Pavia in Tasca Dicembre 2012

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Dicembre 2012 A U G U R I ASPETTANDO IL 2013 DISTRIBUZIONE GRATUITA SPEDIZIONE IN A.P. 45% Art.2 L.662/96 DCO/DC 111/2002 / I-Pavia - Anno XXI

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Il MENSILE della Provincia

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Dicembre 2012

AUGURI

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Nuove energie per una sfida antica

Spesso, negli ultimi mesi, Pavia in Tasca ha cambiato volto. Ha indossato

quello di Drupi, quello di Ron; quello di tanti altri amici che hanno voluto

condividere con voi e con noi le proprie esperienze, il proprio amore per

la nostra Terra. Quelle storie e quelle testimonianze, accolte nel corso del

tempo sulla copertina e tra le pagine di Pavia in Tasca, ci hanno convinto di

quanto ci sia ancora da dire e raccontare; quanto grande sia il patrimonio

di un territorio unico, ricchissimo di tradizioni ma sempre attento al

futuro; palestra di eccellenze creative che sanno farsi valere nel mondo.

Pavia è una città energetica e vibrante, e con lei lo è tutta la sua provincia.

Un microcosmo affascinante. Per mostrarvelo in tutte le sue sfaccettature

Pavia in Tasca ha deciso, ancora una volta, di cambiare volto. Questa volta,

però, senza prendere in prestito quello di chi ha contribuito a fare grande

il nome della città e del suo territorio: cercando semmai una propria

strada, offrendo la propria visione dei tempi, difficili ma straordinari, che

anche la nostra provincia sta vivendo.

Il numero che tenete tra le mani rappresenta, per noi, l’equivalente di una

rincorsa: ci garantisce lo slancio per tuffarci in un 2013 ricco di novità. Nei

contenuti, nella veste grafica, nella cadenza delle uscite di una rivista che

sarà bimestrale. Si tratta di un salto verso il futuro, che ci emoziona e ci

inorgoglisce. E che speriamo di poter continuar a condividere con voi.

La Redazione

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Febbraio-Marzo 2012

SCARA GOMME

Sanremo

parla pavese:

Celeste Gaia

al Festival

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Aprile 2012

Il salutodei pavesia Lucio Dalla

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Maggio 2012

Maggio esplosione di ‘Bellezza’

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Giugno-Luglio 2012

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Agosto - Settembre 2012

Tutti a scuola!

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Agosto - Settembre 2012

Tutti a scuola!

Ottobre - Novembre 2012

Ron si racconta

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Ron si racconta

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DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO BEVIVINO

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:Beatrice Alfi eri, Chiara Antico, Alessandro Filippo Maggi, Valeria Mangiaracina, Filippo Rossi, Francesco Sala, Gaia Vicenzi.

REDAZIONE: Via San Giovannino, 4 27100 [email protected]

PUBBLICITÀ:VERBENA LUIGITel. 328 3974690

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Periodico mensile “Pavia in tasca”Sped. in a.p. lettera BRivista Edita da Princi s.r.l. Anno 21 - DICEMBRE 2012Euro 0,90

Registrazione del Tribunale di Pavia N°394dell’8 giugno 1991 Copyright La Fenice Editore s.r.l.E’ proibita la produzione anche parziale del contenuto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

6 Città di Pavia: il consigliere regionale Ciocca si schiera contro la chiusura del reparto maternità

8 Polo Tecnologico progetto acceleratore d’impresa12 Regione Lombardia al voto Pdl perde la Lega il Pd cerca il colpaccio14 Cafi l, il nuovo network dei consorzi agrari16 Giovani imprenditori agricoli, la Regione ci crede20 La violenza sulle donne è un problema degli uomini22 La violenza femminile: il parere della psicologa Gaia Vicenzi24 Così opera un’organizzazione apartitica e apolitica28 Sunshine Square store for dynamic people30 La vetrina di Natale32 Oggi come ieri: il menù della tradizione34 Le ricette del Natale a Pavia35 Fondazione Barbara Fanny Facchera Onlus36 L’intramontabile tradizione del presepe 40 Mobilità sostenibile e binomio disabilità-sport: carte vincenti a Pavia44 Su e giù dal ... palcoscenico 45 Una città. Il suo teatro. Pavia – Teatro Fraschini47 Tutte le gradazioni della commedia. Voghera – Cinema Teatro Arlecchino48 Si brinda al futuro tra danze e ironia. Vigevano – Teatro Cagnoni49 Classico e contemporaneo: un teatro ... Sociale! Stradella – Teatro Sociale50 Chiusura in musica per un autunno doc. Garlasco – Teatro Martinetti51 Lomellina, un inverno di passione. Mede – Teatro Besostri52 La ‘ndrangheta al nord. Saggio di una ragazza vigevanese e di Nando dalla Chiesa54 I giganti della montagna. Il rock dei Doctor Cyclops56 Imparare ad essere felici58 2013: sarà un Happy New Year?

IndiceIndice

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• Pavia in Tasca •

ll consigliere regionale Angelo Ciocca, commissario della Commissione Sanità di Regione Lombardia, si è attivato per dire no alla chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia della Clinica Città di Pavia, chiusura decisa dalla proprietà della clinica.A partire dal mese di novembre è stata organizzata una raccolta firme che ha rag-

giunto ben 6000 sottoscrizioni di cittadini che non vogliono la chiusura di questo re-parto.Sul grande numero di firme, Angelo Cioc-ca commenta: “Siamo tutti legati affettiva-mente al reparto. I cittadini hanno dimostra-to, con tale grande partecipazione, di stimare la professionalità del personale della clinica. Tutti, firmando, fanno appello alla proprietà affinché riveda la decisione di chiudere. Ho vo-luto essere al fianco delle mamme, delle mam-me in attesa, delle famiglie perché è doveroso sostenerle in questa battaglia che è rivolta al futuro. Disinvestire sulle nascite vuol dire non investire sul futuro”. Venerdì 16 novembre si è anche svolto un importante incontro sul tema “Nascere a Pavia”.

Durante la serata sono intervenuti il diret-tore generale dell’ASL, il primario Baro-ni della Città di Pavia, i rappresentanti di

Città di Pavia: il consigliere regionale Ciocca si schiera

contro la chiusura del reparto maternità

Investiamo sulle nascite, potenziando il servizio

Raccolta firme contro la chiusura del reparto maternità

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7• Pavia in Tasca •

ostetriche e infermieri, il direttore medico di presi-dio del San Matteo, il diret-tore sanitario del Policlinico di Monza, le parti sindacali. L’annunciata chiusura del reparto, fissata per la metà di dicembre, ha già com-portato il licenziamento di due ostetriche. I sindacati, Cgil, CISL e UIL, hanno dato la disponibilità ad aprire un tavolo sindacale con la pro-prietà. Tra il pubblico erano presenti anche mamme in attesa che hanno iniziato il proprio percorso alla Città

di Pavia e che ora trovano difficoltà a causa della de-cisione della proprietà di chiudere il reparto che ave-vano scelto per far nascere il proprio figlio. Ha sottoli-neato Ciocca “Chiudere un reparto maternità non è come chiudere un reparto di una

fabbrica che fa bottoni. Mi auguro che la proprietà non

sia sorda alle richieste dei cit-tadini. Il diritto di scelta delle mamme va salvaguardato e il privato, se è un vero impren-ditore e non solo un prendito-re, deve agire considerando il contesto. È stata resa pubblica anche una lettera della pro-prietà in cui si motiva la chiu-

sura per l’esiguità del numero dei parti. I bambini non sono numeri, sono il nostro futuro. Ogni anno alla Città di Pavia nascono 400 bambini; assicu-rare la serenità a queste nasci-te deve essere importante non solo per i familiari ma anche per il territorio. Questo è im-portante, così come il valore della prossimità dei servizi: si parla tanto di chilometro zero, questo dovrebbe valere anche per le nascite e il mondo sani-tario.”

Incontro pubblico NASCERE A PAVIA

Raccolta firme davanti alla clinica Città di Pavia

di un Felice Natale

e un Buon 2013

Auguri

Angelo Ciocca

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Accelerare l’impresa, ovvero dare la possi-bilità concreta che un’idea abbia la possi-bilità di svilupparsi. Potrebbe sembrare ba-nale, in alcune realtà lo sarebbe, ma in Italia spesso il problema è proprio quello: “A San Francisco o a Londra, quando si parla delle pro-prie idee con qualcuno, si ha l’impressione di

guadagnare tempo” sono le parole di Alber-to Onetti, chairman di Mind The Bridge, in contrapposizione a quanto avviene spesso in Italia dove troppe volte regna disinteres-se e poca agibilità. E, proprio in collabora-zione con Mind the Bridge, il Polo Tecno-logico di Pavia ha presentato il progetto

Polo Tecnologico progetto acceleratore d’impresa

Il tassello mancante era proprio uno spazio dedicato ad accogliere progetti di impresa o imprese nelle primissime fasi del ciclo di vita

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di acceleratore d’impresa. Presso la sala Giunta di Pa-lazzo Mezzabarba c’erano Tommaso Mazzocchi, am-ministratore di Durabo spa, Riccardo Ferrari, direttore del Polo Tecnologico, la professoressa Margherita Balconi, dell’Università di Pavia e il sindaco Alessan-dro Cattaneo, da sempre grande sostenitore del pro-getto Polo Tecnologico, ha introdotto con un video messaggio. Oggetto della conferenza stampa è stato proprio l’acceleratore d’im-presa: “Pavia, con il suo Polo Tecnologico, ha dimostrato negli ultimi tempi di saper fare grandissimi passi avanti, riuscendo a co-localizzare, in uno spazio funzionale, diverse imprese che si occupano di in-novazione e nuove tecnologie – ha commentato Alber-to Onetti, Chairman della Fondazione Mind the Brid-ge − Il tassello mancante era proprio uno spazio dedicato ad accogliere progetti di im-presa o imprese nelle primissi-me fasi del ciclo di vita. Mi ri-ferisco alle cosiddette startup che, come evidenzia la nostra Survey di quest’anno, sono il motore di crescita della nostra economia e la prima fonte dell’innovazione. Siamo quin-di molto contenti - io in modo particolare, trattandosi della mia città natale - di parteci-

pare come fondazione Mind the Bridge all’attivazione sul territorio italiano di una nuo-va potenziale fucina e palestra di nuovi talenti”.

In cosa consiste l’accelera-tore d’impresa? Verranno valutate e selezionate pres-so il Polo Tecnologico ogni trimestre idee di giovani ricercatori o imprenditori e quelle che verranno quindi accolte troveranno “ospi-talità” e supporto per tre mesi all’interno del Polo Tecnologico di via Cuzio, dove verrà garantito uno spazio in cui lavorare e un supporto amministrativo. Tramite una borsa offerta da Durabo, quindi, i pro-getti migliori avranno la possibilità di partecipare alla scuola di imprendito-rialità Mind the Bridge con sede a San Francisco (tutti i dettagli su www.polotecpv.

it). “Il Polo Tecnologico ha potuto finalmente nascere a Pavia, dopo circa 20 anni dai primi tentativi – le parole della professoressa Balconi −, grazie alla collaborazio-ne tra gli enti pubblici che ci hanno creduto e un’impresa privata, Durabo, che dopo aver finanziato il progetto vi sta dedicando significati-ve risorse umane, allargando il proprio raggio d’azione in modo adeguato alle sfide del presente”. “Da subito ho cre-duto fortemente nel progetto Polo Tecnologico e oggi è una grande realtà – ha detto il sindaco Alessandro Catta-neo – innovativa e in grado di rispondere a quella che oggi è l’esigenza più forte, ovvero il lavoro. Giovani, lavoro, inno-vazione, progettualità: il Polo Tecnologico è un esempio della Pavia che guarda al futuro con coraggio, preparazione e com-petenza”.

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Nessun accorpamento con le politiche (almeno così pare, anche se Berlusconi è tornato a minacciare la crisi del Governo Monti se non si farà l’election-day, unendo in un unico turno regionali e politiche). Nes-sun risparmio economico in vista. Lombardia, Lazio e Molise rinnoveranno i loro rispettivi consigli regionali nel mese di febbraio 2013, il 10 e 11. Una delle ipotesi che circolava, almeno per la Lombardia, era il 27 gennaio come prima data utile. Ma non si poteva certo pensa-re di scorporare il voto dal-

le altre due regioni d’Italia chiamate alle urne. Addirit-tura il governatore Roberto Formigoni, che per quasi 20 anni ha retto le sorti del Pi-

rellone prima (oggi gli uffici politici sono nel nuovo Pa-lazzo Lombardia, struttura che avrà vinto anche premi architettonici ma che è co-

Regione Lombardia al votoPdl perde la Lega

il Pd cerca il colpaccio

di Filippo Rossi

Formigoni, al centro di scandali legati ad assessori e consiglieri, lascerà la carica e punta all’ex sindaco di Milano, Albertini. Il Carroccio ha scelto Maroni. Il centrosinistra lavora a un patto civico con l’avvocato Ambrosoli

Albertini (a sinistra) con Formigoni

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stata oltre 400milioni di euro e che peserà sulle sorti del non più florido bilancio re-gionale per tanti anni) aveva ipotizzato di “essere pronto per il 16 dicembre”. Votare prima di Natale, sarebbe stato un bell’in-ghippo per tutti, altro che lucine, presepi, luminarie e corse al regalo. Sarebbe stata (anche) la corsa alla preferenza. Alla fine ci ha pensato la Ministra dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, a stoppare tutte quelle ipotesi di date “assurde” e a stabilire alme-no che le tre Regioni avrebbero dovuto vo-tare nello stesso giorno. Deciso (ma forse non è detta l’ultima parola) il 10 e 11 feb-braio 2013, è partito il conto alla rovescia. E in Lombardia sono spuntati con puntuale “prepotenza” i candidati, anche se non an-cora ufficializzati dalle principali parti poli-tiche che si contenderanno la sfida, ovvero centrodestra (maggioranza uscente e per giunta frastornata da inchieste e arresti eccellenti), centrosinistra (che governa il Comune di Milano con il sindaco, Pisapia) e la Lega Nord che non sarà più partner (o stampella) del Pdl, ma correrà da sola con-tro tutto e tutti, presentando il suo leader

più spendibile (dopo la caduta di Re Um-berto), ovvero il delfino, Roberto Maroni. Così sarà un bel match, perché con la Lega che va per conto suo, il Pdl dovrà stringe-re i denti (e parecchio) per aver ragione di un centrosinistra in (forte) ascesa in con-sensi e sondaggi. Se la Lega ha deciso che sarà Maroni a correre per la poltrona più importante, centrodestra e centrosinistra sono ancora dibattuti. Formigoni è diventato il primo sponsor e sostenitore di quello che è stato il sin-daco di Milano prima di Letizia Moratti, ovvero il parlamentare europeo, Gabriele Albertini, per molti del centrodestra con-siderato però una vera e propria “minestra riscaldata”. Non la pensa certamente così Formigoni: “Bando ai tatticismi, se vogliamo vincere dobbiamo costruire una coalizione con Albertini”. Formigoni così dicendo e facen-do vorrebbe “evitare” un’ipotesi primarie anche in casa del centrodestra. Primarie invece (ci è ormai abituato da anni) alle quali si sta preparando il centrosinistra. Primarie volute in primis dal sindaco di Mi-lano, Pisapia, anche lui “frutto” di primarie vincenti che l’hanno proiettato a spode-stare poi Letizia Moratti, sindaco uscen-te. Primarie, quelle del centrosinistra, che vedranno come sempre una sfida aperta a più candidati, quali l’incoronato e autore-vole Umberto Ambrosoli (noto avvocato milanese) e i cosiddetti outsider Alessan-dra Kustermann (ginecologa) e Andrea Di Stefano (giornalista). Sulle primarie, il sindaco Pisapia ha detto: “Saranno prima-rie aperte a tutti gli elettori interessati, indette non dai partiti ma dal comitato promotore del patto civico”.

L’avvocato Umberto Ambrosoli

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Nasce in casa Coldiretti lo scorso 19 set-tembre l’ambizioso progetto di Cafil, il pri-mo network di consorzi agrari della Lom-bardia. I presidenti dei consorzi di Pavia, Como-Lecco-Sondrio e Bergamo hanno unito le forze siglando il primo contratto di rete a livello nazionale: il maxi consor-zio a cui hanno dato vita nasce, infatti, non come fusione di più consorzi ma come un vero e proprio network in cui la collabo-razione è orientata al raggiungimento di obiettivi strategici comuni.Giuseppe Ghezzi, Presidente di Coldiretti Pavia, è affiancato nelle nuove vesti di pre-sidente del maxi consorzio dal bergamasco Giovanni Battista Micheli, vicepresidente, e dal comasco Alfredo Gelmini, direttore di rete. È dalle parole dello stesso presiden-te Ghezzi che conosciamo ulteriori dettagli in merito agli obiettivi e ai progetti da re-alizzare.

Come e per iniziativa di chi nasce Ca-fil?L’iniziativa è nata in seno a Coldiretti, a livel-lo regionale, a fronte di alcune situazioni già esistenti, quale per esempio Calv, il consorzio agrario di Verona, Mantova e Brescia. L’idea è nata anche per favorire le aggregazioni che il mercato, ormai, impone per fare sistema e abbattere i costi di gestione. Dopo il crack di Federconsorzi, Coldiretti ha preso in mano la gestione dei consorzi, che per troppo tempo erano rimasti in balia di se stessi, e da lì, poco alla volta, siamo arrivati anche a Cafil.

La scelta del nome Cafil – Consorzio Agrario Filiera Lombarda ha una con-notazione particolare? Abbiamo scelto di inserire la parola chiave “Fi-liera” per enfatizzare l’importanza che questa riveste per Coldiretti. La filiera è spesso distor-ta, chi produce percepisce solo il 7% di quello

Cafil, il nuovo network dei consorzi agrari

Pavia, Como e Bergamo danno vita al maxi consorzio agrario della Lombardia

di Valeria Mangiaracina

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che il consumatore paga; proprio per questa ragione puntiamo molto sulla filiera corta e il Km 0.

Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati? I nostri obiettivi principali includono l’offerta di servizi migliori alle imprese, l’ottimizzazione dei costi di gestione, il conseguimento di un peso maggiore in termini contrattuali, quindi l’in-cremento del potere d’acquisto. Oltre al fornire assistenza tecnica e vendere prodotti, sementi e macchine agricole, in maniera particolare ci teniamo a essere protagonisti dei progetti di filiera (FAI) che, come accennavo prima, costi-tuiscono la mission di Coldiretti.

Sappiamo che la collaborazione tra i diversi consorzi che hanno aderito a Cafil sarà un elemento imprescindi-bile, ma quale sarà, nello specifico, il ruolo di Pavia?Pavia è la prima provincia agricola d’Italia per superficie e si distingue per la produzione di risi pregiati tra i quali l’arborio, il carnaroli e il vialone nano. Il prossimo traguardo che ci aspettiamo di raggiungere riguarda proprio l’ingresso delle produzioni locali nel canale del-la grande distribuzione regionale e nazionale. Un esempio che prendiamo a modello può es-sere quello del pastificio Ghigi di Forlì i cui pro-dotti, realizzati con solo grano duro italiano, sono facilmente acquistabili nei supermercati a vantaggio dell’economia locale. Pavia avrà, dunque, l’onere di riuscire a realizzare un pro-getto simile, nella fattispecie per il settore del riso.

Il maxi consorzio esiste solo da po-

chi mesi, è ancora presto per parlare di un bilancio. Allo stato attuale e in proiezione al prossimo anno, come si potrebbe descrivere Cafil in cifre?Dal 2013 i tre consorzi che hanno aderito a Cafil si attiveranno in maniera sinergica per raggiungere un potere d’acquisto di più di 100 milioni di euro, di cui 40 milioni circa interesse-ranno Pavia, 32 Bergamo e 36 Como. Attual-mente abbiamo coinvolto 54 punti vendita e lavorano per noi 95 dipendenti; nulla vieta che si delineino condizioni tali da poter creare oc-cupazione, fornendo magari delle alternative a chi non viene premiato nel settore in cui opera.

L’integrazione dei tre consorzi lombardi è avvenuta in un’ottica di “specializzazio-ne multifunzionale”. Come lo stesso Pre-sidente Ghezzi ha tenuto a sottolineare, infatti, le province coinvolte nel progetto dovranno sfruttare le propensioni e le at-titudini che già possiedono, integrandole a vantaggio degli obiettivi comuni.

Pavia si concentrerà nel settore agricolo, quindi nelle produzioni risicole e vitivini-cole; Como si focalizzerà sul retail e i rap-porti con il pubblico coordinando l’attività dei negozi (dal pet food al giardinaggio passando per sementi e macchine agrico-le); Bergamo svolgerà un’azione ibrida fa-vorendo, peraltro, le vendite dei prodotti all’interno delle aree coinvolte e non solo. Il giro d’affari che verrà così a crearsi do-vrebbe garantire un’ulteriore spinta all’e-conomia locale con indubbi vantaggi alle aziende agricole che, in migliaia, hanno aderito al progetto.

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Sempre un occhio di riguar-do per la giovane impren-ditoria agricola e forestale da parte di Regione Lom-bardia. Ammonta infatti a 1.380.000 euro l’assegna-zione dei fondi approvata dalla giunta regionale, su proposta del neo nomi-nato assessore all’Agricol-tura, Giuseppe Elias (che ha preso il posto da poche settimane del collega Giulio De Capitani) per il terzo pe-riodo di applicazione della misura 112 del Program-ma di sviluppo rurale (Psr) 2007/2013, finalizzata a

incentivare l’insediamento dei giovani imprenditori agricoli e forestali. La terza tranche di finanziamenti va a 63 beneficiari che hanno presentato domanda tra il 16 marzo e il 31 luglio 2012. “Con questo riparto - ha com-mentato l’assessore regio-nale Elias - sale a quota 1.166 il numero dei giovani agricol-tori che, dal 2007 a oggi, han-no percepito il premio di primo insediamento all’avvio della propria attività in Lombardia. Un valore complessivamente impegnato di 27,2 milioni di

euro, che possiamo conside-rare una risposta concreta al problema del ricambio genera-zionale in agricoltura”. In provincia di Pavia sono state 8 (terzo posto della graduatoria generale sul territorio lombardo) le do-mande finanziate per un importo di 111mila euro. Il maggior numero di doman-de (15) nelle province di Brescia e Bergamo. Sempre sul fronte impren-ditoriale-agricolo è stato un anno particolarmente importante per il settore zootecnico. Nel 2011 infatti

Giovani imprenditori agricoli, la Regione ci crede

Quasi 1 milione e 400mila euro dall’ente di governo regionale per incentivare l’insediamento dell’imprenditoria giovanile in campo agricolo e forestale. In provincia di Pavia finanziate 8 domande per un importo di 111mila euro

di Alessandro Maggi

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il comparto (dati diffusi dal nuovo rappor-to agroalimentare presentato da Regione Lombardia, Direzione Generale Agricol-tura) ha registrato il più alto incremento annuale dell’ultimo decennio, in misura simile tra latte e carni, con dei distinguo. A trascinare in su il valore della zootecnia da carne sono soprattutto i suini (con un in-cremento quasi del 15 per cento) e l’avicol-tura (+18 per cento). “A fronte di un contesto economico problematico - ha sottolineato l’assessore - Regione Lombardia ha garantito per il terzo anno consecutivo una maggior li-quidità al sistema delle imprese, erogando l’ac-

conto del 50 per cento del premio della doman-da unica 2012”. “Nuovi modelli organizzativi, innovazione di prodotto e adeguamento strut-turale - ha ricordato Elias - sono alcuni degli interventi che Regione Lombardia sostiene at-traverso le misure del Programma di Sviluppo rurale 2007-2013, il cui stato di avanzamento è giunto all’impegno dell’86 per cento delle ri-sorse disponibili e alla liquidazione di oltre il 50 per cento delle risorse”.

In crescita anche il contesto delle aziende agrituristiche (ne avevamo parlato in un precedente numero di Pavia in tasca, ndr)

Giovane imprenditoria agricola in provincia di Pavia (foto archivio DG Agricoltura)

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e a ruota anche quello lega-to alle fattorie didattiche e la filiera corta nelle diverse forme. Nel 2011 sono 1.360 gli agriturismi autorizza-ti, con una crescita del 2,5 per cento rispetto all’anno precedente; dato che pone la Lombardia al terzo posto tra le regioni italiane (6,6 per cento del totale nazio-nale). Anche il settore della vendita diretta al consuma-tore, che in Lombardia in-teressa circa il 30 per cento delle aziende, conta 12.186

aziende, il 4,5 per cento del totale nazionale. Ai primi

tre posti il florovivaismo, il vino e i derivati del latte.

Sempre più donne impegnate in agricoltura (foto archivio DG Agricoltura)

In Lombardia incremento del 15% per la carne suina (foto archivio DG Agricoltura)

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Escono dall’anonimato con le loro tragedie, sono vitti-me di violenza fisica, psico-logica e sessuale, subiscono maltrattamenti e pratiche misogine che talvolta, nei casi estremi, si concludo-no con la morte di queste donne. Si parla sempre più spesso di femmicidi e fem-minicidi, neologismi coniati per indicare le pratiche e i trattamenti che in manie-ra sempre più significativa sono costrette a subire le donne di tutto il mondo; con il termine femmicidio si indica l’esito più grave di questi atteggiamenti nega-tivi, ovvero la morte delle vittime. I casi sono sempre

più numerosi in tutto il mondo, e in Italia, in parti-colare, il quadro è tutt’al-tro che rassicurante. I dati confermano infatti come ogni anno, nel nostro Pae-se, vengano uccise in media 120 donne: sono infatti 113 quelle morte nell’ultimo anno e, tra queste, 73 ci hanno rimesso la vita a cau-sa del partner. Probabilmente è proprio questo l’aspetto più allar-mante del fenomeno, il fatto che nell’87% dei casi le violenze siano interne alla famiglia. “Il mostro è in casa” dunque, e secondo l’ultima indagine promossa da Telefono Rosa, che da

anni si impegna nella lotta alla violenza sulle donne, continuano ad aumenta-re le violenze da rapporti sentimentali subite dentro le mura domestiche, a pre-scindere dallo status sociale di appartenenza. C’è poi da considerare anche un altro aspetto rilevante, il 35% delle vittime che subisce abusi non sporge denuncia, solo nel 13% dei casi viene chiesto aiuto per stalking. E dunque se in alcuni casi si può parlare di “donne che amano troppo”, per dirla alla Robin Norwood, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di donne che hanno paura ma non hanno

La violenza sulle donne è un problema degli uomini

Le misure repressive non sono sufficienti, è necessario investire in sensibilizzazione e prevenzione

di Valeria Mangiaracina

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il coraggio di fare il primo passo e chiedere aiuto.

Eppure sono tante le associazioni e i gruppi di volontari che si impegnano attivamente nel costituire un solido appoggio per tutte le vittime di abusi e violenze. Queste asso-ciazioni tentano di sopperire a una legisla-zione che non riesce ancora a produrre ap-pieno i dovuti effetti, conseguenza di una politica poco orientata all’eliminazione di ogni disparità e violenza di genere. In Italia, per esempio, non esiste ancora un osserva-torio ufficiale su questo genere di crimini come accade invece in altri Paesi; gli unici dati sul fenomeno ci arrivano proprio dai sondaggi commissionati dalle associazioni. Il 25 novembre, in occasione della “Gior-nata internazionale per l’eliminazione del-

la violenza contro le donne” (istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazio-ni Unite) il Presidente del Senato, Renato Schifani, e il Ministro Elsa Fornero hanno speso alcune parole in merito al fenomeno. Il primo ha sottolineato come sia necessa-rio eliminare ogni forma di discriminazio-ne contro la donna contribuendo ad affer-mare la cultura del rispetto. La Fornero ha affermato come le misure repressive non siano sufficienti per cui è necessario inve-stire in sensibilizzazione e prevenzione. Ci auguriamo, quindi, che venga ratificata al più presto la Convenzione di Instanbul, volta a reprimere la violenza sulle donne e la violenza domestica che, per la prima volta, sono state riconosciute come “una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione”.

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La violenza femminileil parere della psicologa Gaia Vicenzi

C’è una nuova serie TV che sta spopolando ovunque: si intitola “Girls” e i suoi perso-naggi femminili descrivono un nuovo mo-dello di donna, diverso da quelli che i mass media hanno in passato rappresentato. La protagonista, Hannah-Lena Dunham, è una ragazza che non ha paura di osare, che si ri-bella agli stereotipi patinati, che rivendica l’uso di un’ironia tagliente, la rotondità di un corpo imperfetto, la precarietà del la-voro e delle relazioni sentimentali. Insom-ma, Hannah-Lena sopravvive serenamente alle debolezze che un tempo erano fattori di vulnerabilità femminile, accettandoli e dunque ridimensionandoli.Il personaggio di Hannah-Lena è un perso-

naggio “normale”, con una storia simile a molte vite femminili del nostro tempo. Rimanda all’idea che la donna è capace di essere indipendente, adeguatamente for-te, sicura nonostante le sue insicurezze. Non è una super-donna. E’, semplicemen-te, una donna.L’identificazione femminile in questo nuo-vo modello segna un mutamento culturale e sociologico importante a cui è richiesto un adattamento psicologico dell’uomo (maschio). L’uomo, da sempre detentore di un ruolo di “superiorità” rispetto a quel-lo della donna, si trova a dover difendere la sua posizione non tanto per assicurarsi la parità (ormai da tempo raggiunta) ma ad-dirittura per non trovarsi in una condizione di “inferiorità”.Nelle relazioni sentimentali si assiste alla stessa dinamica che si osserva nel più vasto contesto culturale: l’uomo e la donna tro-vano un equilibrio di coppia nella misura in cui entrambi vedono salvaguardata la propria identità e, in essa, la propria capa-cità di espressione dei propri diritti nella percezione di rispetto di quelli dell’altro. L’attenzione a questi aspetti garantisce di sperimentare una buona immagine di sé e, dunque, di vivere una vita soggettivamen-te soddisfacente.Per un uomo, però, riuscire a combina-re la percezione di una buona immagine di sé con la percezione di non essere più “superiore” (così come in passato era cul-turalmente condiviso) porta uno stato di dissonanza. Nelle personalità più deboli questo stato di dissonanza, assolutamente nuovo e di difficile gestione, può indurre una forte

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aggressività. Diventa difficile tollerare la ferita narcisistica derivante dal senso di “inferiorità”, al punto che gli effetti della propria violenza non vengono presi in con-siderazione. Non ci si preoccupa del male che si arreca all’altro (e le conseguenze di tale male) perché troppo coinvolti nel pro-prio disagio e nel desiderio di punire l’altro (il quale viene identificato come la causa del disagio stesso).L’aggressività può essere agita in molti e diversi modi. Ci sono persone che non la esprimono e la reprimono, alimentando così un circolo vizioso di emozioni negati-ve che non fanno che nuocere al proprio sé. Ci sono persone che la sfogano non nel contesto familiare ma al di fuori di esso. Ci sono persone che la attuano verbalmente,

criticando, invalidando e non rinforzando il partner. Ci sono persone che la agiscono fisicamente, con una capacità più o meno estesa di mantenerne il controllo. E ci sono persone che, incapaci di controllare i pro-pri impulsi, fanno della propria aggressivi-tà un’arma di morte.Credo proprio che si debba andare in que-sta direzione per una lettura dei casi, sem-pre più frequenti, di donne vittime della violenza assassina dei propri partner.Infine, pensando ai consigli che si potreb-bero dare a donne vittime di violenza, pen-so che la cosa più importante sia riuscire a tollerare la propria vergogna nel sentirsi violate e, dunque, riuscire nella volontà di parlarne, denunciando gli abusi prima che questi divengano ferali.

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La Consulta del Volontariato e dell’Asso-ciazionismo è un’organizzazione che opera senza fini di lucro perseguendo scopi di in-teresse collettivo. È nata 27 anni fa a Pavia e dal 2005 è regolarmente dotata di uno Statuto per ottemperare agli obblighi nor-mativi previsti per tutte le associazioni di volontariato. È così che Anna Castoldi, Presidente della Consulta, ci presenta l’organizzazione che guida, descrivendoci l’attività svolta du-rante quest’ultimo anno, i diversi progetti che stanno portando avanti nel territorio pavese e le collaborazioni di cui si avvale la Consulta.

Sappiamo che uno dei vostri obietti-vi è la coesione sociale, ma quali sono nello specifico le finalità della Consul-ta?Scopo primario della Consulta è quello di costi-tuire per tutte le associazioni e i gruppi di vo-

lontariato del territorio uno snodo centrale in grado di supportare e sostenere le associazioni stesse, facilitando allo stesso tempo la comu-nicazione tra queste e gli enti pubblici. Da un lato, infatti, la Consulta accoglie e appoggia le proposte provenienti dalle varie associazio-ni, stimolando nuove iniziative di volontariato. Dall’altro lato, al fine di facilitare la conoscen-za fra le realtà presenti sul territorio e le isti-tuzioni, la Consulta si impegna nello stimolare gli enti pubblici a migliorare l’offerta dei servizi, integrandoli magari con le attività svolte dal volontariato.

Chi può essere socio della Consulta?Possono far parte della Consulta tutte le asso-ciazioni e i gruppi i cui associati svolgono atti-vità di volontariato sul territorio comunale in forma spontanea e gratuita. Generalmente si tratta di attività riconducibili ad ambiti diversi che vanno dalla solidarietà nei confronti delle persone alla tutela di beni ambientali, passan-

Così opera un’organizzazione

apartitica e apolitica

di Valeria Mangiaracina

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do per la promozione culturale o finalità di più generale interesse pubblico.

Quante e quali sono le associazioni che attualmente fanno parte della Consulta del volontariato di Pavia?Le associazioni che fanno parte della Consulta sono in aumento rispetto all’anno scorso; fino ad oggi, nel complesso, si sono iscritte circa 90 associazioni delle quali una trentina presenzia-no assiduamente alle riunioni e seguono i lavo-ri della Consulta. Una buona parte di queste associazioni opera in ambito socio-sanitario e socio-assistenziale, molte altre sono invece at-tive in ambito culturale e multietnico.

Oltre alle numerose associazioni che aderiscono alla Consulta, in maniera

particolare con chi collaborate nel co-ordinare l’attività di volontariato del territorio?La Consulta opera in stretta collaborazione con il Centro Servizi Volontariato il quale rappre-senta, di fatto, il braccio operativo di tutto il volontariato dal punto di vista normativo, or-ganizzativo e progettuale. La Consulta comu-nale si pone, piuttosto, come punto di incontro e confronto tra le associazioni e tra queste e gli Enti Locali territoriali, in primis il Comune di Pavia. La Consulta cerca di stimolare dibatti-ti e riflessioni su diversi aspetti delle attività sociali senza prendere posizioni preconcette ed accettando ogni contributo. Questa nostra peculiarità si può evincere, ad esempio, dal no-stro stesso logo. Quattro mani di colori diversi si uniscono in un unico punto centrale voluto di

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colore bianco perché quest’ultimo, pur riunen-do tutti i colori, simboleggia la neutralità.

Facendo un resoconto di quest’ultimo anno e scorrendo le varie iniziative portate avanti, quali meritano di es-sere messe in evidenza? Senza dubbio il progetto “Coloriamo il carce-re”, lanciato dal Vescovo lo scorso anno e pron-tamente appoggiato dalla Consulta. Grazie alla collaborazione della Cooperativa sociale Il Convoglio e altre associazioni, ci stiamo im-pegnando nel raccogliere il materiale necessa-rio per dipingere le celle di Torre del Gallo, di comune accordo con l’Amministrazione Peni-tenziaria e i detenuti. Oltre alle donazioni di privati, per raccogliere i fondi necessari a breve

sarà disponibile un volume nel quale verranno pubblicati i commenti e i temi più significativi emersi durante le manifestazioni e gli incontri organizzati dalla Consulta durante l’ultimo anno. A proposito di manifestazioni, il 22 no-vembre scorso si è svolto l’incontro “In viaggio verso il sapere” curato dalla Consulta nell’am-bito del Festival dei Diritti 2012.

Da questa chiacchierata con Anna Castoldi emerge in maniera chiara e decisa come la Consulta, e di conseguenza tutte le asso-ciazioni e i volontari che ne fanno parte, siano seriamente impegnati nel sociale, fa-vorendo la solidarietà nel tentativo di far fronte ai bisogni provenienti dalle realtà locali.

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SUNSHINE square, negozio storico, apre a Voghera nel lontano 1976 con il nome Portobello (nome che mantiene tutt’ora nella sua ragione sociale).

Da allora sono stati migliaia i jeans venduti e sempre costante la ricerca di brands all’avanguardia.

Nel 2000 Portobello diventa SUNSHINE square e continua ad essere un punto di riferimento per i giovani, e per tutte le persone giovani dentro, grazie ad una filo-sofia lontana dall’omologazione dei grandi magazzini (o centri commerciali) e, grazie soprattutto alla capacità del team del nego-zio di saper valorizzare la personalità di ogni singolo cliente, diventando quello che oggi si usa tanto definire PERSONAL SHOPPER (senza voler vendere a tutti i costi).

A settembre 2012 si trasferisce a Pavia nella parte alta della principale via dello shopping, in Strada Nuova 59, di fronte ad ANNABELLA CAFE’.

Sunshine square PAVIA presenta collezioni per uomini e donne dal carattere deciso e dalla per-sonalità marcata e seleziona all’interno dei suoi brands i capi più rappresentativi della moda contemporanea.

E’ il luogo perfetto per la donna glamour, anche nel jeans, e per l’uomo ricercato e grintoso.

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Page 29: Pavia in Tasca Dicembre 2012

Il design interno è decisamente innovativo, ogni dettaglio è fina-lizzato a creare la giusta atmosfera; la predominanza del ferro e l’impiego di elementi vintage industriali crea il giusto contrasto con il prodotto decisamente all’avanguardia, ma mai esagerato.

All’interno di SUNSHINE, la musica regna regina: moda e musica, un mix perfetto per essere ispirati nello shopping wear più trendy e raffinato.

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Page 30: Pavia in Tasca Dicembre 2012

Il 25 dicembre è uno dei giorni più attesi dai bambini di tutto il mondo a cui, per una sera all’anno, è conces-so di restare svegli fino alla mezzanotte della Vigilia per aprire i rega-li, all’interno dei quali sperano di trovare i giocattoli che hanno chiesto nella letterina scritta a Babbo Natale. Il Natale però non è solo una festa per i più

piccini, ma è anche un momento atteso dai grandi, dalle mamme e dai papà, ma anche da chi, semplicemente, aspetta questo giorno per trascorrere un po’ di tempo con i suoi cari.

Quando si pensa al Natale vengono in mente l’albero, le decorazioni luminose, gli ad-dobbi, i regali, il presepe, ma anche la neve, l’amore, la famiglia, le abbuffate a tavola che si concludono sempre con una fetta di pandoro o di panettone, a seconda dei gusti. Nel periodo natalizio Pavia organizza numerose feste, concerti ed eventi, rispondendo

alla voglia delle persone di stare insieme e trascorrere un buon Natale in compagnia. Saranno per esempio allestiti i mercatini natalizi, dove si può girare alla ricerca di

idee regalo (abbigliamento, accessori, profumi, articoli per la casa, giocattoli, tv, libri, addobbi natalizi, prodotti tipici, e molto altro ancora) per i propri paren-

ti e amici. Ma non dimentichiamoci dei negozi, nelle cui vetrine spicche-ranno i tipici colori di questa amatissima festività (rosso, bianco, argento, oro, blu, verde) e che per tutto dicembre e fin dopo l’Epifania rimarranno

aperti anche il sabato e la domenica. Il centro sarà animato da giocolieri, clown, trampolieri, statue viventi, personag-gi natalizi e saranno a disposizione persone per truccare i

bambini. Moltissime saranno quindi le iniziative pensate per accompagnare e intrattenere gli abitanti di Pavia

La VETRINa DI NaTaLE

Page 31: Pavia in Tasca Dicembre 2012

in queste vacanze natalizie. Inoltre le due principali vie dello shopping pavese, Corso Cavour e Corso Strada Nuova, per il periodo natalizio, saranno chiuse alle automobili dalle 10 del mattino alle 8 di sera e, per fa-vorire un grande afflusso di gente in centro, sarà possibile parcheggiare gratuitamente nelle aree blu, che normalmente sono a pa-gamento. Sarà anche disponibile (compresi il 23 e 24 dicembre) un servizio di bus na-vetta gratuito che servirà per collegare il parcheggio di Viale Indipendenza al cen-tro storico. La città di Pavia ce l’ha davvero messa tutta per rendere magica l’atmosfe-ra “festiva” e augurare a tutti i suoi abitanti un buon Natale 2012!

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Messe da parte le ricette minimaliste della nouvelle cuisine, quelle sperimentali del-la fusion o ancora la cucina destrutturata e quella molecolare sempre più in voga in questi ultimi tempi, il Natale, la Festa per eccellenza, diventa l’occasione perfetta per assaporare in famiglia i piatti tipici della tradizione popolare. Si tratta generalmente di piatti “semplici”, eredità dell’antica arte di arrangiarsi dei contadini, che con qualche leggera rivisita-zione sono capaci di far assaporare anche ai palati più esigenti note e profumi della nostra terra. A farla da padrone sulle ta-vole imbandite sono i prodotti tipici delle tre anime della provincia di Pavia: i gustosi salumi e i formaggi della Lomellina, gli im-mancabili vini dell’Oltrepò, la cacciagione, i dolci e tante altre prelibatezze locali di-ventano protagonisti della buona cucina caricandosi, peraltro, di significati augurali

che guardano al passato. Nel territorio pa-vese, ad esempio, la fine dell’Avvento vie-ne celebrata il 23 dicembre con la sena di sèt sen, la cena delle sette cene. Sette portate di magro costituite da insalata di peperoni o barbabietole rosse, cipolle ripiene, torta di zucca, lasagnette all’ajà, merluzzo con cipolla e uvetta, formaggetta con mostar-da e focaccia dolce ricordano ancora oggi il valore simbolico e religioso del numero sette legato immancabilmente ai pecca-

Oggi come ieri: il menù della tradizione

Al bando la cucina alternativa. Per le feste di Natale comanda la tradizione

di Valeria Mangiaracina

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ti capitali, alle candele del cero sacro, alle virtù e ai personaggi del Presepe. La formaggetta e la mostar-da fatte in casa sono state sicuramente sostituite da formaggi e prodotti più a portata di mano ma il signi-ficato intrinseco di questa cena, tramandato da geni-tori a figli, si fa sicuramente sentire forte nelle case di chi ogni anno si riunisce in questa occasione.

La vigilia di Natale, che un tempo era rigorosamente di digiuno, ha senza dubbio ceduto il passo a pranzi e cene sostanziosi nei quali, però, ancora una volta, i piatti della tradizione culi-naria costituiscono l’anello di congiunzione tra presen-te e passato. E così c’è chi

assapora paté d’oca, po-lenta di riso con lardo al ro-smarino, ravioli di stufato, zuppa pavese, risotto con pasta di salame, ragò d’oca (simile alla cassoeula), tac-chino o cappone ripieno di castagne e amaretti, offelle, crema al mascarpone. Ma c’è un altro aspetto rilevan-te che emerge palesemen-te da questi menù natalizi preparati in occasione delle feste, ovvero il forte lega-me con il territorio. Un tempo questi manica-retti rappresentavano dei piatti poveri, realizzati con quel che restava nell’orto e nelle dispense durante i freddi mesi invernali, piatti fondamentali di un’alimen-tazione che seguiva un ca-lendario preciso scandito dal susseguirsi delle sta-

gioni. Oggi, al contrario, le stagioni sembrano aver di-menticato il loro ciclo per-fetto e sulle nostre tavole, grazie anche alla globaliz-zazione e allo sviluppo di tecniche sempre più sofi-sticate in ambito agrario, è possibile mangiare prodotti fuori stagione in ogni mo-mento dell’anno. Nono-stante ciò, il Natale con il suo ritorno alle tradizioni potrebbe rivelarsi l’occa-sione migliore per ricorre-re a tutto ciò che di buono viene prodotto nei nostri campi e nelle aziende del-la nostra provincia. È un buon modo per sostenere l’economia locale fondata su un lavoro paziente e me-ticoloso, basato su pratiche di agricoltura sostenibile e rispetto dell’ambiente, grazie ai quali arrivano sulle nostre tavole prodotti eno-gastronomici di alta qua-lità, apprezzati e ricercati in tutta Italia. Se un tempo da queste parti si diceva che “la miseria agussa ‘l talént”, oggi si può dire che i prodotti più semplici che arrivano dalle nostre terre sono motivo di orgoglio e pertanto meritano a pieno titolo di stare sulle nostre tavole nei giorni di festa.

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CREMa aL MaSCaRPONE*Tempo: 10 minuti

Preparazione:• Stufare a fuoco lento la carne di manzo cuocendola con strutto, verdure, vino rosso, chiodi di garofano, pepe, concentrato di po-modoro per ottenere un sughetto denso, che servirà poi per il condimento dei ravioli.• Tritare lo stufato e metterlo in una terrina unendovi le uova, il grana, il pane grattato e un pizzico di sale.• Amalgamare fino ad ottenere un impasto omogeneo e consistente.• Disporre sul tavolo la farina a fontana, rompere le uova al centro e aggiungere l’olio e un pizzico di sale; impastare energicamente con le mani.• Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare per 1 ora.• Stendere la pasta con il mattarello cercando di ottenere delle strisce sottili, larghe circa 10 cm e lunghe 40 cm.• Disporre regolarmente sulla pasta tirata tanti mucchietti del ripieno.• Ripiegare la pasta, ritagliare i ravioli a quadrati, servendosi della rotella dentellata.• Pressare bene i bordi degli agnolotti con le dita per evitare che si rompano durante la cottura.• Infarinare un vassoio e adagiarvi i ravioli, che si consiglia di preparare il giorno prima di cuocerli.• In una pentola alta portare a bollore il brodo, immergere delicatamente gli agnolotti e cuocerli per 10 minuti.• Scolarli con una schiumarola e condirli con il sugo precedentemente preparato e il grana.• Servire caldissimi.

Preparazione:• Tagliare la testa, le zampe e le punte delle ali del cappone.• Fiammeggiarlo, sciacquarlo e asciugarlo.• Tritare la polpa di maiale e le interiora del cappone.• Spellare e tritare la salsiccia.• In una terrina amalgamare polpa di maiale, salsiccia, pane, grana, uova, prezzemolo, aglio, noce moscata, 1 presa di sale fino.• Cucire con il filo bianco il taglio sotto il collo del cappone.• Farcire con il composto il cappone e cucire l’apertura in basso, in modo che il ripieno non esca.• Scaldare il forno a 200° C.• Sistemare il cappone in una teglia e infornare per 2 ore circa. • Il cappone cotto deve risultare morbido e, se bucato con una forchetta, emettere un succo trasparente.

Preparazione:• Montare con una frusta lo zucchero e il tuorlo. • Unire il mascarpone e amalgamare bene. • Montare l’albume a neve e aggiungerlo delicatamen-te al composto. • Infine incorporare il cucchiaio di Cognac. • A piacere spolverizzare con cacao.

Curiosità:

Nelle cascine a Natale

era la crema per eccel-

lenza che si usava in

accompagnamento al

panettone. Non dove-

va mai mancare!

modoro per ottenere un sughetto denso, che servirà poi per il condimento dei ravioli.

Ingredienti per 6 persone:

500 gr di farina 00; 50 gr di

farina di grano duro; 5 uova

intere; 1 cucchiaio di olio d’o-

liva; 3 litri di brodo di carne o

cappone; 4 cucchiai di grana;

sale.

Preparazione:

Ingredienti per 6 persone:1 cappone di 2 kg circa; 200 gr di polpa di ma-iale; 200 gr di salsiccia; 4 cucchiai di mollica di pane grattugiata; 4 cucchiai di grana grattu-giato; 2 uova; 3 cucchiai di prezzemolo trita-to; 1 rametto di rosmarino; 3 foglie di salvia1 pizzico di noce moscata; sale

Ingredienti:100 gr di mascarpone; 1 cucchiaio di zucche-ro; 1 uovo; 1 cucchiaio di Cognac

Per il ripieno:1 kg cappello da prete (carne di manzo); 4 uova; 150 gr di grana; 3 cucchiai di pane grattugiato fine; sale.

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dedicato a Barbara Fannymaestro Matteo Fedeli

La fondazione Barbara “Fanny” Facchera prende il nome da un’esemplare ragazza venuta a mancare prematura-mente all’affetto dei suoi famigliari e amici. Spirito vi-tale dell’ente benefico sono i genitori di Barbara che si sono dedicati alla realizzazione di diversi progetti, in-contri ed eventi a sostegno delle famiglie dei giovani malati di leucemia. Fra questi ricordiamo la manifesta-zione “Uno Stradivari per Barbara”, importante even-to benefico organizzato a Pavia presso la Cappella del Sacro Cuore. Il luogo ha una perfetta acustica e grazie a ciò si è potuto suonare dal vivo questo magnifico stru-mento, risalente al 1708, alla presenza d’illustri ospiti e appassionati di musica classica. L’evento è servito anche per raccogliere fondi per questo ente benefico e il me-rito dell’ottima riuscita dell’evento è stata del Maestro Matteo Fedeli, “l’uomo degli Stradivari”che suonò per il Santo Padre Benedetto XVI durante la Sua visita a Pavia sulla tomba di Sant’Agostino in San Pietro in Ciel d’Oro. La recente realizzazione della “Residenza Fanny”, desti-nata ad ospitare i malati, che spesso arrivano da lontano insieme ai propri parenti, in day hospital ha dato un for-te sostegno a tutti quei pazienti che vivono un momen-to difficile della loro vita lontano da casa e dagli affetti famigliari. Un’ulteriore sfida della fondazione Barbara “Fanny” Facchera è stata quella di farsi carico, con l’au-torizzazione degli organi competenti, del trasporto delle cellule staminali per i trapianti di midollo osseo, per consentire ai centri trapianto (C.T.M.O.) delle cli-niche Ematologica e Oncoematologia Pediatrica del Policlinico San Matteo di Pavia di avere un’organizza-zione ed una funzionalità ancora più efficienti. Lo scopo è facilitare il più possibile i malati e coloro che sono in attesa di trapianto. E’proprio grazie ad enti come que-sto che la ricerca medica può continuare e si può dare speranza a chi soffre e deve sopportare il fardello di una malattia come la leucemia.

Dott. Alfonso De Nicola

FONDAZIONEBARBARAFANNY FACCHERAONLUS

UNO STRADIVARIPER BARBARAaudizione straordinariaPavia 23 novembre 2012

Per quanti volessero contribuire al soste-

gno dei progetti della Fondazione pos-

sono effettuare i versamenti a mezzo:

Bollettino postale n°981442235

IBAN - c.c.postale

IT07E0760111300000098142235 Grazie

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Anche quest’anno a Natale si riscoprono e apprezzano le tradizioni come, per esem-pio, il presepio che è, insieme all’Albero, uno dei due simboli classici di questa amata festa internazionale. Il presepe rappresenta il momento e il luogo della nascita di Gesù e rende suggestiva ogni casa. Prepararlo è una delle attività preferite dagli italiani che, con l’avvicinarsi delle festività, hanno sem-pre più voglia di stare in famiglia e addob-bare la casa e allestirla con le più svariate

decorazioni natalizie è un’ottima occasio-ne per farlo. Il presepe ha una lunga tradi-zione iniziata da San Francesco d’Assisi nel 1223 ma bisogna aspettare il 1600 perchè cominci a diffondersi in tutta Italia, ma an-che nel mondo, e soprattutto in tutti i ceti (da tradizione “povera”, entra anche nelle case delle famiglie benestanti), come so-prammobile e da lì è arrivato fino ai giorni nostri. Nonostante nel dopoguerra l’albe-ro di Natale abbia iniziato a rubare la sce-na al presepe, di anno in anno, dal Nord al Sud d’Italia, numerosi presepi deliziano gli italiani nel periodo natalizio. Molto diffusi sono quelli meccanici, cioè con le statuine in movimento, che rappresentano in modo più verosimile le attività che si svolgeva-no un tempo e che simulano la pioggia, la neve, il temporale, il cambiamento da gior-no a notte e così via. Senza dimenticare la grande tradizione, anche italiana, dei pre-

L’intramontabile tradizione del presepe

in Italia e a Pavia

Anche la provincia di Pavia ha il suo presepe ormai famoso in tutta Italia: Il Presepe Policromo realizzato dal diacono e presepista Angelo Marini

di Beatrice Alfieri

Il presepista Angelo Marini

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sepi viventi, dove al posto delle classiche statuine vi sono degli attori in carne ed ossa che rappresentano un particolare personaggio. Non solo le famiglie, ma anche molti artisti e arti-giani si dedicano a questa tradizione realizzando dei veri e propri capolavori. Nei secoli ogni popolo ha sviluppato un proprio stile, che richiama luoghi e tradi-zioni locali. Anche in Italia la costruzione si differenzia per i materiali: in Liguria, per esempio, le prime pro-duzioni consistono in sta-tuine intagliate nel legno, dorate e dipinte, ma anche realizzate con materiali preziosi o di pregio come l’oro, l’argento, l’avorio e l’alabastro. In Puglia, in particolare a Lecce, il prese-

pe è di cartapesta: una tec-nica nata proprio qui dove è diventata un’arte vera e propria. A Napoli e in ge-nerale in Campania, dove è particolarmente usata la terracotta, è diventato un autentico fatto di costume. Il presepio napoletano è in-fatti quello che, nei secoli, ha meglio trasmesso tutta la carica emotiva di questa

tradizione. Il presepe sicilia-no risente molto di quello napoletano, ma si differen-zia per una maggiore varie-tà di stili e materiali: pietra, legno, oro, argento, avorio, rami di piante d’arancio o mandarino, corallo e ma-dreperla. A Roma è meno ricco e viene realizzato in sughero e muschio. Si uti-lizzano materiali poveri an-che a Bergamo, dove i pre-sepi vengono costruiti in carta, cartone, polistirolo, gusci di noci di cocco e tutti i materiali che possono es-sere utili.Anche la provincia di Pavia ha il suo presepe ormai fa-moso in tutta Italia: Il Pre-sepe Policromo realizzato dal diacono e presepista Angelo Marini, che da più di trent’anni lo allestisce nella locale parrocchia di

Torrazza Coste - Presepe di Angelo Marini - 2011

Torrazza Coste - Presepe di Angelo Marini - 2011

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San Carlo di Torrazza Coste. La sua crea-zione viene aperta al pubblico in occasione della Santa Messa della Vigilia di Natale quando, a mezzanotte in punto, l’impo-nente galleria di 30 metri viene riempita da fedeli, appassionati e semplici curiosi, inaugurando così un evento che per oltre un mese attirerà migliaia di visitatori nel territorio pavese.

Inoltre Marini realizza anche diorami (quadri tridimensionali) artistici, sempre a tema natalizio, che, come i suoi presepi, non sono mai uguali di anno in anno. La scena centrale del presepio di quest’anno avrà come tema “Il rifiuto dei Betlemiti”, mentre i suddetti diorami raffigureranno scene riguardanti l’infanzia e la vita pubbli-

ca ed episodi dell’Antico Testamento. Per poter creare scenografie fedeli, il diacono si reca spesso in Terrasanta e questo, unito ad anni di studio e documentazione su te-sti sacri e storici, alla formazione artistica presso l’associazione “Amici del presepe”e frequenti viaggi-studio a Barcellona per

Torrazza Coste - Presepe di Angelo Marini

Torrazza Coste - Presepe di Angelo Marini - 2008

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vedere all’opera i presepi-sti catalani, gli permette di creare i suoi capolavori. Utilizza statuette importa-te ogni anno dalla Catalo-gna e ordinate già nel mese di marzo per essere pronte a Natale e che raffigurano scene sacre, dall’Annun-ciazione all’Adorazione dei Magi, curate nei minimi particolari. Il lavoro inizia già in primavera nella sua casa-laboratorio dove pro-getta, modella e dipinge il gesso da cui nasceranno botteghe, sinagoghe, colli-ne e scorci di antichi borghi

della Palestina. Il lavoro è immane e si conclude solo pochi giorni prima del Na-tale, ma il risultato è straor-dinario e merita veramente di essere visto.Sempre Torrazza Coste di-venta poi lo scenario di un presepio vivente organiz-zato dai giovani del gruppo parrocchiale con il patroci-nio del comune, retto dal sindaco Ermanno Pruzzi e che coinvolge parecchie persone del paese, pronte a riscoprire i vecchi mestieri di una volta interpretando personaggi come falegnami,

arrotini, pastori, sarte, etc.Infine, pochi chilometri più in là, passando dall’Oltrepò pavese a Tortona, si può vedere anche l’imponente Natività allestita presso la sede dell’istituzione reli-giosa “Mater Dei”e consi-derata il più grande prese-pe permanente al coperto d’Europa. Realizzata dai maestri presepisti di Cossi-rano (Brescia), ha richiesto circa 9000 ore di lavoro e copre un’area di 650 metri quadrati, dove si possono ammirare 1130 statue di ogni tipo e dimensione.

Torrazza Coste - Presepe di Angelo Marini - 2011

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Impegno e professionalità portano sempre buoni risultati, ed è proprio questo che si può dire dell’Assessorato allo Sport e alla Mobilità di Antonio Bobbio Pallavicini il quale ci racconta, in un’intervista, le sod-disfazioni conseguite nell’ultimo anno. Entrambi i Settori rappresentano delle te-matiche delicate sulle quali si è deciso di intervenire con azioni concrete che hanno avuto un impatto decisivo sulla Città di Pa-via.

Cominciamo la nostra chiacchierata con l’Assessore partendo dall’ambito sportivo, nei confronti del quale l’entusiasmo che traspare dalle parole di Bobbio lascia intui-re una particolare vicinanza rispetto a que-sto mondo.

Che importanza rivestono nella sua attività le iniziative legate allo Sport? Come avete cercato di incrementare il Settore?Il nostro obiettivo è quello di stimolare il territo-rio per potenziare lo sport a 360 gradi e aprire Pavia a nuove discipline che interessano il mon-do dei giovani con una particolare attenzione al rapporto con la disabilità. In controtendenza alle dinamiche nazionali, fin dal primo anno di Amministrazione, ci siamo impegnati nel po-tenziare il budget contributivo da stanziare per le associazioni sportive, e continueremo a farlo anche per il 2013 come atto concreto di soste-gno all’intero comparto. Siamo consapevoli che le opportunità a disposizione dei giovani per il loro svago diminuiscono sempre più, ma siamo convinti anche che lo sport, soprattutto a livello

Mobilità sostenibile e binomio disabilità-sport:

carte vincenti a Pavia

di Valeria Mangiaracina

Pavia è una città che ha enormi potenzialità, la nostra Amministrazione si sta impegnando al massimo per esaltarle e coinvolgere la cittadinanza

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dilettantistico, possa costituire un’importante risorsa. Riteniamo, infatti, che fare sport con-tribuisca in maniera determinante sotto il pro-filo educativo, culturale e fisico, a far crescere in modo sano le nuove generazioni consapevoli dei valori fondamentali quali il rispetto dell’av-versario e quello delle regole presenti nello sport come nella vita quotidiana.

Lo Sport è, dunque, una priorità so-ciale quale strumento di crescita per l’individuo. In particolare, sappiamo che l’Amministrazione si è focalizzata sul binomio sport-disabilità: quali ini-ziative sono state intraprese in que-sta direzione?Innanzitutto, desidero ricordare il nostro soste-gno al Progetto “Special Team”. Attività che sta dando risultati che vanno oltre le più rosee aspettative e che pongono la nostra Città come capofila nazionale rispetto all’utilizzo dell’ele-mento sportivo quale mezzo per l’ausilio e l’in-terazione tra soggetti con varie disabilità e nor-modotati nella disciplina della pallacanestro. Per il secondo anno consecutivo Pavia è stata

capitale per un giorno dell’handbike, antici-pando il successo che la disciplina avrebbe avu-to nelle Paralimpiadi di Londra con l’oro vinto dall’italiano Zanardi. La nostra ambizione, per il prossimo anno, è di ospitare una tappa del Giro d’Italia di handbike, per questo stiamo collaborando con l’Anmil, l’associazione dei mutilati del lavoro, promuovendo la conoscen-za della disciplina paralimpica. Vorrei sottoli-neare nell’ambito della collaborazione costante con il Comitato Universitario Sportivo (CUS) la condivisione dell’emozione per l’impresa alle Paralimpiadi dell’arciere Gabriele Ferrandi, sportivo e studente modello, fiore all’occhiello per Pavia.

L’Assessore Bobbio Pallavicini continua l’intervista con un’ampia panoramica delle attività svolte durante il 2012; tra queste vanno sicuramente menzionate la Corri-pavia, giunta alla decima edizione, con un incredibile numero di partecipanti e una grande adesione da parte di tutta la citta-dinanza. L’evento, peraltro, si è svolto per la prima volta in concomitanza con la Ca-noa Marathon Vigevano-Pavia e la Ticino Marathon: un’intera giornata dedicata allo sport, su terra e su acqua. La Minicorripa-via Scuole, la seconda edizione di Note in Danza, la pista di ghiaccio in Piazza della Vittoria e la manifestazione Un campione per amico, si sono rivelati eventi trainanti per bambini e genitori, grazie anche alla partecipazione di personaggi illustri del mondo dello sport e della danza, tra i quali Panatta, Jury Chechi, Graziani, Lucchetta e molti altri.

L’Assessore si è impegnato con entusiasmo

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affinché Pavia potesse ospitare la riunione di boxe nazionale più importante dell’an-no svoltasi al PalaRavizza con la presenza di migliaia di spettatori. Sulla scia del 2012, per il prossimo anno si punta alla terza edi-zione del trofeo per minimoto e dai primi di gennaio 2013 alla fondazione della pri-ma scuola di Triathlon di Pavia presso la Piscina coperta di Via Folperti.

Chi vorrebbe ringraziare per quanto è stato realizzato e per quanto, ancora, avete in programma?Un ringraziamento particolare, sotto il profilo istituzionale, va al CONI, al CUS e al Panath-lon Club di Pavia sempre pronti e propositivi nel diffondere lo sport e i suoi valori fondanti sul nostro territorio. L’universo delle nostre as-sociazioni sportive composte da volontari che con grande spirito di sacrificio operano da anni in Città. Il ringraziamento più sincero va però a tutti i genitori e i nonni che in un momento peraltro critico dal punto di vista economico e sociale hanno dimostrato affetto e attenzione ai loro figli consentendogli di praticare sport anche a costo di rinunce. Da ultimo, ma al-trettanto doveroso, un ringraziamento a tutti i cittadini pavesi che dimostrano una crescente sopportazione che ormai si sta trasformando in piacevole partecipazione alle numerose ini-ziative che si svolgono sulle strade della nostra città.

Chiuso il capitolo dello sport, la nostra chiacchierata con l’Assessore tocca il tema della mobilità che, come ha ben spiegato Bobbio, diventa un tema delicato a causa della particolare situazione di cui Pavia si fa scenario. Da un lato, infatti, perché Ca-

poluogo di Provincia, Pavia attrae un ele-vato flusso di pendolari, diretti verso i poli dell’Università e del Policlinico San Mat-teo. Dall’altro lato, si tratta di una città che presenta un centro storico molto esteso, ricco di attività commerciali ed enti istitu-zionali e densamente abitato. L’Ammini-strazione si è impegnata per ridurre le pro-blematiche connesse a questa peculiarità di Pavia attraverso una serie d’interventi che, come rileva l’Assessore, “non sono né di destra, né di sinistra, ma sono dettate da buon senso e professionalità”.

In che modo siete intervenuti a tutela del centro storico?L’impegno concreto di questa Amministrazione è stato quello di limitare l’accesso alle zone ZTL per tutelare il centro passando da due varchi con telecamere agli attuali dieci.

Si sente sempre più spesso parlare di mobilità sostenibile, in altre parole di tutte quelle modalità di spostamento a basso impatto economico, ambien-

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tale e sociale. Sono stati fatti degli in-terventi in questa direzione?Pavia si può definire una città all’avanguardia per quanto riguarda la mobilità sostenibile, grazie ad esempio alle iniziative di Car Sharing e Bike Sharing. Il primo è stato inaugurato un anno fa e ha già dato ottimi risultati; ci sono ben tre postazioni (in Stazione, in Piazza Italia e al Policlinico) con cinque auto che possono circolare liberamente nella zona ZTL e sostare gratuitamente negli stalli gialli e blu. Il servizio di Car Sharing ha avuto un buon gradimento soprattutto per quanto riguarda i collegamenti con gli aeroporti di Linate e Malpensa, e con il centro della città di Milano. Il Bike Sharing è ancora in fase di start up, il servizio dovrebbe partire appieno nei prossimi mesi. Rispetto alla tematica della bicicletta, che rappresenta l’ele-mento principale di spostamento della nostra Città, ho recentemente aperto una nuova linea di confronto con il neo-nato Comitato Salva-ciclisti locale, che colgo l’occasione per ringra-ziare.

L’Assessore ha continuato ricordandoci l’ottima iniziativa dell’€Park, l’innovativo sistema di pagamento al consumo che per-mette di sostare in città tramite una carta elettronica prepagata, in vendita presso

le rivendite convenzionate. Per quanto riguarda i trasporti va, infine, ricordato il servizio notturno del Noctibus che per-mette ai cittadini di spostarsi in città nelle ore serali con un servizio che è paragona-to ad un taxi collettivo e che va prenotato prima dell’utilizzo. Dai dati si rileva che sta riscuotendo un buon successo.

La nostra intervista si conclude con una considerazione finale ed uno sguardo fu-turo dell’Assessore.

Alla luce di quanto detto, quali sono le prospettive della Città di Pavia e quale augurio vorrebbe fare?Pavia è una realtà che ha enormi potenzialità, la nostra Amministrazione si sta impegnando al massimo per esaltarla e dare segnali positivi alla cittadinanza. È vero che per ottenere buoni risultati è necessario lavorare tutti nella stessa direzione per progettare e vivere insieme la no-stra Città.

Antonio Bobbio PallaviciniAssessore alla Mobilità, Trasporti,

Sicurezza Stradale, Sport, Expo 2015e Sviluppo Economico

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A teatro come allo stadio? La notizia ha fatto riflettere: in Italia, nell’ultimo anno, il numero delle persone che ha assistito ad uno spettacolo di prosa, musica, lirica o balletto ha raggiunto quello degli appas-sionati che, ogni domenica, escono di casa per partecipare al rito collettivo della par-tita di pallone. Risposta implicita e decisa a quanti credono in un Paese addormentato, annoiato dalla cultura e ormai succube di qualsiasi cosa passi in televisione. Una re-azione diffusa, che muove dal basso. E che trova conforto anche fuori dalle grandi cit-tà. Anche in provincia, insomma. E anche in quella di Pavia.Non ci sono solo le grandi istituzioni, nel nostro territorio. Non c’è solo il Fraschi-ni, gemma del capoluogo; e non c’è solo il Cagnoni di Vigevano. Da Stradella a Garla-sco, passando per Mede e Voghera: diversi sono i piccoli teatri di tradizione, spesso autentici gioielli architettonici, che nono-stante la crisi hanno la forza di proporre stagioni ricche e complesse. E ancora di più sono, da Rivanazzano Terme a Sannazzaro de’ Burgondi, fino a San Martino Sicco-

mario, le sale piccole o piccolissime; orgo-gliose testimonianze di passione culturale e civile, che si animano sempre meno spo-radicamente per spettacoli e performance. Anche grazie all’indescrivibile passione dei volontari che formano uno qualsiasi degli oltre venti gruppi di teatro amatoriale cen-siti sul territorio.

Solo il Fraschini di Pavia può contare, ogni anno, su un bacino che supera i 40mila spettatori. Come a dire che un pavese su due assiste almeno una volta ad uno spettacolo. Sfida intrigante, per il futuro, è aumentare questa quota: a Pavia, certo, ma anche altrove, in uno degli altri piccoli grandi teatri del territorio. Perché andare a teatro fa bene alla mente, allarga i pro-pri orizzonti; porta emozioni e suggestioni che non si scordano facilmente. Dal Pavese alla Lomellina, passando per l’Oltrepò: non c’è che l’imbarazzo della scelta, l’inverno è ricco di spettacoli coinvolgenti; ve ne se-gnaliamo alcuni. A voi non resta che vince-re la pigrizia e regalarvi una serata diversa. Siamo sicuri che non ve ne pentirete.

Su e giù dal ... palcoscenico Il teatro in provincia di

Pavia

di Francesco Sala

Non c’è che l’imbarazzo della scelta, l’inverno è ricco di spettacoli coinvolgenti

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Una città. Il suo teatro.Pavia – Teatro Fraschini

In principio si chiamava Teatro dei Quattro Cavalieri, nome nobile ed epico; patrimo-nio di una élite che condivideva l’onore di ospiti illustri: Giuseppina Bonaparte pri-ma, l’imperatore d’Austria Francesco I e consorte poi. Anno 1773, Pavia è nel pie-no della dominazione austriaca: si deve ai notabili della città la volontà di edificare un teatro in città; si deve alla lungimiran-za e alla passione di un’intera comunità se, dopo un secolo di alterne fortune, il tea-tro non finisce stritolato da una gestione sbarazzina e diventa finalmente patrimo-nio condiviso della collettività. Anno 1869, Pavia vive con orgoglio e partecipazione gli ultimi fuochi di un Risorgimento che l’ha vista presenza attiva nelle vicende che hanno portato all’Unità d’Italia. Il Comune rileva il teatro: non cambia di una virgola la meravigliosa struttura a cinque ordini, tra palchi e loggioni; cambia solo l’intito-lazione, a furor di popolo scelta per omag-giare uno tra i più celebri cantanti d’opera dell’epoca. Rigorosamente ed orgogliosa-

mente pavese. Nasce così il Teatro Fraschi-ni: una storia d’amore tra un’intera città e la cultura; matrimonio ininterrotto, porta-to nel futuro grazie alla nascita recente di una Fondazione di partecipazione. Dopo oltre dieci anni di buio, dal 1981 fino al 1994, il Teatro Fraschini è tornato all’anti-co splendore, offrendo ogni anno stagioni di grande spessore, capaci di toccare tutti i più apprezzati ambiti dell’espressività. Decine gli spettacoli in calendario, altissi-mo il livello di quelli proposti nelle pros-sime settimane. È un classico dell’opera la Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizet-ti, in scena martedì 18 e mercoledì 19 di-cembre per la seducente regia di Henning Brockhaus: un allestimento che ricorda, a dieci anni dalla sua scomparsa, l’eclettico Josef Svoboda, indimenticato maestro del teatro contemporaneo. Un altro omaggio, altrettanto sentito, è quello che giovedì 20 dicembre Bebo Storti tributa ad una gran-de penna pavese: Gioan Brera – L’invento-re del centravanti è il racconto commosso e divertito delle grandi passioni di Gianni Brera. La cucina e il calcio, ma soprattut-

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to la gente: cantore irripe-tibile della quotidianità, il mitico giornalista sportivo rivive in un affresco intimo e coinvolgente. Risate da brivido a Capo-danno con un musical en-trato nel mito. Appunta-mento lunedì 31 dicembre per una cavalcata in attesa del brindisi di mezzanotte e replica martedì 1 genna-io per Frankenstein Junior: sontuoso l’allestimento del-la Compagnia della Rancia, per un evento che rinno-va la magia e la fantastica verve del grande classico firmato da Mel Brooks e Gene Wilder. Nei panni del visionario dottor Franken-stein un poliedrico Giam-piero Ingrassia, in quelli del perfido Igor un istrionico Mauro Simone; conturban-ti Giulia Ottonello e Altea Russo, a completare un cast che sa riproporre con dina-mica freschezza le esilaranti situazioni di un film che ha fatto epoca.

Non manca, e non poteva essere altrimenti, il giusto tributo alla musica colta. Quella di Gioacchino Ros-sini, protagonista assoluto del consueto Concerto di Natale che i Solisti di Pavia,

diretti dal maestro Enrico Dindo, offrono alla città venerdì 21 dicembre; quel-la di Cajkovskij, esaltata ne La bella addormentata in scena l’8 gennaio. Core-ografie eteree e sognanti per un balletto che rappre-senta uno dei punti più alti raggiunti dal maestro rus-so, autore di una partitura dall’alta carica emotiva. Prosa, opera, danza classica e musical; dramma, diverti-mento, sogno e poesia: la stagione del Fraschini stupi-sce ed emoziona, riuscendo

ancora oggi in quella mis-sione che immaginarono quasi centocinquant’anni fa i suoi padri (ri)fondatori. Dare a Pavia un luogo dove incontrarsi, rilassarsi e di-vertirsi; ma anche dibattere e pensare, confrontarsi e discutere. Un libero spazio dove lasciare galoppare la fantasia, il sogno e l’emo-zione. Un piccolo grande salotto nel cuore più vivo e pulsante della città, una casa delle arti e della cul-tura. Ma, soprattutto, una casa per tutti.

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Tutte le gradazioni della commediaVoghera – Cinema Teatro Arlecchino

C’è modo e modo per divertire. Si può suscitare un sorriso a denti stretti, anche amaro; e si può indurre alla risata più cri-stallina e liberatoria. Ad indagare tutte le gradazioni della commedia è Porte aperte, stagione teatrale che la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Voghera allestisce al Cinema Teatro Arlecchino, unica sala ci-nematografica rimasta in città. Coraggioso baluardo di una comunità che non si arren-de alle comodità di una televisione spesso vuota di contenuti. Un inverno all’insegna del divertimento quello pensato a Voghera, dove approda-no stili e visioni diverse, capaci di restituire tutte le varianti possibili del buonumo-re: per un viaggio attraverso il tempo e la storia. Si parte, martedì 18 dicembre, con una versione riveduta e (politicamente) scorretta de I Cavalieri di Aristofane: un istrionico Mario Perrotta, accom-pagnato dalla Compa-gnia Teatro dell’Argine – ITC Teatro di Bologna, ridisegna la celebre com-media greca attualiz-zando un contesto altri-menti perso nei meandri della storia. Il tema ulti-mo, cinico e spietato, re-sta il medesimo: si ride, e molto, attorno ai vizi e alle debolezze proprie

dell’animo umano; tragicomiche nella loro uguaglianza, immutata a distanza di secoli. È una delle dame della commedia italia-na Anna Mazzamauro, nota al pubblico del grande schermo per la sua interpreta-zione della signorina Silvani nei film della serie Fantozzi. Un personaggio che torna, accompagnato da molti altri, nel recital Storie d’onore e d’amore: in scena martedì 15 gennaio. Una straordinaria caratterista, la Mazzamauro: capace di costruire con il solo accompagnamento del pianoforte di Riccardo Taddei un intero variopinto galà di personaggi imperdibili e indimenticabi-li. Che divertono e insieme inteneriscono; appassionano ed emozionano.Esagerato, fanfarone, estremo: è il John Falstaff inventato da William Shakespea-re, protagonista dell’irriverente e spassosa commedia Le allegre comari di Windsor. Un allestimento fresco e frizzante quello proposto a Voghera giovedì 31 gennaio da Quelli di Grock, compagnia d’avanguardia tra le più amate del panorama milanese.

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Si brinda al futuro tra danze e ironiaVigevano – Teatro Cagnoni

Incendiarie, esagerate, rocambolesche le danze dei Cosacchi del Don; funamboli stratosferici cui Vigevano affida il compi-to di salutare il 2012 e brindare all’Anno Nuovo. Uno spettacolo adrenalinico quel-lo che, lunedì 31 dicembre, accompagna il Cagnoni nel 2013: un balzo nel futuro per uno dei teatri di tradizione più solidi della provincia di Pavia, simbolo imprescindibile per la vita culturale della città ducale. Sono quasi centoquaranta gli anni di vita di un tempio del melodramma, inau-gurato nel 1873 con Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, ma ben presto diventato palcoscenico privilegiato per un numero sva-riato di generi ed espressioni del-la creatività: nel corso degli anni ecco esibirsi Ernesto Calindri e Renato Rascel; Titina ed Eduardo De Filippo, Gino Cervi e Giorgio Albertazzi. Un catalogo di gran-di personalità del teatro e della

canzone, destinato ad arricchirsi sempre più. Per un teatro che affonda le proprie radici in un terreno tanto solido, ma che sa guardare avanti, passato e futuro restano due dimensioni da indagare in profondità. Indaga lo spazio e i tempi della memoria, martedì 18 dicembre, Tindaro Granata: il suo Antropolaroid, gioiello del teatro di narrazione, aggiorna nel linguaggio della contemporaneità la grande tradizione dei cunti, tragedie popolari della cultura me-diterranea. Taglio più scanzonato, ma non per questo leggero e superficiale quello proposto dalla strana coppia composta da Isa Danieli e Veronica Pivetti: va in scena venerdì 11, con replica sabato 12 gennaio, il loro Sorelle d’Italia, viaggio immaginario in cosa sarà la storia del Paese nel prossi-mo mezzo secolo. Canzoni, sketch, battu-te a raffica: piccoli e grandi esorcismi che tentano di scansare, con un sorriso, le an-gosce di un futuro che è sempre più lecito aspettarsi quanto meno nebuloso. Dall’a-tavica e ricambiata diffidenza del Nord nei confronti del Sud fino a speranze e timori recenti: piccole paranoie quotidiane da cancellare con la più ironica e divertita fi-losofia.

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Classico e contemporaneo: un teatro ... Sociale!Stradella – Teatro Sociale

Dal giorno della sua riapertura è diventato uno dei punti di riferimento del territorio, piattaforma per esperienze e progetti cul-turali di ampio respiro; palcoscenico per stagioni intense e raffinate, capaci di ac-contentare ogni genere di pubblico. Il Teatro Sociale di Stradella, restituito alla collettività nel 2006 dopo un lun-go e impegnativo restauro, è un au-tentico gioiello. In tutti i sensi: dal pun-to di vista architet-tonico perché con-serva, immutato, il fascino del tipico te-atro all’italiana; i tre ordini di palchi, fine-mente affrescati, le sontuose decorazio-ni. Dal punto di vista della programmazione: ricca e mai banale. Un Natale tra musica e cinema quello che va in scena quest’anno a Stradella: giovedì 20 dicembre saranno i Solisti di Pavia, diretti in pedana da Enrico Dindo, ad emozionare con alcune tra le più emozionanti pagine della classica d’autore; il giorno successivo il palco del Sociale ve-stirà i panni del cinema per la proiezione di Persepolis, film di animazione di struggen-te e coinvolgente attualità, accorato inno alla pace e alla tolleranza.

Con l’anno nuovo si rinnova, invece, l’ap-puntamento con una delle più prestigiose stagioni di prosa della provincia di Pavia. Il 7 e l’8 gennaio ecco Improvvisamente l’e-state scorsa, tra i drammi più duri di Ten-nessee Williams, padre del teatro contem-poraneo americano; un’opera che mette a nudo le prevenzioni e le assurde pretese di un moralismo esasperato, mandato in cor-tocircuito dal fluire incessante, violento e irrefrenabile degli eventi. Domenica 20 e

lunedì 21 gennaio appuntamento con l’ul-timo Shakespeare: in scena La Tempesta, affascinante commiato del Bardo dall’at-tività di drammaturgo, rappresentazione onirica in cui il Teatro è implicitamente identificato con la Magia, entità potente e come tale pericolosa, seducente e ri-schiosa. Forza irrefrenabile che ingarbuglia situazioni ed emozioni; ma al tempo stes-so energia salvifica, che tutto dipana e ap-piana, portando pace e serenità nel cuore dell’uomo.

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Chiusura in musica per un autunno docGarlasco – Teatro Martinetti

È tra i palcoscenici più antichi della pro-vincia di Pavia, attivo fin dagli Anni Tren-ta dell’Ottocento. Ha vissuto i momenti dorati del grande melodramma italiano; e ha conosciuto la sua seconda giovinezza, nel Novecento, grazie al brio festoso del-la Rivista: memorabili, da queste parti, le apparizioni di un gigante della risata come Erminio Macario. Ha conosciuto la “retro-cessione” a sala da ballo, fino all’impietosa chiusura. Ma oggi il Teatro Martinetti di Garlasco è tornato presenza attiva e vitale nella vita di una città e di un intero terri-torio. Spazio alle eccellenze locali, vivaio di idee ed energie creative; tanti i gruppi e le compagnie locali che si esibiscono al Martinetti, con lo sguardo rivolto al più celebre tra i concittadini. Rosalino Cella-mare, in arte Ron, cantautore raffinato e autore sensibile; generoso nel legare il proprio nome alla sua città, appassionato interprete di avventure in musica che non mancano di trovare spazio proprio al Mar-

tinetti. È successo, l’ultima volta, nel mese di ottobre: capiterà ancora, c’è da giurarci. Nel frattempo ultimo appuntamento con il cartellone che ha animato un autunno ricco e intenso; passando dall’ethno-folk dei TicinnCanntal alla trascinante comi-cità in vernacolo della Compagnia di Cit-tà Giardino; fino alle immortali pagine di Cechov e alle melodie senza tempo di Wolfgang Amadeus Mozart. Si rinnova nel giorno in cui si celebra la festività di Santo Stefano, mercoledì 26 dicembre, l’appun-tamento con il tradizionale Concerto per la Pace, giunto ormai alla sua venticinque-sima edizione: compleanno importante per un evento che accompagna nel modo

migliore le feste di fine anno. An-cora una sorpresa il repertorio proposto dall’ensemble dell’As-sociazione “Amici della Musica – A. Huskovic”; nessuna sorpresa, invece, per l’intensità che il mae-stro Luigi Bascapé saprà trasmet-tere dal podio, guidando i suoi solisti in una performance che, di anno in anno si arricchisce di sempre maggiore fascino e nuova suggestione.

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Lomellina, un inverno di passioneMede – Teatro Besostri

È stato un piccolo miracolo la riapertura del Teatro Besostri a Mede, il comune più piccolo tra quelli della provincia di Pavia a poter vantare, ormai dal 2010, una stagio-ne regolare. Musica, prosa, teatro dialetta-le; e ancora danza e opera: non c’è genere che non venga toccato da un cartellone ricco e completo. Accolto in un luogo sin-golo per l’intera comunità: risale alla fine dell’800 la struttura originale del teatro, dotato come voleva la tradizione di platea e doppio ordine di palchi, per una capien-za teatrale di circa 700 spettatori. A metà anni ’50 ecco la trasformazione in cinema, oggi la nuova riconversione a teatro: un restauro durato dal 2006 al 2008, avvenu-to dopo anni di chiusura; infine la riaper-tura di una struttura rinnovata, moderna, adatta ad accogliere ogni tipo di spetta-colo. Come quelli in calendario per una stagione 2012 – 2013 da ricordare.Farà freddo, in Lo-mellina, a gennaio. A scaldare l’atmo-sfera, allora, il ritmo e la sensualità di Soi-rée Ravel – Bolèro: sabato 12 gennaio la compagnia Bal-letto di Milano ce-lebrerà il famoso

musicista basco con una serata all’insegna della danza; melodie indimenticabili, passi trascinanti, sottolineati dallo straordinario calore di un disegno luci fortemente evi-cativo.L’avevamo lasciato nella Sicilia più cal-da, ad inizio Novecento; lo ritroviamo, in pieni Anni ’80, in una località di frontiera, sospesa tra l’Italia e l’estero. È il Pirandello de Il berretto a sonagli, reinterpretato con maliziosa modernità dalla compagnia Tea-tro Bresci: seduzione, tradimento, passio-ne allo stato più puro per uno tra i drammi più amati del teatro italiano di tutti i tempi. Una vera e propria tragicommedia, dove risa e lacrime si susseguono senza soluzio-ne di continuità, perennemente sospese sul filo della pazzia. Alla ricerca di una ve-rità che, come nella migliore tradizione pi-randelliana, potrebbe tranquillamente es-sere impossibile e irrealizzabile. Un sogno, affascinante e assolutamente travolgente, vibrante e potente.

Giacomo Rossetto interpreta Pirandello

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Lei è Martina Panzarasa, giovane promet-tente studiosa vigevanese. Lui è Nando dalla Chiesa, scrittore e sociologo acclama-to che non ha bisogno di ulteriori presen-tazioni. Insieme hanno realizzato un’opera nelle librerie solo dallo scorso 23 ottobre ma che ha già registrato un clamoroso successo. “Buccinasco. La ‘ndrangheta al nord”: un libro-denuncia che a pochi giorni di distanza dalla sua divulgazione aveva già suscitato polemiche proprio nella cittadina dell’hinterland milanese.

L’inchiesta sulla mafia ha provocato l’im-mediata reazione degli amministratori lo-cali con la pubblicazione da parte del sin-daco Giambattista Maiorano (Pd) di una lettera aperta sul sito del comune in difesa

della “sua” Buccinasco, perché “Buccina-sco non è sinonimo del male” si legge nella missiva. “Non basta essere calabresi e nep-pure portare un cognome compromesso per essere un poco di buono”.

Evidentemente il saggio, edito Einaudi, ha toccato le corde giuste dell’amministrazio-ne comunale; un lavoro che semplicemen-te racconta e ripercorre una storia vera che per troppo tempo è rimasta sotto silenzio. Nelle pagine del libro si legge dell’ascesa della ‘ndrangheta nell’hinterland sud di Milano: da Buccinasco a Corsico, da Cesa-no Boscone a Rozzano fino a Trezzano sul Naviglio. Un viaggio che ha come centro nevralgico un agglomerato di cascine che negli anni è diventato culla dei clan cala-

La ‘ndrangheta al nord.Saggio di una ragazza

vigevanese e di Nando dalla Chiesa

di Chiara Antico

Il nuovo saggio di Nando dalla Chiesa e Martina Panzarasa ripercorre infiltrazione e insediamento delle ‘ndrine calabresi nell’hinterland milanese

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bresi. Come scolpiti nella roccia, si leggono i cognomi di Papalia, Perre, Flachi, Morabi-to e Barbaro. La scenografia è quella della cosiddetta “Platì del nord”, gli anni sono quelli che scandiscono i traffici e le infil-trazioni mafiose e gli episodi sono quelli dei nuovi immigrati arrivati in Lombardia durante il boom economico, dei sequestri di persona, della droga, del blitz Nord–Sud del 1993, fino ad arrivare ai giorni nostri con le ‘ndrine lombarde che hanno af-fondato le radici nel tessuto economico e politico della regione. Non si tratta più dei tentativi di infiltrazione della prima ora ma di un insediamento stabile che ha ottenu-to, con il controllo del territorio, il primo e significativo risultato. Da umili contadi-

ni con la lupara gli uomini delle ‘ndrine si sono rapidamente trasformati in potenti uomini d’affari, fondando il loro impero su edilizia e movimento terra.

Hanno saputo cogliere la necessità di cam-biamento e capito quali settori andare ad attaccare utilizzando un modus operandi che sembra quasi una firma: come un vam-piro le ‘ndrine si avvinghiano ad imprese sane del territorio e, dopo averle svuota-te di risorse vitali, le abbandonano ormai in fin di vita. Qualche imprenditore prova a resistere, altri invece porgono il collo, anche per una mera questione di oppor-tunità. Nella maggior parte dei casi, però, il fallimento è l’unico punto di approdo. Il lato più triste e meno sottolineato della presenza delle mafie sul nostro territorio.

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Se dici musica e pensi agli Anni ’70 ti si forma nella

mente l’immagine chiara e nitida di una sfera stro-

boscopica. Perché è l’at-mosfera disco a pervadere l’immaginario collettivo di un’epoca in realtà straordi-nariamente ricca, capace di traghettare il pioneristico rock sixties verso alcune tra le più profonde rivoluzioni che la musica contempo-ranea abbia mai vissuto. Il punk, che nei ’70 è nato, vissuto e per molti è mor-to; il metal, che dal magma creativo di figure uniche come Ozzy Osbourne ha saputo scatenare tuoni e fulmini irripetibili. A questo secondo filone, e proprio all’esperienza germinale dei primi Black Sabbath, guar-

I giganti della montagna.Il rock dei Doctor Cyclops

Dal cuore misterioso dell’Oltrepò pavese irradiano mezza Europa con una musica di rara potenza

di Francesco Sala

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dano i Doctor Cyclops, combo compatto dall’alto tasso di virtuosismo. Che dalla più profonda Valle Staffora, cuore misterioso dell’Oltrepò Pavese, irradia mezza Europa con una musica di rara potenza. Un autentico muro sonoro, alzato da una sezione ritmica che si fonda sull’irruenta batteria di Alessandro Dallera e sulle trame melodiche del basso di Francesco Filippini, vera e propria chitarra aggiunta a quella solista di Christian Draghi, voce e anima della band. Riff raffinati e una costruzione matura di pezzi che non lasciano niente al caso: non ci sono punti deboli o cadute di stile nel rock crudo e genuino dei Doctor Cyclops. Borgofondo, intenso album d’e-

sordio scritto tra i boschi dell’Alto Oltrepò, risente dello spirito del luogo e di colti, mai stucchevoli, riferimenti al Pirandello de I giganti della montagna: un disco in-credibilmente maturo, primo tassello per un’avventura che non potrà non riservare piacevoli sorprese.

Come tutti i profeti che si rispettano anche i Doctor Cyclops sono poco noti in patria, figuriamoci nella sonnacchiosa Pavia, i tre sono in realtà ospiti graditi in Belgio, Ger-mania, Olanda e Francia: mete di tournée e tappe di avventure in alcuni tra i festival più interessanti della scena musicale indi-pendente.

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La fi nestra sulla mente

Negli anni ’70 Micheal W. Fordyce ha messo a punto un programma in grado di aumentare la felicità. Il programma, chiamato I 14 fondamentali della felicità è nato da numerosi studi (Fordyce, 1972, 2000) che si sono focalizzati sulla ri-cerca degli aspetti che ac-comunano le persone felici

e che possono facilmente essere controllabili dalla maggior parte degli indivi-dui.

Gli studi di Fordyce sui “fondamentali”ruotano intorno a un’ipotesi molto semplice: imitando le per-sone felici e, quindi, modi-ficando le proprie azioni,

i propri pensieri, lo stile di vita quotidiana, si può di-ventare più felici.I risultati degli studi hanno dimostrato che la felicità può essere aumentata nella maggior parte delle perso-ne, là dove queste si impe-gnino ad attuare i 14 punti che Fordyce ha individuato come “fondamentali”.

Imparare ad essere felici

di Gaia VicenziPsicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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La fi nestra sulla mente

Secondo l’autore, infatti, non determina-no la felicità solo fattori oggettivi come il benessere economico e materiale né solo elementi socioeconomici come il livello di istruzione, l’efficienza dei servizi sanitari, il livello di democrazia ma anche fattori soggettivi, come la percezione di quanto la nostra sia una vita di qualità.

Il benessere soggettivo è dato dall’aspetto cognitivo e razionale (come io giudico la mia vita) e da quello emotivo (come io mi sento nella mia vita).Fordyce ha dimostrato che si può agire sia sui fattori cognitivi sia su quelli comporta-mentali per aumentare gli aspetti emotivi che riguardano la felicità.In uno studio condotto da un gruppo di economisti svizzeri si è misurato il livello di felicità in persone disoccupate che, però, avevano diritto ad un buon sussidio di di-

soccupazione. Comparando il loro livello di felicità con quello di persone che, con un’occupazione, avevano uno stipendio pari al sussidio dei disoccupati, si è nota-to come le persone con un lavoro fossero più felici. Questo dimostra come non solo aspetti economici incidono sul nostro li-vello di benessere bensì altri aspetti legati alle esperienze soggettive con cui si leggo-no i fatti della vita che ci accadono.

Il training per imparare la felicità sviluppa-to da Fordyce considera che la stessa si può apprendere investendo energia e coinvol-gimento in cinque tipologie di attività: 1. attività piacevoli2. attività eccitanti, stimolanti 3. novità 4. attività sociali 5. attività significative

Queste cinque tipologie trovano realizza-zione in 14 punti (i “fondamentali”), i quali riassumono le caratteristiche che differen-ziano le persone felici da quelle che non lo sono, e sono anche gli aspetti basilari che una persona può apprendere per migliora-re la propria condizione di benessere psi-cologico.

A Pavia, la dottoressa Gaia Vicenzi ha in programma di condurre il training svilup-pato da Fordyce, a partire dal prossimo gennaio. Per informazioni sulle modalità di iscrizione e delle date ci si può rivolgere alla Reception di Campus Aquae.Il corso si terrà una volta alla settimana, per un to-tale di 6 incontri della durata di un’ora e mezza ciascuno.

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Anche il 2012 sta per con-cludersi e come ogni anno la storia si ripete. Qualcuno

festeggerà a dovere la tanto attesa notte di San Silvestro tra balli e cenoni, qualcun

altro si lamenterà dell’anno appena trascorso, ma una cosa è certa, tutti avranno qualche speranza e tante aspettative per il nuovo anno. Ma come sarà questo 2013? Tanto per cominciare non si può certo dire che il 2012 sia stata una “buona annata”. Tra crisi economica e con-seguente contrazione dei consumi, e una natura im-pietosa con le sue calamità, il resoconto degli italiani non può essere dei miglio-ri. Nell’ultimo Rapporto Italia dell’Eurispes è infatti emerso come secondo il 67% degli italiani la situa-zione economica del Paese

2013: sarà un Happy New Year?

Italiani diffidenti nei confronti dell’anno che sta per arrivare, sarà meglio evitare i pronostici

di Valeria Mangiaracina

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sia nettamente peggiorata negli ultimi dodici mesi; si tratta del dato peggiore re-gistrato dal 2004 a oggi, e in forte aumento (+15,2%) rispetto a quanto emerso lo scorso anno. Inevitabilmente gli italiani si sono visti costretti a ta-gliare le spese familiari, gli acquisti superflui e i già ab-bastanza piccoli lussi della quotidianità, così da ridur-re in misura maggiore usci-te fuori casa, viaggi e regali. Eppure, nonostante que-sto diffuso pessimismo nei confronti dell’anno che sta per finire e una crescente

diffidenza nei confronti di quello che sta per arriva-re, gli italiani brinderanno al nuovo anno dimostran-dosi speranzosi, sebbene non per un miglioramento, quantomeno per la stabili-tà (il 26,9% si attende una condizione di stabilità). Perché si sa, in fondo gli ita-liani sono un popolo otti-mista e profondamente le-gato al proprio Paese, non a caso vivere in Italia è ancora considerata una vera fortu-na dal 72,4% degli italiani. Sembra dunque che nel bilancio degli aspetti nega-tivi e positivi questi ultimi

abbiano avuto la meglio, al punto da togliere ogni dub-bio a chi, anche solo per un attimo, avesse pensato almeno una volta di anda-re a vivere da qualche altra parte.

Dunque lasciata da parte ogni preoccupazione, il 31 dicembre gli italiani saran-no pronti a festeggiare, trasformando la rinuncia a partire in vacanza o fare un cenone in ristorante nell’occasione perfetta per trascorrere l’ultimo giorno dell’anno in casa con pa-renti e amici. Ma stavolta, forse, non basteranno pe-tardi, lenticchie e riti sca-ramantici curiosi per pro-piziare l’anno nuovo. Sarà meglio dimenticare il detto “anno nuovo, vita nuova”, rimboccarsi le maniche e cominciare il 2013 con la piena consapevolezza che i giorni che verranno non saranno molto diversi da quelli appena trascorsi. I pronostici, positivi o nega-tivi che siano, sono sempre abbastanza imprecisi, per cui lasciamo che questo 2013 inizi, e nel frattempo non neghiamoci un augurio reciproco. Ce lo meritiamo tutti un Happy New Year.

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Punti di distribuzionePAVIA

BAR LANTERNA VIA SAN GIOVANNINO 23/25BAR VIER VIA SAN PAOLO 19/21PASTICCERIA BORDONIVIA SAN PAOLO 5BAR LA DOLCE SOSTAVIA PARCO VECCHIO 19CARREFOUR LA TORRETTAVIA TORRETTA 1PALESTRA L’ARTE DEL MOVIMEVIA CASSANI 7BAR FORTE VIA VIGENTINA 20BENZINAIO TOTAL VIA VIGENTINA 20PUB OLD WILD WEST VIA VIGENTINA 1PARRUCCHIERE LOOK CENTER VIA TASSO 4 BENZINAIO ENIVIA TASSO 4 BAR GIALLO VIA GILARDELLI BAR LO SPUNTINO VIA OLEVANO 2GELATERIA LA PERLA VIA L. IL MORO BAR TABACCHI LA SCALA VIA SCALA 10/ABAR TRATTORIA IOLANDA VIA RISMONDO 56BAR BIJLIA COFFEE AND FOODVIA BRAMBILLA 70 CPIZZA LEGGERAVIA BRAMBILLA 70BAR MAXI VIA DAMIANO CHIESAINPS V.LE CESARE BATTISTI 25BAR MINERVAP.LE MINERVA BAR GRAN CAFFE’V.LE CESARE BATTISTI 1 MINERVAPANETTERIA PANE E RISO VIA MANZONI BAR LIBERTY V.LE LIBERTA’ 51BENZINAIO IP VIA BRAMANTE BAR MORETTIVIA DEI MILLE 214BAR TABACCHI DABBENE VIA DEI MILLE 36BAR LA CREMERIA P.LE PONTE TICINO-PONTE COP.BAR IL PONTE P.LE PONTE TICINO-PONTE COP.GELATERIA PANNA E CIOCCOLATOP.LE PONTE TICINO-PONTE COP.BAR ARTE E CAFFE’ S. PIETRO IN VERZOLO 19BAR HARRY’SV.LE CREMONA 142EDICOLA VIA PASTRENGO BAR CAMPARI V.LE CAMPARI 44BAR PAUSA CAFFE’ P.ZZA EMANUELE FILIBERTOFARMACIA DEL BO’P.ZZA EMANUELE FILIBERTO

BAR GORIZIA V.LE GORIZIA 38BAR PANE E SALAMEC.SO CARLO ALBERTO 72BAR DEL TURISTA C.SO CARLO ALBERTO 28CAFFE’ ANNABELLASTRADA NUOVA 2BAR GUSMAROLI STRADA NUOVA 128NEW STREET BAR STRADA NUOVA 29CAFFE’ DEL TEATRO STRADA NUOVA 75TAVERNA ABBIGLIAMENTOSTRADA NUOVA PARRUCCHIERE LOOK CENTERVIA GOLGI BAR CRISTAL VIA XX SETTEMBRE 50F.LLI CARRARAVIA XX SETTEMBRE 52CINEMA POLITEAMA C.SO CAVOUR PEACH PITVIA BOSSOLARO 9BAR CAFFE’ KOBAN P.ZZA DUOMO 9BAR MERCATO IPOGEO P.ZZA DELLA VITTORIA COLLEGIO CAIROLIP.ZZA CAIROLI 1BAR BORDONI VIA BORDONI 26CAFFE’ TRE TORRI VIA SPALLANZANI 1/3BAR L’ALTRO VERSO C.SO MAZZINI 20BAR AUGUSTUSP.ZZA DEL MUNICIPIO BAR GERRYP.ZZA DEL MUNICIPIO 1BAR SAN SIRO C.SO GARIBALDI TABACCHI 72C.SO GARIBALDI 72BAR ITALIA C.SO GARIBALDI 31BAR AMBARABAR C.SO GARIBALDI 70GEOTECNICA C.SO GARIBALDI 40FIORE VERBENAVIA VINCENZO MONTI 8/AIL RISTORANTINO PIZZERIAV.LE INDIPENDENZA 36BAR SOPHIE V.LE INDIPENDENZA BAR CASTELLO P.ZZA EMANUELE FILIBERTO CAFFE’ PETRARCAVIA MATTEOTTI 28F.LLI CARRARAVIA XX SETTEMBRE 42/aCLINICA MONDINOVIA MONDINO 2FONDAZIONE MAUGERIVIA MAUGERI 4LOOK CENTERVIA GOLGI 76MC DONALD’SVIA BRAMBILLA

BELGIOIOSOLATTERIA SAN GIORGIO VIA GARIBALDI 42MUNICIPIOVIA GARIBALDI 64BAR BABYLONVIA UGO DOZZIO 5/7BENZINAIO ESSOV.LE DANTE 38

SILVY BARP.ZZA VITT. VENETO 8BAR LO STORICO LONDRAP.ZZA VITTORIO VENETO 14ACI BELGIOIOSOVIA GARIBALDI 23

SAN GENESIOED UNITIF.LLI CARRARAVIA PORTA PESCARINA 62

SAN MARTINO SICCOMARIO FARMACIA S. GIOVANNIVIA GRAVELLONE 1BAR SPORTVIA GRAVELLONE 41COMUNE VIA ROMA 1BAR Q8 E BENZINAIOVIA TURATI 31BAR LA PIAZZETTACENTRO COMM. OTTAGONICENTRO LE CASCATE VIA DELLA STAZIONE MC DONALD’SC/O CENTRO COMM.LE BENNETDUCA’S PARRUCCHIERIC/O CENTRO COMM.LE BENNETGRILLANDIA VIA TURATI 30

CAVA MANARAPIZZERIA IL BUUS DEL RAT VIA GARIBALDI 2BAR CAMPANAVIA GRAMSCI 38ACIVIA XXV APRILE 22

BRONIBAR COMMERCIOVIA EMILIA BAR L’INCONTROVIA EMILIA 352PISCINA COMUNALE VIA CONTARDO FERRINI BAR CAFFE’ FENICE VIA MARCONI 20 B

REDAVALLE BAR HAPPY DAYS VIA EMILIA 66

STRADELLA CAFFE’ GARIBALDI P.ZZA TRIESTE 13BAR GRAPHI’P.ZZA TRIESTE 21BAR CASA DEL CAFFE’P.ZZA TRIESTE BAR CONCORDIA P.ZZA TRIESTE 6BAR GOLDEN BLACK VIA TRENTO DRINK PUB VIA C. BATTISTI BAR ALTERNATIVE VIA C. BATTISTI 24CAFFE’ AI GIARDINI VIA C. BATTISTI 1BAR CAFFE’ TEATRO C.SO XXVI APRILE 5

CASTEGGIOBAR CAESAR VIA ROMA REVE CAFFE’ VIA ROMA BAR VITTORIA P.ZZA VITTORIA

BENZINAIO TOTAL FINAVIA MILANO 42 S.S.

MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA BENZINAIO SHELLVIA CASTEEGGIO 42

VOGHERAANTICA TRATTORIA LOMBARDIA C.SO XXVI MARZO 139BAR BON BONC.SO XXVI MARZO COMUNE C.SO ROSSELLIASM C.SO ROSSELLIBLUE BAR VIA XX SETTEMBRE 7CAFFE’ DE PRETIS VIA DE PRETIS 23BAR ALEXBARVIA CARDUCCI 15BAR CERVINIA P.ZZA MEARDI ANG. EMILIAINVIDIA CAFFE’P.ZZA F.LLI BANDIERA BAR LIGUREC.SO 27 MARZO BAR CRISTALLOVIA GABETTA VICINO DUOMOOSTERIA DEL PONTE P.LE PONTE TICINOPONTE COPERTOCAFFE’ INDIPENDENZA V.LE INDIPENDENZA 30ZERO 37 BARVIA EMILIA 174BAR MATTEOTTI VIA MATTEOTTI 61BAR ESPRESSO ITALIANO TAB.VIA CARLO EMANUELE 28GELATERIA IL CAPRICCIO VIA XX SETTEMBRE 52LOCANDA DELLE FATE VIA RINO BALLADORE 23BENZINAIOP.LE QUARLERI

RIVANAZZANOTABACCHERIA REGGIANIP.ZZA CORNAGGIABAR ALBERTINI P.ZZA PRINCIPALE CAFFE’ DE LA TOUR P.ZZA PRINCIPALE

SALICE TERMESALA DEI GELATI P.ZZA MARCONI PROLOCO - APTP.ZZA MARCONI CAFFE’ BAGNI TERME P.ZZA MARCONI PIZZA LEGGERAVIA DELLE TERME 129

VARZIBAR DA MAX P. MAZZA 56PIZZERIA GAUDI’VIA ORESTE MARETTI 2BAR DELLA TORREP.ZZA MUNICIPIO CAFFE’ L’ANGOLO P. FIERA BAR ESSO BAR 16 PIAZZA FIERAP. FIERA 16

SANNAZZARO DE BURGONDI

COMUNE VIA CAVOUR 18RAMPI LUCIA TABAC-CHERIA VIA PIAVE 17SOLE LUNA CAFFE’ VIA CAIROLI 25 CAFFE’ MAGNOLIAVIA MAZZINI 36

MEDECOMUNEP.ZZA REPUBBLICA 1BAR ROMA P.ZZA REPUBBLICA 1BAR CENTRALE P.ZZA REPUBBLICA 1BAR HAITI C.SO ITALIA ANG. REPUBBLICA3 BAR’S VIA CAVOUR 10/16

MORTARAMUNICIPIO P.ZZA MONS. DUGHERACAFFE’ GARIBALDI C.SO GARIBALDI 2CAFFE’ SANTI C.SO GARIBALDI 116DUCA’S PARRUCCHIERIVIA PRINCIPE AMODEO 6GASOMETRO BARVIA MILANESE 632

GARLASCOEDICOLA PAZZI GIANFRANCOVIA BOZZOLA 13COMUNE DI GARLASCO P.ZZA DELLA REPUBBLICA BAR COMMERCIO P.ZZA REPUBBLICA 2BLUE BAR CAFFE’C.SO CAVOUR 38TORTUGA CAFE’C.SO CAVOUR 132BAR CAVOUR VIA CAVOUR 17LAZZARONI ABBIGLIAMENTO VIA L. DA VINCI BAR LO SCOGLIO VIA L. DA VINCI 47

VIGEVANOCOMUNEV.LE CESARE BATTISTI 6TABACCHERIA OSCAR P.ZZA DUCALE 33FELTRINELLI LIBRERIA P.ZZA DUCALE 33BAR TABACCHI VIA P. C. DECEMBRIO 21BAR STAZIONE FS P.ZZA STAZIONE LA NUOVA CAFFETTERIA C.SO PAVIA 62BAR OMBELICO C.SO PAVIA 23BIRIMBAO VIA ROCCA VECCHIA 1GOLD RIVER CAFE’VIA ROCCA VECCHIA 1KIB FUN BAR VIA ROCCA VECCHIA 1/9BAR CUBE P.ZZA SANT AMBROGIO 2BAR CAFFE’ PORTA MOKA VIA DECEMBRIO 1RISTORANTE ROCOCO’VIA XX SETTEMBRE PASTICCERIA COLOMBO P.ZZA DUCALE 40PASTICCERIA VILLANI C.SO PAVIA 75b

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Punti di distribuzione

I punti di distribuzionedi Pavia in Tascain provincia di Pavia

VIGEVANO

MORTARA

MEDESANNAZZARO DE BURGUNDI

GARLASCO

PAVIA

S.MARTINO SICC.

BELGIOIOSO

STRADELLABRONI

REDAVALLECASTEGGIO

VOGHERA

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la provincia di Pavia

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