LA PIAZZA DI GIOVINAZZO FEBBRAIO 2009

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1 Febbraio 2009

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MENSILE DI CULTURA, SATIRA INFORMAZIONE

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ASS. AMICI DELLA PIAZZAII TRAV. MARCONI,4270054 GIOVINAZZO (BA) ITALY

Via Cairoli, 95 Giovinazzo 70054 (Ba)Edito da Ass. Amici della PiazzaIscr. Trib. di Bari n. 1301 del 23/12/1996Part. IVA 05141830728 Iscr. al REA n.401122Telefono e Fax 080/394.79.20IND.INTERNET:www.giovinazzo.itE_MAIL:[email protected] Sergio Pisanidirettore responsabile Sergio Pisani

redazionePorzia Mezzina - Agostino Picicco - RosaIlluzzi - Damiano de Ceglia - Giusy Pisani- Marianna La Forgia - Daniela Stufano- Nico Bavaro - Angelo Guastadisegni -Rossella Tiribocchi - Mimmo Ungaro -Matilde Restaino - Diego de Ceglia -Onofrio Altomarecorrispondenti dall’esteroVito Bavaro - Nick Palmiotto - Giu-seppe Illuzzi - Rocco Stellaccistampa - L’Immagine (Molfetta)progetto grafico - Ass. Amici dellaPiazzaWeb master: Francesco Caccavoresponsabile marketing & pubblici-tà:Roberto Russo tel. 347/574.38.73

ABBONAMENTIGiovinazzo: 10 EuroItalia: 20 EuroEstero: 60 EuroGli abbonamenti vengono sottoscritti conc.c postale n.80180698 o con vaglia po-stale o assegno bancario intestato ad:

La collaborazione é aperta a tutti. La reda-zione si riserva la facoltà di condensare omodificare secondo le esigenze gli scrittisenza alterarne il pensiero. Gli articoli im-pegnano la responsabilità dei singoli autorie non vincolano in alcun modo la linea edi-toriale di questo periodico.Finito di stampare il 25/01/2009

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Dunque Giovinazzo avrà prestoun’altra web tv. Per i non addetti ailavori: la televisione che si può guar-dare su Internet, sul computer. E’vero, non è uno scherzo di Carne-vale, anche se siamo nel periodo.Una festa allegra – e di questi tempiDio sa se ce n’è bisogno – e soprat-tutto antica. Per questo ci piace: ilnome deriva dal latino carni levamene significa ‘sollievo per la carne’. Se-condo alcuni indicava il banchettoche si teneva prima del periodo didigiuno della Quaresima. Secondoaltri vuol significare una specie di li-bertà momentanea (solo per il peri-odo di Carnevale, appunto) conces-sa agli istinti più elementari. Que-st’ultima interpretazione sembra piùappropriata perché lega inscindibil-mente la festa di oggi ai saturnaliromani, alla commedia di Plauto eTerenzio, alle nostre radici più pro-fonde insomma. Durante i ludisaturnali l’ordine veniva sovvertito,gli obblighi sociali venivano meno,il servo diventava padrone e la leg-ge cedeva il passo allo scherzo, alladissolutezza. Sarà perché pensiamoalla festa in questi termini che quan-do ci guardiamo intorno, da un po’ ditempo, pensiamo: «Vabbè, non puòessere vero. Fra un po’ Carnevale fi-nisce e tutto tornerà alla normalità».Poi facciamo mente locale e ci ricor-diamo che non è uno scherzo. E cirattristiamo.La ‘web tv 2’, ad esempio. Salutia-mo con spirito liberale la nuova ini-

ziativa: sarà un ‘competitor’ e la con-correnza fa sempre bene perchéporta a migliorarsi. La concorrenzaperò può esistere solo se è ad armipari e con regole uguali per tutti.Dunque i futuri ascoltatori devonosapere che la nascente web tv potràvedere la luce grazie ai soldi dellaRegione Puglia dopo che i suoi ani-matori hanno vinto il concorso «Prin-cipi Attivi: giovani idee per unaPuglia migliore». Fondi pubblicielargiti da mano politica. Niente dimale, per carità. Gli animatori della

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5 Febbraio 2009

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‘web tv 2’, però, vengono per granparte dalla ‘web tv 1’ che hanno la-sciato dopo aver vinto «Principi At-tivi». Al concorso – e questo dà unpo’ la cifra di questi ‘colleghi’ – han-no partecipato senza mettere alcorrente la redazione dove aveva-no imparato tutto su cos’è una te-levisione su Internet. Al di là dellevalutazioni di carattere etico che la-sciamo ai lettori, la domanda è: chebisogno c’è di una web tv finanzia-ta dalla politica se ce n’è già unache da tre anni vive senza chiede-

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re soldi alla mano pubblica? Qua-le delle due - così, a occhio - visembra più libera? Perché dei ra-gazzi che potevano esprimersi edesprimere le loro idee in totale au-tonomia su Giovinazzo.it hannoscelto di creare un prodotto iden-tico ma sotto l’ombrello dei fondiregionali? Ci vorrà coraggio, perla nuova web tv, a mettere sotto lalente d’ingrandimento i ‘misfatti’della parte politica che ha gene-rosamente deciso di ‘metterla almondo’. Il sospetto, insomma, èche possano esprimere con il par-tito che li ha finanziati, quella gra-titudine che non hanno saputo di-mostrare a chi finora – in amiciziae affetto – li ha messi nelle condi-zioni di mettere in pratica la lorocreatività.Con queste parole ci sentiamo unpo’ come i monelli che a Carne-vale si divertono ad abbassare lamaschera ai bambini meno svegli.Ma noi siamo fatti così. Sappiamoche tutti indossano una mascheraper recitare un ruolo nella comme-dia della vita. Eppure ci piace sco-prire chi si cela dietro la finzione.E quando lo scopriamo, lo raccon-tiamo. Dunque nel Palazzo non sifreghino le mani. Noi rimaniamoqui, troppo liberi per essere paga-ti dalla politica, irriverenti quantobasta per farvi lo sberleffo e chie-dere a voce alta: «Giù la masche-ra!».

LA REDAZIONE

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La cocaina in mano ai ragazzini: questasembra essere la nuova frontiera dellospaccio alla giovinazzese, l'ultima strategiadel supermercato dei sogni chimicamenteperfetti. "Fammi fare un colpo", "Quantovuoi per un colpo?". Un tempo questa fraseambigua avrebbe potuto sottintendere uncrimine o un po' di sesso. Non è più così,nel vocabolario degli adolescenti. I sociologila chiamano "minidose", mentre i ragazzinisniffano, sorridono e si fanno "il colpo". Econ il colpo in canna, cioè nel circuitosanguigno, eccoli pronti per varie seratedivertenti. Almeno per un po', in effetti, ècosì che funziona la cocaina, che però restaun pianeta in parte inesplorato persino peri tossici più incalliti. Intanto si fa un granparlare della riduzione dei prezzi delladroga, scesi negli ultimi anni fino ad arrivarealla portata di un qualsiasi operaio o liceale.Sulla piazza di Giovinazzo uno studente discienze politiche che di mattina dorme ostudia, mentre di sera preferisce “volare”con la fantasia, ci spiega come funzionaquesto “mercato parallelo”.

Ma quali sono i costi?«In provincia di Bari, la cocaina si aggiraattorno ai 50 euro al grammo e aGiovinazzo, secondo l’Arma dei Carabinie-

ri, è in forte ascesa. Assieme all’hashish,che varia dai 5 ai 10 euro al grammo. Indecadenza, invece, l’eroina».Ma quanto si guadagna?«Quanto basta per poter fare una buonasettimana e per mantenere lo scooter. Di-ciamo che non ho spese: il pippotto perme sta pagato».Chi acquista?«Ragazzi dell'età mia. Ma anche personegrandi. Chi compra per strada sono so-prattutto ragazzini. Dai 18 ai 25 anni. Stu-denti universitari e operai, figli di papà efigli di se stessi».Ma a Giovinazzo dove si spaccia?«I luoghi dello spaccio nostrano sono notia tutti. Sede preferita, la Villa Comunaledove si aggirano astuti spacciatori conmodiche quantità di droga, cocaina in par-ticolare, giustificate dall’uso personale,una maschera indispensabile all’attivitàpiù antica del mondo. Un grosso impedi-mento questo, all’intervento dei Carabinie-ri».Ma la droga da dove arriva?«Lo spacciatore giovinazzese, comunque,acquista la droga al di fuori della propriazona: consuete e gettonate aree di riforni-mento sono i rioni San Paolo e San Pio diBari e la città di Bitonto».

Ma c’è altro?«C'è il caso delle sostanze che vendonogli Smart Shop, fuori dal territorio cittadi-no. Le pasticche sono una prerogativadelle discoteche. Quindi, fuori daGiovinazzo. Partendo dallo stesso prin-cipio attivo dell'Lsd, nell'acqua o nei cock-tail dei ragazzini si sciolgono droghe sin-tetiche».

Le nuove figure professionali. Una nuovafigura professionale è invece rappresen-tata dai coltivatori di marijuana e papa-veri da oppio: finito il tempo dell'erba chearrivava dall'Albania gonfiata di ammoni-aca, nelle serre o nelle campagne sonosempre più le persone che scelgono dicoltivare droga per poi metterla sul mer-cato.

I SEQUESTRI PIÙ IMPOR-TANTI DAL 2005 AD OGGINel 2005, dopo due anni di indagini e se-questri di droga e armi, gli uomini dellaTenenza della Guardia di Finanza diMolfetta in collaborazione con i Carabi-nieri di Giovinazzo, riuscirono ad indivi-duare i proventi (oltre un milione e cin-quecento mila euro) dell’illecito traffico dimarijuana, coltivata ed essiccata nelleserre di Molfetta, Terlizzi, Giovinazzo eBitonto. Cinque persone, all'epoca dei fatti,furono denunciate. Tutte accusate diriciclaggio di denaro. Tutte parenti dei pro-prietari delle piantagioni scoperte nel giu-

l’inchiesta

LO SPACCIO COINVOLGE GIOVANI LEVE. E ANCHE MOLTI INSOSPETTABILI

LA COCAINA SI AGGIRA ATTORNO AI 50 EURO AL GRAMMO. L’HASHISH

VARIA DAI 5 AI 10 EURO AL GRAMMO. IN DECADENZA, INVECE, L’EROINA.

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gno del 2003. Nel 2006 un altro sequestro: furono scoperti quat-tro ettari coltivati a droga, valore commerciale circa otto milionidi euro, che seguirono il sequestro di 23 serre nel Comune diTerlizzi, che ospitavano una coltivazione grande complessiva-mente dodicimila metri quadrati. Infine l’ultimo sequestro: nel2008, in località Santa Margherita ed in località Casina dellaPrincipessa i Carabinieri della Stazione di Giovinazzo indivi-duano un’area coltivata con cura a papaver somniferum (me-glio noto come “papavero da oppio”). Dopo aver escluso l’even-tualità che si trattasse di una nascita spontanea, i militari sot-toposero a sequestro ventidue piante di papavero da oppio. Ementre scriviamo, Colombia, Bolivia e Perù stanno aumentan-do anche la produzione.

IL SER.T. Il rimedio esiste e si chiama Ser.T. Già il Sert. Ilservizio sanitario per stroncare il fenomeno delletossicodipendenze da mesi attivo anche a Giovinazzo nell’Isti-tuto Vittorio Emanuele. La tossicodipendenza si cura da oggi incasa. Stop a spostamenti nella vicina Molfetta. L’ASL/BA2 hascelto di localizzare questo organo nel centro del paese pro-prio per favorire un approccio immediato ai propri cittadini. AlSer.T. alla fine sono sempre i genitori ad affacciarsi, per invo-care l’aiuto per i propri figli. In genere dopo quasi circa quattroo cinque anni di utilizzo ci si avvicina al Ser.T. Gli altri scopro-no i servizi sociali seguendo una via obbligata, la segnalazionedella Prefettura a seguito della commissione di crimini. Già,perché la conseguenza più grave dell’uso delle droghe è quelladell’incremento degli episodi di criminalità sino ad arrivare nel-lo spaccio, al controllo del territorio.

LA TESTIMONIANZAIl rimedio a Giovinazzo esiste contro la droga ed è anche laComunità terapeutica di Lorusso Cipparoli a 5km da Giovinazzoin direzione Santo Spirito. Ha 22 anni di vita ed ha salvato tantiragazzi da una vita bruciata. Ci piace chiudere con una storiabella. Quella di Giampaolo sempre grato all’equipe della Cipparoliche lo ha restituito alla vita: «All’equipe e ai ragazzi/e dellacomunità sarò eternamente grato. Non vi nascondo che unavolta uscito la tentazione di ricominciare c’èstata e se non l’ho fatto è anche perché imiei vecchi amici tossicodipendenti capiro-no la mia scelta rispettandola ed incoraggian-dola. Naturalmente tutto questo non sarebbecomunque potuto succedere se la mia fami-glia e nuovi amici conosciuti con il tempo nonmi fossero sempre stati vicini. Nuovi amiciche tuttora frequento insieme a mia moglieconosciuta proprio in quel gruppo ben 16 annifa». Poi Giampaolo ha ripreso gli studi, si èdiplomato e dopo altri 6 anni di lavoro e 5 distudio si è anche laureato.«Attualmente lavoro o per meglio dire colla-boro con un Patronato svolgendo attività diCAAF ed attività sociale (pensioni,segretariato sociale, ecc.) non disdegnandonei limiti del possibile un po’ di volontariatopresso un’associazione missionaria.. Il miopassato l’ho ormai lasciato allo spalle. L’uni-co ma pesante fardello che mi porto e miporterò sempre dietro è quella tremenda ma-lattia che ormai tutti conoscono e di cui pre-ferirei non parlare, se non per precisare che irapporti interpersonali non sono mai stati com-promessi dal ‘male’, anzi tanto per fare unesempio mia moglie è medico e già dal no-stro primo incontro sapeva del mioproblema.Vi risparmio le frasi fatte (comeforza, coraggio non mollate ecc.), tanto gliunici protagonisti della vostra vita siete voi.Tutto il resto può essere un mezzo, un aiuto,uno stimolo ma senza di voi non serve e nonservirà mai a niente»

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È di 22 persone arrestate, con un incre-mento di 2 unità rispetto al 2007, il bilanciodell'attività svolta dai Carabinieri della Sta-zione di Giovinazzo, diretta dal luogotenenteAntonio Galizia, durante il 2008. Significa-tivi i risultati raggiunti sul fronte delle estor-sioni. I militari hanno arrestato 3 ragazzi,uno dei quali addirittura minorenne, che dalloscorso mese di aprile, fino ad agosto, co-strinsero un ragazzino a consegnare loro,per non avere “problemi”, somme di denaroper complessivi 4.000 euro. Il blitz scattòin piazza Sicolo: i due 18enni furono rin-chiusi nel carcere del capoluogo barese,mentre il minorenne fu associato al centrodi prima accoglienza "Fornelli" della stes-sa città. A fine ottobre, le manette scatta-rono ai polsi di un 44enne di Bari che pic-chiò, per conto di altri, un imprenditore, cheaveva contratto un debito pari a circa 30.000euro. Brutte storie che hanno anticipato gliarresti di due tossicodipendenti del posto:un 30enne ed un 39enne, entrambi diGiovinazzo sono finiti dietro le sbarre per-ché, pur di soddisfare i loro vizi, non hannoesitato a picchiare i loro genitori per ottene-re il denaro necessario per l’acquisto di al-cool e sostanze stupefacenti. In calo le ra-pine (nel 2008 colpite farmacie, stazioni dicarburante e centri scommesse, ndr), men-tre resta immutato il dato sui furti. In que-sto caso è importante segnalare e denun-ciare, anche in forma anonima. Ma è priori-tario l'aiuto della gente e la collaborazionetra vicini assume un ruolo fondamentale, inmodo che vi sia sempre qualcuno in gradodi tener d'occhio le abitazioni. Invariato an-che il dato sui fur ti di automobili emotoveicoli: un 17enne di Bitonto, a set-tembre, fu sorpreso ad armeggiare sulcilindretto di uno scooter parcheggiato viaPapa Giovanni XXIII e associato presso

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mico del territorio ed in servizio di pubbli-ca utilità 117 hanno effettuato nei giorni22, 23 e 24 dicembre diversi controlli peril contrasto alla pirateria audiovisiva nel-l’ambito di una operazione denominataR4. All’esito dell’attività a largo raggio cheha interessato 34 esercizi commercialispecializzati nella vendita di materialeinformatico, dislocati anche a Giovinazzo,sono stati sottoposti a sequestro 145 CD/DVD contenenti programmi per elabora-tore e giochi per consolle, 14 dispositiviRevolution 4 for Nintendo, 8 consolleNintendo DS Lite presumibilmente con-traffate e comunque prive dei requisiti peressere commercializzate nell’ambito deipaesi dell’Unione Europea, 104 accessoriper Playstation Sony contraffatti, un per-sonal computer portatile con all’internogiochi scaricati dalla rete intranetabusivamente e 122 lettori MP3-4. Idispositivi R4 o altri similari sono quelliche consentono di poter utilizzare leconsolle di giochi più in voga, violando ilsoftware originario e consentendo l’utilizzodi giochi pirata o scaricati illecitamenteda internet. Denunciati alle AutoritàGiudiziaria di Bari e Trani 6 persone, tito-lari e rappresentati legali dei punti vendi-ta e delle società distributrici per le viola-zione alla legge in materia di tutela suldiritto d’autore (art. 171 ter della Legge633/41) e artt. 474 e 648 del Codice Pe-nale. Altre 2 persone sono state segna-

TUTTI I NUMERI DEL 2008

IL BILANCIO DELLA STAZIONE DEI

CARABINIERI

l’Istituto “Fornelli” di Bari. Sgominata daiCarabinieri, in collaborazione con il Con-sorzio Guardie Campestri, la banda cheha terrorizzato l’agro di Giovinazzo. Sco-perti con 20 chilogrammi di fili di rame e13 tegami in alluminio, tre bitontini (un22enne e due 14enni, ndr), sono stati de-feriti in stato di libertà alla Procura dellaRepubblica di Bari. Sembra terminata, in-fine, la stagione degli incendi delleautovetture: in alcuni casi si è trattato dicause accidentali, in altri il movente è statodoloso dovuto, secondo l’Arma, a piccolebeghe tra privati che, più spesso di quan-to si pensi, finiscono con lo sfociare inqueste ritorsioni, che se scoperte posso-no dar luogo a pene non leggere. Tra gliobiettivi del 2009, l’intensificazione deiservizi preventivi per ridurre il numero deireati consumati e l'aumento del tasso diperseguibilità anche nei confronti della cri-minalità diffusa, cercando quindi di imple-mentare la percezione di sicurezza deicittadini giovinazzesi.

Sequestri: in azioneGuardia di Finanza e

Capitaneria di PortoOPERAZIONE ‘R4’: CONTROLLI

A TAPPETO DELLA GUARDIA DI

FINANZA

I militari delGruppo ProntoImpiego dellaGuardia di Finan-za di Bari, impe-gnati in attività dicontrollo econo-

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ha dato corso all'adeguamento degli importiall'inflazione, imposto ogni due anni dall'ar-ticolo 195 del Codice stesso. Qualcheesempio? Le multe per chi non allaccia lecinture o non mette i bimbi sui seggiolinisaliranno da 70 a 74 euro. Salgono le multeche riguardano le violazioni dei limiti di ve-locità (quando ci si mantiene nella fasciatra gli 11 e i 40 chilometri orari in eccesso)che passano da 148 a 155 euro. Chi par-cheggia sui posti riservati ai portatori di han-dicap pagherà 78 euro invece dei 74 europrevisti fino al 31 dicembre appena trascor-so. Stesso rincaro di quattro euro per chisosta sui marciapiedi. Gli automobilisti chepassano con il semaforo rosso dovrannopagare sette euro in più rispetto all’annoscorso: da 143 a 150 euro. Per la classicasosta vietata, invece, rincaro di due euro:da 36 a 38 euro. L'aggiornamento delle con-travvenzioni per la guida senza cintura eper la guida con il telefonino all’orecchio,infine, ammonta a quattro euro in più: da70 a 74 euro. Restano, invece, invariate lemulte per gli eccessi di velocità più gravi(quelli oltre i 40 orari). Le novità sono con-tenute nel decreto varato lo scorso 17 di-cembre e pubblicato sulla Gazzetta Uffi-ciale il 30 dicembre, nel quale sono previ-sti ‘Aggiornamenti degli importi delle san-zioni amministrative pecuniarie conseguen-ti a violazioni del Codice della Strada’.

late amministrativamente per violazionisanzionate con una pena pecuniaria, inrelazione alla commercializzazione didispositivi non conformi agli standard disicurezza europei.

100 CHILOGRAMMI DIMITILI SEQUESTRATI DALLA

GUARDIA COSTIERA:ERANO PRIVI DEL BOLLO

SANITARIOContinua l’offensiva dell'Ufficio LocaleMarittimo di Giovinazzo impegnato, nelperiodo natalizio, in numerose verifiche econtrolli legati alla sicurezza alimentare delprodotto ittico per la tutela dei consumato-ri. Nel quadro della vasta operazione ‘Pe-sce Ok’, promossa dal Comando Genera-le delle Capitanerie di Porto e svoltasi dal12 dicembre sino al 4 gennaio, si inseri-sce a pieno titolo il blitz di mercoledì 31dicembre presso il mercato ittico cittadi-no, con cui i militari dell'Ufficio Locale Ma-rittimo diretti dal comandante AlessioArcadio, in collaborazione con la Sezionedi Polizia Marittima e Difesa Costiera diGiovinazzo, hanno sequestrato 100 chilo-grammi di mitili (nella foto). La merce eradestinata al consumo diretto, ma era priva

della bollatura sanitaria: non c'era la tipicaetichetta resistente ed impermeabile conle indispensabili informazioni sul paeseproduttore o speditore, la specie di mollu-schi (denominazione comune e scientifi-ca), l'identificazione del centro di spedizio-ne, la data di confezionamento e la sca-denza o, in alternativa, la dizione che i mol-luschi devono essere vivi al momento del-l’acquisto. I prodotti sono stati distrutti al-l'istante. All'operatore del mercato itticoinvece è stato elevato un verbale ammini-strativo di 2.000 euro. Inoltre, in localitàMolo semi-sommerso di Ponente, un uomoè stato denunciato alla Autorità Giudiziariaper alcune violazioni di carattere penale.È stato sorpreso dai militari dell'Ufficio Lo-cale Marittimo di Giovinazzo, in collabora-zione con il personale della Capitaneria diPorto di Bari, con 150 chilogrammi di pro-dotti ittici in cattivo stato di conservazio-ne e dovrà rispondere anche di prelevamento di acqua di mare.

DAL 2009 MULTE

PIÙ SALATEInasprimento delle multe per chi infrangeil Codice della Strada a partire dal nuovo2009. Il Ministero della Giustizia, infatti,

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l’interNome:EnzoCognome: CamporealeProfessione: MusicistaStrumento musicale: PianoforteTitoli di studi: Diploma di pianoforte, Strumentazione per ban-da, Composizione, Direzione d’orchestra.Dimmi, maestro, dove posso acquistare una bacchetta d’or-chestra?Si rivolga a chi già ce l’ha. Ce ne sono tanti in paese!Quanti anni hai profuso nello studio della musica?Quanrant’anni possono bastare?Perchè passare una vita studiando musica è da stolti?Solo noi che abbiamo passato anni su libri e spartiti potremmoarrogarci il diritto di fare musica per la gente. Voi affiderestemai la cura della vostra salute a chi medico non è? Da noisuccede proprio il contrario!Come dire che la scena artistica in casa nostra è soprattut-to di chi titoli non ha?Capita che un maestro di violino presti il suo servigio alla Ma-rina Militare per sopravvivere e un salariato invece venga pre-stato alla musica. Se succede questo, è perché qualcuno glielopermette.Quale antidoto suggeriresti allora?Esistono due tipi di musica: la buona musica e la cattiva musi-ca. Bisogna diffondere un certo tipo di cultura della musicaperché la gente sappia ciò che buono e ciò che è di pessimogusto.Noi profani della musica da cosa possiamo riconoscere ilbello dal brutto?L’armonia in primis….Ti sei mai presentato ad una donna dicendo ‘Suono beneil pianoforte’?E’ lei che ha cercato il pianista e il mio pianoforte!Metti che lei capisce tutta un'altra cosa e le fai venire ilbatticuore?Potresti ritrovarti su StranAmore!Il clarinetto è quello strumento che fa filù filù filà. Il piano-forte invece?Può arrivare dritto al cuore!Che emozione si prova a suonar da soli il pianoforte?La stessa emozione che provi suonando davanti una grandeplatea quando la musica è la tua vita!Come si chiama il tuo ultimo album?Ho prestato le mie musiche per realizzare un film-documenta-rio «I segreti e i misteri di Castel del Monte»Se ti confesso che ho masterizzato il tuo ultimo album,l’autografo me lo lasci ugualmente?Sì. Capisco che hai sempre stima di me!Per partecipare a Sanremo si paga ancora la tangente?Quando proposi personalmente la mia composizione «Le paro-le dell’anima» mi fecero capire che c’era un onorario da appro-fondire di 150milioni di vecchie lire!Chi ha vinto quest’anno a Sanremo?

Sono anni che non vedo trasmissioni pilotate!Il successo arriva solo se sei un grande artista?Da più di 20 anni già Renzo Arbore faceva il talent-scout dipseudo-artisti!Il successo arriva solo se ti dai al pop?Conta solo il prodotto musicale che vai ad offrire al pubblico.basta che sia valido e pubblicizzato!Il successo arriva solo se ti dai all’ippica?Anche nella musica come nella vita si crea la selezione natura-le!Hai mai avuto problemi con la SIAE?Tanti. Non percepisco da anni alcun compenso sebbene sia unodei pochi compositori che esegue le proprie musiche durante iconcerti.A cosa serve il Conservatorio?Lasciamo perdere! Anche lì c’è nepotismo! Ci sono purtroppo

DI SERG

È ANCORA POSSIBILE

ESSERE ARTISTI

LIBERI, SERI,

CREATIVI, IN UN SUD

DOVE I ROGHI NON

BRUCIANO SOLO LE

COSE, MA ANCHE LE

PERSONE, LE

SPERANZE.

TOH…CHI S

I l M° Enzo C

TOH…CHI S

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11 Febbraio 2009

pppppastastastastastiiiiiccccccececececerrrrriiiiiaaaaa

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genitori che affidano i propri figli a questa istituzione. Forse nonsanno che i Nino Rota di una volta non ci sono più!Ellington, il grande musicista negro, non si è mai diplomatoad un conservatorio. Che significa?Che non correggerò mai il mio pensiero!Oggi per fare musica è più importante suonare Pianofortissimoo essere un floppy-disk dipendente?Con un pc puoi sostituire la forza di un’orchestra sinfonica!Chi sono i talenti locali che si sono esibiti durante la festadella Madonna?Gente che nella vita poi cambierà indirizzo!Hai un collega che rispetti?

Michele Marzella e Antonio Di Lorenzo: per me sono comefratelli!Se potessi sferrare un pugno a qualcuno?Anni fa avrei trasformato il mio palcoscenico in un ring!La tua delusione più grande?Aver composto l’inno del Bari-calcio mai diventato ufficiale!Tu sei il nipote del sindaco cav. Luigi Scivetti.Sì, un democristiano dalla faccia pulita. E’ morto senza unalira mentre gli altri sulla sua pelle hanno costruito fortune!Che consiglio ti sente di formulare ai giovani artisti?Studiare, studiare e poi ancora studiare. Solo con lo studio siraccolgono i frutti.Prima o dopo la chiamata… arriva?Io adesso sono docente di ruolo presso l’Accademia Naziona-le di Danza di Roma.Qual è il suo maestro di vita?Renato Carosone.E’ vero che un giorno, sentendoti suonare, il maestro na-poletano ti confessò: «Uaglio’ tu sì nu talent… Ma la musi-ca è come nu supermercato». Ci spieghi il senso di quelleparole?La musica oggi è un’altra cosa. Ci sono i grandi supermercatiin cui si vende e si brucia subito tutto.Ti senti “in armonia” col mondo?Sempre. Contrariamente a chi pensa che io abbia un caratterecontroverso!Qual è il tuo pezzo preferito?Le colonne sonore della mia vita!Esiste la posizione del pianista nel fare l’amore?Il pianista è un artista molto capriccioso. A letto è molto esi-gente!Quanto guadagni per ogni apparizione?Dipende dal tipo di serata che offri. Un teatro non è una piaz-za. Una sala-ricevimenti non è il teatro dell’Opera di Roma!Suoni anche ai matrimoni per sbancare il lunario?L’ho sempre fatto. E’ un momento per socializzare!Come mai il M° Camporeale è passato da mamma Rai alGiovinazzo web tg?Chiunque mi chiede un’intervista, la rilascio con piacere!E’ vero che hai fatto anche il pianista nell’Oceano?Sulle navi della Costa. Ed è stata l’esperienza più bella dellamia vita!Che differenza c’è tra il pianista-artista e il pianista in Par-lamento?Uno suona, l’altro bara!Giovinazzo a breve avrà un contenitore culturale: PalazzoCortese ristrutturato ad hoc per voi artisti. Allora?Per arrivare a Molfetta o ai paesi dell’hinterland saremo sem-pre anni luce indietro. Comunque è sempre qualcosa. Almeno

GIO PISANI

SI RIVEDE!

amporeale

SI RIVEDE!

Page 12: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO FEBBRAIO 2009

12

la finiamo di suonare l’inverno nei sottoscala. Ci vuole più rispet-to per la musica.Ce l’hai ancora contro gli amatori che si dilettano con lamusica?Perché dovrei. Tutti sappiamo quanto salvifica possa essere lastessa per lo spirito di chi la esercita e di chi l’ascolta. Il proble-ma subentra quando qualcuno che non ha titoli inizia a lucrarespacciandosi per artista!Quando vedi lo pseudo-maestro d’orchestra con la bacchet-ta a Giovinazzo dirigere arie del Rigoletto, della Norma e delNabucco interpretate da cantanti dilettanti in abiti sontuosie sfavillanti di pizzo, cosa pensi?Sorrido al pensiero che una persona sicuramente molto impe-gnata in altri lavori riesca a portare avanti tutto ciò con tantaprofessionalità e carattere.Se dovessimo assegnare il premio ‘Nemo profeta in patria’,Maria Pia Piscitelli precederebbe Antonio Di Lorenzo ed EnzoCamporeale?La mia amica Maria Pia è scomparsa da anni da Giovinazzo. Eprobabilmente un concerto per lei in paese ha poca importanza!Invece prima tu suonavi a Giovinazzo con cadenza annuale.E con la stessa frequenza, in città, erano in tanti ad aspettar-ti. Poi sei anni di quiescenza. Quest’anno, toh, chi si è rivi-sto: il maestro Camporeale! Ma perché ricerchi sempre que-sta identità col posto se suoni ai teatri di tutto il Belpaese?E’ la prigione degli antichi affetti che ti riconduce a Giovinazzo.Giovinazzo è la mia città, il mio cuore. Ogni concerto per me èun concerto diverso, un battito nuovo!Come ti è sembrata l’estate giovinazzese?La solita storia del pastore. Tanti soldi per pochi artisti.

Ma non è mancato il tuo concerto?Finalmente qualcuno dopo tanti anni non si è dimostrato cultu-ralmente bifolco.Sul tuo conto si sono dette fastidiose bugie condite con lepeggiori spezie?Che sono stato in Rai e che ho pagato la famosa tangente?Invero sono stato il primo ad arrivarci come artista quandoallora in Rai si arrivava per meriti. Adesso sui canali di Mam-ma Rai spodestano artiste apprezzate più per le loro movenzemuliebri che per la loro professionalità!Oggi in Rai arrivano anche troppe scatolette metallicheche fanno solo rumore. Come mai?E’la classe dirigente che ci propina modelli mediocri perché lacultura fa spavento!Musica vita est ovvero?La musica è vita, mirabile ricerca di uno spirito nobile, linguag-gio universale e comunicazione dei popoli ma anche, fuor diretorica, lo slogan indovinato del concerto lirico che segnò ilmio debutto ufficiale nelle nuove vesti di compositore.«Enzo Camporeale, il compositore senza frontiere» - cosìti ha ribattezzato Tusiani, la testimonianza lirica italo-ame-ricana vivente più importante!A Tusiani dedicai Musica vita est. Misi in musica un suosecretum. Lui mi fregiò sui media di quell’appellativo. Sonosoddisfazioni!Lariamara?Nel 2009 l’aria sarà amara davvero secondo le aspettative. Perme resta un bel ricordo legato alle mie musiche che prestavoper la pulp fiction che veniva trasmessa tutti i pomeriggi suglischermi di TeleRegione. Altri Tempi!

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APERTURA

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13 Febbraio 2009

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14

DI DEPALMA GAETANO

Scrivo quando da poche ore ilgoverno israeliano ha procla-mato, unilateralmente, il cessa-te il fuoco nella striscia di Gaza.Centinaia di morti, fra cui molti,moltissimi bambini. Colpitescuole, e obiettivi che in un con-flitto normale, come un ospeda-le, non sarebbero mai stati og-getto di colpi da parte di unesercito regolare. Ma questanon è una guerra normale. I capidi Hamas che da quasi dueanni hanno il controllo della stri-scia di Gaza o sono fuggiti o sisono rifugiati, vigliaccamente, inricoveri posti proprio in questisiti protetti dalle convenzioni in-ternazionali. Utilizzando i civili,e fra questi bambini, come scu-di umani. Hamas è la formazio-ne politica che vorrebbe, lette-ralmente, cancellare lo stato diIsraele dalle carte geografica.E’ l’organizzazione che con illancio di centinaia e centinaiadi missili verso le città israelia-ne, confinanti con il territorio diGaza, ha costretto Israele a lan-ciare l’operazione militare«piombo fuso» per ridurne lacapacità militare. In Italia non si sono sprecate reazionipro e contro Israele. Le vittime civili, e in particolare, itanti bambini morti sono stati giustamente al centro del-l’aspro confronto. E molti si sono lasciati trascinare ol-tre le righe, oltre l’analisi puntuale dei torti e delle ragio-ni, oltre il senso della verità e, immersi nell’odio ideolo-gico e del pregiudizio hanno trovato l’unico colpevolepoliticamente corretto nel governo israeliano e in gene-rale, negli ebrei. Non solo nelle giustificabili manifesta-

zioni degli islamici presenti in Italia a cui si sono accodati ipartiti della sinistra estrema e anche nelle trasmissioni te-levisive della RAI. Una su tutte ‘Annozero’ condotta, dalgià dipendente di Silvio Berlusconi, Michele Santoro. Difronte alle critiche, sempre legittime se si pensi che il suolautissimo stipendio è pagato con i soldi del canone, hareagito nel solito modo incivile e antidemocratico a cui ciha abituato. Ha invocato la censura: «In un Paese normaleil residente della Camera non avrebbe il diritto di criticareuna trasmissione giornalistica». A parte che tutti - e sotto-

IL CONTRAPPUNTOdell ’alfiere

GIOVINAZZO WEB-TV: un progetto che nasce nel settembre 2005. Loscopo era quello di organizzare una piccola redazione che si occupassedella realizzazione di un tg settimanale da mandare in onda sul web.Da allora il Web Tg conta oltre tre anni di esercizio e più di 150 edizioni,ognuna delle quali può essere visibile in qualsiasi istante sul portalewww.giovinazzo.it, sito afferente al giornale La Piazza

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Nascerà una nuova web tv. Ma una non c’è già?UN FINANZIAMENTO DA 18MILA ENNESIMO SPRECO DELLA REGIONE PUGLIA

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15 Febbraio 2009

lineo tutti - hanno il diritto di critica-re una trasmissione giornalisticaperché altrimenti saremmo di frontead una forma di censura opposta maall’ex salariato di Berlusconi non èvenuto il sospetto che, se anche, asinistra lo criticano forse, forse, qual-che errore, qualche eccesso, pos-sa averlo commesso. Ma l’ex sti-pendiato del cavaliere nero è tena-cemente convinto della sua infinitasuperiorità intellettuale e morale.Nella sua trasmissione ha fatto direal vignettista Vauro, ospite fisso delsuo studio, che ai bimbi palestinesiandrebbero regalati doni, mentre aquelli israeliani niente, neanche ci-tati. Questo il tono dell’ultima tra-smissione dell’ex lavoratore delgruppo Mediaset durante la qualenessuno ha evidenziato che i piùsubdoli nemici dei palestinesi sonoproprio gli arabi. Abili nello sfruttarein chiave antioccidentale il conflittofra israeliani e palestinesi ma mai se-riamente impegnati nel contribuirefattivamente al benessere vero del-la popolazione civile palestinese.Alcuni paesi arabi, poi, contribuisco-no economicamente in modo mas-siccio solo per armare le milizie deigruppi estremisti che fanno la guer-ra ad Israele. Valgano i dati dellecontribuzioni di alcuni Stati occiden-tali ed arabi a favore dei rifugiatipalestinesi. I dati sono dell’agenziaper i rifugiati. Gli Stati Uniti, nel cor-so del 2008, hanno versato 184mi-lioni di dollari, Regno Unito 30milio-ni, la Svezia 34, la Norvegia 25, l’Ita-lia 11,8 fra 2007 e 2008. L’ArabiaSaudita ha versato 600mila dollari,il Kuwait 1,5 milioni. Dell’Iran non viè notizia. Tutti paesi ricchi, ricchis-simi, ma poco attenti alle reali ne-cessità umanitarie dei loro fratellipalestinesi. Senza considerare chei ghetti orrendi dei campi profughisono ancora lì a distanza di quasidue anni dall’avvento al potere diHamas che aveva promesso dismantellarli. Tutto senza considera-re che l’agenzia ONU per i rifugiati,Unrwa, continuerebbe ad assisterei palestinesi anche fuori dai campi.Ma fa troppo comodo tenerli aperti.

Intanto la Regione Puglia vara l’en-nesima sfornata di contributi inutili,di spreco di denaro pubblico cheprende il nome di «Bollenti Spiriti».

Anche la CGIL regionale ha criticato il programma regionale. Solo in rari casiha centrato l’obiettivo di avviare attività produttive e di favorire l’inserimentodei giovani nel mondo del lavoro finanziando reali nuove imprese destinateal successo o corsi di specializzazione. Quanti corsi inutili, quante borse distudio concesse senza il benché minimo collegamento con la realtà, quantiprogetti inutili. A Giovinazzo da un lato è stata lodevolmente avviato erecuperato lo stabile dell’ex convento per farne un polo musicale, in accordocon la città di Bitonto, intestato al musicista Cortese, dall’altro non si sa conquale criterio è stato ammesso al finanziamento un progetto di una web tvcon circa 18.000 euro. Ma non esiste già una web tv? E Giovinazzo ha leenergie per tenere in vita due attività uguali? O invece siamo di fronte alasolita elargizione a pioggia? Ci possiamo ancora permettere questi sprechi?E’ forse per questo che la popolarità del presidente Vendola è in aumento?Sulla situazione locale a parte i ritardi ingiustificati sulla nuova ala del cimite-ro poco da dire anche perché poco è successo anche per la continua as-senza del nostro sindaco. Anzi no. Bella l’idea della lettera ai giovinazzesicon il pacco ed i frangiflutti. Spero che non vada a sbatterci sopra politica-mente con la sua maggioranza!

[email protected]

Page 16: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO FEBBRAIO 2009

16

ANTONELLO DIXIT

«Una grande opportunità per

il territorio perché a Giovinazzo

nell’Istituto Vittorio Emanue-

le vengono valorizzati spazi

molto importanti, molto belli

che adesso potreste anche vi-

sitare».Sindaco Natalicchio, da buonumanista si riferiva agli uffici cheavrebbero accolto il Sert nell’IVE!

FUORI C’ENTRO: UN CAL-CIO ALLA SOLIDARIETÀ

«Io mi auguro che si possano

essere sempre miglioramenti

per il futuro. Però sappiamo

che il calcio a parte di queste

cose qui, può succedere di

tutto dal momento che c’è tan-

tissima tranquillità e pace poi

per sfociare in violenza. An-

che magari un episodio di una

parola detta di troppo. Lo sap-

piamo che il calcio è fatto di

cose particolari. L’importante

che ci sia sempre rispetto per

il prossimo»Pietro Maiellaro detto ilGrandeperchè delegavala alla sa-pienza dei piedi il suo genio!

17 GIUGNO: ITALIA – FRANCIA

«Donadò Mìtt a Cassano. Ci

sta bene Cassano – Del Piero

- Grosso e Toni…. Vai!Anche

Del Piero perché l’uccellin che

fischia nella campagna segna

il gol!».Campagna «Pro Metti Cassano»

IL BELLO DELLA DIRETTA

«Noi dobbiamo puntare sul tu-

rismo perché il turismo potreb-

be essere la nostra arma se-

greta per risolvere i problemi

che le nostre attività produt-

tive stanno in questi giorni vi-

vendo con l’apertura dei grandi

centri commerciali che stan-

no soffocando tutta la…. di-

ciamo…. le piccole attività.

Noi dovremo sul turismo e per

cui attraverso il turismo cer-

care di …diii … di far vivere le

nostre famiglie appunto. Cioè

dovremmo puntare sul turi-

smo affinchè si possaaa…. si

rewind di Sergio Pisani

RIAVVOLGIAMO IL NASTRO DEL GIOVINAZZO WEB-TG

Page 17: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO FEBBRAIO 2009

17 Febbraio 2009

possaaa….. andare a colma-

re quel vuoto che stanno col-

mando le aperture dei grossi

centri».EXPO Giovinazzo 2008 volutofortemente dall’assessore alle at-tività produttive Dagostino. Cosìcome la diretta su giovinazzo.it

RISOTTO MARE E MONTI

«Noi stiamo tentando di ave-

re anche delle montagne per

avere mare e monti per scia-

re anche. Il turismo è sem-

pre stata la Cenerentola di

questo paese. Adesso l’Am-

ministrazione e quest’asses-

sore sta cercando di svilup-

parlo».

EXPO Giovinazzo 2008: cons.Leo Magarelli cui non sfugge pro-prio il senso dell’humour. Semprein diretta su giovinazzo.it

IL PADRONE DELLEFERRIERE

«Per motivi personali legati

alla mancata condivisione di

un progetto di espansione del-

la società in cui il sottoscrit-

to fermamente crede per il

rilancio della stessa. Ovvero

ho lavorato per 4 anni per fare

grande questa società, abbia-

mo raggiunto dei risultati.

Adesso passo la mano molto

serenamente!».È facile sapere quale sia la verità,ma a volte riesce molto difficile ri-conoscere una menzigna. VitoFavuzzi, ex Presidente dell’AFP

LA VITA È UN’ASTRONAVE«Se mi do-

vessi iscrive-

re all’Univer-

sità che poi

è rimasta tra

le cose che

mi piacerebbe fare nella vita,

mi iscriverei ad astronomia».Federico Stragà, cantante

I SOGNI NON AIUTANO PIÙA VIVERE MEGLIO«Per rima-

nere coe-

renti dalla

n a s c i t a

quello che è

stato il no-

stro camino noi preferiamo non

rinunciare ad un sogno ma cer-

carlo di renderlo più difficolto-

so»A Tonio Carlucci, presidenteGSCalcio a 5, primo in classificanon riesce facile parlare dei bidonipubblicitari ricevuti all’indomanidella crisi economica

CAROSELLO, CHI SE LO RI-CORDA?«Io venivo

a Giovinaz-

zo a fare le

f e s t e ,

c’erano i ve

glioni, non

è che sono

v e n u t o

molte volte a fare i veglioni an-

che di Carnevale ma venire in

terra di Bari era una conquista

invece della solita Manfredonia,

Cerignola Siponto!».Vengo dopo il web-tg: Renzo Arbore23 agosto 2008.

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DI DEPALMA GAETANO

NUOVA SEDE

Page 18: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO FEBBRAIO 2009

18

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19 Febbraio 2009

s.s. 16 Giovinazzo - S.Spirito (vicinanzeRiva del Sole) - 3000 mq.

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NUOVA

APERTURA

echi di gennaiodi Angelo Guastadisegni

Scusi, posso morire? No. Ma se pro-prio insiste… trattenga comunque l'ul-timo respiro. Veda di morire a maggio.«Veda crepare di maggio ci vuole co-raggio… Morire d’inverno te ne vai drit-to all’inferno». A maggio i morti avran-no nuovi posti al fresco, a maggio saràavvenuto il completamento dell’amplia-mento del cimitero. Morire a maggio inprimavera non è come morire d’inver-no. Perché dritti all’inferno dovrebberoandarci i nostri amministratori. Lorohanno una strana programmazione deiservizi ai cittadini. La loro programma-zione non va mai di pari passo con lereali esigenze della popolazione. E itempi sono sempre più dilatati. Succedequesto a Giovinazzo: i morti devono aspet-tare che i vivi si mettano d’accordo perchèil Comune non dispone più di loculi. Gli uni-ci disponibili sono di proprietà privata, iloculi delle congreghe che non ti ospitanocertamente gratis, né si sostituiscono alleistituzioni per fronteggiare la crisi. E allorail Comune che fa? Per fronteggiare l’emer-genza impone il rispetto dell’ordinanza 189.«Il Comune con decorrenza dall'assegna-zione dell'ultimo loculo comunale disponi-bile le salme siano tumulate, momentane-amente, in attesa di completare i lavori perla realizzazione dell'ampliamento del Cimi-tero Comunale, per un periodo massimo dimesi 3 (tre), nei loculi esistenti nella IV e Vzona del Cimitero Comunale dandone co-municazione al pubblico mediante affissio-ne nel Cimitero Comunale del presente attonon essendo possibile, allo stato degli atti,individuare i concessionari di detti loculi».Così colpisce non poco il manifesto pub-blicato dal Popolo della Libertà in cui sievidenzia l’inadempienza dell’Amministra-

zione Comunale che, nonostante gli an-nuali 120 decessi, non ha provveduto intempo a prevenire l’emergenza. I loculinella IV e V zona del Cimitero Comunalesono 44 e il count-down è già iniziato avedere la foto che mostra come uno dei44 loculi sia stato già occupato. Insom-ma, bisogna esalare l’ultimo respiro dopoaprile. Non qualche giorno prima. Totò di-ceva che la morte è una livella, perché cimette tutti sullo stesso piano: ricchi epoveri. E’ fuori di dubbio, però, che morirericchi è comunque sempre meglio chemorire poveri. Perché almeno hai un po-sto al fresco nella tua Cappella Cimiterialeo in quella della Confraternita e nessunote lo porterà mai via. Ma a Giovinazzo,qualcuno ha sovvertito pure la livella diTotò perché per tre mesi ha imposto chenella tuo loculo, nella tua casa cimiterialedeve entrarci qualche altro. Ci auguriamoche in questi tre mesi i morti che non han-no casa non siano oggetto di tanta spe-culazione. In altri termini, qualcuno oltrea fronteggiare l’emergenza debba fronteg-giare il fenomeno del mercato nero delle

«Morire di maggio ci vuole coraggio.Al momento non ci sono più loculi!»

tumulazioni presso loculi gestiti dal-le Confraternite. Lì, i loculi sono sem-pre infiniti. C’è sempre posto per chine fa richiesta. Ma in terra non vuoleandare proprio più nessuno? Intantol’Amministrazione comunale ha fis-sato il consiglio comunale monotematico straordinario. Straordinario ancheper la singolarità dell’evento: si terrànella centralissima Piazza Vitt. Ema-nuele

31 DicembreTutti in piazza adaspettare il 2009

La notte per eccellenza. Quella dicapodanno. Quella in cui quasi tutti brin-dano, ballano, mangiano, ridono, scher-zano, flirtano. Per molti la ricorrenza di S.Silvestro è una irrinunciabile occasionedi divertimento: l’ha capito l’Assessora-to alla Cultura che per il settimo anno difila ha proposto il Capodanno in Piazzacon la partecipazione, per il secondoanno di fila, della Sunsea Band forma-zione musicale, composta da otto ele-menti, che ha proposto un percorso "Da-gli anni ’70 al contemporaneo", ovverobrani di musica dance anni Settanta eOttanta riletti in chiave jazz dal musici-sta Leonardo Lozupone originario diRutigliano, ma polignanese d’adozione.Quello appena trascorso è stato un SanSilvestro con nessun sinistro stradale, unferito a causa di un profondo taglio al pie-de con un coccio di bottiglia, duecassonetti capovolti sulla sede stradalee un palo della segnaletica stradale let-teralmente sradicato e poi scaraventatosulla pubblica via.

INTANTO L’AMMINISTRAZIONE HA FISSATO IL CONSIGLIO COMUNALE MONOTEMATICO STRAORDINARIO. PER

LA SINGOLARITÀ DELL’EVENTO SI TERRÀ PER LA PRIMA VOLTA NELLA CENTRALISSIMA PIAZZA

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21 Febbraio 2009

Nu uànn, a Natél(e), quann pi’m(e)n(e) v(o)lav(e) scè osúnn ‘brazz(o) a la Madonn(e)p(e)’ v(e)daj da v(e)cén com(e) Jav(e) ‘na volt ‘u Natél(e)quann iémm criatéur, ca m(e)ttèmm(e) ‘u mussa d(e)riaun(e) du távue adó stav(e) fatt ‘u pr(e)sépijeè n(e) ‘ngandemm(e) a v(e)da’ Gesù Bambin(o).P(e) l(e) strét(e) du paiés(e) vecchi(o)Come(e) s(e) s(endaiv(e) béell ind’all’arie‘u addaur d(e) l(e) dulc(e) e chedda pund(a)d(e) la c(e)podd(e) ind’ o calzaun(e),‘u profum(o) de le c(e)mdrép(e) è d(e) l(e) frittéll(e).A chidd ti(e)mb avastáv(e) méett(e) ‘mmenz ‘u tavuírCa gé iav(e) ‘na feste k’app(i)cciav(e)L’occhier(e) d(e) tutt(e) l(e) m(i)ninn(e)!Péur chidd k(e) ‘u mukk o’ nés(e)Add(e)v(e)ndév(e)n(e) bér(e)fatt!A chédd(e) été, sèn(e), stév(e)n(e) l(e) problém(e)però s(e) la v(e)dévene l(e) grann(i)a neu parav(e) ca sciav(e) tutt(e) bbun(e)e nan ‘brtem d(e) nudd.

Un anno, a Natale, all’improvvisoVorrei addormentarmi in braccio alla MadonnaPer vedere da vicino come era una volta il Natalequando eravamo bambini, che mettevamo il mentoa direzione del tavolo dove stava fatto il presepee ci incantavamo a vedere Gesù Bambino.Per le strade del paese vecchioCome si sentiva bello nell’ariaL’odore dei dolci e quella punta (odore pungente)della cipolla nel calzone,il profumo delle cime di rape e delle frittelle.A quei tempi bastava mettere in mezzo il tavoliereche già era una festa che accendevagli occhi di tutti i bambini!Pure quelli con il muco al nasoDiventavano belli!A quell’età, sì, stavano i problemiPerò se la vedevano i grandi,a noi sembrava che andasse tutto benee non ci importavamo di nulla

Natèl a Scevnazz Natale a Giovinazzo

PER IL NATALE ORGANIZZATO DALLA PRO LOCO IN PIAZZA UMBERTO I

TESTO TRADUZIONE

Poi siamo cresciuti e niente è stato più comeprima!Dove sei finita fragile bellezza di un tempo?Dove le persone care, i compagni, i nostri giochi,la spensieratezza?Tanto di è stato tolto per far posto alla nostalgia!Ogni cosa ha preso velocità,le responsabilità ci sono salite in groppa,e il dolore, il dolore ci ha perseguitatopenetrando sempre più intensamentein quei bambini spensierati di un tempo. E come!Però stanotte non ci fa pauraPerché proprio qui, in mezzo a noi,nasce la speranza del Bambinoe noi cantiamosenza piangere dentrola Santa Allegrezza.

Molfetta, 22 dicembre 2008Michele Carlucci, 1948

echi nataliziprof. Michele Carlucci

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23 Febbraio 2009

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Anche quest’anno non sono mancate paginesuggestive del Natale grazie al lavoro di coor-dinamento dell’Amministrazione Comunale ein particolare dell’Assessora alla Cultura Ca-rolina Serrone. Si è goduto di tanti momentibelli, soprattutto musicali tra cui quello di pas-saggio tra il 2008 e il 2009 che tanta gentehanno richiamato in piazza anche dalle cittàlimitrofe.L’euforia delle feste in piazza del 2000 non si èancora spenta nei cuori dei Pugliesi tanto èvero che “tirano” ancora molto le feste di Bari,Corato, Andria etc. Si è ripetuta la magia deigrandiosi Presepi di S. Domenico e di S. Ago-stino soprattutto della suggestione di quest’ul-timo che ha riproposto la splendida “cartolina”Giovinazzo (torrione, porticciolo, via Marina,Cattedrale e Vedetta del Mediterraneo), costru-ita sapientemente e pazientemente da perso-ne benemerite della cultura, e dichiarato indi-struttibile a furor di popolo tanto da restare (ve-lato) in permanente esposizione davanti all’al-tare del Rosario. Un significativo presepe è statoallestito davanti all’altare maggiore della chie-sa dello Spirito Santo rievocante l’invenzionea Greccio (Rieti) nel 1223 del presepe viventeda parte di S. Francesco d’Assisi il cui Bambi-nello è stato portato in processione come ognianno. Un altro significativo presepe lo si è vi-sto in Cattedrale: ha proposto un fantoccio conle sembianze del Vescovo don Tonino Bello

che mostrava Gesù Bambino deposto su ungrembiule da massaia. La teologia del servi-zio così genialmente visualizzata da don To-nino con l’immagine del grembiule oggi uni-versalmente nota!Come ogni anno da quarant’anni a questaparte la Pro Loco ha organizzato la nascita trala sua sede e la piazza Umberto I la sera del24 dicembre. Alla cerimonia hanno fatto coro-na una splendida riflessione di don Benedet-to Fiorentino, la lettura del Vangelo di Lucasulla nascita, e le musiche natalizie eseguitedagli allievi della Scuola del Concerto Bandi-stico Giuseppe Verdi a cui è stata alternata lalettura di bellissime poesie sul Natale. Oltre aquelle tradizionali di Giovanni Pascoli, DiegoValeri, Giuseppe Ungaretti, Pietro Mastri, il sot-toscritto ne ha letta una della defunta mogliescritta nel 2001 e una da lui stesso compostaper l’occasione, intitolata Natale a Giovinaz-zo che viene qui proposta al fine di mantene-re viva la tradizione natalizia giovinazzeseanche sotto l’aspetto verbale. Prima che la be-fana portasse via tutte le feste, nella chiesadello Spirito Santo, la sera di sabato 3 genna-io, la Corale Polifonica Molfetta, diretta da Pi-nuccio Pappagallo, ha proposto con grandesuccesso un programma di canti natalizi. Allabellezza delle voci hanno dato un tocco ma-gico la sentita esecuzione e l’impeccabile di-rezione.

echi nataliziprof. Michele Carlucci 4 Gennaio

MUSICA CLASSICA NELLA

SAN DOMENICOFranz von Suppè,Ferenc Lehár, Jac-ques Offenbach, Ri-chard Strauss: que-sto il programmamusicale del Con-certo di MusicaClassica tenutosipresso la Parroc-chia San Domenico lo scorso 4 gennaio acura del Concerto Bandistico “G. Verdi”, gui-dato del Maestro Dominga Damato. La suaottima direzione e la perfetta esecuzione delgruppo giovinazzese hanno entusiasmatoil numeroso pubblico intervenuto per l’oc-casione. Da anni, ormai, l’Associazione Cul-turale Musicale “G. Verdi” è impegnata a svol-gere una premurosa preparazione musica-le ai giovani della nostra città. Adesso piùche mai, sotto la direzione del Maestro Do-minga Damato, il Gran Concerto Bandistico“Giuseppe Verdi” è annoverato fra i migliori.

6 GennaioEPIFANIA: UNA CALZA PIENADI SOLIDARIETÀ PER I MENO

FORTUNATI

L’Epifania sta ad indicare l'Epifania del Si-gnore, una festa cristiana che cade il 6 gen-naio, cioè dodici giorni dopo il Natale e que-st’anno, oltre a doni, dolciumi e divertimen-ti, ha portato un’iniziativa benefica in favoredelle persone meno fortunate. Il 6 gennaio,in Piazza Vittorio Emanuele, l’Assessoratoal Turismo del Comune di Giovinazzo haraccolto giocattoli e generi alimentari, in unevento denominato “La Befana del Com-merciante”.

Ancora, musica, tradizioni e canti

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25 Febbraio 2009

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RE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

La crisi economica preoccupa davvero tutti. I politici di tutto il mondo, irisparmiatori che hanno paura che i prezzi possano salire ancora dipiù. E anche la piccola impresa che non dorme sonni tranquilli. Mac’e’ un’impresa che sembra non conoscere crisi nel nostro paese: Cli-ma doc SNC. Perché? Una casa riscaldata non conosce crisi. Il matto-ne che respira anche. Nell' annus horribilis Clima doc veleggia suacque tranquille.LASTORIA. Nel settembre del 1998, CARMINE COCOZZA, con unaferrata esperienza nel campo edile e FRANCESCO MARINELLI, giàrodato nel settore idrotermico della città di Bitonto, fondano la ClimaDoc SNC, un’azienda sorta principalmente per la manutenzione del-le caldaie. In città, esultano gli idraulici che da tempo attendevano lanascita di una simile attività. Un anno dopo, nel 1999, Clima Doc ab-braccia anche l’impiantistica tecnologica con l’installazione di calda-ie, impianti idrotermici e di condizionamento. Le strette di mano inizia-no ad aumentare: i contratti pure e l’azienda di via Ugo Bassi festeg-gia l’ottantesimo cliente nel primo anno di attività. Un dinamismo che,nel corso di questo decennio, non si è fermato a Giovinazzo. Molfetta,Terlizzi, Bari e Bitonto, ma anche il Lazio, l’Abruzzo e l’Emilia Romagna.Nel capoluogo pugliese e a Pescara, Carmine e Francesco espongo-no il loro marchio all’interno della prestigiosa gioielleria RoccaCalderoni, in una sintesi ideale tra storia, prestigio ed eleganza. Allependici del Colosseo, c’è ancora la griffe di Clima Doc, stavolta ac-canto all’autentica Bassetti. Gli anni passano, aumentano i corsi diaggiornamento e marketing, si moltiplicano i contratti e accrescono iservizi di una realtà che, sin dal 1998, ha sempre preferito lavorare incoppia per non volare troppo con il rischio di sprofondarenell’anonimato. Clima Doc ha scelto la filosofia del “pochi, ma buo-ni…”, come entrambi hanno sottolineato. Gli orizzonti si allargano, Cli-ma Doc si espande, arrivano le caldaie a condensazione, i pannellisolari e gli impianti misti caldaie e termo-camini. Si prosegue tutto d’unfiato fino al 2009, fino alla crisi che, nel loro settore, non si vede pro-prio. «Nel nostro settore – racconta Francesco Marinelli – non c’è cri-si». Per fortuna, verrebbe da dire. Intanto dall’esperienza maturata sulcampo e dalla ricerca tecnologica mirata al perfezionamento del pro-dotto la Clima Doc si sfrega le mani per essere divenuta, nel corso deltempo, il Centro Ufficiale Ariston, Simat e Radi per l’assistenza tecni-ca delle caldaie all’interno del circondario cittadino. Francesco eCarmine, che assieme condividono una notevole passione per la pe-sca che dividono con gli amici di ‘Tecnotherm’, si sono affacciati an-che al Palasport di viale Aldo Moro. Sugli spalti, da qualche mese,campeggia anche il loro striscione a testimoniare l’espansione di unarealtà imprenditoriale che, nel 2008, ha tagliato il traguardo della mil-lesima caldaia assistita. Insomma la Clima Doc, da qualche tempoassociata con l’Iper Club Vacanze, si è già catapultata nel nuovo 2009con svariate ambizioni. «Vorremmo aprirci un portale web», chiosaFrancesco Marinelli. La voglia di espandersi è davvero tanta, ma lafilosofia rimarrà sempre la stessa. Volare basso, pensare alto.

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La bicicletta come mezzo di trasporto mi è sempre pia-ciuta. Quanti mi conoscono sanno della mia passione emolto raramente mi hanno visto su mezzo diverso dallabici.Mo ca so fatt vecchiaridde, forse per venirmi incontro, mistanno costruendo un poco di piste ciclabili. Vi confesse-rò che queste appena terminate sono abbastanzafunzionali. Poi cominciano a divenire oggetto diimprecazioni. Contro chi vi chiederete? Mbè contrà a cichemmanne cudde memende. Mo per esembie, vè demode Natalicchie k tutte l uardie municipale.I vigili sono attentissimi nel subissare di multe le autosenza grattino, quelle che non hanno poggiata le ruotenel posto giusto facendo poi finta di non vedere auto emoto sulla pista ciclabile.Lì, puoi anche trovare i bidoni della spazzatura, avanzi dipizza con relative bottiglie di birra, cartoni in esubero,padroncini con i cani pronti a gratificarti di qualche belricordino. Insomma, per dirla come se disce mo, una pi-sta multiuso.Io, in verità, non me la sono presa molto. L’estate vivo aGiovinazzo, ma d’virne, la mia casa è a Bari dove, permotivi di lavoro, mi sono dovuto trasferire. A Bari, il Sin-daco EMILIANO, da tempo aveva promesso a tutti unapista ciclabile per venire incontro ai poveri ciclisti vittimedel caotico traffico cittadino.Di fronte a tutti quegli ostacoli che incontravo sulla pistaciclabile di Giovinazzo mi consolavo dicendomi ‘nalde epicche, tra ne picche vogghie a Bèr’.Non ci crederete, ma quando a settembre sono tornato aBari ho continuato a imprecare anche se gli accidentiavevano solo cambiato indirizzo e destinatario.Un giorno perchè dovevano ultimare i lavori dipavimentazione, un altro giorno per problemi alla rete elet-

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trica, poi prer la sistemazione dei tabelloni pubblicitari,poi per quelli della spazzatura e poi.... e poi.....per anda-re in centro: anche a piedi era un inferno!Con rammarico mi dicevo:«E tu te lamndìve deNatalicchie’?’Te stè bbune».Poi, finalmente, tutte queste sofferenze sono finite.Emiliano ci aveva regalato la pista. Bella! Tanto nuovache i ciclisti avevano paura di percorrerla. A poco a pocosulla pista si è cominciato a vedere qualche coraggiosoutente, me compreso. Una sensazione nuova! Le ruotescorrevano sulla superficie liscia senza nessun sobbal-zo!Il lato B era salvo. Niente buche, niente sussulti, la pistascorreva liscia sotto le ruote senza massaggi prostrati-ci. «Subbite so ditte, ah siii.... finalmènd!!!!».La sera na lambe drete a l’alt, senza paura di perderti,arrivai al Largo 2 giugno o all’estramurale Capruzzi.L’unico grande rimpianto rispetto a Giovinazzo era la man-canza diaria buona. A Bèr l’aria bòne, ci te la passe????Però, poi, anche questa pista ciclabile, un volta entrata afar parte della vita barese, ha cominciato a mostrare lesue molteplici qualità di uso, così come per Giovinazzo.I pedoni sulla pista si sentono superprotetti dalle ringhie-re dall’assalto delle macchine. Poi ci sono gliattraversamenti che consentono l’ inversione di trafficoche una volta affrontati con la macchina non riesci più asgombrare perché non appena metti il muso della mac-china sulla strada rischi di essere tranciato dalle autoche sfrecciano a 100KM/h, lanciata dal ponte sulla fer-rovia che fa da trampolino di lancio. E non è tutto!Dal mercato di P.za S.Antonio le massaie con i lorocarrellini carichi di spesa che possono fare di meglio senon trainarli sulla pista ciclabile dove non hanno più il

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problema di salire e scendere dai gradini dei marciapiedi?Con i trolley accorrono sulla pista anche i viaggiatori diret-ti o provenienti dalla stazione centrale e da1la ferrovia dellaSud-Est.Sulla pista anche quelli in roller e le mamme, tante mam-me con i carrozzini. La pista evita loro il continuo saliscendidei carrozzini dai marciapiedi, di scansare le moto par-cheggiate sugli stessi,di dribblare i tavolini dei bar con l’amletico dubbio di sce-gliere se il tavolino di coca lo devi lasciare a destra o asinistra per non incocciare il tavolino col caffè o con il ge-lato che viene appresso. Quella pista è come la differenzatra una tradotta militare e la TAV.A questo punto, lo confesso, mi sono pentito.So ditte: «Cendimile volte mugghi Antonelle!!! CUdde ,

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almèn nu picch d’aria bòn me la faciave resperè!!!».Senza portarla per le lunghe vi devo confessare che orasono davvero molto, molto, molto pentito.Nei momenti di calma e riflessione mi è tornato in mente il saggio detto dei nostri nonni che ci ammonivano: Ci lassla Strèta Vecchie e pigghi la Nòv, sèpe cè lasse e nansèpe cè tròve.Ora non vedo l’ora di ritornare alla mia Giovinazzo. Chiu-derò un occhio sugli ostacoli che troverò sulla pista, maalmeno tornerò a respirare un poco di aria buona, a go-dermi ancora la vista del bel mare calmo o agitato con lesue belle e variopinte barchette o le sue lampare e, c’m’avanze ne picche de timbe, agghia sceje a cerchèscheuse peur a Natalicchie, a le vigile urbène, e machèra Parato, anghe ce saccie ca se na sceute in penzione.

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La chiesetta di S. Andrea Apostolo su via Cattedrale viene apertaal culto il 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù al Tem-pio, quando la Confraternita che vi ha sede festeggia il propriotitolare e proprio in quei giorni la Chiesa festeggia un Beato unacui statua è conservata proprio in quella chiesa: il beato è An-drea da Conte.

L’EFFIGIE DEL BEATO ANDREA DE CONTI SEGNINella parete sinistra della chiesa di S. Andrea in una nicchia amuro è conservata la statua di un frate munito di aureola, chenella mano sinistra regge un libro, mentre porta la destra alpetto; indossa l’abito caratteristico dell’Ordine francescano deiMinori Conventuali ossia saio nero, la mantellina con cappuccioche copre le spalle, il petto e la schiena; sul basamento dell’ef-figie a destra di chi guarda siede un bambinello nudo.Luigi Marziani, parlando della chiesetta, a p. 159 delle sue Istoriescrive che la statua è di «S. Andrea da Ponte». Ma non esisten-do un Santo con tale e trattandosi del beato Andrea de Contiquello sul testo del Marziani potrebbe essere un mero errore distampa. Maldestre pitturazioni subite dalla statua negli ultimitempi non lasciano intravedere «l'¬ispirazione del suo volto ra-pito veramente in estasi divina» che appariva invece al Marziani(la foto qui pubblicata gentilmente concessa dal sig. PaoloMastrototaro, risale agli anni ’70 prima che la statua venisseridipinta).Con molta probabilità questa statua proveniva dalla demolitachiesa dei soppressi padri Minori Conventuali (vulgo case di S.Antonio) come è accertato per le campane della chiesetta di S.Andrea (ADG, fondo Confraternita Purificazione, s.c. corrispon-denza anno 1872) e come è stato tramandato dallo stesso sto-rico Marziani circa la statua in pietra di S. Antonio da Padovaposta a sinistra di chi guarda l’altare della stessa chiesetta; lostesso poi dicasi per il quadro dell’Annunciazione ed il reliquiarioin ottone dei “petali del roseto di S. Francesco”.Nell’inventario della chiesa del convento dei Minori stilato nel1809 al momento della soppressione, (ASBa, Monasteri Sop-pressi, b. 2) figurano appunto «Una statua di legno del beatoAndrea da Conte; una statua di pietra di S. Antonio di Padova;un quadro mezzano di altare dell’Annunziata». Per l’esatta col-locazione delle opere nella chiesa dei Minori, dobbiamo rifarciall’inventario del 1653 in cui la tela dell’Annunciazione figura,come altre quattro tele, quale pala di uno dei sei altari laterali,su uno dei quali era posta invece la statua in pietra di S. Anto-

nio (BNBa, fondo De Ninno, vol. 17/1). Non è dato sapereinvece in che punto della chiesa fosse collocata la statuadel Beato nel 1809, tenuto conto che nell’inventario del1650 non appare affatto. (Tralasciamo di fare riferimentiall’Inventario di quadri e statue presenti nelle chiese diGiovinazzo nel 1812 (ASBa, Intendenza Culto e dipen-denze, b. 18, fasc. 556) in quanto poco attendibile).La statua del beato Andrea, nella scheda di vincolo predi-sposta dalla Sovrintendenza Musei e Gallerie nel 1974, ècatalogata come manufatto ligneo del secolo XVIII; que-sta datazione, insieme all’analisi degli inventari su ripor-tata, ci induce a supporre che la stessa sia stata realizza-ta dopo il 1726, anno in cui proprio nella chiesa dei Minoriavvenne un miracolo per intercessione del beato AndreaConti le cui Reliquie proprio in quel periodo erano giunte inGiovinazzo in peregrinatio.

DEPOSIZIONI DELLA MIRACOLATAIl 27 luglio 1726 tale Anna Antonia Bonvino, recatasi pres-so la Curia Vescovile di Giovinazzo rendeva la seguentedeposizione al Vicario Generale don Antonio de Nigris allapresenza del Cancelliere don Michele Marziani.«Rev.mo Signore,Anna Antonia Bonvino della città di Giovenazzo rappresenta aV.S. Rev.ma come da dieci anni sono si trovava invasata daspiriti quali l’havevano da quattr’anni sono resa tutta stroppia,ed […]atta di gambe, piedi, braccie, ed ogn’altra parte di corpoa segno non poteva fare veruna attione corporale senza l’aggiutodi due persone, e colla credenza fusse infermità corporale, oper meglio dire naturale v’havea adoprati molti medicamentiquali sono sempre riusciti vani ed infruttuosi. Essendo gionto inGiovenazzo il padre Giuseppe Antonio B e s a g n o dell’Ordinede Minori Conventuali di S. Francesco colla Reliquia del BeatoAndrea Conti del medesimo Ordine, che va questuando per lasantificazione del detto Beato, giovedì 18 del corrente luglio1726 il detto padre B e s a g n o espose alla pubblica venerattionenella chiesa di S. Antonio del suo Ordine fuori le mura di questacittà la S. Reliquia, vi fui portata anch’io a fine di ricevere lagratia dal Beato, ed applicatala sopra di me dal detto Padre ladetta Reliquia furono à lingua li spiriti, il capo de quali si chia-mava Marzucco, ed havendomi (come l’astanti dicono) chetatili spiriti in animo ad haver fede alli meriti del Beato, e me portòad una confessione generale, che volentieri feci. Il sabato se-

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29 Febbraio 2009

guente 20 del detto mese fu il padre Giu-seppe Antonio B e s a g n o ad esporrela detta Reliquia nella chiesa di S.Gioanbattista delle Monache Benedetti-ne di questa città, ove parimente vi fuiportata anch’io accompagnata da duemie sorelle, e dal rev.do don DomenicoGentile sacerdote, ed esposta la S. Re-liquia il padre di nuovo m’esortò ad haverviva fede nel Beato, e fattami sedere inmezzo la chiesa dirimpetto l’altare mag-giore ove era esposta la Reliquia, dopopoche orationi (come mi dicono gliastanti) precettò gli spiriti a partire, elasciarmi sana e libera, io altro non soche dal luogo ove sedeva mi trovai pro-strata avanti l’altare maggiore, sana elibera affatto, a segno m’alzai da me, emi misi a camminare per la chiesa sen-za aggiuto veruno, non senza grandeammirattione, e lacrime di contento e mioe degli astanti, e le reverende monachepiene di ammirattione, e giubilo si die-dero a sonar le campane, e vollero sicantasse il Te Deum in rendimento digratie, doppo di che mi portai a casa conproprii piedi e salii le scale da me solasana e libera ed hoggi per gratia di Dio edel Beato Andrea Conti fo operattioni,che da più anni non ho potuto fare. E

perché tal fatto è di bene si pubblichi e manifesti a maggiorgloria di Dio, e per dar animo alli fedeli a ricorrere in simili trava-gli all’intercessione del Beato Andrea, supplica Vostra Signoriareverendissima a prenderne informatione ed haver a gratia utDeus» (ADG, fondo Curia Vescovile, s.c.).

ALTRE TESTIMONIANZEPer accertare la veridicità delle dichiarazioni rese dalla miracolata,gli ufficiali di Curia sottoposero ad interrogatorio il chierico Fran-cesco Antonio Galdo e il canonico don Domenico Gentile cheavevano assistito all’evento. Quest’ultimo dichiarando che «nel-la chiesa di S. Antonio ... fu portata detta Anna Antonia Bonvinodentro un galesso da me sostenuta perchè come ho detto nonpoteva reggersi in piedi» precisando che la donna «era necessi-tata farsi aggiutare da due o tre persone, e benchè ci avesseapplicato molti medicamenti, supponendosi infermità di corpo, iltutto però riuscì invano ... l’anno passato nel mese di settembregiorno della dedicazione di S. Michele Arcangelo essendosi por-tata in questa chiesa Cattedrale per communicarsi e portatasiavanti l’altare del SS.mo Sacarmento talmente travagliata daquelli spiriti maligni che incominciò ad urlare, che non fu possi-

bile communicarsi, ... ed un altra volta ancora successe il me-desimo nelli primi giorni del mese di giugno passato in tempo,che voleva prendere il SS.mo Viatico in sua casa» confermòche la donna era in effetti ossessa.Anche uno dei testimoni ribadiva che la peregrinatio delle Reli-quie del beato Andrea avveniva al fine di raccogliere denaroper un suo processo di santificazione che per i promotori dellostesso era oneroso.Quello della giovinazzese non era né il primo né l’unico caso diuna “indemoniata” liberata per intercessione del beato Andreada Conte, infatti le sue note agiografiche riportano che Egliaveva doni carismatici ed aiutava i fedeli a vincere le insidiediaboliche con consigli e preghiere durante la sua vita, mentreuna volta morto tutti gli indemoniati che venivano portati sullasua tomba restavano immediatamente liberi (B. Mazzara, Leg-gendario francescano, t. 1, Venezia 1722, p. 1).

NOTE AGIOGRAFICHEAndrea De Comitibus, dei Conti di Segni, (Anagni (FR) 1240circa – Piglio (FR) 1 febbraio 1302) parente di alcuni Pontefici,abbracciò la Regola francescana e visse per tutta la vita nelconvento di Piglio, cittadina che si dice fu liberata dalleinfestazioni diaboliche dopo un segno di Croce tracciato ap-punto dal Beato. In quella località è ancor’oggi visibile la grottain cui, come S. Francesco, il beato Andrea pregava in povertàe penitenza tanto da rifiutare anche la proposta di suo nipotepapa Bonifacio VIII che voleva nominarlo cardinale.Il suo culto fu riconosciuto ed approvato da papa InnocenzoXIII l’11 dicembre 1724 e la sua festa è celebrata il 3 febbraionelle chiese francescane ed il 1° febbraio, giorno della sua morte,a Piglio lì dove accanto alla sua grotta, nel cui interno è statascolpita un’effigie del Beato, vi era un Oratorio demolito nel1903 con una sua statua in legno che lo rappresentava con unlibro in mano. Così si presenta nella statua della chiesetta di S.Andrea di Giovinazzo.

UNA CURIOSITA’Così come nel 1726 le reliquie del francescano Andrea Contisostarono presso il Convento dei Minori e per sua intercessio-ne avvenne un prodigio nella chiesa delle Monache, quasi 100anni prima nella stessa chiesa delle Monache che assistevanoalle celebrazioni dall’alto dei loro matronei, avvenne il prodigiodella lievitazione del francescano San Giuseppe da Copertino,che stava alloggiando nel convento giovinazzese del suo Ordi-ne. La chiesa di quel convento al momento della soppressioneNapoleonica, come si rileva dal già citato verbale del 1809,custodiva (non sappiamo precisamente dove) un tela del San-to e la statua del Beato ivi “transitati” il primo in vita ed il secon-do post mortem, compiendo prodigi.

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31 Febbraio 2009

Ad un anno circa dalla esecuzione di paginemusicali dei maestri della Banda dell’Ospizio(Istituto Vittorio Emanuele II), riportate alla luceda Anna Catino, nello stesso teatro delConvento dei Frati Cappuccini in via Crocifisso,la sera del 22 dicembre un’ensamblecoordinata da Fedele Depalma ha fattoriascoltare al numeroso e qualificato parterre ibei canti popolari della tradizione giovinazzeserecuperati e trascritti a suo tempo dal prof.Beniamino Andriani ed oggi incisi su CD perl’occasione. Si arricchisce così la storiamusicale di Giovinazzo.Messi insieme l’Andriani, i due figli superstitiAndrea e Silvano, la nipote di BeniaminoBeatrice Andriano Cestari, il prof. Vito Tridente(il gancio tra passato e presente), lacollaborazione di alcune istituzionigiovinazzesi e del Monte dei Paschi di Siena,«l’accorta e competente cura» (così definitadall’illustre critico musicale Nicola Sbisà su laGazzetta del Mezzogiorno del 23 dicembre u.s.)di Fedele Depalma, si può gustare l’animapopolare di Giovinazzo ascoltando le 29incisioni raccolte nel CD “E sì rose”comprensive di due brani sacri originalidell’Andriani, serenate, lamenti, mattinate,canzoni a ballo, etc. Il 24° brano è unaregistrazione degli anni ’80 del coro scolasticodella Scuola Media “G. Marconi” diretto dal prof.Vito Tridente. Nell’esecuzione della mattinata“E sì rose”, replicata nel CD divinamente daMarco Manzi senza alcun accompagnamentostrumentale. Il brano 23 propone unaregistrazione con la voce di BeniaminoAndriani che si esibisce in una barcarolaarricchita dall’intervento di Fedele Depalma almandolino e Alessandro Grasso alla chitarra.Cantanti e musicisti meritano tutti la citazione!Sono Marco Manzi, Carlo Depalma, il coro dellaFraternità francescana, Vito Tridente, MauroCapurso, Alessandro Grasso, Maria PiaD’Attolico, Mariangela Dinatale, FedeleDepalma, Gianni Gelao, Michele Lusito eGiuseppe Volpe. Questi ultimi quattro con BettyLusito compongono il famosissimo gruppo conaffiliazione terlizzese “Onphalos” che nel 2007ha vinto il primo premio internazionaledell’Eurofolk svoltosi in Spagna.Bene ha scritto il Sindaco Antonello Natalicchiointroducendo il volume curato da BeatriceAndriano Cestari «I canti della tradizione diGiovinazzo» edito dal mensile In città ed a cuiè allegato il CD: «Fedele Depalma sa che latradizione orale vive d’improvvisazione, perciòaccetta la sfida di una “filologia” che non stanell’esecuzione dello spartito d’autore, mapiuttosto nella riproduzione delle condizioni dicontesto in cui la musica popolare si realizza».I figli del prof. Andriani hanno continuato atestimoniare l’amore profondo che il papà hasempre nutrito per Giovinazzo, ed hannomanifestato sentita riconoscenza, in unapremessa del volume, a Fedele Depalma aVito Tridente e al gruppo musicale che hannopermesso l’incisione del Cd per laprofessionalità con cui hanno realizzato unaesecuzione di canti a nostro avviso di notevolepregio artistico che ha saputo coniugarel’armonia tradizionale ad un linguaggio più

I canti della tradizione di Giovinazzo e

Beniamino Andriani

moderno.L’autrice nella sua testimonianza sul lavorosvolto ha significativamente scritto: «per lastesura del testo mi sono avvalsa di alcunelettere autobiografiche dell’autore, delcarteggio intercorso con l’amico GaetanoD’Agostino, di alcuni ricordi di famiglia e dellostudio di documenti bibliografici». Poi forniscenotizie biografiche dello zio Beniamino fratellodel papà.Il prof. Andriani nacque il 13 gennaio 1900 aGiovinazzo dove visse la fanciullezza el’adolescenza e studiò. Ma frequentò il Liceoclassico a Molfetta. Partecipò alla 1° guerramondiale e poi frequentò l’università a Romadove si laureò prima in matematica quindi infisica.«Per quest’ultima disciplina l’Andrianiconseguì la specializzazione studiandopresso l’Istituto di Fisica di via Panisperna, lostesso in cui studiarono i più grandi fisici italianifra cui il più famoso fu Enrico Fermi. Erano glianni 1920-1930». Negli anni ’30 Beniaminovisse una parentesi giovinazzese e insegnònel Liceo Classico di Molfetta collega delmeridionalista Tommaso Fiore. Nell’ottobre1940 si trasferì a Napoli con tutta la suafamiglia e continuò l’insegnamento nei liceiclassicie scientifici.La sua formazione musicale è dovuta almaestro Giuseppe Fallacara, musicista cieco,conosciuto e frequentato a Giovinazzo neglianni della giovinezza. Le sue pubblicazionisono nelle biblioteche dell’Università di Napolie di Bari e presso la Società Dantesca Italianaa Firenze. Il prof. Beniamino Andriani si spenseil 19 dicembre 1990 e le spoglie giacciononel cimitero di Giovinazzo, nel gentilizio difamiglia.L’apprendimento degli antichi canti, trascrittialla fine degli anni ’70 e successivamenteregistrati su audiocassette, avvenne in casa eper le strade del borgo antico di Giovinazzoed in quelle stesse stradine l’Andriani cantòle mattinate e le serenate ereditate dagli avi.Ascoltate con trasporto le serenate cantate daCarlo De Palma (n. 5 nel CD) e quella cantatada Betty Lusito (n. 7): sono canti d’amore chepossono rivaleggiare con le più belle e canzonid’amore di tutti i tempi. E per le parole dellaprima ci sarà voluto un altro Leopardi: (in trad.)«Cala la sera e spuntano le stelle! / L’aria èserena: il mare pared’argento! / Sospira il cieloe trema il vento: / tremo e sospiro d’amore perte! / etc..» A far conoscere ai giovinazzesi icanti raccolti dall’Andriani è stato Vito Tridentein manifestazioni tenutesi nel 1979 e nel 1983.in quest’ultimo i ragazzi da lui diretti dellaScuola Media Marconi vinsero il 3° premio su105 gruppi partecipanti nella “3° rassegnanazionale di musica canti e danze popolari”indetta dalla Scuola Media “EttoreFieramosca” di Barletta, che era un festivalqualificatissimo per le alte competenze nelramo che aveva il preside dell’epoca.Il nostro auspicio è che quanto prima i cantorie i musicisti, che ci hanno deliziato la sera del22, possano deliziare il mondo intero, e nonsolo i giovinazzesi di tutto il mondo, con la“voce di Giovinazzo”, magari nella famosa

recensioniDEL PROF. MICHELE CARLUCCI

LA MIA

PRIMA

CANDELINA

La piccola ALESSANDRA

DE MANNO per la gioia

di mamma Mirella e

papà daniele ha spento

la sua prima candelina.

Auguri!!!

.

“Notte della taranta” di Melpignano, il paesecapofila della Grecía salentina che ha portato lapizzica nel cuore della Cina. La conclusionel’affido a Nicola Sbisà, che auspica che tutti iComuni della Regione abbiano tra i loro figli piùillustri un Beniamino Andriani, e a FedeleDepalma che, nel suo intervento nel libro dellaCestari, dopo aver parlato del recupero dellacentralità della musica nella società di tipotradizionale per merito di Ernesto de Martino eDiego Carpitella, esalta la non comunesensibilità di Beniamino Andriani per la sceltadi tramandare anche le note delle canzoni dalui raccolte, «che rivela una consapevolezzaetnomusicologica di assoluto rilievo».

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candidamente

OGNI RIFERIMENTO A FATTI E\O PERSONE REALMENTE ACCADUTI E\O ESISTENTI ÈDA RITENERSI PURAMENTE CASUALE E\O INVENTATO DI SANA PIANTA

Egregio Direttore,era una serata fredda e piovosadei primi di gennaio. Quelle se-rate in cui ti chiedi, mentre pas-seggi nelle viuzze poco illumi-nate del nostro paese, seBelfagor esista davvero. Erava-mo piccoli e quando ormai eraora di cena e volevamo ancorarimanere per strada a giocarenonostante il freddo e la piog-gia, bastava che qualcuno indi-casse in una ombra qualsiasi lapresenza di Belfagor che tutticorrevamo urlando e impauriti acasa. Ricorda le mamme degliamici più fortunati come gli ac-coglievano? «Disgraziet addo' sìstet? Mo' ca venn' d'attand t iàfè fè nuv nuv». E tu che pensa-vi che forse era meglio affronta-re Belfagor che un padre aizza-to da una madre. Bene, la sera-ta era una di quelle, anche se lestrade ormai vuote di bimbi chegiocano, pensi che quelle om-bre che ti affiancano velocemente e spa-riscono sull'asfalto siano i ricordi dell'in-fanzia. Speri di arrivare a casa, trovare iltepore di termosifoni caldi e odori di cu-cina svolazzanti per le stanze. Ed inve-ce trovi tutti i tuoi familiari in doppio pi-giama con cappelli di lana e magari sot-to le coperte perchè in casa fa davverofreddo. La crisi si sente e se fuori si cam-

mina ancora in giacca di montone o mac-china lucidata in casa si patisce il freddovero perchè l'ultima bolletta era salata e isoldi diventano sempre meno. Così imba-cuccato quella sera mi aspettavo di tro-vare nonno Ercolino ed invece entrato nel-la sua stanza lo trovai in un impeccabileabito nero con cravatta e scarpe nere lu-cide. Disteso sul letto. Un rosario nelle

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Il Vice Sindaco Pasquale Tempesta:«Nel segno della nostra amicizia - caro Lino

- fai finta che quel loculo è per me. Non

morire. Almeno per i prossimi tre mesi»

mani congiunte. Con labocca socchiusa e gliocchi indifferenti cheguardavano il soffitto mifece un piccolo cennocon il capo. Ci misi moltoper farlo parlare ed allafine vuotò il sacco. Ave-va saputo che il vice sin-daco Pasquale Tempestaaveva emesso ordinanzadi sequestro di loculi incaso di necessità forza-ta. Lui che ha scelto il suoloculo dove batte il sole ein prima posizione (quel-la più costosa) per age-volarci a mettere i fiorisenza prendere la scalae senza inchinarci. NellaIV e V zona cimiteriale,tanto per intenderci. Eb-bene, nonno Ercolino ri-schia che gli venga toltoil loculo e magari, in caso

di sua improvvisa dipartita, appoggiato inuno di categoria inferiore se non portatoaddirittura a Molfetta. Che poi in Italia sisa come vanno le cose, una volta entratochi ti butta più fuori? Come fai a notificarea un defunto che ti ha occupato il loculoche deve andare via? Come si fa in casicome questi uno sfratto esecutivo? In que-sto non osavo obiettare nulla, ciò che mi

III Trav. Daconto, 50 - Giovinazzotel. 080.394.88.64

DI BRUNO LANDO

MIO NONNO ERCOLINO: «LASCIATEMI

MORIRE... IO SENZA LOCULO NON SO STARE!»LA REPLICA DEL VICE SINDACO PASQUALE TEMPESTA: LINO NON È QUESTOIL PERIODO DI MORIRE. VOI GIOVINAZZESI TUTTI ORA VOLETE MORIRE?»

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contrariava è che lui aveva scelto comesistema di autotutela l'abbreviazione del-la vita terrestre per entrare prima nella suaproprietà cimiteriale. Non togliendosi lavita ma supplicando la morte di arrivarecon un po’ di anticipo per non subire taleoltraggio. Ci misi una nottata intera a con-vincerlo che il sistema non era dei mi-gliori. Fuori si sentiva il vento e la pioggiache scuotevano una persiana lasciataaperta. Sono sicuro che quella notteGiovinazzo era infestata di tanti Belfagorche si rincorrevano per le buie e desertestrade cittadine... Arrivato il mattino, miononno mi diede e si diede una chance,convincendosi di venire con me a parlarecon il Vice Sindaco Pasquale Tempe-sta. Prima di noi una fila interminabile divecchietti e vecchiette tutti vestite di nero,l'istanza era quella. Qualcuno del PdL (for-se lo stesso Iannone) sobillava i presen-ti incitandoli ad occupare da vivi i loculidi proprietà. Ma nel pomeriggio arrivò ilnostro turno e fummo ricevuti da un Tem-pesta ormai balbuziente al punto che traogni parola detta potevamo farci unachiacchierata per conto nostro.Mio nonno esordì immediatamente con

tono minaccioso: «Se mi togli il loculo emuoio vengo a prenderti a casa tua».E Tempesta rispose: «E che metafora èmai questa?». E il termine metafora cel'aveva segnato sul suo block notes.«Dimmi – replicò mio nonno - perchè,visto che non mi sento neanche tantobene, vuoi dare il mio loculo a qualcunaltro? Perchè queste quattro ossa de-vono essere buttate ai cani?».E lui serafico rispose (in tempi non pro-prio brevi… ): « Intanto se muori ti fac-cio fare dal Comune un manifesto di rin-graziamento per la tua disponibilità e setrovi occupato il tuo loculo ti cremiamoa nostre spese e ‘sparnizziamo’ (usò pro-prio questo termine!) le ceneri al ventoo nel mare. Decidi tu! Tu non devi uscireuna lira».Nonno Ercolino quasi moriva là, lo fa-cemmo sedere su una sedia e gli dem-mo l'acqua mentre lui ripeteva «Mortama, vinn mo a bghiamm».«Lino - (amichevolmente riprese Tem-pesta - non è questo il periodo di mori-re».Sembrava che stesse recitando un’ome-lia carica di speranza. «Ma voi

giovinazzesi come siete...Volete tuttimorire ora, mentre è in corso d'operal'ampliamento del cimitero. Mentre ab-biamo adottato le nuove maglie di espan-sione C3, mentre stiamo rimettendo anuovo il Mercato Ortofrutticolo, mentreVilla Spada è stata riaperta...»Insomma il trucco di Antonello di direciò che si sta facendo per non dire quel-lo che non si sta facendo.«E poi, per la nostra amicizia, fai fintache quel loculo è per me. Almeno per iprossimi tre mesi . Il tempo che si com-pletano i lavori si ampliamento».A tali parole il nonno si riprese, misecolorito e disse:«Pasquale per te que-sto ed altro».Mio nonno adora il Vice Sindaco, sonoamici di vecchia data e non vorrebbecerto una prematura dipartita dello stes-so. Però ad un amico come si fa a direno? Intanto corre voce didiscutere l’emer-genza loculi in un consiglio comunalestraordinario per la prima volta in piaz-za. Ma perchè proprio in piazza e non invia Crocifisso?

BRUNO

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spigolature

Quando si parla di comunicazione, èsempre più forte la certezza che nonmancano mezzi sempre più aggiornati(semmai a difettare è la voglia direlazionarsi).Un ultimo strumento di forte impattocomunicativo e con possibilità impensa-te per stabilire contatti, mantenere rela-zioni, crearne di nuove è Facebook, unsito internet di social network che con-sente di stabilire gruppi di amici, diaccorpare cultori di interessi comuni, diaprire discussioni sugli argomenti piùvari.E’ un fenomeno quasi nuovo, prima do-minio di pochi pionieri, oggi alla portatadi tutti. Un fenomeno di moda esploso inquesto periodo, un gioco che calamitatutti: se non ci sei, non sei visibile.Anche per gli emigranti rappresenta unabella opportunità per conoscersi, per rag-grupparsi in amicizie di aree geograficheomogenee, per confrontarsi su argomentidi comune interesse, per ristabilire uncontatto che si pensava perduto, per ali-mentare relazioni a distanza.Gli esperti ci hanno già messo in guar-dia dai pericoli che questo strumento puòprovocare: gestione inopportuna (otruffaldina) di dati altrui, giochi di identi-tà, appropriazione di identità di altri.Per me c’è un altro pericolo non menograve: spreco di tempo alla ricerca diillusorie amicizie virtuali.Uno strumento comunque positivo, ma-gari più nell’ottica dello svago, che - senon opportunamente utilizzato - rischiadi togliere tempo prezioso al lavoro, allavita familiare, alle relazioni reali.Qualcuno potrebbe obiettare che proprioa partire da facebook si possono ripren-dere delle relazioni interrotte e rivedersicon qualcuno. L’esperienza su questo èpiù avara. E’ vero che certi contatti ven-

gono ripresi, più difficilestabilirne di nuovi.Il tentativo c’è, ma rischiadi sfociare nella banalità.Si cercano amicizie fa-cendo riferimento a qual-che nota accattivante nelprofilo e a una foto (ma-gari ritoccata), ma poi ildialogo sul filo della chatdiventa banale, superfi-ciale, frammentario, strin-gato, raramente duraturo,se non si basa su qualcosa di solido dacondividere.Con una persona che non conosci nonpuoi permetterti un discorso fluido, arti-colato a trecentossanta gradi. Più profi-cuo diventa il rapporto seguito allariscoperta di un vecchio amico, magaridelle scuole elementari, ma al di là di ungenerico aggiornamento sulla situazionefamiliare e professionale diventa difficilecontinuare il dialogo con una persona per-sa di vista venti o trent’anni prima.Facebook è il frutto di una comunicazio-ne veloce, adeguata ai tempi, può favori-re un incontro duraturo, ma per lo più gra-tifica nel breve periodo con la soddisfa-zione di qualche momentanea battuta adeffetto.Si ricordano con nostalgia i periodi in cuiesistevano delle agenzie apposite che,dietro compenso, davano gli indirizzi (ov-viamente postali) di persone con cui cor-rispondere all’estero, per imparare megliola lingua. Oggi internet ci ha risolto an-che questo problema.La nuova tecnologia non ci spaventa, nonla si ignora, la si utilizza perchè si devefarlo, ma quanto è bello il vigore di unastretta di mano e il calore di un abbrac-cio.

di Agostino Picicco

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BATTESIMO

La piccola ARIANNADANGELICO NEL

GIORNO DEL SUO BATTE-SIMO PER LA GIOIA DIMAMMA,PAPÀ, DEI NONNIE DEGLI ZII ANNA E

DAMIANO CASABURI.Auguri!!!

ESCLUSIVISTA

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35 Febbraio 2009

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I MOTIVI PER vivere a

2871 - Sentirsi assillati come nonno Ercolino da un pensiero fisso:«Devo morire!!! Almeno non occupano il mio loculo!»2872 - Capire che a Giovinazzo è vietato morire fino ad aprile perpaura di essere sfrattati anche da morti2873 – Occupare di conseguenza solo dopo aver letto attentamentel’ordinanza 189 una casa sfitta dello IACP perché lì non ti sfrattanessuno!2874 - Pensare che dal 1995 le varie amministrazioni che si sonosuccedute stavano lavorando per i morti discutendo di ampliamentodel cimitero comunale2875 - Apprendere solo a gennaio attraverso i manifesti cittadini che aGiovinazzo è vietato morire per carenza di loculi2876 - Biasimare secondo lo stile del politicone italiano non i vivi mai morti che devono aspettare che i vivi si mettano d’accordo perchè ilComune non dispone più di loculi2877 - Sentirsi rispondere dagli amministratori in qualità di parentedel caro estinto «C tu a fatt fè a mrè propr mo ca na g stonn casetton»2879 - Mettersi in fila come si fa agli sportelli del Comune perprotocollare la domanda «Scusi posso morire?»2880 - Sentirsi rispondere dal vice sindaco Tempesta «Morire d’inverno,Ninetta mia, si va dritto all’inferno»2881 - Rinunciare a protocollare la domanda di morte per trattenerel’ultimo respiro con coraggio a maggio per piacere a Tempesta cheama de Andrè2882 - Guadagnare tempo per cadere in profonda crisi esistenziale aldubbio ‘L’ sold so picch. Ce agghia fè? Maccattc la ches o m’accattc ucassetton?2883 - Rinunciare all’acquisto casa visti i prezzi proibitivi2884 - Rinunciare all’acquisto loculo visto che il Comune può puresfrattarti2885 - Riscoprire con allegria che a Giovinazzo è meglio vivereche…morire!2886 - Rassegnarsi in seguito all’idea che su questa terra siamo tuttidi passaggio e che oltre ci aspetta la vita eterna.2887 - Per dirla alla Pappagone, aglio e fravaglio, fattura ca nun quaglia,corna e bicorna, capa alice e capa d’aglio, fra pianti e coroner sempdè l’ama dè!!!2888 - Ritornare ad arrovellarsi il pensiero a maggio quando il Comuneavrà garantito che i morti avranno nuovi posti al fresco o al sole, adaltezza d’uomo o al quinto piano a seconda d l solt ca tìn2889 - Morire d’inverno e occupare per tre mesi una casa che non ètua è come sentirsi un Totò cerca casa2890 - Decidere a malincuore di investire in vita almeno 20mila eurodei sudati risparmi per garantirsi almeno nell’aldilà un posto al sole,magari in prima fila2891 - E se anche per la morte l’appetito vien mangiando, sedersi atavolino con depliant e calcolatrice alla mano per aggiungere qualcheoptional e quanto meno una dignitosa sepoltura2892 - Chiedersi cosa scegliere per la casa eterna: 1° - 2° – 3° o 4°piano? Vista mare o vista interno, poco importa.2893 - Giungere a una conclusione: meglio se ad altezza d’uomopensando a chedda povredd d’ migghierm ca c’ nu fior m’ pot dè nuves e pur na carezz2894 - Ripensare alla scelta fatta e decidere che forse sarebbe meglioin alto, almeno nan m’arrobbn li fiur d’ migghierm2895 - Farsi assalire dai dubbi: «Sto prenotando un posto in prima filaalla Scala di Milano o davanti ad un Angelo o un Arcangelo?»2896 - Una preghiera, in conclusione: Dopo quanto ci costa, dateci

almeno una opportunità. Quale?2897 - Scegliere il vicino di … loculo. Non per nulla, cosa pensate? Citeniamo solo al buon vicinato. Un buon vicino per l’eternità.2898 - Chiedersi perché uno già non vuole morire ma per poterlo fare,deve avere almeno…20mila euro!2899 - Prendere atto che come per le auto di ultimo modello, anche peri loculi ci sono…gli optional2900 - Scoprire con somma sorpresa che il prezzo finale del loculo ècresciuto a dismisura dal produttore al…consumatore2901 - Effettuare un immediato paragone alle trasmissioni di BrunoVespa dove si parla di ortaggi e di…filiera

CONSIGLIO COMUNALE2902 - Partecipare al’ultimo consiglio comunale straordinariomonotematico avente come oggetto «Una casa per tutti»2903 - Venire a conoscenza che vista l’emergenza della carenza loculi,l’amministrazione porterà il consiglio comunale direttamente in PiazzaVittorio Emanuele per dare maggiore visibilità che «stiamo lavorandoper voi»2904 - Venire a conoscenza che i consiglieri che hanno opposto il vetoal consiglio comunale in piazza sono quelli che hanno la cappellagentilizia di proprietà nel cimitero2905 - Chiedersi con circospezione perchè non portano il consigliocomunale in via Crocifisso o direttamente nel cimitero anzichè in piazzaEmanuele visto il tema scottante di discussione2906 - Giustificare il diniego dei consiglieri comunali di portare il consiglioin via Crocifisso solo perchè gli astanti non potrebbero partecipare inmassa non essendo muniti di apposito pass per la ZTL2908 - Giustificare il diniego dei consiglieri comunali di portare il consiglionel cimitero per paura di restarci per sempre!

RELIGIONE2909 - Farsi maledire dalle vecchiette durante la Messa perché è squillatala suoneria del cellulare2910 - Frequentare la parrocchia solo in occasione del Gamberemo2911 - Dichiarare con orgoglio l’appartenenza alla parrocchia vincitrice

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«Morire d’inverno, Ninetta mia, siva dritto all’inferno»Pasquale Tempesta, vice sindaco

«crepare di maggivuole tanto, troppcoraggio»

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37 Febbraio 2009

CUI VAL LA PENAa giovinazzo

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PATRONATO ACLI: CONTRIBUTI E PENSIONI

del Gamberemo, pur non conoscendone nemmeno il nome delparroco2912 - Lanciare dai balconi i bigliettini con la stampa “Viva Maria”, consommo gaudio dei netturbini del giorno dopo2913 - Sedersi fuori l’uscio del sottano per recitare la novena allaMadonna con le altre “commare” e fra un’Ave Maria e un Padre nostrocriticare la signora di passaggio2914 - Mandare la prole alla Cappella a raccogliere i sassi bianchicon cui addobbare il presepe in casa2915 - Mandare marito e prole in gita-premio in campagna a raccogliereil muschio con cui addobbare il presepe in casa2916 - Comprare il quadro di San Pio col neon rosso, ultima trovatakitch dell’industria religiosa2917 - Andare alla messa di Natale per farsi la più beata dormitadell’anno

Inviate i vostri motivi per cui valela pena di vivere a Giovinazzo:Email: [email protected]/fax 080.394.79.20LA PIAZZA DI GIOVINAZZOVIA A.CAIROLI,9570054 GIOVINAZZO

2918 - Fare di tutto pur di riuscire ad entrare nel gruppo di quelli cheportano in spalla il quadro della Madonna di Corsignano durante laprocessione annuale2919 - Non sopportare l’invadenza dei questuanti delle varie festeestive dei santi, che ormai sono arrivati a suggerire anche la quotaminima da… offrire2920 – Partecipare alla sacra messa dei francescani con un vistosocollo di visone

io cipo

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little italyDI NICK PALMIOTTO

NEW YORK. Noi italo-americani sia-mo ancora in piedi. Ed è già tanto vi-sto quello che è successo nel 2008. Icrolli dei sistemi finanziari senza al-cun dubbio continueranno a sparge-re dolore nel 2009 e anche 2010. Moltisognavamo il meritato riposo per go-dersi la pensione. In tanti hanno rinun-ciato al meritato riposo dopo anni dilavoro e sono ancora a lavorare. I fon-di pensionistici sono in parte evapo-rati. Ho visto amici e parenti perdereil lavoro. Chi lavora ha registrato unforte calo del proprio salario. La gen-te che ha contratto il mutuo flessibileè stata costretta ad abbandonarecasa. Il commercio, la piccola impre-sa, l’artigianato è in crisi. Non circo-lano capitali freschi. La domanda na-sce spontanea: ha il pendolo raggiuntola sua più alta oscillazione? O la re-cessione dovrà ancor più logorarci nelcorpo e nello spirito? In Usa tutti tre-mano rispolverando i libri di storia cheriportano al 1929, l’anno della Gran-de depressione. Non c’è americanoche non formula termini di paragonecon la recessione di allora. Oggi lenuove leve hanno fatto tesoro di quelperiodo burrascoso. Ci starà la manodel Governo a fronteggiare la crisibancaria e delle multinazionali. Ma tuttirecitano comunque il mea culpa per-ché forse la crisi almeno interna sipoteva evitare. Anche l’ex Presiden-te Bush e la sua amministrazione diotto anni hanno insegnato che le guer-re sono fini a se stesse. Il duettoBush/Cheney ha appoggiato guerreche costano alla nazione quasi 6000vittime, decine di migliaia di nuovi in-validi e oltre un trilione di dollari. Lapolitica estera di Bush votata al pen-siero martellante della guerra è odia-ta da gran parte dei paesi occidentalie medio-orientali. Ormai Bush puòcontare solo sulla lealtà dei suoi sol-dati. Ora per gli USA, con il cambiodel Presidente si aprono nuovi sce-nari. Obama è diventato il simbolodella rinascita economica, la speran-za che illuminerà il camino degli ame-ricani in questi suoi quattro anni di go-verno. «Il cambiamento è arrivato», hadetto Obama, annunciando la svoltadel terzo: pace, giustizia e fraternità,dopo gravi conflitti, crisi, povertà e cor-ruzione. «Avete dimostrato che è pos-

Obama, la favola mia

sibile il governo del popolo per il po-polo». Si è sentita l’eco di Lincoln.

«Abbiamo tante cose da fare, dobbia-mo affrontare i peggiori pericoli dellanostra storia: la crisi economica, la lot-ta al terrorismo». C’è l’alito diKennedy.«Possiamo essere una solanazione, un solo popolo». Parla, qui, ilpresidente di tutti, bianchi e neri, ame-ricani, africani, europei, cinesi e india-ni, australiani. Obama, il presidente diuna sola nazione umana, del popolounito della terra. Questa è una favolanuova. L’inizio di un mondo che comin-cia. Ma Obama riuscirà a rimarginarele macerie che Bush ha lasciato? Sta-remo a vedere!

«Bavaro, non io, l’altro»

Il tempo corre veloce. Ci s’invecchia e i ricordi si affievoliscono. Mi ricordoperò che tre anni fa in vacanza a Giovinazzo feci amicizia con una signo-ra e la sua famiglia proveniente anch’essa dagli States. Stesso hotel diGiovinazzo, in vacanza anche loro. Nulla di singolare se non fosse chequella signora avesse il mio stesso cognome: Bavaro e nessun grado diparentela però legava me e la signora. Un mero caso di omonimia. Nellaconversazione aggiunse – e qui il ricordo in me è ancora forte – che suofratello si era trasferito in Florida a un tiro di schioppo dal vicinato di miofiglio. La mia curiosità si tagliava a fette. Invitai mio figlio a mettersi in con-tatto col fratello. Controllò tutti i Bavaro sulla rubrica telefonica e alzò lacornetta. Bavaro, l’altro, confessò di avere sangue pugliese, di essere natoa Giovinazzo ma di essersi trasferito in America dopo appena tre anni.Subitamente mio figlio mi telefonò in hotel, dandomi notizia. Io sciolsi l’ar-cano. Insomma la signora bavaro era a Giovinazzo, paese che diede inatali al padre. Paese che non ha mai visto e che si accingeva a trascor-rere un felice soggiorno. Capitò qualche mese or sono di recarmi pressola casa di mio figlio. E mentre osservavo una partita di soccer in cui figura-vano i miei nipoti, scorsi nella lista della formazione un altro caso diomonimia. Insomma il fratello della signora dell’hotel aveva i figli che man-giavano pasta e giocavano a pallone. Di lì iniziò la frequentazione conBavaro, intendo sempre l’altro, fratello della signora in vacanza aGiovinazzo. Ospite una sera in casa loro, feci omaggio di alcune rivistede La Piazza in modo da riaccendere in lui il calore per la sua terra. Sicommosse. La moglie mi disse che non avrebbe dormito dall’emozione.Scavando un po’ alla ricerca delle sue origini mi confessò che la sua fan-ciullezza l’aveva trascorsa a Long Island, a New York. Il padre si era inte-grato con un gruppo di giovinazzesi tra i quali i fratelli Turturro. Guardacaso i papà di John e di Ida, quest’ultimo il più forte giocatore di footballnella squadra della scuola. Anche lui con lo sport non era male. Però iconsigli dei genitori erano quelli di tralasciare gli hobby e dedicarsi il piùpresto al lavoro. Non fu un cattivo profeta vista la posizione di tutto rispetto

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DI VITO BAVARO

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A sei mesi dalla loro ordinazionediaconale Gennaro Bufi, LuigiCaravella, Gianluca de Candia eMassimiliano Fasciano sono diventatisacerdoti, consacrati dal nostro ama-to Vescovo mons. Luigi Martella. L’or-dinazione diaconale era avvenuta lasera del 21 giugno festa liturgica di S.Luigi, ma splendida sera d’estate, incui nella parrocchia Madonna dellaPace in Molfetta il Vescovo Salutandoal termine della celebrazione inumerosissimi fedeli ebbe a pronun-ciare la simpatica frase (era il suo ono-mastico): “Oggi mi son fatto un bel re-galo!” E la stessa soddisfazione haespresso durante l’omelia di sabato 20dicembre nella Cattedrale di Molfettadavanti davanti a uno straripante po-polo di Dio la cui sentita partecipazio-ne al rito si poteva toccare con manodurante le risposte al celebrante edurante il canto delle litanie. Per que-st’ultimo e per i canti liturgici c’è statala splendida guida dei maestriGaetano Magarelli all’organo e Anto-nio Magarelli alla direzione del CoroCorradiano della Cattedrale. Ciascu-no dei quattro novelli sacerdoti nelleparrocchie di formazione e/o di servi-zio hanno celebrato le prime messe,attorniati dall’immenso calore dei fe-deli. Noi da queste pagine abbiamofatto gli auguri particolarmente ai due

giovani giovinazzesi ma siamoarcicontenti di augurare una splendi-da vita sacerdotale anche a Gennaroe Massimiliano (che ha peraltro pre-stato il suo servizio presso la nostraparrocchia di S. Agostino). Tutti e quat-tro hanno di base qualità umane ec-celse e una capacità non comune di

LA DIOCESI FA IL “COLPACCIO”

4 sacerdoti NOVELLI

mettersi in comunicazione con gli al-tri, e questo proviene sia dalla bellaformazione ambientale ricevuta chedall’ottima formazione che danno inostri Seminari. Ai quattro splendidisacerdoti: Sempre per la maggiorgloria di Dio!

fonte: www.webdiocesi.chiesacattolica.it

laureaMichela De Biase, LAUREA-TA IN LETTERE MODERNE CON

110. DOPO TANTI SACRIFICI, FI-NALMENTE SEI DIVENTATA DOT-TORESSA. TANTI AUGURI DA

MAMMA, PAPÀ, I FRATELLI E IL

MARITO CON IL PICCOLO

FIGLIOLETTO

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APRILE, Si continuano atrapiantare le solanacee(pomodoro, peperone,peperoncino),

IN APPARTAMENTOLe piante verdi (Ficus, Potos,Tronchetto ecc.): stanno sviluppando ilnuovo fogliame e riprendono poco pervolta la loro naturale imponenza. Per fa-vorire un’abbondante formazione di nuovigermogli è consigliabile eseguire delleconcimazioni più marcate, associando alconcime anche prodotti energetici a basedi aminoacidi e vitamine. Anche se si sonospenti i termosifoni e l’aria dell’apparta-mento è meno secca, si devono continua-re le nebulizzazioni per mantenere nel-l’ambiente la giusta dose di umidità. At-tenzione a non creare delle correnti d’ariafredda in corrispondenza delle piante men-tre si aprono finestre e porte. Sonoconsigliabili periodiche operazioni di puli-zia delle foglie, con prodotti lucidanti, pertogliere la polvere che si forma e per mi-gliorare le funzioni di crescita e l’aspettoestetico della pianta. Si devono iniziare itrattamenti insetticidi per contenere leinfestazioni di afidi e cocciniglie.In terrazzo ed in balcone: In Aprile sihanno la maggior parte dei terrazzi e bal-coni colorati dalla presenza di Gerani,Primule, Viole, Lobelie, Margherite ecc.Bisogna continuare le regolariconcimazioni e annaffiature, inoltre si de-vono eseguire i primi trattamenti insettici-di e fungicidi per controllare le malattie.Si continuano anche i rinvasi delle pianteacquistate dai vivai e dai garden center,oltre alla semina di tutte le piante da fioreannuali e perenni. Si trapiantano le piantefiorite utilizzabili anche in giardino come igarofani, i gladioli e le piante da giardinoroccioso (Diantus, Alisso, Portulaca,

Fucsia, ecc). Si devono potare gli arbu-sti rampicanti (edera, glicine) utilizzati percreare grate e angoli verdi nel terrazzo.Le piante grasse: continuare una pro-gressiva esposizione ai raggi solari dellepiante (evitando scottature del fusto) eriprendere a annaffiare con moderazione.Si creano condizioni di giardino rocciosoall’aperto con Agave, Echeveria, OpunziaCrassula ecc.

NELL’ORTOOrtaggi in Serra: In questo periodo letemperature sono sempre più calde, mac’è sempre il rischio delle basse tempe-rature notturne e delle gelate primaverili.Per questo motivo bisogna creare mag-giore arieggiamento all’interno deitunnellini facendo fori di aerazione nellaplastica, dimensionati in modo da non cre-are correnti fredde notturne. Si continua-no a trapiantare le solanacee (pomodoro,peperone, peperoncino), basilico, cetrio-lo, fagiolino precoce, Zucchino e zucca.Si continua invece la raccolta di Rava-nelli, rucola e lattughe da taglio. Dato chequeste colture sono in continua crescitadiventa fondamentale eseguire periodicheconcimazioni per fornire la giusta dosedi nutrimento.Ortaggi in pieno campo: Si seminanoo si trapiantano asparagi, cipolle, bietolada costa, cavolo, cetrioli, zucche, zuc-chine, rape, lattughe, patate pre-germo-gliate, prezzemolo, sedano e pianteofficinali. Concimare la fragola, i carciofie le carote che si stanno accrescendo.Bisogna utilizzare anche i teli di “tessuto

LE PIANTE D’APPARTAMENTO E NELL’ORTO

I lavori di Aprile

non tessuto” per proteggere le piantinegerminate dagli abbassamenti di tempe-ratura notturni e dalle gelate primaverili.

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sport e disabilita’

In una società dove incontriamosempre più disabili, siamo certi di co-noscerli davvero? E oggi, quale rap-porto lega la disabilità allo sport e allasocietà? Per aiutarci, ecco il reso-conto dell’Associazione Gargano2000, dei suoi due eroi, SaverioCeseno, classe ’90 e Rosanna Stu-fano, classe ’90 e dei loro insegnan-ti, Nicola Scivetti e Tiziana Siracusa:un lavoro, il loro, che vuole, prima ditutto, informare il cittadino in manierachiara e non superficiale sul che cosasia oggi la disabilità a Giovinazzo. Eintende sottolineare che, quando lasocietà concorre perfettamente asvolgere i propri ruoli, in materia didisabilità, come nello sport, il disabileriesce a vivere correttamente la pro-pria condizione umana. E grazie adentrambi l’atleta Rosanna Stufano hatrionfato nelle gare di nuoto nazionalidal 28 maggio al 1 giugno 2008, clas-sificandosi al primo posto nei 50 metristile libero ed al secondo posto nei50 metri rana. Ha raggiunto i primiposti, nella Coppa Italia di Termoli dal27 al 29 giugno, nei 100 metri stilelibero e nei 100 dorso. Inoltre, ai Gio-chi della Gioventù scolastici ha vin-to i 50 metri stile libero e ha raggiun-to il primo posto a LignanoSabbiadoro. La vetta è giunta anchenel 1° Meeting Nazionale svoltosi aTaranto, il 15 e il 16 novembre: primoposto nei 50 metri stile libero e primoposto nei 50 metri dorso, entrambi

conquistat inel livelloagonist ico.Ed ancoraS a v e r i oC e s e n o :quinto postonei 25 metristile libero eterzo postonei 25 metrifarfalla aPugnochiuso,in provinciadi Foggia, dal27 maggio al1 giugno scorso. Poi è arrivato il pri-mo posto nei 25 metri stile libero e ilprimo posto nei 25 metri farfalla nellaCoppa Italia disputata a Termoli. Ma isuoi successi non si sono fermati. In-fatti, a Bari il 9 ottobre scorso duran-te la III giornata nazionale dello sportparaolimpionico “Il cuore che illumi-na lo sport”, Ceseno ha conquistatoil terzo posto nella corsa e il secon-do posto nella staffetta, prima di par-tecipare al 1° Meeting Nazionale“Handiamo” dove ha conquistato il pri-mo posto nello stile libero ed il se-condo posto nel dorso concludendola sua attività annuale al I MeetingNazionale svoltosi a Taranto il 15 e il16 novembre scorsi, dove ha con-quistato il primo posto nei 25 metristile libero e il secondo posto nei 25metri dorso. In questo articolo si par-

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DI CESARE MONDINI

la dello sport e della sinergia fra sporte disabilità nella realtà di tutti i giorni.Perché lo sport e la società sono am-biti che non sempre si sviluppano dipari passo. Mentre nello sport i pro-gressi in campo tecnologico hanno aiu-tato la crescita delle disciplineparaolimpiche, non sempre nella so-cietà i progressi sono stati tangibili.Come avviene per le tristemente famo-se barriere architettoniche, sempre piùpresenti nelle nostre maggiori città, oalla mancanza di educazione civicache spesso rende ad una persona incarrozzina la vita molto più difficile, oancora ad una legislatura molto voltecarente nei confronti dei disabili. Losport, il mondo dello sport è di chi lofrequenta in modo sano, come unesempio, aggiungiamo noi.

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