Qui ho posto il cuore gennaio 2014

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Quando un solo cane si mette ad abbaiare a un’ombra, diecimila cani ne fanno una realtà. Così dice il proverbio e così confer- ma l’esperienza. E l’immagine s’attaglia perfettamen- te all’effetto bolla-di-sapone di qualun- que tam tam mediatico: il nulla si gon- fia, si gonfia, si gonfia, fino a trasfor- marsi in realtà, in verità giurata. Mammasantissima televisione ha detto augh! e, dunque, la verità non si discute… Mi viene da ridere quando sento par- lare del dogmatismo della Chiesa e poi mi ritrovo di fronte al più dogmatico dei dogmi, quello dell’ideologia e dell’interesse personale o di parte. Arriverà - anche se, purtroppo, mai troppo presto - il momento in cui la bolla scoppia e il nulla implode su se stesso, rivelandosi per quel che è: un niente rivestito di lustrini ad hoc. Nel frattempo, però, quanta soffe- renza è stata la bolla capace di sparge- re in giro, a piene mani? E quante persone sono state feroce- mente ammazzate nel proprio nome, nella dignità, nell’ostracismo sociale, nella perdita di lavoro…? Ma questo non andrà mai in prima pagina. Che libertà di parola è quella che costantemente uccide persone su per- sone, con le armi della carta stampata e dei network, su base di infinite suppo- sizioni, ma in nome di un cosiddetto inalienabile “diritto” all’informazione? E noi tutti che, quotidianamente, fondiamo il nostro credo sulla vacuità del “si dice”; che viviamo in funzione di quello che di noi stessi deve apparire, affinché sia gradito agli occhi altrui e gratificante per i nostri; che affidiamo la nostra sorte a persone e voci che, se davvero conosciute, non vorremmo po- sizionate neppure all’undicesima cer- chia esterna dei nostri conoscenti… Proverbio ed esperienza dicono an- che che se un cane scorge una lepre e si mette a rincorrerla, mille altri si met- teranno a correre a imitazione di lui. Poi, però, pian piano questi si stan- cano e - chi prima, chi dopo - tutti si fermano. Solo chi vede la lepre ha motivo per correre. Chi non la vede non ne ha: è solo una foglia secca in balia di movimenti d’aria, un ripetitore di voci che gridano. Come can che abbaia a un’ombra la non verità delle bolle di sapone SOMMARIO: Editoriale 1 Il mio grazie a Padre Monti 2 Luigi M. Monti e dintorni 3 Una preghiera per… 4 Preghiere per le vocazioni 4 Con Maria, come Maria 5 Parole mon- tiane 5 Glossolalie 6 Vita di Fami- glia 7-8 Forse non tutti sapevate 9 I Vostri mes- saggi 10 La Porta aper- ta 11 Riconoscere vocazioni 12 Tracce per una lettera da Saronno 13 Anno mariano CFIC 14 La Giovinezza dei vecchi 15 DATA Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III n. 21 GENNAIO 2014 SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTISARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437 e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe di Aurelio Mozzetta L’Editoriale Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo! Segue a pag. 2

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Il periodico dell'Istituto Padre Monti di Saronno.

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Page 1: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

Quando un solo cane si mette ad

abbaiare a un’ombra, diecimila cani ne

fanno una realtà.

Così dice il proverbio e così confer-

ma l’esperienza.

E l’immagine s’attaglia perfettamen-

te all’effetto bolla-di-sapone di qualun-

que tam tam mediatico: il nulla si gon-

fia, si gonfia, si gonfia, fino a trasfor-

marsi in realtà, in verità giurata.

Mammasantissima televisione ha

detto augh! e, dunque, la verità non si

discute…

Mi viene da ridere quando sento par-

lare del dogmatismo della Chiesa e poi

mi ritrovo di fronte al più dogmatico

dei dogmi, quello dell’ideologia e

dell’interesse personale o di parte.

Arriverà - anche se, purtroppo, mai

troppo presto - il momento in cui la

bolla scoppia e il nulla implode su se

stesso, rivelandosi per quel che è: un

niente rivestito di lustrini ad hoc.

Nel frattempo, però, quanta soffe-

renza è stata la bolla capace di sparge-

re in giro, a piene mani?

E quante persone sono state feroce-

mente ammazzate nel proprio nome,

nella dignità, nell’ostracismo sociale,

nella perdita di lavoro…?

Ma questo non andrà mai in prima

pagina.

Che libertà di parola è quella che

costantemente uccide persone su per-

sone, con le armi della carta stampata e

dei network, su base di infinite suppo-

sizioni, ma in nome di un cosiddetto

inalienabile “diritto” all’informazione?

E noi tutti che, quotidianamente,

fondiamo il nostro credo sulla vacuità

del “si dice”; che viviamo in funzione di

quello che di noi stessi deve apparire,

affinché sia gradito agli occhi altrui e

gratificante per i nostri; che affidiamo

la nostra sorte a persone e voci che, se

davvero conosciute, non vorremmo po-

sizionate neppure all’undicesima cer-

chia esterna dei nostri conoscenti…

Proverbio ed esperienza dicono an-

che che se un cane scorge una lepre e

si mette a rincorrerla, mille altri si met-

teranno a correre a imitazione di lui.

Poi, però, pian piano questi si stan-

cano e - chi prima, chi dopo - tutti si

fermano.

Solo chi vede la lepre ha motivo per

correre.

Chi non la vede non ne ha: è solo

una foglia secca in balia di movimenti

d’aria, un ripetitore di voci che gridano.

Come can che abbaia a un’ombra la non verità delle bolle di sapone

S O M M A R I O :

Editoriale 1

Il mio grazie a

Padre Monti

2

Luigi M. Monti

e dintorni

3

Una preghiera

per…

4

Preghiere per

le vocazioni

4

Con Maria,

come Maria

5

Parole mon-

tiane

5

Glossolalie 6

Vita di Fami-

glia

7-8

Forse non

tutti sapevate

9

I Vostri mes-

saggi

10

La Porta aper-

ta

11

Riconoscere

vocazioni

12

Tracce per

una lettera da

Saronno

13

Anno mariano

CFIC

14

La Giovinezza

dei vecchi

15

D A T A

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti

Anno III — n. 21 GENNAIO 2014

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437

e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti

EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0

presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO

Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

di Aurelio Mozzetta L’E

ditoriale

Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Segue a pag. 2

Page 2: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 2 qui ho posto il cuore

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Come can che abbaia a un’ombra Finirà presto per

stancarsi, perché non ha

né contenuto né basi né

idee.

Di battitori d’aria

fritta, senza identità e

senza ideali, ne sono

piene le stanze di tanti

ambiti di potere, non

esclusi quello politico e

parlamentare e neanche

quello ecclesiale.

Non hanno neppure

una qualsiasi lepre da

rincorrere.

Il guaio è che sono

forti di nomi, norme e

ruoli, che giustifichereb-

bero il posto che oc-

cupano: in realtà, la

loro è solamente una

pretesa che tenta di

mascherare debolez-

za, pressappochismo,

timore della verità ed

ignoranza…

E qui sbatto contro

la parola di Isaia, il

profeta della chiarez-

za, più duro e più

violento di un sasso

in fronte: quale dirit-

to avete di pestare la

faccia ai poveri (Is

3,15)?

Ecco!, all’inizio di

questo nuovo anno - il

terzo di un martirio co-

struito con diabolica

destrezza e al quale

nessuno sembra voler

porre fine - io oso ripe-

tere il mio grido contro

tutte le bolle di sapone

inventate da chi ne ave-

va gli strumenti.

La Parola non ha in-

dagini da fare né sconti

da concedere.

Per ognuno sarà co-

me fuoco, sia egli oro

sia egli paglia.

Aurelio Mozzetta

>>> segue dalla

prima pagina

Padre Monti non ti conoscevo ed ora

eccomi qua: tu che proteggi gli orfani,

aiutami e proteggimi, perché io sono

una di loro.

Tu solo sai quanto è “grave” la mia

sofferenza, ma ora che ti ho incontrato

confido e spero in te.

Sii per me padre, accompagnami nel

cammino della vita e donami la dolcezza

di una mano tesa.

Ti chiedo protezione anche per i miei

progetti di vita.

E per tutto quello che sei e che fai

per me ti ringrazio, o padre pieno

d’amore.

(Teresa V.)

Il mio

Grazie a

Padre

Monti

La dolcezza di una mano tesa

Page 3: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 3

La Tomba del Beato

Monti nella Cripta del

Santuario di Saronno

Con il primo

Concilio di Nicea,

nel 325, i vescovi

di ogni città

prendono

l’impegno di

costruire un

fabbricato per

ospitare i

pellegrini, i poveri,

gli ammalati.

A Roma, Papa

Innocenzo III

trasformò la Schola

degli Anglosassoni

in un Ospedale che

diventerà uno fra i

più celebri del

mondo. Fu affidato

all’ordine religioso

degli Ospitalieri

qui ho posto il cuore

Luigi

Maria e

dintorni

Arciospedale di Santo Spirito in Saxia

Non appena il cristiane-

simo ebbe l’opportunità di

far conoscere a tutti i suoi

valori di solidarietà, alcuni

uomini di buona volontà si

attivarono per la cura de-

gli ammalati.

Con il primo Concilio di

Nicea, nel 325, i vescovi di

ogni città prendono

l’impegno di costruire un

fabbricato per ospitare i

pellegrini, i poveri, gli am-

malati. Il desiderio di assi-

stere gli esseri più sfortu-

nati stimolò anche la co-

struzione di orfanotrofi e

case per anziani.

A Roma, fra i molti, ne

fu costruito uno per assi-

stere i pellegrini anglosas-

soni che visitavano la cit-

tà. Un nosocomio ordina-

to da “Ina re del Wessex”.

Roma, meta dei pelle-

grinaggi altomedievali di

tutta Europa, era visitata

da moltitudini di anglosas-

soni che, a vario titolo,

trovavano rifugio attorno

alla “Schola” presso il cita-

to nosocomio. Lì trovava-

no assistenza e soprattut-

to potevano esprimersi

nella loro lingua.

Tuttavia non appena fu

possibile recarsi in Palesti-

na, a seguito delle Crocia-

te, tutti i pellegrini si ri-

volsero ai luoghi santi tra-

scurando Roma. Così la

Schola degli Anglosassoni

andò in disuso.

Fu Papa Innocenzo III a

trasformarlo in luogo di

ricovero ed assistenza per

gli ammalati poveri.

Diventerà uno fra i più

celebri ospedali del mon-

do.

Questo illuminato Papa

accoglie a servizio del luo-

go l’ordine religioso degli

Ospitalieri, fondato da

Guido di

Montpel-

lier, un

ex-

templare.

Era il 25

Novembre 1198. L’ordine

si esaurirà verso la metà

del 1800.

Con gli ammalati Inno-

cenzo III volle che fossero

ricoverati anche i bambini

orfani e abbandonati. A tal

fine fece costruire una

celebre “Ruota degli espo-

sti”: mezzo anonimo per il

ricovero e la cura di bam-

bini di solito appena nati,

indesiderati, o abbandona-

ti da madri prive di mezzi

di sostentamento.

Nel 1471, un tremendo

incendio distrusse quasi

completamente l’edificio.

Papa Sisto IV decise

d’intervenire ricostruendo-

lo e rendendolo più fun-

zionale di prima. Divente-

rà un ospedale dove sa-

ranno scientificamente

sperimentate cure innova-

tive. Basti solo ricordare

che nella sua “Antica Spe-

zieria” fu studiata e appli-

cata la corteccia di China

per combattere la malaria.

A servizio, o gravitanti

intorno all’Ospedale, du-

rante i secoli, troviamo

anche affascinanti figure

di santi, tra i quali Filippo

Neri e Camillo de Lellis.

Sin dall’origine, amma-

lati ed orfani erano assisti-

ti gratuitamente. I maschi,

dopo il periodo di

“baliato” presso la casa

della balia, di solito dei

contadini, erano indirizza-

ti ad un lavoro e successi-

vamente inseriti nella vita

sociale. Le femmine invece

restavano nel Pio luogo

sino a quando non erano

richieste in moglie op-

pure sino alla morte.

Per mostrale alla citta-

dinanza – per “esporle”

- si organizzavano spe-

cifiche processioni per

la città.

A sostegno di tutto

questo impegno socio-

caritativo erano stati

stabiliti legati, benefi-

ci, terreni agricoli, e

perfino un Banco. Si

era formata nei secoli

una specifica Confra-

ternita di laici, che a

turno assistevano i

malati. Vi aderivano

anche persone impor-

tanti, nobili della città.

Prestavano il proprio

servizio coprendo le

vesti con una tunica

azzurra.

Questo, brevemente,

il luogo dove Luigi

Monti presterà il pro-

prio servizio di infer-

miere: l’Arciospedale

di Santo Spirito in Sa-

xia. È la culla della

Congregazione dei reli-

giosi da lui fondati,

che lì ebbero la loro

prima espressione nel

1857.

Saranno affettuosa-

mente chiamati

“Concettini”. Un so-

prannome derivato

direttamente dal loro

nome specifico: Figli

dell’Immacolata Conce-

zione. In molte parti li

chiamano ancora così.

Non temere.

Marco

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 4: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 4

Una

preghiera

per...

qui ho posto il cuore

PER I GIOVANI: - per il piccolo Giacomo,

nato il 22 dicembre scorso.

Un augurio di vita.

- per quei giovani, come

M., che non sperano più in

un futuro. Possano gli Angeli

del cielo e lo Spirito Santo

ben consigliarli; e possano

altri intervenire in loro aiuto.

PER CHI E’ IN ATTESA: Recurro a este medio

para pedirles que nos

unamos en oración por la

salud de Leticia Benítez,

hermana de nuestro

Hermano Novicio Emanuel.

Leticia está embarazada y

ha tenido una serie de

complicaciones y

actualmente se encuentra

internada en la unidad de

terapia intensiva. Emanuel

ha viajado la semana

pasada debido a la gravedad

del cuadro. Junto a los

Hermanos de esta

Comunidad les pedimos que

sumen esta intención a las

que siempre tienen por

PER CHI SOFFRE: - Per A. che ha perso il

lavoro e per chi come lui lo

sta perdendo e rischia di

non avere più mezzi per

sostenere famiglia e figli.

Che il Signore venga in aiuto

e li sostenga, anche tramite

la nostra preghiera.

- per Mario e Isa, perché

possano superare il mo-

mento difficile del loro matri-

monio e ritrovare pace, luce

e serenità.

PER I DEFUNTI: - Marco, detto Mucci,

morto per tumore all’età di

66 anni lo scorso 1 dicem-

bre.

- per Fabio, che si è tolto

la vita tre giorni prima di

Natale. Ci domandiamo per-

ché e non troviamo risposta.

Chiediamo perdono a lui, se

la vita non gli è stata amica

e noi non siamo riusciti a

capirlo. Ti accolgano gli an-

geli, amico!

Continua a far risuonare Preghiera

per le

vocazioni

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

diversas intenciones y más

que nada por las personas que

atraviesan situaciones difíciles

a causa de la

enfermedad. Que el Señor, por

la intercesión de la Inmaculada

Madre, nos conceda la gracia

de ver recuperada a Leticia y

pidamos por la fortaleza para

toda la familia. Ojalá que esta

intención se multiplique y halle

eco en muchos que con fe

intercedan. Hno. Raúl, cfic

PER I MALATI: il beato Mon-

ti interceda per loro: - Riccardo, ricoverato in

terapia intensiva, dopo aver

subito due operazioni al cuore

a seguito di infarto.

- Padre Enzo e Ugo,

anch’essi ricoverati in terapia

intensiva, in lotta perchè la vita

vinca contro il male.

Signore Gesù,

come un giorno hai chiamato i primi discepoli

per farne pescatori di uomini,

così continua a far risuonare anche oggi

il tuo dolce invito: «Vieni e seguimi!».

Dona ai giovani e alle giovani

la grazia di rispondere prontamente alla tua voce!

Sostieni nelle loro fatiche apostoliche

i nostri Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate.

Dona perseveranza ai nostri seminaristi

e a tutti coloro che stanno realizzando

un ideale di vita totalmente consacrata al tuo servizio.

Risveglia nelle nostre comunità l'impegno missionario.

Manda, Signore, operai nella tua messe

e non permettere che l'umanità si perda

per mancanza di pastori, di missionari,

di persone votate alla causa del Vangelo.

Maria, Madre della Chiesa,

modello di ogni vocazione,

aiutaci a rispondere «sì»

al Signore che ci chiama

a collaborare al disegno divino di salvezza. Amen. (Giovanni Paolo II)

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 5: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 5

Maria di Nazareth vive-

va in una situazione so-

ciale di povertà economi-

ca adeguata al suo tem-

po.

Partendo da quel che

raccontano i vangeli

dell’infanzia (Matteo e

Luca), ci troviamo di fron-

te ad una famiglia del

tutto ordinaria.

Il contesto sociale in cui

essa vive è di tipo agrico-

lo: si trattava di un paesi-

no di campagna. Non per

nulla anche tutte le para-

bole di Gesù girano intor-

no a questa realtà.

Il padre, Giuseppe, pur

essendo un falegname, si

trova a lavorare in un pa-

ese piccolo, dove la ri-

chiesta di manufatti lignei

è scarsa.

Posso dedurre che non

guadagnasse molto; e

questo genera uno stato

di povertà.

Ora, la povertà di una

persona non ne impedi-

sce il benessere interiore.

Maria fa questa espe-

rienza e vive la propria

serenità esistenziale: pur

essendo povera, è serena

e vive la ricchezza della

propria interiorità, ben

sapendo che il benessere

dell’anima è infinitamen-

te più prezioso di quello

materiale.

Nella vita religiosa, la

povertà non può essere

concepita come un impe-

dimento alla cura della

propria interiorità: il di-

stacco dalle cose materia-

li genera e favorisce un

benessere che non è ma-

terialmente definibile.

Maria vive nella pover-

tà di una donna sempli-

ce del suo tempo. Non

nella miseria.

Accettando questa sua

vita, lei è in grado di

sperimentare un certo

benessere interiore, spi-

rituale e, suppongo, an-

che materiale. Il nostro

voto di povertà ci porta

ad uno stesso stile di

vita che permetta a cia-

scun consacrato di non

distrarsi dalla “sequela

Christi”.

P. Emmanuel Mvomo

Con

Maria,

come

Maria di

Nazareth viveva

in una

situazione

sociale di

povertà

economica

adeguata al suo

tempo. Questa

povertà non ne

impedisce il

benessere

interiore. Maria

vive la propria

serenità

esistenziale: pur

essendo povera,

è serena e vive

la ricchezza

della propria

interiorità.

qui ho posto il cuore

Confidare nella Provvidenza

S oprattutto infine vi raccomando di con-

fidare nella Divina Provvidenza, sicuri

che quel Dio che non lascia senza alimento

neppure gli augelli dell’aria, non abbandonerà

certamente i suoi Figli che tutta in Lui ripongo-

no la loro speranza.

(Beato LM Monti, Lettera Circolare, Roma 24

agosto 1889).

Le Parole

montiane

L’esperienza di povertà e di benessere

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 6: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 6

Dalle

Comunità di

Padre Monti

nel mondo

qui ho posto il cuore

After experiencing many aspects of

the CFIC life in various parts of Africa

and recently also here in Italy, I’m quite

sure that Fr. Monti would be happy to

see that his labour has not been in vain,

mainly looking at the many souls he has

won for God and the many areas his

works have brought light and happiness

to.

It is true, at the moment we are ex-

periencing problems, even difficult ones,

which is

normal in

life. Fr.

Monti had

his own

way of do-

ing things

when fac-

ing big

problems.

So, even

though for

some as-

pects he

would ex-

press

worry, I

strongly

believe

that he

would be

really

happy to see the global progress of the

Congregation in many parts of the

world.

Taking into account his example, I

consider the qualities of a good CFIC

leader, thinking for instance on open

mindedness, creativity, well organised

mentality, readiness to accept critics,

love and understanding, to mention but

a few.

It is dramatically important the capac-

ity to overcome difficulties, to handle

serious problem with competence and

beyond personal feelings, to evaluate

the changing world process going on, to

foster proper formation for formators

and new leaders. And it is a must for

superiors to be strict in supervision, but

foresighted in the projecting work. They

are the bedrock for unity and peace to

the brothers entrusted to them.

Fr. Monti would tell them not to for-

get the true charism of the Family and,

with the same attitude, to be observant

to the changes of the world, beginning

from the

very place

they are

living in

and oper-

ating. As a

man full of

insight, the

Founder

would al-

ways like

to work

according

to the

changes,

demands

and needs

of the local

society.

The read-

ing of our

Constitutions, the community and family

spirit founded on love and justice, and

the diligent and sincere prayer to

Mother Mary, are the other keystones of

the CFIC construction.

Working for the progress of the exist-

ing centres and trying to see how

charism and apostolic engagement can

be carried to other parts of the world,

make each of us feel the direct responsi-

bility of the present and future life of

the Congregation.

Bro. Anthony

What Would Fr. Monti Say?

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 7: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 7

La sera del 6 dicembre, a conclusione del ciclo di manifestazioni culturali dei

venerdì di Novembre (“Novembre dai Frati”) si è tenuto l’incontro sulla Enciclica di

papa Francesco LUMEN FIDEI, orgnizzato dal Club Don Sturzo, per iniziativa del

suo presidente dott. Carlo Mazzola, in collaborazione con l’Istituto Padre Monti.

Relatori sono stati il prof. Fulvio De Giorgi, il prof. Marcello Bertoli e p. Aurelio

Mozzetta. Un bel momento di condivisione e di conferma della nostra fede.

Enciclica di papa

Francesco Lumen

Fidei a

conclusione del

ciclo di

manifestazioni

culturali

“Novembre dai

Frati”

qui ho posto il cuore

LA LUCE DELLA FEDE

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 8: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 8

Vita di

famiglia

qui ho posto il cuore

La Mostra

Artistica del

Presepe

dell’Istituto Padre

Monti di Saronno

giunge alla 20°

edizione.

Con i suoi 10-12

mila visitatori ha

come principale

attrazione i

diorami.

Ventesima Mostra Presepi Siamo alla 20esima edizione della Mostra artistica del Presepe dell'Isti-

tuto Padre Monti (8 dicembre - 12 gennaio). Decine sono le composizioni re-

alizzate dai volontari, particolarmente dai membri della Associazione AMICI DI

PADRE MONTI. Con una media di 10-12mila visitatori, la mostra arricchisce

ogni anno la proposta di nuovi modelli, ma si sicuro l'attrazione principale ri-

mangono i diorami, particolarmente quelli più storici, realizzati tutti con mate-

riale povero da Fratel MATTEO CHITA, di venerata memoria.

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 9: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

Da ultimo sorvoliamo

l’Atlantico fino al BRASILE, a

gustare la bellezza dell’ IN-

FIORATA di FOZ

do IGUAÇU, realiz-

zata per il Corpus Domini, do-

menica 2 giugno.

Comprensione verso chi soffre

P A G I N A 9

… a spulciar

gli archivi e

rimescolar le

carte della

storia,

per sapere…

qui ho posto il cuore

Padre Monti:

come tutto il

corredo delle

sue qualità,

anche questa

della compren-

sione l’infer-

miere deve ap-

prenderla dal

suo maestro

Gesù (che

seppe avvici-

nare e com-

prendere tutte

le miserie) e

tradurla quo-

tidianamente

in pratica al

capezzale

dell’ammalato.

Come tutto il corredo delle sue qualità, anche questa della comprensione l’infer-

miere deve apprenderla dal suo maestro Gesù (che seppe avvicinare e comprendere

tutte le miserie) e tradurla quotidianamente in pratica al capezzale dell’ammalato.

Bisogna saper comprendere chi soffre e specialmente chi dalla malattia è stato reso

egoista e schiavo del dolore; chi, non sopportando la malattia, diviene insopportabile.

Conseguentemente al corpo egli si ammala nello spirito, per cui si diventa più am-

malati di orgoglio che di infermità. Gli ammalati spesso non sanno vedere che odio e

ingiustizia, e ad una mano o un sorriso amici rispondono con sarcasmo.

Questi ammalati però non giudichiamoli solo dai loro atti, dalle loro parole, anche

se poco educate e severe, osserviamoli bene vi troveremo delle attenuanti, motivi che

giustificano il loro contegno: ansie, timori …

Alle volte non sapendo comprendere l’infermo lediamo non tanto la carità, quanto

la giustizia, ché come infermieri ci richiede una attenta assistenza.

Una delle cause che maggiormente impediscono di comprendere l’ammalato è

l’abitudine che presto si fa del suo stato. Di costoro pensiamo che, per il solo fatto

che si prolunga oltre il previsto, la malattia rende all’infermo ogni giorno più penosa

la stasi.

Valutiamo la sua sofferenza, la dura lotta che deve sostenere, le continue privazi-

oni; non dobbiamo vedere solo la malattia come oggetto del nostro lavoro, perché è

evidente che se così è giudicata, anche alla malattia si fa l’abitudine. Povero malato,

era venuto a chiedere la guarigione e compatimento e deve invece sopportare e com-

patire!

Non siamo di quelli che lasciano comprendere come la malattia sia più noiosa a

loro che al paziente; sarebbe un’ironia aver indossato quell’abito bianco, che ha qual-

cosa di sacro, di altruismo, e poi elemosinare dagli ammalati stessi compassione.

Sappiamo comprendere tutti gli ammalati di qualunque età: il bimbo che piagnu-

cola per il solo fatto di essere all’ospedale; il giovane che si avvilisce di trovarsi

nell’inattività; il vecchio permaloso e incontentabile.

Per ben comprendere dovremmo aver provato a malat-

tia, il dolore, il tedio delle ore vespertine, la paura dell’im-

minente notte, il susseguirsi della fisionomia dei propri

cari e di altre persone che si tengono gelosamente custo-

dite nel proprio intimo.

Tutto questo per l’ammalato non sono delle semplici

attenuanti, ma delle complete giustificazioni alle sue la-

mentele, alle sue insistenti domande, al suo agire

anomalo.

Ricordiamoci questo e non sarà difficile allora compren-

dere, compatire e identificarsi con l’infermo, qualunque

sia l’entità della prova.

Fratel Ludovico

(da Vita Concezionista, luglio 1947)

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Page 10: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 1 0

Email e

lettere dal

mondo

Lettere alla Redazione 1000 grazie di cuore

Sicuramente ci uniamo

alla preghiera affinché

Leticia possa guarire per-

fettamente. Affidiamo la

nostra richiesta al nostro

fondatore Beato Luigi

Maria Monti e ad un suo

figlio "speciale" l'Hno

Bonifacio Pavletic. Siamo

fiduciosi perché la nostra

richiesta è ben riposta. Fr.

Gioacchino Santoro

Grazie di cuore per le

preghiere e l'attenzione!

Ricambio a tutta la comu-

nità. Con affetto,

Nicoletta e famiglia

Grazie. La risposta potrà

sembrare banale, Buon

Natale anche a te e ai tuoi

cari. Un grande abbraccio

da noi tutti. F e C

Grazie per QPC. Bello e

ricco di contenuti come al

solito. Le immagini di

questo numero sono

particolarmente belle.

Grazie degli spunti. I testi

non li leggerò con calma.

B.

Il numero di Dicembre

testimonia la fedeltà ad

un impegno forte e non

sempre facile. Una

preghiera particolare per

tutti i fedeli Collaboratori,

nel segno anche del rin-

graziamento e come buon

augurio per le fes-

tività. Fratel Rolando

Grazie del bollettino, che

come sempre è così

denso di spunti e di no-

vità per lo spirito. Non

solo è denso di

spunti, ma lo trovo

sempre più carico di

vita, di creatività e di

bellezza armonica

nella scelta degli ar-

gomenti, appropriato

e in sintonia con i

tempi liturgici, quindi

davvero "vitale" e

prezioso. Auguri per il

cammino di Avvento e

per la prossima festa

dell'Immacolata... Noi

stiamo facendo gli

esercizi. Ciao un ab-

braccio. ST

Grazie e buon natale a

tutti i fratelli della

comunita del santu-

ario di Padre Monti.

Grazie per le

preghiere, ne abbiamo

bisogno sempre. Qui

cerco di aiutare effica-

cemente la congrega-

zione che tanto ci ha

dato. Insomma, come

diceva nel suo tempo

il presidente Kennedy

ai suoi concittadini,

anch’io posso dire:

non cercare quello

que la congregazione

può dare a ciascuno di

noi, ma quello che

ciascuno può fare per

il bene e la crescita

della congregazione.

Grazie mile per i mes-

saggi che leggo con

grande attenzione. PD

(USA).

Grazie a tutti voi per

le lettere e le

preghiere mi unisco a

voi e vi auguro ogni

bene.

Carissimo NON ti

chiamo al telefono per

complimentarmi perché

temo disturbarti: ho

copiato tutto il testo del

tuo editoriale su Loris

Capovilla che ho molto

apprezzato e che vorrei

pubblicare - citando la

fonte - nel mio giornale

Val di Noto magazine.it

(www.valdinotomagazin

e.it). Ti abbraccio frater-

namente assieme a tutti

i Fratelli di Saronno. B

Grazie per QPC, di cui

per ora ho letto l’edito-

riale e qualcosa qua e

là. Bello il sincronismo

tra Luigi Monti e Gio-

vanni XXIII, parole pun-

tualizzate nel titolo

scelto per la rivista.

Come dice il nostro caro

Papa, buona sera!

Vengo a dirle che ho

ricevuto il giornalino

sempre ben fatto, per

questo voglio rin-

graziarvi tantissimo.

Anch’io colgo l'occa-

sione per salutare i suoi

collaboratori. Voglio

ringraziarvi per le

preghiere fatte per la

mia salute fisica e ancor

di più per quella spiritu-

ale, in quanto ne ho

tanto bisogno. E voglio

farvi i più sentiti AU-

GURI: il Bambino Gesu

vi benedica e vi illumini

sempre nello svolgere i

compiti del vostro min-

istero missionario. La

vostra parola sia quella

di Gesù e i vostri gesti

siano i gesti di Gesù.

Pace. Giovanni.

Scriveteci

a

I Vostri

mess@ggi

qui ho posto il cuore

[email protected]

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 11: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 1 1

La stanchezza dello sguardo chiaro Tutti fanno l’esperi-

enza della stanchezza.

Chi non è stanco, non

si mette nemmeno a dor-

mire. Quando siamo stan-

chi, pregustiamo con

gioia il sonno. Il mattino

dopo ci rialziamo riposati

e ristorati. Questa è una

stanchezza buona, che

appartiene al ritmo della

vita.

Esistono diversi tipi di

stanchezza, e fra essi c’è

la stanchezza come de-

scrizione di una persona

debole e apatica, che non

è disposta ad assumersi

le responsabilità della

propria vita e del

mondo…

Nel nostro tempo oc-

corre recuperare il valore

della stanchezza, in

modo che essa possa isti-

tuire un legame nuovo,

senza parole, tra noi e gli

altri esseri umani e il

mondo che ci circonda.

Si tratta della

“stanchezza dallo

sguardo chiaro” come

viene vissuta nella tra-

dizione monastica…

Alcuni pensatori, e tra

questi il filosofo coreano

Byung-Chul Han, hanno

individuato nella

stanchezza dallo sguardo

chiaro il rimedio per la

Tutti fanno

l’esperienza

della

stanchezza. Chi

non è stanco,

non si mette

nemmeno a

dormire. La

stanchezza

dallo sguardo

chiaro ci apre

all’elemento

imperscrutabile

nella nostra

vita, ma può

anche portarci

alla nausea e al

tedio

esistenziale.

qui ho posto il cuore

nostra società che, altri-

menti, esaurisce le per-

sone, con la pretesa di

efficienza. Una società

che stanca e distrugge a

furia di spronare a

prestazioni sempre

maggiori.

La stanchezza ci ob-

bliga a diventare umili, a

riconoscere i nostri lim-

iti.

Essa ci apre all’ele-

mento imperscrutabile

nella nostra vita, ma

può anche portarci alla

nausea e al tedio esisten-

ziale.

Dipende da noi come

percepiamo e inter-

pretiamo la stanchezza e

come la gestiamo. Se

nella calma, ci volgiamo

all’interiorità, scopriamo

la verità che ci lascia ve-

dere le cose come sono.

Allora, non ci

stancheremo di questo

mondo, ma lo plas-

meremo con nuove idee,

in maniera conforme alla

sua natura autentica.

Riscoprendo la

sorgente spirituale den-

tro di noi - quella

“sorgente” che abbiamo

ricevuto e riceviamo gra-

tuitamente con i Sacra-

menti - potremo allora

dare forma al mondo e

alla nostra vita, in modo

che il sogno di Dio

riguardo alla creazione e

alle creature risplenda

sempre di più, senza

stancarci mai… e

riprendendo vigore dalla

stanchezza.

Dio eterno è il Signore

che ha creato i confini

della terra. Egli non si

affatica né si stanca, la

sua intelligenza è inscru-

tabile. Egli dà forza allo

stanco e moltiplica il

vigore allo spossato.

Anche i giovani faticano

e si stancano, gli adulti

inciampano e cadono;

ma quanti sperano nel

Signore riacquistano la

forza, mettono ali come

aquile, corrono

senza affan-

narsi, cammi-

nano senza

stancarsi… (cfr.

Isaia 40, 28-31)

(Pensieri estratti

dal libro di S. Grun,

Sono stanco)

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 12: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore

Lo sapevano

tutti che ero

molto credente.

Ma nessuno si

sarebbe mai

aspettato che

potessi fare una

preparazione

per una

chiamata

interiore.

Rubrica a cura dei

Cercatori di Dio

Mi sono presentata e mi hanno accettata

Lo sapevano tutti che

ero molto credente. Ma

nessuno si sarebbe mai

aspettato che potessi

fare una preparazione

per una chiamata interi-

ore.

A 17 anni

mi sono chi-

esta cosa Dio

volesse da

me ed ho

parlato con il

Parroco. Egli

mi indirizzò

al Seminario

Maggiore

Diocesano,

dove incon-

traI un prete

che ascoltaVA

le ragazze che desidera-

vano una vita di consac-

razione. Quel prete rac-

coglieva da anni un certo

numero di ragazze e ci

si incontrava mensil-

mente per un ritiro spiri-

tuale. Ho iniziato il mio

cammino li, mese dopo

mese, in ritiro e con la

possibilità di parlare

spiritualmente con quel

prete.

Quel ritiro domeni-

cale era un appunta-

mento importante. Si

iniziava con la preghiera

del mattino, poi una con-

ferenza-meditazione sul

tema del giorno, poi due

ore di preghiera davanti

al Santissimo esposto, il

pranzo in comune, una

piccola ricreazione tra

noi, poi una condivisione

della meditazione per-

sonale della mattina, la

preparazione della

messa e dei canti e per

finire la santa messa.

Durante tutta la giornata

ci si alternava per par-

lare con il sacerdote…

Quanta pazienza che ha

avuto con noi!

I colloqui con lui er-

ano distesi e si parlava

di tutto. Alla fine del

colloquio, a ciascuna

singolarmente, secondo i

bisogni riscontrati, dava

un libro da leggere e

meditare durante il mese

successivo. A noi il com-

pito di mantenere fede

all’impegno. In sei anni,

di libri ne ho letti! E

quanto ho imparato

sotto la sua direzione!

Leggendo e medi-

tando, si facevano strada

in me certezze sul cosa

fare, dove andare e cosa

chiedere. Le opere delle

sante e dei santi carmeli-

tani sono i testi che in

quell’epoca mi hanno

più affascinato. Gliel’ho

detto. Lui mi prendeva in

giro!

Allora non capivo

perché lo facesse… poi

ho compreso due cose:

voleva che prendessi una

decisione da sola e

voleva non influenzarmi

con una risposta umana.

Fatto è che me ne

sono andata. Sentivo che

non mi capiva più.

Mi sono recata in una

chiesa tenuta dai carme-

litani ed ho cercato lì

qualcuno che mi potesse

aiutare nel mio percorso.

L’ho trovato. Mi ha con-

sigliato un Monastero di

Clausura vicino casa.

Mi sono presentata e

dopo poco tempo mi

hanno accettata.

La vita che faccio qui

è molto dura, ma mi

piace. Ricordo che nel

primo periodo quaresi-

male ero

dimagrita

moltis-

simo… le

penitenze

sono dav-

vero peni-

tenze, qui

non si

scherza.

Le per-

sone che

vednnero

a

trovarmi

dopo la quaresima, si

erano addirittura spaven-

tate. Per me era normale

seguire quei ritmi. Ma

forse a volte è troppo,

anche quando non ne

siamo consapevoli per-

ché agiamo per amore.

Con gli anni è arri-

vata la maturità di saper

cogliere in me e fuori di

me quello che è giusto.

Non faccio più stupidag-

gini con la mia salute.

Sono grata a Dio di

questa vita e ringrazio

gli anni di preparazione,

senza i quali non avrei

conosciuto il Carmelo e

le Carmelitane, mia vita

santa ed equilibrata da

tantissimi anni.

Davvero mi auguro

che i giovani in ricerca

possano trovare tutto

l’aiuto necessario per

arrivare all’Amore che

cercano nel loro cuore.

Quel particolare tipo

d’amore che è proprio

personale, ed è singolar-

mente destinato a cias-

cuno di loro.

Riconoscere

Vocazioni

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 13: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore

La difficile volontà

Caro QPC, perché è così facile dare la colpa di tutto al Signore, soprat-

tutto quando non "ascolta" le nostre preghiere?

Perché è così difficile dire "sia fatta la tua volontà"? Il mio grazie e la

preghiera per tutti voi. Giola.

Perché siamo fatti di carne, cara Giola, fragili e bisognosi di tenerezza, per

quanto grandi vogliamo dirci o apparire.

Siamo creature spesso piagnucolose, perché abbiamo bisogno di attenzione,

come quei bimbi che piangono e danno pugni (con i loro pugnetti stretti) sulla

pancia della mamma o del papà… a papà e mamma quei pugnetti fanno solo

solletico, al bambino sembra di aver rivoluzionato il mondo con essi o aver ac-

campato diritti grandiosi e intoccabili…

…. in realtà solo lacrime di bimbo.

E Dio lo sa.

Legga Isaia 43,1-5.

Ma lo legga piano piano, senza correre, in

silenzio, con dolcezza,

e poi lo rilegga

e poi lo rilegga

e poi ancora

e ancora e ancora…

… un Dio che dice: tu per me sei prezioso

e io ti amo… è il più grande scandalo

dell’universo.

Noi pensiamo sempre al dio come a un robot, un bottone da spingere per

risolvere i nostri problemi e guai se non lo fa!, una specie di maghetto da lam-

pada di Aladino.

Dio è, invece, l’esaltazione infinita della nostra fragilità.

Dopo quel passo, ne prenda un altro, vada un po’ più indietro, a Isaia 41,5-

14.

Un Dio che dice: Non temere vermiciattolo di Giacobbe… è ancora più scan-

daloso.

Questo cosiddetto Dio decide di mescolarsi a vermiciattoli, in questioni da

“vermiciattoli”, cose da nulla, da miseri e microscopici insetti… e questo non è

semplicemnete possibile, se guardato con gli occhi d’ogni umana filosofia che

abbia relegato Dio nell’iperuranio.

Intanto, lei stessa ed io, cara Giola, smettiamo i pugnetti stretti da bambini

accigliati e proviamo a spargere luce e sorriso intorno…

Si renderà conto di quanto il Signore ha affidato al suo sorriso e alla sua

luce per illuminare e salvare altri, tanti altri, tanti al punto che lei neppure ri-

esce ad immaginarlo.

E dire che noi, un po’ tutti, stiamo sempre lì a rimugugnarci dentro i nostri

pretesi diritti di bambini capricciosi, di vermiciattoli che se la credono… In

verità, nessuna creatura è tanto grande come quando sta in ginocchio davanti

all’Autore della sua vita.

La saluto, preghi per noi.

Tracce per

una lettera

da Saronno

Questa rubrica,

una lettera da

Saronno, tratta

degli argomenti che

lo scambio epistolare

ci permetterà di

portare

all’attenzione.

Un “pensatoio”

aperto.

A TUTTI VOI

LA PENNA: si tratta

solo di vincere la…

pigrizia!

CHI SCRIVE A CHI

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 14: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore

Questo impegno

porta il Monti a

compattare i

propri religiosi

nel momento

della prova: du-

rante la malattia

di uno di loro,

di fronte all’ag-

gressività dei

dirigenti

dell’ospedale in

cui vivevano o

anche davanti

all’autorità ec-

clesiastica, che

non sempre di-

mostrava la vo-

lontà di com-

prendere situa-

zioni ed esi-

genze della no-

vella Congrega-

zione.

Un popolo unito nella lotta Questo impegno porta il Monti a com-

pattare i propri religiosi nel momento

della prova: durante la malattia di uno di

loro, di fronte all’aggressività dei diri-

genti dell’ospedale in cui vivevano o

anche davanti all’autorità ecclesiastica,

che non sempre dimostrava la volontà di

comprendere situazioni ed esigenze

della novella Congregazione. Pensiamo

alla ventennale “battaglia” per conseguire

l’approvazione del sacerdozio per alcuni

dei suoi religiosi.

In questo momento storico la Congre-

gazione è chiamata nel suo insieme a

portare il peso della difficoltà, come le

parti in un unico corpo. Solo per rispon-

dere ad una chiamata di vera radicalità

evangelica è comprensi-

bile che alcuni di noi

prendano una strada

diversa. Solo per essere

più poveri, più liberi dal

potere, più aperti ad un

amore senza confini.

Sarebbe troppo co-

modo cercare un pro-

prio orticello

“portandosi via” la pen-

sione accumulata (per

chi ha potuto) o

l’eredità ricevuta. Mi piace pensare, piut-

tosto, che tale scelta sia in senso con-

trario: rimango nella Congregazione per-

ché lì posso trovare il luogo adatto per

questa esigenza di radicalità evangelica e

di santità.

Vorrei parlare con maggiore

franchezza, anche se sono trattenuto

dalla complessità della situazione e dal

rispetto per le tante storie personali.

Riconosciamo innanzitutto che abbiamo

sempre la tentazione di andare in un

posto diverso da quello in cui siamo, alla

ricerca dell’isola che non c’è. Oppure la

tentazione contraria, cioè di stare (e re-

stare) nel migliore dei mondi, mai os-

ando una critica del presente.

Non ho ancora avuto da parte dei

Fratelli alcuna vera manifestazione di

fuga, ma in un momento di crisi penso

che possa facilmente insinuarsi un de-

siderio di questo tipo. Non ho nemmeno

registrato grandi slanci di disponibilità,

eppure sarebbero di grande aiuto nel

favorire soluzioni nuove. Dobbiamo tutti

prestare molta attenzione alle nostre

emozioni per orientarci decisamente e

serenamente verso mete più grandi.

È un vero dono dello Spirito se nei

prossimi mesi faremo a gara nello sti-

marci a vicenda, gareggiando anche

nell’offrire noi stessi per nuove iniziative

in cui possa brillare il carisma del Fonda-

tore. Se sarà così, la nostra crisi potrà

diventare un vero momento favorevole.

Anche se ci fa toccare il fondo, ci fa

prevenire mali peggiori, ci purifica.

Un’analisi delle “strutture” esistenti

(materiali e organizzative) è divenuta

d’obbligo e richiede una teoria critica

capace di aiutarci nella ricerca di un

senso della storia attuale in vista di una

prassi che ci liberi. Non possiamo andare

avanti con fardelli in-

sopportabili. Nuove lati-

tudini ci chiedono uno

sforzo di presenza

maggiore. Abbiamo

risorse umane da quali-

ficare e valorizzare, so-

prattutto in Africa e in

India, chiedendo un

supplemento di im-

pegno e di slancio mis-

sionario.

Benedetto XVI, in Ger-

mania, aveva fortemente posto all’atten-

zione della Chiesa la questione del rap-

porto tra strutture ed evangelizzazione,

troppo sbilanciato sulle prime a scapito

della testimonianza. C’è un Esodo da

vivere.

Il Signore ci doni qualcuno tra di noi,

ma anche all’esterno della comunità, che

ci difenda presso Dio, come Mosè: Ai

loro Padri hai promesso di dare a questo

popolo una lunga storia di vita; vuoi che

i loro figli raccontino per generazioni che

sei un Dio inaffidabile?

A noi resta il compito di non cedere

alle più diverse idolatrie. Questo è

quanto dovremo fare con Maria, la

nostra avvocata presso Dio. Ella ci porta

a Gesù, ci dà il consiglio che conta:

Quello che egli vi dirà, fatelo!

Abbiamo un anno davanti, non un

anno qualunque. Un anno mariano.

Fratel RUGGERO VALENTINI (estratto dalla Lettera di Indizione

dell’Anno Mariano. Częstochowa,

Polonia. 1 giugno 2013)

Anno

Mariano

2013-2014

Nozze di Cana (part.) Mosaico di Marco I. Rup-nik Facciata del Santu-

ario di Lourdes (Francia)

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 15: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore

I soldi nella bara C'era un uomo che aveva lavorato

tutta la vita ed aveva risparmiato tutti

i suoi molti soldi, perché quando si

trattava di spenderli egli si dimostrava

un avaro incallito.

Poco prima di morire, disse alla

moglie:

"quando muoio, voglio che tu

prenda tutti i miei soldi e li metta

nella bara con me. Me li voglio portare

con me nell'aldilà".

E così si fece promettere con tutto

il cuore dalla moglie, che, quando

sarebbe morto, lei avrebbe messo

tutto il suo denaro nella cassa con lui.

L'uomo morì.

Al funerale, egli steso nella bara

aperta, la moglie vicino piangente e

vestita di nero, e lì accanto, seduta, la

migliore amica di lei che le teneva la

mano.

Quando la cerimonia terminò e fu il

momento di chiudere la cassa, la

moglie disse:

"Aspettate un momento!".

Aveva in mano una piccola scatola

di metallo; si avvicinò e la depose

dentro, a lato del cadavere di suo

marito.

Chiusero la bara e la portarono via.

E allora la sua amica le disse:

"Ragazza mia, sapevo bene che

non eri così tonta da mettere tutto

quel denaro là dentro con tuo marito.

Cosa c’era in quella scatola?".

La moglie fedele rispose:

"Senti, io sono una persona cre-

dente; non posso tradire la parola

data. Gli avevo promesso che avrei

messo quei soldi nella bara con lui".

"Vuoi dire che hai messo tutto quel

denaro li dentro con lui ?!?".

"Certo che l'ho fatto. - disse la

moglie - Ho preso i soldi, li ho versati

tutti sul mio conto ed ho emesso un

assegno a suo nome... Se riesce a in-

cassarli, se li può spendere tutti,

come vuole".

La

Giovinezza

dei vecchi

"Quando

muoio, voglio

che tu prenda

tutti i miei

soldi e li

metta nella

bara con me.

Me li voglio

portare con

me

nell'aldilà".

A N N O I I I , N U M E R O 2 1 – G E N N A I O 2 0 1 4

Page 16: Qui ho posto il cuore gennaio 2014

nel Cuore della Carità Montiana

QUI HO POSTO IL CUORE

Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione

Hanno collaborato per questo numero:

Collaboratori di questo numero: Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, Emmanuel

Mvomo, Bro. Anthony, www.padremonti.org, I cercatori di Dio, Teresa V., GG, Rug-

gero Valentini, Raffaele Mugione

Direzione: Via San Giacomo, 5

21047 – Saronno (VA)

: 02 96 702 105 : 02 96 703 437

e-mail:

[email protected]

sito web: www.padremonti.org

(Nessun collaboratore percepisce

compenso. Questo Notiziario è

realizzato da volontari)

Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno

Orario delle Celebrazioni del Santuario

GIORNI FERIALI

6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)

7.00 Santa Messa (lunedì in cripta) 9.00 Santa Messa

18.50 Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI

8.30 Lodi del Mattino

9.00 Santa Messa

19.00 Santa Messa

SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO

P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio

P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong