Pavia in Tasca Novembre/Dicembre 2013
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Novembre - Dicembre 2013
Un magicoNatale a tutti voi!
Cari amici e care amiche,
come tutti gli anni, anche quest'anno, in occasione del Natale e del Capodanno, c'è l'usanza di scambiarsi gli auguri.
Ma quest’anno la redazione di Pavia in Tasca decide di scambiare de-gli auguri particolari, ci siamo chiesti a che serve scambiarsi gli auguri? Come si può essere personalmente contenti quando queste nostre feste sono fatte a scapito dei poveri del mondo?
Il Natale, per i cristiani, è la festa della nascita di Cristo, dell'Emmanue-le, del "Dio con noi". è la festa della nascita ed è così diventata la festa dei bambini per antonomasia.
Una festa che è così la festa della speranza in un futuro migliore, per i più, o nella venuta del Regno di Dio per i cristiani. Ed un bambino è sicura-mente, con la sua vitalità, un segno di speranza che rinnova la vita.
Ecco perché la scelta dell’immagine di copertina, un bambino sorri-dente che è segno di speranza!
Ci auguriamo che tutti insieme possiamo contribuire a rendere questo nostro mondo migliore di come lo abbiamo trovato, sconfiggendo l'o-dio, le menzogne, la violenza dei forti sui deboli, dei sazi sugli affamati, dei ricchi sui poveri.
Buon Natale a tutti voi, a tutti noi, noi con il sorriso di un bimbo, i bimbi sono il nostro futuro e la speranza del mondo!
La Redazione
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Novembre - Dicembre 2013
Un magicoNatale a tutti voi!
EDITORIALE | NOVEMBRE - DICEMBRE 2013
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Periodico bimestrale “Pavia in tasca”Sped. in a.p. lettera BRivista Edita da Princi s.r.l. Anno 22 - NOVEMBRE - DICEMBRE 2013Euro 0,90
Registrazione del Tribunale di Pavia N°394dell’8 giugno 1991 Copyright la Fenice Editore s.r.l.E’ proibita la produzione anche parziale del contenuto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
6 A Pavia il nuovo percorso ciclo-pedonale
8 Pavia è “Città Europea dello Sport”. Ma non si ferma qui
12 Servizi energetici: Linea Più a fianco dei cittadini
15 Monet a Pavia, tra pittura e nuovi media
19 Un festival e un corso universitario sulle mafie italiane hanno animato la città
23 Roseline Fataki studia il mondo della moda
26 Jonas Onlus, il modo per stare meglio
29 Vellezzo Bellini
30 San Riccardo Pampuri, struttura d’eccellenza a Trivolzio
33 Beneficenza: il vero miracolo di Natale
34 Un presepe goliardico
36 Pavia nel Cuore, salva una vita
38 I media: come essere mezzi di comunicazione di un’etica cristiana
40 Un nuovo modo di lavorare: il coworking sbarca a Pavia
42 Rispolveriamo un po' di galateo
44 Identità e abbigliamento
47 Parole dimenticate e curiosità linguistiche
INDICE | NOVEMBRE - DICEMBRE 2013
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6 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
A PAVIA Il NUOVO PERCORSO
CIClO-PEDONAlEUNA CITTà SEMPRE PIù A MISURA D'UOMO. UN'OPERA ChE
ChIEDEVANO IN TANTI E ChE Dà VAlORE AGGIUNTO ANChE Al NOSTRO FIUME
Castello Visconteo, parco del Ticino, Tra-
vacò Siccomario. A piedi, di corsa o in bici-
cletta. Già, perché le opportunità di godersi
le bellezze di Pavia e dintorni non finiscono
di stupire. “Nell’ambito del Piano Operativo
Regionale e con finanziamenti regionali in
collaborazione con il Comune di Travacò –
spiega il sindaco di Pavia Alessandro Cat-
taneo – abbiamo realizzato in città un vero
e proprio sistema di percorsi ciclo-pedona-
li comodi e belli. Pavia è da sempre città a
misura d’uomo e con queste nuove ciclabili
lo sarà sempre di più”. Si parte dal Castello
Visconteo e dal suo fossato: da viale Ar-
gonne, dove per anni ha dominato incuria
e degrado, fino all’ingresso principale del
Castello verso il centro storico, si snoda un
nuovo percorso ciclopedonale: “E’ un gio-
NOVEMBRE • DICEMBRE 2013 | 7
iello – continua Cattaneo – in un luogo, il
nostro Castello Visconteo, che da quattro
anni abbiamo voluto valorizzare come vera
e propria nuova piazza della città. Si può
accedere alla ciclabile da piazza Emanuele
Filiberto e si circumnaviga il Castello lungo
le mura. In futuro, inoltre, lungo il percorso
potranno essere organizzati eventi e rasse-
gne con l’obiettivo di renderlo un luogo dav-
vero nevralgico per la vita cittadina”. E poi il
Ticino, lungo il quale transitano tutti i giorni
centinaia di runners e ciclisti: “Da quando
siamo arrivati a palazzo Mezzabarba abbia-
mo indicato la riqualificazione della sponda
sinistra del Ticino tra le priorità – sono le
parole del sindaco – e il nuovo percorso ci-
clo-pedonale che va dall’Idroscalo alla Sora
e che è in fase di conclusione ne è dimostra-
zione concreta nei fatti. Il Ticino per Pavia è
e deve essere un valore aggiunto. Anche io
sono sempre andato a correre lungo il fiume,
ma si trattava di un percorso con ostacoli e
troppi elementi di discontinuità: adesso è
sufficiente dare un’occhiata dal Ponte Vec-
chio per ammirare un percorso ben delinea-
to, curato, con apposite recinzioni e, a breve,
l’illuminazione. E’ un intervento di grande
qualità che i pavesi apprezzeranno molto
soprattutto, ovviamente, con l’avvento della
prossima primavera”. E dalla fine del Borgo
Ticino, precisamente da via Vignazza, parte
la nuova pista ciclabile che collega Pavia a
Travacò Siccomario: “Anche in questo caso
è un’opera che chiedevano in tanti e per-
mette di percorrere in totale sicurezza e in
mezzo alla natura il tragitto tra Pavia e Tra-
vacò, evitando il traffico della statale – con-
clude Cattaneo -: tutto questo grazie ad una
proficua sinergia con il Comune di Travacò”.
8 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
PAVIA è “CITTà EUROPEA DEllO SPORT”.
MA NON SI FERMA qUISUllE AlI DEll’ENTUSIASMO DOVUTO Al RECENTE
RICONOSCIMENTO CONTINUA l’OPERA DI PROMOzIONE DEllO SPORT PAVESE
lo scorso 6 novembre a Bruxelles, presso la
sede del Parlamento Europeo è stato con-
segnato dall'ACES (Associazione Capitali
Europee dello Sport) alla Città di Pavia il ri-
conoscimento di “Città Europea dello Sport
2014”. la delegazione pavese che ha ritira-
to l'ambito premio era guidata dal Sindaco
Alessandro Cattaneo e dall'Assessore allo
sport Antonio Bobbio Pallavicini, accompa-
gnati anche dal presidente del CUS Pavia
Cesare Dacarro e da lorenzo Branzoni, il
Governatore Panathlon International Area
2 lombardia.
E’ stato un traguardo fortemente voluto dal-
la città tutta, un successo raggiunto grazie
all’incredibile impegno e alla collaborazione
da sempre profuse da tutti gli operatori spor-
tivi che lavorano sul territorio e che contri-
buiscono a promuovere la Città di Pavia. Un
premio che è stato dunque frutto del grande
lavoro svolto negli ultimi mesi ma che è an-
che un’occasione e uno stimolo in più per
l’organizzazione di ulteriori eventi sportivi in
città e nella provincia. Una menzione parti-
colare va al Comune di Pavia ed in partico-
lare all’Assessorato allo Sport, che hanno
organizzato lo scorso settembre il primo Pa-
via Export, la manifestazione che forse più
di tutte rappresenta lo spirito sportivo e di
aggregazione sociale della città.
Il tutto si è svolto presso l’area compresa
tra il Campo CONI e il PalaRavizza, polo
sportivo della città, creando così una vir-
tuale “Cittadella dello Sport”, che ha visto,
per quattro giorni consecutivi, l’alternarsi di
studenti delle scuole e di visitatori di fronte
all’offerta sportiva messa loro a disposizio-
ne dalle 50 associazioni che hanno aderito
al progetto. Sono state inoltre allestite aree
tematiche dove provare, sotto la guida di
NOVEMBRE • DICEMBRE 2013 | 9
istruttori altamente qualificati, tutte le di-
scipline sportive che è possibile pratica-
re in città: tra i tanti sport si è variato dai
classici come ciclismo, pallavolo e basket
fino alle arti marziali, scherma medievale e
addirittura equitazione. Non sono mancate
all’appello anche un’area esclusivamen-
te riservata al ballo e una dedita ai giochi
della tradizione pavese, riproposti da alcu-
ni appassionati per le nuove generazioni,
come ad esempio il “lancio della Ruzzola”.
Vari sono stati i progetti che hanno avuto
luogo durante i giorni della manifestazione,
tra i quali da segnalare sono senza dubbio
“Donna Marziale” e la Staffetta Marathon
Solidarietà in Pista; inoltre la piscina di via
Folperti è stata messa a disposizione per
provare gratuitamente fitness, staffette,
giochi guidati in acqua e giocatriathlon
aperto ai bambini. l’ondata di entusiasmo
dovuta al successo di questa edizione ed
all’assegnazione del recente premio por-
terà con ogni probabilità ad una riproposi-
zione prevista per il prossimo anno.
10 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
Ma gli effetti dovuti al riconoscimento di Cit-
tà Europea dello Sport non si fermano certo
qui: dopo 13 anni è stato finalmente messo
in programma il rifacimento della pista del
campo Coni di Pavia, il tutto volto ad offri-
re una struttura di alta categoria in modo da
consentire l’organizzazione di manifestazio-
ni a livello internazionale e non.
l’Assessorato allo Sport, che segue il pro-
getto occupandosi sia dell’aspetto burocra-
tico, sia tecnico che sportivo, ha partecipato
alla consulenza per la progettazione della
ristrutturazione di tutto il complesso ed ha
stanziato circa 600 mila euro per sostituire
la pista e 150 mila per i lavori accessori, gli
spogliatoi, le docce, e per l’implementazio-
ne dei servizi legati alla struttura. Una radi-
cale messa a nuovo del campo Coni, il qua-
le sarà probabilmente presentato al pubbli-
co in tutto il suo splendore tramite il lancio
di un’importante manifestazione sportiva.
Tirando le somme, è chiaro che il ricono-
scimento ricevuto da Pavia non è stato
solamente il punto di arrivo dell’impegno
messo nello sport negli ultimi tempi, anzi, è
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stato l’incipit per promuovere ancora di più
le attività sportive anche a coloro che so-
litamente non se ne interessano, coinvol-
gendo sempre più persone sulle ali dell’en-
tusiasmo di un premio di livello europeo.
Una grande occasione che la città sembra
aver colto pienamente.
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MONET A PAVIA, TRA PITTURA E NUOVI MEDIA
ARRIVANO DA COllEzIONI DI IMPORTANzA ASSOlUTA lE OPERE ChE RACCONTANO A PAVIA, FINO Al 15 DICEMBRE, Il GENIO
DI ClAUDE MONET. ACCOMPAGNATE DA UN MODERNISSIMO E COINVOlGENTE AllESTIMENTO INTERATTIVO
è in suo onore – o meglio “disonore” – che
la critica miope e conservatrice dell’epoca
ha battezzato un’intera stagione creativa.
Senza sapere che quel termine coniato con
disprezzo sarebbe diventato sinonimo di
una tra le pagine più importanti dell’arte mo-
derna. Nasce in riferimento a Claude Monet
la parola “Impressionismo”, e il suo atto di
nascita è tra i pezzi pregiati della mostra che
Pavia dedica al grande pittore francese: c’è
anche una copia di quel giornale parigino
uscito nel 1874, oggi conservata alla Galle-
ria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nel-
le teche allestite alle Scuderie del Castello
Visconteo, memoria della prima pessima
recensione guadagnata da un artista desti-
nato a fare la storia. Prosegue grazie all’au-
torevole regia di Philippe Cros il viaggio alla
scoperta delle grandi firme di un movimento
dal fascino immortale, dopo il successo ri-
scosso dalla retrospettiva su Pierre Renoir
e dall’inedito triangolo tra Degas, Toulou-
se-lautrec e l’italiano zandomeneghi. Sono
ospiti della città fino al 15 dicembre opere in
arrivo da collezioni sparse in ogni angolo del
mondo, dal mitico Musée d’Orsay di Parigi
a Johannesburg, raccolta di immagini e sug-
gestioni che sa gettare una luce completa
ed esaustiva sul percorso dell’artista. Pochi
ma buoni gli autografi del maestro, selezio-
ne accorta e intelligente che sa centrare con
precisione l’obiettivo di illustrare le diverse
stagioni creative di Monet, le sue passioni e
anche ossessioni; costruendo un percorso
narrativo che affonda le radici nelle opere
giovanili e si estende fino alla più completa
e sicura maturità artistica. le riflessioni lu-
ministiche sulla pittura en plein air si svela-
no in tutta la loro magniloquente modernità
nella ricca serie di paesaggi marini, vere e
proprie fotografie scattate con lo sguardo
dell’anima; una tecnica sopraffina quella di
Monet, che dimostra tutto il suo genio nel
di Francesco Sala
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confronto, suggerito in mostra, con le opere
del maestro Eugène Boudin e di altri pittori
coevi. Surclassati senza pietà, per equilibrio
formale e visione compositiva, dall’estro uni-
co e inimitabile di un genio assoluto.
Non mancano a Pavia le opere da libro di
storia, capolavori assoluti dell’arte dell’Ot-
tocento. Appartengono a due delle serie
dipinte dall’artista maturo, reiterazione
febbrile e quasi esasperata del medesimo
tema, i due pezzi più importanti della mo-
stra: una versione del celeberrimo Waterloo
Bridge, dipinta a londra; ed una della mitica
Cattedrale di Rouen.
Oltre alle opere è l’allestimento a destare
motivi di grande emozione. Sei ritratti, sei
volti, sei storie; voci e parole che riverbe-
rano lungo il percorso espositivo: narratori
d’eccezione che interpretano con delicata
poesia passi ispirati ai carteggi intrattenuti
dal maestro con i suoi allievi, amici, com-
mittenti e confidenti. I quadri si alternano
a schermi lCD, le immagini fissate oltre un
secolo fa sulla tela si affiancano a video
di grande impatto, con attori a prestare il
proprio volto a chi Monet l’ha conosciuto,
accompagnato a volte anche sopportato.
Sicuramente, incondizionatamente, amato.
Far combaciare gli impegni di lavoro con gli im-pegni relativi alla vita privata e familiare, è stato da sempre un’impresa ardua, ma con l’impegno del Presidente ACAOP Spa Angelo Abbiadati, il Presidente BRONI STRADEllA Spa luigi Mag-gi, Manuela Preda di CNA Servizi - CAF Imprese s.r.l., Ilaria Marzi Dirigente Struttura Promozione della famiglia e del volontaraito REGIONE lOM-BARDIA e Cristina Varesi Assessore alla Fami-glia e alla solidarietà sociale, per quest’anno in ACAOP SPA e BRONI STRADEllA SPA tutto ciò è stato possibile grazie al progetto “Familiar-menteInAcaop”.Il progetto verte su quattro punti cardine:• Un supporto scolastico, extrascolastico ai figli dei propi dipendenti;
• Un servizio di trasporto e accompagnamento per i familiari dei dipendenti con difficoltà moto-rie o in mancanza dei servizi pubblici;• Offrire un servizio di disbrigo piccole pratiche (pagamenti postali, bancari, prenotazioni visite o ritiro esiti);• Servizio di visite e Check Up medici ai dipen-denti effettuati direttamente in azienda.
E ancora servizi di grest, baby sitter, pre e dopo scuola, sostegno sportivo e servizi extra scolastici (corsi di musica, di lingua inglese e visite guidate). 150 dipendenti, 80 familiari interessati, 10 con-venzioni stipulate sono le considerazioni finali positive di questo progetto, che ha permesso:
Un approccio motivato al tema della conciliazione.Aumento di soddisfazione personale.
Miglioramento dell’efficienza personale.Maggior senso di appartenenza all’azienda.
Minor assenteismo.Acquisizione della consapevolezza dei benefit
offerti.Un esempio concreto per altre aziende.
Il progetto FamiliarmenteInAcaop che permet-te la conciliazione fra lavoro e famiglia, si conclu-derà con dicembre 2013.Un ringraziamento particolare va anche a Regio-ne lombardia che grazie al suo contributo, ne ha permesso la realizzazione.
Progetto "FamiliarmenteInAcaop"
un esemPIo dA seguIre
Il Presidente di ACAOP Spa Angelo Abbiadati Nella foto il Presidente ACAOP Spa Angelo Abbiadati, il Pre-sidente BRONI STRADEllA Spa luigi Maggi, Manuela Preda
di CNA Servizi - CAF Imprese s.r.l. e Cristina Varesi
Il Presidente Angelo Abbiadati e Ilaria Marzi, Dirigente Struttura Promozione della famiglia e del
volontariato REGIONE lOMBARDIA
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NOVEMBRE • DICEMBRE 2013 | 19
UN FESTIVAl E UN CORSO UNIVERSITARIO
SUllE MAFIE ITAlIANE hANNO ANIMATO lA CITTà
UNA RISPOSTA DEllE ISTITUzIONI AllA FORzA ESPANSIVA DEllA CRIMINAlITà ORGANIzzATA
Pavia - Una volta, si diceva mafia e tutti
guardavano alle regioni del sud. la Cam-
pania, la Sicilia, la Calabria, la Puglia, per
tutti erano, in alcuni territori in particolare,
zone franche. Parte del paese controlla-
ta dalle cosche mafiose. I film visti in tivù
hanno contribuito a rafforzare questo luogo
comune. Termini come sacra corona unita,
‘ndrangheta, camorra, lupara bianca, erano
entrati nel linguaggio comune. Parole pe-
santi che al nord facevano tremare i polsi.
Poi pian piano la geografia delle mafie è
cambiata. la piovra ha esteso i suoi tenta-
coli in tutto il paese creando affiliati, capi,
uomini d’onore, fino a raggiungere quelle
fette della società che fino all’altro ieri era-
no immuni da qualsiasi contaminazione.
Termini come criminalità organizzata, con-
cussione, collusione con la mafia, sono en-
trati nel vocabolario di tutti.
Negli ultimi vent’anni, in lombardia le ma-
fie hanno mostrato le loro facce feroci. Non
venivano più soltanto arrestati i manovali
ma anche personalità di spicco del mondo
dell’imprenditoria, della politica e di qualsi-
asi altro rango sociale. la mafia dei colletti
bianchi e non solo più degli uomini semplici.
In lombardia, ma anche nel resto del ter-
ritorio nazionale, negli ultimi vent’anni si è
quindi aperta una caccia senza tregua con-
tro le mafie. lo Stato si è svegliato – soprat-
tutto dopo l’uccisione di giornalisti, docenti
universitari, magistrati, ma anche semplici
cittadini – e ha deciso di mostrare i muscoli.
Molti uomini della Stato, e non solo, si sono
messi in primo piano, alcuni vivendo sotto
scorta, alcuni continuando a rischiare pur di
gridare forte il ritorno alla legalità. la con-
sapevolezza che la mafia esiste e uccide si
di Paul Bakolo Ngoi
Nella foto il professore Enzo Ciconte conside-rato fra i massimi esperti in Italia delle dinami-
che delle grandi associazioni mafiose
20 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
è fatta forte nella popolazione, nelle scuole,
nelle università anche se la forza espansi-
va della ‘ndrangheta continua a corrodere
strati della cittadinanza che continua a vi-
vere nell’illegalità.
A Pavia per tutto il mese di ottobre, e parte
di novembre (i due ultimi incontri il 14 no-
vembre sulle donne contro la ‘ndrangheta,
presente Alessandra Cerreti, sostituto pro-
curatore presso la Direzione distrettuale
antimafia di Reggio Calabria; e il 19 novem-
bre con Enzo Rando, avvocato delle vittime
di mafia) si sono tenuti, presso il collegio
universitario Santa Caterina, interessanti
corsi sulla storia delle mafie italiane, a cura
del professore Enzo Ciconte. è bastato leg-
gere i nomi degli intervenuti nelle sei serate
in programma per capire come oggi sensi-
bilizzare i giovani sia davvero una priorità
e leggendo tra le righe si capisce anche
come le esperienze a confronto vuole sra-
dicare questo fenomeno. Anche l’iniziativa
promossa del “Associazione libera - Nomi
e numeri contro le mafie” all’interno del Fe-
stival dei diritti è stato un forte di momento
di sensibilizzazione non solo con la presen-
za di personaggi di spicco nella lotta con-
tro la mafia ma anche con spettacoli, cene
e presentazione di libri. A Pavia, tanto per
rimanere in tempi recenti, con l’accusa di
associazione con la mafia nomi importanti
della vita pavese sono stati iscritti sui tac-
cuini dei magistrati. Arresti e processi (altri
ancora in corso) hanno scosso la città. Se
la mafia continua a far parlare di sé, oggi si
può dire che la piovra, seppur nel profondo
del mare, non dorme più sonni tranquilli. Gli
uomini dello Stato sono agguerriti, i pentiti
allungano le liste di persone da proteggere
e l’omertà in alcune zone non trova più ter-
reno fertile.
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diamanti
PaneRiso è uno dei pochi panifici rimasti fedeli alla tradizione panifi-cando ancora con il lievito naturale. Si possono trovare pani prodotti con grani anti-chi mai modificati genetica-mente e di origine biologica, pani 100% riso (NON PER CElIACI), al grano saraceno, al mais. Per filosofia aziendale non si usano miglioratori chimici e si la-vora secondo tradizione, nel rispetto dei tempi,usando buone tecniche e buone materie prime tanto che nel 2011 Pane-Riso ha ottenuto da Regione lombardia il riconoscimento di Impresa di Eccel-lenza Lombarda nel comparto panifica-zione. Il Ministero della Salute attraver-so l'INRAN consiglia di preferire il pane integrale al pane bianco,di cui si fà un uso eccessivo, in quanto il pane bianco è ottenuto da farine raffinate, cioè priva-te di elementi e sostanzialmente ricche solo di amido, cioè zucchero. PaneRiso produce tutto il pane 'bianco' utilizzan-
do farina 'integralbianco', una farina innovativa che, mediante un processo brevettato consente di estrapolare dal-la crusca le fibre 'cattive', la lignina e la cellulosa, che danno pesantezza e quel senso di 'scaglietta' quando si mangia il pane integrale,eliminando l'acido fitico. la farina rimanente risulta bianca ma racchiude tutte le caratteristiche nutri-zionali positive della farina integrale con in più germe di grano vitale. (www.integralbianco.it). Il pane che si ottiene ha un buon svi-luppo, è gustoso ed è più salutare, non fà ingrassare come il pane bianco, non dà i picchi glicemici del pane bianco, và bene per gli sportivi, nelle diete dima-granti, per gli ipertesi e in generale per chiunque è attento ad una sana alimen-tazione senza rinunciare al gusto, anzi il pane che si ottiene è più leggero e saporito.Da PaneRiso trovate anche focacce e pizze sempre calde, pane sfornato cal-do sino a sera, pasticceria di qualità e un vasto assortimento di alimenti biologici e da produttori locali.
Venite a trovarci anche per assaggiare il nostro panettone, prodotto rigorosa-mente nel rispetto del disciplinare di produzione del Panettone Milanese,op-pure per i nostri biscotti lagaccio,per una colazione sana, gustosa e leggera.
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22 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
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ROSElINE FATAKI STUDIA Il MONDO DEllA MODA
UNA PAVESE IN SAlSA AFRICANA CON UN SOlO SOGNO: lANCIARE lA PROPRIA lINEA DI ABBIGlIAMENTO
Più forte della passione c’è solo la passione.
Così si può definire il carattere e la volontà
che Roseline Fataki mette in quello che lei
stessa definisce “una vera religione”.
Ci sono parole che inquadrano meglio la
personalità e la voglia che questa giovanis-
sima pavese di origine congolese mette in
quello che fa: creare, cucire, indossare, pro-
vare, posare, sfilare. Anche questo non po-
trebbero bastare ma un piccolo sforzo por-
ta ad aggiungere: filo, ago, matita, disegno,
tessuti, fogli e tavolo. Proprio così perché
Roseline “Rosy” per tutti è un vero talento
nel campo della moda che in silenzio sta
sbocciando. l’abbiamo incontrata e con lei
abbiamo scambiato qualche battuta per cer-
care di capire che cosa la spinge a dedicarsi
completamente alla moda.
Chi è Roseline Fataki?
Sono nata a Kinshasa nella Repubblica
democratica del Congo e a 4 anni, con mia
madre e i miei fratelli sono arrivata a Pavia.
Un mondo nuovo. Tutto nuovo. Ho 18 anni,
pavese di adozione, e italocongolese, fre-
quento l’Ipsia Cremona – Pavia, sono iscrit-
di Paul Bakolo Ngoi
Nelle foto di questa pagina Roseline Fataki
24 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
ta al 3°anno della sezione moda. Alla parola
moda i suoi begli occhi neri si illuminano.
Incuriositi, il perché ce lo dice lei stessa.
Quella con la moda è una storia che nasce
da quando ero piccolissima. Ho sempre avu-
to un feeling particolare con gli abiti, i colori,
l’atmosfera di quel mondo. Quante sfilate e
quante interpretazioni in casa. Sono sempre
stata affascinata dalle modelle che vedevo.
E oggi?
Oggi tutta questa voglia continua a brucia-
re in me e sono soddisfatta di come stanno
andando le cose perché non smetto mai di
pensare, di sognare una grande sfilata con i
miei modelli e i mie vestiti.
Però quel sogno sembra essersi avverato?
Direi in parte sì perché lo scorso mese di set-
tembre ho riunito un gruppo di amiche e ami-
ci e si sono prestati a indossare e a sfilare con
i vestiti che avevo disegnato e creato. Che
emozione. Ho un ricordo bellissimo di quella
serata e ancora oggi le gambe mi tremano
se penso a tutto quello che è successo quel-
la sera. Forse ho cominciato anche a capire
quanta strada ho da fare, ma io non mollo.
Determinata, ma con i piedi per terra, Rosy
oltre alla scuola quando non è chiusa in
casa a creare fa la personal shopper, la
stylist e la modella. In altre parole, veste
le modelle, sceglie i vestiti, presta la sua
immagine a dei fotografi. E in questa sua
ricerca non dimentica: Giulia P. e Giulia G,
Matteo, Marco, Eric, Vincenzo che si sono
prestati a sfilare con i suoi abiti; e poi Ger-
mane, André, Elvis, Oscarina, Angelica,
Tomasso, Marco e Nicola che hanno reso
la serata della sua prima sfilata un giorno
indimenticabile. lei è Roseline Fataki, Rosy
per tutti, e anche Kelyn’s un nome d’arte, un
gruppo, un’identità.
Una modella durante la sfilata con una creazione di Rosy Fataki
Se Vi dicessi di scegliere tre elementi più importanti, quelli a cui non po-treste rinunciare tra:
casaautovettura
serenità economicasalute
vacanzelavoro
dove cadrebbe la vostra scelta?Credo che la maggior parte sceglie-rebbe la salute, la serenità economi-ca e la casa; queste sono le cose che vorremmo tutelare il più possibile, direi quasi scontate.E’ per questo motivo che abbiamo deciso di aderire all’iniziativa di AXA Assicurazioni di portare l’attenzione della gente sulle soluzioni della tute-la alla persona.Oggi nella famiglia media per avere una discreta serenità economica ser-
vono due redditi; se a causa di un evento negativo, drammatico i redditi diventano uno o nessuno quale sarà il livello di serenità di quella famiglia? Esistono prodotti che intervengono con capitali o indennità proprio in quei momenti riportando l’asticella della serenità economica ad un livel-lo decisamente migliore; e credetemi non hanno costi elevati.Sicuramente “chiedere non costa nulla” quindi non esitate, chiamate i nostri uffici ai numeri 0382.23096 oppure 0382.302100 o direttamen-te al sottoscritto al n. 348.3908698 oppure all’indirizzo [email protected] per approfondire questi ar-gomenti ed avere un piano di tutela adeguato alle vostre esigenze.
Ferrari AndreaConsulenze Assicurative
CONSULENZE ASSICURATIVE Ferrari Andrea & C. sas
Il bisogno di proteggersi contro i rischi è
tra i più antichi e primari dell’uomo: si ha
traccia di questo spirito di solidarietà fin
dall’Antico Oriente e dall’Egitto, dove sem-
bra esistessero già forme associazionisti-
che. Tuttavia, le prime concrete espressioni
di quella che poi sarà l’assicurazione si tro-
vano nella Roma antica con i collegia fune-
raticia, associazioni sorte in età augustea, il
cui scopo era quello di costituire una «cas-
sa mutua di previdenza» per le spese di cul-
to e della sepoltura dei membri, mediante il
versamento di un contributo fisso mensile.
Nei secoli successivi, tra le avventure che
maggiormente hanno favorito l'esigenza di
strumenti di protezione contro gli imprevi-
sti, c'è sicuramente la navigazione. questo
spiega perché le prime compagnie assicu-
rative siano sorte nelle città marinare e flu-
viali intorno al ‘300, fino a consolidarsi nei
secoli XVII e XVIII.
Oggi l'istituto dell'assicurazione poggia su
basi solide e si è eretto a fattore di progres-
so economico sociale. M. R.
UNA PRATICA ANTICA COME l’ASSICURAzIONE
Si ricercano collaboratoriSubagenti con eSperienza
26 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
JONAS ONLUS, IL MODO PER STARE MEgLIO
di Chiara Pelizza
Il METODO PSICOANAlITICO PER AFFRONTARE I NUOVI SINTOMI E Il DISAGIO CONTEMPORANEO
Jonas Onlus, centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi, nasce nel 2003 da un progetto di Massimo Recalcati, docente di Psicopatologia del comportamento alimen-tare all’Università di Pavia, Direttore Scien-tifico di IRPA Istituto di Ricerca in psicoa-nalisi applicata e uno dei principali psico-analisti italiani. Un’associazione senza fine di lucro con 18 sedi sul territorio nazionale (a Pavia è in via Milazzo 27) che ha scelto come nome quello simbolico della figura biblica di Giona, il profeta minore chiamato da Dio alla impossibile impresa di predicare il Verbo in terra non-ebraica, compito da cui egli sfugge senza assunzione di responsa-bilità. Paradigmatica la scelta dell’episodio biblico, che riflette la fuga contemporanea
dalla chiamata dell’Altro e dal suo desiderio che, per rientrare in metafora, Giona evita ri-fugiandosi nella sospensione dal desiderio, fino ad arrivare alla sua piena accettazione, dopo essere stato ingoiato dalla balena e aver invocato Dio per uscirne. Ecco che si chiarisce il collegamento tra il nome e la mission di Jonas Onlus: riportarne in su-perficie la chiamata del desiderio, renderlo udibile a chi pensava fosse sopito per as-sumere la presa di responsabilità che esso comporta. Ma cosa sono questi ‘nuovi sintomi’ di cui parla Jonas? “I cosiddetti Nuovi Sintomi del disagio contemporaneo sono anoressie-bu-limie, obesità, depressioni, attacchi di pani-co, dipendenze patologiche. Jonas si occupa
NOVEMBRE • DICEMBRE 2013 | 27
della cura, della prevenzione e della ricerca scientifica” - dice Maria lau-ra Bergamaschi, psicologa di Jonas Pavia. “In queste nuove forme il de-siderio, non è più il protagonista. Al centro troviamo piuttosto la difficol-tà soggettiva di accedere al deside-rio. Troviamo l'assenza, lo spegni-mento, la morte del desiderio”.l’approccio di cura dato a questo problema contemporaneo è quello della psicoanalisi che riporta al cen-tro del discorso il valore della pa-rola, ‘strumento principe di Jonas’: “La cura produce un’efficacia tera-peutica a partire proprio da questo binomio: parola e relazione, dove la parola è l'unico strumento in grado di legare il soggetto al proprio desi-derio inconscio”, continua la Berga-maschi.Attraverso quindi la riscoperta dell’unicità e della singolarità di ciascuno, la cura accom-pagna il passaggio di chi soffre dalla posi-zione di oggetto a quella di soggetto, attore della propria storia; attraverso la parola, il paziente viene liberato dalla prigionia del sintomo che lo tiene in ostaggio, come ac-cade in modo evidente per gli attacchi di panico e l'anoressia-bulimia. Jonas Onlus ha recentemente festeggiato il suo decennale con l’appuntamento Porte Aperte in cui i diversi centri hanno organiz-zato colloqui gratuiti, incontri e convegni ac-compagnati da performances artistiche. Du-rante questi 10 anni di attività, Jonas ha mes-so in pratica una nuova idea di welfare basa-to sull’idea dell’accessibilità alla terapia psi-coanalitica a diverse fasce di persone. la sua vocazione sociale nel dare parola e ascolto al soggetto a tariffe sostenibili ha consentito le cure anche alla parte della popolazione più marginale, mettendo il suo impegno nel ren-dere accessibile la psicoterapia a tutti e nello
svolgere progetti nel sociale, con le scuole, gli ospedali, gli enti, in una sinergia positiva tra no profit e servizio pubblico.l’associazione ha ottenuto dal Ministero per le Politiche Giovanili il riconoscimen-to per l’impegno svolto nell’ambito della prevenzione del disagio giovanile. Recen-temente la Commissione Pari Opportu-nità della Provincia di Milano ha deciso di premiare Jonas Onlus in occasione della “Giornata internazionale contro la violen-za sulle donne” per essersi affermata negli anni come un importante centro di cura im-pegnato a portare soprattutto nelle scuole informazioni e conoscenze circa nuove e gravi patologie che coinvolgono giovani donne, come l’anoressia-bulimia, ma anche per l’attività intensa contro il bullismo e il disagio sociale.
Esibizione di live painting di lele Picà del Gruppo FU*TURISTA
Un regalo coi fiocchi. Per tutti.
Pavia, 7-24 Dicembre 2013. Anche quest’anno Coin rinnova il proprio impegno a fianco di Oxfam Italia per dare un significato diverso al Natale, con il progetto di raccolta fondi nazionale “Un regalo coi fiocchi. Per tutti.” L’intento è sostenere, in un momento importante dell’anno quale è l’avvento al Natale, la lotta alla povertà e all’ingiustizia.
L’iniziativa vedrà protagonista anche la nostra città e chi acquisterà un regalo presso il punto vendita Coin di Pavia, avrà anche occasione di fare del bene. Il punto vendita Coin di Pavia ospiterà infatti i volontari di Oxfam Italia, che confezioneranno i regali di Natale dei clienti in cambio di una donazione volontaria. Il ricavato sarà devoluto a sostegno dei progetti di sviluppo e degli interventi di emergen-za che Oxfam realizza, da oltre 30 anni, nei Paesi in via di sviluppo.
Oxfam Italia è parte della confederazione globale Oxfam, leader mondiale nei progetti di sviluppo in ambito rurale, specializzata in interventi di aiuto umanitario e campagne di sensibilizzazione e mobi-litazione della società civile. Attiva nella realizzazione di progetti di sviluppo, interventi di emergenza e programmi di educazione e divulgazione, Oxfam si pone l’obiettivo di coltivare un futuro migliore in cui sia garantito a tutti, ovunque, cibo a sufficienza. Sempre.Oxfam Italia porta il valore aggiunto di un fortissimo radicamento territoriale e in questa occasione il panorama internazionale e quello locale si uniscono per moltiplicare risorse e possibilità di azione.
Vellezzo si pensa derivi da “Valitium” poiché fu accampamento romano, men-tre Bellini rimanda alla famiglia che ebbe proprietà in questo luogo.la sua storia risale al 1116 quando il Papa Pasquale II accettò sotto la protezione della Sede Apostolica i Canonici della chiesa pavese di S. Michele Maggiore, confermando fra i loro possedimenti i territori di Vileggio e Auriglosso (ovvero gli antichi nomi di Vellezzo e Origioso).Nel 1742, il Marchese Giovanni Battista Bellini prende possesso del territorio di Vellezzo e nel 1864, col R.D. n. 1998 del 23 ottobre, "Vellezzo" (questa era la de-nominazione ufficiale) assunse l'attuale denominazione di "Vellezzo Bellini", in
suo onore. la nascita della storia "moderna" del Comu-ne di Vel-lezzo Belli-ni avviene col Regio Decreto del 1° novembre 1872 che soppresse i
Comuni autonomi di Giovenzano e Ori-gioso che, fino ad allora, erano Comuni autonomi e distinti, fondendo le varie località nel nuovo Comune di Vellezzo Bellini che iniziò da allora ad avere un Sindaco e un Consiglio unitari. la vita degli abitanti di Vellezzo Belli-ni, piccolo borgo del nostro bel pavese, ruota intorno alla piazza principale, dove scorgiamo il bar Baraonda luogo di in-contro per amici giovani ed anziani. I gestori, abili professionisti del settore, organizzano serate di intrattenimento con Karaoke, giochi da tavolo e tornei di carte e preparano stuzzicanti aperitivi e profumate prime colazioni. Visitiamo con entusiasmo Vellezzo Bel-lini che, anche se piccolo, offre l’umanità che viene sempre più a mancare nella grande città. Si respira più fratellanza, il valore della famiglia, così come quello dell’amiciza, è più avvertito. Si resta at-taccati a concezioni cardini della nostra civiltà, vedendoli come obblighi morali, i quali valgono più di tutti gli altri. Nel piccolo paese si nota più allegria, nono-stante esso possa essere molto meno moderno, poco illuminato, privo di co-struzioni enormi e di qualsiasi progresso visibile in città.
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30 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
In un vasto parco, ai limiti dell’abi-tato di Trivolzio, sorge la Residen-za Sanitaria As-sistenziale “San
Riccardo Pampuri”, nata per volere della Comu-
nità di Trivolzio unitamente alla Provincia lombardo-Veneta dei Fatebenefratelli. Per conoscere un po’ più da vicino questa im-portante realtà, ci siamo rivolti direttamen-te a Fra Valentino Bellagente, da cinquanta anni consacrato nell’Ordine dei Fatebene-fratelli e da quattro direttore della struttura RSA “San Riccardo Pampuri”.
Innanzi tutto, introduciamo l’Ordine. L’Ordine Ospedaliero nacque nel 1538 a Granada ed ebbe come fondatore San Gio-vanni di Dio, il quale, dopo una vita burra-
scosa, trovò la sua vocazione ed iniziò il suo percorso di carità al servizio delle persone malate e bisognose. In Italia, l’Ordine viene anche chiamato “Fatebenefratelli”, poiché quando Giovanni chiedeva l’elemosina per le strade di Granada usava dire: “Fate del bene fratelli, a voi stessi per amor di Dio”.
Ci può parlare del cammino dell’ospitalità secondo lo stile di San Giovanni?All’interno di un Ordine che la Chiesa defini-sce mendicante, il nostro cammino si ispira ai seguenti valori: ospitalità, ossia pienez-za dell’ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, intesa non solo come servizio, ma come cambiamento del cuore; castità, cui corrisponde una fecondità nel dare; pover-tà, che significa privarsi per dare all’altro, e infine obbedienza, non tanto nel cambiare casa, quanto nel rispettare quello che Gesù Cristo ci ha trasmesso attraverso il fondato-
di M. R.
RISPETTO, COMPETENzA E SPIRITUAlITà PER POTER ACCOGlIERE Al MEGlIO lE PERSONE ANzIANE
SAN RICCARDO PAMPURI, STRUTTURA D’ECCELLENZA
A TRIvOLZIO
re San Giovanni. Avendo ricevuto come ere-dità il carisma dell’ospitalità, ci dedichiamo per missione ai malati e alle persone che soffrono: questo è il modo in cui viviamo e agiamo manifestando la nostra spiritualità.
Perché il Fatebenefratelli a Trivolzio? Chi era S. Riccardo Pampuri?La Residenza S. Riccardo Pampuri è nata per ricordare, appunto, Fra Riccardo Pampuri, medico religioso entrato nell’Ordine dei Fa-tebenefratelli nel 1927. Nato a Trivolzio il 2 agosto 1897, frequentò gli studi prima al convitto S. Agostino di Pavia, poi all'Univer-sità di Pavia, dove si laureò in medicina e chirurgia. Dopo aver partecipato alla guerra del 1915-1918, decise di consacrarsi a Dio e dedicare la sua vita ai malati. Una volta rac-colte le varie testimonianze sia del vissuto di questo medico dei poveri, fra Riccardo fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II, il 4 ottobre 1981. La sua breve ma intensa vita spesa per i fratelli è stata proposta dallo stesso Pontefice come modello per tutte le persone che si dedicano alla cura e all'assi-stenza dei poveri e dei malati.
Il centro S. Riccardo Pampuri da quale esi-genza nasce? La residenza, creata nel 1993, è nata per accogliere persone anziane, non autosuffi-cienti, fornendo servizi di tipo alberghiero, socio-sanitario e riabilitativo, al fine di mi-gliorare le condizioni della persona nella
sua dimensione spirituale, corpora-le, ma anche psico-logica e sociale. Ad oggi, il complesso è in grado di accoglie-re 114 anziani.
Ci racconti qualcosa del centro. La struttura è dota-ta di camere confor-tevoli e di ampi spa-zi luminosi per i momenti di aggregazione e di animazione. La residenza comprende anche due palestre attrezzate e una far-macia. Il nostro centro garantisce, oltre ai servizi medici e a un’assistenza di 24 ore su 24, anche un supporto religioso e atti-vità ricreative, grazie a figure professionali che contribuiscono a integrare e promuo-vere momenti di festa, accompagnamento e intrattenimento. Inoltre, ci preoccupiamo molto dei pasti dei nostri ospiti, in partico-lar modo per coloro che necessitano di una dieta particolare. All’interno della struttura opera anche l’Associazione di volontariato san Riccardo Pampuri che fa proprio il ca-risma dell’ospitalità di san Giovanni di Dio.
Grazie, dunque, a Fra Valentino e a tutta la famiglia del “San Riccardo Pampuri”, che da anni si dedica agli anziani con rispetto, competenza e spiritualità.
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Pranzo di S. Stefanoantipasti a buffet con circa 30 varietà di proposte
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€ 20,00
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Speciale Natale
Se già vi sembra difficile dover passare la Vigilia di Natale a cucinare per una truppa di parenti di ogni grado e tentare di sedare i bambini in stato perenne di eccitazione, immaginatevi a rimestare enormi pentolo-ni e a servire file e file di tavoli a cui sono seduti dei perfetti sconosciuti: una scena che nessuna canzone di Natale racconta. Eppure è proprio nel servire gli altri, un ge-sto tanto semplice quanto dimenticato, che i volontari ritrovano il vero senso di questa festività. Anche a Pavia, la straordinaria macchina della beneficenza non si ferma per le vacanze natalizie, anzi raddoppia gli sforzi per poter garantire ai meno fortunati un momento di serenità. la comunità di Sant'Egidio di Pavia ogni anno organizza a San Michele una cena per i senzatetto e le famiglie della Scuola della Pace, i centri che sostengono bambini e adolescenti nell'inserimento scolastico. la cena, che viene preparata dai volontari grazie alle offerte alimentari dei commer-cianti e dei cittadini pavesi, ha visto negli anni passati anche la partecipazione del Vescovo.l'associazione Anfass come ogni anno predisporrà un banchetto nel centro com-merciale Bennett di Mortara in cui è pos-sibile far incartare i propri regali di Natale
pagando un piccolo contributo a sostegno dei progetti dell'associazione che riunisce le famiglie con figli disabili. L’appuntamen-to quest'anno è dal 19 al 23 dicembre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.Anche il Natale, però, sa riservare sorprese amare: la Croce Rossa di Stradella che da più di 10 anni distribuisce pacchi alimen-tari ai più poveri della provincia è costretta a interrompere quest'attività a causa della mancanza di un posto in cui immagazzina-re le scorte. le 700 persone che godono di questo servizio riceveranno l'ultima conse-gna proprio a Natale. Si spera ancora in un benefattore: per chi passerà il Natale co-modamente a casa potrebbe essere il mo-mento di fare la propria parte offrendo un contributo.
di Claudio Cesarano
Speciale Natale BENEFICENZA: IL VERO MIRACOLO DI NATALE
34 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
Il primo presepe vivente fu realizzato da San Francesco nel 1223 trasformando il borgo di Greccio, in provincia di Rieti, in una piccola Betlemme. San Francesco convolse tutta la popolazione locale in uno spettacolo mai visto e che, in epoca di terrori eretici, richie-se l'autorizzazione papale: il suo intento era quello di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Palestina per “vedere con i propri occhi” dove nacque Gesù. Greccio rivendica con orgoglio l'antico primato riproponendo ogni anno sei scene con luci e scenografie spettacolari negli stessi luoghi originaria-mente scelti da San Francesco.la tradizione del presepe vivente, pur lot-tando contro la carica consumistica del Na-tale, ha ancora le sue roccaforti sparse in Italia. Oltre alla stessa Greccio, infatti, altre città mantengono viva quest'antica usanza. A Vaccheria (Caserta) il presepe si sviluppa per ben due chilometri mescolando scene bibliche e scene apocrife rielaborate dalla tradizione partenopea: il tutto, curiosamen-te, in abiti settecenteschi. Tricase (lecce), che ha uno dei più grandi presepi viventi in Italia, fa rivivere in un'ambientazione roma-na personaggi che rappresentano i mestieri tradizionali del Salento.
Nella geografia dei presepi viventi, ampia-mente dominata da cittadine del Sud Italia, Pavia si ritaglia uno spazio tutto particolare offrendo uno spettacolo bizzarro in cui la Madonna è un giovane che copre la barba
incolta con trucco pesante e Gesù bambino è uno spilungone che a stento entra nella mangiatoia. Si tratta del presepe vivente realizzato dal collegio Fraccaro, il quinto in ordine di nascita tra i collegi universitari di Pavia. questa tradizione nasce lontana da afflati religiosi ma è legata piuttosto alla ben nota cultura goliardica. Erika Gazzol-di - redattrice di Inchiostro il giornale degli studenti dell'Università di Pavia - racconta l'origine di questa usanza nata nel 1993 per impulso degli studenti più anziani Claudio Ciccarese “il professore”, Daniele Ravizza, Michele Gasparetti, e Rosario “The Barber” Brucciolo. l’idea nacque dall'evoluzione della pratica d’iniziazione chiamata “ pra-esepatio” che consisteva nel fare improv-visare una scena natalizia alle matricole: persa la presa iniziale si decise di passa-re a una realizzazione più impegnativa.
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Fin dall'inizio quest'attività vide il notevole sostegno morale del rettore Dante zanetti ma si basò molto sull'autofinanziamento e sul contributo materiale delle famiglie che realizzano i costumi in casa: col tem-po, dato il successo dell'iniziativa, i colle-giali riuscirono a ottenere di anno in anno i finanziamenti dell'Ente per il Diritto allo
Studio e dall'Acersat (Uffcio per le attività studentesche). Partendo da una semplice capanna lo scenario si è arricchito insieme al numero di personaggi: oltre ai “classici” ne troviamo di più bizzarri come un cam-mello, una prostituta o sosia di personaggi famosi all'interno del Collegio.Il presepe vivente del Fraccaro giunto quest'anno alla sua ventesima edizione verrà presentato l'11 Dicembre: il Fraccaro promette di coinvolgere Pavia in una nuova celebrazione a tratti grottesca ma sicura-mente giocosa del Natale offrendo ai visita-tori cioccolata, vin brulé e specialità tipichelo straordinario senso di comunità che lega i collegiali e la calorosa accoglienza della cittadinanza allontano ogni preoccu-pazione di blasfemia: in fondo, se Natale è considerata la festa dei più piccoli, il rigore della celebrazione può piegarsi al piacere di una grassa risata. C. C.
In questo numero vogliamo cominciare a presen-tarvi “Pavia nel Cuore”, un’organizzazione di vo-lontariato sempre più attiva nel capoluogo della nostra provincia e regolarmente iscritta al registro provinciale del volontariato, che opera per la dif-fusione massiccia all'interno della popolazione di quelle poche e semplici manovre salvavita che chiunque può mettere in pratica nei primi minuti in caso di arresto cardiaco e ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo.Sull’importanza del tema, alcuni numeri, pochi ma chiari. In caso di Arresto Cardiaco, ogni minuto perso significa il 10% di possibilità di sopravviven-za in meno. Solo in Italia ogni anno oltre 60.00 per-sone sono colpite da arresto cardiocircolatorio, in Europa oltre 400mila. Se si riuscisse ad aumentare la percentuale di Rianimazione Cardio-Polmonare dall’attuale 15% dei casi al 60% in Europa si po-trebbero salvare circa 100.000 vite ogni anno.
“Pavia nel Cuore” nasce da un progetto di “Rob-bio nel Cuore”, associazione che in poco più di due anni ha formato circa 300 cittadini all’esecu-zione di manovre di rianimazione cardiopolmo-nare ed all’uso del defibrillatore semiautomatico, posizionando anche ben 9 DAE di cui 4 accessibili 24 ore su 24 alla popolazione. Da qui l’idea di por-tare questo importante ed ambizioso progetto an-che in una realtà come quella di Pavia grazie a cor-si che si svolgono con cadenza quasi settimanale e
che stanno conoscendo un successo travolgente. I corsi sono legalmente abilitanti all’uso del Defi-brillatore, “Pavia nel Cuore” è infatti un Centro di Formazione riconosciuto da AREU Lombardia all’interno della rete di formazione IRC Comunità e quindi le sue attività sono conformi alle direttive della Regione Lombardia. I corsi sono completa-mente gratuiti e si articolano in una breve parte teorica iniziale, fondamentale per comprendere le principali nozioni, e una parte di pratica sul mani-chino, dove ogni partecipante proverà le manovre di rianimazione fino all’apprendimento, incluso l’uso del Defibrillatore Semiautomatico (DAE) e le manovre di disostruzione nel bambino e nel lat-tante. Il corso prevede un esame finale che, se su-perato, abilita legalmente all’uso del defibrillatore semiautomatico (DAE). Qualora alla fine del corso l’esame non venisse superato, il corsista avrà pos-sibilità di ripetere l’intero corso in una sessione successiva.
Nei prossimi numeri di “Pavia in Tasca” contia-mo di approfondire direttamente con i promo-tori l’attività e le finalità di questa nuova ed en-tusiasmante realtà del nostro territorio. Per chi fosse interessato a seguire i corsi, sul sito inter-net www.pavianelcuore.it e sul profilo Facebook www.facebook.com/pvnelcuore sono disponibili tutti gli aggiornamenti in tempo reale sulle attività programmate. Iscrivetevi!!!
PAviA nEL CUoRE, sALvA UnA vitA
Passione e Arte tramandate negli anni da generazione in generazione, delineano la tradizione di Francalanza; Pastificio a con-duzione familiare. Nato a San Zenone, paese di grande amore per l’arte cu-linaria da cui nasco-no anche Gualtiero Marchesi e Mario Musoni. Il pastificio Franca-lanza si differenzia per la freschezza dei suoi prodot-ti che hanno una durata di cinque giorni poiché non contengono nessun tipo di colorante nè conservante e per questo consegnati ai rivenditori quotidia-namente.Prodotti cardine del pastificio sono gli Anolini di carne con brasato e quelli clas-sici di magro con ricotta e spinaci preparati rispettando la tradizione Piacentina. Oltre
questi vi è una serie di prodotti che segue l’andamento del percorso stagionale a Febbraio ad esempio vengono preparati
i ravioli al ripieno di carciofi, ad Aprile al ripieno di asparagi, a giugno con la ra-tatouille, a settem-bre con i funghi e a novembre con zola o zucca.Basandosi sulle ta-belle nutrizionali, Francalanza offre un prodotto curato nei minimi dettagli anche da un punto di vista tradizio-nale; Le calorie di un raviolo di ma-gro per etto vanno
dalle 280 Kcal alle 300 Kcal del raviolo di carne. Con le consegne giornaliere Francalanza arriva a coprire tre quarti della provin-cia di Pavia, parte del Lodigiano e del Piacentino.
FRANCALANZA V. & C. sncVia Caduti, 11 - 27100 Spessa (Pv)Tel. 0382.79070 - Fax. 0382.729956www.francalanzapasta.it
38 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
I MEDIA: COME ESSERE MEzzI DI COMUNICAzIONE
DI UN’ETICA CRISTIANAA PAVIA SI è TENUTO Il CONVEGNO DEll’AI@RT
INSIEME A DIOCESI E CEI
Sei un nativo o un migrante digitale? Usi lo
smartphone o l’ipad? Scarichi le apps o i vi-
deogames? questi interrogativi e tanti altri
sono stati al centro del corso nazionale di
formazione Come i media cambiano la vita,
tenutosi a Pavia nel mese di ottobre presso
il Seminario vescovile di via Menocchio.
Il convegno, organizzato dall’Ai@rt (Asso-
ciazione spettatori onlus) e promosso dalla
Diocesi di Pavia insieme alla Conferenza
Episcopale Italiana (ufficio Comunicazioni
sociali), ha voluto porre l’attenzione su due
aspetti fondamentali del vivere quotidiano:
da un lato il tempo presente, che offre un
mondo nuovo sempre in evoluzione e pie-
no di sfide, dall’altro come il nostro essere
immersi in questo contesto muta la nostra
capacità di sentirlo e capirlo. Si tratta fonda-
mentalmente di un approccio diverso di par-
tecipare al modello contemporaneo di vita e
conseguentemente di modificare la nostra.
Tanti i relatori intervenuti all’incontro per
scoprire un unico grande interrogativo: i
media cambiano la nostra esistenza? Se
la semplificano o la complicano ancora è
troppo presto per dirlo, sta di fatto che sono
diventati parte integrante del nostro vive-
re quotidiano. Ogni giorno, infatti, dettano
regole, impongono comportamenti, stabili-
scono mode. la loro presenza, più o meno
ingombrante, è ovunque: da intrattenimenti
per il tempo libero a veri e propri strumenti di
lavoro, da mezzi per cercare notizie e curio-
sità a modi di leggere i giornali o addirittura
trovare una badante, dal comunicare con le
persone in una dimensione globale al recla-
mizzare un prodotto per la pelle.
Nel mondo di oggi, quindi, la vita scorre alla
velocità della luce e si rincorre puntualmen-
te on-line. Tutta la vita è racchiusa davvero
nei media? Oppure ne passa solo una parte,
una dimensione, un frammento? Il compito
dell’uomo di oggi, difronte a questa società
di Sabrina Capelli e A.M.
dell’informazione sempre più incalzante e
agguerrita, sarà sempre di più quello di ri-
conoscere se la visione della vita fornita dai
media è totale, parziale o addirittura distorta.
Dobbiamo sviluppare un’autonomia di pen-
siero più all’avanguardia e al passo con i
tempi, diffidare dalle manipolazioni dei cre-
ativi, dagli adattamenti per il pubblico e dagli
interessi delle lobbies.
I temi presentati hanno legato i media ai
diversi aspetti della realtà, spaziando dai
problemi di ogni giorno, specialmente quelli
adolescenziali, all’utilizzo quotidiano di cia-
scuno di loro, fino alle visioni di fondo su eti-
ca e bioetica. Tutti sono comunque d’accor-
do nell’affermare che il ruolo della comuni-
cazione digitale nella società e nella famiglia
contribuisce a formare l’identità culturale in
cui viviamo per arrivare alla conclusione che
le nostre idee e i nostri pareri sono spesso
inconsapevolmente costruiti su di loro.
le strade da percorrere per non farsi travol-
gere dall’irruenza mediatica sono parecchie:
è necessario coltivare una domanda più cri-
tica ed etica nei confronti dei modelli di co-
municazione offerti dai media di oggi, biso-
gna abbattere il muro di silenzio circa le sfide
educative che i genitori devono raccogliere
davanti ai loro figli, occorre far conoscere ini-
ziative di media education per stimolare le
iniziative locali più opportune. In questa cor-
nice si pone l’associazione Ai@art che è un
valido strumento per supportare, con azioni,
contributi e ricerche, l’opera della Comunità
cristiana nell’era tecnologica.
40 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
UN NUOvO MODO DI LAvORARE: IL COWORKINg
SBARCA A PAvIA
di Chiara Pelizza
A SPAzIO GECO POSTAzIONI E FAB-lAB PER CONDIVIDERE SPAzI E PROGETTI
Inaugura il coworking a Pavia: lo scorso 18 ottobre ha aperto in Borgo Ticino Spazio Geco (giovane ecofficina coworking), nato dalla filosofia del lavoro condiviso in cui pro-fessionisti o realtà imprenditoriali appena aperte possono affittare, a prezzi contenuti, una postazione di lavoro. Condivisione eco-nomica e collaborativa sono i principi por-tanti di uno spazio che vuole sinergicamen-te condividere le idee. In quanto a iniziative il nostro Paese è quar-to in Europa dopo Germania, Spagna e Gran Bretagna. Il termine nasce nel 2005, quan-do Brand Neuberg, programmatore della Si-licon Valley, scriveva sul suo blog la parole coworking. Oggi, tre punti a Pavia: via Calchi, Corso Mazzini e ora Via Magenta, 11; questo ultimo spazio è stato inaugurato da luca De Sanctis, Giulia Carlini, Marianna Belvedere e Michele Magnani. Per un contratto seme-strale si pagano 150 E al mese, che diven-tano 170 se si prenota per tre mesi. Ci sono anche pacchetti a ore: 40 costano 56 euro.
Un’occasione per imparare a fare impresa, accompagnati step by step da professionisti che si occupano dei vari aspetti necessari alla realizzazioni imprenditoriale; già pronti gli sportelli commercialista e avvocato. Ad oggi sono circa 20 le postazioni presenti, ol-tre ad una sala riunioni, angolo relax e caffè, una sala eventi e un fab lab (fabrication la-boratory) dotato di una piccola falegnameria e di strumentazione digitale (stampante 3D, plotter, e altro) dove utenti interni ed esterni potranno misurarsi nel “making”, cioè nella creazione di prototipi, progetti di design, og-getti di vario genere.“L'idea è nata dall'unione di esigenze comuni derivanti da esperienza diverse” dice Marian-na Belvedere, storica dell’arte e operatore nei beni culturali alla ricerca di uno spazio per far confluire competenze legate all'educazione al patrimonio, alla cittadinanza, al turismo responsabile. ”Il concept di base è il voler creare sinergie tra esigenze e competenze diverse, che possano trovare nello Spazio
Geco un luogo dove far nascere nuove idee, progetti, start up. In un contesto economico ma soprattutto culturale di crisi, pensiamo sia importante non chiudersi nel proprio "orticel-lo" o continuare a lamentarsi della disoccu-pazione, ma trovare le energie e la voglia di mettersi in discussione e condividere il pro-prio know how”. questo lo spirito del ‘Gechi’. la condivisione degli spazi lavorativi è solo uno degli aspetti del progetto, che si propo-ne di rispondere alle diverse esigenze pro-fessionali di lavoratori indipendenti, start up e associazioni. I coworkers potranno usufru-ire di incontri mensili con professionisti in ambito legale, fiscale ed anche dello spor-tello “Scalatore di Idee”, ossia un servizio di orientamento per fornire ai futuri utenti gli strumenti necessari per avviare un’ impresa, passando dall’idea, al business model fino al business plan. Un modo insomma per sperimentare un nuovo modello di lavoro basato sulla collaborazione. Nei prossimi mesi Spazio Geco vuole far co-noscere i temi e i valori su cui vorrebbe coin-
volgere i futuri collaboratori e coworkers. Nella sala eventi è già partito un Corso di Messa in Scena Teatrale organizzato da al-cuni giovani professionisti provenienti dalla Scuola Paolo Grassi di Milano. Altra iniziati-va è "1 idea per 1 mese": un concorso di idee progettuali da realizzarsi all'interno dei locali di Spazio Geco in collaborazione con i "ge-chi residenti", che potranno rientrare in più aree tematiche (making, design, servizi alla persona, attività culturali e didattiche e altro ancora) e che devono avere come finalità la creazione di un evento in cui coinvolge-re pubblico esterno. Agli organizzatori verrà offerta la possibilità di stanziarsi negli spazi di coworking per un mese gratuitamente e di usufruire così di tutti i servizi annessi... e chissà che quel periodo non sia foriero di al-tre idee da realizzare insieme?Per ogni ulteriore informazioni, Spazio Geco - via Magenta, 11 in Borgo (dal lunedì al sa-bato dalle 8.30 alle 19.00), telefono 0382 1753005, e-mail [email protected], web www.spaziogeco.it.
Tel. 388.7918521 - 328.0537212
Per quanto i tempi siano cam-biati e la nostra società si sia evoluta, è bene sapere che le regole della giusta condotta continuano a esistere e ad essere indispensabili per chi vive in una società civile. quando si parla di “galateo” non si fa riferimento solo ad un aspetto della persona, ma a tutti quei contesti in cui ci troviamo ad interagire con gli altri, come sul luogo di lavoro, in palestra, durante una cena con amici, ma anche a casa propria etc.Il galateo nasce a metà del Cinquecento ad opera di Gio-vanni Della Casa con il Ga-lateo overo de' costumi, un trattato breve che prende il nome dal vescovo Galeazzo Florimonte, in latino “Gala-teus”, dedicatario dell’opera. Il volumetto era stato scritto con l’obiettivo di insegnare che chiunque avesse voluto vivere rispettosamente in so-cietà avrebbe dovuto tenere un comportamento virtuoso ed onesto.Dal momento che oggi par-lare di galateo sembra ana-
cronistico, accontentiamoci almeno di ricordare che l’e-ducazione non è un’optional dell’auto e nemmeno un’ap-plicazione dello smartphone, ma un pilastro della nostra società. Purtroppo, in un mondo dove tutto viene dato per scontato e vige la frene-sia, spesso ci dimentichiamo delle buone maniere. le sce-ne di maleducazione sono ormai all’ordine del giorno: giovani che imbrattano i se-dili dei treni e non danno la precedenza agli anziani, persone che in coda non ri-spettano il proprio turno, fun-zionari pubblici che trattano sgarbatamente…Insomma, la lista potrebbe essere infinita.Non si pretende il rispetto di un protocollo reale, anzi, ba-sterebbero minimi accorgi-menti per risultare decorosi ed eleganti. Sin da quando il bambino inizia ad interagire con l’ambiente circostante e a tessere relazioni sociali, è fondamentale trasmettergli il senso del rispetto, prima regola del vivere civile. Ini-ziamo subito ad insegnare
ai nostri piccoli alcune regole semplici, ma indispensabi-li: educhiamoli, ad esempio, ad avere la giusta condotta durante i pasti, a presentarsi alle persone con garbo, a ri-spettare gli spazi altrui come se fossero i nostri.le buone maniere non richie-dono lezioni extra, ma sono la conseguenza naturale di un’educazione basata sul ri-spetto e sulla responsabilità. Inoltre, sapersi comportare in modo adeguato in ogni occa-sione, senza esser sopraffatti dall’imbarazzo, non può che costituire una carta vincente. Ecco perché il galateo non dovrebbe mai passare di moda.
le prime 7 parole utili da in-segnare al bambino:
- Grazie - Prego - Permesso- Per favore- Buongiorno - Buonasera - Scusi
L’educazione non è un’appLicazione deLLo smartphone, ma un caposaLdo deLLa società
di Marta Rubini
rispoLveriamo un po' di gaLateo
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E' NATALE... PER TUTTI !!!
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44 | NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
La finestra sulla mente
Identità e abbigliamentodi Gaia Vicenzi
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
William James, famoso psicologo di fine
‘800, così scriveva: “Il vecchio detto che la
persona è composta di tre parti, il corpo,
l’anima e i vestiti, è molto più che un modo
di dire. Ci siamo così appropriati dei nostri
vestiti e ci identifichiamo così fortemente
con essi che ci sono poche persone le quali,
chiesto di scegliere tra l'avere un bel corpo
ricoperto di vesti perennemente squallide
e sporche e l’avere una brutta forma e im-
perfetta sempre perfettamente vestita, non
esiterebbero un attimo prima di dare una
risposta decisiva.” (Principles of Pshycholo-
gy, vol 1, 1890, p.292).
Innanzitutto, occorre specificare che, par-
lando di vestiti, si fa un generale riferimento
al look, ovvero l’insieme delle modificazioni
e/o degli accessori usati da una persona
nel comunicare con il proprio corpo agli al-
tri (vestiti, accessori, cosmetici, acconciatu-
ra, tatoo…)
la ricerca ha dimostrato come il vestito
influenzi in modo sostanziale il comporta-
mento umano, attraverso due componenti.
la prima è relativa al fatto che il modo in cui
ci abbigliamo incide sul nostro umore ed è
ben documentato come le persone espri-
mano il proprio stato d’animo ed il proprio
sé attraverso gli abiti.
la seconda è relativa al fatto che il modo in
cui siamo vestiti influenza i comportamenti
di chi interagisce con noi.
Per quanto riguarda la prima componente,
la maggioranza della gente vede gli abiti
più spesso come una fonte di emozioni po-
sitive, quando questi aiutano a rimandare
un’immagine gradevole del sé (sia quando
enfatizzano certi aspetti del corpo che piac-
ciono sia quando camuffano aspetti del
corpo che sono considerati come difetti).
Già nel 1959, in un ospedale della Califor-
nia, partiva un programma di intervento su
un gruppo di donne depresse e caratte-
rizzate da un’autostima molto bassa. Tale
progetto di Fashion Terapia poneva le sue
basi sull’assunto che, attraverso la cura del
look, si sarebbe potuto migliorare la condi-
zione psicologica delle pazienti e i risultati
ne hanno dimostrato l’efficacia.
Indipendentemente dall’esperienza dell’ac-
quisto di un abito, l’indossare qualcosa in
cui ci sentiamo non solo a nostro agio ma
anche gradevoli, determina in modo impor-
tante il nostro senso di sicurezze e, quindi,
il modo in cui interagiamo con gli altri.
In un esperimento condotto da Adam e
Galinsky, diverse persone ottenevano ri-
sultati migliori in compiti di performance
quando indossavano un camice medico
rispetto a quando non lo indossavano,
quasi che la percezione di un maggiore
status aumentasse effettivamente la pro-
pria competenza.
la seconda componente, ovvero il modo
in cui la nostra immagine a livello di look
influenza il comportamento altrui, è ben
documentata da una serie di studi che di-
mostrano come la prima impressione che
diamo agli altri ne determina in modo so-
stanziale le reazioni.
Per esempio, nell’ambito scolastico è di-
mostrato come gli insegnanti stimino l’in-
telligenza degli alunni, a partire dai primi
contatti con gli stessi, in base al modo in
cui sono abbigliati e lo stesso accade ne-
gli alunni che stimano la professionalità
dei docenti in base al loro modo di vestirsi.
quando un professore parte dal presuppo-
sto che un allievo sia intelligente, è molto
più probabile che vada a confermare que-
sta sua assunzione, recuperando sempre
più informazioni per sostenerla e, quindi,
convincendosi in modo progressivo della
veridicità dell’ipotesi iniziale.
Inoltre, in diversi contesti lavorativi, l’abbi-
gliamento mostrato dalle persone ne defi-
nisce la percezione di competenza da parte
degli altri e ne stabilisce anche il grado di
affidabilità con cui gli altri li percepiscono.
In sintesi, dato l’assoluto collegamento fra
identità e vestiti, è importante non sotto-
stimare l’importanza dei secondi nell’ausi-
lio di una percezione positiva di sé, senza
identificare nel solo look l’essenza del pro-
prio essere ma, di contro, senza banalizzare
la sua portata.
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parole dimenticate e curiosita’ linguistiche
lA PIù INTIMA RICChEzzA DEllA lINGUA ITAlIANA
Á Balire [ba-lì-re] v.tr.
1. Governare, avere comando e potestà
su qualcuno o qualcosa. 1.1 Reggere,
maneggiare (soprattutto armi) 2. Far
crescere, allevare, nutrire, fare da balia.
Á Bazzesco [bàz-ze-sco] agg.
Rozzo, grossolano
Á Delimare [de-li-mà-re] v.tr.
logorare, consumare
Á Deaurato [De-àu-ra-to] agg.
1. Decorato con l’oro 2. Del colore dell’oro.
Á Nosocomio [no-so-cò-mio] s.m. (pl. -mi)
In usi letterari o burocratici, ospedale.
Á Pleonastico [ple-o-nà-sti-co] agg. (pl.m. -ci,
f. -che) Che costituisce un pleonasmo; SIN
ridondante. Per estens. superfluo, inutile.
Á Procrastinare [pro-cra-sti-nà-re] v.tr.
(procràstino ecc.) [sogg-v-arg] Burocr.
Rimandare, rinviare qlco. per un certo
periodo o a tempo indeterminato; SIN
differire.
curiosità linguistiche
PArole desuete
Á NarcisistaNel linguaggio di tutti i giorni, l’aggettivo “narcisista” viene utilizzato per descrivere una persona vanitosa, egoista oppure presuntuosa. Deriva dal sostantivo "narcisismo", che prende il nome da Narciso, protagonista di un mito greco. Secondo la leggenda Narciso era un bellissimo giovane, a cui era stato predetto che sarebbe vissuto fin quando non avesse visto la propria immagine. Di lui si innamorò la ninfa Eco, che, però, non fu corrisposta. Come punizione, la dea Nemesi lo indusse a sedersi presso una fonte per dissetarsi. Quando il giovane vide la propria immagine riflessa se ne invaghì e annegò cercando di raggiungere la figura riflessa. Eros, tuttavia, ebbe pietà di lui e lo trasformò nel fiore che porta il suo nome.
Á LapalissianoRagionamento o affermazione le cui conclusioni appaiono immediatamente ovvie e scontate. la storia di quest'aggettivo è piuttosto curiosa: deriva dal nome del maresciallo Jacques II de Chabannes, signore di la Palice, che, contrariamente a quanto si possa credere, non fu l'autore di alcuna frase ovvia e scontata. In effetti il termine ha avuto origine da una canzone intonata dagli sconfitti dell'assedio di Pavia (1525) il cui proposito era quello di rendere onore al coraggio del loro comandante, che in quella battaglia aveva trovato la morte. l'originale diceva più o meno: «se non fosse morto farebbe ancora invidia», ma i soldati lo storpiarono «se non fosse morto sarebbe ancora in vita». L'effetto esilarante è stato talmente contagioso da passare alla storia come la frase più ovvia ed inutile.
PAVIA
BAR LANTERNA VIA SAN GIOVANNINO 23/25BAR VIER VIA SAN PAOLO 19/21PASTICCERIA BORDONIVIA SAN PAOLO 5BAR LA DOLCE SOSTAVIA PARCO VECCHIO 19CARREFOUR LA TORRETTAVIA TORRETTA 1PALESTRA L’ARTE DEL MOVIMEVIA CASSANI 7BAR FORTE VIA VIGENTINA 20BUFFETTI VIA VIGENTINA 14/fPUB OLD WILD WEST VIA VIGENTINA 1BENZINAIO ENIVIA TASSO 4 BAR GIALLO VIA GILARDELLI BAR LO SPUNTINO VIA OLEVANO 2BAR TRATTORIA IOLANDA VIA RISMONDO 56BAR BIJLIA COFFEE AND FOODVIA BRAMBILLA 70 CPIZZA LEGGERAVIA BRAMBILLA 70BAR MAXI VIA DAMIANO CHIESAINPS V.LE CESARE BATTISTI 25BAR MINERVAP.LE MINERVA BAR GRAN CAFFE’V.LE CESARE BATTISTI 1 MINERVAPANETTERIA PANE E RISO VIA MANZONI BAR LIBERTY V.LE LIBERTA’ 51BENZINAIO IP VIA BRAMANTE PALESTRA HAPPY FITVIA BRAMANTE 15BAR MORETTIVIA DEI MILLE 214BAR TABACCHI DABBENE VIA DEI MILLE 36BAR LA CREMERIA P.LE PONTE TICINO-PONTE COP.BAR IL PONTE P.LE PONTE TICINO-PONTE COP.GELATERIA PANNA E CIOCCOLATOP.LE PONTE TICINO-PONTE COP.BAR ARTE E CAFFE’ S. PIETRO IN VERZOLO 19BAR HARRY’SV.LE CREMONA 142EDICOLA VIA PASTRENGO BAR CAMPARI V.LE CAMPARI 44BAR PAUSA CAFFE’ P.ZZA EMANUELE FILIBERTOFARMACIA DEL BO’P.ZZA EMANUELE FILIBERTO
BAR PANE E SALAMEC.SO CARLO ALBERTO 72BAR DEL TURISTA C.SO CARLO ALBERTO 28CAFFE’ ANNABELLASTRADA NUOVA 2BAR GUSMAROLI STRADA NUOVA 128NEW STREET BAR STRADA NUOVA 29CAFFE’ DEL TEATRO STRADA NUOVA 75TAVERNA ABBIGLIAMENTOSTRADA NUOVAVIGONI PASTICCERIASTRADA NUOVA BAR CRISTAL VIA XX SETTEMBRE 50F.LLI CARRARAVIA XX SETTEMBRE 52CINEMA POLITEAMA C.SO CAVOUR CAFFè MILANIC.SO CAVOUR 30/GBAR CAFFE’ KOBAN P.ZZA DUOMO 9BAR MERCATO IPOGEO P.ZZA DELLA VITTORIA CAFFè DUBLINOC.SO CAIROLI 24/ABAR BORDONI VIA BORDONI 26CAFFE’ TRE TORRI VIA SPALLANZANI 1/3BAR L’ALTRO VERSO C.SO MAZZINI 20BAR AUGUSTUSP.ZZA DEL MUNICIPIO BAR GERRYP.ZZA DEL MUNICIPIO 1BAR SAN SIRO C.SO GARIBALDI TABACCHI 72C.SO GARIBALDI 72BAR ITALIA C.SO GARIBALDI 31BAR AMBARABAR C.SO GARIBALDI 70GEOTECNICA C.SO GARIBALDI 40BAR SOPHIE V.LE INDIPENDENZA BAR CASTELLO P.ZZA EMANUELE FILIBERTO CAFFE’ PETRARCAVIA MATTEOTTI 28F.LLI CARRARAVIA XX SETTEMBRE 42/aCLINICA MONDINOVIA MONDINO 2FONDAZIONE MAUGERIVIA MAUGERI 4MC DONALD’SVIA BRAMBILLA
BELGIOIOSOLATTERIA SAN GIORGIO VIA GARIBALDI 42BAR BABYLONVIA UGO DOZZIO 5/7BENZINAIO ESSOV.LE DANTE 8BAR CARREFOR MARKETV.LE DANTE 38SILVY BARP.ZZA VITT. VENETO 8
BAR LO STORICO LONDRAP.ZZA VITTORIO VENETO 14ACI BELGIOIOSOVIA GARIBALDI 23
SAN GENESIOED UNITIF.LLI CARRARAVIA PORTA PESCARINA 62
SAN MARTINO SICCOMARIO BAR SPORTVIA GRAVELLONE 41COMUNE VIA ROMA 1BAR Q8 E BENZINAIOVIA TURATI 31BAR LA PIAZZETTACENTRO COMM. OTTAGONICENTRO LE CASCATE VIA DELLA STAZIONE MC DONALD’SC/O CENTRO COMM.LE BENNETDUCA’S PARRUCCHIERIC/O CENTRO COMM.LE BENNETGRILLANDIA VIA TURATI 30BRICO OKVIA PIEMONTE 14
CAVA MANARAPIZZERIA IL BUUS DEL RAT VIA GARIBALDI 2BAR CAMPANAVIA GRAMSCI 38ACIVIA XXV APRILE 22
BRONIBAR COMMERCIOVIA EMILIA BAR L’INCONTROVIA EMILIA 352PISCINA COMUNALE VIA CONTARDO FERRINI BAR CAFFE’ FENICE VIA MARCONI 20 B
STRADELLA CAFFE’ GARIBALDI P.ZZA TRIESTE 13BAR GRAPHI’P.ZZA TRIESTE 21BAR CASA DEL CAFFE’P.ZZA TRIESTE BAR CONCORDIA P.ZZA TRIESTE 6BAR GOLDEN BLACK VIA TRENTO DRINK PUB VIA C. BATTISTI BAR ALTERNATIVE VIA C. BATTISTI 24CAFFE’ AI GIARDINI VIA C. BATTISTI 1BAR CAFFE’ TEATRO C.SO XXVI APRILE 5
CASTEGGIOBAR CAESAR VIA ROMA REVE CAFFE’ VIA ROMA
MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA BENZINAIO SHELLVIA CASTEEGGIO 42
VOGHERAANTICA TRATTORIA LOMBARDIA C.SO XXVI MARZO 139BAR BON BONC.SO XXVI MARZO COMUNE C.SO ROSSELLIASM C.SO ROSSELLIBLUE BAR VIA XX SETTEMBRE 7CAFFE’ DE PRETIS VIA DE PRETIS 23BAR CERVINIA P.ZZA MEARDI ANG. EMILIAINVIDIA CAFFE’P.ZZA F.LLI BANDIERA BAR LIGUREC.SO 27 MARZO BAR CRISTALLOVIA GABETTA VICINO DUOMOCAFFE’ INDIPENDENZA V.LE INDIPENDENZA 30BAR MATTEOTTI VIA MATTEOTTI 61BAR ESPRESSO ITALIANO TAB.VIA CARLO EMANUELE 28GELATERIA IL CAPRICCIO VIA XX SETTEMBRE 52LOCANDA DELLE FATE VIA RINO BALLADORE 23BENZINAIOP.LE QUARLERINATURALPANVIA EMILIA 176
RIVANAZZANOTABACCHERIA REGGIANIP.ZZA CORNAGGIABAR ALBERTINI P.ZZA PRINCIPALE CAFFE’ DE LA TOUR P.ZZA PRINCIPALE
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Via Donegani, 21 – 27100 PaviaTel. 0382/43.46.11 - 0382/43.46.05Fax 0382/43.48.80
ASM LAVORI s.r.l. società soggetta a direzione e coordinamento di ASM PAVIA, ha per oggetto l’attività di scavo, reinterro, movimento terreno, lavori edili di difesa e di sistemazione terreni, opere di consolidamento dei terreni e opere speciali nel sottosuolo, lavori di impermeabilizzazione di terreni, realizzazione e manutenzione di campi sportivi. Costruzioni, manutenzioni, pavimentazioni e ripristini stradali; costruzioni, manutenzioni e ripristini di selciato in porfi do; lavori stradali in genere.
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