Piovese sett2013 n117

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EDITORIALE Il Vajont non ci ha insegnato nulla di Germana Urbani R idimensionare, conservare, restau- rare, coltivare, redistribuire. A volte bastano poche parole, una presa di posizione netta e, forse, tutto può cambia- re, svoltare. Anche il destino di una sola persona o di intere comunità. Così sarebbe stato per Longarone 50 anni fa se l’interesse di pochi sulla diga e i profitti che avrebbe prodotto, non avesse prevalso criminosamente sull’interesse di molta povera gente. Guardando al Veneto di oggi e ripen- sando al disastro del Vajont vien da dire che non abbiamo imparato niente. Con l’autunno arriveranno le piogge. Una volta erano una benedizione, oggi le scongiuria- mo come un nuovo flagello. Le esondazioni frequenti, gli allagamenti improvvisi che pa- ralizzano le nostre città ci hanno insegnato a temerle ma soprattutto hanno reso evi- dente che la rete idrica e la terra, che anco- ra respira libera dal cemento, non bastano più ad assorbire l’acqua che cade dal cielo. Eppure chi ha il potere di farlo continua a progettare strade, nuovi quartieri, grandi ospedali. Nemmeno la crisi segna una bat- tuta d’arresto in questa corsa al cemento. Non ci sono più soldi per nulla eppure sulle grandi opere non si torna indietro. continua a pag. 3 continua a pag. 8 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio “P rossimità attiva”, questa la proposta del presidente dell’Upa Roberto boschetto, tra chi amministra e chi produce. Un nuovo patto, intendo, che sia fondato non sulla logica dello scambio (di consenso, di interessi), ma sulla trasparente “coalizione”... Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire *Presidente Confindustria Padova di Marco Pavin* Imu, Irpef e Service tax: amministrazioni locali in affanno Primo Piano pagg. 4-5 L’ospedale di Piove rimane struttura per acuti Sanità pag.6 Residenti stranieri in calo: è la prima volta dal 1995 Piove di Sacco pag. 14 pag. 8 Crisi. Un altro imprenditore suicida, il Piovese reclama attenzione Amministratori, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali allo Stato e alla politica: “Abbiamo bisogno di riscatto” D ai politici locali l’appello a sostenere le vittime della crisi. E’ il messaggio lanciato dai sindaci della Saccisica, riuniti il 23 settembre scorso all’assemblea voluta dalle amministrazioni di Sant’Angelo e Legnaro dopo l’ennesimo suicidio legato alla crisi. L’ultimo, quello di Maurizio Bertin, titolare della 3B, ditta specializzata nella produzione di ruote per biciclette, che il 17 settembre si è tolto la vita nella propria azienda. All’appello hanno risposto compatti gli amministratori: presenti Massimiliano Barison, nella doppia veste di assessore provinciale al Lavoro e sindaco di Albigna- sego, il consigliere provinciale Alberto Ca- nova, i sindaci Luca Sartori (Arzergranede), Eric Sturaro (Correzzola), Sabrina Rampin (Polverara), il vicesindaco di Piove di Sacco, Lucia Pizzo, gli assessori Daniela Bertella (Codedvigo), Roberta Bruscaglin (Ponte- longo) e il consigliere di Piove, Andrea Re- caldin. All’iniziativa hanno aderito anche le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali: presenti Ascom, Cgil, Cisl, Confe- dercontribuenti Veneto e Upa. La riunione è stata preceduta da una fiaccolata: un lungo corteo silenzioso che ha sfilato lungo le vie del centro di Sant’Angelo per ricordare le vittime della crisi e la tante, troppe morti, legate al lavoro. Colpa di uno Stato assente, si è detto, di una politica che ha perso di vista i problemi del quotidiano. Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 117 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it del Piovese A BRUGINE L’ACQUA DEL SINDACO SI BEVE ALLA “SPINA” Millecinquecento multe per eccesso di velocità elevate in meno di due mesi ad altrettanti automobilisti. Queste le ci- fre che sta facendo registrare l’autovelox installato lungo la strada dei Vivai dal Comune di Sant’Angelo. pag. 17 SANT’ANGELO. AUTOVELOX: 1500 MULTE IN DUE MESI Verrà installato a Brugine il primo distributore di acqua automatico del Piovese per la vendita di “acqua alla spina” a prezzi definiti. Saranno due, del tutto simili a quelli del latte crudo, già presenti in numerosi Comuni. pag. 18 10% 40% 50% 30% 30% 50% 50% 20% 20% 10% 10% 30% 20% 60% 40% 60% COUPON del risparmio Cogli le migliori offerte della tua zona!

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Piovese sett2013 n117

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Page 1: Piovese sett2013 n117

EDITORIALE

Il Vajont non ci ha insegnato nulladi germana urbani

Ridimensionare, conservare, restau-rare, coltivare, redistribuire. A volte bastano poche parole, una presa di

posizione netta e, forse, tutto può cambia-re, svoltare. Anche il destino di una sola persona o di intere comunità.

Così sarebbe stato per Longarone 50 anni fa se l’interesse di pochi sulla diga e i profi tti che avrebbe prodotto, non avesse prevalso criminosamente sull’interesse di molta povera gente.

Guardando al Veneto di oggi e ripen-sando al disastro del Vajont vien da dire che non abbiamo imparato niente. Con l’autunno arriveranno le piogge. Una volta erano una benedizione, oggi le scongiuria-mo come un nuovo fl agello. Le esondazioni frequenti, gli allagamenti improvvisi che pa-ralizzano le nostre città ci hanno insegnato a temerle ma soprattutto hanno reso evi-dente che la rete idrica e la terra, che anco-ra respira libera dal cemento, non bastano più ad assorbire l’acqua che cade dal cielo.

Eppure chi ha il potere di farlo continua a progettare strade, nuovi quartieri, grandi ospedali. Nemmeno la crisi segna una bat-tuta d’arresto in questa corsa al cemento. Non ci sono più soldi per nulla eppure sulle grandi opere non si torna indietro.

continua a pag. 3

continua a pag. 8

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

“Prossimità attiva”, questa la proposta del presidente dell’Upa Roberto boschetto, tra chi amministra e chi produce. Un nuovo patto, intendo, che sia fondato non sulla logica dello scambio (di

consenso, di interessi), ma sulla trasparente “coalizione”...

Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire

*Presidente Confi ndustria Padova

di Marco Pavin*

continua a pag. 8

L’Intervento

“Prossimità attiva”, questa la proposta del presidente dell’Upa Ro-berto boschetto, tra chi amministra e chi produce. Un nuovo patto, intendo, che sia fondato

non sulla logica dello scambio (di consenso, di interessi), ma sulla trasparente “coalizio-ne”...

Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire

*Presidente Confi ndustria Padova

di Marco Pavin*

Imu, Irpef e Service tax: amministrazioni locali in affanno

Primo Piano

pagg. 4-5

L’ospedale di Piove rimane struttura per acuti

Sanità

pag.6

Residenti stranieri in calo: è la prima volta dal 1995

Piove di Sacco

pag. 14

pag. 8

Crisi. Un altro imprenditore suicida, il Piovese reclama attenzioneAmministratori, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali allo Stato e alla politica: “Abbiamo bisogno di riscatto”

Dai politici locali l’appello a sostenere le vittime della crisi. E’ il messaggio lanciato dai sindaci della Saccisica,

riuniti il 23 settembre scorso all’assemblea voluta dalle amministrazioni di Sant’Angelo e Legnaro dopo l’ennesimo suicidio legato alla crisi.

L’ultimo, quello di Maurizio Bertin, titolare della 3B, ditta specializzata nella produzione di ruote per biciclette, che il 17 settembre si è tolto la vita nella propria azienda.

All’appello hanno risposto compatti gli amministratori: presenti Massimiliano Barison, nella doppia veste di assessore provinciale al Lavoro e sindaco di Albigna-sego, il consigliere provinciale Alberto Ca-nova, i sindaci Luca Sartori (Arzergranede), Eric Sturaro (Correzzola), Sabrina Rampin (Polverara), il vicesindaco di Piove di Sacco, Lucia Pizzo, gli assessori Daniela Bertella (Codedvigo), Roberta Bruscaglin (Ponte-longo) e il consigliere di Piove, Andrea Re-caldin. All’iniziativa hanno aderito anche le

associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali: presenti Ascom, Cgil, Cisl, Confe-dercontribuenti Veneto e Upa.

La riunione è stata preceduta da una fiaccolata: un lungo corteo silenzioso che ha sfilato lungo le vie del centro di Sant’Angelo per ricordare le vittime della crisi e la tante, troppe morti, legate al lavoro. Colpa di uno Stato assente, si è detto, di una politica che ha perso di vista i problemi del quotidiano.

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 117 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

del Piovese

a brugine l’acqua del sindaco si beve alla “spina”

Millecinquecento multe per eccesso di velocità elevate in meno di due mesi ad altrettanti automobilisti. Queste le ci-

fre che sta facendo registrare l’autovelox installato lungo la strada dei Vivai dal

Comune di Sant’Angelo.

pag. 17

sant’angelo. autovelox: 1500 multe in due mesi

Verrà installato a Brugine il primo distributore di acqua automatico del

Piovese per la vendita di “acqua alla spina” a prezzi definiti. Saranno due, del tutto simili a quelli del latte crudo,

già presenti in numerosi Comuni.

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Page 3: Piovese sett2013 n117

Piovese Regionecasse comunali

pag. 6

I sindaci in equilibrio... di bilancio

pontelongo

pag. 22

Medici di base “sovraccarichi” di pazienti

cultura locale

pag. 30

“Scenari di carta”, letture e spettacoli per ragazzi

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Piove di Sacco, Legnaro, Sant’Angelo di Piove, Arzergrande, Brugine, Codevigo, Pontelongo, Polverara per un numero complessivo di 16.614 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE

e ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected] in redazione il 27 settembre 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

Selezioni per il nuovo corsotelefono amicocerca volontari

Telefono amico di Padova cerca nuovi volontari e apre le iscrizioni per l’anno 2014 alle selezioni per il corso di formazione “Nuovi volontari”. Il corso dura quattro mesi a partire da ottobre con frequenza settimanale. Il corso è gratuito e ha l’obiettivo di sensibilizzare i partecipanti rispetto ai temi dell’ascolto e della comunica-zione e aiutarli a potenziare capacità e metodologie utili per la gestione di relazioni d’aiuto al Telefono Amico. Per maggiorhi informazioni chiamare 348-4936804 o inviare una mail a [email protected].

Incontro sindaci e ministrocitta’ metropolitanaun passo avanti

“È stato un incontro molto positivo. Credo che si sia fatto un passo avanti nel definire il percorso della Città metro-politana così come padova l’ha deli-neato insieme a Venezia e Treviso” ha detto il vicesindaco reggente Ivo Rossi al termine dell’incontro con il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali Graziano Delrio, presente anche il sindaco di Treviso Giovanni Manildo.

A Monselice in ottobrecorsi di dizionee uso della voce

Il Centro Studi per l’Etnodramma di Monselice organizza corsi di dizione e uso della voce finalizzati alla presa di coscienza della voce, all’espressione in pubblico, all’eliminazione delle cadenze dialettali. Il corso parte da zero affrontando l’uso della voce in tutti i suoi aspetti: respirazione, articolazione, dizione. Il programma comprenderà una parte teorica nella quale si porrà l’atten-zione sugli accenti, i simboli fonetici e le regole generali e particolari. Le lezioni si terranno a Monselice (vicino alla stazione ferroviaria). Per informazioni: 328 6672328, [email protected].

in primo piano

pagg. 32-36

Gioco d’azzardo: una patologia e un mercato per le mafie

sicurezza idraulica

pag. 39

La pioggia risveglia gli spettri dell’alluvione

mostre

pag. 44

Gli sugardi universali di Tàpies

Cintura urbana Padovadopo 25 anni apre

la bretella di abano

Aaperta al traffico dopo una lunga e snervante attesala bretella tra la

strada regionale 47 “di Altichiero”, la tangenziale ovest di Padova, e la strada provinciale 2 “Romana aponense”, vale

a dire la “direttissima per Abano”.“Dopo circa 25 anni, finalmente sarà

in funzione un’opera strategica per la città” ha dichiarato soddisfatto il

vicesindaco reggente Ivo Rossi. “L’opera ha subito un iter lunghissimo sia sotto il

profilo progettuale sia per i finanziamen-ti. Finalmente il quartiere della Mandria sarà liberato dalla soffocante morsa del traffico, specie quello pesante, che oltre

ad inquinare ha sempre rappresentato un elemento di pericolo”.

Iniziativa delle Albergatricidonne eccellenti

premiate alle terme

Donne eccellenti, anche quest’anno le albergatrici di Abano e Montegrotto Terme hanno assegnato il premio. Fra

loro Silvana Fallisi per la categoria Cinema.

A seguire l’arte per la maestra di tessitura del bisso marino, Chiara Vigo. Daniela Zuccoli Bongiorno, impossibili-

tata a raggiungere la manifestazione, è stata però egregiamente

sostituita dal figlio Nicolò. A Ornella Vanoni ha il Premio Donne Eccellenti come Donna delle Terme. Per la ricerca premiata la dottoressa veneziana Marina Cavazzana, per il

giornalismo Alessandra Viero.

le nostre condoglianze a mauro

Lutto

Condoglianze al nostro direttore Mauro Gambin che ha perso la mamma, manca-ta prematuramente lo scorso settembre.

L’editore, tutta la redazione, l’amministra-zione, la grafica e l’area vendita di Give Emotions sono vicini a Mauro in questo

momento di lutto e di grande dolore.

EDITORIALE

Il Vajont non ci ha insegnato nullaE ancora una volta ci si deve chiedere a vantaggio di chi vadano queste scelte. L’inchiesta che vede coinvolti gli ingegneri veneti Baita e

Mazzacurati la dice lunga in merito, ma è solo la punta di un iceberg. Basta seguire la cronaca per cogliere come attorno ai grandi progetti veneti vi siano molte falle di trasparenza e di legalità e confl itti di interessi in atto, senza contare il rischio ormai documentato di infi ltrazioni mafi ose. Contro la speculazione che cancella il territorio agricolo e intere comunità si alza sempre più spesso la voce di comitati territoriali in difesa dell’ambiente. Persone informate che chiedono di prendere parte con meccanismi democratici alle decisioni per lo sviluppo del territorio. Che chiedono un’inversione di tendenza perchè, soprattutto oggi, il tema delle grandi opere rischia di essere per la nostra Regione un nodo cruciale. Il Veneto ha un triste primato dal punto di vista ambientale: è la regione più cementifi cata d’Italia. Il consumo di suolo agrario è passato dai 72 milioni di mq all’anno negli anni Ottanta ai 182 milioni mq all’anno dal 2000 in poi. Un consumo di suolo pari a 38 ettari al giorno tra il 2000 e 2010. Inoltre, a fronte di un incremento della popolazione di 429.274 abitanti, sono state costruite 367.354 nuove abitazioni per una popolazione di un milione di abitanti. Occorre chiedersi davvero se continuare a costruire e a cementi-fi care sia davvero la via giusta per la garantire ripresa economica e benessere ai veneti. Credo che a 50 anni dalla tragedia del Vajont la risposta debba essere un’altra e che si componga proprio di quelle poche parole che Don Albino Bizzotto ha consegnato al Consiglio regio-nale veneto invitando la politica al programmare nuove forme di sviluppo sostenibile. Il prete padovano è stato protagonista ad agosto di un lungo digiuno in nome dell’ambiente e quando è stato invitato ad intervenire a palazzo Ferro-Fini ha messo uno in fi la all’altro i numeri che lo preoccupano, quelli sul consumo di suolo, sulla necessità di salvaguardare l’agricoltura, il fabbisogno alimentare e la terra in generale.

Ridimensionare, conservare, restaurare, coltivare, redistribuire.

segue da pag. 1

di Germana Urbani

Page 4: Piovese sett2013 n117

4 Argomento del mese

l’appello degli industriali padovani al ministro zanonato

“Si ripristini la deducibilità dell’Imu sui fabbricati produttivi e sugli alberghi”

La deducibilità al 50% dall’imponibile Ires e Irpef dell’Imu che gra-va su fabbricati produttivi e alberghi, sparita nell’ultima versione del decreto legge 102 del 31 agosto, avrebbe consentito alle

imprese venete un risparmio d’imposta di 90 milioni di euro, allegge-rendo un gettito Imu 2013 stimato in 652 milioni, il 35,1% più del 2012, ma addirittura +112% rispetto all’Ici 2011. La marcia indietro

del Governo è suonata come una beffa, dopo che le bozze del decreto davano per certo l’inse-rimento dello sconto fi scale sui beni strumentali alle attività produttive. Fino al ripensamento fi -nale: né abolita l’Imu per le imprese né resa deducibile, seppure parzialmente (e non dall’Irap). La stima è di Confi ndustria Padova che, partendo dai dati dell’Agenzia del Territorio, ha stimato il gettito Imu 2013 dal sistema produttivo regionale e quindi calcolato quale sarebbe stato il risparmio d’imposta per effetto della deducibilità al 50% dall’imponibile Ires e Irpef. “Gli imprenditori sono stanchi di promesse fatte e non mantenute - ha dichiarato il presidente di Confi ndustria Padova, Massimo Pavin (in foto)-. Come è pensabile ritrovare un sentiero di crescita se alla prova dei fatti il sistema produttivo, vero motore del Paese, è trattato alla stregua di Cenerentola di ogni decisione di politica economica e fi scale? Così si deprimono le aspettative e la ripresa resta una chimera”. Da qui l’appello al ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato perché “si trovino gli spazi per ripristinare nella legge di stabilità la deducibilità dell’Imu”.

Tasse si ma quali? La repentina crisi di governo, e la sua so-luzione con la messa in un angolo dell’ex premier Silvio Ber-lusconi, non hanno sciolto il dubbio agli italiani e ai veneti.

Cosa si pagherà? Per cominciar,e dato sconcertante: nel 2013 la pressione fi scale ha raggiunto il 44,2% del Pil. Un record mai toc-cato in passato, ben 12,8 punti percentuali in più rispetto al 1980. In termini assoluti, denuncia la Cgia di Mestre, ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.629 euro: ben il 120% in più di quanto pagato nel 1980 (5.272 euro pro capite). Questo è riconducibile al fatto che le stime della Cgia hanno tenuto conto delle disposizioni fi scali introdotte successivamente (DL 63/2013 “proroga agevolazioni fi scali Irpef ristrutturazione edilizia e risparmio energetico”, DL 69/2013 “del fare”, DL 76/2013 “differimento aumento Iva” e DL 102/2013 “abrogazione prima rata Imu”). Nel momento in cui scriviamo l’aumento dell’Iva è scattato dal 21 al 22% . Una misura che deprimerà i consumi. Vediamo gli effetti nel dettaglio per il Veneto. “L’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22% - spiegano in una nota Unioncamere Venete - comporterà nella nostra regione una contrazione dei consumi di 61 milioni di euro nell’ultimo trimestre 2013 e di 251 milioni nel 2014, mentre gli investimenti si ridurranno di ulteriori 40 milioni di euro quest’anno e di 158 nel 2014”. Nel complesso il Veneto perderebbe una quota

di Pil intorno ai 105 milioni nel 2013, e in 420 milioni a partire dal 2014. Per l’impatto sul reddito disponibile delle famiglie, l’aumento farebbe crescere l’incidenza dall’attuale 15,6% al 16,1% con uno scostamento del +0,47%. Gli effetti sarebbero più pesanti per le fa-miglie con reddito basso. Lo scostamento sarebbe dello 0,82% per i nuclei familiari nel primo decile (cioè la decima parte meno abbiente della popolazione) mentre si ridurrebbe al +0,16% per le famiglie più ricche. Con l’aumento dell’Iva, a pagare il conto più salato a livello nazionale, saranno le famiglie della provincia autonoma di Bolzano: l’aggravio medio annuo sarà pari a 135 euro. Seguono quelle venete, con 113 euro, quelle emiliano – romagnole, con 111 euro e quelle lombarde, con 108 euro. Le realtà meno colpite, invece, saranno quelle del sud. Per questo sono tanti gli appelli al governo per bloccare questo provvedimento. Giuseppe Bortolussi dice: “Il governo abbassi l’Iva, ma senza aumentare le tasse. I pro-blemi sono molti: gli esodati, il rifi nanziamento della Cig in deroga, la seconda rata dell’Imu, il rientro del rapporto defi cit/Pil sotto il 3%. Sarebbe opportuno ripartire dall’Iva che, purtroppo, è aumentata di un punto”. Bortolussi fa una precisazione: “La riduzione dell’aliquota dal 22 al 21% non dovrà avvenire attraverso l’introduzione di nuove tasse. Si prevedeva che il mancato aumento dell’Iva fosse coperto da un ritocco all’insù delle accise sui carburanti e da un aumento degli acconti Ires e Irap in capo alle imprese. Bisogna trovare nuove

coperture agendo sulla spesa pubblica improduttiva: stop ad ulterio-re incremento del carico fi scale”. Ma non è solo l’Iva a preoccupare. Un salasso arriverà anche dalla Tares, la tassa sui rifi uti in vigore da quest’anno. Quest’anno l’importo medio dovrebbe attestarsi sui 450 euro a famiglia. La Tares costerà agli italiani 2 miliardi in più di quanto pagavano con la Tarsu/Tia. Tra il 2000 ed il 2013 l’aumen-to delle bollette relative al servizio di asporto rifi uti è stato del 67 per cento: se tredici anni fa ogni famiglia pagava mediamente 270 euro, con la Tares l’esborso medio per ciascun nucleo si attesta sui 451 euro. “Come è possibile che nel 2013 le famiglie paghino un importo così pesante – su chiede il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi - quando negli ultimi 5 anni di crisi economica la produzione dei rifi uti urbani è diminuita del 5 per cento e l’incidenza della raccolta differenziata, che ha consentito una forte riduzione dei costi di smaltimento, è aumentata di oltre il 30 per cento?”. Il cuore della ex Finanziaria sarà, la riduzione delle tasse sul lavoro e del cuneo fi scale con l’obiettivo di rendere più pesante la busta paga dei lavoratori. Saranno previsti sgravi fi scali per le start-up innovative. La seconda rata dell’Imu si pagherà? Mistero. Ad ora sembra che il governo avrebbe intenzione di ripristinare l’Imu per quel 10% di famiglie che possiedono immobili di lusso, per coprire le nuove esi-genze fi nanziarie si punta alle dismissioni e soprattutto al taglio della spesa pubblica.

di Alessandro Abbadir

E’ scattato l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, colpirà soprattutto le fasce meno abbienti della nostra regione

La Tares si è rivelata un salasso

ben più ampio delle imposte Tia – Tarsu

precedenti

IMPOSTENel 2013 la pressione fi scale raggiungerà il 44,2% del Pil.

Un record mai toccato in passato, ben 12,8 punti percentuali in più

rispetto al 1980. In termini assoluti, per la Cgia di Mestre, ciascun italiano

(bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico

di imposte, tasse e contributi pari a 11.629 euro: ben il 120% in più di

quanto abbiamo pagato nel 1980 Tasse da record soffocano l’economia veneta

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5Argomento del mese

di Alessandro Abbadir

L’Anci contesta le dismissioni delle societàTagli agli sprechi

Sprechi pubblici e tasse da pagare. Fra i provvedimenti che accompagnano le azioni di taglio nelle pubbliche amministrazioni c’è quella che prevede che i comuni dovranno dismettere le proprie società, a meno che queste non abbiano chiuso in utile gli ultimi tre esercizi. Il

termine fi ssato al 30 settembre è stato prorogato ma non mancano le polemiche. Si tratta di un provvedimento che nelle intenzioni intendeva restringere le aree di spreco e risanare i conti pubblici, limitando anche il malcostume delle assunzioni imposte da logiche clientelari. Così entro la fi ne del 2010 i Comuni fi no ai 30 mila abitanti avrebbero dovuto liberarsi di tutte le partecipa-zioni (per i Comuni fra i 30 e i 50 mila entro il settembre 2014), termine poi portato appunto al 30 settembre 2013. Insomma sono passati quasi tre anni e si parla di una nuova proroga. I Comuni a rispettare i termini non ci pensano proprio. Anci Veneto è chiarissima, e contesta alla radice le motivazioni del provvedimento. Il presidente dell’Anci Veneto va giù pesante “È una norma insulsa – dice Giorgio Dal Negro (nella foto), presidente di Anci Veneto e sindaco di Negrar, in provincia di Verona – che fa di un’erba un fascio senza distinguere le singole situazioni”. Sulla stessa linea Diego Marchioro, sindaco di Torri di Quartesolo (Vicenza), e presidente commissione fi nanza locale per l’Anci Veneto. Per Marchioro si può anche pensare che le ”motivazioni alla base del provvedimento siano sensate però la mia obiezione è di carattere economico: se ho una società che rispetta i parametri di mercato e magari mi garantisce un utile, perché mai dovrei dismetterla? Stabiliamo dei parametri fi nanziari e poi facciamoli rispettare a tutte le società controllate o partecipate dagli enti locali”.

Tasse da record soffocano l’economia veneta

I sindaci padovani alle prese con il bilancio

Tra vincoli e incertezze “Stiamo facendo i salti mortali per non aumentare i tributi”Autunno drammatico per i sindaci padovani alle prese con la predisposizione dei

bilanci, che quest’anno saranno approvati con 4-6 mesi di ritardo, con l’incogni-ta della copertura dell’Imu. La crisi di governo di inizio ottobre poi, ha reso tutto

ancora più diffi cile e gli amministratori locali sono allo sbando, si sentono lasciati soli in balia tra la necessità di far quadrare i conti e di pagare lo stipendio ai dipendenti ma anche quella di garantire i servizi essenziali ai clienti. In questi mesi i sindaci si sono inventati di tutto per non aggravare la situazione fi nanziaria e allo stesso tempo evitare il “default” del proprio comune: in tanti stanno provando la strada, non priva di incertezze, delle unioni (Conselvano, Bassa Padovana, Piovese, Camposampiere-se, Medio Brenta) se non quando delle fusioni vere e proprie (Este e Ospedaletto, Albignasego – Casalserugo – Maserà, Padova – Cadoneghe – Vigodarzere). Ma l’incertezza di questi giorni è tutta concentrata sul bilancio comunale da chiudere e la copertura Imu che lo stato dovrebbe garantire.

“Il rinvio dell’approvazione dei bilanci al 30 novembre non va nella direzione dell’aiuto e della responsabilizzazione dei Comuni. Comprendiamo la situazione politicamente diffi cile e le ristrettezze fi nanziarie all’interno delle quali il Governo è costretto a lavorare, ma credo che queste considerazioni non possano essere tra-scurate e anzi meritino una risposta più che urgente”. Mirco Gastaldon, sindaco di Cadoneghe, Partito Democratico, si fa portavoce della preoccupazione di tanti colleghi sindaci e chiede, anzitutto, l’allentamento del patto di stabilità. “È il vincolo più frustrante, - aggiunge Gastaldon - quello che ci rende impotenti di fronte alla sacrosanta esigenza delle imprese di riscuotere i loro crediti e alla necessità di ali-mentare il rilancio della crescita attraverso nuovi investimenti.

Ma come spezzare le catene che condannano all’immobilità gli enti locali? Bi-sogna escludere dal Patto alcune tipologie di spesa, a cominciare da quelle in conto capitale che presentano cofi nanziamenti pubblici: è insensato che Province e Regioni non possano pagare i Comuni per non sforare il Patto di Stabilità. Devono uscire al Patto anche le spese in conto capitale per le manutenzioni dell’esistente: permettere che il patrimonio pubblico degradi e si usuri ha, alla lunga, la conseguenza di mag-giori spese per il pubblico”.

Ancor più drammatico il racconto di Gabriele Volponi, vicesindaco di Maserà, area Pdl: “Stiamo facendo salti mortali per non aumentare le tasse comunali! È’ ver-gognoso come lo stato centrale tagli tutti i trasferimenti e non dia garanzie temporali sulla copertura dell’Imu. I comuni sono parte dello stato, le tasse locali non sono diverse da quelle nazionali: sempre i cittadini pagano, o meglio sempre Pantalon. Abbiamo tagliato tutto ora non ci resta che aumentare le tassi locali. Per il 2013 ten-tiamo di resistere ma per il 2014 aumenteremo; le nostre maggiori entrate in parte copriranno il furto romano in parte saranno investiti per aumentare questi servizi che negli anni sono stati ridotti o non sono mai aumentati. L’assurdità più grande: ap-provare entro settembre gli equilibri di bilancio come obbligo di legge con uno Stato che ha prorogato il bilancio di previsione, ripeto di previsione, al 30 novembre. Noi abbiamo sempre rispettato patti e razionalizzazione di spesa e siamo stati bastonati più di quei comuni che di virtuoso non hanno nulla”. Nicola Stievano

spalla pag 5 per padova

A sinistraMirco gastaldon e gabriele Volponi

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Sono come soldati in prima linea, in balia di ordini dall’alto che sembrano essere del tutto privi di una strategia

chiara e che cambiano di continuo. Sono i sindaci, amministratori di realtà locali che quotidianamente si trovano a fare i conti con sempre meno risorse e con regole e vincoli sempre più difficili da rispettare.

“Il comune di Arzergrande l’anno scorso non rientrava nel patto di stabilità - spiega a questo pro-posto il sindaco Luca Sartori, - così abbiamo programmato le entrate ed usato l’avanzo di bilancio in modo tale da tenere i valori dell’I-mu ai valori più bassi. Quest’anno il bilancio di previsione è stato fatto con i vincoli legati al patto di stabilità, ragione per cui non abbia-mo potuto usare l’avanzo di bilancio conse-guentemente abbiamo dovuto tagliare spese

per circa 350 mila euro rispetto al 2012, ma anche abbiamo dovuto aumentare l’Imu, compreso la prima casa”.

Quindi? “In questo momento l’incertez-za dei trasferimenti dello Stato e del gettito che ci sarà dato in funzione della cancella-zione dell’Imu - continua Sartori - impedi-sce al Comune di programmare lo sviluppo

futuro delle risorse da impegnare rispetto alle entrate che non sono note e quindi difficoltà a determinare l’equilibrio di bilancio”.

Le considerazioni sono amare. “Occorre mettere in evidenza che ogni sforzo prodotto dal Comune è reso vano da una politica centrale che invece di perseguire il bene comune cerca di fare con-tinuamente campagna elettorale scaricando ogni problema sugli enti locali, in primi sui Comuni e conseguentemente sui servizi ai

cittadini”. Anche a Codevigo non si fanno i salti

di gioia. Il primo cittadino Annunzio Belan, eletto a fine maggio, si è trovato un rebus tutto da risolvere. “La grave situazione di disagio - esordisce il neo sindaco - provocata dal ritardo nei trasferimenti economici da par-te dello Stato, dalla mancanza di risorse cer-te, dai limiti imposti dal patto di stabilità, ren-de difficoltosa l’approvazione del bilancio e l’attuazione delle previsioni programmatiche del mandato politico amministrativo. Il rinvio del termine per l’approvazione dei bilanci al 30 novembre dice tutto. Permanendo questa fase di incertezza, molti Comuni corrono il rischio di restare senza cassa per i pagamenti obbligatori quali mutui e stipendi”.

“La giunta di Codevigo - dice Belan - ha approvato la proposta di bilancio da presen-tare al consiglio ma, alla data attuale, non esiste ancora la certezza della copertura dell’Imu prima casa da parte dello Stato. I

continui tagli dei governi hanno ormai azze-rato i trasferimenti e i Comuni sono divenuti dei semplici esattori dello Stato, costretti ogni anno ad aumentare addizionale Irpef e Imu per garantire i servizi degli anni precedenti. La Tares, gestita direttamente dal Consorzio Bacino Pd Sud, è appesantita da un’addizio-nale di 0,30 euro al mq che il Bacino dovrà riversare allo Stato. Sulla Service Tax nulla ancora è definitivo”.

“Urge una riforma sul patto di stabilità - conclude - che comporta la necessità sempre crescente di disporre di entrate aggiuntive da destinare al perseguimento degli obiettivi di

finanza pubblica anziché alla erogazione di servizi alla collettività o investimenti. La ge-stione imposta dai governi lascia poco spazio alla politica locale con conseguente difficoltà da parte dell’Amministrazione di spiegare alla cittadinanza il perché di situazioni para-dossali. Gli obiettivi diventano ogni anno tec-nicamente sempre più irraggiungibili. Occorre una seria e incisiva riforma di tutta l’Ammini-strazione Pubblica altrimenti avremo di fronte ancora anni di grossi sacrifici che ricadranno sulle categorie più deboli che già stanno vi-vendo una difficile situazione economica”.

6 Saccisica

Pericolo scampato: l’ospedale Immaco-lata Concezione resta una struttura per acuti. La conferma è arrivata all’indo-

mani dell’approvazione delle schede ospe-daliere, al vaglio della riunione fiume della Commissione Sanità in Consiglio Regionale. Le schede ospedaliere garantiscono la na-tura di struttura per acuti per l’ospedale piovese, con le apicalità di Rianimazione e Anestesia e la Chirurgia generale.

“Un risultato di certo positivo – ha commentato il sindaco Davide Gianella – merito dell’impegno non solo della politica, a dimostrazione del fatto che quando si la-vora compatti i risultati si possono raggiun-gere, ma anche e soprattutto di un intero territorio e di migliaia di persone che per il loro ospedale si sono adoperate”.

“Abbiamo messo in sicurezza l’ara chirurgica, ripristinando Chirurgia generale H24 e confermando il primariato in Riani-mazione e Anestesia. Ora dobbiamo lavo-rare su Ortopedia e Geriatria” che perde, quest’ultima, 20 posti letto (da 50 passa a 30) e con il pensionamento dell’attuale primario perderà l’apicalità, rimanendo unità semplice. Assicurata dalle schede l’O-dontoiatria di comunità mentre si perde il primariato di Neurologia, che rimane come unità semplice ma anche i reparti di Otori-nolaringoiatria e Oculistica.

Molto si sono battuti i sindaci a difesa dell’area materno infantile, che mantiene il primariato di Ostetricia e Ginecologia, man-

tenendo l’unità semplice dipartimentale di Pediatria e Neonatologia. Un buon risultato, certo, ma del quale il sindaco si dice sod-disfatto al 70%. “Proveremo a migliorare - ha detto - ma soprattutto vigileremo per-ché gli impegni scritti vengano mantenuti, e le schede non rimangano semplici parole sulla carta”.

Soddisfazione è stata espressa anche dalla Lega nord piovese: “Viste le premesse e le condizioni dalle quali si partiva è questo il risultato migliore che si poteva incassare” affermano Andrea Recaldin ed Antonio Zorzi, capogruppo e consigliere del Car-roccio in consiglio comunale. “L’ospedale non vive un momento facile da tanti anni, non certo da oggi - ricordano - e purtroppo, in tal senso, i recenti episodi che hanno ri-guardato negativamente la struttura certo non hanno aiutato. Ora speriamo che con la riattivazione dei primariati indicati dalla Commissione, e che ringraziamo, a partire dall’assessore Luca Coletto e al consigliere Arianna Lazzarini, il servizio ospedaliero lo-cale torni ad un livello tale da poter creare la necessaria fiducia dei cittadini”.

“Ogni sforzo prodotto dai Comuni è vanificato da una politica centrale sempre in campagna elettorale”

SANITà L’OSPEDALE IMMACOLATA CONCEZIONE RESTA uNA STRuTTuRA PER ACuTI

Ma.Ma.

di Alessandro Cesarato

Il grido d’allarme e di sconforto degli amministratori locali che ogni giorno si trovano a fare i conti con sempre meno risorse e vincoli difficili da rispettare

Arzergrande e Codevigo I sindaci in equilibrio... di bilancio

“Noi, soldati in prima linea in balia di ordini dall’alto”

Il sindaco di Arzergrande Luca Sartori e il collega di Codevigo Annunzio Belan

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segue da pag. 1

...competenze, risorse - progettuali ed economiche - per perseguire insieme, nell’autonomia dei ruoli, soluzioni ai bisogni concreti di cittadini e imprenditori. Qualche esempio, per essere più chiaro. Come mitigare l’impatto (prevedibile) delle nuove tasse locali (la non ancora nata, ma già famigerata Service tax) sulle tasche di famiglie e imprese? Sediamoci a un tavolo, tecnici dei comuni e delle associazioni imprenditoriali, e verifi -chiamo se ci sono spazi per soluzioni equilibrate. Come pianifi care condi-zioni di crescita sostenibile, attenta alle esigenze di chi produce e rispettosa dell’ambiente? Rendiamo ancora più stringente il coordinamento sulle po-litiche urbanistiche e territoriali. Come lenire la piaga della disoccupazione, di cui spesso i sindaci sono testimoni partecipi ma impotenti? Incrociamo le nostre conoscenze sul bisogno di lavoro e sulla domanda che c’è nel territorio. Con un approccio non assistenziale, ma certamente «sociale». Come tentare la via dei bandi europei, penso alle Smart cities (ma anche innovazione, mobilità sostenibile, turismo), per intercettare fonti di fi nan-ziamento alternative a quelle (prosciugate) di Roma? Mettiamo insieme le rispettive competenze progettuali e tecniche per giocarci le nostre chance a Bruxelles. Sono esempi parziali, ma che spero diano il senso di come interpreto quella “prossimità attiva” tra chi amministra e chi produce, in una logica “coalizionale”, non più rivendicativa. Non sarà la panacea, ma una via più diretta ed effi cace al cuore dei problemi (e delle soluzioni). I comuni sono l’istituzione più prossima alla gente, più vicina ai bisogni di famiglie e imprese. Forse è proprio da qui che può ripartire un’”operazione fi ducia” che restituisca credibilità alla politica, rigeneri il senso di comunità, raccordi le energie migliori per costruire valore condiviso. Ben venga, allora, l’intuizione di ripartire da quella “prossimità attiva”, da un raccordo più intenso e operativo tra chi ha la responsabilità di amministrare e chi quella di rappresentare il tessuto produttivo ed economico. Da tradurre nell’ela-borazione di una “veduta lunga” sulle traiettorie di sviluppo, in proposte e azioni condivise. È un approccio che trova terreno fertile in una comunità locale che ha già sperimentato, con alterni successi, i coordinamenti fra le categorie economiche, i quattro tavoli delle Ipa (le intese programmatiche d’area), le unioni dei comuni. Da rilanciare oggi con più convinta determi-nazione, nella consapevolezza delle connessioni che oggi legano in unico destino tutti gli attori sociali ed economici. Senza aspettare il tornante della primavera 2014, quando più di sessanta comuni padovani andranno al voto, compreso il capoluogo. Ma avviando da subito il dialogo e il confron-to con i sindaci e gli amministratori, affi nché la prossima tornata elettorale non sia un ring inconcludente di slogan e bandierine ideologiche.

*Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto

L’Intervento

di Marco Pavin*

Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire

8 Saccisica

Dai politici locali l’appello a sostenere le vittime del-la crisi. E’ il messaggio lanciato dai sindaci della Saccisica, riuniti il 23 settembre scorso all’as-

semblea voluta dalle amministrazioni di Sant’Angelo e Legnaro dopo l’ennesimo suicidio legato alla crisi.

L’ultimo, quello di Maurizio Bertin, titolare della 3B, ditta specializzata nella produzione di ruote per biciclet-te, che il 17 settembre si è tolto la vita nella propria azienda.

All’appello hanno risposto compatti gli amministra-tori: presenti Massimiliano Barison, nella doppia veste di assessore provinciale al Lavoro e sindaco di Albignasego, il consigliere provinciale Alberto Canova, i sindaci Luca Sartori (Arzergranede), Eric Sturaro (Correzzola), Sabri-na Rampin (Polverara), il vicesindaco di Piove di Sacco, Lucia Pizzo, gli assessori Daniela Bertella (Codedvigo), Roberta Bruscaglin (Pontelongo) e il consigliere di Pio-ve, Andrea Recaldin. All’iniziativa hanno aderito anche le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali: presenti Ascom, Cgil, Cisl, Confedercontribuenti Veneto e Upa.

La riunione è stata preceduta da una fiaccolata: un lungo corteo silenzioso che ha sfilato lungo le vie del centro di Sant’Angelo per ricordare le vittime della crisi e la tante, troppe morti, legate al lavo-ro. Colpa di uno Stato assente, si è detto, di una politica che ha perso di vista i problemi del quotidiano. Dati allarmanti in Veneto dove, più che in altre Regioni, si muore per problemi legati al lavoro: 26 i suicidi registrati nel 2012. Il 26% del totale nazionale. E allora si cerca di dare una dimensione di un malessere

diffuso, economico ma soprattutto sociale. Nel Veneto, patria di tante piccole e piccolissime imprese, il lavoro è prima di tutto identità e con la crisi dell’azienda viene messa in discussione anche la considerazione che si

ha di se stessi. Alle istituzioni il difficile compito di dare risposte. “La soluzione deve venire da quella politica che per mesi si è fossilizzata sulla parola Imu, tralasciando i temi veri dell’eco-nomica – ha detto il sindaco di

Sant’Angelo, Romano Boischio - occorre intervenire agendo su tre fronti: dal punto di vista culturale, psi-cologico ed economico, con un piano forte, robusto e tempestivo”.

“Servono provvedimenti drastici, che devo essere

presi ad alto, altissimo livello - ha aggiunto il sindaco di Legnaro, Ivano Oregio Catelan - ben poche risorse possono mettere sul piatto i Comuni, stretti tra patto di stabilità, incertezza sulle entrate e l’esigenza sempre più pressante di spesa sociale. Qualcosa di più potrebbe fare la politica, quella che si fa a Roma, di certo non quella che si potrebbe fare a Sant’Angelo o a Legnaro”.

“Serve un cambiamento di rotta – ha evidenziato Massimiliano Barison - dobbiamo mantenere alta l’at-tenzione per far capire che abbiamo bisogno di riscatto, di invertire un ciclo perverso che sta investendo non solo l’economia ma l’intera società. Abbiamo bisogno di far capire che da soli non riusciamo a ripartire, e che non possiamo essere quel territorio che quando produce paga e quando è in difficoltà deve arrangiarsi”.

di Martina Maniero

S. Angelo Amministratori, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali in assemblea straordinaria

L’appello dei sindaci alla politica: “Sostenete le vittime della crisi”

Nel 2012 i suicidi registrati nel Veneto sono stati 26

Dopo l’ennesimo suicidio di un imprenditore locale le accuse ad uno Stato assente, ad una politica che ha perso di vista i problemi del quotidiano: “Da soli non riusciamo a ripartire”

Non possiamo essere quel territorio che quando produce paga e quando è in difficoltà deve arrangiarsi

Primo piano

Una rete territoriale che dia sostegno agli impren-ditori e agli artigiani alle prese con la crisi econo-mica. Questo, in estrema sintesi, il contenuto del

documento, approvato al tavolo del consiglio comunale di Sant’Angelo nella seduta di settembre, allargata a tutti i sindaci della Saccisica. Con quest’atto le ammi-nistrazioni riconoscono come le necessarie politiche di rigore non siano state coniugate altrettante politiche di sviluppo per la crescita, causa del perdurare della crisi, dell’aumento della pressione fiscale, della crescente dif-

ficoltà generale ad affrontare gli oneri tributari e dell’au-mento della disoccupazione, specie tra i giovani e tra i lavoratori considerati “poco appetibili”, ovvero la fascia d’età che va dai 45 ai 65 anni. Le amministrazioni cercano ora soluzioni concrete. Il documento impegna il sindaco a chiedere, a livello nazionale e regionale, un piano generale per l’occupazione e per lo sviluppo, a partire dalle piccole e medie imprese, affinché ven-gano attivati tutti gli interventi di politiche attive del lavoro per prevenire, in maniera efficace, i tanti suicidi

legati a problemi occupazionale. Il documento chiede che venga favorita la costituzione formale di una rete territoriale per intercettare, attraverso l’osservazione e l’ascolto, quelle persone che presentino segnali che possano far pensare alla propensione al suicidio, così da poter intervenire tempestivamente, con opportuni e adeguati sostegni. Una rete che deve essere forma-ta da soggetti istituzionali, assistenti sociali, medici di base e da soggetti informali, quali volontari, associazio-ni, parrocchie e insegnanti. Il documento è stato inviato

a tutti i Comuni della Provincia di Padova perché lo facciano proprio.

focus Il documento prodotto da amministratori, artigiani e sindacati una rete territoriale per intercettare il disagio

Ma.Ma.

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10 Piove di Sacco

Quantificare con precisione il danno erariale a carico dell’ente, provvedendo ad una detta-gliata analisi, per ciascun anno, del maggior

esborso di denaro pubblico. Queste le richieste della Lega, per voce del capogruppo all’opposizione An-drea Recaldin, avanzate nel corso del primo consiglio comunale di settembre. La mozione del Carroccio, votata poi come risoluzione, ha raccolto il voto favo-revole dell’intero consiglio e promette di far luce sulla complicata questione dello sforamento del fondo di produttività.

La vicenda, costata la testa dell’ex sindaco Ales-sandro Marcolin, si trascina da quasi un anno. Il Caso. Ad aprile dello scorso anno si scopre che il fondo di produttività con cui venivano pagate le indennità del personale è stato sforato in più occasioni e le risorse prese sistematicamente da altri capitoli di bilancio. Una prassi legata a diversi anni fa, addirittura agli anni 2000, di cui l’amministrazione dell’allora sin-daco Marcolin deve rendere conto. Con propria de-termina, l’allora dirigente del personale, revoca le 14 posizioni organizzative e le 15 responsabilità di

procedimento attribuite ad altrettanti funzionari. Sul piede di guerra i dipendenti comunali proclamano lo stato di agitazione. L’intera questione viene quindi segnalata alla Corte dei Conti.

Il Carroccio chiede al sindaco una presa di posi-zione forte nei confronti dei dirigenti ritenuti respon-sabili ma Marcolin prende tempo, rimandando la decisione alla sentenza della magistratura contabile. I rapporti tra Lega e Pdl si fanno tesi, fino alla frattura definitiva. A novembre vengono sfiduciati il vicesinda-co Recaldin e l’assessore Lorena Stevanato. La mag-gioranza rimane con un solo voto di scarto rispetto all’opposizione. A gennaio il consiglio comunale si riunisce ma a metà seduta viene a mancare il nume-ro legale. Due giorni dopo si torna in aula. Assente la maggioranza. Presenti l’opposizione al completo e due consiglieri del Pdl: Cristian Viola e Ferruccio Miot-

to. Seguono di poco le dimissioni del presidente del consiglio e quelle di undici consiglieri: l’opposizione al completo, la Lega e il consigliere Miotto.

Da gennaio a maggio sarà il commissario prefet-tizio a reggere le sorti di palazzo Jappelli fino alle ele-zioni amministrative. Il resto è storia recente. Intanto è stato sospeso lo stato di agitazione dei dipendenti comunali.

Nelle scorse settimane il sindaco Davide Gianel-la ha incontrato i rappresentanti sindacali e le Rsu, “Con i quali – ha detto il primo cittadino - abbiamo avviato un percorso di dialogo”. “Al momento – ha fatto sapere - abbiamo constatato che, per quanto riguarda le posizioni organizzative, c’è stato un mag-gior esborso di denaro per 218.000 euro. Andremo ora a predisporre un piano di rientro, contando di chiudere il tutto entro l’anno e avviare così la riorga-nizzazione dell’intera macchina comunale”.

“Il passo successivo - auspica Recaldin - è l’indivi-duazione dei responsabili che hanno portato a questa situazione, operando nello stesso tempo le dovute sanzioni a carico degli stessi”.

di Martina Maniero

Il sindaco: “Per quanto riguarda le posizioni organizzative c’è stato un maggior esborso di 218mila euro. Contiamo di chiudere tutto entro l’anno”

Amministrazione La Lega chiede di quantificare il danno dello sforamento del Fondo di produttività

Gianella: “Presto un piano di rientro”“Aggressioni, furti e rapine: l’amministrazione comunale lati-

ta”. L’attacco arriva dalla Lega, che in consiglio comunale punta il dito sul tema sicurezza. Il capogruppo all’opposizio-

ne, Andrea Recaldin, ha interrogato la giunta circa alcuni episodi che si sono verificati negli ultimi mesi in città, in particolare due liti in bar a Tognana e Sant’Anna, entrambe sfociate in un’aggressione a due titolari di pubblici esercizi e alcune auto scassinate alla sagra di Piovega. Recaldin ha chiesto all’amministrazione quali provvedimenti intenda mettere in atto per far fronte al problema e per migliorare il controllo del territorio, in città come nelle frazioni, potenziando anche la collaborazio-ne con le altre forze di polizia.

A rispondere l’assessore alla Sicurezza e Viabilità, Luca Carnio: “L’amministrazione ha già avviato una serie di misure concrete per far fronte al problema: abbiamo ripristinato il secondo turno dei vigili urbani, sospeso dalla precedente amministrazione, con un orario di lavoro che va dalle 7.30 alle 19.30, prevedendo una o due nottur-ne a settimana, in aggiunta alla domenica”. Quanto al controllo delle frazioni, “Dagli ordini di servizio – ha detto Carnio - si può verificare la presenza costante della polizia municipale nella frazione di Sant’Anna dove, negli ultimi 18 giorni, sono stati effettuati ben 16 presidi. Infine una riflessione sul metodo: non è cavalcando paure e disagi cittadini che si risolvono i problemi”.

Evidentemente l’assessore non deve aver gradito il pronto interes-samento del senatore Massimo Bitonci, intervenuto subito su quanto accaduto a Piove di Sacco negli ultimi mesi. Bitonci, annunciando un’in-terrogazione parlamentare i ministri Alfano e Kyenge, aveva parlando di “amministratori inadeguati” e di “Saccisica, come Padova, preda delle scorribande di piccoli e grandi criminali” auspicando una maggior presenza delle forze dell’ordine sul territorio piovese.

neWsSicurezza: aggressioni, furti e rapinela lega denuncia: troppi episodil’assessore: territorio sotto controllo

Ma.Ma.

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12 Piove di Sacco

Ventitré giorni trascorsi in Uganda per un’esperienza che segnerà per sem-pre la loro vita. Sono tornati gli undici

studenti e i due insegnanti delle scuole su-periori “De Nicola” e “Einstein” impegnati nelle settimane scorse nel progetto “Sulle tracce della solidarietà”, un’esperienza di volontariato che si inserisce a pieno titolo nel percorso formativo e educativo proposto dalle scuole piovesi. Un bagaglio di espe-rienze e sensazioni che ora i protagonisti stanno cercando di trasmettere quotidia-namente a compagni di scuola, amici e familiari. L’impatto innanzitutto con un pa-esaggio nuovo, con luci e colori totalmente diversi.

“La prima cosa che mi ha colpito - rac-conta Chiara - è stata la luce emanata dal sole: diversa, più bianca e più pura. Poi ci sono gli intensi colori di questa terra: il rosso delle strade, il verde degli alberi, l’az-zurro del cielo”.

Ma è stato soprattutto il volontariato in un centro nutrizionale in un quartiere peri-ferico e povero di Kampala, in una scuola primaria situata ai margini di uno degli slum che circondano la capitale e in un centro di accoglienza per poveri e disabili che ha toc-cato particolarmente gli animi dei ragazzi. “I bambini, i loro volti, i loro sorrisi, questo sono certa che non lo dimenticherò mai - dice Federica, - forse dovremmo imparare da loro cos’è realmente la felicità”. Luca invece ricorda la settimana trascorsa in un villaggio immerso nella savana, dove un popolo primitivo sopravvive al progresso occidentale. “Ho imparato a non giudicare - spiega, - lo stile di vita che abbiamo trovato nei villaggi non è peggiore o migliore del nostro, ma soltanto diverso”. L’incontro con tanti missionari e suore italiane che in que-sti luoghi si dedicano a poveri e ammalati ha fatto molto riflettere i ragazzi.

“Ricercano la felicità in quello che noi siamo abituati a evitare - pensa Sofia - nell’aiutare gli altri offrendo ogni parte di sé, senza giudicare e accogliendo a braccia aperte i più poveri e i loro bisogni. Hanno fatto una scelta di vita ammirevole, che mi ha davvero colpito. Una scelta che rimanen-do a casa non avrei mai capito”.

Tre settimane ad alta intensità, dove non sono mancate le difficoltà e le pau-re. Alla fine però tutti la ricordano come l’esperienza più forte mai vissuta. Luca: “Credo che quest’esperienza mi abbia fatto diventare una persona migliore, o forse solo più attenta alle cose veramente importanti della vita”.

Infine Renata: “Non potrò mai dimen-ticare quello che ho visto, i racconti che ho ascoltato dai missionari, gli sguardi profondi delle persone. E’ molto di più quello che si porta a casa rispetto a ciò che si riesce a dare”.

I ragazzi, accompagnati da due insegnanti, hanno partecipato al progetto di volontariato proposto dalle scuole piovesi

Scuola e territorio Gli 11 studenti del De Nicola e dell’Einstein raccontano 23 giorni in Uganda

“Sulle tracce della solidarietà”, bagaglio di esperienze che rende migliori

Alcuni momenti trascorsi dagli 11 ragazzi in Uganda insieme a due professori

Cercasi ex dipendenti della storica fonderia Valbruna di via Borgo Ros-si. L’appello arriva da un gruppo di

studenti del liceo “Einstein” che, assieme al loro professore Bruno Luciano Sanavia, sono impegnati nella stesura di un libro ri-guardante quella che è stata una delle più importanti realtà industriali della Saccisica per oltre mezzo secolo. L’opera, che sarà intitolata “Homo Faber”, permetterà una raccolta fondi per il recupero di una tela dell’oratorio di Sant’Anna e per alcune bor-se di studio destinate agli studenti coinvolti nel progetto. La fonderia di via Borgo Rossi fu realizzata nel 1952 dalla famiglia Ro-maro e inaugurata l’anno successivo. Molti dei lavoratori assunti erano stati contadini e pochi di loro avevano avuto l’opportunità di studiare. Poiché la paga era molto buo-na e la fonderia si trovava in prossimità del centro della città, in molti ambivano a lavorarci. Nel giro di pochi anni intorno allo stabilimento furono costruite numero-se abitazioni per accogliere i sempre più numerosi lavoratori. Successivamente, a causa del progressivo inquinamento dovu-to alle polveri di lavorazioni, fu avanzata la richiesta di spostare la fonderia nella vicina zona industriale. Qui si sarebbero potute anche unificare le due sezioni dell’azienda, quella di Piove di Sacco e quella di Vicenza. Tuttavia il trasferimento nella zona industriale piovese non avven-ne, perché il proprietario pretendeva gli fossero concesse numerose agevolazioni, tra cui la gratuità del terreno destinato alla fonderia e la costruzione di una ferrovia nelle vicinanze. Agevolazioni che gli erano già state concesse per la costruzione della sezione a Vicenza. Si arrivò così nel dicem-bre del 1996 alla definitiva chiusura. Gli ex dipendenti che volessero collaborare per raccontare la propria esperienza sul lavoro svolto in fonderia possono mettersi in contatto con gli studenti telefonando allo 049/9704279 oppure scrivendo a [email protected] .

neWs

Studenti dell’Einsteincercasi ex dipendenti della fonderia valbruna per scrivere un libro

A.C.

di Alessandro Cesarato

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14 Piove di Sacco

Residenti stranieri in calo in città per la prima volta dal 1995. E’ questa la situazione fotografata dagli uffici dell’a-

nagrafe comunale. Il particolare momento economico e il permanere della crisi, forse, può aver innescato un fenomeno migratorio di segno opposto a quello (immigratorio) re-gistrato finora. In altre parole se qui non c’è lavoro - e di certo ce n’è meno che in passato - meglio andare altrove. La flessione riguarda tanto i piovesi quanto gli stranieri.

Il 2012 ha chiuso con 19.773 abitanti di cui 2.113 di origine straniera, ovvero 110 in meno rispetto al 2011. E i primi 7 mesi dell’anno sembrano confermare la tendenza (-25 residenti di ori-gine straniera rispetto al 2012). 2.139 gli stranieri a gennaio, scesi a 2.112 ad aprile. 19.470 i residenti all’inizio dell’anno, passa-

ti a 19.446 a febbraio e ora stabili a 19.502 (dati di agosto). Non soltanto gli stranieri lasciano la città. Nel 2012 si è raggiunto il record di emigrati con 664 persone che han-no preferito spostare la residenza in un altro Comune. Erano stati 102 nel 2011, 595 nel 2010. Appena 32 nel 2001.

Si contrae anche la popolazione piovese nel suo complesso. Se il dato sulla popola-

zione immigrata inizia a scendere dal 2012, è nel 2013 che scen-de anche quella com-plessiva. Il bilancio di fine luglio si è chiuso con 19.502 residenti,

222 in meno rispetto al bilancio finale del 2012. Dal 2001 al 2011 Piove è cresciuta di 2.130 unità. Il censimento del 2001 re-gistrava 17.484 residenti a Piove di Sacco. 6.369 le famiglie. Erano 108 i nuovi nati, 135 i morti (–27). 455 gli immigrati e 319

gli emigrati (+136). 185 le persone di origi-na straniera.

Il censimento del 2011 registrava 19.614 abitanti in città (+2.130). 7.743 le famiglie. Erano 143 i nuovi nati, 121 i decessi (+22). 665 gli immigrati, 486 gli emigrati (+179). Ben 2.223 il numero delle persone di origine straniera (+2.038).

Curiosità. Il numero degli emigrati ha superato il numero degli immigrati soltanto 9 volte dal 1970 ad oggi. 4 volte negli anni Settanta, tre negli anni Ottanta, una negli anni Novanta e, l’ultima volta, nel 2001. Negli ultimi 43 anni la popolazione ha visto il maggior incremento nel 1970 (+172 saldo nati/morti), e il minore nel 2004 (-44 saldo nati/morti). Il 2010 l’anno in cui si sono registrati, contemporaneamente, il maggior numero di emigrati (595) e di immigrati (896). Secondo i del Bilancio demografico nazionale (aggiornati alla fine del 2012) e diffusi a giugno di quest’anno dall’Istat,

i residenti di origine straniera in Italia han-no raggiunto il 7,4% della popolazione e i nuovi arrivi dell’anno hanno compensato il saldo negativo tra nascite e decessi. Quasi 26 milioni le famiglie anagrafiche. Secondo i dati il 31 dicembre 2012 risiedevano in Italia 59.685.227 persone. Tra loro più di 4

milioni e 300 mila (il 7,4%) di cittadinanza straniera. Nel corso del 2012 la popolazione è cresciuta di 291.020 unità (+0,5%). L’au-mento, spiega l’Istat, è dovuto in parte alla revisione post censuaria delle anagrafi e in parte alle migrazioni dall’estero.

di Martina Maniero

Il momento economico e il permanere della crisi possono essere la causa. All’inizio dell’anno erano 2.139, ad aprile 2.112. In contrazione anche i piovesi

Ufficio anagrafe Nel 2012 erano 110 in meno, trend confermato nei primi mesi del 2013

Residenti stranieri in calo: è la prima volta dal 1995

Dopo una crescita costante dal 2001 al 2011 la città di Piove di Sacco ha fatto registrare un decremento della popolazione

La questione dei costi della politica al centro di un’interrogazione presenta-ta dal capogruppo leghista, Andrea

Recaldin, che chiede di sapere a quanto ammontino le indennità di carica di sinda-co, assessori e consiglieri comunali. Una richiesta che arriva a tre mesi dall’inse-diamento della giunta Gianella, nel primo consiglio comunale utile, con possibilità di scontro tra maggioranza e opposizione.

L’esponente del Carroccio ha ricordato che la precedente amministrazione, della quale faceva parte in veste di vicesindaco, aveva già applicato il taglio del 30% su un importo già in buona parte ridotto. Lo stes-so ha auspicato possa mettere in pratica la giunta Gianella e che eventuali risparmi di spesa vengano impiegati a favore dei disoccupati.

Il commissario prefettizio, al mo-mento del suo insediamento, ha infatti ripristinato le indennità tabellari che, per legge, vengono calcolate in relazione alla dimensione demografica del Comune am-ministrato.

Per i Comuni tra i 10.001 e i 30.000 abitanti - e quindi Piove di Sacco - l’inden-nità del sindaco è fissata in 3.098,74 euro al mese e uno stipendio pari al 45% di quello primo cittadino per gli assessori comunali.

“Ad oggi la giunta non ha percepito nemmeno un euro - avverte il sindaco Da-vide Gianella – anzi, abbiamo decurtato

le indennità di carica del 40%: il 10% in più rispetto alla precedente amministra-zione.

Nel contempo abbiamo ridotto il nu-mero di assessori, aumentandone le de-leghe. Dirò di più: Piove di Sacco, che si candida ad essere l’ente capofila del Pio-vese, sarà il Comune più grande ma con le indennità di carica più basse dell’intero comprensorio”.

“Questa amministrazione ha elimina-to anche lo staff del sindaco – conclude Gianella - e il lavoro prima svolto dai dirigenti è ora sulle spalle di sindaco e assessori. Una soluzione, quest’ultima, che permetterà di risparmiare ben 70 mila euro all’anno”.

“Le indennità della precedente ammi-nistrazione in realtà erano molto inferiori rispetto alle attuali – replica Recaldin – mentre per quanto riguarda la questione del numero egli assessori, faccio presente che è una disposizione statale, in vigore da tempo, e che comporta in automatico un aumento delle deleghe”.

“Quanto allo staff del sindaco e il di-rettore generale – conclude - la scelta di non avvalersene non è figlia di una scelta politica di Gianella, ma anche questa, una disposizione dello Stato del 2011. Gianel-la quindi giustifica una scelta che, anche volendo, non avrebbe mai potuto operare. Pertanto non si può parlare di risparmio”.

Costi della politica localegianella: “stiamo risparmiando sulle indennità di carica”, recaldin contesta

Ma.Ma.

Nel 2012 la popolazione era di 19.773 abitanti, ad agosto 2013 se ne contavano 19.502

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17Brugine-Legnaro

Verrà installato a Brugine il primo distri-butore di acqua automatico del Piove-se per la vendita di “acqua alla spina”

a prezzi definiti. Saranno due, del tutto simi-li a quelli del latte crudo, già presenti in nu-merosi Comuni. Il primo verrà posizionato in piazza Ungheria, vicino al municipio mentre il secondo in via Aldo Moro, nella frazione di Campagnola, nel piazzale antistante le scuole elementari. L’amministrazione comu-nale ha già avviato le procedure per arrivare ad individuare, attraverso un bando di gara, il nuovo gestore del servizio. Nessun costo per il Comune, ad esclusione della messa a disposizione degli allacciamenti: l’acqua arri-verà dall’acquedotto comunale e verrà ulte-riormente filtrata prima di essere distribuita al prezzo di 3 centesimi al litro per quella naturale e 5 centesimi per quella gassata.

“Il progetto è nato per due scopi essen-ziali - ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Michele Giraldo – in primo luogo per far

risparmiare denaro ai nostri cittadini, che po-tranno avere un acqua di ottima qualità a un prezzo sicuramente contenuto. In secondo luogo va tenuto conto dell’aspetto ecologi-co, in quanto riutilizzare la stesse bottiglie più volte produrrà meno rifiuti”. “Pur dando atto dei notevoli risultati ottenuti nella raccol-ta differenziata dal Comune di Brugine – ha aggiunto Giraldo - l’amministrazione vuole continuare nella promozione di quei compor-tamenti più rispettosi dell’ambiente, per una progressiva riduzione dei rifiuti prodotti dai cittadini”.

Quella che è stata ribattezzata “l’acqua del sindaco” fa bene sia alle tasche che all’ambiente. Si calcola che in una famiglia si consumino mediamente 800 litri di acqua all’anno, pari a 540 bottiglie da 1,5 litri e che ogni cittadino italiano spenda media-mente 300 euro all’anno per l’acquisto di acqua in bottiglia. Ad incidere maggiormente sul prezzo del prodotto che si porta a tavola sarebbe soprattutto il costo del trasporto e la pubblicizzazione del prodotto. Spese che non sempre sono garanzia di miglior qualità rispetto all’acqua erogata dall’acquedotto comunale.

di Martina Maniero

L’acqua del sindaco sarà naturale o gassata, a 3 e 5 centesimi di euro al litro. L’assessore Giraldo: “Un’iniziativa per far risparmiare i cittadini e per il rispetto dell’ambiente”

Il caso Saranno installati vicino al municipio e nella frazione di Campagnola

In arrivo due distributori di acqua “alla spina”

Un distributore di acqua automatico

Accesso ad internet gratis, per un’ora al giorno, nelle aree pubbli-che. Da oggi è possibile grazie a

“Legnaro WiFi”: la nuova rete internet comunale. Cinque punti di accesso alla rete (tecnicamente “hotspot”) sono già attivi in centro e nelle frazioni. Si può già navigare senza fili da piazza Costi-tuzione, al parco verde di via Cavour e nell’area degli impianti sportivi comunali di viale dello Sport.

Internet gratis anche nelle frazioni: un punto di accesso è stato installato al campo sportivo di Casone e un altro nel plesso scolastico di Volparo. I luoghi in cui predisporre i punti di accesso sono stati individuati tenendo conto delle abi-tudini e degli spostamenti dei legnaresi: giardini e parchi pubblici, per esempio, e tutti i luoghi dove abitualmente si danno appuntamento i cittadini. La rete wi-fi, in questa prima fase, sarà libera: ci si potrà collegare gratuitamente, attraver-so computer, tablet o smrtphone, senza bisogno di username e password.

Una sorta di avvio promozionale del servizio, ma anche un modo per analizzare i primi dati che arriveranno dalla rete e ai commenti degli utenti. Successivamente per collegarsi servirà l’autenticazione. A gestire il servizio la Telerete Nordest, la società del gruppo Aps Holding di Padova che attualmente si occupa della rete “Padova WiFi” del vicino polo universitario di Agripolis.

La società ha ampliato la rete WiFi a costo zero per il Comune in quanto rice-verà un guadagno dall’eventuale stipula di contratti e abbonamenti con privati e aziende locali. A Legnaro, infatti, più di qualche zona è ancora sprovvista della copertura Adsl, strade e quartieri magari lontani dal centro, dove gli operatori non hanno dimostrato interesse ad investi-re. L’intenzione del Comune è quella di estendere il servizio anche ad altre zone pubbliche del paese. Trattative in questo senso sarebbero in corso per portare il segnale fino al patronato della parrocchia San Biagio. In futuro forse anche la fibra ottica nell’intero territorio comunale.

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La nuova rete comunalecon legnaro Wifi accesso gratis ad internet

Ma.Ma.

Attivi cinque punti di accesso alla rete, in centro e nelle frazioni

Si calcola che ogni famiglia spende circa 300 euro per acquistare acqua in bottiglia ogni anno

Page 18: Piovese sett2013 n117

di Martina Maniero

18 Sant’Angelo di Piove

Millecinquecento multe per eccesso di velocità elevate in meno di due mesi ad altrettanti automobilisti.

Queste le cifre che sta facendo registrare l’autovelox installato lungo la strada dei Vivai dal Comune di Sant’Angelo.

I numeri di Piove di Sacco (che pure ha un autovelox lungo la Superstrada) forse non verranno replicati: spento per essere ri-messo in funzione ad orari alterni, in 3 mesi ha inchiodato oltre seimila automobilisti al volante. Ma anche la postazione di Sant’An-gelo promette bene, considerando che al momento viaggia con una media di 200 sanzioni a settimana, una trentina al giorno. Praticamente più di una ogni ora.

I numeri si riferi-scono al periodo che va dal 9 maggio al 30 giugno. C’è da dire che qualcuno se l’è dav-vero andata a cercare, come l’automobilista fotografato dall’occhio elettronico per ben sei volte nell’arco della stessa settimana.

Evidentemente non si era accorto della pre-senza delle telecamere.

Un’ecatombe per gli automobilisti. Una benedizione per le casse del Comune perché i proventi delle sanzioni andranno

a rimpinguare quel te-soretto che per metà viene impiegato per la sicurezza stradale. A questo proposito l’amministrazione ha recentemente rivisto, al

rialzo, la cifra stanziata a bilancio per san-zioni che passa da 280 a 400 mila euro. Gli uffici della polizia locale, che già hanno il loro da fare con tra centinaia di istruttorie,

dovranno smistare anche le richieste di chi, beccato con il piede pesante sull’accelerato-re, presenterà domanda per ottenere una dilazione del pagamento.

Due le condizioni per accedere all’i-stanza di rateizzazione: che l’importo della multa non sia inferiore a 200 euro e che il reddito imponibile di chi viene multato non superi i 10.628,16 euro.

C’è poi lo sconto, introdotto ad agosto dal “Decreto del Fare”, che prevede una riduzione del 30% sull’importo della sanzio-ne, a patto che il pagamento avvenga entro cinque giorni dalla data di contestazione o di notifica del verbale.

Politica Il bilancio di 2 mesi di attività dell’autovelox lungo la Strada dei Vivai

Eccesso di velocità, già 1500 multe in due mesi L’amministrazione comunale ha presen-

tato in Regione il progetto per accedere alle risorse che il “Decreto del fare” ha

destinato all’edilizia scolastica. 450 milio-ni di euro (150 dei quali per la rimozione dell’amianto) che verranno assegnati a in-terventi immediati per la messa in sicurezza, la riqualificazione e la manutenzione straor-dinaria di immobili scolastici in tutt’Italia.

Il 15 settembre è scaduto il termine per presentare a palazzo Balbi l’elenco dei progetti esecutivi e subito cantierabili. Nei trenta giorni successivi le graduatorie passeranno al Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca) che dovrà decretare le assegnazioni.

Infine, entro il 28 febbraio del prossimo anno, dovrà avvenire l’affidamento dei lavori, pena la revoca dei fondi. Stando ai calcoli all’amministrazione santangiolese servono solo, si fa per dire, 134 mila euro per la messa in sicurezza della scuola ele-mentare Don Milani del capoluogo. Da recenti verifiche statiche e sismiche della struttura è emerso che alcuni elementi strutturali non possono più essere considerati adeguati all’attuale normativa in tema di sicurezza, e vanno quindi consolidati e rinforzati. Obbli-gatoria per legge, ma per la quale non sono stati previsti fondi statali, è l’adozione del registro elettronico.

E così anche alla scuola media Giovanni XXIII il registro di carta appoggiato sulla cattedra ha lasciato il posto a quello telematico. Nonostante le ristrettezze di bilancio l’amministrazione ha deciso di completare anche i lavori alla rete di connessione internet della scuola, installando otto nuove postazioni pc nelle aule. Con lo stesso intervento verrà sistemato l’impianto di illuminazione interna ed esterna del plesso scolastico. Al passo con la moderna didattica anche la scuola elementare Collodi di Vigorovea che da quest’anno potrà contare su una nuova lavagna interattiva multimediale e otto nuove postazioni pc.

focusLe risorse destinate all’edilizia scolastica dal “Decreto del fare”presentato in regione il progetto per la messa in sicurezza della don milani

Ma.Ma.

E’ stato posizionato nella Strada dei Vivai, all’altezza del comune di Sant’Angelo

Dal 9 maggio al 30 giugno il periodo considerato. Automobilista segnalato per ben 6 volte in una settimana

1

minetto apr2010 1/5

Cooperativa San Michele, la Persona in primo piano

Il Centro San Michele sorge al piano superiore rispetto all’uni-ca farmacia nel cuore di Polverara, ed offre una serie di servizi socio-sanitari, educativi e ricreativi rivolti a bambini, anziani, malati e disabili nonché corsi di benessere psico-fisico, corsi di formazione, percorsi ed incontri individuali o di gruppo a sostegno della Persona.“Non si può evitare di nominare il caro Dr. Sergio Chinello, che oggi sorveglia dall’alto dei cieli il nostro operato, che ci ha tanto sostenute e stimolate per l’apertura di questo Centro proprio sopra alla sua nuova farmacia” ricorda Silvia Franchin Presidente del Centro “era un uomo che vedeva molto lonta-no, preparato, solido nei valori, trasparente e determinato. Purtroppo quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia tutte le domande.La vita ha voluto che ognuna di noi tre socie, nel privato, do-vesse toccare con mano il significato di MALATTIA, SOFFE-RENZA, DIFFICOLTA’ perciò sappiamo bene che oltre al dolore da gestire in questi periodi difficili, c’è il lato pratico e neces-sario di coordinare famiglia, lavoro, casa e quant’altro. Con la presentazione delle attività e servizi che il nostro Cen-tro offre, vogliamo comunicare l’opportunità di far converge-

re le esigenze e le problematiche della Persona, garantendo di ESSERCI!”Parlando con le titolari, si percepisce a chiare lettere l’impor-tanza della Persona, si accertano, infatti, che questa parola sia inserita con la lettera maiuscola. “E’ di fondamentale impor-tanza PENSARE alla Persona scritto con la lettera maiuscola, anziché minuscola, è una forma di rispetto nei confronti della Vita. Il nostro maggiore impegno è dare QUALITA’ alla VITA” conclude la Signora Franchin.La Cooperativa Centro San Michele, oltre ad essere affiliata ad Euriclea che è una rete regionale per l’Assistenza Familiare, si è inoltre aggregata a Consorzitalia per essere più solida e svolgere l’attività di servizi al meglio delle sue potenzialità. SERVIZI A DOMICILIO

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Il riconoscimento “Codevighese dell’an-no” per il 2013 è andato a un’associa-zione, la Caritas parrocchiale “Beato Gio-

vanni XXIII” che ha come presidente don Florindo Bodin. Nell’ambito delle manife-stazioni legate al “Codevigo settembrino”, la Pro loco ha assegnato la tradizionale targa che da oltre un decennio è attribuita a persone o associazioni i cui ruoli hanno con-tribuito, o contribuiscono, a fare crescere la comunità di Codevigo e valorizzare la sua immagine anche fuori dei confini comunali.

Sulle motivazioni che hanno portato alla scelta, hanno pesato l’impegno volon-tario a sostegno di singoli e famiglie in dif-ficoltà nel territorio e lo spirito altruistico e disinteressato con cui l’associazione opera.

“E’ un onore e una gradita sorpresa - ha ringraziato la coordinatrice locale Sil-vana Omodei al momento del ricevimento della targa - il riconoscimento che la comu-

nità ha voluto dedicare all’associazione e ai suoi volontari”.

“Nella nostra comunità - ha continua-to la coordinatrice - la Caritas è sorta nel 1988, per l’intuizione di alcune persone che hanno sentito il desiderio di aiutare chi è in difficoltà di vario tipo. Fra queste persone vogliamo ricordare con gratitudine l’opera svolta fin dall’inizio con dedizione dal compianto maestro Dorino Pagin”.

“Attualmente la nostra Caritas si avvale della presenza di una quarantina di volon-tari, che svolgono un servizio silenzioso, si-gnificativo e utile a favore dei più bisognosi del territorio e non solo. Oltre a questo - ha concluso - svolge anche la sua attività di volontariato in collaborazione con i Servizi Sociali che indirizzano al nostro centro per-sone in difficoltà che così possono trovare accoglienza e aiuto di vario tipo”.

“CODEvIghESE DELL’ANNO” ALLA CARITAS IL PRESTIgIOSO RICONOSCIMENTO

A.C.

Il sindaco, la coordinatrice della Caritas Silvana Omodei, il presidente Caritas Don Florindo Bodin e la presidente della Pro loco di Codevigo

Un riconoscimento che va a chi, singoli o associazioni, contribuisce a far crescere la comunità

Una nuova perizia e 60 mila euro subito per i pri-mi interventi. Sono queste le rassicurazioni che i genitori della quarantina di bambini della scuola

materna statale di Santa Margherita si sono sentiti dare dal sindaco Annunzio Belan dopo le proteste che hanno anticipato l’inizio dell’anno scolastico.

La preoccupazione per la mancata manutenzione del plesso scolastico della frazione, infatti, ha allarma-to non poco i genitori che per tutta l’estate si sono mossi per avere delle risposte dalle istituzioni. Danneg-giata dal terremoto del maggio dello scorso anno, la scuola prima era stata chiusa in via precauzionale e, a distanza di qualche mese, riaperta, anche se non in tutte le sue parti. La passata amministrazione aveva richiesto alla Regione un contributo per intervenire ma il cantiere non è stato aperto perché il finanziamento non è mai arrivato. Con la conseguenza che soprattut-to le infiltrazioni d’acqua dal tetto hanno portato a un progressivo deterioramento di tutta la struttura.

“E’ necessaria subito una prima manutenzione - hanno da subito fatto sapere i genitori - per rendere un minimo accogliente una scuola che rappresenta l’unico edificio pubblico della frazione”.

Il sindaco Belan ha annunciato che nel suo primo

bilancio di previsione sono previsti intanto 60 mila euro per che il Comune impegnerà per i primi inter-venti strutturali. Entro metà ottobre inoltre la nuova amministrazione si è impegnata, dopo che si sarà con-sultata anche con la dirigenza scolastica, a presentare ai genitori il progetto di restauro. Intanto, prima del suono della campanella l’ufficio tecnico comunale ha fatto eseguire la tinteggiatura dei locali e la sigillatura di alcune finestre in maniera che la scuola potesse ria-prire regolarmente il 12 settembre.

Sarà dato anche l’incarico per una nuova perizia

di staticità, la terza, in maniera da fugare ogni dub-bio sulla sicurezza della scuola. Se tutto andrà come da programma, i lavori di manutenzione straordinaria potrebbero realizzarsi mentre i bambini sono a casa per le festività di fine anno. Su una cosa i genitori non intendono transigere: che i propri figli non siano più spostati, anche se temporaneamente, negli spazi del vicino patronato.

Infatti, anche se la struttura è nuova, è del tutto inadeguata a ospitare in completa sicurezza bambini dai tre ai cinque anni.

di Alessandro Cesarato

Proteste all’inizio dell’anno scolastico da parte di genitori, preoccupati dei danni arrecati alla struttura dal terremoto di maggio dello scorso anno

Santa Margherita Scuola materna statale, il sindaco Belan rassicura i genitori

Per fine anno primi interventi e nuova perizia

A quanto ammonta lo stipendio del nuovo sindaco Annunzio Belan? La nuova giunta comunale ha approvato in questi giorni le nuove indennità che

spetteranno agli amministratori usciti vincitori dal risultato elettorale delle amministrative dello scorso fine maggio.

E’ stato fissato che il primo cittadino, ragioniere comunale in pensione, percepirà una somma mensile di 1.500 euro cui andrà aggiunta, al termine della sua esperienza, un’indennità di fine mandato. Il vice sindaco Nicolas Frison dovrà invece “accontentarsi” della metà, ovvero di 750 euro al mese.

Agli assessori Silvia Meneghin e Olives Visentin spet-teranno invece 675 euro, pari al 45% dell’indennità del sindaco. Chiude il cerchio l’assessore Daniela Bartella che, in qualità di lavoratore dipendente che ha rinunciato all’aspettativa, svolgerà le sue funzioni per 337,50 euro al mese. Il gettone previsto per la presenza al consiglio comunale di tutti i consiglieri, minoranze incluse, è stato determinato invece in poco più di 16 euro a testa.

neWs

I costi della politica locale approvate dalla giunta comunale le indennità agli amministratori

La scuola materna di Santa Margherita

20 Codevigo

A.C.

Il primo cittadino percepirà una somma di 1500 euro

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22

In vendita le quasi 40 mila azioni di Hera Spa possedute dal Comune. L’amministrazione ha, infatti, deciso

di monetizzare il patrimonio ereditato dalla vecchia partecipazione come socio all’Apga (l’azienda che gestiva l’acque-dotto piovese) confluita in AcegasAps, che poi si è fusa per incorporazione con Hera Spa.

In soldoni, circa 60 mila euro che saranno usati per rimpolpare le casse comunali e ridare respiro a una situa-zione economica e finanziaria che, anche a causa dell’introduzione del Patto di stabilità, è tutt’altro che rosea.

“Questo non significa che saranno vendute dall’oggi al domani - ha spiegato il vicesindaco Enzo Battisti - ma saranno smobilitate in base alle necessità di bilan-cio, come ad esempio in fase di realiz-zazioni di lavori pubblici. L’intenzione è comunque è di riuscire a vendere tutte le quote, insieme anche a quelle di Attiva”.

La decisione ha ricevuto però il voto

contrario di tutti i consiglieri di opposizio-ne che hanno rilevato un’inopportunità politica di una simile scelta.

“E’ vero che il nostro numero di quote è insignificante nella totalità della galassia di Hera Spa - ha commentato il capogruppo di minoranza Federico Os-sari - ma rappresenta, insieme con quello di decine e decine di Comuni che si sono uniti per dare vita a questa grande socie-

tà, un’importante presenza di controllo e pressione, soprat-tutto in prospettiva. Cedere le quote si-gnificherebbe, oltre a non fare oggi un

grande affare, soprattutto privarci della prospettiva politica di potere fare massa critica da condividere assieme alle altre realtà territoriali con Padova in testa”.

“Avremmo preferito mantenerle - ha aggiunto Ossari - oppure, se proprio non esistevano alternative, utilizzare questo tesoretto per operazioni indispensabili, come ridurre la soglia di indebitamento del nostro comune che è fuori dai para-metri imposti dallo Stato”.

Pontelongo

Sempre più frequenti le situazioni di disagio nella medicina di base del paese. A evidenzialo è il gruppo consi-

liare di minoranza Pontelongo 2000 che ha anche scritto una lettera di segnalazione a Maria Pia Rizzo, responsabile del Distretto sanitario dell’Usl 16.

Dalla fine del 2011, quando lo “stori-co” dottor Giorgio Carpenedo è andato in pensione e ha chiuso il suo ambulatorio, i medici di base a Pontelongo sono rimasti solo tre. A questi sono stati riassegnati i mil-leduecento pazienti rimasti senza medico, con la duplice conseguenza di sovraccaricare il loro impegno e allungare i tempi di attesa negli ambulatori. Questo quando tutto va bene.

Sì, perché se capita qualche inconve-niente, i disagi per l’utenza aumentano. Come nel mese di giugno, quando uno dei medici non ha potuto esercitare perché ricoverato all’ospedale e un altro invece è

andato in ferie indicando come suo sostituto quello di Rosara di Codevigo.

Peccato però che la sua presenza non fosse prevista in loco e che quindi i pazienti avrebbero dovuto recarsi a Rosara, che da Pontelongo dista dodici chilometri senza che le due località siano servite da un collega-mento diretto di mezzo pubblici. Fatto sta che per una quindicina di giorni un solo me-dico si è trovato a dovere servire un paese

con più di 4 mila persone. “Non è la prima volta che accade - sot-

tolineano i consiglieri di minoranza - ed è probabile che potrà succedere nuovamente in futuro. Eppure il Distretto continua a ne-gare che si possa inserire un quarto medi-co”. “Per quanto ci riguarda - aggiungono Federico Ossari e i suoi - siamo da sempre convinti che la medicina di base farà un sal-to di qualità solo se e quando sarà attivata la Casa della salute”.

Il gruppo Pontelongo 2000 da alcuni anni, infatti, ha lanciato la proposta, sino ad ora mai presa in considerazione, di un tavolo di lavoro tra amministrazione, casa di riposo e parrocchia, per realizzare in paese un servizio di medicina di gruppo integrata alla casa di riposo Galvan. Una soluzione che prevedrebbe che nel corso della giorna-ta i medici di base si alternassero in modo da assicurare un servizio continuativo.

di Alessandro Cesarato

Da quando è andato in pensione il dottor Carpenedo, sono rimasti in tre: troppo pochi per far fronte ad un territorio di 4mila abitanti. I disagi non sono mancati in caso di indisponibilità di uno o due medici contemporaneamente

Salute La denuncia del gruppo consiliare di minoranza Pontelongo 2000

Medici di base “sovraccarichi” di pazienti

Nuova vita per l’ex Casa del Fascio e gli impianti sportivi collegati. Il Comu-ne ha finalmente affidato a un nuovo

soggetto privato il complesso che è rimasto praticamente chiuso dalla fine del 2011, dopo la rescissione anticipata del contratto con il “Serale”.

L’assegnazione, a conclusione del ban-do indetto nei mesi scorsi, alla fine è andata alla società “General Service Cooperativa Sociale”, guidata dal presidente Michele Carminato. Le strutture immediatamente operative, che in questi mesi di vuoto sono state gestite dall’Asd Pontecorr e dalla Boc-ciofila Saccisica 2000, saranno il rinnovato bocciodromo e la tensostruttura dedicata al calcetto e tennis (per informazioni e preno-tazioni: 393/2701149).

Per l’avvio invece della parte dedicata alla ristorazione si dovrà attendere qualche mese.

La durata del nuovo contratto è di quin-dici anni e l’obiettivo principale è quello di valorizzare la funzione sociale del centro

sportivo, migliorandone la funzionalità. Come noto già dal bando, il nuovo gestore dovrà riconoscere al Comune un canone an-nuo di 33 mila.

“L’auspicio è quello di riportare a rico-prire un ruolo cardine per il nostro territorio - spiega l’assessore allo Sport Fabio Maga-gnato - un complesso che ha molteplici po-tenzialità giacché risulta inserito all’interno di un contesto dove sono presenti anche la palestra e i campi da calcio”. «

“Le prime sensazioni sembrano esse-re positive - continua, - la nuova gestione pare abbia capito come improntare l’attivi-tà. Come amministrazione siamo pronti a collaborare e coordinare la realizzazione di iniziative che creino opportunità sportive e sociali positive per il nostro comune”. “Un ringraziamento va a coloro - conclude Magagnato - che per più di un anno hanno portato avanti le attività del bocciodromo e della tensostruttura evitando il degrado e l’abbandono delle strutture”.

IL COMuNE AffIDA A uN NuOvO SOggETTO PRIvATO LA Ex-CASA DEL fASCIO E gLI IMPIANTI SPORTIvI: SI RIPARTE

A.C.

neWs

Il patrimonio “di famiglia”il comune mette in vendita quasi 40mila azioni di hera spa

A.C.

Salvare la Casa delle associazioni prima che sia troppo tardi. E’ questo l’allarme lanciato all’am-

ministrazione del sindaco Fiorella Cano-va dal gruppo di minoranza consiliare Pontelongo 2000. L’edificio comunale di via Martiri d’Ungheria, che un tem-po fungeva da caserma dei Carabinieri, non gode, in effetti, di grande salute e avrebbe bisogno di essere ristrutturato. “E’ una presenza di grande utilità e di evidente gradimento - spiegano i consi-glieri di minoranza - sia per la sua collo-cazione che per la funzione che svolge. E’, infatti, la casa di tutti i cittadini orga-nizzati, delle associazioni, degli incontri pubblici, degli eventi piccoli e grandi: è lo spazio pubblico per eccellenza!”. L’invito all’amministrazione è di trovare la maniera di intervenire prima che la co-struzione diventi inutilizzabile. In attesa di spazi migliori insomma, si cerchi di salvare ciò che già si ha a disposizione.

“Già che ci siamo - propongono inoltre Federico Ossari e i suoi - sarebbe l’occasione per attrezzare meglio la sala grande d’ingresso con magari un palco, un impianto di microfoni e proiezione. Anche i servizi avrebbero la necessità di essere risistemati”.

neWs

Pontelongo 2000salvare la casa delle associazioni

A.C.

Erano in Italia dal 2011

Un progetto per riqualificare l’area attorno la sede municipale di Villa Foscarini Erizzo. L’amministrazione

ha aderito a un bando regionale per dei finanziamenti specifici destinati al miglio-ramento infrastrutturale dell’arredo urbano, l’aumento della disponibilità di aree verdi e di spazi pedonali commerciali, la riduzione e gestione sostenibile del traffico urbano.

La villa, posizionata della riva del fiume Bacchiglione, lungo quella che era una delle principali arterie fluviali della laguna veneta, fu voluta dalla nobile famiglia Foscarini nel 1541, come dimora signorile deputata a sovrintendere i fondi terrieri ottenuti dai mo-naci di San Benedetto Vecchio di Padova. Il complesso immobiliare Foscarini fungeva da luogo di villeggiatura, da azienda agricola e inoltre da sede di controllo di attività artigia-nali, tra le quali una fabbrica per la lavora-zione del corallo proveniente dalla Dalmazia e voluta dal Doge Marco Foscarini. Accanto all’edificio furono edificate due barchesse. Del grandioso giardino settecentesco oggi

rimane la pavimentazione antistante alla villa, le statue, i pilastri e i cancelli, questi poi trasferiti all’entrata del Foro Boario, sul-la sponda opposta del Bacchiglione.

Il Comune ha partecipato al bando re-gionale per un importo di circa 220 mila euro che serviranno nello specifico per il superamento delle barriere architettoniche attraverso rampe che compenseranno i numerosi dislivelli del percorso pedonale di via Roma, i rifacimenti delle condotte delle acque bianche e la sistemazione delle pavi-mentazioni, quasi tutte originali, costituite da conci di trachite, ciottoli di fiume e cor-doli in pietra.

“Trattandosi di un esempio significativo di villa veneta cinquecentesca che si distin-gue per le peculiari caratteristiche architetto-niche - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Roberta Bruscaglin - come amministrazio-ne, oltre alla sua manutenzione ordinaria e straordinaria, siamo sensibili all’obiettivo di renderla accessibile e visitabile in sicurez-za”. A.C.

Il Comune aderisce al bando regionale per riqualificare Villa Foscarini

Solo tre medici “presidiano” il territorio

L’assessore Fabio Magagnato

Si stima che entre-ranno 60mila euro nelle casse comunali, ma dall’opposizone Ossari contesta

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Page 24: Piovese sett2013 n117

Produrre energia dal biogas ricavato dal recupero dei sottoprodotti della lavora-zione delle barbabietole? Ora è possi-

bile grazie al nuovo impianto realizzato da Coprob e inaugurato ufficialmente con una conferenza pubblica nella cornice della sede municipale di Villa Foscarini.

La Cooperativa, leader italiano nel set-tore bieticolo-saccarifero con il 65% della produzione nazionale e che commercializza l’unico zucchero 100% italiano, è impegna-ta a consolidare ulteriormente la propria filiera diversificando anche nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili. L’impianto è stato realizzato in un terreno sul retro dello zuccherificio (in foto), in cor-rispondenza dell’argine del Bacchiglione. Sarà alimentato da oltre 21 mila tonnel-late di polpe ottenute dalle barbabietole lavorate dallo zuccherificio con il recupero dei sottoprodotti che favorirà la continuità produttiva della barbabietola stessa.

La potenza di 1 Mw non basterà certo a ricoprire il fabbisogno energetico dello sta-bilimento, che consuma venti volte tanto, ma rappresenta un tassello di un progetto su larga scala su cui Coprob sta puntando molto. Oltre a quello locale, infatti, Coprob ha realizzato altri due biogas (a Minerbio e a Finale Emilia) investendo complessiva-mente circa 18 milioni di euro.

Per non parlare di due centrali a bio-masse da 12,5 Mw da realizzarsi, in colla-borazione con Enel Green Power, riconver-tendo gli stabilimenti di Porto Viro e Finale Emilia.

Presentando l’impianto insieme al sin-daco Fiorella Canova, all’assessore regio-nale Maurizio Conte e a quello provinciale Mauro Fecchio, il presidente di Coprob Ste-fano Gallerani ha sottolineato: “Mentre siamo impegnati a consolidare la nostra filiera per la quale chiediamo alle Istituzioni locali e nazionali la dovuta attenzione ini-

ziamo a raccogliere i frutti della strategia di diversificazione”.

Anche i benefici ambientali sono nume-rosi, in primis dalla riduzione del consumo di metano e la relativa diminuzione di emissione in atmosfera di anidride carboni-ca. Inoltre non ci sarà movimentazione di camion visto che il biogas è adiacente allo zuccherificio.

“Non si tratta di trovare alternative alla produzione di barbabietole - ha continuato Gallerani - ma valorizzare sempre più que-sto prodotto. La strategia di approvvigiona-mento degli impianti punta al recupero del sottoprodotto evitando il più possibile l’oc-cupazione del suolo con culture dedicate”.

di Alessandro Cesarato

Verranno lavorati i sottoprodotti della barbabietola. La struttura è stata realizzata sul retro dello zuccherificio

Energie alternative Coprob ha inaugurato la centrale

Un nuovo impianto per produrre biogas

Le locali società di calcio ridipingono gli spoglia-toi degli impianti sportivi comunali. In tempo di ristrettezze economiche e vincoli finanziari

anche per le casse comunali, il ruolo del volonta-riato diventa così fondamentale per riuscire a ga-rantire certi servizi che l’ente comunale non può, suo malgrado, più permettersi di fare.

Lo testimonia l’assessore allo Sport Fabio Magagnato che, insieme ai gruppi calcistici Asd Amatori Pontelongo e l’Ac Pontecorr Asd, ha tro-vato un’intesa per eseguire la pulizia generale e la tinteggiatura degli spogliatoi degli impianti sportivi di via Villa del Bosco. “Dopo quasi un quarto di secolo - spiega Magagnato - era indispensabile fornire un ambiente più salubre e dignitoso ai nostri ragazzi. Abbiamo deciso di farlo insieme alla disponibilità di manodopera delle locali realtà calcistiche fornendo loro il materiale necessario. Tutto ciò per non rinviare di un altro anno i lavori che il bilancio non permette di finanziare. Questo ci permetterà di risparmiare qualche migliaia di euro, che saranno sempre impiegati per lavori più importanti di manutenzione sempre agli impianti sportivi”.

“A Pontelongo - conclude l’assessore allo Sport - il volontariato è una realtà più viva che mai. Un grazie va per tutto quello che tante persone fanno durante tutto l’anno”.

neWs

Pulizia degli impianti sportivi di villa del Boscole società sportive ridipingono “volontariamente” gli spogliatoi

A.C.

24 Pontelongo

Page 25: Piovese sett2013 n117

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27Arzergrande

Con l’approvazione del Piano norma 3 il Co-mune potrà finalmente vendere il terreno dello storico campo di calcio di via Roma.

Spazio così a nuove abitazioni in pieno centro del paese e per le casse comunale recupero di risorse da investire per il nuovo impianto sportivo.

Nei giorni scorsi il consiglio comunale ha ap-provato il punto all’ordine del giorno in maniera da “salvare” le previsioni, che a stretto giro sarebbero decadute, del Piano degli interventi presentato cin-que anni fa.

“Questa importante operazione - spiega il sindaco Luca Sartori - ha consentito al Comune di non perdere il volume e quindi il valore dell’a-rea che altrimenti avrebbe rischiato una notevole svalutazione”.

Il Pn3 ricade in un’area che per oltre la metà è di proprietà comunale e attualmente occupata appunto dal campo sportivo, e la restante parte è di proprietà di tre privati. Il consiglio comunale,

inoltre, si era già espresso sulla non adesione ad alcun consorzio urbanistico da parte del Comune in maniera che il Pn3 potrà comunque essere realizzabile a comparti, in modo che il comparto del Comune e il comparto dei tre privati possano procedere indipendente.

“Si valuterà la messa al bando dell’area con il progetto approvato non appena si individuerà l’area dove realizzare il nuovo campo sporti-vo - aggiunge Sartori - ma soprattutto quando il

momento per vendere sarà economicamente più favorevole”.

Intanto è già stato eseguito uno studio di compatibilità idraulica dell’area al fine di realizza-re i necessari invasi idrici. La nuova edificazione è prevista con fabbricati con altezza massima di due piani e la tipologia sarà di edifici mono, bifamiliari e trifamiliari e case a schiera, adatte al contesto in cui si inserisce il piano norma.

Alessandro Cesarato

Le risorse che saranno recuperate dalle casse comunali serviranno per realizzare il nuovo impianto sportivo

Amministrazione Approvato il Piano norma 3

Si vende il campo sportivo per costruire nuove case in centro Terreni agricoli comunali in ven-

dita per rimpolpare le casse del municipio e continuare con le

opere pubbliche. L’amministrazione del sindaco Luca Sartori, nell’am-bito dell’individuazione annuale del patrimonio pubblico cedibile, ha deciso di incaricare l’ufficio tecnico di predisporre una gara pubblica per assegnare parte dei terreni agricoli situati in località Comunanze.

Si tratta di una porzione di quasi 57 mila metri quadrati, rien-trate nel complesso dei campi che generalmente il Comune concede in affitto. Considerando che la base d’asta è di 5,30 euro al mq, l’am-ministrazione conta di mettere presto a bilancio introiti per circa 300 mila euro.

“Serviranno per avviare dei progetti già pronti di opere pubbliche - dice il sin-daco Sartori. - Anche se questi, infatti, sulla carta sono già finanziati dalla Regione e dallo Stato, il Comune deve comunque anticipare i soldi che gli saranno poi rimborsati a lavori completati”. Sul sito internet comunale è possibile trovare i bandi di assegnazione e le scadenze delle aste. Oltre ai campi delle Comunanze anche altre proprietà sono state inserite nella lista dei beni alienabili. Tra queste alcuni appartamenti inclusi nei Piani di residenza popolare e l’area di via Marconi (terreno e annesso rustico abusivo) che sino al gennaio del 2009 ha ospitato il campo nomadi fatto poi chiudere dall’allora sindaco Cesarina Foresti.

neWs

Patrimonio pubblico cedibile. Prevede di introitare 300mila euroil comune mette in vendita i terreni agricoli di comunanze

A.C.

Il municipio di Arzergrande

Il sindaco Luca Sartori

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2818

LO SPORT in PRIMO PIANO

Il calcio sul “liston” strappa applausi e consensi. Un risultato lusinghiero per il primo torneo di calcio a 5 “Città di Mon-

tagnana”, organizzato dai ragazzi della Montagnanese Futsal, che ha riportato lo sport più popolare d’Italia in piazza. La ma-nifestazione ha visto trionfare la formazione Bar Fly dopo un’accesissima fi nale vinta al cardiopalma per 8 a 5 ai supplementari con-tro la Csm Infortunistica Stradale. Il torneo si è svolto sopra il “Liston” di Piazza Vit-torio Emanuele, dove è stata montata una apposita piattaforma, specifi ca per il calcio a 5. Alla manifestazione hanno partecipato 6 squadre maschili (girone all’italiana con semifi nale e fi nale) per un totale di quasi 70 atleti, ma le vere novità del torneo sono state il quadrangolare femminile, vinto dalla Virtus Giarre che si è imposta nella fi nale per 9 a 0 contro Galante Sport. Ma anche il triangolare dei pulcini (2002/2003), dove tre squadre di futuri campioncini si sono dati battaglia, ed infi ne la partita organizzata

fra due squadre di ragazzi di Montagnana e dintorni di età compresa fra i 10 e i 13 anni.

La manifestazione, seppur alla sua prima edizione, ha avuto un gran successo sia da parte del pubblico, che ha riempito la piazza ogni sera, sia da parte degli atleti che si sono divertiti e soprattutto hanno fat-to divertire.

All’evento hanno collaborato appas-sionati e sponsor, ma anche il Comune di Montagnana, l’Ac Montagnana e l’Asd No-venta Calcio a 5, oltre ovviamente a tutto il

Montagnanese Futsal. Tra le attività estive della città murata spicca inoltre anche il bril-lante “Summer Camp” della Pallacanestro Montagnana, tra le più attive a sostegno delle fasce di giovani atleti. Al Villaggio della Gioventù decine di piccoli atleti hanno preso in mano la palla a spicchi e conosciuto il mondo del basket, innamorandosi di uno sport che nella cittadina è tra i più praticati. Chiunque volesse avvicinarsi al mondo della Pallacanestro Montagnana può contattare la dirigenza al 335-6875808.

Sfi da in piazza, una scommessa vinta l’evento

Dopo un anno ricco di gare ,manifestazioni, e molte soddisfazioni la sezione gin-nastica ritmica dell’Asd Polisportiva Arcobaleno di Cornegliana del presidente Ma-rino Penello ha chiuso la stagione con un spettacolare saggio di fi ne anno presso

la piazza del municipio di Due Carrare . Più di 90 atlete (dai 3 ai 16 anni) sono scese in pedana, davanti ad una vasta cornice di pubblico , tra cui spiccava la presenza dell’assessore allo sport carrarese Mario Romanato, il Dott. Marcassa e Cristina, in rap-presentanza dell’ente promozionale Aics e Andrea Zagolin, vice sindaco di Polverara e si sono esibite negli esercizi che in questa annata hanno portato ottimi piazzamenti di cui alcuni sui gradini più alti del podio. Oltre gli esercizi di gara le atlete, coordinate dalla direttrice tecnica Valerie Rasine e dallo staff delle insegnanti hanno deliziato la platea con ben 9 coreografi e molto originali e ricercate basate sui “colori dell’arcobaleno”. Clou della serata l’esibizione di un ospite davvero eccezionale: la campionessa del mondo e olimpionica Daniela Masseroni, autrice di una performance mozzafi ato che ha catturato lo sguardo ammirato di atlete ed insegnati trascinando all’entusiasmo il folto pubblico.

ginnastica ritmica, in 90allo spettacolo in piazza

Walter Lotto

In una serata canicolare davanti ad una cornice di pubblico da grandi occasioni i biancoazzurri della Svalutescion hanno

conquistato la nona edizione del torneo “Santo Stefano” di calcio a 7. La kermesse, disputata nel campo adiacente all’antica ab-bazia di Santo Stefano di Due Carrare, gode di una crescente popolarità tanto da attirare le attenzioni dell’emittente televisiva A13 Sport che ha fi lmato e trasmesso l’evento. La formula rispecchia e rispolvera le antiche corride calcistiche estive di quando squadre sponsorizzate da ditte varie e bar, ma com-poste di giocatori in attività, davano vita ad autentici e aspri duelli per la conquista di coppe trofei e premi in natura. 16 i team al via suddivisi in 4 gironi, dopo le varie fasi eliminatorie la vittoria è andata ai ragazzi della Svalutescion, che trascinati da David

Stivanello (attaccante della Legnarese) ca-pocannoniere con 16 gol si sono sbarazzati (4-0) in fi nale della ZR impianti, per il secon-do anno consecutivo sul secondo gradino del podio. Terzo posto per la MB verde davanti alla Checcoformenteam.

Tra i premi individuali è spiccato Alberto Aghito (Svalutescion) atleta ventiduenne tesserato per il Montegrotto Terme, premia-to come miglior portiere, mentre il trofeo per il miglior giocatore è stato assegnato ad Eugenio Bronzato (MB verde) centrocam-pista del Galzignano. Infi ne la coppa disci-plina è andata al team targato vivai piante Paolo Bottin. Premiazioni operate dall’orga-nizzazione, con in testa Fabio Gambarato, coadiuvato dal primo cittadino carrarese Sergio Vason e dal parroco Don Gianmarco.

CALCIO A 7. Nona edizione del Torneo “Santo Stefano”gli “svalutescion” si aggiudicano il podiomiglior giocatore eugenio banzato

W.L.

Montagnana Applausi e consensi per il primo torneo di calcio a 5

Una partita del torneo

di Nicola Cesaro

Capitan David Stivanello alza il trofeo della vittoria

Un’altra stagione agonistica è alle porte e l’Aquaria si presenta ai nastri di partenza più carica che mai. Nell’ultima stagione sportiva la società di pallanuoto di Piove di Sacco ha ottenuto ottimi risultati in tutte le categorie, a cominciare dal primo posto in Triveneto, conquistato

dai ragazzi della Under 17. Un risultato combattuto e una leadership che non è mai stata messa in discussione, dalla prima all’ultima giornata. Un vero e proprio successo anche lo storico risultato conquistato della squadra Senior, iscritta al lungo e difficile “Campionato Nazionale di Serie C”, in competizione con squadre ben più blasonate come il Ravenna, 2001Padova, Bentegodi Ve-rona, Vicenza, Trieste, Parma e Reggiana, solo per fare qualche eeempio. Nonostante il percorso impegnativo Aquaria è riuscita comunque a ritagliarsi uno spazio da “outsider” e di tutto rispetto, riuscendo a conquistare il settimo posto finale, con un bottino di ben 30 punti. Mai la compagine Piovese, in 15 anni di attività sportiva, era arrivata tanto in alto. Il merito è del gruppo, finalmente completo e coeso, formato in prevalenza da atleti piovesi e guidati a loro volta da un tecnico piovese. L’obiettivo della stagione 2014 sarà sicuramente quello di ripetersi e, magari, puntare a migliorarsi, salendo di qualche posizione in classifica. Ottimi anche i risultati registrati da tutte le altre categorie Piovesi, a partire dalle squadre giovanili Aquagol, Under 13 e Under 15, passando per la serie B femminile: una bella realtà che anno dopo anno, nonostante la giovanissima età delle atlete, sta ben figurando nel panorama pallanuotistico del Nordest. Un altro storico risultato della stagione appena trascorsa è stata la conquista dell’ “International waterpolo tournament Amsterdam”, celebre e impegnativa rassegna pallanuostica svoltasi anche quest’anno nella ca-pitale olandese, a cui i gli atleti di Aquaria hanno partecipato alla fine del mese di agosto. Contro ogni pronostico, la rappresentativa di Aquaria ha vinto tutti gli incontri, disputati con squadre inglesi, tedesche, svizzere e francesi, battendo nella finalissima i padroni di casa dei Dolphin di Amsterdam, una formazione che milita nella Serie A olandese. Grazie anche a questa importante soddisfazione estiva, i ragazzi e le ragazze di Aquaria stanno affrontando questo inizio di stagione con grande entusiasmo, consapevoli del fatto che anche quest’anno si impegneranno per rappre-sentare al meglio il nome di Piove di Sacco nell’intero Nord Italia.

stagione 2013-14 riparte la pallanuoto piovese con tanti successi alle spalle e tante aspettative

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Debutta a Piove di Sacco la seconda edizione di “Scenari di Carta”, la ras-segna di teatro e letture per ragazzi

inserita nel circuito di RetEventi della Regione Veneto e della Provincia di Padova. In scena, dal 4 ottobre 2013 al 23 febbraio 2014, sotto la direzione artistica e organizzativa della compagnia pio-vese Barabao Teatro, 10 spettacoli, 45 letture animate e 5 lezioni spettacolo, nei 14 Comuni aderenti all’iniziativa. Numeri importanti e una proposta artistica e culturale al quale il pubblico va affezionandosi in misu-ra crescente. Numerose anche le compagnie coinvolte che, per la loro provenienza, danno un respiro nazionale all’iniziativa. Sarà un teatro a misura di bambino. E non solo per i contenuti. Non mancheranno infatti alcuni elementi di novità, come il Gruppo di letto-

ri, appositamente costituito con l’intento di migliorare la qualità delle letture proposte, che quest’anno ruoteranno attorno al tema condiviso dei miti e delle leggende. Altro elemento distintivo di questa nuova edizione sarà la partecipazione attiva del pubblico con il Concorso di disegno, attraverso il quale i

bambini, spettatori, po-tranno diventare prota-gonisti attraverso i loro disegni e, soprattutto, alla loro fantasia.

Spettacoli avvincen-ti, ricchi di magia, mu-

sica ed emozioni, che non mancheranno di stupire ed appassionare il pubblico di tutte le età. Barabao Teatro, che allo spettacolo d’in-fanzia dedica il proprio impegno professiona-le e la propria esperienza creativa, artistica e progettuale, torna a calcare la scena con una formula ormai consolidata: quella del teatro per ragazzi, che rappresenta oggi una

forma, forse più unica che rara, di aggrega-zione, condivisione, scambio e divertimento per tutta la famiglia. “Scenari di Carta” ha tutte le carte in regola per diventare uno degli appuntamenti culturali fissi del territorio, una preziosa opportunità per iniziare a prendere confidenza, fin da piccoli, con il linguaggio della scena teatrale e con tutte le emozioni che questa regala, ma anche un momento di condivisione e socializzazione, attraverso gli spettacoli domenicali, tra il mondo degli adulti e quello dei bambini.

Il primo appuntamento era in program-ma lo scorso 4 ottobre all’auditorium di Piove di Sacco con lo spettacolo di teatro e musica “Ticket”, scritto e diretto dal cantautore vicen-tino Andrea Mazzacavallo. Gli altri spettacoli: a Codevigo, in sala polivalente alle ore 16 vanno in scena “Le guarattelle di Pulcinella” (17 novembre) e “maga Turchina e la porta del tempo” (8 dicembre). A Brugine appun-tamento al centro civico il 12 gennaio alle

In programma 10 spettacoli, 45 letture animate e 5 lezioni spettacolo nei 14 comuni aderenti

di Martina Maniero

Da ottobre a febbraio una ricca proposta artistica organizzata dalla compagnia piovese Barabao Teatro pensata per i più piccoli. Quest’anno in programma anche un concorso di disegno

Piove di Sacco “Scenari di Carta”, la rassegna per ragazzi

Letture, spettacoli e lezioni: il teatro a misura di bambino

La locandina della rassegna per ragazzi “Scenari di Carta”

30 Cultura locale

Daniela Borgato PONtE SAN NICOLò

Ha offerto spunto alla realizzazione di questa preziosa ricerca l’anno centenario della realizzazione del ponte che, all’altezza di San Nicolò, congiunge Padova con Piove di Sacco. Un ardito manufatto per l’epoca, attuato in ferro con ideazioni di briosa fantasia e nello stesso tempo di grande praticità. Un giustificato pretesto il fatto del ponte per dire quindi assai di pii’, succes-sivamente, circa l’intero paese ovvero l’agglomerato abitativo costituito da molte case rurali, da alcune grandi fattorie, e da qualche palazzetto, nonché da un certo numero di mulini, per la macina delle granaglie, galleggianti sulle acque del Bacchiglione. Questi ultimi splendidamente documentati nel volume da, tutta una. serie di fotografie scattate tra la fine dell’Otto e l’inizio del Novecento, ovverosia prima che nuova civiltà li portasse a completa sparizione. Ampie pagine vengono dedicate, nel contesto dell’a-nalisi retrospettiva, alla cultura e in special modo ai corsi di scuola. elementare, che fino a pochi decenni fa costituivano l’unico modo per imparare a “leggere, scrivere e far di conto”, ed ancora alla spiritualità, alla vita sociale e a tante altre piccole manifestazioni che in anni andati rappresentavano la vivacità, la forza morale d’ogni pur piccola entità civile. Il brillante saggio di Daniela Borgato trova compimento in un’appendice concernente la religiosità della popolazione di Ponte San Nicolò, redatta da altro grande studioso di questo territorio, Adriano Smonker, il quale, indagando accuratamente negli archivi della parrocchia e della diocesi,ha messo a punto i pregi dei vari edifici sacri qui eretti nel tempo, dei dipinti, delle sculture e di quanto altro ancora costituisce il patrimonio storico-artistico della circoscrizione ecclesiale in questione. Assai piacevoli, da ultimo, talune originali foto, scattate ai nostri giorni con l’intento di sottolineare l’evoluzione avuta da muesta località, mutata nell’arco di tempo di mezzo secolo, da villeggio rurale a suburbio dell’antica città di Padova.

SigfriDo nannucci OMAggIO A gIOVANNI BOCCACCIO

Pubblicazione effettuata in occasione di una personale di Sigfrido Nannucci allestita a Certaldo in occasione del settimo centenario della nascita del celeberrimo autore del “Decameron” Giovanni Boccaccio. Il volumetto propone alcuni saggi critici di noti studiosi italiani in merito all’artista Nannucci, ma soprattutto mostra le riproduzioni di numerosi suoi dipinti, effettuati giustamente per questa rassegna con raffigurazioni personalmente elaborate e idealizzate, colte da scorci caratteristici di Certaldo, paese natale del Boccaccio, e con fiori e frutta tipici del medesimo territorio. Scene piacevolissime che, oltre ad evocare particolarità di un tratto di Paese tra i più singolari e suggestivi d’Italia, suscitano grandi emo-zioni per i:7_ loro addentellati storico-letterari con il passato, con il basso medioevo, e per la risonanza civile lasciata in eredità ai posteri. Aspetti che l’artista Nannucci ha saputo cogliere e riportare sulla tela in modo brillante, sia sotto il profilo segnico, espresso ora oggettivamen-te e altre volte in forme maggiormente astratte, sia da un punto di vista coloristico, attuato attingendo alla completa gamma dell’iride, con luminescenze di grande preziosità.

Libri a cura di Paolo Tieto

ore 16 con “Cappuccetto”. Ponte San Nicolò ospita in sala civica alle ore 16.30 lo spetta-colo “Patatrak” (19 gennaio), “La leggenda di cola pesce” (26 gennaio) e “Storia di un bambino e di un pinguino” (2 febbraio).

A chiudere la rassegna “Naso rosso” in scena a Piove di Sacco alle ore 16 in audito-rium Giovanni XXIII. Il programma nel detta-glio è disponibile sul sito www.scenaridicarta.it. Info: 333.3014794.

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Anche il gioco uccide. L’ultima vittima in Veneto è vicentina: morta suicida per debiti da gioco. Ma non è un caso

isolato e non sarà l’ultimo. Ai veneti piace giocare d’azzardo. Tra il 2010 e 2011 il 44% della popolazione tra i 15 e 64 anni ha giocato d’azzardo. Il 63% nell’ultimo anno ha giocato al Lotto/Superenalotto e poco meno del 58% al Gratta e vinci/Lotto istantaneo; seguono coloro che hanno praticato scommesse sportive ed il Poker te-xano o che hanno giocato alle macchinette elettroniche/slot machine.

Questi numeri evidenziano che quello del gioco d’azzardo è un vero e proprio mercato in controten-denza rispetto alla cri-si. La gente tenta la fortuna per sbarcare il lunario e paradossal-mente aggrava la si-tuazione del bilancio economico famigliare.

Ma questo trend deve porre all’eviden-za anche altre questioni: un mercato fl orido interessa sempre le mafi e. Nonostante nella nostra regione non ci siano evidenze di infi l-trazioni in questo settore, occorre conoscere bene le dinamiche perchè dove girano tanti soldi spesso c’è qualcuno che ricicla denaro sporco e pratica prestito ad usura.

“Sarebbe sbagliato pensare – sottoli-nea Pierpaolo Romani, coordinatore na-zionale di Avviso Pubblico - che il problema delle mafi e non riguardi il Veneto, terra che anzi interessa molto alle cosche, tanto che la Regione si è dotata di un’apposita legge antimafi a. la n. 48 del 2012. Oggi parlare del rapporto gioco d’azzardo-mafi e signifi ca mettere testa su quella che può essere la principale dinamica di infi ltrazione mafi osa in questa regione: cioè, ancora una volta, l’infi ltrazione nel settore economico”.

Dal 1998 in Italia lo Stato ha libera-lizzato e legalizzato le scommesse: ciò ha prodotto un espandersi incredibile del mer-

cato del gioco che lo scorso anno ha tocca-to quasi i 100miliardi di euro tra gratta e vinci, lotterie, slot, scommesse sportive e quant’altro. Tanta

gente gioca perchè gli strumenti per giocare sono sempre a portata: dal tabaccaio, al bar, al supermercato. Lo Stato, purtroppo, non ha fatto una legge per rispondere ad una domanda di gioco, ha invece spinto l’offerta creando, di fatto, la domanda. E le possibilità si sono moltiplicate a dismisura. Sono aumentate le slot all’interno dei bar e nei comuni è possibile aprire sale giochi

di germana urbani

Gioco d’azzardo: una patologia e un fl orido mercato per le mafi eLa mobilitazione per regolamentare il settore è generale. Anche i sindaci sottoscrivono un manifesto nazionale per la legalità contro il gioco d’azzardo

In Veneto c’è il casinò, una forte attrattiva per chi presta denaro ad usura o ricicla denaro sporco

Con la campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” chiediamo al Governo una svolta contro il Gap

con videolottery che permettono di giocare anche grandi cifre. A questo si aggiungano le agenzie di scommesse. Una gamma di offerta che sta investendo i veneti e creando moltissimi dipendenti da gioco patologico d’azzardo.

“Fra questi – spiega Romani - ci sono persone che hanno un lavoro, sono magari imprenditori che accumulano debiti e devo-no trovare qualcuno che gli presti denaro. Il gioco crea una domanda a cui i mafi osi possono rispondere col prestito ad usura. Sempre più spesso, infatti, all’uffi cio anti-usura del Comune di Verona si presentano persone che si dichiarano vittime del gioco d’azzardo. Inoltre, i mafi osi hanno iniziato a gestire società che costruiscono macchi-nette, che spesso non sono regolari. Cioè non hanno al loro interno la scheda previ-sta dalla legge che le collega col Ministero del Tesoro, ne registra le giocate e calcola la tassazione dovuta allo Stato. In questo modo i mafi osi sono degli attori importanti di una quota signifi cativa di evasione fi scale in complicità o meno col gestore del locale che ospita la macchinetta”.

Va detto poi che il passo successivo alla gestione illecita delle macchinette nei bar è l’estorsione a danno dei Commercianti con relative intimidazioni. “Lo dico come avvertimento per i Commercianti – afferma

ancora il coordinatore nazionale di Avviso Pubblico - ma anche per gli imprenditori del settore, per Confi ndustria che deve stare molto molto attenta a tutelare gli impren-ditori che operano legittimamente in questo mercato perchè l’organizzazione mafi osa che si inserisce in un mercato punta al mo-nopolio dello stesso”.

E oltre alle sale giochi una comunità “colonizzata” dal gioco d’azzardo attira an-che un indotto pericoloso. “Spesso – conti-nua Romani - aumentano i casi di utilizzo di sostanze stupefacenti e la fornitura di sesso a pagamento della peggior specie. Si sco-prono appartamenti dove vengono tenute come schiave del sesso ragazze straniere in mano a gruppi criminali dell’Est o dell’Africa in combutta con cittadini veneti e organizza-zioni criminali italiane. Questo per dire che l’insicurezza nei quartieri non la portano solo gli stranieri. L’insicurezza la creiamo noi permettendo a persone con tanti soldi, fatti spesso sulla pelle di tanti giovani con la vendita di droga, di sviluppare dei business

che hanno poco di etico e sono antieconomi-ci per la città e i suoi abitanti”.

Il pericolo sta proprio qui. Come ha det-to Michele Prestipino, procuratore aggiunto di Roma, intervenuto sull’argomento a Ve-rona “Arrivano con il denaro ma poi porta-no anche i loro eserciti” per il controllo del territorio.

“Ci tengo a sottolineare che quando i mafi osi arrivano in un territorio – conclude Pierpaolo Romani - è perchè incontrano per-sone capaci di garantire determinati servizi, che anziché denunciare diventano complici conniventi. E’ tremendo vedere come, a volte, il mondo dei professionisti sostiene, anche dalle pagine dei giornali veneti, che il rispetto della legalità produce ingiustizia sociale! Che se gli imprenditori pagassero tutto i conti esploderebbero. E’ preoccupan-te constatare che in Veneto c’è un pezzo dell’imprenditoria e un pezzo delle libere professioni che pensa che le regole sono un intralcio. Questo atteggiamento apre delle brecce pericolosissime”.

Pierpaolo Romani

32

continua a pag 36

Page 33: Piovese sett2013 n117

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Anche il gioco uccide. L’ultima vittima in Veneto è vicentina: morta suicida per debiti da gioco. Ma non è un caso

isolato e non sarà l’ultimo. Ai veneti piace giocare d’azzardo. Tra il 2010 e 2011 il 44% della popolazione tra i 15 e 64 anni ha giocato d’azzardo. Il 63% nell’ultimo anno ha giocato al Lotto/Superenalotto e poco meno del 58% al Gratta e vinci/Lotto istantaneo; seguono coloro che hanno praticato scommesse sportive ed il Poker te-xano o che hanno giocato alle macchinette elettroniche/slot machine.

Questi numeri evidenziano che quello del gioco d’azzardo è un vero e proprio mercato in controten-denza rispetto alla cri-si. La gente tenta la fortuna per sbarcare il lunario e paradossal-mente aggrava la si-tuazione del bilancio economico famigliare.

Ma questo trend deve porre all’eviden-za anche altre questioni: un mercato fl orido interessa sempre le mafi e. Nonostante nella nostra regione non ci siano evidenze di infi l-trazioni in questo settore, occorre conoscere bene le dinamiche perchè dove girano tanti soldi spesso c’è qualcuno che ricicla denaro sporco e pratica prestito ad usura.

“Sarebbe sbagliato pensare – sottoli-nea Pierpaolo Romani, coordinatore na-zionale di Avviso Pubblico - che il problema delle mafi e non riguardi il Veneto, terra che anzi interessa molto alle cosche, tanto che la Regione si è dotata di un’apposita legge antimafi a. la n. 48 del 2012. Oggi parlare del rapporto gioco d’azzardo-mafi e signifi ca mettere testa su quella che può essere la principale dinamica di infi ltrazione mafi osa in questa regione: cioè, ancora una volta, l’infi ltrazione nel settore economico”.

Dal 1998 in Italia lo Stato ha libera-lizzato e legalizzato le scommesse: ciò ha prodotto un espandersi incredibile del mer-

cato del gioco che lo scorso anno ha tocca-to quasi i 100miliardi di euro tra gratta e vinci, lotterie, slot, scommesse sportive e quant’altro. Tanta

gente gioca perchè gli strumenti per giocare sono sempre a portata: dal tabaccaio, al bar, al supermercato. Lo Stato, purtroppo, non ha fatto una legge per rispondere ad una domanda di gioco, ha invece spinto l’offerta creando, di fatto, la domanda. E le possibilità si sono moltiplicate a dismisura. Sono aumentate le slot all’interno dei bar e nei comuni è possibile aprire sale giochi

di germana urbani

Gioco d’azzardo: una patologia e un fl orido mercato per le mafi eLa mobilitazione per regolamentare il settore è generale. Anche i sindaci sottoscrivono un manifesto nazionale per la legalità contro il gioco d’azzardo

In Veneto c’è il casinò, una forte attrattiva per chi presta denaro ad usura o ricicla denaro sporco

Con la campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” chiediamo al Governo una svolta contro il Gap

con videolottery che permettono di giocare anche grandi cifre. A questo si aggiungano le agenzie di scommesse. Una gamma di offerta che sta investendo i veneti e creando moltissimi dipendenti da gioco patologico d’azzardo.

“Fra questi – spiega Romani - ci sono persone che hanno un lavoro, sono magari imprenditori che accumulano debiti e devo-no trovare qualcuno che gli presti denaro. Il gioco crea una domanda a cui i mafi osi possono rispondere col prestito ad usura. Sempre più spesso, infatti, all’uffi cio anti-usura del Comune di Verona si presentano persone che si dichiarano vittime del gioco d’azzardo. Inoltre, i mafi osi hanno iniziato a gestire società che costruiscono macchi-nette, che spesso non sono regolari. Cioè non hanno al loro interno la scheda previ-sta dalla legge che le collega col Ministero del Tesoro, ne registra le giocate e calcola la tassazione dovuta allo Stato. In questo modo i mafi osi sono degli attori importanti di una quota signifi cativa di evasione fi scale in complicità o meno col gestore del locale che ospita la macchinetta”.

Va detto poi che il passo successivo alla gestione illecita delle macchinette nei bar è l’estorsione a danno dei Commercianti con relative intimidazioni. “Lo dico come avvertimento per i Commercianti – afferma

ancora il coordinatore nazionale di Avviso Pubblico - ma anche per gli imprenditori del settore, per Confi ndustria che deve stare molto molto attenta a tutelare gli impren-ditori che operano legittimamente in questo mercato perchè l’organizzazione mafi osa che si inserisce in un mercato punta al mo-nopolio dello stesso”.

E oltre alle sale giochi una comunità “colonizzata” dal gioco d’azzardo attira an-che un indotto pericoloso. “Spesso – conti-nua Romani - aumentano i casi di utilizzo di sostanze stupefacenti e la fornitura di sesso a pagamento della peggior specie. Si sco-prono appartamenti dove vengono tenute come schiave del sesso ragazze straniere in mano a gruppi criminali dell’Est o dell’Africa in combutta con cittadini veneti e organizza-zioni criminali italiane. Questo per dire che l’insicurezza nei quartieri non la portano solo gli stranieri. L’insicurezza la creiamo noi permettendo a persone con tanti soldi, fatti spesso sulla pelle di tanti giovani con la vendita di droga, di sviluppare dei business

che hanno poco di etico e sono antieconomi-ci per la città e i suoi abitanti”.

Il pericolo sta proprio qui. Come ha det-to Michele Prestipino, procuratore aggiunto di Roma, intervenuto sull’argomento a Ve-rona “Arrivano con il denaro ma poi porta-no anche i loro eserciti” per il controllo del territorio.

“Ci tengo a sottolineare che quando i mafi osi arrivano in un territorio – conclude Pierpaolo Romani - è perchè incontrano per-sone capaci di garantire determinati servizi, che anziché denunciare diventano complici conniventi. E’ tremendo vedere come, a volte, il mondo dei professionisti sostiene, anche dalle pagine dei giornali veneti, che il rispetto della legalità produce ingiustizia sociale! Che se gli imprenditori pagassero tutto i conti esploderebbero. E’ preoccupan-te constatare che in Veneto c’è un pezzo dell’imprenditoria e un pezzo delle libere professioni che pensa che le regole sono un intralcio. Questo atteggiamento apre delle brecce pericolosissime”.

Pierpaolo Romani

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Pagina periodica realizzata all’interno del progetto “Pensando al domani” promosso da:

Aiutiamoli a vivere Comitato Brenta Saccisica

GRUPPO VOLONTARI DEL

SORRISOLEGNARO

Progetto realizzato con il contributo di: con il patrocinio di:

Comune diSant’Angelo di Piove

Comune diLegnaro

INSIEME PER MAGNOLIA

Con la delibera CR37 del 7 maggio scorso la Regione Ve-neto è riuscita a garantire una serie di servizi, (in passato classificati “extra Lea” e quindi non finanziabili oggi secondo le direttive del precedente governo), che rispondono ai biso-gni socio-sanitari delle fasce più fragili della nostra comunità. Stando al testo della Delibera, i LEA aggiuntivi coinvolti nel provvedimento non sono tutti ma soltanto quelli rientranti nei seguenti ambiti:- assegni di cura;- interventi in accentrata regionale (per telesoccorso e tele-assistenza e per l’informatizzazione dell’assegno di cura);- interventi nell’ambito della domiciliarità delle persone di-sabili (aiuto personale, progetti di autonomia personale, vita indipendente);- costi del trasporto delle persone disabili ai Centri diurni;- integrazione regionale alle quote di RSA per persone disabili.

Con questo provvedimento l’Assegno di Cura evolve in uno strumento che accoglie in un unico paniere di servizi tutti gli interventi complementari alle Cure Domiciliari, consenten-do la programmazione di servizi e di risorse nell’ambito della classificazione delle politica socio-sanitarie prevista dal Dlgs 229/99.

L’obiettivo della CR37 è stato quello di identificare e qualifica-re nell’ambito dei servizi programmati a livello regionale per le cure domiciliari tutte quelle azioni che si possono configurare tra le sanitarie a carattere sociale, anche qualora corrispon-dano ad interventi sostituitivi di carattere economico. Di con-seguenza l’appartenenza delle prestazioni ai LEA o ai LEA aggiuntivi regionali viene stabilità in base alla specifica situazione di bisogno del beneficiario, a prescindere dal-le modalità di erogazione (contributo di natura economica o erogazione diretta di servizi).

IMPEGNATIVA DI CURA DOMICILIARE - Dal 1 luglio 2013 gli interventi compresi nel “paniere della domiciliarità” in am-bito socio-sanitario vengono denominati Impegnativa di Cura Domiciliare (ICD), strutturata in cinque categorie, mutualmen-te esclusive, per la risposta alle seguenti tipologie di bisogno:- ICDb: utenti con basso bisogno assistenziale; - ICDm: utenti con medio bisogno assistenziale; - ICDa: utenti con alto bisogno assistenziale; - ICDp: utenti con grave disabilità psichica e intellettiva;- ICDf: utenti con grave disabilità fisico-motoria.Il valore e il tetto dell’ICD è pre-determinato per ciascuna tipologia. Il numero delle Impegnative è stabilito, sulla base

delle risorse annualmente destinate, in funziona dell’indice di fabbisogno o della popolazione residente per ciascuna Azien-da ULSS.Le impegnative sono erogate sulla base di una graduatoria unica aziendale con una sezione per ciascuna tipologia. Ad incidere sul posizionamento in graduatoria sarà anche il reddito dichiarato con modello ISEE.Per la ICDp e la ICDf è considerato l’ISEE individuale, nel primo caso con tetto massimo posto a 16.650,00 € mentre nel secondo caso senza limite massimo.Per quanto riguarda invece l’ICDb, l’ICDm e l’ICDa è preso il considerazione l’ISEE familiare, nel primi due casi con tetto massimo di 16.650,00 € mentre nel terzo caso di 60.000,00 €.Viene introdotta anche l’attivazione periodica da parte delle Aziende ULLSS di forme di controllo in merito alla qualità assistenziale conseguita con l’erogazione dell’ICD.

ICD DI BASSO BISOGNO ASSISTENZIALE - L’ICDb com-prende prestazioni sanitarie a rilevanza sociale quali l’assi-stenza nelle attività strumentali della vita quotidiana (IADL) e l’assistenza nelle attività della vita quotidiana (ADL).Le prestazioni dell’ICDb sono erogate in funzione del Proget-to Assistenziale Individuale redatto dall’assistente sociale in collaborazione con il MMG-Medico di Medicina Generale, al quale concorrono le risorse personali dell’utente, quali inden-nità di accompagnamento e il reddito personale. L’attribuzio-ne dell’ICDb può avvenire sia tramite erogazione di contributo economico da parte del Comune che tramite erogazione di un monte ore di servizi diretti alla persona, nell’ambito dell’assi-stenza tutelare già denominata ADI-SAD.

ICD DI MEDIO BISOGNO ASSISTENZIALE - L’ICDm rispon-de all’esigenza di consentire l’aiuto a persone con particola-re bisogno di supporto e assistenza in presenza di mobilità conservata o ridotta e di decadimento cognitivo e/o disturbi del comportamento che ne consentirebbero azioni a rischio dell’incolumità personale e dei conviventi, oltre che la fuga.Le prestazioni dell’ICDm sono erogate in funzione del Pro-getto Assistenziale Individuale formulato in UVMD-Unità di valutazione multidimensionale, al quale concorrono le risorse personali dell’utente, quali indennità di accompagnamento e il reddito personale.In questo caso l’attribuzione dell’ICDm può avvenire in alter-nativa tramite erogazione di contributo economico da parte del Azienda ULSS o tramite erogazione di un monte ore di servizi diretti alla persona

ICD DI ALTO BISOGNO ASSISTENZIALE - L’ICDa è rivolta a persone in condizione di disabilità gravissima, in condizione di dipendenza vitale che necessitano a domicilio di assistenza continua nelle 24 ore per: gravi patologie cronico-degenerati-ve non reversibili, inclusa la SLA, gravi demenze, gravissime disabilità psichiche multi patologiche, gravi cerebro lesioni, stati vegetativi, gravi patologie associate a dipendenza vitale da apparecchiature elettromedicali (es. respiratori) ecc…

ICD PER UTENTI CON GRAVE DISABILITÀ PSICHICA E INTELLETTIVA - Questa tipologia di ICD riunisce e riassu-

me gli interventi già erogati per la promozione dell’autonomia personale e gli interventi di aiuto personale definiti dal DGR 1859/2006. L’obiettivo è quello da un lato di consentire agli affetti da grave disabilità intellettiva di acquisire la maggiore autonomia possibile e dall’altro la possibilità di rimanere pres-so il proprio nucleo abitativo e familiare.Anche in questo caso l’ICD, stabilita in funzione del Progetto Assistenziale Individuale, può essere erogata sia sotto forma di contributo economico da parte dell’Azienda ULSS che tra-mite l’attribuzione di un monte ore di prestazioni dirette alla persona.

ICD PER UTENTI CON GRAVE DISABILITÀ FISICO-MOTO-RIA - L’ICDf, in attuazione della Legge 162/1998, è uno stru-mento finalizzato a riconoscere il diritto all vita indipendente delle persone con disabilità fisico-motoria, attraverso il finan-ziamento di progetti di aiuto alla persona gestiti direttamente dagli interessati sulla base di piani personalizzati.L’importo dell’ICDf sarà determinato dall’UVMD sulla base del progetto individuale con i tetti previsti dalla normativa naziona-le in material di vita indipendente, pari a 1.000,00 € mensili, e in funzione del budget attribuito all’Azienda ULSS.

Per quanto riguarda le IDC, nel reparto regionale delle ri-sorse, vengono destinate ai LEA fondi per un totale di 94.513.341,00 €.

Il comune denominatore della delibera CR37 è costituito dall’unitarietà e dall’uniformità degli interventi nel territorio re-gionale, che trovano con questo provvedimento un riordino della disciplina ed una più omogenea distribuzione sul territo-rio, che sarà chiamato ad intercettare e rispondere ai bisogni anche attraverso una più calibrata ripartizione delle risorse.Le prestazioni dell’ICDa sono erogate in funzione del Progetto Assistenziale Individuale formulato in sede di UVMD, al quale concorrono le risorse personali dell’utente, quali indennità di accompagnamento e il reddito personale, tenuto conto delle eventuali esigenze di mantenimento della famiglia, quando a carico del paziente.In questo caso l’erogazione dell’ICDa può avvenire tramite contributo economi coda parte dell’Azienda ULSS, monte ore di servizi alla persona o acquisto di ausili, attrezzature infor-matiche, ausili per la comunicazione e domotica non previsti dal nomenclatore tariffario.

Alessandra Babetto - www.disabili.com

DISABILITA’

NUOVE MISURE A SOSTEGNO DELLE PERSONE NON AUTOSUFFICENTI E DIVERSAMENTE ABILI :

COSA CAMBIA IN VENETOA seconda delle patologie e della gravità individuate cinque categorie di ICD

Pagina periodica realizzata all’interno del progetto “Pensando al domani” promosso da:

Aiutiamoli a vivere Comitato Brenta Saccisica

GRUPPO VOLONTARI DEL

SORRISOLEGNARO

Progetto realizzato con il contributo di: con il patrocinio di:

Comune diSant’Angelo di Piove

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INSIEME PER MAGNOLIA

Con la delibera CR37 del 7 maggio scorso la Regione Ve-neto è riuscita a garantire una serie di servizi, (in passato classificati “extra Lea” e quindi non finanziabili oggi secondo le direttive del precedente governo), che rispondono ai biso-gni socio-sanitari delle fasce più fragili della nostra comunità. Stando al testo della Delibera, i LEA aggiuntivi coinvolti nel provvedimento non sono tutti ma soltanto quelli rientranti nei seguenti ambiti:- assegni di cura;- interventi in accentrata regionale (per telesoccorso e tele-assistenza e per l’informatizzazione dell’assegno di cura);- interventi nell’ambito della domiciliarità delle persone di-sabili (aiuto personale, progetti di autonomia personale, vita indipendente);- costi del trasporto delle persone disabili ai Centri diurni;- integrazione regionale alle quote di RSA per persone disabili.

Con questo provvedimento l’Assegno di Cura evolve in uno strumento che accoglie in un unico paniere di servizi tutti gli interventi complementari alle Cure Domiciliari, consenten-do la programmazione di servizi e di risorse nell’ambito della classificazione delle politica socio-sanitarie prevista dal Dlgs 229/99.

L’obiettivo della CR37 è stato quello di identificare e qualifica-re nell’ambito dei servizi programmati a livello regionale per le cure domiciliari tutte quelle azioni che si possono configurare tra le sanitarie a carattere sociale, anche qualora corrispon-dano ad interventi sostituitivi di carattere economico. Di con-seguenza l’appartenenza delle prestazioni ai LEA o ai LEA aggiuntivi regionali viene stabilità in base alla specifica situazione di bisogno del beneficiario, a prescindere dal-le modalità di erogazione (contributo di natura economica o erogazione diretta di servizi).

IMPEGNATIVA DI CURA DOMICILIARE - Dal 1 luglio 2013 gli interventi compresi nel “paniere della domiciliarità” in am-bito socio-sanitario vengono denominati Impegnativa di Cura Domiciliare (ICD), strutturata in cinque categorie, mutualmen-te esclusive, per la risposta alle seguenti tipologie di bisogno:- ICDb: utenti con basso bisogno assistenziale; - ICDm: utenti con medio bisogno assistenziale; - ICDa: utenti con alto bisogno assistenziale; - ICDp: utenti con grave disabilità psichica e intellettiva;- ICDf: utenti con grave disabilità fisico-motoria.Il valore e il tetto dell’ICD è pre-determinato per ciascuna tipologia. Il numero delle Impegnative è stabilito, sulla base

delle risorse annualmente destinate, in funziona dell’indice di fabbisogno o della popolazione residente per ciascuna Azien-da ULSS.Le impegnative sono erogate sulla base di una graduatoria unica aziendale con una sezione per ciascuna tipologia. Ad incidere sul posizionamento in graduatoria sarà anche il reddito dichiarato con modello ISEE.Per la ICDp e la ICDf è considerato l’ISEE individuale, nel primo caso con tetto massimo posto a 16.650,00 € mentre nel secondo caso senza limite massimo.Per quanto riguarda invece l’ICDb, l’ICDm e l’ICDa è preso il considerazione l’ISEE familiare, nel primi due casi con tetto massimo di 16.650,00 € mentre nel terzo caso di 60.000,00 €.Viene introdotta anche l’attivazione periodica da parte delle Aziende ULLSS di forme di controllo in merito alla qualità assistenziale conseguita con l’erogazione dell’ICD.

ICD DI BASSO BISOGNO ASSISTENZIALE - L’ICDb com-prende prestazioni sanitarie a rilevanza sociale quali l’assi-stenza nelle attività strumentali della vita quotidiana (IADL) e l’assistenza nelle attività della vita quotidiana (ADL).Le prestazioni dell’ICDb sono erogate in funzione del Proget-to Assistenziale Individuale redatto dall’assistente sociale in collaborazione con il MMG-Medico di Medicina Generale, al quale concorrono le risorse personali dell’utente, quali inden-nità di accompagnamento e il reddito personale. L’attribuzio-ne dell’ICDb può avvenire sia tramite erogazione di contributo economico da parte del Comune che tramite erogazione di un monte ore di servizi diretti alla persona, nell’ambito dell’assi-stenza tutelare già denominata ADI-SAD.

ICD DI MEDIO BISOGNO ASSISTENZIALE - L’ICDm rispon-de all’esigenza di consentire l’aiuto a persone con particola-re bisogno di supporto e assistenza in presenza di mobilità conservata o ridotta e di decadimento cognitivo e/o disturbi del comportamento che ne consentirebbero azioni a rischio dell’incolumità personale e dei conviventi, oltre che la fuga.Le prestazioni dell’ICDm sono erogate in funzione del Pro-getto Assistenziale Individuale formulato in UVMD-Unità di valutazione multidimensionale, al quale concorrono le risorse personali dell’utente, quali indennità di accompagnamento e il reddito personale.In questo caso l’attribuzione dell’ICDm può avvenire in alter-nativa tramite erogazione di contributo economico da parte del Azienda ULSS o tramite erogazione di un monte ore di servizi diretti alla persona

ICD DI ALTO BISOGNO ASSISTENZIALE - L’ICDa è rivolta a persone in condizione di disabilità gravissima, in condizione di dipendenza vitale che necessitano a domicilio di assistenza continua nelle 24 ore per: gravi patologie cronico-degenerati-ve non reversibili, inclusa la SLA, gravi demenze, gravissime disabilità psichiche multi patologiche, gravi cerebro lesioni, stati vegetativi, gravi patologie associate a dipendenza vitale da apparecchiature elettromedicali (es. respiratori) ecc…

ICD PER UTENTI CON GRAVE DISABILITÀ PSICHICA E INTELLETTIVA - Questa tipologia di ICD riunisce e riassu-

me gli interventi già erogati per la promozione dell’autonomia personale e gli interventi di aiuto personale definiti dal DGR 1859/2006. L’obiettivo è quello da un lato di consentire agli affetti da grave disabilità intellettiva di acquisire la maggiore autonomia possibile e dall’altro la possibilità di rimanere pres-so il proprio nucleo abitativo e familiare.Anche in questo caso l’ICD, stabilita in funzione del Progetto Assistenziale Individuale, può essere erogata sia sotto forma di contributo economico da parte dell’Azienda ULSS che tra-mite l’attribuzione di un monte ore di prestazioni dirette alla persona.

ICD PER UTENTI CON GRAVE DISABILITÀ FISICO-MOTO-RIA - L’ICDf, in attuazione della Legge 162/1998, è uno stru-mento finalizzato a riconoscere il diritto all vita indipendente delle persone con disabilità fisico-motoria, attraverso il finan-ziamento di progetti di aiuto alla persona gestiti direttamente dagli interessati sulla base di piani personalizzati.L’importo dell’ICDf sarà determinato dall’UVMD sulla base del progetto individuale con i tetti previsti dalla normativa naziona-le in material di vita indipendente, pari a 1.000,00 € mensili, e in funzione del budget attribuito all’Azienda ULSS.

Per quanto riguarda le IDC, nel reparto regionale delle ri-sorse, vengono destinate ai LEA fondi per un totale di 94.513.341,00 €.

Il comune denominatore della delibera CR37 è costituito dall’unitarietà e dall’uniformità degli interventi nel territorio re-gionale, che trovano con questo provvedimento un riordino della disciplina ed una più omogenea distribuzione sul territo-rio, che sarà chiamato ad intercettare e rispondere ai bisogni anche attraverso una più calibrata ripartizione delle risorse.Le prestazioni dell’ICDa sono erogate in funzione del Progetto Assistenziale Individuale formulato in sede di UVMD, al quale concorrono le risorse personali dell’utente, quali indennità di accompagnamento e il reddito personale, tenuto conto delle eventuali esigenze di mantenimento della famiglia, quando a carico del paziente.In questo caso l’erogazione dell’ICDa può avvenire tramite contributo economi coda parte dell’Azienda ULSS, monte ore di servizi alla persona o acquisto di ausili, attrezzature infor-matiche, ausili per la comunicazione e domotica non previsti dal nomenclatore tariffario.

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11Il Veneto in primo piano

L’Italia intera si sta mobilitando contro il gioco d’azzardo legalizzato e antieconomico. Gli amministratori stanno facendo rete fi rmando il manifesto dei sindaci contro il

gioco d’azzardo che chiede una nuova legge nazionale fonda-ta sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; chiedono leggi regionali con compiti e impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti locali. E chiedono sia consentito il potere di ordinanza per defi nire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, oltre al parere preventivo e vinco-lante per l’installazione dei giochi d’azzardo. Anche l’assesso-re provinciale di Rovigo Marinella Mantovani è impegnata da anni in questa battaglia perchè ricorda “il costo del recupero

di un giocatore dipendente si aggira intorno ai 30mila euro l’anno, senza contare i patrimoni dilapidati, il lavoro perso, le ore dedicate al gioco e sottratte all’affettività e alle relazioni sociali”. La situazione in polesine ha del paradossale: solo considerando la popolazione maggiorenne, c’è 1,2 slot ogni 100 cittadini. Il paradosso si raggiunge a Papozze: ce n’è una ogni 23 cittadini. A Padova e provincia non va meglio. Sono 400 mila padovani che hanno giocato soldi almeno una volta nella vita, almeno 70 mila potrebbero essere in condizioni di rischio; tra questi, oltre 18 mila sarebbero giocatori proble-matici e più di 3 mila manifesterebbero comportamenti ascri-vibili alla dipendenza patologica. Queste persone avrebbero bisogno di supporti e trattamenti socio sanitari specifi ci. Solo l’Ulss 16 ha denunciato ben 2mila casi di sua competenza: dai 15 ai 64 anni il virus del gioco d’azzardo si è diffuso a

macchia d’olio e aumenta di anno in anno. “Abbiamo iniziato a lavorare – afferma il direttore del sert, Andrea Vendramin - su vari progetti mirati soprattutto alla prevenzione sul terri-torio, incluse le scuole, e alla formazione degli esercenti del settore. Le risorse però sono scarse: bisognerebbe che una parte del fatturato del settore fosse devoluto alla cura dei giocatori patologici e che egli enti locali fossero più coinvolti. Perché mentre lo stato incassa una quota importante delle giocate, tutti gli oneri sociali ed economici generati da persone rimaste senza niente sono interamente in capo ai comuni”. Non va meglio a Verona dove, secondo l’uffi cio antiusura del Comune, sono presenti, tra bar, tabaccherie e ristoranti della provincia, 2.260 macchinette da gioco e 86 sale da gioco. Nel 2011 sono stati venduti in città oltre 7.1 milioni di bigliet-ti “gratta e vinci” e, complessivamente, più di 25 milioni in

provincia: come se ogni veronese, bambini compresi, avesse acquistato oltre 25 biglietti. Ma il dato che fa rabbrividire è che solo un anno dopo il bilancio è ben più pesante: 32 milio-ni di gratta e vinci venduti nel veronese. Segno che con la crisi aumentano coloro che tentano la fortuna. Una vera piaga a cui i Comuni cercano di rispondere come possono. Il Comune di Vicenza, per esempio, attraverso una delibera di modifi ca del regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affi ssioni ha introdotto il divieto di pubblicità del gioco azzardo anche se in possesso di regolare concessione amministrativa rilasciata dall’Ammini-strazione autonoma dei monopoli di Stato. Almeno questo. Certo è che serve con urgenza una legge nazionale e regio-nale che regolamenti la materia e destini risorse ai sert delle Ulss per la cura dei giocatori patologici.

di germana urbani

Verona: 32 milioni di gratta e vinci venduti in tutta la provincia

Neanche la crisi ferma i veneti: giocano sempre di più

focus

Fino ad oggi la Regione Veneto, rispetto al problema del gioco d’azzardo e delle sue conseguenze socio-sanitarie e famigliari, si è limitata a sondare il feno-

meno e a fi nanziare alcuni progetti sul territorio ma senza una vera programmazione. ”Il gioco d’azzardo – sottoli-nea l’assessore Remo Sernagiotto – e’ un fenomeno in costante crescita tanto che i servizi per le dipendenze del Veneto nel 2011 hanno intercettato e preso in carico 765 giocatori patologici di cui 637 maschi e 128 femmine”. ”Per affrontare al meglio questa insidiosa forma di dipen-

denza che tanta sofferenza causa a chi ne e’ affetto e alle famiglie dal punto di vista psicologico ed economico – ag-giunge – serve un coordinamento delle strutture sociali e sanitarie, pubbliche e del privato sociale. Da questo punto di vista si stanno facendo passi in avanti, esempio ne sia la proposta di prevenzione “Scommetti su te stesso” che arriva da Monselice e che abbiamo fi nanziato con 50 mila euro; il progetto avrà durata di due anni e sarà di prevenzio-ne, sensibilizzazione, formazione, ascolto e presa in carico dei problemi che riguardano il gioco d’azzardo nel territorio

della bassa padovana”. Vero è che per intercettare e argi-nare il dilagare di queste problematiche occorre una visione d’insieme di ben altro spessore. In Regione Veneto il Vice-presidente della commissione sanità, Claudio Sinigaglia, è il primo fi rmatario della proposta di legge n. 283, dedicata ad interventi di prevenzione, formazione e trattamento del Gap, gioco d’azzardo patologico. “In questi giorni – spiega Sinigaglia - al Governo si chiede di aggiornare i Livelli essen-ziali di assistenza, prevedendo lo stanziamento di risorse dedicate per garantire l’effettiva attuazione da parte delle

Regioni e degli Enti locali di politiche socio-sanitarie di assi-stenza alle persone affette da questa patologia”. “A livello regionale -continua il Consigliere - sarebbe auspicabile una legge sul gioco, con vincoli e distanze per le sale da gioco e la pubblicità. Anche sul decreto Balduzzi mancano i decreti attuativi, e la situazione è completamente annacquata. Il nostro compito è capire come intervenire a livello regionale, senza poi essere bloccati nei vari tribunali. E non parliamo solo di slot machine e sale, ma anche dell’online, per cui occorre prevenzione e informazione, a partire dai genitori”.

fin’ora interventi a macchia di leopardo una legge veneta per aiutare i giocatori

36 Il Veneto in primo pianosegue da pag. 32

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a u t u n n o / i n v e r n o / 2 0 1 3 / 1 4

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13Il Veneto in primo piano

Torna la stagione delle piogge, dopo la “tregua” estiva i fi umi tornano ad ingrossarsi ed ogni pertur-bazione ormai innesca l’allerta meteo ed è fonte

di ansia e preoccupazione per milioni di veneti. Questo perché gran parte del territorio della nostra regione è a rischio idrogeologico, al punto che allagamenti ed esondazioni sono sempre una minaccia concreta. Dalla disastrosa alluvione di tre anni fa qualcosa è cambiato e sono ormai aperti alcuni cantieri per la costruzione di invasi nella fascia pedemontana e il rinforzo degli argini più “stressati”.

Ma restano ancora al palo molti altri interventi sul territorio, da quelli più invocati ed evidenti come il completamento dell’idrovia Padova – Mestre da usare come valvola di sfogo per le piene del Brenta e del Bacchiglione. Un’opera che tutti i comitati e gli esperti indicano come la possibile soluzione alla criticità idrau-lica del nodo di Padova. Inoltre non passa giorno senza che i Consorzi di Bonifi ca sottolineino la necessità di investire di più per le opere di consolidamento e di di-fesa idrogeologica. I progetti ci sono, le competenze anche, quello che manca, come sempre, è la disponi-bilità economica.

“Ogni volta ci troviamo a dover gestire l’emergen-za – spiega Antonio Salvan, presidente del consorzio Adige Euganeo – e a impegnare risorse nei momenti di crisi. Noi ci troviamo spesso a gestire un sistema concepito il secolo scorso, quando il Veneto era per lo più campagna. Oggi la situazione è ben diversa, l’ur-banizzazione massiccia impone di adeguare la rete di scolo e gli impianti. Non solo, il clima sta cambiando e ormai le precipitazioni si caratterizzano per la loro intensità. Cade molta acqua in poche ore, acqua che fi nisce per fare danni se non viene convogliata in una rete di scolo adeguata. Abbiamo diversi progetti già pronti per aumentare la portata dei canali, per preveni-re le emergenze, per mettere in sicurezza ampie aree del nostro territorio, per preservare interi centri urbani e zone produttive dagli allagamenti. Continuiamo a sensibilizzare chi ci governa ma lo scoglio più grande resta la disponibilità economica. Intanto cerchiamo di fare del nostro meglio”.

Dall’area di Mestre sempre a rischio alluvione alla Bassa Padovana, dal fragile Polesine all’area Euganea, i punti critici dal punto di vista idrogeologico certo non mancano.

A fi ne settembre intanto sono stati affi dati dal Con-sorzio di bonifi ca Bacchiglione i lavori per le opere di estensione del collegamento dell’’area termale al Cana-

le L.E.B (Lessino –Euganeo – Berico), che attraverso un nuovo sistema di tubazioni interrate consentirà di recapitare acqua in tutti i canali del Consorzio del baci-no idraulico “Colli Euganei”.

Una grande opera, che complessivamente, tenuto conto anche dei lavori già realizzati negli anni scorsi del primo tratto di condotta, costerà oltre 6 milioni di euro .

Il progetto avviato, di 5 milioni di euro, previsto all’interno del “Piano Irriguo Nazionale” completa il già avviato riassetto idraulico – ambientale del bacino “Colli Euganei” – area di 11.804 ettari a nord – ovest di Padova – caratterizzata attualmente dalla presenza di numerose aree urbanizzate, piccoli insediamenti in-dustriali, numerose aziende agricole e dagli importanti centri turistici termali di Abano e Montegrotto Terme. Nello specifi co i lavori in partenza, suddivisi in due lotti esecutivi, riguardano la realizzazione di una condotta

lunga 1,6 km e di un’ulteriore sistema di condotte e manufatti (per una lunghezza totale di 5 km circa). L’intervento, una volta completato, sarà in grado di ri-spondere alle modifi cate esigenze idrauliche dell’’area, consentendo la vivifi cazione dei corsi d’acqua principali con l’aumento delle portate degli scoli durante tutto l’anno e la possibilità di utilizzo irriguo delle acque nel-le aree agricole in primavera ed in estate.

Relativamente all’utilizzo irriguo per l’agricoltura, il Consorzio di bonifi ca Bacchiglione ha inoltre pro-gettato e realizzato a valle dello Scolo Spinosella (in accordo con alcune aziende private) un’area pilota di irrigazione “a domanda” per garantire la distribuzione capillare dell’’acqua dai canali consortili ad aziende agricole private - che si sono dimostrate motivate a condividere anche i costi aziendali di trasformazione – concretizzando così la collaborazione fattiva tra l’ente pubblico e gli interessi del territorio anche rappresentati direttamente da un gruppo di soggetti privati. “Una grande opportunità da cogliere per il “sistema” Colli Euganei. - sottolinea Eugenio Zaggia, presidente del Consorzio Bacchiglione - L’arrivo di acqua di ottima qua-lità in questa zona signifi ca un potenziale di sviluppo enorme per l’economia agricola e turistica dell’area”.

di Nicola Stievano

Aperti i cantieri per nuove opere di difesa ma servono ulteriori interventi per tutelare buona parte della regione. I Consorzi di Bonifi ca hanno decine di progetti nel cassetto

Sicurezza idraulica Con l’autunno torna il maltempo con i timori di chi vive in zone a rischio

La pioggia risveglia gli spettri dell’alluvione

Mentre in Regione si stanno chiudendo i conti dei rimborsi agli alluvionati del 2010, dopo un lungo iter non privo di polemiche, il presidente

Zaia conferma la volontà di mettere in campo risorse per la prevenzione, come chiedono da anni a gran voce esperti e addetti ai lavori, cittadini che hanno provato sulla propria pelle cosa signifi chi avere l’acqua in casa e persone che si impegnano per la sicurezza del territorio.

“In questo Paese varrebbe la pena di pensare a costruire un po’ meno strade e di più al dissesto idroge-ologico, che è la vera sfi da che noi abbiamo”. Queste le parole di Luca Zaia pronunciate a Longarone, durante la giornata dedicata all’anniversario della tragedia del Vajont.

“La necessità di prevenire e intervenire contro il dis-sesto idrogeologico – ha affermato il governatore – è la nostra versa sfi da. L’abbiamo vissuto con l’alluvione del 2010 che ha colpito direttamente oltre 200 comu-ni, 10 mila famiglie con l’acqua in casa, 3 mila imprese danneggiate. E poiché la vera sfi da per un territorio è quella di mettere in sicurezza dei cittadini”. L’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte conferma l’impe-gno del Veneto: “La messa in sicurezza del territorio è una priorità di questa amministrazione. Siamo impe-gnati fi n dall’inizio della legislatura sulla partita relativa alle grandi opere idrauliche a cui abbiamo messo mano dopo 80 anni che non si era fatto più nulla. Per gli inter-venti di difesa idraulica negli ultimi due anni sono stati spese o impegnate risorse per un totale di circa 300 milioni di euro in tutto il territorio veneto. Di recente è partita la procedura anche per l’appalto della cassa di espansione di Caldogno. Posso affermare senza paura di smentita che nessuna amministrazione, da quando nel 2003 le competenze in questo settore sono pas-sate alle Regioni, si è mai spinta come abbiamo fatto noi così in avanti sul fronte della riduzione del rischio idrogeologico”.

Zaia: “Pensiamo meno alle strade e di più alla sicurezza del territorio”

Sul completamentodell’Idrovia Padova – Mestre invocato da più parti manca ancora il passaggio decisivo

gli assessori Stival e Conte con il presidente Zaia

39Il Veneto in primo piano

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15Voci da palazzo

Lo scorso 27 settembre, la commissione Sanità, ha espresso il suo voto. Critici Azzalin e Sinigaglia

Dopo una seduta durata più di 22 ore, lo scorso 27 set-tembre, la commissione Sanità, presieduta da Leonar-do Padrin, ha approvato le schede di programmazione

ospedaliera per le 24 aziende sanitarie del Veneto. Con tale provvedimento si sono stabilite le dotazioni di reparti, prima-riati e posti letto per le 21 aziende territoriali, le due aziende ospedaliere di Padova e Verona e l’Istituto oncologico veneto. “Con il via libera alle schede ospedaliere – dichiara Padrin al termine della seduta - abbiamo portato a compimento il percorso di riorganizzazione del settore avviato con il Piano socio-sanitario. La commissione ha confermato l’impostazio-ne della Giunta, ma allo stesso tempo ha reso più elastiche le dotazioni di posti letto territoriali. Il messaggio che abbiamo voluto lanciare è questo: chi in Veneto ha bisogno di un posto letto avrà sempre una risposta positiva, che si tratti di una

struttura intermedia, territoriale o ospedaliera. L’aspetto più caratterizzante di questi nuovi strumenti – informa Padrin - è l’apertura alle case di cura private alle quali lanciamo una sfi -da, quella di attrarre pazienti da fuori Regione. Lo stesso vale anche per le aziende ospedaliere, i grandi ospedali, ma anche gli ospedali dei capoluoghi di provincia. Questo permetterà alle nostre eccellenze di farsi valere sul mercato. Solo nel pri-vato – precisa - questa novità potrebbe portare all’assunzione di circa 1300 addetti e ad un fatturato di 80 milioni di euro all’anno”. In ultima battuta Padrin ha rimarcato l’attenzione massima avuta nei confronti dei territori più delicati come la montagna, la Laguna e il Polesine. “Le specifi cità territoriali sono state salvaguardate così come prevede il Piano. Ogni soluzione è stata ritagliata addosso alle singole realtà dopo un lungo confronto con i territori”. “Con il Piano e le schede – ha

dichiarato invece l’assessore alla sanità, Luca Coletto che ha partecipato ai lavori della commissione – abbiamo avviato una riorganizzazione della sanità veneta che guarda al futuro. Ci sono – ha precisato – delle grosse innovazioni e posso dire tranquillamente che sono innovazioni che vengono ripre-se anche a livello nazionale. E’ veramente un cambiamento

di rotta rispetto alla gestione della sanità consueta, - ribadisce Coletto - che la miglioria e la rende più fruibile, quindi la spo-sta verso il territorio dal punto di vista della prevenzione e del-le cure immediate, che possono essere erogate sul territorio, valorizzando ancora di più quello che è il lavoro importante degli ospedali, che avranno bacini e specialità ben defi niti.

Sanità Stabilite le dotazioni di reparti, primariati e posti letto per le 24 aziende sanitarie del Veneto

Approvate le schede di programmazione ospedaliera

Nella foto il presidente della V commissione Leonardo Padrin e l’assessore alla Sanità Luca Coletto

“Su Padova la quinta commissione consiliare ha fatto un ottimo lavoro, confermando il ruolo strategico della nostra sanità”. Ad affermarlo è il consigliere padovano e vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Piergiorgio Cortelazzo. “Massimo rilievo è stato riconosciuto anche al Cto di Camposampiero. Nello specifi co,

buone notizie sono arrivate anche per l’Ulss 17 di Este-Monselice con l’istituzione di tre nuove Usd, unioni semplici dipartimentali. Ne abbiamo riconosciuto tre - illustra Cortelazzo - Una di diabetologia, un’altra di radioterapia, una terza di chirurgia ortopedica ortoscopica. Inoltre al reparto di ortopedia sono stati assegnati ulteriori 5 nuovi posti letto. In questo modo vogliamo riconoscere e incentivare le eccellenze presenti nel presidio. 5 posti letto sono stati assegnati anche all’Ulss 16 per il Sant’Antonio, una quota che può sembrare bassa, ma che in realtà consentirà alla struttura di attivare nuovi servizi”. Cortelazzo si dice soddisfatto anche per la conferma dei posti e del ruolo della riabilitazione all’ospedale di Conselve. “La quinta commissione - conclude Cortelazzo - ha lavorato di fi oretto, coinvolgendo tutti i soggetti che vole-vano dire la loro. Gli operatori, le associazioni e gli amministratori padovani sono stati molto collaborativi e responsabili”.

Piergiorgio Cortelazzo (PdL)“buone notizie per l’ulss 17”

cosa È cambiato

nel padovano L’Usl 15 di Cittadella ha perso Chirurgia vascolare ottenendo, però, l’apicalità in Ortopedia, mentre Camposampiero acquista quella di Anatomia patologica, diventa Cto regionale e Centro provinciale per le patologie retiniche. Usl 16. Al Sant’Antonio salgono i letti in Terapia intensiva (da 10 a

16) e in Ortopedia (da 35 a 40). Piove di Sacco avrà i primari di Ortopedia, Anestesia e Ostetricia (dove si farà anche la fecondazione assistita) e 7 letti di Riabilitazione neurologica, ma perde l’apicalità in Neurologia. Iov: apicalità in Immunologia e Usd di Tumori ereditari. Usl 17. Riconosciuta l’Usd di Radioterapia a Este, di Diabetologia e Chirurgia artroscopica a Monselice.

nel rodigino In Polesine nell’Usl 18 di Rovigo è stato riconosciuto l’Usd di Chirurgia vascolare, Malattie metaboliche e

Patologie retiniche. Usl 19 di Adria è stato ammesso il primariato in

Riabilitazione.

“Al sant’Antonio di Padova Ortopedia ha acquisito 5 posti letto grazie ad un mio emendamento. Serviranno per accorcia-re la lista di attesa con più di 600 pazienti. “Purtroppo è stata eliminata Chirurgia vascolare dell’Ulss 15 di Cittadella-Camposampiero. Siamo rammaricati – racconta il medico padovano – perché sono stati bocciati due emendamenti,

che avevo presentato, per mantenere l’Unità defi nitivamente o almeno sino alla scadenza dell’attuale primario, in modo da accompagnare il percorso di riconversione. È una decisione incomprensibile, che elimina un’eccellenza costruita sul campo, nono-stante le migliaia di fi rme raccolte dai cittadini. E’ stata invece presa una decisione positiva, c’era un nostro emendamento in tal senso, - conclude Pipitone - sull’Ortopedia di Piove di Sacco. Viene così salvato un servizio essenziale per migliaia di pazienti della bassa padovana. Ritengo positiva anche la scelta di modifi care le schede ospedaliere dello Iov, garantendo un livello elevato, dà garanzia ai ricercatori sulla continuità del loro lavoro e, in sostanza, esclude qualsiasi ipotesi di spostarlo altrove. Nelle schede sono state inserite l’unità operativa complessa di immunologia, dove operano 100 ricercatori, ed una di terapia del dolore. La Breast Unit è stata accorpata all’unità di senologia e si sono create le unità dipartimentali dei tumori esofagei e dei tumori rari”.

Antonio Pipitone (Idv)sconcerto per taglio chirurgia vascolare ulss 15

“La strada imboccata da Lega e PdL è chiara: tagliare posti letto ospedalieri senza garantire in cambio servizi e risorse nei territori. Quando e dove vedranno la luce gli ospedali di comunità, le strutture intermedie, gli hospice, i centri per l’alzheimer e la sclerosi multipla? Perché dimezzare il numero dei distretti? Perché eliminare un

gran numero di responsabili di psichiatria, per l’infanzia e l’adolescenza, per la disabilità e la non autosuffi cienza? Su tutti questi nodi rimane il buio assoluto”.

Claudio Sinigaglia (Pd)“resta buio assoluto su servizi territoriali”

“Abbiamo – dichiara il consigliere del Pdl - potenziato Adria e con-fermato l’hub provinciale di Rovigo individuando e

premiando le eccellenze. Entrando nello specifi co, all’ospeda-le di Rovigo sono state riconosciute tre nuove Unità semplici dipartimentali: chirurgia vascolare, diabetologia e malattie metaboliche. Trecenta rimane ospedale per acuti, con il ri-conoscimento di due ulteriori posti letto in terapia intensiva. L’ospedale di Adria riacquista l’apicalità del recupero e della riabilitazione funzionale, a cui viene assegnata una dotazione di 5 posti letto. Si è poi confermata la crucialità del punto na-scite e della pediatria. In entrambi i casi le modifi che apporta-te dalla Commissione sono state oggettivamente migliorative.

Mauro Mainardi (PdL), “riconfermata la specificità sanitaria del polesine”

“Anche in Polesine l’effetto dei tagli è stato legger-mente attenuato, ma nel complesso la dotazione complessiva non ne esce certo rafforzata, anzi. E

quanto stabilito nel Pssr riguardo alla specifi cità del Polesine è rimasto solo sulla carta: chi canta vittoria per il mantenimento delle due Ulss forse non si è accorto che nessuna Ulss è stata cancellata, visto che le schede si occupavano unicamente delle dotazioni di reparti, primariati e posti letto degli ospedali e forse non si è accorto nemmeno che l’ospedale di Porto Viro è stato privato del riconoscimento di presidio ospedaliero pubblico a benefi cio della Casa di Cura di Abano per nessuna altra ragione che non un mero calcolo politico e che nei fatti l’ospedale di Rovigo è stato catalogato come un hub di serie B. E la cartina di tornasole sarà l’allocazione delle risorse. Non mi torna nemmeno il calcolo che ha fatto qualcuno dicendo che l’ospedale di Adria è stato potenziato, a me risulta che i 216 posti letto ed i 17 primariati, diventeranno 178 e 13”.

graziano Azzalin, Pd“non c’È nulla per cui esultare”

nel veneziano Nell’Usl 12, la cardiochi-rurgia di Mestre assorbe l’attività di Mirano. Alla 13, invece, sono stati riconosciuti i primariati di Ostetricia

e Riabilitazione (20 letti) a Dolo, e le Unità semplici dipartimen-tali di Otochirurgia e Chirurgia vascolare a Mirano. A Chioggia, Uls 14, sono state riconosciute le Unità semplici dipartimentali di Diabetologia e Day-Surgery in regime diurno.

“E’ andata bene col Policlinico San Marco e a Mirano. Meno con Ve-nezia. Su Mestre – spiega il politi-

co veneziano - c’è stato un recupero abbastanza sostanzioso. Ha avuto esito il forte l’impegno di IdV e del Pd: abbiamo convinto la maggioranza a non tirare troppo la corda. Avreb-bero sbriciolato il polo di chirurgia programmata protesica e sarebbe stato un delitto. Così al Policlinico San Marco abbia-mo recuperato 25 posti, assorbendo meglio i tagli (20 posti nell’area chirurgica ortopedica, 3 al week surgery, 2 in Terapia intensiva). Siamo soddisfatti anche per Mirano, dove la Car-diochirurgia continuerà a funzionare fi nché l’hub dell’Angelo non riuscirà a gestire in proprio tutti gli interventi dell’Ulss. Su Venezia – sottolinea Marotta - abbiamo provato a far quadrato per contrastare la riduzione dei posti letto, ma la maggioranza di centrodestra era blindata ed ha bocciato le nostre proposte, che mantenevano reparti e servizi a nostro avviso indispensabili per gli abitanti del centro storico. Non vorremmo, come avevamo ventilato, che il Civile venisse ora considerato alla stregua di un poliambulatorio”.

gennaro Marotta (Idv)“troppi tagli a venezia”

“Le schede ospedaliere hanno confermato l’importanza di Chioggia nel sistema sanitario

veneto, aggiungendo un ulteriore potenziamento sul fronte della diabetologia e del day-surgery. Tutte le modifi che positi-ve introdotte a inizio estate dalla Giunta sono state ratifi cate dalla V Commissione, che su Chioggia ha votato all’unanimi-tà, segno che la convergenza sul nostro ospedale è massima. Sono stati confermati quindi i nuovi primariati e l’aumento dei posti letto”.

Carlo Alberto Tesserin (PdL)“confermata l’importanza di chioggia”

41Voci da palazzo

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Così, durante le discussioni sull’adozione del Piano Ambientale avevo preannunciato, e così sta avvenendo soprattutto con la col-laborazione e la fiducia della popolazione e delle attività economiche che nel Delta del Po operano. Un lavoro costante di confronto e mediazione con un obiettivo importante: far comprendere che i vincoli, anche se mi-nimi, possono diventare una risorsa.La convivenza tra le attività dell’uomo e la conservazione della natura va vista in una nuova luce; è ora di riconoscere alla natura

il suo ruolo di indispensabile fondamento della vita sociale ed economi-ca della società, e come tale usarla e proteggerla ovunque come risorsa preziosa e non rinnovabile, che ci mette in connessione con lo spazio di sviluppo europeo.È necessario in primo luogo innalzare il livello di attenzione su questi temi e sul ruolo che possono avere nello sviluppo regionale; in secondo luogo è necessario innalzare la qualità del governo del territorio, teatro dell’incontro tra l’uomo e la natura. La recente candidatura, presentata a Parigi, dell’area del Delta del Po, qua-le Riserva di Biosfera – MAB UNESCO, indica la chiara volontà dell’Ente e del territorio di proporsi a livello mondiale come luogo unico di valore paesaggistico ambientale in cui l’uomo è elemento fondamentale sia di conservazione che per lo sviluppo sostenibile. Grande ringraziamento va alla Fondazione CARIPARO che per prima ha creduto e con lungimiranza ha sostenuto il percorso di candidatura che si spera si concluderà positiva-mente nella primavera 2014.Il Parco del Delta del Po in questi ultimi due anni ha realizzato innumerevoli iniziative a 360 gradi sui temi dello sviluppo territoriale.

Pianificazione a programmazione territorialeNel dicembre 2012 è stato adottato il Piano Ambientale del Parco del Delta del Po, in copianificazione con la Regione Veneto, adozione che ha segnato una tappa storica nella vita dell’Ente Parco del Delta del Po dopo venti anni di attesa e di conflittualità. Anche la redazione del Piano di Ge-stione delle aree ZPS (Zone di Protezione Speciale per le specie ricono-sciute a livello Europeo) realizzato su incarico della Regione Veneto ha fatto sì che gli elementi Europei di valore ambientale abbiano trovato, nel Parco del Delta del Po, proposte di gestione integrate con gli altri elementi di pianificazione territoriale.In ambito paesaggistico la collaborazione con la Soprintendenza Regionale per i beni Ambientali e Culturali e la Direzione Pianificazione Strategica Regionale porta l’Ente Parco del delta del Po ad un confronto per la co-struzione del Piano Paesaggistico di Ambito Laguna di Veneta – Delta del Po. Questa collaborazione è fondamentale per la conclusione della visione strategica del territorio e la semplificazione amministrativa, quanto mai ne-cessaria per lo sviluppo dell’area.

Promozione attività locali e iniziative culturaliL’Ente è inoltre motore di innumerevoli iniziative di carattere sociale, eco-nomico, culturale e di valorizzazione e promozione del territorio che coin-volgono associazioni culturali e le proloco dei comuni del Delta. Si ricordino le iniziative annuali delle Pro loco locali e Comuni del parco che attraverso un programma condiviso dall’Ente Parco vedono lo stesso compartecipare alle manifestazioni. Non da ultimo la festa del Riso del Delta del Po che ha visto l’unione dei produttori agricoli coordinati dalla Fondazione Ca’ Vendramin in un primo esperimento di valorizzazione territoriale attraverso i prodotti agricoli. Ma anche la Su e So per i fossi di Adria, la bottega del parco di Rosolina, la fiera del Delta del Po di Porto Tolle, le manifestazioni culturali ad Ariano nel Polesine, la fiera del Pane di Loreo, la festa della golena di Panarella a Papozze, le manifestazioni culturali e sportive di Cor-bola, la fiera del libro a Porto Viro, la festa per il taglio di Porto Viro a Taglio di Po ed innumerevoli altre manifestazioni locali.

Progetti Europei e progettazione NazionaleNella attuale programmazione Europea, 2007 – 2013, l’Ente Parco ha in corso di conclusione progetti che, in un ottica di visione strategica di svi-luppo sostenibile, abbracciano diversi settori economici e di tutela. Nella

conservazione e valorizzazione delle aree di interesse comunitario (Zone Protezione Speciale) il progetto Valli e lagune, all’interno del programma Europeo LIFE +, per un valore di 4,5 milioni di euro vede coinvolte en-trambe le Regioni Veneto ed Emilia Romagna con progetti di vivificazione delle lagune, realizzate dal Consorzio di Bonifica delta Po, la collaborazione fra vallicoltori ed Ente Parco per il monitoraggio delle specie prioritarie e, per la prima volta, la realizzazione di azioni comuni, con le aziende vallive, di valorizzazione dei prodotti della pesca ed itinerari turistici. Nel settore della valorizzazione della pesca importante progetto di promo-zione è, in collaborazione con Unci pesca - Coldiretti Rovigo, il progetto “Pesca Amica”, per un importo nei due anni di circa 100 mila euro, che tende a creare la rete dei produttori ed operatori economici per la valorizza-zione delle specie ittiche quali vongole, anguille, cefali, alici ecc….Nella valorizzazione del territorio anche a fini turistici il progetto Slow Tou-rism nell’ambito del programma Europeo Interreg Italia Slovenia, importo 103 mila euro, ha creato oltre che piccole infrastrutture di servizio agli itinerari di visitazione anche una buona rete di operatori convenzionati a cui ora bisogna dare supporto per la promozione delle loro attività già dichiarate sostenibili.Sempre nella logica di rete di operatori economici e dei luoghi del Delta del Po da preservare, il progetto Climapark, nel programma Europeo In-terreg Italia Slovenia per un importo di 340 mila euro, ha consentito oltre che rilevare dati scientifici per la individuazione di indicatori ambientali dei cambiamenti climatici, in collaborazione con ARPAV, di proporre al territo-rio una riflessione sulla necessità di adottare strategie anche di sviluppo sostenibile per adattarsi ai notevoli mutamenti che il tessuto sociale ed ambientale sta mettendo in atto. Quindi la natura come elemento di riferi-mento fondamentale per adattare lo sviluppo economico di un territorio di grande valore ambientale.Questa visione di proposte gestionali è iniziata con il progetto NATREG, nell’ambito del programma Europeo MED per un importo di circa 200 mila euro, che ha disegnato un possibile Piano di Gestione per lo sviluppo so-stenibile dell’intero territorio del Delta del Po.Il progetto Ecomuseo del Parco del Delta del Po finanziato dalla Regio-ne Veneto nell’ambito del Programma POR per un valore di 1,8 milioni di euro permetterà di attivare un circuito di visitazione e valorizzazione dell’intero Delta del Po. Il progetto di Piste ciclabili del Parco del Delta del Po, anche questo nell’ambito del programma regionale POR, per un valore di 1,6 milioni di euro, andrà ad attivare una infrastrutturazione dell’offerta turistica e territoriale a beneficio degli operatori che nello svi-luppo sostenibile credono e con l’Ente Parco condividono. Sempre nella logica dell’offerta di turismo sostenibile il progetto di bike sharing, anche se ridotto circa 260 mila euro, consentirà di avere un sistema di noleggio biciclette a favore degli operatori interessati ampliando l’offerta ai visitatori. Nel progetto 2bParks, all’interno del programma Europeo SEE importo di 190 mila euro, ha visto la valorizzazione paesaggistica e di educazione scolastica nelle aree protette europee del Delta del Po con importanti ri-sultati dal punto di vista di promozione dell’area nel mondo scolastico e dell’educazione ambientale.La progettualità nel programma LEADER +, con il supporto del GAL Delta del Po, ha visto e vedrà la partecipazione dell’Ente Parco in iniziative per la creazione di itinerari culturali ed enograstronomici per la valorizzazione delle eccellenze produttive locali attraverso il progetto Econetwork rural importo 140 mila euro ed il progetto di promozione dell’area protetta per un importo di 150 mila euro . Gli itinerari del cinema, paesaggi culturali (i luoghi di senso), le eccellenze di prodotti agricoli e le attività didattiche sono i filoni principale delle azioni progettuali previste nel progetto deno-minato destinazione parchi di importo di circa 300 mila euro. In questo progetto viene prevista la realizzazione di un museo del cinema e più in generale delle arti visive in uno stabile in Comune di Porto Viro.Attività ed investimenti per 6 – 7 milioni di euro che il parco porta come ricaduta nel territorio dimostrando come le aree protette se aperte al terri-torio possono diventare motore di sviluppo elevando la qualità della vita ed incentivando le attività economiche. Nella nuova programmazione Europea 2014 – 2020 si stanno proponendo progetti sia per la infrastrutturazione e conservazione del territorio che per la promozione dei prodotti e servizi di eccellenza del Delta del Po. I programmi Europei, Nazionali e Regionali sono i via di attivazione con proposte di progettualità che coinvolgeranno tutti gli operatori economici del territorio.

La rete ed i paternariatiLe reti di paternariato a livello Nazionale ed Europeo consentono al parco di essere costantemente coinvolto nelle innumerevoli iniziative progettuali che intercettano risorse economiche da portare nel territorio. Ecco allora che la rete Delta chiama Delta, Deltamed, Adriapan, sistema dei parchi del Veneto, Federparchi e speriamo aree Riserva di Biosfera sono un valore importante che il parco ha costruito e che nelle programmazioni europee rivestono grande importanza. La collaborazione con i delta del Danubio in Romania, dell’Ebro in spagna, la Camargue in Francia, con le aree protette in Slovenia, Croazia, Grecia, Serbia, Bosnia, Albania, Germania, Polonia, Austria nonché la partecipazione con la Regione Veneto, la Camera di Commercio di Rovigo, il Consorzio di Bonifica delta del Po e la Fondazione Ca’ Vendramin a importanti progetti internazionali non da ultimo la missio-ne in Messico consente al Parco del Delta del Po di avere una visibilità e visione internazionale di notevole livello.

La tutela ed il rapporto con le UniversitàIl monitoraggio ambientale, la cura del sistema dunoso e litoraneo, la promozione di attività economiche compatibili, l’attenzione alle persone svantaggiate, sono e saranno le azioni, non esclusive, che si metteranno in essere per far sì che il Parco diventi un territorio in cui ogni cittadino si identifichi. Le attività di monitoraggio dei passeriformi per un importo di 50 mila euro, la convenzione con l’Università di Padova istituto di genetica per la prosecuzione delle attività per la protezione dello Storione Cobice, il pia-no di attività di monitoraggio delle acque e di identificazione metodologica del valore delle funzioni ecosistemiche degli ambienti naturali, in collabo-razione con Università di Ferrara, sono una piccola parte del lavoro svolto e da svolgere nell’ambito della conoscenza e monitoraggio ambientale. La stretta collaborazione con l’Autorità di Bacino del Fiume Po per l’elabora-zione di piano di monitoraggio a seguito dello sversamento di idrocarburi nel fiume Lambro sta portando notevoli risultati positivi nella visione com-plessiva del valore ambientale del fiume Po. Anche la collaborazione con l’Università di Venezia – IUAV per la redazione delle valutazioni di incidenza ambientale dei piani ed il proficuo lavoro nell’ambito dell’Osservatorio del delta del Po rappresenta un forte legame del parco con la realtà univer-sitaria; non da ultima la collaborazione fra Consorzio di Bonifica delta del Po e Università di Padova – dipartimento di Geografia per la realizzazione di incontri internazionali fra docenti universitari e master internazionali. Di prossima firma invece il protocollo di intesa con il Politecnico di Milano per la valorizzazione della ciclovia del Po denominata Vento che collegherà il Monviso con Venezia passando per il Delta del Po.

La rete regionale dei parchiImportante è la sensibilità che l’Assessore ai Parchi Franco Manzato in collaborazione con l’Assessore all’Economia Isi Coppola dimostrano verso il Parco del Delta del Po ed il Delta del Po. Ricorso da ultimo il pieno ap-poggio nel sostenere la candidatura a Riserva di Biosfera – MAB UNESCO ma anche l’attenzione alle richieste di finanziamenti su progettualità che in questi anni abbiamo fatto la valorizzazione e la tutela del territorio. Nella rete dei parchi regionali siamo un importante punto di riferimento che con il coordinamento regionale svilupperà importanti progetti di tutela e promozione. La nuova proposta di legge regionale di razionalizzazione del sistema dei parchi non modifica le intenzioni regionali di vedere l’area del Delta del Po elemento basilare della politica di tutela del sistema regionale delle aree protette.

In conclusione questo anno è l’anno dell’orgoglio del Delta del Po e citando un testo a me caro di Giovannini autori del testo Uomini e parchi: “Il grande significato di un parco è so-prattutto umano, poiché umana è la funzione che esso deve assolvere: ricercare nuovi comportamenti di compatibilità fra sviluppo antropico ed il mantenimento degli equilibri na-turali, fissando i parametri qualitativi e quantitativi di tale compatibilità” (dal testo Uomini e parchi)

L’anno 2013 sarà l’anno dell’orgoglio per il Parco del Delta del Po.

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44 Cultura veneta

Iniziò a disegnare cercando nell’immaginazione uno sguardo interiore. Scomparso lo scorso anno, Venezia gli dedica una retrospettiva

Che cosa pensa l’artista nel suo agire umano? Qual è la prospettiva artistica che coinvolge maggiormente? Lo sguardo interiore ed esteriore quale polarizzazione pren-

de? Queste sono alcune domande che il percorso espositivo di Palazzo Fortuny a Venezia cerca d’indagare fino al 24 novem-bre nella mostra dedicata a “Tàpies. Lo sguardo dell’artista”. Scomparso a febbraio 2012 Anthony Tàpies, nato a Barcel-lona nel 1923, si è sempre posto domande sull’esistenza umana, trovando approfondimenti e risposte nelle culture del mondo. La storia dell’arte dell’agire umano da quella africana, all’asiatica passando per quella europea furono tappe fonda-mentali. All’età di 18 anni, a causa di una grave lesione pol-monare, tra il 1942/43 dovette curarsi in montagna. Proprio in questo periodo iniziò a disegnare, cercando nell’immagina-

zione uno sguardo interiore. Dal dopoguerra dipinse con serie-tà opere che come scrisse “erano quasi composizioni astratte, ma ricordavano anche dei paesaggi stellari. Altre esalavano un profumo di misterioso romanticismo”. Nel 1953 Tàpies iniziò la sua svolta artistica mettendo in discussione le percezioni passate e il suo lavoro artistico. Partendo dai fermenti artistici europei decise di ricominciare da zero esplorando ancora più in profondità l’inconscio, mettendo alla prova tutto ciò che fino allora aveva appreso e imparato con tecniche prese da emo-zioni, gusti, ispirazione, mitologie, simbolismo, psicoanalisi, meditazione e spiritualità. Nacquero da qui le peculiarità artisti-che del Maestro Catalano incentrate nell’utilizzo di terre colora-te, sabbie, polvere di marmo, capelli, peli, lenzuola, fili, paglia, riso, bianchi di Spagna e cenere. Si crearono nuove tensioni in

scritture e grafie dove la superficie materica venne elaborata in lisciature, grattature e schiacciamenti. Come scrisse nel 1977, “mi muovevo per impulsi precisi, ma così poco coscienti che a volte avevo l’impressione di procedere scavando alla cieca, con gesti furiosi, i segreti di una massa di terra che mi seppel-liva”. Oggetti umili, cari all’artista, furono da lui inseriti nelle opere, facendo contemporaneamente apparire croci, numeri, lettere assieme ai suoi “muri” dove elementi naturali s’inse-rirono in asfalto, graffiti e cemento. Per capire la produzione

artistica di Tàpies è fondamentale sapere che la maggior parte dei suoi lavori è prodotta negli ultimi 25 anni di vita, riuscendo a dare in questa fase terminale di vissuto la più totale libertà che avvertiva. Una mostra che, nell’accostamento con opere di vari artisti internazionali, propone lavori scelti dai curatori in chiave puramente emotiva rispetto alla ferrea cronologia museale. Un’occasione per ammirare la produzione artistica di uno fra i più importanti Maestri internazionali nel tradizionale e unico percorso espositivo di Palazzo Fortuny.

di Alain Chivilò

Palazzo Fortuny a Venezia Fino al 24 novembre

Gli sguardi universali di Tàpies

Arte performativa, scultura, installazioni e pittura

“Bisogna sentire l’arte dentro di sé, non limitandosi a

dire: che shock!”. Questa è una frase attraverso la quale Sir Anthony Caro si presenta a Venezia. Uno tra gli artisti nati tra il 1920 e ’30 ancora viventi che senza alcun dubbio, nell’ambito della scultu-ra, è il primo da citare in un’ipotetica lista. Nativo del Regno Unito classe 1924, nel suo percorso ha tracciato una scultura in sintonia con la contemporaneità, ideando assemblaggi di chiara impronta astratta dai svariati contenuti. Il Maestro ritorna in Italia approdando in una Venezia “biennalesca” con una retrospettiva al Museo Correr fino al 27 ottobre. Più di un mezzo secolo di esplorazioni artistiche tracciano un percorso composto di una trentina di lavori, che dialogano figuratamente con la piazza San Marco sottostante, eccezionalmente visibile dalle finestre del museo non occultate dall’allestimento come nelle ultime esposizioni. Una delle chiavi di lettura dell’agire di Caro consiste nell’infondere a livello scultoreo una sorta di liricità. Di conseguenza a un apparente freddo astrattismo, bellezza e armonia animano le sue opere. Un intreccio di materiali, in svariati assi dimensionali ottenuti da lamiere, travi metalliche e reti rendono la percezione a livello tridimensionale avvolta da una sorta di leggerezza alla Calder. Una sintesi di queste sfumature è avvertibile nell’opera “Orangerie”, ideata alla fine degli anni ’60 e inizio anni ’70, dove colore, sinuosità, immaginifiche estreme stilizzazioni umane, unioni e contorsioni in assi orizzontali e verticali evidenziano la meccanizzazione del suo percorso artistico. Un metallo industriale che, con imbullo-nature e saldature, si mette insieme in più elementi attraverso un ordine compositivo dettato dal Maestro, simulando un percorso di vita sempre in dialogo nelle sue singole parti. Queste non hanno mai elementi di discontinuità o rottura, sia nell’iniziale spazia-lità orizzontale e successivamente in quella verticale, perché anche nell’astrattismo si può giungere a proporzioni musicali.

Materia primordiale a Punta della Dogana

“Bisogna sentire l’arte dentro di sé, non limitan-

dosi a dire: che shock!”. Questa è una frase attraverso la quale Sir Anthony Caro si presenta a Venezia. Uno tra gli artisti nati tra il 1920 e ’30 ancora viventi che senza alcun dubbio, nell’ambito della scultura, è il primo da citare in un’ipotetica lista. Nativo del Regno Unito classe 1924, nel suo percorso ha tracciato una scultura in sintonia con la contemporaneità, ideando assemblaggi di chiara impronta astratta dai svariati contenuti. Il Maestro ritorna in Italia approdando in una Venezia “biennalesca” con una retrospettiva al Museo Correr fino al 27 ottobre. Più di un mezzo secolo di esplorazioni artistiche tracciano un percorso composto di una trentina di lavori, che dialogano figuratamente con la piazza San Marco sottostante, eccezionalmente visibile dalle finestre del museo non occultate dall’allesti-mento come nelle ultime esposizioni. Una delle chiavi di lettura dell’agire di Caro consiste nell’infondere a livello scultoreo una sorta di liricità. Di conseguenza a un apparente freddo astrattismo, bellezza e armonia animano le sue opere. Un intreccio di materiali, in sva-riati assi dimensionali ottenuti da lamiere, travi metalliche e reti rendono la percezione a livello tridimensionale avvolta da una sorta di leggerezza alla Calder. Una sintesi di queste sfumature è avvertibile nell’opera “Orangerie”, ideata alla fine degli anni ’60 e inizio anni ’70, dove colore, sinuosità, immaginifiche estreme stilizzazioni umane, unioni e contorsioni in assi orizzontali e verticali evidenziano la meccanizzazione del suo percorso artistico. Un metallo industriale che, con imbullonature e saldature, si mette insieme in più elementi attraverso un ordine compositivo dettato dal Maestro, simulando un percorso di vita sempre in dialogo nelle sue singole parti. Queste non hanno mai elementi di disconti-nuità o rottura, sia nell’iniziale spazialità orizzontale e successivamente in quella verticale, perché anche nell’astrattismo si può giungere a proporzioni musicali.

Retrospettiva al Museo Correr, fino al 27 ottobre

ANThONy CARO: ASSEMBLAggI E IMBuLLONATuRE

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Cà Corner della Regina, sede ve-neziana della Fondazione Prada, ripropone fino al 3 novembre

una mostra tenuta a Berna nel lontano 1969. “When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013” non è altro che un progetto di rico-struzione dell’esposizione che passò agli annali per un approccio volto al medium linguistico. Il titolo originale era “Live in Your Head. When Attitudes Become Form. Works-Concepts-Processes-Situations-Information” per un contenitore che univa sintesi delle ricerche dell’epoca come la Land Art, l’Arte Povera, la Process Art e l’Arte Concettuale. Un nuovo periodo che si sviluppava dopo il Mi-nimalismo e la Pop. Una sfida che Germano Celant, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno voluto affrontare facendo inserire opere, anche d’importanti dimensioni, in spazi stretti consoni a un antico palazzo veneziano. Quindi il visitatore dovrà stare molto attento a non calpestare le opere di artisti quali Bruce Nauman, Giovanni An-selmo, Claes Oldenburg, Walter De Maria, Joseph Kosuth, Gilberto Zorio, Sol Lewitt, Daniel Buren per citarne alcuni. Una domanda sorge in tale contesto: quanto è utile una riproposizione a più di quarant’anni di distanza? Jean Clair scrittore, storico dell’arte e curatore francese, afferma che in tale mostra “il corpo dell’uomo pretende di sostituirsi alle proprie opere”. L’artista è ora “un nuo-vo mago della società contemporanea”. Si evidenziava dunque una visione del mondo non “comunicata dalle opere” perché “si sarebbe manifestata con la presenza stessa dell’artista nella sua realtà fisica, attraverso le sue attitudini corporali”.

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Page 46: Piovese sett2013 n117

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una creMa di ricotta Morbida e Fresca: l’accostaMento tra liMone, acciugHe e poModori seccHi la Fa da padrone, Mantenendo nel conteMpo l’idea di una Farcia leggera. per la cottura, ideale È il Microonde, utiliZZando la FunZione crisp, tuttaVia un buon risultato si ottiene ancHe con la cottura in Forno. a piacere si puÒ serVire la torta calda appena sFornata, oppure a teMperatura aMbiente.

INGREDIENTI PER 3 PERSONE: per la base:200g crostini alla soia, 2 cuccH strutto, 1 cuccH ForMaggio collina stagionato grattugiato, olio eVo

per la Farcia:250g ricotta Vaccina, 2 cuccH ForMaggio collina stagionato grattugiato, 11 poModori seccHi, 3 acciugHe sottolio, 1 liMone, 1 cuccH.no capperi sottaceto, 1 cuccH oliVe nere taggiascHe, 1 uoVo, glassa gastronoMica all’aceto balsaMico di Modena igp, 1 cuccH.no Mostarda di Frutta, aceto balsaMico di Modena, 9 Foglie di basilico Fresco, sale

distribuire sulle Fettine di carpaccio il prosciutto ed un peZZetto di pane; arrotolare a ForMare gli inVoltini. scaldare in una padella un Filo d’olio con l’aglio in polVere, Mettere la carne ed insaporire con il dado, la Maibuire sul Fondo del piatto la purea, adagiarVi poi gli inVoltini e spolVerare di pepe nero.

lasciare in aMMollo per alcune ore i poModori seccHi in acQua e aceto balsaMico, per Farli rapprendere.preparare la base: tritare i crostini e Mescolarli con il ForMaggio e lo strutto aMMorbidito; oliare la teglia del piatto crisp e disporVi il trito, coMpattandolo bene con un po’ d’acQua. lasciar riposare MANUELA E SILVIA BIZZO

COCKTAILS I CONSIGLI DI PAOLO CUTTY TAIL

INGREDIENTI :ingredienti: 4/10 WHisKY cuttY sarK, 3/10 sciroppo di ananas boero, 2/10 sHerrY tio pepe, 1/10 MarascHino stocK, 5 gocce bitter caMpari. si prepara nello sHaKer con gHiaccio. si serVe nella coppetta cocKtail. decorare con ananas e ciliegina rossa. di colore giallo-arancio, con una piaceVole scHiuMetta in superFicie, il cocKtail presenta proFuMi abbastanZa coMplessi. al gusto È abboccato, leggero di alcol e piuttosto eQuilibrato con sensaZioni liQuorose di ananas al MarascHino e caldi abbracci di cereale Maturo.

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INGREDIENTI 6 piedini di Maiale, 600 gr. di sedano, carote e cipolle, lauro, pepe in grani, ginepro, 600 gr. VerZa, retina di Maiale, 300 gr. di Zucca, 300 gr. di papate, 120 gr. di burro cHiariFicato, 120 gr. di burro Fresco, 60 gr, di parMigiano grattuggiato, 6 scaloppe di Fegato grasso d’oca, Farina, uoVo e pane grattuggiato

ESECUZIONE Mettere a cuocere in abbondante acQua i piedini di Maiale con le Verdure e gli aroMi. nel FratteMpo pelare, pulire, tagliare la Zucca e Metterla a cuocere in Forno a 150° in teglia d’alluMinio coperta con carta stagnola per circa 1 ora. lessare le patate, scolarle e passarle insieMe alla Zucca con uno scHiacciapatate, unire il burro e il parMigiano. dopo 3 ore togliere i piedini dal Fuoco e Farli intiepidire nel loro brodo, tagliare le Foglie di VerZa - priVare della parte centrale piÙ dura - alla Julienne Molto Fine e Farla stuFare con poco burro e una spruZZata di aceo, salare e pepare. stendere 6 rettangoli di circa cM. 15X15 di retina di Maiale e porre all’interno i piedini con la VerZa. cHiudere la retina dando al coMposto una ForMa allungata. passare nella Farina, nell’uoVo e nel pane grattuggiato. in una padellacuocere a Fuoco ViVo i piedini, cHe Quando saranno rosolati si passeranno in Forno per 5 Min.; nel FratteMpo cuocere le scaloppe di Fegato grasso d’oca cercando di ForMare una crosticina croccante all’esterno e una coloraZione rosa all’interno. disporre nel piatto il purea di Zucca, il piedino e la scaloppa di Fegato d’oca e serVire.

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in Frigo per circa 20 Minuti, poi cuocere in Forno a Microonde con FunZione crisp per circa 5 Minuti. preparare la Farcia: Mescolare la ricotta con i poModori seccHi a peZZetti, i capperi, le oliVe, le acciugHe ed il basilico sMinuZZato; unire il succo e la scorZa del liMone, la Mostarda ed il ForMaggio collina. sbattere l’uoVo con il sale ed aMalgaMarlo al coMposto di ricotta, inFine aroMatiZZare con la glassa gastronoMica.Versare la creMa cosÌ ottenuta sulla base e cuocere nuoVaMente in Forno a Microonde con FunZione crisp per circa 14 Minuti. serVire calda o a teMperatura aMbiente, decorando con Foglie di basilico.

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