Prime Pagine, 30 marzo 2013

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Sabato 30 marzo 2013 – Anno 5 – n° 88 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Autoscacco a 5 Stelle di Marco Travaglio F ino a ieri mattina, checché se ne dicesse, il movimento 5 Stelle non aveva sbagliato una mossa. A parte le trascurabili defezioni sulla presidenza del Senato, aveva mantenuto compatti i suoi variopinti ed eterogenei gruppi parlamentari, sfuggendo a tutte le trappole che i partiti e i giornalisti al seguito avevano se- minato sul suo cammino. Aveva messo all’an- golo il Pdl con l’annuncio del sì all’ineleggi- bilità e a un’eventuale richiesta d’arresto di B. (spingendo il Pd ad allinearsi). Aveva costretto il Pd a rottamare i candidati di partito per le due Camere e a inventarsi in fretta e furia i nuovi arrivati Boldrini e Grasso, a loro volta obbligati a esordire col taglio degli emolumenti che, per quanto modesto, avrebbe innescato l’effetto valanga. Infine aveva cucinato a fuoco lento Bersani, fino alla figuraccia in diretta streaming e alla resa sul Colle camuffata da congelamento. Intanto i dogmi pidini dei rim- borsi elettorali e del Tav Torino-Lione veni- vano rimessi in discussione. Insomma, pur avendo vinto solo moralmente le elezioni, 5Stelle era diventato in pochi giorni il dominus della politica italiana. Se Grillo avesse chiesto a Bersani le chiavi di casa e della macchina, quel- lo gliele avrebbe consegnate senza fiatare e con tante scuse per il ritardo. Insomma, da oggi un movimento nato appena tre anni fa avrebbe avuto l’ultima parola sul nuovo governo e sul nuovo presidente della Repubblica. Con no- tevoli benefici per gli italiani, visto che alcuni punti del programma pentastelluto, al netto delle follie e delle utopie, sono buoni e giusti e realizzabili in poco tempo. E visto che B. sa- rebbe rimasto irrimediabilmente all’angolo. Sarebbe bastato che ieri i capigruppo fossero saliti al Quirinale con una proposta chiara e netta: un paio di nomi autorevoli per un go- verno politico guidato e composto da perso- nalità estranee ai partiti (parrà strano, ma ne esistono parecchie, anche fuori dalla Bocconi, dalle gran logge, dai caveau delle banche e dalle sagrestie vaticane). Siccome Bersani, anche in versione findus, era rimasto fermo all’asse con M5S, secondo la volontà dei due terzi degli elettori, i grilli avrebbero dovuto sfidarlo ad appoggiare quel tipo governo. Che natural- mente non può essere né a guida Bersani, né tantomeno a guida M5S. Di qui la necessità di una rosa di personalità che potessero incar- nare, per la loro storia e le loro idee, alcuni dei punti chiave del movimento. Sarebbe stato lo scacco matto al re. Invece lo scacco i grilli se lo son dato da soli. Col rischio di perdere un treno che potrebbe non ripassare più; di accreditare le peggiori leggende nere sul loro conto; e di gettare le basi per drammatiche spaccature. Ieri infatti al Colle non hanno fatto nomi, ma solo allusioni, anche perchè Napolitano non vuole sentir parlare di nomi extra-parti. Poi hanno chiesto ciò che non potevano avere: l’in- carico. Ha prevalso l’inesperienza, o la sup- ponenza, o la paura di essere incastrati in gio- chi più grandi e inafferrabili. Paura infondata, visto che i partiti sono alla canna del gas e non sono più in grado di incastrare nessuno, se non se stessi. E in ogni caso la mossa era a rischio zero e a vantaggio mille (per loro e per il Paese). É vero, come sospettavano i complottisti (che spesso ci azzeccano) che Napolitano e parte del Pd sono già d’accordo col Pdl per l’inciucio: ma, a maggior ragione, la proposta di un go- verno Settis o Zagrebelsky li avrebbe messi tutti con le spalle al muro. E li avrebbe costretti alla ritirata, non foss’altro che per non assumersi la responsabilità di aver bocciato il miglior go- verno degli ultimi 15 anni (almeno sulla carta). Ora invece l’unica alternativa alle urne, che tutti invocano ma tutti temono, sarà un in- ciucissimo con B., più o meno mascherato. Che magari era nella testa di Napolitano e dei partiti fin dal primo giorno. Ma che ora ricadrà sulla testa dei 5 Stelle. E naturalmente degli italiani. Bel risultato, complimenti a tutti. Goldman Sachs ora si preoccupa per Grillo: la sua ascesa è il sinto- mo che gli italiani non ce la fanno più. Ma l’Europa non lo capisce NAPOLITANO SI ARRENDE E PENSA ALLE DIMISSIONI Crimi: “Pronti a discutere un altro nome”. Più che a Ballarò, sembra di essere a “I soliti ignoti” » www.forum.spinoza.it LA CATTIVERIA » L’UOMO DEL GOVERNO L’Alta Velocità bocciata anche dal commissario Meletti » pag. 10 » L’INTERVISTA » Roma sommersa dagli scandali: “Ma le denunce le ho fatte” Alemanno e le mazzette: “Me ne hanno offerte 20” La crisi nel vicolo cieco dopo le nuove consultazioni e il fallimento definitivo di Bersani. Il Presidente: “Io sono in scadenza, il nuovo governo lo trovi il mio successore”. E medita di anticipare l’addio al Colle, previsto a metà maggio, per accelerare i tempi. I partiti fermi fino all’ultimo nelle loro trincee. Berlusconi, Maroni e Monti per il governissimo, respinto dal Pd. I 5Stelle disponibili a un esecutivo extra-partitico, ma non propongono alcun premier Daina, Di Blasi, Feltri e Perniconi » pag. 2 - 3 - 4 - 5 Il sindaco nella bufera per le inchieste, dai bus all’Ama: “Le nomine le ho decise prima dei guai giudiziari e quei collaboratori non sono ancora stati condannati. Le elezioni per il Campidoglio? Se perdo non ho il paracadute, magari mi dedico alla montagna o all’urbanistica, io sono i n ge g n e re ” Caporale e Pacelli » pag. 7 AVEVA 77 ANNI Addio a Enzo Ja n n a c c i , il medico- cantante e il maestro di umorismo e umanità La Procura campana indaga l’Ad e il direttore dello stabilimento per aver discriminato i metalmeccanici del sindacato di Landini. L’azienda protesta: “Offensiva inusitata” Cannavò » pag. 8 FIAT POMIGLIANO “La Fiom è stata discriminata”: Marchionne indagato a Nola Gianni Alemanno LaPresse LA GIORNATA DI M5S Grillo chiama Re Giorgio, poi i capigruppo non fanno nomi Zanca » pag. 4 IL CALVARIO DEL PD La Via Crucis di Pier Luigi e i renziani che scalpitano Marra e Paolin » pag. 2 - 3 Enzo Jannacci LaPresse Liuzzi » pag. 14 y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!"!@!@!"

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Sabato 30 marzo 2 01 3 – Anno 5 – n° 88 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Autoscacco a 5 Stelle

di Marco Travaglio

Fino a ieri mattina, checché se ne dicesse, ilmovimento 5 Stelle non aveva sbagliato

una mossa. A parte le trascurabili defezionisulla presidenza del Senato, aveva mantenutocompatti i suoi variopinti ed eterogenei gruppiparlamentari, sfuggendo a tutte le trappole chei partiti e i giornalisti al seguito avevano se-minato sul suo cammino. Aveva messo all’an-golo il Pdl con l’annuncio del sì all’ineleggi-bilità e a un’eventuale richiesta d’arresto di B.(spingendo il Pd ad allinearsi). Aveva costrettoil Pd a rottamare i candidati di partito per ledue Camere e a inventarsi in fretta e furia inuovi arrivati Boldrini e Grasso, a loro voltaobbligati a esordire col taglio degli emolumentiche, per quanto modesto, avrebbe innescatol’effetto valanga. Infine aveva cucinato a fuocolento Bersani, fino alla figuraccia in direttastreaming e alla resa sul Colle camuffata dacongelamento. Intanto i dogmi pidini dei rim-borsi elettorali e del Tav Torino-Lione veni-vano rimessi in discussione. Insomma, puravendo vinto solo moralmente le elezioni,5Stelle era diventato in pochi giorni il dominusdella politica italiana. Se Grillo avesse chiesto aBersani le chiavi di casa e della macchina, quel-lo gliele avrebbe consegnate senza fiatare e contante scuse per il ritardo. Insomma, da oggi unmovimento nato appena tre anni fa avrebbeavuto l’ultima parola sul nuovo governo e sulnuovo presidente della Repubblica. Con no-tevoli benefici per gli italiani, visto che alcunipunti del programma pentastelluto, al nettodelle follie e delle utopie, sono buoni e giusti erealizzabili in poco tempo. E visto che B. sa-rebbe rimasto irrimediabilmente all’angolo.Sarebbe bastato che ieri i capigruppo fosserosaliti al Quirinale con una proposta chiara enetta: un paio di nomi autorevoli per un go-verno politico guidato e composto da perso-nalità estranee ai partiti (parrà strano, ma neesistono parecchie, anche fuori dalla Bocconi,dalle gran logge, dai caveau delle banche e dallesagrestie vaticane). Siccome Bersani, anche inversione findus, era rimasto fermo all’asse conM5S, secondo la volontà dei due terzi deglielettori, i grilli avrebbero dovuto sfidarlo adappoggiare quel tipo governo. Che natural-mente non può essere né a guida Bersani, nétantomeno a guida M5S. Di qui la necessità diuna rosa di personalità che potessero incar-nare, per la loro storia e le loro idee, alcuni deipunti chiave del movimento. Sarebbe stato loscacco matto al re. Invece lo scacco i grilli se loson dato da soli. Col rischio di perdere un trenoche potrebbe non ripassare più; di accreditarele peggiori leggende nere sul loro conto; e digettare le basi per drammatiche spaccature.Ieri infatti al Colle non hanno fatto nomi, masolo allusioni, anche perchè Napolitano nonvuole sentir parlare di nomi extra-parti. Poihanno chiesto ciò che non potevano avere: l’in-carico. Ha prevalso l’inesperienza, o la sup-ponenza, o la paura di essere incastrati in gio-chi più grandi e inafferrabili. Paura infondata,visto che i partiti sono alla canna del gas e nonsono più in grado di incastrare nessuno, se nonse stessi. E in ogni caso la mossa era a rischiozero e a vantaggio mille (per loro e per il Paese).É vero, come sospettavano i complottisti (chespesso ci azzeccano) che Napolitano e parte delPd sono già d’accordo col Pdl per l’inciucio:ma, a maggior ragione, la proposta di un go-verno Settis o Zagrebelsky li avrebbe messi tutticon le spalle al muro. E li avrebbe costretti allaritirata, non foss’altro che per non assumersi laresponsabilità di aver bocciato il miglior go-verno degli ultimi 15 anni (almeno sulla carta).Ora invece l’unica alternativa alle urne, chetutti invocano ma tutti temono, sarà un in-ciucissimo con B., più o meno mascherato. Chemagari era nella testa di Napolitano e dei partitifin dal primo giorno. Ma che ora ricadrà sullatesta dei 5 Stelle. E naturalmente degli italiani.Bel risultato, complimenti a tutti.

Goldman Sachs ora si preoccupa per Grillo: la sua ascesa è il sinto-mo che gli italiani non ce la fanno più. Ma l’Europa non lo c a p i s ce

NAPOLITANO SI ARRENDE

E PENSA ALLE DIMISSIONI

Crimi: “Pronti a discutereun altro nome”. Più chea Ballarò, sembra di esserea “I soliti ignoti”

» w w w.fo r u m . s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

» L’UOMO DEL GOVERNO

L’Alta Velocitàbocciata anchedal commissario

Meletti » pag. 10

» L’INTERVISTA » Roma sommersa dagli scandali: “Ma le denunce le ho fatte”

Alemanno e le mazzette:“Me ne hanno offerte 20”

La crisi nel vicolo cieco dopo le nuove consultazioni

e il fallimento definitivo di Bersani. Il Presidente:

“Io sono in scadenza, il nuovo governo lo trovi il mio

succes sore”. E medita di anticipare l’addio al Colle,

previsto a metà maggio, per accelerare i tempi.

I partiti fermi fino all’ultimo nelle loro trincee.

Berlusconi, Maroni e Monti per il governissimo,

respinto dal Pd. I 5Stelle disponibili a un esecutivo

extra-partitico, ma non propongono alcun premier

Daina, Di Blasi, Feltri e Perniconi » pag. 2 - 3 - 4 - 5

Il sindaco nella bufera per

le inchieste, dai bus all’Ama:

“Le nomine le ho decise

prima dei guai giudiziari

e quei collaboratori non sono

ancora stati condannati.

Le elezioni per

il Campidoglio? Se perdo

non ho il paracadute, magari

mi dedico alla montagna

o all’urbanistica, io sono

i n ge g n e re ”

Caporale e Pacelli » pag. 7

AVEVA 77 ANNI

Addio a Enzo

Ja n n a c c i ,

il medico-

cantante

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di umorismo

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La Procura campana indaga l’Ad e il direttore dello stabilimento

per aver discriminato i metalmeccanici del sindacato di Landini.

L’azienda protesta: “Offensiva inusitata” Cannavò » pag. 8

FIAT POMIGLIANO

“La Fiom è stata

discr iminata”:

Marchionne

indagato a NolaG i an n i

A l e m an n o

La Pre ss e

LA GIORNATA DI M5S

Grillo chiama

Re Giorgio,

poi i capigruppo

non fanno nomiZanca » pag. 4

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