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    La Voce di Rioneroa Voce di RioneroBollettino gratuito riservato ai soci e simpatizzanti Azione CattolicaMensile - Novembre 2005 Anno Domini 1 - Numero 8

    Le vittime: non dimenticarle, ma onorarle

    Omaggio ai caduti esempi che devono portarci a credere nella pace

    http://www.lavocedirionero.tk

    SALUTE

    BENESSERE

    CULTURA

    SPORT

    SPETTACOLO

    CURIOSITA

    ATTUALITA

    Omaggio ai

    caduti

    La vera Chiesa

    ARCHIVIO

    STORICO

    31 Ottobre 2002 Lacne

    pag 10-11-12pag 12pag 9,10pag 2 : 8

    Come ogni anno,

    la prima

    domenica di

    n o v e m b r e ,Rionero ricorda i

    suoi gloriosi

    Caduti nei due

    grandi conflitti

    mondiali del

    1915-18 e del

    1943-44.

    La cerimonia molto sobria e semplice

    vede la Santa Messa a cui parte-cipano le autorit civili e militari e la

    deposizione delle corone presso i

    monumenti di due grandi figli del

    nostro paese: EUGENIO FRATE

    Medaglia dOro al Valor Militare che si

    distinse nel combattimento in Grecia

    nel 1940 e OLIMPIO DI FRANCO che

    salv un suo superiore, al quale fu

    conferita la Medaglia d Argento

    conservata con onore dalla figliaOlivetta.

    Questi due esempi di amor patrio e

    sprezzo del pericolo nonch di

    profonda umanit vengono ricordati,

    con un semplice omaggio bandistico,

    anche nel corso delle Feste Patronali.

    Ogni anno, il presidente dell Associ-

    azione Nazionale Combattenti e

    Reduci di Rionero, Giovanni Silvestro

    ricorda i caduti con grande lucidit e

    commozione, perch lui, come altri,

    ha vissuto ore tragiche e dolorose.

    Ma se il 1 Conflitto mondiale non fu

    vissuto particolarmente in prima

    persona da tutti, ma solo dalle fami-glie che avevano qualche congiunto

    al fronte, il 2 travolse tutto il territorio

    comunale lasciando profondi segni

    sia materiali che morali.

    Don Antonio Fioritto ha scritto delle

    pagine commoventi nel suo diario diguerra che sono riportate anche nei

    numeri precedenti di questo giorn-

    alino, pagine che ci fanno rivivere

    appieno i sentimenti di angoscia,

    dolore, rabbia , disperazione della

    nostra gente costretta dai tedeschi a

    lasciare tutti i beni e a sfollare dalle

    case.

    Lordine di sfollamento, severo,

    secco, arriv il 7 Novembre del 1943,ma gi da settembre, i tedeschi si

    erano impadroniti del nostro paese

    costringendo numerose famiglie ad

    evacuare.

    L8 Novembre,di mattina, il nostro

    amato paesello venne completa-

    mente distrutto da mine e fuoco,

    mentre alcune persone vennero

    fucilate.

    Rionero pianse la morte di 14 civiliche non combattevano guerre ma

    inneggiavano alla pace.

    ANZIANI . . . IL RIS PET T O 31 OTTOBRE 2 002 LA VERA CH IES A

    di PASQUALINO BARTOLOMEO di AMICO DI VINCENZO

    Pistoia Blues Festival, 9 luglio 2005:

    una festa allinsegna della musica del pi

    alto livello, ma non solo...

    PAG. 5 PAG. 8 PAG. 7

    all improvviso un boato tremendo taglia l

    aria e la terra si scuote tutta: il terremoto,

    che tocca lottavo grado della scala

    Mercalli

    Nessuna delle migliaia e migliaia di

    confessioni protestanti oggi esistenti in

    grado di dimostrare -documenti alla mano-

    le sue origini apostoliche

    IN EVIDENZA

    di AMICO DI VINCENZO

    a cura della Comunit Resto DIsraele

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    La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroattualit

    2

    Novembre 05ovembre 05

    Queste erano:

    ANDREANO VINCENZO

    ANTONELLI SERAFINO

    APOLLONIO MARIA

    CAPRETTA DOMENICO

    DAMICO ANNA

    DI BENEDETTO MARIA

    DI FIORE ROSA

    DI FIORE GIOVANNI

    DI FRANCO MASSIMINODI GERONIMO SABATINO

    DI VINCENZO ELVIRA

    FERRITTO PASQUA

    FRABOTTA CELESTINO

    ANIRO MICHELE

    MAROTTA LUCIO

    Per non parlare dei caduti sui vari

    ronti che per ragioni di spazio non

    elenco e che sono sulla lapide postasulla facciata del Municipio.

    Tante morti dunque, tanto dolore per

    una cosa che fortunatamente l Italia

    con l art.11 della Costituzione,

    reprime: la guerra.Alla guerra io non do un motivo

    preciso, perch la distruzione, la

    morte, l odio non hanno motivi validi.

    La cattiveria e la barbarie tedesca

    erano legate al tacito tradimento che l

    Italia con l armistizio dell 8 Settembre

    , aveva causato.

    In queste zone furono, poi, particolar-

    mente feroci.

    Ad Ateleta, paese in provincia diLAquila bruciarono tutto compresa la

    Chiesa e il Cimitero e uccisero ben 29

    persone.

    A Gamberale, paese nativo di mio

    nonno materno, vi furono ben 107

    persone uccise e un intero paese

    distrutto con molte altre persone che

    morirono anche dopo la liberazione,

    per scoppi di mine rimaste sepolte.

    Cruenta e dolorosa fu poi la vicenda diPietransieri di cui mi sto occupando in

    questi giorni: il giorno 21 Novembre

    1943 i Tedeschi uccissero 110

    persone che non avevano voluto

    sfollare, e si erano radunati nei casalidi Limmari dove ( donne, vecchi, e

    bambini) trovarono la morte.

    Noi giovani abbiamo un dovere, verso

    tutte queste vittime della crudelt:

    NON DIMENTICARLE, MA

    ONORARLE perch sono morte

    anche per noi che non eravamo al

    mondo, perch e anche grazie a loro

    che abbiamo trovato un mondodiverso.

    Pensiamo a queste persone come

    tante dei tanti paesi e citt italiani che

    sono morte per la loro terra,per la

    pace.

    Questi sono gli esempi che devono

    portarci a credere nella pace,

    nellamore, perch queste inutili stragi

    non si ripetano.

    E siamo proprio noi giovani i maggioriinteressati

    di AMICO DI VINCENZO

    Torniamo ancora su un fatto di cronaca, che i telegiornali ci

    hanno costretto a seguire, costretti perch rilanciato per

    giorni in tutte le edizioni. Sto parlando della disavventura

    cercata del giovane Agnelli.

    Senza menzionare la cronaca straconosciuta, vediamo se si

    pu fare qualche commento utile sulla questione. La cosa

    che ha stupito di pi, come del resto negli altri fatti di droga,

    che hanno coinvolto personaggi famosi, stata sicuramente

    che a questa brava gente non manca nulla. Perch fanno

    cos?

    Dobbiamo allargare il raggio di analisi e partire dalle

    tendenze degli ultimi tempi, per poter proficuamente capire il

    fenomeno.Fino a qualche tempo fa cera leroina a farla da padrona; di

    fronte alla realt, che non piaceva, si cercava lo stordimento

    e levasione per mezzo di questo deleterio palliativo. Ora,

    anche se perdura il rifugio nella realt che non ci piace, si

    scelgono altre strade, con lobbiettivo di annullare il proprio

    io. Dunque leroina ci portava lontano dalla realt, assopen-

    doci e dandoci una preoccupazione impellente: cercarne

    altra . Nella cocaina e nelle sostanze cosa cerchiamo?

    La societ di oggi alla ricerca del super uomo, quello che

    riesce a stare al passo in tutto, nella tecnologia, nel seguire

    lultima moda. Ma questo comporta dover ,lavorare di pi,

    guadagnare di pi, non farsi licenziare e perci dare sempre

    il massimo , se il caso anche rubare per non rimanere

    indietro ed essere emarginati. .

    E allora la cocaina ? In mondo di precariet per il lavoro, di

    relativismo nei valori, di furiose corse incontro non si capisce

    bene a cosa( ma limportante correre) si deve essere

    sempre al massimo ed ecco che una sostanza, che in un

    attimo ci da energia, ottima e nellabitudine di non pensare

    mai alle conseguenze si finisce assuefatti o peggio inrianimazione. Anche nel divertimento si deve essere sempre

    al massimo delle potenzialit, fare sempre la battuta simpa-

    tica, emergere, farsi notare, ballare per notti intere in

    discoteca, spendere in sostanza pi energie di quelle che si

    hanno e dover far ricorso ad aiuti artificiali

    Dicevo prima anche questo significa evadere, anche se ad

    un primo sguardo sembra ricercare pi se stessi, accrescere

    segue da pag. 1

    Sentimenti, pensieri e programmi

    di FABRIZIO TOLVE

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    Novembre 05ovembre 05

    Intervista ad un barbonereportage

    Nome: Lucio

    Et: 36 anni

    Status vivendi: barbone

    Lucio vive con i genitori e sua sorella fino

    allet di 10 anni. Di padre siculo, madre

    torinese, subisce un forte trauma quando

    i suoi genitori decidono di separarsi.

    Il bambino vittima di scelte di vita non

    sue; il padre, costretto a essere fuori

    casa anche per cinque giorni alla

    settimana (camionista) lasciava la

    moglie sola con i figli che pens bene di

    intraprendere una relazione extraconi-

    ugale anche in presenza dei suoi pargoli.

    Quando il capofamiglia tornava a casa,

    sfogava la sua ira sui bimbi lasciandoli

    inermi sul pavimento. Bastava un piccolo

    pretesto affinch egli brandisse in mano

    bastoni, cinghie e qualsiasi cosa che gli

    si mostrasse dinanzi agli occhi. Succes-

    sivamente alla separazione, Lucio

    costretto a vivere con gli zii a Monza, i

    quali lo lasciano andare a scuola la

    mattinata, ma pretendono che lavori con

    loro allet di dieci anni presso il bar di

    famiglia dalle prime ore del pomeriggio

    sino alle due di notte.

    Una volta raggiunti i 15 anni, decide di

    riallacciare i rapporti con la mamma, che

    oramai ha unaltra vita in provincia di

    Como, al confine con la Svizzera con un

    Austriaco. Lucio inizia a lavorare dopoun paio di mesi in svizzera come

    imbianchino e nelle nottate aiuta sua

    madre che fa la cuoca in un ristorante.

    Cattive compagnie, traumi psicologici e

    poca autostima lo spingono nel vortice

    della droga e dellalcool. A 17 anni si

    sposta a Torino per vivere con la sorella,

    che ha una macelleria e un negozio di

    articoli vari. Qui trova anche lamore

    della sua vita: fidanzato per 6 anni eprossimo alle nozze, il rapporto

    troncato a causa della droga. Allet di

    23 anni, pertanto, decide di andare in

    una Comunit a Vicenza e, dopo 3 anni,

    esce finalmente dal tunnel delleroina. Si

    sposta a Roma, dove trova lavoro come

    giornalaio per un paio di anni. Ricade

    nellalcool, torna a Milano e comincia a

    vivere nella stazione di milano centrale.

    Chiama il padre a Torino dopo tanti anni

    di silenzio, il quale gli dice di non farsi pi

    sentire e lo minaccia di morte; in com-

    penso, per, gli dona 500 per mettersi

    a posto la coscienza.

    Ora vive cos, come viene, non si chiama

    mai barbone e dice di fare un lavoro

    socialmente utile: porta le valigie dei

    viaggiatori su e gi le scale della stazi-

    one sperando in una ricompensa. Non

    ruba, non da fastidio, riprende i suoi

    amici quando sono alticci e alzano il tono

    della voce. Proprio in questi amici ha

    ricevuto il conforto tanto atteso. Dice di

    essere in una famiglia, dove anche un

    piccolo pezzo di pane viene diviso in

    dieci parti e condiviso con gli altri un

    po per paura di non restare isolato, un

    po perch queste sono le leggi della

    strada. A tal proposito un suo amico

    ricorda un giorno in particolare, quando

    Lucio gli salv la vita: il suo corpo era

    inerme giacente sul pavimento, quando

    il barbone si accorse che dalla sua

    bocca usciva sangue. Chiamato il pronto

    intervento e i volontari, costoro si rifiuta-

    rono di toccarlo perch affetto da lebbra.Lucio lo prese in braccio, lo accompagn

    in autoambulanza fino allospedale dove

    dorm con lui per tre notti senza batter

    ciglio; dopo tre mesi di ricovero, i due

    sono rimasti ottimi amici.

    Lucio convinto di una cosa: che la vita

    sia una continua lotta, dura s, ma lui

    non smetter mai di lottare.

    Un consiglio di Lucio per tutti i ragazzi:

    non commettere il suo stesso errore

    il proprio io. Il tentativo di

    mantenersi sempre impeg-

    nati non puntando solo sulle

    proprie capacit e /o possi-

    bilit, porta alla costruzionedi un falso io, denudata

    delle debolezze che tutti

    abbiamo e quindi alla falsifi-

    cazione della realt.

    Il rifiutare sempre la rifles-

    sione e crearsi un mondo

    artificiale lo si nota anche

    nella difficolt di fermarsi a

    pensare ; a volte si osserva

    che alcune persone, almomento dellomelia

    durante la messa, fuggono

    in preda al panico mascher-

    ato da noia. La verit che

    temono il confronto con

    quanto la loro coscienza

    potr apprendere dalle

    parole del Sacerdote e,

    lamentando una misteriosa

    incapacit di portare attenzi-one al Sacro Rito, non

    riescono a dedicarsi un

    momento di introspezione.

    Come non notare

    lincapacit di pregare dei

    tempi moderni?. La vita sar

    proprio quella cosa che ci

    accade mentre siamo occu-

    pati a fare programmi?

    Utile forse ricordare le

    parole di Ges, non grande

    uomo ma vero Dio, al

    giovane che riteneva di aver

    osservato perfettamente la

    legge di Dio o ancora alle

    Vergini Io non ti conosco

    Lui conosce solo quello che

    ha creato non quel falso io

    che noi ci creiamo e non

    appartiene a Lui .

    segue da pag. 1

    di FABRIZIO TOLVEdi ADELIO FIORITTO

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    Non siamo quello che siamo,ma quello che vogliamo diventare...

    di FRANCESCA BRUNELLO

    Prima di tutto un lontano ricordo di

    scuolaPlatone che ringrazia gli deiper averlo fatto nascere greco.

    LItalia oggi non solo un patrimonio

    ncredibile di memorie, ma anche e

    soprattutto un progetto da realizzare,

    un passato da valorizzare, e un futuro

    da costruire.

    Lamore per lItalia non un senti-

    mento cieco, vedo bene che siamo un

    popolo che ha molti difetti, anche se

    questi difetti, sommati alle tantissime

    qualit, formano uno specifico carat-

    tere nazionale.

    Credo che gli uomini possano realiz-

    zarsi al meglio delle proprie possibilit

    a condizione di essere radicati in una

    tradizione: per tutto ci che realizzo

    ogni giorno, e che d un senso alla mia

    esistenza, sento di essere in debito

    verso la mia terra.

    Senza spirito di squadra non si affronta

    nessuna gara. Cos come senza patri-

    ottismo non si va da nessuna parte.

    Oggi pi di ieri. Nella competizione

    mondiale tra i paesi, il senso di

    appartenenza a una comunit serve

    allo sforzo collettivo richiesto per

    conservare e accrescere i livelli di

    benessere raggiunti. E qui bisogna

    ntendersi. Noi italiani siamo un auten-

    tico rompicapo per gli amici stranieri.

    Da sempre, gli indicatori della nostra

    situazione autorizzano previsionicatastrofiche. Ma, alla prova dei fatti, le

    profezie di sciagura si ribaltano con il

    raggiungimento di brillanti risultati.

    Dopo la fine della guerra,

    nell'Inghilterra vincitrice, vigeva il

    razionamento e si tirava la cinghia;

    mentre, nella povera Italia della

    disfatta, l'economia ripartiva alla

    grande e la gente dava l'impressione di

    passarsela piuttosto bene.

    Gli stranieri osservano i fatti nostri e

    annotano una serie di difetti accanto

    alla lista delle buone qualit che sono

    disposti a riconoscerci. Come certe

    virt esteriori: la cordialit, la sponta-

    neit, ma anche la laboriosit, il gustoartistico, lo spirito umanitario. Molti i

    lati negativi che ci attribuiscono:

    l'indisciplina, la superficialit, la disor-

    ganizzazione, il debole senso civico.

    Perfino il senso della famiglia, che

    un'eccellente qualit italiana, stato

    rovesciato in un "familismo amorale" e

    iscritto dai censori tra i nostri "peccati

    capitali". Considerata la gravit di

    questi nostri "peccati", ci si sempre

    aspettati che ne fossimo trascinati in

    basso: rivoluzioni, sfracelli economici.

    Invece, siamo sempre usciti dalle

    nostre crisi, e, sempre, pi forti di

    prima. Molti esperti dei fatti nostri, i pi

    spassionati, hanno finito per prendere

    nota delle smentite che provengono

    dalla realt e arrendersi al mistero

    italiano. Cos i nostri successi

    economici sono stati rubricati tra le

    cose inesplicabili, insieme con il volo

    del calabrone e l'incrollabile pendenza

    della torre di Pisa. E la tenuta della

    nostra convivenza civile, rispetto a

    lacerazioni e spinte centrifughe, ha

    dato luogo a ingegnose congetture

    sociologiche sull'esistenza di

    un'armonia di fondo, dietro gli eterni

    conflitti di una societ "senza stato".

    Gli stranieri nostri simpatizzanti ci

    considerano una "anarchia che

    funziona". Mentre i detrattori persis-tono nel loro catastrofismo, sempre

    smentito dai fatti eppure sempre

    ritornante. In quel guizzo imprevisto,

    che ci fa riguadagnare il centro del ring

    ogni volta che siamo messi all'angolo,

    molti vedono il riflesso fortunato del

    famoso stellone d'Italia. Io sono

    convinta, invece, di vederci il patriot-

    tismo degli italiani di buona volont. Se

    non fosse per loro, pronti a rimboccarsi

    le maniche quando serve, saremmo

    andati al tappeto chiss quante volte.

    C lItalia delle vacanze in Indiama

    c lItalia di Sophia Loren che acclama

    Roberto a Hollywood, e per quel capo-

    lavoro ancora tutti ci invidianoC lItalia delle pagliacciate

    calcistichema pur sempre

    quellItalia che non ha coraggio di

    staccarsi dalla tv quando a luglio i

    mondiali ci tengono li a sperare che

    cosa? Che una palla vada in

    rete???..Non credo! ( concessione a

    Francesca: grande merito ce lhanno

    sicuramente i muscoli scolpiti di Ales-

    sandro Nesta)

    C lItalia di Renzo Rosso, che da

    quella piccola citt di Bassano del

    Grappa ha conquistato lAmerica..vi

    racconto un piccolo aneddoto:il

    6settembre 2003 la sua azienda, la

    DIESEL,ha compiuto 25 anni. Per

    questa ricorrenza la mia citt stata

    ribaltata da capo a piede per permet-

    tere la realizzazione di questo evento

    non certo adatto ad una cittadina

    cos..Jovanotti, Moby, Naomi Camp-

    bell che giravano per questo parco

    cittadino dove i liceali bruciano la

    scuola...perch proprio a Bassano?

    Perch non a New York, Parigi, Londra

    o le grandi capitali della moda?

    C lItalia di chi gridava 10 100 1000

    Nassirya, ma c anche lItalia che

    dallalba sfidando il freddo tagliente di

    questo inverno, si messa in fila per

    Nicola Calipari proprio l davanti,

    allAltare della Patria: con lombrello,con un giornale sotto il braccio spesso

    di sinistra, con la pazienza saggia di

    chi vuole rendere omaggio a un eroe, e

    insieme trovare conforto a un dolore

    grande in una folla di altri riconosciuti

    come simili a s, facenti parte di una

    stessa comunit. Insomma, lAltare

    della Patria si consacrato davvero

    come tale, grazie alla presenza di

    persone che mai avrebbero immagi-

    nato di compiere un gesto cos, sem-

    plice e del tutto improbabile allo stesso

    tempo.

    L'Italia un cantiere di lavori in corso.

    Novembre 05ovembre 05

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    La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroattualit

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    di PASQUALINO BARTOLOMEO

    Il rispetto per gli anziani

    Novembre 05ovembre 05

    Pistoia Blues Festival, 9 luglio 2005.

    Quello che sto per fare a voi lettori il

    breve resoconto di unesperienzaindimenticabile, una giornata, anzi una

    festa allinsegna della musica del pi

    alto livello. Accompagnato da due

    fedelissimi (la mia ragazza e il mio

    amico Vincenzo), ho avuto infatti il

    privilegio di ascoltare in quel di Pistoia

    alcuni fra i pi interessanti artisti blues

    in circolazione (Eric Sardinas e Robert

    Cray solo per citare i pi noti), ma

    soprattutto di assistere ad uno spetta-colo di colui che, a ragione, probabil-

    mente il maggiore musicista vivente al

    mondo, uno che non ha pi bisogno di

    nessuna presentazione: BB KING, il re

    del blues.

    Proprio cos, siamo

    andati al concerto di

    un vecchio signore

    di 79 anni e 10 mesi,

    la cui veneranda etcostringe ad esibirsi

    seduto su uno

    sgabello, ma la cui

    presenza scenica, la

    tecnica, la voce (ma dovrei dire il

    ruggito), e soprattutto il cuore amma-

    liano al solo apparire una folla strari-

    pante che pende dalle sue labbra e da

    Lucile, la sua chitarra. Non posso

    soffermarmi troppo sul suo concerto,nessuno pu, fuori dellumana

    portata: una performance di inaudita

    bellezza, una gestualit che ti fa venire

    voglia di abbracciarlo, il suo prodigarsiin ringraziamenti cos sentiti da far

    commuovere (indimenticabile la frase:

    ho 79 anni, sono seduto su questa

    sedia e mi sento bene, voi mi fate

    sentire cos bene), una compostezza

    unita alla capacit di infiammare

    gli animi dei presenti con una sola

    nota, lincessante coinvolgimento del

    pubblico per unora e mezza circa mi

    hanno reso straordinariamente felice, emi hanno portato a fare delle riflessioni

    che esulano dal contesto musicale, di

    cui voglio rendervi partecipi. Vedete, il

    vecchio leone ha conservato negli anni

    un modo di

    stare sul palco

    che fa venire i

    brividi: il suo

    modo di fare

    musica dal vivo,(non certo per il

    vile denaro,

    oramai i suoi

    indiscussi meriti

    musicali sono stati abbondantemente

    ricompensati) per me ha costituito

    unoccasione per crescere cultural-

    mente, ma anche spiritualmente,

    poich mi sento arricchito dallaver

    visto un uomo che ama e crede cosprofondamente nel suo lavoro e nel

    pubblico che lo segue da non smettere

    di entusiasmarsi e di farci entusias-

    mare anche alla soglia degli 80 anni.Non si risparmiato niente! Quanti

    artisti del suo calibro (lo so, ce sono

    stati e ce ne sono di ben pochi) si

    sarebbero impegnati a suonare cos, o

    soltanto a continuare a fare musica dal

    vivo, quando invece potrebbero

    tranquillamente vivere di rendita? Una

    cosa del genere commovente a dir

    poco, e un esempio del genere

    dovrebbe servire di lezione per tantigiovinastri presuntuosi, arrivisti e

    soprattutto poco capaci di fare il proprio

    lavoro di pseudo-artisti: ammirate e

    rispettate gli anziani, c ancora troppo

    da imparare da loro, tutelateli, sono un

    patrimonio da ogni punto di vista,

    specie culturale.

    Io e il fido Vincenzo lo abbiamo

    sempre fatto, e dopo un privilegio delgenere, in ogni occasione della nostra

    vita, continueremo caparbiamente a

    farlo, come spero tutti voi che ci legge-

    rete. Quanto a BB King, per finire,

    spero che viva altri 200 anni e che si

    abbia tutti loccasione (anche una sola)

    di essere cos felici, insieme a lui, in un

    concerto di vera, grande Musica.

    A differenza degli altri popoli, non

    siamo quello che siamo ma quello che

    vogliamo diventare. Non ripiegati nel

    passato, o adagiati sul presente, ma

    proiettati nel futuro. E necessario

    continuare a studiare per imparare,

    imparare per migliorare, progredire e

    per vivere meglio. Fantascienza?

    Forse si, ma con un po di ottimismo e

    volont da parte di ciascuno di noi

    possiamo fare molto

    Qui concludo

    P.S.: Un bacio a Vincenzo: ) e a tutti i

    Rioneresi: mi mancate!!!

    Un grazie a Silvio per lispirazione di

    questo scritto.

    Italia delenda est?

    Resta peraltro vero che fosse anche

    solo per un uomo giusto, Sodoma e

    Gomorra non verranno distrutte. Per

    dirla con i Monty Python, ALWAYS

    LOOK AT THE BRIGHT SIDE OF

    LIFE!

    Antonella Brunello, un saluto affettuoso

    a tutti.

    segue da pag. 4

    di FRANCESCA BRUNELLO

  • 8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08

    6/12

    La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroattualit

    6

    Novembre 05ovembre 05

    di DOMENICO DESIDERIO

    Le regole e i loro frutti

    Nei nostri tempi ci sono delle regole

    che vanno rispettate per il buon funzi-

    onamento della societ, nelle famiglie

    ci devono essere delle regole per cres-

    cere i figli e cercare di farli diventare

    grandi dandogli tutto ci di cui hanno

    bisogno (amore, affetto, sicurezza,

    etc.).

    Anche Ges ha dettato delle leggi per

    far camminare il popolo cristiano in

    modo coerente e giusto. Noi della

    piccola comunit di San Mariano

    abbiamo le regole perch per il tossi-

    codipendente cosa normalissima

    nfrangerle, infatti vivendo fuori ne

    combiniamo di tutti i colori trasgre-

    dendo ogni tipo di legge. Le regole che

    ci sono nella nostra comunit sono il

    frutto da parte del responsabile di varie

    esperienze nel campo della tossicodi-

    pendenza e il confronto con altre

    comunit.

    l Resto DIsraele essendo una comu-

    nit fondata sulla fede in Ges Cristo

    propone un cammino cristiano

    mettendo in pratica il Vangelo e viven-

    dolo giorno dopo giorno con lasperanza, per chi fa un buon cammino,

    di non ricadere pi nel tranello della

    droga, dellalcool, del sesso, del gioco,

    dei farmaci, etc. Una delle regole che

    molto importante per noi non essere

    superficiali in tutto ci che si fa sin da

    quando ci si alza al mattino dal letto,

    rifacendolo in maniera perfetta fino a

    quando si va a dormire rispettando il

    silenzio delle 22:30. questo serve per

    farci riflettere su quello che stiamo

    facendo e non dare nulla per scontato

    (si chiede il permesso anche per bere

    un bicchiere dacqua). Anche le fami-

    glie che hanno delle regole riescono a

    crescere i loro figli in maniera ordinata

    e giusta. Le regole ci portano a una

    piena conoscenza si noi stessi e ci

    fanno riscoprire tanta capacit che

    erano nascoste a causa di una vita

    disordinata schiava del vizio, piena di

    egoismo, amor proprio fini a se stesso

    che non reca alcun bene aglaltri.

    La mattina, come da regola, abbiamo

    dopo la colazione e le lodi mattutine, la

    condivisione dove il ragazzo deve

    riuscire pian piano ad aprirsi sempre di

    pi e svuotarsi di tutte le cose che lo

    tengono legato alla vita passata.

    Onesto lavoro serve proprio per sbloc-

    care il ragazzo da tante paure che si

    porta dentro e che proprio attraverso il

    dialogo e la condivisione con gli altri

    fratelli porta ad una liberazione

    interiore e ad una maggiore accettazi-

    one di se stessi con i propri difetti e i

    propri limiti, ma anche con i propri

    pregi.Nelle famiglie di oggi c bisogno di pi

    dialogo tra genitori e figli, c bisogno di

    condivisione proprio per conoscere i

    propri figli, i loro desideri, le loro paure,

    le loro angosce e aiutarli a superare

    questi momenti che sono proprio quelli

    delladolescenza in cui il ragazzo si

    pone tante domande e se non ha delle

    risposte, o ha delle risposte sbagliate,

    tante volte si crea u mondo a se o va

    alla ricerca di emozioni che al

    momento possono sembrare belle ma

    poi portano le loro conseguenze cio

    ad una mentalit tossica fatta di vizi e

    appagamenti momentanei.

    Le regole possono essere viste come

    una limitazione della propria libert, ma

    se diamo tempo e le rispettiamo

    vedremo che ci sono utili, e come dice

    anche Ges troveremo la gioia nel

    praticarle e rispettarle perch sono

    proprio le regole che ci rendono liberi.

    Ogni ragazzo della comunit libero di

    rispettare o non rispettare le regole,

    per non sappiamo per certo che chi le

    rispetta e le vive nel corso del cammino

    raccoglier i suoi frutti che sicuramente

    saranno migliori di quelli che fanno un

    cammino fuori regola.

    I frutti nellosservare le regole sono: la

    gioia, la serenit, la conoscenza di se

    stessi. Laccettazione di se stessi,

    riuscire ad aiutare gli altri uscendo dal

    proprio egoismo, riuscire a vivere la

    propria vita impegnando ogni attimo

    per costruire, dare esempio di buon

    cristiano e non lasciarsi prendere dalla

    noia per poi andare alla ricerca diemozioni tipo lalcool, la droga, il

    sesso, il gioco, etc. Uno dei frutti pi

    prelibati iniziare ad amare le regole,

    accettare cos come Dio ha disposto le

    cose. La comunit di San Mariano

    ritiene che con le regole e un cammino

    coerente e costante si possa raggiun-

    gere quel traguardo che nella nostra

    societ ognuno cerca, e cio la libert

    dalla mentalit tossica.

  • 8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08

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    La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroattualit

    7

    Novembre 05ovembre 05

    La vera Chiesa

    a cura della Comunit Resto DIsraele

    Ogni cattolico che voglia dimostrarti la

    credibilit della sua chiesa rispetto alle

    altre confessione ha dalla sua un argo-mento tanto semplice quanto invinci-

    bile. Infatti, se vero che Ges ha

    promesso alla sua chiesa il dono di una

    esistenza perenne (Mt 16,13-18), ogni

    comunit religiosa che si ritenga la

    vera chiesa dovr necessariamente

    avere duemila anni di et. Dovr

    dimostrare, in altri termini, che le sue

    origini risalgono ai tempi di Cristo e

    degli apostoli, e che la sua vicenda

    storica si svolta ininterrottamente nei

    secoli, da quel tempo fino ai nostri

    giorni. A meno che non si voglia ipotiz-

    zare che Ges si sia sbagliato: in tal

    caso, lo si capisce bene, il problema

    pi urgente non sar quello di identifi-

    care la vera chiesa, ma di come potersi

    dire ancora cristiani. Soltanto a quello o

    quelle denominazioni ecclesiastiche in

    grado di provare le proprie origini apos-

    toliche, si deve riconoscere di avere

    conservato intatto uno dei caratteri

    voluto da Ges Cristo per la sua

    chiesa. Anche la chiesa cattolica dovr

    offrire prove storiche inconfutabili della

    sua origine apostolica. Lo far come

    vedremo nelle prossime uscite- senza

    alcuna difficolt, grazie ad una abbon-

    dantissima documentazione.

    Iniziamo a indagare sul mondo protes-

    tante. Se interroghiamo la storia

    chiedendole di mostrarci la carta

    didentit delle numerose confessioni

    religiose che si riconoscono nel prot-

    estantesimo, a cominciare dalla prima

    in ordine cronologico, quella Luterana,

    essa ci indicher una serie di date alle

    quali attribuire la loro nascita: una

    potrebbe essere lanno 1519, quando

    Martin Lutero(1483-1546), fino ad

    allora monaco agostiniano e pertanto

    fedele della chiesa cattolica, rifiuta

    esplicitamente di riconoscere lautorit

    del sommo pontefice, come aveva fatto

    fino a quel momento, sebbene in modo

    assai problematico. Unaltra datapotrebbe essere il 15giugno1520,

    quando Papa Leone X(1513-1521),

    con la bolla Exsurge Domine,

    condanna 41 proposizioni di Lutero e lo

    minaccia di scomunica se entro 60

    giorni non le aveese ritirate. O forse si

    deve risalire al 10 dicembre di quello

    stesso anno.

    Quando

    l u t e r o

    b r u c i a

    pubb l i ca -

    mente a

    Wittemberg

    la suddetta

    bolla

    papale, rompendo di fatto la sua

    comunione con la vera chiesa, mentre

    la definitiva separazione sar ufficializ-

    zata con la scomunica lanciata contro

    di lui il 5gennaio1521.

    Il succedersi degli eventi, che non

    nostro compito esaminare in questa

    sede, porta il monaco agostiniano ad

    inventarsi, di fatto, una nuova, inedita

    comunit religiosa, una chiesa che

    fino ad allora non si era mai vista, in

    aperta contestazione della chiesa

    cattolica. In uno dei suoi scritti, Cattiv-

    it babilonese della chiesa(1520),

    Lutero accusa il Papa di avere corrotto

    la vera fede in Dio e in Ges Cristo, di

    essersi inventato i sacramenti, di avere

    alterato il Vangelo e di essersi attribuito

    illecitamente una autorit che spetta

    soltanto alla chiesa. Da questa prima

    rivolta sbocceranno fino ad oggi altre

    migliaia di denominazioni religiose,

    che, sebbene diversificate tra loro, si

    ritroveranno tutte nella grande e varie-

    gata famiglia protestante.

    Dopo Lutero, ecco Zwigli(1484-1531) e

    Calvino (1509-1564) e gli anabattisti

    che hanno in comune con lex monaco

    agostiniano alcuni punti fermi della

    cosiddetta idea della chiesa e la lotta alcattolicesimo. E dopo di essi, numerosi

    altri riformatori ciascuno libero di

    crearsi la sua chiesa e di crederla

    radicata nel vangelo.

    Non nostro compito entrare nel

    merito delle argomentazioni teologiche

    e nel campo della esegesi di quei passi

    biblici accampati dai

    riformatori per soste-

    nere le loro tesi. Allo

    stesso tempo, non ci

    compete di giudicare

    della buona fede sia

    quanti hanno dato

    origine a queste

    nuove comunit

    religiose, sia di quanti vi appartengono

    questo un giudizio che spetta solo a

    Dio. Ci che importa per la nostra

    indagine lacquisizione di un dato

    storico rilevante per il tema che stiamo

    affondando. E il dato questo.

    Nessuna delle migliaia e migliaia di

    confessioni protestanti oggi esistenti

    in grado di dimostrare -documenti alla

    mano- le sue origini apostoliche.

    Nessuna di esse pu vantare, provan-

    dola, una et bimillenaria e lecitamente

    rivendicare in Ges Cristo la Persona

    del suo fondatore.

    Ci significa che Ges Cristo non pu

    essere considerato storicamente il

    fondatore delle comunit protestanti e

    che la promessa evangelica:le porte

    deglinferi non prevarranno contro di

    essa (Mt 16, 18), non era rivolta ad

    alcuna di esse. Non tra quelle che si

    trova la vera chiesa. Abbiamo ottenuto

    un primo risultato, importante ma non

    sufficiente. La nostra ricerca deve

    proseguire.

  • 8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08

    8/12

    La Voce di Rioneroa Voce d i Rionero8

    ERA una calda e soleggiata mattina d

    autunno a San Giuliano di Puglia,

    paesino in provincia di Campobasso al

    confine con la Puglia.Una mattina come tante, come tutte; gli

    uomini al lavoro, gli anziani seduti al

    sole nella piazza, i bambini, futuro di

    tutte le comunit, a scuola.

    Ma all improvviso un boato tremendo

    taglia l aria e la terra si scuote tutta: il

    terremoto, che tocca lottavo grado

    della scala Mercalli ; la scuola del

    paese, intitolata a Francesco Iovine si

    ripiega su se stessa , seppellendo i

    bambini e le maestre,intenti a

    preparare la festa di Halloween e

    danneggiata sar anche la Chiesa diSan Giuliano Martire e alcune

    abitazioni.

    Moriranno anche due donne.

    Quel giorno, mi trovavo insieme a

    Mauro Di Franco(di Pasquale) che

    doveva arare un mio terreno; l aria

    (sebbene fossimo a quasi 100 km. A

    inea d aria dal cratere) era anche a

    Rionero molto strana: folate di vento

    calde, umidit, e una strana nebbia che

    si dissolveva e ricompariva in pochi

    minuti.

    Oltretutto, anche le galline nel vicino

    pollaio erano molto irrequiete, e i gatti

    piangevano e cercavano di nascond-

    ersi.

    Anche se incuriosito non diedi peso a

    questi strani fenomeni (ci pensai dopo)

    e intento a lavorare non mi accorsi chela terra trem.

    Nel paese per molti lo avvertirono

    soprattutto gli abitanti delle case popo-

    lari, ai piani pi alti, e nelle scuole dove

    gli insegnanti fecero subito evacuare i

    bambini.

    Dopo qualche minuto arriv l amico

    Nicola Di Geronimo, molto agitato

    - Una disgrazia- mi disse

    -andiamo a casa a vedere alla televi-

    sione se ci sono notizie. C stato un

    terremoto in provincia diCampobasso,ci sono dei bambini sotto

    le macerie di una scuola-

    Immediatamente andammo a casa mia

    e proprio in quel momento in televi-

    sione, su un emittente regionale, scor-

    revano le prime tragiche immagini di

    quelle macerie, del dolore e rabbia di

    genitori e compaesani, che fino a qual-

    che ora prima vivevano nella pi totale

    normalit.

    Mi pass la voglia di fare tutto, anche di

    pensare.

    Conosco la zona, avendo avuto modo

    di frequentarla nei primi anni universi-

    tari ; la mia preoccupazione era per

    alcune persone amiche di Colletorto,

    un paese vicinissimo a San Giuliano,

    anche lui colpito dal sisma , di cui non

    riuscivo ad avere notizie in quanto lelinee telefoniche erano intasate; il mio

    strazio era per quelle povere creature

    travolte dal crollo.

    Il pomeriggio pass angosciante.

    In piazza non si parlava daltro; di quei

    bambini , di quella gente che in un

    minuto aveva perso tutto.

    Nei bar le televisioni erano tutte

    sintonizzate su emittenti locali che

    informavano sulla situazione dellascuola, sui bambini.

    Ogni tanto si sentiva l applauso per

    qualcuno che veniva estratto vivo dalle

    macerie, altre volta urla di dolore di

    madri che riconoscevano i propri figli

    ormai privi di vita.

    Anche i pi crudi davanti a quelle

    immagini avevano gli occhi lacrimosi,

    sembrava che sull intero Molise fosse

    calato un velo di lutto.

    Il pomeriggio del 1 Novembre, festa diTutti i Santi, giorno in cui fece ingresso

    nella nostra comunit il nuovo Parroco

    Don Rosario

    DAmbrosio,si apprese il numero totale

    delle vittime di San Giuliano:30 MORTI

    ossia 27 bambini, una maestra, e due

    donne.

    Ventisette bimbi, innocenti, una intera

    generazione per un paese come San

    Giuliano che come Rionero conta poco

    pi di mille abitanti, molto, troppo.Rabbia, incredulit, angoscia, si

    leggevano sui volti di tutti.

    Strazianti i funerali, che partirono dal

    palazzetto dello Sport del paese, che

    da luogo di sport e di divertimento,

    soprattutto per i giovani, era diventato

    una triste Camera Ardente.

    Intanto bisognava soccorrere alle altre

    popolazioni,che, anche se non

    avevano riportato lutti, erano in ginoc-

    chio: Bonefro, Colletorto, Rotello,

    S.Croce,Montelongo .

    In tutti nacque quel sentimento di

    solidariet dettato dal coinvolgimento

    emotivo del momento.

    attualit

    Novembre 05ovembre 05

    31 Ottobre 2002... per non dimenticare di AMICO DI VINCENZO

  • 8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08

    9/12

    La Voce di Rioneroa Voce d i Rionero 9

    Novembre 05ovembre 05

    Furono raccolte alcune somme ed

    inviate a San Giuliano, poi venne

    aperta nella Sala Parrocchiale una

    raccolta di beni di prima necessit, da

    destinare alle popolazioni terremotate.

    Se ne occuparono Mirko Di Franco(di

    Bruno), Maria Cristina Frate, Simona

    Tonti, ed Emira DAmico, con l aiuto di

    alcuni giovani volenterosi.

    Alla fine della raccolta,una domenica di

    fine novembre, grazie alla squisita

    disponibilit del nostro fornaio

    Gianfranco, che mise a disposizione il

    furgone, ci recammo in quei luoghi a

    dare il nostro piccolo contributo.

    Dopo aver scaricato a Bonefro, decide-

    mmo di fare visita al Cimitero di San

    Giuliano.

    Alla vista di quella fila di loculi, dove

    riposavano quegli sfortunati

    bambini,piena di fiori e ceri, non si

    potevano trattenere le lacrime.

    Sono passati tre anni da quel male-

    detto giorno in cui venne cancellato il

    sorriso di ventisette bambini, e lonesto

    ed energico lavoro di una maestra e di

    altre due donne, la vicenda

    giudiziaria va avanti fra mille

    polemiche per definire le

    responsabilit del crollo della

    struttura, ma una cosa certa:

    nessuno potr dimenticare le

    vittime di quell autunno

    tremendo a San Giuliano, quegli

    angioletti che nell edificio dove

    si preparavano alla vita, hanno

    trovato la morte.

    attualit

  • 8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08

    10/12

    La Voce di Rioneroa Voce d i Rionerocuriosit

    100

    tratto in chiave ironica

    Il personaggio del mese: il Patino atto II

    a cura di VINCENZO DAMICO

    (Amico Di Vincenzo il mio padrino)

    Amico Di Vincenzo (Di Vincenzo

    Amico per gli amici) nasce. Fatta

    questa significativa premessa,

    n d i s -

    pensabi le

    per avere

    unidea pi

    chiara del

    personag-

    g i o ,

    proseguia-

    mo questa

    b r e v e

    carrellata

    sulla sua vita: Uomo a sangue misto

    derivante da vari paesi tanto dellAlto

    Molise nelle sue zone pi basse,

    Rionero ar Collafava e Acquaviva,

    quanto del Basso Abruzzo nelle suezone pi alte, Ateleta e Gamberale,

    paesi dei quali in breve ricordiamo le

    caratteristiche fondamentali: Rionero

    si commenta da solo, Acquaviva ha il

    pregio e lonore di essere vicino

    Rionero, Ateleta si legge pure al

    contrario e Gamberale compare sul

    sito delle Poste come uno dei 9 paesi

    taliani in cui non si riesce a conseg-

    nare un pacco prima di 3 giorni.

    Era una calda giornata di giugno

    quando il nostro amico Amico (lo so

    che tristissima sta cosa.. e a me

    non mi pagano nemmeno p di ste

    str**zat!) viene al mondo anche

    grazie all aiuto fondamentale del

    compianto Ivo Di Franco Ivucc che

    accompagna tempestivamente la

    futura mamma in ospedale. Dopo

    qualche giorno tutto il vicinato

    accorre a vedere il tenero frugoletto

    tanto che alcuni per far prima

    parcheggiano i loro mezzi nel suo

    giardino, poco inporta se si tratti di

    biciclette

    o ruspe

    c h e

    s a l t a n o

    d a l l a

    s t r a d a .

    C r e s c e

    felice nel

    q u a r t i e re

    basso del

    paese,

    zona Vicenne con compagni di

    burlonate che con lui condividono i

    momenti pi dolci e teneri della giovi-

    nezza quali: Abele, Carlo Marotta,

    Carlo Coccolo Coletta detto Gug-lielmo Tell per la sua abilit con la

    balestra e Ciokor detto Mirko per gli

    amici (M non lo so se ci va la K, se

    ho sbagliato chiedo venia)

    Porta a termine brillantemente gli

    studi da Perito agrario e cerca di

    rimanere nel campo gettandosi

    nell avventura ortofrutticola. Tuttavia

    strane richieste di particolari clienti

    quali barattoli di Aria Metallizzata,

    bottiglie di Corrente Liquida nonch

    la sanguinosa faida con gli ambulanti

    lo convincono a desistere. Ecco che

    un bel giorno nel suo negozio passa

    una persona che conosceva da

    sempre ma che stavolta ai suoi occhi

    era diversa, sembrava pi carina, pi

    simpatica, dolce intelligente, pi

    spigliata, pi elegante.. e un d,

    quando il legame si era ormai

    consolidato, gli chiede di ufficializ-

    zare la relazione: lui accetta e cos il

    7 maggio le campane della chiesa di

    Rionero suonano a festa e Amico Di

    Vincenzo diventa il padrino di

    Vincenzo DAmico. Decide poi di sua

    spontanea volont dopo aver

    ricevuto lobbligatoria chiamata alle

    armi, di arruolarsi per servire la

    patria. Dopo un anno nel triestino

    torna nella terra nata e dopo la

    patria decide di servire Ermindo

    (andate a La Falconara a Colli se

    non ci credete). Da anni ormai lo

    vediamo in prima linea sul faticoso

    fronte delle feste patronali alle quali

    si dedica con amore e impegno,

    ricalcando le orme che furono dei

    suoi (nostri) maestri: Pasquale

    Cincione e Emilio RBdell in arteEmilio Antonelli dal quale prende

    anche gran parte della suo bucolico

    amore verso la natura. Nel periodo

    finale della sua carriera universitaria

    si getta anche lui nellavventura dell

    Azione Cattolica, ricoprendo il ruolo

    di Segretario tutto fare, addetto al

    Ministero Degli Esteri, ambasciatore,

    giudice di pace, viceparroco, corista

    e triangolista della formazione

    p o l i v o c a l e :

    L . C . A D . S . M . E . P . D . S . G . S . S . O ,

    Libera Corale Amici Di San Mariano

    E Pure Di San Giacomo Senn Si

    Offende(quel tin tin che sentite

    durante la messa colpa sua..)

    nonch vigilante del palco sott a San

    Mariano.

    CHE DIO CE LA MANDI BUONA o

    come dice lui UAIE CH LA PALA E

    MORT NN VENGA MAI!

    RACCONTIAMOCI

    Novembre 05ovembre 05

  • 8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08

    11/12

    La Voce di Rioneroa Voce d i Rionerocuriosit & sport

    111

    Gli Ambulanti a Rionero

    Come promesso, lappuntamente mensile dei tramon-

    tati mestieri rioneresi continua. In questo numero

    verr fornito un elenco delle locande, cantine e generi

    alimentari.

    Buona lettura.

    categoria: Locande e cantine

    Angelone Raffaele

    Fioritto Enrichetta

    Frabotta Beniamino

    DAmico Alfonso

    Tonti Alessandro

    Antonelli Nicola

    Miele Emanuele

    Petrarca Lucio

    categoria: Generi alimentari

    Tonti Alessandro

    DAmico Alfonso

    Angelone RaffaeleFioritto Enrichetta

    Calabrese Giovannino (articoli vari)

    Di Geronimo Alfonso (articoli vari)

    Di Carlo Secondino (Sali e Tabacchi)

    Demandiamo la lettura dei bar, macellerie e forni a

    lenga al prossimo numero.

    Sebbene in questi casi sia consono descrivere un person-

    aggio che non pi tra noi elencando i suoi percorsi di vita

    in chiave biografica, per questo numero preferiamo ricor-

    dare Don Antonio Fioritto non per quando decise di entrare

    in seminario, ma per l'uomo che fu durante la sua vita

    terrena. Un articolo scritto dal nipote sarebbe inevitabil-

    mente soggettivo, pertanto riportiamo il testamento

    spirituale scritto da egli medesmi affinch, attraverso di

    esso, ciascuno di noi possa cogliere l'anima dello scrittore.

    IL TESTAMENTO SPIRITUALE

    All'avvicinarsi della mia dipartita da questa terra per

    andare alla dimora eterna del Padre, mi sento in dovere diinnalzare alla Santissima Trinit l'inno di lode e di ringra-

    ziamento per gli innumerevoli benefici elargitimi dalla mia

    nascita al momento attuale, e in particolare di avermi

    chiamato al Sacerdozio.

    Ma, poich non sono stato sempre del tutto fedele alla

    grazie donatemi dal Buon Dio, gli chiedo umilmente

    perdono confidando nella sua infinita misericordia.

    Domando perdono a quanti avessi offeso, o in qualche

    modo scandalizzati dal mio cattivo esempio.

    Domando scusa ai fedeli affidati alle mie cure pastorali:

    Pagliarone, (oggi Villa San Michele), Castel Del Giudice,

    Monetenero Valcocchiara, Rionero Sannitico, se non ho

    corrisposto alle loro aspettative.

    Domando perdono al mio Vescovo se non sono stato

    sempre prontamente disponibile ai suoi voleri, e lo

    rigrazio per la sua paterna benevolenza accordatami in

    varie circostanze.

    Mi gradito ringraziare tutti i Sacerdoti condiocesani ed

    extra per l'onore che mi hanno reso di amicizia e di stima,

    e per il buon esempio che da essi ne ho tratto.

    Ringrazio i miei parenti e gli amici residenti negli USA e

    nel Canada per la calorosa accoglienza fattami tutte le

    volte che sono stati a visitare e per le offerte fatte alla

    Chiesa Parrocchiale e ai Santuari di San Mariano e della

    SS Trinit.

    Ringrazio vivamente le Rev.de suore "Figlie della Divina

    Provvidenza" e il loro istituto per il servizio religioso-

    educativo prestato alla fanciullezza e giovent della

    Parrocchia dal 1937.

    Ringrazio il vice Parroco don Eliodoro Fiore per

    l'assistenza generosa e costante ai fedeli della frazione

    Montalto e ai ragazzi in Parrocchia.Ringrazio i collaboratori a me pi vicini nelle nelle cose

    della Parrocchia, le associazioni cattoliche, la Schola

    Cantorum, catechisti, e gli assistenti della Chiesa, ed

    infine ringrazio tutto il Popolo per il rispetto che hanno

    avuto verso la mia povera persona e per gli aiuti alla

    parrocchia.

    Su questi tutti, vicini e lontani, invoco le pi elette Bened-

    izioni di Dio, della Madonna e dei Santi Patroni: Mariano e

    Giacomo e del Titolare della Chiesa San Bartolomeo

    Apostolo.

    A tutti mi gradito ripetere:

    SIATE FORTI NELLA FEDE, FERMI NELLA SPERANZA,

    GENEROSI NELLA CARITA'.

    di ADELIO FIORITTO

    I n r i c o r d o d i . . .

    Don Antonio Fioritto

    Novembre 05ovembre 05

  • 8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_08

    12/12

    La Voce di Rioneroa Voce d i Rionerospettacolo, benessere & news

    122

    l a r e c e n s i o n e

    La metropoli di Edison, in continua

    crescita, sembra per tutti una terra

    promessa, ma il giovane e ambizioso

    giornalista Josh Pollack deve iniziare

    dal basso, scrivendo sommarietti sulle

    azioni di polizia per l'Heights Herald,

    un quotidiano senza rilievo meglio

    noto per i suoi coupon. Quando

    Pollack intuisce la corruzione interna a

    un'unit di polizia, preso dalla

    smania di rivelare tutto, ma incontra la

    resistenza del suo capo, Moses

    Ashford, fotoreporter pluripremiato che

    ora si accontenta di compiacere gli

    inserzionisti locali. Protagonista del

    suo servizio l'unit di polizia pi

    elitaria di Edison, la FRAT (First

    Response Assault & Tactical), una

    squadra speciale addetta alla preven-

    zione del crimine...

    Si ringraziano tutti coloro che hanno reso possibile la stesura, nonch la pubblicazione del presente.Nel numero di oggi hanno scritto (in ordine cronologico) : amico di vincenzo, fabrizio tolve, adelio fiorito,

    francesca brunello, pasqualino bartolomeo, domenico desiderio, comunit resto disraele, veronica di fiore.

    Segnalaci le tue opinioni, riflessioni, allindirizzo email: [email protected]

    Per le questioni che interessano lAzione Cattolica, rivolgiti ai nostri aderenti presenti sul luogo.

    Per qualsiasi altra informazione inerente questo opuscolo rivolgersi a : [email protected]

    Titolo originale: Edison City

    Nazione: U.S.A.

    Anno: 2005

    Genere: Thri l ler

    Durata: 97'Regia: David J. Burke

    Cast: Kevin Spacey, Morgan Freeman, Justin Timberlake, LL Cool J,

    Dylan McDermott, John Heard, Franoise Yip

    Produzione: Boaz Davidson, Randall Emmett, George Furla, Avi Lerner, John Thompson

    Distr ibuzione: Andrea Leone Fi lms

    Data di uscita: 11 Novembre 2005 (c inema)

    Edison City

    b e n e s s e r e

    Lacne una malattia che insorge per

    lo pi in et puberale, colpisce circal80% dei giovani di entrambi i sessi.

    Lacne volgare, il tipo pi comune, e

    si manifesta tra i 12 e i 30 anni nelle

    zone pi ricche di ghiandole sebacee

    ovvero il volto, la schiena e raramente

    il collo. In ogni caso, il viso la sede

    selettiva dellacne, che si localizza in

    questa zona per il 90% dei casi.

    Le lesioni colpiscono la fronte progre-

    dendo verso il basso sulle guance e

    sul mento. Nelle ragazze lacne tendea manifestarsi in et pi precoce

    persistendo anche fino a 35 anni, ma

    si presenta spesso in forma meno

    grave; nel sesso maschile si risolve pi

    velocemente, ma si manifesta in forma

    pi grave e nella maggior parte dei

    casi guarisce intorno ai 25/30 anni.

    Let, non lunico fattore scatenante

    dellacne esistono altre cause;

    possono influire gli squilibri dietetici,

    disturbi epatici ed unerrata alimentazi-

    one. Sicuramente intervengono fattoriormonali, stress psichici ed emotivi e

    alcuni stati allergici a delle sostanze

    come: iodio, cloro, cortisone. Per di pi

    il clima ha la sua importanza: la luce

    del sole aiuta a risolvere lacne in

    alcune persone, anche se ci non

    impedisce a chi vive in regioni

    abbastanza soleggiate linsorgenza.

    Con un clima umido e caldo, questa

    malattia, pu peggiorare in seguito

    all'eccessiva sudorazione. Per affron-tare questo problema sono utili alcune

    regole quotidiane e basilari, oltre a

    trattamenti estetici e terapie mediche.

    Sicuramente, come prima cosa la pelle

    va pulita accuratamente, mattina e

    sera, con il latte detergente e un tonico

    rinfrescante, subito dopo utile appli-

    care una crema possibilmente

    specifica per lacne. Bisogna evitare

    brillantine, lacche e oli per capelli, che

    possono aggravare soprattutto i brufoli

    presenti sulla fronte. Una regola

    fondamentale quella di rinunciarealla spremitura fai da te, che aggrava

    le lesioni modeste rende permanenti

    le cicatrici. Se lacne colpisce la

    schiena e petto preferibile indossare

    indumenti leggeri di cotone o lino.

    Oltre a ci, pu aiutare anche

    unalimentazione sana. Bisogna

    convincersi che lacne pu essere

    curata, ma non sempre la guarigione

    avviene in tempi brevi, quindi non

    bisogna sospendere di testa propria leterapie prescritte, anche se il problema

    sembra risolto. Inoltre la pelle deve

    essere pulita con prodotti giusti; per i

    consigli sui cosmetici e trattamenti

    preferibile rivolgersi ad unesperta

    estetista oppure consultare un derma-

    tologo che non si occuper solo di

    prescrivere la terapia adatta ma,

    valuter anche, all'occorrenza,

    lopportuno consulto di un altro

    specialista.

    a cura di VERONICA DI FIORE