Lazialità Marzo 2012

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DIEGO SIMEONE SPECIALE Speedy LULIC • Giampiero Galeazzi • Gabriele Sandri • Stefano fiore • maSSimo oddo • GiorGio venturin • bob lovati in QueSto numero marzo 2012 • anno XXvii • n° 354 • € 4,90 IN REGALO IL MAXI POSTER DI SENAD LULIC I nuovi acquisti Antonio Candreva e Emiliano Alfaro focuS tariffa r.o.c. - poste italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - dcb roma GiGi caSiraGhi interviSta

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Anteprima Lazialità del mese di Marzo 2012

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Diego simeone speciale

speedylUlic• Giampiero Galeazzi• Gabriele Sandri• Stefano fiore• maSSimo oddo• GiorGio venturin• bob lovati

in QueSto numero

marzo 2012 • anno XXvii • n° 354 • € 4,90

in regalo il MaXi poster di senad lulic

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intervista di Vincenzo Oliva

Lazialità Marzo 2012 | 3534 | Marzo 2012 Lazialità

intervista

casiraghiPierluigi

“LaZiO mia,sono rimastoun tuo grande tifoso”

altra grandissima intervista di Lazialità. il mese scorso è stato il turno di Bobo Vieri, stavolta è quello di un altro eccezionale attaccante: Pierluigi casiraghi. Una lunga intervista che ripercorre tutto il cammino di gigi, in biancoceleste e non solo. Dalle grandi gioie in Nazionale, a quel maledetto incidente con la maglia del chelsea che ne compromise la carriera. Tutto in rigorosa esclusiva per voi fedeli lettori.

della Nazionale, avevo bisogno di gio-care e decisi quindi che era arrivato il tempo di salutare.

Prendesti una decisione molto corag-giosa. Lasciare la Juventus per andare in una squadra come la Lazio, che stava iniziando una fase di ricostruzione. Cosa ti convinse a farlo? La presenza in panchina di Dino Zoff, che conoscevo già da tempo, unita alla voglia e all’entusiasmo di Cragnotti. Aveva in mente di fare una grande squadra e rimasi colpito dal suo pro-getto.

Che ricordo hai e che rapporto avevi con Sergio Cragnotti?

Ciao Gigi. È con enorme piacere che mi accingo a farti questa intervista per Lazialità. Come va innanzitutto? Tutto bene grazie. Sono felice di tor-nare a parlare di Lazio con la vostra rivista.

Partiamo dall’inizio della tua esperien-za in biancoceleste. Ci racconti come andò la vicenda del tuo passaggio dalla Juventus alla Lazio? Venivo da 4 stagioni giocate con la maglia della Juventus, dai 20 ai 24 anni. Nell’ultima stagione, la 1992/93, c’era poco spazio lì davanti. Giocavo con calciatori del calibro di Roberto Baggio, Gianluca Vialli e Fabrizio Ravanelli. Io, facendo parte del giro

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arrivi il giorno di Lazio-Atletico. Ci sto pensando da tanto, sarà un grande momento, riabbraccerò molti vecchi amici e ritroverò uno stadio bellissimo, di cui ho un grande ricordo. So che i tifosi mi accoglieranno alla grande, ma spero che l’emozione duri poco perchè dovrò concentrarmi sulla partita. Il mio rapporto con i tifosi laziali è sempre stato fantastico, non dimenticherò mai l’accoglien-za che mi riservarono quando rientrai in campo dopo il lungo infortunio al ginocchio. L’ho già

L’INTERVENTO SU RADIO SEITutto cominciò il 1° febbraio quan-do, direttamente dalla Spagna, l’indimenticato idolo dei tifosi laziali Diego Pablo Simeone, inter-venne in esclusiva su Radio Sei durante la trasmissione “Quelli che hanno portato il calcio a Roma“, storica trasmissione di Guido De Angelis. “El Cholo”, ironia della sorte avversario dei biancocelesti in Europa League, ricordò i tempi passati e ribadì il suo amore verso la Lazio: “È incredibile cosa può regalarti la vita, non vedo l’ora che

Speciale di Lazialità su Diego Pablo Simeone. Partendo dal suo intervento in esclusiva ai microfoni di Radio Sei e proseguendo attraverso i momenti più emozionanti del suo ritorno all’Olimpico da allenatore dell’Atletico Madrid, rendiamo il giusto omaggio ad uno dei uno dei personaggi più amati della recente storia biancoceleste.

speciale simeone di Vincenzo Oliva

Lazialità marzo 2012 | 4140 | marzo 2012 Lazialità

speciale simeone

SiMeOneDiego PabloQuel giorno con

Diego mentre f irma la nostra rivista

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NUOVI ACQUISTI

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NUOVI ACQUISTI di Valerio Alessandro Cassetta

CAndreVAAntonio

“non sono tifoso della roma”

31 GENNAIOQuello di Candreva è stato un arri-vo in extremis. Fallite le trattative per Honda e Nilmar, la dirigenza biancoceleste ha visto nell’ex gio-catore della Juventus il possibile rinforzo per la rosa di Edy Reja. Così, negli ultimi minuti della campagna trasferimenti, il centro-campista del Cesena è arrivato a titolo temporaneo in uno scambio di prestiti con Simone Del Nero.

L’ARRIVOL’accoglienza riservata a Candreva non è stata delle migliori. Insulti e fischi hanno accompagnato il suo esordio con la maglia bian-cococeleste contro il Milan. L’ex trequartista del Cesena, ha pagato in questo modo le parole d’elogio espresse in passato verso Totti e De Rossi, tanto da farlo etichettare come tifoso giallorosso. È pur vero che Candreva, vuoi per il turno infrasettimanale giocato appena 24 ore dopo la chiusura del mer-cato, vuoi per il maltempo, è stato costretto più volte a rimandare la sua presentazione ufficiale. Le sue prime parole da giocatore della Lazio sono arrivate solo dopo le gare contro i rossoneri e il Genoa.

CHIARIMENTIL’8 febbraio scorso è stato il gior-no della verità. In occasione della presentazione ufficiale, il nuovo giocatore laziale ha esordito così:

Focus di Lazialità su Antonio Candreva, l’unico acquisto del mercato di gennaio insieme ad emiliano Alfaro. ripercorriamo insieme la storia del centrocampista romano, analizzando la sua carriera, i numeri, le curiosità e cercando di capire quale sia il ruolo a lui più congeniale.

“Non sono tifoso della Roma”. Ha tentato di chiarire la sua posizione, cercando di fugare ogni dubbio circa la sua presunta fede giallo-rossa: “A 14 anni sono andato via da casa, non avrei mai pensato di diventare un calciatore professio-nista. Non ho mai detto di essere tifoso della Roma, non ho mai detto di essere andato in Curva Sud, niente di tutto questo. Penso solo a giocare, ad onorare la maglia della Lazio, lo farò dal primo all’ultimo giorno. Spero di rimanere qui il più a lungo possibile per far ricredere tutti. Ora penso solo a onorare que-sta maglia. Mi auguro di rimanere qui il più a lungo possibile”.

I SOGNICandreva ha chiesto di essere giu-dicato solo per le sue prestazioni in campo: il suo obiettivo è quello di tramutare i fischi in applausi e di raggiungere traguardi impor-tanti con la maglia della Lazio. “Sono contento della scelta che ho fatto, non ho niente da nascondere. Ricordo quell’intervista, risale a 3-4 anni fa, giocavo nel Livorno e avremmo affrontato la Roma nel fine settimana. Mi fu posta una domanda su Totti e De Rossi, li reputo due grandissimi campioni e lo dissi, questo si sa. Se mi avesse-ro rivolto la stessa domanda rela-tivamente alla Lazio o a qualche

altro giocatore avrei risposto alla stessa maniera. È andata così”. Poi ha ringraziato il Presidente Lotito e il ds Tare per la fiducia: “Spero di rispondere sul campo con i fatti. Sono arrivato con tantissima voglia di fare bene, il mio obietti-vo è dimostrare di poter giocare nella Lazio, un grandissimo club. Candreva pensa in grande: “La Lazio è una grandissima squa-dra. Non ci poniamo limiti sugli obiettivi, dobbiamo pensare gara dopo gara, possiamo puntare alla Champions”.

Candreva durante Genoa-Lazio

Candreva con la maglia del Cesena

Candreva ha fatto parte di molte nazionali giovani-li a partire dall’Under 18 f ino alla Nazionale Olimpica. Alle Olimpiadi di Pechino viene con-vocato come una delle quattro riserve e dopo la seconda par-tita del girone, viene chiamato a sostituire il fuoriquota Tommaso Rocchi, infortunato al perone, diventando così un componen-te della rosa a tutti gli effetti. Viene inserito nella lista dei 23 convocati per gli Europei Under 21 2009 in Svezia. A 22 anni, esordisce in Nazionale con il ct Lippi, giocando tito-lare nella partita amichevole Italia-Olanda (0-0) disputata a Pescara. Viene inserito nella lista dei 30 pre convocati per i Mondiali 2010, ma viene escluso insieme a Fabio Grosso dalla lista dei 28 convocati per il ritiro del Sestriere.

LA MAGLIA AZZUrrA e LA STAFFeTTA COn rOCCHI

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speciale sandri

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di Maurizio Martucci speciale sandri

Storia di una battaglia lunga 4 ANNIE alla f ine, giustizia giusta è stata. Merito un verdetto equo per omicidio volontario passato in giudicato, atteso con trepidazione e sete di verità non solo dalla gente laziale. Nel giorno di S. Valentino, il 14 Febbraio 2012, l’ex agente Luigi Spaccarotella è stato def initivamente condannato dalla Corte Suprema di Cassazione a 9 anni e 4 mesi di reclusione per l’omicidio di Gabriele Sandri. Ci sono voluti tre gradi di giudizio, 5 testimoni oculari super partes, una serie di schermaglie tra avvocati, condotte a suon di carte bollate e perizie balistiche, un moto d’indignazione popolare senza precedenti, ma soprattutto la forza e la compostezza di una famiglia che non ha mai ceduto né tentennato, credendo fermamente nell’operato della magistratura, anche quando il vuoto affettivo s’è dovuto scontrare con un iter giudiziario insidioso. Ripercorriamo insieme la vicenda, con le tappe salienti della battaglia intrapresa nel nome di Gabbo.

LA MORTE SU INTER-LAZIO Tutto inizia nel viaggio mai con-cluso, la trasferta di una partita mai giocata. È l’autunno 2007, Inter-Lazio allo Stadio Meazza di Milano. Un gemellaggio tra le tifoserie scheggiato da un tuffo al cuore. Una notizia terrificante che getta i laziali tra le lancette di un orolo-gio rotto, tra i fogli di un calenda-rio ingiallito: la mente ripiomba indietro nel tempo, a Luciano Re Cecconi e Vincenzo Paparelli. Nell’immaginario collettivo, la storia sembra ripetersi: un laziale è stato ucciso. Stavolta tocca a Gabriele Sandri, 26enne Dj della movida romana, tifoso tra Curva Nord e Tribuna Tevere, sin da piccolo al fianco dei biancocelesti, comunque e dovunque. Solo che la morte di Gabbo non c’entra niente col calcio e nem-meno col tifo impazzito, perché è tutta un’altra storia: è cronaca nera. È la mattina dell’11 Novembre 2007, insieme a quattro amici Gabriele sta viaggiando sull’Au-tostrada del Sole, in direzione Firenze. “Daje Lò - scrive con un SMS all’amico De Silvestri - Ho appena finito di suonare. Come al solito in partenza per condur-

vi fino alle vittoria. Sempre con voi”. Poco prima di Arezzo, la sua macchina si ferma nella stazione dell’autogrill di Badia Al Pino Est. Una sosta che si rivelerà fatale, senza via di scampo. L’incontro ravvicinato, una scaramuccia e qualche insulto con alcuni tifosi (romani) della Juventus diretti a Parma, richiama l’attenzione degli agenti di due gazzelle della Polizia Stradale, ferme nell’autogrill sull’opposta carreggiata, in direzione Roma. Uno di questi è l’agente scelto Lui-gi Spaccarotella, nato a Varese, ma di origini cosentine, in servizio a Battifolle e da 12 anni in Polizia. Spaccarotella vuole fermare l’auto di Gabriele, in partenza. È intenzionato a farlo ad ogni co-sto, con ogni mezzo, costi quel che costi. Non bastano grida, né l’inti-mazione all’alt, perché sfodera dal-la fondina l’arma d’ordinanza ed esplode in aria un colpo di avver-timento. Non soddisfatto, contrav-venendo a codice penale, buon senso e (severe) regole d’ingaggio sull’uso dell’arma, Spaccarotella si immedesima nello sceriffo del far west: ha voglia di sparare, come al tiro a piattello, come in una battuta di caccia grossa. Si apposta nel punto più estremo

dell’autogrill, aspettando il passag-gio dell’auto con Gabbo a bordo. E quando la vede passare nel punto diametralmente più vicino, in linea d’aria ad una distanza di cir-ca 50 metri, gli esplode un colpo di pistola, centrando al collo il povero Gabriele, riverso nel sedile posteriore, in una pozza di sangue. Gabriele muore all’istante, senza un perché. Poche ore dopo, una conferenza stampa nella Questura di Arezzo non chiarisce l’acca-duto, lasciando dubbi e spazio di manovra a depistaggi, tentativi di copertura e facili strumentalizza-zioni. In diverse città d’Italia scop-piano disordini e gravi incidenti. Sembra scoppiata la rivoluzione. Ma è l’inizio di un calvario e di una dura battaglia legale. Camera ardente ai piedi del Campidoglio, Roma proclama il lutto cittadino nel giorno del funerale.

IL PROCESSO AD AREZZOTra lacrime, rabbia e recrimina-zioni, si apre in Corte d’Assise ad Arezzo il processo di primo grado. In ogni udienza ci sono amici e parenti della vittima, striscioni e slogan inequivocabili: ‘Giustizia per Gabriele’ è la parola d’ordine, ad Arezzo come nelle curve e nelle piazze italiane. L’agente Spac-carotella è rinviato a giudizio col capo d’imputazione di omicidio volontario. Una giuria mista di togati e giudici popolari deve esprimersi su un re-ato che divide l’opinione pubblica. Colpevolisti e innocentisti, roba da inquisizione. Un diabolico stereotipo a parti inverse e foraggiato (ad arte) dai mass media, fa di Spaccarotella il poliziotto buono che ha sbagliato e di Gabriele l’ultrà cattivo che se l’è andata a cercare. Semplificando il pregiudizio, ven-gono meno obiettività, realtà dei fatti e soprattutto il perno impre-scindibile di uno Stato di diritto, dove la legge è sempre uguale per tutti. Ad Arezzo testimoniano gli amici di Gabriele, quelli che erano con lui in auto, ma anche il gruppo

In alto: Una delle tappe del Tour Verita

con Cristiano Sandri e Maurizio Martucci

Ho appena

finito

di suonare.

Come al solito

in partenza per

condurvi fino

alla vittoria.

Sempre

con voi

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Il personaggIo storIco di Giorgio Bicocchi

Boblovati

L’AQUILA IMMORTALE

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60 | Marzo 2012 Lazialità

Il personaggIo storIco

Un anno senza Bob, possibile? Quanto sarebbe ancora prezioso all’intero ambiente la sua capacità di sdrammatizzare ogni situazione. Una vita in biancoceleste, prima da giocatore, poi ricoprendo, ad eccezione della carica di Presidente, tutte le funzioni societarie. Sei stagioni da portiere-prodigio: anche grazie a lui arriva la Coppa Italia del ’58. E poi il patentino di allenatore. Quel “no” a Bernardini che voleva portarlo a Firenze. I rapporti viscerali di amicizia con Cecco e Tommaso. “Secondo” prezioso per una miriade di allenatori. Lui, Zoff e Pulici: la Lazio è stata anche questa. Un gentiluomo che per oltre mezzo secolo ha incarnato la lazialità più luccicante. Senza mai tradirla. Il compleanno vissuto assieme a Lenzini e Trippanera. I ritiri, le trasferte, le relazioni sui giocatori da acquistare. Ai sorteggi europei, rappresentando la sua Lazio. Gli aneddoti della sede di Via Col di Lana. Quella scrivania a Corso d’Italia, voluta da Cragnotti. Caro Bob, da uno spicchio di cielo fermati, siediti e leggi ciò che sei stato capace di tramandare...

Lovati in allenamento con la Nazionale

www.novegennaiomillenovecento.it