lazialità marzo 2011

13

description

lazialità 2011

Transcript of lazialità marzo 2011

Page 1: lazialità marzo 2011
Page 2: lazialità marzo 2011

som

mar

io

Edizioni EditimEDirettore Responsabile

Guido de AngelisRedazione, Segreteria, Pubblicità e Commerciale:

Casella Postale 16/452 - 00155 Romatel. 06.41469141 - Fax 06.4130266

[email protected] & C

Fotoinside foto - Archivio Lazialità - Calzuola

GraficaPatrizia montrone Gian Luigi Staffa

FotocomposizioneGStAFF

[email protected]

PoStEL SpA – Pomezia (Rm)

Per inviare le vostre foto:[email protected]

Per il sondaggio di Lazialità:[email protected]

Versamento a mezzo:C/C PoSt.: n. 24354003 int. a: Editime Srl,

C.P.16/452 - 00155 Roma CARtA di CREdito: Visa

Codice di convenzionamento 007012310.boniFiCo bAnCARio: b. Pop. Sondrio

Ag.16 - RomaibAn: it52 G056 9603 2160 0000 4250 X19

Per informazioni: [email protected] o fax 06.4130266

CoSto 10 numERiitALiA 39,00 Euro - EuRoPA 130,00 Euro

RESto dEL mondo 150,00 EuroPer gli arretrati l’importo è pari al doppio

dell’attuale prezzo di copertina (spese di spedizone incluse)

Modalità d’abbonaMentoa lazialità

inviateci domande, curiosità, consigli, idee e vostre foto all’indirizzoemail: [email protected]

fax: 06.4130266casella Postale: 16/452 - 00155 Roma

vi risponderemo ogni mese

laPoStAdi

Esclusiva Di VaioLazialità si è spinta fino a Bologna per incontrare l’ex biancoceleste. “Vi spiego perchè non sono tornato”

24

A casa BigiarelliLazialità incontra il nipote di Luigi Bigiarelli, il fondatore della S.S. Lazio

20

La storia di GonzalezIl centrocampista uruguaiano è stato il protagonista dell’ultimo mese. Ecco la sua storia...

28

Emozione da capitanoCristian Ledesma sempre più al centro della Lazio. “Essere il capitano è un motivo di orgoglio”

42

Il Fair play finanziarioCome cambierà il calcio con l’introduzione del fair play finanziario? Lazialità prova a capirlo...

34

A difesa di Libor KozakLa critica televisiva si è schierata contro di lui. Gli ex biancocelesti lo difendono: “Giù le mani da Libor Kozak”

38

Lazialità incontra il TempoLa nostra redazione ospite per un giorno nella sede de “Il Tempo”. Ecco come nasce il giornale e i rapporti con la Lazio.

64

Page 3: lazialità marzo 2011
Page 4: lazialità marzo 2011

Volevo tornare alla Lazio,

ma...Nell’ultima sfida contro la Lazio ha segnato una doppietta, ma il suo cuore è e resta colorato di biancoceleste. Lazialità arri- va a Bologna per incontrare Marco Di Vaio. “Nel 2006 fui ad un passo dalla Lazio, ma alla fine non se ne fece nulla. Vi spiego il perchè”.

MARCODI VAIO:

di Nicola Ghignoli - Inside foto

Intervista

Page 5: lazialità marzo 2011

Volevo tornare alla Lazio,

ma...

Intervista - pag. 23Marzo 201

Sono circa le dodici quando arriviamo a Bologna. Un fitto strato di nuvole im-pedisce al sole di baciare

il capoluogo romagnolo. Giusto il tempo per un piatto di tortellini e ci dirigiamo verso Casalecchio di Reno, a dieci minuti dallo stadio Dall’Ara, dove ha sede l’impianto di allenamento della squadra felsi-nea. Nel parcheggio salutiamo Da-niele Portanova, ma passiamo ol-tre: oggi siamo qui per parlare con un altro grande laziale emigrato a Bologna. Marco Di Vaio arriva alla Lazio all’età di quindici anni, vince uno scudetto Primavera (nel 1995) ed esordisce in Serie A con addosso la maglia che ha sempre tifato. Ma, per vari motivi, il volo di questo giovane aquilotto finisce subito dopo il suo decollo, e così dopo il gol all’esordio in A contro il Padova Di Vaio viene mandato in prestito per due stagioni, a Verona e a Bari. Nel grigio veneto e nel-la soleggiata puglia la storia è la stessa: Marco vince il campionato cadetto ma non convince la Lazio

che nel 1997 smette di puntare su di lui e lo cede a titolo definiti-vo alla Salernitana, dove nel giro di due stagioni diventa uno de-gli attaccanti più forti del nostro campionato, guadagnandosi le esperienze a Parma e Torino. Con la Juventus vince uno scudetto nel 2003 ma, chiuso da Del Piero, Salas e Trezeguet, torna a rivesti-re il ruolo marginale che lo aveva spinto a cercare fortuna lontano da Roma. A ventisette anni matu-ra così l’idea di fare un’esperienza all’estero e passa prima al Valen-cia poi al Monaco. In Italia torna da trentenne e tutti lo danno per finito, ancor più dopo l’esperien-za con il Genoa di Gasperini. Ma da buon laziale DI Vaio è uno che non molla mai, e a Bologna in tre stagioni segna cinquanta gol (più di Bulgarelli), torna ai vertici della classifica cannonieri ed entra nel cuore dei suoi nuovi tifosi con il suo carattere, prorompente in campo e discreto fuori.Marco, la tua carriera è iniziata a Roma ma si è sviluppata lontano

Page 6: lazialità marzo 2011

di Gino Policella

Il personaggio

LA SCOPERTAEl TaTa GonzalEz:

Dopo sei mesi di anonimato, di dubbi sulle sue capacità di trovare

spazio nel campionato italiano, di rari scampoli di gara e di profondi malumori il centrocampista uruguaiano, appena avuti più

minuti per dimostrare le sue qualità, ha sfruttato le

occasioni concesse da Reja dimostrando

di poter essere importante per la lazio.

Page 7: lazialità marzo 2011

El TaTa GonzalEz:

Alvaro “Speedy” Gonzalez è sicuramente una delle no-te più positive del nuovo anno per la Lazio, visto che

dopo una partenza in sordina è riusci-to a dimostrare il suo valore quando il tecnico Reja ha deciso di puntare su di lui. Una soddisfazione che il cen-trocampista uruguaiano ha palesato anche alla stampa dopo la vittoria e la sua bella prestazione all’Olimpico contro la Fiorentina: “Abbiamo tutti

bisogno di minuti di gioco per dimo-strare il nostro valore – ha chiosato in mixed zone – io sapevo che avrei avuto la mia occasione, anche per-ché il mister mi ha sempre detto di avere fiducia in me”. Un particolare importante questo su cui molte volte è tornato il ragazzo di Montevideo, dimostrando quindi di essersi sempre sentito parte integrante del gruppo, e adesso che le occasioni importanti so-no arrivate l’ex Boca sa cosa deve fare:

“Ho aspettato l’opportunità e ho cer-cato di sfruttarla al massimo, ora per il futuro e il proseguo della stagio-ne dipende tutto da me”. Quello che emerge in maniera netta dalle parole del numero 15 è una forte consapevo-lezza dei propri mezzi e soprattutto una grande tranquillità che gli ha permes-so di non demoralizzarsi nei momenti difficili di questa sua prima avventura nel calcio europeo: “Sono sempre sta-to tranquillo e calmo – ha ribadito ancora ai giornalisti del post gara di Lazio – Fiorentina – sia quando non giocavo sia quando a fine anno sono tornato in Uruguay per le vacanze. Sapevo quello che potevo dare e con la fiducia di tutto l’ambiente ora le cose piano piano stanno andando sempre meglio”. Corsa, accelerazione e dinamismo sono i punti forti di questo ragazzo cresciuto nel mito di Ruben Sosa, un ex sempre amato dai tifosi biancocelesti e come lui originario di

Montevideo, la patria calcistica del cal-cio uruguaiano. Il “maratoneta”, come lo definisce spesso anche Edy Reja, ha saputo ritagliarsi uno spazio importan-

te nel momento in cui il tecnico bian-coceleste ha convertito la sua squadra a un più pratico 4-4-2 riportando Gon-zalez al suo ruolo originario di esterno destro. Un passaggio fondamentale per “El Tata” che in estate in maniera erro-nea era stato considerato come un vice – Brocchi, ruolo a cui certamente può adattarsi ma che non è quello che ha ricoperto nel corso della sua carriera. Una posizione nella quale ha scavalca-

Gonzalez ha segnato

due gol con la

maglia biancoceleste.

Il primo (nella

foto a sin.) con il

Portogruaro in Coppa

Italia. Il secondo

con il Brescia in

campionato

Il personaggio - pag. 29Marzo 2011

La carriera: uno scudetto coL Boca Alvaro Gonzales cresce calcisticamente nel Defensor Sporting Club, una delle tante squadre di Montevideo, fino a

debuttare in prima squadra nel 2003 appena diciannovenne. Rimane nel club della capitale uruguaiana per quattro stagioni collezionando 124 presenze e mettendo a segno 16 reti. Con la maglia del Defensor vince nel 2006 la Copa Artigas, è una competizione cui partecipano le prime sei squadre della classifica aggregata della Primera Division che si contendono la partecipazione ai tornei continentali della CONMEBOL. Nel 2007 termina la sua avventura con la squadra che lo ha lanciato ed approda al glorioso Boca Juniors. Con gli Xeneizes rimane fino al 2009 giocando 36 partite e siglando 3 reti. Con la maglia del Boca si aggiudica il Torneo di Apertura del 2008. Un serio infortunio lo tiene lontano dai campi da gioco per vari mesi per cui la squadra di Buenos Aires decide di cederlo, e Gonzales torna in patria con la maglia del Nacional. Ristabilitosi dall’infortunio, torna a giocare ai suoi livelli facendo 26 partite e 3 gol. In nazionale ha esordito nel 2007 dopo aver preso parte a tutta la trafila delle nazionali giovanili. Colleziona 20 gettoni con la maglia della Celeste ma come il suo connazionale Pablo Pintos, il ct dell’Uruguay Oscar Tabarez sorprendentemente non lo convoca per i Mondiali in Sud Africa.

Page 8: lazialità marzo 2011

di Valerio Alessandro Cassetta

Dossier

Libor KozaK

Al termine di Lazio – Milan tutti si sono scagliati contro Libor Kozak, che è stato al centro di una vergognosa gogna mediatica. La Lazio, che lo ha fatto solo in parte, avrebbe dovuto alzare gli scudi a difesa del suo giocatore. Gli addetti ai lavori non hannodubbi: basta attacchi e critiche. Il giocatore non deve essere condizionato!

Giù le mani da

Page 9: lazialità marzo 2011

Dossier - pag. 39Marzo 2011

Page 10: lazialità marzo 2011

di Valerio Alessandro Cassetta

Dossier

Continua il viaggio di Lazia-lità all’interno delle reda-zioni delle maggiori testa-te giornalistiche italiane.

Dopo aver fatto visita al Corriere dello Sport, ci siamo addentrati nella redazione del Tempo in quel di Piaz-za Colonna. A colloquio con il capo della redazione sportiva Carmelli-ni ed i cronisti sportivi (Salomone, Solimene e il collaboratore esterno Cesarini), ci siamo fatti raccontare come nasce il giornale e inoltre, ab-biamo contattato altre prime firme e collaboratori del giornale, focaliz-zando l’attenzione sui rapporti con la Lazio nel corso degli anni.Capire come nasce una giornata di lavoro di un cronista che segue tutti i giorni la Lazio. Assimilare il modus operandi che porta alla creazione

di un articolo. Comprendere quan-to siano mutati i rapporti con le società di calcio, in particolare con la Lazio e la comunicazione bianco-celeste. Questi sono gli obiettivi cui questo dossier prova ad ambire. Chi meglio degli addetti ai lavori avreb-bero potuto delucidare la questio-ne? Abbiamo trascorso un intero pome-riggio nella sede del celebre quoti-diano romano e abbiamo sentito il Capo della redazione sportiva Ti-ziano Carmellini per capire con lui come venga inserita la tematica sportiva all’interno di un giornale del calibro come quello de Il Tempo, abbiamo parlato con i cronisti di La-zio Luigi Salomone, Carlo Solimene e Cesarini (inviato sul campo) per farci raccontare una loro giornata

tipo ed, infine, ci siamo fatti raccon-tare come sia cambiato il rapporto con la società biancoceleste nel cor-so degli anni da altre prime firme e collaboratori del quotidiano, quali Pieretti e Baccini.

Partiamo con Tiziano Carmellini, capo della redazione sportiva. Quale è il suo ruolo all’interno del giornale? “Essendo il capo della redazione sportiva, mi occupo un po’ di tutto: partecipo alla riunione con il Diret-tore, decidiamo quale linea dare al giornale e creiamo le pagine. Ov-viamente, le nostre pagine sportive sono legate alla Roma e alla Lazio, che sono le nostre due realtà più in-teressanti. Storicamente, siamo un giornale un più laziale che romani-

sta. Cerchiamo di dare spazio equi-valente ad entrambe, ma ciò è lega-to agli eventi del periodo, come la posizione in classifica o il momento in campionato. Ad esempio, quan-do la Lazio all’inizio della stagione andava forte abbiamo ne abbiamo parlato molto”.Come è il rapporto con la Lazio? “Non nascondo di essere, modera-tamente, romanista. Con la Lazio ho solo un rapporto lavorativo, che è ottimo.Come mi trovo bene con la comunicazione della Lazio? Della parte che riguarda i rapporti quo-tidiani con la Lazio me ne occupo relativamente, sono i cronisti che trattano la quotidianità”.Veniamo alle difficoltà nel suo lavoro. Internet può essere consi-derato un’arma a doppio taglio?

Continua il nostro viaggio all’interno delle redazioni dei giornali romani. E’ il turno de “Il Tempo”quotidiano da sempre vicino ai colori biancocelesti

Lazialità all’interno de “IL TEMPO”

Page 11: lazialità marzo 2011

“Internet è uno strumento che è uscito e si è imposto recentemen-te. Ho iniziato negli anni novanta quando internet ancora non esi-steva. E’evidente che questo lavoro, come tutto il resto della società e lo sviluppo economico, viaggia a gran-de velocità con internet, ma molto spesso se ne fa un uso superficiale: quello che si legge sul web a volte diventa legge ed in realtà non lo è, le notizie andrebbero verificate”.

Il nostro viaggio continua. Andiamo a parlare con i due giornalisti che seguono quotidianamente la Lazio, scrivendo ogni giorno gli articoli sulla squadra biancoceleste che leg-giamo in edicola: Luigi Salomone e Carlo Solimene.Luigi Salomone, responsabile cal-cistico del quotidiano romano, se-gue la Lazio da diversi anni. I tifosi biancocelesti hanno imparato ad apprezzarne la simpatia e la com-petenza attraverso la sua collabo-razione con la nostra radio (Telera-diostereo, durante Quelli che hanno portato il calcio a Roma) e con La-zialità in Tv.Salomone ci parla della sua storia da cronista al fianco della società e dei rapporti tra la Lazio e il mondo della comunicazione. Un rapporto spesso al centro di grandi polemiche.Salomone, ci racconta la sua sto-ria di giornalista da una vita al fianco della Lazio: “La mia storia di giornalista comincia nel ’91, quando seguivo a Tor di Quinto chi si occu-pava di Lazio e scrivevo piccoli pezzi relativi allo spogliatoio piuttosto che alle visite mediche dei giocatori. Uno dei primi fu proprio quello sulla visita medica sostenuta da Melchio-ri, neoacquisto della Lazio. In segui-to, nonostante la simpatia laziale, ho seguito per due anni la Roma di Mazzone, una bella persona per cui ho avuto una grande simpatia. La mia carriera è proseguita seguendo la Lazio: dall’epopea di Cragnotti fi-no all’arrivo di Lotito”.Che differenza c’era tra la comu-nicazione della Lazio di Cragnotti

e quella di Lotito? “Con Cragnot-ti era una comunicazione diversa, c’erano Giuseppe De Mita e, poi, Laura Zaccheo. Adesso De Martio sta cercando di riportare la Lazio con fortissime iniziative ad esse-re una società più tecnologica, ma servirebbe all’interno della società una figura di riferimento più spen-dibile, che sembrava potesse essere Peruzzi. Questa è una società che, oggetti-vamente, comunica male. Il fatto stesso che la Lazio sia stata risanata economicamente con un capovola-voro è passato come una cosa nor-male. Per ciò che concerne la comu-

nicazione ingenerale i tempi sono cambiati: quindici anni fa c’era un rapporto molto diverso con i gioca-tori, si creavano anche delle amici-zie, ora invece per poter avere degli incontri con dei giocatori si passa sempre attraverso l’ufficio stampa, è una comunicazione diversa”.Dopo aver lasciato Luigi Salomone, andiamo da Carlo Solimene, giova-ne cronista che si occupa della Lazio da circa un anno, dopo aver seguito anche sport diversi dal calcio.

Solimene, ci spiega una sua gior-nata tipo: “La nostra giornata inizia abbastan-

za presto, nel senso se che almeno uno di noi deve essere presente alla riunione della mattina che si svolge alle 10 e 30/ 11.00. Nella riunione si danno le prime intenzioni e si co-mincia a stilare un programma di lavoro, che, ovviamente, durante la giornata cambia. Ad esempio in una giornata come quella di oggi in riunione potrei annunciare l’arrivo dei tifosi laziali al centro sportivo di Formello. A seconda di come si sviluppa il fatto, si decide quanta importanza dargli. Inoltre, attraver-so il collaboratore esterno Cristiano Cesarini, riusciamo ad avere notizie da una persona che segue la Lazio da fuori la redazione, sul campo. Il lavoro vero e proprio in realtà inizia dalle 16.30/ 17.00 perché solamente a quel punto si ha una visione chia-ra di quello che potrà succedere. Hai chiari tutti i fatti e si decide a cosa dare priorità. Verso le 20.00/ 21.00 ci si avvia alla chiusura del giornale. Se è una giornata semplice verso le 21.30 hai chiuso, se invece le gior-nate sono un più complicate e nello sport lo sono quasi tutte, si finisce verso le 23.00. Nei giornali moderni non esiste più il giornalista che scri-ve solo il pezzo, il giornalista scrive, fa l’impaginazione, le didascalie, i titoli, aggiorna le tabelle e cerca le foto. E’ un lavoro a 360° e molte volte è divertente”.Preferisci il mercato o l’evento come la partita? “Il mercato è divertente da seguire, ma al tempo stesso hai tanta pau-ra che, giunto a tarda sera, qual-cuno possa averti dato, quello che in gergo giornalistico è chiamato, il “buco”. Il mercato è stimolante. Il fatto sportivo è molto più semplice, per chi ama il calcio la partita è il momento più bello. La partita ti ri-empie il cuore. Io non sono tifoso della Lazio, ma dell’Avellino, eppu-re, quando ti trovi allo stadio con i colleghi, sei coinvolto e la situazione ti porta persino ad esultare quando segna la Lazio. Allo stesso tempo, è anche difficile dare una chiave di letture della par-

Dossier - pag. 65Marzo 2011

Luigi Salomone mostra la foto del Generale Vaccaro (che impedì la fusione con la Roma) vicino alla sua postazione

Tiziano Carmellini, capo della redazione sportiva de “Il Tempo”

Page 12: lazialità marzo 2011
Page 13: lazialità marzo 2011