Pesaro IN Magazine - 2/2009

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00 Mercato immobiliare estero Immigrati di lusso Alberto Zedda Rossini secondo me Ente Olivieri La biblioteca della provincia Giuliana Gamba Professione regista

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Pesaresi “doc”, nella testa e nell’anima, sono i protagonisti del nuovo numero di “IN Magazine”. A partire da Giuliana Gamba, regista affernata, nonché sceneggiatrice, documentarista e produttrice, ora alle prese con un nuovo progetto in Marocco, ma sempre con la sua città nel cuore. Una città, e un territorio, quelli di Pesaro-Urbino, che piacciono sempre di più, anche a tanti stranieri che qui hanno scelto di vivere. Non per riposo, ma per continuare, in un ambiente davvero suggestivo, la loro attività professionale. La Fondazione Ente Olivieri, biblioteca della Provincia, e il ROF raccontato dal Maestro Alberto Zedda sono gli approfondimenti culturali in scaletta, mentre l’itinerario per la bella stagione vi accompagna a Pennabilli, patria adottiva di Tonino Guerra e fino a fine luglio capoluogo dell’Antiquariato, con la XXXIX edizione della celebre fiera-mercato.

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Mercato immobiliare estero Immigrati di lusso

Alberto Zedda Rossini secondo me

Ente Olivieri La biblioteca della provincia

GiulianaGamba

Professione regista

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Nuova GLK 220 CDI.Nella forma perfetta le prestazioni migliori.Da 39.900 euro.Una nuova motorizzazione Euro 5 per grandi prestazionie consumi contenuti, con emissioni tra le più basse della categoria. Un altissimo livello di equipaggiamento e cambio automatico 7G-Tronic di serie. Consumo combinato (l/100km): 6,9 - Emissioni C02 (g/km): 182.

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Nuova GLK 220 CDI.Nella forma perfetta le prestazioni migliori.Da 39.900 euro.Una nuova motorizzazione Euro 5 per grandi prestazionie consumi contenuti, con emissioni tra le più basse della categoria. Un altissimo livello di equipaggiamento e cambio automatico 7G-Tronic di serie. Consumo combinato (l/100km): 6,9 - Emissioni C02 (g/km): 182.

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Il ROF per la musica, Glauco Mau-ri e Arnaldo Ninchi per il teatro, Giuliana Gamba per il cinema. Una terna esauriente e, allo stesso tem-po, non esaustiva dell’arte e dello spettacolo in città, della quale Giu-liana Gamba, pesarese di nome, di fatto e di cuore ma romana per lavoro, fa parte con pieno merito e capacità. Dedicarle l’intervista di copertina ci piaceva, a lei che, nel corso del nostro incontro, ha di-chiarato che ogni ritorno a Pesaro è una gioia. D’altra parte, c’è chi la pensa così pur essendo nato altro-ve, se è vero che sono in costante crescita gli stranieri che scelgono di mettere su casa da noi, o di restau-rare un vecchio casolare sui monti per trasferirsi in provincia. La tec-

nologia dà una mano a proseguire la loro attività, in un ambiente spet-tacolare. Non si tratta di buen reti-ro, anzi questi “immigrati di lusso” sono nuovi cittadini, attivi nella co-munità. Anche questa è economia, che fa bene al territorio, perché lo accresce di valore e d’interesse. Ed è anche cultura, così come cultura la esprimono la Fondazione Ente Olivieri, radice profonda della cit-tà, e il maestro Alberto Zedda che, raccontandoci di sé ci illustra an-che il nuovo ROF, edizione 2009, edizione numero trenta.Cultura è salire a Pennabilli, amore “montefeltrano” di Tonino Guerra, così come ridiscendere in riva al mare, per far ricordare ad alcuni personaggi di Pesaro le loro prime

uscite “in costume”, quando le loro famiglie li portavano in spiaggia: un “come eravamo” tra pagliaccet-to e primi bikini.A baluardo della “salute” di tutti sta all’erta, assieme ad altri colleghi, il primario del “San Salvatore” Gior-gio Maniscalco, pesarese che di più non si può, mentre a dare passione e adrenalina ai giorni nostri c’è, a Fano, Alfredo Lungarini, impren-ditore spavaldo che si butta in voli acrobatici; e ancora, la bella com-pagnia del “Chica Boba”, superba barca storica che da trent’anni sol-ca i mari, o i quaranta anni della Lupo, costola imprescindibile del gran corpo del basket cittadino.Non so altrove, ma da noi spirito e corpo vanno insieme e di pari pas-so: e se la scelta è ampia, questa vol-ta siamo andati a visitare la Fattoria della Ripa, mentre per il dopocena proponiamo novelle opere di alcu-ni nostri scrittori. Senza volerci ad-dentrare nella questione del “pas-saggio” alla Romagna, dichiarata da alcuni comuni della Provincia, noi, qui a Pesaro, un po’ ci sen-tiamo già “repubblica autonoma” nelle Marche. State con noi, sarete liberi. Buona lettura!

Pesaresi di testa e di Cuore

di Franco Bertini e Andrea Masotti

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Anno XII - N. 2 - MAGGIO 2009

Una coppia

da GiroArnaldo Pambianco

Ercole Baldini

Imprenditori stranieri Dal mondo a Forlì

Caterina Sforza Sulle tracce della Signora

Progetti e premi Menabó dà "Lezioni d'Europa"

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Anno IX - N. 2 - MAGGIO 2009

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Gino

AngeliniAmbasciatore del made in Italy

Mirko Tomassoni Sono un ragazzo fortunato

Dany Greggio Il gentleman della musica

Ristorante Vite Ragione e sentimento

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Pesaro-Urbino

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Mercato immobiliare estero Immigrati di lusso

Alberto Zedda Rossini secondo me

Ente Olivieri La biblioteca della provincia

GiulianaGambaProfessione regista

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044

[email protected] redazione Pesaro: Simonetta Campanellivia Genga, 8 cell. 335.5262743

[email protected]: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:Andrea Masotti.

Redazione centrale: Giulia Bazzocchi,Andrea Biondi, Francesca Renzi.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri.

Impaginazione: Emanuele Dall’Acqua.Controllo qualità: Giulia Ragazzini.

Controllo produzione: Isabella Fazioli, Alberto Mantellini, Sara Ravaioli.

Ufficio commerciale: Irena Coso, Laura De Paoli.

Collaboratori: Benedetta Andreoli, Alberto Berardi, Franco Bertini, Simonetta Campanelli, Elisabetta Ferri, Ettore Franca, Glauco Maria Martufi, Simona Spagnoli, Beatrice Terenzi, Maria Rita Tonti, Riccardo Paolo Uguccioni.

Fotografi: Laura De Paoli,Leonardo Mattioli, Luca Toni.

Chiuso per la stampa il 02/07/2009

Sommario7 Editoriale|

10 Annotare| Brevi IN

18 Essere| Giuliana Gamba

24 Investire| Mercato immobiliare estero

31 Conservare| Ente Olivieri

35 Incontrare| Alberto Zedda

38 Camminare| Pennabilli

44 Riscoprire| Pesaresi... e il mare

48 Curare| Giorgio Maniscalco

50 Gustare| Fattoria della Ripa

52 Volare| Alfredo Lungarini

54 Ricordare| Lupo Basket

56 Celebrare| 30 anni di Chica Boba

58 Leggere| Novità in libreria

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Page 10: Pesaro IN Magazine - 2/2009

Le nostre cucciole si stanno Trasformando

Pesaro - La stagione 2009 pallavo-listicamente parlando ha portato Pesaro e la Scavolini alla ribalta na-zionale con la conquista del secondo scudetto; ma non solo, le emule del-le nostre beniamine Carolina, Elke, Kassia, Chris, Martina, Lucia, Ilaria, Natalia, Carla, Francesca, Manuela, Julieta, Jaqueline, Josè, Riccardo e cioè Sara Ortolani, Giulia Micheletti, Francesca Arceci, Cristina Capoda-glio, Lucia Franceschetti, Francesca Luminati, Vittoria Magi, Flavia Ma-riani, Francesca Mazzanti, Martina Minucci, Eleonora Pimpinelli, Elena Rossini, Giorgia Leonardi, Matteo Costanzi, Marco Micheletti hanno conquistato il titolo di Campioni Re-gionali Under 14 a Macerata aggiudi-

candosi il diritto di partecipare alle finali nazionali a Castellana Grotte (BA). Il sonoro tifo orchestrato da Stefano Magi, tanto caloroso quanto colorato, e la sportività di un savoir faire composto e divertente, ha porta-to gioia e felicità e conquistato pure le altre tifoserie, tanto da essere coin-volte e invitate a supportare non solo le loro squadre ma anche la pesarese. Bravissime Cucciole! (S.C.)

IFI “firma” il miglior Gelato

Pesaro - Juri Fazi, punto di riferimen-to per il gelato artigianale, ha inaugu-rato il secondo locale sul lungomare di via Trieste, che si aggiunge alla storica gelateria di via Marsala. Juri Gelato Caffè è stato subito preso d’as-salto dai clienti, che hanno apprezza-to l’ambiente e il locale, firmato nella tecnologia e nell’arredo interno da IFI, con la collaborazione dello Stu-dio Sinventa di Gianluca Sanchi. Col nuovo locale, Juri ha realizzato un de-siderio: il banco a pozzetti, strumento di conservazione del gelato per eccel-lenza, riproposto da IFI in chiave con-temporanea, con la nuova tecnologia del sistema di refrigerazione ventila-to. “Rispetto al tradizionale sistema a glicole - ha spiegato il responsabile area tecnica IFI Stefano Carloni - il raffreddamento delle carapine avvie-ne in tempi più rapidi. Si parla di 30-40 minuti contro circa 10 ore. Inoltre

il gelato è posizionato a 5 cm sotto il piano di lavoro e consente di lavorare con una postura più comoda.” Tradi-zione e modernità, dunque, per Juri, che al “pozzetto” abbina elementi di design contemporaneo come le retro alzate del banco bar firmate Platinum IFI Concept: un’innovativa concezione di locale che punta a mettere in luce i prodotti, all’insegna della totale vi-sibilità.

L’Ulisse di Vangi per Piero Guidi

Urbino - “Ulisse” continua a navigare ed è approdato nel porto di “Spazio arte per Urbino” di Piero Guidi. La

magnifica scultura di Giuliano Vangi, ricavata da un granito di svariate

tonnellate di peso, è posizionata (in modo innovativo e rovesciando gli

schemi tradizionali) nella rotatoria alle porte della città. L’opera

contemporanea, di grande respiro artistico, “vigilerà” simbolicamente

sulla città di Raffaello, ricordando le fatiche dell’uomo, mai abbandonato

da affetti e ideali, da ispirazioni e intuiti. “Spazio Arte” è un dono che

Piero Guidi rinnova annualmente alla sua amata città natale. Un

gesto grande, sensibile e prezioso, per ricambiare Urbino della

continua ispirazione che gli offre nella creazione dei suoi accessori.

L’obiettivo di questo “progetto” ideato da Piero e dal figlio Giacomo,

direttore artistico dell’azienda, è dare a ospiti e residenti la possibilità di fruire di un ricco patrimonio come

quello dell’arte, alla portata di tutti, in ogni luogo e in qualunque spazio.

L’appuntamento si è arricchito con la video presentazione del filmato realizzato dal giornalista Giovanni Lani, col supporto dell’Accademia Raffaello e di Floriano De Santis,

critico d’arte. (S.C.)

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PrimoPiano nuovo Allestimento

Pesaro - Sempre più creativi i com-mercianti del centro, specialmente i più nascosti e riservati, attivi nelle vie “dietro” il classico passeggio. In via Mazzini 6, ad esempio, Emanuela Olmi titolare di Primo Piano Open House, ha presentato un nuovo alle-stimento dello showroom con i migliori prodotti lanciati all’ultimo Salone del Mobile di Milano e l’insediamento di una nuova azienda, Ceccotti Collezio-

ni. “La tendenza - dice Emanuela - è quella di un arredamento più classi-co, attento a qualità nei materiali e cura nella lavorazione. C’è un ritorno al legno, agli ottimi trattamenti, alle pelli, al cuoio, agli ambienti lontani dal minimalismo degli ultimi anni.” Per sottolineare questo aspetto gli ambienti sono stati abbelliti ed alter-nati da una collezione di abiti vinta-ge, della boutique Lugli. (S.C.)

Lela Levantini porta le Modelle in vetrina

Pesaro - Una vetrina “viva” con capi indossati da modelle vere (una bion-da e una rossa), entrambe stupende. In vetrina, dunque, non i soliti mani-chini ma due ragazze bellissime, per indossare la collezione estiva della boutique Levantini. “È un’idea che avevo da tempo - dice Emanuela Le-vantini - non solo per una strategia promozionale ma anche per indivi-duare un modo per rivitalizzare il nostro centro storico, che nelle vie laterali e più suggestive ospita i ne-gozi più graziosi, di charme e diver-si.” ‘Lela’ si aggiudica così il titolo di “commerciante più intraprendente e creativa” di Pesaro. (S.C.)

Da Pesaro alla Normandia

Omaha Beach - Come ogni anno si è celebrato l’anniversario dello sbarco degli alleati in Normandia, il 6 giugno 1944. Per questo, dalla

provincia sono partiti in sette, guidati dal fotografo e nostro collaboratore

Leonardo Mattioli; con lui Loris Lazzari da Pesaro, Paolo Pignataro da Cagli e da Fossombrone Renato

Di Silverio, Gabriele Gentili, Hans Jansen e Marco Amadori. Hanno

percorso 1650 Km in 17 ore d’auto, per unirsi ai 20.000 Reenactors,

provenienti da ogni parte del mondo. Alla guida di 4 Jeep storiche Willys,

vestiti da ufficiali con divise da paracadutisti e fanteria Ranger,

dotati di ogni accessorio, i “nostri” hanno partecipato alla cerimonia

commemorativa in cui i capi di governo di Stati Uniti, Inghilterra,

Canada e Francia hanno riconfermato il loro legame perenne di fronte alle

croci bianche dei Caduti. (S.C.)

Jazz By The Sea

Fano - L’estate sarà ancora lo scenario ideale del XVII “Fano Jazz

By The Sea”. Dal 24 al 30 luglio, nella Corte malatestiana e al Marina

dei Cesari, verranno allestiti un “palcoscenico sull’acqua” e il “Jazz Village” coi concerti aperitivo delle

19,30 (ad ingresso gratuito), i ‘round

midnight, jam session, mostre d’arte e fotografia, ristorante ed enoteca. Il

festival, organizzato dall’Ass. Fano Jazz, è diretto da Adriano Pedini.

Sono attesi grandi musicisti. www.fanojazz.org (B.A.)

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Page 13: Pesaro IN Magazine - 2/2009

La casa Ail e L’Abruzzo

Pesaro - Durante la recente inaugurazione di Casa Ail accanto all’ospedale di Muraglia, la sezione pesarese dell’Associazione Italiana contro la Leucemia ha donato alla omonima sezione de L’Aquila la somma di diecimila euro come solidarietà e sostegno alle attività del sodalizio nel territorio, così duramente colpito dal sisma di aprile. La somma sarà utilizzata per acquistare attrezzature specifiche per la divisione di Ematologia dell’ospedale abruzzese, momentaneamente ospitata in un container. “Con questa donazione abbiamo voluto far sentire tutta la nostra vicinanza alla popolazione abruzzese - ha detto Franca Giorgioni, presidente Ail Pesaro - in particolare ai malati ricoverati in ematologia. È il nostro contributo affinché la divisione possa continuare la sua attività. Un gesto reso possibile grazie alla grande abnegazione dei nostri volontari e collaboratori, che col loro impegno su tutto il territorio provinciale ci permettono di raggiun-gere obiettivi importanti.” (S.C.)

Dominator presenta il Nuovo sito

Fano - A new perspective on the sea, un nuovo modo di vivere il mare: definizione che descrive Dominator e il suo nuovo sito. Frutto di un progetto concluso per il de-cennale, è lo strumento più completo per “entrare” nel cantiere. Grafica sobria e lineare, facilità di navigazione consentono di apprezzare contenuti, stile e design degli yacht. Grande importanza all’iconografia: numerose le immagini “a tutto schermo”; in home page, le aree tematiche sono in primo piano, insieme al banner su cui si scorrono immagini emblematiche del cantiere. Completano i contenuti le sezioni customer care, dealer network, le pagine con comunicati e rassegna stampa, photogallery, area download e la sezione news ed eventi. www.dominator.it

Page 14: Pesaro IN Magazine - 2/2009

Confartigianato, nasce il contratto di rete

Pesaro - Presto in Parlamento sarà completato l’iter di legge che

introduce nell’ordinamento italiano un nuovo contratto, grazie al quale le

imprese artigiane potranno avviare nuove forme di aggregazione. Anche

nella nostra provincia, le imprese cominciano ad avvertire la necessità

di collegarsi in qualche modo con i “concorrenti”. “Il contratto di rete -

afferma Giuseppe Cinalli, segretario generale Confartigianato Pesaro-

Urbino - sarà lo strumento delle piccole imprese per rendere concreti questi collegamenti senza rinunciare

all’autonomia.” Provvedimenti come questo sono l’esempio di un

nuovo vento che sta soffiando su economia e politica economica. “In

questo nuovo scenario - aggiunge Cinalli - Confartigianato ha una

parte importante: le iniziative partite con la regia dell’associazione sono il contributo migliore che il nostro

sistema di aziende artigiane e piccole imprese può dare alla ripresa.”

Lucia Odescalchi da Ratti

Pesaro - Lucia Odescalchi ha presen-tato la sua collezione di gioielli presso la boutique, con un allestimento tra natura e caftani, per celebrare l’esta-te. Una collezione più che mai origi-nale e unica, in un fantastico “giardi-no delle curiosità”: gioielli e natura sono stati combinati in armonia con reciproca ispirazione. Tra cactus, minerali e piante grasse, alternati a colorati orecchini lunghi dalle forme sinuose, anelli scultura e ciondoli, metalli liquefatti trasformati in legge-

rissime fluttuanti frange brillanti su orecchini e collane, agate cristalliz-zate dalle incredibili cangianze, i gio-ielli di Lucia Odescalchi nello spazio Ratti testimoniano una sinergia tra accessorio e abbigliamento, frutto di ricerca tra design e contemporaneità. Negli anni lo stile di Lucia si è carat-terizzato per la ricerca di materiali inusuali e la citazione di forme ispi-rate ai grandi artisti del Novecento: per citarne alcuni, Calder, Fontana, Klimt, Castellani. (S.C.)

KTM Adventure tours a Villa TombolinaMontemaggiore - Escursioni organiz-zate e corsi di enduro a bordo di un bolide arancione: suggestiva location e punto di partenza è Villa Tombolina, resort di lusso in un palazzo del ’700 con piscina, tennis, parco giochi, bo-schi, vigneti, frutteti ed oliveto, en-trata a far parte dal 2009 del Circuito KTM. La collaborazione è iniziata a marzo e proseguirà nei prossimi mesi e nel 2010, visto il successo. Da Mon-temaggiore al Metauro, si parte per centinaia di km in sella a un enduro, con la possibilità di ammirare le bel-lezze della Provincia. I tour iniziano giovedì, in tarda mattinata, con i brie-

fing. Da venerdì fino a sabato sera si svolge l’escursione in moto, per con-cludersi col rientro a Villa Tombolina e un ultimo tour nella mattinata di domenica. Sono in programma an-che corsi di motocross, sia per donne che uomini, con “istruttrice”. www.villatombolina.it.

Siviglia al Circolino

Casteldimezzo - Lo scorso 19 giugno, presso il Circolino del Molo, nel cuo-re del Parco San Bartolo, è stata pre-sentata la nuova collezione P/E 2010 di Siviglia. Un scenario insuperabile in cui Sauro Bianchetti, patron del brand fanese, ha illustrato le propo-ste per la prossima bella stagione.

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Donnafugata, nuovo meeting point

Pesaro - Ci sono varie ipotesi sull’origine del nome “donnafugata”.

Usualmente è ricondotto a un episodio leggendario, la fuga della

Regina Bianca di Navarra, vedova del re Martino I d’Aragona e reggente

del regno di Sicilia, imprigionata nel castello dal conte Bernardo Cabrera,

che aspirava alla sua mano e al titolo di re. Secondo altri è la libera

interpretazione e trascrizione del termine arabo Ayn as Jafat (fonte

della salute) che in “siciliano” diviene ronnafuata, da cui la denominazione

attuale. A noi piace pensare alla fonte della salute e quindi ci viene l’idea di

prendere una buona boccata d’aria di mare e andare da Francesco e

Gianluca, simpatici barmen che da poco hanno aperto “Donnafugata”,

nuovo locale in Viale Trieste nei pressi della “Palla di Pomodoro”

proprio sotto l’hotel Principe. Un mix di allegria, dalla prima colazione, al

pranzo, all’happy hour e oltre, con musica e melodie per degustare i vini più ricercati della tradizione italiana,

anzi siciliana… (S.C.)

Divino Festival Jazz

Piobbico - L’11 luglio, tra borgo e Castello Brancaleoni è in programma

il secondo “Divino Festival Jazz”: la manifestazione coniuga buon bere,

piatti autentici e musica di qualità in un luogo incantevole, la medievale

Piobbico. Nell’occasione sono riaperte le cantine storiche del borgo (Conte Pazzo, Brancaleoni, la Belva,

la Nicolosa e la Piccionaia) nelle quali gustare prodotti e piatti tipici, ai quali sono abbinate le principali produzioni

vinicole della Provincia: Guerrieri, Morelli, Fiorini, Lucarelli, Mochi.

Banca Marche e Confindustria a sostegno delle Imprese locali

Rinasce il BelSit

Pesaro - L’importante accordo preve-de un plafond di 20 milioni di euro per le aziende industriali associate e risponde alle esigenze di liquidità a breve e medio termine, per far fronte alla congiuntura economica negati-va. Sono previste quattro linee di cre-dito a sostegno dell’economia locale: investimenti in ricerca e sviluppo, selezione e acquisto di macchinari e attrezzature, fabbisogno di liquidità e capitalizzazione aziendale. L’importo massimo finanziario varia a seconda

del fatturato dell’azienda: da un mi-nimo di 75.000 euro per quelle con un giro d’affari inferiore a 2 milioni di euro, si arriva a 250.000 euro per le imprese con un fatturato superiore ai 10 milioni. “Il nostro obiettivo - ha spiegato Massimo Bianconi, diretto-re generale Banca Marche - è anche quello di incoraggiare un atteggia-mento positivo nel sistema industria-le: l’accordo sottoscritto rappresenta un esempio concreto e un messaggio di fiducia per l’economia locale.”

Pesaro - Che dire di Corrado de An-gelis? Certo che “non ha pace”, ogni tanto ne inventa una: un lungo tra-scorso nel basket come playmaker, un’attività di spedizioni, un’altra di esportazioni oltreoceano di prodot-ti tipici, una grande capacità orga-nizzativa in campo e negli affari, un carattere tenace, sempre supportato da una grande donna, come vuole la tradizione. Ora “Nane” diventa risto-ratore del BelSit, il locale panorami-co più caro a una serie di generazioni pesaresi. Con lui, hanno contribuito alla rinascita del BelSit 954 (in ricor-do del chiosco originale del 1954, conservato all’interno) anche Rober-to Garbugli, che ha rimodellato gli ambienti sino ai minimi dettagli, Giu-

seppe Bolognini, che continua a fare la sua deliziosa mousse, supportati da un team di validi collaboratori. Già, perché come veniva avvertito: “tutto è cambiato tranne la mousse”. Il consiglio è andare a vedere di per-sona questo nuovo locale e gustarsi un pasto dove c’è il sapore della me-moria. (S.C.)

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Dondup on the beach

Fossombrone - Sfilano sulla battigia i modelli per la P/E 2010. Il mood per la prossima estate è “fuori le gambe ragazzi”. I bermuda, di jeans o tela colorati, sono abbinati a giacca e camicia. Per il denim, tanti lavaggi, dai toni più chiari ai più scuri: abbinamento ideale al jeans, maglie super coloured. I pantaloni, rigorosamente col risvolto e taglio pulito, per un allure molto chic. L’uomo è grintoso con camicie slim in denim, giacche in pelle, come il “chiodo”, e camoscio, o bon ton, con stampe floreali, righe sottili e toni pastello. Must have per l’estate? A parte il cappello Panama… i sunglasses targati Dondup. www.dondup.com

Anteprima Serie 5 GT

Pesaro - Il 23 giugno scorso Car Point, concessionaria Bmw e Mini per Pesa-ro e ultima nata del Gruppo Diba, ha presentato al Senza Spina in antepri-

ma la nuova BMW 5 GT. Una vettura dal design innovativo, per un nuovo segmento di auto che sarà commercia-lizzata da ottobre prossimo.

Ivano Dionigi Magnifico all’ Alma Mater

Bologna - La redazione di “IN Maga-zine” si complimenta con entusiasmo e piacere col professor Ivano Dionigi, che dopo essersi dimostrato uno dei docenti più preparati e attivi dell’Uni-

versità di Bologna dal prossimo anno accademico sarà il nuovo Rettore.Un pesarese doc alla guida della più antica università. Congratulazioni Ivano, sei “Magnifico”! (S.C.)

SIMONETTA CAMPANELLI

[email protected]. iva 0086572 041 1

relazioni pubbliche • ufficio stampa

Via A. Genga, 861100 PESAROcell. 335 52 62 743

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I mille volti di Giuliana Gamba, regista affermata ma anche sceneggiatrice, documentarista e produttrice, in viaggio tra un set e l’altro, sempre con la “sua” Pesaro nel cuore.

testo Franco Bertini - foto Luca Toni

Dietro le quinte della mia Vita

Il senso di questa intervista l’ho sco-perto alla fine. Ho capito qualcosa di più della bella personalità di Giu-lianaGamba solamente quando le ho chiesto quali rapporti lei - ormai da molti anni stabilitasi a Roma dove lavora - continuasse ad avere con Pe-saro, dov’è nata e cresciuta e dove ancora abita e vive la sua famiglia. Domanda: “Lei continua a venire a Pesaro sporadicamente?”. È stato proprio quello “sporadicamente” a ferirla come un colpo di P38, ci “è rimasta male”, perché anche lei - e qui sta la scoperta del senso dell’in-tervista - èunadiquelli“chehalapropriacittàdentrol’animadivisaindue”, è una di quelli che continua a sentire Pesaro “come ricchezza e come Eden”, è una di quelli che ancora oggi, ogni volta che torna a Pesaro in treno da Roma, apre il finestrino quando arriva a Falcona-

ra, sente dentro di sé “una strana sensazione” e si dice “oddio, come posso vivere lontano da qui?”.Il borgo natio o selvaggio, felliniano o leopardiano che sia, è sempre una gran brutta bestia, tutti a dire e a ripetere che dobbiamo “ucciderlo” per diventare grandi, ma tutti con-tinuiamo a vivere tenendolo e col-tivandolo dentro di noi come una calda e dolce tenia. Per restare in buona compagnia, parla uno che, tanti anni fa e per tanti anni, tor-nando a Pesaro da Milano o Varese o Bologna, il finestrino del treno lo apriva a Rimini, per farsi la prima “sniffata” di salmastro adriatico... in attesa di quello di casa. E allora, tutto un altro senso e tutto un al-tro dispiegarsi hanno assunto per me le vicende della vita di Giuliana Gamba, per certi versi eccezionale e per altri canonica per unapersona

Essere | Giuliana Gamba

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chenascecondentro“lavocazionecertadifaredelcinemascopertaadiecianni”.La famiglia Gamba è di buona borghesia, l’arrivo di una “artista” avrebbe forse potuto creare pro-blemi, magari si aspettavano da lei qualcosa d’altro e di programma-to, magari, come i Buddenbrook manniani, da sempre grandi com-mercianti lubecchiani, avrebbero

potuto non gradire di ritrovarsi per casa un violinista o un attore o addirittura, come nella fattispecie, una regista di cinema... Niente di tutto questo, anche perché, scavan-do fra gli antenati, c’era un illustre precedente, addirittura di portata internazionale. “Mio nonno paterno, Aldo Gamba di Acqualagna - dice Giuliana - è

stato un grande scultore, una sua opera molto importante è il monu-mento a Massimo Gomez che dagli anni Venti, all’epoca del regime di Batista, si trova davanti al Palaz-zo della Rivoluzione all’Avana, a Cuba. Era un falso burbero, lascia-va grande libertà...”. Dunque, come già detto, assolutamente niente in contrario, nessuna opposizione o contrasto familiare sulla lunga stra-

da di Giuliana Gamba, oggiregista,maanchedocumentarista,sceneg-giatoreeproduttore. Anche se lei, dovendosi definire, afferma di “essere una regista nel cuore e nell’anima”, le piace “scri-vere storie e realizzarle... il cinema è pratica, il pubblico non sempre coglie il lavoro che sta dietro a ciò che appare sullo schermo.” Ed ecco

allora, sul finire degli anni Settan-ta, la partenza per Roma, una par-tenza che già pare un pezzo di film visto e rivisto, che uno dice è tutta un’invenzione cinematografica e invece capita che succeda davvero. “Io sono una di quelli partita da casa con la valigia in mano e che, arrivata a Roma, ha preso alloggio in una classica pensione, facilitata solo dal fatto di avere alle spalle una

famiglia che mi poteva mantenere.” Non è roba da film, con quello che viene dalla provincia, specie se mar-chigiano, che parte da casa per an-dare a Roma, Mecca sognata di tan-te cose e di tante aspirazioni? Per quanto riguarda Giuliana Gamba, il riferimento artistico e culturale romano su cui poggiare era già di per sé una bella fucina: il Teatro

In queste immagini, Giuliana Gamba in Marocco per il suo prossimo progetto, il film-documentario Sounds of Morocco.

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dellaMaddalena,centrofemministafrequentatodaDaciaMaraini,LilianaCavani,BarbaraAlberti,laCarraroealtre. “Erano tutte ‘mogli di’ - racconta -, io ero una delle più giovani, non ho avuto difficoltà, sono stata accolta bene, il gruppo ha consentito di inserirmi, ho cominciato a fare l’assistente volontaria in teatro... ho conosciuto Alberto Mo-ravia, Pierpaolo Pasolini, il poeta Dario Bellezza...”. E sarà proprio da un racconto di Moravia che Giuliana Gamba realizzerà poi il suo secondo film, La cintura. Ma a fare il botto vero fu, nel 1984, il suo film d’esordio, Profumo, che, racconta Giuliana, “sconvolse e scandalizzò, perché fu pre-

so solamente come film erotico mentre invece voleva essere un’opera di rottura e questo mi divertiva...”Tempi lontani ormai, da allora il mondo del cinema è cambiato ed è anch’esso colpito dalla crisi. “Oggi - dice Giuliana - è molto difficile fare film, non c’è più mercato, allora in Italia ne uscivano almeno 300 all’anno, oggi sono 80 e di poco costo...”. Ma lei ha ormai alle spalle una lunga esperienza e “un bagaglio professionale trentennale”; sa produrre anche opere come Cover boy, primo film in digi-tale, presentato proprio a Pesaro qualche tempo fa.

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E oggi cosa c’è in cantiere? Oggi sta per venire alla luce Sounds of Mo-rocco, che forse andrà a Venezia: “è un film-documentario, ambientato nel mondo della musica marocchi-na, una storia di bidonville a Casa-blanca, la nascita di un musicista berbero di gran talento, il proble-ma dell’immigrazione...”. La vera passione è però globale e l’amore di Giuliana per il cinema non può esaurirsi stando solamente dietro a una macchina da presa o nello scri-vere, come dice lei, “storie dal forte tessuto narrativo” da tramutare poi in cinema. E infatti, oltre a curare per l’Anac - l’Associazione naziona-le autori cinematografici - le “Gior-nate degli autori”, un servizio della Mostra del Cinema di Venezia, è impegnata su un doppio fronte e su un doppio versante, quello ro-mano e quello pesarese. A Roma parte quest’anno “Cento più 1 film da salvare”, un progetto che già fu presentato a Venezia lo scorso anno, rivolto alle scuole medie superiori. Un progetto, spiega, “facilitato dalla

tecnologia, una specie di cineteca, di antologia in dvd per insegnare ai ragazzi che esiste un altro linguag-gio oltre a quello televisivo e anche per far conoscere la storia d’Italia e il suo grande patrimonio cultu-rale”. Intenti e scopi ancora più ampi e coinvolgenti anche sul pia-no personale assume per Giuliana Gamba l’iniziativa avviata a Pesaro

con l’Amministrazione comunale: ilCentroStudi“MarcelloStefanini”nelquale“convogliare iniziative”coinvolgendoassociazioniescuolepesaresi, Provincia, Università di Urbino, Regione Marche e la Mo-stra del Cinema. È un progetto che, chiudendo un cerchio aperto tanti anni fa, vorrebbe mettere insieme la grande esperienza e la professio-nalità acquisita da Giuliana Gamba nel mondo dello spettacolo, oltre

al suo costante impegno in cam-po sociale, con l’amore per Pesa-ro, intatto e autentico dagli anni dell’infanzia fino ad oggi: “Si tratta di ripartire per creare un tessuto educativo con i giovani. Mi piace-rebbe che diventasse un centro di attività e mestieri per il cinema: scrittori, sceneggiatori, montato-ri...”. L’età gioca dei brutti scherzi,

ti fa venire in mente cose assurde che però, chissà perché, ti danno l’impressione di essere nel vero: si è convinti di andare lontani da casa per conquistare mete e realizzare sogni e poi ci si accorge che si parte solo per tornare. Si può tornare a casa in mille modi, non necessaria-mente in senso banalmente fisico, ma di certo non si torna a casa “spo-radicamente”. Ha ragione in pieno Giuliana Gamba. IN

Due delle tante “anime” della regista pesarese, ritratta nella casa del fratello.

Pesaro, il suo eden, la sua ricchezza

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Architetti, traduttori, registi, artisti, avvocati e giornalisti. Professionisti brillanti. E tutti stranieri. In comune hanno la residenza nel territorio pesarese, dove hanno scelto di vivere facendosi testimoni della crescente attrazione verso la nostra provincia da parte del mercato immobiliare estero.

testo Glauco Maria Martufi - foto Luca Toni

Immigrati di Lusso

Investire | Mercato immobiliare estero

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PeterNaimovich, architetto di Mo-naco sposato con SimonaSilvagni, sta a Cavoleto, paese d’origine me-dievale in alto sulla valle del Mu-tino, cui si arriva salendo per un bosco di querce. La loro casa è un palazzettosettecentescoall’iniziodelborgo, che da lì sale fino alla chiesa dove la vista spazia sulle di-stese di boschi. Peter ci abita dal 1997: “Dopo aver vissuto in Olan-da, aver pensato a Lisbona e aver cercato in Toscana e Umbria ho trovato qui il mio paradiso e non solo perché ho conosciuto Simo-na.” Peter intreccia passione e pro-fessione: hafondatounapiccolaso-cietàimmobiliarecherestauracongustocasenelMontefeltroeguidaiclientinell’acquisto. “In genere si tratta di acquirenti che vengono per le vacanze, ma poi imparano l’italiano e si fermano. Fra i tede-schi ci sono artisti, registi, attori che amano vivere le loro giorna-te in mezzo alla gente. Oggi è au-mentata la frequenza d’italiani del nord, in genere gente anziana dal-le buone possibilità economiche.” Intanto Simona, che è biologa, si dedica al bed & breakfast che hanno allestito in una casa in pietra con balconi sul panorama, qualche de-cina di metri più in alto.Questo è un esempio degli “im-migratidiqualità”che,daglianni’80,sonosemprepiùpresentinellanostraprovincia; non si sa quanti siano perché solo parte di loro di-

venta residente fisso e, con la diffu-sione dei cellulari, anche i nomi su-gli elenchi telefonici sono sempre meno indicativi. Eppure sulla pa-noramica cresta fra Fontecorniale e Monte della Mattera si vedono salire auto straniere da casolari na-scosti nelle vallette laterali e se si cerca nell’alto Cesano il sardo che ha del buon formaggio, l’informa-zione arriva - ma solo in inglese - dal suo vicino tedesco. Viaggiando nell’alta Val Tarugo, una delle più segrete della provincia, delle quat-tro auto che superano, come chi conosce bene la strada, oltre alla Panda 4 x 4 con il vecchio PS aran-cione c’è una Volvo con la sigla S e due altre auto con targhe inglesi. Ci si rende conto che l’insediamen-to straniero nelle nostre campagne è un fenomeno quasi di massa.Abbiamo chiesto ad Andrea Be-lacchi, dell’agenzia “Il Casolare” di Fano, cosa porta questo flusso. “Fra i motivi della scelta da parte degli stranieri il primo èilcostominoredelleresidenzeruraliedelloro ripristino, rispetto a quelli, ormai molto più elevati, diTosca-naeUmbria. Oltre a questo, che è decisivo, c’è il minore affollamen-to rispetto a quelle regioni con la possibilità, gradita anche a molti italiani, di “nascondersi”: Umber-to Eco, ad esempio, può andare tranquillamente al bar a Monte-cerignone ma forse in Toscana gli sarebbe più difficile. E vale anche

per gli artisti stranieri di fama che vivono nell’entroterra: non sempre per questi è comodo o facile essere noti in Italia, per cui continuano a esporre “da loro”. La gente dei paesi li chiama magari ‘Maestro’ pur non sapendo di cosa, ma fra questi c’è chi dice che leMarchesono“quelchedovevaesserelaTo-scanavent’annifa.”Nel punto della provincia più lon-tano dal mare, ad esempio, poco sotto Bocca Serriola, in un luogo noto a cacciatori e carbonai, vivo-

In apertura e a fianco, Peter Naimovich e la moglie Simona Silvagni all’interno e all’ingresso del loro palazzo a Cavoleto. Sotto, Peter Greene nella casa a Cagli. A fianco, Katja Hahn all’interno della sua abitazione a Peglio, nell’alta Val Metauro.

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no BebbeGrahamBurchell, coppia inglese in contatto internet col mondo (lui traduce dal francese all’inglese opere filosofiche). Più verso il mare, fra Urbino e il Foglia, due svizzeri, UrseMaiaAbderhalden, da vent’anni alleva-no capre e fanno del formaggio per buongustai. Non si tratta quindi di semplici “villeggianti”. In un sito solitario, ma da cui si vedono altre case emer-gere dai boschi sui fianchi del Monte Paganuccio, ecco JorgHenningKokott e SibylleUmlauf. Lui nativo di Hei-delberg ha girato la Germania nel suo lavoro di regista e drammaturgo; lei, berlinese, è un’artista-orefice che ha i

Da dove vengono e che tipo di case cercano?

“All’inizio ci sono stati i tedeschi che sceglievano località isolate non socializzando e a volte non imparando l’italiano.” È ancora Andrea Belacchi a informarci sulle principali nazioni di provenienza degli stranieri. “In genere rientrano dopo 10/20 anni: quando l’età avanza, vogliono stare vicini ai nipoti o non sanno dire al medico che male hanno. I danesi, al contrario, non amano l’isolamento e preferiscono case, purché col verde, nei borghetti quasi deserti, dov’è possibile passare la sera in compagnia con un bicchiere. Gli inglesi e anche qualche americano hanno acquistato case fino a quando l’euro non ha guadagnato al cambio su sterlina e dollaro. Gli olandesi, invece, molto presenti fra 2001 e 2005, stanno tornando e scelgono in genere l’area della collina alberata entro 30 km dal mare.”Simone Pantaleoni, dell’agenzia “Pantaleoni” di Cagli, ci spiega il tipo di abitazioni più ricercate: “La nostra zona ha parecchie case abitate da stranieri. L’inizio degli anni ’90 ha visto l’afflusso più deciso, prima tedeschi e poi olandesi e inglesi. Si è trattato, per loro, di seconde case per trasferimenti temporanei. Per questo acquistavano anche ruderi che erano recuperati a cura di professionisti locali. Oggi sotto certi aspetti il mercato si è ristretto ed è più frequente il caso di persone, ritirate del lavoro, che si trasferiscono, definitivamente o quasi. Perciò le esigenze sono più elevate. Anche se qualcuno, dopo anni di residenza, vende costruzioni sistemate, ci sono nuovi acquirenti e fra questi cominciano ad apparire anche i neo ricchi russi.” Allora dovremo aspettarci di incontrare nelle nostre campagne anche auto con la targa in caratteri cirillici.

Via Manzoni 56/58, Pesaro - Tel & Fax 0721/30760www.moduscollezioni.it - [email protected]

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suoi affezionati in Germania. Jorg, oltre ad avere contatti con artisti di teatro pesaresi e fanesi, collabora alla compagnia teatrale “Caduta Sassi”, che ha messo in scena al Te-atro Angel del Fuoco di Pergola, per la sua regia, opere di Jonesco e Beckett ed anche le Baccanti di Euripide. “Ma - dice - quandoilcontadinovici-no, che è basso, habisognodialzareleballedifieno,diventoilsuola-voratoreprecario.” Sibylle nel suo laboratorio crea pezzi unici unen-do ferro e metalli preziosi secondo raffinatissime tecniche di origine giapponese. “Qui viviamo molto bene, siamo in ottime relazioni con la gente vicina ma il nostro timore è la costruzione di pale eoliche sul-la cresta che rovinerebbero il pa-esaggio e metterebbero a rischio le aquile che volano fin qua dalla Riserva naturale del Furlo.”A Peglio, che nell’alta Val Metauro domina Urbania, si gode di un pa-

norama a 360 gradi dal Carpegna a San Marino, dal Catria ai Sibil-lini. Qui sulla sommità del paese vive dal 1998 KatjaHahn, che da Norimberga è divenuta stabilmen-te metaurense: “Facevo la guida turistica nei paesi di lingua ingle-se e per i turisti anglofoni. Mi è stato chiesto di imparare l’italiano e sono venuta in Urbania, per me sconosciuta. Da lì ho visto Peglio e ho deciso di viverci: dopo tre anni di pazienza sono riuscita a compra-re la casa che avevo scelto fin dal primo giorno. Qui sto benissimo, ho tanti amici italiani e non. E la mia grande passione per il jazz ha trovato il luogo ideale, a poca di-stanza da Fano e da Jazz by the sea.”Dal 1987 PeterGreene e RichardDixon vivono in Italia. Hanno “guardato” dapprima Toscana ed Umbria ma, ci dice Peter, gli offri-vano case “per inglesi in vacanza, con schiere di vasi di gerani e at-trezzi agricoli negli angoli.”

Allora, anziché alle agenzie, si sono affidati a conoscenze personali ed ambienti artistici. “SiamoarrivatiaCaglilaseradelVenerdìSantoeab-biamovisto,dallafinestradiamici,laprocessionedelCristomorto.Cisiamofermati.” Così sono giunti davanti ai boschi della parete nord di Catria ed Acu-to: una strada bianca nel verde, case lontane fra le querce e la Roc-ca di Frontone al limite del quadro. I due londinesi (un avvocato che sta traducendo lo Zibaldone e un giornalista affermato) si godono la loro home. Amano invitare amici, cagliesi e non (“è importante vive-re insieme e farsi amici, pur se suc-cede di farsi anche nemici”); dal 1992 hanno trasformato il rustico (“la casetta”) in una bella residenza, con tanto di giardino all’italiana e siepi di bosso che, grazie al loro sito “Marche voyager”, è costantemente affittata a clienti da tutti i paesi di lingua inglese. IN

Jorg Henning Kokott nella sua biblioteca di casa e la moglie Sibylle Umlauf all’esterno della loro casa tra i boschi del Monte Paganuccio.

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Da qualche mese la fondazione EnteOlivieri, che amministra la Biblioteca e i Musei Oliveriani, è retta da un consiglio interamente rinnovato, presieduto da RiccardoPaoloUguccioni.Qualisonoipensieridelnuovodi-rettivo?“Direi che affrontiamo due ordini di problemi correlati, uno d’imma-gine, l’altro di risorse e struttura. Il primo è che l’Ente, da molti anni, è in una specie di cono d’ombra. Tutti sanno che a Pesaro, in via Mazza, esiste una biblioteca con fondi archivistici e bibliografici preziosi, ma quanti l’hanno in ef-fetti visitata? Tutti sanno che esiste una celebre stele di Novilara raffi-gurante una naumachia, ma quan-ti ne hanno visto il museo, che con-serva del resto molti altri reperti? Il

nuovoconsigliodirettivosiproponedi aprirealla cittadinanzaquestispazidellamemoria: per questo abbiamo aderito alle aperture do-menicali promosse dal Comune e abbiamo invitato in sede diverse associazioni, dal Soroptimist alla Piccola Ribalta, portando i visitato-ri a vedere anche i depositi, perché potessero rendersi conto dell’altra parte del problema, la struttura e le risorse.”Cheimmaginononsianomolte,inquestitempi.“Naturalmente, ma da noi le vac-che sono magre da sempre, anche quando in giro erano perfino pa-sciute. Voglio dire che da molti lustri abbiamo risorse modeste e una struttura, palazzo Almerici, bisognosa di interventi urgenti. Mancano l’ascensore e i servizi

Nuovo consiglio direttivo, nuovi obiettivi,

nuovo presidente. Riccardo Paolo

Uguccioni fa il punto sui “lavori in corso”

dell’Ente Olivieri.

testo Simonetta Campanelli - foto Luca Toni

La biblioteca della Provincia

Conservare | Ente Olivieri

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per i disabili, le stanze non sono cablate per internet, le strutture portanti vanno verificate, un’ala del palazzo è in abbandono, una parte dei depositi non ha impianto di riscaldamento, gli ambienti del museo sono umidi e insufficienti. Mi creda, potrei continuare.”Ma l’EnteOlivieri nonha risorseproprie?“Non ne abbiamo più. Siamo nati ricchissimi, perché Annibale Oli-vieri col suo testamento del 1787 lasciò un patrimonio immenso, ma nel corso di poco più di un se-colo l’Ente è stato depauperato. Il municipio pesarese ci sloggiò da casa nostra, palazzo Olivieri, per metterci il Conservatorio di mu-sica, poi un pezzo alla volta prese il patrimonio oliveriano, in cam-

bio della promessa di sostenere le nostre attività di studio e ricerca. Oggi le risorse vengono quasi tutte da un pool di fondatori - Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro - ma nono-stante una nuova attenzione, che ci conforta, sono ancora decisamente sottodimensionate.”Qualiiniziativestatepreparando?“Stiamo pensando a una grande rassegna periodica, di livello nazio-nale, che è in fase di studio; a cicli di conferenze tematiche su biblio-teca e museo; a un’emissione filate-lica dedicata; nel settembre 2010 - a un secolo e mezzo dall’arrivo dei Piemontesi - proporremo una gior-nata di studi. Non dimentichi che tutto ciò si somma alla consuetaattivitàdireferenceperglistudiosiediconservazione,acquisizioneecatalogazionedilibriedifondi: di recente, abbiamo accolto in como-dato il fondo archivistico del sen. Giuseppe Vaccaj, che fra poco sarà a disposizione dei ricercatori.”PossiamodirechelabibliotecadiPesarosipreparaanuovavita?“La correggo. L’Oliveriana non è la biblioteca di Pesaro, come la Passionei può esserlo di Fossom-brone o la Federiciana di Fano: èlabibliotecadellaprovincia. Infatti, oltre a essere una delle più impor-tanti delle Marche, gode del diritto di stampa ai sensi della legge n. 106 del 2004, è cioè istituto depositario per tutto ciò che si pubblica nel ter-ritorio provinciale, compresi grafi-ca d’arte, video d’artista, musiche a stampa. Ciò precisato, contiamo di riportare l’Ente Olivieri al ruolo che gli compete.” IN

In apertura, Riccardo Paolo Uguccioni, presidente della fondazione. Sopra, dall’alto,

due particolari delle sale della biblioteca.

Alcuni tesori dell’Oliveriana

I manoscritti dell’Oliveriana occupano nove volumi degli

Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia. Le circa duemila

pergamene documentano la vita municipale fra XIII e XVIII secolo, dai Malatesta alla fine dell’antico regime. L’emeroteca è costituita

da un migliaio fra riviste e giornali italiani e stranieri, dal Settecento ad oggi. Particolarmente studiati i periodici locali, dalla Gazzetta di

Pesaro (XVIII sec.) ai giornali politici tra Otto e Novecento (La Sveglia

democratica, La provincia di Pesaro e Urbino, Il Progresso, L’idea, L’ora).

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Primo Piano è uno showroom sempre all’avan-guardia ed anticipare i tempi è sempre stata la sua mission fin dalla nascita, proponendosi non come un semplice showroom ma una casa arre-data ed aperta al pubblico, openhouse appunto, in un palazzo storico di via Mazzini a Pesaro. Anche questa volta lo showroom di Pesaro propone una novità concettuale che troverete da giugno a ot-tobre nei suoi locali, arredamento in stile vintage, il gusto del modernariato e dei grandi maestri del design, riproposto e modernizzato da una nuova azienda partner, Ceccotti Collezioni, azienda spe-cializzata in pezzi di grande ebanisteria ispirati e progettati da famosi designers quale sono Vin-cenzo de Cootis e Massimo Castagna.Insieme a questa presentazione troverete anche le ultime novità dalla Fiera di Milano di tutte le aziende partner di Primo Piano.

Primo Piano open house / arredamentiShowroom aperto al pubblico:dal martedì al sabato 9,30 - 12,30 16,00 - 19,30

via Mazzini, 6 - 61100 Pesaro - telefono 0721 [email protected]

open house / arredamenti

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AlbertoZedda, milanese d’origine, pesarese d’adozione - nel 2008 gli è stata conferita la cittadinanza be-nemerita - è il “nume tutelare” del RossiniOperaFestival. Consulente e poi direttore artistico per oltre un decennio, è direttore d’orche-stra e musicologo di fama inter-nazionale. Sua la storica edizione critica del Barbiere di Siviglia che nel 1969 diede l’avvio alla “Rossini renaissance” e tra breve sarà data alle stampe dopo un accurato re-styling.Siamogiuntiallatrentesimaedizio-nedelROF.Cheeffettolefa?“Se penso alle tante cose che ci sono da scoprire e da raccontare su Rossini, mi pare di essere alle pri-me battute di un discorso appena iniziato. In realtà questo straordi-nario personaggio presenta tante facce, sia per quanto riguarda la sfera musicale sia per quella dram-maturgica, dagli albori del melo-dramma agli aspetti più attuali della modernità. Dal belcantismo barocco all’aleatorietà del testo

aperto dell’avanguardia contem-poranea, dalla razionalità della simmetria geometrica sino alla follia del nonsense, dalla scansione ritmica elementare alla pulsione di trascinante vitalità, dall’estatico stupore protoromantico di segno apollineo alle frenetiche accensio-ni dionisiache.”

Qualiglispettacoliinprogrammaquest’anno?“Ad inaugurare l’edizione sarà Zel-mira, opera seria tratta da una tra-gedia francese, rappresentata per la prima volta nel 1822 a Napoli. Protagonista dello spettacolo sarà il tenore peruviano Juan Diego Florez, beniamino del pubblico,

A tu per tu con il Maestro Alberto

Zedda, celebre direttore d’orchestra

che ci racconta la sua carriera dagli esordi

ad oggi, introducendo l’imminente XXX

edizione del ROF.

testo Maria Rita Tonti- foto Luca Toni

Rossini secondo Me

Incontrare | Alberto Zedda

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mentre la direzione d’orchestra sarà affidata a Roberto Abbado che ha riscosso grande successo lo scorso anno con Ermione. ZelmiraèunanuovaproduzionecosìcomelafarsaLascaladisetaacuisiaggiun-geLeComteOry, rappresentata a Parigi nel 1828 nella quale confluì molto materiale proveniente da Il viaggio a Reims.”Qualesaràlospettacolodipunta?“Lo sono tutti, ma il migliore sarà quello che meglio adempirà le no-stre aspettative. Del resto tutti e tre gli allestimenti saranno bellissimi, soprattutto se potremo arrivare a non saper quale preferire e se il nostro pubblico se ne andrà con-tento e continuerà a rinnovarci la sua fiducia. FindagliesordiilROFhaavutocomeobiettivoriscopriree rivalutare la produzione seriadiRossini. Ma lui scriveva di esse-re nato per l’opera buffa… Con quest’ultima, Rossini mostra con bonomia la pochezza umana, ri-correndo alla satira per contestare la morale corrente, nascondendo nel travestimento della farsa l’ur-genza di evasione che spinge l’uo-mo a peccare. Nell’operaseria, il

suo lascito più consistente e ambi-zioso, Rossiniraccontalepassioniumane, così grandi da necessitare personaggi a metà strada fra cielo e terra, come gli abitanti dell’Olim-po, e per questo cantate con un re-spiro che non è quello della realtà quotidiana. I suoi interpreti soffro-no ma non piangono; amano ma non lo proclamano; tessono trame e intrighi a volte incomprensibili, ma mai meschini. I temi che tratta assurgono sempre a valori metafi-sici, entro i quali le nostre passioni hanno perso i piccoli connotati del vivere per assumere dimensioni concettuali universali.”IlFestivalharestituitounRossinidiversodaquellodellatradizione.“Egli creaunmondotuttosuo,equi-distantedapassatoefuturo: non rifiuta la lezione classica impartita dall’amatissimo Mozart senza ri-nunciare a creare nuovi linguaggi ricorrendo all’ambiguità espressi-va, al richiamo simbolico, all’iper-bole ipnotica. Anche il suo modo di trasmettere i sentimenti non è lineare: dal distacco oggettivo del classicismo passa ai fremiti del na-turalismo protoromantico; ai furo-

ri taglienti della tragedia alterna l’introspezione intimista; l’ironia scettica e corrosiva si trasforma in dolore profondo e silenzioso. Sot-to semplici apparenze, tocca tutti i temi dell’esistenza e lo fa col distac-co di un dio che osserva senza dare giudizi morali, senza prendere par-tito, senza la pretesa di indicare la via di salvezza.”ChecosarendeunicoilFestivalpe-sarese?“La sua serietà, fondata sullo scru-polo filologico e sulla ricerca teo-rica garantiti dagli intenti comuni con la Fondazione; evitare avven-ture estreme nella messa in scena degli spettacoli, non rinunciando agli aggiornamenti indispensabili; rifiutare storicizzazioni insensate o prassi infeconde per rincorrere le mode discografiche o la fatuità chic dell’a’ la page; la laicità che lo porta a non accettare il ruolo di deposi-tario di qualsiasi verità nell’esplo-razione dell’universo rossiniano; la ricerca costante e umile di una coerenza sorda a ogni richiamo di convenienza o facile immagine; l’amoreperquellochefa,l’entusia-smopercomelofa.” IN

A fianco, Alberto Zedda con Gianfranco Mariotti, presidente del ROF. Sotto, il maestro mentre riceve la cittadinanza onoraria, con, da sinistra l’ex assessore alla cultura Luca Bartolucci, il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli e l’ex vicesindaco Ilaro Barbanti.

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Vicini a voi.

BANCA DELL’ADRIATICOè ENTE FONDATORE

DEL ROSSINI OPERA FESTIVAL

Banca del gruppo

Benvenuti all’opera.uN gRANDE gRuPPO FA CRESCERE ANChE LA PASSIONE

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Un tour attraverso arte, storia, cultura e tradizione della cittadina “marchigiano-romagnola” patria adottiva del poeta e sceneggiatore Tonino Guerra, caratterizzata da luoghi e panorami di grande fascino.

testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli

Passeggiando a Pennabilli

Camminare | Pennabilli

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Prima che Pennabilli diventi “roma-gnola”, per l’ultima volta possiamo andare in terra “marchigiana”. Il luogo, alla caduta dell’Impero ro-mano, divenne rifugio a chi cercava sicurezza dai barbari finché, prima del Mille, Ottone I lo rese feudo dei Conti di Carpegna. Sulledifesena-turalidel“roccione”edella“rupe”sorseroiduecastellideiBilliedeiPenna, strategici sulla Marecchia ma, come tali, contesi dalle casate locali e oggetto di scontri continui finché la Chiesa ci mise occhi e… mani. Il cardinale Albornoz, nel 1420, unificò Penna e Billi in Pen-nabilli e passò il feudo ai Malatesti di Rimini, ai quali, con le armi, Fe-derico da Montefeltro sottrasse la città che tornò alla Chiesa finito il Ducato.Il Regno d’Italia, all’epoca, assegna Pennabilli e il Montefeltro alla pro-vincia di Pesaro e Urbino e oggi, dopo il referendum assecondato dal Parlamento, Pennabilli sta per tornare alla provincia di Rimini con altri Comuni del Montefeltro.Dell’antico nucleo fortificato resta poco, ma PennabilliviveilfascinodiunluogocaricodisuggestioneediquantohacreatolagenialitàdiToni-noGuerra, che per lei ha inventato iniziative frutto della sua poetica.Si vada a piedi verso il borgo di Pen-na fino al “roccione”, terrazzo sul-la Marecchia. La strada è segnata dalle meridiane sulle facciate dei palazzi con la riproduzione di ope-re famose (in una di queste, il San Sebastiano ha le frecce trasformate nello gnomone che segna le ore!), si passa accanto al teatro, al santua-rio della Madonna, al Bargello e si

attraversano angoli di fascino come la loggetta rinascimentale e la porta malatestiana di accesso al Castello.Più avanti, ecco il “Santuariodeipensieri”, sette sculture che invi-tano alla meditazione mentre, spe-cialmente in estate, si può godere unviventeamarcordnell’ortodeifruttidimenticati: un museo di sa-pori ormai nei ricordi degli anziani; di quando, un tempo, dagli alberi attorno alle case si raccoglievano le nespole, le giuggiole, le biricoccole, le bombrielle, l’uva spina o le va-rietà di mele, pere e ciliegie usci-te dal mercato e... dalla memoria. Poeticoèil“RifugiodelleMadonneabbandonate”, una curiosa raccolta

di immagini e di vari reperti pro-venienti dalle edicole stradali della Valmarecchia.Chi vuole, e ha gamba buona, può salire lungo la strada che raggiunge la “rupe”, ora segnata da una croce sui ruderi del castello dei Billi, che sovrasta la città, su cui domina il Monastero delle suore di clausura. Quest’ultimo incorpora elementi dell’antico maniero mentre, sulla “porta delle monache”, è ancora in vista lo stemma del Duca Federico. A chi vuole approfondire la storia dell’arte locale, Pennabilli offre il Museo diocesano, dove sono opere raccolte dalle chiese della diocesi, e il Museo “mariano” nel Santua-

In alto, il “Santuario dei pensieri”. Al centro, “L’orto dei frutti dimenticati”.

In basso il “Rifugio delle Madonne abbandonate”.

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rio della Madonna delle Grazie.Chi va a Pennabilli, però, non deve trascurare il suo territorio che of-fre “scoperte” di grande interesse e per tutti i gusti. A Ponte Messa, dov’è la Pieve del XII sec., ecco il “Museo di informatica e della storia del calcolo”, unico al mondo con le “macchine da calcolo” dal tempo dei sumeri ad oggi, mentre il setto-re “informatica” racconta l’evolversi dell’elaborazione dati.Maèbenesostareancheinciascunadellefrazionidovetantesonolete-stimonianzestoriche come Macia-no, connotata dal silenzioso con-vento dei Frati accanto alla chiesa degli Oliva e con la torre cilindrica del XIV secolo dominata dall’impo-nente monte Carpegna.Un tuffo nella natura vi avvolge al lago di Andreuccio, incantevole e tranquillo specchio d’acqua immer-so nel verde; da qui andate a Sca-volino dove, purtroppo, è andato completamente perduto, ma rico-noscibile nel perimetro delle mura, il palazzo-fortilizio cinquecentesco voluto da Tommaso di Carpegna e che ai primi del ’900 ancora vegliava sull’abitato. E c’è Soanne, ora ridot-ta a pochi abitanti, ma feudo della nobile famiglia dei Carpegna.Meta di escursionisti, al “passo della Cantoniera”, si svolta per Valpiano lambendo le cerrete ai piedi dei due massi rocciosi, i “sassi” Simo-ne e Simoncello, che si intravedono fra i boschi del Parco. A Miratoio, ora scomparso, sorgeva un altro castello dei Carpegna costruito at-torno al Mille mentre resta la chie-

sa di Sant’Agostino, documentata dal 1127. A Bascio, dal XIII secolo svetta la torre quadrangolare “del Castello”, unica testimonianza del fortilizio che dominava la valle del Marecchia. Qui, il solito Tonino Guerra ha creato il “giardino pie-trificato”, dove sette tappeti di cera-mica ricordano i personaggi storici passati.Il tour si completa scendendo verso il Marecchia e, da Ponte Messa, si torna a Pennabilli dove, inluglio,daoltretrent’annisitienelaMostraMercatod’Antiquariato, una delle più prestigiose rassegne d’Italia.Siete stanchi? “Alla Cantoniera” è l’ideale per un pic-nic e “scioglie-re le briglie” ai bambini. Se è ora di pranzo o cena, nel percorso, c’è solo da scegliere un locale. Prosciut-to di Carpegna, i primi della cucina romagnola, la straordinaria carne del “vitellone bianco dell’Appen-nino centrale” riconosciuto con la Indicazione Geografica Protetta… e tornerete a casa più sereni. IN

In alto, scorcio caratteristico di una via del paese.

Qui sopra, la meridiana che ritrae San Sebastiano.

Pennabilli Antiquariato, XXXIX edizione

Palazzo Olivieri, in piazza Montefeltro, torna ad ospitare, dal 10 al 26 luglio, la mostra mercato nazionale dell’antiquariato. Saranno circa 40 gli espositori, per una manifestazione aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20, il fine settimana anche dalle 10 alle 13 e fino alle 20.30. 10 euro il prezzo d’ingresso e, come sempre, numerosi eventi collaterali in programma.www.pennabilliantiquariato.net

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testo Beatrice Terenzi - foto Leonardo Mattioli

Amarcord sulla Sabbia

Riscoprire | Pesaresi... e il mare

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Cosa significa esattamente vivere al mare? Sentire il profumo dell’aria salmastra e ascoltare il suono delle onde? Maria Pia Gennari, Maria Teresa Badioli, Franco Battisodo e Alceo Rapa, quattro pesaresi doc ci raccontano il loro rapporto col mare.

Per chi nasce vicino al mare, l’acqua diventa un elemento quasi primario come l’aria che si respira. E così abbiamo scelto quattro personaggi noti a Pesaro, ognuno nel suo campo, per conoscere illororapportoconilmare, quello dell’Adriatico, sulle sponde del quale sono nati e ancora vivono.MariaPiaGennariNata al Porto dove tuttora vive, assessore per due man-dati, donna intelligente, spiritosa e affascinante, politica atipica, come molti la definiscono, così racconta il suo rapporto col mare che bagna Pesaro: “È stato bellissimo fin da piccola - racconta. Sono stata abituata molto presto ad andare al mare. Mio zio, Aurelio Gennari, ci portava sulla sua barchetta e da lì ci buttava al volo in acqua e noi ci divertivamo da matti. Ho imparato con lui a nuotare e ad amare il mare. Mio zio Aurelio insegnava a me e ai miei piccoli amici. Ho ricordi bellissimi. Grazie a mio zio e a quella piccola imbarcazione non ho mai avuto paura. Adesso che sono grande, continuo ad avere un bellissimo rapporto con il mare. Ci vado anche d’inverno, mi piace camminare in spiaggia e pensare, è molto rilassante. Lo amo tantissimo anche quando c’è poca gente, per esem-pio in primavera e in autunno. Mi piace stare sola con i miei pensieri.”MariaTeresaBadioliEx professoressa e atleta, nonostante abbia superato gli 80 anni, Maria Teresa è ancora una donna super attiva. È facile vederla a conferenze, incontri pubblici e qualche anno fa anche a fare il bagno a dicembre. La si nota per-chè si veste con grandi cappelli e ha sempre tanti ricordi curiosi da raccontare. Andiamo a trovarla nella sua villa a pochi metri dalla riva. “Fin da piccola sono stata sotto il sole nella spiaggia di Pesaro - spiega. Si sa, fa bene alla salute respirare l’aria salmastra. Quando ero giovane mi piaceva fare le gare con le amiche sul moscone e amavo fare i bagni anche d’inverno per temprarmi. I bagni ‘fred-di’ ho continuato a farli anche da grande, tutti gli anni, fino al 2007, precisamente il 3 novembre, con 9 gradi di temperatura. Avevo iniziato a fare bagni in inverno nell’ottobre del 1942. E così tutti gli anni, senza saltarne

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uno. Il record, anche maschile, ri-sale al 26 dicembre 1977, l’acqua era di 8 gradi e non sono riuscita a nuotare dal freddo. Peccato. La temperatura più rigida è stata quel-la che ho incontrato il 6 dicembre 1979 al Porto: erano 7 gradi. Men-tre il 20 ottobre del 1993 ho fatto il bagno con la nebbia.” Nella vita ha fatto tanti sport, vincendo tante medaglie e confezionando molti record. “Giavellotto, tennis, pattini sul ghiaccio e su pista, sci di fondo, ma gli sport che ho intrapreso in acqua - prosegue - sono quelli che mi hanno dato più soddisfazione. Come la vela, il canottaggio, il win-dsurf.”FrancoBattisodoEx calciatore di serie A e attuale

esercente di un’attività di vendi-ta di articoli sportivi, si può dire che sia nato al mare. “Infatti, vi ho sempre abitato vicino - sottolinea Franco. Il mio rapporto col mare è stupendo. Appena è caldo vado e ci resto fino a settembre inoltrato. Quando ero piccolo ci andavo di più, adesso che si lavora, purtrop-po, c’è poco tempo e mi dispiace. Quando ero piccolo la mia casa era ai bagni Elsa, adesso con la fami-glia andiamo a Baia Flaminia solo il lunedì mattina, perché il negozio è chiuso.”Ora che abita in campagna, il mare si è un po’ allontanato, ma non dal cuore. “Quando giocavo in serie A non potevo andarci troppo, altrimenti mi stancavo, quindi lo

frequentavo solo a luglio. Ho sem-pre trascorso le mie vacanze nella spiaggia di Pesaro, sia perché non amo viaggiare in aereo, sia perché quando giocavo ho visto il mondo e ora preferisco rilassarmi a Baia Flaminia, senza dover fare chissà quanti chilometri di viaggio. Il mio mare mi piace.”AlceoRapaTutti lo conoscono come lo chef che cucina il miglior pesce, ma lui, Alceo, paradossalmente non ama il mare. “C’è un motivo - spiega il ristoratore che ha la sua attività sul colle Ardizio, tra Pesaro e Fano. Quando ero piccolo, avevo circa 12 anni, ho rischiato di affogare, quindi adesso ho paura dell’acqua. Se vado in spiaggia bagno i piedi, sto nell’acqua bassa, meglio fuori, nella battigia. Il ricordo di quando ero bambino sul moscone ancora mi spaventa. Stavo giocando con alcuni amichetti e sono scivolato cadendo all’indietro. Ho battuto la testa sull’angolo del moscone e ho perso conoscenza. Ho rischiato di affogare, mi ha salvato un amico. Il mio rapporto col mare, adesso, dopo aver rischiato di morire, è an-dare tutte le mattine al mercato di Ancona per comprare il pesce che dopo cucino nel mio ristorante. Vado all’asta del pescato alle 3,30 del mattino. L’ho fatto per 30 anni, adesso però ci mando un mio col-laboratore. Il mercato di pesce, co-munque, regala emozioni uniche. Al mare preferisco abbronzarmi, e, anche se ho tempo, vado pochissi-mo: mi danno fastidio quelle don-ne ‘tutte nude’, o quasi!” IN

Dall’alto a sinistra, in senso orario, Maria Pia Gennari sulla spiaggia, la prof.ssa Maria Teresa Badioli, lo chef Alceo Rapa e l’ex calciatore Franco Battisodo. In apertura i quattro, nello stesso ordine, da bambini.

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testo Simona Spagnoli - foto Luca Toni

Ho cura della Salute

Con 74 posti letto distribuiti su due piani, 10 medici, 35 infermieri e 10 operatori sanitari che provvedono ogni anno a quasi 3.000 ricoveri, 400 accessi in day hospital e ad oltre 2.000 prestazioni ambulatoriali, il reparto diMedicinaGenerale del “San Salvatore” rappresenta a tutti gli effetti il polo medico di Pesaro. I quadri clinici quotidianamente affrontati sono quelli propri della Medicina Interna: malattie cardio e cerebrovascolari, vasculopatie periferiche, malattie immunoreu-matologiche, gastroenterologiche ed epatiche, patologie endocrino-metaboliche, broncopneumopa-tie croniche segnatamente della persona anziana. La Medicina In-terna si pone, inoltre, in rapporto diretto col Pronto Soccorso, come soggetto principale nella diagnosi che porta alla definizione clinica e all’eventuale, successivo riferimen-to specialistico. A dirigerla è il dottor GiorgioMani-scalco, la cui storia professionale ri-flette la poliedricità delle funzioni esercitate all’interno del reparto: negli anni ’70 si è laureato in Me-dicina e Chirurgia a Bologna; ha poi conseguito tre specializzazioni in Cardiologia, Malattie dell’appa-rato digerente ed Endoscopia di-gestiva, Diabetologia e Malattie del ricambio; attualmente è docente al Corso di laurea in Infermieristi-ca dell’Università Politecnica del-le Marche, in Patologia Medica e Geriatria. AlSanSalvatore,fresco

distudi,èarrivatonel1974. “Allo-ra - racconta - non esistevano tutte le Unità Operative specialistiche attualmente presenti e i medici erano nelle condizioni di dover affrontare tutto. Questa oggettiva difficoltà ha tuttavia consentito di acquisireunasolidabasepolispe-cialisticaclinica sulla quale si è poi sviluppato il reparto. Ad esempio, ho avuto il privilegio di comporre, insieme ai colleghi di allora, la pri-ma unità coronaria mai realizzata a Pesaro, antesignana di quella che sarebbe venuta poi con l’attuale Cardiologia.” La sua equipe (“pre-ziosa e insostituibile, specie nella parte femminile” afferma il pri-mario) è costituita da esperti nel-le diverse branche della disciplina ed è lo specchio olistico della Me-dicina Interna. “Ci consideriamo

un po’ i fratelli maggiori dei me-dici di famiglia - spiega Maniscal-co - perché affrontiamo insieme i problemi manifestati dal paziente, rappresentando unpuntodisintesiedicollegamentoconlealtreunitàospedaliereperdiagnosiecura.” In questo senso è quotidiano lo sforzo per recuperare quella dimensione umanistica, cioè centrata sull’uo-mo, che rischia di essere persa sulla strada dello sviluppo tecnico-scientifico e di crescita del sapere. “Spesso - conclude - ci si dimentica che dietro ai dati strumentali, alle preoccupazioni economico-gestio-nali, c’è un uomo. Una persona che chiede, come ognuno di noi, di essere ascoltata, accolta, accom-pagnata nella terribile esperienza della malattia. A questo compito siamo chiamati noi medici.” IN

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Curare | Giorgio Maniscalco

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Nel 1976, appena “perito agrario”, RobertoRidolfi affianca il nonno Gino nella coltivazione di cereali, erbai, rinnovi, nella gestione de-gli animali, e assume la gestione dell’azienda di famiglia. Nell’89 la converte all’allevamento ovino, cedendo parte del latte prodotto o trasformandolo in formaggio. È Stefania, biologa, che si appassio-na e si dedica all’arte casearia nella

quale, dopo i primi insuccessi, con caparbietà, giunge a ottimi risulta-ti tanto che, nel 1990, i due “ragaz-zi” possono acquistare l’azienda e ne incentivano l’attività.Roberto cura l’allevamento, l’agri-coltura e il management; Stefania, deus ex machina del caseificio, per-feziona e differenzia la produzio-ne. Cosìal“pecorinoclassico”siaffiancano formaggi dimenticatiorariscoperti, che il mercato ap-prezza subito: il “maggengo”, affi-nato in fieno e in fiori d’acacia, il “casèc” in foglie di noce, l’“ampe-los” maturato fra foglie di vite, lo “stagionato in crusca” e il “crosta-pepe”, in un velo di strutto impa-stato di pepe, che stupisce per la pasta bianchissima, fragrante di profumi e sapore.Alla FattoriadellaRipa non man-ca il pecorino “di fossa”, ancorato alla tradizione della sola infossa-tura d’agosto, del formaggio pro-dotto primavera-estate, e succes-

siva sfossatura per santa Caterina.Intanto Stefania scopre il “cacio-limoncello” che Bartolomeo Scap-pi, cuoco di papa Paolo V, per il pranzo alli XXVIII d’ottobre prospet-tava a Sua Santità (un cacio in forma di limoncelli mentre, a cena, fagiani allo spiedo, serviti con caci limoncelli tagliati sopra). Dopo vari tentativi, Stefania stessa è meravigliata del risultato e, nel 2000, propone il suo cacio limoncello a Mondavio alla “cena rinascimentale” per la rievocazione della “Caccia al cin-ghiale”, riscuotendo un successo auspicante.Oggi ai “pecorini” si affiancano i“caprini”, dal latte di ottanta capre, inviati soprattutto verso i merca-ti veneti, di Friuli Venezia-Giulia, Emilia, Puglia, nonché locali, per oltre 6.000 kg/anno. Fattoria della Ripa oggi è un’azienda vivace, con buone prospettive, anche grazie alla collaborazione attiva dei quat-tro figli di Roberto e Stefania. IN

testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli

Sideways per la Provincia

Il “cacio limoncello”

Ne parla Bartolomeo Scappi “maestro dell’arte del cucinare, cuoco segreto di Papa Pio V”, nella sua Opera, trattato più importante della cucina italiana del Rinascimento, poi dimenticato. Fattoria della Ripa l’ha riscoperto e il DM 350/99 lo include oggi fra i prodotti tipici. Si produce da aprile a settembre con latte di pecore al pascolo, crudo, coagulato col caglio; a mano si rompe la cagliata che, riposata qualche minuto, si assesta in fasce di terracotta a forma di limone. Il giorno dopo le forme si salano e si ricoprono con scorza di limone grattugiata. Dopo 48 ore, lavando si toglie sale e limone in eccesso per 5-6 giorni di maturazione. Si presenta “a forma di un limone”, pesa 130-150 grammi e la pasta, fresca e bianca, ha odore e gusto di agrume. Da abbinare con bianchi o rossi nostrani; non male con un vino da dessert.

Gustare | Fattoria della Ripa

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VERLAND by VernocchiPESARO Strada della Romagna, 155 - Tel. 0721.270288 • RIMINI Via Circonvallazione Ovest, 3 - Tel. 0541.743776 www.vernocchi.com

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Classe 1947, notissimo imprendito-re fanese nel settore edile (strade ed autostrade) un grande amore per il volo acrobatico, che pratica non professionalmente da tempo, con risultati notevoli. AlfredoLun-garini è anche padre di due figlie, Roberta e Chiara, e già nonno di due splendide nipotine che adora. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare questa sua grande pas-sione.Dachiequandoèstatoiniziatoalvoloacrobatico?“Penso che l’acrobazia sia il sogno di ogni pilota, anche se per riuscirci ci vuole tanta passione e manualità. In questo fantastico mondo sono stato introdotto da Domenico Sera-fini e Carlo Mariani (coloro che die-dero vita a Fano a Yakitalia, ndr).”Qualefulasuaprimasensazione?“Vedere il mondo a rovescio è una sensazione avvincente, difficile da descrivere. Per comprenderla ap-pieno a chi non ha paura consiglie-

rei di provarla personalmente…”Èstatodetto che restanoscolpitinellamenteilprimovolodasolistaeilprimovoloacrobaticodasolista.“Quella di essere soli con se stes-si nell’immensità del cielo è una sensazione che non si può dimen-ticare. Guardare tutti dall’alto in basso è gradevolissimo. Disegnare allo stesso tempo figure armoniose portando l’aereo in posizioni inu-suali è una cosa da sballo…”Sonorichiesteparticolaridotiperilvoloacrobatico?“Come detto, ci vuole passione e abilità. L’aereo è portato in posizio-ni inusuali e si deve sempre essere in grado di controllarlo e ripren-derlo in caso di pericolo, come gli avvitamenti. Il fisico, a seconda delle manovre effettuate, viene sot-toposto ad un forte stress dovuto all’accelerazione di gravità.”Leièunimprenditore.Hamaimes-soinrelazionelasuaattivitàpro-fessionalecolvoloacrobatico?In

altri termini ci sonoanalogie travoloeimpresa?“L’attività d’imprenditore è noto-riamente basata sulle capacità di chi la esercita; se si valuta male un lavoro in poco tempo si può perdere tutto, ma se invece sbagli una manovra acrobatica, rischi di perdere la vita. Un fattore comune dunque esiste: il rischio.” IN

testo Alberto Berardi - foto Laura De Paoli

Imprenditore “Top Gun”

Il team acrobatico Yakitalia

Nel marzo 1999 Domenico Serafini e Carlo Mariani decisero di formare a Fano un team di volo acrobatico. In Italia esisteva soltanto una pattuglia, la Red Bull, oltre alle mitiche Frecce tricolori. Dall’acquisto del primo Yak in Lituania, Yakitalia ha partecipato a 185 eventi nel nostro Paese, Oggi a Serafini e Mariani si sono aggiunti altri sei piloti acrobatici, e il recentissimo successo raggiunto all’Acrobatic Show 2009 di Abu Dhabi fa bene sperare per il futuro.

Volare | Alfredo Lungarini

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LA TUA SFIDAÈ LA NOSTRA SFIDA.

Chi siamoLa Confartigianato Fidi è una società cooperativa a responsabilità limitata senza fini di lucro che si propone di promuovere il miglioramento e l’ammodernamento delle imprese, fornendo ai propri soci garanzia sui prestiti e facendo da tramite per contributi che concorrono all’abbattimento del tasso di interesse.Possono far parte della Cooperativa le imprese iscritte all’Albo Artigiani, le micro, piccole e medie imprese, aventi sede nel territorio della Regione Marche e delle Regioni limitrofe. Non possono far parte della Cooperativa le società che abbiano in corso procedure di concordato preventivo o di fallimento. La Confartfidi è struttura del credito della Confartigianato Imprese di Pesaro e Urbino.

ProdottiLa Confartigianato Fidi mette a disposizione dei propri soci prodotti garantiti a tasso fisso e a tasso variabile con durate sino a 20 anni attraverso gli Istituti di Credito convenzionati.

Tassi agevolatiGrazie al contributo della Regione Marche (L.R. 20/2003) i soci artigiani della Con-fartfidi potranno usufruire di agevolazioni con tassi di interesse (fissi) sotto il 3%.

Società Regionale di Garanzia MarcheLa Società Regionale di Garanzia Marche, che recentemente ha incorporato Ar-tigiancredit Marche scrl, realizza il collegamento tra le cooperative provinciali impegnate sul territorio ed i fondi di garanzia centrali, riassicurando il rischio dei Confidi.

Fondo antiusura Legge 7 marzo 1998 n. 108

La Cooperativa gestisce per conto del Ministero lo speciale fondo di garanzia dedicato a:1) Eventi straordinari negativi.2) Soggetti protestati che hanno fatto fronte al debito.3) Imprese in temporanea crisi di liquidità.4) Neo-imprese.5) Errata conduzione finanziaria dell’impresa.

Gli istituti di Credito e le Società di Leasing convenzionate- Banca delle Marche- Banca Popolare di Ancona- Banca dell’Adriatico- Banca Popolare dell’Emilia- Banche di Credito Cooperativo (Pesaro, Fano, Gradara, Metauro, Pergola, Suasa e Malatestiana)- Cassa di Risparmio di Fano- Banca Toscana, Gruppo Montepaschi- Banca Popolare Valconca- UniCredit Banca- Banca Popolare Etruria e Lazio- Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana- Ubi Leasing SpA- Fraer Leasing SpA- Medioleasing SpA

Strada Statale Adriatica, 35 - 61100 Pesaro - Tel. 0721 423111 - Fax 0721 423133www.confartfidi.it - [email protected]

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Faceva caldo fuori del Palazzetto dello Sport la mattina del 5luglio1969 a Roma. Dentro ancora di più, gremito com’era di un caloro-so gruppo di sostenitori pesaresi, gran parte dei quali giovani atleti, classe 1954 o giù di lì, appartenenti alla rappresentativa della squadra della nostra città, che avevano par-tecipato alla faseNazionaledella

primaedizionedeiGiochidellaGio-ventù; una mini olimpiade per ra-gazzi voluta dal CONI.La LupoBasket, allenata dal gio-vane avvocato PaoloBrualdi, stava per disputare la finale del torneo di basket contro l’Auxilium Tori-no. Con merito i ragazzi della par-rocchia dei Cappuccini avevano conquistato un posto tra le prime 32 squadre italiane, eliminando le concorrenti durante la fase comu-nale prima, la provinciale poi ed infine quella interzonale in una difficile trasferta a Forlì. Nei campi di basket dell’impian-to sportivo dell’Acquacetosa di Roma, circondati da una tendopoli allestita per ospitare i ragazzi del basket, la Lupo aveva raggiunto il primo posto in uno degli otto gi-roni, battendo la super corazzata Boario Padova, l’Ancona e infine Piacenza. Con una maturità tecni-ca e un gioco organizzato in modo raro per quei tempi, nonostante la bassa statura media della squadra, i giovani atleti di Pantano si classi-ficarono secondi nel girone finale nuovamente a quattro, eliminando poi, in una semifinale mozzafiato, la Reyer Venezia. Tutto era pronto per disputare la gara finale della prima edizione Nazionale dei Gio-chi. Chi avesse vinto sarebbe diven-tato campione d’Italia.I fratelli Maurizio e GiancarloCiop-pi, collaboratori dell’allenatore Brualdi, sdrammatizzavano la ten-sione e raccoglievano congratula-

zioni da PippoFaina, allenatore del Simmenthal Milano e LelloPara-tore, decano degli allenatori del tempo; Ghencio, ovvero GrazianoGiorgi sulle tribune organizzava il tifo; PadreEvaristo, parroco dei Cappuccini girava nervoso con una macchina da ripresa fasulla in una mano e il Rosario nell’altra. A Pesaro un’intera città, con in testa il presidente AlfieroGuerra e i con-siglieri ManlioGiamprini, GiorgioMaffi e GianniPentucci, aspettava di conoscere il risultato. Quando il rumore assordante del-le tavolette sbattute dai tifosi arrivò all’apice, l’arbitro, il signor Ardito, alzò la palla. Dall’altra parte due nomi su tutti: Florio, futura ala di serie A della Victoria Libertas Pesa-ro e Benatti, carriera già scritta di play-maker della Nazionale. Con MarcoAndreani che stava per sal-tare sulla palla a due, c’erano tutti i nostri: FrancoOttaviani, LuigiTo-massini, StefanoGioacchini, Pier-paoloNardini, CarloPigliacampo, MaurizioBattisodo, GiuseppePer-lini, BrizioCecchi e StefanoAnge-lini.55a49 per la Lupo il punteggio fi-nale, che in una calda giornata di luglio di quaranta anni fa, ripor-tò a Pesaro, dopo lunghi anni di assenza, un titolo Nazionale, che ancora oggi fa scendere lacrime di gioia a chi lo racconta e ha reso quello, per un gruppo di atleti del basket pesarese, il giorno più bello della loro vita sportiva. IN

testo Simonetta Campanellifoto Leonardo Mattioli

Attenti alla Lupo

La Lupo Basket, campione nazionale nella prima edizione dei Giochi della Gioventù, nel 1969. Sotto, la “squadra” oggi: da sinistra a destra, in piedi, Marco Andreani, Franco Ottaviani, Pierpaolo Nardini, Paolo Brualdi. In ginocchio, Maurizio Battisodo, Luigi Tomasini, Stefano Angelini e Stefano Gioacchini.

Ricordare | Lupo Basket

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Chi non conosce le barche griffa-te di fuxia che danno un colore speciale al porto di Pesaro? Sono le Chica’s che la famigliaGaspa-riniha armato in tempi diversi: il ChicaBobaII, il ChicaMagnum (ora impegnato in una bella sfida con equipaggio femminile) e il Chica2000, poi ceduto. Il 2009 è un anno speciale per la prima della lista, che ha compiuto trent’anni di vita. Erail21aprile1979quandoaPesarovenivavaratounosloopd’alluminiocostruitodai cantieriYachtOffici-nePesaro, lo stesso di Azzurra, e allestito dal cantiere Gioacchini e Leonardi. Il progetto è del triesti-no Carlo Sciarrelli, commissionato dal milanese Edoardo Austoni, che intendeva partecipare alla Ostar del 1980. Rimase qualche giorno ormeggiata alla banchina del Club Nautico di Pesaro, dove l’attuale skipper, Michele Cinquepalmi, la vide per la prima volta: “Ammirai

la sua linea, mentre con la fantasia ero già in Atlantico.” Non sapeva ancora che una decina d’anni più tardi sarebbe toccato a lui condurla per i mari del globo. Il Chica viene infatti rilevato nell’88 da Rinaldo Gasparini, proprietario della Ren-co: “A differenza di tanti armatori che si compiacciono di guardare la propria creatura galleggiare all’or-meggio - racconta Cinquepalmi -, Gasparinivolevachelasuabarcana-vigasse.Cominciòquindiaparteci-pareatutteleregatedell’Adriatico: Adria’s Cup, Ancona-Zara, Pesaro-Rovigno, Rimini-Corfù, Barcolana, Campionati Invernali di Pesaro, Rimini e Ancona, consentendo di navigare a centinaia di giovani, ai quali veniva fatta una sola richie-sta: indossare la maglietta colorfuxia. Anche per questo motivo il Chica diventa una delle barche più allegre e conosciute nel mondo della vela.” Ma l’Adriatico comin-

ciava ad andare stretto e in occa-sione del 500° anniversario della scoperta dell’America Gasparini lancia la sfida per il “viaggio di Co-lombo”. Parteciparono a quell’av-ventura indimenticabile più di 80 persone e, perlaprimavolta,unabarcadell’Adriaticoconequipaggiopesareseattraversòl’Atlantico. In 30 anni 125.000 miglia percorse e 1.200 magliette fuxia indossate da chi, a turno, è salito sul Chica. Que-stapoderosastoriaèstatacelebratail25aprilescorso, con una promes-sa da parte di Giovanni Gasparini, erede di Rinaldo: “Questi 30 anni sono un punto di partenza. Il Chi-ca Boba II può ancora fare grandi cose, perchè non è, e non sarà mai, solo una barca. Non si tratta solo di avvenimenti ma anche di sogni, non è stata solo una questione di acqua e di vento ma anche di ani-ma e di forza.” Cento di questi gior-ni, Chica. IN

testo Elisabetta Ferri - foto Laura De Paoli

Una barca color Fuxia

Sopra i due equipaggi, maschile e femminile, alla festa dei 30 anni. Sotto, il Chica Boba II in regata.

Celebrare | 30 anni di Chica Boba

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...per chi ha l’anima.

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Soluzioni innovative con eco-malte all’acqua per esterni e interni. Antica lavorazione del Cocciopesto, pavimenti, piani cucina, gradini, ecc.. Pavimenti in legno antico, Parquet in Bamboo, pietre naturali, Materiali naturali per la Bio-Architettura, mosaico in cocco, arredamenti d’interni, tappeti, cuscini, pouf e complementi. Bio camini, oggetti in bronzo e marmo di recupero, tele e sculture d’arte moderna.

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testo Riccardo Paolo Uguccioni foto Leonardo Mattioli

Freschi di Stampa

Cinquantaduestoriefanesi ovvero altrettanti articoli che AlbertoBe-rardi è venuto pubblicando su “Il Messaggero”, e che qui sono stati raccolti. Una miscellanea scoppiet-tante legata al filo della “fanesità”, una varietà di vicende e situazioni ora tragiche, ora comiche e para-dossali, sempre utili da conoscere. Si va dal passaggio di Clemente VIII, che agli inizi del 1598 transitò a Fano in viaggio per la “ricupera” di Ferrara con un vasto seguito e danni altrettanto vasti per le finan-ze cittadine, alle vicende di Laura Martinozzi, gentildonna fanese, che per complesse vicende matri-moniali finì per essere nonna di Giacomo III Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra. Si incontrano tanti personaggi,

in vario modo legati a Fano: Si-gismondo Malatesta e Cristina di Svezia, certo, ma anche Giulio Gri-maldi, Anna Magnani e Ruggero Ruggeri.Pesaroguidacuriosa è n’opera a… otto mani. Le autrici sono Elisa-bettaFerri, giornalista; GiovannaMarcheggiani, designer; CristinaOrtolani, consulente culturale; Be-atriceTerenzi, giornalista. La guida è davvero curiosa: testi brevi, molte immagini, si va dai luoghi inevitabi-li (duomo, palazzo ducale, casa di Rossini, ecc.) a scorci che neanche t’aspetti (via Badò, via Giovanelli, la chiesa del Carmine, quod superest delle officine Benelli). E poi si va per sapori (dalla crescia “brusca”, specialità primaverile, ai cappelletti, che solo gli incauti

confondono con i tortellini), per la Pesaro “etnica” dei nuovi arriva-ti, per la Pesaro “dei famosi” e dei personaggi. Qui incontrate Gian-ni D’Elia, Filippo Magnini, Eliseo Mattiacci e Giuliana Gamba, poi Paolo Teobaldi, grande scrittore, e Massimo Ambrosini, grande cal-ciatore (ma sua sorella Valeria è un incanto di bellezza).Lepiazzedelsapere.Bibliotecheelibertà, di cui parla questo interes-sante libro di AntonellaAgnoli, sono gli spazi urbani attrezzati a luoghi di incontro, di scambio e di azio-ne collettiva, insomma a “public library”, che divengono luoghi di socialità e di condivisione in siner-gia con altre istituzioni culturali. Ben diversa dalle biblioteche sto-riche, cui resta assegnato un ruolo propulsivo (e imprescindibile) nel-la ricerca, la biblioteca pubblica è luogo di cittadinanza e di curiosità, anticamera di studi impegnati. Dai supermercati e dalle tecniche di marketing c’è molto da impa-rare, afferma l’autrice, e con una serie di casi - tra Pesaro e il mondo - fornisce esempi di luoghi sottratti alla commercializzazione e trasfor-mati, a beneficio di tutti, in piazze del sapere, in moderne agorà. IN

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