Piovese nov2015 n135

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del Piovese Chiara Rossetto confermata alla guida degli industriali Economia pag. 6 Saccisica in mostra: una vetrina speciale per le attività Piove di Sacco pag. 8 Nell’ex villa del boss il primo laboratorio in 3D Sociale pag. 12 pag. 5 Gianella: “Pronti a scendere in piazza per il nostro ospedale” Sanità, la legge che ridisegna confini e numeri delle Ulss venete pone delle domande sul ruolo di Piove all’interno della programmazione “P uò avere un ruolo l’ospedale di Piove di Sacco all’interno di questa programmazione? Sì, se continuerà a rimanere un ospedale per acuti. Ma se l’intenzione della Regione, come presumo e temo, è quello di trasformarlo in un polo medico riabilitativo per lasciare le specialità a Padova noi siamo pronti scendere nuovamente in piazza”. Parla il sindaco di Piove, Davide Gianella che non nasconde la propria preoccupazione in merito ai contenuti della proposta di legge “Azienda Zero” che cambierà radicalmente l’attuale assetto del sistema sanitario. Entro fine anno, infatti, le Ulss passeranno da 21 a 7, una per Provincia. Piove e l’Ulss 16 di Padova insieme alla 15 di Cittadella e alla 17 di Este andranno quindi a formare l’Ulss 5 “Euganea” che comprenderà ben 104 Comuni. Il pericolo, più che concreto secondo Gianella, è che la riscrittura delle schede ospedaliere possa nascondere qualche sorpresa negativa. Il sindaco fa presente che anche in occasioni di precedenti incontri con esponenti della giunta regionale. “Erano stati garantiti una serie di investimenti, in termini strutturali e di assunzioni per l’ospedale di Piove. Si trattava di lavori del secondo stralcio del pronto soccorso , e di una serie di figure mediche e di apicalità, oltre ad una Usd pediatrica da attivarsi in azienda ospedaliera a Padova e dedicata a Piove”. INTERVISTA AL REGISTA ANDREA SEGRE VENETO RICICLONE, EPPURE BRUCERÀ RIFIUTI ALTRUI VIOLENZA: NEL 93% DEI CASI IL MOSTRO È IN CASA VENETO IN PRIMO PIANO da pagg. 24-25 pag. 29 pag. 30 continua a pag. 8 Editoriale I l prossimo 8 dicembre si aprirà il Giubileo straordinario della misericordia in un momento storico davvero difficile, per l’Italia, per Roma capitale – anche del malaffare - ma soprattutto per la Chiesa romana dei principi porporati, dei palazzi, della banca vaticana, degli intrighi. di Germana Urbani* *[email protected] Basterà la misericordia a salvarci dal malaffare?! 10€ 50€ 30€ 40€ 30€ 25€ 20€ 10€ 10€ 5€ 40€ 60€ 20€ 60€ 5€ 50€ Scopri a pag 19 le migliori offerte della tua zona Vista il sito www.coupondelrisparmio.it DA S.ANGELO FINO IN KENYA PER AIUTARE I BAMBINI A STUDIARE Si definisce italiano, fiero di essere veneto e padovano. Raffaele Trolese, fondatore della Mary’s school di Mambrui, in Kenya, è profondamente legato alle sue origini. pag. 14 POLVERARA, PARTE IL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI Promuovere la partecipazione attiva dei ragazzi alla vita della propria comunità sviluppando la loro coscienza civica, ambientale, sociale e culturale. Con questi obiettivi viene istituito il consiglio comunale dei ragazzi. pag. 16 alle pagg. 33-37 Le nostre rubriche

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Piovese nov2015 n135

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del Piovese

Chiara Rossetto confermata alla guida degli industriali

Economia

pag. 6

Saccisica in mostra: una vetrina speciale per le attività

Piove di Sacco

pag. 8

Nell’ex villa del boss il primo laboratorio in 3D

Sociale

pag. 12

pag. 5

Gianella: “Pronti a scendere in piazza per il nostro ospedale”Sanità, la legge che ridisegna confini e numeri delle Ulss venete pone delle domande sul ruolo di Piove all’interno della programmazione

“Può avere un ruolo l’ospedale di Piove di Sacco all’interno di questa programmazione? Sì, se continuerà

a rimanere un ospedale per acuti. Ma se l’intenzione della Regione, come presumo e temo, è quello di trasformarlo in un polo medico riabilitativo per lasciare le specialità a Padova noi siamo pronti scendere nuovamente in piazza”. Parla il sindaco di Piove, Davide Gianella che non nasconde la propria preoccupazione in merito ai

contenuti della proposta di legge “Azienda Zero” che cambierà radicalmente l’attuale assetto del sistema sanitario. Entro fine anno, infatti, le Ulss passeranno da 21 a 7, una per Provincia. Piove e l’Ulss 16 di Padova insieme alla 15 di Cittadella e alla 17 di Este andranno quindi a formare l’Ulss 5 “Euganea” che comprenderà ben 104 Comuni. Il pericolo, più che concreto secondo Gianella, è che la riscrittura delle schede ospedaliere possa nascondere qualche sorpresa

negativa. Il sindaco fa presente che anche in occasioni di precedenti incontri con esponenti della giunta regionale. “Erano stati garantiti una serie di investimenti, in termini strutturali e di assunzioni per l’ospedale di Piove. Si trattava di lavori del secondo stralcio del pronto soccorso , e di una serie di figure mediche e di apicalità, oltre ad una Usd pediatrica da attivarsi in azienda ospedaliera a Padova e dedicata a Piove”.

intervista al regista anDrea segre

veneto riciclone, eppure brucerà rifiuti altrui

violenza: nel 93% Dei casi il mostro È in casa

veneto in primo piano

da pagg. 24-25

pag. 29

pag. 30

continua a pag. 8

Editoriale

Il prossimo 8 dicembre si aprirà il Giubileo straordinario della misericordia in un momento storico davvero diffi cile, per l’Italia, per Roma capitale – anche del malaffare - ma soprattutto per

la Chiesa romana dei principi porporati, dei palazzi, della banca vaticana, degli intrighi.

di germana urbani*

continua a pag. 8

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Si definisce italiano, fiero di essere veneto e padovano.

Raffaele Trolese, fondatore della Mary’s school di Mambrui, in Kenya,

è profondamente legato alle sue origini. pag. 14

polverara, parte il consiglio comunale Dei ragazzi

Promuovere la partecipazione attiva dei ragazzi alla vita della propria comunità

sviluppando la loro coscienza civica, ambientale, sociale e culturale. Con

questi obiettivi viene istituito il consiglio comunale dei ragazzi.

pag. 16

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Le nostre rubriche

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La salute oggi corre sul web: 1 italiano su 4, infatti, si rivolge alla rete per cercare informazioni legate ai temi della salute. Una tendenza, questa, aumentata in modo consistente negli

ultimi dieci anni: in questo lasso di tempo circa l’85% degli utenti ha cercato informazioni relative alla salute sui siti internet, mentre quasi il 30% ha partecipato a discussioni su questo tema su blog, forum e chat. Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca condotta da GfK Eurisko (su un campione di 2mila italiani) e presentati nel corso dell’incontro ‘Biotecnologie ed innovazione in medicina sul web 2.0. Fonti di informazione, fruitori, linguaggi’.

“Negli ultimi dieci anni- ha detto Stefania Fregosi, direttrice delle ricerche quantitative d Dipartimento Salute GfK Eurisko- e’ cresciuta esponenzialmente la quota degli internauti: dall’11% si e’ passati al 68% degli italiani maggiorenni. Ma ad aumentare in modo consistente e’ stata la percentuale di chi si informa sulla salute nel web: 1 italiano su 4, infatti, cerca informazioni sulla salute sul web”.

Internet, insomma, e’ diventato il luogo cruciale per cercare e condividere informazioni ed esperienze. Quanto ai trend, questi mostrano “una crescente sensibilita’ al tema salute - ha proseguito l’esperta - mentre il paziente diventa sempre piu’ attento, sensibile e competente, con una conseguente ‘espansione’ delle pratiche di

salute: aumentano cosi’ i comportamenti ‘preventivi’ e cresce la popolazione attenta”.

In questo nuovo contesto, dunque, la ricerca di informazioni appare centrale e sembra ridefi nire la tradizionale relazione medico-paziente. “Sempre di piu’ oggi - ha sottolineato ancora Fregosi - appare cruciale per chi opera nel settore della salute cogliere la sfi da e far fronte ai bisogni del ‘cittadino -paziente internauta’. Si tratta di una sfi da a due livelli: da un lato riguarda i servizi al cittadino, dall’altro riguarda la relazione medico-paziente, ovvero come ‘ri-defi nire’ un nuovo tipo di relazione che legittimi e valorizzi il bisogno di protagonismo e consapevolezza del paziente nella gestione della propria salute, senza mettere in diffi colta’ il ruolo del medico - ha concluso - a cui il paziente vuole e continua ad affi darsi”.

E’ anche per queste ragioni che noi de La piazza ci teniamo molto alle rubriche curate da medici locali che pubblichiamo anche sul nostro sito web. Crediamo importante divulgare informazioni utili a chi voglia rivolgersi a medici del territorio, conosciuti e apprezzati per la loro professionalità. Visitate la nostra sezione Salute, http://www.lapiazzaweb.it/category/salute/, e fateci sapere cosa ne pensate.

Salute: tante informazioni anche su www.Piazzaweb.itSono sempre di più i pazienti internauti. Un italiano su 4 cerca in rete informazioni legate ai temi della salute. Una tendenza, questa, aumentata in modo consistente negli ultimi dieci anni

3news da laPiazzaweb

La notizia più letta sul nostro sito il mese scorso è stata samantha Muffato, la salzanese che balla per un sogno a seguire sono stati cliccatissimi i servizi relativi venicemarathon, dodicesimo posto per Leonaro calzavara di pianiga. ricordando Fabio galdiolo, la quarta notizia, invece porto tolle festeggia i due nonni simbolo della città seguici su www.facebook.

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Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata contro la violenza alle donne, un fenomeno che colpisce anche il Veneto con numeri importanti. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo fi nanziario della Regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne e ne hanno ospitato 50 (di cui 36 insieme ai loro fi gli) nelle case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con fi gli minori) attraverso le case di secondo livello. Occorre, però, spingere ancora sulla prevenzione e sulla cultura del rispetto reciproco. seguici su www.lapiazzaweb.it/category/il-blog-del-direttore/

Il BLOGDELDIRETTORE

Il report diffuso dalla Iarc di Lione, la massima autorità di studio in materia di agenti cancerogeni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, sulla connessione tra consumo di carni rosse, in particolare quelle ‘lavorate’, e insorgenza di tumori al colon e al retto, ha generato sgomento ma anche perplessità. In Veneto Zaia in primis si è lanciato nella difesa della qualità del prodotto veneto. Voi cosa ne pensate. La carne rossa fa davvero male?: La carne rossa fa male?seguici su www.lapiazzaweb.it/

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L’attenzione verso questa rubrica e i suoi protagonisti è altissima. Questo mese in special modo abbiamo pubblicato le foto di fortunati cagnolini scelti da belle famiglie. continuamo a ricevere tante foto di cuccioli che cercano casa. Segno della sensibilità dei nostri lettori e della bontà del nostro lavoro per gli animali.seguici su www.lapiazzaweb.it/

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4 Argomento del mese

FORBICE SANITÀSecondo il Governatore

Zaia il Veneto, tra il 2015 e il 2016 subirà,

per decisioni del Governo, tagli per 450 milioni

di euro e dovrà affrontare nuove spese

che peseranno sulle regioni per 2 miliardi 650 milioni

sperimentazione sanitaria

Med.it: oltre il Cup

Si chiama Oltre il Cup il progetto sperimentale che partirà a dicembre nell’Ulss 1 di Belluno. Il Progetto, realizzato dal Consorzio per l’Infor-

matizzazione delle Ullss venete Arsenàl.it, prevede la possibilità per il paziente di prenotare direttamente dall’ambulatorio del proprio medico di famiglia le visite e gli esami necessari, senza più doversi recare

personalmente agli sportelli dei Centri Unici di Prenotazione. “Oltre il Cup” è stata una delle principali novità che presentate a MED.it 2015, Fiera dell’Innovazione e delle Tecnologie Sanitarie alla Fiera di Vicenza. “Mentre a Roma tagliano con la mannaia anche i fondi per la digitalizzazione – afferma l’assessore alla sanità Luca Coletto – nel Veneto ci crediamo e investiamo. Prima di tutto lo facciamo sui servizi al cittadino, ma anche guardando alle economie che la tecnologia consente di fare, che poi sono soldi in meno che escono dalle tasche della gente e risorse in più da investire in cure e ricerca”.

“Una volta a regìme – fa notare Coletto – ‘Oltre il Cup’ garantirà circa 10 milioni di euro l’anno di economie, che si aggiungeranno ai 19 milioni che si risparmiano già da tempo con la possibilità di scaricare i referti direttamente dal computer o dagli smartphone, e ai 3,3 milioni di minori costi che derivano dall’entrata a regime in tutto il territorio della ricetta digitale. Il conto è pari a 32,3 milioni l’anno di risparmi per l’amministrazione e di minori costi per la gente”.

Mentre in regione si sta tentando di scrivere una pagina nuova per la Sanità veneta con una riforma che pro-mette un risparmio tra i 40 e i 60 milioni di euro, dal

Governo arrivano nuovi tagli ai trasferimenti. “Il Patto Nazionale per la Salute è oramai carta straccia – commenta l’Assessore alla Sanità veneta Luca Coletto -. Praticamente a solo un anno dalla ‘storica’ fi rma tra Governo e Regioni, Renzi e la Lorenzin non hanno mantenuto un impegno che sia uno. Di fatto si sta violando il diritto costituzionale alla sanità universale. Senza applicare i costi standard e risparmiare dove si spreca davvero l’insosteni-bilità è alle porte anche per i virtuosi come il Veneto”. “Dicano ciò che vogliono – incalza Coletto – ma la sanità sta fi nendo in ginocchio. La realtà è un taglio alle Regioni di 2,3 miliardi già quest’anno, ai quali si aggiungerà un 2016 da paura: rispetto a quanto previsto dal ‘fu’ Patto Nazionale per la Salute (un aumen-to del Fondo Sanitario di 3 miliardi) ne resta uno. Sulle spalle delle Regioni, alla faccia dei solenni impegni più volte sbandierati, resterà un ulteriore miliardo di spesa aggiuntiva determinata dai maggiori costi per erogare i nuovi farmaci per l’epatite e gli altri farmaci innovativi. Di fatto si tratta di almeno 3 miliardi di tagli”. Il Presidente Zaia, tornato insoddisfatto dell’esito del vertice delle

Regioni con il Presidente del Consiglio ha evidenziato come i tagli lineari non ci premino affatto, in quanto il Veneto è il più “rispar-mioso” d’Italia. “I costi del personale – fa notare Zaia - sono tra i più alti in assoluto, e quindi tra quelli dove si può fare meglio in assoluto in tema di costi standard e spending review. Sono perciò felice – aggiunge il Governatore– di quanto certifi cano i dati dell’Agenas, che ci indicano come i più risparmiosi d’Italia. Il costo medio annuo del personale del servizio sanitario pubblico in Veneto – rileva Zaia – è di 51.571 euro, contro una media nazionale di 56.273 euro e numerosi picchi che arrivano agli 82.384 euro l’anno della Provincia Autonoma di Bolzano, ai 62.439 della Campania, ai 60 mila e più di Lazio, Valle D’Aosta, Sicilia e Calabria. Siamo ultimi in Italia, quindi orgogliosamente primi!”. A fronte di tutto ciò la maggioranza a palazzo Ferro Fini considera sempre più urgente la riforma sanitaria e a fi ne ottobre ha depositato in Commissione Sanità un maxi-emendamento sul testo di legge Azienda Zero. “Il testo è il risultato di un importante lavoro di ascolto che ha visto coinvolte tutte le realtà della Sanità e del Sociale veneto, con particolare attenzione alle proposte che ci sono arrivate dagli amministratori locali – annunciano i capi-gruppo di maggioranza, Silvia Rizzotto, Nicola Finco, Massimi-

liano Barison, Sergio Berlato e Antonio Guadagnini -”. Secon-do quanto affermato dai capigruppo la programmazione sanitaria resterà in capo al Consiglio regionale e alla Giunta, come previsto dalla carta statutaria del Veneto. “Per i cittadini non cambierà nulla rispetto agli attuali servizi – sottolineano – anzi, i rispar-mi ottenuti potranno essere investiti per il miglioramento delle prestazioni e per l’abbattimento delle liste di attesa; l’Azienda Zero si occuperà tra l’altro degli acquisti centralizzati, del modello assicurativo del sistema sanitario regionale, dell’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie e della gestione del contezioso sanitario; resterà inalterato il ruolo della Conferenza dei Sindaci e la fi gura del Direttore servizi sociali”. Il maxiemendamento non è piaciuto alle minoranze in consiglio. Il Pd, accusa la maggioranaza di aver modifi cato, il 75% della proposta di legge iniziale. “Per noi una riforma così radicale e strutturale – ha detto Bruno Pigozzo, consigliere Pd - è possibile solo dopo un’ampia consultazione e dopo l’accordo tra le parti protagoniste. Per questo chiediamo che l’iter del Pdl 23 si fermi e ci sia il tempo utile – potrebbe essere una fi nestra temporale di un anno o due – per sviluppare una proposta concreta, sostenibi-le, non fantasiosa e realmente condivisa”.

di elisa dall’aglio

In commissione Sanità presentate

le modifi che al testo di legge

Azienda Zero

Le minoranze: “Modifi cato del 75%, servono

altre consultazioni. Fermiamoci”

Annunciati nuovi tagli alla sanità, a pagare saranno i cittadini

Luca Coletto

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Sanità

La legge che ridisegna confini e numeri

Le richieste della Conferenza dei sindaciMantenere la figura del direttore dei Servizi sociali; garantire un’adeguata

rappresentatività degli enti locali all’interno dell’Esecutivo dei sindaci; evitare di accentrare in un unico soggetto le funzioni di gestione e di controllo. Sono

queste, in sintesi, le richieste che la Conferenza dei sindaci dell’Ulss 16, riunita a Padova il 27 ottobre scorso, ha inviato in Regione in ordine al progetto di legge 23/2015 che ridefinisce i confini e il numero delle Ulss venete (passerebbero da 21 a 7, su base provinciale) e istituisce l’Azienda Zero, un nuovo soggetto con funzioni gestionali, tecniche e amministrative.

Nell’incontro i sindaci hanno stilato un elenco di osservazioni al progetto di legge presentato poi in V commissione regionale Sanità per l’esame. Sono tre i punti principali.

Azienda Zero. I sindaci chiedono che i ruoli del Consiglio e della Giunta regionale ma anche quelli della Conferenza e dell’Esecutivo dei sindaci, in ordine agli indirizzi di programmazione sanitaria e sociosanitaria, “siano esplicitati e maggiormente definiti nella legge, ossia - scrivono - che rimanga nelle competenze politiche l’attività programmatoria, così come le funzioni di gestione e di controllo non siano accentrate in un unico soggetto regionale, in ragione del fatto che l’attuale impostazione garantisce un equilibrio tra i poteri”. Azienda Zero in altre parole dovrebbe fungere “da azienda di servizi e da supporto tecnico accentrato”, senza quindi “alcuna funzione di governance e programmazione, ovvero che rientri tra i suo obiettivi, tra gli altri, quello definire con precisione i costi standard, resisi oggi sempre più indispensabili”.

Ruolo degli enti locali. I sindaci chiedo di “riflettere sulla numerosità e composizione dell’Esecutivo dei sindaci, in quanto la proposta contenuta nell’attuale versione del progetto di legge sembra restrittiva, considerando impossibile per soli tre sindaci poter rappresentare, raccogliere e interpretare le esigenze dell’intero territorio, nel caso della provincia di Padova, composto da 104 Comuni”. Serve dare “maggiore rappresentatività alle istanze territoriali, prevedendo una adeguata rappresentanza dei sindaci dei Comuni ricadenti nell’ambito territoriale delle future Ulss”.

Direttore dei Servizi sociali. È una figura che va mantenuta “per garantire - si legge nel documento - il necessario rapporto con il territorio. I Comuni, infatti, sono la prima interfaccia verso i cittadini che necessitano di sostegno sociale, così che l’eventuale mancanza della figura del direttore dei Servizi sociali farebbe venir meno il necessario punto di coordinamento e riferimento per le medesime funzioni territoriali”. Il provvedimento di legge, concludono, deve tener conto “dell’estrema valenza che il sociale riveste a livello territoriale, in sintonia con l’avveduto disegno del legislatore regionale degli anni Ottanta, allorquando tra le competenze delle Ulss fu prevista l’integrazione socio-sanitaria, peculiarità questa che ci contraddistingue dagli altri sistemi regionali”.

M.M.

Se la Regione lo trasforma in polo medico riabilitativo, noi scenderemo in piazza

Il destino dell’ospedale di Piove Il sindaco Gianella preoccupato

“Può avere un ruolo l’ospedale di Piove di Sacco all’interno di questa programmazione? Sì, se continuerà a rimanere un ospedale per acuti. Ma se l’intenzione della Regione, come presumo e temo, è quello di trasformarlo in un polo medico riabilitativo per lasciare le specialità a Padova noi siamo pronti scendere nuovamente in piazza”. Parla il sindaco di Piove, Davide Gianella che

non nasconde la propria preoccupazione in merito ai contenuti della proposta di legge “Azienda Zero” che cambierà radicalmente l’attuale assetto del sistema sanitario. Entro fine anno, infatti, le Ulss passeranno da 21 a 7, una per Provincia. Piove e l’Ulss 16 di Padova insieme alla 15 di Cittadella e alla 17 di Este andranno quindi a formare l’Ulss 5 “Euganea” che comprenderà ben 104 Comuni. Il pericolo, più che concreto secondo Gianella, è che la riscrittura delle schede ospedaliere possa nascondere qualche sorpresa negativa. Il sindaco fa presente che anche in occasioni di precedenti incontri con esponenti della giunta regionale. “Erano stati garantiti una serie di investimenti, in termini strutturali e di assunzioni per l’ospedale di Piove. Si trattava di lavori del secondo stralcio del pronto soccorso , e di una serie di figure mediche e di apicalità, oltre ad una Usd pediatrica da attivarsi in azienda ospedaliera a Padova e dedicata a Piove”. “Ma ad oggi – rielva - mancano ancora i primari di anestesia-rianimazione, chirurgia e geriatria oltre al personale medico e di comparto. In particolare essendo mancato il primario di geriatria, da scheda previsto “ad esaurimento”, oggi il presidio si trova privo di questa importante figura”. Alla Regione quindi Gianella chiede “che venga autorizzato il bando di selezione per l’apicale di geriatria e che, nella successiva riscrittura delle schede, il presidio piovese mantenga la caratteristica di ospedale per acuti”.

di Martina Maniero

Annunciati nuovi tagli alla sanità, a pagare saranno i cittadini

5Argomento del mese

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6 Piove di Sacco

Chiara Rossetto è stata confermata alla presidenza della delegazione Confindustria piovese per il biennio

2015-2017. L’elezione, all’unanimità, è avvenuta nel corso dell’assemblea dei soci del 29 ottobre scorso.

Rossetto, 45 anni, moglie e madre è anche amministratore delegato di “Molino Rossetto” di Pontelongo. Durante questo nuovo mandato alla guida di Confindustria piovese verrà affiancata dai vice presidenti Giovanni Cilenti e Filippo Voltazza.

L’assemblea ha rinnovato anche il consiglio direttivo di delegazione di cui fanno parte Elena Baretta; Arrigo Barion; Monica Burba; Massimo Crivellaro; Francesco Nalini; Manola Simoni e Caterina Spiandorello. “I segnali di ripresa sono ancora timidi e per consolidarli dobbiamo insistere sul lavoro di squadra tra imprese e istituzioni: serve una grande alleanza tra pubblico e privato che deve tradursi in

progettualità condivise e programmazione delle priorità attraverso i tavoli avviati tra le categorie economiche e l’Ipa, che contiamo di estendere a tutti i Comuni del Piovese” ha dichiarato la presidente Rossetto.

“Dobbiamo ragionare in termini di area vasta per rendere attrattivo il territorio e pretendere soluzioni tempestive, al passo con i ritmi della competitività. Da parte nostra – ha annunciato - l’impegno nel sostenere le imprese si concentrerà su più formazione e cultura imprenditoriale, per adottare nuovi modelli organizzativi e di business e aprirsi alle reti d’impresa, strategiche per affacciarsi sui nuovi mercati. Vogliamo estendere i benefici di chi ha saputo captare il cambiamento investendo sull’innovazione e i giovani”.

L’attenzione al capitale umano e alle nuove competenze sarà al centro del dialogo con le scuole del territorio.

“L’obiettivo – ha evidenziato Rossetto

- è sensibilizzare sempre più imprese ad aprire le porte agli studenti e contribuire in modo convinto al futuro tavolo permanente sulla scuola con tutti i Comuni della Saccisica”.

di Martina Maniero

La presidente: “Dobbiamo ragionare in termini di area vasta per essere competitivi. Investiremo su formazione e cultura imprenditoriale”

Economia Eletta all’unanimità all’assemblea dei soci dello scorso 29 ottobre

Chiara Rossetto confermata alla guida degli industriali

La confermata presidente di Confidustria piovese Chiara Rossetto

Chiude il Gal “Antico Dogado” e il territorio dice addio allo sviluppo delle aree rurali. Oltre un centinaio i progetti finanziati

solo nell’ultima programmazione 2007-2013, con l’assegnazione di risorse per quasi 5 milioni di euro che hanno movimento oltre 10 milioni di euro di investimento totale. Un volano economico senza pari per questa area geografica. La Corte Benedettina e le scuderie di Correzzola, il Casone Azzurro di Arzergrande, la Villa Foscarini Erizzo e il nuovo museo Gesta di Pontelongo, la Loggetta di Candiana: sono solo alcuni dei beni del patrimonio artistico che solo grazie a questi finanziamenti è stato possibile recuperare. Per non parlare anche dei tanti privati che grazie ai finanziamenti hanno potuto riconvertire fatiscenti casolari e tenute agricole in agriturismi, b&b, fattorie didattiche e aziende biologiche. Insomma si tratta di un brutto colpo per l’economia locale che vede svanire di punto in bianco ciò che di buono era stato seminato in tredici anni di attività. L’ennesima batosta per un territorio già ai margini, ora privato anche dell’unica struttura organizzata e funzionante capace di offrire sviluppo, sostegno e promozione turistica e culturale.

Associazione senza fini di lucro, l’Antico Dogado dal 2002 si occupava dello sviluppo rurale del territorio della Laguna Sud veneta e del suo entroterra attraverso il recepimento a livello locale di iniziative comunitarie, nazionali e regionali in materia di Sviluppo Rurale, tradotte

sino ad ora in decine di misure a favore dei Comuni, delle aziende agricole, dell’ambiente, del turismo rurale e del recupero del patrimonio edilizio rurale.

Con i suoi trenta soci (pubblici e privati) rappresentava un’area di 800,55 Kmq (e 148 mila abitanti) distribuita su tredici comuni, sette padovani (Arzergrande, Bovolenta, Candiana, Codevigo, Correzzola, Pontelongo e Terrassa Padovana) e sei veneziani (Chioggia, Cavarzere, Cona, Campolongo Maggiore, campagna Lupia e Mira). Decisiva la scelta della Regione di tagliare il numero dei Gal veneti (ridotti da 14 a 9) e soprattutto di escludere dalla nuova programmazione 2014-2020 quelli a carattere interprovinciale.

“Una scelta assurda quella della Regione - esordisce il presidente dell’Antico Dogado, Iacopo Giraldo - che ha fissato sulla carta dei limiti territoriali in un momento in cui ovunque si parla invece di eliminare le provincie e istituire le città metropolitane”. “L’amarezza è grande - continua - perché eravamo il Gal da più tempo in attività e il solo interprovinciale, oltre ad essere l’unico con un avanzo di gestione, frutto di una gestione oculata delle risorse assegnate e capace di fare economie di scala”. “Una perdita dovuta anche a una scarsa volontà politica a livello locale - aggiunge polemico, - mi batterò comunque perché in fase di liquidazione almeno le risorse già assegnate rimangano nel territorio”.

chiude iL gaL “antico dogado”, daL 2002 si occupava di sviLuppo deL territorio

Alessandro Cesarato

Gal “Antico Dogado”, la sede di Campagna Lupia

La Delegazione Confindustria piovese rappresenta 100 piccole e medie imprese con oltre 4.500 addetti. Le imprese attualmente associate operano in quindici Comuni. Nel Piovese operano 10.190 imprese di tutti i settori economici, una ogni otto abitanti.

Industria e costruzioni rappresentano insieme più di un terzo del totale (33,8%), un dato superiore a quello medio provinciale (26,9%). Nell’area sono impiegati 24.250 addetti (dati 2014), pari al 7,8% del totale degli addetti della provincia. Nell’industria manifatturiera è impegnato il 39,4% degli occupati (32% il dato provinciale).

Il Piovese mostra una specializzazione diffusa in alcuni settori del manifatturiero: nel condizionamento e refrigerazione industriale, nel sistema moda (industrie tessili, articoli di abbigliamento e in pelle), nei mezzi di trasporto. Nel periodo compreso tra le due crisi (2009-2014) la variazione del numero di imprese è stata nel complesso negativa (-6,4%), mostrando una dinamica più pesante che nel resto della provincia (-3,2%). Al netto dell’agricoltura tuttavia, la variazione negativa è molto più contenuta e pari a -0,8% (+0,3% nella provincia).

focus

confindustria piovese. un po’ di daticento piccole e meDie imprese in un territorio aD alta Densità Di imprenDitori

Ma.Ma.

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8 Piove di Sacco

Taglio del nastro e brindisi di apertura per la 52^ edizione di Saccisica in Mostra.

Sabato 17 ottobre, a Piove di Sacco, la Fiera della Saccisica ha ufficialmente aperto i battenti, con la tradizionale sfilata di autorità cittadine, amministratori del Piovese e rappresentanti delle associazioni di categoria. Oltre 40, quest’anno, gli espositori che fino al 25 ottobre hanno fatto bella mostra di sé in quella che è diventata ormai una “vetrina” per le attività economiche che caratterizzano il territorio, ma non solo: Saccisica in Mostra è, infatti, anche eventi, concerti con cover band, tavole rotonde, teatro, sfilate di moda e gare canore. Tutto ciò al servizio del territorio, della sua crescita e dell’implementazione nelle relazioni tra i diversi attori sociali. “Il bello della politica come servizio” ha detto il sindaco, Davide Gianella, nel corso del suo intervento, sottolineando la finalità sociale e di solidarietà verso le attività produttive, perseguita dall’amministrazione comunale, quelle stesse attività messe a dura prova dallo spettro della crisi. Saccisica in Mostra che diventa un incubatore di contenuti, di persone, di sensazioni ma anche di difficoltà, del duro lavoro, dei risultati e delle soddisfazioni che si ottengono quando ci si impegna a fondo per perseguire il proprio obbiettivo.

“Se penso a questa edizione della fiera, non riesco a fare a meno di immaginarmi un’istantanea, un fotogramma, che raffigura tutte quelle persone che hanno contribuito a dare vita a questa manifestazione” ha detto Luca Carnio, assessore al Commercio e alle attività produttive, che ha seguito l’organizzazione dell’evento. Hanno partecipato all’inaugurazione, oltre ai sindaci e agli amministratori della Saccisica,

anche l’onorevole Margherita Miotto e i consiglieri regionali Massimiliano Barison e Piero Ruzzante. Dopo i discorsi di apertura, la serata è proseguita con un brindisi e con la presentazione del logo di Piove di Shopping, che ha visto la premiazione dei suoi ideatori, ovvero Davide Canton, Stefania Cavalletto ed Irene Carraro, che si sono aggiudicati un premio di 2500 euro. Non sono mancati i dovuti ringraziamenti agli sponsor principali della manifestazione, tra cui la Banca di Credito Cooperativo, e la benedizione da parte di Don Gino Temporin, parroco del Duomo di Piove di Sacco.

di Linda talato

Eventi ed economia Dal 17 al 25 ottobre la Fiera della Saccisica

Una vetrina speciale per le attività del territorio

Alcuni momenti della cerimonia d’inaugurazione di Saccisica in mostra

Oltre 40 quest’anno gli espositori. Il sindaco Gianella ha sottolineato la finalità sociale e di solidarietà dell’amministrazione verso le attività produttive messe a dura prova da anni di crisi

Primo piano

E’ stato quasi un “tutto esaurito” per il baby festival canoro portato in scena lo scorso 22 ottobre dai bimbi delle classi seconde, terze, quarte e quinte della scuola elementare Dante Alighieri di Piove di

Sacco, sapientemente accompagnati dalla loro insegnante di musica, Manuela Baldo, e seguiti da un nutrito pubblico di adulti in sala. Un vero e proprio concorso, dove i vincitori sono stati i bimbi della classe 3^ B, con la loro “Tarantella della Mozzarella” e della classe 5^ A, con il coinvolgente ritornello di “Attenti alla musica”. “Si è trattato di brani riguardanti prevalentemente il cibo e la musica, dato che la serata era dedicata all’Expo. Tutti i bimbi delle classi coinvolte si sono impegnati con grande costanza e dedizione per esibirsi di fronte al pubblico e ad una giuria che ha

premiato le canzoni “più”: più simpatiche, più coinvolgenti, più spiritose” ha spiegato la Baldo che, complice il suo entusiasmo travolgente, ha saputo coinvolgere e guidare i più piccoli con abile maestria, ottenendo come risultato una serata piena di allegria e positività, in cui, premiati o meno, tutti sono usciti vincitori. Nel corso della manifestazione, hanno trovato spazio anche le tradizionali premiazioni, da parte delle amministrazioni del Piovese, nei confronti di persone che si sono particolarmente contraddistinte all’interno della comunità. Premiazioni che si sono susseguite attraverso i vari appuntamenti che hanno animato le serate della fiera.

In quest’occasione, l’ambito riconoscimento è stato consegnato al primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale piovese

Immacolata Concezione, il dottor Giuseppe Angeloni, insieme con la capo ostetrica, Marina Semenzato. Nel corso della serata, è stata premiata anche la macelleria equina Zanella, di Sant’Angelo di Piove di Sacco, i cui titolari hanno ricevuto il riconoscimento direttamente dal sindaco santangiolese, Mariano Salmaso.

focusil baby festival canoro dei bimbi della elementare dante alighieriDantexpo, un inno alla gioia Di vivere e alla spensieratezza

L.T.

La premiazione dei giovani talenti

segue da pag. 1Anche qui, nel Veneto bianco, nella terra degli scandali del

Mose, la gente è davvero scossa dalle notizie emerse nelle ulti-me inchieste giornalistiche che hanno evidenziato come in questi due anni anche Papa Francesco non sia riuscito a invertire la rotta di prelati che a volte, come ha detto lui, hanno “una doppia vita”. I fedeli sono davvero delusi. Questo Papa ha smosso i cuori del popolo e ha avviato un processo di riforma che nessuno poteva immaginare fi no a pochi anni fa. Così, la gente sta con lui, con Francesco, ma senza dimenticare quanto sta accadendo attorno a lui. Nessuno pensa che sia giusto generalizzare ma cia-scuno di noi ha conosciuto almeno uno di quei preti chiacchierati che invece di essere pastori sono stati “carrieristi e arrampicato-ri”. O peggio, palancai.

Figure che non hanno fatto il bene delle parrocchie in cui hanno operato. Che hanno chiesto soldi senza usare la giusta trasparenza per spiegare come li spendevano, che hanno impe-gnato gran parte delle risorse della parrocchia in opere di restau-ro così impegnative da non aver più sostanze per altro. E solo per metterci una targhetta con il proprio nome.

Ma se prima il malcontento serpeggiava solo tra i parrocchia-ni delusi, oggi non è più così. E’ lo stesso Papa a chiedere con forza ai parroci di essere poveri tra i poveri. Senza mezze parole punta il dito contro i preti ricchi che invece di servire “si servono” intascando per sé. “Vescovi e sacerdoti vincano la tentazione di ‘una doppia vita’, la Chiesa è chiamata a servire, non a diventare ‘affarista’” ha ribadito in una recente omelia che rimarrà nella storia della chiesa. Parole semplici per un appello importante. Il papa sa bene, infatti, che dal comportamento dei preti di fronte al denaro dipende in maniera decisiva la risposta dei fedeli alla loro azione pastorale. I fedeli al loro prete perdonano il carattere diffi cile, gli sfoghi amari e anche cose più serie, ma non l’attac-camento al denaro.

Perciò piace alla gente questo “povero” Papa che è diventa-to simile ad un eroe. Il suo popolo lo ama tanto da temere per la sua stessa vita; gli atei e i fedeli di altre religioni lo apprezzano, lo stimano. E tutti si preparano a partecipare al Giubileo straor-dinario della misericordia. Vien da chiedersi però se basterà la misericordia a salvare l’uomo dal malaffare dilagante.

Editoriale

*[email protected]

di germana urbani*

Basterà la misericordia a salvarci dal malaffare?!

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10 Piove di Sacco

Una serata dedicata al fascino della moda e al commercio, a Saccisica in Mostra. Lo scorso 21 ottobre,

tra le magiche uscite della sfilata di Piove è Moda, dove sono state presentate le nuove collezioni autunno-inverno proposte dai negozi del centro storico piovese, ha trovato spazio anche la premiazione di un personaggio che, per il commercio piovese, si impegna da oltre 40 anni.

Si tratta di Valter Puato, presidente della Confesercenti piovese, giunto ormai al quarto mandato. Premiato dall’assessore al Commercio e alle attività produttive, Luca Carnio, e dal direttore generale della Confesercenti di Padova, MaurizioFrancescon, Valter è salito sul palco emozionatissimo per ritirare la meritata targa. Targa che si va ad aggiungere ad una nutrita lista di riconoscimenti, che gli sono stati consegnati nella sua lunga carriera da commerciante, prima, e da presidente della

nota associazione di categoria, poi. “Sono stato premiato anche nel

2006 e nel 2008 - racconta - e avevo già ricevuto una medaglia della Camera di Commercio di Padova e un’onorificenza dall’amministrazione comunale per i 40 anni della Confesercenti di Piove di Sacco”.

La vita, le difficoltà e le soddisfazioni degli esercenti Valter le conosce bene, avendo fatto questo lavoro per tutta la vita.

“Commerciavo frutta e verdura all’ingrosso e al dettaglio e la mia specialità erano le ciliegie - racconta, orgoglioso, Valter, ora pensionato, ricordando la sua attività che, prima di lui, avevano svolto i nonni - Sono a capo della Confesercenti piovese da 18 anni, questo è il mio quarto mandato”. Un servizio totalmente volontario, reso ai concittadini, su cui Valter si è speso, sottolineando, però, anche l’importanza di

validi collaboratori. “Le attività che svolgiamo con la

Confesercenti piovese sono tante e tutte, ogni volta, si rivelano un successo. Tutto ciò non sarebbe possibile senza la valida collaborazione e le doti organizzative del responsabile dell’ufficio piovese della Confesercenti, ovvero Andrea Ferrara, e senza l’aiuto di tutti coloro che collaborano alla realizzazione delle nostre manifestazioni

- ha voluto sottolineare - Si tratta di un lavoro che viene dal cuore, per il paese e, grazie ai nostri interventi, la moda piovese è riuscita a raggiungere alti livelli, arrivando al suo culmine con il palinsesto di Piove è Moda”.

Questo riconoscimento diventa un ulteriore conferma alla validità del lavorosvolto dall’associazione di categoria, in un contesto che sta mettendo a dura prova i commercianti.

“Purtroppo il futuro del commercio non è roseo, tanti negozi chiudono - ha concluso - ed è proprio per questo che cerchiamo di dare vita a numerose manifestazioni, per tenere compatto e vivo il centro cittadino. In tutto ciò, è importantissimo anche l’appoggio dell’amministrazione comunale e la collaborazione dei negozi”.

Nel corso della serata, è stata chiamata per la premiazione sul palco anche la corale di Arzergrande, che ha ricevuto il riconoscimento dal sindaco Luca Sartori.

“Commerciavo frutta e verdura all’ingrosso” racconta ormai in pensione e conferma il proprio impegno verso una categoria a disagio, quella dei commercianti. “Cerchiamo - spiega - di dare vita a tante manifestazioni per tenere vivo il centro cittadino”

Il personaggio Saccisica in mostra premia il presidente della Confesercenti da 18 anni

Valter Puoto, il paladino del commercio piovese

di Linda talato

L’assessore Luca Carnio premia Valter Puotoa fianco la conclusione della sfilata di moda che si è svolta lo scorso 21 ottobre

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Fablab, il primo laboratorio per la fabbricazione digitale, è un progetto che ha coinvolto anche il Comune di Piove di Sacco, l’associazione Affari Puliti e il Crazy Lab

L’inaugurazione A Campolongo nella casa che fu di Felice Maniero

Nella ex villa del boss il primo laboratorio in 3D

È stato inaugurato il 24 ottobre scorso il primo laboratorio per la fabbricazione digitale (FabLab), una realtà che ha

trovato casa all’interno un bene confiscato alla mafia: nella villa del boss della Mala del Brenta Felice Maniero, a Campolongo Maggiore (Venezia).

Il progetto, sostenuto dalla Regione Veneto che vede coinvolto oltre al Comune veneziano anche il Comune di Piove di Sacco, l’associazione Affari Puliti e il Crazy Lab di Piove, ha l’obiettivo di trasformare il laboratorio in un punto di riferimento per l’apprendimento e la sperimentazione delle nuove tecnologie di fabbricazione digitale.

Aperto agli artigiani, ai maker, agli studenti e a tutti gli appassionati dell’area compresa tra la province di Padova e Venezia, questo spazio punta a diventare un nuovo punto di aggregazione per Riviera del Brenta e per il Piovese.

Il Laboratorio è dotato di diverse attrezzature e macchinari per la fabbricazione digitale (stampanti 3D, laser cutter, fresa controllo numerico) ed è uno “spazio aperto” per tutti quelli che vogliono sperimentare concretamente le potenzialità del digital manufacturing sviluppando nuove idee progettuali, realizzando prototipi e producendo piccole serie.

“Gli ambiti e i settori di interesse di Affari Puliti 3D sono veramente molteplici – ha spiegato Paolo Bordin, presidente di Crazy Lab e direttore di Affari Puliti, – si può spaziare dalla produzione di gioielli, alle biciclette, all’architettura. Inoltre il laboratorio vuole rispondere prima di tutto alle esigenze, ai fabbisogni e alle curiosità che emergeranno dalla comunità locale costruendo con gli imprenditori, gli artigiani, i maker interessati processi di approfondimento e sperimentazione condivisi”. “La Regione – ha spiegato il vicepresidente regionale, Gianluca Forcolin – con FabLab ha inteso creare in Veneto una rete di centri di ricerca e formazione attrezzati per la “fabbricazione digitale” dove imprenditori, cittadini, professionisti possano studiare e realizzare insieme nuovi prodotti o servizi che valorizzino il nostro territorio. L’obiettivo di fondo, infatti, è che i centri siano liberamente e gratuitamente accessibili da tutti coloro che intendano avvicinarsi al mondo della fabbricazione digitale”.

“Ringrazio la Regione per aver creduto e investito in questo progetto innovativo per

il nostro territorio che coinvolge le imprese e artigiani e li aiuterà a competere nei mercati internazionali” ha commentato Alessandro Campalto, sindaco di Campolongo. “Mi piace pensare che il FabLab sia un’ideale prosecuzione della lunga storia artigianale del Piovese, che ha visto nascere proprio qui una delle prime stamperie in Veneto” ha aggiunto il sindaco di Piove, Davide Gianella. L’iniziativa è stata cofinanziata dalla Regione nell’ambito del programma dell’Agenda digitale del Veneto. “Affari puliti 3D” è uno dei laboratori digitali vincitori del bando regionale che ha ricevuto un contributo a fondo perduto pari all’80% del costo di realizzazione del FabLab fino a un massimo di 100 mila euro.

Un patto di amicizia e di collaborazione tra il Comune di Piove di Sacco e quello di Finale

Emilia (Modena) perché una tragedia enorme, come quella del terremoto, porta anche qualcosa di positivo: la solidarietà.

Il sindaco Davide Gianella e il collega emiliano, Fernando Ferioli, hanno siglato un documento che sancisce l’impegno delle amministrazioni comunali a rendere stabili e duraturi i rapporti tra le due comunità. L’obiettivo è consolidare tutte quelle iniziative messe in atto (anche attraverso la collaborazione dell’istituto superiore piovese, Enrico De Nicola) a favore delle popolazioni colpite dal sisma nel maggio del 2012. Un evento drammatico che ha provocato decine di vittime e migliaia di sfollati ma anche danni ingenti al patrimonio storico e artistico, al sistema scolastico e a quello produttivo, tutt’ora in condizione di forte difficoltà.

Con questo accordo i due Comuni si impegnano nello scambio reciproco di informazioni e di esperienze per rilanciare, nei rispettivi territori comunali, il settore educativo, culturale, economico, sociale, sanitario e non ultimo quello amministrativo. Obiettivi da raggiungere anche attraverso gli strumenti e le risorse economiche messe a disposizione dall’Unione europea, a cui si potrà attingere predisponendo progetti di comune interesse.

Alla base della collaborazione ci sono le relazioni dirette tra le organizzazioni sociali, economiche e di volontariato. Il documento, composto da pochi ma significativi articoli, ribadisce ancora una volta il sentimento di vicinanza che lega i Comuni di Piove di Sacco e di Finale Emilia. Una unione nata nell’emergenza, in risposta alle drammatiche conseguenze del sisma ma che, nelle intenzioni, continuerà nel segno della collaborazione e della condivisione, arricchendo reciprocamente i due Comuni.

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La cerimonia del taglio del nastro del Fablab

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Libero accesso delle forze dell’ordine alla banca dati dell’anagrafe municipale.

Il Comune e l’Arma hanno siglato una bozza di convenzione che permetterà ai carabinieri della compagnia di Piove di Sacco e ai militari del comando di Codevigo la consultazione online dei dati anagrafici ed elettorale dei cittadini di Brugine.

L’Arma, impegnata in attività di indagini giudiziarie o per accertamenti di pubblica sicurezza, potrà così verificare via internet, in modo semplice e veloce, i dati relativi alla residenza, alla posizione individuale e familiare del cittadino, riuscendo anche a risalire allo storico degli indirizzi di residenza, personali e dell’intero nucleo familiare.

L’obiettivo è semplificare e snellire le procedure di consultazione degli archivi informatici. L’accesso tempestivo e diretto alle informazioni, infatti, farà risparmiare

tempo prezioso ai militari che potranno così evitare il continuo andirivieni in municipio, condizionato peraltro agli orari di apertura degli uffici, recuperando così risorse da impiegare sul altri fronti.

Gli effetti dell’accordo avranno ricadute positive anche per il Comune che potrà così ridurre l’emissione di documenti e certificazione, tagliare sulle spese per il disbrigo delle pratiche burocratiche e liberare il personale dei servizi demografici delle

incombenze relative alla consultazione. Gli archivi informatici saranno pertanto

accessibili all’Arma anche al di fuori degli orari di apertura degli uffici comunali e, stando al principio dello scambio di dati tra pubbliche amministrazioni, la consultazione avverrà a titolo gratuito. Per semplificare ulteriormente la comunicazione tra enti pubblici la stessa convenzione, al momento valida per dieci anni, potrà essere estesa anche alle altre amministrazioni che ne faranno richiesta.

di Martina Maniero

L’Arma, impegnata in attività di indagini giudiziarie potrà verificare via internet i dati del cittadino

Amministrazione Una bozza di convenzione tra il Comune e i Carabinieri

Libero accesso alle forze dell’ordine alla banca dati dell’anagrafe Si chiama “Assaggi di solidarietà” ed è la nuova iniziativa

realizzata dal Comune con il Centro per l’affido di Padova e l’associazione Rete famiglie accoglienti.

In tutto tre appuntamenti per approfondire il tema della vicinanza solidale e dell’affido familiare durante i quali i bambini avranno la possibilità di divertirsi in laboratori culinari. Il primo incontro è in programma per domenica 15 novembre al centro parrocchiale del capoluogo.

Seguirà un appuntamento il 17 gennaio alla fattoria solidale di via Arzerini e l’ultimo il 24 gennaio al centro parrocchiale di Campagnola. Tutti e tre alle 15,30. Per partecipare è necessaria l’iscrizione da effettuare entro il venerdì precedente all’incontro. Basterà mandare un sms con il cognome della famiglia e numero dei partecipanti (grandi e piccoli) al numero 328.0642644. Il programma è sul sito www.comune.brugine.pd.it. Il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali, Sabrina Baldin, si è detta entusiasta dell’iniziativa: “Grazie alla collaborazione con il Centro per l’affido di Padova e con l’associazione Rete famiglie accoglienti di Piove di Sacco abbiamo già raggiunto degli ottimi risultati”.

“Le convenzioni per avviare le collaborazioni infatti sono state sottoscritte tra le parti ai primi di settembre - ha ricordato Baldin - ma la voglia di portare avanti questo progetto al quale tengo molto e la forte intesa tra tutti gli operatori ha permesso di iniziare subito a lavorare con le realtà del nostro Comune, riuscendo così a programmare in poco più di un mese ben tre eventi che vedranno protagonisti sia i bambini che gli adulti”.

“L’iniziativa – ha poi evidenziato – è gratuita e vi possono partecipare anche i non residenti. Credo infatti che non esistano confini quando si parla di tematiche così importanti”. “Questo è solo l’inizio di un percorso che ha già delle ottime premesse - ha concluso – è fondamentale infatti lavorare nell’ottica della prevenzione, per dare un sostegno a 360 gradi ai minori e alle famiglie che magari stanno vivendo un momento passeggero di difficoltà”.

sociale

il 15 novembre, il 17 e il 24 gennaio prossimi assaggi Di soliDarietà, tre incontri sul tema Dell’affiDo familiare

Ma.Ma.

Il municipio di Brugine

Anche un bruginese tra i vincitori della nona edizione del festival “Ottobre in

poesia”. Christian Vettorato si è

classificato al primo posto nella sezione narrativa al “Premio letterario internazionale città di Sassari” con l’inedito “Non morire mai”, un’opera che tratta il disturbo della depressione post partum. Un tema difficile, raccontato senza tabù e da un punto di vista nuovo. “Perché la gravidanza - ha spiegato l’autore - non sempre è il momento più felice della vita di una donna”.

La giuria studenti dell’Istituto “Segni di Ozieri” ha deciso di premiare il testo per diverse ragioni. A colpire è stata soprattutto l’originalità del soggetto ovvero aspetti della maternità raramente presentati come la paura e la depressione, ma anche l’efficace utilizzo delle tecniche narrative.

“La particolarità del racconto è data innanzitutto dalla verosimiglianza della caratterizzazione psicologica dei personaggi, in particolare della protagonista, che è voce narrante, ma anche dall’uso di un linguaggio crudo e diretto, con similitudini molto efficaci, che si trasforma, in alcuni momenti, creando suggestioni poetiche particolari” ha spiegato la giuria nelle motivazioni del premio.

La cerimonia si è svolta il 24 ottobre scorso al teatro civico di Sassari. Anche quest’anno la manifestazione ha raccolto centinaia di scrittori di ogni età e

provenienza e ha ricevuto il patrocinio della Presidenza della Repubblica e della Camera, del ministero dei Beni culturali e dell’Unesco.

Vettorato, 29 anni, ha studiato elettronica alle scuole superiori e Scienze per l’ambiente all’università ma la formazione scolastica prevalentemente scientifica non gli ha impedito di coltivare con successo la sua vera passione: la narrativa.

Suo infatti il primo posto all’ottava edizione del Premio letterario di poesia e narrativa dell’Avis di Capannoli (Pisa); il secondo posto alla prima edizione del Premio letterario figurativo nazionale “Caffè delle arti” (Brescia) e il terzo posto al Premio letterario “La montagna Valle Spluga” di Campodolcino (Sondrio).

La nona edizione del Festival “ottobre in poesia”il bruginese christian vettorato vince a sassari la sezione narrativa Del premio letterario

Ma.Ma.

La consegna del premio a Vettorato

13Brugine

L’assessore Sabrina Baldan

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14 S. Angelo - Legnaro

di Martina Maniero

Il commercialista di S. Angelo fa parte di una onlus che ha lavorato per creare una scuola primaria, una realtà che esiste dal 2008. All’inizio gli scolari erano 40, oggi sono 260

La storia Raffaele Trolese ha fondato la scuola la Mary’s school di Mambrui

Un santangiolese in Kenya per aiutare i bambini a studiare

Si definisce italiano, fiero di essere veneto e padovano. Raffaele Trolese, fondatore della Mary’s school di

Mambrui, in Kenya, è profondamente legato alle sue origini. Lo dimostrano le tre bandiere issate all’ingresso della scuola elementare che, con il contributo dell’omonima onlus, ha costruito vicino a Malindi, nella costa sud est dello Stato africano. Qui accanto alla bandiera keniota sventolano il tricolore italiano e lo stendardo della Regione Veneto. Vessillo, quest’ultimo, che Trolese ha voluto regalare anche all’ambasciatore d’Italia a Nairobi, Mauro Massoni. L’incontro si è svolto a settembre. L’occasione è servita al commercialista santangiolese anche per illustrare al diplomatico le attività della scuola primaria. Una realtà che esiste e opera con successo dal 2008.

Gli alunni all’inizio erano appena una quarantina. Oggi gli iscritti sono ben 260 (57 dei quali introdotti grazie alla collaborazione con l’associazione del Canton Ticino “Sorrisi africani”). È

stato necessario anche l’acquisto di un autobus che quotidianamente percorre 85 chilometri tra andata e ritorno per portare i giovani studenti a scuola al mattino e riaccompagnarli a casa il pomeriggio.

Nella struttura, a gestione keniota e supportata nelle attività dalla Mary’s school onlus, operano otto insegnati e un direttore che, alle materie teoriche, affiancano anche lezioni pratiche e l’insegnamento della lingua italiana, vista la numerosa presenza di connazionali in Kenya. La scuola dispone anche di un ambulatorio dove opera un medico per garantire assistenza sanitaria ai bambini. Accanto all’impegno per assicurare l’accesso all’istruzione ad un numero sempre crescente di bambini, la onlus è impegnata anche nel diffondere la cultura della salute per migliorare le condizioni di vita generali e le prospettive per il futuro dei più piccoli. Non mancano nemmeno i successi scolastici. Anche quest’anno, infatti, l’istituto si è distinto per l’alto rendimento dei suoi studenti: la media dei loro voti agli esami statali, infatti, è la più alta tra tutte le 40 scuole del distretto di Magarini.

È a buon punto l’iter burocratico necessario per procedere alle costruzione della nuova scuola

elementare di Volparo. L’intervento, pena la possibilità di concluderlo in deroga al patto di stabilità, è stato affidato in via provvisoria entro il 31 ottobre scorso, come disposto dal ministero dell’Istruzione. Il progetto prevede la costruzione del nuovo plesso al posto dell’attuale primaria “Livio Tempesta”. Soluzioni alternative, come l’aggiunta di un secondo piano o l’ampliamento dell’edificio non sono state ritenute convenienti né dal punto di vista economico né da quello edilizio. Impossibile anche recuperare la struttura che presenza diverse carenze e ormai non risponde più ai requisiti di salute, incolumità e salvaguardia di studenti e docenti. I lavori prevedono la realizzazione di cinque nuove classi (un’intera nuova sezione, considerato anche l’aumento demografico di questi ultimi anni) che andranno ad aggiungersi alle dieci esistenti. Verrà realizzato anche un nuovo parcheggio per lo scuolabus e per gli utenti con notevoli vantaggi anche sul piano della sicurezza. In questo modo infatti i bambini e i genitori non saranno più costretti ad attraversare la trafficata Provinciale 35 per raggiungere il portone di ingresso della scuola. La mensa prefabbricata invece verrà mantenuta ma ampliata per rispondere alle nuove esigenze. La spesa complessiva è di 2 milioni 582 mila euro. Il progetto ha ottenuto due importanti finanziamenti regionali: il primo, nel 2009, pari a 831.200 euro (da spendere e quindi da rendicontare alla Regione entro giugno 2016, altrimenti si rischia la revoca del contributo) e un secondo, quest’anno, di 536.700 euro. Il resto, 1 milione 214 mila euro li metterà il Comune attraverso un mutuo da contrarre con la Cassa depositi e prestiti. Soldi che, in parte e in un primo momento, il Comune pensava di incassare attraverso la cessione della farmacia della frazione. Iter che ora ha preso un’altra strada. L’esecutivo locale si dice ottimista e assicura che l’avvio dei lavori ormai è imminente.

legnaroLavori pubbliciscuola elementare volparo, partito il conto alla rovescia

Ma.Ma.

Trolese regala la bandiera del Veneto all’ambasciatore d’Italia a Nairobi, Massoni

Anche quest’anno la scuola si è distinta per l’alto rendimento dei suoi allievi: la media dei voti agli esami è stata la più alta

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Nulla di nuovo sul fronte della riapertura dell’ufficio postale della frazione di Conche. E’ chiuso da un anno,

da quando Poste Italiane ha abbassato le serrande per motivi di inagibilità del vecchio edificio parrocchiale dove da cinquant’anni trova ospitalità.

Il punto della situazione è stato fatto in un incontro pubblico organizzato da Valentina Agatea, la cittadina che si è fatta promotrice della raccolta di firme e del sit-in di protesta nei mesi successivi alla chiusura.

“Dopo tutti questi mesi, visto che mi sono esposta in prima persona - dice Agatea - ho voluto mettere al corrente i miei concittadini sugli sviluppi della vicenda, anche alla luce di una recente riunione avuta con il sindaco, il parroco di Conche e il rappresentate del comitato dei cittadini di Valli di Chioggia”.

Il quadro che ne uscito è a dire poco desolante. “E’ tutto fermo - spiega - perché

Poste, che aveva promesso di iniziare il trasloco nel nuovo ufficio nel secondo semestre del 2015, non ha ancora preso una decisione”. C’è dell’altro.

“Ho scoperto che le quasi ottocento firme raccolte - racconta - non sono mai state consegnate alle Poste. Il sindaco Belan si era impegnato in prima persona a portarle direttamente a Roma alla direzione generale di Poste e invece le ha tenute chiuse in un cassetto, spiegandoci solo ora che in un secondo momento ha valutato che

non fosse un’azione opportuna da fare”. Intanto i disagi per i cittadini di

Conche, ma anche delle località limitrofe di Valli e Santa Margherita, continuano, visto che sono costretti a spostarsi in auto per chilometri per raggiungere gli uffici di Codevigo e di Chioggia.

“Ho avuto mandato - conclude Agatea - di recuperare le firme. Noi cittadini ci muoveremo da soli per cercare di ripristinare un servizio di fondamentale importanza per la nostra comunità”.

di alessandro cesarato

L’intervento della cittadina che si è fatta promotrice della raccolta di firme e del sit-in di protesta lo scorso anno, dopo la chiusura della sede, non fa presagire sviluppi positivi

Conche Valentina Agatea illustra la situazione in un incontro pubblico

Ufficio postale, tutto fermo Tra gli appuntamenti culturali di novembre

non è mancato, anche quest’anno, il tradizionale concerto di San Zaccaria

a Codevigo. La manifestazione, che prende il nome dal santo protettore, si è svolta lo scorso 7 novembre, nel Palasport comunale di Codevigo, e ha visto la Pro Loco fortemente impegnata nell’organizzazione di quello che è un concerto lirico di primissimo livello, ma ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Quest’anno la manifestazione è stata dedicata al tenore Mario del Monaco, per celebrare i 100 anni dalla sua nascita.

Come di consueto, la numerosa presenza da parte del pubblico è stata attirata dall’esibizione di artisti dal comprovato talento, a partire dall’ospite d’onore, il tenore Stefano Secco, recentemente applaudito al Teatro La Fenice di Venezia, in Tosca. Insieme a lui, si sono esibiti anche cantanti di prim’ordine, come la mezzosoprano Sarah Maria Punga, il soprano Daniela Schillaci e il basso Francesco Ellero D’Artegna, che ono stati accompagnati dal violoncellista Giambattista Valdettaro, dal giovane flautista Ludovico Degli Innocenti, dal violinista Davide De Ascaniis, dal pianista Bruno Volpato ed infine dall’ormai collaudato Coro Teatro Verdi di Padova.

A partire dalle 20 fino alla tarda serata, gli artisti si sono esibiti interpretando brani tratti dalle opere di Ponchielli, Verdi, Bizet, Puccini, Chabrier, Bellini, Cilea, Rossini e pagine strumentali di Genin e Markov. Non è mancata la canzone classica italiana a firma di Vincenzo De Crescenzo.

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Musica e tradizioniil concerto lirico Di san zaccaria DeDicato al tenore mario Del monaco

Linda Talato

Il tenore Mario del Monaco di cui si sono celebrati

quest’anno i cento anni dalla nascita

15Codevigo

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16 Arzergrande-Polverara

Promuovere la partecipazione attiva dei ragazzi alla vita della propria comunità sviluppando al contempo la

loro coscienza civica, ambientale, sociale e culturale. Con questi obiettivi viene istituito, anche a Polverara, il consiglio comunale dei ragazzi.

L’iniziativa, partita a giugno di quest’anno, è frutto della sinergia tra il Comune e l’Istituto comprensivo di Legnaro che attraverso questo progetto hanno inteso avviare anche a scuola un primo esperimento di cittadinanza attiva.

I ragazzi potranno così intervenire con idee, proposte e progetti nelle questioni che li riguardano in prima persona imparando così anche a conoscere il funzionamento della macchina amministrativa. Il consiglio dei ragazzi, del tutto simile nella forma a quello maggiore, sarà composto dal sindaco e da otto consiglieri, tutti alunni della scuola media, e resterà in carica per due anni. Il debutto avverrà il prossimo 21 novembre

con la nomina del “baby-sindaco”. Cerimonia che, con ogni probabilità,

si terrà nella sala consiliare alla presenza del primo cittadino Alice Bulgarello, della giunta municipale e dei consiglieri di maggioranza e di opposizione.

Le operazioni di voto si terranno il 14 novembre mentre le liste e i programmi elettorali tra cui sono state affisse a scuola e nell’apposita sezione del sito www.comune.polverara.pd.it. Il regolamento di funzionamento del consiglio “dei piccoli” è stato approvato dall’esecutivo locale che, ogni anno, stanzierà a bilancio un apposito contributo per le iniziative decise dai ragazzi, preventivamente sottoposte all’esame dell’amministrazione in carica.

“È un’importante occasione di educazione civica e di cittadinanza attiva - ha commentato con soddisfazione il sindaco Bulgarello, - siamo sicuri che sarà anche una bellissima esperienza per tutti i ragazzi del nostro paese”.

poLverara parte iL consigLio coMunaLe dei ragazzi per insegnare La partecipazione attiva

Il sindaco Alice Bulgarello

Amministratori locali maratoneti lungo le strade del Belpaese per non dimenticare chi è in difficoltà. C’era

anche il consigliere comunale Piercarlo Cavalletto alla partenza della terza e penultima tappa del SeAP (campionato italiano di maratona per amministratori comunali) approdato per l’occasione in terra lagunare, alla Venice Marathon. E’ la prima volta che una gara di questo particolare circuito si correva in Veneto.

Le attività legate al SeAP, che ha come obiettivo principale la sensibilizzazione dei corretti stili di vita, è anche un momento di ritrovo e confronto tra amministratori di tutta Italia.

L’iniziativa ha l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è gestita operativamente dall’Anci Emilia Romagna. SeAP ha da sempre ricordato il terremoto dell’Emilia Romagna e quest’anno ha utilizzato Venice Marathon

per non fare dimenticare il tremendo tornato che ha colpito la Riviera del Brenta.

Lo slogan di questa tappa era proprio “Rialzati Riviera”, come riportato nelle maglie tecniche da gara.

“Con la tappa lagunare - sottolinea proprio Cavalletto, che già da qualche anno s’impegna nell’iniziativa - abbiamo

voluto unire una giornata di gioia e di sport al ricordo di un evento meteorico che ha colpito il territorio attraversato dalla maratona. E’ necessario ricordare affinché le popolazioni colpite sentano attivo il piano istituzionale perché il silenzio rischia di essere un ostacolo per la conquista di una nuova tranquillità”.

di alessandro cesarato

La prima volta in Veneto: si ricordano i danni del tornado in Riviera

La terza tappa del Seap Alla Venice Marathon

Amministratori maratoneti per aiutare chi è in difficoltà Rimarrà aperta sino al 29 novembre, al

centro culturale Altinate San Gaetano di Padova, la mostra collettiva di

pittura “Roberto Pittarello e i suoi allievi di Arzergrande”.

L’allestimento, organizzato dal Comune di Padova, propone i lavori realizzati dai ragazzi della scuola media di Arzergrande nei laboratori curati dal maestro Pittarello. “Questa esposizione - spiega Matteo Cavatton, assessore alla Cultura del capoluogo patavino - è un esempio di come i linguaggi dell’arte possano rappresentare un’occasione di condivisione e confronto: la pittura in classe vive del contributo di tutti”.

La pittura collettiva nasce, infatti, con la discussione e la partecipazione attiva dei ragazzi ai progetti. Roberto Pittarello, nato e residente a Sant’Angelo di Piove, ha insegnato fino al 2009 nella scuola secondaria di primo grado. Attualmente tiene i corsi di “Didattica delle arti visive” e “Laboratorio di attività espressive grafiche e plastiche” alla Facoltà di Scienze della Formazione Primaria dell’Ateneo di Padova. Da un trentennio progetta e anima laboratori creativi su linguaggi tattile, visivo e di scrittura interiore con bambini, ragazzi e adulti, anche in collaborazione con enti, istituti pubblici e associazioni culturali. Gli esiti dei progetti educativi legati ai laboratori sono documentati in numerose mostre e pubblicazioni.

Accanto a questo impegno pubblico sperimenta le tecniche dei linguaggi artistici nel laboratorio personale di ceramica e pittura. La pittura collettiva è un’attività che non parte da un soggetto, da un titolo, ma da una tecnica che mette in moto le energie di tutti con la condivisione del voler fare. Nel laboratorio del colore, ad esempio, si scopre che usare il pennello non è poi così scontato perché si può utilizzare in diversi modi: può essere tenuto piatto, si può usare di punta oppure di taglio. Inoltre si gioca con la tonalità del colore, con le spugne, le spatole, le macchie. Informazioni e orari della mostra: 049/8204553

pittura

al centro culturale altinate san gaetano a padova“roberto pittarello e i suoi allievi Di arzergranDe”, in mostra i lavori Dei ragazzi Delle meDie

A.C.

Piercarlo Cavalletto in gara

Pittarello e i suoi giovani allievi al lavoro

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17Pontelongo

Una contrazione in volume di circa il 10% rispetto alla programmazione iniziale e un conseguente

accorciamento della durata dei giorni di lavorazione dello zuccherificio. Si è conclusa dopo solo 75 giorni la campagna saccarifera, quest’anno condizionata come non mai dal gran caldo.

A fine giugno la coltura presentava, infatti, ottime caratteristiche e lasciava presagire risultati produttivi più elevati, ma il lungo periodo siccitoso e le temperature costantemente superiori alla media hanno parzialmente compromesso il buon raccolto previsto.

Tuttavia, nonostante l’andamento climatico sfavorevole, con una produzione pari a circa 240 mila tonnellate di zucchero, Coprob ha ancora una volta superato abbondantemente la propria quota di produzione giuridica.

I numeri di questa campagna parlano

di una produzione media che si è attestata sulle 58,3 tonnellate di bietole per ettaro con una polarizzazione media di 15 gradi e una produzione di saccarosio pari a 8,75 tonnellate per ettaro. In questa campagna sono state poi confermate le performance positive sotto il profilo energetico e le ottime medie giornaliere di lavorazione

bietole, a dimostrazione che gli investimenti effettuati stanno dando i loro frutti a favore della filiera e con benefici evidenti anche per l’ambiente.

Risultati positivi sono arrivati anche dal nuovo scarico automezzi adottato nello stabilimento, che ha sensibilmente agevolato e velocizzato le operazioni di

ricevimento del prodotto, diminuendo nettamente le code degli autoveicoli e riducendo le ore necessarie per lo scarico.

“Nella consapevolezza dei sacrifici che abbiamo dovuto sostenere durante la campagna a causa dell’andamento stagionale e per i prezzi bassi dello zucchero e della bietola - afferma Claudio Gallerani,

presidente di Coprob - il cda ha deliberato, per la campagna 2016, un aumento del prezzo della barbabietola, confidando su un incremento delle quotazioni di mercato dello zucchero”.

A novembre, tra l’altro, i nuovi bandi regionali del Psr daranno l’opportunità di intercettare ulteriori risorse finanziarie a favore della filiera, in una logica di rispetto dell’ambiente e attraverso lo sviluppo di un’agricoltura sempre più sostenibile. “Continueremo a sostenere con forza la necessità di produrre bietole e zucchero in Italia - aggiunge Gallerani - per garantire la rotazione agraria e l’approvvigionamento di zucchero, valorizzare sempre più il nostro prodotto, strategico per l’economia delle nostre imprese e del territorio. Per questo motivo abbiamo aperto la possibilità di una programmazione triennale anche a quegli agricoltori che non avessero ancora aderito”.

Una campagna condizionata dal gran caldo fa registrare una contrazione in volume di circa il 10 per cento rispetto alla programmazione iniziale e un conseguente accorciamento dei giorni di lavorazione. Gallerani: “Continuiamo a sostenere la necessità di produrre bietole e zucchero in Italia”

Economia Dopo soli 75 giorni si è conclusa la campagna saccarifera

Zuccherificio, bilancio positivo con qualche ombra

di alessandro cesarato

Lo zuccherificio di Pontelongo. Il presidente di Corpob, Claudio Gallerani

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18 Cultura locale

Perché ho deciso di suonare il flauto traverso? Non lo so, so solo che ho sempre sentito che era giusto così”.

Ludovico Degli Innocenti ha solo 20 anni, lo sguardo limpido e i modi pacati, ma anche una forte determinazione. Qualità che, tra le altre, gli ha permesso di contraddistinguersi nel panorama dei giovani talenti musicali, non solo a livello locale, ma anche nazionale e addirittura all’estero. Recentemente tornato in Italia, dopo essersi esibito a Seul, in Corea, il giovane flautista del Piovese ha suonato anche in onore del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed è risultato, nel 2015, il primo idoneo nella graduatoria per la World Youth Orchestra, formata dai migliori allievi di università, accademie e conservatori dei cinque continenti. Definito, nella prestigiosa rivista Falaut, in un’intervista al maestro Montafia, come uno dei giovani flautisti più promettenti in Italia, Ludovico è nato a Padova e cresciuto

nel Piovese. Oggi vive a a Stoccarda, dove frequenta la prestigiosa Staatliche Hochschule fur Musik und Dartellende Kunst, seguito dal Maestro Davide Formisano. “Ho iniziato da giovanissimo con lo studio del flauto traverso e mi sono iscritto al conservatorio di Adria all’età di 11 anni - racconta - In seguito, mi sono trasferito al conservatorio C. Pollini di Padova, dove ho seguito le lezioni del Maestro Claudio Montafia e dove mi sono diplomato a 16 anni, nel 2012, con il massimo dei voti”. Da lì ha preso il via un percorso che

ha portato Ludovico a vincere numerosissimi concorsi, nazionali ed internazionali, esibendosi pure, in rappresentanza del conservatorio Pollini, in un trio di flauti all’interno della trasmissione Uno Mattina in Famiglia, su Rai Uno. Tante soddisfazioni e riconoscimenti, fino all’esperienza più recente, a Seul, dove ha suonato, lo scorso 16 ottobre, con la GeumCheonSymphony Orchestra, tenendo anche due Masterclasses ed un Recital. “E’ stata un’esperienza estremamente positiva e formativa, non solo dal punto di vista

di Linda talato

In Italia, dopo essersi esibito a Seul, in Corea, ha suonato anche per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Il personaggio A 20 anni è uno dei flautisti più talentuosi d’Italia

Ludovico Degli Innocenti, una giovane promessa che è già una conferma

Ludovico Degli Innocenti in Corea

C’era una volta la “scuola delle suore”… Era il 1899 quando venne fondata con la mission di educare i bambini

della comunità piovese. L’opera dell’istituto ha accompagnato fino ai giorni d’oggi i primi passi nell’apprendimento e nella formazione di migliaia di scolari e delle loro famiglie. Ogni anno centinaia di famiglie continuano a scegliere la Scuola Santa Capitanio. Non solo, negli ultimi anni la richiesta è sensibilmente aumentata. Tentare di spiegare il perché, ci offre l’occasione per fare delle riflessioni sull’ “essere scuola” e sul “fare scuola” alla Santa Capitanio. Avere una tradizione significa essere in grado di capire le mutevoli esigenze delle famiglie, significa dirigersi verso nuove metodologie di insegnamento, verso un utilizzo intelligente e consapevole anche degli strumenti che le nuove tecnologie offrono, con una filosofia chiara: non tutto ciò che è vecchio è superato e non tutto ciò che è nuovo è necessariamente migliorativo. La lunga esperienza nel campo educativo permette di connettere tutte le componenti e le risorse della scuola in vista della finalità principale: crescere bambini competenti, autonomi, critici e sani… scegliendo come primo alleato la famiglia che è parte attiva e collaborativa, costantemente in dialogo, al punto di essere lei stessa “componente”. Anche una novità come l’attivazione della mensa interna entra a pieno titolo nel sistema educativo, è “un’aula esperienziale” in cui si impara a mangiare, a conoscere il cibo e le sue proprietà. Così si fa scuola anche quando si esce dall’edificio e ci si reca al mercato, dal fruttivendolo, o in una fattoria per conoscere e toccare con mano ciò che ci circonda. Si fa scuola anche quando si esce in parco, a contatto con la natura, quando si gioca e si impara a rispettare e “prendere le

misure” con l’ambiente e con la presenza degli altri. Al termine della scuola, per chi lo desidera, dalle 16 alle 18 con la collaborazione di esperti esterni si sperimentano sport, lingue straniere, teatro e attività manuali in cui i bambini possono mettersi alla prova e confrontarsi con il nuovo o con ciò che li appassiona. La modalità del tempo pieno gestita dall’insegnante prevalente dà la possibilità di gestire l’orario scolastico in modo meno frammentato dando lo spazio necessario ai bambini di apprendere in profondità, esplorando i contenuti, sviluppando e potenziando le proprie competenze. La compresenza di una scuola dell’infanzia e primaria permette di creare un percorso continuativo.

Dal lunedì al venerdì, dalle otto di mattina alle sedici del pomeriggio i bambini dai due e mezzo agli undici anni lavorano con l’insegnante prevalente, dedicata alle materie di base e con gli insegnanti specialisti che curano l’insegnamento di arte, educazione fisica, inglese, musica e religione. Gli specialisti sono gli stessi per entrambe le scuole a garanzia di accompagnamento graduale e omogeneo. “Educare il cuore e la mente” non sono soltanto delle belle parole messe in fila per creare uno slogan, è la sintesi tutto ciò che la scuola si propone di fare con e per i bambini. L’invito a tutti i genitori che in questo periodo sono chiamati a fare una scelta per i loro figli ad avvicinarsi con curiosità alla scuola, per informarsi per conoscerla. Sono previste due serate informative e di presentazione della Santa Capitanio che si terranno martedì 24 novembre alle 20.30 per la scuola dell’infanzia e giovedì 26 novembre alle 20.30 per la scuola primaria presso il patronato della Parrocchia del Duomo di Piove di Sacco.

ForMazione La scuoLa santa capitanio si presenta aL territorio in due serate

professionale ed artistico, ma anche umano - racconta - La sala dove mi sono esibito era gremita, le persone che ho incontrato gentili ed entusiaste, tanto che mi hanno proposto di tornare l’anno prossimo, per il festival flautistico”. Ma non c’è solo la musica nella vita di questo giovane artista, che si dimostra anche molto legato alla famiglia. “Per la mia esibizione in Corea mi ha accompagnato mio fratello Edoardo - anche lui musicista ndr - che è anche l’autore delle tantissime foto scattate” ha detto Ludovico, chiedendo

che nell’articolo pubblicato uscisse anche un ringraziamento alla sua famiglia, che lo ha sempre sostenuto e aiutato. Oltre a studiare e a perfezionarsi all’estero, Ludovico ha anche insegnato all’istituto superiore Einstein e nella scuola media E. C. Davila, entrambi a Piove di Sacco. Fa parte, inoltre, del folto vivaio di talenti musicali che si esibiscono all’interno dell’Orchestra Giovanile della Saccisica e suonerà nel capoluogo del Piovese il prossimo 9 aprile, nell’auditorium Giovanni Paolo II, insieme alla pianista RenataBenvegnù.

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Linda talato

20 Cultura locale

Doppio sguardo è quando la realtà diviene finzione e la finzione realtà, quando spettatore e attore si osservano a vicenda, perdendosi in uno specchio che

riflette e racconta la realtà, uguale ma sempre diversa a quella che lo spettatore vive. Ed è proprio sulla sottile trama di questo doppio sguardo che si svolgerà la Stagione di Prosa 2015 - 2016 del Teatro Filarmonico comunale, a Piove di Sacco. Si è aperto il sipario su quella che è la rassegna teatrale fulcro della proposta culturale che prende vita nel suggestivo teatro del centro storico piovese, una proposta che, per questa stagione, prevede otto appuntamenti: dal 19 novembre 2015 all’11 marzo 2016.

“Un cartellone ricco di spettacoli di qualità - come hanno spiegato gli organizzatori, attraverso un comunicato stampa e nel corso della presentazione, avvenuta lo scorso 15 ottobre - Nomi come quelli di Marco Paolini, Ottavia Piccolo e le Belle Bandiere si alterneranno a spettacoli caratterizzati dalle eccellenze nel panorama veneto contemporaneo”.

La stagione è stata organizzata dall’Associazione Nuova Scena Saccisica, in collaborazione con l’assessorato alla cultura piovese e Arteven, Circuito Teatrale Regionale. La rassegna ha esordito il 19 novembre, con Numero Primo, studio per un nuovo album di Marco Paolini. L’autore e attore veneto ha portato in scena, infatti, il primo studio di uno spettacolo che ha ripreso i fili di un racconto a puntate, cominciato con Adriatico e proseguito con altri importanti titoli, quali Aprile ’74 e 75 e Miserabili. Al centro delle rappresentazioni le memorie, i luoghi, le facce e le esperienze che hanno accompagnato Nicola, il protagonista, insieme a nuovi personaggi alle prese con il nostro presente. Doppio appuntamento, invece, nel mese di dicembre, con Wonder Woman, di e con Antonella Questa, Giuliana Musso e Marta Cuscunà, martedì 2, e Don Chiscotte di Stivalaccio Teatro, il 19 dicembre. Dopo la pausa natalizia, venerdì 15 gennaio 2016, sarà la volta di Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi, che porteranno sul palco del Filarmonicolarappresentazione dal titolo Enigma. Tra giochi di intrecci e di parole, prenderanno vita due personaggi, Hilder e Ingrid, e i loro legami complessi con la realtà di una Berlino a vent’anni dopo la caduta del Muro e, soprattutto, con se stessi. Altro appuntamento previsto a gennaio è quello di venerdì 29, con il Teatro Guascone dei Balkanicos, dove il soldato Svejk, interpretato da Andrea Kaemmerle e accompagnato da cinque musicisti kletzmerbalcanici, ovvero Ras Kornika, Ivo Andreevic, Branca Ceperac, Jan Milo e JvIasha Ivanova, trasporteranno il pubblico in un viaggio musicale e letterario attraverso l’est

Europa. Grande appuntamento musicale il 12 febbraio, con La Traviata, della compagnia Lirica.Mente. Lo spettacolo, scritto e narrato da Daniele Nuovo insieme ad Anna Zago, e accompagnato dal canto di Sonia Visentin, Cristiano Langaro, Milo Buson, oltre che dalle note suonate dal vivo da Gerardo Felisatti, offrirà un percorso teatrale sino alle famose vicende de la Signora delle Camelie di Dumas, attraversando le celebri arieverdiniane, per arrivare alla vera protagonista di questa vicenda: la celebre cortigiana parigina Marie Du Plessis. Venerdì 26 febbraio sarà la volta de Il nostro Amore fa Schifo, del giovane gruppo nato nell’ambiente culturale torinese Maniaci d’Amore. A chiudere la stagione, venerdì 11 marzo, sarà Svenimenti, spettacolo ispirato agli Atti unici, alle lettere ed ai racconti di Anton Cechov. L’omaggio all’autore, russo creato e messo in scena da Elena Bucci, Marco Sgrosso e Gaetano Colella, è un racconto appassionato della vita dello scrittore, delle sue parole e di alcuni dei suoi personaggi. Basandosi in parte sulla biografia scritta da Irène Némirovskij, lo spettacolo, attraverso un colloquio tra personaggi realmente vissuti ed altri inventati dalla sua penna, mette in luce un uomo ed uno scrittore delicato e spiritoso, complesso e intelligente, rivoluzionario e profondo indagatore dell’essere umano. Non mancheranno, anche quest’anno, le Domeniche a Teatro dedicate ai più piccoli: cinque, per la precisione, che si svolgeranno dal 22 novembre al 6 marzo. Titoli classici,

come Il Mago di Oz e Il Giro del Mondo in 80 Giorni, si alterneranno a spettacoli di circo teatro e clownerie. Fuori abbonamento è previsto uno spettacolo, Un Eroe sul Sofà, della compagnia Madame Rebinè, cui gli abbonati avranno diritto al biglietto ridotto speciale di 4 euro. Sei gli appuntamenti previsti, invece, con il Teatro Amatoriale, che si svolgeranno dal 28 novembre 2015 al 12 marzo 2016, organizzati dalla Compagnia della Torre e da La Ribalta, in collaborazione con Nuova Scena Saccisica e l’assessorato alla cultura piovese. Tra questi spettacoli, spiccano titoli legati alla tradizione dialettale veneta, commedie brillanti ed un importante tributo a Giorgio Gaber. I biglietti per i singoli spettacoli, invece, saranno acquistabili da sabato 7 novembre 2015: l’intero è di 10 euro mentre il ridotto di 9. 15 e 13 euro sono le tariffe per Numero Primo ed Enigma. Per l’amatoriale, invece, il costo dei biglietti è di 7 euro e il ridotto di 6, mentre per le domeniche a teatro è previsto un biglietto unico di 6 euro. Per tutti gli spettacoli della rassegna e per le Domeniche a Teatro è prevista una prevendita on line dei biglietti nel sito www.vitaticket.it e, sull’acquisto, verrà applicato il diritto di prevendita. Sarà, inoltre, possibile acquistare i biglietti il giorno stesso dello spettacolo, dalle ore 20.00, per gli appuntamenti del serale, e dalle ore 15.00, per i pomeriggi domenicali, nella biglietteria del Teatro Filarmonico, fino ad esaurimento posti.

Un cartellone ricco di spettacoli di qualità, con nomi di spicco come quelli di Marco Paolini, Ottavia Piccolo e le Belle Bandiere che si alternano alle eccellenze del panorama veneto contemporaneo

Teatro La Stagione di prosa al Filarmonico di Piove di Sacco

Doppio sguardo tra finzione e realtà, da novembre a marzo 8 appuntamenti

Se c o n d a e d i z i o n e di Burattini

in Libertà, con qualche i m p o r t a n t e cambiamento. La manifestazione dedicata ai piccini, che ha preso il via lo scorso 11 ottobre, si è arricchita, quest’anno, di una novità: gli spettacoli non si sono svolti più solamente a Piove di Sacco, ma anche nei comuni di Sant’Angelo di Piove e di Arzergrande. Quattro, in totale, gli appuntamenti, in programma a ottobre e novembre - l’Arlecchino Innamorato di e con Claudio Valese,il Mostro Mangiacolori, il Teatro del Rimbalzo ed il Contafiabe di Ombretta Zaglio. L’ultimo appuntamento è previsto per il 15 novembre, nell’Auditorium di Piove di Sacco, con Gunteria Street Show, spettacolo organizzato dal mimo-clown Gunter Rieber. Gli spettacoli si sono svolti a partire dalle ore 16 e sono stati seguiti, come di consueto, da laboratori in cui i bambini hanno potuto costruire oggetti-giocattolo utilizzando materiali poveri, oltre che da un piccolo rinfresco.

La direzione artistica della manifestazione è stata curata dall’Associazione culturale La Casa degli gnomi, che ha organizzato gli spettacoli in collaborazione con gli assessorati alla Cultura dei Comuni di Piove di Sacco, Arzergrande e Sant’Angelo di Piove.

neWs

per i più piccoliburattini in libertà, Quest’anno anche itineranti

L.T.

Alcuni dei nomi che sono in programma nel cartellone degli spettacoli teatrali al Filarmonico di Piove di Sacco

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E’ stata inaugurata lo scorso 30 ottobre, nel Centro di Arte e Cultura di via Garibaldi, l’esposizione artistico-culturale che

rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 22 novembre. Una finestra sul movimento artistico emerso nella metà degli anni ‘50 in Gran Bretagna e all’inizio degli anni ‘60 negli Stati Uniti, che mira a raccontare, attraverso l’esposizione mirata delle opere degli artisti della scuola di Piazza del Popolo, a Roma, come, dagli anni ‘60 in poi, ci sia stata una vera e propria rivoluzione in campo artistico, che volgeva la propria attenzione verso la cultura popolare, a tutto ciò che era “popular”, inteso come quell’insieme di oggetti, miti e linguaggi tipici della società dei consumi.

Quella stessa società che, nel secondo dopoguerra, vede la televisione entrare per la prima volta nelle case, portando i nuovi look legati alla moda, la musica, i film, prodotti ed elettrodomestici che diventano oggetti del desiderio. Mario Schifano,

Franco Angeli, Tano Festa, Mimmo Rotella, Renato Mabor, Giosetta Fioroni, Mario Cerolie Concetto Pozzati sono alcuni tra i più importanti artisti di cui sono state esposte le opere.

“Con questa mostra abbiamo cercato di raccontare gli anni ‘60, la “golden age”, un periodo in cui il mondo si apprestava a rinascere - ha commentato, durante l’inaugurazione Enrica Feltracco che, insieme con Matteo Vanzan, di MV Eventi, si è occupata dell’organizzazione della

mostra - Parliamo di artisti che si definivano “attenti osservatori della realtà” e che ci hanno offerto un’angolazione del loro modo di vedere gli anni ‘60”.

C’è un messaggio dietro ogni opera, hanno voluto sottolineare Enrica e Matteo, la Pop Art racconta la vita di tutti i giorni e non morirà mai.

“La Pop Art ci aiuta a comprendere meglio ciò che viviamo ogni giorno, in quanto un oggetto comune viene rielaborato attraverso il filtro artistico - ha commentato

anche il sindaco, Davide Gianella - Spero che questa mostra possa diventare un’occasione per favorire la rielaborazione critica”. Ed è, anche, a questo scopo che ogni opera è stata corredata di un pannello esplicativo, proprio per rendere l’esposizione fruibile a tutti, anche ai “non addetti ai lavori” ma, soprattutto, per rivolgersi al pubblico dei giovani e dei giovanissimi, coinvolgendo anche alunni e studenti delle scuole presenti nel territorio, che saranno invitati a visitare la mostra.

Doverosi ringraziamenti sono andati ai numerosi sponsor che, con sensibilità ed entusiasmo, hanno da subito appoggiato il progetto, ovvero la Banca di credito Cooperativo, Chiara Rossetto del Molino Rossetto, Barbara Pigazzi dello Studio 83 Lab, l’Upa di Padova e, naturalmente, l’amministrazione comunale. La mostra, ospitata ai piani superiori del Centro d’Arte e Cultura, rimarrà aperta dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19, ad ingresso libero.

di Linda talato

Una finestra sul movimento artistico emerso nella metà degli anni Cinquanta in Gran Bretagna. “Abbiamo cercato di raccontare - spiega Enrica Feltracco - la “golden age”, un periodo in cui il mondo si apprestava a rinascere”

La mostra Sarà aperta al pubblico fino al 22 novembre al Centro Arte e Cultura di via Garibaldi

“Una vita a cento all’ora”, prospettiva sulla Pop Art

L’inaugurazione della mostra e alcune delle opere esposte

21Cultura locale

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1 Cultura provinciale

È aperta fi no al 28 febbraio prossimo la mostra “Food | la scienza dai semi al piatto”, in esposizione al Centro Altina-

te San Gaetano. Un fuori expo tutto padova-no dal taglio scientifi co, curato dal chimico Dario Bressanini, docente presso l’Università dell’Insubria, divulgatore scientifi co, collabo-ratore di varie testate giornalistiche, radio-foniche e televisive, noto per la semplicità di linguaggio con cui affronta temi gastro-nomico�scientifi ci o legati alla produzione agricola rendendoli così accessibili al grande pubblico. Con lo stesso approccio divulga-tivo, il percorso espositivo di “Food” porta il visitatore, attraverso scenografi che imma-gini al microscopio, video didattici e giochi interattivi, da dove tutto inizia, il seme, al piatto fi nito.

Si scopre così, ad esempio, che il grano che utilizziamo oggi è frutto di un’infi nità di modifi che genetiche avvenute nel corso dei secoli, che l’olio di arachidi è uno dei più adatti per friggere, che cosa accade chimi-camente e fi sicamente quando prepariamo

un gelato o una maionese, a quale tempe-ratura è meglio cuocere una bistecca o più semplicemente il metodo corretto per pre-parare un buon caffè con la moka, il tutto spiegato scientifi camente attraverso chimica e fi sica. Una prospettiva inedita sul cibo che mangiamo tutti i giorni: “Se ci pensate la cucina è l’ambiente di casa a più alto conte-nuto scientifi co e tecnologico – spiega Dario Bressanini - quando prepariamo un uovo al tegamino, impastiamo una torta o prepa-riamo un caffè, inconsapevolmente stiamo eseguendo una serie di esperimenti scien-tifi ci, in cui avvengono moltissime reazioni chimiche e trasformazioni fi siche” .

Concepita come un cammino dalla terra alla tavola, la mostra è divisa in quattro se-zioni – “Tutto nasce dai semi”, “Il viaggio e l’evoluzione degli alimenti”, “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” e “I sensi. Non solo gusto” – distribuite su quattro sale che seguono il percorso del cibo dai semi al piatto. Inizialmente il visitatore sarà coinvol-to in un viaggio nel tempo e nello spazio

degli alimenti che caratterizzano la nostra cucina come il riso, il caffè, il cacao e la pasta, per scoprirne le storie e le diffi coltà incontrate prima di essere integrati nei no-stri ricettari.

Al termine di questo viaggio, il visitatore sarà invitato a una ri�scoperta sensoriale del cibo e dei molti elementi – dall’ambien-te alla psicologia – che ne infl uenzano il consumo. Ampio spazio sarà dedicato alla

cucina, alle ricette di diverse epoche stori-che, al diverso approccio al cibo nel corso dei secoli e infi ne agli errori più comuni che si compiono in cucina e al modo migliore per evitarli. La mostra si concluderà con una sezione dedicata ai sensi, dove originali exhibit interattivi ci condurranno a scoprire come essi possono infl uire sulla percezione del gusto. Tutti i dettagli anche per visite gui-date e scuole su www.mostrafoodpadova.it.

Debutta “Food”, originale “fuori Expo” padovano che fa conscerela complessità dell’alimentazione

Al Centro Altinate San Gaetano Fino al 28 febbraio la mostra curata dal chimico Dario Bressanini

La scienza dai semi al piatto

Dal cibo di tutti i giorni alla divulgazione scientifi ca

In occasione del centenario della nascita di Amleto Sartori, scultore, pittore, e poeta, celebre in tutto il mondo come

padre della moderna maschera teatrale in cuoio, l’amministrazione padovana e il Centro maschere e Strutture Gestuali di Abano terme dedicano all’artista un’an-tologica in esposizione dal 7 novembre al 17 gennaio presso la Galleria Cavour. Il percorso espositivo rende conto della poliedrica attività di Sartori, che spazia dai busti (in legno, pietra, marmo, bronzo) alle piccole e grandi sculture, ai bassorilievi decorativi e, più in generale, alle decorazioni integrate alle architetture, alle pitture, ai disegni, alle composizioni a graffi to. E, naturalmente, alle maschere teatrali che hanno reso celebre il suo nome nel mondo del teatro internazio-nale.

L’ESPOSIZIONE

L.O.

Le mascheredi Amleto Sartoriin Galleria Cavour

Le maschere di Sartoridi Laura Organte

A Palazzo Zabarella Dalla rivoluzione dei “Macchiaioli” alla maturità

È il pittore livornese Giovanni Fattori, por-tavoce di una pittura potente, capace di interpretare, lungo tutta la seconda

metà del XIX secolo, le trasformazioni della visione moderna, il protagonista dell’annua-le evento espositivo dedicato all’Ottocento italiano della Fondazione Bano. A palazzo Zabarella, fi no al 28 marzo 2016, sarà pos-sibile ripercorrere la lunga vicenda creativa di Fattori, ricostruita attraverso altre cento dipinti dai più accreditati esperti del pittore livornese: Francesca Dini, Giuliano Matteuc-ci e Fernando Mazzocca.

Si parte così dalla rivoluzione dei Mac-chiaioli, in cui ha avuto un ruolo di primo piano, affi data ai piccoli formati delle leggendarie tavolette, come La rotonda di Palmieri, fi no al raggiungimento, nei grandi formati, di una dimensione epica dove si rifl ettono i mutamenti storici e sociali che hanno trasformato il nostro Paese, per ar-rivare infi ne alla sperimentazione di nuovi territori iconografi ci e formali che lo ha avvicinato, per i risultati raggiunti, ad altri geni solitari quali Courbet o Cézanne. Nei drammatici capolavori della maturità, come Il muro bianco (In vedetta) o Lo staffato, espressi con un linguaggio che va oltre la dimensione della denuncia per raggiungere una prospettiva universale, Fattori è stato

lucido interprete della delusione di una na-zione, uscita dal Risorgimento, che non ha saputo realizzare quegli ideali di giustizia sociale in cui le giovani generazioni aveva-no creduto. Questa è la sua grandezza, che ne ha fatto subito un classico, paragonato ai maestri del Quattrocento, come il Beato Angelico, Paolo Uccello, ma anche a Goya e al contemporaneo Cézanne.

All’interno del percorso espositivo si darà conto anche alla sua produzione gra-fi ca, con una sezione che presenterà una decina di fogli incisi ad acquaforte su zinco, in grado di dimostrare quanto Fattori, an-che in questo campo, abbia toccato vertici assoluti, sia dal punto di vista tecnico che stilistico, nonostante la sua attività sia ini-

ziata solo negli anni ottanta dell’Ottocento. Come per i dipinti, i soggetti ricorrenti sono i protagonisti della vita reale, siano essi contadini o soldati, attorniati da una natura indagata sempre con grande commozione.

Fattori potente interpretedell’Ottocento italiano

Sopra: “Piantoni. Il muro bianco (In vedetta)”, 1874In basso “Garibaldi a Palermo”, 1860-1861

L.O.

TEATRO E MUSICA

SORRISI CON L’ELEFANTE DI GOMMA Al via la settima edizione del “Premio LiNUTILE del Teatro”, quest’anno dedicata al tema del sorriso. Diverse le novità rispetto alle scorse edizioni: per la prima volta sarà la Sala Consiliare di Piazzola sul Brenta ad ospitare la rassegna, che, oltre agli spetta-coli in sarà arricchita da quattro spettacoli fuori concorso dedicati ai bambini - domenica 22 novembre 2015, domenica 24 gennaio, domenica 14 feb-braio e domenica 21 febbraio 2015. Come sempre spetterà al pubblico il compito di scegliere, attraverso votazione, lo spettacolo vincitore, al quale assegnerà l’“Elefante di Gomma” simbolo della manifestazione realizzato dalla designer Ummagumma.

GUERRA FRA SATIRA E PUBBLICITÀC’è tempo fi no al 31 gennaio per visitare l’esposizione “La guerra, tra satira, pubblicità e comunicazione”, allestita al Piano Nobile dello Stabilimento Pedrocchi. In occasione del centenario della Grande Guerra, saranno presentati giornali, illustrazioni, riviste, cartoline e bolli chiudilettera dell’epoca, materiale in parte recentemente donato al Musei Civici, in parte appartenente a collezione privata e a un archivio storico pubblicitario di Como. Sarà l’occasione per conoscere da vicno ducumenti e testimonianze della Grande Guerra in una originale chiave di lettura.

A DICEMBRE ROMEO E GIULIETTAArriva a Padova “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo”, consacrata da pubblico e critica come la nuova opera dei record: 45 artisti, un palco di 550mq, 23 cambi scena, oltre 270 costumi, 40 tecnici impiegati ogni sera dietro le quinte, 15 persone di produzione, 6 specialisti della comunicazione, 122 facchini, 1.432 ore e 13 bilici necessari per lo smontag-gio ed il trasporto delle imponenti scenografi e. Ma soprattutto, 154 repliche e oltre 300.000 spettatori dal debutto, nell’ot-tobre 2013, ad oggi. Ad ospitare la tappa padovana del tour sarà, il 18, 19 e 20 dicembre, il Gran Teatro Geox.

a cura di Laura Organte

23Cultura provinciale

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241

IL VENETOin PRIMO PIANO

Sono 1.496 le donne che nel 2014 si sono rivolte ai Centri antiviolenza del Veneto, numeri che aumentano di anno

in anno grazie anche all’incremento dei servi-zi di ascolto ed accoglienza sul territorio.

Più del 50% di queste donne hanno un’e-tà compresa tra i 30 e i 50 anni e vivono rela-zioni stabili in cui sono presenti nella maggior parte dei casi fi gli e fi glie minori.

Del totale delle donne, il 93% (1397) è vittime di violenza che si consuma all’interno delle mura domestiche, mentre il 7% (99) di queste sono state vittime di violenza extra-familiare. È quindi quasi sempre all’interno della famiglia che avvengono le violenze per mano del marito/compagno, dove i fi gli e le fi glie sono spesso spettatori e spettatrici, quando non coinvolti direttamente, e perciò vittime di violenza assistita.

Questi gli ultimi dati veneti che riguarda-no questa piaga privata, troppo spesso taciu-ta, li ha diffusi il Coordinamento dei Centri Antiviolenza del Veneto e cioè delle richieste di aiuto arrivate nel 2014 ai Centri Antivio-lenza delle città di Padova, Venezia, Belluno, Treviso, Verona e Bassano del Grappa.

“Questi numeri – hanno commentato le responsabili dei Centri – non devono la-sciare indifferenti e devono farci rifl ettere anche sulle politiche che la nostra Regione

propone per il contrasto al fenomeno della violenza maschile sulle donne. Politiche che ogni anno vengono ridiscusse e che vedono un taglio drastico dei fi nanziamenti, non permettendo così una programmazione che possa rispondere in modo effi ciente ai bisogni delle donne.

Dal canto suo la Regione ha pubblicato il bando per l’assegnazione delle risorse desti-nate per interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello – specifi ca Manuela Lanzarin, assessore regionale al sociale – La Regione Veneto, per parte sua, ha confermato l’erogazione anche quest’an-no di 400mila euro. Siamo al lavoro per ren-dere più omogenea e capillare la rete delle strutture, i costi e le modalità di intervento. Attendiamo però di capire se anche lo Stato confermerà anche per il 2015 i 1.440.000 euro destinati al Veneto per i centri antiviolen-za: sono fondi indispensabili per dare continu-ità alle iniziative di accoglienza, protezione e recupero attivati nelle sette province venete dalla collaborazione tra associazionismo, vo-lontariato e istituzioni pubbliche”.

Per dare corso ai propositi sopraindicati,

l’assessore Lanzarin ha promosso a Palazzo Balbi un tavolo tecnico di coordinamento per monitorare il fenomeno delle violenze fami-liari e di genere e fare il punto sullo stato di applicazione della legge. La rappresentanza istituzionale al tavolo di coordinamento dovrà essere rinnovata entro la fi ne dell’anno, ma intanto l’assessore al sociale, che ne assume-rà anche formalmente il coordinamento, ha voluto fare il punto sulle iniziative in corso, le modalità di rilevazione, il grado di copertura del territorio regionale, i progetti in corso, le risorse disponibili. L’incontro ha così foto-grafato una situazione molto variegata, che tiene conto del lavoro dei Centri anti violen-za e di quello di associazioni o altro che si prodigano in quest’ambito. Quel che emerge è che a due anni dall’entrata in vigore della legge regionale di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne la rete veneta delle strutture attivate conta 15 centri antivio-lenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello. Altri 6 centri antiviolenza sono in via di attivazione nel Padovano, nella Marca e a Chioggia. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo fi nanziario della Regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne e ne hanno ospi-tato 50 (di cui 36 insieme ai loro fi gli) nelle

case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con fi gli minori) attraverso le case di secondo livello.

Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, saranno ricordate tutte le vittime ma anche il grande impegno di coloro che le aiutano ad uscire dall’incubo in cui vivono loro e, spesso, anche i loro fi gli. In queste giornate di sensibilizzazione, come

ricordano le volontarie dei Centri antiviolen-za, occore “raccogliere l’energia per lavorare tutto il resto dell’anno affi nché ogni donna possa esser libera nella propria vita. Libera dalle violenze, ma non solo. Libera di essere Donna, libera di poter esprimere la propria in-dividualità e libera di muoversi in una società dove il rispetto reciproco nelle relazioni intime non sia più messo in discussione”.

di Maria pavan

L’assessore Lanzarin: “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello”

25 novembre Una giornata di sensibilizzazione perché le vittime siano meno sole

Violenza: nel 93% dei casi il mostro è in casa anche nella nostra regione

Manuela Lanzarin

Page 27: Piovese nov2015 n135

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Sono 1.496 le donne che nel 2014 si sono rivolte ai Centri antiviolenza del Veneto, numeri che aumentano di anno

in anno grazie anche all’incremento dei servi-zi di ascolto ed accoglienza sul territorio.

Più del 50% di queste donne hanno un’e-tà compresa tra i 30 e i 50 anni e vivono rela-zioni stabili in cui sono presenti nella maggior parte dei casi fi gli e fi glie minori.

Del totale delle donne, il 93% (1397) è vittime di violenza che si consuma all’interno delle mura domestiche, mentre il 7% (99) di queste sono state vittime di violenza extra-familiare. È quindi quasi sempre all’interno della famiglia che avvengono le violenze per mano del marito/compagno, dove i fi gli e le fi glie sono spesso spettatori e spettatrici, quando non coinvolti direttamente, e perciò vittime di violenza assistita.

Questi gli ultimi dati veneti che riguarda-no questa piaga privata, troppo spesso taciu-ta, li ha diffusi il Coordinamento dei Centri Antiviolenza del Veneto e cioè delle richieste di aiuto arrivate nel 2014 ai Centri Antivio-lenza delle città di Padova, Venezia, Belluno, Treviso, Verona e Bassano del Grappa.

“Questi numeri – hanno commentato le responsabili dei Centri – non devono la-sciare indifferenti e devono farci rifl ettere anche sulle politiche che la nostra Regione

propone per il contrasto al fenomeno della violenza maschile sulle donne. Politiche che ogni anno vengono ridiscusse e che vedono un taglio drastico dei fi nanziamenti, non permettendo così una programmazione che possa rispondere in modo effi ciente ai bisogni delle donne.

Dal canto suo la Regione ha pubblicato il bando per l’assegnazione delle risorse desti-nate per interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello – specifi ca Manuela Lanzarin, assessore regionale al sociale – La Regione Veneto, per parte sua, ha confermato l’erogazione anche quest’an-no di 400mila euro. Siamo al lavoro per ren-dere più omogenea e capillare la rete delle strutture, i costi e le modalità di intervento. Attendiamo però di capire se anche lo Stato confermerà anche per il 2015 i 1.440.000 euro destinati al Veneto per i centri antiviolen-za: sono fondi indispensabili per dare continu-ità alle iniziative di accoglienza, protezione e recupero attivati nelle sette province venete dalla collaborazione tra associazionismo, vo-lontariato e istituzioni pubbliche”.

Per dare corso ai propositi sopraindicati,

l’assessore Lanzarin ha promosso a Palazzo Balbi un tavolo tecnico di coordinamento per monitorare il fenomeno delle violenze fami-liari e di genere e fare il punto sullo stato di applicazione della legge. La rappresentanza istituzionale al tavolo di coordinamento dovrà essere rinnovata entro la fi ne dell’anno, ma intanto l’assessore al sociale, che ne assume-rà anche formalmente il coordinamento, ha voluto fare il punto sulle iniziative in corso, le modalità di rilevazione, il grado di copertura del territorio regionale, i progetti in corso, le risorse disponibili. L’incontro ha così foto-grafato una situazione molto variegata, che tiene conto del lavoro dei Centri anti violen-za e di quello di associazioni o altro che si prodigano in quest’ambito. Quel che emerge è che a due anni dall’entrata in vigore della legge regionale di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne la rete veneta delle strutture attivate conta 15 centri antivio-lenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello. Altri 6 centri antiviolenza sono in via di attivazione nel Padovano, nella Marca e a Chioggia. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo fi nanziario della Regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne e ne hanno ospi-tato 50 (di cui 36 insieme ai loro fi gli) nelle

case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con fi gli minori) attraverso le case di secondo livello.

Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, saranno ricordate tutte le vittime ma anche il grande impegno di coloro che le aiutano ad uscire dall’incubo in cui vivono loro e, spesso, anche i loro fi gli. In queste giornate di sensibilizzazione, come

ricordano le volontarie dei Centri antiviolen-za, occore “raccogliere l’energia per lavorare tutto il resto dell’anno affi nché ogni donna possa esser libera nella propria vita. Libera dalle violenze, ma non solo. Libera di essere Donna, libera di poter esprimere la propria in-dividualità e libera di muoversi in una società dove il rispetto reciproco nelle relazioni intime non sia più messo in discussione”.

di Maria pavan

L’assessore Lanzarin: “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello”

25 novembre Una giornata di sensibilizzazione perché le vittime siano meno sole

Violenza: nel 93% dei casi il mostro è in casa anche nella nostra regione

Manuela Lanzarin

1Il Veneto in primo piano

Sono più di 5.000 le donne che si sono rivolte nel corso degli anni al Centro Antiviolenza del Comune di

Venezia per cercare di uscire da una situa-zione davvero pesante. La media è di circa 300 donne che ogni anno si rivolgono per la prima volta a questo servizio. Provengo-no dal veneziano, ma dal resto del Veneto e si rivolgono al Centro autonomamente o in-viate da altri servizi, dalle forze dell’ordine, dal Pronto Soccorso o dal proprio medico di base e da associazioni del territorio. Sono oltre un centinaio poi quelle che hanno tro-vato ospitalità nelle 2 case del Centro o in altre strutture dedicate. Hanno trovato un rifugio temporaneo che ha permesso loro di sottrarsi da una relazione violenta, in cui quasi sempre l’autore di violenza è il partner o l’ex partner. E’ aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15 si trova a Mestre in viale Garibaldi, 155/A all’interno del Centro Donna. Ma chi si rivolge al Centro? “L’età media di chi ha chiesto aiuto all’i-stituzione di viale Garibaldi a Mestre nel 44% dei casi - spiega la responsabile del

Centro la dottoressa Gabriela Camozzi - è compresa tra i 31 e i 45 anni. Il 68% è di nazionalità italiana, il 29% ha un diplo-ma di scuola superiore, il 19% è laureata, quindi il livello culturale conta poco, ma una particolare incidenza ce l’ha l’aspetto eco-nomico, dato che il 50% delle vittime ha un’occupazione part time o a tempo deter-minato, quindi sicuramente instabile”. Nel

resto della provincia, tanti comuni si sono impegnati aprendo ad esempio Sportelli Donna come a Mira o centri di ascolto con-tro la violenza di genere a Noale e Mirano. “Il Centro del Comune di Venezia - illustra Gabriela Camozzi - nasce come manifesta esigenza delle donne del veneziano e delle operatrici del Centro Donna, che pongono all’attenzione degli amministratori locali la

necessità di riconoscere il fenomeno della violenza di genere e di offrire uno spazio di ascolto e accoglienza per le donne che su-biscono maltrattamenti e violenza. E’stato per lungo tempo il primo e l’unico esempio in Italia di Centro Antiviolenza istituzionale. Da subito il Centro, ha sentito la necessità di dotarsi di una “Casa ad indirizzo segreto” e nell’aprile del 1995, ha ospitato la prima donna veneziana, per una ospitalità tempo-ranea sicura e segreta. Ancora oggi la casa è aperta e ospita donne e bambini”. Ma non solo. Un’altra casa è a disposizione del Centro dal 2009. Anche questa è sottopo-sta al vincolo della segretezza. Dispone di dieci posti letto per le donne e per i loro fi gli minori. Preparatissimo il personale che vi lavora. Lo staff è composto dalla responsa-bile del servizio “Cittadinanza delle donne e culture delle differenze”, dalla responsa-bile del Centro Antiviolenza, da 3 operatrici di accoglienza (2 assistenti sociali e una psicologa) e da una educatrice. Con il Cen-tro collabora una cooperativa esterna, per la gestione della casa rifugio e della casa

di alessandro abbadir

Venezia L’esperienza dal 1994 del Centro Anti violenza del Comune

Oltre 5000 le richieste di aiuto e 100 le donne ospitate Dispone di 2 case rifugio dove la donna può trovare ospitalità temporanea, anche per i propri fi gli. Attivo il progetto “Punto di ascolto sos violenza”

di secondo livello e del progetto “Punto di ascolto sos violenza”. Ci sono 3 consulenti legali messi a disposizione dal Comune di Venezia. Per aiuto si può chiamare il 1522 “Numero Verde Antiviolenza” attivo 24 ore per 365 giorni all’anno.

Per ulteriori informazioni scrivere a: [email protected]. Sempre a Venezia il Comune ha deciso

di dedicare l’intero mese ad una serie di iniziative e spettacoli per sensibilizzare la cittadinanza su questo fenomeno. Per tutto novembre infi ne le facciate di Ca’ Farsetti e Ca’ Loredan sul Canal Grande e la fontana di piazzale Giovannacci a Marghera, saran-no illuminate di arancione, colore simbolo della “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”

Nella città lagunare l’intero mese è dedicato a iniziative e spettacoli sul tema

25Il Veneto in primo piano

Page 28: Piovese nov2015 n135

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26 Il Veneto in primo piano4 Il Veneto in primo piano

La Buona scuola o la scuola alla buona?Insomma la riforma della scuola, la

“legge 107/2015”, anche in queste settimane in cui il piano delle assunzioni dei docenti è arrivato alla cosiddetta fase C, quella che interessa l’organico di potenzia-mento, continua a non convincere tutti e so-prattutto molti insegnanti e addetti ai lavori.

Questa posizione critica è emersa chia-ramente anche lo scorso 10 ottobre, in oc-casione della serata di confronto e dibattito, organizzata a Mira, dall’assessorato alle Politiche educative del Comune veneziano, cui hanno preso parte, fra i politici, per il Mo-vimento 5 Stelle i deputati Silvia Chimiento ed Emanuele Cozzolino e la cosigliera re-gionale del Veneto Erika Baldin, l’assessore comunale Orietta Vanin oltre a Pippo Civati, fuoriuscito dal Pd e ideatore della formazio-ne “Possibile”. La contestazione “politica” alla riforma è sul metodo oltre che nella sostanza, a partire, come ha avuto modo di ribadire anche in questa occasione Silvia Chimiento, dall’atteggiamento di totale chiusura del Governo “che ha rifi utato - so-

stiene - un reale confronto soprattutto con gli addetti ai lavori - gli insegnanti - produ-cendo come risultato fi nale inaspettato ed evidentemente non voluto un processo di aggregazione nella scuola come da tempo non si vedeva contro la riforma stessa, che viene percepita come un attacco non solo alla scuola ma alla democrazia”.

Per chi è stata fatta la riforma? Di fatto, sostiene ancora Chimiento,

non risponde a quelle che sono le esigenze del mondo della scuola, a partire dalla stabi-lizzazione dei tanti docenti precari.

“Il piano di assunzione è un bluff - dice -: doveva abolire la supplentite e invece ha catapultato la scuola in un gran caos. Delle 148mila assunzioni sbandierate, di fatto ad oggi se ne contano 36mila, di cui 21mila dai pensionamenti e 15mila posti di sostegno, così come previsto ancora dal precedente ministro. Ci saranno le 55mila assunzioni, previste nella fase C, con cui si collocheranno i docenti stabilizzati in una sorta di limbo, costretti ad uno stravolgimen-to professionale che li porterà ad insegnare

materie per le quali non sono abilitati. Un piano assunzioni, questo, di cui il Go-

verno si è servito per ricattare il parlamento e la società: l’approvazione della riforma in cambio delle assunzioni sbandierate”.

Critiche condivise dallo stesso Civati che sono state fra i motivi, ha spiegato il politi-co, della sua uscita dal Partito democratico e che hanno ispirato anche uno degli otto referendum per i quali a settembre è partita, senza successo peraltro, la raccolta di fi rme.

Si discute della legittimità della riforma anche in Regione Veneto, ha fatto notare la consigliera regionale Erika Baldin, soprattut-

to in merito alle competenze - in materia scolastica - che dovrebbero essere di perti-nenza delle Regioni e su cui il Governo vuole con la Buona scuola interferire.

La Buona scuola non è però solo un ter-reno di scontro politico ma rappresenta un contesto entro il quale gli stessi insegnanti fanno fatica a ritrovarsi e che continuano a criticare. Sotto accusa l’eccessivo potere discrezionale in mano ai presidi, i limiti delle modalità di reclutamento degli insegnanti, la solitudine in cui sono lasciati i piccoli ples-si con le loro oggettive diffi coltà, le modalità con cui viene trattata la formazione dei

docenti, tema quest’ultimo su cui ha invi-tato a rifl ettere Antonio Giacobbi, presidente dell’Associazione professionale Proteo Fare Sapere Veneto.

I genitori presenti si sono lamentati in-vece delle classi, cosiddette pollaio, e hanno espresso preoccupazione sulla ideologia gender. Preoccupazione su cui in blocco tutti gli intervenuti hanno rassicurato: sulla Buona scuola si può dire di tutto, ma non v’è traccia dell’intenzione di introdurre que-sta ideologia gender. Si tratta semmai di un equivoco creato ad arte da alcune associa-zioni cattoliche oscurantiste.

Civati e i deputati del Movimento 5 Stelle “bocciano” ancora una volta la Buona scuola: non risponde - sostengono - alle esigenze del mondo della scuola e la getta nel caos

Scuola Il dibattito a Mira organizzato dall’assessorato alle Politiche educative e il 13 novembre il mondo della scuola è in agitazione ancora una volta contro la legge 107/2015

La riforma che non piace al mondo della scuola

La riforma della scuola varata dal Gover-no Renzi rischia di portare con sé una profonda spaccatura nel corpo docenti, a

livello regionale e nazionale. Se in provincia di Rovigo infatti i prof che sono ricorsi al giu-dice del Lavoro sono un centinaio, con varie tranche di ricorsi, il nu-mero aumenta via via che si sale a un ambito prima veneto poi italiano.

La situazione al centro del diffi cile con-tenzioso è quella dei docenti che sono in possesso del diploma magistrale, e non della laurea, ottenuto prima dell’anno scolastico 2002. Al momento queste fi gure professio-nali si trovano escluse dalle graduatorie a esaurimento dalla quali andare a pescare per le stabilizzazioni prestabilite dal Governo.

La questione è estremamente comples-sa e ha interessato sia i Tribunali del Lavoro

che quelli ordinari di praticamente tutte le province italiane, con esiti differenti: alcuni magistrati hanno ritenuto di accogliere i ricor-si d’urgenza, mentre altri li hanno rigettati.

In particolari, a fi ne agosto, è arrivata una importante pronuncia del Consiglio di Stato, che decidendo su tre ricorsi che riunivano le posizioni di circa 1900

docenti ha accolto la richiesta cautelare alla base dei tre ricorsi, fi ssando poi l’udienza di merito al prossimo 1° dicembre.

E’ quindi chiaro che già a novembre nella scuola esiste il rischio che l’assetto del corpo docente (stabilito a inzio anno scolastico) debba essere in parte rivisto, in modo da con-siderare, ai fi ni degli inserimenti in gradua-toria, anche quelle posizioni che non erano comprese nella prima bozza della ondata di stabilizzazioni.

iL contenzioso dei docenti coL dipLoMa MagistraLe, giÀ a noveMBre arriva aL pettine iL nodo dei ricorrenti

A novembre esiste il rischio che l’assetto del corpo docente debba essere in parte rivisto

Alcuni momenti del dibattito sulla cosiddetta Buona Scuola, il tavolo dei relatori e il pubblico intevenuto

I docenti con diploma magistrale ottenuto prima del 2002 chiedono di essere inseriti nelle Gae; ricorsi in tutta Italia

Page 29: Piovese nov2015 n135

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4 Il Veneto in primo piano

La Buona scuola o la scuola alla buona?Insomma la riforma della scuola, la

“legge 107/2015”, anche in queste settimane in cui il piano delle assunzioni dei docenti è arrivato alla cosiddetta fase C, quella che interessa l’organico di potenzia-mento, continua a non convincere tutti e so-prattutto molti insegnanti e addetti ai lavori.

Questa posizione critica è emersa chia-ramente anche lo scorso 10 ottobre, in oc-casione della serata di confronto e dibattito, organizzata a Mira, dall’assessorato alle Politiche educative del Comune veneziano, cui hanno preso parte, fra i politici, per il Mo-vimento 5 Stelle i deputati Silvia Chimiento ed Emanuele Cozzolino e la cosigliera re-gionale del Veneto Erika Baldin, l’assessore comunale Orietta Vanin oltre a Pippo Civati, fuoriuscito dal Pd e ideatore della formazio-ne “Possibile”. La contestazione “politica” alla riforma è sul metodo oltre che nella sostanza, a partire, come ha avuto modo di ribadire anche in questa occasione Silvia Chimiento, dall’atteggiamento di totale chiusura del Governo “che ha rifi utato - so-

stiene - un reale confronto soprattutto con gli addetti ai lavori - gli insegnanti - produ-cendo come risultato fi nale inaspettato ed evidentemente non voluto un processo di aggregazione nella scuola come da tempo non si vedeva contro la riforma stessa, che viene percepita come un attacco non solo alla scuola ma alla democrazia”.

Per chi è stata fatta la riforma? Di fatto, sostiene ancora Chimiento,

non risponde a quelle che sono le esigenze del mondo della scuola, a partire dalla stabi-lizzazione dei tanti docenti precari.

“Il piano di assunzione è un bluff - dice -: doveva abolire la supplentite e invece ha catapultato la scuola in un gran caos. Delle 148mila assunzioni sbandierate, di fatto ad oggi se ne contano 36mila, di cui 21mila dai pensionamenti e 15mila posti di sostegno, così come previsto ancora dal precedente ministro. Ci saranno le 55mila assunzioni, previste nella fase C, con cui si collocheranno i docenti stabilizzati in una sorta di limbo, costretti ad uno stravolgimen-to professionale che li porterà ad insegnare

materie per le quali non sono abilitati. Un piano assunzioni, questo, di cui il Go-

verno si è servito per ricattare il parlamento e la società: l’approvazione della riforma in cambio delle assunzioni sbandierate”.

Critiche condivise dallo stesso Civati che sono state fra i motivi, ha spiegato il politi-co, della sua uscita dal Partito democratico e che hanno ispirato anche uno degli otto referendum per i quali a settembre è partita, senza successo peraltro, la raccolta di fi rme.

Si discute della legittimità della riforma anche in Regione Veneto, ha fatto notare la consigliera regionale Erika Baldin, soprattut-

to in merito alle competenze - in materia scolastica - che dovrebbero essere di perti-nenza delle Regioni e su cui il Governo vuole con la Buona scuola interferire.

La Buona scuola non è però solo un ter-reno di scontro politico ma rappresenta un contesto entro il quale gli stessi insegnanti fanno fatica a ritrovarsi e che continuano a criticare. Sotto accusa l’eccessivo potere discrezionale in mano ai presidi, i limiti delle modalità di reclutamento degli insegnanti, la solitudine in cui sono lasciati i piccoli ples-si con le loro oggettive diffi coltà, le modalità con cui viene trattata la formazione dei

docenti, tema quest’ultimo su cui ha invi-tato a rifl ettere Antonio Giacobbi, presidente dell’Associazione professionale Proteo Fare Sapere Veneto.

I genitori presenti si sono lamentati in-vece delle classi, cosiddette pollaio, e hanno espresso preoccupazione sulla ideologia gender. Preoccupazione su cui in blocco tutti gli intervenuti hanno rassicurato: sulla Buona scuola si può dire di tutto, ma non v’è traccia dell’intenzione di introdurre que-sta ideologia gender. Si tratta semmai di un equivoco creato ad arte da alcune associa-zioni cattoliche oscurantiste.

Civati e i deputati del Movimento 5 Stelle “bocciano” ancora una volta la Buona scuola: non risponde - sostengono - alle esigenze del mondo della scuola e la getta nel caos

Scuola Il dibattito a Mira organizzato dall’assessorato alle Politiche educative e il 13 novembre il mondo della scuola è in agitazione ancora una volta contro la legge 107/2015

La riforma che non piace al mondo della scuola

La riforma della scuola varata dal Gover-no Renzi rischia di portare con sé una profonda spaccatura nel corpo docenti, a

livello regionale e nazionale. Se in provincia di Rovigo infatti i prof che sono ricorsi al giu-dice del Lavoro sono un centinaio, con varie tranche di ricorsi, il nu-mero aumenta via via che si sale a un ambito prima veneto poi italiano.

La situazione al centro del diffi cile con-tenzioso è quella dei docenti che sono in possesso del diploma magistrale, e non della laurea, ottenuto prima dell’anno scolastico 2002. Al momento queste fi gure professio-nali si trovano escluse dalle graduatorie a esaurimento dalla quali andare a pescare per le stabilizzazioni prestabilite dal Governo.

La questione è estremamente comples-sa e ha interessato sia i Tribunali del Lavoro

che quelli ordinari di praticamente tutte le province italiane, con esiti differenti: alcuni magistrati hanno ritenuto di accogliere i ricor-si d’urgenza, mentre altri li hanno rigettati.

In particolari, a fi ne agosto, è arrivata una importante pronuncia del Consiglio di Stato, che decidendo su tre ricorsi che riunivano le posizioni di circa 1900

docenti ha accolto la richiesta cautelare alla base dei tre ricorsi, fi ssando poi l’udienza di merito al prossimo 1° dicembre.

E’ quindi chiaro che già a novembre nella scuola esiste il rischio che l’assetto del corpo docente (stabilito a inzio anno scolastico) debba essere in parte rivisto, in modo da con-siderare, ai fi ni degli inserimenti in gradua-toria, anche quelle posizioni che non erano comprese nella prima bozza della ondata di stabilizzazioni.

iL contenzioso dei docenti coL dipLoMa MagistraLe, giÀ a noveMBre arriva aL pettine iL nodo dei ricorrenti

A novembre esiste il rischio che l’assetto del corpo docente debba essere in parte rivisto

Alcuni momenti del dibattito sulla cosiddetta Buona Scuola, il tavolo dei relatori e il pubblico intevenuto

I docenti con diploma magistrale ottenuto prima del 2002 chiedono di essere inseriti nelle Gae; ricorsi in tutta Italia

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Studio CESARINDr. Federico Valentino CesarinPrestazione di servizi organizzati per aziende e studi professionaliConsulenza e Formazione in materia di Sicurezza Ambientale

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28 Voci da palazzo1 Voci da palazzo

Massimiliano Barison è senza dubbio uno dei nomi più noti della politica locale grazie alle sue esperienze come

sindaco di Albignasego, assessore provinciale e, attualmente, membro del Consiglio Regionale. Un’attività molto radicata nel territorio, la sua, che negli ultimi mesi lo ha portato ad affrontare diverse tematiche “calde” a livello Regionale e non solo.

Fra i vari ruoli che ha ricoperto quali maggiormente hanno contribuito a farla diventare il politico e l’amministratore che è ora?

“Lavorare e impegnarsi nelle Istituzioni mi ha dato la straordinaria opportunità di entrare a contatto con molte persone e situazioni. Questo insegna ad ascoltare e ad usare sensibilità verso attese e richieste del territorio interpretandole al meglio. Da sindaco è emersa la responsabilità di rappresentare tutta la Comunità, impegnandomi verso le situazioni di sofferenza, emarginazione e diffi coltà che rimangono “silenziose”. In Pro-vincia, da assessore al lavoro, ho avuto l’oppor-tunità di impegnarmi su un tema molto caldo. Ho affrontato molte vertenze per crisi aziendali e toccato con mano la disperazione di molti la-voratori ma ho avuto anche molte gratifi cazioni con situazioni di crisi risolte positivamente, tra

tutte la Lofra in zona Colli, la Zen ad Albigna-sego, la Zanardi a Padova, etc. In Regione, facendo tesoro delle esperienze in Comune e Provincia, l’obiettivo è di dare risposte concrete su sociale, lavoro e sicurezza”.

Quali sono le attività che intende por-tare avanti in tali ambiti?

“I cittadini reclamano sicurezza e la crona-ca di queste settimane rafforza questa attesa; c’è bisogno di prevenzione e certezza della pena e qui lo Stato è troppo debole e incerto. Presenteremo un Progetto di Legge di riforma delle Polizie Locali per coordinare i vari corpi di Polizia. I cittadini devono sentirsi tranquilli così come è necessario inasprire le pene. Lavoro. E’ indispensabile aiutare le aziende e i lavoratori in diffi coltà, attraverso politiche attive per la ri-collocazione dei disoccupati. Non possiamo fare affi damento solo sugli ammortizzatori sociali. Sociale. Rafforzare l’integrazione socio-sanitaria con standard di altissimo livello e servizi di aiu-to alle fasce più deboli è un obbligo. In questo senso, uno dei primi provvedimenti è stato il fi nanziamento di 6 milioni di euro per i servizi alla disabilità”.

Secondo lei a che punto siamo in Ve-neto per sanità e il sociale?

“La preoccupazione deriva dai continui tagli

che opera lo Stato, come l’ultima sforbiciata di 250 milioni sulla sanità. La Regione è impegna-ta con fondi propri e non faremo venire meno il nostro modello positivo. La Riforma della sanità mira a ottimizzare le risorse e migliorare i servi-zi, riducendo il numero delle Ulss e la burocrazia e applicando uguali standard di qualità in tutto il Veneto. Nei riguardi della realizzazione di un hub per ospitare i migranti presso la base mili-

tare di Bagnoli di Sopra ha avuto una presa di posizione forte, non semplice in una tematica così delicata. La concentrazione di migranti è un fatto negativo che continuo a denunciare con forza. A Bagnoli si rischia di avere più migran-ti che cittadini; se si considera poi che a Cona è insediato l’hub della Provincia di Venezia, si comprende la concentrazione che si sta operan-do nella zona. Questo crea gravi problemi di te-nuta sociale; i fatti e le proteste di Este, Padova e altri luoghi testimoniano questo disagio. Per questo ho voluto presentare un provvedimento,

approvato dal Consiglio, che si esprime netta-mente contro questo modello di accoglienza. Questa non è accoglienza ma ghettizzazione, e il territorio si è detto pienamente d’accordo. La gestione centralistica attraverso le Prefetture è un metodo intollerabile. Il mio provvedimento mira a lanciare un grido di allarme e sofferenza del territorio a un governo sordo. Per noi acco-glienza signifi ca attuare per i veri profughi seri progetti d’integrazione sociale e occupaziona-le”.

Passiamo alla viabilità, quali sono, secondo lei, le opere che necessitano di un intervento tempestivo?

“L’antropizzazione e l’industrializzazione del Veneto necessita di infrastrutture adeguate e potenziate, cose che non sono andate di pari passo e che causano problemi quotidiani come incolonnamenti, traffi co, inquinamento. Con-sapevoli che il periodo non assicura importanti risorse per nuove opere siamo concentrati su dare giusta conclusione alle “incompiute” del territorio (ad esempio la SR10 nella bassa da Carceri a Legnago passando per Montagnana) 2) e sul reperimento di risorse comunitarie per una diversa mobilità rispetto alla gomma (ad esempio l’idrovia Padova-Venezia o la metropo-litana di superfi cie alta-bassa padovana)”.

Tra le sue proposte di legge c’è anche quella relativa alla Fondazione Museo della Medioevalità a Montagnana. Può darci alcu-ni dettagli relativi alla proposta?

“E’ una proposta che vuole valorizzare le piccole Città e i Borghi. Il Veneto è ricco di arte, storia, cultura e anche le nostre “piccole” Città rappresentano al meglio questa ricchezza. Valo-rizzare le mura di Montagnana signifi ca ridare pregio e prestigio a tutto il territorio, legando storia, tradizione, cultura alle qualità specifi che del territorio: prodotti tipici, agroalimentare, artigianato. Si creano così nuove opportunità occupazionali ed economiche in un area che ha molto sofferto questo periodo di crisi. Un prov-vedimento semplice ma concreto e utile per il territorio”.

Quali sono le prossime scadenze rela-tive alla sua attività in Regione?

“Oltre al Progetto di Legge sulla Sicurezza, non mancherà il nostro impegno per il completa-mento dell’idrovia Padova – mare sia in ottica di canale scolmatore, che di tutela ambientale che di canale navigabile. Così potrà essere ripensato tutto il sistema dell’interporto di Padova come retroporto di Venezia nel nuovo modello di svi-luppo del sistema portuale offshore – onshore”.

di Martina celegato

L’intervista Dopo una lunga esperienza amministrativa è approdato in Consiglio Regionale nelle fi la di Forza Italia

“Lavoro, sicurezza e sociale: parte da qui il nostro impegno”Il padovano Massimiliano Barison ha affrontato da assessore provinciale all’occupazione gli anni duri della crisi. Ha presentato un progetto di legge sulla sicurezza e ha chiesto il completamento dell’Idrovia Padova - mare

neWs

Il presidente della Regione Luca Zaia ha fi rmato a pa-lazzo Chigi per il Veneto gli accordi di programma con il governo per l’assegnazione alle Regioni e ai comuni

dei 650 milioni previsti dalla prima parte del piano contro il dissesto idrogeologico nelle aree metropolitane e già stan-ziati dal Cipe. La fi rma con il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, a cui è intervenuto anche l’assessore regionale alla difesa del suolo Gianpaolo Bottacin, per la parte ve-neta si riferisce a “Interventi sulla rete idraulica del bacino Lusore” in comune di Venezia (importo 61.858.573,19 euro), alla “Realizzazione di un invaso sul torrente Astico” nei Comuni di Sandrigo e Breganze nel vicentino (impor-to 31.275.000 eur) e alla “Realizzazione di un’opera di invaso sul Torrente Orolo” in Comune di Costabissara ed Isola Vicentina (importo 11.000.000 euro). Il Presidente

del Consiglio dei Ministri con proprio decreto del 27 maggio 2014 ha istituito la Struttura di Missione Italia Sicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, indicando come obiettivi di provvedere alla sempli-fi cazione della governance e delle procedure, di attuare un controllo costante del territorio e di collaborare con tutte le strutture e le amministrazioni regionali per dare attuazione agli interventi di difesa idrogeologica. La strategia individua-ta è stata quella di ammettere a fi nanziamento interventi immediatamente cantierabili. “Ringrazio il ministro Galletti per il lavoro svolto – ha commento il presidente Zaia – per-ché è un buon segnale da parte del governo, non risolutivo ma importante per dare avvio ad altri cantieri, oltre ai 925 che in Veneto sono già stati aperti. Questi accordi cadono infatti in un momento in cui torna ancora viva la memoria

dell’alluvione del 2010, ma anche di tanti altri successivi eventi calamitosi che hanno martoriato il territorio della no-stra regione”. “Mi è piaciuto il passaggio del ministro – ha aggiunto Zaia – sulla farraginosità burocratica che affl igge le procedure per questi interventi. In Veneto abbiamo anco-ra cantieri aperti dopo cinque anni dalla grande alluvione. Occorre dare poteri speciali ai commissari nominati per le emergenze. E’ importante che si intervenga per modifi care l’approccio culturale nei confronti del territorio, abbandonan-do la cementifi cazione per sostituirla con una nuova priorità: le opere per la difesa idrogeologica. Noi in Veneto stiamo facendo la nostra parte fi no in fondo ed è all’esame del consiglio regionale una nuova legge sul consumo del suolo che si pone come obiettivo di arrivare nel tempo a “cubatura zero”, prevedendo la ristrutturazione e il risanamento delle

zone degradate nelle periferie cittadine e nelle aree agricole. Si può fare anche a livello nazionale con una buona legge e soprattutto a costo zero”.

“Sui profughi dicono alle grandiconcentrazioni comel’hub di Bagnoli,creano solo tensioni”

Massimiliano Barison, consigliere regionale (Fi) padovano

firmati gli accorDi col governodifesa idrogeologica

Il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, Il governatore Luca Zaia e l’assessore regionale alla difesa del

suolo Gianpaolo Bottacin

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29Voci da palazzo 1Voci da palazzo

Regioni sul piede di guerra “Il Governo decide senza tener conto di chi è virtuoso e di chi non lo è”

Veneto riciclone, eppure un suo inceneritore brucerà rifi uti altruiI cittadini sono virtuosi in fatto di rifi uti eppure il Governo non li premia con la decisione di trasformare il termovalorizzatore di Ca’ del Bue a San Michele veronese in un impianto strategico a livello nazionale

Tutti i dipendenti delle provincie con-tinueranno a fare il proprio lavoro nelle sedi in cui l’anno sempre

fatto. A pagare i loro stipendi sarà la re-

gione. Questo in soldoni quanto deciso con il Progetto di Legge n. 67 presentato dalla Giunta per il riordino delle funzioni amministrative provinciali e approvato dal Consiglio regionale , come richiesto dalla Legge “Delrio”.

Se, infatti, la riforma Delrio ha con-fermato in capo alle province una serie di funzioni considerate fondamentali, tra le quali la viabilità, i trasporti, il governo del territorio e l’edilizia scolastica, per tutte le altre funzioni, ritenute “non fondamentali”, tra cui fi gurano anche cultura, difesa del suolo, sport, servizi sociali e formazione professionale, sono state chiamate a legiferare le Regioni. Il Progetto di Legge elaborato dalla Giunta decreta che tutte le funzioni, fondamen-tali e non, vengono mantenute in capo alle Province, che potranno continuare a svolgerle con il personale che attualmen-te se ne occupa.

Sarà la Regione a sostenere i costi dei dipendenti delle Province, che conti-nueranno a operare nelle attuali sedi di lavoro.

Non vi saranno, perciò, esuberi di personale. Con un emendamento presentato dalla stessa Giunta viene stabilito che tra le funzioni oggetto di riorganizzazione rientrano anche quelle di vigilanza e controllo.

La polizia provinciale resterà nella dotazione organica provinciale, in tal mondo conservando la qualità di Uffi -ciale di Polizia Giudiziaria, che avrebbe perduto se trasferita nei ruoli regionali.

Sarà peraltro la Regione a garanti-re la copertura dei costi anche di questi lavoratori.

Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, sarà avviato un per-corso di riordino delle società, enti stru-mentali ed agenzie di Province e Città Metropolitane.

Particolare attenzione è dedicata sia alla Città metropolitana di Venezia, sia alla Provincia di Belluno, prevedendo che alla neo costituita città metropolita-na potranno, successivamente, essere riconosciute ulteriori funzioni, mentre alla Provincia di Belluno, in ragione delle particolari forme e condizioni di autono-mia che le sono state attribuite, vengo-no riconosciute funzioni ulteriori rispetto alle altre province.

Delle spese relative alle funzioni, fi nanziamenti non superiori a 40milioni di euro annui.

consiglio regionaleapprovata la legge Di riorDino Delle funzioni provinciali

Pare quasi una beffa. A fi ne Ottobre il Veneto ha visto confermato il suo primato: è la migliore regione italia-na per la gestione dei rifi uti urbani. (E il merito va ai

veneti davvero effi cienti e attenti nella raccolta differenzia-ta.) Nonostante questo, pare che non saranno premiati a dovere, anzi. Il Governo centrale sembrerebbe intenzionato a procedere con quanto previsto dal decreto “Sblocca Italia” circa la realizzazione di 12 nuovi impianti di incenerimento dei rifi uti a valenza strategica nazionale in 10 regioni, uno dei quali dovrebbe essere nel territorio veneto.

Forte dei risultati della nostra regione il Governatore ribadisce il suo no a qualsiasi ipotesi di arrivo di rifi uti indi-stinti da altre regioni. “E’ un no chiaro – spiega – netto e ampiamente motivato. Lo è stato in passato a fronte di altre analoghe ipotesi, lo è anche oggi. Questa bella pensata – incalza Zaia – sarebbe l’ennesimo schiaffo ai virtuosi e un immeritatissi-mo ennesimo regalo a chi non ha sa-puto o voluto affrontare con raziocinio un problema come quello dei rifi uti, che non è certo un’emergenza nata ieri ma, purtroppo, la regola in alcuni territori del Paese”.

Fino ad oggi, la legge prevedeva che ogni regione fos-se o diventasse via via autonoma in materia di gestione e smaltimento dei rifi uti. Tanto che in Veneto, man mano che la differenziata migliorava, venivano chiuse alcune li-nee di inceneritori o termovalorizzatori. Anche per questo la maggioranza a Palazzo Balbi è concorde con Zaia. Anche l’assessore regionale alle politiche ambientali Gianpaolo

Bottacin ha ribadito la volontà della giunta veneta di op-porsi fortemente al proposito del Governo: “Non ci faremo imporre da Renzi – ha sottolineato – un impianto che brucia rifi uti di altre Regioni. Quella del Governo è una in-gerenza inaccettabile e tutte le Regioni sono sulla nostra stessa linea”. E’ vero, però, che l’impianto individuato dal Governo per far parte della rete nazionale degli inceneritori, e cioè quello di Cà del Bue in provincia di Verona, esiste già e rientrerebbe comunque tra i tre previsti dalla Regione per il proprio fabbisogno. L’impianto in questione sarebbe certamente riqualifi cato e l’unica differenza vera, rispetto ai propositi della giunta Zaia, consisterebbe nel fatto che l’impianto riceverebbe e smaltirebbe i rifi uti di altre Regioni meno virtuose della nostra. E la nostra è davvero eccellen-te. L’ultimo rapporto sulla “Produzione e Gestione dei rifi uti

urbani nel Veneto”, curato dall’Osser-vatorio Regionale Rifi uti istituito presso l’Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, conferma il trend positivo della raccol-ta differenziata che si attesta al 65%, quasi due punti percentuali in più rispet-

to all’anno precedente (+1,8) a fronte di una produzione complessiva di rifi uti urbani di circa 2.241.000 tonnellate, in lieve aumento (+1,3%), per 455 kg di produzione pro-capite (+1,2%), valore quest’ultimo tra i più bassi d’Italia nonostante il Veneto abbia un PIL elevato e registri oltre 60 milioni di presenze turistiche annue. In totale i rifi uti urbani avviati a recupero nel 2014 ammontano a circa 1,5 milioni di tonnellate con un aumento del 4,3% rispetto all’anno

di germana urbani

In alto l’nceneritore di Cà del Bue (Verona). Sotto da sinistra Luca Zaia, Gianpaolo Bottacin e Stefano Fracasso

L’impianto di Cà del Bue rientrerebbe comunque tra i tre previsti a tutt’oggi dalla Regione

La regione Veneto, dopo anni di attesa, si sta fi nal-mente dotando di un Piano Energetico Regionale. Il Veneto, infatti, deve garantire che nel 2020 il 10,3%

dell’energia termica, elettrica e dei trasporti, complessiva-mente consumata, derivi da fonti rinnovabili. A stabilirlo è il ‘burden sharing’ che fi ssa la misura con cui ogni singola Regione deve concorrere al raggiungimento dell’obiettivo nazionale in materia di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, che per l’Italia, in base alla Direttiva europea 2009/28/UE, è fi ssata al 17% del consumo energetico lordo. Per ora il piano è stato adottato dalla giunta ve-neta e trasmesso al consiglio per l’approvazione il Piano Energetico Regionale. Un passo che, come ha comunicato l’assessore allo sviluppo economico e all’energia Roberto Marcato “segna un momento importante per quanto ri-guarda l’energia e l’ambiente”.

“Un ulteriore motivo di soddisfazione per me – ag-giunge – è che da vicepresidente e assessore all’energia nell’amministrazione provinciale di Padova ho presentato il

primo piano energetico del Veneto. Vedo quindi la presen-tazione del piano regionale come una sorta di continuità operativa in questo settore. Ora fi nalmente anche il Veneto avrà il suo piano energetico. Si tratta del documento che delinea lo stato dell’arte in campo energetico e fornisce le indicazioni da adottare, con particolare riferimento agli obiettivi che le Regioni devono raggiungere in materia di fonti rinnovabili, il cosiddetto Burden sharing. Il Veneto farà la sua parte”. Il piano è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto la partecipazione attiva di tutti gli attori interessati, dal mondo produttivo a quello delle associazioni ambienta-liste, agli enti locali. E’ un lavoro di sintesi che ha accolto molte delle osservazioni che sono state formulate nelle fasi fi nali della sua stesura. Il piano in lunga parte era già stato presentato alla fi ne della scorsa legislatura grazie al lavoro dell’ex assessore Massimo Giorgetti e dello staff tecnico che lo ha seguito, consentendone l’aggiornamento e ora la presentazione”.

“L’iter – conclude l’assessore Marcato – prevede il

passaggio in commissione e l’approvazione da parte del consiglio. Mi auguro davvero che la discussione non sia fal-sata da posizioni ideologiche ma che contribuisca semmai a miglioralo, arrivando a votare un testo condiviso e utile per la crescita del Veneto”. 10,3% dell’energia termica, elettrica e dei trasporti, complessivamente consumata, de-rivi da fonti rinnovabili.

la giunta ha aDottato il piano energeticoora spetta al consiglio approvarlo

L’Assessore regionale allo Sviluppo economico e all’energia Roberto Marcato

precedente. Si registra inoltre la diminuzione dei rifi uti ur-bani inceneriti negli impianti di incenerimento di Padova e di Schio, pari a 188 mila tonnellate annue (-12,5%), e un leggero aumento (+1,9%) del conferimento nelle 11 discariche attive in Veneto, per complessive 128 mila ton-nellate. A fronte di tutto questo il Pd, partito del premier Renzi, fatica qui in Veneto a sostenere la linea del proprio segretario nazionale e auspica un’azione più forte su quelle regioni che non sono virtuose come la nostra.

“Il no agli inceneritori in Veneto va bene – afferma Stefano Fracasso consigliere regionale del Pd e vice presi-dente della Prima commissione – ma a patto però che gli obiettivi contenuti nel piano dei rifi uti, frutto degli emen-damenti del Pd (76% di differenziata e 420 kg di pro-duzione procapite all’anno) vengano rispettati”. Fracasso evidenzia, inoltre, come “il 44% dei rifi uti in uscita dagli impianti veneti di trattamento meccanico-biologico fi nisco-no fuori regione: il Veneto – sottolinea – esporta circa 200 mila tonnellate all’anno di combustibile solido secondario”. Ed auspica che “il governo commissari le Regioni che non avviano una raccolta differenziata spinta, cosa che peral-tro garantisce maggiore occupazione, basti guardare alle 1.300 aziende venete nelle quali lavorano ben 23 mila addetti”.

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1 Cultura veneta

A un anno di distanza dall’ultimo documentario Come il peso dell’acqua, il regista Andrea Segre, originario di Dolo, torna al cinema con il nuovo fi lm

I sogni del lago salato, ambientato tra l’Italia degli Anni Cinquanta e il Kazakistan di oggi.

Il fi lm, uscito a fi ne settembre, è stato presentato a numerosi festival fra cui quello di Internazionale a Fer-rara, quello di Locarno e alle “Giornate degli autori” di Venezia, ottenendo l’apprezzamento sia del pubblico, sia della critica per la sensibilità con cui il regista riesce ad accostarsi ai temi sociali più delicati.

Infatti, fi n dal suo debutto sul grande schermo, avvenuto nel 1998 con il fi lm Lo sterminio dei popoli zingari, Segre si è dedicato all’emarginazione etnica e culturale. Stavolta l’occhio della sua macchina da presa si è concentrato su luci e ombre di un paese che sta attraversando un rapido sviluppo economico.

“In Kazakistan cercavo la voglia di perdermi in una dimensione spazio-temporale priva di punti di riferimen-to precisi, in modo da seguire il fi lo dei pensieri e degli interrogativi esistenziali suscitati da uno spazio senza confi ni. Immergendomi nella vastità dell’orizzonte ka-zako, ho girato un fi lm costruito attorno ai sogni e alla crescita economica”.

In che cosa si assomigliano l’Italia degli Anni Cinquanta e il Kazakistan di oggi?

“La somiglianza sta nella fi ducia che entrambi i pa-esi hanno riposto nella crescita economico, una fi ducia talmente cieca da nascondere le possibili conseguenze negative di uno sviluppo che sacrifi ca la sostenibilità umana al mito del benessere. Un tratto concreto che unisce lo sviluppo economico dei due paesi è la pre-senza dell’Eni. L’Azienda, che ha contribuito al boom

italiano nel secondo dopoguerra, è attualmente uno dei maggiori protagonisti dell’estrazione di petrolio e gas in Kazakistan. Questo collegamento è sicuramente un aspetto importante, ma l’intento del fi lm va oltre la realtà geografi ca dei due paesi, proponendo e susci-tando rifl essioni esistenziali sul senso della vita e sul peso dell’economia: a quali valori dobbiamo dare im-portanza? Quali sono i costi dello sviluppo? Da che cosa dipende la qualità della vita?”.

Come avviene la distribuzione dei fi lm non di cassetta e come si potrebbe avvicinare il pubblico a questo tipo di opere?

“La diffusione dei fi lm non di cassetta avviene attra-verso l’impegno di sale coraggiose che fanno la scelta del cine-documentario, a differenza dei grandi mercati di distribuzione che preferiscono invece i fi lm di intratte-nimento. Credo che la gente non vada a vedere i docu-mentari perché non è abituata a farlo, ma se conoscesse di più questa realtà, probabilmente la apprezzerebbe. Negli ultimi tempi, però, si sono registrati dei cambia-menti signifi cativi: sta aumentando, infatti, il pubblico dei cine-documentari. Il mio ultimo fi lm, per esempio, è stato proiettato in trenta sale raggiungendo i 10.000 spettatori nell’arco di un mese”.

Quali sono i punti di forza e quali invece gli svantaggi di un fi lm-documentario rispetto ad un fi lm di fi nzione?

“Il cinema documentario è un linguaggio che riesce a creare delle sinergie inaspettate tra la rappresentazio-ne e la realtà, perché fornisce l’occasione di incontrare persone da raccontare. Secondo me offre una libertà maggiore perché si è coautori delle cose che succedono realmente, invece il rischio della fi nzione è quello di non

essere abbastanza credibile. Io ho sempre lavorato su entrambi i versanti, tentando di intrecciare i due generi, in modo da arricchirli attraverso lo scambio reciproco2.

Perché ha scelto proprio il cinema come for-ma di espressione e di sensibilizzazione?

“Ho scelto il cinema per trasmettere dei valori, at-traverso una forma di comunicazione che sento vicina alla mia sensibilità. Sulla scia di questa convinzione ho deciso di intraprendere la strada di regista, con la

consapevolezza che non tutti i fi lm si imprimono allo stesso modo sulla realtà contemporanea. Le opere che esprimono le tensioni in corso incidono maggiormente la coscienza del pubblico, offrendogli l’occasione di in-terrogarsi sul mondo in cui è immerso. Il cinema infatti ha questo grande potere: stimolare la rifl essione e la discussione con gli altri, e da tale confronto possono nascere nuove strategie d’azione sulla realtà”.

“Ho scelto di fare cinema perché ha il grande potere di stimolare la rifl essione e la discussione tra le persone. Un confronto dal quale possono nascere nuove strategie d’azione sulla realtà”

Grande schermo L’ultima pellicola, I sogni del lago salato, ha ottenuto forte apprezzamento sia di critica che di pubblico

Andrea Segre, un regista veneto che parla al mondo intero

Qualche genio viene scoperto solo dopo la morte, qualche altro solo in tarda età. Questo è il caso di Montanari, un

pittore il cui talento è rimasto segreto fi no a pochi anni fa e solo perché lui, l’artista, ha voluto che fosse così. Ma oggi gli amanti della grande arte hanno la possibilità di conoscere la sua opera grazie ad una antologica promos-sa dal Comune di Pordenone, in assoluto la prima organica esposizione in Italia del lavo-ro di Pordenone Montanari. La mostra, che rimarrà aperta sino al 17 gennaio, si svolge su una doppia sede: la Galleria “Harry Berto-ia” dell’Amministrazione comunale e la sede direzionale di FriulAdria, che ha messo a dispo-sizione cinque grandi spazi che si affacciano su piazza XX Settembre, dove sono esposte alcune tele di grande formato a testimoniare la produzione più recente dell’artista. Lui ha quasi ottant’anni e da un quarto di secolo si è totalmente sottratto al mondo. La sua vicen-da ricorda quella della fotografa statunitense

Vivian Maier, nei termini analoghi di scoperta tardiva, e per certi versi fortuita, di una attività artistica di grande spessore condotta lungo un’intera esistenza. Nel caso di “Pordenone” Montanari, a scoprirlo e a restare abbagliato dalla sua arte è stato un imprenditore indiano, nel 2007; a proporlo all’attenzione del gran-de pubblico un ampio ed entusiastico articolo in cui The Observer, annunciando la prima esposizione delle sue opere a Londra (2010), ne ha svelato la storia e ne ha celebrato il la-voro. Quello dell’Observer è stato capofi la di tanti successivi pronunciamenti della grande critica internazionale, che non ha lesinato i giudizi molto positivi su un artista sino a pochi mesi prima pressoché ignoto, essendosi ormai persa memoria delle sue mostre in alcune Gal-lerie milanesi negli anni ottanta. Per Edward Lucie-Smith, il critico intervistato dal grande quotidiano britannico a margine della mostra del pittore da lui curata all’Istituto Italiano di Cultura a Londra, “Montanari è un artista

La mostra Rivelazione a Pordenone

scoperto un grande artista Montanari. assedio aLLa ForMa

Maria elena pattaro

unico, che scardina la storia convenzionale dell’arte postbellica italiana”. “Le nature morte – aggiunge – fanno venire in mente Cézanne e Braque”, mentre gli elementi pi-cassiani e i tratti riecheggianti Francis Bacon che emergono dalla sua pittura si manifestano con caratteri di forte originalità, “in maniera che ancora non avevamo visto mai”.

Molti dei dipinti sono caratterizzati da fi gure che contengono altre fi gure e rifl essi nello specchio. Lucie-Smith in proposito ha detto: “Il messaggio è chiaro: ciò che sembra la rappresentazione oggettiva della realtà va invece letta come specchio della dimensione mentale dell’artista”.

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Decreto zoppo: nuovi costi sanitari in carico ai pazienti

I modelli sanitari non sono sistemi rigidi e immutabili, ma organizzazioni in evoluzione che variano per provare a rispondere alle esigenze della società. La riforma della

Sanità veneta è oggetto del Progetto di Legge Regionale n. 23, una proposta che riduce le attuali Ulss a sette unità provin-ciali, sopprime la fi gura del Direttore dei Servizi Sociali e crea un’Azienda Zero che si occuperà di tutta la programmazione. È interessante provare ad analizzare questa riforma con gli occhi degli psicologi, professionisti che lavorano nel Servizio Sani-tario Regionale occupandosi di vari ambiti relativi alla Salute. In Veneto il Piano Socio-Sanitario Regionale 2012/2016 ha rappresentato un signifi cativo passo: la defi nizione delle schede territoriali, un’attenzione all’Umanizzazione delle Cure, l’intro-duzione delle strutture intermedie, dell’ospedale di comunità e soprattutto l’incentivo alla formazione delle Medicine di Gruppo Integrate sono ottimi strumenti per promuovere un servizio dif-fuso sul territorio e attento ai bisogni della cittadinanza. Lo spo-stamento di gran parte delle funzioni di attuazione del Piano Socio-Sanitario ad un’unica Azienda regionale (Azienda Zero), è l’aspetto che, assieme alla soppressione della fi gura del di-rettore dei Servizi Sociali, emblema dell’integrazione veneta fra la dimensione sanitaria e l’aspetto sociale dell’assistenza, necessita di essere più monitorato. L’accentramento può por-tare con sé aspetti positivi in termini di razionalizzazione, ma comporta anche un rischio in termini di vicinanza del servizio. Per questo motivo esistono due proposte che garantirebbero, in maniera innovativa, la tutela della salute psicologica della popolazione. Innanzitutto l’istituzione di uno “Psicologo di Base”, fi gura complementare al Medico di Base, assicurereb-be alla popolazione la disponibilità di un professionista con le competenze necessarie per dare un supporto scientifi co relativo agli aspetti emotivi o relazionali, dimensioni sempre più com-plesse nella vita delle persone. In secondo luogo esistono degli standard nelle cure chiamati Livelli Essenziali di Assistenza. L’in-troduzione dei Livelli di Assistenza Psicologici, legati dunque ai servizi minimi a cui la popolazione ha diritto in termini di salute psicologica, sarebbe un’innovazione signifi cativa.

dott. alessandro de Carlo*

PSICOLOGIA: UNA PROFESSIONE A SERVIZIO DELLA SANITÀ VENETA

*Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto

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Per limitare la prescrizione di esami e accertamenti diagnostici ritenuti inutili o quan-tomeno superfl ui, al fi ne di ottenere un risparmio all’ onere economico del Sistema Sanitario Nazionale, sono state individuate dal Ministero della Salute 208 presta-

zioni diagnostiche a rischio di inappropiatezza,i cui oneri economici, se non prescritte dal medico secondo le indicazioni contenute nel Decreto, saranno direttamente imputati al medico che le ha richieste. L’ intenzione dichiarata da parte del Ministro della Salute è quella di evitare il più possibile il peso economico di quella che viene defi nita come me-dicina difensiva che sarebbe attuata dai medici per una eventuale prova del loro operato in caso di contestazioni e denunce che risultano sempre più frequenti nei loro confronti. Se questa è l’ intenzione non si poteva scegliere un modo peggiore per porvi rimedio,dal momento che non farà altro che spostare il costo delle prestazioni dal SSN alle tasche dei pazienti piuttosto che a quelle dei medici .

Infatti mentre la non richiesta delle prestazioni previste dal Decreto esporrà sempre più il Medico ad eventuali denunce (la colpa vale tanto nel fare quanto nel non fare), a nulla serviranno le giustifi cazioni di aver seguito le indicazioni ministeriali in caso di giu-dizio se non vengono modifi cate le attuali norme legislative sulla colpa professionale del medico. Nella situazione attuale è facile prevedere che i medici continueranno a prescrive-re quegli accertamenti non su ricettario del SSN ma su ricettario personale, assicurandosi così la prova del loro operato, e lasciando ai pazienti la decisione se effettuare o meno l’ esame richiesto nel loro interesse, il cui costo, in questo caso, ricadrà direttamente su questi ultimi. Se l’obiettivo dichiarato non viene raggiunto viene sicuramente ottenuto l’effetto collaterale di porre ulteriori costi della sanità a carico dei pazienti.

Non si poteva scegliere modo peggiore perché non si può spacciare l’ appropiatezza clinica come un atto amministrativo fi nalizzato a risparmi e basato su principi amministra-tivi attuati da burocrati ministeriali in rapporto ai costi delle prestazioni.

Non si poteva scegliere un modo peggiore perché l’ appropiatezza clinica si fonda su basi scientifi che, sull’evidenza e sull’esperienza maturata, tenendo ben presente che che si curano persone e non malattie.

Ogni medico, ma anche moltissimi cittadini possono testimoniare di come siano state individuate patologie emerse in conseguenza di accertamenti che secondo le disposizio-ni ministeriali non si sarebbero dovuti prescrivere.

Una ulteriore considerazione: è utile avvantaggiarsi di tecnologie diagnostiche che il progresso scientifi co mette a disposizione per rendere accurata una ipotesi diagnostica o si devono lasciar marcire nei sottoscala apparecchi costosi e sottoutilizzati?

Ciò detto, mentre contestiamo la metodologia usata che rende ancor più diffi coltoso e poco sereno l’operare del medico e può mettere a rischio la salute dei cittadini, ci rendiamo anche conto che eventuali sprechi vanno combattuti per rendere il sistema sanitario più effi ciente e più equo.

Riteniamo quindi indispensabile condividere sul piano scientifi co-culturale le modalità di intervento a tal fi ne migliorando l’ assistenza sia dal lato sanitario che organizzativo.

Un contributo che consideriamo praticabile parte dall’esperienza di un gruppo di medici di Rovigo sulla prescrizione di esami di laboratorio che utilizzarono alcuni anni or sono un programma informatico nato su iniziativa del Responsabile del laboratorio dell’ Ospedale cittadino con la collaborazione di alcuni medici di famiglia, basato sull’evidenza scientifi ca e sull’esperienza clinica, che alla fi ne della sperimentazione portò al risultato di una prescrizione di esami inferiore di circa il 20-30%. Il progetto si è ulteriormente sviluppato ed implementato, vi è un bord scientifi co per la sua validazione ed è sempre aperto a considerazioni e ulteriori sviluppi in base alle conoscenze scientifi che e alle esperienze cliniche da parte di tutti i medici.

Ovviamente riguarda per adesso solo l’aspetto delle prescrizioni diagnostiche di labo-ratorio, ma è un sistema per perseguire una certa appropiatezza non limitando la libertà e l’ autonomia professionale del medico e non togliendoli la dovuta serenità in una attività così diffi cile ma così importante per la salute dei cittadini.

DECRETO SULL’APPROPIATEZZA: 208 PRESTAZIONI A RISCHIO UN PROGETTO CHE PARTE DA ROVIGO

di Francesco noce*

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

L’opinione

Le emergenze nello studio odontoiatrico possono essere di due tipi: l’urgenza che è la condizione patologica che richiede un trattamento entro le 24 ore ed appunto l’emergenza che richiede un trattamento entro 1 ora. Il dentista deve essere in grado di prevenire, diagnosticare e trattare

eventuali urgenze che si possono presentare nella pratica odontoiatrica.Tutti i pazienti devono essere va-lutati clinicamente, mediante questionario e raccolta anamnestica. Le emergenze mediche più frequenti sono: la sincope, l’ipotensione ortostatica, gli eventi asmatici, gli eventi diabetici, l’attacco anginoso, l’attacco epilettico, l’attacco convulsivo, le reazioni da farmaci, l’ingestione di corpi estranei, le reazioni anafi lattiche, l’infarto miocardico, l’arresto cardiorespiratorio.Vista l’entità delle emergenze, in uno stu-dio odontoiatrico devono essere presenti presidi farmacologici e sistemi di resuscitazione per l’utilizzo dei quali l’attuale normativa prevede una formazione specifi ca per tutto il personale dello studio ( igienista dentale, assistente alla poltrona, segretaria, etc.) che deve essere competente nelle pratiche di BLSD, averele conoscenze teorico pratiche necessarie al riconoscimento di una situazione di emergenza. Gli strumenti dell’emergenza medica dovrebbero essere sempre presenti, in buono stato di conservazione e sempre a portata di mano e sono: bombola di O2 portatile, maschera facciale, cannule orofaringee di tutte le dimensioni, siringhe sterili, misuratori della glicemia, defi brillatore automatico, nitroglicerina compresse, adrenalina, cortisonici, ansiolitici, farmaci anticoagulanti, digitale, apparecchi misuratori di pressione e fonendoscopio. L’insorgenza di una emergenza deve comportare l’attivazione di una procedura standard, a conoscenza di tutto il personale e rodata anche tramite periodiche simulazioni.Ogni studio deve disporre di uno specifi co protocollo sulle modalità con cui chiedere l’intervento del 118; in ogni area odontoiatrica gli interventi devono essere pianifi cati e tutti devono saper comunicare fra loro in modo effi cace.Il paziente che incorre in una emergenza deve essere stabilizzato, entro i limiti ragionevoli di competenza, nel più breve tempo possibile prima di essere trasferito in ospedale. Quindi tutti i componenti dell’area odontoiatrica devono: essere preparati a chiedere l’immediata assistenza del 118; controllare il paziente allo scopo soprattutto di riconoscere se sta bene cioè se è sveglio, se risponde a sollecitazioni verbali, agli stimoli dolorosi; saper riconoscere un respiro o colorito della pelle anormali;mantenere la calma ed assicurare livelli elevati di tranquillità e sicurezza nei confronti del personale; saper trattare le situazioni pericolose per la sopravvivenza e mirare a conservare le funzioni vitali del paziente inattesa dei soccorsi; saper valutare gli effetti di ogni sostanza somministrata. Alla luce di tutto ciò, come può una persona che non è un medico intraprendere una attività medica ed allo stesso tempo come possono i pazienti rivolgersi per le cure odontoiatriche a persone non qualifi cate sapendo che le complicazioni sono sempre dietro l’angolo?

URGENZA E EMERGENZA IN ODONTOIATRIAdi dott. Bruno noce*

*Presidente della Commissione albo Odontoiatri rovigo

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Page 37: Piovese nov2015 n135

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Infatti mentre la non richiesta delle prestazioni previste dal Decreto esporrà sempre più il Medico ad eventuali denunce (la colpa vale tanto nel fare quanto nel non fare), a nulla serviranno le giustifi cazioni di aver seguito le indicazioni ministeriali in caso di giu-dizio se non vengono modifi cate le attuali norme legislative sulla colpa professionale del medico. Nella situazione attuale è facile prevedere che i medici continueranno a prescrive-re quegli accertamenti non su ricettario del SSN ma su ricettario personale, assicurandosi così la prova del loro operato, e lasciando ai pazienti la decisione se effettuare o meno l’ esame richiesto nel loro interesse, il cui costo, in questo caso, ricadrà direttamente su questi ultimi. Se l’obiettivo dichiarato non viene raggiunto viene sicuramente ottenuto l’effetto collaterale di porre ulteriori costi della sanità a carico dei pazienti.

Non si poteva scegliere modo peggiore perché non si può spacciare l’ appropiatezza clinica come un atto amministrativo fi nalizzato a risparmi e basato su principi amministra-tivi attuati da burocrati ministeriali in rapporto ai costi delle prestazioni.

Non si poteva scegliere un modo peggiore perché l’ appropiatezza clinica si fonda su basi scientifi che, sull’evidenza e sull’esperienza maturata, tenendo ben presente che che si curano persone e non malattie.

Ogni medico, ma anche moltissimi cittadini possono testimoniare di come siano state individuate patologie emerse in conseguenza di accertamenti che secondo le disposizio-ni ministeriali non si sarebbero dovuti prescrivere.

Una ulteriore considerazione: è utile avvantaggiarsi di tecnologie diagnostiche che il progresso scientifi co mette a disposizione per rendere accurata una ipotesi diagnostica o si devono lasciar marcire nei sottoscala apparecchi costosi e sottoutilizzati?

Ciò detto, mentre contestiamo la metodologia usata che rende ancor più diffi coltoso e poco sereno l’operare del medico e può mettere a rischio la salute dei cittadini, ci rendiamo anche conto che eventuali sprechi vanno combattuti per rendere il sistema sanitario più effi ciente e più equo.

Riteniamo quindi indispensabile condividere sul piano scientifi co-culturale le modalità di intervento a tal fi ne migliorando l’ assistenza sia dal lato sanitario che organizzativo.

Un contributo che consideriamo praticabile parte dall’esperienza di un gruppo di medici di Rovigo sulla prescrizione di esami di laboratorio che utilizzarono alcuni anni or sono un programma informatico nato su iniziativa del Responsabile del laboratorio dell’ Ospedale cittadino con la collaborazione di alcuni medici di famiglia, basato sull’evidenza scientifi ca e sull’esperienza clinica, che alla fi ne della sperimentazione portò al risultato di una prescrizione di esami inferiore di circa il 20-30%. Il progetto si è ulteriormente sviluppato ed implementato, vi è un bord scientifi co per la sua validazione ed è sempre aperto a considerazioni e ulteriori sviluppi in base alle conoscenze scientifi che e alle esperienze cliniche da parte di tutti i medici.

Ovviamente riguarda per adesso solo l’aspetto delle prescrizioni diagnostiche di labo-ratorio, ma è un sistema per perseguire una certa appropiatezza non limitando la libertà e l’ autonomia professionale del medico e non togliendoli la dovuta serenità in una attività così diffi cile ma così importante per la salute dei cittadini.

DECRETO SULL’APPROPIATEZZA: 208 PRESTAZIONI A RISCHIO UN PROGETTO CHE PARTE DA ROVIGO

di Francesco noce*

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

L’opinione

Le emergenze nello studio odontoiatrico possono essere di due tipi: l’urgenza che è la condizione patologica che richiede un trattamento entro le 24 ore ed appunto l’emergenza che richiede un trattamento entro 1 ora. Il dentista deve essere in grado di prevenire, diagnosticare e trattare

eventuali urgenze che si possono presentare nella pratica odontoiatrica.Tutti i pazienti devono essere va-lutati clinicamente, mediante questionario e raccolta anamnestica. Le emergenze mediche più frequenti sono: la sincope, l’ipotensione ortostatica, gli eventi asmatici, gli eventi diabetici, l’attacco anginoso, l’attacco epilettico, l’attacco convulsivo, le reazioni da farmaci, l’ingestione di corpi estranei, le reazioni anafi lattiche, l’infarto miocardico, l’arresto cardiorespiratorio.Vista l’entità delle emergenze, in uno stu-dio odontoiatrico devono essere presenti presidi farmacologici e sistemi di resuscitazione per l’utilizzo dei quali l’attuale normativa prevede una formazione specifi ca per tutto il personale dello studio ( igienista dentale, assistente alla poltrona, segretaria, etc.) che deve essere competente nelle pratiche di BLSD, averele conoscenze teorico pratiche necessarie al riconoscimento di una situazione di emergenza. Gli strumenti dell’emergenza medica dovrebbero essere sempre presenti, in buono stato di conservazione e sempre a portata di mano e sono: bombola di O2 portatile, maschera facciale, cannule orofaringee di tutte le dimensioni, siringhe sterili, misuratori della glicemia, defi brillatore automatico, nitroglicerina compresse, adrenalina, cortisonici, ansiolitici, farmaci anticoagulanti, digitale, apparecchi misuratori di pressione e fonendoscopio. L’insorgenza di una emergenza deve comportare l’attivazione di una procedura standard, a conoscenza di tutto il personale e rodata anche tramite periodiche simulazioni.Ogni studio deve disporre di uno specifi co protocollo sulle modalità con cui chiedere l’intervento del 118; in ogni area odontoiatrica gli interventi devono essere pianifi cati e tutti devono saper comunicare fra loro in modo effi cace.Il paziente che incorre in una emergenza deve essere stabilizzato, entro i limiti ragionevoli di competenza, nel più breve tempo possibile prima di essere trasferito in ospedale. Quindi tutti i componenti dell’area odontoiatrica devono: essere preparati a chiedere l’immediata assistenza del 118; controllare il paziente allo scopo soprattutto di riconoscere se sta bene cioè se è sveglio, se risponde a sollecitazioni verbali, agli stimoli dolorosi; saper riconoscere un respiro o colorito della pelle anormali;mantenere la calma ed assicurare livelli elevati di tranquillità e sicurezza nei confronti del personale; saper trattare le situazioni pericolose per la sopravvivenza e mirare a conservare le funzioni vitali del paziente inattesa dei soccorsi; saper valutare gli effetti di ogni sostanza somministrata. Alla luce di tutto ciò, come può una persona che non è un medico intraprendere una attività medica ed allo stesso tempo come possono i pazienti rivolgersi per le cure odontoiatriche a persone non qualifi cate sapendo che le complicazioni sono sempre dietro l’angolo?

URGENZA E EMERGENZA IN ODONTOIATRIAdi dott. Bruno noce*

*Presidente della Commissione albo Odontoiatri rovigo

3535

La cataratta è un processo degenera-tivo del cristallino

caratterizzato dalla sua perdita di trasparenza e può insorgere a qualsiasi età, essendo imputabile a vari fattori.

G e n e r a l m e n t e viene così classifi cata: 1-senile, ovvero dovuta all’avanzare dell’età; 2-acquisita, causata da agenti interni e/o esterni quali farmaci, radiazioni Rx, radiazioni solari, traumi, diabete, ecc.; 3-congenita, cioè presente alla nascita o nei primi anni di vita per alterazioni geneti-che, metaboliche o ereditarie.

La sintomatologia è caratterizzata da un progres-sivo annebbiamento e calo della vista tanto più accen-tuato quanto più sono dense le opacità. Tali alterazioni possono essere così severe da determinare la perdita della vista.

La diagnosi viene effettuata dal Medico Oculista con l’esecuzione di una visita durante la quale si esplo-ra il cristallino valutandone la sua struttura, trasparen-za ed eventuali delocalizzazioni.

La terapia della cataratta è prevalentemente chi-rurgica anche se può essere effettuato un tentativo con la terapia medica tramite colliri.

L’intervento chirurgico, eseguito in anestesia topica mediante colliri, si avvale della tecnica della facoemulsifi cazione: il nucleo del cristallino viene fran-tumato e aspirato con l’utilizzo di ultrasuoni e apposite agocannule lasciando in sede il sacco capsulare al cui

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Cataratta: intervento e sintomi

 Il Dott.

Cesare Testi

interno viene posizionato il cristallino artifi ciale, la IOL. Il potere della IOL viene calcolato in modo da cercare di eliminare eventuali difetti visivi pregressi.

L’operazione viene effettuata in regime ambulato-riale, ovvero senza ricovero, e al termine della presta-zione il paziente può ritornare a casa.

Trattandosi pur sempre di un intervento chirurgico possono presentarsi alcune complicanze, quali la rot-tura della capsula (evento raro e comunque gestibile durante l’intervento) o la comparsa di cataratta secon-daria (opacità del sacco capsulare residuo che spesso compare a distanza di mesi o anni dall’intervento e si cura con lo yag-laser in attività ambulatoriale).

Dr. Predebon è davvero possibile un litfi ng NON CHIRURGICO?

Certo! I fi li di sospensione, che fi nalmente sono oggi di-sponibili in versione riassorbibile (acido polilattico), riescono a dare una ridefi nizione e ricollocazione ottimale dei tessuti, opponendosi alla forza di gravità e agli anni che passano, senza dover ricorrere all’invasività del bisturi . Vengono infatti inseriti con un ago e quindi non necessitano di punti; la pro-cedura può essere fatta tranquillamente in anestesia locale e quindi rientra tra i trattamenti di medicina estetica, non chirurgici. A fronte di un margine di sicurezza decisamente importante, perché non sono state descritte complicanze de-gne di nota (ovviamente se il trattamento è ben eseguito), il risultato è assolutamente valido ed effi cace ed i fi li Solhouet-te Soft rappresentano oggi un nuovo ed importante pilastro in medicina estetica.

Per quali pazienti può essere indicato que-sto trattamento?

Il trattamento è adatto a pazienti, sia donne che uomi-ni, che desiderano restituire tono e compattezza alla pelle del viso, ottenere un risollevamento di guance, zigomi, so-pracciglia e collo, ridefi nire il profi lo mandibolare. I nuovi fi li “Silhouette Soft” rispetto ai fi li disponibili fi no a poco tempo fa hanno il vantaggio di essere completamente riassorbibili e di non richiedere un intervento chirurgico per il loro inserimen-to, sono adatti perciò a pazienti che desiderano ottenere un ri-sultato importante senza però sottoporsi a procedure invasive.

Ma come funzionano questi nuovi fi li ?I fi li Silhouette Soft consentono di ottenere con un

trattamento ambulatoriale rapido e indolore due importanti

azioni di ringiovanimento del volto:- effetto lifting immediato, dovuto alla trazione che i

fi li esercitano dopo il loro inserimento, fi ssandosi al tessuto grazie ai coni bidirezionali di cui sono dotati, e consentendo il risollevamento e riposizionamento della cute.

- effetto successivo di rigenerazione del collagene, che avviene nei mesi successivi, quando il materiale di cui sono composti i fi li si degrada lentamente, agendo come stimola-tore di collagene e consolidando il risultato di ringiovanimen-to per un lungo periodo di tempo.

Dr. Predebon parliamo un po’ di costi !...e quanto dura l’effetto di questo trattamento?

I costi dipendono ovviamente dal numero di fi li che si utilizzano: un fi lo costa 200 - 300 euro e se ne mettono da 2 a 6 L’effetto del trattamento Silhouette Soft si mantiene per circa due anni. Nel frattempo, l’acido polilattico stimola la formazione di nuovo collagene, e il processo di fi brosi contri-buisce a ricompattare e tonifi care la pelle, con l’effetto di un miglioramento generale dell’aspetto del viso. Naturalmente l’invecchiamento cutaneo è un processo fi siologico che non può essere fermato; questo signifi ca che, per mantenere la cute elastica e compatta nel tempo sono consigliabili tratta-menti di mantenimento, da concordare – caso per caso - con il Medico Estetico.

lifting non chirurgico con i fili silhouette soft

dr. Enzo PredebonMaster Medicina EsteticaPoliambulatorio s. MartinoVia Carrarese 66 - Piove di sacco (Pd)tel. 049 9703406

Un trattamento rapido ed indolore per il rimodellamento del viso !

Il Dr. Enzo Predebon

Quando abbiamo veramente a che fare con una per-sona aggressiva, e non semplicemente iraconda o “nervosa”? L’aggressivo è un individuo che agisce in

maniera diretta a provocare danno fi sico o psichico all’altro, con conseguente potenziale limitazione della sua libertà o della dignità, al fi ne di sopraffarlo. La più estrema espressio-ne dell’aggressività è delineata dalla violenza. Se tentiamo di tracciare un identikit di un soggetto con comportamento aggressivo, la prima componente necessaria di cui dobbia-mo tener conto è l’INTENZIONALITA’ di quell’individuo ad arrecare danno; in mancanza di questa non ci sarebbe indice di aggressività. Mentre non vale la reciproca: è aggressivo anche chi non ferisce nessuno, ma vorrebbe farlo, basti pensare al fatto che qualcuno potrebbe tentare di tirarmi un sasso addosso, ma senza colpirmi per puro caso. Altra caratteristica del comportamento di tipo aggressivo la possia-mo identifi care nelle persone che si intromettono nelle scelte altrui (ben più che semplici “impiccioni”), oppure quelli con un temperamento di tipo esplosivo, imprevedibilmente ostile e irato (che impaurisce preventivamente chi li conosce, e tenta costantemente di non farli arrabbiare). Alcuni pensa-no che aggressivi lo si sia per istinto, per natura, e quindi lo considerano come fattore presente sin dalla nascita. D’altro canto, va considerato che il comportamento aggressivo è nel-la natura umana, perchè permette un adattamento molto più funzionale alla sopravvivenza della specie nell’ambiente in cui vive, grazie ad una selezione naturale, in cui la trasmissio-ne dei geni alla generazione successiva (tra cui anche quello dell’aggressività) avverrebbe attraverso la trasmissione natu-rale. Altre scuole di pensiero considerano invece l’aggressività come una risposta emotiva ad un evento frustrante, seppur recentemente sia stata considerata la frustrazione una condi-

aggressività e rabbia. due facce della stessa medaglia

dott.ssa Michela Morin - psicologa clinica e di comunità - via Caldevezzo 17/a, 35028 - Piove di sacco (Pd) - sito internet: www.michelamorin.itmail: [email protected] 3382739648

Dott.ssa Michela Morin

zione necessaria ma non suffi ciente per scatenare un com-portamento di tipo aggressivo. L’aggressività, da un punto di vista psicologico, può essere trattata come una variante della rabbia. Elementi connotanti condotte aggressive verreb-bero ricercati all’interno di tutte quelle situazioni di dolore, malessere e dispiacere a cui un individuo può andare incontro durante il percorso di vita ed evoluzione, creando una sorta di collegamento- spiegazione tra rabbia e vissuti negativi, pur senza mai arrivare alla giustifi cazione. Ma l’aggressività si può anche apprendere, per esempio in famiglia: gli aggressivi spesso hanno osservato (o vissuto) a lungo la rabbia e l’ag-gressività altrui, oppure averla introiettata indirettamente, ad esempio attraverso i mass-media; l’apprendimento di questo tipo crea le basi su cui l’aggressivo si appoggia e richiama, in determinati momenti, come degli schemi. I soggetti, quindi, che avrebbero assistito con maggior frequenza ad eventi reali o simulati di violenza, avrebbero una più alta probabilità di utilizzare un copione appartenente al comportamento aggres-sivo; Resta di fondamentale importanza l’approccio corretto del terapeuta, proprio nell’individuare gli schemi aggressivi appresi nel tempo e farli dismettere nella prassi quotidiana, con ottimi risultati.

a farmaci, l’ipnosi medica è la chiave di volta. Non è da confondere con l’ipnosi dello spettacolo! In questa pratica, l’operatore sanitario è solo un addestratore. Con l’ipnosi otteniamo uno stato di coscienza modifi cato in cui vengono mantenuti e, anzi, aumentati il controllo del proprio corpo

e della propria mente. Non ha nulla a che vedere con il sonno, il paziente rimane sveglio e vigile.Semplicemente l’operatore crea e suggerisce delle im-magini mentali positive che accrescono la calma e la fi ducia in se stessi e negli altri. In altre parole, grazie alla guida di personale esperto, il paziente riesce a utilizzare in modo migliore le proprie

risorse mentali per controllare egli stesso il dolore.L’ipnosi diventa quindi un alleato prezioso, sempre utilizzabile, privo di sostanziali effetti collaterali e con una buona effi cacia, che rende il paziente capace di accrescere le proprie abilità nell’affrontare senza paura le sedute dal dentista.

Nell’immaginario collettivo alla parola dentista sono associate le parole ansia e dolore. A quanti è capitato di rimandare la visita di controllo per la paura dell’o-

dontoiatra? Oggi, per fortuna, scienza e tecnologia hanno fatto passi da gigante e ci consentono di avere un ottimo controllo su ansia e dolore. Trattamenti come analgesia e sedazione cosciente, consentono al team odontoiatrico di rendere indolori le terapie effettuate. La sedazione coscien-te è un metodo relazionale e farmacologico che induce nel paziente ansioso uno stato di profonda distensione e lo aiu-ta così ad affrontare meglio e più serenamente la terapia.Vi sono vari tipi di sedazione cosciente, indotta da farmaci o da uno stato ipnotico. In entrambi i casi, l’ansiolisi pre-vede che il paziente sia sveglio e in costante contatto con l’operatore. Nella sedazione farmacolo-gica, il medico può decidere l’utilizzo di farmaci ansiolitici assunti per via orale, parenterale o per inalazione attraverso la somministrazione di una miscela di ossigeno e protossido d’azoto.Il protos-sido d’azoto è un gas sicuro e utilizza-to in medicina da quasi 150 anni. La sua funzione è attenuare le percezioni dell’ambiente circostante, portando il paziente ad avere una sensazione di pieno benessere. Riduce ansia, paura, sensibilità al dolore e rifl esso del vomito. Si somministra attraverso una mascherina inalatoria che viene appoggia-ta al naso e, semplicemente respirando, fa si che dolore e ansia spariscano, lasciando il paziente rilassato e nello stesso tempo cosciente e partecipante. Questo gli consente di essere utilizzato anche nei bambini e di rendere le sedute meno fastidiose. Essendo un gas che non viene metaboliz-zato dall’organismo il suo effetto cessa pochi minuti dopo la rimozione della mascherina, e il paziente può tornare alle sue normali attività fi n da subito. Non volendo ricorrere

dott. Vezio Bertani - Medico-chirurgo specialista in OdontostomatologiaCortile di san Martino, 12Piove di sacco (Pd) tel. 0495842949www.studiodentisticobertani.it Email: [email protected]

Paura e dolore dal dentista? no, grazie!

Dott. Vezio Bertani

Oggi, scienza e tecnologia hanno fatto passi da gigante e ci consentono di controllare ansia e dolore

Page 38: Piovese nov2015 n135

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DOMANDE E RISPOSTEQuando si può usare MED LASE-R?MEDLASE-R si può usare in qualsiasi momento della giornata. Consigliamo di ritagliarsi un momento per potersi dedicare esclusivamente al trattamento, senza doversi occupare di qualsiasi altra cosa.Posso utilizzare MEDLASE-Rsu tutte le parti del corpo?Certamente è utilissimo contro le rughe e gli inestetismi della cellulite, ma è altrettanto utile per aiutare ad alleviare i disturbi articolari e muscolari: male alle gambe, alle ginocchia, ai piedi, alle mani, alle braccia, alle spalle, al collo, alla schiena e molti altri, prova a massaggiare con il puntale le spalle ed il collo, avvertirai � n da subito una piacevole sensazione di benessere. L’unica avvertenza è quella di non puntare il puntale sugli occhi.In quanto tempo si possono vederei primi risutati?Già dopo le prime applicazioni, molto dipende dalla

sensibilità delle zone trattate e dalla costanzadelle applicazioni.Si possono fare più trattamenti sulla stessa zona più volte al giorno? Qual’è il tempo massimo di utilizzo giornaliero consigliato?Uno dei pregi di MEDLASE-R è di non avere particolari controindicazioni o limiti di utilizzo. Consigliamo, comunque, un utilizzo massimo di 20 minuti al giorno su ogni zona corporea.Ho un Pace-Maker, posso usare MEDLASE-R?No, è controindicato l’uso di apparecchi elettronici in genere alle persone portatrici di stimolatori cardiaci, è opportuno consultare il medico.È un prodotto italiano?MEDLASE-R è un prodotto interamente italiano.

Don Nicola Di Domenico, CasertaAvevo male alla ginocchia, a scendere i gradini per andare a dare la comunione ai fedeli dovevo trovare sempre un punto di appoggio, ho provato questo apparecchio riesco a muovermi facilmente.

Graziella Gaioni, VeronaAvevo male alle mani, ora sto bene e sono molto contenta.

Ciamarra Giuseppina, RavennaAvevo male alla spalla e al collo dopo 10/12 giorni il collo si è sciolto non mi fa male, adesso mi sento veramente bene.

Carlo Adeferro, RiminiAvevo male a una gamba, ho usato questo apparecchio, adesso mi trovo meravigliosamente bene. Adesso faccio le mie passeggiate tranquillamente. Provate per credere.

Angelo Colla, VeronaMi facevano male le mani, dopo 10 giorni ho avuto bene� ci.

Ofelia Feriotto, RovigoAvevo male alla testa, ho avuto i risultati che volevo, ho speso bene miei soldi, gli ho proprio spesi volentieri.

Yelma Stefani, VeneziaAvevo male alle ginocchia, ho usato questo apparecchio mi sento davvero bene.

Anna Maria Negroni, PadovaMia � glia ha comprato questo apparecchio per le rughe, adesso ha le pelle più giovane e liscia, io avevo male alle mani, ho avuto anche io dei bene� ci.

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049 2701059MEDLASE-R non è un dispositivo medico, non si propone di fare alcuna diagnosi di patologie o malattie, è un complemento ai fini estetici utile contro le ru-ghe e gli inestetismi della cellulite ed inoltre è utile per aiutare ad alleviare i disturbi muscolari e articolari. Con MEDLASE-R stimolando le zone di interesse grazie al massaggio con il raggio rosso ed infrarosso si possono ottenere molteplici benefici.Tutte le testimonianze sono reali e verificabili e il risultato che si può ottenere varia a seconda della predisposizioni personali.

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L’alimento funzionale è un alimen-to che ha un effetto positivo su una o più funzioni dell’organismo

in maniera tale da essere rilevante per il miglioramento dello stato di salute e/o nella riduzione del rischio di ma-lattia, indipendentemente dal suo po-tere nutrizionale e ciò dev’essere avva-lorato da studi scientifi ci. Deve inoltre esercitare il suo effetto per consumi normalmente compresi nella dieta.

Gli alimenti funzionali si distinguo-no in “convenzionali” e “modifi cati”. Alla prima categoria appartengono ad esempio i cereali integrali, la frutta sec-ca, i pomodori e tutti gli alimenti i cui componenti fi siologicamente attivi (fi -bre, beta carotene, licopene ecc.) sono naturalmente presenti nell’alimento stesso. Nella seconda categoria rientrano invece i prodotti per i quali la tecnologia di lavorazione e il processo industriale arricchisce l’alimen-to con uno o più componenti benefi ci (probiotici, vitamine ecc.) o rimuove dall’alimento una o più componenti che possono avere effetti negativi sulla salute (allergizzanti, alcool ecc.). Il pesce è considerato per le sue qualità be-nefi che e per la composizione in macro e micronutrienti, un componente essenziale nella Dieta Mediterranea. Il tonno e in particolare il tonno rosso (Thunnus thynnus), noto anche come “pinne blu”, poco conosciuto ma caratte-ristico pesce del Mediterraneo nelle cui acque si riproduce, costituisce una promettente alternativa agli integratori e alimentari e ai farmaci a base di acidi grassi Omega n-3 per ridurre in maniera signifi cativa, e scientifi camente dimo-strata, l’incidenza di malattie cardiovascolari. Le sue carni sono caratterizzate da un alto contenuto di acidi grassi po-

dott.ssa Marta Ciriani – tecnologo alimentaredott. gianluca rosati – Medico veterinarioPoliambulatorio san Martino - Via Carrarese 66 – Piove di sacco (Pd) - tel. 0499703406

un alimento funzionale: il tonno rosso

Da sinistra il Dott. Gianluca Rosati e la Dott.ssa Marta Ciriani

linsaturi: circa il 43% è costituito da acidi grassi della serie Omega n-3, e tra questi il DHA rappresenta il 32% dei grassi totali rispetto alla media del contenuto di DHA di alcune altre specie di pesci della stessa famiglia. Le varie parti del tonno rosso vengo-no utilizzate per la preparazione di piatti che ne prevedono l’uso crudo, come nel sushi o nel sashimi, e cotto. Il tonno comunemente conservato sott’olio o al naturale, viene general-mente conservato in scatolette me-talliche o vasetti di vetro, ma non per questo perde le peculiarità legate alla composizione chimica in acidi grassi polinsaturi della serie Omega n-3. Il tonno rosso è un alimento dalle ele-

vate proprietà salutistiche, che può venire considerato a tutti gli effetti un alimento funzionale “convenzionale”: un consumo pari circa a due porzioni a settimana consente di assumere con la dieta una quantità di acidi grassi Omega n-3 superiore rispetto ai valori consigliati dalle linee guida e capace di esplicare una effi cace azione preventiva verso patologie cardiovascolari.

Un consumo pari circa a due porzioni a settimana consente di assumere con la dieta una quantità di acidi grassi Omega n-3 superiore rispetto ai valori consigliati dalle linee guida

Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito, nel settore odontoiatrico,

al ricorso sempre piu’ frequente all’implantologia osteointegrata, per poter risolvere problemi di edentulia(denti mancanti).

Questa tecnica che prevede di inserire impianti in titanio direttamente nell’osso mascellare o mandibolare dei nostri pazienti ci ha dato l’opportunita’ di poter riabilitare la funzione masticatoria e spesso anche estetica, delle persone che altrimenti non avrebbero potuto fare altro che ricorrere alla classica protesi mobile(dentiera). Possiamo quindi affermare che ormai l’implantologia e’ entrata a far parte delle discipline che mediamente ogni odontoiatra e’ in grado, o dovrebbe essere in grado, di garantire. In realta’ lo studio del caso di ogni singolo paziente va ben studiato e definito. Perche’ se e’ vero che le metodiche e i materiali sono ormai ampiamente sperimentati e affidabili, e’ sempre pur vero che lo studio delle condizioni cliniche e orali dei nostri pazienti vanno attentamente monitorate. Quanto detto sopra implica che il rapporto medico-paziente diviene fondamentale nell’instaurare quello scambio di informazioni che e’ sempre il presupposto per arrivare poi a buoni risultati. Il medico deve avere tempo e attenzioni da dedicare agli interrogativi del suo paziente e dovra’ essere in grado, di spiegare

quanto meglio possibile, tutte le indicazioni e possibili problematiche inerenti al piano di lavoro che si va a costruire insieme. Ho usato il termine “insieme” proprio a voler sottolineare che non e’ pensabile poter immaginare

il rapporto con il nostro paziente, come un qualcosa che cala dall’alto e gli si impone, ma viceversa necessita di un continuo flusso di informazioni tra curante e curato. In processi piu’ impegnativi, quali le riabilitazioni protesiche con impianti non e’ il tipo di impianto che fa la differenza, ma tutto quello che sta a monte nella relazione e organizzazione del rapporto staff medico e paziente. Avvicinarsi con fiducia e consapevolezza alle cure odontoiatriche, in genere, e’ la prima fase del successo. Parlarsi e chiarirsi non e’ tempo sprecato e tolto alla pratica clinica ma e’ tempo investito per ottenere buoni risultati! In definitiva Implantologia Si, se fa parte di un progetto condiviso tra medico e paziente. Implantologia No, se si riduce ad avvitare viti in ossa di quasi ignari pazienti, senza avere una progettualita’ chiara e condivisa.

dr. Massimiliano Veronesestudio dentisticoVia giacomo Matteotti - Este(Pd)tel. 0429 601485 [email protected]

implantologia orale perchè sì è perchè no?!

Una intensa esposizione solare, un perio-do stressante, o solo la vita di tutti i gior-ni causano un ispessimento progressivo

dello strato superfi ciale della pelle, che appare spenta, asfi ttica e poco tonica. I trattamenti che si possono eseguire in questo caso vanno dal peeling chimico, alla biostimolazione con acido ialuronico al laser.

Il peeling chimico (dal verbo inglese to peel, pelare) è un trattamento che serve ad ac-celerare il normale processo di rinnovamento cellulare: l’applicazione di un agente chimico sulla pelle ne stimola l’esfoliazione e la velocità di rigenerazione. La biostimolazione o biorivitalizzazione cutanea è una tecnica che prevede l’iniezione me-diante ago sottile nel sottocutaneo di sostanze quali acido ialuronico, vitamine, antiossidanti e fattori di crescita. Queste permettono di mantenere e/o ripristinare l’idrata-zione e il turgore cutaneo. Il laser in particolare il Mosaic sfrutta una tecnologia di ultima generazione, inviando alla pelle dei microscopici raggi laser, che pro-ducono ravvicinate e omogenee colonne che penetrano fi no al derma senza danneggiare gli strati sovrastanti. Produce quindi un trattamento naturale e uniforme con minimi tempi di recupero ed elevati miglioramenti clini-ci. Questo trattamento, di veloce esecuzione, permette di ottenere ottimi risultati quali riduzione nell’ampiezza dei pori, miglioramento della luminosità e della tonici-tà della cute. Immediatamente dopo un trattamento i

pazienti notano i primi cambiamenti e i miglioramenti proseguono nei mesi seguenti.

I tempi di recupero e gli effetti collaterali minimi fanno di questo laser MOSAIC uno dei più sicuri e affi -

dabili nel campo del resurfacing. Le aree di applicazione sono: ringiovanimento globale del volto, trattamenti di cicatrici da acne, ci-catrici chirurgiche e traumi, miglio-ramento della elasticità cutanea, del melasma e delle discromie cutanee.

Il protocollo prevede 3-4 trattamenti con cadenza di 4-6 settimane. Non occorre anestesia locale e la paziente può riprendere immedia-tamente le sue normali attività.

dal peeling al laser: i trattamenti per ringiovanire la pelle

dott.ssa Cristina rogatospec. in Chirurgia Plasticastudio Medico – Viale dei Mille 107a tel. 328 2523160www.dottoressacristinarogato.com

Con tempi di recupero e gli effetti collaterali minimi fanno del laser Mosaic uno dei più sicuri e affi dabili di trattamento

Dott.ssa Cristina Rogato, medico

chirurgo specialista in chirurgia plastica

Page 39: Piovese nov2015 n135

MED LASE-R grazie al raggio rosso e infrarosso aiuta a

migliorare la micro circolazione , lo puoi usarlo anche con

le tue creme o gel , cosi i loro principi attivi grazie al

sistema infrarosso terapia riescono a penetrare nel tessuto

cutaneo più in profondità.

Vuoi attenuare le rughe e combattere

gli inestetismi della cellulite? Per attenuare le rughe e combattere gli inestetismi della cellulite le

creme o gel anche con i principi attivi validi non bastano ,in quanto

i principi attivi di queste creme o gel riescono minimamente a

penetrare nel tessuto cutaneo

MEDLASE-R non è un dispositivo medico, non si propone di fare alcuna diagnosi di patologie o malattie , è un

complemento ai fini estetici utile contro le rughe e gli inestetismi della cellulite ed inoltre è utile per aiutare

ad alleviare i disturbi muscolari e articolari, Con MEDLASE-R stimolando le zone di interesse grazie al mas-

saggio con il raggio rosso ed infrarosso si possono ottenere molteplici benefici.

MEDLASE-R è un apparecchio che combina la radiazione del raggio infrarosso invisibile e quello visibile rosso.Il raggio rosso e infrarosso trasmessi da MEDLASE-R sono utili per aiutare a migliorare la micro-circolazione.Il segreto di MEDLASE-R è la doppia azione del raggio rosso e infrarosso che è particolarmente utile per aiutare ad aumentare la micro-circolazione e di conseguenza utile per aiutare ad attenuare le rughe e contro gli inestetismi della cellulite è inoltre utile per aiutare ad alleviare i disturbi muscolari e articolari: male alle gambe, alle ginocchia, ai piedi, alle mani, alle braccia, al collo, alla schiena e molti altri.

DOMANDE E RISPOSTEQuando si può usare MED LASE-R?MEDLASE-R si può usare in qualsiasi momento della giornata. Consigliamo di ritagliarsi un momento per potersi dedicare esclusivamente al trattamento, senza doversi occupare di qualsiasi altra cosa.Posso utilizzare MEDLASE-Rsu tutte le parti del corpo?Certamente è utilissimo contro le rughe e gli inestetismi della cellulite, ma è altrettanto utile per aiutare ad alleviare i disturbi articolari e muscolari: male alle gambe, alle ginocchia, ai piedi, alle mani, alle braccia, alle spalle, al collo, alla schiena e molti altri, prova a massaggiare con il puntale le spalle ed il collo, avvertirai � n da subito una piacevole sensazione di benessere. L’unica avvertenza è quella di non puntare il puntale sugli occhi.In quanto tempo si possono vederei primi risutati?Già dopo le prime applicazioni, molto dipende dalla

sensibilità delle zone trattate e dalla costanzadelle applicazioni.Si possono fare più trattamenti sulla stessa zona più volte al giorno? Qual’è il tempo massimo di utilizzo giornaliero consigliato?Uno dei pregi di MEDLASE-R è di non avere particolari controindicazioni o limiti di utilizzo. Consigliamo, comunque, un utilizzo massimo di 20 minuti al giorno su ogni zona corporea.Ho un Pace-Maker, posso usare MEDLASE-R?No, è controindicato l’uso di apparecchi elettronici in genere alle persone portatrici di stimolatori cardiaci, è opportuno consultare il medico.È un prodotto italiano?MEDLASE-R è un prodotto interamente italiano.

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