Prime Pagine, 3 marzo 2013

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Domenica 3 marzo 2013 – Anno 5 – n° 61 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 L’industria della paura di Marco Travaglio H o trascorso qualche ora in rete a leggere i commenti ai nostri ultimi articoli. E, pur non avendo mai mitizzato il “popolo del web”, mi sono un po’ spaventato. Non per il caos creativo uscito dalle urne, che contiene pericoli ma anche grandi opportunità per chi vuole rac- cogliere la sfida di incanalare questa rabbia po- sitiva verso un vero cambiamento. Ma per la paura di cambiare che vedo in molti lettori, compresi paradossalmente quelli che han vo- tato per cambiare. C’è chi continua a ripetere la frottola della rimonta di B. e addirittura ad attribuirla alla famosa puntata di Servizio Pub- blico , come se il centrodestra avesse preso il 29% dei voti perché B. ha spolverato una sedia. Fer- mo restando che nessun programma ha mai detto in faccia a B. tutto quel che gli abbiamo detto noi (rivedere la puntata, prego), la venuta di B. da Santoro non ha gli ha portato voti: l’unico balzo in avanti (2-3 punti) s’è registrato dopo la promessa di restituire l’Imu. Un mese prima del voto l’Unità pubblicò un sondaggio che dava il Pdl al 20% e i suoi alleati all’8, staccati di 10 punti da Pd-Sel. È la conferma che non è stato B. a recuperare, ma il centrosinistra a franare con la campagna elettorale più suicida della storia. Una campagna che abbiamo cri- ticato subito, quando c’era ancora tempo per raddrizzarla, ovviamente inascoltati. Altri ac- cusano il Fatto di aver sottratto al centrosinistra i 2 punti di Ingroia: ma sarebbe bastato ac- cettare l’apparentamento con Rc per evitare il quasi-pareggio incamerando quei 2 punti pre- ziosi (che sarebbero stati di più se il centro- sinistra non avesse demonizzato Ingroia e Di Pietro, regalando altri voti a Grillo). Altri an- cora ci attribuiscono il successo di Grillo, e verrebbe quasi da dire: magari un piccolo gior- nale fosse capace di tanto! In realtà M5S è una marea che monta spontaneamente e irresisti- bilmente da sei anni, e il nostro unico torto è stato di notarla e segnalarla a chi fingeva di non vederla o, peggio, non la vedeva proprio. Chi ci legge ogni giorno sa bene che abbiamo elogiato molti aspetti di M5S perché coincidono con le nostre idee, e ne abbiamo criticati altri che ci paiono assurdi e sbagliati. Tralascio le dietro- logie canagliesche di chi insinua inesistenti rapporti societari fra Casaleggio e uno dei no- stri azionisti, Chiarelettere. Il tutto per non am- mettere che, come ai tempi degli inciuci del centrosinistra con B. e al momento della na- scita del governo Monti, leggiamo la politica con occhi liberi e vediamo le cose un po’ prima di altri, con buona pace di chi tenta di iscriverci d’ufficio a questo o quel partito, non riuscendo a immaginare un’oasi di informazione indi- pendente da tutto e da tutti. Ma non dalla me- moria della storia recente. Che, a volerla ri- cordare, ha molto da insegnarci. Il vuoto po- litico uscito dalle urne deve spaventare gli eter- ni gattopardi dei partiti, dei giornalisti e delle clientele aggreppiate e assistite. Ma non può spaventare le menti libere. È una sfida appas- sionante, l’ultima occasione per costringere la politica e quindi la società a rigenerarsi dalle fondamenta. Non grazie ai Vaffa di Grillo, che appartengono alla pars destruens. Ma grazie ai milioni di cittadini che hanno votato 5 Stelle e ai pochi che hanno scelto Rc, ma anche a molti elettori del Pd, di Sel e perfino a qualcuno che ha votato Monti, o il fu Giannino, o la Meloni. E che oggi, messi intorno a un tavolo, si ri- troverebbero subito d’accordo su un program- ma di governo che tolga i soldi pubblici a par- titi, giornali, imprese, opere inutili, banche, guerre, scuole e cliniche private, e faccia pagare la crisi ai ladri, agli evasori, ai corrotti, ai pa- rassiti e ai mafiosi anziché agli onesti. Se non nascerà domani, questo governo arriverà ma- gari fra qualche mese, dopo un altro passaggio elettorale. Ma solo se continueremo a chiederlo con parole e menti aperte al nuovo. Senza farci spaventare da chi, sulla paura, campa da una vita. dc LA FINE È (QUASI) NOTA di Antonio Padellaro T utto si può dire di Grillo, ma non che abbia lasciato il pur minimo dubbio su ciò che farà, anzi che non farà il Movimento 5 Stelle in Parlamento. Lui dice: non daremo la fiducia a nessun governo, non faremo accordi sottobanco con il Pd e meno che mai parteciperemo al mercato delle vacche spartendo poltrone e prebende. Voteremo esclusiva- mente le leggi del nostro pro- gramma. E chi non vuole capirlo è un fallito, uno stalker e ha la fac- cia come il culo. Del resto, entro sei mesi questi partiti saranno fi- niti, la maggioranza degli italiani sarà con noi e, finalmente, potre- mo governare da soli. Amen. Berlusconi è quello che è, ma non è tipo da nascondersi dietro le pa- role. Che voglia al più presto un voto bis è così evidente che ha già prenotato una manifestazione di piazza per il 23 marzo. Il suo cal- colo è semplice: se sono riuscito in poche settimane a recuperare una barca di voti, con qualche mese a disposizione posso pun- tare alla vittoria piena anche per- ché delusi dalla sinistra parolaia e dal grillismo lunare, gli italiani torneranno in massa da me. Il flop di Monti è sotto gli occhi di tutti, ma anche il Professore, par di capire, ha un progettino per re- stare a galla. Basta leggere i gior- nali amici che parlano di conge- lare il premier poiché visto che un governo nuovo non si riesce a fa- re allora teniamoci quello vec- chio. Perfino nel Pd, dove come al so- lito siamo al tutti contro tutti, già si guarda al voto che sarà. Quan- do Bersani sfida Grillo sul finan- ziamento dei partiti, sembra portarsi avanti col lavoro, esat- tamente come Renzi, che propo- ne di rinunciare ai rimborsi elet- torali da destinare all'emergenza case (ma guarda un po’). In at- tesa che Napolitano decida co- me mettere in piedi uno straccio di esecutivo, che duri il tempo per fare una nuova legge eletto- rale (impresa niente affatto sem- plice), sarebbe interessante sa- pere cosa ne pensano di tutto ciò i cittadini italiani. Soltanto una settimana fa pensavano di votare chi avrebbe comunque provato ad affrontare una crisi che ha già prodotto tre milioni di disoccu- pati. Soltanto una settimana do- po si ritrovano con un Parla- mento che è un cubo di Rubik. L'altra sera, in televisione, c’era un disoccupato del Sulcis che gridava: “Dopo Grillo c’è il san- gue”. Ecco. Il capo dello Stato parla di soluzioni “misurate, realistiche e responsabili”. Un modo per dire no al tentativo Pd-M5S fallito in partenza. Grillo fa l’uomo mascherato. E tutti ormai pensano alla riforma elettorale in vista del ritorno alle urne L’inchiesta su De Gregorio può fare luce sui ripetuti tentativi di compravendi- ta di parlamentari da parte di B. che hanno cambiato la sto r i a politica italiana NAPOLITANO FERMA BERSANI SI PREPARA UN GOVERNINO VERSO IL CONCLAVE Non europeo e libero dalle trame di Curia: il toto-Papa dei cardinali Siamo ottimisti e guardiamo al futuro: nel 2028 Berlusconi avrà 92 anni » www.spinoza.it LA CATTIVERIA Il presidente della Provincia e lo scandalo dei “fo n d i r i s e r va t i ”: in 17 anni – secondo l’accusa – s p e r p e ra t i 1,6 milioni. Il magistrato contabile: “Il Quirinale ha chiesto informazioni su di me, mi hanno detto ‘ti distruggono’, volevano fermarmi” Calapà e Lillo » pag. 6 - 7 » CASO DURNWALDER » Denuncia del procuratore regionale Corte dei Conti Spese pazze a Bolzano, “dal Colle pressioni per bloccare l’inchiesta” LaPresse DE MAGISTRIS “Rivoluzione Civile è morta. Con Ingroia andremo avanti” Borromeo » pag. 4 ARGENTINA Le baby-gang della coca di Rosario, nuova capitale della droga G li eventi di quella sera di gennaio sono come scol- piti nella mente di Vilma Jai- me. Il sole era tramontato, ma faceva ancora un gran caldo e i vicini se ne stavano in strada chiacchierando e bevendo ma- te . Poi la sparatoria ebbe ini- zio. Stocker » pag. 15 SERVIZIO PUBBLICO? I furbetti del Tg1: presenze truccate e note spese, indagano i pm Politi e Tecce » pag. 8 - 9 Di Blasi, Scanzi e Zanca » pag. 2 - 3 Beppe Grillo mascherato Ansa all’interno » pag. I - VIII Tecce » pag. 10 Il direttore generale Rai Gubitosi Ansa y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!z!%!z!%

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Transcript of Prime Pagine, 3 marzo 2013

Domenica 3 marzo 2 01 3 – Anno 5 – n° 61 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

L’industria della paura

di Marco Travaglio

Ho trascorso qualche ora in rete a leggere icommenti ai nostri ultimi articoli. E, pur

non avendo mai mitizzato il “popolo del web”,mi sono un po’ spaventato. Non per il caoscreativo uscito dalle urne, che contiene pericolima anche grandi opportunità per chi vuole rac-cogliere la sfida di incanalare questa rabbia po-sitiva verso un vero cambiamento. Ma per lapaura di cambiare che vedo in molti lettori,compresi paradossalmente quelli che han vo-tato per cambiare. C’è chi continua a ripetere lafrottola della rimonta di B. e addirittura adattribuirla alla famosa puntata di Servizio Pub-

b l i co , come se il centrodestra avesse preso il 29%dei voti perché B. ha spolverato una sedia. Fer-mo restando che nessun programma ha maidetto in faccia a B. tutto quel che gli abbiamodetto noi (rivedere la puntata, prego), la venutadi B. da Santoro non ha gli ha portato voti:l’unico balzo in avanti (2-3 punti) s’è registratodopo la promessa di restituire l’Imu. Un meseprima del voto l’Unità pubblicò un sondaggioche dava il Pdl al 20% e i suoi alleati all’8,staccati di 10 punti da Pd-Sel. È la conferma chenon è stato B. a recuperare, ma il centrosinistraa franare con la campagna elettorale più suicidadella storia. Una campagna che abbiamo cri-ticato subito, quando c’era ancora tempo perraddrizzarla, ovviamente inascoltati. Altri ac-cusano il Fatto di aver sottratto al centrosinistrai 2 punti di Ingroia: ma sarebbe bastato ac-cettare l’apparentamento con Rc per evitare ilquasi-pareggio incamerando quei 2 punti pre-ziosi (che sarebbero stati di più se il centro-sinistra non avesse demonizzato Ingroia e DiPietro, regalando altri voti a Grillo). Altri an-cora ci attribuiscono il successo di Grillo, everrebbe quasi da dire: magari un piccolo gior-nale fosse capace di tanto! In realtà M5S è unamarea che monta spontaneamente e irresisti-bilmente da sei anni, e il nostro unico torto èstato di notarla e segnalarla a chi fingeva di nonvederla o, peggio, non la vedeva proprio. Chi cilegge ogni giorno sa bene che abbiamo elogiatomolti aspetti di M5S perché coincidono con lenostre idee, e ne abbiamo criticati altri che cipaiono assurdi e sbagliati. Tralascio le dietro-logie canagliesche di chi insinua inesistentirapporti societari fra Casaleggio e uno dei no-stri azionisti, Chiarelettere. Il tutto per non am-mettere che, come ai tempi degli inciuci delcentrosinistra con B. e al momento della na-scita del governo Monti, leggiamo la politicacon occhi liberi e vediamo le cose un po’ primadi altri, con buona pace di chi tenta di iscrivercid’ufficio a questo o quel partito, non riuscendoa immaginare un’oasi di informazione indi-pendente da tutto e da tutti. Ma non dalla me-moria della storia recente. Che, a volerla ri-cordare, ha molto da insegnarci. Il vuoto po-litico uscito dalle urne deve spaventare gli eter-ni gattopardi dei partiti, dei giornalisti e delleclientele aggreppiate e assistite. Ma non puòspaventare le menti libere. È una sfida appas-sionante, l’ultima occasione per costringere lapolitica e quindi la società a rigenerarsi dallefondamenta. Non grazie ai Vaffa di Grillo, cheappartengono alla pars destruens. Ma grazie aimilioni di cittadini che hanno votato 5 Stelle eai pochi che hanno scelto Rc, ma anche a moltielettori del Pd, di Sel e perfino a qualcuno cheha votato Monti, o il fu Giannino, o la Meloni.E che oggi, messi intorno a un tavolo, si ri-troverebbero subito d’accordo su un program-ma di governo che tolga i soldi pubblici a par-titi, giornali, imprese, opere inutili, banche,guerre, scuole e cliniche private, e faccia pagarela crisi ai ladri, agli evasori, ai corrotti, ai pa-rassiti e ai mafiosi anziché agli onesti. Se nonnascerà domani, questo governo arriverà ma-gari fra qualche mese, dopo un altro passaggioelettorale. Ma solo se continueremo a chiederlocon parole e menti aperte al nuovo. Senza farcispaventare da chi, sulla paura, campa da unavita.

dc

LA FINE È(QUASI) NOTAdi Antonio Padellaro

Tutto si può dire di Grillo, manon che abbia lasciato il pur

minimo dubbio su ciò che farà,anzi che non farà il Movimento 5Stelle in Parlamento. Lui dice:non daremo la fiducia a nessungoverno, non faremo accordisottobanco con il Pd e meno chemai parteciperemo al mercatodelle vacche spartendo poltrone eprebende. Voteremo esclusiva-mente le leggi del nostro pro-gramma. E chi non vuole capirloè un fallito, uno stalker e ha la fac-cia come il culo. Del resto, entrosei mesi questi partiti saranno fi-niti, la maggioranza degli italianisarà con noi e, finalmente, potre-mo governare da soli. Amen.Berlusconi è quello che è, ma nonè tipo da nascondersi dietro le pa-role. Che voglia al più presto unvoto bis è così evidente che ha giàprenotato una manifestazione dipiazza per il 23 marzo. Il suo cal-colo è semplice: se sono riuscitoin poche settimane a recuperareuna barca di voti, con qualchemese a disposizione posso pun-tare alla vittoria piena anche per-ché delusi dalla sinistra parolaia edal grillismo lunare, gli italianitorneranno in massa da me. Ilflop di Monti è sotto gli occhi ditutti, ma anche il Professore, pardi capire, ha un progettino per re-stare a galla. Basta leggere i gior-nali amici che parlano di conge-lare il premier poiché visto che ungoverno nuovo non si riesce a fa-re allora teniamoci quello vec-chio.Perfino nel Pd, dove come al so-lito siamo al tutti contro tutti, giàsi guarda al voto che sarà. Quan-do Bersani sfida Grillo sul finan-ziamento dei partiti, sembraportarsi avanti col lavoro, esat-tamente come Renzi, che propo-ne di rinunciare ai rimborsi elet-torali da destinare all'emergenzacase (ma guarda un po’). In at-tesa che Napolitano decida co-me mettere in piedi uno stracciodi esecutivo, che duri il tempoper fare una nuova legge eletto-rale (impresa niente affatto sem-plice), sarebbe interessante sa-pere cosa ne pensano di tutto ciòi cittadini italiani. Soltanto unasettimana fa pensavano di votarechi avrebbe comunque provatoad affrontare una crisi che ha giàprodotto tre milioni di disoccu-pati. Soltanto una settimana do-po si ritrovano con un Parla-mento che è un cubo di Rubik.L'altra sera, in televisione, c’eraun disoccupato del Sulcis chegridava: “Dopo Grillo c’è il san-gue”. Ecco.

Il capo dello Stato parla di soluzioni “misurate, realistiche

e responsabili”. Un modo per dire no al tentativo Pd-M5S fallito in

partenza. Grillo fa l’uomo mascherato. E tutti ormai pensano alla riforma

elettorale in vista del ritorno alle urne

L’inchiesta su De Gregorio può fare lucesui ripetuti tentativi di compravendi-ta di parlamentari da parte di B. che hanno cambiato la sto r i a politica italiana

NAPOLITANO FERMA BERSANI

SI PREPARA UN GOVERNINO

VERSO IL CONCLAVE

Non europeoe libero dalle tramedi Curia: il toto-Papadei cardinali Siamo ottimisti e guardiamo

al futuro: nel 2028 Berlusconiavrà 92 anni

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LA CATTIVERIA

Il presidente della Provincia e lo scandalo dei “fo n d ir i s e r va t i ”: in 17 anni – secondo l’accusa – s p e r p e ra t i1,6 milioni. Il magistrato contabile: “Il Quirinaleha chiesto informazioni su di me, mi hanno detto‘ti distruggono’, volevano fermarmi” Calapà e Lillo » pag. 6 - 7

» CASO DURNWALDER » Denuncia del procuratore regionale Corte dei Conti

Spese pazze a Bolzano, “dal Colle

pressioni per bloccare l’inchiesta”

La Pre ss e

DE MAGISTRIS

“Rivoluzione Civile

è morta. Con Ingroia

andremo avanti”

Borromeo » pag. 4

A RG E N T I N A

Le baby-gang

della coca

di Rosario, nuova

capitale della droga

Gli eventi di quella sera digennaio sono come scol-

piti nella mente di Vilma Jai-me. Il sole era tramontato, mafaceva ancora un gran caldo e ivicini se ne stavano in stradachiacchierando e bevendo ma-

te . Poi la sparatoria ebbe ini-zio. Stocker » pag. 15

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I furbetti del Tg1:

presenze truccate

e note spese,

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