LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

48
1 NOVEMBRE 2010

description

MENSILE DI INFORMAZIONE DI GIOVINAZZO

Transcript of LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

Page 1: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

1 NOVEMBRE 2010

Page 2: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

2

Page 3: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

3 NOVEMBRE 2010

VICO ROTTO DELLA ROSA (CENTROSTORICO)

GRAZIOSO MONOLOCALE DI 45 MQCIRCA ARREDATO CON CANTINA.

PREZZO 125.000 EURO

VENDELOCA

VIA NAPOLI

CASA INDIPENDENTE DI 110 MQ

CIRCA COMPOSTA DA 3 VANI + ACC E

DISLOCATA SU 2 LIVELLI.

VIA BOVIO

OTTIMO LOCALE DI 30 MQ CIRCA

CON BAGNO. PREZZO 100.000EURO

VENDEAppartamenti, locali ebox nuova costruzione

centrali

VENDEBivani in zona centrale

di 70 mq circa.150.000 euro

VENDENel palazzo ducale

bivani grazioso e acco-gliente con vista mare.

170.000 euro

VENDEIn Via Fossato box

interrato di 45 mq cir-ca. Prezzo 100.000

euro

LOCAPosto auto in Via

Marconi

VIA F. LEONELOCALE COMMERCIALE DI 35

MQ BEN DISLOCATI

CONTRADA CASTELLO

PICCOLO FONDO RECINTATO CON DE-POSITO IN VICINANZE PAESE.

35.000EURO

VIA ANDREA MOLINOBOX INTERRATO DI 45 MQ CIRCA.

PREZZO 45.000EURO

LOCASI

Page 4: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

4

LA PIAZZA

ASS. AMICI DELLA PIAZZAII TRAV. MARCONI,4270054 GIOVINAZZO (BA) ITALY

Via Cairoli, 95 Giovinazzo 70054 (Ba)Edito da Ass. Amici della PiazzaIscr. Trib. di Bari n. 1301 del 23/12/1996Part. IVA 05141830728 Iscr. al REA n.401122Telefono e Fax 080/394.63.76IND.INTERNET:www.giovinazzo.itE_MAIL:[email protected]

Fondatore Sergio Pisanidirettore responsabile Sergio Pisani

redazionePorzia Mezzina - Agostino Picicco - Ales-sandra Tomarchio - Damiano de Ceglia- Marianna La Forgia - Daniela Stufano -Vincenzo Depalma - AngeloGuastadisegni - Onofrio Altomare - Die-go de Ceglia - Michele Carlucci - MimmoUngaro - Pino Lisi - Gabriella Marcandreacorrispondenti dall’esteroVito Bavaro - Nick PalmiottoGiuseppe Illuzzi - Rocco Stellaccistampa - Nuova Poligrafica (Modugno)progetto grafico - Ass. Amici dellaPiazzaGrafica pubblicitaria: C. Moreseresponsabile marketing & pubblici-tà: Roberto Russo tel. 347/574.38.73

ABBONAMENTIGiovinazzo: 10 EuroItalia: 20 EuroEstero: 60 EuroGli abbonamenti vengono sottoscritti conc.c postale n.80180698 o con vaglia posta-le o assegno bancario intestato ad:

La collaborazione é aperta a tutti. La reda-zione si riserva la facoltà di condensare omodificare secondo le esigenze gli scrittisenza alterarne il pensiero. Gli articoli im-pegnano la responsabilità dei singoli autorie non vincolano in alcun modo la linea edi-toriale di questo periodico.Finito di stampare il 22/10/2010

La notizia ormai la conosciamo un po’tutti. E’ il 21 settembre. I Carabinieri,gli agenti della Polizia Municipale e delCorpo Forestale (tutti in servizio alla se-zione di Polizia giudiziaria della Procuradi Bari) eseguono ordinanze di sequestropreventivo dell’intera maglia artigianaleD1.1. Si tratta di 146 lotti, 34 già abita-ti, alcuni ultimati ma non ancora in uso,altri in costruzione, altri non ancora edi-ficati: il valore dell’intera lottizzazione èstimabile intorno ai 50 milioni di euro.Le operazioni di sequestro durano tuttala mattinata e si completano nel primopomeriggio. Ai lotti abitati viene conces-sa facoltà d’uso ai proprietari. E’ l’ora dipranzo. Accendiamo la TV per vedere iltelegiornale regionale. E ci appare unservizio già montato sull’«OperazioneSigilli». Il giorno dopo le immagini fannoil giro del Belpaese. La colonna di jeepdella Forestale sulla porta dei villini se-questrati con tanto di sigilli: ‘Immobilesottoposto a sequestro preventivo in esecuzionedel provvedimento emesso dal Gip del tribuna-le di Bari in data 16.09.2010 ai sensidell’artt. 321 e segg. C.C.P’.«Eroico il nostro Corpo Forestale! Digrande respiro l’Operazione! Un interovillaggio abusivo! Trionfi la Giustizia, laCiviltà e la Tutela dell’Ambiente! Ed orala parola spetta alle ruspe» - strilla l’im-mancabile esagitato, ambientalista eancorché assetato di sangue umano. So-stanzialmente l’opinione pubblica è in-dotta a ritenere che un gruppo di furbi sisia fatta la villa risparmiando sui costi esu un’area destinata ad artigianato di ser-

di Giovinazzo

vizio. Ritengo che se non si trova unasoluzione umanamente giusta ai danni difamiglie che hanno acquistato la propriaabitazione con regolare contratto e igna-re che i terreni su cui sorgono le loro casepotessero essere soggetti a vincoli, nonsi possa gioire per aver smascherato unintero villaggio abusivo. In questa batta-glia si dimentica che si stanno punendole vittime prima ancora di aver punito icolpevoli. C’è chi addirittura ha compra-to casa e bottega per trasferire anche lapostazione di lavoro e qualcuno gli hafatto scacco matto con una sola mossa!Ovviamente inutile dire che una sanatoriain tal caso non sarebbe possibile perchésolo una modifica di piano legittimereb-

editor

22222 SALE C SALE C SALE C SALE C SALE COOOOON VIN VIN VIN VIN VISTSTSTSTSTA MAREA MAREA MAREA MAREA MARE

AMPAMPAMPAMPAMPIIIIIO PO PO PO PO PARARARARARCHECHECHECHECHEGGGGGGGGGGIIIIIOOOOO

FFFFFOOOOORNRNRNRNRNO A LEO A LEO A LEO A LEO A LEGGGGGNA E SNA E SNA E SNA E SNA E SPPPPPEEEEECIALCIALCIALCIALCIALIIIIITà DTà DTà DTà DTà DI MAREI MAREI MAREI MAREI MARE

PRENOPRENOPRENOPRENOPRENOTTTTTAZIONI PER BANCHETTIAZIONI PER BANCHETTIAZIONI PER BANCHETTIAZIONI PER BANCHETTIAZIONI PER BANCHETTIE RICORRENZE IN GENEREE RICORRENZE IN GENEREE RICORRENZE IN GENEREE RICORRENZE IN GENEREE RICORRENZE IN GENERE

Page 5: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

5 NOVEMBRE 2010

riale

be la situazione.La storia comincia nel 2004 dopo lastipulazione della Convenzione tra il Co-mune di Giovinazzo e tutti i lottizzantiinteressati. E’ la solita storia all’italiana.Si aprono i primi cantieri e nessuna au-torità preposta al controllo del territorio(Regione, Comune, Forestale, Procura,Carabinieri ...) interviene. L’abusivismonon interessa, anche perché le case nonsparano. Dal 2004 fino al 2008 le villetterealizzate si vendono. Molte si vendonocome ville residenziali con tanto di av-viso sui dépliant di agenzie immobiliarie anche di indicazioni sul posto. C’è chiha comprato strutture finite, pronte,chiavi in mano e nessuno diceva che le

strutture in questione dovevano esseredestinate all’attività artigianale ancheperché secondo il piano gli acquirenti nondovevano essere necessariamente artigia-ni. Nel 2008 la Procura interviene sullabase di esposti anonimi dettagliati soste-nendo che gli immobili in realtà non sonobotteghe ma vere e proprie ville residen-ziali. Ormai il danno è fatto. Gli uniciche ci rimetteranno doppiamente sonocoloro che hanno tirato fuori i soldi percomprare la prima casa che in realtà do-veva essere una ‘bottega’ e chissà perquanti anni non dormiranno tra dueguanciali. E coloro che hanno pagato ilprezzo pieno senza mutuo bancario sa-ranno danneggiati maggiormente. C’è dipiù. In caso di confisca il bene può esse-re assegnato al patrimonio del Comune.Sì, avete letto bene. Ossia al patrimoniodell’Ente che era invece chiamato asupervisionare. In sostanza il Comuneacquista case a prezzo zero. In realtàquesta nostra storia dimostra tre cose:- In Italia il fenomeno dell’abusivismovero è piuttosto frequente e difficile dacontrollare;- Le istituzioni preposte al controllo nonagiscono quando necessario, ma inter-vengono solo se vengono innescati altriinteressi.- Il sentimento di impazienza determi-nato dai lunghi tempi dell’amministrazio-ne della giustizia compromette anche la(s)fiducia e la capacità competitiva dellevittime di recuperare le lacerazioni so-ciali.

LA REDAZIONE

IL TITOLO DELLA COPERTINA

È ISPIRATO ALL’OPERAZIONE

DI SEQUESTRO PREVENTIVO

DI 146 LOTTI IN CONTRADA

«CHIUSO DEL NERO».LA FOTOCOMPOSIZIONE

È STATA REALIZZATA DA C.MORESE

PER LA TUAPUBBLICITÀPRENOTA IL TUO SPAZIO

PUBBLICITARIO A COLORI

TELEFONANDO AL

347.574.38.73(ROBERTO RUSSO).E LA TUA PUBBLICITÀ

VOLA ANCHE SU

INTERNET

COPERTINA

FARMAGRICOLA

Via Settembrini, 7 - Giovinazzo (Bari)cell. 349-8027184 - 080.394.51.83

FIFIFIFIFITOTOTOTOTOFFFFFARMAARMAARMAARMAARMACI - FERTCI - FERTCI - FERTCI - FERTCI - FERTILILILILILIZZANIZZANIZZANIZZANIZZANTTTTTIIIII

VERDVERDVERDVERDVERDE OE OE OE OE ORNAMENRNAMENRNAMENRNAMENRNAMENTTTTTALEALEALEALEALE

SEMENTI E BULBISEMENTI E BULBISEMENTI E BULBISEMENTI E BULBISEMENTI E BULBI

IMPIMPIMPIMPIMPIANIANIANIANIANTTTTTI IRRII IRRII IRRII IRRII IRRIGGGGGUIUIUIUIUI

AAAAATTREZZI ATTREZZI ATTREZZI ATTREZZI ATTREZZI AGGGGGRIRIRIRIRICCCCCOOOOOLLLLLI E PI E PI E PI E PI E PERERERERERIL GIL GIL GIL GIL GIARDIARDIARDIARDIARDINAINAINAINAINAGGGGGGGGGGIIIIIOOOOO

DI DECEGLIE FRANCESCO & C. S.ADI DECEGLIE FRANCESCO & C. S.ADI DECEGLIE FRANCESCO & C. S.ADI DECEGLIE FRANCESCO & C. S.ADI DECEGLIE FRANCESCO & C. S.A .S..S..S..S..S.

ASSASSASSASSASSIIIIISTSTSTSTSTENZA E CENZA E CENZA E CENZA E CENZA E COOOOONSNSNSNSNSUUUUULENZA TLENZA TLENZA TLENZA TLENZA TEEEEECCCCCNININININICACACACACA

Page 6: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

6

«Vendesi ville…». Così recitavano al-cuni cartelli pubblicitari della Zona Ar-tigianale di servizio qualche anno fa.Col tempo quella zona è diventata unresidence di villette. Abusive per laProcura di Bari! Secondo il PianoRegolatore la vasta area doveva esseredestinata a zona artigianale. Di fatto sitratta di vere e proprie villette acquista-te da chi non aveva nessuna intenzio-ne di aprire un’attività artigianale. Ac-quistate come abitazioni residenziali (e

non come «casa e bottega»), alcunepagate a prezzi di mercato, altre conle agevolazioni previste dalla leggeper gli artigiani, appunto.

IL SEQUESTRO – E’ il 21 settem-bre. C’è stupore tra la gente. Ma lanotizia era nell’aria e rimbalzerà su-bito su tutti i media. I carabinieri, gliagenti della Polizia municipale e delCorpo Forestale (tutti in servizio allasezione di Polizia giudiziaria della Pro-

cura di Bari) eseguono ordinanze di se-questro preventivo nell’intera area. Sitratta di 146 lotti, alla periferia Nord diGiovinazzo (contrada Chiuso del Nero,nelle vicinanze del campo sportivo), 34già abitati, alcuni ultimati ma non anco-ra in uso, altri in costruzione, altri nonancora edificati: il valore dell’interalottizzazione è stimabile intorno di 50milioni di euro. Le operazioni di seque-stro sono durate per tutta la mattinata esono state completate nel primo pome-riggio. Ai lotti abitati viene concessafacoltà d’uso.

IL FATTO – Il Piano di lottizzazionedella Maglia D1.1 del Piano regolatoredi Giovinazzo prevedeva che nella zona,proseguimento di via Devenuto, fosse-ro realizzare unità immobiliari «destina-te ad attività artigianale di servizio». Perogni lotto si sarebbero potuti realizzaretre piani, di cui uno (interrato) da desti-nare a garage, uno (piano terra) all’atti-vità artigianale e uno (il primo) per gliuffici e l’abitazione dell’artigiano. Difatto nelle unità immobiliari non vi sa-rebbe traccia di questa suddivisione, anzii «tre piani» sarebbero stati adibiti a lo-cali esclusivamente residenziali: il pia-no terra, per esempio, dove doveva es-sere realizzato il laboratorio artigianale,era nella gran parte delle unità immobi-liari realizzate diventato un «piano rial-zato» ed adibito a «zona giorno», il pri-mo piano a «zona notte»; esternamenteerano stati realizzati dei balconi che,invece, non sono previsti nei lotti «arti-gianali».

LE INDAGINI – Le indagini dellaProcura di Bari, inizialmente condottedalla Polizia municipale della sezione diPolizia giudiziaria, avevano fin dall’ini-

DI SERGIO PISANIl’inchiesta

LABORATORIO DI ANALISIVIA DON FRANCESCO PISCITELLI,

32 (ZONA 167) - GIOVINAZZO

CONVENZIONATO S.S.RAL SERVIZIO DELLE IMPRESE E

DEL CITTADINO

TEL. 080/394.40.25FAX.080/390.16.02MAIL:[email protected]

III Trav. Daconto, 50 - Giovinazzotel. 080.394.88.64

I FATTI, LE INDAGINI, LA DECISIONEI FATTI, LE INDAGINI, LA DECISIONEI FATTI, LE INDAGINI, LA DECISIONEI FATTI, LE INDAGINI, LA DECISIONEI FATTI, LE INDAGINI, LA DECISIONEDEL GIP, LA STORIA, I TEMPI DI REA-DEL GIP, LA STORIA, I TEMPI DI REA-DEL GIP, LA STORIA, I TEMPI DI REA-DEL GIP, LA STORIA, I TEMPI DI REA-DEL GIP, LA STORIA, I TEMPI DI REA-

LIZZAZIONE, I COMMENTI DEGLI INQUI-LIZZAZIONE, I COMMENTI DEGLI INQUI-LIZZAZIONE, I COMMENTI DEGLI INQUI-LIZZAZIONE, I COMMENTI DEGLI INQUI-LIZZAZIONE, I COMMENTI DEGLI INQUI-LINI E DEGLI ARTIGIANI, IL PARERELINI E DEGLI ARTIGIANI, IL PARERELINI E DEGLI ARTIGIANI, IL PARERELINI E DEGLI ARTIGIANI, IL PARERELINI E DEGLI ARTIGIANI, IL PARERE

DELLA DIFESADELLA DIFESADELLA DIFESADELLA DIFESADELLA DIFESA

Page 7: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

7 NOVEMBRE 2010

zio evidenziato i primi profili diillegittimità. Le zone residenzialisono sottoposte a vincoli urbani-stici diverse ad quelle artigianali,devono, per esempio, prevederescuole, servizi alla residenza (pri-mi fra tutti i trasporti pubblici),aree a verde e locali per le attivitàcommerciali (negozi e supermer-cati) per i residenti. Non solo,urbanisticamente sarebbero statinecessari «cambi di destinazioned’uso» per adibire le unità abitativeda artigianali a residenziali. Nonsolo, ma anche l’iter amministrati-vo della lottizzazione sarebbe,sempre per la Procura illegittimo:in fase di approvazione da partedel Consiglio comunale non è sta-to richiesto il parere delle Ferro-vie dello Stato, proprietaria di alcunisuoli nella zona; in fase di realizzazio-ne non sono state rispettate le distanzedi sicurezza dai binari (i lotti sono staticostruiti a 20 metri di distanza, lenormative urbanistiche ne richiedono30); la volumetria residenziale non do-veva, poi, essere superiore al 20% diquella prevista ad attività produttiva;infine, non è stata rispettata la leggeTognoli, lì dove si stabilisce la superfi-cie minima che in ogni lottizzazionedeve essere riservata ai parcheggi. LaProcura, nell’inchiesta, si è avvalsa didue consulenti tecnici. Nel fascicolod’inchiesta sono al momento iscritti inomi di una cinquantina di persone tracostruttori, progettisti, committenti eacquirenti.

LA DECISIONE DEL GIP – Su ri-chiesta della Procura il Giudice per leindagini preliminari del Tribunale diBari (che si è avvalso di un proprio con-sulente tecnico) ha disposto il seque-stro preventivo dei 146 lotti accoglien-

do la tesi dell’accusa non solo per«bloccare» un illecito già compiuto-edificato, ma per evitare sia la costru-zione di altri immobili abusivi, sia pernon permettere che le unità abitativecontinuassero a essere utilizzate comeresidenza in assenza di una licenza diabitabilità.Fin qui il provvedimento della pro-cura.

UN PO’ DI STORIA. Titolo:«Come farsi un’abitazione nella zonaartigianale di Giovinazzo». Dal 2004la zona artigianale a Giovinazzo è unarealtà. Almeno sulla carta. L’area in-teressata è quella della maglia D1.1del P.R.G.C. Tra la zona 167 e la stra-da ferrata. Con tanto di artigianato diservizio alla persona. Ma non è tutto.Sia pure entro determinati limiti, ac-quistare nella zona in questione signi-fica anche farsi un’abitazione. Da unlato, insomma, laboratorio. Dall’altro,residenza. In totale fanno casa e bot-tega. Anche per i non artigiani.

IMPRESA EdileDo.mi.ni.gi.Do.mi.ni.gi.Do.mi.ni.gi.Do.mi.ni.gi.Do.mi.ni.gi.di Donato LINZALATA

Ristrutturazioni facciateCostruzioni in genere

TermoidraulicaVia I trav. Molfetta, 7 - Giovinazzo

tel. 349.622.03.75

... Cose buone sulla tua tavola!

PANIFICIO

- Focacceria- Rosticceria- Tarallificio- Prodotti da forno

P.zza Garibaldi 66 Giovinazzo (BA) Tel. 080/394.79.77

- SI ACCETTANO

PRENOTAZIONI

PER FESTE IN GENERE

Ripercorriamo, in primo luogo ed in sin-tesi, tutto l’iter che ha consentito diavere la zona artigianale a Giovinazzo.Più di vent’anni fa alcuni artigiani op-tano per l’acquisto del suolo nelle exAcciaierie Ferriere Pugliesi per lacostituenda «zona artigianale». Il pro-getto dell’Ing. Stufano prevede n. 33lotti che non sono supportati né daglienti preposti né dalle banche locali.Molti imprenditori e non, fiutano l’af-fare, si avvicinano solo per motivi spe-culativi. A questo punto un gruppo di23 artigiani, spinti dalla necessità di am-pliamento, di ristrutturazione e di col-locazione delle proprie aziende inun’area idonea alle proprie esigenze,considerato che l’amministrazione co-munale continua a garantire ma non amantenere le promesse per la realizza-zione della predetta zona artigianale, siorganizzano e versano 10milioni di lirepro capite per un totale di 230 milionioccorrenti per l’acquisto di parte deilotti. Questa somma dev’essere gestitadal Presidente della Confartigianato lo-

Page 8: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

8

cale. All’atto del compromesso tra gliacquirenti e l’ing. Fumo, commissarioliquidatore delle ex A.F.P., si imponeuna scadenza per la definitiva stesurae quindi della chiusura con l’atto del-l’acquisto. Alla scadenza dei terminiprefissati, causa l’aumentata sfiducia dicoloro che hanno versato i 10milionidi lire, si fanno decadere gli accordi avantaggio dell’Ing. Fumo che intascala somma versata con grave danno eco-nomico degli artigiani. Il lungo calva-rio degli artigiani sembra però esseregiunto all’epilogo. Sono passati quasiquindici anni dal completamento del-l’iter previsto. La Zona Artigianale di-venta una realtà in cantiere. Non nel-l’area dell’ex AFP.Infatti la progettazione del Piano dilottizzazione per artigianato di servi-zio fu localizzata nella maglia D1.1 (re-datta dagli ingg. Michele Amoia, CiroFiorentino e Pasquale Stufano) e videla luce nel 1999. La sua adozione av-venne dopo varie peripezie nella sedu-ta del Consiglio Comunale del 7 gen-naio 2000 con la delibera n. 3, ai sensidella Legge Regionale n.56/1980. Fuinvece la deliberazione n. 78 del 31 ot-tobre 2000, dell’allora commissarioprefettizio dott.ssa Giuliana Perrotta,a sancire l’approvazione definitiva delPiano. Ultima tappa la stipulazione del-la Convenzione tra il Comune diGiovinazzo e tutti i lottizzanti interes-sati, il 25 maggio del 2004.

UBICAZIONE, DIMENSIONI EDESTINAZIONE D’USOCome detto l’area in questione è la ma-glia D1.1, tra la zona 167 e la stradaferrata. Più precisamente: tale magliafiancheggia sul lato Nord la strada fer-rata e si estende dal lembo più estremo

della zona 167 fino al successivosovrappasso ferroviario in zonaPizzicocca. La maggior parte dei lotti iviprevisti sono quelli di tipo A, con unasuperficie di 322 mq ed una capacitàvolumetrica di 1.286 mc. Queste le di-mensioni: 14 m x 13 m. Poi c’è il lottoB.1 (superficie 598 mq, capacitàvolumetrica 1.928,85 mc), con dimen-sioni 21 m x 13 m. Ed infine il lotto C.1(superficie 333,96 mq, capacitàvolumetrica 826,65 mc), con le seguen-ti dimensioni: 9 m x 13 m. Per il 75%della suddetta volumetria è prevista unadestinazione di carattere artigianale. Ilrestante 25% può essere destinato ad usoabitativo. La tipologia del lotto prevedela realizzazione di laboratorio artigiana-le a piano terra o rialzato, dell’ufficio edell’abitazione al primo piano ed infinedel deposito e parcheggio a pianointerrato o semi-interrato. L’artigianatoin questione è quello cosiddetto di ser-vizio. Ossia legato ai servizi alla perso-na (si pensi ad esempio all’impiantisticadi sistemi automatizzati, all’idraulica, al-l’officina meccanica di riparazione au-toveicoli, all’impiantistica elettrica, allafalegnameria ed alle opere da imbianchi-no).

I TEMPI DI REALIZZAZIONE.Nella suddetta convenzione era statostabilito un termine di tre anni per la re-alizzazione delle opere diurbanizzazione primaria (rete stradale,rete fognante nera, rete fognante pluvia-le, rete idrica, rete pubblica illuminazio-ne, rete telecomunicazioni, rete energiaelettrica ed impianto di sollevamentoper le acque nere). Il tutto a cura e spe-se dei proprietari dei terreni.. La man-cata realizzazione dell’esecuzione delleopere nei termini non è imputabile alla

volontà dei lottizzanti, bensì a ritardinel rilascio dei nulla-osta da parte dialcuni enti ed anche a causa della man-cata disponibilità dei suoli appartenen-ti alla R.F.I. Il Piano di lottizzazionedeve essere completato entro diecianni dalla sua esecutività. Pertantoentro il 2014, visto che la relativa con-venzione risale come detto al 25 mag-gio 2004. Con particolare riguardo ailotti, allo stato attuale i lavori nellamaglia D1.1 sono arrivati all’80% dellerealizzazioni di opere richieste.

I COSTI. Veniamo adesso al profiloprettamente economico. A quantoammontano i costi per chi intende farsiuna casa-bottega nella zona artigianalein questione? Per la realizzazione diun singolo lotto varia in media tra i300mila ed i 400mila euro, tenendoconto anche dell’ampio periodo delletrattative. In questi ultimi due anni iprezzi di realizzazione delle operesono molto lievitati, essendo aumen-tati i costi stessi della materia primasoprattutto quello dell’acciaio. Perquanto concerne i lotti di tipo A, ilcosto medio di costruzione è tra i300mila ed i 350mila Euro.

CONDIZIONI PER L’ACQUI-STOL’essere artigiano non è tuttavia unacondizione imprescindibile ai finidell’acquisizione di un lotto nella zonain questione. Chiunque può acquista-re direttamente dall’impresacostruttrice oppure realizzare in pro-prio, avendo acquisito il lotto. Il para-metro che occorre invece necessaria-mente rispettare è quello di carattereoggettivo. Ossia la destinazione d’usodi cui sopra: l’uso diverso da quello

Page 9: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

9 NOVEMBRE 2010

consentito comporta delle irregolarità. Morale della fa-vola: non importa che tu sia artigiano. Ma ricorda che,se vuoi farti una casa in quella zona, non dovrai supera-re il 25% della volumetria.

COSTRUIRE CASA O FARE CASSA?Delle riflessioni sorgono spontanee. Si scrive casa-bot-tega, si legge fare cassa...? Quali vantaggi ne derivanoper gli acquirenti artigiani? Quali, a maggior ragione,per chi artigiano non è?La realizzazione in proprio o l’acquisizione del lotto adestinazione mista (artigianale 75% e residenziale 25%)comporta un duplice vantaggio per l’artigiano, in quan-to potrà disporre, a basso costo, sia dei locali per lo svol-gimento della propria attività sia di un alloggio di circamq 100, con relative pertinenze. Analogamente tutti glialtri, che non sono iscritti nell’Albo delle imprese arti-giane della Camera di Commercio, hanno l’opportunitàdi acquisire a costi concorrenziali oltre all’abitazione ilocali, in quanto possono anche costituire una fonte direddito concedendo in fitto a terzi gli stessi locali condestinazione d’uso artigianale, che comprende oltre alleattività produttive e manifatturiere anche quelle dei ser-vizi. Complice la fame di case a prezzi più contenuti èdiventata una soluzione per farsi casa nella zona artigia-nale trasformata in residence. Le botteghe invero ci sono,ma bisogna cercarle col lanternino. Anch’esse trascina-te dalla marea del sequestro preventivo.

L’attività dei Carabinieri prosegue incessante ma registra negli ultimitempi un notevole rallentamento per una situazione abbastanza tran-quilla in città. Al termine della stagione estiva non si registrano infattiepisodi negativi di rilievo che nei mesi precedenti si erano intensifi-cati.

L’INCIDENTE. PURA CASUALITÀ?In data 30 settembre si è verificata una caduta di un ventiduennegiovinazzese che ha calpestato un fragile lucernaio su un terrazzo. Èprecipitato per circa tre metri, riportando lesioni, trauma cranico etraumi agli arti inferiori. L’episodio si è verificato alle 23,00 nel centrostorico e giustificato da un’attività di gioco tra amici.

L’INFORTUNIOInfortunio sul lavoro che, in data 9 settembre, ha colpito un signoreanziano di Giovinazzo nel mentre effettuava lavori di ristrutturazionesu un cantiere. È precipitato da un ponteggio riportando un traumacranico ed entrando in coma. Attualmente la prognosi è ancora riser-vata.

L’ENNESIMA RAPINAUn’altra rapina compiuta l’8 ottobre ai danni del supermercato MDdi Via Bari. I due giovani malfattori, coperti da passamontagna hannofatto irruzione nel supermercato, armati di pistola. Hanno così inti-mato ad una cassiera di consegnare il danaro che poi si è rivelatoessere una modica somma, anche se non è stato ancora quantificato.Impauriti, ad un certo punto, sono usciti e si sono dileguati a piedinelle vie adiacenti.

UN PO’ DI CRONACA NERA

GABRIELLA MARCANDREA

Page 10: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

10

LAVORAZIONI IN FERRO E ALLUMINIO

INFISSI - CANCELLI - PORTE

MONTAGGIO DI SERRANDE E

AVVOLGIBILI

CARPENTERIA PESANTE

ZANZARIERE E PORTE BLINDATE

Via Bitonto 78 - Giovinazzo Tel. 340 4146500

C’è un procedimento giudiziario incorso e le bocche cucite per moltiindagati sono d’obbligo. Un’emer-genza sociale. Le famiglie che ci abi-tano non dormono da tempo tra dueguanciali. Si sentono in mezzo tral’incudine e il martello, tra il Comu-ne e la magistratura. Sequestranocasa dopo anni che abitano lì. Sem-plicemente perché hanno l’unicacolpa di aver comprato quella casache piaceva loro. Hanno un mutuosulle spalla e nel caso dovessero es-sere sgomberati saremmo di frontead una grave emergenza sociale.Poi ci sono gli artigiani. Quei pochiche hanno creduto di accollarsi unmutuo per guardare al futuro artigia-nale. C’è MICHELE, a capo di unafalegnameria ed ebanisteria, chechiede «il dissequestro immediato dell’in-tera area» e spera altresì che vengafuori che «il tutto è stato solo un grossoabbaglio creato da vera e propria genta-glia che sa solo buttare fango sulla poveragente che lavora dando anima e corpo».CORRADO, titolare di un’aziendadi informatica non ci sta e, sulle pa-gine del maggior quotidiano regio-nale, precisa un aspetto importante:«Le forze dell’ordine non hanno fatto al-cuna distinzione tra abitazioni e labora-tori artigianali. Abbiamo le carte in rego-la - ribadisce - certificate da chi nei mesiscorsi è venuto a fare i sopralluoghi». «Ep-pure - prosegue - ci ritroviamo con un

La parola alla gente e agli artigianiLa parola alla gente e agli artigianiLa parola alla gente e agli artigianiLa parola alla gente e agli artigianiLa parola alla gente e agli artigianiALL’INDOMANI DEL SEQUESTRO PREVENTIVO DEI 146 LOTTI

sequestro preventivo che ci permette sì di con-tinuare con la nostra attività, ma che ci ar-reca un danno di immagine difficile da spie-gare ai nostri clienti».

C’è MARCO, un artigiano che tutticonoscono perché confeziona coppee targhe. E’ indietro con i tempi: «Hocomprato per farne casa e bottega. Ho con-tratto un mutuo e adesso il cantiere è fermo.Eppure mi avevano dato garanzie che lecarte erano tutte in regola. Invece…». DalPalazzo di città non ci sono indiscre-zioni. Trapelano voci che rassicuranoche il Piano è in regola e i consulentidel gip hanno avuto un grande abba-glio.

E c’è chi nello status di artigiano in-vece non ha mai creduto in quell’areaper insediamenti artigianali.TOMMASO DEPALMA non hapeli sulla lingua: «Sono umanamente vici-no a quei pochi artigiani che hanno cercatodi dare un futuro dignitoso alla loro azien-da. Ma è innegabile che tanti utenti di quel-le ville hanno cercato l’affare della vita. Aquesti ultimi (alcuni dei quali non hannoneanche una partita iva!!!), gli confischereidirettamente il bene, mentre si dovrebbe ac-certare eventuali difformità dalle destinazio-ni previste, per gli artigiani presenti e sana-re le loro posizioni, permettendogli di conti-nuare a lavorare. E’ inutile fare le vittime.Tutti sapevano benissimo cosa bolliva inpentola. E’ stata una manovra per favorire

i proprietari dei terre-ni, ingozzare alcuniprogettisti e ora...... toc-cherà agli avvocati par-tecipare al banchetto aspese dei proprietari. Ilvero dramma è che que-sta città vive solo di pic-coli e grandi imbrogli,senza puntare a uno sviluppo sostenibile, in-telligente, onesto e trasparente». Va giù pe-sante. E’ un fiume in piena. Aggiunge:«Perchè non si sono espropriati i terreni al dilà della ferrovia per sviluppare una vera zonaartigianale. Forse lì certi proprietari amici nonpotevano leccarsi le dita. E allora via con ipasticci. Come del resto sta accadendo nellalottizzazione di fonte alla farmacia comuna-le. Addirittura si è creata una zona residen-ziale all’interno di un’area adibita ad attivi-tà lavorative. E’ il solito modo di favorirecerti costruttori, certi proprietari di terreno ecerti progettisti. Basta leggere i cartelli e si ca-pisce tutto. In cuor mio, spero che questa si-tuazione di diffusa clientela non ci faccia pian-gere altri amici come Peppino. Lui, forse alleconclusioni del magistrato ci era arrivato pri-ma di tutti e aveva capito che era entrato inun vicolo cieco.La sua tragedia, dovrebbe ri-cordare a «certi» signori, che alla fine delleloro subdole manovre, c’è poi la gente perbeneche rischia di pagare prezzi altissimi per lapropria ingordigia. In questo momento il miopensiero è per lui che ha già pagato prima ditutti e per colpe non sue».

SERGIO PISANI

Page 11: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

11 NOVEMBRE 2010

«È importante ricordare innanzitutto che stiamo parlando diuna questione che interessa l’economia giovinazzese in senso nega-tivo, ovviamente, per un importo che sfiora i 120-150 milioni dieuro. Trattasi infatti di 146 unità immobiliari con un prezzomedio singolo di 500-600 mila euro per l’acquisto. A ciò siaggiunge il valore di arredi e suppellettili. Ebbene c’è in gioco ungiro di affari che non ha eguali probabilmente nella storia citta-dina e che presenta mille sfaccettature in quanto per tali abita-zioni sono stati contratti anche i mutui dalle famiglie interessate. Tra l’altro la situazione almomento è abbastanza frastagliata perché molti acquirenti non risultano tra gli indagati altriinvece, che hanno visto il proprio immobile sequestrato, non risultano autori di violazioni di alcuntipo. Qui il problema è che ci troviamo di fronte all’intera lottizzazione abusiva secondo ilPubblico Ministero Nitti mentre in realtà occorrerebbe soffermarsi sulle singole unità immobilia-ri per una verifica puntuale».Secondo il parere della difesa, il consulente tecnico d’ufficio nominato dal GIP,nell’ambito dell’incidente probatorio, non ha interpretato bene le leggi rilevandocosì fattispecie inesistenti. «Sembra infatti – precisa l’avv. Mastro - che siano statiesaminati in maniera forzata sia lo stato dei luoghi che le stesse leggi. In questa fase delicata credoche una perizia non deve servire ad ipotizzare reati non ancora esistenti ma a verificare conprecisione se qualcosa di illegale è stato commesso. Non è esatto infatti, affermare che un vanotecnico non può essere considerato tale solo perché presenta l’attacco dei tubi dell’acqua e i lavoritra l’altro non sono stati ancora ultimati.Inoltre, in generale, si contesta il fatto che l’intera lottizzazione è stata costruita difformementedalla prevista destinazione d’uso delle unità immobiliari. Tutto questo però va verificato, ripeto,nelle singole abitazioni».Un’altra questione è quella che riguarda la distanza dai binari della ferrovia. Men-tre però l’accusa sostiene che tale distanza dev’essere calcolata dal marciapiede,per la difesa essa va calcolata dal muro dell’unità immobiliare. In tal senso tuttoappare regolare. Così come per la questione sollevata in merito alla mancanzadella firma del Compartimento Ferroviario che ha comunque rilasciato invece unnullaosta che non fa una grinza. Tale aspetto riguarda comunque il Comune diGiovinazzo che potrebbe provvedere ad espropriare l’area laddove fosse neces-saria una sanatoria. «In definitiva – conclude l’avv. Mastro - a mio parere il problema,allo stato attuale, assume soprattutto una valenza politica. Gli amministratori dovrebbero ricer-care una soluzione perché qui stiamo parlando di 141 abitazioni e del futuro di tante famigliegiovinazzesi. Al contrario cosa si potrebbe ipotizzare? Innanzitutto le indagini non sono ancoraconcluse ma uno degli scenari nebulosi che potrebbe apparire all’orizzonte, è la confisca di tutte leunità immobiliari da parte del Comune e la conseguente destinazione delle stesse ad attivitàsociali. Un invito quindi dovrebbe essere in questo momento rivolto al Comune affinché si attiviper tale situazione nella maniera più diligente, considerando tutti gli interessi che ci sono in giocoe al resto ovviamente ci penseranno gli avvocati».

Il parere della difesaIl parere della difesaIl parere della difesaIl parere della difesaIl parere della difesaAVV. FRANCESCO MASTRO, PENALISTA

Le tappe dellaLe tappe dellaLe tappe dellaLe tappe dellaLe tappe della vicenda vicenda vicenda vicenda vicenda

I PROFILI DI ILLEGITTIMITÀCHE HANNO CONDOTTO AL SE-

QUESTRO

IL 25 MAGGIO 2009, dopo un biennio di inda-gini a seguito di un esposto anonimo, vengonoiscritte nel registro degli indagati dal pm Nitti dellaProcura della Repubblica di Bari, cinquanta per-sone (imprenditori, committenti ed acquirenti) perviolazioni urbanistiche nell’area artigianale a norddi Giovinazzo. Le villette sarebbero state costruitein una zona che il piano urbanistico riserva al 75%ad insediamenti artigianali e al 25% ad abitativi.Centodiciotto edifici tra villette a schiera e palazzi-ne costruiti su 150 appezzamenti di terreno fini-scono sotto la lente di ingrandimento della Procu-ra poiché il loro uso pare sia prevalentementeabitativo. Gli stessi edifici risultano venduti a prez-zi compresi tra i 300.000 ed i 500.000 euro e risul-tano in parte abitati dai nuovi proprietari (circa 34villette). Il pm Renato Nitti ipotizza quindi lalottizzazione abusiva ed effettua richiesta di inci-dente probatorio ed intervento dei suoi consulen-ti tecnici.

OTTOBRE 2009. Iniziano le operazioni peritaliiniziano che mirano ad accertare se le costruzionirealizzate sono destinate all’uso per il quale il Co-mune di Giovinazzo ha rilasciato la concessione. Ilconsulente designato è l’ing. Michele Stella (diri-gente di ricerca del C.N.R.), perito nominato dalGiudice per le indagini preliminari, Vito Fanizzi.

IL 22 APRILE DEL 2010 arriva la conferma daparte del consulente tecnico che trattasi dilottizzazione abusiva e si volatilizza immediatamentequello che era l’obiettivo dell’Amministrazionecomunale, cioè favorire lo sviluppo delle attivitàimprenditoriali di natura artigianale rilasciandoapposite concessioni edilizie. Ma l’inchiesta a que-sto punto si allarga. Vengono anche acquisiti ifaldoni dell’Ufficio Tecnico del Comune relativi aquei permessi.

25 GIUGNO 2010: Al termine dell’incidenteprobatorio, svoltosi successivamente con udienzeche hanno lasciato spazio al fuoco del contraddit-torio delle parti, è emerso effettivamente che tuttigli immobili hanno di fatto la destinazione abitativae quindi il pm Renato Nitti in data 21 settembreha disposto il sequestro giudiziario dell’intera ma-glia artigianale D1.1.

GABRIELLA MARCANDREA

Page 12: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

12

Page 13: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

13 NOVEMBRE 2010

L’estate del 2006 fu caldissima. Titoli a tuttapagina sui quotidiani e copertine dei perio-dici annunciavano verità clamorose e inter-cettazioni scottanti. La curiosità morbosa daun lato e il neo moralismo giustizialista deimoralisti senza morale dall’altro trovavanosempre nuove rivelazioni ad appagare l’unae soddisfare l’altro. La faccia di Vittorio Ema-nuele di Savoia, il discendente della dinastiache unificò l’Italia, fu sbattuto in prima pa-gine con accuse di falso, corruzione, sfrutta-mento della prostituzione e non ricordocos’altro. Con lui personaggi noti e menonoti. La Procura di Potenza ne ordinò frasquilli di tromba l’arresto. Fu prelevato innon ricordo quale città italiana e portato inmanette nella città lucana. Scoprimmo le suefrequentazione extraconiugali nei minimiparticolari. Insomma la notiziona era cheaveva tradito la moglie più volte e che pre-feriva giovani donne. Dal buco della serra-tura scoprimmo che l’erede di Casa Savoianon era quel che si dice un maritoirreprensibile ma anche che aveva brigato peraiutare alcuni conoscenti nel settore del gio-co d’azzardo. Si fece 15 giorni di carcere epoi ottenne gli arresti domiciliari. A fine set-tembre di quest’anno è giunta la notizia cheil Tribunale di Roma ha assolto il principeperché il fatto non sussiste. Sul tradimentoalla moglie i giudici non si sono espressi mavedrete che presto i piccoli inquisitorionnipresenti nelle varie trasmissioni televisi-ve otterranno l’introduzione del reato diadulterio come nei migliori regimi integralistiislamici. Se non altro per giustificare la mon-tagna di intercettazioni telefoniche pagate dalcontribuente che sfociano in assoluzioni trop-po tardive e rappresentano una sconfitta perla Giustizia. Lo sottolineo, a scanso di equi-voci e fraintendimenti, le intercettazioni sonoimportantissime in molte indagini e lo sono

state in molte condanne esemplari ma sonouno degli strumenti di indagine a cui devo-no seguire riscontri effettivi. In quell’occa-sione nessuno gridò ai dossier, alla macchi-nazione dei servizi segreti deviati, alla cam-pagna di stampa ad orologeria. Oggi tutti astraparlare di campagne mediatiche orche-strate a tavolino, di fango e di giornalisti servidel padrone, ovviamente quelli del Giornalee di Libero. Allora nessuno fiatò. Anzi. Quan-do il Capo del Governo fu sbattuto in pri-ma pagina per le registrazioni di una escort,neanche autorizzate da un magistrato, moltiparlarono di eroina della democrazia. Nes-suno si indignò, nessuno parlò di offesa alleistituzioni. L’ex collaboratore del gruppoMediaset, da alcuni anni in RAI e neo «mar-tire della democrazia» Michele Santoro inter-vistò la signora che assurse al ruolo dipaladina della libertà per aver denunciato lemalefatte sessuali del Premier. Nessuno parlòdi offesa alle istituzioni. Insomma siamo allesolite. Due pesi e due misure. Intanto per,non so se avete fatto caso, alcuni uominipolitici si mostrano in maniche di camicia.Non ho compreso se sia il caldo o le indi-cazioni dei consulenti per l’immagine o an-cora le pressioni dei produttori di camicestanchi di vedere il proprio prodotto sem-pre mortificato da giacche spesso tagliatemale o ancora il tentativo mal riuscito discimmiottare il presidente USA Obama.Comunque se è per apparire moderni ed alpasso con il “nuovo” non mi sembra unagran trovata anche se osservo spettacolriconvergenze fra il futurista libertario Bocchi-no ed il democratico Bersani. Cominceran-no dalle camice per arrivare al governo tec-nico?

A GIOVINAZZO INVECE...Non parliamo di camice poiché, ormai,

volano gli stracci. In consiglio comunale siconsuma una lite furibonda tra Magarelli,presidente vicario dell’assise cittadina, ed ilsindaco Natalicchio. Accuse forti con paro-le pesanti e l’accusa incrociata fra i due diaver sottratto le carte di una delibera.Come se non bastasse il consigliere Gio-vanni Camporeale segretario cittadini del PDesce dall’aula e vota in alcuni casi diversa-mente dal suo partito. Ma la confusione ela gazzarra non impediscono anche all’op-posizione di rendere manifesto quello chetutti, dall’inizio di quest’amministrazione,sapevano. Il gruppo dell’ex lista civicaPalmiotto, transitato per motivi naturali nelPDL, oggi vuole realizzare una collabora-zione, un percorso comune con il gruppoprima della Primavera in Movimento, oggiUDC. Ma del domani non v’è certezza.Partiti lacerati, partiti non presenti alle am-ministrative con nuove rappresentanzeconsiliari, consiglieri che si agitano in vistadelle elezioni amministrative del 2012, se-dicenti candidati sindaci che siautopromuovono. Insomma sarà una lun-ga battaglia senza esclusione di colpi daqui sino alle elezioni. La poltrona di sinda-co fa gola a molti ed i soliti nomi dellapolitica giovinazzesi già in auge nella Pri-ma Repubblica non vorranno starne fuoridirettamente o con i loro burattini.

[email protected]

IL CONTRAPPUNTOIL CONTRAPPUNTOIL CONTRAPPUNTOIL CONTRAPPUNTOIL CONTRAPPUNTOdelldelldelldelldell ’’’’’alfierealfierealfierealfierealfiere

A Giovinazzo è già campagna elettoraleA Giovinazzo è già campagna elettoraleA Giovinazzo è già campagna elettoraleA Giovinazzo è già campagna elettoraleA Giovinazzo è già campagna elettorale

Impianti Gas MetanoFognanti IdriciTermici CondizionamentoLavori di ristrutturazione

Punto ITALCOGIM

Via Eustachio 24/F - GiovinazzoTel.080/3944372 Cell. 349/3806061e-mail: [email protected]

Via Carso, 2 - P.zza S. ANNA,2tel. 080.3946265 - cell.320.0213149

Giovinazzo

COSTRUZIONI

RISTRUTTURAZIONI

EDIFICI

INTERNI ED ESTERNI

RESTAURO

RESIDENZE STORICHE

Page 14: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

14

Page 15: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

15 NOVEMBRE 2010

il fattoDI GABRIELLA MARCANDREA

Questa volta non parliamo di uomini ebastardi. Parliamo di uomini e cani. Par-liamo di Macchiolo, Bruto, Trilly, Pippo… No,non sono quattro cani per strada. E’ sem-pre lo stesso cane che a seconda della stra-da, dei rioni, dei quartieri di Giovinazzocambia il proprio nome. Stiamo parlandodi un simpatico cane meticcio che tutti co-noscono. Per circa cinque anni, da bravocane metropolitano, ha sempre vissutonella ex ferriera. Un cane tranquillo, amicodi tutti e mai adottato da nessuno. Nonaveva un padrone, ma sapeva dove anda-re. Ogni tanto si fermava ad annusare lavita. Andava dietro ai fratelli e comunquesi fidava. Poi gli hanno teso un agguato edè finito in un ospedale per cani, alla clinicadi S. Fara a Bari. Adesso Bruto ha un pa-drone che conosce l’amore. Anzi ha unafamiglia, la famiglia Decicco che ha decisodi adottarlo strappandolo dalla dura vitadi randagio.

Una storia da libro-cuore, quella di Bruto.Si racconta che un signore giovinazzese,un po’ di tempo fa, lo ha trovatogiovincello e denutrito e lo ha poi siste-mato nella ex ferriera. Ovviamente il pulzellosi fece subito accogliere e voler bene. I ra-gazzi della Ditta ETICAM costruirono unacuccia per lui e iniziarono a prendersenecura. Pian piano il cane iniziava a farsi no-tare per la sua discrezione e simpatia. Adun certo punto si affezionò un uomo -amico che per un po’ di tempo con gran-de costanza gli ha somministrato ogni gior-

no una bella scatoletta. Così Bruto ognigiorno attendeva paziente l’ora dellarefezione. Un bel dì questo signore senzaaddurre spiegazioni non ha più sfamatoBruto che ha lo avrà subito perdonato, unarealtà sconosciuta agli uomini. Da allora haconosciuto la dura vita di bastardo che co-nosce la fame e la tranquillità seguendo ilpiede dell’uomo e la strada. Non si è maiabbattuto. Anzi è magicamente rifioritocaratterialmente grazie agli amici intelligen-ti che si è saputo trovare e selezionare nelcorso della sua vita. Dopo un po’ di tem-po, infatti, oltre ad avere nuovi protettori,è riuscito anche a trovarsi una bella com-pagna, tutta muscoli e intelligenza. Peggyarrivò anche lei nella ex ferriera per caso. Enacque l’idillio. La famiglia Decicco ha adot-tato anche Peggy e così Bruto, rimasto nuo-vamente solo, si è unito a Panna, un bellissi-mo meticcio bianco purtroppo scompar-so e poi a Lupetta, un’altra meticcia che gliha fatto compagnia per un po’. Poi la bru-tale aggressione e il ritorno del condottieroferito perché un cane di strada deve essereper natura anche un cane di guerra anchese Bruto per sua natura non conosce vio-lenza.

Adesso vive con Peggy e Liz. Non in uncanile ma nella casa del suo padrone Decicco,sfatando un po’ il pensiero di qualcheanimalista che adottare cuccioli sia l’unicomodo di far entrare un animale in casa. In-somma, una storia da libro-cuore. Ah di-menticavamo. Bruto ringrazia attraverso le

colonne di questo giornale i sigg. Delvecchio/Ragno, e la redazione de La Piazza diGiovinazzo per il loro piccolo contributo, ildott. Gianfranco Pastorelli e l’equipe della cli-nica S. Fara di Bari per l’impegno profusonelle cure.

Bruto ringraziaBruto ringraziaBruto ringraziaBruto ringraziaBruto ringrazia

LUIGI NISIO RINGRAZIAIl FAI è una fondazione noprofit che opera grazie al so-stegno di cittadini e aziendeper il rispetto e la tutela dell’arte, della natu-ra, del paesaggio e delle tradizioni italiane,tutti elementi che sono parte fondamentaledelle nostre radici e della nostra identità, sitratta di un compito infinito che non am-mette soste: e così non si è affatto fermato ilMdL Luigi Nisio. Si è definito Solista delleFrecce Tricolori del FAI, e il suo sfrecciaresu e giù per piazza Vittorio Emanuele du-rante le ore di punta del passeggio, o por-tarsi nei luoghi di eventi, lo ha gratificato.Tantissimi sono gli Italiani che hanno segna-lato il proprio ‘Luogo del Cuore’ e grazieall’impegno di Luigi, parecchi di loro hannosegnalato con una sottoscrizione il GiganteAbbandonato: l’Istituto Vittorio EmanueleII di Giovinazzo.Alla fine del 2010 sapremo a che posto del-la graduatoria dei luoghi del cuore si trova ilnostro Istituto, ma questo dato poco inte-ressa per il ‘Solista’ un obiettivo è stato rag-giunto: l’Istituto è tra i luoghi del cuore. Orabisogna raggiungere un altro obiettivo: farconoscere l’Istituto Vittorio Emanuele diGiovinazzo. Se più d’uno ha avuto l’idea diproporre la costituzione di una Centro Stu-di/Associazione che faccia tener viva la me-moria dell’Istituto, Gino Nisio va oltre …farlo conoscere appunto attraverso il FAI.Perché non far visitare quello che è “il luogodel cuore” di un paio di migliaia di cittadini,ad altri che non lo conoscono? Ogni anno aprimavera il FAI promuove l’apertura e lavisita di alcuni di questi luoghi che racchiu-dono una parte della storia d’Italia, e perchénon mostrare il nostro Istituto a chi non loconosce? (forse anche i più giovani tra igiovinazzesi non hanno mai visto il suo in-terno…!). Ed il Solista Nisio vorrebbe unamano per raggiungere questo obiettivo. Dasolo ci ha già provato e sta continuando aprovarci, ma se anziché lui solo a peroraretale causa, fossimo in più d’uno … una spe-ranza in più ci sarebbe … L’unione fa la for-za. La forza di continuare se non ricomin-ciare a dire ‘quell’Istituto è un pezzo dellanostra storia’.

Bruto ringraziaBruto ringraziaBruto ringraziaBruto ringraziaBruto ringrazia

Page 16: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

16

Page 17: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

17 NOVEMBRE 2010

Non è facile capire da dove iniziare a rac-contare la cronaca del consiglio comuna-le dell’1° ottobre. Perché non c’è stato unconsiglio comunale, un dibattito, un con-fronto, ma una farsa politica, l’apoteosidell’infantilità, della scorrettezza, delle ac-cuse pesanti, delle offese personali, dellapresa in giro pubblica.Si è applicato l’aforisma «la legge per gli amicisi interpreta, per i nemici si applica» senza ri-spetto per i cittadini che hanno resistitofino a mezzanotte - e per quattro ore difila - allo squallido teatrino tra il vice pre-sidente vicario Leo Magarelli e la maggio-ranza (era fuori dall’aula il segretario delPd Giovanni Camporeale e l’opposizio-ne) sulla discussione relativa all’elezione delpresidente del consiglio. Stringendo (ciscuseranno gli amministratori visto che 4ore non ci stanno in 2.100 battute):Magarelli asserisce (artt. 23 e 27 del rego-lamento) che per l’elezione serva un quo-rum di 14 consiglieri presenti in prima eseconda votazione, Angelo Depalma, expresidente e candidato a riprendersi la pol-trona, spiega che 14 è il quorum ottimale,ma 11 (il numero dei consiglieri presentie cioè i 2/3) è il numero minino per pro-cedere alle attività del consiglio. Nella ba-raonda il sindaco Antonello Natalicchiourla: «lei ha sancito che la maggioranza non hafacoltà di eleggere il suo presidente, lei sta para-lizzando la funzionalità del consiglio».Riunione di Ufficio di presidenza straor-dinaria (retto sempre da Magarelli) per in-terpretare l’articolo 27. L’esito è scontato,

ma il consigliere di maggioran-za Raffaele De Gaetano non siallinea. Mozione d’ordine chie-sta dal consigliere di maggio-ranza Michele Drago per inter-pretare la decisione (in base all’art.8 comma1 e 2 del regolamento comunale): se non viè unanimità nella definizione scaturita nel-l’ufficio di presidenza il consiglio può re-interpretare la decisione. Magarelli fa lognorri. cVa giù pesante il consigliere di opposizioneLeonardo Piscitelli: «Non vogliamo assistere a questabuffonata. Assistiamo imperterriti a questo teatrinoscandaloso: non mi piace offendere e ritengo di essereil vero moderato tra i due litiganti. E’ una caciarache non andava fatta e i modi per stemperarla c’era-no: il presidente non vuole sentire il segretario gene-rale? Il sindaco avrebbe dovuto dire ai suoi di usci-re dall’aula e avrebbe denunciato istituzionalmentetutto al prefetto».Volente o nolente i punti all’ordine del gior-no dell’ultimo consiglio comunale sono statipoi affrontati per chiudere l’impegno am-ministrativo. Nella bagarre ormai nota a tuttisull’elezione del presidente del consiglio (sfi-duciato nell’ultima assise il vice presidentevicario Pantaleo Magarelli) si è andati oltrefino ad approvare gli altri argomenti: sulsecondo previsto ritorna in aula GiovanniCamporeale, segretario del Pd, e LeonardoPiscitelli, consigliere di opposizione.Non è semplice discutere anche su questopunto, tanto che dopo uno scambio di ac-cuse (sulle motivazioni dell’assenza dellaminoranza) tra lo stesso Piscitelli e Luigi

consiglio comunale

Show must go onShow must go onShow must go onShow must go onShow must go onNATALICCHIO MINACCIA DI APPELLARSI AL PREFETTOPER LA NOMINA DEL NUOVO PRESIDENTE. INTANTOIL CONSIGLIO COMUNALE NON SI FERMA

S.R.L.infissi metallici

lavorazione in ferroStrada vicinale Montedoro 70054

Giovinazzo tel. - fax: 080/394.58.07

Annese della maggioranza, il primo abban-dona ancora l’aula. Il punto (variazioni albilancio di previsione dell’esercizio finanzia-rio 2010 con un complessivo di variazioniin aumento delle entrate e in diminuzionedelle spese e viceversa di 304.472 euro),però, con 12 voti a favore ed 1 contrarioviene approvato. Si passa ai risultati dellaricognizione sullo stato di attuazione deiprogrammi e la conseguente verifica sul per-durare degli equilibri finanziari di compe-tenza per l’anno 2010. Con più placidità siarriva alla discussione del documentoprogrammatico preliminare per larigenerazione urbana, relativo allarigenerazione di zone periferiche e margi-nali della città e del centro storico attraver-so una serie di interventi di riqualificazioneurbanistica ed edilizia: priorità sono lariqualificazione e messa in sicurezza dellestrade del centro antico in stato di degrado,l’utilizzo a centro polivalente per minori arischio del Palasport di via Deceglie.L’ottavo punto all’ordine del giorno (il go-verno nazionale nella fase di approvazionedella manovra finanziaria in discussione inParlamento adempia ad alcune richieste pro-poste dalla Confederazione Italiana Agri-coltori) viene approvato, per gli altri puntidiscussi serve il terzo atto.

MARIANNA LA FORGIA

Page 18: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

18

consigliocomunale

I’ faccio ‘o show...I’ faccio ‘o show...«VOI VOLETE UN PERNACCHIO SEDUTO QUI» - GRIDA MAGARELLI. «LEI È L’ADOLE-SCENZA PORTATA NELLA GIACCA E NELLA CRAVATTA» - RISPONDE NATALICCHIO. AR-RIVA LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEL VICE PRESIDENTE VICARIO MAGARELLI. ANZI.COME DICE IL SINDACO: DEL VICARIO FACENTE ‘DISFUNZIONE’

BOTTA E RISPOSTAALTIERI: Presidente, richiedo la mozioned’ordine, cioè l’applicazione dell’art. 68 co.12, lo spostamento del terzo punto al pri-mo punto, cioè l’elezione del presidente delConsiglio Comunale.MAGARELLI: 11 voti a favore, quindi pro-posta accolta. Segretario vuole procedere allaverifica del numero? Ripeta l’appello.ALTIERI: Il presidente del Consiglio deveprendere atto e leggere quanto è stato di-sposto. I voti favorevoli erano presenti.Deve leggere ora il corpo della delibera.MAGARELLI: Ma lei deve dirmi cosa devofare? Per questa questione è richiesto un nu-mero particolare di voti, ecco perché ho ri-chiesto la conta dei voti.ALTIERI: No, lei si sta sbagliando. Legga ilregolamento del consiglio comunale…MAGARELLI: Lo conosco benissimo. Èlei che lo deve rileggere.ALTIERI: Presidente è inutile che lei vuolegirare intorno. Lei deve procedere come daregolamento. Deve stare seduto là e fare ilpresidente. Deve leggere il terzo punto cheè diventato primo punto, dopodiché si aprela discussione.MAGARELLI: Consigliere, guardi, giustoper informarla… si vada a rileggere l’art 23dello Statuto e l’art. 27 del Regolamento.Dopodiché torni qui preparato…Anzi glielirileggo io…(dà lettura degli articoli). Per

eleggere il Presidente del Consiglio Co-munale ci vogliono 14 presenze in primavotazione. Ci vorrebbero dunque presen-ti in aula 14 consiglieri comunali per trat-tare l’argomento.ALTIERI: Presidente lei ha letto in secon-da convocazione, qui siamo in prima.MAGARELLI: Nella seconda convoca-zione il numero scende ma il Regolamen-to Comunale dice che il numero è sempredi 14.ALTIERI: Lei dimentica che questo l’hofatto io insieme a lei e quindi forse nonero preparato quando l’abbiamo fatto.MAGARELLI: L’argomento si può rite-nere chiuso.ALTIERI: L’argomento non è affattochiuso.RESTIVO: Cortesemente, chiedo 5 mi-nuti di sospensione.MAGARELLI: Un momento perché pri-

.Caro lettore, ne è passato di tempo dagliultimi blob e dalle divertenti (almeno anostro giudizio) papere consiliari. Tuttoritorna, per il filosofo Vico e, in questastoria di “ritorni storici”, anche la nostraredazione ha deciso di tornare sui suoipassi. Qui di seguito abbiamo voluto ri-portare la registrazione del teatrino tra ilvice presidente vicario Leo Magarelli ela maggioranza sulla discussione relati-va all’elezione del presidente del consi-glio. Si badi bene, però, non vogliamooffendere nessuno e, soprattutto, nessu-na fazione politica, ma soltanto trastul-lare i nostri lettori (anche politici). Echissà che questa nobile intenzione nonriesca anche a convincere i cittadini, cheal consiglio comunale ci si può anche di-vertire. Ci si può anche arricchire il ca-rente bagaglio culturale, scoprire nuovee insospettate frontiere lessicali o, anco-ra, apprendere innovative tecnicheespressive per bocca d’insigni “linguisti”.Assistete al Consiglio Comunale e lavostra sete di conoscenza sarà placata!Già, i nostri eruditi amministratori cistanno offrendo una grande occasione di“arricchimento spirituale” che non dob-biamo esitare a cogliere. Ascoltiamoli!!

Lavorazioni in ferro e CarpenteriaSerramenti in genere

Infissi - Tende da sole - ZanzariereCancelli scorrevoli e ad

anta battente

Località Ponte Campo Freddo70054 - Giovinazzo (Ba)tel / fax 080.394.89.25

cell.347.3104454

Page 19: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

19 NOVEMBRE 2010

ma dobbiamo procedere all’appello.ALTIERI: Presidente lei crede di essere il requa dentro? Lei deve ascoltare le richieste deiConsiglieri. Sta scherzando? Ma come si per-mette?DEPALMA: Segretario chiedo la parola permozione d’ordine. Mi riporto al Regolamen-to dell’Ufficio di Presidenza, art. 8. La deci-sione dev’essere adottata immediatamente el’Ufficio di Presidenza può essere convoca-to e decidere in merito, riferendo poi al con-siglio.MAGARELLI: Sulle questioni interpretativesi esprime l’Ufficio di Presidenza e l’art. 6dello Statuto lo conferma. Esso si riunisceogni lunedì e quindi si è già espresso.DEPALMA: Mi legge dunque i verbali?MAGARELLI: Ma quali verbali? Lo diceproprio lei che li ha fatti scrivendo solo i ti-toli.DEPALMA: Non è affatto così. Se lei vuolepuò prendere tutti i miei verbali e leggerli. Iochiedo che sia dato lettura del verbale.MAGARELLI: Lei sa benissimo che i ver-bali sono fatti di titoli.DEPALMA: Non è possibile che i verbalisiano fatti solo di titoli, soprattutto per que-ste questioni. Ma sta scherzando?MAGARELLI: Lei si sta comportando inmodo…deve chiedere la parola, non deveparlare direttamente, chiede mozioni d’ordi-ne una dopo l’altra…DEPALMA: Va bene, allora mozione d’or-dine. Art. 42 co. 6 del Regolamento. (dà let-tura dell’art.).MAGARELLI: è vero che lei è professoredi lingue però…DEPALMA: Il presidente non può arrogarsiun’interpretazione esclusiva…è quello che leista facendo…MAGARELLI: Assolutamente no. Il Presi-dente deve riunire ulteriormente l’Ufficio diPresidenza così si può discutere la questione.DEPALMA: Bene, la questione è urgente. Ela risposta deve essere data immediatamen-te. È previsto.MAGARELLI: è previsto ma non con i tem-

pi che dice lei.

QUESTIONE DI FEELING…SINDACO: Io ho bisogno di approvareprovvedimenti di legge. Allora io la diffidoad impedirmi di far fare al consiglio comu-nale il suo lavoro. Dopodiché…tanto percominciare presidente, io le chiedo di sentireil segretario comunale.MAGARELLI: Allora sindaco giusto perchélei possa anche comprendere che le regolevanno rispettate, per cui quando vuole inter-venire deve chiedere la parola.SINDACO: Presidente, lei sta violando il re-golamento e parla a me di regole…Lei è laregressione alla preadolescenza portata den-tro a una giacca e a una cravatta.MAGARELLI: Guardi sindaco non so perquale motivo lei sta offendendo il Presidentedel Consiglio pertanto la invito a non perse-guire più questa strada altrimenti chiedo l’in-tervento delle forze dell’ordine e sarà allon-tanato…DRAGO: Io vorrei che fosse applicato que-sto articolo…lei che ha deciso di fare? Io misono espresso abbastanza chiaramente…MAGARELLI: Ha terminato? Ha termina-to o no? Bene, si passa al punto 2…Voci e cori di protesta fuori microfonoMAGARELLI: Il regolamento è chiaro. Nonsi può trattare l’argomento se non in presen-za di 14 consiglieri.DRAGO: chiedo l’interpretazione autenticaal Consiglio Comunale.SINDACO: chiedo la parola per mozioned’ordine.MAGARELLI: qual è l’argomento?SINDACO: la mozione d’ordine è la richie-sta di votazione in relazione all’interpretazio-ne del regolamento.MAGARELLI: l’abbiamo appena detto…SINDACO: No, no, no…Ho chiesto una vo-tazione del consiglio che è sovrano. Lei altri-menti deve dichiarare al microfono che lei èsovrano rispetto al consiglio. Lei si fregia diun titolo che non è suo come spesso leaccade…Allora lei si rifiuta di far votare il

consiglio, ho capito bene?MAGARELLI: Glielo dico per l’ultimavolta…io spero di non ripetermi.SINDACO: No lei si deve ripetere. Checosa significa? Parlare con lei è come par-lare con il muro. È una cosa che rimbalzale argomentazioni.MAGARELLI: Lei deve avere rispetto…SINDACO: No, io non ho alcun rispettoper chi viola le leggi della democrazia. Perchi usurpa i titoli e viola le regole che eglistesso ha scritto. Allora…il consiglio puòvotare. Visto che siamo a questo puntolo dico io.MAGARELLI: Sindaco lei sta andandooltre…Lei continua ad intervenire senzachiedere la parola.SINDACO: presidente lei mi deve far par-lare quando io credo di parlare, si o no?MAGARELLI: Lei continua ad utilizzarele parole anche quando non è il suo tur-no. Spero di non ripetermi un’ulteriorevolta. Deve avere rispetto della Presiden-za e del Consiglio e non deve porre invotazione niente perché non può farlo…ALTIERI: presidente lei non può dare laparola quando e come vuole lei…MAGARELLI: per ulteriormente garan-tire il consigliere Depalma abbiamo riu-nito l’Ufficio di Presidenza e non si pro-cede alla trattazione dell’argomento se inaula manca il numero richiesto, cioè 14consiglieri presenti. Dopodiché non con-sento più di parlare di questo argomentoe si passa direttamente al secondo punto.SINDACO: presidente lei impedisce an-che al segretario di parlare…RESTIVO: noi abbiamo chiesto il pareredel segretario ma lei non lo sta facendoparlare…DRAGO: Ha capito perché lei non puòrappresentarci…perché lei non fa parlareneanche il segretario.SINDACO: Mozione d’ordine. Chiedola parola.MAGARELLI: siamo al secondo puntodell’ordine del giorno.

Page 20: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

20

RESTIVO: Presidente facente funzioni, lo dice lei. Il consiglionon è d’accordo. In democrazia i consiglieri vengono ascoltatipresidente. Lei sta facendo di tutto per vanificare la democra-zia in questa sala.MAGARELLI: avete un concetto del consiglio che non è esat-to come se il consiglio è composto solo da voi.RESTIVO: coloro che non stanno in aula vuol dire che non sisentono parte integrante di questo consiglio comunale. E non èla prima volta. E poi non si presentano.MAGARELLI: Ma lei perché si scalda tanto?SINDACO: vorrei vedere lei con un presidente del genere. Ioho chiesto la parola mezz’ora fa ma lei non me l’ha ancoradata.MAGARELLI: Siamo al secondo punto dell’ordine del gior-no.RESTIVO: No, non stiamo al secondo punto, presidente fa-cente funzioni. Non deve bypassare, dia la parola al sindaco!ALTIERI: lei deve rispettare il regolamento altrimenti si devealzare e andare a sedersi al posto di consigliere.SINDACO: Sul primo punto all’ordine del giorno chiedo chevenga applicato il regolamento. Naturalmente sono agli atti tut-te le pseudo interpretazioni che sono state date, siamo in pre-senza di un impedimento al consiglio comunale di lavorare. Selei ci impedisce di andare avanti, io chiederò ai consiglieri di farmancare il numero legale, domani scriverò al prefetto e scrive-rò relazionando sul fatto che lei oggi mi sta impedendo diapprovare l’equilibrio di bilancio previsto come adempimentodi legge. Se lei quindi non mi lascia fare il consiglio, io domaniscrivo al prefetto. E quindi la mozione d’ordine è questa: iochiedo che venga messa ai voti l’applicazione della proceduraprevista da regolamento come è già stato chiesto ripetutamentee che il consiglio venga messo nella condizione di lavorare. Senon sarà possibile chiederò ai consiglieri di farmi scrivere alPrefetto.

CARO SINDACO…MAGARELLI: Caro Sindaco…SINDACO: Io non sono caro… Francamente non le consentireiquesta confidenza. Caro Sindaco…che vuol dire? Allora èdispregiativo. Lei dice cose così… lei non sa cosa dice…il fatto èquesto…è lei che non sa cosa dice… Ricominciamo… Signor Sin-daco… ricominciamo per favore. Lei sa che le nuove tendenzedella didattica sono quelle della “long life learning”, l’apprendimen-to per tutta la vita e io di fronte a tali deficienze di lessico sonocostretto ad intervenire perché per etica professionale e anche per-ché ontologicamente io sono destinato ad intervenire su queste que-stioni. Prego.MAGARELLI: Sindaco lei come al solito…SINDACO: no, come al solito cosa? Che ne sa lei del mio solito?Quando mai abbiamo avuto questa consuetudine…ma chi è lei?Per favore lei parli in italiano e dica quello che deve dire…MAGARELLI: Guardi se lei non capisce l’italiano non so che fare…SINDACO: guardi è lei che non sa parlare l’italiano…possiamofare tutte le verifiche che vuole…MAGARELLI: Quando vuole…SINDACO: siccome lei non sa parlare l’italiano, lei non capisce l’ita-liano e lo dimostra nella sua interpretazione del regolamento…MAGARELLI: A me sembra che lei l’italiano non lo capisce…SINDACO: Sicuramente, è certo…lei invece capisce di leggi, del-l’italiano… prendo atto che…infatti il contenuto del suo interventoqual è? Lei non sa cosa dire, lei sta da mezz’ora a cercare di direqualcosa che non sa cosa è…a parte che non fa lavorare il consiglio,lei non ha niente da dire in questa sede. Allora dica quello che devedire…MAGARELLI: Lei le regole della democrazia non le conosce…Lei sta continuamente intervenendo sul mio intervento…

GABRIELLA MARCANDREA

Page 21: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

21 NOVEMBRE 2010

Page 22: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

22

Page 23: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

23 NOVEMBRE 2010

E’partito il 20 ottobre, alla volta di Barcellona, il 60enne giovinazzese Fran-cesco Bufi che, nella circostanza, sarà guardato a vista da un suo fido col-laboratore che lo seguirà e lo sosterrà nei giorni del suo intervento chirurgi-co in Spagna. L’intervento e il regolare decorso post-degenza dovrebberosvolgersi in meno di una settimana. E il 26 ottobre (se tutto va per il versogiusto, ndr) l’amico Francesco Bufi dovrebbe rientrare in patria. È inutilenegarlo, è stata davvero un bel gioco di squadra la famosa corsa di solidarie-tà necessaria a raccogliere il denaro (circa 20.000 euro) per permettere aFrancesco Bufi di sottoporsi ad un intervento mirato a sconfiggere la suamalattia. Ormai la siringomielia, ovvero la grave forma di scoliosi dorso-lombare e protusione posteriore dell’ernia discale dovrebbe avere i giornicontati. Nell’Istituto Chiari di Barcellona, forse (noi ce lo auguriamo colcuore, ndr) Francesco Bufi rinascerà per la seconda volta. E potrà finalmen-te tornare a vivere da persona normale. Potrà tornare a camminare con lesue gambe, senza bisogno di alcun sostegno meccanico. E soprattutto potràallontanare per sempre lo spettro della sedia a rotelle. Noi tifiamo per lui eper i medici spagnoli. E non possiamo esimerci dal ringraziare tutti coloroche hanno voluto affiancarci in questo cammino di solidarietà e affetto sin-cero. Siamo particolarmente grati ad associazioni come il circolo Arci Tressettdi Giovinazzo che ha contribuito in maniera convinta alla causa, così comeringraziamo il Comitato Feste Patronali del presidente Antonio Carlucci che, or-ganizzando insieme alla nostra associazione la serata del Mudù dello scorso15 agosto, ha destinato ben 4.000 euro al fondo di solidarietà. Ed ancora:grazie a Beppe Marcotriggiano che ha dimostrato di essere un amico vero,grazie all’Illuzzi’s Dance School ed a Carmen Martorana con le sue miss. Masoprattutto grazie a tutti coloro che hanno voluto ascoltarci, partecipare ainostri eventi e donare il loro contributo. Le cifre e i numeri lasciano il tempoche trovano, ma i gesti sinceri, quelli veri, rimangono per sempre. Ed a tuttiquesti amici innanzi citati si sono uniti i tanti altri cittadini domenica 17 otto-bre presso la chiesa San Domenico hanno aperto il cuore alla solidarietà nelnella serata di beneficenza «Magie al Pianoforte» del maestro giovinazzeseEnzo Camporeale. Ascoltare Camporeale al pianoforte è stato un sollievofisico e spirituale. La serata è servita a raccogliere gli ultimi fondi necessari,ma soprattutto ad augurare al caro Francesco Bufi un gigantesco ‘in boccaal lupo’. Serve solo un po’ di buona sorte e il gioco sarà fatto. Noi di LiberoPensiero e tutti gli altri amici citati abbiamo fatto tutto quello che era nellenostre possibilità. Ora tocca alla medicina, alla scienza e al buon Dio che, nesiamo certi, non ci abbandonerà. Infine un grazie grande così ad una perso-na che per il suo ruolo istituzionale preferisce non apparire. Noi l’abbiamoribattezzato «l’Innominabile». Ed è proprio per lui l’abbraccio più grande.

Forza Francesco, ilForza Francesco, ilForza Francesco, ilForza Francesco, ilForza Francesco, iltraguardo è vicino...traguardo è vicino...traguardo è vicino...traguardo è vicino...traguardo è vicino...

IL VIAGGIO DELLA SPERANZA DEL NOSTROAMICO BUFI È ORMAI UNA CERTEZZA

Cosa si può fare per combattere il fenomeno delrandagismo? Per impedire magari anche le scorriban-de dei topi? Dobbiamo aspettarci di essere sommersida altre specie di animali? Questi sono solo alcuniaspetti della molteplicità di situazioni che non sempresi riescono ad affrontare. Il problema è infatti più am-pio: riguarda la convivenza in generale. Ad esempio sipuò convivere nella quotidianità con: il nero che ti chie-de (o meglio ti impone o pretende) l’elemosina, il ru-meno che ti assorda con la musica in luoghi aperti ochiusi, il cinese che ti venderebbe pure l’impensabile oil superfluo a tutti i costi? E se vogliamo nello specifi-co riferirci al ‘made in live’ in Giovinazzo si può con-vivere e stare zitti davanti a situazioni palesi e croniche?Una per tutti è rappresentata dalla moltitudine di autoparcheggiate agli angoli degli incroci, comprese le di-rettrici di Via Bari e Via Molfetta; oppure la sosta pe-renne di camion sulle strisce pedonali appena visibiliall’occhio umano. Chi ne paga le conseguenze imme-diate? Innanzitutto le mamme che devono arrabattarsiper riuscire a prelevare i loro piccoli dalle scuole e poii poveri cittadini che hanno pure il diritto di andare afare la spesa in auto in tranquillità. Eppure da noi ilservizio di vigilanza pare sia ben presente. Non man-cano certamente i Vigili Urbani, abbondano gli ausilia-ri del traffico e i Carabinieri che pattugliano il territo-rio. Per non parlare di una presenza sempre più mar-cata della Guardia di Finanza. Nonostante tutto, chedire! Trattasi proprio di un malcostume innato. Nonesiste proprio il senso civico e non c’è controllo chetenga! A cominciare dalla più tenera età si preferisceapprendere la legge del più forte, del più furbo, delselvaggio per eccellenza. Si preferisce concepire così lavita con gli altri esseri. Senza alcuna forma di rispetto.Troppa retorica d’altronde fa comodo a tutti e quindicome un ritornello sentiamo le solite frasi: bisogna farequalcosa, bisogna riflettere e reagire, meglio prevenireche curare, ecc. ecc.Attualmente si stanno diffondendo in proposito tan-tissimi corsi e seminari ma ad essi partecipano preva-lentemente i giornalisti, gli uomini di cultura, iprofessoroni, gli esponenti delle forze dell’ordine, ivip…la partecipazione del cittadino è davvero risicatae forse anche… scansata! Mi auguro quindi che alme-no questi partecipanti possano lavorare per operarequella svolta necessaria a migliorare la convivenza tragli esseri all’interno di una comunità cittadina e non.Passaggio imprescindibile è dunque un processoeducativo, comunicativo e formativo ad ampio rag-gio. È questo, uno sforzo che dev’essere affrontato esostenuto da tutti, indistintamente, una partenza neces-saria e allo stesso tempo semplice ed efficace che do-vrebbe eliminare qualsiasi mondo di fantasticherie diparadossale irrealismo da svendere a buon mercato eche non appartiene a nessuna voglia di cambiamento.

La difficileLa difficileLa difficileLa difficileLa difficileconvivenza degliconvivenza degliconvivenza degliconvivenza degliconvivenza degli

esseri…umani e non!esseri…umani e non!esseri…umani e non!esseri…umani e non!esseri…umani e non!di Pino Lisi

Ph. Enrico Tedeschi

Page 24: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

24

Page 25: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

25 NOVEMBRE 2010

Page 26: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

26

Nel tempo gli schiavi furono il bottino degli scontri sulle frontie-re fra popoli nemici, o delle guerre tentate per le conquiste difortezze o di paesi, o ancora la preda dopo gli attacchi corsari; ivincitori si procuravano così gli uomini da adibire al remo sulleimbarcazioni, e i ragazzi, le donne e i bambini da destinare allaschiavitù domestica. La presenza in famiglia di uno schiavo, o diuna schiava, da sempre è stata infatti un elemento di distinzionefra le diverse classi sociali, e più numerosi essi erano al serviziodella famiglia, più prestigiosa questa appariva.Nella età moderna in tutta Europa sinonimo di schiavo fu spessoil termine “turco” che era generalmente usato per indicare imusulmani da contrapporre ai cristiani. Il termine usato per isoggetti schiavizzati quindi non sempre era riconducibile ad unparticolare paese di provenienza in senso etnico anche se nellaseconda metà del XVII secolo gli schiavi provenivano per lo piùdalla Dalmazia e dai paesi balcanici.Gli schiavi venivano acquistati da mercanti in un certo qual modospecializzati in tale commercio umano per lo più a Fiume o aSegna, una località non lontana da Fiume, dove si erano insediatigli Uscocchi, una comunità composta da un migliaio di uominiche erano riusciti a sottrarsi nel ‘600 all’invasione turca nei Balcani,e dove pare di capire da uno dei documenti di seguito trascritti,c’era un lazzaretto. Gli schiavi erano poi venduti per lo più afeudatari e nobili e per essi, ai loro procuratori che si recavanonelle città portuali, dove approdavano i diversi “padron” con leloro imbarcazioni.

MUSULMANI CONVERTITI ….La presenza di schiavi turchi a Giovinazzo è testimoniata, comein altre città, dai libri parrocchiali superstiti. In quelli della Catte-drale tra il 1689 ed il 1696 figurano battezzati nove turchi. Glischiavi turchi infatti spesso si riscattavano convertendosi al cri-stianesimo anche se però non sempre quando venivano redentiper mezzo del sacramento, gli schiavi riacquistavano libertà ocomunque dignità umana e venivano invece ancora consideraticome cose. Degli schiavi redenti, nei libri parrocchiali veniva an-notato l’avvenuto battesimo e il nuovo nome e cognome che avolte era quello del loro padrone; nel corso della stessa cerimoniaspesso veniva impartito anche il sacramento della Cresima (vediinfra trascrizioni degli atti del 2 aprile 1690). Per Giovinazzo dairegistri delle Cresime della Cattedrale, tra il 1690 ed il 1702 risul-tano cresimati tredici schiavi tra i quali ve ne sono sette dei novebattezzati, come è stato possibile rilevare da una collazione tra inomi dei neofiti e del loro cognome acquisito, con i nomi deicresimati e del loro padrone.

MEDITERRANEA

VIA C. ALTIERI, 10GIOVINAZZO -

TEL. 080.394.27.70

VIA C. ALTIERI, 10GIOVINAZZO -

TEL. 080.394.27.70

PescheriaMEDITERRANEA

F.lli Camporeale

T O M M A S O

MASTANDREAManutenzione - Installazione:

Casseforti - Cassette di SicurezzaPorte per Caveaux

Impianti Antintrusione

Via Crocifisso, 29 Giovinazzo (Ba)tel. 080/394.80.86 - cell. 348/350.84.90

Poichè il formulario è pressoché identico per tutti, a titolo esem-plificativo si riporta la trascrizione integrale due atti di Battesimo:«Die 2 aprelis 1690 - Adulta de mahumetica secta aetatis suae annorumduodecim ut dixit et ex eius aspectu apparebat baptizata fuit ab ill.mo etrev.mo Agnello Episcopo Iuvenatii, cui nomen imposuit Portia Buohnomo eoqua fuit famula empta a rev. primicerio Buonhomum et dominii sue stabat,compatres fuerunt magnificus Dominicus Chiurlia et magnifica IudittaAlbucherch coniuges parrochie Cathedralis.Eodem dieAdulta de mahumetica secta aetatis suae annorum octo ut dixit et ex eiusaspectu apparebat baptizata fuit ab ill.mo monsignore Angnello EpiscopoIuvenatii cui nomen imposuit Isabella Buonhomo eo qua fuit famula empta areverendo primicerio Buonhomo et eius domini stabat, et compadres fueruntmagnificum Dominicum Chiurlia et Magnifica Judicta Albucherch coniugesparrochie cathedralis» (ADG, Arch. Parr. Cattedrale, Battesimi vol.X, f. 6v). Delle stesse schiave si trascrive dal III libro delle Cresi-me della Cattedrale anche l’atto di cresima: «A 2 aprile 1690 -Portia Buonhomo turca della parochia della cathedrale compadrifurono il sig. D. Domenico Chiurlia e la sig.ra donna GiudittaAlberquer moglie, della sudetta parrocchia.Eodem die mense et anno - Isabella Buonhomo turca dellaparocchia della cattedrale, compadri furono li sopradetti coniugidella sudetta parochia. Le sopradette riceverono il sacramentodella cresima nella chiesa Cathedrale da mons. fra Agnello AlfieriVescovo di Giovenazzo».

... CONVERSIONE DI FACCIATA ...Nello stesso volume III appaiono cresimati anche Pietro Chiurlia

Gli schGli schGli schGli schGli schGioviGioviGioviGioviGiovi

nel secnel secnel secnel secnel sec

Gli schGli schGli schGli schGli schGioviGioviGioviGioviGiovi

nel secnel secnel secnel secnel sec

storiaDI DIEGO

Page 27: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

27 NOVEMBRE 2010

di anni 10 (schiavo di Domenico Chiurlia, battezzato il 4/12/1689); Antonio Sagarriga di anni 13 (schiavo dell’ArcidiaconoSagarriga, battezzato il 20/3/1690); Mariano Filippo di anni15 (schiavo del dott. Felice De Cecco, battezzato il 24/5/1690); Benedetta Saveria e Grazia Caterina entrambequarantenni (schiave di Domenico Chiurlia battezzate 11/2/1692). Non vi è riscontro tra i battezzati, dei seguenti schiaviconfermati nel 1690: Anna Maria schiava del sig. dott. Felicede Cecco, Anna Antonia schiava di don Simeone de Martinis,Leonardo schiavo del chierico Carmine Ciardi, Laura Antoniaschiava di Pietro Lucadei; né di Antonio, schiavo di DomenicoChiurlia e Caterina de Cecco schiava del sig. don EttorePappalettera, cresimati nel 1697; né di Anna Maria schiava diProspero Sagarriga cresimata nel 1702.

… O PER TIMORE DI DIOTra i battezzati il 21 aprile 1690 figura anche un neonato dimahumetica secta cui fu imposto il nome Antonio, che era statoportato al fonte battesimale dalla madre turca, che dichiaravadi essersi presentata senza alcuna costrizione; poichè mancanell’atto il nome del padrino, e vi è invece l’annotazione dellamorte del piccolo, si può presumere che la madre per timoredi Dio lo abbia fatto battezzare in punto di morte. «Die 21aprilis 1690 - Infans de mahumetica secta (obiit) baptizatus fuit a me d.Iohanne Beradinum de Iulio de Baro, sub fide parentum, habui consensumetiam matris turce, que sponte dixit ut dictus infans venire ad catholicamfidem unde nominem imposui Antonius compater fuit ***».

SCHIAVI MERCE DI SCAMBIO ...Ma come per molte altre città, sono soprattutto gli atti notarili chetestimoniano la presenza di schiavi in città, poiché attestano l’ac-quisto e la vendita (o ri-vendita) ma anche la donazione o permutadi schiavi.Ben sedici atti notarili relativi agli schiavi in Giovinazzo furonorogati dal notaio Vito Carlo Riccio fra il 1689 e il 1691 (ASBa,p.za di Giovinazzo, sk. 17, vol. 275-276). Questi documenti ciconsentono di conoscere il nome della città dalmata in cui il“padron” aveva acquistato gli schiavi, Fiume o Segna, i nomi de-gli acquirenti in Terra di Bari, procuratori o direttamente padroniche fossero, e degli schiavi che con la stessa espressione dispregiativautilizzata negli atti di compravendita di bestiame, forse per giusti-ficare, nel caso degli schiavi, il basso prezzo d’acquisto, sono iden-tificati come «sacco d’ossa». Per lo più si tratta di minori, rara-mente acquistati insieme ai loro genitori. Purtroppo gli atti nonprecisano le mansioni alle quali erano destinati ma non è certodifficile immaginarli a servire, in tutto e per tutto, i loro padroni.Anche tra questi documenti e quelli parrocchiali è stata fatta unacollazione per capire se gli schiavi comprati nel 1690 erano statibattezzati e cresimati nello stesso anno.Tale Geronimo Palumbaro de Messina è il Padron dell’imbarca-zione specializzata in carico umano che dall’ agosto del 1689 sullenostre coste dovette guadagnare non pochi ducati; in ben undiciatti notarili infatti egli è parte attiva nei contratti di vendita.

… CON PROCEDURE DI IMPORT EXPORT …Per garantire l’acquirente circa lo stato di salute degli schiavi, masoprattutto circa la liceità della vendita, nel XVII sec. alcuni attinotarili si arricchiscono di deposizioni aggiuntive, i “certificati diesportazione” rilasciati dalle autorità giudiziarie dei paesi di pro-venienza. Di questo tenore è il primo documento che riportiamodel 27 agosto 1689 con il quale Padron Geronimo Palumbaro deMessina vende a Gaetano Ciardi per ducati 84 gli schiavi turchi:«Durach figlio d’Osman Barich e madre Camera nativo della cittàd’Udina provincia di Licha d’anni 13 comprato nella città di Fiu-me ... e l’altro nella città di Segna chiamato Mezo Chiscliecnovichd’anni 10 in circa figlio di Munne, e la madre Came della città diUdbigna provincia di Cirhana».L’allegato era stato stilato nella città di Segna circa 10 giorni pri-ma: «Noi giudici ordinarii della città di Segna facciamo ampla etindubitata fede a quacumque magistrato tanto seculare quantoecclesiastico la presente nostra perevenirà o dove farà bisognopresentata saria, qualmente il padron Geronimo Palombaro haimbarcato in questo nostro porto un puto turco nominato MezoChlisclienovich di anni 10 in circa, suo padre Mume, la madre

hiavi ahiavi ahiavi ahiavi ahiavi ainazzonazzoinazzonazzoinazzoc. XVIIc. XVIIc. XVIIc. XVIIc. XVII

hiavi ahiavi ahiavi ahiavi ahiavi ainazzoinazzoinazzoinazzoinazzoc. XVIIc. XVIIc. XVIIc. XVIIc. XVII

a nostra DE CEGLIA

Page 28: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

28

Chamo della città di Udibigna nella provincia di Cirbava, qualschiavo di già ha fatto la solita contomacia nel lazaretto et perfede della vendita habbiamo posto il solito sigillo della nostramagnifica comunità ... datum Segnie die 16 mensis augusto 1689».Sempre lo stesso padron Geronimo Palumbaro de Messina conatto del 26 agosto 1689 vende a Felice de Cecco in nome e perparte di Giulio Micchielli per la somma di 36 ducati, una schiavaturca acquistata nella città di Fiume «nominata Camo d’anni 30incirca figlia di Muggio Schochich et madre Haca della città diOduina della provincia di Licha», e con atto del 28 agosto 1689al canonico don Nicola Giuseppe Mantovano in nome e perparte di don Giovanni Battista Gentile «una schiava di anni 12 incirca chiamata Fata figlia di Merdano Stafissa della città d’Uduinaprovincia di Licha» per ducati 39 in zecchini d’oro anch’ella ac-quistata nella città di Fiume.Con atto del 29 agosto 1689 Orontio Galdo in nome e per partedella sig.ra Ippolita Maria Muscettola sempre da padronGeronimo Palumbaro de Messina acquistò per ducati 45 e grana60 una schiava turca che quest’ultimo aveva preso «nella città diFiume ... chiamata Kacla di anni 14 incirca figlia di Bechier Grescih,e madre Rassa della città di Novi».La presenza del procuratore in questi contratti di compravenditaè una costante, e non deve stupire che spesso egli sia un ecclesia-stico poichè la Chiesa si serviva essa stessa di schiavi ... purchènon fossero cristiani (proprio dagli Uscocchi si rifornì di schiavinel XVI sec. Papa Sisto V).

PAGANI E DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONECERTIFICATA …I pubblici ufficiali abbiamo già detto dovevano garantire la liceitàdella compravendita, tra l’altro prioritariamente bisognava verifi-care che lo schiavo fosse “veramente turco”, quindi che fosseesente da malattie contagiose e per ultimo che fossero state paga-te le tasse di sdoganamento, come per qualsiasi altra merce. Quan-do le parti non ottemperavano a tali obblighi incorrevano nelreato di contrabbando. Nell’atto che segue, del 29 agosto 1689,indirettamente si fa menzione di tutti gli ufficiali interessati, nonchèdi due interpreti atteso che gli schiavi parlavano una lingua diver-sa da quella in uso nel nostro paese, per questo motivo spesso ilnome del turco è scritto con leggere varianti grafiche nel rogitonotarile e negli allegati, come nell’atto che segue.Gli attori sono «padron Geronimo Palumbaro de Messina adpresens Iuvenatii nobis bene noto» e il reverendo canonico donGiacinto Chiurlia che compariva per parte di don Alonso Mondellidi Trani.«Padron Geronimo sponte asseruit coram nobis in vulgari eloquio promaiori intellighentia ... come avendo comprato nella città di Fiumevarii schiavi e tra l’altri uno chiamato Osman figlio di HacuqGrefrich, et madre Lazriza d’anni sette in circa della città d’Uduina,vero nativo turco, il quale ha purgato la sua contumacia in dettacittà di Fiume come da fede di quella città, in piede originale (v.infra) et haverlo introdotto in questa città previa licenzia delli sigg.Deputati della salute Tommaso Sagarriga e Lorenzo Donnanno,com’anche delli sigg. Officiali della principal Dohana diGiovenazzo, et havendo detto padrone risoluto di venderlo, et...» avuto accordo per venderlo con il suddetto acquirente «etessendosi detto schiavo essaminato avanti d. Onofrio FortunatiGovernatore di Giovinazzo dal rev. Colamaria Francese parocodi S.to Felice mediante l’interpreti Cola Domenico Palombella, eMartino Paisco (di Fiume al presente in Giovinazzo) intesi di quellelingue, dissero con giuramento d’aver inteso da propria bocca didetto schiavo esser tale quale sta asserito di sopra, e disse esservero nativo turco nè mai battezzato».

Vita grama fu quella del piccolo Osman che chissà quanti padro-ni dov’è servire, prima di lasciare Fiume infatti il suo padroneprima era un soldato, come si può chiaramente capire da un ulte-riore atto rogato in Fiume e allegato all’atto notarile suddetto.«Nel nome di Dio Amen. l’anno dell’humana salute 1689, ind.12, il giorno veramente di Giove che fu li 11 del mese d’agosto.Fatto in Fiume santo Vito, nela casa della solita habitatione del sig.Antonio Costa Posta nella Contrada di S.S. Tre Re. Presenti padronGiacomo Paganetto e Gioseffo Pocovnich testimoni idonei,cognosciuti, pregati; dove personalmente costituito alla presenzadi me [...] notaro et testimonii sudetti il sig. Andrea Milicho solda-to stipendiato di sua maestà cesarea nelli confini di Segna e Tur-chia, il quale spontanemanete e con ogn’altro miglior modo dà,cede, vende, renuncia, aliena et effettivamente consegna al padronGerolamo Palumbaro un turco nominato Osman figliolo diNacuf Grefich, et madre Laniza d’età d’anni 7 in circa della cittàdi Uduina, vero e nativo turco, come lui medesimo confessò allapresenza come di sopra e per tale in qualsisia terra, loco o partedel mondo deve esser recogniosciuto libero libero d’ogni malcontagioso, per haver fatto la sua solita contumacia , nel Lazarettodi Segna che perciò ovunque capitaria il sudetto schiavo Osman,tanto avanti il foro ecclesiastico che secolare, avanti il quale lepresenti saranno dimostrate gli si potrà prestar piena et indubitatafede ... conroboravit sigillum Petrus Paradius ... notarius».Chi voleva comprare schiavi per altro doveva munirsi del per-messo del Vicerè di Napoli prima dell’acquisto, e a tanto ottem-però il patrizio tranese Mondello.«... é stato presentato memoriale per d. Francesco Mondelli patritiodella città di Trani ... espone a V.S. come ritrovandosi con unagrossa fameglia con il peso di 17 figli viventi tiene bisogno diprovederli di 2 schiavi mascoli per servitio di sua casa, supplicaV. E. di darli licenza che possa fuori da questo regno fare intro-durre in esso due schiavi per servitio di detta sua casa ... RegioConsiglio Collaterale ... concede licenza stante le cause suddette,fare introdurre in questo Regno detti 2 schiavi ... Napoli 10 maii1673».Gli schiavi, come qualsivoglia altro bene materiale, erano ancheoggetto di donazioni; con atto del 29 agosto 1689 Gaetano Ciardidonò a suo figlio Carmine un turco che aveva comprato il 26agosto con condizione che «detto clerico Carmine suo figlio as-sente, non possa ne debba detto schiavo donarlo, nè venderlo, nein qualsisia altro titolo alienarlo, nè in altra mano trasferirlo, masempre tenerselo suo per servitio suo e di tutta la su casa e di essodonante e che mai li habbia a dar libertà nelli quali casi che dettosuo figlio trasgredisse ... la presente donatione s’intende nulla, diniun valore come se non fosse fatta anzi volle che nel caso chedetto suo figlio premorisse ad esso Gaetano che detto schiavoritorni ad esso donante» (dovrebbe trattarsi del confermatoLeonardo).

I NOMI DEI SERVIENTI E DEI SERVITIAncora un minorenne è lo schiavo turco che il Clerico OrontioGaldo procuratore di don Gabriele Sanchez de Luna acquistòcon atto del 14 dicembre 1689 per ducati 32 dal solito padronGeronimo Palumbaro de Messina che l’aveva comprato nellacittà di Segna. «Iale figlio di Menin della città di Balaij della pro-vincia di Licha» di anni 8, del quale non sono precisati i nomi deigenitori.Ducati 21 in zecchini d’oro costò invece a Simeone de Martino«una schiava chiamata Giule figlia di Giuseff e Kadisce d’anni 7in circa della provincia di Bosna» vendutagli con atto del 15 di-cembre 1689 sempre da Geronimo Palumbaro che, come di-mostra il certificato allegato, l’aveva acquistata nella città di Fiu-

Page 29: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

29 NOVEMBRE 2010

me. Sempre da lui il 16 dicembre il primicerio GiuseppeBuonomo acquistò «tra l’altri schiavi turchi comprati nella cittàdi Fiume sotto li 24 di novembre 1689 ... una chiamata Iulefigliola di Megned e Natise di anni 12 in circa della provincia diBosna, e l’altra chiamata Saga figlia di Omer et Salucca di dettacittà di Bosna» per ducati 75 (dovrebbe trattarsi delle due ragaz-ze alle quali con il Battesimo fu imposto il nome di Portia edIsabella). In Bitonto il 13 dicembre era stato venduto al gover-natore di Bitonto fra Michele Ceva Grimaldi, lo schiavo turco«chiamato Osman Mechemetdovich di Bosna di età d’anni 15»,il notaio Riccio dovè però convalidare in Giovinazzo il giorno20 di dicembre alla presenza di Oronzo Galdo, procuratore delgovernatore bitontino, l’acquisto dello schiavo (del quale non èspecificato il prezzo), poichè nella nostra città fu presentato ilcertificato del notaio di Fiume ai fini doganali.Padron Geronimo Palumbaro de Messina con atto del 29 di-cembre vendè a Onofrio Fortunato per ducati 22 «Osman fi-glio d’Homer Pismanovich della città d’Uduina Provincia di Lichadi anni 6», il 20 febbraio 1690 con due diversi atti ad AlfonsoSylos di Bitonto uno schiavo turco di nome non specificato per30 ducati ed al chierico Orontio Galdo de Juvenatio procurato-re di don Didaco Santacroce un altro anch’esso non identificatoche il mercante aveva comprato come gli altri nella città di Fiu-me.Finalmente alla metà dell’anno 1690 Geronimo Palumbaro deMessina sparisce dalla scena, ma altre imbarcazioni approde-ranno sulle nostre coste con identico triste carico umano e altrimercanti si avvicendano dinanzi ai notai per ratificare questeinsane vendite.Altro mercante messinese è Padron Silvestro che vende con attodel 6 giugno 1690 a Romirez Igizzinori di Bari procuratore di

Pietro Antonio Salandra uno schiavo turco di nome Osman,figlio di Mahamut Noicha di Billastena, di anni 14 «il quale (schia-vo) ha purgato la sua contumacia come da fede di quel magi-strato, comprato come sacco d’ossa per 40 ducati in zecchinid’oro» e con atto del 20 giugno 1690 a don Vittorio Rena daSolofra «ad presens Juventii…schiavo turco comprato in FiumeOsmano figlio di Hale Holiticihs da Terna ed un’altra femminadi nome Fattima figlia di Mehoned Bassà nativa di Kozarziaentrambi di anni 12 veri e nativi turchi».Padron Michele Carvatina da Fiume è il nuovo mercante cheapproderà sulle nostre coste dall’ agosto 1690; da questi con attorogato sempre dal notaio Riccio il 4 agosto 1690 Antonio Galdoda Giovinazzo come procuratore del «Capitano d. OrtensiusUrtado de Villa Fuerte» compra per 72 ducati gli schiavi «Jule daCasaras figlio di Mustafà Mehnima, un’altra chiamata Fatima daCernich figlia di Belich e madre e Jhona».Con atto del giorno successivo lo stesso Michele Carvantina vendeper ducati 105 a Orontio Galdo tre schiavi comprati a Fiume«Osman figlio di Amor Dragni … , altro Halan figlio di Belich… e la femmina Tagia figlia di Mustafà Stisa», ma l’acquirenteforse insoddisfatto delle loro prestazioni dopo appena dieci gior-ni, il 16 agosto 1690, li rivendé a Josepho d’Elia, e l’anno dopo,è sempre lui il chierico Oronzo Galdo che con atto del 20 lugliovendé per 130 ducati a Domenico Chiurlia due schiave turche dinome Fatima d’Ubrina e Jula comprate l’anno prima da PadronMichele Caravita che le aveva acquistate a Fiume.La valutazione economica dei turchi, come abbiamo visto, eravariabile, perchè si teneva conto del loro stato fisico, della pro-venienza e presenza di eventuali imperfezioni fisiche o difetticostituzionali nonché dell’età e quindi del tempo per il qualeavrebbero potuto prestare il loro servizio.

Page 30: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

30

Page 31: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

31 NOVEMBRE 2010

candidamenteDI BRUNO LANDO

Riapre ‘Il Male’ e inizio a star bene. Lei, di-rettore, era troppo piccino. Non ricorderàquel settimanale satirico, graffiante, irriverenteche ogni tanto subiva l’azione di sequestroda parte della censura. Si correva nelle edi-cole, a svuotarle, quando correva notizia cheun tale numero era stato sequestrato per ladenuncia di qualche personaggio, diciamolopure, vilipeso senza freni. Era il periodo del«Corriere della Sera» (finto) che sbatteva inprima pagina la foto del comico Ugo Tognazziin quanto capo delle B.R.O del Papa ripreso(in foto montaggio) con due splendidefotomodelle generosamente vestite, megliodire svestite. La nostra comicità stava nelportare queste prime pagine in giro per case,diffondere la notizia e godere dell’effetto.«Madonn ce caus brutt». Il male girava nei vi-coli del paese vecchio. Oggi non farebbe lostesso effetto. Portassimo la foto diBerlusconi ‘come l’ha fatto mamma’ magariin una villa, circondato da giovani pulzelle tidirebbero ‘già vista’. Possiamo incalzarli e dir-gli che a Palazzo Grazioli si fanno festini etiri di coca e orge e scambi di coppia ...Continuo a scommettere che le vecchiette cidirebbero un laconico «Mbè?». Stupire confalse notizie oggi è davvero arduo. La realtàsupera la fantasia, come dire è finita l’era del«Potevamo stupirvi con effetti speciali… ma non l’ab-biamo fatto». Anche perchè sono sparite le vec-

chiette vestite di nero che stavano sull’usciodei sottani. Oggi le trovi in palestra, o abraccetto con una rumena, mentre leorecchiette le comperi dai supermercati.Incellofonate, con tanto di ingredienti epeso stampato sull’etichetta, forse fatte aBergamo. Pur vero che le mosche anda-vano sui taralli che aspettavano i fornai, siaccoppiavano sui pomodori stesi al sole…Vabbè! Comunque ogni tanto gli davi lamanata e via. Giro di campo per gli insettimolestatori e di nuovo a leccarti le pietan-ze. Sa cosa penso, Direttore? Sarebbe ca-rino un incontro, tra ‘vecchi’ degli anni 70e i ‘maturi’ dei giorni nostri. Immagino ilgruppetto degli antenati, il nero dilagantetra le donne e mani callose e ruvide deimaschi. Immagino lo sguardo truce e dicondanna verso i nonni di oggi. I loro ra-gazzi. Questi ragazzi che non fanno più lasalsa e comprano ai loro figli i pomodoripelati fatti chissà come (Depalo docet).Queste ragazze, appena 70enne, che si tin-gono i capelli e che sono sempre ai dotto-ri perchè hanno dolori dappertutto. Ra-gazze che dopo un anno dalla dipartita delconsorte non portano già più il lutto. Fi-nalmente sentire una ramanzina come sideve ai tanti canuti di oggi che ci rompo-no le scatole con ‘ai miei tempi..’. Ai tuoitempi non c’era l’aria condizionata! Ma

perchè te la sei messa spendendo la pen-sione per pagare la bolletta della luce inve-ce di pensare all’eredità da lasciare a figli enipoti? Questa, sono sicuro, sarebbe unadelle tante accuse in un eventuale confron-to diretto. Che poi se avessimo noi ‘ragaz-zini’ un confronto con quelli del passatosono sicuro che questi ci prenderebbero apernacchie. Palestra e riposo dalla palestra.Stremati ci facciamo cospargere i muscolicon unguenti vari. «Crediamo di meritare ri-poso e lodi dopo un’ora di palestra perchè oggi hosollevato i 50...». Certo che i nostri padridopo un giorno in ferriera o a raccoglierele olive non si lamentavano. Pescatori sot-to intemperie e vento, poco più che ven-tenni, pensavano al decoro dei figli. Cheveniva prima del loro pane. Trentenni dioggi, ahinoi, ancora con mamma e papà.Che la vita è dura! Ma su qualcosa la no-stra generazione è imbattibile! La giocataal SuperEnalotto e ai Gratta e Vinci. Studidi ore e ore per capire i numeri ritardatari.E capisci anche perchè dovevi diplomartiin ragioneria. Una sestina in ritardo con ilprimo numero che esce pari, piuttostoche dispari, il prossimo che sarà? Pensialla legge dei grandi numeri, anche perchè,non ti va di pensare che altri 60 milioni diitaliani stanno facendo la stessa cosa. Chepoi se giochiamo in tanti, un piccolo si-stemino, aumentiano le probabilità nume-riche. Altri gruppi, in altri parti d’Italia,mettono insieme i gruzzoletti per avviarequalche piccola impresa. Ma qui aGiovinazzo uscirà il 6 al SuperEnalotto,ne siamo tutti certi. Le olive intanto ini-ziano a cadere dagli alberi. Quaranta euroal giorno per 6 ore di lavoro al freddo èda pazzi, da extracomunitari. Cosa abbia-mo studiato a fare? Ci basta una terzina,che non è difficile da indovinare!

BRUNO LANDO

PRESE DI ASSALTO LE RICEVITORIE, I GRATTA EVINCI E I PUNTI DI SCOMMESSA. ALLA FACCIA DICHI CI CONSIDERA UN POPOLO RASSEGNATO

GIOVINAZZO CHE LAVORAGIOVINAZZO CHE LAVORAGIOVINAZZO CHE LAVORAGIOVINAZZO CHE LAVORAGIOVINAZZO CHE LAVORA

Page 32: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

32

Page 33: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

33 NOVEMBRE 2010

Ora si chiama salvadanaio, ma ai miei tempiil suo nome era u puste. Aveva anche unasola forma: quello di una vasetto panciutocon un taglietto in alto per introdurvi lemonete e u pedeceine sope o cappidde. Ora liconfezionano a forma di bauletti, con tantodi chiavetta, di maialini, di voraci squalisecondo come li concepisce l’illimitata fan-tasia e creatività dei vari fabbricanti.

Di lui, mi sono ricordato quando uno deitanti signori ha rifiutato il resto di due cen-tesimi al panificio dichiarando: tande nonsacce addo’ l’agghia mette!! Gesù! Vuoi met-tere ai miei tempi quando entravi corren-do in casa per annunciare: ma’, so’ acchietenderre nu cendesime!!! e ti auguravi che fosse-ro in molti a tenaje le palte sfennete. Jnde o pustec’era posto solo per i centesimi che ai mieitempi rappresentavano per noi un capita-le. Solo grandissime occasioni ed alti di-simpegni morali da parte dei nostri geni-tori o du chembere de san giuanne potevanoindurre qualcuno a mettere jnde o puste lafamosa cinghe lire d’arginde. Quante voltel’abbiamo sognata, quante volte ne abbia-mo sentito il suo suono argentino perché,le rare volte che le avevi di resto, la primacosa che si faceva era di batterla su unasuperficie solida per sentire il suo suonoargentino e per poter affermare per tran-quillizzarti: je’ bone! A sottolineare l’impor-tanza ed il valore di questa moneta si rac-conta di don ciccie pappachele, docente e pre-side del Liceo Spinelli di Giovinazzo, che

voleva spiegare l’idea di Platone dove unqualsiasi riferimento ti portava al sogget-to che ne era la causa. Un nitrito lo colle-gavi ad un cavallo, un clacson lo collegaviad una macchina, per cui Don Ciccio sifrugò in tasca, ne trasse una monetaargentea da cinque lire, la battè sulla catte-dra, ma questa non dette la sua argentinarisposta. Riprovò sul pavimento, ma la ri-sposta fu altrettanto sorda per cui impal-lidendo, la raccolse freneticamente com-mentando (prevete e bune), cazze! Luigi LaRenze a la chiazze du pesce!!! Abbandonò laclasse velocemente per andare a propor-re il suo reclamo contro chi gli avevarifilato la moneta falsa e per impedire lagiustificazione di un ritardo eccessivo conun «mo’ ti si arrecherdete! Ci sepe da ci la siaveute!». Vi confesso, e non ne parliate connessuno, che, una volta, non resistendo allatentazione, mi si presentò l’occasione e nerubai una ai miei genitori. La prima cosache feci fu di recarmi da zigagne per com-prarmi na pallicedde de gomme che sognavonotte e giorno. Lo sfoggio di tanta ric-chezza non potè passare inosservato percui un rapido controllo portò alla sco-perta dell’ammanco. Quande mazzete avibbe!E ci si l’ha va’ scherde’! U puste, qualche vol-ta, subiva anche qualche operazione di al-leggerimento. Quando qualcosa partico-larmente ci interessava, non potendo ri-volgerci ai genitori ‘ca solde non ne teneveneme’, capovolgevamo con delicatezza isalvadanai e introducevamo nella feritoia

destinata ai versamenti, un coltello da cucinaper possibili prelievi, sfornando, propriocome fanno i panettieri, qualche centesimo,facendo la massima attenzione a non fare ilminimo rumore per non essere scoperti sulfatto in fragranza di reato. I salvadanai attualihanno perso sia in peso che in sonorità. Lamoneta cartacea ha sostituito quella metallicaormai di scarsissimo valore. U puste venivarotto perché molto spesso i nostri cari nonsapevano come far fronte a situazioni im-previste e si rivolgevano a noi perché fossi-mo di valido aiuto oppure lo si rompeva percomprarci qualcosa di costoso, oggetto deinostri desideri, e che aveva costituito il moti-vo di farci nzimuè ne picche de terreise. Aggiun-go che, i nostri genitori erano saggi e nonavventati e sprovveduti come quelli di oggiche alleggeriscono i salvadanai dei loro figliper portare i soldi in banca e mettel sope o librettedu piccininne. Questi sprovveduti genitori nonsanno che di fronte allo 0,00020% di interes-si che la banca ti promette, si devono pagarele spese di esercizio. E che spese!!!

Qualunque riferimento alla giornata del ri-sparmio è casuale! Nan gi site credenne! E nelcaso la mamma fa finta di non capire, spie-gatele ca la banghe jè fatte pè frechè terrejse!

DIVINCENZODEPALMA

UUUUUPUSTEPUSTEPUSTEPUSTEPUSTE

Impianti Elettrici Civili e Industriali

Via S. Francesco d’Assisi, 5 - 70054Giovinazzo

tel. 080.394.78.16 - cell. 335.65.84.673

LABOMBARDAVia Bitonto n 86/A - Giovinazzo

Tel-Fax 080 394 44 83

Installazione e ManutenzioneImpianti tecnologici di:- Riscaldamento- Elettrici - Idrici - Fognari- Elettropompe Sommerse- Pannelli solari Termici integratialla caldaia- Pannelli Fotovoltaici

Consulenza tecnicacon preventivi gratuiti

Impianti Elettrici Civili e IndustrialiImpianti Elettrici Civili e IndustrialiImpianti Elettrici Civili e IndustrialiImpianti Elettrici Civili e IndustrialiImpianti Elettrici Civili e IndustrialiIIIIImmmmmpianpianpianpianpianti di Siti di Siti di Siti di Siti di Sicccccurururururezza - Tezza - Tezza - Tezza - Tezza - Tv cc - Viv cc - Viv cc - Viv cc - Viv cc - Vidddddeoeoeoeoeocitocitocitocitocitofffffooooonianianianiania

A A A A Autoutoutoutoutomazimazimazimazimazioooooninininini

Illus

traz

ione

: Vin

cenz

o Dep

alm

a

Page 34: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

34

Page 35: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

35 NOVEMBRE 2010

la pagina dell’emigrante

L’inizio dell’autunno coincide con la ripresadi attività e con un certo attivismo associativoche coinvolge tutti e il marchio Puglia in que-sti ultimi anni appare il più gettonato. In alcu-ni fine settimana verrebbe davvero da chie-dersi: “mi trovo in Lombardia o in Puglia?”.Le feste pugliesi si infittiscono. Dato che par-liamo di due regioni grandi è facile organiz-zare in contemporanea più feste cheevidenzino le identità locali della stessa Puglia.Se ad Alserio (Como) si balla la pizzicasalentina, a Sesto San Giovanni si ascolta latarantella foggiana, e magari a CesanoBoscone ci si cimenta con una commediadialettale barese. L’occasione è data da impe-gni di promozione commerciale, ma spessoanche dai festeggiamenti dei santi patroni.Vescovi e sindaci, preceduti da reliquie e gon-faloni, dai segni della devozione e dai vessillidella municipalità, giungono per incontrare iloro fuori sede.Il cliché è abbastanza omogeneo seppuresfaccettato: cultura, musica, danza, gastrono-mia si fondono in armonica gestione di tem-pi e spazi. E allora grandi tendoni ospitanotavolate di degustazione di prodotti tipici epalchi all’aperto (dato che la stagione lo per-mette) ospitano balli e tarantelle negli abiti dellatradizione folcloristica. Non mancano standche pubblicizzano artigiani e artisti delle di-verse province (o anime?) pugliesi. Saperi esapori si fondono tra i suoni di nacchere etamburelli, sotto i video che proiettano i co-lori di Puglia. Qualche comune particolarmen-

te evoluto ha dato spazio anche a mostrefotografiche e dibattiti sull’emigrazione neidecenni addietro. A Sesto San Giovanni,ad esempio, l’evento “Raccontami una sto-ria: l’emigrazione dal sud Italia spiegata allegiovani generazioni lombarde” ha visto lapresenza di tanti nonni che si sono cimen-tati a spiegare ai nipoti “la città delle fab-briche” negli anni del dopoguerra. Di so-lito al termine di queste manifestazioni sisvolge la distribuzione di riconoscimenti aconcittadini che si sono distinti nella vita enella professione, rappresentando un mo-dello per i più giovani. E poi magari tuttialla serata di ballo comunitario“PizzicaMI”…A fare gli onori di casa sindaci, assessori,presidenti di pro loco o associazioni, pienidi calore pugliese, che ti apostrofano conl’immancabile cadenza dialettale, ti metto-no in mano un piatto di orecchiette e de-scrivono le bellezze della loro terra, pro-muovono eventi e progetti, ti salutano conun abbraccio e ti invitano ad andare a tro-varli, stabiliscono rapporti di cortesia e dicollaborazione con gli amministratorilombardi.E poi grande spazio agli emigrati. Sonoloro i veri protagonisti, felici di poter ospi-tare gli amministratori dei paesi d’origine,di rafforzare i contatti coltivati in estate, diessere il trait d’union tra le due regioni, difavorire la conoscenza della Puglia nei suoiangoli nascosti e più belli o caratteristici,

nei suoi prodotti genuini e vari, nelle suepersonalità più note.Il problema è di chi, ricoprendo ruoli isti-tuzionali e associativi, deve partecipare atutte queste sagre, convegni, spettacoli perportare un saluto e una presenza, attraver-sando nello stesso giorno tutta la regione esedendosi a tavola con tutti. Segno moltobello di convivialità, di amicizia, di stare beneinsieme, ma anche grande attentato alla li-nea. Perché se non mangi tutto e in abbon-danza si offendono e pensano che non haigradito….

DI AGOSTINO PICICCO

Puglia in LombardiaPuglia in LombardiaPuglia in LombardiaPuglia in LombardiaPuglia in LombardiaPuglia in LombardiaPuglia in LombardiaPuglia in LombardiaPuglia in LombardiaPuglia in Lombardia

Si è formato in Giovinazzo un Comitato ProCentri Studi - Associazione Culturale «IVEII» Giovinazzo, apolitica e senza fini d lucro.Suo fine è quello di raccogliere in archiviodocumenti ancora recuperabili e tramanda-re ai posteri la memoria storica dell’IstitutoVittorio Emanuele II e diventare punto di in-contro e di confronto culturale per tutta lacomunità. Quindi il comitato si rivolge a tuttele istituzioni competenti affinchè venganoconcessi, a titolo gratuito locali presso l’IVEII, in cui poter svolgere la propria attività cul-turale e di recupero. La sede provvisoria delcomitato è in via Gelso 52 ed è aperta dallunedì al venerdì nelle ore: 11-12; 18-19. Tut-ti i cittadini, gli ex dipendenti e gli ex allievidell’IVE possono dare il loro volontario con-tributo per rendere concreta, nel più brevetempo possibile, la costituzione del centrostudi – ass. cult. “IVE II” in modo che i docu-menti ancora presenti nel territorio possanodiventare patrimonio fruibile da tutti ed evi-tare anche che gli stessi possano prenderealtre strade. Giovinazzo infatti è famosa nelfarsi scippare di tutto. La storia locale neisecoli lo dimostra. E pensare che tanti ma-nufatti, mobili d’epoca, strumenti e spartitimusicali, paramenti e arredi sacri, quadri,oltre a tutti i documenti, avrebbero potuto co-stituire un dignitoso Museo dando all’IVE IIdi Giovinazzo un prezioso nuovo vestito.

Fanno parte del comitato: Abbondanza Giu-seppe, Andriani Francesco, Campanelli Enzo,Carta Giancarlo, de Ceglia Diego, GelardiMatteo, Martinelli Leonardo, Nisio Luigi,Nisio Giovanni, Pietrolonardo Vincenzo, SifoPietro, Soranna Leonardo, Volpicella Giovan-ni

Nasce l’AssociazioneCulturale «IVE II»

Page 36: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

36

Poco noto al grande pubblico televisivo o ai lettori meno impegnati,l’anno scorso si è spento inRoma , appena cinquantatreenne, Gianni Giansanti, uno dei più grandi fotogiornalisti della nostraepoca sulla scena mondiale. Solo un mese prima la sua mostra fotografica « i 20 italiani che cambianol’Italia», tenutasi a Firenze per il Pitti Moda (v. il n3/2009 de La Piazza) ebbe, oltre ad un notevolesuccesso di pubblico e di stampa, una tale eco internazionale che non è poi così difficile capire perchéil Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia abbia opportunamente pensato di ospitare,quest’anno, una rassegna di sue foto in contemporanea con l’apertura del Milano Moda. Con iltitolo «UMANITA’ – retrospettiva di Gianni Giansanti, il fotografo che ha raccontato trent’anni distoria internazionale» pure l’occasione per presentare in anteprima il volume – catalogo della mostrache, insieme alle testimonianze di famosi giornalisti, ospita anche articoli e scritti inediti del fotoreporterromano: con il titolo gianni giansanti – sì, proprio con la g minuscola, quasi a ricordarne la modestiae l’attenzione con cui difendeva la sua privacy - 86 scatti che cercano di ripercorrere almeno nei puntisalienti una carriera straordinaria come poche. Una sfida quasi impossibile, più o meno come tentaredi spiegare la Divina Commedia scegliendo appena 86 terzine. Bisogna riconoscere che al di là di ognipiù rosea aspettativa la sintesi ha, invece, funzionato benissimo e, quantomeno, è riuscita a restituireun’idea di chi fosse realmente Gianni Giansanti persino a chi lo conosceva poco o addirittura perniente: un Gigante mondiale della Fotografia, e non solo. E non c’è certo enfasi in questa afferma-zione: 22 libri, servizi speciali e reportages pubblicati su tutte le migliori riviste internazionali, è statol’unico fotografo al mondo ad avere una mostra in Vaticano ( Salone Sistino, 1996) con gli imperdibiliritratti di un Papa vivente, Giovanni Paolo II, nei suoi viaggi ed in privato e, passando dal sacro alprofano, una, tre anni dopo, a Montecitorio, in occasione dell’uscita del volume ‘Alla scoperta dellaCamera dei Deputati’ , usato dal Parlamento anche come dono istituzionale di prestigio per perso-nalità o illustri ospiti stranieri in visita in Italia. Uscendo dai confini nazionali, quando nel 1997Jacques Villeneuve vinse con la Renault il Campionato mondiale di F 1, è con una vernice delle fotodel suo libro «A Champion in Pictures » che la Francia decise di celebrare ufficialmente a Parigil’evento. Senza contare l’ esposizione a Perpignan, Angers e Monaco della sua approfondita indaginesui miracoli e i pellegrini del mondo. Tanto per citare giusto gli avvenimenti più importanti ma anchericordare che Giansanti non ha ritratto soltanto personalità assolute e soggetti da copertina o lacronaca importante e i grandi fatti ma pure la vita quotidiana, la gente comune. La sua è stata davvero‘Una vita passata a fotografare l’Uomo, dai grandi personaggi della Storia alle ultime tribù della partepiù sperduta dell’Africa…’ . Perfetta, dunque, la scelta di chiamare «Umanità» questa mostraimperdibile e che meriterebbe seriamente di essere riproposta dovunque fosse possibile. Se, comediceva Bresson, ‘fotografare significa mettere sulla stessa linea di mira l’occhio, la testa e il cuore’, èproprio nell’empatia diretta che si viene a creare il tra pubblico ed ogni sua immagine il segreto delsuccesso delle (purtroppo rare) esposizioni di Giansanti. Giornalista e fotografo instancabile nellasua ricerca di una verità da porgere agli altri, ha documentato trent’anni di Storia internazionale e distorie; e sempre alla sua maniera, con quello stile inconfondibile che rende ancor oggi immediata-mente riconoscibili le sue immagini per potenza espressiva ed attualità senza tempo. Ha realmentefotografato di tutto e in ogni angolo del pianeta…Per dirla con Antonio D’Orrico ‘ …Giansanti…sembrava il replicante del film Blade Runner. Gianni aveva visto cose con la sua macchina fotograficache noi umani…’ Già, cose che noi umani possiamo però ritrovare nei suoi libri, nei reportagespubblicati o in retrospettive (persino a soggetto) da valutare seriamente come strumento straordi-nario per riproporre, in modo diretto e libero, la Cultura attraverso l’emozione. Non è una cosanuova, d’altronde, se il filosofo Walter Benjamin già avvisava nel secolo scorso: «Non colui cheignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l’analfabeta del futuro».

Un Gigante con la g minuscolaUn Gigante con la g minuscolaUn Gigante con la g minuscolaUn Gigante con la g minuscolaUn Gigante con la g minuscolaDI ENRICO TEDESCHIcultura

I PREMI. Refrattario ai richiamimondani e alle esibizioni mediatiche -‘…E perché avrei dovuto accettare gli inviti intelevisione? Non ho nulla da dire, per me parla-no le mie fotografie’ - anche nel rapportocoi premi Giansanti era fuori da ognischema. Di colpo famoso a soli ventunoanni, il suo celeberrimo scatto in esclusi-va mondiale del ritrovamento del cor-po dell’on. Moro in via Gaetani gli valsesubito una menzione d’onore al WorldPress Photo, in assoluto il più prestigiosopremio internazionale per ilfotogiornalismo. Ma è nel 1988 che lastessa World Press Photo gli attribuisceun vero e proprio primo premio (tantoper fare un esempio, l’esatto corrispon-dente per la Fotografia di ciò che è unpremio Oscar per il Cinema o un Nobelper le categorie previste). Ne seguonoaltri due nel 1991, ma nemmeno stavol-ta lui va ad Amsterdam a ritirarli. E, for-se, anche per questo avranno smesso didargliene. Nessuna spocchia, per carità,lui era fatto così, il suo lavoro come ri-cerca personale della verità e mission ver-so gli altri, c’era sempre poco tempo peril resto. Da citare doverosamente ancheil Premio Picture of the Year (POY) chel’Università del Missouri gli conferiscenel 1993 per una foto del suo reportagesulla carestia in Somalia, e non tanto perribadire la caratura di Giansanti comefotografo – peraltro ampiamente fuoridiscussione - quanto e soprattutto perricordarne l’impegno civile e sociale che,sempre nella massima oggettività etica emorale di giornalista, è la cifra sottesa ditutto il suo lavoro da professionista.

RETROSPETTIVA A MILANO DI GIANNI GIANSANTI

Firenze 2009. Sgarbi con Ada Masella e Giansanti.Sua assistente, è lei che ha curato la mostra di Milanoinsieme a Chiara Mariani. ph P. Germinario

Andrea Giansanti conFiorenzo Galli. E’ a lui chesi deve se il Museo dellaScienza e della Tecnica è ilpiù importante d’Europa

Andrea Giansanti conFiorenzo Galli. E’ a lui chesi deve se il Museo dellaScienza e della Tecnica è ilpiù importante d’Europa

Page 37: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

37 NOVEMBRE 2010

Non sempre i contrattempi sono una sfortu-na. E’ grazie ad uno sciopero aereo ,infatti,che decisi di fermarmi qualche ora a Romaper passare a salutare Donatello Brogioni, unfotoreporter importante conosciuto qualchemese prima. Ed è lui che, pieno di entusia-smo, mi ha proposto di andare a trovareGianni Giansanti, suo amico della vita e giàallora molto famoso. Un sorriso aperto e unfisico atletico che gli facevano denunciare an-che meno dei suoi trent’ anni, devo confessa-re che, sulle prime, ho quasi stentato a credereche quel ragazzone alla mano fosse il Giansanti,sì proprio lui, autore di quelle foto che avevovisto su più di un giornale. Fu subito simpatiatra di noi, tanto che cominciò anche a parlar-mi di un reportage che stava già realizzandoper importanti riviste internazionali sulla No-biltà italiana. E la Puglia? Sicuramente, ma inun secondo momento, nel caso che il proget-to di un libro collegato a quel servizio andas-se avanti. In un istante compresi che dovevotentare qualcosa e subito per la mia terra, an-che perché quella poteva essere l’ occasionegiusta per dare, e in esclusiva mondiale, la newsche il personaggio de Il Nome della Rosa avevaora un nome non di fantasia ed era stato nel‘300 vescovo di Giovinazzo. E quale mezzomigliore se non una foto, appunto di Giansanti,di un nobile del posto con, chessò, alle spallela nostra Cattedrale e la didascalia giusta? Forsepiù la passione che i tanti argomenti esposti,sta di fatto che a un certo punto Gianni miinterruppe dicendomi che lo avevo convinto:bastava che gli trovassi almeno altri due ‘per-sonaggi….’ e lui in Puglia ci veniva. Un paiodi settimane dopo era già qui con il suo assi-stente, anticipandomi subito che ‘quellafoto…’ però non si faceva più: i parenti delnobile a cui avevo pensato lo avevano cerca-to per chiedergli praticamente quasi un suo‘curriculum’ e garanzie !? Fu così che perdem-

mo questa grande opportunità. Ma, alme-no la Puglia, i suoi tre nobili li ebbe suigiornali. Compreso un conte, famoso pro-duttore del settore, che nell’occasione fuincoronato a livello mondiale Re dell’olio. Inseguito seppi che addirittura un Re, verostavolta, aveva contattato il suo pro-pro-pro… cugino pugliese per complimentarsicon lui. La seconda grande occasione sipresentò per noi nemmeno un anno dopo:cinque tra i migliori fotoreporter del mo-mento furono chiamati per la realizzazio-ne di due volumi assolutamente esclusivi(L’Italia dell’Italia e L’Italia di Repubblica, 1000copie non in vendita e destinate solo ai ver-tici di giornali e alle personalità di mag-gior spicco a livello nazionale) e Gianni,ovviamente tra questi, aveva allora pensa-to di scegliere la Puglia per il suo servizio.Si era anche affezionato a questo posto egli piaceva così tanto che decise che unadelle foto del libro l’avrebbe fatta qui efacendo vedere Giovinazzo in tutta la suabellezza. In forse fino all’ultimo anche setroppo glamour rispetto alle altre, alla finein redazione ne preferirono un’altra più ri-gorosa e meglio in linea col taglio edito-riale finale. Circa la Puglia, invece, tra i tan-ti episodi che potrei rac-contare, uno in partico-lare, merita di essere ri-cordato anche perché miriporta alla mente unafrase detta proprio daGianni a proposito delruolo dell’informazione edella responsabilità mo-rale di chi fa il suo me-stiere: «Non esistonograndi avvenimenti, masolo grandi immagini».Emblematico, a riguardo,

proprio quanto successe a Brindisi in oc-casione del ritrovamento dei famosi Bron-zi. All’indomani del recupero dei reperti,l’episodio fu tanto sminuito dal gossip sen-za senso (in particolare di un importantequotidiano) da ridimensionare persinol’importanza della scoperta. E probabil-mente la notizia sarebbe stata archiviataper sempre anche dalla memoria colletti-va se il completo reportage fatto daGiansanti per il magazine Sette (vedi fotoin basso) non avesse restituito nuova di-gnità a quei bronzi erroneamente consi-derati - come in un primo momento siera pensato (e scritto) - solo scarti da fon-deria trasportati dalla Grecia in Italia. E sideve soprattutto alla bellezza di quelle fotose a distanza di due mesi persino Selezio-ne dal Reader’s Digest parlò dell’avveni-mento (e di Brindisi) in un grande servi-zio sui ‘Tesori e volontari d’Italia’. Man-cherà per sempre, purtroppo, Gianni nonsolo a chi aveva la fortuna di conoscerloed amarlo,ma anche a tutto il mondo del-l’informazione. Quando arrivò feroce,inattesa la notizia della sua morte improv-visa, accanto ai mille ricordi, mi balzaro-no alla mente le parole con cui, lascian-doci all’area di servizio il giorno dopo lamostra di Firenze, rispose alla mia do-manda su come stesse e come andasserole cure che stava facendo. Un piccolodondolio della testa, come a dire un in-somma, così e così «Stiamo lottando….un mezzo sorriso «…e poi Qualcuno, las-sù, dovremmo pur avercelo, no?». Già eci ho pensato e ripensato a lungo a quelQualcuno lassù. Roba da rimettere in di-scussione d’un colpo tutta la mia Fede, dapoco e tanto faticosamente ritrovata. Poil’ho voluta mettere così: forse quel Qual-cuno gli ha solo voluto risparmiare ulte-riori ed inutili sofferenze. E poi.. Beh, sivede che di fotografi così nemmeno Lassùse ne trovano.

DI ENRICO TEDESCHI

RICORDANDO GIANNI, L’ AMICO E IL FOTOGRAFO

cultura

Giansanti, Giovinazzo e la PugliaGiansanti, Giovinazzo e la PugliaGiansanti, Giovinazzo e la PugliaGiansanti, Giovinazzo e la PugliaGiansanti, Giovinazzo e la Puglia Giansanti, Giovinazzo e la PugliaGiansanti, Giovinazzo e la PugliaGiansanti, Giovinazzo e la PugliaGiansanti, Giovinazzo e la PugliaGiansanti, Giovinazzo e la Puglia

Gianni Giansanti, 1992. Giovinazzo per l’Italia di Repubblica

»

Page 38: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

38

Page 39: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

39 NOVEMBRE 2010

FLORIDA. Agosto è ormai trascorso, ognu-no di noi è tornato alla sua vita quotidiana etutti iniziamo a ricordare con nostalgia la no-stra amata cittadina. Quando ritorniamo nellanuova terra siamo sempre fieri delle nostreradici e le dieci ore di volo che ci separanodall’Italia sono una sciocchezza. Dobbiamoanche ritenerci fortunati rispetto a coloro cheprovengono dall’Australia che per conferma-re la loro annuale devozione alla Vergine San-tissima, si sobbarcano ventiquattro ore di volo.Ovvio che per tutti in definitiva il sacrificio c’è,sia per chi proviene dal Canada che dalVenezuela, dall’Argentina piuttosto che dalNord Italia. Ma che volete farci! Dobbiamoritenerci fortunati se pensiamo invece a tutti gliemigranti che, pur essendo lontani, non hannola possibilità fisica o economica di poter rive-dere la propria cittadina di origine. Possonosolo vivere i momenti più belli dell’estategiovinazzese attraverso i nuovi strumenti me-diatici, Internet per esempio, che permette diessere aggiornati di qualsiasi evento nel mon-do. Se vogliamo riassumere l’estategiovinazzese, dobbiamo dire che, effettiva-mente quest’anno qualcosa è cambiato. Ci hameravigliati il cambiamento della festapatronale che rispetto agli altri anni si è festeg-giata in un giorno infrasettimanale durante ilquale è mancata la folla dei forestieri, anche sei nostri concittadini erano presenti. E poi è man-cata la tradizionale “passeggiata” del mantodella Madonna a mare, causa il divieto di po-ter utilizzare la zona transennata del lungoma-re. Ogni anno vi era infatti una processioneparticolare: il manto veniva portato dal con-vento di S. Giuseppe verso la piazzetta dedi-cata ai nostri marinai e poi c’era il percorso inmare con l’omaggio di una corona ai caduti.Quest’anno vi è stato solo il passaggio a terrae quindi…abbiamo perso il fascino del nostrobelvedere! Un altro aspetto che ho notato èstato il cambio della guardia delle persone checollaborano nel giorno della processione. Moltiuomini, giustamente per l’età, sono stati sosti-tuiti dai giovani i quali però hanno rivelato unacerta inesperienza e poca padronanza della si-tuazione e mi auguro quindi che i loro prede-cessori possano insegnare con precisione tuttele tecniche necessarie ad offrire alla nostra Ver-gine il risultato migliore e a correggere gli er-rori di quest’anno. Soprattutto occorre instilla-re nelle nuove generazioni quella sana voglia dirispettare e rievocare al meglio le tradizioni chenon possono e non devono mai andare di-sperse. È necessario rivangare gli esempi delpassato. Il Cavaliere Scivetti, il sig. Murgolo, ilsig. Mauro Di Natale (sempre presente), sonotutti personaggi che meritano di essere ricor-dati con tanto di apprezzamento perché si sono

davvero dedicati conpassione alla festa diagosto. Ed è bello ri-pensare agli amici chisi incontrano. Conpiacere ho rivisto adesempio anche la fa-miglia Giotti che, digenerazione in gene-razione, continua astupire con la sua bra-vura e professionalitànell’arte del dolce, pla-smando un altro tipodi tradizione. Così, seun domani devonoanche ritornare le nuove generazioni dalleterre straniere, avranno la consapevolez-za che Giovinazzo offre tanto, soprattut-to tradizioni che nei secoli non si perde-ranno mai e che costituiscono un vero eproprio patrimonio culturale. Voglio dun-que, com’è mio solito, rivolgere sempreun appello ai nostri amministratori, affin-ché possano continuare a rivalutare almeglio questo patrimonio e a favorire l’or-ganizzazione di eventi particolari, oltre chedi sagre e festicciole gastronomiche chemeritano anche il dovuto apprezzamen-to. A noi purtroppo quest’anno non è pia-ciuto granché vedere il lungomare in quellecondizioni, anche se comprendiamo le ne-cessità di ripristino. Giovinazzo però è fat-

Giovinazzo e pensieriGiovinazzo e pensieriGiovinazzo e pensieriGiovinazzo e pensieriGiovinazzo e pensieriDI VITO BAVARO

ta soprattutto di belle vedute e se vengonoeliminate quelle, i turisti sono poco attratti enon torneranno sicuramente nella stagioneinvernale. E poi volete mettere…la classicapasseggiata estiva per respirare quell’aria in-trisa dei profumi del mare? Rinunciarci onon poterla fare è come mangiare un piat-to di maccheroni senza cacio! Anche nellamia nuova terra io sono circondato dal maredel Golfo del Messico, però…la passeggiatasul lungomare di Giovinazzo posso garan-tirvi, qui ed ora, che è tutta un’altra storia! Èvero che è una chicca per gli amanti dellespiagge candide e luminose, però le roccenostrane hanno davvero un fascino che nes-suna transenna dovrebbe oscurare!

little italylittle italylittle italylittle italylittle italy

FAM. GIOTTI E VITO BAVARO, DUE PASTICCERI UNITIALLA RICERCA DELLE NUOVE BONTÀ DI CASA NOSTRA

VITO BAVARO

PASSIONE BIANCOROSSAPASSIONE BIANCOROSSAPASSIONE BIANCOROSSAPASSIONE BIANCOROSSAPASSIONE BIANCOROSSA

DA QUANDO I GALLETTI SONO IN SERIE A HANNO RIACCESOLA PASSIONE PER I NOSTRI EMIGRATI. PIETRO STALLO-NE, GIOVINAZZESE D’AMERICA, INCONTRA IL CT VENTURA

PER PARLARE ADDIRITTURA DI SCUDETTO!

Page 40: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

40

Page 41: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

41 NOVEMBRE 2010

NEW YORK. Cade sempre il quarto giovedìdi Novembre ed è una celebrazione che coin-volge tutti i cittadini americani, che si riunisco-no per ringraziare della benedizione provvi-denziale ricevuta. E’ una tradizione iniziata quan-do i primi coloni europei arrivarono in Ame-rica in cerca di libertà. Attualmente ilThanksgiving é spesso abbinato a quattro ocinque giorni di festa e i pranzi del Thanksgivingsono dei veri e propri eventi per la famiglia,ove sono serviti piatti e pietanza a profusione.È uno sforzo che ogni famiglia americanacompie, anche viaggiando per raggiungere ifamigliari lontani e trovarsi a celebrare que-st’importante giorno di festa in America. Lapartecipazione della famiglia coinvolge tutti,grandi e piccini. Regna sovrano il tacchino qualepiatto principale, tanto che spesso ilThanksgiving é chiamato anche “Turkey Day”.Andando a ritroso nel tempo si può notareche, una volta raggiunta l’indipendenza ameri-cana, il Congresso stabilì un giorno del ringra-ziamento da celebrare ogni anno. Fu GeorgeWashington, nel 1789, a suggerire la data del26 novembre. Nel 1863, dopo la lunga e san-guinosa guerra civile, Abraham Lincoln chieseagli americani di riunirsi l’ultimo giovedì di no-vembre e ringraziare: per la prima volta la fe-sta fu celebrata a livello nazionale. Per motivieconomici nel 1939 Roosevelt anticipò la cele-brazione di una settimana, ma nel 1941 il con-gresso stabilì che il quarto giovedì di novem-bre sarebbe stata una festa federale proclama-ta ogni anno dal Presidente.Inizia in tal modo il periodo delle “vacche gras-se” che conduce dritti dritti verso le festivitànatalizie, il periodo più sfavillante dell’anno pertutte le nazioni avvolte dal luccichio del consu-mismo sfrenato.E che però quest’anno tanto sfrenato non sarà.L’atmosfera d’incertezza continua a dilagare ela crisi economica imperversa anche se si tentadi accennare ad una ripresa. Difficile azzarda-re: ogni giorno centinaia di persone continua-no a perdere il loro lavoro per la chiusura del-le aziende che arrancano e si avvoltolano nellerichieste sempre più impossibili di prestiti persbarcare il lunario. Fondi di pensioni privateche barcollano e mettono sempre più in allar-me i risparmiatori e banche che continuano apignorare le case di abitazione dei poveri cit-tadini americani che hanno contratto mutui atasso variabile e non sono più in grado di far-vi fronte.Questa situazione perennemente negativa con-tinua a ripercuotersi sulle Borse americane che

little italylittle italylittle italylittle italylittle italyDI NICK PALMIOTTO

Thanksgiving, il malinconicoThanksgiving, il malinconicoThanksgiving, il malinconicoThanksgiving, il malinconicoThanksgiving, il malinconicogiorno del Ringraziamentogiorno del Ringraziamentogiorno del Ringraziamentogiorno del Ringraziamentogiorno del Ringraziamento

sono arrivate a una situazione molto diffi-cile e già diversi analisti internazionali han-no lanciato l’allarme definendo tanto ilNasdaq quanto il Dow Jones “in ginoc-chio”. Tanto per il Governo degli Stati Unitiquando per la Fed, la crescita stimata del-l’economia americana per il prossimo annonon sarà superiore al 2%. Questa crescita,però, non riuscirà a colmare, né tantomenoalleviare realmente il deficit federale che, nel2010, supererà il 9% del Prodotto InternoLordo statunitense e sarà ricordato comeil peggiore da ben sessanta cinque anni.Il giorno del Ringraziamento quindi nonsarà una vera e propria festa quest’anno. Acosa dobbiamo appigliarci per trovare unpo’ di serenità? Ci conforta solo sapere chenell’ultimo periodo le forze americane mi-litari in Iraq non hanno subito perdite e cheObama, nonostante le sue défaillance, nonsi arrende e ha messo in cantiere oltre aglisgravi fiscali per la classe media, un aumentodegli investimenti in infrastrutture per 50miliardi di dollari, e la possibilità per leaziende di dedurre dalle tasse il 100% dellespese in investimenti nel 2011.

Pertanto non ci resta che continuare a spe-rare a questo punto. E ad immergerci nellameraviglia della natura che in America of-fre in questo periodo uno splendido spet-tacolo di colori e che ci riporta alla spiccio-la realtà. Dal rosso all’ocra, le tinte cangiantidell’autunno che annunciano il passaggio allastagione invernale, unite al caldo tepore delsole sono l’unica panacea che può farci di-menticare questa brutta crisi che non ha in-tenzione di allentare ancora la sua morsa.

NICK PALMIOTTO

Luigi Montaruli,Vincenzo, Cristiano,Vincenzo e StefaniaIlluzzi, nuovamenteinsieme per condivi-dere l’emozione chesolo il sentirsi a casapuò dare, dopo avertanto girato. E qualeoccasione migliorese non quella delprofumo del mare diGiovinazzo e del suosuggestivo paesag-gio

La gioia nel cuoreLa gioia nel cuoreLa gioia nel cuoreLa gioia nel cuoreLa gioia nel cuore

NOZZE DiNOZZE DiNOZZE DiNOZZE DiNOZZE Didiamantediamantediamantediamantediamante

AMOIA GIUSEPPE EANDRIANI GEMMA

CIRCONDATI DA FAMILIARI E AMI-CI, HANNO FESTEGGIATO IL LORO

60° ANNO DI MATRIMONIO.CON

AFFETTO... COSIMO E FRANCA

Page 42: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

42

Page 43: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

43 NOVEMBRE 2010

DI ONOFRIO ALTOMARE

L’ultimo erede degli ambienti marinari diGiovinazzo mi ha informato cheGiovinazzo nel recente passato occupavaun ruolo di una certa importanza nell’eco-nomia del riccio di mare, un tempo com-posta da circa cento barchette di pescato-ri. Stranamente oggi l’ultimo erede pareproprio che sia io. Solo che in mare ormainon ne riesco a vedere nemmeno uno. Lacausa? Un inquinamento misterioso che stacolpendo la zona di mare dove sfociano iliquami di Bisceglie e Corato, dalla zonadetta Pantano e Torre della Cera fino aTorre a Mare. Si calcola che la polpa delsuo frutto è valutata oggi, per la sua raritàa circa 1.000 euro al chilogrammo. Nonbisogna dimenticare però che oltre a que-sto valore, il riccio è un frutto di mare al-quanto misterioso e oscuro come il suocolore. Nel pentagramma esoterico essoassume la forma di un pentagono, ognilato ha un suo significato e rimanda al purorichiamo di elementi naturali. Quali sono?Quattro per l’esattezza. Acqua, fuoco, ter-ra e aria. E che dire delle spine di questimitili che ci ricordano la corona sul capodi Gesù nei giorni della passione. Se os-serviamo attentamente il riccio si può no-tare che al centro dello stesso è presenteun foro e vi è un’antica leggenda che rac-conta che il giorno di S. Giovanni Battistase lo si espone al sole di mezzogiorno lasua polpa rossa si scioglie come vernicerossa. Se invece si pratica un foro in corri-spondenza della spina n. 144 si può im-maginare che si forma una linea orizzon-tale che si congiunge dall’altra parte del-l’equatore e in quel momento il riccio èagli inizi dello sviluppo della sua polpanuova. Il riccio per tradizione si sa che agliinizi di novembre è vuoto e si riempie com-pletamente nel mese di aprile. Se apriamoinvece uno dei ricci più grossi, di quelli cheuna volta si vedevano a Numana, sotto ilmonte Conero, lo si mangia e si fa seccare

Ricci di mare e ...morti!Ricci di mare e ...morti!Ricci di mare e ...morti!Ricci di mare e ...morti!Ricci di mare e ...morti!

Era un incubo quandovendevo i ricci

disperatamente un verorito della fame sotto il cal-vario del mercato.

Quasi assomigliavo a Cri-sto in Croce.

Oggi mi sento veramen-te incoronato fra le spinemesso in croce dall’inqui-namento e sconvolto daldolore...

OOOOONNNNNOOOOOFFFFFRIRIRIRIRIO ALO ALO ALO ALO ALTOTOTOTOTOMAREMAREMAREMAREMARE

[email protected]

la sfera, dopo alcuni giorni esso assume cer-chi concentrici. Se poniamo al centro unostuzzicadenti notiamo che potrebbe servircicome cronografo solare per calcolare i mo-vimenti precisi in cui cielo e terra si con-giungono nell’equinozio dei due solstizioppure utilizzarlo come bussola soprattut-to per gli sbandati che vagano oggi senzameta… Insomma il riccio è una sorta ditempio solare come un grande megalite.Ci fa conoscere la dimensione celeste nelgiorno e la dimensione degli inferi nella not-te, per cui in tal modo si può entrare incontatto con le dimensioni ultraterrene. Adesempio la città di Washington è stata co-struita nel modo più propizio alle divinitàcelesti che governano i tre diversi dislivellicioè cielo, terra ed inferi e questo, secondodiverse leggende viene detto il momento“dell’istante” che si ripete nei solstizi e negliequinozi e prima ancora che si alzi il solecon la stella Sirio che assume la sembianzadella polpa del riccio. Capite dunque che ilsuo valore sacrale è importantissimo e que-sto frutto è dunque un vero e proprio com-puter “solare” ingegnato dal Dio del mare.Un altro aspetto che riguarda il riccio e chenon va trascurato è quello che riguarda lafase del mese della luna. Il riccio si riempiee si svuota in base ai quarti di luna, ad esem-pio nella fase di luna nera, che i vecchi pe-scatori definivano “Racatania” indicando intal modo il nome di una dea. Da tale rito ilriccio si svuota quasi del tutto e feconda ilmare con le onde di Venere. Si riprende poidurante la luna crescente e quindi la sua pol-pa segue ogni fase della luna. Il riccio inluna piena è in giro come i lupi mannari enei tempi d’oro anche i molfettesi si reca-vano in massa a Giovinazzo per la ricercadi tali frutti di mare. La primavera è il peri-odo di maggiore “fioritura” e nel riccio siforma quella polpa rossa che è come lareliquia preziosa del Santo Graal e i mi-gliori ricci crescono in queste zone come o

Palmmir o Sopra a Giujannidd…e la miglioreera a Thamarisc sopra o puzz, detta un tempoTorre dei Finanzieri, oggi di San Matteo. Nonper niente il culmine principale della venditae la piena del frutto del riccio era in prossi-mità della Pasqua, nell’equinozio della pri-mavera allorquando nel giorno di Pasquettale vendite andavano alle stelle. Già, tutto ciòaccadeva nel passato perché oggi tutti questiriti e queste peculiarità sono scomparse e sepensiamo ai ricci dobbiamo solo guardarequesta cosa come un fenomeno naturale chesta morendo e quando la sera mi fermospesso ad osservare il mare in solitudine nonfaccio altro che pregare per una improbabi-le resurrezione…

l’angolo del pescatore

Via Torino, 1270054 Giovinazzo (Ba)Sito: www.climadoc.it

Tel/Fax: 080.394.28.46

Mail: [email protected]

CALCALCALCALCALVVVVVARIARIARIARIARIOOOOO

Page 44: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

44

Page 45: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

45 NOVEMBRE 2010

Page 46: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

46

tennis

Dopo alcuni anni di militanza nel campionato a squadre di Serie D, avendo raggiuntosempre i quarti di finale della fase regionale senza riuscire però ad imporsi e ad accederealla categoria superiore, il sogno della tanto agognata promozione si è avverato que-st’anno per il Tennis Marcello Renna. Ebbene sì, non sembri esagerato parlare di sogno,perché di questo si tratta, soprattutto se si considera che il ‘piccolo’(solo come dimen-sioni!) Tennis Marcello Renna è stato l’unico, nella province BA/BAT, ad accedere alcampionato a squadre di Serie C 2011, avendo infatti superato nelle precedenti fasieliminatorie scogli importanti costituiti da circoli ben più grandi e di robuste tradizionicome il CT Bari, CT Barletta, CT Bisceglie. Ma, ahimè, «Per aspera sic itur ad astra»,come recita un vecchio adagio, dopo il girone eliminatorio chiuso brillantemente alprimo posto, si profilava il primo ostacolo rappresentato dal Circolo Tennis Brindisi, daaffrontare peraltro in trasferta, e su una superficie, la terra battuta, non proprio congenialealla pattuglia capitanata dall’appassionatissimo Presidente Vito Renna. Detto-fatto,anche quest’ultimo prestigioso circolo, che tra l’altro in un recente passato ha annove-rato fra le sue giocatrici Flavia Pennetta, è stato perentoriamente sconfitto con il pun-teggio di 3-1. E veniamo al vero capolavoro messo in opera dalla ditta MihailNicolaescu & C. (Silvio Di Giovannantonio, Angelo Bellomo, Antonio Messina eMimmo De Nisco ovvero la sofferta affermazione sul Circolo Tennis Ruvo che, dopodue estenuanti giornate di incontri di andata e ritorno, conclusesi entrambe col punteg-gio di 2-2, prendeva corpo solo al termine del doppio di spareggio, nel corso del quale laclasse cristallina del già citato Mihail Nicolaescu faceva da contraltare alla grinta edalla determinazione del suo compagno Silvio Di Giovannantonio. Sicchè i pur braviavversari Gerardo De Letteriis e Beppe Guastamacchia anche se, come si suol dire,hanno venduto cara la pelle, sono stati sconfitti in due set (7-6 6-3): si era quasi altramonto di domenica 3 ottobre 2010 ma, di contro, si era all’alba di un nuovo percorsosportivo per questo piccolo grande club, che tutti ci auguriamo ancor più luminoso delsuo già prestigioso passato.

‘C’...olpo grosso‘C’...olpo grosso‘C’...olpo grosso‘C’...olpo grosso‘C’...olpo grosso!!!!! STORICA PROMOZIONE DEL TENNISMARCELLO RENNA

Page 47: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

47 NOVEMBRE 2010

Page 48: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO NOVEMBRE 2010

48