 1799. Storie che narrano di edifici distrutti e monaci decimati, ma che non impedirono alla comunità di resistere e ampliarsi.

Fin dai tempi di Carlo Magno, intorno all’800, l’Abbazia comprendeva ben tre chiese carolinge: San Martino, San Pietro e la Mater Misericordiae, oggi meta di pellegrinaggi locali.

San Martino, la chiesa principale dell’Abbazia, fu eretta sotto l’abate Adalbert III de Funs e consacrata nel 1712, ma l’incendio del 1799 provocò il crollo della volta anteriore del coro, con la conseguente distruzione dell’allora altare maggiore. Oggi ospita al suo interno dieci altari dei secoli XVI-XVIII. L’attuale altare maggiore, protobarocco del 1656 con pala

d’altare raffigurante la Deposizione dalla croce, fu acquistato nel 1888 ed è proveniente da Geyersberg, in Bassa Baviera.

Disentis non è solo un luogo di culto: nel segno del motto benedettino Ora et Labora, la comunità dei monaci ha coniugato la vita contemplativa, la ricerca di Dio attraverso la preghiera, con quella attiva, fondando un Liceo, la scuola benedettina più antica al nord delle Alpi, che ha formato buona parte della classe dirigente grigionese. Inoltre con i suoi 71 impiegati laici e gli oltre 125 dipendenti esterni, il centro monastico si è fatto carico di un non trascurabile impegno sociale, garantendo sostentamento ad altrettante famiglie e risultando il maggiore datore di lavoro della regione.

Infine una piccola curiosità: l’attuale Abate, Abt Vigeli Monn, ha prestato servizio presso la Santa Sede per due anni come Guardia Svizzera.

GP Cermenati

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la porta apErta: incontri, ricordi e proposte di montiani vecchi e nuovi

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Caro padre, è da un po’ che vorrei scrivere, ma ho lasciato decantare. Poi, questa sera, dopo l’adorazione eucaristica, ho preso coraggio e mi sono deciso!

Vorrei riprendere l’eco di una voce, alla mia età, ma l’idea di staccarmi da casa è impegnativa.

Mi accorgo che faccio fatica a pensarmi in un seminario o nella vita religiosa e piano piano percorrerne i gradini. I miei passati cinquant’anni e le incrostazione del vivere non depongono in favore dello spiccare un volo diverso. Così rimando, sperando chissà cosa chiarire in me.

È pur vero che mi sembra bello, dopo tante fatiche, poter ricostruire vita e possibi lità nuove. Per questo cerco di tenere alta la vita spirituale con le proposte offerte dalla comunità, in parrocchia e fuori. Forse, però, Qualcuno lassù vuole di p iù. Non so se affermarlo come dato di fatto o mettere l’interrogativo come a domanda. Mi dica: qual è i l luogo di Dio per me?

Caro Giulio, mi calo, per quanto posso, nella situazione di vita, l etá, gli usi e costumi, le abitudini, i rapporti umani e via dicendo... e trovo solidarietá con i tuoi sentimenti di timore, fatica, gestione del rimettersi in gioco. Tutto questo non é straordinario, chiunque proverebbe le stesse cose.

Dire ció non vuol dire mettere a tacere la questione o sottovalutarla

Un diverso volo da spiccare

con un “mal comune mezzo gaudio” o similari inutili espressioni. Il problema é altro: c´é una CHIAMATA specifica che si presenta a questa altezza di vita? Se no, ok, tutto vada come deve. Se sí: perché a questa etá? perché non prima? perché nel mezzo di tutte quelle cose? che significa? dove mi porta? quali passi fare o non fare?...

Domande, queste ed altre, che potrebbero essere inutili se sapessimo metterci nell attitudine di Maria: si faccia di me quello che Tu vuoi (punto e a capo!); ma che non lo sono per persone ordinarie, le quali non hanno il dono di Maria, oppure pensano legittimamente di non averlo.

In realtá, tutti lo abbiamo. E allora... le domande sono davvero inutili!

Se Pietro avesse detto: la mia etá, la famiglia, il lavoro, gli amici, la cooperativa di pesca che abbiamo

messo su... non avremmo avuto la ´pietra´ che fonda la Chiesa. Né mille altri come lui.

Non sto banalizzando, ma se davvero c´é un salto da fare, fallo con sereno coraggio. Il Signore dá risposte a tutte le nostre (inutili) domande man mano che persone e scelte e fatti si presentano per via. E noi, tutti, siamo capaci di portare molto di piú di quello che la nostra paura, la ritrosia e la voglia di non avere noie, ci fanno pensare.

D altra parte, una risposta unica e semplice a tutti i perché é: perché no?

Dio non fa i calcoli che facciamo noi e si manifesta nella vita di ognuno come, quando, dove e perché vuole, Lui, non noi. Prego per te. Prega per me.

PA

Caro padre, è da un po’ che vorrei scrivere, ma ho lasciato decantare. Poi, questa sera, dopo l’adorazione eucaristica, ho preso coraggio e mi sono deciso!

Vorrei riprendere l’eco di una voce, alla mia età, ma l’idea di staccarmi da casa è impegnativa.

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riconoscErE vocazioni a cura dei cercatori di dio

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Con il cuore trafittoSalve, mi chiamo R, scrivo da F, ho trent’anni.Purtroppo sto vivendo una situazione molto molto diff ici le nel mio cuore.Fatti e parole - non mi chieda quali, forse neppure saprei elencarli - si

sono accumulati uno dietro l’altro, quasi senza che io me ne accorgessi. Oggi soffro di depressione, che sto curando a forza di medicine e supporto

psichiatrico; ed ho una situazione di lavoro molto diff ici le, visto che ho subito umiliazioni ed azioni di vero e proprio mobbing.

Con i l cuore trafitto da un male profondo, mi guardo intorno e non vedo molta luce, anche se cerco sempre di pregare e di affidarmi alla Madonna e a Gesù.

Ora però mi sento annientato! Crollato, sto perdendo i l lavoro a causa di tutto questa situazione personale, perché non ce la faccio più.

Non mi sento libero. Sto male. Ho paura di f inire in mezzo ad una strada. Sono limitato nei miei obiettivi. Ho paura di affrontare responsabilità.

Certe volte chiedo al Signore di farmi morire, perché penso che la mia vita non abbia senso.

Ho solo voglia di lasciare tutto! So che è sbagliato, perché Dio mi ama con amore infinito, ma sono stanco, non sento più energia, mi sembra di non vedere più i motivi per esercitarla.

Eppure, devo dire che ho una bellissima famiglia, che crede e che mi dà la forza di affermare: continuo a vivere.

Vi prego, con i l cuore in mano! Aiutatemi nella preghiera, pregate per me, per le mie intenzioni!

Vi prego. Ricordatevi di me nelle vostre preghiere. Forse a giugno comincerò un nuovo lavoro, se Dio vuole.Statemi vicino. Con affetto. R

Caro R,Metto la tua persona e tutte le tue intenzioni di bene nella mia povera

preghiera, chiedendo al Signore di sostenere e accompagnare questo tuo momento diff ici le.

È vero, i l male ci trafigge anche nel profondo, ma può vincere solo se noi ci stacchiamo dalla speranza forte che Cristo ci dà, solo se tagliamo la sintonia con Lui.

Nella situazione che descrivi ci sono anche elementi di speranza: la famiglia, la possibi lità di un nuovo lavoro a giugno, la certezza che Dio ti ama, la tua stessa richiesta di aiuto nella preghiera, i l desiderio di avere qualcuno vicino.

Senza dimenticare l’aiuto esperto di qualche professionista, queste non sono cose da poco. Su di esse si può fondare anche una concreta nuova possibi lità. Il Signore ti benedica.

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traccE pEr una lEttEra da saronno: chi scrive a chi

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Me stessa, tua allieva

Padre Monti, ricorda che se anche io non sono stata una

grande allieva, beh, almeno sono stata un’allieva della tua scuola.

Ero me stessa, avevo pregi e difetti.Ma questo riguarda la scuola, che è ormai

roba passata.Qui, la tua cripta, è la parte che ancora posso

frequentare, senza bisogno di iscrizione.Così ora sono venuta a chiederti di donare

pace alla mia famiglia, quella che io purtroppo non riesco a donarle.

Fa’ che cresca i l dialogo tra noi, e porti frutto anche i l colloquio di oggi con la mamma. Che non sia stato vano.

Grazie.

Martina

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il mio “graziE” a padrE monti

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Tutte le mie speranzelE parolE montianE

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Oh, Madre mia SS.ma,

degnatevi a me vostro indegno figlio, d’un vostro benigno sguardo:

io, ho posto in Gesù vostro divin figlio,

tutte le mie speranze, e brame pel mio destino!

Mamma, Mamma, per mezzo Vostro, spero i l mio felice esito:

per mezzo Vostro, in Gesù io spero tutto,

o dolcissima mia Madre!

Mater Sanctae Spei!

Ave, ave spes nostra, salve.

(BLM, Riflessione, Brescia, dicembre 1852)

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Tu hai un papà che ti ama

occhi, il tuo nome e la tua statura e anche il tuo carattere mi è simpatico! Così ti amo.

Non ti amo per le tue qualità, né i tuoi difetti mi impediscono di continuare ad amarti. Neanche il tuo peccato me lo impedisce, perché ti ho amato di amore eterno e ti conservo ancora pietà.

Io lavo le tue ferite. Soffro la tua solitudine. Quando hai problemi, io sono con te. Quando dormi, io veglio il tuo sonno. Quando cammini, io vengo con te. Quando piangi, io sono il tuo consolatore. Quando ti senti solo, io sono la tua compagnia.

Confidami le tue preoccupazioni. Me ne occupo io. Esse non sono un pensiero tuo, ma mio. Io rispondo

per te. Davanti ai tuoi nemici, sono io il tuo scudo.

Conta su di me incondiziona-tamente, perché non tu hai scelto me, ma io ho scelto te.

Io ti ho cercato come un pastore cerca la pecorella smarrita. Io non sono venuto a salvare i buoni, ma coloro che hanno bisogno della mia misericordia.

Voglio che tu sappia che ho un progetto meraviglioso per te.

L’amore che ho per te, non ti costa nulla. L’unica cosa che oggi ti chiedo, è che ti lasci amare. Lasciati amare, solo lasciati amare. Ti amo,

tuo papà Dio

.

Figlia mia, figlio mio,

Da molto tempo desideravo dirti qualcosa. Oggi voglio ricordarti che ti amo. Il mio amore per me è fermo e stabile.

È impossibile smettere di amarti. Se anche i monti si spostassero e le colline vacillassero, il mio amore non si allontanerebbe mai da te. Io non posso smettere di amarti per nessun motivo, io sono fedele alla mia promessa e compio la mia Parola. Io ti ho disegnato nel palmo della mia mano.

Quando ti senti debole o malato, tu hai un papà che ti protegge. La mia mano è sopra di te e si prende cura della tua vita. Sei speciale per me. Se qualcuno ti attacca e cerca di danneggiarti, io prendo la tua causa nelle mie mani.

Figlia mia, figlio mio, io ti amo incondizionatamente.

Non importa quello che sei o non sei, io ti amo. Con la tenerezza di una mamma per il suo bambino, allo stesso modo io ti amo. Il mio amore non dipende da te, ma da me. Può forse una madre dimenticarsi del figlio del suo grembo? Se anche lei si dimenticasse, io non potrei mai dimenticarti perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima ed io ti amo. Ti amo come sei.

Ti ho formato io così come sei quando ti ho pensato sin dall’eternità, sia che tu ti senta bello o brutto, grosso o magro, fortunato o sfortunato, troppo timido o troppo vecchio.

A me piace il colore della tua pelle e dei tuoi capelli, mi piacciono i tuoi

Figlia mia, figlio mio, Da molto tempo desideravo dirti qualcosa. Oggi voglio ricordarti che ti amo. aIl mio amore per te è fermo e stabile.

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giocando con dio

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la giovinEzza dEi vEcchi

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Scusa, permesso grazieA nome di molte mogli e molti mariti

In genere, a bassa voce o anche farfugliando, mi dici: SCUSA.

Un momento prima di andare a letto, perché hai bisogno di dormire, sentendoti in piena sintonia addirittura con Papa Francesco.

(Tra l’altro sei così sicuro di averLo addirittura anticipato, e da molto tempo, dicendo: “ma io ho sempre pensato che questo trinomio è il compendio necessario e lapalissiano per una felice vita matrimoniale”).

Ti è capitato perfino di suggerirlo, in epoca preconciliare, nei Corsi per fidanzati o per giovani coppie, quando una delle serate veniva affidata ad un laico di specchiata vita cattolica, subito dopo avere letto un brano della lettera di San Paolo, là dove l’autore raccomanda “voi mogli… e voi mariti amatele come carne della vostra carne”, ma sembravi perfettamente d’accordo soprattutto sulla prima raccomandazione, quasi avessi avuto tu il permesso da parte del Padre di strapparti una costola, previa anestesia locale!, per forgiare la creatura che, per gratitudine imperitura, poi ti avrebbe servito per tutta la vita!

Solo che, strada facendo, ancor prima della senilità che giustifica la perdita della memoria, hai dimenticato la seconda e la terza parola.

PERMESSO: credo significhi (e mi scusi Francesco per la puntualizzazione): io, marito, chiedo il permesso a te, mia cara, di occuparmi anche di attività al di fuori del focolare domestico, perché ritengo doveroso dare il mio contributo alla vita pubblica, all’approfondimento di temi che possono completare la mia personalità, spaziando in diversi campi che vanno dallo sport (più guardato che praticato) e non necessariamente lasciandoti sola, ma restando davanti al televisore

in tinello, mentre tu sbrighi qualche faccenda in cucina o racconti una favola ai bimbi che non riescono ad addormentarsi; e se, invece, esco per una conferenza interessantissima e faccio tanto tardi, è solo colpa dell’oratore generalmente scapolo o prete che soffre di insonnia…

(Nota per le mogli: non pretendano di sapere i particolari della partita, specie se non tifano per la stessa squadra del marito o un resoconto stringato di una conferenza, perché difficilmente sono credute in grado di capire; meglio farsi portare la registrazione in altri momenti e senza fare commenti inappropriati!).

PERMESSO: dovrebbe valere anche per la moglie che talvolta ha bisogno di vedere un film che a te non interessa o di partecipare a una riunione scolastica o di scambiare opinioni con altre donne, non perché si è convertita ad un assurdo femminismo esagerato, ma perché le piacerebbe frequentare un corso di cucina o alcune lezioni sulle “donne nella Bibbia”, tenute da un preparatissimo Teologo, che dà il meglio di sé se il suo pubblico è formato da donne disposte a confrontarsi o a testimoniare difficoltà presenti nella quotidianità odierna.

Beh, potrebbe anche essere legittimo un permesso per imparare danze o cori, non necessariamente solo chiesastici!?

(Altra nota per quasi tutte le donne: ottenuto il PERMESSO, non pretendano poi di raccontare al consorte la loro serata , perché difficilmente gli uomini gioiscono di attività liberatorie non svolte in loro compagnia!).

GRAZIE: anche questo dovrebbe essere reciproco e tanto più sincero e affettuoso per ogni aiuto dato o ricevuto, in tempo utile e con un tono che non suoni ironico o seguito da frasette velenose, tipo: “io ci avrei messo meno tempo”; “sei sicuro/a di non avere dimenticato di comprare il latte?”; “hai proprio bisogno di far funzionare la lavatrice di notte ?”; “avrai anche messo in ordine, ma non trovo più i ritagli di giornale col discorso del Papa!”…

SCUSA, PERMESSO, GRAZIE.

È proprio vero che, a volte, le parole più semplici possono perfino rattristare, perché o si mettono in pratica tutte e tre o non diventano musica: l’INCOMPIUTA riesce bene solo a musicisti di valore!

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La chiave di volta della carità fraternaGiorni fa un confratello mi scrisse:

Come non ci amiamo tutti come dovremmo e come Dio comanda? È tanto giusto, è tanto utile, è tanto bello!... Come mai?

Gli risposi: Perché non si conosce e non si ama il Sacro Cuore di Gesù.

Ecco la chiave di volta della carità fraterna; ecco il mezzo veramente efficace e infallibile, l’unico mezzo per risolvere la nostra crisi attuale, la quale è soprattutto crisi di anime: igno-

ranza e indifferenza di Gesù, via, verità, vita!

(Lettera al Superiore generale, Napoli, 7 febbraio 1927)

Una pozione di santità al giorno fa bene alle coronarie e ridona la voglia di vivere.Parole, pensieri e preghiere in compagnia di Fratel Emanuele STABLUM e Fratel Bonifacio PAVLETIC

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stimoniare

Una pozione di santità al giorno...

La parola sulle sue labbra assumeva un pregio ed una efficacia speciale dalla santità di vita

Dalla carità verso Dio, non andava disgiunto in lui un amore sincero verso i l prossimo, specialmente verso i suoi confratelli. Non ricordo che egli abbia una sol volta disgustato uno di questi e perfino

quando doveva avvertirli di qualche difetto, sapeva adoperare tanta prudenza e semplicità e squisitezza di modi che gli ammoniti nonché adontarsene menomamente, ne restavano oltremodo edificati. E i Superiori, profittando di questa sua abilità, affidavano non raramente

a lui l’incarico di far delle correzioni agli altri; tanto più che la parola sulle sue labbra assumeva un pregio ed una efficacia speciale dalla santità della vita; per cui era nell’amore, nella stima e

nella venerazione di tutti.

(da: Serafino Banfi, Cenni biografici del SdD Fratel Bonifacio Pavletic, 1898)

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Nel Cuore della CaritàMontiana

Anno IV, n° 38 - Giugno 2015

18(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)

Direttore: Saverio Clementi

Redazione: Aurelio Mozzetta Raffaele Mugione

Collaboratori di questo numero: Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, Claudio Livetti, Codice Mariano della CFIC, Silvana, Giovanni, Martina, Santino Giuliani, GP Cermenati, Raffaele un laico montiano,I cercatori di Dio, R, Giulio, Raffaele Mugione.

Direzione:Via San Giacomo, 5 - 21047 Saronno (VA)Tel.02 96702105 - Fax 02 96703437e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org

santuario dEl BEato luigi maria monti - saronno

Conto corrente bancario intestato a: Provincia Italiana della Congregazione dei Figli Dell’Immacolata ConcezioneBANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA, Filiale di SARONNOEUR IBAN: IT 44 P 08374 50520 00000 8802614 - per bonifici dall’estero: codice BIC: ICRA IT RRAE 0 (zero)Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

Via A.Legnani,4 - 21047 Saronno (VA) - Tel. 02 96702105 - Fax 02 96703437e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

GIORNI FERIALI6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)9.00 Santa Messa18.50 Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDì18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

P. Aurelio Mozzetta, rettore - P. Pierino Sosio - P. Michel Ange N’Galulaka Fratel Rolando Sebastiani - Fratel Corrado Blundo

ORARIO DELLE CELEBRAZIONI DEL SANTUARIO

SACERDOTI E FRATELLI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO

OFFERTE

DOMENICA E FESTIVI8.20 Lodi del Mattino9.00 Santa Messa19.00 Santa Messa