LA PIAZZA DI GIOVINAZZO GENNAIO 2013

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1 GENNAIO 2013 IN OMAGGIO IL CALENDARIO 2013 REALIZZATO DA G. MARCANDREA

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MENSILE DI VITA CITTADINA

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1 GENNAIO 2013

IN OMAGGIO IL CALENDARIO 2013 REALIZZATO DA G. MARCANDREA

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LA PIAZZA

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La collaborazione é aperta a tutti. La reda-zione si riserva la facoltà di condensare omodificare secondo le esigenze gli scritti sen-za alterarne il pensiero. Gli articoli impegna-no la responsabilità dei singoli autori e nonvincolano in alcun modo la linea editoriale diquesto periodico.

FINITO DI STAMPARE IL 21 -12- 2012

Amati Giovinazzesi, è il cuore che vi par-

la. Ho palpitato con voi per 12 anni. I pen-

sieri del cuore palpitano più veloci. Percorro

le strade del paese vecchio, ora centro sto-

rico. Percorro con voi via Lecce, al bivio con

via Cattedrale, dove da piccolo pedalando

mi sono flagellato la fronte sullo spigolo di

un angelo. Andate a vederlo. Ringraziatelo.

Fatelo vedere ai vostri figli e nipoti e dite

loro che c’è sempre un angelo nella vita che

ci accompagna. Entro con voi nella chiesa

della Madonna del Carmelo, dove il prete of-

friva taralli per coronarci di benedizione. Alzo gli occhi sotto i campanili della

cattedrale per sentire ancora le campane squillare a festa non solo nella notte di

Pasqua. Salgo sulla muraglia dell’orizzonte di Bari, dove inventavo scorribande

con tanti amici ora padri, maestri e sacerdoti. I tesori del passato scorrono sempre

nelle vene, penso che scorrono anche nelle strade dell’eternità. Ma ora un angelo

mi ha liberato, come San Pietro. Posso correre ancora senza rompere i vetri al Sig.

Portoghese. Ora canto con voi le tante novene. Sì, quella dell’Addolorata. Quanta

solitudine ha quella donna. Quanto lutto hanno quelle sue vesti. Vestita di tutti

noi. Vestita, gemente e piangete persino nel presbiterio dell’altare del santissimo

Sacramento della cattedrale. Vedete, come alza gli occhi. Vedete come ha suppli-

cato suo figlio sotto la cena della Pansini. Vedete ancora scorrere sul suo volto, sulle

sue labbra, sul suo vestito non dorato, tante, tantissime lacrime di tutti noi. E poi la

novena di santa Maria delle Grazie. Oh! Sempre chiusa in quella chiesa di San

Lorenzo! Sempre chiusa e mai da noi dimenticata. Mi ha parlato sempre quel quadro

della Madonna delle Grazie della nostra amata pittrice, Pansini. Quella tela piena di

gigli, a noi ora tanto profumati. Quante lacrime avete versato sul suo panno celeste

di stelle! Quanti sospiri, voi amati giovani! Quanti sospiri, voi amate donne in

attesa! Quante suppliche consacrate di promesse e di voti. Anch’io ho innalzato

una promessa: Celebrare una santa Messa nella chiesa di San Lorenzo, dove la Ver-

gine delle Grazie ci attende. Corro ed entro in Sant’Agostino, dove padre Raffaele mi

AM GIOVIN

AM GIOVIN

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5 GENNAIO 2013

aperta

ha emozionato la novena del Sacro Cuore di Gesù. Non vi dico

i ricordi. Vi annuncio che Gesù Cristo si è fatto carico di tutto

il mio macigno. Non vi dico ricordi ma vi annuncio che Egli è

così geloso di me, che vuole che gli apro la porta in ogni mo-

mento di dolore. Sono stato in questi dodici lunghi anni den-

tro le sue piaghe. Mi ha protetto, senza che io versassi sangue.

Lo so, lo so che il martirio dello spirito è più gemente di quel-

lo del sangue. Lo so, lo so, non mi ricordate il mio amato ami-

co padre Pino Puglisi che al più presto sarà beato, in odium

fidei. Nel ‘93 i suoi occhi semiaperti dentro la sua bara, mi

avevano annunciato: «Ora, tocca a te». Dopo dieci anni ho

capito il perché e solo ora capisco che tocca a me sbrigarmi, a

farmi insieme a voi, santo. Nella cripta della cattedrale abbia-

mo contemplato le vibrazioni dell’eternità, quando nelle con-

ferenze maturavamo la fede del dolore, la fede della croce, la

fede della risurrezione. Noi non siamo figli delle tenebre. Non

ci appartengono. Siamo figli della luce per tutti i popoli che

camminano nella notte. Non posso dimenticare la presenta-

zione di uno dei miei libri «Le preghiere del tempo», edizione

Borla, proprio a Giovinazzo, dove don Giuseppe, mi invitava

ad alzare lo sguardo nella trasparenza della risurrezione. Sono

preghiere del tempo, ora davvero innalzo «i salmi del silenzio».

Esplode ora la vera lode: La novena della Madonna di Corsignano,

voluta da don Benedetto. Mia sorella Corsignano a New York,

abbracciava i prati di Manhattan, per questo lo sguardo della

nostra protettrice mi era più gemente. Ai suoi piedi ci sentia-

mo tutti bambini. Ai suoi piedi ho fatto i miei primi passi

verso il sacerdozio. Quanti sguardi incrociati tra noi due. Quan-

te intese segrete da svelare solo a suo Figlio. Quanti orizzonti

aperti nelle sue braccia, oltre il mare, oltre i bastimenti che

tornavano al porto, a volte carichi di pesci e a volte stracolmi

di attese e di dolori. Quante campane suonate al tramonto!

MATINAZZESI

MATINAZZESI

«Ora tocca a te».

Parole che padre

Pino Puglisi con gli

occhi semiaperti

dentro la sua bara

avevano annuncia-

to a don Paolo

Turturro. Sacerdo-

te, scrittore, poeta,

don Paolo è nato a

Giovinazzo 64

anni fa. È stato or-

dinato sacerdote il

22 giugno del

1978. Nella se-

conda metà degli

anni 80, don

Turturro diventa

parroco della Chie-

sa Santa Lucia a

Borgo Vecchio. A Palermo don Paolo Turturro diventa anche

cappellano del carcere Ucciardone. Si definisce «sacerdote

del vangelo della strada». Dinamico, aperto, impulsivo nelle

scelte di carità. Per questo a Giovinazzo, ma anche in tutta

Italia, è conosciuto come «prete antimafia». Il suo impegno

dinamico, il coraggio delle scelte, la chiarezza espressiva lo

pongono nel mirino della mafia. Vive protetto da una scorta

di polizia armata. Amico di don Pino Puglisi, il parroco di

Brancaccio ucciso dalla mafia nel 1993. E’ autore insieme ad

altri sette preti della lettera aperta al papa – che tanto fece

discutere l’opinione pubblica – per denunciare il degrado della

realtà siciliana e chiedere un suo autorevole intervento. Re-

sponsabile fino alle 2006 di Dipingi la Pace, la comunità di

Baucina, località nelle colline fuori Palermo che offre il pro-

prio impegno costante nella lotta alla mafia a favore della

crescita morale e materiale dei bambini. Accusato da due di

loro di attenzioni sessuali, i giudici lo condannano in primo e

secondo grado a 6 anni e 6 mesi di reclusione. Migliaia le

mamme che lo difendono. Sulla sentenza pende il sospetto del-

la montatura per eliminare un personaggio scomodo. Dal 27

novembre scorso don Paolo Turturro è un uomo libero con un

dispositivo complesso della sentenza della Corte di Cassazione

che consentirà alle penne infuocate di ardimentosi giornalisti

di sbatterlo comunque all’inferno.

COPERTINA

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mio volto sul lungomare. Quanto vento mi ha schiaffeg-

giato il tempo! Quante bufere sul tuo molo, alle tre co-

lonne e sugli scogli della vita! Quanto maestrale, per

abbattere le discordie del mondo! Tu non mi hai fatto

fuggire dinanzi ai temporali, tuoni e lampi dei giornali.

Mi hai insegnato, sotto la tua croce, a tenere la fronte

alta dinanzi alle bufere e là dentro ho trovato la risposta.

Sì, la risposta, non di vento, non di tempesta, non di

sabbia, non di rabbia, ma quella dell’amore e del perdo-

no. Grazie, Santa Maria di Corsignano! Una visione anco-

ra mi resta nel cuore, quella del Cristo morto ai piedi del

Crocifisso della cattedrale, dove un santo è andato per-

sino in estasi. Lì, ho appreso che si può e si deve risorge-

re. Bisogna vivere fino in fondo i nostri giorni. Non per-

derne uno. Carissimi paesani che siete nel dolore. La sof-

ferenza è fatta per la risurrezione. Le prove della vita

vengono dagli uomini e Dio Padre, come ha fatto per

suo Figlio, ci sostiene. Ammirate la crocifissione del

Mantegna, dove il Padre sostiene la croce di Cristo. Quan-

te lettere ho inviato in questi dodici anni. Ho scomoda-

to tanti santi e martiri della terra e del cielo. Ho scomo-

dato persino Gesù Cristo, nella lacerante lettera che gli

ho scritto nel ’95. E voi mi avete risposto, raccogliendo

nelle vostre chiese tantissime firme. Le avete versate nel

tabernacolo, nel sangue, nel calice, nell’Ostia e nel Cor-

po di Cristo. Grazie, perché mi avete fatto nascere nel

seno di Dio. Questo è il Natale. Non si nasce più in una

stalla. Non ci sono più stelle nelle stalle. Non ci sono

più pastori nelle stalle. Si nasce nel seno di Dio. Questa

è la nostra eredità. Caro scrittore Erri De Luca, la stella

ora è nel cuore, e voi, carissimi paesani, l’avete fatta

splendere dentro la mia attesa. Voi siete la mia stella di

lacrime e di suppliche che Dio non solo da lontano ha

visto in voi. Non riesco a scendere, per ringraziarvi, sul-

le strade del nostro paese. Ma il cuore va! Va per le vie

del nostro paese! Va per le vie del Natale! Va per le vie

di chi è abbandonato. Va per le vie di chi è ancora nella

solitudine. Va per le case del pianto. Va per le scale di

chi scende nella valle dell’afflizione. Va assieme al vo-

stro cuore che palpita carità, fede e speranza. Non ho

niente da offrirvi per ringraziarvi, se non il mio cuore

ormai palpitante di gioia di Cristo Salvatore. Verso nel

vostro pianto il balsamo della fede. Verso sulle vostre

strade le benedizioni di Dio che vi accasi nella tranquil-

lità di ogni vostra famiglia. Verso nei cuori dei giovani e

dei vostri piccoli il crisma della crescita della santità nelle

vostre case. Verso tutto Dio nei vostri cuori. Buon Na-

tale!

IL VOSTRO

PADRE PAOLO

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VA’ E RIPRENDITI LA TUA CHIESA.

VA’ E DIPINGI LA PACE CONTRO LA MAFIAASSOLTO IN CASSAZIONE DON PAOLO TURTURRO, L’AMICO DI DON

PUGLISI CHE DENTRO LA BARA GLI DICEVA: «ORA, TOCCA A TE»

il fatto

Spesso le pagine di questo giornale sonostate teatro di polemica fra il mondo ec-clesiastico e quello laico che umilmen-te ci sentiamo di rappresentare perchénon abbiamo mai mandato giù la figuradi tanti preti che in parrocchia fannoorari di ufficio, li cerchi e non li trovi.Non abbiamo mai tessuto le lodisperticate nei confronti di quei curatidi paese che parlano di gratis et amoreDei dal proprio pulpito, cantanol’Alleluia, si occupano delle vecchiettedella parrocchia, recitano tre pater nostere due ave Maria. Loro non fanno notizia,passano inosservati nella nostra Comu-nità e non rischiano. Anzi, ti fanno solotanta rabbia. Verrebbe voglia di solle-varli per il bavero e supplicarli di farequalcosa per questa chiesa che sta fra-nando, che tollera mercanti e farisei neltempio e diventa sempre meno capacedi una parola di consolazione per i piùgiovani. Con qualcuno di loro verrebbevoglia di cacciarli per le strade come fapadre Paolo, per fargli fare il propriodovere di pastore o rispedirli davanti alSantissimo a fare il proprio dovere disacerdote. Perché se sei «un sacerdotedel Vangelo della strada» rischi, come èsuccesso per padre Turturro. Lo ricor-dava al nostro prete antimafia anchel’amato amico padre Pino Puglisi con isuoi occhi semiaperti dentro la sua bara:«Ora, tocca a te». Scampato a due at-tentati, padre Turturro si muoveva pro-

tetto dalla scorta della polizia. La ri-sposta della mafia è stata un’altra. Ba-sta macchiare le strade di sangue! Ba-sta creare nuovi martiri da proporrecome modello alle giovani generazio-ni! Basta le bombe al tritolo. Faccia-mo brillare le bombe dell’infamia edella vergogna: «Padre Turturro è unpedofilo!». Pensate, l’accusa più pesan-te che si possa formulare ad un pasto-re di anime: pedofilia! Ma noi comegiornale non ci credevamo. Eravamogià innamorati dell’eresia di un preteche indicava in una Messa di Natale«I cattolici, la gente peggiore che c’è. Cam-pioni di ipocrisia». Eravamo innamoratidi quel «sacerdote del Vangelo della stra-da» che attaccava dal pulpito i poteriforti, faceva i nomi dei politici corrot-ti e dei mafiosi locali. Qualche avver-timento per questo comportamento lohai, come è successo per padreTurturro che ha vissuto anni in trin-cea. Se per strada inviti i ragazzi a bru-ciare le armi o a consegnare le bustinedi droga di cui sono corrieri, qualchesparo te lo indirizzano. Peggio, ti pos-sono piazzare una bomba sotto la mac-china.«Ora, tocca a te» - gli diceva donPuglisi nella bara. Le bombe al tritolonon le hanno fatte brillare. Ad uccide-re Padre Turturro è stata l’accusa dipedofilia. Per più di sei anni, don Pao-lo Turturro ha continuato tra patimenti

e aneliti di pace a parlare solo con Dio.La chiesa per cui ha dato la vita gli erastata tolta. Era stato allontanato per unpaio d’anni su ordine del Gip dal BorgoVecchio dove le famiglie dormono an-cora rinserrate in un garage, in uno deiparadisi dello spaccio, hanno paura asposare il Vangelo, hanno paura ad in-vestire nello Stato, nelle istituzioni perarginare la mafia che «li fa mangiare».Noi, come giornale, avevamo preso po-sizione da tempo. Non solo pubblican-do qualche copertina «Contro la Mafiadipingi la Pace», ma soprattutto pub-blicando le lettere di don Paolo in cuiparlava di Pace. Sempre di Pace. Comegiornale gli perdonavamo la ridondan-za della parola «Pace» se la si inquadranel contesto in cui viene così spesso ri-petuta. Non credevamo alla figura delprete carnefice. Prima ancora che mi-gliaia di fedeli palermitani organizzas-sero fiaccolate in sua difesa. Prima an-cora che le parrocchie giovinazzesi in-dicessero una petizione da inoltrare alMinistero di Grazia e Giustizia per so-stenere l’innocenza del prete antimafia.Ci sono preti pedofili e preti macchiatidell’infamia più vergognosa ma inno-centi. Don Paolo Turturro è uno di que-sti anche se il dispositivo complessodella sentenza della Corte di Cassazioneconsentirà alle penne infuocate diardimentosi giornalisti di sbatterlo co-munque all’inferno. Dal 27 novembre

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don Paolo Turturro è un uomo libero. Noi credevamo econtinuiamo a credere nelle opere concrete del sacerdo-te: in più di 20 anni don Paolo ha tolto dalla strada edalla miseria centinaia di ragazzi. E quando parliamo dimiseria non ci riferiamo esclusivamente a quella econo-mica ma soprattutto a quella culturale: privi della libertàche solo l’istruzione può dare è più facile essere strettinella morsa dei tentacoli della mafia, tanto più nel vuotopolitico-istituzionale che impera nel Mezzogiorno d’Ita-lia. L’elenco delle opere del «sacerdote del Vangelo dellastrada» che vi risparmiamo (a qualcuno potrà risultarenoioso perciò andatelo a vedere su internet) vuole porsicome una frusta per sferzare la schiena di quell’immobi-lismo di cui anche la nostra città sembra affetta. Conun’opera morale e se vogliamo militante, intendiamo sve-lare la parte migliore della Chiesa per celebrarla ed esal-tarla ma anche perché emerga in maniera ancora più stri-dente la parte malata. E non mi si venga a dire che inogni categoria ci sono buoni e cattivi, persone più o menobrave: nessun ingegnere, panettiere, netturbino o calzo-laio, buono o cattivo che sia, ha mai avuto la presunzio-ne di affermare di agire ispirato da qualche principio tra-scendente. Chi opera mosso da qualcosa di superiore allafinitudine della condizione umana ha l’obbligo diesplicitare questo «di più» con i fatti. Anche se rischia disaltare in aria con le bombe al tritolo o di essere uccisodalle bombe dell’infamia. Come è successo per il nostrodon Paolo Turturro. Adesso, padre Paolo va’ e riprender-ti la tua chiesa. Va’ e dipingi la Pace contro la Mafia coni ragazzi della strada, con il «Treno della pace».

SERGIO PISANILA PIAZZA DI GIOVINAZZO

LUGLIO 2001

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11 GENNAIO 2013

Di notte sui monti dell’odio sentivo ancoratuoni ormai spenti di lampi. Ero ancora nellaprigione del cuore. Anch’io ho sognato,come San Pietro, un angelo simile a un figliod’uomo. Ero circondato da belve feroci chesi aggiravano dentro il mio cuore. Ero inca-tenato da fune funesti. Con uno stupore ol-tre i limiti, stanotte, il mio angelo mi ha sve-gliato e mi sono trovato sciolto da ogni ca-tena del cuore. Mi ha invitato ad alzarmi.Pigro di forze. Pigro di mente. Mi ha alitatoun vento simile a quello di ogni apocalisse.Un vento dinamico. Un vento creativo. Unvento liberante. Mi sono messo in piedi. Datempo non mi potevo permettere. Il miospirito era fiacco. Camminavo d’inerzia. Datempo ero atrofizzato nei giunchi. Ero fer-mo di orizzonti e di aurore nuove. Cammi-navo a strattoni sul lastricato delle mie idee.«Ora - mi diceva - la Grazia cammina dinanzia te. Ora dinanzi a te cammina il fuoco che purificanon solo le tue mani. Purifica ma non consuma. Pu-rifica ma non deprime. Purifica e ti inebria di leti-zia, pur dovendo ancora molto soffrire».Mi misi in piedi. Non vacillavo. Non cade-vo, come tante volte. Non barcollavo sul miovolto emarginato. I cancelli chiusi della miavita ora erano spalancati.- «Su, cammina! Su, cammina oltre le sbarre del-l’anima. Il Signore è con te! Il Signore ti accompagninella pace! Preso da una gioia improvvisa comincia acamminare».Alt! Poi l’angelo mi ammonì: - «Mettiti i calzari.Non procedere a piedi scalzi. Non procedere sprov-veduto. Tu sai che i tuoi calzari sono il tuo silenzio.Non procedere a cuore e a mente nuda. Mettiti icalzari per far camminare il perdono Mettiti i calzariper far camminare la giustizia. Mettiti i calzari perfar camminare la gioia in questa società rattrappitadi tristezza. Mettiti i calzari per donare ali di riser-va a chi è piegato a terra dal dolore. Mettiti i calzari,non puoi insanguinare ancora cuore e piedi. Mettiti icalzari, non devi ancora smarrire la mente fuori di

METTITI I CALZARI!

dipingila pace

*DI DON PAOLO TURTURRO

Dio. Mettiti i calzari, non devi disorientarti perfinire al di là delle sponde di Dio. Mettiti i calzari,non devi più calpestare a piedi nudi lo sterco deldiavolo. Mettiti i calzari! Sono calzari di ali. Sonocalzari di spirito. Sono calzari di utopie raggiun-te. Sono calzari di nuove aurore di Dio. Mettiti icalzari, perché ora devi camminare sui sentieri dellasantità che Dio ha preparato per ognuno di noi.Mettiti i calzari e esci di qua. Esci dal fango dichi è cieco a non vedere il progetto di Dio su ognu-no di noi. Esci, per indicare a chi è ancora fermonell’odio di uscire anch’egli nella letizia del perdo-no. Esci, esci lontano. Esci dalle gramaglie del-l’odio. Esci, sono l’angelo della guarigione. Sonol’angelo della liberazione. Non ti sei ancora accor-to che Dio Padre ti ha guarito? Esci dal buio dellemenzogne. Esci all’aperto dello spirito. Esci nel-l’orizzonte dello spirito. Esci a bere grazia nonpiù in cisterne screpolate. Non più a fontane in-quinate. Esci, non perdere tempo. E’ finito il tem-po del buio. Esci ed entra nel regno della grazia edella gioia. Va’! Attorno a te c’è aria di libertà.Va’! Attorno a ogni uomo non ci sono gabbie diincertezze. Le sbarre dei dubbi, prima o dopo, sifrantumano dinanzi all’amore immenso di Dio.E’ la misericordia la fiamma ossidrica che scioglieogni catena d’inferno del cuore. Ora cammina di-nanzi a te Colui che ti ha preso sulle spalle. E’ ilBuon Pastore! E’ il Buon Pastore di tutti, anchedi coloro che ancora sono seppelliti nella paura delpeccato e nel baratro delle massonerie. Ora cam-mina dinanzi a te Colui che ti ha affidato dasempre alla Vergine di Fatina, a Colei che sullaroccia della Suvarita di Baucina, sul monte delCarmelo, ti ha salvato Giovanni caduto da quellaroccia alta 40 metri. Ora cammina dinanzi a teColui che ti ha affidato da sempre, senza che tu losapessi, alla Vergine della Medaglia Miracolosa.Non sei da solo a camminare. Tu sai, quanti san-ti hai scomodato. Tu sai, quanti piccoli della pacehanno pregato. Tu sai, quanti oltre le pareti sici-liani hanno sperato. Tu sai, quanti oltre le barrie-re della mente hanno creduto. Tu sai che persino

Cristo Gesù si è schierato per primo con te, perchéda sempre ti ama non per quello che hai fatto o faituttora, ma perché sei simile a Dio Padre per l’alitoche dall’eternità ha infuso dentro di te. Va’! Nonpensare che ora il tuo sentiero è spinoso. Va’! Purse devi soffrire ancora, Va’! Non ti scoraggiarema offri le tue nuove lacrime per un oceano diconforto e di pace per l’umanità afflitta e addolo-rata. Va’! E fatti santo come Dio in ognuno dinoi ha ideato. Alt! Ancora una volta stai sba-gliando. Ti stai mettendo i calzari sbagliati. Quel-li che sono ai piedi del tuo letto sono vecchi. Sonotroppo consumati dai tuoi orgogli passati. Mettitiquesti. Mettiti questi di ali d’aquila. Mettiti que-sti, non si infangano. Mettiti questi, ti fanno supe-rare con la preghiera ogni ostacolo. Senti! Faccia-mo un patto. Facciamo un’operazione chirurgicaai tuoi piedi. Vedo proprio che non li puoi calzarequesti di spirito. Sono troppo ingrossati di tempoquesti tuoi piedi». «Non capisco, caro angelo! Un’operazione anco-ra e a che serve? Quando il cuore è ancora incollasso! Non sarebbe meglio un volo senza ritor-no?».- «Ti svelo ora, il segreto di Colui che camminadinanzi a te. I calzari non sono ai piedi».- «Come? Non capisco!».- «I beati perseguitati hanno calzari d’ali d’aqui-la. Calzari di spirito. Calzari che ti permettonodi camminare senza toccare la terra, a velocitàdella luce dello spirito. Non avere timore di volaresulle rotte della santità. Il sole della tua galassianon è capace, come Icaro, di sciogliere le ali dallatua speranza, dal tuo spirito. Ora vola, anche seiun pollastro di stalla. Ora vola, anche se sei unpollo spennacchiato da tanti. Ti suggerisco ancoradi invitare tutti i tuoi piccoli della pace a volarecon te. Volate nei cieli di grandi utopie. Volatealla ricerca di distesi orizzonti. Volate, non persepararvi dal mondo ma per essere a pro dell’uma-nità, sopra il monte delle Beatitudini. Buon volo, o

piccoli della pace». PAOLO TURTURRO

Lettera scritta di getto nella notte del 27 novembreaspettando il giudizio della Cassazione

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13 GENNAIO 2013

DON PAOLO TURTURRO ORATORE

BRILLANTE E SCRITTORE FECONDOIl nostro don Paolo Turturro ha una pecu-liarità nello svolgimento del suo ministero:non solo si confronta con un servizio agliumili e alle categorie emarginate con i tangi-bili e ben noti rischi, ma vive questa dimen-sione del suo sacerdozio avvalendosi anchedel dono della parola e dello scritto.Don Paolo, infatti, non è solo un prete im-pegnato nell’ordinarietà (e straordinarietà) delsuo ministero, ma si avvale anche di altre ca-pacità a lui connaturate che sono di suppor-to al suo essere prete «antimafia». E’ un gran-de comunicatore, ha cioè facilità di parola edi scrittura, e di elaborazione di idee che ren-dono più incisiva la sua missione.

CONFERENZIERE

Le sue realizzazioni come religioso e comepresidente dell’Associazione «Dipingi la pace»sicuramente richiedono un grande impegnospirituale e gestionale, ma meritano anche diessere conosciute per attrarre volontari, so-stenitori, animatori. E allora don Paolo, ap-pena può, gira dappertutto per raccontarela sua esperienza, i suoi progetti, i suoi obiet-tivi, i suoi sogni…. Ma lo fa con uno stile edun eloquio particolari che colpiscono l’udi-torio mediamente distratto o frastornato datante sollecitazioni. La parola riflette il suovissuto insolito, è calda, ricca di immagini edi suggestioni. I suoi interventi partono daldato esperienziale, dai suoi incontri quoti-diani, dalle difficoltà e dalle gioie che la gior-nata e la vita gli riservano. Da lì poi donPaolo fa scaturire una serie di messaggi checolpiscono il cuore dei suoi ascoltatori.La sua esperienza di prete in mezzo alla gentelo carica di una tale sorgente comunicativa e

relazionale che non si resta indiffe-renti davanti alle sue parole. Lo san-no bene quanti hanno avuto mododi ascoltarlo in occasione dipredicazioni svolte presso laconcattedrale di Giovinazzo.

SCRITTORE

Ma ovviamente don Paolo non puòraggiungere tutti di persona. E allorasi affida allo scritto. Pensieri, rifles-sioni, meditazioni, sgorgano sponta-nee dalla sua penna. Gli scritti riportanofedelmente, con uno stile asciutto e chiaro,quanto gli arde nell’animo. I suoi testi nonsono scontati. Danno atto dei moti dell’ani-mo e del travaglio che tante situazioni per-sonali e comunitarie provocano. Allora donPaolo invia mail con le sue lettere «circola-ri», redige articoli, scrive libri (che poi ser-vono anche a finanziare le sue opere), coin-volge altri autori. Ai libri mette come co-pertina i disegni dei ragazzi del doposcuo-la di «Dipingi la Pace», disegni originalisoprapposti sulla copertina che rendonounico ogni volume. Le inventa tutte perveicolare il suo messaggio, che poi è il mes-saggio di Cristo: l’invito alla pace, alla giu-stizia, alla solidarietà, alla convivenza paci-fica, ad una mentalità non mafiosa, non cor-rotta, non ipocrita.

POETA

A volte la prosa lascia il posto alla poesia.Si, don Paolo è anche un poeta. I senti-menti che non trovano collocazione nellacomunicazione diretta, vengono veicolatitramite la relazione del «cuore a cuore» pro-

pria della poesia. Questa esprime i sob-balzi del suo animo e rappresenta, penso,la forza che gli permette di andare avantisuperando le difficoltà che le sue scelte divita comportano. Negli ultimi anni spes-so ci ha rivelato le pieghe della sua animae della sua spiritualità, il buio della notte,l’angoscia del dubbio, l’abbandonofiducioso a Dio che ama, consola e rialza.Insomma nell’ermetismo e nel riserboproprio della poesia ha proposto una let-tura della sua vita e un’interpretazione del-l’esistenza umana densa di significato, perquesto centellinata dal lettore per esserecon calma approfondita, gustata, medi-tata.Don Paolo ha già presentato diversi vo-lumi a Giovinazzo, e La Piazza ne ha datoatto. Alla luce delle ultime vicende ci au-guriamo di poter presto leggere nuoveliriche di don Paolo caratterizzate da mag-gior serenità e che risentano dell’affetto edella gioia che ha sperimentato in questigiorni, e che l’hanno consolato dalle ama-rezze provate.

AGOSTINO PICICCO

il fatto

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FRANCESCO MILILLO, «IL» SINDACOci ha lasciato

In un freddo fine settimana di novem-bre ci ha lasciati il dott. FrancescoMilillo, sindaco di Giovinazzo dal 1976al 1990, persona conosciuta da tutti perl’impegno politico e amministrativo, eper la professione di ginecologo e oste-trico.Per i giovinazzesi nati agli inizi degli anniSettanta è stato «Il sindaco» per eccel-lenza. Non sembrava ci fossero altri chepotessero occupare quel ruolo.Al di là dei ruoli amministrativi ricoper-ti e della professione medica che l’havisto ostetrico di generazioni di neonatie quindi uomo appassionato per la vitache nasce, Francesco Milillo ha legato ilsuo nome ad un periodo storico di note-vole rilievo per la nostra città, gli annidel suo sviluppo economico, dimostran-do dedizione anche ad elevare la quali-tà della vita.

GLI ANNI DELLO SVILUPPOQuattordici anni da sindaco aGiovinazzo, dalla metà degli anni Set-tanta e per tutti gli anni Ottanta: anni dimutamenti sociali, di costruzione di in-frastrutture, di problemi vecchi, di sfi-de nuove, di decisioni difficili, di puntidi vista divergenti, di mediazioni.Gli anni della crisi e della conseguentechiusura delle Acciaierie FerrierePugliesi, polo industriale che aveva por-tato Giovinazzo da città agricola emarinara a città industriale, modifican-do l’economia e la vita dei giovinazzesi.Gli anni della recinzione del lungoma-re, alla base della rivalutazione turisticadi Giovinazzo, della sua valorizzazionetra le città dell’hinterland, oltre che dimessa in sicurezza di luoghi prima peri-colosi.Gli anni della edificazione della zona 167

(e il supporto alla costruzione della par-rocchia Immacolata, che poi ha dato ilnome a quel rione), una delle primeespansioni edilizie di Giovinazzo, conedifici nuovi e moderni nel design, aldi là di quel quartiere noto per «il pra-to», grande spiazzo libero per il giocodei ragazzi (quando ancora durante ilpomeriggio si andava a giocare ‘perstrada’ dopo aver fatto i compiti). Lafisionomia geografica del paese ormaicambiava, come quella anagrafica, conl’arrivo di tante famiglie dalla vicinaMolfetta. E inoltre la notevolerivalutazione architettonica ed esteti-ca del centro storico (non più declas-sato in modo forse un tantinodispregiativo a «paese vecchio»), zonaristrutturata nella sua architetturad’epoca, con tanti locali che nelle se-rate di festa attraggono gli abitanti deipaesi vicini e gli stessi giovinazzesi pertrascorrere distensive serate.

LA DEMOCRAZIA CRISTIANAQueste alcune delle principali realizza-zioni avvenute durante l’amministra-zione Milillo. Il suo mondo partitico eraquella della vecchia DC, con i suoi si-stemi, i suoi modi e pure i suoi limiti,ma che non ha mai fatto mancare ri-sposte e interessamenti che in ultimaistanza rappresentavano l’attenzione aiproblemi della gente, declinata sui va-lori cristiani che Milillo professava eche aveva imparato alla scuola di AldoMoro.Ricordo ancora distintamente i comi-zi, in piazza o in villa, dello statista as-sassinato nel 1978 dalle Brigate Ros-se, con accanto il sindaco Milillo e conaltre figure di spicco in quegli anni: ilministro Lattanzio, il senatore Busseti,

l’onorevole De Cosmo e il segretariocittadino della DC giovinazzeseSalvemini. Il legame di Milillo con lacittà era altresì assicurato dal fratello,mons. Giuseppe, parroco storico del-l’Immacolata, che spesso si faceva por-tavoce di casi umani o di vicende am-ministrative che richiedevano l’inte-ressamento del sindaco, anche in rela-zione al nuovo complesso parrocchia-le eretto presso la zona 167. Eranotempi in cui l’impegno amministrati-vo non si svolgeva a tempo pieno. Ri-vedo, mentre ragazzino giocavo inpiazza, l’arrivo del sindaco nel pome-riggio a palazzo di città per occuparsidelle pratiche di sua competenza dopoil lavoro in ospedale, accompagnatotalvolta dall’auto dei vigili urbani.Anche alla luce dei messaggi scritti inoccasione della sua scomparsa, pensoche Francesco Milillo mancherà aGiovinazzo come persona, e resterà ilsuo esempio di amministratore dina-mico e attento ai risvolti sociali deinuovi tempi.E quando passeggeremo su quel lun-gomare o sosteremo nei locali del no-stro bel centro storico magari ci capi-terà di ricordarci di lui e di rivolgergliun pensiero di grata memoria.

AGOSTINO PICICCO

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ARRIVANO LE RASTRELIERE E IL SERVIZIO

DI RACCOLTA DEI RIFIUTI ASSIMILATIPRIMARIE A GIOVINAZZO: UN PLEBISCITO PER BERSANI. VENDOLA SBANCAAL PRIMO TURNO (52%). LA ZTL NON C’È PIÙ. LA PRIMA DIRETTA DELCONSIGLIO COMUNALE. ED È GIÀ POLEMINCA!

echi di dicembre

ARRIVA IL SERVIZIO DI RACCOL-

TA E TRASPORTO DEI RIFIUTI

URBANI E ASSIMILATI

Approvato con i soli voti della maggioran-za nel consiglio comunale il servizio di rac-colta e trasporto dei rifiuti urbani e assimi-lati, compreso lo spazzamento delle stradee altri servizi complementari. Obiettivo delservizio in paese è ridurre il quantitativocomplessivo di rifiuti avviati allosmaltimento attraverso il recupero, ilriciclaggio e la minore produzione alla fonte.L’opposizione ha ritenuto il provvedimen-to illegittimo perché il servizio deve essereregolamentato dai comuni ricadenti negliAmbiti territoriali ottimali (ATO) di raccoltaottimale. Il servizio costerà 2.735.792,09euro più gli oneri di smaltimento. «Troppi –secondo Gianni Camporeale - per un servi-

zio illegittimo». Un provvedimento per il sin-daco Depalma che servirà a togliere lamaglia nera a Giovinazzo nella raccolta dif-ferenziata.

IL CONSIGLIO COMUNALE TRA-

SMESSO IN DIRETTA SU

INTERNET

E’ IL 28 NOVEMBRe 2012, evento da sot-tolineare con lapis indelebile. Per la primavolta un consiglio comunale viene trasmes-so in diretta streaming (per i neofiti lostreaming TV è un servizio che ti permettedi seguire il consiglio comunale direttamentedal Pc, smartphone, tablet). Ogni diretta co-sta 250 euro di onorario più 90 euro per

l’acquisto di un abbonamento men-sile Professional. Totale: 340 euro.A garantire il servizio l’associazio-ne Global E-Media & INternetInnovation. Invero a giudicare daicontatti non si può parlare di unsuccesso di visibilità. 300 contattitotali, che non fanno più di 30 uten-ti unici. Alla manifestazione d’inte-resse sono stati contatti solo dueassociazioni di Molfetta (hanno declinatol’invito) e la Global E-Media & INternetInnovation.

25 NOVEMBRE: PRIMARIE

GIOVINAZZO, UN SUCCESSO

PER IL PD

856 votanti al primo turno quasi il 4.2%dei cittadini aventi diritto di voto ed untrionfo per Nichi Vendola che conquista441 delle preferenze (il 52%) seguito dal-le 251 preferenze (il 30%) di Pier Luigi

Bersani e le 150 (18%) di Matteo Renzi.Una vittoria inequivocabile del governa-tore di Puglia Vendola e una soddisfazio-ne per il SEL locale anche se poi le cose alivello nazionale sappiamo che sono an-date diversamente. 666 i votanti invece alballottaggio (ha stravinto Bersani col 75%di voti) dimostrano come queste prima-rie a Giovinazzo siano state importanti perriavvicinare il centrosinistra e i cittadinigiovinazzesi. La grande partecipazione alleprimarie del centrosinistra (il raffronto èd’obbligo con i paese viciniori, vedi

Terlizzzi dove nella città di Nichi Vendolaha votato solo l’1.8% degli aventi diritto),dimostra che i giovinazzesi sono vicini an-cora ai partiti e richiedono dagli stessi unmaggiore impegno. Si è votato nella salaSan Felice e i votanti muniti di tessera elet-torale hanno versato 2 euro.

INSTALLATE LE PRIME RA-

STRELLIERE

Arrivano 55 rastrelliere per parcheggiare lebiciclette. Le strutture in acciaio per siste-mare le due ruote saranno installate neipunti più nevralgici della città: lacentralissima piazza, in via Marconi nei pressidell’Ufficio postale, nelle vicinanze della sta-zione ferroviaria, presso il poliambulatorio,nella 167, nell’area mercatale, presso tutti iplessi scolastici e le strutture sportive. Quisarà possibile sistemare mountain bike obici da passeggio. Fare una passeggiata conla bicicletta e lasciarla in giro per prendereun caffè da oggi sarà possibile. Le rastrel-liere sono soltanto un pezzo del disegnodell’amministrazione mirato a incentivare

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sempre più l’uso delle biciclette. Sonostate realizzate dalla ditta giovinazzeseAltieri al costo di 9.882 euro Ci augu-riamo che i vandali non esibiscano la loroinciviltà danneggiando le rastrelliere cosìcome hanno fatto con le fioriere di Piaz-za Vitt. Emanuele.

DISSEQUESTRATI 6 LOTTI.

POI DI NUOVO IL SIGILLO

DEL SEQUESTRO NELLA

ZONA ARTIGIANALE

Va avanti davanti alla sezionemonocratica distaccata del Tribunale diBitonto il processo a 172 persone coin-volte nell’indagine della Procura di Barisulla costruzione di villette realizzateabusivamente nella zona artigianale diGiovinazzo. Solo che gli immobilisottosequestro sotto sequestro dal 21settembre 2010 erano scesi a 140. Il 26novembre scorso, infatti, la 3^ sezionepenale del Tribunale di Bari aveva di-sposto il dissequestro di 6 lotti, a segui-to di una pronuncia della Corte diCassazione che ha accolto l’istanza diriesame presentata dal molfettese Miche-le Amato, legale rappresentante dellaGramco s.r.l. I lotti non andavano postisotto sequestro poiché non vi era trac-cia di edificabilità e di tentativo crimi-noso di abusivismo edilizio. Il 12 dicem-bre scorso la Procura della Repubblicadi Bari all’annullamento del dissequestroperché anche sui sei lotti in esame sa-rebbe fondato l’illecito di lottizzazioneabusiva. Il processo va avanti. Resta lamannaia sui 146 lotti sotto sequestronella zona D1.1 di Giovnazzo.

LA ZTL NON C’È PIÙ

Si scrive ZTL, si legge «Zona a trafficolimitato». Il provvedimento, varato dal-l’Amministrazione Comunale con Deli-bera di Giunta n. 98 del 1.7.2008 e com-prendente il quartiere Libertà detto«Quattro fontane», non è più operativoda novembre scorso. Nella zona com-prendente Piazza Porto, Lungomare Ma-rina Italiana, Via De Turcolis, Via Cro-cifisso, Via Molfetta, Piazza VittorioEmanuele lato Est e lato Nord, il traffi-co e la sosta consentiti dalle ore 20,30fino alle 2,00 soltanto ai residenti munitidi regolari pass decade su provvedimen-to dell’attuale giunta. Con immenso gau-dio dei titolari dei tanti esercizi commer-ciali che sorgono nella zona. Facile im-maginare come un provvedimento delgenere non abbia suscitato unanimità divedute per i residenti. In più, una zona atraffico limitato non a norma per viola-zione dell’art. 45 c. 6 C.d.S secondo ilMinistero delle infrastrutture chiamatoin causa da un comitato di cittadini. Viadunque alla vecchia segnaletica stradale.La viabilità e la sosta ritornano libere nelquartiere Libertà.

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«Eccomi qui. Anche quest’anno Io sono qui. Etu…dove sei?Dove sei tu che corri dietro al nulla, che inseguifalsità ingannevoli, luci fasulle, idolivuoti…dove sei? Che ti angosci con mille pro-blemi e mille pensieri perché sei preso da questaragnatela che è stata preparata per te, per allon-tanarti da Me; che ti leghi mani e piedi a deside-ri inutili che ti portano alla rovina…Dove sei?Dove sei in questo rumore assordante, in questourlo continuo, in questo sbraitare di bocche aperteche nulla insegnano e nulla dicono? Dove sei…?Perché Io comunque, in ogni caso, contro ogniregola umana…Io ti aspetto ancora ai piedi dellaMia culla, dove la Mia Santa Madre beata micoccola e ti cerco con gli occhi. Ti cerco con tuttoMe stesso…ma non posso fare altro che attende-re. Perché tu sei libero di stare fuori da questafredda grotta, nel freddo più freddo di questagrotta; e sei libero di stare fuori da questa buiagrotta, nel buio più buio di questa grotta…enon posso obbligarti ad entrare. Ma comunqueti aspetto. Sempre.Basta solo che tu abbia voglia di lasciare per unistante tutto questo fragore assordante e ti mettaall’ascolto del cuore…ecco…Io sono lì. Mi sen-ti? Non faccio rumore, sono appena un sussurroimpercettibile…un leggero borbottio…come queifili d’acqua, quei rigagnoli, che scendono d’esta-te dai monti…e bagnano i prati arsi dalsole…nel silenzio e nel nascondimento. Nellaquiete di un meriggio che acceca, o nel riposo diuna notte che brilla di astri a perdifiato…».Il mio augurio per voi tutti è che possiate ascol-tare, nell’intimità del vostro cuore, a tu per tucon l’anima, la voce del Bambino Gesù: non èdifficile. Basta stare in silenzio, nel silenzio delvero Natale.

LETTERA DI GESÙ BAMBINO

I MICAELITI DI GIOVINAZZO

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blob consiglio comunale

IO, CHIARA E LO SCUROIL CONSIGLIO COMUNALE È COME IL BILIARDO. SI VINCE O SI PERDE. ECCO UNA

VAGA PARODIA IN PRESA DIRETTA. PUNTI, GIOCO PARTITA? ANCORA NON SI SA.

TRANSAZIONE O NO? PREPARATEVI A SCOMMETTERE UN CAFFÈ CORRETTO ALLA

GORIZIANA A 400 PUNTI. ANCHE SE LA PARTITA CHE SI STA GIOCANDO AL COMUNE

VALE ALMENO 300MILA EURO!!!

Presidente Favuzzi: Premesso che:- La Global Service di Nicola Canonico èstata vincitrice della gara d’appalto per ma-nutenzione ordinaria e straordinaria degliimmobili comunali per un periodo di annicinque;- Atteso che il Comune di Giovinazzo hainterrotto il rapporto con la suddetta socie-tà con due anni di anticipo sulla scadenzanaturale della gara;- Considerato che la Società Global Servicedi Nicola Canonico è ricorsa alle vie di leg-ge per il recupero dei presunti danni subiti;- Tenuto conto ed opportuno fare chiarez-za su questa vicenda per tutelare e salva-guardare i contribuenti di Giovinazzo;- Rilevato che è di dominio pubblico la vocericorrente che è in atto una transazione tral’Amministrazione in carica e la GlobalService di Nicola Canonico, il sottoscrittoAntonio Galizia nella sua funzione di consi-gliere comunale chiede:a) di conoscere i motivi che hanno spinto laprecedente Amministrazione a dover inter-rompere definitivamente ogni rapporto conla Società Global Service di Nicola Cano-nico;b) se corrisponde a verità l’intenzione dicodesta amministrazione di operare unatransazione con la società Global Service diNicola Canonico.In attesa di risposta Vi porgo cordiali salu-ti».Allora, questa interrogazione è stata girataall’architetto Turturro che è - diciamo - at-tore di questa questione. Il quale ha scrittoal Sindaco e a me. Vi do lettura della suainterpretazione… risposta, a questa interro-gazione.‘Oggetto: Interrogazione relativa alla risoluzionecontrattuale della C.N. Costruzioni srl che ritengosia questa Global Service. Mi è stata rimessa copiadell’interrogazione consiliare a firma del cons. An-tonio Galizia inerente l’oggetto. Riferisco a loroquanto a loro noto.‘Riportando il contenuto dei considerata in premes-sa, della deliberazione di giunta comunale n. 89dell’1-7-2011 nel periodo di vigenza contrattuale

si è rilevata la mancata riduzione dei costi dellamanutenzione del patrimonio affidato, a frontedel servizio affidato, non sempre coerente con leobbligazioni contrattuali assunte, il fattore costocorrelato all’assetto finanziario comunale, assumeun rilievo preponderante nella valutazione del pro-seguimento delle attività contrattuali in essere’.Queste le ragioni che hanno indotto l’Ammini-strazione Comunale a recedere dal contratto dimanutenzione di Global Service in argomento.Rinvio ai destinatari della presente, la facoltà diargomentare sulla richiesta del sig. consigliere cir-ca l’intenzione di questa amministrazione di ope-rare una transazione con la Società Global Serviceignorante completamente di detta eventuale inten-zione sull’argomento. Per quanto non è di miastretta competenza, riferisco che la necessaria co-pertura finanziaria costituisce presuppostoprodromico alla definizione transattiva delcontenzioso e sulla scorta di attestazione resa dalDirigente del Settore Finanze Comunale in data16-07-2012 e con riferimento agli atti in esserecredo che non possa escludersi tale ventilata ipote-si. Firmato l’Architetto Dirigente del Settore Vin-cenzo Turturro’.Questa è la risposta che ha dato circa lamotivazione per la quale è stato revocato,diciamo, l’appalto, il contratto alla GlobalService. Per quanto attiene alla possibilitàche ci sia in essere una transazione do laparola al Sindaco, che chi meglio di lui puòconoscere questa questione.[ Gessetto, stecca in mano e si inizi la partita].

IL BILARDO E’ POESIA. ECCO SIAPRONO LE SFERE. IN ALTOANELLI DI LUCE. CALDO È ILSUO MANTO!Sindaco: Mah, credo che nell’ultimo pe-riodo della risposta dell’arch. Turturro, cisia già l’argomentazione, nel senso chequello che è stato detto lo conferma. Que-sto è un contratto avviato qualche tempofa e poi unilateralmente, a metà del suopercorso, si è deciso di interrompere. Ov-viamente, come è di facile intuizione, lacontroparte si è sentita danneggiata per-ché ritiene che in base alle carte che sono

state rese note, sono state avviate le pratichedel risarcimento e quant’altro e quindi, pra-ticamente c’è anche la controversia legale. Noicome amministrazione quando siamo arri-vati abbiamo innanzitutto dato un input alnuovo segretario generale, di fare una rico-gnizione non solo su questa questione masulle altre transazioni ancora aperte, dalle piùpiccole alle più grandi, cercando di indivi-duare in maniera particolare quelle che era-no abbastanza chiare ed evidenti per evitaresoprattutto quelle dove il nostro ente erasoccombente e quindi, onde evitare ulterioriaggravi di spese legali, per questioni cheavremmo sicuramente perso, si è cercato ditransare per le piccole cifre. Per le cose piùserie abbiamo ritenuto corretto chiamarel’avvocato messo da chi ci ha preceduto eche abbiamo deciso di far rimanere, giustoper dare una continuità storica a questa fac-cenda e conoscere la situazione. Ad oggi nonc’è nessuna transazione in corso, c’è stato soloun confronto con il nostro legale per cerca-re di capire, di approfondire meglio la ma-teria, atteso che, questa questione è in manoad un Tribunale. Quindi dovremo valutarein base a tutto quello che raccoglieremo seci sono gli elementi per valutare un’eventua-le transazione qualora ci rendessimo contoeffettivamente che noi siamo soccombentio rischiamo di essere fortementesoccombenti. Altrimenti andremo avanti conla causa, con il merito e vedremo un po’quali saranno le sentenze. Ciò che possiamodire è che ad oggi, il nostro avvocato, l’Avv.Marotti che sta seguendo questa questioneha già segnalato che ci sono comunque al-l’interno delle richieste fatte dalla GlobalService che, vorrei ricordare per puntualità,ammontavano inizialmente a 480.000 euroe poi si erano mostrati disponibili ad un even-tuale sconto, chiedendo il 60% di quei 480.000euro. A fronte di queste richieste della no-stra controparte, il nostro avvocato ha giàdetto che vanno sicuramente riconosciutedelle cifre per lavori oggettivamente fatti efatturati per i quali ci sono già dei soldi mes-si in bilancio. E poi a suo dire andrebbe ri-

DI GABRIELLA MARCANDREA

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conosciuto il mancato guadagno previstodalle norme di legge che regolamentanoquesto tipo di rapporto contrattuale. È evi-dente che ci sono tutta un’altra serie di que-stioni che sfuggono alla competenza speci-fica dell’avvocato e per la quale dovrem-mo capire se eventualmente affidarci ad unc.t.u. nominato dal Tribunale, che chiedere-mo al Tribunale. Ovviamente se decidere-mo di non prendere in considerazione que-sta valutazione, aspetteremo che sarà il c.t.u.del Tribunale eventualmente a dirci se e dicos’altro la nostra Amministrazione even-tualmente deve farsi carico verso la parteoffesa. Quindi al momento non c’è nessu-na transazione.[E’ gioco. Il rosso è il Re del castello. Vale 30 puntise abbattuto da solo. Sta ancora in piedi.]

COLPO A DUE SPONDE SENZAPALLINO E SENZA BIRILLI.Cons. Galizia: Premesso che non sono perniente soddisfatto delle risposte, sono moltoevasive, incomplete, tanto per far capire allagente la vicenda. La risposta è stata incom-pleta sia alla mia domanda «a» che alla do-manda «b». Volevo chiedere: l’Avv. Marottiè stato nominato dalla vecchia Amministra-zione o dalla nuova Amministrazione?Sindaco: Mi sa che non è stato attento.E’stato nominato dalla vecchia Amministra-zione.[Il Re sta ancora in piedi]

IL BILIARDO È IL GIOCO PIÙDEMOCRATICO DEL MONDO. SIFINISCE SEMPRE COL LITIGAREVoci fuori microfonoCons. Galizia: Ma posso parlare o…?Cons. Arbore: Cosa deve dire? Deve direse è soddisfatto o meno!Galizia: Ma posso parlare o…?Presidente Favuzzi: Prego cons. Galizia!Ho provveduto io a difendere la sua facol-tà di parlare, quando vuole e come vuole.Prego!Galizia: Quindi, una volta che chiariamobene da chi è stato nominato questo Avvo-cato, la ditta Global Service ha un signoreche si chiama Nicola Canonico. Questo si-gnore Nicola Canonico è il responsabile oquantomeno chi ha costituito la lista Mo-derati e Popolari. Vi dice qualcosa? Qui inaula abbiamo due consiglieri di Moderati ePopolari. Quindi per me in questo momen-to e poi non voglio aggiungere altro per-ché non è il momento, ci sarebbe anche unaterza persona incompatibile perché ha avu-to rapporti di lavoro. Però non è questo ilmomento. E’evidente che queste personesono incompatibili per far sì che possanodifendere e cercare di attivarsi per una tran-sazione con la Global Service. In più, la dittaGlobal Service, eseguiva, e di questo ne hocertezza, lavori di ordinaria amministrazio-

ne e quando faceva lavori di straordinariaamministrazione rientravano nei lavori diordinaria amministrazione…Non so se èchiaro…In pratica questo signore non fa-ceva altro che fare diventare straordinariele cose ordinarie. Quindi vorrei capire nel-le sue idee, come si arriverà a questa tran-sazione, che comunque io ritengo che èinopportuna perché bisogna andare a giu-dizio. I soldi sono dei contribuenti diGiovinazzo e regalarli non è corretto. Quelsignore ha già preso tanto da Giovinazzo.Grazie.[Galizia ha in serbo un’ottavina di dio, un colpo asette sponde. Riuscirà a sconfiggere lo Scuro?]

IL BILIARDO È PER COME UNBAROMETRO: SE GIOCHI MALE,TI ROVINIPresidente Favuzzi: Facciamo replicareal Sindaco.Sindaco: Allora velocemente. Su di chi sial’azienda a me poco importa, anzi sarebbeil caso che anziché riferire con informazio-ni generiche è giusto informarsi perché an-che questo servirebbe a far chiarezza. Pun-to secondo (ndr, ha dimenticato il punto primo,sindaco!): su come veniva fatto il servizio, sefosse rispettoso del contratto o meno cre-do che questo bisognerebbe chiederlo, ne-anche tanto alla vecchia amministrazionequanto a chi come dovere devesovrintendere alla corretta esecuzione di tuttii contratti che venivano fatti. Sulla vicendainvece della lista elettorale non c’è nessunproblema a dire che quella è una lista crea-ta dal nostro gruppo che ha preso un sim-bolo come avrebbe potuto prendere tantialtri e quindi per quanto mi riguarda e amia conoscenza, non c’è stata nessuna in-gerenza né diretta né indiretta da parte delsig. Canonico. Infine e spero di essere statoesaustivo è evidente che nel momento incui ci fosse la decisione di fare una transa-zione, proprio per quello che è scritto an-che nella risposta dell’arch. Turturro, do-vendo mettere delle poste in bilancio di ci-fre che sicuramente non sono previste inbilancio, è evidente che questa opzionedovrà passare in consiglio comunale edeventualmente faremo chiarezza se stiamoutilizzando bene quella decisione oppure noe se è una decisione che va a favore o asfavore dei cittadini. Questo non siamo noia stabilirlo, aspettiamo che i tecnici compe-tenti, gli avvocati e chi capisce di queste cose,ci dia informazioni più precise.[Il sindaco non è certo un giocatore di boccette]

Presidente Favuzzi: Cons. Galizia pre-go ne ha facoltà!Galizia: Allora, innanzitutto per l’ennesi-ma volta mi sento dire: lei è approssimati-vo, lei si informi. Per favore smettiamoladi dire queste cose, perché io non ho detto

che lei aveva un rapporto di lavoro con ilsig. Canonico, non mi sono permesso didirlo. Quindi se io non mi sono permessodi dire queste cose, lei non si può permet-tere di dire che io mi devo aggiornare,devo leggere, devo fare…Ma lei che c’en-tra ora? Che c’entra? Deve chiedere la pa-rola al Presidente! Qui non stiamodialogando fra di noi!Presidente Favuzzi: Per favore, non intro-mettetevi nella discussione…ConsigliereArbore…Prego Cons. Galizia…[Questo non è il golf, il tennis, è il Biliardo dove seida solo, stecca in mano e gessetto, davanti a untavolo che azzera tutto. A volte non basta esserepiù bravo dell’avversario]

SALA BILIARDO, AULACONSILIARE, PALAZZO DI

CITTÀ. IL VERDETTO FINALEGalizia: Quindi, ripeto per l’ennesima volta.Mi rifiuto di parlare perché vengosovrapposto dalle altre voci. Mi stanno par-lando addosso. Non è questo il modo difare politica. Poi si parla di educazione. Iovoglio vedere chi ne ha di più di educazio-ne. Quindi continuo dicendo e poi conclu-do, che per me questa transazione è inam-missibile per incompatibilità sia del Sinda-co che per i consiglieri comunali presenti inaula. Grazie.Presidente Favuzzi: Prego Cons. Clau-dio Spadavecchia.Cons. Spadavecchia: Cons. Galizia, nonc’è nessuna transazione. E se ci sarà vedre-mo se va bene in un modo o nell’altro. Ogginon c’è nessuna transazione e lo dico perl’ennesima volta. Il discorso Canonico coni Moderati Popolari non c’è nessun nesso.Quindi noi possiamo stare qui legittimi astare qui. Quindi tutte quelle sue cose chescrive su FB «Canonico ha fatto eleggere idue consiglieri», io ho carta stampata dovelei dice che Canonico ha fatto eleggere idue consiglieri…lei deve imparare a capirecosa dice e cosa far capire agli altri…GraziePresidente.[Ogni giocatore ha il suo proprio e personale colpodi stecca e, con quest’ultimo, deve potere realizzarela maggior parte dei tiri che gli si presentano].

UN ALTRO COLPO A DUE SPON-DE SENZA PALLINO E SENZASENZA Birilli.Presidente Favuzzi: Prego Sindaco.Sindaco: Ad onore di chiarezza, cons.Galizia, mi sa che lei ha confuso quello cheio ho detto e lo ripeto: io ho semplicementedetto, non ho parlato di lavoro e quant’al-tro, ho semplicemente detto che lei non hachiarito qual è il ruolo del sig. Canonicoall’interno di quella società. Quindi la pros-sima volta, se vogliamo arricchire la discus-sione, venga con dati certi e ci dica even-tualmente qual è il suo ruolo. Fermo re-

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stando che qualunque sia il suo ruolo all’interno di una società,un’azienda che ha vinto un appalto, tra l’altro non bandito danoi, direi che cambi poco. Io mi riferivo solo a quello, non hoparlato di lavoro e quant’altro, lei ha parlato di lavoro. Grazie aDio le registrazioni ci sono. Dopo se con calma se le vuole rive-dere. Questo giusto per amore di verità perché nessuno vuoledire cose diverse dalla realtà dei fatti. Ah, un’altra cosa, per cor-roborare ciò che ha detto Spadavecchia. Vorrei ricordare cheeventualmente, poi, certe decisioni vanno prese in giunta primae si vengono a votare poi in consiglio, dove tutta la gente vedrà.Quindi grazie a Dio in giunta, per una vostra scelta della quale iosono orgoglioso, ci sono assessori che non sono appartenenti anessuna parrocchia politica.[C’è gente che gioca da decenni al biliardo e non ha mai vinto una gara. C’èchi non ha mai giocato ma ha sempre vinto perché conosce Lo Scuro primaancora del Toscano]

A BILIARDO SI GIOCAVA ANCHE SU FACEBOOKPresidente Favuzzi: Cons. Bonvino!Bonvino: Cons. Galizia, pare che lei abbia una battaglia in corsocon Canonico! Mi dispiace che lei in tutti questi anni non si siamai accorto che oltre alla questione Canonico ci sono altre que-stioni di quel tipo e ha soprasseduto. Volevo chiederle inoltre,visto che non si fa vedere mai in Comune, lo vedo poco a leg-gere le carte, che il cons. Spadavecchia, il cons. Cervone e il Ca-nonico della situazione, attuino tutte le procedure per…affinchétutte le sue dichiarazioni, quelle che ha fatto su FB e che abbia-mo stampato, vengano portate in Tribunale per vedere seeffettivamente…mi dispiace ma lei deve misurare le parole edesidero che davanti all’Amministrazione vengano prese tutte leopportune considerazioni su tutte le dichiarazioni che ha fatto ilcons. Galizia…che siamo dei truffatori! Io non ho mai truffatonessuno! Io non appartengo a certe parrocchie! Io sono statouno che è sceso in campo, ho messo la faccia e sono stato elettodai cittadini. Va bene? Per cui…mi faccia finire ora…lei non èstato interrotto e ora devo finire io… Per cui chiedo a tutti iconsiglieri, al Sindaco e all’amministrazione Comunale di porrein essere tutte le procedure che riguardano questo caso![IL Biliardo è come il Libero Pensiero. Un’occasione per far bella figuraquando si sa tenere la stecca in mano]

VADO AL REGOLAMENTOREGOLAMEEE…NTO!

Presidente Favuzzi: Chiedo scusa, il cons. Fusaro. E poi parlalei, non si preoccupi!Fusaro: Presidente, prima l’ho interrotta non perché non voles-si far parlare il cons. Galizia ma perché se si deve instaurare unadiscussione come dispone l’art. 51 co. 11, se l’interpellante non èsoddisfatto della risposta, deve presentare una mozione. Non

perché io non voglia che lui risponda, ma perché devo avere an-ch’io la capacità di potermi documentare ed eventualmente con-trobattere. In questo caso se l’interpellante intavola una discussio-ne di cui solo lui conosce i parametri, noi siamo elementi esclusiall’interno di questo Consiglio. Non che non vogliamo far parlareil cons. Galizia, è che in questo caso il mio gruppo consiliare nonha termini per poter controbattere. Ovviamente il cons. Galiziacome ha scritto sull’interrogazione: «per sentito dire o sentito vociin piazza che dicevano»…noi di solito quando parliamo, parliamocon le carte sulla tavola. Prima di avere le carte sulla tavola io honecessità di interrogare l’Ufficio Tecnico, di prendere la docu-mentazione. Grazie.[Art. 5: l’arbitro deve piazzare le biglie per il tiro d’acchito e accertarsi che ilgiocatore che tarda a battere, non colpisca la propria biglia dopo che quelladell’avversario abbia già toccato la sponda superiore. In tal caso l’acchito è daripetere].Presidente Favuzzi: Allora cons. Fusaro lei ha detto…purtroppodevo ribadire ancora una volta in questa sede che in questa sedeabbiamo un Regolamento molto simpatico, dove una pagina diceuna cosa e nella pagina seguente si smentisce quello che ha dettoprima e ne dice un’altra. Lei ha citato il comma 11 dell’art. 51, ioleggo invece l’art. 54 comma 4.[L’arbitraggio: regole di comportamento e consigli utili. Il decalogo di Vincen-zo Fusaro]

IL GIOCATORE FORTE GIOCA SECONDO I BUO-NI PRINCIPI APPRESI. IL CAMPIONE SECONDOLE SUE VERITÀCons. Galizia: Io voglio concludere dicendo che non accetto leprovocazioni e le offese personali fatte da un consigliere e poivolevo ribadire che è facoltà del consigliere raccontare nell’inter-rogazione, portare in consiglio quello che dice la gente. Lo statutose lo prevede, io lo faccio. Se lo Statuto prevede che io raccolgonella mia utenza, per sentito dire, lo porto in consiglio comunaleper poterlo riferire. L’altra questione poi, non voglio nessuna pro-vocazione personale però vi prego se potete evitare. Anche per-ché basta! Me l’avete detto già cento volte. Non legge le carte,non viene sul comune. Voi siete impegnati io invece non ho tem-po da perdere. Sono problemi vostri. Cioè io non devo dar con-to a chicchessia se desidero venire dieci volte, cento volte o unasola volta in Comune. Non so da dove la prendete quest’arrogan-za di stabilire se io sia o meno informato sui fatti. Quindi, sevolete continuare, poi mi meraviglio che si continua a parlare inun Consiglio Comunale. Guardate il livello è così basso che mimeraviglio!Segue applauso di disapprovazione della maggioranza.[Alla fine scorrono i titoli di coda. Il Re del castello è ancora in piedi. Allaprossima puntata].

GABRIELLA MARCANDREA

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IL CONTRAPPUNTOdell ’alfiere

MONTI UOMO DELLA PROV-

VIDENZA. A leggere i giornali, adascoltare i notiziari radiofonici e televisi-vi il professor Mario Monti è l’uomo chetutta l’Europa - meglio il mondo e for-se anche l’altro, viste le parole di vescovie cardinali - ci invidia. E’ lui l’uomo del-la Provvidenza, l’uomo che ha salvatol’Italia dal disastro finanziario, che ha evi-tato al nostro Paese il destino della Gre-cia. E’ lui che deve continuare l’opera dirisanamento. Anche il Presidente france-se Hollande, dimenticando la sua appar-tenenza al partito socialista, ha espressol’auspicio che il professor Monti conti-nui a governare l‘Italia nel prossimo quin-quennio. I tedeschi, da padroni dell’Eu-ropa, non hanno parlato di auspicio ma,più direttamente e ruvidamente, hannoinvitato gli italiani a confermare la fidu-cia nel governo Monti. La Merkel, conaltri suoi colleghi di governo, ha di fattoricandidato Monti a capo del governo.A sinistra hanno fatto finta di abbozzarema hanno ribadito che il professor Montiavrà, comunque, un ruolo nel prossimoesecutivo. Non è dato sapere quale poi-ché Vendola non ne vuole sentir parlaredi questa possibilità. Troppo critico è ilsuo parere sul governo dei tecnici. Al-meno nella fase elettorale, poi , vedrete,se ne farà una ragione. Accetterà, per ilbene della coalizione, le indicazioni chearriveranno dagli organismi finanziarieuropei ed internazionali. Nel centro-destra regna il caos. Berlusconi, di nuo-vo in campo, ha fatto felici, se non glielettori, sicuramente i guitti che popola-no le trasmissioni televisive e che, senza ilcavaliere, non sapevano più che dire.Mentre scrivo è, ancora, sul tappeto larichiesta formale rivolta al professorMonti di guidare lo schieramento mo-derato. Lui nicchia e non risponde,D’Alema non vuole che si candidi, temelo stesso esito del 1994. La macchina daguerra della sinistra preparata da AchilleOcchetto venne sconfitta dall’allorauomo nuovo Berlusconi. Ma vediamolii meriti del governo dei tecnici. Crollodella produzione industriale che nei pri-mi dieci mesi ha segnato un -6,5%, -20%la vendita di automobili, - 20,7% dicompravendite immobiliari, il settore deltessile, dell’arredamento e degli elettro-

domestici si mantiene a galla solo per leesportazioni. Il prodotto interno lordo èin caduta libera e chiuderà con un riduzio-ne di oltre 2 punti percentuali rispetto al-l’anno scorso che era già stato negativo. In-somma l’economia italiana è in coma. Evogliamo ricordare i pasticci sugli esodati,le polemiche sui giovani schizzinosi, le in-decisioni gravissime sui tagli alla spesa pub-blica e, infine, la comica finale, sui titoli dicoda, dell’abolizione delle provincie. Abo-liamole tutte, solo alcune, forse è megliolasciare tutto così com’è. Quello che hoscritto non è tutto ascrivibile alla esclusivaresponsabilità dei tecnici. Il Parlamento, nellasua pressoché totalità, ha fatto un po’ comePenelope. Faceva finta di collaborare lamattina e la sera presentava emendamentiin quantità industriale per sabotare l’opera-to del governo. Rimane la mia personaleopinione che mi sarei aspettato da un go-verno non eletto dal popolo il coraggioche la situazione richiedeva e richiede. Via iprivilegi, non solo quelli dei politici ma ditutte quelle caste che detengono il potere inquesto disgraziato Paese. Via le Provincie,ma tutte, nessuna esclusa. Una sforbiciatapesante alla burocrazia che rappresenta nonsolo un costo ma anche un freno allo svi-luppo economico. Mi chiedo: è possibileche molti imprenditori hanno delocalizzatonon solo in paesi lontani dove il costo dellavoro è più basso ma anche in Austria eSvizzera? E’ quello che sta accadendo. Fratasse inferiori, controlli severi ma rapidi,burocrazia efficiente al servizio dei cittadi-ni e non il contrario, molti varcano il confi-ne e portano produzione e ricchezza fuoridall’Italia. No, francamente non compren-do l’entusiasmo per il governo dei tecnici.Va bene, abbiamo evitato il fallimento, maa quale prezzo? E non basta. Sento parlaredi prestigio internazionale riconquistatodopo i disastri del governo Berlusconi. In-fatti. Due nostri uomini in divisa, due sol-dati del Battaglione San Marco sono in In-dia in stato di fermo da circa 10 mesi. Spe-ro rientrino presto ma temo ulteriori lun-gaggini. E questo il nostro prestigio? In-somma non c’è da star allegri in queste fe-stività.

UN BEL CIPRESSO IN PIAZZA.

Che ne dite per le festività natalizie in Piaz-za Vittorio Emanuele al posto dell’albero

di Natale? Sarebbe stato in sintonia con i tem-pi ma avrebbe ignorato la tradizione. Ecco,forse messa in questi termini anche la nostranuovissima amministrazione avrebbe potu-to accogliere il suggerimento. Apportiamouna novità, spazziamo il vecchiume, via gliabeti, illuminiamo i cipressi. Certo che anchela nuovissima amministrazione non se la pas-sa bene. Sembrerebbe che le forze del’ordineabbiano sequestrato le carte relative alle garesulle rastrelliere per le biciclette e sulle ripresetelevisive del consiglio comunale. Insommadue simboli della nuovissima amministrazio-ne. La bicicletta è una delle passioni più pro-fonde del nostro Primo Cittadino. L’utilizzodei nuovi strumenti di comunicazione è statouno dei cavalli di battaglia della nuovissimacoalizione. Non è, ovviamente, possibile pre-vedere lo sviluppo delle indagini. Se di inda-gini e di denunce si tratta. Il costo delle ripre-se televisive ha, comunque, destato polemi-che. La spesa è superiore a quella dei gettonidi presenza di tutti i consiglieri. Sulle rastrel-liere ci troveremmo di fronte a qualcheopacità nell’assegnazione della gara. La sta-gione invernale, durante la quale l’utilizzo dellabicicletta è molto limitato, avrebbe permes-so maggiore attenzione e prudenza. Le 50rastrelliere faranno bella mostra ma scarsa-mente utilizzate e, forse, lasciate anche all’in-curia del tempo e degli incivili. La determinaprevede che vengano installate entro 40 giornidall’assegnazione della gara. Ripeto, l’urgen-za non c’era e si poteva attendere qualchemese. A tutto questo aggiungiamoci la que-stione della scala sul lungomare di ponente,della confusione sulla vicenda della D1.1 ge-

UN CIPRESSO IN PIAZZA AL POSTO

DELL’ALBERO DI NATALE?

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25 GENNAIO 2013

[email protected]

nerata da affermazioni ardite incampagna elettorale non suffragateda dati oggettivi, l’aumento delletasse locali per finanziare, tra l’al-tro, le attività ludico-culturali. Nonvoglio dimenticare le voci insistentisul contenzioso con la GlobalService. Ma tutto questo sarebbenulla se non ci trovassimo di fron-te ad atteggiamenti di rigidità, dinetta chiusura, di affermazioni disupposta eticità, di ragione a pre-scindere, come se l’ascolto di opi-nioni ed idee diverse fosse eserci-zio inutile e dannoso. Certo, se lasinistra ufficiale supportata da al-cuni movimenti di area cattolica,si mobilita, si indigna per un albe-ro donato da un’associazione vi-cina a Casa Pound, neanche pre-sente a Giovinazzo, non c’è da starallegri, da essere fiduciosi per lavita democratica cittadina. In que-sto caso non ho registrato i com-menti dei consiglieri più a sinistradella nuovissima amministrazione.Sempre loquaci e pronti ad inter-venire, qualche volta a straparlaresui vari social network, questa voltaimbarazzati di essere accostati a deibiechi fascisti, all’organizzazioneche tenta di conciliare l’ideologiafascista con la modernità, sonorimasti in silenzioso imbarazzo.Ed ancora l’ultima decisione evi-dente sul percorso pedonale in-torno alla piazza Vittorio Ema-nuele non ha mancato di solleva-re perplessità. Se si voleva istituireil percorso pedonale sarebbe sta-to meglio delimitarlo in modo taleda impedire il parcheggio delleautomobili. Il rischio è che si do-vrà, comunque, procedere ad unadelimitazione vera e propria ed al-lora se dovranno spendere altrisoldi dopo quelli occorsi per i vasie le stelle di Natale. Ma tant’è, sitratta di soldi pubblici. Permet-tetemi di rivolgere, ancora, la do-manda delle cento pistole ai nuo-vissimi amministratori. Quali era-no i consiglieri indegni di sedere egovernare la città in caso di vitto-ria della sinistra ufficiale? Sulle ri-sposte la nuovissima amministra-zione ha fondato una parte consi-stente della vittoria, sarebbe giu-sto saperlo. Rimango moderata-mente fiducioso. Un sereno 2013a tutti.

«A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca» - diceva Andreotti. Certo che qualcunomi rimprovererà di aver perso una buona occasione per far bella figura dopo questo interven-to, mi premuro solo significare quanto la diretta streaming dell’ultimo consiglio comunale. siastata un mezzo flop, molto onerosa e non rispondente all’art.3 del regolamento statuito dadeterminazione dirigenziale n.733 del 28 novembre 2012MEZZO FLOP. Al sindaco e al cons. Bonvino che si vantano che la diretta è stata seguita da300 utenti, vorrei ricordare che nel fermo immagine mostrato alle ore 21.30, quando il consi-glio si era riscaldato c’erano solo 30 utenti unici. Parla lo screenshot della diretta anche perchénon si possono superare il numero massimo di 100 utenti contemporanei in banda larga per lecaratteristiche dell’abbonamento US streaming acquistato dal Comune. I 300 contatti vantatidal sindaco e dal cons. Bonvino sono al massimo la somma degli utenti che si disconnettono epoi ritornano sull’Us StreamingMOLTO ONEROSA. Ogni diretta costa 250 euro di onorario + 90 euro per abbonamentodell’US streaming. Ovvero 340 euro totali. Significa che la diretta costa più dei gettoni totali dipresenza dei consiglieri a dispetto dei criteri di economicità tanto sbandierati dall’Amministra-zione. La diretta – tanto per fare un esempio – alle ore 21.30 costava praticamente quasi 10euro per ogni spettatore (manco stessero vedendo al cinema Avatar in 3D).NON RISPONDENTE ALL’ART. 3 DEL REGOLAMENTO. Le immagini delle ri-prese devono riportare il logo del Comune di Giovinazzo e la data. Il fermo immagine parlachiaro. Quindi il servizio doveva essere sospeso. C’è di più. La diretta era preclusa ai possessoridi tablet e smartphone. Chi si collegava vedeva sul sito istituzionale del comune solo un videooscurato con la dicitura «offline».C’è poi la questione della manifestazione di interesse delle società di servizi interpellate dalComune. Due di Molfetta (certe che avrebbero declinato l’invito) e una di Giovinazzo, la notaWeb tv che ha sede in Piazza Garibaldi nella stessa sede della società ciclistica Giuovinazzo.Domanda: Perché solo la web tv? perchè le altre 10 attività di realizzazione di servizi multimedialidi casa nostra (pagano Imu e tasse al Comune), Giovinazzo.it (il 1°canale ad offrire la direttastreaming (sindaco, Favuzzi e Movimento contro elettrosmog lo ricorderanno bene per lavisibilità concessa GRATUTAMENTE), Giovinazzolive.it & affini non sono stati invitati? Eratutto scritto! Il perché è presto detto dal consigliere dell’Italia dei Valori Bonvino a mezzoFacebook che risponde al sottoscritto in cerca di lumi: «Io sono uno che controlla alcuni settorie gli affidamenti diretti sono consentiti fino a 40 mila euro mi pare». Avete letto bene. Questanon è trasparenza nè democrazia partecipata, caro Filippo Bonvino. Era tutto scritto e LiaDagostino che aveva acceso la spia rossa aveva ragione. Questa è Italia dei disvalori! Mi ritornain mente un’altra frase di Andreotti: «Il potere logora chi non ce l’ha».C’è infine la questione dell’onorario. In tempi di congiuntura mi sembrano troppi 250 euro alconcessionario che dovrebbe offrire un servizio con passione (io non parlerei di lavoro ma divolontariato). Uno schiaffo anche agli stessi consiglieri che per 17 euro si sono fatti le orepiccole per amore della città. Questa volta il consiglio si è protratto oltre la mezzanotte, ma si dàil caso che mediamente non va oltre le 3-4 ore di discussione. Mi fermo qua perchè il miocogitare va oltre il pensieri corretti. E qualcuno subito mi rimbeccherà che ho perso una occa-sione per far bella figura!

A proposito di direttastreaming e prestazioned’opera

IL POTERELOGORA CHINON CE L’HAA proposito di direttastreaming e prestazioned’opera

SERGIO PISANI

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Nell’ultimo mese i reati sembrano aver su-bito una notevole diminuzione sebbene l’at-tenzione delle Forze dell’Ordine resta sem-pre alta soprattutto per le festività che siavvicinano. Una vasta operazione è stataperò programmata nel settore dei control-li e della prevenzione della vendita più omeno legale dei cosiddetti «botti» di fineanno. A tal proposito i Carabinieri dellalocale stazione raccomandano vivamente icittadini di non acquistare assolutamentebotti o artifizi al di fuori delle rivendite au-torizzate, il divieto assoluto di utilizzo per iminorenni e di raccolta da terra di botti oartifizi inesplosi. Gli artifizi legali inoltredevono essere utilizzati soltanto in condi-zioni totali di sicurezza.

MENO RAPINE MA OCCHI APER-TI PER I COMMERCIANTIAl momento sembra essersi arrestata l’on-data di rapine che nel mese di novembreha martoriato i commercianti diGiovinazzo. Senza risparmiare nessuna ca-tegoria merceologica. Le ultime si eranoregistrate a danno del supermercato MDdi via Piscitelli: un doppio colpo in data 12e 17 novembre che ha scoraggiato i com-mercianti. Il 12 novembre il colpo era sta-to messo a punto nell’ora di chiusura seraledel supermercato mentre il 17 novembread agire è stato un rapinatore solitario etravisato che ha portato via dalla cassa cir-ca 400 euro. Erano circa le ore 13, la chiu-sura mattutina e il furfante è fuggito a pie-di.Il 13 dicembre invece a fare le spese del-l’azione dei malviventi è stato il supermer-cato Anna di via Bitonto. Stesso copione,la presenza di due soggetti travisati e mu-niti di pistola (forse giocattolo), le minacce

alla cassiera costretta a consegnare i soldicontanti in prossimità dell’orario serale dichiusura. Una situazione che si alleggeriscema non cambia e i commercianti conti-nuano a reclamare un efficiente sistema divideo sorveglianza per non continuare asoccombere ai malfattori di turno che an-nullano giornate di lavoro e sacrifici in unsol colpo.

UN PO’ DI FURTI IN APPARTA-MENTOVia Bari, Via Molfetta, Via Crocifisso tea-tro degli ennesimi episodi di furto nelleabitazioni. Che, a quanto pare non riguar-dano solo la stagione estiva quando è piùfacile lasciare aperte le finestre e dimenti-carsene. In questo periodo, invece, com-plice il repentino buio pomeridiano, i ladriapprofittano di quelle ore nelle quali spes-so si esce. La procedura è sempre uguale:vengono forzate le finestre o le porte deibalconi non importa a quale piano appar-tengono. I ladri riescono anche a diventa-re acrobati e lo scopo è sempre quello difar razzia di contanti e gioielli. Zero in fat-to di tranquillità dunque per gli abitantidella cittadina che, a quanto pare, non pos-sono nemmeno più permettersi di tenerein casa soldi o gioielli ma devono provve-dere a fornirsi almeno di una cassaforte.Il 13 dicembre invece è stato commessoun furto ai danni di un’azienda agricola sullaS.S. Prov.le per Terlizzi. Asportati un trat-tore, un rimorchio ed attrezzature varie aidanni dell’imprenditore con la forzaturadel cancello di ingresso. Si suppone sia av-venuto ad opera di malfattori di paesi li-mitrofi.STALKING: IL REATO TRENDUn reato riconosciuto recentemente nel no-

la cronaca nera

GABRIELLA MARCANDREA

TRANQUILLITÀ APPARENTE IN CITTÀ

stro codice penale ma che si continua a com-mettere ancora in maniera abbastanza co-stante, sembra quasi che la condotta illecitaappartenga in modo naturale al genere uma-no e non c’è attività di prevenzione che ten-ga.E così il 20 novembre è stato sottopostoagli arresti domiciliari per il reato di stalking,D.D.I., un 32enne di origine rumena dai Ca-rabinieri della stazione di Giovinazzo su or-dinanza della Procura della Repubblica diBari. Il reato è stato commesso nei confrontidella ex moglie che è stata costretta più vol-te a denunciarlo, motivo per cui la sua vitaaveva subito notevoli cambiamenti a causadelle continue persecuzioni.Si rileva quindi necessario rammentare comeil reato di stalking è stato introdotto nel no-stro codice penale con il decreto legge 23febbraio 2009, n. 11 (convertito in Legge23 aprile 2009, n. 38), che lo ha introdottoall’art. 612 bis c.p. La condotta tipica è co-stituita dalla reiterazione di minacce o dimolestie. I comportamenti di minacce e dimolestie devono poi determinare nella per-sona offesa un perdurante e grave stato diansia o di paura, ovvero un fondato timoreper la propria incolumità o per quella dipersone a lei vicine, oppure costringerla adalterare le proprie abitudini di vita. Questicomportamenti se diventano una patologiamedicalmente accertabile, comportano lalesione del bene salute protetto anche dall’art.32 della nostra Costituzione.Il reato prevede la pena della reclusione dasei mesi a quattro anni vita. La pena è au-mentata se il fatto è commesso dal coniugelegalmente separato o divorziato o da per-sona che sia stata legata da relazione affetti-va alla persona offesa.

MENO RAPINE, MENO SCIPPI.ATTENZIONE AI BOTTI DI FINE ANNO!

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volontariato

ANGELI DELLA VITA, UN 2012 RICCO DISODDISFAZIONIUn anno speciale quello vissuto dall’associa-zione Angeli della Vita che ha trovato ilsuo epicentro nelle attività della FattoriaSociale dedicata a Lena Lauriola. Doposei anni di attività una proposta innovativa ealternativa all’assunzione ma soprattutto allariduzione di farmaci per persone condisabilità di tipo autistico, disturbo del com-portamento, iperattività, ritardo cognitivo econ forme depressive di qualsiasi genere. Unconcetto terapeutico che il Presidente del-l’Associazione Giuseppe Tulipani ama pre-sentarlo come «una rivoluzione all’insegna del-la semplicità francescana sia nei metodi chenella dinamica». «Abbiamo avviato - dichiaraGiuseppe Tulipani. un percorso riabilitativo cheavvicina bambini, giovani e adulti agli animali, inparticolare al cane e al cavallo e l’implementazionedi attività manuali e didattiche riferite alla semina ecoltivazione dell’orto». Tutto questo non sareb-be stato possibile se l’Associazione non aves-se incontrato la solidarietà dei cittadini chehanno voluto sostenere questo progetto. In-fatti, tutto è accaduto nella secondo seme-stre dell’anno quando, la famigliaGuastamacchia ha concesso in comodatod’uso un terreno ubicato in località trincea,nella strada che collega il litorale diGiovinazzo alla ex S.S. 16. Luogo in cui quo-tidianamente, da giugno a metà ottobre nonè mancata la presenza del cavallo Luna edel cane Layla per introdurre l’avvicinamen-to a persone fragili e con disabilità di tipopsichico. «Il fenomeno – illustra EmanueleScaravilli esperto di cavalli e oggi volonta-rio dell’Associazione Angeli della Vita – èandato oltre le previsioni perché hanno beneficiatofamiglie intere e anche tutti coloro che attraverso ilcontatto con la natura si sono disintossicati dai ritmifrenetici della quotidianità”. Un impegno comu-ne e condiviso che tutti i soci hanno appro-vato. «Con l’avvento della stagione invernale – af-ferma Pasquale Atlante socio volontarioe responsabile del progetto ‘Sostegno esta-te…2012 alla fattoria sociale’ - abbiamo av-viato il percorso didattico e di attività legate mag-giormente alla terra quali la semina e la coltivazio-ne di funghi, di cavoli e di rape ed abbiamo seminatol’avena per foraggiare i nostri cavalli che da giugno2013 riprenderanno a collaborare con noi insieme atutti i ragazzi». Mentre si attuano i succitatiprogrammi, le volontarie attive dell’Asso-ciazione, Annamaria Marrano e AngelaPalmiotto (n.d.r. protagonista del calenda-rio de La Piazza nel progetto ‘Il rosagiovinazzese che funziona’a cura delladott.ssa Gabriella Marcandrea), provve-dono a dare sostegno didattico ai ragazzi

che non frequentano più lascuola mentre i volontariEmanuela Coviello, Anto-nio Caputo, Rosaria Frisario,Maria Giallonardo, Ales-sandra Rizzi e Maria Teso-ro si avvicendano nel sostene-re i ragazzi nelle attività ma-nuali di laboratorio «in partico-lare la lavorazione dei ferri utiliz-zati per gli zoccoli dei cavalli e pro-posti come nuova idea regalo per ilmercatino di natale e a favore dellafattoria sociale» così precisato dalvolontario Mimmo Turturro.Dal 2011 l’Associazione è inol-tre presente alla Fiera delLevante di Bari, presso lostand 152 bis del ConsiglioRegionale della Puglia perpresentare il report finale del-le attività e per ringraziarequanti hanno collaborato alla loro riusci-ta, catturando così anche l’attenzione deimedia, in particolare TG3 Puglia,Telenorba e La Gazzetta del Mezzogior-no. Quest’anno è stata l’occasione per rin-graziare oltre alla famiglia Guastamacchiaanche la famiglia di Antonio Rinaldi cheha voluto fortemente sostenere il progettocon la dedica della fattoria al ricordo dellaprematura scomparsa della congiuntaLena Lauriola senza dimenticare le Associa-zioni “I Nipoti della Nonna” e la Fratres.Quest’ultima ha donato parte del ricavatodella vendita del libro di poesie “Dal silen-zio le parole” del carabiniere-poeta Anto-nio Labombarda per le attività che in que-st’ultimo periodo dell’anno l’AssociazioneAngeli della Vita ha realizzato, da evidenziarel’adozione della cagnetta Layla e dei due ca-valli. Nell’anno 2012, inoltre, l’Associazionesi è avvalsa della presenza di figure istituzio-nali che hanno dato lustro e hanno sostenutoconcretamente i programmi. In primis il Pre-sidente del Consiglio Regionale della Puglia,Onofrio Introna e del Dirigente della “Tecadel Mediterraneo” Daniela Daloiso chehanno sottoscritto la convenzione deliberatadall’Ufficio di Presidenza il 27 marzo 2012per l’implementa-tazione a titolo volontario, presso la Teca delMediterraneo dello sportello di Cittadinan-za Attiva e quello del Nodo PuglieseAntidiscriminazione. Significativo anchel’interesse del Sindaco di Giovinazzo,Tommaso Depalma e dell’Assessore ai Ser-vizi Sociali, Michele Sollecito che, nella ge-

stione della nuova Amministrazione, han-no dato una svolta positiva sostenendocon il principio di equità tutte le propostemeritevoli di attenzione cittadina. Laciliegina sulla torta in questo 2012 che siappresta a terminare è di grande impor-tanza per l’Associazione ovvero l’ammis-sione al Tavolo Regionale per la Le-galità con la proposta del progetto «Di-ritti Universali e Antidiscriminazione»ordinata dal Ministero dell’Istruzione conla mediazione dell’Ufficio Regionale Sco-lastico. «Ora – conclude il presidente Giu-seppe Tulipani – ci aspetta un 2013 che miraa proiettare queste iniziative per avvantaggiare emigliorare la qualità della vita ai diversamenteabili presenti a Giovinazzo e città limitrofe conuno sforzo e una solidarietà che dovrebbe appar-tenere a tutti. Personalmente mi batterò in pri-ma persona e con l’Associazione Angeli della Vitaa difesa della restituzione dell’Istituto VittorioEmanuele per una funzione sociale e a favoredella nostra Comunità per salvaguardarlo ed evi-tare misteriose destinazioni a favore di privaticome l’appartamento di Piazza Vittorio Ema-nuele, n. 47».

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Giovinazzo: eventitutto l’anno e sconti

nei negozi per NataleUn rilancio turistico di Giovinazzo attraverso

un’offerta destagionalizzata, grazie ad unaoculatissima gestione delle poche risorse

disponibili e a sue sinergie personali, si starivelando davvero vincente la scommessa

accettata dall’ass. Enzo Posca: dopo lariuscitissima Giovinazzo Estate 2012, infatti, tuttauna serie di piccole e grandi manifestazioni haanimato la Città fino all’arrivo di queste feste.Impossibile elencarli tutti ma, affidandoci alle

immagini, cercheremo di fare una sintesialmeno degli ultimi eventi importanti a comin-ciare dall’iniziativa della mostra di abiti d’epoca

«L’antro delle streghe»- un grande successo dipubblico e media ( anche un servizio su TN) –

per poi finire a «Giovinazzo in Rosa» e al suofittissimo cartellone che spaziava dalle giornate

di prevenzione della salute al wellness, dalla danzaal teatro, dall’arte alla musica e persino con

l’anteprima di un «Omaggio ad Astor Piazzolla»

prossimamente in scena al Petruzzelli. Molto lospazio dedicato alla Cultura, declinata natural-

mente al femminile, attraverso la presentazionedi libri tutti di grande qualità e che hanno

richiamato a Giovinazzo anche il bel mondobarese e dell’ hinterland; primi inter pares, e uno

per ogni genere, citiamo per tutti “Dietro il

Chador” di Anna Gramegna, «Marta sa tutto» diRosanna Loizzo, il - manual for beginners - «Feng

Shui» di Alba Angiola e «Uva noir. La

commissaria Lolì tra passione e delitti» terzo librodella fortunata saga di Gabriella Genisi (il

primo «La circonferenza delle arance» fu presentatoproprio qui al Fronte del Porto). Un personag-

gio azzeccatissimo, questa Lolì della Genisi,tanto che ne è scaturita addirittura una fiction insei puntate con Micaela Ramazzotti a breve su

RAI 1. Non solo cultura ma è un risvegliogeneralizzato di quasi tutti i settori quello che si

sta verificando; doveroso al riguardo almenoun accenno alle attività promosse dall’ass.

Salvatore Stallone - non solo i GAL in corso,ma anche l’apertura dello sportello unico per leimprese e il tant’altro in cantiere – per il succes-

so personale riscosso con il coordinamento eavvio del progetto Giovinazzolife, voluto da un

consorzio di commercianti giovinazzesi che giàcon l’esordio del loro «Primitivo» hanno datoprova di che cosa sono capaci di fare stando

insieme. Per ora brillano le luci di Natale e deimercatini, sta adesso solo a noi premiare questo

ottimismo comprando qui più che altrove,anche grazie agli sconti proposti nel bellissimo

dépliant in giro un po’ dappertutto..FOTO E SERVIZIO ENRICO TEDESCHI

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34

DI GABRIELLA MARCANDREA

l’angolo del lettore

Una scelta precisa. Un lavoro che ti

cambia la vita. In un giorno qualun-

que. A Giovinazzo dove fuggono i

cervelli approda Frank Hoffmann, in-

gegnere tedesco che ha scoperto come

questa minuscola cittadina sul mare

potesse diventare la città del futuro.

Strano ma vero, adesso che

controtendenza due cervelli su tre

rientrano dagli Usa in Germania per-

ché l’interesse per il sistema scientifi-

co tedesco è cresciuto, Frank

Hoffmann ha affogato definitivamente

i suoi dubbi radicandosi vita natural

durante sul nostro territorio. Lieti que-

sto mese di ospitare il pensiero di un

innamorato di Giovinazzo che contri-

buisce a far crescere la filiale Getrag

che nella zona industriale barese dà

lavoro a 750 dipendenti. Fu nel 1998

quando l’industria di Ludwigsburg, lea-

der nel settore automobilistico nella

produzione di cambi manuali e auto-

matici, conferì a Frank Hoffmann, in-

gegnere originario di Treviri, la respon-

sabilità della nascente Getrag di

Modugno.

Grande determinazione e capacità di

analisi per Frank il tedesco che ha scel-

to senza alcuna remora il centro stori-

co di Giovinazzo per cercar casa:

«Avrei potuto scegliere Bari come residen-

za, non mi piaceva il centro storico. Allora

era buio e mal tenuto. Invece quello di

Giovinazzo era un gioiellino!». E nulla si

può rimproverare a tale convinzione,

perché in quel periodo vi era stata una

totale ristrutturazione promossa so-

prattutto dai privati che avrebbero tra-

sformato quel gioiellino in una vera

«perla» dell’Adriatico, collegata a 10

minuti dall’aeroporto, ferrovia e prin-

cipali arterie autostradali.

Giovinazzo, stretta tra due zone indu-

striali, quella di Bari e quella di Molfetta

ben collegate e che attualmente non

hanno nulla da invidiare alle province

del centro-nord, dal tramonto fino a

sera, da quando il sole si adagia lenta-

mente all’orizzonte e il mare trasparen-

te riverbera i suoi raggi dorati, è un

paesaggio che ha mozzato il fiato Frank

Hoffmann. «Non c’è paragone – spiega

l’ingegnere Getrag - se devo avventurarmi

in un confronto con la mia terra anche se da

noi c’è un maggiore senso civico e una grande

attenzione per il verde pubblico che qui biso-

gna cercare con la lente di ingrandimento».

Condivisibile il pensiero di Frank. «La

nostra gente deve cambiare nel piccolo per mi-

gliorare Giovinazzo, deve capire che se getta

una carta dal finestrino dell’auto o per ter-

ra, sta inquinando. Se lo fa sulle spiagge,

poi si ritrova tutto il giorno dopo. Non può

sempre recriminare nei confronti dei servizi

pubblici. È puro qualunquismo. Impariamo

a voler bene a tutto ciò che è pubblico e non

solo alla porta di casa. Altrimenti staremo

sempre lì a dire che gli altri, all’estero, fanno

meglio di noi».

Non importa però. C’è il mare, c’è la

magia delle bianche chianche e dei vi-

coli stretti così stretti che il sole sem-

bra concedersi una tregua. Qui, nel bor-

go antico, Frank Hoffmann avverte le

tracce dell’antica storia. «Ogni passo tra

le vie del borgo antico è un tuffo nel romanti-

cismo perduto».

La scoperta della nostra cittadina

Frank l’ha fatta in compagnia della sua

dinamicissima moglie Claudia che ha

deciso di seguirlo andando incontro al-

l’ignoto. E organizzandosi immediata-

mente, come solo i popoli del Nord

Europa sanno fare. Arrivata qui ha ini-

ziato a lavorare, sfruttando la sua lin-

gua madre e ora - udite, udite - apre un

bed and breakfast, una bella e signorile

struttura ricettiva in via Molfetta. La

vita si evolve, si cresce, si prova, si cam-

bia, si fanno esperienze nuove. «Sono il

sale della vita, smettiamola per favore di dire

che non riusciamo a far lavorare i nostri figli.

HOFFMANN, INGEGNERE GETRAG«A Giovinazzo,

alla ricerca

del romanti-

cismo

perduto»

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35 GENNAIO 2013

È ormai tempo di capire che, raggiunta una certa età devono

lasciare la mamma e il papà ed avventurarsi nel mondo con una

grossa preparazione alle spalle ma armati di tanto coraggio e

voglia di fare. Nessuno ci potrà mai regalare nulla». Frank e

Claudia Hoffmann, due ingegneri dal cervello d’oro con-

tano di rimanere a Giovinazzo almeno per i prossimi

dieci anni. Hanno investito convinti che il mare, le vie

del borgo, i muri e i fortifizi che hanno attraversato i

tempi, i palazzi e le chiesette e le sue nicchie in cui le

madonne sono veneratissime dai fedeli, sono l’impulso

economico per la storia di questa terra e insieme l’equi-

librio tra i diversi elementi che ne compongono il pae-

saggio che in molti devono sapere e imparare a cono-

scere: «È molto bello far notare che tanti amici e connazionali

sono disposti a venire qui e a scegliere la Puglia per l’architettu-

ra, la storia e la cultura, non solo per il mare e il cibo. Hanno

quindi necessità di alloggiare in un posto che possa offrire la

possibilità di essere nel centro cittadino ad un prezzo democrati-

co».

Segue un monito alle nuove generazioni: «La fuga dei

cervelli può servire. Lavorare viaggiando per il mondo, soprat-

tutto quando si ha voglia di fare esperienze e il proprio paese ha

dei limiti. L’importante è ritornare e offrire quel quid in più per

far crescere il paese». Pensieri e parole di Frank Hoffmann,

l’ingegnere tedesco che forse ha dimenticato che i

giovinazzesi sono stati grandi emigranti, che hanno col-

tivato i loro sogni puntando l’oceano o salendo sui treni

sbuffanti in direzione Nord-Italia o verso la stessa Ger-

mania senza fare più ritorno.

ha collaborato MICHELE DECICCO

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36

Un altro ordine cavalleresco che vide tra i suoi membri alcunigiovinazzesi fu quello di S. Giacomo della Spada, che sul finire del‘500 divenne però una semplice istituzione nobiliare.

CAVALIERI DI S. GIACOMO DE LA SPADA

L’ordine cavalleresco di S. Giacomo della Spada era un ordinemonastico militare che prese il nome dal patrono di Spagna, l’apo-stolo San Giacomo il maggiore, (fratello di Giovanni) le cui reli-quie nel IX secolo vennero traslate a Compostella, dove imme-diatamente ne sorse il santuario. Il luogo divenne meta di un con-tinuo pellegrinaggio da tutta la Spagna cristiana. Si gridò al mira-colo quando durante una battaglia, invocando S. Giacomo, i guer-rieri cristiani che giurarono di aver visto il Santo armato di spadacavalcare davanti a loro, sconfissero i Mori che stavano per so-praffarli. Da quel giorno S. Giacomo Maggiore Apostolo diven-ne il santo guerriero da invocare all’inizio di ogni “buona batta-glia” contro i nemici della Cristianità. Da tutta l’Europa comincia-rono a partire (e partono ancora oggi) innumerevoli gruppi difedeli per il pellegrinaggio a piedi al santuario spagnolo. Nel Me-dioevo questo pellegrinaggio rivestì, per il cristiano, quasi lo stessovalore mistico di quello in Terra Santa. E fu forse per questo che13 uomini d’arme ebbero l’idea di costituire un Ordine di Cava-lieri a difesa ed assistenza appunto dei pellegrini diretti al Santua-rio di San Giacomo di Compostella, in analogia a quanto faceva-no altri Ordini a Gerusalemme per i pellegrini in visita al SantoSepolcro.L’ordine cavalleresco di S. Giacomo della Spada, fondato da reAlfonso VIII di Castiglia, ricevette il 5 luglio 1175 la bolla di con-ferma da papa Alessandro III. I cavalieri dell’Ordine di Santiagoaccettarono i voti di povertà e obbedienza, scelsero la regola degliAgostiniani e i membri non erano obbligati a fare voto di castità epotevano contrarre matrimonio. Condizione indispensabile peressere Cavalieri di San Giacomo era quella di aver avuto nobilinatali. Dal 1652 dovevano provare i quattro quarti di nobiltà, siapaterna che materna, tanto il cavaliere che la sua sposa. L’aspirantecavaliere era tenuto anche ad un duro noviziato di 6 mesi d’im-barco sulle navi del re e di un mese in un monastero per appren-dere la Regola.La definitiva cacciata dei Mori dalla Spagna determinò una gravecrisi nell’Ordine, e nel 1523 papa Adriano VI riunì definitivamentealla Corona di Spagna l’Ordine di San Giacomo della Spada, aquelli, altrettanto famosi e potenti, di Calatrava e di Alcantara. Daquel momento l’Ordine diviene una semplice istituzione nobiliare.

GIOVINAZZESI CAVALIERI DI S. GIACOMO

Più d’un giovinazzese appartenne a quest’ordine. Raffaele Gelaovissuto nella prima metà del ‘600 dovette ricevere l’investitura pri-ma del 1630. In un atto notarile del 10 settembre 1651 di cui egliè parte, si legge infatti che quale «equite sancti Iacobi de spada»dopo venti anni di cavalierato al servizio del re, si ritirava peranzianità (ASBa, Piazza di Giovinazzo, sk. 14 not. Cellammare,vol. 197, f. 41).Dieci anni dopo sempre lo stesso Raffaele Gelao con il titolo dicavaliere dell’Ordine di S. Giacomo della spada, dispose che dopola sua morte alcuni suoi beni fossero destinati a due vergini «incapillis» (ASBa, Piazza di Giovinazzo, sk.12 not. Gregoriano, vol.165/1, f. 29, atto del 6 giugno 1661).Furono anche cavalieri di quest’ordine Domenico Chiurlia e suofiglio Nicolò. Se di Domenico rileviamo essere «cavaliere dell’abi-to di S. Giacomo» poiché così viene identificato in un atto di cui èparte (ASBa, Piazza di Giovinazzo, sk. 18 not. Cianciola, vol. 302,f. 28, atto del 26/03/1698), di Nicolò invece abbiamo ritrovato ilformale atto di investitura rogato dallo stesso notaio Cianciola il

storia

GLI ORDINI RELIGIO

DI DIEGO DE

16 agosto del 1699 (ASBa, Piazza di Giovinazzo, sk. 18 not.Cianciola, vol. 303, f. 139-143).L’atto, ha una particolare valenza non solo storica ma anche emo-tiva perché ci porta virtualmente nella chiesa del «Convento del-l’Ordine di S. Agostino heremitano della città di Giovinazzo»,insieme al notaio Cianciola che in quella sede rogò l’atto, con ilquale Nicolò Chiurlia, dinanzi al priore del convento, fece la suaprofessione di fede ai Cavalieri di S. Giacomo alla Spada. IlChiurlia doveva aver trascorso nel convento de Vales il novizia-to e lì avrebbe dovuto prestare giuramento all’Ordine, ma permissione era in viaggio nel Regno e ricevé pertanto una derogadi pugno del re Carlo (II di Spagna, IV di Napoli) che lo auto-rizzava a compiere la sua professione di fede in un qualsivogliaconvento «dove vi ritrovarete de’ miei regni de Italia». La chia-rezza e i dettagli forniti in quest’atto, compensano la difficilecomprensione dell’atto rogato in spagnolo per l’investitura nel-l’Ordine di Calatrava (v. numero precedente).

L’ATTO DI NOMINA

«Sappiano per il presente atto de professione tutti quelli che lovedranno, come nell’anno della natività de nostro signor GesùChristo de 1699 del pontificato del nostro padre InnocenzioXII per la divina providenza a 16 del mese d’agosto de la setti-ma indizione in questa città di Giovinazzo nel regno di Napolidentro la venerabile Chiesa del convento di S. Agostino dell’or-dine heremitano sotto il titolo della Madonna della Gratia delladetta città (ndr è la prima volta che si ritrovi così denominata lachiesa di quel convento) e proprie avanti l’altare maggiore didetta chiesa per la matina ad hore quindici in circa: per quanto ilsig. d. Nicolò Chiurlia cavalliero dell’Ordine di S. Giacomo de laSpada per mandato di sua maestà d. Carlo secondo nostro re esignore administratore perpetuo per authorità apostolica de lodetto Ordine de santo Iacono, personalmente se presentò nelladetta chiesa de la Madonna de la gratia, et avanti al molto rev.padre fra Ambrosio de Angelis priore del detto convento perfare la sua solenne professione in luogo di farla nel convento deVales, nel quale era obbligato con assistenza di due messe, comeper la detta real cedula firmata da sua maestà in carta sigillata delsuo siggillo et referendata da d. Giovanni de Corral suo segreta-rio con data de 29 maggio 1699 appare et con le firme dell’altrisigg. del real consiglio dell’Ordine». Il notaio lesse quindi il con-tenuto della real cedula firmata da sua maestà: «Il Re, per quantoper parte di noi d. Nicola Chiurlia cavaliero novitio de lo Ordi-ne de S. Giacomo, qual administratione perpetua tengo perauthorità apostolica, se me ha rapresentato che per ritrovarcicon alcune occupationi nella città di Napoli, non potete venire alconvento de Vales a fare la vostra porfessione, (come seteobligato) supplicandome fosse servito dispensare la potessimofare in detta città, o parte dove vi ritrovarete de miei regni, deItalia, con una breve assistenza, o come la mia mercè fosse, etper resolutione à concluso del mio consiglio del’Ordini, ho te-nuto per bene de venire in quello, per tanto in virtù della presen-te commetto e comando al priore, rettore, o sub priore delconvento o collegio de sant’Agostino, e non avendolo all’habbatede S. Benedetto, o S. Bernardo o prelato de qualsivoglia Religio-ne, dove vi ritrovarete de’ miei regni de Italia, che constando

GIOVINAZZESI INVEST

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37 GENNAIO 2013

nostra

2^ PARTEOSO-MILITARI

E CEGLIA

haver un’anno complito, che havete ricevuto l’habito e che statebene instrutto nella regola, et altre cose che li cavvalieri della det-ta Ordine di S. Giacomo devono sapere, o che siate stato inapprobatione all’assistenza di due messe nella chiesa de uno dellireferiti conventi, riceva da voi in mio nome, et per mia authorità,come tale administratore la professione espressa che nella dettaOrdine sete obligato fare per scrivano, o notare che di quello diafede, con le benedittioni e sollennità che lo stabilimento di quelladispongono, senza riparo che l’havessimo da fare nel conventode Vales, nel che dispenso per questa volta rimanendo in suaforza per l’avvenire et nel testimonio che avete da rimettere aldetto mio conseglio dell’ordini ha da venire inserta questa miacedula et la forma della professione e dichiaratione dell’altritituli e dispacci, con conditione che non venendo così in questaconformità firmata dal prelato che dovrà, la professione, e davoi il referito, d. Nicola Chiurlia firmado dal detto scrivano, onotaro, dentro de quattro mesi seguenti a quella non se teneràper bastante, ne vi si liberarà l’assiento del nostro mantenimento,e de questo dispaccio non se deve il deritto della mezza armata,et dichiaro che havete pagato li docati 100 della limosina chedovevimo satisfare alle monache. Data in Madrid a 29 de mag-gio 1699 – Io il Re».

L’INVESTITURA

Nicolò Chiurlia si pose in ginocchioni davanti al padre priore fraAmbrosio al quale aveva già mostrato un atto publico rogato il29 di gennio del 1698 che attestava ch’egli in quella data avevagià ricevuto l’abito dell’ ordine di S. Giacomo, ed era stato no-minato cavaliere per mano di don Giovanni de Villareal [...],cavaliere veterano del detto ordine. Il notaio Cianciola acquisìagli atti prima le deposizioni del priore: «Io padre fra Ambrosiode Angelis priore del Convento della madonna della Gratia del-l’Ordine di S. Agostino heremitano della città di Giovinazzo nel

DIEGO DE CEGLIA

regno di Napoli, per la presente fo fede come havendo venutoin questo convento il sig. d. Nicola Chiurlia cavaliero dell’ordinedi S. Giacomo a fare sua sollenne professione et presentationeet vista da me la real Cedula de sua maestà toccante a sua pro-fessione, essendomela con tutta riverenza (posata) sopra la miatesta per complimento di quella, et havendo assestito a due messene la detta chiesa … conforme se ordina in detta real cedula,dando mostra di gran virtù, humiltà et esempio, et havendoloesaminato nella regola, e trovandolo in tutto habile, esercitato esufficiente, lo approbai et admettei, come per la presente loapprovo et admetto alla sollenne et espressa professione de suaordine e cavalleria. In fede nella quale l’ho dato la presente fir-mata de mio nome et sigillata con il siggello del detto convento,data nella città di Giovenazzo e nel detto convento lì 16 agosto1699. Io fra Ambrosio de Angelis priore fo fede come di so-pra». Il notaio Cianciola era lì a rogare «per assenza del notaroreale Antonio Iannocaro delli tre Ordini militari nella città e Re-gno di Napoli che suo ordine, a fine di farse da me copiaauthentica et consignarla al detto, affin de conservarla nel regi-stro che come tal notario reale tiene dell’atti de armamenti, eprofessioni de sigg. cavalieri di detti tre Ordini militari». Eranopresenti alla stesura dell’atto, con funzione di testimoni: Giovan-ni Angelo de Rossi, giudice a contratto, e i reverendi canonici d.Michel’Angelo de Angelis, don Francesco e don Camillo Anto-nio de Martucci, fratelli, e ancora i reverendi canonici d. OronzioFanelli e d. Francesco de Venuto, di fronte ai quali il cavaliereChiurlia fece la sua professione di fede pronunciando le seguen-ti parole: «Io d. Nicolò Chiurlia me offerisco a Dio et a SantaMaria et al buon aventurato apostolo san Giacomo e promettoobedienza al nostro Maestro o administrator perpetuo che èdel detto Ordine e cavalleria de S. Giacomo per authorità apo-stolica et a suoi successori o administratori della detta Ordineche per tempo saranno canonicamente entrati, e fò voto, e pro-metto de vivere in castità coniugale, e senza proprio, secondo laregola, privilegii, e statuti della detta Ordine sino alla morte ecossì anco fo voto de tenere difendere e guardare in publico etin segreto che la Vergine Maria madre d’Iddio et Signora nostrafu concepita senza macchia di peccato originale».Il padre priore così concluse la cerimonia: «Noi per virtù dellapotestà a noi concessaci per sua maestà nostro prelato, cossì anoi ricevamo per nostro fratello et vi promettemo il pane etacqua et la mercè della detta ordine at a voi damo parte in tuttili sacrificii et orationi e beno spirituali che se hanno fatto nell’or-dine sino alla giornata d’hoggi e se faranno da hoggi avanti sinoalla fine del mondo et Iddio vi faccia buon cavaliero».

La Santa Sede, oltre ai propri ordini equestri, riconosce oggidue soli ordini cavallereschi: l’Ordine Equestre del Santo Sepol-cro ed il Sovrano militare Ordine di Malta di quest’ultimo cioccuperemo nel prossimo numero.

TITI DI CAVALIERATO

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38

Da quanto tempo non ho più visto edascoltato i cantastorie. Sono scomparsi persempre e le loro favole non trovano postonel progresso, nella civiltà e nel cemento. Tra-volti dal tempo come anticaglie inutili. Ep-pure, per noi ragazzi, quei vagabondi conuna sacca a tracolla avevano del fascino:creature cariche di mistero, giramondo ri-masti fanciulli, fuori dal tempo, raccolti inun arcano romitorio di sogni e miti.Le loro storie d’amore e d’armi, le avven-ture, facevano diventare i nostri occhi liqui-di. E quante, quante volte, imbambolati, da-vanti alla tela ruvida, dipinta di scene, ci asciu-gavamo le guance imperlate di qualche la-crima. Vagabondi d’amore e di favole! Pernoi ragazzi era «l’uomo nero» perché era ungirovago coperto di stracci scuri con unabarba ispida ed incolta, nera come il carbo-ne, una giacchetta sdrucita, le scarpacce senzalacci, i pantaloni lordi e laceri. Spuntava daltaschino cavernoso della giacca la tricuspidedi un fazzoletto rosso che forse voleva es-sere il segno di un’aristocratica distinzionedagli adulti, insomma la fierezza di in un’ani-ma di poeta. Era di domenica mattina cheveniva sempre il nostro cantastorie, versole dieci. Si usciva, in fretta, dalla chiesa chias-sosi per i vicoli del paese, sparsi qua e là,tutti vestiti con l’abito della domenica, scar-pe lucide, la scriminatura sulla chioma deicapelli. Si percepiva da lontano il suo arri-vo.- «Ehi! L’uomo nero». E quanta sana allegriafaceva nascere quel festoso schiamazzare deimonelli che gli ciondolavano attorno avi-damente, aspettando il nettare dei suoi in-cantesimi: parole di sempre, ma nuove, fre-sche, vive. Cantastorie d’infanzia! Ce n’era-no più di uno. Chi veniva dai paesi vicini,chi addirittura dalla Sicilia, quest’ultimo nonavrebbe fatto più ritorno a Giovinazzo. Ma

l’uomo nero era inconfondibile. Lo vedeviavanzare dal vicolo scuro della periferia,tutto inarcato. Con mano terrigna sostene-va l’imboccatura di un sacco di cenci getta-to sulle spalle, con l’altra solitamente ad-dentava un tozzo di pane inzuppato d’ac-qua e condito di pomodoro e sale. Ma, suquel volto rugoso e coriaceo, disfatto daglianni e dal continuo vagabondare, splende-vano i suoi grandi occhi cavernosi di unaintensa azzurrità. Correvamo giuliviall’«uomo nero». Ci conosceva tutti, ricor-dava i nomi dei ragazzi di altri quartieri,delle borgate vicine, quelli che abitavano neicascinali di campagna.Il vecchio si fermava di fronte il fabbrica-to dell’Istituto, prima del giardino comu-nale oppure in Piazza Porto dove si racco-glievano più persone. Apriva il sacco e tra-eva le sue povere cianfrusaglie; pezzi di stof-fa, una tela, fili di spago, una bacchettinamagica, zolle di carbone, scatole misterio-se. Sulla tela che, fissata ad un chiodo,dispiegava sul rustico bugnato delpalazzotto, erano rappresentate figure e sce-ne, dolci e tristi, vicine e lontane ma tutteovattate di arcano incanto. Tela evocatricedi fantasmi! Una spelonca scura come lapece con una processione di topacci, il visoimperlato di una bimba incatenata al buio,una ciotola con un tozzo di pane e acqua,la figura di una matrigna dagli occhi spiri-tati, armata di randello: acquarelli della suaanima bambina. E non mancavano fanciullerapite da cavalieri erranti, boschi popolatidi incantesimi e, poi, una gran quantità dimaghi, orchi, fattucchiere, draghi, streghe,nani, folletti. Da quella tela, traeva le sueeterne favole, piene di pathos e poesia.Anche gli adulti, alla fine del racconto, sisentivano pinzare la pelle e scombussolaredentro. Sugli usci delle case si affacciavano

donne e vecchie, lasciando le occupazionidomestiche. Si diffondeva il profumo delragù della domenica. Anche il venditore dilupini con il saccolo gocciolante dietro la bi-cicletta, si fermava un po’ ad ascoltare ilcantastorie. E quando ricominciava il suogiro, se ne andava cupo ed assorto, gravatodi arcano silenzio. L’uomo nero, a manicherimboccate, con un mozzicone di sigarettatra le labbra screpolate ed annerite, aprivauna sorta di cassetta rettangolare: scrigno difantasie. Con un gessetto disegnava a terraun semicerchio. Lungo quella linea, si dispo-neva la piccola folla. Avanti, i piccoli, dietrocon le teste allungate, gli adolescenti e in ulti-mo uomini e donne con aria distratta, timo-rosi di farsi scoprire davanti al cantastoriecome bambini. Sapeva di porte contare enllacollaborazione di qualche anziana che gli of-friva una ciscranna ed un tavolo sganghera-to e sconnesso. Su di esso lasciava la giaccaed una bacchettina. Cominciava a batteredelle ferraglie per richiamare i distratti ed ilontani. Quello era l’inizio dello spettacolo.Per noi era un vagabondo, ebbro di favolee sogni, un uomo rimasto fanciullo ed ubria-co di fantasmi; per gli adulti, invece, uncialtrone che non vuole lavorare, uno che«spara il lavoro» - dicevano. Quante volte,noi ragazzi dimenticavamo di fare quello chele mamme ci avevano ordinato: comprare il

SCENE DI VITA D’ALTRI TEMPI

IL CANTASTORIE

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39 GENNAIO 2013

sale, salutare gli zii, non sciupare l’abito delladomenica. Il racconto nasceva vivo, vero dallesue labbra e le parole erano dolci come l’az-zurro dei suoi occhi buoni. L’uomo nero era labacchetta magica che comandava i nostri sen-timenti, a suo piacimento. L’odio, l’amore, lapietà, la repulsione, lo sgomento erano folateche avvampano dentro, indelebili.Spento il clamore delle ferraglie, il vecchio co-minciava.- Questa è la storia di una povera fanciulla. Si chiama-

va Adele. Eccola qui. Vedete quanto è bella!

E la indicava con una pertica.

- La mamma moriva, quando la bimba nasceva. Que-

sto qui - commentava - è il letto di morte.

Non un solo respiro tra la folla dei presenti:occhi avidi, colli eretti, il cuore in subbuglio.- Il padre si risposò ma, per lavoro, partì lontano, la-

sciando la bimba alla matrigna.Si vedeva la matrigna più brutta del debito,imbellettata di cipria e cosmetici.- La matrigna non è la mamma. Ecco la fine che fece

Adele. Eccola là, nello scuro della cantina, a pane ed

acqua, tra topi e ragnatele.Un cespuglio di capelli biondi palpitava sullespalle e i suoi occhi glauchi esprimevano un’in-dicibile dolcezza.Ci invitava ad osservare lo sguardo della fan-ciulla, un volto proteso verso una finestrellaquanto un ditale per la quale scendeva un esilefascio di luce che sfogliava il suo carcere, rive-landone lo squallore e la sporcizia. Si sentivatra i presenti, un grido subito represso:«malafemmina». In quei momenti, gli adulti ac-carezzavano i propri figlioli, li scoprivano inuna nuova luce, godendo della loro presenza.Credo che nessun genitore allora potesse avereanimo di matrigna. Noi ragazzi sentivamo far-si molli le carni e scorrere un tremito. In tuttiera visibile l’odio contro quella maledettadonnaccia che se ne stava al caldo del camino,a scialare, davanti ad una tavola riccamenteimbandita, mentre al buio, si incadaveriva quellapovera creatura. A quel punto, anche il vecchiomendicante d’amore si commuoveva; eppure,chissà quante volte, aveva raccontato l’episo-dio doloroso.- Un giorno, - continuava - la fanciulla scappò. Nes-

suno seppe dove fosse andata. La matrigna era conten-

ta, ma il vecchio padre si disperava. Dopo tanti anni di

attese e delusioni, mentre il vecchio è prossimo alla mor-

te, un tale gli annunzia che gli vuole parlare una bella

signora. Padre e figlia si ritrovano. Ma, il Signore non

paga di sabato: ecco la fine della matrigna. Sola, di-

strutta da un tumore, sola come un cane.

Dalla folla usciva un impeto di gioia per l’in-contro tanto atteso e per la punizione di quelladonnaccia. Noi ragazzi ci sentivamo migliori.Dentro il nostro essere vivevamo per intere set-timane l’immagine di Adele, il viso del vecchiopadre, la brutta fine della matrigna.Quando la storia finiva, il vecchio concludeva:

Anche quest’anno le famiglie regionali ed estere presenti a Milano hanno incontratol’Arcivescovo Card. Angelo Scola per il tradizionale augurio natalizio rivolto inoccasione dei festeggiamenti di sant’Ambrogio patrono della città. La delegazionedell’Associazione Regionale Pugliesi, guidata dal Presidente cav. Dino Abbascià edal Responsabile culturale nonché nostro collaboratore avv. Agostino Picicco, ave-va anche la presenza dell’arch. Enzo Posca, Assessore alla Cultura del Comune diGiovinazzo, presente a Milano e invitato dall’Associazione a questa manifestazionecomprensiva del discorso alla città che l’Arcivescovo rivolge ai rappresentanti delleistituzioni lombarde. Durante il colloquio il Cardinale ha rivolto cordiali parole dibenvenuto all’Assessore Posca, rilevando con apprezzamento il lungo viaggio daGiovinazzo.

- Questa è la storia di Adele.

Tutti gli battevano le mani, qualcuno siaffrettava ad asciugare gli occhi imperlatie rossi di lacrime. Il vecchio sorrideva.Piovevano ai suoi piedi monetine da diecie ancor più fichi secchi, cotogne, uvapassa, qualche involucro di ceci, fave, pi-selli, melograne, tozzi di pane casereccio.Era quello il prezzo delle sue storied’amore e di morte. Il vecchio «uomonero», contento, raccoglieva quel bendidioe lo custodiva nella tasca cavernosa dellagiacca.- Grazie, grazie a tutti - diceva.Qualche donna, poi, svuotava in un ba-

rattolo, una pignatta di fagioli cotti, qual-che altra tirava fuori qualche moneta.C’era però chi si allontanava pensoso sen-za regalare nulla. Il vecchio raccoglieva isuoi cenci, toglieva la tela dal muro, laripiegava nel sacco e si allontanava, tuttoaggruppato e curvo, carico di mistero edi fascino. Noi lo seguivamo fin tantoche non scompariva dal nostro quartie-re. Chissà dove sarà andato il cantastoriedi un tempo! Come vorrei riascoltare lesue leggende, come allora, di domenicamattina, vecchio poeta di bimbi!

ANGELO GUASTADISEGNI

IL SALUTO NATALIZIO DEL CARD. SCOLA

ALLA DELEGAZIONE DEI GIOVINAZZESI

IL SALUTO NATALIZIO DEL CARD. SCOLA

ALLA DELEGAZIONE DEI GIOVINAZZESI

Page 40: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO GENNAIO 2013

40

evento

«Il crollo di un muro, due torri e treprincìpi è alle origini della nostra epo-ca. Con il muro di Berlino cadde il co-munismo, sorse l’Europa e dilagò laglobalizzazione. Con le due Torri ge-melle cadde la supremazia inviolata de-gli Stati Uniti e riemerse la storia delfanatismo. Ma col declino di religione,patria e famiglia si spegne la civiltà e siridisegna radicalmente la condizioneumana» . Solo un passo estrapolato dauna ben più articolata e argomentatapresentazione autografa in seconda di co-pertina, ma più che sufficiente a dare un’idea,a mo’ di assaggio di un’anguria agostiana,del livello eccezionale di questo libro «DIO,PATRIA E FAMIGLIA dopo il decli-no» che il suo autore, Marcello Venezia-

ni, ha presentato nella sala S. Felice il 30 no-vembre u.s. Un incontro fortemente volu-to, quasi a suggello dell’intensa attività cul-turale svolta in questi mesi, dall’assessoreEnzo Posca affiancato al tavolo dal gior-nalista Manlio Triggiani e con la presenzadel sindaco Tommaso Depalma, eviden-temente compiaciuto di avere a Giovinazzouna delle personalità di maggior spicco dellacultura italiana. Giornalista, filosofo e scrit-tore di origini biscegliesi, Veneziani è unavoce libera e fuori dal coro, da qualsiasi coro,anzi un ‘sedevacantista ‘ - come adesso lui stes-so si definisce politicamente - e proprioquesta sua ultima opera ne è la prova piùche tangibile; riduttiva, dunque, la definizionedi ‘intellettuale di destra’ con cui molti con-tinuano ad etichettarlo anche quando parla,come in questo caso, di valori universali che«sono stati il fondamento ideale e morale, storico e

pratico della vita umana e di ogni civiltà». Idealisenza tempo ma che adesso si cerca diaffossare perché divenuti di ostacolo al pro-cesso di globalizzazione tecnico- finanziariaoggi in atto nel cosiddetto mondooccidentalizzato. «I problemi sono iniziati con la

modernità, l’individualismo e il libero scambio com-

merciale. Privati dei punti fermi (famiglia, chiesa e

ideali politici) cerchiamo nell’altro quello che prima

ci veniva dall’appartenenza ad una comunità» enon sono parole pronunciate da Venezia-ni, queste ultime, bensì dal guru dell’amore, ilfilosofo cool d’oltralpe Yann Dall’Aglio che,pur partendo da un’ indagine con finalitàdiverse, giunge né più né meno alle stesseconclusioni cui è pervenuto il suo collegaitaliano. La prova, ove ce ne fosse biso-gno, dell’esistenza di una sofferenza indi-viduale e sociale, universalmente percepitae diffusa, che in ogni caso trae origine dauno stesso, riconosciuto denominatore co-mune: la perdita di quei tre riferimenti fon-damentali per l’uomo e senza dei quali di-venta praticamente impossibile per lui riu-scire a dare un significato vero alla sua stes-sa esistenza. Tornando al nostro, Venezia-ni ha comunque avvertito di guardarsibene dal radicalizzare gli stessi concetti diDio, Patria e famiglia perché «Un Dio che

viene esaltato e celebrato troppo porta alla teocrazia,

un sentimento patrio estremizzato origina razzi-

smo ed una famiglia, vista come

nucleo individualista avulso dalla so-

cietà, si trasforma in familismo ano-

malo». Un’analisi lucida percor-rendo tremila anni di storia eusando anche i miti come me-tafore (Ulisse e il suo talamo)Veneziani è riuscito addirittu-ra a stupire con il suo origina-le modello funzionale attraver-so cui poter spiegare la con-dizione umana (due diversitriangoli isosceli che la rappre-

sentano in modo chiarissimo) e conil quale è pure possibile, mettendo aconfronto passato e presente, avereuna netta prefigurazione del futuro(non certo roseo) cui stiamo andan-do incontro. Di qui il suo appello adun ritorno salvifico alle proprie ori-gini e alla tradizione intesa anche «come

significato intrinseco della vita». Oltre dueore fitte in stretto feeling con un pub-blico numeroso e letteralmente rapi-to, un appuntamento indimenticabi-

le questa presentazione di ‘Dio, Patria e Fa-miglia verso il declino’, libro ‘filosofico e non

politico’ che già si annuncia da subito comeuna nuova pietra miliare del pensiero italia-no e non solo. Mai visto comunque tantoentusiasmo da noi per un avvenimento let-terario, al punto che essendosi nel frattem-po fatto tardi alla fine Veneziani ha accetta-to di buon grado l’invito a fermarsi aGiovinazzo per concludere la serata. Desti-nazione, naturalmente, qualche locale d’at-mosfera del centro storico . E anche qui siè finito inevitabilmente col parlare di cultu-ra e della nostra terra, cui Veneziani èlegatissimo e che conosce profondamente,anche se alcuni particolari sulla nostra cittàgli sono sembrati pressoché inediti. Nulladi strano in tutto questo: è solo la dimo-strazione che Giovinazzo, regolarmente di-menticata ed in penombra da sempre, habisogno di farsi conoscere un po’ di più.Ma forse siamo già sulla buona strada.

«DIO, PATRIA E FAMIGLIA» A GIOVINAZZOE MARCELLO VENEZIANI RISCOPRE PURE LA NOSTRA CITTÀ

ENRICO TEDESCHI

Page 41: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO GENNAIO 2013

41 GENNAIO 2013

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Prendi una elegante casinanobiliare del XVII secolo dal-le straordinarie bugnediamantate, illuminala al suointerno con i mille riverberisoffusi dei cristalli che sem-brano disegnare sui tavolienormi candelabri scesi, ani-ma quei flutes con milioni dibollicine dorate e ramate in un’atmosferasoft da grandi occasioni mentre il vociaresommesso e raffinate note di sottofondosi fondono in un’unica armonia… Ades-so chiudi gli occhi ed immagina di agitaredolcemente il tutto con lenti movimenticircolari della mano ed eccoti entrare an-che tu, per un attimo e con la fantasia, nelmondo magico di CALICI E PIETREANTICHE, la riuscitissima manifestazio-ne che il 24 novembre scorso un pool dicommercianti ha messo su a Corte Mera-viglia per poco più di un centinaio diselezionatissimi clienti. Un modo per farconoscere l’eccellenza dei loro prodotti e

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CORTE DELLE MERAVIGLIE EBOLLICINE DI QUALITÀ

servizi, ma anche dimostrare comeGiovinazzo è ora in grado di competere,anche in termini di offerta qualitativa di altagamma, con le migliori realtà vicine anchese, almeno e per ora, limitatamente nel cam-po per lo più dell’enogastronomia. E perfar capire che si sta facendo veramente sulserio ha scomodato, coinvolgendolo, nien-temeno che un guru del settore del calibrodi Vittorio Cavaliere che, ed è stato davve-ro un evento, è venuto qui per dare unaindimenticabile lectio magistralis di enologiache ha spazzato di colpo molti di quei luo-ghi comuni circolanti grazie a pseudo in-tenditori e sommeliers della domenica. Un

vero e proprio pericolo questi ultimi, per-ché con le loro false indicazioni hanno ali-mentato e purtroppo continuano ad ali-mentare un mercato che danneggia nonpoco la nostra già abbastanza scassata eco-nomia. E proprio citando Robert Parker,il critico del vino più famoso ed impor-tante del mondo, abbiamo per esempioappreso da Cavaliere , che è italiana – enon è quella che pensano i più - la quartamiglior bottiglia con le bollicine del pia-neta. Le prime tre naturalmente francesima con costi da gioielleria. Beh, avvici-nandosi le feste, questa notizia è già statadi per sé un regalo, o no?

EVENTO

Page 42: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO GENNAIO 2013

42

ALFA 147 1.9 MJ

ANNO 2007

MERCEDES CLASSE A 180

ANNO 2007

FIAT PANDA 4X4 1.3MJ

ANNO 2010

FIAT G. PUNTO 1.3 MJ

ANNO 2008

NISSAN MICRA 1.2

ANNO 2006

FORD KA 1.3

ANNO 2009

CONTRADA CASTELLO, SVINCOLO STATALE 16 - GIOVINAZZO

STRADA PROV. GIOVINAZZO-BITONTOCELL.349.8111416 - FAX 080.394.88.44

Page 43: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO GENNAIO 2013

43 GENNAIO 2013

Dolce Ivan, eri e sarai il«Principe delle chiavi». Ades-so starai aiutando San Pie-tro in cielo ad aprire qual-che porta. Lassù però ècome quaggiù. Ricordati dinoi. Come faremo adessosenza te? Non potrà mai na-scere un altro «Principe del-le chiavi» come te. Nessunoè uguale a se stesso. Nonc’era giorno che non capitava di trovarti davanti unaporta chiusa. Le hai aperte tutte e ora si spalancheràanche quella dove risiedono gli angeli. Tu, dolce Ivan,eri il Principe delle Chiavi che mi ha certificato l’infalli-bilità terrena delle serrature blindate più resistenti. Nonc’era serratura infallibile perché tu avevi sempre la tua«chiave alternativa….».Tu, dolce Ivan, eri il Principe delle chiavi che ha apertoi cuori di tutti i giovinazzesi. La tua vita negli ultimitempi era diventata come la tua mountain- bike:frammista di famose discese ardite e di risalite. Hai lot-tato come il migliore dei gladiatori. La tua sconfitta è lastessa che accomuna noi comuni mortali dalla nascita.Adesso comincia la vera vita. Già ti immagino che sta-rai pedalando con la tua fedele mountain-bike per sen-tieri celesti. Lo stai facendo con San Pietro, che nonriuscendo a restar a ruota, con la lingua penzoloni, tistarà ammonendo: «Non ho oro né argento per i vincitori,ma quello che ho te lo do. Nel nome del Signore, ti prego, rallen-ta!». Buon viaggio tra le montagne celesti, quelle vereche hai sempre sognato in terra. Pedala in pace, dolceIvan. TOM.

PEDALA IN PACE, PRINCIPE!

il ricordoDI TOMMASO DEPALMA

ANNIVERSARIO

GIULIODIBARI

NICOLAON. 21APRILE 1919M. DICEMBRE 2012

ANTONIAMASTROPASQUA17 LUGLIO 2008

«Vivete sempre nei nostri ricordi. E tu, pa-dre… sono tanti gli anni che non ci sei, ma vividappertutto, in ogni angolo, in ogni viottolo,in ogni anfratto della nostra vita. Un vuotoincolmabile ci hai lasciato, ma il tuo ricordorafforza il nostro spirito e la nostra mente dan-doci la forza di sopportare ogni disagio dellavita e viverla con dignità e coraggio». I tuoifigli Piero, Crocco con i suoi fratelli Gaetano eVincenzo e tutti quanti loro che li circondano.

NICOLAALTAMURA30 DICEMBRE 1996

LUTTO

UN ESEMPIO DI SAGGEZZA E

UMANITÀ. RIMANI PER SEMPRE NEI

CUORI DI TUTTI COLORO CHE

L’HANNO CONOSCIUTO E AMATO!

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44

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45 GENNAIO 2013

Page 46: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO GENNAIO 2013

46

L’ANGOLODI FIDO

NÈ VINCITORI NÈ VINTIL’estate appena trascorsa, per animalisti e

detentori di cani, non è stata sicuramente una

stagione da ricordare. Per spiegare come tutto ha

avuto inizio dobbiamo tornare indietro al mag-

gio 2012, mese in cui la campagna elettorale per

la carica di primo cittadino, finalmente si spegne

e lascia spazio ai numeri, ai risultati e ai ringrazia-

menti. E’ stato proprio un comizio di ringrazia-

mento dell’attuale Primo Cittadino, tenutosi po-

che ore dopo la vittoria al ballottaggio, a lasciare

perplessi molti animalisti ed amanti dei cani, fino

ad allora inebriati ancora con le promesse di aree

verdi per i cani e parco canile. Le sue parole infatti

«daremo vita dura ai detentori dei cani», tuonò

quella sera in Piazza Vittorio Emanuele come

l’iniziò di una faida tra coloro che sono stati

ribattezzati da una parte cinofili e dall’altra

cinofobi. Il sospetto che presto il clima sarebbe

diventato più acceso e carico di tensione, si è av-

vertito quando il 16 luglio è entrata in vigore

l’ordinanza n.42. Sottoscritta dal Sindaco e for-

temente voluta da tutti i consiglieri comunali

della maggioranza, l’ordinanza che obbliga giu-

stamente i detentori dei cani alla raccolta delle

deiezioni canine, risulta però piena di

incongruenze ed inesattezze, alcune anche sotto

l’aspetto normativo, ma la cosa più preoccupan-

te e’ la totale mancanza di tutela a favore dei cani.

L’obiettivo ora tramite questo articolo è quello

di provare a dare delle dritte affinchè si possa

rimediare a questa situazione. La prima

incongruenza si riscontra verso la fine del punto

primo: «In nessun caso sarà ammesso che il pro-

prietario del cane, lo lasci vagare liberamente alla

ricerca del luogo ove poter svolgere le proprie

funzioni ad eccezione dei luoghi preposti». Ma

quali sono i luoghi preposti? Esistono luoghi

preposti per i cani nel nostro Paese? La risposta

è negativa, ma ancor più negativa è la situazione

relativa all’ingresso dei cani nelle aree verdi pub-

bliche. Il sindaco infatti è deciso nel far rispettare

i cartelli che vietano l’ingresso ai cani in Piazza

Garibaldi e più volte ha minacciato multe severe

per coloro che violino tale divieto. Un cartello

quello esposto nella nostra villa comunale, asso-

lutamente privo di fondamento come dimostra

una sentenza del Tar del Piemonte prima e del

Veneto poi, che ha definito illegittimo il divieto

di ingresso dei cani nelle aree verdi pubbliche.

Dopo i numerosi incontri che le associazioni

animaliste hanno avuto con Sindaco e consiglie-

ri comunali, i quali hanno pesantemente

rimarcato il divieto di ingresso per i cani in Piaz-

za Garibaldi, è stato permesso (a voce) l’ingres-

so ai cani nelle altre aree verdi pubbliche non

recitante. Una classica vittoria di Pirro per gli

animalisti, visti i divieti vigenti anche in queste

aree, basti pensare alle aiuole di Via Ten. Jacobellis,

a quelle di Via Cairoli, o di Piazza Kennedy per

citarne qualcuna. Divieti che dovevano essere ri-

mossi dall’ amministrazione, e che invece sono

ancora li. La seconda anomalia si riscontra all’in-

terno del punto tre dell’ordinanza: «E’ fatto ob-

bligo di utilizzare il guinzaglio e ove necessario

anche la museruola, qualora gli animali possano

arrecare danno, pericolo, e disturbo».. A queste

righe non segue però nessun elenco di quelli che

potrebbero essere i comportamenti pericolosi, o

che possono arrecare disturbo, e dai tanti cittadini

questo punto è stato interpretato come il sempli-

ce obbligo di museruola. Sottolineando quindi

come tale ordinanza sia stata scopiazzata un po’

da una parte, un po’ da un'altra rendendola insta-

bile, poco efficace e discriminante nella sua appli-

cazione, non possiamo non evidenziare la totale

mancanza di tutela verso i cani. Unico richiamo è

un semplice invito ai cittadini affinché abbiano

un comportamento rispettoso verso i cani. E’

importante portare alla luce questa mancanza di

tutela, perché come se non bastasse, a tale situa-

zione si è anche aggiunta l’ignoranza di certi sog-

getti. Numerosi infatti sono stati i casi segnalati

alle associazioni animaliste del posto, circa com-

portamenti lesivi nei confronti dei cani. Per tutta

l’estate infatti ai detentori dei cani risultava diffici-

le anche solo passeggiare con i loro amici a 4 zam-

pe; urla, insulti, diverbi, imprechi, aggressioni

verbali e fisiche, erano all’ordine del giorno. Il tut-

to poi come se non bastasse condito con gesti che

minavano alla salute dei cani, il fenomeno delle

bottiglie «anti-pipì» riempite con sostanze peri-

colose, veleni e polveri sparsi davanti a garage e

locali, pezzi di cibo sospetti e lancio di oggetti dai

balconi. Davanti a tale scempio è giusto sottoli-

neare il lavoro svolto dal comando dei vigili urba-

ni che hanno impegnato le loro forze affinché

venissero stanati non solo i proprietari incivili dei

cani, ma anche coloro che si rendevano protago-

nisti di questi scellerati gesti. Se da un lato quindi

i VV.UU hanno provato a combattere tale situa-

zione, dall’altra l’amministrazione comunale ha

dimostrato poca sensibilità. Il sindaco ha parlato

degli animalisti come «gente che vuole mettere al

centro del mondo i cani», più volte ha ritenuto

responsabili delle corrosioni di muri e pali della

luce proprio i cani, a causa della loro urina, non ha

applicato in modo corretto le disposizioni

normative sul rinvenimento di presunti bocconi

avvelenati e cosa peggiore nel sanzionare gli inci-

vili sono stati usati due pesi e due misure. Mentre

nell’ordinanza «anti deiezioni» il padrone incivile

del cane viene giustamente multato con ammen-

de che vanno dai 25 ai 500 euro, non si fa cenno

a nessuna sanzione per coloro che hanno sparso

veleno o avuto comportamenti lesivi nei con-

fronti dei cani. Più volte infatti animalisti e sem-

plici amanti dei cani, hanno chiesto a gran voce

una modifica dell’ordinanza 42, inserendo un

punto in cui si richiama al codice penale, che san-

ziona pesantemente, con ammende e in alcuni

casi con la reclusione, lo spargimento di sostanze

tossiche sul suolo pubblico (art. 674 del codice

penale). Dunque, una disparità di trattamento,

che sicuramente animalisti e detentori di cani con-

siderano involontaria, per un’ordinanza che deve

tutelare il decoro cittadino in toto e non classifi-

cando incivili di serie a e di serie b. Non si può

negare che le bottiglie anti-pipì, e le polveri in

ogni angolo di strada, hanno deturpato l’estetica

del Paese e di alcuni palazzi storici. Tutto questo

ha creato una guerra, che non ha portato nè vinti

né vincitori, il nostro Paese purtroppo è stato

uno scenario di estrema inciviltà e l’ordinanza si

è rivelata inefficace, perché i controlli sono stati

affidati al comando dei VV.UU, che purtroppo

soffre di un organico ridotto ai minimi termini.

L’ennesima incongruenza questa, visto che pro-

prio per problemi di organico, i controlli poteva-

no essere supportati dalle guardie zoofile, che ci

sono ma non vengono ancora riconosciute. In

conclusione è evidente come tutto questo non

ha portato nessuna multa nelle casse comunali,

eppure gli escrementi continuano ad esserci. La

situazione di questa estate, ha avuto tra le altre

cause anche una mancanza di presa di posizione

netta da parte dell’amministrazione, fermamen-

te e categoricamente dura contro i proprietari in-

civili dei cani, ma un po’ meno verso chi ha atten-

tato alla salute dei 4 zampe. Come cittadino pri-

ma e poi come responsabile degli «Animalisti

Italiani onlus» credo che queste riflessioni deb-

bano servire da monito e da consiglio per poter

evitare situazioni spiacevoli anche per la prossi-

ma estate, oltretutto la critica è giusta e sana quan-

do è anche costruttiva.

SAVERIO ALTIERI

LA GRANDEZZA DI UNA NAZIONE E IL SUO PROGRESSO MORALE SIPOSSONO GIUDICARE DAL MODO IN CUI TRATTA GLI ANIMALI

Page 47: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO GENNAIO 2013

47 GENNAIO 2013

Portare nelle scuole tematiche come la tu-tela degli animali, il rispetto dell’ambiente ela cura degli animali domestici, è sicuramen-te uno dei principi di molte associazionianimaliste. L’associazione «Animalisti Italianionlus» - sezione di Giovinazzo, facente capoal responsabile Sollecito Saverio è riuscitain questo intento, promuovendo nelle scuo-le dell’infanzia Gianni Rodari e Plesso viaDante di Giovinazzo un progetto didatti-co intitolato «Animali, un mondo da sco-prire». Fortemente voluto dalle maestre edal direttore dei due plessi, il progetto, ri-volto ai bambini di cinque anni, vuole comeobiettivo instaurare un corretto rapportotra uomo e animale già in tenera età, oltreche arricchire la conoscenza del mondoanimale. Suddiviso in tre incontri, il primodatato 6 dicembre e tenutosi presso il plessoGianni Rodari, ha trattato il tema degli ani-mali domestici. Quali sono, come si cura-no, le loro abitudini e la loro alimentazio-ne, il tutto spiegato attraverso diapositiverealizzate con il programma Power Point eproiettate su uno schermo nell’aula magnadella scuola. Si è anche parlato delle stagio-ni ed in particolare nel primo incontro del-l’autunno e di come gli animali selvatici siadattano a tale stagione. Temi affrontati in

modo ludico e creativo, utilea stimolare la curiosità, il desi-derio dei bambini e l’affezio-ne verso gli animali. Ospited’eccezione in questi incontriè Jolie, una piccola meticcia,di tre anni, fedele amica delresponsabile Sollecito Saverio.Le insegnanti infatti hannovoluto aprire le porte dellascuola anche a lei, per creareun consapevole approcciocon gli animali. Grazie alla pic-cola Jolie è stato possibile spie-gare ai bambini i comportamenti princi-pali del cane, e quindi capire comeapprocciarsi con uno di loro. Gli incon-tri proseguiranno fino ad aprile e toc-cheranno temi come le condizioni deglianimali nei circhi, il randagismo e i canili:il tutto spiegato attraverso una fiaba cheha come protagonista un passero dinome Otto ed un ghiro di nome Ronfo.Il progetto inoltre nei successivi incontriverrà arricchito anche con attività di la-boratorio, infatti insieme con i bambini,si costruirà una mangiatoia per volatili,da appendere in giardino e successiva-mente un nido per piccoli volatili. Il re-

sponsabile degli «Animalisti Italiani onlus» diGiovinazzo Sollecito Saverio si è detto en-tusiasta ed orgoglioso per la riuscita di taleprogetto, affermando che certe tematicheservono per formare quelli che saranno gliuomini del futuro, e che l’innocenza dei bam-bini può contribuire molto a migliorare letristi condizioni di vita in cui molti animaliversano. Ha proseguito inoltre assicurandoche tale progetto è il primo di una lunga se-rie che vedrà come protagonisti anche bam-bini di una fascia di età superiore a quellaappena discussa e che si tratteranno anchetemi come l’ecologia e la raccolta differen-ziata.

CRISTINA BALDASSARRE

A SCUOLA CON FIDO

IL CERCA COCCOLEADOTTIAMO PARIDEQuesto mese raccontiamo attraverso le parole di DANIELA VOLPICELLA,responsabile della Lega del cane di Giovinazzo la storia di Paride, un simil pastoretedesco ospite nel rifugio di Giovinazzo. Era gennaio 2011 quando venivamochiamati ad intervenire. Paride vagava smarrito sul ciglio di una strada buia ascorrimento veloce nei pressi di un autoparco, sicuramente scaricato li da chi lo hacresciuto fino a quando non si è ammalato. Il cattivo odore che emanava la suacute si sentiva da lontano, le sue zampe posteriori cedevano quando cercava dicamminare, il suo manto era stracolmo di forfora ed in alcuni punti la cute lesionata. Accarezzandolo sentivi le sue ossa sotto le mani e i suoi occhi trasmettevano solotanta sofferenza. Effettuate le prime analisi, abbiamo scongiurato Leishmania edaltre patologie critiche che il suo aspetto clinico così compromesso lasciava sup-porre. A Paride però è stata diagnosticata una piodermite molto difficile da de-bellare. Così iniziava una lunga terapia di iniezioni e lavaggi con uno shampooparticolare ed indicato per tale patologia. Il suo aspetto pian piano è migliorato,Paride ha ripreso peso, la terapia ha portato i suoi risultati ed oggi Paride è un canenuovo, nell’aspetto e nello spirito: basta entrare nel suo box e quello sguardo tristesi trasforma. Paride ama le coccole, ama giocare con la pallina ed essere pizzicatosulla schiena per poi girarsi di colpo e inseguirti. Aspetta con ansia l’ora dellapappa e ama rotolarsi sulle coperte. Ma tutto questo purtroppo durerà poco,troppo poco perché quando usciamo da quel box nel suo sguardo torna lamaliconia. Paride ama tantissimo passeggiare al guinzaglio e quelle rare uscite dalbox per lui rappresentano una gioia indescrivibile. Aiutateci a regalargli una fami-glia ed una vita fuori da quel box. Paride la merita. Adottabile in tutta Italia concontrolli pre e post affido. Per info contattare Daniela al numero 3924463917,

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Page 49: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO GENNAIO 2013

49 GENNAIO 2013

NEW YORK. Nessuno ci può fermare, nem-meno Sandy! Le giornate del 29 e 30 ottobre2012 sono entrate a far parte della paginanerissima della storia americana. Il nome gen-tile di una donna per un uragano che ha semi-nato morte, panico e distruzione, forse nessu-no si aspettava una procella simile. Più che rie-vocare una dolce figura femminile è stata unavecchia megera vendicativa e malvagia a col-pirci.Una megera che però non aveva fatto i conticon la Società St. Anthony di New York, de-terminata, caparbia e…iper organizzata!Motivo per cui, anche se l’11 novembre è sta-to cancellato lo storico galà, ci siamo rimboc-cati tutti le maniche e, passato il peggio, abbia-mo deciso di riorganizzare l’incontro. Nonpotevamo fare a meno dell’appuntamentoannuale che permette a tutti gli associati e isimpatizzanti di incontrarsi per fare il puntodei progetti attuati in un intero anno di lavoro.L’intraprendenza è un altro fiore all’occhiellodel sodalizio. Nessuno si è perso d’animo econ audace risolutezza il direttivo ha deciso dipromuovere una serata memorabile, il«Christmas party». E non credo che potevaesserci un’opportunità migliore quale quella di

little italyDI ROCCO STELLACCI

festeggiare per l’appunto il Santo Natale,festa simbolica di pace e benevolenza fratutti gli uomini di buona volontà.La location? Sempre il rinomato Russo’s on

the Bay, in particolare il ristorante «Vetro»gestito dallo stesso proprietario e che, dan-neggiato dal recente uragano, è stato re-pentinamente ristrutturato. Il presidente delsodalizio Jerry Scivetti ha effettuato il di-scorso introduttivo, ringraziando i presentiper la loro partecipazione. Subito dopo labenedizione di padre Fabian, rettore spi-rituale dell’Associazione. Del buon ciboprelibato tradizionalmente italiano a basedi carne e pesce ha allietato la serata insie-me alle danze guidate dal noto D.J. 747. Altermine della serata il presidente JerryScivetti ha congedato gli astanti con uncaloroso augurio di buon Natale rivoltoanche ai concittadini e familiarid’oltreoceano, in particolare ai preziosi col-laboratori, i Luigi Serrone, Mike

Serrone, Cosmo Fiorentino, Tony

Marzella, Frank Sterlacci, Benito

Dagostino, Frank Ricapito & Nick

Giangregorio. È proprio grazie al loroprezioso e ineccepibile contributo chel’evento ha ottenuto eccellenti riscontri. Il

LA COMUNITÀ

GIOVINAZZESE DI ST.

ANTHONY MESSA IN

GINOCCHIO DA SANDY

RIPARTE COL

CHRISTMAS PARTY

LA COMUNITÀ

GIOVINAZZESE DI ST.

ANTHONY MESSA IN

GINOCCHIO DA SANDY

RIPARTE COL

CHRISTMAS PARTY

INTONANDO LA SANT’ALLEGREZZAINTONANDO LA SANT’ALLEGREZZA

coro unanime della «Santa Allegrezza»ha contornato il finale e lo scambio disaluti beneauguranti. Alla faccia di Sandy!

MIKE SERRONE, JERRYSCIVETTI, LUIGI SERRONE

LUIGI SERRONE ECONSORTE ROSARIA

GRAZIA SERRONE BABBONATALE E FERDINANDOMARINO

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51 GENNAIO 2013

NEW YORK. Uno degli uragani più spa-ventosi che il continente americano abbia maivisto. Danni che al momento ammontano a20 miliardi di dollari e perdite causate del-l’interruzione delle attività che superano i 50miliardi di dollari. Se tali stime fossero con-fermate allora Sandy sarebbe il secondo piùdistruttivo della storia, dopo l’uraganoKatrina. Questo evento nefasto è partito daun’onda tropicale sul Mare dei Caraibi occi-dentale e non ha risparmiato gli Stati delNew Jersey e di New York dove vivonoparecchie famiglie giovinazzesi. Anche noi,quindi, non siamo stati risparmiati e abbia-mo ricevuto danni. I danni causati dalla tem-pesta sono incalcolabili e viene già conside-rato uno dei disastri naturali più costosi del-la storia degli Stati Uniti. Grave anche il bi-lancio in termini di vite, ben 113 vittime intotale. Tutto questo mentre ancora ci si bat-teva nella campagna elettorale che ha vistonuovamente confermato il Presidente BarackObama che, per tre giorni ha sospeso la suacampagna concentrandosi nel ruolo dicommander in Chief, per stare vicino alla gentee dimostrare così che le loro necessità sonopiù importanti delle rivalità politiche. Ov-viamente non si può non imputare quantoaccaduto anche ai notevoli cambiamenti cli-matici che i potenti della Terra hanno favo-rito negli ultimi anni senza assumere unaposizione di determinatezza e cambiamen-to reale nelle politiche economiche. Tutti iclimatologi infatti oggi ritengono che il 10%dell’energia di tempeste e uragani sia dovutaal riscaldamento globale, che ha provocatodagli anni ’70 a oggi l’aumento della tempe-ratura media degli oceani di circa mezzogrado centigrado su scala mondiale. Un brut-to colpo insomma per l’America che, nellaseconda parte del 2012 aveva registrato unacrescita economica ed una lieve riduzione deltasso di disoccupazione. Ora, dopo la contadei danni, diventa sempre più evidente cheSandy ha spazzato via gran parte di quanto siera realizzato. Per fortuna sono stati raccoltitrenta milioni di dollari con la vendita deibiglietti dell’attesissimo live “12-12-12”,l’evento benefico più grande della storia chesi è tenuto al Madison Square Garden diNew York in dicembre, con lo scopo di rac-cogliere fondi per aiutare le famiglie colpitee che ha visto protagonisti le leggende dellamusica rock contemporanee e del passato.Sandy però non è l’unica ragione della di-sfatta economica che continua a restare sta-bile nonostante il nuovo insediamento diBarack Obama. Molti sono ancora in attesadi conoscere il concreto programma cheWashington proporrà per il 2013, per cui gli

investimenti e le nuove iniziativeeconomiche restano ancora alpalo. Il giorno del Ringraziamen-to quindi, quest’anno ha assuntole vesti del “giorno di penitenza”e ci vorrà ancora molto per rive-dere il sorriso sui volti degli Ame-ricani.

little italyDI NICK PALMIOTTO

CI VOLEVA PURE SANDY!

TAMPA. Questo mese starete sicuramente pensando che ho voglia di farmi un po’ dipubblicità perché ho deciso di mettermi a lavorare la pasta per sfornare pizze italiane.Ebbene no! Sarebbe pure bello ma così non è. Vi racconto dunque cosa è accaduto.Recentemente, recandomi a Tampa, in Florida mi accingevo a dare lettura al quotidianodella cittadina, allorquando mi sono imbattuto in un articolo pubblicitario che riguardava la«Pizzeria Bavaro». La mia attenzione è stata subito catturata dall’esistenza del mio cogno-me in un’altra città americana e per giunta nel settore dell’alimentazione (vi ricordo che iosono stato pasticciere). Che sorpresa! Poteva esserci un nesso con la mia famiglia? Dopoqualche tempo, riacquistando un altro numero del giornale ho scoperto che, in un altroarticolo, il titolare rivelava che il nonno era nativo di un paese vicino Bari, cioè Giovinazzo.Eravamo al dunque. Cosa ci restava da fare? Ovviamente andare a farci una pizza persvelare questo mistero. Ci siamo recati con gli amici e, il titolare, Dan Bavaro, ci ha confer-mato che il padre è nato in America ma suo nonno era di Giovinazzo. Ci ha anche riferitoche nella casa dei nonni si usava spesso il dialetto giovinazzese e si rimembravano spessole origini e la presenza degli altri parenti della cittadina pugliese. Inoltre, questa situazione,aveva accresciuto la curiosità in modo concreto, cosicché dopo il matrimonio il pizzaiolo ela sua famiglia avevano deciso di visitare il luogo degli antenati. Anche perché era rimastoparticolarmente colpito dai racconti del nonno e dal grande orgoglio che mostrava nelricordare le sue origini e i suoi compaesani. Quasi sempre l’emigrante che lascia la sua terratende sempre a denigrare le origini in cuor suo, probabilmente perché non ha avuto mododi restare. L’arte del saper fare però Dan Bavaro l’ha appresa proprio dai suoi avi giovinazzesie ben presto se ne è reso conto. Infatti, mentre studiava in collegio, non disdegnava raci-molare qualche guadagno, andando ad apprendere il mestiere in pizzeria. Di qui scaturìuna vera e propria passione, motivo per cui appena incontrò la sua attuale moglie, decisedi mettere su famiglia perché un mestiere già ce l’aveva. E che famiglia! Con cinque figli,quattro maschi e una femmina, una vera e propria impresa al giorno d’oggi. È cresciuto aBrooklyn e lì ha iniziato a fare l’autista, ben presto però il pizzaiolo che era la sua passione.Il sig. Bavaro capì subito che doveva specializzarsi nella pizza napoletana e aprire unapizzeria tutta sua. Così quando si trasferì a Tampa, in Florida, individuò un luogo strategi-co nella business town, adiacente ad uffici e negozi. Si fece inviare un bel forno a legna daNapoli e decise di impastare e sfornare pizze napoletane, proprio quelle che distinguono laCampania dal resto del mondo. Il segreto stava proprio lì: nella ricetta esclusiva e diversada tutte quelle che realizzavano nelle pizzerie vicine. Ha avuto subito un boom grazie allasua intraprendenza e bontà del prodotto offerto. Un grandissimo lavoratore che riesce asfornare pizze di tutti i gusti in pochissimo tempo, con solerzia e professionalità. Cosìvolenteroso che, quando ha saputo della mia grande esperienza di pasticciere mi ha chiestodi diventare mio allievo per i dolci. Con grande orgoglio gli ho insegnato la preparazionedella pasta frolla, la ricetta della crema di ricotta per il pasticciotto e la sfogliatella napole-tana che però è la sua bestia nera. Troppo difficile per un pizzaiolo. E io d’altro canto hoapplicato a pieno il proverbio «Mest Nicole iave vecchie e s’embarave angor», così adimostrare che le persone valide e volenterose non smettono mai di imparare, si mettonosempre in discussione per migliorarsi. E questo nostro amico Dan Bavaro ha incarnatoproprio quel tipo di persona, capace di iniziare un’attività da zero, con cinque figli damantenere. Negli ultimi tempi si è anche informato a proposito della preparazione delleconserve dei pomodori da vendere direttamente nei negozi alimentari italiani. Che volon-tà! Dopo i primi risultati positivi ha pensato di metter su un magazzino di produzione edistribuzione di queste conserve nelle città statunitensi. Chissà che a breve non arriveran-no in Italia con il marchio Made in U.S.A. così da invertire le tradizioni. Cosa mi resta dadire? Bravo Dan Bavaro! Perché alla terza generazione sei riuscito a tenere alto il valoredelle nostre origini. E poi perché porti il mio stesso cognome ma hai anche il sangue di unvero Bavaro.

little italyDI VITO BAVARO

IN FLORIDA C’E’PIZZERIA BAVARO!

VITO BAVARO

NICK PALMIOTTO

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DI ONOFRIO ALTOMAREi racconti del pescatore

Spesso, quando il mondo stesso non si rico-nosce più io mi sento sempre più solo e nonsono più in grado di ascoltare alcuno. È inquel momento che sento solo il bisogno dirinchiudermi in un piccolo giardino e ascol-tare la voce della natura, il canto degli uccellid’inverno. Questa pausa “sentimentale” ver-so la natura allevia il mio stato d’animo e miaiuta a fantasticare. L’inverno è rigido, cupo,tutto sembra andare in letargo (anche noi oradopo il pagamento di tutte queste tasse el’esaurirsi definitivo di tutti i risparmi). Riu-sciremo a breve a risvegliarci come farà lanatura? Chi lo sa. Dopo le feste natalizie nelcreato inizia a percepirsi molto lentamentequell’amorevole trasformazione della naturache porterà lentamente al risveglio primave-rile. Già a febbraio si possono scorgere i pri-mi mandorli in fiore, un grande svolazzaredei fringuelli nel vento, nella ricerca del tepo-re fino al periodo della quaresima quandofanno capolino le prime margherite e le cam-pagne iniziano a rifiorire, a rinverdirsi. E com-paiono le rondini. Che spettacolo la naturache non tiene conto della nostra tristezza, deinostri problemi, che lotta contro l’uomo percercare di farla sempre da padrone. I man-dorli, i ciliegi, le campanelle bianche ci ricor-deranno che volenti o nolenti dovremo ri-svegliarci anche se, io personalmente preferi-rei sempre dormire per dimenticare i milleproblemi e le mille difficoltà. E poi maggio!Che beltà, i colori diventano vividi, l’aria tie-pida, la voglia di fare scorribande per le cam-pagne cresce. Le fronde degli alberi sonoverdi come dovrebbe essere sempre la vita,si entra nel segno dei pesci, come segno degliinnamorati, lo sbocciare delle nuove passioni(non dimentichiamo che, per i babilonesi ilpesce era simbolo di fertilità). Anche la terradiventa fertile e una miriade di piante ci invi-tano ad immergerci nella natura e a cibarci diqueste. Nel suo circolo di amore e riprodu-zione la natura non si avvilisce, è operosa,non si mescola con le beghe dello spread edei timori esistenziali. Vive e basta. In un ci-clo che non si arresta mai, semmai solo lamano dell’uomo potrebbe danneggiarla.Si giunge così all’esordio della stagione caldache ci rimembra il Santo Giovanni Battista.È il periodo delle mandorle, il frutto biancodella seduzione, quello che si dedica alla don-na che si vuole conquistare. Il festeggiamentodi questo Santo, fondamentale nella religionecattolica ha un significato molto ampio, per-ché San Giovanni Battista è colui che ha an-nunciato la venuta di Gesù Cristo in terra e ilvangelo della II domenica di avvento ci ri-corda giusto questo. Abbiamo bisogno dispianare i sentieri tortuosi, di abbattere ognibarriera per essere pronti ad accogliere Gesù

a Natale nel nostro cuore. Il problema èche senza un euro in tasca non si riesce afare nemmeno quello perché la mente èimpegnata nei grossi problemi quotidia-ni. Questo Santo che anticipa ifesteggiamenti estivi della Madonna diCorsignano è legato anche ai battesimi, ilconfetto era un simbolo di amicizia pertutti gli amici, l’espressione del volersibene. Quello che oggi manca così come ifesteggiamenti hanno un altro significato.Uguale significato avevano nelle primeComunioni e soprattutto nel matrimonio,i confetti rappresentavano un grande au-gurio del volersi bene per sempre. Insom-ma tutti questi riti uniti al credo nella reli-gione cattolica, inducevano ad avere rit-mi di vita più sereni, finalizzati ad uno sco-po preciso qual era la creazione e il man-tenimento di una sana famiglia.Tutto quello che oggi i nostri governi sco-raggiano, creando politiche anti-famigliae indirettamente anti-religione cristiana.Ciascuno di noi ha dunque perso la bus-

AMICILa luna era lì splendente,

la civetta invece da gran donna

si agghisciava sul maestoso ulivo.

Sembrava ascoltare i suoni,

i rumori del creato, il vibrare

dell’amore.

I suoi occhi rilucevano nel buio,

i riflessi lunari si moltiplicavano

il buio intorno, presagio dell’igno-

to…

Un sogno, era proprio un sogno

mentre il mio cuore annegava nel

fuoco.

ONOFRIO ALTOMARE

sola, non si riconosce più nella sua città enella sua identità. Proprio laddove primasi viveva da cristiani…

IL RITORNO DELL’AMORE

GIUSEPPE ILLUZZI

SYDNEY. Un picnic per ritrovarsi. Nellagiungla di Sydney mica a Giovinazzo doveè facile dire «ci vediamo fra 10 minuti inpiazza o in villa». Una vera e propria rim-patriata per i giovinazzesi di Sydney e unasfida a chi fa la focaccia più buona. Un ap-puntamento che si tramanda dal 1999allorquando le famiglie Illuzzi e Goffredo

decisero di incontrarsi per guardarsi un po’in faccia, per riconoscersi come eravamoieri perché oggi tra emigranti di prima ge-nerazione e nipoti e pronipoti della 4^ ge-nerazione le due famiglie contano 106 con-sanguinei. Tutto sangue giovinazzese chescorre nelle vene. E così visto il successodelle rimpatriate, i coniugi Mimmo e Angela Depergola incominciarono a farcorrere il tam tam di voci tra i giovinazzesi di Sydney che puntualmente si ritrovanod’inverno in uno dei tanti club italiani e d’estate nei parchi verdi di Sydney. Il tutto siconclude fra abbracci e ricordi vari, belli e brutti del tempo con un semplice conviviodi birra e focaccia che profuma di giovinazzese.

GIOVINAZZESI D’AUSTRALIA UNITI

I CONIUGI DEPERGOLA, GLI ORGANIZZATORI

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UN CALCIO ALLA SLA

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sport e solidarieta’

L’idea lo avuta io, Onofrio Altomare,uomo della strada. Ma anch’io «cogito ergosum», penso dunque esisto. L’ho impara-to leggendo la Terza Pagina della Gazzet-ta del Mezzogiorno. Anch’io esisto in que-sto Stato di Diritto, anche se non sono unpolitico, un organizzatore di eventi, anchese la mia voce è afona. Penso dunque esi-sto. Provo allora a scrivere su questo fo-glio un pensiero che riempie la mente. Unpensiero positivo che regala un Natale di-verso a chi non ha più muscoli per sorri-dere. Ricordo soprattutto quanto appaghila beneficenza in primo luogo il benefat-tore. E poi il beneficiato. Arrivo subito aldunque. Io ho un amico che mi adora. Ilsuo nome è Vitino Tomasicchio. Ha im-parato nella sofferenza a conoscere il veroamore. L’amore può condurci all’infernoo in paradiso, comunque ci porta semprein qualche luogo. E’ necessario accettarel’amore che Vitino profonde nei confron-ti di tutti. Spero che qualcuno non si spa-venti al sol nominare Vitino, affetto da tem-po da Sla (Sclerosi laterale amiotrofica),

solo un miracolo potrà farlo tornare a cam-minare e a correre dietro un pallone o allapallina di hockey. Ma Vito, uomo di fede,ha imparato a credere nei miracoli. Io chelo assisto nella sua malattia, che gli faccio larassegna - stampa (quella sportiva) e gli ri-taglio i servizi dell’AFP e della sua Inter,un’idea l’ho avuta. Una bellissima partita dihockey dedicata a Vitino che assisterà al-l’incontro della sua squadra del cuore, l’AFPGiovinazzo. Sarà la prima volta da quandoVitino ha contratto la malattia che vedràuna partita come spettatore. Come sareb-be bello se con la maglia biancoverdedell’AFP, Vitino venisse accompagnato incampo per accarezzare il pallino con la stec-ca e dare inizio alla partita. Si tratta soltantodi accompagnarlo per 15 km in ambulan-za e con i sanitari dal Centro Cavallino diModugno, dove è ricoverato, al palasportdi via Giovinazzo. Naturalmente il ricava-to dell’incontro sarà devoluto alla fonda-zione di Stefano Borgonovo. Intanto Vitinoringrazia capitan e mister Angelo

Depalma, Raffaele Altieri, l’ultras

COSTRUZIONIRISTRUTTURAZIONI

EDIFICIINTERNI ED ESTERNI

RESTAURORESIDENZE STORICHE

UNA PARTITA DI HOCKEY IN BENEFICENZA

DEDICATA AL SUPERTIFOSO VITINOdell’AFP Giuseppe per avergli regalatoper un solo giorno un palpitare nuovo.Si dice che lo sport apre il cuore alla so-lidarietà. Allora aiutiamo a far sorridereVitino. Sperando che le istituzioni, la so-cietà AFP, l’Ente Comune siano forieridi questa mia istanza!

ONOFRIO ALTOMARE

LAUREA

IL 21 NOVEMBRE 2012MICHELANGELO VESTITO

SI È LAUREATO IN INFERMIERISTICA

PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI

DI BARI ALDO MORO DISCUTENDO

LA TESI SPERIMENTALE INCARDIOLOGIA DAL TITOLO «TEST

FARMACOLOGICI DI INTERESSE

CARDIOLOGICO: TEST

DELL’ADENOSINA, MODALITÀ DI

ESECUZIONE, EFFETTI COLLATERALI

E COMPLICANZE».

«ABBIAMO SEMPRE CREDUTO NELLE

TUE POTENZIALITÀ E ORA SAPPIAMO

CHE LE METTERAI A FRUTTO AL ME-GLIO: CONGRATULAZIONI PER IL NUO-VO TRAGUARDO APPENA RAGGIUNTO!»BABBO, MAMMA, ANGELA,DOMENICO, MARIA CONCETTA ED

EMILIA

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