Pesaro IN Magazine - 1/2009

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® Anno IV - N. 1 - Marzo/Aprile/Maggio 2009 Pesaro-Urbino Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00 Artigiani raffinati L’arte in un mestiere Michele Mariotti Direttore in carriera Mombaroccio Salita al borgo antico Ivan Lazzarini La mia sfida “mondiale”

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Passioni e tradizioni sul nuovo “IN Magazine a Pesaro e Urbino: si comincia coi “supermotori” di Ivan Lazzarini che lancia la sfida al titolo iridato individuale 2009 di Supermoto. Di passione per i motori parla anche Roberto Berloni, membro di una delle più storiche famiglie di mobilieri, grandi amanti dello sport, basket e motori in testa. Di basket parliamo con la giovane promessa Daniel Hackett. La pallacanestro fa capolino anche nella musica, col Maestro Michele Mariotti, alla guida del Teatro Comunale di Bologna e figlio d’arte. Poi l’artigianato, dalle queste parti vivace più che mai, e il viaggio in provincia, questa volta a Mombaroccio.

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Anno IV - N. 1 - Marzo/Aprile/Maggio 2009

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Numero “strutturale” quanti altri mai, questo “IN Magazine” che mette insieme, alla luce del sole ma soprattutto con fili sotterranei, alcune fra le più grandi passioni e tradizioni della provincia “bella”, quella di Pesaro e Urbino. Un nu-mero che si apre coi motori, non quelli di “Vale” ma di Ivan, anche se sempre di motori mondiali si tratta: il “supermotociclista” Laz-zarini lancia apertamente, su que-ste pagine, la sfida al titolo iridato individuale 2009 di Supermoto, unico ancora assente nel suo ricco palmares.Di passione per i “motori” e per il suo amato kartodromo parla an-

che Roberto Berloni, che appartie-ne ad una delle più storiche fami-glie di mobilieri, non gli Scavolini ma, come loro, grandi amanti del-lo sport, basket e moto in testa. Esclusivamente di basket parliamo con Daniel Hackett, figlio “italia-no” di Rudy, giocatore americano di nascita, ma ben più pesarese (e forlivese) d’adozione.La pallacanestro fa capolino an-che in un altro nobile settore che non t’aspetti: quello della musica e della direzione d’orchestra, con il giovane maestro emergente Miche-le Mariotti, attualmente alla guida del Teatro Comunale di Bologna e figlio d’arte del soprintendente del

ROF, Gianfranco: entrambi non nascondono di essere appassionati da sempre di basket.E, a questo punto, s’insinua l’ar-tigianato, dalle nostre parti viva-ce più che mai, visto che siamo una delle province più artigiane d’Italia: ne siamo andati a visitare quattro che, in diversi settori e in diverse zone di Pesaro città, dan-no lustro a questi mestieri che for-se, in tempi così particolari come quelli attuali, è opportuno ricon-siderare attentamente, perché colonna portante dell’economia locale e nazionale. Per intenderci, è ora di tornare ad essere davvero fieri delle nostre tradizioni, della nostra storia, del nostro entroter-ra. E dato che, sin dall’inizio della rivista, ci siamo occupati anche di questo, non poteva mancare il viaggio in un altro piccolo gioiello della provincia: questa volta tocca a Mombaroccio. Allo stesso modo, amiamo ricordare il passato, anche quello “cattivo” della Banda Grossi, che imperversò sulle nostre colline all’alba dell’Italia unita.Ma queste sono solo le tracce di fondo, affiancate dai ritratti dei nostri professionisti, dei nostri pro-duttori e di tanti altri personaggi che creano giorno per giorno la rete della vita quotidiana della pro-vincia di Pesaro e Urbino, con atti e fatti che diventeranno anche la nostra storia. Buona lettura!

Passioni e Tradizioni

testo Franco Bertini e Andrea Masotti

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Anno IV - N. 1 - mArzo 2009

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Soroptimist 40 anni al femminile

Hugo Aisemberg Ambasciatore del tango

Giovani motociclisti Talenti su due ruote

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Sommario

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044

[email protected]

Coordinamento redazione Pesaro: Simonetta Campanellivia Genga, 8 cell. 335.5262743

[email protected]

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:Andrea Masotti.

Redazione centrale: Andrea Biondi, Francesca Renzi.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri.

Impaginazione: Emanuele Dall’Acqua.

Controllo qualità: Alessandro Maltoni.

Controllo produzione: Isabella Fazioli, Alberto Mantellini, Sara Ravaioli.

Ufficio commerciale: Irena Coso, Laura De Paoli.

Collaboratori: Franco Bertini, Simonetta Campanelli, Elisabetta Ferri, Ettore Franca, Elio Giuliani, Loretta Signoretti, Simona Spagnoli, Maria Rita Tonti, Riccardo Paolo Uguccioni.

Fotografi: Laura De Paoli,Leonardo Mattioli, Luca Toni.

Chiuso per la stampa il 08/04/2009

11 Editoriale|

14 Annotare| Brevi IN

32 Essere| Ivan Lazzarini

38 Raccontare| Artigiani raffinati

42 Ricordare| La storia della banda Grossi

44 Camminare| Mombaroccio

50 Dirigere| Michele Mariotti

54 Riscoprire| Roberto Berloni

58 Incontrare| Pesaresi e il canto

62 Curare| Paolo Coschiera

64 Degustare| Olio Marcolini

66 Vincere| Daniel Hackett

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Errata corrige

In relazione all’articolo di Enzo Polverigiani su Hugo Aisemberg,

apparso su “Pesaro-Urbino IN Magazine 4/2008”, oggetto di alcuni

errori riguardanti la musicista Luisa Majone - con la quale ci scusiamo -

pubblichiamo le seguenti correzioni: la prima moglie, morta in un tragico

incidente non è Luisa Majone ma Cristina Grugni, ballerina argentina.

Luisa Majone, seconda moglie, ora divorziata di Aisemberg

(sposato nel 1982), è docente presso il Conservatorio Rossini di Pesaro

ed è stata co-fondatrice, con Aisemberg, del Centro Piazzolla,

la cui sede è tuttora nella loro casa a Ginestreto. I sei figli avuti dai due matrimoni, Juan Lucas, Livia, Alida

dal primo, Irene, Aloisa, Saùl dal secondo, sono tutti musicisti.

Raffaello e Urbino

Urbino - Fino al 12 luglio, le sale dell’appartamento della Duchessa a Palazzo Ducale, sede della Galleria Nazionale delle Marche, ospitano la

mostra dedicata al genio urbinate. Attraverso i capolavori giovanili di

Raffaello, fra cui 20 dipinti e 19 disegni originali, è possibile ripercorrere la

prima formazione del pittore. La mostra è l’occasione per mettere

in luce le ultime ricerche archivistiche che hanno portato alla luce

nuovi documenti che mostrano il tessuto artistico in cui si forma

il giovane Raffaello e gli stretti legami, con Urbino e i colleghi Bramante,

Genga, Vasari e Perugino. www.raffaelloeurbino.it

Della Valle ospite di Ratti

Il futuro secondo Bmw

Pesaro - Lo scorso febbraio è stata presentata presso Boutique Ratti una particolare borsa artigianale firma-ta Roger Vivier. Era presente anche Diego Della Valle, proprietario del marchio. La borsa, chiamata “Cut Up”, è fatta a mano e personalizzata da abilissimi artigiani marchigiani esemplare per esemplare: un gran-de esercizio di maestria e capacità produttiva, del distretto pellettiero

marchigiano. All’evento, con Silvana Ratti padrona di casa, erano presenti oltre a Diego e Andrea Della Valle, Ines de la Fressange in qualità di am-basciatrice del marchio e tanti amici per l’occasione arrivati a Pesaro da tutta Italia: tra gli altri, Mario D’Urso, Benedetta Barzini, Rosanna Lamber-tucci, Marta e Diamante Marzotto, Lucia Odescalchi, Sandra Carraro, Maria Paola Merloni.

Pesaro - Appuntamento di rilievo, quello ospitato a metà marzo nello show room della Concessionaria Car Point, organizzato da BMW Italia e BMW Financial Services. “Innovation c@fe” (questo il nome dell’evento) ha visto protagonista Vito Di Bari, diret-tore scientifico di Lab Next e inno-vation designer di Milano Expo 2015, docente al Politecnico meneghino e alla Bocconi. Davanti a una sele-zione d’imprenditori locali ha illu-strato le sue previsioni per il design industriale e, in generale, in campo socio-culturale: tecnologia e ingegno

sono stati gli argomenti centrali di una serata in cui il futuro non è mai sembrato così vicino.

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14 | IN Magazine

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Artigianato e turismo: binomio vincente

Urbino - Confartigianato Pesaro-Urbino ha commissionato alla

Facoltà d’Economia un’indagine per analizzare le sinergie tra artigianato

tipico, turismo e territorio, e come valorizzarle. Lo studio, curato dal prof.

Tonino Pencarelli, è stato presentato lo scorso 21 marzo presso la Sala Rossa della Facoltà, alla presenza

dell’assessore regionale al Turismo Vittoriano Solazzi. La base da cui si è partiti è fondata sul modello dell’economia delle esperienze,

secondo cui i consumatori sono alla ricerca di esperienze uniche, capaci di

lasciare un segno e di “trasformarli” verso obiettivi di cambiamento desiderati. I produttori devono

saper intercettare queste categorie di bisogni, proponendo prodotti qualificabili come “esperienze”, tematizzandoli nella prospettiva

dell’artigianato artistico. I significati e le esperienze autentiche con cui

l’artigianato arricchisce la vacanza sono un patrimonio per il turista. D’altro canto il turismo è il modo

principale con cui le imprese artigiane tradizionali “esportano” le proprie

produzioni. Per questo l’artigianato deve essere attore significativo della politica turistica locale e “utilizzato” in maniera più ampia e sistematica. Valorizzare le capacità artigiane può contribuire alla promozione turistica

e a consolidare la cultura del buono e del bello che in provincia di Pesaro-

Urbino ha rilievo mondiale.

Sgm illumina i Nobel

Stoccolma - Come ogni 10 dicembre, re Carlo XVI Gustavo di Svezia ha consegnato i Nobel; i membri della famiglia reale, premiati e invitati si sono poi recati al Municipio per la cena di gala. All’arrivo, sono stati ac-colti da un’atmosfera regale che Per Sundin, lighting designer, ha studiato per illuminare l’edificio in mattoni caratterizzato da un’alta torre. Tutte le apparecchiature sono state forni-te da Interlite, distributore svedese di SGM, l’azienda di Tavullia specia-lizzata in tecnologie per l’illumina-zione. Sono stati impiegati 4 Palco 5 LED RGB per l’illuminazione della torre. È stato scelto Palco 5, control-lato via W-DMX, per il fascio di luce che illuminava il monumento dal

basso, creando suggestivi effetti di colore e sfumature. 32 Genio Mobi-le IP 65 hanno illuminato la parte finale della torre. Disposti “a corona” alla base della sezione terminale, hanno definito i profili degli archi attraverso due differenti toni di co-lore. All’interno del Municipio, altri Genio Mobile RGB hanno illuminato la Prince’s Gallery. Cambiacolori a led sono stati disposti a ridosso delle pa-reti creando effetti di colore sull’af-fresco Stockholm’s Shores. Ola Melzig, production manager, ha definito il lavo-ro “impegnativo e stimolante” vista l’assenza di punti d’aggancio per i proiettori, il basso consumo di ener-gia richiesto e la necessità di occulta-re i corpi illuminanti.

Bracciate d’oro per Magnini

Riccione - Ottimo bilancio per “Su-perpippo” ai recenti Assoluti italiani: un oro e due argenti. Il titolo è arriva-to nei 100 stile libero, con 48’ 28”, mi-gliore prestazione stagionale mondia-le. Primato personale e piazza d’onore nei 200, con 1° 46’ 89”. Argento anche nei 50 rana, suo stile giovanile, dove Filippo si è cimentato per divertimen-to, fermando il cronometro a 27’ 58”.

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“Aprile in mare” con Sno Yachts

Fano - Per la primavera 2009, Sno Yachts organizza la manifestazione

“Aprile in Mare”, vero e proprio incontro ravvicinato tra cliente e

imbarcazione. Un mese di prove a mare e conoscenza approfondita e

dettagliata della flotta di Sno. Dall’1 al 24 aprile tutte le imbarcazioni nuove

e usate sono ormeggiate presso la marina privata del nuovo cantiere Sno

Yachts in Sardegna, in Località Su Arrasolu e, previo appuntamento, si

potranno effettuare prove a mare con l’ausilio degli esperti collaboratori. Dal

25 aprile al 3 maggio le imbarcazioni vengono trasferite alla fiera nautica di Porto Rotondo, in occasione di “Porto

Rotondo Boat Show” quest’anno alla V edizione. Anche durante

questa manifestazione sarà possibile effettuare prove a mare prenotando

in anticipo. Dal 22 al 26 aprile, invece, Sno Yachts presenzierà, ospitando i

clienti nel suo nuovo ufficio all’interno della Marina dei Cesari di Fano, anche

alla Fiera nautica più importante dell’Adriatico, il “Fano Yacht Festival”.

Sulle orme del circo

Gradara - Il grande circo sbarca per la prima volta a Palazzo Rubini Vesin,

dove fino al 1° novembre si tiene la nuova attesissima mostra, “Sulle orme

del circo”, con protagonisti assoluti due grandi della cultura del ’900:

il pittore Fernand Léger e il regista Federico Fellini che si incontrano

su questa comune passione. Un’esposizione in movimento,

incorniciata dallo scenografico allestimento ideato da Roberto Bua.

www.gradarainnova.com

Paolo Del Signore in mostra da Venturi

Pesaro - Successo per “Prosceni” di Paolo Del Signore, ospitata a genna-io da Venturi Spazio Arte. Nell’ambi-to della mostra è stata presentata la cartella “Il Viaggio”, composta di tre tavole grafiche: Il Viaggio, E noi... si va, Una sera... a Parigi: una pregiata car-tella in tiratura limitata della Stam-peria dell’AIIA di Walter Bajocchi che, per l’occasione, ha utilizzato un antico torchio calcografico a stella, mentre le tavole sono state acquerel-late a mano da Del Signore. La serata organizzata dalla famiglia Venturi ha

visto partecipare clienti e appassiona-ti che hanno incontrato Del Signore e il maestro Bajocchi, per approfondire la conoscenza sulla metodica inciso-ria e calcografica. La presentazione è stata affiancata dalla lettura di alcuni versi da parte di Claudio Sora accom-pagnato al flauto traverso dal M° Ste-fano Olivi. L’appuntamento rientrava negli incontri di Venturi Spazio Arte, curati dal fotografo Luciano Dolcini e dall’architetto Alfredo Venturi per promuovere eccellenze locali e artisti del territorio.

Fabio Galli al giardino delle Arti

Pesaro - L’attore nel cinema, teatro e te-levisione: è il titolo dell’incontro che ha visto Fabio Galli al Giardino delle Arti. Il pesarese ha ripercorso una carriera “in scena” da quando aveva 15 anni, tra palcoscenico (esordio con la compagnia La piccola ribalta) cinema (ha lavorato con Fellini) e tv (tra l’altro, ne La Piovra 4). Tra i pro-getti, Galli vuole realizzare in provin-cia produzioni cinematografiche e, in accordo con l’assessorato alla Cul-

tura regionale, corsi di recitazione all’Hamlet international school.

18 | IN Magazine

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Il Principe al debutto

Milano - Al Teatro degli Arcimboldi, dal 5 maggio, debutta Il Principe della Gioventù, l’OperaMusical di

Riz Ortolani. Ispirata dalla famosa “congiura dei Pazzi”, racconta un

tumulto di passioni nello splendore del Rinascimento, trasmettendo senso e anima delle vicende dei protagonisti

che, ignari, vanno incontro al dramma; una storia che dopo cinque

secoli è d’impareggiabile attualità. La forza espressiva delle musiche,

sostenute da potenti orchestrazioni, fa esplodere le emozioni, con coro e orchestra che sorreggono la poesia dei testi per un’atmosfera segnata

dal dramma e dal desiderio di rinascita. Nella partitura Ortolani ha voluto inserire anche la forma

stilistica della dissonanza pilotata che dà forza drammatica più potente

all’OperaMusical e una sonorità più intensa. La storia racconta amori e

passioni di Lorenzo e Giuliano de’ Medici alla vigilia della “Congiura”.

Il 26 aprile 1478 Giuliano è ucciso nella Cattedrale durante la Messa

dell’Ascensione e muore fra le braccia di Fioretta, suo grande amore, in

attesa di suo figlio. Lorenzo si salva miracolosamente. A fianco del

Maestro, personalità di prestigio quali Pier Luigi Pizzi che cura regia, scene

e costumi; il libretto, dello stesso Ortolani, è scritto in collaborazione

col drammaturgo Ugo Chiti, Lorenzo Raggi e Mae Kroville, per le liriche. In

scena giovani interpreti di talento, tutti eccellenti nei rispettivi ruoli, così come

cantanti e danzatori del cast. www.ilprincipedellagioventu.it. (S.C.)

Mini Cabrio: evento by Car Point

Remise en forme con Auraspa

Pesaro - Presentazione ufficiale, lo scorso 22 marzo, della nuova Mini Cooper cabrio, nelle due versioni 1.6 benzina, la 125 cv e la S da 175 cv. La concessionaria Car Point per l’occa-sione ha creato un evento innovativo, allestendo in Piazzale della Libertà

una struttura a forma di sfera con, all’interno, mini-bar, musica e, al cen-tro, le nuove Mini. Al crepuscolo si è potuto godere, comodamente seduti nella cabrio, d’immagini proiettate sulla parte alta della sfera, grazie ad installazioni multisensoriali.

Pesaro - Due taglie in meno in una settimana. È l’obiettivo di Auraspa che, in partnership con Villa Eden, è in grado di fornire programmi perso-nalizzati ad ogni tipo di esigenza, per modellare il corpo. Diversi i tratta-menti a disposizione: s’inizia dal cal-co corpo, che consente di riportare armonia tra parte superiore e infe-riore. È in grado di allentare tensioni muscolari, ripristinare la fisiologica microcircolazione, attaccare accumu-li adiposi e idrolipidici, drenare i liqui-di accumulati, combattere inestetismi della cellulite compatta e nodulare. Emualghe permette invece di tratta-re l’eccesso di adiposità localizzata o diffusa, causa di disarmonia delle curve del corpo, la cellulite compatta e nodulare e la ritenzione idrica. Per-mette, inoltre, l’attivazione del micro-

circolo. Il trattamento Argilla bianca riattiva la microcircolazione vasale e linfatica, tratta adiposità localizzate, riduce gonfiori. Infine, il Cataplasma alle alghe, trattamento ottimo in caso d’adiposità localizzata o diffusa, in quanto contribuisce alla riattivazione del microcircolo e al miglioramento della trama cutanea.

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Creative Team Company Production

DEBUTTO MONDIALEdal 6 al 14 maggio-MILANO

Dal fatto storico “La Congiura dei Pazzi”un tumulto di passioni nello splendore del Rinascimento

OPERAMUSICAL di

RIZ ORTOLANI

Regia, Scene, CostumiPIER LUIGI PIZZI

LibrettoRIZ ORTOLANI, UGO CHITI

LiricheLORENZO RAGGI, MAE KROVILLE

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Informazioni e Biglietti - tel 02 64 11 42 212/4

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Musica e moda on stage: Dondup presenta le Nuove collezioni

Milano - Moda e musica, per una se-rata si sono “sposate”… La moda sul palcoscenico, mentre la musica pren-deva anima. Non è stato un concerto “canonico” la presentazione, lo scorso febbraio, della nuova collezione don-na A/I ’09-’10 di Dondup. Piuttosto una jam session, con musicisti, attori e amici. Tema ispiratore il dandy rock: il concetto è stato interpretato nella collezione, partendo dall’epoca di Oscar Wilde, passando da Jimy Hen-drix fino a una rivisitazione più attua-le. Le giacche sono protagoniste, cu-rate nei dettagli, con inserti metallici e multifili dorati; spalle napoleoniche e bottoni oro impreziosiscono i capi-

spalla. Non manca la pelle super skin rigorosamente nera, velluti a effetto vintage, lane cotte e sete ricercate. È stato presentato anche il nuovo je-ans biker, con lavaggi chiari ed effetti used innovativi. Padrini della serata Le Vibrazioni, il cui leader Francesco Sarcina ha creato jam inedite con gli ospiti. Tra i presenti, tanti amici da sempre sostenitori di Dondup: Melis-sa Satta, Maddalena Corvaglia, Cristi-na Parodi, Anna Savrocik, Christian Vieri, Juliana Moreira, Elenoire Casa-legno, Federica Fontana, Alena Sere-dova, Ilaria D’Amico, Justine Mattera, Gaia Bermani Amaral, Thais, Paola& Chiara, Mietta, Andy dei Bluvertigo.

Contea Brancaleoni Golf Club

Piobbico - Palazzo Felici di Cagli ha ospitato, lo scorso 14 marzo, la

presentazione del progetto “Contea Brancaleoni Golf Club - Piobbico Life

Style”. L’idea nasce dalla volontà di sfruttare le peculiarità del comprenso-rio: acque termali di Santa Maria, am-

biente, bellezze storico-architettoniche ed enogastronomia. Il progetto prevede l’abbattimento, nella parte centrale del

paese lungo il fiume Biscubio, di due vecchi opifici che confinano col parco

acque minerali, per farne un centro residenziale e una zona commerciale immersi nel verde, nonché un centro benessere e un hotel almeno 4 stelle

superiore. Nella valle del Candigliano è stata individuata, invece, l’area dove

realizzare il campo da golf, grazie anche alla disponibilità d’acqua e una

rete irrigua derivante da quattro la-ghetti collinari. Attorno a questa, sarà possibile restaurare due borghi. La si-nergia tra operazioni immobiliari, cen-

tro benessere, Castello Brancaleoni (da sfruttare come sede congressuale),

campo da golf, centro d’educazione ambientale e hotel consentirà all’ope-

razione di reggersi dal punto di vista finanziario. Entro breve sarà realizzato

un piano industriale completo, con la società Piquadro di Urbino.

Dubai - Ha conquistato il pubblico del locale salone il nuovissimo Do-minator 29 M, ammiraglia di gamma in perfetto stile Dominator che si di-stingue per design e caratteristiche tecniche all’avanguardia. Un megayacht che coniuga classe ed energia, stile e vigore: interni ed

esterni sono studiati per sfruttare al meglio le possibilità abitative, mentre le soluzioni d’ingegneria, l’alta quali-tà e l’affidabilità degli impianti, com-pletano il nuovo sogno del cantiere, leader nel servizio di personalizzazio-ne degli arredi. www.dominator.it (M.G.)

Dominator a Dubai

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Luigi Carboni, “In Assenza di Prove”

Pesaro - È aperta fino al 3 maggio la personale di Luigi Carboni

“In Assenza di Prove”, al Centro Arti Visive Pescheria. Inaugurata

il 28 marzo, e prima mostra dell’artista in un museo italiano

d’arte contemporanea, è un percorso dominato dall’ambiguità e giocato

sulla relazione tra casualità e opera d’arte, attraverso intricate relazioni

tra dipinti e sculture, tele ed oggetti. Insieme a grandi dipinti Carboni

presenta Forme Uniche, sculture legate a un repertorio linguistico

più freddo, portatrici di un’eleganza algida e rarefatta. L’artista ha

elaborato un “itinerario” che si sviluppa dal Suffragio al Loggiato dove sono esposti i grandi dipinti

monocromi quadrati e una serie di sculture inedite in ferro, legno,

resina e marmo. La natura frammentaria della mostra ritrae

quella della nostra epoca, un’unione di opposti che convivono tra incertezze e contraddizioni.

www.centroartivisivepescheria.it

Nuovo showroom Modus

Pesaro - È stato presentato lo scorso 28 marzo il nuovo showroom Modus e, nella stessa occasione, le collezioni d’arredo primavera/estate 2009: il progetto del negozio è stato curato dalla dott.ssa Arianna Salvatori in collaborazione con lo staff Modus e l’esecuzione di Massimo Bicciato, mentre l’ufficio commerciale e dire-zione è curato da Alessandro Biccia-to. Modus, per competenza tecnica ed esperienza, rappresenta oggi un punto di riferimento nel settore del tessuto e dell’arredamento in genere: un supporto qualificato, anche per l’ampia scelta di soluzioni proposte. Il servizio è personalizzato sulle esi-genze del cliente e parte dal sopral-luogo iniziale (a Pesaro ma anche in tutta Italia) fino alla realizzazione degli ambienti, per creare atmosfere inconfondibili, uniche.

Bologna - Ad Artefiera 2009 TVS ha presentato questa originale iniziativa che ha unito quattro artisti a quattro maestri della cucina. Otto padelle TVS sono state interpretate da Dome-nico Bianchi, Mimmo Paladino, Mi-chelangelo Pistoletto ed Ettore Spal-

letti e dagli chef Massimo Bottura, Moreno Cedroni, Fulvio Pierangelini e Mauro Uliassi. Il cibo è parte con-creta e soggetto dell’arte: questo ha spinto Giuseppe Bertozzini, (nella foto a destra con Roberto Bertozzini) responsa-bile del progetto e il critico Ludovico Pratesi ad abbinare le padelle all’arte creando un collegamento metaforico tra arte e cibo. www.tvs-spa.it.

L’arte in Padella

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Giovanni Roseo al Principi di Piemonte

Sestriere – L’imprenditore alberghiero pesarese, proprietario e amministratore unico di Euroterme e Ròseo Hotels, dopo il Leon d’Oro di Verona ha acquistato una struttura straordinaria per fama, prestigio, storia: il Grand Hotel Principi di Piemonte, costruito per volontà di Gianni Agnelli, che lo considerava il suo rifugio. “Ho raccolto la sfida di riprendere il percorso degli Agnelli - ha ribadito Roseo. Sono certo che sapremo vincere anche in situazioni turistiche diverse e lontane dal nostro territorio.”

Platinum IFI Concept: il design sbarca nel locale pubblico

Tavullia - IFI lancia il design nella nuova filosofia di locale pubblico. L’azienda pesarese, leader nel settore, riflette due valori essenziali: eccellen-za tecnologica e design. Il primo è frutto dell’attività del suo laboratorio Ricerche e Sviluppo all’avanguardia; il secondo rispec-chia una scelta precisa, portata avanti dall’AD Gianfranco Tonti. L’azienda, membro dell’ADI (Associazione per il Design Industriale), ha lanciato una sfida al mercato dell’arredo bar con Platinum IFI Concept: una nuova filosofia di prodotti per una nuova dimensione di locale pubblico, ideata insieme all’architetto Makio Hasui-ke. Platinum IFI Concept sovverte le forme tradizionali per arrivare a una nuova fruizione dello spazio, fondata

su trasparenza, visibilità e accessibili-tà nel rispetto più ampio di ergono-mia, igiene e ambiente. Sfida che ha visto il Ministero del-le Attività Produttive riconoscere il prodotto come “altamente innovati-vo per le categorie alle quali si rivol-

ge”, e che è valsa a Tonda, la prima vetrina gelato rotonda e rotante, la Segnalazione Compasso d’Oro 2008, oltre all’inserimento nella Collezione Storica Compasso d’Oro ADI, Bene d’interesse nazionale. www.platinumificoncept.it

Pesaro - Il Soroptimist Club ha lan-ciato la sfida ambientale per il recu-pero del fiume Foglia e sta iniziando a centrare i primi obiettivi. Il servi-ce, presentato per il quarantennale nell’aprile 2008, è stato premiato il 14 marzo a Genova nella cornice di Pa-lazzo San Giorgio, al convegno “Pax per Aquam” organizzato dal Soropti-mist nazionale sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica. Il riconoscimento rientra tra i progetti

“Water Day” raccolti su scala inter-nazionale: a luglio il service godrà di una vetrina europea ad Amsterdam rappresentando l’Italia per la sezio-ne ambiente. Un traguardo impor-tante per il Club presieduto da Silvia Pantanelli e per l’architetto e socia Fiammetta Malpassi, che ha curato e redatto l’intervento di riqualifica-zione, seguendone le progressive fasi di realizzazione, sostenuta da tutte le iscritte. Il progetto, che il Club ha deciso di donare alla città, valorizza il tratto terminale del Foglia e riguarda l’argine all’altezza del Ponte Vecchio. Il service “Foglia, il fiume da vivere”, prevede il recupero, a stralci, dell’am-biente urbano fluviale, coinvolgendo pubbliche amministrazioni e spon-sor, interessati al rilancio di un’area ora degradata, un tempo la “passeg-giata verde” di Pesaro. (S.M.)

Riconoscimenti per il Soroptimist

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Banca Marche presenta il “Pagovelox”

Pesaro - Banca Marche ha lanciato un’iniziativa a Pesaro, Fano, Cattolica

e Gabicce Mare per gestire in modo nuovo e sicuro i cosiddetti “micro

pagamenti”. Il nome è Pagovelox e vede coinvolti un notevole numero

d’esercizi commerciali convenzionati con l’istituto, già dotati d’appositi

terminali POS, e alcune migliaia di titolari di carte di credito di Banca

Marche. Durante la presentazione di questa “carta di credito per il futuro”,

il vicepresidente Bruno Brusciotti ha definito la carta contactless

come “supportata da una tecnologia estremamente pratica e sicura”

mentre il direttore generale Massimo Bianconi ha concluso affermando che si tratta di “uno strumento che serve

a migliorare la qualità della vita”, complimentandosi con Paolo Battiston

di Mastercard, Giorgio Avanzi di CartaSì e Fausto Bolognini di Quercia Software. Alla conferenza stampa ha partecipato Martina Guiggi, centrale

della Scavolini Volley (di cui Banca Marche è sponsor) che ha portato

con sé la Coppa Italia di recente conquistata dalla squadra.

Un percorso di bellezza per la mamma

Inaugurata la prima... Brandina

Pesaro - Un centro estetico dedica-to alla cura della pelle delle donne in attesa e delle neo-mamme. È Fa-mily Beauty, novità di Family Fitness Center, che propone il trattamento Holistic Beauty Thay Yam, basato sui principi della medicina tibetana, un programma mirato a salvaguardare l’elasticità dei tessuti e prevenire le smagliature in totale sicurezza per mamma e bambino. Finalmente an-che le donne in attesa possono avere a disposizione il trattamento corpo dedicato in Istituto, unito a un pro-gramma di fitness personalizzato. La linea Yam comprende anche prodotti con principi attivi per continuare il

trattamento a casa, seguendo, così, la mamma fino al parto. www.familyfitnesscenter.it

Cattolica - La prima Bottega Bran-dina ha aperto le porte lo scorso 21 marzo in viale Bovio 55, nel centro storico. Il marchio è nato nel 2005, dalla creatività del designer Marco Morosini e dell’architetto Barbara Marcolini che, richiamandosi al fa-scino dell’omonima seduta da spiag-gia della riviera, hanno utilizzato il tessuto a righe del lettino mare per

realizzare borse e accessori dallo stile giovane e originale. Durante l’inaugurazione della Bottega è stato presentato anche il cd “Doposole al Musicarotene”, prodotto da Brandina in collaborazione con Cinedelic Re-cords: 70 minuti di bossa, lounge & groove, primo di una serie di colon-ne sonore estive, acquistabile insieme alla sua custodia in tessuto.

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I Gel di Eleonora Nails

Pesaro - Dopo 19 anni di specializzazione nella cura e

bellezza delle unghie di piedi e mani, Eleonora Ferri lancia una linea di

gel personalizzati, specifica per le esigenze di chi “ricostruisce”.

Una gamma di prodotti in vendita, cui si aggiunge il servizio d’assistenza

per chi è in difficoltà con l’applicazione o la tenuta del gel. Evitando i passaggi

di grossista e rappresentante, Eleonora è riuscita ad abbattere i costi

quasi del 50%, senza incidere sulla qualità: pochi prodotti, investimento oculato e grande assistenza è la sua

filosofia. Tornando all’attività del negozio, è possibile trovare le migliori

marche di smalti come O.P.I.-Zoya, Orly Essie oltre a creme, oli e scrub per la bellezza e la protezione della

cute. Da qualche tempo si può usufruire anche del Micro dermo

abrasore, per togliere macchie brune dalle mani, cicatrici, pelle ispessita e,

per il prossimo inverno, guanti e calze Antipast: calze abbinate a guanti di

lana o cotone con fantasie particolari, e disegni eseguiti a mano

Fano Yacht Festival 2009

Fano - Dal 22 al 26 aprile, protagonista la Nautica con la 5° edizione del Salone Nautico dell’Adriatico. Si

attende un rinnovato successo con eventi sportivi, spettacoli e convegni.

Tra le novità del 2009 l’Area Vip by Corradi, in collaborazione con

SaporBio e Galli Enoteca di Senigallia. Il weekend sarà teatro di eventi sportivi

con l’esibizione in free style di moto d’acqua, le acrobazie del team di Volo

Acrobatico Yakitalia, e la veleggiata “FYF Race” nello specchio acqueo

antistante il salone. Inoltre Boatech, Esposizione Adriatica dell’Industria

Navale, per conoscere le ultime novità del settore tecnologico di alta qualità

I tre del “Salvapatente”

I premi 2009 del “Circolo”

Pesaro - È il nome della società costi-tuita da Andrea Franca, Marco Oliva e Alberto Arghito, per “salvare” chi alza il gomito durante il weekend. L’idea è stata presentata a fine mar-zo, ma è già attiva da inizio aprile al locale “Cozza Amara”: alcuni autisti pronti a intervenire in caso di richie-sta per caricare il cliente che si ritiene a rischio test alcolemico e riportarlo a casa con la sua auto: mentre gli au-tisti rientrano grazie a un motorino smontabile caricato nel bagagliaio. Un servizio proposto per il momen-to a un prezzo simbolico e che i tre

vogliono estendere anche a località della Romagna come Cattolica e Ric-cione, con collaboratori in zona.

Pesaro - Nella consueta cornice dell’auditorium di palazzo Montani si è svolto, lo scorso 2 aprile, l’edi-zione 2009 del Premio Circolo della Stampa/Pesaro, un appuntamento annuale che prese le mosse nel 1964, ebbe poi un’interruzione - per così dire - politica intorno al ’68, riprese

poi nell’87 e da allora, come testimo-nia l’altissima affluenza di autorità e pubblico, è diventato per la città un affettuoso appuntamento con le pro-prie eccellenze. I premiati di questa edizione sono stati l’associazione “La Città della Gioia”, che si occupa di clochards ed è diventata “una delle sicure maglie della rete solidale del territorio”; Oscar Piattella, che ormai da anni è “artefice e creatore di lumi-nosa pittura”; le ragazze della Robur Pallavolo, dette le colibrì, attorno alle quali “è oggi fiorita la grande saga del volley femminile”; Valter Scavoli-ni, l’industriale delle cucine diventa-to “esempio di costante e illuminata simbiosi fra imprenditoria e attenzio-ne alla vita della città”. Consegnata inoltre ad Alberto Angelucci la spilla d’oro riservata ai giornalisti più an-ziani, che da quest’anno è intitolata a Paolo Albini Riccioli, recentemen-te scomparso. Atmosfera di revival e grande commozione, in cui la città si è cordialmente stretta attorno ai suoi protagonisti.

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Non lasciatevi intrappolare dalla quotidianità. Tutto il fascino del motore Boxer da 109CV di potenza e 115 Nm di coppia per districarvi nel traffico come sui tornanti piùimpegnativi. Un controllo superiore grazie agli innovativi sistemi ESA (ElectronicSuspension Adjustment), ASC (Automatic Stability Control) e BMW Motorrad IntegralABS per lanciarsi alla conquista di una nuova libertà.

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Dopo sette titoli italiani, due europei individuali e uno di squadra, oltre al mondiale sempre a squadre, l’obiettivo 2009 di Ivan Lazzarini è dichiarato: puntare al titolo di campione individuale. Lo abbiamo incontrato poco prima dell’inizio di una decisiva stagione, che lo vedrà in sella a una nuova “supermoto”.

testo Franco Bertini - foto Laura De Paoli

Sulla pista del Mondiale

Quando suo zio Eugenio (corre-vano gli anni ormai lontani 1978 e ’79), vinceva tre titoli mondiali nelle 125 e nelle 50, lui aveva sì e no aperto gli occhi sul mondo e sulla vita. Ma questo, dalle no-stre parti motociclistiche, non è certo una novità: i rampolli che terranno poi viva, arricchendola, la tradizione, nascono quando la generazione che li ha preceduti ha già scavato il solco e seminato la passione nel fertile terreno che li circonda. Piùcheunapassionesitrattadiunbacillo,unbatterio che, dopo qualche anno d’incubazione - quando i bambini normali han-no più o meno lasciato il cestino dell’asilo con dentro la merenda e la cartella delle scuole elementari piene di libri -, portainostrigiova-nierediirresistibilmenteversole

pistesterrateoasfaltatedeikartedelleminimoto come i salmoni che risalgono i fiumi fino alla loro sorgente. Che poteva dunque fare di diverso in vita sua IvanLazzarini, pesarese nato e cresciuto dentro una famiglia in cui il motociclismo è pane quotidiano sia dentro che fuori delle piste? Naturalmente ha fatto la sola cosa che poteva fare e che voleva personalmente fare: asolisetteannihacominciatoaga-reggiarenelminicross, cogliendo ovviamente anche i primi successi. Un amore lungo e appassionato quello di Ivan per il motocross, che è andato avanti fino al 2002, quando all’orizzonte è apparsa la sagoma del supermotard, passio-ne della maturità, il compagno di questi suoi ultimi sette anni. Ave-te presente il motocross? È quello

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Essere | Ivan Lazzarini

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sport che se a fine gara non siete diventati, a vostra scelta, una statua di polvere o di fango, allora vuol dire che non vi siete divertiti per niente. Eppure, verso il 2002, a 23 anni, Ivan prese una decisione dettatagli evidentemente dal suo “demone” interiore: addio al moto-cross per abbracciare appassiona-tamente il supermotard, quando, attenzione, questo era ancora sulla via della crescita e dell’affermazio-ne. Ma anche questo è uno sport dove se non ti sporchi non hai ca-pito niente di dove ti trovi e di cosa stai facendo. Se la bellezza di un rapporto si vede dai suoi figli e dai suoi frutti, allora quello fra Ivan e la “Supermoto” è stato ed è ancora un rapporto bellissimo e prolifi-

co: doposetteannièilprimopilotaitalianoeilsecondoalmondopernumerodipodiconquistati;settetitoliitalianiinsettestagioni;duecampionatieuropei,uncampionatoeuropeouncampionatomondialeasquadre. Avete già notato cosa manca in questo pur ricco e invi-diabile palmares? Il titolo di cam-pione nel mondo individuale. A guardare bene un secondo posto, quello di vicecampione del mon-do nell’elenco c’è, ma voi capite che non è la stessa cosa, perché le classifiche mondiali hanno questa particolarità: sono fatte di un solo posto, il primo, e il resto è solo let-teratura da raccontare ai nipotini fra molti anni. Ecco dunque svela-to ciò che bolle oggi dentro il petto e il cuore di Ivan Lazzarini, ecco qual è il duello da ‘ok corral’ che si trova a dover affrontare e vincere in questa stagione 2009 durante la quale scenderàinpistaconlanuo-vadivisaHondaufficiale dopo anni di Aprilia: la conquista del titolo di campione mondiale individuale di “Supermoto”. Meta sfiorata da vicino almeno un paio di volte, ma anche sfuggita di mano altrettante volte. E capite bene che una cosa così, se vi chiamate Ivan Lazzarini e se da sette anni tenete pratica-mente banco su tutte le piste di supermotard in giro per il mondo, non è ulteriormente sopportabile e costituisce una specie di “onta” che va cancellata prima possibile. Ne va del vostro onore. Lui lo ha già dichiarato in maniera chiara e tonda in una recente intervista a un periodico specializzato: “Ho sfiorato il Mondiale due volte. In

Un intenso primo piano del centauro pesarese. In apertura, Ivan Lazzarini “in azione” sullo sterrato.

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questo2009hocambiatomotopropriopervincere.” Poche parole, nessun dubbio sul significato. C’è da credergli, perché se esiste un aggettivo per definire adeguatamente il carattere e lo spirito di Ivan, è“tamugno”, che sarebbe una specie d’impasto dialettale per denotare una perso-na consistente, che sa quel che vuole, che lo ricerca con determinazione e senza guardare in faccia nessuno. Con la massima sportività, s’intende. Si potrebbe anche dire che è un “duro”, ma è ormai troppo sfruttato, e non rende l’idea fino in fondo. Mentre scrivo queste parole, e forse anche a voi mentre le leggete, non poteva non venirmi in mente quel personaggio unico che in questo ultimo decennio è stato ed è il motociclismo in persona nella sua versione MotoGp, cioè Valentino Rossi. Dalle nostre parti la bellezza del motociclismo sta proprio in questo: che i grandi, ciascuno nella propria specialità, possono essere più di uno, che ciascuno di loro può e sa rappresentare

un lato e una facciata della mentalità e della passione che le due ruote a motore suscitano ancora e sempre nelle no-stre zone. Un parallelo è possibile: mentre Valentino, con la sua presenza, è l’ago della bilancia del MotoGp, Ivan lo è altrettanto per la “Supermoto”, con il carisma sufficiente per informare di sé questa specialità. In sostanza, se il MotoGp ha indubitabilmente la faccia di Valentino Rossi, altrettanto indubitabilmentela“Supermoto”haquelladiIvanLazzarini, ormai una icona di questo sport e anche il più forte e rappresentativo pilota della specialità. Gli manca solo la patente del titolo mondiale individuale, ciliegina sulla torta di un carattere vincente, di un sicuro talento competitivo, il tutto condito dall’immagine di atleta serio, veloce, corretto e determinato. Ma attenzione ai complimenti, i veri talenti sono belli e bravi, ma anche tremendamente veloci quando è ora di farvi mangiare la polvere. Con un po’ d’agiografia, di Ivan dicono che sia persona “di gradevole aspetto, con ottima proprietà di linguaggio...”. Cosa che certo non guasta mai, ma che servirebbe a ben poco se poi, quando c’è da buttarsi a capofitto dentro l’ultima curva per fare secco l’avversario e vincere, Ivan non fosse uno capace di mangiarsi ed

Talento e carattere vincente

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ingoiare in un sol boccone anche il diavolo con tutte le sue fiamme. Che Ivan - fra l’altro nel nome c’è già parecchio - sia uno tosto assai lo dicono anche la forza e la tena-cia con le quali nel 2003 seppe ri-convertisi alla grande come pilota di supermotard dopo che, a soli 23 anni, un infortunio gli precluse la possibilità di continuare a compe-tere ad alto livello nel mondiale di Motocross. Allora per il momento lasciamoci con una domanda che resta sospesa per aria, in attesa di ulteriori sviluppi e accadimenti: in questa stagione Ivan Lazzarini riuscirà a prendere per la gola il titolo di campione del mondo in-dividuale e portarselo a casa per completare una volta per sempre la sua bacheca di trofei e vittorie? Ormaièunfattopersonalefraluiequestotitolocheancoraglimanca. Non ne fa mistero e, intervistato, conferma: “Ripeto, il mio obiettivo è l’attacco al titolo mondiale senza mezzi termini... dopo tanti titoli italiani adesso è ora di mirare al bersaglio grosso...”. A Pesaro Laz-

zarini è uno dei nomi che richiama subito alla mente motori e moto, è una di quelle famiglie i cui pro-genitori hanno in casa o in nego-zio attestati formidabili delle loro gesta e delle loro vittorie che han-no consentito questo presente a rampolli come Ivan. Nelle mani di questi rampolli, così come adesso in quelle di Ivan, c’è anche il loro futuro. Non si vive solo di Valenti-no Rossi. La bravura, il coraggio e il talento sanno assumere cento forme e sembianze. Seguite Ivan Lazzarini in questo campionato e ve ne accorgerete. L’invito, e per lui la quasi certezza, viene anche dal suo manager storico Andrea Cappellini: Ivanèmagico. IN

Sopra, Ivan impegnato in un recente test invernale con la nuova moto.

A fianco, insieme al padre che lo accompagna ad ogni gara.

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Quattro storie tra i quartieri della città, quattro esempi di abilità, attenzione e gusto. Un piccolo viaggio tra artigiani che, di questi tempi, raccontano di una professionalità nel “fare” che riesce a non aver troppa paura della crisi.

interviste Elio Giuliani testo Simonetta Campanellifoto Luca Toni

L’Arte in un Mestiere

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Raccontare | Artigiani raffinati

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Facciamoci un giro tra alcuni arti-gianidellacittà, che in quattro di-versi settori uniscono tradizione, genuinità e cura dei dettagli. Unviaggionelraffinato,tra“angoli”digusto,“antologie”d’abilitàmanua-lieformed’artecheraccontanolavita e che inizia in “cucina”. Che si mangia questa sera? Can-nelloni al ragù, o lasagne, arrosti-no ai funghi o pasticciata con ver-dure grigliate, piadina sfogliata e

tradizionale. Ma anche cappelletti, nidi di rondine, tagliatelle lunghe, gialle ed “erte”. E ancora fritti mi-sti, pollo alla cacciatora, coniglio in porchetta, un assortimento spe-ciale di pesce dell’Adriatico e… sentite un po’: perché non andate a “L’Angolo del Buongustaio” per scegliere la “cucina di tutti i gior-ni” preparata secondo tradizione, genuinità e semplicità tutta pesa-rese. BoriseDanieleGabucci sono mente e braccio della gastronomia di Pantano. Fratelli che hanno de-ciso di fare di un’arte un mestiere: Boris è lo chef, Daniele consiglia… poi impacchetta e riscuote: anche i complimenti, naturalmente. Con loro, nella piccola attività, la mam-ma che aiuta i figli e si occupa dei contorni e una cognata, artista del-la pasta fresca, rigorosamente fatta

a mano. E c’è da dire che qui, coi profumi della cucina tradizionale, fa a gara la cordialità dei proprie-tari: sul loro viso c’è sempre un ge-nuino, timido e riservato sorriso, accompagnato da atteggiamenti gentili e simpatia, che non cede a “crisi” o stanchezza.Mentre a Pantano si preparano menu per palati esigenti, in via Flaminia a Loreto, nella sua fale-gnameria, AngeloRenzi, artigiano

di raffinato gusto e artista del le-gno, da sempre amante di questa materia calda e naturale, ha creato “Antologia del legno”. Nei lunghi anni d’attività ha realiz-zato centinaia di mobili, tutti cura-ti nel dettaglio. Dettaglio che ha fatto nascere in lui il desiderio di studiare a fondo i vari tipi di legno,

le venature, i suoi colori naturali, mutevoli e sfumati per conoscerne duttilità e resistenza alla forma e alla lavorazione. È una raccolta di forme, colori e venature dei legni più diversi, personalizzati da sta-gionature, intagliati e impreziosi-ti dalle sapienti capacità manuali d’incastonare e interscambiare, oltre a sovrapporre legni diversi tra loro. Questo impreziosisce i mobili di Angelo, che ha ereditato l’arte dal padre e che di questi ha conservato una grande quantità di attrezzi: pialle, scalpelli, seghe e martelli, di ogni misura e spes-sore e che, addirittura, appartene-vano al nonno. “Li esporrò tutti in un mio piccolo museo - dice -, che prima o poi farò in ricordo di un antico mestiere che deve essere custodito, perché esprime una for-ma d’arte che racconta la vita. Nel frattempo li tengo intorno a me, nei cassetti, sulla scrivania, sul da-vanzale e su questa libreria. Sono

In alto a sinistra, Angelo Renzi. Qui a fianco, i fratelli Boris e Daniele Gabucci.

Tradizione, genio, cura nel dettaglio

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A sinistra, il liutaio Daniele Canu. In basso, Marco Barilari nella sua bottega.

impolverati ma unici e originali. Ora scusatemi, devo andare. Come ogni giorno, ho bisogno di scari-carmi e fare la mia corsetta fino al porto!” Noi lasciamo il quartiere di Lo-reto e ci dirigiamo in centro. Go-diamoci la nascita di suono, note musicali e melodie. Siamo a pochi passi dal Conservatorio Rossini ed entriamo nel negozio di DanieleCanu, artigiano davvero singola-re. È liutaio e non ha “ereditato” la professione. Ha imparato a co-struire violini, viole e violoncelli nel rispetto di un’antica arte che ha appreso dal maestro Bignami alla Scuola di Liuteria Artistica Bolognese. Su richiesta costruisce strumenti ad arco che si rifanno ai modelli classici, pur improntan-do nella realizzazione un tocco di personalità usando vernici ad olio su fondi dorati. “Ho sempre avuto - dice - un’ottima relazione con la musica ma non sono mai stato un grande musicista. Grazie a questo speciale rapporto è nata la passio-ne che mi ha portato a costruire strumenti che non ho mai avuto la capacità di suonare con facilità e trasporto.” Una reazione e un’in-tesa innata sono state la spinta alla

scelta di questo mestiere. “Costrui-sco e restauro - spiega - soprattutto strumenti ad arco. In questo mo-mento c’è crisi e ne risentiamo tut-ti, comprese le famiglie che non spendono tanto denaro per acqui-stare uno strumento di particolare qualità ai propri figli. La vicinan-za al Conservatorio mi aiuta nelle vendite, ma il vero problema non è la crisi generalizzata; piuttosto, in Italia non c’è un grosso supporto alla cultura. Il problema è dovuto al fatto che mancano orchestre e grandi iniziative per garantire un futuro a quanti vogliono fare della musica una professione.”Da via Sabbatini ci dirigiamo al vecchio ghetto. Qui c’è di tutto, mercanzie d’ogni genere, nelle botteghe più varie. Incontriamo un altro curioso personaggio che, no-nostante la stazza e le grosse mani si dedica a una professione di gran-de precisione: MarcoBarilari, che costruisce e assembla modellini di macchine Ferrari da oltre quindici anni. “Prima vendevo vernici poi,

con l’apertura dei grossi centri di distribuzione, le vendite hanno co-minciato a calare. Mio figlio voleva un motorino, così mi sono rivolto a un amico per cercare di tirar su due soldi. Lui aveva, da poco tem-po, aperto una piccola fabbrica a conduzione familiare, la M4, che ancora oggi produce questi model-lini. Perché non provare?, mi sono detto. Anche il lavoro per conto terzi è gratificante se fatto con passione e attenzione. Ed eccomi qua. Ho acquistato manualità e no-nostante mani e dita grosse, riesco a montare un certo quantitativo mensile. Ho costruito fino a mille modelli al mese, ora ne assemblo circa 400. La crisi c’è anche per noi e i collezionisti invece di acquistare tre o quattro modelli alla volta ne comprano solo uno. L’80% della produzione è esportata in Giappo-ne e Stati Uniti. Ma questo lavoro mi piace e continuerò a farlo fino alla pensione. Poi, perché no, pos-so sempre continuare a coltivarlo come hobby!” IN

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La storia della bandaGrossi, atti-va fra 1860 e ’62, è stata l’eventodelXIXsecolochepiùhacolpitogliabitantidellaprovincia di Pesaro e Urbino, dando vita a una leggenda che per decenni è rimbalzata nelle chiacchiere dopo la messa e negli incontri all’osteria. Questa fama persistente ha costituito essa stessa un problema: fra tanti masnadieri attivi nella provincia metaurense sotto il papa-re (e poi, per alcuni anni ancora, sotto il re d’Italia), perché proprio della banda Grossi è rimasta una memoria così tena-ce? Si può dire, per paradosso, che quella fama nasca dalla campagna del 1860 con cui i Piemontesi sot-

trassero le Marche al papa. Se l’esi-to della battaglia di Castelfidardo fosse stato diverso, la notorietà della banda Grossi non sarebbe sopravvissuta al breve orizzonte dei suoi delitti e si sarebbe spenta appena una sentenza esemplare vi avesse posto fine. Ma Terenzio Grossi si mosse sul crinale tra lo Stato pontificio che finiva e il Re-gno d’Italia che iniziava. L’appari-re del tricolore italiano nelle città e nelle campagne implicò muta-menti non sempre bene accolti dai ceti subalterni urbani, quasi mai dalle popolazioni rurali, per nulla dai parroci. Il nuovo regno era più articolato e costoso, quindi impo-

neva più tasse: sviluppò una poli-tica anti-ecclesiastica; impose una leva che obbligava i giovani a un lungo servizio militare (e i parroci a fornire i registri dei battesimi). LabandaGrossi si inserì in quelcontestoirrequieto e assunse come propri nemici i simboli di uno Sta-to che in quel momento sembra-va malevolo sia ai contadini che a quanti detestavano le novità.La gente delle campagne urbinati e pesaresi, più delle rapine e del-le sevizie (che non mancarono), preferì ricordare come, scacciata a fucilate una pattuglia da un pa-ese dell’entroterra, i briganti por-tassero poi in trionfo nelle vie del

testo Riccardo Paolo Uguccioni - foto Leonardo Mattioli

Briganti dell’ Urbinate

Ricordare | La storia della banda Grossi

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borgo il mantello perso da un carabiniere. Altri fatti sui quali si costruì la risonanza della masnada sono narrati nel libroVerastoriadellabandaGrossi,recentementeri-pubblicatainanastaticadall’EditriceFlaminia con il soste-gno dell’Amministrazione provinciale: il dono di alcuni baiocchi e di qualche beffa a un giovane che andava al consiglio di leva; le invasioni dei paesi di Montefabbri e Acqualagna, dove gli stemmi sabaudi furono rotti a fuci-late; i numerosi scontri con i regi carabinieri, ecc. Ma nelle città, a differenza di quanto accadde al Passatore in Romagna, la fama di Terenzio Grossi entrò in collisio-ne con il sentimento risorgimentale. Il Passatore aveva sparato sui gendarmi pontifici e sulle truppe austriache che occupavano la Romagna dopo il 1849, cioè su coloro che i patrioti identificavano come antagonisti. Dieci anni più tardi Terenzio Grossi sparava invece sui carabinieri italiani e a volte si comportava come se rimpiangesse il vecchio sovrano (soprattutto perché detestava il nuovo): fu dunque mitizzato e ricordato a lungo nel mondo con-tadino, che credeva di avere i suoi stessi nemici, manellecittàlesuegestacriminalifuronobollatecomedelinquen-za. Nello stesso anno in cui fu ucciso - il 1851 - il Passatore ebbe l’onore di una poesia di Arnaldo Fusinato, e di lì a poco la sua fama si sarebbe ingigantita grazie a Giovanni Pascoli che in versi che ciascuno conosce lo definì - del tutto a torto - “cortese”. NelcasodiTerenzioGrossi, invece, nonsiinnescònessuninteressepubblicistico e si dovette arrivare ai tempi nostri, alla Vera storia della banda Grossi, per un tentativo archivisticamente fondato di ricostruzio-ne di quegli eventi ormai lontani. IN

In alto, immagine tratta dalla copertina del volume sulla storia dei Grossi. Sotto, scorcio di Montefabbri, meta di scorribande dei briganti.

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Camminare | Mombaroccio

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testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli

Alla scoperta del Borgo antico

Adesso che si fa primavera, viene voglia di godere il vicino entroter-ra pesarese.Vi propongo Mombaroccio, facil-mente raggiungibile sia da Fano che da Pesaro passando da S. Ma-ria dell’Arzilla. È un nucleo dove

le comunità rurali del territorio si incontravano per le fiere e veniva-no a far farina e olio nei mulini cui l’acqua del torrente muoveva le macine. Fermiamoci un momento nel santuario che, dal ’400, ha un forte richiamo devozionale. Sono da ammirare antichi affreschi su-perstiti oltre alle due tavole, Ma-

donna della Misericordia di Giovanni Antonio da Pesaro e il trittico Ma-donna con Benedetto e Antonio abate di Lorenzo di Giacomo, pittore veneziano.Proseguendo nella valle qualche capannone disturba il bucolico

paesaggio agricolo segnato da al-cune querce monumentali che, da sole, fanno spettacolo. Poi, lasciata a destra quella che va a Villa Bet-ti, la strada sale fra campi infiniti, senza alberi sulle colline morbide modellate dalla mezzadria sulle ar-gille venute su dal mare fra i tre e quattro milioni di anni fa. Passato

Sopra, panoramica del paese. A fianco, l’ingresso a Mombaroccio da Porta maggiore,

con le due torri cilindriche.

Il viaggio nell’entroterra ci porta a Mombaroccio,

scrigno di storia e cultura racchiuso da

potenti cinte murarie.

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il bivio per “il Cairo”, si, come quel-lo d’Egitto, dopo Villagrande ecco apparire Mombaroccio su uno spe-rone sulla vallata dell’Arzilla.MuraestoriaColpisce la cintamurariamedio-evaleinterrottadaduetorricilin-driche che si aprono nella Porta maggiore; sotto l’arco, si entra nel borgo e subito a destra è ilpalazzocinquecentescodellafamigliaDelMonte, marchesi di Mombaroccio, abbellito da un ampio giardino che si estende fino alle mura castellane dalle quali si apre lo sguardo sul vasto panorama.Vi abitò Guidubaldo, compagno di studi di Torquato Tasso, matema-tico, astronomo, fisico, architetto, amico e protettore di Galileo, ma-rito della figlia del suo omonimo Della Rovere duca di Pesaro, con la quale fra scritti e saggi, trovò il modo di mettere al mondo undi-ci figli maschi e sei femmine. Fu grande la fama al suo tempo per gli studi prodotti nei vari campi e variamente pubblicati, mentre l’unica opera di architettura rima-sta visibile è il nucleo più antico del palazzo Gradari, a Pesaro, e la sua impronta si può forse riconosce-

re nella singolare uniformità che connota le nobili facciate sulla via principale del borgo.LapiazzaCuore del paese, si allunga in di-scesa fino alla Porta marina con cui si chiude il giro delle mura. Sulla piazza, da ammirare la fac-ciata della parrocchiale dedicata ai santi Vito e Modesto, e la pode-rosa torrecivica che oggi ospita il Museo del ricamo, una mostra di pezzi pregiati sia di fattura anti-ca, “al legaccio”, sia quelli di abili mani d’oggi.Accanto sono il palazzo del Comu-ne, che oggi ingloba l’ex convento dei frati Girolomini, e la chiesadiSanMarco col portale segnato dal bassorilievo quattrocentesco del le-one marciano. All’interno è allesti-ta una raccolta d’arte sacra che, in sette stanze, raduna quadri, mano-scritti, incisioni, paramenti, mobili e oggetti realizzati fra ’500 e ’800. Nei sotterranei, vicino alle grotte settecentesche, scavate nel tufo per oltre 40 metri, è allestita una para-ta di attrezziagricoli, artigianaliecasalinghi, per lo più scomparsi e dimenticati ma che destano curio-sità e qualche “amarcord”.

A sinistra, il giardino e il palazzo del ’500 dei marchesi Del Monte. Sotto, scorcio della piazza con torre civica, palazzo del Comune e la chiesa di San Marco.

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LasalitaalSanteChi va a Mombaroccio non può non salire al beato Sante, un san-tuario carico di spiritualità, di arte e di cultura. Ai lati della strada che s’inerpica, si attraversa un bosco di castagni che su questo colle ha trovato un incredibile habitat, ano-malo per quota e natura ma che qui consente una vegetazione lus-sureggiante. Nella chiesa, oltre a numerose tele ed affreschi, è il crocifisso di scuola senese, del XIV secolo, mentre all’esterno alcune lunette illustrano episodi di vita del beatoSanteBrancorsini che, dal 1362, in questo convento visse una vita di umiltà e penitenza per espiare l’uccisione involontaria di un suo parente. Di notevole interesse sono il cam-panile e l’austerochiostrocinque-centesco col quadriportico, ma quello che affascina è il silenzio, la quiete, la natura e la possibilità di brevi passeggiate sicuramente salutari.

UnasostaanchegastronomicaSe l’ora è giusta per mangiare, sia un pranzo o cena, o semplice-mente uno spuntino, c’è solo da scegliere fra ristoranti, agrituri-smi, trattorie e osterie per tutte le tasche ma sempre improntate alla qualità, che nei prodotti locali trovano le materie prime saggia-mente elaborate nei piatti di tradi-zione. Da portare a casa, attingen-

do direttamente alla fonte, l’olio prodotto da produttori locali quali l’agriturismo Chesanova, le azien-de agricole Cardinali e Corsini, il frantoio Fiorelli; o ancora, salumi e carni da Damiano Bartocetti o Paola Romani; il miele da Roberto Allegrucci, Pierino Ripanti o Fede-rico Oliva. Volendo, si trova anche il formaggio di fossa, basta chiede-re a Claudio Cardinali. IN

Il santuario del beato Sante Brancorsini e, sotto, l’interno della sua chiesa.

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Dirigere | Michele Mariotti

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Cresciuto a “pane e Rossini”, Michele Mariotti a 29 anni “guida” l’orchestra del Comunale di Bologna. Un incarico che vive con professionalità e serenità; una grande chance, in una così importante istituzione musicale.

testo Maria Rita Tonti - foto Luca Toni

Direttorein Carriera

A soli 29 anni riveste il prestigioso ruolo di direttoreprincipaledell’OrchestradelTeatroComunalediBologna. Si tratta di MicheleMa-riotti, pesarese e figlio d’arte: suo padre Gian-franco è il sovrintendente del Rossini Opera Festival.Ècresciutoa‘paneeRossini’.Chepesohaavutoquestaesperienzanellasuavitamusicale?“Sono stato molto fortunato: ho avuto la scuo-la a casa mia. Già a sette anni mio padre mi portava ad assistere alle prove del ROF. Era preoccupato che mi annoiassi o combinassi qualche marachella: invece io, affascinato, ri-manevo lì per ore, senza muovermi. Ho avuto il privilegio di veder dirigere personaggi come Abbado, Renzetti, Gatti, Zedda, per cui ho im-parato con una velocità enorme rispetto allo studio sui libri.”Oracheèundirettoreincarriera,suopadreledàconsigli?“Sono io che glieli chiedo. Per me è una guida culturale, di lui ammiro la curiosità che lo por-ta ad essere preparato su tutto. D’altra parte, specie per il direttore d’orchestra, se non c’è una volontà d’approfondimento culturale, il lavoro finisce per inaridirsi.”

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Cheeffettofa,cosìgiovane,essereacapodiun’orchestracomequelladiBologna?“Da parte del Teatro c’è stato un grande atto di fiducia nei miei confronti. Hanno rischiato, affi-dandomi prima L’Italiana in Algeri e poi l’inaugurazione della sta-gione. Un’operazione eticamente importante: spero che il teatro si popoli di giovani artisti di talento che aspettano solo l’opportunità di emergere e farsi valere. Un giova-ne direttore, a parer mio, può dare una visione di un’opera più fresca, non ‘contaminata’. Per quanto mi riguarda sono stato ‘adottato’ dall’orchestra e da tutto il popolo del Teatro. È una grande chance di crescita. Sarei matura-to ugualmente con l’esperienza, ma a Bologna lo sto facendo più velocemente perché tutti mi aiu-tano a migliorare. Da parte mia sono ‘tedesco’: mi presento sempre preparato e vengo apprezzato per questo. Lavoriamo serenamente, in modo ‘armonico’: c’è una forte volontà di far musica insieme, de-mocraticamente. E di questo sono orgoglioso.”C’èundirettoreacuisiispira?“Almeno quattro: Abbado, che è un pezzo della storia della musi-ca; Daniele Gatti, venuto per tan-ti anni a Pesaro; Donato Renzetti è stato il mio maestro. Ho amato

la loro tecnica, la loro bellezza e il loro pragmatismo. Del Maestro Zedda ammiro enormemente l’en-tusiasmo e la modernità.”Dalsuopuntodivistalacrisiinve-steanchelamusica?“Naturalmente. Si avverte il pro-blema di portare la gente a teatro come quello di dover ‘tagliare’ al-cune opere per motivi economici. La crisi c’è. All’estero, però, ho po-tuto constatare che il teatro è con-siderato importante come un ospe-dale. Noi stiamo andando verso la morte del teatro e questo, credo di non esagerare, è un problema ita-liano perché il teatro è inteso come ‘nobile spreco’. Però mi chiedo: in un momento di crisi come questo se non è la cultura a venire in soc-corso, chi ci può salvare?”Adessocheèmoltoimpegnato,chelegamehaconPesaro?“Qui ho gli amici di sempre, anche se esco poco perché, soprattutto la

sera, mi dedico allo studio. Per ora Pesaro è il mio punto di riferimen-to: ci sono i miei affetti. E poi c’è il mare…”AquandounadirezionealROF?“Naturalmente mi piacerebbe molto. In teoria essendo diretto-re dell’Orchestra di Bologna, da anni presente al ROF, dovrei pro-prio farlo, ma ho deciso di riman-dare. Non c’è fretta: un direttore d’orchestra ha una lunga carriera davanti a sé.”Cometrascorreiltempolibero?“Sono appassionato di cucina. Ho provato di recente un piatto nuovo che ha avuto grande successo: ri-sotto con pere, parmigiano e vino bianco. In cucina mi rilasso: quan-do sono ai fornelli non penso alla musica. Per il resto gioco a basket e tifo Scavolini. Sto con gli amici, colleziono bottiglie di whisky… vuote, perché mi piace anche as-saggiarlo!” IN

A fianco Michele Mariotti impegnato nelle prove al Comunale di Bologna. In apertura, in posa davanti al teatro Rossini.

Carriera giovane e intensa

Michele Mariotti ha studiato Composizione al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro e Direzione d’orchestra con Donato Renzetti presso l’Accademia musicale pesarese. Fra le molteplici esperienze, c’è anche quella come solista nel Coro Gregoriano “Tonus Peregrinus”. Fedele al detto “il primo amore non si scorda mai”, il cavallo di battaglia del giovane direttore non poteva essere che Rossini, complice con la sua Italiana in Algeri del colpo di fulmine con l’Orchestra del Comunale di Bologna. Sempre Rossini, col Barbiere di Siviglia, ha portato Mariotti in tutta Europa e lo farà sbarcare anche in America. Il musicista non dimentica tuttavia la sua terra d’origine - quest’estate dirigerà Traviata a Macerata - e gli amici di sempre: a Milano ha diretto un’opera del pianista e compositore pesarese Paolo Marzocchi.

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La vita professionale lo vede ai vertici

dell’azienda di famiglia, ma il suo grande amore,

sin dall’infazia sono i motori. Passione che per Roberto Berloni

continua oggi nel progetto, che si avvia

finalmente al traguardo, del kartodromo a Chiusa

di Ginestreto: una “valvola di sfogo” per veri

appassionati.

testo Loretta Signoretti - foto Leonardo Mattioli

I miei sogni che Rombano

L’incontro è quasi imbarazzan-te. Entra dalla porta principale dell’edifico che ospita gli uffici della Berloni cucine. L’ambiente è familiare, l’accoglienza è calda. Un caffè, due chiacchiere con la segretaria nella hall. Si danno del tu, farfugliano qualcosa sugli ap-puntamenti della mattinata, e si salutano. Poi entra nel suo ufficio. Stile minimalista ma accogliente. Accendo il registratore. Non ce ne sarebbe bisogno: RobertoBerloni non si atteggia, parla a ruota libera senza freni. Lui, 43 anni, corpora-tura asciutta e vestito casual, con quel cognome pesarese conosciuto in tutto il mondo che campeggia su manifesti giganteschi e rimbal-za in spot pubblicitari su tutte le tv, è una persona come tante altre. Parla della sua famiglia, del padre Marcello, della sua infanzia passa-ta nella casa di Santa Veneranda tra galline e anatre, “quelle bellez-ze che oggi si sono perse”. Parla del lavoro ai vertici dell’azienda familiare, masoprattuttodellasuapassioneperimotori,condivisacolcuginoMassimo,nataaitempidellecorsediGrazianoRossiedEugenio

Lazzarini, “sfogata” per la prima volta con il regalo ricevuto per la Comunione.“Con quel kart giravo intorno alla fabbrica, svincolandomi tra gli operai”, racconta con un po’ di nostalgia. Non lo dice, ma quella “cittadella dello sport” che fatica a realizzarsi, è forse il suo modo per combattere la malinconia. Parladelprogettodelkartodromo, con-diviso con il cugino Massimo, are-natosiperquasi5annitracartebol-lateeconsensiche“singhiozzano”. Ma non molla. Vuole andare avanti e costruire in località Chiusa di Gi-nestreto, in un’area di circa 14 et-tari, un circuito per appassionati, “una valvola di sfogo per i piloti dell’ultimo minuto e l’occasione di riscatto per quelli che nel corso de-gli anni si sono persi per strada.”Un circuito, quello studiato da Ro-berto e Massimo, aperto a più di-scipline. Siparladikart,minimoto,supermotardemotocross. Roberto è determinato ad allarga-re la partecipazione ai tanti team che hanno scelto il territorio per la loro base operativa, “come la Tm, che ha galvanizzato tanti pe-

Riscoprire | Roberto Berloni

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saresi, che per girare devono far-si almeno tre ore di macchina”. Fino a qualche mese fa era tutto fermo. Poi, alla fine del 2008, la svolta. Lo aveva predetto: “Forse si sbloccherà entro l’anno”. Hanno tenuto duro ed entro il 2009 quel sogno diventerà realtà. Dopo quasi cinque anni di battaglie. Ora il mo-saico è completo. Ci sono licenze, permessi e accordi col Comune di Pesaro e Montelabbate.Tuttoèstatofattoariflettorispen-ti,senzafarrumore. Perché lui e Massimo non amano pubblicizzare loro stessi, come dimostra la scelta di non sponsorizzare una squa-dra del Motomondiale. In realtà lo hanno fatto una volta, col team Scot di Dovizioso in 125, proprio nell’anno della vittoria del mon-diale. Ma è stata una parentesi. DatempoillorocuoreèconlaClini-caMobiledeldottorCosta. Proprio nella casa di Candelara sono stati celebrati i trent’anni dell’ospedale viaggiante, nell’estate 2007. “Allo-ra - continua Roberto - avremmo

dovuto fare il taglio del nastro del kartodromo. Nulla di fatto.” Si torna sempre lì, all’ambizioso progetto che presto diventerà real-tà e che troverà in Claudio Costa, nel fratello Carlo, nei tanti medici al servizio della clinica, dei forti alleati. Il legame è stretto “e con loro mi piace girare e assistere alle gare motociclistiche”. I due cugini si completano. “A Massimo piace sporcarsi le mani: parte da un te-laio e lo trasforma in un kart. Ri-cordo ancora quando, da ragazzi, giravamo la fabbrica con muletti e trattori.” E proprio tra le mura dei grandi capannoni della Berloni cu-cine, marchio di prestigio anche per l’arredamento della casa gior-no e notte, Roberto ha scoperto l’amore per la moto.Ora non la possiede più. Si diverte il fine settimana col suo “scootero-ne”, “perché mi conosco e da buon collaudatore non ho freni”. Certe cose cambiano con l’arrivo di figli. Ma la passione continua a crescere con loro. IN

Massimo e Roberto Berloni mostrano alcuni dei loro “bolidi”.

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Sono cresciute a pane e musica e oggi continuano a vivere un intenso rapporto con il canto. Chi, come Clarissa Vichi, a livello professionale; chi come una grande passione: Laura Trebbi, Barbara Inesi, Fulvia Francesconi ed Eliana Melone.

testo Simonetta Campanelli - foto Luca Toni

Tra le note di una Passione

Per chi ancora non la conosce,ClarissaVichi è una 25enne cre-sciuta a pane e soul. A 9 anni già ascoltava Anita Baker e Al Jarreau e conosceva tutti gli artisti della mitica Motown. Da subito sente che il rapporto con la musica è destinato a diventare ben più di una passione. È allora che inizia a studiare, impegnarsi e fare della musica un mestiere. Ufficialmente la sua carriera inizia nel 2000 con la partecipazione ad alcuni impor-tanti concorsi canori: FestivaldiSanMarino,AccademiadiSanremo,Girofestival,BengioFestival; è qui che incontra i celebri produttori ed autori Popi e Maurizio Fabri-zio coi quali collabora per circa 3 anni e incide i singoli I segreti del cuore e Prendimi con te (edizioni So-nymusic/Prom). Lamusicalapor-talontanodacasa,aRoma, dove, mentre studia e si diploma alla LIM (accademia di canto jazz di-retta da Rossana Casale), partecipa alla tournée teatrale coi ragazzi di

Amici (2002), a quella con Franco Miseria col musical I love you Freddi, diventa la voce ufficiale del grup-po di cabaret Gnometto Band. Il 2006 è l’anno del tour tributo a Mia Martini e dei live con grandi professionisti. Oggièlaterzacan-tantedelgruppoCherries col quale sta lavorando a un Ep di prossima uscita, e si esibisce unplugged nei più bei locali della penisola, fiera di lavorare con Gianna e Terry, le altre due cherries, artiste di gran-de talento. Ancora molto giovane, Clarissa oggi è più consapevole e ha imparato tanto, soprattutto da-gli errori; le delusioni l’hanno resa più forte, la sua voce è più calda, la voglia di fare musica ed emozio-nare è cresciuta con lei, certa che non l’abbandonerà mai, con tanti risultati positivi all’orizzonte.SeClarissahafattodellasuapassio-neunaprofessione,altreprofessio-nistepesaresihannoinvecesceltolamusicaperpassione. La giovane avvocato LauraTrebbi dopo arrin-

ghe, corsi e ricorsi canta e si scarica dalle tensioni. “Musica e canto non stressano. Appassionano!”. Laura si fa affascinare dal canto nei primi anni ’90. Presentava concorsi cano-ri e, proprio ascoltando cantare, si sprigiona in lei la voglia di esibirsi. I suo amici di pianobar le offrono l’opportunità con un brano, e poi un altro ancora fino a cantare per tutta la sera. A questo punto decide di frequentare corsi per migliorar-si e apprendere le tecniche cano-re, visto che la voce c’è! Da qui il gioco ha inizio! LasuaventennaleesperienzaaRadioVeronicaèunagrandepalestra. L’ascolto costante e la grande disponibilità di musica le fanno assimilare testi e melodie. E lei canta, a microfono spento, su ogni brano in onda. Passione e pro-fessione non sono un problema. Siconcilianobenissimo:comunquesiesibisce. Sul palco e in aula. Dov’è il problema? La musica è una pas-sione che non si può reprimere, an-che se quello che le piace cantare

Incontrare | Pesaresi e il canto

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non sempre coincide con quello che vorrebbe esprimere: “La mia formazione e background musica-le sono soul, funky, black music in genere. Dicono che abbia una voce black… ‘vorrei la pelle nera !’.”Tra globuli rossi e bianchi in pro-vetta, anche chi fa il tecnico di la-boratorio all’Ospedale di Pesaro, come BarbaraInesi, canta. L’esordioavent’anni,traipiùclas-sici:nellecantinedicasadegliami-ci,dovealcunisuonanoeleicanta. Ad accomunarli la musica. A que-sto punto cantare in pubblico con gruppi che suonano del vivo è anco-ra più emozionante. Tranne l’heavy metal il suo repertorio comprende ogni genere, gospel compreso! In questi ultimi anni si esibisce su tre fronti: è la voce di un gruppo che suona soul, rhythm’n’blues e funky e fa parte di un trio disco. Nel tempo libero si sacrifica per il lavoro… ma la passione vale il sacrificio!Pure se siete impiegate in un’im-presa di costruzioni potete canta-re. È il caso di FulviaFrancesconi, che già a 5 anni si ritrova a can-tare nel Coro del Grillo d’Oro, per-

ché i genitori la iscrivono più per loro passione che per sua scelta. Ma qualche volta i genitori hanno ragione! Fulvianonsapevaancoraleggere,cosìlamammaleinsegnaleparole,cheleiimparaamemoria. Crescendo, l’attività canora si tra-sferisce all’orchestra di liscio. Dai 12 ai 17 anni fa parte del gruppo “Macci e i Ragazzi del Folk”. Deve sospendere la sua attività pur aven-do ben presente che se il canto fos-se stato il suo destino, qualcosa sa-rebbe accaduto. Un giorno di dieci anni fa, per caso, un musicista che si esibiva in feste e locali le offre una nuova opportunità. Riprende in mano un microfono e si dedica a un repertorio nuovo: ora non ha certo intenzione di fermarsi. Chi si ferma è perduto e Fulvia non in-tende perdersi.La passione di ElianaMelone, in-

vece, parte dalla famiglia: padre tenore e nonno violinista; poi i cu-gini Stefano e Roberto, musicisti; i fratelli, pure loro appassionati, la accantonano, nel tempo, per scelte professionali diverse. Eliana, che lavora in un’azienda concessiona-ria di bilance, inizia la carriera con lo studio d’armonia al Conserva-torio e si perfeziona seguendo un corso d’armonia e canto jazz al Saint Louis di Roma. Oggièvocesolistadiungruppobos-sanovaecantadaqualcheannoconiMais (Marcello Lucchetti, Andrea Gaudenzi, Federico Terenzi e Pe-ter Mei) che in brasiliano significa “più”. Con loro esprime la sua ani-ma latina. Ognuno, col proprio ba-gaglio d’esperienze e pur seguendo rotte diverse, è arrivato ad amare questa terra e le sue sonorità ma-linconiche, che li hanno sempre attirati. Dopo tante esperienze, viaggi in Italia, esibizioni in disco-teche, privée di locali, convention e toccando i generi ì più diversifi, Eliana ha anche scritto un testo in brasiliano cantato su musiche di Marco di Meo, Summerhands. Ma c’è altro: l’incisionediuncddan-ceconundjecanzonidaleiscritte,inbrasilianoeinglese. E nei pro-getti futuri ci sono altri cd jazz, in cui la sua voce sarà strumento e non solo mezzo per comunicare parole e testi. IN

A fianco, Laura Trebbi e Barbara Inesi.Sotto, da sinistra, Fulvia Francesconi

ed Eliana Melone. In apertura, Clarissa Vichi.

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“Lo sguardo del medico che si posa sul malato deve essere sempre consapevole di avere di fronte una persona.” Lo afferma PaoloCo-schiera(nella foto, primo da destra), nuovoprimariodelladivisionediDagnosticaperImmagini del San Salvatore di Pesaro, 52 anni, certo che alla malattia non si risponda solo col progresso della medicina ma anche con la condivisione del valore morale della sofferenza. “Quando umanità e tecnica vanno di pari passo la professione medica ha assolto la propria funzione.”Del resto, disponibilità ed equili-brio sono doti che, quotidianamen-te, il dottor Coschiera distribuisce con naturalezza durante i turni di lavoro. “Cuore e testa” sono quasi un’ossessione nel rapporto coi pa-zienti. “Dicono che non so dire di

no, che il mio ‘difetto’, se così si può definire, sia mettermi nei loro panni. Per me non rappresenta un problema, anzi, la soddisfazione più grande è la riconoscenza da parte di chi curo.” “Cuore e testa” guidano anche i rapporti con sottoposti e colle-ghi. “Non transigo su orari e pro-grammazione sanitaria. Guai se non fosse così in un reparto che è come una piccola industria dove lavoranocinquantapersonetrame-dici,tecnici,infermieri. Su tutto il resto si discute, lasciando spazio alle aspirazioni personali: si lavora meglio se si è motivati. E si produ-ce di più: nel 2008 siamo riusciti ad aggiungere 3000 prestazioni al nostro ruolino di marcia.” Per il resto la nomina di primario non ha cambiato la giornata di questo

medico che hacompiuto l’interopercorsoprofessionalenell’ospe-daledella sua città dove è stato assunto nell’83 (“ma le mie radici sono nel Mediterraneo - precisa -: mia nonna era greca e mio non-no è stato per anni direttore della Banca d’Italia al Cairo”). È il primo ad arrivare in ambula-torio intorno alle 7.30 e continua a fare le reperibilità per la Guar-dia radiologica, ha solo aggiunto la gestione organizzativa alla pro-grammazione clinica, che in gran parte faceva anche quando era aiuto-primario. Poi c’è l’aggiornamento, altro ele-mento fondamentale della pro-fessione: “Fino a poco tempo fa si pensava al radiologo come ad un fotografo - racconta. Nulla di più sbagliato: lemetodichesono tal-mentesofisticatecheportanosem-preilsegnodellapatologia, ma è la bravura del medico a trovarle grazie all’esperienza, alla capacità, all’intuito e all’aggiornamento co-stante. Tutto questo nella diagno-stica ‘vale’ il 90%.” Il poco tempo libero che si ritaglia dalle ore in ospedale Coschiera lo divide tra famiglia, bicicletta e un’immensa passione per la mu-sica. Negli anni ha accumulato un patrimonio di 400 dischi e 5000 cd che ascolta la sera, in una stan-za appositamente attrezzata. Non ci si poteva aspettare altro da un uomo che ha fatto dell’armonia il filo conduttore della sua vita. IN

testo Simona Spagnoli - foto Luca Toni

Ho cura della Salute

Curare | Paolo Coschiera

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Venuto dalla Romagna, AngeloMarcolini, a metà ’800, aveva ac-quistato qualche podere e avviato, nel 1896, un mulino da olio in un ex convento, a S.AngeloinLizzola. Fra industria e agricoltura conti-nuano oggi Andrea ed Elisabetta, entrambi periti agrari, che con ottica moderna hanno aggiorna-to la struttura aprendosi a nuove prospettive. Andrea Marcolini, in un moderno edificio, a Villa Betti, ha impiantato un frantoio oleario che in breve ha conquistato la fidu-cia degli olivicoltori e, soprattutto, dei consumatori locali e del nord Italia. Sui 70 ettari dell’azienda di proprietà, oltre ai seminativi,

si conducono un vigneto e più di 1000 olivi in produzione. Dalle loro olive, insieme ad altre ma solo d’area pesarese, si ottengono due oli monocultivar di “Raggiola” e “Leccino” e un blend, apprezzati e con riconoscimenti in concorsi locali e nazionali. Il frantoio, tec-nicamente all’avanguardia, è un ciclo continuo “a due fasi”, capace di trasformare in olio le circa 600 tonnellate di olive in una stagio-ne, lavorate a ritmo di 10-12 quin-tali all’ora. Ma chi apre l’azienda a nuove attività è Elisabetta che, tecnico di problemi socio-educa-tivi ed esperta di equitazione e di pet-therapy, ha fuso le sue capacità puntando sui dociliasini che, da animali in via di scomparsa, si ri-velano adatti nel migliorare non pochi aspetti della vita. Con lo staff di psicologi e terapisti della coo-perativa“Passoapasso”, specia-lizzati nella gestione di laboratori riabilitativi, con diversi animali ha avviato un’attività a favore di perso-ne diversamente abili che trovano sensibili giovamenti nel rapporto coi socievoli, affidabili asini.Né mancano aspetti educativi e perché no, anche ludici, rivolti ai bambini delle scuole che vengono a familiarizzare con gli animali di una fattoria, fanno brevi escursioni in sella, “partecipano” alla raccol-ta dell’uva o delle olive e a “fare” l’olio. Per i grandi, c’è una “pensio-ne” per i cavalli ed escursioni nel territorio, guidate da ambientali-sti. www.oliomarcolini.comIN

testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli

Sideways per la Provincia

Eccellenza “in verde”

I monocultivar “Raggiola” e “Leccino” sono di spiccata

personalità, carichi di profumi e sapidità: decisa nel primo, che

esalta bruschette, zuppe di legumi e carni; più

“dolce” nel secondo, da abbinare ai piatti delicati di pesce o crostacei. Più in generale, nell’impiego del

blend, vera spremuta di olive, si apprezzano il tono

del “fruttato”, che ricorda il profumo che pervade il frantoio quando lavora, e

l’armonia delle sensazioni equilibrate per un’intelligente

utilizzazione sui piatti della tradizione.

Degustare | Olio Marcolini

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Pubblicità e Promotion - Web & Multimedia - Editoria - Media Relations & Ufficio Stampa - PR ed Eventi

Forlì Milanowww.menabo.com

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Unpesarese inNba?Forsenonèpiùunachimera. La culla del ba-sket, che negli anni ha sfornato tanti campioni, non ha mai osa-to spingersi così oltre. Ma a fine giugno saranno in molti a seguire con affetto e curiosità, al Madison Square Garden di New York, la ce-rimonia del draft, che ogni anno consacra i migliori 60 giovani ce-stisti degli States, lanciandoli fra le star. Tra loro, appunto, potrebbe spuntare il nome di DanielHackett, 21 anni, il cui talento è sbocciato nella nostra città, nelle giovanili della Vuelle, oggi Scavolini Spar, e si poi è affinato nel college di USC, a Los Angeles. Mamma italiana e papà americano (Rudy per oltre un decennio ha giocato nel no-stro campionato), Daniel èunbel

mixdiclasseetestardaggine che sta facendo parlare di sé i media americani. Il ragazzo, che sfiora i due metri, interpreta il ruolo di play con una leadership naturale e si fa amare per il suo carattere aperto, solare, grintoso, con quella gestualità tut-ta italiana che tanto piace oltreoce-ano. Il suo american-dream è vicino a diventate una luminosa realtà: “Lascerò il college con un anno d’anticipo per giocarmi le mie carte da professionista - conferma da Los Angeles -, mi sento pronto, maturo per un altro step nella mia carriera.” Questi treanniallaUniversityofSouthernCalifornia sono stati im-portanti per la sua esplosione a livello fisico, mentre dall’Italia si

è portato dietro i fondamentali e la propensione al gioco di squadra che stanno diventando merce sem-pre più rara anche in Nba, domi-nata da super-atleti spesso un po’ a corto di tecnica.“È proprio questo che piace di Da-niel - spiega papà Rudy. Qua vedo-noinluiuntipodigiocatorechesistaestinguendo,maconcaratteri-stichemoderne. Sono convinto che ce la farà, ha fatto molti sacrifici in questi sei anni: quando lo portai qui ne aveva appena 15, la madre era rimasta in Italia e la sera gli cucinavo la pasta per tirargli su il morale. Io gli ho disegnato la map-pa, ma poi la strada l’ha percor-sa da solo.” Unabellastoria,diunpadre-atletachehasaputoessereunaguidatecnicaespirituale. Gli scout americani stanno seguen-do Hackett jr. con attenzione e lo stesso si può dire per il Ct azzurro Recalcati, che conta di averlo a fine agosto per le qualificazioni ai pros-simi Europei: “Ci tengo alla maglia azzurra, l’anno scorso la USC non mi lasciò libero di completare gli impegni perché cominciavano le lezioni ma stavolta decido io e aRe-calcatihogiàdatolamiadisponibi-lità.” Un giorno, chissà, potrebbe anche vestire la maglia biancoros-sa: “È sempre stato nei miei sogni indossare la maglia della Vuelle. Magari, quando avrò maturato le mie esperienze, tornerò a Pesaro per aiutare la Scavolini a vincere un altro scudetto.” Se no, che sogno è? IN

testo Elisabetta Ferri - foto Leonardo Mattioli

Un sogno chiamato NBA

Daniel Hackett con il padre Rudy.

Vincere | Daniel Hackett

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