Notiziario Giugno 2011

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Insieme Giugno 2011

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Direttore ResponsabileFelice Bongiorno

Registrazione:Tribunale di CataniaN. 15 dell’11-04-2008

RedazioneFelice Bongiorno (coordinatore redazionale)Edoardo CutuliDomenico LuvaràMarcello MazzeoAntonino Rubino

CollaboratoriVittorio CastiglioneDomenico PaternòSalvatore SpitaleAndrea StranoAntonio Villari

Direzione e redazioneVia Del Bosco, 71 - 95125 CataniaTel. 095 336369Fax 095 339720E-mail: [email protected] web: www.sdbsicilia.org

Stampa digitaleScuola Grafica SalesianaCatania-Barriera

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Messaggio del Rettor Maggiore pag. 1Lettera dell’Ispettore » 3Giovanni Paolo II beato » 6Formazione » 8Pastorale Giovanile » 10

Animazione Vocazionale » 12Animazione Missionaria » 13Associazioni » 17Comunicazione Sociale » 17

Famiglia Salesiana » 20Momenti di famiglia » 28Dalle case salesiane » 30Brevemente » 49Guardando altrove » 50Da ricordare » 51

In copertinaGiovanni Paolo II beato.(Foto: © Libreria Editrice Vaticana).

EditorialeLa beatificazione di Giovanni Paolo II è stata sot-

tolineata da una corale ovazione elevatasi da PiazzaSan Pietro e da un caloroso e prolungato applausodella folla lì presente. Il punto focale della proclama-zione si incentra nelle parole pronunciate da Bene-detto XVI: “Concediamo che il Venerabile Servo diDio Giovanni Paolo II, Papa, d’ora in poi sia chiama-to Beato e che si possa celebrare la sua festa nei luo-ghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni an-no, il 22 ottobre”.

L’entusiasmo e la commozione era palpabile nel-la miriade di pellegrini al momento della vista delgrande arazzo che immortalava, al centro della fac-ciata di San Pietro, il sorriso del novello Beato.

Ogni cosa testimoniava quanto il compianto Pa-pa fosse stato capace di alimentare fede e speranzain tutta la comunità cristiana da Cracovia a Roma,Cuba, Bolivia, Stati Uniti, Sud Africa e Australia.

Nella piazza il sorriso rassicurante della sua im-magine ribadisce il suo testamento più autentico:“Non aver paura a confidare sull’aiuto e sulla miseri-cordia di Dio”.

Papa Karol, era un uomo di fede che nella pre-ghiera trovava la forza autentica per vivere in Dio.Un difensore estremo della dignità di ogni essereumano indipendentemente dalla razza e dalla prove-nienza geografica e culturale.

Il Signore ci ha elargito una grandissima grazianell’averci donato un pastore di così grande staturaspirituale, ideologica, politica e sociale. Eleviamo unringraziamento al Signore per la testimonianza delsuo strumento che ha ribadito in modo indelebile ivalori della fede e della vita, preservati senza paura,senza complessi, con coraggio e coerenza nel viverequotidiano.

Rendiamo grazie al Signore per averci dato unTestimone, così credibile, così trasparente, che ci hainsegnato a vivere la fede e difendere i valori cristia-ni e ad affrontare la vita senza complessi, senza pau-re con la coerenza e il coraggio della preghiera.

Nel grande giubileo del 2000 ha stigmatizzatouna visione altamente spirituale e biblica, più centra-ta sulla parola di Dio ed ha profuso uno sforzo imma-ne nell’intensificare i legami ecumenici ed interreli-giosi, ritrovando la via di un fruttuoso dialogo con lenuove generazioni.

Grande è la sua umanità, la sua parola e la suavita incentrate su Colui che è la Via, la Verità e la Vi-ta.

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1Insieme

Roma, 24 aprile 2011

Carissimi confratelli,vi saluto con l’immensa gioia del Signo-

re Risorto, nuovo Adamo, che ci rende di-scepoli ed apostoliper realizzare la Suamissione di rinnova-re in profonditàl’umanità, liberan-dola da ogni sorta dimale e trasforman-dola con la forzadell’Amore. Fu inuna solennità di Pa-squa che Don Boscopoté finalmente tro-vare una ‘tettoia’ per

cominciare la sua missione educativa pasto-rale a favore dei giovani poveri ed abbando-nati. Fu in una solennità di Pasqua che il no-stro fondatore e padre fu canonizzato, con-fermando con la santità la sua esperienzaspirituale e pedagogica di Valdocco. È inquesta solennità di Pasqua che vi invito a vi-vere con un autentico spirito missionario inogni parte del mondo.

Dopo la mia ultima lettera, nella quale viho presentato il commento alla Strenna “Ve-nite e vedrete” e vi ho invitati a promuovereuna ‘cultura vocazionale’, frutto di un am-biente caratterizzato da un attraente e coin-volgente spirito di famiglia, da una forteesperienza spirituale e da una impegnativadimensione apostolica, ci sono stati eventiassai significativi, che ora vi comunico.

Innanzitutto sul tema della Strenna 2011si sono svolte al “Salesianum” di Roma leGiornate di Spiritualità, che hanno visto unagrande partecipazione dei diversi gruppidella Famiglia Salesiana. Fa piacere consta-tare come questo momento sia diventato unpotente coagulante dei diversi rami, facendocrescere l’identità, la comunione e la missio-ne dell’intera Famiglia di Don Bosco.

Dal 8 al 11 febbraio, insieme a donFrancesco Cereda e don Juan José Bartolo-mé, ho preso parte al Seminario teologico,organizzato dalla Unione dei Superiori Ge-nerali (USG) e dalla Unione Internazionaledelle Superiore Generali (UISG), sul tema“Teologia della vita consacrata. Identità e si-gnificatività della vita consacrata apostoli-ca”. Vi hanno partecipato 30 teologi/teolo-ghe di tutto il mondo e 20 Superiori/Supe-riore generali. Il tema era stato scelto dalledue Unioni dei Superiori e delle Superioreper individuare le questioni emergenti e vi-tali, che la vita consacrata apostolica sta spe-rimentando, favorendo una prospettiva didialogo tra le domande e le risposte, tra leattese e le proposte, tra le sfide e le vie per-corribili. Nella diversità dei linguaggi e deibisogni, due questioni sono parse immedia-tamente le più bisognose di essere appro-fondite e vissute; sono le due questioni chesono presenti nel titolo del Seminario: la si-gnificatività e l’identità.

La significatività della Vita Consacratapuò essere cercata soltanto nella sua rilevan-za evangelica ed è quindi da cercare nontanto nel recupero di spazi di visibilità e diprestigio nella società e/o nella Chiesa,quanto nella sua identità carismatica, evan-gelica e profetica: essere memoria viventedella forma di vita di Cristo, secondo il cari-sma di fondazione, avvolta nel Mistero diDio e impegnata ad illuminarlo in mezzo almondo, amato da Lui. L’identità della VitaConsacrata poi va compresa sempre più og-gi come una identità “relazionale” e “incammino”. Tale identità si fonda sulla co-mune consacrazione battesimale; in essa siriconosce una profonda fraternità con tuttele vocazioni cristiane; da essa, per dono diDio, trae la maggior grazia, tentando di ri-proporre ed attualizzare la stessa forma divita di Gesù. È un’identità “in cammino”proprio perché giocata su una dialettica fra

MMeessssaaggggiioo ddeell RReettttoorr MMaaggggiioorree

SSppiirriittuuaalliittàà ee MMiissssiioonneeddiisscceeppoollii eedd aappoossttoollii ddeell RRiissoorrttoo

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un riferimento che è sempre identico, la vitadi Gesù, e un altro che è sempre in cambia-mento, la situazione storica concreta.

Si sono svolte poi le prime tre “Visited’Insieme”: nella Regione Asia Sud a Banga-lore in India; nella Regione Asia Est edOceania a Hua Hin nella Tailandia; e nellaRegione America Cono Sud a Santiago delCile. Sono da sottolineare i temi scelti dalledue Regioni dell’Asia, riguardanti l’incultu-razione del carisma salesiano e l’evangelizza-zione nelle società postcristiane, cristiane eplurireligiose. Abbiamo vissuto infine que-sto periodo in solidarietà con il popolo giap-ponese, duramente provato da un terremotoe da uno tsunami devastanti che, soprattut-to dopo le gravi avarie in alcuni reattori diuna centrale nucleare, hanno terrorizzato ilmondo e hanno alzato la loro voce, chieden-do riflessione e ripensamento.

Questa mia nuova lettera, sempre in li-nea con il CG26, è in stretto collegamentocon le due ultime Strenne del 2010 e del2011 e in perfetta sintonia con il prossimoSinodo dei Vescovi, che ha come tema “Lanuova evangelizzazione per la trasmissionedella fede cristiana”. Si tratta di una rifles-sione sulla missionarietà della Chiesa e dellaCongregazione e, in particolare, della evan-gelizzazione come orizzonte della attività or-dinaria della Chiesa, dell’annuncio del Van-gelo “ad gentes”, e dell’opera di evangeliz-zazione “intra gentes”.

È ormai maturata la convinzione chetutto il mondo è diventato terra di missione.L’articolo 6 delle Costituzioni dice al riguar-do che “la vocazione salesiana ci situa nelcuore della Chiesa e ci pone interamente alservizio della sua missione”. Ciò per noi sitraduce nella missione d’essere evangelizza-tori dei giovani, nella cura per le vocazioniapostoliche, nell’educazione della fede negliambienti popolari, in particolare con la co-municazione sociale, e nell’annuncio delVangelo ai popoli che non lo conoscono. Miauguro che la lettura di questa mia comuni-cazione vi sproni ad essere gioiosi e convin-ti discepoli ed apostoli di Gesù.

2 Insieme

Pellegrinaggio dell’Urnadi Don Bosco 2009-2014

Roma, 4 Giugno 2011

Carissimo Sig. Ispettore,anzitutto siamo contenti di

condividere i saluti cordiali nel me-se del Sacro Cuore di Gesù conuna fervente preghiera per le vo-cazioni sacerdotali e religiose nellaFamiglia Salesiana.

Sono già passati due anni, daquando l’Urna di Don Bosco ha la-sciato Valdocco per un pellegrinag-gio mondiale voluto dal RettorMaggiore come preparazione al Bi-centenario della nascita di Don Bo-sco nel 2015. Finora l’Urna è pas-sata per tutte le quasi 40 Ispetto-rie di America, Asia e Oceania. At-traverso i mezzi di comunicazionesociale sia Salesiani, che ecclesia-stici o secolari abbiamo visto unagrande risonanza in tutti i paesi,dove l’Urna è passata.

Per raccogliere tutta la ricchez-za dell’evento ancora in corso, lapreghiamo di far arrivare alla CasaGeneralizia almeno due copie ditutti i materiali (DVD, Libri, Mani-festi, Articoli dei giornali o delle Ri-viste, Bollettino Salesiano) relativeal Pellegrinaggio dell’Urna nellasua Ispettoria.

Prima del CG27 pensiamo dipreparare una pubblicazione chepossa raccogliere… tutto.

Ti assicuriamo nostra preghieraper tua Ispettoria!In Don Bosco, fraternamente

P. Václav KlementConsigliere per le Missioni

Coordinatore del pellegrinaggio dell’Urna

P. Filiberto González PlasenciaConsigliere per la CS

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3Insieme

LLeetttteerraa ddeellll’’IIssppeettttoorree

PPrrooggeettttoo EEuurrooppaaCari Amici,un caro saluto in-nanzitutto nelcuore di questaestate in cui intutte le opere sa-lesiane fervono leattività giovanili enugoli di bambi-ni e di ragazzi af-follano i nostricortili e le nostre

sale. Quando rivediamo le “folle”, la “mas-sa” il nostro cuore salesiano palpita e imma-gino che molti di voi pregano in cuor loroche l’anno sociale prossimo porti una venta-ta e novità e ci regali la gioia di tanti bambi-ni e ragazzi che popolano i nostri ambienti,specialmente l’oratorio lungo tutto l’anno.Vi sono vicino condividendo questo deside-rio del comune cuore salesiano. Nei prossi-mi numeri intendo proporvi del materialeutile per approfondire la grande frontieradel Progetto Europa, augurandomi che pos-sa suscitare in tutti interesse, ma soprattuttoche orienti la nostra fedeltà.

11.. VViittaa SSaalleessiiaannaa nneellll’’EEuurrooppaa ddii ooggggii

L’intervento del Rettor Maggiore ha pre-so le mosse dalle parole di Benedetto XVI:“La vita consacrata non potrà mai mancarené morire nella Chiesa: fu voluta da Gesùstesso come porzione irremovibile della suaChiesa.” (Benedetto XVI ai Vescovi dellaConferenza episcopale regionale Sul 2 delBrasile in visita “ad limina”, OR sabato 6novembre 2010, p. 8).

Gli obiettivi che il Rettor Maggiore sipone sono i seguenti:

– fare il punto sul cammino di riflessio-ne che si sta portando avanti;– aiutare gli ispettori presenti a centrareil lavoro da farsi, identificando le sfideconcrete e segnalando le opzioni di go-verno da attivare;– utilizzare a tal proposito la riflessionedei Superiori Generali.

11..11..11.. AAssppeettttii ddeellllaa ““ccrriissii”” eeuurrooppeeaa cchhee ttoocc--ccaannoo llaa VVCC

«La situazione attuale della VC in Euro-pa non è da viversi in senso soltanto o so-prattutto negativo: può diventare addirittu-ra un’opportunità, un passaggio in cui quel-lo che muore deve morire perché nascaqualcosa di nuovo.

Nel nostro caso, una VC magari più po-vera e debole, meno visibile, ma più profeti-ca e più centrata sul suo essenziale che è lagloria di Dio e non la propria sopravviven-za, che è rappresentare Dio e non difenderele proprie opere; una VC meno clericale mapiù evangelica, più “leggera” e vicina allagente, più capace di leggere i bisogni del no-stro tempo e di intercettarne le domande edi dare, con la testimonianza della vita gio-iosamente e liberamente donata, rispostecon un linguaggio che tutti possano capire.

Riconoscere la debolezza e fragilità del-la VC può essere realmente un’esperienza digrazia e di rinascita della fede: dopo i “gior-ni dell’onnipotenza” e dell’onnipresenza (inumeri, il potere, le forze e le strutture deglianni ‘60, con cui spesso, anche inconsape-volmente, facciamo il paragone) non vengo-no necessariamente i giorni dell’impotenza edella scomparsa, ma i giorni del rinascimen-to più lucido della potenza di Dio che “aprestrade nuove al suo popolo nel deserto”, per-ché, come dice San Paolo “quando sono de-bole, è allora che sono forte”.

La crisi è un momento di purificazione,di chiamata alla conversione personale e isti-tuzionale: ci sta aiutando a riflettere e ad an-dare all’essenziale delle nostre vite; guardatacosì, è un tempo gravido di speranza.

La nostra rilettura e comprensione deltempo che stiamo vivendo e delle sue diffi-coltà chiede di avere sempre come sfondouna visione teologica che poggia sulla con-vinzione che Dio salva nella storia, il che cipermette di stare con gioia dentro il tempoche Dio ci ha dato e di amarlo, perché Diolo ama e ci ama» (ibidem, pag.4).

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Il Rettor Maggiore presenta alcuniaspetti della crisi:

– “Il primo e fondamentale aspetto del-la crisi europea ci supera largamente: è lamancanza di fede, il tentativo di esiliare Dio,di renderlo insignificante, di metterlo fuoricausa, fuori dalla vita delle persone e delleloro relazioni e, a maggior ragione, fuoridelle scelte politiche degli Stati” (ibidem,pag. 4).

– Un secondo aspetto: “Il mondo in co-stante cambiamento, in una società che nonoffre certezze, l’instabilità delle persone, con-seguenza di una certa immaturità psicologi-ca, e la difficoltà o l’incapacità spesso deigiovani di assumersi impegni definitivi, met-tono in crisi la proposta di un impegno persempre, così proprio della VC” (ibidem,pag. 5).

– Un terzo elemento: “La frammentazio-ne è un’altra caratteristica della vita dellepersone e della società europea attuale” (ibi-dem, pag. 5).

– Un quarto elemento: “La paura di ciòche è nuovo e sconosciuto, che si osserva nel-la società europea, sempre più popolata dapersone provenienti da contesti culturali di-versi, si percepisce anche nella VC. Non so-lo i nostri destinatari provengono da am-bienti multiculturali, ma anche i nuovi con-fratelli” (ibidem, pag. 5).

Secondo il Rettor Maggiore tali aspettimettono in difficoltà l’identità “profeticadella VC, la sua significatività nella “minori-tà” o “invisibilità” sociale. “Non conta infondo essere tanti o pochi, conta essere pie-namente e gioiosamente se stessi: trasmette-re ai fratelli l’esperienza quotidiana che fac-ciamo di Gesù Cristo, nostro unico Bene.Tornare a Gesù e alla sequela radicale diLui: questo è per noi l’essenziale! E, nondi-meno, essergli grati per il dono della VC etestimoniarlo con fierezza” (ibidem, pag. 5).

11..11..22.. SSffiiddee,, ppoossssiibbiilliittàà,, sseeggnnii ddii ssppeerraannzzaa

Don Chavez delinea successivamente leseguenti sfide:

– La sfida più grande che la VC deve af-frontare è se stessa, la fiducia nel Signore;

– la sfida del linguaggio, della capacità

di far comprendere la vita religiosa;– la difficoltà a riaffermare valori quali:

la definitività, la castità, l’obbedienza, ecc;– la testimonianza della comunione a

tutti i livelli;– la sfida della “declericalizzazione” del-

la VC in una Chiesa “che si presenta spessomolto clericale”(ibidem pag. 6);

– la sfida del voto di povertà, come stiledi vita, come situarci sulla frontiera dell’er-marginazione, come libertà di fronte allestrutture, pensare la nostra vita in un altromodo;

– l’uso adeguato delle nuove tecnologie;– la situazione “generazionale” della VC

in Europa: tanti anziani e pochi giovani (va-lorizzazione degli anziani, integrazione an-ziani e giovani, protagonismo dei giovani);

– l’attenzione speciale alla situazione deigiovani (dialogare con i giovani con i lorolinguaggi, sintonizzarsi).

11..11..33.. PPeerrccoorrssii eedd iimmppeeggnnii cchhee ddeerriivvaannooddaallllee ssffiiddee

a) Percorsi:– la ricerca di senso nei giovani;– la vita comunitaria;– la presenza solidale con gli emarginati;– la secolarizzazione come opportunità asaper camminare in umiltà accanto aglialtri;– l’ecumenismo e il dialogo interreligio-so.

b) Impegni:– costruire comunità dove si vive congioia il dono della fraternità;– offrire itinerari seri di cammino spiri-tuale;– recuperare la centralità della missione;– valorizzare l’esperienza della condivi-sione con i laici;– sostenere le nuove presenze apostoli-che;– vivere in profondità l’esperienza del-l’interculturalità;– l’accettazione della debolezza comeopportunità;– situarsi sulle frontiere geografiche;– discernimento e apertura a nuove for-me di vita religiosa e nuove comunità;

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– la presenza dei laici come richiesta diautenticità per i consacrati;– la speranza che viene dalle prospettivedi futuro.

11..11..44.. SSttrraatteeggiiee ddii ggoovveerrnnoo

Nell’ultima parte del suo intervento ilRettor Maggiore delinea alcune strategie digoverno, prima della quali sottolinea: “Nel-l’Europa è nata la VC e anche la vita salesia-na, e nell’Europa c’è il rischio che possa spa-rire, almeno nelle forme finora conosciute.La sua scomparsa metterebbe a rischio nonsoltanto tanti carismi, ma anche l’evangeliz-zazione. Resta nostra responsabilità davantia Dio e ai giovani fare tutto il possibile perassicurare il futuro alla VC e alla vita salesia-na in Europa.

Fare, se non tutto, il nostro meglio im-plica la conversione personale e comunita-ria, il ritorno alle radice della VC: Cristo,unico fondamento di essa. Il futuro della VCnon dipende tanto da una sua riorganizza-zione, pur necessaria, anche se profonda edolorosa, da una migliore utilizzazione dellerisorse, personali e finanziarie, da una ricol-locazione delle presenze, ma, primariamen-te e per sé, da una sincera e radicale ricerca

di Dio, da una conversione totale a Cristo”(Ibidem, pag. 9).

Le strategie di governo indicate sono leseguenti:

– La conversione del cuore del salesianodeve essere priorità del governo ordinario inCongregazione.

– L’ascolto delle vere necessità dei giova-ni è la norma e il cammino del discernimen-to che ci porterà a incontrare “quello chevuole Dio per le sue chiese”.

– La comunità locale, guidata ed anima-ta dalla comunità ispettoriale, esamina la va-lidità carismatica della presenza nel territo-rio. La comunità ispettoriale, che ha stabili-to i criteri comuni di ricerca, studia la map-pa delle opere e decide come situarsi nel ter-ritorio.

– Nucleo animatore del processo è la co-munità dei consacrati, unitamente alla re-sponsabilità dei laici.

– Le ispettorie dall’interno in primo luo-go devono programmare la loro rinascita.

Rinnovo il mio augurio per una estateserena ed un meritato periodo di distensio-ne e di riposo. Con affetto,

Presentato il nuovo Statuto della ConfederazioneMondiale Exallievi/e di Don Bosco

Il Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez, con una letteradatata 24 giugno, ha consegnato ufficialmente ai membridella Confederazione Mondiale degli Exallievi di Don Bosco illoro nuovo Statuto. Nel presentare il documento, frutto diun lungo cammino e approvato “ad experimentum”, il IXSuccessore di Don Bosco esorta gli Exallievi/e ad un mag-

giore impegno nella società, nella Chiesa e nella Famiglia Salesiana.Nel giorno dell’onomastico di Don Bosco e Festa del Rettor Maggiore si è

concluso ufficialmente il lungo cammino di revisione dello Statuto della Con-federazione Mondiale Exallievi/e di Don Bosco che quest’anno celebra il cen-tenario della sua fondazione; “una coincidenza provvidenziale ed assai signifi-cativa”, ha sottolineato lo stesso Don Chávez nella sua lettera.

Il Presidente Mondiale, dr. Francesco Muceo, ed il Delegato Confederale,don Josè Pastror Ramírez hanno appreso con grande soddisfazione la notiziamentre si trovano impegnati in visita di animazione, rispettivamente, in Spa-gna, a La Coruna, e nella Repubblica Dominicana nel contesto dei preparatividel Congresso latino Americano del 2013.

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6 Insieme

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Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalan-cate le porte a Cristo! Queste parole sono ri-volte principalmente ai giovani che, preoc-cupati della vita e dei problemi che si pon-gono dinnanzi al loro cammino.

La grandezza di Giovanni Paolo II è sta-ta quella di ribaltare una tendenza che sem-brava irreversibile ponendo i veri valori del-l’uomo alla caducità di quelli illu-sori. “…ha aperto a Cristo – ha af-fermato Benedetto XVI – la socie-tà, la cultura, i sistemi politici edeconomici”.

Il Papa, con la forza che gli ve-niva da Dio, ha saputo trasmettere,ai giovani, illusi o disillusi dalla vi-ta, ai giovani che erano etichettaticome indifferenti, egoisti e sen-z’anima, il messaggio evangeliconon solo a parole ma nei fatti. I se-veri moniti paterni, i suoi tenerisorrisi, i dolci sguardi, i caldi ab-bracci sono riusciti a fare innamo-rare della vita schiere di giovani.Assumendo ciascuno le proprie re-sponsabilità, le debolezze, la soffe-renza, il dolore, diventano la forzapreponderante per accettare la vita

con tutti i suoi ri-svolti apparente-mente negativi.Con la forza del

Vangelo, Giovanni Paolo II ha saputo tra-smette un forte e inossidabile sentimento difiducia dando risposte alle loro inquietudi-ni.

Per i giovani, la figura del Papa era unfamiliare, il “nonno” per i più giovani, checon amore, passione e pazienza ha insegna-to i veri valori e il segreto del vivere bene.

êè Piazza San Pietroper la Beatificazione di

Giovanni Paolo II.(Foto: avveniredicalabria.it).

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Anche se po-teva sembra-re scomodo,

contro corrente e non in linea con le modedei tempi moderni, i giovani hanno capitoche il suo insegnamento era l’unica stradache porta alla felicità.

“È Gesù che sogni, quando sogni la feli-cità” e questo i giovani l’hanno capito contutte le fatiche annesse nell’abbandonarsi fi-duciosi nelle braccia di Gesù.

Giovanni Paolo II ha avuto una certez-za: la Chiesa ha bisogno dei giovani e i gio-vani hanno bisogno di Cristo. Ha profuso leproprie energie condannando atteggiamentie modi che minacciano il mondo giovanile.Li ha messi in guardia dai pericoli più sub-doli di una modernità che sradica i valori eil senso della vita.

L’amore, il rispetto, la sua dottrina e il

suo volto sorridente rimarranno sempre intutti noi per la preziosa esperienza di fede ri-cevuta.

“Giovanni Paolo II è stato per molti dinoi uno di famiglia. Con il ministero dellagioventù – ha ricordato il ministro alle poli-

tiche giovanili, Giorgia Melo-ni – è stato il Papa dei giovanie ha creduto nelle giovani ge-nerazioni, lanciando messag-gi, indipendentemente da chifosse o meno credente, digrande coraggio. Basti pensa-re al famoso motto “Non ab-biate paura” con il quale esor-tava i ragazzi. Questo è statoun grande insegnamento permolti della mia generazione”.

ç Il Papa e i giovani.

ê Francesca M. in braccio al Papa.(Foto: © L’Osservatore Romano)

é 1 maggio 2011: GiovanniPaolo II è beato.

(Foto: liberamente-enna.it)

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Insieme

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CCoommmmiissssiioonnee rreeggiioonnaallee ddiiffoorrmmaazziioonnee ee PPrrooggeettttoo EEuurrooppaa

Dall’8 al 12 maggio 2011 si è svolta aSanteramo in Colle (BA) l’incontro annualedella CRF, con un programma serrato di ar-gomenti da affrontare. Di essa fanno parte iVicari Ispettoriali d’Italia con la presenzadell’Ispettore della ICC e di un confratellodel dicastero della formazione.

Gli argomenti affrontati sono stati i se-guenti:

- ACG 410, Fedeltà vocazionale;- Dati statistici della Congregazione;- Ascolto del quinquennio;- Programmazione quinquennio;- Maturazione all’affettività;- Iniziative reg. di form. permanente;- Verso il 2015;- Programmazione CRF 2011-2012.

Il lavoro è stato molto intenso e costrut-tivo e la ricerca di un processo di formazio-ne a partire dalle realtà in questione ci haimpegnato molto.

In particolare si è accolta la proposta del-la CISI di programmare un Piano formativounitario per tutta l’Italia per i prossimi treanni in preparazione al bicentenario dellanascita di Don Bosco.

Molteplici sono stati gli elementi emersiriguardo ai vari argomenti, dei quali si è pro-grammata una ricaduta nelle singole Ispet-torie.

PPrrooggeettttoo EEuurrooppaa

Dal 13 al 15 maggio si è svolta la primaassemblea dei Referenti Ispettoriali del Pro-getto Europa, provenienti da tutte le Ispet-torie europee.

Nonostante la difficoltà della lingua e la

fatica della traduzione simultanea è stato unincontro di conoscenza, di informazione e dicomunicazione molto interessante e fruttuo-so.

Sono stati presentati gli interventi cheogni Ispettoria d’Europa ha attuato in ordi-ne alle indicazioni date dal Rettor Maggioreed il suo Consiglio per gli anni 2009-2010 eper gli anni 2011-2012.

Da parte nostra sono stati comunicati gliinterventi che il Consiglio Ispettoriale hafatto, a partire dal Capitolo Ispettoriale adoggi.

IInntteerrvveennttii aattttuuaattii ddeell PPrrooggeettttoo EEuurrooppaa22000099--22001100

1. È stato nominato il referente per ilProgetto Europa nella persona del VicarioIspettoriale.

2. Il PE è stato presentato con interessein una seduta straordinaria del ConsiglioIspettoriale e in un incontro dei Direttori.

3. L’Ispettore lo ha presentato a tutti iconfratelli in diverse lettere circolari e nellavisita alle Comunità.

4. Anche ai laici è stato presentato in di-verse circostanze.

5. Il Capitolo Ispettoriale ha elaborato lelinee operative del CG26, come parte inte-grante del Poi, alcune di esse sono collegatecon il PE.

6. Sono stati realizzati interventi concre-ti di ridimensionamento: chiusura di due co-munità, ricollocazione di due Opere, ridu-zione di alcuni fronti, affidamento laicale disettori di Opere.

7. È stato costituito un gruppo ristrettodel Consiglio Ispettoriale per la definizionedi proposte e percorsi di ridimensionamen-to per i prossimi tre anni.

8. Sono state attivate linee di azione con-crete per promuovere una rinnovata sensibi-lità e cultura vocazionale ed una cura specia-le dei percorsi di animazione vocazionale.

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comunità ha fat-to in ordine agliobbiettivi che cisi era ripropostoin ordine all’animazione voca-zionale. Sono emersi luci edombre. Comunque è stato unaforte presa di coscienza sul-l’impegno che ognuno deveavere lungo il cammino del-l’anno per rendere ogni attivitàluogo educativo ed accompa-gnamento personalizzato deinostri ragazzi.

Giorno 1 giugno si è svolta la gior-nata di verifica Ispettoriale.

Al mattino con i Direttori sulla vitadelle Comunità seguendo la sintesi del-le risposte, inviate da tutti i Direttoridelle Case, fatta dall’Ispettore. È risul-tata una panoramica realistica della vi-talità delle nostre comunità, ma anchedella fatica che ogni comunità fa nelseguire il cammino formativo propostodall’Ispettoria.

Nel pomeriggio con i Direttori ed iResponsabili degli Oratori e degli Ani-matori delle scuole si è affrontata la ve-rifica del cammino pastorale che ogni

9Insieme

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VVeerriiffiiccaa IIssppeettttoorriiaallee

una nuova organizzazione dell’Opera S.Chiara, con riferimento ai bambini delle fa-miglie degli immigrati e alle minoranze etni-che.

4. L’Ispettoria Sicula ha iniziato un pro-gramma di collaborazione con l’Ispettoriaindiana di Guwahti, accogliendo giovaniconfratelli per il tirocinio pratico e per glistudi di teologia al S. Tommaso di Messina.

5. Nell’ambito del Consiglio Ispettorialeè in atto un discernimento circa un progettoda realizzarsi a Taormina per crearvi un cen-tro di accoglienza dei giovani dell’Europa.

IInntteerrvveennttii iinn aattttuuaazziioonnee ddeell PPrrooggeettttoo EEuurroo--ppaa 22001111–– 22001122

1. È stato realizzato un nuovo progettooratorio a livello ispettoriale per promuove-re un progetto oratorio a livello locale, ovel’evangelizzazione, il primo annuncio e lacatechesi rinnovata sono considerati il cuoredel processo educativo.

2. Continua l’accompagnamento e laformazione permanente dei laici ai quali èstato affidato l’animazione di un Oratorio,in cinque nostre opere.

3. È in corso un processo per definire

Verifica Ispettoriale:é il gruppo scuola;

ç il gruppo dei parroci.

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EEPPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee

DDiiaarriioo ddii BBoorrddoo ddeellllaa PPGGRiprendiamo il resoconto delle attività e

degli itinerari di Pastorale Giovanile dellanostra ispettoria. Dopo il grande “movi-mento” di esercizi, incontri, riunioni tenutiin quaresima, nei due mesi conclusivi deipercorsi ispettoriali abbiamo dedicato mol-to tempo alla verifica di tutto il percorso diPastorale Giovanile cercando di individuarele difficoltà, i problemi riscontrati e le posi-tività del lavoro realizzato. Tutti i dati chesono emersi nella fase della verifica sono sta-ti preziosi per avviare la programmazionedel nuovo anno.

Sabato 7 e domenica 8 maggio si è rea-lizzato l’ultimo incontro del percorso di ffoorr--mmaazziioonnee ppeerr ffiiddaannzzaattii realizzato al Tabor edella SSccuuoollaa ddii MMoonnddiiaalliittàà realizzato dalVIS. Percorsi che hanno coinvolto giovanidai 18 anni in su accompagnandoli nel cam-mino di formazione umana, cristiana e sale-siana.

Lunedì 9 maggio a San Cataldo si è rea-lizzato l’incontro degli IInnccaarriiccaattii ddii OOrraattoo--rriioo sul tema del progetto Oratorio. Tale pro-getto prevede un biennio durante il qualeciascun Oratorio è chiamato a riflettere, ve-rificare, progettare il futuro del proprio ora-torio riferendosi al Progetto Oratorio Ispet-toriale che il consiglio ispettoriale e l’équipedella Missione Salesiana hanno realizzato.

L’incontro si è concluso con la presentazio-ne della programmazione estiva.

Venerdì 13 maggio presso le Ciminieredi Catania è stata inaugurata la MMoossttrraa ssuull--llaa BBiiooddiivveerrssiittàà realizzata dal VIS. La mo-stra, aperta a ragazzi e giovani, vuole educa-re al rispetto dell’ambiente, alla conoscenzae alla protezione della biodiversità. La mo-stra, conclusasi il 25 giugno, ha permesso amigliaia di visitatori di riflettere e maturareil tema della sostenibilità ambientale.

Sabato 14 e domenica 15 maggio si èrealizzato al Tabor l’ultimo incontro del GGRRAADDOO, percorso di formazione per adole-scenti sensibili alla maturazione nella fede ealla apertura vocazionale. I trenta gli adole-scenti che hanno percorso questo itinerarioannuale vivranno, durante ’estate, un ulte-riore tempo di maturazione attraversol’esperienza del volontariato e del servizioagli altri.

Dal 10 al 22 maggio nelle 5 zone pasto-rali (Centro Sicilia, Palermo, Catania, Messi-na, Ragusa) ci sono state le ccoonnssuullttee zzoonnaalliiddeell MMoovviimmeennttoo GGiioovvaanniillee SSaalleessiiaannoo. Gliincaricati di oratorio (SDB ed FMA) e alcu-ni giovani dei vari oratori si sono incontratiper verificare le attività zonali programmatedurante l’inverno e per riflettere sulla pro-posta educativo-pastorale dell’estate.

Dal 20 al 22 maggio e dal 26 al 29 mag-gio a Kastalia si sono svolte le PPGGSSiiaaddii peril settore mini, propaganda, adolescenti, gio-vani e giovani adulti. All’interno di questatre giorni circa 1600 ragazzi e giovani hannopraticato attività sportive, ricreative e for-mative. Novità dell’anno è stato il percorsodi formazione realizzato intorno al tema“Non abbiate paura” di Giovanni Paolo II.L’incontro formativo per i più grandi è con-sistito in un incontro di gruppo, per i piùpiccoli (scuola elementare e media) in un in-contro-spettacolo di formazione.

Lunedì 30 maggio ll’’ééqquuiippee ddeellllaa MMiiss--

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ssiioonnee SSaalleessiiaannaa (SDB) si è incontrata conl’équipe di Pastorale Giovanile delle FMAper fare la verifica dell’anno e programmareil nuovo anno pastorale definendo sia il te-ma formativo che il calendario. Il frutto diquesto incontro è stato poi studiato e appro-vato dai consigli ispettoriali congiunti (SDB-FMA) il 3 giugno.

Mercoledì 1 giugno si è tenuta a Zaffera-na la vveerriiffiiccaa ddii PPGG.. TTuuttttii ggllii ooppeerraattoorrii((SSDDBB ee llaaiiccii)) ddeeggllii OOrraattoorrii,, ddeellllee SSccuuoollee,,ddeellllaa FFoorrmmaazziioonnee PPrrooffeessssiioonnaallee ee ddeelllleePPaarrrroocccchhiiee si sono ritrovati per verificare iltema formativo e i principali interventi edu-cativi realizzati attorno al tema vocazionale“Venite e Vedrete”. Dopo una introduzionegenerale dell’ispettore e del delegato di PG,i 4 settori si sono incontrati per individuarele difficoltà emerse e le prospettive possibiliper promuovere anche nel prossimo anno,la maturazione e la diffusione della culturavocazionale in tutte le opere.

Dal 13 al 15 giugno un centinaio di ra-gazzi/e della scuola media hanno vissutol’esperienza del ccaammppoo rraaggaazzzzii intorno al te-ma eucaristico e vocazionale suggerito dalCongresso Eucaristico. Attraverso video, la-vori di gruppo, dinamiche ludiche, giochi,celebrazioni i partecipanti hanno sviluppatola dimensione eucaristica della propria fedee della propria vita. Non sono mancati mo-menti di fraternità, giochi, bagni in piscina etanti altri divertimenti.

Sabato 18 giugno a Catania i giovani del-la ccoonnssuullttaa rreeggiioonnaallee MMGGSS si sono ritrovati

per verificare il pacchetto di PG annuale,per organizzare alcuni momenti dell’estate eper definire la programmazione del nuovoanno.

Domenica 19 giugno i 240 partecipantialla GGiioorrnnaattaa MMoonnddiiaallee ddeellllaa GGiioovveennttùù sisono incontrati a Catania Cibali per prepa-rarsi all’incontro che si terrà a Madrid dal 14al 22 agosto. L’incontro è servito per riflette-re sul tema della GMG “Radicati e fondatiin Cristo, saldi nella fede”; ciò è stato possi-bile attraverso una riflessione assembleare,alcuni laboratori di approfondimento e unacondivisione in gruppo. Dopo il pranzo e unmomento di fraternità sono state presentatealcune indicazioni pratiche e organizzative eil tutto si è concluso con la cele-brazione eucaristica e il mandato.

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é Zafferana 1 giugno - Verifica di PG. A sin. Don G. Mazzali e Don M. Mazzeo.

ê GMG - Foto partenti.

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EE PPrroossssiimmii aappppuunnttaammeennttii

Sul sito www.mgssicilia.it, sul manifestoe sul libretto delle attività estive distribuitiin tutte le opere salesiane troverete le molte-plici iniziative, eventi, itinerari, campi che lanostra ispettoria realizzerà in estate. A se-guire una descrizione sintetica.

CCaammppii PPrreeaaddoolleesscceennttii

MGS Ragazzi (V elem. – II media): 13-15 giugno; PGS Mini e propaganda: 8-14 lu-glio; PGS Under 14, Under 16: 15-21 luglio;MGS Leaders (II – III media): 9-11 settem-bre.

CCaammppii AAddoolleesscceennttii

PGS Under 14, Under 16: 15-21 luglio;MGS PA Missione Speranza/Sampolo -Campo lavoro e animazione: 2-12 agosto;

MGS PA S. Chiara – Campo lavoro e anima-zione: 2-12 agosto; MGS Animatori bien-nio–triennio: 25-28 agosto.

CCaammppii GGiioovvaannii –– EEdduuccaattoorrii –– FFSS

MGS CT Librino – Animazione: 9 giu-gno-5 agosto; CGS Animatori e tecnici: 16-19 giugno; MGS PA S. Chiara – animazione:luglio; PGS Alleducatori e tecnici: 22-30 lu-glio; ASC Esercizi Spirituali Cooperatori:29-31 luglio; MGS PA Missione Speran-za/Sampolo – campo lavoro e animazione:2-12 agosto; MGS PA S. Chiara – campo la-voro e animazione: 2-12 agosto; ASC Fami-glie Don Bosco: 18-21 agosto; VIS Settima-na di Educazione alla Mondialità: 20-27agosto; VIS Harambée missionario Torino:24-25 settembre.

DDoonn MMaarrcceelllloo MMaazzzzeeoo

All’inizio di que-sto anno pastorale, insede di programma-zione ispettoriale, cieravamo prefissati, tragli interventi e i mo-menti principali dianimazione vocazio-nale, quello dell’appli-cazione ed animazionedegli itinerari GR (GRLeader, GR Ado, GRDiscernimento e GRScelta) secondo il te-

sto “…Darei la vita” (progetto di AV dellaRegione Italia - Medio Oriente). È un cam-mino che la nostra ispettoria sta perseguendogradualmente con più consapevolezza ve-dendo in questo progetto una risposta con-creta al CG26 sul tema della “Convocazio-ne” che ci spinge a sviluppare la dimensionevocazionale della Pastorale Giovanile. In

AAnniimmaazziioonnee VVooccaazziioonnaallee

IIttiinneerraarrii GGRR:: llaa ssttrraaddaa ddaappeerrsseegguuiirree sseemmpprree ppiiùù!!

questo modo si rende più attivo quel proces-so di cultura vocazionale tanto auspicato dalRettor Maggiore, Don Chàvez.

Un confratello, dopo aver letto il testo“…Darei la vita” , ha affermato: «Se portere-te avanti con entusiasmo e costanza questoprogetto ci saranno buone speranze per levocazioni!». È un’affermazione molto inco-raggiante e soprattutto carica di fiducia.

Volendo fare una sintesi dei GR possia-mo affermare innanzitutto che quest’anno,rispetto all’anno scorso, c’è stata più ocula-tezza nell’indirizzare i nostri destinatari inquesti percorsi vocazionali che, ricordiamo,hanno come scopo quello di condurre i ra-gazzi e i giovani a confrontarsi gradualmentecon la vita consacrata salesiana. Questo datoche abbiamo riscontrato è molto positivo inquanto l’esistenza di questi GR Ispettorialipermette a ciascun salesiano o laico impegna-to di recuperare il proprio ruolo di esperto didinamiche interiori della vita spirituale dei

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EEgiovani e di recuperare il ruolo centrale dichiamante che mostra i segni del dono diDio, indicando la meta del cammino che igiovani stanno compiendo. Questo compito,come tutti sappiamo, è stato tra i più graditia Don Bosco, che si è sempre prodigato perdonare alla Chiesa quei cristiani che il Signo-re ha scelto per sé e per un servizio radicaleal suo Regno.

Un altro aspetto importante che vorrem-mo sottolineare è quello del riconoscimentoda parte dei destinatari di questi itinerari, so-prattutto quelli del GR Discerni-mento/Scel-ta, che presentano una proposta vocazionalechiara, concreta e completa (il marchio GR,infatti, sta ad indicare Gruppo Ricerca).Questo aspetto di notevole importanza è, peri ragazzi e i giovani, garanzia di continuità edi coerenza del cammino.

Per concludere, un ultimo dato che ab-biamo notato è la quantità e la regolarità deipartecipanti ai GR; al GR Leader per esem-pio hanno partecipato ordinariamente circa40 tra ragazzi e ragazze; al GR Ado Orato-rio/Parrocchia e Scuola/FP sono stati unatrentina tra maschi e femmine; al GR Discer-nimento hanno partecipato 8 giovani e, infi-ne, al GR Scelta 6 giovani.

La tappa fondamentale dell’anno dei GRè stata quella degli Esercizi Spirituali. È iltempo in cui si invitano i ragazzi e i giovani

ad affidarsi al Signore attraverso l’ascoltodella sua Parola; all’incontro con Lui attra-verso i sacramenti, nella preghiera personalee comunitaria, luogo per incontrare, amare,crescere nell’amicizia con Gesù, luce percomprendere la propria vocazione; a farprendere consapevolezza che ogni uomo èchiamato a dar senso alla propria vita; a farcomprendere loro che nella Chiesa vi sonodiverse chiamate attraverso le quali è possibi-le dire “sì” al Signore. Durante gli EserciziSpirituali si ha più tempo anche per dialoga-re e per fare un bilancio del proprio cammi-no di fede, della propria vita quotidiana, deipropri sogni e desideri, degli sbagli e delleconquiste per cercare di cogliere, dietro que-sti momenti, il progetto di Dio sulla propriavita. Tutti i partecipanti ai vari turni di Eser-cizi, divisi per fascia d’età, hanno vissuto in-tensamente questo tempo di grazia.

Ebbene, tutto ciò ci convince a dire cheoccorre dare maggiore impulso a questi itine-rari GR… avere anche più coraggio nel farela proposta ai nostri adolescenti e giovani edinvitarli a prendere sul serio la loro vita cri-stiana, mettendola a servizio degli altri.

Siamo ormai alla conclusione di questoanno pastorale tutto “vocazionale” e possia-mo quindi affermare che la strada da perse-guire è proprio questa!

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

AAnniimmaazziioonnee MMiissssiioonnaarriiaa

SSccuuoollaa ddii MMoonnddiiaalliittàà......uunnoo ssgguuaarrddoo ssuull mmoonnddoo!!

Il titolo “Scuola di Mondialità… uno sguardo sul mondo” non è solo un bel slogan! La Scuola di Mondialità (SdM) promossa dall’AMVIS Sicilia è una proposta formativa

prevalentemente rivolta ai giovani, agli insegnanti ed educatori della nostra ispettoria, ma an-che agli operatori del Terzo Settore che desiderano confrontarsi e riflettere su tematichemondiali (la cooperazione e il volontariato internazionale, l’intercultura, i diritti umani, ilconsumo critico, la biodiversità, la finanza etica, ecc.) per allargare i propri orizzonti gettan-do uno sguardo sulle differenze e sulle sofferenze del mondo e dei fratelli che lo popolano.

Quest’anno, per i quattro incontri della SdM, abbiamo fatto la scelta del percorso relati-vo allo Sviluppo e Sostenibilità, sottolineando alcuni aspetti importanti legati a questo grandetema: l’equità sociale, i progetti di sviluppo, lo sviluppo economico e il rispetto dell’ambien-te. Sono intervenuti alcuni relatori esperti del settore: Luca Cristaldi (direttore della rivista

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EE “Un Mondo Possibile”), Gianluca Antonel-li (direttore generale del VIS), EmanuelaChiang (ufficio progetti VIS), Mons. FrancoMontenegro (arcivescovo della diocesi diAgrigento).

I nostri esperti, molto apprezzati dai nu-merosi partecipanti alla SdM, ci hanno aiu-tati ad apprendere nuovi contenuti e soprat-tutto a formarci una mentalità più apertaper poter essere capaci di leggere e interpre-tare “questo mondo che cambia” con il cuoree gli occhi rivolti ai più poveri.

Inoltre, la SdM ha preparato in partico-lare dieci giovani che andranno a viverel’esperienza estiva in Madagascar, dal 26 lu-glio al 22 agosto, a stretto contatto con i no-stri salesiani missionari siciliani. L’esperien-za estiva viene proposta non soltanto per co-noscere una cultura diversa ma anche per vi-

verla come maturazione della fede cristiana.Infatti, l’esperienza di un gruppo di giovaniche per un mese si recano in un paese in viadi sviluppo, appoggiandosi alle strutturedella missione, trova la sua giusta inquadra-tura solo se viene considerata un momentoforte di formazione: un modo moderno difare gli “esercizi spirituali” per mettere que-sti giovani nella possibilità di fare scelte de-

terminanti nella progettazione globale dellaloro vita. Per di più, in questo periodo, ci siimmerge totalmente in un progetto a favoredi altri dimenticando se stessi e vivendo inun ambiente “al limite” difficilmente speri-mentabile nella nostra cultura.

Oltre a ciò, la SdM offre diverse oppor-tunità di esperienze formative durante il pe-riodo estivo per i giovani che non andrannoall’estero: la Settimana di Educazione allaMondialità in Calabria (Soverato e Locride)dal 20 al 27 agosto; sarà un’esperienza di ap-profondimento sulla cooperazione allo svi-luppo ed in particolar modo sul tema delVolontariato e della cittadinanza attiva. Ven-gono proposti anche i Campi di Lavoro a Pa-lermo (Santa Chiara) e Catania (Librino). ASanta Chiara, dal 2 al 12 agosto, i giovani sa-ranno coinvolti a vivere una forte esperienza

di vita comunitaria, di servi-zio (a bambini, adolescenti egiovani extracomunitari), diformazione e di preghiera. AlLibrino, con le Figlie di Ma-ria Ausiliatrice, i giovani vi-vranno un’esperienza di cre-scita nella fede, di solidarietàe di comunità cristiana in mis-sione (per questo campo ven-gono proposte due periodi:dal 3 al 16 luglio e dal 19 lu-glio al 5 agosto).

Infine, la SdM proponel’Harambèe Missionario a To-rino dal 24 al 25 settembre.Attorno al Rettor Maggioredei Salesiani, Don PascualChávez Villanueva, si raccol-gono dall’Italia e dall’Europacoloro che credono e lavora-no per l’Animazione Missio-

naria Salesiana o che hanno fatto esperienzeestive nei Paesi poveri o i giovani del Movi-mento Giovanile Salesiano che hanno ani-mato gli Oratori e i Campi estivi.

Anche quest’anno la SdM si è rivelata unottimo strumento di animazione e soprattut-to di formazione per i giovani della nostraispettoria. Auspico che tanti altri giovanisensibili ai temi della mondialità e del volon-

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VVIISS SSiicciilliiaa -- MMoossttrraa BBiiooddiivveerrssiittàà aa CCaattaanniiaa

VViiaaggggiioo nneellllaa ffoorreessttaa aammaazzzzoonniiccaa Si è conclusa il 25 giugno 2011 la mostra

sul “Senso della Biodiversità” che esponeva,attraverso un percorso sensoriale, la meravi-glia della foresta amazzonica: i suoi odori,suoni e colori sono stati vissuti al complesso“Le Ciminiere” di Catania dal 13 maggio al25 giugno 2011.

La mostra è stata promossa dalla Provin-cia Regionale di Catania e dal VIS - Volonta-riato Internazionale per lo Sviluppo, organiz-zazione non governativa senza scopo di lu-cro che si occupa di solidarietà e coopera-zione internazionale ed opera a favore dei

giovani più svantaggiati che vivono nel Suddel Mondo. La mostra ha ottenuto anchel’adesione del Presidente della Repubblica.

L’esposizione era inserita in un più am-pio progetto svolto in collaborazione conADP - Amici dei Popoli e Prometeo Bio s.c.,in partenariato con il Centro interdiparti-mentale di ricerca e servizi sui diritti dellapersona e dei popoli di Padova e con il con-tributo del Ministero degli Affari Esteri -DGCS per il 2010, proclamato dall’ONU“Anno della Biodiversità”.

tariato possano avere la possibilità diconfrontarsi e formarsi una coscienzacritica. È la coscienza degli uomini a fa-re la storia, la qual coscienza si esprimea seconda del grado di sensibilità civile,morale e spirituale dell’individuo. Se lacoscienza degli uomini fosse più sensi-bile, più giusta, più onesta, più rispet-tosa dell’altro nessuno si esprimerebbein modo negativo, lesivo, distruttivonei confronti del prossimo: nella frater-na condivisione e collaborazione si rea-lizzerebbe un mondo migliore, senzapiù violenze o ingiustizie né sull’uomo,né sull’animale, né sulla natura. A nul-la serve cambiare i sistemi, i meccani-smi politici, economici, culturali se pri-ma non cambia la coscienza di coloroche li gestiscono. Nessuna formula,nessun ideale potrà mai risolvere i pro-blemi fondamentali dell’uomo se primanon cambia il cuore della gente.

Educare le nuove generazioni allagiustizia, alla rettitudine, alla tolleran-za, all’altruismo, alla dignità, alla frater-na collaborazione; sensibilizzare l’ani-mo umano alla bontà, alla compassione, alla condivisione, alla valorizzazione delle differen-ze formali e sostanziali, al rispetto e alla salvaguardia della biodiversità… ebbene, tutto que-sto è stato e sarà sempre l’obiettivo prioritario della Scuola di Mondialità!

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

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sano vivere graziealla valorizzazionedelle risorse prove-nienti dalla foresta, con la trasformazionedei suoi prodotti e il loro commercio attra-verso le Botteghe del Mondo.

I visitatori, una volta entrati nell’areaespositiva, ricevevano un passaporto con ilquale iniziavano il viaggio verso l’Amazzo-nia, passando attraverso una caotica città la-tino-americana. Una volta arrivati nel cuoredella foresta, entravano in contatto con gliAchuar, una popolazione indigena che vivein armonia con la natura, scoprendo qual èla loro vita quotidiana e il loro stretto rap-porto con la foresta. Si andava poi alla sco-perta della foresta e degli animali che la po-polano, toccando con mano anche i rischiche corre questo enorme patrimonio di bio-diversità. Infine sono stati mostrati i prodot-ti che le popolazioni indigene commercializ-zano contribuendo così allo sviluppo soste-nibile dell’area.

I numerosi ragazzi e giovani che hanno“viaggiato” all’interno della foresta, hannoapprezzato la bellezza e l’utilità del percor-so. L’impegno per tutti è quello di salvare laBiodiversità esistente nel nostro pianeta.Adoperarsi in difesa dell’ambiente e dellaBiodiversità è un diritto e un dovere diognuno di noi!

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

La tappa catanese, l’ultima di un itinera-rio che ha coinvolto le città di Roma, Pado-va, Bologna, ha avuto non poco successo: ol-tre duemila i visitatori!

L’elemento che caratterizzava la mostraera il percorso sensoriale-cognitivo che face-va per sperimentare “dal vivo” la natura del-la foresta amazzonica, e gli stili di vita deipopoli che vi abitano.

Il percorso, infatti, prevedeva un viaggioche, attraverso diverse sale e varie temati-che, permetteva a grandi e piccini di cono-scere l’importanza della biodiversità non so-lo come valore naturalistico in sé ma anchecome risorsa per favorire la vita delle popo-lazioni locali. In particolare ha evidenziatocome alcuni popoli di Ecuador e Perù pos-

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é Il Presidente dellaProvincia G. Castiglione

inaugura la mostra.

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Si sono svolte al Villaggio Kastalia di Ra-gusa dal 20 al 22 maggio per le categorie Mi-ni, Propaganda e Scolastiche, e dal 26 al 29maggio per le categorie giovanili e libera, lePigiessiadi edizione 2011.

Il logo delle giornate è stato dedicato al-l’Italia che celebra il 150° della sua unità na-zionale. Il tema educativo scelto dall’equipeorganizzatrice ha avuto come slogan: “Nonabbiate paura!”. Esso riprende la forte sol-lecitazione alla fede di Giovanni Paolo II,proclamato beato lo scorso 1° Maggio. Co-me Don Bosco, padre e maestro dei giovani,Karol, l’amico del giovani, ci invita ad apri-re il cuore a Cristo: è Lui la nostra forza!

I delegati della pastorale giovanile e i re-ferenti dei salesiani e delle FMA di Sicilia,con la partecipazione di alcuni giovani delMovimento giovanile salesiano, hanno coin-volto tutti i gruppi sportivi in un break for-mativo, per riflettere dinamicamente su que-sta tematica.

Gli incontri, della durata massima di

AAssssoocciiaazziioonnii

PPiiggiieessssiiaaddii 22001111trenta minuti, sono stati tenuti nelle diversesale del villaggio, secondo un calendariopreparato dagli organizzatori.

Possiamo ben dire che le Giornate dellepigiessiadi 2001, sono state intense e strut-turate non soltanto con gare nelle diverse di-

scipline del basket, calcio a cinque, volleyma anche con momenti di incontro, festa,animazione e formazione.

SSaacc.. EEddooaarrddoo CCuuttuullii

CCoommuunniiccaazziioonnee SSoocciiaallee

IInnccoonnttrroo DDeelleeggaattii CCSS ee RReeffeerreennttii PPEE

L’incontro dei Delegati per laComunicazione Sociale e dei Refe-renti per il Progetto Europa, svolto-si a Genzano di Roma dal 12 al 15maggio, si è sviluppato su due bina-ri tematici: il Sistema Salesiano diComunicazione Sociale (SSCS) e ilProgetto Europa (PE). A conclusio-ne il Consigliere per la Comunica-zione Sociale, don Filiberto Gonzá-lez, ha inviato una lettera agli Ispet-tori d’Europa per sollecitare la so-cializzazione dei contenuti sviluppa-ti e l’applicazione di alcuni impegni operativi assunti dai partecipanti. [...]

La casa per ferie dell’Istituto salesiano “San Luigi Versiglia” di Genza-no ha accolto i circa 40 partecipanti, salesiani e laici, provenienti da quasi tutte le Ispettorie

é Roma-Genzano:Foto di gruppo.

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4455aa GGiioorrnnaattaa MMoonnddiiaallee ddii CCSS

del vecchio continente. A guidare ed anima-re l’incontro il Consigliere per la Comunica-zione Sociale don Filiberto González e alcu-ni membri del Dicastero.

La prima parte dell’incontro, coordinatada don Julian Fox il 12 e il 13 maggio, è sta-ta caratterizzata dalla presentazione della se-conda edizione del SSCS e da alcune tema-tiche inerenti il binomio vita religiosa e cul-tura/realtà digitale. Le non poche domandeemerse sull’argomento hanno trovato rispo-sta nei recenti messaggi di Benedetto XVIper le Giornate Mondiali di ComunicazioneSociale e nella necessità di aprire la forma-zione salesiana, iniziale e permanente, allacultura/realtà digitale. [...]

“È stato un incontro ricco e interessan-te, che va creando una mentalità salesianaeuropea e favorisce diverse sinergie a favoredel carisma e della missione salesiana”, sot-tolinea don González nella lettera fatta per-venire, all’indomani dell’incontro, agliIspettori d’Europa. La comunicazione esor-ta i superiori delle circoscrizioni del vecchiocontinente a favorire la comunicazione e lacondivisione di quanto vissuto a Genzanodai Delegati CS e dai Referenti PE perchénei Consigli ispettoriali e nelle comunità sidiffonda la conoscenza della nuova edizioneSSCS e lo spirito del PE.[...]

Da: ANS, Genzano 17 maggio 2011.

“Verità, annuncio e autenticità di vitanell’era digitale” è il tema della 45.ma Gior-nata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.

Benedetto XVI, già nel gennaio scorso,invitava i cristiani ad entrare nel web con fi-ducia e creatività, testimoniando il Vangeloanche nel "continente digitale".

Papa Benedetto opera quest’anno unatriangolazione interessante: verità annuncio

e autenticità.Vien da chiedersi:rispetto alla veritàda annunciarequale deve esserel’autenticità ri-chiesta? Anzitut-to e’ necessarioun esercizio di‘buona passività’,cioè di apertura aquanto fuori dalnostro ‘io’ ci vie-ne fatto scoprire.La verità esige uncapovolgimentoper cui dal nostropunto di vista cimisuriamo con larealtà. Vorrei va-

lorizzare quanto su questo tema suggerisceun altro Benedetto, il fondatore del mona-chesimo occidentale, che nella sua celebreRegola al capitolo VII, descrive l’umiltà, at-traverso la sequenza di 11 gradini. Gli ultimitre, a ben guardare, delineano una comuni-cazione autentica. Il messaggio di fondo èche ogni parola interumana ha come terrenofecondo di origine il silenzio, che includebocca, cuore e sensi, qualificato dall’apertu-ra alla Parola. Il fondamento solido è e restaper tutti i gradini quella parola originariache ne costituisce l’incipit e cioè: ”Auscul-ta!”. La parola del monaco e oggi del comu-nicatore cristiano, non può non riconoscersise non in un orizzonte di silenzio.

Ecco dunque il testo dei tre gradini:“Il nono gradino dell’umiltà è quando il

monaco tiene a freno la lingua e coltival’amore per il silenzio, non parlando se noninterrogato. La Scrittura insegna infatti che:chi fa molte chiacchiere entra nel peccato, eche: l’uomo dalle troppe parole camminasulla terra privo di orientamento.

Il decimo gradino dell’umiltà è non ride-re per qualunque sciocchezza, perché stascritto: l’uomo maleducato ride in modosguaiato.

L’undecimo gradino dell’umiltà è quello

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AAbbiittaannttii ddiiggiittaallii

in cui il monaco, quando parla, lo fa sotto-voce, senza ridere, umilmente e con gravità,con brevi e assennate parole, senza alzare lavoce, come sta scritto: il saggio si riconoscedalla poche parole”.

Il nono gradino afferma il primato delsilenzio rispetto alla parola e dunque il valo-re dell’ascolto. Per essere persone in ascoltooccorre parlare solo quando si viene inter-pellati e cioè non a partire da se stessi. Oc-corre zittire le voci dell’io e dare spazio allevoci che risuonano fuori di noi. “La Parolazittì chiacchiere mie” (C. Rebora).

Il decimo gradino non intende tantobandire il riso, come nella caricatura volga-rizzata da “Il nome della rosa” di UmbertoEco, ma di renderlo vigilante su quella iro-nia che svuota la parola del suo senso vero,che è quello di comunicare. Prendere in ri-dere instaura una rapporto falsato, ambi-guo, inconcludente e vano e induce a nonprendere sul serio l’interlocutore. È una co-municazione che Kierkegaard definirebbedell’uomo ‘estetico’ e che non vuole com-promettersi mai, perché mai si decide acoinvolgersi, cioè a mettersi in gioco.

L’undecimo gradino esplicita il latopositivo della parola e cioè il ‘come’. L’in-sistenza è ancora sul silenzio (leniter, nonsit clamosus in voce, humiliter), ma si ri-torna sul tratto della voce, la cui forza stanell’essere eco di altro e nel proporsi pa-cata e vicina alla persuasione più che al-l’invadenza (cum gravitate). Ciò che sivuole è un discorso che abbia la profondi-tà delle questioni sollevate più che l’inso-stenibile leggerezza delle parole e che sidistingua per un tono che eviti la violenzaverbale e la sottomissione dell’interlocuto-re. L’altro elemento significativo è l’intro-duzione di quell’elemento razionale percui il discorso del monaco deve essere fat-to “con brevi (pauca) ed assennate (ratio-nabilia) parole”. Non solo ‘parole sante’dunque, come ci si aspetterebbe, ma paro-le razionali, cioè comprensibili, ricche diuna ‘ratio’ che sono il frutto di un eserci-zio della mente, non ripetitive e approssi-mative. L’ennesima conferma che il parla-re non nasce dalle pretese dell’io, ma dal-l’apertura alla verità.

Convegno nazionale UCS e Servizio informatico della CEI

Il convegno ha proposto un ulteriore approfondimento del panorama digitale attuale,permettendo di compiere un passo avanti, attraverso la riflessione e lo scambio di esperien-ze relative alla rete e individuando i modi di “abitare” questo spazio in conti-nua evoluzione, valorizzandone la potenzialità: la novità digitale, infatti, noncancella il passato ma lo ridefinisce, aprendo all’esperienza ecclesiale e con-sentendo, anche alla luce degli Orientamenti Pasto-rali, nuove possibilità di incontro, testimonianza ededucazione.

«La vera sfida è oggi dunque quella della tra-scendenza: essere pienamente dentro, ma affacciatisu un altrove; essere nel “web”, ma non del “web”.Infine, l’alleanza, oggi quanto mai necessaria, in tut-ti gli ambiti. Per abitare il web è necessaria “alleanzaintergenerazionale” tra nativi che sanno muoversivelocemente, ma non sanno dove andare e immigra-ti digitali. Allargare lo spazio dell’alleanza significavalorizzare le occasioni di condivisione e convivialitàche oggi si moltiplicano».

ê Macerata: Convegno CEI“Abitanti digitali”.

(Foto Gregori).

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FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa ddii SSiicciilliiaa

RReellaazziioonnee ssuull pprrooggeettttoo sseesssseennnnaalleeddeellllaa CCoonnssuullttaa RReeggiioonnaallee ddii FFSS

A conclusione del Quarto anno di impe-gno nella realizzazione del progetto sessen-nale di pastorale familiare della CRFS (Con-sulata Regionale di Famiglia Salesiana) di Si-cilia, con la presente relazione veniamo apresentare un consuntivo dell’anno trascor-so e una proiezione su quanto nel nuovo an-no dovremo realizzare.

L’Equipe di Pastorale Familiare, allaquale è stato affidato l’incarico di seguire larealizzazione delle tappe del progetto, ha la-vorato in armonia, riunendosi periodica-mente e condividendo quanto si doveva de-cidere e realizzare. Per ricordarci della stra-da già fatta e per renderci conto della stra-da che ci rimane da fare, si riporta in sintesiquanto il progetto sessennale prevede ri-guardo alle tappe del percorso:

11°° AAnnnnoo SSttaarrtt -- 22000088//22000099((rriifflleessssiioonnee -- ccoonnffrroonnttoo -- ccoommuunniioonnee))

Diffusione della proposta e realizzazio-ne di incontri d’approfondimento e coinvol-gimento di tutti i rami di Famiglia Salesianaper dar vita ad un “Movimento Salesianoper la Famiglia”.

22°° aannnnoo -- 22000099//22001100““SSttrriinnggiiaammooccii aattttoorrnnoo aa DDoonn BBoossccoo””::

– Mettere insieme le forze già esistenti eoperanti.

– A livello ispettoriale, individuare e for-mare “un’équipe di famiglie formatori”

– Creare una rete telematica fra le fami-glie dell’équipe di formatori

– Istituire, con l’aiuto della università sa-lesiana, scuole per formatori (biennale) dipastorale familiare con lo specifico educati-vo, per saper vivere le relazioni. Possibil-mente corsi on-line con lezioni frontali se-mestrali, di un fine settimana.

33°° aannnnoo -- 22001100//22001111““PPrreennddiiaammooccii ccuurraa ddeellllee ffaammiigglliiee””

– Negli oratori, nelle parrocchie, nellescuole salesiane suggerire (fare i primi tenta-

tivi) la formazione di “gruppi famiglie”, al-le quali proporre momenti di confronto eformazione umana e cristiana.

– Secondo anno scuola per formatori(biennale)

– Nelle scuole pubbliche fare propostadi incontrare le famiglie per un aiuto educa-tivo (diffondere il sistema preventivo di donBosco)

– Produrre sussidi formativi per l’anima-zione di gruppi famiglie.

Il primo turno della scuola, della duratadi due anni, si concluderà con l’ultimo in-contro che si terrà il 3 luglio 2011 sul tema:““CCaappiirree llee ddiinnaammiicchhee ddii ggrruuppppoo ppeerr ssaappeerriinntteerrvveenniirree eeffffiiccaacceemmeennttee”” che verrà svilup-pato da Suor Mariella Lo Turco FMA.

Nel pomeriggio dello stesso giorno ci sa-ranno gli interventi dell’Ispettore SDB DonGianni Mazzali e dell’Ispettrice FMA SuorAnna Razionale e del Preside dell’ITST DonGianni Russo a cui seguirà la consegna degliattestati a quanti hanno frequentato la scuo-la per i due anni con un massimo di assenzedel 25%. Ricordo che il tema/obiettivo del-la scuola è stato: ““LLaa ffaammiigglliiaa pprroottaaggoonniissttaanneellllaa ssffiiddaa eedduuccaattiivvaa ddeellllee ggiioovvaannii ggeenneerraa--zziioonnii””.. Le tre giornate di scuola già conclu-se hanno visto la presenza costante di n°42corsisti.

Si può affermare di aver raggiunto unbuon risultato di presenze costanti, il nume-ro delle coppie non appare tuttavia propor-zionale all’entità numerica delle rispettivecomponenti di provenienza, segno che unpò di scetticismo esiste.

11°° iinnccoonnttrroo ((1122 ddiicceemmbbrree 22001100))

““SSeessssuuaalliittàà:: CCoommpplleettaammeennttoo ddeellllaa rreellaa--zziioonnee uuoommoo ddoonnnnaa oo oosssseessssiioonnee ssoocciiaallee””(Padre Giovanni Salonia, Provinciale dei pa-dri Cappuccini, psicoterapeuta, docentepresso il Pontificio Ateneo Antonianum diRoma).

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Il suo intervento si è trasformato in unalezione di vita sul modo di vedere del positi-vo anche nelle forme più negative di espe-rienze umane, ben sapendo che l’uomo pervivere deve sentirsi amato. Il laboratorio èstato attivissimo, tutti avevamo da chiedereconsigli, chiarimenti, delucidazioni, ma le ri-sposte non tardavano a dare fiducia e sereni-tà, invitando tutti a superare un certo mododi giudicare l’altro, specialmente i giovaniverso i quali dobbiamo avere la pazienza del-l’ascolto e del farli sentire di essere amati.

22°° iinnccoonnttrroo ((2200 ffeebbbbrraaiioo 22001111))

““IIll ccrreeddeennttee:: OOmmoollooggaazziioonnee ccuullttuurraalleeaallllaa ssoocciieettàà oo ssppiirriittoo ccrriittiiccoo ee vvooccee pprrooffeettii--ccaa nneell mmoonnddoo”” (Don Antonino Romano, do-cente di Catechetica presso l’Istituto Teolo-gico S. Tommaso di Messina e direttore diItinerarium).

La sua lezione è stata incentrata su cosaoggi vuol dire essere credenti e manifestarela propria fede pubblicamente. Una fedeadulta che non scende a compromessi su ve-rità evangeliche eterne, ma che sa influenza-re dalla base la cultura moderna che sembravivere senza più bisogno di Dio. Un creden-te che porti la cultura dell’amore dove oggisembra primeggiare l’odio, la rivalità, l’in-differenza, l’egoismo.

““II nnoossttrrii ffiiggllii:: CCrreesscciittaa ee sseessssuuaalliittàà”(Don Gianni Russo, Preside dell’Istituto-Teologico S. Tommaso di Messina, Docentedi Scuola Superiore di Specializzazione inBioetica e Sessuologia).

In continuità alla legione tenuta il primoanno, ha sottolineato come sia difficile per igiovani vivere in un contesto sociale alta-mente “erotizzato” (pubblicità, spettacoli,moda, …), dove la sessualità viene banaliz-zata e ridotta a “gioco”, vissuta, per lo più, aprescindere da eventuali scelte di fede; Do-ve la “chiamata” alla fede non riguarda lasessualità. Quest’ultima è vista come un pro-blema “personale” e “fisico”.

“L’educazione sessuale deve condurre igiovani a prendere coscienza delle diverseespressioni e dei dinamismi della sessualità,dei valori umani che devono essere rispettati.

Il vero amore è capacità di aprirsi al

prossimo in un aiuto generoso, è dedizioneall’altro per il suo bene; sa rispettare la per-sonalità e la libertà dell’altro; non è egoista,non ricerca se stesso nell’altro, è oblativo,non possessivo.

33°° iinnccoonnttrroo ((1100 aapprriillee 22001111))

““EEdduuccaazziioonnee aallllaa ggeenniittoorriiaalliittàà ee ccaamm--bbiiaammeennttoo ddeellllaa ffaammiigglliiaa”” (Don Gianni Maz-zali Ispettore SDB).

Il discorso ha preso spunto dalla presen-tazione del 44° rapporto CENSIS sulla si-tuazione generale del paese 2010, del qualesi sono approfonditi alcuni elementi per lalettura del comportamento sociale. Abbiamoriflettuto su come si muove la dinamica so-ciale: Cresce l’indistinto cioè l’indetermina-tezza, cresce la configurazione “indisciplina-re” del sistema, cresce la sregolazione dellepulsioni e dei comportamenti individuali.Occorre “tornare a desiderare”. Si è passatiad analizzare gli elementi statistici risultantidalle indagini ISTAT sui matrimoni e ci sia-mo accorti che i matrimoni diminuiscono ele separazioni e i divorzi aumentano, si rilevauna contrazione nel numero dei figli e unprolungamento della loro permanenza in fa-miglia. La famiglia risulta un soggetto forte-mente cambiato, la tradizionale famiglia mo-nonucleare si è frantumata in tante sottospe-cie. Tutta la parte conclusiva è stato un bel-lissimo trattato del necessario sostegno allagenitorialità che trattarne in poche righe sa-rebbe mortificante, ma che rappresenta ilpunto di partenza per lo sviluppo di una pa-storale familiare salesiana, attraverso un“progetto di educazione permanente dellefamiglie”. Questa lezione ricca di riferimentibibliografici, traccia chiaramente quale deveessere l’intervento specifico di noi salesianiper la famiglia con lo specifico educativo.

Alla fine di questo secondo anno, aquanti avranno frequentato regolarmentel’intero corso biennale, verrà rilasciato un“attestato” dall’Università “S. Tommaso”(ME) con valenza per tutta la Famiglia Sale-siana (non avrà valenza civile).

Queste famiglie verranno inserite in un“Albo dei Formatori di Pastorale Familiaredella Famiglia Salesiana di Sicilia” (Archivio

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NNAA Regionale) dal quale attingeranno tutti i ra-

mi di Famiglia Salesiana per condurre, ani-mare, formare “Gruppi famiglie” pressoopere salesiane.

Questa prima fase si conclude con suc-cesso ma non ci fa adagiare ad aspettare.

PPeerr iill ffuuttuurroo

Ecco cosa prevede il progetto sessenna-le, senza dimenticare o tralasciare quello cheabbiamo già iniziato.

44°° aannnnoo -- 22001111//22001122::““SSOOSS,, FFaammiigglliiee cchhiiaammaannoo ffaammiigglliiee””

– Creare un grande evento di incontrodi famiglie che sono entrate in questo cam-mino di formazione. “Movimento Salesianoper la Famiglia” ovvero “Movimento Sale-siano di Famiglie”.

– Creare una rubrica cartacea e telema-tica per l’ascolto delle famiglie destinatarie.

– Istituire momenti di incontro ispetto-riali per famiglie.

– Continueremo a produrre i sussidi diformazione per gruppi famiglie.

– Riproporremo il primo anno di scuolase vi saranno il minimo di iscrizioni previste.

– Monitoreremo la nascita di gruppi diaiuto alla Famiglia.

Chiediamo a voi preghiere e una manodi aiuto a coinvolgere e credere sempre piùnel progetto, a Maria Ausiliatrice di interce-dere presso il Padre per il bene nostro e ditutta la Sua Santa Chiesa.

FFrraannccoo ee MMeelliinnaa PPaarrrriinnooResp. dell’Equipe di past. familiare FS Sicilia

PPeerrccoorrssoo ffoorrmmaattiivvoo

OOppeerraattoorrii ddii ppaassttoorraallee ffaammiilliiaarreeccoonn lloo ssppeecciiffiiccoo eedduuccaattiivvoo

Nell’anno 2010/2011, secondo anno delprogetto sessennale della Famiglia Salesianadi Sicilia, si è attivato un percorso formativoper coppie, già curate nei vari Rami di Fami-glia e del Movimento Salesiano, in vista diun impegno nella pastorale familiare.

I Direttori delle case SDB, le Direttricidelle case FMA, i Responsabili Regionali deiRami presenti nella CRFS e i responsabilidelle Consulte cittadine e locali, sono statiinvitati a raccogliere la disponibilità di cop-pie già impegnate nella pastorale familiare oche desiderano collaborare per il sostegnoall’azione educativa delle famiglie, secondola Spiritualità del Sistema Preventivo di DonBosco.

Il percorso è inteso a fornire a questecoppie animatrici e alla loro azione educati-va la conseguente formazione, con lo speci-fico del saper vivere le relazioni, specie quel-le di aiuto.

La scuola è stata organizzata dall’équipe

di Pastorale Familiare in collaborazione conla Facoltà Teologica “San Tommaso d’Aqui-no” in Messina e con il Responsabile delleComunicazioni sociali della FS di Sicilia,amministratore della Piattaforma WEB delCorso. La prospettiva è quella di creare nel-la regione una “rete di famiglie” ovvero“ Al-bo regionale di formatori” preparate a tra-durre oggi il sistema preventivo in chiave fa-miliare e che interagisca coerentemente pervia telematica.

La scuola di formazione si è articolata intre fasi, ciascuna aperta da una giornata dilezioni “frontali” e di laboratori a cui è se-guito, domiciliarmente, per via telematica,un corrispondente periodo di approfondi-mento in dialogo tra i docenti e gli studenti.

La scuola, della durata di due anni, havoluto scegliere un titolo significativo per ilcorso: “La Famiglia Protagonista nella SfidaEducativa delle Giovani Generazioni”.

Ciascuna giornata ha visto, di volta in

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volta, la trattazione di due nuclei tematicinella mattinata e di un laboratorio nel po-meriggio, di due rispettivi docenti.

Complessivamente nelle tre giornate so-no state svolte 24 ore frontali e, nei periodion line, un numero virtualmente illimitatodi ore per l’acquisizione dalla “piattaforma”telematica di nuovi materiali di studio e de-gli avvisi, lo scambio di messaggi e di con-versazioni in forum.

Questa formula evita dispendiosi trasfe-rimenti sia ai docenti, sia in particolare a uncorpo discente sparso per tutta l’Isola, econsente il rapporto personale in rete tradocenti e discenti e di questi tra loro, con iresponsabili e con i tutors.

Vi hanno partecipato – come docenti,organizzatori o discenti – elementi di tutta la

Famiglia Salesiana dell’Isola: SDB, FMA,Cooperatori (anche con le Famiglie DonBosco), ADMA, Exallievi di Don Bosco,Exallieve delle FMA, Apostole della SacraFamiglia (anche con il Movimento di Evan-gelizzazione Familiare) Suore Oblate del Sa-cro Cuore.

Il numero delle coppie non appare tut-tavia proporzionale all’entità numerica dellerispettive componenti di provenienza.

Il Progetto comune “Stringiamoci attor-no a Don Bosco” – che vuole e deve dareuna risposta concreta alla dura emergenzaeducativa – richiede pur sempre tutta lapossibile consapevolezza e un maggioresforzo di mobilitazione di tutti i rami dellaFamiglia Salesiana.

SSaacc.. EEddooaarrddoo CCuuttuullii

NNiinnoo BBaagglliieerrii

AAvvvviioo ddeellll ’’ iitteerr ppeerr llaaccaauussaa ddii bbeeaattiiffiiccaazziioonnee

Giorno 17 giugno 2011, sono convenutinei locali dell’Ispettorato di Via Cifali, 7:Don Gianni Mazzali, Liborio Scibetta, la so-rella e il cognato di Nino Baglieri ed altri fa-miliari, Don Pippo Ruta, Don MarcelloMazzeo, Don Edoardo Cutuli.

L’oggetto dell’incontro era quello di co-ordinare le forze in vista dell’avvio dellacausa di beatificazione per Nino Baglieri edi costituire la commissione ufficiale prepa-ratoria in vista dell’evento.

L’Ispettore comunica che il Rettor Mag-giore ha promesso di essere presente all’av-vio del processo diocesano. Pertanto verràin Sicilia il sabato mattina del giorno 3 mar-zo 2012 e rimarrà fino alla domenica 4 mar-zo. In vista dell’avvenimento, i CDB si fa-ranno attori dell’istanza della causa di beati-ficazione.

I CDB invitano caldamente tutti i grup-pi della famiglia salesiana di Sicilia a patro-cinare l’evento e a farsi promotori pressotutti gli aderenti della Famiglia salesiana e ilpopolo di Dio, a vivere l’appuntamento co-me una grazia speciale che la Provvidenzasta donando alla nostra Famiglia in Sicilia.

Si porta a conoscenza che è stata istitui-ta una Associazione civile col titolo “Amicidi Nino Baglieri ONLUS”, i cui componen-ti sono varie persone aderenti ai gruppi dipreghiera “Nino Baglieri”, amici e simpatiz-zanti, così da sostenere anche economica-mente quanto l’iter comporterà.

SSaacc.. EEddooaarrddoo CCuuttuullii

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BBeennvveennuuttoo aallllee SSoorreellllee ddii MMaarriiaa AAuussiill..

IIll rreessiiddeennccee ““MMaammmmaa MMaarrgghheerriittaa””Il Residence «Mamma Mar-

gherita» (RSA) è pronto ormaiper l’inaugurazione, prevista peril 24 maggio, Solennità di Ma-riaAusiliatrice. Una struttura per lacura dei sacerdoti ammalati edanziani.

I sacerdoti ricoverati potran-no usufruire dei vari servizi sa-nitari riabilitativi e di una H24di assistenza medica. È un cen-tro di comunione spirituale fra iricoverati e coloro che desidera-no affidarsi alle loro preghiere.

Le elevazioni sono sei, di cui una inter-rata. La pianta tipo é composta da moduliunitari integrati tra di loro, costituiti da vo-lumi tecnici e volumi dove é previsto lo svol-gimento delle funzioni socio-sanitarie, assi-stenziali, di riposo-degenza e di sostegno re-ligioso.

Al primo livello, riservato ai non-autosu-cienti, sono previste sette unità doppie e dueunità singole di ricovero diurno e/o conti-nuativo, un soggiorno comune, una sala me-dico riabilitativa, una stanza per il personaledi ‘assistenza e per il lavaggio assistito. Al se-condo livello si trovano nove unità singoledi ricovero diurno e/o continuativo, un sog-giorno comune, una piccola cucina di pianocon sala colazione annessa. Al terzo livello

sono ubicate nove unità singole di ricoverodiurno e/o continuativo, un soggiorno co-mune, una cucina comune. Al quarto livellosono disponibili cinque unità doppie eun’unità singola di ricovero diurno e/o con-tinuativo per soggetti autosufficienti o conassistenza personale continua, una sala co-mune d’incontro, una sala relax-tv e unacappella per la partecipazione alle celebra-zioni religiose dei degenti. In tutti i livellitutte le unità sono con servizi igienici indi-pendenti. Il rispetto delle norme sanitariegarantisce il pieno soddisfacimento deirequisiti igienico-sanitari richiesti dai rego-lamenti vigenti.

Certamente il Residence «Mamma Mar-gherita» si pone all’avanguardia nella cura enella gestione del sacerdote anziano o mala-to e bisognoso di particolare assistenza. Èimprontato alla migliore antropologia medi-ca, quella cristianamente fondata, dove lepersone sono al primo posto e la sofferenzada una parte è unita a quella salvifica di Cri-sto, mentre dall’altra è curata e assistita conle migliori tecnologie biomediche disponibi-li. In questo senso, un ruolo fondamentaledi animazione gioca la Comunità delle So-relle di Maria Ausiliatrice (Sisters of MariaAuxiliatrix, SMA) – Sr. Elizabeth, Sr. Marye Sr. Immaculate – missionarie di nazionali-tà indiana, fondate dal salesiano Don Anto-ny C. Muttomtotyil.

é Sr. Elizabeth, Sr. Immaculate, Sr. Mary.

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AADDMMAA SSDDBB GGeellaa

PPeelllleeggrriinnaaggggiioo MMaarriiaannoo aa SScciiaaccccaa15 maggio 2011 - È una splendida do-

menica di maggio!Raduno davanti alla Chiesa “S. Domeni-

co Savio” e, come da programma, alle ore7:00 si parte. Ci aspetta una giornata densadi preghiere, di canti e invocazioni a Maria.Sul pullman è un susseguirsi di recita delSanto Rosario e canti mariani. Alle ore 9:30arrivo a Sciacca presso la casa “Boccone delpovero”; ci siamo riuniti subito dopo nellaChiesa di “S. Agostino” e in perfetto racco-glimento ci siamo disposti per la recita delleLodi e l’ascolto della catechesi marianaesposta dal nostro animatore spirituale, DonCalogero Di Gregorio: “Amare Gesù con ilcuore di Maria”. Nel frattempo ci raggiun-gono alcuni associati dell’ADMA di Marsa-la che hanno risposto all’invito di aggregar-si. Alle ore 11:00 S. Messa presieduta daDon Calogero Di Gregorio. Il pellegrinag-gio prosegue con la visita sul monte Cronoal Santuario di S. Calogero, alla grotta cheha ospitato il Santo eremita e alle vicine ter-me. Dopo la recita del Santo Rosario, nelcorso del quale abbiamoricordato Don Sebastia-no Viotti, predecessoredi Don Pier Luigi Ca-meroni e scomparso direcente, è stata illustrataai presenti tutta la storiadel Santuario, della vitadi S. Calogero e dellabellezza naturale delluogo.

Il momento delpranzo è stato motivo difraternità e comunione.Abbiamo avuto modo discambiare le nostreesperienze di associazio-ne e i nostri progetti peril futuro, convenendo al-l’importanza di coinvol-gere più giovani possibi-li e giovani coppie. Die-tro invito della presiden-

te (Maria Marino) e di tutto il consiglio lo-cale ADMA di Marsala ci proponiamo di ri-cambiare la loro cortesia con una visita iti-nerante a Marsala ed Erice. Nel pomeriggiosi ritorna a Sciacca per visitare la chiesa del-la Madonna del Soccorso; anche qui, unaguida espone la storia della chiesa e della de-vozione alla Madonna del Soccorso (Patro-na di Sciacca e festeggiata il 2 febbraio e il15 agosto di ogni anno). Segue Adorazioneal Santissimo e Santo Rosario meditato; sa-luto da parte dell’Arciprete Padre CarmeloLo Bue (Parroco della Chiesa Santuario) al-l’ADMA SDB di Gela e all’ADMA di Mar-sala. Una foto di gruppo conclude la giorna-ta e dopo lo scambio di saluti si ritorna alleproprie sedi. Sulla via del ritorno per Gela,Santo Rosario e Litanie cantate, così comece li hanno insegnati i nostri nonni, allietanola via del ritorno. Alle ore 22:00 siamo arri-vati a Gela, un po’ stanchi ma felici. GrazieGesù, Grazie Maria Ausiliatrice!!!

LLuuiiggiinnaa CCiiaarraammeellllaaPresidente Regionale ADMA

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CCoonnssuullttaa FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa ddii CCaattaanniiaa

22°° IInnccoonnttrroo ddeeii CCoonnssiiggllii llooccaallii

In data 20 maggio 2011, presso l’istitutosalesiano “S. Filippo Neri” di via V. Giuffri-da a Catania, previa convocazione, si sonoriuniti i Consigli Locali della Famiglia Sale-siana di Catania, per il 2° incontro formati-vo sul tema: La Famiglia Salesiana e la Cartadella Missione.

Il responsabile dell’Oratorio LorenzoBarletta e il Direttore del CFP FrancescoCauchi hanno accolto i partecipanti, dato ilbenvenuto e presentato l’attività del CentroGiovanile e del CFP.

Il coordinatore della Consulta PieroQuinci ha introdotto i lavori facendo riferi-mento sia al programma annuale 2011, con-cordato dalla Consulta a settembre 2010, siaalla 2° assemblea festa di tutta la FS di Cata-nia, realizzata il 12 marzo 2011 presso il Pa-lazzo della Cultura a Catania, con la relazio-ne di Don Giuseppe Ruta sul tema: “Con-vocazione Comunità e Comunione: l’espe-rienza di Valdocco”.

Il Coordinatore ha evidenziato altresì ilsignificato dell’incontro dei Consigli Localidella FS di Catania come momento forte didiscernimento e di scelte operative comuniper rendere visibile ed efficace la presenzadella FS nel territorio sia in ambito ecclesia-le sia in ambito civile. Dopo un breve mo-mento di preghiera iniziale, il relatore Mar-co Pappalardo, Salesiano Cooperatore, haillustrato la relazione sulla Carta della Mis-sione della Famiglia Salesiana.

Al centro della missione non ci sono leopere e le azioni dei missionari ma l’essereinviati da Dio e l’amore reciproco.

Missione significa essere presenti comeFamiglia Salesiana, con il nostro carisma,negli organismi della Chiesa locale. Missio-ne significa essere presenti nel territorio persollevare i poveri e i bisognosi. Missione si-gnifica lavorare insieme, in comunione.Quali sono i luoghi di questa comunione sa-lesiana nel nostro contesto? Quali sono lestrategie comuni che abbiamo individuatoper dare risposte ai bisogni dei giovani?Quali sono i messaggi culturali che riuscia-

mo a far passare come Famiglia Salesiananella città di Catania? Quali sono le struttu-re e le risorse che possiamo utilizzare perdare risposte nuove alle emergenze dei gio-vani immigrati?

La nostra missione deve mettere al cen-tro la Persona, deve avere una forte dimen-sione spirituale, armonica (lavoro e preghie-ra) e profetica (lavorare con lo sguardo alCielo). Dobbiamo prenderci cura gli uni de-gli altri, creare attorno a noi un ambiente ac-cogliente, pieno di calore umano, di sereni-tà e ottimismo. La famiglia salesiana di Ca-tania è chiamata a svolgere la sua missionenella Chiesa e nel territorio mettendo insie-me tutte le sue componenti e le tutte le suerisorse come Macedonia di frutti diversi edistinti ma armonizzati dallo Spirito di Dio.

Sulla relazione si è sviluppato un inten-so e approfondito dibattito e sono stateavanzate diverse proposte: sviluppo dellacomunicazione del nostro lavoro pastorale esociale; iniziative culturali al lido Don Bosco(stile Rimini); sportello ascolto di FS; cine-forum per i giovani; equipe vocazionale del-la FS di Catania; gruppo di lavoro per la for-mazione all’impegno politico; attività di vo-lontariato per i senza fissa dimora e immi-grati; rete per lo scambio di opportunità dilavoro e ospitalità.

A conclusione del dibattito, il coordina-tore ha invitato i responsabili locali deigruppi di FS di Catania ha predisporre le in-dicazioni operative per elaborare il pro-gramma per il prossimo biennio, che saràapprovato dalla Consulta di FS di Catania,prevista a settembre 2011.

L’incontro che ha visto la partecipazionedi tutti i consigli locali (escluso S. F. Neri viaTeatro Greco, FMA via Caronda, FMA Li-brino), si è concluso in un clima di grandecordialità e soddisfazione per la cena di fra-ternità preparata dagli allievi del CFP e perl’esperienza di amicizia e di comunione vis-suta insieme.

PPiieerroo QQuuiinnccii

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6600°° OOrrddiinnaazziioonnee SSaacceerrddoottaallee ddiiPPaappaa BBeenneeddeettttoo XXVVIIAAddoorraazziioonnee EEuuccaarriissttiiccaa

Mercoledì 29 giugno, presso l’Istituto Salesiano “San Francesco di Sales” di Catania-Ci-bali, la Famiglia Salesiana di Catania, accogliendo l’invito della Congregazione per il Clero ein comunione con tutta la Chiesa, si è incontrata per un’ora di Adorazione Eucaristica in oc-casione della ricorrenza del 60° anniversario dell’ordinazione sacerdotale del Papa.

Con questo momento straordinario di preghiera la Famiglia Salesiana di Catania ha volu-to testimoniare al Pontefice tutta la gratitudine, l’affetto e la comu-nione per il servizio che sta offrendo a Dio e alla suaChiesa. L’adorazione eucaristica, la preghiera per il Papae le vocazioni sacerdotali ha rappresentato per tutti unforte momento di soprannaturale unità con il Papa, nellatradizione dell’amore di Don Bosco per l’Eucaristia e peril Papa.

L’ora di Adorazione Eucaristica è stata preparata epresieduta da Don Giuseppe Ruta, direttore della casa sa-lesiana di “San Francesco di Sales” e si è conclusa alle ore20.00 con la Benedizione Eucaristica su tutta la FamigliaSalesiana di Catania.

PPiieerroo QQuuiinnccii

ê Adorazione Eucaristicapresieduta da Don G. Ruta.

Lettorato, Accolidato, Professioni e Diaconato

Il 30 aprile 2011 alle ore 17, presso la Chiesa della comunità salesiana del “SanTommaso” di Messina, sono stati conferiti a 8 confratelli salesiani i ministeri delLettorato ed a 13 confratelli i ministeri dell’Accolidato. Ha presieduto la SolenneCelebrazione Eucaristica l’Ispettore dei Salesiani di Sicilia Don Gianni Mazzali.

È stato conferito il ministero del Lettorato a: Mat-thew Akinyemi (AFW), Frédéric Murindangabo (AGL),Vital Nzayisenga (AGL), Samson Pjetraj (IME), Arnal-do Riggi (ISI), Emilio Stasi (IME), Vincenzo Timpano(ISI), Xalxo Bhushan Paul (INN).

Il ministero dell’Accolidato è stato conferito a:Aloysius Arianto Susilo (ITM), Amarianto Adirson(ITM), Joseph Basson (AFO), Enrico Frusteri Chiac-chiera (ISI), Boris Koffi Sena Togbé (AFO), AmagloSamuel Komlanvi (AFO), Christian Konan (ISI), Simone Lavecchia (IME), Massimi-liano Lorusso (IME), Raffaele Napolitano (IME), Jérôme Rakotomalala (MDG),François de Paul Ramanandraibe (MDG), Martin Eric Randrianasolo (MDG).

Il 24 maggio in occasione dell’inaugurazione del Residence “Mamma Margheri-ta”, hanno rinnovato la Professione religiosa Basumatary Bijoy e Jyrwa Donbor.

Il 18 giugno nella parrocchia “Madonna della Pace” di Messina hanno ricevutoil Diaconato: Arokiam Savarimuthu (ISI), Huba Bledar (IME), Prostowo Vincentius(ITM), Souza David (ITM).

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I Salesiani di Sicilia e i laici impegnatinella gestione degli Oratori loro affidati,hanno vissuto una giornata intensa in occa-sione della Festa Ispettoriale svoltasi nellacasa di Taormina il 2 giugno. La scelta disvolgere questo evento a Taormina è legataai festeggiamenti del centenario della pre-senza dei Salesiani nella Perla dello Jonio.

Durante la Festa, appuntamento ormaidivenuto tradizionale della vita dell’Ispetto-ria, ci sono stati diversi momenti significati-vi che sono stati vissuti dai numerosi parte-cipanti convenuti.

Innanzitutto, la Festa è stata l’occasioneper dire grazie al signor Ispettore, DonGianni Mazzali; i salesiani e i laici hannomanifestato la vicinanza e l’affetto a coluiche anima la vita religiosa e l’azione aposto-lica della comunità ispettoriale.

Una bella novità quest’anno è stata l’Ac-cademia, proposta dall’Equipe di MissioneSalesiana. Nel salone teatro “San Giorgio”si sono svolti dei momenti ricreativi: alcunicanti eseguiti dal piccolo coro “Don Bosco”di Taormina guidati dal giovane maestroIvan Lo Giudice; due simpatiche scenetterealizzate dai giovani salesiani del San Tom-maso; due brani musicali eseguiti da Don

Paolo Cicala; una carrellata di foto che han-no richiamato i momenti più significati del-l’anno pastorale e la rievocazione storica, at-traverso delle foto, della venuta dei salesiania Taormina. Don Enzo Biuso, direttore del-la casa, ha affermato che dall’arrivo dei sale-siani a Taormina (1911), intere generazionidi taorminesi sono cresciute nella Casa Sale-siana. Il mitico cortile, la scuola, il teatro, lesale giochi, il grest, le partite a calcio, il cine-ma e le sale riunioni e la Chiesa di S. Giu-seppe sono stati nell’arco di questi decenniun punto di riferimento per la crescita spiri-tuale, culturale, sociale di tante persone.

A seguire, nella chiesa di S. Giuseppe, siè celebrata l’Eucaristia, momento centraledella Festa, all’interno della quale due gio-vani salesiani, Don Gaetano Marino dellaSicilia e Don Judy Rasamoely del Madaga-scar, hanno professato solennemente il loro“sì” per sempre al Signore e a Don Bosco.Inoltre, a termine dell’Eucaristia sono staticonsegnati dei ricordi per gli anniversari deiconfratelli: 6600°° ddii PPrreessbbiitteerraattoo: D. AronicaFerdinando - D. Barresi Salvatore - D. Bam-bara Antonino - D. Duca Antonio. 5500°° ddiiPPrreessbbiitteerraattoo: D. AlfanoSalvatore - D. Barcellona ê Don E. Biuso.

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Nunzio - D. Astuti Angelo - D. Raneri Francesco. 2255°° ddii PPrreessbbiitteerraattoo: D. Caltabiano Paolo- D. Ruta Giuseppe - D. Carta Giuseppe.

7700°° ddii PPrrooffeessssiioonnee: D. Bambara Antonino - D. Callari Rosario - D. Barresi Salvatore - Sig.Interlandi Gaetano. 6600°° ddii PPrrooffeessssiioonnee: D. Alfano salvatore - D. Di Gregorio Calogero - D.Melilli Giuseppe - D. Saraniti Luigi - D. Barcellona Nunzio - D. Dominici Angelo - D. Poliz-zi Giuseppe - D. Vitali Giuseppe. 5500°° ddii PPrrooffeessssiioonnee: D. Arestivo Mario - D. Cicala Paolo -D. Lazzara Biagio - D. Lo Paro Armando - D. Salvo Bartolomeo - D. Spitale Salvatore - D.Caputo Giuseppe - D. Ilari Giuseppe - D. Ledda Salvatore - D. Muratore Santo - D. RubinoAntonino - D. Urso Gaetano.

2255°° ddii PPrrooffeessssiioonnee: D. Olszewski Andrea - D. Wisniewski Mirko - Don Enzo Pisano.A conclusione della Festa è stato servito un bel banchetto sulla terrazza della casa, alle-

stita adeguatamente per l’occasione. Non ci resta che complimentarci con coloro che hanno programmato e gestito i vari mo-

menti della Festa Ispettoriale, in particolare con la comunità di Taormina per l’accoglienzapreparata in grande stile e con gusto!

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PPrroommeemmoorriiaa CCaammmmiinnoo ddeell CCeennttrroo AAcc--ccoogglliieennzzaa ppeerr llaa VViittaa ee llaa FFaammiigglliiaa

Domenica 8 maggio 2011, presso l’Istituto Salesiano di Catania-Barriera, si è tenuto ilConvegno Annuale degli Exallievi, dove i giovani exallievi e gli “Antichi Allievi”, come amachiamarci il nostro Rettor Maggiore, hanno vissuto una giornata arricchente perchè si sonoimpegnati nello sviluppare proposte e progetti per il futuro, con l’aiuto della Provvidenza,quella Provvidenza che portò Don Bosco ad iniziare la Sua Missione, insieme a mamma Mar-gherita. La giornata iniziava con l’accoglienza in cortile e con una lauta colazione, offerta daldirettore Don Domenico Paternò. Poi ci siamo diretti in Cappella per la Santa Messa cele-brata dal direttore con il nostro delegato Don Mocciaro.

Finita la S. Messa, ci siamo trasferiti nella sala adiacente per l’inizio dei lavori.Prende la parola il nostro direttore della Casa portando i saluti da parte di tutti Salesia-

ni. Dopo di chè il nostro Presidente Giuseppe Fazio traccia il bilancio delle attività svolte du-rante l’anno. Poi la parola passava al relatore don Franco di Natale che ci ha fornito una te-stimonianza e una riflessione sul tema della Strenna data dal Rettor Maggiore: “Venite e Ve-

drete”. Dopo il saluto e una breve rifles-sione del nostro delegato, riprende la pa-rola il Presidente esprimendo ai presentiil proposito di rilanciare l’Unione nelprossimo futuro. Prospettando attivitàche sono in cantiere, questo per far sì cheil numero degli exallievi cresca sempre dipiù. Prima di recarci a pranzo è stata fat-ta la foto di gruppo scattata dal nostroDon Felice Bongiorno.

La giornata si conclude con il pranzocome da tradizione, preparato nella salarefettorio della Casa Salesiana e si è com-pletato con il dolce (cannolo) e l’amaro.Con l’augurio di rivederci il prossimo an-no, si è sciolta l’assemblea. Tutti a casa.

Il Centro Accoglienza per la Vita e la Famiglia è nato ufficial-mente l’11 ottobre 2010 …ma è sorto effettivamente con la… con-cezione e nascita di alcuni marmocchi dal gennaio ad ottobre scor-so (3 maschietti e in arrivo a giugno una femminuccia!), che stia-mo ancora assistendo amorevolmente e fanno parte della nostragrande Famiglia parrocchiale e oratoriana, con l’aiuto del Signoredella vita e di tanti Volontari…, in collaborazione col Centro aiutoalla vita e Movimento per la vita di Giarre…

È sorto un gruppo di VOLONTARI, giovani e adulti, che si in-contra mensilmente (prossimo incontro mercoledì 8 giugno ore19.30) e si mette a servizio per diffondere la cultura della vita e

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l’amore alla famiglia, e da esso sono partitenumerose iniziative come:

Incontri di formazione e informazionesul tema: “Adolescenti e giovani. Educazioneall’amore…e alla promozione alla vita e alladifesa dei valori della Famiglia” (gennaio,marzo, maggio) aperti a tutti e incontri consingoli gruppi e/o classi; collegamento in re-te a livello cittadino con le realtà religiose(Parrocchie, Istituti, Centri giovanili, Orato-ri…) e civili (Scuole, Centro sociali, Clini-che, Studi medici di base e pediatri…); rap-porto privilegiato con la FederFarma (Far-macie della Provincia); sito e gruppo su Face-book.

PUNTI VITA - obiettivo: diffondere intutta la Città (gruppi, classi, parrocchie, ora-tori, aziende, condomini, singole persone…)con riferimento al ns Centro di Accoglienzaper casi urgenti, per spazi di formazione, so-lidarietà… e anche a livello regionale (MGS,PG CeSI) e diocesano (Pastorale giovanile,della Famiglia, Caritas…).

GGiioovvaannii ee aaddoolleesscceennttii:: eedduuccaazziioonneeaallll ’’aammoorree,, vvaalloorree ee ddiiffeessaa ddeellllaa vviittaa

PUNTO LAVORO …(domanda e offer-ta… delle opportunità di lavoro… bache-ca…).

Sostegno al centro per la vita… sostegnomorale (preghiera, partecipazione alle ini-ziative); sostegno economico (offerte peradozioni a distanza di mamme e bambini, at-trezzature e abbigliamento utile… e il 5 x1000 col T.G.S. Ibiscus…). Disponibilitàpersonale (“mettersi in gioco” con la propriaprofessionalità e il proprio tempo… per sensi-bilizzare all’amore alla famiglia e alla vita).

Giornata per la vita (a livello parrocchia-le): domenica 8 maggio (volantini).

Telefono “Sì alla vita” (347.1665624) di-sponibile tutti i giorni dalle ore 08.00 alleore 22.30, per Info-Volontariato e urgenzespecie per mamme e ragazze in difficoltà.

Altre opportunità col Movimento per lavita: SOS numero verde 8008.13000, Pro-getto Gemma e Parto anonimo.

OOppeerraa SSaalleessiiaannaa ““SS.. CCuuoorree””CCaattaanniiaa--BBaarrrriieerraa

Giunge a conclusione, con l’incontro dello scorso 4 maggio, la serie degli appuntamentiformativi ed informativi promossi dal Centro di Accoglienza per la Vita e la Famiglia che, sot-to la direzione di validi ed illustri relatori, ha visto un buon numero di partecipanti (tra ado-lescenti, giovani ed adulti) interrogarsi e confrontarsi su temi di rilevante e “scottante” attua-lità: Educazione all’amore in famiglia, nell’odierno contesto catanese (26 gennaio); Valoredella sessualità e procreazione responsabile (23 marzo); Valore e difesa della vita umana (il 4maggio).

Questo il tema dell’ultimo incontro, al quale hanno preso parte: il Comm. Giuseppe Pa-gano (assessore provinciale per le politiche sociali, giovanili e per la famiglia); padre ValerioDi Trapani (direttore dell’ufficio diocesano della Caritas); Ginevra e Cesare Scuderi (respon-sabili del Centro di Aiuto alla Vita di Giarre); Rosanna e Rosario Catalano (genitori ed inse-gnanti) e, in qualità di moderatore, il dottor Salvatore Garraffo (medico ginecologo, anch’eglivolontario del CAV di Giarre).

Dopo l’ormai consueta introduzione di don Gaetano Urso, che ha ricordato ai presentil’identità del Centro e le attività che esso promuove, l’assessore Pagano rivolge i suoi salutiall’assemblea, esprimendo la sua personale gratitudine alla Chiesa, agli Oratori e a tutte quel-le Associazioni di volontariato che rappresentano, oggi più che mai, «una vera ricchezza e unpunto di riferimento “forte”» in un contesto sociale purtroppo sempre più caratterizzato daldecadimento dei valori e dalla disgregazione dell’istituzione familiare. Entrando poi nel vivo

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sterile ed astratto chepotrebbe facilmenteportare ad un ragio-namento “schizofre-nico”, che tende cioèa distinguere e a “dis-sociare” la vita dallavita: da una parte di-fendiamo la vita na-scente, dall’altra re-spingiamo quella de-gli immigrati!

Ecco perché di-venta fondamentale esempre più urgente il

discorso educativo: «la vera sfida – ha piùvolte ribadito padre Valerio – consiste nel-l’accompagnare i giovani a vivere l’espe-rienza di una vita che soffre, che è al limite,in contesti di estrema fragilità… accompa-gnare i giovani ad accogliere la vita ferita sul-le nostre strade, perché se accogliamo questavita, accogliamo la vita…». Dunque alziamopure la voce in difesa della dignità e della vi-ta di ogni persona, ma impegniamoci ancheconcretamente a vivere esperienze vere diprossimità accanto a situazioni di fragilità,di povertà e di bisogno…

Dopo questa riflessione così profonda eper certi versi “provocatoria”, l’interventodi Cesare e Ginevra sposta un po’ l’attenzio-ne sulla realtà e sull’operato dei Movimentiper la Vita, attivi in Italia e in tutto il mondoda oltre quaranta anni. L’identità che li ca-ratterizza è il loro essere “pro-life” (in dife-sa cioè della vita), ma anche, e necessaria-mente, “anti”, cioè contro tutto ciò che mi-naccia la vita stessa: aborto, manipolazionegenetica, eutanasia…

Ripercorrendo in breve la storia della le-gislazione italiana, apprendiamo dalle paro-le di Cesare che l’aborto viene legalizzato(quindi riconosciuto ed economicamente as-sistito dallo Stato) nel 1975, con un’apposi-ta legge in materia. Ma è ancor più sorpren-dente scoprire che nella realtà i CAV (Cen-tri di Aiuto alla Vita) sono nati un paio d’an-ni prima della stessa legge, allorché a Firen-ze un gruppo di cattolici si rese conto che ilvero problema legato all’aborto non era tan-

dell’argomento, l’assessore ha con forza sot-tolineato il valore imprescindibile ed invio-labile della vita da cui scaturiscono, conse-guentemente, la difesa e il rispetto della per-sona umana. Chiama infine “in causa” an-che la scienza, la quale ha valenza solo seaiuta, sviluppa e difende la vita umana dalconcepimento fino al suo termine naturale,perché «non può esistere vero progressoscientifico contro la dignità dell’uomo».

Segue quindi l’intervento di padre Vale-rio, il quale insiste su due importanti concet-ti: la questione educativa e la necessità di“calare nella prassi” il valore della difesadella vita umana. In primo luogo occorrepartire dal principio, tanto ovvio quantopurtroppo spesso dimenticato o disatteso,che la vita in quanto tale, e quindi ogni per-sona umana in quanto espressione concretadi questo valore universale ed inalienabile,non può ammettere restrizioni, condizioni,discriminazioni o “riserve” legate alla prove-nienza geografica, alla confessione religiosa,alla etnia o al colore della pelle… Educarealla difesa della Vita vuol dire educare alladifesa di ogni vita, non solo di quella na-scente, ma anche di quella dei rom, degli im-migrati, dei disoccupati, dei tossicodipen-denti o dei senza fissa dimora (non hannobisogno di commento le parole di padre Va-lerio, semmai impongono soltanto il silenzioe… un esame di coscienza, allorché egli af-ferma perentorio: «Io ho imparato la difesadella vita dalla vita di queste persone»), al-trimenti si rischia di cadere in un moralismo

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to quello della sua legalizzazione, quantopiuttosto quello della donna, lasciata quasisempre sola in questa terribile scelta… Siavvertì quindi la necessità di promuovereuna vera cultura della vita, perché le difficol-tà non si superano sopprimendo la vita, maaffrontandole semplicemente insieme; èproprio questo, in fondo, il fine che muovel’operato dei movimenti per la vita diffusinel territorio nazionale e nel mondo.

Passando in rapida rassegna alcuni datinumerici, Cesare ci fornisce delle notizie adir poco sconcertanti: secondo l’ultimo ag-giornamento risalente all’anno 2009 (vistoche la legge impone allo Stato italiano di fa-re un resoconto del numero delle IVG effet-tuate ogni anno… IVG: interruzione volon-taria della gravidanza, altro nome eufemisti-co dell’aborto!) sono stati più di cinque mi-lioni gli aborti eseguiti, con una percentualealtissima del 25%, come a dire che su quat-tro gravidanze una viene eliminata… senzacontare poi l’ “assurdo economico” che in-direttamente, e nostro malgrado, ci coinvol-ge come cittadini chiamati a pagare le tasseanche per gli aborti praticati! Non è esage-rato affermare che si sta sviluppando neiconfronti del nascituro, dal punto di vistaculturale, un vero e proprio atteggiamentodi “negazionismo”, perché oltre ad elimi-narlo fisicamente, si tende persino a cancel-larne mentalmente l’esistenza, nonché ilrapporto affettivo che sin dai primi istanti sicrea con la madre.

L’intervento conclusivo di Rosanna Ca-talano ci riporta all’esperienza concreta diuna coppia che si è aperta alla vita… Nonpotrebbe essere altrimenti – sottolinea Ro-sanna, insegnante e mamma di tre bambini,di cui uno in affido – perché «l’essere creatia immagine e somiglianza di Dio, che èAmore, ci dà la consapevolezza di essereamati e di essere a nostra volta “canale” diquesto amore, come sposi cristiani…». Oc-corre riscoprire – aggiunge ancora Rosanna– le quattro dimensioni dell’amore, ossia lagratuità, la fedeltà, la fecondità e l’universa-lità. Si sofferma in particolare su questi dueultimi aspetti, precisando che un amore dav-vero fecondo è quello che si prende cura

non solo della vita nascente, ma anche diquella già in atto, ed è universale nella misu-ra in cui si apre agli altri (anche ai figli nonpropri), senza escludere nessuno (neppure ilbambino malato).

È evidente, ancora una volta, come di-ventino sempre più urgenti, nei confrontidelle giovani generazioni, interventi educati-vi incentrati sulla prevenzione, sul dialogosereno con gli adulti e su una corretta edu-cazione all’amore e all’affettività, affinchéproprio loro, futuri uomini e donne del do-mani, si facciano promotori di un’autenticacultura della vita.

A tale scopo, una proposta-provocazioneche ci interpella tutti: perché non creare dei“Punti Vita” nelle nostre scuole, nelle nostreparrocchie, nelle nostre associazioni giovanilie/o di volontariato, nei nostri condomini?...

In fondo, si conclude – almeno per que-st’anno – l’ultima tappa di questo nostro iterformativo (neppure iniziato per nostra vo-lontà… ma “per colpa” di alcuni bambiniche hanno lottato con tutte le loro forze peraffermare il loro diritto alla vita e hanno fat-to “sentire” la loro voce… a dispetto di chipensava che non avessero voce in capito-lo…), ma non si conclude di certo, né po-trebbe, l’avventura unica ed irripetibile del-la Vita, che continua ad interpellarci e a pro-vocarci ogni giorno, perché ogni vita che na-sce è il sogno di Dio… il segno che Lui, l’Au-tore della Vita, non si è ancora stancato degliuomini…

MMaarriiaa CCoonncceettttaa GGaannggeemmiiCentro Accoglienza per la vita e la Famiglia

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““MMiiccrroo AAuuttoommaattiioonn PPrroojjeecctt””

Schneider Electric azienda del settore elettrico ha patrocinato, da quest’anno, la primaedizione della gara nazionale dal titolo “Micro Automation Project” riservato agli studenti del3° anno dei Centri di Formazione Professionale Salesiani con indirizzo Elettrico ed Elettro-nico CNOS-FAP presenti in Italia.

Tale competizione viene proposta agli studenti come opportunità per vivere un’esperien-za lavorativa di gruppo valida sia sotto il profilo formativo che dell’approfondimento dellaconoscenza di nuove tecnologie in materia di automazione.

Il CFP Catania-Barriera ha partecipato a questo concorso realizzando un progetto dal ti-tolo “Impianto Cernita e Trasporto”. Il gruppo era formato da quattro allievi: Cristian Di Sal-vo, Andrea Maggiore, Alessandro Leone, Gabriele Magra, coordinati dal Prof. Salvino Zoc-co, tale progetto valutato da una apposita commissione esaminatrice formata da rappresen-tanti dell’azienda stessa ha avuto il riconoscimento di “Miglior Progetto”, pertanto il gruppo

dei quattro allievi si è aggiudicato un premiopari a 1000,00 euro mentre il centro ha rice-vuto una somma pari a 1250,00 euro sottoforma di materiale didattico.

I premi sono stati consegnati in occasio-ne della cerimonia di premiazione del “Con-corso Nazionale CNOS-FAP”, svolta vener-dì 13 maggio 2011 presso il CFP Valdocco diTorino.

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ç Catania-Barriera: I quattroallievi del CFP primi classificati al

Premio “Micro Automation Project”.Foto di gruppo con il

Prof. L. Zappalà, Prof. S. Zocco e ildirettore Don D. Paternò.

CCaattaanniiaa--CCiibbaallii

PPGGSS VViiggoorr SSaalleess UUnnddeerr 1199CCaammppiioonnee PPrroovviinncciiaallee ee RReeggiioonnaallee

La P.G.S. Vigor Sales finalmente ce l’hafatta! Dopo tre anni di sacrifici e un pizzico difortuna è riuscita a centrare uno storico dou-ble. Una stagione a dir poco fantastica e percerti versi irripetibile: la vittoria del titolo Pro-vinciale under 19 a Catania di calcio a 5; si ècentrato uno storico risultato a Kastalia dal 26al 29 maggio 2011: ci siamo “laureati” Cam-pioni Regionali under 19 di calcio a 5 dopo il

2° posto dell’anno scorso e il 3° posto di treanni fa in under 17. Una scalata dal gradinopiù basso a quello più alto!

Questi ragazzi appartengono al Liceo del-l’Istituto “S. Francesco di Sales” di Cibali, econ questa P.G.S., con i suoi tre anni di vita,hanno conquistato traguardi inimmaginabili.

Un grazie particolare al Prof. CarmeloPergolizzi, a Don Vincenzo Timpano e al mi-

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ster Gianluca Guglielmino,che hanno dato vita a questamagnifica avventura; a DonPaolo Fichera e a Don AlfioLucio Bruno per la collabo-razione e ai salesiani che cihanno sempre aiutati, inco-raggiati e sostenuti facendo-ci sempre percepire la bel-lezza del carisma salesiano.

Un grazie a questi stu-pendi ragazzi che quest’an-no completano il loro per-corso di studi al liceo, essen-do di maturità; diversi di loro, partendo dalla scuola materna, concludono nel migliore dei modi!L’augurio per loro è che vivano l’insegnamento di Don Bosco e cioè essere nella società “Buonicristiani e onesti cittadini”.

Questi i nomi della squadra: Pierangelo Di Fede, Gabriele Marletta, Antonio Magnano, Mar-co Polizzi, Claudio Amato, Fabrizio Massimino, Carlo Congiu, Emanuele Rada, Dario Ortoleva,Simone Salemi e Matteo Coco.

I risultati sportivi in questi tre anni di attività: Stagione 2008/09 - Campione Provinciale un-der 17 e 3° Posto Regionale; Stagione 2009/10 - Vice Campione Provinciale e Regionale under 19e Titolo Regionale Scolastico; Stagione 2010/11 - Campione Provinciale e Regionale Under 19.

LLaabboorr SSaalleess:: bblliicckk ssuullllaa lleetttteerraa ddaa RRoommaa ddii DDoonn BBoossccoo

In questo primo anno del decennio2011-2020 dedicato dai Vescovi Italiani al-l’Educazione e al fine di ritornare a Don Bo-sco e al suo spirito educativo, l’Istituto “SanFrancesco di Sales” di Catania, guidato dalDirettore don Giuseppe Ruta e coordinatodal gruppo dei Salesiani Cooperatori che ivioperano, ha riflettuto sulla “Lettera da Ro-ma del 10 maggio 1884” scritta dal Santo deiGiovani. Si tratta di un testo che è quasi lasintesi del suo sistema educativo e il testa-mento spirituale per quanti vivono ancoraoggi il carisma salesiano attualizzandolo.

Chiamato Labor Sales, è stato un tempodi riflessione per i Salesiani, i docenti, i ge-nitori, i catechisti e gli educatori, che dagennaio si sono confrontati a più livelli conla Lettera per ritrovare il “cuore del Padre”,una nuova spinta per la missione quotidia-na, per un tempo di formazione spirituale eumana. Proprio il 10 maggio scorso, ricor-

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NNEE dando la data dello scritto del Santo e ricor-

rendo il 120° anniversario della fondazionedell’Istituto, le varie componenti educativesi sono incontrate alla presenza dell’Ispetto-re dei Salesiani di Sicilia don Gianni Mazza-li per comunicare e condividere le riflessio-ni fatte. Per i genitori la Lettera da Roma hasollecitato l’amorevolezza nell’azione educa-tiva, ridando forza e motivazione all’impe-gno di accompagnare ed aiutare i figli nellaloro crescita. Il loro amore, insieme a quellodegli altri componenti della famiglia, dà tut-to ciò che occorre per vivere, per avere fidu-cia in se stessi e negli altri e per affrontare larealtà, il tutto, però, sempre in profonda co-munione con Dio imparando da Lui adamare e a partecipare all’amore di Cristo.

Ha invitato, inoltre, a riflettere sulle esi-genze educative del nostro tempo e quindisull’educazione da impartire ai figli e sulrapporto con loro. Dagli incontri dei docen-ti è emersa l’attualità della Lettera, soprat-tutto per i principali passaggi che sono staticonsiderati quali veri capisaldi del sistemaeducativo salesiano: far sentire amati i ragaz-zi, realizzando familiarità e presenza. Si èvoluto mettere l’accento sulla necessità diuna costante riflessione sul lavoro, chieden-dosi anche quanto e fino a che punto si siadisposti ad accettare una “fraterna correzio-ne” anche da parte dei colleghi: «Molta del-la nostra credibilità – hanno scritto nella re-lazione finale - si gioca soprattutto sulla ne-cessità di un maggior dialogo e una maggiorconvergenza tra colleghi e salesiani, miglio-rando quindi la comunicazione di questogrande “condominio”, e migliorandola siain senso orizzontale, nello stesso “pianerot-tolo”, sia in senso verticale, “dal seminterra-to fino all’attico”!».

Una lettera calorosa è stata la rispostadella comunità dei consacrati SDB (Salesia-ni Don Bosco) che hanno espresso l’impe-gno di guardare al futuro a partire dall’amo-re e dalla carità: «Non ci freni la situazioneattuale, la limitata consistenza numerica dinoi salesiani, la relativa incidenza nei luoghiin cui i ragazzi e i giovani vivono e crescono.La nostra presenza nei tanti “cortili” antichie nuovi, tra adulti e giovani del nostro am-

biente, sia costante e fedele, adattandocimaggiormente alle inedite situazioni di oggi.

La nostra Comunità salesiana sia un se-gno umile ed eloquente di vita consacrata,nucleo carismatico pulsante per animare ecoordinare ancora oggi l’azione educativasui vari fronti per il bene dei giovani». Dalconfronto del gruppo dei Catechisti e Edu-catori è emerso che la passione educativa el’amore per i ragazzi non mancano. Consa-pevoli delle difficoltà e dei limiti, non biso-gna lasciarsi prendere dallo sconforto met-tendosi sempre in cammino. Posto l’obietti-vo, cioè messo al primo posto il bene dei ra-gazzi, occorre lavorare giorno per giorno,con entusiasmo, rendendo palese l’amore el’interesse per loro. Occorre aprire il cuore emettersi in ascolto nei momenti formali edinformali. Particolarmente significativa etoccante è stata la testimonianza di un allie-vo del Liceo “Don Bosco”, che ha ringrazia-to per il modo in cui è stato accolto negli an-ni, la cura nei suoi confronti, l’essersi senti-to voluto bene, l’essere diventato una perso-na migliore.

L’incontro si è concluso con l’interventodell’Ispettore che ha sottolineato l’esigenzadi formarsi, impiegando il tempo per questoe facendolo al di là di ogni supponenza e or-goglio; il non riempirsi la bocca di sloganma sentirsi umili nei confronti delle sfide dioggi, disponibili a diventare educatori ognigiorno; solcare strade nuove mettendosi in-nanzitutto in discussione; riscaldare il cuorecercando di vivere con atteggiamento esguardo profetico.

Il Labor Sales continuerà intanto con lariflessione personale e l’impegno dei gruppia camminare insieme, e riprenderà a settem-bre con la riflessione sulle Memorie del-l’Oratorio, altro testo fondamentale per ilmondo salesiano suggerito dal Rettor Mag-gior don Pascual Chavez per il prossimo an-no sociale e in vista dei 200 anni dalla nasci-ta di San Giovanni Bosco nel 2015. Tutti imateriali del LABOR SALES sono disponi-bili nel sito ufficiale: www.salesianicibali.it.

MMaarrccoo PPaappppaallaarrddoo

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““VViinncceerree,, eedduuccaannddoo””IIll mmoottttoo ddeellllaa PPGGSS SSaalleess

“Vincere, Educando”. Questa è la mis-sione non impossibile, motore dell’attivitàdella Pgs Sales, da quarant’anni in attività epunto di riferimento del mondo salesiano.La società opera presso l’Oratorio SalesianoSan Francesco di Sales nel quartiere di Ci-bali e offre ai giovani l’occasione di vivereuna realtà sana e aggregativa.

Da tre anni si è immersa nell’attività dicalcio a 5, dando ai ragazzi dell’oratoriol’opportunità di confrontarsi con le altrerealtà catanesi e affiancando al quadro del-l’offerta sportiva anche il Basket.

Iscritta ai campionati Pulcini, Esordien-ti, Giovanissimi e Allievi, la società guidatadal presidente don Mario Arestivo ha datofondo alle energie, lavorando con grandepassione per dare linfa a tutta l’attività gra-zie al ringiovanimento del quadro dirigen-ziale.

I ragazzi, attivi e tutti facente parte dellacomunità oratoriana, svolgono i propri alle-namenti all’interno della struttura seguendo

un percorso sportivo e formativo basato su-gli insegnamenti del fondatore dei salesiani,San Giovanni Bosco. Gli atleti sono seguitida allenatori che, sullo stile del sistema pre-ventivo, basano l’essere squadra su unagrande famiglia, affrontando così ogni tipodi problema, accompagnando alla crescitafisica del ragazzo, quella etica e spirituale.Metodo che, tornando sul campo, sembraaver dato i suoi frutti anche sotto il profilosportivo.

La Pgs Sales ha conquistato quest’anno ititoli provinciali, nei campionati organizzatidal comitato provinciale della PolisportivaGiovanile Salesiana, per le categorie Under15 e Under 17 di basket ed Under 15 di cal-cio a 5. Nel campionato FIGC i giovanissi-mi hanno occupato la terza posizione, utilead accedere alle fasi finali mentre gli allievisono stati in lotta per la quarta posizione, ul-tima valida per conquistare le finali provin-ciali.

Da: La Sicilia, 27 marzo 2011.

Società gloriosa, ringiovanita nella dirigenza, tra divertimento esfida educativa nello stile di Don Bosco

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GGrreesstt 22001111:: ““VVeenniittee ee RR......EEssttaattee””È questo lo slogan del Grest estivo del-

l’Oratorio Salesiano “San Francesco di Sa-les” – Cibali – di Catania, che vede la parte-cipazione di circa centocinquanta ragazzidai 6 ai 16 anni.

L’attività estiva ha preso il via lo scorso23 giugno e si concluderà il 23 luglio. Unmese di giochi, divertimento e formazioneche permette ai giovani del grest di conosce-re e approfondire le figure di Gesù, di DonBosco e di Giovanni Paolo II, beatificato aRoma lo scorso primo maggio.

Volontà, Lealtà, Coraggio e Fiducia iquattro nomi delle squadre che permettonoai ragazzi, durante l’arco del mese, di riflet-tere su altrettanti valori fondamentali da“buoni cristiani e onesti cittadini”. Impor-tante è per i nostri giovani rendersi conto dicome determinati valori non devono mai es-sere accantonati e che il possederli risultaessere la regola, non l’eccezione.

Divertimento assicurato in occasionedelle gite: acquapark presso il McLube diCaltanissetta, e Gambarie che permette adun centinaio di ragazzi di abbandonare l’afacittadina per godersi lo splendido scenariodell’Aspromonte, in Calabria. Occasioniqueste per conoscersi meglio, per giocare ecantare insieme ma anche, e soprattutto, perpregare in un unico coro ad inizio e finegiornata come voleva Don Bosco.

Importante la presenza del gruppo ani-matori che, dopo essersi preparato per oltreun mese all’inizio dell’avventura estiva, pro-segue il percorso di formazione anche du-rante l’estate con le riunioni settimanali delmartedì sera utili per confrontarsi su alcunetematiche proposte dal sussidio “ABC Ani-matore” e su altre di natura tecnica. Mo-

menti necessari alla preparazione dellaGiornata Mondiale della Gioventù di Ma-drid che vedrà presenti quasi venti giovaniprovenienti dalla casa di Cibali. Per altri tragli animatori ci sarà l’opportunità di parteci-pare ai campi animatori di fine agosto.

Molto sentito, in crescita rispetto agli al-tri anni, il momento centrale del grest, quel-lo della S. Messa celebrata dal direttore del-l’oratorio don Mario Arestivo. Celebrazioneche vede partecipare, oltre ai ragazzi delgrest, numerosi giovani e adulti dell’orato-rio.

L’ultima serata, denominata “serata sot-to le stelle”, darà l’opportunità a ragazzi edanimatori di presentare ed esibire tutto ciòche è stato preparato durante le attività didanza e canto che si sono affiancate ai con-sueti sport: calcio, basket e pallavolo.

FFaabbiioo AAlliibbrriioo

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CCoonnvveeggnnoo aannnnuuaallee UUnniioonnee EExxaallll iieevviiIl 15 maggio 2011 si è svolto a Catania,

nel teatro San Giovanni Bosco, in via S. Ma-ria della Salette 116, il Convegno annualeorganizzato dalla locale Unione Exallievi.

L’evento ha registrato la partecipazionedell’Ispettore dei Salesiani di Sicilia donGianni Mazzali, il quale ha introdotto, inmodo originale, la testimonianza sulla Stren-na del Rettor Maggiore “Venite e vedrete”,utilizzando le parole della canzone di Rena-to Zero “La vita è un dono”. L’invito di donMazzali è stato quello di riflettere sul fattoche nel cuore della nostra vita c’è una sfidada cogliere (venite) e ci sono sorprese che ciattendono e che non possiamo calcolare oprevedere (vedrete). Pertanto, la vita inizial-mente non è un dono, piuttosto è un acci-dente. Fino a quando non si riesce a com-prendere bene le cose e ci si limita alle affa-scinanti, quanto retoriche, frasi che si ripe-tono sulla dignità della vita, sulla sua unici-tà, sui diritti universali, sulla democrazia,sulla giustizia, si rischia di sconfinare in unosmisurato senso dell’io e di porre le premes-se per una civiltà basata sull’individualismoche non ammette altri o Altro. Il salto diqualità avviene quando si supera la filosofiadell’io debole, per rafforzarla con una di-mensione spirituale, quella del mistero dellavita. Soltanto allora si riesce a percepire lavita come un dono, che non è frutto di unaconvinzione personale, ma consapevolezzache non si è né l’unico, né il più importanteartefice della propria esistenza. Il dono del-la vita diventa significativo soltanto se accet-tato e ricambiato, perciò è anche volontà edeterminazione. Si tratta di impegnarsi per

aiutare i bambini, i ragazzi, i giovani, gli uo-mini e le donne adulte a scoprire o riscopri-re uno sbocco felice per la vita.

A conclusione del suo discorso, donMazzali ha manifestato l’impegno della Fa-miglia Salesiana nel promuovere la famigliamonogamica, nell’accompagnare i giovaninella loro formazione ed educazione e nelpromuovere concretamente una pastoralegiovanile che renda i ragazzi e i giovani pro-tagonisti, aprendo loro orizzonti nuovi di vi-ta.

Il convegno annuale, ha ricordato il Pre-sidente dell’Unione Salvatore Caliò, è unodegli appuntamenti di una serie di manife-stazioni programmate dall’Unione Exallievinell’anno sociale 2010/2011. Infatti, l’attivi-tà dell’Unione è stata caratterizzata dall’as-segnazione del Premio Quartiere Vivo al rag.Nunzio Strano e al Rotary Club di Catania,con la splendida conduzione di Salvo La Ro-sa, al primo, personalità espressa dal quar-tiere, per l’impegno e la dedizione nel lavo-ro e la testimonianza di cittadino esemplare,al secondo per il sostegno concreto e fattivoverso i Salesiani e i giovani del quartiere.Nel corso della manifestazione sono stati as-segnati i Premi di Studio agli alunni più me-ritevoli delle scuole operanti nel quartiere,donati dalla “Domenico Sanfilippo Edito-re”, dal Teatro Stabile di Catania e dalla Se-greteria della Presidenza del Senato dellaRepubblica Italiana. Sono stati organizzatinumerosi incontri culturali. Tra questi ilconvegno “Il Cardinale Dusmet e la Salette”in occasione del 22° anniversario della Suabeatificazione, con illustri relatori comeMons. Gaetano Zito (Vicario episcopale perla Cultura) e il prof. Biagio Guardabasso(past Direttore dell’Istituto di Medicina Le-gale dell’Università di Catania). Di grandeinteresse è stato il convegno “Legalità e svi-luppo a San Cristoforo. Quale futuro per ilquartiere?”, che ha coinvolto esponenti delmondo delle Istituzioni come la dott.ssa An-namaria Polimeni (Viceprefetto Vicario di

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AAppppeelllloo ddeell CCnnooss aa LLoommbbaarrddoo

Catania) e l’arch. Rosanna Pelleriti(del Comune di Catania), ladott.ssa Silvia Vassallo (magistratodel Tribunale per i minori), l’Arci-vescovo di Catania Mons. Salvato-re Gristina, padre Valerio Di Tra-pani (della Caritas Diocesana),brillantemente coordinati dalladott.ssa Pinella Leocata (giornalista del quotidiano “La Sicilia”).

L’impegno sociale e politico dell’Unione Exallievi continuerà con ulteriori incontri, gior-nate a tema e manifestazioni, anche grazie al grande entusiasmo e la voglia di agire dimostra-ta dalle leve giovanili che hanno recentemente aderito all’Unione insieme al desiderio di es-sere protagonisti all’interno dell’associazione e sul territorio in generale.

FFllaavviioo CCaallccaaggnnoo

Il grido di allarme per la prosecuzione del-la formazione è stato lanciato dai sacerdoti edagli insegnanti del Cnos-Fap al presidentedella Regione Raffaele Lombardo in visita aGela in occasione del convegno regionale or-ganizzato dalla fondazione “Antonietta e Sal-vatore Aldisio” presieduta da Lillo Giardina.Ad aspettare il Governatore della Sicilia, ilpresidente della Provincia Pino Federico, irappresentanti politici dell’MpA di Gela e del-la Provincia regionale, assessori provinciali,giornalisti, simpatizzanti ed i padroni di casa,i sacerdoti salesiani. La presentazione è statacurata dal direttore della formazione don En-zo Ferrarella, poi la parola al direttore dellascuola salesiana don Carmelo Umana che haricordato l’opera meritoria di San DomenicoSavio sulla falsariga dell’insegnamento di SanGiovanni Bosco. I ragazzi che i salesiani for-mano sono quelli presi dalla strada, quelli conprecedenti penali o semplicemente chi ha vo-glia di imparare un mestiere. Tutto questo frale difficoltà e le ristrettezze economiche dellaRegione che stenta a finanziare i progetti diformazione. I sacerdoti hanno sottolineato cheben 11 corsi stavano per essere azzerati nelcentro salesiano di Gela mentre il prof. Licataha dato voce a tutti gli insegnanti della scuolacostretti ad aspettare i tempi lunghi della bu-rocrazia prima di ricevere i dovuti compensi.“In questi giorni siamo indietro di cinque me-

silità – ha detto Licata – e fino a qualche mesefa di otto. Come possiamo mantenere le nostrefamiglie. Eppure lavoriamo per portare avantiil messaggio salesiano”. “Il nostro è un centrodi formazione di eccellenza – ha detto il presi-dente della Provincia Federico – abbiamo sal-vato i corsi perchè quello di Gela è l’ente diformazione più virtuoso in Sicilia, e questograzie al Presidente della Regione”. Il sindacoFasulo ha sottolineato l’importanza di lavora-re in sinergia per raggiungere obiettivi comu-ni: quello della formazione e della presenza vi-va fra i giovani, come ha dimostrato di saperfare la scuola gelese.

“Proprio stamattina – ha detto il Presiden-te Lombardo – ho firmato un decreto con ilquale viene aumentato il budget per ogni oradi lavoro, dai 90 euro ai 135, in questo modosarà possibile ampliare la possibilità di lavoroper i formatori e per i mezzi destinati alla for-mazione a discapito di chi assume ma produ-ce meno. In Sicilia ci sono 30.000 enti di for-mazione, enti inutili che è necessario diminui-re a favore di quelli virtuosi come questo. Unarisorsa enorme per la quale la Regione ha pre-visto 300 milioni di euro. Con la nuova finan-ziaria abbiamo ridotto anche le Asi ad una re-gionale e l’Iacp”.

LLiilliiaannaa BBllaannccoo

Da: Vita Diocesana, Gela 15 maggio 2011.

Don G. Mazzali, Don R. Di Mauro e S. Caliò.

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IIll ccaassoo vviirrttuuoossoo ddeeii ssaallddaattoorrii ddii GGeellaaPresentato a Palermo, nell’Aula magna

della facoltà di giurisprudenza, il Rapportosulla Sussidiareità e Formazione professio-nale 2010. Il Presidente dalla fondazioneper la sussidiarietà Giorgio Vittadini, dopola prima presentazione del rapporto in Sena-to, ha scelto Palermo per affrontare un temadi vitale importanza per il sistema paese. Aldibattito, moderato da Salvatore Taormina,hanno partecipato anche il Rettore dell’Uni-versità Roberto La Galla, il Vescovo di Piaz-za Armerina mons. Pennisi e il presidentedel CNA Filippello.

Giorgio Vittadini affermache l’adozione di un’imposta-zione sussidiaria nell’istruzioneprofessionale influisce sul suc-cesso formativo, sull’inseri-mento lavorativo e sull’inclu-sione sociale dei giovani diplo-mati e qualificati. “Come mo-strano i casi raccontati in que-sto Rapporto – spiega il presi-dente della fondazione - , anco-ra oggi esistono esperienzeeducativo-formative che sononate dal grido di dolore di tan-ta parte del mondo giovanile,che non è fatto di masse e dinumeri, ma di “io” che, lungopercorsi personali difficili, han-no perso il desiderio e la capa-cità di lottare e costruire. L’attenzione al bi-sogno di queste persone ha generato realtàdove tanti piccoli “Ciaula”, il protagonistadella novella di Pirandello, hanno scopertola luna, ovvero il rapporto con le cose, conla costruzione, con la positività”.

Il modello di formazione professionaledi tipo sussidiario osservato e descritto dalRapporto si spinge oltre il mero trasferimen-to di nozioni di tipo tecnico o di valutazionidi carattere economico-sociale e descrive unmetodo in cui la persona è “il soggetto el’oggetto dell’azione educativa”. “La centra-lità della persona sarebbe il cuore del siste-

ma sussidiario, sistema che, come emergedai dati del rapporto, rende di più in termi-ni di risultati: qualità della formazione, inse-rimento lavorativo e inclusione sociale.

Per raggiungere questi obbiettivi, però,precisa Vittadini, bisogna porre in essere,anche a livello politico- istituzionale, azioniche siano fedeli alla mission educativo-for-mativa e perseguano quest’unico obiettivo.Soprattutto in Sicilia “bisogna vincere la re-sistenza dell’idea che con la formazione pro-fessionale si possano risolvere i problemi oc-

cupazionali del personale do-cente e amministrativo. In po-litica economica un’azione de-ve essere finalizzata ad un soloobiettivo” se lo duplichi li fal-lisci tutti e due”. In altri termi-ni i soldi per la Formazionedevono essere spesi per la for-mazione, qualificando la spesa.

Fra gli interventi quello dimons. Pennisi ha decritto co-me questa dinamica si sia de-clinata nel nostro territorio. Ilprelato, in particolare, ha cita-to l’esempio virtuoso dei sal-datori di Gela la cui alta quali-ficazione è ormai riconosciutanon solo da aziende comel’ENI presenti sul territorio,ma anche da imprese naziona-

li ed internazionali. Questo grazie ad alcuni enti che su que-

sto territorio operano da tempo, fra questi isalesiani, che hanno contribuito al recuperodi numerosi ragazzi attraverso l’educazioneal lavoro di qualità, arginando così la disper-sione scolastica e togliendo potenziale ma-novalanza alla criminalità organizzata.

Conclude citando un appello di Sturzo:“Datateci scuole serie, importanti, scuoleche, anche senza dare un pezzo di carta, in-segnino”.

MMaarriiaa GGaabbrriieellllaa RRiiccoottttaa

Da: Siciliainformazioni.com, 12 giugno 2011.

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AAll vviiaa iill GGrreesstt 22001111Procede alla grande l’attività

estiva organizzata per quest’esta-te 2011 dai Salesiani di Marsala:tra giochi, balli, formazione etanta allegria salesiana, i 250bambini e ragazzi sono già giun-ti alla terza settimana del tradi-zionale GREST salesiano, che,per quest’anno, ha come titolo“Overy: scelte a colori”.

Iniziato il 14 giugno scorso, ilGrest vede impegnati i bambinie i ragazzi di Marsala in un per-corso di formazione umana e cri-stiana, alla scoperta del progetto che Dio haper ciascuno di loro, sulla scia del messaggioche il superiore mondiale dei salesiani, DonPascual Chavez, ha lanciato per quest’annopastorale 2010/2011, con la strenna “Venitee Vedrete”, in una forte connotazione voca-zionale e salesiana.

Accompagnati dai sei ragazzi protagoni-sti di un viaggio fantastico ad Overy, in Ir-landa, i “grestini” verranno guidati nel com-piere quelle scelte profonde che segnerannola loro esistenza e li faranno maturare cri-stianamente e umanamente (come voleva lostesso Don Bosco che voleva i suoi giovani“buoni cristiani ed onesti cittadini”).

Al timone di questa stupenda avventurail Direttore-Parroco dei Salesiani, don Ales-

sandro Malaponte, il salesiano don ArnaldoRiggi, inviato dall’ispettore regionale dei sa-lesiani per questo grest 2011, il giovane co-ordinatore delle attività oratoriane, SergioAlagna, una quarantina di animatori e colla-boratori e una decina di genitori, che, congrande spirito di sacrificio e di donazione,offrono gran parte del loro “tempo estivo” avantaggio dei ragazzi marsalesi, contribuen-do a migliorare il servizio educativo offertodall’oratorio salesiano.

Numerose le attività realizzate e altret-tanto numerose quelle previste, sino al 30luglio, giorno in cui si concluderanno le at-tività estive: inaugurazione cittadina, allapresenza del sindaco, con sfilata sino al mo-numento di Don Bosco; gite varie all’acqua-park e a mare; spettacoli settimanali al saba-to sera; tornei e laboratori manuali; olimpia-di del Grest; Santa Messa; formazione spiri-tuale; serate culturali e impegnate; bans,giochi, danze... il tutto nel giusto spirito sa-lesiano, fatto di semplicità e di familiarità!

Risuona ancora nei cortili e nelle auledell’opera salesiana “Divina Provvidenza”,tra le urla festanti dei bambini e ragazzi diDon Bosco, il tradizionale inno scritto e mu-sicato dal fondatore dei grest in Sicilia, DonFranco Solarino, “il grest che passion, cheatomica invenzion!”, con la certezza, comeafferma uno dei giovani grestini, “di portareovunque vita perché siamo i cavalieri del-l’amor! Ohissà Hurrà!”.

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CCoommee aaffffrroonnttaarree llaa ssffiiddaa eedduuccaattiivvaaGGllii eexxaalllliieevvii ssaalleessiiaannii aa ccoonnffrroonnttoo

Si sono ritrovati come ogni anno, per ce-lebrare quello spirito salesiano che ancora,dopo tanto tempo, li unisce in una grandefamiglia. Insieme per riaffermare l’insegna-mento che Don Bosco amava diffondere trai suoi ragazzi, «siate buoni cristiani e onesticittadini». Un messaggio che adesso gli exal-lievi salesiani girano alle nuove generazioni,attraverso una quotidiana opera di testimo-nianza. Non più giovani, ma con lo stessoentusiasmo che li animava negli anni tra-scorsi in oratorio, gli exallievi si sono dati ie-ri appuntamento all’Istituto San Luigi, per ilconvegno annuale che ancora una volta harappresentato un’occasione di incontro e diconfronto su importanti tematiche sociali.

Dopo la messa officiata dal direttoredell’Istituto, don Pasquale Pirrone, infatti,la giornata ha dato spazio al dibattito sulla“sfida educativa”, al quale è intervenutodon Giovanni Russo, preside dell’IstitutoTeologico “San Tommaso”.

All’incontro, hanno preso parte tra glialtri, i presidenti dei gruppi exallievi del“San Luigi” e di “San Matteo”, Nino Gigan-te e Francesco Di Pietro, promotori dell’ini-ziativa, e dei gruppi delle Figlie di MariaAusiliatrice e del Savio, Flavia Costanzo eFranco Abate. L’argomento scelto per il di-battito tocca direttamente la grande famigliasalesiana, impegnata in prima linea inun’azione educatrice improntata totalmentesull’eredità lasciata da Don Bosco. Nella suarelazione, don Russo ha illustrato gli orien-tamenti pastorali “Educare alla vita buona

del Vangelo” della Conferenza EpiscopaleItaliana, mettendone in evidenza alcuniprincipali punti.

«Educare per i salesiani è estremamenteimportante – ha spiegato – un aspetto che inquesto periodo si presenta come una neces-sità non solo per i ragazzi, ma anche per gliadulti e per la stessa Chiesa».

L’opera educatrice, secondo le linee gui-da della Cei, deve aspirare alla formazionedella persona nella sua globalità e non persingoli valori. Educare alla vita buona, dun-que, ispirata al Vangelo, agli affetti, al lavo-ro, alla tradizione, alla libertà.

Ci sono poi delle scelte di fondo da se-guire: affermare, in questo delicato impegnopastorale, il primato di Dio e sapersi rinno-vare attraverso l’integrazione di tutte le for-ze della Chiesa. Ma fondamentale è soprat-tutto stare vicino ai ragazzi, che devono es-sere protetti e al contempo messi anche difronte ai loro errori, con l’incontro e l’acco-glienza, seguendo il principio salesiano “do-ve ci sono i giovani, ci siamo anche noi”.

«La nostra responsabilità – ha detto donRusso – nasce da Dio, che ci vuole educato-ri». E gli exallievi si mostrano fedeli a que-sta missione. «Cerchiamo di diffondere l’in-segnamento di Don Bosco, continuando adessere presenti negli oratori, a contatto con iragazzi», ha spiegato Nino Gigante, che conorgoglio, ha voluto ricordare il ruolo rico-perto in città dall’Istituto “San Luigi”, il pri-mo gruppo salesiano ricostituitosi in cittàdopo il terremoto. Come altrettanto signifi-cativo è il lavoro portato avanti a “San Mat-teo”, a “Giostra”, in cui prezioso è l’appor-to degli exallievi: «Le nostre sono prevalen-temente attività parrocchiali – ha aggiuntoDi Pietro – che ci aiutano a stabilire un rap-porto con i giovani e a favorire quindi unproduttivo scambio intergenerazionale».

RRoobbeerrttaa CCoorrtteessee

Da: Gazzetta del Sud, Messina 23 maggio 2011.

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EExxaalllliieevvii:: IInnccoonnttrroo ssuu ““FFeeddeerraalliissmmooffiissccaallee,, ttrraa uunniittàà ee ddiivviissiioonnee””

Mercoledì 25 maggio presso l’Oratorio Salesiano “SanDomenico Savio” di Messina si è tenuto un incontro sul te-ma: “Federalismo fiscale, tra unità e divisione” una riflessio-ne da... “buoni cristiani e onesti cittadini”. Il relatore è ilProf. Luigi Ferlazzo Natoli, Presidente emerito della nostraUnione, Preside della Facoltà di Economia del nostro Ate-neo, insigne tributarista, titolare della cattedra di diritto tri-butario (i cui meriti accademici sono riconosciuti a livello na-zionale); giornalista pubblicista, che nel tempo, ha dedicatonumerosi articoli e pubblicazioni di salesiana memoria (fracui la “Lezione dell’Oratorio”, la cui prefazione è stata cura-ta dal compianto Don Giuseppe Riggi, SDB).

MMeessssiinnaa--AAssssoocc.. CCuullttuurraallee ““DDoonn GG.. RRiiggggii””

IInnccoonnttrroo--ddiibbaattttiittoo ssuull ll iibbrroo ddii AA.. MMeelliiNel nuovo tempio della cultura messinese – il Palazzo An-

tonello da Messina – di fronte ad un pubblico qualificato e nu-meroso è stato presentato il 24 giugno l’ultimo libro del pro-fessore don Antonio Meli, Ordinario di Scienze della Comuni-cazione presso l’Istituto Teologico San Tommaso, dedicato al-le grandi questioni della filosofia (Antonio MELI, Le grandiquestioni della filosofia, Akea editrice, Ravenna 2010). Sonointervenuti con la loro indiscussa competenza e professionali-tà tre docenti dell’Ateneo Peloritano.

Il prof Girolamo Cotroneo, uno dei più insigni filosofi ita-liani viventi, ha fornito una lettura approfondita del testo inquestione, mettendone in luce la sua prospettiva di fondo in-dividuata nel rapporto tra ragione e fede. L’autorevole profes-sore ha evidenziato come non ci troviamo di fronte ad una “fi-lastrocca di opinioni”, ma ad un discorso ben strutturato e ar-gomentato che offre una sintesi filosofica frutto di una ricezio-ne critica della filosofia moderna e contemporanea.

A sua volta il prof Giuseppe Giordano ha sottolineato co-me non ci troviamo di fronte al solito manuale che costringe la filosofia entro determinatischemi, ma di fronte ad una vera e propria proposta filosofica non solo ben documentatascientificamente, ma che si mostra attenta a cogliere il valore della scienza e dell’epistemolo-gia degli ultimi secoli.

La professoressa Giusi Furnari ha evidenziato, invece, la tensione che anima il libro iden-tificata nella ricerca di una sapienza autenticamente filosofica perché autonoma rispetto ad

é La copertina del libro diA. Meli.

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ogni principio di autorità, ma comunqueaperta in modo critico nei confronti della fe-de. La professoressa si è domandata con uncerto pathos come sia possibile coniugarecon estrema onestà intellettuale il logos chesta alla base della filosofia con la fede che siappella all’autorità. Infine è intervenutol’autore che ha espresso le convinzioni cheinformano il suo libro. Innanzitutto la con-vinzione che la filosofia sia essenzialmenteun discorso dialettico e non ermeneutico eche pertanto non consiste in un “discorsoedificante”, ma in un discorso logicamenteforte capace di conclusioni veramente dimo-

strate anche se sempre confutabili. In secon-do luogo l’autore ha rivendicato con forzal’autonomia del discorso filosofico rispettoad ogni principio di autorità. In terzo luogol’autore ha messo in luce come il discorso fi-losofico non è, tuttavia, autosufficiente, maaperto al mistero e, quindi, alla rivelazione ealla fede. La filosofia aiuta la fede a non ri-solversi in fideismo e la fede aiuta la filoso-fia a non risolversi in razionalismo. Pertantofilosofia e fede non possono fare a meno diconfrontarsi per non rischiare una derivaideologica.

PPaalleerrmmoo--SSaannttaa CChhiiaarraa

LLaauurreeaattii ee ppoolliigglloottttiittoorrnnaannoo ssuuii bbaanncchhii

Parlano cinque lingue e in tasca qualchevolta hanno anche una laurea. Ma seduti aibanchi di scuola studiano per conseguire lalicenza media. Sono i cento alunni dei corsiserali appena partiti al centro Santa Chiaradell’Alberghiera in convenzione con il Ctp(Centro territoriale permanente) della Fede-rico II. Hanno da 16 a 47 anni e provengo-no soprattutto dal Bangladesh, dalla Cina,dalla Somalia, dalla Nigeria, dal Ghana edalle Isole Mauritius. La difficoltà più gran-de è imparare la lingua italiana per avere ac-cesso al mondo del lavoro. Così si cominciadalle cose più semplici. Alla lavagna qualcu-no declina il presente del verbo essere cheviene tradotto in inglese, in francese in ben-galese. [...] Il cinquanta per cento di loronon ha in tasca il permesso di soggiorno. Malo aspetta da mesi. A giugno, però, per so-stenere l’esame, dovranno avere tutte le car-te in regola. Compresa una presenza di al-meno 250 ore accumulata durante l’annoscolastico. [...] C’è chi non arriva mai a soste-nere gli esami e torna ogni anno per perfe-zionare l’italiano. Ma c’è anche qualcuno cheprosegue con le scuole superiori. A seguirliun team di cinque docenti che insegnano

materie diverse: Antonio Guida, TommasoSciacca, Giuseppe Rizzo, Maria Amato eAlessandra Curcio. E che cercano di infor-marli sulla realtà italiana in cui vivono.

Dalla storia alla politica, dall’arte allaletteratura. «Abbiamo avuto – dice Giusep-pe Rizzo che insegna matematica – qualchealunno in possesso di una laurea in ingegne-ria. In quel caso facciamo dei crediti e ap-profondiamo altre materie. Il rapporto chesi crea con queste classi è molto stimolante.Sono persone motivate che scelgono lascuola. Sono curiose e partecipano attiva-mente alle lezioni. Certo la cosa più impor-tante per loro è lavorare, quindi può capita-re che abbandonino, ma prima o poi torna-no. Per loro è fondamentale studiare e im-parare l’italiano». Come Kadir che aveva av-viato una carriera militare in Bangladesh eche in città lavora come cameriere in un ri-storante. «Per me Santa Chiara – dice Kadir– è fantastico. Sono contento di andareavanti e di avere una formazione per il mon-do del lavoro».

CCllaauuddiiaa BBrruunneettttoo

Da: La Repubblica, Palermo 7 ottobre 2010.

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C’è il campione e il di-lettante. L’ex nazionale checonosce tutti i trucchi delladisciplina e il curioso che siavvicina con circospezione.Sono tutti appassionati dicalcio, seguono le partite intv, e sanno giocare anchemolto bene. Ma questa voltaper fare squadra hanno scel-to un altro sport: la pallamano. Quindici se-negalesi, ivoriani, rumeni e camerunensi, trai 18 e i 35 anni, da quest’estate si allenanosotto la guida di Rosario Calà, utilizzando losport per farsi conoscere ma accarezzandoanche il sogno di agguantare traguardi im-portanti a livello agonistico. […]

Hanno giocato già un paio di partiteamichevoli al Pala Don Bosco contro lasquadra Villaurea, formata dai giovani del-l’oratorio salesiano. Un modo per farsi co-noscere e stabilire fuori dal campo nuovirapporti e amicizie. Non hanno neppure cal-colato il punteggio, perché l’importante eragiocare con entusiasmo, anche se di gol igiocatori immigrati ne hanno segnati parec-chi. «Al momento – dice Rosario Calà che inpassato allenava una squadra di pallamanodi ragazzi di San Cataldo – per noi è proibi-

tivo pensareall’iscrizionealla Figh (Fe-derazione ita-liana giuocohandball) e altesseramentodei giocatori.Per gli immi-grati è quasi

impossibile con la normativa vigente e inogni caso i costi per noi sarebbero troppoalti. Ci alleniamo nell’atrio del centro SantaChiara all’Albergheria, ma dovremmo tro-vare ospitalità in un posto al chiuso soprat-

tutto per la stagione invernale. I ragazzi han-no voglia di giocare e non possiamo saltaregli allenamenti per la pioggia».

Alcuni degli atleti vivono a Palermo dapochi mesi, altri da anni. Svolgono qualsiasitipo di lavoro: commessi, venditori ambu-lanti e collaboratori domestici. «Parlo astento l’italiano – dice Giorgio, diciottennerumeno a Palermo da appena un mese – perme giocare a pallamano è un modo per am-bientarmi, per conoscere nuova gente, perfarmi degli amici. Mi sono trasferito qui aPalermo con mio fratello e non conosciamonessuno. Santa Chiara è un punto di riferi-mento importante e qui ho trovato anche lamia squadra. Sono contento. Da quandogioco a pallamano sto molto meglio con lepersone che mi circondano».

A tarda sera, dopo una giornata di lavo-ro si incontrano al centro Santa Chiara perallenarsi. Qualcuno arriva un po’ in ritardo,ma alla fine non manca mai nessuno all’ap-pello.

«È uno sport entusiasmante – dice Los-se, ivoriano di 35 anni che nel suo Paese diorigine giocava nella nazionale di pallamanounder 21 e che a Palermo lavora come ma-gazziniere – e soprattutto un modo per sta-re insieme. Da parte nostra c’è tutta la vo-lontà di andare avanti. Chissà cosa verràfuori in futuro».

CCllaauuddiiaa BBrruunneettttoo

Da: La Repubblica, Palermo 22 ottobre 2010.

Campioni e dilettanti insieme nella prima società di pallamano

é La formazione di pallamanodel “Santa Chiara” al completo.

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Lunedì 27 giugno si è alzato il “sipario”della tradizionale avventura salesiana delGrest ovvero dei gruppi estivi. Infatti più di200 ragazzi dai 7 ai 14 anni si sono ritrovatipresso l’oratorio per trascorrere quattro set-timane di estate all’insegna dell’allegria, deldivertimento, dell’amicizia, senza trascurarela formazione. Con lo slogan della manife-stazione “Centra il futuro!...perchè il futuroc’entra con te!”, i “grestini” sono stati divisiin quattro squadre ognuna contraddistintadal colore dell’immancabile maglietta colo-rata. Un cammino a parte è riservato perquelli più grandi che partecipano all’EstateRagazzi.

Uno dei momenti “clou” della manife-stazione è stato sabato pomeriggio 2 luglioin occasione dell’inaugurazione ufficialepresso i Giardini Iblei. L’invasione multico-lorata in questo “polmone verde” della cittàè stata preceduta da una festante sfilata cheè partita dall’oratorio alle 17.30 dopo la S.Messa presieduta dal Direttore dei SalesianiDon Gianni Lo Grande. L’allegro “serpen-tone”accompagnato dagli infaticabili anima-

tori con in testa il responsabile Don FrancoCrimì, collaborato dal giovane chierico DonGaetano Marino ha raggiunto il sito prefis-sato attraversando i posti più caratteristicidel centro storico: p.zza San Giovanni, lescale di c.so Mazzini, p.zza della Repubbli-ca, p.zza Duomo, P.zza Pola. Un ricco mo-mento di festa, di amicizia e di allegria conle urla di gioia, i canti e l’assordante rumoredi coperchi, fischietti e tamburi con le qualii grestini hanno ravvivato questa parte dellaRagusa antica, un po’ sonnecchiante in unclassico sabato pomeriggio di estate. Prati-camente in quest’occasione l’oratorio è“uscito” dalla sede naturale di corso Italiaper portare, sotto il segno di Don Bosco, lostile salesiano in un’altra parte della città,con i tipici momenti di spensieratezza ed ag-gregazione conditi da tanto entusiasmo.La colorata carovana del grest è stata ospita-ta negli spazi verdi gestiti dal bar della villadi Ibla, dove si si è avuto l’esibizione delMago Marvil, che ha incantato un po’ tutticon le sue “magie”, e successivamente sonoseguiti i balli e gli inni da parte dei ragazzi.

Il momento di festa è sta-to concluso, alla presenzadei genitori, con la libera-zione in volo di tanti pal-loncini colorati e dulcis infundo… con un bel gela-to ristoratore per tutti ipartecipanti!

Il Grest proseguiràancora per altre tre inten-se settimane e oltre allagite fuori porta (acqua-park, mare), ogni pome-riggio dal lunedì al sabatonel cortile e nel teatrodell’oratorio sono previstimomenti di gioco, di ami-cizia, di creatività, di for-mazione e preghiera.

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LLaa CCoorraallee DDoonn BBoossccoo nneellllaaCCaappppeellllaa ddii SSaann GGeennnnaarroo aa NNaappoollii

Nella magnifica cornice della città parte-nopea, sabato 4 giugno, la Corale Polifonica“Don Bosco” dell’Oratorio Salesiano “SanLuigi” di San Cataldo ha avuto il privilegiodi poter esibirsi presso uno dei luoghi piùbelli e più cari al cuore dei napoletani: la“Cappella del Tesoro di San Gennaro”, luo-go di rara bellezza e di notevole suggestione.

Tra il luccichio degli argenti e sotto losguardo attento dei 52 compatroni dell’Ar-cidiocesi di Napoli, tutti presenti nella lorostatuaria grandezza, circa 30 elementi dellaCorale sono stati accolti dal Parroco della

Chiesa Cattedrale,Mons. Vincenzo Pa-pa e dai membri del“Comitato San Gen-naro” che – dopo aver rivolto alla Corale ilsaluto dell’Arcivescovo Metropolita, SuaEminenza il Cardinale Sepe, e di Mons. Vin-cenzo Degregorio – hanno assistito al con-certo offerto dalla Corale, sotto la direzione

del Maestro Daniele Riggi ed accompagnataall’organo dal Maestro Gaetano Bellomo. Inumerosi presenti, ai quali si sono aggiuntituristi di ogni provenienza, hanno avutomodo di apprezzare la magistrale esecuzio-ne di brani di Mozart, Haydn, Verdi, tribu-tando alla Corale calorosi applausi; moltogradita anche l’esecuzione di brani musicalidella nostra tradizione siciliana.

A conclusione del concerto, dopo averricevuto una lettera di saluto del Sindaco diSan Cataldo, Dott. Giuseppe Di Forti, cheha anche inviato materiale illustrativo della

nostra città, Mons. Papa si è pia-cevolmente intrattenuto con imembri della Corale compli-mentandosi per l’esecuzione edescrivendo nei dettagli le ric-che opere presenti nella Cappel-la del Tesoro di San Gennaro,offrendo ai coristi la possibilitàdi raggiungere parti della Cap-pella cui è vietato l’accesso ai vi-sitatori.

Il concerto si inserisce nellemolteplici attività realizzate dal-la Corale impegnata, già da 16anni, nella diffusione di un varioe vasto repertorio di canti poli-fonici sacri e profani.

Questi i nomi dei coristi del-la Corale Don Bosco: SilvioAmico, Giuseppe Ruggieri, Sal-vo Comparato, Salvatore Gior-dano, Salvatore Falzone, Giu-

seppe La Fisca, Matteo Scarlata, Lui-gi Ilardo, Roberto Falzone, MaurizioNicosia, Luigi Diliberto, Scarlata Da-niela, Patrizia Lazzara, Teresa Aprile,

Daniela Saieva, Teresa Cassano, NicosiaLaura, Viviana Vecchio, Alessandra Russo,Azzurra Alessi, Graziella Petrantoni, HillaryFalzone, Chiara Naro, Laura Giamporcaro.

Da: La Sicilia, Caltanissetta 11-06-2011.

é Napoli: I componentidella Corale Don Bosco di

San Cataldo nellacappella del Tesoro

di San Gennaro.

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CCllaauuddiiaa MMaarrcchheessee -- ““SSoollee èè VViittaa,, uunn rraaggggiioo dd’’AAmmoorree””

Un’avventura che va al di là dei sogni e dell’immaginazione. Unagiovane siciliana, Stella, sente dentro di sé di avere un che di specia-le, ma anche le persone che le sono intorno rappresentano qualcosache va al di là della semplice vita umana. Un giorno Stella incontreràfinalmente il suo destino e scoprirà che questo le ha riservato un cam-mino difficile, ma percorribile solo da chi è predestinato. La salvezzadi un mondo fino ad allora sconosciuto diventa l’obiettivo di Stella,ma al di là delle avventure, delle lotte e delle sofferenze, questo libroracconta dell’“Amore”, il più genuino e spontaneo tra i sentimenti,ma anche quello più difficile da provare. La forza dell’“Amore”, chein sé racchiude tutti gli altri sentimenti, non solo darà a Stella la pos-sibilità di adempiere al suo destino, ma riuscirà a emergere anche in

quei cuori che sembravano essere avvolti per sempre dal buio delle tenebre.

““FFaacccciiaa aa ffaacccciiaa”” aa GGeennzzaannoo

Dal 29 aprile al 2 maggio scorsi, accompagnati da don Luigi Calapaj, abbiamo partecipa-to al tradizionale “Faccia a faccia”, un appuntamento di promozione e condivisione vocazio-nale tra i novizi salesiani e i prenovizi. Il “Faccia a faccia” si è svolto presso la sede del novi-ziato internazionale “Mons. Versiglia” di Genzano. Oltre ai novizi di Genzano, hanno parte-cipato all’evento anche i novizi di Pinerolo e tutti i prenovizi d’Italia. Abbiamo vissutoun’esperienza forte di fede, confronto e discernimento vocazionale, grazie all’esperienza dichi è più avanti nel cammino. Questo è stato un momento importante di verifica, per scopri-re e approfondire la Verità nella e sulla nostra vita. Non sono mancati momenti di gioco e fra-ternità, espressione concreta della spiritualità salesiana. All’ultimo giorno dell’incontro ab-biamo avuto anche la gioia di conoscere il neo Maestro dei novizi don Leonardo Mancini, ilquale ha predicato gli esercizi spirituali con cui si è conclusa l’esperienza.

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PPiiaazzzzaa AArrmmeerriinnaa -- LL’’OOaassii ddii SSppiirriittuuaalliittàà ““DDoonn BBoossccoo””

L’Oasi di Spiritualità “Don Bosco” di Montagna Gebbia si trova a Piazza Armerina (EN)e sorge sui monti Erei a quasi 700 m di altitudine, tra estesi boschi di eucalipti che rendonoil clima tipicamente mediterraneo... L’enogastronomia dell’Oasi è semplice, realizzata conprodotti genuini. Le carni, gli ortaggi, le verdure, i formaggi conservano ancora l’antico gu-

sto. I vini e l’olio sono di alta qualità, forti e decisi. L’Oasi sitrova a circa 4 km dalla “Villa Romana”, residenza romanarisalente al III secolo d.C., ornata di magnifici e stupendimosaici, si estende per circa 3.500 mq in contrada Casale...

Per informazioni:Don Vincenzo Nicosiano (Responsabile)Cell. 338 2045419 - Tel. 0935 682893Ivan Galizia Cell. 328 8652801E-mail: [email protected] internet: www.salesianicaltanissetta.it

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«Cristo nostra salvezza. Il mistero pasquale nella Bibbia e neiPadri». È questo il titolo di un «agile libretto» (nella foto la coper-tina), come spiega nella prefazione il cardinale vicario di RomaAgostino Vallini, che «raccoglie due testi di riflessioni e di pre-ghiera sulla Pasqua della nostra salvezza, all’indomani – si può di-re – della pubblicazione del secondo volume di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, "Gesù di Nazaret"». Si tratta di pagine, che lettealla luce del libro del Papa, «tanto più» si «riveleranno come unsussidio utile per la riflessione teologica e per la prassi pastorale».Il libretto, edito dalla Lateran University Press (47 pagine, 5 eu-ro), raccoglie la riflessione presentata da padre Raniero Cantala-messa, predicatore della Casa pontificia, in occasione del «ritirodi Pasqua» della Pontificia Università Lateranense lo scorso 8aprile, nonché un testo del rettore di quello che viene tradizional-mente definito l’Ateneo del Papa, il vescovo salesiano Enrico dalCovolo. Si tratta, spiega sempre il cardinale Vallini riferendosi a questo secondo testo, di«una puntuale lectio divina sugli episodi più importanti della Pasqua di Gesù: l’istituzionedell’Eucaristia, l’agonia nel Getsemani, la morte di croce, la risurrezione».

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Da: Avvenire, Roma 23 aprile 2011.

IInnddiiaa,, llee ssccuuoollee ssaalleessiiaannee aaccccoollggoonnoo DDoonn BBoossccoo

L’urna di Don Bosco, in viaggio nel-l’Ispettoria di Dimapur dal 1° al 24 mag-gio, è stata accolta festosamente dagli al-lievi delle scuole salesiane dalle popola-zioni di interi villaggi.

Il 25 maggio l’urna ha iniziato la pere-grinazione nell’Ispettoria di Guwahati.

LLaa CCoonnssuullttaa ddeellllaa FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa aa RRoommaa

Dal 27 al 29 maggio presso laCasa Generalizia di Roma i rap-presentanti dei vari gruppi dellaFamiglia Salesiana si sono riunitiper l’annuale incontro della Con-sulta Mondiale della Famiglia Sa-lesiana. La “Carta d’Identità” del-la Famiglia Salesiana e la prepara-zione al bicentenario della nascitadi Don Bosco sono stati i temiprincipali.

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Don Amedeo Verdecchia

Loreto, 6 giugno 2011

Carissimi confratelli, parenti, fratel-li, sorelle e amici,

con spirito di fede nel Signore Risor-to, affidiamo alla misericordia e all’ab-braccio del Padre che è nei cieli il nostrofratello don Amedeo, che per 63 anniha esercitato il ministero sacerdotale eha vissuto per ben 72 anni come figliodi Don Bosco e che nella Festa del-l’Ascensione lo ha voluto chiamare a sé.

La nostra Circoscrizione si ritrova adare l’estremo saluto all’undicesimoconfratello nel breve spazio di pochimesi. [...]

Don Amedeo è stato uomo di pro-fonda fede e salesiano sacerdote cheha amato profondamente la sua voca-zione, la chiesa, la Congregazione e lecomunità salesiane dove ha vissuto equelle che ha servito. Una fede attintaabbondantemente in famiglia, la sua,soprattutto dai suoi genitori. Nato inquesta terra marchigiana, a Fermo, 88anni fa, Don Amedeo riceve una pro-fonda educazione umana e cristiana daigenitori Enrico e Teresa.

Una vita salesiana e sacerdotale de-dicata agli altri con semplicità e dispo-nibilità, nell’impegno della formazionecristiana, nella vicinanza ai giovani e al-le persone bisognose di aiuto. Era dota-to di un carattere gioviale e allegro,molto semplice nelle relazioni con ognicategoria di persone. Presentiamo dun-que al Signore un suo fedele ministro,che ha speso la sua vita nell’annuncia-re l’amore di Dio e nel rendere presen-te la salvezza di Cristo nell’esistenza ditanti fratelli, sorelle, confratelli e giova-ni. [...]

Noi vogliamo ringraziare il Signoreper tutto il bene compiuto, con quoti-diana dedizione, da questo nostro con-fratello. Ringraziamo, tutti coloro che lohanno aiutato nel suo cammino di sale-siano autentico, fino in fondo. Espri-miamo gratitudine anche a coloro chelo hanno assistito negli ultimi tempi, inparticolare Don Ugo, il Direttore e iconfratelli e il personale della nostraCasa di Villa Conti, luogo tanto bene-

merito per i nostri confratelli infermi.[...]

I primi studi don Amedeo li compieal suo paese natio, che lascia moltopresto per seguire il desiderio di realiz-zare la sua vocazione. Entra nella CasaSalesiana di Tolentino e Amelia. Perquattro anni svolge diligentemente isuoi studi ginnasiali.

Con giudizi lusinghieri per l’impe-gno, la costanza al lavoro, la disponibi-lità a svolgere le mansioni più umili,viene ammesso al Noviziato di Amelianel 1938 e l’anno seguente l’8 settem-bre don Amedeo emette i primi votinella Congregazione Salesiana, dicendoil proprio Sì al Signore per vivere fedel-mente la povertà, castità e obbedienza.

Gli studi liceali e filosofici don Ame-deo li svolge a Frascati sostenendo lamaturità classica nel nostro Liceo di Vil-la Sora. Il profitto eccellente e gli otti-mi risultati esprimono una intelligenzafine e un impegno costante e solido chegli viene riconosciuto nei giudizi dei Su-periori. Infatti presso l’Università LaSapienza di Roma, consegue la Laureain Lettere Moderne. Il Tirocinio praticolo svolge per due anni a Lanuvio e perun anno al Mandrione.

Nel 1944 viste le belle qualità diDon Amedeo i Superiori lo trasferisconoa Roma Sacro Cuore dove inizia i suoistudi teologici presso la Pontificia Uni-versità Gregoriana ottenendo la Licenzain sacra Teologia. Anche qui i risultatisono eccellenti e la preparazione teolo-gica ottima.

Il 7 marzo del 1948don Verdecchia corona ilsuo desiderio ditotale consacra-zione al Signoree di disponibilitàal servizio deigiovani e delleanime, con l’or-dinazione sacer-dotale nella Basi-lica del SacroCuore in Roma.

Immediata-mente nello stes-so anno, don

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ê Catania-Cibali: Radunoispettoriale A.D.S.,

marzo 1974.

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RREE Amedeo è a Roma Prenestino come

Consigliere scolastico degli studenti.Nel 1951 sempre al Borgo Ragazzi è ilcatechista. Dopo una breve sosta a La-nuvio come Direttore, viene chiamato asvolgere l’incarico di Direttore e Presidea Roma Pio XI. Sei anni di entusiasmo,iniziative culturali, formative, religiosee sportive. Sei anni che si imprimononella vita di Don Amedeo lasciando unricordo indelebile nel suo cuore sensibi-le e conquistando il cuore di tanti gio-vani. Finita questa esperienza, graziealla docilità e disponibilità semprepronta, Don Amedeo assume la Dire-zione e la Presidenza nella scuola delBorgo Don Bosco al Prenestino, tre an-ni che lasciano il segno e un ricordo chedura nel tempo per tanti che lo hannoconosciuto. [...]

Nel 1965, viste le sue doti umane,organizzative e spirituali don Verdec-chia è a Roma Gerini come Direttore.Possiamo dire “toccata e fuga”, vistoche non appena trascorso un anno, DonLuigi Ricceri, Rettor Maggiore dellaCongregazione, lo chiama al delicatocompito di Ispettore, nell’Ispettoria Su-balpina di Torino. In questi tre anni donAmedeo mette a disposizione dei con-fratelli tutte le sue qualità di intelligen-za, caparbietà, paternità e governo. MaEgli fedele ai principi delle Costituzioniche dicono che il salesiano è chiamatoa “obbedire con spirito libero e respon-sabile, impegnando le forze di intelli-genza e volontà, i doni di natura e digrazia”, si rende pronto all’obbedienzache lo chiama come Ispettore al servi-zio dell’Ispettoria Sicula.

Ovunque don Amedeo andasse, la-sciava un grande ricordo di umanità dicarisma salesiano gioioso, sereno, affa-bile, paterno.

“Non sono più molti in Sicilia cheabbiano ricordi nitidi dei sei anni, dal1969 al 1975 in cui don Amedeo Ver-decchia ha esercitato il suo ministero diispettore. Così esprime il suo ricordo ri-conoscente l’attuale Ispettore della Si-cilia, Don Gianni Mazzali. Anni difficili,anni di contestazione nella società, maanche dentro alla Congregazione.L’ispettoria ha raggiunto proprio inquegli anni il massimo della sua espan-

sione per poi iniziare la curva discen-dente. I siciliani hanno voluto bene adon Amedeo e, dagli accenni di alcuniconfratelli, ho percepito che egli ha sa-puto governare con fermezza e paterni-tà. Era alla sua seconda esperienza,dopo i tre anni in Piemonte come ispet-tore della Subalpina. Io l’avevo perso-nalmente conosciuto come studente difilosofia a Foglizzo. Un uomo aitante,sportivo, un ispettore giovane, di quel-la generazione nuova di ispettori cheusciva dal cuore e dalla mente di donRicceri e dei suoi consiglieri.

Esprimo un sincero grazie a donAmedeo per il suo servizio fedele a donBosco e alla missione giovanile in terrasicula. Siamo rammaricati di non poterpartecipare. La lontananza ha reso dif-ficile programmare una trasferta in po-che ore. Tutti i confratelli della Siciliaesprimono la loro riconoscenza e il lorocordoglio per la dipartita di un grandesalesiano che nonostante l’età e gli ac-ciacchi manteneva i contatti personalicon questa ispettoria.

Ci ritroveremo in preghiera, qui neiluoghi del suo apostolato, per renderegrazie al Signore per la sua testimo-nianza e per intercedere per lui il ripo-so e la gioia eterna”.

Dei suoi anni siciliani affettuosa-mente lo ricorda Rosario Vella, oggi Ve-scovo di Ambansa in Madagascar: “Ca-rissimo don Alberto, mi unisco alla pre-ghiera e al lutto che colpisce la vostraispettoria e tutti noi. Di don AmedeoVerdecchia ho un ricordo bellissimo. E’stato il mio primo ispettore nei primimomenti della mia vita salesiana. Mi haseguito durante gli anni di studentato,poi il tirocinio e infine i primi anni dellaTeologia. Ci voleva bene dal profondodel suo cuore. Con noi giovani confra-telli aveva anche un rapporto particola-re: era burbero ma buono, scherzavasempre ma era molto esigente, andavasempre al pratico ma ci indicava pro-spettive sempre nuove. Ormai si trovainsieme alla Santa Famiglia di Loreto”.

Concluso il suo mandato comeIspettore, l’obbedienza lo chiama a Na-poli Vomero, come Direttore. Dopo treanni, chiede un anno libero da respon-sabilità. Trascorre questo tempo nella

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Casa di Spiritualità di Vico Equense aPaccognano. Ma i Superiori conoscendol’animo di don Verdecchia lo chiamanoa svolgere il delicato compito di Econo-mo–Amministratore della Visitatoriadella Pontificia Università Salesiana. Uncompito delicato, che don Amedeoesercita con impegno, professionalità ecompetenza. Nel 1984, l’esperienza ac-cumulata e la stima dei confratelli, loportano a rendersi disponibile all’obbe-dienza come Ispettore dell’IspettoriaMeridionale. [...]

Nel 1987 don Amedeo, a causa del-la salute e di un grave incidente, è co-stretto a lasciare, suo malgrado, l’inca-rico e accetta di andare come Direttorea Loreto. Dopo tre anni, vista l’espe-rienza, le capacità organizzative, am-ministrative e gestionali, l’IspettoreDon Gaetano Galbusera chiede a donVerdecchia, nel 1990, di assumere ladirezione di Vasto per risolvere alcunequestioni delicate anche nell’ambitodella Formazione Professionale. Ancorauna volta esprime il suo sì, da buon ci-reneo, per il bene della Congregazionee per il bene dei giovani. Nel 1993 tor-na definitivamente a Loreto.

Fu persona ricca di umanità. La nu-merosa corrispondenza che riceveva eche conservava gelosamente lo testi-monia. Tutti fanno riferimento ai suoisaggi consigli improntati alla profondasensibilità, conditi dal suo buon senso eda una disarmante semplicità e pratici-tà. Fu un sacerdote autentico e un ve-ro figlio di Don Bosco. E don Amedeonon si fermò a fare solo propositi e adavere buone intenzioni. Li esercitavacon serietà, costanza, impegno e fedel-tà, facendo di essi uno stile di vita.

Fu sacerdote fino in fondo. Sempredisponibile per le confessioni, fino aquando la salute lo ha sostenuto, unvero dispensatore della misericordia diDio. Seguì numerose persone nella di-rezione spirituale, ne condusse moltealla propria scelta vocazionale, matri-moniale, sacerdotale e consacrata. Og-gi sono in tanti ad esprimere a lui gra-titudine e sincera riconoscenza. [...]

Fu uomo di profonda preghiera. Loricordiamo con il rosario in mano, so-stare a lungo davanti al Signore nella

cappella, intento a recitare la liturgiadelle ore, nella testimonianza delle nu-merose preghiere da lui composte econservate in camera o dentro il suobreviario. [...]

Fu un autentico salesiano, nella suatestimonianza evangelica, nella vita co-munitaria, nella disponibilità a svolgereogni mansione che gli veniva richiesta ead una obbedienza generosa e pronta,nella dedizione generosa a stare con iragazzi ed esprimere loro la paternitàtipica del cuore di Don Bosco. [...]

A Maria consegnataci da Gesù, nelCalvario come Madre nostra, don Ame-deo ha espresso il suo fervore e il suoamore, invocandola ogni giorno “aiutodei cristiani”. [...]

Esprimiamo le condoglianze ai pa-renti che gli hanno espresso l’affettogrande che si ha per il più anziano del-la famiglia. Diciamo an-che a loro il nostro grazie.

Caro don Amedeo,vogliamo con il cuore di fratelli che

hanno condiviso con te la fede e la con-sacrazione, esprimerti gratitudine e ri-conoscenza. Sei stato un grande donoper noi, ci mancherai tanto. Anche se letue parole erano sempre poche, la tuapresenza riempiva e arricchiva la Co-munità. Il Signore della vita ti accolga,ti faccia entrare nella sua gioia, nel re-gno eterno di pace e di amore. Amen.

Don Alberto Lorenzelli

ê Catania-Cibali: Corso percatechisti, luglio 1975.

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RREE Omelia per il funerale di

Don Totò Naselli

Palermo, 09.06.2011

Una morte annunciata quella delnostro don Salvatore, ma egualmente eprofondamente sofferta. Lo piangonoaffettuosamente i suoi cari, in partico-lare i suoi nipoti e, con tanto trasportoe lacrime di vera fraternità, il direttore,i confratelli tutti e i collaboratori dellacomunità di Palermo-Gesù Adolescentesua vera famiglia dal lontano 1978.Posso testimoniare che don Naselli haavuto attorno a sé dei veri fratelli che lohanno seguito, accudito, accompagnatofino agli ultimi giorni. Poi le sue condi-zioni sono peggiorate al punto da do-verlo trasferire nella nuova casa “Mam-ma Margherita” presso l’Istituto SanTommaso di Messina, dove con altret-tanta cura ed amore è stato accolto daiconfratelli e dalle suore SMA.

Il Signore lo ha chiamato dopo ungraduale periodo di indebolimento fisi-co e psichico, come scrive don Domeni-co Paternò nella sua testimonianza:“Dal 2005 è iniziato il progressivo deca-dimento fisico e psichico di don Naselliche lui stesso percepì con molta lucidi-tà ma anche con molta serenità. Infat-ti lui stesso, ero direttore al G. A. di Pa-

lermo, mi chiese di essere esonerato dacappellanie o incombenze di S. Messeda celebrare all’esterno e ricordo checon gentilezza ma con fermezza rifiuta-va gli inviti pressanti che gli rivolgevala comunità filippina, che è stata moltoaffezionata a Lui. Non volle più recarsia Londra, città da lui amata e predilet-ta per almeno 40 anni (così mi disse luistesso) consapevole delle sue difficoltàe nonostante le proposte di accompa-gnamento”.

La sua lucidità era andata gradual-mente offuscandosi, ma tenacemente,quasi fino all’ultimo, ha voluto conti-nuare a vivere il ritmo della vita comu-nitaria. Nelle mie visite al Gesù Adole-scente immancabilmente lo incontravoin cappella, magari anche molto prestoe puntualmente nella sala mensa acondividere i pasti con la sua famiglia.Una battuta, una frase in inglese, un in-coraggiamento. Il suo abbandono e lasua serenità conquistavano quasi perosmosi chi gli si accostava e fortemen-te approfondivano i legami di affetto dichi gli viveva accanto. Per i suoi confra-telli e per i laici (in particolare il Sig.Piero, l’infermiere) è stato un verostrappo la sua partenza per Messina.Non si poteva non voler bene a don Na-selli, così dolce, così disarmante, cosìaffettuoso.

“Io infatti sto già per essere versatoin offerta ed è giunto il momento che iolasci questa vita. Ho combattuto labuona battaglia, ho terminato la corsa,ho conservato la fede”: sono le paroledi vita proclamate nella prima letturadalla seconda lettera di Paolo a Timo-teo. Come un testamento, di Paolo, maegualmente il testamento spirituale chedon Salvatore non ha scritto con lapenna, ma con la testimonianza dellasua vita.

E in effetti la sua vita è stata ancheuna battaglia, una buona battaglia. Ladocumentazione che ho trovato nellasua cartella è scarna. Significativamen-te vi compaiono il volume in inglese chereca gli attestati di stima e di affettodella comunità filippina in occasione delsuo giubileo sacerdotale nel 1996 e per20° anniversario della “AssociazioneDon Bosco Filippine” da lui fondata nel

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1999. Il card. Pappalardo esprime adon Naselli “le più sentite felicitazioni efervidi auguri perché il Signore che l’haarricchito di tanti doni per formare conlo spirito di Don Bosco la gioventù ed ilavoratori continui a darle energia eslancio giovanile per molti anni ancorae per rendere felici tutti quelli che levogliono bene”.

Molti giovani, molti adulti (in modospeciale la comunità filippina), tante fa-miglie hanno voluto bene ad un salesia-no dal cuore grande, dall’iniziativa vul-canica, dalla radicata ed intelligentesensibilità sociale, dalla instancabile ca-pacità organizzativa. “Grazie Don Na-selli – scrive don Perrelli – sei tra igrandi con cui si ha la gioia di incon-trarsi, di misurarsi senza preoccupazio-ni, perché rimane sempre nel cuore unsorriso cordiale e occhi brillanti e furbipieni di amore e di positività”.

Una lunga corsa, una battaglia an-che sofferta. Nel 1986 viene nominatodall’Arcivescovo di Palermo DelegatoRegionale per la pastorale sociale e dellavoro. Un riconoscimento per la suasensibilità e capacità, ma soprattuttoper il suo impegno a tutta prova. Un la-voro in cui talvolta si è sentito solo, alpunto da fargli pensare, con una certaamarezza, che le feste per il suo giubi-leo sacerdotale non fossero necessarie.Nella sua lettera al direttore di allora il20 gennaio 1996 si percepisce la suasofferenza pacata, ma reale, per lasensazione che in tutta la grande moledi lavoro a favore degli immigrati, deiFilippini, le sue iniziative, il Convegnoecclesiale delle Chiese di Sicilia egli siastato lasciato solo, ad accudire una suaimpresa, senza alcun incoraggiamentoda parte dei suoi confratelli.

Anche questa è una dimensione im-portante del combattente, del lottatoredeciso, ma anche discreto. È l’esperien-za di Paolo di Tarso, ostacolato e osteg-giato dai suoi, di Don Bosco, spesso in-compreso dai suoi colleghi sacerdoti ein qualche circostanza anche dai suoisuperiori. Non abbondano l’amarezza,lo sconforto nei momenti di prova e disolitudine, ma la serenità, la determi-nazione a continuare, la felicità di esse-re un collaboratore attivo nel grande

compito di costruzione del Regno diDio. Ancora don Paternò: “Anche nel-l’età avanzata mi diceva di essere con-tento di aver dato la vita a Dio e a DonBosco, mi raccontava i tanti episodi chelo hanno visto protagonista nelle variecase dove lo aveva portato l’obbedien-za, la sua capacità di essere presente invarie case salesiane nello stesso giornopur senza guidare ma affidandosi allagentilezza dei collaboratori che ha sa-puto crearsi e le sue tante esperienzelondinesi sia educative che pastorali eturistiche. Mi ha colpito la sua capacitàdi narrare le sue esperienze semprecon tanta umiltà: lo capivi che non sta-va lodando se stesso ma solo ti narra-va le sue cose così, solo per rendertipartecipe delle sue gioie, di quelle cheil Signore gli aveva dato di gustare nelcorso della sua vita. Ecco, l’ultimo donNaselli non ha smentito quello degli an-ni d’oro ma ha portato a compimentonella luce di Dio, vissuta nella sofferen-za, nel nascondimento e nell’attesa del-l’ultima ora la chiamata che il Signoregli aveva fatto udire da ragazzo”.

A Pedara infatti era andata matu-rando la sua vocazione alla vita salesia-na. In un ambiente sano, di famiglia,dove allora le vocazioni sbocciavanoabbondanti. Don Salvatore era nato aGangi, cittadina montana dell’entroter-ra palermitano, della diocesi di Cefalù,benemerita per aver dato numerose ebelle vocazioni alla Congregazione Sa-lesiana, il 19 maggio 1921. Entrò a Pe-dara nel 1933 e al termine degli studiginnasiali chiese di entrare in noviziatonel giugno del 1937. Emise i suoi primivoti a San Gregorio il 2 settembre del1938. Seguono poi le tappe classichedella formazione salesiana, seppur inmomenti di difficoltà in seguito al con-flitto mondiale. Durante la guerra fa lapratica di tirocinio a Catania Cifali dal1940, terminati gli studi di filosofia, al1943. Termina gli studi di teologia a Pe-dara e viene ordinato sacerdote a Cata-nia il 7 aprile 1946.

A Catania-Cifali (1945-1947) e poi aCatania-San Filippo Neri (1947-1953)impegna le sue primizie sacerdotali afavore dei giovani, così bisognosi du-rante e dopo la seconda guerra mon-

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RREE diale. Questi primi anni di sacerdozio lo

vedono anche impegnato negli studiuniversitari, coronati con il consegui-mento della Laurea in Lettera classicheil 19 novembre del 1951. Negli annisuccessivi don Naselli incarna la classi-ca ed indispensabile figura del Consi-gliere scolastico, sempre presente,amorevolmente esigente, ma soprat-tutto costantemente a contatti con ra-gazzi e studenti: a Cibali, a San Catal-do (1953-1956) a Caltanissetta (1956-1958) a Randazzo per un lungo periododal 1958 al 1971, ancora a Catania-SanFilippo Neri dal 1971 al 1976. Due bre-vi anni a Palermo-Ranchibile (1976-1978) e poi la lunga e fruttuosa perma-nenza qui a Palermo-Gesù Adolescente,interrotta soltanto per un anno a Paler-mo-Santa Chiara dal 1986 al 1987.

Un vita di impegno costante nellascuola e dalla scuola in innumerevoliattività a contatto con ragazzi e giova-ni. Era un vero vulcano in campo cultu-rale (ricordiamo i viaggi a Londra congli studenti e genitori per 40 anni), incampo sportivo a turistico (l’incessantee significativa attività con le associazio-ni PGS, TGS), in campo sociale e assi-stenziale. Lo assillava e sentiva di do-versi impegnare nel delicato mondo dellavoro. Scrive in un suo promemoria alcardinale di Palermo, ai Vescovi e ai sa-cerdoti del’agosto 1986, mentre si tro-va a Londra: “Si è evidenziata la tre-menda assenza operativa ed organizza-tiva della Chiesa e della Chiese nelmondo del lavoro […] Dovremo averetanti La Pira per camminare accanto ailavoratori o tanti Don Sturzo per indi-rizzare, aiutare, difendere i poveri noncon l’elemosina, ma con la valorizzazio-ne dei loro diritti-doveri. Rispolverata lavocazione della Chiesa, dovremmo ri-prendere ad essere gli educatori, ani-matori, coordinatori di tante forze cheesistono,ma disuniti e forse indipen-denti […] La prima nobiltà del lavoro èquella di scoprire o suscitare il campodel proprio lavoro, non attenderlo opietirlo (sic) per clientelismo (coopera-tive, nuove piccole industrie, artigiana-to, bracciantato specialmente agrico-lo…quanti posti anche part-time ci sonoche non vengono stimati all’altezza del-

la propria dignità e si preferisce la di-soccupazione). La nostra però più checonoscenza deve essere presenzaevangelizzatrice”.

Davvero don Salvatore è stato pre-sente, è stato un testimone in mezzo aigiovani. Ha realizzato, anche con soffe-renza e talvolta percependo la solitudi-ne, l’invito accorato di Gesù che abbia-mo ascoltato nel Vangelo: “Lasciateli,non impedite che i bambini vengano ame”. Il lavoro indefesso, instancabile didon Naselli è stata una interpretazionedella carezza di Gesù, verso i piccoli, ipoveri, gli emarginati, i disoccupati. Si-gnificativo è quasi un grido quanto scri-ve nello stesso memoriale: “Da dovepartire? La fede è la porta d’ingressodella Chiesa, ma solo la carità ci rendecredibili”.

Grazie Don Naselli soprattutto perquello che sei stato, oltre che per quel-lo che hai fatto. C’è una traccia chedobbiamo seguire, c’è un impulso cheoggi più che mai ci incalza in una socie-tà che ha bisogno urgente di stimolinuovi e di nuova e liberante moralità intutti i campi. Sei nel riposo del Signore,dopo aver lavorato, come gran contadi-no, così ti definisce don Perrelli, nelcampo di Dio. Le masse giovanili concui hai condiviso il cammino le incontrinel Paradiso con don Bosco tanti fratel-li e sorelle che gli fanno corona.

Rinnovo le mie condoglianze ai fa-miliari, specialmente ai nipoti. Un gra-zie affettuoso e riconoscente al diretto-re e confratelli del Gesù Adolescenteper l’amore e la cura con cui sono stativicini a don Salvatore. Un grazie al di-rettore e ai confratelli del San Tomma-so per averlo accolto con eguale delica-to amore e per averlo accompagnatoall’incontro gioioso con il Padre.

A noi tutti l’impegno di prendere iltestimone di una vita spesa per Dio e,con il cuore grande di don Bosco, per lasalvezza integrale dell’uomo.

Don Gianni Mazzali

Ricordiamo i familiari defunti di con-fratelli: il fratello di Don Antonino e diDon Concetto Pennisi.

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Che cosa è la filosofia, di che cosa si occupa,quali sono i suoi ambiti fondamentali, qual è il suo metodo,

quali sono i suoi rapporti con le scienze religiose e teologiche? A queste domande cerca di rispondere il presente volume.

La filosofia è più attuale che mai, ed ha una rilevanza notevole perla vita pubblica, per le grandi questioni esistenziali della persona,

ma anche per le prospettive future e per la responsabilitànei confronti delle generazioni future.

La filosofia non è qui considerata meramente come disciplina distudio, ma soprattutto come luogo di comprensione della realtà

attorno a noi, come ambito per situare adeguatamente le «grandidomande» dell’esistenza umana: Chi sono io? Da dove vengo?

Dove vado? C’è un Dio che può dar risposta agli aneliti più profondidel mio essere? Il presente volume vuole aiutare lo studente a

incontrare la bellezza delle grandi domande a e cercare didarvi risposte rigorose e accettabili nel rispetto della nostra

intelligenza e delle attese più profonde dell’uomo.

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