La Voce di Rionero - LVDR_08
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8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08
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La Voce di Rioneroa Voce di RioneroBollettino gratuito riservato ai soci e simpatizzanti Azione CattolicaMensile - Novembre 2005 Anno Domini 1 - Numero 8
Le vittime: non dimenticarle, ma onorarle
Omaggio ai caduti esempi che devono portarci a credere nella pace
http://www.lavocedirionero.tk
SALUTE
BENESSERE
CULTURA
SPORT
SPETTACOLO
CURIOSITA
ATTUALITA
Omaggio ai
caduti
La vera Chiesa
ARCHIVIO
STORICO
31 Ottobre 2002 Lacne
pag 10-11-12pag 12pag 9,10pag 2 : 8
Come ogni anno,
la prima
domenica di
n o v e m b r e ,Rionero ricorda i
suoi gloriosi
Caduti nei due
grandi conflitti
mondiali del
1915-18 e del
1943-44.
La cerimonia molto sobria e semplice
vede la Santa Messa a cui parte-cipano le autorit civili e militari e la
deposizione delle corone presso i
monumenti di due grandi figli del
nostro paese: EUGENIO FRATE
Medaglia dOro al Valor Militare che si
distinse nel combattimento in Grecia
nel 1940 e OLIMPIO DI FRANCO che
salv un suo superiore, al quale fu
conferita la Medaglia d Argento
conservata con onore dalla figliaOlivetta.
Questi due esempi di amor patrio e
sprezzo del pericolo nonch di
profonda umanit vengono ricordati,
con un semplice omaggio bandistico,
anche nel corso delle Feste Patronali.
Ogni anno, il presidente dell Associ-
azione Nazionale Combattenti e
Reduci di Rionero, Giovanni Silvestro
ricorda i caduti con grande lucidit e
commozione, perch lui, come altri,
ha vissuto ore tragiche e dolorose.
Ma se il 1 Conflitto mondiale non fu
vissuto particolarmente in prima
persona da tutti, ma solo dalle fami-glie che avevano qualche congiunto
al fronte, il 2 travolse tutto il territorio
comunale lasciando profondi segni
sia materiali che morali.
Don Antonio Fioritto ha scritto delle
pagine commoventi nel suo diario diguerra che sono riportate anche nei
numeri precedenti di questo giorn-
alino, pagine che ci fanno rivivere
appieno i sentimenti di angoscia,
dolore, rabbia , disperazione della
nostra gente costretta dai tedeschi a
lasciare tutti i beni e a sfollare dalle
case.
Lordine di sfollamento, severo,
secco, arriv il 7 Novembre del 1943,ma gi da settembre, i tedeschi si
erano impadroniti del nostro paese
costringendo numerose famiglie ad
evacuare.
L8 Novembre,di mattina, il nostro
amato paesello venne completa-
mente distrutto da mine e fuoco,
mentre alcune persone vennero
fucilate.
Rionero pianse la morte di 14 civiliche non combattevano guerre ma
inneggiavano alla pace.
ANZIANI . . . IL RIS PET T O 31 OTTOBRE 2 002 LA VERA CH IES A
di PASQUALINO BARTOLOMEO di AMICO DI VINCENZO
Pistoia Blues Festival, 9 luglio 2005:
una festa allinsegna della musica del pi
alto livello, ma non solo...
PAG. 5 PAG. 8 PAG. 7
all improvviso un boato tremendo taglia l
aria e la terra si scuote tutta: il terremoto,
che tocca lottavo grado della scala
Mercalli
Nessuna delle migliaia e migliaia di
confessioni protestanti oggi esistenti in
grado di dimostrare -documenti alla mano-
le sue origini apostoliche
IN EVIDENZA
di AMICO DI VINCENZO
a cura della Comunit Resto DIsraele
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La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroattualit
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Novembre 05ovembre 05
Queste erano:
ANDREANO VINCENZO
ANTONELLI SERAFINO
APOLLONIO MARIA
CAPRETTA DOMENICO
DAMICO ANNA
DI BENEDETTO MARIA
DI FIORE ROSA
DI FIORE GIOVANNI
DI FRANCO MASSIMINODI GERONIMO SABATINO
DI VINCENZO ELVIRA
FERRITTO PASQUA
FRABOTTA CELESTINO
ANIRO MICHELE
MAROTTA LUCIO
Per non parlare dei caduti sui vari
ronti che per ragioni di spazio non
elenco e che sono sulla lapide postasulla facciata del Municipio.
Tante morti dunque, tanto dolore per
una cosa che fortunatamente l Italia
con l art.11 della Costituzione,
reprime: la guerra.Alla guerra io non do un motivo
preciso, perch la distruzione, la
morte, l odio non hanno motivi validi.
La cattiveria e la barbarie tedesca
erano legate al tacito tradimento che l
Italia con l armistizio dell 8 Settembre
, aveva causato.
In queste zone furono, poi, particolar-
mente feroci.
Ad Ateleta, paese in provincia diLAquila bruciarono tutto compresa la
Chiesa e il Cimitero e uccisero ben 29
persone.
A Gamberale, paese nativo di mio
nonno materno, vi furono ben 107
persone uccise e un intero paese
distrutto con molte altre persone che
morirono anche dopo la liberazione,
per scoppi di mine rimaste sepolte.
Cruenta e dolorosa fu poi la vicenda diPietransieri di cui mi sto occupando in
questi giorni: il giorno 21 Novembre
1943 i Tedeschi uccissero 110
persone che non avevano voluto
sfollare, e si erano radunati nei casalidi Limmari dove ( donne, vecchi, e
bambini) trovarono la morte.
Noi giovani abbiamo un dovere, verso
tutte queste vittime della crudelt:
NON DIMENTICARLE, MA
ONORARLE perch sono morte
anche per noi che non eravamo al
mondo, perch e anche grazie a loro
che abbiamo trovato un mondodiverso.
Pensiamo a queste persone come
tante dei tanti paesi e citt italiani che
sono morte per la loro terra,per la
pace.
Questi sono gli esempi che devono
portarci a credere nella pace,
nellamore, perch queste inutili stragi
non si ripetano.
E siamo proprio noi giovani i maggioriinteressati
di AMICO DI VINCENZO
Torniamo ancora su un fatto di cronaca, che i telegiornali ci
hanno costretto a seguire, costretti perch rilanciato per
giorni in tutte le edizioni. Sto parlando della disavventura
cercata del giovane Agnelli.
Senza menzionare la cronaca straconosciuta, vediamo se si
pu fare qualche commento utile sulla questione. La cosa
che ha stupito di pi, come del resto negli altri fatti di droga,
che hanno coinvolto personaggi famosi, stata sicuramente
che a questa brava gente non manca nulla. Perch fanno
cos?
Dobbiamo allargare il raggio di analisi e partire dalle
tendenze degli ultimi tempi, per poter proficuamente capire il
fenomeno.Fino a qualche tempo fa cera leroina a farla da padrona; di
fronte alla realt, che non piaceva, si cercava lo stordimento
e levasione per mezzo di questo deleterio palliativo. Ora,
anche se perdura il rifugio nella realt che non ci piace, si
scelgono altre strade, con lobbiettivo di annullare il proprio
io. Dunque leroina ci portava lontano dalla realt, assopen-
doci e dandoci una preoccupazione impellente: cercarne
altra . Nella cocaina e nelle sostanze cosa cerchiamo?
La societ di oggi alla ricerca del super uomo, quello che
riesce a stare al passo in tutto, nella tecnologia, nel seguire
lultima moda. Ma questo comporta dover ,lavorare di pi,
guadagnare di pi, non farsi licenziare e perci dare sempre
il massimo , se il caso anche rubare per non rimanere
indietro ed essere emarginati. .
E allora la cocaina ? In mondo di precariet per il lavoro, di
relativismo nei valori, di furiose corse incontro non si capisce
bene a cosa( ma limportante correre) si deve essere
sempre al massimo ed ecco che una sostanza, che in un
attimo ci da energia, ottima e nellabitudine di non pensare
mai alle conseguenze si finisce assuefatti o peggio inrianimazione. Anche nel divertimento si deve essere sempre
al massimo delle potenzialit, fare sempre la battuta simpa-
tica, emergere, farsi notare, ballare per notti intere in
discoteca, spendere in sostanza pi energie di quelle che si
hanno e dover far ricorso ad aiuti artificiali
Dicevo prima anche questo significa evadere, anche se ad
un primo sguardo sembra ricercare pi se stessi, accrescere
segue da pag. 1
Sentimenti, pensieri e programmi
di FABRIZIO TOLVE
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Novembre 05ovembre 05
Intervista ad un barbonereportage
Nome: Lucio
Et: 36 anni
Status vivendi: barbone
Lucio vive con i genitori e sua sorella fino
allet di 10 anni. Di padre siculo, madre
torinese, subisce un forte trauma quando
i suoi genitori decidono di separarsi.
Il bambino vittima di scelte di vita non
sue; il padre, costretto a essere fuori
casa anche per cinque giorni alla
settimana (camionista) lasciava la
moglie sola con i figli che pens bene di
intraprendere una relazione extraconi-
ugale anche in presenza dei suoi pargoli.
Quando il capofamiglia tornava a casa,
sfogava la sua ira sui bimbi lasciandoli
inermi sul pavimento. Bastava un piccolo
pretesto affinch egli brandisse in mano
bastoni, cinghie e qualsiasi cosa che gli
si mostrasse dinanzi agli occhi. Succes-
sivamente alla separazione, Lucio
costretto a vivere con gli zii a Monza, i
quali lo lasciano andare a scuola la
mattinata, ma pretendono che lavori con
loro allet di dieci anni presso il bar di
famiglia dalle prime ore del pomeriggio
sino alle due di notte.
Una volta raggiunti i 15 anni, decide di
riallacciare i rapporti con la mamma, che
oramai ha unaltra vita in provincia di
Como, al confine con la Svizzera con un
Austriaco. Lucio inizia a lavorare dopoun paio di mesi in svizzera come
imbianchino e nelle nottate aiuta sua
madre che fa la cuoca in un ristorante.
Cattive compagnie, traumi psicologici e
poca autostima lo spingono nel vortice
della droga e dellalcool. A 17 anni si
sposta a Torino per vivere con la sorella,
che ha una macelleria e un negozio di
articoli vari. Qui trova anche lamore
della sua vita: fidanzato per 6 anni eprossimo alle nozze, il rapporto
troncato a causa della droga. Allet di
23 anni, pertanto, decide di andare in
una Comunit a Vicenza e, dopo 3 anni,
esce finalmente dal tunnel delleroina. Si
sposta a Roma, dove trova lavoro come
giornalaio per un paio di anni. Ricade
nellalcool, torna a Milano e comincia a
vivere nella stazione di milano centrale.
Chiama il padre a Torino dopo tanti anni
di silenzio, il quale gli dice di non farsi pi
sentire e lo minaccia di morte; in com-
penso, per, gli dona 500 per mettersi
a posto la coscienza.
Ora vive cos, come viene, non si chiama
mai barbone e dice di fare un lavoro
socialmente utile: porta le valigie dei
viaggiatori su e gi le scale della stazi-
one sperando in una ricompensa. Non
ruba, non da fastidio, riprende i suoi
amici quando sono alticci e alzano il tono
della voce. Proprio in questi amici ha
ricevuto il conforto tanto atteso. Dice di
essere in una famiglia, dove anche un
piccolo pezzo di pane viene diviso in
dieci parti e condiviso con gli altri un
po per paura di non restare isolato, un
po perch queste sono le leggi della
strada. A tal proposito un suo amico
ricorda un giorno in particolare, quando
Lucio gli salv la vita: il suo corpo era
inerme giacente sul pavimento, quando
il barbone si accorse che dalla sua
bocca usciva sangue. Chiamato il pronto
intervento e i volontari, costoro si rifiuta-
rono di toccarlo perch affetto da lebbra.Lucio lo prese in braccio, lo accompagn
in autoambulanza fino allospedale dove
dorm con lui per tre notti senza batter
ciglio; dopo tre mesi di ricovero, i due
sono rimasti ottimi amici.
Lucio convinto di una cosa: che la vita
sia una continua lotta, dura s, ma lui
non smetter mai di lottare.
Un consiglio di Lucio per tutti i ragazzi:
non commettere il suo stesso errore
il proprio io. Il tentativo di
mantenersi sempre impeg-
nati non puntando solo sulle
proprie capacit e /o possi-
bilit, porta alla costruzionedi un falso io, denudata
delle debolezze che tutti
abbiamo e quindi alla falsifi-
cazione della realt.
Il rifiutare sempre la rifles-
sione e crearsi un mondo
artificiale lo si nota anche
nella difficolt di fermarsi a
pensare ; a volte si osserva
che alcune persone, almomento dellomelia
durante la messa, fuggono
in preda al panico mascher-
ato da noia. La verit che
temono il confronto con
quanto la loro coscienza
potr apprendere dalle
parole del Sacerdote e,
lamentando una misteriosa
incapacit di portare attenzi-one al Sacro Rito, non
riescono a dedicarsi un
momento di introspezione.
Come non notare
lincapacit di pregare dei
tempi moderni?. La vita sar
proprio quella cosa che ci
accade mentre siamo occu-
pati a fare programmi?
Utile forse ricordare le
parole di Ges, non grande
uomo ma vero Dio, al
giovane che riteneva di aver
osservato perfettamente la
legge di Dio o ancora alle
Vergini Io non ti conosco
Lui conosce solo quello che
ha creato non quel falso io
che noi ci creiamo e non
appartiene a Lui .
segue da pag. 1
di FABRIZIO TOLVEdi ADELIO FIORITTO
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Non siamo quello che siamo,ma quello che vogliamo diventare...
di FRANCESCA BRUNELLO
Prima di tutto un lontano ricordo di
scuolaPlatone che ringrazia gli deiper averlo fatto nascere greco.
LItalia oggi non solo un patrimonio
ncredibile di memorie, ma anche e
soprattutto un progetto da realizzare,
un passato da valorizzare, e un futuro
da costruire.
Lamore per lItalia non un senti-
mento cieco, vedo bene che siamo un
popolo che ha molti difetti, anche se
questi difetti, sommati alle tantissime
qualit, formano uno specifico carat-
tere nazionale.
Credo che gli uomini possano realiz-
zarsi al meglio delle proprie possibilit
a condizione di essere radicati in una
tradizione: per tutto ci che realizzo
ogni giorno, e che d un senso alla mia
esistenza, sento di essere in debito
verso la mia terra.
Senza spirito di squadra non si affronta
nessuna gara. Cos come senza patri-
ottismo non si va da nessuna parte.
Oggi pi di ieri. Nella competizione
mondiale tra i paesi, il senso di
appartenenza a una comunit serve
allo sforzo collettivo richiesto per
conservare e accrescere i livelli di
benessere raggiunti. E qui bisogna
ntendersi. Noi italiani siamo un auten-
tico rompicapo per gli amici stranieri.
Da sempre, gli indicatori della nostra
situazione autorizzano previsionicatastrofiche. Ma, alla prova dei fatti, le
profezie di sciagura si ribaltano con il
raggiungimento di brillanti risultati.
Dopo la fine della guerra,
nell'Inghilterra vincitrice, vigeva il
razionamento e si tirava la cinghia;
mentre, nella povera Italia della
disfatta, l'economia ripartiva alla
grande e la gente dava l'impressione di
passarsela piuttosto bene.
Gli stranieri osservano i fatti nostri e
annotano una serie di difetti accanto
alla lista delle buone qualit che sono
disposti a riconoscerci. Come certe
virt esteriori: la cordialit, la sponta-
neit, ma anche la laboriosit, il gustoartistico, lo spirito umanitario. Molti i
lati negativi che ci attribuiscono:
l'indisciplina, la superficialit, la disor-
ganizzazione, il debole senso civico.
Perfino il senso della famiglia, che
un'eccellente qualit italiana, stato
rovesciato in un "familismo amorale" e
iscritto dai censori tra i nostri "peccati
capitali". Considerata la gravit di
questi nostri "peccati", ci si sempre
aspettati che ne fossimo trascinati in
basso: rivoluzioni, sfracelli economici.
Invece, siamo sempre usciti dalle
nostre crisi, e, sempre, pi forti di
prima. Molti esperti dei fatti nostri, i pi
spassionati, hanno finito per prendere
nota delle smentite che provengono
dalla realt e arrendersi al mistero
italiano. Cos i nostri successi
economici sono stati rubricati tra le
cose inesplicabili, insieme con il volo
del calabrone e l'incrollabile pendenza
della torre di Pisa. E la tenuta della
nostra convivenza civile, rispetto a
lacerazioni e spinte centrifughe, ha
dato luogo a ingegnose congetture
sociologiche sull'esistenza di
un'armonia di fondo, dietro gli eterni
conflitti di una societ "senza stato".
Gli stranieri nostri simpatizzanti ci
considerano una "anarchia che
funziona". Mentre i detrattori persis-tono nel loro catastrofismo, sempre
smentito dai fatti eppure sempre
ritornante. In quel guizzo imprevisto,
che ci fa riguadagnare il centro del ring
ogni volta che siamo messi all'angolo,
molti vedono il riflesso fortunato del
famoso stellone d'Italia. Io sono
convinta, invece, di vederci il patriot-
tismo degli italiani di buona volont. Se
non fosse per loro, pronti a rimboccarsi
le maniche quando serve, saremmo
andati al tappeto chiss quante volte.
C lItalia delle vacanze in Indiama
c lItalia di Sophia Loren che acclama
Roberto a Hollywood, e per quel capo-
lavoro ancora tutti ci invidianoC lItalia delle pagliacciate
calcistichema pur sempre
quellItalia che non ha coraggio di
staccarsi dalla tv quando a luglio i
mondiali ci tengono li a sperare che
cosa? Che una palla vada in
rete???..Non credo! ( concessione a
Francesca: grande merito ce lhanno
sicuramente i muscoli scolpiti di Ales-
sandro Nesta)
C lItalia di Renzo Rosso, che da
quella piccola citt di Bassano del
Grappa ha conquistato lAmerica..vi
racconto un piccolo aneddoto:il
6settembre 2003 la sua azienda, la
DIESEL,ha compiuto 25 anni. Per
questa ricorrenza la mia citt stata
ribaltata da capo a piede per permet-
tere la realizzazione di questo evento
non certo adatto ad una cittadina
cos..Jovanotti, Moby, Naomi Camp-
bell che giravano per questo parco
cittadino dove i liceali bruciano la
scuola...perch proprio a Bassano?
Perch non a New York, Parigi, Londra
o le grandi capitali della moda?
C lItalia di chi gridava 10 100 1000
Nassirya, ma c anche lItalia che
dallalba sfidando il freddo tagliente di
questo inverno, si messa in fila per
Nicola Calipari proprio l davanti,
allAltare della Patria: con lombrello,con un giornale sotto il braccio spesso
di sinistra, con la pazienza saggia di
chi vuole rendere omaggio a un eroe, e
insieme trovare conforto a un dolore
grande in una folla di altri riconosciuti
come simili a s, facenti parte di una
stessa comunit. Insomma, lAltare
della Patria si consacrato davvero
come tale, grazie alla presenza di
persone che mai avrebbero immagi-
nato di compiere un gesto cos, sem-
plice e del tutto improbabile allo stesso
tempo.
L'Italia un cantiere di lavori in corso.
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di PASQUALINO BARTOLOMEO
Il rispetto per gli anziani
Novembre 05ovembre 05
Pistoia Blues Festival, 9 luglio 2005.
Quello che sto per fare a voi lettori il
breve resoconto di unesperienzaindimenticabile, una giornata, anzi una
festa allinsegna della musica del pi
alto livello. Accompagnato da due
fedelissimi (la mia ragazza e il mio
amico Vincenzo), ho avuto infatti il
privilegio di ascoltare in quel di Pistoia
alcuni fra i pi interessanti artisti blues
in circolazione (Eric Sardinas e Robert
Cray solo per citare i pi noti), ma
soprattutto di assistere ad uno spetta-colo di colui che, a ragione, probabil-
mente il maggiore musicista vivente al
mondo, uno che non ha pi bisogno di
nessuna presentazione: BB KING, il re
del blues.
Proprio cos, siamo
andati al concerto di
un vecchio signore
di 79 anni e 10 mesi,
la cui veneranda etcostringe ad esibirsi
seduto su uno
sgabello, ma la cui
presenza scenica, la
tecnica, la voce (ma dovrei dire il
ruggito), e soprattutto il cuore amma-
liano al solo apparire una folla strari-
pante che pende dalle sue labbra e da
Lucile, la sua chitarra. Non posso
soffermarmi troppo sul suo concerto,nessuno pu, fuori dellumana
portata: una performance di inaudita
bellezza, una gestualit che ti fa venire
voglia di abbracciarlo, il suo prodigarsiin ringraziamenti cos sentiti da far
commuovere (indimenticabile la frase:
ho 79 anni, sono seduto su questa
sedia e mi sento bene, voi mi fate
sentire cos bene), una compostezza
unita alla capacit di infiammare
gli animi dei presenti con una sola
nota, lincessante coinvolgimento del
pubblico per unora e mezza circa mi
hanno reso straordinariamente felice, emi hanno portato a fare delle riflessioni
che esulano dal contesto musicale, di
cui voglio rendervi partecipi. Vedete, il
vecchio leone ha conservato negli anni
un modo di
stare sul palco
che fa venire i
brividi: il suo
modo di fare
musica dal vivo,(non certo per il
vile denaro,
oramai i suoi
indiscussi meriti
musicali sono stati abbondantemente
ricompensati) per me ha costituito
unoccasione per crescere cultural-
mente, ma anche spiritualmente,
poich mi sento arricchito dallaver
visto un uomo che ama e crede cosprofondamente nel suo lavoro e nel
pubblico che lo segue da non smettere
di entusiasmarsi e di farci entusias-
mare anche alla soglia degli 80 anni.Non si risparmiato niente! Quanti
artisti del suo calibro (lo so, ce sono
stati e ce ne sono di ben pochi) si
sarebbero impegnati a suonare cos, o
soltanto a continuare a fare musica dal
vivo, quando invece potrebbero
tranquillamente vivere di rendita? Una
cosa del genere commovente a dir
poco, e un esempio del genere
dovrebbe servire di lezione per tantigiovinastri presuntuosi, arrivisti e
soprattutto poco capaci di fare il proprio
lavoro di pseudo-artisti: ammirate e
rispettate gli anziani, c ancora troppo
da imparare da loro, tutelateli, sono un
patrimonio da ogni punto di vista,
specie culturale.
Io e il fido Vincenzo lo abbiamo
sempre fatto, e dopo un privilegio delgenere, in ogni occasione della nostra
vita, continueremo caparbiamente a
farlo, come spero tutti voi che ci legge-
rete. Quanto a BB King, per finire,
spero che viva altri 200 anni e che si
abbia tutti loccasione (anche una sola)
di essere cos felici, insieme a lui, in un
concerto di vera, grande Musica.
A differenza degli altri popoli, non
siamo quello che siamo ma quello che
vogliamo diventare. Non ripiegati nel
passato, o adagiati sul presente, ma
proiettati nel futuro. E necessario
continuare a studiare per imparare,
imparare per migliorare, progredire e
per vivere meglio. Fantascienza?
Forse si, ma con un po di ottimismo e
volont da parte di ciascuno di noi
possiamo fare molto
Qui concludo
P.S.: Un bacio a Vincenzo: ) e a tutti i
Rioneresi: mi mancate!!!
Un grazie a Silvio per lispirazione di
questo scritto.
Italia delenda est?
Resta peraltro vero che fosse anche
solo per un uomo giusto, Sodoma e
Gomorra non verranno distrutte. Per
dirla con i Monty Python, ALWAYS
LOOK AT THE BRIGHT SIDE OF
LIFE!
Antonella Brunello, un saluto affettuoso
a tutti.
segue da pag. 4
di FRANCESCA BRUNELLO
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di DOMENICO DESIDERIO
Le regole e i loro frutti
Nei nostri tempi ci sono delle regole
che vanno rispettate per il buon funzi-
onamento della societ, nelle famiglie
ci devono essere delle regole per cres-
cere i figli e cercare di farli diventare
grandi dandogli tutto ci di cui hanno
bisogno (amore, affetto, sicurezza,
etc.).
Anche Ges ha dettato delle leggi per
far camminare il popolo cristiano in
modo coerente e giusto. Noi della
piccola comunit di San Mariano
abbiamo le regole perch per il tossi-
codipendente cosa normalissima
nfrangerle, infatti vivendo fuori ne
combiniamo di tutti i colori trasgre-
dendo ogni tipo di legge. Le regole che
ci sono nella nostra comunit sono il
frutto da parte del responsabile di varie
esperienze nel campo della tossicodi-
pendenza e il confronto con altre
comunit.
l Resto DIsraele essendo una comu-
nit fondata sulla fede in Ges Cristo
propone un cammino cristiano
mettendo in pratica il Vangelo e viven-
dolo giorno dopo giorno con lasperanza, per chi fa un buon cammino,
di non ricadere pi nel tranello della
droga, dellalcool, del sesso, del gioco,
dei farmaci, etc. Una delle regole che
molto importante per noi non essere
superficiali in tutto ci che si fa sin da
quando ci si alza al mattino dal letto,
rifacendolo in maniera perfetta fino a
quando si va a dormire rispettando il
silenzio delle 22:30. questo serve per
farci riflettere su quello che stiamo
facendo e non dare nulla per scontato
(si chiede il permesso anche per bere
un bicchiere dacqua). Anche le fami-
glie che hanno delle regole riescono a
crescere i loro figli in maniera ordinata
e giusta. Le regole ci portano a una
piena conoscenza si noi stessi e ci
fanno riscoprire tanta capacit che
erano nascoste a causa di una vita
disordinata schiava del vizio, piena di
egoismo, amor proprio fini a se stesso
che non reca alcun bene aglaltri.
La mattina, come da regola, abbiamo
dopo la colazione e le lodi mattutine, la
condivisione dove il ragazzo deve
riuscire pian piano ad aprirsi sempre di
pi e svuotarsi di tutte le cose che lo
tengono legato alla vita passata.
Onesto lavoro serve proprio per sbloc-
care il ragazzo da tante paure che si
porta dentro e che proprio attraverso il
dialogo e la condivisione con gli altri
fratelli porta ad una liberazione
interiore e ad una maggiore accettazi-
one di se stessi con i propri difetti e i
propri limiti, ma anche con i propri
pregi.Nelle famiglie di oggi c bisogno di pi
dialogo tra genitori e figli, c bisogno di
condivisione proprio per conoscere i
propri figli, i loro desideri, le loro paure,
le loro angosce e aiutarli a superare
questi momenti che sono proprio quelli
delladolescenza in cui il ragazzo si
pone tante domande e se non ha delle
risposte, o ha delle risposte sbagliate,
tante volte si crea u mondo a se o va
alla ricerca di emozioni che al
momento possono sembrare belle ma
poi portano le loro conseguenze cio
ad una mentalit tossica fatta di vizi e
appagamenti momentanei.
Le regole possono essere viste come
una limitazione della propria libert, ma
se diamo tempo e le rispettiamo
vedremo che ci sono utili, e come dice
anche Ges troveremo la gioia nel
praticarle e rispettarle perch sono
proprio le regole che ci rendono liberi.
Ogni ragazzo della comunit libero di
rispettare o non rispettare le regole,
per non sappiamo per certo che chi le
rispetta e le vive nel corso del cammino
raccoglier i suoi frutti che sicuramente
saranno migliori di quelli che fanno un
cammino fuori regola.
I frutti nellosservare le regole sono: la
gioia, la serenit, la conoscenza di se
stessi. Laccettazione di se stessi,
riuscire ad aiutare gli altri uscendo dal
proprio egoismo, riuscire a vivere la
propria vita impegnando ogni attimo
per costruire, dare esempio di buon
cristiano e non lasciarsi prendere dalla
noia per poi andare alla ricerca diemozioni tipo lalcool, la droga, il
sesso, il gioco, etc. Uno dei frutti pi
prelibati iniziare ad amare le regole,
accettare cos come Dio ha disposto le
cose. La comunit di San Mariano
ritiene che con le regole e un cammino
coerente e costante si possa raggiun-
gere quel traguardo che nella nostra
societ ognuno cerca, e cio la libert
dalla mentalit tossica.
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La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroattualit
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Novembre 05ovembre 05
La vera Chiesa
a cura della Comunit Resto DIsraele
Ogni cattolico che voglia dimostrarti la
credibilit della sua chiesa rispetto alle
altre confessione ha dalla sua un argo-mento tanto semplice quanto invinci-
bile. Infatti, se vero che Ges ha
promesso alla sua chiesa il dono di una
esistenza perenne (Mt 16,13-18), ogni
comunit religiosa che si ritenga la
vera chiesa dovr necessariamente
avere duemila anni di et. Dovr
dimostrare, in altri termini, che le sue
origini risalgono ai tempi di Cristo e
degli apostoli, e che la sua vicenda
storica si svolta ininterrottamente nei
secoli, da quel tempo fino ai nostri
giorni. A meno che non si voglia ipotiz-
zare che Ges si sia sbagliato: in tal
caso, lo si capisce bene, il problema
pi urgente non sar quello di identifi-
care la vera chiesa, ma di come potersi
dire ancora cristiani. Soltanto a quello o
quelle denominazioni ecclesiastiche in
grado di provare le proprie origini apos-
toliche, si deve riconoscere di avere
conservato intatto uno dei caratteri
voluto da Ges Cristo per la sua
chiesa. Anche la chiesa cattolica dovr
offrire prove storiche inconfutabili della
sua origine apostolica. Lo far come
vedremo nelle prossime uscite- senza
alcuna difficolt, grazie ad una abbon-
dantissima documentazione.
Iniziamo a indagare sul mondo protes-
tante. Se interroghiamo la storia
chiedendole di mostrarci la carta
didentit delle numerose confessioni
religiose che si riconoscono nel prot-
estantesimo, a cominciare dalla prima
in ordine cronologico, quella Luterana,
essa ci indicher una serie di date alle
quali attribuire la loro nascita: una
potrebbe essere lanno 1519, quando
Martin Lutero(1483-1546), fino ad
allora monaco agostiniano e pertanto
fedele della chiesa cattolica, rifiuta
esplicitamente di riconoscere lautorit
del sommo pontefice, come aveva fatto
fino a quel momento, sebbene in modo
assai problematico. Unaltra datapotrebbe essere il 15giugno1520,
quando Papa Leone X(1513-1521),
con la bolla Exsurge Domine,
condanna 41 proposizioni di Lutero e lo
minaccia di scomunica se entro 60
giorni non le aveese ritirate. O forse si
deve risalire al 10 dicembre di quello
stesso anno.
Quando
l u t e r o
b r u c i a
pubb l i ca -
mente a
Wittemberg
la suddetta
bolla
papale, rompendo di fatto la sua
comunione con la vera chiesa, mentre
la definitiva separazione sar ufficializ-
zata con la scomunica lanciata contro
di lui il 5gennaio1521.
Il succedersi degli eventi, che non
nostro compito esaminare in questa
sede, porta il monaco agostiniano ad
inventarsi, di fatto, una nuova, inedita
comunit religiosa, una chiesa che
fino ad allora non si era mai vista, in
aperta contestazione della chiesa
cattolica. In uno dei suoi scritti, Cattiv-
it babilonese della chiesa(1520),
Lutero accusa il Papa di avere corrotto
la vera fede in Dio e in Ges Cristo, di
essersi inventato i sacramenti, di avere
alterato il Vangelo e di essersi attribuito
illecitamente una autorit che spetta
soltanto alla chiesa. Da questa prima
rivolta sbocceranno fino ad oggi altre
migliaia di denominazioni religiose,
che, sebbene diversificate tra loro, si
ritroveranno tutte nella grande e varie-
gata famiglia protestante.
Dopo Lutero, ecco Zwigli(1484-1531) e
Calvino (1509-1564) e gli anabattisti
che hanno in comune con lex monaco
agostiniano alcuni punti fermi della
cosiddetta idea della chiesa e la lotta alcattolicesimo. E dopo di essi, numerosi
altri riformatori ciascuno libero di
crearsi la sua chiesa e di crederla
radicata nel vangelo.
Non nostro compito entrare nel
merito delle argomentazioni teologiche
e nel campo della esegesi di quei passi
biblici accampati dai
riformatori per soste-
nere le loro tesi. Allo
stesso tempo, non ci
compete di giudicare
della buona fede sia
quanti hanno dato
origine a queste
nuove comunit
religiose, sia di quanti vi appartengono
questo un giudizio che spetta solo a
Dio. Ci che importa per la nostra
indagine lacquisizione di un dato
storico rilevante per il tema che stiamo
affondando. E il dato questo.
Nessuna delle migliaia e migliaia di
confessioni protestanti oggi esistenti
in grado di dimostrare -documenti alla
mano- le sue origini apostoliche.
Nessuna di esse pu vantare, provan-
dola, una et bimillenaria e lecitamente
rivendicare in Ges Cristo la Persona
del suo fondatore.
Ci significa che Ges Cristo non pu
essere considerato storicamente il
fondatore delle comunit protestanti e
che la promessa evangelica:le porte
deglinferi non prevarranno contro di
essa (Mt 16, 18), non era rivolta ad
alcuna di esse. Non tra quelle che si
trova la vera chiesa. Abbiamo ottenuto
un primo risultato, importante ma non
sufficiente. La nostra ricerca deve
proseguire.
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8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08
8/12
La Voce di Rioneroa Voce d i Rionero8
ERA una calda e soleggiata mattina d
autunno a San Giuliano di Puglia,
paesino in provincia di Campobasso al
confine con la Puglia.Una mattina come tante, come tutte; gli
uomini al lavoro, gli anziani seduti al
sole nella piazza, i bambini, futuro di
tutte le comunit, a scuola.
Ma all improvviso un boato tremendo
taglia l aria e la terra si scuote tutta: il
terremoto, che tocca lottavo grado
della scala Mercalli ; la scuola del
paese, intitolata a Francesco Iovine si
ripiega su se stessa , seppellendo i
bambini e le maestre,intenti a
preparare la festa di Halloween e
danneggiata sar anche la Chiesa diSan Giuliano Martire e alcune
abitazioni.
Moriranno anche due donne.
Quel giorno, mi trovavo insieme a
Mauro Di Franco(di Pasquale) che
doveva arare un mio terreno; l aria
(sebbene fossimo a quasi 100 km. A
inea d aria dal cratere) era anche a
Rionero molto strana: folate di vento
calde, umidit, e una strana nebbia che
si dissolveva e ricompariva in pochi
minuti.
Oltretutto, anche le galline nel vicino
pollaio erano molto irrequiete, e i gatti
piangevano e cercavano di nascond-
ersi.
Anche se incuriosito non diedi peso a
questi strani fenomeni (ci pensai dopo)
e intento a lavorare non mi accorsi chela terra trem.
Nel paese per molti lo avvertirono
soprattutto gli abitanti delle case popo-
lari, ai piani pi alti, e nelle scuole dove
gli insegnanti fecero subito evacuare i
bambini.
Dopo qualche minuto arriv l amico
Nicola Di Geronimo, molto agitato
- Una disgrazia- mi disse
-andiamo a casa a vedere alla televi-
sione se ci sono notizie. C stato un
terremoto in provincia diCampobasso,ci sono dei bambini sotto
le macerie di una scuola-
Immediatamente andammo a casa mia
e proprio in quel momento in televi-
sione, su un emittente regionale, scor-
revano le prime tragiche immagini di
quelle macerie, del dolore e rabbia di
genitori e compaesani, che fino a qual-
che ora prima vivevano nella pi totale
normalit.
Mi pass la voglia di fare tutto, anche di
pensare.
Conosco la zona, avendo avuto modo
di frequentarla nei primi anni universi-
tari ; la mia preoccupazione era per
alcune persone amiche di Colletorto,
un paese vicinissimo a San Giuliano,
anche lui colpito dal sisma , di cui non
riuscivo ad avere notizie in quanto lelinee telefoniche erano intasate; il mio
strazio era per quelle povere creature
travolte dal crollo.
Il pomeriggio pass angosciante.
In piazza non si parlava daltro; di quei
bambini , di quella gente che in un
minuto aveva perso tutto.
Nei bar le televisioni erano tutte
sintonizzate su emittenti locali che
informavano sulla situazione dellascuola, sui bambini.
Ogni tanto si sentiva l applauso per
qualcuno che veniva estratto vivo dalle
macerie, altre volta urla di dolore di
madri che riconoscevano i propri figli
ormai privi di vita.
Anche i pi crudi davanti a quelle
immagini avevano gli occhi lacrimosi,
sembrava che sull intero Molise fosse
calato un velo di lutto.
Il pomeriggio del 1 Novembre, festa diTutti i Santi, giorno in cui fece ingresso
nella nostra comunit il nuovo Parroco
Don Rosario
DAmbrosio,si apprese il numero totale
delle vittime di San Giuliano:30 MORTI
ossia 27 bambini, una maestra, e due
donne.
Ventisette bimbi, innocenti, una intera
generazione per un paese come San
Giuliano che come Rionero conta poco
pi di mille abitanti, molto, troppo.Rabbia, incredulit, angoscia, si
leggevano sui volti di tutti.
Strazianti i funerali, che partirono dal
palazzetto dello Sport del paese, che
da luogo di sport e di divertimento,
soprattutto per i giovani, era diventato
una triste Camera Ardente.
Intanto bisognava soccorrere alle altre
popolazioni,che, anche se non
avevano riportato lutti, erano in ginoc-
chio: Bonefro, Colletorto, Rotello,
S.Croce,Montelongo .
In tutti nacque quel sentimento di
solidariet dettato dal coinvolgimento
emotivo del momento.
attualit
Novembre 05ovembre 05
31 Ottobre 2002... per non dimenticare di AMICO DI VINCENZO
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8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08
9/12
La Voce di Rioneroa Voce d i Rionero 9
Novembre 05ovembre 05
Furono raccolte alcune somme ed
inviate a San Giuliano, poi venne
aperta nella Sala Parrocchiale una
raccolta di beni di prima necessit, da
destinare alle popolazioni terremotate.
Se ne occuparono Mirko Di Franco(di
Bruno), Maria Cristina Frate, Simona
Tonti, ed Emira DAmico, con l aiuto di
alcuni giovani volenterosi.
Alla fine della raccolta,una domenica di
fine novembre, grazie alla squisita
disponibilit del nostro fornaio
Gianfranco, che mise a disposizione il
furgone, ci recammo in quei luoghi a
dare il nostro piccolo contributo.
Dopo aver scaricato a Bonefro, decide-
mmo di fare visita al Cimitero di San
Giuliano.
Alla vista di quella fila di loculi, dove
riposavano quegli sfortunati
bambini,piena di fiori e ceri, non si
potevano trattenere le lacrime.
Sono passati tre anni da quel male-
detto giorno in cui venne cancellato il
sorriso di ventisette bambini, e lonesto
ed energico lavoro di una maestra e di
altre due donne, la vicenda
giudiziaria va avanti fra mille
polemiche per definire le
responsabilit del crollo della
struttura, ma una cosa certa:
nessuno potr dimenticare le
vittime di quell autunno
tremendo a San Giuliano, quegli
angioletti che nell edificio dove
si preparavano alla vita, hanno
trovato la morte.
attualit
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8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08
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La Voce di Rioneroa Voce d i Rionerocuriosit
100
tratto in chiave ironica
Il personaggio del mese: il Patino atto II
a cura di VINCENZO DAMICO
(Amico Di Vincenzo il mio padrino)
Amico Di Vincenzo (Di Vincenzo
Amico per gli amici) nasce. Fatta
questa significativa premessa,
n d i s -
pensabi le
per avere
unidea pi
chiara del
personag-
g i o ,
proseguia-
mo questa
b r e v e
carrellata
sulla sua vita: Uomo a sangue misto
derivante da vari paesi tanto dellAlto
Molise nelle sue zone pi basse,
Rionero ar Collafava e Acquaviva,
quanto del Basso Abruzzo nelle suezone pi alte, Ateleta e Gamberale,
paesi dei quali in breve ricordiamo le
caratteristiche fondamentali: Rionero
si commenta da solo, Acquaviva ha il
pregio e lonore di essere vicino
Rionero, Ateleta si legge pure al
contrario e Gamberale compare sul
sito delle Poste come uno dei 9 paesi
taliani in cui non si riesce a conseg-
nare un pacco prima di 3 giorni.
Era una calda giornata di giugno
quando il nostro amico Amico (lo so
che tristissima sta cosa.. e a me
non mi pagano nemmeno p di ste
str**zat!) viene al mondo anche
grazie all aiuto fondamentale del
compianto Ivo Di Franco Ivucc che
accompagna tempestivamente la
futura mamma in ospedale. Dopo
qualche giorno tutto il vicinato
accorre a vedere il tenero frugoletto
tanto che alcuni per far prima
parcheggiano i loro mezzi nel suo
giardino, poco inporta se si tratti di
biciclette
o ruspe
c h e
s a l t a n o
d a l l a
s t r a d a .
C r e s c e
felice nel
q u a r t i e re
basso del
paese,
zona Vicenne con compagni di
burlonate che con lui condividono i
momenti pi dolci e teneri della giovi-
nezza quali: Abele, Carlo Marotta,
Carlo Coccolo Coletta detto Gug-lielmo Tell per la sua abilit con la
balestra e Ciokor detto Mirko per gli
amici (M non lo so se ci va la K, se
ho sbagliato chiedo venia)
Porta a termine brillantemente gli
studi da Perito agrario e cerca di
rimanere nel campo gettandosi
nell avventura ortofrutticola. Tuttavia
strane richieste di particolari clienti
quali barattoli di Aria Metallizzata,
bottiglie di Corrente Liquida nonch
la sanguinosa faida con gli ambulanti
lo convincono a desistere. Ecco che
un bel giorno nel suo negozio passa
una persona che conosceva da
sempre ma che stavolta ai suoi occhi
era diversa, sembrava pi carina, pi
simpatica, dolce intelligente, pi
spigliata, pi elegante.. e un d,
quando il legame si era ormai
consolidato, gli chiede di ufficializ-
zare la relazione: lui accetta e cos il
7 maggio le campane della chiesa di
Rionero suonano a festa e Amico Di
Vincenzo diventa il padrino di
Vincenzo DAmico. Decide poi di sua
spontanea volont dopo aver
ricevuto lobbligatoria chiamata alle
armi, di arruolarsi per servire la
patria. Dopo un anno nel triestino
torna nella terra nata e dopo la
patria decide di servire Ermindo
(andate a La Falconara a Colli se
non ci credete). Da anni ormai lo
vediamo in prima linea sul faticoso
fronte delle feste patronali alle quali
si dedica con amore e impegno,
ricalcando le orme che furono dei
suoi (nostri) maestri: Pasquale
Cincione e Emilio RBdell in arteEmilio Antonelli dal quale prende
anche gran parte della suo bucolico
amore verso la natura. Nel periodo
finale della sua carriera universitaria
si getta anche lui nellavventura dell
Azione Cattolica, ricoprendo il ruolo
di Segretario tutto fare, addetto al
Ministero Degli Esteri, ambasciatore,
giudice di pace, viceparroco, corista
e triangolista della formazione
p o l i v o c a l e :
L . C . A D . S . M . E . P . D . S . G . S . S . O ,
Libera Corale Amici Di San Mariano
E Pure Di San Giacomo Senn Si
Offende(quel tin tin che sentite
durante la messa colpa sua..)
nonch vigilante del palco sott a San
Mariano.
CHE DIO CE LA MANDI BUONA o
come dice lui UAIE CH LA PALA E
MORT NN VENGA MAI!
RACCONTIAMOCI
Novembre 05ovembre 05
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8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08
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La Voce di Rioneroa Voce d i Rionerocuriosit & sport
111
Gli Ambulanti a Rionero
Come promesso, lappuntamente mensile dei tramon-
tati mestieri rioneresi continua. In questo numero
verr fornito un elenco delle locande, cantine e generi
alimentari.
Buona lettura.
categoria: Locande e cantine
Angelone Raffaele
Fioritto Enrichetta
Frabotta Beniamino
DAmico Alfonso
Tonti Alessandro
Antonelli Nicola
Miele Emanuele
Petrarca Lucio
categoria: Generi alimentari
Tonti Alessandro
DAmico Alfonso
Angelone RaffaeleFioritto Enrichetta
Calabrese Giovannino (articoli vari)
Di Geronimo Alfonso (articoli vari)
Di Carlo Secondino (Sali e Tabacchi)
Demandiamo la lettura dei bar, macellerie e forni a
lenga al prossimo numero.
Sebbene in questi casi sia consono descrivere un person-
aggio che non pi tra noi elencando i suoi percorsi di vita
in chiave biografica, per questo numero preferiamo ricor-
dare Don Antonio Fioritto non per quando decise di entrare
in seminario, ma per l'uomo che fu durante la sua vita
terrena. Un articolo scritto dal nipote sarebbe inevitabil-
mente soggettivo, pertanto riportiamo il testamento
spirituale scritto da egli medesmi affinch, attraverso di
esso, ciascuno di noi possa cogliere l'anima dello scrittore.
IL TESTAMENTO SPIRITUALE
All'avvicinarsi della mia dipartita da questa terra per
andare alla dimora eterna del Padre, mi sento in dovere diinnalzare alla Santissima Trinit l'inno di lode e di ringra-
ziamento per gli innumerevoli benefici elargitimi dalla mia
nascita al momento attuale, e in particolare di avermi
chiamato al Sacerdozio.
Ma, poich non sono stato sempre del tutto fedele alla
grazie donatemi dal Buon Dio, gli chiedo umilmente
perdono confidando nella sua infinita misericordia.
Domando perdono a quanti avessi offeso, o in qualche
modo scandalizzati dal mio cattivo esempio.
Domando scusa ai fedeli affidati alle mie cure pastorali:
Pagliarone, (oggi Villa San Michele), Castel Del Giudice,
Monetenero Valcocchiara, Rionero Sannitico, se non ho
corrisposto alle loro aspettative.
Domando perdono al mio Vescovo se non sono stato
sempre prontamente disponibile ai suoi voleri, e lo
rigrazio per la sua paterna benevolenza accordatami in
varie circostanze.
Mi gradito ringraziare tutti i Sacerdoti condiocesani ed
extra per l'onore che mi hanno reso di amicizia e di stima,
e per il buon esempio che da essi ne ho tratto.
Ringrazio i miei parenti e gli amici residenti negli USA e
nel Canada per la calorosa accoglienza fattami tutte le
volte che sono stati a visitare e per le offerte fatte alla
Chiesa Parrocchiale e ai Santuari di San Mariano e della
SS Trinit.
Ringrazio vivamente le Rev.de suore "Figlie della Divina
Provvidenza" e il loro istituto per il servizio religioso-
educativo prestato alla fanciullezza e giovent della
Parrocchia dal 1937.
Ringrazio il vice Parroco don Eliodoro Fiore per
l'assistenza generosa e costante ai fedeli della frazione
Montalto e ai ragazzi in Parrocchia.Ringrazio i collaboratori a me pi vicini nelle nelle cose
della Parrocchia, le associazioni cattoliche, la Schola
Cantorum, catechisti, e gli assistenti della Chiesa, ed
infine ringrazio tutto il Popolo per il rispetto che hanno
avuto verso la mia povera persona e per gli aiuti alla
parrocchia.
Su questi tutti, vicini e lontani, invoco le pi elette Bened-
izioni di Dio, della Madonna e dei Santi Patroni: Mariano e
Giacomo e del Titolare della Chiesa San Bartolomeo
Apostolo.
A tutti mi gradito ripetere:
SIATE FORTI NELLA FEDE, FERMI NELLA SPERANZA,
GENEROSI NELLA CARITA'.
di ADELIO FIORITTO
I n r i c o r d o d i . . .
Don Antonio Fioritto
Novembre 05ovembre 05
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8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08
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La Voce di Rioneroa Voce d i Rionerospettacolo, benessere & news
122
l a r e c e n s i o n e
La metropoli di Edison, in continua
crescita, sembra per tutti una terra
promessa, ma il giovane e ambizioso
giornalista Josh Pollack deve iniziare
dal basso, scrivendo sommarietti sulle
azioni di polizia per l'Heights Herald,
un quotidiano senza rilievo meglio
noto per i suoi coupon. Quando
Pollack intuisce la corruzione interna a
un'unit di polizia, preso dalla
smania di rivelare tutto, ma incontra la
resistenza del suo capo, Moses
Ashford, fotoreporter pluripremiato che
ora si accontenta di compiacere gli
inserzionisti locali. Protagonista del
suo servizio l'unit di polizia pi
elitaria di Edison, la FRAT (First
Response Assault & Tactical), una
squadra speciale addetta alla preven-
zione del crimine...
Si ringraziano tutti coloro che hanno reso possibile la stesura, nonch la pubblicazione del presente.Nel numero di oggi hanno scritto (in ordine cronologico) : amico di vincenzo, fabrizio tolve, adelio fiorito,
francesca brunello, pasqualino bartolomeo, domenico desiderio, comunit resto disraele, veronica di fiore.
Segnalaci le tue opinioni, riflessioni, allindirizzo email: [email protected]
Per le questioni che interessano lAzione Cattolica, rivolgiti ai nostri aderenti presenti sul luogo.
Per qualsiasi altra informazione inerente questo opuscolo rivolgersi a : [email protected]
Titolo originale: Edison City
Nazione: U.S.A.
Anno: 2005
Genere: Thri l ler
Durata: 97'Regia: David J. Burke
Cast: Kevin Spacey, Morgan Freeman, Justin Timberlake, LL Cool J,
Dylan McDermott, John Heard, Franoise Yip
Produzione: Boaz Davidson, Randall Emmett, George Furla, Avi Lerner, John Thompson
Distr ibuzione: Andrea Leone Fi lms
Data di uscita: 11 Novembre 2005 (c inema)
Edison City
b e n e s s e r e
Lacne una malattia che insorge per
lo pi in et puberale, colpisce circal80% dei giovani di entrambi i sessi.
Lacne volgare, il tipo pi comune, e
si manifesta tra i 12 e i 30 anni nelle
zone pi ricche di ghiandole sebacee
ovvero il volto, la schiena e raramente
il collo. In ogni caso, il viso la sede
selettiva dellacne, che si localizza in
questa zona per il 90% dei casi.
Le lesioni colpiscono la fronte progre-
dendo verso il basso sulle guance e
sul mento. Nelle ragazze lacne tendea manifestarsi in et pi precoce
persistendo anche fino a 35 anni, ma
si presenta spesso in forma meno
grave; nel sesso maschile si risolve pi
velocemente, ma si manifesta in forma
pi grave e nella maggior parte dei
casi guarisce intorno ai 25/30 anni.
Let, non lunico fattore scatenante
dellacne esistono altre cause;
possono influire gli squilibri dietetici,
disturbi epatici ed unerrata alimentazi-
one. Sicuramente intervengono fattoriormonali, stress psichici ed emotivi e
alcuni stati allergici a delle sostanze
come: iodio, cloro, cortisone. Per di pi
il clima ha la sua importanza: la luce
del sole aiuta a risolvere lacne in
alcune persone, anche se ci non
impedisce a chi vive in regioni
abbastanza soleggiate linsorgenza.
Con un clima umido e caldo, questa
malattia, pu peggiorare in seguito
all'eccessiva sudorazione. Per affron-tare questo problema sono utili alcune
regole quotidiane e basilari, oltre a
trattamenti estetici e terapie mediche.
Sicuramente, come prima cosa la pelle
va pulita accuratamente, mattina e
sera, con il latte detergente e un tonico
rinfrescante, subito dopo utile appli-
care una crema possibilmente
specifica per lacne. Bisogna evitare
brillantine, lacche e oli per capelli, che
possono aggravare soprattutto i brufoli
presenti sulla fronte. Una regola
fondamentale quella di rinunciarealla spremitura fai da te, che aggrava
le lesioni modeste rende permanenti
le cicatrici. Se lacne colpisce la
schiena e petto preferibile indossare
indumenti leggeri di cotone o lino.
Oltre a ci, pu aiutare anche
unalimentazione sana. Bisogna
convincersi che lacne pu essere
curata, ma non sempre la guarigione
avviene in tempi brevi, quindi non
bisogna sospendere di testa propria leterapie prescritte, anche se il problema
sembra risolto. Inoltre la pelle deve
essere pulita con prodotti giusti; per i
consigli sui cosmetici e trattamenti
preferibile rivolgersi ad unesperta
estetista oppure consultare un derma-
tologo che non si occuper solo di
prescrivere la terapia adatta ma,
valuter anche, all'occorrenza,
lopportuno consulto di un altro
specialista.
a cura di VERONICA DI FIORE