Il Giornale di Rionero, 10 Settembre 2010

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Impossibile non tornare sull!argomento quando sistematica- mente e regolarmente si perpetrano fatti e misfatti del tutto negativi e poco propositivi per il bene e lo sviluppo della di- scussa e dibattuta località lacustre, che sembra un relitto ab- bandonato a se stesso in un mare di indifferenza. Anche l!attuale stagione estiva che volge ormai al termine non ha visto lo scenario di Monticchio poter ospitare eventi degni di tale nome che abbiano potuto creare presupposti di movimento auspicato in termini di presenze, quindi incre- menti di flussi di turisti che potessero fare felici gli operatori commerciali del posto. Invece niente, ancora niente, mancata programmazione di qualcosa che avrebbe visto al centro dell!attenzione una lo- calità turistica divenuta famosa soprattutto per la marcata e inspiegabile trascuratezza di tutti, tra cui l!inefficace e inca- pace oltre che colpevole ed evidente pessima gestione Vuoto a perdere Autopsia di una Pro Loco ANNO XXIV n. 35 DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010 - SETTIMANALE DI SATURAZIONE POLITICA, CULTURA & SPORT Caro Franco, Anche io, come te, presiedo un Associazione Rione- rese, le “Mele Marce”, e, come te, so quanto è diffi- cile organizzare una manifestazione, soprattutto quando si devono “gestire” tanti figuranti da portare per le vie del paese. Noi lo abbiamo fatto, e per sette anni, con la “Pas- sione di Cristo” e, quindi, immagino la fatica e lo stress cui ti sei sottoposto. Ieri ho assistito, insieme a tantissimi cittadini, al cor- teo dei briganti, dei contadini e dei “Cacciatori di Lin- ea dell!esercito borbonico” che hai fatto sfilare per le strade di Rionero e, oggi, ho sentito il bisogno di scriverti questa mia lettera aperta. Leggendo “Cristo si è fermato ad Eboli” mi colpì una considerazione di Carlo Levi quando, parlando dei LAGHI DI MONTICCHIO LETTERA APERTA A “SOLARIS” ED A FRANCO LORISO continua a pagina 3 continua a pagina 3 by Franco Loriso LO SCANDALO DEL TURISMO IN REGIONE Era da anni che non ci incontravamo, tanti, forse troppi. Colpa del boom economico degli anni !60 o colpa di questa terra che non consentiva e non consente a due persone di nascere, crescere e morire nello stesso paese. E così, io e Giuseppe non ci vedevamo dagli anni della scuola media quando, per colpa di un lavoro che non c!era, il padre partì per Torino portandosi, ovviamente, dietro tutta la famiglia. Mi sembrava un viso conosciuto e, così, ho iniziato a squadrarlo e lui, prima insospettito, poi incuriosito, fa- ceva lo stesso. E! stato un lampo il riconoscerci abbrac- ciandoci, con sincerità, con affetto. E, ovviamente, via ai ricordi di gioventù, la scuola elementare con il “no- stro” maestro Libutti, Ciccillo “ognia tosta”, conosciuto così per il suo vezzo di portare l!unghia del mignolo AMARCORD RIONERESE CITTA’ DI TUTTI E TERRA DI NESSUNO continua a pagina 2 Non ne sono sicuro, perché all!Istituto Professionale da me frequentato, latino se ne studiava poco o niente, ma, per “Pro Loco”, non si dovrebbe intendere un ente, un associazione o anche soltanto un gruppo di persone che si impegnano per meglio evidenziare, dare impulso e far risaltare le caratteristiche di una località al fine di promuoverne le potenzialità tu- ristiche? Questo, almeno, è quanto accade in di- versi comuni lucani dove, le varie Pro Lo- co si sforzano, pur se fra innegabili diffi- coltà economiche, di “inventarsi” eventi, sagre, spettacoli e mostre pur di attirare, nei diversi centri, visitatori e spettatori. Insomma, un modo come un altro pur di attirare, nei vari comuni, se non qualche turista, almeno delle persone provenienti dai comuni vicini. Così se questi visitatori, turisti o meno, in quei centri sorseggiano un caffè, acqui- stano una pizzetta o un panino o, perché no?, magari comperano un qualsiasi og- getto, quella tale pro loco, un risultato può dire di averlo raggiunto. In altri casi, sempre le diverse pro loco, si sforzano di canalizzare e raccordare le ini- ziative poste in essere dalle molteplici as- sociazioni operanti nei vari comuni per arrivare, grazie ad uno sforzo sinergico, ad offrire il meglio alle proprie comunità di appartenenza. Ciò, ovviamente, accade laddove si opera “per il luogo” e non per narcisismo o per “sogni di fare terra bruciata”. Come, per esempio, a Rionero. La Pro Loco di Rionero, famosa a livello extraeuropeo grazie alla sola puntuale ini- ziativa annuale, “la Pettolata”, pare invece operare spinta solo da uno spirito emu- lativo teso a combattere le forze attive sul territorio comunale. Esagerato? Giudicate un po! voi. continua a pagina 3 di PEPPINO PRUDENTE * Il giornale di RIONERO UN COMMENTO SPASSIONATO ASSOCIAZIONE CULTURALE SOLARIS - VIBRAZIONI LUCANE PRESENTANO CARNEVALE RIONERESE 2011 VITO, MA CHE IE’ LA PRO LORO? di ANTONIO PETRINO

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Settimanale di Saturazione Politica

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Impossibile non tornare sull!argomento quando sistematica-mente e regolarmente si perpetrano fatti e misfatti del tutto negativi e poco propositivi per il bene e lo sviluppo della di-scussa e dibattuta località lacustre, che sembra un relitto ab-bandonato a se stesso in un mare di indifferenza.Anche l!attuale stagione estiva che volge ormai al termine non ha visto lo scenario di Monticchio poter ospitare eventi degni di tale nome che abbiano potuto creare presupposti di movimento auspicato in termini di presenze, quindi incre-menti di flussi di turisti che potessero fare felici gli operatori commerciali del posto.Invece niente, ancora niente, mancata programmazione di qualcosa che avrebbe visto al centro dell!attenzione una lo-calità turistica divenuta famosa soprattutto per la marcata e inspiegabile trascuratezza di tutti, tra cui l!inefficace e inca-pace oltre che colpevole ed evidente pessima gestione

Vuoto a perdereAutopsia di una Pro Loco

ANNO XXIV n. 35 DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010 - SETTIMANALE DI SATURAZIONE POLITICA, CULTURA & SPORT

Caro Franco,

Anche io, come te, presiedo un Associazione Rione-

rese, le “Mele Marce”, e, come te, so quanto è diffi-

cile organizzare una manifestazione, soprattutto

quando si devono “gestire” tanti figuranti da portare

per le vie del paese.

Noi lo abbiamo fatto, e per sette anni, con la “Pas-

sione di Cristo” e, quindi, immagino la fatica e lo

stress cui ti sei sottoposto.

Ieri ho assistito, insieme a tantissimi cittadini, al cor-

teo dei briganti, dei contadini e dei “Cacciatori di Lin-

ea dell!esercito borbonico” che hai fatto sfilare per le

strade di Rionero e, oggi, ho sentito il bisogno di

scriverti questa mia lettera aperta.

Leggendo “Cristo si è fermato ad Eboli” mi colpì una

considerazione di Carlo Levi quando, parlando dei

LAGHI DI MONTICCHIOLETTERA APERTA

A “SOLARIS” ED A

FRANCO LORISO

continua a pagina 3continua a pagina 3

by Franco Loriso

LO SCANDALO DEL TURISMO

IN REGIONE

Era da anni che non ci incontravamo, tanti, forse troppi.

Colpa del boom economico degli anni !60 o colpa di

questa terra che non consentiva e non consente a due

persone di nascere, crescere e morire nello stesso

paese.

E così, io e Giuseppe non ci vedevamo dagli anni della

scuola media quando, per colpa di un lavoro che non

c!era, il padre partì per Torino portandosi, ovviamente,

dietro tutta la famiglia.

Mi sembrava un viso conosciuto e, così, ho iniziato a

squadrarlo e lui, prima insospettito, poi incuriosito, fa-

ceva lo stesso. E! stato un lampo il riconoscerci abbrac-

ciandoci, con sincerità, con affetto. E, ovviamente, via

ai ricordi di gioventù, la scuola elementare con il “no-

stro” maestro Libutti, Ciccillo “ognia tosta”, conosciuto

così per il suo vezzo di portare l!unghia del mignolo

AMARCORD RIONERESE

CITTA’ DI TUTTI E TERRA DI NESSUNO

continua a pagina 2

Non ne sono sicuro, perché all!Istituto Professionale da me frequentato, latino se ne studiava poco o niente, ma, per “Pro Loco”, non si dovrebbe intendere un ente, un associazione o anche soltanto un gruppo di persone che si impegnano per meglio evidenziare, dare impulso e far risaltare le caratteristiche di una località al fine di promuoverne le potenzialità tu-ristiche?Questo, almeno, è quanto accade in di-versi comuni lucani dove, le varie Pro Lo-co si sforzano, pur se fra innegabili diffi-coltà economiche, di “inventarsi” eventi, sagre, spettacoli e mostre pur di attirare, nei diversi centri, visitatori e spettatori.Insomma, un modo come un altro pur di attirare, nei vari comuni, se non qualche turista, almeno delle persone provenienti dai comuni vicini.Così se questi visitatori, turisti o meno, in quei centri sorseggiano un caffè, acqui-stano una pizzetta o un panino o, perché no?, magari comperano un qualsiasi og-getto, quella tale pro loco, un risultato può dire di averlo raggiunto.In altri casi, sempre le diverse pro loco, si sforzano di canalizzare e raccordare le ini-ziative poste in essere dalle molteplici as-sociazioni operanti nei vari comuni per arrivare, grazie ad uno sforzo sinergico, ad offrire il meglio alle proprie comunità di appartenenza.Ciò, ovviamente, accade laddove si opera “per il luogo” e non per narcisismo o per “sogni di fare terra bruciata”.Come, per esempio, a Rionero.La Pro Loco di Rionero, famosa a livello extraeuropeo grazie alla sola puntuale ini-ziativa annuale, “la Pettolata”, pare invece operare spinta solo da uno spirito emu-lativo teso a combattere le forze attive sul territorio comunale.Esagerato? Giudicate un po! voi.

continua a pagina 3

di PEPPINO PRUDENTE *

Il giornale di

RIONERO

UN COMMENTO SPASSIONATO

ASSOCIAZIONE CULTURALE SOLARIS - VIBRAZIONI LUCANE

PRESENTANO

CARNEVALE

RIONERESE 2011

VITO, MA

CHE IE’ LA

PRO

LORO?

di ANTONIO PETRINO

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NUOVA CITTA’ fondato nel 1985 è!

!"!#$%&'(")!*$!+!,-.+,!

direttore: Franco Loriso

registrazione Tribunale di Melfi al numero 2 dell’agosto 1987

Sede: Associazione Culturale Solaris Rionero in Vulture: via Mazzini 109 email: [email protected] Concessionaria pubblicitaria: Alice Multimediale srl 85100 Potenza, via

della Chimica, 61 Tel. 0971.594293 - fax 0971.903114

e!mail: [email protected]

Il giornale di RIONERO

Anno XXIV numero 35 - DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010 - pagina 2e!mail: [email protected]

AMARCORD RIONERESE

sempre tanto lunga, le sue bacchettate con una

“spalmata” che, sola, riusciva a terrorizzarci, i suoi

occhi tristi quando, alla fine della quinta, lo salu-

tammo.

I nostri compagni di scuola, alcuni ancora a Rio-

nero, altri emigrati e altri ancora (segno dell!età

che avanza) purtroppo morti.

I giochi di un tempo, semplici ma sicuramente veri,

nascondino, "u curl e, quando si poteva, una par-

tita, non a calcio, ma a pallone (allora, noi, diceva-

mo così) su un marciapiede che metteva a dura

prova scarpe, pantaloni e, soprattutto, ginocchia,

con l!immancabile finale di qualche anziano che ci

cacciava ponendo fine alla partita.

Personaggi che hanno, e non è esagerazione, fatto

la storia di Rionero: Trinchill, Zia Palomma, Cic-

cio Moretti.

Tutto passato, tutto evoluto, tutto cambiato.

Bhè, ad essere onesti, proprio tutto no, perché

camminando, parlando, quasi senza accorger-

cene, abbiamo preso a vagare per Rionero, per

quelle che erano le “nostre” strade.

Non era cambiato nulla da quarant!anni fa e, anzi,

se possibile, spesso, la situazione, è peggiorata.

Non che, prima, non me ne fossi accorto, ma

camminarci con un amico di un tempo, mi ha quasi

costretto a notare ciò che, forse per autodifesa, fin-

gevo di non vedere.

E! stato Giuseppe a dirmi, per esempio, che in

piazza XX settembre non era cambiato nulla o

quasi: gli stessi negozi, le stesse insegne e, forse,

addirittura la stessa merce.

Dov!erano quei “forestieri” che, trenta e più anni fa,

venivano lì a fare acquisti? No, gli ho detto, quelli

ormai è da tanto che non vengono più. In com-

penso –ho aggiunto- siamo noi a spostarci verso

altri lidi.

A ben pensarci, in piazza XX settembre, qualche

novità pure c!era: il vecchio Cinema Combattenti

non c!era più e l!orologio della Costa, invece, c!è

sempre ma non si vede più.

Quando gli ho spiegato il perché di tale “occul-

tamento campanario”, in verità, Giuseppe ha fatto

uno sguardo strano, ed io che sveglio non sono,

non ho saputo interpretarlo.

Piazza Fortunato: anche quella ci è sembrata im-

mutata, con il suo carico di persone che, lì, per ore,

fanno avanti e indietro su quei pochi metri quadrati.

Un andirivieni, quello, che ha sempre incuriosito

(se non proprio divertito) quanti, non di Rionero, si

chiedevano che cosa mai facessero quegli instan-

cabili podisti.

Come fai a spiegare che, lì, si sono composte

Giunte Comunali e, sempre lì, si sono consumati

veri e propri agguati politici e tradimenti di amici-

zie.

Ora no, le giunte e gli agguati politici, a Rionero, si

ordiscono e consumano in alcuni distributori di

benzina, in un bar periferico e, a fine giornata, in

qualche grande cantina.

Villa Catena: da ragazzini ci giocavamo fra i prati

incolti.

Qualche anno dopo, cresciuti, fra quei vialetti, con

prati verdi e ben curati, passeggiavamo con le

nostre fidanzatine e, grazie al provvidenziale mu-

retto che ci riparava dagli sguardi indiscreti dei

passanti di via Sauro, potevamo anche arrivare a

qualche bacio e, ma solo i più intraprendenti, ad-

dirittura anche a qualche “palpata”.

Oggi i viali non ci sono più, coperti (chi sa, poi,

perché) da aiuole in cui, però, l!erba non c!è. L!an-

tica pavimentazione è stata sostituita da un ciot-

tolato retrò, talmente tanto retrò che, oggi, per chi

la percorre, è facile provare l!ebbrezza del trekking

dolomitico! Non c!è più nemmeno il muretto anti-

sguardi, abbattuto anni fa come pensata

intelligente per evitare che, in villa, si drogassero.

Quindi i drogati ci sono sempre mentre le coppie,

forse perché, oggi, sono cambiate le abitudini, in-

vece no.

Le case, poi, erano tutte color calce, quelle più

“benestanti” al massimo grigie o rosa antico.

Oggi, invece, prevale quella che potremmo defi-

nire come “policromia carnevalesca”. Cos!è? O-

gnuno si sveglia e si pitta casa come più gli aggra-

da.

Io e Giuseppe, a quel punto, abbiamo pensato di

suggerire al nostro Assessore alla Cultura di isti-

tuire il “Premio Pugno nell!Occhio Città di Rione-

ro”. Visto il tanto che il suo Assessorato organizza,

potrebbe essere un idea, o no?

A quel punto, però, Giuseppe mi ha detto, com-

piaciuto, che in due cose, sicuramente, aveva tro-

vato Rionero molto migliorata: nell!aumento spro-

positato delle concessionarie di auto (da lui attri-

buito alla presenza della Fiat) e, soprattutto, nella

comodità di un isola pedonale estesa per tutto il

paese.

Io l!ho guardato stranito: non mi sembrava che, in

città (!) ci fossero più concessionarie del passato,

anzi, e, poi, a me ne risultava una sola di isole pe-

donali, quella su via Sauro.

Con sguardo ironico, allora, Giuseppe mi ha detto:

“quindi tutte le macchine esposte su marciapiedi, in

seconda e terza fila, di traverso, in contro mano,

non sono in esposizione, ma parcheggiate” e, ha

continuato, “con tale sistema di parcheggio

autogestito, se ci pensi, non è che il traffico possa

scorrere e, quindi, tutta la città diventa un isola

pedonale imposta.”

E che potevo ribattere? Ai tempi della nostra gio-

ventù c!erano due soli vigili urbani, Antonio Merlino

e Martino Fulminante, che, da soli, riuscivano a

controllare traffico, costruzioni ed intemperanze va-

rie. Oggi, bontà del progresso, abbiamo tanti Agen-

ti (in verità pochi agenti e tantissimi graduati) di Po-

lizia Locale che, distratti dai tanti adempimenti, pe-

rò, proprio non riescono a gestire la normalità

Meno male che Giuseppe, forse per bontà o, for-

se, per non mettermi in difficoltà, non mi ha chie-

sto quali fossero i “tanti adempimenti”.

Chi è che diceva “si stava meglio quando si stava

peggio”?

Page 3: Il Giornale di Rionero, 10 Settembre 2010

Da più di cento anni, la Confraternita Maria Ss. Del Carmelo organizza, durante la Settimana Santa, la rievocazione della Passione di Cristo. Un tale evento, peculiare di alcuni centri del Vulture, viene annualmente seguito da migliaia di persone.Cosa immagina, a questo punto, la Pro Loco? Attua, con due giorni di anticipo, una mini pro-cessione in costumi (forse raffazzonati) di pre-supposta foggia ebraica preoccupandosi di in-vitare Rai3 che, grazie alla confusione indotta, la annuncia come la rappresentazione tradi-zionale (cosa non si fa per un intervista!)Un'altra associazione, Le “Mele Marce”, per al-cuni anni organizza un Presepe Vivente all!in-terno di Palazzo Fortunato.Immediatamente, la Pro Loco si attiva e, così, alle Mele Marce viene, di fatto, vietato l!utilizzo del suolo pubblico (a meno che, il Presepe non venga attuato in un periodo diverso dal Nata-le….come ben ricorderà l!Assessore alla Cul-tura del Comune di Rionero) e la Pro Loco, al-l!interno del Palazzo Fortunato, fotocopiando

perfino la collocazione di alcune tettoie, con mirabile originalità realizza il….Presepe ViNen-te (non è un errore, giacché il cartello posto al-l!ingresso del palazzo, forse in omaggio al buon aglianico, pubblicizzava proprio un tale evento).Il “Circolo "73” fa rivivere (forse in tono minore ri-spetto al passato, ma comunque con mirabile ini-ziativa) il Carnevale a Rionero?La Pro Loco partorisce una nuova idea: il Carnevale. Come? Prende i soldi dal comune, li passa alla Scuola Elementare (chi sa perché, solo a quella!) e i maestri e le maestre organizzano una sfilata per le vie cittadine che, però, è formalmente organizzata dalla Pro Loco.Sia detto per inciso: ovviamente i genitori del bam-bini parteciparono…alle spese!E arriviamo ai giorni nostri.L!Associazione “Solaris” organizza, nei giorni scorsi una rievocazione del Brigantaggio post Unitario.L!evento attrae curiosità ed interesse pressoché generale anche grazie ad una sfilata di ben 150 fi-guranti, forti di carri, buoi, cavalli e figuranti in divisa dell!esercito duo siciliano.

Cosa fa la Pro Loco, si preoccupa, forse, di rinforza-re la manifestazione in vista di una possibile riedi-zione?No, al solito, si “inventa” una nuova manifestazione sul…..Brigantaggio post Unitario, da attuare dopo qualche settimana da quella di “Solaris”.Per fortuna, forse a causa del non eccelso seguito di cui gode la Pro Loco, non verrà attuata una seconda sfilata fotocopia ma la proiezione del film “Li Chia-marono Briganti”.Sempre per originalità, ovviamente, il titolo della ma-nifestazione è lo stesso del film!A ben pensarci, una così elaborata manifestazione, forse conveniva farla gestire ai Cinema Vorrasi, così, almeno, gli spettatori sarebbero stati più comodi!Programmi futuri?Visto il successo di pubblico e critica del film del Lucano Rocco Papaleo, “Basilicata coast to coast”, la Pro Loco potrebbe realizzare un cortometraggio dal titolo “Rionero, l!urullogg "r la Cost”. Dopo la proiezione, si può sempre fare….la Pettolata, o no?

Zona industriale di Vitalba - 85020 ATELLATel. 0972.716252 - Fx 0972.716261

Il giornale di RIONERO

Anno XXV numero 35 - DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010 - pagina 3e!mail: [email protected]

VUOTI A PERDERE: Autopsia di una Pro Loco

“suoi” contadini di Aliano, diceva che uno dei primi luo-

ghi che vollero fargli vedere era un dirupo che si chia-

mava (e ancora si chiama) “fosso del bersagliere”.

In quel luogo, i cittadini di Aliano, durante il brigantaggio

post unitario, avevano scaraventato giù, uccidendolo,

un bersagliere piemontese.

Perché ci avevano tenuto a mostrargli quel luogo?

Levi diceva che, quello del brigantaggio, era stato

l!unico “momento storico” in cui i contadini del sud si

erano sentiti protagonisti, parte attiva della storia e non,

come sempre, semplici spettatori di un film la cui regia

era di altri ai quali, dei bisogni dei futuri spettatori, poco

o niente importava.

E, quindi, sempre a dire di Levi, quei contadini, quei

briganti, quei cafoni, ancora negli anni !30 del secolo

passato, si sentivano vivi ed attivi solo pensando a quel

“loro” momento di rivolta ai “piemontesi”.

Perché ti dico questo? Forse perché, ieri, vedendo il

corteo da te organizzato e guardando i visi dei figuranti

e degli spettatori, ho avuto modi di capire, in senso

compiuto, cosa Levi volesse dire.

Sfilava per Rionero una pagina della “nostra Sto-

ria” (giusta o sbagliata che sia stata), una pagina, anzi,

un film, i cui attori erano lucani.

Forse, per questo, i figuranti erano così compenetrati e,

forse, per questo, gli spettatori erano sorridenti si, ma

non canzonatori.

A Rionero era semplicemente ritornata una pagina del

Suo passato.

Qualunque siano i commenti o il gradimento in merito al

tuo “Muzz!c r lu Bri!ghand”, questo risultato nessuno te

lo potrà disconoscere.

Per questo io e, tramite me, tutte le “Mele Marce” ti

diciamo solo e semplicemente bravo.

Con affetto

Peppino Prudente

Presidente “Le Mele Marce”

Caro Peppe, grazie per questa lettera che mi gratifica

per il lavoro svolto. Spero, nel più profondo del mio cuo-

re che il prossimo anno, anche la tua associazione si

associ a questo progetto ambizioso e affascinante.

LETTERA APERTA A SOLARIS

delle due amministrazioni comunali più “vicine” e “coinvolte”, ovvero Rionero e Atella che, fino a prova contraria hanno pensato a investire le risorse finanziarie nei loro abitati e ignorare praticamente il luogo in questione, trincerandosi dietro ad una presunta ristrettezza di fondi a disposizione o rimbalzando le scomode questioni in versione “scaricabarile” su Provincia e Regione per uscire indenni e puliti e incriminare gli enti citati di mancanza di attenzione e menefreghismo.Tutto il resto è una vera e propria farsa in stile teatrale, con i finanziamenti (fondi vari comunali, regionali ed europei) che prendono altre direzioni e ci si piange addosso con le solite scuse o appa-renti motivazioni a giustificare il proprio “impegno” e le manchevolezze di altri.Intanto i fatti parlano chiaro: le inclinazioni dei governanti regionali e provinciali vanno sempre più a favore e a beneficio di altre aree (Matera, Mara-tea, Metapontino, Potenza città), dove si mettono a disposizione ingenti somme, spesso secondo il metodo del clientelismo e del garantismo (basta andare a dare un!occhiata agli atti ufficiali e alle delibere di stanziamento) per ragioni di conve-nienza, interscambio, comodità di gestione, ecc.E gli esempi sono tanti.

A questo punto ci chiediamo, i “nostri” politici (quelli dell!area nord Basilicata) che ci stanno a fare se sono impotenti di poter dire la loro ed essere parte attiva di decisioni e azioni, e i due sindaci di Rio-nero e Atella come mai non pensano di trovare sistemi adeguati per creare basi solide per un tu-rismo produttivo sfruttando appieno il richiamo del posto per fare business e movimentare l!area, esattamente come sono riusciti a fare persone più intelligenti che hanno saputo ottenere da posti mol-to meno noti e belli in Italia risultati straordinari e riscontri di alto livello.Intanto, con il calare del sipario sulla propizia sta-gione estiva abbiamo perso un!altra occasione buona per recuperare il gap turistico nel Vulture, che inoltre con Venosa sfruttata a mezzo servizio, risulta ancora una volta come una formidabile op-portunità gettata al vento per dare giusto risalto a luoghi e realtà invidiabili.Tutto ciò, spiace dirlo, non si può contestare, ne negare, è talmente evidente e sotto gli occhi di tutti da far talmente rabbia da far cadere le braccia in modo fastidioso.Intanto tanti altri traggono beneficio, si arricchi-scono, godono, alla faccia nostra, poveri stupidi…

MONTICCHIO: LO SCANDALO

DEL TURISMO IN REGIONE