IN Magazine Pesaro 02/2013

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® Pesaro-Urbino www.inmagazine.it Francesco De Benedettis Quella musica essenziale Stereo Pesaro Dall’etere al web Orciano L’oracolo di Giano Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00 Anno VIII - N. 2 - NOVEMBRE - DICEMBRE 2013 Paolo Teobaldi Il cacciatore di parole

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®Pesaro-Urbino w w w. i n m a g a z i n e . i t

Francesco De Benedettis Quella musica essenziale

Stereo Pesaro Dall’etere al web

Orciano L’oracolo di Giano

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Anno VIII - N. 2 - NOVEMBRE - DICEMBRE 2013

Paolo Teobaldi

Il cacciatore di parole

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

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Ufficio commerciale: Irena Coso, Laura De PaoliSeguici su FB: www.facebook.com/edizioni.inmagazine

Collaboratori: Benedetta Andreoli, Alberto Berardi, Simonetta Campanelli, Ettore Franca, Alice Muri, Silvia Sinibaldi, Simona Spagnoli, Maria Rita Tonti

Fotografi: Laura De Paoli, Leonardo Mattioli, Luca Toni

Coordinamento redazione Pesaro:Simonetta Campanellicell. 335.5262743 - [email protected]

Chiuso per la stampa l’19/11/2013

Sommario

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6 Annotare Brevi IN14 Essere Paolo Teobaldi20 Difendere Studio associato24 Creare Francesco De Benedettis29 Trasmettere Stereo Pesaro32 Visitare Orciano38 Gustare La pasticciata

40 Presiedere

Paolo Balestrieri42 Aiutare

Edoardo Beltrami44 Scrivere

La donna si racconta46 Disegnare

Metauro48 Gareggiare

Ginnastica ritmica50 Fotografare

Brandina Photo Festival 2013

| EDITORIALE di Simonetta Campanelli e Andrea Masotti |

Storie di personaggi e del territorio pesarese, attraverso un percorso che comincia con lo scrittore Paolo Teo-baldi, capace di fare riemergere, nei suoi racconti, romantiche emozioni di un tempo, mettendole a confron-to con le trasformazioni della sua cit-tà di oggi. Due avvocati geniali, Pazzi e Fattori, hanno creato invece con giovani colleghi e soci uno studio “modello americano” senza frontie-re, mentre Paolo Balestieri, nuovo presidente dei Dottori Commer-cialisti, sprona i giovani a lanciarsi nella professione che tanto ama. Il musicista fanese Francesco De Be-dedettis, invece, scrive per passione e per mestiere, e con “L’essenziale”

è arrivato a Sanremo guadagnando il primo posto grazie all’interpreta-zione di Marco Mengoni. Poi Ro-berto Bagazzoli e i suoi speaker, che hanno ricostruito Stereo Pesaro 2.0 online, per raccontare Pesaro e il suo territorio. Da Fano facilmente si parte alla scoperta di Orciano e dei suoi tesori nascosti, fino a gustare l’antica ricetta della pasticciata, che si tramanda di famiglia in famiglia. E poi leggiamo le storie di Edoar-do Beltrami, medico che si occupa di adozioni a distanza, e di donne che si raccontano o che raggiungo-no traguardi importanti con attività sportive come la ginnastica ritmica... e allora, divertitevi leggendo!

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Genomech Test, novità nei centri Maya Club

Pesaro e Fano - Genomech è il nome del test genetico che rileva,

dall’esame del proprio Dna effettuato tramite un tampone buccale, la

predisposizione a contrarre malattie legate ad un’errata alimentazione, a stress oppure a stili di vita scorretti. Il test è quindi un ottimo strumento di prevenzione che fornisce i giusti

“campanelli d’allarme” da segnalare al proprio medico di fiducia, il quale

procederà ad eventuali esami di approfondimento. Dal test potranno

emergere carenze nutrizionali, che possono essere compensate con

l’assunzione di specifici integratori. Se hai provato più volte a dimagrire

ma non ci sei mai riuscito, se non riesci a mantenere il peso raggiunto,

se hai sempre una sensazione di “non forma” pur eseguendo una corretta

alimentazione, allora Genomech è il test adatto, eseguibile presso

i Maya Club di Pesaro e Fano.

Nuova rassegna per Teatro in Quinta

Pesaro - Nuova edizione a Vismara per “Teatro in Quinta”, rassegna di

teatro amatoriale promossa dal Quartiere 5 - Cattabrighe S.Maria Fabbrecce - Tombaccia, del Comune

di Pesaro. La rassegna, che si avvale della collaborazione del

Teatro Piccola Ribalta e della F.I.T.A. (Federazione Italiana

Teatro Amatoriale), si articola in quattro serate, fino a domenica

23 febbraio 2014. Come da tradizione, il programma prevede

commedie in dialetto pesarese accanto a spettacoli nei dialetti della

provincia e della vicina Romagna. L’ingresso è gratuito. (S.C.)

Progetto Casa su misura, con Laber

Pesaro - Tutto cambia e si evolve: è nella naturalezza delle cose ma anche nella logica della legge del commer-cio. Così Laber, dopo 50 anni di cre-atività nel mondo dell’illuminazione, da poco ha diversificato la propria attività aziendale trasformandosi in Laber Progetto Casa. Nello showro-om di via Montefeltro 47, a Pesaro, esperti professionisti d’interni gui-dano il cliente alla scelta dell’arredo completo della propria casa, rispet-tandone il gusto personale. Con con-sulenze e suggerimenti, gli specialisti della “nouvelle” Laber propongono il progetto casa in maniera moderna e intelligente. Nel rinnovato punto vendita sono esposti prodotti delle

migliori aziende del settore arredo d’interni, senza trascurare accesso-ri e complementi di raffinato gusto e singolare bellezza. Laber, inoltre, dedica un ampio spazio affascinante allo show room istituzionale di Rossa-na cucine, marchio storico del design italiano. (S.C.)

Il fratello di Rossi nella Moto 3 spagnola

Tavullia - Luca Marini, fratello mi-nore di Valentino Rossi, il prossimo anno gareggerà nel campionato spa-gnolo della Moto 3 con il team di Aspar Martinez. Lo ha confermato a Valencia il team manager spagno-lo: “Avremo con noi Luca Marini nel

2014 e sono convinto che vedremo un’evoluzione positiva per lui”. Il 18 novembre Luca ha provato per la prima volta la Ktm Moto3 del team iberico in un test a Valencia e la do-menica successiva disputerà a Jerez de la Fontera la gara di campionato.

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Serata Nostalghia alla sala Excelsior

Pesaro - Serata Nostalghia sull’onda dell’Amarcord, martedì 3 dicembre alle ore 18,00 nella sala meeting dell’hotel Excelsior. L’evento è promosso da Banca dell’Adriatico: protagonisti dell’incontro sono il giornalista Paolo Angeletti, la storica dell’arte Anna Maria Benedetti Pieretti, l’attore e regista Cristian Della Chiara, il musicista e regista Donato Di Pasquale, il poeta e attore Carlo Pagnini, con voce recitante di Lucia Ferrati. Intervengono anche Roberto Dal Mas, direttore generale di Banca dell’Adriatico, e Nardo Filippetti, presidente di Eden Viaggi. L’ingresso è libero, fino ad esaurimento posti. A tutti gli intervenuti sarà donata una stampa in tiratura limitata.

Living Wool, lo stile nei Filati

Pesaro - Giovane e intraprendente trentenne, la pesarese Cristina Con-vertino ha saputo trasformare la pro-pria passione nel suo lavoro. Grazie al supporto di validi collaboratori e ad alcuni aiuti del destino, Cristina si è concentrata sulla ricerca di filati e colori, sullo studio e la realizzazione di disegni e modelli per creare carta-modelli prototipi. È nata così Living Wool, studio stilistico per la produzio-ne di capi di maglieria per uomo, don-na e bambino. L’attività nasce da una

lunga analisi da cui è scaturita questa dimensione professionale personaliz-zata, in un periodo in cui i giovani si trovano spesso a dover rinunciare ai propri sogni. Cristina ha convertito la sua intuizione in un’innovativa re-altà: Living Wool è un laboratorio in cui si realizzano prototipi attraverso un percorso di originalità e tecno-logia, con il controllo scrupoloso sul processo di produzione e con la ga-ranzia di un risultato finale ottimo.www.livingwool.it (S.C.)

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Premi all’atleta Aurora Ponselè

Pesaro - Stella al merito sportivo e premio come atleta esemplare

alla giovane ondina Aurora Ponselè, espressione della Pesaro Nuoto ora in forza al Circolo Canottieri Aniene di Roma. La Ponselè si è

aggiudicata nel corso dell’anno l’oro e il record nazionale sulla distanza

dei 5 chilometri, ai Campionati italiani primaverili di Riccione nel mese di

aprile. Successivamente, vestita d’azzurro, ha conquistato l’argento

negli 800 stile libero ai Giochi del Mediterraneo di Mersin, in Turchia. Nel luglio scorso ha guadagnato il

secondo gradino del podio e quindi un nuovo argento, nei 10 chilometri,

in acque libere, alle Universiadi di Kasan, in Russia.

Circonferenze, ovvero conferenze al Circolove

Pesaro - Tutti i lunedì sera l’appuntamento è con “Circonferenza,

ovvero conferenze al Circolove”. Si tratta di un locale un po’ alternativo

in piazza Europa 10 (Baia Flaminia), diverso dal solito posto pesarese.

È caratterizzato da pareti nere, Momi, Valentino, Michele, e poi chitarre, pianoforte, drink, bar, proiezioni,

cortometraggi, mostre, musica underground, elettronica, rock, jazz,

live performance, dj set ma anche giochi da tavolo, risiko, biliardino e

tanto ancora. Il locale è fatto anche, e soprattutto, di giovani che

affrontano con unicità e originalità i complessi temi di vita quotidiana,

negli incontri a tema del lunedì, che vedono la partecipazione di relatori di fama ed esperti, che espongono

argomenti a 360° ai soci del circolo e ai loro amici. L’ingresso è libero.

Ph. Leo Mattioli

Lo spazio poliedrico dell’Archivio Dondup

Fossombrone - Arcadia di Fossom-brone, la famosa maison del prêt-à-porter, ha aperto al pubblico l’Archi-vio Dondup. Si tratta di uno spazio adiacente alla ditta, studiato diret-tamente dall’azienda per rappresen-tare il mondo della moda Dondup a 360 gradi, in uno spazio poliedrico in cui, attraverso i capi esposti, si può vivere la storia dell’azienda. Questo spazio non è solo finalizzato al clas-sico archivio ma rappresenta anche un luogo polifunzionale, vista la sua ampia metratura di circa 400 metri quadrati, nel quale è possibile realiz-zare anche presentazioni aziendali.

Il Circo capovolto bimbi in festa con Ottica Venturi

Pesaro - Un fiume di bimbi e adulti ha inondato via Cialdini per la quinta edizione de “Il Circo Capovolto”, la festa organizzata da Ottica Venturi divenuta un appuntamento fisso per la promozione in chiave ludica di temi come la qualità, la sostenibilità e la formazione. Un’edizione ricca di nuove attività: tra queste i laboratori creativi presentati dall’atelier teatrale “Il Porto - Teatro galleggiante” del Ce.I.S. di Pesaro, da cui sono nati oggetti e maschere. E poi sfilate al seguito di clown e trampolieri, gare

di pallacanestro e volley, attività lu-diche, artistiche e culinarie. Super mascotte dell’evento è stata Talpix by VenturiX, che con il motto “Inforca gli occhiali… supereroi si diventa” ha ballato, saltato e fatto foto con i bam-bini. Ottica Venturi, con il sostegno del Comune di Pesaro, degli assessori Enzo Belloni e Andrea Biancani, rin-grazia gli sponsor Essilor e Safilo per aver creduto in questo progetto, il vi-deomaker Marcello Franca e “nonso-lofoto” di Antonio Carbone, che han-no fissato in immagini la festa. (S.C.)

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Ph. nome cognome

Titolo in Titolo

Città - Testo

Agrumi di Sicilia dall’Etna a Pesaro

Pesaro - Gaetano Blandini e Gioac-china sono giovani, gentili, simpatici e grandi lavoratori. Partiti sette anni fa da Palagonica, in provincia di Catania, si sono stabiliti a Pesaro. Di recente hanno inaugurato un nuovo negozio nel quartiere di Soria, dove vendono il loro Sole di Sicilia, ovvero agrumi dall’azienda agricola di famiglia fon-data nel 1910 da Don Giacomo Blan-dini. L’azienda agrumicola del piccolo paese di Palagonia è stata la prima con il maggior numero di operai, in costante crescita, e sempre all’avan-guardia con nuovi innesti. Forti di un’esperienza centenaria, i Blandini garantiscono la qualità e la genuini-tà di un prodotto tutto italiano, con una produzione annua di 700mila chi-logrammi di arance da 3500 piante tutte in produzione. L’area agricola, suddivisa in vari appezzamenti, è fi-nalizzata alla produzione di quattro qualità di agrumi. Ognuno ha la sua stagione, per avere una maturazione scaglionata: tra tutte predomina il Ta-rocco Gallo, famoso in tutto il mondo

per il suo colore rosso rubino e buccia sottilissima tipica solo della zona dei Blandini, perché dovuto all’influen-za del vulcano Etna, sempre attivo, e dalla composizione del terreno ricca di minerali. Senza tralasciare l’innaf-fiamento, effettuato con pompe che attingono l’acqua da pozzi romani con un diametro di 4 metri e profondi 26 metri, acqua con bassissimo livello di sale. Non mancano poi altri prodotti dall’azienda agricola Blandini, come olive ed olio extravergine e tante altre specialità tipiche di stagione. Gaetano e Gioacchina vi aspettano per mostrar-vi tutto il loro amore per la terra in via Genga 2, angolo via Agostini 3. (S.C.)

Centri commerciali naturali, incontro di Genius Loci

Frontone - I piccoli commercianti? Veri promotori del territorio e motori dell’economia locale. Il nuovo incontro di Genius Loci ha puntato i riflettori su una nuova visione di business “dal basso”, i Centri commerciali naturali. Ospitato nel castello di Frontone il 15 novembre scorso, il seminario è stato seguito da un focus group aperto alla discussione tra il pubblico. Partita a maggio e in programma fino a novembre, “Genius Loci” è una rassegna di incontri informativi promossi dal GAL Flaminia Cesano sui temi della promozione turistica, ogni mese in un borgo dell’entroterra della provincia. www.geniusloci.galflaminiacesano.it

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Come diventare scrittori

Pesaro - Un laboratorio di scrittura narrativa che dura tutto l’anno,

con la possibilità per gli allievi di iscriversi in ogni momento ed essere

seguiti personalmente da un editor professionista e da un autore di

romanzi nella scrittura di racconti originali. Questa è la formula

adottata da Mauro Ferri, scrittore, e Gianluca Gatta, editor, per portare tutti gli appassionati a conoscere da

vicino le tecniche di composizione di un testo efficace e pronto per la pubblicazione. Il laboratorio,

patrocinato dal Comune di Pesaro, si tiene ogni martedì a partire dal

14 novembre dalle 18.30 alle 20.30 presso la Biblioteca Bobbato,

al Centro Commerciale Mirafiore. La prima lezione è sempre gratuita

e chiunque può presentarsi per assistere e ricevere informazioni sul

corso. I migliori racconti saranno pubblicati su In Magazine Pesaro.

Intuición Tango di Alejandro Fasanini

Pesaro - Il musicista pesarese Alejandro Fasanini ha da poco

pubblicato, assieme all’orchestra “Hijos ilegitimos de Astor”, il cd “Intuición Tango”, pubblicato da

Videoradio - Rai Trade. L’orchestra “Hijos ilegitimos de Astor” nasce

con il proposito di eseguire repertori originali composti dal maestro

Alejandro Fasanini in anni di ricerca e sperimentazione. L’opera di Alejandro Fasanini, passando per le innovazioni

di Astor Piazzolla, supera i confini tradizionali del Tango per giungere

ad una musicalità che trascende la pura connotazione folkloristica,

conservandone l’energia fisica e passionale. Il disco è acquistabile

anche on-line, nei circuiti Feltrinelli.

Ifi selezionata per l’ Adi Design Index

Pesaro - Dopo Tonda e Chocolat, grazie alla vetrina gelato Bellevue con tecnologia Panorama (Design Marc Sadler in collaborazione con IFI R&D Dept.), IFI è stata nuova-mente selezionata dall’Osservatorio Permanente dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) per far parte dell’ADI Design Index 2013. Il volume, che raccoglie i progetti made in Italy giudicati più innovativi del 2012, è stato presentato il 1° ottobre alla Triennale di Milano, dove è stata allestita una mostra per tutto i mese di ottobre dedicata a questi progetti.

Franco Morbidelli campione Europeo

Jerez (Spagna) - Franco Morbidelli si è laureato Campione dell’Europeo Superstock 600 dopo un’ultima sfida a Jerez. Grazie a questo successo il pilota nato a Roma, residente a Ta-vullia, ha regalato al Team Italia FMI quel titolo di categoria perso lo scorso anno all’ultima gara. Un anno dopo il suo connazionale, Morbidelli de-butterà nel Mondiale Supersport con il Team Puccetti Racing: in quest’otti-

ca il test a Jerez, nel quale ha provato la Kawasaki ZX-6R WSS della squa-dra emiliana. “Sono davvero conten-to del titolo vinto in Superstock 600 - dice Franco - e ringrazio tutti quelli che mi supportano: la VR/46 che mi sta facendo sentire in famiglia e mi sta ‘proteggendo’ al meglio, la federa-zione, gli sponsor, il team Puccetti ed in particolare Manuel Puccetti, team manager davvero premuroso”.

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Premio alla carriera per Riz Ortolani

Gent (Belgio) - Riz Ortolani, il gran-de compositore pesarese, è stato ospi-te d’onore al 40° Film Fest di Gent, in Belgio, che gli ha riconosciuto il premio alla carriera. Il prestigioso fe-stival, dedicato ai compositori di mu-siche per colonne sonore di film, ha riservato al maestro Ortolani un’acco-glienza eccezionale, con standing ova-tion degli oltre tremila spettatori. In sala erano presenti anche altri com-positori, vincitori di Oscar e Awards,

come Alexander Desplant, Thomas Newman. Il maestro Dirk Brossé ha diretto l’Orchestra filarmonica di Brusselles, che si è esibita in tre brani di Riz: “Oh my love”, “I giorni dell’ira” e la Suite di “Mondo cane”, mentre la cantante Berenice MacBean ha interpretato “Oh my love” e “More”. Quentin Tarantino è solito inserire nei suoi film i brani di Riz Ortolani, come ha fatto in “Kill Bill”, “Drive” e nell’ultimo film “Django”. (S.C.)

Superstars World a Gianni Morbidelli

Vallelunga (Roma) - “Babbo ho vinto, hai visto babbo ho vinto il titolo”. Con queste parole in diretta Tv su Rai Sport 2 Gianni Morbidelli alle 12,30 ha co-municato al padre, il grande Gian-carlo che vinceva negli anni ’70-’80 i Mondiali in 125 e 250cc, la vittoria del titolo Superstars World. Qualche minuto prima Gianni aveva tagliato il traguardo di Vallelunga al terzo posto al volante della Audi RS5, laureandosi campione con una manche d’anticipo. A Morbidelli serviva un quarto posto per conquistare il titolo e superando ad un giro dalla fine il suo avversario Thomas Biagi, ha conquistato podio e titolo. “Voglio ringraziare l’Audi - ha detto Gianni - che mi ha fornito una macchina veloce e affidabile. Sono

molto felice, riuscire a conquistare un altro campionato Superstars è una grande soddisfazione”. Una stagione da protagonista per un altro pilota pesarese che non molla mai. (M.B.)

Banca Marche, ragazzi a scuola di economia

Pesaro - I ragazzi delle scuole medie delle regione a scuola di

economia con Banca Marche. Sono iniziate ad ottobre e dureranno fino al prossimo gennaio, infatti, le lezioni di educazione finanziaria organizzate da

Banca Marche in collaborazione con Regione Marche, Ufficio scolastico

regionale e il consorzio PattiChiari. Le lezioni fanno parte del progetto

“L’impronta economica Junior”, un programma didattico che

introduce i ragazzi delle scuole medie alle tematiche economiche

e finanziarie e li stimola a riflettere sulle principali funzioni della finanza.

I tutor di Banca Marche affronteranno temi quali il flusso del denaro e la

gestione dei risparmi, i consumi consapevoli, il funzionamento delle

banche e i sistemi di pagamento, le funzioni della finanza e il ruolo

delle assicurazioni. (S.C.)

Serate di gusto all’Excelsior

Pesaro - Proseguono gli appuntamenti con il gusto presso

l’Hotel Excelsior (nella foto): serate dedicate agli amanti della

cultura enologica e ai buongustai per programmare una piacevole

cena, con i giusti abbinamenti tra le specialità dello chef e i calici delle

cantine ospiti. Venerdì 13 dicembre si terrà una serata speciale “Friday Wine/Live at Bistrò” in cui saranno

protagonisti due grandi interpreti del Prosecco di Valdobbiadene docg,

“Canavel” e “Col di Rocca”, insieme alle degustazioni gastronomiche

dell’Excelsior e a tanta buona musica. L’appuntamento successivo è per venerdì 31 gennaio 2014 con la serata dedicata alla cantina “Maria

Pia Castelli”, un’azienda nata nel 1999 dalla passione e dalle mani

esperte di Erasmo Castelli.

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Mezzo secolo di vita per la mitica 911

Pesaro - Se sabato 21 settembre vi siete trovati per strada coinvolti in un ingorgo di 911 non eravate in un sogno… Dalla sua prima uscita nel 1963, la Porsche 911 ha fe-steggiato il suo 50esimo compleanno, e all’interno del contesto “911 50 anni Italian Tour”, che ha visto riempirsi di Porsche le più importanti piazze italiane, il Centro Porsche Pesaro - Concessionaria Gabellini non si è fatto trovare impreparato, allestendo un evento molto apprez-zato dagli oltre 150 appassionati, provenienti da tutta la pensiola. Ricca di emozioni è stata la parata di oltre cin-quanta 911 verso viale Ceccarini a Riccione, per poi rag-giungere l’Autodromo di Misano, dove prima dell’inizio della gara di Carrera Cup i partecipanti hanno assunto le vesti di piloti, provando i nuovi modelli di 911, Boxster e Cayman. La manifestazione ha svolto anche un impor-tante ruolo benefico, essendo stata organizzata in colla-borazione con la onlus “Tutti i cuori di Rossana”, che da anni opera a sostegno di bambini e ragazzi cardiopatici. Il risultato più bello, alla fine, è stato senza dubbio vedere i sorrisi e la gioia di tutti i partecipanti, che a bordo delle loro storiche vetture hanno riempito di colori ed emozio-ni alcuni tratti panoramici del nostro litorale adriatico.

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Scava e raccoglie, seleziona e asciuga. Lo scrittore Paolo Teobaldi non lascia nulla al caso e nei suoi romanzi si assapora una lingua puntuale, contaminata da termini desueti. Come in “Macadàm”, storia on the road alla rovescia.

testo Simona Spagnoli - foto Leo Mattioli

Le parole sono entrate molto pre-sto nella vita dello scrittore Paolo Teobaldi. Il segreto di suoni e se-gni grafici gli si è svelato anzitem-po e in modo del tutto particolare, stando seduto sulla canna della bi-cicletta del babbo falegname che, pedalando per la città, leggeva ad alta voce tutto quello che gli capi-tava sotto gli occhi. Il genitore sil-labava i segnali stradali, le insegne dei negozi, i manifesti pubblici fa-cendoli ripetere al figlioletto a voce alta come fossero grandi verità. “Ricordo perfettamente il giorno in cui, come per incanto, comin-ciai a leggere - scrive lo scrittore nel suo racconto ‘La lingua-padre’, pubblicato sul sito Treccani.it -. Pronunciai la scritta dell’insegna del caffè Foschi, che svettava sul tet-to del palazzo vicino alla Prefettura. Era l’1 novembre 1950 e avevo solo tre anni e mezzo”. Una precocità che ha il sapore della predestina-zione per uno come lui che ha la-vorato come copywriter e traduttore dopo aver trascorso una vita dietro la cattedra, e che proprio al padre Washington ha dedicato la sua ul-tima fatica letteraria, “Macadàm”

(Edizioni e/o), da poco in libreria. Il titolo, come ha spiegato al pub-blico pesarese in occasione della presentazione del libro, “è un suo-no che evoca accostamenti eso-tici tipo ramadan o ambaradan. In realtà - precisa - è il termine che impiega lo scrittore Emilio Gad-da nell’‘Adalgisa’ e rimanda ad un tipo di pavimentazione stradale in breccia o ghiaia, ideato nell’800 dall’ingegnere scozzese Mac Adam”. Tutto questo perché il pro-tagonista del romanzo si chiama Gengoni Selvino soprannominato, appunto, Macadàm, e fa il canto-niere sulla strada statale Adriati-ca all’altezza del km. 238,49, tra Romagna e Marche. La vita gli ha insegnato che non c’è bisogno di correre dietro al mondo visto che è il mondo a passare in processio-ne continua davanti alla sua casa cantoniera, dove sono sfilate co-lonne militari, il Giro d’Italia, le auto della Mille Miglia, cisterne e travi di cemento per i viadotti au-tostradali. L’idea di fondo è chiara: la realtà che ci circonda è piena di cose sorprendenti e per goderne bisogna imparare le parole giuste

Il cacciatore di Parole

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Essere | Paolo Teobaldi

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per dirle. Cosa che lo scrittore fa utilizzando una lingua puntuale, fortemente contaminata e ricca di termini desueti, molto diversa dal-lo scarno linguaggio televisivo al quale siamo ormai abituati. Scava e raccoglie, poi seleziona e asciuga. Un lavoro che ha imparato a fare quando era bambino, consultando la bibliotechina di famiglia. “Dalla guerra - spiega nello stesso raccon-to della Treccani - del patrimonio librario di mio nonno, che era ti-pografo, si salvarono solo tre libri: una Divina Commedia illustrata dal Doré, l’Opera omnia del poeta dialettale Pasqualòn e un’edizione ridotta del Dizionario della Lingua Italiana del Tommaseo”. Il vocabo-lario, soprattutto, si rivelò fonda-mentale per conoscere il mondo adulto attraverso la lettura delle

parole proibite. Le parole, insom-ma, per lo scrittore pesarese sono sempre state un vero pallino. Tan-to che le sue prime dichiarazioni d’amore le ha fatte scrivendo sulla sabbia. Ha partecipato ai moti del ’68, ma non sulle barricate, bensì “battendo le matrici dei volantini senza errori”. E il servizio milita-re non poteva che svolgerlo come

In queste pagine, Paolo Teobaldi ritratto a Pesaro.

Il racconto di una vita

Paolo Teobaldi è nato nel 1947 a Pesaro, dove vive. Ha insegnato italiano nella scuola superiore, ha tenuto corsi di scrittura creativa all’università di Scrittura Creativa all’Università di Urbino, ha lavorato come traduttore e copywriter. Come narratore ha pubblicato sette romanzi: “Scala di Giocca” (Edes Cagliari, 1984), “Finte. Tredici modi di sopravvivere ai morti” (Edizioni e/o, 1995), “La discarica” (Edizioni e/o, 1998), “Il padre dei nomi” (Edizioni e/o, 2002. Vincitore del Premio Frontino - Montefeltro), “La badante” (Edizioni e/o, 2004. Finalista al Premio Strega), “Il mio manicomio” (Edizioni e/o, 2007) e, l’ultimo, “Macadàm” (Edizione e/o), un on the road alla rovescia. I suoi libri sono stati tradotti in francese, tedesco, spagnolo e greco.

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aviere telescriventista in una base dell’Areonautica Ita-liana, sui Colli Euganei. Poi è arrivato il matrimonio, il lavoro come insegnante d’italiano in città diverse. E lui ha sempre continuato a scrivere. Prima abbarbicato a mac-chine da scrivere, poi a computer d’ultima generazione. Ma la decisione di pubblicare il suo primo romanzo è maturata solo al suo ritorno a Pesaro, nel tentativo di libe-rarsi dall’angoscia per l’improvvisa morte del padre. “Mi vergogno sempre un po’ quando mi danno dello scrittore - si schermisce Teobaldi -. Sarà perchè al liceo il nostro professore d’italiano, Adelelmo Campana, ci esortava a distinguere gli scrittori dagli scribacchini. Certo, per scri-vere, scrivo tutti i giorni; dopo però cancello quasi tutto. Perchè non è sufficiente buttare giù un testo, bisogna an-che rileggere e fare rileggere. Io lo faccio con mia moglie e i miei amici. Poi naturalmente leggo e rileggo i classici e i libri degli altri, compresi i manoscritti, i cui autori però a volte mi tolgono il saluto alla prima critica. Da quando ho consapevolezza di me stesso, ho sempre scritto. E sempre cancellato”. Non a caso “Macadàm” è passato attraverso sette stesure diverse prima di andare in stampa. “La lingua è come un iceberg - spiega Teobaldi - noi vediamo e usia-mo spesso solo la parte emersa. Quando scrivo un roman-

zo devo tener conto anche dell’altra parte dell’iceberg, delle espressioni che mi colpiscono parlando con la gente e del linguaggio che è anche patrimonio di chi non scrive. Poi elaboro, sintetizzo e asciugo fino alla versione defi-nitiva”. Teobaldi è a tutti gli effetti “un cacciatore di paro-le”, come lo ha definito lo scrittore Domenico Starnone. Non uno che si mette alla scrivania e butta giù una sto-ria, è la sua narrazione a costituire di per sé il racconto. ”Le parole - spiega - hanno origini strane, partono da un punto poi si muovono e arrivano chissà dove, strisciano, si contaminano e per questo non bisogna relegarle in un luogo determinato. Molti termini dialettali nascono in luoghi lontani ma poi, per magia, ce li ritroviamo tra le mani”. Teobaldi non ama la scrittura che ammicca al cinema o alla fiction, a differenza di tanti narratori che oggi scrivono un racconto in modo un po’ strabi-

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co, già pensando ad una possibile versione cinematografica. “Scri-vere un libro - afferma - è un po’ come corteggiare una donna, non si può farlo guardandone un’altra. Un mio romanzo, ‘La badante’, fu opzionato da Scola, l’editore ne era entusiasta. Poi il regista decise di non girare più film, salvo poi ricredersi ultimamente. Mi è di-spiaciuto, naturalmente, ma non ne ho fatto un dramma”. Oggi, in materia di scrittori, non teorizza più nulla: “Non penso che chi ven-de di più sia più bravo di chi vende meno; vorrebbe dire che Moccia è più bravo di Volponi, il che non è vero. Ma neanche il contrario, sennò chiunque pubblichi un testo potrebbe sentirsi autorizzato a cre-dersi un genio”. E ai giovani che ambiscono ad in-traprendere questo lavoro consi-glia di leggere “L’altrui mestiere” di Primo Levi. “Scrivere non è ob-bligatorio, non è come prendere un farmaco salvavita. Se si decide di farlo bisogna capire perché. È una cosa seria e non si può improvvisare. Altrimenti si fini-sce nel calderone dell’editoria di oggi, dove manca un criterio qualitativo per distinguere un prodotto commerciale da ciò che commerciale non è. Ecco perché penso che uno scrittore non debba vivere necessariamen-te in provincia o, al contrario, in una metropoli. Uno scritto-re vive dove vuole, o dove può. E per scrivere può usare lo strumen-to che preferisce, la Mont Blanc o l’Olivetti: basta che dopo si ricor-di sempre di cancellare un po’”. IN

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Uno studio associato per far fronte alle cause più articolate e complesse. Realizzato in chiave pesarese dagli avvocati Giuseppe Fattori, Roberto Pazzi, Giovanni Orciani, Ludovico Pazzi e Piercarlo Mariotti.

testo Silvia Sinibaldifoto Luca Toni

Da Law and Order ad Ally Mcbeal: l’immaginario rimanda alle affa-scinanti storie di crimini e giusti-zia, investigate e poi risolte da un pool di avvocati dei mitici studi associati. Giuseppe Fattori, avvoca-to civile di monolitica esperienza con un curriculum istituzionale di alto profilo, Roberto Pazzi, lumina-re del diritto di famiglia e con lui Giovanni Orciani e Ludovico Pazzi, colonne dello studio legale Rober-to Pazzi e Associati, fino a Piercar-lo Mariotti, specializzato in diritto internazionale, sono i professio-nisti pesaresi in questo genere. Nel lavoro d’équipe hanno pun-tato e creduto. Da oltre due anni vivono l’esperienza dell’impegno comune, delle risposte diversi-ficate e del sostegno reciproco. “I risultati ad oggi sono soddisfa-centi, - dice Giovanni Orciani, che tra le tante specializzazioni vanta anche quella in diritto dello spet-tacolo - perché, oltre alla risposta

Diritto inComune

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Difendere | Studio associato

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della clientela, il buon esito della collaborazione si fonda sui rappor-ti di amicizia, fiducia, stima e cor-rettezza che intercorrono fra tutti i partner. Solo con queste premesse la collaborazione potrà continuare e incrementare”.Studio associato, ma con una va-riante: “Abbiamo aggirato il pro-blema della sede unica - precisa Ludovico Pazzi, poliglotta, che si occupa in prevalenza di diritto civile - preferendo una partner-ship, che ci ha consentito di rea-lizzare la funzionalità di un unico studio associato senza particolari mutamenti mantenendo le nostre sedi storiche, che sono da sem-pre ben strutturate e funzionali, collegandole e aggregando i due studi professionali in modo tale da garantire nuovi servizi che, sin-golarmente, avremmo difficoltà a fornire. Si pensi ad esempio a tutta quanta la consulenza e assistenza necessaria all’applicazione della legge in tema di responsabilità pe-nale delle imprese”.

La scelta fatta dai cinque avvocati risponde alle esigenze di un pano-rama che nel tempo si è complicato.“La peculiarità della collaborazio-ne in partnership di due storici Studi Legali, da tempo radicati nella stessa città - chiarisce Pier-carlo Mariotti, esperto anche in diritto di proprietà intellettuale - nasce dall’esigenza di rispondere in maniera sempre più puntuale

ed efficace alle specifiche e artico-late problematiche della clientela. La crescente complessità dei siste-mi di tutela previsti dal nostro or-dinamento giuridico impone agli operatori del diritto la necessità di

strutturarsi in modo tale da favo-rire, all’interno degli studi, figure professionali specializzate, in gra-do di garantire l’eccellenza in ogni settore del diritto.I due Studi dispongono di pro-fessionisti di provata esperienza e sono collegati con consulenti specializzati nelle materie che più interessano la vita delle imprese e dei privati. Oggi giorno ogni que-

stione legale produce effetti in di-versi campi del diritto, rendendo necessario il coinvolgimento e la cooperazione di più professionisti specializzati nei vari ambiti. Attra-verso la specializzazione dei sin-goli e il costante collegamento tra essi, siamo in grado di dare rispo-ste a tutte le esigenze e le necessità della clientela”.In pratica come funziona?“Partiamo da una prioritaria con-sultazione con il cliente, per poter accertare quali siano le necessità e gli scopi che lo stesso intende conseguire in relazione alle varie fattispecie prospettate. In seguito le problematiche vengono studia-te ed assegnate ai componenti più qualificati e ai consulenti più indi-cati nelle varie materie, in base alle specifiche caratteristiche”. IN

A fianco, l’avvocato Ludovico Pazzi. In apertura, da sinistra Roberto Pazzi,

Piercarlo Mariotti, Giuseppe Fattori, Giovanni Orciani e Ludovico Pazzi.

Associarsi per garantire l’eccellenza

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Creare | Francesco De Benedettis

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Una carriera costellata di successi quella di Francesco De Benedettis, compositore fanese del Naïve Recording Studio. E due super successi messi a segno a Sanremo, con Marco Mengoni e Max Gazzè.

testo Maria Rita Tonti - foto Luca Toni

Francesco De Benedittis, fanese, appassionato di musica elettro-nica, si è diplomato a pieni voti alla School of Audio Engineering Technology College di Milano. La sua è una carriera musicale costellata di collaborazioni con artisti di successo come Nek, Fran-cesco Renga, Marco Carta, ma la grande popolarità arriva con il Festival di Sanremo 2013. De Be-nedittis, infatti, firma come autore la canzone vincitrice del Festival, “L’essenziale”, interpretata da Mar-co Mengoni, e “Sotto casa”, portata al successo da Max Gazzè.Come è nata “L’essenziale”?“La canzone vincitrice del Festival è nata a Fano, nel Naïve Recording Studio dove lavoro. La casa disco-grafica con cui collaboro, Univer-sal Music, organizza sessioni di scrittura in cui noi autori, per un certo periodo, lavoriamo gomi-to a gomito e scriviamo insieme. Io e il collega Roberto Casalino ci siamo messi al pianoforte, per cercare di mettere insieme le idee che avevamo in testa. Così è nata

‘L’essenziale’. Inizialmente si scri-ve per il puro gusto di scrivere e solo in seconda battuta si pensa a chi potrebbe essere il destinatario della canzone: non è un percorso semplice, perché è necessario che si crei un’alchimia particolare e che il cantante senta il brano nelle sue corde. È quello che è accaduto con Marco Mengoni: non appena ha ascoltato la canzone se ne è in-namorato e ha chiesto di poterla interpretare”. Che posto occupa nel suo percorso artistico la vittoria sanremese?“Da un po’ di tempo, scherzando, mi dicevo: ‘Prima di morire vor-rei partecipare almeno una volta a Sanremo’. Ma quella di vincere era una possibilità che non mi aveva mai sfiorato. Il fatto strano è che dopo tanti anni di attività mi sono ritrovato al Festival con due canzoni, ‘L’essenziale’ e ‘Sotto casa’. La prima ha conquistato il podio più alto e ‘Sotto casa’ l’ha quasi surclassata come numeri e come programmazioni alla radio.Ancora oggi faccio fatica a realiz-

Quella musica Essenziale

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zare l’idea della vittoria, si tratta di una grande soddisfazione che avrà risvolti positivi nel mio mestiere. Per questo sono già immerso a pie-no ritmo nel lavoro, per inseguire nuovi traguardi”. Quali ritiene siano le ragioni del successo di “Sotto casa”?“Diverse componenti hanno de-terminato il successo del brano che ho scritto con Max Gazzè. La qualità intrinseca delle parole è

oggettiva, pur essendo un brano molto ironico. Il contenuto del testo è interessante perché è un invito ad ascoltare chi la pensa in modo diverso, a non giudicare le cose prima di conoscerle. La musi-ca poi è una marcetta spensierata che accompagna bene le parole e

che alleggerisce il tutto, pur facen-do riflettere”. Lei ha lavorato a lungo e con suc-cesso in Francia. Di che tipo di espe-rienza si è trattato?“Sono famoso in Francia soprattut-to grazie a ‘Vivre la vie’ di Kelly Joy-ce. Non è facile imporsi in questo paese, ma sono stato accolto con entusiasmo e sono nate altre colla-borazioni come quella con la gran-de Sylvie Vartan, e l’impegno con

i talent. È un’esperienza che mi ha fatto crescere moltissimo perché il contatto con altre culture consen-te di ampliare i propri orizzonti, di esplorare stili e stilemi di ogni genere, fondendo gusti e suoni di-versi. Un patrimonio che mi porto dentro e che mi è utile sia per il

lavoro che svolgo in Italia sia per le collaborazioni che ho in Francia e in altri paesi”. Lei è titolare del Naïve Recording Studio che ha sede a Bellocchi di Fano. Che tipo di attività si svolge al suo interno?“È un luminoso ‘appartamento musicale’ con una tecnologia ag-giornata al massimo. L’attività si articola in tre settori: il lavoro per terzi, come è accaduto ad esempio con Fabio Concato che ha registra-to nel nostro studio il suo album, poi c’è la mia attività con le canzo-ni, cioè produzione, arrangiamen-to, registrazione. Il terzo aspetto è quello dello studio/scuola. Ogni anno organizziamo corsi di audio produzione, aperti a giovani e non. È un’idea che ha avuto successo: abbiamo classi di 10 - 15 allievi che seguiamo in modo capillare e che in alcuni casi finiscono per diven-tare nostri collaboratori”. IN

A fianco Francesco De Benedittis con l’amico e collaboratore “Edo”. In apertura, Francesco alla consolle.

Collaborazioni musicali internazionali

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Il secondo volume delle “52 domenIche In Romagna” Un nuovo viaggio in un territorio che non smette di stupire

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Le “52 domeniche in Romagna” torna-no con un secondo volume che narra il “sapore” dei luoghi e accompagna il lettore verso le mete più insolite e affascinanti per il week-end.

Una guida, organizzata come sempre in 52 itinerari, arricchita dalla segna-lazione di curiosità, luoghi nascosti e esperienze suggestive, perché ogni do-menica diventi indimenticabile.

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La voce della radio Stereo Pesaro è

tornata a farsi sentire grazie ad internet.

Con speaker storici pronti a raccontare al mondo le bellezze di

Pesaro e dintorni.

testo Simonetta Campanelli - foto Roberto Bagazzoli

La storia comincia alle soglie dell’e-state del 1976, quando arriva la no-tizia della decadenza definitiva del Monopolio della Radio Televisione Italiana. È in quel periodo che, in alcune zone d’Italia, nascono le “radio libere”. In città ce ne sono due, che inizieranno negli stessi giorni le loro trasmissioni, Stereo Pesaro e Radio Pesaro Centrale, pronte a contendersi il primato di prima radio nata a Pesaro. Prendo-no vita dall’idea di un gruppo di amici e le prime trasmissioni ven-gono registrate da uno scantinato della zona Mare, in viale Trento. Il fenomeno esplode in città e na-

sce così Stereo Pesaro 103. Quel decennio che andava a cominciare cambierà le abitudini della città e di quel gruppo di giovani pesaresi che quotidianamente si alternava-no ai microfoni di Stereo Pesaro 103. La radio cresce e poco tempo dopo l’inizio della sua program-mazione si trasferisce nell’avvene-ristica sede di via Scesa. Con una programmazione creativa e una redazione molto “forte”, Stereo Pesaro continua a crescere. Im-provvisamente, però, dopo dieci anni quella frequenza resta accesa e “muta”, fino al suo spegnimento definitivo. Ventisette anni dopo,

Dall’etere al Web

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Trasmettere | Stereo Pesaro

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però, accade qualcosa, attraverso la rete: il primo luglio del 2013 una colonna sonora si riaccende, i suoi jingle non lasciano dubbi: “Stereo Pesaro è tornata”. E dopo quindici giorni riprendono i programmi in voce con un palinsesto provvisorio. Al microfono si alternano voci note ai pesaresi.A questa impresa dell’editore Roberto Bagazzoli e del suo socio Paolo Simonetti si aff iancano Paolo Pagnini, voce storica di Stereo

Pesaro 103, con Laura Trebbi, Mary Magi e Luigi Pansino, amici ed ex colleghi di Bagazzoli a Radio Veronica 104. Ci sono con loro Daniela Rinaldi, anche lei per un breve periodo a Veronica, e Marco Picchio, tra le voci storiche delle emittenti umbre Radio Subasio e Radio Onda Libera. Ultimo, ma solo in ordine di apparizione, Marco Markino Mainardi, riminese tra gli ex di Veronica che ha lasciato

l’FM per questa nuova avventura. A Roberto Bagazzoli abbiamo chie-sto come è nato questo progetto: “Vivevo in provincia di Macerata ma da sempre passavo le mia va-canze dai nonni a Pesaro. Nell’e-state del 1976 una mia compagna di giochi, da sempre appassiona-ta di musica e mia coetanea, mi racconta che in città era nata una ‘radio libera’. Ho iniziato a passa-re i miei pomeriggi ad ascoltarla. L’estate successiva nacque un radio

privata anche nel paese in cui vi-vevo ed io, per la prima volta nella mia vita, parlai a quei microfoni conducendo con mio fratello un programma per bambini. Per me è stato amore a prima vista, una pas-sione che è diventata un lavoro. Da quell’estate non ho mai più smesso di fare radio. Oltre a Stereo Pesaro e Webandisco, le nostre due we-bradio, attualmente sono speaker a Radio Sabbia di Riccione e sono

station manager di una della stazio-ni radio storiche di Milano, Radio Reporter, per la quale, oltre che essere speaker, seguo anche tutte le questioni organizzative”. Perché la scelta del web? “Sicuramente per una questione di costi. Oggi non si possono attivare nuove licenze FM e i costi per acquistarne una sono molto elevati”. Stereo Pesaro 2.0 oggi si ascolta sul sito www.stere-opesaro.it, ma anche attraverso le App gratuite di Google Play per di-spositivi Android e Apple Store per Iphone e Ipad. È inoltre presente sulle maggiori piattaforme internet dedicate alla radio on-line.L’obiettivo del progetto è portare Pesaro e le sue bellezze nel mondo: ampio spazio viene dato a rubri-che che raccontano le curiosità da vedere in città come in provincia, la colonna sonora è quella di quel periodo, mentre gli speaker non hanno nessun “vincolo editoria-le” su ciò che raccontano nei loro programmi. Insomma, a Stereo Pesaro hanno riscoperto la crea-tività della radio tipica degli anni Settanta, entusiasmo compreso. IN

A fianco, Paolo Simonetti e Roberto Bagazzoli negli studi di Stereo Pesaro. In apertura, una

parte dello staff della radio.

La radio rinata su Internet

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Un’origine antica quella di Orciano e una lunga storia al centro delle dispute tra i potenti che a lungo dominarono la penisola. Con un museo che oggi ne ricorda i mestieri e la vita del passato.

testo Ettore Franca - foto Leo Mattioli

Se volete passare una domenica diversa alla scoperta del nostro entroterra, suggerisco di mette-re in agenda una passeggiata ad Orciano, un paese di storia e di bellezze che, oltre alla sorpresa, non lascia certamente delusi. Prendete la E78, la superstrada da Fano per Roma, uscite a Cal-cinelli e girate per Montemaggio-re; appena sale, dirigetevi a destra verso San Liberio proseguendo poi sulla SP49 che, dopo il dan-cing “Tris”, s’arrampica sulla col-lina. Al bivio prendete a sinistra e siete ad Orciano, al centro del-le sue frazioni che, affascinanti fin dai nomi - Rupoli, Montebel-lo, Schieppe - meritano una visita per tornare indietro nel tempo. Il paese ha origini antiche docu-mentate da certi manoscritti che citano un piccolo tempio dedica-to a Giano dove si andava per via di un oracolo lasciando qualche moneta in un vaso di terracotta: l’orcio di Giano. Nel V-VI secolo, abbracciato il cristianesimo, il

tempio venne demolito per far posto ad una Pieve più volte ci-tata in molte “bolle” pontificie. Il nucleo era sorto sul disbosca-mento della selva sulla collina e, nel tempo, si dotò di un castello completato con la cinta mura-ria. Nell’VIII secolo faceva parte dell’Esarcato di Ravenna e, cu-stodito dai Benedettini, era in subordine al vescovo di Fano. L’a-rea venne comunque travolta da vicende di conquista. Barbarossa la strappa ai monaci e la “dona” al governatorato di Fano. Il figlio, in-sieme ad altri castelli dei dintorni, crea un feudo e lo cede agli Ubal-dini, di parte ghibellina, of course.Nel 1339 arriva Galeotto Malatesti della Signoria di Rimini il quale, appena in possesso di Orciano, vi sistema le sue truppe, ovvia-mente a spese degli orcianesi. Questi, esasperati dalle tasse, capeggiarono una rivolta col contado e dei castelli limitrofi che ben presto vengono rimessi in riga da quel fumino di Gale-

otto il quale, tanto per far capi-re chi comandava, ordinò alla sua soldataglia di saccheggiare Orciano dove, si legge in una cro-naca, “… l’impeto e la rabbia feroce di quei mostri, portarono desolazione, morte e rovina”. Poi, per farsi voler bene, al popolo elargì qualche utilità - poche - e, in suo onore, fece erigere la “Porta di sotto”, demolita nel 1913, e per tener d’occhio eventuali movimenti dei ribelli la torre “malatestiana” che ancora domina il centro. Alla gente rimase la miseria, tanto che molti non sopravvissero alle reite-rate pestilenze.A parte la batosta provocata dal-le truppe del cardinal Albornoz, Orciano ritorna ai Malatesti; prima a Pandolfo III poi al ni-pote Galeotto Roberto sui quali veglia la zia Elisabetta Gonzaga. Nel 1463 i Malatesti, malamente sconfitti da Federico da Montefel-tro, perdono Orciano insieme a Senigallia, Fano e Mondavio che tornano alla Chiesa, finché papa

L’oracolo di Giano

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Visitare | Orciano

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Sisto IV Della Rovere, in ognuna, piazza i suoi parenti liguri nelle Marche, troppo stretegiche. Nel-la distribuzione degli incarichi, Orciano tocca a Giovanni, fratello di Giuliano Della Rovere che sarà papa Paolo II. Con lui, che spo-sa la figlia di Federico da Mon-tefeltro, Orciano visse un po’ di tranquillità. In quegli anni si apportano migliorie al borgo, si realizzano le mura e la porta d’ingresso al castello dove anco-ra campeggia lo stemma rovere-sco col monogramma “Io(hannes) Dux” e l’orgoglioso motto “Hinc (virtutes) Nostras Licet Estimare” (qui si può valutare il nostro valo-re). Su progetto di Baccio Pontel-li, che modifica la “malatestiana”

trasformandola nella più bella torre elevata nelle Marche durante il Ri-nascimento, a Giovanni si deve la costruzione della chiesa di Santa Maria Novella - una eccellente et pre-ciosa chiesa - fatta arricchire con gli stucchi del Brandani.Sulla piazzetta appare la facciata rettangolare coi mattoni a vista e i riquadri sotto tre finestre roton-de, strombate, con la centrale più grande sopra il portale in pietra bianca scolpita in bassorilievo che si vuole progettato da Raffaello.Fra il 1502 e l’anno dopo su Orciano mette gli occhi (e le mani) Valen-tino Borgia, figlio del papa Ales-sandro VI alla cui morte, Giulio II Della Rovere rimette le cose a posto fra i parenti e al casato re-

Sopra, una veduta caratteristica di Orciano. In apertura, panorama del paese.

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Giovani e intraprendenti, ma anche sensibili e discreti, questo il rapido ma efficace identikit di Giovanni Casalboni e Stefano Esposto (nella foto), che hanno avviato a Pesaro una nuova attività da gestire con professionalità, passione e umanità. I due soci si occupano di servizi funerari e provengono da esperien-ze professionali nel settore. Dopo aver praticato altre attività hanno deciso di mettere a frutto insieme le capacità maturate, sviluppando un servizio che rispondesse in maniera moderna e qualificata alle esigenze delle famiglie che stanno vivendo un momento doloroso. Il settore - secondo Casalboni ed Esposto - è pronto ad accogliere idee e nuove professionalità, soprattutto da parte di profes-sionisti che hanno scelto di operare in un ambito così delicato. È fondamentale dunque per i soci proporsi con una particolare attenzione verso chi si rivolge a loro per essere accompagnato e consigliato in un frangente difficile, per questo la prima carat-

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Giovanni Casalboni e stefano espostoQuando la sensibilità fa la differenzaDuE profESSioniSti ESpErti E attEnti, ChE Sanno proporrE SErvizi DivErSifiCati pEr SalutarE Con DiGnità E affEtto i propri Cari.

teristica è la capacità d’ascolto, unita alla mas-sima disponibilità e a un approccio sensibile e insieme professionale. Partendo da queste qualità fondamentali e distintive, l’azienda propone una

serie di servizi tradizionali, come lo svolgimento delle pratiche burocratiche e l’organizzazione di tutti i servizi funebri attuati con personale professionale e con la massima qualità dei for-nitori, tutti marchi artigianali consolidati del territorio pesarese. Si aggiungono poi i servizi in settori innovativi che soddisfano le esigenze più diversificate, quali ad esempio la consulenza nell’ambito delle successioni e dei testamenti, un sostegno gra-tuito nell’elaborazione del lutto, la gestione di pratiche e servizi a livello internazionale, l’attenzione all’utilizzo di prodotti ecolo-gici. Precisione nei dettagli, cura e qualità in ogni servizio rappre-sentano la cifra distintiva della Casalboni G. - Esposto S. che ha l’obiettivo di offrire sempre un alto profilo ai propri clienti e una presenza discreta fatta di dignità e rispetto in tutti i momenti.

sta fino alla morte di Francesco Maria II nel 1631 quando Orcia-no, con tutto il Ducato di Urbi-no, torna allo Stato Pontificio per confluire, 150 anni fa, nel Regno d’Italia. Orciano ha voluto recu-perare la memoria delle recenti attività del paese nel “Museo del-la corda e degli antichi mestieri” per ricordare d’esser stata famosa per la produzione dei laterizi, la coltivazione della canapa e per l’artigianato dei cordai, ricerca-ti dalla marineria fanese che si riforniva del cordame per i suoi pescherecci. Documentata è la produzione dei laterizi locali: carrelli da fornace, prodotti finiti e manufatti - muri ad una, due o tre teste o a sacco - coppi e tego-le, archi, solai, illustrati anche da documentazione storica, fotogra-fica e filmata. Istruttivo è anche

il lavoro dei cordai, dalle materie prime agli strumenti - “manzola”, rastrelli, forme, girelle, garbini - dalle funi in lavorazione oltre al corredo di una ricca campionatu-ra di corde di vario genere ed uso, tutto illustrato da pannelli e con immagini che aiutano a capire. Né poteva mancare la presenta-zione di oggetti e attrezzi agricoli ricondotti in quell’ambiente rura-le cui le varie attività artigianali si rapportavano. Una sala è dedicata allo scultore Giò Pomodoro, nativo del luogo, del quale il “Sole deposto” orna la piazzetta. A metà agosto, infi-ne, si svolge ad Orciano l’antico “mercato di San Rocco”, una fiera di prodotti artigianali dei mobili d’epoca, terrecotte, lavori in fer-ro, legno e vetro, pitture e piante officinali. IN

Tre scorci del borgo di Orciano.

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Giovani e intraprendenti, ma anche sensibili e discreti, questo il rapido ma efficace identikit di Giovanni Casalboni e Stefano Esposto (nella foto), che hanno avviato a Pesaro una nuova attività da gestire con professionalità, passione e umanità. I due soci si occupano di servizi funerari e provengono da esperien-ze professionali nel settore. Dopo aver praticato altre attività hanno deciso di mettere a frutto insieme le capacità maturate, sviluppando un servizio che rispondesse in maniera moderna e qualificata alle esigenze delle famiglie che stanno vivendo un momento doloroso. Il settore - secondo Casalboni ed Esposto - è pronto ad accogliere idee e nuove professionalità, soprattutto da parte di profes-sionisti che hanno scelto di operare in un ambito così delicato. È fondamentale dunque per i soci proporsi con una particolare attenzione verso chi si rivolge a loro per essere accompagnato e consigliato in un frangente difficile, per questo la prima carat-

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teristica è la capacità d’ascolto, unita alla mas-sima disponibilità e a un approccio sensibile e insieme professionale. Partendo da queste qualità fondamentali e distintive, l’azienda propone una

serie di servizi tradizionali, come lo svolgimento delle pratiche burocratiche e l’organizzazione di tutti i servizi funebri attuati con personale professionale e con la massima qualità dei for-nitori, tutti marchi artigianali consolidati del territorio pesarese. Si aggiungono poi i servizi in settori innovativi che soddisfano le esigenze più diversificate, quali ad esempio la consulenza nell’ambito delle successioni e dei testamenti, un sostegno gra-tuito nell’elaborazione del lutto, la gestione di pratiche e servizi a livello internazionale, l’attenzione all’utilizzo di prodotti ecolo-gici. Precisione nei dettagli, cura e qualità in ogni servizio rappre-sentano la cifra distintiva della Casalboni G. - Esposto S. che ha l’obiettivo di offrire sempre un alto profilo ai propri clienti e una presenza discreta fatta di dignità e rispetto in tutti i momenti.

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Un piatto nato e cresciuto tra il Conca e il Metauro

raccoglie tutta la sapienza culinaria delle massaie

pesaresi. Che per preparare la pasticciata usavano un ingrediente

speciale: il tempo.

testo Ettore Franca - foto Leo Mattioli

Ai più grandi ricorda i pran-zi delle grandi feste invernali - classico quello di Santo Stefano - o le occasioni conviviali come i matrimoni. Immancabile nel pranzo, il primo in casa di lei, che suggellava il fidanzamento ufficiale di “lui” quando, dopo il brodo e prima degli arrosti, arri-vava la pasticciata. E gli amici, col “... t’ha magnèd la pasticèda?”, lo stuzzicavano per dirgli che or-mai… era fatta.La pasticciata è un piatto nato e cresciuto fra il Conca e il Metau-ro - si chiama infatti “pasticcia-ta pesarese” - e la sua diffusione non andava oltre le colline sulla linea tra Fossombrone, Tavul-lia, San Giovanni in Marignano.La sua preparazione non com-

pare mai nei libri dei ricettari e per la prima volta, solo nel 1931, viene citata nella “Guida gastro-nomica d’Italia” del Touring Club.Si tratta in realtà di una creazione delle massaie con la “carne gros-sa”, quella dei bovini vecchi, giunti a fine carriera dopo anni e anni di lavoro. Carne dura, stoppaccio-sa, difficile da trattare, destinata a preparare il brodo. Solo la ma-estria di quelle donne poteva in-ventare un piatto che avrebbe fatto dimenticare ai commensali la mo-notonia del lesso.Oggi la pasticciata compare poco sulle tavole domestiche ed è pra-ticamente scomparsa dai menù dei ristoranti perché, oltre alla ca-pacità tecnica, richiede un ingre-diente difficile da mettere insieme

al resto: il tempo. E quando dico tempo voglio dire almeno 6-8 ore. Ovviamente scegliendo, adesso, carni migliori di quelle di un tem-po, il risultato non può che essere eccellente.Si comincia col tagliare a listarelle la pancetta, o il lardo, spolverando-le con cannella, sale e pepe.Per la carne si usa girello di vitel-lone, che viene preparato infilzan-do qualche chiodo di garofano, “appiccicando” alcune foglie di maggiorana (l’erba bona) e i pez-zetti ricavati da qualche spicchio d’aglio. Si lardella con la pancetta legando il tutto con lo spago, per mantenere una forma vagamente cilindrica.Nel frattempo, in una casseruola dove c’è olio extravergine e un

Carne e aromi, succulento Pasticcio

38 | IN Magazine

Gustare | La pasticciata

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“battuto” di lardo, si mette a rosolare un aglio. Tolto l’a-glio quando imbruna, si aggiungono una cipolla tagliata a metà infilzata di chiodi di garofano, una carota pelata e un gambo di sedano, facendo soffriggere fino ad ap-passimento.Ora, alzando la fiamma, si aggiunge nel tegame la carne facendola rosolare da tutte le parti girandola con attrezzi di legno per evitare di forarla; verso la fine la prepara-zione va regolata di sale, quindi si sfuma con vino bianco secco. Si aggiunge il concentrato di pomodoro allun-gato con l’acqua o, se c’è a disposizione, col brodo, e si completa la cottura sotto coperchio, a fuoco bassissimo, reintegrando eventualmente il liquido durante le 2-3 ore necessarie quando, ogni tanto, si gira il cilindro di carne. Si toglie ora dal tegame dove si conserva il sugo, sepa-rando cipolla, carota e sedano, e si aspetta che la carne sia completamente fredda prima di tagliarla a fette vaga-mente rotonde e spesse mezzo centimetro da rimettere nel sugo, per completare la cottura senza mai muovere e sicuri che siano sempre immerse.Non male, all’ultimo, una grattatina di noce moscata. La pasticciata si serve ben calda, bagnandola col sugo dentro al piatto. Il contorno, per tradizione, è costituito da erbe di campagna cotte passate in padella, la classica “pasticciata con l’erba”, anche se c’è chi utilizza le bietole o gli spinaci lessati. Opportuno un buon vino rosso. Nes-suno protesta se, col pane, si fa scarpetta nel piatto per gustare il sugo. IN

Carne e aromi, succulento Pasticcio

Ingredienti e segreti

Per 4 persone servono:800 g. di girello di vitellone, lardo e/o pancetta, carota, sedano, cipolla, chiodi di garofano, aglio, vino rosso, pomodoro concentrato, olio, aglio, sale, pepe e noce moscata.Se la pasticciata è per la cena, bisogna cominciare alla mattina preparando il fondo con le verdure e avviare la cottura della carne evitando di forarla per mantenere i succhi all’interno e ottenere una carne molto tenera. A rosolatura avvenuta, aggiungere il vino da evaporare a fiamma viva, versare poi il concentrato diluito, regolando sale e pepe lasciando cuocere per diverse ore. Al termine (tarda mattina) separare la carne lasciandola raffreddare prima di farla a fette; nel tegame, tolti gli odori, lasciare il sugo dove le fette rimarranno un altro paio d’ore, sempre coperte e a fuoco blando.

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Aiutare i giovani ad intraprendere nuovi percorsi formativi verso nuovi saperi. È uno degli obiettivi di Paolo Balestrieri, presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili provinciale.

Paolo Balestieri, eletto presidente dell’Ordine dei Dottori Commer-cialisti e degli Esperti Contabili della provincia di Pesaro e Urbino, è stato premiato per l’impegno e la volontà di presentare una cate-goria unita nell’affrontare le sfide che il futuro prospetta.“Ho fatto la scelta di candidarmi a presidente nella convinzione di essere pronto a dare continuità al mio impegno, per essere utile al territorio e all’intero paese met-tendo a disposizione il sapere, per snellire i costi della pubblica ammi-nistrazione, per aiutare le imprese nei momenti critici, per sostenere i giovani iscritti nel difficile approc-cio al mondo del lavoro. È diffi-cile oggi pensare a strategie che prescindano dalla serietà, dall’im-pegno e dalla professionalità. Viviamo momenti difficili e di for-te disagio, dunque dobbiamo otte-nere risultati che possano consen-tire al commercialista di tornare a svolgere la professione con sereni-tà. È ora che il commercialista ven-ga considerato importante anche e soprattutto per il lavoro svolto al servizio della collettività. Sono convinto che la nostra professione

possa fornire, ora più che mai, un vero supporto alle imprese clienti, ma per far ciò e vincere la sfida della concorrenza dobbiamo con-frontarci e crescere tutti insieme”.Tra i principali obiettivi di Paolo Balestieri c’è quello di trasmette-re ai giovani la passione per una professione che molto pretende e che tanto restituisce, aiutandoli ad orientare le loro scelte formative alla luce delle nuove esigenze e

dei nuovi bisogni che la crisi crea.“Bisogna porre tanta attenzione nell’immaginare nuovi scenari per i giovani professionisti, le loro aspirazioni e il desiderio di avvi-cinarsi, in maniera consapevole e informata, al mondo del lavoro, scommettendo sempre più su in-novazione, tecnologia e qualità totale, sapendo che non esiste antitesi tra teoria e pratica, che la soluzione di qualsiasi problema di un cliente passa prima dallo stu-dio delle norme di legge e prose-gue, a seconda dei casi, con la dot-trina, la prassi, la giurisprudenza e la nostra esperienza. Le vicende congiunturali dell’economia na-zionale e locale - prosegue Bale-strieri - hanno inciso soprattutto sui giovani. Questo però non li deve scorag-giare, anzi, ancor più devono raf-forzare le loro competenze con strumenti e saperi con cui deli-neare robusti piani formativi, per prepararsi a nuove conoscenze e capacità per un mondo ormai pro-fondamente trasformato. Devono continuare ad investire le loro energie in perfezionamento, ag-giornamento e orientamento...”. IN

testo Simonetta Campanelli - foto Luca Toni

La passione per la Professione

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Presiedere | Paolo Balestrieri

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Adozioni a distanza, un centro diurno e una struttura aperta 24 ore su 24. Sono tante le attività seguite da Edoardo Beltrami, medico e presidente dell’associazione pesarese “Voce”.

Dare voce a chi non c’è l’ha. È la ‘missione’ dell’associazione onlus Voce, che si occupa di adozioni a distanza in Brasile, nata da un’e-sperienza vissuta dal suo presiden-te e medico Edoardo Beltrami. Quando e come nasce la vostra as-sociazione?“Ufficialmente nel 2001, anche se tutto è iniziato prima. Nel 1997, con quattro amici, siamo arrivati in Brasile per caso. Volevamo an-dare in Uganda, ma l’ospedale che ci avrebbe ospitato era stato assal-tato. Grazie a Monsignor Giuseppe Foralosso siamo arrivati a Guira-tinga, nel Mato Grosso”. Qual è stata la molla che ha fat-to scattare il desiderio di dar vita all’associazione?“Abbiamo visto una donna morire di cancro che lasciava undici figli

e un marito disoccupato. Fu don Giuseppe a dirci: ‘Perché non tro-vate undici famiglie in Italia che adottino questi bambini?’. Grazie a mia madre Grazia, professoressa al liceo Mamiani, abbiamo trovato subito, tramite i suoi alunni, undici famiglie. Ora, ogni volta che ho le ferie, vado in Brasile”. Quanti sono i volontari che collabo-rano con voi?“Circa una quindicina”.Quanti sono, invece, i bambini a di-stanza adottati?“Circa quattrocento. Ma la crisi si fa sentire anche per le nostre famiglie adottive, che non rie-scono più a spendere 300 euro all’anno per bambini. Così le adozioni sono calate del 10%”.Che cosa avete fatto con l’aiuto delle famiglie pesaresi?

“Un centro diurno per bambini, dove vengono ospitati mattino e pomeriggio e dove serviamo colazione, pranzo e merenda. Li seguiamo dal punto di vista socio-educativo ma anche sanitario con oculista, logopedista, e curando problemi specifici come ernie con-genite o primi segnali di lebbra. Per i più grandi offriamo scuole-lavoro e ogni anno, per i più meritevoli, ci sono alcune borse di studio”.Quali sono i vostri prossimi progetti?“Stiamo pensando ad una strut-tura per ragazzi aperta 24 ore su 24, per quei minori allontanati da famiglie violente, qualche caso di stupro o altri problemi. Grazie ad una donazione dei Lions di Pe-saro potremo portare a termine gli arredi di questa casa di acco-glienza”. IN

testo Alice Muri - foto Luca Toni

Una Voce per i bimbi del Brasile

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Aiutare | Edoardo Beltrami

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Il premio letterario internazionale biennale “La donna si racconta”

ha dato voce a tante scrittrici, premiate

nella scorsa edizione da Fidapa Bpw Italy. Nuovo

bando ad inizio 2014.

In diciassette edizioni, il premio letterario internazionale bienna-le “La donna si racconta” ha dato voce a tante donne che hanno “confidato” in racconti e poesie le loro esperienze e speranze, sogni e dolori. Promosso dall’associazione Fidapa Bpw Italy - sezione di Pesaro (presieduta da Raffaella Marini con la presidente onoraria del premio Anna Mici e i patrocini di Regione, Provincia e Comune di Pesaro), il concorso è articolato nel-la sezione adulti riservata alle don-ne e nella sezione juniores aperta a studentesse e studenti delle scuole superiori nelle Marche. Tra le don-ne premiate durante la cerimonia, ospitata nel novembre 2012 dal Teatro Sperimentale di Pesaro, c’è la poetessa pesarese Laura Cor-raducci, vincitrice del “Premio po-esia”: ha partecipato al concorso

con cinque poesie, di cui è stata letta “Non è vero che le cose”; è au-trice di “Lux Renova” (2007) ed è una delle autrici dell’antologia “Cuore di preda. Poesia contro la violenza alle donne”. Nella “Sezio-ne adulti”, vincitrice del Premio narrativa è stata Tamara Rigo di Borgo Valsugana (Trento). Per “Ju-niores Study”, hanno vinto il Pre-mio narrativa “ex aequo” Laura Morazzini di Pesaro e Valentina Pa-gliarini di Cagli, mentre si è aggiu-dicata il Premio poesia, Valentina Benvenuti di Pesaro. A premiare le vincitrici sono state, tra gli altri, la presidente Raffaella Marini, Anna Mici, Wanda Tramezzo past pre-sident, la vice presidente Manue-la Marini e la segretaria Claudia Rondolini. “Il nuovo bando - anti-cipa Raffaella Marini - uscirà nei primi mesi del 2014”. IN

testo Benedetta Andreoli - foto Luca Toni

Sogni e speranze tra le Righe

Premio speciale a Grazia Verasani

È stato assegnato alla scrittrice, sceneggiatrice e cantautrice Grazia Verasani il Premio speciale “La donna si racconta”, un’opera d’arte creata da Fiam Italia e consegnata da Vittorio Livi all’autrice “per il suo talento e la sua attività sempre orientata al mondo femminile”. Intervistata dalla giornalista Silvia Sinibaldi, Grazia Verasani ha affermato: “Alle giovani dico che la meta non dovrebbe essere il fantomatico successo, ma la possibilità di vivere quella grande passione che è la scrittura, di tirare fuori ciò che si ha da esprimere, che non è solo per sé, ma anche per gli altri”. Grazia Verasani è autrice anche di un testo teatrale, “From Medea”, che affronta il delicato tema della depressione post partum; dalla piéce è stato tratto il soggetto del film “Maternity Blues”. B.A.

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Scrivere | La donna si racconta

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Una storia a cavallo tra sogno e realtà ambientata a Fano, nella foce del Metauro. A raccontarla è Michele Petrucci, autore di disegni e testi.

“Metauro” è un fumetto geniale di Michele Petrucci, autore della nostra terra in un momento in cui tornano finalmente alla luce prove certe (proiettili di piombo) del luo-go del combattimento.È una storia nella Storia o meglio nella grande Storia, se pensiamo al tema affrontato. La battaglia che nel 207 a.C. che oppose romani e cartaginesi lungo le rive del pic-colo fiume è infatti uno di quegli avvenimenti che hanno cambia-to il corso delle vicende umane.Si potrebbe pensare, a questo pun-to, che “Metauro” sia nient’altro che l’ennesima ipotesi, questa volta avanzata a colpi di “strisce”, sul luo-go esatto in cui oltre duemila anni

or sono si svolse il celebre scontro che intrigò Tito Livio. Niente di tutto questo. L’intento dell’autore, animato come tutti i giovani da un positivo anelito di pace e turbato dall’orrenda carneficina che chia-miamo guerra, era un altro.La storia di “Metauro” è, infatti, un’altra storia. Una storia a cavallo tra la realtà ed il sogno, irrobustita da colte citazioni e forti suggestio-ni visive. Il luogo in cui la vicenda si svolge è una cittadina alla foce del Metauro, Fano, dove anticamen-te sorgeva un Tempio dedicato alla Dea Fortuna. Un luogo esoterico per eccellenza in cui, tra rude-ri romani e testimonianze di un antico splendore, nelle vie e nelle

piazze della quotidianità contem-poranea accadono cose misteriose. Talmente misteriose che soltanto una fervida fantasia come quella di Michele Petrucci, autore dei di-segni e dei testi, poteva affrontare. Anticiparne anche una piccola parte sarebbe però privare il letto-re del piacere di scoprirle da solo e non saremo certo noi a prender-ci questa responsabilità. Una cosa però è certa: Fano avrà un’altra originalissima guida. Ci auguria-mo di vederla presto in mano agli indigeni e agli stranieri. Sarà l’uni-ca guida al mondo in grado, grazie ad una presenza fantasmatica, di proiettarci nel futuro partendo da un lontano passato. IN

testo Alberto Berardi - foto Luca Toni

Un fumetto Geniale

Roberto Dal Mas è direttore generale di Banca dell’Adriatico. A lui abbiamo chiesto quali siano le strategie dell’istituto per tornare a far crescere il territorio. Banca dell’Adriatico è oggi una del-le realtà creditizie leader in Marche, Abruzzo e Molise, forte di 243 filiali capillarmente distribuite lungo la dorsale adriatica. Un successo dovuto alla sua forte attenzione per il territorio e all’ap-partenenza ad un grande gruppo bancario internazionale, Intesa Sanpaolo, che la supporta con tutti gli strumenti per servire al meglio le famiglie, le imprese e gli enti clienti. Nei primi mesi del 2013, inoltre, Banca dell’Adriatico si è unita a Carisap, la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno appartenente anch’essa al Gruppo Intesa Sanpaolo, dando vita ad un’unica nuova realtà creditizia che ha adottato il marchio Banca dell’Adriatico e ha fissato la sede ad Ascoli, con importanti direzioni operative a Pesaro e Pescara. Qualche numero sull’attività svolta dall’istituto di credito:“Banca dell’Adriatico ha oggi masse intermediate per 15,5 miliardi di euro, di cui 9,1 miliardi sono le attività finanziarie della clientela gestite e 6,4 miliardi i finanziamenti in corso a imprese e famiglie. Serve 375.000 clienti, di cui oltre 45.000 imprese, attraverso i 243 sportelli diffusi su tutti i territori di operatività, 17 dei quali dedi-cati alle imprese, con una quota di mercato di oltre il 10% delle masse intermediate e con 1.839 dipendenti. Il patrimonio netto, al 30 giugno 29013, ammonta a 433 milioni”.Che importanza ricoprono le Marche nella vostra attività?

“Banca dell’Adriatico ha oggi nelle Marche una presenza molto capillare, con 143 sportelli, di cui 38 in provincia di Pesaro-Urbino, 24 ad Ancona, 25 a Macerata, 11 a Fermo e 45 ad Ascoli Piceno. Ha

inoltre la direzione generale ad Ascoli e una sede operativa della direzione a Pesaro, per garantire la miglior attenzione e vicinanza al territorio”.Com’è l’attuale situazione delle aziende sul territorio?“Le Pmi marchigiane, che costituiscono il nucleo principale della nostra economia, continuano ad esprimere un forte bisogno di li-quidità, per affrontare la fase di crisi che non accenna a chiudersi. Stiamo lavorando molto alla ristrutturazione dei crediti in essere con le imprese della regione, con l’obiettivo di alleggerire le esi-genze di liquidità in questa fase acuta della crisi. In tale contesto fondamentale è il rapporto di collaborazione con il mondo associa-tivo delle imprese che, grazie anche all’intervento dei Confidi, può contribuire al sostegno del sistema imprenditoriale attualmente in difficoltà. È un aspetto ritenuto strategico da Banca dell’Adriatico che, in tutto questo periodo, ha mantenuto costante l’erogazione del credito al tessuto imprenditoriale del nostro territorio”.Quali sono i settori con maggiori possibilità di ripresa rapida?“Quelli che investono in ricerca e innovazione, quelli orientati all’export e alla ricerca di nuovi mercati, quelli che continuano ad investire risorse proprie per nuovi progetti imprenditoriali, per rafforzare l’impresa e per fare rete con le altre realtà produttive”.

Il direttore generale Roberto Dal Mas illustra le attività e le strategie dell’istituto di credito

IN Magazine | Special ADV

Banca dell’adriaticoCredito alle imprese per sostenerle nella ripresasono 243 le filiali distribuite lungo la dorsale adriatiCa, nei territori di MarChe, abruzzo e Molise

46 | IN Magazine

Disegnare | Metauro

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Roberto Dal Mas è direttore generale di Banca dell’Adriatico. A lui abbiamo chiesto quali siano le strategie dell’istituto per tornare a far crescere il territorio. Banca dell’Adriatico è oggi una del-le realtà creditizie leader in Marche, Abruzzo e Molise, forte di 243 filiali capillarmente distribuite lungo la dorsale adriatica. Un successo dovuto alla sua forte attenzione per il territorio e all’ap-partenenza ad un grande gruppo bancario internazionale, Intesa Sanpaolo, che la supporta con tutti gli strumenti per servire al meglio le famiglie, le imprese e gli enti clienti. Nei primi mesi del 2013, inoltre, Banca dell’Adriatico si è unita a Carisap, la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno appartenente anch’essa al Gruppo Intesa Sanpaolo, dando vita ad un’unica nuova realtà creditizia che ha adottato il marchio Banca dell’Adriatico e ha fissato la sede ad Ascoli, con importanti direzioni operative a Pesaro e Pescara. Qualche numero sull’attività svolta dall’istituto di credito:“Banca dell’Adriatico ha oggi masse intermediate per 15,5 miliardi di euro, di cui 9,1 miliardi sono le attività finanziarie della clientela gestite e 6,4 miliardi i finanziamenti in corso a imprese e famiglie. Serve 375.000 clienti, di cui oltre 45.000 imprese, attraverso i 243 sportelli diffusi su tutti i territori di operatività, 17 dei quali dedi-cati alle imprese, con una quota di mercato di oltre il 10% delle masse intermediate e con 1.839 dipendenti. Il patrimonio netto, al 30 giugno 29013, ammonta a 433 milioni”.Che importanza ricoprono le Marche nella vostra attività?

“Banca dell’Adriatico ha oggi nelle Marche una presenza molto capillare, con 143 sportelli, di cui 38 in provincia di Pesaro-Urbino, 24 ad Ancona, 25 a Macerata, 11 a Fermo e 45 ad Ascoli Piceno. Ha

inoltre la direzione generale ad Ascoli e una sede operativa della direzione a Pesaro, per garantire la miglior attenzione e vicinanza al territorio”.Com’è l’attuale situazione delle aziende sul territorio?“Le Pmi marchigiane, che costituiscono il nucleo principale della nostra economia, continuano ad esprimere un forte bisogno di li-quidità, per affrontare la fase di crisi che non accenna a chiudersi. Stiamo lavorando molto alla ristrutturazione dei crediti in essere con le imprese della regione, con l’obiettivo di alleggerire le esi-genze di liquidità in questa fase acuta della crisi. In tale contesto fondamentale è il rapporto di collaborazione con il mondo associa-tivo delle imprese che, grazie anche all’intervento dei Confidi, può contribuire al sostegno del sistema imprenditoriale attualmente in difficoltà. È un aspetto ritenuto strategico da Banca dell’Adriatico che, in tutto questo periodo, ha mantenuto costante l’erogazione del credito al tessuto imprenditoriale del nostro territorio”.Quali sono i settori con maggiori possibilità di ripresa rapida?“Quelli che investono in ricerca e innovazione, quelli orientati all’export e alla ricerca di nuovi mercati, quelli che continuano ad investire risorse proprie per nuovi progetti imprenditoriali, per rafforzare l’impresa e per fare rete con le altre realtà produttive”.

Il direttore generale Roberto Dal Mas illustra le attività e le strategie dell’istituto di credito

IN Magazine | Special ADV

Banca dell’adriaticoCredito alle imprese per sostenerle nella ripresasono 243 le filiali distribuite lungo la dorsale adriatiCa, nei territori di MarChe, abruzzo e Molise

Page 48: IN Magazine Pesaro 02/2013

Uno sport duro e affascinante,

quello della ginnastica ritmica, che impegna

le giovani atlete almeno quattro ore al giorno. Tra cerchi e clavette.

Fanno circa quattro ore di alle-namento al giorno, dal lunedì al sabato, senza sosta. E sono solo del-le ragazze di quattordici o sedici anni al massimo, che vanno ancora a scuola. A guidarle c’è una gran-de passione, per una disciplina in particolare: la ginnastica ritmica. Un amore viscerale per uno sport, amato e sognato da moltissime ragazzine, che Anna Francalancia (nella foto), presidente della Gim-nall di Pesaro, conosce molto bene. “Solitamente - spiega - ad iscrive-re le bambine nella nostra scuola sono i genitori perché si tratta di una disciplina molto completa, ma

soprattutto armonica e femminile. Capita che le piccoline non voglia-no andare in piscina, soprattutto d’inverno, oppure non vogliano iniziare sport come il basket, dove c’è molto contatto fisico. Allora de-cidono di provare con la ritmica”. L’età in cui s’inizia a praticare que-sto sport è molto precoce, attorno ai 4 o 5 anni. “I primi anni ci si diverte - prosegue Francalancia -, ci si concentra sul movimento del corpo e viene preso tutto come un gioco. Poi verso i 6 anni si introdu-cono pian piano i piccoli attrezzi, iniziando con la palla, il cerchio, le clavette, fino ad arrivare al nastro, di cui tutte le bambine s’innamo-rano guardando le nostre ‘Far-falle’ (le atlete della nazionale di ginnastica ritmica) in televisione”. L’agonismo può iniziare, secondo le regole dettate dalla federazione, a 8 anni. “Ovviamente non tutto il vivaio è portato per fare agonismo - prosegue la presidente della Gim-nall -, ma su circa 250-300 iscritti che abbiamo ogni anno riusciamo ad ottenere ottimi risultati sia a li-vello regionale che interregionale, ma anche nei tornei nazionali. Il problema è che molte ragazze, a 15-16 anni, quando iniziano le pri-me difficoltà, abbandonano questa disciplina, per cui bisogna avere tanta passione e lavorare duro, an-che fino a quattro ore al giorno e poi tornare a casa a fare i compiti e studiare. Io stessa, spesso, mi chie-do come facciano...”. IN

testo Alice Muri - foto Leo Mattioli

Il ritmo e la Grazia

48 | IN Magazine

Gareggiare | Ginnastica ritmica

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Ironiche, scanzonate, divertenti: sono le foto vincitrici del Brandina Holiday Photo Festival 2013, scelte tra oltre 500 immagini inviate alla pagina Facebook del celebre brand. La scelta non è stata facile: ai 5 vincitori, la giuria ha voluto aggiungere anche 10 menzioni speciali.

MENzIONI SPECIALI: PREMIO ON AIR: FABIA GIACOMINI - Haway PREMIO VALLuGOLA + GOOD LOCATION: CHIARA FORCELLINI - Vallugola + Croazia COCkTAIL PARTy: AGNESE CANDUCCI - Pesaro BEST WATER PROOF: ALESSANDRA NARDOTTO - Sardegna BEST ANIMAL: GAELLE VERTHUy - Aosta BEST SuMMER SIESTA: RAFFAELLA MARESI - Bellaria BEST SEQuENCE: SARA LAzzARINI - Misano Adriatico BEST COLD PLACE: ROSARIA BEVILACQUA - Oslo PREMIO RESISTENzA: VERONICA PONTIS - Riccione BEST MAN: BISSER GENGA - Pesaro

L’album “vincente” delle Vacanze

1° PREMIO ARMANDO CACCAMO - Milano

4° PREMIOELENA GALBIATI - Pozzuolo Martesana

5° PREMIOROBERTO CLEMENTE - Pesaro

2° PREMIOAGNESE ANGELOTTI - Riccione

3° PREMIOFRANCO zUNTINI - Sestri Levante

50 | IN Magazine

Fotografare | Brandina Holiday Photo Festival 2013

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