Qui ho posto il cuore marzo 2014

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Sai, caro padre, che l’età media dei preti della mia zona supera i 65 anni? Dove stiamo andando? Che signifi- ca?... Ci servirebbe proprio qualche vocazione nuova. Io ci lavorerei per suscitarne tra i giovani. In verità ci ho anche provato, ma riconosco d’essere sterile: non è facile e se qualche accenno si manife- sta, in genere muore in poco tempo. Devo dire, però, che mi ha sempre colpito la frase biblica della sterile che partorisce sette volte ed è circon- data da figli… Questa certezza ce l’ho, è una pro- messa che Dio manterrà: prima o poi le vocazioni arriveranno. Però mi chiedo: quando?, tu me lo sapresti dire? Quanto a me, non so nulla di ciò che mi aspetta domani, ma sento che qualcosa s’è messo in cammino: chis- sà se presto o tardi, ma di certo co- noscerò il dove e il cosa. E, allora, via!, diciamo che son contento della piega che prende la mia vita. Dio sta maturando e, silenziosamente, gene- ra futuro. Cosa vuole da me? So che tu pre- ghi per me e ti ringrazio. Tu sai quan- to io abbia sofferto in questi anni, per non saper dare motivo della mia fede, delle certezze, della mia convinzione a consacrarmi a Dio. Oggi non posso più, non sono più capace di testimonianza. Almeno, così mi sembra: forse è la stanchez- za, forse il non-senso, forse il minore coinvolgimento. Non ce la faccio più a lottare … mentre vedo in giro anche tanti dubbi e discussioni. Non ci si fida più della Chiesa, per ciò che essa è e rappresenta. Sento che la sfiducia è troppa ed è micidiale per le voca- zioni. Il catechismo, le parrocchie, i luo- ghi dove prima ne nascevano, oggi sono incapaci di fecondità. Non basta una vita apparentemente cristiana. Non bastano i sacramenti. Serve altro. Serve di più. Ci vuole preparazione. Servono motivazioni per resistere. Servono pensiero meditato e parola ragionata. Serve gente saggia, che ragioni con la testa e conosca la Bib- bia, il Magistero, la storia della Chie- sa. Io non testimonio la mia fede per- ché non la conosco abbastanza, per- ché la vivo con difficoltà e non so e- sprimerla. Peccato enorme e imper- donabile di noi cristiani d’oggi: l’ignoranza! DIO E’ MATURO? Un percorso senza strade SOMMARIO: Editoriale 1 Il mio grazie a Padre Monti 2 Luigi M. Monti e dintorni 3 Una preghiera per… 4 Preghiere per le vocazioni 4 Con Maria, come Maria 5 Parole mon- tiane 5 Glossolalie 6 Vita di Fami- glia 7-8 Forse non tutti sapevate 9 I Vostri mes- saggi 10 La Porta aper- ta 11 Riconoscere vocazioni 12 Tracce per una lettera da Saronno 13 Anno mariano CFIC 14 La Giovinezza dei vecchi 15 DATA Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III n. 23 MARZO 2014 SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTISARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437 e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe di Aurelio Mozzetta L’Editoriale Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo! Segue a pag. 2

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Il mensile dell'Istituto Padre Monti di Saronno

Transcript of Qui ho posto il cuore marzo 2014

Sai, caro padre, che l’età media dei

preti della mia zona supera i 65 anni?

Dove stiamo andando? Che signifi-

ca?... Ci servirebbe proprio qualche

vocazione nuova.

Io ci lavorerei per suscitarne tra i

giovani. In verità ci ho anche provato,

ma riconosco d’essere sterile: non è

facile e se qualche accenno si manife-

sta, in genere muore in poco tempo.

Devo dire, però, che mi ha sempre

colpito la frase biblica della sterile

che partorisce sette volte ed è circon-

data da figli…

Questa certezza ce l’ho, è una pro-

messa che Dio manterrà: prima o poi

le vocazioni arriveranno. Però mi

chiedo: quando?, tu me lo sapresti

dire?

Quanto a me, non so nulla di ciò

che mi aspetta domani, ma sento che

qualcosa s’è messo in cammino: chis-

sà se presto o tardi, ma di certo co-

noscerò il dove e il cosa. E, allora,

via!, diciamo che son contento della

piega che prende la mia vita. Dio sta

maturando e, silenziosamente, gene-

ra futuro.

Cosa vuole da me? So che tu pre-

ghi per me e ti ringrazio. Tu sai quan-

to io abbia sofferto in questi anni, per

non saper dare motivo della mia fede,

delle certezze, della mia convinzione

a consacrarmi a Dio.

Oggi non posso più, non sono più

capace di testimonianza. Almeno,

così mi sembra: forse è la stanchez-

za, forse il non-senso, forse il minore

coinvolgimento. Non ce la faccio più

a lottare … mentre vedo in giro anche

tanti dubbi e discussioni. Non ci si

fida più della Chiesa, per ciò che essa

è e rappresenta. Sento che la sfiducia

è troppa ed è micidiale per le voca-

zioni.

Il catechismo, le parrocchie, i luo-

ghi dove prima ne nascevano, oggi

sono incapaci di fecondità. Non basta

una vita apparentemente cristiana.

Non bastano i sacramenti. Serve altro.

Serve di più. Ci vuole preparazione.

Servono motivazioni per resistere.

Servono pensiero meditato e parola

ragionata. Serve gente saggia, che

ragioni con la testa e conosca la Bib-

bia, il Magistero, la storia della Chie-

sa.

Io non testimonio la mia fede per-

ché non la conosco abbastanza, per-

ché la vivo con difficoltà e non so e-

sprimerla. Peccato enorme e imper-

donabile di noi cristiani d’oggi:

l’ignoranza!

DIO E’ MATURO? Un percorso senza strade

S O M M A R I O :

Editoriale 1

Il mio grazie a

Padre Monti

2

Luigi M. Monti

e dintorni

3

Una preghiera

per…

4

Preghiere per

le vocazioni

4

Con Maria,

come Maria

5

Parole mon-

tiane

5

Glossolalie 6

Vita di Fami-

glia

7-8

Forse non

tutti sapevate

9

I Vostri mes-

saggi

10

La Porta aper-

ta

11

Riconoscere

vocazioni

12

Tracce per

una lettera da

Saronno

13

Anno mariano

CFIC

14

La Giovinezza

dei vecchi

15

D A T A

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti

Anno III — n. 23 MARZO 2014

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437

e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti

EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0

presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO

Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

di Aurelio Mozzetta

L’Editoriale

Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Segue a pag. 2

P A G I N A 2 qui ho posto il cuore

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

DIO E’ MATURO? Un percorso senza strade È vero, Dio è fonte di

maturità; ma è di vitale

importanza che anche

noi ci si dia da fare e

che l’habitat diventi pro-

motore di vita.

Più volte mi hai det-

to: “avanti, vivi! conti-

nua a vivere”, senza

patemi e senza strepiti.

La porta del cuore si

aprirà quando Dio e il

tempo saranno maturi.

Le promesse sono sem-

pre mantenute se ripo-

sano in Dio, i tasselli

vanno sempre a loro

posto nel mosaico della

vita, i passi e i non-

passi costruiscono la

nostra storia di salvez-

za, e nulla va sprecato

del nostro piangere e

del ridere.

Questo mi dici, e ag-

giungi: Dio chiede ma-

turità, non colli torti e

nemmeno mani giunte e

neppure occhi perduti

dietro le stelle: uomini,

perché state a guardare

il cielo? (At 1,11). A che

servono occhi trasogna-

ti al cielo, se le mani

rimangono in tasca?

La vita ti porta do-

ve devi andare, biso-

gna crederci, bisogna

affidarsi, non arren-

dersi. Ce la faremo,

sì! - fuori le mani dal-

la tasca! - e lungo il

cammino altri si ag-

gregheranno. Accendi

il fuoco e attendi,

lungo la notte, come

nel deserto. Giovanni,

nel deserto, era solo

una voce urlante, ma

non fu mai sterile,

aveva chiamato molti

prima che arrivasse

Gesù... Lo Spirito va

avanti e sa cosa deve

fare, anche quando la

nostra mente trascina

in basso.

Io ci credo, sai?

Però è proprio da lag-

giù, dal basso, che mi

rimbombano doman-

de da cui riemergono

idee e non pochi dub-

bi.

Posso io accettare

Dio e amarlo per

quanto mi propone?

Forse il tempo non è

maturo. O forse Dio e

i tempi sembrano

maturi solo quando ce

la sentiamo?, quando

Egli è d’accordo con noi

e noi lo rimodelliamo a

facile spiritello?

Forse ho troppo da

fare per accorgermi di

quanto costi Dio? No,

siamo sinceri, il mio

lavoro non c'entra, ed io

penso che esso sia solo

una tela di Penelope:

serve per "passare il

tempo", nell’attesa in-

cessante della mia "ora".

Sono messo a dura

prova. Dio è maturo?

Permette Egli che in me

qualcosa maturi?

Mi serve un percorso

di verità. Dentro di me

so di cosa si tratta, ma i

pensieri devono diventa-

re parole e le parole

carne. Se non mi na-

scondo più e se mi ri-

metto alla luce, Dio mi

fa maturare.

Verrà la mia Penteco-

ste e arriveranno anche

nuove vocazioni.

Aurelio Mozzetta

>>> segue dalla

prima pagina

Caro Padre Luigi, ti chiedo pace.

Ti prego per la pace. Una preghiera speciale perché la pace possa

sempre regnare in noi stessi, nelle nostre famiglie, nel nostro prossimo,

in tutto il mondo.

Che ogni creatura possa vivere con serenità la propria vita.

Che in ogni famiglia sia inse-

gnata la pace, attraverso una

viva esperienza di amore, di

comprensione reciproca e di

unità.

Donaci vocazioni capaci di

seminare e raccogliere pace.

A me dona di essere sempli-

ce. E perché io possa essere

strumento di pace, tu aiutami a

mantenere sempre alta in me la

fede.

Ti ringrazio. Renato F.

Il mio

Grazie a

Padre

Monti

Una preghiera speciale

P A G I N A 3

La Tomba del Beato

Monti nella Cripta del

Santuario di Saronno

VENGO DA

DIO: A DIO

DEVO

TORNARE.

Dio mi ha

posto in questa

terra

unicamente per

servirlo, onde

guadagnarmi

una gloria

eterna in

Paradiso.

qui ho posto il cuore

Luigi

Maria e

dintorni

COERENZA Chi lo è sempre, può andare In un manoscritto del

Beato Monti troviamo:

VENGO DA DIO: A DIO

DEVO TORNARE. Dio mi

ha posto in questa terra

unicamente per servirlo,

onde guadagnarmi una

gloria eterna in Paradi-

so.

Ogni azione del Beato

Monti, ogni suo gesto o

pensiero sono tesi a que-

sta finalità.

Per un grazioso dono di

Dio, Luigi ha ricevuto

chiara la risposta alle tipi-

che domande dell’uomo:

perché sono qui, cosa ci

sono venuto a fare.

Tuttavia lasciatemi dire:

ritrovare queste semplici

parole, tra i documenti

che segnano il formarsi

della sua Congregazione,

emoziona.

Aiuta a capire come que-

sto uomo, poco istruito,

di umili origini, abbia rea-

lizzato il miracolo di

“spostare le montagne”.

E lo ha fatto per essere

coerente con quel pen-

siero: sono qui per servi-

re Dio. Lavoro e fatica,

sono esclusivamente la

forma concreta di

quell’unico obiettivo, con

la sua conseguenza: an-

dare in Paradiso. Per il

Beato Luigi Maria Monti

non sono chiacchiere.

Lo testimoniano alcune

espressioni raccolte, nei

giorni che precedono la

sua morte, da un confra-

tello e ora parte del suo

testamento spirituale: Ho

lavorato tanto, ora me-

rito il Paradiso.

Luigi è sicuro di questo

premio. Al di là dei possi-

bili sbagli umani, ha one-

stamente mantenuto fede

al suo impegno: servire

Dio. Lo ha fatto nella sua

casa con la “Compagnia

dei Frati“, negli ospedali

verso gli ammalati,

nell’organizzare

l’educazione dei “suoi”

orfani; tutto ciò usando

tenerezza e attenzione a

tutti. È la missione che gli

hanno direttamente affi-

dato Gesù e sua Madre

Maria. La seguirà fino

all’ultimo sospiro,

all’ultima raccomandazio-

ne ai frati, i suoi figli spi-

rituali.

Queste parole, così sem-

plici e nello stesso tempo

così impegnative, danno

senso a tutta la sua sto-

ria.

Nessuno si sarebbe sot-

toposto a tutte quelle u-

miliazioni, fatiche, preoc-

cupazioni - tribulazioni

le chiamava - che hanno

segnato le ore della sua

lunga vita, senza una mo-

tivazione così forte.

Ancora nel manoscritto:

Quante grazie mi ha

fatto il mio buon Dio!

Ecco lo stile di Luigi: rin-

graziare. Ringraziare Dio

della vita, dei piccoli

quotidiani piaceri

d’ogni giorno, come

alzarsi al mattino,

camminare, vederci,

gustare il profumo del

sapone, del caffè. Lui-

gi ringrazia anche del-

le difficoltà che lo

hanno reso forte, rin-

grazia della sofferenza

che lo rende umile e

in grado di capire il

male degli altri.

Poi pone delle conse-

quenziali domande:

Come l’ho servito fin

d’esso? Come lo ser-

vo ora? Quale corri-

spondenza ho io avu-

to fin d’ora? Quante

volte ho promesso a

Dio di servirlo come

lo hanno servito i

Santi: cioè, con som-

ma diligenza e di non

dargli il più piccolo

dispiacere col non

commettere il mini-

mo mancamento av-

vertito, e come sarei

stato pronto a mori-

re prima di commet-

terlo. Sono stato fe-

dele? Dio buono per-

donatemi.

Poniamoci le stesse

domande. A Dio, vo-

lenti o no, tutti dob-

biamo una risposta.

Per quanto riguarda

me, soprattutto la ri-

chiesta di misericordia

e perdono: a Dio… a

te, lettore.

Non temere.

Marco

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

Dagli scritti di Padre Monti

P A G I N A 4

Una

preghiera

per...

qui ho posto il cuore

PER CHI NE HA BISOGNO: - Chiedo di pregare per

me, sono molto in difficoltà

nel camminare: meno cam-

mino e più sono in difficoltà.

La mia famiglia ha bisogno

di me, vorrei proprio guarire.

PER IL NEONATO

RICCARDO: venuto tra noi il 25 feb-

braio, per mamma Angela e

per papà Daniele. Visto che

bellezza?

PER GLI AMMALATI: il

beato Monti interceda per

loro e li conforti nella soffe-

renza: - una preghiera speciale

per papà: è peggiorato mol-

tissimo. Dal suo ricovero non

si è più alzato; prima con

febbre, poi con incapacità di

mangiare. L’hanno portato in

- Walter, morto l’11 feb-

braio, a causa di un carcino-

ma prostatico.

- Cesarina, 92 anni, mor-

ta il 23 febbraio: “si è spenta

una parte di tutti noi”. Dio ti

accolga.

- Cecilia, la madre di

Maurizio, morta nella notte

del 25 febbraio.

Il mio tempo si faccia spazio d’amore Preghiera

per le

vocazioni

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

ospedale per mettergli la PEG.

Sono andata a trovarlo, quasi

non lo riconoscevo.

Un’immensa pena vederlo

così, però mi è sembrato sere-

no. E questo è un dono di Dio.

Non essendo pienamente co-

sciente, non si rende conto

della situazione, ma emerge

una tranquillità di fondo che è

sigillo di una vita vissuta bene.

Ne ringrazio tanto il Signore.

PER CHI SOFFRE: - per Ilaria, che ha perso il

bambino che aspettava. A lei e

a Luca la nostra vicinanza e

una intensa preghiera.

PER I DEFUNTI: - Norberto Raul Lobato,

papà del nostro Fratel Leandro

(Comunità di Santa Fe, Argenti-

na), morto il 5 febbraio. Per lui

la nostra preghiera di suffragio;

a Leandro la nostra fraterna

vicinanza.

C’è un tempo per lavorare e un tempo per riposare,

un tempo per pregare e un tempo per aiutare.

Fa’ in modo, Signore,

che il mio tempo non sia sprecato,

che io possa vivere questa vita nello spirito del pellegrino,

che è sempre pronto

a prendere la bisaccia e il bastone per partire.

Fai che il mio tempo

abbia spazio per i miei amici, i miei fratelli,

le persone che mi sono care,

perché a loro non manchi la mia presenza,

e fai che nel mio tempo ci sia posto

anche per aiutare, consolare,

far sorridere chi ha bisogno di aiuto.

Alla fine della giornata aiutami a contare il mio tempo

e a rendermi conto di dove l’ho sprecato

perché sappia, domani, impiegare meglio la mia vita.

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 5

La vocazione di Maria

come ogni altra vocazio-

ne, ha questo doppio sen-

so: da una parte la consa-

pevolezza e dall’altra il

mistero.

Con il suo SÌ, Maria è

consapevole della volontà

sua d’essere al servizio di

Dio.

La risposta data

all’angelo è piena di con-

sapevolezza, soprattutto

perché viene dopo una

domanda pratica: “ come ?

… non conosco uomo”.

Dalla risposta

dell’angelo lei si impegna

consapevolmente.

Però anche se consape-

vole, Maria è comunque

dentro il mistero della sal-

vezza, di cui Dio solo co-

nosce i tempi e i ritmi.

Io sono consapevole di

quello che sto facendo,

della decisione che ho

preso di mettermi al servi-

zio di Dio e degli altri. Ma

nello stesso tempo, mi

rendo conto del mistero in

cui sono entrato.

Il mistero è la Parola di

Dio che suscita in me la

consapevolezza della

chiamata. Il mistero non

agisce in me al di là della

mia libertà, esso collabora

nella scelta vocazionale o

personale, ed io devo ave-

re coscienza di rispondere

ad una chiamata che viene

da Dio.

Quindi la consapevo-

lezza e il mistero sono un

unico binario a doppia

circolazione.

In ogni vocazione, co-

me in Maria si dovrebbe

avere la consapevolezza

della scelta e di quello

che si sta vivendo.

Nello stesso momen-

to non dimenticare mai

la presenza e il ruolo del

mistero nelle nostre vite.

La mia vita è risposta

ad una chiamata, ad una

vita nel mistero di Dio.

P. Emanuel Mvomo

l

M

Con

Maria,

come

La vocazione

di Maria

come ogni

altra

vocazione,

ha questo

doppio

senso: da

una parte la

consapevo-

lezza e

dall’altra il

mistero.

qui ho posto il cuore

Custodire anime

C ontinuate pure e con alacrità nel vostro ministero,

giacché il signore vi ha dotato di quelle qualità necessarie e

così le benedizioni del cielo saranno copiose, non solo su di

voi perché custodite tante belle anime innocenti, care a dio

ed alla madre nostra immacolatata, ma sì su tutto il nostro

istituto.

(Padre Monti a Fratel Angelico Mariani, 15 dicembre 1896).

Le Parole

montiane

L’esperienza di consapevolezza e di mistero

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 6

Dalle

Comunità di

Padre Monti

nel mondo

qui ho posto il cuore

Sangmélima, 15 janvier 2014

Très cher père bonjour. C’est avec un cœur plein de confusion que je t’écris cette let-

tre.

Mon père si mon cœur est confus c’est parce qu’il a peur, si mon cœur est confus ce

n’est pas parce qu’il veut se décourager, si mon cœur est confus ce n’est pas parce qu’il

veut tout abandonner.

Papa, mon cœur est confus parce qu’il n’arrive pas a comprendre, mon cœur est

confus parce qu’il est impatient, mon cœur est confus parce qu’il ne sais pas comment

demain sera.

Justement, mon père, c’est pourquoi je t’écris cette lettre car toi tu sais de quoi de-

main sera fait, car ton Seigneur Jésus-Christ que tu as servi avec abnégation et détermi-

nation, comme on me l’enseigne, nous le rappelle dans l’Evangile «ne vous souciez pas

de demain car, demain se souciera de lui-même».

Pour ce demain là, cher père, nous avons besoin de ton aide.

Oui père! aide-nous! Aide tes enfants à surpasser cette confusion

qui se trouve dans leurs cœurs.

De ton vivant père, tu priais l’Immaculée notre Mère pour qu’elle

t’aide à fonder la Congrégation ; à présent que tu es avec elle au

ciel, intercède pour nous qui voulons continuer ton œuvre dans

l’héritage que tu as laissé, à savoir le soin des malades, des or-

phelins, et des plus pauvres.

Père Luigi, certains disent que tu es fâché contre nos agisse-

ments. Comme des enfants prodiges père, nous demandons

humblement pardon. Tu es notre Papa si vraiment tu es fâché,

apaise s’il te plait ta colère pour que la Congrégation que tu as

fondée avec amour, puisse voir un lendemain meilleur.

Merci Papa Monti et à très bientôt dans la prochaine lettre.

Ton Fils au noviciat

Merci, Papa Luigi

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 7

Innovazione formativa per contrastare la dispersione sco-

lastica. Finalmente qualcuno comincia ad accorgersi che la

piaga dell’abbandono scolastico assume dimensioni impen-

sate; qualche giornale ne scrive; il Ministero dell’Istruzione

ci mette pochi soldi per combatterla. L’Associazione Padre

Monti (APM) di Saronno ne parlava già nei primi anni Novan-

ta ed ha sviluppato un percorso chiamato “Anno Unico”: uni-

co non solo per durata, ma - a detta dei ragazzi - anche per

la singolarità e genialità che lo caratterizza. Recentemente

l’esperienza è stata raccontata tramite uno stimolante Qua-

derno curato dal dr. Davide Fant, responsabile dell’AU, con

la supervisione del prof. Piergiorgio Reggio dell’Università

Cattolica di Milano: “Un Anno Unico – Innovazione formativa

per contrastare la dispersione scolastica” (pagg. 148).

Vivono lontano, al di là dell’oceano, a Cordoba (Argentina),

ma noi siamo tutti invitati alla festa della loro consacrazione

a Dio. Non possiamo andarci fisicamente, ma facciamo vola-

re fin laggiù il pensiero, la preghiera e la lode per questi due

Fratelli, Alredo e Héctor, che dicono il proprio sì al Signore.

qui ho posto il cuore

Un anno unico

La professione religiosa di

ALFREDO E HÉCTOR

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 8

Vita di

famiglia

qui ho posto il cuore

Ne 150° anno

dalla nascita di

Fr. Bonifacio

Pavletić.

per nove mesi

consecutivi

(NOVENA),

ogni primo

sabato del mese

nella Chiesa

dello Spirito

Santo di GOJLO

celebreremo una

Eucarestia in

onore della

Madonna, così

amata da Fratel

Bonifacio.

Un coro di preghiere per Bonifacio Kutina (CROAZIA) Il 4 novembre 1897 avveniva il “Felicissimo Transito” di Fra-

tel Bonifacio Pavletić.

In questo 2014, 150° anno dalla sua nascita, per nove mesi consecutivi

(NOVENA), ogni primo sabato del mese nella Chiesa dello Spirito Santo di GO-

JLO celebreremo una Eucarestia in onore della Madonna, così amata da Fratel

Bonifacio. Anche noi potremmo conoscere e pregare la Mamma del cielo.

4. studenog 1897. dogodio se "Sretan prijelaz" u vječnost brata Ivana Bonifacija Pavletića.

Ove godine 2014. slavimo 150. obljetnicu njegova rođenja i to kroz devet uzastopnih

mjeseci (DEVETNICA). Svake PRVE SUBOTE u mjesecu u crkvi Svetog Duha na Gojlu slavit

ćemo Euharistiju u čast Gospe, koju je brat Bonifacije tako volio. Također i mi možemo

bolje upoznati i moliti našu Nebesku Majku. U slavljenju Euharistije izmjenjivat će se naši

svećenici: mons. Dragutin Papić, p. Mariano Passerini i vlč. Dražen Lauc!

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

Da ultimo sorvoliamo

l’Atlantico fino al BRASILE, a

gustare la bellezza dell’ IN-

FIORATA di FOZ

do IGUAÇU, realiz-

zata per il Corpus Domini, do-

menica 2 giugno.

Bonifacio, un nome importante

P A G I N A 9

… a spulciar

gli archivi e

rimescolar le

carte della

storia,

per sapere…

qui ho posto il cuore

A Bovisio, nel-

la chiesa di

San Pancrazio,

dove Luigi

Monti fu bat-

tezzato, trovia-

mo, ai piedi

del Crocifisso

Miracoloso, il

simulacro di

San Bonifacio,

nome tanto ca-

ro a Padre

Monti. Per tra-

dizione si fe-

steggia il 23

luglio, la vigi-

lia del comple-

anno di Luigi

Monti.

Una tradizione secolare imponeva ai consacrati di cambiare nome al momento

di emettere i voti. Veniva così segnato il netto distacco dalla famiglia di origine

per entrare nella nuova famiglia, quella religiosa.

Uso ormai rarissimo ai nostri tempi, sia perché il battesimo è sacramento sia

per le difficoltà derivanti dal cambio, emotivamente rilevante, ma pregno

d’inefficienze civili e burocratiche.

Molti dei giovani che al suo tempo si presentavano alla Congregazione ricevet-

tero il nuovo nome dallo stesso Fondatore, Padre Luigi Maria Monti.

Fra i suoi preferiti quello di Bonifacio. Nome importante presso questi frati. Lo

hanno portato uomini santi. Fra tutti fr. Bonifacio Pavletic... e, prima di lui, fr.

Bonifacio Junker.

Mi sono chiesto quale fosse la ragione che spingeva il Beato a scegliere questo

nome. Forse la sua derivazione latina: uomo che ha buona fortuna?; no, non mi

convinceva.

Un giorno, mentre guidavo un gruppetto di giovani argentini a Bovisio, luogo

natale del Monti, li condussi nella chiesa di San Pancrazio. Lì il parroco ci spie-

gava che la luce, in determinati giorni, entra attraverso la vetrata che raffigura il

Beato e va ad illuminare l'altare dove è posto un Crocefisso ritenuto miracoloso.

Con tutti i ragazzi guardo l'effetto luminoso e mi accorgo che sotto il Crocefis-

so vi è, sempre illuminato dal sole, il simulacro di un santo. Chiedo spiegazioni.

Sono i resti mortali di San Bonifacio.

Una breve successiva ricerca mi fa trovare anche le tracce di questo culto, che

allego in foto.

Voilà! Trovata la risposta. Per tradizione si festeggiava il santo il 23 Luglio, pro-

prio un giorno prima del compleanno dello stesso Luigi. Due buoni motivi per

non dimenticare quel nome. MP

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 1 0

Email e

lettere dal

mondo

Lettere alla Redazione 1 Grazie per l’editoriale

- Grazie. L’editoriale, toc-

cante nel presentare il

dolore di tante donne, pur

ponendosi in un fraterno

compatimento, non perde

lucidità.

- Grazie, molto forte e

bello l'editoriale...

- Grazie sempre per l'edi-

toriale che apre il mese e

che offre uno spunto mol-

to denso per motivare la

preghiera. Il tema della

sofferenza sta a cuore a

tutti. Mi hai stimolato

la rilettura di quel brano

della Spe Salvi (ultima par-

te del documento) che

parla di come la sofferen-

za ci educhi alla speran-

za... Ho capito che non è

cercando di toglierla di

mezzo (anche se si deve

fare di tutto per alleviar-

la), ma assumendola e

condividendola in primo

luogo con Gesù e poi tra

di noi, che la sofferenza

diventa vivibile e addirit-

tura feconda e porta il

frutto della Speranza. E

questo per me è molto

importante anche nella

vita religiosa... Mi rendo

conto che tutti gli articoli

del bollettino sono so-

stanziosi, ripieni di spiri-

tualità, mariana e cristia-

na, stimolanti… e allora

conto di rileggerli più

volte, fino al prossimo

numero. Per essere

uno strumento online

è graficamente appeti-

bile e bello da legge-

re; vedo che sul com-

puter non sempre è

facile portare a termi-

ne la lettura di uno

scritto o di articoli,

tanto sono pesanti,

omogenei, lunghissi-

mi; spesso vengono

presentati come noti-

zie "a pappagallo" (si

ripetono sempre la

stesse cose, spesso

"vuote"), quindi non

attirano. Invece QPC

prende proprio il cuo-

re. Con i colori e il

contenuto giovanile e

sempre appropriato ai

tempi, rende il mo-

mento della lettura un

evento spirituale! RS

2 e per Tommasina

- Grazie. Ho stampato

la poesia di Tommasi-

na, mi ricorda tanto la

mia mamma! NS

- La bellissima rifles-

sione "TOMMASINA"

che ci riporta la giovi-

nezza dei vecchi mi ha

fatto riflettere pensan-

do ai nostri anziani e

nel vedere come ciò si

realizza nella nostra

opera. È un momento di

riflessione per i nostri

educatori e per i nostri

operatori sanitari e non,

che ogni giorno trascor-

rono questi momenti

accanto ai meno giova-

ni. È questa Messa che

ci porta a fare delle se-

rie riflessioni, perchè

tutto ciò che si fa non

va perduto. Misento di

ringraziare anche per

questo contributo. P.

Giuseppe Decina

3 con interesse, unità

e preghiera

- Grazie. Leggo come

sempre con interesse

- Laudato sia Dio, come

va padre? Saluti da Cro-

azia :)

- Carissimo padre,

quanto sarebbe bello

non avere esigenze e

riuscire a vivere nella

contemplazione e solo

nell'Amore di Cristo! Io

vorrei riuscire a dare

questa precedenza nella

mia vita, per trovare e

glorificare il senso di

tutto quello che mi è

successo e mi succede.

Ringraziandola di cuore

per il suo ricordo nella

preghiera, le garantisco

anche il mio, pur essen-

do semplice e povero.

Un abbraccio fraterno.

GB

Scriveteci

a

I Vostri

mess@ggi

qui ho posto il cuore

[email protected]

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 1 1

Il povero che regalava mele al re Questa storiella mi è

molto cara:

Ogni mattina, nel pic-

colo reame di Benestare,

un mendicante veniva in

silenzio a portare un

frutto al suo sovrano e

poi si ritirava.

Il re, abituato a rice-

vere regali molto più

ricchi di quel frutto por-

tato all’alba, derideva

volentieri il mendicante,

dopo che questi era par-

tito.

Tutta la corte imitava

il suo re: sarebbe stato

disdicevole, infatti, non

agire o non pensare co-

me il sovrano.

Il mendicante non si

scoraggiava e ritornava

ad ogni sorgere del sole

a consegnare a mano il

proprio dono.

Il re, con un sorriso

finto e logorato da quel

gesto abituale, accetta-

va comunque il dono e

lo disponeva meccanica-

mente in una cesta.

Questa ormai strari-

pava e conteneva a sten-

to tutti i frutti che il

mendicante aveva porta-

to con amore, gentilezza

e pazienza.

Ed io la lascio a voi, amici lettori. Prova anche tu a completare la storia! Non avrai un premio, ma tutti potremo condividere qualcosa della ricchezza del tuo cuore, anche se tu pensi che si tratti solo di ordinarie povere mele…

qui ho posto il cuore

Un giorno, la scim-

mia prediletta del re

prese uno di quei

frutti e gli diede un

morso, ma subito lo

sputò e lo gettò per

terra, proprio vicino

al trono.

Il sovrano guardò

la scimmia, poi guar-

dò la mela e, con e-

norme sorpresa, vide

che dal cuore di essa

spuntava un diaman-

te.

Ordinò allora di

aprire tutte le mele

accumulate nella ce-

sta e all’interno di

ognuna trovarono un

diamante…

Lascio a te la finale.

Ciao. Benedetta

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore

Era nato l’8

settembre 1982.

Forse tremila

persone si sono

riunite, il 3 gennaio

2014, per dargli

l’ultimo saluto.

Negli ultimi mesi

don Fabrizio aveva

vissuto la sua

indicibile

sofferenza con

fede profonda e

grande forza

d’animo, donando

sempre un sorriso

o una parola di

conforto a parenti

e amici, che gli

sono stati vicini

fino all’ultimo

respiro.

Rubrica a cura dei

Cercatori di Dio

Don Fabrizio De Michino, giovane sacerdote di Napoli, scrive al Papa prima di morire

A Sua Santità Papa Francesco

Santo Padre,

nelle mie quotidiane preghiere che rivolgo a Dio, non smetto di

pregare per Lei e per il ministero che il Signore stesso Le ha affi-

dato, affinché possa darle sempre forza e gioia per continuare

ad annunciare la bella notizia del Vangelo.

Mi chiamo Fabrizio De Michino e sono un giovane sacerdote del-

la Diocesi di Napoli. Ho 31 anni e da cinque sacerdote. Svolgo il

mio servizio sia presso il Seminario Arcivescovile di Napoli come

educatore del gruppo dei diaconi, che in una parrocchia a Ponti-

celli, che si trova alla periferia est di Napoli. La Parrocchia, ricor-

dando il miracolo avvenuto sul colle Esquilino, è intitolata alla Madonna della Neve e

nel 2014 celebrerà il primo centenario dell’Incoronazione della statua lignea del 1500,

molto cara a tutti gli abitanti.

Ponticelli è un quartiere degradato con molta criminalità e povertà, ma ogni giorno

scopro davvero la bellezza di vedere quello che il Signore opera in queste persone che

si fidano di Dio e della Madonna.

Anch’io da quando sono in questa parrocchia ho potuto ampliare sempre più il mio

amore fiducioso verso la Madre Celeste, sperimentando anche nelle difficoltà la sua

vicinanza e protezione.

Purtroppo sono tre anni che mi trovo a lottare contro una malattia rara: un tumore

proprio all’interno del cuore e da qualche mese anche nove metastasi al fegato e alla

milza.

In questi anni non facili, però, non ho mai perso la gioia di essere annunciatore del

Vangelo.

Anche nella stanchezza percepisco davvero questa forza che non viene da me ma

da Dio che mi permette di svolgere con semplicità il mio ministero.

C’è un versetto biblico che mi sta accompagnando e che mi infonde fiducia nella

forza del Signore, ed è quello di Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di

voi uno Spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez

36, 26).

In questo tempo molto vicina è la presenza del mio Vescovo, il Card. Crescenzio

Sepe, che mi sostiene costantemente, anche se a volte mi dice di riposarmi un po’ per

non affaticarmi troppo.

Ringraziando Dio anche i miei familiari e i miei amici sacerdoti mi aiutano e sosten-

gono soprattutto quando faccio le varie terapie, condividendo con me i vari momenti

d’inevitabile sofferenza. Anche i medici mi assistono tantissimo e fanno di tutto per

trovare le giuste terapie da somministrarmi.

Santo Padre,

sarò stato un po’ lungo in questo mio scritto, ma volevo solamente dirLe che offro

al Signore tutto questo per il bene della Chiesa e per Lei in modo particolare, perché il

Signore La benedica sempre e La accompagni in questo ministero di servizio e amore.

Le chiedo, nelle Sue preghiere di aggiungere anche me: quello che chiedo ogni

giorno al Signore è di fare la Sua volontà, sempre e comunque.

Spesso, è vero, non chiedo a Dio la mia guarigione, ma chiedo la forza e la gioia di

continuare ad essere vero testimone del suo amore e sacerdote secondo il suo cuore.

Certo delle Sue paterne preghiere, La saluto devotamente.

Don Fabrizio De Michino

Riconoscere

Vocazioni

(nelle foto: Don Fabrizio De Michino)

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore

Caro padre, forse hai letto quell’articolo

sulla clausura, apparso su ..X..

Faccio una considerazione: non sarebbe

meglio che gli uomini stessero zitti, invece

di dire cose poco appropriate ed anche

poco carine nei confronti della clausura

femminile, facendo un pasticcio tra clausu-

ra conventuale legislativa e vita monastica,

ecc ecc...?

A volte, cercando d’apparire colti e moder-

ni, si dicono cose senza consistenza e per

niente costruttive, anche usando impro-

priamente pensieri del Papa, detti in situa-

zioni particolari, applicati ad altre situazio-

ni particolari che si fanno diventare univer-

sali. Tali cose fanno più male che bene.

Per quanto riguarda il tema della Clausura

proporrei semplicemente l'esempio di Ge-

sù con il profumo di Betania: LASCIATELE

STARE. Punto.

Quando le interessate avranno qualcosa da

dire lo diranno loro... Almeno la clausura

femminile lasciatela stare, non cercate di

interpretarla o giudicarla da uomini. La-

sciatela stare dove sta, non impicciatevi!

Molti che vogliono fare i moderni sono

rimasti al preconcilio: ignorano tutto il

cammino e la fatica degli ultimi decenni e

giudicano la realtà con idee di 50 anni or

sono.

Non voglio far polemiche, semplicemente

non ho condiviso quell'articolo… anche

perchè fa confronti tra il "capo coperto"

delle monache che si mettono solo la co-

colla per la preghiera e il "capo fasciato",

che sarebbe la mia acconciatura con il ve-

lo, come in diversi altri ambienti culturali e

religiosi.

Per tutti ci vuole rispetto, anche per chi

porta il velo nero e sta in clausura come

me, dietro le grate e davanti agli schermi

dei computer. A volte è fine delicatezza

accettare quanto si trova nella casa dello

Sposo, parenti, amici, genitori, vecchi, han-

dicappati, abitudini, stili, anello al dito e

quant'altro!

Ti assicuro che al cervello non ho mai mes-

so la cuffia! Anzi il monastero mi ha aiuta-

to a smascherare tutte le zone franche del

cervello, le pigrizie e le stupidità che si

annidano in chi cerca solo protagonismo,

anche nella vita religiosa. Pur portando il

"velo" come le donne di altre religioni non

mi sento per niente meno moderna di co-

loro che hanno i capelli al vento!

La clausura per noi è semplicemente uno

dei tanti mezzi della struttura monastica

per vivere un clima di "deserto", dove il

centro è lo Sposo e nient'altro.

I monaci antichi cercavano le "distanze" dai

rumori, non solo per fuggire, ma soprat-

tutto per trovare l'essenziale. Oltre al de-

serto c’erano clausure variegate, come

quelle dei monaci sulle colonne per distan-

ziarsi dalla terra; poi è nato il chiostro per

stare più raccolti ed usare il tempo solo

per pregare...

Oggi c'è la famosa "privacy", una clausura

ridicola, che tutti rivendicano!

La clausura monastica è come un pedale di

bicicletta, un accessorio marginalissimo:

importante è il cammino, la strada, la rela-

zione, la casa, l'armonia di un corpo che va

verso Cristo. In clausura noi cerchiamo

solo di fare questo, condividendo la meta

con tutti quelli che ci cercano e cercano

Lui, lo Sposo dell'umanità.

Teniamo noi la chiave della porta, da den-

tro: nessuno ci può chiudere da fuori! Il

mondo, al contrario, ha le sue "clausure" di

cui non sempre riesce a tenere il controllo

e purtroppo alcune sono ermetiche e por-

tano solo alla morte dei corpi e dell'anima!

La clausura delle monache porta, con liber-

tà, sempre alla Vita, se la Chiave è Gesù!

sr. Maria R.

Tracce per

una lettera

da Saronno

Maria allora prese

trecento grammi di

profumo di puro

nardo, assai

prezioso, ne

cosparse i piedi di

Gesù, poi li asciugò

con i suoi capelli, e

tutta la casa si

riempì dell’aroma

di quel profumo… E

Gesù disse:

Lasciatela fare…

(Gv 12,3.7)

CHI SCRIVE A CHI

Cara sorella mia,

come non essere d’accordo sul tuo “lasciatele stare”? … tenendo anche conto di quanto

il Papa dice circa il posto della donna nella Chiesa. Sento molto quello che scrivi: vale

per voi donne, ma vale - immagina tu quanto! - anche per i “frati”, i consacrati non preti,

tutta la categoria-fratelli, i più sconosciuti, deprezzati ed emarginati tra i consacrati,

letteralmente mangiati dal clericalismo, un cancro diabolico che divora la Chiesa dal di

dentro... Ma, grazie a Lui, lo Spirito c’è e si sta dando molto da fare!!!

Profumo di Betania

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore

Per crescere

nella

tenerezza,

nella carità

rispettosa e

delicata,

noi abbiamo

un modello

cristiano a

cui dirigere

con

sicurezza

lo sguardo.

È la Madre

di Gesù

e Madre

nostra.

Madre di tutti i malati Per crescere nella tenerezza, nella

carità rispettosa e delicata, noi ab-

biamo un modello cristiano a cui di-

rigere con sicurezza lo sguardo.

È la Madre di Gesù e Madre no-

stra, attenta alla voce di Dio e ai bi-

sogni e difficoltà dei suoi figli.

Maria, spinta dalla divina miseri-

cordia che in lei si fa carne, dimenti-

ca se stessa e si incammina in fretta

dalla Galilea alla Giudea per incon-

trare e aiutare la cugina Elisabetta;

intercede presso il suo Figlio alle

nozze di Cana, quando vede che vie-

ne a mancare il vino della festa; por-

ta nel suo cuore, lungo il pellegri-

naggio della vita, le parole del vec-

chio Simeone che le preannunciano

una spada che trafiggerà la sua ani-

ma, e con fortezza rimane ai piedi

della Croce di Gesù.

Lei sa come si fa questa strada e

per questo è la Madre di tutti i malati

e i sofferenti.

Possiamo ricorrere fiduciosi a lei

con filiale devozione, sicuri che ci

assisterà, ci sosterrà e non ci abban-

donerà.

È la Madre del Crocifisso Risorto:

rimane accanto alle nostre croci e ci

accompagna nel cammino verso la

risurrezione e la vita piena.

San Giovanni, il discepolo che sta-

va con Maria ai piedi della Croce, ci

fa risalire alle sorgenti della fede e

della carità, al cuore di Dio che «è

amore» (1 Gv 4,8.16), e ci ricorda

che non possiamo amare Dio se non

amiamo i fratelli.

Chi sta sotto la Croce con Maria,

impara ad amare come Gesù.

La Croce «è la certezza dell’amore

fedele di Dio per noi.

Un amore così grande che entra

nel nostro peccato e lo perdona, en-

tra nella nostra sofferenza e ci dona

la forza per portarla, entra anche

nella morte per vincerla e salvarci…

La Croce di Cristo invita anche a la-

sciarci contagiare da questo amore,

ci insegna a guardare sempre l’altro

con misericordia e amore, soprattut-

to chi soffre, chi ha bisogno di aiu-

to» (Via Crucis con i giovani, Rio de

Janeiro, 26 luglio 2013).

(dal Messaggio di Papa Francesco

per la 22ma Giornata Mondiale del

Malato, 11 feb. 2014

Fede e carità: «Anche noi dobbiamo

dare la vita per i fratelli», 1 Gv 3,16)

Anno

Mariano

2013-2014

Davanti a un bambino sofferente,

l’unica preghiera che a me viene è la preghiera del perché.

Signore perché? Lui non mi spiega niente. Ma sento che mi guarda.

E così posso dire: Tu sai il perché, io non lo so e Tu non me lo dici,

ma Tu mi guardi e io mi fido di Te, Signore, mi fido del tuo sguardo.

(Papa Francesco)

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore

A margine degli incontri PRIMAVERA MONTIANA

La giornata è quasi terminata: c’è una tazza di camomilla e un grosso volume di Ra-

vasi dove trovare commenti al Salmo 124. Berrò la camomilla e leggerò Ravasi; poi, avrò

le ore notturne del dormiveglia per rielaborare e pormi domande!

Mi fermo all’incipit, dove l’autore riporta un pensiero di Primo Levi. Lo trascrivo, tan-

to è bello:

Se non sono io per me, chi sarà per me?

Se non così, come?

E se non ora, quando?

Siamo i figli di Davide e gli ostinati di Massada.

Ognuno di noi porta in tasca la pietra

che ha frantumato la fronte di Golia.

Fratelli, via dall’Europa delle tombe:

saliamo insieme verso la terra

dove saremo uomini tra gli uomini.

Se non sono io per me, chi sarà per me?

Mi assopisco. San Francesco di Sales dice: “Riposiamo i nostri cuori sotto la dolce e

amorosa provvidenza di nostro Signore e ripariamoci al caldo sotto la Sua protezione”. È

questa la risposta cui aspirare? Fuori continua a piovere … governo ladro!

Calda è senza dubbio la protezione del Signore, ma un po’ meno i caloriferi

dell’infermeria. Ieri a ginnastica le monache invidiavano i miei pantaloni, ma io mi farei

prestare volentieri gonne, sottogonne e sottovesti di lana portate da loro! Mi capita, di

notte, andando ai servizi, di incontrarne qualcuna, ma non le riconosco, tanto sono im-

bacuccate dalla testa ai piedi con indumenti di lana rosa e azzurra, come vecchie neona-

te!

Affronto il commento di Ravasi, pagine fitte e difficili, forse per addetti ai lavori: mi

stimolano però a rimuginare, mentre tenterò di portare a termine l’orlo a giorno di una

tovaglia, con il timore che non mi basti la lezione di Suor Maria Diabetica, esperta in tale

arte.

Rileggo il Salmo e mi arresto subito al “se”: è lo stesso incipit di Levi, ma il Prelato fa

notare il contrasto, perché lo scrittore - che morirà suicida, schiacciato dal ricordo degli

orrori vissuti - è convinto che Jahvè non si schieri con gli oppressi che finiranno stritolati

o meglio usciranno, nuvole di fumo nero, dai camini delle camere a gas.

Ravasi aggiunge che il salmo è un canto comunitario di ringraziamento, “sostenuto

da una forte fede cristiana”. Oggi, noi facciamo parte di una comunità cristiana che

stenta a guardare agli orrori d’ogni tipo che ci coinvolgono; prima d’arrivare a benedire

il Signore, forse dobbiamo sperimentare il Suo silenzio, l’angoscia dell’impotenza, i tanti

perché che ci tolgono il sonno e solo dopo (e non tutti!) riusciremo a pronunciare parole

di benedizione.

Troppo debole la fede? O riecheggiamo Levi: “Se non sono io per me, chi sarà per

me?”.

La strada potrebbe essere lunga, il percorso accidentato, la tentazione dietro

l’angolo. Dobbiamo, talvolta, essere scarnificati personalmente prima di arrivare a una

vera fede. Levinas afferma che noi stessi siamo colpevoli e portatori di orrori, tanto da

non poter essere giudici di chi ci opprime.

Dall’angoscia alla liberazione: “il nostro collo è stato liberato come l’uccello dal laccio

dei cacciatori”. Immagine efficace, ma perché proprio io?

In una chiesetta di Borgo c’è un crocifisso senza gambe e senza braccia. Ci dice, for-

se, che l’unico modo per ricominciare a cantare e trovar pace è di prestare povere mani

e poveri piedi a chiunque abbia bisogno di noi e attraverso di noi possa dire: “il nostro

aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra”. È urgente che si inizi, perché

Levi sollecita: “se non ora, quando?”

Intanto s’è fatta mezzanotte. Entra l’assistente e mi chiede cosa io stia facendo.

È triste perché è stata rimproverata, perché non ha ben sbrigato tutto ciò che doveva,

l’altra notte, per la suora in agonia. Teme di perdere il posto.

Da poco è morto il marito da cui era separata; lei fa questo lavoro perché da bene-

stante che era…

Dice: “malgrado tutto l’ho assistito. I miei figli gli sono stati vicini. Eppure ci ha fatto

tanto male. Poco fa pregavo Papa Giovanni di non farmi perdere il posto; ma poi, rivolta

alla foto di mio marito, gli ho detto: “coglione, almeno ora che magari sei in paradiso,

fa’ qualcosa per noi”.

E, guardandomi, aggiunge: “Signora, anche questo potrebbe essere un Salmo?”

NON HO PAROLE !!! SIL

La

Giovinezza

dei vecchi

9 febbraio, Salmo 124

A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4

nel Cuore della Carità Montiana

QUI HO POSTO IL CUORE

Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione

Hanno collaborato per questo numero:

Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, un novice de Sangmelima,

www.padremonti.org P. Mariano Passerini, Renato F., RS, P. Giuseppe Decina, GB, SIL,

Benedetta, sr. Maria R., I cercatori di Dio, Raffaele Mugione.

Direzione: Via San Giacomo, 5

21047 – Saronno (VA)

: 02 96 702 105 : 02 96 703 437

e-mail:

[email protected]

sito web: www.padremonti.org

(Nessun collaboratore percepisce

compenso. Questo Notiziario è

realizzato da volontari)

Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno

Orario delle Celebrazioni del Santuario

GIORNI FERIALI

6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)

7.00 Santa Messa (lunedì in cripta) 9.00 Santa Messa

18.50 Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI

8.30 Lodi del Mattino

9.00 Santa Messa

19.00 Santa Messa

SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO

P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio

P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong