Notiziario Meeting agosto 2011

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RIVISTA DELLA FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI ANNO XXXI AGOSTO 2011 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00 NOTIZIARIO 3 eeting m Il 21 agosto è qui la Festa!

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La rivista trimestrale della Fondazione Meeting

Transcript of Notiziario Meeting agosto 2011

R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E M E E T I N G P E R L ’ AM I C I Z I A F R A I P O P O L I

ANNO XXXIAGOSTO2 0 1 1

Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00

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Degli italiani si dice che siano un popolo di santi, poeti e navigatori. Aquesta definizione a noi viene da aggiungere un popolo di gratuità. Si,sappiamo quanto è anacronistico dire questo in un periodo come quelloin cui siamo.Ma al Meeting questo popolo c’è. Non sono i professionistidel volontariato, non sono quelli dal ‘cuore buono’ o con l’animo gentile.Sono 4000 volti, ognuno dei quali con una storia, una vita e le proprie

difficoltà, simili a quelle di tanti italiani.Catalogarli come gli eroi del Meeting, sarebbe la cosa più sba-gliata. Giusto invece è chiedersi ogni volta, ogni istante in cui sivede una maglietta, in cui si vede un loro gesto, qualunque esso sia( cuocere le patatine, accompagnare un ospite, sorvegliare un par-cheggio), perché lo fanno?E perché poi negli ultimi anni si sono aggiunte oltre 100 personedall’estero, da 17 paesi diversi (quest’anno fra i volontari ci sa-ranno anche 30 cristiani e musulmani del Meeting Cairo)?“La meraviglia più grande del Meeting (…) siete voi”, disse donLuigi Giussani nel 1985 in un’omelia durante la messa per i vo-lontari. La parola chiave è la gratuità, “l’unico valore proprio del-l’uomo, tutto il resto lo possono fare le macchine e le bestie e iSuperman, ma la gratuità no. Solo l’uomo”, continuò Giussani,“la gratuità è la posizione in cui l’uomo si mette quando fa qual-che cosa magari anche per un certo calcolo anche per un certocontratto, anche per impeti naturali ma fa quella cosa lì con den-

tro in qualche modo il desiderio di sentire qualcosa di più grande”.E’ per questa gratuità che lo fanno e lo facciamo, per questo desiderio diqualcosa di grande e di certo per la propria vita. Per essere veramente uo-mini. E questo è un pezzo di Italia, un pezzo di quel popolo italiano di cuisi canterà in piazza Cavour il 21 agosto, un pezzo di popolo che ha con-tagiato l’Egitto e tanti altri paesi. Perché non dovrebbe contagiare anchenoi e tutto lo stivale?

Italiani popolodi..Volontari

AGOSTO2011 meetingNOTIZIARIO

EDITORIALE

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QUATTROMILAVOLONTARI AL LAVOROPER IL MEETING.COSA LI MUOVE?IL DESIDERIO DI QUALCOSADI PIÙ GRANDE E PIÙ CERTOPER LA PROPRIA VITA.ANCHE QUESTO POPOLODELLA GRATUITÀ È ITALIA.

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3«E NEANCHE D’UN NULLA TU DEVI VENIREMENO ALL’UOMO, MA ESSERE VIVO, VIVO ENULL’ALTRO, VIVO E NULL’ALTRO FINO ALLA FINE». (BORIS PASTERNAK)

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SOMMARIOw w w . m e e t i n g r i m i n i . o r g

IN-MOSTRA 2011Ezechiele La storia d’amore tra Dio e Israele 31di Jonah Linch

SPECIALE PRESENTAZIONIROMA - L’anomalia Italia e il caso Mediterraneo 8SAN MARINO - La sfida della certezza 18

EDITORIALEItaliani popolo di..Volontari 5di Matteo Lessi

ESPERIENZEPronti all’imprevedibile 28di Francesca Glanzer

IN-MOSTRA 2011L’arte salvata risplende al Meeting 35

RISTORAZIONEAl Meeting più gusto per tutti 59di Filomena Armentano

SPETTACOLI 2011

La grande lirica sul palco del Meeting 39“Al dolore ho chiesto di farmi crescere” 43Metti una sera alle Piscine Ovest 46

CORTIOmaggio a Eugenio Corti 45

WEBSeguire il Meeting da casa 49di Lorenzo Ronci

SPORTAl Meeting anche lo sport è incontro 51di Filomena Armentano

VILLAGGIO RAGAZZILasciate che i bambini vengano al Meeting 55di Filomena Armentano

R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E M E E T I N G P E R L ’ AM I C I Z I A F R A I P O P O L I

ANNO XXXIAGOSTO2 0 1 1

Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00

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Anno XXXI - N. 3, Agosto 2011Questo numero è stato chiuso il 29/07/2011

Proprietario/Editore:Fondazione Meeting per l’amiciziafra i popoliAutorizzazione del Tribunale di Riminin. 2008 del 2/11/82

DIRETTORE RESPONSABILE: Alver MetalliCOORDINAMENTO REDAZIONALE:Matteo LessiREDAZIONE: Filomena Armentano, Vanni Casadei, ErikaElleri, Piergiorgio Gattei, Walter Gatti, Rosanna MenghiFOTO: Roberto Masi, Angelo TosiPROGETTO GRAFICO: Davide Cestari, Lucia CrimiVIDEOIMPAGINAZIONE: IMMpAGINA - RiminiSTAMPA: Pazzini - Villa Verucchio - RiminiREDAZIONE E AMMINISTRAZIONE:Via Flaminia, 18-20 - C.P. 1106 - 47923 RiminiTel 0541/78.31.00Telefax 0541/78.64.22.email - [email protected]

PUBBLICITÀ: Evidentia Communication (società a dire-zione e coordinamento di Fondazione Meeting):Tel 0541/18.32.501Fax 0541/78.64.22

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In copertina:Piazza Cavour di Rimini dove si terràla festa inaugurale del Meeting 2011

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SPECIALE PRESENTAZIONI

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Cardinale Jean-LouisTauran

Presidente del Pontifi-cio Consiglio per il Dia-logo Inter-ReligiosoPensando al futuromee-ting,mi è venuta inmen-te la convinzione di quan-to sia importante per l’uo-mo di oggi la questione del-la felicità. La felicità è ladomanda fondamentale del-l’essere umano. Ognuno di noi vuolessere felice. Ora, quando vediamociò che è avvenuto nel Maghreb, sipuò pensare che, in fondo,non sia cheunamanifestazione di questa irrepri-mibile ansia di felicità. I grandi even-ti di questa primavera hanno sorpre-so tutti. Se guardiamo le rivendica-zioni dei manifestanti, è interessanterilevare prima di tutto che erano gio-vani che chiedevano lavoro, dignità,libertà, cultura e democrazia.Abbia-mo notato tutti l’assenza completa dislogan antiamericani, antioccidenta-li, o antisionisti.Il Mar Mediterraneo è una portache consente d’incontrarsi ai tre con-tinenti che vi si affacciano (Africa,Asia ed Europa); si apre verso l’im-menso oceano delle grandi scoperte.Oggi i problemimondiali si riflet-

tono tutti in questo mare che non èstato mai calmo: i conflitti medio-

orientali; il problema del-le risorse energetiche; ilcommercio delle armi; lacircolazione delle perso-ne; le minacce terroristi-che; la realtà dei Balcani;i cambiamenti in corso inEgitto,Tunisia,Libia e leloro conseguenze.Negli ultimi anni, le duerive delMediterraneo si sonoallontanate a causadella dise-

guaglianza delle condizioni di vita del-le popolazioni che vivono sulle coste,dell’esododi numerose famiglie e degliscontri ideologici e religiosi.Quest’evoluzione, però, non haimpedito al Mediterraneo di restareun crogiuolo di civiltà: tre continen-ti, tremonoteismi, tante le eredità,daquella classica, a quelle araba, bizan-tina, ottomana,berbera…“Mediter-raneo” è sempre sinonimo di alterità.Si impone allora una domanda: èpossibile oggi la coabitazione dei tremonoteismi nell’area del Mediterra-neo?Non vi è altra soluzione che quelladi vivere le nostre diverse culture ereligioni nel rispetto della specificitàdi ciascuno e con l’esercizio del dove-re di solidarietà. Praticare il dialogotra uomini e donne differenti com-porta la convinzione che tutti for-miamo una stessa famiglia, che c’è

una comunità umana, un bene uni-versale,ma anche la volontà di oppor-si alla xenofobia, alla chiusura dellefrontiere, alle ideologie che diffon-dono l’odio. Il dialogo tra culture ereligioni non ha solo lo scopo di aiu-tarci ad elaborare una cultura che per-metta a tutti di vivere con dignità e

L’anomalia Italiae il casoMediterraneo

Sono stati i temi al centro della presentazione del Meeting 2011 svoltasiil 15 giugno a Roma all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.Ecco la sintesi degli interventi dei protagonisti

I partecipanti alla presentazione di Roma:Giorgio Vittadini, Franco Frattini, CardinaleJean-Louis Tauran, Emilia Guarnieri e Fran-cesco Maria Greco Ambasciatore d’Italiapresso la Santa Sede.

CardinaleJean-Louis Tauran

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nella sicurezza.Ritengo che i capi religiosi dei tremonoteismi dovrebbero unirsi per dif-fondere un’educazione al dialogo chesappia integrare le differenze:scoprire che, se siamo diversi e ciaccettiamo come tali, mettiamo adisposizione della società quei valoriche ispirano le scelte dei credenti:rispetto della comune natura umana,senso di fraternità, bisogno di vivere,riconoscimento della solidarietà di

tutti.Questa formazionedella coscien-za passa attraverso la cultura e l’edu-cazione: scuola, università,ma anchesinagoga, chiesa emoschea, con i lororiti, e le loro lingue, ecc.Pensando alMediterraneodi doma-ni, credo che scopriremo che dob-biamo cambiare tutti la nostra visio-ne. La sopravvalutazione del fattoreeconomico provoca in alcuni un sen-so di autosufficienza e in altri un sen-so di sfruttamento. Solo le società

aperte possono vivere in pace.Non sipuò costruire la propria prosperità adanno degli altri.In realtà, il Mediterraneo ha assaipiù di due rive. Certamente, quelledel Medio e Vicino Oriente, ma poile sponde dei Balcani e quelle deipopoli segnati dall’ortodossia.InOrien-te non ci si trova mai in una relazio-ne faccia a faccia, ma in una relazio-ne complessa.I cristiani, in ogni caso, sanno che >

Vivere sicuri non è solo un desiderio.È un diritto.

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ROMA

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eetingAGOSTO2011 m

è mettendo al centro l’uomo, e tra gliuomini la persona del più debole e delpiù fragile, che si cresce in umanità. Ilsenso dell’altro è determinante per que-sto dialogo di pace.Dobbiamo perciòriconoscere i nostri errori e costruireil futuro di questa parte del mondo suvalori etici che ci consentano di con-siderare l’altro nella sua specificità e diarricchire scambievolmente le nostreidentità.Permettete a me, in quanto cristia-no, di dire semplicemente che credonell’uomo,capace delle derive più abiet-te, ma pure d’insegnare e curare.Le nostre religioni favoriscono unapedagogia dell’incontro: rispetto del-le differenze e affermazionedelle nostreidentità: facilitano l’accettazione delpluralismo, in particolare nell’ambitofamiliare (scambio tra le generazionie trasmissione dei valori); educano:insegnamento della storia e degli even-ti religiosi; infine, a dispetto di tutte lecarenze dei loro adepti, esse ricorda-no a tutti che “non di solo pane vivel’uomo”.Ebrei, cristiani e musulmani, cre-diamo che ciascuno di noi sia unico esacro. E’ così che ci si ascolta, impa-rando a farsi largo non con i pugni,macon argomenti ragionati e ragionevo-li. Pensare il Mediterraneo significaperme riconoscere l’alterità, ricordar-si, consentire l’arricchimento recipro-coper ricominciare ogni giorno a impa-rare a vivere insieme!

Franco FrattiniMinistro degli EsteriQuello che sta accadendo nelMedi-terraneo, quello che sta rappresentan-do la cosiddetta primavera araba, deveessere considerato una svolta se noi loconsidereremo davvero in tutte le suesfaccettature, considerando tutti gliaspetti estremamente complessi di unpassaggio che costituisce la messa incrisi di convinzioni radicate nella diplo-mazia internazionale.Queste convin-zioni sono state messe in crisi pro-fondamente. Credo che questo c’im-ponga anche un ripensamento legato

a una riflessione critica sulnostro passato recente, sucomecontribuire aunequi-librio stabile nella regio-ne mediterranea.Questo equilibrio, se nonvogliamo sia fondato sul-la sabbia (come lo eranodittature apparentemen-te stabilima in realtàmol-to fragili), deve nascere fon-dato sulla persona umana,su un umanesimo mediterraneo chenasca e si alimenti con le libertà, a par-tire dalla libertà religiosa che è la con-dizione per fruire delle altre libertà.Quali sono le certezze che sono cadu-te e quali sono i passi che ora abbia-mo davanti?1) Credevamo, sbagliando di gros-so, che vi fosse, se non una incompa-tibilità, una grande difficoltà di con-ciliare un mondo arabo inteso cometale, come complesso di storia, di cul-tura, di tradizioni consolidate e anti-che, con un concetto di democrazia,promozione dei diritti, rivendicazio-ne delle libertà.2) È caduta poi un’altra grande con-traddizione di noi occidentali: quelladi avere pensato per tanto tempo chenel medio oriente, in nord Africa, ilnostro interesse strategico fosse quel-lo di privilegiare la stabilità dei gover-ni che ci riparavano dall’estremismo,che frenavano i flussi degli immigraiclandestini, rispetto ai pilastri dellanostra storia, la democrazia, i dirittidelle persone, l’eguaglianza tra gli uomi-ni e le donne, la libertà della religio-ne.3) Abbiamo sbagliato nel pensareche quella stabilità ci sarebbe statagarantita da regimi che erano in gra-do davvero di controllare i loro popo-li. Questo non è stato. Il vento di liber-tà che ha cominciato a spirare ci hadimostrato che quei popoli in realtànon amavano i loro dittatori,non ama-vano i loro regimi.Allora cosa accade ora?. La nostrariflessione critica ed autocritica fa cade-re anche il principio per cui l’interes-

se nazionale deve essereuna parte fondante dellanostra diplomazia? Noncredo ci sia contraddizio-ne tra il sostenere oggi uninteresse nazionale e lacostruzione insieme aglialtri di un tessuto fonda-to sui diritti, sulla perso-na, sulla democrazia su

quei valori che noi abbiamoin comune. Non c’è con-

traddizione. Questo è un punto mol-to importante perché affermare i dirit-ti, costruire un nuovo umanesimo,basarsi su rapporti di parternariato dav-vero egualitario, seguire un approccionuovo, aiuta il nostro interesse nazio-nale, aiuta a difendere i valori su cuiun paese come l’Italia si fonda.Io credo che lavorare per la prospe-rità, per la stabilità e la sicurezza, sipossa fare se si costruisce basandosi suun tessuto di valori comuni.Qui viene un tema su cui credo lacomunità internazionale, a comincia-re dalle Nazioni Unite, dovrà inter-rogarsi, proprio alla luce delle espe-rienze che stiamo facendo (quella dolo-rosa della Libia). Io credo dovremointerrogarci su quel principio che laCarta delle Nazioni Unite ha affer-mato e alla luce del quale tante mis-sioni dell’Onu di ingerenza umanita-ria si sono trasformate in azioni belli-che per difendere la popolazione civi-le innocente.È possibile, è necessario, ormai indi-spensabile, riflettere sul fatto che quel-la regola della Carta dell’Onu sull’in-gerenza umanitaria, in nome della qua-le noi siamo andati e andiamo a rista-bilire il rispetto dei diritti e la prote-zione dei civili a rischio, debba essereripensato stabilendo una maggioreenfasi sulla prevenzione delle crisi anzi-ché solamente sulla reazione, che poifinisce sempre per essere un’azionemilitare.E’ questo pilastro della Carta Onuda rafforzare ovvero l’aspetto che riguar-da la prevenzione, la ricerca caparbiadi una soluzione politica. >

Franco Frattini

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Abbiamo detto tante volte a paro-le di essere promotori e difensori deidiritti della persona umana e poi cisiamo trovati noi europei in una situa-zione in cui nessuno dei paesi mem-bri fondatori dell’Europa ha ritenu-to di sostenere l’azione dell’Italia perla difesa del Crocifisso, in cui nessu-na nazione d’Europa ha co-sponso-rizzato l’azione dell’Italia per la dife-sa dei cristiani d’oriente o dei cristia-ni d’Iraq.Se noi fossimo di un solo minutoin ritardo rispetto al vento di libertàe alla domanda di libertà dei giovanidi piazzaTahrir e dei ragazzi diTuni-si, noi avremmoperso definitivamente(come Europa e anche come Italia)la credibilità a essere interlocutori.Non basterebbe più il pianoMarshall,che pure è indispensabile, non baste-rebbero più gli investimenti, che puresono fondamentali, sarebbe mancataquella leadership dei valori, quella lea-deship morale che oggi abbiamo lapossibilità di esercitare.Quando ci siamo battuti per le radi-ci cristiane nella costituzione europeanon lo facevamo soltanto perché sia-mo cristiani, lo abbiamo fatto ancheperché eravamo convinti che affer-mare le radici cristiane dell’Europanella Carta più alta d’Europa sareb-be stato un messaggio politico, masoprattutto morale per il resto delmondo.Con dolore abbiamo visto dopo larivoluzione di piazzaTahrir, i cristia-ni copti chiedere ancora più forte-mente protezione rispetto a quandoc’era il regime non democratico. Ilfallimento della rivoluzione arabasarebbe quello in cui qualcuno dices-se, domani, che per alcuni diritti sistava meglio quando c’era il governoautoritario che ci proteggeva.Vale perla Siria, per l’Egitto, per la Tunisia.Per tutti questi paesi questo sarebbeil fallimento della primavera araba enoi abbiamo il dovere di lavorare per-ché questo non accada e perché l’estre-mismo e l’islamismo non si impa-droniscano con il loro inverno dei

diritti di questa primave-ra.

Emilia GuarnieriPresidente Fondazione

MeetingIlMeeting di quest’an-no si colloca nel vasto oriz-zonte delle prospettive cheda subito l’Ambasciatore haapertocon le sue essenziali epuntuali citazioni. La ringrazio perquesta introduzione e per la bellissi-ma ospitalità che lei, e l’Ambasciatad’Italia presso la Santa Sede, ci offre.Così come il Meeting di quest’annosi colloca nell’orizzonte delle pro-spettive aperte dal cardinale Tauran:questa grande tradizione del Medi-terraneo che, proprio per la sua sto-ria e la sua tradizione, ci consente dimuoverci con fiducia nell’uomo. Lagrande certezza su cui il Meeting dasempre si èmosso è questa stima del-l’uomo, del cuore e del desiderio del-l’uomo. E anche per questo mi per-metto di ringraziare il ministro Frat-tini, di cui continua a colpirmi il gran-de coraggio con cui pone le questio-ni. Del coraggio di una politica este-ra fatta del saper guardare alla realtà,di questo coraggio di saper ascoltarequesta domanda di libertà, che anchenelle vicende del nordAfrica si muo-ve, di tutto questo ci sentiamo mol-to partner, molto amici e non è uncaso infatti che tutti questi ultimiMeeting l’hanno vista protagonistadi importanti incontri di politica inter-nazionale seri, coraggiosi e non reto-rici.Vengo al tema di quest’anno,“L’esi-stenza diventa una immense certez-za”.Ci sono come due grandi evidenzeche tutti noi oggi viviamo. Da unaparte c’è una grande paura di fronteall’incertezza della vita: oggi si vive diuna condizione di incertezza, tutto èincerto, dalla vita personale al lavoroper i giovani, al futuro, alla politica,all’economia, al futuro della scenainternazionale.Tutto è incerto.Eppu-

re, di fronte all’incertez-za non possiamonon direche ci sentiamo a disagio.Questa incertezza fa sof-frire, allora questo cicostringe a riconoscereche non siamo fatti perl’incertezza. Se l’incer-tezza e la paura ci met-

tono a disagio vuol dire chel’uomo è fatto per la cer-

tezza.Non bastasse questo, c'è la secon-da evidenza, dettata dal dogma delpensiero relativista, che afferma cheè impossibile pervenire alla certezza.L'uomo non sarebbe in grado di rag-giungere certezze.Questo equivale adire che l’uomo non è in grado di rag-giungere la realtà, non è in grado diconoscere veramente se stesso e quel-lo che ha attorno.Il Meeting di quest’anno si collo-ca nel contesto della sfida costituitada queste due evidenze, per scoprirese veramente il nostro destino è l'af-fermazione di Sartre: “cosa sono lemie mani? la distanza incommensu-rabile che mi divide dal mondo deglioggetti e mi separa da essi per sem-pre” e quindi l’impossibilità di un rap-porto con le cose che toglie il senso eil gusto del vivere.Oppure se esiste lapossibilità di affermare un senso eduna utilità della vita, poichè, comedice Pavese,“Non c’è cosa più amaradell’alba di un giorno in cui nulla acca-drà, non c’è cosa più amara dell'inu-tilità".Se desideriamo una certezza, que-sto desiderio è la prova che una cer-tezza deve pur esserci Non ci si puòesimere dal tentativo di guadagnarla,non si può evitare il rischio di “lan-ciare la spada al di là delle cose noteper trovare ciò che il cuore desidera”come dice il guerriero della Ballatadel cavallo bianco di Chesterton, chesarà rappresentata al Meeting. Ma,appunto la spada va lanciata, la cer-tezza va conquistata in un percorso,non arriva al di fuori di un camminoe di una responsabilità, implica un

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percorso della ragione e dell’espe-rienza umana. Occorre qualcosa chesfidi la paura di lanciarsi nell’avven-tura della vita.Ha scritto il poetaCar-lo Betocchi: "Ciò che occorre è unuomo / non occorre la saggezza,/ ciòche occorre è un uomo / in spirito everità; / non un paese, non le cose /ciò che occorre è un uomo / un pas-so sicuro e tanto salda / la mano cheporge, che tutti / possano afferrarla ecamminare / liberi e salvarsi".IlMeeting attraverso l’arte, le testi-monianze, i contributi di scienziati,imprenditori, politici, uomini di cul-tura, vuole offrire il contributo diuomini così, persone che nella vitacamminano libere. Il Meeting non èaltro che un’esperienza di uomini chehanno incontrato altri uomini, appas-sionati alla vita e alla ricerca della cer-tezza e della verità.Da 32 anni la tra-

ma di questi rapporti sidilata, incidendo nella sto-ria, costruendo legami eopere,ma soprattutto con-tribuendo, attraverso l’in-contro e il confronto sul-le ragioni della vita,ad edu-care uomini non rassegnatiad inseguire farfalle, maancora appassionati alla respubblica, capaci di opporsial tentativo di renderli schia-vi del potere.

Giorgio VittadiniPresidente Fondazione per la Sus-

sidiarietàIlMeeting comincerà con l’incon-tro con il Presidente Napolitano cheinaugurerà la mostra che si intitola“150 anni di sussidiarietà”.Benedet-to XVI ai membri dell’ANCI il 12

marzo 2011hadetto,pro-prio sul tema dell’unitàd’Italia, che la moltepli-cità dei soggetti e dellesituazioni non è in con-traddizione con l’unitàdella nazione.Un’unità epluralità sono a diversilivelli due valori che si

arricchisconomutuamentese vengono tenuti nel giu-sto e reciproco equilibrio. Il

Presidente Napolitano nel discorsoalle Camere del 17 marzo 2011 hadetto: non lasciamoci paralizzare dal-l’orrore della retorica, per evitarla èsufficiente affidarsi alla luminosa evi-denza dei fatti. Nella nostra storia,nella nostra visione la parola unitàsi sposa con altre: pluralità, diversi-tà, solidarietà, sussidiarietà. L’ideadella mostra è di mostrare questa

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Un momento della presentazione di Roma

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anomalia sussidiaria dell’Italia: nelquadro delle tante cose dette impor-tanti e giuste ce n’è anche una chevorremmo documentare, e cioè chel’Italia l’hanno fatta realtà di popo-lo, liberale, socialista, cattolica.Que-ste realtà sono all’origine delle diver-se fasi della storia d’Italia, a partiredal periodo non facile dopo l’unitàd’Italia, prima dell’avvento del fasci-smo, quando sia i cattolici nel qua-dro del non expedit, sia il movimen-to socialista e l’imprenditoria libera-le hanno creato le basi perché que-sto paese fosse un paese di solidarie-tà e sussidiarietà. Questa sarà la pri-ma fase della mostra. La seconda:tutto il periodo fascista non ha volu-to dire la fine di questa Italia ma ilcontinuare di fermenti, di possibili-tà di resistenza, di ripresa che sonosfociati nella “impossibile” ricostru-zione del dopoguerra, preceduta, equesta è la terza fase della mostra,dalla Costituzione. In un clima diguerra fredda queste componenti,cattolica, socialista e liberale, hannopotuto costruire una Carta che haportato alla democrazia. Il quarto saràun altro punto strano, “impossibile”:il boom economico. Solo dopo 15

anni dalla distruzione post-bellical’Italia diventa il settimo paese indu-striale del mondo, una potenza nonbasata su multinazionali potentissi-mema su una rete di piccole e mediee allora grandi imprese che nasconostranamente perché un paese distrut-to, un paese vinto, un paese mutila-to in parte del suo territorio è statoin grado di riprendersi. La realizza-zione della mostra ha visto come pro-tagonisti alcuni importanti profes-sori e 200 ragazzi, studenti universi-tari, che hanno lavorato in questoperiodo andando a scartabellare, gui-dati dai professori, in archivi, in rac-colte documenti, libri e altro. Macosa concludiamo nell’ultima parte?Concludiamo con qualcosa che for-se è abbastanza originale come let-tura dell’Italia perché forse ha qual-cosa da dire anche sull’oggi.Che cosaricaviamo da questi 150 anni? Chel’Italia è il paese del cambiamento.In unmomento che ci chiede di cam-biare, in cui tutti sono spaventati dalcambiamento, o vogliono cambia-menti che nascono innanzitutto dasovvertimenti politici, diciamo chel’Italia è stata creata da un vasto cam-biamento popolare.

Un cambiamento non casuale, uncambiamento dovuto innanzituttonon a strategie politiche ma a queltipo di conoscenza per avvenimen-to propria di un soggetto capace didesiderio.Al centro c’è un uomo chedesidera, come diceva Giussani, cioèil senso religioso, la capacità di veri-tà, giustizia e bellezza insita nel suocuore. Un uomo che di fronte allecircostanze della vita non si abbat-te, non si ferma, non si scoraggia,non lascia ad altri il fattore del cam-biamento ma è più grande di questecircostanze.Un uomo che non smet-te di desiderare. Abbiamo sentito ilCensis dire che l’appiattimento deldesiderio è il problema di oggi, e ildesiderio è stata la grande risorsadell’uomo di fronte al cambiamen-to. Nell’Europa la specificità del-l’Italia è che non ha mai ridotto,almeno teoricamente, l’idea di unaconoscenza di questo tipo. Questaè la specificità che noi vediamo inquesti 150 anni, che ha portato ancheaggregazione perché questo mododi conoscere spinge a non stare dasoli; perché, come dice sempre Gius-sani nel discorso di Assago, un uomoche desidera, un uomo che conoscein modo realistico non sta da solo, simette insieme in movimenti, corpiintermedi, in realtà sociali, e questisono i punti che custodiscono il suodesiderio, che aiutano ad essere rea-listici. Allora voi capite che questomessaggio, che sarà documentatopuntualmente con fatti è un mes-saggio per l’oggi. Oggi di fronte aun momento di cambiamento, difronte a grandi divisioni anche nelcorpo sociale e amplificato da mol-ti mezzi di comunicazione, si puòdire che c’è un modo di stare insie-me, senza annullare le diversità anchepolitiche, che può costruire un benecomune a patto che non si rinunci aquesta posizione umana, quella chepoi ha portato alle radici cristianedell’Europa.

Testi non rivisti dagli autori

AGOSTO2011 meetingNOTIZIARIO

ROMA

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L’ingresso dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede

PRESENTAZIONI MEETING

meetingAGOSTO2011NOTIZIARIO

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Venerdì 8 luglio si è tenuta a San Marino, al Centro CongressiKursaal, la presentazione del Meeting 2011.Dopo l’introduzione del presidente Emilia Guarnieri, due“assaggi”: Ambrogio Sparagna e il coro Amarcantohanno eseguito tre canti popolari dello spettacolo inauguralee l’attore Andrea Carabelli ha letto alcuni branide La ballata del cavallo bianco.Quindi i saluti delle autorità ed infine il portavoce Matteo Lessiha illustrato i punti più importanti del programma

La sfidadella certezza

Emilia GuarnieriPresidente Fondazione Meeting

Questo per il Meeting è stato un annomolto intenso, c’è stata la grandeesperienza, condivisa con gli amicimusulmani d’Egitto, del MeetingCairo, c’è stata la presentazioneall’Onu, e c’è stato tutto il lavoro dipreparazione e realizzazione del Mee-ting 2011, il Meeting della certezza.

Un tema che ha sfidato innanzi-tutto noi.

Che cos’è la certezza? Abbiamoconstatato ancora una volta il pesodoloroso dell’incertezza, esisten-ziale, sociale, politica, economicache grava su ognuno e sul mondointero.

Abbiamo anche sperimentato laviolenza di certa cultura relativistache vorrebbe negare il diritto alla cer-tezza, tacciando di dogmatismo qua-lunque posizione che affermi cer-tezze relativamente alla vita e allaconoscenza della realtà.

Una tale posizione è violenta, per-ché va contro il desiderio che l’uo-

mo ha di certezze.Se è vero che l’incertezza fa sof-

frire e che la certezza è desiderata,questo è la prova più evidente cheall’uomo non può essere negato ilcammino alla conquista della cer-tezza.

Il Meeting di quest’anno docu-menterà tanti e diversi percorsi rela-tivi a questa conquista. Storie diuomini, del presente e del passa-to,scienziati, artisti,filosofi,impren-ditori, politici, artisti, credenti e noncredenti, cristiani, musulmani, ebrei.Tutte storie che mostrano comeall’origine di ogni seria ed utile avven-tura umana ci sia l’ipotesi di una cer-tezza.Il Meeting di quest’anno porta con séuna sottolineatura particolare: la cer-tezza non è solo una posizione esi-stenziale, ma la certezza fa storia, uo-mini certi incidono nella storia.Tantodella ricchezza umana, culturale e ar-tistica, che noi porteremo al Mee-ting di quest’anno sarà la documen-tazione di questo.

SAN MARINO

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eetingNOTIZIARIO

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21NOTIZIARIO

eetingAGOSTO2011 m

tervenire a questo appuntamento nellamia veste di segretario di stato per gliAffari Esteri e di confermare il forteinteresse di San Marino a mantenervivo il legame che ci unisce alla grandekermesse riminese divenuta oramaiun appuntamento fisso ed atteso permigliaia di visitatori che affluiscono datutta Italia e non solo per parteciparea una serie di incontri ed eventi di al-tissimo profilo.Anche il titolo dell’edizione 2011si preannuncia foriero di riflessioniprofonde. E l’esistenza diventa unaimmensa certezza, una provocazioneemblematica dinanzi a una societàche pare aver perso molte certezze.Del resto, la vera sfida del Meeting,sempre vinta, sta proprio nell’andareoltre i vari cliché della società con-temporanea o le tante banalità dacui rischiamo di essere sommersi enel cercare, invece di muovere quellecorde del pensiero che uniscono eallo stesso tempo dividono popoli eculture e che appassionano tutti, fi-losofi, politologi, economisti, teo-logi e leader mondiali.Un tema, dunque, anche que-st’anno affascinante che metterà cer-tamente in luce le crisi del nostrotempo, il disorientamento di una so-cietà che non riflette o non rifletteabbastanza sul significato propriodell’esistenza umana e della sua infi-nita ricerca di motivazioni e di si-gnificati. Temi questi che richia-mano la necessità di una maggiore emigliore conoscenza di noi stessi edelle aspirazioni e dei bisogni piùprofondi degli esseri umani. Intornoa questo importante titolo ruoteràtutta la serie di attività proprie del-l’appuntamento riminese, che anchequest’anno rappresenterà l’eventocardine della riflessione politica, cul-turale e sociale del mondo contem-poraneo e in Italia, ed a cui desiderorinnovare il pieno sostegno del Go-verno sanmarinese e la sincera grati-tudine per poterne fare parte a pienotitolo contribuendo anche alla rea-lizzazione di alcune sue iniziative.

Stefano VitaliPresidente della Provincia di Ri-

mini

Per 32 anni Rimini è stata al cen-tro del mondo, per una settimanaRimini è il centro del mondo perchévi sono passati capi di stato, il Papa,personaggi dell’economia, incroci diculture, scambi davvero importanti.Forse sono nati anche dei momentidi pace all’interno degli incontri checi sono stati al Meeting. E allora ri-fletto sul fatto che questo immensopatrimonio che rappresenta e che harappresentato il Meeting moltospesso, parlo per me, come cittadinodi Rimini, sia visto solo come uncontenitore. Il Meeting come uncontenitore da cui sono passate per-sone, statisti, ma del quale noi cisiamo nutriti poco. Lo abbiamo vi-sto, non dico lontano, ma come unmomento di passaggio. Credo in-vece che in questi ultimi anni ilgrande miracolo che sta succedendoè quello di sentirlo come nostro,come un patrimonio nostro, un qual-cosa che ci arricchisce, che ci fa cre-scere, di cui andare orgogliosi. E ilgrande segno di quest’anno, perché èun grande segno ricominciare dallapiazza, ricominciare da Rimini, è unulteriore passo verso questa consa-pevolezza. Dialoghiamo col mondo,certo, ma dialoghiamo anche tra dinoi, relazioniamoci, sentiamolocome patrimonio perché se non par-tiamo insieme rimane un conteni-tore, importante, fondamentale, stra-ordinario, però io lo voglio sentiremio e credo che questo miracolo stiaavvenendo. E credo che giorno per

La stessa giornata inaugurale, che ve-drà il grande avvenimento della pre-senza del presidente della Repubblicaitaliana Giorgio Napolitano, sarà de-dicata alla storia di una grande cer-tezza, la storia della tradizione e dellacultura del popolo italiano.Il Presidente infatti sarà al Meetingin occasione della mostra dal titolo150 anni di sussidiarietà e su questointerverrà domenica nell’incontroinaugurale. Questa certezza che fastoria la si comprende anche dalleparole del Presidente stesso, nel Di-scorso alle Camere del 17 marzo2011: “Nella nostra storia e nella no-stra visione, la parola unità si sposacon altre: pluralità, diversità, solida-rietà, sussidiarietà. Reggeremo alleprove che ci attendono, come ab-biamo fatto in momenti cruciali delpassato, perché disponiamo ancheoggi di grandi riserve di risorseumane e morali”.La mostra dei 150 anni esce con illogo ufficiale delle celebrazioni per il150° dell’Unità d’Italia.Lo spettacolo inaugurale di dome-nica sera, in piazza Cavour, perchè ilMeeting ritorna quest’anno nel cuoredella città, sarà anch’esso dedicatoalla tradizione della poesia e dellamusica popolare italiana, con Am-brogio Sparagna, Davide Rondoni,Gianni Aversano e il coro Amarcantoche proporranno il grande repertoriodel canti della tradizione e del popoloitaliano.

On. Antonella MularoniSegretario di Stato agli Esteri della

Repubblica di San Marino

Per la terza volta ho il piacere di in- >

SAN MARINO

23NOTIZIARIO

eetingAGOSTO2011 m

Alberto Angela che racconta il viag-gio di un sesterzo romano, che parteda Roma e arriva in Bretagna, arrivanella Dacia, fa il giro di questa im-mensa terra romana all’epoca del-l’impero romano. E Rimini è lì, èuno dei pochi, tanti luoghi, terred’incontri e passaggi, il sesterzopassa per la domus del chirurgo eincrocia appunto questa casa dovequesto uomo di talento ha lasciatouno dei più grandi armamentaridella chirurgia che hanno segnato lastoria della medicina e che ancoraoggi è molto attuale. E pensare chea Rimini ci sia questo grande conte-nitore, questa grande scatola ani-mata di ricerca, di cammini, che dàalla nostra città davvero un profiloun rango internazionali come po-teva avere quella Rimini romana diallora, questo spinge chiunque abbiaqualche responsabilità istituzionale, aguardare, a investire nel Meetingperché è grazie a eventi come ilMeeting che si rinsalda, si rinnova esi può mettere nella modernità unastoria antica della nostra terra e dellanostra città.Voi avete usato delle parole sullequali bisognerebbe ogni tanto anchefermarsi a riflettere, ad approfon-dirne il senso perché molto spesso leparole sono state anche strumento eoggetto di divisione, di steccati.Quante volte sulla parola sussidia-rietà ci si è fermati con uno sguardoa volte diffidente.Qualche settimanafa il vescovo ci ha esortato a ragio-nare su questo a scendere dal murodella diffidenza dove ognuno di noiin questo paese e anche nella nostracittà in fondo è seduto. Un murodella diffidenza che anche su alcuneparole ha costruito delle lontananze.Scendere da quel muro di diffidenzaoggi secondo me è assolutamentenon solo necessario, ma inevitabileperché viviamo tempi di crisi econo-mica, di frantumazione sociale,tempi di smarrimento morale. E al-lora le parole che avete usato anchedeclinate, sfumate interpretate a se-

conda dei cammini che ognuno dinoi ha, ci possono non solo avvici-nare ma ci possono rendere possibilioggi cammini condivisi. Sussidia-rietà, cooperazione, reciprocità sonoil contrario di confine, steccato, diindividualismo. Sono la ricerca didare dei servizi, delle risposte a deibisogni rispetto ai quali da soli nonce la si fa, non ce la fa il pubblico,non ce la fanno le istituzioni. Alloraa me piace riflettere su queste paroleed è per questo che questa sera c’èun saluto di cuore, un saluto chevuole riflettere su questi tempi e an-che sul coraggio di provare unascommessa sulle parole che voi aveteusato.

Massimo PasquinelliPresidente della Fondazione Carim

Il Meeting è un gesto di grandeinternazionalità. Parte da Riminiverso il mondo, il mondo viene a Ri-mini. È un orizzonte spalancatosulla novità umana e culturale seemerge, dove emerge e chiunque lafaccia emergere. Questo è il primodato: l’internazionalità.Il secondo dato peculiare del Mee-ting è il suo legame con il territorioriminese e sammarinese. E’ un rap-porto fecondo nel tempo, che si èevoluto, che si è sostanzialmentemodificato nelle sue 32 edizioni. Eanche quest’anno ci sono segni cheio ho notato e anche gli ammini-stratori hanno sottolineato che ri-propongono questa attenzione. Lamostra al museo, come quella ditanti anni fa, nel cuore della città, lestoriche manifestazioni artistiche

giorno possiamo costruire un incon-tro sempre più straordinario per ilnostro territorio per la nostra città.Credo che noi abbiamo bisogno dinon farci passare tutto addosso,credo che noi abbiamo bisogno diprendere quello che il Meeting cidà, quello che le persone che passanoal Meeting ci danno, abbiamo biso-gno di prenderlo come un patrimo-nio nostro. Ed è davvero per questo,Emilia lo sa perché le volte che c’in-contriamo ci diciamo queste cose,credo che di passi avanti ne sianostati fatti tanti, ma ripeto, il segno diquest’anno coltiviamolo tutti. Il fattodi partire dalla piazza, di ricomin-ciare dalla piazza perché allora di-venta veramente un nostro patrimo-nio.

Andrea GnassiSindaco di Rimini

Da 32 anni Emilia e gli amici delMeeting sono una certezza, la cer-tezza di avere a Rimini, grazie allatenacia alla sfida all’orgoglio di qual-che donna e qualche uomo corag-gioso, di avere la certezza di averconsolidato, di aver seminato unapianta che oggi ci permette di dareancora una volta a Rimini quel pro-filo, quel rango internazionale dicittà europea, di città degli incontri.A Rimini arriva la via Flaminia eparte la via Emilia. Prima del pas-saggio a nord via terra che collegavaRoma caput mundi al resto delmondo, dell’impero, l’unico passag-gio da terra era per Rimini, il pas-saggio per Firenze arriverà moltopiù tardi. C’è un bellissimo libro di >

SAN MARINO

25NOTIZIARIO

eetingAGOSTO2011 m

nità civile siano ampiamente garan-titi.

Matteo LessiPortavoce del Meeting

La sfida di questo Meeting è pernoi, e per voi a cui lo proponiamo, laricerca insieme di questa certezza chepuò rendere grande la vita, una sfida afarne esperienza insieme, per non es-sere condannati a un’impotenza deso-lante.Per ricominciare, per essere inci-denti nella storia, per non lasciarsi tra-volgere e imprigionare dall’impotenzadesolante che a volte la vita sembraproporre, che blocca, blocca gli uo-mini, blocca le opere, ilMeeting vuolesfidare tutti quanti a guardare il desi-derio di certezza che ognuno ha.I convegni, i temi che saranno trat-tati sono questa possibilità, la possibi-lità di una conoscenza nuova della re-altà.La certezza, questa grande parolache ci impaurisce, di fronte alla qualescatta un timore reverenziale, quasiun timore a pronunciarla da quantosembra impossibile da raggiungere.Invece noi (e questo è sempre statonello spirito del Meeting) non ab-biamo paura di parlarne, non abbiamopaura di andare al fondo e alMeetinglo faremo, in particolare in due in-contri. Il primo con il filosofo Co-stantino Esposito sul tema del Mee-ting e l’altro con il filosofo franceseFabrice Hadjadj, per comprenderecome la modernità sfida il raggiungi-mento di questa certezza.Certezza che non vuole essere unmonolite che cala dall’alto,ma un im-previsto che nasce dalla ricerca, dal

desiderio dell’uomo.Perché, appunto, ogni uomo nonpuò negare il desiderio che ha di unfaro che lo guidi tra le onde della vita.Ed è una vita che per fortuna ci sor-prende ancora. Ci ha sorpreso con ilMeeting del Cairo, che è stato vera-mente come un fiore che nasce neldeserto, opera di quattro amici mu-sulmani (che porteranno anche alcunivolontari egiziani a lavorare al Mee-ting quest’anno). E poi ha sorpresonoi e tutto il mondo con il grido di li-bertà che è nato nel mondo arabo.Queste due cosa saranno centrali nelMeeting perché racconteremo delMeeting Cairo, una vita di rapportiche sta andando avanti anche ora,un’amicizia reale tra cristiani emusul-mani.E parleremo della grande sfida difronte al quale si trova il mondo arabo,della stabilità nel rispetto dei dirittidell’uomo. Avremo il ministro Frat-tini,Wael Farouq, che è l’ispiratore delMeeting del Cairo, avremo l’impren-ditore tunisinoTarek BenAmmar e ilsegretario generale della Lega Araba.Già solo questi due incontri sono ladocumentazione di come ilMeeting èun luogo aperto a tutti, in grado di in-contrare chiunque e che parlare dicertezza non impedisce un dialogo,ma anzi, lo provoca ancora di più.AlMeeting ci saranno ebrei, angli-cani, ortodossi.In un Meeting del genere non po-tevamancare, come avete già visto nelvideo delle mostre, un incontro dedi-cato a colui che nel mondo ha dettoessere la certezza per tutti gli uomini:Gesù di Nazareth. Proprio seguendol’insegnamento di Benedetto XVI chenon esiste un Gesù storico e un Gesùdella fede. L’esperienza che fecero gliapostoli non è qualcosa del passato,ma una possibilità anche per noi uo-mini moderni.E di fronte alla propo-sta di Cristo, lo ha scritto il grandeDostoevskij, ogni uomo deve pren-dere almeno posizione.Ad andare a fondo di questogrande tema, di uno che ha detto di

ed espositive del Meeting, lo spetta-colo inaugurale in piazza Cavour.Anch’io do un significato partico-lare a questa circostanza. Come que-sta presentazione che avviene nellaRepubblica di San Marino e che ilsegretario di stato ha ricordato nelsuo intervento.Si è sempre guardato al Meetingsoprattutto come un generatore,penso in particolare alle pagine dicronache locali, di presenze turisti-che, capace di prolungare la stagioneestiva, una valutazione vera e altempo stesso anche così reale da di-ventare cinica, e di portare a Riminipersonaggi famosi, l’attenzione delmedia e tutto il positivo, ma è soloquesto o c’è dell’altro?Vi è anche una convenienza dal-l’avere a Rimini un evento come ilMeeting? Che contributo ulteriorepuò offrire il Meeting stesso, la suaesperienza, la sua attività, la sua sto-ria alla città, al territorio provinciale,alla Repubblica che ci ospita? E’ pro-babile che in qualche modo ci sidebba ripensare, ci si debba rilan-ciare nel territorio? Come possonointerloquire il Meeting e la città, laprovincia, su questi temi? C’è uncontributo originale del Meeting,anzitutto culturale che può dareuscendo dalla mera, per quanto in-dubbia importante, logica dell’im-patto economico? E’ chiaro che que-sta domanda è rivolta a noi più chea coloro che il Meeting lo fanno.Io ritengo che sarebbe interessantesi potesse sviluppare un rapporto, undialogo su questi argomenti tra tuttii soggetti interessati (Rimini, Pro-vincia, territorio di San Marino)come qualcuno prima ha ricordato aldi fuori degli schemi ideologici, macon l’attenzione comune ad aprireuna pagina nuova nella storia locale.Mi pare che vi siano anche le con-dizioni per un dialogo non formalema molto più sostanziale tra sog-getti diversi tendenti tutti ad un me-desimo destino che è la salvaguardiae la promozione della nostra comu- >

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27NOTIZIARIO

eetingAGOSTO2011 m

essere la certezza per tutti gli uominici aiuteranno il custode di Terrasantapadre Pizzaballa e il biblista Garcia,presentando la mostra su Cafarnao,che avete intravisto nel video dellemostre.Che cosa sperimentarono quegliuomini, gli apostoli, di fronte a quel-l’uomo che con la sua presenza glicambiò la vita? Una rinascita umana,una riesplosione del desiderio e delloro essere uomini. E quindi c’è biso-gno di uomini così, anche oggi, nonsolo 2000 anni fa. C’è bisogno di uo-mini per realizzare insieme opere edare frutto e strada alla creatività.Ci vuole qualcosa di caro, qualcosache smuova l’intimo umano perchériaccada questo. Per questo l’incontrofinale del Meeting quest’anno è pro-prio qualcosa da non perdere, perchéabbiamo chiesto a due personaggimolto diversi tra loro, lo psichiatra fa-moso a livello nazionale e internazio-nale Eugenio Borgna, l’altro è il mis-sionario in Paraguay padre AldoTrento, che è già stato al Meeting etornerà quest’anno, di confrontarsi eraccontare la loro esperienza di una

certezza nella vita, a partire da il librodiGiussaniCiò che abbiamo di più caro,che presenteremo nell’incontro finale.Al Meeting ci saranno altre testi-monianze, come quella di padre Sca-ringella, chirurgo inMadadascar, op-pure di Davinson, anglicanoaffascinato da don Giussani, al Mee-ting ci saranno imprenditori comeJohn Elkann e Clara Gaymard, ci sa-ranno incontri sulla letteratura e l’arte,la scienza per capire quanto sono ve-ramente oggettive e sicure le certezzeche ci fornisce.Anche quest’anno ci sarà la poli-tica, naturalmente. In un momentoin cui si assiste a un declino del con-fronto politico, ilMeeting vuole guar-dare alla politica, a quest’opera, perchéè un’opera, con la dignità che merita,alla vera politica, non quella male pra-ticata che ignora gli uomini e i fattidella realtà.Lo faremo con vari mini-stri: Maroni, Gelmini,Tremonti, Al-fano, Sacconi, Calderoli. Lo faremosulla giustizia con Vietti vicepresi-dente del CSM, il sindaco Fassino,guarderemo all’esperienza positiva checontinua dell’Intergruppo per la Sus-

sidiarietà, un’opera interessante checontinua in Parlamento.Vi segnalo un’ultima cosa, con laquale voglio chiudere, che è la pre-sentazione che ci sarà alMeeting dellatraduzione in arabo delRischio educa-tivo di Giussani. Una iniziata nataproprio con il Meeting Cairo perchéchi l’ha tradotto e chi lo verrà a pre-sentare al Meeting è colui che du-rante quei giorni di ottobre era l’in-terprete ufficiale del Meeting Cairo,già parlamentare dei Fratelli Musul-mani, rimasto affascinato dal quel li-bro lì, tant’è che ha deciso gratuita-mente di dare una mano a tradurlo.Il Meeting di quest’anno è tuttoquesto, è la proposta per tutti di unastrada e di un cammino insieme, è lamossa di ognuno di noi, di tante espe-rienze, di compagni di viaggio ancheinaspettati che, in unmondo che sug-gerisce di fronte al timore della vita dirintanarsi ognuno nel proprio giar-dino, invece decidono di confrontarsiper compiere un passo in più nel cam-mino, insieme.

Testi non rivisti dagli autori

La sala del Centro Congressi Kursaal durante la presentazione del Meeting 2011

ClaraGaymard sarà la prota-gonista di uno degli appun-tamenti delMeeting di Ri-

mini dedicati al racconto di esperienzedi uomini e donne che non temono irischi e le sfide della vita e che, in variambiti, hanno trovato una certezzanell’affrontare la realtà. La Gaymard,presidente e ceo di GE France, non-ché figlia del famoso genetistaJérôme Lejeune (lo scopritore dellacausa della Sindrome di Down), nel2007 fra le 50 donne più potenti delmondo, ha risposto ad alcune do-mande che le abbiamo rivolto sul temadel Meeting di quest’anno e sul suoruolo di donna-manager.Il tema del Meeting di quest’annoparte dalla constatazione che, nellamentalità più diffusa ai nostri giorni,nella coscienza con cui ciascuno di noiaffronta le sfide e le fatiche del vivere,sembra che non sia più possibile al-cuna vera certezza. Anche in campoeconomico, la recente crisi ha scardi-nato tutte le certezze possibili.

Qual è la “certezza” che la guidanella sua attività quotidiana di mana-ger e che la rende capace di prenderesul serio il suo desiderio e di operareper il bene suo e degli altri? Può rac-contarci

l’esperienza di certezza nella suavita?«Non so cosa significhi la parolacertezza. So che sono viva e credo chesenza l’amore la vita non abbia alcun

senso; penso però che l’essere umanosia pieno di dubbi. In compenso sipossono avere convinzioni o impegni.E soprattutto credo che in questomondo, in cui predomina l’incertezza,l’imprevedibile si imponga su di noinonostante tutte le proiezioni scienti-fiche ed economiche. La forza del-l’impegno è diventata quindi indi-spensabile.L’impegno in alcuni valori univer-sali, l’accettazione della diversità comerisorsa di ricchezza e soprattutto il sa-per riconoscere che non si può com-prendere tutto, ma soprattutto l’aversempre la predisposizione all’appren-dimento sono elementi essenziali percondurre non solo la nostra vita, maanche quelle che dipendono in parteda noi, sia che ciò avvenga nella sferaprivata sia che si verifichi nell’am-biente lavorativo».

Quanto ha contato, nella costru-zione della sua “certezza”, l’esempio disuo padre, il fondatore della geneticamoderna Jérôme Lejeune, il quale haaffrontato notevoli sacrifici in nomedi una strenua difesa della vita?«Mio padre mi ha insegnato l’im-portanza dell’atteggiamento nei con-fronti della vita. Essendo lui unoscienziato, un genetista, sapeva che lavita comincia dal concepimento. Edessendo un umanista, pensava cheogni vita valga la pena di essere vissuta.In quantomedico, avendo fatto il giu-ramento d’Ippocrate, si era impegnato

e aveva promesso di proteggere ognivita, la vedova, il malato, l’orfano, e didedicare la sua vita di medico a com-battere la malattia ma anche ad amaree proteggere il malato. Non si è maipreoccupato di sapere se avrebbe vintoo perso. Ha rispettato i suoi impegnidapprima davanti a Dio e in seguitoanche davanti agli uomini. A dire ilvero, nella battaglia contro l’aborto,sapeva che la causa era persa, in ognicaso e nel contesto dell’epoca, ma di-ceva: “Io sono il loro medico, devoproteggerli e dire la verità. E la veritàè che ogni vita umana comincia dalconcepimento, quindi se posso gua-dagnare del tempo e salvare dellevite...”».

Nella sua carriera ha dovuto af-frontare difficoltà particolari causatedal suo essere donna?«Certamente. Ci sono persone chevogliono il tuo bene e che ti dicono,con fare quasi compassionevole, “mamia piccola Clara, non ti rendi contoche lamole di lavoro, i figli… tutto ciònon sarebbe ragionevole”. Ci sonopersone invece che ti giudicano e dif-fondono l’idea che tu sia una cattivamadre e un’ambiziosa. Quante volteho sentito dire “Clara vuol tutto”,mentre io volevo semplicemente farbene il mio lavoro e non homai avutoambizioni di carriera, consapevole chela famiglia è stata sempre la primadelle mie priorità. In realtà c’è la quasiimpossibilità di raggiungere il poterereale.Le donne hanno conquistato re-sponsabilità elevate e quelle che visono riuscite fanno delle meraviglie,ma da lì al dare loro il potere supremoci sono ancora grandi passi da farenella maggior parte dei Paesi».

Le donne hanno combattuto moltoper ottenere una parità con l’uomo,ma ancora oggi nel settore manage-riale si evincono sostanziali diffe-renze. L’istituzione di “quote rosa” se-condo lei potrebbe essere utile?«Sì e non avrei detto ciò qualcheanno fa. In Francia, per esempio, eranoparecchi anni che il numero di donneche facevano parte dei consigli d’am-ministrazione nei grandi gruppi era

Prontiall’imprevedibileClara Gaymard, donna, madre e manager, figlia di JérômeLejeune sarà protagonista di un incontro al Meetingnel ciclo dedicato alle esperienze.In questa intervista al Corriere delle Opere di luglio si racconta…

di Francesca Glanzer

meetingAGOSTO2011NOTIZIARIO

ESPERIENZE

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fermo sul 5,6%.Una legge ha impostole quote rosa e di colpo le aziendehanno selezionato delle donne. Que-ste ultime non avevano necessaria-mente il pedigree richiesto e senzaquesta “costrizione”non sarebberostate scelte, pur essendo tutte straor-dinariamente competenti e facendo illoro lavoro con grande serietà».

La manager può essere una donnache desidera fare carriera, ma che puòavere anche il desiderio di essere mo-glie e madre, e le istituzioni devonosupportare questi desideri offrendodelle strutture adeguate dove possonolasciare i propri figli. Quali politichebisognerebbe adottare per favorirel’equilibrio tra famiglia e lavoro, persostenere le relazioni che la costitui-scono e agevolare gli obblighi che nederivano? Lei com’è riuscita a conci-liare la sua carriera con la sua nume-rosa famiglia e come applica le politi-che di conciliazione nella sua azienda?«Avete ragione. I Paesi che hannouna forte natalità sono gli stessi chehanno adottato politiche efficaci checonsentono alle donne di non doverscegliere tra la carriera e la vita fami-liare. C’è una stretta correlazione evi-dente tra la demografia e le politichepubbliche. Guardate la differenza traGermania e Italia e Paesi Scandinavie Francia. È anche una questione digiustizia sociale perché altrimenti si ri-schia che solo i ricchi possano conce-dersi una famiglia numerosa. Dicosempre, infatti, che se non fossi statafrancese, non avrei potuto avere unafamiglia numerosa e lavorare. La fi-scalità, le baby sitter, la scuola gratuitae accessibile dall’età di due anni, unalto livello di qualità e soprattutto ilgiudizio positivo della società hannocontribuito parecchio a spingere lecoppie ad avere il terzo figlio. All’in-terno di un’impresa pianifichiamo iltempo che viene impiegato nel lavoroe consideriamo che un dipendente ef-ficiente sia un persona felice nella vitaprivata. Quindi, dal momento in cuic’è una preoccupazione familiare opersonale, facciamo di tutto per aiu-tarlo e sostenerlo».

Nel corso della sua esperienza comepresidente dell’Afii, l’Agenzia fran-cese per la promozione degli investi-menti internazionali, lei ha cercato diattirare sempre più investimenti ita-liani in Francia, in particolare dellepmi. Oggi, invece, da parte di alcunisi adombra il rischio di una “coloniz-zazione” francese del nostro Paese.Come giudica lo stato dei rapportieconomici tra Francia e Italia?«Francamente non capisco questodibattito. In Francia, nel settore del-l’industria, un dipendente su tre lavoraper un’impresa straniera. Noi, all’in-terno di GE, impresa americana,siamo uno dei primi esportatori fran-cesi di prodotti industriali nel mondo.Io sono fiera di lavorare per un’im-presa che crea impiego in Francia, che

sviluppa centri di ricerca e utilizza lasua leadership a livello mondiale perfare della Francia una piattaforma in-ternazionale. Sono sicura che lo stessodiscorso valga per i gruppi francesiche acquisiscono imprese italiane.Vo-gliono avere successo, far crescere leimprese e dare loro la possibilità diaprirsi al mondo, essendo state lestesse troppo a lungo di dimensionilocali. L’Italia è ricca di uomini edonne di talento, di imprese che do-vrebbero essere campioni mondiali edovrebbero allearsi con chi è già riu-scito a fare questa trasformazione. Sitratta di una vera possibilità di suc-cesso, di creazione diposti di lavoro e di irradiamentodell’animo italiano così bello e talen-tuoso».

Clara Gaymard

AGOSTO2011 meetingNOTIZIARIO

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IN-MOSTRA 2011

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uomo, di ogni uomo. Tutto il cosmo (lestelle, ilmare, lemontagne…) nasce nel-la volontà del Creatore. Questa volontànon si ferma alla creazione della natura,magiunge a un livello sublime con il donodella libertà: Dio ha voluto degli esseri asua immagine e somiglianza, capaci diamare, di creare, di lavorare.Malick racconta queste due storie insie-me.E anche noi.Ma lamostra fa un pas-so in più e introduce una terza storia: lastoria di Israele.Non basta guardare a ciòcheDio ha fatto all’inizio di tutto e a ciòche fa oggi.Occorre guardare anche a ciò

che ha fatto nel frattempo, che è la chia-ve per capire ogni altra storia: la grandiosastoria d’amore che ha generato il popoloprediletto e in cui il suo Figlio è nato.All’interno di questa storia d’amore, tro-viamo due realtà fondamentali, il pecca-to, e la misericordia. Il primo lo cono-sciamobene: è la conseguenza della liber-tà, che ha sempre due alternative. Puòcostruire, può distruggere.Può accoglie-re il dono della vita con gratitudine,o puòcercare avidamente di impossessarsi ditutto.Qui entra in scena la seconda realtà.

EzechieleLastoriad’amoretraDioe IsraeleLamostra proposta al Meeting dalla Fraternità San Carlo documenta che anche le crisi più gravinon sono l’ultima parola. Un allestimentomultimediale che ricorda The tree of lifecon le voci di Andrea Soffiantini ed Ester Botta

di Jonah Linch

Il deserto: un’immagine della mostra.

AvetecopiatoMalick?SembraThetree of life”. Ecco la più frequen-te reazione al trailer di “…E rivi-

vrai. Il profeta Ezechiele, la crisi e la spe-ranza”, lamostra in allestimento alMee-ting di Rimini 2011. (Il trailer è visibilesu www.sancarlo.org) In effetti il para-gone regge, anche se la mostra ha presoformaprimadell’uscita del film.La somi-glianza c’è e deriva dal fatto che l’ispira-zione di fondo è la stessa.Malick tenta di parlare della storia delmondo dall’inizio alla fine, e in paralleloracconta la storia di una famiglia, di un >

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IL NOSTRO LAVORO È FARVI VIAGGIARE PIÙ SICURI. Da quando la Società è stata privatizzata nel 2000 ci siamo impegnati peraumentare la sicurezza sulla rete, in linea con l'obiettivo della Comunità Europea di dimezzare i morti sulla strada. Per arrivarci, assieme allaConsulta per la Sicurezza da noi costituita con alcune tra le principali Associazioni dei Consumatori, la Polizia Stradale ed altri interlocutoriistituzionali impegnati sul fronte della sicurezza, abbiamo messo in campo tantissime iniziative, tra le quali: oltre 1.500 interventi di segnaleticae pavimentazioni speciali nei tratti a maggiore incidentalità, la riqualificazione di oltre 2.600 km di barriere spartitraffico anche conl’installazione di barriere di “nuova generazione”, la chiusura di tutti i 1.900 varchi aperti sullo spartitraffico con strutture mobili, le campagnedi educazione contro i rischi della velocità, dell'alcool e del colpo di sonno (due milioni di caffé gratis distribuiti di notte).

Ma c'è un'iniziativa che ci differenzia da tutti gli altri gestori di reti viarie nel mondo: il Tutor, ovvero il sistema di controllo dellavelocità media che abbiamo ideato, finanziato e installato in oltre 2500 km di rete. La gestione di questa tecnologia è affidata alla PoliziaStradale e pertanto, le relative sanzioni sono emesse e incassate direttamente dallo Stato.

Grazie al Tutor abbiamo dimezzato la mortalità anno su anno e possiamo oggi annunciare di essere andati ben oltre gli obiettivi checi eravamo posti. Dal 1999 ad oggi il tasso di mortalità si è abbassato da 11,4 a 3,2 (-72%). Il che vuol dire circa 300 morti in meno sullastrada all’anno. Ma non ci saremmo riusciti senza il vostro contributo. È per questo che vi chiediamo di continuare a guidare conresponsabilità e prudenza, sempre.

TASSO DI MORTALITÀ AUTOSTRADE PER L’ITALIAE LE SUE CONTROLLATE(numero di morti per miliardo di Km percorsi)

11,4

3,2

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

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IN-MOSTRA 2011

Quante volte il popolo diDio si è allon-tanato da lui? Non si riesce a contarle.Eppure lui è rimasto fedele. Come unbuon padre, ha accettato di pazientarecon i suoi figli per farli crescere, senzarisparmiare loro le conseguenze delle loroazioni.Equando erano caduti così in bas-so che sembrava non ci fosse altro che lacondanna e la morte, li ha risuscitati.Questa è la nostra storia.Tutto abbiamoricevuto, la nostra storia inizia nel nulla.“Non c’eri, ci sei: dipendi”.Tutto abbia-mo ricevuto, e molto abbiamo sprecato.E adesso la nostra tentazione più graveè di pensare che ormai sia troppo tardi.Ma Ezechiele ci insegna che non lo è.Anche la crisi più grave di tutta la storiad’Israele, la deportazione di Israele neldeserto di Babilonia, non era l’ultimaparola: da quel deserto, il popolo torna avivere. Ancora una volta, dal nulla Diocrea una cosa nuova—evuole che in que-sta ri-creazione lavoriamo al suo fianco.

L’allestimento al Meeting, progettato dauna squadra di architetti capitanata daMaurizioBellucci, saràmultimediale.Sce-nografie cinematografiche metteranno il

visitatore rapidamente in contatto con unmondo lontano, mentre la guida parleràall’interno di una grande tenda nel deser-to. Poi, tutta la storia d’amore tra Dio eIsraele, cheEzechiele racconta attraversoil dialogo tra Dio e una giovane orfana,verrà proiettata in un video realizzato daAndrea Chiodi (regista di “Marina Judi-na, la pianista che commosse Stalin”, loscorso anno al Meeting, e dei Centocin-quant’anni d’Italia aTorino perRaiUno).La“voce”diDio èAndrea Soffiantini, chegià ebbequesto ruolonellamostra suGere-mia (Meeting 2007). A questa voce rea-gisce la “trovatella”, Ester Botta, attricetelevisiva e prescelta daMassimo Ranie-ri per la sua produzione de “L’opera da tresoldi” attualmente in tournee.L’introduzione multimediale dura pocopiù di dieciminuti.Contiene già tutti glielementi essenziali della mostra, ma inuna forma ancora da sviluppare.Quindila parete della tenda si spalanca su unaseconda sala dominata da un immensosimbolo del lavoro, la trasfigurazione del-lamateria,che è anche simbolodella risur-rezione e dell’eternità. Qui il percorsoviene completato attraverso un affondo

che lega i temi messi inscena (lavoro erisurrezione) con le tre storie (creazione,Israele, vita di ogni uomo) suggerite nelvideo. A questo punto, la visita può ter-minare. Per chi invece rimane incuriosi-todai temi trattati, i contenuti sonoampia-mente approfonditi in una serie di pan-nelli.Oltre alla guida principale, ci saran-no a disposizione molte altre guide chepossono dedicare una visita personaliz-zata anche a gruppi di poche visitatori.Infine,due sussidi saranno disponibili: ilcatalogo della mostra, edito da Mariet-ti, che contiene interventi diMarinaCor-radi, John Waters e Massimo Camisa-sca, e il prezioso libretto di Jean Danié-lou, Il segno del tempio, ripubblicato daCantagalli in occasione di questamostra.

Il “folle volo”diMalick è imperfetto,manonper questo èmenoutile omeno com-movente.Anche il nostro tentativo risul-terà parziale: condensare parecchi mil-lenni in quarantacinqueminuti di visita,per visitatori sudati e distratti, in agostonella fiera di Rimini, è impresa sovru-mana. E tuttavia affascinante, come lastoria di Dio con noi.

Un’altra immagine della mostra.

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IN-MOSTRA 2011

Il filmato, che sarà riproposto sugrande schermo nellamostra, è visi-bile anche su YouTube: si vedono i

vigili del fuoco che con coraggio e pro-fessionalità si avventurano nelle sale delmuseo ospitato nell’imponente e cin-

quecentesca fortezza spagnola del-l’Aquila per portare in salvo le opered’arte danneggiate dal terremoto del-l’aprile 2009. Il Museo Nazionaled’Abruzzo era il principale della regioneper la quantità e qualità dei reperti ar-cheologici e artistici. Con la stessa curacon la quale spesso osserviamo i vigili delfuoco intervenire per portare in salvo lepersone, nel filmato li vediamo impe-gnati amaneggiare quadri, sculture, paled’altare. Le immagini mostrano i corri-doi e le sale del Museo con i segni ine-quivocabili della tragedia che si è consu-mata più di due anni fa: uno spettacolodesolante. I pompieri camminano inmezzo ai calcinacci, sotto a tetti visibil-mente crepati, e spesso si imbattono insculture che sono rovinate a terra. Pren-dono le opere, le portano fuori dove i vo-lontari e i funzionari della Soprinten-denza le “impacchettano” a dovere per iltrasporto. Immediatamente dopo il ter-remoto è scattata l’operazione di recu-pero delle opere d’arte danneggiate dalsisma.“Le opere salvate dai vigili del fuoco –racconta la Soprintendente Lucia Ar-bace – sono state portate per un primointervento nei laboratori allestiti pressoil Museo della Preistoria di Celano.Qui squadre di restauratori provenientida ogni parte d’Italia, sotto la guida deitecnici dell’OPD e dell’ISCR, due isti-tuti d’eccellenza delMinistero per i Benie le Attività Culturali che si occupano direstauro, hanno provveduto a bloccare ilprocesso di degrado in atto.Nel dicem-bre 2009 la Soprintendenza ha riapertoil Museo ospitato nel Castello Piccolo-mini di Celano, che in questomomentoè il luogo della cultura più visitatod’Abruzzo. A Celano abbiamo realiz-zato la prima mostra con dodici opere,sculture e dipinti su tavola, del periodomedievale.Queste opere hanno rappre-sentato il primo nucleo della selezioneper lamostra che dal 4 dicembre 2010 al1maggio 2011 è stata realizzata nel Ca-stello del Buonconsiglio di Trento. Inoccasione di tale esposizione sono stateaggiunte anche due sculture ligneeprovenienti dalla Diocesi diTeramo:

L’arte salvatarisplendealMeetingAl Museo della città una mostra di Madonne (dipinti e sculturelignee) recuperate dopo i danneggiamenti del terremoto inAbruzzo. Il Soprintendente Lucia Arbace racconta la loro storia

Il manifesto ufficiale della mostra>

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IN-MOSTRA 2011

la Madonna della Cattedrale e la Ma-donna col Bambino di Castelli, che inantico si conservava nella distrutta abba-zia di San Salvatore.Entrambi sono duepezzi straordinari di grande valore arti-stico”.

Con la SoprintendenteArbace abbiamoricostruito la storia, gli antefatti, dellamostra LA SAPIENZA RISPLENDE.Madonne d’Abruzzo tra Medioevo e Ri-nascimento che ilMeeting organizza nelMuseo della città dal 21 agosto (giornod’apertura dellamanifestazione, al 1 no-vembre. Per la città e per i visitatori delMeeting si tratta dell’occasione unicaper conoscere la ricchezza dell’arte fioritain Abruzzo tra Medioevo e Rinasci-mento. “Per la mostra di Rimini – ag-giunge la Soprintendente Arbace – ab-biamo ampliato il progetto. AlleMadonne di origine medievale ne ab-biamo aggiunte altre di periodo rinasci-mentale che mostrano la qualità e l’abi-lità di maestri eccellenti come Silvestrodell’Aquila,Giovanni di Biasuccio,PaoloAquilano, Saturnino Gatti.I visitatori potranno così osservare come

dall’iconografiamedievale caratterizzatadalla Madonna come regina e lactans sisia giunti ad una rappresentazione piùnaturalistica. Le Madonne rinascimen-tali reggono il bambino sulle ginocchia elo curano amorevolmente. Si è quindipassati dall’idea di Sapienza che ri-spende, come recita il titolo dellamostra,ad un sentimento di maggiore spiritua-lità in linea coi dettami dell’Osservanzafrancescana.”La Soprintendenza è impegnata in que-stemostre fuori dai confini regionali nonsolo per informare l’opinione pubblicasul destino delle opere d’arte danneg-giate dal terremoto e per documentare illavoro di restauro compiuto, ma ancheper far conoscere il patrimonio dell’arteabruzzese che, assai meno noto, non hanulla da invidiare a quello delle vicine re-gioni Marche e Umbria. Si è colta l’oc-casione offerta dal terremoto per com-piere un’opera di valorizzazione dell’arte,per sollevare il sipario e mostrare capo-lavori finora quasi sconosciuti.“Le opere che saranno esposte a Rimini-spiega la dottoressa Lucia Arbace – sonodi pregevole fattura e alta qualità. I visi-tatori potranno apprezzare sia i dipintiche le sculture. Le opere del periodo ri-nascimentale, grazie al naturalismo e alverismo che esprimono, suscitano im-pressione e ammirazione. Le scultureemanano un notevole fascino.Non sonosculture algide o distaccate, ma la Ma-donna è rappresentata come unamamma trepidante per il suo bambino. Ibambinelli delle Madonne rinascimen-tali sembrano veri neonati gioiosi. Vi-ceversa, le opere medievali affascinanoper la loro solennità per i contenuti sim-bolici della rappresentazione in bilico traOriente eOccidente.Direi che lamostradocumenta inmodo evidente la varietà ecomplessità dell’ iconografiamariana; at-traverso le opere si verificano le radicalitrasformazioni attraverso quattro secoli,dalla ‘regalità’ e sapienza dei capolavorirealizzati per le grandi abbaziemedievali,all’umanità del sentire rinascimentale ”.Saranno inmostra, eccezionalmente, an-che laMadonna del latte di Montereale nelsuo smagliante cromatismo, e la Ma-donna di Sivignano, riscoperta e “salvata”

da Federico Zeri negli anni sessanta delNovecento da un increscioso episodio divendita clandestina, sventato dagli abi-tanti di Sivignano che fecero di tutto pernascondere la “loro” Madonna, impe-dendone così l’alienazione.Tra i capolavori del Rinascimento non sipuò dimenticare laMadonna in trono conangeli di Saturnino Gatti, pittore che siinnesta nel solco della tradizione del cen-tro Italia, simile nella finezza al Pintu-ricchio e nell’eleganza ai maestri umbrie laziali del Quattrocento.

Domenica 21 agosto - martedì 1 novembreLA SAPIENZA RISPLENDE. MADONNED’ABRUZZO TRA MEDIOEVO E RINA-SCIMENTO.Rimini, Musei ComunaliOrari da domenica 21 a sabato 27 ago-sto: tutti i giorni 9,30 - 19,30.Orari dal 28 al 15 settembre: da mar-tedì a sabato 9.30 - 12.30, 16.30 -19.30.Orari dal 16 settembre al 1 novem-bre: da martedì a sabato 8.30 - 13.00,16.00 -19.00; domenica e festivi 10.00- 12.30, 15.00 - 19.00.Apertura serale: martedì e venerdì diagosto dalle 21 alle 23.Chiuso i lunedì non festiviMostra promossa da:Meeting per l’ami-cizia fra i popoli, con la Direzione regio-nale per i beni culturali e paesaggisti-ci dell’Abruzzo e la Soprintendenza peri beni storici, artistici e etnoantropolo-gici dell’Abruzzo.In collaborazione con: Museo della cit-tà di Rimini, Arcidiocesi di L’Aquila ela Diocesi di Teramo-Atri.A cura di: Lucia Arbace.Comitato scientifico: Lucia Arbace, Mar-co Bona Castellotti, Anna Colangelo,Mauro Congeduti, Caterina Dalia, Gae-tano Curzi, Fabrizio Magani, FrancoMarzatico, Graziella Mucciante, Cri-stiana Pasqualetti, Rosella Rosa, Erne-stina Stinziani, Alessandro Tomei, Mar-ta Vittorini.Catalogo Allemandi.Progetto espositivo: Aurelio CiottiFilmato “Arte salvata”, Copyright Soprin-tendenza per i beni storici, artistici edetnoantropologici dell’AbruzzoInformazioni: tel. 0541.783100, mail:[email protected],ww.meetingrimini.orgUna delle opere esposte

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SPETTACOLI 2011

Iltitolo,Che più cercando io vò, è unverso de L’elisir d’amore di GaetanoDonizetti.Niente dimeglio per dare

il senso di una serata dedicata allagrande opera lirica italiana. L’appunta-mento alMeeting è permartedì 23 ago-sto alle ore 22 all’ArenaD3.Da Rossinia Puccini, da Donizetti a Verdi, questisolo alcune delle più famose e immortali

sinfonie d’opera insieme ad arie e duettieseguiti da nomi di spicco della lirica ita-liana. Sul palco del Meeting si esibi-ranno il soprano Silvia della Benetta, iltenoreGian Luca Pasolini ed il baritonoLuca Salsi, offrendo una serata di grandepoesia. Ad accompagnarli sarà un’or-chestra di grande valore, l’Orchestra daCamera del Teatro Regio di Parma di-

retta dal maestro Sergio Scarpellini.Vediamo alcuni protagonisti della se-rata. L’Orchestra del Teatro Regio diParma è stata profondamente innovatanel 1999 in collaborazione con il ParmaOpera Ensemble (oggi I Solisti del TeatroRegio di Parma), gruppo cameristicospecializzato nel repertorio lirico e bennoto nel panorama musicale interna-zionale, i cui solisti sono oggi le primeparti dell’orchestra.Dal 2002 l’Orchestra è impegnata intutte le produzioni liriche, concertistiche(sinfoniche e cameristiche), nei balletti,nelle tournée e nel Festival Verdi delTeatro Regio di Parma, affrontando il

La grande liricasul palco del MeetingCon l’Orchestra del Teatro Regio di Parma e i cantantiSilvia Dalla Bennetta, Luca Salsi e Gian Luca Pasoliniuna serata, martedì 23 agosto, dedicata alle più famose eimmortali arie dell’opera

L’Orchestra da Camera del Teatro Regio di Parma

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SPETTACOLI 2011

grande repertorio operistico, sinfonico esacro, sotto la guida di alcuni tra i mi-gliori direttori del panorama musicaleinternazionale: Muti, Maazel, Temir-kanov, Bartoletti, Chung, De Burgos,Plasson, Palumbo, Guingal, Renzetti.Questo impegno ha ottenuto consensidi pubblico e critica e molti sono gli at-testati di stima da parte dei direttori.Contraddistinta come soprano lirico dicoloratura e in possesso di grande esten-sione vocale, interprete di ruoli virtuosi-stici tipici del bel canto, da Mozart aRossini, da Bellini a Donizetti, SilviaDalla Benetta sta affrontando un cam-biamento di vocalità che la sta portandoa debuttare nel repertorio drammatico diagilità.Ha lavorato con importanti direttorid’orchestra tra cui A. Allemandi, D.Callegari, F.M.Carminati,M.De Ber-nard, R. Gandolfi, C.Montanaro, P.G.Morandi, D. Oren, D. Renzetti, M.Rota, J.Webb, J.Kovatchev e ha cantatonei teatri più prestigiosi d’Europa.Il baritono Luca Salsi, nato a San Se-condo Parmense, si è diplomato in cantoal Conservatorio “Arrigo Boito” diParma sotto la guida del soprano Lu-cetta Bizzi, in seguito si è perfezionatocon il baritono Carlo Meliciani.Ha debuttato giovanissimo al TeatroComunale di Bologna nella Scala di setadi Rossini (1997). Vincitore, nel 2000,del primo premio assoluto al concorso“Gian Battista Viotti” di Vercelli, ha ini-ziato un’intensa attività che l’ha con-dotto su alcuni deimaggiori palcoscenicidel mondo.Il cast è completato da Gian Luca Pa-solini, un tenore italiano dotato di unavocalità particolarmente elegante, ade-rente ai diversi stili musicali, capace diabbracciare senza sforzo un vasto reper-torio grazie alle sue particolari qualitàtra cui una emissione morbida in tuttala gamma vocale specialmente in quellaacuta e sovra acuta.Ha iniziato gli studimusicali a 30 anni ottenendo l’ammis-sione in conservatorio per “meriti spe-ciali” per rare qualità vocali. Ha debut-tato nel 2006 con Carmina Burana alMaggio Musicale Fiorentino con di-

retta radiofonica Rai3, scelto personal-mente dal maestro Zubin Mehta perfesteggiare il suo 70° compleanno. Nel2007 ha iniziato la collaborazione con ilTeatro alla Scala diMilano che gli ha of-ferto il ruolo di protagonista assolutonella nuova opera di Fabio Vacchi Te-neke, con la direzione di Roberto Ab-bado e la regia di Ermanno Olmi. Daquesta data ha cantato regolarmente ecollaborato con le delle maggiori istitu-zioni teatrali del mondo, tra cui NewYork, Los Angeles, Vancouver, Berlino,Milano, Mosca, San Pietroburgo,Beijīng, Seoul,Tokyo.A dirigere l’Orchestra e i cantanti sarà ilmaestro Sergio Pellegrini che dal 2005è Presidente e Direttore artistico del-l’Orchestra del Teatro Regio di Parma.In qualità di clarinettista, ha collabo-rato con numerose orchestre quali l’Or-chestra Filarmonica della Scala, l’Or-chestra del Teatro San Carlo di Napoli,l’Orchestra da Camera Italiana del M°Salvatore Accardo, l’Orchestra da Ca-mera di Mantova, l’Orchestra del Tea-tro Regio di Parma. Nel 2007 ha de-buttato come direttore d’orchestra. Dal2008 dirige nelle tournée in Italia l’EastEuropean PhilharmonicOrchestra, for-mazione nata dalla collaborazione framusicisti provenienti delle varie orche-stre russe, ukraine, moldave e rumene.Ha diretto inoltre per gli Amici della

Musica di Milano la Balkan FestivalOrchestra nell’XVI edizione dei Not-turni alla Villa Reale. Con l’OrchestradelTeatro Regio di Parma ha diretto so-listi quali Nikolaj Luganski, CorradoGiuffredi, Andrea Oliva, Andrea Bac-chetti e cantanti come Leo Nucci, Ric-cardo Zanellato, Gladis Rossi, SilviaDalla Benetta e Bruno Ribeiro. Il 10marzo 2012 dirigerà il soprano BarbaraFrittoli con l’Orchestra da camera delTeatro Regio di Parma al Lisinski Con-cert Hall di Zagabria.

Silvia Dalla Benetta

PROGRAMMAtrascrizioni a cura di Stefano Franceschini

Gioachino Rossini Cenerentola, Sinfonia

Gioachino Rossini Il Barbiere di Siviglia, Una voce poco fa

Giuseppe Verdi Il Trovatore, Udiste? Come albeggi

Giuseppe Verdi La Traviata, Preludio atto I

Giuseppe Verdi La Traviata, Di Provenza il mar

Giuseppe Verdi La Traviata, Sempre libera

Gaetano Donizetti La Favorita, Spirto gentil

Vincenzo Bellini Norma, Sinfonia

Gaetano Donizetti L’elisir d’amore, Una furtiva lagrima

Giuseppe Verdi Otello, Ave Maria

Giuseppe Verdi Un ballo in maschera, Eri tu

Giuseppe Verdi Il Trovatore, Tacea la notte placida

Giuseppe Verdi Rigoletto, Cortigiani vil razza dannata

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Atanti, guardando la foto,verrà in mente una dellesue prime canzoni, quella

con cui si presentò a Sanremo nel1997, Capelli, premio della criticanelle Nuove Proposte. Scuola ro-mana degli anni novanta, figliod’arte, sei album all’attivo, tantecanzoni, opere di solidarietà. Nic-colò Fabi colpisce. Per la bellezzadella musica e l’intensità delle pa-role. Parole che non escono a caso,i cosiddetti testi impegnati, ma cheparlano della vita, della realtà, dellecose. Una vita che esprime do-mande come quando nella canzoneLa bellezza il cantautore romanoscrive “eppure ci manca semprequalcosa/la vita è una corsa mera-vigliosa/eppure ci manca semprequalcosa”. Una vita che non sta

ferma, con al centro un uomo, unuomo che cerca questa bellezza eche scava nel profondo: “Per ognicosa c'è un posto / ma quello dellameraviglia / è solo un po' più na-scosto”, un uomo che non si ac-contenta: “Ma le più lunghe pas-seggiate / le più bianche nevicate ele parole che ti scrivo / non so dovel'ho comprate / di sicuro le ho cer-cate senza nessuna fretta / perchél'argento sai si beve / ma l’oro siaspetta” (Il negozio di antiquariato).Parole in cui il desiderio di qual-cosa di bello ritorna sempre, di unameraviglia, parole che raccontanoil cuore che ha bisogno di “rico-minciare a sentire”.A Niccolò Fabi, uomo di una ti-midezza e umiltà fuori dal comune,il destino ha riservato una provagrande: la morte improvvisa di suafiglia per la quale aveva scritto unodei suoi capolavori Attesa e ina-spettata, in cui descrive quello cheaccade quando nasce qualcosa,quando accade un evento che“cambia il peso delle cose”.Ha fatto scalpore l’annunciodato su Facebook della morte.Scalpore può fare anche quello chelui ha detto a distanza, dopo qual-che mese: “Penso che se c’era qual-cuno a cui doveva capitare qualcosadi così devastante, è meglio sia ca-pitato a me. Ma non per merito,non per fare l’eroe, ma per caratte-ristiche che mi appartengono. Ho

la grammatica del dolore, so par-lare la lingua per affrontare quellacosa… Non ho mai voltato lespalle, facendo finta di nulla, almale. Ho sempre voluto capireperché e come quell’esperienza do-lorosa mi potesse far crescere. Allafine si cresce solo in mezzo all’im-paccio. O alla tragedia.”E ancora sull’evento del 30 ago-sto 2010, il giorno in cui Oliviaavrebbe compiuto gli anni, in cuiha radunato gli amici musicisti perun concerto gratuito: “Io ho cer-cato un conforto, un appoggio pro-prio fisico sul quale appoggiarmi.Io credo che la cosa grande diquella giornata è stata che ognunoabbia trovato qualcosa, non tantoio che nel caso specifico avevo unadifficoltà grande… La sensazioneche ognuno fosse venuto lì per av-vicinarsi a se stesso, per avvicinarsialla propria vita. Eventi così ti ob-bligano a prendere la tua vita inmano in maniera diversa e ognunoin quella giornata l’ha fatto”. E leg-gendo si vorrebbe domandare alcantautore come è possibile direcerte cose, quale sia la certezza percui si possa guardare alla vita inquesto modo, anche di fronte aldolore più grande, senza lasciarsiandare. Forse le risposte arrive-ranno al Meeting nel concerto digiovedì 25 agosto; quello che ècerto è che non ha rinunciato a co-struire.

“Al dolore ho chiestodi farmi crescere”Niccolò Fabi approda al Meeting con un concerto nella serata del 25 agosto.In una canzone ha scritto: “eppure ci manca sempre qualcosa/la vita è una corsameravigliosa/eppure ci manca sempre qualcosa”

Niccolò Fabi

SPETTACOLI 2011

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CORTI

EugenioCorti è un nome co-nosciuto al pubblico delMeeting. In molti avranno

letto e apprezzato Il cavallo rosso, po-deroso romanzo (giunto alla venti-settesima edizione e tradotto in varielingue) che racconta il Novecento ita-liano, con ampi squarci sugli orroridella seconda guerramondiale e dellacampagna di Russia. Recentemente,interpretata da Franco Branciaroli, èstato riproposta la sua prima operateatrale,Processo e morte di Stalin, de-finito daMario Apollonio “una dellepiù grandi tragedie delNovecento”.Aproposito degli orrori del secondoscorso in una recente intervista haosservato: “La visione dell’uomo dinoi cristiani è la più adeguata a spie-gare questo dramma. È l’abbandono

di Dio a moltiplicare gli orrori. Neisecoli passati non ci sono state tantestragi così sanguinose come nel Ven-tesimo. Il motivo è che il secoloscorso è il più scristianizzato dellastoria.La scristianizzazione sistema-tica sviluppatasi dal Cinquecento inpoi ha fatto presa soprattutto in duegrandi nazioni all’avanguardia dellamodernità anche se diversissime traloro, la Germania e la Russia. Hitlere Stalin erano bestiemolto affini.Dalpunto di vista numerico i russi hannofatto più morti: hanno cominciatoper primi e hanno avuto più tempo.Ma dal punto di vista della radicalitài tedeschi erano peggio”.Lo spettacolo Scolpire le parole èun omaggio allo scrittore e in parti-colare, come recita il sottotiolo, alla

sua “milizia del vero” e al “canto dellabellezza” che emerge dalle sue opere.L’omaggio teatrale a EugenioCorti, che sarà proposto al Meetingnella serata di martedì 23 agosto, hala struttura di una presentazionedrammatizzata della figura e del-l’opera dello scrittore e il suo obiet-tivo e quello di avvicinare lo spetta-tore all’uomo e alla sua operaletteraria.Si tratta di un percorso teatrale incui si intrecciano armonicamente illivello del racconto biografico e lalettura drammatizzata di alcuni testidello scrittore.Lamessa in scena deimomenti piùrilevanti della vita di Eugenio Corti,rievocati nel dialogo tra Andrea Sof-fiantini e Paola Scaglione attraversole parole con cui lo scrittore stesso liha raccontati in diverse occasioni, sialterna alla lettura di alcuni episoditratti dalle opere di Corti, in un per-corso tematico che fa rivivere nellatrasposizione scenica i temi principalidell'opera di questo scrittore (la fedevissuta, la guerra, la vocazione a scri-vere, l'amore, il lavoro, la battagliaideale, il senso del vivere e del mo-rire).La rappresentazione, che riconoscee mette in scena l'indissolubile le-game tra la vita e le opere di questoscrittore, deriva dalla consapevolezzache l'ipotesi di vita proposta da Cortinelle sue opere si esprime innanzi-tutto nella sua persona, nella sua te-stimonianza umana e artistica, nelsuo essere maestro e compagno distrada per il lettore.L’omaggio è un progetto teatrale diPaola Scaglione, pubblicista, saggistae studiosa di letteratura, damolti annisi occupa in modo particolare del-l'opera e del percorso biografico diEugenio Corti. In scena ci sarà l’at-tore Andrea Soffiantini che dialo-gherà con Paola Scaglione. Il musici-sta Flavio Poppelli, che haaccompagnato al pianoforte in oltre400 concerti in Italia e all'estero ilcantautoreClaudioChieffo, proporràintermezzi musicali con musiche delcantautore.

OmaggioaEugenio CortiL’itinerario umano e artistico del grande scrittore italiano, autore deIl cavallo rosso, al centro dello spettacolo teatrale Scolpire le parolein scena nella serata di martedì 23 agosto al Teatro D2

Unmomento dello spettacolo

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SPETTACOLI 2011

Quando la giornata delMeeting è ormai conclusae ognuno ha fatto la sua

bella scorpacciata di incontri e vi-site alle mostre, arriva il momentodel relax. E a fornire relax e diver-timento sono gli spettacoli propo-sti ogni sera alle 22 nell’area dellePiscine Ovest.Si comincia lunedì 22 agosto conun duo conosciuto dai giovani, gliZero Assoluto, che arrivano alMeeting sull’onda del loro quartoalbum da poco uscito,Perdermi, di-stribuito da Emi Music.Perdermi è sicuramente un albummaturo e importante per gli ZeroAssoluto. Un album che “raccontastorie di trentenni, raccontate datrentenni che mostrano maggioreconsapevolezza di sè, ma al tempostesso mostrano incertezza dinanziad un futuro che non offre nè sicu-rezza nè stabilità“.Il nucleo centrale dell’album, in-fatti, è dato proprio dall’esortazioneche Matteo e Thomas danno ai”giovani trentenni” a prender la vitadi petto, a cercare di trarre il buonodalle cose e ad assaporarne la feli-cità anche in periodi meno positivicome quelli che stiamo vivendo.Prima delle loro esibizione sarannosul palco i Bunarma (dal dialettocalabrese, di animo buono), vinci-tori del Contest 2010 Edison-Change the music. Martedì 23

agosto si cambia completamenteatmosfera: è di scena il tango.Lo spettacolo proposto dal gruppoTangaruah non racconta solo lastoria del tango argentino dalle sueorigini fino alle ultime evoluzionimusicali, ma vuole dare uno spac-cato della cultura di un popolo ca-ratterizzato da una varietà incredi-bile di etnie, con una presenzaimportantissima di italiani, che si èriconosciuto in questa musica. Ladescrizione storica e musicale vienecommentata da Patricio Lolli, ar-gentino di La Plata, accompagnatoal pianoforte e al ballo da CarlottaSantandrea e partirà dall’anno1870, anno in cui la milonga cam-pera arriva a Buenos Aires dallasterminata Pampa e incomincerà acontaminare e ad essere a sua voltacontaminata da tutti i popoli che

sbarcano al porto della grande città.Arriva da Cuba l’habanera, dagliafricani insediati nel Rio della Plataarriva il Candombe, e poi arrivanogli italiani (l’80% dei compositori ditango argentino hanno cognomiitaliani). La presenza degli italianicon la loro nostalgia della patrialontana imprime nella musicaquella melanconia che caratterizzale melodie del tango della “secondagenerazione”. La parte centraledello spettacolo sarà dedicata ad ungigante della musica argentina:Astor Piazzolla, si parlerà della suavita e del suo genio innovativo, deiproblemi e incomprensioni avutenella sua patria a causa della suamusica non gradita dal popolo tan-ghero, degli aneddoti con i suoimusicisti e della sua grande ironia.Gran finale sarà il tango dell’ul-

Metti unaseraalle Piscine OvestQuattro formidabili spettacoli chiuderanno dal lunedì al giovedì le giornate del Meeting:Zero Assoluto, Tangaruah, Pontedera Big Band e Spring Rolls.Dal tango al rock, una fantasia di musica per tutti

Gli Zero Assoluto e i ballerini di Tangaruah

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SPETTACOLI 2011

tima generazione il “tango nuevoelettronico”, composto e cantato daCarlotta Santandrea, chitarra, ban-doneon, basso elettrico, batteria,chitarra elettrica e basi di musicaelettronica sintetizzata, e 2 ballerini(Alejandro Angelica e CarlottaSantandrea), che rappresenterannoil diverso stile del ballo dell’ultimagenerazione.Nella serata di mercoledì 24 agostosale sul palco la Pontedera BigBand, espressione della PremiataFilarmonica Volere è Potere che dal1835 rappresenta un’importanteAssociazione no profit di Ponte-dera, che promuove la cultura mu-sicale in tutta la Toscanae costitui-sce un punto di aggregazionesociale per tutti coloro che voglionoavvicinarsi alla musica.I 176 anni di storia sono stati co-stellati da numerose vittorie a con-corsi nazionali ed internazionali:Torino, Cannes e, ci piace ricor-dare, la Coppa del GranducaAdolfo, primo premio al ConcorsoInternazionale di Differdange(Lussemburgo) nel 1959, e la vit-toria nel 2010 al Concorso Inter-

nazionale per bande giovanili Diff-winds 2010 tenutosi nella stessacittà.La Pontedera Big Band nasce nelGennaio 2010, raccogliendo l’ere-dità di varie formazioni jazz del ter-ritorio, con lo scopo di dare la pos-sibilità ai “veterani” e ai giovanidella Filarmonica “Volere è Potere”di integrarsi, scambiarsi esperienzemusicali e suonare insieme. Vistal’esperienza di tutti i musicisti, laPontedera Big Band si è prestoconsolidata con una netta improntastilistica e professionale avvalen-dosi anche del supporto di profes-sionisti già affermati nel panoramamusicale Jazz. La formazione ècomposta da 20 elementi, ma ilmovimento coinvolge più di trentaelementi che a rotazione, a secondadegli eventi e del repertorio ven-gono chiamati a far parte delgruppo. Con l’impegno di tutti isoci, del Presidente Eugenio Leone,dei vari musicisti e con l’alta spe-cializzazione degli insegnanti laScuola la Big Band è diventata un“luogo” dove creatività, emozioni edivertimento si fondono.

Nell’ultima serata, giovedì 25 Ago-sto, sul palco ci saranno gli SpringRolls, un complesso vocale-stru-mentale capace di parlare tanto aigiovanissimi quanto agli amanti delrock classico. Da dove sbucano?Nell'interland riminese cinque ta-lenti naturali, nutriti di solidi studie di ampie frequentazioni musicali,maturano separatamente la propriasensibilità, iniziando giovanissimi ilpercorso musicale. Quando si in-contrano, negli anni dell’adole-scenza (tempo assai favorevole allafioritura di band giovanili) emergepoco a poco, in occasionali collabo-razioni, un'affinità di gusti e scelteartistiche, che li porta ad effettuareconcerti dapprima in formazioni di-verse (in due, a volte in tre, o inquattro, alternativamente), sino achiudere il cerchio e tentare tuttiinsieme l'avventura, mettendo incomune l'esperienza e la creatività.Chi ascolta la musica degli SpringRolls assapora infatti uno stile par-ticolare, fatto di pennellate di blues,soul, con uno sguardo al jazz sup-portato da un substrato rock.In questo stile originale si dispon-gono a reinterpretare la miglioremusica (straniera ed italiana) deglianni '80-'90, arricchendola concomposizioni proprie.La Pontedera Big Band

Gli Spring Rolls

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WEB

Non per tutti è possibile venirein fiera ad agosto e vivere ilMee-ting direttamente ‘sul campo’.

Nessun problema, perché anche que-st’anno il Meeting offre alcuni stru-menti utili per seguire l’evento estivoanche da casa. Alcuni di questi sonocertamente le notizie, gli articoli cheraccontano quello che accade in fiera.Le foto, che mostrano le giornate delMeeting, ad esempio la quotidianitàdel popolo della fiera che ogni giornoriempie gli spazi fieristici, o le foto degliincontri, delle personalità ospiti, non-ché degli spettacoli.Altri strumenti pos-sono essere i comunicati sugli eventi, larassegna stampa, con gli articoli delle

testate giornalistiche su ciò che sta avve-nendo alMeeting,e ilQuotidianoMee-ting, il nostro giornale ufficiale on linedalle 10 del mattino.Tutto ciò è facil-mente reperibile direttamente sul nostrosito www.meetingrimini.org.E non solo. Infatti sarà possibile ancheguardare alcuni incontri in diretta, 15per la precisione, e ben 60 seguibili indifferita, con la possibilità quindi divederli comodamente dal proprio pc.Ma non è finita qui. Infatti anche que-st’anno il Meeting avrà il proprio tg:IlSussidiario.net - TgMeeting tornaanche quest’anno con due edizioni algiorno, disponibili on line dalle 14 edalle 19 e con un’edizione in inglese

disponibile dalle 24 ora italiana. Il Tgè disponibile sia sul sito del Meetingche su IlSussidiario.net, altro strumen-to privilegiato per informarsi e appro-fondire quello che accade aRimini, conanticipazioni, interviste e interventiesclusivi.Il Meeting non poteva certamente nonessere presente anche sui social network,equindi sarà facile seguirci anche suFace-book (www.facebook.com/meetingri-mini) eTwitter (www.twitter.com/mee-tingrimini).Inoltre sarà presto disponibile un’appli-cazione delMeeting per Iphone e Ipad.Non essere presenti al Meeting saràdavvero impossibile!

Seguire ilMeetingdacasaNotizie, foto, video, social network e tanto altro:come vivere tutta la settimana con un semplice click

di Lorenzo Ronci

Lotto

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Il Gioco del Lotto per lo Sport

21-27 agosto 2011 Meeting di Rimini padiglione A7-C7 ingresso ovest

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SPORT

co del golf. In campo, ovviamente, siscenderà tutti i giorni dalle 11 alle 18,nonda soli bensì accompagnati da quat-tro professionisti.“L’iniziativa – spiega SilvanoFonti, conMatteo Tamagnini responsabile delprogramma sport per il Meeting – èpossibile grazie al supporto della Fede-

razione italiana golf ed è solo una del-le miriardi di proposte che si potran-no trovare all’interno dello Sportvilla-ge Gioco del Lotto”.Per una settimana, infatti, all’internodel padiglione sarà possibile giocare abasket, calcio, volley (anche in versio-ne beach), rugby e anche biliardino,dama e scacchi e ad impreziosire loSportVillage ci penseranno anche unamostra dedicata alla montagna e unospettacolo di danza acrobatica.“Di ginnastica acrobatica – annunciaFonti – avremoun assaggio con l’Acro-baticTeamdiRiccione. I ragazzi daran-no prima una dimostrazione delle figu-re acrobatiche,molte ispirate a fatti del-la storia (come l’assalto alleTorriGemel-le) oppure alle più belle colonne sono-re dei film,per poi invitare i più corag-giosi a fare parte delle coreografiemoz-zafiato”. L’appuntamento con Acro-batic team,allenato daGiovanniFoschi,è in programma per martedì 23 ago-sto dalle 16 alle 18.Per la prima volta all’interno del padi-glione sport sarà allestita unamostra.

AlMeetinganchelo sport è incontro

Tutti insieme attorno a un gre-en per imparare i valori dellostare insieme e della solidarie-

tà.Novità delle novità alMeeting 2011nel padiglione dedicato alle attivitàsportive saranno le 12 buche pensateper permettere a grandi e piccini dimettersi alla prova nell’intrigante gio-

Per chi vuole allenare anche il corpo, oltre che lamente,non ha che da fare un tuffo ne Il Gioco del Lotto Sport Village.Molte le novità, tra cui la possibilità di sperimentare il gioco del golf.E nonmancano i tradizionali appuntamenti agonistici comeil tradizionale giro ciclistico dei castelli malatestiani

di Filomena Armentano

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SPORT

“Quindici pannelli – racconta Fonti –ispirati alla figura di Piergiorgio Fras-sati, appassionato di alpinismo, chedescrivono attraverso la sua esperien-za il rapporto dell’uomo con la mon-tagna”. La mostra è a cura dell’asso-ciazione Gagliarda di San Benedettodel Tronto.Tra le immagini ne saran-no esposte anche alcune che ritraggo-no il beato Giovanni Paolo II. Infattia presentare il percorso sarà LinoZani,per 21 anni guida alpina diWojtyla, il24 agosto alle 18.La presenza dello sport al Meeting èuna tradizione di lunga data “perché -spiega Fonti – attraverso l’insegna-mento dello sport si trasmettono valo-ri di aggregazione e solidarietà. Pensoal rugby,per esempio,dove l’essere squa-dra fa si che l’uno sia in rapporto conl’altro e lo scopo non è giocare per séma per la squadra. Quella dello SportVillage è un’esperienza umanamentepositiva che resta nel cuore dei ragaz-zi”.E allora via con il basket giovanilemaschile under 13 (22-23 agosto dal-le 14,15) e la scherma dal 21 al 26 ago-sto dalle 15 alle 19 in compagnia del-l’Accademia d’armiVoltolini di Rimi-ni. Imparare lo sport del cuore alMee-ting di Rimini è possibile.Con il Lec-co rugby, per esempio, si potrà cono-scerne uno dei più rudi,ma proprio per

questo, di quelli che necessitano unmaggiore fairplay (tutti i giorni dalle11,30 alle 22), mentre con gli allena-tori della Cdo sport e la Scuola di cal-cio l’appuntamento èdal lunedì al vener-dì dalle 17 alle 19. Per conoscere ilLacrosse, sport molto raro in Italia,basterà fare un salto allo Sport Villa-ge dal 23 al 26 dalle 15 alle 17, even-to a cura delle Aquile nere LacrosseSpezia.In collaborazione con Sky si svolgeràilTorneo di calcio balillaMeeting.“Unmomento aperto a tutti e in particola-re ai riminesi che vogliamo portare inFiera durante la manifestazione, per-

ché ci siamoaccorti che attorno al biliar-dino ci si ritrova con grande semplici-tà”.IlMeeting ancora una volta ha pensa-to ai disabili, ai quali proporrà il basketin carrozzina,e il calcio a 5 (con la squa-draRolaferBriantea 84,campioned’Ita-lia 2011).“C’era una volta”, è il nome dell’areadove si potrà giocare come facevano inonni (magari facendo in modo chesiano proprio loro a insegnarcelo) perstrada tanti anni fa come salto alla cor-da, tiro alla fune, la ruzzola e tanti altri.Due giornate speciali saranno quelledel “Mercoledì da leoni”, per distri-carsi tra gimkana e baseball (il 24 dal-le 15 alle 17), e la Gagliarda’s Mee-ting, torneo di calcio a cinque che vedein sfida sei opere di accoglienza ade-renti alla Compagnia delle opere.Fuori dai confini della Fiera torne-ranno ilGiro dei castelli malatestia-ni e della Repubblica di San Mari-no, tappa fissa della giornata inau-gurale, con partenza alle 7 dalla Fie-ra, mentre appena due ore dopo dalMultieventiDomusdi Serravalle par-tirà il Triathlon sprint del Titano.A passeggio per le vie di Rimini perscoprine storia e bellezze si potràandare 23 e 26 agosto alle 21, conpartenza dall’Arco diAugusto,men-tre il 24 agosto alle 17,30 i corrido-ri taglieranno il nastro della CorriRimini.

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ADI Associazione Italiana di Dietetica

e Nutrizione Clinica)

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VILLAGGIO RAGAZZI

Unluogo da favola si concretiz-za nella realtà. Per i più picco-li, al Meeting il posto giusto è

Incredibile Enel - Villaggio Ragazzi,un intero padiglione dedicato ai bimbie ai ragazzi fino agli 11 anni che ognigiorno saranno accolti da canti, balli egiochi, laboratori di attività manuali egioco motricità, mostre, una libreria“animata dei piccoli”, incontri del pome-riggio, serate di animazione e diverti-mento. Un’“area kids” con tantissime

sorprese.“Il Villaggio Ragazzi – spiega Raffael-laOttaviani, insieme adAntoniettaGar-buglia responsabile della realtà ideatada ElisabettaVitas – nasce come servi-zio alle famiglie che decidono di veni-re al Meeting. Si sa che la proposta delfestival culturale non è appena quella diuna visita,ma è proprio vivere un’espe-rienza. Noi saremo lì ogni giorno dal21 al 27 agosto per permettere alle fami-glie, ad ogni componente della fami-

glia, di vivere questa proposta in tota-lità”. Insomma, non si tratta appena diun baby parking.“L’idea che cerchiamo di perseguire èquella non di creare un parcheggio, unrecinto in cui lasciare i ragazzi, bensì diproporre loro qualcosa in più: lo stessospirito educativo che il Meeting, forseinmodo più complesso,propone ai lorogenitori”.Non a caso il Villaggio propone ognianno ai suoi bimbi una mostra che

Lasciate che i bambinivenganoalMeetingNei padiglioni della Fiera un’area kids che ogni giorno accoglie gli under11 con canti, giochi, mostre, laboratori, spettacoli. I più piccoliscopriranno anche come si arriva alla certezza scientifica

di Filomena Armentano

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Il Capobanda insieme ai frequentatori del villaggio ragazzi

Un sorso sopra tutti.65 anni di insuperabile bontà.

Con il 70% di frutta ancora oggi la nostra qualità è sovrana.

MOLTO PIÙ CHE BUONO

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VILLAGGIO RAGAZZI

in modo a loro più familiare ripropon-ga il tema scientifico dell’anno.“Siamotutti scienziati!” è, infatti, l’esposizionedidattica interattiva il cui obiettivo èscoprire le basi sulle quali si può fon-dare una certezza scientifica, attraver-so pannelli,esperimenti “dal vivo”e osser-vazioni al microscopio che permette-ranno ai ragazzi di immergersi in unasorta di laboratorio scientifico e affron-tare, divertendosi, le grandi avventuredella scienza.Il programma è ricco e puntuale, sem-pre“Cerchiamo di diversificare la propostae dunque per i piccoli abbiamo pensa-to una parte ludica, mentre per i piùgrandi un programma che va di apripasso con il titolo del Meeting.Da quil’idea di ospitare la mostra sulla scien-za, accanto a spettacoli e incontri che sirichiamano sempre alla proposta deltema. La nostra preoccupazione, inol-tre, è anche quella che la loro esperien-za sia reale e non virtuale”.Negli anni ilVillaggio si è dotato di luo-ghi che sono entrati nel cuore dei bim-bi del Meeting. Come, per esempio, lospazio “Piccole Tracce” e “Pim Pam”,oppure il teatro di padre Marco Finco,altrimenti conosciuto come il laborato-rio di Fincomics, dove tutti i giorni alle15 si potrà assistere allo spettacolo labo-ratorio “L’Eterno ha bisogno di tempo”di e con Giorgio Borghini, alle 17 illaboratorio dal titolo “Ecco ilmare”, alle

19 lo spettacolo musicale “Il viaggio, ilcapitano e il mare” con Padre MarcoFinco, Giorgio Borghini e UmbertoTenaglia.Un altro classico,quello delle serate tea-trali (alle 21), tornerà inoltre all’inter-nodi quella che è la vera novità delMee-ting 2011 ovvero l’arena di IncredibileEnel. In programma:domenica 21, sera-ta di canti e balli con il Maestro Villa egli amici del villaggio; lunedì 22, laCom-pagnia deiMenditanti presenta “SCIA-RIVARI’,attenzione! arrivano i clown!cosa accadrà mai?” di e conMiro Gat-ti e Drai Pastori e la straordinaria col-laborazione di Sara Massucco; marte-dì 23, Enel presenta La Tombola del-l’Energia con Patrizio Roversi; merco-ledì 24, la “Compagnia dei Rintocchi”

presenta “Merlino…il maestro, ovveroogni riferimento alla spada nella rocciaè puramente casuale”; giovedì 25, l’as-sociazione “L’altro cantiere” presenta“CappuccettoRosso e l’Angelo”diGiam-piero Pizzol; venerdì 26, festa finale delVillaggio con canti e balli in compagniadel maestroVilla e di tutti gli amici delVillaggio.L’Incredibile Enel, uno spazio di 800metri quadri, all’interno del Villaggio,sarà, infatti, una grande arena, simile aun teatro greco, con tanti posti a sede-re dove poter assistere ai numerosi spet-tacoli di svago e di divulgazione scien-tifica: laboratori sperimentali, rappre-sentazioni teatrali, concerti.Oltre ai singoli eventi, la struttura offri-rà costantemente la possibilità di visiteguidate con personale specializzato lun-go “percorsi dell’energia”diversificati invirtù della fascia d’età.Anche quest’anno Service Web saràpresente all’interno delVillaggioRagaz-zi con il baby club per bambini dai 4agli 8 anni, un luogo dove i genitoripotranno affidare i bambini, per una opiù ore, a personale qualificato (il ser-vizio è a pagamento e verranno effet-tuati sconti per i fratelli, per informa-zioni tel. 0541-52065).E quando sarà ora dello spuntino anchei bebè e le mamme avranno un luogocapace di ospitarli: la Papperia CasaHumana,un punto attrezzato permam-ma e bambino in un ambiente tranquilloe riservato.

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RISTORAZIONE

AlMeeting più gusto per tutti.Uno degli esempi più evidentidella filosofia del Meeting a

tavola è rintracciabile nell’esperienza delristorante Il chicco e il grano (padiglio-ne C3). “L’idea di mettere le mani inpasta – spiega Francesco Dendena – ciè venuta pensando al fatto che alMee-ting le famiglie erano le più in difficol-tà con la ristorazione. In genere, i risto-ranti tipici hanno un listino un po’ eso-so per le famiglie composte damammae papà con tre bambini.Allo stesso tem-po è proibitivo il fast food perché c’ètroppa fila e poco spazio dove lasciare ipasseggini.Noi abbiamopensato di crea-re un luogo adatto a loro nei pressi delVillaggio ragazzi. Siamo un po’ comeun fast food, ma serviamo a tavola intempi da record”. Così Il chicco è cre-

sciuto fino ad accogliere ben 430 coper-ti.Torneranno inmenuanchequest’annograndi classici del Chicco come l’ama-tissima dai piccoli cotoletta con le pata-tine e pasta in bianco o al sugo, primi erisotti per i più grandi (un pasto com-pleto costa sui 10 euro,ma si può sce-gliere anche un solo piatto).Novità delmenu2011,però, sarà il risotto allamila-nese, ovvero il riso allo zafferano conaccanto un morbido ossobuco. I pro-dotti sono quelli della Cascina SantaMarta.La navicella del mio ingegno è,invece,l’insegna tanto originale quanto incon-fondibile del Ristorante toscano.“Il piatto che ci rappresenta di più –Paolo Provvedi - è la bistecca alla fio-rentina, simbolo della nostra toscanità.Prendiamo la carne delle bestie chiani-

ne. In menu anche i nostri salumi e inostri formaggi. L’obiettivo è dare untimbro ben preciso alla nostra presen-za alMeeting: la nostra toscanità”.Oltrealla “ciccia”, un po’più costosa,La navi-cella (700 coperti) permetterà di sce-gliere tra varie fasce di menu a partireda 12 euro in su.Non poteva che arrivare dall’Abruzzoil ristorante tipico della solidarietà (con450 coperti). “Centocinquanta volon-tari si muovono ogni anno dall’Abruz-zo per aiutare una scuola (la DomusMariae di Pescara) – spiega FabrizioFerrati - e si portano dietro esclusiva-mente i prodotti locali.Vini, formaggi,carni.Quest’anno inmenu avremo unagrande novità. Faranno il loro ingresso(ci auguriamo trionfale) le “pallotte caciee ove”, polpette di formaggio e uovaripassate in sugo di pomodoro”. Novi-tà a parte non mancheranno assoluta-mente i grandi classici abruzzesi, ovve-ro i gustosi arrosticini di carne di peco-ra, oppure le lasagne, i salumi tipici e,dulcis in fundo una buona genziana perdigerire.Unmenu intero (compreso unquarto di vino) parte dai 15 euro.Gli amanti delle carni alla brace nonpotrannomancare l’appuntamento conil Consorzio del vitellone bianco del-l’Appennino centrale “Il nostro piattoforte – spiegaFaustoRivarola del risto-rante Graticula (500 posti in totale)

AlMeetingpiùgustoper tuttiNon è solo uno slogan, è una piacevole realtà grazie agli ottoristoranti tipici e ai nove fast food che apriranno i battentidal 21 al 27 agosto in Fiera.Ecco come quest’anno ci si potrà leccare i baffi

di Filomena Armentano

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61NOTIZIARIO

eetingAGOSTO2011 m

RISTORAZIONE

- è la carne alla griglia, specie la costa-ta. In menu abbiamo anche lo spezza-tino, gli straccetti passati in padella conun po’di aceto balsamico.Tuttavia dopodue anni di sola carne, per il 2011 pro-porremo alcuni abbinamenti, tutti dascoprire con la pasta”. Da non perdereanche il gran finale dellaGraticula,ovve-ro il dessert campione del mondo nel1992 a Bruxelles: ciambella al marza-pane servita con crema inglese e pan-na.Chiamano in campoPellegrinoArtu-si e Federico Fellini i prodi del risto-rante romagnolo (700 posti), capitana-ti da Giovanna Camprini. “Siamo benorganizzati per un servizio veloce. Ilnostro piatto forte – racconta – si chia-maAmarcord:un primo da scegliere trai passatelli asciutti, le tagliatelle, il risot-to di mare”. Tuttavia tutti i menù delRomagnolo sono improntati alla tipi-cità estrema, non a caso si chiamanoArtusiano di campagna (cappelletti alragù, coniglio arrosto, gratin) e Artu-siano di mare (risotto, fritto, spiedino,insalatina). E poi i taglieri con squac-querone e i fichi caramellati, la piadacon la caponata di verdure, crostini egnocco fritto.Fiore all’occhiello del Ristorante roma-gnolo è anche l’allestimento, che que-st’anno vedrà alle pareti immagini diFellini. Il costo per menu parte dagli 8e non supera i 21 euro.Novità tra le tipicità di quest’anno dueesperimenti di take away: la bruschet-teria e la risotteria.“Nel pensare alla bruschetteria – spie-gaMarco Ialeggio - noi ci siamo basa-ti sull’idea di offrire un servizio velocee dunque puntando ad un menu riccodi bruschette, piatti freddi, insalatoni.Insomma, cose rapide ed estive, comeper esempio l’insalata di farro gamberie zucchine. Il nostro segreto è la quali-tà dellematerie prime utilizzate”.Menua partire da 5 euro, bibita compresa.L’idea della Risotteria, invece, è venu-ta a un commercialista e a un veterina-rio (dicono di essere capaci di mante-care il riso per 30mila persone in unasettimana). “E’ un’idea che avevamo inmente da anni - spiega Pier LuigiMor-taro, il veterinario – ovvero quella di

proporre il piatto tipico veronese allagente che frequenta ilMeeting.Si trat-ta del “risotto all’isolana”, dalla cittadi-na di Isola Della Scala, e si prepara conil riso vialone nano igp, condito con car-ne di maiale o di manzo”.Ovviamenteper gustare al meglio il risotto verone-se è indispensabile il vino giusto.“Con-siglio il biancoTrebbiano o il rosso San-giovese. Il costo è di 5 euro a risotto.Dulcis in fundo l’Osteria veneta (400posti),“un’area enogastronomica – spie-

gaLucioMazzucato - dove poter degu-stare le migliori pietanze della cucinaveneta. Il tutto dentro a un ambientecurato nei minimi particolari (allesti-mento, musica, costumi, profumi tipi-ci veneti) per riportare il calore dellaregione.Mare, montagna, collina, pia-nura, fiumi, laghi, zone termali: tuttoquesto accompagna la storia gastrono-mica della nostra regione ed è ciò chevogliamo far conoscere e apprezzare”.Costo menu medio 13 euro.

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