LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

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1 Dicembre 2007

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MENSILE DI SATIRA CULTURA INFORMAZIONE GIOVINAZZESE

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1 Dicembre 2007

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3 Dicembre 2007

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di Giovinazzo Cittadine e Cittadini diGiovinazzo,Carissimi,

La nostra attività di questi mesi è inparticolare rivolta a definire gli stru-menti amministrativi per lo svilup-po di Giovinazzo all’interno del ter-ritorio di riferimento, quello dellaMetropoli Terra di Bari.Il documento della CommissioneEuropea “Orientamenti strategicicomunitari 2007/2013” del 5 luglio2005 e i nuovi Regolamenti appro-vati tra giugno e dicembre 2006 han-no modificato gli obiettivi di svilup-po dei territori che compongonol’Unione Europea. Tre sono le gran-di sfide comunitarie dei prossimianni:· quella della convergenza, rivolta alrafforzamento della coesione eco-nomica e sociale dell’Unione (exObiettivo 1), per le regioni in ritar-do di sviluppo, cioè quelle che han-no un Reddito Lordo inferiore al75% della media comunitaria;· quella della competitività, che si ab-bina all’obiettivo della creazione dioccupazione stabile, per le regioniimpegnate nel rafforzamento dei fat-tori di stabilità socio economica(nella precedente programmazionearee identificate come obiettivo 2 e3);· quella della cooperazione territo-riale che mira a rafforzare la coope-razione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, promuovendola ricerca di soluzioni congiunte aproblemi comuni tra le autorità con-finanti, come lo sviluppo urbano,rurale e costiero e la creazione di

LA PIAZZA

ASS. AMICI DELLA PIAZZAII TRAV. MARCONI,4270054 GIOVINAZZO (BA) ITALY

Via Cairoli, 95 Giovinazzo 70054 (Ba)Edito da Ass. Amici della PiazzaIscr. Trib. di Bari n. 1301 del 23/12/1996Part. IVA 05141830728 Iscr. al REA n.401122Telefono e Fax 080/394.79.20IND.INTERNET:www.giovinazzo.itE_MAIL:[email protected] Sergio Pisani & Gianni Perillidirettore responsabile Sergio Pisani

redazionePorzia Mezzina - Agostino Picicco - RosaIlluzzi - Damiano de Ceglia - Giusy Pisani -Marianna La Forgia - Daniela Stufano -Giangaetano Tortora - Nico Bavaro - An-gelo Guastadisegni - Rossella Tiribocchi -Mimmo Ungaro - Matilde Restaino -Mariagrazia Cirillo - Diego de Ceglia -Onofrio Altomare - Gabriella Marcandreacorrispondenti dall’esteroVito Bavaro - Nick Palmiotto - Giusep-pe Illuzzi - Rocco Stellaccistampa - Idee Stampe (Molfetta)progetto grafico - Ass. Amici dellaPiazzaWeb master: Antonio e FrancescoCaccavoresponsabile marketing & pubblicità:Roberto Russo tel. 347/574.38.73

ABBONAMENTIGiovinazzo: 10 EuroItalia: 20 EuroEstero: 60 EuroGli abbonamenti vengono sottoscritti conc.c postale n.80180698 o con vaglia postaleo assegno bancario intestato ad:

La collaborazione é aperta a tutti. La reda-zione si riserva la facoltà di condensare omodificare secondo le esigenze gli scrittisenza alterarne il pensiero. Gli articoli im-pegnano la responsabilità dei singoli autorie non vincolano in alcun modo la linea edi-toriale di questo periodico.Finito di stampare il 24/11/2007

relazioni economiche e di reti di Pic-cole e medie imprese.Il 13.7.2007 è stato presentato all’Unio-ne Europea ed approvato il QuadroStrategico Nazionale italiano. Alla de-finizione della programmazione ope-rativa relativa all’azione dei FondiStrutturali Europei per il periodo 2007-2013 manca l’approvazione dei Pro-grammi Operativi Nazionali e Regio-nali.

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5 Dicembre 2007

Per noi l’appuntamento con le risorsedi questi programmi riveste partico-lare importanza perché difficilmente,in futuro, potremo contare sulla stes-sa quantità di finanziamenti. L’allarga-mento dell’Unione ha portato ad unariduzione del 12,5% del Prodotto Na-zionale Lordo medio all’interno del-l’Unione e per effetto di ciò già dueregioni italiane, in precedenza presen-ti nell’Obiettivo convergenza,

Basilicata e Sardegna, perdono leopportunità garantite da tale obiet-tivo.Nell’ambito del complesso percor-so di definizione dei programmioperativi, il 31 ottobre scorso,Giovinazzo, insieme con gli altri 30comuni che formano la MetropoliTerra di Bari, ha consegnato al pre-sidente della Puglia, Nichi Vendola,il documento ricognitivo prelimina-re del proprio piano strategico disviluppo. Nei prossimi mesi lavore-remo alla definizione di progetti chegarantiscano lo sviluppo dell’inte-ra area attraverso il sostegno deifondi europei.All’interno di questo grande quadro,ma distinto da esso, abbiamo avvia-to la definizione del documentoprogrammatico preliminare del Pia-no Urbanistico Generale del comu-ne di Giovinazzo. Si tratta della pri-ma parte dello strumento di pro-grammazione territoriale della no-stra città. Esso deve, naturalmente,essere coerente con le previsioni disviluppo dell’area vasta della Metro-poli Terra di Bari, ma definisce lequestioni che riguardano specifica-mente il territorio di Giovinazzo. Gliobiettivi sono ormai noti:· pianificare l’uso della costa;· localizzare attività turistiche nellearee, oggi agricole, retroposte allafascia demaniale;· rivisitare i vincoli della zona B1 incoerenza con il reale valore te-stimoniale e storico-architettonicodel costruito;· individuare aree per l’insediamen-to di residenze unifamiliari;· creare le condizioni per l’uso ricre-ativo di settori della zona agricola,

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compatibile con la sua dominantevocazione produttiva.Un ulteriore tassello di questa am-pia attività di programmazione del-lo sviluppo è la sottoscrizione, in-sieme con i comuni di Terlizzi,Bitonto e Ruvo di Puglia, lo scorso14 novembre, di un protocollo d’in-tesa per la costituzione di un Grup-po di Azione Locale. Attraversoquesta strada ci candideremo aifinanziamenti dell’asse LEADER,che sono rivolti a favorire l’attua-zione di strategie di sviluppo rura-le.

Ma questi non sono stati solo mesidi programmazione. Traccio rapida-mente una mappa incompleta delleprincipali procedure in campo.

Sul versante dei servizi sociali, sia-mo ormai alla vigilia di una vera ri-voluzione nell’erogazione delle pre-stazioni. Infatti stiamo attivando leprocedure di accreditamento dellesocietà, imprese e cooperative delsettore. Al termine di questa fase, icittadini che avranno diritto ad unadeterminata prestazione socialepotranno scegliere autonomamen-te a chi rivolgersi, nell’ambito deglioperatori del settore che avrannoottenuto l’accreditamento. Non saràpiù il comune a scegliere, attraver-so le gare pubbliche, ma sarannodirettamente i beneficiari delle pre-stazioni.Intanto è in corso la gara per l’affi-damento del cantiere per l’amplia-mento del centro diurno ANFFAS

in contrada Casina della Princi-pessa ed è imminente l’aperturadel cantiere per la ristrutturazionedell’immobile di Villa Spada chesarà sede definitiva del CentroFamiglie ora operante in alcunilocali annessi alla scuola mediaMarconi.

Per dire ora delle opere pubbliche,segnalo che è prossima la conse-gna delle due nuove palestre sco-lastiche della S.Giovanni Boscoe della Papa Giovanni. Sono invia di ultimazione i lavori di ma-nutenzione stradale straordinariadelle vie cittadine, mentre sonostati effettuati alcuni interventi diripristino lungo le strade rurali. Èstata aggiudicata la gara per laristrutturazione del Palazzetto divia Aldo Moro. Sono in corso leprocedure di gara per l’amplia-mento della rete di fogna biancae per la ristrutturazione dell’exconvento dei Francescani. Il can-tiere per le attrezzature della pe-sca in cala Porto è oggetto di unadifficile concertazione con glioperatori. A seguito di un’emer-genza abbiamo dovuto riaprire ilcantiere della palestra coperta del-la Scuola Marconi.È pronto il progetto definitivo del-l’ampliamento del cimitero. Intan-to sono in corso le procedure perl’occupazione dei suoli su cui sor-gerà la parte nuova. Sul mercatogiornaliero abbiamo effettuato al-cuni lavori d’urgenza e abbiamoreperito i fondi necessari a por-

tare a termine il cantiere. Gli ufficistanno ora lavorando all’acquisizione dei pareri sul progetto e all’av-vio della gara.Per quanto riguarda l’urbanistica,sono in corso le procedure per ri-spondere alle osservazioni prodot-te dai privati sul piano dei servizirelativo all’ampliamento della cittàoltre la ferrovia (zona C 3). Stiamolavorando a superare le difficoltàprocedurali relative alla realizza-zione di una nuova casa di riposoe di un centro commerciale nel-l’area a servizi 5.Abbiamo un nuovo portale turisti-co sul sito comunale. L’invito è avisitarlo.Abbiamo aderito alla società RA-DAR, il cui principale azionista è laProvincia di Bari e che si occupadi sviluppo della pesca. Una delledue sedi provinciali della scuolaRADAR, dove saranno svolti corsidi formazione, sarà a Giovinazzo.

Carissime e carissimi, come al so-lito, sono stati mesi di alacre lavo-ro. Spero che questa consapevo-lezza contribuisca a diffondere unpo’ di serenità nelle nostre feste difine d’anno, che quest’anno sonostate già allietate dalla visita pasto-rale del nostro amato Vescovo,Mons. Luigi Martella.

Auguro a tutti Buon Natale ed unsereno 2008. Vi abbraccio tutti, unoper uno.

Antonello

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Vorremmo dare voce a quello che tu hainascosto dentro di te. Vorremmo farli co-noscere veramente da chi fino a marte-dì 6 novembre non sapeva nemmenoche tu esistessi e abitassi nel buco diprovincia, la nostra e tua amataGiovinazzo, come la chiami tu CAPUTMUNDI.

Chi scrive ti conosce da sempre e sacome sei, il ragazzo sempre disponibi-le ad aiutare, nel silenzio, quello che ticontraddistingue.

Un ragazzo del quale ci si può fidare conuna sensibilità sopra il normale, attentoai problemi degli altri prima che ai suoi.Noi ti ricordiamo timido e cavaliere con leragazze tanto da meritare l’appellativo pic-colo lord.

Abbiamo condiviso con te ogni nostraesperienza, dall’infanzia alla scuola, aiviaggi, le nostre risate e la tua ironia eautoironia, i tuoi sorrisi fatti al momentogiusto.

Ed ora, avendo condiviso tutto con te, tisiamo vicini anche adesso e forse più ditutto il resto, perché in questo momentotu hai più bisogno di noi. Questo è l’unicomodo per aiutarti e starti vicino, ora chechi non sa nulla di te ti dipinge come unmostro. Proprio tu che hai sempre vistonegli altri il lato migliore, hai preso sem-pre la vita nel lato giusto, quello positivo.

Hanno scritto di te una miriade di coseche non ti appartengono. Ti hanno dise-gnato come non sei. Hanno costruito unRaffaele che siamo sicuri non sei tu. Han-no preso tue foto, le hanno sbattute in pri-ma pagina, tolte dal loro contesto, facen-doti apparire in modo così tanto lontanoda te. Non è una fredda e nuda immagineche può raccontarti, può raccontare quel-

lo che sei, ma solo chi ti conosce, hacondiviso con te, ha vissuto con te.

Quella foto, quella che ormai tutti cono-scono, che ti vede avvolto in carta bian-ca, è nata da uno scherzo con i tuoiamici di collegio. Ora, questa immagineche ci fece tanto ridere, è l’unica cheutilizzano per descriverti.

LA LETTERA

Tutto ciò che viene dopo que-sta brutta esperienza ti promet-tiamo l’affronteremo con te,non vediamo l’ora di vederti,abbracciarti, nutrirci della tuapresenza e della tua effettivabontà.Ti vogliamobene SollyI TUOI AMICIFrancesco Marrano, SaverioBinetti, Francesca Amatulli,Raffaele Mastroviti, EricaMilillo,Tiziana Milillo, Marianna

Modugno, Antonella Petruzzella, MarianoDemartino, Corrado deCandia, Antonietta Turturro. MicheleDesantis, Paolo Genovese, GiacomoBerardi,Giovanni Stufano, Damiano Stufano, Clau-dia Quercia, Gianfranco Chetta, Va!eria DeGennaro, Gabriele Traverso, Francesca Tra-verso, Alessio Bertani.

A Raffaele

11 Novembre

«Raffaele,uno dinoi!»

Giovinazzo, una cittadinatranquilla, Giovinazzo,una cittadina di bravagente e Raffaele come lasua Giovinazzo, un ra-gazzo tranquillo, un bra-vissimo ragazzo. Ma suRaffaele e la sua Giovinazzo si abbatte devastante la tempesta! E con laforza della ragione e l’ottimismo della volontà da questo turbinio incontrollabiledi emozioni e certezze si eleva forte un coro cittadino, un coro che nasce dachi conosce Raffaele Sollecito e con lui ha condiviso negli anni momenti dispensieratezza ma anche momenti di intimo dolore. RAFFAELE LIBERO!RAFFAELE UNO DI NOI! Questo l’appello silenzioso, semplice ma intensoche gli amici di Raffaele hanno lanciato dal Palazzetto dello Sport davanti adun Giovinazzo vincente in pista.

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QUANDO IL FUOCO DEI MEDIABRUCIA LA DIGNITÀ UMANA

QUANDO IL FUOCO DEI MEDIABRUCIA LA DIGNITÀ UMANA

riflessione a margineriflessione a margine

Durante il fascismo radio e giornali non poteva-no parlare di delitti e suicidi. Il regime non pote-va permettere che passasse l’immagine dell’Ita-lia come di un Paese dove non c’era ordine e di-sciplina e tramite la censura cercava di evitareche si diffondesse ogni tipo di allarme sociale.Ora siamo all’opposto. Sembra che i mass media- a cui si è aggiunta la potenza di fuoco della tele-visione, di Internet e della telefonia mobile – sia-no obbligati a mettere su il quotidiano spettaco-lo granguignolesco perché “è la gente che lo vuo-le”. Dove la gente sta per pubblico, cioè per con-sumatori. L’equazione è fatta: più sangue c’è piùsi vendono i giornali e s’impennano gli indicid’ascolto. Dunque più si guadagna. Resta da ca-pire se sia la pruderie popolare a spingere i massmedia ad esaltare con tale accanimento la crona-ca nera o all’opposto siano giornali e tv a dettarel’agenda enfatizzando notizie di cui il pubblicopotrebbe fare tranquillamente a meno. La que-stione è annosa ma ragionevolmente si può giun-gere alla conclusione che si tratti di un cane chesi morde la coda: gli omicidi solleticano la curio-sità del pubblico e i mass media li accontentano.Nel farlo però amplificano gli aspetti più truculentie oscuri e trasformano un fatto in un “caso” inmaniera tale che l’attenzione degli spettatori re-sti sempre vigile e anzi cresca la voglia di parti-colari, fossero anche i più raccapriccianti. E laspirale si avvita.Si negherebbe l’evidenza se si dicesse che il “fic-care il naso” negli affari degli altri, il commento,il pettegolezzo, il bisbigliare a mezza voce non

siano un tratto umano. Ancora più ipocrita sa-rebbe non ammettere che tale inclinazione s’in-gigantisce quanto più piccola è la realtà in cui simanifesta. Nei piccoli paesi, insomma, è un pas-saggio quasi naturale quello per cui la diceriaassurge a verità rovinando spesso la vita a chidelle calunnie è vittima. Me se il condannare sen-za prove, l’additare ingiustamente, il mettere ingiro voci false possono essere considerati de-gli atteggiamenti rozzi, provinciali, sintomi di ar-retratezza culturale, gli stessi atteggiamenti di-ventano illegali quando ad assumerli è la stam-pa. Nei paesi anglosassoni si punisce severa-mente la character assassination, cioè la distru-zione della reputazione, l’annientamento dellacredibilità, l’assassinio di una persona non nelsuo corpo, ma nella sua identità morale, profes-sionale, sociale. In Italia c’è tanta letteratura eancora più tavole rotonde – a dimostrazione chele buone intenzioni ci sono tutte - sull’etica e ladeontologia del cronista. Ma quando si scendenel concreto il principio garantista per cui si èinnocenti fino a condanna definitiva è sistema-ticamente ignorato, che si tratti del politico (vediTangentopoli), della soubrette (vedi Vallettopoli),del Governatore della Banca d’Italia (vedi l’estatedei “furbetti del quartierino”), figuriamoci di unragazzo e per di più - a giudicare da alcune fotosul blog – all’apparenza un po’candido. Legge-re, per credere, l’incipit di un articolo di Repub-blica a indagini appena iniziate dopo i fatti diPerugia: «Il diavolo, effettivamente, veste Prada.

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11 Dicembre 2007

E indossa occhiali senzamontatura, sciarpe co-lorate, pulloverini pastello. Ha sguardi innocen-ti, fa giochi stupidi, suona il regge. Per questo,ci frega a tutti: non lo riconosciamo mai». Nonvi sembra l’identikit del colpevole? Il fine delgiornalone di casa De Benedetti è politico, per-ché il senso dell’articolo è che il male èirriconoscibile e dunque può nascondersi die-tro un ragazzo perbene quanto dietro il rompresunto violentatore e assassino di Tor diQuinto. Dunque per salvare Roma (o il suo sin-daco) e segnare un punto nella giusta batta-glia contro la xenofobia, Repubblica mette nel-lo stesso calderone due vicende che in comu-ne hanno solo il sangue di una morte violenta.D’altronde una regola non scritta del giornali-smo vuole che siano proprio le tre esse – ses-so, sangue e soldi – a far impennare le venditedei quotidiani e gli indici d’ascolto tv. Lo sabene la redazione di Studio aperto abilissimada sempre nell’impacchettare il delitto effera-to fra il servizio sui calendari delle veline e quel-lo sul cucciolo di scimpanzè nato nello zoo diTaiwan. Lo stesso telegiornale che imperversacon le sue telecamere fra le strade cittadine allaricerca della dichiarazione del conoscente, del-l’amico d’infanzia o del vicino di casa del pre-sunto assassino. Con quale fine? Lo stesso deivari “speciali” di Matrix, Porta a Porta e affini:

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rimestare nel passato dei protagonisti alla ri-cerca di particolari che possano fornire nuovidettagli o soluzioni immaginarie al “giallo”.Oppure, e forse è peggio, far assurgere un fat-to, non solo particolare ma soprattutto straor-dinario, a paradigmatico e indicativo di unacondizione generale. Con tanto di ausilio di psi-cologo in cachemire, presentatrice attempata,deputata-mamma-in-carriera e immancabileprete. Dunque i fatti diventano il pretesto perdigressioni moralizzanti sul disagio giovanilepiuttosto che sulla vita degli studenti fuori sedeo sulla condizione “sazia e disperata” (comedisse di Bologna l’allora arcivescovo, cardinaleGiacomo Biffi) delle città italiane. Si consoliGiovinazzo – investita, seppur di striscio, dal-la direttrice che va da Cogne a Garlasco pas-sando per Erba e Novi Ligure – sapendo che iriflettori sono destinati a spegnersi con la stes-sa velocità con cui sono stati accesi. Nuovi de-litti, omicidi irrisolti, feroci tragedie solletiche-ranno la curiosità nazionale e il carrozzone delcirco mediatico è pronto a mettersi di nuovoin moto per seguirne la scia insanguinata.

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- La città di Giovinazzo non sta perdendo occasioneper dimostrare la propria vicinanza a Raffaele ed allafamiglia Sollecito. Davvero un bel segnale di solida-rietà…Prima di ogni cosa sento di dover esprimere la vicinanzadi Raffaele, mia e di tutta la mia famiglia alla famiglia diMeredith. Hanno perso una figlia in maniera così violentae non so proprio dove troveranno la forza per ricomincia-re.Mi fa piacere che mi diate l’occasione di ringraziare quan-ti stanno manifestando la loro vicinanza a Raffaele in unmomento così difficile per lui. Almeno sulle manifestazio-ni di affetto e di solidarietà credo che nessuno possa sol-levare una minima ombra di dubbio. Ed è in questa solida-rietà che Raffaele sta trovando la forza di affrontare i ter-ribili momenti che sta vivendo, sapendo che c’è ancorachi crede in lui, sapendo che da Giovinazzo si sollevasilenziosa e discreta la voce di chi crede nella sua inno-cenza, e sono in tanti. Quando l’ho incontrato la primavolta, un pensiero l’ha rivolto agli amici: ‘Papà, sono sere-no. So che gli amici non mi hanno voltato le spalle. Lorocredono in me!’

- L’art. 27 comma II della nostra Costituzione recita:“L’imputato non è considerato colpevole sino alla con-danna definitiva”. La vicenda di suo figlio rappresen-ta invece un altro caso in cui un principio cosìgarantista va a farsi benedire?Credo che la mia voce possa essere considerata di partee comunque non voglio polemizzare, anche perchè non èil momento. Mi basta sapere che ci ha già pensato il Times,in un suo editoriale, quando ha scritto che ‘in Italia la pa-rola “sospetto” non esiste più e che in molti casi di omici-dio non c’è solo il colpevole, ma anche un innocente cheviene sospettato’. Mio figlio è stato condannato dalla granparte di giornali e TV, prima ancora di essere assolto dallagiustizia.

- Internet è qualcosa di meraviglioso nella nostra società,ma che allo stesso tempo può creare danni enormi. Comepuò una foto goliardica essere dall’opinione pubblica con-siderata quasi un indizio di colpevolezza?Giusto, una foto goliardica, e non lo dico io ma gli amici diPerugia che riferiscono che fu scattata durante una festa fraamici di Università. Una foto che è stata usata strumentalmen-te, quasi a voler mettere il bavaglio alle tante voci che gridanol’innocenza di mio figlio, quasi a voler mettere un panno nerosul suo sguardo sincero, sbattendo il mostro in prima pagina.

Gli stessi giornalisti inglesi ritenendo che quella foto, utilizzatanel modo in cui è stata usata, fosse lesiva della sua dignità mihanno pregato di dargliene una diversa da pubblicare sui loroquotidiani, così da archiviare quella che la giustizia mediatica hautilizzato per condannare Raffaele.

- In caso di innocenza, Raffaele potrà mai essere abbastanzarisarcito dopo tutte le sentenze di condanna già emesse sulblog? In caso di innocenza, Raffaele potrà mai essere abba-stanza risarcito dopo tutta la gogna mediatica cui è statopreventivamente sottoposto?Eh!...Il blog!... Anche quello usato strumentalmente. Un blog che

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mio figlio non aggiornava dal 13 ottobre 2006, e non 2007 comeè stato riferito. Un blog in cui si legge che nel suo collegio sonopassati tre personaggi famosi uniti da un fattore comune, ladepressione. Uno di questi il mostro di Foligno, verso cui sulblog mio figlio non esprime certamente parole di apprezzamen-to, anzi lo utilizza per dimostrare che in quel collegio sono pas-sati “cani e porci”, come lui stesso scrive. Ma ancora una voltai media hanno manipolato la realtà, estraendo dall’intero conte-sto le parole (ironiche) che a loro servivano come ulteriore con-ferma al loro giudizio di colpevolezza già espresso. Scusatemilo sfogo! Per tornare alla domanda, nessuno potrà mai risarcireRaffaele, e mi riferisco al risarcimento morale, alla dignità sot-

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tratta... L’esperienza che sta vivendo è tragica e lo accom-pagnerà per il resto della sua vita. Raffaele è profondamenteferito dentro, nell’animo, e il segno delle ferite, anche quan-do appariranno rimarginate, nessuno potrà mai toglierlo. Maio ho fede… Mio figlio troverà in noi e in chi lo ama la forzadi ricominciare, il coraggio di guardare avanti con fiduciaverso il futuro ed il sorriso verso il prossimo. Sarà dura! Moltodura!

- Un noto quotidiano italiano, riferendosi a Raffaele, haaddirittura intitolato “Il diavolo veste Prada”. Quasi chefosse una colpa quella di essere figli di chi i soldi se li èsempre guadagnati onestamente…?A quel giornalista dico solo che il diavolo, che non è miofiglio, fa le pentole ma non i coperchi. Il coperchio lo mette-remo noi, al momento giusto, insieme alla giustizia, in cuiconfido.

- I processi è giusto lasciarli nelle aule di Tribunale?Certo, è giusto, ma come stiamo vedendo questo non avvie-ne. Stiamo assistendo ad un processo che si sta tenendosolo attraverso stampa e TV, grazie anche alla fuga di noti-zie molte volte distorte o completamente errate. Su nostroesposto è stata aperta una inchiesta a tal proposito, consi-derato che i nostri avvocati hanno letto i verbali degli interro-gatori prima sui giornali e poi negli atti depositati in cancelle-ria.

- Perché lei ha accettato di farsi intervistare per i proces-si nei noti salotti televisivi?Sinceramente avevo deciso di non parlare, di non rilasciaremai alcuna dichiarazione perchè volevo che la giustizia, incui ancora credo, facesse il suo corso. Ma mi sono ritrovatocon mio figlio sbattuto in prima pagina, accusato dalla seraalla mattina di un’atrocità di cui non sarebbe mai capace eaddirittura già condannato. A quel punto io, padre di Raffae-le, ho ritenuto che fosse mio dovere intervenire per ribadire

e affermare senza ombra di dubbio la totale estraneità di miofiglio rispetto a questa tragica vicenda.

- Quanto questa vicenda potrà influire o ha già influito sul-l’immagine della famiglia Sollecito?Non è questione di immagine, scusate! Comunque in questomomento è un problema che non mi pongo proprio. Ho ben altroa cui pensare!...

- Dove ha trovato il padre di Raffaele la forza per reggerel’urto emotivo di tanta ed improvvisa ribalta mediatica?Nell’Amore. L’Amore per mio figlio e la certezza della sua inno-cenza.

ONFRONTI DI RAFFAELE

NDE IL PADRE FRANCO

O CONDANNATO DALLA

LI E TV, PRIMA ANCO-O DALLA GIUSTIZIA»

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14

IL CONTRAPPUNTO

DELL’ALFIERE

Vorrei tanto dilungarmi in qualche con-siderazione su questo governo, suquesto centro sinistra assai mediocreche da un lato fa proclami per boccadel suo leader designato e poi votatoWalter Veltroni circa la necessità im-pellente di ridurre i costi della politica,di diminuire il numero dei ministri edecco il ministro dell’Ambiente Pecora-ro Scanio che fa approvare dall’ultimoConsiglio dei Ministri la riorganizzazio-ne del ministero da lui diretto. «Lariorganizzazione delle direzioni gene-rali fatta approvare da Pecoraio Sacnioha l’unico scopo di sistemare le clien-tele del ministro» - è stato il commen-to del rappresentante della CISL-FPS,Nino Di Maio. Al solito a sinistra si pre-dica bene e si razzola malissimo. Vor-rei soffermarmi sempre sulla mancan-za di coerenza della sinistra al gover-no e del suo nuovo capo designato epoi votato per ricordare a me stessoe a voi che il sistema elettorale concui è stato votato Veltroni è quello del-le liste bloccate. Lo stessocriticatissimo sistema delle ultime ele-zioni politiche. Che bravi a sinistra: cri-ticano e poi quando possono dimostra-re la diversità tanto sbandierata rispet-to agli zoticoni di destra che fanno?Fanno peggio della destra. Vorrei sa-pere cosa pensa la lettrice della Piaz-za che qualche anno fa mi inviò unalunga mail per criticare i miei interven-ti, e fin qui tutto bene, e soprattutto percriticare il centro destra al governoche ai suoi occhi evidentemente af-

fetti da strabismo appariva una caser-ma con un comandante, il cavalierBerlusconi, poco avvezzo alla demo-crazia. A parte il solito atteggiamentodei simpatizzanti della sinistra che purpassando gli anni e nonostante le di-chiarazioni ufficiali nutrono seri pregiu-dizi contro i militari ed il loro mondo,anche quando ne fanno parte tranneche il 27 data fatidica del pagamentodello stipendio. Cosa pensa, gentile si-gnora, di questo scempio chiamato fi-nanziaria in cui i senatori hanno do-vuto votare esclusivamente per disci-plina di coalizione senza poter dare al-cun contributo critico, senza poteravanzare alcun dissenso? Mi facciasapere la sua opinione e non parli di

PRESTO IL DIARIO DEL ROM SCRITTO DIETRO UN COMPENSO DI 150MILA

EURO. SARÀ PUBBLICATO DALLA CASA EDITRICE EUROPEE GUTENBERG

Marco Ahmetovic: «Anch’io sono un

essere umano»

AL MARE. Arresti domiciliari inun residence che si affaccia sulmare di San Benedetto del Trontoper il rom Ahmetovic che ha ucciso4 ragazzi guidando in stato diebbrezza

caserma. Avrei voluto ma una notiziami ha letteralmente annichilito. Forsequalcuno fra voi ricorderà la vicendadi quei quattro ragazzi fra i sedici ediciannove anni che il 23 aprile scor-so mentre in scooter andavano in ge-lateria dal furgone guidato da MarcoAhmetovic sono stati uccisi.Ahmetovic aveva nel sangue un tas-so di alcool sei volte superiore al con-sentito. Il rom è stato condannato a seianni e mezzo per omicidio colposoplurimo con la concessione degli ar-resti domiciliari in un residence che siaffaccia sul mare di San Benedetto delTronto. Bene la notizia sconvolgentenon riguarda le polemiche sacrosan-te sul cosiddetto pacchetto sicurez-za, sul flusso incontrollato di rom ver-so l’Italia. No, qui i rom non c’entrano,non centra il pacchetto sicurezza, stoparlando del contratto pubblicitario cheil giovane condannato ha firmato perapparire in fotografia per pubblicizza-re una linea di jeans chiamati“romjeans” , un contratto del valore di30mila euro. Il giovane rom ha ancheun agente, Alessio Sundas dellaCompany and Communicationsmodel agency, che lo ha sotto contrat-to e che ha dichiarato che fra pochigiorni probabilmente otterrà un altrocontratto per Ahmetovic. Questa vol-ta per una linea di occhiali che si do-vrebbe chiamare “romglasses”. Mar-co parteciperà se l’avvocato riusciràad ottenere un permesso per lasciareil residence sul mare al fine di compa-rire sul video dei Concido, un gruppo

Page 15: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

15 Dicembre 2007

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musicale che ha partecipato anche aSanremo, per il brano Senza Confini.Sundas non si scompone ed ha acqui-stato i diritti del diario scritto dal rom per150mila euro. Il libro si chiamerà «An-ch’io sono un essere umano» e saràpubblicato dalla casa editrice EuropeeGutenberg. La prima impressione è chenon se la stia passando molto male puravendo sulla coscienza la vita di quat-tro giovanissimi. Insomma questo mon-do, questa società impazzita ha trasfor-mato il mostro in un testimonial pubbli-citario. Il suo agente ha addossato la re-sponsabilità sul mondo dell’informazio-ne che gonfia tutti i casi più efferati dicronaca producendo nuovi fenomeniriproponendo in continuazione le imma-gini più personali degli accusati e non lefoto segnaletiche. La barbarie sta vin-cendo, sta spazzando via quel limite nonscritto del buon senso comune che peròha tenuto bene o male insieme la no-stra struttura sociale. Penso a questoed un senso di soffocamento, di acutodolore mi assale senza possibilità di ve-dere oltre un barlume di luce. Basta!

Intanto a Giovinazzoimmersa dalle

transenne. Arriva ilnuovo comandante

della poliziamunicipale

Da alcuni giorni sono proliferate le tran-senne in alcuni slarghi della nostra cit-

tà. A delimitare rota-torie e svincoli. Tan-te transenne chehanno ristretto lasede stradale ancheper icolosamentecome in via Cap-puccini in prossimi-tà dell’ufficio dellaPolizia Municipale.Complimenti al re-sponsabile della via-bilità del corpo chegià in tante altre oc-casioni ha dato pro-va di grande compe-tenza come per i se-mafori di via Bari, allaviabilità nella zonaretrostante piazzaPorto, nel centro storico e relativipilomat e in tante altre occasioni. Saràper questo che l’amministrazione dicentro sinistra ha decisa diavvicendare, secondo voci insisten-ti, il comandante del corpo della poli-zia municipale con un nuovo ufficialeproveniente da Bari? Non è dato sa-perlo ma i bene informati sostengonoche, invece siano altri i motivi. Forsela gestione considerata non insintonia con l’amministrazione. Sefosse per la situazione generale al-l’interno del corpo, allora le ragioni sa-rebbero da ricercare all’interno delcorpo per l’eccessivo potere conces-so ad alcuni uomini da qualche forzapolitica al potere della città. Qualcheappartenente al corpo che, certo, do-vrebbe essere ricondotto al suo ruo-lo senza debordare stabilmente inqui-

nando il clima e costituendo un peri-coloso esempio per gli altri. Ora nonpenso che un comandante provenien-te da Bari possa cambiare la situazio-ne almeno che non avrà veramentecarta bianca e il mandato dell’ammini-strazione di fare ordine e ridimensio-nare chi pretende di avere ruoli supe-riori a quelli previsti dal regolamento edalla posizione ufficiale. Sarò il primoa complimentarmi con l’amministrazio-ne se questo avverrà ma, per ora,sono assai scettico visto che è statasempre l’amministrazione a volere unnuovo comandante ed allora lasciate-mi pensare male, concedetemi il be-neficio del dubbio. Buon Natale a tutti.Che il Bambino Gesù regali serenitàe pace interiore a tutti.

[email protected]

il contrappunto dell’alfiere

BENVENUTI A GIOVINAZZO CITTÀDELL’OLIO, DELLE ROTATORIE E

DELLE TRANSENNE

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17 Dicembre 2007

LA CRONACA NERA

Secondo i dati del Ministero degli Interni,si evince che ogni giorno in Italia vengo-no rubate 500 vetture. In un anno, quindi,i ladri mettono a segno un “bottino” di cir-ca 182.500 veicoli, quasi la metà dei qua-li, comunque, viene ritrovato in pochi gior-ni.Per quanto riguarda le vetture di catego-ria superiore, invece, la possibilità di es-sere ritrovate si riduce di almeno di unterzo. Da queste rilevazioni statistiche,rielaborate da Viasat Group e Aci Globalnella Guida alla Sicurezza (rapporto an-nuale sulla sicurezza stradale), emergeuna netta distinzione tra nord e sud. AllaCampania spetta il primato di 10 auto ru-bate ogni 1000 circolanti. Seguono Pugliae Lazio.Non solo furti tradizionali, però. Vero è chele auto hanno sempre costituito il panequotidiano per chi vuole realizzare imme-diatamente danaro contante in loschi af-fari. Ora però i furti stanno assumendouna nuova veste e hanno subito una verae propria metamorfosi. In quale maniera?Per essere precisi vengono perpetrati neipressi dei garage privati. E quindi ci pre-me elencarvi una serie di consigli chepossano evitare questi spiacevoli episo-di.1) Non abbandonate mai l’auto con lechiavi inserite se dovete aprire ilgarage; 2) spegnete il motore, uscite dall’autoe chiudetela;3) guardatevi bene intorno assicuran-dovi che non c’è nessuno che vi ha

pedinato e solo allora apprestatevi adeffettuare le operazioni di apertura delgarage;4)in ogni caso non cedete mai al paga-mento del pizzo, se vi viene richiesto alseguito del furto. Informate immediata-mente le forze dell’ordine.

L’OMICIDIOÈ accaduto il giorno 8 novembre. Un gio-vane di Bitonto che aveva rubato una

Citroen C4 di colore nero, nel mentre si re-cava da Bitonto a Giovinazzo, giunto sulponte della Statale 16 Bis, presumibilmentea causa della rottura dello sterzo già dan-neggiato a causa del furto, mentre era infase di sorpasso, perdeva il controllo delmezzo, invadeva la corsia opposta e an-dava ad impattare contro la Fiat Panda diPasquale Stufano, un pensionatogiovinazzese di sessantaquattro anni. A

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seguito del violento urto frontale, lo sfor-tunato Stufano decedeva sul colpo. Dopol’impatto il conducente della Citroen C4,rimasto illeso, abbandonava l’auto e a bor-do di un’autovettura guidata da un compli-ce, si dileguava. Mentre gli agenti della Po-lizia Municipale provvedevano ad esegui-re i rilievi tecnici del sinistro stradale, i Ca-rabinieri della locale stazione si prodiga-vano per identificare e catturare il respon-sabile dello stesso. Tramite la centrale ope-rativa di Molfetta, si apprendeva che l’au-tovettura Citroen C4 era stata oggetto difurto avvenuto la sera precedente inBitonto e denunciato presso il Commissa-riato di Polizia. Grazie alla testimonianzadi persone presenti al momento del sini-stro si riusciva ad avere una descrizioneben dettagliata del giovane fuggito dopol’impatto. Le indagini condotte con il mas-simo impegno portavano all’identificazio-ne del ladro in un giovane bitontino di ven-tiquattro anni, C.B., il quale, immediata-mente ricercato, risultava irreperibile. Lericerche si protraevano durante la giornatae successivamente, il malfattore, ormaibraccato dai Carabinieri decideva di costi-tuirsi presso gli stessi, consigliato dal suolegale di fiducia.

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Page 18: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

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cronaca amministrativa

Un palese richiamo alla nostra Costitu-zione ha fatto da filo conduttore alla visi-ta pastorale del vescovo Mons. Luigi Mar-tella nella nostracittadina. Dal 1950non si registravauna visita pastora-le del vescovo allacomunità di Giovi-nazzo, che fa par-te integrante edinscindibile dellaDiocesi, in partico-lare all’Amministra-zione Comunaleche, per la graditaoccasione ha riser-vato a sua eccel-lenza Mons. LuigiMartella un’acco-glienza molto sen-tita.Nella Sala Consiliare, presenti tutti icomponenti delConsiglio Comuna-le, veniva espresso vivo piacere per lapresenza del Vescovo. In particolare ilPresidente Depalma ha tenuto un lungodiscorso di apertura improntato adun’analisi accurata del ruolo di coloro chevengono investiti della responsabilità delgoverno della cosa pubblica: «Noi abbia-mo il difficile compito di rimuovere gliostacoli che impediscono il pieno svilup-po della persona, in concreto le situazio-ni di indigenza, così come citato dall’art.3 della Costituzione. La città deve dun-que diventare il luogo nel quale ognunodeve poter vivere con pienezza la pro-pria storia». «Spesso la politica – ha ag-giunto il Presidente del ConsiglioDepalma - viene utilizzata soltanto per il

perseguimento di interessi personali. Inrealtà una rigenerazione della democra-zia può essere attuata soltanto con la

partecipazione di tutti alla città dell’uo-mo. Alle radici cristiane dev’essere at-tribuita la diffusione di valori che sonoentrati anche nel mondo laico».Lo Statuto del Comune di Giovinazzo,recentemente approvato, ha applicatotali valori attraverso l’inserimento di prin-cipi chiave quali il riconoscimento delfondamento della dignità della persona;la promozione della pace, della libertàe della solidarietà; il perseguimento del-lo sviluppo sociale, il riconoscimento del-la famiglia come luogo di sviluppo sere-no dell’essere umano; la promozione del-le pari opportunità; la garanzia della tu-tela dei diritti dell’uomo e in specie de-gli immigrati. Tutto ciò in contrapposi-

zione con lo scenario davanti al quale ci tro-viamo nella nostra società, “l’outlet” dei va-

lori, una sorta disvendita di tuttiquei mosaici checompongono l’es-senzialità dell’uo-mo. È solo con lacomunione che sipuò soddisfare lagrande domanda di“senso” che la sto-ria odierna richiede.Il Vescovo, nel suointervento centraleha rivelato il suogrande entusiasmoper aver effettuatola sua prima visitanella “casa del po-polo”, così comeha definito il Palaz-zo di Città: «Unatto di deferenzanei confronti di chigoverna la città, di

tutti coloro che sono stati delegati dal popo-lo al governo della stessa. La visita rappre-senta anche il segno di un rinnovato impe-gno da parte dell’autorità ecclesiale per unacollaborazione con la civica amministrazio-ne. L’obiettivo comune è infatti quello di ser-vire la comunità, un pensiero pienamentecondiviso da Paolo VI il quale sosteneva che“la politica è la più alta forma di carità”. Siale istituzioni civili che quelle ecclesiali han-no come obiettivo il bene comune, il beneintegrale delle persone»Parole di conforto per i giovani e il loro futu-ro: «Questo primo incontro – proseguiva ilvescovo Martella - è foriero di incontri futuriche dovranno assicurare ai giovani un futu-

Il vescovo Martella in visitapastorale alla casa comunale

DI GABRIELLA MARCANDREA

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19 Dicembre 2007

ro tranquillo e migliore. La Chiesa dev’essere la madre cheaccoglie tutti, che non esclude nessuno, deputata a lasciaresegni di speranza».È stata inoltre anticipata da Mons. Martella la futura aperturadella Sezione del Museo Diocesano a Giovinazzo.

LA DELIBERAZIONE COMUNALE.Il Consiglio Comunale premesso che il Vescovo Mons. LuigiMartella nel 2006 con apposito decreto indiceva un program-ma di visite pastorali come azione nell’interesse dell’interacomunità; che la società civile e la Chiesa Cattolica collabo-rano per creare una rete di sostegno per giovani, famiglie,anziani e bisognosi con palese riferimento all’art. 2 della Co-stituzione; che con l’art. 118 della Costituzione si attua il prin-cipio della sussidiarietà orizzontale che affonda le sue radicinella religione cattolica, in particolare in diverse encicliche digrande spessore quali la Rerum Novarum del 1891, laCentesimus Annus del 1991, encicliche che contemplano lanecessità di un benessere sociale diffuso e che comprendaanche le fasce più deboli e bisognose della cittadinanza; pre-messo che l’art. 3 dello Statuto Comunale è bacino di acco-glienza di tutti questi principi e valori, ha deliberato di favorireed incentivare la collaborazione tra le istituzioni ecclesiali e leistituzioni civili per la tutela della persona e per la crescitaspirituale della comunità. In particolare ha stabilito di devolve-re il gettone di presenza dei consiglieri a favore dell’Associa-zione di Volontariato Onlus “Amici di Luca”. La delibera è stataapprovata all’unanimità.

GLI INTERVENTI

Il cons. Massari, dopo aver apprezzato l’intervento del Vesco-vo, ha ricordato Don Tonino Bello per la solidarietà verso gliesseri più bisognosi e più deboli. Ha infine ringraziato lo stes-so per la visita pastorale. Il cons. Piscitelli ha ringraziato so-lennemente il Vescovo a nome dell’opposizione.L’intervento finale è stato affidato al Sindaco, AntonelloNatalicchio. Ripercorrendo la crisi economica degli anni ’70 haricordato che la crisi politica che si è verificata dagli anni ’90 al2000 ne è stata l’appendice naturale. «Oggi gli obiettivi dellanostra cittadina - ha espresso il Primo cittadino con gioia perla visita pastorale del vescovo - devono essere improntatialla cura dei servizi per il cittadino e per i più bisognosi. Digrande importanza il Piano di Zona progettato con la cittadinadi Molfetta, strumento idoneo ad assicurare uno standard mi-nimo per l’esistenza dei singoli. In questo cammino è neces-sario che le istituzioni religiose possano affiancare le istituzio-ni civili e collaborare all’eliminazione dei coni d’ombra». Unaltro aspetto focale è lo sviluppo integrato che dev’essere at-tuato con l’ausilio di appositi strumenti di programmazione «..Uno sviluppo destinato ai 31 comuni dell’area metropolitana diBari senza mortificazione alcuna del bene ambientale e conuno sguardo proteso ai bisogni delle persone.

L’OMAGGIOAl termine della cerimonia, Mons. Martella è stato omaggiatodi un’opera dell’artista giovinazzese Domenico Camassa,un’icona che sarà custodita gelosamente nello studio del ve-scovo stesso.

Page 20: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

20

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Egregio Direttore,devo ringraziarLa per la rispo-sta che mi ha mandato in for-ma privata per MP ma soprat-tutto devo ringraziarLa per averpubblicato il mio scritto. Nonimmagina quanto tuttoquesto abbia portato giovamen-to al mio stato psico-fisico tan-to da far dire al mio medico cu-rante che questa potrebbe es-sere la strada-madre per un fu-turo risvolto terapeutico. Anchemio nonno, quando gli ho dettodella pubblicazione, mi ha ordi-nato: «Compra Le Ore e LaPiazza d’ ora in avanti». Io gli ho detto: «Nonno, Le Orenon viene più stampato»E lui perplesso: «E cosa silegge nei barbieri?».- «La Piazza e Così parlòZarathustra del filosofo tedesco FriedrichNietzsche».E’ rimasto triste e ammutolito per una in-tera giornata anche se lui ormai sono 15anni che non entra in un barbiere per viadi una alopecia praticamente totale. Ineffetti, e spero che Lei convenga su quantosto affermando. Da quando neibarbieri certa stampa è stata messa al-l’indice, la tristezza la fa da padrona. Nonritiene sia opportuno fare una specie di“Inserto speciale per barbieri” sul suomensile tanto da riportare nei luoghi adat-ti quella che è la cultura-madre, la culturada cui siamo tutti nati...? Lei deve perdo-narmi se oggi oso oltre che scrivere an-che proporre, ma credo che insieme noi

due, per la passione che ci accomuna, sipossa fare rivoluzione culturale. Diffon-dere il verbo, entrare nei meandri psichicie convincere gli altri che prima di tutto,all’alba dei nostri pensieri c’è quello o …quella, il resto è contorno.Comunque sembra che a Giovinazzo sianata una discussione culturale che stadividendo l’opinione pubblica. Quella dichi conta, di chi ha studiato. Riguarda l’in-no alla Madonna di Corsignano. Tutto ènato dal viaggio di Magarelli, Dagostinoe Michele Palmiotto in quel del Venezuela.Come Lei saprà, dopo Guastalla eLeichardt, i nostri rappresentanti sonoandati nel florido Paese sudamericanoper tentare l’ennesimo colpaccio erimpinguare le sempre più floride casse

comunali. Bene, unavolta al cospetto di unadelegazione del Mini-stro alle Attività produt-tive, ed al braccio de-stro del presidenteChavez, i nostri hannodovuto alzare il pugnocome si fa tra comuni-sti veraci e ascoltarel’internazionale sociali-sta. Con Magarelli alcentro, Michele Palmiotto alla sinistra e Dagostino alla destra, la nostrarappresentanza con pi-glio marziale e solennee sbiascicando qualco-sa tra le labbra sembra-vano veri bolscevichi.L’imbarazzo è natoquando finito l’inno dei

comunisti venezuelani il protocollo volevache i nostri tre cantassero un loro motivodi sinistra e nazionalista. Non conoscen-done alcuno, Magarelli furbo come una vol-pe e veloce come una faina, ha iniziato acantare quella dedicata alla nostra Protet-trice seguito subito dagli altri due. Arrivatiperò al ‘...alzando gli occhi e mirando unastella, o Maria di Corsignan…’ Magarelli eDagostino hanno esclamato «…quandosei bella».Palmiotto invece: «…Quanto sei bella»C’è scappato all’inizio il risolino ma poi siè aperta una discussione e un incrocio diaccuse. Alla fine con saggia decisione sidecideva di chiamare a Giovinazzo e par-lare con il vice sindaco Pasquale Tempe-

BRACCIO ALZATO. L’ass. al Turismo Dagostino e il cons.Magarelli delegati del Comune di Giovinazzo in Venezuela col brac-cio destro alzato in segno di vittoria dopo la firma di protocollid’intesa con il Presidente Chavez che porteranno petrolio e ric-chezza al nostro paese

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21 Dicembre 2007

sta. Questi senza esitazione alcuna, affer-mava che è sbagliato sia il quanto e sia ilquando. Si dice «Tanto sei bella» - comu-nicava da Giovinazzo a Caracas col pigliodel grammatico.Ora Direttore essendo Lei anche un diffu-sore di Cultura (quella con la C maiuscola)perchè non apre un forum sulla terminolo-gia esatta dell’inno alla Protettrice diGiovinazzo? So di stare occupando moltospazio e vorrei chiudere, ma prima devosottoporLe l’ultimo caso. Sempre mio non-no, l’anno scorso, comprò sulla carta unacappella gentilizia dove avverrà l’amplia-mento del cimitero comunale. Il contratto fuchiuso con circa 8.000 euro. E’ stato richia-mato dopo alcuni mesi e gli è stato riferitoche sarebbe lievemente aumentato il prez-zo. Bene non ci crederà ma quando è statorichiamato per firmare il nuovo contratto lasomma era lievitata a circa 20.000 euro.Lui stesso è venuto da noi e ci ha dettosconsolato: «Devo fare in tempo a morireo mi toccherà fare un mutuo».E noi parenti tutti abbiamo annuito ancheperchè quello che dovremmo dividerci allasua dipartita non è che sia poi granché.Potrebbe Lei approfondire anche la questio-ne dei prezzi cimiteriali, dirci costa sta suc-cedendo? L’abbraccio caramente e frater-namente. Bruno Lando

RISPONDE IL DIRETTORETanto quanto mi vuol far capire aGiovinazzo bisogna esser lungimiranti?Tanto quanto mi vuol fare capiresia il caso di investire in vita giànel cassettone a vista sul mare elontano dal defunto col quale ma-gari si ha avuto diverbi? E magariquando metterci la foto sulla lapi-de e l’epitaffio? Magari subito. Al-meno, quando arriverà il dì fatalesarà già tutto pronto?Tanto quanto vuole essere lodatal’Amministrazione che ha provvedu-to all’ampliamento dell’area cimiteriale dopo mille consigli comunali, mil-le comizi di piazza consumati a sce-gliere la soluzione migliore e chenon pestasse i piedi a nessuno, millericorsi al Tar, mille polemiche?Tanto quanto ce la dobbiamo pren-dere con l’Ufficio tecnico che si fain quattro per noi perché i mortinon devono più aspettare che i vivisi mettano d’accordo? Forse do-vremmo prendere l’abitudine di farcicremare: occuperemmo meno spa-zio e poi… è tanto più igienico quan-to economico rispetto alla praticadel casettone. Totò diceva che la

morte è una livella, perché ci mettetutti sullo stesso piano: vale tantoper i ricchi quanto per i poveri. E’fuori di dubbio, però, che aGiovinazzzo morire ricchi è comun-que sempre meglio che morire po-veri. E il suo nonnino non è uno diquei poveri che vive al di sotto dellasoglia della povertà se si può per-mettere il loculo a 20mila euro. Maperché se il nonnino illo tempore fos-se stato tanto lungimirante non siiscrisse ad una delle tanteconfraternite per avere omaggio ilgentilizio in cambio di un paio di orapro nobis ad uno dei tanti santi chesi porta sulle spalle in processionel’estate? I sacrifici lo avrebbero aiu-tato ad avere una dignitosa sepol-tura. Ha provato a sondare il mer-cato dei casettoni non dalle zanzèrma dai priori? Cosa conviene di più?Il pubblico o il privato? Mi faccia sa-pere perché anch’io ho capitali fre-schi da investire. Me lo faccia sa-pere presto perché può capitare oggio domani di alzare gli occhi al cielo edi vedere quanto sono belli e lumi-nosi non 1, non 2 ... ma 4 soli. Sor-rida, signor Lando, che Gesù la ama!

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23 Dicembre 2007

Ciao, sono Luca,vi scrivo pigiando con il mio indi-ce i grandi tasti della mia tastierafacilitata che ho finalmente impa-rato ad usare! Non è la stessa ta-

stiera che utilizzate per il vostropc, è una tastiera per non vedenti.Già, oggi non vedo e sono costret-to alla sedia a rotelle da quando,cinque anni fa, qualcuno ha resopiù difficile la mia vita ma non èriuscito a togliermela.Fino al 2002 ho vissuto in Svizze-ra a Veysonnaz con la mia fami-glia perchè mio papà lavorava lì. Il7 febbraio di quell’anno, mentregiocavo con il mio cane dopo lascuola, venni aggredito e abban-donato. Mi ritrovò mamma sullaneve, gelido e privo di conoscen-za. Rimasi in coma per tre mesi ementre i dottori iniziavano a cre-dere che non ce l’avrei fatta io misvegliai! Riaprii i miei occhi madovetti fare i conti con la realtà.Non vedevo più ma ero vivo e, seè vero che avevo perso la vista, è

ancor più vero che acquisii unagran voglia di riprendermi quel-lo che mi avevano tolto.Con grandi sforzi ho riacquista-to l’uso del linguaggio, la capa-cità di mangiare come tutti esono tornato ad ascoltare lavoce della mia mamma, del miopapà e quella inconfondibile delmio fratellino.Sento di aver fatto grandi miglio-ramenti con le mie forze ma dasolo non posso fare molto di più.Oggi non vedo e non posso cam-minare, mi serve una spinta cheposso avere grazie ad una nuo-va terapia associata a fisiotera-pia chiamata “therasuite” possi-bile solo negli Stati Uniti, preci-samente in un ospedale dellaFlorida: l’Ocean HyperbaricNeurologic Center.Questa terapia punta a risveglia-re quelle cellule dormienti cheognuno di noi possiede, ma chenon sa far funzionare, e che po-trebbero restituirmi la vista e lacapacità di camminare con le miegambe!Non si tratterebbe di un miraco-lo ma di una grande possibilitàche però costa molto. I costi peril ricovero sono enormi, si aggi-rano intorno ai 300.000 eurospalmati in cinque anni per la te-rapia, la fisioterapia, i costi perl’abitazione e gli spostamenti.Questa somma non è alla porta-ta della mia famiglia che devefare i conti con l’unico stipendiodel mio papà e con un mutuo dapagare per la casa.Per questo ti chiedo una mano,perchè dopo tanti sforzi per ri-prendermi quello che mi hannotolto non posso fermarmi. Mi ser-ve una spinta perchè non può fi-nire così. Se questi dottori in Flo-rida mi aiutano un pò con le gam-be e mi risvegliano qualche cel-lula per gli occhi, per farmi ve-dere almeno un pò, è fatta.Ne ho fatta di strada da quelbrutto pomeriggio del 7 febbra-io 2002, in silenzio, con la mia

AIUTA LUCAAIUTA LUCAfamiglia...ma ora da soli non pos-siamo farcela. Ho bisogno del tuoaiuto perchè la mia vita torni adessere normale. Come la tua.

Il sogno di Luca è ditornare a camminare conle proprie gambe e aguardare i volti e i coloricon i propri occhi...Per fare la tua offertasegui queste coordinate conto corrente bancarioper i tuoi bonifici:

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Page 24: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

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ECHI DI NOVEMBRE DI ANGELO GUASTADISEGNI

Festa all’Istituto S. Giuseppe per la lieta occa-sione del sessantesimo di vocazione religiosa

di Suor Maria – Figlia della Carità di San Vin-cenzo de’ Paoli e di Santa Luisa di Marillac.Una vita intensa, quella di Suor Maria, segna-ta dalla gloria di Dio.Tre le tappe della sua vita. 1946: la “Chiamata”.1947: “l’Invio”. 2007: “la Conferma”.A L’Aquila, dove studiava, Suor Maria co-nobbe Suor Gabriella De’ Rienzo diGiovinazzo. Partì per Napoli nel 1946 per ilPostulato ed il Seminario e fu un periodointenso di preparazione e formazione reli-giosa della suora. Alla Casa di Triggianodelle Figlie della Carità, svolse la sua atti-vità di insegnamento presso l’IstitutoAddante, nella Scuola Materna, dove in-contrò Suor Sciannamea di Giovinazzo. Fuinviata per qualche tempo all’Istituto S. Giu-seppe di Giovinazzo per assistere la Supe-riora della Casa, Suor De’ Donato, a causadella sua malattia. Insegnò alla Scuola Ma-terna di Maglie, dove risiedette nell’Istitutodelle Suore di quella città. Giunse, infine, aGiovinazzo, nel mese di agosto del 1958, du-rante le Feste della Beata Vergine Maria SS. diCorsignano, patrona della nostra città.

Nell’Istituto S. Giuseppe, Suor Maria ha inse-gnato per la scuola materna dove ha vistocrescere tante generazioni di bambini, oraadulti, dei quali, ad oggi, ha sempre presentenella memoria, i volti ed i nomi. Le furono af-fidate le Sezioni Minori dell’AssociazioneMariana “Angioletti” ed “Allieve” che seguivaogni domenica, con tanta dedizione alle gio-vani ed ha cercato di inculcare fervore edamore verso la Vergine e Gesù e attaccamen-to all’Associazione Mariana.Ha organizzato incontri spirituali, insegnan-do preghiere, canti, condividendo momentiricreativi e recite.Ha visto realizzare progetti di vita professio-nali, matrimoniali e religiosi delle tante ra-gazze che hanno frequentato e frequentanoancora l’Istituto S. Giuseppe.Il Vangelo della vita di Suor Maria?«A Gesùper Maria».

28 OttobreFesta del Dona-tore di Sangue

Anche quest’anno l’Associazione “Fratres”,nello spirito cristiano che la distingue, e conla delicatezza del Buon Samaritano, nel gior-

no di festa del donatore, ha premiato tutti idonatori di sangue. In particolare, al Sig. Stal-lone Vincenzo, è stata conferita la Croce d’oroper aver effettuato oltre cento donazioni di

Sessantesima di VocazioneReligiosa di Suor Maria

sangue. Sette le targhe di riconoscimentoai donatori con cinquanta donazioni,ventisei le targhe conferite per venticinquedonazioni.Alla cerimonia partecipavano il Vescovo del-la Diocesi Mons. Luigi Martella, il Sindacodi Giovinazzo e Autorità della medesima As-sociazione.Una festa, quella del donatore di sangue,molto particolare, che evidenzia il valoredella donazione a favore del malato.

Personale di pittu-ra di Lello Orfino

Interessante iniziativa culturaleorganizzata dalla locale asso-ciazione “Touring Juvenatium”presso la Sala San Felice neigiorni 21, 22 e 23 dicembre, conil patrocinio del Comune di Giovinazzo. Stia-mo infatti parlando della Mostra Personaledi Pittura dell’artista Raffaele Orofino. L’inau-gurazione è prevista per venerdì 21 dicem-bre alle ore 20:00. La serata sarà presenta-ta dal poeta Francesco Salamina, con l’in-tervento del poeta Nicola Maselli. Entrambireciteranno versi di poesie in vernacolo ba-rese.

31 Ottobre31 OttobreSessantesima di VocazioneReligiosa di Suor Maria

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25 Dicembre 2007

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IL NOSTRO VIAGGIO ALLA SCOPERTA

Questo mese non racconteremo unastoria d’altri tempi e non pubblichere-mo foto ingiallite. Forse i nomi che leg-gerete non saranno famosi al grandepubblico. Niente tuffo nel passato peruna realtà che si presenta come giova-ne nel panorama delle attività produtti-ve giovinazzesi, non solo perché laMetalstyle snc è nata appena tre annifa ma soprattutto perché i soci e i col-laboratori hanno un’età media al di sot-to dei quarant’anni.Nel suo colorato ufficio, AlfonsoArbore, responsabile dell’area commer-ciale e amministrativa dell’azienda, par-la della creatura sua e di altri 4 socicome di una “lucida follia, un’avventu-ra”.Già, un’avventura che ha preso unabella piega se consideriamo che oggil’azienda conta 20 tra soci e collabora-tori ma alla partenza del 1° Luglio 2004i temerari erano appena cinque.Tutto inizia quando Nicola Caccavo eAlfonso, insieme a Franco Lazzaro,Nicola Depalo e Saverio Ignomiriello,tutti con una notevole esperienza nelsettore della carpenteria, ma soprattut-to uniti da un’amicizia consolidata du-rante il lavoro, iniziano a considerarel’idea di una propria attività da avviare,visto che l’azienda per cui lavoravanostava chiudendo battenti.Sarà stata anche un’avventura, ma icinque soci fondatori, sfruttando le va-rie esperienze più che ventennali nel set-tore, hanno pianificato la nuova azien-da puntando tutto sugli investimenti.Già, perché questi primi tre anni di vitaMetalstyle, ha investito in formazionedel personale con un continuo aggior-namento dei collaboratori e soprattuttomacchinari nuovi considerati oggi ve-ramente all’avanguardia, per esseresempre competitivi su un mercato incontinua evoluzione, senza pensare alguadagno subito e a tutti i costi..!Carpenteria industriale c/terzi,componentistica e attrezzi per l’industria, sono i prodotti cheescono dalla Metastyle. Non si tratta di prodotti da immetteredirettamente sul mercato ma di componenti che verrannoassemblati da grandi ditte come OM, Indeco, Promove, Bosch,Idromeccanica, Atib e molte altre. Un mercato che copre tuttala Puglia e serve un paio di aziende milanesi; una rete cresciutain questi tre anni che ha indirizzato verso Metastyle un flussocrescente di commesse.Una situazione particolarmente piacevole per Arbore e soci checontinuano a mantenere i piedi per terra bilanciando progettiambiziosi con le forze a disposizione.Per il futuro prossimo il primo obiettivo è il consolidamento del-l’azienda senza tralasciare la vocazione all’investimento in uo-mini e macchine maturata in questi anni che ha decretato ilsuccesso immediato di questa realtà e che potrebbe spingere

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27 Dicembre 2007

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DE PINTO Metastyle a lasciare l’attuale sedeche si distribuisce all’interno dellazona ex AFP su una superficie di2600 mq per spostarsi in un capan-none più grande. A Giovinazzo? Èpresto per dirlo ma stando alla situa-zione attuale c’è la probabilità cheMetastyle trasferisca la propria atti-vità in una zona industriale o artigia-nale come quelle di Molfetta o Bariperché quello che serve oggi a que-sta azienda è soprattutto visibilità ela visibilità si ottiene, secondo Arboree soci, stando in un polo industrialee artigianale che a Giovinazzo man-ca. Perché nel nostro paese,ci sonodei validi imprenditori e diverse belleaziende medio-piccole. Manca peròla collaborazione e l’aggregazioneimprenditoriale visto che le attività diGiovinazzo sono “distribuite e nasco-ste” in garage, interrati, zona ex AFPe nella “nuova zona residenziale perartigiani” (…fatta anche male…!) oaltre zone artigianali sparse. In que-ste condizioni aziende giovinazzesiche non hanno niente da invidiare aquelle delle città limitrofe non riesco-no ad emergere penalizzate da unasituazione di isolamento e da una cittàche si è schiacciata sul settore dellaristorazione, dei bar e delle costru-zioni a carissimo prezzo (e fino aquando durerà visti i debiti al consu-mo??). Chissà quindi se sarà aGiovinazzo o altrove che Arbore e isuoi amici-collaboratori (preferiscechiamare così i suoi soci e dipenden-ti.) realizzeranno l’obiettivo più am-bizioso ma anche più segreto:la cre-azione di un prodotto da commercia-lizzare con il proprio marchio. L’obiet-tivo primario al momento,resta quel-lo di consolidare quanto finora realiz-zato ponendo basi solide per le pros-sime strategie aziendali perché d’orain poi non sarà più un’avventura. Uninvito finale Arbore lo rivolge ai tantigiovani seri: «La gestione delle

aziende col padre-padrone è finita con l’avvento del 2000, per cuifuori dalle scatole paure, invidie, qualunquismi e…postistatali..!!Unite in gruppo le idee, le capacità e la correttezzacollaborative, alzatevi presto con la voglia, il resto verrà da sé…».Con affetto Alfonso e tutta la Metalstyle.

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E’ difficile assegnare una data di nascita alle varie tradizioni natali-zie che sono il frutto di accumulo di invenzioni istituzionali e dome-stiche, così come è difficile stabilire cosa c’era al di là delle mangia-toie e di Giuseppe e Maria nell’angolo di Bethlehem dove nacqueGesù; e in quale stagione il Salvatore venne al mondo: solo l’indiziodei pastori che dormono all’aperto può far pensare all’estate. Cisono testimonianze di animate discussioni nel II secolo per stabilireil giorno e il mese esatti della nascita di Gesù. Risale al 202 la primaassegnazione della ricorrenza alla data del 25 dicembre, che fudefinitivamente accettata e resa valida per tutto il mondo cristianodopo il 313, quando Costantino il Grande riconobbe ai cristiani lapossibilità di professare apertamente la propria fede. Del messag-gio del Natale si sono occupati film, letteratura, pittura, musica ecc.e tanto dei loro contenuti è passato dalle menti dei creatori allagente comune che ha finito per trasformarlo in tradizione popolare.

LA SANTA ALLEGREZZA …Nel canto tradizionale della Santa Allegrezza, il primo verso Cantario voglio può essere la spia di una invenzione di un singolo uomo,letterato o comunque colto, il quale manifesta la volontà di cantareper la gloria di un Dio che ha stupito il Mondo facendosi Uomo perla sua Redenzione.Nel 1978 a Molfetta presso la Sala ricevimenti “La Magnolia” fuindetto dalla Scuola di Musica Dvorak il 1° concorso (che non ebbeseguito) della Santa Allegrezza, a cui partecipò il così chiamatoGruppo Esso Maldari di Giovinazzo (Maldari è il cognome dellafamiglia allora proprietaria della pompa di benzina in Via Bari). Ilconcorso fu trasmesso tramite la radio locale Giovinazzo Centrale econ piacere si sentì proclamare la vittoria del Gruppo Esso il qualeinnanzitutto esibì la Santa Allegrezza giovinazzese, si presentò inscena con abiti pastorali, ed eseguì un commovente Bianco Natalea corredo della Santa Allegrezza (tutti i gruppi dovevano esibirsianche in un secondo brano).Bellezza delle bellezze! Il gruppo si presentò sul palco con unapecora che, dopo la proclamazione della vittoria, mentre il capo-gruppo parlava per ringraziare e rispondere a qualche domandadei presentatori, belò in maniera convinta suscitando il riso dei pre-senti. In quell’occasione fu detto che, se la Santa Allegrezza (stessotesto a Molfetta e Giovinazzo ma diversa la musica) non è statascritta da S. Alfonso dei Liquori in persona, senz’altro la si può farrisalire all’ambito alfonsiano perché tratta temi cari all’Ordine deiLiquorini e Redentoristi!La Santa Allegrezza in realtà può essere un canto anche più anticoche col passare degli anni ha subito delle trasformazioni. Quandola S. Allegrezza così detta giovinazzese raggiunse questo succes-so, era stata da poco ripresa da un gruppo (che la cantava perstrada) guidato dai maestri Mauro e Paolo Mastrototaro che aveva-no recuperato con la memoria il bell’intermezzo, e dal prof. Tridenteche con la sua bella fisamormonica accompagnava il canto di moltivolenterosi, che sfidavano il freddo nelle sere della novena perscaldare i cuori dei giovinazzesi.Per coloro che non lo sappiano ancora, la Santa Allegrezzagiovinazzese è molfettese infatti fu composta da Francesco Peruzzi(musicista e storiografo musicale molfettese, 1863-1946). Forse fudiffusa a Giovinazzo da un prete che frequentava la città con compi-ti ecclesiali oppure un organista che si era procurato lo spartito. Ioposso dire che la Santa Allegrezza negli anni ’50 del secolo scorsoera venduta a stampa su un foglio piegato in quattro (la si compravaa Bari) e che i fedeli se la procuravano per cantarla durante lanovena e viverla come una preghiera. Oggi sono molti i gruppi che

la eseguono nel repertorio delle loro nutrite esibizioni così che, pernon stancare l’uditorio, fanno ascoltare solo 5-7 strofe di tutto il cantocomposto da 15 strofe. Così si snatura la funzione di questo bellissi-mo canto che ha delle versioni in Sicilia,in Lombardia e nella vicina città di Barletta(l’incisione cantata è stata recuperata eascoltata da Diego de Ceglia).L’amore per la celebrazione canora delNatale non finisce e non finirà mai tanto èvero che molti sono i compositori, anchelocali, che ci deliziano con nuove crea-zioni. Per rimanere nel tema della SantaAllegrezza evidenzio che il prof. Giusep-pe Pappagallo di origini molfettesi ma re-sidente a Giovinazzo compose, una quin-dicina di anni fa, una Santa Allegrezzacol ritmo del rap, molto bella, che fece ese-guire ai suoi alunni della Scuola MediaDomenico Savio di Molfetta, per strada incorso Umberto, a Molfetta.

DAVANTI AI PRESEPINELLE CHIESE...Un altro aspetto che aiuta a vivere bene ilNatale da noi è quello figurativo che siconcretizza soprattutto nel Presepio oPresepe. L’anno scorso ne ho visto unoirripetibile, originalissimo per collocazio-ne, nella nicchia della statua della San-tissima Trinità (questa era dal restaurato-re) nella suggestiva Chiesa dello SpiritoSanto.Sul fronte delle manifestazioni mi piace l’atmosfera raccolta del 24sera creata dalla processione che parte dalla Concattedrale, si sno-da per le viuzze e si ferma nelle rettorie della purificazione, di S.Maria di Costantinopoli e S. Maria degli Angeli dove le rispettiveomonime confraternite allestiscono un modesto ma significativo pre-sepe, in cui Gesù nasce all’arrivo del Parroco don Benedetto Fioren-tino che reca tra le mani un grazioso cestino in cui è deposta lastatuetta di Gesù Bambino.

E NELLE CASE…Nel mese di gennaio di quest’anno due attenti giovani di un altroperiodico locale presentarono una bella carrellata di presepi allestitiin Diocesi documentandola con un ricco corredo fotografico. Quellocasereccio allestito in S. Giovanni Battista (vulgo S. Francesco daPaola) per cura dell’Arciconfraternita di S. Maria del Carmine fu ilpresepe che più mi trasmise l’impressione e il ricordo di come sifacevano i presepi negli anni ’50 del secolo scorso in molte case eChiese dove non c’erano particolari pretese. L’impegno però nonmancava ed era lo stesso che le famiglie reali partenopee riversava-no nella cura dei loro presepi di corte. Il presepe napoletano intro-dusse diverse figure rispetto a quello tradizionale (e lo fa ancoraanno per anno) e addirittura un intero quartiere della città che è

STORIA N PROF. MICHE

La Santa AllegrLa Santa Allegr

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29 Dicembre 2007

NOSTRAELE CARLUCCI

quello dove si vende la frutta, la carne ecc. La diffusione della culturanapoletana anche presepistica in tutto il Regno interruppe la bellatradizione cinquecentesca e forse ancora antecedente del così detto

presepe pugliese che prevedeva l’uti-lizzo nelle chiese di statue in pietracalcarea a misura d’uomo e che con-templava soltanto le figure centrali dellaNatività, il Bue e l’Asinello, uno o duepastori con qualche pecora e infine i ReMagi che dall’alto di un colle si dirigeva-no verso la grotta. Il tutto di grosse pro-porzioni! Esempi del presepe pugliesesi trovano a Polignano, Putignano,Altamura, Cassano Murge, Lecce, ese-guiti da famosi scultori: Stefano daPutignano, Paolo da Cassano, ecc. Unresiduo di esso con le figure di Giusep-pe, Maria e Gesù si trova nella Pinaco-teca Provinciale di Bari. E se fosse quel-lo che si trovava fino alla fine dell’Otto-cento nella Basilica della Madonna deiMartiri della vicina Molfetta.Anche in alcune case, soprattutto casenobili, si allestivano suggestivi presepi.Per Napoli il più famoso era quello dellafamiglia Cuciniello che oggi si trova nelmuseo di San Martino sempre a Napoli.In qualche famiglia benestante anchenella Giovinazzo del dopoguerra, finitele preoccupazioni di restare vittime del-la guerra direttamente o indirettamente,rinacque la voglia di allestire il presepenel periodo natalizio, di convocare da-vanti ad esso gente del vicinato per reci-

tare il rosario e la novena.

RICCHEZZA DELLA POVERTA’ DI UNAVOLTAA Don Nicola Illuzzi negli anni ’50 in Cattedrale e poi a Sant’Agostino,quando ne divenne parroco, veniva in mente di istituire un sorteggioper assegnare la copia della statua di gesso dell’Immacolata (du-rante la novena dei primi di dicembre) e poi della statua di GesùBambino dal 16 al 24 ad una famiglia della parrocchia per cui ognisera, dopo la novena dei bambini, si andava processionalmente acasa del fortunato che ospitava per 24 ore circa l’Immacolata o GesùBambino che la sera successiva venivano ripresi portati in chiesa edopo la novena rassegnati e riaccompagnati a casa di un nuovofortunato. Al termine della novena c’era un sorteggio per cui uno dicoloro che avevano partecipato alla novena portava definitivamentea casa la statuina. Che gioia immensa in tempi in cui l’acquisto diuna statuina veniva considerato arduo! Tanta era la povertà di tantagente! Tra parentesi, c’erano famiglie dove non si poteva stabilire dalmattino con cosa pranzare perché si dipendeva dalle erbe selvati-che (ma saporite!) che il papà e la mamma riuscivano a cogliere peri viottoli e le campagne accessibili dell’agro.

Ho memoria di come si preparava un artistico presepe che occupa-va mezza camera, tre metri per tre a piano terra, per averlo visto faredal tinteggiatore, pittore e addobbatore di chiese con drappi di seta,Filippo Nisio, interprete dell’animo popolare, grande pittore per leforme che sapeva dare ai fiori e ai paesaggi. Si partiva con la siste-mazione nella mezza camera messa a disposizione in Via San Lo-renzo dai coniugi Bonserio Giosafatte e Marrano Michelina, genitoridell’insigne studioso Michele, dottore in giurisprudenza, di cavallet-ti che dovevano reggere robuste assi di legno che formavano ilpiano di base. Le “fondamenta” venivano coperte con un pannoinchiodato ai cavalletti e alle assi e il bordo antiestetico veniva co-perto a sua volta da un nastro con fili dorati di seta largo 5 centimetri.Sul “tavolato” così ottenuto si collocavano casse di legno usate perla frutta e piccole assi che da una cassa all’altra dovevano sostene-re il peso dei personaggi. Se invece erano collocate a scivolo dove-vano formare le discese su cui talvolta i personaggi venivano legatio inchiodati affinché non cadessero a una minima oscillazione pro-vocata da un bambino. Tutta la struttura e le parti pianeggianti veni-vano ricoperte di sacchi di iuta dismessi o da robusta carta dei sac-chetti color beige in cui si vendeva il cemento. Prima di coprire il tuttosi legavano a qualche appiglio robusti e frondosi rami di agrumi.Quando dopo qualche giorno per disidratazione, qualche frutto sistaccava dai rami succedeva che qualche personaggio venissecolpito. Tra i rami si facevano passare i così detti fili argentati, piùgrezzi di quelli odierni e fili con lampadine in serie che, conl’intermittenza, al buio creavano una atmosfera d’altri tempi. Eranogli unici effetti speciali di cui si fruiva nella vita semplice di allora!Quindi di procedeva alla colorazione della carta per aspersione: inbicchieri di vetro si preparavano i colori verde, rosso, marrone; inesso si immergeva un gazzettino di prezzemolo e quindi si cospar-geva di piccole macchie variopinte tutto il presepe nel quale talvoltaveniva inserita una bacinella con acqua e pesciolino rosso vivo aibordi della quale bisognava collocare il pescatore. Furono belli an-che gli anni (se non erro gli anni ’70) in cui la Pro Loco organizzò lanascita con l’impegno dei sommozzatori che, disponendosi a formadio stella cometa sotto l’acqua del porticciolo, si appressavano pia-no piano alla riva esaltando così un ambiente che rappresentavauna fonte di lavoro e guadagno per molti e che di lì a non moltosarebbe stato il volano delle potenzialità turistiche della graziosacittadina.Per non parlare dello spettacolare quanto ardito presepe pensileallestito,non ricordo precisamente in quale degli anni 60, da DonFilippo Roscini e da i suoi giovani del circolo” La grotta”, allocatanella cripta del palazzo Spinelli nei pressi della Chiesa Santa Mariadegli Angeli, sulla cantoria della parrocchia San Domenico. Quelpresepe, unico e irripetuto in quanto a grandiosità, occupò tutte le 2dimensioni piane della cantoria e gran parte dello sviluppo in altez-za del catino absidale.Bei tempi quelli in cui a recitare una bella poesia sul Natale davantiai nonni si intascavano delle lire che dalla sosta provvisoria nellamano del declamatore passavano subito nelle mani dei genitori(altro che paghette!) affinché l’autonomia economica (di pochi spic-cioli) non ci facesse illudere di poterci dare alla pazza gioia.E tornano alla mente tutte le magie del Natale di allora,di quellanotte, di sempre!Notte Santa di Luce! «Oh Betlemme in questa notte tutte le speranzee tutte le paure di tutti i secoli si incontrano in te».Sembra di udirla «Oh little town of Betlemm…» Metteteci la voce diElvis Presley e sognate! Ma va bene, e non è un ripiego, anzi, ancheWhite Christmas di Irwing Berlin cantata da Bing Crosby oppure,perché no, Tu scendi dalle stelle o La Santa Allegrezza“giovinazzese”.Buon Natale a tutto il mondo!

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Page 30: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

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DI VINCENZO DEPALMA

Lo sfavillio delle luci intermittenti per lestrade, nei negozi, sui bal-coni, nelle case stesse elo spuntare, come funghidei luccicanti alberi diNatale addobbati di palli-ne colorate e lucine varie,annunciano che il Nataleè ormai prossimo. Quan-ta differenza con i Natalidella mia epoca!La religiosità della festa,la riunione di famigliapresso i maggiorenti han-no lasciato il posto al-l’esteriorità, allo sfarzo, aldivertimento.Ai miei tempi il Natale siaffacciava timidamentequando le donne, riuniteper la consueta recita po-meridiana du SandeResarie iniziavano laNevene. Al termine siscambiavano le prime in-formazioni sui dolciumivari da preparare:mestazzule, taraddescallete, cicerchiete,terraune, pettue e pettuemodde e tante altre deli-catezze. Alla mia epocanon si è mai sentito par-lare di panettone, pandoro, spumante.Gli uomini invece cominciavano a procu-rare il materiale per il presepe. In ognicasa si trovava sempre un angolino dovesopa a nu tavue o na beffette si dovevaallestire il presepe. Il materiale occorren-te era qualche ramagghie de feiche o dechelumme, ne picche de carte, petrodde,raine.L’elasticità dei rami dei fichi era l’idealeper la costruzione delle strutture per la

grotta della natività e per agli altri pic-coli anfratti che dovevano ospitare lepresenaggie più avariati.Con un poco di carta, ideale la cartede le maccareune, si ricoprivano que-ste strutture che si aspergevano conun pennello intinto nella calce per il bian-co mentre, con le terre colorate, si ot-tenevano tutti gli altri colori. Sassolini,sabbia o segatura, muschio, costitui-vano poi la base sulla quale collocarele statuine. Lo sfondo era di rami cari-

ILLIS TEMPORIBUS

chi di arance o mandarini di giardino conil divieto per noi bambinidi toccarli; su di essi ve-gliava incessantementelo stesso Gesù Bambinocoadiuvato dai pastori, daiRe Magi e da tutte le al-tre presenze del presepe.Si arrivava così alla Vigi-lia.Al posto delle attuali sfa-villanti lucine c’era solouna candela o una lampa-da ad olio. L’elettricità eraai miei tempi un bene pre-zioso e serviva solo perdare luce agli ambientiquel tanto che bastavaper non andare a sbatte-re contro sedie e mobili;dove se ne poteva fare ameno si usava ancora lacandela o megghieangore u tubbe (ossia illume a petrolio).Verso l’imbrunire comin-ciava ad affluire verso lacasa del capofamiglia ilparentado tutto che primadi affrontare le fatiche delcenone faceva nasce ubommeine.Dopo la recita delle pre-

ghiere al canto di “Tu scendi dalle stel-le” si improvvisava una piccola proces-sione con candele e lumi a petrolio e siterminava con il canto della “SantaAllegrezza”.Ai miei tempi, scusatemi se mi ripeto,le canzoncine di Natale erano solo quel-le, tutte in italiano o magari con qual-che piccola trasgressione ingiovinazzese, ora invece va di modaJingle Bells, Silent Night, Adeste

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alto) che s’introduceva in un cilindretto metallico legato con lospago, qualche grammo di zolfo e di potassio in una scatolettametallica della “Pasticca del Re Sole” e fare un po’ di pressionecon il cilindretto di metallo che si faceva esplodere battendolocon forza contro i bordi rialzati dei marciapiedi

Illustrazione:VincenzoDepalma

Mò VèN NATALEMò VèN NATALE

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31 Dicembre 2007

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Fideles che non si sa che cosa significhi-no. Quando per un incidente durante la pro-cessione si rompeva u tubbe non si dice-va sorry, ma si chiedeva scusa a GesùBambino e si consolava la padrona can-tando: Gesù Bambine mio nan fascenudde, a la gloria tua sa rutte u tubbe.Prima di proseguire nel racconto consen-titemi una piccola osservazione sulla“Santa Allegrezza”. Una delle strofettedella canzoncina è la proclamazione deldogma della Verginità di Maria Vergine edice che “si è incarnato il Figlio Divino la-sciando a Maria la verginità”. Le nostrenonne, i nostri padri, i sopravvissuti diquell’epoca quella non l’hanno quasi maicantata, per cui, a pochi giorni dalla festadell’Immacolata i giovinazzesi (passibilidi scomunica) continuano a cantare ed af-fermare che il Figlio Divino si è incarnatolasciando a Maria la verginità. Dio ci per-doni. Per il cenone le pietanze non eranoquelle ricercate e costose odierne, ma era-no altrettanto gustose e profumate: cal-zone de cepodde, calamaridde, fritture depesce, baccalè fritte, cime de cole fritte eper chi poteva u chemacchie (anguilla ma-rinata).Quanta allegria in quelle riunioni di fami-glia, anche i genitori più severi sembra-vano addolciti ed ammansiti per l’occa-

sione.Si arrivava tra inviti vari a Capodannoatteso da noi bambini con ansia perchési aspettava la strenna. I botti c’eranoanche ai miei tempi e se vogliamo menocostosi, ma non meno fragorosi e peri-colosi di quelli attuali. All’epoca i botti sifacevano che la chiè. Avete capito bene:bastava una chiave, una solida, bella,grossa chiave. Vi spiego come funzio-nava, ma vi prego non imitateci. In que-sta grossa chiave, (che allora non man-cavano), s’introduceva un cilindrettometallico legato con lo spago o il fil diferro alla chiave stessa. L’esplosivo losi procurava a la farmacie de lover, o dedonna Lina, o da Palombell. Con pochicentesimi si acquistava qualche gram-mo di zolfo e di potassio che si riponevanella scatoletta metallica della “Pastic-ca del Re Sole” e che si introducevanonel foro che na pambine d’auie (una fo-glia accartocciata secca di ulivo) che fun-geva da misurino e che si pressava leg-germente con il cilindretto di metallo eche si faceva esplodere battendo conforza il cilindretto contro i bordi rialzatidei marciapiedi. Che botti!Quei botti venivano usati dai contadiniper scacciare nel periodo estivo gli uc-celli dai campi di grano, ma per noi era-

no i botti da usarsi a Capodanno. Ildosaggio dell’esplosivo non doveva es-sere eccessivo per non correre il rischiodi far esplodere la chiave con risultati tal-volta piuttosto spiacevoli. Si arrivava poialla Befana che ci portava, quasi sem-pre, nu circhie, nu tammirridde, nucavalluccie, nu parapalle e soprattuttotanto, ma tanto carbone, perché, non sisa per quale motivo i bambini di allora era-no sempre tanto tanto cattivi. Il carboneoltre a riempire subito la calza serviva poiper il fuoco; alla mia epoca non si buttavaniente. Il carbone era quello vero, non quel-lo taroccato di adesso. La Befana signifi-cava anche che le arance e i mandariniche avevano fatto bella mostra durantetutto il periodo natalizio, potevano esserefinalmente mangiati. Il desiderio che ce liaveva fatti gustare per tutto il periodo na-talizio diventava realtà e vi garantisco chein vendita non ci sono mai stati frutti cosìgustosi.Cari lettori, l’Epifania, come si sa, tutte lefeste porta via. Questo succedeva ancheai miei tempi. Anche tutto il ben di Diopreparato dalle nostre mamme era spari-to procurandoci tante gioie e soprattuttotanti mali di pancia.Cari lettori, da parte mia e della Redazio-ne tutta: BUONE FESTIVITÀ!

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33 Dicembre 2007

sPAzIO lIbERO

«Questo tempo è di Dio. Santifica dentro.Purifica dentro. Il tempo del dolore, irroragrazia, irrora stagioni nuove. Quando Dioin questo tempo. Quando Dio nel dolore.Quando Dio sulla croce. Non si ha tempoper girare il mondo. Né tutto il giorno a gi-rare in casa. Né a pulire il giardino. Né inmacchina o in carrozza a correre in fretta.Né a girare a vuoto nelle stanze. Né a gira-re il telecomando alle televisioni. Questotempo è il tempo di Dio. E’ un’occasioneforte. Non puoi sprecarlo. Ti è dato per san-tificarti». Così predicava il prete dinanzialla nuova acqua della notte di Pasqua.«Questa sorgente – continuava – non fini-sce mai. Ieri, oggi e sempre. Questa sor-gente – e immergeva il cero pasquale, finoin fondo. Fino nel profondo di Dio, ha sem-pre acque fresche e pure. Quanti santi inquesta sorgente. Quanti martiri in questofonte». Io guardavo dritto in faccia il sa-cerdote, mentre Mario si meravigliava. Hasempre predicato così. La stola bianca alpetto. Il ramo d’olivo in mano e le brocchesempre piene per le navate e per la gente.Gli uomini sempre pronti a versare le broc-che nelle acquasantiere. Il prete, sul capodei fedeli. Il coro inneggiava ai santi: «SantaMaria, prega per noi. Santi Giovanni e Gia-como, pregate per noi». Quanti santi inquesta chiesa. Tutti quanti, dal coro,osannanti. «Scendete, scendete in questafonte della salvezza. Scendete, scendetea muovere le acque della speranza. Trop-po chete. Troppo chete sono qui le acquedella chiesa». Santa Maria, prega per noi.Santi tutti di Dio, pregate per noi. Le acquesono abbondanti. Ora dolci, ora inquiete.Sono onde, sono cavalloni; sono mite,sono barre di mare, che il dolore fanno at-traversare. E gli uomini, vestiti di biancatunica, offrono le brocche. Altri il catino. Eil prete versava copiose le acque di Dio.Quanto rigenerano queste acque. «Su,andate, - orava il prete. Portate l’acqua esui corpi affranti versatela. Versatela suipiedi, sulle mani. Irrorate la faccia, lavateil capo, rinfrescate le membra. Su, anda-te, si, fuori della chiesa. Siano le caseasperse, stanotte. Siano le stanze dellevostre famiglie lavate e benedette. E io chiaspergerò?». «Aspergi me – chiedeva unadonna dal cancro divorata. Siano questeacque, la mia nuova chemio-terapia». Que-sta è la notte in cui Dio visita la terra. Que-sta è la notte in cui il cielo abita per terra.Dinanzi a tanto prodigio non si possonomettere le museruole agli uomini. L’uomonon morde la morte. In questa notte i dol-lari sono appesi al balcone e il vento li pren-de e li porta via per sempre. I ministrantiritornavano con le brocche vuote e subitoripiene per i pozzi del mondo. Mi fermeròanch’io a un pozzo, non ad annunciare,

dentro, il cielo, né un frutto che dall’altoriflette dentro. Mi laverò la mente. «Chiaspergerò ancora? – continuava il pretecon il piviale bianco di preci». «Aspergime – purificava il pianto un giovane dro-gato. Aspergi la mia carne, aspergi la miafamiglia da me derubata. Aspergi le mieferite. Quest’acqua sia, la mia nuovaoverdose». I fedeli alzavano rami d’olivoe le palme che amavano il cielo e Dio.«Santa Maria, madre di Dio, prega pernoi. Santi martiri di Dio, pregate per noi.».«Su, in alto i rami e il capo, alzate.Aspergerò non le vesti, ma il cuore. Su,in alto il vostro cuore». Le anfore sonopiene di ambrosia e i vasetti di alabastropieni di unguento. Su, alzate il vostrocuore a profumare Cristo che risorge.«Una notte di sorgente non può che irro-rare un mondo nuovo. Scorrono fiumi diperdono. Scorrono acque che sanano l’ali-to. Questa sorgente non finisce mai». Ilprete immergeva il cero acceso nelle ac-que, nelle onde, nelle bufere, negli ura-gani del mondo. Neanche il vento può farniente. Neanche il tuono del venerdì san-to può prosciugare questa fonte. E il coroancora: «Sant’Agostino, prega per noi.Santa Monica, prega per noi». Quantemadri a piangere in questa notte. Quantifigli lontani, non sono in casa. Uscii dichiesa. I canti erano troppo laceranti perme. Ferivano il cuore. Uno strazio di ri-cordi. E io non volevo piangere, né senti-re scendere ora lente, ora veloci le lacri-me a terra. No, uscii di chiesa e Mariocon me. Ma come uscire di chiesa? Quiin piazza gli uomini fumavano nell’attesadel ritorno delle loro donne. Fumavanosigari e i più giovani sigarette nuove. Tut-ti ridevano all’alleluia e volevano saperechi e che cosa e quando. O se fosse ri-sorto, o se cantavano ancora lamenti. Tuttierano seri. Solo metà rideva e metà sulserio. Non parlavano di lavoro, né di affa-ri, né tanto meno di donne. Sentivanol’alleluia arrivare e le pipe tremavano neibocchini. Quanto è grande questa notteda far tremare anche i vecchi. Lì, c’è ilpane. Lì, c’e il sangue. Lì, c’è l’acqua be-nedetta e tutti si toglievano il cappello eil capo chinato a terra. Qualcuno facevaricerca nella navata, da sotto il portico.Ma ancora cantavano i santi. Quanto èlunga questa notte. Nessuno aveva unadonna in braccio, anche se vestiti a fe-sta come quando si fa l’amore. Giravanoin piazza, ma non le bestemmie. Rac-contavano fatti antichi, fatti vecchi. Oradi Mosè che spaccò l’acqua per salvarela sua gente. Ora di Giuditta che staccòla testa a Oloferne. Ora di Giacobbe cherubò la terra a Esaù con un piatto di len-ticchie. Ecco perché ai sepolcri si adora

Cristo con piatti di ceci e di fagioli e i poten-ti per rispetto di Giacobbe rubano ancora leterre. Ora di Abramo che saliva a sacrifica-re Isacco per obbedire a Dio e offrì un arie-te invece di suo figlio. E l’angelo fu conten-to di regalargli un’infinità di stelle. I bar era-no chiusi e nessuno giocava a totocalcio. Eio che non giocavo mai, mi sentivo preoc-cupato. Poi entrai in fondo alla chiesa. Lì,c’era un uomo con il collo storto. La mogliecon un’ovatta inzuppata di alcool lo strofi-nava e a tutti diceva: «Gli porta sollievo».C’era un topo sotto una banca. Tutti scap-pavano dal proprio posto e cantavano: «Altopo. Al topo». Poi un vecchio lo catturò ese lo mise in tasca. Il prete era serio. Tuttizittirono e la liturgia continuava. Una ragaz-za fuori del coro cantò in silenzio al suogiovane: «Voglio mettermi con te. Anche senon hai dollari e cervello. Tanto l’ultimo nonserve e il primo non me ne potrai trovaretanti». Si convinse il giovane e mise lamano al portafoglio. C’è sempre qualchedonna che domina l’uomo a casa. La piaz-za sapeva ogni cosa e taceva in quella not-te questi quotidiani eventi. Ora era presadall’alleluia. «Ma quando? – sbuffavano i vec-chi. Quest’anno è in ritardo». Il coro canta-va: «San Giovanni Vianney, prega per noi.San Lutero…» No, non c’è – gridava il pre-te, agitando il cero che non si spegneva mai.Infine il prete cantò l’alleluia e le navate siilluminarono, mentre il coro, le donne con ilvelo in testa, alzavano osanna con i ramiancora benedetti. Si distesero ovunque to-vaglie ricamate e sopra si spezzò il pane diquell’uomo che a Emmaus aveva ricordatoai viandanti che la gente è stolta e dura dicervello, a capire che in quel pane spezza-to per tutti è la sua risurrezione. Sazi dipane, uscirono alle due di notte. La piazzasi riempì di gente, come a mezzogiorno. Ilpane di Dio l’aveva fatta nuova, quella not-te. Don Paolo Turturro

DI PADRE PAOLO TURTURRO

Il pane e la sorgente(LETTERE DAL BORGO DELLA PACE)

Il pane e la sorgente(LETTERE DAL BORGO DELLA PACE)

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I MOTIVI PER VIVERE A

2151- Cambiare la denominazione “Benvenuti a Giovinazzo,città dell’olio” per “Benvenuti a Giovinazzo, città delle transen-ne e dei rondò” 2152 - Scommettere al bar dello sport se sono più le strisceblu o le transenne e i rondò in città 2153 - Encomiare con pergamena, firma e sigillo in ceralaccadel nostro sindaco il responsabile della viabilità perché ha in-coraggiato l’uso della bici al posto della quattroruote ai resindentidi via Bari, di piazza Porto, del centro storico 2154 - Encomiare con pergamena, firma e sigillo in ceralaccadel nostro sindaco il responsabile della viabilità perché tra rondò,transenne e lavori stradali in corso ha azzerato i rischi allaguida in stato di ebbrezza2155 - Scommettere al bar dello sport quali saranno i prossimiresidenti vessati dai nuovi sensi unici varati dall’Assessoreall’Urbanistica (Pinuccio 3)2156 - Chiedersi quale forma geometrica avrà il prossimo rondòin costruzione2157 - Richiamare alla memoria degli allora adolescenti la for-ma geometrica dei pilomat del centro storico quando funziona-vano2158 - Rimpiangere la forma circolare dei pilomat del centrostorico quando un tempo funzionavano2159 - Scommettere tra amici al bar dello sport se la tagliadella divisa del nuovo ufficiale della Polizia municipale prove-niente da Bari sarà la Large, la XL, o la XXL

POLITICA ONLINE2160 - Scoprire che è arrivato l’autunno e l’amministrazionenon è andata in letargo come la cultura2161 - Collegarsi al sito del comune per leggere le novità eleggere in varie pagine “in aggiornamento o in costruzione”2162- Scoprire che di alcuni atti della giunta Giunta Comunaleai giovinazzesi è consentito consultare online solo gli oggetti!2163 - Scoprire che gli atti dirigenziali sono sempre in aggior-namento o… top secret! 2164 - Scoprire che di alcune determinazioni dirigenziali aigiovinazzesi è consentito solo consultare online i consiglieridell’opposizione in barba alle disposizioni esistenti in materiadi trasparenza!2165 - Chiedersi con circospezione per quale motivo i bandi ele gare non vengono tutti pubblicati online!2166 - Chiedersi con stupore per quale motivo non vengonomai pubblicate ondine le aggiudicazioni delle gare2167 - Cercare una seria giustificazione…forse perché imanutentori del sito non hanno tempo!2168 - Scoprire che non è bastato un tempo di circa otto/novemesi per rendere trasparente il sito2169 - Rassegnarsi a consultare il sito istituzionale in perennecostruzione per poi accorgersi che alla voce Statuto Comunalecompare «Approvato con deliberazione del Consiglio Comuna-le n. 61 del 29/12/2007»

2170 - Chiedersi con interesse qual è l’indirizzo del sito istitu-zionale del Comune di Giovinazzo2171 - Ripiegare sul sito www.giovinazzo.it owww.madonnacorsigano.it dove c’è Tommaso De Palma col suosorriso Durbans che ti trasfette conforto e speranza

CULTURA2172 - Prostrarsi perché il 7 luglio il Comune ha speso 20milaeuro per pagare tanti personaggi In cerca d’autore provenientidal Belpaese quando poteva cercarli al Caffè degli artisti o al-l’Osteria dei Poeti2173 - Chiedersi per quale motivo la lucidità intellettuale dell’as-sessore alla cultura Carolina Serrone premia con contributi solole associazioni che fiancheggiano la sinistra2174 - Obliare solo per un istante che la Cultura alberga solo aSinistra vera fucina di poeti, musici, attori, mangiatori di fuoco2175- Chiedersi con circospezione per quale motivo esistonoassociazioni che prendono 200 Euro di contributi annuali e as-sociazioni che prendono... 20.000 euro di contributi estivi

RELIGIONE2176 - Rivedere il Vescovo dopo la Festa Patronale in vestecomunale2177 - Immaginare di ritornare al Medioevo dove gli ecclesiasti-ci e i feudatari gestivano la cosa pubblica2178 - Augurarsi che usciti dal Palazzo di Città veramente ve-scovo e sindaco possano risolvere le situazioni di indigenzacosì come più volte proclamato

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35 Dicembre 2007

2179 - Chiedersi con diffidenza il motivo per cui vescovo esindaco aderiscono al principio di accoglienza degli immigratianche se poi accolgono solo icone e offerte!2180 - Sperare vivamente che la religione cattolica non possaridursi ai doni dei Re magi nel Consiglio Comunale2181 - Pregare Iddio di far scendere in terra Don Tonino Belloche accoglieva nella sua casa senegalesi e poveracci

ASPETTANDO IL NATALE 2182 - Giocare a carte da novembre, immaginando che scendadai tetti già la neve di Natale... (Lety)2183 - Discutere animatamente mentre si gioca a la Premèresugli errori assurdi della giustizia italiana (Lety) 2184 - Inveire contro Mastella per la lunga durata dei processie andare sottoscopa (Lety)2185 - Prendersela col Ministro della Giustizia e con l’avvocatoin fieri del tavolo da gioco perchè si allassèt la smèn (Lety)

GIOVINAZZESITA’2187 - Rinunciare a qualche serata in pub e pizzerie per comin-ciare a mettere da parte qualche euro per i regali natalizi!(Pinuccio 3)2188 - Se proprio non si può fare a meno di mangiare fuori casa,prendere giusto uno “spigolo” d’asporto e poi andare a bere alla

CUI VAL LA PENAA GIOVINAZZO

fontana di Piazza Porto... (Pinuccio 3)2189 - Dal 1° dicembre mettere in stand by la Playstation finoall’Epifania per dedicarsi unicamente ai tradizionali giochi dicarte! (Pinuccio 3)2190 - Benedire il mese di novembre perchè in piazza si puòparcheggiare gratis sin dalle 21! (Pinuccio3) 2191- Capacitarsi troppo tardi che a causa della benzina spe-sa nella ricerca di un parcheggio gratuito nei pressi del centro,si sarebbe speso di meno a comprare il grattino! (Pinuccio3)

ATTRATTIVE2192 - Il 2 gennaio guardare i fili dei panni stesi al sole edammirare il festival di boxer, mutandine e reggiseni rossi2193 - Fare la spesa direttamente dal balcone di casa, indi-cando al commerciante di generi alimentari sotto casa la listagiornaliera2194 - Dopo aver fatto la spesa dal balcone di casa, meravi-gliarsi del fatto che tutto il quartiere sia informato su cosa simangia in casa tua

GOLIARDIA2195 - Presso le fontane riempire la bocca di acqua e spruz-zarla in faccia al primo amico che passava davanti2196 - Riempire d’acqua dalle fontane i palloncini fino al limitee prendere di mira le natiche della prima signorina che passa2197 - Acquistare da “l’ marocchinn” quell’aggeggio con spec-chietti che permette di “spicchiettare” sotto il balcone la si-gnorina affacciata, senza essere “sgamati”2198 - Il giorno della befana farsi ogni anno, sempre, la stes-sa domanda: «Ma cos’è la mirra?»2199 - Dopo un’estenuante settimana di lavoro, attendere ladomenica mattina per recarsi lungo la statale e comprare unintero canestro di ricci freschi dai pescatori locali2200 - Andare al forno per ritirare il tegame dei sassanelli evantarli di fronte agli altri non ancora ritirati dalle altre massa-ie

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di Marilena Lucivero

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37 Dicembre 2007

Page 38: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

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APPUNTAMENTISua Ecc. Mons. Luigi Martella in VISITA

PASTORALE a GiovinazzoSua Ecc. Mons. Luigi Martella in VISITA

PASTORALE a Giovinazzo

Mercoledì 5 dicembre�ore 9,30 Visita la

Scuola MediaMarconi

�ore 11,30 Visita lazona in nuova co-

struzione e l’officinameccanicaDINATALE

�ore 18,30 SantaMessa

�ore 19,30 Incontragenitori e ragazzi

durante la Novenadell’Immacolata

Giovedì 6 dicembre�ore 10 Visita il Convento dei

Padri Cappuccini�ore 17,30 Adorazione

Eucaristica e Confessioni�ore 18,30 Santa Messa�ore 19,30 Visita la sede

dell’ANTHROPOS�ore 20,30 Incontra i Giovani

e i Giovanissimi A.C.

Venerdì 7 dicembre�ore 9,30 Visita gli ammalati�ore 17,00 Visita l’Oleificio

Sociale�ore 18,30 Santa Messa

�ore 19,30 Incontra i gruppisportivi al Palazzotto dello Sport

del Viale A. Moro�ore 20,30 Incontra i “Gruppi

Famiglia”

Sabato 8 dicembreFesta dell’Immacolata�ore 18,30 Presiede la

Concelebrazione Eucaristica achiusura della Visia Pastorale

Domenica 2 dicembre:�ore 18,30 Rito di accoglienza

sul Sagrato della Chiesa - sa-luto ufficiale del Parroco eSanta Messa presieduta dal

Vescovo�ore 20,00: OMAGGIO A MA-

RIA Concerto di CantiMariani eseguito dai

Cori Parrocchiali Cittadini

Lunedì 3 dicembre:�ore 9,30 Visita la Scuola Ele-

mentare “Don Saverio Bavaro” ela Scuola Materna “Karol

Wojtyla”�ore 12,00 Visita la Caserma

dei Carabinieri�ore 18,30: Santa Messa

�ore 19,30 Visita la sede del-l’Emergenza Radio

�ore 20,15 Incontra il ConsiglioPastorale e il Consiglio degli Af-

fari Economici

Martedì 4 dicembre�ore 17,00 Incontra gli Adulti diA.C. , il Gruppo di Preghiera San

Pio, l’AssociazioneMariana e Gruppo Caritas�ore 18,30 Santa Messa�ore 19,30 Visita la sede

dell’ANFFAS�ore 20.15 Incontra gli

Educatori A.C.R. , i Catechisti egli animatori A.C.

Il Parroco e il ConsiglioPastorale Parrocchiale

dell’Immacola

Il Comitato FestePatronali di Giovinazzo, presieduto daTommaso Depalma e rappresentatonell’occasione da Carlo Del Prete, Raf-faele Depalma e Marzia Morva, comeprecedentemente comunicato, ha par-tecipato nella mat-tinata di giovedì25 ottobre, ad unincontro con il Sin-daco prof. AntonioNatalicchio e l’As-sessore alla Cul-tura, CarolinaSerrone.L’incontro, cordialeed amichevole, èservito per iniziarea tracciare le lineeguida della prossi-ma Festa Patrona-le, considerato ilreincarico, verbal-mente comunicatoa Tommaso Depal-ma. E proprio il nu-mero uno del Comitato Feste Patronalidi Giovinazzo, ci spiega i punti basilaridi questa chiacchierata. «Noi e l’Am-ministrazione, confida Depalma, ab-biamo trovato un punto d’accordo sul-la risoluzione di problematicheataviche, quali gli ambulanti abusivi,la necessità di ordinare gli eventi ecercare una forma più coesa di colla-borazione fra le varie associazioni cheoperano, a Giovinazzo, nel periodoestivo». L’incontro ha anche avvicina-to il Palazzo di Città alla macchinaorganizzativa guidata da Depalma. «C’èla piena disponibilità dell’AssessoreSerrone - continua Depalma - a di-ventare un punto di riferimento fra ilComitato Feste Patronali e le associa-zioni interessate ad essere coinvoltenelle attività estive. Infatti, proprio l’As-sessorato alla Cultura inviterà le varieassociazioni ad un incontro per cerca-re di costruire un unico cartellone esti-vo».

Cordialescambio

d’opinioni traDepalma eNatalicchio

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39 Dicembre 2007

LAVORAZIONI IN PVC LAVORAZIONI IN PVC

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41 Dicembre 2007

DI ONOFRIO ALTOMARE

LA PAGINA DEL PESCATORE

Ormai è da tempo che scrivo per questo men-sile e non vi nascondo che lo faccio per cam-panilismo, per amor di Giovinazzo. Una dellestorie che però mi stanno più a cuore riguar-da le multe che finora ho accumulato a causadella mia attività di “venditore abusivo” ovve-ro di «colui che non si muove di lì». In passatoanche la popolare trasmissione di AntonioRicci cioè “Striscia la notizia” si è interessatoal mio problema.La mia prima contravvenzione la presi quan-do lavoravo sulle pese di Molfetta e ogni due/tre volte al mese mi beccavo un verbale operché il macchinario aveva un difetto o per-ché tornando a casa andavo contromano nel-la notte, completamente assonnato. E già al-lora non potevo pagare perché a malapenariuscivo a sbarcare il lunario. Decisi di indebi-tarmi soltanto per prendere la licenza di pe-scivendolo, pensando di inseguire facili gua-dagni per comprare un giorno il tantoagognato motopeschereccio. Così, prima diavere la licenza per vendere al mercato, pernon morire di fame vendevo abusivamente emolto spesso intervenivano le pattuglie deivigili per mandarmi via. Io, però, spinto dallafame cercavo di resistere e vedevo molti pe-scivendoli autorizzati che, quando finivano divendere, passavano dal mio posto ambulan-te con le facce arrabbiate. E puntuali, i vigili,“timbravano” da me il loro cartellino.Non so perché, anche quando uscì la primanotte per acquistare i pesci e la mattina perinaugurare la mia attività, i carabinieri mi scam-biarono per ladro e di lì… fu tutta una “sagra”di verbali. Decisi così di offrire un patrimoniodi otto chili di triglie per far scomparire nelleapposite tasche quegli stessi verbali. E così ilmio guadagno andò in fumo. Poi ci fu lo sfortu-nato periodo del colera che non permettevadi utilizzare l’acqua di mare, si dovevano os-servare scrupolosamente le norme igienichee quindi non mi restava altro che attenderecon pazienza… periodi migliori! Spesso laguardia di Finanza si faceva una passeggia-tina e quando cercavo di utilizzare il registra-tore di cassa, questo si inceppava perché nonveniva mai utilizzato. Gli agenti decidevanocosì di prender nota, riservandosi di scriverenelle volte successive. Ma è sempre stata unalotta continua. Quando mi occupavo della pe-sca delle alici i verbali continuavano a fiocca-re. Quante volte, mentre ero impalato con il

carro delle alici, nelle serate che pregavoIddio di riuscire a “guadagnare la giornata”,si presentavano puntuali i vigili urbani e iofacevo loro segno di scrivere appena li in-travedevo. Perché già sapevo che lo avreb-bero comunque fatto! E nelle serate inver-nali la mia faccia raggelata diventava com-pletamente di bronzo e non soppesavo ne-anche più tutte le visite che ricevevo da que-sti individui in divisa. Aiutandomi anche conun po’ di pane, alici e vino che mi alzavano ilmorale. Insomma, ormai non facevo che ra-cimolare una lunga serie di verbali e ognivolta che a casa suonava il postino, ci siaspettava soltanto…multe! Singolare che ilpostino arrivava poco prima che iniziassi amandar giù il primo boccone della pietanza,cosicché mi andava giusto di traverso. Vole-te dunque sapere com’è andata a finire?Che un bel giorno mentre ero al mercato sipresentò la Guardia di Finanza e mi chieselo scontrino. Io con la mia buona volontà cer-cai di batterlo, ma il registratore di cassa pun-tualmente si inceppò, forse perché ancheossidato dall’acqua marina. Decisi così digettarlo per aria insieme ai pesci che avevosul banco, tant’è che un’alice s’infilò nel ta-schino dei finanzieri. Abbandonai alloradefinitivamente l’attività di pescivendolo ini-ziai una nuova attività, quella della pescadei ricci per potermi guadagnare la giorna-ta.Almeno, in fondo al mare, potevo essere tran-quillo come un’anguilla, nessuno poteva piùinseguirmi con i verbali. Che pia illusione!Ben presto iniziarono a perseguitarmi gliambientalisti e mi multavano quasi sempreperché era proibito raccogliere i ricci duran-te la fase della loro riproduzione, cioè perben due mesi all’anno. E così…maxi verbalida due milioni di vecchie lire iniziarono apopolare i miei sogni da incubo! Insommaavevo imparato così bene a firmare che fa-cevo un baffo persino al Presidente dellaRepubblica.L’attuale consolazione è che, con il passaredegli anni, il numero dei verbali si è notevol-mente ridotto anche perché non ho più nien-te e quindi sarebbe anche impossibile pen-sare di pagarli. Gli ufficiali giudiziari ormaihanno gettato la spugna. Di fronte ad una

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TANTO TEMPO FA

In ogni fondo voi guardate

vi sono grandi ulivi.

Intorno, un grande sasso,

così enorme che toccava il cielo.

Faceva l’amore con il cielo

e tutti erano felici.

Amore, amore era la nostra vita.

L’uomo non invecchiava mai…

L’uccello era il nostro simbolo di vita

Tanti…leggeri, innocenti, posati sui

nidi.

Cantavano il canto di felicità della

nostra vita…

ONOFRIO ALTOMARE

famiglia di quattro persone non è pensabilepoter richiedere denaro che non esiste!Questo periodo è particolarmente buio, siaperché la gente a causa del pagamento del-le tasse spende meno, sia perché le bolletteda pagare aumentano sempre più e benpoco resta nelle tasche dei cittadini. Quandomi chiederanno contezza dei miei reati, inTribunale, so per certo che qualcosa nellavita politica italiana e giovinazzese sarà cam-biata e così qualcuno dovrà spiegarmi perquale motivo a fronte di una situazione sfor-tunata come la mia, esiste gente dalle pen-sioni d’oro (V. Magistrati e Parlamentari). Ef-fettuerò così in tale sede una mega richiestadi risarcimento danni, in quanto io, alla miavecchiaia, dovrò chiedere solo elemosine enon avrò diritto nemmeno ad un alloggiopopolare come gli zingari o un qualsiasiextracomunitario…

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Quante multe...Quante multe...

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42

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LITTLE ITALYDI VITO BAVARO

NEW YORK. Dopo settantanove giorni di na-vigazione, il 12 ottobre 1492, Cristoforo Co-lombo approda su un un’isoletta delleBahamas, per la precisione S. Salvador. E gliemigranti d’America festeggiano tale anniver-sario, coscienti del fatto che il nuovo conti-nente fu scoperto proprio da un connaziona-le. Intorno al 1479 tra il soggiorno a Maderaed il successivo a Lisbona, nella mente diCristoforo iniziò a prendere forma il disegnodella rotta breve per le Indie. Dopo aver chie-sto inutilmente al re Giovanni II la somma ne-cessaria per il suo progetto, Colombo nel1485, dopo la morte della moglie, si recò aPalos con il figlio. Dopo essere stato aCordoba ed a Siviglia, nel 1486 Colombo sipresentò al cospetto di Ferdinando II diAragona e di Isabella di Castiglia, ai quali illu-strò il suo progetto di raggiungere per mare ilCatai ed il Cipango. Ma una commissione riu-nita per vagliare le effettive possibilità di riu-scita del viaggio bocciò la proposta. Negli anniseguenti Colombo cercò varie volte di farsiascoltare dalla corte castigliana e si rivolsepure, tramite il fratello Bartolomeo, ai re d’In-ghilterra e di Francia. In seguito all’unionedelle corone della Castiglia e di Aragona, efinita la conquista di Granada, Colombo, gra-zie all’intermediazione del francescano JuanPérez, del duca di Medinaceli e del tesorieredi corte Luis de Santangel, raggiunse un ac-cordo con Isabella. Furono così allestite trecaravelle, la Santa Maria, di 150 tonnellate,capitanata da Colombo, la Pinta di 140 t. e laNiña di 100 t., al comando di due armatori diPalos, Martin Alonso Pinzón e suo fratelloVicente Yáñez Pinzón. Il pilota della flotta erail cantabrico Juan de la Cosa, proprietariodella Santa Maria. La partenza avvenne il 3agosto 1492 da Palos de la Frontera con unequipaggio complessivo di 120 uomini. Dopouno scalo nelle Canarie per rifornimenti, le trenavi ripresero il largo il 6 settembre. Spintedagli alisei, le caravelle navigarono per unmese senza che i marinai riuscissero a scor-gere alcuna terra. Il 7 ottobre Colombo decisedi virare verso sud-ovest, avendo visto alcuniuccelli dirigersi verso quella direzione. Final-mente alle due del 12 ottobre Rodrigo deTriana, a bordo della Pinta, avvistò la terra.All’alba Colombo sbarcò su un’isola, chiama-ta Guanahani dagli indigeni, che egli battez-zò San Salvador.Come non essere dunque riconoscente a co-lui che ha concesso a tutti gli emigranti, negli

anni a venire,di approdaresu una terraricca di aspettative, la stes-sa dove noitutti abbiamocostruito ilnostro futu-ro? Grazie aduna donna, laRegina Isa-bella, il so-gno del navigatore genovese è diventato re-altà e in suo onore, a New York, oggi esisteun’associazione a lui intitolata. La FifthAvenue, in occasione della ricorrenza del-l’anniversario diventa un tripudio di colori, inparticolare dei colori rosso, bianco e verde, iltricolore italiano. Occorre registrare anche lapresenza di un’altra Associazione, la N.I.A.F.(National Italian American Foundation), laquale, insieme a tante altre organizzazioni dirilievo è riuscita a valorizzare la figura del-l’emigrante italiano, assegnandogli il giustospessore. I progressi che tutti noi approdati inquesta nuova terra abbiamo fatto sono da tuttiben visibili. Basti pensare che, sempre gra-zie a questo testardo navigatore, capace discoprire un nuovo continente, oggi si può an-noverare nella Lista Repubblicana, il figlio diun emigrante. Senza dimenticare che uno deipersonaggi più importanti nella storia del go-verno della Grande Mela è stato il SindacoRudolph Giuliani. È stato proprio lui, con pol-so fermo, a creare una distinzione tra gli ita-liani “buoni” e quelli “cattivi” che andavanoespulsi dal potere. Si è attratto inizialmentetantissime antipatie ed inimicizie tra tutti i con-nazionali. Successivamente però, la sua po-litica è stata compresa e finalmente gli emi-granti a New York, grazie a lui, hanno iniziatoa godere di un vero e proprio rispetto. Il se-condo sogno di Cristoforo Colombo, dunque,cioè quello di vedere un italo americano allaguida del continente della Libertà, potrebbeanche realizzarsi. Il Repubblicano RudolphGiuliani, candidato alle elezioni presidenzia-li del 2008, fiero oppositore della criminalitàdilagante a New York, colui che è riuscito arassicurare i concittadini reduci dell’11 set-tembre, potrebbe rendere onore a tutti noi italoamericani e farci rivivere le stesse emozioniche Colombo dispensò a tutti nel lontano1492!

Columbus-dayColumbus-day

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43 Dicembre 2007

LITTLE ITALY

NEW YORK. Da buon italiano trapiantato inAmerica, credo che oggi tutti hanno ormai pre-so coscienza dei tanti errori commessi dal Pre-sidente Bush nel governo della nazione. Soper certo che è difficile ammettere in pubblicoi propri errori, più semplice continuare imper-territi a seguire le proprie strategie, anche seinefficaci, attendendo soltanto la fine della le-gislatura. Alcuni dei miei migliori amici sonostati per lungo tempo membri del Partito Re-pubblicano. Oggi, molti di essi stanno rinun-ciando alla loro vocazione politica e non certoperché sono divenuti simpatizzanti del PartitoDemocratico e della sua candidata per le pri-marie del 2008, Hillary Clinton. In realtà ci tro-viamo di fronte ad un notevole scoramento ead una consapevolezza di un crescendo di sfi-ducia nei confronti dei governatori. La lineapolitica seguita dal Presidente Bush presentadelle grandi falle che si sono aperte già quan-do non si riusciva più a giustificare le ragioniper le quali era risultato necessario attaccarel’Iraq. Il primo errore che col senno di poi sipuò attribuire agli USA è proprio l’aver di-chiarato formalmente e solennemente la guer-ra al terrorismo. Certe cose conviene primafarle e poi dirle, anche perché per farle fino infondo è necessario ricorrere a mezzi che nonpossono essere detti. La dichiarazione di guer-ra, pur comprensibile per l’aspetto etico ne-cessario a coinvolgere l’opinione pubblica, sulpiano politico militare ha posto l’esigenza diidentificare concretamente un nemico, il qualedi contro è stato spinto a organizzarsi più emeglio di quanto eventualmente già non lo fos-se. Gli USA hanno messo subito nel mirino AlQaeda e Osama bin Laden. Le cose sono an-date più o meno come previsto, tranne con BinLaden, che non era proprio un estraneo perl’intelligence USA fin dai tempi dell’invasionesovietica in Afganistan. Quando si frequenta-no certi compagni di merende, se non si pren-dono precauzioni si fa la fine degli sprovvedu-ti. Se oggi Bin Laden continua a comparire suAl Jazeera forse non erano state prese alloratutte le precauzioni del caso; al tempo stessoperò è lecito chiedersi come mai, nonostantele ripetute minacce dello stesso Bin Laden,

nessuno degli attentati dopo quelli dell’11 set-tembre ne ha mai eguagliato le terribili dimen-sioni. La guerra dichiarata dall’amministrazio-ne Bush al terrorismo lo ha colpito soprattuttocon la cattura o l’eliminazione di molti espo-nenti di spicco, ma non è certo il reclutamentoa rappresentare un problema per Al Qaeda eorganizzazioni simili. Oltretutto il ricambio del-la classe dirigente potrebbe favorire l’instau-rarsi di nuovi legami e nuove strategie più agilie flessibili di quella del grande attentato. Que-sto sembra proprio il caso dell’Iraq, dove sipuò anche parlare di un altro errore politicomilitare degli USA. Nonostante fosse stata de-finita campagna, quella contro Saddam ha fi-nito col diventare una vera e propria guerrasul piano giuridico. Un atto formale di armisti-zio o resa avrebbe in parte sopito le opposi-zioni vocianti nell’ONU e in Europa, sarebbestato un segno di rispetto per il popolo irachenoe avrebbe fissato un punto di partenza per ri-costruire nuove istituzioni che nelle intenzionidegli USA dovevano servire da modello peraltri paesi del Medio Oriente. La mancanza - opiuttosto la non volontà - di trovare uninterlocutore ufficiale che sancisse formalmen-te il passaggio dei poteri da Saddam all’ammi-

DI NICK PALMIOTTO

Gli errori di BushGli errori di Bushnistrazione provvisoria ha rafforzato la sen-sazione di una guerra dichiarata per motividiversi dalla lotta al terrorismo e agli statiche lo sostengono. Una simile percezionenon aiuta a risolvere i problemi attuali. Lamancanza di interlocutori non può neppureessere usata come alibi, visti i contatti conalcuni generali di Saddam ammessi dallastessa amministrazione USA prima ancoradell’inizio delle ostilità.E non finisce qui. Ad oggi si sta verificandoanche un raggelamento dei rapporti conl’Iran e addirittura con la Russia, una sorta dinuova guerra fredda. Di contro non ci sonostati sostegni in alcuni settori vitali del Pae-se, quali la sanità, l’immigrazione e letematiche ambientali. Basti pensare che levittime del disastroso uragano del 2005, vi-vono ancora in condizioni disperate a dueanni dall’accaduto. Ma anche le forze arma-te non sono da meno. I lunghi periodi distabilizzazione dei militari americani in quel-le terre, hanno favorito il sorgere di una lun-ga serie di duri problemi psicologici che com-portano il ritiro immediato in America.Un’America che non potrà mai risolvere leloro ansie, accumulate per mesi in terre stra-niere e pericolosissime e che nessuna con-creta soddisfazione hanno potuto offrire aimilitari. Nell’amministrazione Bush, inoltre,si sono succeduti numerosi scandali, qualiquelli collegati a Michael Brown, DonaldRumsfeld, Dick Cheney, Karl Rove, AlbertoGonzalez ed altri ancora. Manca quasi unanno alla vigilia delle elezioni, le presiden-ziali del 4 novembre 2008. Probabilmente cisarà una metamorfosi della situazione ma idanni che Bush ha prodotto continuerannoad avere un pesante strascico. È sufficienterendersi conto, oggi, della pesante svaluta-zione del dollaro. Che il prossimo Presiden-te sia repubblicano o democratico io credoche ormai ha poca rilevanza. L’America inquesto momento ha più che mai bisogno diuna persona trasparente, capace di dire laverità, proprio tutta la verità ai confusi cittadi-ni americani che necessitano di tanta sicu-rezza e fiducia.

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45 Dicembre 2007

Quando mi è capitato tra le mani il volume “Bandaamata. Il Gran Concerto Bandistico nella tradizionemusicale pugliese” di Franco Albano e Sergio Caval-lo, sono andato con la memoria alla nostra festapatronale, con la sua corona di riti sociali, tra cui an-che l’animazione musicale a partire da quella più vi-vace delle allegre marcette fino a quella più impegna-ta con la riproposizione della musica operistica.La banda è uno dei segni più evidenti della festa dipaese. Forse lo si avvertiva di più qualche anno ad-dietro, ma ancora oggi ha un suo fascino. Le orche-stre con le luminarie in piazza, i concerti, i fuochipirotecnici, i madonnari, sono gli ingredienti più im-mediati per aggregare e allietare la gente.Sono emozioni che tutti abbiamo provato, e qualcunosi è cimentato a fissarle per iscritto. Questo volumeinfatti è stato fortemente voluto e diretto nella ricercada Franco Albano, Presidente dell’AssociazioneAPULIA di Torino. Ancora una volta a valorizzare ilpatrimonio culturale, artistico e affettivo della propriaterra, partendo dai tempi andati fino al rinnovamentodelle tradizioni, è toccato a un pugliese della diaspora,a un pugliese fuori sede che tanto si spende per as-sociare i pugliesi in Piemonte e per far conoscere la Puglia al Nord. Con in più la passioneper le bande e per lo studio della loro evoluzione e rilevanza sociale.Se qui se ne parla non è solo per un atto di omaggio a un amico con quale condividol’impegno associativo nel Nord Italia e il comune sentire, ma anche perchè in questo testosi parla anche dei concerti bandistici di Giovinazzo. Infatti il volume, dopo un’ampia intro-duzione comprensiva di spiegazioni storiche e riflessioni sulla funzione sociale della ban-da e sulla costituzione e modalità di svolgimento dei primi concerti bandistici, illustra pertutte le maggiori città della Puglia i dati generali sul paese e brevi note sui rispettivi con-certi bandistici e sul tipo di opere e sinfonie proposte.Non mancano annotazioni generali sulle feste patronali e le loro caratteristiche nei singolipaesi, insieme a un’ampia bibliografia segno del lavoro scientifico svolto.Insomma, partendo dalle bande, scaturisce una sorta di volume sulle feste patronali inPuglia: il concerto bandistico come specola per rivisitare il senso delle feste patronali eper dare un programma dei singoli festeggiamenti in Puglia.Si ritrova il ricordo di un’emozione che forse ha poco spazio al Nord e che costituisce, tragli altri, uno dei motivi per il rientro dell’emigrante proprio in coincidenza della “festa delpaese”.

di Agostino Picicco

LA PAGINA DELL’EMIGRANTE

BANDA AMATA

CULLE

BANDA AMATA

LAUREA

IL GIORNO 23OTTOBRE 2007PRESSO L’UNI-VERSITÀ DI

BARI – FACOL-TÀ DI ECONO-MIA E COMMER-CIO, SI È LAU-REATA UNA SIM-PATICISSIMA RAGAZZA… OGGI ROSSANA ÈUNA DOTTORESSA SPECIALIZZATA IN ATTIVI-TÀ MANAGERIALE CON 110 E LODE E BACIOACCADEMICO!CONGRATULAZIONI PER IL TUO IMPORTANTETRAGUARDO RAGGIUNTO. L’AUGURIO DI UNFUTURO RICCO DI ALTRI SUCCESSI NON SOLOPROFESSIONALI.CONSERVA SEMPRE LA TUADETERMINAZIONE E LA TUA VOLONTÀ.Le tue zie Anna, Nicla, Isa, Grazia e cugini.Attenzione!!Non dimenticare la nonna Stella!!Auguri!

ROSSANATURTURRO

FABIANA

ILLUZZI

«Ciao a tutt isono FabianaIlluzzi.Sono nata i l30 agosto.Sono una bel-la bimba, ca-pelli neri, occhiazzurri.F i n a l m e n t esono arrivata a casa di mamma epapà. L’anno scorso mi rappresenta-vano solo due calzini rosa sull’alberodi Natale. Quest’anno eccomi qui!Per augurare a mamma e papà au-guri di Buon Natale e felice AnnoNuovo e a tutti quelli che mi cono-scono». Fabiana

Ho conosciuto

‘El Diablo’TRIETSE. Spett.le redazione, gentiliamici lettori de La Piazza,

questo è un petit cadeau per voi, maanche per me che l’ho realizzato.Nella città in cui vivo ho potuto incon-trare, in occasione di un’iniziativa pub-blicitaria, questo grande campione acui Giovinazzo è molto affezionata,non fosse altro che per lo storico le-game che esso ha con il ciclismo. Ci-clismo che io ho sempre “respirato” infamiglia in quanto mio fratello ha pra-ticato questo sport da ragazzo e miopadre è stato Presidente della Socie-tà ciclistica nei lontani (ahimè) anni’80. Sport che nella sua accezione piùvera è fatica e sudore, farcela con leproprie forze, senza ricorrere ad al-cun farmaco, cosa che il nostro ami-co Chiappucci rappresenta appieno.Ho potuto scambiare con lui più diqualche battuta e, quando gli ho mo-strato “La Piazza” (che mi sono op-portunamente fatta autografare), l’hovisto piacevolmente trasalire al ricor-do che essa gli ha suscitato....e comeper incanto l’ho sentito disquisire del-la bellezza della nostra cittadina, delsuo amico Tommaso De Palma dei cuisaluti (non me ne voglia l’ignaro inte-ressato) mi sono fatta portavoce. Haelogiato in modo particolare l’operatodi tutto il Comitato Feste Patronali, delmeraviglioso lavoro che è riuscito arealizzare in occasione della festa del-la SS. Maria di Corsignano, festa acui, per chi non lo ricordasse, ha pre-so parte personalmente partecipan-do al corteo storico. Per ultimo mi haparlato delle “abbuffate” culinarie a cuisi sottopone volentieri quando capitaa Giovinazzo, ed in particolare nel lo-cale di un suo amico ristoratore. Inconclusione ho trovato una personapiacevolissima, per niente costruita,vera e disponibilissima, così comeavevo sempre immaginato che fos-se.

TINA TESORO

lettera

Page 46: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

46

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Page 47: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

47 Dicembre 2007

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RICERCARE NELLO SCHEMA I SOPRANNOMI GIOVINAZZESI ELENCA-TI (SENZA ACCENTI E GLI EVENTUALI ARTICOLI IN PARENTESI).A SOLUZIONE ULTIMATA LE LETTERE INUTILIZZATE FORNIRANNO

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Page 48: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO DICEMBRE 2007

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DICEMBRE: LA REGINA DELLACASA È LA STELLA DI NATALE

Dicembre è il mese delle feste natalizie, deiregali, dei primi freddi veri. In questo periodovi suggeriamo l’acquisto di piante, perchériempiono la casa di colori vivaci. Chi ha ungiardino deve sicuramente adoperarsi perfornire alle piante un sicuro riparo dal freddo.Ecco alcuni suggerimenti sulle operazioni daeseguire in questo periodo dell’anno.

PIANTE D’APPARTAMENTOPIANTE VERDI (Ficus, Potos, Tronchettoecc.) E FIORITELa regina della casa per eccellenza è la Stel-la di Natale che con il suo colore rosso viva-ce porta una allegra nota di colore durante lecene e i pranzi delle festività natalizie. Permantenere in buona salute questa pianta epermettere la fioritura anche negli anni suc-cessivi bisogna dedicarsi ad alcuni accorgi-menti:Cimatura dei germogli sin dal mese di feb-braio (quindi dopo la fioritura del primo anno)in modo tale da stimolare la pianta alla emis-sione di nuove branche. Concimazione eannaffiatura regolare avendo cura di nonesporre la pianta alla luce diretta. In Agosto -Settembre effettuare il rinvaso (in un vaso unpo’ più grande). Dalle 17.00 alle 8.00, neimesi di Settembre e Ottobre si pone la piantain ambiente buio per fornire le 15 ore di buioa temperature inferiori ai 18°C per stimolareil processo di fioritura. A Novembre si ripristi-nano le normali ore di luce e si aumenta letemperature per far si che avvenga la norma-le fase di fioritura.Per restare in tema natalizio si suggerisce diutilizzare i fiori recisi della Stella di natale,assieme a foglie di magnolia colorate d’oro oargento, spighe di grano, pigne e quanto al-tro abbiamo a disposizione nel giardino, percreare degli originali “centro tavola” e “deco-razioni” per la sala da pranzo. Per le pianteverdi (Ficus, Potos, Croton, Philodendron) èimportante che la temperatura in casa siamantenuta attorno ai 16-18°C. Se si accen-dono i termosifoni risulta importante mante-nere elevata l’umidità dell’aria, pertanto sonoda fare delle nebulizzazioni fogliari oppuremantenere l’acqua nel sottovaso. Tempera-ture maggiori (18-20°C) e annaffiature setti-manali sono necessarie se si possiedonopiante fiorite d’appartamento come

fungicidi con prodotti appositi per controlla-re la diffusione di malattie. Distribuire unlumachicida per evitare che le voraci luma-che (che si manifestano diffusamente dopole piogge tipiche del mese) possano “distrug-gere” le foglie delle piante e delle lattughe.Utilizzare teli plastici trasparenti o ”tessuto-non-tessuto” per proteggere le piante dalfreddo. Concimare con sostanza organica econcimi potassici.

PIANTE DA FRUTTOÉ il periodo per fare semine, innesti e messea dimora. Dopo aver lavorato il terreno,concimato e lasciato “riposare” per alcunesettimane si possono trapiantare le pianteda frutto fino a quando non prenderanno ilsopravvento le giornate molto fredde e legelate. Eliminare le foglie secche e i ramimalati, eventualmente bruciandoli, perchésono potenziali ricettacoli di malattie e di in-setti. Nelle drupacee (pesco, susina, ciliegioecc) oltre alle operazioni descritte preceden-temente bisogna fare trattamenti specificiconto il Corineo e la Bolla del pesco. Si rac-colgono i Clementini, Mandarini e Arance.Sono al termine della raccolta le varietà tar-dive di Olivo da olio e da Tavola, pertantosono da preparare molto bene le attrezzatu-re e le zone di terreno sottostanti la piantaper favorire la raccolta delle olive cadute.

Spatyphillum, Anthurium, Violette e OrchideePhalenopsis. E’ buona norma, inoltre, arearei locali periodicamente per un salutare ricam-bio di aria e di umidità.Sono da ridurre le annaffiature alleSansevierie ed Euphorbie perché gli ecces-si di acqua possono causare l’insorgenza didannosi marciumi. E’ consigliabile l’apportodi concimi e di rinverdenti che favoriscono lanuova vegetazione e intensificano il coloredelle foglie. Per le piante coltivate in vasi daidrocoltura (quelli verdi trasparenti pieni diargilla espansa) si deve rinnovare l’acquacontenuta nel vaso e integrare il nutrimentofornito dalla resina a scambio ionico. In que-sto periodo si diffondono molti insetti comeCocciniglie, Aleurodidi e Ragnetti che pos-sono danneggiare notevolmente le piante,pertanto sono da intensificare i trattamentiinsetticidi con prodotti specifici. E’ importan-te ricordarsi di pulire periodicamente le fo-glie dalla polvere utilizzando i lucidanti spe-cifici.

NELL’ORTOORTAGGI IN PIENO CAMPOSi devono concludere le lavorazioni del ter-reno per lasciarlo riposare, l’azione dellepiogge e del gelo lo affineranno in attesadelle semine primaverili. In questo periododi assoluta calma proseguono i lavori di ma-nutenzione degli attrezzi che si usano nor-malmente, di riordino delle zone dicalpestamento tra i vari appezzamenti, ag-giungendo o sostituendo eventuali assi omattoni utilizzate come camminatoi per evi-tare di infangarsi nelle giornate piovose.Le raccolte sono limitate: Cardo imbiancato,i Carciofi, le Cima di rapa, i Cavoli, le Carote,l’Indivia e Scarola, le Lattughe da taglio, ilPrezzemolo, le Puntarelle, la Rapa, laRucola e la Valeriana, lo Spinacio ed il Se-dano.Si possono seminare in ambiente protetto leLattughe e il Radicchio da taglio, oltre a Me-lanzana, Pomodoro, Peperone, Zucchino,Ravanello, Spinacio, Valerianella, Rucola, sipuò seminare in pieno campo il Pisello e laFava, mentre si trapiantano in pieno campola Cipolla, l’Aglio, il Porro, le zampe di Aspa-rago e il Carciofo.Si devono fare trattamenti insetticidi e

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49 Dicembre 2007

Giovinazzo città di hockey e di arti marziali.Giovinazzo, città dove i campioni non na-scono per caso. Sono quelli delle arti mar-ziali orientali. Sono quelli della kick-boxingma non solo. Sono quelli del taekwondo cheforse rispetto alle altre discipline marziali hail vantaggio di essere affiliato al Coni e diessere disciplina olimpica. Per questo, leattenzione dell’Ente Comune non mancanonei confronti del taekwondo. Già, il taekwondo,che si caratterizza per l’uso di tecniche digambe anziché di braccia, vanta giovinazzesiche si vestono di azzurro e che competonoai campionati europei. E’ il caso del giovaneatleta di Giovinazzo, Fedele Fiorentino duevolte Campione Nazionale a Rimini il 2006 ea Genova il 2007. Nazionale di Taekwondo,ha partecipato di diritto Il 26 e 27 ottobre aBaku in Azerbajian, ai Campionati EuropeiJuniores riservati solo alle cinture nere dellesquadre nazionali europee. Come è andata?Tecnica e tattica l’un contro l’altro. Dopo unasontuosa e spettacolare cerimonia di aper-tura, gli incontri si sono rivelati infatti carichidi alta professionalità e di notevole prepara-zione tecnica da parte degli atleti in gara.Dai primi incontri sui quadrati, sono statesvelate le innumerevoli strategie applicatedalle varie squadre. I tecnici della nostra Na-zionale hanno ritenuto opportuno, dopo at-tente selezioni, svoltesi presso le strutturedi Acquacetosa in Roma, cambiare di cate-goria alcuni atleti per una scelta tattica, checon il prosieguo degli incontri è di certo ri-sultata negativa per gli atleti e per la squa-dra. Per la categoria -78 Kg è stato selezio-nato Fedele Fiorentino appartenente alTurturro Team Taekwondo, condotto e gui-dato dal Maestro Marcello Turturro.Fiorentino per la prima volta esordiva allamassima competizione europea in questacategoria superiore, in quanto egli è detentoredel titolo italiano 2007 per la categoria -73Kg.La fortuna non è stata grata in quanto dalleestrazioni delle pool di combattimento Fio-rentino doveva affrontare il Campione in ca-rica della Nazionale Russa -78 Kg. Lo scon-tro è stato molto duro ed impari, dovuto allanotevole differenza di peso e alla massicciamole dell’atleta Russo, ma tecnicamente ele-vato per le strategie e tecniche applicate daentrambi gli atleti.Al termine del primo round,Fiorentino era in vantaggio per penalità manel susseguirsi degli altri round il campioneRusso ha vinto, ma il nostro campione halasciato il quadrato con onore e dignità, gua-dagnandosi la stima ed il saluto da parte delct. Russo per la sua performance. L’Italia su14 atleti ha conquistato n.3 medaglie dued’argento e un bronzo classificandosi al de-cimo posto nella classifica europea. Si trat-ta di un bottino magro se si vuol considerareil giusto valore della squadra ma nello sporttutto può accadere!!

La riscossa è arrivata il 1° novembre aLecce. Non eravamo a Baku ma ai Cam-pionati Regionali di Taekwondo per le ca-tegorie Cadetti, Junior e Senior per Com-battimento e Forme. E Lecce non è stataavara di risultati. Qui, il Turturro Team gui-dato dal Maestro Marcello Turturro si è ag-giudicato il 3° posto nella classifica delleSocietà nella Categoria Combattimento eha portato a casa 10 medaglie: 5 Ori, 4

E’ sempre più verde il pratobiancoverde dell’AFP… Ivo Ranieri eDomenico Illuzzi non sono più spe-ranze ma ormai certezze. Dopo avervinto tutto nelle categorie giovanili,si sono vestiti d’azzurro e sono vo-lati alla volta del Cile per disputare imondiali under 20 di hockey su pistache partiranno il 24 novembre. Final-mente qualcuno che ha le chiavi del-la cassaforte della lega ha acceso –ed era ora - i riflettori sulla scuolaallevata da Pino Marzella. Scuola diantiche tradizioni se si pensa chenegli anni ‘80 i nostri juniores si ve-stivano sempre d’azzurro e lottava-no ad armi pari con i maestri spagnolie portoghesi. Ivo e Domenico ritor-neranno il 2 dicembre. Al prossimourlo, ragazzi. Sperando che sia vincente!.

sport

UNA VITTORIA E UNA SCONFITTA

Campionati Europei di Taekwondo in Azerbajian

UNA VITTORIA E UNA SCONFITTA

Argenti e 1 Bronzo. E’ stata grande la sod-disfazione per il M° M. Turturro e per i 10atleti del suo team che con dedizione sista impegnando nella valorizzazione diquesta disciplina sportiva che anche gra-zie ai positivi traguardi nazionali ed inter-nazionali raggiunti dalla giovane promes-sa giovinazzese del taekwondo, FedeleFiorentino, sta dando lustro all’attività spor-tiva di casa nostra.

HOCKEY. Alla conquista dell’iride

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Lui è giovinazzese doc. Di professione fal’imprenditore a Giovinazzo e il presidentedi Calcio a 5 per passione. Crede nelle fa-vole ma non lo dice. Da buon costruttore dipalazzi ama l’altezza, le sopraelevazionima non lo dice. Preferisce rimanere con ipiedi per terra fino a quando la costruzionenon è pronta. Sul lavoro e nello sportCarlucci è fatto così. E lo lascia sempreintendere alla stampa. L’anno scorso peròha purgato giornalisti e tifosi. Gli è cresciu-to il naso di Pinocchio. Era partito dalle fon-damenta di cemento con uno squadrone dimuratori per costruire una salvezza tran-quilla e poi ci ha fatto vedere pian piano ilprimo, il secondo, il terzo piano… Il tettol’ha costruito spiovente. Sulla punta di quelpalazzo ci ha issato la bandierabiancoverde. Pardon, due bandiere. PerchéCarlucci è l’unico presidente d’Italia che ciha fatto vedere due volte la serie A2 in unanno solo. La prima conquistata con meri-to sul campo, la seconda attraverso la giu-stizia sportiva. C’è di più. Entri nel palasportdella 167 e se non ci fosse il tabellone achiarirti le idee con l’indicazione tutta ita-liana Ospiti e Locali potremmo tranquilla-mente credere di essere a Rio de Janeiro.Il pubblico è diventato la torcida cairoca, ilritmo in campo e sugli spalti di moda èquello della samba. Ma siamo a Giovinazzoe non al Carnevale di Rio. Ci piace sogna-re. Lo facciamo noi per il presidente Carlucciche rimane più imperturbabile di unoZeman. Ci piace sognare. Sarà un sogno,non molto utopistico, chiamato Final Eight.Bommino, il mister, sembra Dunga chesuona la carica ai tocideros perché in campoci sono davvero i brasiliani. Dopo nove tur-ni, la matricola Giovinazzo Calcio a 5, co-mincia a far paura, alle squadre che lotte-

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ranno per non retrocedere ed a quel-le che si accapiglieranno per i primiquattro posti validi, al termine del girodi boa, per l’attesissima Final Eight.Se dovesse finire oggi il campiona-to Giovinazzo avrebbe un sogno inpiù. Benvenuta InternazionaleGiovinazzo. Solo che i giocatori ve-stono magliette biancoverdi e nonverdeoro. Carlucci do Brasil sembraun personaggio uscito dal film L’alle-natore del pallone. Sembra il LinoBanfi atterrato al Maracanã per con-cludere qualche buon affare con iSocrates, Junior, Aristoteles del cal-cio a 5. Invero, i contatti con il Brasi-le ce li ha per davvero Carlucci doBrasil, anche se è cambiato il mododi fare mercato. Adesso i Socrates, gliJunior, gli Aristoteles del calcio a 5 sonoloro a proporsi ai club calcistici. Chi lo faperché si può permettere il procuratore,chi lo fa attraverso gli annunci su interneto sui giornali perché non si può permette-re il procuratore, chi addirittura contattan-do personalmente le società italiane.«Scusi, presidente, sappiamo che sieteuna società seria. Posso fare un provinoper trovare un posto al sole. O magari soloper un posto in squadra o una porticinanel vostro club?». La realtà calcistica bra-siliana scorre parallela con la società ci-vile e la crisi economica che sta metten-do in serie difficoltà il paese carioca. L’in-flazione galoppante influisce inevitabilmen-te anche sulla forza economica delle so-cietà brasiliane costrette a mollare tutti igiocatori per continuare a vivere. Eccocosì spiegata la migrazione di talenti dal-la terra dei tucani verso l’Eldorado-Italia.Loro non hanno molti sbocchi occupazio-

SOLUZIONE CRUCIPUZZLE(pag.47):

«Na càuse assèute daiìnde a ledìnde la sàpene chiù de cìnde»

PERSONAGGIDI SERGIO PISANI

nali, non hanno un lavoro. Hanno il Car-nevale e il calcio nel dna. Il calcio inBrasile si gioca in tutte le salse. Lesocietà italiane di calcetto possono con-tare dunque su una miriade di pratican-ti brasiliani sparpagliati per l’Europa eil Belpaese in cerca di fortuna. Bastasolo saper scegliere. Carlucci e dsSamele hanno scelto bene perché i ri-sultati stanno dando loro ragione. Sesolo i nostri giocatori si fossero messia giocare come quelli brasiliani… il GSCalcio a 5 non sarebbe tutto verdeoro.Se solo la federazione limitasse il nu-mero degli stranieri in campo il GS Cal-cio a 5 non sarebbe come l’Internazio-nale di Moratti! Intanto al pubblico vabene così. Ama la torcida carioca e can-ta Brasil Brasil …

CARLUCCI DO BRASILIL PRESIDENTE DEL GS CALCIO A 5 CHE AMA LA TORCIDA CARIOCA

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