Ideas Incubator Magazine 02

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IL FUTURO: SOCIAL ED E-COMMERCE ALL IN ONE 27 L’IMPORTANZA DI DEFINIRE GLI OBIETTIVI 03 TU CI METTI L’IDEA NOI I SOLDI 11 MAGAZINE 01 2015 I VIAGGI DI ALE NUOVA STARTUP 13 QURAMI NUOVA STARTUP 31 IORITIRO NUOVA STARTUP 35 IL TRADING HA CAMBIATO LA MIA VITA CROWDFUNDING PER FARE A MENO DELLE BANCHE LAVORADIO RACCONTIAMO COME ESSERE MANAGER DI SE STESSI LA MIA ATTIVITÀ COSTRUITA DAL NULLA Arduino Schenato

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Un magazine ideato per dare luce alle attivita' di Ideas Incubator, con sezioni dedicate alle nuove startup, i case history, le storie di successo delle societa' che "ce l'hanno fatta", la formazione tecnica e le informazioni relative a questo settore in continuo fermento.

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IL FUTURO: SOCIAL ED E-COMMERCE ALL IN ONE27

L’IMPORTANZA DI DEFINIRE GLI OBIETTIVI03

TU CI METTI L’IDEANOI I SOLDI11

M A G A Z I N E • 0 1 • 2 0 1 5

I VIAGGI DI ALE NUOVA STARTUP

13QURAMI

NUOVA STARTUP

31IORITIRO

NUOVA STARTUP

35

IL TRADING HA CAMBIATO

LA MIA VITA

CROWDFUNDINGPER FARE A MENO DELLE BANCHE

LAVORADIORACCONTIAMO COME ESSERE MANAGER DI SE STESSI

LA MIA ATTIVITÀ COSTRUITA DAL NULLA

Arduino Schenato

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01•2015

IDEAS INCUBATOR MAGAZINEPiazza Boffalora 4 – 6830 – ChiassoTel. +41 788 997 [email protected]

CEOIDEAS INCUBATORMaxx [email protected]

RESPONSABILE IDEASINCUBATOR MAGAZINEMauro [email protected]

STRATEGISTIDEAS INCUBATORAlessandra [email protected]

STARTUPPER COACHIDEAS INCUBATOR Marco [email protected]

STARTUPPER COACHIDEAS INCUBATOR Stefano [email protected]

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Questa rivista non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene pubblicato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

ContentM A G A Z I N E

EDITORIALEMAURO CREMONINI02

L’IMPORTANZA DI DEFINIRE GLI OBIETTIVI

LUIGI LUONGO03

UN SOGNO DIVENTATO REALTÀ SI CHIAMA “I VIAGGI DI ALE”

ALESSANDRO MARRAS 13

RACCONTIAMO COME ESSERE MANAGER DI SE STESSI

VITO VERRASTRO 23IL FUTURO: SOCIAL ED

E-COMMERCE ALL IN ONEMARCO BAZZAN 27

IL TRADING HA CAMBIATO LA MIA VITA

ARDUINO SCHENATO 07

STORIA DI QURAMI, L’APP PER UN MONDO SENZA CODE

ROBERTO MACINA

IORITIRO SPEDISCE E RITIRA PACCHI O BUSTE AL POSTO TUO

DANIELE VISMARA

3135

TU CI METTI L’IDEA NOI I SOLDI

MASSIMO MEREGHETTI 11

TUTTI PAZZI PER IL CROWDFUNDING

STEFANO NARDUCCI 17

Ideas Incubator Magazine diffonde e promuove le attività della Scuola di Talenti, nata allo scopo di affiancare nuove startup per aiutarle a costruire il proprio business, offren-do loro gli strumenti giusti per farle decollare. Ogni numero ha l’obiettivo di far cono-scere giovani e nuove imprese e offrire, attraverso gli articoli dei docenti afferenti alla Scuola, utili consigli per chi vuole dare avvio a una propria attività.

M A G A Z I N E

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magazine • 01 • 2015

LLA MIGLIOR COSA del futuro è che arriva un giorno alla volta... Questa frase potrebbe apparire consolan-te per chi ha sempre poco tempo a disposizione ma il risvolto della medaglia non lo è altrettanto... Il futuro non esiste se non come una serie di successivi presenti. Il futuro lo costruiamo tutti i giorni e se non si realizza è per colpa di ciò che non abbiamo saputo costrui-re. La tua opportunità è oggi e non domani; la parola “domani” è solo una scusa. Il futuro è l’origine di tutte le nostre speranze e di tutte le nostre paure, ma più terrai in pugno il presente meno dipenderai dal futuro. Quanto è vasto il tuo presente?Quanto è tuo?La storia di molte aziende di suc-cesso probabilmente è partita da domande come questa. Ma occorre rischiare. Fate una prova: mandate una mail a una qualsiasi delle per-sone che hanno scritto in questa ri-vista e chiedeteglielo. Chiunque ab-bia desiderato realizzare qualcosa lo sa: devi essere pronto a rischiare per ottenerla.“Il coraggio uno non se lo può dare”. Forse risulterà un po’ presuntuoso citare don Abbondio e I promessi sposi ma accade a ognuno di noi, presto o tardi, di perdere fiducia lungo il cammino; in queste occa-sioni bisogna ricordare che il corag-gio necessario uno se lo deve dare.

Il coraggio di cambiare una situazio-ne che non vogliamo, il coraggio di uscire da una situazione di comodo che non porta da nessuna parte, il coraggio di invitare a cena la ra-gazza dei nostri sogni e di sentirci rispondere “no”.Perché il coraggio fa di una persona qualunque un re e ci sono persone che vivono tutta una vita per un solo minuto o un solo gesto. La paura invece finisce col reprime-re anche la verità.

Con questo numero apriamo una nuova sezione dedicata alla finan-za e al trading online. Aprire questa sezione significa, per Ideas Incuba-tor, trasportare su queste pagine le proprie radici: il trading, infatti, rappresenta il mondo dal quale provengono Maxx Mereghetti (ceo di Ideas Incubator) e molti dei suoi collaboratori. La copertina è quindi tutta per Ar-duino Schenato, trader indipen-dente che, dal nulla, ha costruito la propria attività di trading sui mercati finanziari. Nel suo articolo

Arduino racconta la propria storia, i primi passi, e quanto la giusta mo-tivazione sia stata determinante per “farcela”. Arduino è l’esempio di una persona che è stata capace di rischiare per cambiare la propria vita; di una persona che è stata in grado di abbandonare una situazio-ne “di comodo” per percorrere una strada nuova.Dopo la pubblicazione del primo numero siamo stati contattati da numerose persone interessate alla nostra attività e desiderose di rac-contare la propria esperienza su queste pagine: giovani startupper che, ogni giorno, lottano per porta-re avanti i propri sogni. Per tutte queste persone la vita è un continuo cambiamento, un pe-renne movimento; per tutte queste persone ogni giorno si tratta di tro-vare il coraggio di non mentire a se stesse e di non serbare alcuna do-manda scomoda nel cuore. Riempite di energia il presente.

editoriale

NON È PERCHÉ LE COSE SONO DIFFICILI CHE NON OSIAMO, MA È PERCHÉ NON OSIAMO CHE SONO DIFFICILI.- LUCIO ANNEO SENECA

Mauro Cremonini

APRILE2015

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LUIGI LUONGO

[email protected]

HHo iniziato la mia carriera lavorativa in una grande multinaziona-le di consulenza informatica, trovandomi fin da subito di fronte a realtà nazionali di spicco. Tra le tante cose che ho imparato ce n’è una in particolare che apprezzo da quando sono diventa-to un libero professionista: quella di saper gestire un progetto avendo ben chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere e la strada da percorrere.

Come per ogni attività offline, avere una buona strategia è fondamentale anche per un’attività online. Avere una buona strategia SEO fa la differenza tra ottenere i risultati che ci siamo prefissati e il fallire non ottenendo la giusta visibilità sul nostro progetto. Avere una buona strategia SEO evita il rischio di rima-nere sommersi dai migliaia di siti che ogni giorno vengono messi in rete.

Una strategia SEO valida deve riuscire a far crescere il tuo business e il tuo sito mese dopo mese in maniera costante. Que-sto però non significa che ti porterà risultati immediati, tuttavia inizierai a notare una crescita continua fino al raggiungimento dell’obbiettivo desiderato.

CHE DIFFERENZA C’È TRA OBIETTIVO DI BUSINESS E OBIETTIVO DEL SITO INTERNET?

C’è molta confusione su questo aspetto. Molti credono che obiettivi di business e obiettivi del sito internet siano la stessa cosa. Niente di più sbagliato. Lascia che ti spieghi la differenza tra questi due concetti.

PER POTER MUOVERE I PRIMI PASSI NEL MONDO DEL BUSINESS ONLINE È FONDAMENTALE COSTRUIRE IL PROPRIO MEASUREMENT PLAN; UNO STRUMENTO FONDAMENTALE ATTRAVERSO IL QUALE DEFINIRE LE AZIONI DA COMPIERE PER RAGGIUNGERE OBIETTIVI A MEDIO E LUNGO TERMINE E IMPOSTARE UN’EFFICACE STRATEGIA SEO.

LA MAPPA PER IL BUSINESS

L’IMPORTANZA DI DEFINIRE GLI OBIETTIVI

di LUIGI LUONGO

Nato a Torino il 15 Luglio 1986 e diplomato come perito

informatico, decido di proseguire i miei studi al Politecnico di Torino dove mi laureo a 25 anni in Ingegneria Informatica. Inizio fin da subito a lavorare come sviluppatore e SEO presso una grande multinazionale di informatica. Mi sposo il 6 Ottobre 2012 e inizio la mia carriera da libero professionista.

SCUOLA DI TALENTI

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LA MAPPA PER IL BUSINESS LUIGI LUONGO

Quando si parla di obiettivo di business si intende un obiettivo strettamente legato al successo finanzia-rio della tua attività. Quindi è un obiettivo di business fatturare K-mila euro l’anno per aver venduto X pro-dotti, ottenere K-mila euro l’anno dalla vendita di spa-zi pubblicitari, oppure ottenere K-mila euro l’anno da donazioni e così via.

Quando si parla, invece, di obiettivo del sito inter-net si intende la definizione dei risultati in termini di visibilità e di azioni compiute dal visitatore. La visibilità integra in sé alcuni aspetti come il tasso di conversio-ne, il numero di visite, il grado di engage eccetera.

Come potete vedere queste tipologie di obiettivi sono molto differenti tra loro ma nello stesso tempo uno è conseguenza dell’altro.

Ricorda: definisci un obiettivo di business per defi-nire gli obiettivi del tuo sito internet.

Il web è una realtà molto intuitiva e accessibile ma dove è molto facile perdersi e fallire. Questo succede perché non si hanno ben chiari gli obiettivi di business e gli obiettivi del sito.

QUINDI COME POSSIAMO DEFINIRE IN MANIERA PRECISA E PUNTUALE UN OBIETTIVO?

Un obiettivo deve possedere alcune caratteristiche:• Dev’essere definito quindi non vago• Dev’essere possibile il suo raggiungimento• Dev’essere raggiungibile in tempi definiti e li-

mitati

Tramite la definizione di obiettivo ora dovresti già essere in grado di definire i tuoi. Proviamo a fare un esempio.

Immaginiamo di aprire un nuovo sito che pubbli-cizzi la nostra azienda. Come possiamo procedere? La prima cosa a cui dobbiamo pensare è:

• Qual è il mio obiettivo di business?• Qual è lo scopo del nuovo sito?

Proviamo a rispondere a queste domande insieme partendo dal presupposto che siamo un’azienda che vende materassi in maniera tradizionale da molte ge-

nerazioni. Come prima cosa chiariamoci le idee, quello che vogliamo è:

• Vendere materassi anche online• Far conoscere le caratteristiche X, Y e Z alle per-

sone che sono interessate a comprare un nuo-vo materasso e che arrivano sul nostro sito

A questo punto traduciamo quelle che sono le no-stre osservazioni in obiettivi, quindi:

• Attualmente vendo X materassi all’anno. Voglio arrivare a vendere, entro il prossimo anno, Y materassi tramite il nuovo sito e-commerce.

• Voglio riuscire a far conoscere a N persone il mio negozio online e di queste N voglio che il X% acquistino il mio materasso

Queste proiezioni saranno ovviamente inficiate da errori di stima ma potremo sempre rifinirle andando avanti con lo sviluppo della nostra strategia SEO.

A questo punto possiamo definire il Measurement Plan, ovvero lo strumento che diventerà la nostra car-tina geografica.

DEFINIAMO IL MEASUREMENT PLAN

Il Measurement Plan è un piano di misurazione in cui vengono riportate le metriche per valutare il raggiun-gimento dell’obiettivo e lo stato corrente della strate-gia di visibilità che si è messa in pratica.

Un Measurement Plan si divide in due sezioni: una prima in cui si valuta e si definisce l’obiettivo di medio termine, e una seconda dove si valuta e si definisce l’obiettivo di lungo termine. Solitamente per obiettivo di medio termine si intende un arco temporale di sei mesi mentre per un obiettivo di lungo un arco tempo-rale di un anno.

I paragrafi che andranno inseriti all’interno del Me-asurement Plan, sono:

1. Obiettivi di business2. Obiettivi del sito internet3. Stato dell’arte4. Valori di target5. Obiettivi di medio termine

“ “IL WEB È UNA REALTÀ DOVE È FACILE PERDERSI E FALLIRE. QUESTO SUCCEDE PERCHÉ NON SI HANNO CHIARI GLI OBIETTIVI DI BUSINESS E GLI OBIETTIVI DEL SITO.

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LA MAPPA PER IL BUSINESS LUIGI LUONGO

6. Obiettivi di lungo termine7. Segmenti di traffico

Obiettivi di businessIn questo paragrafo andremo a inserire gli obiettivi

di business che vogliamo raggiungere e che giustifica-no l’esistenza del sito internet. Quindi riporteremo la frase “Attualmente vendo X materassi all’anno…”

Obiettivi del sito internetObiettivo principaleIn questo paragrafo andremo a definire l’obiettivo

principale e gli obiettivi secondari. L’obiettivo principa-le è iniziare a vendere online. Naturalmente se voglia-mo vendere online non ci basterà solo portare traffico e acquisire visibilità ma soprattutto convertire i visita-tori del nostro sito in clienti.

Obiettivo secondarioGli obiettivi secondari aiutano e supportano la rea-

lizzazione dell’obiettivo principale. In questo esempio potrebbero essere:

• L’aumento del traffico proveniente dai motori di ricerca

• L’aumento del grado di engage dell’utente con il portale

• Il miglioramento del supporto all’acquisto

Stato dell’arteQui dovrà essere definito lo stato dell’arte. Possia-

mo vedere questa parte come il censimento di quel-lo che già possediamo. Se l’ecommerce parte da zero questa parte non giocherà un ruolo importante nel nostro Measurement Plan. È comunque utile per ap-puntare qualche dato sul mercato in cui andremo a operare.

Valori di targetIn questo paragrafo verranno definiti i nostri desi-

derata, ovvero i valori target che ci siamo prefissati di raggiungere con la nostra strategia SEO.

I valori target faranno riferimento ai segmenti di traf-fico. Un segmento di traffico è un modo per profilare le

persone che atterreranno sul nostro sito. I dati riportati in questa sezione deriveranno dall’aver applicato il seg-mento di traffico relativo alla sorgente di provenienza dei visitatori in questo caso i “motori di ricerca”.

SIAMO ARRIVATI ALLA FINE, E ORA?

Non ci rimane che pensare e pianificare una strategia SEO che ci permetta di raggiungere gli obiettivi defi-niti nel Measurement Plan. Ti posso assicurare, per esperienza personale, che avere una piano strategico che preveda e definisca in maniera precisa quali siano i tuoi obiettivi e cosa vuoi raggiungere è come avere una cartina che ti indica dove sei in questo momento e dove devi andare.

Ricordati che è molto facile iniziare un progetto online ma non è altrettanto facile concretizzarlo per realizzare i tuoi obiettivi!

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IL RACCONTO DELLE START-UP E DEGLI HIGH-LIGHT DI IDEAS INCUBATOR

WWW.IDEASINCUBATOR.CH/STARTUP-REALITY

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LA STORIA DI ARDUINO SCHENATO, TRADER INDIPENDENTE CHE, DAL NULLA, HA COSTRUITO LA SUA ATTIVITÀ DI TRADING SUI MERCATI FINANZIARI E QUELLA DI FORMATORE DEL SETTORE DI SPICCO NELLA SCENA ITALIANA. IL SUO CURRICULUM MOSTRA COLLABORAZIONI CON I PIÙ IMPORTANTI BROKER, RELATORE PER EVENTI DI RILIEVO E GUEST PER LE MAGGIORI TRASMISSIONI DEL SETTORE.

LA MIA STORIA SENZA FILTRI

IL TRADING HA CAMBIATO LA MIA VITA

di ARDUINO SCHENATO

FINANCE

ARDUINO SCHENATO

[email protected]

RRicordo come fosse ieri il garage dell’Hotel Michelangelo di Mi-lano. Era dicembre del 2009 e fuori nevicava.

Io ero arrivato dalla mia città, Rovigo, un piccolo paese poco conosciuto tra Padova e Bologna.

Ero arrivato presto per un evento di trading dedicato al mon-do dello scalping sul forex, una modalità di trading sul mercato delle valute molto lontana dalla mia ma che mi affascinava e quindi partecipai per cercare di capirci qualcosa in più.

Dopo aver parcheggiato, uscii dall’auto e vicino a me trovai le due persone che avevano organizzato questo seminario: Mas-simo Mereghetti e Alessandra Chirizzi che prontamente salutai dirigendomi verso la sala. Destino.

Appena arrivato vidi che già moltissime persone stavano at-tendendo di entrare.

L’evento fu interessante. Massimo, con il suo speech, mi diede molte informazioni su

cui riflettere. Anche cose che non conoscevo.La cosa che ricordo è che quel giorno sentii una vibrazione

strana, difficile da spiegare a parole.Qualche mese dopo iniziai a scrivere un blog (www.here-

forexblog.com) dove discutere di trading e di forex; un tipo di blog davvero raro per quel periodo, soprattutto perché mirato a presentare le operazioni da impostare il giorno successivo, di-scutere i risultati ottenuti e mostrare un’operatività che in Italia era ancora praticamente sconosciuta. Dopo qualche mese avevo svariati followers, persone affascinate dal mio metodo basato sulla SEMPLICITÀ, persone che mi scrivevano dicendo che final-mente, seguendo il mio blog, stavano cominciando a guadagna-

Arduino Schenato è un trader privato e precursore, in Italia,

delle tecniche di Price Action Naked che studia e cerca di migliorare ogni giorno. Svolge attività di formazione professionale e consulenza operativa attraverso I suoi siti hereforex.com etradingfinanziarioprofessionale.com

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IL RACCONTO DELLE START-UP E DEGLI HIGH-LIGHT DI IDEAS INCUBATOR

WWW.IDEASINCUBATOR.CH/STARTUP-REALITY

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08WWW.IDEASINCUBATOR.CH

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LA MIA STORIA SENZA FILTRI ARDUINO SCHENATO

re dal trading online. Questa per me era davvero una grande soddisfazione.

Da qualche tempo ero iscritto a un social network del trading di nome di Ttribe dove postavo qualche articolo linkato al mio blog. Un giorno, attorno a fine giugno, ricevetti un messag-gio privato da Massimo Mere-ghetti... sì, proprio la persona che qualche mese prima ero andato ad ascoltare e che mi aveva sapu-to trasmettere quella vibrazione che non saprei spiegare...

Mi disse di dargli il mio numero di telefono perché voleva parlare con me. Dopo qualche giorno Massimo chiamò e mi chiese se potevamo vederci nel suo ufficio che ai tempi era a Milano.

Arrivai attorno alle 16 e, subito, trovai l’atmosfera giusta per lavorare e sentirsi a casa... Sembrava che Massimo mi conoscesse da una vita e io lo stesso con lui... Destino.

Non saprei come descriverlo a parole ma sentivo che con Massimo e Alessandra si poteva costruire qualcosa perché erano umili e mi davano la sensazione di esser partiti dal niente come me.

Io sono nato dal nulla. Il mio primo conto di trading era inferiore ai 1.000 euro.

Il trading mi ha salvato la vita.Quel giorno, in quell’ufficio di Milano, mi è stato

proposto di creare un progetto in team, un’azienda

dove offrire me stesso come trader a tutti coloro che avessero voluto approfondire il mio metodo di lavoro nei mercati finanziari.

Dico la verità, inizialmente non sapevo se era quel-lo che volevo... Massimo lo può confermare. Io ero un trader e NON facevo formazione.

Fu dopo qualche riflessione che, a fine settembre, feci il passo decisivo per intraprendere questa nuova avventura dedicata alla formazione di trading. Una pas-sione incredibile, per me il più bel mestiere del mondo.

L’incontro con Massimo ha fatto sì che moltissime mie idee, strategie, modi di vedere siano ora parte di tanta gente in Italia, e forse alcuni nemmeno lo sanno...

Io e Massimo ci trovammo per ratificare con una firma i nostri accordi e subito mi disse di prepararmi perché a metà novembre avrebbe organizzato un im-portante evento (simile a quello al quale avevo parte-cipato circa un anno prima).

Il topic della giornata era: Arduino vs. Maxx ovvero Price Action vs. Scalping

Incredibile!Quella vibrazione di un anno prima era un segno...Adesso ero io sopra quel palco dove, con Massimo,

abbiamo presentato “l’incontro” attraverso la metafo-ra del film Rocky 4. Non so dire se io fossi Rocky Balboa o Ivan Drago, so solo che fu un evento come se ne ve-dono pochi in Italia.

Quando spiegai di fare trading con grafici con time frame “daily” ci furono occhi sgranati, bocche aperte e silenzio in sala.

SENTIVO CHE CON MASSIMO E ALESSANDRA SI

POTEVA COSTRUIRE QUALCOSA,

MI DAVANO LA SENSAZIONE DI

ESSER PARTITI DAL NIENTE COME ME

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LA MIA STORIA SENZA FILTRI ARDUINO SCHENATO

Ora è considerata una metodologia normale da tan-ti trader e tanti formatori ma sono felice e orgoglioso che il tutto sia partito grazie a quel magico evento.

Ancora oggi parlarne è un’emozione. Dopo qualche giorno misi online il mio sito internet

e il mio primo eBook: Professional Trader. Oggi questo eBook è uno dei MUST per chi fa trading con la Price Action. Quante visioni, ricordi... bellissimo parlarne e rivivere certi momenti.

Dico davvero, io sono una persona semplice ma in ogni cosa che faccio non mi piace giocare soltanto per partecipare, il mio obiettivo è sempre quello di vincere.

Non mi do mai per vinto. Non mi sono mai dato per vinto.Quando ero un ragazzino giocavo a basket. Mi al-

lenavo ogni giorno dalle 14 alle 20 anche quando non mi dovevo allenare. Per anni ho vinto il titolo come migliore giocatore e, più di una volta, ho “svoltato” il risultato di una partita in positivo durante gli ultimi mi-nuti di gioco. Ho partecipato a tre campionati in una sola stagione perché ero convocato a giocare con le squadre dei “ragazzi più grandi”.

A circa vent’anni facevo musica con grande passio-ne e il mio sogno era arrivare a pubblicare un disco negli Stati Uniti, patria dei miei artisti preferiti.

Ci sono arrivato. Ho vissuto circa due anni in California e pubblicato

ben tre dischi facendo concerti e svariati tour.

Nella mia vita ho capito che solo se vuoi davvero una cosa con tutto te stesso la puoi ottenere. Non importa se sei alto poco più di 1.70 e vuoi battere un ragazzo di 2 metri in una sfida “uno contro uno” a pal-lacanestro. Io l’ho fatto. Non importa se sei un italiano “senza agganci” e vuoi arrivare negli States a fare mu-sica. Io l’ho fatto. Quello che conta è la motivazione, cosa ti spinge. Il dolore spesso è una grande motivazio-ne. Il senso di vendetta “positiva”. Il partire dal niente. La forza interiore è la vera forza. La tua ambizione deve essere più forte della tua paura.

Il progetto “nuovo” mi diede una grande energia positiva. Dopo l’evento moltissima gente voleva a tutti i costi formarsi attraverso il mio metodo di trading e le mie strategie.

I rapporti con Massimo e Alessandra erano sempre migliori e il business era in aumento.

Purtroppo però, a Marzo del 2011, mi arriva una notizia non bella… avrei dovuto fare una pausa di qual-che mese per un mio problema di salute arrivato in maniera improv-visa. Un intervento chirurgico pe-sante con un periodo di riabilitazio-ne di oltre due mesi.

NON ho mai pensato di smette-re.

Né di fare trading, né di abban-donare il progetto di formazione cominciato.

Quello era solo uno “stop loss”.Quella era solo una nuova motivazione. Una nuova vendetta “positiva” aspettava il mio fu-

turo destino.Sì. Il destino che disegno io stesso.

Qualche mese dopo, esattamente a luglio, chiamai Massimo… lo ricordo come fosse ieri. Al telefono gli dissi che sarei ripartito senza discussioni. Più forte di prima.

Avevo già pronto un nuovo eBook: Il business del Fo-rex Trading. Un libro scritto nel periodo in cui non po-tevo muovermi, scritto per approfondire il mio metodo e la mia mentalità di trader. Un altro evento ci aspetta-va... anzi tantissimi altri eventi visto che il resto è storia.

“ “QUELLO CHE CONTA È LA MOTIVAZIONE, COSA TI SPINGE. IL SENSO DI VENDETTA “POSITIVA”. IL PARTIRE DAL NIENTE. LA FORZA INTERIORE È LA VERA FORZA. LA TUA AMBIZIONE DEVE ESSERE PIÙ FORTE DELLA TUA PAURA.

I MIEI SERVIZI DI SEGNALI OPERATIVI HANNO FORNITO INDICAZIONI PER FARE TRADING SENZA MAI CHIUDERE UN ANNO IN PERDITA.

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LA MIA STORIA SENZA FILTRI ARDUINO SCHENATO

Ad oggi ho scritto un terzo libro: The 2R Strategy. Ho collaborato e collaboro con i maggiori broker sul mercato e sono spesso chiamato come guest per even-ti di trading online e trasmissioni del settore.

Il mio curriculum parla chiaro.I servizi di segnali e analisi operative offerti dai miei

siti hanno fornito indicazioni mirate di trading sui mer-cati finanziari senza chiudere mai un anno in perdita.

Ho formato moltissime persone che ora fanno tra-ding come unica professione o come seconda attività profittevole.

Sono ideatore di una strategia di trading proprieta-ria che punta sulla NON discrezionalità e la semplicità.

Grazie a questa modalità operativa del tutto NUO-VA tantissimi traders ora GUADAGNANO.

Sono davvero orgoglioso di quello che oggi sono le mie attività di trading operativo e di formatore serio del settore.

Nella mia esperienza ho visto e vissuto tante situa-zioni sulla mia pelle e sulla pelle di altri.

Tutto offre un’esperienza che può essere utilizzata nel futuro. Positiva o negativa che sia.

Devo dire, però, che l’esperienza negativa è molto più formativa e capace di offrire il miglior punto di par-tenza per ottenere da soli quello che si desidera.

Cercare sempre di essere un fuoriclasse per sfonda-re nel proprio settore è una cosa che ho sempre avuto come obiettivo.

Migliorare ogni giorno i dettagli per arrivare all’ec-cellenza. Dettagli.

Trovare sempre lo stimolo e lo spunto per criticarsi e fare un passo più avanti domani. Criticarsi.

Non avere la presunzione di credere di essere il mi-gliore, ci sarà sempre qualcuno che ti batte. Umiltà.

Non copiare dai tuoi eroi ma cerca di essere tu stes-so il tuo eroe. Stimarsi.

Vivere ogni giorno come fosse l’ultimo. Carpe Diem.Dopotutto, si muore una volta sola ma si vive ogni

giorno.

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11

MAXX MEREGHETTI

[email protected]

OOgni persona porta con sé, dalla nascita, dei “talenti”. Il talento esprime un potenziale. Quanto sia spendibile tutto questo per raggiungere un obiettivo nello sport, nel business, nelle relazioni dipende molto dalla capacità di trasformare questo potenziale in un risultato, attraverso delle azioni.

Che cos’è Ideas Incubator?Ideas Incubator è l’impresa di chi vuole fare impresa. Se hai un’i-dea e vuoi trasformarla in una Startup, Ideas Incubator lavora sul tuo talento per trasformare il tuo potenziale in una realtà.

In una parola, Ideas Incubator, è un “incubatore” di impresa, come suggerisce il nome stesso. Nell’epoca in cui il settore ban-cario ha subito un duro contraccolpo e non è sufficientemente incondizione di sostenere le imprese dal punto di vista finanziario,sono le imprese più forti e già strutturate ed i fondi di Venture Capital a farla da padrone.

Come seleziona Ideas Incubator le imprese da finanziare?Non si tratta di regalare dei soldi a chiunque, ma di scegliere le persone su cui puntare, prima ancora delle loro idee, e compren-dere se ci sono le giuste aspettative per lavorare insieme.

Questo è il presupposto di partenza. Segue una prima ana-lisi dell’idea attraverso una brevissima presentazione chiamata “Pitch” attraverso la quale il proponente illustra qual è il settore di riferimento o il campo di applicazione, qual è il problema che viene preso in considerazione e come viene risolto. Si passa poi alla presentazione del business plan che deve risultare chiaro, prevedere un’analisi di mercato, il piano di ricerca clienti e, ov-

IDEAS INCUBATOR È L’IMPRESA DI CHI VUOLE FARE IMPRESA.SE HAI UN’IDEA E VUOI TRASFORMARLA IN UNA STARTUP,IDEAS INCUBATOR LAVORA SUL TUO TALENTO PERTRASFORMARE IL TUO POTENZIALE IN UNA REALTÀ.ABBIAMO INTERVISTATO IL CEO DI IDEAS INCUBATOR, MASSIMOMEREGHETTI, PER FARCI RACCONTARE COME VENGONOSELEZIONATE E FINANZIATE LE IMPRESE DI DOMANI.

FAI DECOLLARE IL TUO POTENZIALE

TU CI METTI L’IDEANOI I SOLDI

di MASSIMO MEREGHETTI*

Ho iniziato la mia carriera nel 1997 sui mercati finanziari dove

opero tuttora con successo. Mi piace innovare, mi chiedo spesso “perché” e “come”, quando osservo quello che accade. Bisogna avere informazioni e preparazione per trovare soluzioni ai problemi. Amo la creatività. Questo è il mio talento a cui posso ricondurre i miei successi e che metterò a disposizione della Scuola di Talenti.

SCUOLA DI TALENTI

GUARDAIL VIDEO

* Intervisa a cura della redazionedi Ideas Incubator Magazine

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FAI DECOLLARE IL TUO POTENZIALE MAXX MEREGHETTI

viamente, l’analisi dei costi e dei ricavi. Tutto questo rischia di rimanere una personale interpretazione sulla carta, per questo motivo qualsiasi iniziativa viene sot-toposta a un test di mercato. In questo modo si riesce ad avere una valutazione oggettiva di insieme.

Quali sono le domande che pone più di frequente a chi gli propone un progetto?Domando quali siano i punti deboli dell’idea, perché i clienti dovrebbero sceglierti e soprattutto cosa ti spin-ge a realizzare questa impresa.

Se un’idea viene accettata cosa succede?Una volta che Ideas Incubator seleziona un’idea ini-zia il processo di “accelerazione”, attraverso il quale il team inizia un percorso per realizzare un prodotto o servizio a prova di mercato. Questo percorso è ac-compagnato da “mentor” con esperienza d’impresa che supportano il team in tutte le sue fasi. Il “mentor” non si occupa di “fare le cose al posto tuo” ma, come un coach sempre presente, ti aiuta a porti le domande giuste offrendoti una rete di partner di livello alto e ampia visibilità, in modo che tu possa misurarti con il tuo progetto da vero protagonista.

In che modo Ideas Incubator finanzia queste nuove imprese?Per avviare un’impresa servono degli investimenti e anche in questo caso Ideas Incubator interviene nella misura necessaria a rendere possibile la fase iniziale del progetto, attraverso il primo finanziamento che viene chiamato “seed”. È possibile che nel tempo la startup abbia bisogno di ulteriori risorse economiche per proseguire il proprio cammino e svilupparsi rapi-damente nei primi anni ed anche in questo caso Ideas Incubator interviene, ad esempio presentando inve-stitori istituzionali o privati, business angels, fondi di Venture Capital e promuovendo l’iniziativa attraverso portali autorizzati di crowdfunding.

Mi hai parlato di un percorso di “accelerazione”, quali sono i passaggi più importanti di questo percorso?Esiste una vera e propria strada da percorrere. Per le startup che selezioniamo si tratta di lavorare insieme fianco a fianco, mentre per tutti coloro che sono inte-ressati a fare impresa o semplicemente ad approfon-dire l’argomento, abbiamo reso disponibile online un percorso formativo in modo completamente gratuito.

Ideas Incubator, infatti, ha dedicato un ramo della compagnia alla formazione, attraverso il sito dedicato www.ScuoladiTalenti.com, in cui è disponibile un blog con le novità che riguardano la società e il programma formativo.

Quali sono gli elementi che fanno la differenza fra chi realizza o meno un progetto?“Hard work beats talent if talent doesn’t work hard”. Ho stampato questa frase e l’ho appesa alla parete del mio ufficio, per ricordarmi che il duro lavoro batte il talento.

Credo che molte persone non realizzino progetti di successo per due ragioni. La prima perché non hanno le giuste conoscenze e i giusti strumenti per poter es-sere incisivi ed efficaci. La seconda è che abbandonanoil progetto o addirittura non iniziano.

Le persone che incontrano delle difficoltà per man-canza di strumenti, possono compensare questo pro-blema attraverso la costanza, la grinta, la determinazio-ne, che sono sempre talenti che fanno parte del proprio potenziale.

Le persone che invece si fermano lungo la strada o non partono con il progetto, probabilmente han-no problemi nello strutturare l’idea, hanno difficoltà nell’immaginarsi lungo il cammino da percorrere. Nu-trono poca fiducia in se stessi e credono che senza l’i-dea perfetta non abbia senso procedere.

La destinazione esatta di un’idea non può essere conosciuta all’origine. Forse è proprio questo che spa-venta coloro che hanno bisogno di sicurezza e idee chiare sin da subito: per molti è assolutamente im-possibile intraprendere una strada senza delle mete precise, definite all’inizio, ma tutto ciò non è possibile, così come non è possibile evitare gli errori nel proprio cammino o pensare di evitarli agli altri. La capacità di vivere con fiducia nel futuro, nonostante gli errori del presente, è il vero segreto.

“ “NON LASCIARE LA TUA IDEA NEL CASSETTO, CON MAXX MEREGHETTI TRASFORMALA NEL BUSINESS PERFETTO.

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ALESSANDRO MARRAS

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MMolti si ritrovano ad essere spettatori della propria vita. A vol-te si giustificano con varie motivazioni per non fare della propria esistenza un successo. Possono chiamarle “condizioni avverse”, “sfortuna”, in altri casi decidono semplicemente di lasciare i sogni in disparte per far posto alle paure e, dopo un po’, ai rimpianti.

La mia storia nasce per caso: non ero un asso a scuola e con il tempo ho scoperto il motivo… non amavo ciò che facevo. Com-pletati gli studi ho deciso di esplorare me stesso, capire quello che mi rendeva felice e indirizzarmi verso quello che mi avrebbe soddisfatto e appagato.

Decisi quindi di lasciare la mia tranquilla città, Bolzano, poiché sentivo che la mia strada non era tra i numeri e le partite doppie. Sono partito per Roma dove mi aspettava un provino per entrare all’accademia “Corrado Pani” diretta da Pino e Claudio Insegno. Ricordo ancora il rumore del treno che nella notte percorreva da Nord a Sud le rotaie. Ero terribilmente teso, come se sapessi che stavo cambiando il mio futuro; come se fossi consapevole che questa scelta, questa decisione, mi avrebbe indirizzato verso un nuovo ciclo della vita. Un mondo che poteva rivelarsi duro e difficile, pieno di sfide e competizioni ma che, allo stesso tempo, poteva regalarmi gioie e soddisfazioni, momenti indimenticabili e unici… Quello che sentivo di dover fare era varcare la porta di ingresso per questo nuovo mondo.

Era passato qualche mese, vivevo a Roma, avevo passato il provino e iniziavo a imparare un mestiere seguendo le lezioni di doppiaggio, recitazione, canto, conduzione, danza e regia te-

LA REALIZZAZIONE DEI SOGNI È SPESSO IMPEDITA DALLA PAURA DI OSARE. VOGLIO RACCONTARVI LA MIA STORIA, IL SOGNO CHE HO DECISO DI TRASFORMARE IN REALTÀ. UN PROGETTO, “ I VIAGGI DI ALE” , UNA PARTE DI ME CHE NASCE, CRESCE E SI EVOLVE GIORNO PER GIORNO. NOI SIAMO GLI ARTEFICI DEL NOSTRO FUTURO. VI RACCONTO PERCHÉ OGNI VIAGGIO È UNA VITA.

PROFESSIONE VIAGGIATORE

UN SOGNO DIVENTATO REALTÀSI CHIAMA “I VIAGGI DI ALE”

di ALESSANDRO MARRAS

Mi sono diplomato all’accademia di Spettacolo romana “Corrado

Pani”, diretta da Pino e Claudio Insegno. Ho lavorato come aiuto regista al programma Rai “Alle Falde del Kilimangiaro” e ho creato il mio sogno, il format video “I Viaggi di Ale”. Sono un videomaker e faccio vedere il mondo a modo mio. Amo la positività e mi piace creare obiettivi da raggiungere.

LE NUOVE STARTUP

GUARDAIL VIDEO

GUARDAIL VIDEO

ISLANDA

GRECIA

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PROFESSIONE VIAGGIATORE ALESSANDRO MARRAS

atrale. Era un momento speciale perché in quel luogo, nonostante la competizione serrata, ho trovato perso-ne che condividevano i miei sogni e questi sogni per

qualcuno sono poi diventati real-tà. In questo periodo, oltre a im-parare le basi di un mestiere, sta-vo acquisendo qualcosa di ancora più importante, stavo prendendo coscienza che potevo contare sulla mia forza e sulla mia deter-minazione; sentivo che quella sa-rebbe stata la chiave del successo. Ho imparato con il tempo che le

persone che non coronano i propri sogni sono coloro che in un determinato momento della vita decidono di lasciarli andare. La mia più grande fortuna è stata quel-la di capire che i sogni non sono fantasie astratte, ma le realtà del futuro. Quando cominci a sognare metti il primo tassello per arrivare al tuo obiettivo. Io amo chiamare i miei sogni obiettivi.

Terminata l’accademia mi sono ritrovato in pasto ai lupi: quello dello spettacolo è un mondo che non lascia scampo, dove migliaia di persone portano avanti uno stesso obiettivo… probabilmente il tuo. Non consiglie-rei mai a nessuno questo mestiere. Ma è proprio nei momenti difficili che si superano i propri limiti e na-scono ispirazione e creatività; è proprio nei momenti in cui basta quella piccola spinta capace di farci cadere nel baratro della vita senza più controllo dei sogni che viene a galla quello spirito di sopravvivenza che ognu-no di noi dovrebbe esser capace di tirare fuori.

La mia storia continua, dopo anni un po’ bui, con la ricerca di una via di fuga tra mille pensieri e un pa-ese che piano piano toglie sempre di più respiro alle persone e ai loro sogni. A volte nella vita si incontrano le persone giuste nel momento giusto. Viene definito destino da alcuni, altri lo chiamano “colpo di fortuna”. Io credo che esistano entrambe le cose, ma la cosa principale è dentro di noi. Ogni nostro obiettivo, ogni nostra volontà ci fa muovere involontariamente verso quello che vogliamo.

Avevo imparato a fare un po’ tutto in accademia, ma non sapevo fare assolutamente quello che sarei diventato. Un giorno incontro a Roma uno dei registi esterni del programma Rai “Alle falde del Kilimangia-ro” e da quel momento mi sono inventato il ruolo di “diplomatico”. Non so neanch’io che definizione dare a questo personalissimo ruolo, ma dentro di me sapevo di aver bisogno di una collocazione per cominciare il nuovo ciclo della mia vita. Inizio così a occuparmi della logistica, prendendo contatto con i vari enti al turismo e le ambasciate di tutto il mondo per creare con loro gli itinerari dove girare alcune puntate del programma. Proprio in quel periodo, nel 2008, inizia la mia vita di viaggiatore. Da quel momento, grazie a quella deter-minazione per trovare una collocazione in un progetto che sentivo mio, ho cambiato il mio futuro.

Inizio a viaggiare, esplorando mondi lontani, ac-cumulando esperienze uniche e incredibili. Mi ritrovo a navigare nell’oceano Pacifico al largo dello stato di Niue affiancato a immensi capidogli, a guadare (senza poter avere margini d’errore) fiumi malgasci con una

LE PERSONE CHE NON CORONANO

I PROPRI SOGNI SONO COLORO

CHE IN UN DETERMINATO

MOMENTO DELLA VITA DECIDONO DI

LASCIARLI ANDARE

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4x4, a volare in mongolfiera sopra il complesso egizia-no di Luxor e a nuotare con i delfini nel mar dei Caraibi poco distante delle coste Giamaicane. Potrei scrivere un libro con tutte le esperienze indimenticabili che ho respirato negli anni. Durante questi viaggi inoltre ho imparato, dal regista con cui lavoravo, a stare dietro una videocamera. Mi ricordo che ricevetti la carica di aiuto regista mentre scorreva il giorno del mio com-pleanno, nel mezzo dell’atollo di Ahe nella Polinesia Francese, su un motoscafo che sfrecciava di notte tra le onde blu cobalto dell’oceano. Stavo comprendendo qualcosa di nuovo che mi sarebbe servito in futuro.

Viaggiai e continuai a viaggiare, organizzavo e fil-mavo. Quello che facevo era splendido, quando viaggi ed esplori a fondo un paese, il tempo sembra dilatarsi, i giorni si trasformano in settimane e le settimane in mesi. Dentro di me andava nascendo una galassia di esperienze. Un giorno, in volo verso l’Europa di ritorno da un viaggio a Capo Verde, ho compreso come per me ogni viaggio sia una vita.

“Ogni viaggio è una vita” è la frase che porto sem-pre con me. Non c’è cosa più bella di vivere tante vite in un’unica vita. Questa nuova consapevolezza aveva fatto nascere in me un nuovo obiettivo.

Volevo che il mio lavoro fosse viaggiare ed ero con-sapevole di dover inventare un lavoro che fosse al pas-so con i tempi e che potesse darmi la possibilità di es-sere felice in quello che stavo facendo. A Roma avevo imparato a stare davanti a una telecamera e, viaggio dopo viaggio, avevo imparato a gestire tutti i lavori che ci sono dietro una videocamera, dalle riprese alla regia al montaggio.

Nasce cosi un idea: “I Viaggi di Ale”.

I progetti nascono, si evolvono con l’aiuto di diverse persone, il team fa la forza, alcune di queste si perdo-no per strada, altre rimangono. Quando qualcosa vive di energia positiva e ha uno scopo importante, nuova linfa arriva sempre e il progetto “I Viaggi di Ale” è for-se quel sogno che avrei sempre voluto, ma che ancora non conoscevo ai tempi della scuola. Quel qualcosa che ti rende vivo ogni giorno, che ti riempie di energie

positive e che ti fa alzare ogni mattina con il piacere di vivere la tua vita al meglio. Quel sogno non è rimasto un sogno, ma ogni giorno, passo dopo passo, con un obiettivo in testa, è diventato il mio futuro.

Da allora sono iniziate le produzioni di video, rea-lizzate con l’obiettivo di descrivere e vivere al massimo ogni territorio, cercando di includere in ogni episodio nuove bellezze del nostro pianeta. Dalla gastronomia agli ambienti naturali, dai divertimenti alla cultura, passando attraverso il contatto con le persone e le uni-cità di ciascun luogo. Ogni video ha la sua storia, legata da una serialità che porta “Ale” da un luogo all’altro. Sono nati il Tour dell’Europa, il Tour dell’ Italia e la World Edition; ogni viaggio ha una sua collocazione all’interno del sito iviaggidiale.com e il canale Youtube “Alessandro Marras”

I grandi obiettivi che resistono alle avversità della vita, suppor-tati anche da un pizzico di fortu-na, portano prima o poi a grandi soddisfazioni: nel 2013 il canale Youtube entra a far parte del Network di Yam112003/Endemol e poco dopo la figura di Ale diventa testimonial per la società di cofanetti regalo “Emozione3”. Nascono cosi diversi video che propon-gono episodi all’insegna di avventure mozzafiato e luo-ghi strepitosi.

Nel 2014 arriva un altra importante tappa del per-corso, quando “Ale” diventa testimonial della com-pagnia aerea spagnola “Vueling Airlines”. Se guardo indietro mi accorgo che il percorso finora compiuto è stato davvero unico, ricco di soddisfazioni e di stimo-lanti progetti.

Questo meraviglioso 2014 si è infine chiuso con un invito a partecipare come “Videomaker/Top Blogger ” alla fiera internazionale del Turismo (TTG).

Forse poche persone hanno scoperto il segreto, ma da cosa nasce cosa e la positività chiama positività. Molte cose della mia vita sono cambiate e sono sta-

“ “OGNI VIAGGIO È UNA VITA.QUANDO VIAGGI IL TEMPO SEMBRA DILATARSI, I GIORNI SI TRASFORMANO IN SETTIMANE E LE SETTIMANE IN MESI. NON C’È COSA PIÙ BELLA DI VIVERE TANTE ESISTENZE IN UN’UNICA VITA.

VOLEVO CHE IL MIO LAVORO FOSSE VIAGGIARE ED ERO CONSAPEVOLE DI DOVER INVENTARE UN LAVORO AL PASSO CON I TEMPI

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te tutte positive. Cosa esattamente succederà non lo possiamo mai sapere, ma mi piace l’idea di scoprirlo nel corso del 2015.

Non so esattamente cosa succederà nel mio per-corso, a volte vorrei saperlo ma per fortuna non mi è possibile vederlo. Quello che so è che voglio iniziare questo nuovo ciclo nello stesso modo in cui ho iniziato tutta la mia vita lavorativa anni fa, supportato questa volta dall’esperienza e dalle consapevolezze acquisite. Voglio creare nuovi obiettivi giorno dopo giorno, senza stancarmi mai di prendere in mano la mia vita. Voglio sorprendere e sorprendermi. Vorrei riuscire con que-ste parole a dare fiducia alle persone che hanno perso di vista il loro sogno. Non conosco le vite di ognuno, ma sono certo di una cosa: ogni persona ha un sogno. Una delle cose più tristi della vita è avere rimpianti e per questo il mio consiglio è quello di osare… Solo così si può “rischiare” di vedere la propria riempirsi di piacevoli traguardi. Stiamo parlando di quei sogni che

ognuno di noi vorrebbe realizzare da tempo ma non ha mai avuto il coraggio di osare e purtroppo li porta ancora dentro di sé, chiusi a chiave.

Osate nella vita e godetevi la positività del mondo… parola di un viaggiatore.

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STEFANO NARDUCCI

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UUn successo inarrestabile quello che il crowdfunding sta vivendo da quando il popolo del web ha scoperto questa rivoluzionaria forma di finanziamento “dal basso”. Poter fare a meno delle banche e di tutti gli intermediari che finora erano gli unici inter-locutori di chi volesse ottenere un finanziamento per il proprio progetto è oggi è un’opportunità alla portata di tutti.

Innanzitutto vediamo che cos’è il crowdfunding e i motivi del suo successo. Si tratta di una forma di finanziamento che utilizza il web e la viralità dei social media per far conoscere alla “folla” (traduzione di “crowd”) idee e progetti interessanti, per la realiz-zazione dei quali si chiede solitamente un contributo in denaro in cambio di una ricompensa (“reward”) di varia natura.

Il meccanismo alla base del successo di una campagna di crowdfunding risiede nella capacità di attivare una communi-ty interessata e far sì che la stessa, facendo proprio il progetto, consenta al suo promotore di ottenere il denaro necessario per poterlo realizzare. Nella maggior parte dei casi ciò avverrà per puro spirito filantropico, perché si ritiene che la realizzazione del progetto porti un beneficio sociale o economico a una co-munità più o meno estesa di persone. Questa, in estrema sintesi, l’essenza del crowdfunding.

DIFFERENZE E PECUALIARITÀ DEI DIVERSI MODELLI DI CROWDFUNDING

Esistono diversi modelli di crowdfunding che si basano sulla dif-ferenza di obiettivi dei proponenti. Sono essenzialmente quat-

COME FINANZIARE PROGETTI E STARTUP FACENDO A MENO DELLE BANCHE? IL CROWDFUNDING RAPPRESENTA LA NUOVA FRONTIERA DELLA FINANZA MONDIALE.MILIARDI DI DOLLARI SONO STATI RACCOLTI IN POCHI ANNI E IL TREND È IN FORTE CRESCITA IN TUTTO IL MONDO. UN SISTEMA DINAMICO E DEMOCRATICO, CHE CONSENTE LA RAPIDA AFFERMAZIONE DEI PROGETTI A PIÙ ALTO IMPATTO SOCIALE.

I SOLDI ARRIVANO DAL WEB

TUTTI PAZZI PER IL CROWDFUNDING

di STEFANO NARDUCCI

Presidente di Startup Club, è avvocato d’impresa esperto di

contrattualistica, diritto commerciale e societario, trust e diritto digitale. Si occupa di startup innovative da diversi anni, non solo in ambito legale. Sta acquisendo la specializzazione in startup d’impresa presso l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli, attraverso il primo corso per Specialist in start up d’impresa.

SCUOLA DI TALENTI

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I SOLDI ARRIVANO DAL WEB STEFANO NARDUCCI

tro: 1. Donation Based; 2. Reward Based; 3. Lending Based; 4. Equity Based.

Vediamoli in dettaglio.

Il Donation Based è il modello di raccolta fondi più conosciuto al mondo, tipico delle ONG, delle associa-zioni, degli enti no-profit e delle Onlus. A ciascuno di noi è capitato di donare denaro per aiutare popolazio-ni colpite da eventi catastrofici o per sostenere campa-gne a favore di Paesi in via di sviluppo.

Questo modello è sicuramente quello più utilizzato perché tocca la sensibilità di ciascuno di noi, facendoci immedesimare nelle situazioni più drammatiche che la vita presenta e immaginando che, così come siamo pronti a sacrificare una piccola parte dei nostri averi per il bene comune, allo stesso modo lo sarebbero gli altri se fossimo noi a trovarci nella medesima situazione.

Si tratta di un meccanismo solidaristico che trova risposta nella voglia di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita di chi sta peggio di noi (so-prattutto se bambini) o di portare soccorso a seguito di eventi che potrebbero capitare a chiunque, come i terremoti.

Il secondo modello di crowdfunding è il Reward Ba-sed, quello che ne ha decretato il successo a livello glo-bale, soprattutto attraverso la nascita delle due piatta-forme generaliste più importanti al mondo in questo segmento: Kickstarter e Indiegogo.

In questa tipologia di raccolta fondi, quella mag-giormente sviluppato a livello web, i progetti presen-

tati possono essere di vario tipo: dall’idea di un nuo-vo film al prototipo di un laboratorio di ricerca, fino alla startup che propone il suo prodotto o servizio in versione pre-market. Il Reward Based, come si può intuire, prevede un sistema di “ricompense” legate all’entità della somma versata da parte dei finanziatori (backers). Tali ricompense possono andare dal sempli-ce ringraziamento sul sito web dei proponenti, solita-mente previsto per gli importi più bassi (1-10 dollari), fino alla vera e propria “prevendita” di un prodotto. Una sorta di e-commerce a effetti anticipati che con-sente di finanziare la produzione di un prodotto prima ancora che sia disponibile sul mercato.

Solitamente quest’ultima opzione consente anche di testare il mercato di riferimento, recependone gu-sti e preferenze prima di passare all’industrializzazio-ne, facendo così risparmiare notevoli risorse al pro-ponente che potrà correggere il prodotto e andare sul mercato in maniera più convincente.

Considerando che questa modalità di crowdfunding è aperta a diverse tipologie di progetti, le stesse ricom-pense saranno adatte ad essi. Se il proponente vuol finanziare la realizzazione di un film potrà pensare di offrire a chi investe di più nel progetto la sua visione in anteprima o addirittura la possibilità di partecipare ad alcune fasi delle riprese.

Il terzo modello di crowdfunding è il Lending Ba-sed, in cui si crea un vero e proprio sistema di prestiti fra privati, sostituendo il ruolo delle banche con la for-za dirompente della rete.

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I SOLDI ARRIVANO DAL WEB STEFANO NARDUCCI

Un esempio di successo tutto italiano in questo seg-mento è rappresentato dalla piattaforma Prestiamoci.it recentemente acquisita dalla svedese TrustBuddy per oltre 5 milioni di euro. Il meccanismo è semplice: da un lato ci sono persone con un certo budget che vogliono guadagnare da esso, dall’altro privati in cerca di picco-li prestiti che non riescono a ottenere dalle banche (e comunque non alle condizioni di favore offerte dalla piattaforma). Il vantaggio è reciproco perché chi presta il denaro ottiene un rendimento più elevato di quello che riceverebbe da una qualsiasi banca e chi lo riceve usufruisce di condizioni agevolate rispetto a quelle di mercato, pagando un tasso di interesse più basso.

Si tratta di un modello in forte crescita in tutto il mondo il cui funzionamento si basa sulla reciproca fiducia degli attori in gioco e che presenta tassi d’in-successo vicini allo zero proprio perché chi chiede un prestito a persone e non a banche è più responsabiliz-zato a restituirlo, perché sa che se non adempie l’ob-bligazione assunta crea un danno a un risparmiatore e non ad un ente che “vende denaro” per professione.

L’ultimo modello in rassegna è quello diventato più famoso nell’ultimo anno, soprattutto in Italia, visto che vantiamo il primato nella disciplina dello stesso. Si tratta dell’Equity Based crowdfunding, che consen-te di diventare soci di startup innovative acquistando le quote delle stesse tramite piattaforme autorizzate dalla Consob.

Accolto con grande entusiasmo è un modello non ancora decollato per diversi motivi.

Un primo motivo risiede nella disciplina “preventiva” adottata dal legislatore italiano e dalla Consob con il regolamento di attuazione. Per quanto frutto dell’ascolto dei players del mercato, non si è di-mostrata adatta a un mercato non ancora testato. Per questo motivo i progetti finanziati sono stati pochi. Essi hanno complessivamente raccol-to poco più di 1 milione di euro grazie al rilevante ap-porto degli investitori professionali.

DECIDETE CHE UNA COSA SI PUÒ FARE E TROVERETE IL MODO - A. LINCOLN

L’ESSENZA DEL CROWDFUNDING È CREDERE E FINANZIARE QUEI PROGETTI CAPACI DI PORTARE UN BENEFICIO SOCIALE O ECONOMICO A UNA COMUNITÀ.

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I SOLDI ARRIVANO DAL WEB STEFANO NARDUCCI

Con l’Equity Based anche i privati possono acqui-stare quote di startup che si propongono sulle piatta-forme autorizzate ma in modo assai limitato: non più di 499 euro per singola startup e non oltre 1.000 euro annui senza il tramite di una banca. Per investimenti superiori occorre farsi profilare dall’istituto di credito, come prima di ogni investimento finanziario. Condizio-ni un po’ troppo stringenti per un modello che si vuole affermare fra il pubblico dei piccoli investitori.

Esiste infine una soglia del 5% dell’investimento complessivo che deve sempre essere garantita da un investitore professionale (banca o società d’interme-

diazione finanziaria) che deve “credere” e “validare” il progetto sotto il profilo finanziario.

A questo si aggiunge l’elevato rischio per chi decide di investi-re in startup senza avere a dispo-sizione uno storico aziendale e dei bilanci su cui basare le pro-prie valutazioni.

Le cose potrebbero cambiare con l’ingresso delle cosiddette “PMI innovative”, aziende strut-

turate e con già un percorso imprenditoriale di alcuni anni, con metriche ben definite e dati più affidabili su cui basare le proprie valutazioni, abbassando conside-revolmente il rischio dell’investimento.

Ancor meglio l’idea di consentire l’acquisto di quo-te di incubatori certificati, soggetti che investono in startup e offrono alle stesse mentoring e altri servizi professionali qualificati. In questo modo il rischio di-venterebbe davvero molto basso per gli investitori pri-vati, perché basterebbe individuare gli incubatori più affidabili e di maggior successo per scegliere in manie-

ra piuttosto semplice in che direzione andare. Sarebbe quest’ultimo a selezionare le startup su cui investire, assumendosi ogni onere. In sostanza un sistema mol-to simile al funzionamento dei fondi d’investimento, dove magari il rendimento può essere più basso ma senza dubbio più sicuro rispetto ai rischi che si corro-no nell’andare alla cieca finanziando startup di cui si sa davvero poco e verso le quali più che di investimenti si tratta di scommesse.

IL CROWDFUNDING NELLA PRATICA COME SFRUTTARLO AL MEGLIO

Il crowdfunding rappresenta una grande opportuni-tà per le startup e, in generale, per progetti dall’alto impatto sociale. Perché la propria campagna possa ottenere successo bisogna innanzitutto individuare la piattaforma più adeguata all’obiettivo e scegliere il modello più adatto (reward, lending o equity).

Occorre partire dalla considerazione che le piatta-forme più importanti al mondo sono le più frequenta-te, ma anche le più competitive per cui un progetto, se non decolla subito, finisce nella assoluta invisibilità. Ovviamente parliamo di Kickstarter e Indiegogo.

Se hai già un prototipo o una versione funzionante di un software sono entrambe interessanti e posso-no far al caso tuo, anche se Kickstarter richiede che il proponente abbia un indirizzo, un numero di tele-fono e una carta di credito americani; un ostacolo un po’ complicato ma non impossibile da superare (so-prattutto considerando che su Kickstarter si possono raccogliere milioni di dollari) creando una società con sede negli Stati Uniti e un socio americano.

Su queste due piattaforme bisogna puntare su pro-getti altamente innovativi, perché il pubblico è abitua-to a questo tipo di offerte. Indiegogo si sta specializzan-do sul pre-selling, per cui risulta un buon trampolino di lancio per fare un test di mercato del nostro prodotto e ottenere quelle prenotazioni che ci consentiranno di re-alizzarlo grazie al finanziamento degli stessi acquirenti.

Bisogna pianificare bene la campagna e la cosa mi-gliore, soprattutto se si è alle prime armi, è trovare un esperto del settore in grado di aiutarci a costruirne una vincente. C’è chi ha impiegato fino a un anno prima di proporre la propria campagna, è quindi impensabile credere di poterla realizzare in due mesi.

Una delle cose più intelligenti da fare è studiare le piattaforme sul mercato, partendo dalle più note, per capire quali siano le campagne che hanno funzionato meglio e i motivi di tale successo. Replicare chi ha già avuto successo in un settore, come quello delicato del crowdfunding, è sempre la strategia migliore.

RACCONTARE LA STORIA PERSONALE

DELL’IDEATORE, DEL SUO TEAM E

OVVIAMENTE DEL PRODOTTO IN MODO

DA APPASSIONARE ED ENTUSIASMARE

È LA BASE DEL SUCCESSO.

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I SOLDI ARRIVANO DAL WEB STEFANO NARDUCCI

Sicuramente non si può fare a meno di un buon video che, da solo, vale più del 50% del successo di una campagna. Bisogna colpire dritto al cuore di chi lo guarda, puntando sullo storytelling. Raccontare la sto-ria personale dell’ideatore, del suo team e ovviamente del prodotto in modo da appassionare ed entusiasma-re chi lo vede, è alla base del successo. Per suscitare maggiore interesse è preferibile non andare troppo sul tecnico. Spiegare le questioni tecniche in modo ironico e persuasivo è sicuramente più proficuo.

I social media sono fondamentali per una campa-gna ed occorre partire sempre dalle tre effe: friends, family and fouls. Se già nella piccola comunità iniziale c’è qualcuno che crede al progetto è un buon inizio. At-tivare la propria community di riferimento – che deve preesistere rispetto al progetto – è un ingrediente ba-silare per tutte le campagne andate in “goal”.

Bisogna essere pronti a cambiare in corso d’opera se ci si accorge che alcuni aspetti importanti sono stati trascurati o se si colgono sfumature in grado di mo-dificare positivamente il corso della nostra campagna.

Questi aspetti sono fondamentali per ogni model-lo di crowdfunding, anche se il più testato ed efficace resta finora il Reward Based. In questo modello è fon-damentale anche la tipologia di ricompense offerte. Se

si tratta di qualcosa di originale il risultato sarà certa-mente positivo.

Ovviamente se vogliamo conquistare nuovi “soci” e puntiamo all’Equity Based, dovremo preparare tutta una serie di documenti tecnici che interessano molto più all’investitore rispetto al consumatore che compra in anteprima un prodotto. Tali documenti sono richie-sti dalla normativa, ma per la loro puntuale redazione occorre necessariamente il supporto di competenti professionisti. Ciò non toglie che una buon pitch, un buon video e lo storytelling funzionano bene anche in questo caso per attirare l’interesse del nostro poten-ziale investitore.

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VITO VERRASTRO

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SSpegnere la tv, accendere la radio. A pensarci, bastano due clic per mettere in atto un concetto in sè rivoluzionario, in un’epoca in cui l’immagine invade le nostre vite. E proprio di un’invasione negativa volevo liberarmi, a metà 2012: quella delle news tele-visive che puntualmente enfatizzavano scioperi, proteste, dati record sulla disoccupazione, tracciando l’immagine della crisi come di un lungo tunnel senza uscita.

Di fronte all’ennesimo tg catastrofista, dovevo fare qualcosa di più che spiegare ai miei due figli che quella era solo una parte della verità. E così, a tredici anni dalla fine della mia esperien-za da corrispondente e inviato di rds Radio Dimensione Suono, ho deciso che un messaggio controcorrente e positivo sarebbe dovuto partire proprio dalla radio, strumento antico e moder-nissimo, che ha saputo resistere a mille evoluzioni e attacchi e oggi vive in modo perfettamente combinato al web (ricordate il brano Video killed the radio stars, dei Buggles che nel 1979 ne profetizzava la scomparsa?).

Attraverso la radio volevo provare a raccontare come la glo-balizzazione abbia aperto spazi neanche lontanamente imma-ginabili fino a qualche anno fa; e che se si utilizzano intuito, ta-lento, competenza e creatività, si può arrivare davvero lontano, nonostante le difficoltà esistenti. Certo, l’asticella della compe-titività si è alzata e sono cambiati gli scenari geopolitici che oggi vedono l’Europa in declino e altri Paesi emergere e progredire. È in atto un grande cambiamento, da leggere e interpretare per scoprire le nuove regole del gioco, piuttosto che cedere alla ras-segnazione e al lamento sterile.

PER UNO COME ME, CAPACE DI RIFIUTARE CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO E INCARICHI PUBBLICI DIRIGENZIALI PER VIVERE DA FREE LANCE, METTERE IN PIEDI UNA STARTUP SIGNIFICA CONTINUARE A SFIDARSI. MA SOPRATTUTTO AIUTARE I GIOVANI A LEGGEREIL PRESENTE E INTERPRETARE IL FUTURO

FACCIAMO CULTURA D’IMPRESA

RACCONTIAMO COME ESSERE MANAGER DI SE STESSI

di VITO VERRASTRO

Mi definisco un “inquieto seriale”: nasco come

giornalista, divento comunicatore (curo da anni diversi uffici stampa), mi sperimento come formatore, progettista e personal brander.Da free lance lavoro senza sosta eppure sento l’impagabile profumo della libertà. Amo viaggiare, guardare orizzonti, pensando che il meglio debba ancora venire.

LE NUOVE STARTUP

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FACCIAMO CULTURA D’IMPRESA VITO VERRASTRO

Bisogna imparare a “ballare sotto la pioggia”, come recita un famoso detto di Gandhi che ho adottato come mantra. Perché puntare all’eccellenza e diven-

tare sempre più bravi è la chiave per inserirsi tra le onde turbolen-te del mercato del lavoro, risa-lendo la corrente e surfando tra burocrazia, tasse e difficoltà di ac-cesso al credito. Un mare tutt’al-tro che tranquillo in cui bisogna osare, pensare “out of the box” (uscendo dagli schemi) e diventa-

re manager di se stessi, promuovendosi attraverso tec-niche di personal brandig e raccontandosi utilizzando lo storytelling, proprio come fanno le migliori aziende.

In questo ragionamento c’era già la base del pro-getto. L’idea viene condivisa con entusiasmo dalla col-lega giornalista Angela Di Maggio e da un amico edito-re, Gianluigi Petruccio, che ci garantisce l’utilizzo della sala registrazione di trm Radio Tour per qualche ora alla settimana. Al magazine manca solo un nome capa-ce di parlare del “lavoro che c’è o che si può... inven-tare”, come recita uno dei nostri jingle. Lavoro e radio: la crasi delle due parole ci portò al nome: Lavoradio.

UNA NARRAZIONE CONTROCORRENTE

Ci servivano dei buoni esempi, delle storie raccontate in prima persona: voci positive, entusiaste, di un’Italia decisa a non mollare, a non arrendersi e, anzi, a rilan-

ciare. Uno sguardo all’immancabile copia di Millionai-re e tanta ricerca sul web per i primi contatti. Siamo partiti subito forte con due grandi nomi: Guido Mar-tinetti, cofondatore di Grom, un impero nato dalla vo-glia di due amici di fare il gelato più buono del mondo e con un investimento di soli 32.000 euro a testa. E poi Gatto Panceri, che si è raccontato consentendoci di utilizzare come sigla la sua canzone Un lavoro che mi piace. Da quella calda giornata di luglio del 2012 non ci siamo più fermati, raccontando oltre 100 casi di impresa, scaricabili dal canale podcast soundcloud.com/lavoradio.

Oltre ai case history ci servivano esperti che potes-sero dare consigli utili ed efficaci a un target compo-sto da giovani, over 40 espulsi dal mercato del lavoro, imprenditori, manager. Alcuni sono diventati amici e “grandi firme”: da Gianluca Dettori per l’area startup a Paolo Iacci, vice presidente nazionale di aidp (Asso-ciazione Italiana per la Direzione del Personale); da Fausto Fantini, consulente professionale e aziendale, ad Assunta Corbo, ideatrice del blog That’s good news. Persone grandi e splendide nella loro umiltà e disponi-bilità, che ci hanno aiutato a far crescere il magazine insieme ai nostri partner: Millionaire, IWA Italy, aidp, Europe Direct, Piuchepuoi, Kongnews e tanti altri.

E gli annunci di lavoro? Li abbiamo volutamente evitati. Sarebbe stato

come dare a un affamato dei “pesci” con cui tempo-raneamente sfamarsi, invece che fornire strumenti per

BISOGNA PENSARE “OUT OF THE BOX”, ESSERE MANAGER

DI SE STESSI, E PROMUOVERSI CON TECNICHE

DI PERSONAL BRANDING

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FACCIAMO CULTURA D’IMPRESA VITO VERRASTRO

consentirgli di pescare. Questo antico proverbio africa-no ce lo ripetevamo spesso, con l’idea di aprire una sfi-da nella sfida: la creazione di una mentalità proattiva e imprenditiva, vero caposaldo di Lavoradio. E allora, meglio dare spazio a news su bandi, programmi, con-corsi e scambi in ambito Europeo, per dare un nuovo impulso alla mobilità.

Quanto sarebbe costato, in termini di risorse eco-nomiche, il magazine? Anche in quel caso non ho fatto calcoli e ho pensato solo di partire al più presto, auto-finanziando la fase di startup del progetto.

Era una missione, volevo mettere al servizio degli altri la mia esperienza e un po’ della mia sana follia (come non chiamare folle chi rifiuta contratti a tempo indeterminato o ruoli da dirigente pubblico per inse-guire i propri sogni da free lance senza alcun paraca-dute?) perché si comprendesse che si può vivere be-nissimo scegliendo di non avere certezze, né posti fissi né rendite, con accanto l’adrenalina che ogni giorno ti spinge a pensare a come ampliare sguardi, orizzonti e network relazionali.

Il viaggio era ormai iniziato; a bordo sono poi sa-liti altri editori che hanno sposato il progetto come Santo Frascati (rc International, Radio Touring 104) e Frank Teti (rvs Radio Valentina Soverato), e colleghi come Albina Sodo (che oggi cura i nostri cana-li social) e Vitina Marcantonio, la nostra marketing manager. E così, la community su web e social si è fatta corposa, i primi sponsor si sono affacciati alla nostra finestra e il raggio di azione via radio si è diffuso su un territorio che copre un’area che va dal Salernitano alla provincia di Messina. Nel 2015 ini-zieranno i contatti anche al Centro e al Nord Italia, per allargare l’area del “contagio positivo”.

Il messaggio di Lavoradio è poi diventato un format di infotraining: il “Jobbing Fest”, sperimentato di fron-te a 500 studenti delle scuole superiori per la Giornata 2013 del Fondo Sociale Europeo della Regione Basi-

LA COMMUNITY SU WEB E SOCIAL SI È FATTA CORPOSA, I PRIMI SPONSOR SI SONO AFFACCIATI ALLA NOSTRA FINESTRA E IL RAGGIO DI AZIONE VIA RADIO SI È DIFFUSO

LA VITA NON È ASPETTARE CHE PASSI LA TEMPESTA, MA IMPARARE A BALLARE SOTTO LA PIOGGIA.- GANDHI

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FACCIAMO CULTURA D’IMPRESA VITO VERRASTRO

Ci facciamo riconoscere

UN PO’ DI DATI Oltre 100 puntate presentando 130 tra casi d’impresa e profili professionali, 180 consigli di esperti, 400 news e una cinquantina di recensioni di libri.

I PUNTI DI FORZANon ci rivolgiamo a chi “cerca un po-sto di lavoro” ma a chi il lavoro lo vuole creare e inventare. E soprattutto a chi non ha paura del cambiamento, che per noi significa opportunità e rischio.

IN COSA È MIGLIORE DEGLI ALTRIRispetto a chi rappresenta la crisi come un tunnel senza uscita, vogliamo testi-moniare la voglia di chi desidera aprire il cassetto dove sono riposti i sogni.

A CHI SI RIVOLGEGiovani, imprenditori, manager, star-tupper e, più in generale, chiunque vo-glia crescere e connettersi con il cam-biamento legato al mondo del lavoro.

ORIZZONTI FUTURIIn Italia è in atto un’innovazione nella narrazione del lavoro che, senza igno-rare le difficoltà, cerca di accendere i riflettori sulle best practices e sulla cul-tura d’impresa, ripartendo dalla scuola.

IN CONCLUSIONECon un noto imprenditore stiamo lavo-rando all’apertura di un’impresa che ci consenta di spaziare tra editoria, for-mazione e creazione di eventi.

licata. Un’idea apprezzata anche a livello nazionale, come testimonia la finale del “Sodalitas Social Award”, il più autorevole premio per la sostenibilità d’impre-sa in Italia, nella categoria “Occupazione dei Giovani e promozione dell’Auto-imprenditorialità e dell’inseri-mento lavorativo”. Attraverso musica, video, tecnolo-gia, testimonianze e laboratori, i giovani hanno potu-to parlare con altri giovani che si sono messi in gioco, hanno fatto impresa, hanno dato vita a profili profes-sionali innovativi, facendo network e utilizzando web e social network come strumento per trovare lavoro, in particolare in ambito web.

Nell’ottica di “unire i puntini”, come suggeriva Ste-ve Jobs, nel 2015 confezioneremo i nostri primi eBook con le storie di Lavoradio; con aidp (Associazione Ita-liana per la Direzione del personale) continueremo ad andare in scuole, Università, imprese e luoghi di ag-gregazione per raccontare il presente e il futuro; per motivare, confrontarci, alzare il livello della cultura d’impresa. Con respiro più ampio, infine, pianifiche-remo il “salto” da magazine settimanale a webradio, magari all’interno di un’impresa sociale che sviluppi attività editoriali, formative e di creazione eventi, con uno sguardo sempre più spinto sull’Europa e sul mon-

do per continuare a raccontare, via radio e dal vivo, le storie di chi si mette in gioco senza paura di fallire; di chi mette talento e competenze a disposizione degli al-tri; di chi fa network. Di chi non si rassegnerà a cercare scorciatoie (leggasi raccomandazioni), a tentare la fuga o a rassegnarsi, ma imboccherà un sentiero impervio e pieno di rischi, con la consapevolezza che successo e sudore sono scritti, in questa scansione temporale, soltanto sul vocabolario.

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IIl mondo del commercio è cambiato da anni. Molti di noi oggi vistano i negozi tradizionali per provare un prodotto e toccarlo con mano, prenderne le misure, per poi rimetterlo sullo scaffale. Torniamo a casa e con il nostro smartphone cerchiamo lo stes-so prodotto su diversi siti di e-commerce, troviamo il prezzo più basso e iniziamo a cercare sui vari blog o social network le opi-nioni di clienti da tutto il mondo. Questo i professionisti lo hanno capito molto bene e alcuni social network hanno già annunciato il lancio di un nuovo strumento, il “Buy Button”.

I NUMERI PARLANO CHIARO

Non c’è bisogno di dire che il business delle vendite online sia in forte crescita, ma per vedere le cose nella giusta prospettiva è sempre utile osservare i numeri: nel 2014 più di 1,2 miliardi di persone hanno effettuato acquisti online, raggiungendo una spesa totale vicina a 1.200 miliardi di euro. Di questi utenti, 100 milioni hanno acquistato prodotti o servizi al di fuori dei loro con-fini nazionali. Se andiamo a vedere i due mercati più importanti, negli Stati Uniti il valore totale delle vendite online ha raggiunto la somma di 315,4 miliardi, mentre il mercato Cinese ha quasi raggiunto i 250 miliardi. Non è un caso che il sito di e-commerce più importante in Cina, ovvero Alibaba, sia entrato sul listino di Wall Street con un IPO che ha battuto tutti i record preceden-ti. L’ultimo record (17,9 miliardi di dollari) era stato ottenuto nel 2008 con l’ingresso sui mercati di Visa; un primato spazzato via dall’esorbitante 25 miliardi di dollari per l’ingresso sui listini di

IN UN PANORAMA DOVE IL BUSINESS DELLE VENDITE ONLINE FATTURA OGNI ANNO MILIARDI DI EURO E RAPPRESENTA, IN EUROPA, IL 6% DI TUTTE LE VENDITE, I PRINCIPALI SOCIAL NETWORK LAVORANO PER DIVENTARE I NUOVI PROTAGONISTI DI QUESTO ENORME MERCATO COSTANTEMENTE IN CRESCITA.FACEBOOK E TWITTER, FORTI DEI LORO MILIONI DI UTENTI, PUNTANO A DIVENTARE UN NUOVO CANALE DISTRIBUTIVO .

EVOLUZIONE DEI SOCIAL NETWORK

IL FUTURO: SOCIAL EDE-COMMERCE ALL IN ONE

di MARCO BAZZAN

SCUOLA DI TALENTI

MARCO BAZZAN

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Gli anni trascorsi negli Stati Uniti hanno cambiato il mio modo di

vedere il mondo; tra i vari insegnamenti ho imparato il concetto del “thinking outside of the box” (pensare fuori dalla scatola) che consente la nascita e lo sviluppo di idee innovative. Questa è la mentalità che ho immediatamente riconosciuto in Ideas Incubator, ed è con questo spirito che approcciamo le nostre giornate di lavoro.

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EVOLUZIONE DEI SOCIAL NETWORK MARCO BAZZAN

Alibaba Group. Queste cifre da capogiro ci permettono di capire dove si diriga l’attenzione internazionale dei mercati e l’importanza del settore e-commerce. Anche in Italia è possibile notare l’importanza di questo setto-re con un valore totale di acquisti online (beni e servizi) che, nel 2013, ha raggiunto i 14 miliardi di euro e quasi i 18 miliardi nel 2014; una cifra ottenuta tramite 200 milioni di operazioni. Tutti questi valori mostrano una crescita del fenomeno di circa il 28% rispetto al 2013. Gli acquisti risultano ben distribuiti tra beni materiali

e servizi, con una lieve maggioranza (56%) per quanto riguarda i beni fisici. È anche importante osservare la frequenza di tali acquisti: nella primavera del 2014 un totale di 10 milioni di acquirenti online hanno effettua-to un acquisto almeno una volta al mese. Un dato in crescita del 26% se paragonato allo stesso periodo del 2013. In Italia, nel 2014, gli e-commerce hanno rappre-sentato il 4% del totale del retail, un dato in crescita dell’ 1%, anche se inferiore rispetto alla media europea del 6%. L’e-commerce in Inghilterra vale un fatturato di 107 miliardi, in Germania 63 e in Francia 51; cifre che portano questi tre paesi a rappresentare il 61% del mercato e-commerce europeo.

UN PIEDE NELLA PORTA

Tali cifre hanno attirato l’attenzione dei social network; realtà giovani, dinamiche e costantemente affamate. Queste multinazionali con capitalizzazioni da spavento sono alla costante ricerca di nuove strade per aumen-tare le loro fonti di ricavo e per rimanere al passo con le necessità e le voglie dei loro utenti. Per questo, met-tendosi a disposizione delle aziende, stanno puntando a diventare un nuovo canale distributivo allo scopo di

Il giro d’affari globale delle vendite online nel 2014

Utenti che hanno effettuato un acquisto online

Valore globaledelle vendite online

Valore delle vendite online negli Stati Uniti

Valore delle vendite online in Cina

1,2 mld 1.200 mld ¤ 3155 mld ¤ 250 mld ¤

Il giro d’affari delle vendite online in Italia

Valore delle vendite online

Numero di transazioni

2013 14 mld ¤ 156 mln

2014 14 mld ¤ 200 mln

Il giro d’affari delle vendite online in Europa nel 2014

Inghilterra Germania Francia

107 mld 63 mld 51 mld

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EVOLUZIONE DEI SOCIAL NETWORK MARCO BAZZAN

attirare più pubblicità che porti un aumento dei ricavi. Facebook è stato il primo a cogliere questa opportuni-tà introducendo a Luglio 2014 il “Buy Button”, seguito a Settembre da Twitter che ha lanciato il “Buy Now”. Questi bottoni consentono di effettuare acquisti diret-tamente dai social network, un modo per semplificare e accorciare i tempi nel processo di acquisto che mira ad aumentare i famosi “acquisti d’impulso” che i ven-ditori professionisti conoscono bene e sanno sfruttare. Questo processo si è dimostrato molto interessante e ha portato uno storico colosso dell’e-commerce come e-Bay a percorrerlo in maniera inversa: è nato quindi e-Bay Collezioni per portare un aspetto “social” alla tra-dizionale piattaforma. Un’altra soluzione per ottenere lo stesso risultato è stata la partnership sottoscritta tra Pinterest e Shopify. All’appello sembra mancare solo Google, il quale non ha ancora annunciato come col-legherà la piattaforma e-commerce Google Shopping con la piattaforma social Google Plus.

I PRIMI PASSI

Facebook ha lanciato il progetto prima dell’estate ma al momento solo negli Stati Uniti e in via sperimentale, fornendolo gratuitamente alle aziende che già investo-no sulla piattaforma. Il bottone si può trovare nell’area dei post e degli annunci a pagamento, ma per poterlo usare la prima volta gli utenti dovranno comunicare i

dati della propria carta, che verranno salvati per tutte le transazioni future, aiutando appunto a diminuire la complessità del processo e dando strada libera agli ac-quisti impulsivi. Twitter sta seguendo la stessa prassi con “Buy Now”, trasformando i tweet da un mezzo di comunicazione a uno strumento per fare shopping. Al momento questo servizio è disponibile solo negli Stati Uniti per tutti i dispositivi che utilizzano l’app di Twit-ter. Non si sa esattamente quando, ma presto entram-bi questi strumenti saranno resi disponibili al resto del mondo e a tutti i dispositivi, visto che i primi risultati e feedback sono stati positivi.

“ “CON I BUY BUTTON, FACEBOOK E TWITTER CONSENTONO L’ACQUISTO DIRETTAMENTE DAL SOCIAL NETWORK, UN MODO PER ACCORCIARE I TEMPI E AUMENTARE GLI ACQUISTI D’IMPULSO.

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ROBERTO MACINA

[email protected]

MMaggio 2010, segreteria studenti della Facoltà di ingegneria dell’Università Roma Tre. Aspettavo da quasi un’ora e mentre in-gannavo l’attesa giocando con il mio smartphone, mi sono chie-sto: possibile che non esista un’applicazione che mi aiuti a utiliz-zare meglio il mio tempo, invece di stare qui bloccato in coda? Non esisteva. E così ho deciso di crearla con l‘aiuto di un gruppo di validi collaboratori.

Novembre 2014, Borsa di Milano. Ero lì, nel tempio della finan-za italiana, per presentare un round da 500.000 euro di nuovi in-vestimenti per la mia azienda. Mi tremava la voce per l’emozione.

Quando penso alla mia vita professionale degli ultimi anni, mi vengono in mente molte immagini. Ma queste due sono si-curamente quelle predominanti: la segreteria della mia facoltà e la Borsa di Milano. L’inizio dell’avventura di Qurami e l’ultimo prestigioso traguardo che abbiamo raggiunto.

Da Maggio 2010 sono cambiate tante cose. Non solo ho perso 20 chili – a dimostrazione che l’attività imprenditoriale fa bene alla salute – ma con il team abbiamo creato una soluzione tecnologica che oggi viene considerata tra le più innovative e utili per le smart city del futuro. Una soluzione che permette alle persone di riappropriarsi di uno dei beni più preziosi: il proprio tempo. Si chiama Qurami, un nome che unisce la parola inglese “queue”, che vuol dire fila, e l’italiana “cura”.

Tramite uno smartphone l’app permette di prenotare il posto in fila prendendo un “numeretto elettronico”, verificare l’attesa in tempo reale e recarsi allo sportello quando si riceve una no-tifica all’avvicinarsi del proprio turno. E nel frattempo possiamo continuare a dedicarci alle nostre attività, ottimizzando tempi

UN’IDEA NATA CINQUE ANNI FA IN UNIVERSITÀ SI È TRASFORMATA IN UN SUCCESSO AZIENDALE. GRAZIE AL CORAGGIO E ALL’INTRAPRENDENZA DI UN GRUPPO DI GIOVANI UNDER 30 CON UNA MISSIONE: RESTITUIRE ALLE PERSONE UNO DEI BENI PIÙ PREZIOSI, IL PROPRIO TEMPO.

INNOVAZIONE PER LE SMART CITY

STORIA DI QURAMI, L’APPPER UN MONDO SENZA CODE

di ROBERTO MACINA

Laureato in ingegneria informatica, è fondatore e CEO di Qurami per la quale guida una fantastica squadra di giovani programmatori, sviluppatori, manager e comunicatori. È lecturer presso l’università LUISS sul tema del Digital Business. Gli piace condividere la sua storia di imprenditore presso scuole, università e aziende per ispirare i giovani e spingerli a costruirsi il proprio futuro.

LE NUOVE STARTUP

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INNOVAZIONI PER LE SMART CITY ROBERTO MACINA

e spostamenti. L’applicazione è rapida e intuitiva e si utilizza con pochi gesti. Qurami si scarica gratuitamen-te sullo smartphone e una volta aperta geo-localizza

la nostra posizione e permette di scegliere la struttura o il luogo nel quale andare. L’utente verifica in tempo reale il numero di persone in fila e prende il proprio “nume-retto elettronico” che si inserisce perfettamente nel flusso ordina-rio dei biglietti cartacei presi in loco. Aspetta il proprio turno con la libertà di dedicarsi a ciò che più

desidera grazie ad un sistema di notifiche che segna-lano l’avanzamento della fila e l’avvicinarsi del turno.

Il nostro modello di business verte essenzialmente sugli accordi che riusciamo a stipulare con le strutture che scelgono Qurami. Queste ultime sostengono sol-tanto un costo annuale per l’attivazione e la gestione del servizio; noi ci occupiamo di tutto il resto.

Oggi Qurami è attiva in quella stessa segreteria universitaria — nell’ateneo di Roma Tre – nella quale è nata l’idea e in tante altre strutture in Italia come i comuni di Roma, Firenze e Trieste; le università ro-mane La Sapienza, Roma Tre, LUISS e l’ateneo di Pa-dova; le strutture sanitarie dell’Ospedale Israelitico e del Policlinico Agostino Gemelli di Roma e la Camera di Commercio di Milano. Qurami è stata scaricata oltre 200.000 volte e 70.000 persone hanno “staccato un numeretto” risparmiando tempo prezioso. Ora, grazie anche al nuovo investimento ricevuto, puntiamo all’e-

spansione sui mercati esteri. Qurami è già attiva pres-so il Banco de America Central in Costa Rica e presso la società di telecomunicazioni Cable&Wireless di Pa-nama. Nell’ultimo anno abbiamo avviato contatti con il Comune di Londra e le Poste del Regno Unito, entram-bi interessati alla nostra soluzione e pronti a lanciare a breve le prime sperimentazioni.

Tutto questo non sarebbe stato possibile se quel pomeriggio del maggio 2010 mi fossi fermato a con-templare l’idea che avevo avuto. Purtroppo nel mondo del business le buone intuizioni, e aggiungerei anche le buone intenzioni, non bastano. Ho avuto la prontez-za di condividere subito l’idea con un amico e di met-termi a cercare le persone giuste con le quali iniziare a trasformare quest’idea in un progetto solido. Oggi l’ecosistema delle startup in Italia si sta arricchendo di professionisti in gamba e se adeguatamente soste-nuta, questa rete può veramente trasformare i sogni imprenditoriali in realtà di business. Quattro anni fa l’ambiente era ancora in fase primordiale, c’erano meno possibilità di fare network e scontavamo ancora alcuni ritardi culturali. Io, ad esempio, a quel tempo lavoravo già in una grande società di telecomunica-zioni e da neolaureato in ingegneria informatica avrei probabilmente avuto ottime possibilità di rimanere e fare carriera. La mia scelta di lasciare tutto per lanciar-mi in un’avventura piena di ostacoli e incognite a volte suscitava scetticismo e anch’io inizialmente ho vissuto momenti di difficoltà a causa dei continui ostacoli che mi trovavo di fronte. La realizzazione dell’app era l’a-spetto che mi ha sempre spaventato meno. Tutto il re-

IL MONDO DELLE STARTUP IN ITALIA SI

STA ARRICCHENDO DI PROFESSIONISTI

IN GAMBA, UNA RETE CAPACE DI TRASFORMARE I SOGNI IN SOLIDE

REALTÀ DI BUSINESS

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INNOVAZIONI PER LE SMART CITY ROBERTO MACINA

sto, invece, dallo sviluppo del business alla ricerca dei clienti, dalla sostenibilità finanziaria al marketing, ha rappresentato una sfida enorme per un gruppo di un-

der 30 senza nessuna precedente esperienza imprenditoriale.

Per fortuna abbiamo potuto contare su Luiss-Enlabs, l’incu-batore che per primo ha credu-to in noi finanziandoci con due seed importanti e fornendoci il supporto di cui avevamo bisogno per costruire il modello di busi-ness e la rete di contatti. Il nostro primo grande scoglio fu quello di instaurare rapporti con le società

produttrici di sistemi eliminacode e spiegargli la nuova soluzione che stavamo sperimentando. Decidemmo di contattare le aziende più importanti del settore e ri-cevemmo la stessa risposta: “non ci interessa, grazie”. Questi sono i momenti che andrebbero raccontati ai ragazzi che guardano con grande interesse al mondo delle startup. Da fuori può apparire un mondo diver-

tente e appassionante ma in realtà è fatto di momenti duri, di notti insonni, di tensioni e paure che spengono subito i facili entusiasmi. Decidemmo di non arrender-ci e riuscimmo a ottenere un contratto con l’Università Luiss di Roma, che ci consentì in seguito di farci cono-scere e ampliare la nostra rete di clienti. In breve, ol-tre ai clienti, sono arrivati anche importanti riconosci-menti che ci hanno aiutato a farci conoscere ancora di più. Nel 2013 Qurami è stata selezionata dalla celebre testata hi-tech americana TechCrunch tra le 40 start-up italiane più promettenti. Alla fine dello stesso anno abbiamo vinto il premio internazionale UK-Italy Sprin-gboard per l’Innovazione. Abbiamo inoltre preso parte con successo al concorso “Nuovi strumenti per una cit-tà migliore” della Smart City Exhibition di Bologna del 2013 e, infine, allo SMAU 2014 eravamo ospiti dello stand di Roma Capitale che ha riconosciuto in Qurami un servizio semplice, innovativo e realmente vicino ai cittadini di una “smart city” del futuro.

Di fronte ai successi che stiamo ottenendo non pos-so però dimenticare gli enormi ostacoli incontrati. Un Paese proiettato verso il futuro deve assolutamente

“ “NEL BUSINESS LE BUONE INTUIZIONI E LE BUONE INTENZIONI NON BASTANO. OCCORRE CONDIVIDERE LE IDEE E CREARE SUBITO UN’AFFIATATA SQUADRA DI LAVORO

IL MONDO DELLE STARTUP PUÒ APPARIRE DIVERTENTE E

APPASSIONANTE. MA È FATTO DI

MOMENTI DURI, DI NOTTI INSONNI

E DI PAURE CHE SPENGONO I FACILI

ENTUSIASMI

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Ci facciamo riconoscere

UN PO’ DI DATI Nata nel 2010 Qurami ha finora ricevu-to finanziamenti per 800mila euro. Ad oggi le strutture che hanno adottato l’app per gestire le code sono oltre 120.

I PUNTI DI FORZAQurami è semplice da usare, intuitiva, gratuita per gli utenti e compatibile con tutti i moderni sistemi eliminacode presenti sul mercato.

IN COSA È MIGLIORE DEGLI ALTRIQurami non solo permette di migliorare la soddisfazione degli utenti, ma aiuta anche a ottimizzare i flussi di lavoro in-terni e l’erogazione dei servizi da parte del committente.

A CHI SI RIVOLGEUna soluzione innovativa che si rivolge a tutte le strutture che hanno necessità di gestire in modo ottimale le code (uf-fici pubblici, ospedali, università, musei, banche, attività commerciali, etc).

ORIZZONTI FUTURIL’azienda punta a consolidare la presen-za sul mercato italiano e grazie ai nuovi investimenti intende ampliare il proprio raggio d’azione sui mercati esteri.

IN CONCLUSIONENata da un’idea semplice quanto inno-vativa, Qurami dimostra come l’intra-prendenza possa dare vita a esperien-ze imprenditoriali di successo.

eliminarli per facilitare e promuovere l’attività impren-ditoriale. Primo fra tutti la lentezza della burocrazia e l’arretratezza di molti strumenti giuridici che faticano a stare al passo dei progetti più innovativi, soprattutto quelli digitali.

L’arretratezza purtroppo riguarda anche l’aspetto culturale. Serve un sistema economico e sociale che promuova l’innovazione. Questo non vuol dire solo finanziamenti per le startup. Chi fa innovazione deve sentirsi immerso in un contesto favorevole in cui il pro-prio lavoro è apprezzato e valorizzato. In questo sen-so c’è bisogno di una rivoluzione culturale che faccia uscire l’innovazione dai contesti di nicchia e la diffonda ovunque. Comincerei facendo corsi di innovazione nel-le scuole. Non per insegnarla, ma per ispirare i ragazzi, per trasmettergli l’idea che il lavoro dei sogni lo posso-no creare da soli. Stando attenti a non diffondere false illusioni, a non far credere che lì fuori sia pieno di inve-stitori pronti ad aprire il portafoglio e finanziare i nostri progetti. In Italia dobbiamo ancora lavorare molto per migliorare il collegamento tra chi ha buone idee e chi può investire. Un binomio fondamentale per fare inno-vazione. Qualcosa sta già cambiando e il fatto che l’ul-timo nostro finanziamento sia arrivato da un grande gruppo bancario è una novità incoraggiante. Sui media

leggiamo quasi esclusivamente le storie di chi ce l’ha fatta, ma il mondo delle startup è pieno di progetti che non hanno trovato i soldi necessari per andare avanti. Scuola, innovazione, mondo imprenditoriale e finan-za. Dobbiamo riuscire a trovare il filo magico per unire questi mondi spesso lontani tra loro.

In questo senso la crescita delle startup può rap-presentare un grande stimolo al cambiamento del no-stro sistema, per farlo diventare un vero alleato di tutti coloro che vogliono fare innovazione.

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DANIELE VISMARA

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AA tutti sarà capitato di trovare un avviso di giacenza nella buca delle lettere o di dover aspettare per ore il corriere in attesa di un pacco o una busta. È altrettanto imbarazzante dover chiedere favori ai vicini per il ritiro di un acquisto fatto on line perché sul posto di lavoro non è possibile farselo recapitare.

Dalla considerazione di tutte queste esigenze nasce IoRitiro.Il mio nome è Vismara Daniele, ho 44 anni e vivo a Pavia; ho

sempre amato lavorare in rete e sono riuscito a coltivare la mia passione gestendo la vendita dei prodotti proposti nel negozio di famiglia. L’idea di IoRitiro è nata quando mi sono accorto che pa-recchi studenti universitari, amici e clienti residenti vicino al ne-gozio chiedevano la cortesia di ritirare le consegne dei corrieri. La battuta era sempre la stessa: “ti manderò il conto per il servizio”!

Nel settembre del 2013 ho iniziato a pensare seriamente a come trasformare un favore in un servizio, documentandomi e raccogliendo più informazioni possibili per comprendere la fatti-bilità del progetto.

Ho contattato un’importante agenzia di web marketing e co-municazione, Timmagine, per approntare l’impostazione di un sito web e di un adeguato piano di lavoro. Il 18 febbraio 2014 abbiamo iniziato l’avventura. A distanza di quasi un anno non posso che essere soddisfatto del percorso effettuato.

UN’OPPORTUNITÀ PER I NEGOZI

IoRitiro è un’opportunità per tutti. Per chi deve gestire il ritiro o la consegna di pacchi e buste, ma anche per i bar e i negozi che

IORITIRO È UN’IDEA SEMPLICE E INNOVATIVA CHE SEMPLIFICA LA VITA. SI TRATTA DI UNA RETE DI BAR E NEGOZI CHE OFFRE A CHI È SPESSO FUORI CASA L’OPPORTUNITÀ DI GESTIRE IL RITIRO O LA CONSEGNA DI PACCHI E BUSTE. IL SERVIZIO TRASFORMA GLI ESERCIZI COMMERCIALI DELLA CITTÀ IN UNA PORTINERIA PERSONALE.

IORITIRO - LA PORTINERIA 2.0

IORITIRO SPEDISCE E RITIRAPACCHI O BUSTE AL POSTO TUO

di DANIELE VISMARA

Conclusi gli studi inizia la propria attività presso il negozio di famiglia, nel settore vendita motoveicoli e accessori. Nel frattempo sviluppa la passione per il mondo di internet (vendite online in particolare).Nel febbraio 2014, crea la rete di IoRitiro. Vive e lavora a Pavia.

LE NUOVE STARTUP

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DANIELE VISMARA IORITIRO - LA PORTINERIA 2.0

vogliono incrementare la pedonalità del proprio punto vendita. IoRitiro crea l’occasione per conoscere e invi-tare nuovi clienti.

Il corriere consegna all’indirizzo del punto IoRitiro segnalato, mentre un sms e una mail comunicano al cliente di recarsi al negozio per il ritiro (passaggio da cui può derivare un acquisto). Il tutto con un impegno di tempo minimo e senza spese aggiuntive perché l’af-filiazione delle attività a IoRitiro non solo è gratuita, ma genera ad ogni ritiro un guadagno, rappresentato dal 50% del ricavo della transazione.

I vantaggi per le attività commerciali che decidono di far parte della nostra rete sono molti: nuovi clienti, una pagina web dedicata (contenente informazioni, foto e pubblicità) e un nuovo potenziale cliente per ogni ritiro o consegna. Tutto senza costi.

IL RITIRO O LA CONSEGNA DI PACCHI E BUSTE NON È PIÙ UN PROBLEMA

L’uso del servizio è molto semplice. Dal sito è possibi-le scaricare un modulo informativo (www.ioritiro.it/pdf/libretto-privati.pdf) che illustra costi e modalità del servizio. La spesa varia da 75 centesimi a 8,40 euro, in base alle dimensioni, al tempo di stoccaggio presso il punto di ritiro e al numero di crediti acquistati. Il cliente potrà acquistare su qualsiasi e-commerce e far spedire la

merce presso uno dei nostri punti affiliati. Può esse-re selezionata una tempistica di fermo deposito fino a 30 giorni.

L’utilizzo del servizio è basato sull’acquisto di cre-diti. 10 crediti hanno un valore di 3 euro che saranno utilizzati in ragione del tipo di servizio selezionato.

È stato poi creato un programma di incentivazione a favore dei clienti che prevede l’offerta di crediti gra-tuiti a fronte di particolari interventi: ad esempio ven-gono offerti crediti in caso di segnalazione di un nuovo punto di ritiro oppure in ipotesi di registrazione di un “amico”. Risulta altresì vantaggioso rilasciare feedback o utilizzare frequentemente il servizio. È anche prevista la gratuità del primo utilizzo se si inserisce il numero di cellulare per effettuare un test di prova del servizio.

I crediti possono essere acquistati a mezzo carta di credito, PayPal o bonifico bancario, in tutta sicurezza.

SODDISFAZIONI E IMPEGNO

L’organizzazione dell’intera operatività è stata com-plessa. La ricerca degli affiliati si è dimostrata senz’al-tro uno dei passaggi più delicati. I primi risultati, tutta-via, hanno saputo stimolare, promuovere e sviluppare il servizio con convinzione e passione.

È stato raggiunto il primo obiettivo di 500 attività affilate in tutta Italia e quotidianamente aumentano le richieste di collaborazione e il numero dei ritiri.

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La comunità di Facebook è stata un punto di riferi-mento importante fin dal principio; siamo stati seguiti a ogni passo e abbiamo superato i 2200 fan in pochi mesi.

Un aiuto è arrivato anche dai numerosi partner che hanno creduto in IoRitiro, tra cui alcuni importanti franchising a livello nazionale.

Di recente abbiamo dato avvio a un lavoro di inseri-mento di IoRitiro all’interno degli e- commerce tramite codici “api”, per consentire al cliente di usufruire del servizio nel “momento del bisogno: quando deve com-pletare un acquisto e indicare l’indirizzo di destinazione.

Una fondamentale collaborazione è appena iniziata con Truckpooling, uno dei più importanti comparatori di spedizionieri che ci ha permesso di rendere la nostra offerta completa e unica. Non solo ritiri quindi, ma an-che spedizioni.

Molti altri progetti e miglioramenti sono in fase di studio. Uno dei principali scopi per il 2015 è quello di raddoppiare il numero di clienti e affiliati e di incremen-tare le integrazioni con le piattaforme e-commerce.

In base all’esperienza maturata sino ad ora è chiaro che le sole idee non bastano: sono necessari sacrifici ed è indispensabile confrontarsi costantemente con l’aspetto economico. Risulta anche fondamentale con-tare su un team di collaboratori capaci.

Per contattarmiwww.ioritiro.it

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Una delle criticità gestionali riguarda senz’altro la concorrenza. Il modo migliore per affrontarla è diffe-renziare l’offerta e integrare il servizio in modo da ren-derlo sempre più completo.

Le prospettive di ulteriore sviluppo sono concrete: in Italia, nel 2014, il mercato e-commerce B2c ha fatto registrare +17% (per un valore di 13,3 miliardi di euro), mentre il mobile commerce ha raddoppiato le vendite con un controvalore delle transazioni pari a 1,2 miliar-di di euro. Si tratta di dati concreti e molto rassicuranti per il servizio IoRitiro.

La sfida continua!

Ci facciamo riconoscere

UN PO’ DI DATI IoRitiro dopo un anno, conta quasi 500 affiliati in Italia, più di 2300 fan su Facebook e partners di importanza nazionale.

I PUNTI DI FORZAIoRitiro, ad oggi, offre 10 tipologie di servizi e un’integrazione con il com-paratore di corrieri Truckpooling che permette di usufruire anche della spedizione.

IN COSA È MIGLIORE DEGLI ALTRILa continua innovazione del servizio è il punto di forza, il must della rete.

A CHI SI RIVOLGEPraticamente a tutti: al cliente privato e all’attività commerciale, ma anche alle grandi catene di franchising.

ORIZZONTI FUTURIInnovazione continua, sviluppo delle partnerships e altri servizi aggiuntivi.

IN CONCLUSIONEL’obiettivo è far crescere continua-mente la base affiliati e promuovere il servizio a 360 gradi.

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“ “SE PASSI UNA VITA NOIOSA E MISERABILE PERCHÉ HAI ASCOLTATO TUA MADRE, TUO PADRE, TUA SORELLA, IL TUO PRETE O QUALCHE TIZIO IN TV CHE TI DICEVA COME FARTI GLI AFFARI TUOI, ALLORA TE LO MERITI.- Frank Zappa

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