LA PIAZZA DI GIOVINAZZO - GENNAIO 2009

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1 Gennaio 2009

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MENSILE DI INFORMAZIONE CULTURA SATIRA

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1 Gennaio 2009

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ASS. AMICI DELLA PIAZZAII TRAV. MARCONI,4270054 GIOVINAZZO (BA) ITALY

Via Cairoli, 95 Giovinazzo 70054 (Ba)Edito da Ass. Amici della PiazzaIscr. Trib. di Bari n. 1301 del 23/12/1996Part. IVA 05141830728 Iscr. al REA n.401122Telefono e Fax 080/394.79.20IND.INTERNET:www.giovinazzo.itE_MAIL:[email protected] Sergio Pisani & Gianni Perillidirettore responsabile Sergio Pisani

redazionePorzia Mezzina - Agostino Picicco - RosaIlluzzi - Damiano de Ceglia - Giusy Pisani -Marianna La Forgia - Daniela Stufano -Giangaetano Tortora - Nico Bavaro - An-gelo Guastadisegni - Rossella Tiribocchi -Mimmo Ungaro - Matilde Restaino -Mariagrazia Cirillo - Diego de Ceglia -Onofrio Altomare - Gabriella Marcandreacorrispondenti dall’esteroVito Bavaro - Nick Palmiotto - Giusep-pe Illuzzi - Rocco Stellaccistampa - L’Immagine (Molfetta)progetto grafico - Ass. Amici dellaPiazzaWeb master: Antonio e FrancescoCaccavoresponsabile marketing & pubblicità:Roberto Russo tel. 347/574.38.73

ABBONAMENTIGiovinazzo: 10 EuroItalia: 20 EuroEstero: 60 EuroGli abbonamenti vengono sottoscritti conc.c postale n.80180698 o con vaglia postaleo assegno bancario intestato ad:

La collaborazione é aperta a tutti. La reda-zione si riserva la facoltà di condensare omodificare secondo le esigenze gli scrittisenza alterarne il pensiero. Gli articoli im-pegnano la responsabilità dei singoli autorie non vincolano in alcun modo la linea edi-toriale di questo periodico.Finito di stampare il 2/01/2009

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Cari amici giovinazzesi,E’ ormai piu’ di un anno

che vivo in quest’inferno

fatto di cemento vivo ecerco di fare qualsiasi cosa

pur di evadere con la men-

te.Leggo, studio, scrivo, di-

pingo, gioco a calcetto, par-

tecipo a tutte le attivita’.Ma quando torno a pensare

alle accuse incredibili che

mi rivolgono, nei momentidi solitudine e di silenzio,

mi guardo intorno e mi

domando da chi o da cosami devo difendere. Gia’

perche’ in una situazione

da incubo come questa tisembra di arrancare nel

buio pesto e l’unica luce

che ti da’ la speranza diandare avanti, la tua co-

scienza che cerca l’aiuto di

Dio.Come nei peggiori incubi,

di tanto in tanto vedi spun-

tare degli ostacoli dal nullasu cui inciampi perche’ non

li hai visti e intanto il male

dai suoi meandri oscuri ri-mane attaccato alla tua ca-

viglia e fa di tutto per

farti sprofondare.

Nella mia vita non avrei

mai pensato che ci potes-

sero essere delle personecapaci di testimoniare il

falso in un’aula di tribu-

nale per notorieta’ o persoldi o peggio perche’ pilo-

tata da qualcuno. Certe

volte penso che tutto que-sto sia un brutto sogno,

ma poi mi rendo conto che

e’ la cattiva realta’ e la

vita dle sb

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5 Gennaio 2009

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mia amarezza, delusione,

risentimento, rabbia au-

mentano.Dalla televisione sembra

come una guerra fatta

di veleni di ogni genere.Una specie di teatro in

cui alla fine si decide la

vita di una persona. Ilproblema e’ quando que-

sto teatro sbaglia e chi

sbaglia non si vuole as-

sumere la responsabilita’dei propri errori e rimanda

tutto a qualcun’altro o a

qualcos’altro. E cosi’ il te-atro continua. Per fortu-

na posso sempre contare

su degli amici ed una fa-miglia che mi sono ac-

canto nei momenti diffi-

cili e nei momenti felici.Purtroppo tra le varie bat-

taglie che devo affronta-

re vengo anche a cono-scenza di dicerie infor-

mali riguardo ai trascorsi

della mia famiglia. In par-ticolare cio’ che mi ha fat-

to piu’ male e’ stato sen-

tire delle volgari insinua-zioni riguardo al decesso

di mia madre. Vorrei chia-

rire a tutti che i mieinonni (cioe’ i genitori di

mia madre) hanno avuto

entrambi dei serissimiproblemi al cuore oltre la

mezz’eta’ che li hanno por-

tati poi ad operarsi perl’installazione di una mac-

china elettronica che aiu-

tasse il loro cuore debole.Inoltre mio zio (fratello

di mia madre) si e’ ope-

rato al cuore pochi annifa per gli stessi motivi

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anche se all’atto pratico

si e’ fatto fare solo unby-pass al cuore.

Mia madre e’ morta per

insufficienza cardiacasemplicemente perche’ se

ne sono accorti tutti

troppo tardi compresa mianonna che, all’epoca dei

fatti, era la persona che

la vedeva piu’ spesso. Imiei genitori erano di-

vorziati. Io ero a studia-

re a Perugia e mia so-rella era a Roma per la-

voro. I suoi primi sinto-

mi erano interpretati datutti come i soliti pro-

blemi di chi e’ stata ope-

rata alla tiroide molti anniprima.

Questo e’ quanto! Chiun-

que insinua o si inventastorie relative ad un sui-

cidio oppure proferisce

qualcosa di diverso da cio’che sono i fatti da me

citati, lo denuncero’ per-

sonalmente per calunnia.Scusatemi per lo sfogo,

ma ci sono delle stupi-

daggini che possono por-tare poi all’esasperazione.

Ora passiamo a qualcosa

di decisamente piu’ sim-

patico. Come penso im-maginerete non ho la

possibilita’ di mangiare

un po’ quello che mi paree piace, percio’ ci sono

cose che non vedo e non

gusto da molto tempo.In particolare una notte

di una settimana fa ho

fatto un sogno diver-tente a pensarci. Ho so-

gnato una classica se-

rata estiva in PazzaPorto seduto con i miei

cari amici-fratelli riden-

do e burlando qualchecomponenti del gruppo.

Ad un certo punto della

serata decidiamo di an-dare a prenderci un pa-

nino caldo da Mimmo’s

Snack (mi perdoni il pro-prietario per la pubblicita’

ma ho sognato proprio

quel locale). Io conten-tissimo perche’ non mi

sembrava di vedere una

rosticceria da un secolo,presi subito un panino

alla piastra con porchetta

ed insalata russa. Il so-gno si concluse inaspet-

tatamente quando mi

svegliai sbavando impie-tosamente sul cuscino,

ignara vittima dei miei

succhi gastrici. Da que-sto sogno ho capito che

nei miei piu’ intimi e in-

quietanti desideri si na-sconde un panino alla pia-

stra con porchetta ed in-

salata russa da Mimmo’sSnack (spero che non si

senta in qualche modo

offeso).Prima di chiudere vorrei

salutare tutti i miei

amici-fratelli, parenti econoscenti con grande

affetto (niente elenco

perche’ sarebbe lunghis-simo).

La mia speranza e’ di

riabbracciarli presto percheconfido ancora nella Giu-

stizia. Nonostante tutto

ci credo ancora! Lo devoa chi mi ha voluto bene,

a chi mi vuole bene e mi

ha dato cosi’ tanto amo-re che non basterebbe la

mia vita intera per riu-

scire a contraccambiarlo.Con affetto

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7 Gennaio 2009

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s.s. 16 Giovinazzo - S.Spirito (vicinanzeRiva del Sole) - 3000 mq.

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APERTURA

Su queste dieci righe deformi per necessità al fine di farle en-trare in questa pergamena e apparse sul sito www.giovinazzo.itafferente al nostro giornale si sono scatenati giornalisti a cac-cia di sensazionalismo ed ipocrisia. Premesso che era nostrapremura informare che la lettera integrale sarebbe apparsa sulnumero successivo perché recapitata quando il giornale eraormai in stampa, premesso che a noi de La Piazza piace sol-leticare la curiosità del nostro pubblico, ecco come siamo riu-sciti a risvegliare l’ottusità di giornalisti che costruiscono di-gressioni moralizzanti senza prendersi la briga di andare acercare i fatti sul posto, di verificare le fonti. E così La Stam-pa, terzo quotidiano nazionale, ha pubblicato un paginone con-fidando sulla credulità dei propri lettori che si sono fumati ilcastello immaginario costruito dalla giornalista-ritagliera A.C.che adora più della sua biro di cronista il taglio e cucito! Lodiciamo senza la volgarità della piazzetta in cui si mettono ingiro voci false perché non sappiamo cosa abbia potuto inven-tarsi, cosa abbia potuto ritagliare ed incollare la giornalista deLa Stampa senza avere le forbici e la stoffa del sarto. Capia-mo che sono tempi difficili per i media: in questi tempi pienid’immagini che si succedono come in un film senza fine, inquesti tempi in cui s’intrecciano tante storie, cronache, rac-contate su ogni schermo, su tanti quotidiani, devi arrivare sem-pre prima degli altri. La paura della giornalista de La Stampaera quella di sentirsi bruciata da qualche altro quotidiano con-corrente che avrebbe bruciato sul tempo la curiosità dei proprilettori. E allora per una volta tutti in fila ad aspettare l’uscita diquesto mensile in barba ai mass-mediologi che sostengonoche ai mensili non rimane nulla, proprio nulla della naturalecuriosità dell’opinione pubblica quando i quotidiani hanno divo-rato già tutto. C’è di più. Lo stesso giorno Studio Aperto chedovrebbe essere un telegiornale nazionale in onda tutti i giornisu Italia1 si rivela un tg specializzato in tette, cazzate e meteoriprendendo l’argomento della lettera (ma quale lettera?) di Raf-faele apparsa sul quotidiano La Stampa. Insomma, Raffaelescrive ai suoi amici affidando le sue epistole non ad un giorna-le della propria terra ma ad un quotidiano torinese! Ed è suStudio Aperto che si completa il circo mediatico in barba alprincipio garantista per cui si è innocenti fino a condanna defi-nitiva. O che si tratti del Governatore dell’Abruzzo (vediTangentopoli), della soubrette (vedi Vallettopoli), o di un ragaz-zo che ha affidato alla sua penna un po’ di esternazioni ai suoiamici di Giovinazzo dietro le sbarre di un carcere. L’incipit delservizio di Studio Aperto ricalca quello che è lo stile ‘trova unqualsiasi capro espiatorio e accanisciti su di lui’. Noi lo ripor-tiamo così come è andato in onda: «Nella lettera pubblicatadal quotidiano La Stampa (quale lettera???) l’ex fidanzato diAmanda Nox mette nero su bianco i suoi sfoghi…. E il suorancore per gli esperti traspare anche dalla grafia infantile e

statica: Raffae-le (attaccaC a n d i d aLivatino, grafo-loga) vive inuna forte ten-sione interiorecarica di rabbiae di collera chepotrebbe dege-nerare in qual-siasi momentoin un’esplosione rabbiosa. Quando un suo desiderio per un qual-siasi motivo non riesce ad essere soddisfatto si sente frustra-to. Ed è qui che scatta quel senso di impotenza che lo puòrendere aggressivo….». Morale: saremo pure un giornale minu-scolo, il solo fiato di un’opinione pubblica afona, uno sputo nelgrande mare dell’informazione, forse la nostra risposta non ar-riverà mai al pubblico che conta ma la lettera è qui nel bugigat-tolo di una redazione. Se l’avvenente Livatino vuole fare unaseria perizia grafologica, l’aspettiamo con la lettera autenticadi Raffaele in mano, in minigonna e tacchi a spillo!

SERGIO PISANI

Il quotidiano La Stampa e Studio Aperto

Scuola di taglio e cucito

il corsivetto

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Sono passati quasi quindici anni dalcompletamento dell’iter previsto. Dal 2004la zona artigianale a Giovinazzo è una real-tà. Almeno sulla carta. L’area interessata èquella della maglia D1.1 del P.R.G.C. Tra lazona 167 e la strada ferrata. Con tanto diartigianato di servizio alla persona. Ma nonè tutto. Sia pure entro determinati limiti, ac-quistare nella zona in questione significaanche farsi un’abitazione. Da un lato, insom-ma, laboratorio. Dall’altro, residenza. In to-tale fanno casa e bottega. Anche per i nonartigiani.

LA STORIARipercorriamo, in primo luogo ed in sintesi,tutto l’iter che ha consentito di avere la zonaartigianale a Giovinazzo. La progettazionedel Piano di lottizzazione per artigianato diservizio nella maglia D1.1 (redatta dagliingg. Michele Amoia, Ciro Fiorentino e Pa-squale Stufano) vide la luce nel 1999. Lasua adozione avvenne dopo varie peripe-zie nella seduta del Consiglio Comunaledel 7 gennaio 2000 con la delibera n. 3, aisensi della Legge Regionale n.56/1980. Fuinvece la deliberazione n. 78 del 31 ottobre2000, dell’allora commissario prefettiziodott.ssa Giuliana Perrotta, a sancire l’appro-

vazione definitiva del Piano. Ultima tappala stipulazione della Convenzione tra il Co-mune di Giovinazzo e tutti i lottizzanti inte-ressati, il 25 maggio del 2004.

UBICAZIONE, DIMENSIONI E DESTINA-ZIONE D’USOCome detto l’area in questione è la magliaD1.1, tra la zona 167 e la strada ferrata. Piùprecisamente: tale maglia fiancheggia sullato Nord la strada ferrata e si estende dallembo più estremo della zona 167 fino alsuccessivo sovrappasso ferroviario in zonaPizzicocca. La maggior parte dei lotti ivi pre-visti sono quelli di tipo A, con una superficiedi 322 mq ed una capacità volumetrica di1.286 mc. Queste le dimensioni: 14 m x 13m. Poi c’è il lotto B.1 (superficie 598 mq, ca-pacità volumetrica 1.928,85 mc), con dimen-sioni 21 m x 13 m. Ed infine il lotto C.1 (su-perficie 333,96 mq, capacità volumetrica826,65 mc), con le seguenti dimensioni: 9m x 13 m. Per il 75% della suddettavolumetria è prevista una destinazione dicarattere artigianale. Il restante 25% puòessere destinato ad uso abitativo. Latipologia del lotto prevede la realizzazionedi laboratorio artigianale a piano terra o rial-zato, dell’ufficio e dell’abitazione al primo

piano ed infine del deposito e parcheggio apiano interrato o semi-interrato. L’artigianato inquestione è quello cosiddetto di servizio. Ossialegato ai servizi alla persona (si pensi ad esem-pio all’impiantistica di sistemi automatizzati, al-l’idraulica, all’officina meccanica di riparazio-ne autoveicoli, all’impiantistica elettrica, allafalegnameria ed alle opere da imbianchino).

I TEMPI DI REALIZZAZIONE ED I COSTINella suddetta convenzione era stato stabilitoun termine di tre anni per la realizzazione delleopere di urbanizzazione primaria (rete strada-le, rete fognante nera, rete fognante pluviale,rete idrica, rete pubblica illuminazione, rete te-lecomunicazioni, rete energia elettrica ed im-pianto di sollevamento per le acque nere). Iltutto a cura e spese dei proprietari dei terreni.Tale termine triennale è in corso di rinnovo. «Lamancata realizzazione dell’esecuzione delleopere nei termini – ci spiega l’ing. MicheleAmoia – non è imputabile alla volontà deilottizzanti, bensì a ritardi nel rilascio dei nulla-osta da parte di alcuni enti ed anche a causadella mancata disponibilità dei suoli apparte-nenti alla R.F.I.». Il Piano di lottizzazione deveessere completato entro dieci anni dalla suaesecutività. Pertanto entro il 2014, visto che larelativa convenzione risale come detto al 25

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Illustrazione: ing. Savio Stallone

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maggio 2004. Con particolare riguardo ai lotti, allo stato attualecome procedono i lavori nella maglia D1.1? «Si è arrivati – affermal’ing. Amoia – al 70% delle realizzazioni di opere richieste». A talproposito abbiamo anche interpellato l’ing. Savio Stallone, comereferente dello studio dell’ing. Pasquale Stufano che ha curato laprogettazione di 11 lotti (9 di tipo A, il lotto B.1 ed il lotto C.1): «Quattro di essi – ci dice l’ing. Stallone - sono ancora in fase diprogettazione, sei sono quasi terminati ed infine di uno stiamoiniziando la costruzione».Veniamo adesso al profilo prettamente economico. A quanto am-montano i costi per chi intende farsi una casa-bottega nella zonaartigianale in questione? L’ing. Michele Amoia ci risponde così: «Ilcosto stimato per la realizzazione di un singolo lotto varia in mediatra i 300mila ed i 400mila Euro, tenendo conto anche dell’ampioperiodo delle trattative. In questi ultimi due anni i prezzi di realizza-zione delle opere sono molto lievitati, essendo aumentati i costistessi della materia prima». Gli fa praticamente da eco l’ing. SavioStallone: «Per quanto concerne i lotti di tipo A, il costo medio dicostruzione è tra i 300mila ed i 350mila Euro. I costi delle materieprime sono molto aumentati, soprattutto quello dell’acciaio».

CONDIZIONI PER L’ACQUISTOL’essere artigiano non è tuttavia una condizione imprescindibile aifini dell’acquisizione di un lotto nella zona in questione. «Chiun-que – afferma infatti l’ing. Amoia – può acquistare direttamentedall’impresa costruttrice oppure realizzare in proprio, avendo ac-quisito il lotto». Il parametro che occorre invece necessariamenterispettare è quello di carattere oggettivo. Ossia la destinazioned’uso di cui sopra: «L’uso diverso da quello consentito – sostienein proposito l’ing. Michele Amoia – comporta delle irregolarità».Morale della favola: non importa che tu sia artigiano. Ma ricordache, se vuoi farti una casa in quella zona, non dovrai superare il25% della volumetria.

COSTRUIRE CASA O FARE CASSA?Delle riflessioni sorgono spontanee. Si scrive casa-bottega, si leg-ge fare cassa...? Quali vantaggi ne derivano per gli acquirenti arti-giani? Quali, a maggior ragione, per chi artigiano non è?L’ing. Michele Amoia analizza così la questione: «La realizzazionein proprio o l’acquisizione del lotto a destinazione mista (artigiana-le 75% e residenziale 25%) comporta un duplice vantaggio perl’artigiano, in quanto potrà disporre, a bassocosto, sia dei locali per lo svolgimento dellapropria attività sia di un alloggio di circa mq100, con relative pertinenze». «Analogamente– prosegue l’ing. Amoia – tutti gli altri, che nonsono iscritti nell’Albo delle imprese artigianedella Camera di Commercio, hanno l’opportu-nità di acquisire a costi concorrenziali oltre al-l’abitazione i locali, in quanto possono anchecostituire una fonte di reddito concedendo infitto a terzi gli stessi locali con destinazione d’usoartigianale, che comprende oltre alle attività pro-duttive e manifatturiere anche quelle dei servi-zi».Dall’ing. Michele Amoia… all’ing. Savio Stallo-ne: «Per quel che riguarda i nostri clienti – affer-ma in primis il referente dello studio dell’ing.Stufano – sono tutti artigiani. I quali incremen-teranno l’attività, puntando in parte su alcunefasi lavorative ed in parte sull’esposizione deiloro prodotti. Io non vedo una speculazione daparte degli artigiani». E per i non artigiani? «An-che in questo caso – prosegue l’ing. Savio Stal-lone – non vedo speculazione. I non artigianihanno ritenuto di fare un investimento e di rica-vare un utile mettendo sul mercato le porzioniche a loro non interessano. Ovviamente, se poiessi vorranno abitare nella zona in questionedovranno convivere con tutti i problemi che sca-turiscono dalla presenza di attività artigiana-li…».Speculazione o non speculazione? I nostri dub-bi permangono…

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l’interNome: AnnabellaCognome: GiordanoTitolo di studio: Maturità classicaProfessione: attrice conduttrice autriceStato civile: Vacantina (come si dice in Borgogna)Età: Cozzalo!Segni particolari?(Giordano): …ce ne sono, ma non si possono svelare!Per dirla alla Marzullo, qual è per un attore la paura piùpaura?(Giordano): Uhm, Marzullo un’ espressione verbale quale «lapaura più paura potrebbe averla detta solo vivendo uno stato diincoscienza!!!» Comunque è il terrore di avere un’amnesia «ful-minante in scena durante uno spettacolo…e questa paura simanifesta in un sogno ricorrente….»A cosa non rinunci per non mantenere la linea?(Giordano): Io non rinuncio!Cosa sarebbe il Mudù senza Uccio de Santis?(Giordano): Non esisterebbeCosa sarebbe il Mudù senza Annabella Giordano?(Giordano): «L’incompiuta»Canteresti mai in Tv «Per fortuna che Silvio c’è?»(Giordano): No, però dopo aver sentito per la prima volta quelritornello l’ho canticchiato un sacco di volte e non di certo perfar propaganda politica!!...che spasso!!!Canteresti mai in Tv «Per fortuna che Telenorba c’è?»(Giordano): E beh certo!! Telenorba è una delle mie fonti diguadagno e popolarità, oltre ad essere il primo network delmeridione…e poi nel ’98 mi ha dato i natali televisivi con «lovestore (Toti e Tata) e nel 2005 il battesimo come autrice econduttrice con il programma «calci&carezze», un reality sulcalcio promozione… grazie Telenorba del mio còr!!!A chi pensa che sei nata col Mudù, gli presenti il tuo lungocurriculum?(Giordano): No, lo invito a teatro!Hai festeggiato più di dieci anni di carriera tra tv, cinema eteatro. Quale l’esperienza più bella?(Giordano): La prossima!!! …in realtà sono tutte molto belle euniche, essendo fonti di emozioni molto forti…Artisti si nasce per caso?(Giordano): Nulla è per caso nella vita.Chi ha inventato i popcorn?(Giordano): …quella sciagurata che ha dimenticato il mais sulfuoco!Sei d'accordo nell'accompagnare l'industria del cinema odel teatro, affogando le mani nell'unto cestello dei popcorne scodinzolare ad ogni battuta, spauracchio o lacrima?(Giordano): Sei d’accordo con me se ti dico con spiccato slangbarese: ke kooosa?!?!Cicciolina, Rosy Bindi, Mariastella Gelmini. Chi ha nociutodi più all’immagine della donna in Parlamento?(Giordano): Donne?!??!?! Parlamento?!?!?!? Immagine?!?!?!Perché il tuo volto e il tuo nome sono ignorati in paese?(Giordano): Ah perché mi ignorano? Iiih, c’è p’ccàt!!

Mezzo depilatorio?(Giordano): Ceretta dall’estetista quando ho tempo, silk epil quan-do ne ho poco, rasoio quando mi lavo vesto e trucco contempo-raneamente!!!Ti fai le lampade?(Giordano): Le lampade per me sono solo quelle che servonoper far luce!Ce l’hai la pelliccia?(Giordano): Quelle della mamma, ma non le uso…Che differenza c’è tra Annabella Pavia e Annabella Giordano?(Giordano): Un fatturato da multinazionale?!?!Le donne hanno veramente bisogno di truccarsi per esserebelle?(Giordano): Nooooo, le donne sono splendide acqua e sapone,specialmente dopo una giornata di lavoro fuori e dentro casa,con le occhiaie da sideremia bassa, gli sfoghi sulla pelle da

DI SERG

CHE DIFFERENZA C’È TRA ANNABELLA P

E ANNABELLA GIORDANO? ‘L TRRÌS’ C

GIOVINAZZO CHIAMANO ‘L SOL

RISPONDEREBBE ANNABELLA

GIOVINAZZO, ARTISTA DEL TEA

POPOLARE. GIÀ ANNABELLA, CHI È COS

CALCA DA 10 ANNI I TEATRI D

PROVINCIA, HA UN RUOLO INAMOVIBILE

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CANTA «PER FORTUNA CHE TELENO

C’È…». MA A GIOVINAZZO È UN PO’ C

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11 Gennaio 2009

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da oltre 60anni arte daassaporarewwwwwwwwwwwwwww.....gggggiiiiiototototottttttiiiiipppppastastastastastiiiiiccccccececececerrrrriiiii.....iiiiittttt

da oltre 60anni arte daassaporare

rvista

alimentazione disordinata o da stress, l’incarnato pallido da stan-chezza… Le tre cose che guardi in un uomo?(Giordano): Più che altro io ascolto… se ciò che ascolto desta ilmio interesse allora guardo : mani, occhi e postura dei piedi.La prima cosa che un uomo guarda di te ?(Giordano): Gli occhi???Il teatro è un mezzo efficacissimo per educare il pubblico.E’ vero però che chi fa un teatro educativo si ritrova sempresenza pubblico da poter educare?(Giordano): No, non è vero; il pubblico sceglie e fruisce in basealle sue esigenze...

Le tragedie e le satire si rivolgono al cervello, e quello sistanca, il teatro popolare si rivolge alla pancia, e quellanon si stanca. Come mai?(Giordano): Il cervello e la pancia sono collegati se parliamo diemozioni…se parliamo di altro, non so cosa dirti…per quelche mi riguarda sono soggetta ad «attacchi bulimici sia per ilcervello che per la pancia!La tua peggiore esperienza sentimentale?(Giordano): Quella che non ho vissuto!La tua peggiore esperienza teatrale?(Giordano): Non ne ho fatte…le ho sempre rifiutate, fiutandole,a monte.Ti hanno mai fatto proposte indecenti?(Giordano): SìSei romantica o passionale?(Giordano): Essere romantici senza passione per me è inaudi-to!Una più bella di te?(Giordano): Non capisco la domanda!!!!Esiste un orario ideale per un teatrante nel fare l'amore?(Giordano): Mah, i teatranti non sono degli alieni!!Perché non sei arrapante in tivù come le altre?(Giordano): Che vuol dire arrapante?!Hai mai recitato la parte dell’ochetta giuliva?(Giordano): Sì e mi sono divertita un sacco…mi sono sentitafinalmente ricongiunta al mio vero IO!!!Quanto tempo perdi davanti allo specchio?(Giordano): QBQuando hai capito di essere cresciuta?(Giordano): Sooonooo cresciuuutaaaa?!?! Oh cacchio!Se vuoi andare in paradiso bisogna passare dal teatro Pur-gatorio. Tu che invece reciti all’Abeliano dritto all’Infernoandrai?(Giordano): Ma io sono già in Paradiso!!L’utilizzo del corpo della donna nella pubblicità. Cosa nepensi?(Giordano): La stessa cosa che penso dell’utilizzo del corpomaschile: se non si sconfina nella volgarità, perché no? Piut-tosto sarebbe il caso di non creare modelli sbagliati…Destra o sinistra?(Giordano): Cioè con quale mano scrivo?!Collant o autoroggenti?(Giordano): Che domande…gambaletti riposanti color car-ne!!!!!!!!!Mai spiato da un buco della serratura?(Giordano): Ma no! Io vedo attraverso i muri!!Cos’è il punto G?(Giordano): Il punto GiordanoPer te «La vita è un sogno, o i sogni aiutano a vivere me-glio?».(Giordano): «Qui e ora sognando ad occhi aperti

GIO PISANI

PAVIA

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DI

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STEI?

ELLA

E NEL

ANTO

ORBA

COME

NNABELLA!!!NNABELLA!!!

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Sei mai stata contenta dell'insuccesso di un altro tuo colle-ga?(Giordano): come si fa ad essere contenti per l’insuccesso diun’altra persona?La frase che ti ha causato più danni?(Giordano): NON E’ STATA AMMESSA AL CORSO DI LAUREADI PSICOLOGIA…che pianti!!!Chi è il campione della televisione deficiente?(Giordano): Madò e qua faccio notte….sò assà!!!!Chi è il campione per antonomasia della deficienza teatra-le? (Giordano): Come sopra…Marzullo è amico di De Mita. E’ un suo raccomandato.Annabella invece?(Giordano): Don Tonino Bello, San Pio, Santa Rita, Giovanni Pa-olo II… credi che sia sufficiente?!?!Perché da un punto di vista sociale si fa più teatro nelleparrocchie che nelle scuole?(Giordano): A me non risulterebbe…poi «nin so»!Cupido in spiaggia non perde tempo. Mi suggerisci qualchetrucco da buon commediante per cuccare in maniera effica-ce e ultrarapida(Giordano): Affoga!!Un comico non ha regole. Anzi, il più delle volte si lanciasenza un preciso copione con tutte le sue energie all’attac-co. Perché mai mette in scena due volte la stessa rappre-sentazione?(Giordano): Si sappia che, soprattutto nell’arte comica, mai nullaè lasciato al caso, anzi anche ciò che sembra la più spontaneadelle improvvisazioni è quasi un calcolo matematico!La gioia più grande della tua vita?(Giordano): Arrivare all’ultima domanda di questa intervista!!!!Mò e ci iè!!Da zero a 100 quanto conta la bellezza nella tua vita?

Laboratorio:Casina dellaPrincipessa

GIOVINAZZO

Ogni 2000 eurodi spesa unsoggiorno di

una vacanza inOMAGGIO

(Giordano): Sai cos’è? Ci convivo da sempre…E il cervello?(Giordano): sai cos’è? Ci convivo da sempre…Ti spoglieresti per lavoro?(Giordano): L’ho già fatto, in modo parziale: 1999 , teatro Lacasa dei Doganieri, «Girotondo di Arthur Shnitzler, regia diGuglielmo Ferraiola, ruolo «la giovane signora»Delle showgirl italiane chi è la più bella?(Giordano): Raffaella CarràLa più raccomandata?(Giordano): Boh!La sai l’ultima?(Giordano): «Dai spara»… bang!!Cosa farai da grande?(Giordano): Io non ho nessunissima intenzione di diventare gran-de!C’è l’hai un adagio popolare?(Giordano): «Nan sì facènn all’ald chedd ca nan vù ca t’ fash’na ttai!!»… chiedo scusa per il mio dialetto!Ce l’hai un motto latino?(Giordano): Per aspera ad astraCome nel teatro dell’assurdo, chi sarebbe nella politicadell’assurdo il Godot di turno che a Giovinazzo non è an-cora arrivato?(Giordano): GodotConcludi l’intervista come se fossi al salotto di Marzullo.Fatti una domanda e datti una risposta!(Giordano): Annabella, in cosa sei impegnata in questo perio-do?Mah, in varie cose. Una su tutte fino al 6 Gennaio sarò inteatro, all’Abeliano, con una divertente commedia dal titolo Gig& Viv. Se non fossi la protagonista femminile mi consiglierei diandare a vederla!!!

ha collaborato Angelo Guastadisegni

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13 Gennaio 2009

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DI DEPALMA GAETANO

Sull’ultimo numero de La Piaz-za in terza pagina a corredodell’articolo di apertura campeg-giava la foto del nostro sindacocon la barba bianca ed il cap-pello di Babbo Natale. La faccia non prometteva nulla di buo-no. Espressione corrucciata, triste, un po’ incattivita. Stranoscherzo del grafico, penso, però è la lettera di Natale, un sor-riso o un’espressione più serena sarebbe stata più adatta allacircostanza, caro grafico. Ma rileggendo il messaggio pensoche il grafico abbia calato quel-l’immagine a pennello. Infatti,l’uomo nel suo ruolo pubblicoha raramente concesso un sor-riso, sarà il carattere, penso an-cora. O forse pesano gli annidi impegno in un partito politi-co che faceva dell’odio di clas-se una delle ragioni di lotta po-litica. Dall’odio, si sa non puògermogliare nulla di buono. In-fatti il comunismo è tragica-mente fallito, sconfitto, spazza-to via dagli eventi e, meglio an-cora, dal desiderio di libertà. Loripeto e ribadisco, la socialde-mocrazia è tutt’altra cosa. Tuttinon possono che gioire, com-piaciuti, della svolta, in questadirezione, della parte più con-sistente di quello che fu il par-tito comunista. Ma, si sa, qual-che scoria resiste ancora nell’intimo di alcuni. Verrà eliminatacol tempo. Aspettiamo fiduciosi. Questi pensieri si affollavanonella mente mentre mi accingevo alla lettura del lungo, assailungo, comunicato natalizio del dirigente scolastico professorNatalicchio. Primo immediato affondo. Il governo di centro destraaffama i comuni. A parte che la politica di tagli ai trasferimentistatali è iniziata da molti , moltissimi anni, e con tutti i gover-ni, compresi quelli della stessa parte del sindaco. Ma è noti-zia di questi giorni che una soluzione sarebbe vicina. Del re-sto la congiuntura economica internazionale è assai preoccu-pante. Il nostro Paese, caro sindaco, è in recessione ma noncerto per le politiche del centro destra. La sua affermazione,sono certo, è frutto esclusivo del desiderio di polemica politi-ca. Forse il nostro sindaco non è a conoscenza, preso dalnuovo incarico scolastico e dalle sempre più frequenti lotteintestine alla sua amministrazione, che la recessione è globa-le. Nessun Paese ne è rimasto immune. Anzi grandi banche

non solo negli U.S.A., ma anche intante altre nazioni hanno giàbeneficiato di aiuti pubblici per non fal-lire. Le grandi case automobilisticheamericane stanno ricevendo, per di-

sposizione del vituperato George Bush, di un sostanzioso contri-buto governativo per non fallire. In Italia si è parlato di interventia sostegno del credito ma le maggiori banche italiane non hannoancora definito i termini del sostegno. Segno che la situazione è

difficile ma gli interventi non hannoancora le caratteristiche dell’emer-genza ultimativa. Forse non ha avu-to modo di leggere che istituzionifinanziarie continentali, anche famo-se per la tambureggiante pubblicitàin Italia, hanno dovuto già ricorrereall’intervento pubblico per non falli-re. Il prezzo del petrolio, mentre scri-vo, è sceso sotto i 40 dollari al bari-le. In estate aveva raggiunto la quo-tazione record di quasi 150 dollarial barile. La speculazione avevagrosse responsabilità in quadro eco-nomica che sembrava ancoraespansivo. I produttori, felici, pen-savano ad altri tagli alla produzioneper permettere un ulteriore aumen-to dei prezzi. Oggi sono in evidenteaffanno. Il Venezuela, ad esempio,non potrà pagare la politica dielargizioni clientelari e di naziona-lizzazioni forzate. Insomma, se non

se ne è accorto il mondo sta vivendo una crisi epocale eBerlusconi, mi dispiace per lei, non ha responsabilità. Si tranquil-lizzi. Ed ancora l’aggravio fiscale sulle aziende petrolifere pensa-vo fosse roba da uomini di sinistra. Constato che non è così. Enon è vero che il prezzo dei carburanti è lievitato per questo.Anzi, è notizia di questi giorni, il prezzo dei nostri carburanti sista allineando alla media europea. Si rassereni , sindaco, se ilgoverno avesse abolito la commissione di massimo scopertosarebbe stato un bene per i consumatori ma neanche il decretoBersani nella sua stesura definitiva prevedeva questa disposi-zione. Sulle tredicesime del governo Prodi la lascio meditare, senon lo avesse ancora fatto, sulle tante ragioni della sconfitta del-la sua parte politica. Una sconfitta di proporzioni mai accadutenella storia repubblicana. Altro capitolo. Il governo Berlusconi hapochi giorni orsono il commissario nominato dal governo Prodiall’agenzia nazionale per il riutilizzo dei beni confiscati ai mafio-si. Si rassereni professor Natalicchio. Non c’è nessun attaccoalla lotta alla mafia. Anzi. Il governo attuale sta rafforzando le

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DI DEPALMA GAETANO

NUOVA SEDE

IL CONTRAPPUNTOdell ’alfiere

RESTAURO: Come la fontana anche il

centrosinistra è ancora in fase restauro

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15 Gennaio 2009

misure a contrasto della criminalità. Piuttosto,signor sindaco, sono certo le saranno sfuggiteanche le notizie giornaliere sui sempre più nu-merosi amministratori locali del PD coinvolti inindagini per molti reati connessi con l’attivitàpolitica. Anche in questo campo vengono spaz-zati inesorabilmente via i luoghi comuni sullapresunta, sbandierata diversità morale della si-nistra. Sarebbe il caso di avvisare l’associa-zione Libera che anche il malaffare non ha co-lore politico e non esistono gli onesti a pre-scindere solo per l’appartenenza politica. Siasereno professor Natalicchio, legga e meditisugli errori e sulle inchieste che coinvolgono isuoi compagni di partito la questione morale èuna importante questione che coinvolge tantisuoi importanti compagni di partito e in tanteregioni. Sulla politica locale non pensi al cen-tro destra Piuttosto mediti sui tanti errori com-messi. La figuraccia sul nuovo Statuto del Co-mune di Giovinazzo . Pieno di errori, omissio-ni, svarioni. Approvaste la Carta sordi e ciechialle proteste circostanziate e ampiamentemotivate dell’opposizione di centro destra. Dopola prova di forza, però, doveste fare marcia in-dietro. Lo Statuto fu nuovamente approvato conil lavoro determinante del centro destra. Ed an-cora quante continue sollecitazioni ad un uti-lizzo a fini produttivi degli immobili comunalida parte del centro destra. Finalmente a fineconsiliatura, nel 2007, ed alla chetichella fu av-viato in sordina l’affidamento a privati di alcuniimmobili di proprietà pubblica. Finalmente. Sullavicenda Parco Scianatico il centro destra sioppose al metodo utilizzato, contestando le fasiche avevano portato all’acquisizione al patri-monio pubblico di quel bene. Sia sereno signorsindaco, in democrazia si può non essere d’ac-cordo e tra l’altro non ricordo ostruzionismo veroe proprio ma il legittimo esercizio dei limitatipoteri che ha l’opposizione in consiglio comu-nale. Sono certo che non vorrà imputare al

centro destra l’enorme ritardo nella con-segna del bene ristrutturato al Comune.Fu detto, all’epoca, che il privato avreb-be fatto meglio e prima. Infatti. Infine sonocon lei sulla vicenda volantini. La soster-rò appena avrò notizia della denuncia con-tro ignoti presentata ai carabinieri. Se nonerro le frasi ingiuriose erano scritte a pen-na e non stampate ma presenti denun-cia. Sarò dalla sua parte. La Piazza è ungiornale libero, libero nel vero senso del-la parola. Ha pubblicato anche le sue in-vettive contro il mensile, le sue

esternazioni, fuori luogo, su una cronacavolutamente scherzosa del consiglio co-munale. Si rassereni e cerchi di sorridere,anche se alcuni compagni di coalizioneglielo stanno impedendo, cerchi di farlo.Abbiamo bisogno di un sindaco presenteed ottimista. Se non sarà presente chealmeno sia ottimista. Anche se ha dimen-ticato di fare gli auguri per il 2009 mi per-metta di farli lei oltre che a tutti i lettori deLa Piazza. Un 2009 di salute e serenità.

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Antenne e dubbi

Li solleva il cons. DecandiaNei giorni scorsi, da fonti di stampa, si è appreso che saranno instal-lati nuove antenne di telefonia mobile, in numero di tre, nel territoriogiovinazzese.Alcuni dati devono essere sottolineati.In primo luogo, i nuovi siti individuati sono tutti in aree extraurbane esmentiscono il piano di localizzazione a suo tempo licenziato dalConsiglio Comunale. Quando il movimento di protesta che si è sviluppato su questavicenda sosteneva, tra l’altro, anche la necessità di prevedere localizzazioni extraurbane,si replicava da questa Amministrazione che al meno si era degli antimodernisti e al piùdei poveri di senno. Ora il Sindaco ci dice che il piano è “valido”. Si chiedeva semplice-mente il possibile, caro Sindaco, e ora veltronianamente è possibile: cambiare idea èsegno di intelligenza.In secondo luogo, uno dei tre, nuovi siti è un suolo di proprietà privata. Ma come, non èvero che l’Amministrazione sosteneva che il Comitato sostenesse gli interessi dei privatiad ottenere l’installazione di antenne sul proprio edificio? E allora quali sono i beneficiper le casse comunali in questo caso specifico?E poi, che ne è del piano di spostamento delle antenne dai siti privati ai siti pubblici? Epoi che a quando la fine dello scempio delle antenne sul palazzo municipale? E infinequale sarà il canone che sarà pagato al Comune per le nuove installazioni?In ogni caso salutiamo con favore le nuove, timide mosse dell’Amministrazione in questavicenda, sperando che ne seguano altre dello stesso segno.A noi, a tutti coloro che hanno creduto in quella protesta resta il gusto (amaro) di avereprevisto tutto e di averlo denunciato e richiesto. All’Amministrazione resta la dileggianteottusità verso le esigenze della comunità giovinazzese.

CONS. BEPPE DECANDIA

[email protected]

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«Dopo la pioggia viene il sereno, brilla incielo l'arcobaleno: è come un ponteimbandierato e il sole vi passa, festeggiato»– scrive Gianni Rodari. Dopo anni, anch’ioho rivisto brillare in cielo l’arcobaleno. L’horivisto il 23 novembre a naso in su e il miocuore s’è riempito di allegria. Già il 23 no-vembre quando la memoria rievoca la pau-ra e il dolore per le vittime del terremotodell’Irpinia del 1980. Ho rivisto un arcobale-no complice la perturbazione atmosfericaproveniente dal Polo Nord che ha interes-sato la nostra regione: si è rivelata esseremanna dal cielo. Gli invasi spaventosamentevuoti a causa dell’estate più calda degli ul-timi 60 anni si sono arricchiti di riserve d’ac-qua. Certo le forti piogge causano anchetanti disagi ma regalano anche spettacolariscenari: l’arcobaleno! Già un arcobaleno cheappare e che vorresti non andasse mai via,un vasto arcobaleno che ti meraviglia, ti fasognare, ti sorprende con le sue vibrazionidi luce… Un arcobaleno dai vividi colori chesegue un cupo temporale, che rinasce dopouna grigia pioggia insistente che credevi nonavesse mai fine. Chissà quando lo rivedrò!

6-7 dicembre

La festa di ognimalato

Con l’approssimarsi delle festività nata-lizie è tornato anche quest'anno il tradi-zionale appuntamento delle “Stelle diNatale” per la lotta contro leucemie,linfomi e mielomi. Il 6, 7 dicembre inmoltissime piazze di tutta Italia e anchenella nostra centralissima piazza i vo-lontari AIL hanno offerto Stelle di Natale

in cambio di una donazione. I fondi rac-colti verranno destinati al sostegno dellaricerca ed al miglioramento delle cure edell’assistenza dei malati. La Stella di Na-tale è diventata nell’immaginario comuneil simbolo del Natale. Per questo l’AIL l’haadottata per le proprie campagne nataliziedi sensibilizzazione alla lotta contro leu-cemie, linfomi e mielomi.“Ogni malato di leucemia ha la sua buonastella”, recita il nostro slogan.Appena 20 anni fa non esisteva un effica-ce trattamento per i malati di tali patologie.Ora, invece, grazie ai progressi nel tratta-mento farmacologico e nella terapia di sup-porto, la loro prognosi è molto migliorata.

Il monumento

imbrattato

Una storia che si ripete. E la sorveglian-za di Piazza Garibaldi non funziona. Ilpolmone verde della città è quasi sem-pre aperto nonostante la recinzione e i

vandali non si lasciano pregare. Oramai èsfida aperta ai writers che imbrattano murie monumenti e l’amministrazione che è co-stretta a ripulire per ridare decoro alla cit-tà. L’ultimo assalto si è registrato dopo lacommemorazione dei caduti. Ignoti e for-se più di uno, bombolette spray alla manohanno compito l’ultimo scempio imbrattan-

23 novembre

Ho rivisto un arcobaleno

echi di dicembredi Angelo Guastadisegni

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17 Gennaio 2009

do il Monumento ai Caduti che si tro-va in Piazza Garibaldi. Si tratta pro-babilmente di un gesto vandalico, sen-za una connotazione politica, poichènon sono state tracciate scritte o sim-boli particolari. Ad accorgersi del fat-to sono stati alcuni passanti che han-no immediatamente chiamato i Cara-binieri. I militari, ad ogni modo, stan-no svolgendo indagini per risalire agliautori del gesto.

14 dicembre

FESTA IN CASAANFASS

Nelle foto due momenti della fe-sta natalizia organizzatadall’Anfass (l’associazione di fa-miglie di disabili intellettivi erelazionali) di Giovinazzo dome-nica scorsa, 14 dicembre, alla Pi-neta di Molfetta. La dimostrazio-ne di come si possa vivere la di-versità nella normalità.La giornata è stata allietata dallospettacolo a sorpresa dell’attricebarese Lia Cellamare (nella fotoin alto è al centro dei ragazzi as-sistiti dall’Anfass) nota per la suapartecipazione a “La sai l’ultima...”su Canale 5. La Cellamare saràal Teatro Di Cagno di Bari dal 20dicembre al 25 gennaio prossimocon il “700 Barese”. L’artista ba-rese ha particolarmente divertitoi presenti con la sua parodia della“mamma di Antonio Cassano”.Fra un ballo e una lotteria hannoanimato la giornata quattro giova-ni promesse del canto giovinazzese: da sinistra Anny Perrino,Eugenia Depalo, Miriam Taldonee Sonia Lacalamita.

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19 Gennaio 2009

echi di dicembredi Angelo Guastadisegni

Si è conclusa l'iniziativa di Eventi Digitali cheha trasformato per 5 serate tutte le Parrocchiedi Giovinazzo in un cinema dove su maxi scher-mo full HD e con impianto audio PRO HD èstato proiettato il film reportage «La GrandeFesta 2008» regia di Mimmo Depergola. In essoè contenuto: la Storia del restauro dell'iconadella Madonna di Corsignano del 1953-54, ilCorteo storico, Imbarco e sbarco Manto, Pro-cessione Beato Nicola Paglia, Gamberemo,Regata dei Gonfaloni, Corteo Trattori, Proces-sione Madonna e lo spettacolo Piromusicaleintegrale con audio digitale.Come è nato questo film? In un caldo pome-riggio di agosto. Si svolgeva la regata dei Gon-faloni in onore a Massimo Cervone e MimmoDepergola colse l'occasione per testare consuo figlio le tecniche di riprese sportive con letelecamere di nuova generazione. Fu utilizza-ta una mini-telecamera full HD. Allora si è pen-sato di pianificare le riprese di alcuni eventilegati alla Madonna di Corsignano, senza al-cun fine preciso. Nello svolgersi degli eventi,l'autore del film notava la presenza nella loca-le piazza di una icona raffigurante la nostrapatrona e si ricordò che qualche anno primaaveva iniziato un progetto che intendeva stu-diare l'icona della madonna nella sua vesteoriginale. La cosa era stata snobbata un po' datutti gli attori del comitato feste e amministra-zione comunale. Ricordò di aver effettuato al-cune riprese dove del prof. Rucci unico testi-mone e sindaco di Giovinazzo nel 1953 e pro-motore del restauro raccontava cose ineditesulla madonna. Nacque immediatamentel'idea che molti hanno poi visto concretizzarsinel film.Visto i precedenti si è ritenuto opportuno pro-cedere in piena indipendenza, di finanziaretutto con risorse proprie, senza coinvolgerenessuna amministrazione o comitato e senzasponsor vari come ormai è abitudine nella no-stra cittadina.Si è pensato di dare a tutti la possibilità di ve-dere l'opera ad alta definizione nello standardoriginale non ancora molto diffuso e da quil'idea di proiettare nelle parrocchie su maxischermo FULL HD senza rinunciare ai fini be-nefici.L’iniziativa è stata positiva. Scroscianti applau-si e manifestazioni di interesse all'acquisto delfilm hanno accompagnato la fine delle proie-zioni, ma come parecchi già sanno, il film nonè stato mai messo in vendita da Eventi cheinvero donerà un numero limitato di copie alleparrocchie di Giovinazzo in formato DVD clas-sico il cui ricavato sarà devoluto in beneficen-za.La versione BLU RAY del film ad alta definizio-ne sarà presto disponibile e sarà sicuramenterichiestissima e sarà venduta da Eventi ad unprezzo modico (a prezzo di costo per chi lovorrà) considerati i costi altissimi di questo sup-porto. In questa versione oltre ai fuochi piro-musicali integrali ci saranno il Gamberemo e ilCorteo storico integrale che nella proiezioneerano stati sintetizzati.Si ricorda che il BluRay è un supporto (cd odvd) di nuova generazione che permette la vi-

sione ad alta definizione sui televisori alplasma o LCD e si può leggere solo conlettori specifici (uno dei più diffusi è la Play-station3).Per questo evento sono state impiegateingenti risorse economiche e tecnologi-che (il Gamberemo 2008 ha visto l'utiliz-zo di 5 telecamere HD in regia). Mai que-sto evento è stato visto nel pieno del suosvolgimento in ogni fase.I fuochi piromusicali sono stati rimasteriz-zati nell'audio.Inoltre il service per la proiezione è statototalmente finanziato dallo stesso produt-tore a dimostrazione dell'impegno del De-pergola a divulgare la conoscenza pertutti. Infatti non si tratta di un normale ser-vice, ma di uno evoluto e di nuova gene-razione.A questo si deve aggiungere una ideanuova di montaggio video e di ripresa el'uso di tecnologia di nuova era, rivoltoalla qualità cristallina dell'immagine concolori brillanti e definiti. Ma il successo delfilm è soprattutto legato al coinvolgimen-to emotivo, interessante e ludico è statol'intervento del prof. Rucci (già sindaco diGiovinazzo nel 1953) che ha rivelato al-cuni retroscena del restauro, e anchemostrato foto inedite dell'epoca e la disa-strosa situazione del quadro della nostramadonna.Suggestivo il corteo storico sia nei figu-ranti sia nelle spettacolari esibizioni degli

sbandieratori mai visti così da vicino; il Gam-beremo con lo sforzo fisico di tutti i parteci-panti, che vengono integralmente mostratidal primo all'ultimo; la regata dei gonfalonidove si evince l'immane sforzo dei vogatori.Ancora: l'uscita della Madonna forse la partepiù intensa per noi Giovinazzesi e poi il gran-dioso spettacolo piro-musicale a detta dimolti visto meglio su maxi schermo comesuccede per le partite di calcio che allo sta-dio. Tutto questo è stato messo a disposizio-ne della gente comune, gratuitamente e sen-za invitare nessuna autorità. In prima fila c'èsempre stato il signor qualunque.Chi è interessato all'acquisto del film pressole parrocchie è invitato a formare un gruppominimo di 5 persone e donare 50 EURO (10euro a testa) e duplicare le copie necessa-rie, infatti il produttore cederà l'opera per l'usoprivato senza onere.

Eventi&Proiezioni per la solidarietà

Un DVD della Grande Festaper fare beneficienza

A Giuseppe Fasano l’Ambrogino d’OroDa tempo Giuseppe Fasano, fondatore epresidente del gruppo Sportivo San Ro-mano, fa dono di maglie, pantaloncini escarpe da calcio a tutti i ragazzigiovinazzesi che coltivano la passione peril calcio ma non possono permettersi diacquistarle. Lui vive a Milano e il 7 dicem-bre, festa di Sant’Ambrogio, il Sindaco diMilano, Letizia Moratti, ha insignito Giu-seppe Fasano dell’Ambrogino d’Oro, mas-sima onorificenza civica, con la seguentemotivazione: «Educatore carismatico, sidedica con slancio e tenacia ai giovanidel Gallaratese. Nel lontano 1969, assieme ad altri volontari, fonda il Gruppo SportivoSan Romano di cui è presidente dal 1984 al 2007. Sotto la sua guida la società sisviluppa, dimostrando un dinamismo straordinario: prima l’impianto di illuminazione, poil’area bar e, infine, una nuova tribuna per il pubblico. Con gli anni cresce anche il numerodelle squadre che partecipano ai campionati di calcio della FIGC. Con grande sensibilitàè riuscito a coinvolgere i ragazzi del centro e i loro genitori in attività di solidarietà a favoredei bambini eritrei». Lui Giuseppe Fasano è un visionario. Ci ricorda Giggino la Provedde.Giuseppe pensa che esistono ancora valori antichi imprescindibili del calcio. Il suo è uncalcio antico, non il calcio fatto di pubblicità sui 6x3 che informa dell’istituzione di scuole-calcio. Per Giuseppe Fasano il calcio chi vuole giocare a pallone non deve pagare, ilcalcio non può essere appannaggio di avventurieri che dispensano ai bimbi falsi sorrisiin cambio di facili guadagni. Proprio come Giggino-pensiero che se fosse ancora in vitasaprebbe chi colpire.Il sindaco a nome dell’Amministrazione Comunale e dell’intera Cittadinanza, esprime leproprie congratulazioni a Giuseppe Fasano, figlio della nostra terra. «Il premio a lui è unpremio alla passione, all’impegno e al lavoro nel nome dello sport e della solidarietà.Giuseppe Fasano è motivo di orgoglio per tutta la comunità».

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21 Gennaio 2009

Il giorno 18 novembre è stato tratto in arre-sto, in flagranza di reato, un sorvegliato spe-ciale, G.M., responsabile di aver violato gliobblighi di sorveglianza. È stato trovato incompagnia di altri pregiudicati e in posses-so di un cellulare.

IL PERICOLO È TRA LE MURADOMESTICHE

Casa dolce casa…per molti questa èun’espressione rassicurante, per tanti lemura di casa continuano a costituire unpericolo occulto. Un luogo ideale per chi nonriesce a soddisfare i propri istinti all’ester-no, laddove può risultare molto più comples-so e azzardato perpetrare un furto o com-mettere una rapina.È successo così che il 19 dicembre, alleore 17,00 circa, la locale Compagnia deiCarabinieri di Giovinazzo, ha tratto in arre-sto in flagranza di reato, un trentenne cheda diverso tempo estorceva danaro alla pro-pria madre. Non si limitava alle minacce mametteva in atto vere e proprie azioni di vio-lenza con percosse e lesioni nei confrontidella stessa. Le somme ottenute servivanoad acquistare alcolici e sostanze stupefa-centi. L’ultima richiesta ammontava ad unasomma che andava tra i cinquanta e i cen-

to euro. Al rifiuto della signora, i Carabi-nieri allertati dalla vittima, sono interve-nuti ed hanno rinvenuto il giovane in casaintento a picchiarla. È stato così imme-diatamente arrestato per tentata estorsio-ne aggravata.Il delitto di estorsione è stato inserito dallegislatore del 1930 nel libro II , titolo XIII,capo I del codice penale che disciplina idelitti contro il patrimonio commessi me-diante violenza alle cose o alle persone.Il patrimonio da un punto di vista giuridicopuò essere definito come il complesso deirapporti giuridici, dei beni e dei diritti chefanno capo ad una determinata persona eche abbiano o contenuto patrimoniale (va-lore di scambio, poiché suscettibili di va-lutazione economica) o un valore d'uso(almeno affettivo, si pensi ad una lettera,una cartolina oppure ad una fotografia).Pertanto, in relazione all'articolo 629 c.p.si punisce la condotta di “chiunque, me-diante violenza o minaccia, costringendotaluno a fare o ad omettere qualche cosa,procura a sé o ad altri un ingiusto profittocon altrui danno”. Per l'estorsione sempli-ce la pena è quella della reclusione da 5 a10 anni e della multa da euro 516 a euro2.065. Invece, per l'estorsione aggravataè prevista la reclusione da 6 a 20 anni e lamulta da euro 1.032 ad euro 3.098. Il benegiuridico tutelato dalla sopraccitata normaè duplice; infatti, da un lato si proteggel'inviolabilità del patrimonio e dall'altra lalibertà di determinazione individuale con-tro fatti di coercizione, posti in essere percostringere altri a fare od omettere qual-che cosa al fine di procurare al soggettoagente oppure ad altre persone un ingiu-sto profitto con altrui danno. Trattasi di unreato plurioffensivo che lede sia il patri-monio che la libertà di autodeterminazionedel soggetto passivo del reato. Inoltre, iltentativo è pienamente ammissibile non

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solo quando l'azione criminosa eantigiuridica sia rimasta interrotta per cau-se che prescindono dalla volontà dell'agen-te (cd. tentativo incompiuto), ma anchequando se, esaurita l'azione, il danno nonsi sia verificato (cd. tentativo compiuto).

TENTATA RAPINADue malfattori hanno tentato di rapinare lanota stazione di distribuzione di carburan-te in città. La loro azione si è però rivelataalquanto maldestra. Sono riusciti infatti adasportare soltanto una scatola che conte-neva semplice materiale cartaceo e cheprobabilmente è stato scambiato per da-naro. I due soggetti hanno preferito cosìabbandonare l’oggetto per strada e sonofuggiti a piedi.

FURTI IN ABITAZIONECome ogni anno, in occasione delle va-canze, si registra un aumento dei furti inabitazione. Un reato questo che purtropporisulta difficile da debellare, in quanto mol-to spesso è assente la collaborazione deicittadini. Occorre ricordare, infatti, che purprovvedendo ad una costante sorveglian-za notturna e diurna, i Carabinieri non sonoin grado di effettuare un controllo capillaresul territorio per stanare i ladruncoli.Un serio invito dunque alla cittadinanzaaffinché possa segnalare senza timore al-cuno la presenza nei condomini di rumorie persone dall’atteggiamento sospetto.

GABRIELLAMARCANDREA

ESTORSIONE IN FAMIGLIA, UNREATO SEMPRE PIÙ DIFFUSO

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23 Gennaio 2009

Il Natale delle tradizioni alla Scuola

d’Infanzia Paritaria Oratorio

«Il Natale delle tradizioni», questo il titolo della recita diNatale che si è tenuta presso la Scuola d’InfanziaParitaria “Oratorio” in tre repliche, in cui i bambini hannodato saggio della loro bravura e voglia di festeggiare unaricorrenza tanto sentita.Questa notizia non desta nessun scalpore ma, nella suasemplicità vuole comunicare come, attraverso i bambini,siano emozionanti ed uniche queste manifestazioni. Pro-va ne è stata la grande partecipazione avuta da parte deigenitori e, soprattutto da parte dei nonni che in alcunicasi hanno seguito con immutato entusiasmo più di unareplica dello stesso spettacolo.Quest’anno i bambini della Scuola Oratorio, supportatida genitori ed insegnati e dalla Madre Superiora SuorCorsignana Bavaro, hanno voluto riscoprire il valoredelle tradizioni Natalizie più originali e caratteristichedella nostra cultura. Nessuno sfarzo, ma semplici canzo-ni, poesie, e balletti legati alle più antiche usanze canorepopolari. Questa la scelta del Natale 2008, che congrande sorpresa ha conquistato tutti i partecipanti, i pic-coli che hanno potuto divertirsi con la gioia di stare in-sieme ed i grandi che giunti al canto finale hanno sponta-neamente accompagnato il coro scolastico unendosi adesso.I preparativi a questo momento di festa? Anche essi sem-plicissimi, possono riassumersi in pomeriggi passati a cre-are decorazioni lasciando libera la creatività, consottofondo di antiche e bellissime canzoni di Natale epiacevoli momenti in cui bere cioccolata calda insieme achiunque volesse parteciparvi. Il risultato è stato una scuo-la addobbata a festa, tanti (speriamo) piacevoli ricordi,le mani sporche di tempera e porporina e ancora tantavoglia di fare e festeggiare nei bambini. Voglia che hacontagiato tutti e che a visto mamme, in gran parti lavora-trici, lasciare ogni altro impegno per unirsi ai propri pic-coli nella preparazione di biscotti e di dolci tipici da offri-re nella festa finale.Questo in breve il modo dei bambini di prepararsi alla festa più sentita e significativa del nostrocontesto culturale e religioso. Momenti, in cui la condivisione con l’altro vuole ricordare l’attod’amore di Dio verso gli uomini, la conciliazione, la pace e la fratellanza. Concetti importanti,pilastri del rispetto reciproco, dell’accettazione e collaborazione tra tutti gli individui all’internodi contesti culturali sempre più articolati.

La Scuola d’Infanzia Paritaria Oratorio continuerà ad impegnarsi, in un clima di collaborazione,nella realizzazione di progetti che favoriscano la crescita dei bambini ed il sostegno alle loro fami-glie. Proprio per tale ambizioso impegno la stessa Scuola è in procinto di ampliare i propri spazigrazie ad una ristrutturazione già in atto da mesi. Attendiamo quindi di festeggiare il prossimoevento insieme ai bambini nel nuovo teatro della scuola in via di ultimazione.

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Tra le innumerevoli sagre ormai di moda a Giovinazzo, tra le piùvalide, simpatiche e singolari vi è quella di Sande Andune con itradizionali, caldi e pittoreschi falò.Questi falò continuano ad essere circondati da una serie depignatidde entro i quali si cucinano le caratteristiche crapjeteche la sera, unite a le pasaule in acque di annata, costituisconoil gustoso e prelibato piatto locale.Per la storia e per la sopravvivenza di questa sagra un bel gra-zie va dato al Dott. Tulipani che con pregevoli e lodevoli iniziati-ve ha letteralmente alimentato questi fuochi che andavano spe-gnendosi. Grazie a lui, sia pure con le modifiche imposte dalprogresso, i fuochi continuano ad ardere e a rimanere accesi.Mio nonno, per l’occasione, mi raccontava che questa pietanzada poveracci era nata in seguito ad una scommessa, avvenutain Giovinazzo, tra un conte ed un suo fattore. Il conte scommiseche avrebbe servito ad alcuni commensali tante di quelle squi-site pietanze che questi, sazi, avrebbero poi rifiutato qualsiasialtra prelibatezza fosse poi loro stata servita. La scommessastava per essere vinta dal conte. Il contadino, a questo punto,portò in tavola le crapjete. I commensali, per curiosità, comin-ciarono ad assaggiarle fino poi a mangiarne con gusto, facendoperdere la scommessa al conte.Se questa storiella non è vera è di certo ben inventata e giusti-fica appieno la tradizione giovinazzese per le crapjete.Agli attuali falò e a le crapjete, oggi è stato dato un tocco disignorilità ed eleganza. Nelle case è scomparso il grosso edunico piatto di terracotta o di ferro fuso fumanti con le crapjeteche stavano al centro de le beffette.Grazie alla qualifica di Amarcord affibiatami da questo giornale,vi annoierò raccontandovi che,ai miei tempi attorno a questifalò si respirava un’aria diversa. La materia prima per i falò erafornita innanzitutto da le chezzele i quali dovevano sbarazzarsidi alcuni di alcuni grossi ceppi di legna che intralciavano il traf-fico nelle loro stalle ed altresì da tutte le famiglie. Tutte le fami-glie dei vicoli, delle piazzette, delle stradine partecipavano con-ferendo quanti potevano al falò. La partecipazione era corale.Tutti, davvero tutti, contribuivano nel limite delle loro possibilità.I falò erano numerosissimi e quasi in competizione tra loro, stradaper strada. I bambini erano mobilitati al mattino per portare sulluogo dell’accensione del falò qualche mazze de frasche e an-

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che qualche vrazz de liune, che costituivano anche il bigliettodi accesso pe’ sistemè u pignatidde appirse o fuche e per es-sere anche poi autorizzati ogni tanto, a rifornire la propria frasceredei tizzoni ardenti che, per quel giorno, avrebbero contribuito atenere calda la casa.Il pomeriggio, però, da bravi bulletti, (come vedete ce ne eranoanche ai miei tempi), passavamo dalle buone azioni del matti-no alle caratteristiche marachelle proprie per il giorno dei falò.Nel primo pomeriggio si rubava a casa il sale da cucina chenascondevamo direttamente nelle tasche. Il sale, sempre aimiei tempi, non si vendeva in pacchetti o negozie ma solo edesclusivamente do taibaccheine. Era un prezioso genere diMonopolio. Ogni tabaccheria aveva nel suo negozio alcuni sac-chi con dentro una vistosa e affascinante cozzue San Giachemeche serviva da sosue per mettere il sale che si comprava jnzeo facilelettone ogni volta che si andava a comprarlo.Quel sale era a paddidde piuttosto grossi, per raffinarlo si ricor-reva o cazzasele che faceva sempre bella mostra di sè nellecucine col suo logoro pestello in legno.Ai miei tempi era un genere prezioso. P’ sparagnè (evadendo ilfisco), le mamme molte volte ci mandavano a pigghie’ dambacce a mère na quataredde d’acqua mareine o ci facevanoraccogliere l’acqua arraggete (che era il sale che si formavanelle conchette vicino al mare raccomandandoci: «Miraccomand, fè attenziaun, acchiamind appreime angore stonnele finanziir». Pur di risparmiare qualche liretta nell’acquistodaparte delle nostre donne, i fornai conoscevano a menadito leproporzioni di acqua marina ed acquadolce per impastare ilpane, per cucinare la pasta. Per questi motivi dovete capire ilnostro timore quando perpetravamo quel furtarello per il giornodi Sande Andune. Il sale era indispensabile per le nostre av-venture: era a grani molto grossi, lo mettevamo direttamente intasca e nel primo pomeriggio cominciavamo a fare il giro deifalò, prendendo di mira l’pignatidde de feve che cominciavanogià ribollire. Spiando in tutte le direzioni quando eravamo sicuridi non essere visti, lanciavamo una manciata di sale jnze opignatidde. La paura di essere scoperti, la velocità richiestadall’operazione facevano immancabilmente cadere grani di saledirettamente sul. fuoco. Lo scoppiettio, il crepitio dei grani di

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fircidde jnze o pignatidde nel tentativo di catturare una o duefave già cotte. Quando l’operazione riusciva ci regalava quelsenso di superiorità, di vittoria, di trionfo. Anche se si cattura-va una sola fava la si divideva tra i compagni di avventura.Rivivere quei momenti mi fa sorridere e nello stesso tempocommuovere. Bastava una fava per farci felici. A casa, che lepasaule, quel giorno le fave non mancavano, ma non avevanole stesso sapore di quelle conquistate al falò.Oggi, in piazza o sott o’ cils si può tranquillamente gustarequesta pietanza giovinazzese. Io ogni anno sento il dovere difare il giretto dei falò. Mi dispiace solo che ormai dall’alto deimiei 78 anni se ripetessi quelle epiche gesta non susciterei piùl’indignazione della padrona du pignatidde, ma forse solo sen-timenti di compassione.A voi cari lettori una calda esortazione: anche senza tutto spi-rito di avventura vi invito a continuare a gustare le crapjete,continuate ad apprezzarle ed a mantenere sempre accesaquesta simpaticissima tradizione giovirìazzese dei suoi falò.

sale a diretto contatto col fuoco richiamavano immediatamentel’attenzione della proprietaria du pignatidde che veniva fuoridall’uscio urlando: «Figghie de meule figghie de putt…, te socanisceute! Mo’ ci jacchie a mammate!!!».Superfluo parlarvi della nostra trionfale gioia per la riuscitadell’impresa. Per le donne la nostra monelleria non aveva pro-curato un grosso guaio, perché vicino o pignatidde con lefave ce ne era sempre un altro piene di sola acqua che dove-va servire per il rabbocco che in questi casi era utilizzato peril ricambio dell’acqua di cottura delle fave. All’imbrunire cam-biava il genere di monelleria. Le fave cominciavano ad esse-re cotte e le strategie cambiavano. Nella mattinata ci erava-mo costruiti u fircidde. Vi Spiego: do mazze de frascheattacchet cu frifelete (sembe arrezzeneute) ricavavamo il fildi ferro che ripiegato ad “U” attorcigliavamo su se stesso co-struendoci quasi un forchettone.Così, all’imbrunire, con l’aiuto della oscurità (ai miei tempiscarsissima era l’illuminazione stradale) affondavamo u

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Se qualche lettore curioso, o saggiamente diffidente, ha avutomodo di leggere de visu qualcuno dei documenti da me citati otrascritti negli articoli di queste pagine, sicuramente avrà rileva-to come in alcuni casi c’è discordanza di un anno tra la data dame riportata e quella indicata nel documento manoscritto.Nei documenti prodotti nelle nostre terre, nello specifico negliatti notarili, fino a tutto il secolo XVIII, oltre a giorno, mese edanno è annotata l’Indizione con la specifica «secundum usumcivitatis Iuvenatii». In realtà non si tratta di un metodo di calcolocronologico proprio della città, ma utilizzato in tutta l’area geo-grafica circostante.L’indizione è una forma di calcolo del tempo in uso dal IV sec.d.C. e si riferisce ad un periodo di 15 anni. Il primo ciclo delleindizioni si fa cominciare con il 313 a.C. anno in cui l’imperatoreCostantino avrebbe reso pubblica la religione cristiana (indizioneprima), nel VI secolo poi Giustiniano con le norme del CorpusIuris Civilis stabilì l’obbligo della data indizionale nella stesuradei documenti, uso che restò per tutto il Medioevo.Dopo la prima indizione gli anni successivi sono numerati pro-gressivamente fino all'indizione quindicesima, ricominciando poicon l'indizione prima. Attualmente il calcolo indizionale lo si ot-tiene sommando 3 all'anno di cui si vuole sapere l'indizione,dividendo poi il tutto per 15: l'ultimo resto prima dei decimali dàl'indizione e se il resto è 0 l'indizione è la XV (la necessità disommare 3 all'anno è data appunto dal fatto che seripercorressimo a ritroso i cicli indizionali dal 313 d.C. all'iniziodell'era cristiana, il primo ciclo utile cadrebbe tra il 3 a.C. ed il 12d.C., con uno sfasamento di tre anni tra le due forme didatazione).Il calcolo indizionale aveva però varii stili a seconda della datadi inizio di un anno che, soprattutto nel Medioevo, variava aseconda delle località; diverse erano le date di riferimento cheindividuavano gli stili. Nell'Italia meridionale sottoposta dal IXall’XI secolo al dominio dell’Impero Romano d’Oriente, si man-tenne in uso fino al XVII secolo l’indizione bizantina per la qualel’anno cominciava il 1° settembre e finiva il 31 agosto. Nel primolibro dei morti della nostra Cattedrale la datazione 1611 terminacon un atto di morte del 27 agosto; a seguire comincia l’anno1612 con un decesso registrato in data 11 settembre 1612

«secundum usum(civitatis Iuvenacii)».Dopo l’atto di morte dell’8agosto 1612 invece l’an-no non cambia, segue in-fatti con la seguente notaquello del 7 settembre«1612 sine uso stantePrammaticae Factae» esolo dopo un decesso del28 dicembre 1612, ne èannotato uno del 6 gen-naio 1613.L’annotazione suddetta ètestimonianza tangibile del cambio d’uso di datazione nel 1612,cambio d’uso che è rilavabile anche dai volumi degli atti deinotai (in ASBa, suddivisi per anni) i quali solo dal 1613 al primofoglio riportano la data del 1° gennaio. Per mancanza di temponon abbiamo approfondito la ricerca circa la Prammatica cheavrebbe disposto tale cambiamento.Nonostante tale cambiamento però, Sindaci e Decurioni, conti-nuarono a rimanere in carica ancora nel sec. XVIII, dal 1° disettembre al 31 agosto.

Anche per il computo dei mesi sono stati adottati diversi meto-di, e vari furono i calendarii: quello romano, quello ecclesiasti-co, il calendario perpetuo giuliano, e quello gregoriano, tutt’orain uso.Fino al 1582 veniva utilizzato in tutto il mondo cristiano il calen-dario così detto giuliano, dal nome di Giulio Cesare che nell'an-no 46 a.C. aveva stabilito come calcolare il tempo.Elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria, il ca-lendario giuliano è un calendario solare, cioè basato sul ciclodelle stagioni. Esso fu il calendario ufficiale di Roma e succes-sivamente di tutti i paesi cristianizzati. Esso fissava l'iniziodell'anno al 1° gennaio e i nomi dei mesi sono quelli derivantidall'antico calendario romano, con alcune modifiche introdottedagli imperatori. Per indicare i giorni si contavano quelli chemancavano ad alcune festività fisse (Calende, None e Idi), fino

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a quando i visigoti introdussero l'abitudine di assegnare un nu-mero progressivo ai giorni, metodo che però divenne ufficialesolo con Carlo Magno. Con il Cristianesimo inoltre, si diffusel'abitudine popolare di indicare il giorno con il nome del Santoche si festeggiava in quella data, usanza mantenuta fino all'etàmoderna, quando in parecchi atti notarili il nome del Santo fe-steggiato è scritto immediatamente dopo la data, con annota-zione in parecchi casi di Nulla Osta a rogare l’atto rilasciatodall’Autorità Ecclesiastica locale. L’atto rogato in data «Die pri-mo mensis januarii octavae indictionis, 1625, SS. Jubilei,Juvenatii, de licentia ob festum Circumcisionis Domini NostriJesu Cristi» (ASBa, not. Garofoli, sk. 8, vol. 68, f. 2) testimoniadi una festività osservata da tutta la Chiesa; quello del «Die 2mensis martii 1604, secundae indictionis, Iuvenatii. Habitalicentia a rev.do Generali Vicario ob festum Sanctae Mariae deCostantinopoli» (ASBa, not. Vallone, sk. 9, vol. 70, f. 193) inve-ce fa riferimento ad una festività locale.Nel 312 l'Imperatore Costantino introdusse la settimana di settegiorni, (che già si trovava nel calendario egizio) e decretò che ladomenica fosse giorno di riposo dedicato al Signore, invece delsabato, com’era per tradizione non solo per gli Ebrei ma ancheper i gentili (Gesù era morto il sesto giorno della settimana ebrai-ca, e doveva perciò essere risuscitato la domenica).

LA DOMENICA APERTI

ANCHE A PRANZO

L'anno giuliano medio durava 365 giorni e 6 ore (la media di treanni di 365 giorni e uno di 366). La durata non corrispondeesattamente a quella dell'anno solare medio, che si ricava dal-le osservazioni astronomiche. Dal 325, anno in cui il Concilio diNicea stabilì la regola per il calcolo della Pasqua, nel 1582 siera ormai accumulata una differenza di circa 10 giorni, così laPasqua, che sarebbe dovuta cadere la prima domenica dopo ilplenilunio di primavera, veniva spesso a cadere in data sba-gliata. Venne dunque stabilito di recuperare i giorni perduti, e dimodificare la durata media dell'anno.Il 24 febbraio 1582 Papa Gregorio XII con la bolla papale “InterGravissimas” modificò il calendario giuliano e adottò il calen-dario che porta il suo nome, sopprimendo i 10 giorni che vannodal 4 ottobre al 15 ottobre per recuperare i dieci giorni perduti.Si stabilì che il giorno successivo al 4 ottobre 1582 fosse il 15ottobre giorno che si convenne fosse un venerdì, dal momentoche il giorno precedente, il 4, era stato un giovedì. Parallela-mente alla riforma del calendario, venne stabilito che la datadel primo plenilunio di primavera fosse computata con un nuo-vo sistema ideato da tale Luigi Giglio.Il calendario gregoriano inizialmente fu adottato solo in alcunistati cattolici: altri si adeguarono tra il XVIII e il XX secolo; oraè il calendario ufficiale della maggior parte dei paesi del mon-do, mentre la Chiesa ortodossa continua ad utilizzare quellogiuliano come proprio calendario liturgico.Il Regno di Napoli fu tra i primi ad adottarlo, in Giovinazzo nevenne data notizia nella pubblica piazza e tanto annotava ilnotaio Grifo Gentile sul foglio 16 del suo protocollo dopo l’attorogato il 4 ottobre e prima di quello rogato il giorno 25 dellostesso mese «Nota che oggi che è venerdì e sono li cinque delmese di octubrio del presente anno XIa ind. 1583 per ordinevenuto da la Santità di nostro Signore Gregorio papadecimotercio et essendo Procuratore de la eccellentia il sig.Vicerè banniti in la piazza pubblica per observantia del calen-dario novo ordinato nuovamente è stato necessario la presen-te giornata de li cinque de octubre scriverla et annotarla quindi-ci talchè li dieci giorni cascano et non se ne parla più». (ADG,s.c. – l’anno 1583 da retrodatarsi di una unità per quanto dettosopra).Anche il calendario gregoriano è un calendario solare; l’anno sicompone di 12 mesi di durate diverse (da 28 a 31 giorni), perun totale di 365 o 366 giorni. Gli anni di 366 giorni sono dettibisestili: ed è bisestile un anno ogni quattro, con alcune ecce-zioni. I giorni di ciascun mese sono identificati da una numera-zione progressiva, a partire da 1, il primo giorno dell'anno è il 1°gennaio, mentre l'ultimo è il 31 dicembre.

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A San Giuliano Milanese, comune della cin-tura milanese, si è svolta una settimana dicultura pugliese molto ricca di iniziative di di-verso genere: sagre, mostre, concerti,degustazioni, inaugurazione di biblioteca. Traqueste anche un convegno sulla questionemeridionale patrocinato dall’assessorato allacultura, dalla Fondazione Nuove ProposteCulturali, dall’Associazione RegionalePugliesi, dal Consiglio regionale della Puglia.Dopo i saluti del sindaco e dei presidenti del-la Fondazione avv. Elio Greco e dell’Associa-zione cav. Dino Abbascià, la relazione di fon-do “La questione meridionale alla luce degliscritti e della testimonianza di vita di GaetanoSalvemini e di don Tonino Bello”, è stata svol-ta dal nostro collaboratore avv. AgostinoPicicco.Alla presenza di numeroso pubblico, ilrelatore ha esaminato il pensiero dei due il-lustri meridionali evidenziando il fatto che sitratta di due figure diverse per collocazionestorica, formazione, ruoli sociali, ma unitedal legame con la città di Molfetta - don Toni-no per adozione, Salvemini per nascita - edalla comune capacità di guardare le vicen-de umane con sguardi lunghi e profondi. Leassonanze tra i due sono state tratte dallecitazioni del Salvemini delle quali don Toni-no si serviva per il dialogo con i non credentie in particolare con gli intellettuali e gli ammi-nistratori della città. L’intervento più incisivosu Gaetano Salvemini venne pronunciato pro-prio in occasione delle Giornate Salveminianecelebrate a Molfetta nell’ottobre 1988. Il ve-scovo riconosceva la laicità professata in tut-ta una vita da Salvemini, e ne ammirava “lasua eccezionale onestà intellettuale”. Il rispet-to e l’ammirazione per Salvemini venivanoriproposti dal vescovo in considerazione delfatto che “viviamo in un’epoca così povera ditensioni, così priva di slanci utopici, e cosìschiacciata nella contemplazione di orizzon-ti dai bassi profili, che il ricorso all’interces-sione dei santi del calendario liturgico nonmi sembra compromesso dall’invito ad imita-re un uomo integerrimo che, pur appartenen-do ad un altro martirologio, col suo rigore mo-rale mette sotto accusa permanente il terribi-le calo di evidenze etiche di cui stiamo tuttipagando le spese”.Alla luce dell’esperienza di Salvemini, il ve-scovo rivisitava il ruolo dell’intellettuale comeispiratore di idee e guida dei processi di rin-novamento, uomo che con capacità di criticae di sintesi, non si sottrae ai propri doveri.Non solo interpreta il mondo, ma contribui-sce a trasformarlo.Tra gli aspetti comuni ai due personaggi,Picicco ha citato la sofferenza morale: perSalvemini la perdita di casa e famiglia intera(“sono un povero disgraziato senza tetto esenza focolare”); per don Tonino la sofferen-za provocata dal non essere stato compresoin occasione delle vicende relative alla guer-ra del Golfo. Da rilevare anche la dirittura mo-

La questione meridionale tra Gaetano

Salvemini e don Tonino BelloCONVEGNO COMMEMORATIVO A SAN GIULIANO MILANESE

rale dei due, il senso del dovere, il rispettoper la dignità di ogni uomo, la loro attività dieducatori. Picicco ha citato la frase che glistudenti dell’Università di Firenze tributaro-no a Salvemini in occasione della traslazionedella salma quasi a risarcimento delle an-gherie subite dal regime fascista: “Gli stu-denti dell’Università di Firenze si inchinanoriverenti di fronte alla salma di GaetanoSalvemini, che sosta per l’ultima volta nel-l’aula magna della sua università, e ne ricor-dano a tutti i cittadini l’alta funzione educatricee la passione per la giustizia e la libertà chesole riscattarono la dignità del nostro Ateneonei tempi oscuri della tirannide dei potenti edel servilismo degli accademici”.E’ stato poi posto in luce l’aspetto della que-stione meridionale intesa come questionenazionale. Salvemini aveva propugnato que-sto concetto, ripreso da don Tonino che am-plificava il documento dei vescovi italiani“Chiesa italiana e mezzogiorno”. Per don To-nino siamo tutti sulla stessa barca. Sviluppoe solidarietà diventano i parametri per esa-minare la questione meridionale.Altro tema è quello della politica intesa comeservizio. Salvemini ammoniva gli elettori: “Sevoi mi eleggete deputato, vi sarò grato dellavostra fiducia, e cercherò di difendere piùche potrò i vostri diritti. Se volete non un de-putato, ma uno sbrigafaccende, votate perun altro. Don Tonino dal canto suo condivi-deva l’affermazione di Paolo VI: la politicacome la forma più alta e più esigente di cari-tà.Quale la ricaduta concreta per noi oggi? Qua-le il messaggio di Salvemini e Bello?L’essere indicatori di traguardi puliti, coltiva-re le cose limpide, vivere in coerenza, senzadoppi giochi. Animare un progetto di dialogoculturale con la città e la società civile. Pen-sare senza mai adeguarsi al consueto. Ac-cogliere nuove suggestioni e opportunità.A conclusione l’oratore ha citato una letterainedita scritta da don Tonino al senatoreBeniamino Finocchiaro di Molfetta, allievodello stesso Salvemini, che non era stato ri-letto in Parlamento nelle elezioni politichedel giugno 1987. Tra l’altro, gli diceva: “Tiscrivo per esprimerti i miei rallegramenti nelsaperti restituito alla gioia della libertà e nelvederti non più compromesso nella compa-gnia dei mediocri. Nel vedere, infatti, certinomi entrare in parlamento, mi è venuto spon-taneo pensare che il paese abbia voluto piùusare rispetto per gli “esclusi” che esprime-re fiducia per gli “eletti”. Da quel poco che sodi Salvemini, tuo maestro, mi sembra di po-ter supporre che, al tuo posto, avrebbe in-detto dei festeggiamenti per celebrare la sua“preservazione” da una istituzione così pa-lesemente inquinata dalla nube tossicadell’arrivismo, e così smaccatamente offesadall’ingresso della stupidità nei suoi, finora,sacri recinti”. Parole fortissime di un’umanitàstruggente. E un monito per tutti.

la pagina delliemigrantedi Agostino Picicco

ORDINATI

DUE NUOVI

SACERDOTI

Sabato 20 dicembre u.s. lo

Spirito Santo le mani del

ministro di Dio vescovo della

Diocesi mons. Luigi Martella

e sceso su due figli della

nostra città: Luigi Caravella

e Gianluca De Candia

ricevendo l’ordinazione

sacerdotale hanno messo la

loro vita al servizio di Dio e

dei Fratelli.Rivolgendo il

nostro augurio a questi nostri

due fratelli aspettiamo di

essere da loro ammaestrati a

seguire le vie del Signore.

LA MIA

PRIMA

CANDELINA

Il 3 dicembre us per la

gioia dei genitori Paolo

e Linda, i nonni, gli zii e

gli amici, Marianna

Labombarda ha spento

la sua 1^ candelina!

Auguri

Page 32: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO - GENNAIO 2009

32

candidamente

OGNI RIFERIMENTO A FATTI E\O PERSONE REALMENTE ACCADUTI E\O ESISTENTI ÈDA RITENERSI PURAMENTE CASUALE E\O INVENTATO DI SANA PIANTA

Egregio Direttore, sento l'ob-bligo di porgere i migliori au-guri per l'anno che verrà, aLei, alla Sua redazione e al-l'intero popolo giovinazzese.Al mondo intero. Un anno chearriva porta speranze, so-gni, progetti, a volte miraggi,a volte realtà. Obiettivi dacentrare, matrimoni da chiu-dere, relazioni clandestineda iniziare. Un anno porta lavita, quella nostra umana,con le miserie e i gesti nobili,con il randagismo affettivo (ilmio) e l'opulenza finanziaria(la sua). Un anno porta gliemigranti a casa (il Sindaco)e le loro vendette (Giangre-Gorio a casa). Porterà lanuova vita, i bimbi nati nell'anno del-la crisi e i bonus ai degenti e menoabbienti. Che di solito a Giovinazzohanno tutti un lavoro a nero, forse tramoglie, figli e marito anche tre ce-spiti e manco uno dichiarato. Ungarage affittato e un contratto nonregistrato, un aiuto da un Assesso-re ed una promessa di voti alle Pro-vinciali. Sarà l'anno della candidatu-ra di Dino Piscitelli in rappresentan-za del Popolo della Libertà. E del so-lito terlizzese o forse dell'Assesso-

re Mimmo Stufano in rappresentan-za del Partito Democratico. Ne stia-mo discutendo. Murdock adirato perl'Iva aumentata sull'abbonamentoSky tenterà l'ascesa nel campo dellecomunicazioni italiane. Sardella pren-derà La Piazza ed io resterò disoc-cupato, con i botti nel cuore che nonillumineranno più il giornale. Sarà l'an-no di Brunetta che al posto dell'autoblu sta chiedendo insistentemente uncarrozzino blu. A lui vorrei dedicarglila canzone di De Andrè. Quella in cuisi dice che i nani «sono delle caro-

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«Nel 2009 anche i muti potrannoparlare e forse anche Dolciamore

in consiglio comunale»

BRUNO LANDO

gne di sicuro perchè hannoil cuore troppo, troppo vicinoal buco del c..». E' l'anno incui fonderò la mia città suMylife. Mi sono iscritto inquesto mondo virtuale, dovemilioni di persone vivono unavita virtuale e parallela aquella reale. Ognuno si dàun'immagine fisica, ha un la-voro, una casa. La mia sfigaè che ormai i posti da mana-ger erano finiti, quelli da bellio da Vip anche, avanzava unposto da venditore ambulan-te pelato e grasso di cicorie.L'ho preso, almeno lì lavoro.In quel mondo manca ungiornale locale e sarebbebello se Lei volesse essere

come qui il mio Direttore. E prende-remmo tutte le giovinazzesità scrittesul Suo giornale e costruiremmoGiovinazzo2. Ma la posizioneremmoa migliaia di chilometri da Bitonto2perchè anche lì so che fregano i mo-torini. Sarà l'anno in cui non rivedre-mo molti emigrati, e continueremo adire che a Giovinazzo si sta bene.Tutto sommato, come dice Antonello«l'edilizia va», sono gli occupanti de-gli stabili che non si trovano più. For-se ora che ci penso vorrei dedicare

III Trav. Daconto, 50 - Giovinazzotel. 080.394.88.64

LE PREVISIONI DI BRUNO LANDO

L’ANNO CHE VERRÀRITORNERÀ IL 6 GIUGNO L' ELECTION DAY

OVVERO IL «GIORNO DELLA PAGNOTTA

Page 33: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO - GENNAIO 2009

33 Gennaio 2009

PIAZZA BENEDETTINE (centro storico) Giovinazzo - tel. 348.03.21.695

si effettuanoconsegne adomicilio

si effettuanoconsegne adomicilio

il 2009 ai nostri giovani e non chehanno lasciato Giovinazzo per darsiuna vita decorosa in altri siti. Una vitafatta di lacrime di nostalgie e telefo-nate domenicali, per sapere «chi èmorto a Giovinazzo». Venti anni fanon lo avremmo detto che la maggiorparte di noi sarebbe emigrata, in Piaz-za aspettavamo il nostro turno perentrare nella pubblica amministrazio-ne. O per essere chiamati da qual-che impresa che si sarebbe impres-sionata a vedere il nostro voto di di-ploma. Ma l'ottimismo ritornerà il 6giugno all' Election Day che tradottoin giovinazzese sarebbe il «Giornodella Pagnotta». E finalmente diven-teremo importanti per i nostri politicilocali, provinciali e regionali. Se ogginon hanno tempo per ascoltarci,perchè poverini indaffarati in milleproblematiche, quei giorni verrannoa trovarci a casa e le colazione neibar ci saranno pagate. E Lei insegui-to per una intervista o una pubblicitàda pagare a "risultato raggiunto". Il2009 sarà l'anno di qualche inceneri-tore a Giovinazzo. Se non è alla ex

Pirelli Cavi si dice che potrebbeesserlo nella ex Ferriera. Uno dieternit per smaltire i rifiuti dell'Italiameridionale. Ci verranno a dire chesarà ARCIsicuro, perchè se si metteil bollino dell'ARCIsicurezza suqualsiasi cambiamento ambientalea Giovinazzo possiamo stare tuttitranquilli. Ma non sarà così nero l'an-no che sta arrivando. Per gli ince-neritori potremmo sempre boicottarlimandando un carico di stupefacentimischiati a qualche porcheria chi-mica. E bruciando una nube tossi-ca ed estasiante coprirà il nostrocielo. E rideremo tutti e canteremole canzoni di Bob Marley. E faremol'amore nei vicoli del centro storico.E al giorno della pagnotta ce ne an-dremo al mare, a fare i ricci e a ve-dere la «prima carne bianca» dellastagione. Ma la televisione ha dettoche il nuovo anno porterà una tra-sformazione e tutti quanti stiamo giàaspettando. Sarà l’anno nero delleborse e dei mercati, la massaiauscirà col suo carrello della spesaa giorni alterni. Qualche altra aspet-

terà di buon mattino che Trombin delTG5 la informi sull’indice asiaticoNikkey o Han Seng prima di fare laspesa. Nel 2009 anche i muti potran-no parlare e forse anche Dolciamorein consiglio comunale. E questa è lanovità!

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34

la pagina delliemigrante

Il periodo autunnale, come si sa, coinci-de con la ripresa delle attività associati-ve e con l’organizzazione di manifesta-zioni che per i pugliesi in Lombardia sonol’occasione per rinsaldare le tradizioni,vivere il folclore, sperimentare l’incon-tro, l’accoglienza, l’amicizia.E’ buona consuetudine che in questi in-contri intervengano amministratori loca-li e autorità cittadine a portare dalla Pugliail ricordo, il saluto, l’incoraggiamento acoloro che per i motivi più vari hannolasciato la città natia per trasferirsi alNord.In particolare quest’anno desidero se-gnalare la presenza di tre vescovi perpartecipare a tali manifestazioni.A fine settembre è giunto a Milano mons.Felice di Molfetta, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano che, insieme ad una de-legazione del clero e a numerosi cittadi-ni e rappresentanti delle istituzioni diAscoli Satriano, è venuto a trovare i suoicondiocesani. L’occasione è stata offer-ta dalla celebrazione della festa di sanPotito, patrono di Ascoli Satriano, sulquale è stato organizzato un convegnoper illustrare la storia del nome, del per-sonaggio e i risvolti di natura pastoralee spirituale. A chiudere la giornata, unospettacolo dell’attore Gerardo Placido,originario di quella città, che ha portatoin scena la vicenda del martirio di sanPotito, giovanetto che non volle sacrifi-care alle divinità pagane e per questovenne ucciso dall’imperatore Antonino.Ricordo che mons. Felice di Molfetta, ori-ginar io di Terlizzi, quindi nostrocondiocesano, è molto conosciuto e sti-mato anche a Giovinazzo per il suo im-pegno di studioso di liturgia (e di ceri-moniere di don Tonino Bello), e in taleveste ricopre ruoli di responsabilità al-l’interno della Conferenza Episcopale Ita-liana.Il secondo vescovo giunto a Milano inottobre è stato mons. Carlo Ghidelli, pa-store della chiesa di Lanciano-Ortona epresidente dei vescovi abruzzesi, che

pur non essendo pugliese, è noto peri rapporti con la nostra città, alla qua-le in agosto ha donato una reliquiadi san Tommaso apostolo.Anche lui, a motivo di un pellegri-naggio della sua diocesi in occasio-ne del giubileo sacerdotale, ha de-siderato incontrare i diocesani emi-grati in Lombardia.E infine è da segnalare l’incontro chel’arcivescovo di Milano, il card.Dionigi Tettamanzi, ha avuto indicembre con una delegazionedell’Associazione RegionalePugliesi, in occasione della fe-sta del santo Patrono Ambrogioper scambiare gli auguri natali-zi. L’arcivescovo ha ricevuto al-cuni prodotti tipici e il calenda-rio di don Tonino Bello (per i tipidella Ed Insieme), quasi a se-gno dei notevoli frutti spiritualiprodotti e del ricordo semprevivo del vescovo pugliese.I tre incontri hanno avuto il loroculmine presso la basili-ca di sant’Ambrogio,cuore della religiosità mi-lanese. Sotto quelle au-stere volte agli emigran-ti è sembrato di esseresotto le arcate delle cat-tedrali dei loro paesi diorigine, dove si venera-no i loro patroni, e sicu-ramente hanno pensatoche anche la comune ra-dice religiosa serve asentirsi accolti e utili inuna realtà nuova all’ap-parenza più fredda e di-stante.

di Agostino Picicco

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IN FOTO1. Mons. Carlo Ghidelli ricevuto con i suoi condiocesani nella basilica di sant’Ambrogio2. Mons. Felice di Molfetta conclude lo spettacolo teatrale di Gerardo Placido3. Il card. Tettamanzi riceve la presidenza dell’Associazione Regionale Pugliesi

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35 Gennaio 2009

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I MOTIVI PER vivere a

L’ANNO CHE VERRÀ2831 - Aspettare l’anno che verrà perché con l’Election Day del 6giugno ci sarà il «Giorno della Pagnotta»2832 - Aspettare l’anno che verrà per guardare il figurone che faràDino Piscitelli in rappresentanza del Popolo della Libertà al consiglioprovinciale2833 - Aspettare l’anno che verrà per guardare il figurone che faràCosmo Damiano Stufano in rappresentanza del PD al consiglioprovinciale2834 - Accompagnare il comizio di maggio di Dino Piscitelli incoro «per fortuna che Silvio c’è»2835 - Accompagnare il comizio di maggio di Cosmo DamianoStufano in rappresentanza del PD in coro «per fortuna cheTelenorba c’è»2836 - Sostenere la candidatura di Dino Piscitelli in rappresentanzadel Popolo della Libertà al consiglio provinciale per essere nominatirappresentanti di seggio2837 - Sostenere la candidatura di Cosmo Damiano Stufano inrappresentanza del PD solo se si riceverà la fornitura almeno perun mese della pasta Divella2838 - Aspettare l’anno che verrà che riporterà Antonello a fare ilsindaco di Giovinazzo mettendosi in aspettativa questa volta dadirigente scolastico2839 - Sostenere l’Antonello-pensiero per cui «l'edilizia va» anchese gli occupanti degli stabili non si trovano più.2840 - Uscire con il carrello della spesa solo dopo aver ascoltatolavoce di Trombin del TG5 che ‘c’è fiducia sui mercati’2841 - Riporre il carrello della spesa a posto perché l’indice asiaticoNikkey o Han Seng hanno chiuso in negativo2842 - Aspettare il 2009 perché se i muti potranno parlare ancheDolciamore lo farà in consiglio comunale2843 - Aspettare il 2009 che i matrimoni durino finchè continuinole relazioni clandestine2844 – Augurarsi che il 2009 spariscano le corna nelle case esull’attico del Palazzo di città con la rimozione delle antenne

ATTRATTIVE2845 - Assistere alla scena di vecchiette che camminano per lastrada affrettando progressivamente il passo e guardandosi lespalle, con l'evidente timore di essere inseguite chissà da qualemalintenzionato2846 - Prendere la circolare e soffrire di solitudine2847 - Incrociare più di una volta, nella stessa mattinata, il solitotre ruote blu che distribuisce il pane2848 - Sperare di vedere il tre ruote blu del forno mentre impenna

2849 - Se si guida, imbestialirsi contro le vecchiette che camminanoper strada e non sui marciapiedi

RELIGIONE2850 - Dedicare la messa alla defunta suocera nell'anniversario dimorte, anche se in vita si litigava come cani e gatti2851 - Avvicinarsi ai gruppi di Azione Cattolica alla ricerca spudoratadi giovani con cui contrarre matrimonio2852 - Mandare i propri figli agli scout perché "si tratta di un ambientemoralmente sano e di livello culturale elevato"2853 - Ambire ad andare a recitare il rosario a TeleDehon2854 - Chiedersi chi fu lo scomunicato che scrisse "vive sano chialle chiese sta lontano" sul muro di fronte alla chiesa di S. Agostino2855 – Partecipare alla Veglia di Natale per poi tornare in chiesadopo 365 giorni

ECONOMIA2856 - Recarsi alla posta per riscuotere la pensione muniti, in borsa,dell'apposito mattarello anti-rapina2857 - Essere svegliati alle 7:30 dalla voce che strilla: «La pastagialla… la pasta gialla»2858 - Essere svegliati alle 7:30 dalla voce che strilla: «Le patate diBarletta… le patate di Barletta»2859 – Rimpiangere alle 7:30 dalla voce che strillava «Il sale diMargherita bello e saporita»2860 - Tornare a casa con lo stipendio e consegnarne parte allamoglie per la gestione domestica mensile2861 - Contare metodicamente e quotidianamente, nella secondametà del mese, i soldi che sono rimasti in casa, in attesa delprossimo stipendio

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Aspettare l’anno che verrà per accompagncomizio di maggio di Dino Piscitelli in corofortuna che Silvio c’è»

L’ANNO CHVERRà

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37 Gennaio 2009

CUI VAL LA PENAa giovinazzo

A.C.L.I.ASSOCIAZIONI CRISTIANE LAVORATORI ITALIANI

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ERANO BEI TEMPI2862 -...quando si attendeva impazienti il passaggio del trainotirato dal cavallo, per lanciarsi a raccoglierne i rifiuti solidi organici,utili per la campagna2863 -...quando si andava al vecchio parco, dove si imparava apattinare e a lottare per farsi notare dagli allenatori dell'A.F.P.2864 -...quando si discuteva animatamente se era meglio guidarele "cariole" con i piedi, direttamente con le mani o con una cordatra le mani2865 -....quando ascoltavamo la trasmissione dei bambini suRadio City 2000

Inviate i vostri motivi per cui valela pena di vivere a Giovinazzo:

Email: [email protected]

tel/fax 080.394.79.20

LA PIAZZA DI GIOVINAZZO

VIA A.CAIROLI,95

70054 GIOVINAZZO

MATRIMONIO2866 - Informarsi approfonditamente su tutti gli invitati, per saperese c'è gente che "mi ha già visto con questo vestito a un altromatrimonio"2867 - Accorgersi, appena entrata nella sala ricevimenti, cheun'altra invitata «si è messa lo stesso vestito che mi sono fattoio» e tornare a casa immediatamente per organizzare un'altrolook nel giro di mezz'ora2869 - Maledire fino alla settima generazione il negoziante cheha garantito l'originalità del "vestito che mi sono fatta", gridandoistericamente nella macchina dell'incolpevole fidanzato2870 - Pensare di rinunciare a partecipare al matrimonio, mentreil malcapitato fidanzato sta pensando seriamente di lasciare lafidanzata

nare ilo «per

HE

Page 38: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO - GENNAIO 2009

38

little italyDI NICK PALMIOTTO

NEW YORK. E’ tradizione per gli USA ufficialmente aprire ilperiodo natalizio con la celebrazione del Thanksgiving, cioe’ il«Giorno di Ringraziamento» che cade ogni ultimo giovedì dinovembre. Alcuni centri commerciali aprono le loro porte a mez-zanotte mentre i piccoli commercianti aprono alle ore 4 o 5 delgiorno seguente. La scena che si presente ai negozi è quella diuna maratona dove tutti si affrettano a fare compere con saldispeciali.Le vetrine di negozi, i grandi centri commerciali, le strade e lepiazze, sono addobbate già a festa. Si respira già l’atmosferadel Natale che verrà. I media invitano i consumatori a spende-re. Per giorni ogni canale televisivo bombarda il pubblico conpubblicità subliminale. Perché se spendi si crea il la circolazio-ne virtuosa della moneta. E tutti ne giovano. Dal piccolo algrande operatore di mercato.Ma veniamo a noi. Il natale di quest’anno sarà agrodolce. I datisull’occupazione parlano di 533.000 operai che a novembrehanno perduto il lavoro e da gennaio 20089circa 2milioni dioperai si uniranno a quelli di novembre . La recessione è avve-nuta da dicembre 2007 ma molti ne avvertivano i sintomi giàda qualche mese prima. Il tasso di disoccupazione attuale è di7.1%, le previsioni parlano di 7.5% per fine anno e 8.6% perfine 2009. Poveri operai senza lavoro!Se questo quadro non basta per fotografare il periodo nerodella crisi economica, aggiungasi le difficoltà dei colossi auto-mobilistici sull’orlo di bancorotta. La General Motor, la piu’ gran-de delle tre industrie conferma che senza aiuti dello Stato ces-serà la produzione per fine anno: la compagnia sarebbe senzafondi e dovrebbe chiudere ogni operazione. Stesso discorsovale anche per Chrysler e Ford.Per il comune cittadino che paga le tasse sul reddito a fineanno questi dati sono un ulteriore perdita di fiducia. Se fallisco-no le compagnie automobilistiche, crollerebbero anche le ban-che e le assicurazioni, l’industria pesante e tutto l’indotto chesostiene l’indotto dell’auto. E la disoccupazione toccherà nu-meri a due cifre. Senza alcuna esitazione, la nazione cadreb-be in una grande depressione.Se invece si concedono prestiti governativi, se si procede aduna riorganizzazione radicale del management e delle risorseumane, si prolungherà l’agonia, ma non ci saranno grosse so-luzioni alla grande depressione. Intanto tutto aumenta: il debitopubblico oggi ha raggiunto cifre mai immaginabile, circa 12trilioni di dollari mentre si spendono milioni di dollari per com-battere da anni in prima linea due guerre fasulle senza alcuna

Il 2009? L’anno della grande depressione!

anniversario

ANGELO BAVARON.17-2-1928 M.29-01-2008

Ci hai lasciato in punta di piedi,

quasi non volessi dirci nulla per

non farci soffrire... e per questo

che non dobbiamo dispiacerci.

E' passato un anno da quel giorno,

ed ogni qual volta leviamo i nostri

occhi al cielo, dobbiamo credere

che fra quelle stelle ci sei tu... a darci conforto ed a

sorriderci da lassù...

Porteremo sempre nei nostri cuori il tuo magnifico

esempio di lealtà, rettitudine e nobiltà d'animo.

CIAO PAPÀ! CIAO NONNO! TI VOGLIAMO BENE!

luce alla fine del tunnel. Su chi si rifletterà gli scenari futuri.Sulla povera gente,i giovani senza lavoro, sui cittadini dipen-denti, sui pensionati. Non certo sugli uomini d’affare che sisono già cautelati per eventuali fallimenti.Dal punto di vista sociale, il Welfare ha già tagliato i fondi allescuole, il credito è molto più esiguo, le famiglie non hannofondi per pagare le rette per i figli da mantenere nei college.Auguri per il 2009. Lo so che sarà difficile ma speriamo dicavarcela!

LORENZAPASTORESSA

vedova Amato,all’età di 87 anni, il

17 novembre u.s. haconcluso la sua vita

terrena.I figli tutti con le

nuore e il genero e inipoti ringraziano

tutti coloro chehanno testimoniato

il loro affetto.E’ doveroso

rivolgere un plausopubblico al

personale tutto dellaCasa di riposo di

San Francesco perl’umanità, la

professionalità el’amore con cui

l’hanno accudita eseguita per gli ultimi

sei mesi di vita.

LUTTO

Page 39: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO - GENNAIO 2009

39 Gennaio 2009

GIOVINAZZESI D’AMERICASono approdati sulla Est Coast nelcorso del Novecento. Per loro l’Italianon è rappresentata solo dalla bandie-ra tricolore ma anche dai colori delSanto da Padova. Sono i giovinazzesidegli States. Quasi tutti abitanti nelNew Jersey e in New York(Brooklyn, Bronx, Queens, LongIsland, New Jersey e Manhattan). Ad

unirli alla patria (quella italiana e quellagiovinazzese) la società di S. Antonio.E’ la dimostrazione che la fede dei nostriantenati verso il santo e l’amore perGiovinazzo sono ancora vivi. E’ quelloche cercano di trasmettere ai figli e nipo-ti. In tanti anni di attività sono stati rag-giunti grossi traguardi. Il più importante:

unire tutte le famiglie e gli amici della grandissima comunità dei giovinazzesi che si tro-va in terra statunitense, al fine di sviluppare nuove amicizie, nuovi incontri, nuovi rap-porti umani e di lavoro. L’unione fa la forza, insomma! Novembre per la comunità di S.Antonio è dedicato al galà. Pochi dati per ricordare il successo del dinner-dance.Più di 350 iscritti. Mica male. La società di S. Antonio è un’associazione no profit.Uno status che impone di non avere utili a fine anno e quindi di fare donazioni. Chepoi è il primo obiettivo. Tante sono le donazioni caritatevoli compiute nel corso deglianni.Per la cronaca ci si è ritrovati sempre al Russo on the Bay. Il menu questa volta nonera il classico italiano: pietanze diverse delle regioni diverse di Italia misti anche aduna sezione giapponese. Anche quest’anno pergamene e medaglie per molti. Onoratid’eccezione Andrew Cortese e Nick Goffredo per la loro dedicazione alla società eal santo. E menzione d’onore per chi fa le cose sempre per bene, ovvero ilComitato: Mike Serrone, Luigi Serrone, Jerry Scivetti, FrancescoMastropasqua & Cosimo Fiorentino. Senza loro ci sarebbe un’avventurain meno. E qualche giovinazzese soffrirebbe di più di saudade.

Foto e servizio Grazia K. Serrone

Page 40: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO - GENNAIO 2009

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Page 41: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO - GENNAIO 2009

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Ritorno alle nostre radici. Melissa Marolla,nata in America, come suo padre, figlio digiovinazzesi emigrati in USA all’inizio delsecolo scorso, è ritornata a Giovinazzodopo più di sette anni. «Noi siamo quelloche i nostri predecessori hanno lasciatonella storia. Ecco perché non c’è futurosenza passato». Questo avrà pensatoMelissa Marolla di ritorno a Giovinazzo.Senza il recupero del nostro passato, lanostra specificità, la nostra identità tuttosvanisce nel pastone informe, non ha fu-turo. Melissa non parla italiano, non ha maiincontrato alcuno dei suoi parenti paterni.In America si è sposata ed ha messo sufamiglia. Ma è sempre stato suo grandedesiderio risalire alle sue origini, conosce-re quei pochi parenti italiani ancora vivi, dicui non sapeva niente. A lei interessa piùil ritorno alla scoperta delle proprie radici,più che il ritorno alla tradizione. Perché or-mai la sua tradizione è, di per sè, viva,però le radici storiche sulle quali si muovee vive sono una cosa diversa. Pensiamoalle tradizioni perdute di Melissa. La pastache è un piatto della nostra tradizione lamangia in modo molto diverso da quantofacevamo un tempo i nonni in AmericaQuesto non significa che deve disdegnarel’hamburger. Nel suo viaggio Melissa è sta-ta particolarmente fortunata. Ha incontra-to la famiglia Serrone che li ha ricondottialla scoperta delle passato della nostracittà passeggiando tra i vicoli del centrostorico e i verdeggianti ulivi di campagna.E ha conosciuto il signor FrancescoMarolla, suo omonimo non parente, cheproprio per questa fortuita coincidenza hapreso a cuore il suo caso e l’ha condottoalla scoperta delle proprie radici, rico-struendogli un po’ di genealogia. FuronoSebastiano Marollus di Andria e LauraMarulla (altrove Marolla), nel 1774 i primi

abitanti di Giovinazzo. I Marolla non sonomolti in verità. In Italia 267 persone han-no il cognome Marolla, quasi tutti concen-trati in Puglia dove vivono ne vivono 211.Il resto è concentrato nel milanese e aRoma. Il cognome Marolla è infatti il 12950° più diffuso in Italia. Ma in Italia cisono 350mila cognomi differenti, l’Italia èstrana anche perché è il Paese al mondocon la maggiore varietà di nomi di fami-glia. Sommando i possessori dei diecicognomi più diffusi, da Rossi a Greco, sicopre all’incirca l’1% della popolazione na-zionale. Per Melissa, un ritorno alle sco-perte delle proprie radici. Sarà servito?Chissà! Quantomeno il suo cuore ha pal-pitato di un battito nuovo durante il sog-giorno giovinazzese.

Ritorno alle nostre radici

«Back to our roots»

BACK ROW: Mike Mekcer, Jeff Hipple, Frank (Ciccio) Marolla, Melissa Marol-la. FRONT ROW. Grace, Cathy Hipple, Jane Marolla, Pasquale e Francesco

GLI AUGURI DALL’ANT

La delegazione

A.N.T. (Associazio-

ne Nazionale Tu-

mori) di Molfetta,

Giovinazzo, Ruvo

di Puglia e Terlizzi ringrazia tutti i

giovinazzesi che, con la consueta ge-

nerosità, hanno, anche quest’anno,

aderito alle iniziative a sostegno del-

l’ospedale domiciliare oncologico e

augura a tutti un prospero e sereno

2009.

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43 Gennaio 2009

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Page 45: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO - GENNAIO 2009

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GENNAIO,si diffondono molti

insetti come cocciniglie, aleurodidi eragnetti che possono danneggiarenotevolmente le piante, pertanto sono daintensificare i trattamenti insetticidi conprodotti specifici.

GENNAIO, inizia il nuovo anno. E’ il meseche permette di fare la programmazione delgiardino, studiare le migliori composizionie accostamenti di piante nelle aiuole, di vi-sitare garden e guardare cataloghi per tro-vare nuove varietà di piante e di fiorisgargianti. Inoltre ci ritroviamo con gli ap-partamenti pieni di piante, Stelle di natale,Ciclamini ecc., che abbiamo comprato o checi sono stati regalati in occasione delle fe-ste natalizie appena passate. Ecco alcunisuggerimenti sulle operazioni da eseguirein questo periodo dell’anno.

LE PIANTE D'APPARTAMENTOLe Piante verdi (Ficus, Potos, Tronchettoecc.): le piante che si trovano negli apparta-menti e negli uffici vivono il loro periodopeggiore a causa delle temperature troppoelevate (riscaldamento elevato), della pocaumidità, delle sale frequentate da fumatorie dalla ridotta illuminazione. In questi casi èconsigliabile areare gli ambienti periodica-mente per un benefico ricambio di aria e diumidità, inoltre, é consigliabile eseguiredelle nebulizzazioni sul fogliame (ricorda-tevi di mettere sempre sotto la pianta unostraccio o dei fogli di giornale per evitare dibagnare il pavimento). Non bisogna ecce-dere con le annaffiature. I vasi sono da po-sizionare vicino alle vetrate e alle finestreper ricevere la luce naturale, facendo atten-zione a non sottoporre le piante a correntidi aria fredda. Infine , il consiglio basilare dimantenere le piante lontane dai termosifo-ni, che se collegati ad una rete centralizza-ta sono sempre ad un livello di funziona-mento elevato. Classico è l’esempio delBenjamin che perde le foglie in ambientitroppo secchi e caldi. La Stella di Nataledeve essere nutrita regolarmente con con-cimi specifici per mantenere la fioritura piùa lungo. Ricordatevi di rinnovare l’acqua deivasi in idrocoltura e sostituire la resina nu-triente esaurita. Per favorire la lucentezza el’estetica della pianta si consiglia di pulireperiodicamente le foglie dalla polvere uti-lizzando lucidanti specifici. In questo perio-do si diffondono molti insetti comecocciniglie, aleurodidi e ragnetti che pos-

sono danneggiare notevolmente le piante,pertanto sono da intensificare i trattamentiinsetticidi con prodotti specifici.

IN TERRAZZO E BALCONE (piante annualie perenni, Gerani, Tagete, Impatiens, Cicla-mini ecc. ): In questo periodo è importanteeliminare l’eventuale neve che si è deposi-tata nei vasi e sulle coperture. Rimuoviamoe rivoltiamo il terreno che ospiterà nella pri-mavera le nuove piante, per far si che l’azio-ne del freddo e del gelo ne migliori la struttu-ra e ne aumenti la sofficità. Per le piante checontinuano la normale crescita (ciclamini, ca-voli ornamentali ecc.) saranno da effettuarele periodiche operazioni di concimazione,annaffiatura e sfoltimento dei fiori appassitie dei rami secchi che possono propagaremalattie fungine.Le piante grasse: Sono in fase di riposo, lefunzioni vitali risultano rallentate, pertantobisogna avere l’accortezza di non annaffia-re, mantenere le piante in luoghi luminosi econ temperature di circa 18°C. Vannoconcimate in modo limitato, ma con fertiliz-zanti specifici.

NELL'ORTOOrtaggi: In questo mese, caratterizzato dafreddo, piogge e neve, i lavori nell’orto sonolimitati a causa dell’impossibilità di calpe-stare o di entrare nel terreno. Nelle serre sideve eliminare la neve caduta che potrebbecompromettere la stabilità della struttura.Nelle giornate più calde si deve provvederead arieggiare la serra per evitare che si for-mi eccessiva condensa sugli ortaggi checausa l’insorgenza di marciumi e di malattiefungine. Si consiglia di verificare periodica-mente lo stato di conservazione degli ortag-gi presenti nel magazzino ed eliminare quelliche presentano delle alterazioni e deimarciumi. Negli ambienti riscaldati si posso-no iniziare le semine di pomodoro, melan-zana e erbe aromatiche (basilico e prezze-molo). Si raccoglie: il Cardo imbiancato, iCarciofi, i Cavoli, la Cicoria, l’Indivia e laScarola, le Lattughe da taglio, il Prezzemoloe il Porro. Si possono seminare in ambiente

LE PIANTE D’APPARTAMENTO E SUL BALCONE

I lavori di Gennaio

protetto: Il Basilico, il Cavolo, le Lattughe,oltre a Melanzana, pomodoro, Pepero-ne, Zucchino, Ravanello, Spinacio,Sedano,Valerianella, Rucola. Si può se-minare in pieno campo: il Pisello e laFava, mentre si trapiantano in pieno cam-po la Cipolla, l’Aglio, le zampe di Aspa-rago e il Carciofo. Si devono fare tratta-menti insetticidi e fungicidi con prodottiappositi per controllare la diffusione dimalattie.

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personaggi

È il mister dei record. E’ un Sarino dacapogiro. E’l’allenatore del pallone. Ciha provato su quella panca a fare ilbuono, ad indossare i panni del distac-cato in una innaturalissima mascheradi tipo anglosassone: non un gesto,non una parola. Niente. Sarino anchequando fa il bravo una occhiatacciaall’arbitro la deve lanciare. Sor Sarinodei record. Ha vinto quasi tutte le par-tite. Non una sconfitta. Sette punti didistacco dalla seconda alla settimagiornata è roba da Sor Sarino. «Guar-da l'allenatore, da cinquant'anni ap-presso ad un pallone sulla panchinacalda come il sole e un freddo gelidoquasi polare… E guardalo l'allenatorea bordo campo pronto a cominciaredeterminato nel voler cercare una vit-toria che lo può salvare. Con la suagrinta irrompe come un tuono, chiudigli spazi e segui sempre l'uomo, manon ti sembra di vederlo solo…» È uno diquelli che quando non c’è, ne senti la man-canza, anche se non fai il tifo per la suasquadra, anche se sei lontano anni luce daquel suo modo di concepire il calcio e lavita stessa. Figlio di questa terra, nato sen-za camicia, non ha mai nascosto i suoi ri-cordi legati ad un calcio che adesso nonc’è più. «Io preferisco le partite in cui sifacevano almeno cinque passaggi di se-guito. Oggi tra pressing e fuorigioco alto nonsuccede più!». Ma Cesare Mondini è così,senza peli sulla lingua, uno di cui solita-mente si dice “o si ama o si odia”. Ammira-to dai più, almeno da quelli che amano laverità e la trasparenza, perché, se c’è unpregio che gli si deve riconoscere, è pro-prio quello di non mandarle a dire, di met-tere il prossimo di fronte alla verità, qua-

lunque essa sia. «Oronzo Pugliese da Turiaffermava: ventidue gambe hanno loro,ventidue gambe abbiamo noi; il pallone èrotondo, la porta è quadrata. Ma soprat-tutto l'arbitro è cornuto. Parole di un uomodi una certa età e di un certo spessorecalcistico!» - affermava Mondini in unavecchia intervista pubblicata su questomensile. «Che differenza c'è fra una par-tita e la vita, se ci trova soli ad affrontareuna sfida. Per vincere non è che bastasolo lottare bisogna dare tutto e potreb-be non bastare. A questo aggiungi pureche la sorte ti inganna, all'ultimo minutopuò tradirti una palla. Ci sono scontri durie calci di rigore dove non puoi sbagliaree poi trasferte amare». Un uomo schiet-to, di cui il calcio sentiva la mancanzada quando non lo si vedeva più agitarsi

SOR SARINO DA CAPOGIRO! La sua Polisportiva è al primo posto nel

la domenica su una panchina, urlarecontro gli arbitri, che spesso lo man-davano negli spogliatoi prima del pre-visto. «Guarda l'allenatore da cin-quant'anni appresso ad un pallonesulla panchina calda come il sole eun freddo gelido quasi polare… eguardalo l'allenatore ha dato tanto eha avuto molto meno ma quanti osta-coli quanto veleno prima di alzare lesue braccia al cielo. In questo mon-do privo di valori dove chi conta sonoi vincitori e dei perdenti cancelliamoi nomi…». Lui, uno di quelli che inpanchina s’è fumato l’impossibile. «Ioho sempre detto loro ‘Io fumo ma voinon fumate». Nessuna ipocrisia: Ce-sare è così, lo è sempre stato, pren-dere o lasciare! Da un po’ non ne sen-tivamo parlare, sembrava che aves-se definitivamente abbandonatol’idea di tornare ad allenare: invece,

da qualche mese è il traghettatore dellaPolisportiva, sul gradino più alto del tor-neo di Terza Categoria. Mondini non dicebasta al calcio. «E adesso vi accompagnodalle scale ai riflettori, c'è gente sugli spaltiche ci vuole campioni…». La cantavaGianni Morandi, l’ha ripetuto CesareMondini quest’estate prima di abbracciarel’intesa con Nino Mastandrea. Adesso lasua Polisportiva è al primo posto con undistacco siderale sulla seconda in classi-fica. «… a volte soffia il vento in poppa edaltre volte ti affonda…». Stavolta, invece,il vento sembra essere proprio dalla suaparte. Coraggio, Cesare.

SOLUZIONE CRUCIPUZZLE(pag.41):

«La mamma fesce le figghie ela vecène le marète»(LA MAMMA ALLEVA LE FIGLIE E LA VICINA LE MARITA)

campionato di Terza Categoria

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