Qui ho posto il cuore dicembre 2014

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Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti - Saronno di Aurelio Mozzetta Anno III, n°32 - Dicembre 2014 EDITORIALE Natale di traverso Segue a pag 2 Per quanto le si provino tutte, ecco che viene Natale, fa saltare le certezze e rimette tutto in ballo. Quella che sembra soltanto una bella favola, da raccontare ai bambini davanti al presepe, si dimostra più forte d’ogni incallita negazione; la sua dol- cezza, più dirompente di una bomba, si veste di mistero e penetra gli abissi siderali; la sua eco risuona nel petto e si espande come onda nell’infinito mare nel quale nuota la nostra libertà. Verrebbe quasi da dire: non c’è niente da fare, il sapore di Dio te lo porti sempre in bocca. Non si può sradicare Dio dal cuore dell’uomo. Malgrado sia la millesima volta che mi capita, sono sempre colto di sor- presa quando scopro tutta la sete di Dio che c’è sotto tatuaggi e piercing di giovani apparentemente lontani; che emerge da discorsi d’indifferenza disin- cantata o da atteggiamenti d’offesa e perfino da urli blasfemi. Dio non è un optional, per quanto si tenti di ridurlo a tale. Nei cunicoli delle miniere dei nostri cuori c’è sempre una scavatrice al lavo- ro, indipendente dalla volontà e ad essa perfino sconosciuta; la quale, in ogni caso, ininterrottamente avanza nell’ag- gredire la roccia, sempre troppo dura, che le sta di fronte. segue a pag. 2 Editoriale 1-2 PER...APPROFONDIRE Padre Monti e dintorni 3 Con Maria, come Maria 5 Giocando con Dio 15 PER...PREGARE Il mio “Grazie” a Padre Monti 14 Preghiera per le vocazioni 4 Una preghiera per... 4 PER...INCONTRARSI Glossolalie 6 Vita di famiglia 8 Lettere alla redazione 10 PER...TESTIMONIARE Riconoscere vocazioni 12 Emanuele e Bonifacio 17 PER...CONOSCERE Forse non sapevate che... 7 La porta aperta 11 PER...CONOSCERSI La giovinezza dei vecchi 16 PER...RIFLETTERE Le parole montiane 14 Parole e fuoco 11 Tracce per una lettera da Saronno 13 SOMMARIO

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Qui ho posto il cuore: il mensile dell'Istituto Padre Monti di Saronno, Casa madre della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione fondata dal Beato Luigi Maria Monti.

Transcript of Qui ho posto il cuore dicembre 2014

Not iz iar io de l Santuar io de l Beato Lu ig i Mar ia Mont i - Saronno

di Aurelio Mozzetta

Anno I I I , n°32 - Dicembre 2014

EditorialE

Natale di traverso

Segue a pag 2

Per quanto le si provino tutte, ecco che viene Natale, fa saltare le certezze e rimette tutto in ballo.

Quella che sembra soltanto una bella favola, da raccontare ai bambini davanti al presepe, si dimostra più forte d’ogni incallita negazione; la sua dol-cezza, più dirompente di una bomba, si veste di mistero e penetra gli abissi siderali; la sua eco risuona nel petto e si espande come onda nell’infinito mare nel quale nuota la nostra libertà.

Verrebbe quasi da dire: non c’è niente da fare, il sapore di Dio

te lo porti sempre in bocca.

Non si può sradicare Dio dal cuore dell’uomo.

Malgrado sia la millesima volta che mi capita, sono sempre colto di sor-presa quando scopro tutta la sete di Dio che c’è sotto tatuaggi e piercing di giovani apparentemente lontani; che emerge da discorsi d’indifferenza disin-cantata o da atteggiamenti d’offesa e perfino da urli blasfemi.

Dio non è un optional, per quanto si tenti di ridurlo a tale.

Nei cunicoli delle miniere dei nostri cuori c’è sempre una scavatrice al lavo-ro, indipendente dalla volontà e ad essa perfino sconosciuta; la quale, in ogni caso, ininterrottamente avanza nell’ag-gredire la roccia, sempre troppo dura,

che le sta di fronte.

segue a pag. 2

Editoriale 1-2

PER...APPROFONDIREPadre Monti e dintorni 3Con Maria, come Maria 5Giocando con Dio 15

PER...PREgAREIl mio “Grazie” a Padre Monti 14Preghiera per le vocazioni 4Una preghiera per... 4

PER... INcONtRARsIGlossolalie 6Vita di famiglia 8Lettere alla redazione 10

PER...tEstImONIARERiconoscere vocazioni 12Emanuele e Bonifacio 17

PER...cONOscEREForse non sapevate che... 7La porta aperta 11

PER...cONOscERsILa giovinezza dei vecchi 16

PER...RIFlEttERELe parole montiane 14Parole e fuoco 11Tracce per una lettera da Saronno 13

sommario

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

Segue da pag 1

E lo scavo va avanti e la miniera s’in-grandisce, così che rimane sempre ac-cesa la possibilità (la speranza, per chi ci crede!) d’incontrare, quando meno te lo aspetti, un diamante o un intero filone di preziosi.

Minatori davvero di prima classe si rivelano molti di quei non catalogati cer-catori di Dio, i quali, mossi dalla propria sete, non sono mai stanchi di scavare, mai stufi di domandare, mai soddisfatti delle risposte che ricevono, mai sazi di nutrirsi di quel che trovano.

Gente che vuole di più! Gente che costruisce le fondamenta del presen-te e, senza stancarsi, sparge ovunque semi di futuro, anche quando nessuno glielo chiede e nessuno se ne accorge.

Gente che ha occhi acuti per guar-dare i segni e che non si arrende se per caso perde di vista il sole in mezzo alla nebbia o tra le nubi.

A molti di essi devo dire grazie per aver motivato e alimentato la mia fede, anche quella da consacrato e di prete; a qualcuno devo anche di più, per esse-re stato addirittura provvidenziale.

Natale, dunque! Questo Natale che ogni anno torna a interrogarci con for-za disarmata e chiederci di non barare; di non far finta d’esser troppo occupati da non poter coltivare un pensiero di pace; di non rispondere il solito “non mi interessa” alla domanda di coinvol-gimento; di non girare gli occhi altrove se l’ingiusto opprime il debole; e di non stare zitti quando ci chiedono ragione della speranza che è in noi.

Di traverso si pone. Prepotentemen-te. E le sue diagonali toccano la testa, passano per il cuore e raggiungono le nostre radici, a terra, per ricollegarle al cielo.

Un segno a croce. Una croce, per la quale non c’è chiesto alcun permesso!

Anche a Natale, infatti, la guerra ruggisce impietosa. Qualcuno muore e una madre urla. Qualcuno nasce e una madre urla. Natale non è la soffice

ovatta profumata che ci accarezza le ferite. È la sfida degli abissi, che incute paura; ma, se accolta, ci genera all’E-terno. Lì arriva chi, senza posa, insegue risposte.

E così, i minatori che nella caverna del cuore scavano in ricerca, fanno sa-lire a fior di terra la domanda perenne su Dio. Non possono stare zitti. Non lo vogliono. Se lo facessero, morirebbero.

Diceva il Beato Papa Paolo VI che il mondo arranca e soffre per caren-za di pensiero. Quando poi la fragilità o l’assenza di pensiero si trasformasse in mancanza di preghiera, allora il mon-do morirebbe asfissiato, come al venir meno dell’aria che respiriamo e che ci tiene in vita.

Hai voglia a imbrogliar le carte di-cendo che in fin dei conti ogni lavoro è preghiera. Non è vero! Il lavoro è lavoro e dà il frutto del nostro impegno di uo-mini; la preghiera è preghiera e il frutto le viene dall’amore gratuito di Dio. Una differenza abissale.

Forse comincio a capire che Natale altro non è che la grande preghiera che Dio mi rivolge ogni volta che si fa pre-sente, per ricordarmi che l’unica pietra preziosa è Lui e che la mia ricerca o ar-riva a Lui oppure si disperde nel ventre della terra.

Aurelio Mozzetta

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

quando Bonaventura - ricordo che in quel periodo ricopriva il ruolo di Superiore generale al posto dello stesso Monti, il quale, su pressione dei Cappuccini, vi aveva dovuto rinunciare - decise che fosse venuto il momento di liberarsi proprio di questi frati suoi protettori.

Due le ragioni: primo, aveva ritrovato dei documenti che attestavano il lavoro svolto da Cipriano Pezzini al tempo della costituzione dell’Istituto; secondo, si era coperto di debiti.

Con la sua rivolta avrebbe potuto scaricare la colpa del deficit ai frati cappuccini e contemporaneamente dimostrare che egli aveva liberato l’Istituto da quegli importuni padri spirituali. Mosse che lo avrebbero lasciato di nuovo al comando.

Qui un fatto curioso: Padre Angelo - spietato nemico del Monti - ricorre proprio al nostro Beato per ottenere una lettera che attenui gli effetti di quello che Fr. Bonaventura sta facendo. Stupefacente! Luigi tentenna visto i precedenti, ma ha più timore per l’Istituto e, quindi, la predispone.

Papa Pio IX farà allontanare il Fratel Bonaventura e vorrebbe fare la stessa cosa anche con i padri spirituali, ma un nuovo intervento del Monti li salva.

Luigi, come disposto dal Papa, dovrebbe diventare Superiore, ma non sarà così. Infatti a lui i Cappuccini, ancora una volta, preferirono un altro, Fratel Felice da Jesi, totalmente incapace del compito. Per il Monti inventano un ruolo di “segretario del procuratore”, con la disposizione di rimettere a posto le finanze e altre incombenze legate alla gestione.

Tanti guai da risolvere, ma nessuna autorità. Eppure per stessa ammissione del Ministro generale dei Cappuccini, padre Nicola, Luigi era l’unico capace.

Come siamo complicati noi uomini. Cerchiamo sempre strade diverse da quelle volute da Dio, e come in questo caso, ci allontaniamo da ciò che il semplice buon senso suggerisce.

Non temere.

Marco

Tanto tempo fa. Iniziano così le favole che racconto, da nonno, ai miei nipotini, senza accorgermi che così è cominciata la favola che convivo con la mia sposa. Già, sono sposato da quarant’anni; mi sono perso, solo ieri, nei suoi occhi, e non so capacitarmi di questo tempo passato. Sono loro, i nipotini, sollecitando la lettura delle favole, a ricordarmelo.

Ecco, tempo fa, dicevo, il mio padre spirituale, per prepararmi al matrimonio, mi portò in una chiesetta della “Bassa Lombarda”, con un testo da meditare, un crocefisso un poco sbilenco e tanto silenzio.

“È in questo silenzio che trovi il sussurro di Dio, ascoltalo” - mi disse, e mi lasciò solo.

Luigi Monti a Vigna Corsini vive questo silenzio tutti i giorni. Relegato in quello spazio, tra malati irreversibili e bambini cui fare scuola, lontano dall’amato Ospedale Santo Spirito... Potrebbe tornare al Nord, ma no, egli rimane, sta lì ad aspettare il tempo che Dio ha deciso sia il suo.

Aspetta, prega e lavora. È totalmente sereno: il suo momento non poteva tardare.

È proprio questo suo stato d’animo che irrita gli avversari. Non contenti di averlo allontanato, lo vorrebbero espellere dall’Istituto. È troppo benvoluto dai Fratelli, capace e determinato, per non rappresentare un pericolo ai loro fini. Così Fratel Bonaventura, con il cappuccino padre Angelo del Tufo, cercano di dimostrare nulli i voti emessi da Luigi l’8 dicembre 1864, ma il tentativo fallisce.

Si arriva allora ai primi del 1868,

Tanto tempo fa, per prepararmi al matrimonio, il mio padre spirituale mi portò in una chiesetta della “Bassa Lombarda”, con un testo da meditare, un crocefisso un poco sbilenco e tanto silenzio. “È in questo silenzio che trovi il sussurro di Dio, ascoltalo” - mi disse, e mi lasciò solo. Luigi Monti a Vigna Corsini vive questo silenzio tutti i giorni tra malati irreversibili e bambini cui fare scuola, lontano dall’amato Ospedale Santo Spirito...

Nel deserto parla solo il tuo silenzio, o Dio

luigi m. monti E dintorni

Per

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rofondire

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

Beata sei tu, Maria, Vergine dal cuore infinito.Intuisci con affetto di Madre le segrete attese di ogni persona,

che cerca il senso autentico della propria Chiamata.Incoraggia con cuore di Madre il profondo desiderio di ogni vita,

che sa farsi dono e servizio nella Chiesa.Donaci la tua mano dolce, quando la strada delle scelte

si fa ardua e faticosa.Donaci la tua fede trasparente, quando il nostro cuore

è dubbioso ed inquieto.Donaci la tua preghiera fiduciosaper capire, per partire, per servire.Vergine Madre, semplice nel cuore.

Vergine Sorella, sostegno nel cammino.Vergine Amica, infinito Sì all’Amore.Intercedi per noi sante Vocazioni,

dono gioioso della Carità di Dio. Amen

(Benedetto XVI, aprile 2012)

- ricordiamo i 6 anni della scompar-sa di ARMANDO (Armandino), morto i l 23 novembre 2008, all’età di 17 anni. Tiene viva la sua memoria l’Associa-zione “Gli Amici di Armando”, molto attiva nel settore giovanile.

- per N. e G. Ambedue si sono tolte la vita, due ragazze troppo giovani per morire così… Eppure è successo. Noi non sappiamo darcene ragione, non conosciamo i l perché. Il Signore vi ac-colga, in pace, nella sua luce.

PER I DEFUNtI:

- GIOVANNI, 80 anni, papà di Suor Chiara Maria, morto in ospedale dopo lunghissima malattia, al mattino dell’8 ottobre. Il Signore ti accolga e ti doni salute eterna.

- i l p iccolo LEONARDO, 4 anni, sali-to al cielo domenica 9 novembre. Pre-ghiamo soprattutto per i suoi genitori e tutta la sua famiglia.

- ANTONIA, 37 anni, morta di tu-more i l 10 novembre.

- ARFEA, 85 anni, la mamma di Anna, morta i l 19 novembre.

Inviateci le vostre intenzioni di preghiera a: quihopostoi [email protected]

PER I gIOVANI:

- per Alessia, neonata del 23 no-vembre, un bellissimo dono per mam-ma e papà. Dio ti benedica e ti accom-pagni nei tuoi passi in questo nostro mondo.

PER cHI E’ IN AttEsA:

- Demetrio e Maria, in attesa del loro primo bambino. Il Signore vi ac-compagni giorno per giorno.

PER cHI sOFFRE:

- per Rosaria, nella sua malattia che non sembra voler f inire e per i suoi cari che insieme a lei ne soffrono i l peso. Il Signore porti serenità.

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi,apre i l tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

Beata sei tu, Maria, nostra sorella e amica

prEghiEra pEr lE vocazioni

Per

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una prEghiEra pEr...

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

È dio e mi assomiglia”.

E nessuna donna ha avuto dalla sorte il suo dio per lei sola.

la vergine pallida guarda il Bambino.

cristo è il suo bambino, carne della sua carne, il frutto del suo ventre.

l’ha portato nove mesi e gli darà il seno e il suo latte diventerà il sangue di dio.

E in certi momenti, la tentazione è così forte che dimentica che è dio.

lo stringe tra le sue braccia e dice: “piccolo mio!”

ma in altri momenti, rimane interdetta e pensa: “dio è là”, e si sente presa da un orrore religioso per questo dio muto, per questo bambino terrificante.

poiché tutte le madri sono così attratte a momenti davanti a questo frammento ribelle della loro carne, che è il loro bambino, e si sentono in esilio davanti a questa nuova vita, che è stata fatta con la loro vita e che popolano di pensieri estranei.

È una dura prova per una madre aver vergogna di sé e della sua condizione umana davanti a suo figlio.

ma penso che ci siano anche altri momenti, rapidi e difficili, in cui sente, nello stesso tempo, che il cristo è suo figlio, il suo piccolo, e che è dio.

lo guarda e pensa: “Questo dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. mi rassomiglia.

Madonna col bambino

Ti abbraccio e ti saluto con questo testo di Jean Paul SARTRE

un dio piccolo che si può coprire di baci, un dio che si può toccare e che vive.

con maria, comE maria

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rofondire

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each Brother be engaged properly on the field he is formed for.

We all know very clearly that religious are not working for themselves and their biological families, but for the good of God’s Kingdom, made visible by the Congregation and the Church. Obvious, therefore, that one of the greatest self-directives a Brother must develop is to deeply love the Congregation.

Viewing the situation of today societies, I think Father Monti would embrace other new needs, like the care for the old people, the physically handicapped ones, the deaf and the dumb…

Personally I believe that if Father Monti would come today, He will have some spirit of satisfaction about desires accomplished. I mean to say that the Founder will be happy seeing that the desire of the Congregation to be all over the world is almost achieved, because we are present in all the continents.

More to that, he can find the great majority of Brothers devoted to the charism and working for the good of humanity. For these, He can say to the Congregation: “you have kept my commandment”.

On the other side, I think Father Monti will be disturbed about the attitude of some of his children, especially those who have been trying to exploit the Congregation in one way or another. He would like to know the reason and talk to them, face to face.

In the light of our Blessed Founder, I think that both Brothers and Superiors must have a common fraternal and paternal spirit and be people able to create forum for sincere dialogue within the community and around it. We must be creative and inventive, thereby, encouraging the development of each of our communities and of the Congregation at large.

We have to strongly support the formation of our young Brothers. Each of them must first of all know why we are consecrating ourselves to God and to the Church.

Father Monti would ask to let

I believe that father Monti...

I pray much to ask for me more knowledge and care and love, so that I can work with the most in need of our people, following the footsteps of our beloved Father, Luigi Maria Monti.

Bro. LUCAS ALANG

glossolaliE: appunti, ricordi e saluti dal mondo

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Personally I believe that if Father Monti would come today, He will have some spirit of satisfaction about desires accomplished.

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

AssociazioneERIKA onlusLimena, 1 agosto 2014

Al Superiore Generale della CFICReverendissimo, mi chiamo Isidoro Rossetto e sono i l presidente di una piccola Associazione. Nell’ultimo numero del nostro notiziario, ErikaNews, abbiamo pubblicato in quarta di copertina un documento del 1942, che riguardava la nostra famiglia e che era stato inviato dall’Orfanotrofio di Saronno. La motivazione della pubblicazione è scritta a pag. 62 con i l titolo “Una riflessione”. Mi sembrava giusto che questo omaggio all’opera della sua Congregazione fosse messo a conoscenza di chi continua nel tempo, anche in forme diverse, l’ideale del Fondatore, Luigi Maria Monti. Un ringraziamento anche da parte della mia famiglia. Cordiali saluti. Isidoro Rossetto

... a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere...

forsE non sapEvatE chE... Breviario di curiosità montiane

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noscere

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

ogni giorno suonano alle ore 18.30, per ricordare il momento della morte del Fondatore. È come se ogni giorno ricevessimo la benedizione di Lui, nel ricordo personale e nel pensiero che si mette in moto al sentire i rintocchi.

La ricognizione effettuata tempo fa ad opera della FEDERAZIONE CAMPANARI AMBROSIANI, ha descritto le prime tre campane - in tonalità Mi4 crescente, Fa#4, e Sol4 – di più recente fattura, fuse nel 1975, dalla ditta Eugenio Villa di Seregno. Esse portano iconografie, la prima del SS.mo Sacramento e San Pietro, la seconda del Battesimo di Gesù e della Madonna del Carmelo con San Simone Stock, la terza di Sant’Antonio da Padova e del Crocefisso.

La quarta campana, tonalità in Sib4, è molto più antica e porta la scritta “Cavani Giovanni di Spilamberto fece, A. 1896”, con

1° OTTOBRE

Le quattro campane del Santuarioiconografia rappresentante San Luigi Gonzaga e un Santo Vescovo.

La Voce del nostro Santuario è anche questo. Uno scampanio di festa, che richiama momenti di grande intensità, antichi e presenti, e che si fa eco della preghiera quotidiana dei Frati, nella quale essi portano ed offrono tutte le persone che frequentano la nostra Casa e la Chiesa del Beato.

In questo Avvento prezioso, le campane annunciano la L’IMMACOLATA CONCEZIONE, festa patronale della Congregazione. Riportiamo (a pagina 9) un estratto del Manifesto delle celebrazioni. Nel Giorno benedetto di Maria, l’8 dicembre, a BOVISIO, luogo natale del Beato Monti, la Congregazione darà ufficilmente avvio alla presenza di una nuova Comunità (ne riporteremo cronaca al prossimo numero).

Le campane annunciano l’Immacolata Concezione

IN QUESTO TEMPO D’AVVENTOIl chiostro di Casa Madre (a lato) e la città di Saronno visti dal campanile (sotto)

vita di famiglia

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L’IMMACOLATA AL SANTUARIO DI PADRE MONTI

Calendario delle Celebrazionida Sabato 29 novembre a Sabato 6 dicembre (esclusa domenica 30 novembre)

Celebrazione della NOVENA dell’Immacolata, alle ore 18.30, con catechesi mariana

Domenica 7 dicembrePrimavera Montiana ore 10-14 Sante Messe festive: ore 9.00 e 19.00

Lunedì 8 dicembreSOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONEOre 9,00 Santa MessaOre 15,00 Apertura XXI Mostra Artistica del PresepioOre 19,00 Santa Messa (presiede il Cardinale Giuseppe Versaldi)Ore 21,00 Concerto di Natale (Corpo Musicale Cittadino e Coro Padre Monti) Vi aspettiamo per pregare insieme e condividere con ciascuno non solo la professione di fede, ma anche la gioia di essere cristiani ogni giorno di vita.

MICHEL ANGE e CORRADO… le nuove forze della nostra Comunità. Due “pezzi da novanta” (ehm, ehm !!!), con cui è bello condividere la vita e lo spirito delle giornate.

Fratel Corrado insegna religione nella nostra Scuola di Formazione Professionale, guida un Gruppo Giovani Montiani ed è impegnato nella catechesi.

Padre Michel Ange, giunto da poco dal Congo, ancora studia la lingua italiana, ma è già ben attivo nell’ambito del Santuario del Beato Monti… e più e più lo sarà.

Ci sarà un bel lungo pezzo di cammino da fare insieme. Avanti!

Due nuovi fratelli arrivano all’Istituto Padre Monti di Saronno

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felicità, ne abbiamo bisogno! No comment, invece, per l’esperienza di padre Elvis, una vergogna per Milano!

* Caro padre, rieccomi dopo tanti mesi a tornare a scrivere due righe nella speranza non vi siate dimenticati di me nel frattempo. Io di certo vi porto nel cuore. Rieccomi a casa da alcuni giorni dopo un ultimo ricovero in ospedale, durato oltre due mesi, contornato dalle solite terapie. Questa volta è stata particolarmente pesante fisicamente. Ma almeno spiritualmente ho avuto la grazia di vivere due mesi di ritiro spirituale, di occupare tanto tempo nella lettura dei testi sacri, nella preghiera, nella meditazione, nella visita quotidiana al Tabernacolo e cosa più bella, nella Comunione quotidiana. Quanta energia scaturisce da quella Santa Particola quando prende posto nel nostro corpo! Mi sono chiesto tante volte se erano più efficaci le terapie o questa potente energia scaturita dal Corpo di Gesù. Ancora una volta voglio gridare GRAZIE GESÙ che sei sempre al mio fianco! Ora da alcuni giorni sono tornato a casa, ma le difese immunitarie azzerate hanno lasciato campo libero a tutte le malattie da raffreddamento che la stagione ci regala e sono a letto con febbre. Forse questa è la fortuna di noi ammalati, possiamo stare comodi a letto (non lasciamo troppo spazio al dolore e alla commiserazione!) e possiamo pregare e ascoltare Gesù che in ogni momento ha qualcosa da dirci. Poi quando la febbre prende i l sopravvento e mi addormento, mi piace sapere che sono attimi di regalo materno, momenti d’abbandono alle coccole della nostra Madre, vegliati dai

* Nel ringraziarti per QPC, colgo l’occasione per augurare forza e tenacia a continuare in questa missione… La presenza si lenziosa mi riempie di parole, di f iducia, di speranza.

* Grazie di cuore! Ho trovato questo numero di un’intensità immensa, è stato bello mentre lo leggevo sentire che stavo nutrendo la mia anima, provando la stessa sensazione fisica di quando nutri i l corpo, sentire un senso di sazietà appagante, e sapere che dopo un po’ ritornerà la fame e avrai bisogno di altro nutrimento. Un caro saluto. Rosaria

* Grazie. Ho ricevuto QPC, sempre pieno di ricchi stimoli e interessanti letture. Bellissimo l’editoriale con Alda Merini! È sempre molto gradito questo bollettino online, così ben fruibi le elettronicamente, con un bel formato per gli appropriati dispositivi lettori digitali, i quali vengono valorizzati e riempiti di contenuto, per una lettura arricchente e piacevole, creativa e spirituale. Grazie.

* Oggi ho letto con calma e mi sono coinvolto nei contenuti di QPC 31. Mi sento di esprimere una emozione di forte partecipazione, che vorrei offrire come PREMIO a tutti coloro che hanno contribuito ad arricchire questo numero. Da parte mia una preghiera di accompagnamento. Fratel Rolando Sebastiani.

* Grazie mille per questo numero di QPC. In particolare l’editoriale , ricordando i versi della Merini e le parole di san Fi lippo Neri, fa memoria della bellezza e dell’eternità della speranza e della

Con forza e tenacia

La malattia e il sorriso

Scriveteci a quihopostoi [email protected]

Lettere alla redazionenostri angeli. La previsione dei medici che entro un anno dovrei perdere la memoria all’inizio mi ha fatto cadere nel panico. Dopo qualche giorno, ho maturato che se succederà, e io non ne sono poi così convinto, avrò la fortuna di concretizzare l’unico, vero e grande sogno della mia vita: abbandonarmi completamente tra le braccia spalancate di Cristo in Croce e lasciarmi condurre dalla sua grandiosa bontà. Sono sicurissimo che anche se io mi dimenticherò tutto, Egli non si dimenticherà di me. Caro padre, vorrei scriverle tantissime cose, ma le ruberei tempo. Almeno una cosa voglio dirla: vi ho nel cuore, vi penso spesso e vi voglio bene! In unione di preghiera. Guido

* Grazie di cuore, e buon cammino

* Grazie per condividere anche con me i l graditissimo e uti le periodico “Qui ho posto i l cuore”.

* Sempre interessante i l mensi le; ho già letto una parte, piacerebbe anche a me scrivere qualcosa,

* Grande Alda Merini! ho condiviso qualche poesia e altre ne sto leggendo.

* Quello che guardo in cielo, ogni giorno è un sorriso, anche quando è coperto dalla pioggia. Peccato che lo dimentico spesso.

Grazie di cuore

i vostri mEssaggi: e-mail e lettere dal mondo

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. . .con l ’impegno di par lare bene e gettare semi d i parola fecondi, capaci d i donare be l lezza e vita; d i far r isorgere le parole per la re lazione; e anche d i combattere la marea d i grezza volgar i tà che vorrebbe inondarci a un ico benef ic io d i ch i cerca sold i e brama potere . . .

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

7 Goditi la natura, la musica, un libro. Visita un museo, un monastero, una città.

8 Partecipa alla vita sociale del tuo quartiere, della tua associazione, della tua parrocchia.

9 Sii amichevole con le persone che oggi debbono lavorare per te e sono al tuo servizio.

10 Incontrati con la tua comunità di fede in chiesa. È comunque domenica!

A volte davvero non sappiamo che fare e che farcene della domenica, se non passarla inutilmente sonnecchiando o nell’ozio senza scopo.

Sembra che essa non sia più “Giorno del Signore”, ma semplicemente una frattura nella pesante agenda della ferialità. Quasi una conseguenza di obblighi sindacali. E sembra che la festa non sia più un tempo per Dio e per gli altri, ma spazio banale dell’io, stanco e stressato. Basterebbe solo aprire la Scrittura per accorgersi che il riposo è una straordinaria invenzione di Dio!

Dal testo di Benoit Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto, trovo queste simpatiche dieci “regole” scritte dal cardinale Godfried Danneels, per chi volesse fare di quel giorno una vera domenica. Sono indicazioni semplici, riconoscibili e forse più importanti di quanto possiamo pensare.

1 Pianifica la domenica già durante la settimana e lasciala cominciare il sabato sera.

2 Indossa altri vestiti, raccogli un fiore o un rametto in giardino, metti una candela a tavola, offritevi l’un l’altro un sentimento “domenicale”.

3 Allontana ogni ostentazione, fa le cose con più calma, alzati con tranquillità, sii più lento nel consumare la colazione e parla più serenamente, con tuo marito, con tua moglie, con tuo figlio, con il tuo vicino.

4 Non criticare, ma la domenica dì tanti “sì” quanto ti è possibile.

5 Trova il tempo per la tua famiglia, i tuoi amici, un malato, …

6 Telefona a qualcuno che hai dimenticato durante tutta la settimana per far piacere a lui o a lei. Oltretutto, la tariffa dovrebbe essere più economica.

La domenicala porta apErta: incontri, ricordi e proposte di montiani vecchi e nuovi

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noscere

Mi ha svegl iato presto la nonna.Una pedalata assonnataf ino al campo, umido di rugiada,

Figure ancora scure,in quest ’alba che non s i decide a scaldami, mi attendono.

Una zappa a forconeapre, r ivolta la terra:appare, nascosta e mister iosa.

Mani all’auroraparolE E fuoco

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flettere

Si lenzio.È fat ica parlare ch inatia raccogl iere patate.

Prendo questo sorr iso,e pedalo lento, verso casa,non ho p iù fretta.

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

Gridavo aiuto e nessuno mi ascoltava: ero solo, aggrappato ad un ramo, mia unica salvezza. Sotto di me il burrone, sopra di me pochi metri che non potevo risalire.

Pregavo intensamente che arrivasse qualcuno e gridavo per farmi sentire il più lontano possibile.

In quegli istanti, la mia supplica partiva dal fondo del cuore e attraversava gli abissi della mia mente e tutte le cellule del mio corpo.

Mia unica salvezza era che qualcuno fosse passato da quel sentiero solitario, in quella bellissima montagna, che mi aveva accolto per un breve periodo di vacanza, durante il quinto anno di seminario.

Il fatto che stessi diventando prete non era un vantaggio in quella situazione, come non lo era il mio continuo pregare… Stavo lì, aggrappato impossibilmente alla vita, che ad ogni istante mi sfuggiva di un millimetro, sempre più giù, perché le mani sudavano ed il ramo sembrava non tenere.

Non so dire quanto durò, ma, mentre invocavo la Madonna, improvvisamwente apparve sopra la mia testa un uomo che mi afferrò e mi tirò su. Mi ritrovai sdraiato sul sentiero, stremato, impaurito, freddo, prima ancora di capire d’essere stato salvato.

Ricordo il volto della Madonna. Poi, non so come, mi ritrovai in ospedale.

Gridavo aiuto e nessuno mi ascoltava: ero solo, aggrappato ad un ramo, mia unica salvezza. Sotto di me il burrone, sopra di me pochi metri che non potevo risalire.

Aggrappato ad un ramo

A raccontare questo episodio, mi vengono ancora i brividi. Oggi, da parroco, continuo ad invitare i giovani alla prudenza, ma anche e soprattutto alla preghiera sincera.

Sapevo già pregare, ma pregare dal profondo del cuore è altra cosa. Io l’ho imparato davvero soltanto appeso a quel burrone, quando mi ha tenuto in vita l´intervento della Mamma del cielo. Quell’incidente rimane una pietra miliare della mia formazione di prete. Da esso sono uscito rinato e fortificato.

Ognuno ha un modo per pregare o per imparare a pregare; non c’è un modo giusto e uno sbagliato, importante è farlo e farlo con il cuore.

Mi verrebbe da dire che se con tutto noi stessi sapessimo arrivare al fondo del nostro bisogno di salvezza, solo allora potremmo sentire l´intervento di Dio nella nostra vita.

A me c’è voluta un’esperienza limite, ma non per tutti deve essere così.

La ricerca, la sincera invocazione e l’amore incondizionato, rinascono in ciascuno che si metta in preghiera, che sia prete, frate, suora o laico. Non servono episodi spettacolari, come quello che è capitato nella mia vita; occorre solo che nella supplica noi possiamo, con tutto noi stessi, esprimere la speranza d’essere ascoltati ed esauditi.

Aggrappato ad un ramo… è la metafora della salvezza. La mia, la tua, quella di tutti.

Un’invocazione è sufficiente a far arrivare fino a noi l aiuto di Dio. Io ero in punto di morte, ho ricevuto la VITA! Si è trattato, indiscutibilmente, di una grazia immensa.

La mia gratitudine ancora e sempre alla cara Mamma del Cielo. Che veramente lei sappia accompagnare ognuno di noi, in tutti i momenti della vita, salvando e portando consolazione. Auguri anche a te.

riconoscErE vocazioni a cura dei cercatori di dio

Per

.. .te

stimoniare

Questa breve lettera è pochi mesi fa. Oggi, stringo la mano di PE, insieme a quella di tanti altri con i quali si è ricongiunto. Santi, lassù, nella luce. Santi anche noi, però, qui, su questa terra che ci porta in grembo. La catena non si rompe, perché è fatta di eternità.

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

Eccomi a te. Mi hai chiesto i l perché di tante morti giovani e apparentemente non dovute, perfino di bambini o di persone belle, capaci, sorridenti, atletiche e piene di vita.

Non ho presunzione di rispondere né di portarti delle soluzioni.

Quello che ti scrivo riguarda soltanto i miei ricordi di vecchio frate, che ha dato tutto di sé, nella ricerca di Dio, dopo che tanti anni fa si mise, come scrive la Regola di san Benedetto, alla “scuola del servizio del Signore” (Prologo, 45).

Nella mia lunga vita, ho incontrato tante persone, talune anche molto importanti, qui in Italia e nel mondo, che mi hanno parlato della morte.

Ti faccio solo qualche esempio: Papa Giovanni (nell’ultimo incontro mi disse: “Pregherò sempre per te”); i l Presidente di uno Stato ex comunista, che avevo conosciuto tramite i l nostro monastero di T. (del tutto inaspettatamente, mi regalò queste parole: “Non abbia timore: Dio l’aiuterà”); i l Rettore dell’università dove avevo insegnato (“cerco Dio, me lo mostri se può”); Papa Benedetto XVI (mettendo le mani sulle mie spalle, nell’apri le 2009, mi disse: “Prega per me”): i l Vicario di Cristo mi ha chiesto di pregare per lui; è cosa che a fatica riesco a portare, pensando a quanto deboli siano le mie spalle a confronto delle sue.

C’é una continuità tra i vivi di oggi

La catena della fede

e i defunti. Penso anche a tanti miei giovani studenti universitari, che non ci sono più, partiti molto prima di me.

Ricordo Papa Giovanni XXIII che diceva, nel 1959: “Non ho paura, perchè stringo la mano di Pio XII, Pio XII stringe quella di Pio XI, e via via, da una Papa all’altro si stringe la mano di Pietro, e Pietro stringe la mano del Signore che gli affida la Chiesa”.

Nel nostro piccolo, stringiamo la mano dei nostri defunti: i l mio vecchio parroco, i molti confratelli che ho conosciuto, i miei genitori, i tanti morti di casa e del paese, ecc.

Tutti ci portano a Cristo.

Ecco allora la nostra responsabilità: essere degni di appartenere ad una catena di fede e di coerenza.

Non ho molto da aggiungere. La catena che ci unisce ai nostri antepassati è cosa tanto reale da diventare “comunione di santi”.

Inuti le non avere tempo. E perfino banale, se fosse una ragione a scusante.

Ognuno ha sempre tutto i l tempo che davvero gli interessa per le persone e le cose che ama.

Sono pieno di dolori e sento di essere in cosciente attesa dell’incontro, ma non è faci le neppure per me fare i l gesto dell’offerta.

Eppure, di frequente penso che l’accettazione delle nostre

diff icoltà può aiutare spiritualmente i perseguitati a resistere e sperare. E, tra essi, quanti sono stati uccisi per Cristo.

Per tutti loro - sono tanti, oggi, sono troppi! - vorrei offrire questo mio ultimo scampolo di vita.

Fraterni auguri. Con affetto. PE he

traccE pEr una lEttEra da saronno: chi scrive a chi

Per

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flettere

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

Caro Padre Monti, sono ammirato per questo posto

tranquillo in cui vengo a trovarti, dove si può pregare e tirarsi fuori, per un po’, dai rumori che ci opprimono tutto i l giorno. Chiedi per noi la pace. Noi te la chiediamo per tutto i l mondo. Aiuta me a vivere sereno nel mio cuore e stare in pace con gli altri. Fa che io possa mettermi completamente nelle mani di Dio. Grazie. Io confido in te.

Sandro

Nelle mani di un padreil mio “graziE” a padrE monti

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egare

Un giorno di gioialE parolE montianE

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flettere

8 dicembre. Festa dell’Immacolata, Patrona dell’Istituto. Questo giorno riuscì di trionfo e di gioia in tutta la Famiglia. Alla mattina vi furono 6 professioni e 2 vestizioni. I l Superiore sentiva in cuore una grande gioia e commozione verso la propria Madre Immacolata, tanto fu che ci convenne portarsi nella propria Cappella, e andare ai p iedi santissimi dell’Immacolata Madre, sfogando con ringraziamenti pel tanto bene mostrava per esso, e per l’Istituto. Tanto che rinnovò i suoi soliti proponimenti, e fare quanto poteva per corrispondere alle tante grazie. Sentendo quasi assicurato che l’Istituto avrebbe trionfato, e prosperato dando una gloria alla Chiesa, e quindi a Dio.

(BLM, Diari, 8 dicembre 1884)

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

I perchè di Dio

cristiani sono scintille di questo intervento divino.

D’altra parte, a un mago che interviene autoritariamente con la bacchetta magica, io preferisco il Dio che Gesù ci ha rivelato. Non mi piacerebbe un dio che intervenisse a ogni problema che sorge, mi sentirei umiliata e zittita... direi quasi come alcuni uomini di chiesa davanti alle donne. Per fortuna, invece, Egli è un Dio che lascia liberi di partecipare alla sua creatività: se continuiamo a correre dietro il campo che abbiamo comprato, a provare i buoi ci siamo procurati, a fare feste di nozze senza sposi, perché continuiamo a offendere Dio con quelle domande?

La morte di un bimbo lacera l’anima, assolutamente sì!. Eppure, possiamo dire “grazie” a Dio per il tempo che ce l’ha donato, per la grazia con cui l’abbiamo potuto accogliere, per il nome che gli abbiamo dato, per la gioia che la sua nascita ha portato e per la maternità e paternità che ha fatto crescere in chi l’ha generato… invece di rinfacciargli sempre il “dove sta, cosa fa, perché non interviene?”.

Avrà anche diritto Dio di fare quello che vuole? Non è forse intervenuto dandoci suo Figlio? Cosa ne abbiamo fatto di suo Figlio, e oggi cosa ne facciamo della presenza del Figlio di Dio vivo?

Quando davanti ai dolori della storia attuale rimaniamo attoniti, dovremo anche chiederci: cosa sto facendo io? E se mi scopro impotente, abbiamo altri strumenti che ci fanno potenti: l’Eucaristia, la preghiera, il digiuno e l’elemosina.

Il male lo creiamo noi. La Bibbia dice che è entrato nel mondo per

invidia del diavolo; dice che Dio non ha creato la morte, ma si prende cura d’ogni essere vivente e ama la vita, e l’ha dimostrato sopportando lo scandalo del Figlio crocefisso. Egli ha avuto il coraggio di lasciar fare al Figlio il cammino fino in fondo, fino alla Croce, per guarire le nostre ferite: la carne crocefissa oggi, le gole tagliate in video, i cadaveri affogati, i bimbi trovati nelle immondizie, i popoli distrutti, le persone ferite dentro, le stimmate dell’anima… Se Dio chiama e chiama e chiama e la gente gira la testa dall’altra parte, anche oggi, perché si continua a dire “Dio cosa fa?”.

Dio chiama, ma tu non rispondi, non ti rimbocchi le maniche, non sei vigilante, non resisti agli strilloni di piazza che non costruiscono nulla, ma ti spingono alla demenza precoce, gettandoti nella disperazione, riempiendo le piazze di lamentele spesso contro fantasmi che sono alibi per destabilizzare il mondo.

Ho davvero l’impressione che non si sappia più cosa inventare per far baccano e resistere a Dio, che del mondo è il Signore. E intanto, gli ignoranti aumentano sempre più, inselvatichiti d’una rozzezza e volgarità di linguaggio sempre meno umano, nutriti dalla sottocultura imperante e promossa da tanti venditori di parole sterili, i quali purtroppo si incontrano anche in qualche ambiente pastorale...

Sr Maria R

Scrivo queste righe stimolata da QPC di Novembre. Parto dall’editoriale. Quella solita domanda sui problemi del mondo - “Dio dove sta? cosa fa? perché non interviene?” - è una provocazione che a me invece fornisce risposte, mi apre alla comprensione della fede.

Ho accettato di riconoscere il primo posto nel mio cuore a Gesù, in modo gratuito e quasi selvaggio, non partendo da libri di teologia né da catechismi, ma dalla sua grazia e dalle persone che l’hanno testimoniato. Da allora, cerco di puntare lo sguardo su di Lui come Rivelatore di Dio e Salvatore, e quelle domande ultime in situazioni di estrema sofferenza, mi aprono alla conoscenza di ciò che Dio fa per l’umanità, del suo intervento storico in ogni istante di vita, e del luogo che Egli abita.

Quelle domande per me funzionano un po’ come il libro di Qoelet. Mi verrebbe da tradurle così: “dove sto io? cosa faccio? perché io non intervengo” nelle situazioni che mi feriscono, m’interrogano, mi scandalizzano, mi provocano, mi mettono nell’impotenza? Sì!, dove siamo noi, e dove eravamo noi?

Cristiana Dobner, a proposito dell’Olocausto, dice la stessa cosa. È una scusa dire: “noi lì non c’eravamo!”. Noi ci siamo oggi e oggi accadono cose peggiori di allora. Noi c’entriamo con le nostre scelte e con la nostra mentalità, anche nell’olocausto!

Dio è con noi, ma noi siamo con Lui? Dio sta dove deve stare, ha fatto tutto, interviene sempre, ma chi se ne accorge? È intervenuto durante l’olocausto, ma chi l’ha ascoltato? L’episodio dei ragazzi della Rosa bianca è uno spiraglio di luce; i martiri

“Dio dove sta? cosa fa? perché non interviene?” - è una provocazione che a me invece fornisce risposte, mi apre alla comprensione della fede.

giocando con dio di raffaele greco

Per

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PP

rofondire

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Anno I I I , n° 32 - Dicembre 2014

L’umidità da sempre fa male ai vecchi, ma, a volte, basta un insperato raggio di sole per riscaldare le ossa e soprattutto i l cuore.

Cito alcuni esempi:

- arriva la telefonata di un nipote: “Nonna, posso passare a trovarti?” (forse ha un’ora buca, perché i l negozio dove troverà un regalo natalizio per l’amichetta è ancora chiuso, ma è pur sempre una felice occasione per ascoltarlo!);

- sei per strada, ti muovi con diff icoltà nel traffico e un signore ti aiuta ad attraversare sulle strisce bianche, dandoti cavallerescamente i l braccio (e non è neppure uno scout che deve compiere una B.A.);

- i l tuo giretto per le spese potrebbe risolversi in mezz’ora, ma diventa un percorso a tappe e dura ben due ore, perché tante persone desiderano farti gli auguri (dimentichi i l freddo micidiale per le arterie, riscaldata da baci ricevuti e ricambiati così volentieri);

- entri in farmacia, c’è la coda, ma si apre un varco sorridente e sei subito vicino al banco (ti secca soltanto che la tua lista di medicinali sia così lunga, ma nessuno si lamenta!);

- apri i l computer e trovi 25 messaggi che arrivano da lontano. Li leggi tutti e non ti inquieti se devi cancellarne altri 25, promozionali di prodotti per cancellare le rughe o richieste di amorose corrispondenze da parte di uomini ultranovantenni (che pur han visto che anche tu sei ben lontana da un’affascinante giovanile maturità!);

- un figlio t’informa che desidererebbe conoscere i l tuo

Quando il sole fa capolino tra le nuvole

parere sull’ultimo libro di Alberto Maggi (e, per la gioia di condividere, non ti spaventa i l titolo: “Chi non muore si rivede”!?);

- scopri, insperatamente, i l cassetto dove i l tuo coniuge tiene dolcetti a lui leciti e per te dannosi; resisti alla tentazione, anche se non è Avvento, e guardi con occhio benevolo alle sue debolezze... (in fondo è perché ti ama che vorrebbe sempre vincere alla “caccia al tesoro”);

- devi, a fatica, salire le scale di un buon supermercato e una signora si offre di portarti la spesa fino al deambulatore (beh, poi ti tocca stare dieci minuti ad ascoltare la descrizione accurata della sua artrosi, ma conclude: “è la prima persona con la quale parlo da una settimana”);

- al mercato, un venditore ha tenuto per te una giacca di Missoni che sua moglie non mette più, sarebbe a un prezzo stracciato (peccato che, nella ressa, ti viene rubato i l portafoglio, forse da una donna alla quale quei soldi servono per comperare da mangiare ai suoi f igli !);

- i tuoi scolari, oh i tuoi antichi alunni ora genitori o nonni, ti gridano da lontano: “Ciao, maestra!” (segno che non fai p iù soggezione ad alcuno e che ti hanno perfino perdonato di averli strapazzati, talvolta, perché non sapevano usare i l congiuntivo dei verbi irregolari !)…

E qui mi fermo.

Sperando che pure voi troviate almeno altri motivi per dire che, dopotutto, la vecchiaia ci riserva ancora qualche raggio di sole.

SIL

la giovinEzza dEi vEcchi

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noscersi

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I l p iccolo Leonardo non ce l’ha fatta, ma è stato importante aver pregato

Il piccolo L(eonardo) non ce l’ha fatta, dopo aver lottato per tutti i suoi 4 anni di vita contro il cancro. Non ci è stato donato il miracolo che tanto avevamo chiesto. Mi scrive Sr. Tb: è stato importante, comunque, aver pregato e sperato il miracolo da Fratel Emanuele Stablum, perché ci ha permesso di vivere una grande vicinanza e la condivisione; e non sappiamo quale sarà la

risonanza di questa carità per le anime, specie per il bimbo e per i suoi poveri genitori a livello di fede e di salvezza. Noi continuiamo a credere che l’amore di Dio agisce sempre, anche quando

noi non riusciamo e vedere né a capire. Egli soffre il nostro dolore e piange le nostre lacrime. Ci sostenga il Servo di Dio Emanuele, che tanto lottò anche lui e alla fine cedette alla morsa del cancro.

Si avvia la Causa di Beatificazione

Lo scorso 28 ottobre 2014, la Conferenza Episcopale della Regione Lazio ha approvato l’introduzione della Causa di Beatif icazione del nostro confratello Bonifacio Pavletic.

Un bel passo avanti, che ricompensa l’impegno di tanti, religiosi, religiose, sacerdoti e laici, che hanno lavorato sodo per questo risultato.

In tal modo si potrà, da ora in poi, dare alla figura di Bonifacio la dovuta fama sanctitatis ed egli potrà essere indicato come esempio e modello da seguire, una figura di giovane

(morì a 33 anni), credente impegnato, che davvero prese sul serio i l proprio battesimo.

La Causa si avvia nella Diocesi di Roma, perché in quella città Bonifacio morì.

La sua santità è patrimonio prezioso della nazione e del popolo di Croazia, dove egli era nato, e si diffonde per i l mondo e per l’intera Chiesa; la sua vita di consacrazione e i l peculiare sti le nel viverla in modo

esemplare, sono dono senza prezzo per la nostra Congregazione e per ognuno di noi, suoi Confratelli.

Preghiere e voti ti offriamo / Bonifacio è un testimone / dell’amore tuo, Signore…

Roma lo chiama ed egli va / segue le orme dei martiri / è azzurra la sua veste / nel donare carità

(dall’Inno a Fratel Bonifacio - Himam bratu Bonifaciju)

)

Una pozione di santità al giorno fa bene alle coronarie e ridona la voglia di vivere.Parole, pensieri e preghiere in compagnia di Fratel Emanuele STABLUM e Fratel Bonifacio PAVLETIC

EmanuElE E Bonifacio

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stimoniare

Una pozione di santità al giorno...

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Anno I I I , n° 31 - Novembre 2014

Nel Cuore della CaritàMontiana

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Anno I I I , n° 31 - Novembre 2014

(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)

Direttore: Saverio Clementi

Redazione: Aurelio Mozzetta Raffaele Mugione

Hanno collaborato per questo numero: Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Bro Lucas Alang, Sandro, Rosaria, Fratel Rolando Sebastiani, Guido, Isidoro Rossetto, Sil, PE, I cercatori di Dio, Sr. Maria R., Raffaele Mugione.

Direzione:Via San Giacomo, 5 - 21047 Saronno (VA)Tel.02 96702105 - Fax 02 96703437e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org

santuario dEl BEato luigi maria monti - saronno

Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre MontiEUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNOCausale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

Via A.Legnani,4 - 21047 Saronno (VA) - Tel. 02 96702105 - Fax 02 96703437e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

GIORNI FERIALI6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)9.00 Santa Messa18.50 Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDì18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

P. Aurelio Mozzetta, rettoreP. Pierino Sosio - P. Roy Puthuvala - P. Michel N’Galulaka

ORARIO DELLE CELEBRAZIONI DEL SANTUARIO

SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO

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DOMENICA E FESTIVI8.20 Lodi del Mattino9.00 Santa Messa19.00 Santa Messa