Notiziario Meeting giugno 2013

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RIVISTA DELLA FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI ANNO XXXIII GIUGNO 2013 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00 NOTIZIARIO 2 eeting m Il desiderio di esplorare

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La rivista trimestrale della Fondazione Meeting

Transcript of Notiziario Meeting giugno 2013

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R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E M E E T I N G P E R L ’ AM I C I Z I A F R A I P O P O L I

ANNO XXXIIIGIUGNO2 0 1 3

Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00

NOTIZIARIO

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Il desideriodi esplorare

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EDITORIALE

«Non smetteremo di esplorare / E alla fine di tutto il nostro andare / Ritorne-remo al punto di partenza / Per conoscerlo per la prima volta». Rubiamo que-sta frase al Professor Marco Bersanelli che, con le parole di Eliot ha con-

cluso il suo articolo sui risultati straordinari del Progetto Planck sulla nascitadell’Universo, per descrivere quello che leggerete sfogliando questo Notizia-rio. Perché il Meeting è questa instancabile ricerca, è questo desiderio di esplo-rare, di incontrare, di interrogare.Nonostante la crisi, anzi proprio dentro la crisi, immersi nell’emergenza, nonvogliamo smettere di esplorare, non vogliamo fermarci. Una sfida che que-st’anno ci porterà a proporre una mostra sull’Europa, a far conoscere la vitadei martiri russi, ad ascoltare la testimonianza di Claire Ly sulla sua lotta persopravvivere all’orrore dei campi di lavoro di Pol Pot in Cambogia o l’espe-

rienza di Paul Bhatti, fratello di Shahbaz Bhatti, assas-sinato per la sua difesa delle minoranze religiose in Pa-kistan, di entrare nella casa di Chesterton e di dialogarecon il grande maestro del teatro russo, Lev Dodin.Uomini che nell’emergenza storica, nell’emergenza po-litica o culturale e nelle situazioni più disumane, hannosaputo affermare la propria identità che ogni poterecerca di sgretolare, di attaccare, di annientare per do-minare quell’identità dell’uomo che è invece rapportoassoluto, sciolto da qualsiasi determinazione, cioè sem-plicemente rapporto con il Mistero. Per arrivare a que-sto giudizio però, serve un cammino, serve una ricerca,serve il desiderio di esplorare. Ed è proprio questo checi interessa documentare, testimoniare, raccontare nella

prossima edizione del Meeting. Impegnati a creare, come ha richiamatoPapa Francesco: “una cultura dell’incontro, una cultura dell’amicizia, dove pos-siamo parlare anche con quelli che non la pensano come noi, anche con quelliche hanno un’altra fede, che non hanno la stessa fede. Incontrare tutti, senzanegoziare la nostra appartenenza” certi che l’altro è un bene e che la diver-sità di cultura o di tradizione è ultimamente segno di quella ricerca di sensoultimo della vita che ogni uomo ha nel cuore.Saranno molte le occasioni di incontro, dove poter sperimentare che una po-sitività del vivere che sembra impossibile, è invece possibile, dove toccare conmano esperienze di vera libertà vissuta, perché il rapporto con l’infinito, la re-ligiosità, non è semplicemente una consolazione, ma al contrario, inizio di unpercorso che ci farà guardare con occhi nuovi… E alla fine di tutto il nostro an-dare / Ritorneremo al punto di partenza / Per conoscerlo per la prima volta.

IL MEETING È QUESTAINSTANCABILE RICERCA,È QUESTO DESIDERIODI ESPLORARE, DI INCONTRARE,DI INTERROGARE.IMMERSI NELL’EMERGENZA,NON VOGLIAMO FERMARCI.

Conocchinuovi

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SOMMARIOw w w . m e e t i n g r i m i n i . o r g

«DOBBIAMO CREARE CON LA NOSTRA FEDE UNA “CULTURA DELL’INCONTRO”, UNACULTURA DELL’AMICIZIA, UNA CULTURA DOVE TROVIAMO FRATELLI, DOVE POSSIAMOPARLARE ANCHE CON QUELLI CHE HANNO UN’ALTRA FEDE. TUTTI HANNO QUALCOSA INCOMUNE CON NOI: SONO IMMAGINI DI DIO, SONO FIGLI DI DIO. ANDARE ALL'INCONTROCON TUTTI, SENZA NEGOZIARE LA NOSTRA APPARTENENZA». [PAPA FRANCESCO]

EDITORIALECon occhi nuovi 5

IN MOSTRA 2013

L’Unione Europea, luogo delle libertà,dello sviluppo e della pace 25di Giorgio Vittadini

Il mondo in casa Chesterton 26di Stefano Pichi Sermolli

La consolante bellezza di quel volto 29di Raffaella Zardoni

AMICIIl bene che non si accetta 30di Erika Elleri e Valentina Gravaghi

CINEMAChe cinema al Meeting! 21di Antonio Autieri

CONVEGNIIl telescopio spaziale Planck 33di Marco Bersanelli

SPETTACOLI 2013Che spettacolo! 36

TESTIMONIC’è bisogno di persone che vivono 8di Maria Acqua Simi

Nel male assoluto il dialogo con Dio 11di Anna Pozzi

AMICIUn grande uomo che ci è stato amico 40di Emilia Guarnieri

Ciao Enzo 42di Otello Cenci

Il fascino di Lejeune a Pesaro 44di Valentina Gravaghi

SPETTACOLI 2013San Pietro, una storia d’amore 14di Erika Elleri

Speranza o vuoto? 17di Erika Elleri

Anno XXXIII - N. 2, Giugno 2013Questo numero è stato chiuso il 22/05/2013

Proprietario/Editore:Fondazione Meeting per l’amiciziafra i popoliAutorizzazione del Tribunale di Riminin. 2008 del 2/11/82

DIRETTORE RESPONSABILE: Alver MetalliCOORDINAMENTO REDAZIONALE: Stefano Pichi SermolliREDAZIONE: Vanni Casadei, Erika Elleri, Piergiorgio Gat-tei, Walter Gatti, Valentina Gravaghi, RosannaMenghi, Da-niela SchettiniFOTO: Roberto Masi, Angelo TosiPROGETTO GRAFICO: Davide Cestari, Lucia CrimiVIDEOIMPAGINAZIONE: IMMpAGINA - RiminiSTAMPA: Pazzini - Villa Verucchio - RiminiREDAZIONE E AMMINISTRAZIONE:Via Flaminia, 18-20 - C.P. 1106 - 47923 RiminiTel 0541/78.31.00Telefax 0541/78.64.22.email - [email protected]

PUBBLICITÀ: Evidentia Communication (società a dire-zione e coordinamento di Fondazione Meeting):Tel 0541/18.32.501Fax 0541/78.64.22

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In copertina:Il desiderio di esplorareUn’immagne del telescopio spazialePlanck

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TESTIMONI

Paul Bhatti è un medico chirurgo, par-tito giovanissimo dal Pakistan per stu-diare Medicina in Italia e imparare ilmestiere, specializzandosi poi in cam-po pediatrico. E il prendersi cura deipiù indifesi è una caratteristica di fami-glia. Lo faceva suo fratello, Shahbaz,più piccolo di lui ma che si era butta-to in politica per il desiderio di giu-stizia e libertà che lo muoveva. I fra-telli Bhatti crescono «in un villaggiomolto cattolico. Con nostro padre enostra madre andavamo quasi tutti igiorni a messa, frequentavamo la par-rocchia, in casa c’era la recita quoti-diana del rosario. Una fede semplice,ma radicata. A volte a me sembrava-no perfino troppe tutte quelle pre-ghiere. E invece erano necessarie»,come ci racconta Paul in questa inter-vista. Mentre lui vola in Italia a stu-diare, Shabhaz diventa ben presto Mini-stro per le minoranze religiose del Paki-stan. Per questo suo impegno a fian-co dei cristiani, continuamente perse-guitati nel Paese, sarà ucciso il 2 mar-zo 2011 a Islamabad. I talebani riven-dicheranno il suo assassinio come attodimostrativo nei confronti di “un infe-dele blasfemo”. È lo stesso Paul, oggiministro per l’Armonizzazione in Paki-stan, a raccontarcelo. È un amico delMeeting (venne proprio pochi mesidopo l’uccisione del fratello) e ci tor-nerà ad agosto «perché ho bisogno diincontrare gente viva».

Com’era il rapporto con suo fratello?Lui aveva una fede forte. L’avevamoereditata tutti noi fratelli dai nostrigenitori. Una fede fatta di rosari quo-tidiani, messa, vita parrocchiale, volon-tariato e scout. Il nostro era un vil-laggio molto cattolico. Ma Shahbazaveva iniziato a vedere che in moltealtre zone del Pakistan la situazioneper i cristiani era invece drammatica:specialmente per quelli accusati di bla-sfemia. Basti pensare che nei proces-si, quando l’imputato è un cristiano,servono almeno due testimoni per con-fermare la sua versione. Mentre quan-

do è musulmano, ne basta uno. Pernon parlare delle difficoltà delle don-ne cristiane. Mio fratello ha così deci-so di entrare in politica: io non erod’accordo, perché sapevo che la suavita era in pericolo e sapevo che lapolitica pachistana ha solitamente esi-ti molto tragici. E poi era mio fratel-lo minore, per lui desideravo che met-tesse a frutto in un altro modo la suaintelligenza. Invece ha iniziato a lavo-rare al dialogo interreligioso in mododa far convivere le diversità. Un lavo-ro particolarmente difficile, in unaparte del mondo dove regnano l’estre-

C’èbisognodipersonechevivonoAbbiamo intervistato Paul Bhatti, ministro per l’Armonizzazione nazionale in Pakistan che interverràalla Conferenza Internazionale sulla Libertà Religiosa al prossimoMeeting.

di Maria Acqua Simi

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Paul Bhatti al Meeting 2011.

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mismo, il fanatismo, il terrorismo e laviolenza. Ma lui ha avuto coraggio, siè impegnato con convinzione per per-seguire la pace e lo ha fatto senza mainascondere la sua fede cristiana: la suapreghiera quotidiana era la sua forza.

E a lei oggi cosa dà forza? Perché haseguito le orme di suo fratello?Io ho studiato in Italia, a Padova, perdiventare medico. Poi sono stato inBelgio. Mi sono specializzato in chi-rurgia pediatrica. Non volevo certotornare in Pakistan. Poi mio fratelloè stato ucciso. Sono rientrato e dopoi funerali ho visto la sua opera, hoconosciuto le persone che lavorava-no con lui e quanto bene stava avve-nendo. Così in quel momento ho pre-so la decisione di restare, una sceltaguidata da Dio e forse da mio fratel-lo. Qualcosa era cambiato e così sonorimasto. Oggi continuo il suo lavoroe ne sono soddisfatto. Abbiamo fat-to alcuni passi in avanti nel dialogointerreligioso, lavorando insieme aimusulmani per costruire una societàdi pace e di libertà religiosa. Per pro-

muovere questo dialogo abbiamo appe-na avviato un nuovo Istituto, il Cen-tro della pace e armonia interreligio-so. Ci lavorano tante persone dal Paki-stan e poi cristiani, indù e sikh. Lavo-riamo alla pace e per una società dovetutti possano vivere rispettando lalibertà dell’altro. Questi sono i nostriobiettivi, ma per questo serve l’edu-cazione, perché spesso la povertà el’ignoranza dominano. Pensiamo chel’educazione sia prioritaria per dimi-nuire la discriminazione. Cerchiamodi aiutare i più poveri e siamo riusci-ti ad ottenere dallo Stato oltre quat-tro mila borse di studio per i ragazzidelle scuole medie.

Di educazione si parla spesso ancheal Meeting. Lei a Rimini è venuto nel2011 e tornerà quest’estate. Perché,cosa si aspetta?Al Meeting spero di incontrare per-sone che abbiano esperienza delladiscriminazione religiosa. Persone concui potermi confrontare, a cui chie-dere, domandare, con cui dialogare eimparare. Il Meeting è un posto pri-

vilegiato dove poter fare questi incon-tri. Io desidero conoscere gente vivae imparare sempre di più come fareper lavorare a una società più libera epiù giusta per me e il mio Paese.

E cosa le suggerisce in questo sensoil titolo dell’edizione 2013, “Emer-genza uomo”?Il titolo di quest’anno è molto appro-priato, visto lo scenario internaziona-le. Anche in Pakistan è un momentomolto duro, ci sono le elezioni e ven-gono messe bombe tutti i giorni. Matutto il mondo è in difficoltà. Per que-sto è importante che l’uomo ci sia, cisia nella sua natura religiosa e uma-na. Serve che il singolo ci sia. Perchése crediamo che tutte le religioni sonovenute per portare un messaggio par-ticolare, di pace, ecco… le religionihanno bisogno delle persone che levivono. Dio non ha creato l’uomo unouguale all’altro: ma ci ha creati peramore. E noi, da cristiani o anche damusulmani, giusti e moderati, dob-biamo farci portatori del suo messag-gio d’amore.

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Un’immagine di Paul Bhatti durante il suo incontro.

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Sono passati quasi quarant’anni.Eppure quella ferita continua asanguinare. Un dolore profon-

do per chi personalmente ha vissutoquella tragedia e ha perso i propri cari.Ma anche una lacerazione insanabi-le per un intero popolo, che ancorane subisce le conseguenze e fa faticaa voltare pagina. Sono gli anni chevanno dal 1975 al 1979. La follia mor-tifera dei khmer rossi spazza via dal-

la Cambogia due milioni di personesu sette milioni di abitanti. Altret-tante vengono deportate nei cosid-detti killing fields i “campi di stermi-nio”.

La sua lotta per la sopravvivenzaTra di loro c’è una giovane donna, unfiglio per mano e un’altra in grembo.Il padre, il marito e i due fratelli sonostati fucilati. Perché intellettuali. Per-

Nelmaleassolutoil dialogoconDioLa testimonianza di Claire Ly sulla sua lotta per sopravvivere all’orroredei campi di lavoro di Pol Pot in Cambogia, negli anni in cui la follia deikhmer rossi uccide due milioni di persone e altrettante vengonodeportate nei campi di sterminio. Quest’anno sarà al Meeting di Riminiper raccontarci la sua storia.

di Anna Pozzi

ché borghesi. Lei, insegnante di filo-sofia, capodipartimento presso il mini-stero dell’istruzione, poliglotta e viag-giatrice è costretta a riconvertirsi insemplice contadina. Deve spogliarsidi tutto, persino della sua lingua khmerpiù raffinata e colta, e allora si rifu-gia nel silenzio.Per oltre due anni Claire Ly lotta osti-natamente per sopravvivere a quel-l’orrore. Nei campi di lavoro di PolPot, tra esecuzioni sommarie, mal-nutrizione, privazioni, indottrina-mento, conduce una lotta fisica e spi-rituale contro l’abbruttimento del cor-po e dell’anima. La sua tradizione spi-rituale buddhista vorrebbe che prati-casse l’impassibilità e il distacco. Madentro di sé fa sempre più fatica atenere a bada i cattivi sentimenti. Nonha nessuno con cui può parlare. Nes-suno con cui confidarsi e di cui fidar-si.

Il dialogo con il “Dio degli occiden-tali” e l’esilioComincia allora un dialogo con quel-lo che lei chiama a quel tempo il "Diodegli Occidentali". Un essere distan-te, straniero, ma potente, contro cuiscaglia la sua collera, il suo dolore, lasua ribellione. Per la sua rabbia enor-me le serve un Dio-gigante.Che diventa, a poco a poco, un basto-ne a cui appoggiarsi, sempre più indi-spensabile, un compagno di viaggioin quella lunga attraversata del male.Le si apre un nuovo cammino che lacondurrà in Francia e che la porteràdalla saggezza di Buddha verso quel-la che Claire chiama «la follia d’amo-re di Gesù Cristo».«Nel male assoluto il Dio degli Occi-dentali per me si è fatto presenza»,racconta. «Chiusa nella sofferenza nonriuscivo a fare posto agli altri. FinchéLui non mi ha fatto prendere coscien-za che appartenevo ancora a un’uma-nità».Dal 1980, Claire vive nel sud dellaFrancia. Qui ha ricevuto il Battesi-mo, ma qui ha anche vissuto la diffi-cile condizione dell’esule. Provandoa gettare ponti tra la sua cultura bud-dhista d’origine e l’Occidente. «Per-

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Un’immagine di Claire Ly.

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ché questo dialogo a partire dalla vita- spiega - ci permette di poter direGesù Cristo con maggiore forza».

La Mangrovia, il suo nuovo libroEd è quanto racconta nel suo nuovolibro La Mangrovia, pubblicato daPimEdit nel 2012. Un romanzo difantasia, in cui due donne Ravi e Sora-ya - cambogiane, esuli in Francia dopola drammatica esperienza del regimedi Pol Pot - tornano per un viaggionel loro Paese d’origine. Ma se Raviè rimasta fedele al suo credo buddhi-sta, Soraya si è convertita al cattoli-cesimo. E come per i discepoli diEmmaus, il viaggio diventa un dialo-go a viso aperto. Un racconto in cuiè facile vedere la storia di Claire Ly.«Ravi e Soraya - spiega la stessa autri-ce - tornano insieme nel Paese d’ori-gine in cerca di una riconciliazionepossibile con la loro storia personalee con quella del loro Paese. Il viaggiodiventa così occasione di scambio e

arricchimento reciproco. Una pro-spettiva che ciascuno, sia a livello indi-viduale sia a livello collettivo, dovreb-be maggiormente sviluppare. Ancheperché, in un mondo globalizzato incui le persone si muovono e si mischia-no, l’incontro e il confronto diventa-no un’esigenza e una sfida che nonpossiamo più eludere».E aggiunge, spiegando il titolo un po’misterioso per noi Occidentali di que-sto libro: «La mangrovia è una pian-ta che cresce nel territorio di frontie-ra tra le acque dolci e le acque salate,ha bisogno di entrambe. Proprio perquesto nell’immaginario cambogia-na la mangrovia è un luogo misticodi protezione e di purificazione. Cre-do che sia un’immagine che ci parlaanche dell’incrocio tra due culture inchiave di speranza. Matrice di unanuova generazione dove le culture ele religioni imparano a conoscersi nel-la verità e a fecondarsi a vicenda. Ricor-dando che Gesù ci aspetta sempre in

Galilea, crocevia delle nazioni».

Un dialogo tra le religioniDa qui, secondo la scrittrice cambo-giana, può partire anche un fecondodialogo fra le religioni, in un’epoca incui sembrano invece prevalere le con-trapposizioni e gli scontri.«È la mia esperienza e la mia speranza- dice convinta -. Ma questo dialogopuò avvenire solo se ciascuno accet-ta di guardare le sue fratture e le suelacerazioni. Spesso non vogliamo vede-re gli ostacoli o gli aspetti negatividentro e fuori di noi. Anche tra le reli-gioni sovente non si va a fondo o sidicono solo cose di convenienza. Noiimmigrati viviamo alla frontiera tradue culture e talvolta tra due fedi. Pos-siamo essere molto d’aiuto in questodialogo, a condizione di non dimen-ticare da dove veniamo e di sviluppa-re una curiosità positiva verso la cul-tura che ci accoglie».

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Ad un certo punto nel copio-ne Pietro afferma: «Vi è maicapitato che succeda qual-

cosa a metà frase? Qualcosa che viincanta, vi ruba gli occhi e toglie ilfiato... Per esempio che passi unabella ragazza... oppure che si posi unpassero o che abbocchi un pesce...Insomma, un fatto che si posa su unaparola? E quella sera vedendo Gesùho detto “Messia” proprio come Mes-sia, così come andava detto perchéLui era lì!Il Messia lì, che guardava me. Dove-vate vederlo! E dovevate vedere me,che guardavo Lui a bocca aperta comeuna tinca!».Quali sono per lei i tratti particola-ri di Pietro e quali di essi se li sentepiù vicini, tanto da aiutarla ad unamaggiore immedesimazione con lui?Pietro è un uomo semplice, un cuo-re semplice, fa simpatia e provocal’immedesimazione. Pietro è il cri-stiano per eccellenza, con tutti i suoidubbi e le sue fragilità, è quello piùvicino all’uomo di oggi, che tenta, fail possibile, poi si smarrisce davantialla sua inadeguatezza ed infine èaffascinato, come un bambino, dal-

la grandezza dell’amore di Cristo. Iomi sento molto così e mi ritrovo tan-tissimo in questo San Pietro appas-sionato, ma pasticcione. La facilitànell’immedesimazione è stata quasinaturale, man mano che studiavo lospettacolo e il regista mi faceva coglie-re le particolarità del personaggio,scoprivo la grandezza di Pietro, sem-plice, ma eccezionale e per questoscelto da Cristo.

Dal copione emerge dunque comeper Pietro il cristianesimo fosse unastoria d’amore, un rapporto, quellocon Cristo, che lo ha travolto e con-quistato. Ma come è nato tutto, ovve-ro come è nata la collaborazione conGiampiero Pizzol e cosa l’ha spintaad accettare di interpretare il ruolodi un tale personaggio?Dopo diversi anni, in cui ho giratol’Italia ed altre nazioni, raccontandodella mia esperienza come Barabbanel film “La passione di Cristo”, ave-vo deciso di ritornare al teatro e crea-re uno spettacolo che parlasse diBarabba e che mi permettesse di con-tinuare a viaggiare e incontrare tan-ti cari amici, facendo il mio lavoro

di attore. Parlando con GiampieroPizzol, che è un esperto di scritturateatrale, gli chiesi di aiutarmi a scri-vere appunto uno spettacolo su Barab-ba, lui lesse il mio libro, ascoltò unamia testimonianza, venne ad un miospettacolo e un giorno mi telefonòdicendomi che secondo lui stavo sba-gliando tutto, lo spettacolo era dafare su San Pietro, ed ha avuto ragio-ne.Mi diverte che io, per un sacco ditempo, ho sfinito Mel Gibson chie-dendogli di fare San Pietro invece di

SPETTACOLI 2013

SanPietro,unastoriad’amoreQuest’anno al Meeting, nella Sala Teatro D7, sbarcherà lo spettacolodal titolo “Il mio nome è Pietro”, scritto da Giampiero Pizzol, con laregia di Otello Cenci e interpretato da Pietro Sarubbi, l’attore cheaveva rivestito i panni di Barabba nel film “La passione di Cristo” diMel Gibson. Ma come è nato tutto, come verrà raccontata questagrande storia d’amore e in cosa consiste la sua attualità? Lo abbiamochiesto direttamente a Pietro Sarubbi.

di Erika Elleri

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Un’immagine di Pietro Sarubbi.

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Barabba nel film. Mentre proprio orache mi ero convinto a fare Barabbami ritrovo a fare San Pietro… e mipiace un sacco.

Ci sono parti del copione con unregistro tragico-comico come quan-do Pietro afferma: «Vi siete mai chie-sti qual è l'unico miracolo non riu-scito a Gesù? Il mio: la famosa cam-minata sull'acqua. Ha fatto cammi-nare, sciancati, zoppi e lebbrosi ePietro affonda come un sasso». Unascena molto forte e che tuttavia si

risolve con la presenza di Gesù. Comepensa di affrontare questa scena?Non è uno spettacolo dissacrante oirrispettoso, la forbice tra comico etragico è ampissima e mille sono lesfumature. Pietro è un uomo e gliuomini sono fatti di mille sfumatu-re e mille emozioni. Pietro è uma-namente divertente con i suoi dub-bi e le sue fragilità, col suo tentativocontinuo di essere all’altezza del-l’amore di Cristo, che lo ama nono-stante la sua inadeguatezza.Questa scena è molto difficile da

interpretare, ma per il ritmo incal-zante con cui si sviluppa è certamentedivertente, poi termina con un momen-to di grande emozione, con un gran-de gesto d’amore di Gesù per SanPietro. Lei mi chiede: «Tuttavia sirisolve con la presenza di Gesù!».Beh, tutto nella vita si risolve con lapresenza di Cristo.

Ci sono altri passaggi forti, dal tra-dimento all’incontro con Gesù risor-to, al primo miracolo di Pietro il gior-no della Pentecoste… A suo pareredove sta l’attualità di tutti questi fat-ti accaduti più di 2000 anni fa?All’inizio ero partito con l’idea difare uno spettacolo comico, un po’leggero, con un San Pietro che erauna sorta di Peppino De Filippo del-la Galilea, mi piaceva questa idea del“giocare amorevolmente” con qual-cosa che comunque mi era moltocaro, un modo forse per avvicinarmicon più facilità al mio cammino difede. Man mano che si lavorava sul-lo spettacolo, diventava sempre piùevidente la grandezza e la bellezzadi quello che stavamo raccontando,era un continuo rimando all’Annodella Fede, alla scuola di comunitàdi Comunione e Liberazione, alleparole nuove di Papa Francesco; l’evi-denza che tutto c’entra con Cristo eCristo è sempre presente in tutti imomenti della nostra vita. San Pie-tro è un uomo del 2000, un uomosicuro delle sue certezze, che incon-tra Cristo e si scopre di colpo bam-bino, fragile e smarrito ed attraver-so un lavoro di attenzione arriva allaconclusione della necessità di rima-nere aggrappati a Cristo per esserecompiuti e realizzati.

“Il mio nome è Pietro”Testi di Giampiero Pizzol.Interpretato da Pietro Sarubbi.Regia di Otello Cenci.Sala Teatro D7 - Giovedì 22 Agosto2013 - Ore 19.45

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SPETTACOLI 2013

Come è nato il suo coinvolgi-mento con l’opera dello scrit-tore americano Cormac

McCarthy dal titolo “Sunset Limi-ted”, tanto da prenderne la regia e lascena?Ho conosciuto McCarthy romanzie-re da Meridiano di sangue. Mi tro-vavo a casa di Raul Montanari, era il1995. Mi fece leggere alcuni passi diquel libro che stava traducendo. Era-no parole dense, materiche, erano cose.Da allora ho letto tutto ciò che è sta-to pubblicato fino ad arrivare a Sun-set Limited. Poco prima uscì La Stra-da, capolavoro assoluto. Questi duetesti, scritti contemporaneamente,hanno stessa matrice ma trame diver-se. Il primo ha come protagonisti unfiglio e un padre, sullo sfondo un mon-do incenerito. Nel secondo i prota-gonisti sono Bianco e Nero; la con-sapevolezza del fallimento della tra-dizione occidentale - la morte di dio,il nichilismo – in Bianco, la propostadi riscatto, di rinascita, di attesa, inNero. Il padre de La Strada insiste atrasmettere la vita col fuoco, nono-stante la decomposizione nichilista ditutti i valori. Nero ha strappato Bian-co dalle rotaie del Sunset Limited e

l’ha portato nel suo misero apparta-mento. Vuole dissuaderlo dal suo inten-to, il suicidio. La loro lotta è l’azionedi due cosmi contrapposti. Due sfon-di contrari e antitetici che non appro-deranno ad alcuna sintesi, a nessunaconciliazione. Il loro dialogo separa,allontana, mai unisce. È scontro per-petuo, in movimento. È conflitto tra-gico.Mi appassionano i testi che raccon-tano del conflitto insanabile tra desi-derio di Speranza e cielo apparente-mente vuoto.

In una recensione fatta sul Corrieredello Spettacolo, in seguito alla primanazionale avvenuta a gennaio a Mila-no, c’era scritto: «Perché qui non è ingioco solo la questione di credere ono in Dio, anche se la sua presenza ècostante e assidua, ma anche e soprat-tutto la libertà dell’uomo di dispor-re della sua vita. La libertà di crede-re nella luce o nelle tenebre, nella feli-cità o nella disperazione, nella vita onel suo contrario. Il suicidio comeprova dell’esistenza del libero arbi-trio». Cosa ne pensa di questa affer-mazione e cosa aggiungerebbe?Il suicidio oggi – così attuale – è pra-

tica desacralizzata perché non ritua-le. “Il suicida vuole la vita ed è solomalcontento delle condizioni che glisono toccate” scrive Schopenhauer,mentre Leopardi, nelle Operette Mora-li, ha scritto che i suoi contempora-nei lo fanno perché sono “stanchi edisperati di questa esistenza”. La scel-ta di Bianco è libera e cosciente, «Lecose in cui credevo non esistono più… La civiltà occidentale è andata defi-nitivamente in fumo nelle ciminieredi Dachau, ma io ero troppo infatua-to per accorgemene. Me ne accorgoadesso». E Nero chiede: «Ed è que-sto che ha spinto a buttarti giù dalbinario. Non una questione persona-le» e Bianco: «Ma è una questionepersonale. È questo l’effetto del-l’istruzione. Rende il mondo interoqualcosa di personale». La scelta èquindi politica, l’atto non viene com-piuto all’interno delle mura domesti-che, in privato, ma fuori, nello spaziopubblico, è il sacrificio rituale. Ma lacerimonia, tuttavia, non ha nulla disacro perché è priva del simulacro divi-no. È il tempo del silenzio di dio.Bianco poco prima di andarsene dirà:«Adesso mi resta solo la speranza delnulla, e a quella mi aggrappo».

Il Meeting di quest’anno dal titolo“Emergenza uomo” desidera in par-ticolar modo mostrare come in qual-siasi circostanza sia possibile l’emer-gere dell’umano e mostrare esempidi uomini che «hanno trovato un pun-to di forza nella scintilla del propriodesiderio, riaccesa da un incontro, daun fatto, da una circostanza attra-versata». Come questa scintilla sirespira nel testo, in particolar modonell’incontro tra Bianco e Nero?La duplicità di significato della paro-la Emergenza, peraltro associata aUomo, è assai stimolante. In SunsetLimited ciò che emerge è qualcosa dibello e fortunato quanto qualcosa dipericoloso e catastrofico. Considera-to come eufemismo di allarme, potrem-mo dire che Nero, con piglio eroico,sottrae Bianco alla morte, lo salvarisolvendo l’emergenza. Il successivoconfronto drammatico delle due

Speranzaovuoto?Undialogo tra speranza e vuoto, l’uomocon tutta la sua libertà di sceltadi salvezza o baratro saranno al centro della scena di Sunset Limited,tratto dal libro di Cormarc McCarthy, che avrà luogo al Meeting il 21agosto 2013. Sotto ai riflettori ci saranno i due protagonisti, Bianco eNero, due personalità diametralmente opposte, che si sfideranno conla parola senza giungere mai ad un accordo. Per entrare meglio nelcuore dello spettacolo abbiamo intervistato il regista Fabio Sonzogni.

di Erika Elleri

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posizioni è il motore della pièce. E daquello scontro emergeranno, verrannoalla luce, due uomini trasformati? Èlì, nel dialogo, che si affrontano i nodidell’intricato tessuto del vivere con-temporaneo, è quello il terreno dovei due sguardi si fronteggiano, si sfi-dano, si riconoscono. L’incontro sem-bra lasciare immodificati Nero e Bian-co, non è così. Bianco uscirà dall’ap-partamento, per andare dove? Neroha messo a dura prova la sua virtù(Giobbe), e da questa lotta, come n’èuscito? A queste domande la regia harisposto con luce bianca accecante emusica di Bjork, Heaven.

Qual è stata la sua esperienza nelleprecedenti rappresentazioni, ci sonoepisodi significativi che potrebbe rac-contarci?Il pubblico segue con estrema atten-zione e sembra non perdere una solavirgola del testo. La regia ha messoin evidenza il dialogo - scritto comeuna partitura musicale dall’architet-

tura perfetta – tralasciando ogni ipo-tesi di sovrapposizione formale e ideo-logica. Bianco e Nero si affrontano inuna partita a scacchi dove le pedine,le parole, e il loro movimento sonol’arma più tremenda. All’apice dellapropria chiarezza, della propria posi-zione, manifestano l’incapacità di com-prendersi e accogliersi, svelando laloro impotenza all’ascolto. Il pubbli-co prende posizione ma alla fine del-lo spettacolo, si sentirà un po’ Bian-co e un po’ Nero.Una piacevole sorpresa, accaduta spes-so – soprattutto con la presenza insala di giovani studenti - è stata quel-la di aver suscitato ilarità in alcunipassaggi del testo, risate a scena aper-ta. Un dono meraviglioso.

Qual è secondo lei la scena più bella,che può aiutarci ad entrare diretta-mente nel cuore dello spettacolo?La scena più significativa credo siaquella del pranzo. Nero invita Bian-co a mangiare con lui, unico momen-

to di vicinanza. Il dialogo si allenta.È un pranzo eucaristico. Bianco sem-bra sul punto di tornare ad amare ilmondo. È invece l’anticipazione del-la stoccata che Bianco infligge al suosalvatore, con una tragica arringa fina-le. E questo accade perché il pranzonon è stato salvifico, sacrificale. Albanchetto c’è il pane ma manca il vino,c’è il corpo ma non il sangue. Bian-co: «Non pensa che un bicchiere divino ci sarebbe stato bene?». Nero:«Per carità, ci sarebbe stato benissi-mo» ma invece non c’è e quindi nonci sarà la transustanziazione, necessa-ria affinché possa essere evocato ilsacrificio e quindi la salvezza.

“Sunset Limited”Cormarc McCarthyScena e regia Fabio Sonzogni.Con Fausto Iheme Caroli (Nero) eFabio Sonzogni (Bianco).Sala Teatro D7 - Mercoledì 21 Ago-sto 2013 – ore 19.45

Un’immagine dello spettacolo Sunset Limited.

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Lo scorso anno, al Meeting ilcinema ha ricevuto uno spa-zio importante. Per la prima

volta una sala cinematografica vera epropria era stata allestita dentro i padi-glioni della Fiera di Rimini. E fuun’esperienza molto bella, per gli spet-tatori grandi e piccoli (ci fuanche un’anteprima assolu-ta, per Ribelle – The Bravedella Pixar/Disney), con filmche parlavano a diversi livel-li e in vari modi dell’espe-rienza umana. Ma anche pernoi di Sentieri del Cinema chetenevamo le fila dell’inizia-tiva, insieme all’ufficio Spet-tacoli del Meeting e in par-ticolare a Otello Cenci, e chepresentavamo i film e li com-mentavamo alla fine. Unagrande possibilità di con-fronto per tutti, per appro-fondire tutto ciò che ci stapiù a cuore anche grazie alcinema. Che per noi è un fat-to di mestiere ma ancor pri-ma di passione. E che comeogni altra forma artistica oespressiva riesce a dar contodi tutta la ricerca di signifi-cato che alberga nel cuoreumano.Quest’anno il bis, anche sein uno spazio differente (alpadiglione D3) e con qual-

che spettacolo in meno, ma in unasala ancora più grande con oltre 900posti. Dal lunedì al giovedì, sempredi sera alle 21, tre film per “grandi” euno di animazione, per tutta la fami-glia e in grado di parlare ai bambini,agli adolescenti, ai genitori (o educa-

tori in genere). Per ogni film abbia-mo cercato una connessione, non for-zata, con il titolo del Meeting di que-st’anno: “Emergenza uomo”. Ci sia-mo trovati in difficoltà nella scelta deititoli, perché sono stati tanti quellinell’ultimo anno o poco più che avreb-

bero meritato una visioneinsieme. La scelta è cadu-ta su alcuni film che, oltrea essere molto belli e “pro-vocanti” e a presentare unaperfetta aderenza al tema,sono stati meno visti di altripur altrettanto belli.Si partirà con Il figlio del-l’altra che cala questa “emer-genza” in uno dei contestipiù difficili e che come nes-sun altro tocca il tema del-l’amicizia tra popoli, cul-ture e religioni così caro dasempre al Meeting. Il filmdella regista francese Lor-raine Levy è infatti ambien-tato in Israele e mette inscena una storia parados-sale nel contesto delle rela-zioni tra palestinesi e israe-liani: il giovane Joseph,mentre affronta gli esamifisici per entrare nell’eser-cito israeliano, scopre cheè stato scambiato in cullacon Yacine, cresciuto conuna famiglia palestine-

ChecinemaalMeeting!Anche quest’anno al Meeting ci sarà una grande sala cinematografica con una programmazione di filmdi successo per intrattenere tutta la famiglia.

di Antonio Autieri *

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se… La crisi di identità dei due ragaz-zi va di pari passo con le reazioni del-le famiglie: i padri che reagisconomale, le madri aperte a un figlio chepure non sarà più il loro; e un fratel-lo che grida il suo odio per chi non èpiù suo fratello… Il film evita le scel-te banali e, grazie alla forza dell’apo-logo sotteso a una storia in apparen-za assurda, va oltre la possibile lettu-ra storico-politica, e interroga sullapropria identità. E sul naturale desi-derio di pacificazione e accettazionedell’altro, in modo semplice e sor-prendente.Vedremo poi Cosa piove dal cielo? del-l’argentino Sebastián Borensztein.Anche qui una storia surreale e para-dossale, con avvenimenti apparente-mente impossibili e incroci del casoo del Destino, a seconda della lettu-ra che ne vogliano dare i personaggi.Il protagonista, Roberto, vive da soloa Buenos Aires: cinquantenne scon-troso e arrabbiato con il mondo, rifiu-ta l’amore di una donna (che sa leg-gerlo nel profondo oltre tutta la suamisantropia) e preferisce l’isolamen-to da tutti, tra tic e manie; come lacollezione di articoli su morti assur-de e tragicomiche. Ma quando siimbatte in un cinese che non sa unaparola di spagnolo, la tentazione diliberarsene si scontra con l’impossi-bilità di farlo; involontariamente, quel

ragazzo spaesato gli rimane incolla-to. E provocherà un’ondata di pro-blemi a catena. Ma non solo… Unacommedia, dai tratti dolorosi e sor-ridenti a un tempo, che punta alto:per Roberto, la vita non ha senso. Etutto, anche un ritaglio di giornale,ne è la conferma. Non sveliamo nul-la delle mille sorprese di cui è riccoquesto film semplice e profondo.In sala cinema assisteremo alla pre-miazione dei corti del Meeting Rimi-ni Film Festival e subito dopo guar-deremo insieme, To the wonder di Ter-rence Malick. Che dopo The Tree ofLife, torna a raccontare l’uomo in tut-ta la sua complessità e profondità.Qui ci presenta un uomo che non saamare (come vediamo dalle sue sto-rie con donne diverse) e un sacerdo-te in crisi con la sua fede, che sentefalse le sue stesse parole. Due stradedestinate a incrociarsi in un finalecommovente, in cui risuona ancorauna volta, come in The Tree of Life, lapresenza di un Altro (qui chiamatoesplicitamente per nome). Con unostile non facile, fatto di ellissi e pen-sieri invece che dialoghi, ma con lararissima capacità di guardare in fac-cia il bisogno umano in maniera radi-cale e vertiginosa.Infine, un film di animazione per tut-

ti: Kiki – Consegne a domicilio di HayaoMiyazaki. Film non nuovo, ma del1989, ma riproposto nella sua ver-sione più fedele solo adesso in Italia(in precedenza era stato “rovinato” dauna versione poco fedele in dialoghie testi delle canzoni). La storia di unaragazza con un dono magico, volaresu una scopa, che sotto la metaforadella magia “da strega” nasconde unadelicatissima storia di crescita, di talen-ti che ci vengono donati e che biso-gna saper riconquistare. Con la suaconsueta genialità, Miyazaki – mae-stro ammiratissimo dai colleghi del-la Pixar, anche per la sua capacità ditoccare temi seri in film anche perbambini; da lui hanno imparato conUp e altri film… – suscita domandeall’altezza di tutti i cuori e tutte le età.Anche quest’anno, quindi, noi ci sare-mo al Meeting. Per cogliere insiemeagli spettatori, commentando insie-me i film, spunti e riflessioni da trat-tenere al termine di ogni proiezione.Sorpresi come, a saper guardare, dalcinema possiamo continuamenteimparare.

* direttore di Sentieri del Cinema

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L’UnioneEuropea,luogodelle libertà,dello sviluppoedellapace

Ciò che ci unisce è più forte diciò che ci divide» è quello che

Konrad Adenauer, Robert Schuman,Alcide De Gasperi e Jean Monnetdevono aver tenuto caro durante tut-to il lungo processo di unificazioneeuropea post-bellico. Questa appa-rentemente semplice, ma in realtàdirompente, considerazione rappre-senta la sconfitta delle ideologie tota-litarie. Affermazione del valore uni-co e irripetibile di ogni essere uma-no, libertà di espressione religiosa,d’educazione, d’impresa, cooperazio-ne tra i popoli: questi sono solo alcu-ni degli elementi che essivollero affermare, insiemeal desiderio di una pace dura-tura. Domandiamoci checosa è rimasto, oggi, dellavisione dell’Europa dei padrifondatori, in una fase di pro-fonda crisi economica, maanche culturale e politica.Quell’intuizione originariaha prodotto un metodo posi-tivo, una mentalità e unacultura alla base di politi-che che hanno consentitosessantacinque anni di pace

e di sviluppo, il più lungo periodo del-la storia d’Europa senza conflitti (adeccezione delle guerre nei Balcani,frutto della disgregazione dei regimidell’Est).Prende le mosse da queste conside-razioni la prima parte della mostraSinfonia dal “nuovo mondo”. Un’Eu-ropa unita, dall’Atlantico agli Uralirealizzata per il prossimo Meeting diRimini dalla Fondazione per la Sus-sidiarietà insieme a un gruppo di stu-denti universitari: una ricognizionesul pensiero dei fondatori dell’Euro-pa che ha portato a un’idea di Unio-

ne Europea come luogo delle libertà,dello sviluppo e della pace. Il verodramma del progetto politico euro-peo, nato per sovvertire il clima tra-gico della fine degli anni Quaranta,consiste oggi nel non saper più decli-nare il pensiero che lo ha fondato.Eppure, non mancano segni di spe-ranza, che nella seconda parte dellamostra saranno messi in luce da alcu-ni video che raccontano esperienzerelative, ad esempio, all’accoglienzadegli immigrati, a grandi progetti dicooperazione scientifica, all’aiuto ali-mentare, all’aiuto alla crescita di areein crisi o in via di sviluppo, alle oppor-tunità offerte dalla libera circolazio-ne di studenti, professori, lavoratorie merci. Altre novità nascono nel cli-ma di pace che la nascita dell’Euro-pa ha permesso: un dialogo profon-do e di portata storica tra cattolici eortodossi russi nel solco di un’Euro-pa dall’Atlantico agli Urali, un’ami-cizia imprevista tra esponenti dellagerarchia e del mondo anglicano ecattolici.La terza parte della mostra mette inluce alcune proposte di ordine eco-nomico, sociale e istituzionale chepotrebbero favorire il sostegno e ilmoltiplicarsi di questi fatti. Si trattadi riconsiderare il valore del nesso tral’uomo singolo, con tutti i suoi idea-li, le formazioni sociali, a cui appar-tiene e le istituzioni improntate a sus-sidiarietà orizzontale e verticale. Dal-

la mostra emerge un segna-le di speranza e una dire-zione per l’avvenire, ine-vitabilmente europeista,del nostro Paese.

Domenica 18 agosto 2013- Sabato 24 agosto 2013RiminiFiera Pad. A1Sinfonia dal “nuovo mon-do”. Un’Europa unita, dal-l’Atlantico agli Urali.A cura della Fondazioneper la Sussidiarietà.

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Vi proponiamo l’articolo del Presidente della Fondazione per laSussidiarietà Giorgio Vittadini sullamostra che verrà allestitaal Meeting 2013 presso il padiglione A1.

di Giorgio Vittadini

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“Il cielo in una stanza. Benvenuti a casa Chesterton” è lamostra chesarà allestita al prossimoMeeting dedicata alla vita, al pensiero e alleopere del più celebre saggista e apologeta inglese del XX secolo.Abbiamo posto alcune domande ad alcuni curatori dellamostradedicata a Chesterton e qui riproponiamo le loro risposte.

di Stefano Pichi Sermolli

Ilmondoin casaChesterton

Ubaldo Casotto, la mostraha un titolo molto parti-colare: “Il cielo in una stan-

za. Benvenuti a casa Chesterton”.Da dove nasce questo titolo, cosavuole evidenziare e sottolineare finda subito dell’opera Chestertonia-na?Associando il titolo del Meeting“Emergenza uomo”, a due libri diChesterton, all’inizio era venuto fuo-ri “L’uomo è vivo perché è eterno”.Bello, paradossale, ma un po’ dida-scalico. Poi Annalisa ha tirato fuoril’idea della casa: il salotto, la cucina,lo studio... perché tutto Chestertonpuò essere raccontato con gli ogget-ti di casa sua; Edoardo ed io inizia-mo a rincorrerci con citazioni sul-l’intuizione Chestertoniana del limi-te come condizione dell’opera d’arte(se vuoi fare un quadro devi avere unacornice, una poesia è chiusa nellametrica del verso), passiamo al “mate-rialismo” di Chesterton per cui l’in-finito è incontrabile solo nel finito,quindi ricordiamo che InnocenzoSmith, l’uomo vivo esce dalla portadi casa, cammina sempre dritto, fa ilgiro del mondo e torna a casa. Ora èpiù casa di prima e ha qualcosa a chefare con il paradiso perché Innocen-zo ci ha portato dentro il mondo: il

mondo in una stanza... ci mettiamoa cantare Gino Paoli... «questa stan-za non ha più pareti» ... Il cielo inuna stanza. Benvenuti a casa Che-sterton.

Edoardo Rialti, il titolo del Meetingdi quest’anno sarà“Emergenza Uomo”.Come Chesterton nella sua vita diuomo e di artista sentiva questa emer-genza? Come sentiva l’umano, la suaidentità, il suo bisogno di esistere, chenessuna menzogna e riduzione den-tro e fuori di noi può eliminare?«Qualunque cosa abbia il potere di far

sentire all’uomo di essere vecchio, èfatalmente misera e meschina, sia essaun impero o una squallida bottega.Qualunque cosa lo faccia sentir gio-vane è un portento, sia essa una guer-ra immane o una storia d’amore».Come al solito Chesterton con il lam-po di una sua battuta risponde alladomanda assai meglio di quanto lopossa fare io. Tutta la vita, e di conse-guenza la scrittura, di Chesterton haavuto come centro infiammato sem-pre e solo questa domanda: cosa per-mette all’uomo di non perdere ciò cheegli già ama, fuori e dentro di sé, cosagli permette di non veder sbiadire il“mattino eterno del mondo”? Egli sen-tiva, avvertiva con tutto sé stesso cheforse la cosa più preziosa che abbia-mo è non smarrire questa segreta,perenne sorgente di gratitudine, gio-ia, libertà ed umorismo di cui ci sor-prendiamo già dotati, un sorriso checi accompagna dalla nascita, dentrotutte le esperienze più forti. Egli hadenunciato tante menzogne, tante col-tri di nebbia che hanno cercato diottunderlo, ridurlo ed offuscarlo, soste-nuto in questo non dallo stoicismo diuna volontà isolata, ma dalle conso-lazioni grandi e piccole e ancor piùdagli sguardi e dai rapporti di amore,amicizia e verità che non hanno maismesso di farsi strada fino a lui.

AnnalisaTeggi, visitare la mostra saràcome letteralmente intrufolarsi nel-la casa di Chesterton, nella sua cuci-na, nel suo salotto, nel suo studio.Perché avete pensato a questo tipo diallestimento? Che immedesimazio-ne sarà chiesta al visitatore?Il visitatore dovrà sentirsi in tutto eper tutto un ladro. Ma deve ancheaver chiaro che andrà a rubare in casapropria: è vero infatti che chi visite-rà la mostra s’intrufolerà a casa Che-sterton, ma ancor di più si addentre-rà nel modo con cui Chesterton guar-dò la sua casa (il suo io, tanto quan-to la trama di vita che lo circondava).I comandamenti ci insegnano a non

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Un ritratto di G.K. Chesterton.

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desiderare la roba d’altri e Chester-ton li prese sul serio, deducendone inmodo perfettamente logico che è dove-roso guardare le proprie cose deside-randole. Si può essere ladri a casa pro-pria e forse - per mantenersi vivi esani - si deve proprio esserlo. Questaè la chiave con cui si apre casa Che-sterton, e anche casa nostra. Ogniuomo abita un tempo e un luogo par-ticolare, conosce se stesso e il mondodentro un recinto di cose; questo nonè un limite, è - anzi - un entusiasmantepunto di forza. Perché la conoscenzanon è qualcosa di generico che sem-plicemente si espande, ma è qualco-sa di prepotente e profondo che s’in-nesca a tu per tu con ogni dettagliodi vita che incontriamo. Dunque, biso-gna stare all’erta e avere una smisu-

rata voglia di avventura, perché nonsi sa mai cosa può accadere tra quat-tro semplici e ordinarie mura dome-stiche.

Andrea Monda, cos’ha da dire all’uo-mo di oggi Chesterton? Sono anco-ra attuali le sue opere?Se Chesterton fosse solo una colori-ta “espressione del suo tempo”, nonsi spiegherebbe il continuo interesseche le sue opere suscitano anche aquasi 80 anni dalla sua morte. Que-sto vale per GKC ma per ogni veroartista: Dante non è solo una bellaespressione del ‘300. È chiaro cheattraverso Dante o GKC compren-diamo molto della Firenze medioe-vale e dell’Europa a cavallo tra XIXe XX secolo, ma, per fortuna, l’arte

non è sociologia bensì rovesciamen-to della nostra prospettiva solita, ras-sicurante. Da questo punto di vistaGKC, ad un tempo cavallo selvaggioe umile asinello della Verità, è artistasommo, prezioso oggi più di ieri, vistoche il nostro oggi è così appiattito suldogma dell’attualità e della verità (mal)ridotta dall’intellettualismo scienti-sta o moralista. Lo schiaffone (o ilcalcione equino), pieno di energicobuon umore, che GKC molla al let-tore è così sonoro e carico di amoreper la vita che risuona ancora oggi elo farà fino alla fine dei tempi ognivolta che un lettore proverà ad avvi-cinarsi a qualsiasi sua pagina, unoschiaffone che, per dirla con la O’Connor, ci fa ri-vedere il mondo daun’altra angolazione.

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“G.K. Chesterton ha vissuto qui 1922-36”, negli ultimi anni della sua vita.

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Clio (cioè la storia) trascorre il suotempo a cercare delle impronte, del-

le vane impronte, e una ebrea da nulla,la piccola Veronica, tira fuori il suo faz-zoletto e sul volto di Gesù prende unaimpronta eterna.» Charles Peguy

Nel 2010, ho casualmente saputo diun ritratto di Cristo, dipinto/impres-so su entrambe le facce di un Velosemitrasparente, conservato a Manop-pello, inAbruzzo. Lad e s c r i z i o n ecorrispondevaa ciò che ave-vo vagamentestudiato circail prototipo delvolto di Cri-sto. Stupita dinon avernemai sentitopar lare, mimossi perc o n o s c e r l o,forse facilitatadal fatto cheero appena tor-nata dalla Ter-rasanta doveavevo speri-mentato quan-te impronte di

sé la vita lascia.Scoprii che tutti gli antichi ritratti diCristo chiamati “acheropiti” (non fat-ti da mano d’uomo) sono consideratiperduti: la Camulia durante l’icono-clastia, il Mandylion col Sacco diCostantinopoli e la Veronica romananel corso del 1500. Scoprii anche cheBenedetto XVI, appena eletto, avevavisitato Manoppello. Proposi quindia un’amica di andare in Abruzzo. Pre-

notammo peruna settimana,libere di tor-nare prima sel’immagine sifosse rivelatauna bufala.R e s t a m m otutta la setti-mana.Nessuna fotorende la con-solante bellez-za di quel visoche rispettaogni caratteri-stica dei voltidi Cristo maresta impara-gonabile aqualsiasi ritrat-to. Porta isegni della

Passione: il naso disassato, le labbragonfie e insanguinate, il colpo sullaguancia. Incontrando il suo sguardo sisperimenta cosa significa che Dio sifa specchio dell’uomo assumendo sudi sé tutte le sue porcherie; mentrel’uomo, nell’incontro, riguadagna lavita: la Chiesa nel 1200 legò un’in-dulgenza alla recita di una preghieradavanti alla Veronica (la prima indul-genza connessa a un’immagine).La Veronica m’incuriosiva, già nel nomeche indica sia il Velo conservato in SanPietro sia la donna che incontrò Gesùsulla Via del Calvario. In un saggio diAndré Chastel lessi che della Veroni-ca abbiamo un numero infinito di copie.Mi parve esagerato e iniziai a cercar-le creando una mappa con Google:sono innumerevoli, disseminate su ognivia di pellegrinaggio fino alla Finlan-dia. Non so come potrà Cristo ricon-quistare il cuore degli europei, ma èbello vedere come ci sia già riuscito equanti nostri padri abbia messo in cam-mino per il desiderio di vedere il SuoVolto!Chiamavo questo mio studio “Il Vol-to perduto” - in nessuna epoca comela nostra il volto umano è stato sfigu-rato e svalutato -, ma un giorno capiiche sbagliavo: oggi non è “perduto”, è“trovato”. Il momento del suo ritrova-mento si può legare alla visita del San-to Padre: perduto da Costantinopolidurante lo Scisma d’Oriente e perdu-to da Roma negli anni della RiformaProtestante, il suo “lasciarsi trovare” inquesto nostro tempo è una promessadi consolazione e di speranza per gliuomini.

Domenica 18 agosto 2013 - Sabato 24agosto 2013RiminiFiera Pad. C5Il Volto RitrovatoI tratti inconfondibili di CristoIdeazione del progetto di RaffaellaZardoni.Comitato scientifico: Paul Badde, Ema-nuele Colombo, Giovanna Parravici-ni, Fr. Paolo Martinelli, Cristina Ter-zaghi.

La consolantebellezzadiquel voltoRaffaella Zardoni, una delle principali curatrici dellamostra delMeeting di quest’anno “Il volto ritrovato”, ci racconta il percorsopersonale che l’ha portata ad approfondire la sua conoscenza delritratto di Cristo di Manoppello in Abruzzo.

di Raffaella Zardoni

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L’immagine simbolo della mostra.

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In una giornata di sole splenden-te partiamo dal Meeting di Rimi-ni alla volta della comunità maschi-

le de “L’Imprevisto”, situata alle por-te di Pesaro, a ridosso della spiaggiae della ferrovia. Volevamo incontrarli,guardare le loro facce e ascoltare iloro racconti. Infatti, proprio que-st’anno saranno al Meeting con unamostra per parlare di quello che staaccadendo ogni giorno in quella comu-nità nata ben 23 anni fa dall’intui-zione di Silvio Cattarina. Una mostrache racconterà - attraverso testimo-nianze e immagini - la vita dellacomunità e le tappe del camminoche i ragazzi si trovano a vivere inessa, scegliendo come singolare pun-to di osservazione l’esperienza del-la ‘messa in vita’ (più che ‘in scena’)di Amleto di William Shakespeare,che dal 2009 ha luogo tra le muradell’Imprevisto. I cinque atti del-l’opera diventano così anche altret-tanti spazi di riflessione sul percor-so terapeutico ed educativo dellacomunità.Un interesse, quello di Silvio per latossicodipendenza, nato da giovanee che è maturato grazie all’incontrocon due sacerdoti, don GianfrancoGaudiano di Pesaro e don Luigi Gius-sani e poi con alcuni amici che lohanno in qualche modo indirizzatoverso quel percorso, che lo avrebbeportato a fondare quest’opera.

Ci si spalanca un mondoEntrati nel suo ufficio ci si spalancaun mondo, che ha a che fare con luie la sua storia: pareti colorate, farfal-le e uccellini e decine di foto di ami-ci e personaggi, che sono passati di lìo che semplicemente lui ha incontra-to. È con la stessa semplicità e tra-sparenza, senza alcun distacco, che luisi propone ai ragazzi che arrivano incomunità. «Non c’è separazione – haaffermato – tra noi e i ragazzi. Nonforniamo loro un servizio, ma gli pro-poniamo un’amicizia che dura persempre». Il contrario delle tecnichepedagogiche insegnate in Università.«Per noi responsabili – ha continua-to - ogni ragazzo è sempre un impre-visto, un incontro, un’avventura chedura tutta la vita». Ed è proprio dagliultimi versi della poesia di Montale“Prima del viaggio” che prende il nomela comunità, esemplificando l’attesadel cuore di ogni uomo: “Un impre-visto è la sola speranza”. «Se chiedi airagazzi l’origine di quel nome – ci haraccontato con un sorriso - ti rispon-dono che è una bella poesia di donGiussani. E questo mostra come lorosiano in grado di andare subito allafonte delle cose».

La comunitàLa comunità accoglie ragazzi di etàcompresa tra i 15 e i 21 anni e il ten-tativo degli educatori è quello di anda-

re all’origine di tutto. «Vogliamo com-prendere, capire e giudicare assiemequello che è la vita e la persona. È unlavoro di giudizio che implica dueincontri al giorno (uno al mattino el’altro al pomeriggio) e i ragazzi sonochiamati a giudicare e a raccontareverbalmente e per iscritto la loro vita».Perché per loro la parola è importan-te. È un modo per far venir fuori lapersona. «Vogliamo scavare nel cuo-re delle persone per capire sempre dipiù il mistero della vita. Desideriamoche accada una grande cosa tra noi ei ragazzi, fare un’esperienza forte divita insieme, di novità e scoperta. Nonci basta uscire dal male della droga.Vogliamo incontrare tutto, desideria-mo il miracolo». Questo è il modo incui Silvio si pone davanti ai ragazzi,è la sfida che lancia loro fin dall’ini-zio. Il percorso di recupero dura cir-ca due anni, anche se va valutato casoper caso, e all’inizio si toglie loro tut-to: dal piercing al telefonino, al con-tatto con le morose, perfino la scuo-la. Gli orari sono rigidi, scanditi daassemblee, dalle mansioni quotidia-ne. «Tutto serve perché la vita deinostri centri sia un continuo, grandestruggimento».

Il metodoNel tempo il metodo di Silvio è cam-biato. All’inizio rimaneva molto col-pito dalle storie drammatiche dei

Il benechenonsiaccetta

meetingGIUGNO2013NOTIZIARIO

AMICI

Cosa succede ogni giorno alla comunità per tossicodipendenti “L’imprevisto” di Pesaro? Com’è strutturata?Come è nata? Abbiamo incontrato la comunità e il fondatore Silvio Cattarina con queste ed altre domande esiamo tornati a Rimini con negli occhi la bellezza di quelle facce. Quest’anno saranno presenti al Meetingcon unamostra, un’occasione per incontrarli ed ascoltare le loro testimonianze.

di Erika Elleri e Valentina Gravaghi

30

Page 31: Notiziario Meeting giugno 2013

AMICI

ragazzi e delle famiglie e cercava ditrovare una soluzione per aiutarli. Pian,piano ha smesso di essere colpito daloro, ha smesso di studiarli e ha comin-ciato a pensare a sé, a parlare con loroapertamente e a dire loro: «Pensiamoad un’avventura che sia per sempre eche ci prenda totalmente». Infatti, lasfida è che attraverso tutte le cose chedevono fare - il lavoro, le attività, ilteatro, lo sport - possano scoprire sec’è qualcosa che va loro incontro e cheli solleva. Il contrario della logica del-la droga, che si esprime emblemati-camente con il termine “mi faccio”,come se la soluzione fosse dentro disé e quindi come se bastasse immet-tere una sostanza. La grande scoper-ta, invece, è che la soluzione sta al difuori di noi. «Quello che vi distrug-ge – dice Silvio ai ragazzi - e che viha fatto soffrire non è il male, ma ilbene che non si accetta». Poi aggiun-ge: «E qui cerchiamo di mostrarglicome il bene non sia solo in questoluogo, ma che c’è sempre stato nellaloro vita, semplicemente non l’han-no saputo accettare». Molti ragazzi sela prendono con i genitori, perché nonsono mai stati guardati, consideratida loro. Silvio li sprona dicendo loro:«smettetela di andare contro voi stes-si e i vostri genitori, tutto il combat-

timento vivetelo contro Dio». In modoche possano esprimere al meglio ilgrido che c’è al fondo di loro.

All’altezza del grido del cuore«Desidero – ha continuato - che sia-no all’altezza del grido che agita il lorocuore. Invitandoli a parlare è come sedicessi loro: impara a gridare, nontemere di tirare fuori quello che hainel cuore, tutte le domande di verità,di senso religioso, gli interrogativi cheriguardano il senso della vita, il valo-re dello studio e del lavoro, il perchédella droga, della malattia, della mor-te». Qui si comprende bene il lorobisogno di avere qualcuno da guar-dare, qualcuno che sia per loro unapresenza. «Tuttavia, diciamo loro dinon guardare noi, ma dove noi guar-diamo, così da imparare a gridare comefacciamo noi».

Cosa troveranno dopo?“E quelli che escono cosa troveran-no?” è la domanda di molti genitori.E la risposta di Silvio è sempre la stes-sa: «Qui imparano che la realtà vie-ne loro incontro e quindi verrannotrovati e non devono trovare niente.Tutto accade nell’istante e si imparaa scoprire di essere trovati, chiamati».Da qui sono passati circa 900 ragaz-

zi e la maggior parte ce l’ha fatta aduscire dal tunnel. Alcuni di essi han-no deciso di rimanere. C’è perfino unappartamento che accoglie i ragazziche dopo il percorso hanno deciso direstare e per l’occasione ci hanno invi-tato a pranzo per offrirci un piatto dipasta preparata da loro. Facce solarie sorridenti di chi ha vissuto un dram-ma, ma che ora è pronto ad affronta-re tutto.Eugenio, ad esempio, ci ha confida-to «Ho sempre avuto questo pensie-ro, se ci potesse essere veramente unposto dove poter essere libero, me stes-so. Qui ho imparato ad accettare ilimiti miei e degli altri, ad avere fidu-cia in me stesso e negli altri, nel grup-po». Oppure Stefano ha parlatodell’“emozione sana” che emerge nelrecitare: «La positività di quell’espe-rienza ci ha tirato fuori il bello checiascuno di noi ha dentro di sé. Oltrela fatica, l’impegno».La mostra al Meeting servirà a rac-contarci di loro, dei loro drammi e diquello che vivono ora, dal teatro all’espe-rienza nella comunità. E saranno pro-prio loro – alcuni di quelli che han-no concluso il proprio percorso – aguidarci. E lo faranno con quel sor-riso sulle labbra di chi ora sa chi guar-dare.

GIUGNO2013 meetingNOTIZIARIO

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Un’immagine delle prove della rappresentazione teatrale dell’Amleto (©Cesare Duri).

Page 32: Notiziario Meeting giugno 2013

GIUGNO 2013

Packology11 - 14 giugno2° Salone delle Tecnologie per il Packaging e il Processingwww.packologyexpo.com

LUGLIO 2013

Sport Dance8 - 14 luglio6a Edizione dei Campionati Italiani di Danza Sportivawww.sportdance.it

AGOSTO 2013

Meeting 18 - 24 agostoXXXIV Meeting per l’Amicizia fra i Popoli www.meetingrimini.org

OTTOBRE 2013

Airet3 - 5 ottobre The Italian Air Industry Renaissancewww.airet.itSun 6 - 8 ottobre31° Salone Internazionale dell’Esterno Progettazione, Arredamento, Accessoriwww.sungiosun.it

Giosun6 - 8 ottobre28° Salone Internazionale del Giocattolo e dei Giochi all’Aria Apertawww.sungiosun.it

Enada Roma16 - 18 ottobre41a Mostra Internazionale degli Apparecchi da Intrattenimento e da Gioco. Roma - Nuovo Quartiere Fieristicowww.enada.it

TTG Incontri17 - 19 ottobre50a Edizione della Fiera b2b del Settore Turisticowww.ttgincontri.it

TTI Tral Trade Italia17 - 19 ottobre13a Edizione del Workshop dedicato al Prodotto Turistico Italianowww.ttiworkshop.it

NOVEMBRE 2013

Ecomondo6 - 9 novembre17a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibilewww.ecomondo.comOro BluSalone dedicato al trattamento e riuso delle acque

InertechSalone sul riciclaggio nel mondo delle costruzioniCittà SostenibileLa via italiana alle Smart Grid

Key Energy6 - 9 novembre7a Fiera Internazionale per l’Energia e la Mobilità Sostenibiliwww.keyenergy.itKey WindSalone dedicato all’intera filiera dell’energia eolica

Cooperambiente6 - 9 novembre6a Fiera dell’Offerta Cooperativa di Energia e Servizi per l’Ambientewww.cooperambiente.it

Sal.Ve6 - 9 novembreSalone dei Veicoli Ecologiciwww.ecomondo.com

BTC12 - 13 novembreFiera internazionale dedicata agli eventi, meeting, congressi, convention, viaggi incentive del settore marketing, turismo e comunicazione - Fortezza da Basso Firenzewww.btc.it

Sports Days22 - 24 novembreConoscere, Praticare, Investire nello Sportwww.sportsdays.it

MANIFESTAZIONI BIENNALI O TRIENNALI 2014

Art&Tourism 10-11 aprile 20142° Salone Internazionale del Turismo Culturale - Fortezza da Basso, Firenzewww.artandtourism.itTechnodomus aprile 20144° Salone Internazionale dell’Industria del Legno per l’Edilizia e il Mobilewww.technodomus.it

Tecnargilla settembre 201424° Salone Internazionale delle Tecnologie e delle Forniture all’Industria Ceramica e del Lateriziowww.tecnargilla.it

T&TTende & Tecnica5-7 ottobre 20147a Biennale Internazionale dei Prodotti e Soluzioni per la Protezione, l’oscuramento, il risparmio Energetico, la Sicurezza, l’Arredamentowww.tendeetecnica.itInternational Bus Expo 16 - 18 ottobre 2014www.ttgincontri.it

Networking Fare business in un quartiere tecnologico, funzionale, con 110mila mtq espositivi, 11mila posti auto, oltre 1,5 milioni di visitatori ogni anno. In un territorio centro dell’innovazione, accogliente, dinamico.

Real TimeRaggiungere la Fiera da ogni parte del mondo con l’aeroporto internazionale Rimini – San Marino collegato ai principali hub europei www.riminiairport.it o comodamente in treno da ogni parte d’Italia con la stazione ferroviaria di linea (Milano – Bari) interna al quartiere fieristico www.riminifiera.it/stazione.

Multi Channel Hotel & Food Industry, Technology & Environment, Entertainment & Leisure, Travel & Tourism.Quattro distretti fieristici e 30 manifestazioni altamente specializzate dedicate a specifici target e mercati.

Green Un quartiere all’insegna del basso impatto ambientale. Un’organizzazione incentrata sulle best practices, in una città dove l’ambiente è in primo piano.

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Page 33: Notiziario Meeting giugno 2013

CONVEGNI

Il telescopiospazialePlanck

Il 21 Marzo 2013 l’Agenzia Spa-ziale Europea ha reso pubblicaun’immagine che in poche ore ha

fatto il giro del mondo: la più accu-rata mappa mai ottenuta dell’univer-so neonato. È il primo fondamenta-le risultato del telescopio spazialePlanck, un gioiello della tecnologiaeuropea concepito nel lontano 1992e lanciato quattro anni fa in un’orbi-ta a 1,5 milioni di chilometri. Al Mee-ting di quest’anno vi racconteremoquesta impresa, il suo significato scien-tifico, la lunga e impegnativa avven-tura che per oltre vent’anni ha mes-so insieme centinaia di ricercatori inItalia, in Europa e in tutto il mondo.Avrò il piacere di condividere questaoccasione con Reno Mandolesi, conil quale ho condiviso questi 21 anni

di lavoro e di passione, insieme a tan-ti altri amici e colleghi in Italia e nelmondo. Il progetto Planck ha porta-to l’Italia a giocare un ruolo di lea-dership internazionale in un settorescientifico di punta, grazie soprat-tutto al talento di molti giovani ricer-catori che tutto il mondo ci invidia eche meriterebbero ben migliori pro-spettive nel nostro Paese.

Una macchina del tempoPlanck è una sorta di macchina deltempo. I suoi strumenti catturano lapiù antica luce dell’universo, luce chericeviamo come microonde – le stes-se lunghezze d’onda che scaldano levivande nei forni delle nostre cucine.Questa luce ha viaggiato nello spa-zio per quasi 14 miliardi di anni e ci

restituisce un’istantanea di come sipresentava il cosmo all’inizio dellasua storia, quando la sua età era appe-na lo 0,003% di quella attuale. Rispet-to a un adulto di 50 anni, è come risa-lire alle sue prime ore di vita.Gli strumenti di Planck sono i piùpotenti ricettori di microonde maicostruiti. Grazie alla loro sensibilitàabbiamo potuto registrare con estre-ma precisione le piccole “increspatu-re” che agitavano l’universo infuoca-to degli inizi, a una temperatura dicirca 3000 gradi. Quelle fluttuazio-ni appena percettibili (paragonabilia increspature di un millimetro sullasuperficie di un lago profondo 100metri) ci mostrano i semi di tutte lestrutture che si sono formate nel-l’universo: galassie, stelle, pianeti. Equelle increspature primordiali, chePlanck osserva con precisione senzaprecedenti, sono vere e proprie oscil-lazioni acustiche (onde sonore) gene-ratesi nelle prime frazioni di secon-do dopo il big bang. Per la prima vol-ta Planck ha captato per intero que-sta “sinfonia cosmica” in tutte le suetonalità, dai suoni più acuti a quellipiù gravi.

L’universo iniziale era di una sem-plicità disarmanteL’analisi rivela un intrigante misto diconferme e di sorprese. Anzituttoabbiamo verificato in modo spet- >

GIUGNO2013 meetingNOTIZIARIO

Quest’anno alcuni dei principali protagonisti del progetto Planck ci racconteranno particolari sull’impresa,sul suo significato scientifico, sull’avventura che per oltre vent’anni hamesso insieme centinaia diricercatori in Italia, in Europa e in tutto il mondo. Una grande occasione di vedere in diretta l’universoneonato con una definizionemai vista prima.

di Marco Bersanelli

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La mappa dell’universo neonato dal telescopio Planck.

Page 34: Notiziario Meeting giugno 2013

Lotto

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18-24 agosto 2013 Meeting di Rimini padiglione A7-C7 ingresso ovest

Il Gioco del Lotto per lo Sport

Page 35: Notiziario Meeting giugno 2013

CONVEGNI

tacolare la validità del cosiddettomodello cosmologico standard. Signi-fica che i tratti essenziali dell’univer-so neonato sono descritti molto beneda una manciata di parametri: seinumeri in tutto. L’universo inizialeera di una semplicità disarmante. Èimpressionante pensare che da un ini-zio così umile e quasi indistinto abbiapotuto prender forma un universocosì diversificato e complesso comequello che ci circonda oggi. Come èincredibile che da un embrione dipoche cellule in nove mesi possa svi-lupparsi un bimbo pronto per veni-re alla luce, così è prodigioso che daquel semplicissimo mare incande-scente appena mosso da una lievebrezza cosmica in 14 miliardi di annisi sia sviluppato un universo tantoricco e ospitale da accogliere la vita ela nostra stessa esistenza.Dall’osservazione delle increspatureprimordiali è possibile estrarre le carat-teristiche del mezzo nel quale esse sisono propagate, cioè gli ingredientidi materia e di energia dell’universo.Per analogia, è come comprendere leproprietà di un liquido senza poter-

ne fare un’analisi diretta, ma studiandole onde che si propagano sulla suasuperficie. I dati di Planck ci mostra-no che la materia “ordinaria” – dellaquale sono fatte le galassie, le stelle etutto il mondo conosciuto – costi-tuisce appena il 4,9% del totale. Il95,1% di quanto esiste è sotto formedi materia e di energia ancora sco-nosciute. Davvero è il caso di ripete-re con Shakespeare «Ci son più cosein cielo e in terra, Orazio, che nellatua filosofia». Inoltre troviamo che iltasso dell’espansione dell’universo (lafamosa “costante di Hubble”) ha unvalore inferiore al previsto, e tutto ciòfornisce una data di nascita ben pre-cisa per il nostro universo: 13,82 miliar-di di anni, con la pazzesca precisio-ne dello 0.4%.

Indizi di qualcosa di inattesoMa non è tutto. La mappa di Planckha anche rivelato alcuni indizi – qua-si impercettibili – che potrebbero esse-re sintomo di qualcosa di profondo einatteso. Uno dei pilastri della cosmo-logia moderna è che su grande scalal’universo è in sostanza ovunque ugua-

le a se stesso – il cosiddetto “princi-pio cosmologico”. Planck ha rivela-to qualche crepa in questa assunzio-ne fondamentale. Ad esempio si osser-va una lieve ma misurabile asimme-tria tra un emisfero e l’altro del cie-lo; inoltre si nota la presenza di un’am-pia regione “fredda” difficile da spie-gare come semplice fluttuazione sta-tistica. Come spesso succede nellascienza, non si fa in tempo a conso-lidare un passo che già urgono nuo-ve domande.

Una definizione mai vista primaPlanck ci sta dando l’opportunità stra-ordinaria di vedere in diretta l’uni-verso neonato con una definizionemai vista prima. È un po’ come sbar-care per la prima volta su un conti-nente ignoto. Oppure, più propria-mente, è come tornare a stupirci nelrivedere il nostro vecchio continen-te con occhi nuovi. Come scrivevaEliot, «Non smetteremo di esplora-re / E alla fine di tutto il nostro anda-re / Ritorneremo al punto di parten-za / Per conoscerlo per la prima vol-ta.»

GIUGNO2013 meetingNOTIZIARIO

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Un’immagine del telescopio spaziale Planck.

Page 36: Notiziario Meeting giugno 2013

SPETTACOLI 2013

Sul palco del Meeting vanno in scena S. Agostino e S. Pietro, gli omaggi a Gaber e Testori, ilromanzo di Chesterton e tanti altri immancabili appuntamenti nel ricco cartellone deglispettacoli teatrali e musicali, con concerti folk e swing, musica classica fino a quella popolare.

Che spettacolo!

> 21 AGOSTO 2013Chiedo scusa al Signor Gaber

Omaggio di Enzo Iacchetti all’amico e maestro Giorgio Gaber nel quale rivisita conparticolare ironia il primissimo repertorio che precede la nascita del Signor G. Unospettacolo che è molto più di un “concerto”: le canzoni vengono stravolte, riscritte e“contaminate” con citazioni e riferimenti alla musica italiana contemporanea. Mas-simo Bernardini guiderà il post spettacolo con video e racconti del grande Gaber.

AUDITORIUM D5 ore 21.45

‘> 18 AGOSTO 2013Le “Confessioni” di Agostino

Lo spettacolo inaugurale del Meeting porterà sul palco un uomo del tutto eccezio-nale: Sant’Agostino d’Ippona. Attraverso l’interpretazione di brani dalle sue Con-fessioni, si potrà rivivere l’interpretazione drammatica dell’esperienza di Agostinoper immedesimarsi con un percorso personale in cui emerge la verità dell’esistenzadi ognuno di noi. Un recital-evento con un interprete eccezionale come Sandro Lom-bardi, uno degli attori più importanti della scena italiana contemporanea.

meetingGIUGNO2013NOTIZIARIO

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> 19 E 20 AGOSTO 2013Manalive -Un uomo vivoL’opera dello scrittore inglese G.K.Chesterton “Manalive” andrà inscena in prima nazionale al TeatroErmete Novelli di Rimini per due se-rate consecutive. Un giallo senza de-litto, con colpi di scena ben studiatie un vero processo che tiene viva l’at-tenzione del pubblico. Al centro dellascena c’è Innocenzo Smith, l'uomoche vuole vivere e non si accontentadi sopravvivere, determinato a lottarecontro il nichilismo, il relativismo e lo

scetticismo imperante ai suoi come ai nostri tempi.

> 22 AGOSTO 2013A te come te

A vent’anni dalla morte e novanta dalla nascita, lagrande attrice Ermanna Montanari infrange con que-sto spettacolo un tabù, portandoin scena il Testori giornalista conuna scelta di suoi memorabili in-terventi sull’attualità. Storiedrammatiche, vicende spesso di-sperate che l’occhio pietoso e in-sieme lucidissimo dello scrittoreillumina, cogliendo, in fondo allatragedia, i segni di una Speranzache nemmeno l’ingiustizia piùatroce riesce a spegnere deltutto.

TEATRO ERMETE NOVELLI ore 21.30

Page 37: Notiziario Meeting giugno 2013

SPETTACOLI 2013

> 21 AGOSTO 2013Sunset LimitedIl teatro Elsinor mette in scena un testo – romanzo informa drammatica tratto dal libro di Corman McCarthydove due uomini, Bianco e Nero, si sfidano dopo il ten-tato suicidio di Bianco. Spietato, lucido.L’attacco con l’arma più tremenda, la parola, svela laloro impotenza all’ascolto.

> 20 AGOSTO 2013La piccola speranzaMelologo teatrale dedicato a Giuseppe Gulotta, un uomo in-nocente che per 36 anni ha vissuto in galera da ergastolanocon l’accusa di un omicidio mai commesso e che, al giorna-lista che gli chiede come ha fatto a non impazzire in mezzoa questo assurdo equivoco, lui risponde: “Un uomo che perdela speranza perde tutto”.

SALA TEATRO D7 ore 19.45

> 22 AGOSTO 2013Il mio nome è Pietro

Chi era San Pietro? Un semplice pescatore della Galilea, che da quell’in-contro con Gesù sulla spiaggia del lago di Genezareth è diventato un uomonuovo. Pietro Sarubbi, già interprete di Barabba per Mel Gibson, porteràin scena il primo degli apostoli che, meditando sul significato del suonome racconta del rapporto che gli ha cambiato la vita.

GIUGNO2013 meetingNOTIZIARIO

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‘> 19 AGOSTO 2013Concerto Pianistico di Lukáš VondráčekUna serata speciale con il virtuoso pianista di origine ceca LukášVondráček, Primo Premio della V edizione dell’International PianoCompetition “Repubblica di San Marino”, che in occasione del Mee-ting eseguirà un programma musicale d’eccellenza con brani diBrahms, Mandelssohn, Chopin e Prokofiev.

Page 38: Notiziario Meeting giugno 2013

SPETTACOLI 2013

NOTIZIARIOeetingGIUGNO2013m

> 19 AGOSTO 2013Donne! La musica è viva!

Uno straordinario progetto musicale che pone al centro della scena ladonna. Un concerto incentrato sulla figura femminile e sull’amore intutte le sue sfaccettature. E così un concerto di Ensemble Amarcantodiventa una coinvolgente esplorazione dell’anima, un viaggio nellageografia del cuore, grazie al tappeto volante della musica popolare.

> 21 AGOSTO 2013Swing TonicUno spettacolo coinvolgente e simpatico, adatto a tutti, grandie piccini che attraverso la musica dello swing italiano e inter-nazionale dei primi del Novecento, intende riproporre il pensieroe la cultura dell’epoca.

> 22 AGOSTO 2013Highway 61La band di giovani musicisti propone un tributo aJhonny Cash, il cantautore americano considerato

uno deimaggioriinterpretid e l l amus i cafolk.

> 20 AGOSTO 2013The Swing Stars Orchestra

La band The Swing Stars renderà il pubblico del Meeting pro-tagonista, ballando e cantando insieme lo swing e il folkdella tradizione americana, ma anche il gospel e alcuni pezzifunky riarrangiati.

> 23 AGOSTO 2013E’ festa

Sarà la prima edizione open air de “La mia Festa” a chiudere il cartel-lone degli spettacoli. Per i ragazzi e per le famiglie, per gli amanti del

liscio e per gliirriducibili roc-chettari, per glii n s t a n c a b i l iballerini e pergli affezionatidel karaoke, c’èsolo una festada non man-care: La miafesta open air!

MUISLAND SPAZIO PISCINA OVEST ore 22.00

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Page 39: Notiziario Meeting giugno 2013

SPETTACOLI 2013

39NOTIZIARIO

eetingGIUGNO2013 m

> 19 AGOSTO 2013Il figlio dell’altra

Un film di Lorraine Lévy (Francia 2012) con Emmanuelle Devos, Pa-scal Elbè, Jules Sitruk, Mehdi Dehbi. Genere drammatico.

> 21 AGOSTO 2013Premiazione MeetingRimini Film Festivalore 19.00

Proiezione dei finalisti della VI edi-zione del concorso di cortometraggie premiazione. A presiedere la giu-ria, il giovane regista Tim Reckartcandidato come miglior cortome-

traggio animato agli Academy Awards 2013 con Head overHeels. In collaborazione con Made Officina Creativa, Schoolof Visual Arts di New York, ACT multimedia di Cinecittà Roma,Radio Cinema, Sentieri del Cinema e Best Movie. Ingresso gra-tuito.

> 22 AGOSTO 2013Kiki – Consegne a domicilio

Un film di Hayao Miyazaki (Giappone 2013). Genere animazione,fantasy, avventura.

> 21 AGOSTO 2013To the wonder ore 21.00

Un film di Terence Mallick (USA 2012) con Ben Affleck, RachelMcAdams e Javier Bardem. Genere drammatico.

> 20 AGOSTO 2013Cosa piove dal cielo

Un film di Sebastián Borensztein (Spagna - Argentina 2011)con Ricardo Darín, Huang Sheng Huang, Muriel SantaAna, Enric Rodriguez, Ivan Romanelli. Genere Commedia.

> 19-21-23 AGOSTO 2013Spirito Gentil

Tre serate all’insegna della musica classica con i pre-ludi di S. Rachmaninov guidati da Pier Paolo Bellini, lasinfonia incompiuta di F.P. Schubert a cura di Luca Bel-loni e i concerti per pianoforte e orchestra di W.A. Mozart a cura di Chris Vath.

SALA CINEMA ore 21.30

SALA NERI ore 19.00

‘> MARTEDÌ 20 AGOSTO 2013Coro “San Nicola”

Diretto da Guya Valmaggi e Batyrzhan Aleksander Smakov, ilCoro nasce dall’esperienza di coristi ortodossi e cattolici chehanno manifestato il desiderio di cantare insieme. Il coro pro-pone un repertorio in cui il nuovo e l’antico hanno generatoun timbro originale, frutto dell’incontro armonioso di diversetecniche e consuetudini vocali. Un serata che documentacome la Musica possa essere un importante terreno d’incon-tro, che consente di superare barriere d’origine storica, et-nica o religiosa.

CHIESA DEL SUFFRAGIO Rimini ore 21.30

Page 40: Notiziario Meeting giugno 2013

AMICI

La prima volta fu nel 1980, conClaudio Martelli (dirigentenazionale del PSI) e Guido

Fanti (già sindaco di Bologna e depu-tato al Parlamento), l’ultima è statanel 2009 per la festa di compleannodei suoi 90 anni.Dopo avere tenuto a battesimo la pri-ma edizione del Meeting, quandoancora i riflettori mediatici non sierano accesi sulla manifestazione rimi-

nese, il presidente Andreotti è tor-nato al Meeting 22 volte, sospen-dendo la sua presenza solo negli anniduri e crudeli delle tormentate vicen-de giudiziarie.

Le sue giornate al MeetingArrivava normalmente in treno, accom-pagnato dal fedele maresciallo deiCarabinieri; a Rimini, talora a Fal-conara, lo accoglieva l’avvocato De

Sio, storico PR del Meeting, tra-scorreva al Meeting non più di unpaio di giorni, quanto gli serviva pertenere l’incontro programmato, perincontrare noi e girare per la Fiera ele Mostre, e per visitare la casa di Tor-re Pedrera dove erano ospitati i ragaz-zi di Maddaloni, che il suo amico donSalvatore accoglieva.Le giornate iniziavano di buon mat-tino con la partecipazione alla S. Mes-sa e proseguivano in maniera sobriama intensa. Andreotti anche al Mee-ting non perdeva la sua tempra dilavoratore, faceva ciò che c’era da fare,non si sottraeva a nessuna propostadi incontro, di rapporto, di dialogo.

Grandi personalitàPolitico navigato, Ministro degli este-ri, uomo di ampio spessore cultura-le, Andreotti per primo portò al Mee-ting grandi personalità della politicainternazionale, dal Vice cancelliere eMinistro degli Esteri della Repub-blica Federale Tedesca, Dietrich HansGenscher a Catherine La Lumiere,Sottosegretario per gli affari esteridel Governo francese.

Ungrandeuomocheci èstatoamico

Riportiamo l’articolo del presidente del Meeting Emilia Guarnieripubblicato su Il Resto del Carlino di Rimini, in seguito alla scomparsadel senatore Giulio Andreotti avvenuta il 6 maggio scorso. Il ricordoaffettuoso “di un grande uomo che ci è stato amico e al quale siamograti per tutto ciò che ci ha insegnato”.

di Emilia Guarnieri

meetingGIUGNO2013NOTIZIARIO

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G. Andreotti al Meeting 1980 con W. Con-gdon.

G. Andreotti con Emilia Guarnieri al Meeting 2004.

Page 41: Notiziario Meeting giugno 2013

AMICI

Una spinta idealeStimava la nostra esperienza, forsevedeva in essa quella stessa spintaideale che aveva mosso la sua gene-razione nella difficile stagione deldopoguerra e della ricostruzione. Erasolito dire che la partecipazione allavita pubblica, la presenza nel socia-le e nel politico, ancor prima che undiritto, è un dovere e lo è soprattut-to per i cattolici.Spesso ricordava che la politica è l’ar-te del compromesso, non dei sogni,è la capacità di fronteggiare situa-zioni complesse e difficili. La sua eraumiltà e concretezza «noi dobbiamoessere umili, individualmente e anchecollettivamente, nei confronti dellelimitazioni che vi sono nella condu-zione della vita di un popolo, in tut-ti i suoi campi, in tutte le sue dire-zioni. Ma dobbiamo nello stesso tem-po non essere mai soddisfatti, per-ché mai avremo potuto e saputo daretutto quello che, invece, la provvi-denza di Dio ci ha dato come poten-zialità da mettere in atto», come ebbea dire proprio al Meeting nel 1989.

Rileggendo i suoi interventi a Rimi-ni, mi ha colpito che per più di unavolta avesse concluso con la citazio-ne di un salmo «se il Signore noncostruisce la città, invano si affan-nano i costruttori».Evidentemente ne era certo.Della sua fede cristiana era certo,come ebbe a dire una volta rispon-dendo ad un giornalista che gli chie-deva se avesse mai avuto dubbi di fede«devo dire di no. Questo è un donodi Dio».

Una testimonianza realeNella frettolosità un po’ emozionatadi queste ore è difficile ricordare com-piutamente lo spessore dei suoi inter-venti al Meeting, che spaziavano dalMedio Oriente, all’Europa, dai gran-di temi della pace e della collabora-zione internazionale alla memoriadella stagione giovanile che lo avevavisto passare dalla dirigenza dellaFUCI (gli universitari cattolici) allavita politica a fianco di De Gasperi.Ma la sua partecipazione al Meetingera comunque sempre una certezza,

la certezza di una testimonianza rea-le, di un’esperienza di vita vissuta,sofferta, intelligentemente abbrac-ciata e giudicata.

«Ho imparato da tutti»Tanti in queste ore ricorderanno l’in-telligenza, l’acutezza e il raffinatoumorismo del Presidente Andreotti.Per chi come noi, come me, ha avu-to l’onore ed il piacere di condivide-re con lui non solo lo spazio di momen-ti ufficiali, ma l’amabile piacevolez-za di dialoghi e conversazioni libere,come quando lo si andava ad incon-trare nel suo ufficio romano di SanLorenzo in Lucina, ricordarne l’ac-cento della voce, quel suo particola-re modo di voler fingere di non volerdire, quel suo spirito caustico, ma maipiù di quanto la carità consentisse,sono l’affettuosa memoria di un gran-de uomo che ci è stato amico e al qua-le siamo grati per tutto ciò che ci hainsegnato, lui che diceva di sé, cometitolava un incontro cui partecipò daprotagonista al Meeting, «ho impa-rato da tutti».

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G. Andreotti durante i festeggiamenti del suo 90° compleanno al Meeting 2009.

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Vengo anch’io, no tu no!». L’ascol-tavo da piccolissimo su un 45 giri

di mio babbo, lo slogan poi era entra-to nei modi di dire e negli scherziquotidiani. Più grande, conoscendogià molte delle tue canzoni ed esibi-zioni, di cui tante in duetto con imostri sacri del cabaret e della musi-ca italiana, ti ho incontrato nel tuolocale di Milano, dove hai suonatoper pochi minuti prima dell’esibi-zione di Ale e Franz, ancora scono-sciuti,…Diversi anni più tardi, l’occasione chemi ha spinto a chiamarti per il Mee-

ting di Rimini è nata da quell’artico-lo oramai famoso, del 6 febbraio 2009,uscito sul Corriere della Sera. Il fattodrammatico di Eluana Englaro poseuna questione fondamentale a cia-scuno. L’uomo di fronte alla morte,quindi l’uomo di fronte alla vita. Elì, tu te ne sei uscito con una tale lim-pidezza di giudizio e un così inusua-le coraggio nel confessare pubblica-mente ciò in cui credevi, da sconvol-gere l’ordinata confusione, con cuiprocedeva il dibattito. Parole sempli-ci, che dicevano però di un artistafamoso, di un medico, di un padre e

di un uomo attaccato alla vita, a pre-scindere dalle sue condizioni: certodel valore misterioso che essa porta edesideroso di viverla tutti i giorni conquell’abbraccio e “carezza del Nazza-reno”.Hai accettato immediatamente l’in-vito a venire al Meeting per l’amiciziafra i popoli ad eseguire il tuo concer-to. Cosa non banale, sapendo che letue condizioni fisiche non erano giàpiù delle migliori e che la manifesta-zione ha un’origine e un cuore pul-sante ben definito: Comunione e Libe-razione.Così il 26 agosto del 2009, insieme atuo figlio Paolo, da poco padre, e allatua affezionata orchestra, davanti aduna platea di 3.000 persone entusia-ste, si è svolto uno dei concerti piùbelli, divertenti ed intensi che si pos-sano ricordare a Rimini. E pensareche la scaletta prevedeva pause, usci-te e ancora acqua, asciugamani nasco-sti sul palco per darti modo di ripo-sare, riprendere fiato,… Invece, laserata è partita come un treno giap-

CiaoEnzoSono felice e onorato di averti conosciuto.

di Otello Cenci

«

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ponese, ed è stata portata a destina-zione senza fermate, dalla sua scop-piettante locomotiva: Enzo Jannacci.In quell’occasione siamo stati insie-me, abbiamo cenato e conversato, trale altre cose, anche dello squacque-rone, tipico formaggio morbido roma-gnolo, da sempre motivo di stupore,confronti e riflessioni anche misticheper i tanti artisti di passaggio nellacapitale del turismo romagnolo. ELou Marini dei Blues Brothers gliaveva dedicato addirittura un inno.Lo “squacquerono” hai detto di aver-lo conosciuto in quell’occasione, cosìcome alcuni miei amici da sempretuoi incredibili fans.L’amicizia negli anni è cresciuta, tan-to che nel 2012 ci siamo rincontratial Meeting: a tavola, con gli stessiamici e davanti ad un piatto di squac-querone. Insieme a tua moglie haivisitato la manifestazione, cogliendol’occasione per vedere qualche mostra,assistere a qualche spettacolo e, inparticolare, essere presente al con-

certo di Paolo: in prima fila con gliocchi sbarrati e a bocca aperta, nonriuscendo a trattenere mani e piedi.In quel momento eri l’espressionefisica di quello stupore e gratitudineper il dono ricevuto che descrivevinell’articolo del 2009 e che adesso nel2013 così riprendevi in alcune inter-viste:«Paolo si esprime con la musica, ioanche con le parole, le espressioni delviso, i movimenti del corpo, essere adun certo punto della propria esisten-za e sentire che ci viene donato que-sto, questa è una fede che mi inte-ressa…».Ecco, ti ringrazio proprio di questatua semplicità di cogliere il legametra l’attimo che si vive e il Mistero;della tua capacità di dirlo in modopoetico a volte ermetico, con le tuefrasi spezzate, quasi a proteggerel’aspetto di Mistero presente, nonvolendo esaurire il contenuto, ma pre-servare quel qualcosa d’Altro che sem-pre sfugge.

Quando ho saputo della tua mortemi è molto dispiaciuto perché non tiavrei più visto, ma sono stato anchelieto, sapendo che nell’ultimo perio-do di malattia oltre alla famiglia sonostati con te alcuni amici a te moltocari, così come avevi auspicato.Il giorno del tuo funerale a Milanoeravamo in tantissimi: artisti impor-tanti e persone comuni, amici di vec-chia data e gente che non ti ha maiincontrato. Abbiamo pregato per teed è stata una festa eccezionale! Lenote di ‘Vincenzina’ eseguita dai fia-ti a Sant Ambrogio rimangono indi-menticabili.Con Paolo stiamo organizzando lafesta per la prossima edizione delMeeting: è anche per te!«Io mi vedo in un mare molto pro-fondo dove mi piace stare, poi hoanche paura, però non verrei mai via,perché c’è una religiosità molto pro-fonda, con una sua luce, è la mia vitapoi,…». Enzo Jannacci, agosto 2012Rimini

Un’immagine dello spettacolo di Enzo Jannacci al Meeting 2009.

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La mostra “Che cos’è l’uomo per-ché te ne ricordi? Genetica enatura umana nello sguardo di

Jérôme Lejeune” esposta al Meetingnel 2012 è stata allestita a Pesaro dal24 aprile al 6 maggio, grazie alla col-laborazione di svariate associazioni tracui Medicina e Persona. Poi il 6 mag-gio ha avuto luogo un incontro pub-blico con la ricercatrice Ombretta Sal-vucci e il professor Pierluigi Strippo-li. Una tematica molto attuale in uncontesto dove la ricerca sperimentanuovi test genetici prenatali per dia-gnosticare la sindrome di Down, conl’esito prevedibile di aumentare l’abor-to sistematico. Come diceva JérômeLejeune - lo scopritore dell’originegenetica della sindrome di Down -nel 1969 , la questione si gioca tuttatra la decisione di “uccidere o non ucci-dere”. Infatti, per lui l’unico senso del-la medicina era per la vita e per la curae lottò fino alla morte contro l’abor-to. Una posizione che gli sarebbe costa-ta l’ostracismo della comunità scien-tifica e il premio Nobel. Poco primadell’apertura della mostra e subito dopoabbiamo incontrato la signora EsterDi Paolo, principale promotrice del-la mostra a Pesaro e mamma di unabimba con la sindrome di Down, e viriportiamo di seguito l’intervista.

Signora Ester, cosa l’aveva affascina-ta della mostra del Meeting su Lejeu-ne, tanto da decidere di riproporla

nella sua città?Il primo motivo è mia figlia Letizia,affetta dalla sindrome di Down, per-ché tutte le cose che la riguardano miincuriosiscono e affascinano. Nonconoscevo Lejeune prima che una gio-vane guida mi introdusse alla sua vitanella mostra allestita al Meeting 2012.Per me è stato un avvenimento e oraso che era impossibile che non lo incon-trassi nella mia esperienza.

Qual è stata per lei la grandezza diLejeune?Davanti ai bambini malati capì chequella era la sua vita e la sua vocazio-ne e le sue posizioni radicali hannodimostrato una certezza. Lejeune fece

della sua vocazione, la sua vita. Haportato avanti le sue convinzioni sapen-do che per questo avrebbe perso unpremio Nobel.

La ricerca sulle terapie per la sindro-me di Down langue e sembra che aun bambino che nasce con questa pato-logia lo aspetti solo una vita di soffe-renza. Qual è la sua esperienza?Se qualcuno mi avesse chiesto se vole-vo un figlio Down, avrei risposto dino. Ma un conto è un pensiero astrat-to, un altro è averlo fra le mani. Per-ché quando nasce, è impossibile nonprovare, come diceva Lejeune, com-passione. Avendo quella creatura frale mani non potrai mai sentire di non

Il fascinodi LejeuneaPesaroAbbiamo incontrato la principale promotrice dell’allestimento dellamostra “Che cos’è l’uomo perché te nericordi? Genetica e natura umana nello sguardo di Jérôme Lejeune” al Palazzo Ducale di Pesaro.

di Valentina Gravaghi

Un’immagine dell’incontro finale della mostra.

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volerla. Se io avessi dovuto dire cosasarebbe stato di mia figlia alla nasci-ta, non avrei saputo dirlo. Come nonlo avrei saputo per le sue sorelle. Maper esempio, tra poco Letizia farà datestimone al matrimonio di sua sorel-la, leggerà le intenzioni indossandoun vestito lungo bellissimo e scarpecol tacco.

Qual è stata la sua esperienza nell’or-ganizzare questa mostra?È stata un’esperienza bellissima conuna grande risposta da parte della cit-tà. Inaspettatamente dieci associazio-ni hanno aderito in modo entusiastaalla proposta della mostra e hannovoluto contribuire economicamente alsuo allestimento. Questa mostra potreb-be sembrare un’iniziativa pensata perle famiglie con figli disabili, ma non ècosì. Non c’è persona che non escacommossa e arricchita dalla mostra.

Cosa si aspetta dall’allestimento diessa a Pesaro?

In un momento storico come questo,lo spazio della mostra offre la certez-za di trovare una posizione, un pen-siero, che ha dato senso a tante vite.Questa mostra offre un percorso doveciascuno è coinvolto personalmente.Per esempio, una studentessa è usci-ta dalla mostra dicendo «Ho semprepensato che avere un figlio disabilefosse una cosa insostenibile per ungenitore e dunque anche per me undomani, oggi esco da questa mostrache non ho paura».

A suo parere come può una mostradel genere aver inciso nella città diPesaro e innanzitutto come ha cam-biato lei?È stata una bellissima iniziativa, a cuihanno partecipato le istituzioni, lescuole e le famiglie. Per fare solo qual-che esempio, cito il Presidente dellaProvincia, che nel suo il discorso fat-to il giorno dell’inaugurazione ha affer-mato: «Lejeune ha lavorato e studia-to la sindrome di Down come tro-

vandosi davanti al Mistero ed è perquesto che ha potuto lavorarci per tut-ta la vita con passione e dedizione».È tornato poi all’incontro conclusivocontentissimo e commosso e ha com-prato l’ultima copia del libro di Cla-ra Lejeune. Oppure mi ha colpito lamoglie del Sindaco, che era già venu-ta al pranzo di raccolta fondi con ildottor Strippoli ed è tornata all’in-contro conclusivo, dove le ho propo-sto di vedere insieme la mostra cheancora non aveva visitato. Presa peròdall’euforia del momento, me ne sonodimenticata. L’ho quindi chiamatadopo una mezzoretta dal termine del-l’incontro per scusarmi e lei ha deci-so di tornare indietro per vedere lamostra insieme al marito, impegna-to fino a quel momento in Consigliocomunale.Per me la mostra è stata una grandeopportunità per ricordarmi e com-muovermi davanti al dono che è miafiglia, capire sempre di più chi è lei eil bene che le voglio.

Un’immagine di una visita guidata da Ester Di Paolo della mostra.

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