Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

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DISTRIBUZIONE GRATUITA SPEDIZIONE IN A.P. 45% Art.2 L.662/96 DCO/DC 111/2002 / I-Pavia - Anno XXII MICHELE PLACIDO AL TEATRO FRASCHINI - UNA TRAGEDIA MOLTO PIÙ CHE CONTEMPORANEA - Settembre - Ottobre 2014

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Il BIMESTRALE della Provincia di Pavia

Transcript of Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

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michele placido al teatro fraschini

- una tragedia molto più che contemporanea -

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DETRAZIONI FISCALI 50%

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Ci siamo, dopo l'estate ogni cosa riprende il suo ritmo. Il numero di settembre-

ottobre di Pavia in Tasca abbraccia le ultime novità più interessanti del

territorio.

Si riapre il sipario del Teatro Fraschini di Pavia. A calcarne il palcoscenico

è l'attore e regista Michele Placido nelle vesti dell'intramontabile "Re Lear",

protagonista della celebre tragedia shakespeariana.

L'amore del territorio pavese per la cultura offre ancora molto altro. Ecco

quindi l'edizione 2014 de "La Notte Europea dei Ricercatori", evento che ha

coinvolto i cittadini in diverse iniziative volte a far scoprire il fascino della

scienza.

Passiamo poi alla rassegna letteraria che si terrà a Vigevano, conosciamo

il sogno di due bambini con la passione della scrittura e nello stesso tempo

constatiamo come i giovani d'oggi si stiano dimenticando quanta bellezza

sia racchiusa nella lettura.

E' sempre la passione il filo conduttore che ci porta a scoprire la storia di

Mariano Nocito, noto contrabbassista pavese, e quella del signor Inglardi

che con la sua bicicletta e i suoi settantotto anni ha percorso oltre mille

chilometri lungo il Pò in dieci giorni.

L’Oltrepò si rilancia grazie alle nuove tecnologia con un’app. dedicata ai

vini e alle specialità del luogo. "Tutto cominciò con una zuppa" il Festival

dell'Illustrazione di Pavia, per scoprire il cibo con le immagini e conoscere

così il territorio e la sua storia.

La crescita esponenziale del numero di coloro che chiedono un alloggio,

l'emergenza dei minori che, dal nord Africa, giungono non accompagnati in

Italia e infine il Jobs Act, proposto dal governo Renzi per affrontare la crisi

puntando sulla riforma del lavoro.

E' un viaggio eterogeneo quello di questo numero di Pavia in Tasca,

arrivederci al prossimo.

La Redazione

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michele placido al teatro fraschini

- una tragedia molto più che contemporanea -

Settembre - Ottobre 2014

EDITORIALE | sETTEmbRE - oTTobRE 2014

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Società del Gruppo ASM Pavia S.p.a.

ASM LAVORI s.r.l.Via Donegani, 21 – 27100 Pavia

Tel. 0382/43.46.11 - 0382/43.46.05 | Fax 0382/43.48.80

ASM LAVORI s.r.l. società soggetta a direzione e coordinamento di ASM PAVIA, ha per oggetto l’attività di scavo, reinterro, movimento terreno,

lavori edili di difesa e di sistemazione terreni, opere di consolidamento dei terreni e opere speciali nel sottosuolo, lavori di impermeabilizzazione di

terreni, realizzazione e manutenzione di campi sportivi. Costruzioni, manutenzioni, pavimentazioni e ripristini stradali; costruzioni, manutenzioni e ripristini di selciato in porfido; lavori stradali in genere.

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Società del Gruppo ASM Pavia S.p.a.

ASM LAVORI s.r.l.Via Donegani, 21 – 27100 Pavia

Tel. 0382/43.46.11 - 0382/43.46.05 | Fax 0382/43.48.80

ASM LAVORI s.r.l. società soggetta a direzione e coordinamento di ASM PAVIA, ha per oggetto l’attività di scavo, reinterro, movimento terreno,

lavori edili di difesa e di sistemazione terreni, opere di consolidamento dei terreni e opere speciali nel sottosuolo, lavori di impermeabilizzazione di

terreni, realizzazione e manutenzione di campi sportivi. Costruzioni, manutenzioni, pavimentazioni e ripristini stradali; costruzioni, manutenzioni e ripristini di selciato in porfido; lavori stradali in genere.

DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCEsCo bEVIVINo

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:dEboRAh ANdREA bENINI, sAbRINA CAPELLI, ALEssANdRo dIFRANCEsCA, mARIo FoRTuNATo, mARIA NoEmI gRANdI, PAuL bAKoLo NgoI, mARTA RubINI, gAIA VICENzI

REDAZIONE: Via san giovannino, 4 27100 - [email protected]

PUBBLICITà:PER LE VosTRE INsERzIoNI LA CoNCEssIoNARIAEsCLusIVA è FV sRL - VERbENA [email protected]. 347.2592659

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Periodico bimestrale “Pavia in tasca”sped. in a.p. lettera bRivista Edita da Princi s.r.l. Anno 23 - sETTEmbRE - oTTobRE 2014Euro 0,90

Registrazione del Tribunale di Pavia N°394dell’8 giugno 1991 Copyright La Fenice Editore s.r.l.E’ proibita la produzione anche parziale del contenuto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore

Associato all’unione stampa Periodica Italiana

6 Festival dell’Illustrazione di Pavia (settima edizione)

8 “Re Lear” di Michele Placido

10 Emergenza casa: in arrivo 153 nuovi alloggi

12 I Minori stranieri non accompagnati

15 La Notte dei ricercatori 2014

18 Rapito dalle frequenze basse

22 “In prima linea, impegnati su più fronti”

26 L'Oltrepò battezza le bollicine virtuali

29 Il “giro del Po” in bicicletta a 78 anni

32 una Rassegna letteraria all’insegna delle passioni

34 dalla lettura geronimo stilton ai racconti creativi di due scrittori in erba

36 I giovani sempre più allergici alla lettura

38 Il cibo da strada

40 Affrontare la crisi col Jobs Act

44 Parliamo di emozioni: la rabbia

47 Parole dimenticate e curiosità linguistiche

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Festival dell’IllustrazIone dI PavIa (settIma edIzIone)La promozione turistica deLLa città passa anche attraverso

L’arte deLL’immagine

La settima edizione del Festival dell'Illu-strazione di Pavia non poteva scegliere un titolo più adatto, del tutto in versione EXPo: Tutto cominciò con una zuppa. Il cibo at-traverso la metafora dell'illustrazione. La manifestazione, organizzata dal Sistema bibliotecario Intercomunale del Pavese "Renato Sòriga" in collaborazione con l'As-sessorato alla Cultura del Comune di Pavia (insieme al sostegno di Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia Onlus), si terrà dal 3 ottobre al 2 novembre 2014 presso il Castello Viscon-teo di Pavia.Anche quest’anno il Festival dell'Illustrazio-ne di Pavia, diventato ormai un format cultu-rale collaudato e di successo, vuole offrire al pubblico l'opportunità di conoscere e ammi-rare sia la grande qualità di artisti rinomati nel panorama nazionale e internazionale, sia la ricerca e la sperimentazione degli ar-tisti emergenti. Lo spettatore verrà preso per mano e condotto all'interno di una dimen-sione narrativa del tutto nuova, intensa e affascinante come quella dell'illustrazione.L'edizione 2014 proporrà anche l'occasio-ne di ragionare, a partire da uno dei piatti più tipici del territorio pavese, la zuppa ap-punto, sul tema del cibo che caratterizzerà l'esposizione universale di milano. un tema

al quale si collegano altre questioni impor-tanti quali l'uguaglianza, la sostenibilità e l’integrazione. L’iniziativa può essere vista come l'inizio di un percorso culturale che accompagnerà la città di Pavia per tutto il prossimo anno.Dopo il successo dell'edizione 2013, dedi-cata all'affascinante figura dell'Ippogrifo e del suo volo straordinario sulla luna, e l'in-teressamento della RAI che ha dedicato ampio spazio alla manifestazione pavese nel programma televisivo Mediterraneo (in onda su RAI3), quest'anno il Festival dell'Il-lustrazione di Pavia torna con un program-

di Sabrina Capelli

Libero gozzini

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ma ricco e ben strutturato, confermando il ruolo di primo piano della città nella promo-zione della cultura e dell'arte.In particolare, questo Festival si concentra sulla bellezza e sulla forza della cultura, dell'arte e della tradizione pavese in ambito locale e nazionale evocando già nel titolo, Tutto cominciò con una zuppa. Il cibo attra-verso la metafora dell'illustrazione, un forte legame con il territorio che, tra avvincente cronaca o misteriosa leggenda, entrò nella storia della gastronomia proprio grazie a una zuppa. Con lo sguardo già proiettato al futuro, la manifestazione anticipa i gran-di temi dell'EXPo 2015 - Nutrire il pianeta, energie per la vita - focalizzandosi sul tema del cibo nella produzione artistica con la convinzione che l'arte, in questo caso quel-la dell'illustrazione, sia "nutrimento" indi-spensabile per l'anima e per la promozione della cultura e della conoscenza. Dal punto di vista contenutistico, l'ambito culinario è visto come un interessante "scenario", reale e immaginario, tutto da esplorare: consente di analizzare le diverse componenti legate alla relazione fra arte e cibo; di leggere le qualità di socializzazione tra esseri umani seduti attorno a un tavolo; di indagare le

tematiche dell'interdipendenza planetaria e della sostenibilità dello sviluppo globale. Fin dall’antichità, un numero considerevo-le di scrittori, poeti e artisti hanno "messo in scena" il cibo: l’immagine più comune è quella della tavola imbandita in cui gli ali-menti vengono visti come la metafora del nutrimento umano, dell'uomo stesso e del-la sua capacità di socializzare, di fare ami-cizia e addirittura di scatenare l’odio. Il Fe-stival sceglie di affrontare questa tematica in modo leggero, proponendo opere d'arte che rappresentano il cibo in contesti satiri-co-ludici e che consentono di rafforzare ul-teriormente il rapporto tra l'evento stesso e il territorio pavese, così ricco per quanto ri-guarda la tradizione e la produzione agroa-limentare ed enogastronomica. un appun-tamento irrinunciabile quindi per gli amanti dell’arte, della cultura e del buon cibo: un buon bicchiere di vino e una calda zuppa alla pavese renderanno il tutto ancora più spettacolare e gustoso.

Per aggiornamenti e ulteriori informazioni sulla

manifestazione, è possibile consultare il sito web

www.festivalillustrazionepavia.it oppure la pagi-

na ufficiale su Facebook: facebook.com/festiva-

lillustrazionepavia.

grazia Nidasio

Marco Lodola

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“Re leaR” dI mIchele PlacIdo

una tragedia moLto più che contemporanea

Quest’autunno, il Teatro Fraschini di Pavia offre una ricca stagione teatrale, dando in particolar modo la possibilità ai suoi spet-tatori di assistere ad una tragedia senza tempo: il “Re Lear” di shakespeare, reinter-pretata dall’attore e regista Michele Placido dal 31 ottobre al 2 novembre. “Re Lear” è uno dei capolavori indiscussi della drammaturgia shakespeariana, poi-ché è molto più che moderno. grazie allo spessore dei personaggi e alla complessi-tà dei temi trattati è una perfetta metafora

della condizione umana, delle sue contrad-dizioni e ambiguità.L’opera, in cinque atti, è stata scritta tra il 1605 e il 1606 e comincia con la decisione del Re Lear di abdicare e dividere il suo re-gno fra le figlie goneril, Regan e Cordelia (la più giovane e la preferita). Il re propone una gara: ogni figlia riceverà una parte del regno proporzionale all’amore che gli avrà saputo dimostrare a parole. Delle tre, solo Cordelia rifiuta l’adulazione, convinta che i suoi veri sentimenti ne sarebbero immiseriti. Adi-

di deborah Andrea benini

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rato, il re divide il regno tra le figlie goneril e Regan, mentre esilia Cordelia. una volta abdicato, Re Lear scopre che l’unica sincera era la più giovane, mentre le sorelle aveva-no agito per i loro interessi, cacciandolo. Da qui in poi si susseguono tragiche battaglie, fino al finale in cui il vecchio re appare sulla scena portando tra le braccia il cadavere di Cordelia, per poi morire anch’egli di dolore.Placido riadatta la tragedia in chiave pop e post moderna, portando in scena un Re Lear in ciabatte e pigiama rosso; stralu-nato, ma elegante. La riscrittura ha come obiettivo quello di evocare la crisi della civil-tà occidentale e ha riscosso opinioni piut-tosto contrastanti tra i critici: da una parte vi sono coloro che hanno giudicato questo spettacolo positivamente. Elogiano la bra-vura degli attori, i quali si muovono su una scenografia impressionista ed efficace con una colonna sonora che vede alcuni pas-saggi nello stile rapper. Insomma consta-tano un’arguta contaminazione tra antico e moderno.Dall’altra parte, vi sono coloro che vi han-no visto uno spettacolo che descrive sciat-tamente il declino di un’intera società. La rappresentazione perde la sua tragica co-ralità, le scenografie sono considerate scar-ne e le musiche fuori luogo. Ma le maggiori perplessità sorgono sui costumi, giudicati completamente incoerenti. Nonostante

queste considerazioni, sono riconosciute le capacità degli attori e si afferma che è uno spettacolo da vedere.Difatti quello messo in scena da Placido è un “Re Lear” fuori dagli schemi , poiché tende ad un “ teatro per la gente”, scaden-do a volte in un immaginario televisivo ec-cessivo: ossia, c’è il tentativo di riportare in scena ciò che si pensa piaccia al pubblico: come scene di sesso, nudo integrale, scene di violenza estrema e perversa e momenti di umorismo grottesco. Questo però non impedisce a Placido di saper rappresenta-re i temi molto forti della tragedia classica. Temi che risultano sempre contemporanei, poiché “Re Lear”, dice l’attore e regista pu-gliese, “esplora l’amore e il dovere, il potere e la perdita, il bene e il male, racconta della fine di un mondo, il crollo di tutte le certezze di un’epoca, lo sgomento dell’essere uma-no di fronte all’imperscrutabilità delle leggi dell’universo”.

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emeRgenza casa: In arrIvo 153 nuovI alloggI

Liste di attesa piene e abusivismo i probLemi affrontati ogni giorno daLLe istituzioni

Novecento richieste solo a Pavia che di-ventano addirittura millesettecento se si include l’intera provincia: le liste per un al-loggio crescono a ritmo vertiginoso su tutto il territorio e le istituzioni tentano, non sen-za difficoltà, di fornire risposte concrete e tempestive. L’ultima, in ordine temporale, è quella offerta da Regione Lombardia e l’A-ler pavese: centocinquantatre appartamen-ti che saranno ristrutturati e consegnati tra il dicembre del 2014 ed il mese di ottobre del prossimo anno. un investimento da

5.400.000 euro, finanziato per 3.800.000 dal Pirellone e per il restante 1.500.000 dall’Aler di Pavia. I primi cinquantadue ap-partamenti saranno assegnati entro la fine di dicembre: dieci si trovano tra viale sicilia e via Strada Persa ed i restanti quarantadue dislocati in diversi punti della città.“Il tema sociale della vicinanza alle persone che cercano casa – spiega il Presidente di Aler Pavia Franco bettoni – si risolve dan-do casa nelle modalità corrette. In primis combattendo l’abusivismo ma capendo allo

di Mario Fortunato

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stesso tempo che la casa significa dignità per le famiglie e per le singole persone. Que-sto è il nostro ruolo come Aler e dobbiamo andare avanti a farlo”.un intervento che si somma ai 55 alloggi sistemati e consegnati lo scorso mese di gennaio e che rientra nel programma regio-nale per l’edilizia residenziale pubblica. An-che il PRERP (Programma regionale per l'E-dilizia residenziale pubblica), ha aggiunto l’assessore bulbarelli, ha dovuto fare i conti con la crisi: nel giro di dieci anni il fondo si è letteralmente decimato passando da un miliardo a 100 milioni di euro. Le linee gui-da della regione restano però chiare: da un lato dare una risposta alla crescente richie-sta di case popolari e dall’altro risolvere il problema dell’invenduto attraverso la siner-gia tra pubblico e privato.“Il nostro obiettivo è riqualificare ciò che è ancora sfitto” ha evidenziato bulbarelli. “Co-

munque diamo notevole importanza anche a quello che tecnicamente deifiniamo hou-sing sociale: vale a dire l’invenduto. Quella massa di alloggi invenduti che devono es-sere assolutamente rimessi a disposizione di tutte le famiglie lombarde”.

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I mInorI stranIerI non accomPagnatI

emergenza nazionaLe e probLema pavesecirca quaranta arrivati daLLe coste deL nord africa soLo

negLi uLtimi quattro mesi. La poLitica LocaLe cerca soLuzioni.

L’ultima emergenza umanitaria, arrivata dal-le coste del nord Africa, si chiama minori stranieri non accompagnati. Sul territorio del comune di Pavia sono in tutto cinquantacin-que: di questi, una quarantina arrivata nel corso degli ultimi quattro mesi. Si tratta di adolescenti, di età compresa tra i quindici ed i diciassette anni, la maggior parte dei quali provenienti da una stessa località in Egitto.un ulteriore aggravio, spiega l’opposizio-ne cittadina, per le casse sempre più vuo-te di Palazzo Mezzabarba. Addirittura un esborso da circa due milioni di euro annui secondo alcuni consiglieri comunali di Pa-

via. Cifra che non corrisponde alla realtà, come spiegato nei giorni scorsi dall’as-sessore con deleghe alle politiche sociali Alice Moggi. Da giugno ad oggi il Comu-ne ha infatti speso per l’accoglienza circa duecentomila euro, la precisazione arrivata dall’amministrazione cittadina. Ciò signi-fica che se la situazione dovesse resta-re così, si arriverebbe ad un investimento annuo di seicentomila euro complessivi e non di due milioni. Il tema resta comunque di estrema attualità e l’incontro avuto nelle scorse settimane dalla stessa Moggi a Mi-lano con il Console egiziano testimonia la

di Mario Fortunato

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volontà di affrontare il problema attuando scelte politiche alternative.“Una soluzione in tempi brevi resta ad ogni modo necessaria” ha sottolineato Elena Madama, presidente della commissione consiliare dedicata ai servizi sociali. “Gli af-fidi omoculturali, sperimentati a Cremona, potrebbero rappresentare una risposta al problema. I ragazzi vengono affidati a fa-miglie già inserite nel tessuto sociale con il sostegno del comune. Il processo di inse-rimento funziona al 100% perché sono nu-clei familiari della stessa etnia a supportare questi adolescenti” il pensiero di Madama.si sofferma sul problema dei costi il consi-gliere del Nuovo Centrodestra Nicola Niut-ta, ribadendo allo stesso tempo, però, la volontà di collaborare senza ostruzionismi politici su un tema così delicato. “Conside-rato che il sistema pavese è al collasso dal punto di vista dei costi – spiega Niutta – dobbiamo valutare tutte le strade percorribi-

li. Ritengo sia possibile e doveroso valutare un sistema di ricongiungimento familiare, anche nell’ottica dell’interesse dei minori”.“Senza dimenticare la gestione dei centri di prima accoglienza nel meridione” aggiunge il leghista Mognaschi. Il primo vero corto circuito di questa emergenza secondo il rappresentate del Carroccio in consiglio co-munale. “I comuni del sud non pagano o lo fanno con estremo ritardo. Per i gestori delle strutture di accoglienza diventa un problema pren-dersi cura di questi ragazzi senza la quota giornaliera che spetterebbe loro per legge”. un vuoto amministrativo che innesca il più classico circolo vizioso: “Sono gli stessi ge-stori ad incentivare la fuga di questi ragazzi verso nord. Magari in direzione di città come Pavia che proprio in questi ultimi mesi ha visto un aumento esponenziale del fenome-no” l’amara considerazione del rappresen-tante leghista.

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la notte deI RiceRcatoRi 2014

La scienza apre Le sue porte e mette in mostra i risuLtati ottenuti

gli organizzatori dell’edizione 2014 del “La Notte Europea dei Ricercatori” hanno potu-to tirare un sospiro di sollievo e godersi ap-pieno il successo raccolto dalla manifesta-zione. L’evento ha visto la partecipazione di tutta l’università con diverse iniziative a co-minciare dal “mEETmeToNIghT "I 5 sen-si della ricerca. uomo, donna e bambino: come viversi al meglio", fino a coinvolgere l’istituto nazionale di fisica nucleare. L’o-biettivo è stato quello di riuscire a portare la ricerca fuori dai laboratori coinvolgendo i cittadini con eventi divertenti e stimolanti.L’idea guida della manifestazione che in contemporanea si è svolta in circa 300 cit-tà europee, è quindi quella di portare i ricer-catori a contatto con il grande pubblico e aumentando così la consapevolezza delle attività di ricerca e di innovazione. La "Not-te dei Ricercatori" vuole anche sostenere il riconoscimento pubblico dei ricercatori, creando una comprensione dell'impatto del lavoro dei ricercatori sulla vita quotidiana e incoraggiare i giovani a intraprendere car-riere scientifiche.girando per la città, abbiamo incontrato i ricercatori e i docenti della sezione di Pa-via dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucle-are (INFN), vestiti con le loro coloratissime t-shirt. A tirare le somme dell’iniziativa è Sil-

va bortolussi: “Il risultato della manifesta-zione è da ritenersi assolutamente positivo: le persone hanno partecipato con entusia-smo a tutte le attività, in particolare venerdì c'è stata moltissima affluenza alla Cupola Arnaboldi dov'erano allestiti esperimenti di rivelazione di raggi cosmici e di radioattivi-tà, di superconduttività, di trasformazione di luce in energia, e dove uno stand era inte-ramente dedicato alla fisica per i bambini. All'aperitivo nella sala del Broletto erano presenti anche il Sindaco e l'Assessore per l'Istruzione. L'ultimo evento, il seminario ri-guardo alla fisica nella medicina, ha visto la sala del Camino completamente piena.Siamo molto soddisfatti sia della parte-cipazione del pubblico sia del coinvolgi-

di Paul bakolo Ngoi

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mento dei fisici in attività di divulgazione al di fuori dell'Università. Siamo già sicuri di ripetere il prossimo anno perché il finan-ziamento era per due anni, e abbiamo già molte idee per rendere l'evento ancora più ricco e divertente”.uno spazio importante è stata riservato alle famiglie, e numerosi ragazzi si sono di-vertiti avvicinandosi a fenomeni scientifici di grande rilevanza nella vita di tutti i giorni. Il richiamo dello slogan Hey kids…you can be scientits!!! ha quindi funzionato.Ricordiamo che la "Notte dei Ricercatori" è stata organizzata in collaborazione con il dipartimento di Fisica dell'università di Pa-via, con il patrocinio del Comune di Pavia, del Centro Nazionale di Adroterapia Onco-logica (CNAo) e dell' Istituto universitario di studi superiori (Iuss) e ha conosciuti ol-tre ai seminari divulgativi anche visite gui-date al LENA (Laboratorio Energia Nucle-are Applicata); visite guidate ai laboratori del Dipartimento di Fisica; visite guidate

al CNAO e degli stand espositivi in Cupola Arnaboldi dove i ricercatori in Fisica di Pa-via hanno mostrato esperimenti legati alle attività locali.

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Ristorante Pizzeria Dall'Angelo sostiene il sociale con svariate iniziative e collaborazioni.

Da febbraio ad oggi ha già fornito gratuitamente quasi 3000 pasti alle famiglie disagiate di Mezzanino, fornendo loro 7 giorni su 7 primo, secondo con contorno, pane, frutta e acqua.

(Il pane viene offerto dalla panetteria di Grassi Giuliano di Mezzanino).

Per il secondo anno consecutivo sponsorizza le squadre di calcio di Mezzanino, dando contributi anche ad altre squadre di calcio della zona; offre aiuti alle associazioni di ricerca e dona all'Auser di

Mezzanino le offerte di tutte le feste organizzate.

Con l'associazione Avani9 per le vittime dell'amianto di Broni, ed in collaborazione con il presidente Silvio Mingrino, ha donato 2 euro per ogni coperto dei giorni di sabato e domenica, per un totale

di 500 euro; il 1 ottobre, in presenza del Sindaco di Mezzanino e del Sindaco di Valle Salimbene, ha offerto il pranzo a 15 bambini di Cernobyl (Russia) in affidamento alle famiglie della zona.

Tutto questo è possibile grazie ad una giunta comunale eccellente, guidata dal Sindaco Gianluigi Zoppetti, a tutte le Associazioni, e agli abitanti stessi, persone eccezionali.

Ristorante Pizzeria Dall'Angelo Fraz. Tornello, 94 - 27040 Mezzanino (PV)

Info e prenotazioni Tel. 0385.241907

Ristorante Hotel Pizzeria

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raPIto dalle FRequenze bassEincontro con mariano nocito, contrabbassista.

“Da piccolissimo, mia madre raccontava che attorno ai 4, 5 anni ho praticamente consu-mato i 45 giri di "Eri piccola" di Carosone, la mia preferita, "Vengo anch'io" di Jannacci e "Carissimo Pinocchio" cantata da Johnny Dorelli. Erano i mitici anni '60”.Così si presenta a me Mariano Nocito, 55 anni, musicista pavese dal ricco curriculum che vanta partecipazioni a numerosi festi-vals e che proprio in questi giorni si gode l’uscita di “gezzz”, il primo Cd del suo nuo-vo gruppo GEZZZ, appunto come il titolo del disco. Si tratta di un quartetto composto da Angelo "gange" Cattoni al piano e alla voce, Pietro bonelli alla chitarra, Fabio Villaggi alla batteria e Mariano Nocito al contrabbasso, che esegue repertorio swing italiano, con ar-rangiamenti e rivisitazioni di brani di autori che vanno dagli anni '30-40 (Otto, Rabaglia-ti, Kramer), ai re dello swing italiano anni '50 (buscaglione, Carosone), ai grandi nomi del-la canzone italiana (Conte, Jannacci, gaber, Caputo, mina) fino alla rivisitazione in chia-ve swing di canzoni di autori contemporanei della musica leggera (Silvestri).

Altri ricordi del tuo primo approccio con la musica? Verso i 12, 13 anni comincio ad ascoltare ed amare svisceratamente quello che allora si chiamava "Hard Rock", dopo aver sentito alla radio "Smoke on the water" dei Deep Purple, e come molti all'epoca, comincio a strimpellare la chitarra, e a mettere le mani sul pianoforte che faceva parte della mobilia del salotto di casa. Ascoltavo molto anche musica classica, ed essendo naturalmente dotato di un buon orecchio musicale mi divertivo moltissimo a "tirare giù" con il piano parti delle cose che sentivo: ricordo ancora adesso l'incipit della Quinta di Beethoven, il preludio per piano di Bach, e poi la musica leggera, da Paoli a Mo-randi, da Jannacci a Tenco.

Come sei arrivato al contrabasso?Coinvolto particolarmente dalle frequen-ze basse, verso i 15, 16 anni passo al basso elettrico, e a 17 anni un amico mi fa ascolta-re un disco di Coltrane (A Love Supreme) e alcuni di quei dischi contenenti le prove di

di Paul bakolo Ngoi

La prima vera esibizione è stata al Cà Bianca di Milano (1986). Ricordo la forte emozione provata all'approccio con musicisti

molto più bravi e preparati di me.

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registrazione, con più versioni dello stesso brano, di Charlie Parker: vendo il basso elet-trico e mi procuro, tramite il mitico insegnan-te del Vittadini Prof. Ercole un contrabbasso, partecipando, come uditore, alle lezioni del Maestro, che mi dà i fondamenti dello stru-mento. Da lì in poi, tranne una parentesi di qualche mese alle lezioni serali del grande contrabbassista Paolino Dalla Porta al Con-servatorio di Milano, verso la fine degli anni '80, ho continuato la mia formazione da solo, nell'ambito del jazz.

Il primo concerto in pubblico.A parte le suonate tra amici? La prima esibi-zione diciamo "professionale" è stata al Cà Bianca di Milano. Ricordo la forte emozione provata all'approccio con musicisti molto più bravi e preparati di me, che con molta umiltà e senza farmi pesare i miei limiti mi aiutava-no con estrema gentilezza, pur avendomi vi-sto lì per la prima volta. E' stata un'esperien-za unica, e indimenticabile. Era più o meno la fine degli anni '80, forse il 1986, e il mio grande amico e splendido batterista Pietro Sala, già ben inserito nel circuito musicale milanese (all'epoca suonava in uno dei più importanti gruppi jazz dell'area milanese e non solo, i mitici Nexus), mi invita a suonare con alcuni dei musicisti jazz più apprezzati del momento: il grande Sergio Fanni, trom-bettista strepitoso, componente dell'orche-stra RAI e con un suono ed un fraseggio che hanno influenzato molti dei trombettisti a venire, il bravissimo Mario Piacentini, piani-sta molto preparato e raffinato, e Pietro alla batteria.

Sentire Nocito raccontare della sua espe-rienza, parlare di jazz e di musica, è come leggere un libro. Ogni sua parola è un capi-tolo. Così, dopo un excursus partito dai suoi primi 4 anni, arriviamo al presente.Attualmente, come già accennato, collabo-

ro con il quartetto GEZZZ, (sito internet: http://gezzzgange.wix.com/gezzz). Inoltre faccio parte di un trio con il pianista Fabri-zio Trullu e il batterista Ivano Maggi, pro-poniamo un repertorio di composizioni ori-ginali, mie e di Fabrizio, tutte strumentali, di connotazione jazzistica con uno sguar-do alla musica classica contemporanea. Il gruppo si chiama "Three3jazz".

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Altra esperienza alla quale tengo molto è "Los Pilones Trio", con Fabio Casali alla chi-tarra e Luigi Scuri alla batteria. Le sonorità sono più elettriche, a cavallo tra il jazz e il rock progressive, uso prevalentemente il basso elettrico. Sempre con Luigi Scuri alla Batteria, è di recente formazione il "Gino Marcelli Trio", formazione di jazz acustico del talentuosis-simo pianista di origine laziale, frutto della sua ricerca sulle commistioni tra il jazz e la musica contemporanea di alcuni composi-tori sudamericani e sullo sviluppo della li-bera improvvisazione. Nel repertorio anche composizioni originali.Oltre a questo, svolgo sempre attività di free lance, e da circa un anno coordino, insieme a Fabio (Casali) e Luigi (Scuri) presso il Cir-colo Arci Via D'Acqua, v.le Bligny 83 a Pavia, le JAZZ SESSIONS del giovedì, con cadenza bisettimanale.

Chiudere la conversazione con Mariano Nocito, non è facile. Tanti sono gli aneddoti, tante sono le cose da raccontare. Su queste pagine però non potevamo non chiedergli un suo consiglio a un giovane che vuole suonare uno strumento.Non credo sia possibile consigliare uno strumento a chi inizia l'attività musicale: chi si approccia alla musica lo fa per passione e con dei gusti musicali già definiti, sia in ter-mini di genere musicale che di strumento. Esistono strumenti con approccio più im-mediato, ed altri che prima di darti soddisfa-zione richiedono più sacrifici. L'unico consiglio che mi sento di dare ai giovani che iniziano un percorso musica-le è quello di affidarsi a buoni insegnanti e di utilizzare gli infiniti strumenti messi a disposizione dalla rete. Oggi ci sono molte-plici e qualificate possibilità per pianificare un'ottima formazione musicale. Inoltre, nei conservatori ci sono corsi di musica moder-

na e cattedre di jazz affidate a grandi musi-cisti e professionisti, disposti a condividere le loro conoscenze ed esperienze, e materia-li didattici innovativi e di ottima qualità. Un patrimonio importante, purtroppo poco va-lorizzato in questo paese, nonostante all'e-stero il musicista italiano sia apprezzato e rispettato, anche nelle mitiche americhe.Infine c’è l’ascolto. Ascoltare tanto, e con attenzione. Oggi la musica viene general-mente concepita come sottofondo, si ascol-ta musica facendo mille altre cose. Avete mai provato a leggere un libro cucinando, o facendo le pulizie, o navigando in internet? Non è possibile. Ascoltare un disco dovreb-be essere la stessa cosa: si ascolta, con attenzione, senza fare altro. E questo, per chi si dedica ad un genere, soprattutto per il jazz, aiuta ad assimilare e interiorizzare il linguaggio. Il famoso swing, caratteristica principale del linguaggio jazzistico, non si può insegnare, bisogna averlo dentro, e per farlo uscire è fondamentale interiorizzarlo, e questo si ottiene solo con l'ascolto, quello attento, quello vero.Buona musica, a tutti!

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“in pRima linea, ImPegnatI su PIù frontI”

una beLLa chiacchierata con iL sindaco di stradeLLa, piergiorgio maggi. primo cittadino da oLtre 4 mesi,

sta operando a grande ritmo su Lavoro, territorio, scuoLe, commercio e cuLtura

di Alessandro Difrancesca

buongiorno sindaco maggi. Per fare il pri-mo cittadino a tempo pieno questa estate lei ha addirittura rinunciato ad andare al mare, a fare le ferie. Da oltre quattro mesi

siede sulla poltrona più alta (e aggiunge-rei più scomoda) del Comune di Stradella. Il tempo scorre e tra poche settimane sarà già quasi Natale, poi fine anno. Forse, è già tempo di bilanci...

Da dove partiamo? Si legge che avete da poco avviato la procedura per la variante generale del Piano di Governo del territorio.Sta seguendo tutto l'iter il vice sindaco Maurizio Visponetti che ha la delega all'ur-banistica. La variante andrà a concretizzare gli indirizzi inseriti nella revisione normati-va, approvata di recente, cercando di ade-guare lo strumento urbanistico alle nuove necessità economico-sociali ed edificatorie, espresse dalla città. L'impegno che ci sia-mo presi è stato quello di demandare alla variante generale le osservazioni non ac-colte in sede di revisione, approfondirle e portarle all'attenzione del consiglio. Il nuovo provvedimento conterrà precisi indirizzi di tutela ambientale e riduzione del consumo di suolo, di limitazione delle grandi e medie strutture commerciali, di recupero degli am-biti urbani degradati e di quelli ambientali, di revisione degli indici dei suoli.

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Avete creato un assessorato al lavoro per fronteggiare ormai ogni tipo di emergenza. Anche quella di sostenere i lavori disoccupati.E' vero, tra le mie priorità in campagna elet-torale, c'era quella di istituire un assessora-to al Lavoro perché lo ritengo cardine. Ab-biamo recentemente deliberato 15mila euro a sostegno di lavoratori disoccupati, cassin-tegrati o in difficoltà economiche, tramite il pagamento delle utenze o l'utilizzo di vou-cher lavoro. Il fondo anticrisi, che negli anni scorsi veniva finanziato con la decurtazione del 30% delle indennità di carica, è stato confermato anche quest'anno, all'interno del protocollo di intesa che il Comune ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali, in occasione dell'approvazione del bilancio di previsione 2014. Altri 10 mila euro saran-no stanziati, invece, per l'apertura e il funzio-namento dello Sportello lavoro. Confermata anche la possibilità di usufruire di «buoni spesa» per l'acquisto di generi alimentari di prima necessità, da spendere nelle attività commerciali cittadine convenzionate.

Sul bilancio invece come siete messi?In questi giorni assessorati e uffici comunali si stanno occupando dell'assestamento di bilancio da portare in consiglio comunale entro fine novembre, si terrà sicuramente una conferenza dei capigruppo e una com-missione bilancio. Successivamente inizie-ranno i lavori preparatori utili alla redazione del prossimo bilancio di previsione 2015.

Parlando dei giovani e più nel dettaglio del-le strutture che utilizzano come le scuole, ci sono stati interventi?Abbiamo stanziato circa 8 mila euro in favo-re dell’istituto comprensivo “Depretis” auto-rizzando lavori di tinteggiatura e di ripristino nei locali adibiti a refettorio, all’interno della scuola primaria di via Bottini. I lavori si sono resi necessari a seguito delle prescrizioni

impartite dall’Asl di Pavia, in sede di Com-missione di vigilanza. Abbiamo predisposto il pagamento di 3.500 euro per la fornitura di arredi per gli edifici scolastici: in partico-lare, trenta banchi e sessanta sedie per i ra-gazzi della scuola media di via Repubblica, quattro tavoli per la mensa scolastica e dieci banchi per la scuola primaria, in sostituzio-ne di altri non più utilizzabili.

Ma perché si continua ad affermare che Stradella è una città buia.Sinceramente non lo so. Sa slogan e pro-paganda sono sempre di moda. Si sta final-mente predisponendo il bando per l'appalto del servizio di illuminazione pubblica, con il rifacimento dell'intera rete di Stradella, con l'utilizzo dei nuovi sistemi illuminanti per rendere Stradella più sicura e più illuminata, entro un anno partiranno i lavori.

Senta Maggi, altro argomento che “scotta” è quello relativo al commercio e mi riferisco alla grande distribuzione. Da tempo è in atto una campagna contro il Comune affinché

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non autorizzi più aperture. Ascom anche ultimamente è tornata alla carica chiedendo di bloccare addirittura le strutture commer-ciali della media e grande distribuzione an-che con iter in corso e ottenere agevolazioni sulla Tares.Chiedere è lecito ma credo che non bisogna mai esagerare. Questi centri commerciali sono gli ultimi autorizzati, le pratiche sono state avviate. Con i commercianti abbiamo preso un impegno ben preciso: che per il futuro non se ne sarebbero aperti altri. Se cancellassi anche quelli con iter in corso mi prenderei una denuncia dai proprietari.

Parlando di culturale, ovvio rivolgere lo sguardo alla stagione 2014-2015 del Tea-tro Sociale. Tra l'altro c'è un'idea in cantiere: fare un patto con il teatro Fraschini di Pavia. Ci spiega di cosa si tratta?Premesso che se se ne sta occupando diret-tamente il collega Lombardi, ex sindaco di Stradella, diciamo un po' l'artefice principale della riapertura e del rilancio del teatro So-ciale di Stradella. Diciamo che l'idea che si sta sviluppando è quella di una collabora-zione con la Fondazione del Teatro Fraschini di Pavia a partire dal 2015. Fino a dicembre invece abbiamo affidato provvisoriamente la gestione a una onlus del settore, visto che la Società dell’Accademia ha rinunciato per motivi interni.

Sindaco, va sottolineato che assicurare un'apertura di un teatro e garantire un teno-re elevato degli spettacoli, ha un bel costo.Il nodo più importante rimane quello dei costi. Come amministrazione abbiamo con-fermato 19 spettacoli in cartellone, come lo scorso anno, più altre serate speciali fuori programma. I soli costi artistici ammonta-no a 108 mila euro, senza considerare le utenze, la cui voce più rilevante è quella del riscaldamento, con una spesa di 33 mila

euro. Sono stabili le previsioni sugli abbo-nati, circa 650, e sulle presenze, stimate intorno alle 10 mila. Sarà la nuova commis-sione teatro, che si insedierà nelle prossime settimane, a studiare alcune modifiche al regolamento per la gestione della struttura e all’individuazione del nuovo soggetto ge-store. Abbiamo poi confermato l’avvio dei lavori alla copertura del teatro e il rifacimen-to degli infissi (80 mila euro, di cui 56 mila da regione Lombardia) e il ripristino, entro fine anno, del sipario storico, restaurato con un motore di sollevamento e avvolgimento (spesa di 3.250 euro), finanziata attraverso una serata benefica e uno sponsor privato.

Per chiudere: tra poche settimane sentiremo già il profumo natalizio. Ci sono sorprese in serbo, o la crisi colpirà ancora duramente?Spero che la crisi se ne vada e ci lasci final-mente stare. Questo sarebbe il regalo più bello per un amministratore di un Comune. Rilanceremo via Trento, la “stra vegia” con una serie di iniziative, dalla castagnata ai mercatini di Natale.

Siccome per gli auguri è ancora prematuro, ci sentiremo più avanti. grazie.

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l' oltRepò battezza le bollicine viRtuali

tutto queLLo che non sai ce L'hai già in tasca. entra neL tuo app store

Chi ha mai letto una lista di consumazioni di un qualsiasi bar lo sa: scovare una trac-cia di italiano è un' impresa che molto spes-so non trova vittoria. Il gusto si impone di essere trendy, accat-tivante già dall'ordinazione, di sapere di festa, gioventù e mondanità. Ecco quindi proliferare cocktail dai nomi più stravagan-ti, rigorosamente americani, proprio perché ormai sembra che solo il retrogusto stranie-ro sia capace di attrarre il pubblico.E' infatti fin troppo facile trovare un venten-ne con un cocktail a base di rum cubano e vodka russa. decisamente più difficile è invece imbattersi in ragazzi che ordinano un bicchiere di Pinot nero o di Moscato, per

esempio. Non sono solo i giovani a lasciare in un angolo le eccellenze italiane, spesso anche gli over quaranta ne ignorano o di-menticano l'esistenza, a favore di vini fuori confine.Ciò non accade ovviamente per la scar-sa qualità dei nostri prodotti ma a causa di una valorizzazione del territorio ancora troppo debole.Questo, Emanuele bottiroli, neodirettore trentaquattrenne del Consorzio Tutela Vini oltrepò Pavese, l'ha capito. ha capito che i tempi e le generazioni sono cambiati e che quindi anche la promozione delle nostre eccellenze deve mutare. La trasformazione di bottiroli ha preso forma con l'ideazione e lo sviluppo della prima applicazione gratui-ta per smartphone e tablet che ci accompa-gna nella scoperta delle perle enogastrono-miche dell'Oltrepò Pavese. Per farsi riscoprire le nostre eccellenze di-ventano quindi "social". Se non si sa più parlare l'antica lingua del mosto italiano allora è il vino stesso a rinnovarsi e ringio-vanirsi tuffandosi nella rete degli App store Apple e Android, imparando a cinguettare su Twitter, alzare il pollice su Facebook, condividere su Youtube e postare su In-stagram. già, perché è possibile fare anche

di maria Noemi grandi

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questo. Con l'applicazione su smatphone il consumatore smette di essere solo un sem-plice spettatore per cominciare a seguire e a condividere con le comunità virtuali citate le avventure vinicole e gastronomiche sue e di altri utenti. L'applicazione, che porta il nome del Con-sorzio promotore, ha per protagonisti i vini dell'oltrepò Pavese: dal Pinot nero al mo-scato, senza tralasciare bonarda, buttafuo-co, sangue di giuda e Riesling. Fornisce, però, anche una guida delle specialità ga-stronomiche e la raccolta di tutti gli eventi in programma. Si punta inoltre a un percorso di riscoperta del territorio e conoscenza del Consorzio. Con l'App si ottengono, infatti, le mappe di tutte le cantine in questione, i con-tatti per comunicare direttamente con l'en-te e svariati link dove è possibile scoprire la storia e altre curiosità di questa realtà.Non è ancora tutto. E' fondamentale, non solo far scoprire l'Italia agli italiani, ma por-

tare anche nel mondo le specialità del bel Paese. La neonata applicazione volge quin-di anche un occhio all'estero, essendo di-sponibile anche interamente in inglese. Il lavoro del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, fatto anche in vista dell'imminente Expo 2015, ci ricorda che l'Italia è un gigan-te addormentato sui suoi tesori. Ciò che è fondamentale è la promozione e la scoper-ta di queste ricchezze. L'idea del Consorzio è un'ottima risposta a questa necessità.Per la sua App sembra non aver dimenti-cato proprio nulla: dona alla tradizione un nuovo tocco "social" e la mette a portata di click, nelle tasche di tutti.Allora scopriamo la bontà che ci circonda. Stuzzichiamo attraverso uno schermo la voglia degli intramontabili sapori nostra-ni ma solo per gustarli a pieno, a telefoni spenti, nell'antica, inconfondibile, splendi-da e tutt'altro che virtuale lingua che si parla da secoli nelle cantine dell'Oltrepò Pavese.

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Il “giRo del po” In bIcIcletta a 78 anni

percorre miLLe chiLometri in soLitaria: daL monviso fino aL mare adriatico e poi iL ritorno a pavia

L’estate ormai alle spalle ci lascia in eredi-tà una piccola grande storia ancora da rac-contare. Quella del pavese Lorenzo Inglardi e della sua bicicletta. Settantotto anni sulle spalle e mille e cento chilometri accumu-lati nei polpacci, in soli dieci giorni di viag-gio. “dalla fonte al delta e ritorno a Pavia: avventura lungo il Po”. Quel che sembra il titolo di un libro, è molto più realisticamen-te il racconto della lunga pedalata di un amante delle due ruote e del bel Paese. La partenza sul Monviso, là dove il Po nasce, lo scorso 14 giugno, e poi giù seguendo le dol-ci curve di argini e stradine per non perdere mai di vista il grande fiume, fino al salto nel

mare. una sfida con sé stesso ma anche al progetto di ciclovia VEnTo, il percorso che unirà Torino a Venezia, attraverso oasi na-turali e città d’arte, per 679 km.

Signor Inglardi, l’idea nasce da qui?“Si, quando ho saputo del progetto del Po-litecnico di Torino mi sono messo subito in azione. Cosa faccio, ho pensato, aspetto il 2015? Per l’anno prossimo non arriverà mai quella ciclabile, così ho deciso di crearmi da solo il percorso”.una passione innata quella per il ciclismo, divenuta però attività amatoriale solo a quaranta anni di età. Poi, nel 2001, la svolta: via la pettorina delle gare e le strade traf-ficate per dedicarsi al gran tour. un modo diverso per fare sport e visitare le bellezze di un Paese che, ci racconta, merita di esse-re visto e vissuto a trecentosessanta gradi.“Il cicloturismo è la cosa più bella che ci sia per chi, come me, ama andare in bicicletta” spiega con due occhi azzurri che brillano di passione.

Lei viaggia sempre da solo?“Si, solo perché non trovo mai nessuno che venga con me (ride ndr). Provo a coinvolgere amici e conoscenti ma niente, non riesco a convincerli.

di Mario Fortunato

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Scherzi a parte, il discorso è molto sempli-ce: l’Italia va vista. Tanti preferiscono andare all’estero quando abbiamo un Paese ancora tutto da scoprire. Io ho scelto l’Italia e mi sono goduto un bellissimo viaggio tra città ricche

di storia e scorci naturalistici da cartolina”.A 78 anni però Lorenzo Inglardi non ha nes-suna intenzione di appendere gli scarpini al chiodo e dedicarsi ad hobby meno sperico-lati. Tante ancora le strade da percorrere e le città da attraversare: lui e la sua bici ed una nuova storia da raccontare.“Ho già parlato con la mia compagna della prossima avventura che ho in testa. Sarà una cosa un po’ fuori dalla norma però vorrei provarci se il fisico me lo consentirà. L’idea è di partire da Pavia e scendere fino a Roma, seguendo la via Francigena. Da lì proseguirei fino a Napoli e poi giù verso Reggio Calabria. Arrivato alla punta vorrei risalire dalla costa adriatica, passando da Bari, Taranto e altre città, per arrivare fino a casa”.

Vorrà mica riunire metaforicamente l’Italia?(Sorride ndr)”Si, mi piacerebbe tanto”. L’ulti-ma battuta prima di tornare a lavorare alla prossima avventura.

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happy hours musica dal vivo

serate a tema

feste e tanto altro ...

facebook.com/settantaquattrocafe

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una rassegna letterarIa all’Insegna

delle passioniuna serie di appuntamenti rivoLti a ogni fascia d’età, in compagnia di autori, professori, giornaListi e fiLosofi

di Marta Rubini

In occasione della XIII edizione della Ras-segna Letteraria, il centro storico di Vige-vano si è trasformato ancora una volta in un palcoscenico d’eccezione, con ospiti

di rilievo nazionale: Francesco Alberoni, Andrea de Carlo, gianantonio borgonovo, barbara Alberti e monica guerritore sono solo alcuni dei protagonisti della serie di incontri, letture e seminari, in scena dal 17 al 26 ottobre. La rassegna di quest’anno ha come Leitmotiv le passioni, un argomen-to dalle innumerevoli sfaccettature, molto suggestivo per l’importanza che riveste e ha sempre rivestito nella storia dell’uomo. La natura caleidoscopica del tema ha per-messo un approfondimento non solo da un punto di vista narrativo, ma anche in con-nessione con altre discipline, come la filo-sofia, la religione, l’arte, la psicologia e l’at-tualità. Proprio con quest’ultima si è aperto il primo incontro dedicato al fenomeno dei social network, in particolare a Facebook, e alla rilevanza che ha assunto ai giorni nostri. Tuttavia, prima di proseguire la rassegna, il nostro tema necessitava, per così dire, di un excursus sulle sue origini letterarie, oppor-tunamente affidato ai professori vigevane-si Orazio Rossanigo e Laura Pasquino, che hanno illustrato la passio (in greco pathos) nella letteratura classica, a partire da una

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spiegazione etimologica e antropologica. Dopo un’analisi sulla passione nel mon-do della recitazione, nella politica e nella vita di coppia, a chiudere gli incontri della Rassegna 2014 sarà la lectio magistralis di Philippe Daverio, critico d’arte, giornalista e conduttore televisivo.Come le edizioni passate, non potevano mancare i riconoscimenti alla carriera del Premio Letterario “Città di Vigevano” in me-moria di Lucio mastronardi: quest’anno per la sezione internazionale il premio è stato assegnato allo scrittore cileno Luis Sepùlv-eda, mentre per quella nazionale all’attore e regista giorgio Albertazzi. Inoltre, una giu-ria popolare, costituita da 70 lettori “forti” delle scuole cittadine, delle biblioteche del sistema e dell’università per la terza età, ha decretato Camilla baresani vincitrice del Premio Città di Vigevano, con il titolo Il sale rosa dell'Himalaya, lasciando al secondo posto Una commedia italiana di Piersan-dro Pallavicini, seguito da Marina Bellezza di silvia Avallone, gli altri romanzi finalisti selezionati da una prima giuria tecnica. La consegna dei premi, condotta da Ermanno Paccagnini e con la regia di Luca Malvasi, è avvenuta nella splendida cornice del Tea-tro Cagnoni ed è stata accompagnata dalle letture di giuseppe Cederna. Annullato, in-vece, per cause indipendenti dall'Organiz-zazione, l’atteso appuntamento con gior-gio Albertazzi, che avrebbe dovuto tenersi domenica 17 ottobre alle ore 21.00. A corollario, tante iniziative: seminari mat-tutini pensati per gli studenti delle scuole superiori, mostre tematiche, reading e grup-

pi di lettura riservati alla casa circondariale dei Piccolini ("Liberi come i libri"), un “Fuori rassegna”, che vuole coinvolgere anche al-tri luoghi della città e vede presente il “salo-ne del libro vigevanese”, con autori locali a confronto. Durate sabato 25 ottobre si svol-gerà la ormai tradizionale “giornata ma-stronardiana”, in cui le associazioni cultu-rali cittadine allestiscono un articolato pro-gramma di eventi a ricordo e studio dello scrittore vigevanese, partendo da una delle sue opere, che quest’anno sarà “A casa tua ridono”, romanzo del 1971, che scandaglia minuziosamente l’animo del protagonista Pietro, l’ultimo sconfitto dei personaggi ma-stronardiani.La Rassegna letteraria di Vigevano vuole essere l’occasione per ricordare uno dei più tormentati scrittori del neorealismo e per offrire al pubblico una manifestazione cul-turale di indubbia qualità, con artisti e intel-lettuali affermati nel panorama nazionale e internazionale.

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dalla lettura geronImo stIlton aI Racconti cReativi dI

due scRittoRi in eRbamattia e sofia, due bambini che passano iL tempo inventando

storie e immaginando La vita attraverso i Loro scritti...

... Il loro sogno è quello di scrivere un libro che superi il muro della classe e dei compa-gni di banco. Appuntamento a Natale per una loro prima creazione.

La curiosità non sempre è un difetto. Anzi qualche volta, preso nel verso giusto, ci porta a scoprire cose che fino a qualche in-stante prima ci erano sconosciute. Seduti sull’ultima rampa di una scala, sofia e mat-tia sfogliano con passione un libro. A turno leggono ciascuno una pagina, poi un capi-

tolo, poi chiudono il libro e si raccontano, ciascuno a modo proprio quello che non hanno ancora letto. Immaginare, inventare con parole proprie la fine di un libro. scrive-re un racconto per poi farlo leggere ai com-pagni di classe. Che bel gioco. Rimango af-fascinato da queste due lettori, mi avvicino silenziosamente per non disturbare il loro gioco. “Scusate, chiedo, posso chiedervi due cose?”. Loro, inizialmente fanno finta di non sentirmi, o forse, presi dai rispettivi racconti, non mi hanno proprio sentito. In-sisto: “Posso?”“Certo, mi dice sofia”, mentre mattia mi guarda stupito dalla mia curiosità e dal mio modo di fare così cortese e silenzioso. “Ma perché vi piace scrivere?”“E’ un modo per me di lasciare agli altri le mie sensazioni. Mi piace scrivere, dice So-fia, perché leggo anche molto”. una volta vinta la sua timidezza, mattia incalza: “Io cerco di trasferire tutte le parole che mi ven-gono in testa su una pagina per poi sogna-re di farne un film”. Capisco quindi che per loro la scrittura non è un esercizio di sintas-si ma un terreno dove seminare le proprie emozioni. Che bello! L’età dell’innocenza

di Paul bakolo Ngoi

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ha proprio qualche cosa di genuino. Colgo quindi l’occasione per giocare con loro. Do-mande brevi e risposte asciutte:Libro preferito: tutta la serie di geronimo Stilton (libri per bambini aventi per protago-nista l'omonimo personaggio e ambientati nell'immaginaria città di Topazia.). Incredi-bile, mattia e sofia non hanno avuto il tem-po di consultarsi ma la risposta è la stessa. Da lì capisco perché condividono la passio-ne per la lettura.un gioco da grande. se tu fossi un anima-

le? Per sofia, appassionata di equitazione, la risposta è ovvia, cavallo; mentre Mattia che adora il suo cane, mi dice che gli pia-cerebbe essere al suo posto e quindi un cagnolino. E poi continuo con i personaggi preferiti: Peppa pig e Ned per sofia; geor-ges (fratello di Peppa) e i suoi dinosauri per Mattia. Nei colori preferiti prevale il rosso assieme al nero e all’azzurro. sofia sogna Parigi e Roma, mentre Mattia vorrebbe viaggiare nel passato e visitare tutta l’Italia.Il gioco con loro potrebbe anche continuare ma mi rendo conto di invadere uno spazio che non è proprio mio e di rubare momenti all’ingegno, un dono della natura. E’ tem-po di levare le tende e lasciare loro ai loro pensieri. Mentre sto per salutarli, ecco che mi allungano dei fogli: “Questa è la nostra storia di Natale, l’abbiamo scritta, ora tocca a te metterlo in pagina. Sei tu lo scrittore, vero?”. Mi hanno colto in contropiedi, sono senza parole però accetto la sfida anche perché due muse ispiratrici così meglio non perderle. Appuntamento a tutti quin-di al racconto di Natale. La curiosità non è sempre un cattivo difetto, a volte fa bene al cuore e allo spirito.

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I giovani semPre PIù allergIcI alla lettuRa

Libri ormai passata di moda tra i ragazzi e sostituiti daLLe nuove tecnoLogie

Al giorno d’oggi il numero dei ragazzi che si dedica alla lettura è sempre più in diminu-zione: secondo i dati dell’Associazione Ita-liana Editori, nonostante il mercato italiano del libro si mantenga ancora fiorente, solo il 38% delle persone oltre i 14 anni si definisce "lettore", tenendo presente che in media i maschi leggono meno rispetto alle ragazze. La situazione si delinea piuttosto preoccu-pante se si considera che il 45% dei giovani dai 6 ai 19 anni dichiara di non leggere libri al di fuori di quelli scolastici.Per quale ragione la lettura, una pratica an-tica quanto la scrittura, non suscita più lo stesso interesse di un tempo? I pochi che lo fanno preferiscono leggere tramite internet con i loro iPad, iPhone, ab-bandonando ormai quasi in via definitiva quella vecchia immagine dell’usare il libro come mezzo di evasione fugace dalla vita quotidiana, lasciando da parte qualsiasi oggetto o persona che richieda la nostra attenzione. I ragazzi di oggi trascorrono il loro tempo soprattutto davanti al computer, giocando ai videogames, vivendo in com-pleta simbiosi con il loro cellulare. Ormai è un classico: ogni persona nella sua camera

di Marta Rubini

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ha un PC, una playstation, ma pochissimi libri da leggere. Quello che emerge è una pigrizia dilagante, che, a livello generale, porta a essere mol-to più spettatori che protagonisti. Tuttavia, non c’è da stupirsi. Si pensi, ad esempio, alla televisione, la più diretta concorrente del libro, che propone immagini alla veloci-tà della luce senza stimolare minimamente la materia grigia. In un esperimento del 1969 il ricercatore herbert Krugman scoprì che i rumori emes-si da TV possono pregiudicare nei bambini la loro capacità di interagire con altri esseri umani, rallentarne il pensiero cognitivo e lo sviluppo del linguaggio. Questo perché l’emisfero cerebrale sinistro, che elabora le informazioni in maniera logica e analitica, viene completamente disattivato quando un individuo guarda la televisione. Rivelò che, al contrario, leggere aumenta la co-gnizione e serve a costruire nuovi percorsi neuronali, poiché quando si legge si è co-stretti a pensare in modo critico e a visua-lizzare il «teatro della mente».Invece che impiegare il proprio tempo ip-notizzati davanti a notizie spesso di dub-bio gusto e utilità, a programmi altamente diseducativi, che mettono in ginocchio il nostro buon senso, potrebbe diventare una buona abitudine rilassarsi su una comoda poltrona e immergersi nella lettura. Ancora meglio sarebbe ritagliarsi abitualmente un momento per un buon libro in compagnia di un genitore, di un fratello o un amico.L’esempio dovrebbe in primis essere tra-smesso dai genitori, che i figli spesso ten-dono a imitare: una mamma e un papà non amanti dei libri, che magari ritengono la lettura noiosa e la considerano un obbligo scolastico piuttosto che una risorsa da con-dividere, difficilmente riusciranno a comu-nicare un messaggio positivo. una grande responsabilità spetta poi agli

insegnanti, che hanno il compito di sensi-bilizzare fin dalle elementari i bambini, por-tandoli a visitare delle biblioteche, facendo scegliere loro i libri che preferiscono e che più li hanno colpiti, evitando di obbligare giovanissimi impreparati a letture troppo impegnative e scoraggianti –anche perché, al momento di scriverne il riassunto, ricor-rerebbero a internet.I libri sono oggetti di cultura, rappresentano un formidabile strumento d’integrazione, di legame sociale e di comprensione dell’al-tro. Ogni libro che leggiamo ci trasmette delle emozioni, ci lascia qualcosa, ogni pa-gina sfogliata è uno spunto per sognare, che ci offre la libertà di rendere il protagoni-sta proprio come lo avremmo voluto.La lettura è un piacere. I piaceri, per defi-nizione, non si possono imporre. Peccato che in molti non si rendano conto di cosa si perdono.

sETTEmbRE • oTTobRE 2014 | 37

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iL cibo da strada

un nuovo modo per riLanciare Le città a LiveLLo turistico?

svelti, in piedi, si mangia! Per definizione, il cibo da strada (street food) è costituito da tutti quegli alimenti, incluse le bevande, pronti per essere consumati, venduti e mol-to spesso anche preparati in strada o in altri luoghi pubblici come le fiere e i mercati. soli-tamente vengono distribuiti da commercian-ti ambulanti, il più delle volte su banchetti provvisori, ma anche da furgoncini o carretti raffazzonati. ultimamente, in città di grandi e medie dimensioni, si è diffuso anche l'uso di piccoli locali che preparano e sommini-strano cibi da mangiare comodamente cam-minando per le vie del centro storico.L’impiego di questi alimenti consente, in genere, di mangiare in maniera più sem-plice, più rapida e meno costosa rispetto al consumo di cibo in un ristorante o in un altro luogo deputato allo scopo; per tale motivo, questa forma di nutrizione viene spesso preferita rispetto a modalità più for-mali di consumo, tanto da farle occupare un posto rilevante nello stile alimentare quoti-diano delle persone. Tale nutrizione rientra nel più ampio fe-nomeno del cibo informale (informal food sector), un settore che, nei paesi in via di sviluppo, rappresenta una delle strategie

adottate per provvedere ai propri bisogni alimentari. Molti di questi cibi si inserisco-no nella categoria del finger food e del fast food. In altri casi, il consumo alimentare per strada si rivolge a un tipo di sostentamento

di Sabrina Capelli

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sETTEmbRE • oTTobRE 2014 | 39

che, per lo scarso valore nutritivo e cultura-le, viene classificato come cibo spazzatura (junk food). Infine, esso è strettamente le-gato al fenomeno del cibo da asporto (take away/take-out) e ad altri generi di consumo “amichevole” di alimenti, come gli snack, gli spuntini e il pranzo al sacco.una modalità in forte espansione riguarda la somministrazione di questi nutrimenti attraverso distributori automatici, collocati in luoghi strategici come stazioni di treni o pullman, fermate di autobus e metropolita-ne, luoghi di lavoro, ospedali, scuole, centri commerciali. In questo caso, la tipologia di cibo che prevale maggiormente è quella dello spuntino (snack), spesso in prepara-zioni e confezionamenti di tipo industriale, e delle bevande calde e fredde. Il vantag-gio dell’erogazione automatica è quello di garantire un servizio ininterrotto 24 ore su 24 e la possibilità di somministrare cibi nei luoghi più disparati, anche in aree prive di servizi commerciali tradizionali.Inserito in un contesto moderno, all’inter-no di una società in continuo movimento, il cibo da strada può diventare il protagonista di iniziative culturali proposte alla cittadi-nanza nella convinzione che le delizie pret-à-porter, meglio ancora se fatte secondo gli usi della cucina locale, possano offrire agli esercenti un aiuto a uscire dal tunnel del-la crisi. Così facendo si ha la possibilità di far rivivere un preciso quartiere della città e creare un appuntamento che richiami turi-sti da altre province. Le bancarelle coinvolte potranno proporre pertanto una varietà infinita di cibi come ar-rosticini di agnello, fish & chips, riso basmati, spiedini di pollo, panini con wurstel e sala-mella, bruschette, tex mex, alette di pollo, hamburger, costine, piadine, patatine fritte e chi più ne ha più ne metta. Il tutto condito con prodotti tipici della realtà locale e birra artigianale. Passando al dolce, invece, sarà

possibile assaggiare i famosi macarons, dol-ci francesi, frittelle e bomboloni. Per non la-sciarli al loro destino, si può anche pensare di abbinare questi cibi a percorsi cittadini o in mezzo alla natura, con alimenti da consu-marsi all'ombra di monumenti secolari o sul-le rive di un fiume, facendo diventare questi itinerari dei veri e propri original food streets.Data la dimensione sociale, economica e culturale del fenomeno, il cibo da strada sta suscitando un interesse sempre più crescente, soprattutto tra le nuove gene-razioni: dagli studiosi di alimentazione agli antropologi, agli imprenditori di organiz-zazioni internazionali che si occupano di alimentazione, salute e benessere. Sarà la solita moda del momento? Per ora ci fer-miamo a degustarla!

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affrontare la crIsI col Jobs act

iL progetto deL governo renzi è ambizioso e genera degLi interrogativi, tra cui: davvero La ripresa economica passa

per La riforma deL mercato deL Lavoro?

di Marta Rubini

La parola “crisi” è ormai tanto utilizzata da aver creato una sorta di assuefazione. Dal-la rabbia alla rassegnazione il percorso può essere breve: così, a forza di sentir parlare di recessione si rischia di iniziare a non me-ravigliarsene più. Tra le maglie del pessimi-smo generale, tuttavia, da alcuni mesi cer-ca di insidiarsi il governo di matteo Renzi. dopo la manovra “degli ottanta Euro”, ora il premier sembra puntare più in alto con il cosiddetto Jobs Act. Ma viene spontaneo chiedersi se davvero la riforma del diritto

del lavoro possa essere la cura dei mali del nostro Paese.La scorsa primavera si è puntato molto sul contratto a termine (cui ora gli imprenditori possono ricorrere più facilmente che in pas-sato) per rilanciare l’occupazione nell’im-mediato. Se il motto storico del diritto del lavoro nostrano era “meglio un lavoratore a tempo indeterminato che un precario”, ora ci dobbiamo accontentare di un pragmatico “meglio un precario che un disoccupato”.Tuttavia, proprio in queste settimane il Par-

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lamento sta nuovamente discutendo le li-nee guida cui il governo dovrà attenersi, nei prossimi mesi, per una riforma organica e capillare del diritto del lavoro. L’idea di fondo del progetto riformatore in gestazione (che si ispira ai recenti progetti elaborati da team di esperti, come il sena-tore Pietro Ichino) è quella di ridisegnare radicalmente le forme contrattuali con le quali è possibile perfezionare l’assunzione dei lavoratori nel nostro Paese. Per rilanciare il mondo dell’impresa, si pen-sa di rendere meno oneroso il contratto di lavoro a tempo indeterminato, ovvero, di ri-durre i costi gravanti sull’imprenditore: non tanto l’esborso economico corrispondente a retribuzione, imposte e contributi, quan-to tutti quei vincoli che lo status protettivo del lavoratore subordinato comporta per il datore di lavoro e che possono tradursi in una maggiore difficoltà nel gestire a proprio piacimento l’organizzazione dell’azienda. A tale proposito entra in gioco l’articolo 18, che tutela i dipendenti contro i licenzia-menti illegittimi: facilitare i licenziamenti, nell’ottica del governo, significherebbe ren-dere meno intoccabili i lavoratori a tempo indeterminato e, quindi, indurre più facil-mente gli imprenditori a “correre il rischio” di assumere.Come contrappeso, la riforma dovrebbe prevedere anche misure a tutela dei lavo-ratori: in primis, l’eliminazione di alcune for-me contrattuali (come ad esempio il lavo-ro a progetto) atipiche e spesso usate dai datori di lavoro per assumere illegittima-mente lavoratori a basso costo. Insomma, il contratto a tempo indeterminato finireb-be col tutelare il lavoratore in modo un po’ meno forte rispetto all’attuale disciplina, ma acquisirebbe una maggiore diffusione (oggi, invece, quasi tutti i giovani entrano nel mercato del lavoro mediante tipi di con-tratti non standard). Inoltre, poi, seguendo

lo slogan “spostare la tutela dal rapporto al mercato”, alla minore tenuta anti licenzia-mento del contratto a tempo indeterminato dovrebbe fare da contrappeso anche la cre-azione di un nuovo e più efficiente sistema di ammortizzatori sociali, per sostenere il reddito dei disoccupati, collegato alla cre-azione di un circuito idoneo a favorire la ricollocazione in tempi rapidi di chi ha per-so il lavoro, attraverso corsi di formazione gestiti da apposite strutture e reti di offerte professionali condivise su ampia scala. Il tempo dirà se tale ambizioso progetto si tradurrà in pratica o se a prevalere sarà il tradizionale immobilismo italico. In caso af-fermativo, forse il Jobs Act non provocherà (a differenza di quanto potrebbe fare una drastica riduzione del cuneo fiscale) un ra-pido aumento complessivo dell’occupazio-ne; magari però contribuirà a una più equa distribuzione delle opportunità di lavoro, a cui ambiscono sempre più persone.

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Page 43: Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

sETTEmbRE • oTTobRE 2014 | 43

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La finestra sulla mente

ParlIamo dI emozIonI: la Rabbia

di gaia Vicenzi

Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

«La rabbia è una follia momentanea, quindi controlla questa passione

o essa controllerà te.»(Quinto Orazio Flacco, Epistole, 20 a.e.c.)

La rabbia, o meglio “l’aggressività”, è un’e-

mozione caratterizzata da diversi processi

emotivi e cognitivi che inducono il desiderio

di distruzione o danneggiamento. Si prova

rabbia quando percepiamo la presenza di

un ostacolo al raggiungimento di un obiet-

tivo importante o quando ci sentiamo at-

taccati fisicamente o verbalmente. La pre-

senza di questi elementi induce uno stato

di tensione che chiede automaticamente di

trovare una via di fuga, ovvero l’attuazione

di una reazione che aiuti a riequilibrare lo

stato di benessere preesistente. Spesso il

motivo che attiva la collera non è una vera

e propria minaccia fisica bensì deriva dal

nostro modo di interpretare quando accade

intorno a noi. Per esempio, se –nel trovare

ancora una volta l’anta dell’armadio di mio

figlio aperta- penso: “Non mi ascolta! Non

mi dà importanza!”, è molto probabile che la

mia reazione sia un urlo ultrasonoro carico

di accuse. Ma se, davanti alla stessa scena,

ragiono sul fatto che l’errore non è mortale,

che forse è innamorato e chissà dove ha la

testa, che l’anta è aperta ma i cassetti sono

ordinati, la reazione emotiva non solo può

cambiare di intensità ma anche acquisire

una diversa natura.

uno degli elementi caratterizzanti l’ag-

gressività è l’impulsività: quando siamo ar-

rabbiati, la tendenza immediata è quella di

esprimere subito quanto proviamo. In casi

estremi, in preda alla furia potremmo es-

sere capaci di fare cose pericolose e per-

dere il controllo di noi stessi. Per questo

motivo è assolutamente importante im-

parare a bloccare ogni forma di comporta-

mento quando siamo in preda alla collera.

Anche scrivere un semplice SMS in preda

all’irritazione dovrebbe essere inibito. Ap-

prendere ad agire solo quando la rabbia è

scesa porta con sé moltissimi vantaggi e

credo ben pochi svantaggi.

Ci sono persone più inclini a provare rabbia

di altre, ci sono persone che con più proba-

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sETTEmbRE • oTTobRE 2014 | 45

La finestra sulla mente

bilità attivano in noi impeti

negativi, ci sono situazioni

che più facilmente innesca-

no in noi un meccanismo

di ira e astio. Nonostante

queste differenze, l’unico

modo per non soccombere

a quest’emozione distruttiva

è lasciarla andare, senza ce-

dere all’azione.

una volta una persona mi ha

raccontato che, per resistere

all’impulso di aggredire ver-

balmente il proprio capo al

lavoro, pensa di avere una

lametta sulla lingua: se ini-

ziasse a parlare, si taglierebbe. Mi è piaciu-

ta molto questa strategia di regolazione,

perché rimanda all’idea che, se cedessimo

alla tentazione di assalire chi abbiamo da-

vanti, ci sarebbero sicuramente delle riper-

cussioni sfavorevoli su di noi.

Questo non significa non dover reagire, ma

imparare a farlo solo dopo aver controllato

l’emozione che esplode.

Possiamo iniziare a respirare e rimanda-

re all’altro che ci sta facendo arrabbiare e

che preferiamo riaffrontare l’argomento

quando saremo più calmi. Possiamo stare

in silenzio e spiegare lo stesso con la no-

stra motivazione a riflettere su quanto sta

accadendo, invitando anche l’altro a farlo.

Possiamo allontanarci dalla situazione e

ritornarvi solo in un secondo momento.

Possiamo sfogarci scrivendo, andando a

correre, telefonando ad un amico che pos-

sa ascoltarci senza giudicarci ma senza

aizzarci ancora di più contro l’oggetto della

nostra tensione.

Quando l’emozione sarà decantata, avre-

mo la razionalità saggia che renderà più

probabile o il cambiare la situazione che ha

generato la rabbia (se è possibile cambiar-

la), o l’accettare che la situazione sia acca-

duta (se ormai nulla può essere fatto per

modificare quanto successo).

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Page 46: Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

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Page 47: Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

sETTEmbRE • oTTobRE 2014 | 47

parole dimenticate e curiosita’ linguistiche La più intima ricchezza deLLa Lingua itaLiana

Á Concionare Tenere un concione (discorso solenne). Fare discorsi ampollosi e retorici.Talvolta alcuni politici, o magistrati, amano tenere dei gran concioni, vale a dire che si mettono a dissertare, a discutere si un qualcosa, ma lo fanno dilungandosi.

Á Delatore Spia, qualcuno che per servilismo, vendetta o dietro compenso economico, denuncia qualcun alro all’autorità. Il delatore è il vicino di casa che va al Comune a dire che avete costruito un pollaio abusivo.

Á Foriero Che precede o annuncia qualcosa o qualcuno. Precorritore, messaggero. Se vedete delle nuvole nere, capite che sta per arrivare un

temporale. Dunque le nuvole nere sono foriere di temporali. Oppure il foriero può essere una persona che anticipa, un esercito, e anuncia agli altri che sta arrrivando la guerra.

Á Intabarrarsi Coprirsi pesantemente con un cappotto o altro. Imbacuccarsi, infagottarsi. Se vedete una persona che, ai primi freddi, si mette subito un cappotto, si fa tre giri di sciarpa ecc… si sta semplicemente intabarrando.

Á Querulo Lamentoso, piagnucolso.Il classico esempio di tono querulo, è quello del bambino che dice: "E dai, lo voglio… dai mamma. Me lo compri, me lo compri…” e intanto gli iniziano a scendere due lacrime.

paRole desuete

cuRiosità linguistiche Á Dio me l’ha data, guai a chi la tocca!

Francese: Dieu inc l’a donnée; garde (o gare) a qui y touchera. La storica frase, ripetuta a volte scherzosamente per dichiarare la ferma intenzione di non rinunciare a qualcosa di cui si è gelosi possessori, fu pronunciata da Napoleone I durante la cerimonia per la sua incoronazione quale re d’Italia, avvenuta il 26 maggio 1805 nel duomo di Milano, quando l’Imperatore prese dall’altare e da solo si pose in capo la storica corona ferrea, diadema del VII secolo donato dalla regina longobarda Teodolinda al duomo di Monza.

Á Usare il bastone e la carotaRicorrere alle buone o alle cattive maniere, secondo le circostanze, per piegare uno alla propria volontà, come si fa con cavalli e somari. L’espressione fu usata da Winston Churchill in due discorsi del 1943 per indicare la politica che intendeva seguire nei confronti dell’Italia.

Page 48: Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

PAVIA BAR LANTERNA VIA SAN GIOVANNINO 23/25BIERHAuSVIA SAN GIOVANNINO 9BAR VIER VIA SAN PAOLO 19/21PASTICCERIA BORDONIVIA SAN PAOLO 5BAR LA DOLCE SOSTAVIA PARCO VECCHIO 19CARREFOuR LA TORRETTAVIA TORRETTA 1PALESTRA L’ARTE DEL MOVIMEVIA CASSANI 7BAR INTERNO CARREFOuRVIA VIGENTINABAR FORTE VIA VIGENTINA 20BuFFETTI VIA VIGENTINA 14/fPuB OLD WILD WEST VIA VIGENTINA 1BENZINAIO ENIVIA TASSO 4 HAYASHIVIA BANDELLO, 4BAR GIALLO VIA GILARDELLI BAR LO SPuNTINO VIA OLEVANO 2BAR TRATTORIA IOLANDA VIA RISMONDO 56BAR BIJLIA COFFEE AND FOODVIA BRAMBILLA 70 CPIZZA LEGGERAVIA BRAMBILLA 70BAR MAXI VIA DAMIANO CHIESAINPS V.LE CESARE BATTISTI 25BAR MINERVAP.LE MINERVA BAR GRAN CAFFE’V.LE CESARE BATTISTI 1 MINERVAPANETTERIA PANE E RISO VIA MANZONI BAR LIBERTY V.LE LIBERTA’ 51BENZINAIO REPSOL VIA BRAMANTE BAR MORETTIVIA DEI MILLE 214BAR TABACCHI DABBENE VIA DEI MILLE 36BAR LA CREMERIA P.LE PONTE TICINO-PONTE COP.BAR IL PONTE P.LE PONTE TICINO-PONTE COP.GELATERIA PANNA E CIOCCOLATOP.LE PONTE TICINO-PONTE COP.BAR ARTE E CAFFE’ S. PIETRO IN VERZOLO 19BAR HARRY’SV.LE CREMONA 142BAR CAMPARI V.LE CAMPARI 44

BAR PAuSA CAFFE’ P.ZZA EMANuELE FILIBERTOFARMACIA DEL BO’P.ZZA EMANuELE FILIBERTOBAR PANE E SALAMEC.SO CARLO ALBERTO 72LA TIGELLERIA C.SO CARLO ALBERTO 28CAFFE’ ANNABELLASTRADA NuOVA 2BAR GuSMAROLI STRADA NuOVA 128NEW STREET BAR STRADA NuOVA 29CAFFE’ DEL TEATRO STRADA NuOVA 75TAVERNA ABBIGLIAMENTOSTRADA NuOVAVIGONI PASTICCERIASTRADA NuOVA BAR CRISTAL VIA XX SETTEMBRE 50F.LLI CARRARAVIA XX SETTEMBRE 52CINEMA POLITEAMA C.SO CAVOuR CAFFè MILANIC.SO CAVOuR 30/GBAR CAFFE’ KOBAN P.ZZA DuOMO 9 CAFFè DuBLINOC.SO CAIROLI 24/ABAR BORDONI VIA BORDONI 26CAFFE’ TRE TORRI VIA SPALLANZANI 1/3BAR L’ALTRO VERSO C.SO MAZZINI 20BAR AuGuSTuSP.ZZA DEL MuNICIPIO BAR GERRYP.ZZA DEL MuNICIPIO 1ASLC.SO GARIBALDIBAR SAN SIRO C.SO GARIBALDI TABACCHI 72C.SO GARIBALDI 72BAR ITALIA C.SO GARIBALDI 31BAR AMBARABAR C.SO GARIBALDI 70GEOTECNICA C.SO GARIBALDI 40ASLV.LE INDIPENDENZA 3BAR SOPHIE V.LE INDIPENDENZA BAR CASTELLO P.ZZA EMANuELE FILIBERTO CAFFE’ PETRARCAVIA MATTEOTTI 28F.LLI CARRARAVIA XX SETTEMBRE 42/ACLINICA MONDINOVIA MONDINO 2FONDAZIONE MAuGERIVIA MAuGERI 4MC DONALD’SVIA BRAMBILLACASAVIVAVIA GIuSEPPE PIERMARINI

BELGIOIOSO LATTERIA SAN GIORGIO VIA GARIBALDI 42BAR BABYLONVIA uGO DOZZIO 5/7BENZINAIO ESSOV.LE DANTE 8BAR CARREFOR MARKETV.LE DANTE 38SILVY BARP.ZZA VITT. VENETO 8BAR LO STORICO LONDRAP.ZZA VITTORIO VENETO 14ACI BELGIOIOSOVIA GARIBALDI 23

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BAR CAFFE’ TEATRO C.SO XXVI APRILE 5MBP.ZZA V. VENETO 24

CASTEGGIO BAR CAESAR VIA ROMA REVE CAFFE’ VIA ROMAMB VIA EMILIA 46 MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA BENZINAIO SHELLVIA CASTEEGGIO 42 VOGHERA ANTICA TRATTORIA LOMBARDIA C.SO XXVI MARZO 139BAR BON BONC.SO XXVI MARZO 84 COMuNE C.SO ROSSELLIASM C.SO ROSSELLIBLuE BAR VIA XX SETTEMBRE 7CAFFE’ DE PRETIS VIA DE PRETIS 23INVIDIA CAFFE’P.ZZA F.LLI BANDIERA BAR LIGuREC.SO 27 MARZO BAR CRISTALLOVIA GABETTA VICINO DuOMOCAFFE’ INDIPENDENZA V.LE INDIPENDENZA 30BAR MATTEOTTI VIA MATTEOTTI 61BAR ESPRESSO ITALIANO TAB.VIA CARLO EMANuELE 28GELATERIA IL CAPRICCIO VIA XX SETTEMBRE 52LOCANDA DELLE FATE VIA RINO BALLADORE 23BENZINAIOP.LE QuARLERINATuRALPANVIA EMILIA 176 SANNAZZARO DE BuRGONDI COMuNE VIA CAVOuR 18SOLE LuNA CAFFE’ VIA CAIROLI 25 CAFFE’ MAGNOLIAVIA MAZZINI 36

MORTARA MuNICIPIO P.ZZA MONS. DuGHERACAFFE’ GARIBALDI C.SO GARIBALDI 2CAFFE’ SANTI C.SO GARIBALDI 116GASOMETRO BARVIA MILANESE 632

GARLASCO EDICOLA PAZZI GIANFRANCOVIA BOZZOLA 13COMuNE DI GARLASCO P.ZZA DELLA REPuBBLICA BAR COMMERCIO P.ZZA REPuBBLICA 2BLuE BAR CAFFE’C.SO CAVOuR 38TORTuGA CAFE’C.SO CAVOuR 132LAZZARONI ABBIGLIAMENTO VIA L. DA VINCI BAR LO SCOGLIO VIA L. DA VINCI 47

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Page 49: Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

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Page 50: Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

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Page 51: Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

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michele placido al teatro fraschini- una tragedia molto più che contemporanea -

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michele placido al teatro fraschini

- una tragedia molto più che contemporanea -

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Page 52: Pavia In Tasca Settembre/Ottobre 2014

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