Ottobre 2011

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n. 10 - ottobre 2011 | anno XVII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.it | www.segnideitempi.eu SEGNIdeiTEMPI giornale di attualità sociale, culturale e religiosa Grande partecipazione per la conclusione del Convegno ecclesiale diocesano: a Pianura 1.200 fedeli in chiesa con il vescovo LA FAMIGLIA VA AL CENTRO Nel messaggio richiamo all’impegno di genitori, insegnanti, parrocchie, politici O ltre 1.200 fedeli hanno partecipato domenica 25 settembre alla celebra- zione eucaristica presieduta dal vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, nella chiesa Sacra Famiglia a Pianura, in conclusione del Convegno ecclesiale dioce- sano. Questa forte partecipazione costitui- sce la dimostrazione di una Chiesa che vuo- le porsi in cammino per avviare un’azione di evangelizzazione e di stimolo in un ter- ritorio che presenta enormi problematiche economiche, sociali, come quello flegreo. Nella celebrazione - durante la quale è stato dato il mandato pastorale a tutti gli ope- ratori della catechesi, della liturgia e della carità – sono stati presentati i risultati del convegno che ha visto riunirsi venerdì 23 e sabato 24, nella nuova chiesa S. Lorenzo (nella foto), oltre 300 delegati in rappresen- tanza di tutte le 65 parrocchie, delle diverse associazioni e movimenti ecclesiali presenti nella diocesi di Pozzuoli, che copre la zona occidentale di Napoli, con le municipalità di Bagnoli-Fuorigrotta e Pianura-Soccavo, i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto e parte di Marano. Creare rete, mettere la persona al centro dell’at- tenzione, non lasciare sola la famiglia. Questi i punti essenziali del “Messaggio al popolo di Dio”, nel quale viene rivolto un richiamo all’impegno di tutti: genitori, in- segnanti, comunità parrocchiali, sindacati, politici. (articoli sul convegno a pag. 7 e 8) Carlo Lettieri Formazione sociale e politica Venerdì 4 novembre, nell’Au- ditorium del Seminario a Pozzuoli, incontro pubblico di presentazione della Scuola, con la presenza di monsignor Bregantini Pag. 16 Contro la crisi economica i progetti della speranza Povertà, usura, criminalità… ma non mancano le iniziative contro le emergenze sociali. In campo anche Chiesa e Scuola Pag. 2, 3 e 4 Carte e testi dell’Archivio sto- rico del Comune in esposizio- ne nella biblioteca di Palazzo Toledo fino al 30 dicembre Pag. 13 Pozzuoli tappa dell’Unità Una mostra per i 150 anni Pianura terra della speranza. È anche questo il senso della presenza nell’area flegrea della re- liquia di Papa Giovanni Paolo II: un pezzo di stoffa con intriso il sangue del Beato. Nel mese di settembre, la teca (poi accolta anche a Quar- to e a Bacoli) è stata per una settimana nella parrocchia di san Giuseppe operaio, nella zona della Trencia. Tante le persone che, in ogni ora del giorno e della notte, si sono recate nel container che ospita la parrocchia affidata a don Vincenzo Tiano, un luogo insolito ma significativo. «Aspet- tiamo la parrocchia di pietra – dice don Vin- cenzo – ma è bello vedere che la reliquia del Papa è stata ospitata qui, in questo luogo provvisorio, umile». Tra i palazzoni grigi e le strade insicure, infatti, c’è uno spazio ampio, poco verde e molto cemento: è l’immenso sagrato della parrocchia. Quasi un’oasi in un territorio irregolare. Ma Pianura è anche il quartiere dei simboli, che qui assumono un significato diverso, di speranza. E il quartiere ancora ricorda Gigi e Paolo, i giovani uccisi per sbaglio dalla camorra in un’estate di undici anni fa. I colpe- voli sono dietro le sbarre, ma Vincenzo Castaldi, padre di Paolo, afferma: «Ci impegniamo affin- ché reati così atroci non sconvolgano più le storie di tranquille famiglie e, soprattutto, non spezzino per sempre la vita di tanti giovani innocenti». (articoli a pag. 5) Pianura, dal degrado alla speranza Ricordo del Beato Papa Giovanni Paolo II in una chiesa container. E l’impegno anticamorra Per la tua pubblicità su Segni dei tempi telefona al n. 081.853.0626 oppure scrivi a: [email protected]

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Segni dei Tempi, giornale di attualità sociale, culturale e religiosa

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n. 10 - ottobre 2011 | anno XVII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.it | www.segnideitempi.eu

SEGNIdeiTEMPIgiornale di attualità sociale, culturale e religiosa

Grande partecipazione per la conclusione del Convegno ecclesiale diocesano: a Pianura 1.200 fedeli in chiesa con il vescovo

LA FAMIGLIA VA AL CENTRONel messaggio richiamo all’impegno di genitori, insegnanti, parrocchie, politiciOltre 1.200 fedeli hanno partecipato

domenica 25 settembre alla celebra-zione eucaristica presieduta dal vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, nella chiesa Sacra Famiglia a Pianura, in conclusione del Convegno ecclesiale dioce-sano. Questa forte partecipazione costitui-sce la dimostrazione di una Chiesa che vuo-le porsi in cammino per avviare un’azione di evangelizzazione e di stimolo in un ter-ritorio che presenta enormi problematiche economiche, sociali, come quello flegreo. Nella celebrazione - durante la quale è stato dato il mandato pastorale a tutti gli ope-ratori della catechesi, della liturgia e della carità – sono stati presentati i risultati del convegno che ha visto riunirsi venerdì 23 e sabato 24, nella nuova chiesa S. Lorenzo (nella foto), oltre 300 delegati in rappresen-tanza di tutte le 65 parrocchie, delle diverse associazioni e movimenti ecclesiali presenti nella diocesi di Pozzuoli, che copre la zona occidentale di Napoli, con le municipalità di Bagnoli-Fuorigrotta e Pianura-Soccavo, i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto e parte di Marano. Creare rete, mettere la persona al centro dell’at-tenzione, non lasciare sola la famiglia. Questi i punti essenziali del “Messaggio al popolo di Dio”, nel quale viene rivolto un richiamo all’impegno di tutti: genitori, in-segnanti, comunità parrocchiali, sindacati, politici.(articoli sul convegno a pag. 7 e 8)

Carlo Lettieri

Formazione sociale e politicaVenerdì 4 novembre, nell’Au-ditorium del Seminario a Pozzuoli, incontro pubblico di presentazione della Scuola, con la presenza di monsignor Bregantini Pag. 16

Contro la crisi economicai progetti della speranzaPovertà, usura, criminalità… ma non mancano le iniziative contro le emergenze sociali. In campo anche Chiesa e Scuola

Pag. 2, 3 e 4

Carte e testi dell’Archivio sto-rico del Comune in esposizio-ne nella biblioteca di Palazzo Toledo fino al 30 dicembre

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Pozzuoli tappa dell’UnitàUna mostra per i 150 anni

Pianura terra della speranza. È anche questo il senso della presenza nell’area flegrea della re-liquia di Papa Giovanni Paolo II: un pezzo di stoffa con intriso il sangue del Beato. Nel mese di settembre, la teca (poi accolta anche a Quar-to e a Bacoli) è stata per una settimana nella parrocchia di san Giuseppe operaio, nella zona della Trencia. Tante le persone che, in ogni ora del giorno e della notte, si sono recate nel container che ospita la parrocchia affidata a don Vincenzo Tiano, un luogo insolito ma significativo. «Aspet-tiamo la parrocchia di pietra – dice don Vin-cenzo – ma è bello vedere che la reliquia del Papa è stata ospitata qui, in questo luogo provvisorio,

umile». Tra i palazzoni grigi e le strade insicure, infatti, c’è uno spazio ampio, poco verde e molto cemento: è l’immenso sagrato della parrocchia. Quasi un’oasi in un territorio irregolare. Ma Pianura è anche il quartiere dei simboli, che qui assumono un significato diverso, di speranza. E il quartiere ancora ricorda Gigi e Paolo, i giovani uccisi per sbaglio dalla camorra in un’estate di

undici anni fa. I colpe-voli sono dietro le sbarre, ma Vincenzo Castaldi, padre di Paolo, afferma: «Ci impegniamo affin-ché reati così atroci non sconvolgano più le storie di tranquille famiglie e, soprattutto, non spezzino per sempre la vita di tanti giovani innocenti».(articoli a pag. 5)

Pianura, dal degrado alla speranzaRicordo del Beato Papa Giovanni Paolo II in una chiesa container. E l’impegno anticamorra

Per la tua pubblicità su Segni dei tempitelefona al n. 081.853.0626 oppure scrivi a:[email protected]

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Osservando le insegne dei negozi è possibile anche

leggere la vita di una comuni-tà. Il commercio al dettaglio è un interessante indicatore dello stato di salute dell’eco-nomia. Chi non ha notato lo straordinario proliferare di negozi con la scritta “Compro oro”? Con l’aiuto delle leggi che consentono la “rottama-zione” di oggetti preziosi, spesso, si nascondono attività truffaldine. I casi di usura e riciclaggio collegati a questo tipo di attività sono tanti. E se il valore dell’oro aumenta sem-pre di più, aumentano anche scippi e rapine nelle zone dove sono concentrati questi tipi di negozi così come è stato rileva-to da alcune recenti statistiche. Al di là della possibilità che lo Stato offre, c’è chi ci mette del suo. Non mancano, anche in questo caso, le truffe: dalla bilancia taroccata al calcolo personale della quotazione giornaliera del metallo pre-zioso. Ma l’apertura in alcuni quartieri di questi esercizi non fa che stimolare ancora di più le attività criminali; basta poco per riciclare oggetti rubati visto che i controlli a cui sono sotto-posti gli oggetti venduti sono irrisori. E come aumentano i “Compro oro”, aumentano

anche le sale per le scommes-se. La cultura napoletana ne è stata l’archetipo, ma ormai il ricorso al gioco – anche quello dello Stato – aumenta sempre di più in ogni parte del Paese con l’aumento della povertà. E la tecnologia fa il resto. Le cro-

nache dei giornali sono zeppe di notizie relative alle truffe legate alle macchinette modi-ficate che si nascondono negli sgabuzzini dei bar. Si parla di evasione con cifre da capogiro e di persone indebitate fino al collo in pochi giorni. «La crisi

espone le famiglie a fenome-ni criminali – ricorda Luigi Cuomo, presidente della Fon-dazione Paulus e coordinatore nazionale di Sos Impresa - la camorra sfrutta l’indigenza per prendere il sopravvento. Un esempio agghiacciante? Lo ha

raccontato il procuratore ag-giunto della Dda di Napoli, il giudice Rosario Cantelmo: in un’intercettazione telefonica una mamma si raccomandava alla moglie di un boss per far entrare il figlio tra i pusher, gli spacciatori. Ma gli esempi sono tanti. Intanto la crisi è sotto gli occhi di tutti e negli ultimi tempi c’è stata un’acce-lerazione nella chiusura delle attività commerciali. Un feno-meno molto evidente nell’area flegrea, soprattutto nella zona tra Pozzuoli e Quarto, è che i vecchi negozi vengono so-stituiti da megastore con una capacità di reddito molto bas-sa. E quindi c’è da porsi delle domande? Chi investe? Si trat-ta di capitali sporchi? Attivi-tà di copertura? Questo non è un problema che interessa solo il Sud, ma è un fenome-no del Paese intero. Se si va avanti così significa che l’Italia non sarà più la stessa. Saremo meno liberi perché ci sarà una colonizzazione culturale di queste nuove attività. Dalle nostre parti, poi, si aggiunge che il controllo della crimina-lità è quasi totale e si accom-pagna ad un atteggiamento omertoso nei confronti di un territorio che viene sottratto allo Stato giorno per giorno».

PRIMO PIANO

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Direttore Responsabile: Salvatore MannaDirettore Editoriale: Carlo LettieriRedazione: Paolo Auricchio, Pino Natale, Ciro Biondi Collaborano: Maddalena Annigliato, Vincenzo Boccardi, Valentina Cavaliere, Simona Conte, Fabio Cuto-lo, Eugenio d'Accardi, Antonio Franco, Irene Ioffredo, Gaetano Lombardi, Nello Mazzone, Maria Rosaria Merone, Giovanni Moio, Gianni Palmers, Raffaela Pingi, Angelo VolpeSegni dei Tempi on-line: Riccardo Lettieri - Francesco Schiano di Cola (portale)Grafica e impaginazione: Luca Scognamiglio (www.ZendoADV.it)Fotografie: Redazione Segni dei Tempi Stampa delle 4.000 copie: STIEM S.p.A.Pubblicità e amministrazione: coop. Ifocs

Mensile della Diocesi di Pozzuoli, realizzato presso il Centro Studi per il Volontariato -Caritas diocesana, grazie alle collaborazioni gratuite ed all’utilizzo dei contributi giuntida: “otto per mille” e privati. Per contributi: Diocesi di Pozzuoli c/c postale 22293807Per la pubblicità: [email protected] del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001

Redazione c/o Centro Studi per il Volontariato Via N. Fasano, 9 - 80078 Pozzuoli (NA) telefax 081.853.06.26 - 393.586.19.41 - e-mail: [email protected]

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anno XVII - n. 10 - ottobre 2011

Associato all’USPI

Federazione Italiana Settimanali Cattolici Unione Stampa Periodica Italiana

Associato alla Fisc

SEGNI DEI TEMPI

ottobre 2011

«Siamo di fronte a nuove povertà». L’avvocato Domenica Centola si oc-cupa dell’associazione “Occhi sul Mondo” fondata dal sacerdote don Pino Natale. L’associazione ha ma-turato una lunga esperienza nella prevenzione e nel contrasto all’usura ed oggi è in stretta collaborazione con la Fondazione Paulus. Due gli spor-telli nell’area flegrea: a Pianura nella sede dell’associazione “Pianura per la legalità” e a via Fasano, ospiti della Caritas diocesana. Osservatori su un territorio articolato e complesso tra Napoli e Pozzuoli. I loro utenti non sono solo le vittime degli usurai, ma tanti che chiedono aiuto perché, pur lavorando, non riescono a portare avanti la famiglia fino alla fine del mese. L’affitto pesa sempre di più sui nuclei familiari. In molti casi arri-va al 50, se non al 70% del reddito. «Ci sentiamo impotenti davanti alle situazioni con cui veniamo a contat-to – dice Centola - sono persone con famiglia, che lavorano ma non gua-dagnano a sufficienza. Anche profes-

sionisti che non possono pagare l’af-fitto o le bollette delle utenze. Ormai per numerose famiglie il lavoro non è sufficiente. E i casi aumentano sem-pre di più. Noi ci occupiamo anche di prevenzione e diamo consigli sul come uscire da situazioni di indebitamen-to. Ma con le nuove povertà la cosa è diversa. Si tratta di persone che non possono accedere a nessun tipo di cre-dito: insomma non hanno prospettive per il futuro. Eppure è gente che ha sempre lavorato e fatto il proprio do-vere. Di solito hanno tra i 45-50 anni e da un momento all’altro si trovano con dieci fitti arretrati e con la paura di dover affrontare azioni legali; così vengono da noi per chiedere aiuto. Ai nostri sportelli fanno ricorso da tutto il territorio flegreo. Da Napoli come da Pozzuoli, Bacoli e da Monte di Procida. Noi non siamo attrezzati per questa emergenza. È lo Stato che do-vrebbe intervenire in maniera forte. Cerchiamo di dare consigli ma spesso diventa anche difficile dare un po’ di speranza».

Occhi sul Mondo: è allarme povertàL’associazione agisce in collaborazione con la Fondazione Paulus

La crisi e la criminalitàLa denuncia di Sos Impresa

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Tempi di crisi e tempi di indebitamenti. Basta

poco per cadere nel baratro e trovarsi da un momento all’altro senza poter pagare l’affitto o l’università per i figli. E mentre lo Stato si li-mita a registrare che aumenta sempre di più il numero delle famiglie povere, interviene la Conferenza episcopale ita-liana. È del 2010 l’accordo con l’Associazione bancaria italiana per il microcredito sociale destinato alle famiglie. Una goccia nel mare, ma un grande esempio di solidarietà e di finanza dalla parte dei più deboli.Tonino Testa, accolito, terzia-rio francescano ed ex dirigen-te di banca, è il responsabile del Prestito della Speranza nella Caritas Diocesana di Pozzuoli. Come funziona il Prestito della Speranza?«Si tratta di un prestito di sei-mila euro destinato a famiglie in difficoltà. Si applica un tas-so di interesse del 4% a scala-

re. È un’occasione vantaggio-sa che permette alle famiglie di restituire il prestito. Fino al 2010 il Prestito non era molto conosciuto. Oggi è una prati-ca che si va diffondendo».Chi può accedere al servizio?«Famiglie giuridicamente co-stituite o il genitore affidata-

rio, quindi anche i genitori separati». Poi cosa accade?«Dietro ad ogni prestito c’è un progetto di reinserimento lavorativo che la Caritas se-gue. È previsto un servizio di tutoraggio che segue il richie-dente per tutto il percorso. I

soldi vengono restituiti alla banca a decorrere dai primi sei mesi». Quali sono i risultati rag-giunti fino ad oggi nella dio-cesi di Pozzuoli?«I risultati sono buoni anche perché riusciamo a selezionare veramente chi ha la possibilità di accedere al credito. Il che non è semplice. Evitiamo di portare in banca quei casi che sappiamo sarebbero bocciati. Da maggio ad oggi abbiamo preso in carico undici prati-che di cui sei hanno già rice-vuto il prestito, due non sono state deliberate e tre sono in discussione. Una percentuale molto alta».Quanti hanno contattato il vostro ufficio?«Fino al mese di settembre sono circa venti le famiglie con cui abbiamo avuto un colloquio. È chiaro che si trat-ta di una minima parte delle persone in stato di bisogno. A monte avviene una prima selezione. Sono infatti i centri di ascolto delle Caritas par-rocchiali e della Caritas dioce-

sana che ci segnalano i casi da prendere in esame». Da quali quartieri proven-gono?«Si tratta per lo più di fami-glie che vengono da Napoli, in particolare da Cavalleggeri Aosta, o da Monterusciello».Che tipo di persona ricorre al prestito?«Sono capifamiglia che hanno perso il lavoro, anche a nero. Quasi sempre già sono inde-bitati e hanno un’età compre-sa tra i quaranta e i cinquanta anni». Il caso più significativo?«Una persona molto dignitosa senza più lavoro. Non poten-do essere aiutato dai parenti, ha chiesto aiuto alla Caritas. Il nostro sostegno per lui è stato molto importante. Era sfidu-ciato ed ha ottenuto fiducia: si è rimboccato le maniche ed ha trovato un nuovo lavoro al Nord».

«La scelta della famiglia non è casuale - ha dichiarato il cardinale Angelo Ba-gnasco, presidente della Cei, quando è stato presentato il progetto - ma corri-sponde ad una convinzione profonda, che vede in essa non soltanto l’ammor-tizzatore sociale più efficiente, ma an-che la trama relazionale più necessaria per un armonico sviluppo delle persone e dunque della società. Il Fondo intende essere un segno e in-sieme uno strumento di speranza per attraversare la crisi e non soccombere ad essa». La costituzione del Fondo di garanzia (30 milioni di euro) con il moltiplicatore, infatti, genera un mec-canismo virtuoso di solidarietà perpe-tuabile nel tempo: con la restituzione di un prestito la garanzia torna di nuovo disponibile per un altro inter-vento.Ma il cammino del Prestito della Speranza è ancora lungo. «Da otto-bre - spiega il responsabile diocesano Tonino Testa - organizzerò appun-tamenti con i sacerdoti della diocesi. In questo modo tutti potranno sape-

re nei dettagli di che cosa si tratta. E con l’aiuto fondamentale dei parroci potremo dare un’opportunità a tante famiglie». Per avere maggiori infor-mazioni sul Prestito della Speranza è possibile collegarsi al sito www.presti-todellasperanza.it e sul sito www.abi.it. Per contattare l’accolito Tonino Te-sta: 333.8547456. Oltre alle famiglie, il microcredito è anche destinato anche alle imprese. Possono essere erogati fino a 25 mila euro a persone fisiche o socie-tà di persone o società cooperative per l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro autonomo o di microimpresa. Sul sito è possibile anche avere informazioni su come è possibile incrementare il fondo di garanzia con delle donazioni. Per affrontare la crisi economica la Cei e altri enti hanno messo in campo anche altre iniziative. Tra queste la sospen-sione delle rate del mutuo, l’anticipo dell’indennità di cassa integrazione guadagni straordinaria, il prestito per il neonato, il prestito per lo studente e il prestito garantito dai Fondi di Pre-venzione dell’usura.

Il Fondo dei vescovi

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Contro la crisi economica un’iniziativa della diocesi d’intesa con la Cei e l’Abi: il microcredito sociale per le famiglie

Il prestito che restituisce la speranzaParla Tonino Testa, responsabile del servizio: «Vi ricorrono genitori che hanno perso il lavoro»

Rubrica primo piano a cura di Ciro Biondi

tel 081 229 67 53 fax 081 372 04 [email protected]

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4ottobre 2011

All’inizio di ottobre si è concluso lo stage for-

mativo che ha visto le classi V sez. A e C del Liceo delle scienze sociali Virgilio, ope-rare a Castelvolturno, nel campo “Le terre di don Pep-pe Diana”. Gli alunni, coor-dinati dai docenti Antonietta Buonfino ed Enzo Globo, insieme all’associazione “Li-bera” e “Operatori di pace - Campania Onlus”, per una settimana hanno svolto sessioni mattutine di valoriz-zazione del bene confiscato e nel pomeriggio laboratori di formazione sui temi della cittadinanza attiva. Solida-rietà e intercultura sono state affrontate anche attraverso il lavoro sulla memoria, sulla testimonianza e la narrazio-ne. Non a caso, sono stati in-contrati alcuni cittadini che hanno deciso di denunciare, sulla scorta del testamento spirituale di don Diana “Per amore del mio popolo non tacerò!”.Uno degli strumenti più ef-ficaci di contrasto alle mafie

è stato quello di sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illecitamente: beni che per la legge 109/96 sono devoluti allo Stato e che gli enti locali possono assegnare a organiz-zazioni di volontariato, coo-perative sociali, associazioni. Così l’uso sociale di un bene confiscato diventa, proprio come nel caso di Castelvol-

turno, fattore di forte crescita socio-economica di un terri-torio e di consenso allo Stato nella lotta contro la crimina-lità organizzata. La manifestazione finale è stata emozionante e coinvol-gente, grazie soprattutto alle testimonianze del fratello di don Diana e del padre di un giovane carabiniere ucciso

trent’anni fa dalla camorra. Significative le parole vibran-ti di don Luigi Ciotti: «La-vorare la terra scava anche le coscienze, per colmare i vuoti sociali e culturali che permet-tono alle mafie di prodursi. Speranza e futuro a una con-dizione: il Noi deve vincere nel nostro Paese, altrimenti vincono le mafie».

La sintesi è nello striscio-ne che accoglie i visitatori: “Questa è la terra di don Pep-pe Diana. Qui la camorra ha perso”. E per le studentesse e gli studenti di Pozzuoli il se-gno lasciato dalla loro presen-za si riassume nel murale che fa pensare alla partita della vita: “Libera 1 - Camorra 0”.

Maddalena Annigliato

La missione dello Stato nelle terre di don Peppe DianaAnche gli studenti del Virgilio in campo contro le mafie

VITA SOCIALE disabili

nel campo della disabilitàPercorso formativo

Gli incontri avranno luogo nella sede dell’Istituto Magistrale Statale Virgilio via Vecchia S. Gennaro, 106 – Pozzuoli (NA) - Dalle ore 14.30 alle 17.30

Per info e adesioni: segreteria corso c/o Centro Studi per il Volontariato – Caritas Diocesana Via N. Fasano, 9 – Pozzuoli (NA) – telefax 081.853.06.26 – [email protected]

Il Volontariato per la Comunità - Bando di idee 2009 CSV Napoli

Il corso gratuito è dedi-cato a tutti coloro, volontari o aspiranti volontari, che vogliano approfondire la cono-scenza dei principali problemi che le persone

con disabilità fisica o motoria possono incon-trare sul piano pratico e su quello psicologico, per acquisire strumenti utili per poterli affron-tare.

Associazioni Pro Handicap – La Roccia – Ascam – Istituto Magistrale Virgilio

Venerdì 28 ottobre La disabilità: chi, cosa, perché, come…?

Venerdì 11 novembre La relazione affettiva tra volontario e persona con disabilità.

Venerdì 3 febbraio Il diritto al tempo libero e la sua importanza nella crescita

della persona con disabilità.

Venerdì 24 febbraio Un corretto approccio relazionale ai bisogni

delle persone con disabilità.

Al termine dell’intero percorso verrà rilasciato l'attestato di frequenza. Il corso dà diritto al credito formativo.

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TERRITORIO

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SEGNI FLEGREI PIANURA Ricordo di Papa Wojtyla nella chiesa-container di san Giuseppe operaio, grande partecipazione della gente di Pianura

Quella reliquia che invita a riflettereSignificativo momento di preghiera anche alla “Notte Bianca - In Cristo, pietre vive” di Quarto

Di Pianura si parla, di so-lito, per fatti di camorra

oppure per ricordarne il degra-do dovuto alla massiccia spe-culazione edilizia degli anni ’60 e ’70 (e oltre): una colata di cemento perlopiù abusiva e dunque priva di infrastrut-ture. Adesso, finalmente, si parla di verde e di attrezzature sportive. Infatti, è stato an-nunciato che nell’ex discarica di Pisani (per essere precisi: tra Napoli e Pozzuoli e vicino a Quarto, così che a beneficiar-ne saranno ben tre Comuni) sorgerà un parco verde da 80 ettari, all’interno del quale ci sarà un campo da golf da 18 buche, vale a dire il più grande del Sud Italia. Con queste pa-role si apriva l’articolo scritto su Segni dei tempi nel mese di gennaio 2001, riportando le promesse fatte per la rinasci-ta di Pianura. Ebbene, dieci anni dopo, resta assolutamen-te invariato lo spettacolo del quartiere sommerso dai rifiuti e caratterizzato ancora dal de-grado e dall’abbandono. Dalla Chiesa locale tuttavia partono

segnali d’incoraggiamento, per non perdere la fiducia in un possibile futuro migliore. Basta guardare la presenza si-gnificativa del Vocazionario e delle opere legate alla figura del beato don Giustino Rus-solillo. Di grande valore il nuovo complesso parrocchiale san Lorenzo martire, guidato da don Bruno Rossetti. Un in-vito alla speranza è stato lan-ciato anche dalla parrocchia di san Giuseppe operaio, nella quale è stata ospitata dal 18 al 25 settembre, la reliquia del Beato Giovanni Paolo II. L’e-vento è stato possibile grazie alla disponibilità del custode della teca, don Carlo Candi-do, sacerdote della diocesi di Ischia. A lui è stata donata da Monsignor Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, che è stato il segretario di Karol Wojtyla. «Per noi a Pianura – dichiara don Vincenzo Tia-no, parroco di san Giuseppe operaio – è stato un privile-gio ospitare la teca per una settimana. Un evento straor-dinario e raro anche perché

la nostra parrocchia si trova in un prefabbricato. Avere questo onore, in un quartiere come Pianura, che ha tanto bisogno di fede, è stato un segno divino. L’abbiamo ac-colta con una solenne celebra-zione eucaristica il 18. E per tutti i giorni e tutte le ore in cui è stata esposta c’è stata una grande affluenza di persone. Ogni giorno un sacerdote di-verso ha celebrato l’Eucarestia. La gente ha risposto con par-tecipazione e commozione. Uno dei momenti più impor-

tanti è stata la processione tra le strade del quartiere. Molti hanno ripercorso la vita del “gigante” dell’umiltà, della disponibilità, della pace, del-la grande spinta ad aprirsi a Cristo. Giovanni Paolo II si è aperto verso tutti, ha spinto tutti ad inginocchiarsi verso Dio. Era un’autorità paterna forte». Il segno di Karol è ar-rivato a Pianura, tra palazzoni costruiti velocemente e strade senza marciapiedi in uno spa-zio aperto – l’unico – che ospi-ta una parrocchia temporanea

ma presente. L’evento rappre-senta anche un’occasione di riflessione, come sottolinea don Vincenzo: «Speriamo che la presenza tra noi della sua reliquia possa servire ad aprire tanti cuori, perché si tratta di un forte segno di santità». Dal 27 settembre al 2 ottobre la reliquia è stata accolta ed esposta prima nella cappella Sciccone e poi nella parroc-chia Gesù Divino Maestro a Quarto. Don Gennaro Guar-dascione, il parroco, e i tantis-simi fedeli hanno avuto modo di riflettere sulla grande figura e sul pensiero di Giovanni Pa-olo II anche in occasione della Notte Bianca “In Cristo, pie-tre vive”, che si è svolta dalla sera del 30 settembre fino al mattino del 1° ottobre.

Nuova chiesa S. LorenzoIl vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, celebrerà la solenne dedicazione della chiesa parrocchiale di S. Lorenzo martire a Pianura, venerdì 11 novembre, alle ore 18.

ottobre 2011

Le voci di Gigi e Paolo, l’altra faccia di Pianura

La sera del 10 agosto di undici anni fa, Pianura fu teatro di un efferato omicidio. Era una calda sera d’estate e due amici, Gigi Sequino e Paolo Castaldi, a pochissimi passi da casa, discutevano di vacanze e del loro futuro, in un’auto parcheggiata di fronte all’abitazione del boss della zona. Per questo motivo furono scambiati per i suoi guardaspalle e trucidati. Erano da poco passate le 22 quando due ciclomotori con in sella quattro persone, appartenenti ad una banda rivale, si avvicinarono alla loro auto e spararono all’impazzata. Si udirono tanti colpi, ma tutti pensarono ai grandi festeggiamenti per la festa di S. Lorenzo. Dopo cinque anni i responsabili furono arrestati, perché uno di loro, divenuto collaboratore di giustizia, confessò l'omicidio e le identità dei suoi complici. Furono condannati tutti all'ergastolo.I genitori dei due giovani si sono impegnati moltissimo nell’ambito del sociale e hanno dato vita ad un’associazione in loro nome, "Le voci di Gigi e Paolo", nata per promuovere la legalità e la giustizia e per ricordare le loro “due stelle”. Gigi era nato nel 1980 e frequentava l’università Parthenope, voleva fare l’aviatore, ma nel frattempo si accontentava di fare il pony express, mentre Paolo, nato nel ’79, lavorava in un supermercato e aveva una sensibilità non comune per gli animali, soprattutto quelli abbandonati. I ragazzi si frequentavano da tempo perché abitavano nella stessa strada, ora a loro intitolata. L'associazione ha come obiettivo principale la diffusione, nelle giovani generazioni, del senso della legalità, della solidarietà e di tutti quei valori che una vita civile richiede, onorando anche le circa 550 vittime innocenti delle mafie. Le diverse iniziative che promuove sono di natura sportiva, formativa, artigianale e di beneficenza, rivolte soprattutto ai ragazzi, affinché una realtà di periferia, come quella di Pianura, sappia offrire un futuro ai giovani. Oltre alla strada, sono state intitolate ai due ragazzi una lapide, una piccola aiuola ed una scuola. Tra i numerosi momenti promossi dall'associazione vanno ricordate, a titolo di esempio, le partite di calcetto giocate in collaborazione con i carabinieri della stazione di Pianura, la donazione di giocattoli a Natale ad un orfanotrofio e ad un ospedale, la presenza attiva nelle iniziative della Chiesa locale o in quelle patrocinate dalle istituzioni. Non ultima, l'organizzazione della fiaccolata del 10 agosto. Infine si ricordano i numerosi premi che l’associazione assegna agli studenti o ai gruppi di studenti che si distinguono per attività collegate alla promozione della legalità. Undici anni dopo, il ricordo dei due amici non si è spento. In tanti lasciano commenti per Gigi e Paolo sulle pagine Facebook create per ricordare i due giovani di Pianura. «Dopo la loro scomparsa abbiamo sentito la necessità di impegnarci nel volontariato, affinché reati così atroci non sconvolgano più le storie di tranquille famiglie e, soprattutto, non spezzino per sempre la vita di tanti giovani innocenti». A parlare è Vincenzo Castaldi, papà di Paolo: «Ci siamo, pertanto, avvicinati al Coordinamento campano delle vittime innocenti criminalità, a Libera e alla Fondazione Polis. Grazie al loro sostegno siamo riusciti a trovare un punto di equilibrio al nostro dolore. Nei tanti occhi dei familiari delle altre vittime rivediamo anche le nostre storie, le nostre sofferenze, le troppe lacrime versate. Percorrere con loro un cammino di speranza ci aiuta ad alleviare le nostre pene. Pianura, inoltre, non ha dimenticato i nostri ragazzi e porta vivo nel cuore il loro ricordo. Anche quest’anno, nel giorno della loro scomparsa, l’Amministrazione ci ha fatto sentire la sua presenza. Tutto ciò ci aiuta ad andare avanti nella speranza che un mondo migliore per i giovani è ancora possibile».

Carmen Del Core

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Ogni giorno i sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità,

conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il

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i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

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SEGNI DEI TEMPI

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Scuola diocesana di Formazione all’impegno sociale e politico

A novembre prende il via la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico del-la Diocesi di Pozzuoli, che vuole promuovere itinerari sistematici di sensibilizzazio-ne alla cultura della cittadinanza e della partecipazione attiva alla vita civile, sociale e politica, alla luce della Dottrina sociale della Chiesa (cf. Direttorio pastorale 60).

La Scuola è aperta a tutti (i corsisti dovranno es-sere in possesso almeno di un diploma di scuola media superiore). La scheda d’iscrizione andrà consegnata entro il 27 ottobre alla Segreteria negli uffici della Curia in via Campi Flegrei, 12 a Pozzuoli (aperta il lunedì, martedì e giovedì dalle ore 9 alle ore 12). La quota di partecipazione per ogni anno del biennio è di € 100,00 pro capite, come contributo per il materiale didattico. Le le-zioni si terranno nella Sala Laurentiana al Villaggio del Fanciullo (sul sito www.diocesipozzuoli.org il programma completo).

Venerdì 4 novembre, nell’Auditorium del Seminario a Pozzuoli, si terrà un incontro pubblico di presentazione della Scuola, con la presenza di monsignor Giancarlo Maria Bregantini, vescovo di Campobasso-Boiano, già vescovo di Locri dal 1994 al 2007, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei (a pagina 16 la locandina dell’incontro).

Negli Orientamenti pa-storali per il decennio

2010-2020, proseguendo il cammino intrapreso dal Con-vegno ecclesiale italiano di Ve-rona, la Chiesa invita a “porre al centro la persona, nella con-cretezza della sua vita di tutti i giorni”. E per comprendere meglio gli obiettivi e l’impo-stazione di fondo di queste in-dicazioni, nel primo giorno del convegno ecclesiale diocesano è stata invitata la professores-sa Paola Bignardi, presidente nazionale dell’Azione cattoli-ca italiana dal 1999 al 2005, oggi coordinatrice del Forum internazionale dell’Azione cat-tolica. La relatrice ha invitato innanzitutto ad inquadrare correttamente la situazione: «Non dobbiamo pensare che il passato, che spesso rim-piangiamo, fosse una specie di età dell’oro dell’educazio-ne. Si potevano ottenere più facilmente i comportamenti desiderati degli adulti o dal-

la società in genere, ma non è detto che questo avvenisse sempre nella libertà e avesse le sue radici nella coscienza».

Anzi, Bignardi ha ricordato l’atteggiamento autoritario di tanti padri (“quasi padri-padroni, che rendevano i figli sottomessi e mortificavano le madri, costrette ad adeguar-si”) e i tempi in cui la disci-plina scolastica si otteneva con

le punizioni corporali e la fede era una “tranquilla abitudine”. «La condizione in cui i ragazzi di oggi vivono e crescono – è

stato evidenziato – appare di-versa: né migliore né peggiore. Semplicemente diversa, e di tale diversità ogni educatore è chiamato a prendere atto per un‘azione educativa che sia realmente efficace, adegua-ta al bisogno che le persone

hanno di diventare cittadini veri, donne e uomini liberi e solidali. Leggere in profondità questo tempo, con le sue luci e le sue ombre, consente di capire che nell’attuale contin-genza non tutto è così negati-vo». Nel documento della Cei, Educare alla vita buona del Vangelo, viene ricordato che l’educazione costituisce un in-contro tra persone, che si deve trasformare in una relazione stabile (“Tu mi stai a cuore”, è la sintesi di questa modalità). Se ciò non accade si compren-de l’inefficacia di tanta pratica educativa nella scuola e nella comunità cristiana. Tuttavia, con uno slancio positivo, Bi-gnardi ha sottolineato che l’educazione è anche “un pa-ziente cammino di accompa-gnamento”: «Implica la pro-gressione, la scoperta che apre orizzonti sempre più vasti, la maturazione di atteggiamenti via via più ricchi d’umanità, fino alla capacità del dono di

sé. Ma tutto questo non avvie-ne in un attimo né attraverso iniziative estemporanee; ha bi-sogno di pazienza, perseveran-za, coraggio». Occorre un’alle-anza educativa tra tutti coloro che hanno responsabilità in questo delicato ambito della vita sociale: famiglia, scuola, parrocchia, ma anche tra i vari gruppi che sono all’interno di una stessa parrocchia. So-prattutto la comunità cristia-na può offrire un contributo determinante, alla luce dello stile educativo di Gesù, che non forza le persone a crede-re in lui, ma aiuta le persone a trovare il bene, riuscendo a snidare ciò che di positivo c’è nel loro cuore. Così la Chie-sa si scopre discepola di Cri-sto, madre (perché educare è generare a vita nuova) e ma-estra, in grado di “sostenere il cammino verso la verità”, per “testimoniare la vita buona del Vangelo”.

Carlo Lettieri

La relazione di Paola Bignardi, coordinatrice Forum internazionale Azione cattolica, al convegno ecclesiale diocesano

Educare significa incontrare gli altri«Tu mi stai a cuore»: per avviare un paziente cammino di accompagnamento dei giovani

Il tema del convegno ecclesiale dioce-sano è stato quest’anno: “Educare alla vita buona del Vangelo. La Chiesa di Pozzuoli di fronte alla sfida educativa”. Negli interventi è stata sottolineata la necessità affinché la persona, “nella con-cretezza della sua vita di tutti i giorni”, venga posta al centro dell’impegno edu-cativo, sociale, pastorale, in particolare alla luce del periodo di forte crisi nazio-nale e internazionale, che sta creando disagi enormi soprattutto nel Meridione e nei nostri territori, in maniera ancora più marcata nelle periferie.Da tutto ciò, emerge “l’urgenza di of-frire un nuovo modello educativo”, che si concretizza nel messaggio di speranza e amore di Gesù, così come è stato evi-denziato da tutti i partecipanti al con-vegno, che nella giornata di sabato 24 si sono confrontati divisi in sei gruppi tematici che riguardano aspetti fonda-mentali della vita quotidiana: famiglia, parrocchia, scuola e università, fragilità umana, società, comunicazione.Sei i punti principali: la famiglia non sia lasciata sola; si superi la concezio-

ne della parrocchia “fabbrica di sacra-menti” per renderla comunità di vita; vengano fortificati i rapporti tra scuole e parrocchie; sia dato maggior valore ai giovani e, più in generale, al laicato; ci sia maggiore responsabilità educativa della società, coerenza, testimonianza, ascolto, progettazione; si presti ulteriore attenzione alla comunicazione nell’era digitale, aiutando soprattutto i ragaz-zi a crescere nella capacità critica e di scelta.

La vita buona del Vangelo

DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

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Il primato educativo della famiglia(moderatore: Capasso )

Il primo gruppo di lavoro del Convegno ecclesiale diocesano eviden-zia che la “coppia” deve essere posta al centro del progetto pastorale, sottolineando l’importanza di percorsi o itinerari formativi per gli animatori e per le famiglie. Occorre aiutare i genitori a prendere coscienza che loro sono i primi educatori alla fede e realizzare momenti di liturgia all’interno delle mura domestiche. Nel laborato-

rio è emerso il suggerimento di coinvolgere anche le famiglie d’origine dei nubendi nel cammino pre-matrimoniale (che costituisce un’occasione propizia di annun-cio).

Il primato educativo della famiglia(moderatore: Capasso )

Il primo gruppo di lavoro del Convegno ecclesiale diocesano eviden-zia che la “coppia” deve essere posta al centro del progetto pastorale, sottolineando l’importanza di percorsi o itinerari formativi per gli animatori e per le famiglie. Occorre aiutare i genitori a prendere coscienza che loro sono i primi educatori alla fede e realizzare momenti di liturgia all’interno delle mura domestiche. Nel laborato-

rio è emerso il suggerimento di coinvolgere anche le famiglie d’origine dei nubendi nel cammino pre-matrimoniale (che costituisce un’occasione propizia di annun-cio).

La parrocchia, crocevia delle istanze educative(moderatore: don Salvatore Ferdinandi)

Riprendendo lo slancio del Convegno di Verona, il secondo laborato-rio ha rilanciato l’esigenza d’impegnarsi in un “cantiere” di rinnova-mento pastorale, a�nchè la parrocchia non sia più autoreferenziale e vista come “centro di servizi”. Occorre che la persona sia posta al centro della pastorale e che questa sia integrata (con corresponsabili-tà e interazione piena tra le varie dimensioni della pastorale). Gli

educatori, animatori e catechisti siano autentici testimoni di gratuità, accoglienza e servizio. Sia compresa davvero l’importanza dei Centri di ascolto e dei Consigli pastorali. Le parrocchie siano casa e scuola di comunione.

La scuola e l’ università (moderatore: Dario Sessa)

Il terzo laboratorio ha esaminato in particolare le problematiche dell’insegnamento della religione e quelle della catechesi in senso più ampio, dell’animazione culturale dei gruppi e della pastorale universitaria. Viene richiesto maggior coordinamento dei vari organismi diocesani (ad esempio tra pastorale scolastica e pastorale giovanile, ma anche tra pastorale universitaria e Fuci e Meic) e si

sottolinea l’importanza della formazione e aggiornamento degli insegnanti di religione cattolica (interessante la realizzazione di un convegno sulla identità dell’Irc). Sia favorita la sinergia tra operatori pastorali parrocchiali e le scuole, individuando una struttura dove vitalizzare un Centro per la cultura diocesano.

L'esperienza della fragilità umana nel rapporto educativo (moderatore: don Tonino Palmese)

Il laboratorio è partito dalla de�nizione di fragilità, che costituisce il luogo teologico nel quale si riconosce la presenza di Dio e il progetto di salvezza che ha per tutti noi. Per parlare di fragilità, è stato sottoli-neato, occorre assumere la propria fragilità come punto di partenza per riconoscere le altrui fragilità; i poveri devono essere protagonisti dell’evangelizzazione e non solo fruitori passivi della nostra carità

(elemosina); occorre chi i giovani siano più protagonisti all’interno delle nostre comunità e sia valorizzato il laicato; tra le fragilità sono emerse quelle degli anziani, delle famiglie, ma anche del nostro sistema educativo.

La responsabilità educativa della società (moderatore: Mirella Arcamone )

Nel documento della Cei, la comunità cristiana è stimolata ad o�re il suo contributo perché la società diventi sempre più terreno favorevo-le all’educazione. Lo stile di stare dentro la storia, di essere nel mondo e non del mondo, è da riscoprire insieme, in una rete composta dalle varie parti della società, per prendersi cura dello sviluppo integrale della persona. Coerenza, testimonianza, competenza, coraggio,

incontro, ascolto, dialogo, progettazione, reciprocità: sono solo alcune delle caratte-ristiche fondamentali da ritrovare nell’ottica di un discernimento comunitario, consapevoli che sia il vero strumento che nel “patto delle agenzie educative” possa annunciare ed educare alla vita buona e bella del Vangelo.

La comunicazione nella cultura digitale(moderatore: suor Maria Rosaria Attanasio)

Il laboratorio ha evidenziato l’urgenza di crescere a livello di comuni-tà ecclesiale e di famiglie nell’attenzione e nella sensibilizzazione verso il nuovo mondo della comunicazione e di conoscere i nuovi risvolti e le trasformazioni antropologiche determinate dalle nuove tecnologie. Si propone di organizzare laboratori sulla comunicazione, di�ondere gli strumenti di comunicazione già presenti in diocesi.

Ogni parrocchia può individuare almeno un operatore della cultura e della comunicazione che si prepari nel campo e interagisca con l’u�cio comunica-zioni sociali; inoltre si valorizzi il linguaggio multimediale anche nella catechesi.

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DENTRO LA DIOCESI - CONVEGNO DIOCESANO

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SEGNI DEI TEMPI

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DENTRO LA DIOCESI

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La città di Ancona, dal 3 all’11 settembre, ha spa-

lancato le sue porte per acco-gliere il XXV Congresso eu-caristico nazionale, un evento di grande partecipazione ecclesiale. Insieme alle altre diocesi (Fabriano, Jesi, Loreto e Senigallia) è stata teatro di numerosi percorsi spirituali, culturali, artistici, che hanno segnato un momento im-portante nel cammino della Chiesa italiana. Anche la dio-cesi di Pozzuoli ha partecipato con una delegazione guidata dal vescovo, monsignor Gen-naro Pascarella, con don Ore-ste Rinaldi, padre Emanuele Sgarra, don Michele Cavallo, il diacono Vincenzo Cimarel-li, le suore Teresa e Simona delle Piccole missionarie eu-caristiche, i coniugi Lucia e Rodolfo Giordano dell’Uffi-cio per la pastorale familiare e della vita, i seminaristi Enrico e Pierluigi. Come si evince dal titolo, il congresso ha invitato a riflettere e a prendere co-scienza dell’efficacia dell’Eu-carestia per la vita quotidiana.

Seguendo il cammino indica-to dal Convegno ecclesiale di Verona, sono stati approfon-diti cinque ambiti di rifles-sione sul nostro quotidiano: affettività, fragilità, festa e la-voro, tradizione, cittadinanza. Cinque strade lungo le quali è possibile, anzi è necessario in-contrarsi con Gesù Eucarestia affinché possano convergere nell’unico cammino che con-duce alla civiltà dell’Amore.Tra i momenti più intensi vissuti insieme, uno di questi sicuramente è stato la celebra-zione eucaristica di venerdì 9, presieduta dal Cardinale

Angelo Bagnasco, nella bellis-sima cattedrale anconetana di San Ciriaco. Abbiamo goduto anche di momenti d’arte e di spettacolo, come il musical Dove sei?, scritto da don Um-berto Rotili della Diocesi di Fabriano-Matelica, che è stato interamente realizzato da 150 ragazzi suddivisi in orchestra, coro e tre corpi di ballo. Coin-volgente anche lo speciale di “A sua immagine”, intitolato “Al centro della vita”, condot-to da Lorena Bianchetti, che ha visto la partecipazione di tanti artisti e soprattutto ha dato spazio a bellissime te-

stimonianze di vita cristiana, che ci hanno mostrato come nelle più diverse circostanze dell’esistenza, anche le più difficili - come la malattia del-la focolarina Chiara Badano o la lunga prigionia del Cardi-nale vietnamita Nguyen Van Thuan - è possibile, attingen-do forza dall’Eucarestia, esse-re luce del mondo e sale della terra. Tuttavia la più grande attesa era riservata per Bene-detto XVI, che ha celebrato, insieme a 200 vescovi italia-ni, la messa di domenica 11, nell’area Fincantieri sul porto di Ancona, con la partecipa-zione di oltre 100.000 fedeli. La parola del Papa sembra-va dare speranza persino alle strutture portuali inanimate e ferme di un’azienda, Fincan-tieri, che rappresenta un sim-bolo della crisi che attanaglia il nostro villaggio ormai glo-bale: “Ma che cosa comporta per la nostra vita quotidiana questo partire dall’Eucaristia per riaffermare il primato di Dio? La comunione eucari-stica, cari amici, ci strappa

dal nostro individualismo, ci comunica lo spirito del Cristo morto e risorto, e ci conforma a Lui; ci unisce intimamente ai fratelli in quel mistero di comunione che è la Chie-sa, dove l’unico Pane fa dei molti un solo corpo”. Don Oreste, insieme a Lucia e Ro-dolfo Giordano, sono rimasti ad Ancona anche domenica pomeriggio, per partecipare all’incontro che il Papa ha te-nuto con gli sposi e i sacerdoti nella cattedrale di san Ciriaco (articolo completo su www.segnideitempi.eu).

Delegazione diocesana

In cammino sulle cinque strade del Congresso eucaristicoAd Ancona presente anche la delegazione di Pozzuoli

Convegno Presidenti e Assistenti Azione Cattolica

Dal 23 al 25 settembre si è svolto a Trevi (Perugia) il convegno nazionale dei presidenti e assistenti unitari di Azione cattolica. Si è trattato di un confronto sugli orientamenti programmatici, sul tema “Ecco ora il momento favorevole. Santi nel quotidiano”. Momento favorevole per un rinnovato impegno educativo e formativo, per una partecipazione sempre più consapevole e attiva all’edificazione di una so-cietà riconciliata e più giusta, per un’autentica e indilazionabile conversione pasto-rale, per accogliere a cuore aperto l’insegnamento del magistero conciliare. Questo è il tempo favorevole per vivere intensamente la realtà e la dinamica associativa, per far crescere qualitativamente e quantitativamente gli aderenti, per rispondere alla vocazione comune e universale alla santità. Siamo chiamati a decifrare nello specchio della storia e in quello dell’attualità, le tracce e i segni dello Spirito: “E’ dove-re permanente della Chiesa scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del vangelo”, dice la Gaudium et Spes al capitolo 4. Ma come interpretare questi segni in una realtà che è fatta di mistero e di innumerevoli zone d’ombra (crisi economica e finanziaria, famiglie che non arrivano alla fine del mese, disoccupazione, diritti cal-pestati)? Forse imparando a decifrare nell’esistenza stessa del mondo e nelle cose, le parole che Dio ci rivolge. Utopia? Forse. Ma senza utopia non c’è vero cambiamento. Dove cercare i segni dei tempi? Nel quotidiano. Nel pomeriggio del 24 i partecipanti al convegno hanno raggiunto Assisi, dove si sono riuniti con i giovani provenienti dalle diocesi di tutta Italia per vivere un momento di riflessione dal titolo “Tracce di pace. Giovani di AC per un cammino di libertà”. In serata, dalla Cittadella di Assisi è partita una fiaccolata che ha raggiunto la basilica inferiore di san Francesco dove si è celebrata una veglia di preghiera. La giornata si è conclusa con un’adorazione eucaristica notturna presso la chiesa santa Maria Maggiore.

Antonio Izzo

Soccavo: un musical per san Francesco Il 16 e 17 settembre, i ragazzi del Gruppo giovani della parrocchia santi apostoli Pietro e Paolo di Soccavo hanno messo in scena il Musical “Forza Venite gente” che racconta in due atti la vita di san Francesco d’Assisi, con le sue esperienze più significative quali: l’affidamento alla provviden-za, la semplicità della vita vivendo in povertà, l’amore per la natura e tutte le sue creature e ovviamente il vivere in Cristo. La risposta della comunità è stata più che entusiasmante: entrambe le serate hanno registrato il tutto esaurito; ma ciò che si è visto è stato il risultato di 5 mesi e mezzo di lavoro. Per noi ragazzi l’essere applau-diti sul palco è stata solo un parte dell’emozione che abbiamo vissuto, perché fin dall’inizio, nonostante varie difficoltà incontrate, l’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco non sono mai mancati. Ovviamente è stata la prima esperienza del genere e senza l’aiuto di chi ci ha invogliati, non ce l’avremmo mai fatta: il parroco don Umberto Ciotola, il diacono Enzo Cimarelli, Nora, Orazio, gli scenografi, i tecnici e le sarte (articolo completo su sdt on line). Lorena Valerio

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SEGNI DEI TEMPI

Amo il mio lavoro. Amo la mia terra. Quando il la-

voro è un valore per la comu-nità: questo il titolo del cam-po organizzato da Movimento Lavoratori Azione Cattolica, Progetto Policoro, Associazio-ne Libera, Agesci e Confcoo-perative della regione Campa-nia, che si è tenuto dal 16 al 18 settembre a Villa di Briano (Caserta). Un’occasione, anzi un’opportunità per conoscere e approfondire la realtà della provincia casertana che s’im-pegna nella lotta contro la camorra, per apprendere buo-ne prassi di gestione di beni confiscati nella prospettiva di lavorare per il bene comune e per condividere identità, valori e impegno tra i par-tecipanti e le organizzazioni promotrici del campo per la ricostruzione di una realtà so-ciale ed economica. Forte è il ricordo di don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe, assassinato dalla camorra nel 1994 per il suo impegno civi-le e religioso contro la crimi-nalità, lasciando un profondo

segno nella società campana. Non è l’unico: molte vittime della camorra di questa terra vivono nei ricordi di giovani e adulti, impegnati in una rete solidale di collaborazioni per promuovere e diffondere una nuova cultura fondata sulla legalità e giustizia so-ciale. L’economia sociale, a partire soprattutto dai beni confiscati, diventa un “anti-doto all’economia criminale”, perché si fonda su un’etica a servizio del prossimo e delle comunità, porta innovazione nel sociale, coinvolge diversi soggetti competenti in un’u-

nica rete per la costruzione di un lavoro dignitoso. L’impre-sa è un sistema di relazioni e dunque la cooperativa diven-ta “uno strumento virtuoso per creare lavoro”, come ha sottolineato il vice presidente nazionale di Confcooperati-ve, Carlo Mitra, presente alla tavola rotonda pubblica insie-me a don Tonino Palmese di Libera Campania, Giuseppe Patta, segretario nazionale del MLAC, Titti Amore dell’AC Campania, don Rino Morra del Progetto Policoro, Miche-le Martino dell’Agesci, Giam-piero Tipaldi, segretario Cisl

Napoli e monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Aversa. Diversi soggetti che sui terri-tori promuovono lo sviluppo locale attraverso l’evangeliz-zazione, l’informazione e la formazione e che possono riconoscersi insieme in un’a-zione comunitaria d’impegno sociale. Sono tempi di crisi per la questione dell’occu-

pazione per molti giovani e adulti soprattutto del Mezzo-giorno: ciò non va preso con superficialità, è un problema reale che da una parte ci pre-occupa e dall’altra ci interpel-la, invitandoci a cercare nuo-ve collaborazioni nelle nostre comunità per creare insieme soluzioni concrete.

Irene Ioffredo

Economia sociale per battere l’economia criminaleIl Progetto Policoro all'incontro sui beni confiscati

I nostri sacerdotiDon Alfonso Farina: da Torregaveta alla Maratona di New York

Alla Maratona di New York del 6 novembre ci sarà anche un rappresentante della diocesi di Pozzuoli. È don Al-fonso Farina, parroco della chiesa del Cuore santissimo di Gesù a Torregaveta, Bacoli. Don Alfonso ha 36 anni ed è sacerdote da 11, dopo essersi diplomato all’Istituto delle Belle Arti. Per dieci anni è stato parroco a san Luca ad Arco Felice. Poi, dal 2008, parroco nella nuovissima chiesa bacolese. Nella sua sintetica biografia sul sito della parrocchia dice di sè: “il mio compito non è quello di convertire la gente - non ne avrei il potere - ma quel-lo di creare le condizioni per un incontro autentico con il Dio della vita”.

Come è nata la passione per la corsa?«È nata di recente anche se da sempre ho fatto attività fisica. Da quattro anni frequento una palestra del Vo-mero e il mio personal trainer mi ha proposto di iniziare a correre. Con il gruppo podistico di V.Fit ho iniziato a gareggiare. Ho partecipato alla Napoli – Pompei, gara di 28 km, poi insieme agli altri cinque del gruppo abbiamo deciso di partecipare alla Maratona di New York».

Perché proprio la Maratona di New York?

«Perché non è solo un evento sportivo. È la festa di New York. Per quella città è un modo per festeggiare la vita. Lungo tutto il percorso c’è gente che ti incita, ti aiuta, ti dà sostegno. Ecco perché quella di New York non è solo una maratona».

Come si sta preparando?«Gli allenamenti sono tostissimi. Sveglia alle 5 del mattino e corsa. L’allenatore ci raccomanda che c’è un limite al giorno di 32, massimo 34 chilometri, da non superare. Fare di più significa avere problemi e mettere a rischio la partecipazione alla gara. Si esce tre volte a settimana, mentre negli altri giorni sono previsti esercizi in palestra. Comunque, riesco a svolgere il mio dovere verso la comunità visto che si tratta di allenamenti che si fanno all’alba».

Cosa significa correre per un prete?«Noi cristiani dobbiamo incominciare a recuperare un messaggio che fa parte della nostra cultura. Corpo e anima sono doni di Dio. Quindi il corpo è un dono di Dio e come tale deve essere trattato. Correre mi ha aiutato a stare bene con me stesso. E poi insegna la correttezza, educa al sacrificio. Ho tante occasioni per riflettere quando, per esempio, si arriva alle prime luci dell'alba sul lungomare di Napoli con il sole che bacia

il Vesuvio; è un’emozione unica, che ristora da tante brutture che si subiscono in questa contraddittoria città. San Paolo diceva: “Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile”. Correre è anche un’occasione per pregare».

Cosa sta organizzando per i suoi fedeli? Quali i tra-guardi della parrocchia al suo ritorno?«Partirò il 3 novembre e sarò di ritorno il 10. Molte delle attività sono già avviate e inizia la preparazione al Natale. A settembre abbiamo fondato un’associazione culturale, “Al di là delle Nuvole”, con l’obiettivo di pro-muovere l’arte e il teatro».

ci.bo

Guida Liturgico-PastoraleÈ in distribuzione la Guida Liturgico-Pastoraledelle Chiese della Campania 2010-2011.Può essere ritirata nell'ufficio economato, dalle ore 9 alle 13, tutti i giorni feriali, escluso il venerdì.

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IDEE & PROGETTI SEGNI DEI TEMPI

A metà settembre si è tenu-ta a Bacoli la rassegna di

teatro indipendente “Teatri Senza Etichetta”, una kermes-se artistica che ha visto im-pegnati sul palcoscenico non semplici attori professionisti, bensì, pazienti con disabilità mentale, operatori sociali e medici. Una carovana davvero speciale che nei quattro giorni di spettacoli ha dato il meglio di sé per raccontare il disagio mentale attraverso gli occhi di chi lo vive ogni giorno sulla propria pelle, come paziente o come medico impegnato nel-le cure. Ad organizzare questo evento artistico non proprio convenzionale, è stata la co-munità Dedalo, una sezione psichiatrica riabilitativa del Dipartimento di salute men-tale dell’Asl Napoli 2 nord, che si occupa, tra le altre cose, di coordinare i programmi te-rapeutici e progetti di recupe-ro per persone con disabilità mentale che abitano nell’area flegrea. «Gli ospiti del cen-tro Dedalo - spiega Eleonora Giannini, una delle operatrici

della comunità - sono persone con varie patologie psichiatri-che cronicizzate negli anni. Le sole cure farmacologi-che, spesso, non permettono loro di avere una vita sociale "normale", ecco perché con i medici stabiliamo un pro-gramma terapeutico che pre-vede domiciliari ed assisten-za medica e sociale. Inoltre, ognuno di loro vive attiva-mente la comunità seguen-do le varie attività ricreative

come, ad esempio, laboratori di musicoterapia, di pittura, multimediali, laboratori di cucito, di teatro, attività fisica e servizi di borse lavoro. Ma nonostante gli investimenti pubblici e i notevoli sforzi re-sta, comunque, ancora molto da fare. Tra i nostri obiettivi vi è, infatti, evitare che ciò che abbiamo costruito in questi anni con il duro lavoro, la passione e la collaborazione di pazienti e familiari in primis,

vada perso. Vogliamo prose-guire nel nostro lavoro, con la professionalità che sempre ci ha contraddistinto».Ad assistere il centro Deda-lo nei progetti terapeutici ed in particolare nelle attività d’integrazione civile, come la rassegna teatrale sovra citata, è stata l’associazione Luna Rossa Onlus. Un’organizza-zione da sempre impegna-ta nell’ideazione d’eventi e progetti volti all’interazione

di pazienti affetti da patolo-gie mentali con il territorio d’appartenenza. E, in effetti, chi meglio dell’associazione può conoscere le necessità di questi cittadini, essendo essa composta da pazienti del centro e da loro familiari. Da questa collaborazione è nata appunto la rassegna “Teatri Senza Etichetta”, curata dal-la regista Maura Perrone. Un esperimento artistico, in effet-ti, dove si cerca di unire cre-atività, umanità ed impegno, per dar vita a nuovi linguaggi, nuovi modelli d’espressione che travalicano la semplice pietas verso persone malate, con lo scopo di trasmettere al pubblico emozioni intense e suggestive grazie proprio alla peculiarità degli artisti che vi fanno parte. La comunità De-dalo si trova al Fusaro, in via Spiaggia Romana, 41. Per ave-re maggiori informazioni sulle sue attività è possibile contat-tare il numero 081.804.05.37 - e-mail: [email protected].

Valentina Cavaliere

L’esperienza dell’associazione Luna Rossa e della comunità Dedalo, sezione psichiatrica riabilitativa dell’Asl Na2 Nord

Quando in scena vanno attori specialiUna rassegna teatrale a Bacoli: disabili, operatori e medici hanno raccontato il disagio mentale

Per le piccole librerieDi fronte alla crisi delle piccole librerie, a sostegno della Libreria per ragazzi Cion Cion Blu di Pozzuoli, sono state avviate numerose iniziative. Tra queste, Cinzia e Salvatore Carnevale propongono un percorso di danze popolari, che inizierà mercoledì 12 ottobre (ore 20). Il ricavato sarà devoluto alla libreria. Per info:

Le rampe della culturaSabato 15 e domenica 16 ottobre, il gruppo Masci Pozzuoli 2 “Orsa maggiore”, organizza la Sagra Scout sulle rampe Cappuccini a Pozzuoli. In sinergia con altre organizzazioni di volontariato e la parrocchia S. Vincenzo Ferreri, sarà organizzati stand gastronomici, dando spazio agli antichi mestieri, ai giochi tradizionali, iniziative benefiche, esposizioni pittoriche, momenti di dibattito. Appuntamento sabato 15 alle ore 16.30 per l’alza bandiera e il saluto del sinda-co di Pozzuoli, Agostino Magliulo. A seguire un incontro alle ore 17, sul tema dell’ambiente, “Non rifiuto – Io riciclo”, e poi alle ore 18 l’apertura degli stand, che proseguiranno anche tutta la giornata di domenica, alternando momenti di riflessione e spazio alla musica.

Laboratorio emozioni a FuorigrottaDopo la pausa estiva a fine ottobre riparte il Laboratorio delle emozioni dell’As-sociazione La Roccia, nel Centro Arcobaleno in Via Cumana a Fuorigrotta. Il progetto viene portato avanti in sinergia con altre organizzazioni del volontariato del territorio flegreo. L’iniziativa, curata da Carlo Signore, è rivolta a bambini, giovani e adulti diversamente abili e con deficit psico-affettivi, propone una me-todologia che utilizza il mezzo pscico-corporeo, della espressività e della comuni-cazione non verbale, della musica. Per ulteriori informazioni: tel. 081.570.82.32.

Corso di formazione interculturaleNel pomeriggio di venerdì 21 ottobre, nel centro S. Marco a Pozzuoli, si svolgerà il secondo incontro del percorso formativo per favorire il dialogo interculturale, organizzato dal Centro Studi per il Volontariato in sinergia con l’Ambito Territoriale N4. Il corso di formazione è curato da Gianca-millo Trani, referente regionale del settore immigrazione Caritas Campania. Sono previste attività laboratoriali con il confronto di operatori impegnati nel settore e soprattutto storie di vita degli immigrati, nell’ambito del pro-getto “Oltre le diversità”, sostenuto dal Centro di servizio per il volontariato di Napoli.L’ultima tappa del percorso formativo di quest’anno, si svolgerà venerdì 28 novembre (ore 17), sempre nel centro S. Marco a Pozzuoli, alla presenza del vescovo monsignor Gennaro Pascarella. Nell’incontro, organizzato dalla Caritas e dalla Migrantes, sarà analizzato il nuovo Dossier statistico immi-grazione (presentato a livello nazionale il 27 ottobre).

Tiro con l’arco ad AgnanoProseguono i corsi di tiro con l’arco, organizzati per bambini, anche per di-versamente abili, dalla società sportiva Jeanne d’Arc, che opera tutti i giorni dalle ore 17 alle 19, presso l’omonimo impianto sportivo all’aperto con sede a Via Nuova Agnano, e al chiuso (d’inverno e quando piove) in una struttura presso la Giustino Costruzioni di Agnano. L’attività si svolge anche di sabato e domenica, quando non vi sono impegni agonistici fuori Napoli. Il contatto telefonico è: 081.570.97.36, oppure 348.383.17.77. Ogni primo sabato del mese vengono effettuate prove gratuite per l’avvicinamento al tiro con l’arco, previa prenotazione telefonica.

Lucia Nocerino

Brevi dalle associazioni

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SEGNI DEI TEMPI

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Pozzuoli tappa dell’Unità d’Italia si celebra degna-

mente attraverso la mostra “L’Unità d’Italia nelle car-te e nei testi dell’Archivio storico”, inaugurata giovedì 22 settembre, alla presenza dell'assessore Manuela Maz-zi, e aperta fino al 30 dicem-bre, per consentire la visita anche alle scolaresche. Una mostra voluta fermamente dal sindaco Agostino Ma-gliulo e dal capo dipartimen-to Carlo Pubblico, che ha trovato nel direttore della bi-blioteca Luigi Zeno, insieme al suo team di preziosi colla-boratori, attenti ed entusiasti realizzatori. Ha ottenuto il riconoscimento del Ministe-ro della Comunità EuropeaBen 16 bacheche, esposte nell’androne della magnifica cornice del Palazzo Toledo (nella foto), da qualche anno restaurato e sede della civica biblioteca. Oltre un centina-io di documenti tra lettere, delibere decreti, concessioni, libri, schede, foto e filmati, la maggior parte sconosciuti e

tutti di grande interesse.Per la prima volta, esposto il registro dei cittadini votanti nel Plebiscito di annessione del 21 ottobre 1860, . E an-cora una lettera del 10 genna-io 1861 del “Sottindendente al sindaco sulla probabile resa di Gaeta”; “Chiarimenti in merito agli adempimenti dell’istituzione della Guardia nazionale”; un decreto con il quale si concede a cinque pu-teolani: Arcidiacono Giovan-

ni, Causa Procolo, Merone Alberto, Mulino Saverio, Ve-noso Alfonso, di fregiarsi del-la “medaglia commemorativa delle guerre combattute con-tro l’Austria”. Inoltre non possono mancare l’effigie e le notizie sul più noto tra i gari-baldini puteolani, Domenico Goglia, inserito nell’elenco ufficiale dei famosi “Mille” che partirono da Quarto di Genova alla conquista del Regno delle due Sicilie, al

quale il comune di Pozzuo-li, lo scorso marzo, ha eretto un “Cippo funerario” dove riposano anche i suoi resti mortali. Sono inoltre presenti anche interessanti documenti for-niti dall’Archivio diocesano “Angelo D’Ambrosio”, tra cui un documento di “proi-bizione della riscossione delle decime sacrimentali a favore della Chiesa”. Fa bella mo-stra una lettera pastorale del vescovo di Pozzuoli Raffae-le Purpo del 1862, l’ultimo vescovo a essere scelto dal re borbonico.Risalta tra tutti i documen-ti presenti nella mostra, alla bacheca n.10, la famosa lettera del 5 aprile 1876 di Giuseppe Garibaldi al sinda-co di Pozzuoli, con la quale chiede un soggiorno a Baia. E' stato fatto presente dal personale che ha curato la mostra che molto probabil-mente Garibaldi intendesse “baia di Pozzuoli”, in senso di “insenatura della costa”, perché nella copia originale

della lettera il nome viene scritto in minuscolo, mentre nel testo tipografico diffuso dall'Annecchino nel 1933, sempre preso a riferimento, è scritto in maiuscolo: da qui nasce l'equivoco.Insomma una mostra ricca di sorprese. Ben 10 puteo-lani, con il grado di ufficia-li, di cui si riportano nomi e cognomi (Giuseppe De Bo-nis, Giuseppe D’Ambrosio, Angelo Mirabella, Giusep-pe Cataneo, Alberto Scotti, Costanzo Frama, Raffaele D’Oriano, Giovan Battista Barbera, Antonio Luverà, Raffaele Stilo), militarono nell'esercito borbonico nel-le battaglie risorgimentali, come si apprende dal testo “Nomi e volti di un esercito dimenticato”, monumen-tale opera legittimista del compianto barone Roberto Maria Selvaggi. Ai visitatori le personali e debite conclu-sioni, dopo 150 anni d'unità politica nazionale (articolo completo su sdt on line).

Gaetano Lombardi

Esposti i documenti di 150 anni fa: la mostra allestita nella Biblioteca di Palazzo Toledo aperta anche alle scolaresche

Così Pozzuoli disse sì all’Italia unitaNon mancano le notizie su Domenico Goglia, il garibaldino che partecipò alla spedizione dei Mille

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CULTURA SEGNI DEI TEMPI

La Sibilla è tornata nell’Antro dell’Averno

Meno noto di quello sull'acropoli di Cuma, l'antro della Sibilla sull'Averno è un teatro forse più affascinante e misterioso, perché si avvantaggia della vicinanza con il

lago che gli antichi ritenevano essere la porta degli inferi. Questa credenza era da attribuire al fatto che sul lago, a causa dei gas che da esso esalavano (ricordiamo che

anche questo lago dei Campi Flegrei ha origine vulcanica), gli uccelli erano soliti non passare: i pochi che non osservavano questa buona abitudine, storditi dai vapori,

cadevano al suolo trovando la morte; il nome stesso del lago deriva dal greco a-ornos, cioè privo di uccelli. La suggestione provocata negli antichi dalla fama di questo

lugubre specchio d'acqua portò addirittura Annibale a compiere il rituale sacrificio, quando nel 209 a.C. si impegnò nell'assedio di Cuma.

Più avanti nella storia romana, alle soglie dell'età imperiale, quando ormai le antiche superstizioni erano guardate con poco rispetto, si volle stabilire la flotta imperiale

al Portus Iulius e si costruì questo camminamento di circa 200 metri che collegava l'Averno e il Lucrino; era alto circa 4 metri e largo poco meno. Un'aula termale, situata

verso l'estremità occidentale, era ritenuta dagli antichi il lavacro della profetessa, ed era seguita da un serie di ambienti, ora sommersi a causa del bradisismo. L'aula è

preceduta da una vestibolo rivestito di opera reticolata e laterizio, con una gradinata che termina davanti a un ponticello e immette in un piccolo passaggio.

In questo affascinante luogo si è tenuta una rappresentazione teatrale molto intensa: un monologo della giovane attrice Martina di Leva, che, coperta di un velo,

impeccabilmente interpretava la millenaria Deifobe, sibilla cumana, amante di Apollo: narrava la sua intera storia, dall'incontro col dio, alla profezia rivelata ad Enea, alla

contrattazione tenuta con Tarquinio il superbo, fino ai giorni nostri.

Al termine della performance, i presenti hanno costeggiato il lago (passando inoltre davanti alle rovine dell'impianto termale erroneamente noto come il Tempio di

Apollo) si sono recati per una degustazione di prodotti tipici al Vigneto Storico Mirabella, durante la quale è stata servita anche la celebre cicerchia dei Campi Flegrei.

L'evento, eccezionalmente svoltosi in settembre nell'ambito della sesta edizione di Malazè, è stato organizzato dall'associazione culturale Flegreando, impegnata fin

dal 2006 nella promozione culturale e turistica del territorio e alla formazione di coscienze civiche votate alla solidarietà, alla tutela ambientale e al recupero delle

tradizioni locali: si propone di arrivare a questo scopo soprattutto tramite itinerari tematici ed escursioni. Riusciti esempi di questi, oltre alla sopra descritta “Ultima

notte della Sibilla”, sono ad esempio “Antrum Immane”, che vede protagonista ancora la sibilla cumana nella sua grotta sul lago, stavolta in compagnia dell'eroico Enea,

o “Archevinum”, evento di apertura di Malazè di quest'anno, tenutosi nell'anfiteatro puteolano.

Antonio Franco

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Per info e prenotazioni: tel. 348.968.07.35Associazione La Roccia - Via Cumana, 48 - Napoli Fuorigrotta

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Il Centro Arcobaleno è anche:Nido - Ludoteca - Baby Parking - Scuola di teatro

Animazione - Sala per feste

Con il ricavato sostieni anche il Laboratorio delle emozioni per persone disabili dell'Associazione La Roccia

Laboratori di abilità manualeogni giovedì (ore 16.30-18.00) Laboratori di cucinaogni venerdì (ore 17.00-18.30)

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Vivere intensamente l’associazio-nismo e lo sport trasferendo pas-

sione, entusiasmo e professionalità è il nostro credo. Ciò è sinonimo di garan-zia sul successo delle iniziative e questo rende forte tutto il nostro movimento. A Pozzuoli si lavora con questi obiettivi e collaborare con il Centro Zona fle-greo è sempre un piacere e ci auguria-mo di farlo sempre di più in futuro sia nell’ambito strettamente sportivo sia in quello della formazione degli arbitri e dei dirigenti». Così ha esordito, Enri-co Pellino, vicepresidente regionale del Csi Campania alla festa annuale del-le premiazioni del Csi Pozzuoli. Oltre mille i giovani coinvolti con docenti, dirigenti e tecnici di associazioni dilet-tantistiche, scuole e parrocchie, prota-gonisti di iniziative che si sono snodate per dodici mesi in tutta l’area flegrea. Il Csi Pozzuoli ha proposto attività spor-tive promozionali dal calcio al calcio a cinque, dalla pallavolo al tennis tavolo, dal nuoto al podismo, dal calcio balilla al dodgeball. Nel corso dell’intero ciclo di attività non sono stati tralasciati gli aspetti formativi con i corsi di anima-tori culturali e sportivi, per arbitri di calcio, per la pallavolo e per il dodge-ball. Alla premiazione, svoltasi nella sala conferenze della parrocchia del Gesù Divino Maestro a Quarto, sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore allo sport del comune di Quarto, Andrea Sciccone, il presidente della Pro loco Pozzuoli, Giorgio Cirillo e il consi-gliere provinciale Tommaso Scotto di Minico. «Il Csi - ha ricordato Scotto - promuove lo sport nella sua maniera più genuina; rispetto alla versione più professionistica, contribuisce di più alla socializzazione. Anche con lo sport si contribuisce alla crescita del paese. Di conseguenza tutti i dirigenti meri-tano un plauso per il lavoro che svol-gono e per i risultati che stanno con-seguendo». Numerosi i premiati con le coppe messe in palio dall’Azienda di cura soggiorno e turismo flegrea, dalla Pro loco Pozzuoli e da altri sostenitori dell’iniziativa. Da menzionare i vinci-tori della nona edizione della podistica “Corriamo nel Mito”, Gennaro Ciam-briello e Lucia Avolio e i giovani con i dirigenti e gli istruttori delle parrocchie più attive e dinamiche: Sant’Artema, San Massimo di Licola, San Pietro e Paolo Soccavo, San Gioacchino, San Vincenzo e Divino Maestro, oltre le scuole Virgilio, Pitagora e Tassinari. Consegnati gli attestati ai nuovi arbitri di calcio ed un premio speciale al “ve-terano” Luigi D’Oriano, argento nel

taekwondo alle Olimpiadi di Seoul e a Girolamo Catalano, discobolo al meri-to sportivo del Csi. La nuova stagioneIl programma della nuova stagione del Csi Pozzuoli partirà nei prossimi giorni con i tornei interparrocchiali di calcio a cinque riservati alle categorie Under 16 ed Over 16. Al varo anche manifesta-zioni di calcio a 11 riservate alle scuole calcio ed alle associazioni sportive di-lettantistiche per le categorie “Pulcini”, “Esordienti”, e “Giovanissimi”. In ca-lendario inoltre basket, tennis tavolo e calcio balilla. Sarà dato seguito agli appuntamenti di Natale e Carnevale, così come alla “Gazzetta Cup”, giunta nell’area flegrea alla terza edizione. In seno al Centro Zona flegreo si guarda con attenzione all’organizzazione della “Corriamo nel Mito”, appuntamento podistico giunto alla decima edizione e che si svolgerà secondo la data cano-nica del 2 giugno. In giugno anche il Torneo “Città di Pozzuoli” con ulterio-ri innovazioni rispetto alle due recenti edizioni. Lungo il cammino stagionale è prevista in febbraio la tappa del Gran Prix regionale di nuoto nella piscina di Monterusciello, che concluderà il suo cammino in maggio designando gli at-leti che prenderanno parte alla kermes-se nazionale. Da novembre ad aprile le fasi provinciali e regionali di tutte le di-scipline per individuare le finaliste na-zionali. Per la formazione sono previsti corsi per dirigenti, tecnici, animatori e giudici di gara. Le iscrizioni sono già aperte presso la sede del Csi Pozzuo-li in via Annunziata, 5. Per info: tel. 081.3658812 - e-mail: [email protected]

Giuseppe Moio

Un anno di sport con i giovani del Csi di PozzuoliVince l’associazionismo, premiate scuole e parrocchie

SPORT

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Foto di Nando Panico

SEGNI DEI TEMPI

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TAM TAM

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Si è chiusa nel segno della solidarietà la VI edizio-

ne di Malazè, l’evento ar-cheoenogastronomico dei Campi Flegrei organizzato dall’associazione “Campi Flegrei a Tavola”. Il 20 set-tembre c’è stata la tradizio-nale serata di beneficenza nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli. A cucinare per gli oltre cento ospiti le detenute del cor-so di cucina sotto la guida degli chef dei ristoranti del “Circuito Malazè”. Ospite d’onore della “Notte Gale-otta” è stata la giornalista francese Marcelle Padova-ni, autrice con Giovanni Falcone del libro “Cose di Cosa Nostra”. La scrittrice ha ricevuto una targa ricor-do consegnata dal sindaco di Pozzuoli, Agostino Ma-gliulo. Alla serata hanno partecipato esponenti della magistratura napoletana, il deputato Francesco Barba-to e il consigliere regionale Luciano Schifone. Il ricava-to della serata andrà all’as-

sociazione “Il Carcere Pos-sibile” onlus che, insieme alle recluse, deciderà in che modo impiegarli. L’anno scorso furono acquistati tv al plasma, lettori dvd e al-cuni film che hanno costi-tuito il primo nucleo della cineteca del carcere. “La Notte Galeotta” è stata

realizzata grazie alla colla-borazione del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, del-la direzione del carcere, de-gli educatori, del personale di polizia penitenziaria, del Club Lions dei Campi Fle-grei - Cuma, dei ristoratori flegrei, del Consorzio Tute-la Vini dei Campi Flegrei,

delle Strade del Vino Cam-pi Flegrei e dell’A.i.s. di Napoli. Anche quest’anno Malazè – che si è svolto dal 10 al 20 settembre - ha fat-to registrare il tutto esaurito per tantissimi eventi legati alla valorizzazione del terri-torio: dalle escursioni ai siti archeologici e naturalistici alla promozione dell’eno-gastronomia. Si tratta di iniziative autofinanziate poiché la manifestazione non riceve alcun contribu-to pubblico. «Sei anni fa – ha dichiarato Rosario Mattera, ideato-re ed organizzatore dell’e-vento - nessuno avrebbe scommesso sul Progetto Integrato di Malazè: met-tere insieme ristoratori, associazioni, cooperative ed imprese impegnate nel settore turistico e della va-lorizzazione delle risorse enogastronomiche, arche-ologiche e naturalistiche dei Campi Flegrei. Oggi notiamo con soddisfazione che questa idea di turismo è

maturata e sta coinvolgen-do anche le istituzioni loca-li, anche se ancora in ma-niera molto tiepida, mentre si sta creando una grande sinergia tra gli attori loca-li. Crescono i comparti dei tour organizzati dalle asso-ciazioni e dalle cooperative, cresce in modo esponenzia-le il mondo del vino, la sua accoglienza nelle splendide cantine per le degustazioni delle qualità doc falanghina e piedirosso. Nel complesso fatica un po’ la ristorazione, forse, anche per la crisi. Ma nell’insieme è stato alto il gradimento degli archeoe-nogastronauti i quali han-no affollato le nostre tantis-sime iniziative. Chiudiamo questa edizione con una maggiore consapevolezza delle nostre capacità di fare rete e mettere a sistema tut-to il bello e il buono che i Campi Flegrei possono of-frire ad un viandante molto curioso, accompagnato dal-la voglia di scoprire questa terra fantastica».

Serata di solidarietà nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli per la chiusura dell’evento gastronomico Malazè

Tutti a tavola nella… notte galeottaSuccesso dell’edizione 2011: la riscoperta dell’associazionismo tra le risorse dei Campi Flegrei

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Da settembre novità al Centro Giovanile “Qualcosa in +” della parrocchia Gesù Di-vino Maestro di Quarto. La struttura è un luogo di incontro per le ragazze e i ragazzi che hanno l’opportunità di impegnarsi ed esprimersi. “Per qualche libro in +” è il pro-gramma organizzato in collaborazione con l’associazione Diálogos. Saranno presentati libri di autori locali. Si inizia con una prima serie del ciclo “Storia, storie e tradizioni dei Campi Flegrei”: un’occasione per far cono-scere di più il territorio e far nascere il senso di appartenenze e di identità flegrea. Primo appuntamento giovedì 6 ottobre (ore 18,00) con il viaggio attraverso la storia della città di Quarto a cura di Antonio Ferro, dell’Uf-ficio Cultura del comune e responsabile della pubblicazione dei “Quaderni del Comune”. Il 20 ottobre sarà la volta di “Giallo Tufo: un mistero nei Campi Flegrei” di Francesco Esca-lona. Il 3 novembre c’è Rosario Rosso Capua-no con il libro “I racconti di Giosafatte e del suo settimo nipote”, un lavoro di riscoperta dell’identità ebraica di Bacoli. Il 17 novem-bre: “Quattro novelle neapolitane” di Gianni Santarpino. Il ciclo continua fino alla fine di dicembre con altre presentazioni. L’11 ottobre

ci sarà invece la proiezione del film “Perdona e dimentica” di Todd Solondz. A fine ottobre, prenderà il via nel Centro an-che un percorso per favorire l’integrazione e l’accoglienza dell’altro, insieme all’Associa-zione Nemea, con l’Associazione Madre Tere-sa di Calcutta e il Centro Studi della Caritas Diocesana, nell’ambito del progetto “Oltre le diversità” del Centro di Servizio per il Volon-tariato di Napoli. PPrevisto il Cineforum, che inizierà giovedì 25 ottobre (ore 19.30) sul tema dell'immigrazione. Appuntamento successivo fissato martedì 8 novembre. Il ci-neforum continua fino ad aprile del prossi-mo anno. Il Centro, in via Marmolito 1, è fornito di bar, sala per esposizioni artistiche temporanee, sala cinema, conference hall, sala studio e punto vendita di prodotti artigiana-li provenienti da Betlemme. La struttura ha una wi-fi zone libera per la navigazione su internet. Il Centro, che si trova nei loca-li della parrocchia in via Marmolito 1/a, è aperto dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20 e il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 9 alle 12. Il sabato è aperto alle 16 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 13. Sul sito www.gesudivinmaestro.it tutte le informazioni.

A Quarto c’è “Qualcosa in +”

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