l'Artugna 111-2007

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Nella vigna del Signore La bellezza nelle icone Francesco Bastianello Thisa Periodico della Comunità di Dardago · Budoia · Santa Lucia Anno XXXVI · Agosto 2007 · Numero 111 Spedizione in abbonamento postale art. 2, comma 20, lettera C, legge n. 662/96. Filiale di Pordenone. Podestà, commissari e sindaci

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Periodico della Comunità di Dardago · Budoia · Santa Lucia Anno XXXVI · Agosto 2007 · Numero 111 Spedizione in abbonamento postale art. 2, comma 20, lettera C, legge n. 662/96. Filiale di Pordenone.

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Nella vigna del Signore

La bellezza nelle icone

Francesco Bastianello Thisa

Periodico della Comunità di Dardago · Budoia · Santa LuciaAnno XXXVI · Agosto 2007 · Numero 111S

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Podestà, commissari e sindaci

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l’editoriale

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[

di Roberto Zambon, Vittorina Carlon e Vittorio Janna

]

Il parere, le critiche, i consigli deilettori sono molto importanti, perun periodico come l’Artugna. Nonper niente lo scorso anno abbiamorealizzato uno specifico sondag-gio. Ma le critiche, per essere utili,devono essere non faziose, bensìfondate e costruttive.

Da qualche tempo il periodico èal centro di giudizi anche di segnoopposto, contrastanti tra loro.

Limitiamoci all’ultimo numero.Ci risulta che a Budoia ci siano sta-ti risentimenti per la copertina che

riportava un particolare del cam-panile di Dardago; contempora-neamente, a Dardago, alcune per-sone si lamentavano che l’Artugnaaveva trattato argomenti pretta-mente budoiesi, escludendo la co-munità dardaghese. Critiche evi-dentemente infondate, per nondire in mala fede. Non ci stiamo!

La redazione è fermamenteconvinta che la storia, le relazionifamiliari, le amicizie, le conoscenzee, ora, anche un unico parroco,fanno dei tre paesi una comunità.

Da decenni, per non dire dasempre, l’Artugna si sforza di es-sere al servizio di tutti e tre i paesidel nostro Comune e aperta anchealla collaborazione con i paesi limi-trofi. Ma ciò non può voler dire chedobbiamo pesare col bilancinoogni articolo, ogni foto, ogni co-pertina per rappresentare propor-zionalmente i tre paesi. E, in ognicaso, anche se lo volessimo, sucosa dovremmo basarci? Sullapercentuale della popolazione?Sul numero dei lettori? Sulla quan-tità delle offerte?

No, non ci stiamo a seguirequesta «logica» meschina. Esserea servizio della comunità vuol direpubblicare articoli di interesse co-mune. Chi dice che un servizio sul-

Non ci stiamo!

la storia o un avvenimento di SantaLucia, non interessi a un lettore diDardago, di Budoia o viceversa?Saremmo veramente limitati, senon fosse così.

È necessario rispettare il lavoroaltrui – mai improvvisato, semprepianificato, spesso difficoltoso perottenere un livello di qualità – spe-cialmente quando questo lavoro èfatto gratuitamente, con costanzae sacrificio, per il desiderio di ope-rare in modo utile nel territorio,soprattutto senza ambizioni di ap-parire. Ben vengano, quindi, lecri tiche e i suggerimenti costruttivida parte di chi vuole migliorare ilperiodico, ma respingiamo conforza quei giudizi, palesementeinfondati, da parte di quanti critica-no solo per criticare, prevaricandoscelte e decisioni di chi da oltre 35anni opera in silenzio.

Si sa purtroppo che il rispettoper il prossimo è divenuto uno stilecomportamentale d’altri tempi, mi-nacciato dalla superficialità e dal-l’arroganza, in disuso anche dapar te di chi dovrebbe garantireruoli educativi. Noi confidiamo neilettori de l’Artugna, che sostengo-no i nostri principi, per aiutare ipae si a guardare uniti al futuro, nelrispetto di ciascuna microidentità,in un destino senza campanili, so-stantivo d’altri tempi che ci erava-mo illusi di aver perso lungo il no-stro lungo cammino.

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la lettera del

salvezza che rialza Elisabetta dallaprostrazione e dall’infamia.(Nell’antico Testa men to le donneche non potevano avere figli, eranoconsiderate maledette da Dio).Il dono della vita umana, – inparticolar modo oggi – è daauspicare e preservare.La risolutezza di Maria non èdovuta soltanto dalla sua forzad’animo, ma proviene anche daquella forza superiore che èla grazia, frutto della Creatura cheportava in grembo: Gesù!Maria, donna immacolata,pienamente viva, gode dello statodi chi è una creatura nuova, permezzo della potenza redentricedi Cristo. Ci insegna ad essere fortie dinamici, pronti a donare e adonarsi nel quotidiano, in tantipiccoli gesti di servizio e di amore;l’annuncio della novità portata dalFiglio; la vita nuova che inizia giàdal giorno del nostro Battesimo econtinua negli altri Sacramenti.Le nostre Comunità cristianehanno vissuto la prima domenicadi luglio l’evento del dono delloSpirito Santo su 24 giovani eragazze; è stata una riscopertadella grazia santificante di Dio.Il Ve sco vo, successore degliApo stoli, nell’imporre le mani su diessi, ha invocato la potenza dello

Carissimi,

c’è un verbo, nel Vangelo, cheac comuna in modo particolarela Vergine Maria al Figlio.È il participio greco anastàsa, chesignifica al zatasi. Questo verboviene usato nel primo capitolo delVangelo di Luca, per raccontareche, dopo l’annunciodell’Arcangelo, «Ma ria, alzatasi simise in viaggio e raggiunse in frettala casa della cugina Elisabetta».Questo verbo ha, però, la stessaradice della parola che San Lu caadopera per descrivere larisurrezione di Cristo, che in grecosi chiama, appunto, anastàsis. Gesù risorto è raffigurato nelleantiche icone come Colui che sialza in piedi, dopo aver vinto lamorte e il peccato, per rialzare tut ticoloro che credono in Lui e liberarlidalla passività della vita e dallaschiavitù del peccato e delsepolcro.La Madonna Assunta ci insegna adessere sempre in piedi, di frontela Vita, per affrontare le situazionicon coraggio e intraprendenza,senza condizionamenti e ombradi passività. Ella infatti si muove infretta, senza che nessuno la debbasollecitare, per portare alla parente,incinta nella vecchiaia, – altrosegno di vita – l’an nuncio della

Plevàn

Spirito con i suoi doni. Speriamoche questi «cristiani adulti nellafede», aiutati anche dal nostroesem pio, possano essere semprein piedi, pronti a donare e adonarsi.Insieme con Maria impariamo avivere da persone risorte, toccatedalla potenza della «Pasqua delSignore» per essere sempre pronti,in ogni occasione della vita, acogliere l’amore di Dio in noi.Impariamo soprattutto a fare noiil primo passo, quando ci sentiamopeccatori chiedendo il perdono diDio o, come Maria, sapendoesprimere a chi è in dif ficoltàspirituale l’annuncio del perdonodel Signore per riconciliarci conloro e riconcilirsi con Lui, Fareil primo passo quando ci sembra diessere stati umiliati o offesi è ungesto di grande virtù e di grandecarità.Allora, il ferragosto che viviamosarà sempre una vera gioia, nonsolo per il riposo del corpo, dopoun anno di fatiche e di lavoro, masoprattutto un refrigerio peril nostro spirito e la nostra anima,per cantare insieme alla nostraMadre Celeste, le meraviglie cheDio ha creato per noi e chedobbiamo sentire nostre e viverlecon fiducia.Buone vacanze a tutti, in modoparticolare a quanti vivonosituazioni di malattia, di infermità,di solitudine; ai nostri emigrantiche ritornano con gioia ai paesid’origine, ai lettori del nostroperio dico: sentano la presenzamaterna di Maria, donnastraordinaria e vicina a noi.

VOSTRO DON ADEL

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IMPORTANTE

Per ragioni legate alla normativasulla privacy, non è più possibile averedagli uffici comunali i dati relativial movimento demografico del comune(nati, morti, matrimoni).Pertanto, i nominativi che appaiono suquesta rubrica sono solo quelli che ci sonostati comunicati dagli interessati o da loroparenti, oppure di cui siamo venuti aconoscenza pubblicamente.Naturalmente l’elenco sarà incompleto.Ci scusiamo con i lettori.

Chi desidera usufruire di questa rubricaè invitato a comunicare i dati almeno ventigiorni prima dell’uscita del periodico.

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N A S C I T E

Benvenuti! Abbiamo suonato le campane per l’arrivo di...

Lorenzo Tomasello di Santino e Cristina Rui – BudoiaRachele Puppin di Marco e Michela Ballan – San Donato Milanese (Mi)Benedetta Zambon di Matteo e Nadia Dainese – VeneziaNicole Carlon di Ivan e Natasha Dalla Bona – BudoiaVictor Lachin di Emanuele e Stefania Antoniazzi – BudoiaNicola Crestan di Roberto e Lucia Ianna – Vigonovo/DardagoFilippo Doimo di Guido e Federica Zanolin – Range/BudoiaLinda Stimoli di Luca e Lorena Bottan – Bibano (Tv)Riccardo Lanzini di Luca e Silvia Zambon – Milano

M AT R I M O N I

Hanno unito il loro amore. Felicitazioni a...

Dario Bastianello e Tiziana Miori – TrentoDavid Colussi e Michela Fort – Santa LuciaLoris Carlon e Anna Rita Dioguardi – BudoiaSimone Zambon e Tania Martinuzzi Battan – Dardago

L A U R E E , D I P LO M I

Complimenti!

Licenza Scuola Primaria

Matteo Andreazza, Ioana Claudia Asarei, Mederioue Batoukounou Ntinou, Giulio Bertolo, Elisa Bocus,Susanna Bortolini, Alexandru Ciobanu, Oana Bianca Condrea, Alessandro Cozzi, Gabriele D’Andrea,Patrick De Marchi, Davide Fantin, Elisabetta Fossa, Roxana Galateanu, Alessandro Giannelli, Martino Gilli,Cristina Hudorovic, Giulia Janna, Valentina Clara Jimenez Ortega, Elena Lachin, Michele Lachin,Lucia Marcandella, Eros Mella, Luca Pauletti, Francesca Pujatti, Tommaso Quaia, Nicole Riccioni,Alessandro Rigo, Serena Rui, Medina Selimoska, Federica Signora, Matilde Signora, Samuele Sirotic,Cristina Sturzu, Mattia Zambon.

Licenza Media Inferiore

Chiara Baracchini, Matt Gannsh Batoukounou Moulounda, Gianluca Bortolini, Alice Braido, Julia Bratosin,Andrei Narcis Bulboaca, Alessandra Carlon, Riccardo Cozzi, Raffaele Fossa, Andrea Morson, Alberto Rigo,Martina Zanchetta, Valentina Zanchetta.

Licenza Media Superiore

Matteo Bocus – Istituto Tecnico IndustrialeFrancesco Del Maschio – Istituto Tecnico GeometriFederico Rigo – Liceo ScientificoStefano Lachin - Istituto Tecnico Industriale Alessia Quaia – Liceo ScientificoMonica Zambon – Istituto Tecnico CommercialeSamanta Ofstedal – Istituto Tecnico CommercialeAlessia Quaia – Liceo scientificoRoberto Carlon – IPSIA

D E F U N T I

Riposano nella pace di Cristo. Condoglianze ai famigliari di…

Sabina Carlon Miai di anni 80 – Milano/BudoiaLuigia Ofelia Titolo di anni 92 – BudoiaGuerrino Titolo di anni 90 – UdineRoberto Barraco di anni 66 – Santa LuciaElio Carlon di anni 83 – BudoiaFlora Zanolin di anni 87 – San Giovanni di PolcenigoNatalina Vettor di anni 85 – DardagoOsvalda Signora di anni 97 – BudoiaAngela Angelin di anni 94 – Figline ValdarnoGildo Bastianello di anni 87 – DardagoAngelina Zambon di anni 94 – Castello d’AvianoGelsomino Carlon di anni 64 – BudoiaIda Bocus di anni 97 – DardagoRenzo Panizzut di anni 80 – RapalloSimona Cigana di anni 30 – Aviano

35° di matrimonio

Vittorio Vuerich e Giuliana Angelin – Budoia

Nozze d’oro

Ruggero Zambon e Lucia Bulloni – Berna (Svizzera)Claudio Parmesan e Ofelia Biscontin – DardagoFortunato Rui e Rina Mies – Budoia

Lauree

Cristina Bigai – Scienze dell’Educazione – MilanoEdoardo Bastianello – Architettura – DardagoChiara Burelli – Giurisprudenza – DardagoAlberto Zambon – Economia Aziendale – DardagoMichele Zambon – Giurisprudenza – DardagoRiccardo Bolzan – Economia – Guildford (UK) – MilanoDaniele Carlon – Economia Aziendale – Budoia

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Periodico quadrimestrale della Comunità di Dardago, Budoia e Santa Lucia (Pn)

sommario

2 Non ci stiamo!di Roberto Zambon, Vittorina Carlon, Vittorio Janna

3 La lettera del Plevàndi don Adel Nasr

4 La ruota della vita

6 Se fos cà me nono…di Anna Pinàl

7 Festa a Costa per la Madonetadi Mario Povoledo

26 Due anni di vita per il sito www.artugna.itdella Redazione di www.artugna.it

27 Quarant’anni fa… la nascita dell’AFDSdi Dardagodi Massimo Zardo

29 La Mostra Micologica regionale di Budoia compie quarant’annidi Marta Zambon

30 Gruppo Folcloristico Artugna.E son già 30 anni…di Marta Zambon

31 Associazione Musicale «Gabriel Fauré»a cura di Marta Zambon

Autorizzazione del Tribunale di Pordenonen. 89 del 13 aprile 1973Spedizione in abbonamento postale. Art. 2, comma 20, lettera C, legge n. 662/96.Filiale di Pordenone.

Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzionedi qualsiasi parte del periodico, foto incluse, senza ilconsenso scritto della redazione, degli autori e deiproprietari del materiale iconografico.

Direzione, Redazione, Amministrazionetel. 0434.654033 · C.C.P. 11716594

Internetwww.naonis.com/artugnawww.artugna.it

[email protected]

Direttore responsabileRoberto Zambon · tel. 0434.654616

Per la redazioneVittorina Carlon

Impaginazione Vittorio Janna

Spedizione Francesca Fort

Ed inoltre hanno collaborato Alessandra Carlon, Domitilla Perin, EspeditoZambon, Marta Zambon, Raffaele Zambon

StampaArti Grafiche Risma · Roveredo in Piano/Pn

In copertina.La Madonna, spesso unita al Bambino, vista dallapietà popolare in una molteplicità di volti e dicomportamenti, è considerata dall’essere mortalela più «Potente». Una devozione semplice, com -pren sibile, viva e sentita dalle nostre Co mu nitàcome conferma l’iconografia presente in modorilevante nei segni sacri del territorio.

[Foto di Vittorina Carlon e Vittorio Janna]

*

Vergine Santa, nella gloria del Cielo,non dimenticare le tristezze della terra.

Getta uno sguardo di bontà su coloro che sononella sofferenza, che lottano con le difficoltà,che non cessano di bagnare le loro labbra alleamarezze della vita.

Abbi pietà di coloro che amavano e sono statiseparati da noi.

Abbi pietà della solitudine del cuore.

Abbi pietà della debolezza della nostra fede.

Abbi pietà degli oggetti del nostro affetto.

Abbi pietà di coloro che piangono, di coloro chepregano, di coloro che vacillano.

Dona a tutti la speranza e la pace. Amen.

ABBÉ PERREYVE

111

ann

o XX

XVI ·

agosto 2007

8 La Confermazione ai nostri giovanidi Francesca Romana Zambon eI ragazzi del ’93 di Budoia

La prima Comunionedi Gianfranca Portaluppi

10 Podestà, commissari prefettizi e sindaci del Comune di Budoiadal 1926 al 2007di Elvi China

14 Da Dardac… ai poli (parte seconda)di Roberto Zambon

16 Orto terapia. Il recuperodella tradizione degli orti domesticidi Alberto Grizzo

18 La bellezza nelle iconedi Francesca Begotti

21 Nella Vigna del Signoredi don Maurizio Busetti,don Terziano Cattaruzza,Claudia Scagnol

24 Francesco IV3TKSdi Pietro Cogo

32 ’N te la vetrina

33 L’angolo della poesia

34 Ci manca Eliodi Mario Povoledo

35 Lasciano un grande vuotoIl loro ricordo non sfuma(30° anniversario di morte)di Silvana e Maria Rita Angelin

36 Cronaca

39 Inno alla vita

42 I ne à scrit

43 Programma religiosoper l’AssuntaBilancio

e inoltre...

Albero genealogico dei Carlon RosIl ramo de Andol Rosa cura di Vittorina Carlon

[diciottesimo inserto]

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…cosa direbbe, quando mi vedemasticare nervosamente gomma,accendere una Marlboro dietrol’altra, premere sull’acceleratorein corsia di sorpasso, trangugiareun piatto di spaghetti in quattroforchettate, far durare il pranzonon più di un quarto d’ora, parlarecon la sbrigatività di chi non hatempo da perdere… el disarave…«nino, pian, soto mat?»

In questi ultimi tempi si è in-staurata un’accelerazione pro-gressiva, la calma è scomparsa,una qualità che non ha più nessu-no, salvo persone che vivono nelnascondimento in stretta clausu-ra, o eremiti.

La calma quando la vedi è fin-ta. Recitata. Messa in mostra asuon di valeriana, Tavor, ginnasti-ca relax nei centri benessere chehanno la funzione di salvarci daimanicomi. Eppure discendiamoda gente che è stata calmissima,felice, dignitosa, saggia. Che havis suto a schiena dritta, senzaavere padroni, che non aveva bi-sogno di correre per essere pun-tuale o fare sorrisi a comando se-

Se fós cà

condo le regole del successo, peressere gradevoli.

Me nono coltivava dentro di séuna pacificazione profonda. Vi ve -va fuori da ogni imperio, assapo-rava la libertà del fare, guidato dal-l’osservazione e dall’esperienza.Se conduci un paio di vacche, tie-ni d’occhio che siano agganciatebene, che i movimenti del trainosiano spontanei e tranquilli. Il bovi-no ama assecondare il suo padro-ne, usa la sua forza per trasporta-re carro e conducente se du to conle gambe penzoloni, apparente-mente ozioso, ma ac canto a lui.La coppia di animali incede conun passo che ha il ritmo della pa-zienza. Quella fatica tutti insieme,coordinata da qualche richiamo avoce alta, è il legame che appagae riempie di un sentimento di cal-ma che non ha eguali. L’abitudinea tenere gli occhi sullo sforzo esulla fatica di chi ci è vicino, per-sona o animale, ci rende buonigiudici del valore degli altri e im-pedisce orgogli di presunta supe-riorità. L’umiltà del contadino è in-teriore e profonda perché parte

da qui: la condivisione della fatica.L’orgoglio ha meno spazio per sa-lire, fa meno strada.

Il contadino è un lottatore or-ganizzato, combatte tante forzedella natura, le erbacce infestanti,i giochi di vento che fanno corica-re i raccolti, le incursioni di animaliche fanno razzie… la sua lotta èmultiforme, tollerante, oculata,amichevole anche con i nemici.Non si inalbera, si presenta sorri-dente e con curiosità all’avversa-rio. Cerca la parte buona dell’al-tro. Non comanda e non èco mandato. È sempre un passofuori degli assilli. Libero dalla pa-ranoia delle preoccupazioni fisse.

Quando ammiri i filari delle vi-gne, inscheletriti dalla potatura, livedi così nudi, impoveriti, fatti apezzi, striminziti, ridotti a poverebacchette. Da lì la linfa passeràpiù scorrevole e abbondante perriversarsi nei pampini, nel foglia-me, nei grappoli succosi. Sono vi-sioni che ti ricordano tuo nonnocontadino.

Apri un tuo album di fotografie:sicuramente hai una sua foto, ri-tratto accanto alla sua ua. Lui cosìricco di capacità, così acuto os-servatore, avrebbe buone indica-zioni da darti. Cerca di spremerledalla tua memoria, dai ricordi chehai della sua saggezza e cominciada oggi a rallentare e a dirti «ni-no… pian… pian».

Prosegui in questa attivitàmen tale per riappropriarti del tuotempo di ragazzo, della calmache hai visto, hai vissuto, ti ha fat-to star bene. È un patrimonio cheti appartiene. Privilegio esclusivoche fa bene all’anima.

di Anna Pinàl

me nono…

LA CALMA, UNA QUALITÀ CHE NESSUNO HA PIÙ, OGGI.

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a pietà e la religiosità popolaredelle nostre genti è stata sempreaccompagnata da «segni» cherimarcano quanto le nostre terresiano devote alla Madonna, tantoda coniare un termine, parlandocon gli amici de l’Artugna, chele nostre sono «Terra di Maria»,perché queste edicole dopola precisa catalogazione da partedi Vittorina Carlon del periodicol’Artu gna, negli anni’80/90, ci fan -no riscoprire continuamentequesta intensa devozione, estesain tutto il territorio.Sul timpano del noto capitello inlocalità Pedemontana, conosciutoda tutti come capitel de laMadona de Costa, è impressa ladata 1907; cento anni di devozioni,di preghiere, di semplici gesti digenuina pietà popolare;la tradizione vuole che quantipassavano e tutt’ora passanodavanti l’edicola, si fermino unistante ad ammirare gli occhidolcissimi della statuadell’Immacolata che guardanoverso i monti – come recital’antico salmo: «Alzo gli occhiverso il monte, da dove mi verràl’aiuto. Il nostro aiuto vienedal Signore che ha fatto il cieloe la terra». Un tempo luogo di fienagione,di taglio della legna per l’inverno,di inizio della salita versoMez zomonte a piedi per la festadi sant’Antonio abate, in religiososilenzio lungo la strada sino allameta. Ora, con l’era tecnologica,anche se tutto è cambiato, (non sisa se in meglio) la data non èpassata inosservata ed è sorto

Festa a Costa

spontaneo un «Comitato delle viede la Madoneta», che, in accordocon la Parrocchia, ha preparatouna serata di preghiera e di festa.Sono bastati due semplici incontriper coordinare e distribuire i variincarichi per la buona riuscita dellamanifestazione, iniziata sul fardella sera con il canto del «SalveRegina» e la recita delle litaniedavanti il sacello; breve«Rogazione della vigiliadel l’Ascen sione» – altra tradizionetra lasciata – e la Santa Messa nelcampo retrostante, gentilmenteconcesso, celebrata da Don Adel,accompagnata dal coro del laParrocchia. Breve spiegazionestorica tenuta da Fer nandoDel Maschio e al termine le circatrecento persone che si eranoraccolte, insieme allarappresentanza degli Alpini delGrup po di Budoia, alla presenzadel Sin daco e di tre Assessori,hanno continuato la festa conun gustoso rinfresco, preparatodalle famiglie.Una bella Croce in legno a ricordodel centenario, fatta dalle maniartigianali dei Mos’cion e Roco,sarà issata accanto al sacello, perl’occasione imbandierato eadornato di composizioni floreali elumi, donati da fedeli edestimatori, perché non passi inos -servato, anzi rimanga imperituroun centenario, vissuto conintensità e con profonda fede.

Un plauso sincero a tutti coloroche, in qualsiasi modo e formahanno contribuito per la buonariuscita della serata.

UN’EDICOLA, UNA STORIAPER NON DIMENTICARE LE NOSTRE ORIGINI RELIGIOSE

per la Madonetadi Mario Povoledo

L

Nelle foto. Momenti di preghiera davantiall’edicola sacra, prima della celebrazionedella Santa Messa in un prato attiguo.(Foto di Fulvia Mellina)

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a cerimonia è iniziata partendoin processione, noi, i no stri padrinie madrine, don Adel ed il Ve scovoOvidio Pole t to, dalla canonica,per poi entrare solen nemente inchiesa.

All’omelia mon signor Polettoci ha invitati a riflettere su quelloche avremmo ricevuto, da lì a po-chi minuti, dal momento in cui luici avrebbe imposto le mani, sa-remmo diventati apostoli del Si -gno re, avremmo confermato lanostra appartenenza alla Chiesa,diventando per sempre cristiani, eche sarebbe iniziato un nuovocam mino davanti a noi. Si è sof-fermato anche su quello che suc-cede spesso ai nostri tempi, c’èchi fa la Cresima e poi non fre-quenta più la Chiesa. Il Vescovoha detto che dovevamo essereconvinti su quello che stavamo

per fare, dovevamo sentire il desi-derio di volere dentro di noi loSpirito Santo. All’offertorio, alcuniragazzi hanno portato alcuni doni.Il più significativo tra questi erano i7 ceri che rappresentano i 7 donidello Spirito Santo (intelletto,scien za, consiglio, timor di Dio,fortezza, pietà, sapienza).

Finalmente venne il momento,dopo averci unto con l’olio consa-crato, il Vescovo ha parlato conognuno di noi, per pochi attimi, aqualcuno ha commentato il signi-ficato del proprio nome ad altri hadetto che in tutte le scelte chefarà non dovrà mai voltarsi indie-tro, riferendosi al Vangelo letto inprecedenza. Prima della benedi-zione finale Sua Eccellenza ha au-gurato a noi cresimati di continua-re il cammino con Dio.

Un ringra ziamento speciale vaal coro della Pieve di Dardago,che ha accompagnato la cerimo-nia, ed anche ai catechisti Porta -luppi Gianfranca, Gioia Stefania eDel Maschio Fernando che condedizione ci hanno guidato allaConfermazione.

Concludo con un mio perso-nale pensiero: spero che a noi tut-ti cresimati sia entrato dentro loSpirito Santo, e che non smette-remo mai di continuare il nostrocammino cristiano perché la Cre -sima non è un sacramento qua-lunque: con i suoi 7 doni ci fortifi-ca e quindi ora più che maidob biamo dimostrare a tutti chesiamo degni di ciò.

Il Vescovo, mons. Ovidio Poletto, don Adel edon Domas insieme con i cresimati:Valerio Adore, Luca Bocus, Michele Bocus,Chiara Baracchini, Alice Braido, AlessandraCarlon, Francesco Carlon, Riccardo Cozzi,Natascia Dalla Bona, Ilya Ermoshkaev,Federico Fort, Matteo Fucci, Giulio Giannelli,Paolo Guadagnini, Andrea Morson, MenaPepe, Alessia Vincenzi, Marco Volpatti,Jasmine Wiley, Francesca Zambon,Francesca Romana Zambon, SimoneZambon, Martina Zanchetta e ValentinaZanchetta.

Domenica 1° luglio 2007, 24 ragazzi delle nostre comunità hanno ricevutola Santa Cresima dal Vescovo, di Con cor dia-Pordenone. S.E. mons. Ovidio Po letto.Questa cerimonia così importante dopo cinque anni è stata di nuo vo celebratanella Pieve di Santa Maria Maggiore di Dar da go.

La Confermazione

di Francesca Romana Zambon

Per continuareil nostro

ai nostri giovani

L

CAMMINOCRISTIANO

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Il luogo per eccellenzadell’accoglienza e dell’ascoltoè la celebrazione dell’Eucarestianel giorno del Signore.Domenica 20 maggio 2007 nellachiesa di Santa Lucia, hanno ricevutola prima Santa Comunione: AliceSpringolo, Daniele Zorzi e Fran cescaPoles.Domenica 27 maggio 2007 nellachiesa di Sant’Andrea in Budoiahanno ricevuto la prima SantaComunione: Francesca Arcicasa,Benedetta Andreazza, MatteoAndreazza, Elisabetta Castellet,Gabriele Cettolin, Mar tina Del Puppo,Daniele Del Fabbro, Michal El Saliby,Anna maria Galassi, Tommaso Pepe,Marco Pujatti, Filippo Venturato eCarolina Zambon.Domenica 3 giugno 2007 nella chiesadi Santa Maria Mag giore in Dardagohanno ricevuto la prima SantaComunione: Denise Meneghini eRiccardo Ba stia nello.I bambini delle Comunità di SantaLucia, Budoia e Dardago hanno

al nostroterzotraguardo

FINALMENTE

o scorso ottobre è iniziato ilperiodo di preparazione alla cre-sima per noi ragazzi del ’92 e ’93.

Eravamo divisi in tre gruppi: ilprimo formato da quelli del ’92,che aveva come catechista Ste -fania Gioia; il secondo compostoda noi del ’93, che aveva comecatechista Fernando Del Ma -schio; infine il terzo, costituito daalcuni ragazzi di Dardago, guidatida Gianfranca.

A noi del ’93 Fernando ha in-segnato il significato di Cresima ealtri diversi concetti, tutti con il fi-ne di portarci preparati ad affron-tare questo grande passo. Tuttoquesto lo abbiamo potuto fareanche attraverso la lettura di unlibretto, il cui contenuto venivacommentato da noi e spiegatopoi dal nostro catechista.

Il giorno della Cresima, ovverodomenica 1° luglio, ci siamo ritro-vati, cresimandi, padrini e madri-me, a festeggiare questo grandegiorno con i nostri amici e parenti.

Tanti fedeli di Budoia e SantaLucia si sono uniti in chiesa aDardago per assistere a questacerimonia, e per ascoltare le pa-role che il Vescovo mons. OvidioPoletto, ha speso per ognuno dinoi al momento della Con fer ma -zione. Alla fine della Messa sonostate scattate delle foto ricordoper immortalare questo momentospe ciale e unico.

Ringraziamo tutti quelli che cihanno aiutato e sostenuto in que -sto percorso.

GIUNTI

L

a cura dei ragazzi del ’93 di Budoia

incontro con Cristo nell’EucarestiaLA PRIMA COMUNIONE

di Gianfranca Portaluppi

frequentato il catechismo,preparandosi al Sacramento dellaprima Comunione. Durante l’annoliturgico, non sono mancati allefunzioni sia in Quaresima sianell’Avvento, hanno partecipato allaVia Crucis di sera, che si svolgevaper i sentieri che portano al Ciastelatilluminato dalle torce. Un’esperienzanuova e gradita!Durante l’anno i genitori hannopartecipato ad alcuni incontri e adun ritiro spirituale che si è tenutoa Budoia con la partecipazione deicatechisti, Ugo, Mi chela eGianfranca, con il supporto diGemma Taverna e don Adel sul tema:«La Famiglia, primi educatori inCristo, ieri e oggi». «Noi, da chiandremo? Tu solo hai parole di vitaeterna». Così diceva l’Apostolo aGesù. Così anche noi chiediamoai nostri ragazzi e bambini dellecomunità che la Prima Comunionesia l’inizio di tanti incontri con Gesùnell’Eucarestia e che la forza diun cristiano è e resta la famiglia.

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INTRODUZIONE

Ho svolto questa ricerca con loscopo di ricordare i protagonistidella vita pubblica locale che han-no occupato la posizione di verti-ce dell’Amministrazione Co mu na -le di Budoia nel periodo che vadal 1926 ai giorni nostri. Si trattadi un breve excursus di una piùampia indagine storica che riguar-da le vicende politico-amministra-tive del Comune di Budoia relativeallo stesso periodo.

La ricerca si articola in dueparti: 1) la prima parte riguarda ilperiodo 1926-1945 fino alla Libe -ra zione, con riferimento ai pode-stà e ai commissari prefettizi (il1926 è l’anno di insediamentodel primo podestà di Budoia); 2)la seconda parte riguarda la fasepost-Liberazione dal 1945 a og-gi, con riferimento ai sindaci e alquadro delle giunte e degli ammi-nistratori comunali.

I dati relativi alla prima partesono stati desunti quasi esclusi-vamente presso l’Archivio di Sta -to di Udine, disponibili a partiredal 1926; quelli della secondaparte presso gli archivi comunalidi Budoia (va rilevato che l’archi-vio storico del Comune andò di-

strutto nel mese di luglio 1944 daun incendio che devastò la sedemunicipale).

PERIODO 1926-1945:PODESTÀE COMMISSARI PREFETTIZI

Premessa

Alla fine del mese di ottobre1922 diventa capo del governoitaliano Benito Mussolini, che èanche il capo del Partito Na zio -nale Fascista (PNF). In Italia, nelgiro di pochi anni, il potere fasci-sta si consolida, come regime apartito unico (PNF), con la costi-tuzione dello Stato totalitario.

Nel 1926 viene riformata l’am-ministrazione degli enti locali conl’abolizione del sistema elettoralee la nomina governativa del po-destà, nuova figura al vertice delComune che esercita le funzioniin precedenza attribuite al sinda-co, alla giunta municipale e alconsiglio comunale.

Il primo podestà di Budoia siinsedia nel mese di settembre1926. Successivamente, in parti-colari situazioni, in luogo del po-destà è nominato un commissa-rio prefettizio.

Il 25 luglio 1943 segna la ca-duta del fascismo. È in atto datempo il 2° conflitto mondiale.L’Italia si spacca in due, percorsae controllata da eserciti stranieri: itedeschi al centro-nord e gli an-glo-americani al sud. Sotto la di -rezione del Comitato di Li be ra -zione Nazionale (CLN) operanoformazioni partigiane che nell’Ita -lia centro-settentrionale impegna-no, a partire dall’autunno 1943, ireparti nazifascisti in una costanteazione di guerriglia: inizia la guerradi Liberazione.

Nell’ottobre 1943 anche Bu -doia viene a far parte con la pro-vincia di Udine della zona di ope-razioni e occupazione tedescadel Litorale Adriatico, annesso difatto al Terzo Reich.

Fino al termine del 2° conflittomondiale, il Comune rimane sot-to il controllo militare tedesco esotto il controllo amministrativodella Repubblica Sociale Italiana(Repubblica di Salò), fondata daMussolini nel settembre 1943,sotto tutela nazista. Il fascismoriemerge con la nuova etichettadi Partito Repubblicano Fascista(PRF). Tra la fine di aprile e i primidi maggio 1945 gli Alleati anglo-

Podestà,

del Comune di Budoia dal 1926 al 2007

commissari prefettizie sindaci

di Elvi China*

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americani e il movimento dellaResistenza, coordinato dal CLN,liberano l’Italia dal nazifascismo.Si conclude anche per il nostroPaese il 2° conflitto mondiale.

Podestàe commissari prefettizi

1926/33: Luigi CarlonPodestà dal settembre 1926 alsettembre 1931, commissarioprefettizio nel periodo settembre-novembre 1931 e poi ancora po-destà dal novembre 1931 al no-vembre 1933.

Nel 1926 Luigi Carlon è nomi-nato podestà perché stimato dal-la popolazione e sostenuto dallasezione locale del PNF.

Nell’autunno 1933 Carlon sidimette per motivi di lavoro e difamiglia.

1933/35: Andrea CarliCommissario prefettizio dal no-vembre 1933 al gennaio 1935 epoi podestà nel periodo gennaio-marzo 1935. Nel 1933 AndreaCarli viene nominato commissario

prefettizio perché stimato dallapopolazione e per avere ben ope-rato come vicepodestà durante lagestione Carlon.

Ma nel marzo 1935 il Carli, di-ventato podestà in gennaio, vienesospeso dalla carica dal prefetto diUdine per aver espresso giudizicontrari al medico condotto di Bu -doia assumendo «un com por ta -mento in contrasto con i doveri delsuo ufficio e tale da determinare ilpericolo di turbamento dell’ordinepubblico». Il me dico con dotto, pe-raltro, era stato contestato ancheda una parte della popolazione perla presunta esosità nella richiestadi compensi e per il comporta-mento giudicato a volte «rude» (ilmedico fu «riabilitato» a seguito diinchiesta disposta dalla Pre fet tura).Nello stesso mese Andrea Carlirassegna le dimissioni da podestàper motivi di famiglia.

1935: Andrea La VecchiaCommissario prefettizio nel perio-do marzo-giugno 1935.

Funzionario di pubblica sicu-rezza della Questura di Udine,

Andrea La Vecchia viene incari-cato dal prefetto di amministrarein via temporanea il Comune conil duplice compito di «evitarequalsiasi turbamento dell’ordinepubblico» e di «ricercare un ele-mento idoneo da proporre allacarica podestarile».

1935/45: Luigi PatrizioCommissario prefettizio dal

giu gno 1935 al febbraio 1936 epoi podestà dal febbraio 1936 al-l’aprile 1945.

Nel 1935 Luigi Patrizio è no-minato commissario prefettiziosu segnalazione del suo prede-cessore Andrea La Vecchia e nel1936 è nominato podestà per-ché gode della stima e della fidu-cia della popolazione (nomina ri-confermata nel 1940 per un altroman dato).

Nel primo semestre del 1944 ilPatrizio presenta a più riprese leproprie dimissioni da podestà permotivi di lavoro e di salute ma ilprefetto non le accoglie perchénon si trova in Budoia un sostituto.Il 13 luglio il Patrizio chiede nuo -

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vamente al prefetto di essere sol-levato dall’incarico per ragioni disalute. Ma pochi giorni dopo si ve -rifica a Budoia un evento funesto:nella notte tra il 22 e il 23 luglio lasede municipale viene devastatada un incendio. Data la situazionedi grave emergenza e la mancan-za di candidati alternativi il prefettonon procede alla sostituzione delPatrizio che rimane in carica finoall’aprile 1945.

La Liberazione

Nella nostra zona durante laguer ra patriottica di Liberazionesvolgono un ruolo rilevante i par-tigiani della divisione garibaldina«Nino Nannetti», con particolareriferimento alla brigata d’assalto«Ciro Menotti», comandata daRai mondo Lacchin (Chirurgo) eart icolata in cinque battaglioni.

Svolgono un ruolo importanteanche gli antifascisti del paese,alcuni dei quali fanno parte delCLN di Budoia, molto attivo, pre-sieduto da Agostino Varnier.

Il 29 aprile 1945 fa il suo in-gresso a Budoia il battaglionepartigiano «Nino Bixio» della bri-gata d’assalto «Ciro Menotti»: è ilgiorno della Liberazione per ilpaese.

PERIODO 1945/2007:I SINDACI

Premessa

Sono organi istituzionali del Co -mune il sindaco, il consiglio co-munale e la giunta.

Subito dopo la Liberazione ilComune viene amministrato percirca un anno e mezzo da unagiunta composta da cinque mem-bri, sindaco e 4 assessori.

Verso la fine del 1946 vengonoripristinati, mediante elezioni, tuttigli organi istituzionali del Comune:consiglio comunale (quin dici con-siglieri), sindaco e giunta munici-pale (due assessori effettivi e duesupplenti).

L’elezione e il funzionamento didetti organi sono stati disciplinati

nel tempo da varie norme statali,regionali e statutarie comunali,commisurate all’entità della popo-lazione del Comune. Il Comune diBudoia contava 2.657 abitanticon il censimento del 1951 e2.415 al 31 dicembre 2006.

L’elezione del consiglio comu-nale ha luogo mediante elezionigenerali a suffragio universalema schile e femminile (per la pri-ma volta il diritto di voto vieneeste so alle donne). La ripartizionedei seggi si effettua con il sistemamaggioritario.

I componenti l’esecutivo, sin-daco e assessori, sono scelti fra iconsiglieri comunali.

A partire dal 1990 la giuntamunicipale è denominata giuntacomunale e viene abolita la di-stinzione tra assessori effettivi eassessori supplenti.

A partire dalle elezioni del 1995:– il sindaco è eletto diretta-

mente dai cittadini a suffragio uni-versale, contestualmente alla ele-zione del consiglio comunale;

– il consiglio comunale è com-posto da dodici consiglieri più ilsindaco (la ripartizione dei seggisi effettua sempre con il sistemamaggioritario);

– la giunta comunale è formatadal sindaco e da due assessori, ri-pristinati a quattro a partire dalleelezioni del 2004; la nomina degliassessori viene effettuata dal sin-daco, che ne dà comunicazione alconsiglio comunale in seduta pub-blica per la presa d’atto.

Nel periodo post-Liberazione ilComune è stato gestito da giuntedi diversa composizione politica,con ampia gamma di formule econ la presenza di sindaci e as-sessori sia di estrazione partiticasia indipendenti.

Sindaci

Alla guida delle giunte comunalipost-Liberazione si sono avvicen-dati sette sindaci.

1945/46: Valentino PanizzutSubito dopo la Liberazione il

battaglione partigiano «Nino Bixio»della brigata garibaldina d’assalto«Ciro Menotti», che il 29 aprile1945 liberò Budoia dai nazifascisti,assume un ruolo di primo pianosulla scena politica-amministrativalocale designando «commissarioal Comune» il partigiano GiuseppeMassaro (Bepi) per la gestione del-la primissima fase postbellica.Sono indette subito le votazioni, inprogramma per il 24 maggio, «perla nomina di cinque componentil’Am mi ni strazione temporanea delCo mu ne». È attivo anche il CLN diBu doia.

Viene designata la prima giun-ta municipale, denominata «giun-ta municipale provvisoria», di mar-ca «ciellenista», presieduta dalsindaco Valentino Panizzut (PCI),operativa fin dalla prima metà dimaggio.

Il 24 maggio si svolgono rego-larmente le votazioni per la ge-stione temporanea del Comune.Il 17 giugno si insedia la «giuntatemporanea», presieduta daValentino Panizzut, che ammini-stra il Comune per circa un annoe mezzo.

1946/49: Luigi CarlonAlle elezioni del 1946 il partitodella Democrazia Cristiana ottie-ne la maggioranza assoluta vin-cendo il confronto con la listaConcentrazione Repubblicanache comprende candidati deipartiti di sinistra, dei partiti laiciminori e indipendenti. La DC am-ministra il Comune coinvolgendonella gestione la minoranza (pre-sente in giunta con un propriorappresentante).

Alla carica di sindaco vieneeletto Luigi Carlon (DC), che nellaprimavera 1949 si dimette permotivi di famiglia e di lavoro.

Nel periodo 1926/33 LuigiCarlon aveva ricoperto le carichedi podestà e di commissario pre-fettizio.

1949/51: Liberale CarlonNel mese di maggio 1949 vieneeletto sindaco Liberale Carlon

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(DC) che subentra al dimissiona-rio Luigi Carlon e che gestisce ilComune fino alla scadenza natu-rale del mandato (giugno 1951)con una giunta che mantiene lostesso quadro politico del periodoprecedente (sempre presente unrappresentante della minoranza).

1951/70: Armando Del MaschioLa Democrazia Cristiana, con li-ste aperte agli indipendenti, ottie-ne la maggioranza assoluta alleelezioni del 1951 e 1956 vincen-do il confronto con la sinistra.Affida il vertice del Comune adArmando Del Maschio (indipen-dente e poi iscritto alla DC), coin-volgendo nella gestione la mino-ranza (presente in giunta con unproprio rappresentante).Anche nel 1960 si registra il succes-so elettorale della DC che supera lalista Blocco di Sinistra e am ministrail Comune con una giun ta monoco-lore presieduta dal sindaco Arman -do Del Maschio (DC).

Alle elezioni del 1964 la DC ot-tiene 12 seggi, il PSI 3 e il PCI nes-suno. Nella fase post-elettoraleviene stipulato un accordo politicoper la formazione di una giuntaDC-PSI in sintonia con la politicadi centro-sinistra perseguita a li-vello nazionale e provinciale daidue partiti. L’esecutivo bicolore èguidato da Armando Del Maschio(DC), rieletto sindaco.

1970/75: Fernando Del MaschioNel 1970 la DC e il PSI si presen-

tano in tandem alle elezioni econquistano la maggioranza su-perando la lista PCI-PSIUP e la li-sta PSDI. Il vertice del Comuneviene affidato a Fernando DelMaschio (DC), al timone di unagiunta formata da democristiani esocialisti.

1975/80: Alessandro GislonAlle elezioni del 1975 si registra lavittoria di misura, 51% dei voti, del-la lista Budoia Democratica (PSI,PCI e indipendenti) sulla lista DC-PSDI, 49% dei voti. Viene elettosindaco Alessandro Gislon (PSI), acapo di una giunta di sinistra.

1980/95: Fernando Del MaschioAlle elezioni del 1980 la lista DC-PSDI (area di centro) si aggiudicala sfida della rivincita con la listaBudoia Democratica. Al sindacoFernando Del Maschio (DC) vieneaffidata la guida della giunta cen-trista.

Nel 1985 la lista DC-PSI-PSDIottiene alle elezioni la maggioran-za assoluta superando la lista PCIe la lista MSI-Destra Na zionale.Viene rieletto sindaco FernandoDel Maschio (DC) al timone di unagiunta di centro-sinistra.

Alle elezioni del 1990 la listaDC-PSI vince il confronto con lalista civica «L’alternativa per Bu -doia». Fernando Del Maschio(DC) è riconfermato sindaco. Nelcorso del 1994 muta il panoramapolitico a livello nazionale e localecon lo scioglimento della DC e

del PSI e la nascita di nuovi partitie movimenti politici. Il sindaco as-sume la posizione di indipenden-te. La giunta Del Maschio rimanein carica fino alla scadenza natu-rale del mandato (aprile 1995).

1995/2007: Antonio ZambonAlle elezioni del 1995, 1999 e2004 i cittadini eleggono sindacoAntonio Zambon (PDS, poi DS eora di area di sinistra), che presie-de in questo periodo una serie digiunte di centro-sinistra, varia-mente articolate nella struttura enella composizione politica.

Amministratori comunali

Dalla Liberazione al 2007 gli am-ministratori del Comune di Bu doiaassommano complessivamente a115: 112 consiglieri co munali e 3esterni al consiglio comunale. A li-vello di giunta: 7 sindaci e 39 as-sessori.

Fernando Del Maschio è statoil sindaco che ha guidato più alungo il Comune ricoprendo la ca-rica di primo cittadino quattro vol-te per complessivi 19 anni e 10mesi, seguito da Armando DelMaschio con quattro volte e 19anni. Tra gli assessori, 3 ammini-stratori vantano la più lunga per-manenza nella carica per quasi 15anni ciascuno: Vincenzo Besa,Giancarlo Bastianello e LuiginoZambon. Numerosi assessori,inoltre, hanno svolto le funzioni divicesindaco, di assessore delega-to del sindaco e di assessore an-ziano.

Numerosi amministratori, infi-ne, hanno fatto parte più volte delconsiglio comunale: il primato ap-partiene ex aequo a GiancarloBastianello e a Fernando Del Ma -schio con 6 volte ciascuno.

*

Direttore didattico appassionato ricercatore di storia contemporanea e autore dipubblicazioni sulla vita amministrativadei Comuni del Distretto di Sacile.

La sede comunale in una cartolina d’epoca dei primi anni ’60. (Collezione privata).

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Riprendiamo il nostro viaggiodopo la sosta sulle coste libiche.Vi ricordate? Eravamo partiti, conil nostro viaggio virtuale, daDarda go e – seguendoil meridiano che congiunge il PoloNord al Polo Sud passando peril nostro campanile – eravamoarrivati, con un balzo di 1474chilometri, vicino alla antichissimacittà di Sabrata.Ora, con una certa ansia,aggrappati al nostro meridiano, ciinoltriamo verso sud nelcontinente nero.La costa, da queste parti, èab bastanza popolata. Ci troviamoesattamente tra le città di Sabratae Sorman. Sono molto vicine traloro. Nella zona ci sono ferrovie eautostrade. Dopo un po’ nontroviamo più grossi centri abitatima solo piccoli appezzamenti diterreno coltivato; dapprimanumerosissimi, poi sempre piùradi, man mano che ciallontaniamo dalla co sta.La vegetazione, a causadell’aridità del clima, è scarsa edè formata dalla macchiamediterranea. Per chilometri echilometri troviamo solo pianura,poi si comincia a salire e ciinoltriamo nella steppa deserticae poi nel deserto vero e proprio.È un deserto assai strano.È posto a una altitudine tra i 500e i 700 metri. Al classico desertosab bioso, si alternano vasti

[parte seconda]

altipiani solcati da letti di fiumisenz’acqua.A circa 500 chilometri dalla costainiziamo ad attraversare la par tedel deserto del Sahara cheabbiamo visto molte volte neidocumentari televisivi: un veromare di sabbia che ciaccompagnerà per centinaia dichilometri. Il paesaggio non cambia fino aquando arriviamo al Tropico delCancro (si chiama in questomodo il parallelo che corre a23° 27’ a nord dell’equatore).Per i più curiosi diciamo che ilTropico del Can cro dista 2512Km. da Dar dago. Entriamo nellazona tropicale. Do po pochichilometri lasciamo la Libia e ciinoltriamo nel Niger. La partesabbiosa del deserto lasciaspazio a una vasta regioneformata da rilievi e valli solcate datorrenti in secca che migliaia dianni fa erano fiumi ricchi diacqua. Quindi ritroviamo ancorail deserto sabbioso. Tutto il norddi questo grande paese èpraticamente inabitato edesertico. Seguendo il nostromeridiano verso sud sorvoliamole grandi savane ca rat teristichedelle regioni subsahariane. Arriviamo, dopo più di millechilometri, al confine tra il Niger ela Nigeria, costituito dalle ansedel fiume Komadugu-Yobe chealimenta il lago Ciad. Possiamo

intravedere il lago, 100 chilometriad est, sulla nostra sinistra: èvastissimo, ma essendo pocopro fondo, è molto sensibile aiperiodi di siccità. In questi ultimi40 anni la sua superficie si èridotta del 90%. Ciò anche acausa dell’uso scriteriato dellesue acque per fini irrigui.Il paesaggio iniziale della Ni geria ècaratterizzato dalla savana ma cisono più centri abitati rispetto alNiger. Il nostro meridiano ci guidaverso sud e aumentano i boschie le foreste, talvolta impenetrabili.Sorvoliamo la Nigeria per circa500 chilometri e arriviamo alconfine con il Camerun.Abbiamo lasciato sulla nostradestra le regioni di questo Paeseche molte volte, purtroppo,abbiamo sentito nominare: Biafrae il Delta del Ni ger sconvolte dallamiseria e dalla violenza! Siamo ora nella parte centrooccidentale del continente. L’immenso oceano Atlantico è acirca 300 chilometri da noi.La parte interna del Camerun èun grande altipiano (6/700 metridi altitudine) molto ricco diforeste e di fiumi. Ci avviciniamosempre più all’equatore.Il meridiano di Dar dago incontral’equatore nel territorio del Gabon.Abbiamo percorso, dall’inizio delnostro viag gio, esattamente5118 chilometri. Dob biamoaffrontarne altri 10002 prima di

In questo numero, pubblichiamo la seconda partedel viaggio virtuale per scoprire i paesi, le città,i monti, i fiumi e i mari che si trovanosulla stessa longitudine del nostro paese.

Viaggio virtuale lungo il meridiano di Dardago

da Dardàc...

di Roberto Zambon

ai poli

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raggiungere il Polo Sud.Sotto di noi la foresta equatorialee tanti fiumi. Ora ne vediamo unomolto grande. È il fiume Ogouéche per molti chilometri correparallelo all’equatore.Il meridiano ci porta dritti versol’oceano, ma prima di arrivarcidobbiamo sorvolare, anche seper poco, il Congo, il piccoloterritorio di Cabinda – piccolo maricchissimo di petrolio –amministrato come exclavedall'Angola, la RepubblicaDemocratica del Congo e unlembo dell’Angola. Sono pocopiù di 200 chilometri ma ricchi dimeraviglie. Tutto un alternarsi diforeste pluviali, pianurelussureggianti, fiumi. Diquest’ultimi, il fiume Congo, cheper un tratto segna il confine tral’omonima RepubblicaDemocratica e l’Angola, èimmenso. Con i suoi 4.374 km.è, dopo il Nilo, il secondo fiumepiù lungo dell'Africa ed è ilsecondo fiume al mondo perportata d'acqua e ampiezza delbacino dopo il Rio delle Amaz -zoni. Il meridiano di Dardago loattraversa una manciata dichilometri prima che le sue acquesi uniscano a quelle dell’oceanoAtlantico. In questo punto, ilfiume è largo 25 chilometri. Subito dopo il passaggio delfiume, sorvoliamo per un brevetratto la costa dell’Angola equindi lasciamo la terraferma perun primo assaggio dell’oceanoAtlan tico. Dalle coste libiche sulmediterraneo abbiamo sorvolatoben 4500 chilometri diterraferma. Per 800 chilometri ilmeridiano corre sopra l’oceanonon molto distante dalle costedell’Angola. Pos siamo vedere lecoste pianeggianti, la capitale,Luanda, e in lontananza, anchealcune montagne abbastanzaelevate. Al confine tra l’An gola ela Namibia, il continente si allargaverso l’Ocea no e il nostromeridiano tocca ancora laterraferma.

Ci siamo ormai allontanatidall’equatore e il paesaggio, cheora possiamo vedere, è del tuttodiverso. Le coste della Namibiasono caratterizzate dal desertoche si tuffa nell’oceano!Ritorniamo definitivamente inpieno Atlantico e salutiamoil continente africano esattamentedopo aver percorso una distanzadi 7236 chilometri da Dardago.Ci allontaniamo sempre più dallacosta e dopo circa 500 chilometriattraversiamo il Tropico delCancro (parallelo 23° 27’ a suddell’equatore). L’oceano cisembra infinito; dopo altri 1200chilometri arriviamo all’altezza delCa po di Buona Speranza, lapunta più meridionale dell’Africa. Per arrivare al parallelo 66° 21’sud, chiamato Circolo Antarticodobbiamo attraversare altri 3600chilometri di Oceano.Finalmente ecco le bianche costedell’Antartide, il continentericoperto perennemente dalghiac cio. Fino a qui abbiamopercorso 12905 chilometri dalnostro paese, ma non siamo

Dardago – campanilePolo NordPolo SudLocalità lungo il meridiano del campanileCosta libicaTropico del CancroConfine Libia – NigerConfine Niger – NigeriaConfine Nigeria – CamerunConfine Camerun – GabonEquatore

Latitudine SudConfine Gabon – CongoConfine Congo – Angola (Nord)Confine Angola (Nord) – Repubbl. Dem.CongoConfine Repubbl. Dem. Congo – Angola(Sud) Confine Angola – NamibiaCosta sull'Atlantico – Namibia Tropico del Capricorno (in pieno Atlantico)Capo di Buona Speranza (550 km a ovest)Circolo AntarticoCosta dell'AntartidePolo Sud

46

32232313820

145

6

17192334667090

3

4727248

36150

553544

2

143

27213340

11

3805

4642150

551210

18

36280

150

100

4.884,11 15.120,47

1473,582512,032517,433657,164161,114867,665118,18

5332,895627,925755,67

5789,26

7034,547236,197724,338936,18

12514,3212905,4515120,47

LATITUDINE

Tabella delle distanze, in linea d’aria, dal campanile di Dardago

kmgradi primi secondi

ancora arrivati. Sotto di noi unadistesa infinita di ghiaccio.Ogni tanto qualche mon tagnainterrompe la monotonia. In qualche baia più riparatapossiamo vedere molte colonie dipinguini!Dobbiamo percorrere 2200chilometri di questo inferno efinalmente il nostro meridiani cipor ta al Polo Sud dove incontratutti gli altri meridiani che quiconvergono. Il campanile, dadove eravamo partiti, è lontano (sipuò ben dire) 15.120 chilometri.Ora non ci resta che riprendere lastrada di casa.

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Molteplici sono le relazioni che in-tercorrono tra il mondo vegetaleed il genere umano e determinan-te è, da sempre, il ruolo che essehan no svolto nello sviluppo dellevarie civiltà. Dagli aspetti pura-mente produttivi ed economici, lanecessità di relazionarsi con lepian te ha influito anche sull’evo -luzione delle scienze umane e del-la co municazione; l’HorticulturalThe rapy, nata nei paesi anglo-sassoni nel primo dopoguerra, sifonda sul presupposto che lacom prensione delle risposte psi-cologiche e sociali delle personenei confronti delle piante, permet-te di individuare gli strumenti utilial miglioramento delle condizionifisiche e psichiche del prossimo.

I settori di applicazione di que-sta disciplina sono molteplici eseppure con molte interconnes-

sioni, hanno specifiche caratteri-stiche in funzione di chi le utilizza:dal bambino all’anziano, dal disa-gio mentale, alle varie forme didevianza sociale.

La terapia nell’orticoltura con-siste nell’utilizzare il carattere at-trattivo, emergente dal rapportocon la natura, per migliorare il be-nessere fisico e mentale della per-sona. Il prendersi cura delle piantepuò portare, con il passare deltempo, a prendersi cura di sé, ri-pristinando, in tal modo, gli equili-bri individuali e sociali rotti da con-dizioni di disagio e disabilità.

Le attività specifiche dell’orti-cultura permettono all’individuo dientrare in contatto con il fenome-no della vita sotto le sue formeelementari, stimolando in lui le ca-pacità di osservazione, percezio-ne, interpretazione, adattamento,concentrazione e decisione.

Inoltre, il lavoro propriamen tedetto, nell’orto, favorisce l’acqui-sizione di varie competenze tecni-co operative e rafforza nel sogget-to disabile, che lavora e col laboracon gli altri membri del gruppo,quelle abilità sociali, relazionali ecomunicative che costituisconoi prerequisiti indispensabili affin-ché questi pos sano ac cederead un eventuale inserimento la-vorativo, ovviamente coordinatoe con cordato con i servizi com-petenti.

«QUANDO, UTILIZZANDO

ZAPPE E VANGHE,

I MIEI PAZIENTI RISVEGLIANO

DAL SUO RIPOSO UN TERRENO

STERILE E APPARENTEMENTE

MORTO, ALLORA UN NUOVO

CORAGGIO RINASCE IN LORO.

IMPROVVISAMENTE RITROVANO

UNA GIOIA CHE TRASFORMA

LA LORO VITA

E IL LORO LAVORO».

BODELSCHWINGH

Orto terapiaIl recupero della tradizione

di Alberto Grizzo*

degli orti domestici

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L’orto, il giardino divengono, intal modo, ambienti reali per ac-crescere la stima di sé, raggiun-gere traguardi professionalizzanti,ritrovare la gioia di vivere in un rin-novato rapporto con la terra el’ambiente.

A fianco di queste esperienzegià consolidate anche in provinciadi Pordenone attraverso il fattivointervento della Provincia e delForum delle fattorie sociali, si staprofilando all’orizzonte anche unanuova prospettiva dove natura,uomo, welfare, si fondano e tro-vano nuovi equilibri.

Si tratta del progetto delle fat-torie sociali: un nuovo modo di in-terpretare il «lavoro nei campi» unmodo più moderno, ma nel con-tempo fortemente connesso allatradizione. L’attività agricola ospi-ta una sintesi perfetta tra natura,ecologia, ecosostenibilità, benes-sere, welfare, cura, rispetto.

La fattoria sociale, in pratica, èun’impresa economicamente e fi-nanziariamente sostenibile chesvolge l’attività produttiva in mo-do integrato con l’offerta di serviziculturali, educativi, assistenziali,formativi e occupazionali a van-taggio di soggetti deboli in colla-borazione con istituzioni pubbli-che e con il vasto mondo delterzo settore.

I beneficiari, anche in questocaso, possono essere soggetti di-

Alberto Grizzo pedagogista, arteterapeutaed operatore del sociale, collaboratoredell'Azienda Sanitaria della Provincia diPordenone.È formatore degli adulti in ambito preventivoe Collabora con l'Università di Veronanell'area dell'educazione all'immagine.È inoltre presidente della Cooperativa«Laboratorio Scuola» di Pordenonee progettista di un giardino terapeutico aVerona.

sabili, multiproblematici, malatipsichici, ma anche e soprattuttotutti coloro che sono alla ricerca diuna forma di benessere etico eecosostenibile.

In provincia di Pordenone si ègià costituito il coordinamento perla promozione del Forum delle fat-torie sociali che mira a sviluppareun percorso etico di richiamo allaresponsabilità verso la comunità, isoggetti deboli e l’ambiente.

Il Forum si pone l’obiettivo dicreare collaborazioni fra impreseagricole, soggetti del terzo settoree istituzioni pubbliche per miglio-rare la qualità della vita e l’inclu-sione sociale, sperimentando an-che forme nuove dell’abitareso ciale. Il cammino è ancora lun-go, ma sarà un viaggio straordi-nario.

*

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presento, a cominciare da quellache ho eseguito per prima, via viafino alla più recente, terminata allafine di marzo 2007.

La prima tela raffigura il Volto diGesù Cristo su sfondo verde, conil nimbo cruciforme, al cui internosono le lettere greche O-W-N chesignificano il Nome di Dio «Io sonocolui che è».

All’esterno del nimbo le letteregreche IC e XC sono le abbrevia-zioni di Gesù Cristo.

Dello sguardo di quest’imma-gine parlerò un po’ più oltre.

La seconda tela raffigura il Vol -to di Maria, con le lettere grecheche significano «Madre di Dio» econ una sola stellina sul capo chene simboleggia la Ver gi nità.A leiho voluto dare un’espressione ditenerezza materna e di affabilità esensibilità ai nostri bisogni.

La terza tela, la più grande, ri-

o scritto una riflessione sullabellezza mentre dipingevo alcunetele ad olio che si ispirano alle ico -ne. E mi piacerebbe tanto con di -viderla con voi.

Leggendo uno scritto sulle ico -ne, ho scoperto che la Bel lezza diun’icona le deriva dalla verità spi-rituale e dal l’esat tezza del simboli-smo e dall’utilità per la contem-plazione ed il culto dei fedeli.

Ecco, io, d’altra parte, che nonmi sento in grado di dipingere ico-ne, ma solo quadri che ad esse siispirano, e che cerco – con rive-renza – di tenermi legata il piùpossibile alla loro tradizione, eb-bene, io, da parte mia, ho volutoriflettere sul concetto di bellezzain generale. Sulla Bellezza chel’arte dovrebbe rappresentare,evo care e comunicare.

Qui ho portato 5 tele dipinte adolio che ora – brevemente – vi

La bellezza nelle

«L’icona è comunicazionedi salvezza, segno di purificazione,è un elemento della paroladel Signore scritta con i colori»,così ha esordito don Adel Nasrall’incontro su «Come nasceun’icona», tenutosi nella sedepordenonese della Società FilologicaFriulana, nel mese d’aprile.Ospiti gli autori di icone, FrancescaBegotti e don Adel Nasr. Francescasi è soffermata sul tema dellaBellezza, spiegando la sua

iconedi Francesca Begotti

trae il Salvatore Panto cratore: Egliindossa una veste bianca ed hauna espressione di somma mi -sericordia e di calma, così comeha voluto che io Lo dipingessi miasorella gemella Wilma. Que sta tela,infatti, è sua non solo per ché glielaho regalata, ma soprattutto per-ché, spesso, ci siamo trovate aparlare di Gesù ed è così che lei havoluto visualiz zarne la misericordia,la dolcezza e la maestosità.

Ricordo, infatti con piacere,tutte le volte che Wilma veniva dame – con impazienza ed entusia-smo – e sperava di vedere nelVol to che stavo dipingendo, quel-lo che lei aveva in mente, e alloraio lo dovevo ritoccare o addiritturacambiare, fino ad ottenere il Voltoche ora tutti vedete.

La quarta tela rappresenta an-ch’essa il Cristo Pantocratore,con la mano banedicente e con il

esperienza di pittrice,com’è riportato nell’articolo chesegue; don Adel, invece, haproseguito ricordando il significatoreligioso dell’iconanella cultura orientale, il profondovalore dei singoli elementi checompongono l’immaginee la grande preparazione spiritualeche deve muovere la mente, il cuoree la mano dell’artista, durantel’esecuzione.

LA REDAZIONE

H

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Vangelo nell’altra. Ma l’espressio-ne che ho voluto dargli è tutta di-versa: ho cercato di rendere l’ideadi un Dio Assoluto, Padre Nostro,ma che è nei Cieli, nella pienezzadella Gloria, distante – per così di-re – anni luce da noi, eppure a noistessi così vicino nel Mistero dellaSua Incarnazione.

La quinta tela ritrae san Fran -cesco d’Assisi riprendendone il ri-tratto eseguito da Cimabue adAssisi. Al dolcissimo santo ho vo-luto dare uno sguardo vivo, pene-trante, ma anche umile ed un po’sofferente.

Ho cominciato a dipingereque ste tele nel maggio del 2006.Ma il motivo per cui stavo cam-biando genere di pittura, io non locapivo. Prima, infatti, dipingevopaesaggi, nature morte e figure,tra cui c’era anche qualche sog-getto sacro, sia su mia ispirazioneche su commissione.

Poi ho passato lunghi mesisenza avere più voglia di dipinge-re, anzi, solo l’idea di riprendere ilpennello in mano, addirittura midisgustava.

E devo ringraziare, appunto,mio fratello e Sergio Gentilini chemi hanno sempre spronata a con-tinuare a dipingere, l’uno a parolee l’altro inviandomi preziosi estrat-ti sulla pittura e soprattutto sulleicone.

Così, nel maggio del 2006, purnon conoscendo le regole icono-grafiche e neanche gli schemigeometrici di costruzione delleicone, ho voluto trarre ispirazioneda queste.

Solo adesso, dopo pratica-mente un anno, però, capiscoche con queste tele voglio tra-smettere un messaggio di spe-ranza: che non è tanto legato allariuscita dei miei dipinti, che pos-sono o non possono piacere, maè un messaggio di speranza cheva al di là della loro esecuzionetecnica.

Ora mi spiego: quando a mag-gio del 2006 avevo già fatto i primidue dipinti, pensavo di venderli

per dare in beneficienza il loro ri-cavato. Eppure, solo l’idea di ven-dere il Volto di Gesù e quello dellaMadonna, mi faceva rabbrividire.Allora mi sono messa a pensareche doveva pur esserci un altro fi-ne. E solo alla fine di marzo 2007l’ho finalmente capito: il fine è labellezza in se stessa!

Quando pensavo di vendere imiei quadri – pur con buone in-tenzioni – ero ancora troppo lega-ta ad una logica del dare per ave-re. Una logica che regola sempredi più, oggi, i rapporti tra gli uomi-ni e tra l’uomo e la natura. Conquesto non voglio di certo direche non è giusto vendere un qua-dro per darne il ricavato in benefi-cienza, anzi!

Ma penso che ci sia un tempoin cui dobbiamo donare e un tem-po in cui dobbiamo saper tacere,ascoltare, contemplare e guarda-re le cose con uno sguardo since-ro, ammirato, libero da pensieri,da idee e da ogni impulso.

E allora ho capito che dovevocominciare a guardare al sogget-to che dipingevo e non al ricavatodella sua vendita.

È stato grazie agli scritti di sanGiovanni della Croce, a chi me liha fatti conoscere e riflettendo susan Francesco, che ho capito checi si deve fermare, e staccare daquella fredda logica di profitto.

Non solo, ma ho anche capitoche serve fermarsi un momento,c’è da quietarsi, liberandoci an-che dai ritmi di vita frenetici, daitanti rumori e persino dalle tanteparole superflue che tanto ci im-pediscono di metterci in un atteg-giamento di ascolto e di scoperta.

Ho capito, insomma, che è so-lo quando ci si impone il silenzio eci si dispone in un atteggiamentodi ascolto, facendo tacere tutte lealtre voci, tutti i nostri pensieri e lenostre preoccupazioni, che allorasi riesce ad ammirare una «nuovabellezza», che è la bellezza dellecose semplici.

Ecco che allora si può apprez-zare la semplicità e il candore dei

1. Cristo, uscito dalla Madonnacome la Luce dal Sole.

2. La Vergine Maria.

3. Cristo Pantocratore

1.

2.

3.

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la B maiuscola. E la contemplavaguardando al mondo delle Crea -ture con uno sguardo puro, limpi-do ed estatico, in fede ed in amo-re, così da riscoprirne, ammirarnee cantarne l’intima Bellezza, laSapienza e l’ Armonia, impresseloro nel momento della Crea -zione.

Ma, nei miei dipinti, dov’è la ri-cerca di questa bellezza?

È nei volti e nelle loro espres-sioni che ho cercato di dare loro:ho cercato di riprodurre il volto il-luminato da una luce e da unabellezza tutta interiore, che ne farisplendere i lineamenti e che faparlare lo sguardo.

Ed è uno sguardo che ci invitaa metterci in un atteggiamento diascolto e di silenzio, alla ricerca dinoi stessi e del Divino. È come setra lo sguardo del dipinto e il no-stro sguardo si intrecciasse unacomunicazione che arriva a toc-care i più intimi recessi del nostroessere, mentre noi stiamo in silen-zio e ci lasciamo scrutare da queldolce sguardo che accarezza de-licatamente i nostri più pro fondisegreti. Poi quello sguardo, pianopiano risale, cercando una nostracomplicità, magari in un sorriso, oin una lacrima, in una confermad’amore. E allora entrambi gli

sguardi si fondono in uno solo,come due fiumi di acqua viva checonfluiscono uno nell’altro, e c’ècommozione, pace e tanta gioia.

Ed ecco, che ora, per megliospiegare dove sta il messaggio disperanza che voglio trasmettere,ecco che prendo in prestito le pa-role del nostro amatissimo papaKarol Wojtyla, dalla «Lettera delpapa Giovanni Paolo II agli artisti»del 1999:

«Quanto... (gli artisti) riesconoad esprimere in ciò che dipingo-no... non è che un barlume diquello splendore che è balenatoper qualche istante davanti agliocchi del loro spirito. ...Cristostesso ha utilizzato ampiamentele immagini nella Sua predicazio-ne, in piena coerenza di diventareEgli stesso icona del DioInvisibile. ... La bellezza che tra-smetterete alle generazioni di do-mani, sia tale da destare in esselo stupore! Dallo stupore, potràscaturire l’entusiasmo. ...Di que-sto entusiasmo hanno bisogno gliuomini di oggi e di domani per af-frontare e superare le sfide cru-ciali che si annunciano all’oriz-zonte. Grazie ad esso, l’umanità,dopo ogni smarrimento, potràancora rialzarsi e riprendere il suocammino. In questo è stato dettocon profonda intuizione che `labellezza salverà il mondo´».

Ecco, ora concludo dicendoche, non intendo avere la pretesadi affermare che nelle mie tele iosono riuscita a rendere artistica-mente questa Bellezza con la Bmaiuscola, perchè il mio è un per-corso di ricerca. Mi piacerebbetantissimo riuscire a trasmetterenei miei quadri lo stupore e l’en-tusiasmo di cui parla il carissimoGiovanni Paolo II !

Però posso sicuramente direche ora sono certa di aver intesoquale deve essere il fine dell’arte.O per meglio dire, ho inteso fino aquale grandiosa meta, l’arte è ingrado di condurci e a quale tipodi Bellezza dobbiamo guardare.

gigli dei campi; la bellezza nellatenerezza di un gesto d’amoreche ci giunge inaspettato e che citocca il cuore; ecco che ci ritro-viamo a gustare la bellezza dellamelodia di una musica che ci fapiangere, così come il sensoprofondo di una poesia che ci ra-pisce. E riusciamo anche a viverela bellezza della spontaneità di unsorriso di un volto che ci ravviva eche ci fa cambiare di umore, sen-za saperne il perché.

Oppure è la bellezza di un pae-saggio di montagna che ci fa ta-cere, mentre tutti i nostri sensi,per un po’, se ne stanno in pace,e la memoria, il pensiero e la vo-lontà se ne stanno come sospesiin una dimensione senza tempo,ad ammirare quanto li ha colpitied attratti. E qui la bellezza, allora,consiste in una forte sensazionedi innamoramento e di pace, per-cependo la bontà di tutte le coseche ci circondano, come la quietedei boschi, la freschezza delle ac-que chiare e dolci, il canto degliuccelli e la solitudine delle cime dimontagna.

Tra le mie tele ne ho portatoanche una piccolina, la più picco-lina di tutte, quella di san France -sco d’Assisi che tanto amava laBellezza in se stessa, quella con

4. Cristo Pantocratore con il Vangelo e la mano benedicente.5. San Francesco.

4. 5.

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Carissimo don Giovanni, oggi Sedrano festante ti accoglieper la festa del cinquantesimo an-niversario del tuo Sacerdozio. Haivisto che bella festa ti hanno pre-parato. Tutto il paese, si può dire,si è mobilitato per te: le donne chehanno preparato questa splen -dida Chiesa, ricca di opere d'arte,adornata con gusto, sempre bencurata proprio dalla solerzia dellenostre donne e dalla generositàdel paese. Il coro formato dai coridei due paesi, Sedrano e SanMar tino, che hanno preparatoquesti bellissimi canti e la splendi-da Missa II Pontificalis del Perosi,con tanto sacrificio e sappiamo

Nella vigna

quanto costi per gente che lavo-ra, il fare prove su prove, alla sera,per riuscire a far le cose così be-ne. E poi la Polisportiva san Gia -como che ha preparato il mo-mento di festa, dopo la Messa,nel Centro Festeggiamenti, hannotirato fuori perfino le bandierineper imbandierare la piazza per te.

È un segno che Sedrano tivuole bene. Qui sei nato, qui haivissuto i momenti lieti della tua in-fanzia e prima giovinezza, qui haicantato la tua prima S. Messa,qui sono i tuoi ricordi più belli, quiritrovi i tuoi parenti, i tuoi amici, lepersone care con le quali ti espri-mi meglio nel dialetto che ti fa

sentire a casa tua. E tutta Se -drano, oggi, è felice e ringraziaDio per questo grande dono, ildono del sacerdozio. Nel secoloscorso quattro sacerdoti sonousciti da Sedrano ed altri hannoavuto le loro origini qui in paese,speriamo che il Signore guardiancora a questa parrocchia perscegliere i suoi sacerdoti. Oggipoi hai avuto una soddisfazioneche non capita a tutti in questecelebrazioni: di avere la tua mae-stra delle elementari che, come inquel giorno della Prima Messa, tiha rivolto un bel discorsetto. Io,poi, oggi, sono doppiamente feli-ce e come Parroco di Sedrano e

Sedrano in festa, il 1° luglio, per il 50° di ordinazione sacerdotaledi monsignor Giovanni Perin.

Riportiamo di seguito i testi di don Maurizio Busetti,parrocco di Sedrano e San Martino di Campagna,

di don Terziano Cattaruzza, compaesano di don Giovannie parrocco di Villotta di Aviano,

e della maestra Claudia Scagnol,sua insegnante in quarta elementare.

del Signore

Sedrano gioisce con te

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Cantiamo il nostro MagnificatRingrazio don Maurizio che midà l’occasione, in questanostra Chiesa, di rivolgermi alfesteggiato don Giovanni perle sue nozze d’oro sacerdotalie di porgere un saluto a tutti.Caro don Giovanni, il tuo, oggi,è un grande traguardo, che cisollecita a ringraziare ilSignore, assieme a te, per ilservizio costante e fedeleprestato nella Chiesa diConcordia-Pordenone, con uncurriculum di ministeropiuttosto movimentato efecondo. Ti auguriamo tantasalute per ulteriore e santoservizio.Nel biglietto d’invito, che mi hacommosso, hai scritto:«Mi sento come un bambinoin braccio alla Madre, eppuresono 50 anni che sonosacerdote»!«Quante volte, come saràavvenuto per te, quante volteho gioito, ho ‘giocato’ con Dio,e quante volte anche pianto»!È proprio così il ministerosacerdotale: grandi gioie,miste a lacrime… concordopienamente con la tuaesperienza.

come tuo amico da tanti anni. Tumi hai accolto nel pae se di originedella mia famiglia, Dardago, e mihai seguito negli ultimi anni dellamia preparazione al sacerdozio.Hai preparato la mia ordinazionesacerdotale, la Prima Messa e poimi hai seguito in tutti questi anni.

Accanto a te mi hanno sempredimostrato affetto ed amicizia latue care ed indimenticabili mam-ma Rosa e sorella Cle lia e poi, tut-ti i tuoi fratelli e nipoti. Il Signore tibenedica e ti accompagni nel pre-zioso ministero a servizio di Dio edella Chiesa, ad multos annos.

DON MAURIZIO BUSETTI

Ma avanti sempre, caro amicoGiovanin, siamo nelle Suemani: Lui ci ha chiamati eprediletti, e Lui ci sosterrà!Assieme ai tuoi cari, anchedefunti, e a tutta la comunitàcantiamo il nostro Magnificat,perché grandi cose ha fatto ilSignore per mezzo del nostroministero sacerdotale; locantiamo con umiltà, come laVergine Maria.

DON TERZIANO CATTARUZZA

Don Giovanni Perin con don Maurizio Busetti.

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Carissimo don Giovanni,mi sento molto emozionata efelice di festeggiare oggi insiemea Voi il 50° anno di Sacerdoziodel nostro caro don Giovanni. Io ho avuto la gioia di esserestata la sua maestra di quartaelementare e nella preparazioneall’esame di ammissione per lascuola media; e… come loricordo bene il nostroGiovannino, scolaro intelligente,impegnato, sempre attento,sempre conciliante. Fin da allora

i suoi pensieri stavanomaturando la vocazionesacerdotale: dalla sua grandeMamma aveva avuto in donoun’educazione cristiana autenticae profonda. Con la sua passionee costanza Giovanni ha conclusogli studi e il suo desiderio didivenire un Sacerdote esemplare,si è realizzato. Ora, dopo 50 anni,raccogliamo i frutti di questo«La voratore della vignadel Signore», l’opera di questofe condo Apo stolato fatto di vivafede, di preghiera, di sacrificio,rinuncia e sofferenza, sempresostenuto da l l’amo re peril prossimo. Grazie, caro don Giovanni, pertutto il Bene seminato intornoa te, per la benevolenza sempreofferta alla nostra Parrocchiadi Sedrano e a tutte le Comunitàdi cui sei stato Guida Spirituale. Infine, sento di dirti una cosagrande: Tu sei sempre stato unapersona semplice e speciale esolo da Lui riceverai il premio dicui sei meritevole. Ti abbraccio

MAESTRA CLAUDIA SCAGNOL

Personasemplice e

speciale

(Foto di Massimo Facca, San Quirino).

Don Giovanni (Giovannino) con la sua maestra di quarta elementare.

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Trascrivo qui di seguito lamotivazione della intitolazione,perché in essa emergeesattamente il carattere di Francoe si percepisce la sincera amiciziaed il grande affetto che avevasaputo suscitare nelle personeche lavoravano con lui.«…il fatto di dedicare una via, unapiazza e nel nostro caso lasezione a qualcuno ha profondosignificato di riconoscernele qualità, i principi ed i valori peri quali questa persona si è distintae che sono degni di esserericordati per mantenere vivo il suoricordo.Non possiamo dimenticarel’amico Francesco a quasi unanno dalla sua scomparsa, egli èsempre vivo nella mente di chi haavuto l’onore ed il piacere diconoscerlo e di apprezzarnele virtù, non è facile parlare diFrancesco in poco tempo; troppisono i ricordi ed i fatti cheriaffiorano alla mente. Che dire diFrancesco: credo che per lui,famiglia, lavoro e l’essere

radioamatore fossero una solacosa. Non credo che avesse una preferenza per nessuna diqueste tre cose; per lui eranotutte parimenti importanti e forse questo ha fatto di lui un personaggio unico che si èfatto apprezzare per questo nonsolo nella sezione di Pordenone,ma ovun que lui avesse modo diessere presente. Parlando conaltri radioamatori in giro per l’Italiabastava nominare Pordenone chesubito l’interlocutore ti ricordava:«…ah, sì, Francesco IV3TKS».Significativo è stato il fatto che inuna recente assemblea nazionaleil delegato di una regione hachiesto all’assemblea un minutodi silenzio per ricordare Fran ce sco.Francesco non ha mai ostentatole cariche che ha ricoperto inambito della sezione o in ambitoregionale, si è sempre prodigatoper divulgare soprattutto frai giovani la passione per il nostrohobby, non possiamodimenticare la passione el’entusiasmo che ha profuso nel

Francesco

Ad un anno dalla prematurascomparsa di Franco,

l’Associazione Radioamatori Italiani,in riconoscenza e ringraziamento

per la sua operosità, ha voluto intitolare a suo nome

la sede sociale di Pordenone.La cerimonia ufficiale si è tenuta

domenica 1° luglio presso la sede di via Molinari, 35.

Nell’Associazione

Radioamatori

di Pordenone

Franco

Bastianello Thisa,

sempre presente

di Pietro Cogo [ IV3EHH] IV3TKS

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emergenza della Protezione Civilee con questo poter essere d’aiutoagli altri.Credo che Francesco abbiainterpretato al meglio quello che èil decalogo del bravoradioamatore e come disse di luiil presidente della sezione diPordenone «è un rompiscatole,ma se non ci fosse bisognerebbeinventarlo». Fran ce sco era fattocosì e chi lo ha conosciuto lo haapprezzato e stimato per questosuo modo di essere, di fare, masoprattutto di essere amico ditutti. Non potevi restareindifferente ad una sua richiesta,la sua argomentazione era sevogliamo infantile ma disarmantenella sua semplicità che alla fine tidovevi arrendere, ma in fondo tirestava la gioia di aver fattoqualcosa con lui.La disponibilità ad aiutarti oconsigliarti per quanto poteva eratotale. Sapevi che se lui avevauna possibilità su cento di dartiuna mano lo faceva senzaincertezze o indecisioni; era come

si suol dire «uno su cui potevicontare». La giovialità chedimostrava era contagiosa, conlui non ti potevi arrabbiare edanche se eri arrabbiato appenalui cominciava a parlare tuttopassava in second’ordine;volentieri si lasciava coinvolgerein fatti spiritosi soprattutto nellelunghe giornate e nottate passatein compagnia nelle assistenze airally, sempre disposto a farsi inquattro perché tutto funzionassea dovere e non mancasse mainulla a noi impegnati in queiservizi.Questo è solo un flash di quelloche è stato Francesco per noiche lo abbiamo conosciuto ed ècon questo pensiero e conquesto spirito che abbiamodeciso di dedicare la sezione ARIdi Por de none, la sua sezione, alui IV3TKS Francesco, perchéil suo spirito ed il suo entusiasmorimanga vivo in noi, ma sia anchedi insegnamento ai giovani ed aquanti frequentano la sezione diPor denone…».

settore delle radiocomunicazionidi emergenza della ProtezioneCivile. La sua passione eratalmente coinvolgente e sentitache non si preoccupavaminimamente di chi aveva difronte, fosse un sempliceradioamatore, un’autorità oun po litico importante, per luicontava solo l’essereradioamatore, appartenere alleRadio comu nica zio ni di

Pordenone, 1° luglio 2007.La moglie Marilena mentre procede al tagliodel nastro. Alle sue spalle autorità provincialie comunali con parenti ed amici.

Gli amici radioamatori insieme alla moglie,ai figli Fabio e Dario e alle nuore, ripresiall’esterno della sede sociale di Pordenonenel momento della consegna della targain ricordo di Francesco.

La targa dell’Associazione con la dedicadegli Amici Radioamatori.

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Due anni di vita per il sito

abbondanza dobbiamo essere grati a chi procurail materiale scovandolo presso amici e paesani moltodisponibili. Quindi, come forse si sarà notato, sicerca di inserire nel sito a scadenze né troppo breviné troppo lunghe i vari pezzi, cercando di variare gli argomenti. Ad esempio ha trovato molti estimatorila novità di inserire il sonoro, oltre alla grafica, perindicare gli attrezzi che un tempo venivano usati dainostri padri e nonni, è nostra intenzione farequalcosa di più, inserendo magari dei racconti, deglianeddoti, recitati in vernacolo in modo da potertenere ancora vivo e presente il nostro bel dialettodardaghese. Un altro prossimo inserimento sarà lariproduzione dal primo numero della rivista l’Artu gna,dopo un lungo lavoro di scan nerizzazione delleriviste dal primo numero all’ottantottesimo si staprocedendo alla loro trasformazione in formatointernet (html). I primi due numeri, saranno pubblicatiper ferragosto. Da remo modo così a chi, per varimotivi, non ha raccolto tutte le riviste, di poterrileggere gli articoli, le notizie e rivedere le foto degliultimi trentacinque anni della nostra comunità.Abbiamo riscontrato che la pagina degli album di famiglia, che si è potuta realizzare grazie ad unpaziente porta a porta, è una delle più cliccateassieme a quelle riguardanti fatti, storie ed aneddoti,invitiamo pertanto chi volesse veder pubblicate le foto della propria famiglia a contattarci, anche perraccontarci aneddoti o fatti interessanti accaduti in passato nei nostri paesi.Lo potete fare direttamente in pae se, facendoriferimento a Lui gi Basso e Flavio Zambon, oppurescrivendoci al sito [email protected] vacanze a tutti, se ve dhòn...

www.artugna.it

LA REDAZIONE

Sono ormai trascorsi due anni da quando, in unassolato pomeriggio, ci riunimmo, all’ombra un belpergolato per discutere e porre le basi di quello chein seguito avrem mo editato, su internet, nel sito danoi intitolato www.artugna.it. Il nome non vennescelto né a caso, né per essere in contrapposizionealla nota e celebre l’Artugna cartacea, con i redattoridella quale abbiamo sempre avuto un rapportocordiale e di reciproca collaborazione; il motivo ditale scelta fu perché pensavamo di poter essere,come lo è il nostro torrente, un filo di congiunzionecon gli altri paesi da esso toccati o posti nelle suevicinanze. Dobbiamo con sincerità affermare che, a parte alcuni amici dimoranti nella parte est del l’Artu gna e nella vicina Budoia, per il resto nonabbiamo trovato molta collaborazione.Tant’è comunque in questi due anni di lavoro e diricerca, quello che ci sprona a continuare è il numerodi visite che il sito giornalmente continua ad avere, si pensi che la media è di 50 visite con punte anche di100-120 il che vuol dire 1400-1500 accessi al mese!Siamo visitati non solo dall’Italia ma anche dall’estero.A questo proposito vogliamo sottolineare che, comedel resto anche molti altri siti, siamo penalizzatiperché non tutto il territorio nazionale è raggiuntodall’adsl.I nostri compaesani emigrati all’estero evidentementetrovano e rivivono da noi uno spicchio del paese, che per ovvi motivi hanno dovuto lasciare. Un segno tangibile della loro affezione sono le e-maildi plauso e attestati di stima che molti ci inviano. Per noi tutto ciò è molto gratificante perchéevidentemente la grafica, gli argomenti el’impostazione del sito in generale sono accattivantied è nostra ferma intenzione proseguire su questastrada.Abbiamo molta carne al fuoco, però come ci paregiusto bisogna centellinarla perché altrimenti si potrebbe fare una bella indigestione, di questa

www.artugna.it

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associazioni

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Il 24 giugno a Dardago grande fe-sta: la locale sezione dell’AFDScelebra il suo quarantennale.

Una giornata di sole rende piùgioiosa l’occasione, della cui im-portanza si legge sui volti dei pro-tagonisti, dal presidente Cor radoZambon ai donatori che si raccol-gono nel cortile delle scuole, sulcui muro si allunga la fila dei laba-ri ros si delle sezione consorelleinvitate alla festa. In mezzo aquesti vediamo con piacere i la-bari rossi degli amici di Veneziadelle sezioni AVIS del l’ACTV e delComune e quelli di alcune sezio-ni FIDAS (Cor di gnano, Monfal co -ne, Orsa go).

Sono evidenti sui volti dei vec -chi donatori la fierezza ed il piace-re di ritrovarsi, e guardandoli mitornano alla mente i nomi dei tantiche non ci sono, tra questi quasitutti i «soci fondatori». I nomi si le-gano ai volti e ai ricordi di quelperiodo: io allora ero un ragazzinoe non capivo bene, e quel fervoredi incontri serali, di assemblee, dinomi di persone sco no sciute,con mio padre che usciva piùspesso del solito alla sera (il perio-

do invernale era dedicato di solitoalla famiglia), mi stupiva. Adessocapisco che era la voglia e la con-sapevolezza di fare qualcosa dinuovo e di importante. E poi que-sta avventura dei donatori che di-ventava per me reale una domeni-ca mattina con «l’emoteca» chearrivava in piazza (era una ambu-lanza attrezzata per i prelievi disangue) e il Dott. Mo la ro, il cui no-me era co sì spes so ripetuto, cir-condato quasi da un’au ra miste-riosa, presentatomi con orgoglioda mio padre, e una solennità neigesti e nell’atteggiamento di tuttiche mi facevano capire che si sta-va realizzando un grande proget-to di solidarietà. Si respirava nell’a-

Quarant’anni fa...la nascita

L’Associazione Friulana Donatoridi Sangue nasce nel 1958 a Udine,la sezione di Dardago viene fonda-ta nel 1967 e dal 1972 fa capo allaneonata Sezione Provinciale diPor denone.

Associazione FriulanaDonatori di SangueSezione di Dardago

ria un grande entusiasmo che for-se era anche conseguenza dellavoglia di uscire dagli anni dellacrisi e cercare di aprirsi al mondospinti da una rivalsa non solo eco-nomica ma anche sociale e cultu-rale, a dimostrare la coesione e laforza dei friulani.

Adesso trovo nei racconti diFran cina Celant, moglie di PieroZambon Sartorel, uno dei fonda-tori, e vedo sul volto di AgostinoVettor Cariola, uno dei «vecchi»,la fierezza per il risultato ottenutoe la commozione.

E i nomi che da ragazzinosentivo li riconosco nelle vecchiefoto: Serena Blasco, «madrinadella sezione», Giacomo Zan chet,

Immancabile la foto ricordo con i labari di tutte le sezioni provinciali invitate alla festa.

di Massimo Zardo

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primo presidente, Angelo CarlonScopio, Gerardo Vettor, AngeloZambon Rosit, Ferruccio ZambonPinal, Armando Zambon Biso, cheè stato il secondo presidente,Antonio Zambon Pala, CarloJanna Tavan, Domenico ZambonMarin, assieme a tanti altri cheproprio non ricordo.

Molti erano anche i dardaghesiche lavoravano a Venezia e alcunidi loro furono tra i fondatori dellasezione: Antonio Rigo Barisel,Benito Zambon Mare scial, Pietro

Zardo, Gianni Alfier Monte, in-staurando un legame con la cittàlagunare che ancora oggi è mes-so in evidenza dalla partecipazio-ne dei donatori del l’AVIS diVenezia alle nostre feste.

Non dimentichiamo poi gli altripresidenti che si sono succedutialla guida della sezione: Giam -pietro Zambon Sclofa e CarloZambon Sartorel.

Ma torniamo alla cronaca dellafesta: dopo l’omaggio al Monu -mento dei Caduti e prima dellafunzione religiosa, a ricordo di tuttii donatori scomparsi è stato postosul sagrato della chiesa un cippocommemorativo. Alla fine dellafunzione, accompagnata dal coroparrocchiale, si sono svol ti i di-scorsi delle autorità e la consegnadei diplomi e dei riconoscimenti aidonatori delle sezioni di Dardago eBudoia-Santa Lucia.

Fa ben sperare per il futuro del-la sezione il numero dei giovanisoci, alcuni dei quali hanno già unragguardevole numero di dona-zioni. La sezione di Dardago, infat-ti, con i suoi 95 soci, tra donatorieffettivi e sostenitori, nell’anno2006 ha all’attivo una sessantinadi donazioni, non solo di sanguema anche di emoderivati, come lepiastrine, preziosi per la cura digravi malattie sistemiche.

Un saluto ed un grazie a quantifanno del dono del loro sangue unsegno di interesse per gli altri eper le loro sofferenze ed anche diconseguenza un grande segno dipace.

Carrellate di immagini d’altri tempi della vitaassociativa dell’AFDS di Dardago.

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La Mostra Micologicaregionale compie quarant’anni

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Quest’anno la Festa dei Fun ghi edell’Ambiente di Budoia, che siterrà dal 14 al 23 settembrecelebra il suo 40° anniversario. 40 edizioni anche per la Mo straMicologica regionale, eventoprincipale della manifestazione,che, con le sue 400 e più specieesposte, è diventata un punto diriferimento per gli appassionatidi micologia di tutto il Triveneto. In questi 40 anni lamanifestazione ha saputomantenersi fedele alle tematichetradizionali, che hanno dato aifondatori lo stimolo percominciare; al contempo però hasaputo crescere, arricchendoil programma con iniziativesempre nuove e raggiungendorisultati sempre più qualificanti.Perciò rimane vivo l’interesse peri funghi, elementi tipici dei nostriboschi e prati, che, per le lorocaratteristiche intrinseche, sonoprotagonisti insostituibilidel l’ambiente naturale. Un’evoluzione graduale espon tanea della Festa haallargato l’attenzione alla naturache ci circonda, così dasensibilizzare l’opinione pubblicaverso i problemi legati alla

gestione del patrimonioambientale. In quest’ottica dianno in anno sono stati realizzatiuna serie di convegni di studio sultema «Qualità e identitàambientale», in cui sono stateesaminate le caratteristichenaturalistiche della zona, ela possibilità di uno sviluppo ruralesostenibile e adeguato alleca rat te ristiche del territorio.Attorno a queste tematicheruotano tutti gli altriappuntamenti della festa, chespaziano dalle mostre itineranti,alla Marcia dei Funghi, aglispettacoli danzanti.La partecipazione del pubblico èandata costantemente crescendo,tant’è che sono 15/20.000 lepersone che arrivano a Budoia neidue fine settimana della festa,provenienti non solo dai paesilimitrofi ma da tutto il Triveneto eaddirittura da Austria e Slovenia.Spesso all’esterno, al nome diBudoia si collegaautomaticamente la Festa deiFunghi e dell’Ambiente. Con lesue decine di migliaia di visitatoril’evento provoca un’innegabilericaduta economica in paese nonsolo durante il periodo della

festa. I gratificanti risultatiraggiunti finora si sono ottenutigrazie alla convergenza tranumerose aziende, associazionie istituzioni del territorio, senzachiudersi entro i confini paesani ocomunali, ma aprendosi allacollaborazione con enti esterni. È motivo di orgoglio il fatto chele istituzioni non soloappoggiano la manifestazione,ma la scelgono come strumentoefficace per portare avantiprogetti importanti. È importante sottolinearela collaborazione tra numeroseAssociazioni del Comune diBu doia, che, lasciando da partespirito di competizione e rivalità,sanno coordinarsi e unire leproprie forze, per l’amore deinostri paesi.Doveroso infine è unringraziamento a tuttii collaboratori: sono centinaiale persone che in un modo onell’altro, in forma più o menoevidente, si danno da fare peramore del proprio paese eci tengono a fargli fare una «bellafigura»!

di Marta Zambon

Pro Loco Budoia

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• Un libro, «Gerla e s’ciampi-nele», ripercorre con testi e im-magini la storia e i momenti piùsignificativi vissuti in questi anni edescrive a chi non ci conosce, ivalori che ci animano e le nostreattività: la danza e il canto popo-lare, in quanto gruppo folcloristi-co, e il canto liturgico in quantoPueri Cantores.

• Una rassegna folcloristica siterrà in settembre durante la pri-ma domenica della Festa deiFun ghi e dell’Ambiente (16 set-tembre 2007): l’Artugna ospiteràgli altri gruppi appartenenti al -

e sono già 30 anni…Gruppo Folcloristico Artugna

di Marta Zambon

l’AFGR, associazione dei gruppifolcloristici giovanili del FriuliVenezia Giulia. Dopo il ritrovo i ra-gazzi parteciperanno alla SantaMessa, animata dai cantori del -l’«Artu gna», presso la Pieve San -ta Maria Maggiore di Dar dago. Altermine sfileranno con i loro co-stumi tipici fino a radunarsi nell’a-rea festeggiamenti. Nel pomerig-gio ogni gruppo si esibirà nel suorepertorio in uno spettacolo itine-rante, sostando nei punti più ca-ratteristici del paese.

• Una raccolta dei canti com-posti appositamente per i cantoridell’Artugna da una coppia dicompaesani (Cornelio Zambon eprof.ssa Tina Favia) sarà comple-tata verso la fine dell’anno.

L’opera sarà composta da al-cuni canti in dialetto dardaghesee altri di ispirazione religiosa. Diogni pezzo sarà pubblicato lospartito musicale, il testo coneventuale traduzione, e brevi in-troduzioni che illustreranno il con-testo che ha portato alla compo-sizione. I brani saranno incisinel l’allegato CD dai componentidel gruppo, e alcuni saranno ac-compagnati dagli strumentistidella nostra orchestra.

Con il 2007 il gruppo folcloristico Artugna compiei suoi 30 anni. Naturalmente questo evento non si puòfar passare in silenzio, quindi varie sono le iniziativeorganizzate per festeggiarlo adeguatamente.

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In questi mesi l’Associazione Mu sicale «Gabriel Fauré» di Budoiaha svolto una intensa attivitàconcertistica, iniziata nella chiesa diSanta Lucia il 31 marzo.

Accompagnati all’organo dal maestroAndrea Tomasi, dal violinista StefanoDi Daniel e dal contrabbassistaRenato Di Da niel, i cantori diretti dalmaestro Ema nuele La chin hannoeseguito il Requiem, op. 48 in reminore di Gabriel Fauré. Il Coro daCamera «G. Fauré» è una formazionemista ed ha sede a Budoia; al giàesistente Ensem ble Femminile èstata aggiunta la sezione maschile. Nei quattro concerti eseguiti (ChiesaSanta Lucia, Duomo di Aviano,Chiesa della Base militare americanaed infine Concat tedrale di Pordenonein occasione delle celebrazioni delrestauro della Pala della Misericordiade «Il Por de none» e del Crocifisso delDuo mo), il pubblico ha apprezzatocon entusiasmo le delicate paginedel compositore francese che inquesto capolavoro, come del resto inaltre sue composizioni, si confermaautore di musica raffinata ed elitaria:nel Requiem, infatti, il tema dellamorte viene trattato con tonodimesso e candido, ma non certoprivo di intensità, se paragonato ai«requiem» dei suoi predecessori

(Mozart, Cherubini, Brahms, Verdi,etc.). I brani che sicuramente hannocolpito maggiormente l’attenzionedel pubblico sono stati il «Pie Jesu»ed il finale «In Paradisum».Del coro sono anche i solisti che sisono alternati nei vari concerti: i soprani Monica Paronuzzi, LinaSparacino e Joline Powell; i baritoniMario Bellomo, Giancarlo Pe ron eJoseph Carrender.Il ciclo di concerti è stato organizzatoin collaborazione con l’Associazioneper la Musica Sa cra «V. Colombo».

Nel mese di luglio, l’Ensemble VocaleFemminile ha voluto estendere i confini del proprio repertoriomusicale, prevalentemente classicoromantico e neoclassico, riuscendo apreparare un medley di braniappartenenti a famosi musical. Ilgruppo di voci femminili ha propostoil nuovo bagaglio musicaleesibendosi nello scorso luglio inquattro luoghi diversi. La serie diconcerti ha avuto inizio nel teatro diDardago, quindi è proseguitaraggiungendo prima PalazzoGregoris a Por denone e poi il teatrodella Base americana di Aviano.L’ultimo concerto ha avu to luogonella cornice montana polcenighesedella Malga Busa Bernart.I musical, dai quali sono stati tratti gli

assaggi canori, spaziavano dal Westside story di Ber nestein, aiWebberiani Cats, Evita e Il fantasmadell’opera, da Jeckill and Hide diWildhorn a I miserabili di Schonberg.Le varie performance hanno riscossoun notevole successo do vutosoprattutto all’originalità del genereoltre che alla bravura del coro e dellesoliste accompagnate al pianofortedal loro direttore.

E, per finire, per il terzo annoconsecutivo l’As sociazione haorganizzato Note fra le malghe, lafortunata combinazione di escursioniin mezzo alla natura e concerti nellecasere meta delle camminate. Per tre domeniche consecutive, acavallo fra luglio ed agosto, le magheBusa Bernart di Polce nigo, Valle Frizdi Dardago e Pian Mazzega di Avianohanno aperto le loro porte agli amantidella mon tagna e della musica a tuttotondo. I tre concerti nelle diversemalghe hanno avuto come interpretirispettivamente l’Ensemble VocaleFemminile «Gabriel Fau rè»,preceduto dagli allievi del l’Isti tuto diMusica della Pe de montana, la bandaman damentale di Cer vi gnano delFriuli ed il trio musicale composto dalsoprano Stefania Antoniazzi,dall’arpista Paola Ba ron e dalsassofonista Zija «Bushi» Bejleri.

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a cura di Marta Zambon

Associazione Mu sicale «Gabriel Fauré»intensa attività concertistica

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’N te la vetrina

IL GRUPPO FAMILIARE DEI PERTIA, RITRATTODAVANTI ALLA STALLA DI FAMIGLIA, ALLA FINEDEGLI ANNI ’20 DEL NOVECENTO.DA SINISTRA, IRENE TONON E GIUSEPPECARLON PERTIA, CON LA LORO PICCOLA IRMAE BEPPINO CARLON CECH.

(PROPRIETÀ DI SILVANA ANGELIN GIROLET)

UN ACCORATO APPELLOAI LETTORI

Se desiderate far pubblicare fotoa voi care ed interessanti per le nostrecomunità e per i lettori, la redazionede l’Artugna chiede la vostra collaborazione.Accompagnate le foto con una didascaliacorredata di nomi, cognomi e soprannomidelle persone ritratte.Se poi conoscete anche l’anno, il luogoe l’occasione tanto meglio.Così facendo aiuterete a svolgere nellamaniera più corretta il servizio socialeche il giornale desidera perseguire.In mancanza di tali informazionila redazione non riterrà possibilela pubblicazione delle foto.

SANTA PILOT MOGLIE DI GIACOMO ZAMBONCIAMPANER CON LA FIGLIA IDA NATAIL 13 NOVEMBRE 1900.

(FOTO DI LAURA BOCUS)

RITRATTO DI ANGELA CARLON, MADREDI NATALE SIGNORA. FINE ’800.

(FOTO DI PROPRIETÀ DI EDIA SIGNORA)

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SERA E NOTTE

Da Vigonovo la strada piana va al Castel d’Aviano e a sinistra, improvvisa, offre la visione dei monti,libera da ostacoli d’alberi e di case,nitida nella prima luce dell’imbrunire.Al di sotto della lunga linea spezzata delle crode,sei campanili e due torrisvettano tra il verde dei boschi.Alla sera, senza il frastuono dei furori dell’uomo,s’odono i rintocchi delle ore,meravigliosamente mai in sintonia,uno ad uno, uno ad uno, uno ad uno.Il tempo, sei volte scandito,rallenta nell’aria imbrunita,nella sera di Budoia.Ora vicini e forti, ora lontani e flebili, ma sempre accettidistendono l’animo.Si placano i pensieri;si allenta la morsa alla coscienza che si quietae ascolta gli echi che s’inseguonovibrando nell’aria.A notte il cane mi guida nella stradina semibuia della Madonetaa cercare presenza di suoi fratelliforse ormai assopiti a sognare liberi spazi alberati, senza confini.Da una finestra aperta un pianoforte,incerto nel tempo ma risoluto nell’armonia di questa tiepida notte,mi incanta e mi ferma al margine fiorito della cancellata.Anche il cane non tende più il guinzaglio,acquietato dal magico suono notturnoche solo noi due ascoltiamo in silenziosa concordia.

ALESSANDRO FONTANA(Budoia, 26 agosto 2006)

L’angolodella poesia

LA TEMPESTA

Va la famiglia contadina,lavor di terra, la fronte chinacadde sudor del dì su terra bruna.

Di gran fior va’ la campagnacon frutti e messi al sole e ai venti,per il gran sull’aia e l’uva in tinoi conti andran a san Martino.

A mezzodì che si mangiavadi gran tuon il mur tremavaed il vetro tintinnavamirando tutti all’uscio in piantoché il cortil era già bianco.Vibra il vento sradicantee la tempesta massacrante,maledetta sempre tu saraidal tuo picchiar che faiscorticchi agli alberi i lor ramiche per guarir vorrà due anni.

Dice il nonno novantenne«Ogni mestier ha le sue pene!Con due guerre che io passaividi certo peggior guai.Il dì che spegne la vita miaregni pace in casa mia.»

L’esempio che ne rimane:la terra per un dì ha ben tradito,ma del tutto mai ci tradirà.E allor va, carnier in spallaed in man le sue sementi,il nonno dai baffi bianchie ben noi, con lui, siam tutti quanti.Specchia il sol l’arcobalenoor che il ciel si fa serenoi campi ancor semineremo.

Morì nell’orto il bel fringuello,cantava sempre in punta al melo;con l’ali a croce occhia il cieloci tocca il cuor il suo pensiero.Pare dir «il nido mio lasciai…che non credevo di riveder più mai».

ANGELO JANNA TAVÀN

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Manca ovviamente alla sua fami-glia, con la quale ha condiviso lavita e lo ha aiutato a vivere sino al-la fine.Manca alla Parrocchia. Durante glianni giovanili ha cantato nellosplendido coro diretto dal maestroAndrea Besa, passione che gli èrimasta anche dopo la quiescen-za, quando, dopo i lunghi anni dilavoro a Venezia è rientrato in pae-se e ha continuato a far parte delcoro – sicuramente più modesto –e poi si è messo subito a disposi-zione come sacrista, conscio dellaresponsabilità che viene rivestitocolui che, dopo il prete, è visto co-me un punto di riferimento, nonsolo per suonare le campane, pre-parare l’Altare, accudire la sacri-stia, annotare diligentemente le in-tenzioni delle Messe, presenziarequotidianamente, non solo nellesolennità, pregare con la gente,ascoltando e consigliando. Un uf-ficio che non è da tutti perché nonci vuole solamente discrezione etempo ma una particolare fede.Elio era un uomo di fede, vissutasin da bambino, in casa, irrobusti-ta dall’esempio trascinante dellozio monsignor Lo zer, da cui, insie-me al fratello Nando, ave va eredi-tato quelle doti di riservatezza,onestà cristallina, austerità e gioiadel cuore, nonostante i limiti impo-sti dall’essere umani, quindi nonperfetti. La pratica della fede l’haesercitata soprattutto negli ultimiscampoli di vita, quando la malat-tia, la solitudine, – benchè mitigatadalla solare e amorosa presenzadei figli, nuore e nipoti – la per ditaimprovvisa della moglie, potevanoavere il sopravvento su tutto. Mano! Lui ha continuato a dare l’e-sempio.Ci ha lasciato l’esempio, per se-guire, per quanto sia possibile,

Foto 1. Con la sua amatissima Maria, in unmomento di relax in montagna.

Foto 2. Elio, sempre puntuale e preciso nellasua attività di volontariato in chiesa.Qui, nell’oratorio, durante il periododel restauro della parrocchiale.

Foto 3. Con il figlio Vinicio, nel giardinodi casa.

quella strada maestra che condu-ce a Dio «Termine ultimo di ogniumana attesa» (Sant’Ago sti no).Molta gente anche dei paesi viciniha voluto testimoniare un grato ri-cordo a lui e si è stretta attorno aisuoi familiari.Grazie, Elio, a nome di tutti.

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La Redazione lo ricorda con affetto per la sua disponibilità e riservatezza.

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Lasciano un grande vuoto...l’Artugna porge le più sentite condoglianze ai famigliari

Irma Carlon Pertia nasce a Bu -doia il 9 ottobre 1927. Il 10 gen-naio 1948 sposa Angelo AngelinGirolet.Ancora molto giovane e madre didue bambine si ammala di un ma-le per quegli anni sconosciuto(scle rosi multipla).Il 14 luglio 1977 muore, dopo lun-ghe sofferenze. Nel 30° anniversario della suamorte e per quelli che avrebberodo vuto essere i suoi ottanta anni,le figlie Silvana e Maria Rita assie-me ai generi Claudio e Ennio, ainipoti Denise con Marco, Chri -stian con Cinzia e Fabio con Ele -na la ricordano con affetto.

In alto a sinistra. Irma, da piccolina conil fratello Marcello, nel 1929.In alto a destra. A 18 anni.A lato. Con il marito Angelo Angelin, negli anni1947/48.

Massimo Barugolo

Il 18 gennaio 2007 inaspettata-mente ci lasciava Massimo Ba ru -golo. Tutti sentiamo il grande vuo -to che ha lasciato nelle nostrefamiglie e nei nostri cuori. Era unapersona buona e il suo sorrisoaperto e sincero è l’immagine cheha lasciato a tutti quelli che lo ri-cordano con affetto e amicizia.

MASSIMO ZARDO

Nel 30° anniversario di morte

Il loro ricordo non sfuma

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CronacaCronaca

Co’ la FIDASa Bari

Le sezioni dei donatori di sanguedel Friuli Venezia Giulia hannopartecipato numerose al con-gresso nazionale della FIDAS aBari dal 28 al 30 aprile.Anche la sezione di Budoia erapresente. Per me, ex donatrice disangue, che ho partecipato per laprima volta ad un tale raduno, èstata una esperienza positiva,gratificante e commovente. Miaccompagnava mio nipote, Vi -cen zino Gislon, con la moglie

Schei in te lescoathe

I volontari che si impegnano du-rante la Giornata Ecologica orga-nizzata ogni anno dalla Pro Locodi Budoia sono abituati ad imbat-tersi negli oggetti più impensatiche per le ragioni più svariate, masoprattutto per la mancanza disenso civico e di rispetto per la

natura, vengono lasciati a detur-pare sentieri, boschi e prati. Nonavrebbero mai pensato però ditrovare denaro contante nellaspazzatura: lo scorso 25 marzo,infatti, alcuni volontari ritrovanobanconote in euro e franchi sviz-zeri per un importo pari a 220 eu-ro. Naturalmente la scoperta èprontamente segnalata agli orga-nizzatori che, nell’impossibilità dirintracciare il perlomeno distrattoproprietario, decidono di devol-verli in beneficenza al «Burlo Ga -rofalo» di Trieste, ospedale spe-cializzato nella cura delle malattieche colpiscono i bambini.A parte l’insolito ritrovamento, l’e-dizione di quest’anno, articolatanelle giornate del 24 e 25 marzo,è fruttuosa anche nella raccolta erecupero dei rifiuti più usuali: i cir-ca 80 partecipanti riescono araccogliere quasi 80 quintali di ri-fiuti, che sono differenziati al finedel riciclaggio. La Pro Loco ringra-zia l’Am mi ni stra zione Comu nale,l’Auser, il gruppo A.N.A. «Be piRosa», la Pro tezione Civile e i nu-merosi cit ta dini di Dardago,Budoia e Santa Lucia che hannodato prova della loro sensibilità neiconfronti dell’ambiente che ci cir-conda.

MARTA ZAMBON

Foto sopra e a destra. Immagini della sfilata dei rappresentanti delle FIDAS provincialilungo le vie di Bari.

«Caccia grossa» al termine della Giornata Ecologica.

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dove il santo era vissuto, silenzio-sa e commossa. Siamo rimasticoinvolti da questo raccoglimen-to che ci ha fatto apprezzaremaggiormente di pace e di mani-festazione di fede.Il nostro viaggio ci ha portati an-che in Basilicata, a Matera, lacittà dei «Sassi», la città scavatanel tu fo. Matera è elencata tra lemeraviglie del mondo ed è statadichiarata dall’Unesco patrimoniodel l’uma nità, da conservare e tra-smettere alle generazioni future.La visita ad Alberobello, il paesedelle Murge, famoso per i trulli –abitazioni dalle caratteristiche cu-pole bianche – ha concluso il no-stro viaggio nella terra di Puglia.

ROSETTA GAGLIARDI GISLON

A Grenobleco’ l’Artugna

Anche quest’anno il gruppo fol-cloristico Artugna ha organizzatoalcune entusiasmanti trasferte.Nel fine settimana del 9 e 10 giu-gno la meta è stata Grenoble,una città francese attraversatadal fiume Isere, situata nelle Alpi,sede dei giochi olimpici invernalidel 1968. Nella zona è diffusa erinomata la produzione di noci,note come le noci di Grenoble.Il viaggio in corriera è stato lungo,perché partendo alle 22.30 delvenerdì sera da Roveredo e Bu -doia siamo giunti a destinazionealle 9.00 circa del mattino suc-cessivo.Siamo stati ospiti dei Padri Sca -labriniani, missionari alla guida diuna comunità di Italiani emigratiin Francia da parecchi anni, di cuimolti erano Friulani.Alcuni di loro ci hanno subito ac-compagnati a visitare la città: sia -mo saliti su una specie di funivia aforma di uovo, la «Tele ferica», laquale aveva lo scopo di far ammi-rare ai turisti il panorama dall’altoe di condurre alla fortezza deno-minata «Bastiglia».Terminata la visita siamo stati in-vitati a pranzo da un gruppo diSar di nella loro sede appenainau gurata, dove ci hanno fatto

Gio van na Pegorer. Durante l’ome-lia della Santa Mes sa celebrataprima della sfilata dei congressisti,il Vescovo ha paragonato il donodel nostro sangue al dono delsangue di Gesù per noi: segno diun amore immenso. Il sangue diCristo ci ha salvati e redenti, il do-no del nostro sangue a coloro chene hanno bisogno è un atto gene-roso, gratuito, che esprime la no-stra solidarietà verso gli altri, aqualunque razza appartengano.Anche il Sindaco di Bari ha avutoparole di stima per i donatori.Infine, il Presidente Nazionale del-la FIDAS ha sottolineato come ilvincolo che unisce tutti i donatorid’Italia dimostri, ancora una volta,che la solidarietà è senza confini.Al termine della cerimonia il cor-

teo si è snodato ordinato, apertodalle Autorità, dalle bande musi-cali e dagli striscioni con il nomedelle varie regioni. Seguivano idonatori delle sezioni con il lorolabaro. Abbiamo attraversato ilcentro del la città e percorso illungomare. Festa di sole splendi-do, festa di folla che applaudivaspontaneamente al passaggiodel corteo.L’occasione del Congresso ci hapermesso anche di recarci a SanGiovanni Rotondo, sulla tomba diSan Pio da Pietralcina. Una lungafila di persone passava sui luoghi Il gruppo Artugna durante l’entusiasmante trasferta a Grenoble.

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A pies pa’ l’Artugna

Si tiene sabato 14 luglio 2007,con partenza tra le 16.30 alle17.00, la prima Marcia attorno alTorrente Artugna, manifestazionenon competitiva omologata dal

gustare alcune pietanze tipichedel loro paese.Nel pomeriggio ci siamo esibiticon le nostre danze nelle variepiazze del luogo, dove siamostati molto applauditi.Una volta terminato il tutto, final-mente è giunta l’ora di andare a ri-posare dopo un lungo viaggio.L’albergo non era dei migliori, co-munque a noi non importava piùdi tanto, bastava solo rilassarci unpaio di ore, perché sapevamo chealla sera ci dovevamo nuovamen-te esibire con le nostre danze e inostri canti. La mattina seguentetutti svegli alle otto per la colazio-ne, bagagli pronti per essere cari-cati in corriera e partenza per can-

Comitato Provinciale F.I.A.S.P. diPordenone, valida per i concorsinazionali FIASP, Gamba d’Ar -gento e Piede Alato dei concorsiinternazionali IVV. I 2 percorsi (da 7 km per chi èabituato a brevi passeggiate, eda 12 km per chi vuole adden-trarsi un po’ di più nelle nostremontagne) segue il tracciato delPercorso Circolare Permanentedel torrente Artugna, che partedalla piazza di Dardago.Il percorso è particolarmente sug-gestivo, snodandosi tra i sentieriche costeggiano il torrente Artu -gna, all’ombra del Crep di SanTomè, con i loro tipici muri a sec-co e l’antica canaletta in pietra.Inoltre parte del tracciato coinci-de con il sentiero naturalistico diSan Tomè. Non mancano i fornitiristori, che si ritrovano puntuali egraditi nei punti in cui la sete sicomincia a sentire.A questa prima edizione si iscri-vono ben 269 marciatori, un nu-mero rilevante considerato l’ora-rio pomeridiano. Al gruppo piùnumeroso è assegnato il trofeo

tare la Santa Messa, che era cele-brata in italo-francese. Dopo averpranzato e salutato i nostri amici,di nuovo tutti in pullman per af-frontare il viaggio del rientro.Ora ci aspetta un’altra trasferta inuna località di mare a fine luglio.

CRISTINA DE CHIARA

Partecipanti alla 1° marcia «Attorno all’Artugna» tra i suggestivi percorsi lungo il torrente.

Un’altra immagine dei ragazzi del gruppo Artugna a Grenoble.

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Immersione Natura

L’Amministrazione Comunale vuo -le dedicare un particolare spazio aigiovani per favorirne l’aggregazio-ne soprattutto durante il periodoestivo: ciò anche in considerazionedelle difficoltà che spesso si ri-scontrano nello stare insieme, ri-conducibili agli attuali stili e modellidi vita che la società e i mass me-dia propongono.Per questo, dopo il successo otte-nuto da Sportivissima 2006, l’Am -mi ni stra zione Comunale intendepromuovere un’iniziativa denomi-nata Immersione Natura, caratte-rizzata da vari sport, laboratori dipittura e murales, musica edescursioni tra la natura, tutte atti-vità legate alla sfera degli interessigiovanili. Il progetto si svolge nelmese di luglio ed è costituito da ci-cli settimanali durante i quali ognigiorno un gruppo di 40 ragazzipuò praticare le discipline prescel-te. A conclusione dei corsi di Im -mersione Natura, si tiene la giorna-ta di Sportivissima 2007, aperta achiunque voglia partecipare. Il pro-getto acquista un valore aggiuntivograzie al coinvolgimento delle varieassociazioni operanti nel territorio,in linea con il principio che… insie-me è meglio!

MARTA ZAMBON

Inno a

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È tra noi dal 27 di marzo 2007 Rachele Puppin, figliadi Marco e di Michela Ballan, terza nipote di Osvaldoe Marina Puppin.

«pizzeria Artugna», altre coppesono riservate agli altri gruppi; acoloro che acquistano il bigliettocon riconoscimento viene conse-gnata in ricordo una maglietta delPercorso Circolare.Grazie a tutte le associazioni e alleditte che hanno collaborato con laPro Loco… e appuntamento alprossimo anno!

MARTA ZAMBON

Ciao a tutti.Mi chiamo Nicola, sono nato il 26 maggio 2007.I miei genitori sono Lucia Ianna e Roberto Crestan.

Il 24 maggio 2007 è nato a Pordenone Victor Lachin,figlio di Stefania ed Emanuele.

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Nozze d’oro in Svizzera.Ruggero Zambon Pinàl e LuciaBulloni si sono sposati nel lontano23 marzo 1957.Un’intera vita trascorsa a Berna trafamiglia, lavoro e arte.Quanti ricordi!Quest’anno, il 23 marzo 2007, hannofesteggiato il loro 50° anniversariodi matrimonio attorniati dai figli e dainipoti.Nella foto (in piedi da sinistra).Fabio, Tamara, Sibille, Andrea,(davanti) Aida, Ruggero, Tizianoe Lucia.Auguri da tutti e dalla redazione.

Rui Fortunato – Mies Rina, dacinquant’anni insieme. Le nozzed’oro sono un evento sempre piùraro ma i nostri festeggiati hannovoluto condividerlo con l’interaComunità Parrocchiale che ha intesoringraziare Fortunato, supportatodalla consorte, del volontariatoconvinto e generoso che prestain Parrocchia sotto varie forme:Membro del Consiglio Parrocchialeper gli Affari Economici, supervisoreattento e scrupoloso durante i varicantieri che si sono susseguiti inchiesa e casa della gioventù,componente del coro parrocchialee ogni qual volta le emergenzerichiedano la sua presenza.

È stata una bella giornata cheFortunato e Rina hanno vissuto conil loro figlio e la sua famiglia, coni congiunti, con i coscritti della loroclasse, con il coro parrocchiale, conla Comunità, riunita la domenica,giorno del Signore insieme ad altridue anniversari: il 30° di nozze diVittorio Vuerich e Giuliana Angelin ei coscritti della classe 1937 delle trecomunità.«Una festa della vita» ha esclamatodon Adel nell’omelia, diringraziamento a Dio per tuttii benefici che ha elargito aifesteggiati, un inno alla carità,un grazie che sgorga dal cuore eriempie lo spirito.

A Fortunato e Rina, oltre agli auguridi tutti noi, sono giunti, graditiil telegramma di benedizione delPapa e l’augurio del nostroVescovo, oltre ad una bella iconaraffigurante la Madonna dellatenerezza, dono agli sposi dellaParrocchia, lavorata a manodalle monache clarisse di Attimis.Agli sposi d’oro, e agli altrifesteggiati gli auguri pIù belli diun sereno avvenire, gustato da altrifelici traguardi. Il lavoro in parrocchianon manca. Possiamo tutti copiareda Fortunato e renderci utili,ciascuno secondo quanto può fare.

MARIO POVOLEDO

I signori Rui, attorniati dal figlio Primo,dalla nuora Marina e dal nipote Andreacon la fidanzata Marta, al terminedel rito religioso.

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Cristina Rui e Santino Tomasellocondividono la felicità per la nascitadel loro amatissimoLorenzo (13 dicembre 2006).

È nata una nuova famiglia a Budoia:Loris Carlon Cech e Anna Rita Dioguardisi sono sposati nella chiesa parrocchiale.

Auguridalla Redazione!

Il 9 giugno 2007, in alta uniformedei Carabinieri, Dario ha detto «sì» allasua Tiziana.Nel prestigioso Duomo di Trento,circondato dalla presenza e dall’affettodi tanti amici e parenti Dario BastianelloThisa si è unito in matrimonio conTiziana Miori.Ai novelli sposi auguriamo un lungo esereno cammino insieme.Congratulazioni!

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Fiume Veneto – Dardago, 28 marzo 2007

Pregiatissima redazione, graziean che quest’anno per tenerci cosìuniti ai luoghi e ai ricordi delle no-stre origini e della nostra infanzia.

PIETRO ZAMBON E SORELLE

Ritornar Bambini

Le cose che il bambino amarimangono nel regno del cuorefino alla vecchiaia.La cosa più bella della vitaè che la nostra animarimanga ad aleggiarenei luoghi dove una voltagiocavamo.

KAHLIN GIBRAN

Carissimo Pietro, grazie a lei peraverci dato la possibilità di ap-prezzare le belle parole con lequali Kahlil Gibran, grande poetalibanese costretto a emigrare ne-gli Stati Uniti, canta la nostalgiaper i luoghi dell’infanzia. Molti no-stri lettori si riconosceranno inque sti pensieri.

Le siamo grati anche per lagenerosa offerta.

Aix les Bains (Francia), 12 aprile 2007

Ho ricevuto l’Artugna, il più gran-de piacere che potevate farmi. Viringrazio.

Sono Sergio Zambon nato aDardago nel 1925; vivo in Franciada più di 40 anni. Vi mando duefoto. Nella prima, fatta a Dardagonel 1930, c’è la mia famiglia. Miamadre Maria Zambon tiene inbrac cio mio fratello Romano, natoil 27 giugno dello stesso anno,mio padre Serafino ZambonTrantheot, io e mio fratello Luigidel 1922.

La foto è stata scattata dallacugina Italia Zambon Marin cheveniva in ferie nel mese di agosto.Aveva sposato un veneziano.

La foto originale era piccola el’ho sempre portata nel portafo-glio. Poi l’ho fatta ingrandire.

Nella seconda foto potete ve-dere l’entrata della mia casa contanti fiori. Quando vado in giardi-no mi pare di essere a Dardago.Ho fichi, uva fragola, rose, cicla-mini…

Spero che queste foto vi piac -ciano. Scusate per la scrittura.

Saluti a chi si occupa de l’Artu -gna e a tutti i dardaghesi.

SERGIO ZAMBON

Grazie, sig. Sergio per la lettera ele fotografie che ha voluto spedir-ci. Le pubblichiamo volentieri an-che se, purtroppo, la qualità dellafoto «storica» non è ottima. Nonimporta. Queste vecchie immaginisono importanti in quanto docu-menti storici di un tempo ormailontano ma anche perché rappre-sentano gli affetti più profondi e iricordi più belli di chi, come lei, damolti anni vive lontano dal paesenatale. Ricambiamo i saluti.

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Gentilissima Redazione: l’Artugna èsempre «benvenuta», mi reca notizie,avvenimenti, ricordi dei vostri paesi ame molto cari.

AURORA CERRONI AURELI – ROMA

Con l’augurio più affettuoso di «buonlavoro» e grazie di cuore!

SILVANA BOCUS PISU – SUSEGANA

In memoria della cara mamma.

SILVANA E MARIA RITA ANGELIN GIROLET

SAN GIOVANNI DI POLCENIGO

A ricordo di Romano Zambon.

LA MOGLIE ROSINA ZAMBON – TORINO

Grazie per l’Artugna.

GIROLAMO ZAMBON – TORINO

Grazie a tutti per il vostro importanteimpegno. Un saluto.Con stima.

MARIA CARLON ROS – SEGRATE (MI)

Situazione economica del periodico l’Artugna

Periodico n. 110 entrate uscite

Costo per la realizzazione + sito web 3.846,00

Spedizioni e varie 191,00

Entrate dal 19.03.2007 al 15.07.2007 4.053,50

Totale 4.053,50 4.037,00

bilancioSiamo grati per le generose offerte.

Mercoledì 15 ore 11.00 Santa Messa Solenne dell’Assuntaaccompagnata dalla corale «Santa Maria Maggiore»

ore 16.00 Giochi popolari nel cortile delle scuole

ore 18.00 Santa Messa Vespertina

ore 21.00 Concerto per l’Assuntaper organo, sassofono e sopranoEmanuele Lachin – OrganoZija «Bushi» Bejleri – SassofonoStefania Antoniazzi – Soprano

Presso il cortile della Canonica: Pozzo di San Patrizio ricco di premi.

PER L’ASSUNTAfesteggiamenti

PROGRAMMA

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Turdus merulaMerlo – Merle

Con noi in tutte le stagioni, oramai.Saltella, reclina il capo, timoroso ci fissa, poi, inun rapporto di fiducia, riprende a saltelli ritmati e

s’avvicina. Becchetta qualche briciola.Oramai è di casa. C’è voluto del tempo per indurlo a

tanta dimestichezza!Si esibisce. Spicca il volo sulla cima del maestoso

tiglio. Domina e ci scruta dall’alto, per farsi ammirarenella sua esibizione vocale. Modula il suo fischio:

un canto scandito da note lente e flautate, un melodiosocanto che ci fa aprire «l’orecchio del cuore».

Non è un giovane esemplare – un merlotto per dirlaalla toscana – non si lascia «spennare», oramai ha

acquisito una sorta di furbizia. Ecco la spiegazione ai modi di dire in uso nella nostra

cultura popolare «Te so un merle» e «I à ciatat ‘l merle daspelà», associando l’uccello alla dabbenaggine,all’uomo poco accorto, che si lascia ingannare

facilmente. Sono espressioni riferite all’esemplaregiovane, privo di esperienze.