L!NK Febbraio 2011

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Anno II - Num. 9 - Febbraio 2011 L!NK - mensile indipendente “riciclato” | Anno II - Num. 9 - Febbraio 2011 | www.link-net.it Continuiamo il nostro progetto Ho detto si ad un progetto. Un progetto nato dalla condivisione di idee, dalla voglia di informare e co- municare. Ho detto si ad un progetto che aveva tutti i presupposti per di- ventare un grande progetto. Quel progetto riguardava la nascita di un laboratorio a cui ha fatto seguito la pubblicazione del presente men- sile indipendente o free press come dopo è stato battezzato. Un conte- nitore di entusiasmo, di esperienze personali, ma soprattutto di amicizia. Ad un anno dalla sua nascita si può ben dire che L!nk sia entrato a pieno titolo nel panorama editoriale locale. Lo ha fatto in punta di piedi, senza far rumore e lo ha fatto soprattutto con- tro il disinteresse di molti. Oggi L!NK - mensile indipendente è una realtà e si colloca a pieno titolo nel campo sempre più vasto del so- ciale anche a seguito del suo recente sodalizio con l’Associazione Onlus “Tutti in volo” che ne è diventata l’edi- tore. I suoi obiettivi, quindi, si sono moltiplicati ed oltre a sensibilizzare i cittadini su temi di cronaca locale il gruppo L!nk avrà anche il compito arduo di informare e formare la cit- tadinanza sui temi sociali legati alla disabilità e alla malattia mentale. Oggi L!NK è più povero perché ha perso una grande mente, delle grandi braccia, un grande cuore. Ma una spinta invisibile e consapevole sembra coinvolgerci in una più alta partecipazione. Accettiamo questa impercettibile sfida e creiamo questo grande gruppo perché solo nell’unio- ne e si trova la forza per continuare. EDITORIALE di Marisa Donnini Free press di Troia (Fg) | stampato su carta riciclata | registrazione al Tribunale di Lucera n° 147 Ci hai lasciato un’eredità che non pen- savamo di ricevere: le tue idee, quelle che dovremo portare avanti per farti vi- vere ancora; le tue passioni, quelle che ci hai trasmesso e che da oggi sono il nostro impegno; la tua musica, quella che faceva vibrare la tua chitarra e che ora invece ci riempie di emozioni; il tuo L!NK, quello in cui proiettavi il tuo futu- ro, è la nostra forza. Che la vostra morte non sia stata vana: questo lo spirito di “I CARE”, una mani- festazione che straordinariamente ha unito tutti! Una manifestazione che sarebbe stata ancora più bella se c’era- vate voi! Una manifestazione che non ci sarebbe stata se c’eravate voi. Perché aveva questo prezzo. Hai lasciato un vuoto troppo difficile da colmare, nel mondo in cui vivevi, nella nostra famiglia, e nella vita di una sorel- la che è legata a te come una gemella. Ma ci hai lasciato anche il desiderio di VIVERE e quello di assomigliarti nella nostra vita. “Sei tu la mia voglia di vivere che non smette mai “ … Sei tu,in quella realtà pieno di ciò che sei per me. G iorni amari quelli che presenta la vita. Giorni che vorresti dimenticare e che invece hai sempre davanti agli occhi. Giorni senza parole, senza tempo, con la solitudine che in alcuni momenti fa compagnia. Giorni carichi di ricordi. È confusione. È tristezza. Ma tu non puoi aver lasciato questo. Perché tu non eri (solo) questo! Eri un’armonia, una musica che ti riem- piva la vita; un’energia palpabile che ti prendeva, ti coinvolgeva e non ti faceva stancare mai; eri una filosofia così ama- bile, una simpatia intelligente, una gioia fresca di gioventù … e tutto ciò che le parole non possono contenere … “..troppe parole spesso fragili ..“ così dici in una delle tue canzoni e io qui a trova- re quelle giuste per poterti descrivere, io che vorrei poter condensare nel tuo nome tutti quei pensieri che mi attra- versano la mente in maniera così disor- dinata... “Con Mario ho conosciuto la vita” queste le parole che un tuo amico ha detto: le uniche che possono dare un senso alla tua morte e un nuovo va- lore alla nostra vita. di Giulia Beccia

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Continuiamo il nostro progetto

� � � � � � � � � � � ! �Ho detto si ad un progetto. Un progetto nato dalla condivisione di idee, dalla voglia di informare e co-municare. Ho detto si ad un progetto che aveva tutti i presupposti per di-ventare un grande progetto. Quel progetto riguardava la nascita di un laboratorio a cui ha fatto seguito la pubblicazione del presente men-sile indipendente o free press come dopo è stato battezzato. Un conte-nitore di entusiasmo, di esperienze personali, ma soprattutto di amicizia. Ad un anno dalla sua nascita si può ben dire che L!nk sia entrato a pieno titolo nel panorama editoriale locale. Lo ha fatto in punta di piedi, senza far rumore e lo ha fatto soprattutto con-tro il disinteresse di molti. Oggi L!NK - mensile indipendente è una realtà e si colloca a pieno titolo nel campo sempre più vasto del so-ciale anche a seguito del suo recente sodalizio con l’Associazione Onlus “Tutti in volo” che ne è diventata l’edi-tore. I suoi obiettivi, quindi, si sono moltiplicati ed oltre a sensibilizzare i cittadini su temi di cronaca locale il gruppo L!nk avrà anche il compito arduo di informare e formare la cit-tadinanza sui temi sociali legati alla disabilità e alla malattia mentale. Oggi L!NK è più povero perché ha perso una grande mente, delle grandi braccia, un grande cuore. Ma una spinta invisibile e consapevole sembra coinvolgerci in una più alta partecipazione. Accettiamo questa impercettibile s( da e creiamo questo grande gruppo perché solo nell’unio-ne e si trova la forza per continuare.

EDITORIALE

di Marisa Donnini

F r e e p r e s s d i Tr o i a ( F g ) | s t a m p a t o s u c a r t a r i c i c l a t a | r e g i s t r a z i o n e a l Tr i b u n a l e d i L u c e r a n ° 1 4 7

Ci hai lasciato un’eredità che non pen-savamo di ricevere: le tue idee, quelle che dovremo portare avanti per farti vi-vere ancora; le tue passioni, quelle che ci hai trasmesso e che da oggi sono il nostro impegno; la tua musica, quella che faceva vibrare la tua chitarra e che ora invece ci riempie di emozioni; il tuo L!NK, quello in cui proiettavi il tuo futu-ro, è la nostra forza.Che la vostra morte non sia stata vana: questo lo spirito di “I CARE”, una mani-festazione che straordinariamente ha unito tutti! Una manifestazione che sarebbe stata ancora più bella se c’era-vate voi! Una manifestazione che non ci sarebbe stata se c’eravate voi. Perché aveva questo prezzo. Hai lasciato un vuoto troppo di) cile da colmare, nel mondo in cui vivevi, nella nostra famiglia, e nella vita di una sorel-la che è legata a te come una gemella. Ma ci hai lasciato anche il desiderio di VIVERE e quello di assomigliarti nella nostra vita. “Sei tu la mia voglia di vivere che non smette mai “ … Sei tu,in quella realtà pieno di ciò che sei per me.

Giorni amari quelli che presenta

la vita. Giorni che vorresti dimenticare e che invece hai sempre davanti agli occhi. Giorni senza parole, senza tempo, con la solitudine che in alcuni momenti fa compagnia. Giorni carichi di ricordi. È confusione. È tristezza. Ma tu non puoi aver lasciato questo. Perché tu non eri (solo) questo! Eri un’armonia, una musica che ti riem-piva la vita; un’energia palpabile che ti prendeva, ti coinvolgeva e non ti faceva stancare mai; eri una ( loso( a così ama-bile, una simpatia intelligente, una gioia fresca di gioventù … e tutto ciò che le parole non possono contenere … “..troppe parole spesso fragili ..“ così dici in una delle tue canzoni e io qui a trova-re quelle giuste per poterti descrivere, io che vorrei poter condensare nel tuo nome tutti quei pensieri che mi attra-versano la mente in maniera così disor-dinata... “Con Mario ho conosciuto la vita” queste le parole che un tuo amico ha detto: le uniche che possono dare un senso alla tua morte e un nuovo va-lore alla nostra vita.

di Giulia Beccia

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Tu, forse, non eri cosciente o, forse, ti piaceva gigioneggiare quando discutevamo delle commedie da rappresentare o delle iniziative da realizzare durante gli incontri del diret-tivo de “La Melagranata” e in altri occa-sionali. Quella tua faccia un po’ svagata e un po’ seria, un po’ ironica e un po’ pensosa; quella tua gestualità a volte compassata e a volte esplodente, ma sempre educata, erano un tutt’uno con le tue convinzioni. Ed erano un tutt’uno con gli innume-revoli impegni, con le fre-netiche partecipazioni alle attività culturali e pratiche. Laddove il tuo pensiero si concretizzava, il tuo attivi-smo si ampliava, si dilatava come a voler stabilire una inscindibile unione, che de-v’essere per ognuno di noi, tra pensiero e azione, tra idealità e concretezza.E questa inscindibile unione l’hai sem-pre vissuta con una sorprendente leg-gerezza, da sembrare a volte incauta e a volte razionale.Per uno come te versatile adolescente, meglio dire eclettico giovanotto, genia-le nelle intuizioni e nelle realizzazioni, instancabile come un pendolo, la capa-cità di trasformare le intime emozioni, le pene d’amore in poesia e in musica erano sbalorditivi. Tu già coniugavi con abilità l’intimità dei tuoi pensieri colle parole e rendevi i concetti, arditi e complessi, carichi di ingenuità e di schiettezza.Ad uno come te non si davano consigli.

Non perché tu fossi un giovanotto sag-gio. Perché sapevi intuire con naturalez-za il cuore del problema. Sapevi disarti-colarlo, scomporlo, sezionarlo e trovare nelle parti di quel problema quanto di concreto fosse utile. Nei nostri rapporti, formali ed estemporanei, non avvertivo di trovarmi con un adolescente e mi ve-niva spontaneo comunicare a te le mie ri1 essioni per confrontarmi. A volte, ti parlavo anche dei miei pensieri recon-

diti, di uomo curioso della vita. Tu sapevi ascoltare. E chi ascolta si fa capacità, si fa contenitore capiente, cu-stodisce in sé l’umiltà.Per un piccolo avvenimento improvviso ti meravigliavi e subito dopo lo traducevi, lo reinterpretavi e lo facevi

tuo pur se non rientrava nella sfera dei tuoi interessi, perché giovava al tuo gruppo o ai tuoi gruppi coi quali avevi sposato le ( nalità.

Mi mancherai per tutto quel che ho det-to e per tutto il non detto che traspare da questo breve mio scritto. Ci mancherai.

Tu eri per “La Melagranata” ( glio nostro sempre in ritardo ma con il pensiero al tutto e al presto.

Questa è stata l’unica volta che hai avu-to l’incoscienza di precederci …troppo presto.

Ci mancherai. Tu eri per

“La Melagranata” " glio nostro

sempre in ritardo ma con il pensiero al tutto e al presto.

Una tazza?Cosa potrà mai signi( care una sempli-ce tazza? Sembra strano e impensabi-le ma rispettivamente alle situazioni gli oggetti come le persone,i modi di fare, mutano e cambiano di signi( ca-to. Un accessorio così banale ma usa-to spesso nella quotidianetà mi porta a pensare e a ricordare.Ricordo la tazza usata per fare colazio-ne quando si tornava a casa perchè il pullman non era passato oppure era pieno (così si dice!) e si aspettava in-sieme davanti una bella tazza di latte è ca2 è, ricordo i buonissimi the sor-seggiati tra le pause tra un lavoro tra lo scrivere una canzone o provare un arrangiamento.Ricordo la tazza usata per sciogliere il pezzetto di lievito quando tentavamo di fare la pizza,si perchè ci abbiamo provato tante volte anche se a dire il vero non è venuta poi sempre così male, usavamo chiamare le nostra prove come “Cucina sperimentale”.Ricordo le tazze dello scambio cul-turale che hanno messo alla prova la nostra capacità di adattamento, con particolari odori che si mescolavano tra le varie pietanze e si univano al sapore del latte che non riuscivi a gu-stare al meglio.Ricordo che in tutti questi ricordi ci sei tu.Non sarò un folle a pensare di scrivere un articolo su una tazza,ma è solo un modo per provare a trasmettere i tanti ricordi ed esperienze fatte con Mario e poi in( ne non è poi tanto male pen-sare davanti una tazza magari con un bel latte caldo e profumato.Allora provate anche voi.Buona Colazione G.C.

di Giovanni Guadagno - direttore artistico “La Melagranata”

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E bbene sì, il cineforum “Ambarad a am Film” è tornato. È tornato gra-zie al supporto di voi, lettori, cinefruit-ori, appassionati di cultura con tanta voglia di divertimento. L’”Ambaradam Film” non è solo una rassegna, è un momento di aggre-gazione dove tutti noi esprimiamo le nostre emozioni e i nostri punti di vista sui temi a2 rontati dai ( lm che ogni lunedì e mercoledì sera vengo-no proiettati. E’ tornato perché qualcuno mi ha aiutato la prima volta a crearlo, ed ora, la seconda volta mi ha aiutato moralmente a pensarlo. Lassù, un amico, Mario, mi ha dato le motivazioni giuste e necessarie per proseguire in questo percorso cine-cul-turale che insieme pensammo; la sua forza di volontà ha fatto sì che una pic-cola idea crescesse e si espandesse, ( no a diventare realtà. Questa è una piccola parte del suo testamento culturale e sociale che ha lasciato a tutti noi: la sua immensa vitalità è un sup-porto morale, è la forza che dà a me e a tutti i collabo-ratori del cineforum, di L!NK, di Aria di Troia, ad andare avanti e a non mollare mai le nostre idee e le tue, le tue “mille idee in cantiere”. Questo è anche per te, amico mio.Le pellicole di questa 2^ edizione sono raddoppiate, avremo 30 incontri suddi-visi in 10 temi tutti diversi tra loro, pro-prio per portare a galla le nostre emozi-oni da più lati, da diverse “angolazioni”. Il primo tema è stato “80 FOREVER”, per-ché è la generazione che pian piano sta lasciando spazio alla successiva: siamo i “vecchietti” trentenni dell’epoca d’oro del rock. Il famoso motto “sesso, droga e rock’n roll” è ormai tramontato, ma è sempre dentro di noi, ed il cinema ne ha fatto parte con un altissima percentuale, sfornando ( lm divenuti ormai dei veri e propri cult generazionali, quei ( lm che non sono capolavori, ma che ti lasciano una volta visti un senso di freschezza e serenità, lasciando spazio a successive e diverse emozioni. Altri temi che af-fronteremo e che stiamo a2 rontando, sono “STORIA D’ITALIA E DI ITALIANI”,

di cui faranno parte tre grandissimi ( lm nostrani, segno che il declino cin-ematogra( co italiano si può arrestare in ogni momento, segno che il nostro

cinema è immerso nella nostra storia e che il nostro cinema è stato e spero sarà ancora storia, ma del cinema. ”Il Divo”, “Romanzo Criminale” e “Vincere” sono tre pelli-cole che a2 rontano situ-azioni ed epoche diverse, ma non successive per importanza a nessuna di loro: il fascismo, le stragi delle Brigate Rosse e la vita di Giulio Andreotti,

insomma, cinema pieno e saturo di cul-tura storica. Successivamente ci saranno temi mol-to diversi fra loro, proprio per vedere il cinema da più parti: a2 ronteremo infatti le fasi storiche mondiali con “Il duello Frosta-Nixon”, “Che l’Argentino”; un po’ di attualità con “The Social

Network”,”Wall Strett 2”; per poi immergerci nei cine-fumetti “diversi”: “Wathcmen”, “Il Cavaliere Oscuro 2”, diversi perché la gente possa capire che il

cine-fumetto non è solo per ragazzini; per teminare con un po’ di fantasy per tutte le età, un pizzico di horror e un po’ di azione. Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti, sta a voi decidere e come sempre, auguro a tutti una buona visione!

[email protected]

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di Armando Zurlo

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Il lunedì e il mercoledì alle 20.30 appuntamento

con il cinema.

Ogni tanto mi ritrovo a sbirciare da casa mia verso il piazzale per rompe-re la monotonia della mia solitudine. Lo facevo e lo faccio tuttora. Spesso vedevo passare Mario, vestito come si deve a seconda della stagio-ne, ma con una costante: sul dorso reggeva uno zainetto e, a tracolla, portava l’immancabile fodero con la chitarra. Scorgendomi, mi salutava con un signi( cativo “Armà”. Al suo sa-luto rispondevo con un “ciao Mario, sempre inda2 arato...”. Mi diceva, fret-tolosamente, che era atteso dai suoi amici per provare le nuove canzoni del gruppo Skantinato58. Altre volte mi accennava che stava andando ad una riunione di questa o quell’altra associazione. Poi, che si stava recan-do dal tipografo per preparare il nuo-vo numero di Link. Ed altro ancora. Gli ripetevo “datti una calmata, non fare troppe cose contemporanea-mente, perchè, poi, rischi di non farle bene!”. Quando, nei giorni successivi, ci incontravamo per le prove de “La Melagranata”, ricordandosi del mio invito a “calmarsi”, mi rispondeva con i termini accennati nell’Auditorium del Giannone all’inizio della serata per ricordare il suo 19° compleanno, il 16 gennaio 2011. Spesso e volentieri, nel corso delle prove di una nuova recita, ero co-stretto a chiamarlo quando era il suo turno perché, alla chetichella, sgattaiolava fuori. Lo ritrovavo sem-pre che passeggiava assorto. Io, che in qualche occasione non mi faccio i fatti miei, una sera fui spinto a chie-dergli se avesse problemi in quanto lo vedevo come preoccupato. Nessun problema – mi rispose un’ultima vol-ta – sto solamente “dicendo” il Santo Rosario. E così, ( nito il suo turno di prove, ci fermammo per completar-ne insieme la recita. Ora mi ritrovo ancora a sbirciare da casa mia verso il piazzale per rompe-re la solita monotonia. Ogni tanto, Mario, ti rivedo passare sempre frettolosamente, ma non mi dici più “Armà”. Mi saluti col tuo sorriso, o, almeno, così mi sembra di vedere. Non hai più a tracolla la chi-tarra perché adesso non ti serve più; lassù c’è chi ti accompagna con stru-menti celestiali. Non hai nemmeno lo zainetto sulle spalle. Non lo puoi più portare. Adesso ti è spuntato un paio di ali.

Le pellicole di questa 2^ edizione sono

raddoppiate, avremo 30 incontri

di Gianfranco Poliseno - direttore artistico Ambaradam FILM

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H o conosciuto Mario circa

due anni fa. Lui andava

in cerca di un editore per il suo giornale ed aveva pensato all’associazione “Tutti in volo”. Dopo un paio di incontri con lui ed i suoi amici, più nulla. Nonostante questa conoscenza “lampo”, qualcosa evidentemente era passata, aveva attraversato le nostre curiosità, lasciando un’impronta forte, seppur all’inizio quasi inconsapevole. La freschezza della gioventù, la voglia di fare, la determinazione nelle cose da a2 rontare, la ferma convinzione nelle proprie idee, la particolatre sensibilità nei confron-ti delle “di2 erenze”, sono solo alcu-ne sensazioni che, evidentemente, nel corso di quegli incontri fugaci, erano state evocate.Dopo qualche mese, in occasione dell’organizzazione dell’evento “SPORTIVA...MENTE 2010”, ci ricor-diamo di Mario e dei suoi amici, ma, soprattutto, ci ricordiamo delle sensazioni che quegli incontri ave-vano suscitato. E allora decidiamo di ricontattare tutti e di coinvol-gerli nel progetto. Sono stati giorni intensi vissuti insieme, nel proget-tare e mettere in campo una serie di azioni ( nalizzate da una parte a rendere piacevole il soggiorno di oltre 100 persone provenienti da mezza Italia ma anche da fuori,

coinvolte in un mini torneo interna-zionale di calcio, e dall’altra a ten-tare di svegliare le coscienze, ormai intorpidite e distratte dai “soliti fatti quotidiani”, su tematiche scomode, inusuali, lontane dalla realtà quo-tidiana, come quelle dello stigma, del pregiudizio e della discrimina-zione, quotidianamente perpetua-te nei confronti di persone, uomini e donne, a2 ette da disagio men-tale. Credo che quella esperienza, breve ma molto intensa, ci ha se-gnati un po’ tutti. Noi, nel decidere di allargare ai giovani il dibattito sulle diversi-tà, viste soprattutto come risorse, come opportunità di aggregazio-ne, come occasione per incontrarsi e, perchè no, divertirsi, sorridere, litigare, confrontarsi, nel rispetto di tutti i partecipanti, al di là delle di2 erenze e delle di) coltà sog-gettive, ri1 ettendo su cosa ci stava attraversando, su quali inconsape-voli trasformazioni potessero avve-nire nelle nostre menti e nel nostro pensiero. E poi, a ( ne progetto, la cena per tutte le persone coinvolte nell’organizzazione dei vari eventi e, naturalmente lui, Mario. Non poteva mancare, così come non è mancato. Che splendida sera-ta! Tempo qualche mese e, dopo le vacanze, ci rivediamo per fermarci a ri1 ettere sui punti di forza e di de-

bolezza del progetto “SPORTIVA...MENTE 2010”, e per porre le basi della nuova edizione 2011. E lui, ancora una volta, non è mancato, riuscendo comunque a coniugare la scuola con la partecipazione ai nostri incontri. E già c’eravamo dati delle dritte sul-la nuova edizione del progetto. E lui, particolarmente partecipe, con le sue proposte, i suoi contributi e la sua voglia di cimentarsi, ancora una volta, con problematiche che sembravano più grandi di lui, che non avrebbero dovuto apparte-nergli, almeno secondo un certo immaginario collettivo, ma che lui, invece, sentiva profondamente e le a2 rontava con la disinvoltura e la naturalezza che lo contraddistin-guevano.Non so perchè vi raccontiamo tutto questo. Forse il bisogno di o2 rire la nostra testimonianza, il nostro par-ticolare ricondo, il nostro punto di vista, seppur minoritario, nella rie-vocazione di una persona che si era appena a2 acciata alla vita, ma che lo aveva fatto con la piena consa-pevolezza che il tempo era prezio-so e che, quindi, andava utilizzato e vissuto sempre al meglio, non avendo mai timore di a2 rontare nuove, seppur insolite esperienze.

di Giuseppe Pillo - Associazione “Tutti in Volo”

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P arlare di Mario non è semplice. Racchiudere infatti in poche righe un pezzo di vita vissuto con una persona che non c’è più è cosa di) cile, basta poco per cadere nel reto-rico o nel banale.Per questo proviamo a condividere con voi lettori le motivazioni e le aspirazioni che hanno portato alla nascita di “Liber-tà è Partecipazione”. Questo movimen-to politico è sorto dalla volontà di un gruppo di persone di dire “No” alle logi-che di potere imperanti, al clientelismo, alla politica losca, allo sfruttamento del nostro territorio, alla logica del pro( tto a tutti i costi. Fra i promotori c’era Ma-rio, assieme al fratello Giuseppe, a Chia-ra e al suo inseparabile amico Antonio. La risposta di Mario all’appello per dar vita ad un “luogo” ideale, che fosse sede di questa voglia di fare e cambiare, fu:“Anch’io ci sto, diamoci da fare!Condivido gli ideali, la passione, la vo-glia d’impegnarsi... Pertanto mi metto al servizio di questo nuovo movimento, di Troja e “degli altri” ; )Che si deve fare? Un logo? Distribuire volantini per l’evento? Spostare le sedie? O forse cantare tutt’insieme Giorgio Gaber in piazza con le chitarre?Non vedo l’oraaaa! Chiamatemi.Mario” Mario, non v’è dubbio, ha imperso-nato quella voglia di cambiamento che risiede in molti di noi e di sicu-ro le sue parole lo dimostrano. Ab-biamo avuto modo di condividere

con lui idee, discussioni, proposte, problemi e ciò che certamente ricorderemo di lui è il suo dinami-smo, la sua ironia, la sua creatività, la sua caparbietà nell’a2 ermare il proprio pensiero ma anche la sua spiccata intelligenza, che rivelava nella sua disponibilità al dialogo e a cambiare idea. Mario, pur avendo solo diciotto anni, aveva la grande capacità di interfacciarsi con gli altri, di proporre, di incaponirsi su delle questioni, di organizzare, di esprimersi, di condividere. L’ulti-ma nostra assemblea con Mario fu proprio il giorno prima di quel terribile incidente e lui in quella oc-casione era stato un vulcano pieno di ri1 essioni e di idee. Mario aveva promosso quell’assemblea ed ave-va invitato gli amici a partecipare scrivendo un messaggio che era e resterà la sintesi perfetta della sua vita: “Mille idee in cantiere”. Di quel messaggio noi ne abbiamo fatto il nostro motto, per ricordarlo e sen-tirlo accanto in qualche modo, ma anche per ricordare a noi stessi, in ogni momento, lo spirito che ani-ma questa nuova realtà. Ci auguria-mo che lo spirito di cambiamento di Mario resti sempre vivo in noi e investa tante altre persone, in ma-niera tale che quelle idee non re-stino in cantiere ma diventino una splendida realtà!

4 5 6 7 8 9di Karolina Krawczyk dalla Romania

“Ho conosciuto Mario durante uno scambio culturale in Fran-cia. Aveva con se la sua chitarra per quasi tutto il tempo - erano inseparabili. Quando la suonava tutti accorrevano per ascoltare le sue note e cantare insieme a lui. La musica è stata l’essenza del nostro viaggio; abbiamo im-parato canzoni gli uni dagli altri , ne abbiamo create di nuove, è stato bellissimo. La musica ci ha fatti integrare.Non mi sono neanche accor-ta quando e da chi Mario abbia imparato a fare il giocoliere. Non era solo intelligente ma anche te-merario - degli italiani solo lui ha avuto il coraggio di partecipare da giocoliere al nostro spettaco-lo per bambini.Mario, Peter e io abbiamo pas-sato un sacco di tempo a pre-pararci. La nostra performance non sarà stata delle migliori ma non importa, ci siamo divertiti un sacco.Mario aveva un talento musicale eccezionale ed una allegria tra-volgente. Non mi piace proprio dire addio. Di solito è troppo do-loroso. Alla ( ne dello scambio,al momento di partire, Mario non ha detto molto. Ricordo che come tutti gli altri diceva: “arrive-derci”, ”abbi cura di te”, ”ci vedia-mo presto”. Forse aveva ragione..Ci vediamo presto, Mario.

di Movimento “Libertà è Partecipazione”

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REFERENDUM ACQUA: ACCORPAMENTO CON LE

AMMINISTRATIVE. FIRMA SU ACQUABENCOMUNE.ORG !

Grazie al sostegno di oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini di questo Paese, nella prossima pri-mavera il popolo italiano sarà chia-mato a votare due referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua. Chi ha posto la propria ( rma lo ha fatto nella convinzione che la battaglia per l’acqua pubblica sia prima di tutto una battaglia di civiltà, per la tutela e l’ac-cesso universale ad un bene comune. Concetti incompatibili con ogni for-ma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita. Ed è una battaglia di democra-zia, per dare a tutte e tutti il diritto di decidere su ciò che a tutti appartiene.I due referendum rappresentano una seria minaccia per chi vuole ricavare facili pro( tti dall’acqua: non mancano le pressioni dei poteri forti dell’econo-mia e della politica istituzionale, per questo si accelerano le privatizzazioni nei territori, mentre si pensa di riman-dare i referendum all’ultima data pos-sibile, il 12 giugno, sperando che vin-ca l’astensionismo. Noi non ci stiamo. Pensiamo che l’acqua sia un bene es-senziale, da gestire in forma pubblica e partecipata dalle comunità locali.Pensiamo che i referendum siano uno strumento fondamentale di de-mocrazia e partecipazione. Pensiamo che, nel pieno della crisi economica, sia ingiusti( cabile sperperare i soldi dei cittadini. Per questo chiediamo al Governo e alle forze politiche e istitu-zionali l’accorpamento della data del referendum con quello delle prossime elezioni amministrative. Rispettando la sovranità popolare, risparmiando denaro pubblico ed evitando l’assur-dità di ritrovarsi alle urne per ben tre volte in poche settimane.

S ì, tutto è nato con una stam-

pante, perché dialogando con Mario ed Antonio sulla nostra mo-dalità di stampa del nostro gior-nalino e all notizia che stavamo come Comitato “Salute e territorio” procedendo all’acquisto di una stampante per essere autonomi nella realizzazione del nostro gior-nalino, venne fuori la proposta di acquisto e uso condiviso. Fu anche il momento in cui apprendemmo che L!NK avrebbe cambiato la sua veste gra( ca perdendo lo stile ac-cattivante dei colori e della carta patinata per diventare “etico”, stam-pato cioè su carta riciclata. L’idea ci sembrò interessante e, seg-uendo il nostro solito modo di fare, proponemmo di condividerla con gli altri del Comitato. Ecco quindi il martedì successivo la “strana cop-pia”: Mario e Antonio si presentano alla riunione. Proposta accettata, condivisione fatta, ma non solo della stampante. Il Comitato sta vivendo un momento importante e signi( cativo. Si sta prendendo la decisione di trasformarsi in Associ-azione per avere una veste giuridi-ca più consona al raggiungimento dei proprio obiettivi.Mario e Antonio sono molto gio-vani. Ma Mario con aria soddisfatta si dichiara maggiorenne e quindi in piena regola per diventare con noi socio fondatore della nuova asso-

ciazione. Abbiamo così imparato a conoscere Mario, a volergli bene, a capire che il suo sorriso imbarazza-to e, di un non so che di imbranato, celava invece una mente decisa e caparbia. La sua partecipazione al Comitato e poi Associazione è stata preziosa così come quella di altri giovani perché ha rappresentato per noi un motivo di entusiasmo, di gioia, di speranza. Con loro ab-biamo compreso che sono tanti i sensi comuni riguardanti le giovani generazioni descritte come men-efreghiste e super( ciali; ponen-dosi invece al loro ( anco e facendo emergere le loro energie inedite, può succedere che una nuova re-altà può prendere forma. Aiutandoli a scoprire il loro meglio diventerà possibile creare nuove relazioni tra uomo e uomo, tra uomo e donna, tra uomo e natura. Nella consapevolezza che a cias-cuno è chiesto il proprio personale e unico contributo. Ognuno infatti deve scrivere la propria storia, in un intreccio con altre vite, formando così la storia dell’umanità. Mario ha scritto la sua storia… E noi abbiamo avuto la fortuna di leggerla un po’!

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di Carmela Lombardi - presidente associazione “Salute e Territorio”

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E D I Z I O N E S P E C I A L E 7

Elencare tutto quello che Mario ha fatto all’ interno dell’associazione mi sembra riduttivo e asettico per questo vorrei ricordare l’ impegno di Mario nell’Unione Giovanile Troiana con un episodio, un ricor-do che porto sempre con me e che ritengo emblematico del suo modo di essere. Il primo ricordo che ho di Mario all’ interno dell’ Ugt è legato a quella che forse era la manifestazione a cui lui più teneva, il “Facciamo Musica Insieme”. Era il primo anno che Mario prendeva parte attivamente all’ organizzazio-ne dell’ evento. Ricordo come fosse ieri un incontro con il “service” per riuscire a ottenere un prezzo com-patibile con il nostro budget. Mario era il più piccolo tra noi ma questo certo non lo intimoriva; partecipa-va con competenza alle discussioni sulla strumentazione e sulle luci, sui microfoni e sul palco ecc... ma la prima o2 erta si rivelò totalmen-te fuori budget! E allora via tutto dall’ inizio: “togli questo ma lascia quest’ altro”, “se togliamo questo il totale resta lo stesso” ecc. ecc... Nel mezzo della discussione il rappre-sentate del “service” ci fece notare che, una voce di spesa più grossa, era rappresentata dai tecnici che doveva pagare per il montaggio e lo smontaggio di tutte le attrezza-ture. A quel punto Mario, con molta innocenza, chiese: “Mi scusi ma lei

i vostri amici

quanto paga i sui collaboratori per il montaggio?”...rimanemmo tutti un po’ interdetti, non sembrava certo una domanda opportuna, “non si vanno a fare i conti in ta-sca alle persone quando si lavora insieme”, fu il mio pensiero in quel momento. Il responsabile del “ser-vice” rispose un po’ infastidito che non era tenuto a condividere que-ste informazioni con noi e, dopo qualche attimo di imbarazzo, il confronto proseguì ( no a che ar-rivammo ad un accordo. Cosa real-mente intendesse dire Mario con quella domanda credo di averlo capito solo quando, qualche anno dopo, ritrovandomi a lavorare con lui durante il Festival, mi sono reso conto di quanto grande fosse la sua voglia di aiutare gli altri e di im-pegnarsi in maniera disinteressata. Dopo quel periodo divenni quasi sicuro del fatto che, se lo avessi-mo lasciato esprimere meglio, in quella occasione avrebbe voluto dire: “Bene, togliamo questa spesa dal conto, la mano d’ opera ce la mettiamo noi!”. Mario, per come l’ ho conosciuto io in questi anni all’ interno dell’Ugt, era così, disposto a dare tutto se stesso per un pro-getto che ritenesse valido e pronto in qualsiasi momento a rimboccar-si le maniche per aiutare gli altri a realizzare i loro.

“ Sono molte più le cose che ven-gono a mancare quando una persona se ne va, molte più

di quelle fatte e di quelle successe. C’erano troppe esperienze che do-vevamo ancora fare Perchè? Perchè? Perchè? A questa domanda non c’è risposta,e se non lo si capisce in tem-po si rischia di impazzire, quello che è accaduto è irreparabile, non si può cambiare, si può cambiare solamen-te la domanda bisogna smettere di chiedersi perchè e iniziare a chiedersi come poter trasformare tutto que-sto dolore in qualcosa di costruttivo. Come dargli sfogo e trasformarlo. Hai quasi paura che se torni a sorridere le persone non capiscano quanto profondo sia il tuo dolore. Forse è vero che quando una persona se ne va continua a vivere dentro di noi: bisogna ospitarla nella propria inti-mità costringendosi quasi a donarle la vita più felice che si può. Quando penso a quel dolore adesso è sempre accompagnato da un sorriso, il sor-riso che loro avevano sempre. Sono passati giorni da quando se ne sono andati e tutto quel dolore si è trasfor-mato in una forza potente. Saranno per sempre i nostri migliori amici: la nostra amicizia non è cambiata,si è solamente trasformata. Non mi ab-bandonate mai! Mi ripetevo nei primi giorni dopo che se n’erano andati. E loro non l’hanno mai fatto...” Questo è un frammento del libro “Un posto nel mondo” che ho interiorizzato il più possibile dato che sono molte le cose in comune, fatti, modi di vivere, di pensare. A presto.

G.C.

L ! N K - m e n s i l e i n d i p e n d e n t e “ r i c i c l a t o ” | A n n o I I - N u m . 9 - F e b b r a i o 2 0 1 1 | w w w . l i n k - n e t . i t

di Alessandro Altobelli – coordinatore Unione Giovanile Troiana

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