Bollettino Ottobre 2011

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1 Sommario Don Luigi ci scrive… pag. 2 Alcune proposte concrete pag. 5 Cambiamenti per Messe funerali,, benedizioni natalizie… Famiglia e oratorio oggi pag. 9 Educazione dei ragazzi e dei giovani, tema prioritario per la Cei Catechisti e orari di catechismo pag. 13 La bellezza dell’umana avventura pag. 15 Messaggio alla Diocesi per la Festa di Apertura degli Oratori 2011 Il Cardinale incontra sacerdoti e religiosi pag. 17 L’appuntamento con la Zona pastorale di Lecco Il Cardinale incontra i suoi fedeli pag. 22 L’appuntamento con la Zona pastorale di Lecco A Milano si trova la fede pag. 24 Il discorso dell’attore Giacomo Poretti in occasione dell’incontro del cardinale Scola con gli operatori della cultura e della comunicazione Riflessioni d’estate pag. 29 Intervento di Monsignor Gianfranco Ravasi Incontri all’Eremo San Salvatore pag. 31 La proposta spirituale 2011-2012 “Famiglia cristiana” pag. 32 Una storia lunga 80 anni La storia di Jim pag. 34 Quando ci si mettono le donne! pag. 37 Dal quotidiano “Avvenire” La lettera di Suor Maria pag.38 Diversi ringraziamenti pag. 39 Dall’anagrafe pag. 40 Un po’ di economia… pag. 41 Il sacrista umorista pag. 42 Votazioni per il Consiglio Pastorale Parrocchiale pag. 46 S. Messe pag. 47

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Sommario

Don Luigi ci scrive… pag. 2 Alcune proposte concrete pag. 5 Cambiamenti per Messe funerali,, benedizioni natalizie… Famiglia e oratorio oggi pag. 9 Educazione dei ragazzi e dei giovani, tema prioritario per la Cei Catechisti e orari di catechismo pag. 13 La bellezza dell’umana avventura pag. 15 Messaggio alla Diocesi per la Festa di Apertura degli Oratori 2011 Il Cardinale incontra sacerdoti e religiosi pag. 17 L’appuntamento con la Zona pastorale di Lecco Il Cardinale incontra i suoi fedeli pag. 22 L’appuntamento con la Zona pastorale di Lecco A Milano si trova la fede pag. 24 Il discorso dell’attore Giacomo Poretti in occasione dell’incontro del cardinale Scola con gli operatori della cultura e della comunicazione Riflessioni d’estate pag. 29 Intervento di Monsignor Gianfranco Ravasi Incontri all’Eremo San Salvatore pag. 31 La proposta spirituale 2011-2012 “Famiglia cristiana” pag. 32 Una storia lunga 80 anni La storia di Jim pag. 34 Quando ci si mettono le donne! pag. 37 Dal quotidiano “Avvenire” La lettera di Suor Maria pag.38 Diversi ringraziamenti pag. 39 Dall’anagrafe pag. 40 Un po’ di economia… pag. 41 Il sacrista umorista pag. 42 Votazioni per il Consiglio Pastorale Parrocchiale pag. 46 S. Messe pag. 47

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Don Luigi ci scrive…

Carissimi,

dopo una certa assenza, ora mi faccio vivo. Per prima cosa vorrei comunicarvi la mia esperienza all’ospedale di Erba. Ho scelto di essere operato in questo ospedale perché la malattia mi è stata diagnosticata proprio qui e qui ho desiderato essere ricoverato. Nonostante che si tratti di una struttura non certo grande, devo riconoscere che mi sono trovato molto bene, sia da un punto di vista professionale, che umano. Ho sperimentato la centralità del malato e una notevole sensibilità nei confronti di chi soffre. Il malato è considerato innanzi tutto come persona, e per di più come persona “privilegiata”. Mi sono ricordato del Vangelo, di Gesù che è molto vicino agli infermi, continuamente attorno a Lui, fino a diventare i suoi amici preferiti. Tale delicatezza l’ho avvertita sia da parte dei medici che degli infermieri e in modo particolare delle infermiere. Osservando il loro impegno, la loro disponibilità e attenzione verso i malati, mi è venuta spontanea una considerazione. Mentre l’uomo ha familiarità con gli oggetti: inventa, crea, trasforma, ripara le cose; la donna è insuperabile quando ha a che fare con le persone. In certe professioni la donna riesce molto meglio di noi uomini. Così coi bambini, con gli anziani, con i malati,… In ospedale ho compreso meglio alcune frasi della Sacra Scrittura, che si riferiscono alla donna.

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Così, ad esempio, la pagina della creazione, in cui Dio crea Eva. All’inizio Dio dice: “Non è bene che l’uomo sia solo”. E a superare la solitudine dell’uomo sarà proprio la donna. Davanti ad essa Adamo esclama stupito e con gioia immensa: “È

ossa delle mie ossa e carne della mia carne”, a sottolineare, non solo la somiglianza e l’uguaglianza con lui, ma anche e soprattutto che senza di lei l’uomo è una creatura a metà,alla ricerca continua di un completamento che non trova se non proprio nella donna. Un’altra frase la trovo in S. Paolo, quando scrivendo ai Corinti, afferma: “La donna è la gloria dell’uomo…La donna è per l’uomo” (1Cor. 11,8.9). Il contesto del capitolo si presta a varie interpretazioni piuttosto maschiliste, che risentono della cultura del tempo di S. Paolo; ma se per “uomo” intendiamo sì il marito, ma anche l’ umanità intera, si scopre come l’uomo, senza la donna, non ha né gloria né completezza. Dire che la donna è stata creata in funzione dell’umanità, non significa affatto che è serva, sottomessa al maschio, ma che senza di lei l’umanità è incompleta e monca. Così S. Paolo lo dice di Gesù, che si è incarnato “in funzione dell’uomo”. Questa “funzione” è una salvezza, un “servizio” così alto e importante, che nessun altro era in grado di svolgere. Lo stesso si può dire della donna, quando S. Paolo dice di lei che è “in funzione dell’uomo”. E qui si scopre ancora di più la grandezza e l’importanza della donna. Resto meravigliato e ammirato quando osservo una mamma che si dedica totalmente al suo bambino, una moglie o una figlia che assiste il marito malato o il papà anziano, la maestra e la catechista che con immensa pazienza insegnano ai bambini, l’infermiera che accudisce il malato nei suoi molteplici bisogni; e tutto eseguito con quella delicatezza, tenerezza, dolcezza che sono proprio della donna. Allora concludo che Dio non poteva inventare una creatura migliore!

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Purtroppo mi è venuto spontaneo fare un confronto con la cultura di oggi e come oggi è presentata la donna, soprattutto dai mass-media: TV, film, riviste “rosa” e programmi del genere. Mi sono passate davanti alla mente le donne della pubblicità, le veline, le varie cantanti, le miss, le attrici, e altre “vittime” di questo mondo superficiale, dove la donna è soprattutto femmina, corpo, “bambola”. E a volte anche peggio, quando diventa giocattolo, sotto il pomposo nome di pornostar. Che dire poi di certe donne trattate come schiave, “proprietà” del marito? A questo punto mi è venuta una domanda un po’ amara: “In questa nostra società, quale traguardo, quale modello è presentato alle ragazze di oggi, a volte anche dalle stesse mamme?” I francesi, quando la società va male o va bene, usano il seguente proverbio: “Cherchez la femme!” (Cercate la donna). Sta a indicare che sia nel bene che nel male, in modo o nell’altro, la donna è protagonista della cultura e della società! Ecco allora un monito, soprattutto alle mamme. Educate le figlie (ma anche i figli!) a non mettersi al centro per attirare l’attenzione della gente su di sé, per apparire e per un successo che dura un istante, ma a mettersi al servizio di chi è in difficoltà, nel dolore, nella prova. Insegnate loro ad essere responsabili, protagoniste di un mondo migliore e più bello.

Don Luigi

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Alcune proposte concrete Cambiamenti per Messe funerali,, benedizioni natalizie…

SS. MESSE SABATO E DOMENICA Le Messe rimarranno invariate. GIORNI FERIALI - Possibilmente una al giorno, alternando Tabiago e Nibionno. - Al lunedì mattina, a Tabiago, non ci sarà la Messa delle 9, mentre ci sarà al giovedì mattina. A partire dal mese di novembre, il 1° giovedì del mese sarà all’Asilo. - Se è possibile, evitare la sera: solo il lunedì sera a Nibionno e nei tridui. L’ultimo lunedì del mese sono invitati alla Messa di Nibionno gli adolescenti, al posto della catechesi. - Al martedì: va bene alle 9.

- Al pomeriggio * Mercoledì a Nibionno per gli scolari sarà alle 15.45. - ci deve però essere una ferma convinzione dei genitori a mandare i bambini; - ci deve essere un promessa seria da parte dei bambini a partecipare. * Venerdì, alle ore 16, soprattutto per i ragazzi e gli adolescenti.

- La Messa delle 6 dell’ultimo mercoledì del mese, anziché al mercoledì sarà al 1° Venerdì del mese. - Il S. Rosario del 13 del mese, come al solito, rimane alle ore 6.30. - Per l’ottava dei morti , solo il giorno 2 novembre la Messa sarà al cimitero alle ore 15 e alle 20.15. Poi, per tutta l’ottava, sarà in Parrocchia alle 20.15, tranne martedì 8 novembre che sarà al mattino, alle ore 9, sempre in Parrocchia.

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FUNERALI Non partire più dalla casa, ma per tutti portare il feretro in chiesa mezz’ora prima: Reciteremo il S. Rosario, prima della S. Messa.

BENEDIZIONI NATALIZIE Per quest’anno, la mia salute mi rende difficile girare di casa in casa. Si tratta di “benedizione delle famiglie”, più che “benedizione delle case”. Non poche volte capita di benedire solo le mura e non le famiglie, al massimo è presente solo qualcuno della famiglia. Con le nuove disposizioni, è possibile mandare anche le Suore e i laici. Vedremo se sarà possibile. Per ora pensavo a questa soluzione. Utilizzare le Messe delle domeniche di Avvento. Al termine delle Messe (tutte le Messe: delle 18 del sabato e della domenica delle 8.30 a Nibionno e delle 10.30 in Parrocchia. Mi risulta difficile quella delle18 della domenica a Nibionno), sarebbe bello e significativo benedire le famiglie riunite in chiesa, e con loro benedire una boccettina di acqua benedetta di Lourdes, un’immaginetta con la preghiera di benedizione a Natale e un cero. Alla fine delle Messe poi salutare personalmente con una stretta di mano tutti membri della famiglia (nella misura del possibile!) e consegnare loro la boccetta di acqua, l’immaginetta e il cero. Si possono fissare dei turni, come per le Messe del mese di Maggio. Ad esempio, la 1° domenica Gaggio; la 2° domenica Mongodio; la 3° domenica Nibionno; la 4° domenica Tabiago. Ma tali turni non devono essere categorici, ma adeguati alle varie esigenze della famiglia. Ad esempio una famiglia di Gaggio che non può partecipare alla 1° domenica, può venire la 2°, o la 3°, o la 4°. La domenica dedicata alla scuola materna (di solito la 5° domenica) si potrebbe donare una piccola statua di Gesù Bambino ad ogni bambino della scuola materna, ma anche ad ogni bambino presente, che poi a Natale depositerà nel proprio presepe.

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Non fa così anche il Papa, che alla penultima domenica di Avvento benedice i Bambinelli in piazza S. Pietro? Il giorno di Natale, prima di iniziare il pranzo natalizio, il bambino deposita il suo bambinello nel presepe e subito dopo la mamma con l’acqua benedetta può benedire il presepe e poi il papà la tavola imbandita. Per quanto riguarda i negozi e gli stabilimenti, occorre che ne facciano richiesta e allora vengo a benedire, solitamente al mattino. Se c’è la risposta, o per telefono, o per scritto, o a voce, possibilmente si concorda la data, la cosa è fatta. L stessa cosa si potrebbe fare anche per le famiglie nuove, o perché sono appena arrivate ad abitare in parrocchia, o perché sposate durante l’anno, o perché sono entrate nella casa nuova, o altro motivo valido. Non conoscendo bene le varie situazioni, sarebbe utile che siano le stesse famiglie a informarmi e farne richiesta. Si può stabilire insieme il momento più adatto per venire a benedire. In genere, trattandosi di famiglie giovani, che passano la maggior parte del tempo al lavoro, il momento più adatto potrebbe essere la sera o il sabato mattino. La busta natalizia si distribuirà con l’ultimo Bollettino: penso alla fine di novembre. Poi ogni famiglia si preoccuperà di consegnarla durante una delle Messe dell’Avvento o di Natale, feriali o festive. Per quanto riguarda le Novene dell’Immacolata o di Natale, la cosa migliore è poter pregare insieme in famiglia. Vedremo di preparare un fascicolo che possa aiutare la preghiera. Per Natale utilizzeremo anche le domeniche dell’Avvento. Per quanto riguarda le Messe del giorno di Natale. Oltre alle Messe del solito orario (ore 7 in Parrocchia; ore 9 a Nibionno; ore 10.30 in Parrocchia; ore 18 a Nibionno) si sta introducendo la consuetudine di celebrare la Messa di Natale a Nibionno, alle ore 17.30 della Vigilia, soprattutto per i bambini e ragazzi con le loro famiglie. Ho detto “Vigilia”, ma in realtà, nella liturgia, il giorno di Natale inizia al

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tramonto del sole del giorno 24 dicembre! (Vedi la Messa del Sabato sera, che è già quella della domenica!). Potremmo fare così: la Messa di Mezzanotte a Tabiago, come al solito è solennizzata dalla corale don Olimpio Moneta, quella delle 17.30 della “Vigilia”, essendo dedicata in particolare ai bambini, potrebbe essere solennizzata dal coro dei bambini PIALCA o anche dal coro giovani Linea Armonica, o anche insieme. Al termine di tale Messa, uscendo di chiesa, potremmo trovare, come sorpresa, il Corpo musicale a fare a tutti i bambini gli auguri, per poi partire per le vie del paese a portare i doni, come al solito. La cosa può prestarsi bene per noi, avendo due chiese. Anzi tale Messa della “Vigilia” alleggerirebbe non poco il grande afflusso, spesso caotico, della Messa di mezzanotte in Parrocchia.

Don Luigi

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Famiglia e oratorio oggi Educazione dei ragazzi e dei giovani, tema prioritario per la Cei

1. La famiglia oggi La C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) ha indicato per i prossimi dieci anni (2010 – 2020), come tema prioritario per tutta l’Italia, quello dell’educazione dei ragazzi e dei giovani, relativa non solo ai valori evangelici, ma anche a quelli umani,ponendo l’accento soprattutto sulla educazione data in famiglia. In pochi anni i giovani, e ancor più gli adolescenti, sono cambiati e stanno cambiando sempre di più. Basti osservare gli atteggiamenti, gli interessi, le espressioni verbali, le scelte dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani di oggi. Tra l’altro, aumentano insofferenze, esigenze, bestemmie, volgarità, alcolismo e droghe, anche presso i giovanissimi. Come mai i ragazzi di oggi sono così cambiati in pochi anni? I bambini, quando nascono, sono sempre gli stessi. Che è cambiata è la cultura, il modo di educare della nostra società. Ma da chi è formata la società, se non anche dalle famiglie? Ecco che allora il problema si sposta anche sui genitori. Quale tipo di educazione va per la maggiore oggi? La famiglia trova molta fatica a trasmettere i valori del Vangelo. È tentata di soddisfare le pretese e gli interessi superficiali dei figli, proposti dalla TV (non per niente, chiamata “mamma TV!”), dalle mode, da Internet, da “Facebook”. Ma che proposte sono?! Basti pensare al calo dei prodotti di prima necessità, come gli alimentari, e la crescita sproporzionata dei prodotti di lusso e tecnologici (cellulari, computer, I-phone,…). Tutto questo non li aiuta a riflettere sulle cose, a prendersi delle responsabilità, ad essere protagonisti positivi nella vita. Sono invece

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stimolati a diventare dei piccoli re e regine, ad avere ogni cosa che sia “nuova”, ad essere serviti e messi sul podio per essere ammirati dal pubblico. 2. Discrepanza tra famiglia e oratorio Questi sono anche gli stessi ragazzi e ragazze che frequentano l’oratorio. a. I ragazzi vivono una evidente disparità tra i valori proposti dal Vangelo in oratorio, e gli interessi proposti dalla cultura dominante. Spesso c’è l’illusione di credersi “cristiani” solo per il fatto di frequentare la Messa festiva, di confessarsi ogni tanto e di mandare i figli a catechismo,… In realtà, concretamente, nelle scelte quotidiane, il modo di pensare, di giudicare e di vivere non è improntato al Vangelo, ma alla mentalità corrente. b. Ne consegue che i ragazzi vengono a trovarsi tra due fuochi: * Da una parte la parrocchia con l’oratorio si impegna a educare i ragazzi a fare la volontà di Dio, che guida la nostra vita e li stimola ad essere responsabili e protagonisti di bene nel mondo, ad essere rispettosi dell’autorità, della libertà degli altri, a sentirsi dono che si fa dono agli altri, a creare in sé una mentalità di servizio soprattutto per chi è più debole e bisognoso Inoltre l’oratorio si preoccupa di insegnare ai ragazzi e agli adolescenti a riflettere con la loro testa, perché siano in grado di capire e discernere ciò che è veramente bene da ciò che invece è male, di distinguere ciò che è giusto da ciò che è falso. Non per nulla l’arma più potente del diavolo è l’inganno, e le sue prime vittime sono proprio i ragazzi e gli adolescenti. Per la chiesa l’educazione dei ragazzi è una forte priorità.

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In questi giorni il nostro nuovo Arcivescovo, Card. Angelo Scola, ha fatto questa confidenza: “Quando sono diventato Vescovo di Grosseto, l’allora Card. Ratzinger mi ha raccomandato: “Cura

molto bene l’educazione dei ragazzi!”

Questo settembre, adesso che è Papa, ricevendomi in udienza privata, mi ha ancora ripetuto la stessa cosa”. * Dall’altra, la cultura dominante (di cui la famiglia purtroppo è parte) spinge i genitori non tanto, a far riflettere i loro figli, a renderli responsabili e protagonisti di bene, quanto piuttosto ad accontentare i loro istinti e capricci, a seguire quello che pensano, scelgono e fanno tutti, spingendo il ragazzo ad apparire, a emergere, ad essere il primo, superiore agli altri, il centro di tutto… E dopo… quante conseguenze amare! Basti pensare che quando un figlio ha, o a scuola, o nella società, un comportamento di disagio, o procura disagio, ad esempio con atteggiamenti da bullismo, o droga, o alcolismo, o ha un carattere piuttosto difficile e asociale, (e a partire dalla Scozia e dall’Inghilterra anche i bambini che sono in soprappeso), la prima preoccupazione di un tribunale minorile è quella di togliere i figli dai genitori . Cosa inaudita! Se pensiamo che proprio i genitori sono i fondamentali responsabili dei figli: per questo il sottrarre i figli ai genitori è un fatto gravissimo! I bambini vanno educati fin da piccolissimi. È chiaro che ogni bambino fin dalla nascita è di solito istintivo, cioè un po’ capriccioso: piange, vuole, pretende, non si calma,.... Come si devono correggere i bambini? Per gradi! L’educazione è un’arte, e per giunta un’arte del cuore, come diceva solitamente Il Beato don Carlo Gnocchi. Si potrebbe far così. Quando il bambino fa i capricci si potrebbe iniziare con lo sguardo severo, per cui il bambino intuisce che quello che sta

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facendo o vuole in quel momento non è gradito alla mamma (o papà, o nonna, o zia), sempre che la mamma , o altro educatore, si siano guadagnati una certa autorità davanti al bambino. Se non basta, si potrebbe ricorrere al movimento dell’indice, che indica un “no”. Se ancora non è sufficiente, si può usare la parola, senza però con un tono aggressivo, che può essere solo l’ultimo rimedio. Certo, da parte dell’educatore ci vuole tatto, intelligenza e pazienza; doti che non si improvvisano, se da giovani non ci si è allenati. Queste qualità non si imparano in discoteca o lasciandosi dominare dai capricci, dai nervosismi, dalle “lune” e dagli istinti, incominciando da quando si è adolescenti. Non si capirà mai abbastanza quanto sia utile fare l’educatore e l’educatrice in oratorio, quando però ci si prepara seriamente a questo grande ruolo e non ci si riduce all’ultimo momento, in particolare al solo oratorio feriale. Purtroppo cosa avviene oggi? Quando il bambino fa i capricci, spesso la mamma si lascia prendere dal nervosismo, e parte subito in “quarta”: parole aggressive, nervosismo, toni duri, e spesso litigi, e rimpalli delle colpe da un genitore all’altro, e poi alla fine si concede tutto! Avete provato ad assistere ad alcune scene a un supermercato? In questo clima che educazione ci può essere?! Una domanda: se non sono i genitori a proporre i valori, chi allora lo deve fare? L’oratorio da solo non ce la fa! Allora mettiamoci insieme, oratorio, scuola, sport, genitori e nonni; senza rimpiangere inutilmente i nostri tempi per poi disattenderli, creiamo una cultura cristiana, dove Gesù è il punto di riferimento vero, nostro e dei nostri ragazzi,e dove i veri modelli sono i Santi. Solo così potremo costruire un mondo più bello e migliore.

Don Luigi

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Catechisti e orari di catechismo ELEMENTARI 1° : Giovanni Giudici - Debora - Lara Sabato ore 14.45 2° : Angela e Reginella Sabato ore 14.45 3° : Maria Bambina e Chiara La Sala Sabato ore 14.45 4°: Daniela Crupi Sabato ore 14.45 Loredana Botta Lunedì ore 16.45 5° : Miriam La Fiandra (1° gruppo) Lunedì ore 17 Laura Chiametti (2° gruppo) Martedì ore 18 MEDIE 1° : Ornella (1° gruppo) Lunedì ore 16.00 Clara (2° gruppo) Sabato ore 14.45 2° : Marta Biffi ragazze Lunedì ore 16 3° : Simona e Erika ragazze Martedì ore 17 2° e 3° ragazzi: Carlo ragazzi Martedì ore 16 SUPERIORI 1°: Antonio ragazzi Lunedì ore 17 2°: Romano ragazzi Lunedì ore 17 1° e 2°: M. Piera ragazze Venerdì ore 20 3° - 4° - 5°: Luca, Stefania e Morena (ragazzi e ragazze) Lunedì ore 20.15 N.B. L’ultimo Lunedì del mese, invece della catechesi ci sarà la

Messa a Nibionno per tutti gli adolescenti delle Superiori e i giovani.

GIOVANI Ottobre: la partecipazione al triduo: 27 e 28 (ore 20.15); 29 ( ore 18) Avvento: ogni martedì, alle ore 20.30, iniziando dal 15 novembre fino al 6 dicembre.

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GENITORI La catechesi dei genitori: per TUTTI I GENITORI, ma in particolare

per i genitori dei bambini della 1° Confessione, 1° Comunione e

Cresima.

Sarà alla domenica pomeriggio, dalle 16 alle 17 * in Avvento: tre incontri: 20 e 27 novembre e 4 dicembre: saranno tenuti da don Angelo Puricelli, Rettore del collegio Volta di Lecco. * in Quaresima, è da decidere ancora.

ADULTI Oltre ai GRUPPI DI ASCOLTO, ci sarà alle ore 15 delle domeniche di Avvento e Quaresima l’ORA MEDIA con un momento di riflessione sulla famiglia, in preparazione all’incontro mondiale delle famiglie a Milano. ALTRI MOMENTI Le prove del CORETTO saranno al sabato, dalle 15.45 alle 16.45. L’incontro di preghiera DEI RAGAZZI della domenica: ore 16.00. L’incontro in preparazione alla professione di fede per 1° e 2° superiore sarà ogni domenica alle ore 17.15 fino al 4 dicembre. La professione di fede è prevista per la Messa delle 10.30 del giorno dell’Immacolata. Ore 18: c’è un breve momento di preghiera per adolescenti e giovani. Le Messe della settimana: * Ultimo lunedì a Nibionno, ore 20.15: Messa per adolescenti giovani * mercoledì a Nibionno, ore 15.45: o per elementari e medie. * venerdì a Nibionno, alle 16: soprattutto per le medie e gli adolescenti. Incontri di A.C.R: Ragazze: sabato, ogni 15 giorni, ore18 - 19.30 (compresa la pizza) Bambini delle elementari: Mercoledì alle ore 16.30 (dopo la Messa) Ragazzi delle medie: Venerdì ore 16.30 (dopo la Messa)

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La bellezza dell’umana avventura Messaggio alla Diocesi per la Festa di Apertura degli Oratori 2011

Carissimi, l’inizio del mio ministero pastorale a Milano coincide con l’apertura degli Oratori. Per questo, sulla scia dei miei predecessori, non voglio farvi mancare la mia vicinanza ed il mio augurio.

Ho vissuto in prima persona la straordinaria occasione di crescita che implica l’esperienza dell’Oratorio. A Malgrate, il mio paese natio, grazie all’Oratorio e al rapporto con il sacerdote che lo guidava ho cominciato a percepire la bellezza dell’avventura di essere uomini.

L’Oratorio è una realtà diversificata e composita. Per questo vorrei indirizzare il mio saluto e il mio augurio a tutti coloro che, a vario titolo, lo fanno vivere: ragazzi, catechisti, educatori, animatori, allenatori, genitori e adulti volontari, oltre naturalmente ai sacerdoti e alle religiose.

Nei miei vent’anni di ministero episcopale ho voluto riproporre la ricca e antica tradizione ambrosiana degli Oratori come uno strumento privilegiato per favorire la vita comunitaria delle

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parrocchie e delle aggregazioni dei fedeli. A queste condizioni essi diventano sempre più capaci di un’autentica proposta evangelica. Mediante un annuncio cristiano convincente ed integrale essi rappresentano uno dei luoghi per eccellenza nei quali si gioca la missione della Chiesa, soprattutto verso le nuove generazioni. Come ci ha ricordato il Santo Padre in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, «i giovani rispondono con impegno quando

si propone loro con sincerità e verità l’incontro con Gesù Cristo,

unico redentore dell’umanità». Gli Oratori sono luoghi privilegiati dove far esperienza di «quel grande “sì” che in Gesù Cristo Dio ha

detto all'uomo e alla sua vita, all'amore umano, alla nostra libertà e

alla nostra intelligenza; come, pertanto, la fede nel Dio dal volto

umano porti la gioia nel mondo» (Benedetto XVI).

Il cammino verso l’incontro mondiale delle famiglie Quest’anno la proposta educativa dei nostri Oratori è orientata

decisamente verso il VII Incontro Mondiale delle Famiglie che avremo la gioia di ospitare proprio nella nostra diocesi alla fine di maggio e che vedrà in mezzo a noi la presenza del Santo Padre Benedetto XVI. Tale avvenimento rappresenta una straordinaria opportunità per essere confermati nella fede dal Successore di Pietro, che ci aiuterà a dialogare con le famiglie di tutto il mondo accogliendo insieme a loro il Vangelo dell’uomo-donna, del matrimonio, della famiglia e della vita.

Nella lettera indirizzata alla diocesi all’inizio del cammino di preparazione dell’evento il Papa così presentava il tema dell’Incontro: «Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle

famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i

coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia

con la società e la Chiesa. La Sacra Scrittura ci dice che famiglia,

lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a

vivere un’esistenza pienamente umana».

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A immagine di Dio Chiediamo alla Madonna di poter vivere sempre di più il nostro

essere «a immagine di Dio» (Gn1,27). L’essere stati pensati e voluti a immagine di Dio è certamente un dono da accogliere e far fruttare perché nella vita di ciascuno sia visibile sempre più lo splendore della verità che solo Cristo può donare.

Nell’attesa di poter visitare di persona almeno qualcuno dei nostri bellissimi e numerosissimi Oratori, vi accompagno con affetto e simpatia e vi benedico di cuore.

Angelo Card. Scola Arcivescovo di Milano

Il Cardinale incontra sacerdoti e religiosi L’appuntamento con la Zona pastorale di Lecco

Carissimi, l’Anno Pastorale appena iniziato ha certamente come punto focale la celebrazione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano, dal 30 maggio al 3 giugno 2012, sul tema “La Famiglia: il lavoro e la

festa”, che culminerà con la visita del Santo Padre. 1. L’Incontro Mondiale ci chiama a ri-scoprire più profondamente la bellezza, la bontà e la verità della famiglia. Per comprendere quanto questa istituzione sia preziosa è bene partire da una fondamentale affermazione del Beato Giovanni Paolo II, che tanto si spese per il bene delle famiglie: «Il fatto che l'uomo, creato come uomo e donna,

sia immagine di Dio (…) significa anche che l'uomo e la donna…

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sono chiamati a vivere una comunione d'amore e in tal modo a

rispecchiare nel mondo la comunione d'amore che è in Dio, per la

quale le tre Persone si amano nell'intimo mistero dell'unica vita

divina… Questa somiglianza è (…) insieme come una chiamata e un

compito» (Mulieris Dignitatem 7). Su questa base Benedetto XVI, parlando ai fidanzati in occasione del recente Congresso Eucaristico di Ancona, si è così espresso: «Cari amici, ogni amore umano è

segno dell’Amore eterno che ci ha creati» (11.09.2011). Vissuto con verità e intensità il cammino graduale dell’amore tra un uomo e una donna troverà nel sacramento del matrimonio su cui si fonda la famiglia la sua pienezza: «Fedeltà, indissolubilità e trasmissione

della vita sono i pilastri di ogni vera famiglia, vero bene comune» (ibid.). La famiglia è la via maestra e la prima, insostituibile “scuola” di comunione, la cui legge è il dono totale di sé. I cristiani, proponendola in tutta la sua bellezza, al di là delle loro fragilità, intendono testimoniare agli uomini e donne del nostro tempo, qualunque sia la loro visione della vita, che l’oggettivo desiderio di infinito che sta al cuore di ogni esperienza di amore si può realizzare. La famiglia così concepita è un patrimonio prezioso per l’intera società. 2. L’occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie vedrà la presenza del Successore di Pietro nelle nostre terre. Sarà per tutti, cristiani e non, un grande dono. Per questo è necessario che, nel tempo che ancora ci separa da quella data, in ogni parrocchia e decanato, in ogni aggregazione di fedeli, in ogni famiglia, ma anche in pubblico confronto con i vari ambiti della società civile, noi ci impegniamo a riscoprire il significato della figura del Successore di Pietro nella vita della Chiesa e nell’odierna società plurale. Perché il Papa viene a noi? Il Vangelo di Luca ce lo dice con grande chiarezza: «per confermare la nostra fede» (cf. Lc 22,32). La persona,

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la testimonianza ed il magistero di Benedetto XVI, in quanto Successore di Pietro, rafforzeranno in noi la convinzione che la fede è ragionevole anche nell’odierno contesto socio-culturale perché propone alla libertà il compimento dell’uomo. Perché il Papa può svolgere questo prezioso compito? Perché, come ci insegna la menzione del suo nome nella Santa Messa di ogni giorno, Egli è normalmente presente nella nostra Chiesa. La Chiesa particolare infatti non esisterebbe in forma piena senza questo riferimento diretto ed immediato alla figura di Pietro. La Sua presenza fisica tra noi sarà straordinaria perché l’espressione privilegiata della sua presenza ordinaria. Dobbiamo però riconoscere che spesso non siamo consapevoli dell’importanza del ministero del Papa. In una società complessa come la nostra è molto facile ridurre il suo autorevole Magistero ad una opinione tra le altre. Sarà per questo di decisiva importanza che regolarmente, in questi mesi, secondo modalità che, come ci viene suggerito nella presente Agenda, verranno proposte specificatamente, si prenda coscienza personale e comunitaria degli insegnamenti del Santo Padre, soprattutto in materia di famiglia, festa e lavoro. «L’evento, per riuscire davvero fruttuoso, non dovrebbe però

rimanere isolato, ma collocarsi entro un adeguato percorso di

preparazione ecclesiale e culturale» (Lettera del Santo Padre

Benedetto XVI al Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia

in preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, 23.08.2010). 3. Nell’Agenda le diverse comunità ecclesiali dell’Arcidiocesi troveranno valide indicazioni per prepararsi lungo tutto l’anno pastorale 2011-2012. Mi preme però sottolineare tre elementi che considero particolarmente rilevanti. Innanzitutto il lavoro sulle dieci Catechesi appositamente predisposte in vista dell’Incontro Mondiale, radicate nella Parola di Dio, nel

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Catechismo della Chiesa Cattolica e nel magistero dei Papi su persona, matrimonio e famiglia, ci aiuteranno a comprendere «quel

grande "sì" che in Gesù Cristo Dio ha detto all'uomo e alla sua vita,

all'amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza; come,

pertanto, la fede nel Dio dal volto umano porti la gioia nel mondo. Il

cristianesimo è infatti aperto a tutto ciò che di giusto, vero e puro vi è

nelle culture e nelle civiltà, a ciò che allieta, consola e fortifica la

nostra esistenza» (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al IV

Convegno della Chiesa italiana, Verona 19.10.2006). In secondo luogo, così come viene indicato dal titolo dell’Incontro, il tema della famiglia, dà risposta ad un aspetto decisivo della comune esperienza umana. Si intreccia ad altri due fattori parimenti decisivi, quello del lavoro e quello del riposo (festa). L’aver posto a tema questi tre fattori costitutivi dell’esperienza di ogni uomo e ogni donna, esprime bene il nesso tra la fede e la vita e mostra efficacemente il grande realismo dell’esperienza cristiana. In questo delicatissimo frangente socio-economico, la famiglia si rivela come l’ambito più colpito dalla crisi e, nello stesso tempo, più capace di sostenere i propri membri nelle loro fatiche, come testimonia l’efficace esperienza del Fondo Famiglia-Lavoro

promosso con lungimiranza dal Card. Tettamanzi. È urgente che le comunità cristiane sostengano le famiglie in difficoltà e, in particolare, favoriscano le iniziative tese a generare lavoro. L’open day delle aziende potrà contribuire all’incontro tra famiglie e ambienti di lavoro. Analogamente la proposta delle feste cittadine potrà documentare il riconoscimento di quella “sovranità

della famiglia” (Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie 17) decisiva per l’edificazione della vita buona personale e comunitaria. La festa, manifestazione privilegiata del gratuito, nasce sempre come espressione di un dono ricevuto, cioè come gratitudine. Infine vorrei insistere sul richiamo all’ospitalità e alle tante forme di volontariato richieste da un gesto di tali dimensioni. Viverle in prima

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persona è la strada maestra e alla portata di tutti per imparare un po’ di più quel dono di sé che compie la vita. Chi tra di noi sarà disponibile ad accogliere altre famiglie, provenienti da tutto il mondo, e a prestare il proprio tempo per collaborare, come volontario, potrà sperimentarlo di persona. Per questo rivolgo il mio invito forte e accorato alle comunità ed in particolare a tutte le famiglie dell’Arcidiocesi perché siano disponibili all’accoglienza e alla collaborazione: non importa la quantità di tempo, di spazio o di disponibilità che ciascuno potrà dare. Ognuno offra quello che può, senza pensare che è troppo poco perché possa essere significativo: ciò che conta è il sì di ciascuno. Per questo raccomando specialmente agli anziani e ai malati la preghiera e l’offerta al Signore delle proprie sofferenze per i frutti dell’Incontro Mondiale delle Famiglie. Una preghiera speciale chiedo a tutti i monasteri, maschili e femminili. 4. Affido queste indicazioni a tutti i fedeli della Chiesa ambrosiana e, in particolare, ai presbiteri e ai responsabili delle diverse aggregazioni perché, rispettando il principio della pluriformità nell’unità, possano proporle a tutti in modo da favorire la vita e la missione della Chiesa. Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie spalancherà Milano e tutta la regione ad una più piena dimensione universale. Mentre Vi ringrazio di cuore per l’attenzione che vorrete prestare all’Agenda, strumento prezioso di comunione, invoco su quest’anno pastorale la speciale benedizione della Madunina e Vi benedico nel Signore

+ Angelo Card. Scola Arcivescovo di Milano

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Il Cardinale incontra i suoi fedeli L’appuntamento con la Zona pastorale di Lecco

È difficile fare una cronaca della prima visita del neo Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola a Lecco: sulla descrizione dei vari momenti in cui si è articolata la giornata (iniziata la mattina con l’incontro dei sacerdoti a Eupilio, proseguita con la visita ai missionari del Pime – Pontificio istituto missioni estere – e poi ai sacerdoti anziani a Villa Aldè) prevalgono i ricordi. E non poteva essere altrimenti: lo stesso Cardinale più volte nell’omelia è uscito con l’espressione: «Terra tanto cara», riferendosi appunto al territorio lecchese, in cui nacque, studiò, fece le prime esperienze. Gli anni trascorsi lontano, prima per motivi di studio, poi per impegni pastorali, hanno indubbiamente arricchito la sua personalità, la sua cultura, già molto viva e profonda nei tempi dell’adolescenza e della prima giovinezza e gli hanno conferito delle note nuove, molto importanti nel ministero che esercita: un’attenzione alle persone fragili (anche in basilica ha accennato in particolare a questa categoria e nell’uscita si è intrattenuto con alcuni di essi); una passione per la comunione, punto fondamentale per il cammino pastorale; una pacatezza nei tratti che indicano la padronanza interiore e che ti fanno sentire a tuo agio. Tutto questo per un misterioso disegno di Dio che ha portato un figlio della nostra terra a diventare successore di Ambrogio e Carlo. La gioia si leggeva nei volti di tutti (per la verità per lo più “dai capelli grigi o tinti”, come ha detto con scherzosa ironia il Cardinale), ma rappresentanti di tutti coloro che, per motivi di lavoro o anche di salute, non hanno potuto testimoniare di persona la vicinanza e la gratitudine Nell’incontro con le consacrate, alle ore 17, dopo il saluto di suor Nazarena Malandrini, presidente dell’Usmi (Unione superiore maggiori Italia), il Cardinale si è rivolto alle religiose, definendo la verginità «affermazione pubblica, visibile, accessibile, della presenza del Dio che ci porta lungo tutta l’esistenza. La scelta verginale è anticipo dell’eternità…nel nostro territorio che

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porta dentro di sé le tensioni, le contraddizion tipiche del mondo d’oggi». Poi la S. Messa concelebrata con il Vicario generale, il Moderator curiae, il Vicario episcopale, il Prevosto, i decani, i sacerdoti, nonché i diaconi permanenti e il diacono don Perego di S. Giovanni, recentemente ordinato. Nell’omelia il Cardinale, commentando la Lettera di S. Paolo ai Filippesi, ha sottolineato, dopo l’indirizzo di saluto «Miei cari», l’esortazione a dedicarsi alla «salvezza con rispetto e amore. È Dio infatti che suscita il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore». Il riconoscere la compagnia di Dio nel destino dell’uomo – ha aggiunto l’Arcivescovo – porta persino a “godere” e a “rallegrarsi” del martirio (come dice Paolo nella lettera citata). Da qui la preghiera accorata al Padre di concedere «alla splendida Zona III, radunata nell’unità dello Spirito, di crescere in piena comunione con il proprio Pastore,… di renderla immagine vivente dell’assemblea universale del popolo di Dio,… di essere nel mondo strumento della presenza di Cristo». Quindi il Cardinale ha fatto proprie le parole rivolte da Mosè a tutto Israele, tratte dalla prima lettura (Deuteronomio 1, 9): «Io non posso da solo sostenere il peso di tutti voi», alludendo al fatto che ognuno di noi è costituzionalmente creato per la relazione (qui il Cardinale ha citato la famiglia, con un delicato riferimento anche per quella “ferita”). Ed ha proseguito con tono accorato: «L’Amore ha bisogno di tutti voi, con la preghiera, la vicinanza, l’affetto, in comunione, fraternità che deve venire prima di tutto». E molto opportunamente il Cardinale ha concluso con una citazione del Manzoni nel ‘Fermo e Lucia’ a proposito del beato Serafino (per il quale ha inserito ricordi personali di quando la mamma lo portava, bambino, nella sua chiesetta a pregare): «L’amore (come dono totale di sé) fervente di Dio e degli uomini era il suo sentimento abituale; la sua cura continua di fare il suo dovere e la sua idea del dovere era: “tutto il bene possibile”». Con l’affidamento alla Madonna del Rosario e all’«intercessione dei nostri cari che ci hanno preceduto» si è conclusa l’omelia, che ha toccato i cuori, le menti e, pensiamo, ha

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risvegliato pensieri buoni che guideranno nel cammino pastorale sotto la guida dell’arcivescovo Angelo. Un caloroso, sentito, spontaneo applauso ha chiuso la funzione, manifestazione della gioia interiore ed anche della volontà di condurre nel nome del Signore, in «compagnia», il cammino che ci attende.

da www.resegoneonline.it

A Milano si trova la fede Il discorso dell’attore Giacomo Poretti in occasione dell’incontro del

cardinale Scola con gli operatori della cultura e della comunicazione

Eminenza, nel rivolgerle il mio più caloroso saluto le devo anche porgere le mie scuse perchè il mio non sarà un racconto fedele ne tanto meno realistico sulla città, quanto piuttosto la confessione di un innamorato, spero quindi che Lei vorrà perdonare i sentimentalismi e gli eccessi di fantasia, ma forse l’amore e la fantasia, anzichè aggiungere e deformare la realtà, la denudano nella sua semplice bellezza. Due cose sono state fondamentali per la mia vita: Milano e i preti. Tra me e Milano è stato un amore a

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prima vista. Con i preti invece...ci ho messo un pò di più. La prima volta che sono venuto a Milano avevo 5 anni ed ero alto 90 cm, ero in compagnia del mio papà, che benchè ne avesse 30 di anni, superava di poco il metro; siamo entrati nello stadio di San Siro per vedere una partita di calcio e siccome all’epoca si stava in piedi ( era il 1960 !), ne io ne il mio papà riuscivamo a vedere niente, allora il papà mi ha messo sulle sue spalle ed io dovevo raccontargli che cosa succedeva, solo che non conoscevo le regole del gioco e nemmeno i nome dei giocatori, allora il papà mi ha preso in braccio e mi ha detto” va bene ci tornerai quando sarai più grande, ma almeno ti è piaciuto qualche cosa? “si, ho risposto, mi è piaciuta quella squadra con le maglie nere e azzurre”! Quando siamo arrivati a casa il papà ha detto alla mamma “ oggi a Milano questo bambino a scoperto la fede!” Poi sentivo a tavola che i miei genitori dicevano che la fede andava coltivata, e per far questo mia madre mi mandava in chiesa e all’oratorio del paese, il mio papà invece mi portava a vedere l’Inter a San Siro. All’oratorio ci andavo tutti i giorni, allo stadio una domenica si e una no. C’è stato un periodo che la mia squadra vinceva molti scudetti e allora il mio papà mi portava in piazza Duomo a festeggiare. Quando tornavamo a casa alla sera la mamma ci chiedeva dove eravamo stati, il papà diceva...siamo stati in Duomo perchè il bimbo voleva dire una preghiera di ringraziamento alla Madonnina... la mamma commossa aggiungeva: vista la sua devozione questo bambino bisognerà mandarlo in seminario! Non saprei dire se malauguratamente o per fortuna, la mia squadra a un certo punto a smesso di vincere, io ci rimanevo male, ed anche la mamma non si dava pace di come io avevo smesso di pregare e ringraziare la Madonnina. Nel frattempo continuavo a frequentare l’oratorio del paese; un giorno il prete, don Giancarlo, che amava Pirandello e Shakespeare, almeno quanto i santi Pietro e Paolo, decise di allestire uno spettacolo

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teatrale e siccome il cast prevedeva oltre agli adulti tre bambini, uno grassissimo, uno altissimo e uno bassissimo, io saltai direttamente il provino ed esordii a teatro come l’attore più basso che avesse mai calcato le scene. All’epoca ero affetto da un complesso di inferiorità per cui era una tragedia quando entravo in scena, mi collocavo di fianco al bimbo altissimo, e la gente rideva. Il prete mi disse che dovevo sfruttare i talenti che mi aveva regalato il Signore. A me sembrava crudele sia il Signore sia don Giancarlo. Ma il don insisteva: la tua bassezza ti regalerà un sacco di soddisfazioni. Che cosa!? quel corpicino che non si decideva a crescere? io intanto non mi fidavo del don e continuavo a chiedere nelle mie preghiere al Signore di portarmi un pallone di cuoio e di farmi diventare alto 1metro e 85. Lei lo confermerà Eminenza, il Signore ti ascolta sempre ed esaudisce tutte le cose che chiedi, solo che devi essere abile nel distinguere la differenza tra alto e grande..... finalmente un giorno ho capito, aveva ragione don Giancarlo, il teatro era il gioco più bello del mondo. Mi ricordo di essermi detto: io voglio fare l’attore. Solo che per fare certi mestieri ti tocca venire a Milano: per fare l’attore e l’Arcivescovo bisogna venire a Milano Milano è molto diversa da quella degli anni 60 ma è pur sempre bellissima e stranissima. Per esempio è una città dove ci sono più semafori che alberi, più discoteche che licei classici, più ritrovi per happy hours che librerie, i telefonini invece sono pari con le automobili: 2 per ogni milanese; se per caso le capiterà di andare a fare un giro di sera per la città nei mesi invernali non le sarà difficile incontrare dei cani con il piumino e degli uomini in canottiera. Milano è strana. A Milano i parchi sono merce rara e perciò affollattissimi: nonni che accompagnano i nipotini, badanti che accompagnano i nonni, tate che accompagnano i nipotini, amiche delle tate che fanno compagnia alle badanti, insomma, senza contare i genitori che sono da qualche parte della città ad alzare il pil della nazione, ogni nucleo famigliare è

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composto da almeno 10 o12 elementi, questo spiega , forse, l’enorme impulso dell’edilizia che ha avuto la nostra città recentemente. Milano è una città tutto sommato ordinata, non vedrà mai code, tranne che per i saldi in Via Montenapoleone o fuori dalla Caritas per il pane quotidiano, si rassicuri Eminenza c’è più gente in coda per il pane che non per il pret a portè, anche se a Milano, si tappi le orecchie,... si vendono più maglioni di cachemire che non copie della Bibbia......A Milano poi c’è un’aria particolare: invece dell’ossigeno noi a Milano abbiamo il pm10, i tecnici assicurano che a Milano l’aria è sempre stata così, probabilmente fin dai tempi del pleistocele...A parole tutti dicono che Milano è brutta e invivibile , che l’aria è irrespirabile, ma alla fine vengono tutti qua: han cominciato i barbari, gli spagnoli, i francesi, gli austriaci, i meridionali, adesso addirittura vengono da paesi lontanissimi con lingue e dialetti difficilissimi, ma alla fine mi creda se riamo riusciti a capire i pugliesi e quelli della basilicata riusciremo a comprendere anche quelli che vengono dalla Tunisia o dalle Filippine, dopotutto non credo che il cous cous sia più difficile da digerire della caponata con le melanzane fritte. L’unica pericolo è che stando a Milano si diventa un pò bauscia, ci si sente superiori rispetto agli altri. Mio papà quando mia sorella ha detto che aveva un fidanzato, lui le ha chiesto “ sarà minga un terun?”, dopo una settimana di broncio gli è passata; ora ho saputo che mio cognato, il terun, quando sua figlia di 16 anni si è messa a frequentare un ragazzo, lui preoccupato le ha chiesto” sarà mica un extra comunitario?”, c’è sempre qualcuno più a sud di noi da farci sentire superiori; capita anche a quelli di Helsinki che considerano terroni quelli di Copenaghen, la stessa cosa capita tra quelli di Chiavenna e quelli di Malgrate. ( vero Eminenza?) A Milano chiude un cinema all’anno e ogni anno sorgono 10 sushi bar, anche i teatri non se la passano tanto bene: li abbattono per costruirci dei parcheggi o dei supermercati, poi prendono l’insegna e la mettono sopra un tendone di plastica, un teatro dentro un involucro di plastica si sente provvisorio, i teatri a Milano sono a rischio un po

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come la michetta, la nebbia e la caseula.......ma Lei lo sa Eminenza che nella sua enorme parrocchia, nei suoi oratori, ci sono circa 120 sale per proiettare film e fare spettacoli teatrali? Io le prometto di non perdere di vista Dio, ma Lei cerchi di non perdere di vista gli oratori, raccomandi ai suoi preti di avere a cuore sant’Ambrogio, san Carlo, ma anche Shakespeare, Pirandello, Dostoevskij, Clint Eastwood e Diego Milito, Lei non immagina che regalo che può fare ai ragazzi : uscire dall’oratorio con la consapevolezza di aver imparato i giochi più belli del mondo: il calcio, il cinema e il teatro! E poi le do un consiglio: Milano è di una struggente bellezza o al mattino presto o la sera molto tardi, quando quasi tutti dormono; prenda, se può, una bicicletta,...( non ci scriva sopra proprietà dell’Arcivescovado, se no gliela fregano subito) una bici normale.... e vada in piazza dei Mercanti, si spinga fino nelle stradine del Carrobbio, passi davanto al palazzo degli Omenoni, continui fino davanti alla casa del Manzoni, faccia altre 2 pedalate fino piazza san Fedele, in quella Chiesa abbiamo battezzato nostro figlio, continui, continui a padalare...e poi capirà perchè Milano ha affascinato Visconti, Olmi e perchè due tipi straordinari come Zavattini e De Sica hanno raccontato di un Miracolo a Milano, pedali e poi si fermi dietro al Duomo dove c’è quell’albero bellissimo, di fronte alla libreria san Paolo, si sieda per terra e legga pure un libro, le assicuro che in quel silenzio e in quella magica pace tante cose diventano comprensibili, persino i passaggi più oscuri di Heiddegger...e capirà che Milano le sarà entrata nel cuore. Prima di rientrare a casa si ricordi di chiudere la bicicletta con il lucchetto. E va bene noi cercheremo di non perdere di vista Dio, ma lei, che, se posso dirlo, è un po come il Sindaco delle anime, ci aiuti a non perder la strada per la Madonnina. E che Dio non perda di vista il suo Vescovo e Milano!

Giacomo Poretti

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Riflessioni d’estate Intervento di Monsignor Gianfranco Ravasi

Due tuniche Sognai il giorno della risurrezione. Vedevo Malik e Mohammed, miei

amici, in procinto di entrare in paradiso: quale dei due avrebbe avuto

la precedenza? Fu Mohammed. Chiesi all’angelo il perché. Mi

rispose: “Lui aveva una sola tunica, Malik ne aveva due!”.

Ricordate le parole del Battista: “Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha” (Luca 3, 11). Sembra quasi di intuire in filigrana al nostro racconto proprio questa frase del Precursore di Gesù. In realtà, l’apologo appartiene alla tradizione mistica musulmana detta sufi, un termine legato al mantello di lana grezza (suf) che era quasi l’emblema degli adepti di questa sorta di confraternita. Anche Gesù, come canone di base per il giudizio finale, ha introdotto la carità fraterna. La linea di demarcazione passa attraverso il gesto d’amore offerto o negato nei confronti degli affamati, assetati, nudi, malati e carcerati: “E se ne andranno: (gli egoisti) al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna” (Matteo 25, 46). La capacità di vivere il distacco da un bene per donarlo ai miseri è un esercizio tutt’altro che facile, tanto è vero che il Malik dell’apologo citato si porta con sé la seconda tunica fin lassù, alle soglie del paradiso, stringendosela addosso. Proviamo ad addestrarci a quel distacco estremo, rinunciando non tanto a una monetina, ma a una realtà che sappiamo per noi superflua, anche se cara, ma necessaria per un altro. È ancora una volta illuminante Gesù, quando fa la sua applicazione alla celebre parabola

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del ricco stolto che ha accumulato immensi tesori e ha la vita attraversata appunto dalla morte improvvisa: “Quello che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio” (Luca 12, 20-21). La farfalla senza le ali Che cosa diventa un presuntuoso, spogliato della sua presunzione?

Provate a levare le ali a una farfalla: non resterà che un verme.

D’estate è sempre affascinante seguire il volo delle farfalle con le loro ali arabescate. Si dice che tra i quaderni di una scuola di Hiroshima, distrutta dalla bomba atomica americana, venne alla luce la pagina incompiuta di un’alunna che stava descrivendo il palpitare di una farfalla rossa che si era posata sul suo banco. Era il 6 agosto di 66 anni fa: una dolce scena estiva giapponese, prima che si accendesse l’infernale lampo distruttore. L’immagine della farfalla mi rimanda oggi a una raccolta a cui ho già attinto in altre occasioni: Le massime e i pensieri, opera postuma (1795) di uno scrittore francese illuminista moderato, Nicolas de Chamfort. Egli trasforma questo delizioso lepidottero in un simbolo del presuntuoso che si pavoneggia nella sua vanagloria, volteggiando in mezzo agli altri che apparentemente lo ammirano. Ma togliete le ali alla sua boria altezzosa, ed eccolo ridotto a un verme, come appunto accade alla farfalla privata del suo ornamento più attraente. Se vogliamo rimanere ancora nel simbolismo animale, è curiosa un’altra considerazione destinata al presuntuoso da una scrittrice inglese dell’Ottocento nota con lo pseudonimo maschile di George Eliot: “ E’ come un gallo convinto che il sole sorga per ascoltarlo cantare”. Superbia e vanità si intrecciano e lambiscono un po’ tutti, senza mai avvertirci che in agguato c’è il ridicolo. Se non saremo umili – ammoniva, infatti, un altro autore francese, Julien Green – Dio farà di noi degli umiliati. Vermi senza ali, appunto.

Monsignor Gianfranco Ravasi

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Incontri all’Eremo San Salvatore Proposta per giovani

Introduzione alla vita spirituale e al discernimento vocazionale La domenica: ore 9-16.00: 6 nov./ 8 gen./ 5 feb./ 4 marzo / 1 aprile

Scuola di preghiera La domenica: ore 20.30-22.00: 29 aprile / 6 , 13 e 20 maggio Veglia di Pentecoste 26 maggio – ore 20.45 Proposta per adulti e adulti giovani Lectio divina La domenica: ore 17-19: 6 novembre / 5 febbraio / 4 marzo / 6 maggio Ritiro spirituale di Avvento: 4 dicembre, dalle 9.00 alle 17.00 Esercizi spirituali: Dalle 18.00 del 1 giugno alle 18.00 del 3 giugno Veglia di Pentecoste: 26 maggio, ore 20.45 Proposta di “spiritualità familiare” Per famiglie e coppie di sposi Domenica: ore 15.30-18: 13 nov. / 11 dic./ 12 feb./ 11 marzo / 15 aprile Per i fidanzati e in preparazione al matrimonio Ore 17-18: 7-8 dicembre e 24-25 aprile

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“Famiglia cristiana” Una storia lunga 80 anni

Famiglia Cristiana, la rivista cattolica di attualità più nota nel panorama giornalistico italiano e internazionale è nata ad Alba, nel Natale 1931 e celebra quest’anno il suo 80° anno di vita. E’ stata fondata dal beato don Giacomo Alberione, che nel 1914 aveva dato vita alla Società San Paolo, la Congregazione impegnata nella diffusione del Vangelo attraverso tutte le moderne tecniche di comunicazione. Da allora Famiglia Cristiana è cresciuta, è diventata adulta, ha perso l’immagine di bollettino cattolico, acquistando i contenuti, la figura e lo stile del grande settimanale. Tuttavia ha conservato le due caratteristiche originarie: il servizio alla famiglia e la visione cristiana degli avvenimenti. Con oltre undicimila pagine all’anno, si tratta di una delle “presenze” più sorprendenti nel panorama dei settimanali italiani. Uno strumento pastorale invidiato da molti Paesi cattolici. Famiglia Cristiana ebbe come primi direttori uno dei “ragazzi” della comunità paolina don Matteo Bernardo Borgogno (1904-1985) e suor Evelina Capra, figlia di San Paolo, deceduta il 28 ottobre 2000 a 94 anni. La tiratura iniziale era di 18 mila copie. Ciò che impressionò favorevolmente i lettori non fu la veste editoriale modesta, e neppure i contenuti, del tutto normali nei periodici cattolici di quel tempo, quanto il modo con cui la nuova rivista veniva fatta arrivare a destinazione, e cioè attraverso la propaganda capillare e personale, di porta in porta, realizzata da ragazzi e dalle ragazze di don Alberione, i

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futuri Paolini e Paoline. La distribuzione della rivista era dunque accompagnata da una testimonianza apostolica coinvolgente in quanto realizzata da giovani, e il sistema di pagamento o di abbonamento al periodico, in conformità con gli usi e costumi della società agricola e patriarcale del tempo, ricorreva perfino allo strumento del baratto: due uova, mezzo chilo di patate, tutto poteva servire per fare il cambio con la rivista. Lo stile artigianale della redazione e della diffusione si protrasse per tutto il periodo degli anni Trenta e Quaranta. Paradossalmente fu il periodo bellico (1939-1945) a provocare il lancio definitivo della rivista: nel 1944, nonostante enormi difficoltà, si riuscirono a toccare le fatidiche 100 mila copie. Da allora, nel corso del Dopoguerra, l’aumento si rivelò sempre più deciso; è però il 1954 l’anno che segna una svolta epocale nella vita e nella crescita del settimanale, con l’assunzione della direzione da parte di don Giuseppe Zilli (1921-1980): si ammodernano contenuti e veste, e la diffusione ha un’accelerazione fantastica, arrivando a un milione di copie nel 1961, a trent’anni esatti dalla fondazione. Il 25 dicembre 1971, per festeggiare i primi 40 anni di vita, si arrivò a stampare un numero speciale in 2 milioni di copie. Nel 1980, con la morte prematura di don Zilli, la direzione passò a don Leonardo Zega (1928-2010), che l’ha tenuta fino al 1998. Dal 1999 direttore è don Antonio Sciortino. E’ di particolare rilievo il fatto che la rivista sia stata distribuita quasi esclusivamente nell’ambito parrocchiale e per abbonamento, e solo nella seconda metà degli anni ’80 comincia ad aprirsi anche al mondo delle edicole. Il fenomeno è significativo sotto vari aspetti, ma rivela e conferma soprattutto la validità dell’ispirazione originaria: Famiglia Cristiana si è fatta apprezzare da milioni e milioni di persone per quello che vuole essere: il periodico della cellula fondamentale della società, la famiglia, e insieme della cellula elementare della Chiesa, ovvero la comunità locale rappresentata dalla parrocchia. Con questa ispirazione originaria, nel 2010 è stato affrontato un radicale

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rinnovamento grafico e un arricchimento di contenuti e collaboratori, rendendolo visibile quello che il giornale effettivamente è: il settimanale di tutta la famiglia.

DOMENICA 6 NOVEMBRE 2011 IN OCCASIONE DELL’ 80° ANNIVERSARIO DELLA

RIVISTA

FAMIGLIA CRISTIANA SARA’ DISPONIBILE AL PREZZO

PROMOZIONALE DI 1 €

La storia di Jim

Un sacerdote stava camminando in chiesa verso mezzogiorno e

passando dall'altare decise di fermarsi lì vicino per vedere chi era

venuto a pregare.

In quel momento si aprì la porta, il sacerdote inarcò il sopracciglio

vedendo un uomo che si avvicinava; l'uomo aveva la barba lunga di

parecchi giorni, indossava una camicia consunta, aveva una giacca

vecchia i cui bordi avevano iniziato a disfarsi.

L'uomo si inginocchiò, abbassò la testa, quindi si alzò e uscì.

Nei giorni seguenti lo stesso uomo, sempre a mezzogiorno, tornava in

chiesa con una valigia... si inginocchiava brevemente e quindi usciva.

Il sacerdote, un po' spaventato, iniziò a sospettare che si trattasse di

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un ladro, quindi un giorno si mise davanti alla porta della chiesa e

quando l'uomo stava per uscire dalla chiesa gli chiese: "Che fai qui?"

L'uomo gli rispose che lavorava in zona e aveva mezz'ora libera per il

pranzo e approfittava di questo momento per pregare.. rimango solo

un momento, sai, perché la fabbrica è un po' lontana, quindi mi

inginocchio e dico: "Signore, sono venuto nuovamente per dirti

quanto mi hai reso felice quando mi hai liberato dai miei peccati...

non so pregare molto bene, però ti penso tutti i giorni... Beh, Gesù...

qui c'è Jim a rapporto".

Il padre si sentì uno stupido, disse a Jim che andava bene, che era il

benvenuto in chiesa quando voleva.

Il sacerdote si inginocchiò davanti all'altare, si sentì riempire il cuore

dal grande calore dell'amore e incontrò Gesù.

Mentre le lacrime scendevano sulle sue guance, nel suo cuore

ripeteva la preghiera di Jim: "Sono venuto solo per dirti, Signore,

quanto sono felice da quando ti ho incontrato attraverso i miei simili e

mi hai liberato dai miei peccati... non so molto bene come pregare,

però penso a te tutti i giorni... Beh, Gesù... eccomi a rapporto!"

Dopo qualche tempo il sacerdote notò che il vecchio Jim non era

venuto. I giorni passavano e Jim non tornava a pregare.

Il padre iniziò a preoccuparsi e un giorno andò alla fabbrica a

chiedere di lui; lì gli dissero che Jim era malato e che i medici erano

molto preoccupati per il suo stato di salute, ma che tuttavia credevano

che avrebbe potuto farcela.

Nella settimana in cui rimase in ospedale Jim portò molti

cambiamenti, egli sorrideva sempre e la sua allegria era contagiosa.

La caposala non poteva capire perché Jim fosse tanto felice dato che

non aveva mai ricevuto né fiori, né biglietti augurali, né visite. Il

sacerdote si avvicinò al letto di Jim con l'infermiera e questa gli disse,

mentre Jim ascoltava: "Nessun amico è venuto a trovarlo, non ha

nessuno".

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Sorpreso il vecchio Jim disse sorridendo: "L'infermiera si sbaglia...

però lei non può sapere che tutti i giorni, da quando sono arrivato qui,

a mezzogiorno, un mio amato amico viene, si siede sul letto, mi

prende le mani, si inclina su di me e mi dice: "Sono venuto solo per

dirti, Jim, quanto sono stato felice da quando ho trovato la tua

amicizia e ti ho liberato dai tuoi peccati.. Mi è sempre piaciuto

ascoltare le tue preghiere, ti penso ogni giorno.... Beh, Jim... qui c'è

GESU' a rapporto!"

Da oggi, ogni giorno, non possiamo perdere l'opportunità di dire a

Gesù: "Sono qui a rapporto!"

E' strano come la lussuria cruda, volgare e oscena

passa liberamente attraverso il ciberspazio, mentre il

parlare pubblicamente di Gesù sia evitato nelle

scuole o nell'ambiente di lavoro.

E' curioso, vero?

Ma ancora più strano è come qualcuno possa essere devoto a Cristo la

domenica ed al tempo stesso essere un cristiano invisibile per il resto

della settimana.

E' strano pure se, quando hai terminato di leggere questo messaggio,

non Lo invii alle persone della tua rubrica postale perché non sei

sicuro di ciò che ne penseranno.

Di ciò che penseranno di te.

E' curioso, mi preoccupo più di ciò che la gente pensa di me che di

ciò che Dio possa pensare di me?

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Quando ci si mettono le donne! Dal quotidiano “Avvenire”

Mariam, 48 anni, si arrampica sui tetti con l'agilità di una bambina. Qui, sceglie i punti più adatti in base a uno schema che prima ha tracciato sul foglio. La donna conosce tutti i segreti dei pannelli solari, grandi superfici che catturano i raggi del sole per produrre elettricità. Tanto che gli abitanti del villaggio nella regione di Arusha, in Tanzania, in Africa la chiamano ormai «Ingegner Mariam». Eppure la donna non ha mai studiato ingegneria, anzi, non ha neppure terminato le scuole elementari. Fino a tre anni fa non sapeva niente di pannelli solari o corrente elettrica. Poi, nel 2008, il governo dell'India e le Nazioni Unite - principale organizzazione che difende la pace e la giustizia nel mondo - hanno avviato il progetto «Sua», che sta per «Università Sokoine di agricoltura». L'obiettivo dell'iniziativa era quello di portare la luce elettrica nei villaggi più isolati della Tanzania, dove appena il 2,5 per cento delle case ce l'aveva. Non un'energia qualunque ma energia pulita, come quella prodotta dai pannelli solari. Mariam e altre cinque signore delle zone povere di Arusha e Shnyanga sono state selezionate e inviate in India per studiare le tecniche di installazione dei pannelli solari. Dopo sei mesi di corso, le donne sono tornate nei rispettivi villaggi per mettere in pratica le competenze imparate. Lentamente, la luce ha cominciato ad accendersi nelle case della Tanzania. Dati i buoni risultati, gli ideatori di «Sua» hanno deciso di proseguire l'esperimento. Ogni anno, sei nuove donne selezionate vengono mandate in India. La luce accesa da Mariam sta diventando sempre più luminosa.

Da “Avvenire” di mercoledì 12 ottobre 2011

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La lettera di Suor Maria Cazzaniga Carissima parrocchia di Tabiago-Nibionno, ho avuto la sorpresa della visita di Bruna che ha avuto la splendida idea di venie in Perù. In queste due settimane le ho fatto conoscere un po’ di Lima, qualche chiesa: S. Rosa da Lima, S. Martin de Porres, il santuario del Senor de los Milagros, … Poi ho voluto che conoscesse la nostra fraternità sulle Ande, vicino a Muancaya, nella valle bagnata dal fiume Mantara. Il paesaggio è magnifico, arriviamo a 4.818 metri sul livello del mare, poi si scende nella zona delle miniere e poi nella valle coltivata a granoturco, patate e verdure. Bruna a Lima è rimasta nella nostra casa che è in una zona popolare, vicino al mercato all’ingrosso di verdure e patate, una zona di molto commercio. Vi voglio ringraziare per la somma che mi avete mandato: con le Piccole Sorelle abbiamo deciso di collaborare con una famiglia che vorrebbe incominciare a pagare una quota iniziale per avere un’abitazione e poi potranno continuare a pagare, ogni mese, una quota, come se fosse l’affitto, però diventerà alla fine di loro proprietà. La famiglia vive adesso in una stanzuccia scomoda, in affitto, e la signora, che è ammalata, mi aveva parlato del suo sogno di avere una casetta propria, pensando anche al futuro dei suoi figli. Grazie allora alla vostra generosità e al vostro impegno. Con i miei saluti più cari.

Maria Cazzaniga piccola sorella di Gesù

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Diversi ringraziamenti

In data 18 giugno 2011, abbiamo ricevuto la conferma che Fratel Ciriaco Gusmeroli, missionario comboniano in Uganda ha ricevuto le offerte raccolte durante il rito funebre di Beccalli Arturo. Fratel Ciriaco ringrazia la famiglia Beccalli e tutta la comunità per la generosità. La somma raccolta e donata è di € 500. In occasione della visita in Perù da parte di Bruna Riva, abbiamo dato a Suor Maria Cazzaniga, l’offerta di € 1.200, a nome del Gruppo missionario. Suor Maria Cazzaniga ringrazia con questo parole: “Approfittando della visita di Bruna, mando i miei saluti più

cordiali. Vi ringrazio e vi ricordo sempre con affetto, uniti nelle

preghiere e nella fede in Gesù.

Un abbraccio grande come le Ande.

Maria Cazzaniga, piccola sorella di Gesù

Un grazie cordiale e grande al gruppo pensionati di Nibionno per aver acquistato la vernice per le porte della chiesa di Tabiago e di Nibionno. Un grazie particolare ad Antonio, Angelo e Erminio che hanno pensato alla mano d’opera. Un grazie di cuore a chi in questo periodo in cui sono stato in ospedale e in convalescenza, * mi ha sostituito in modo egregio nelle varie mansioni, in particolare a don Bruno, * e ha pregato tanto per me. Infatti i risultati ci sono stati, e come!

Don Luigi

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Dall’anagrafe

BATTESIMI

Caramazza Emily di Giuseppe e di Olianas Elisabetta Caramazza Gaja di Giuseppe e di Olianas Elisabetta Stagno Emilio di Nazareno e di Tagliabue Greta Bennati Sophie di Gianluca e di Spreafico Daniela Cozzi Emanuele di Matteo e di Riva Elisa Castelnuovo Claudia di Fabio e di Caruso Amalia Fumagalli Andrea di Dennis e di Frigerio Lorena Artoè Margot di Franco e di Zappalà Laura Pozzi Matteo di Sebastiano e di D’Amore Simona Viganò Stella di Mattia e di Conti Valentina Besana Greta di Carlo e di Dornetti Sabrina Pozzoli Alice di Moreno e di Bonacina Melissa Viganò Andrea di Emiliano e di Colzani Roberta Fumagalli Lorenzo di Paolo e di Viganò Cristina

MATRIMONI

Beretta Fabio e Ozoria Mejia Emma Anyelina Biliardo Andrea e Barzaghi Elena Carla Musolino Matteo e Bacinelli Linda Cesana Giorgio e Portaluppi Sara Checchin Omar Denis e Quintini Manuela Valsecchi Andrea e Coltro Gloria Tranchina Francesco e Arba Ramona Paglia Gabriele e Nesta Deborah Cassavia Giovanni Carlo e Cavenaghi Letizia DEFUNTI Saini Luigi di anni 89 Giallombardo Giovanna di anni 83 Ratti Giuseppe di anni 83 Arrigoni Gina di anni 96

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UN PO’ DI ECONOMIA …

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Il SACRISTA UMORISTA

2 ingegneri e 2 commerciali prendono il treno. I commerciali comprano 2 biglietti mentre gli ingegneri ne comprano uno solo. I commerciali chiedono "Come farete quando passerà il controllore?" E gli ingegneri rispondono: "Aspettate e vedrete". Arriva il controllore e gli ingegneri in fretta si chiudono tutti e 2 nella toilette del vagone. Il controllore bussa alla porta della toilette e chiede "Biglietto, prego!". Gli ingegneri passano il biglietto sotto la porta, il controllore è soddisfatto: ripassa il biglietto sotto la porta e se ne va. I commerciali guardano stupiti e pensano che quel trucco lo possono adoperare anche loro. Quindi per il viaggio di ritorno essi acquistano un solo biglietto, ma gli ingegneri non ne acquistano nessuno. "Come farete?" Chiedono i commerciali. "Aspettate e vedrete", rispondono gli ingegneri. Arriva il controllore e i commerciali si infilano tutti e 2 nella toilette. Allora uno degli ingegneri bussa alla porta e dice "Biglietto, prego!" I commerciali lo passano sotto la porta, gli ingegneri lo prendono per sé e si vanno a infilare nella toilette del vagone successivo. * - Mamma , vieni subito! Ho fatto cadere la scala. - lo non posso. Non vedi che sono occupata! Dillo a papà! - Ma papà è rimasto attaccato al lampadario sotto il soffitto. * - Ma non ha paura a lasciare i figli tutto il santo giorno sulla strada! - No, perché si tratta della strada…MAESTRA!

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In tribunale. - Come mai avete pagato 500 bottiglie di vino con monete false? - Per giustizia, perchè anche il vino era contraffatto! * - Come mai ti è saltata in testa la sciocca idea di rubare una carriola proprio nel cimitero? - Sa, credevo che il proprietario fosse morto. * - Quanto costa questo impermeabile? - Trenta euro. - E questo ombrello? - 10 euro. - Con meno, cosa posso prendere? - La pioggia, signore! * - A che ora parte il treno delle 11.45? - A mezzogiorno meno un quarto! - Accidenti: in questa stazione cambiano sempre orario! * Zenone, aviatore burlone, racconta ai suoi amici, le sue avventure. - Sorvolando il polo Nord, il freddo intensissimo fece gelare la benzina del motore! - Allora sarai precipitato ... - Mai più! Ho resistito! - E la legge di gravità? - Per buona fortuna era gelata anche quella. * - Sei stato a pescare con questo tempaccio? - Eh, sì! - E cosa hai preso? - Un sonoro raffreddore! *

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Fu chiesto a un vecchietto di oltre 85 anni: - Non ti dispiace invecchiare? - Niente affatto! Se non invecchiassi sarei già morto! * - Sai qualcosa di Peppino? - L'ho visto sabato scorso: aveva un nodo attorno al collo e una lama sotto il mento! - Misericordia! S'è forse ucciso? - No, no! Si faceva solo radere dal barbiere! * - Una volta sono andato a caccia del giaguaro e ho avuto la fortuna di portare a casa la pelle. - Del giaguaro? - No, la mia! * - Sei un bel cretino! - Ritira subito l'aggettivo! - Sì, ritiro "bel". * - Sai quando Adamo ed Eva furono cacciati dal paradiso terrestre? - In autunno, signor prevosto! - E perchè? - Perchè in quel tempo erano mature le mele! * - Papà, papà: oggi a scuola ho fatto 13! - Che fortuna! E come hai fatto? - Ho preso 5 in geografia, 5 in italiano e 3 in disegno! * - Dimmi il nome di un grande scopritore. - Mio papà, signorina maestra! - Tuo papà? E cosa ha scoperto? - Mi scopre sempre quando gli prendo 1 euro dal suo borsellino. *

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- Come mai hai un bernoccolo in fronte? - E' stato Elio a colpirmi con molte parole. - Colpito con molte parole? - M'ha tirato in fronte il grosso vocabolario di italiano. * - Mi dia una lozione per far crescere i capelli. - La boccetta grande o piccola? - Piccola. Sa, non mi piacciono i capelli lunghi! * - Il signor Pellegrini è in casa? - Solamente in parte. - In parte? Come sarebbe a dire? - In questo momento sta affacciato alla finestra. * - Quando ricorre l’onomastico di tua mamma?

- Ogni sette giorni. - Impossibile! - Invece è vero: si chiama Domenica. * Pierino dice a un amico: - Questo vecchietto con la barba è mio nonno. - Paterno o materno? - Paterno! Non vedi che è un uomo? * - Pierino, è esatto dire: “Mio fratellino HA venuto a scuola?”

- No, signorina maestra. - Bravo! e perchè? - Perchè mio fratellino HA restato a casa! * - Cameriere, questa gallina è dura come un pneumatico. - può darsi: è morta investita da un’automobile.

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RISULTATI DELLE VOTAZIONI PER IL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Mettiamo i nomi dei più votati

1. Rigamonti Samuele 192 2. Longoni Maria Piera 171 3. Conti Botta Loredana 169 4. Bonacina Carlo 154 5. Maggioni Maria Bambina 131 6. Ratti Stefania 127 7. Beccalli Davide 126 8. Giacalone Cozzi Stefania 116 9. Pozzi Giuseppe 113 10. Saini Daniele 113

11. Biffi Davide 108 12. Bonacina Giordano 101 13. Fumagalli Enrico 97 14. Giudici Giovanni 93 15. Papia Angelo 89 16. Riva Colombo Giusy 79 17. Ratti Natalina 79 18. Meneghello Filigura Patrizia 76 19. Mantoani Pesenti Lina 76 20. Panzeri Renato 66 21. Limonta Andrea 60 22. Fumagalli Erma Mariuccia 57 23. Carpani Frigerio Beatrice 53 24. Biffi Trivella Marta 52

I primi 10 entrano per diritto, gli altri 5 sono stati scelti dal parroco, cercando di equilibrare tra le varie fasce età , tra maschi e femmine.

Risultano così:

3 della fascia 18-13 anni 4 “ “ 36-44 “ 4 “ “ 45-58 “ 4 “ “ 59- oltre

8 uomini 7 donne