Ottobre 2011

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Valle di Suèssola Nobile Petroli Periodico d’informazione fondato nel 1981, edito dall’Associazione Culturale Valle di Suèssola Direttore Alfonso Morgillo Fondatore Arturo Morgillo Anno XXX n.10 Ottobre 2011 Distribuzione gratuita presso gli inserzionisti dei Comuni della Valle di Suèssola (Arienzo, Cervino, San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico) e paesi limitrofi Sanfelice Oggi VIAGGI E TURISMO Via Napoli - CANCELLO SCALO tel. 0823.801262 telefax 0823. 802657 www.villaggidavedere.com [email protected] Via Circumvallazione (Pal. Marino) tel. 0823. 753478 San Felice a Cancello Estetica Michela Marino Gas liquidi in bombole e serbatoi Via S. Marco, 133 S. MARIA A VICO tel. 0823. 756280 fax. 0823. 756206 Infissi GUIDA Via Cancello, 5 - MADDALONI tel. 0823. 201611 - fax 203568 show room in Via Libertà Serramenti e finiture Pagamenti rateali di Letterese Via Nazionale, 21 - tel. 0823. 809029 S. MARIA A VICO continua a pag. 2 Via Nazionale Appia 4/6 telefax0823.758594(isdn)e-mail:[email protected] SANTA MARIA A VICO S.r.l. Centro di estetica, bellezza, relax. Trattamenti viso-corpo, fangoterapia. Bar Pasticceria cerimonia donna Santa Maria a Vico Gelateria SANTA MARIA A VICO Via Nazionale, 328, tel.0823.808507 Via Napoli, 103 - CANCELLO SCALO Via Appia, 619 - S. MARIA A VICO - tel. 0823. 809838 La Grande Patisserie Mario Campagnuolo continua a pag. 2 L’unificazione italiana ci costò, in poco più di dieci anni, un milione di morti, tutti uccisi a tradimento, e ci costò, in meno di un secolo, e sempre a tradimento, ventisei mi- lioni di emigranti! Ed ha le meningi imbottite di puttanate, l’Italia! Ad imbottirgliele sono state e sono i nord-dipen- denti politicanti del Sud, gli eredi dei pragmatici e immorali traditori del fataI Sessanta. E sono stati e sono gli untuosi servitori del Mendacio: gli storiografi e i gior- nalisti, ciucci e venduti. Ma noi abbiamo un dovere da compiere. Una Mamma offesa, tra- dita, maltrattata, calunniata e in ca- tene sta chiamando dal 1860 i suoi figli attorno alle sue piaghe fisiche e morali che ormai l’ hanno ridotta allo stremo. È possibile che nessuno di essi ne oda il rantolo che giorno dopo giorno si fa più forte e accorra al suo capezzale? Ed è possibile che nessuno decida di non farla mori- re e, preso da sacro furore, di- chiari la guerra ai suoi vigliacchi torturatori di sopra e di sotto per ottenere (prima ancora del risar- cimento dei danni materiali e mora- li che Essa subisce da quasi centoquaranta anni) che quei pun- tini sulle i vadano messi al loro posto prima che sia troppo tardi (e chi vuole intendere intenda)? Ed è possibile che neppure il Capo del- lo Stato, che è il simbolo dell’Italia- una, comprenda che il Sud ha bi- sogno di tante cose, ma per poter avere la meglio sulla fine materiale e morale che incombe su tutti i suoi organi vitali è indispensabile e ur- gente il suo ricovero nel reparto di rianimazione e terapia intensiva dell’ ospedale della Sacrosanta Verità Storica, e non già di scon- giuri, e tanto meno -con tutto il ri- spetto - di novene al solito taumaturgo san Gennaro ? Il Sud voleva l’Italia-una e la sta ancora aspettando. Il Nord voleva solo il Sud! Voleva un’ Italia tutta sua per farci solo i cacchi suoi! Le nostre Cose non andarono come gli scribacchini al servizio di que- gli assassini dei fratelli d’Italia vol- RAGAZZI DEL SUD On. Angelo Manna lero farci credere ... E chiunque sostenga il contrario, beatificando il cosiddetto risorgimento, mente: e mente per la sua gola... A comin- ciare dal Capo dello Stato, che è piemontese! Ragazzi del Sud! Sangue del no- stro sangue che forse non sarà blu ma acqua certamente non è! Scri- bacchini tra- vestiti da sto- rici imperver- sano dal 1860,e Roma ci impone di abbeverarci alle loro av- velenate fonti? Noi pos- siamo dimo- strare la loro velenosità. Ed è per questo che abbiamo scritto Italia! Italia ! Italia ..... ed è per questo che scrivemmo Quegli as- sassini dei fratelli d’Ita- lia... Ed è per questo che scriviamo queste sche- de, essen- ziali e veritie- re, sul cosid- detto brigan- taggio post- unitario nelle provincie meridionali. Noi quel rantolo lo ab- biamo udito e quelle piaghe e quelle cate- ne le abbia- mo viste, e non ci fidia- mo più di sa- pere che Mammà sta Il 2 novembre di ogni anno per la Chiesa Cattolica è il giorno di tutti i defunti e ci ricorda che sono tutti eguali. Da un po’ di tempo in Italia i defunti sono stati classificati in varie e diverse categorie e si ricordano solo quelli di una religione (non quella cattolica) alla faccia degli altri. Poi c’è stata l’iniziativa di un Partito che ha impiegato decine e decine d’anni per far riconoscere anche altri defunti: quelli delle foibe iugoslave. Per noi i defunti sono tutti uguali e invitiamo i nostri lettori a ricordare, il 2 novembre, anche i 40.000 fra soldati e civili meridionali uccisi dai Piemontesi nel lager e/o campo di concentramento di Fenestrelle. PD: a S. Maria a Vico e a Caserta come la DC Ha lasciato sconcertato non poco la lettera di “protesta” inviata dagli iscritti del Circolo Territoriale del PD di Santa Maria a Vico, agli organi provinciali, regionali e na- continua a pag. 2 zionali del Partito stesso. Vibrato, circonstanziato e de- mocratico l’intevento degli iscritti, che si firmano in calce alla lettera, Martedì La nave apre il suo ventre d’ac- ciaio e accoglie, una diecina dopo l’altra, i giganteschi rumorosi au- tocarri. Le automobili, al confron- to, sembrano topi spaurititi che s‘in- filano tra i giganti per nascondersi negli antri della sentina. Al calar della notte la nave la- scia lenta la banchina. L’accom- pagna sul mare una scìa lumino- sa. La prua fende il mare e ne scac- cia i piccoli abitanti che s’affac- ciano ai fianchi della nave attratti dalla luce. Veloce arriva , volando a pelo d’acqua, uno sconfinato stormo di gabbiani. Ne fanno stra- ge e rimediano la cena. Appunti di viaggio Mercoledì Palermo al suo risveglio acco- glie, rumorosa e caotica, le auto che timide escono dal guscio dove hanno viaggiato. Dolce e riposante l’antica stra- da che porta ad Agrigento si sno- da con grazia tra le colline e l’ani- mo s’apre nel ritrovare la pace per- duta. La città, affacciata sul mare, ci accoglie serena e silenziosa nel suo faticoso degradare dalla cima al piano. E’ povera,ma dignitosa. Nelle sue alte stradine chiuse tra vertiginose gradinate, dietro le por- te serrate delle chiese, nasconde tesori antichi. Non senti voci, tos- siti maleodoranti di auto o schia- Ad Arienzo: Adotta un’aiuola L’Amministrazione Comunale - dichiara l’assessore Raffaele Di- glio - con questa iniziativa inten- de promuovere la partecipazione di associazioni e organizzazioni varie, attività commerciali e pri- vati cittadini, che desiderano ri- chiedere in “adozione” un’area verde e/o spazio pub- blico, de- stinati co- munque ad uso pubbli- co, al fine di curarne la manuten- zione. Ci sono adesioni? Due im- prenditori - continua Diglio - sono disposti ad adottare l’aiuola spartittraffico al- l’inizio di Via Ceasre Battisti in località Costa. Quali sono le altre zone in- teressate all’iniziativa? Piazza Lettieri; Piazza Vallet- ta; Parco Europa; Piazzetta Ca- podiconca; Piazzetta di Via Roma; aree a verde antistanti i vari edifici scolastici; Piazza Fraz. Crisci; Piazza Fraz. Costa; Area a verde Signorindico; Parcheggio Santa Lucia. A chi bisogna rivolgersi per avere notizie? Presso l’Ufficio Tecnico, Setto- re Tutela e Gestione del territo- rio, sito in piazza S. Agostino, sa- ranno fornite agli interessati tutte le informazioni sulle modalità di adozione. Emanuela P. Ai Comuni di S. Maria e di S. Felice Intitolare vie e/o piazze al prof. Gaetano Aceto ed all’on. Angelo Manna Reiteriamo alle Amministrazioni Comunali di S. Maria a Vico e di San Felice a Cancello la propo- sta di intitolare delle arterie cittadine a due fore- stieri che hanno ben illustrato ed onorato i due Comuni più popolosi della nostra Valle. Per il prof. Gaetano Aceto, trasferitosi a S. Maria a Vico nel 1977, ed ivi morto il 26 maggio del 2010: si può derogare dalla legge che regola la materia in merito avendo il professore ben illu- strato ed onorato il nostro paese. L’on. Angelo Manna, per due legistrature de- putato alla Camera, e consigliere comunale di S. Felice, morto l’11 giugno 2001 E.P. A Cervino si incendiano le auto Biagio Di Nuzzo, sindaco f.f. di Cervino, a se- guito dell’ennesimo incendio intimidatorio di un’au- to, si è rivolto al Prefetto di Caserta chiedendo assistenza. Da qualche tempo la sua compagine amministrativa è presa di mira da sconosciuti che, imperterriti, continuano a minacciare questo o quel consigliere o i loro familiari. “Deve intervenire lo Stato, e subito” dichiarano gli interessati. E.P. Laboratorio d’arte e restauro, centro cornici, presepi, oggettistica e complementi Via Fruggieri, 10 - S. MARIA A VICO - tel. 346.8782744 Ricordiamoli!

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Politica, sport, cultura, storia locale

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Valle di SuèssolaNobile Petroli

Periodico d’informazione fondato nel 1981, edito dall’Associazione Culturale Valle di Suèssola

Direttore Alfonso Morgillo Fondatore Arturo MorgilloAnno XXX n.10 Ottobre 2011

Distribuzione gratuita presso gli inserzionisti dei Comuni della Valle di Suèssola(Arienzo, Cervino, San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico) e paesi limitrofi

Sanfelice Oggi

VIAGGI E TURISMOVia Napoli - CANCELLO SCALOtel. 0823.801262 telefax 0823. 802657

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Via Circumvallazione(Pal. Marino)

tel. 0823. 753478San Felice a Cancello

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S. MARIA A VICO

continua a pag. 2

Via Nazionale Appia 4/6 telefax0823.758594(isdn)e-mail:[email protected] MARIA A VICO

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bellezza, relax.Trattamentiviso-corpo,

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Via Napoli, 103 - CANCELLO SCALOVia Appia, 619 - S. MARIA A VICO - tel. 0823. 809838

La GrandePatisserie

Mario Campagnuolo

continua a pag. 2

L’unificazione italiana ci costò,in poco più di dieci anni, un milionedi morti, tutti uccisi a tradimento, eci costò, in meno di un secolo, esempre a tradimento, ventisei mi-lioni di emigranti!

Ed ha le meningi imbottite diputtanate, l’Italia! Ad imbottirglielesono state e sono i nord-dipen-denti politicanti del Sud, gli eredidei pragmatici e immorali traditoridel fataI Sessanta. E sono stati esono gli untuosi servitori delMendacio: gli storiografi e i gior-nalisti, ciucci e venduti.

Ma noi abbiamo un dovere dacompiere. Una Mamma offesa, tra-dita, maltrattata, calunniata e in ca-tene sta chiamando dal 1860 i suoifigli attorno alle sue piaghe fisichee morali che ormai l’ hanno ridottaallo stremo.

È possibile che nessuno di essine oda il rantolo che giorno dopogiorno si fa più forte e accorra alsuo capezzale? Ed è possibile chenessuno decida di non farla mori-re e, preso da sacro furore, di-chiari la guerra ai suoi vigliacchitorturatori di sopra e di sotto perottenere (prima ancora del risar-cimento dei danni materiali e mora-li che Essa subisce da quasicentoquaranta anni) che quei pun-tini sulle i vadano messi al loroposto prima che sia troppo tardi (echi vuole intendere intenda)? Ed èpossibile che neppure il Capo del-lo Stato, che è il simbolo dell’Italia-una, comprenda che il Sud ha bi-sogno di tante cose, ma per poteravere la meglio sulla fine materialee morale che incombe su tutti i suoiorgani vitali è indispensabile e ur-gente il suo ricovero nel reparto dirianimazione e terapia intensivadell’ ospedale della SacrosantaVerità Storica, e non già di scon-giuri, e tanto meno -con tutto il ri-spetto - di novene al solitotaumaturgo san Gennaro ?

Il Sud voleva l’Italia-una e la staancora aspettando. Il Nord volevasolo il Sud! Voleva un’ Italia tuttasua per farci solo i cacchi suoi! Lenostre Cose non andarono comegli scribacchini al servizio di que-gli assassini dei fratelli d’Italia vol-

RAGAZZI DEL SUDOn. Angelo Manna

lero farci credere ... E chiunquesostenga il contrario, beatificandoil cosiddetto risorgimento, mente:e mente per la sua gola... A comin-ciare dal Capo dello Stato, che èpiemontese!

Ragazzi del Sud! Sangue del no-stro sangue che forse non saràblu ma acquacertamentenon è! Scri-bacchini tra-vestiti da sto-rici imperver-sano dal1860,e Romaci impone diabbeverarcialle loro av-v e l e n a t efonti?

Noi pos-siamo dimo-strare la lorovelenosità.

Ed è perquesto chea b b i a m oscritto Italia!Italia ! Italia..... ed è perquesto chesc r i vemmoQuegli as-sassini deifratelli d’Ita-lia... Ed è perquesto ches c r i v i a m oqueste sche-de, essen-ziali e veritie-re, sul cosid-detto brigan-taggio post-unitario nellep r o v i n c i emeridionali.

Noi quelrantolo lo ab-biamo udito equelle piaghee quelle cate-ne le abbia-mo viste, enon ci fidia-mo più di sa-pere cheMammà sta

Il 2 novembre di ogni anno per la Chiesa Cattolica è il giorno di tuttii defunti e ci ricorda che sono tutti eguali. Da un po’ di tempo in Italia idefunti sono stati classificati in varie e diverse categorie e si ricordanosolo quelli di una religione (non quella cattolica) alla faccia degli altri.

Poi c’è stata l’iniziativa di un Partito che ha impiegato decine e decined’anni per far riconoscere anche altri defunti: quelli delle foibe iugoslave.

Per noi i defunti sono tutti uguali e invitiamo i nostri lettori a ricordare,il 2 novembre, anche i 40.000 fra soldati e civili meridionali uccisi daiPiemontesi nel lager e/o campo di concentramento di Fenestrelle.

PD: a S. Maria a Vicoe a Caserta come la DC

Ha lasciato sconcertato nonpoco la lettera di “protesta” inviatadagli iscritti del Circolo Territorialedel PD di Santa Maria a Vico, agliorgani provinciali, regionali e na- continua a pag. 2

zionali del Partito stesso.Vibrato, circonstanziato e de-

mocratico l’intevento degli iscritti,che si firmano in calce alla lettera,

MartedìLa nave apre il suo ventre d’ac-

ciaio e accoglie, una diecina dopol’altra, i giganteschi rumorosi au-tocarri. Le automobili, al confron-to, sembrano topi spaurititi che s‘in-filano tra i giganti per nascondersinegli antri della sentina.

Al calar della notte la nave la-scia lenta la banchina. L’accom-pagna sul mare una scìa lumino-sa. La prua fende il mare e ne scac-cia i piccoli abitanti che s’affac-ciano ai fianchi della nave attrattidalla luce. Veloce arriva , volandoa pelo d’acqua, uno sconfinatostormo di gabbiani. Ne fanno stra-ge e rimediano la cena.

Appunti di viaggioMercoledìPalermo al suo risveglio acco-

glie, rumorosa e caotica, le autoche timide escono dal guscio dovehanno viaggiato.

Dolce e riposante l’antica stra-da che porta ad Agrigento si sno-da con grazia tra le colline e l’ani-mo s’apre nel ritrovare la pace per-duta.

La città, affacciata sul mare, ciaccoglie serena e silenziosa nelsuo faticoso degradare dalla cimaal piano. E’ povera,ma dignitosa.Nelle sue alte stradine chiuse travertiginose gradinate, dietro le por-te serrate delle chiese, nascondetesori antichi. Non senti voci, tos-siti maleodoranti di auto o schia-

Ad Arienzo: Adotta un’aiuola L’Amministrazione Comunale -

dichiara l’assessore Raffaele Di-glio - con questa iniziativa inten-de promuovere la partecipazionedi associazioni e organizzazionivarie, attività commerciali e pri-vati cittadini, che desiderano ri-chiedere in “adozione” un’area

verde e/ospazio pub-blico, de-stinati co-munque aduso pubbli-co, al fine dicurarne lam a n u t e n -zione.

Ci sonoadesioni?

Due im-prenditori -

continua Diglio - sono disposti adadottare l’aiuola spartittraffico al-l’inizio di Via Ceasre Battisti inlocalità Costa.

Quali sono le altre zone in-teressate all’iniziativa?

Piazza Lettieri; Piazza Vallet-ta; Parco Europa; Piazzetta Ca-podiconca; Piazzetta di ViaRoma; aree a verde antistanti ivari edifici scolastici; Piazza Fraz.Crisci; Piazza Fraz. Costa; Areaa verde Signorindico; ParcheggioSanta Lucia.

A chi bisogna rivolgersi peravere notizie?

Presso l’Ufficio Tecnico, Setto-re Tutela e Gestione del territo-rio, sito in piazza S. Agostino, sa-ranno fornite agli interessati tuttele informazioni sulle modalità diadozione. Emanuela P.

Ai Comuni di S. Maria e di S. Felice

Intitolare vie e/o piazzeal prof. Gaetano Aceto

ed all’on. Angelo MannaReiteriamo alle Amministrazioni Comunali di S.

Maria a Vico e di San Felice a Cancello la propo-sta di intitolare delle arterie cittadine a due fore-stieri che hanno ben illustrato ed onorato i dueComuni più popolosi della nostra Valle.

Per il prof. Gaetano Aceto, trasferitosi a S.Maria a Vico nel 1977, ed ivi morto il 26 maggio del2010: si può derogare dalla legge che regola lamateria in merito avendo il professore ben illu-strato ed onorato il nostro paese.

L’on. Angelo Manna, per due legistrature de-putato alla Camera, e consigliere comunale di S.Felice, morto l’11 giugno 2001 E.P.

A Cervino siincendiano le auto

Biagio Di Nuzzo, sindaco f.f. di Cervino, a se-guito dell’ennesimo incendio intimidatorio di un’au-to, si è rivolto al Prefetto di Caserta chiedendoassistenza. Da qualche tempo la sua compagineamministrativa è presa di mira da sconosciuti che,imperterriti, continuano a minacciare questo o quelconsigliere o i loro familiari. “Deve intervenire loStato, e subito” dichiarano gli interessati. E.P.

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Direttore: Alfonso MorgilloDirettore Responsabile: Arturo Morgillo

Via Nazionale, 92 - 81028 SANTA MARIA A VICO (Ce)tel. 0823. 808160 - 808360, fax 0823. 808160 - 808360

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Alfredo D’Addio; Asmà Es-Souni; Valerio Esca; Alfonso, Clemente e MayraFerrara; Carmela e Fortuna Fico; Vincenzo Guadagnino; Domenico e VincenzoGuida; Vincenzo Isernio; Diego Martinisi; Maria Sofia Massaro; Marco Mauro;Luigi Mazzone; Ivan e Selenia Morgillo; Tiziana Morgillo; Valerio Nobile;Gelsomina Nuzzo; Claudio Onorati; Antonio Passariello; Francesco e MariaPerrotta; Andrea Piscitelli; Alfonso Russo; Antonio Solli.

Gli articoli firmati esprimono il pensiero dell’autore. La collaborazione,aperta a tutti, è a titolo completamente gratuita. Foto e manoscritti, anche senon pubblicati, non si restituiscono.

Stampa: Segni s.r.l. - 81100 CASERTARegistr.: Tribunale di S. Maria Capua Vetere n. 275 del 29.1. 1982Vietata la riproduzione di qualsiasi parte del giornale con qualsiasi mezzo

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morendo e che noi figli ce ne stia-mo con le mani in mano, o, peggio,stiamo lì, soltanto a tirarle i piedi.

Noi scriviamo per preparare larivoluzione. Perché voi, ragazziche domani sarete uomini, pren-diate coscienza dello stato di sog-gezione nel quale la pidocchiosatrimurti nordista ci spinse e ci con-tinua a spingere con l’inganno econ la violenza riducendo semprepiù al lumicino le nostre speranzedi sopravvivenza. Sì. Scriviamoper preparare la rivoluzione. E nonpuò contare se avremo successodomani o fra un secolo. Lo avre-mo.

Ragazzi del Sud! Sangue del no-stro sangue!

La Storia è solo questa. E gli sto-rici italiani, per la faccia loro, con-tinuano a servire il Mendacio. Cheè Mendacio di Stato. È Mendacioche copre le sporcizie che i bar-bari si portarono appresso per in-fettare il Reame di Napoli e ucci-derlo a tradimento. È il Mendacioche fa da nobile paravento, tuttomitica magnificenza e tuttofiabesco splendore, ad un cosid-detto risorgimento che fu solo trai tempi più sconci della storia eu-ropea, e non può e non deve es-sere svergognato. E sennò ... Esennò non Si scopron le tombe enon si levano i morti: si scopron lezelle e si levan gli sputi, oltre aifischi e ai pernacchi!... E a schifìofinisce ...

Brutto affare facemmo. Esseremeridionali - calabresi come napo-letani, pugliesi come lucani,abruzzesi come molisani o comesiciliani - fu sempre un onore, perotto secoli di fila. Dai Normanni inpoi.

E sarebbe stato un onore, cer-to, essere italiani in un’Italia-unasul serio. Ma in questa... QuestaItalia-una il nostro Onore ce lostrappa, e ci si netta il culo, dalfatal Sessanta, ogni giorno! E lacolpa è soltanto nostra: ché nonle sbattiamo mai, sul brutto grugnoche si ritrova, un bel Basta!, deci-so e sanguigno ...Tremendo!

Ragazzi del Sud! Non lo scorda-te mai! ( ... )

PARTETTEROPE MMARE... ERANO

SCIUMME!...Forse la moderna psicologia ci

darà ragione. Ma se ci darà torto,non faremo certamente marcia-in-dietro.

Noi siamo convinti di tutto quan-to scriviamo.

E che cosa accadde, dopo?Scriveremo nel 1978 (e affron-

teremo, per svariati vilipendi, il giu-dizio della Corte di Assise presie-duta da un Marino Lo Schiavo!..)un poemetto di una trentina di so-netti: Care paisane ... Questo chetrascriviamo, soltanto perché cipare un inoppugnabile documen-to, è il settimo:

(leggere nel riquadro centrale)

Scannate pe bbrigante, smaleditte,nzagnate ‘e caruvite, tasse, ausure,malate, chine ‘e diebbete, cuscritte,schifate da fetiente e da signure,

truvaiemo’a forza d’alluccà Mo bbasta! ...Chesto songo ‘e taliane: so’ ‘a lutamma!A ffà dirrò ffarrò so’ state ‘e maste :e dditto nfatto nce murimmo ‘e famma!

E cch’ avimm’ a fà: ancora sputazzelle?St’ Italia è oro? Nonzignore! È cchiummo!

Iammuncenne! Facimmo ‘a mappatella!

Levammonce ‘o risturbo a sta fetumma!Aizàiemo ncuollo e addio Napule bbello!Partiettemo pe mmare... Eramo sciumme ...

I centomila banditi travestiti dasoldati che repressero nel sanguela rivolta dei paria della terra ot-tennero lo spopolamento dellecampagne e di centinaia di paesinilucani, abruzzesi, calabresi,pugliesi, campani. Coloro i qualinon riuscirono a morire massa-crati scesero dai monti e depose-ro le armi. Si vendettero l’onoredelle proprie donne, per riuscire atogliere il disturbo. Presero la viadell’unica speranza di sopravvi-venza che la grande matrigna Ita-lia-una fosse capace di additareloro: l’America, l’Australia. E così(occhi senza più lacrime, gole sen-za più bestemmie o rosari, il vuotonel cervello, la morte nel cuore ...),

Ragazzi del Sud

i superstiti della più immane trage-dia della Storia delle nostre con-trade partettero pe mmare... Era-no sciumme!... E fu l’emigrazione.

Fu l’esodo più triste, più mas-siccio, più vergognoso dell’ interastoria d’Italia, di quella antica, diquella moderna, di quella dei no-stri giorni abietti e spensierati incui meditiamo di far rientrare in Ita-lia i rampolli di quell’ Assassino chesi fece chiamare Galantuomo, diquel figlio di NN che si fece chia-mare Savoia, di quell’usurpatoreche si fece chiamare re d’Italia, marestò II, a dimostrare che l’Italiadovesse essere un feudo del Pie-monte, di quell’infranciosato chesi fece chiamare padre della pa-tria, come dire padre di una nazio-ne della quale non conosceva lalingua, gli usi, i costumi, la Civiltà!

Si. Coloro i quali scamparono aimassacri tolsero il disturbo ...

E si precipitò al molo Beverello,l’Italia dei camaleonti, l’Italia degliintellettuali venduti, l’Italia deiparvenus, l’Italia dei rinnegati, l’Ita-lia dei pezzentoni risaliti che pote-vano vantarsi di avere avuto,anch’ essi, il loro bel numero (ah!,finalmente!. ..) nella Smorfia vin-cente. E questa Italia borghese,paffuta, che immaginiamo sempresgruttante (per la faccia fetentesua...), questa cloaca tricolore chenon era affatto l’Italia bella, nostra,di tutti la sublime parola azzurra

bisbigliata sull’infinito, la fatina deisogni epici, eroici, di milioni di ra-gazzi puliti, la dolce speranza dimilioni e milioni di italiani per bene -, questo schifo di Italia che fu su-bito loro e non fu anche nostracome avrebbe dovuto essere,questa merda di Italia una che nonci appartenne mai perché noi nondovevamo appartenere ad essa,fu capace di tanto perverso sadi-smo da correre a rotta di collo alMolo Beverello, sotto i piroscafi inpartenza per l’America, a svento-lare fin sottobordo le sue belle ban-dierine tricolori e ad intonare le sueancora più belle canzonette lagri-

mose: tutte parenti strettissime diquella che intonerà E. A. Mario (ilfuturo famoso cantore del Piavemormorò) - Partono ‘e bbastimentepe tterre assaie luntane ...- e chefarà piangere milioni di italianissimipatriottici autolesionisti, masochisticome lui...

La Storia del Brigantaggio post-unitario finisce qui, cari ragazzi.Imparatela. E amate, sì, l’Italia perla quale decine di migliaia di vostricoetanei seppero finanche mori-re, sulle barricate, nelle piazze, suicampi di battaglia. E, dunque: im-parate ad odiare questo schifo diStato che porta indegnamente ilSuo nome. Esso è fatto di vincitorie di vinti, di padroni e di schiavi, esi regge sul Mendacio. I vostri co-etanei non morirono certo per que-sto! L’Italia-una era una necessitàstorica? Ma fu realizzata comepeggio non si sarebbe potuto. Va,dunque, rifatta. Sempre che siaancora una necessità. E sempreche i suoi padroni accettino le no-stre condizioni, che non sono poitante. Un’Italia che a distanza dicentoquarant’anni si rifiuti di rico-noscere la par condicio ai popoliche vollero farla e che per veder-la fatta si dovettero piangere unmilione di briganti uccisi e ventiseimilioni di briganti emigrati in pocomeno di un secolo, è solo un’as-sociazione a delinquere che vasolo svergognata e distrutta.

CONGEDOUn milione di morti, ventisei mi-

lioni di emigranti ... Briganti!...A coloro i quali, per danaro, per

la carriera, per la medaglietta, tro-varono comodo farsi agiografi del-la schifosa orda savoiarda einneggiarono al cosiddetto risor-gimento al punto da far bianco ilnero e nero il bianco, al punto dagiurare che il torto avesse ragio-ne e la ragione torto, al punto datramutare le traveggole della mi-seria e della fame in ferino istintocriminale, al punto da trasformaregli infami in eroi e i poveri disgra-ziati in belve feroci, al punto dafalsificare ora la fede di nascita diun Francesco II di Borbone e defi-nirlo tiranno straniero, ora quelladi un Vittorio Emanuele II di NN edefinirlo padre della patria, re ga-lantuomo e affran-catore eredentore delle provincie meridio-nali, al punto da nascondere aiposteri che fu grazie alla camorradi Tore ‘e Crescienzo che l’eroedei due mondi potè entrare datrionfatore nell’ ex Capitale di unex regno libero e indipendente...

A questi fetenti di pennivendoliche non si vergognarono di scri-vere che il cosiddetto risorgimen-to altro non fosse, sul piano mora-le, se non l’attesissimo momentostorico in cui il Piemonte, la Lom-bardia e la Liguria regalarono aifratellini delle altre regioni dellapenisola italica l’invocata superio-re civiltà ...

A tutti costoro, il nostro di-sprezzo eterno, la nostraanatemizzante sputazzata difuoco, e il nostro guanto di sfi-da.

L’on. Angelo Manna, laureato in giurisprudenza, giornali-sta professionista dal 1960, morì l’11 giugno 2001.

Era nativo di Acerra, ma visse per molti anni a Napoli.Dopo due legislature alla Camera dei Deputati, ove fecebattaglie che ancora si ricordano, lasciò la politica attiva e siritirò nella sua Acerra. Fu consigliere comunale a S. Felicea Cancello lasciandoci un ottimo ricordo.

Appena sarà possibile gli dedicheremo più spazio...

in cui si evidenzia la stranezza delcomportamento del segretario pro-vinciale PD Dario Abbate che“avrebbe definito barbarie politi-che la sfiducia regolarmente ef-fettuata dai dirigenti del circolo eavrebbe, come accertato dal co-municato pubblicato sul sito del PDprovinciale, legittimato e dato fidu-cia alla coordinatrice sfiduciata,che continua a non voler capireche la maggioranza del Circolo ...non la riconosce più in quel ruolo”.“Intromissiomi ed invasioni di areedi competenza” che evidenzianocome Abbate “vuole esserecapocorrente anzicché Segreta-rio Provinciale e garante di un Par-tito Democratico che si riconoscaalternativa di governo. Questo at-tacco alla democrazia interna delCircolo di S. Maria a Vico è unapresa di posizione e soprattuttodenigra l’altra parte del Circolosenza ascoltarne le ragioni”. Quin-di, a dire degli iscritti che si firma-no, l’Abbate non garantisce più ilruolo di segretario provinciale.

Non entrariamo nel merito della“ democratica protesta”, ma sem-bra che nel PD locale e prov. i diri-genti si comportino come quelli dellavecchia DC casertana. E.P.

PD: a S. Maria e a..mazzi di radio. Sembra dormire inun quotidiano abbandono.

GiovedìSotto e dietro la città antica si

stende la parte nuova. Alti palazzicostruiti senza regola, lustrati a lu-cido per ospitare, una dietro l’al-tra, banche ed agenzie di viaggio.

Un lungo viale alberato affac-ciato sul mare. Una piazza immen-sa ricoperta d’alberi. La sera, su-gli alberi si danno convegno miriadid’uccelli. Hanno volato l’intera gior-nata alla ricerca del cibo e si rac-contano tutt’insieme l’emozionedella vita.

Un cinema elegante, un’ interes-sante pellicola. La cassiera riescea dare il resto solo con l’aiuto del-l’amica che s’appoggia al bancoper tenerle compagnia. 250 poltro-ne di velluto e due soli spettatori.All’uscita le due amiche si parlanoancora. Spero abbiano argomentiper riempire le prossime due ore.

VenerdìStrade che s’intrecciano. Porto

Empedocle: due statue in bronzo.Pirandello in alto sul piedistallomarmoreo che l’allontana eMontalbano di fronte appoggiato alpalo di un lampione tra la gente.“O tempora o mores”.

Per acquistare il pesce, fre-schissimo, occorre prenotare ilturno. Il pane appena sfornato hasapore antico. Il volto nero di SanCalogero, l’eremita, è dappertutto.

Il telefono dona illusioni e ti al-lontana dal presente. Sento forte ildesiderio che non fosse mai statoinventato.

Sabato

Palermo. Come mandria di bufaliuna moltitudine di auto cerca dipassare sotto l’arco stretto dell’an-tica porta. Sembra d’impazzire.

DomenicaNella grigia coltre delle nuvole si

apre uno squarcio sulla linea dellecolline e piove un fondale di luceviva che mette in risalto il loro,frastagliato, profilo.

LunedìLa pioggia notturna ha portato

via la foschia dal cielo e la polveredalle strade. Il cielo risplende ter-so, il mare ha colori cangianti e ilselciato risponde col sorriso al soleche lo bacia. In uno splendenteconvento rinnovato parlano qua-dri inaspettati: visi rudi, scene dicampagna, marine splendenti. Ilcuore risponde affascinato. Nelprofondo del palazzo “presepi” amisura d’uomo ci mostrano scenee ambienti quotidiani.

MartedìValle dei Templi. Emozione pro-

fonda. Tra olivi millenari gli scenaridi storia raccontano l’amore per ilbello e la ricerca del Divino di chi ciha preceduto.

Sotto il fianco della chiesa di SanFrancesco s’apre la struttura anti-ca ad ospitare il nuovo.

Una libreria respinge la moda einvita a leggere per partecipare al-l’evolversi del pensiero.

MercoledìPreparativi per la partenza. Quel-

lo che comincia ha fine. Sempre.GiovedìViaggiare, toccare con mano, ci

aiuta a conoscere e diventiamo piùricchi.

Appunti di viaggio

I giovani e l’on. Angelo Manna

Page 3: Ottobre 2011

Ottobre 2011 3Valle di Suèssola

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Unità d’Italia: idea ottima, attuazione pessima

Cosa hanno i terroni da festeggiare A Londra, festa pubblica per Garibaldi, Karl Marx: La più grande pagliacciata a cui abbia maiassistito - Le Leggi truffa - L’atto di accusa del deputato di Casoria Marzio Francesco Proto

Carafa Pallavicino: la Presidenza della Camera respinse la richiesta. Proto: Questa è invasione,non unione, non annessione!- Le donne meridionali venivano sistematicamente violentate e

squartate dai piemontesi. Questa mattanza durò fino alla fine del 1869.Fu un genocidio. La popolazione di interi paesi venne sterminata, con processi sommari, soloper avere ospitato qualche “brigante”. Alle donne venne riservata la sorte più infamante, manon vennero risparmiati neppure vecchi e bambini. Agli ufficiali piemontesi che guidarono inazioni tanto “gloriose” i propri bersaglieri sono dedicate vie e piazze d’Italia. Quelle stesse

strade che nessuno si sognerebbe di intitolare a uomini come Kappler, reo di avere fucilato 10civili - Dal 1861 al 1870 circa 200.000 meridionali emigrarono

Domenico Guida

I messaggi di Gesù e di sua mammaChi ha ascoltato questi messaggi, e chi per la prima volta li leggerà, sappia che devonoessere custoditi con amore, perché, rileggendoli nella bisogna, possa ritrovarsi in essi.

(Continua)

Quarta puntata dello studiodi Domenico Guida che non èborbonico o filoborbonico, ma di-fensore della verità.

La qualità raddoppiaA Messercola e a S. Maria

Pesce fresco tutti i giorni

Venerdì 20 marzo 2009ore 2,10

Mamma celeste, sono pron-ta per servire alle creaturepresenti la tua parola.

“Figli che siete qui presen-ti, lo, la vostra Mamma, nonposso restare in silenzio al-l’accorato richiamo del vostrocuore, che avete per me innal-zato al Padre Iddio.

lo sono con voi in ogni istan-te del giorno, quando mi invo-cate, sono con coloro chestanno percorrendo con laloro sofferenza il calvario delFiglio mio, calvario che Loporterà alla morte per salvarequesta umanità cosÌ peccatri-ce.

Mi rivolgo a tutti coloro chesoffrono nel silenzio, perchéallontanati da questo ascolto,dalIa mia parola, parola che ilDio Onnipotente mi ha con-cesso, perché questo loro do-lore venga offerto con amoreal suo cuore di Padre, affin-ché vi usi misericordia e non

giustizia.Creature che mi ascoltate

accettate ogni cosa che vi fasoffrire, accettate la mortifica-zione, la condanna di quelliche vi allontanano dall’opera-re per il Figlio mio diletto; fatevostre le ferite che vi procura-no coloro che non hanno lavoce del bene. Non ricambia-te con il male chi vi fa soffrire,ma pregate, pregate perché laluce dello Spirito Santo aprala loro mente a Dio.

Pregate tanto per coloro chehanno condannato, hannoabiurato la voce del Figlio mioche per anni ha servito la suaparola, in questo contesto scel-to da Dio Onnipotente, perchédivenisse fornace di preghie-ra. Dio Padre, che è misericor-dioso, ha concesso di palesa-re attraverso me, umile ServaMaria, di segnalare il suo per-dono, con le lacrime che hoversato, ma che non hannomutato il cuore dei vostri fra-telli. Ancora un segno lo, laMamma del Figlio di Dio, vi hodato col farvi avvicinare all’Ar-tefice della vostra vita attraver-so il Rosario.

Questo Rosario che aveteelevato al mio cuore, qualesegno riparatore per la miaPersona, lo, la vostra Mamma,l’ho devoluto al Figlio mio, per-ché vi sentisse vicini nel suocalvario che lo porterà allamorte. Sì creature che miascoltate, l’Olocausto del Fi-glio mio si ripete, perché lavostra generazione continua a

combatterLo, a crocifiggerLoin ogni istante del giorno.

Pregate, pregate e digiu-nate; penitenza soprattuttoora che la vostra generazio-ne sta manifestando con leproprie azioni la lontananzada Dio, precursore solo del-l’amore e del perdono.

All’erta quindi, creatureche siete assidue a questoincontro, siate apostoli pres-so i vostri cari perché sianopresenti a questa catena dipreghiere, che il Figlio miocautelerà con la sua presen-za, affinché possa arginarein parte le calamità che si ab-batteranno su questa terra.

Prima di lasciarvi mi rivol-go alle creature che chiedo-no il mio aiuto: lo, la Mammavostra, faccio mia la vostrasofferenza fisica, il dolore delcuore, che vi procurano i vo-stri cari. lo vi ascolto e vi so-stengo con la mia presenzapresso di voi.

Tu, creatura che sei venu-ta per la prima volta, ritorna aquesta preghiera, ritorna per-ché il Figlio mio ti aspetta perannoverarti tra coloro cheoperano nel suo nome.

Un’ultima cosa vi chiedo,figli diletti che siete qui: ama-te il Figlio mio, non lasciatesolo Chi sta avviandosi ver-so l’Olocausto della sua vitaper salvarvi dal peccato, per-ché possiate risorgere conLui a nuova vita. Vi abbracciotutti con il mio amore dimamma”. Andate in pace.

Bisogna sapere, che la camor-ra pur presente in Campania datempo immemorabile, è proprio nel1860 - durante la transizione tral’uscita di scena di Francesco II el’arrivo a Napoli di Garibaldi - chefa il salto di qualità e diventa unodegli innegabili protagonisti del “Ri-sorgimento” partenopeo. Fu infattil’allora ministro dell’Interno del Re-gno, il mazziniano Liborio Roma-no che, per sbarazzarsi dei poli-ziotti di Napoli – rimasti fedeli allavecchia monarchia – pensò benedi sostituirli direttamente con iguappi.

E sempre questo squallido per-sonaggio, come deputato, propo-se nel parlamento piemontese divendere tutti i beni demaniali e de-gli istituti di beneficenza delle DueSicilie a prezzo minore del valorereale, a rate fino a 26 anni, paga-bile con titoli di Stato al 5%.

L’economia nel Regno delle DueSicilie si reggeva su robuste tarif-fe doganali che, favorendo la cir-colazione dei beni di propria pro-duzione sul mercato interno, tene-vano su buoni livelli il commercio el’artigianato. La maggior parte del-la popolazione godeva di fondi presiin affitto dalla Chiesa (primo pro-prietario terriero del paese) per iquali versava canoni irrisori. Lafine del protezionismo doganale,promesso dal Piemonte (che nonaveva grandi produzioni) a Fran-cia e Inghilterra, in cambio del de-cisivo aiuto fornito nella conquistadel sud, portò a quella forte con-correnza che si rivelò distruttivaper le produzioni meridionali.

Ancor peggio fecero le leggi sul-la requisizione, da parte dello sta-to, dei beni ecclesiastici con suc-cessiva vendita degli stessi al mi-glior offerente (legge 7 luglio 1866di soppressione degli Ordini e del-le Corporazioni religiose e legge15 agosto 1867 per la liquidazionedell’Asse ecclesiastico) passatealla storia non a caso come “Leg-gi truffa”.

Il Piemonte, fortemente indebita-to, aveva urgente bisogno di quat-trini e con questi provvedimenticertamente ne incassò molti. To-gliendo le terre alla chiesa, di fat-to, però, le tolse ai piccoli contadi-ni affittuari consegnandole, su unpiatto d’argento, ai grandi proprie-tari che, molto danarosi, ne feceroincetta. Vigendo inoltre nel Regnola libertà di pascolo, di raccoltadella legna e delle verdure, tolsero

tutto si fa venir diPiemonte, persinole cassette della

posta, la carta peri Dicasteri, e per lepubbliche ammini-

strazioni.

Anche a fabbrica-re le ferrovie simandano operaipiemontesi, ed iquali oltraggiosa-mente pagansi ildoppio che i napo-litani

la terra a quanti (molti) da questeattività traevano sostentamento.

Nasce così e solo allora il gran-de latifondo e ai piccoli agricoltorio artigiani rimasti senza sostenta-mento, né arte, né parte, non re-stò che un unica strada: la via del-l’emigrazione verso le Americhe,la drammatica via crucis verso unanuova esistenza che però, dal re-gno delle Due Sicilie, mai nessu-no, ancora, aveva percorso.

La disoccupazione diventò unfenomeno di massa e incomincia-rono le prime emigrazioni versol’estero, l’inizio di una vera e pro-

pria diaspora. Con gli emigranti in-cominciarono a scomparire dallegià devastate Terre Napoletane eSiciliane le forze umane più intra-prendenti. Nel 1861, dai porti diNapoli e di Palermo, partirono 6000emigranti e 6800 nel 1862; 7000emigranti nel 1863, 9000 1864,11.000 nel 1865, 18.000 nel 1866,21.000 nel 1867, 26.000 nel 1868,32.000 nel 1869 e 40.000 nel 1870.Prima di essere invaso, il Sud ave-va 12 milioni di abitanti. Fino ad oggigli emigrati meridionali nel mondosono 20 milioni senza contare quellisparsi nel resto d’Italia.

Solo in questi ultimi 10 anni gliemigrati dal Sud sono 700.000 edil motivo lo dicono queste cifre:

al Sud la disoccupazione tra igiovani tra i 15 e i 24 è arrivata al33,6% e in alcune zone più de-presse si supera il 40%.. Primadegli avvenimenti rivoluzionari inMarocco i giovani senza lavoroerano il 17,6% in Algeria il 21,5%in Tunisia oltre il 30%, in Egitto il22,5% e in Libia il 35%%

Al grave disastro dell’emigrazio-ne si aggiunse l’affidamento degliappalti (e le ruberie) per i lavoripubblici da effettuare nel Napole-tano ed in Sicilia ad imprese lom-bardo-piemontesi che furono pa-gate con il drenaggio fiscale ope-rato dai piemontesi.

Il 20 Novembre 1861, MarzioFrancesco Proto Carafa Palla-vicino – duca di Maddaloni – elet-to al Parlamento Italiano come de-putato di Casoria, deposita pres-so l’ufficio di Presidenza della Ca-mera una mozione d’inchiesta che

è un veemente atto di accusa con-tro ciò che sta accadendo nelleProvincie Napolitane. La presiden-za della Camera dei Deputati re-spinse la richiesta dell’ on. Protoperché la sua mozione fosse mes-sa in discussione.

Sarebbe opportuno che i meri-dionali la conoscessero e che nel-le scuole ai nostri giovani la si leg-gesse.

Proto scrive: “…Intere famiglieveggonsi accattar l’elemosina; di-minuito, anzi annullato il commer-cio, serrati i privati opificii perconcorrenze subitanee, intempe-stive, impossibili a sostenersi, eper lo annulla mento delle tariffee per le mal proporzionate rifor-me; null’altro in fatto di pubblicilavori veggiamo fare se non len-tamente continuarsi qualche bran-ca di ferrovia, o metter pietre inau-gurali di opere, che poi nonveggonsi mai continuare. E frat-tanto tutto si fa venir di Piemonte,persino le cassette della posta,la carta per i Dicasteri, e per lepubbliche amministrazioni. Nonvi ha faccenda nella quale unonest’uomo possa buscarsi alcunducato, che non si chiami un pie-montese a disbri-garla. A mer-canti di Piemonte dannosi le for-niture della milizia, e delle ammi-nistrazioni, od almeno delle piùlucrose, burocratici di Piemonteoccupano quasi tutti i pubbliciuffizi, gente spesso ben più cor-

rotta degli antichi burocratici na-politani, e di una ignoranza, e diuna ottusità di mente, che nonteneasi possibile dalla gente delmezzodì. Anche a fabbricare leferrovie si mandano operai pie-montesi, ed i quali oltraggiosa-mente pagansi il doppio che i na-politani; a facchini della dogana,a carcerieri vengono uomini diPiemonte, e donne piemontesi siprendono a nutrici nell’ospizio deitrovatelli. quasi neppure il sanguedi questo popolo più fosse bello esalutevole. Questa è invasione,non unione, non annessione!Questo è un voler sfruttare la no-stra terra, siccome terra di con-

quista. Il governo di Piemonte vuo-le trattar le provincie meridionalicome il Cortes od il Pizzarro fa-cevano nel Perù e nel Messico,come i fiorentini nell’agro Pisa-no, come i genovesi nella Corsi-ca, come gli inglesi nei regni delBengala. Ma esso non le ha con-quistate queste contrade, per-ciocché non è soggiogare un pa-ese il prepararsene l’ausilio percospirazioni, od il corrompere elo squassare la fede dello eserci-to, cd i! comperarne i condottieri,ed i consiglieri del principe indur-re al tradimento. Soffrite pur cheil diciamo, il governo piemontesefa a Napoli come quel parassitoche, invitato a desco fraterno, neporta via gli argenti. E questa suaavarizia non è di lieve momentonella opinione invalsa nell’univer-sale, che la signoria Subalpinasia fuggevole, però che non capenel senso popolare il pensiero,che si distrugga la casa nella qua-le si voglia far stanza”.

I fatti d’arme non cessarono conl’esilio di Francesco II, ospite diPio IX a Roma. Il decennio 1860-1870, soprattutto nei primi anni, fucontrassegnato da una fiera resi-stenza armata che gli occupantidileggiarono col nome di “brigan-

taggio” per nascondere agli occhidel mondo il loro sopruso e giu-stificare in tal modo gli innumere-voli crimini contro l’umanità di cuisi macchiarono con raro cinismo.

Secondo la stampa estera, dalgennaio all’ottobre del 1861, insoli 10 mesi, si contavano nel-l’ex Regno delle Due Sicilie9.860 fucilati, 10.604 feriti, 918case arse, 6 paesi bruciati, 12chiese predate, 40 donne e 60ragazzi uccisi, 13.629 imprigio-nati, 1.428 comuni sorti in armi.

Nel concistoro del 30 settembre1861 il pontefice Pio IX disse: “Nonè poi che non vegga quale luttuo-sa serie di calamità, di delitti e dirovine sia ridondata specialmen-te alla povera Italia, da questovasto incendio. Perocché, perusare la parola del profeta, “la ma-ledizione e la menzogna, l’omici-dio e il furto e l’adulterio hannostraripato e il sangue incalza ilsangue”. Inorridisce davvero e ri-fugge l’animo per il dolore, né puòsenza fremito rammentarsi moltivillaggi del Regno di Napoli in-cendiati e spianati al suolo e in-numerevoli sacerdoti, e religiosi,e cittadini d’ogni condizione, etàe sesso e finanche gli stessi in-fermi, indegnamente oltraggiati e,

senza neppur dirne la ragione, in-carcerati e, nel più barbaro deimodi, uccisi... Queste cose si fan-no da coloro che non arrossisco-no di asserire con estrema impu-denza... voler essi restituire il sen-so morale all’Italia”

Questa mattanza durò finoalla fine del 1869.

Fu un genocidio. La popolazio-ne di interi paesi venne stermina-ta, con processi sommari, solo peravere ospitato qualche “brigante”.

Page 4: Ottobre 2011

Ottobre 20114 Valle di Suèssola

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Diego Martinisi

Come in un sognoIn una notte d’inverno andrò per il boscotoccando i rami sulla terra bagnata.

Come in un sogno,ascolterò il vento che,lieve,sussurra le sue storieal passaggio tra gli alberi.

Vedrò la rugiadabrillare di essenze mattutine,attenderò l’arrivo della neveper bagnarmi nuovamente il viso.

Sarò muto allo scorrere del tempo,udrò dialoghi immaginari,mi nutriròalla fonte perduta,maricordando TE...come in un sogno, il sortilegio svanirà.

Il bosco,ragnatela inespugnabile didorata prigionia,si addormenterà per sempreed io,libero,verrò verso di te.

Augusto Alighieri

Fare impresa o iniziare unanuova attività di lavoro

autonomo sarà più facile.Tassazione forfettaria del 5%Il Fisco viene incontro ai giovani

che intendono iniziare una liberaattività di impresa, arte o profes-sione.

Dal prossimo anno, infatti, è pre-visto un nuovo regime dei “mini-mi”, con una tassazione forfetariadel 5% sul reddito netto consegui-to, il tutto con una contabilità superleggera.

La disposizione sui nuoviminimi(art. 27, Decreto Legge n. 98del 2011), prevede infatti il forfaitdel 5% sul reddito dichiarato e po-trà essere applicato per l’anno incui l’attività è iniziata e per i 4 suc-cessivi, ma anche dopo i 5 anni efino al compimento del 35° anno dietà, esclusivamente dalle perso-ne fisiche:

a) che intraprendono un’attivitàdi impresa, arte o professione;

b) che l’hanno intrapresa a par-tire dal 1° gennaio 2008.

Per i nuovi minimi sono previstealcune condizioni, quali, ad esem-pio, quella di non aver esercitato,nei 3 anni precedenti, l’inizio attivi-tà, un’altra di tipo professionale,artistica o d’impresa, anche in for-ma familiare od associata.

Un’altra condizione riguarda ilcaso di prosecuzione di un’attivitàd’impresa svolta in precedenza daaltro soggetto; in questo caso, l’am-montare dei ricavi realizzati nell’an-no non dev’essere superiore a 30mila euro, cioè il limite già previstoper i vecchi minimi.

I nuovi minimi

Ieri la Lira, oggi l’Euro, la musica non cambia, anzi peggiora!La realtà quotidiana per il cittadino comune è sempre la stessa:

‘E ppummarole aumentano, e ‘o ciuccio se stanca ncopp a sagliuta!Tutto il resto è solo vaniloquio

‘ A lira“Signo’ scusate, vuie site struita,spiecateme che vo’ significa’‘o fatto ca sta lira è indebolita:ma sta malata? Nun se po’ cura’?

I’ sento spisso ‘e di’ ch’è migliorata,ciert’ati vvote invece a perz’ ‘e punte:mentre sta bona pare ch’ è spirata...e doppo ‘e ssento ‘e fa’ nu sacco ‘e cunte...”

“Donna Rusi’, sta cosa è cumplicata,cu ddoie parole nun se po’ spieca’:certo ch’ ‘a lira nosta sta nguaiata,stanno facenno ‘e zumpe p’ ‘a salva’.

Mo’, per esempio, pe’ ve fa capi’,siccome c’ ha perduta tutt’ ‘e fforze,si servene ‘e ppatane, ‘onna Rusi’,cu mille lire ce accattammo ‘e scorze”.

(Ugo Izzolino, 1922 - 1984)

ConurbazioneTanto auspicata! Prospettiva del

passato; conquista da realizzareper le esigenze di oggi.

Nei Comuni benedetti da Dio: perla ferti l i tà del suolo, per lasalubrità del clima, per la nobiltàdel cuore ! (Tommaso DeAngelis, Storia e topografia arien-zana, 1913).

Perviene allo scrivente il roman-zo Reincarnazione? ...dall’au-tunno del Medioevo al miste-ro del Futuro anteriore, di Lu-cia Stendardo, direttrice didatti-ca, lontana erede di GiovannellaStendardo. La pubblicazione, in-viatami da Roma in questa estate,provvidenzialmente completa ilcontenuto della epigrafe, che silegge sul Sepolcro fatto costruire“Matrique Sibique”, dal figlio dia-cono Francesco: in Arienzo.

Le 411 pagine, suddivise in quat-tro parti, narrano: nella 1a, Prelu-dio; nella 2a, Johannella; nella 3a,Guglielmo Stendardo; nella 4a, Mi-steri, Dubbi, Speranze. - Una veraHistoria magistra vitae per la Val-le dei nostri Comuni.

Lucia Stendardo,nata a Napolinel 1934. Direttrice didattica a Tri-este e poi in Campania. Esordiscein poesia nel 1971. Autrice di ro-manzi, testi teatrali, racconti, diarie soggetti cinematografici... Dal1999 vive a Roma

JohannellaE ti vedo! Vegliano angeli / al tuo sepolcroA te mi accosto / come nel sogno...Vibro ed esulto / quasi vicina / fossi a te viva.L’arte scultorea / potente annulla / polvere e teschioe tu bellissima / donna piissima / torni fanciullanel bianco marmo / col dolce viso / intatto e puro.Ora il passato / col presente / ecco si fondee nell’ arcano / accomunata / sono al tuo spiritonell’improvvisa / folgorazione:/ noi due siano una!Pur mi sconvolge / il bassorilievo! Sul tuo diaconodiletto figlio / scorgo le stille / di piombo fusonel grave incendio: / sembrano lacrimescese da te / dal tuo sudario...Ed al di sopra / del vostro stemma / con il leonefiero e rampante / regna scheletrica / Morte ghignante.Amara medito / su affetti infranti / sul fine ultimo...Vinta, ti prego: / Svelami il vero!Ma resti muta / sagoma quieta:Anima - pietra!

Lucia Stendardo

Il sepolcro di Giovannella Stendardo nellachiesa di sant’Agostino in Arienzo. L’opera fu

realizzata dall’artista Pietro da Milano, autoredell’ arco trionfale del Maschio Angioino a Napoli.

In questa poesia l’autrice interroga la sua antenata del secolo XV ( Anima - pietra!) In basso a sinistra l’iscrizione che si trova davanti al sarcofago di Giovannella Stendardo. Una porzione

del lato destro fu pulita i anni fa durante i lavori di restauro della chiesa da parte della Sovrintendenza.

Le numerose amministrazioni comunali arienzane succedutesi nel tempo non hanno mai pensato di

pulire il monumento. Peccato! Peccato, veramente! Con rammarico dobbiamo dire che gli Arienzani non meritano i tesori d’arte (molti sono in completo abban-

dono) che gli antenati hanno lasciato loro in eredità. (N.d.D.)

Ai fini della tassazione si appli-cheranno, di norma, le regole fis-sate per il regime dei minimi, anco-ra applicabile per l’anno 2011, condeterminazione analitica, entratemeno uscite, meno contributi pre-videnziali, con l’applicazione del-l’imposta sostitutiva del 5 % sulreddito, se la differenza tra entra-te ed uscite è positiva.

I nuovi minimi del 2012 devonocomunque possedere i requisitiprevisti dal vecchio regime.

Per la determinazione del limitedei 30 mila euro non rilevano i ri-cavi ed i compensi derivanti dal-l’adeguamento agli studi di settoreod ai parametri, mentre se sonoesercitate contemporaneamentepiù attività, il limite và riferito allasomma dei ricavi e compensi rela-tivi alle singole attività.

Sono escluse dal particolare re-gime dei minimi le persone fisicheche, oltre ad esercitare in proprioun’attività d’impresa, arte o profes-sione, sono anche titolari di redditida partecipazione in una societàdi persone.

Sono esclusi anche i soggettinon residenti che svolgono attivitànel territorio dello Stato e coloroche si avvalgono di speciali regimiai fini IVA.

Le persone fisiche che siavvalgono del regime sostitutivosaranno esonerate dalla tenutadella contabilità, dalla effettuazio-ne delle registrazioni contabili edalla liquidazione e dai versamentiperiodici IVA, mentre permarran-no gli obblighi di conservazione deidocumenti contabili, della fattura-zione e della certificazione deicorrispettivi.

L’interessante articolo sulnome della nostra “Valle” a fir-ma di mons. Francesco Per-rotta, pubblicato a pag. 2 sulperiodico di settembre u.s., mioffre lo spunto per un appro-fondimento sull ’antico masempre attuale tema del pri-mato assoluto della “verità”,argomento giustamente beneevidenziato nel suo scritto da“don Ciccio Perrotta”.

Lo faccio col proporre ai let-tori del giornale il pezzo (clare,breviter atque ornate) sul temadella “verità” a firma del cardi-nale Gianfranco Ravasi, Pre-sidente del Pontificium Con-silium de Cultura” della Cittàdel Vaticano, apparso su IlSole 24 Ore di domenica 18settembre 2011.

Colgo l’occasione per ripor-tare alcune tra le tante citazio-ni sulla “verità”, tratte dallaSapientia traditionis:

1. “Per nessun motivo sideve preferire un uomo allaverità” (Minime vero veritatipraeferendus est vir);

2. “La verità non arrossiscedi nulla, se non di nasconder-si” (Nihil veritas erubescit, nisisolummodo abscondi” -Tertulliano).

Ricordo, infine, che il mottodi Papa Benedetto XVI è: Col-laboratore della verità(Cooperatores veritatis).

“Valle di Suèssola”e “verità”

Claudio Onorati La barbabruciata

Impossibile portare la fiac-cola della verità in mezzo allafolla senza bruciare qua e làuna barba o una parrucca.

“Si dice che la verità trionfasempre. Ma questa non è unaverità”.

Amara, ma “vera”, questanota dei Quaderni di Cechov.Eppure c’è sempre una spe-ranza: la verità lascia una trac-cia ardente nel buio delle fal-sità. Il suo passaggio scottaqualche pelle anche coriacea,bruciacchia barbe solenni,lambisce capelli agghindati.

E’, questa, l’immagine cheha usato nel Settecentoilluministico ed ottimistico loscienziato tedesco GeorgChristoph Lichtenberg in unodei suoi calendari di aforismi.Se nella vita non abbiamo maiavuto reazioni indignate o cri-tiche pesanti, è segno che nonabbiamo sempre detto la veri-tà.

La nuda veritas oraziana èoffensiva. Ma ai nostri giorni siè talmente corazzati, che spes-so l’unica reazione è quellascettica dell’antico governato-re romano di nome Pilato: Quidest veritas?

Card. Gianfranco Ravasi(dal Il Sole 24 ore)

L’autunnoComm’ ‘e fronne ca mo’ so’ cadutepenzo a chist’anno che ormai se n’ è gghiuto;e comm’ ‘e fronne che vanno o murtoriosonghe ‘e juorni ‘e stu calendario.

Pare ajeri ca so’ germogliate,po’ so’ crisciute dint’ a ll’estate;nu colpo ‘e viento po’ s’ha purtatoe chist’albero è rimasto spugliato.

Pure sta vita è comme a na piantache cu ‘o bontiempo pareva nu gigantee nun teneva paura d’ ‘o viento.

Mo’ tutto st’ardore cu ‘o tiempo l’ha perzoe nc’ è rimasta sultanto ‘a scorzasecca, spaccata e senza cchiù forza.

Denara

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4 ottobre san Francescod’AssisiAuguri a:

Francesco Iadaresta(palestra Aris)

Franco Nuzzo fu Alfonso,Franco Nuzzo di Vincenzo,prof.ssa Franca Guarini

prof.ssa Franca Passarielloprof.ssa Franca Cangiano

15 ottobre santa Teresad’Avila

Auguri a:sig.ra Teresa Martone

2 ottobre: Angeli CustodiAuguri a:

profssa. Angela Zaza D’AulisioAngelo Carfora (cantante)

7 ottobre B. V. del RosarioAuguri a:

prof.ssa Rosaria Liguori,Rosaria (Azzurro Sport)

Rosario Saccone

20 ottobre: santi’IreneAuguri a:

sig.ra Irene Martonedott.ssa Irene Giannatiempo

19 ottobre santa LauraAuguri a:

sig.ra Laura Caporaso

13 ottobre sant’ EdoardoAuguri a:

Edoardo Schettino

Carmela Sgambato festeggia i suoi 90 annicon i figli (da sinistra) Gennaro, Luisa e Renato Carfora

cav. Pasquale Scampertidirettore Casa del Fanciullo-Arienzo

Pasquale Nuzzo Luigi Iadaresta

11 ottobre 2011 - 1° anniversarioIl giornale Valle di Suèssola

lo ricorda a tutti

31.05.1946 - 11.09.2011Nel trigesimo della scomparsa

il genero Alfonso Russo lo ricorda a quanti lo stimatono

22-10-2011 - Nel 1° anniversariodella scomparsa la famiglia Nuzzolo ricorda a quanti lo conobbero

e lo stimarono

C’è un proverbio che dice :“Ogni bisogno estremo dell’uomoè un’ opportunità per Dio.” Credoin questo. Tuttavia quando ci ritro-viamo ridotti all’estremo, siamospesso poco preparati per conta-re sull’opportunità di Dio. Una cosaè affermare o ascoltare una veri-tà, altra cosa è realizzare la po-tenza di questa verità. Una cosa èparlare della potenza di Dio in gra-do di proteggerci dalla tempestaquando navighiamo sul mare cal-mo, altra cosa è mettere questapotenza alla prova quando la tem-pesta infuria intorno a noi, Eppu-re, Dio è sempre lo stesso. Nellatempesta come nella calma, nellamalattia o quando si sta bene, nel-la prova come nella prosperità,nella povertà come nell’abbondan-za. “ Gesù è lo stesso, ieri, oggi ein eterno”; è la preziosa verità allaquale la fede può aggrapparsi intutti i tempi e in tutte le circostan-ze. Ma purtroppo siamo increduli,e l’incredulità è la causa di tantedebolezze e cadute, siamo per-plessi e agitati, quando dovremmoessere calmi e fiduciosi, dovrem-mo chiedere la direzione dall’alto;cerchiamo soccorso intorno a noi,quando dovremmo guardare al Si-gnore Gesù. E in questo modo fac-ciamo una grande perdita e diso-noriamo il Signore nella nostra vita.Di tante mancanze dobbiamo umi-liarci, ma quella più grave è la no-stra mancanza di fiducia nel Si-gnore quando le prove e le diffi-coltà si presentano; e questo af-fligge certamente il Suo cuore,poichè la diffidenza ferisce sem-pre un cuore che ama.

Anche per i discepoli che si tro-

Quando infuria la tempestavavano nella barca sul mare in tem-pesta avvenne la stessa cosaquando una grande bufera di ven-to gettava le onde nella barca, tantoche questa si riempiva e Gesù sta-va dormendo sul guanciale a pop-pa (Marco 4:35).

I discepoli sono ridotti all’estre-mo, sono alla fine delle risorse. Latempesta è violenta, la barca è pie-na d’acqua, Gesù dorme. Era unmomento di prova, e non ci stupia-mo che siano agitati, che abbianopaura; avremmo reagito diversa-mente se fossimo stati al loro po-sto? Se, sganciati da ogni agita-zione, consideriamo i fatti conobiettività, nulla ci pare più assur-do dell’incredulità.

Nella scena della tempesta, l’in-credulità dei discepoli è irragione-vole. Era mai possibile che la bar-ca affondasse con sopra il Figliodi Dio? Ma la paura era grandeperchè le onde minacciavano d’in-ghiottire la fragile imbarcazione.Dal punto di vista umano,eranopersi, la situazione era disperata.Un cuore incredulo ragiona sem-pre così, esso guarda alle circo-stanze lasciando Dio da parte. Lafede, invece, guarda a Dio e con-sidera le circostanze alla luce del-la Sua Parola.

Che differenza! La fede entra inattività quando l’uomo è all’estre-mo, semplicemente perchè in quelcaso c’è un’opportunità per Dio.Alla fede piace concentrarsi in Dioe trovarsi dove per la creatura c’èil vuoto, per lasciare che il Creato-re spieghi la sua gloria. E’ proprioquello il momento di raccoglieretanti vasi vuoti, come aveva fattola povera vedova rimasta conpoco olio (2Re 4:1). Vasi vuotiaffinchè sia Dio a riempirli.

I discepoli avrebbero potuto ad-dormentarsi vicino al loro Maestro,anche in mezzo alla tempesta, mala loro incredulità li portò a sve-gliarlo e gli dissero: “Maestro, nont’importa che noi moriamo?”: Chedomanda! Non ti curi? Non ti inte-ressi di noi, della nostra vita? Comedeve aver ferito il cuore del Signo-re! Si poteva pensare che fosseindifferente alla loro angoscia inquel momento di pericolo? Dove-vano aver perso completamentedi vista il suo amore e la sua po-tenza per fargli una tale domanda.

Eppure, non abbiamo qui unospecchio che riflette la nostra de-bolezza? Quante volte, nei mo-menti di prova e di angoscia, neinostri pensieri affiora quella stes-sa domanda: “ Non ti curi di me?”Può darsi che siamo malati e sof-friamo, e sappiamo che una solaparola di Dio potrebbe cacciare ilmale e guarirci; eppure non la pro-nuncia: O siamo in difficoltà eco-nomiche, eppure la nostra situa-zione non cambia. Quante volterattristiamo il cuore pieno d’amoredel Signore con la nostra incredu-lità e mancanza di fiducia! Comepuò, Colui che ha dato la sua vitaper noi, che lasciò la gloria perscendere in questo mondo di mi-seria e di dolore, e morire di unamorte ignominiosa per darci la vitaeterna, come può non avere curadi noi? Eppure siamo pronti a dubi-tare, e diventiamo impazienti sen-za pensare che proprio nella pro-va della nostra fede, più preziosadell’oro,noi impariamo le realtà du-rature delle ricchezze di Dio e laprecarietà di quelle umane. La verafede più è provata più diventasplendente. Ecco il motivo dellaprova, più essa è penosa, più an-drà a lode, onore e gloria del Si-gnore. Rifletti.....

Il 4 ottobre 2011Patrizia e Pasquale Marchese

hanno festeggiato il loro30° anniversario di nozze.

Fervidi auguri dalle figlie Stella,Maria Carlotta, Gabriella

e dagli Amici del Rosario.

Il 9 ottobre tutta la famiglia De Lucia, i figli e le nuore,si sono uniti ai nipotini Alessandro e Giovanni

per formulare a nonna Assunta Piscitellii più sentiti auguri di buon compleanno

10 ottobre San DanieleAuguri a:

Daniele De Luciadalla mamma, dal papà,

dai fratelli, dalla cognata, dallazia Antonietta e dai nipotini

Alessandro e Giovannie dal giornale

Valle di Suèssola

Auguri aDaniele Dogali

titolare di Fa Re Musica

Il 16 ottobre

Aniello Ventrone,nipotino di

Don Gregorio Crisci,già parroco di San Nicola Magno,

è rinato al fonte battesimale.Auguri di santitàe buona festa

a tutta la famiglia dagli amicie dal giornale Valle di Suèssola

LaureaCostanza De Luca

Tantissime congratulazionialla neo dott.ssa Costanza DeLuca, laureatasi lo scorso 26settembre 2011, presso l’Uni-versità degli Studi del Sannioin Benevento, con la discus-sione della tesi in Diritto Com-merciale Comunitario: La fasepreliminare dei contratti inter-nazionali. Relatore il prof. Fe-lice Casucci.

Auguri a Costanza dal papàGianni, dalla mamma France-sca, dal fratello Alessandro,dai nonni e dalla zia Rosetta.

Girolamo VerlezzaIl giornale Valle di Suèssola

partecipa al dolore della famigliaVerlezza per la perdita di Girolamo

avvenuta il 4 settembre 2011

Saverio De Luca29.01.1927 - 17.09.2011

Al figlio Enzo, alla nuoraMargherita ed alla famiglia tutta

le condoglianze diValle di Suèssola

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Laurea Michela NuzzoLa leggiadra signorina Mi-

chela Nuzzo, di Clemente eRosita Mastroianni, all’Univer-sità Federico II di Napoli haottenuto la laurea magistralein Giurisprudenza discutendouna tesi dal titolo: Diritto allavita e aborto in Italia e in Ger-mania.

Auguri alla neo dottoressadai genitori, dalla sorella Car-men, dal cognato Nicola, dal-le piccole Maria e Rosy, e dalgiornale Valle di Suèssola

Il 28 settembre è nato

Cristianper la gioia di

mamma Marianna,papà Giovanni Sabatasso,

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“Family Center” tra Arienzo,Sorrento e Pomigliano D’ArcoRaffaele Diglio, assessore alle

politiche giovanili, e AlessandroTerracciano, consigliere delega-to alle politiche sociali, lavorano insinergia sul progetto “FamilyCenter – Spazio Ascolto e di Sup-porto per Famiglie e Minori”.

L’ iniziativa progettuale preve-de l’apertura di numero 3 sportelliascolto per famiglie minori sui treComuni di Arienzo, Pomigliano d’Ar-co e Sorrento.

Obiettivi principali dei familycenter sarà l’arricchimento e il mi-glioramento delle condizioni indivi-duali e familiari attraverso l’age-volazione nell’espletamento attivi-tà e nella fruizione dei servizi.All’utenza sarà offerto:

1) infopoint per i giovani e gliadolescenti. Coloro che si rivol-geranno all’infopoint avranno lapossibilità di consultare dossier

contenenti documentazioni varie,guide, libri, riviste, giornali; potran-no inoltre visionare le bacheche ,e potranno navigare su internet.

2) Orientamento scolastico eprofessionale: gli utenti potrannousufruire di un vero e proprio ser-vizio di counselling. Fatto da psi-cologi.

3) Consulenza Psicologica eSostegno alle capacità Genitoriali,attraverso colloquio individuali,

Il 22 ottobre 2011

Antonio Nuzzodipendente Comune diSan Felice a Cancello

ha festegtgiato i suoi primi

50 annicircondato dall’affetto della

famiglia e degli amici Auguri anche a me

Page 6: Ottobre 2011

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“Lettera da un bosco”C’è una piccola zolla di terra, nel cuore di Suèssola, poco lontana

da qui; non è un bosco, ma tutti anticamente e ancora oggi lachiamano “Il bosco...”. Qui nascono le

Lettere da un bosco del sociologo dott. Carlo Petrella

Al Sig. Prefetto di Caserta, alSig.Sindaco di S.Felice a Cancel-lo, al Sig. Difensore Civico del Co-mune di S.Felice a Cancello

OGGETTO: Richiesta inerentele fermate del servizio bus sosti-tutivo domenicale e festivo pres-so la Stazione Ferroviaria diS.Felice a Cancello - “Valle Cau-dina”.-

Come è noto, la domenica ed igiorni festivi, i treni della “ValleCaudina” Benevento – Cancello –Napoli, sono stati tutti soppressi.In compenso, è stato attivato unservizio bus sostitutivo BN-NA di4 corse di andata e 4 corse di ri-torno, effettuato dalla EAV BUS.Di queste totali 8 corse (4 di anda-ta + 4 di ritorno), solo 4 (2 all’anda-ta e 2 al ritorno) fermano nei pres-si della Stazione Ferroviaria diS.Felice, mentre le altre 4 esclu-dono il comune di S.Felice a Can-cello che, paradossalmente, è an-che il comune più popoloso dellaValle Caudina e della Valle diSuessola.

Per meglio evidenziare la que-stione, si illustrano qui di seguitodettagliatamente tutte le corse bussostitutive:

Corse per Napoli che non fer-mano a S.Felice:

- n.1, che parte da Beneventoalle ore 7,50

- n.5, che parte da Beneventoalle ore 17,00

Corse per Benevento che nonfermano a S.Felice:

- n.2, che parte da Napoli alleore 10,30

- n.6, che parte da Napoli alleore 19,00

Corse per Napoli che fermano aS.Felice:

Nasce in Valle di Suèssola l’A.E.O.P. ( Associazione EuropeaOperatori Polizia).

Sempre maggiore e’ il bisognodella presenza del “Volontariato”nella nostra societa’ civile. E’ gra-zie ai volontari che oggi il nostroPaese puo’ fronteggiare alcunegravi calamita’che sempre piu’spesso lo colpiscono .

E’ questo lo spirito, affermal’avv. Michela Izzo con un foltogruppo di suoi collaboratori , percui anche nella Valle diSuessola e’ nata l’ Associa-zione Europea Operatori Poli-zia, che vede come suo pre-sidente l’ex Brigadiere del-l’Arma dei Carabinieri in con-gedo Gabriele PISCITELLI .

Tale nuova realtà associativa

Associazione EuropeaOperatori Polizia

avv. Michela Izzo

adotta quale proprio statuto quelloNazionale sottoscritto dal Presi-dente CETTI Alessandro.

L’Organismo costituitosi operanei seguenti ambiti, abilitato come

per legge: 1. Protezione Civile, (pre-

visione, prevenzione e soccorsoanche sanitario) ;

2. Ambiente (l’Associazio-ne opera per la promozione e losviluppo delle attività connesse al-l’ambiente collaborando con tuttigli Enti Privati oltre che con le For-ze dell’Ordine, anche attraversole proprie Guardie Giurate volon-tarie specializzate nei settori : itti-co , venatorio, eco – zoofile edambientali) ;

3.Attività di sicurezza (attivita’rivolta ai cittadini durante corteireligiosi, manifestazioni sportive,culturali ed altre manifestazioni oeventi autorizzati dalle Autoritàcompetenti);

4. Promozione e tutela dellapersona (assistenza e/o vigilan-za, mirata principalmente nei con-fronti di portatori di handicap, an-ziani, emarginati e minori) ;

5. Promozione di iniziative asostegno del territorio e del-

l’ambiente ;6. Lotta all’inquinamento e

all’abbandono di rifiuti, per latutela dei parchi e giardini pub-blici ;

7. Controlli in collaborazio-ne con tutte le forze dell’ordi-ne ;

8.Verifiche antinquinamen-to;

9. Protezione degli animali ,(promuove corsi di formazione ,iniziative , convegni per diffonde-re l’amore per gli animali);

10. Espletamento di serviziantincendio civile e boschivi .

Con l’auspicio di una proficuacollaborazione con tutti gli Enti,con tutte le altre Associazioni gia’presenti sul territorio della nostraValle e nell’esclusivo interesse diconcorrere alla salvaguardia e allatutela dell’Ambiente e del Territo-rio, il neo presidente dell’A.E.O.P.di Valle di Suessola , GabrielePISCITELLI, apre le iscrizioni perl’anno sociale 2012 . E.P.

San Felice a Cancello

La Pro Loco “Polis”, i treni soppressied i bus che non fermano a S. Felice

- n.3, che parte da Beneventoalle ore 10,30 e ferma a S.Felicealle ore 11,37

- n.7, che parte da Beneventoalle ore 19,00 e ferma a S.Felice

alle ore 20,07Corse per Benevento che fer-

mano a S.Felice:- n.4, che ferma a S.Felice alle

ore 13,55 e arriva a BENEVENTO

alle ore 15,02- n.8, che ferma a S.Felice alle

ore 21,40 e arriva a Benevento alleore 22,47

Pertanto, si chiede alle codesteSpett.li Autorità di volersi attivareal fine di far effettuare TUTTE LEFERMATE DEI BUS SOSTITUTIVIpresso la Stazione di S.Felice, inmodo da non escludere il nostroterritorio da un diritto essenziale,quale il pubblico trasporto.-

Il presidente Dom. Delle Cave

S. Maria a Vico

Pirozzi: rispondo con i fattiAsfaltato il prolungamento di Viale Libertà ed il tratto della Via Nazionale dal semaforo con Via

Novanese alla discesa del ponte. Realizzato il fognolo a Via Scalettielli. Nuovo look per ViaChiesa a San Marco, a presto i lavori nella Vinella a S. Marco ed ai Maranielli

A chi mi attacca senza co-gnizione di causa - dichiara ilrag. Andrea Pirozzi assesso-re ai lavori pubblici del Comu-ne di Santa Maria a Vico - ri-spondo con i fatti. Le chiac-chiere lasciano il tempo chetrovano. Chi parla per partitopreso non fa il bene di S. Ma-ria a Vico.

Assessore, per alcuni cit-tadini la vostra amministra-zione fa nulla per migliorarela vivibilità del paese.

Meno male che è sotto gli oc-chi di tutti quanto facciamo permigliorare S. Maria a Vico.Avete visto i lavori fatti al pro-lungamento di Viale Libertà?E quelli in corso ad un tratto diVia Nazionale? Abbiamo re-alizzato il fognolo in ViaScalettielli, abbiamo rimessoa nuovo Via Chiesa San Mar-co.

I prossimi lavori?Fognatura in Via Maranielli

e sistemazione alla Vinella diS. Marco.

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Molti cittadini ci chiedononotizie sul palazzetto dellosport...

A giorni ci sarà il bando diconcorso per la struttura spor-tiva al Prolungamento di VialeLibertà. Oltre al palazzettodello sport, ci sarà il bando diconcorso anche per il trattodell’Appia dai Calzaretti alleBotteghelle.

Assessore, a che punto è ilprogetto di tinteggiatura del-le facciate delle case della ViaAppia?

Prossimamente ci sarannonotizie anche per questo pro-getto, che non abbiamo mai

Andrea PirozziAss. Lavori Pubblici

dimenticato, anzi... Emanuela P.

S. Maria a Vico: Ufficio Postaleaperto anche il pomeriggio

Dal 17 ottobre 2011 dalle 16,30 alle 18,30 di tutti i giorniFinalmente si potrà spedire una raccomandata senza fare due ore di

fila. Se lo augurano tutti coloro che sono costretti a sbrigare operazio-ni all’Ufficio Postale santamariano. Speriamo che anche l’addetto alleraccomandate si sbrighi e non faccia più la concorrenza al rallentj!

Caro Michele,pubblichi un altro libro, “Cari professori, vi odio”. Mi inviti alla presentazione

del libro. La tua telefonata di invito mi raggiunge, mentre sono al lavoro, neicampi con i ragazzi della Locanda.

Comincio subito a pensare. Cosa dirò a Michele? Mi viene una immagine. Tela racconto.Ogni sabato ed ogni martedì in Locanda facciamo il pane.

C’è un momento bello, carico di sapore, quando il pane esce dal forno. È ilpane fresco che esce dal forno. Siamo tutti insieme in quel momento.

Caro Michele, il tuo libro mi fa pensare al pane che esce dal forno.Un pezzo di pane che esce fresco fresco, dal tuo mondo di scuola. Questa

è l’immagine che ti regalo. E poi mi viene in mente una favola. Il titolo del libronon mi fa pensare all’odio, ma all’amore. Questa è la favola:

C’era una volta un’isola, dove vivevano tutti i sentimenti e i valori degliuomini: il Buon Umore, la Tristezza, il Sapere … così come gli altri, inclusol’amore. Un giorno viene annunciato ai sentimenti che l’isola stava per spro-fondare, allora prepararono tutte le loro navi e, partirono, solo l’Amore volleaspettare fino all’ultimo momento. Quando l’isola fu sul punto di sprofondare,l’Amore decise di chiedere aiuto. La Ricchezza passò vicino all’Amore su unabarca lussuosissima e l’Amore le disse:

“Ricchezza, mi puoi portare con te?”“Non posso c’è molto oro e argento sulla mia barca e non ho posto per te”L’Amore allora decise di chiedere all’orgoglio che stava passando su un

magnifico vascello,“Orgoglio ti prego, mi vuoi portare con te?”“Non ti posso aiutare, Amore …” rispose l’Orgoglio, “Qui è tutto perfetto,

potresti rovinare la mia barca”.Allora l’Amore chiese alla Tristezza che gli passava accanto:“Tristezza ti prego, lasciami venire con te”:“Oh Amore” rispose la Tristezza,”Sono così triste che ho bisogno di stare da

sola”.Anche il Buon Umore passò di fianco all’Amore, ma era così contento che

non sentì che lo stava chiamando.All’improvviso una voce disse: “Vieni Amore, ti prendo con me”Era un vecchio che aveva parlato. L’Amore si sentì così riconoscente e

pieno di gioia che dimenticò di chiedere il nome al vecchio. Quando arrivaronosulla terra ferma, il vecchio se ne andò.

L’Amore si rese conto di quanto gli dovesse e chiese al Sapere:“Sapere, puoi dirmi chi mi ha aiutato?”“E’ stato il tempo” rispose il Sapere.“Il Tempo?” si interrogò l’Amore, “Perché il Tempo mi ha aiutato?”Il Sapere pieno di saggezza rispose.“Perché solo il Tempo è capace di comprendere quanto l’Amore sia

importante nella vita” Michele tu hai avuto tutto il tempo per capire l’Amore. Sei nella scuola da

protagonista e da sempre e sai amare. Dopo la favola voglio regalare a te edai tuoi ragazzi, anche ai tuoi professori un mio ricordo personale.

Lo meritano tutti, perché sono attenti alla Locanda e spesso vendono iprodotti dei nostri campi.

Caro Michele, uscivo da Poggioreale.Era una sera d’inverno. Prima di Natale. Era tardi. Da poco avevo lasciato

il lenzuolo nel quale raccogliere le cose del detenuto e consegnarle prima diuscire. Varcai la soglia del carcere. Pensavo che non ci fosse nessuno.

C’era una folla sterminata. E tra la folla ricordo un signore. L’avevo cono-sciuto anni ed anni prima.Mi avvicinò, mi abbracciò e mi disse:

“Carlo non ci resta che meditare”.Michele ti ripeto lo stesso invito del mio amico. Aiuta i tuoi ragazzi ad

imparare la meditazione. Il tuo libro è un tentativo di meditare. Ora mi ricordouna frase. Ti dico il senso. La scuola è come una moschea. Lì devi toglierti lescarpe per entrare.A scuola devi toglierti il cuore.

Ma tu, coraggioso e forte, hai messo il cuore al centro del tuo lavoro dipreside. Carlo

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Il Real Cervino si chiama Intercasertanae gioca a Santa Maria a Vico

Il San Marco Trotti in rimontaSupera il Real Suèssola Messercola e si porta subito dietro le favorite -

Dimissioni di mister Capasso.Gli Arienzani-Messercolesi in difficoltà a causa di moltiinfortunati ed espulsi.

Presidente Alfonso Di Vico:ma lei non aveva chiuso conil calcio?

Si - dichiara il maggior azio-nista dell’Intercasertana - aCervino avevo chiuso a causadelle promesse non mante-nute dell’amministrazione co-munale. Ma resto nel calcio ed,anzi, moltiplico le mie ener-gie.

Come mai con l’Intercaser-tana?

Avevo dato il titolo del mioReal Cervino agli amici dell’In-tercasertana. Quest’anno, dicomune accordo, abbiamo al-lestito una formazione chedeve lottare per giungere nelcampionato di Eccellenza.

Il motivo di questa scelta?Il motivo di quella scelta era

dovuto al fatto che non potevocontinuare a investire dei sol-

Pallavolo maschile e femminile

Ribellina e S. Marco Cancello steccano la prima

di giocando su una strutturanon agibile (manca l’illumina-zione, manca il custode, la re-cinzione non è a norma, quan-

do piove il campo si allaga,spogliatoi sporchi ecc.), addi-rittura il sindaco pretendevadei soldi per l’utilizzo del cam-po senza un contratto di con-venzione con la mia società,non solo ma presentò anche ilconto a quei pochi sponsor che

avevano allestito degli striscio-ni pubblicitari all’interno delcampo (non agibile).

Dove giocate?A Santa Maria a Vico.A Cervino il campo non è

agibile da diversi anni e nonso come la Federazione Ita-liana Giuoco Calcio continui afar disputare le partite. Qual-che settimana fa a Cervino siè giocato l’incontro Real Suès-sola Messercola-Acerrana. Eb-bene, per motivi di ordine disicurezza i Carabinieri hannofatto entrare solo un centinaiodi persone. Tutte le altre, ederano moltissime, non sonopotute entrare.

Qual’è il suo rapporto conl’amministrazione comunalecervinese?

Se ne devono andare tutti acasa! E.P.

Pallacanestro S. Maria a Vico:arrivano le prime due vittorie

Sorpresa a Benevento e conferma col Casavatore

A metà ottobre hanno presoil via anche i campionati regio-nale di pallavolo maschile se-rie C e quello femminile di se-rie D.

Le nostre due formazioni, laRibellina di S. Maria a Vico inserie D femminile, ed il SanMarco Cancello in serie Cmaschile, hanno disputato laprima di campionato fra lemura amiche.

La Ribellina si è presentataai nastri di partenza con quasi

tutte le under 16, che l’annoscorso vinsero il titolo provin-ciale ed approdarono alle fi-

nali regionali.Il San Marco Cancello, ripe-

scato in serie C, ha cambiatoallenatore e conta tutta la suaforza sul vivaio locale.

RibellinaIl presidente Antonio Iaia ha

dato la direzione tecnica dellaformazione alle due veteranedel gruppo, Raffaella Caprio eLaura Savinelli, da quest’an-no allenatrici federali per laserie D.

Della vecchia squadra sonorimaste Melania Pulcrano,Sara Crisci e Melania Fucci.Le under promosse in primasquadra: Lina Valentino, Mad-dalena Fucci, Anna Iovino, Da-niela Nigriello, Chiara Salva-tore, Viviana Pecchillo Cimmi-no, Jessica Pascarella, Va-lentina De Lucia.

Melania Pulcranocapitano della Ribellina

Esordio amaro, come detto,per ambedue le nostre rap-presentanti.

La Ribellina ha affrontato ilVairano. Sulla carta l’incontronon doveva presentare difficol-tà e così è stato per tutto il pri-mo set. Nel secondo giocoqualcosa non ha funzionatonella Ribellina e si è andatosull’ 1-1.

Terzo gioco stravinto dalleragazze del presidente Iaia.

Nel quarto gioco si ripete ilblocco del secondo ed il Vai-rano ne approfitta.

Si va al quinto gioco, e leospiti vincono per 15-13.

San Marco CancelloAnche per gli atleti del pre-

sidente Fabrizio Di Nuzzo di-sco rosso alla prima di cam-

pionato, ed era nelle previsio-ni perché circa un mese fa,sempre a Cancello, il San

Marco affrontò il volley Aversaper la Coppa Campania e fusconfitto senza attenuanti per3-0.

Il risultato di 3-0 per l’Aversa

si è ripetuto anche nella primadi campionato con poco ram-marico, come detto, perchénon sono queste le partite cheil San Marco potrà vincere.

I campionati sono appenacominciati e non c’è da sco-raggiarsi.

Per la Ribellina il cambiodell’allenatore non è un pro-blema perché le under 16sono cresciute sportivamen-te con il duo Caprio-Savinelli.

Qualche difficoltà, invece,per i ragazzi del San MarcoCancello perché devono anco-ra immagazzinare lo stile delnuovo allenatore.

Nelle foto il capitano Mela-nia Pulcrano con alcune suecompagne. Majra

Dopo due sconfitte consecu-tive con le due formazioni piùforti del girone, il Marigliano edi lucani del Senise, la Palla-canestro S. Maria a Vico, delnuovo presidente RaffaeleLaudiero, è andata a vincere,inaspettatamente a Beneven-to contro il Meomartini per 85a 78. Due punti che hanno fat-to morale.

Subito dopo, nella gara gio-cata in casa, il S. Maria a Vicosi è sbarazzato, con una doz-zina di punti di scarto, delGIEFFE Casavatore (Napoli).

Al termine della quarta gior-nata la classifica vede al co-

mando il Marigliano ed il Se-nise con 8 punti, a 6 c’è solouna formazione, ed a 4 invecec’è un bel gruppo con anche ilSanta Maria a Vico.

A Battipaglia, e poi in casacon il Nola, i prossimi due in-contri che chiuderanno il mesedi ottobre.

I ragazzi del nostro vivaio, piùun forte straniero prelevato dalTelese, quest’anno difende-ranno i nostri colori.

Si spera che la nidiatasfornata in casa possa darequelle soddisfazioni che tuttisi augurano.

Alfonso Ferrara

Palazzetto dello Sport:come sei bello!

A leggere il titolo di questopezzo sembrerebbe che lastruttura sportiva, da tantotempo agognata e sospirata,sia già bella e pronta. No!, echissà ancora per quanto al-tro tempo?

Al termine dell’inverno sem-brava tutto in dirittura d’arrivocon la pubblicazione del ban-do e, subito dopo, l’inizio deilavori.

Sembrava...! Poi è giunto ilsequestro di tutti gli atti dell’Uf-ficio Tecnico a seguito delladenuncia dell’on. Enzo D’An-na. Ma in questi giorni è arri-vata la bella notizia: tra pocheore ci sarà il bando di concor-so e, al termine dei sessantagiorni regolamentari, si do-vrebbe vedere l’inizio dei lavo-ri? Speriamo di sì. Lo deside-riamo tutti...! Emanuela P.

L’atteso derby tra il San Mar-co Trotti ed i cugini del RealSuèssola Messercola non hatradito le aspettative di quantivolevano assistere ad un bel-l’incontro di calcio.

Al campo sportivo di Via Li-mite, attraversato da un fasti-dioso vento, il pubblico dellegrandi occasioni ha avutomodo di assistere ad un pri-mo tempo equilibrato che,però, ha visto le squadre al ri-poso col Real Suèssola in van-taggio per 1-0 avendo segna-to proprio al termine della pri-ma frazione con la complicitàdel vento.

Al rientro in campo, il SanMarco ha cominciato con piùlena ed al 5’ di gioco è perve-nuto al pareggio grazie allo

spunto personale di Piscitelli,un ragazzo del Botteghino, checi ha fatto ricordare le ale de-stre di una volta: uno controuno, sorpasso, cross dalladestra al centro: colpo di testadi un suo compagno e palla inrete. Questo è il calcio che pre-feriamo.

Il Real Suèssola accusa ilcolpo, non reagisce e dopodieci minuti subisce il secon-do gol e resta tramortito. Su-bisce ancora due reti ed al 30’perde per 1-4. Cerca di ordi-nare le fila, tenta una timidareazione, ma non la spuntaperché i Sanmarchesi nondemordono e continuano, atesta bassa, ad insidiare larete avversaria. Gi atleti delpresidente Michele Nuzzo, conquesta vittoria, acquistano

morale e sono decisi a conti-nuare a fare sempre meglio,sospinti da un pubblico chenon è facile vedere sui campidi calcio delle categorie mino-ri. A fare il tifo non sono gli an-ziani, ma i giovani e al camposportivo di San Marco ne ab-biamo visto veramente tanti.

Ci si aspettava qualcosa dipiù dal Real Suèssola. Gli uo-mini dei presidenti Guida e DiVico, a causa di infortuni esqualifiche, non hanno potutopresentare la migliore forma-zione. Ma le cose sono peg-giorate la domenica succes-siva perché, nell’incontro ca-salingo con l’Atletico Bene-vento, non sono andati al di làdi uno striminzito pareggio areti inviolate e sono seguite ledimissioni del tecnico Capas-so.

Ultimora

Il Real Cervino primo in classificaSupera il Maddaloni per 3-0. Bene il S. Marco che aggancia ilReal Suèssola sconfitto pesantemente ad Ariano, ed il LioniLa corazzata Real Cervino, anzi

Intercasertana, continua a marcia-re senza intoppi. Dopo la settimagiornata è prima in classifica con6 vittorie ed un solo pareggio: fu ilSan Marco Trotti a fermarla sul 3-3 ad inizio campionato negli ultimisecondi dei minuti di recupero.Sabato 22 ottobre allo stadio co-munale di S. Maria a Vico ha liqui-dato il Maddaloni, ultimo a zeropunto, con una certa difficoltà. In-fatti solo nei primi venti minuti delsecondo tempo è riuscita a faresua la gara. E domenica andrà ad

Acerra ad affontare la seconda inclassifica.

Il Real Sanfelice ha perso saba-to 22 contro il Rione Mazzini AVper 1-0; i suoi punti sono solo 5, ela sua classifica è preoccupante:terzultimo davanti al Maddaloni, 0punti, ed al San Martino V.C. 4 pun-ti.

Bene il San Marco Trotti chesupera per 2-1 un coriaceoCasagiove ed aggancia al quartoposto il Lioni ed il Real Suèssola.

Sconfitta per 4-0 del Real Suès-sola ad Ariano I. C.F.

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