La Pagina Gennaio 2013

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Numero 101 Gennaio 2013 Mensile a diffusione gratuita di Attualità e Cultura Foto Marco Ilari

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Numero di Gennaio 2013

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Numero 101 Gennaio 2013 Mensile a diffusione gratuita di Attualità e Cultura

Foto Marco I lari

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L A P A G I N A M e n s i l e d i a t t u a l i t à e c u l t u r aRegistrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni

Redazione: Terni, Vico Catina 13 --- Tipolitografia: Federici - TerniD I S T R I B U Z I O N E G R A T U I T A

Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero RaspettiEditrice Projecta di Raspetti Giampiero 0744424827 - 3482401774

i n f o @ l a p a g i n a . i n f o w w w . l a p a g i n a . i n f oLe collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. E’ vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

D o v e t r o v a r e L a P a g i n aACQUASPARTA SUPERCONTI V.le Marconi; AMELIA SUPERCONTI V. Nocicchia;ASSISI SUPERCONTI S. Maria degli Angeli; CIVITA CASTELLANA SUPERCONTI V. Terni;MASSA MARTANA SUPERCONTI V. Roma; NARNI SUPERCONTI V. Flaminia Ternana;ORTE SUPERCONTI V. De Dominicis; ORVIETO SUPERCONTI - Strada della Direttissima;PERUGIA SUPERCONTI Centro Bellocchio; RIETI SUPERCONTI La Galleria; ROMASUPERCONTI V. Sisenna; SUPERCONTI V. Casilina 1674 (Grotte Celoni); SPELLO SUPERCONTIC. Comm. La Chiona; TERNI CDS Terni - AZIENDA OSPEDALIERA - ASL - V. Tristano diJoannuccio; Cral Provincia di Terni; CRDC Comune di Terni; Edicola Bartolotti Paola P.zza Corona;Edicola F.lli Galli - V. Narni - Zona Polymer; Edicola La Meridiana - V. del Rivo; Edicola M&C - V. Battisti;INPS - V.le della Stazione; Libreria ALTEROCCA - C.so Tacito; SUPERCONTI CENTRO; SUPERCONTICentrocesure; SUPERCONTI C. Comm. Le fontane; SUPERCONTI C.so del Popolo; SUPERCONTIP.zza Dalmazia; SUPERCONTI Ferraris; SUPERCONTI Pronto - P.zza Buozzi; SUPERCONTIPronto - V. XX Settembre; SUPERCONTI RIVO; SUPERCONTI Turati; TUTTOCARTA - V. Maestridel Lavoro 1; TODI SUPERCONTI V. del Broglino; VITERBO SUPERCONTI V. Belluno;VITORCHIANO SUPERCONTI Località Pallone.

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D e f i c i e n z e - P F a b b r i

F l a s h m o b m a n i a - A M e l a s e c c h e

T E C N O O F F I C E

L U I G I F R A N C E S C A N G E L I - R B e l l u c c i

A n c h e T o p o l i n o p a g a p i ù t a s s e - F P a t r i z i

F i n a n z a i m p e r a t ! - P S e r i

N E R O N O R C I A

U n o p i ù u n o . . . f a t r e - S M a r s i l i a n i , P P e r n a z z a

G R U P P O C E N T R A L M O T O R

. . . e p p u r e h o q u e s t o t r a l o s t o m a c o e l a g o l a . . . - C C o l a s a n t i

L ’ i n d i g e n z a - V G r e c h i

N u o v a i l l u m i n a z o i o n e a v i a l e d e l l a s t a z i o n e - F C a p i t o l i

L a Te r a p i a M a n u a l e O s t e o p a t i c a - A C o n t i

A s s o c i a z i o n e C u l t u r a l e L A PA G I N A - M o s t r a

A s s o c i a z i o n e C u l t u r a l e L A PA G I N A - P i c c o l i g e r m o g l i c re s c o n o

A M A R C O R D T E R N A N A - M B a r c a r o t t i

C E N T R O V E T E R I N A R I O L U N G O N E R A

T E R N I R U G B Y

F A R M A C I A B E T T I

I N T E R PA N

L A B O R AT O R I S A LVAT I

A Z I E N D A O S P E D A L I E R A S A N TA M A R I A D I T E R N I

S T U D I O D I R A D I O L O G I A B R A C O N I

N U O VA G A L E N O

LA STANZA DEL SALE - MEDICINA PSICOSOMATICA

P I E R I N O E I L L U P O - V C a s s u t t i

L’ a l i m e n t a z i o n e d e l b a m b i n o : i l d i v e z z a m e n t o - L F B i a n c o n i

A L F I O

P R O G E T T O M A N D E L A

A l l a s c o p e r t a d i . . . T E R N I E I S U O I S I M B O L I - L S a n t i n i

L I C E O C L A S S I C O - B G r i f f a n i

C E N T R O M E D I C O D E M E T R A - E R R E M E D I C A

I n s u f f i c i e n z a Ve n o s a C r o n i c a - G C a p i t ò

Zueth Nadir e i l mistero del le scarpe appese in c i t tà - L B e l l u c c i

D e f o r m i t à a s s i a l i d e l g i n o c c h i o n e l b a m b i n o - V B u o m p a d re

ASTRONOMIA - T Scacciafrat te , E Costant ini , P Casal i , M Pasqualet t i , TS

F O N D A Z I O N E C A S S A D I R I S PA R M I O

A L L E A N Z A T O R O

L a s p e d i z i o n e d e i m i l l e : l e p r e m e s s e - F Neri

G L O B A L S E RV I C E

S U P E R C O N T I

100 … 101 … 1001100 e non li dimostra. Meno che mai 101.Parliamo de La Pagina, il giornale che l’indefesso Giampiero Raspetti ha inventato, scritto, organizzato, distribuito, alimentato, amato, sudato …Lui, sognatore caparbio, ingenuo e generoso,appassionato,astratto e concreto.Giampiero che è capace di sognare l’impossibile e realizzarlo concretamente;che deve seguire la sua idea perché questa si realizzi compiutamente.Lasciatelo fare e farà le cose in grande, perché i suoi pensieri sono grandi e soprattutto sono liberi.Matematico. Letterato. Colto coltissimo stracolto.Pensatore libero.…un poeta.E ancora:Intellettuale senza schemi precostituiti (si chiama onestà intellettuale).Combattente indefesso contro tutte le superstizioni e le demagogie.Ricercatore e divulgatore.Innamorato di chiunque mostri interessi, passioni, disponibilità, intelligenza.A ognuno propone una pagina del suo giornale, della sua creatura, per aggiungere voci alle tante voci che ha ospitato. Sempre alla ricerca del più e del meglio.E ancora: Scrittore profondo, gradevole, acculturato e, anche, fantasioso e originale, perché riesce a scrivere tre libri -strettamente collegati- in uno: uno sulla pagina di sinistra, uno su quella di destra, uno per traverso. Li leggi tutti, insieme e separatamente: ti ritrovi in un turbinio di idee, di storie, di cultura antica e viva. Un piacere tutto da scoprire.Questo è un omaggio postumo al numero 100 de La Pagina e al suo ideatore. Non è per distinguermi dagli altri che hanno scritto in quel voluminoso numero del giornale.È per augurarne la continuità (101 … 1001 … ).

Loretta SantiniSenatore della città

Non ho mai suggerito, ai miei redattori, cosascrivere. Non ho mai stagliuzzato articoli nécensurato idee, a meno che non si trattasse dioffese, alla persona o alla morale comune.Non posso dunque censurare il pezzo di Loretta. Infatti, non trattandosi di offese e poiché le frasisono rivolte ad una moralità, la mia, non comune(mai precostituita - nel senso che la vivo istanteper istante, al cospetto della particolare situazioneproblematica, non secondo consunti schemi, e nelrispetto assoluto di ogni singola onesta individualità),devo a fortiori pubblicare l’articolo che segue. La scrivente è una delle persone che stimo di piùal mondo... quindi pubblico il suo pensiero... congratitudine, anche se lievemente imbarazzato.E, magari, provo anche a farmi cullare dalle sueparole, per illudermi, almeno per un attimo, diessere proprio così! GR

100 … 101 …

In tempi di DPEF, è inevitabile tornare asalutare una parola profondamente latina che è peròcosì radicalmente intessuta nella lingua nazionale daaver perso del tutto la patina di parola colta. Deficit è infatti ormai “il deficit”, e poco conta chederivi dalla terza persona del presente indicativo di“deficere”: però questo è un verbo importante, perchédal latino arriva sano e salvo nell’italiano, conservandoneappieno anche il significato. L’etimologia spiega che la paroladiscende dalla particella “de”-che qui sta per “cessazione”- e“facere”, col risultato finale di“cessare di fare”, e quindi “mancare”.Insomma il deficit è pari pari la“mancanza”: e nel caso del Deficita mancare è il denaro.

Però, anche se i soldi nonbastano mai, non sono micasempre e solo i soldi a mancare.Possono mancare anche moltealtre cose, e a quel punto bisognafare buon viso a cattivo gioco: semanca qualcosa, di quella cosa siè deficienti, e non c’è niente dafare. “Absit iniuria verbis”,dicevano sempre quelli, i latini.Ad esempio, è frequente il caso incui a mancare sono le informazioni(se non proprio la cultura): perché solo con l’ipotesi dimancanza di informazioni può spiegarsi come abbiapotuto il Pentagono prendere in considerazione lacosiddetta “bomba gay”.

La storia è semplice: un’associazione pacifista(The Sunshine Project) ha scoperto che nel 1994 ilLaboratorio di Aeronautica di Dayton (Ohio) richiese7,5 milioni di dollari di finanziamento per lo studio diuna bomba non letale, basata su un cocktail di ormoniafrodisiaci, che avrebbe dovuto scatenare immediatepassioni omosessuali tra i soldati nemici, riducendonela belligeranza. Ora, la prima cosa da riconoscere èche, comunque la si metta, è davvero molto megliospendere soldi per costruire bombe non letali chemoltiplicano i rapporti amorosi piuttosto che perfabbricare bombe normali che moltiplicano solo glisquartamenti e gli ammazzamenti. Concesso questo, ci si può permettere qualcheconsiderazione in merito alla mancanza (storica) diinformazioni. Nel 371 a.C. accadde infatti una cosa sorprendente,che dovrebbe essere ben nota ai signori delPentagono, dato che si tratta di un atto di guerra: laBattaglia di Leuttra. Qui gli invincibili e invittiSpartani persero per la prima volta una battagliaterrestre in campo aperto e a sconfiggerli furono iTebani. Una delle principali ragioni della travolgentevittoria di Tebe fu la dirompente forza d’urto delBattaglione Sacro; questo era composto da 300 soldatiparticolarmente valorosi che combattevano con unadeterminazione mai vista. Tale possanza guerrescaderivava dal fatto che a comporlo erano 150 coppiedi amanti che combattevano fianco a fianco;combattevano non solo per loro stessi e per la loronazione, ma anche per proteggere -direttamente lì, sulcampo di battaglia- la persona amata. Quindi, se alPentagono pensano davvero che un esercito di gay siapreda facile per i virili maschioni dell’Oklahoma,forse farebbero bene a ripassarsi le imprese diEpaminonda e Pelopida.

Ma, dicevamo, in fondo questa è solo deficienza di cultura storica: peccatoormai da considerare veniale e certo minore, a ben vedere, del lasciare che gli studisulle sostanze che fanno innamorare la gente non siano poi stati seriamenteproseguiti dai laboratori civili. Ben più gravi sono le deficienze di capacità di

giudizio, di senso comune, di intelligenza.Così, se un dodicenne palermitano impediscead un suo compagno di entrare nei bagni deimaschi, prendendolo in giro, dandogli della“femmina” e dell’omosessuale, mostrapurtroppo già una lunga serie di gravideficienze: di rispetto per gli omosessuali,per le femmine e per gli altri in genere, adesempio. Ma anche deficienza di senso diciviltà, di repulsione alla violenza, ditolleranza, di senso comune, e di molti altrielementi essenziali al vivere civile. A sua discolpa si può solo riconoscere che, adodici anni, non si è ancora individuipienamente realizzati; è l’età in cui più siassomiglia ai genitori, perché si stadiventando grandi come loro, ma si è ancoratroppo piccoli per aver avuto possibilità divedere com’è il mondo fuori dalla famiglia.È quindi possibile, probabile, anzi quasi certoche le deficienze mostrate dal dodicenne

siano in realtà solo poveri simulacri di deficienze ben più vaste e articolatesaldamente in mano ai suoi genitori. Tanto è vero che quando la maestra hasanzionato il bulletto imponendogli di scrivere cento volte “Sono un deficiente”-punizione blandissima, e banalmente confortata dall’incontrovertibile veritàdell’affermazione: ah, fosse stato possibile fargli subire un cazziatone direttamenteda Epaminonda in assetto di battaglia!- i suddetti genitori hanno prontamenteprovveduto a partorire acconcia denuncia. E il PM, Ambrogio Cartosio, ha chiestoe ottenuto di condannare l’insegnante cinquantaseienne.

È difficile commentare, se non ricorrendo sempre al computo delledeficienze. Se l’insegnante avesse mancato di punire il ragazzo, non avrebbecommesso omissione, cioè deficienza, del proprio dovere? I genitori del ragazzo, non hanno forse mostrato deficienza di comprensione dellagravità del gesto del loro virgulto? Possono ora arrabbiarsi, questi signori, sefacciamo timidamente notare che la “deficienza di comprensione” di cui sopra èesattamente quella che spesso viene chiamata “deficienza” tout court?

Per restare in tema, le cento frasi sono state scritte dal ragazzo così: “Sonoun deficente”. Senza la “i”. L’ennesima deficienza. Piero Fabbri

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Quando si parla di mobilitazioni di massa vengono alla mente legrandi manifestazioni del passato che riunivano, solitamente confinalità di protesta o di sensibilizzazione rispetto ad una tematica piùo meno rilevante, tanti individui, sotto la bandiera di un partito, unsindacato, un’associazione. Oggi, invece, la mobilitazione parte dallarete. Arriva da New York e c’è chi per sminuire il fenomeno lodefinisce come l’evoluzione delle ben poco amate Catene diSant’Antonio. Ha, come spesso accade con le nuove mode, un nomeanglosassone: flash mob (dall’inglese flash: “lampo”, inteso comecosa rapida, improvvisa, e mob: “folla”). Più nello specifico,Wikipedia spiega l’uso del termine, coniato nel 2003,per indicare una riunione, che si dissolve nel giro dipoco tempo, di un gruppo di persone in uno spaziopubblico, con la finalità comune di mettere in praticaun’azione insolita. Si tratta appunto di un evento rapido, che solitamentenon dura mai più di 10 minuti. Il passaparola avvienevia Internet (principalmente sui social networks),tramite mail e/o via cellulare con l’invio di un sms atutti i propri contatti. È per questo che spesso accadeche la regia dei flash mob sia curata da un bloggercon tanto di siti creati ad hoc, come www.flashmo-broma.it, il primo social network in Italia dedicato.Le “regole del gioco” possono essere illustrate aipartecipanti pochi minuti prima che l’azione abbialuogo o diffuse con un anticipo tale da consentire ai partecipanti diprepararsi adeguatamente. Ciò che conta è il fatto che tutti ipartecipanti stiano attenti alle tempistiche sia di inizio che di finedell’episodio che andranno a realizzare e che li accomunerà attraverso ilcompimento di una stessa, ed assolutamente identica, azione. Ne esistono di varie tipologie: si parla di freeze flash mob quello incui i partecipanti ad un segnale o un orario ben preciso si fermanorestando immobili fino all’avviso di fine evento; c’è poi il silent ravedurante il quale i partecipanti si riuniscono in un posto stabilito,ognuno dotato di lettore musicale e cuffiette, ballando nel più

Flash mobFlash mob mania: mania: quando l ’unione fa i l d iver t imento!quando l ’unione fa i l d iver t imento!

completo silenzio; si parla poi di human mirror nel caso in cui sireclutino svariate coppie di gemelli e si cerchi poi di ricreare dellesituazioni speculari; infine c’è il massive flash mob, quando siradunano migliaia di persone, nello stesso luogo e nello stessomomento riempiendo così piazze, parchi o monumenti. I partecipanti possono anche fare cose differenti come ballare, sedersia terra, leggere, l’importante è che tutto avvenga nello stessomomento e riempiendo il luogo designato.Il primo flash mob della storia fu realizzato a Manhattan nel repartotappeti del Grande Magazzino Macy’s. Una folla di personespacciandosi per una comunità di consumatori di Williamsburgcercava il “tappeto dell’amore”.

In Italia, invece, la prima esperienza si è svolta aRoma, il 24 luglio del 2003. Oltre 300 persone sisono date appuntamento in Via del Corso, per poiinvadere il negozio di dischi Messaggerie Musicalicon l’obiettivo, raggiunto, di subissare i commessicon richieste di titoli inesistenti fino alla conclusionedel flash mob, sancita da un lungo applauso.L’obiettivo del flash mob è il divertimento e lamaggior parte si svolge con la sola finalità diintrattenere i passanti. Il termine solitamente non viene usato per eventi eperformance organizzate a fini politici, commerciali,di lucro o di protesta. Tuttavia, in alcuni casi latecnica del flash mob è stata utilizzata permotivazioni pubblicitarie o come protesta pacifica,

anche se questo accade raramente.Ad esempio, l‘Unicef Italia ha deciso di lanciare il movimentogiovanile “Younicef” attraverso un flash mob, il primo a livellonazionale in 30 piazze in contemporanea.Ciò che fa la fortuna dei flash mob è l’opportunità che dà ai suoipartecipanti di provare un senso di appartenenza ad un gruppo, anchese composto per lo più da estranei.Sarà una moda o un fenomeno duraturo ad oggi è difficile dirlo, in ognicaso lo spettacolo è garantito!

alessia.melasecche@libero. i t

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Chi non conosce Luigi FrancescangeliLuigi Francescangeli: Giggi per gli amici artisti; perché anche lui, oltre adessere stato per una intera vita un noto negoziantedi abbigliamento (la indimenticabile “Super Confezioni” di Corso Tacito N. 79, che ha vestitotutta Terni), è un pittore impegnato di estrazioneimpressionista: un Espressionismo, il suo, permeatodi un’amara e sottile ironia che fa meditare e pensare ai vari risvolti di situazioni umane, al disagio sociale, alla sua inevitabile sofferenza.

Data la sua formidabile passione per il dipingere,si racconta, tra l’altro (era ancora nel pieno dellasua attività commerciale) che, appena sentiva l’urgenza incombente d’una improvvisa ispirazione, scendeva difilato nel sottoscala del suonegozio, quando l’impegno con la clientela lo permetteva e la sua Nedda, di questo, fortunatamente, continuava ad occuparsene.

Radicata consuetudine era pure la frequentazione nella sua “Super Confezioni”, degli amici artisti “big” di Terni, prima della chiusura serale, tanto da creare sovente un vivace “cenacolo d’arte”, con i soliti programmie progetti futuri e, poi, tra una facezia e l’altra: il su e giù lungo Corso Tacito.

Roberto Bel lucci

TERNAN

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Topolino è stato fermato alla frontiera! Il fattaccio è successo in una fredda notte piovosa alla dogana diGenova e la notizia è rimbalzata di bocca in bocca: tra merci dicontrabbando e loschi trafficanti, sono stati trattenuti in stato difermo l’eroico topo in compagnia degli altri componenti della bandaDisney. Non erano immigrati clandestini fuggiti nottetempo daTopolinia né rifugiati politici scampati a una rivoluzione cartonata;a fermare l’orda di pupazzi è stata una tassa escogitata dal (fu) governoMonti. Le merci che entrano nel nostro paese devono pagare un daziodoganale che si calcola in percentuale sul lorovalore di mercato. Anche i pupazzi destinati ai bimbi piccoli sonosoggetti al dazio, ma il Governo ha deciso chenon devono pagare tutti allo stesso modo:l’orsacchiotto Winnie the Pooh pagherà menorispetto a Zio Paperone; non perché Monti abbiamesso la patrimoniale a Paperopoli (non c’èriuscito neanche lì!), ma per via delle nuovenorme che prevedono l’applicazione di un daziopari al 4,7% per i pupazzi umanoidi, mentre perquelli raffiguranti soggetti non umani la tassa èinferiore.Quella notte piovosa la Promoplast di Torinoattendeva un bastimento battente bandiera cinesecarico di Barbie, Spiderman, Paperino & co.All’arrivo della merce, la dogana di Genova haapplicato l’aumento del dazio ai pupazzi umanoidi, così Spidermansi è visto aumentare le tasse, ma il supereroe non ha battuto cigliopoiché, sotto la maschera da ragno, si cela (non è certo un segreto)il timido e onesto Peter Parker. Quando la stessa tassa è stata applicata a Paperino, pennuto abituatoad essere gabbato, a sua difesa è intervenuto l’avvocato dellaPromoplast sostenendo che paperi, topi e gatti non sono umanoidi,

ma semplici animali.La disputa tra bipedi con o senza piume è arrivata fino al TAR dellaLiguria, che ha dato ragione alla Promoplast: in effetti al giudicedeve essere risultata evidente la differenza fisica che separa Paperinada Barbie, ma l’Agenzia delle Dogane ha presentato ricorso e ilsecondo grado di giudizio ha ribaltato la sentenza, poiché a contarenon sono le fattezze (per quanto Paperina abbia più curve femminili

di Barbie) o la somiglianza esteriore, ma lapostura, il movimento, il portamento… insomma,Topolino è sì un sorcio, ma cammina come unuomo, parla come un uomo e si comporta come tale.Ciò lo distingue dall’orsacchiotto tontolone conl’occhio vacuo che danno in omaggio con i puntidella spesa e lo assimila alla categoria di Barbiee Ken (rispetto al quale Topolino è intellettual-mente superiore, ma questo è un altro discorso).Indubbiamente si tratta di una tassa discriminatoria:per quale motivo bisogna far pagare di più ipupazzi umanoidi a discapito di quelli animali? È come se l’Europa chiedesse, in questomomento di crisi, un sacrifico aggiuntivo agliumanoidi poiché, essendo dotati di intelletto esapienza, possono comprendere la situazionefinanziaria e dare il loro contributo all’Agenda

Monti; certo, un orsacchiotto dallo sguardo ebete non capirebbe…ma se è per questo, neanche noi.Aldilà della disputa tra pupazzi, questo aumento del dazio doganalecomporta, nella fattispecie, un aumento del prezzo della merce ascapito dei genitori che l’acquisteranno. Insomma, diciamolo senzatanti giri di parole: una tassa indiretta sui bambini.

Francesco Patrizi

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Anche Topolino paga più tasseAnche Topolino paga più tasse

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Spread, default, welfare…termini fino a qualche tempo fa sconosciuti o noti soload una cerchia di eletti, ma che oggi grazie ai media sono diventati tristementepopolari. Ma ci siamo chiesti se il pubblico televisivo, cioè quello stesso delletelenovelas, delle veline e dei quiz, ha idee chiare su cosa significhino? Francamente penso di no in quanto siamo bombardati da una valanga diinformazioni che ci rimbecilliscono al punto che dopo un programma televisivocrediamo di conoscere i fatti, ma poi, pensandoci su, ci rendiamo conto che le nostreconoscenze in proposito sono imprecise e superficiali. Tutto ciò risulta ancor più grave quando si entra nel mondo magico e misteriosodella finanza che come una fascinosa e lussureggiante giungla di Kipling, ti attira,ma al contempo ti irretisce, avviluppandoti nei suoi verdi meandri di cui restiprigioniero senza possibilità di uscita. Dei grandi luminari della medicina, della fisica, della chimica riesci a capire cosahanno scoperto su come funziona il corpo umano, la materia, il cosmo. Degli scienziati dell’economia non riesci invece a comprendere cosa abbiano capitosu come funziona la moneta, il mattone. Qualora vi capitasse di leggere un testo di economia di uno dei suddetti luminari litroverete corredati di equazioni, incognite, funzioni, variabili... si ricorre all’algebraper tentare di afferrare una realtà che sfugge. Per non parlare poi del linguaggio usato che quanto ad astrusità e complessitàfarebbe apparire l’Enciclopedia del filosofo G.F.W. Hegel un romanzo di appendice.Si ha la netta sensazione di entrare in un mondo riservato a pochi iniziati, ad unaequipe di eletti…il resto fuori! La scienza economica e il modo con cui i politicise ne occupano restano oscuri. In cosa consistono le teorie che i vari governantipropongono ai loro cittadini? Quali sono i rimedi alle crisi che ciclicamente siripetono? Quali i piani di rilancio? Tutti o quasi partono dalla brillante scopertache non si può spendere più di quanto si guadagna né consumare più di quanto siproduce, ma se non si spende, non si consuma e, se non si consuma, non si producee allora il mercato ristagna, a quel punto o le cose si aggiustano da sé o precipitanonel baratro. Nel passato recente la teoria vincente era la guerra ritenuta un mezzorapido ed efficace per risolvere le crisi economiche, non c’era generazione che nonne preparasse una nella speranza che fosse risolutiva. Sto esagerando? Pecco dicinismo? Forse, ma date un’occhiata anche su un comune manuale in uso nei liceialla storia del secolo scorso e capirete! L’economia, la finanza sono scienze tristi.Ogni giorno nei vari tg, nei giornali, nelle trasmissioni più seguite condottedall’anchorman di turno che si chiami Vespa, Santoro, Lerner è cosa secondaria,salgono sul palco esperti, tecnici, professori che ci ripetono fino alla noia che ilnostro uso del denaro, del risparmio, la nostra ricerca del benessere, ci portanoinequivocabilmente verso il fallimento, la bancarotta, il default. Piccole nazioni come la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda costrette da secoli allamiseria, alla servitù, si sono messe, dopo l’ingresso nell’Eurozona, a spendere espandere finché le casse delle loro banche sono vuote e devono ricorrere a prestitidal resto d’Europa, imboccando un tunnel di cui non si vede ancora una via d’uscita,col rischio di contagiare nazioni più grandi come Spagna e Italia. I grandi esperti di economia e finanza cosa fanno? Si siedono in cerchio davanti allatelecamera, facendo a gara a chi parla il linguaggio più incomprensibile, tanto pernascondere il fatto che alle domande concrete non sanno cosa rispondere. La crisi economica mondiale non è ancora finita che già se ne prevede un’altra.Sembra che queste bolle esplodano e le cause spesso sono incomprensibili anchea chi come i grandi esperti dovrebbero fare chiarezza. Spesso si ripete che una dellecause sta nell’ignoranza che circonda fatti e misfatti dell’economia e della finanza,cosa che ha permesso a mr. Madoff di rubare decine di miliardi agli espertissimi diWall street. Al banco degli imputati stanno i banchieri, i manager protagonistidell’economia creativa ovvero di azzardo, di rischio come unica risorsa che permettaguadagni enormi ed immediati a cui ora si sta tornando sotto forme diverse. La condanna esemplare di Madoff non fermerà nessuno dal riprovarci.

Una delle caratteristiche del neocapitalismo sembraessere la sua incorreggibilità, la sua irresponsabilità.È noto che top manager percepiscano compensisproporzionati derivati da accordi tra potentatieconomico-politici, senza tenere in alcun contodell’opinione pubblica e dell’indignazione popolare;premi, pensioni miliardarie spesso percepiti anche dachi ha mandato in rovina un’azienda. Gli economisti chiamati da Obama a sanare la crisiamericana sono gli stessi che hanno incoraggiato labolla dei mutui per la casa anche a chi non potevapagarli. Così un giorno crolla la Borsa per ilfallimento della Grecia, il giorno dopo va alle stelleper la promessa di aiuti dall’Europa, poi giù di nuovoe così si va avanti…fino a quando? Quien sabe?Nessuno lo sa, tantomeno i sedicenti esperti. Cosa sievince dalla crisi del Neocapitalismo o dal crollo delComunismo, dal fallimento ciclico dei massimisistemi? Una cosa molto semplice, ma moltodrammatica: la brama di potere e di denaro èinesauribile ed incontrollabile. I venerdì neri di Wallstreet, le dittature che crollano e poi rinascono sono ilchiaro esempio di una umanità che non riesce né acontrollare i propri appetiti né ad imparare dallerecenti o antiche lezioni della storia. Una cosa è certala crisi continua e non se ne vede la fine perché faticaa morire il liberismo caotico da cui è nata.Tutti sanno che non si può fare il passo più lungo dellagamba, ma la crisi attuale non è proprio il contrario diquesta regola? La crisi non finisce perché nessuno è disposto a chiudereil rubinetto dell’abbondanza, mentre le conferenzedegli esperti finiscono in inutili prediche e nelle solitemedicine punitive dei tassati e tartassati, col risultatodi riempire trasmissioni come Ballarò, Anno zero,Matrix ecc. di vane geremiadi o di alimentare ilcinismo di comici più o meno professionali. Sarebbe ora che la classe politica in blocco si rendesseconto una buona volta della reale situazione delcittadino medio, invece di blindarsi dietro privilegi,benefit, leggi di comodo e compensi milionari!

Pierluigi Seri

F i n a n z aF i n a n z a

i m p e r a t !i m p e r a t !

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… nella costituzione della coppia, ciascuno porta una sorta divaligia contenente le rappresentazioni interne relative agli schemi“dell’essere con” ed un insieme di aspettative, emozioni, desideriche tendono ad essere riprodotti nelle nuove relazioni. Quando un uomo e una donna programmano di sposarsi o di vivereinsieme portano con sé una eredità familiare e devono fare losforzo di fondere due culture in una sola, attraverso una sorta dicontratto tra le due famiglie (Andolfi, 2003). La formazione di una coppia non è solo l’inizio di una nuova storiafamiliare, ma appartiene ad una storia già complessa, quella chenasce fra le rispettive famiglie d’origine. Uno dei campi di battaglia su cui la coppia si deve scontrare è adesempio quello delle lealtà originali. Per lealtà si intende la scelta di obbedire adei valori di correttezza e sinceritàmantenendo le promesse iniziali escegliendo anche un codice prestabilito;in altri termini, si può intendere per lealtàil grado di coerenza tra un comportamentonella pratica e gli ideali a cui si attieneteoricamente una persona. La capacità di equilibrare la lealtà verso ilconiuge con la lealtà verso la famigliad’origine è assai complessa e puòderivare da una serie di fattori come:l’istinto riproduttivo, l’affetto, la capacitàdi amare ed essere amati, la fantasia dicreare un’unità familiare migliore dellapropria famiglia d’origine, la sensazioneconsapevole di salvare l’altro o di esseresalvato dall’altro da una situazionefamiliare indesiderabile. Accanto a tali elementi vanno consideratianche il conformarsi alle aspettative della società, l’adesione aivalori di altre coppie, la gratificazione derivante dal prendersi curadell’altro e di essere oggetto di premure. Affinché l’equilibrio fra lealtà coniugale e lealtà familiare sirealizzi, oltre a tutti questi fattori, occorre una rielaborazione dellegame familiare. Là dove rimangono, infatti, problemi irrisolti diseparazione, abbandono e perdita, queste esperienze costituirannouna sorta di filtro con cui interpretare la realtà.Per capire più semplicemente come tutti questi discorsi finisconocon il trasformarsi in ciò che, metaforicamente, la scorsa voltaabbiamo denominato come bagagli, riportiamo il seguente casoclinico.La coppia T. rappresenta proprio una situazione in cui larielaborazione del legame familiare non è avvenuta. Sara non è riuscita a fare un passaggio alla vita adulta, continuandoa chiedere alla madre quelle attenzioni di cui si è sentita privata,continuando a trasportare queste problematiche nella relazioneconiugale, dove ha strutturato una dinamica di gioco in cui è

Uno più uno. . .fa tre

abituata a stare fuori dal rapporto lottando contro chi cerca di entrarenel suo “mondo emotivo”. Roberto, invece, sembra essere ancora influenzato dal confrontocon un “padre mito” che probabilmente ostacola l’espressione dellesue potenzialità per paura della sconfitta. Sara ha ammesso in terapia di sentire come se avesse effettuato unasorta di scissione tra la testa e il cuore. Infatti è come se si trovasseperennemente bloccata a dover scegliere tra un posto sicuro, manon allettante (con il marito) e un posto allettante, ma non sicuro(con l’altro). Questa immobilità si può comprendere meglio se siconsidera che Sara è cresciuta in un ambiente in cui è sacro ilconcetto dell’unità familiare per cui si è attribuita il ruolo di coleiche deve portare avanti il patto di “fare andare bene le cose”.

La crisi di questa coppia può essere definitacome una modalità di gioco perverso, rigidoe cronico, in cui si riperpetuano i nodipersonali di ciascuno che non permettonouna evoluzione e la possibilità di usciredall’ottica di vedere solo la parte del’altro perconcentrarsi sulla propria. Questa Coppia è regolata da confini rigidiche si snodano attraverso due polarità:apertura-chiusura. Sara si chiude in sestessa con la consapevolezza che Robertotenterà di entrare nel suo “mondo”. Quali significati all’interno della relazionedi coppia sono sostenuti da queste dinamiche?A Sara serve qualcuno che esista persoddisfare i propri bisogni, Roberto, cheviene al mondo dopo la morte di duefratelli, sembra essere nato per riparare unlutto e quindi sente di esistere solo quandopuò sopperire ai bisogni dell’altro.

Come un puzzle quindi, due persone s’incastrano completando delleparti mancanti, anche se spesso, come nel caso di questa coppia,rimanere vicini fa soffrire.D’altro canto in letteratura è nota la “folie a deux” quella situazionedi conflitti e crisi che non portano a separazione, ma nemmeno apacificazioni, per cui si continua ad andare avanti intrappolati in undiscorso del tipo “non voglio più saperne di te, ma non posso farea meno di te”.…Ovviamente non tutti i bagagli sono cosi “pesanti”…il sistemacoppia riesce ad essere sano e funzionale quanto più riesce adadattarsi alle esigenze dei singoli e a favorire il processo di crescitadei due individui che la compongono, come è ben interpretato daiversi del poeta Khalil Gibran ne Il Profeta: “…amatevi l’un l’altra,ma non fatene una prigione d’amore... riempitevi a vicenda lecoppe, ma non bevete da una coppa sola (…).

Dott.sse Silvia Marsiliani e Paola PernazzaPsicologhe-psicoterapeute

www.silviamarsiliani.it www.paolapernazza.it

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... eppure ho questo tra lo stomaco e la gola:voragine incolmabile, tensione evolutiva!

Ogni nuovo inizio porta con sé un bagaglio di speranze, sogni eillusioni, qualsivoglia “nuovo inizio” sia: una nuova attività, unnuovo periodo, un nuovo modo di affrontare la vita... figuriamociquindi quanto possa essere grande il bagaglio di aspettative cheporta con sé ogni nuovo anno.Il 2013 arriva carico di attese, di desideri, ma anchedi paure e tensioni.Usciamo dal labirintico 2012 con uno spirito tutt’altroche risollevato, in primis per questioni legate, piùeconomicamente parlando, alla crisi e ai problemiche il nostro Paese sta cercando di affrontare perrisollevare la testa (inattesi ritorni di essere mitologicicompresi, purtroppo!). In seconda battuta poiquest’anno appena lasciato alle spalle è statocaratterizzato da una girandola di crescente violenzache non aiuta certo a guardare al futuro conrinnovata speranza e con aspettative positive.Basti pensare alla strage di NewTown, la strage nellascuola elementare che ha fatto partire la corsa agliarmamenti privati. Sì, uno penserebbe che una stragedel genere avrebbe potuto paralizzare un Paese dalletante contraddizioni ma pur sempre legato ai suoi bambini e inveceno. Mentre una parte d’America piangeva, così come ha fatto il suoPresidente in conferenza stampa (e cos’altro avrebbe potuto fare,vista la situazione?), un’altra parte, messi da parte i fazzoletti,correva a comprare un’altra pistola, un altro fucile, un’altra armaper “difesa personale” o per semplice piacere di collezionare. Ma collezionare francobolli no, eh?Questo nuovo anno porta con sé, perlomeno nella mia vita, uncambiamento importante e il mio bagaglio di aspettative è davveropesantissimo, ma assistendo a scempi del genere il peso della miavaligia di sogni quintuplica, riempiendosi però non di bei sogni adocchi aperti e di voglia di fare, ma di sassi, pesantissimi sassi chenon servono a niente.Possibile mai che, nel 2013, ancora non si riesca ad uscire dalvortice di violenza gratuita in cui ci siamo andati a ficcare da troppotempo? L’America è “la terra dei paradossi”, “non stanno messitanto bene” e “sono completamente fuori di testa”, ma io ai clichésci credo sempre tanto poco.Non perché amo gli Stati Uniti e quello che possono significare, ma

perché non si può rinchiudere niente e nessuno in una steriledefinizione senza che qualcosa resti, irrimediabilmente fuori. Ma mentre le famiglie devastate dalla follia di un ventenne (che hatrovato un’armeria in casa e con quella ha distrutto la sua famiglia

e quelle dei bambini e delle maestre che si sonosacrificate per salvare i loro alunni) piangevano ecercavano di trovare delle risposte, migliaia di altrepersone si preoccupavano solo delle possibiliimplicazioni future che questa strage avrebbeportato, ovvero: leggi più severe per acquistare armiper scopo privato.Ma quale scopo privato? Ma quali armi? Ma di cosa stiamo parlando?Legittima difesa, chiaro, posso comprenderlobenissimo, ma non arrivo proprio a condividerlo, nétanto meno a capirlo.Così, nel mio bagaglio fatto di sogni, voglia di faree sassi pesanti che la realtà si prende la briga diammassarmi in fondo alla valigia, porterò con meun po’ di quella “tensione evolutiva” di cui parlaJovanotti nel suo ultimo singolo.

Non possiamo fregiarci di essere una società all’avanguardia, unasocietà evoluta e poi andare a fare la fila, la corsa, per comprarearmi per difenderci, quando poi, di situazioni di pericolo in cui siarichiesta l’autodifesa ce ne sono davvero poche.Concordo sul fatto che il mondo sta impazzendo, che si può morireper colpa di qualche squilibrato nei momenti che meno ci aspettiamoe nei luoghi che non avremmo mai immaginato, ma quello è un altrodiscorso e il destino è destino, e se è destino che ci salviamo unapistola in tasca non cambia assolutamente nulla. Questo è un argomento troppo grande e delicato per essereaffrontato da una ventiduenne utopista e impreparata quale sono,ma vi auguro solamente che il 2013, oltre che portare un po’ diserenità che il 2012 si è portato via con sé, porti anche un po’ di sanatensione evolutiva in ognuno di noi, perché magari, insieme,qualcosa la si riesce davvero a cambiare.Ci vuole pioggia, vento e sangue nelle vene... e una ragione pervivere, per sollevare le palpebre e non restare a compiangermi, einnamorarmi ogni giorno, ogni ora, ogni giorno, ogni ora di più!

Chiara Colasanti

Dal 10 al 20 febbraio 2013, nell'ambito degli eventi valentiniani, Palazzo Primaveraospiterà una mostra d'arte contemporanea che cerca di approfondire quanto il linguaggiodell'arte possa essere davvero un linguaggio universale.L'associazione culturale Sinergieorganizzerà una mostra che portacome titolo proprio Il linguaggiouniversale dell'arte e che vede italenti di quattro artiste ternane equattro artisti iracheni uniti in unconnubio internazionale in nomedell'arte.

L’inaugurazione avverrà il 10 febbraio alle ore 16 presso l’Auditoriumdi Palazzo Primavera. Saranno presenti l’Ambasciatore dell’Iraq presso la Santa Sede, S.E.Habeeb Mohammed Hadi Ali Al Sadr, autorità civili ed ecclesiastichedel territorio. Le opere di Valentina Angeli, Angelisa Bertoloni, Cecilia Piersigilli,Rossana Moretti, Jaber Alwan, Ammar Al Hameedi, Fuad e Resmi AlKafaji verranno esposte nella nostra città proprio per approfondire epromuovere la conoscenza dei due Paesi, per costruire così un ponte traItalia e Iraq, i cui mattoni siano opere d'arte che ci conquistino e ciconducano lungo questo percorso, pennellata dopo pennellata.

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C’erano tre o quattro casette a fianco della strada bianca, a un’orad’asina dal paese più vicino, e in una di queste viveva Silverio conClementina, sua moglie. Erano rimasti soli dopo che il figlio e la figlia si erano sposati ed eranoandati a vivere lontano. Era finita da qualche anno la Seconda Guerra Mondiale e la situazionegenerale stentava a migliorare. I due coniugi avevano allevato i due figli con molti sacrifici, perchéi due o tre appezzamenti di terreno che possedevano, oltre che essereuno a ponente e l’altro a levante, distanti da casa una buona mezz’ora,erano insufficienti a sfamare quattro persone. Questo frazionamentoagrario era la conseguenza del fatto che Silverio aveva quattro fratellie una sorella e, alla morte dei loro genitori, avevano diviso le proprietàin modo che ad ognuno di essi fosse almeno garantitoun pezzo di oliveto, un pezzo di vigna e un terrenoirriguo per fare l’orto. Finché fu giovane Silverio cercò di integrare le suemagre entrate andando a lavorare nei campi deglialtri, ma ora da vecchio si era ritirato a coltivare lesue piccole proprietà cercando di far bastare quelloche riusciva a produrre. Nella bella stagione si alzava di buonora per andarea lavorare nei suoi campetti portandosi il pranzo dacasa in una vecchia gavetta della prima guerra mondiale.Tutti i reduci della Grande Guerra usavano talegavetta per lo stesso scopo, un po’ per ricordo e unpo’ perché era di forma avveniristica e molto pratica da usare rispettoalle tradizionali casseruole di famiglia. La cosa curiosa era cheSilverio ci aveva fatto un piccolo foro alla base, per impedire allamoglie di condire le patate lesse, suo pranzo abituale, con l’olio dioliva. A lui bastava insaporirle con un po’ di sale e due spicchi d’agliotagliuzzati, risparmiando l’olio di oliva che era poco e sacro e guai asprecarne un goccio! Era l’unico condimento, insieme al grasso dimaiale, che permetteva di rendere squisita anche una semplice fetta di pane.Il periodo più brutto, da un punto di vista alimentare per la nostra coppiadi anziani, era tra la fine di novembre e il Natale. Il maiale ucciso l’anno prima era stato consumato e la raccolta dellepoche olive iniziava dopo l’Epifania; di lardo non ce n’era più e l’oliodi oliva nell’orcio di terracotta occhieggiava verso il fondo, al massimoun paio di litri, morchia compresa. Era una delle giornate più corte dell’anno, saranno state le diciotto, masi era fatto buio da un pezzo. Silverio stava seduto in silenzio accantoal fuoco, mentre la moglie faceva le faccende di casa.

Sirvé, io nun saccio che ffà a ccena massera…-gli dice la mogliesconsolata e anche un po’ incavolata- oji emo armagnatu le patate

allesse, iersera du fette de bruschetta co’ lu pum-midoru, ieri a pranzu le patate n’umidu, l’antrasera li picchjittini co’ lu sugu fintu…Ahò… io meso propriu rotta e nun saccio più che ffà! (Silvé, ionon so cosa fare a cena stasera…oggi abbiamorimangiato le patate lesse, ieri sera due fette dibruschetta col pomodoro, ieri a pranzo le patatein umido, l’altra sera la pasta fatta in casa col sugofinto… Ahò… io mi sono rotta e non so più cosa farea mangiare)Silverio, che forse si era appisolato al calduccioinseguendo lentamente i propri sogni, venneriportato di soprassalto alla realtà dalle parole

della moglie, rendendosi subito conto di dover suggerire qualcosa perl’imminente e improcrastinabile cena. Sentiva già un certo languoresulla bocca dello stomaco e non capiva se era l’acido provocatodalle patate mangiate a pranzo o le prime avvisaglie dell’appetitoche andava crescendo. Fatto sta che,voltandosi a metà sulla sedia einarcando le sopracciglia, si rivolse alla donna con un’aria di furbescacomplicità: Che ne dici Crimintì de fa du’picchjittini co’ l’aju e l’oju..?… Eh!… -e prima che la moglie avesse il tempo di replicare- …e pe cambià ‘n po’ lu sapore mittice ‘n par de spigucce d’aju ‘n piùe un guccitto d’oju de meno! (Che ne dici Clementì di fare la solitapasta fatta in casa con aglio e olio?... e per cambiare un po’metticiun paio di spicchi d’aglio in più e un goccio d’olio di meno).Clementina non sopportando l’atteggiamento di princisbecco delmarito lo mandò subito a quel paese e pazientemente incominciò afare una bella stesa di pasta. Dedicato ai giovani che forse non sanno e ai meno giovani che nonhanno dimenticato. Vittorio Grechi

L’indigenza

- Assistenza Ospedaliera- Assistenza Ospedaliera

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- - Istituzioni pubbliche e privateIstituzioni pubbliche e private

- Ausiliare per case di riposo- Ausiliare per case di riposo

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Esattamente due anni fa, su questostesso periodico, feci un articolo in cuidocumentavo la pessima illuminazionedi viale della stazione a Terni. La stessavia era già stata citata, per lo stessomotivo, nel convegno QUALEILLUMINAZIONE PER I CENTRISTORICI, organizzato da GATR (GiovaniArchitetti Terni) nell’ambito della 1°FESTA DELL’ARCHITETTURA INUMBRIA, dal 23 Set al 3 Ott. 2010.

Durante quel convegno uno deirelatori, Ing. Gianni Drisaldi (presidentenazionale AIDI -Associazione Nazionaled’Illuminazione) sottolineò il concettobase di illuminotecnica, che illuminarebene non significa illuminare tanto.

La luce artificiale non deve produrrezone con alta intensità luminosa e altrein ombra. Il contrasto luce/ombragenera poca sicurezza e paura. Lapercezione di luminosità percepita dainostri occhi nelle ore notturne, deveessere uniforme su tutta l’area illuminatadalle lampade e l’occhio umano nondeve avere una visione disturbatadall’abbagliamento. L’abbagliamentodelle sorgenti luminose (lampade)riduce l’acutezza visiva e i tempi diriadattamento del nervo ottico (effettonocivo soprattutto per la sicurezzastradale).

Un altro relatore, Ing. Gianni Forcolini(docente e ricercatore di LightingDesign, presso il Politecnico diMilano) portò come esempio di unastrada male illuminata, la nostra V.ledella Stazione a Terni.

In questo viale, le lampade diilluminazione sono installate sopra lachioma degli alberi; quindi illuminanoinutilmente la parte superiore dellepiante (e il cielo) e producono pericolosezone di luce e ombra sui marciapiedi esulla strada (vedi foto n° 1a e 1b).

Nell’estate 2012 la vecchiailluminazione di Viale della stazione èstata sostituita con una più moderna ebella.

Si sperava che gli uffici responsabilidel Comune di Terni mettessero infunzione un nuovo impianto cheilluminasse meglio e fosse rispondentealle prescrizione della LeggeRegionale n° 20/2005 e delRegolamento Attuativo n° 2/2007,che stabiliscono le Norme in materiadi prevenzione dall’inquinamentoluminoso e il risparmio energetico.

Purtroppo così non è stato. Le nuove lampade a Leed del

nuovo impianto sono posizionate soprala chioma degli alberi (stesso postodove erano nel vecchio impianto),lasciando così al buio gran parte deimarciapiedi e i pedoni che lipercorrono, con tutti i problemi divisibilità e di sicurezza che ne derivano(vedi Foto n° 2a e 2b).

Franco Capitol i

Nuova illuminazione a viale della stazione Nuova illuminazione a viale della stazione

Così non vaCosì non va1a 1b

2a 2b

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Praticando Terapia Manuale (tecniche osteopatiche) so bene quanto sia efficace equanto sia immediato il beneficio, quando si libera la conduzione nervosa lungo ildecorso del nervo.Sono abituato ad osservare e affrontare il problema alla radice, per questo ritengoche una terapia che non tenga conto della vera causa del problema, ma agisca solosul sintomo non abbia senso di esistere.Non vi nego che anche io adoro ricevere massaggi decontratturanti, o semplicementerilassanti, ma so bene che il problema molto spesso è a monte e se non si liberal’articolazione che comprime la radice nervosa, il dolore persisterà o tornerà abreve.Come nasce i l dolore a l la schiena?Per quanto riguarda i problemi di colonna, il nervo nel 90% dei casi è irritatoall’origine, a livello del peduncolo (per intenderci a livello vertebrale).È molto importante per il nostro corpo una buona condizione del sistema nervoso:difatti i nervi vanno a innervare muscoli, arterie, vene, sistema linfatico, organi,pelle. Una irritazione alla radice nervosa comporta un impulso nervoso alterato,quindi uno squilibrio (muscolare, organo malfunzionante, giramenti di testa,nausea, dolore, ecc…).I nervi vertebrali controllano tutta la funzione vitale.Il momento in cui ha inizio una disfunzione alla schiena è quando la vertebra scivolain una posizione scorretta, o non allineata (sublussazione o stenosi vertebrale).Ciò limita la fluidità di movimento vertebrale e crea una pressione sui nervi, dandoil via a processi di alterazione del segnale nervoso e sintomatologia dolorosa.Terapia Manuale , manipolazioni ver tebral iLe manipolazioni che mirano a riallineare una sublussazione sono generate damovimenti netti, precisi e veloci, eseguiti dal terapista. In gergo tecnico vengono dette “Trust”.Si tratta di portare un’articolazione di poco oltre il suo limite fisiologico, in modoche la capsula articolare possa spostarsi, rilasciare il gas presente all’interno, e poiricollocarsi nella giusta posizione.Non si tratta di una tecnica traumatica: il rumore del crack infatti non è dovuto alcontatto tra 2 capi ossei, ma alla fuoriuscita del gas intra-capsulare, utile per favorireil recupero di una corretta posizione dell’articolazione.Il beneficio è dato principalmente dalla maggior produzione di liquido sinoviale(lubrificazione e nutrimento delle cartilagini), da un miglioramento della

microcircolazione e da una migliore idratazione deldisco.Inoltre, la minor pressione sui nervi al livellovertebrale genera effetti positivi a catena suscioltezza, sensazione piacevole di “libertà articolare”,superamento del dolore, riequilibrio di organi e tessutiinnervati dai rami nervosi interessati.ConclusioniMantenere la colonna sotto controllo periodicamenteattraverso manipolazioni vertebrali è utile perprevenire o trattare artrosi vertebrali, protrusionidiscali, traumi da colpo di frusta, stiramenti, lombalgia,sciatalgie, cervicalgie. La terapia manuale è molto efficace anche perattenuare gli attacchi delle cefalee muscolo-tensive,tutti i disturbi dovuti al mal posizionamento dellamandibola e gli squilibri maxillo-facciali.

Andrea Conti Dottore in fisioterapia

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M O S T R EM O S T R E dalle ore 16,00 al le 19,00dal le ore 16,00 al le 19,00

G E N N A I O 2 0 1 3G E N N A I O 2 0 1 3

Sab 12 - Dom 27 La Divina Commedia illustrata Sab 12 - Dom 27 La Divina Commedia illustrata dalle Cartoline di Virgilio Alterocca dalle Cartoline di Virgilio Alterocca

Collezione Sergio MariglianiCollezione Sergio Marigliani

F E B B R A I O 2 0 1 3F E B B R A I O 2 0 1 3

Lun 4 - Sab 9Lun 4 - Sab 9 Terni nebbia Terni nebbia foto di Enzo Chiocchiafoto di Enzo Chiocchia

Mar 12 - Dom 17Mar 12 - Dom 17Lettere d’amore a San ValentinoLettere d’amore a San Valentino

Un epistolario mondiale a cura di:Un epistolario mondiale a cura di:- padre Bose George Velassery, Ordine dei Carmelitani Scalzi - padre Bose George Velassery, Ordine dei Carmelitani Scalzi - - don Claudio Bosi, don Claudio Bosi, parroco della Basilica di San parroco della Basilica di San Valentino Valentino -- Andrea Liberati, giornalistaAndrea Liberati, giornalista

Mostra iconografica per San Valentino Mostra iconografica per San Valentino Collezione FlorioCollezione Florio

Mar 19 - Dom 24Mar 19 - Dom 24 Terni neve Terni neve foto di Marco Ilarifoto di Marco Ilari

M o s t r a d e i P r e s e p i d i B r u n o e d e l l e C a r t o l i n e N a t a l i z i e d i F l o r i o

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C O N F E R E N Z EC O N F E R E N Z E

G E N N A I O 2 0 1 3Ven 18 ore 17,30 Gli eremi rupestri della Valnerina Marco BarbarossaSab 19 ore 17,30 Pierino e il lupoMer 23 ore 21,00 Conoscere il potenziale umano tramite il cibo delle origini

Andrea Conti, Sandro CrocelliSab 26 ore 17,30 L'antisemitismo nazista: la persecuzione e i ghetti

Marcello RicciLun 28 ore 17,30 Pitagora fu figlio dell’illibata Partenia e del Dio Apollo?

Giampiero Raspetti

F E B B R A I O 2 0 1 3Ven 1 ore 17,30 Quilli che semo Video

La Nuova Compagnia Teatro Città di TerniSab 2 ore 17,30 La qualità della vita è il più potente vaccino del mondo

Francesco Bassanelli, Barbara SzadkowskaLun 4 ore 17,30 La via dell’olio Giorgio Angeletti

carrellata di bruschetteVen 8 ore 21,00 Cultural Cabaret QuattroSab 9 ore 17,30 Diabete... no problem Emanuela Ruffinelli, Daniela Perotti

controllo glicemico a richiestaGio 14 ore 17,30 La lotta laica delle donne per i diritti Marcello RicciVen 15 ore 17,30 Le streghe Giampiero RaspettiSab 23 ore 17,30 Salute e previdenza Sabrina Guiducci

I corsi di matematica per monelli-genietti si terranno di martedì e di mercoledì, dalle ore 16,30 alle ore 17,45.Gli incontri saranno 2 al mese per ogni gruppo.Il Gruppo Pi ta in i z i e rà mar t ed ì 22 g enna i o .Il Gruppo Arch i in i z i e rà mer c o l ed ì 30 g enna i o .

PiccoliGermogli crescono

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Il Centro Veterinario LungoneraCentro Veterinario Lungonera è una struttura operante sul territorio ternano da circaventi anni che ha saputo sempre rinnovarsi e dotarsi di attrezzature moderne e personalecostantemente aggiornato. Nella nuova sede di Via Narni è in grado di offrire gran parte dei sevizi medici generici especialistici necessari per la gestione della salute dei piccoli animali d’affezione, inparticolare cani e gatti, il tutto arricchito da un’ottima dose di disponibilità e trasparenza.Il Centro mette a disposizione dei suoi pazienti, oltre alle quattro sale visita, un laboratorioanalisi interno in grado di dare risposte in tempi brevissimi, due reparti degenza, un serviziodi diagnostica per immagini comprensivo di ecografia, ecocardiografia (ecocolordoppler),radiologia digitale e videoendoscopia che affianca le attrezzate sale operatorie anche perinterventi mininvasivi come, ad esempio, l’ortopedia in radioguida digitale, l’asportazioneecoguidata o video guidata di corpi estranei.

C L

C E N T R O V E T E R I N A R I O L U N G O N E R A

Per qualsiasi necessità, per preventivi o per prenotare appuntamenti non esitate a contattarci al nostronumero fisso 0744 221044 o mobile 328 3299920 o alla mail [email protected]

Per maggiori informazioni potete visitare i nostri siti webwww.centroveterinariolungonera.com

www.veterinarioterni.itCentro Veterinario Lungonera

Dr. Marco Piantoni-Dr. Paolo Cortelli Panini-Dr. Marco Cozza-Dr. Matteo Neroniricevono, preferibilmente su appuntamento, in Via Narni 210/i dal lunedì al sabato dalle 09:00 alle 13:00

e dalle 16:00 alle 20:00per emergenze S.O.S. 24h al 3283299920

Grande deve essere l’affianca-mento tra il conduttore ed il suocane, poiché solo con la fiduciaed il rispetto reciproco si puòraggiungere un livello tecnicosufficiente per l’ottenimento delbrevetto.Stiamo parlando di cani chesenza esitazione si fanno calaredall’elicottero con il verricelloinsieme ai loro conduttori, chepercorrono creste affilate dineve in quota per trovaretravolti in valanga, che siarrampicano su roccia con tantodi imbracatura per la ricerca didispersi in montagna.Grande ed importante è laresponsabilità medica di questicani, il cui valore non può essere considerato solo come affettivo (giàenorme) ma anche sociale.Decine di persone ogni anno vengono salvate dal fiuto straordinariodi questi esemplari e dalla dedizione che loro ed i loro conduttorimostrano ogni giorno che passa nel loro lungo ed interminabile iter diaddestramento.Vengono chiamati spesso gli angeli della montagna, angeli senza alima con un cuore enorme e tanta voglia di giocare....

Paolo Cortel l i Panini

Da più di 50 anni il CorpoNazionale Soccorso Alpino eSpeleologico si avvale dellapreziosa collaborazione deicani per salvare persone indifficoltà in ambiente impervio.Le unità cinofile di questocorpo rappresentano percerto l’eccellenza del binomiouomo conduttore in territoriostili come la montagnainvernale (ricerca travolti invalanga), quella estiva(ricerca dispersi ), le macerie(terremoti, frane e smotta-menti), fino alla ricercamolecolare.Il Centro Veterinario Lungonera,poiché uno dei medici è un

tecnico del soccorso alpino, cinofilo da valanga e superficie eresponsabile nazionale veterinario del corpo, da anni collabora conil CNSAS seguendo sia dal punto di vista medico che chirurgicomolte delle unità cinofile che vengono da ogni parte d’Italia.Non esiste una razza particolare per questo tipo di attività, anchese alcune caratteristiche vengono considerate come essenziali perl’accesso alla griglia di ammissione della scuola.Gli animali vengono addestrati alla ricerca utilizzandoprevalentemente il gioco fin da cuccioli.

I CANI DEL SOCCORSO ALPINOI CANI DEL SOCCORSO ALPINO

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Pensi al rugby e ti vengono in mente immagini di placcaggi, di mischie e di uominigrandi e grossi. Conosci il mondo del rugby e incontri persone che credono nelle regole,nel rispetto per gli avversari, nel coraggio, nel sacrificio e nella solidarietà. Vai al campo d’allenamento e trovi decine di bambini e di bambine che giocano, ridonoe si divertono rincorrendosi dietro ad un pallone ovale, per imparare a giocare, certo, masoprattutto per allenarsi a vivere. Questo è il nostro obiettivo principale - dicono i tecnicie i dirigenti del Terni Rugby, la società ternana che da diversi anni ha un settore giovanilecompleto, a partire proprio dai più piccoli. Si può cominciare già a sei anni, con regoleadatte all’età, con educatori e allenatori specializzati. Poi si prosegue con l’Under 8,l’Under 10, l’Under 12. Fino ad arrivare all’Under 14, per passare ai campionati veri epropri dell’Under 16 e dell’Under 20.

Mini-rugby, una grandescuola di vita

Nel nostro club -spiega il presidente Alessandro Betti-visto che i più grandi, quelli della Seniores sono conosciutida tutti come i Draghi, abbiamo pensato scherzosamentedi ribattezzare ogni formazione Under con il nome diun rettile: così ci sono le Lucertole, i Ramarri, i Camaleonti.Insomma, chi vuol diventare un drago, deve crescereun po’ alla volta. E imparare le regole, non solo quelledello sport.La più bella vittoria l’avremo ottenuta quando lemamme italiane spingeranno i loro figli a giocare alrugby se vorranno che crescano bene, abbiano deivalori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacitàdi soffrire. Questo è uno sport che allena alla vita.

(John Kirwan, ex allenatore nazionale italiana)

Dai Ramarri ai Gechi,

tutti in campo con l’ovale

U14 (Ramarri)Marlon Danilo Almanza Floyd, Samuele Belardi, EmanueleBocciarelli, Lorenzo Borio, Michele Camuffo, Luca DeSantis, Francesco Franconi, Leonardo Giacinti, RiccardoMarinangeli, Thomas Martinelli, Leonardo Molinari,Giovanni Morbidoni, Nicola Novelli, Luca Pannuzi, FilippoPaterni, Veronica Presti, Matteo Prosperini, Valerio Rosi,Valentin Varga.Allenatori: Luca Ventura, Marco Diamanti.

Under 12 (Camaleonti)Lorenzo Alessandrini, Francesco Arronenzi, Giulio LorenzoBartolucci, Francesco Campana, Giulio Capanna, NicolòColasanti, Francesco Conti, Niccolò Giacomelli, MartinaLiurni, Filippo Pannuzi, Giulio Luca Perrotta, LorenzoProietti, Riccardo Maria Santilli, Filippo Terenzi. Allenatore Tommaso Piergentili.

Under 10 (Lucertole)Giacomo Calidori, Alessandro Castellani, SamueleChiappalupi, Michele Cipolla, Pietro Coppari, AndreaCoppo Massini, Edoardo Giacinti, Devis Gunnella, EmilioMaria Kruse, Pietro Lisi, Mattia Mannu, Daniele Masini,Francesco Menicocci, Alessandro Motta, Tommaso Muti,Lucrezia Nicoletti, Mattia Pascolini, Filippo Rizzo, StefanoScatena, Tommaso Senise, Tommaso Spera, FilippoTrequattrini, Filippo Zuccari, Francesco Di Leonardo. Allenatrice Marta Corazzi. Staff: Angela Pinzaglia, Michele Canulli.

Under 8 (Salamandre) Under 6 (Gechi)Filippo Ciotti, Rahul Blasi, Francesco Calidori, RiccardoCameli, Giulio Coppo Massini, Mattia Filippucci, NicolasGiovannelli, David Kruse, Carlo Nicoletti, AlexanderNieweglowski, Flavio Passero, Francesco Senise, GiuseppeTattoli, Ilaria Trequattrini. Allenatori: Jacopo Borghetti,Federica Cipolla, Sara Pescetelli, Francesca Agabiti.

Dove e come iniziareNell’impianto sportivo di San Carlo, le categorie delMini-rugby si allenano il mercoledì e il venerdì dalle 17 alle18.45. Il Terni Rugby mette a disposizione un insegnante dieducazione fisica per la motoria di base che serviràall’avviamento a qualsiasi sport, uno staff tecnico con dueallenatori per ogni categoria ed il proprio staff medico. Si può venire a provare un allenamento, gratuitamente.Per informazioni: 392 1010105, [email protected].

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AZIENDA OSPEDALIERAAZIENDA OSPEDALIERA

S t r u t t u r a C o m p l e

Dott . Fausto RoilaDiret tore Strut tura Complessa di Oncologia Azienda Ospedal iera “S. Maria” di Terni

La Struttura Complessa di Oncologia Medica Dell’Azienda OspedalieraSanta Maria di Terni, diretta dal Dr Fausto Roila, ha come fine primarioquello di assicurare al paziente, nel rispetto della qualità di vita, lemigliori cure possibili, utilizzando le più aggiornate procedurediagnostiche e terapeutiche disponibili. Possiede 8 posti letto per il ricovero ordinario e 18 posti di Day-Hospital.Sono eseguiti trattamenti oncologici per tutte le neoplasie e per itumori rari. Il personale medico altamente specializzato s’interessa di sperimentazionicliniche di nuovi farmaci e strategie terapeutiche innovative. L’attività si svolge in regime ambulatoriale, di Day Hospital e Degenzanell’ambito dei processi di diagnosi, cura e follow up dei tumori solidi.L’attività è rivolta a un’utenza regionale ed extraregionale rispondendoai più moderni standard. Questo è possibile anche in considerazione della disponibilità difarmaci chemioterapici e biologici in fase di sperimentazione clinica. Il Dr Roila è autore di numerose pubblicazioni sulle maggiori rivistenazionali ed internazionali e ha rivestito ruoli importanti nellavalutazione di nuovi farmaci oncologici; è stato membro del Tavolo diConsultazione sulle Terapie Oncologiche dell’Agenzia Italiana delFarmaco (A.I.F.A.) e fa parte di una commissione di esperti delMinistero della Sanità sull’uso delle risorse economiche in Oncologia.Il centro si avvale di un ufficio di data management dei Trials clinicinell’ambito della terapia medica dei tumori solidi e delle terapie disupporto. La S.C. è posta al piano terra del corpo centrale dell’Ospedale edispone di un accesso diretto all’utenza con un front office già nellasala d’aspetto in grado di individuare le varie esigenze del paziente,che possono andare dall’assistenza sanitaria, alla prenotazione degliesami diagnostici. Questo è possibile tramite CUP dedicato, costituito da 4 postazionigestite da personale specificatamente formato in tal senso. L’intera struttura è concepita intorno alle necessità dei pazientiOncologici. Si è in grado, infatti, di fornire assistenza ambulatoriale, terapiespecialistiche in regime di DH o di Degenza e attività diagnostiche convari livelli di urgenza. Una Prima Visita ad un paziente oncologico con una semplice impegnativadel Medico Curante può essere erogata in 2 giorni lavorativi. Il DH dispone di un centro prelievi, ove possono affluire tutti i pazientiin trattamento, con la possibilità di ottenere i principali esami

ematochimici in tempo utile per praticare le terapieoncologiche durante la giornata di ricovero, questoper venire incontro anche all’utenza extraregione.Il personale è costituito da 9 medici, 19 infermieri e 5tra personale tecnico e ausiliario.La struttura di Day Hospital è aperta dalle ore 8:00alle 20:00 dal lunedì al venerdì mentre è garantita lapresenza di uno specialista Oncologo tutti i giornidella settimana. La struttura accoglie in base al bacino di utenza circa1000 nuovi pazienti anno. In collaborazione con i colleghi chirurghi, radioterapisti,anatomopatologi, radiologi e altri specialisti sonoattivi presso il nostro ospedale 11 gruppi multidisciplinariper la pianificazione integrata di una strategiadiagnostico terapeutica dei singoli casi, ma soprattuttoper quelli di maggior complessità. Questo a garanzia della qualità dei servizi erogati edin accordo con le principali linee guida nazionali edinternazionali. È inoltre momento di costante aggiornamento e diformazione degli specialisti coinvolti. Sono attualmente attivi i seguenti gruppi: • Tumori della Mammella• Tumori del Polmone

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A SANTA MARIA DI TERNISANTA MARIA DI TERNI

s s a d i O n c o l o g i a

STRUTTURA COMPLESSA DI ONCOLOGIA

DirettoreDr. Fausto Roila

Dirigenti Medici Dott.ssa Roberta BartolucciDott.ssa Claudia CasertaDott.ssa Sonia FatigoniDr. Guglielmo FumiDott.ssa Martina NunziDr. Damiano Parriani Dott.ssa Silvia SabatiniDott.ssa Maria Tagliaventi

Caposala Donatella Perugini

Caposala DegenzaCristina Proietti

Infermieri DegenzaMarcella Cascianelli, Emanuela Laglia, Monia Piccioni, Emanuela Raggi, Anna Paola Saveri, Tiziana Talamonti

Infermieri DAY HOSPITALAnnarita Argenti, Marco Moscatelli, Cristina Miliacca,Paola Paolucci, Carla Porcù, Tiziana Pistello, Michela Basili, Angela Pascalicchio, Monica Rossi, Anna Ciuffetelli, Franca Vaiano.

Personale TecnicoRoberto Casani

Data Manager Ufficio OperativoDr. Giovanni Ciccarese

Eleonora MorichettiAgnese Isori

OSS Degenza e DHRoberta Ciani, Angela Meattini, Paola Bernardini, Stefania Loreti, Mariele Scali

AusiliariErsilia Sauro, Rosanna Improda

• Tumori del Digerente (colon-retto)• Tumori Urologici (Prostata-Vescica e Uretra-

Testicolo-Rene e Uretere-Pene)• Tumori Ginecologici (Cervice-Endometrio-

Ovaio-Vulva)• Tumori del distretto cervico cefalico• Tumori del Pancreas e del Fegato e delle Vie Biliari• Tumori rari e del Sistema Endocrino (Tiroide-

Ipofisi-Surrene)• Tumori del Sistema Nervoso Centrale e del Midollo• Tumori Cutanei• Terapie di supporto e Cardioncologiche.

In conclusione, la Struttura Complessa di Oncologiadell’Azienda Ospedaliera di Terni si afferma comeuna realtà di riferimento locale, ma anche extraregionalenell’ambito della patologia oncologica. Per gli aspetti dinamici e di eccellenza che lacontraddistinguono, si proietta a un ruolo diprimissimo piano in Umbria, anche alla luce delrecente programma di riassetto regionale sanitario,già pronta a cogliere i vantaggi di un’integrazione emessa in rete dei servizi e tesa al mantenimento e alladiffusione dei più alti standard qualitativi delleprestazioni erogate.

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Via Pacinotti, 8 - Terni

Tel. 0744429161

La tecnologia Cone Beam (CBCT, dalla forma conica del fascio di raggi X) generaradiazioni pulsate nel corso della singola rotazione intorno al cranio del paziente (20-40secondi), a differenza delle sezioni assiali multiple della TC multistrato. Il computer analizza i dati quantificandoli in cubi (voxel) di 0.15 mm per lato, molto piùpiccoli rispetto a quelli della TC spirale; da questo deriva la altissima qualità e definizionedelle immagini ottenute, con possibilità di identificare anche le più piccole alterazioni ossee. Il costo biologico sul paziente per un esame è pertanto molto basso, quasi comparabile auno studio di ortopanoramica, con dosi radianti sino a 200-300 volte inferiori rispetto allaTC spirale. Come in ambito odontoiatrico dove la tecnologia CBCT ha completamente sostituitol'obsoleto dental scan, il paradigma sta cambiando anche per gli specialisti inotorinolaringoiatria. Infatti le immagini CBCT consentono nel campo ORL la valutazionedi anomalie delle vie respiratorie che sono la causa principale di patologie quali ad esempiol'apnea notturna, o, ad esempio di valutare le patologie dell'orecchio medio anche neicontrolli post-operatori nelle valutazioni delle protesi. La CBCT consente inoltre la creazione di immagini altamente diagnostiche di fratture delcomplesso orbito-zigomatico-mascellare o di altri traumi del massiccio facciale edell'articolazione temporo-mandibolare. Molteplici le applicazioni pratiche in ambito della diagnostica pediatrica, con possibilitàdi studiare il bambino senza eccessive preoccupazioni in termini di esposizione radiologica.

L'attuale nella tecnologia CONE BEAM applicata

L'apparecchiatura NEW TOM 3D

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S i e f f e t t u a n o e s a m i d i :- TA C r a d i o l o g i a 3 D- r a d i o l o g i a- o r t o p a n o r a m i c a- m a m m o g r a f i a- e c o g r a f i ac o n s i s t e m a d i g i t a l i z z a t oa d a l t a r i s o l u z i o n e d ’ i m m a g i n ep e r u n a m i g l i o r e d i a g n o s t i c a ,f o r n i t i s u p e l l i c o l e o c o m p a c t d i s c .

Uniche infatti sono le possibilità offerte dallo “strumentoacqua”, che agisce contro la forza di gravità (principio di

Archimede), e consente al corpo dimuoversi in assenza di peso: questodetermina una maggiore facilità amuoversi quando per esiti traumatici,per deficit neurologici o dopo chirurgiaortopedica sarebbe impossibile odannoso caricare il peso reale suipropri arti. Il risultato è una diminuzione dellostress e del carico sull’apparatomuscolo scheletrico che facilital’esecuzione di movimenti in assenzadi dolore.

La resistenza offerta dall’acqua ègraduale, non traumatica, distribuitasu tutta la superficie sottoposta amovimento, proporzionale alla velocitàdi spinta e quindi rapportata alle capacità individuali di ognipersona. L’effetto pressorio dell’acqua, che aumenta con la profondità,esercita un benefico effetto compressivo centripeto sul sistemavascolare, normalizzando la funzione circolatoria e riducendoeventuali edemi distali. Tale effetto è ampliato nel Percorso Vascolare Kneipp dovesi alterna ciclicamente il cammino in acqua calda e fredda.

Inoltre la temperatura dell’acqua, più elevata (32° - 33°)rispetto alle vasche non terapeutiche, permette la riduzionedello spasmo muscolare e induce al rilassamento. Per questoil paziente si muove meglio e la muscolatura appare più elastica.La riabilitazione in acqua è utile e proponibile a tutti, daibambini agli anziani; per potervi accedere non occorre essereesperti nuotatori è sufficiente un minimo di acquaticità.

Con la riabilitazione in acqua è possibile non solo ristabilirele migliori funzionalità articolari e muscolari dopo unincidente, ma anche eseguire delle forme di eserciziospecifiche per prevenire la malattia o per curare sintomatologiecroniche come la lombalgia.Tali esercitazioni sono particolarmente indicate per queisoggetti in forte sovrappeso con difficoltà di movimentolegate ad obesità, ad artriti, a recenti fratture o distorsioni.Nella maggior parte di questi casi si registra un nettomiglioramento del tono muscolare e dei movimenti articolaridopo un adeguato programma terapeutico. Il paziente, seanziano, acquisisce in tal modo un maggiore controllomotorio che, migliorando l’equilibrio, allontana il rischio dicadute e rallenta il declino funzionale legato all’invecchiamento.

La riabilitazione in acqua è particolarmente indicata in:- esiti di fratture - distorsioni, lussazioni - patologie alla cuffia dei rotatoridella spalla

- artrosi dell’anca e delle ginocchia - tonificazione muscolare in preparazione all’intervento chirurgico

- mal di schiena (lombalgia, sciatalgia, ernia ecc.)

- para paresi spastiche- esiti di interventi neurochirurgici- esiti di ictus- esiti di lesione midollare- disturbi della circolazione venosa

- Riabilitazione in acqua- Rieducazione ortopedica- Riabilitazione neurologica- Rieducazione Posturale Globale- Onde d’urto focalizzate ecoguidate- Pompa diamagnetica- Tecarterapia

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C o s a F a r e ? D o v e A n d a r e ?C o s a F a r e ? D o v e A n d a r e ?L'effetto collaterale più evidente della Chemioterapia è la perditadei capelli, difficile da sopportare per la maggior parte dellepersone. Quando cadono i capelli ne risente anche lo spirito. Una testa folta di capelli è simbolo di vitalità, attrazione eautostima.Sei direttamente o indirettamente toccato da questo argomento?Chiedi una consulenza gratuita a chi può consigliarti.

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Il 19 Gennaio, alle ore 17.30, presso la Sala GG dell’AssociazioneCulturale La Pagina, avrà luogo un incontro scientifico-musicale,relatore il Dott. Gianfranco Baronzio, sul tema: Il Cancro ... oggi.Il Dott. Gianfranco Baronzio si occupa da anni delle patologieneoplastiche sia dal punto di vista fisiopatologico che terapeutico,collabora con molte Università, sia in Italia che all’estero, edè autore di numerosi lavori scientifici pubblicati, a livellomondiale, su prestigiose riviste di Medicina. Attualmentecostituisce un’importante figura di riferimento soprattutto inmateria di fisiopatologia, immunologia oncologica e trattamentodelle patologie neoplastiche mediante l’Elettroipertermia.Argomento della serata sarà l’approfondimento sulleconoscenze attuali in tema di diagnosi e terapia delle patologieneoplastiche con riferimento diretto ai vari personaggi ed allevicende della famosa favola di Pierino e il Lupo, testomagistralmente commentato dall’impareggiabile musica diSergej Prokofiev. Il segreto dell’enorme successo mantenuto nel tempo dallacomposizione sta proprio nel felice abbinamento personaggio/strumento che, non solo rende immediata la comprensione deivari soggetti, attraverso i leitmotiv che li definiscono, ma nesottolinea anche le caratteristiche fisiche, i pensieri ed isentimenti durante l’intera azione scenica.Tutti questi messaggi, riproposti e traslati nella realtà odierna,daranno lo spunto alle domande della nostra intervista esottolineeranno, ancora una volta, il valore estremamenteattuale della musica classica.Si tratta del primo di una serie di eventi che avranno comeintento quello di diffondere informazioni di carattere medico-scientifico ad un pubblico eterogeneo, personale sanitario e non, col pretesto di creare anche un intrigante connubio con la buona musica.È nostra convinzione infatti che questo potrebbe essere un nuovo e più incisivo modo per stimolare l’interesse alla conoscenza di taliproblematiche e rendere più piacevole la divulgazione di consigli comportamentali che, al giorno d’oggi, non soltanto debbono costituire unindispensabile bagaglio culturale per tutti noi, ma soprattutto per l’intera comunità giovanile.La Medicina attuale insiste infatti ripetutamente sull’importanza della prevenzione e del corretto stile di vita sia come elementi fondamentaliin grado di proteggerci da eventuali gravi patologie sia come ulteriore presidio supplementare alle terapie tradizionali in corso di malattia.Lo splendido e famosissimo spartito di Prokofiev sarà proposto da valenti professionisti: Edoardo SILVI (Flauto), Anna LEONARDI (Oboe),Aron CHIESA (Clarinetto), Beatrice BAlOCCO (Fagotto), Mattia VENTURI (Corno), Angelo BRUZZESE (Pianoforte), con la direzionedel Maestro Renato SETTEMBRI. Livia TORRE sarà la splendida presentatrice della serata.Gli eventi che seguiranno, nei mesi successivi, vedranno come protagonisti altre Personalità, del mondo sanitario, che tratteranno ulterioriinteressanti tematiche. Valter Cassutt i

PIERINO E IL LUPO...Ovvero, non sempre vince il lupo

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È importante sottolineare che ogni insistenzao forzatura da parte della persona preposta aipasti del bambino deve essere evitata.Possono essere seguite le seguenti lineegenerali: la somministrazione di latte vaccinobollito (diluito 3:1 e poi 4:1) o di latte diseguito, per un totale di mezzo litro al giorno.È consigliabile per tutto il secondo semestre divita, quando si passa a quattro pasti al dì conintervalli di quattro ore. Il volume totale deipasti non dovrebbe superare 900 ml al giorno.Al 7°-8° mese si può passare a due minestrine,

di solito alle ore 12 e alle 19, laseconda con l’aggiunta dimezzo tuorlo d’uovo e poi dimezzo albume, cotti nel brodo,o di un po’ di formaggio biancodolce, (30 grammi) o un po’ dipesce lesso (30-40 grammi) odi prosciutto cotto tritato (25grammi).I liofilizzati rappresentano ungrande vantaggio sul tempo di

somministrazione per la loro digeribilità, datala finissima frantumazione la sicurezza e lapraticità d’uso.Prima della fine del primo anno si può usare lacarne preparata in casa e inserire un pasto conyogurt e biscotti. La quota calorica consigliataper i bambini tra 8 e 12 mesi è intorno a 900-1000 Kcal/girono, quella proteica 35-45grammi/giorno, delle quali almeno la metàanimali; i cereali con glutine possono venirdati dopo il 4°-5° mese, sotto forma di farine obiscotti. Questo regime alimentare comportauna notevole varietà quotidiana, in sensoqualitativo e quantitativo e lascia largomargine alla quota calorica a seconda delclima, dell’attività fisica del soggetto, del suostato di salute e del suo gusto.

Lorena Falci Bianconi

Con il termine divezzamento si definisce il periodo trensitorio durante il quale il latte didonna, o il suo sostituto, cessa di essere l’esclusivo alimento per venire, gradualmente,sostitutito con cibi semisolidi diversi. Per l’alimentazione del bambino si tratta di unmomento cruciale in quanto vengono introdotti alimenti nuovi conimplicazioni fisiologiche e psicologiche che possono avere ripercussionisulle abitudini e sulla salute dell’età adulta.Di recente si è osservato un continuo anticipo dell’epoca del divezzamentodovuto in parte alla riduzione della frequenza dell’allattamento al seno esoprattutto alla sua durata. Rimanendo fermo che nei primi 4 mesi il lattedi donna o il latte adattato sono sufficienti sotto ogni punto di vista per lacrescita e lo sviluppo del lattante, in seguito è opportuno diversificare lasua alimentazione con l’introduzione di altri alimenti, che gli fornisconoproteine, acidi grassi essenziali, sali minerali quali ferro e calcio, necessariper la crescita.L’età precisa del divezzamento non è necessariamente stabilita a priori: l’individualità e lapersonalità del lattante vanno rispettate, come pure bisogna ricordare che la sua capacità ditollerare gli alimenti diversi dal latte non coincide obbligatoriamente con il suo meglio.Conviene perciò lasciare alla madre, se ha il latte, la decisione del ritardo di 2-3 mesi a suopiacimento. Esistono due possibilità su come iniziare il divezzamento:- sostituire per gradi una poppata di latte materno, o altro latte, con una di latte di seguito e aggiunta di amido precotto senza glutine come: crema di riso, o biscotto granulato senza glutine o con una farina lattea a base di crema di riso;

- sostituire una poppata con una minestrina preparata con brodo vegetale, semolino di riso,olio di oliva, verdure passate e arricchita ben presto con liofilizzato o omogeneizzato di carne.

La nuova poppata può essere data in parte col biberon o in parte con il cucchiaio. L’aggiunta di un po’ di frutta finemente grattuggiata e di qualche goccia di succo di limonepuò essere contemporanea.Circa la durata del divezzamento, esso può essere rapido (2-3 settimane) o meglio lento(1-2 mesi) a seconda degli impegni e della volontà della nutrice. Dopo 5-6 giorni dall’inserimento della nuova poppata, si può sostituirne una secondaalternando le caratteristiche precedenti.

L’alimentazione del bambino: i l d i v e z z a m e n t o

C A S A D E L L A D I V I N A P R O V V I D E N Z Aresidenza protet ta e residenza comunitaria

05016 Ficulle (TR), zona Cappuccini n° 9Tel. 0763 86021 - Fax 0763 86214

email [email protected]

La residenza è in un ex convento dei fraticappuccini situato su tre piani.

La vita residenziale si svolge tutta alpiano terra, ove sono anche tre ampi

saloni per le varie attività.Scopo principale della casa è recuperaree mantenere, dove possibile, le capacità

cognitive e motorie dei propri ospiti.Il personale, dai medici fino ad arrivare

al personale assistenziale e religioso, è altamente specializzato.

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LEZIONI DI RECITAZIONE, MA NON SOLOCosa succede durante una giornata di laboratorio e qual è la magia che lega i ragazzi a partecipare ogni anno con costanza e passione. Carolina intervista Luisa Contessa e i ragazzi del gruppoUn gruppo affiatato e un clima di divertimento. È questo quello che è emerso dall’intervista fatta a Luisa Contessa, coordinatrice, e ai ragazzidel gruppo di recitazione. Chi per passione, chi per curiosità, chi per voglia di fare nuove esperienze molti ragazzi hanno iniziato a frequentarequesto laboratorio senza sapere bene di cosa si trattasse e ora continuano a farlo con grande entusiasmo. Il lavoro procede alla grande cispiega Luisa, ci sono stati molti progressi e i ragazzi hanno già iniziato a fare le loro prime esperienze, in particolare a Palmetta dove hannoavuto a che fare con bambini di pochi anni. Il Progetto Mandela, infatti, ha nel mese di dicembre curato l’organizzazione di un evento perfesteggiare il compleanno del Centro di Palmetta. All’unanimità ci raccontano che è stata un’occasione per mettere in atto quello che imparano“a lezione”, un’occasione per mettere in pratica la teoria, insomma. Ricordiamo che il lavoro di Luisa non riguarda la recitazione vera e propria, è un lavoro che gli spettatori non vedono, ma che sta alla basedella formazione di un attore e grazie al quale un copione viene valorizzato: si tratta del lavoro sul corpo, sui movimenti e sulla gestione deglispazi. Un attore non riuscirebbe a comunicare fino in fondo il messaggio solo parlando: i gesti, lo sguardo, le espressioni del volto svolgonouna buona parte del lavoro anche se da spettatori è difficile rendersene conto. Come ci racconta Giulio è possibile applicare tutto ciò alla realtà di tutti i giorni, anche se non ci troviamo su un palcoscenico. Per Giulio, infatti, uno dei vantaggi del frequentare questo laboratorio è quello di acquisire la capacità di cavarsela in situazioni difficili oinconsuete che ci possono capitare in ogni momento della vita quotidiana. Il laboratorio di recitazione è anche un momento di divertimento come ci confermano Arianna e Luca, è un’occasione per conoscere nuovepersone e iniziare a frequentare amici diversi ed è anche per questi motivi che consiglierebbero ai loro amici di entrare a far parte del gruppo.Gli incontri che si svolgono regolarmente non sono solo un dovere ma diventano un piacere, un modo per prendersi una pausa dai libri econtinuare a imparare divertendosi. Molti dei ragazzi prendono parte a questo laboratorio già da qualche anno e sembrano non esserne ancorastanchi, forse perché è un’esperienza che cambia la vita! Carolina Sorgenti

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Procedono con ritmo serrato i numerosi impegni del Progetto Mandela.L’anno appena terminato ha visto l’associazione e tutti i gruppi dilavoro che ne compongono il colorato puzzle di attività affrontaremolte tematiche, dalla violenza sulle donne ai diritti umani piùgeneralmente intesi, attraverso, uno d’esempio sututti, lo strumento della recitazione e delle letture.Piacevole e partecipata l’occasione della conferenzatenuta da Marcello Ricci lo scorso 11 dicembrealla bellissima biblioteca del Circolo LavoratoriTerni. Con l’occasione è stato presentato il librodi Ricci L’avventura dei diritti umani, un atlantedella storia dei diritti umani, un percorso tracciatoper macro tematiche riguardanti diversi aspetti del diritto umano enon solo. Valore aggiunto al pomeriggio una serie di letture dedicatealla tematica eseguite dai ragazzi del laboratorio di recitazione delProgetto Mandela coordinati dal regista Simone Mazzilli.

Larga la partecipazione, un successo incassato con soddisfazionedall’associazione. E ancora la giornata dedicata, lo scorso 26novembre, alla tematica del femminicidio dal titolo Amore assassinoa cura della regista Irene Loesch. Una tematica controversa e dal

respiro più ampio e generalizzato che è quellodella violenza di genere affrontata con letturededicate e selezionate per sensibilizzare e invitarealla riflessione. Procedono con ritmo anche gli appuntamenti conil corso su i diritti umani tenuto dal professorRicci ogni martedì alle 15.00 a Palazzo diPrimavera. Ogni incontro è un’occasione di

scambio ben recepita e partecipata. Ecco, di seguito, una serie di stralci raccontati dai ragazzi delLaboratorio di comunicazione del Progetto che hanno seguito glieventi documentandone l’andamento e le principali dinamiche.

Diciotto dicembre ore16.30, sede del mensile La Pagina in via De Filis, Terni.Tra mezz’ora i locali della redazione ospiteranno la “festa di compleanno” delgiornale e… che compleanno! Con ben 100 numeri all’attivo, La Paginamerita di festeggiare! Come? Con una lettura, ovviamente!Noi del Laboratorio di Comunicazione del Progetto Mandela abbiamo decisodi andare a curiosare qua e là nella mezz’ora precedente l’inizio ed ecco quiil resoconto delle informazioni che abbiamo raccolto, forniteci dai “lettori”Sara Bondielli e Marco Mangiolino. L’evento, dopo una breve introduzionedel Prof. Marcello Ricci e del direttore de La Pagina Giampiero Raspetti, èproseguito con la lettura di articoli di precedenti numeri del mensile e poesiesu vari argomenti con le voci alternate di Simone Mazzilli, Sara Bondielli,Marco Mangiolino e gli stessi Giampiero Raspetti e Marcello Ricci. Questi ultimi due ci hanno anche rilasciato un’intervista! Tra gli autori degli articoli letti troviamo Francesco Borzini, FerdinandoMaria Bilotti e Piero Fabbri del quale è stato letto, ad esempio, l’articoloCittà gemelle in collegamento con la poesia Requiem in blu di Borzini. Sara e Marco, alla richiesta di fornire un’impressione sul progetto in cui sonostati coinvolti l’hanno definito stimolante e divertente, interessante soprattuttoper il confronto fra passato e presente e hanno sottolineato la costantepresenza di un clima familiare a La Pagina. Eleonora Landi

CRONACA DI UN INCONTRO Il Progetto festeggia il 100° numero de La Pagina

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Lungo cammino verso la libertà

Corso in t rodut t ivo alla conoscenza deidiritti umani e delle loro violazioni

Auditorium di Palazzo di Primavera

8 gennaio 2013 - 11° IncontroDiritti umani e bioeticabioetica cattolica - bioetica laica

15 gennaio 2013 - 12° IncontroIl razzismo, le teorie e la storiaPARTE I - dal razzismo culturale a quello biologico;

i razzismi

22 gennaio 2013 - 13° IncontroIl razzismo, le teorie e la storiaPARTE II - dal razzismo biologico al razzismo

differenzialista; la Convenzione internazionale sulla discriminazione razziale del 1965

29 gennaio 2013 - 14° IncontroIl razzismo e la pratica politicaPARTE I - il razzismo antinero negli USA.

5 febbraio 2013 - 15° IncontroIl razzismo e la pratica politicaPARTE II - il razzismo antinero e l’apartheid in Sud

Africa

12 febbraio 2013 - 16° IncontroIl razzismo e la pratica politica PARTE III - l’antisemitismo nazista; gli antecedenti

storici; sterilizzazione; eugenetica; eutanasia

A cura del laboratorio di comunicazione del Progetto

Camilla Calcatelli, Jasmine Dakhlaoui, Francesco Gaggia, Teresa Heidland,

Eleonora Landi, Chiara Stefanelli

Giornata della MemoriaL a S c e l t aspettacolo teatraledrammaturgia e regia Irene Loeschcon Elisa Gabrielli e Simone Mazzilli

Il 27 gennaio ricorre la Giornata dellaMemoria per ricordare l’orrore deicrimini nazisti nei campi di sterminio. Per l’occasione il Centro per i DirittiUmani, come ormai consuetudine,presenta al teatro Secci di Terni neigiorni 25 e 26 gennaio uno spettacoloteatrale, con matinée per le scuolesuperiori e una rappresentazioneaperta a tutti la sera del 25 alle ore21.00. La storia messa in scena quest’annonarra il destino di una donna polacca,non ebrea, sopravvissuta adAuschwitz, che cerca di ricostruirsiuna vita tra bugie, sensi di colpa e fantasmi che non le permettono di ritrovarela gioia di vivere.Ripercorre le tappe della sua esistenza, la spensierata giovinezza a Cracovia, ilsuo sogno di una vita felice in famiglia, il tentativo di non farsi “coinvolgere”dagli avvenimenti dopo l’occupazione nazista, il suo non prendere posizioneper non mettere a rischio la vita sua e dei figli e infine la sua deportazione. Una storia che riporta il clima di una Polonia antisemita, nella quale una donnasi trova di fronte a bivi e scelte che la porteranno suo malgrado a una tragicascelta obbligata. Un destino comune a tanti che come lei hanno guardato dall’altra parte, perpaura non hanno preso posizione e sono diventate vittime “innocenti” con unfardello di colpe e responsabilità troppo pesante da sopportare.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingarie fui contento, perché rubacchiavano.Poi vennero a prendere gli ebreie stetti zitto, perché mi stavano antipatici.Poi vennero a prendere gli omosessuali,e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.Poi vennero a prendere i comunisti,e io non dissi niente, perché non ero comunista.Un giorno vennero a prender mee non c’era rimasto nessuno a protestare.

Martin Niemöller

I L P R O G E T T O t r a p a s s i o n e e d i f f i c o l t à

Un’istantanea a cura di Francesco che racconta una serie di problematiche di peso che il Progetto affronta giorno dopo giorno anche a distanza di 25 anni di attività

Sono passati già due mesi dall'inizio del Progetto Mandela e mentre i nuovi arrivati,accolti dai rispettivi capogruppo, hanno avuto modo di sperimentare la proverbialeatmosfera familiare che caratterizza il Progetto, i cosiddetti "veterani" hanno potutomostrare per l'ennesima volta il loro impegno nelle attività di sensibilizzazioneverso le tematiche dei diritti umani.Purtroppo dietro il velo di felicità che caratterizza il Progetto si nascondono unaserie di problematiche con cui i ragazzi devono costantemente confrontarsi: lamancanza di un'autonomia logistica in cui svolgere le attività laboratoriali, i limititecnici e di capienza del teatro Secci e la scarsità di fondi su cui il Progetto puòcontare, sono demoni che tormentano il sogno di una parità ricercata tramite l'arte. Per quanto riguarda il luogo dove si riuniscono i ragazzi, da 25 anni consiste nelseminterrato dell'istituto G. Galilei di Terni concesso dalla Provincia in affitto apagamento, ma il fatto di allocare il Progetto in un struttura pubblica del genereprevede delle dinamiche che, di fatto, conferiscono priorità alla struttura scolasticacompromettendo la continuità delle attività, con sospensioni a volte dell'ultimomomento. Anche se tra i locali si trova un teatrino ben attrezzato, in questo, per motivi disicurezza, non si possono organizzare spettacoli aperti al pubblico, cosa che

permetterebbe all'associazione una programmazione di eventi per autofinanziare le sue attività. Tutte le manifestazioni che vengono preparate nei laboratori devono essere presentate in altri luoghi della città con un aumento di spese e didifficoltà tecniche. Per non parlare poi della chiusura del teatro Verdi e la “momentanea” necessità di operare all'interno del teatro Secci checon la sua capienza ridotta e una serie di magagne tecniche che tutti conoscono rappresenta una notevole difficoltà in più. Ma sicuramente il problema più grande da affrontare da qualche anno a questa parte è la scarsità dei fondi a disposizione e l'incertezza deifinanziamenti, due fattori che rischiano di compromettere definitivamente le attività. Difficoltà da superare che si ripresentano continuamentesul percorso del Progetto Mandela che però, sperando in una soluzione logistica migliore e un ritorno al teatro Verdi in tempi ragionevoli, fadi necessità virtù e cerca di impegnarsi per poter presentare anche quest'anno uno spettacolo capace di appassionare il pubblico ternano.

Francesco Gaggia

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giustamente come introdurre l’argomento.E sicuramente Fabio avrà bruciato lapaella, ti toccherà grattare la padella perore. Ma tuo figlio ti guarda con unagravità nello sguardo che non immaginavipotesse possedere alla sua età. Ti dovraialmeno tirar su seduta. E gli chiedi che ha,amore di mamma? E che ti deve dire? Losai già che ha rigato il motorino. Puòevitare di far la solita scenetta e di dare lacolpa a David, guidava lui e Giuliettostava buono buono dietro. David è il bimbo- oddio era un bimbo, ora ha diciotto annipieni- della dirimpettaia. David è bravo ebuono e non corre in motorino. Giuliettosì che corre, e ai voglia a punizioni eminacce. Frega poco o nulla a lui,imperturbabile come sempre. Ma a te delmotorino non importa: tu e Fabio avetedeciso che le riparazioni dei danni da luiinflitti al suo trabiccolo saranno da luifinanziate.

Non è del motorino che ti deve parlare,dice. E poi non è una riga, magari èappena un graffietto. Poi ti guarda e stazitto. Tu lentamente ti fai prendere dall’ansia. Ed ora che ha fatto? S’è battutocon un compagno? L’hanno sospeso? Vuole lasciare pallanuoto? Gesù, hamesso in cinta una ragazzina!? Di certo non si droga. È figlio di Fabio lui,neppure un’aspirina, niente analisi del sangue. Arturo invece sì, dimostra unapersonalità prona alla dipendenza. Quando aveva sei anni, per tre interesettimane in estate, non mangiò praticamente altro che orsetti gommosi. Tu etuo marito eravate sinceramente preoccupati. Gliele comprava Giulio altabacchino in piazza con i soldi della dispensa che gli dava la mamma di tuomarito. Non c’era modo di fargli mandar giù altro.

No, Giulio non si droga. Arturo ha quattordici anni, te ne preoccuperai traaltri due.

Che hai fatto amore di mamma, gli domandi. Lui rimane zitto ancora unpo’. Guarda fisso una venatura del parquet perpendicolare alle punte dei tuoipiedi. In definitiva ti senti obbligata ad alzarti dal letto. Lui ti guarda negliocchi, tira su col naso e ti dice: “Mamma, mi piacciono i ragazzi”.

Oh caro, questa non te l’eri neppure immaginata.Te l’ha detto, e ti guarda in faccia con la bocca distesa come quelle dei santi.

Però tu lo sai che ha paura, perché tu che hai trent’anni più di lui e lo haigenerato hai paura. Quindi niente nipoti. Per la prolificazione della stirpe ciresterebbe Arturo, ma a meno che il giovanotto non riesca ad ingravidare unaplaystation -quella è l’unica durevole relazione del tuo secondogenito- la vedidura. Certo, ora quando David si fermerà a dormire dovrai preparargli il lettoa cassetto, quantomeno per pura formalità. Eh, fin troppo comodo altrimenti.Fabio poi, quando glielo dirai, sicuramente ribatterà con una delle sue ameneboiate da ex studente di filosofia, ex buddista, ex vegetariano.

Giulio ti guarda, tu stai muta ma lui sembra sereno. Ti sbagliavi, lui non hapaura, e tu neppure, non più. Lo stringi forte al petto. Questa creatura è la tuaopera prima ed il tuo capolavoro: ha una testa piena di ricci che neppure ilprimo tra i cherubini, e poi è in gamba, è sveglio. È sempre stato curioso,vivace. Si è fatto alto Giulio, ed ha le spalle di tuo padre. “Va tutto benemamma?”, ti domanda. “Sì amore mio, va tutto bene”.

Hai cinquantadue anni, ed alla fine ti sei dovuta iscrivere in palestra. Tuomarito non invecchia di un giorno, sarà che la barba mitiga. Devi fare l’orlo aipantaloni del completo di Giulio; Davide e Carlotta si sposano, e Giulietto ètestimone. Che cara, Carlotta. Certo, appena un po’ forte di coscia. Tuo figliocon la cravatta è bello come Febo. Arturo ha i capelli che gli arrivano ai fianchiormai, e gesù, se non li vuole tagliare, che li spazzolasse almeno! Così sembrauno di quei disgraziati che se ne stanno accampati a corso San Imperatore, coni cani e le lattine di birra. È colpa di quella ragazzina. Volgarissima. Di tutte lebelle ragazze che poteva trovarsi in Accademia. T’ha riempito casa di pennelli,chine, carta. Fabio resta imperturbabile, tanto mica lava lui. “Mamma, sbrigatiche ho allenamento”, dice Giulio. Arturo fruga in quella cornucopia di pilescariche e monetine ch’è divenuto il piatto d’argento dove riponete le chiavi.Arturo, amore di mamma, le hai lasciate in bagno con le sigarette, e non mimollare la roba in giro, che non posso perdere il tempo a riordinare dietro a te.

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Mettiamo che incontri uno. Ha la barba, ma una barbaseria, non quel pelame caprino che si fan crescere tutti glistudenti di lettere. E poi è alto, ride tanto, va ovunque inbicicletta. A ventisei anni lo sposi, a ventisette rimaniincinta. A ventotto sei madre. Non ti somiglia affatto: èuna miniatura del padre, non verrebbe mai fatto di dire chel’hai tenuto in pancia per nove mesi. E ride sempre purelui. A trentun’anni -finché siamo giovani, vi siete detti,quando ancora gli riusciamo a star dietro- ne fate un altro.

Quindi a quarant’ anni hai la casa col giardino, il canesovrappeso, due macchine, un geranio delle dimensionid’un rigoglioso arbusto in veranda, tre mazzi di chiavi-uno per te, uno per Fabio ed uno per Irjina - l’acquario incamera dei ragazzi, con le tartarughine nane dentro.

A quarantacinque anni esci dall’ufficio, scendi nelparcheggio aziendale, cerchi disperata di ricordare dove,dove l’hai lasciata? Frughi venti minuti nella borsa primadi trovare le chiavi della macchina. Le calze di nylon tipizzicano, vuoi solamente metterti in ciabatte. Appoggi leterga sul sedile d’alcantara e in quel preciso momentodesideri solamente: 1) piangere per il mal di piedi, mal ditesta, mal di schiena; 2) abbandonare il capo sul volante edormire. Dormire. Negli ultimi quattro decenni della tuavita un unico elemento di continuità: i lunedì sono terribili.Torni a casa, baci Fabio che sta bruciando la paella, sali lescale di corsa. Se Dio ti viene incontro avrai tredici minutida consumare orizzontale sul letto, fingendo d’esser mortaper un po’. Calci via le scarpe. Che clamorosa frode ilmezzo tacco. T’hanno massacrato i polpacci, francamentepoi sono orrende. Domani le butti.

Entra Giulio e neppure bussa. Non sei ancora riuscita afargli capire che sua madre e suo padre sono tutelati dalmedesimo inderogabile diritto alla privacy al quale lui siappella, oltraggiato ed offeso, ogni volta che entri incamera sua per portargli mutande e calzini senza le duesettimane di preavviso richieste. La stanza tua e di tuomarito è più frequentata di Termini, la sua è Guantanamo.E bussi, supplichi, domandi, invochi gli dèi a testimoni equindi strilli, prima che lui si tolga le cuffie e si curi delletue grida. E ti apre sempre con lo sguardo vacuo del pescedi due giorni. Alla domanda “che stavi facendo” la rispostaè una: niente. Mai nulla. Tu non irrompi come i bersaglieriin Porta Pia, perché sei una di quelle madri progressistecol tatuaggio fatto vent’anni fa in vacanza a Mykonos, enon puoi, perché tu ami e rispetti tuo figlio. Però prima opoi gliela scardini la dannata porta.

Giulietto entra e ti dice: “Ti devo parlare, mamma”.Ecco, si vorrà fare la ceretta perché tutti i ragazzi apallanuoto hanno i petti glabri come putti, e non sa

L’amore che non osa pr

Ecco fatto l’orlo. Vai che poi fai tardi.Accompagna tuo fratello alla fermata deltram già che ci sei, ce l’hai di strada.

Giulietto torna alle sette, ma nonmangia. Dice che il matrimonio è statouna cosa esagerata, e non mangerà piùneppure una mollica per una settimanabuona. E figurati se Ida non metteva su nacaciara. Il mio grasso grosso matrimoniociociaro. Giulio sembra esageratamenteallegro, ha la faccia d’un bambino chetiene un segreto. Dalla cantina una botta,“Fabio lascia stare quell’arnese e vieni suche la cena è pronta”.

Hai cinquantasei anni, e Giulio hadetto che vi deve presentare tale Edoardo.Ve ne ha già presentati altri, e a Fabio quelDaniele era piaciuto tanto. Questa voltasembra serio, che in realtà non è dir molto,perché ora che è grande tuo figlio hasempre quell’espressione seria, anchequando passa per casa a lasciarti i pannida lavare, o a farti un saluto. Si portasempre appresso mille carte, due cellulari,le scarpe costose con le stringhe. “Arturo,

amore, fatti almeno la barba, gesù santo!”. Le quaglie sono in forno. Oddio, ese questo Edoardo è vegetariano? Beh, a te nessuno ha detto niente, e certonon sei la Sibilla. “... e cambiati almeno la maglietta, Arturo! Che figura cifacciamo a presentare la casa che sembra una bisca e tu conciato come unLazzaro?”. La pasta, dio, la pasta! Toh, e se mai fosse vegetariano adesso gliresta solo una pasta scotta. Speriamo porti il vino.

Hai cinquantotto anni, è agosto. Siete tutti su a San Vincenzo, per la primavolta da quando è morta la mamma di Fabio. Ci sono Enza e Lucia, le tue duecognate; e ci sono pure le due figlie di Enza, ed il marito Carlo. Andrea, ilfiglio di Lucia, scenderà sabato per salutare la sua cara zia. Arturo non se l’èportata, Martina. Grazie al cielo. Adesso parla solo di Berlino, della casettache ha trovato vicino alla stazione di Berlin-Hauptbanhof. Parte ad ottobre. Tusei felice per lui, completamente. Fabio l’ha detto: “Finalmente si muove,agisce!”. Magari conosce una che riesce a fargli tagliare capelli. Ci sono Giulioed Edoardo. Edoardo ti racconta di quanto gli è piaciuta la cornice che tu eFabio gli avete riportato da Malaga. È 115x75, bella grande. L’ha messa, vuota,sulla parete dietro al divano. Edoardo vuole rifare le piastrelle del bagno diservizio, quel bugigattolo che dà sulle scale. Giulio dice che è un’altra spesa,che hanno appena comprato casa e che vorrebbe espandere il suo studio. Tu nelbagnetto ci vedi un bel panna, Edoardo dissente: testa di moro.

Matilde nasce che devi ancora compiere cinquantanove anni. Sei diventatanonna. Giulio non è mai stato tanto felice e tanto innamorato. Elena è un’amicastorica di Edoardo. Sono cresciuti sullo stesso pianerottolo. Una sera li hainvitati a cena a casa sua. Cercavano disperatamente un’agenzia che li aiutasse,ma una buona metà degli enti che operano nel campo delle adozioni sonoammanicati con la Chiesa, e di certo due uomini non li prendono neppure inconsiderazione. Ed allora Elena gli ha detto: io ci metto la pancia, voi l’amore.Con Elena hai trascorso molto tempo durante la gravidanza. L’ultima settimanal’ha passata a casa vostra. L’avete sistemata nella cameretta d’Arturo, che èpiù luminosa. Ha una finestra francese che proietta la stanza sul giardino. Tugliel’hai chiesto, e lei è stata chiara: la bambina la porta in grembo lei, ma igenitori sono loro, tuo figlio ed il suo compagno. Quando vedi la piccolaMatilda, sai anche che in realtà non può avere nulla di tuo figlio perché non neha il sangue. Eppure a te pare di veder lui in quella culla, e piangi di gioia.

Hai sessantotto anni, e da quando è morto tuo marito inserisci semprel’allarme prima di metterti a letto, a leggere quei libri che amava lui. Quindilo devi disinserire quando tuo figlio maggiore si presenta alla tua porta. Hauna smorfia di dolore in volto, che ti fa sentire una fitta al cuore. Il tuo bambinonon piangeva mai, ed ora ti sta davanti con la sua bocca distesa, e gli occhi rossicome la sciarpa che lui ed Edoardo ti riportarono dal loro viaggio in Andalusia.Ti dice che Edo se n’è andato, e si è portato via la bambina. Lui in quella casavuota non ci vuole stare. Di quel viaggio tu tieni una foto bellissima: loro duee Matilda, sulla sabbia. Lei con le codine e la protezione su tutto il nasino. Tidice sempre: “Nonna, no che appiccica!’”. Chiudi la porta, ti dimentichil’allarme, tanto questa notte il tuo bambino dorme con te.

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ronunciare i l suo nome

I mesi seguenti sono uno strazio. Tuo figlio impazziscedietro al telefono; o strilla agli assistenti per lavoro, ostrilla all’avvocato. In realtà non c’è molto da discuterecon il legale: la Repubblica Italiana riconosce comefamiglia unicamente quella composta da un uomo ed unadonna. Dunque, tutto quello che Giulio ed Edoardoavevano condiviso e costruito, una casa, le vacanzeinsieme sulla gip di Fabio, le feste d’estate a San Vincenzo,quella splendida creatura che è tua nipote, il gatto conl’occhio pigro, le cene di Natale nel salone buono a casa diEnza, dove Matilda giocava con i conigli nel cortile, e tute ne stavi in finestra a dirle d’entrare perché faceva troppofreddo, nulla, per il tuo Paese tutte queste cose non sononulla. Sul certificato di nascita di Matilda, cuore di nonna,il nome di tuo figlio non c’è. Poco importa che è nel tuocortile che Giulio le ha insegnato ad andare in bici. Tuofiglio le ha tolto i braccioli, tuo figlio la portava a danza eda pianoforte. E lei lo chiama papà. Quando l’hai vista, lapiccola, per la prima volta dopo due mesi interi, avetepianto tutte e due, e lei te lo ha detto che le manca papàGiulio. Ora stai sempre male. Non è un male clinicamentericonosciuto, però sì, è anche un male fisico. Il dolore titorce lo stomaco. La rabbia ti sale quando vedi iltelegiornale. Alla fine della giornata a te non frega nientedell’aumento della benzina, dell’atomica in Iran, che lagente si spara, che le strade sono bloccate dal traffico delrientro. Il governo si preoccupa dello spread, dei bond, deibot. Di quelli come tuo figlio e tua nipote no, però. L’Italiai Giulio e le Matilda non li vede, qui non esistono.

Bianca Griffani

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I n s u f f i c i e n z a V e n o s a C r o n i c a

L’Insufficienza Venosa Cronica (IVC) è un disturbo caratterizzatoda un difficoltoso ritorno venoso al cuore.

L’IVC può essere suddivisa in due grandi gruppi, a seconda dellacausa prevalente: IVC organica -causata da vere e propriealterazioni alle vene- e IVC funzionale -dovuta ad un’iperattivitàdelle vene che, seppure normali e non malate nel senso tradizionaledel termine, sono obbligate ad un lavoro eccessivo.

L’Insufficienza Venosa Cronica è una condizione rilevante siadal punto di vista epidemiologico che per le conseguenzeeconomico-sociali: si calcola che circa il 30% della popolazioneitaliana femminile e il 15% di quella maschile ne sia affetta in variamisura.

L’Insufficienza Venosa Cronica è causatada problemi circolatori: il sangue venoso-che dovrebbe tornare verso il cuore dalla“periferia” del corpo grazie all’elasticità dellaparete venosa- tende invece a ristagnare nellevene delle gambe.

L’IVC organica è spesso causata da varici(dilatazioni permanenti della parete dellevene) la cui formazione è legata al numero digravidanze, all’uso di anticoncezionali orali,alla ritenzione idrica, al sovrappeso, alla stipsi cronica, allafamiliarità e al tipo di lavoro svolto.

L’IVC funzionale è invece causata da un sovraccarico di lavorodelle vene provocate da postura errata, alterazioni della pompamuscolare o linfedema

L’Insufficienza Venosa Cronica si manifesta attraverso sintomiacarico degli arti inferiori che vanno dal semplice gonfiore fino adalterazioni più severe: pesantezza delle gambe, formicolii, prurito,bruciori, dolori e crampi notturni, capillari in evidenza, alterazionicutanee, vene varicose, ulcerazioni.

Questi segnali possono manifestarsi in qualsiasi periododell’anno, ma si accentuano soprattutto durante i mesi estivi.

La diagnosi è essenzialmente clinica. In molti casi è possibile fareuna diagnosi precisa con ecocolordoppler, un esame innocuo eindolore che valuta la morfologia e la funzione delle vene degli artiinferiori.

L’Insufficienza Venosa Cronica ai primi stadi non rappresenta unproblema grave. Non va però trascurata perché i sintomi, inizialmentelievi, tendono col tempo ad aggravarsi: il ristagno del sanguecomporta un aumento della pressione nelle vene e il disturbo tende ad

aggravarsi col tempo; favorisce inoltreinfiammazioni che possono ledere le celluledelle pareti dei vasi.

L’IVC può favorire anche la comparsa dicomplicanze quali flebiti trombosi o ulcerazionie di altri disturbi come la cellulite e leemorroidi.

La complicanza più temibile è la TrombosiVenosa Profonda (TVP).

La terapia dell’Insufficienza Venosa Cronicadipende dalla causa. Nei casi di problemi del

circolo profondo vanno prescritte speciali calze elastiche.I farmaci servono soprattutto a diminuire l’entità dei disturbi.Per l’IVC funzionale -causata da un deficit posturale o da un

linfedema- oltre alla calza elastica e ai farmaci va prescritto unplantare emodinamico flebologico, che ha lo scopo di favorire lapompa muscolare.

Possono essere utili anche fisioterapia e massaggi.Dr. Gino Capitò

Medico ChirurgoSpecialista in ReumatologicaEcocolor Doppler Vascolare

Medicina Vascolare

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Zueth Nadir e il mistero delle scarpe appese in cittàTerni – Cosa ci fa un paio di scarpe appese ad un filo della luce?Pare che i Boy Scout per tradizione lancino le scarpe sul filo elettricoadiacente prima di entrare nel campo base, mentre i militari lofarebbero alla fine del loro servizio, lanciando un paio di vecchistivali da combattimento (colorati per l’occasione di giallo o diarancione) sul filo della corrente più vicino alla propria unità.Qualcuno dice anche che vengano appese per celebrare un passaggiodi vita importante, come la fine della scuola o un imminente matrimonio,

le leggende sono tantissime. Si dice sia il gesto di un bullo nei confronti della vittima,la commemorazione di una vita persa in una lotta tra gang, il simbolo dell’affermarsidi una nuova gang nel quartiere, il segnale per lo spaccio di crack o di eroina in unacasa nelle vicinanze… E se fosse semplicemente un modo per liberarsi di un paio discarpe vecchie?! Durante il periodo natalizio, passeggiando per le strade del centro, c’erano scarpe daicolori sgargianti, legate sempre a coppia, apparentemente abbandonate come vecchioggetti ormai in disuso. Appese a degli alberi, lampioni, sopra un cassonettodell’immondizia e su una panchina, si scopre oggi che quelle scarpe sono state unaperformance artistica di un giovane street artist, Zueth Nadir, 25 anni, tedesco, residenteda quattro anni a Terni con la sua famiglia, iscritto al terzo anno di ingegneria dei materiali, con l’hobby per la fotografia, la musica e l’arte (e che arte!).Seminando (è proprio il caso di dire) 30 paia di scarpe nel centro storico della città, Zueth ha riscosso un grande successo, tanto da aver alimentatoun vero mistero urbano. Un modo originale di fare arte e alla domanda perché usare delle scarpe, la risposta non poteva che essere altrettantooriginale: Perché ormai le persone non si domandano più nulla, camminano, vedono e non osservano, perché la gente non si interroga, perché tuttivivono come degli automi, presi dalla frenesia delle loro vite. La gente non si lascia più coinvolgere da niente, solo l’arte può risvegliare le coscienze.Vedere delle scarpe sparse in ogni angolo della città, in posti insoliti, può favorire quel senso critico e di curiosità che ormai non ha più nessuno o pochi.In America l’usanza di legare le scarpe a coppia si chiama Shoefiti, a volte italianizzato in scarpe volanti, il fenomeno prende il nome dall’unionedelle parole “shoe” (scarpa) e “graffiti” e nasce nelle zone rurali e urbane degli Stati Uniti come manifestazione del folklore adolescenziale. Qui, più che di Shoefiti, l’artista si è concentrato sul fenomeno della sorpresa, per stupire il pubblico, attraverso un oggetto di uso quotidiano, postoin modo insolito, per sbalordire i passanti. Per Zueth “l’arte è un’esplosione fortissima del sé che colpisce tutti. Uno shock del sistema. L’unica veraforma di rivoluzione globale. Perché l’arte è di tutti e per tutti. I dadaisti dicevano che in arte le regole sono come le medicine, per crederci bisognaessere malati.”. Concordo, non possiamo mettere regole all’imprescindibile diritto dell’essere umano di esprimere il proprio sé attraverso l’arte.Credo nell’arte e nella potenza rivoluzionaria di un artista. Terminate le misteriose supposizioni, che avevano spinto qualcuno a pensare che le scarpe in città fossero una strana forma di protesta, l’artistatedesco sembra pronto ad andare oltre e, per il mese di aprile 2013, sta preparando una nuova performance, stavolta con l’aiuto di 22 ragazzi e uncarico di 20.000 biglie di vetro, ordinate la scorsa settimana a Milano. Forse il modo di fare arte di Zueth può sembrare anomalo, ma che importa.Se serve a far staccare per qualche minuto gli occhi della gente dal display dell’I-phone o dell’I-pad, allora l’opera è riuscita alla grande e comedico sempre, l’arte è una questione di sensibilità. Lorenzo Bellucci [email protected]

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pagi

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Fig. 1Incisione mediale al femore pertrattamento di ginocchio varo

Fig. 3Ginocchio valgo bilaterale: controllo radiografico preoperatorio,post-operatorio dopo impianto diplacca per emiepifisiodesi del femore, controllo radiografico afine trattamento dopo rimozionedelle placche

Fig. 4Ginocchio varo monolaterale trattato con emipisiodesi del femore, controllo preoperatorio edopo 9 mesi dall’ intervento

D r. Vi n c e n z o B u o m p a d r e Specialista Ortopedia e Medicina dello Sport

Te r n i - Vi a C i a u r r o , 60 7 4 4 . 4 2 7 2 6 2 i n t . 2 - 3 4 5 . 3 7 6 3 0 7 3

v b u o m p a d r e @ a l i c e . i t

La deformità in varo (a parentesi, cavallerizzo) più frequente o in valgo(a X) delle ginocchia è abbastanza frequente nei primi anni di vita e molto spessocon la crescita si ha la risoluzione spontanea. Purtroppo in una bassa percentualedi casi per vari cause (idiopatiche, traumatiche, metaboliche, neurologiche) ledeformità angolari del ginocchio possono aggravarsi con la crescita del bambino ediventare sintomatiche e invalidanti, alterando la corretta deambulazione. Questedeformità, se non trattate, possono causare deformità anche alle articolazionilimitrofe, anca, rachide, caviglia-piede.

Importante è fare una diagnosi precoce, i bambini vanno seguiti durante lacrescita e monitorizzato l’eventuale aggravamento. Il primo approccio terapeuticoè conservativo. Nei primi anni di vita se la deformità è grave possono essereapplicate delle docce notturne in correzione oltre che manipolazioni specifiche,

controllo del peso, utilizzo di plantari.Nel bambino più grande prima che si completi l’accrescimento scheletrico si può rendere necessario

effettuare intervento di emipifisiodesi che attualmente è possibile effettuare con tecnica mini-invasiva (Fig 1)mediante l’ impiego di una particolare placca che ha lo scopo di guidare il processo di crescita ossea (Fig. 2)e ripristinare l’allineamento dell’ arto, sia nel ginocchio valgo (fig. 3) che varo (fig. 4). Dopo l’intervento ilbambino può camminare subito senza limitazioni. Dopo il completamento dell’ accrescimento scheletrico èpossibile correggere la deformità solo con interventi di osteotomia, ben più invasivi.

Dr. Vincenzo Buompadre

Deformità assiali del ginocchio nel bambinoDeformità assiali del ginocchio nel bambino

Fig. 2

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Come i Raggi Cosmici potrebbero aver causato le estinzioni di massa delle ere passate (Seconda ed ultima parte)

Il mese passato abbiamo spiegato che sul nostro pianeta si sono succedutediverse estinzioni di massa con frequenze periodiche; abbiamo anche introdottoalcune nozioni sui Raggi Cosmici e come questi, in dosi elevate, hanno il poteredi interferire sulle cellule degli esseri viventi, alterandone le caratteristiche inmodo negativo. Vediamo ora in che modo questi due aspetti sono correlati tra loro, secondo unarecente teoria di un’equipe di scienziati americani che ne danno una spiegazionetutta astronomica.È ampiamente dimostrato che il moto del nostro Sole attorno al centro della ViaLattea segue un percorso ondulato che solleva la nostra stella ora sopra ora sottoil piano del disco galattico per circa 230 anni luce con un periodo di 64 milionidi anni e che insieme alla Via Lattea si sposta in direzione dell’ammasso dellaVergine così come indicato dalla freccianella Fig. 1.

Quando il Sistema Solare si sposta sopra il piano galattico (Nord), si trova esposto al fronte d’urto delleparticelle cariche dei raggi cosmici extragalattici ad altissime energie e di conseguenza anche la nostraTerra viene investita da un flusso cinque volte maggiore di quando invece si trova dalla parte opposta(Sud).Questa asimmetria sarebbe all’origine delle estinzioni di massa, con un periodo proprio di 64 milionidi anni. Analizzando il diagramma della Fig. 2, risulta davvero stupefacente che ad un picco del flusso dei raggicosmici che investono la Terra (curva di colore rosso), corrisponde un picco di diminuzione dellabiodiversità (curva di colore nero). In definitiva, sostengono questi scienziati, l’aumento dei raggi cosmici induce un periodo di stress agliorganismi viventi della durata di qualche milione di anni accrescendo la vulnerabilità della biosfera. Da calcoli statistici se ne deduce che le variazioni intervenute nelle varie ere geologiche siano da attribuire per un buon 50% al flusso deiraggi cosmici extragalattici.Non vorrei comunque creare allarmismi e posso concludere dicendo che attualmente il Sole si trova solo 30 anni luce sopra il disco della ViaLattea e per altri…diciamo 8 milioni di anni possiamo stare tranquilli!

Tonino Scacciafratte Presidente A.T.A.M.B. - [email protected]

P a r l i a m o d e l L A L U N AInfluenze tra Terra e Luna - La luce riflessa

Il fenomeno delle maree coinvolge tutte le grandi strutture fluide del nostropianeta; il rigonfiamento delle masse oceaniche, dell’atmosfera ed anche delmantello terrestre, costituisce l’effetto più notevole dell’interazione tra Terra eLuna. Pur con esiti più blandi, anche la luce notturna riflessa dal nostro satellitegenera interferenze con il mondo vivente. Animali e vegetali, essendosi evoluti in funzione anche dei ritmi circadiani, sisono adattati ad essi cercando di ricavarne i maggiori vantaggi. L’organo della vista si è sviluppato in ogni specie animale in modo proporzionalealle proprie convenienze così che, nella sistematica, distinguiamo gli animalinotturni dai diurni. Essi si differenziano per il diverso adattamento evolutivo dellaretina a saper percepire colori e forme nelle diverse condizioni di illuminazione.Nei rapaci notturni la retina è fornita di una maggiore quantità di “bastoncelli”(le cellule visive capaci di farci distinguere meglio le forme e non i colori); perquesti animali è sufficiente una minima quantità di luce per essere efficacicacciatori. Nella retina umana sono preponderanti le cellule visive denominate

“coni”, capaci di percepire finemente i colori; tramite esse ed in sinergia con il cervello particolarmente evoluto, l’uomo è stato in gradodi sviluppare capacità artistiche e sentimentali uniche. Ormai, nei pressi delle città, il fascino della visione di un paesaggio al chiaro di Luna è falsato dalle luci artificiali; basta però allontanarsiun po’ per ammirarne la suggestione che varia col variare della luminosità della notte in funzione della fase lunare in atto. Le forme, incerte poco prima e poco dopo la Luna nuova, assumono un fascino coinvolgente man mano che si procede verso il plenilunio.Durante questa fase sono ben visibili le ombre degli alberi, delle strutture aeree, la nostra stessa che si stagliano nitide nel chiarore deglioggetti illuminati. I colori prevalenti sono prossimi al bianco e al nero ma se guardiamo attentamente, i tetti delle case o le grandi disteseboschive lasciano intravedere una parvenza del loro proprio colore. Se anche le nuvole poi, partecipano a questo gioco, l’immagine può divenire emozionante e galeotta. -Belli scherzi ci fa la Luna!- Anche i vegetali possono essere influenzati dalla luce notturna. Il foto tropismo si accentua nelle notti di Luna piena come è logico che sia,così è anche per la crescita delle piante poiché sembra che in quelle notti le radici siano maggiormente spinte ad assumere sostanze dalterreno, ma questi fenomeni assumono significati marginali. La cultura tradizionale assegna alla Luna ulteriori effetti sui viventi e suifenomeni terrestri, i quali, proiettati su scala mondiale, non risultano convalidati dalla sperimentazione scientifica. Enrico Costantini

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U n a s o f f i t t a s u l l ’ U n i v e r s oComposti da gas? Ma senzaterra?Proprio così giovane amico!Giove ha un diametro diecivolte quello della Terra esembra una vera stella brillantea causa di questa sua elevatadimensione. Sembra moltocolorato a causa di gruppi dinuvole rossastre che viaggianoa grande velocità attraversoun’atmosfera molto densacomposta da cristalli ghiacciatidi acqua, ammoniaca, idrogenoed elio. Guarda tu stesso... È vero! Sembra che indossi un pigiama a righe!Un pigiama! Bella questa! Sotto il pigiama però non c’è un corpo solido, ma al90% è come un immenso oceano che copre il pianeta di idrogeno liquido ed elio.Solo al centro c’è un piccolo nucleo roccioso grande più o meno come il nostropianeta. Sempre osservando Giove potrai notare una grande macchia rossa: è lasommità di una gigantesca perturbazione ciclonica così grande che potrebbe starcidue volte la Terra e che dura da almeno trecento anni! Trecento anni? Ma è unperiodo lunghissimo! Sai… a volte quando mi parli di numeri così grandi misembra un concetto al di fuori della mente dell’uomo, se ci pensi è incredibile comeil progresso e la ricerca ci abbiano portato a sapere cosa c’era miliardi di anni fa,di cosa sono fatti i corpi nell’universo a distanze “stratosferiche”, di approdareaddirittura sulla Luna! Ma… tornando al tema della serata, prima hai nominatoanche Saturno, non è quello con gli anelli intorno? Di cosa sono fatti? La strutturadel nostro “amico con la cinta” è simile a quella di Giove; anche lui quando siavvicina alla Terra diventa più luminoso della maggior parte delle stelle, ma ancheindistinto e difficile da rintracciare quando si allontana. Pensa che quando loosservò Galileo e si accorse di qualcosa di strano intorno a Saturno, lo disegnò conqualcosa di simile ai due manici di una tazza! Ah ah ah! È vero, se uno lo guardadi profilo sembra abbia le orecchie! Gli anelli si vedono di taglio dalla Terra adintervalli pari a circa la metà del periodo orbitale di Saturno, che è di circa 29,5anni, mentre si possono ammirare in tutto il suo splendore quando sono visibili difronte. Divisi in sette fasce, sono anelli planetari, ovvero formati da polveri e daaltre piccolissime particelle che orbitano intorno a un pianeta formando un discopiatto. Ma hanno dei nomi? In realtà no, ma tra i sette principali ce ne sono tre piùbrillanti e sono chiamati A, B e C. Saturno è proprio bello come pianeta da osservare!Ha anche lui le lune come Giove? Sì, anche il nostro secondo gigante gassoso, tidico solo che può contenere circa 740 volte la Terra, ha circa cinquanta satellitinaturali anche se è difficile stabilirlo precisamente poiché, tecnicamente, anchetutti i piccoli corpi ghiacciati che compongono gli anelli di Saturno, sarebbero daconsiderare satelliti. Certo è che il più famoso ed interessante di essi è Titano, ilsecondo in grandezza, dopo Ganimede, dei satelliti del sistema solare, con unadensa atmosfera di azoto e metano. Pensa: è addirittura più grande dei pianetiMercurio e Plutone! Povero Plutone! Un mini pianeta ghiacciato! Ancora una cosasu Saturno… un mio amico a scuola mi ha detto che può galleggiare, è vero o mistava prendendo in giro? No, no caro Leo, ti ha detto la verità. Essendo compostoda liquidi e gas ed avendo solo un piccolo nucleo roccioso al centro, è così leggeroche se ci fosse un oceano abbastanza da contenerlo, vi galleggerebbe!

Michela Pasqualett i mikypas78@virgi l io . i t

Una... La Terraròta su sse stessasempre più ppianu,circa ddu’ mille-simi de secondu‘gni seculu, po’èsse che… co’ lucallu che ‘umenta,li jiacci fonnono evanno a ‘ngrossàl’equatore e ppo’ jefa ‘n tantinu attritulo mare che ss’arzae ss’abbassa.Due... Quanno che lo Sole arriva su lu puntupiù ardu de lu cielu… è mezzuggiornu... quidda noi indica lu Sudde, a qquilli dequill’andru emisferu je indica lu Norde.Tre... Lo Sole sorge a Este e ttramonta aOveste sulu lu 21 marzo e lu 23 settembre...l’andri giorni llì vvicinu. Quattro... Lu Polu che cce indica la bussolanon è quillu de lu mappamonnu, ma staspostatu ‘n bo’ più a Oveste e sse move‘n cuntinuazzione… e llì l’agu de essa semette a ppiccu... perché lu Polu Nordemagneticu ce l’ha ggiù ssotto.

paolo.casal i48@alice. i t

Mo’ ve ne dico quattro!

Associazione Ternana Astrofi l i Massimil iano Bel trameVi a M a e s t r i d e l L a v o r o , 1 - Te r n i

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L’osservator io as t ronomico di S. Erasmo è aperto

g r a t u i t a m e n t eper i c i t tadini l ’ul t imo venerdì di ogni mese dal le ore 21,30.

O s s e r v a t o r i o A s t r o n o m i c o d i S . E r a s m oOsservazioni per il giorno Venerdì 25 Gennaio 2013

Con la Luna quasi piena a rischiarare tutta la volta celeste, sono ancora Giove ela nebulosa di Orione a fare da padroni per la serata. All’apertura dell’osservatorio punteremo il telescopio subito su Giove perosservare l’occultamento del satellite Io che avverrà 20 minuti dopo le ore 21.Sul finire della serata, ci sposteremo vicino alla stella Ruchbah in Cassiopea perosservare un ammasso aperto (m103) formato da 25 stelle, alcune molto luminose,e che si trova a circa 8.800 anni luce da noi. Ad occhio nudo identificheremo tutte le bellissime costellazioni invernali. TS

LA SICUREZZA DEI TUOI INVESTIMENTILA SICUREZZA DEI TUOI INVESTIMENTI

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Nella tradizionale conferenzastampa di fine anno, tenutasi apalazzo Montani Leoni il 21dicembre 2012, il Presidente dellaFondazione Cassa di Risparmio diTerni e Narni, dr. Mario Fornaci,ha illustrato i più importantiinterventi deliberati nel 2012.Ogni anno l’ACRI, Associazionedi Fondazioni e Casse di RisparmioSpA, pubblica nel “Rapporto sulle

Fondazioni bancarie” un documento informativo personalizzato perciascuna Fondazione denominato “Analisi della Gestione” -redattosulla base dell’ultimo bilancio approvato-, che si propone di fornirei principali elementi di valutazione comparata sull’attività svolta. I risultati che la Fondazione Carit ha raggiunto sono stati più chelusinghieri. Infatti, ha riferito il Presidente dr. Fornaci, dal raffronto degliindici economico-patrimoniali, confrontati con i dati delle Fondazionimedie e del Centro, oltreché con i dati del sistema, emerge che laFondazione Carit si attesta su livelli di assoluto primo ordine.Questi ottimi risultati hanno permesso al Consiglio di Amministrazionedella Fondazione, assistito dal Collegio dei Revisori, di realizzare nel2012 tutti gli obiettivi prefissati dal Comitato di Indirizzo nel DocumentoProgrammatico Previsionale, approvando oltre 3.500.000 di Euro dierogazioni a vantaggio del territorio nei sei settori di intervento. Ricerca Scientifica e tecnologica Euro 450.450Arte attività e beni culturali Euro 849.316 Salute pubblica Euro 723.000Istruzione Euro 724.000Volontariato filantropia e beneficenza Euro 680.375Sviluppo locale Euro 126.000Nei settori della ricerca scientifica e dell’istruzione la Fondazione hastanziato complessivi Euro 500.000 in favore dell’Università:110.000 Euro al Consorzio per lo Sviluppo del Polo Universitario diTerni; 300.000 Euro al Polo Scientifico e Didattico di Terni per ilfinanziamento di ricercatori e borse di studio nell’ambito delprogramma pluriennale finanziato dalla Fondazione a valere sugliesercizi 2011-2012-2013; 90.000 Euro al Polo Scientifico e Didatticodi Terni per progetti di ricerca. Al Comune di Narni sono stati poi deliberati 35.000 Euro per i corsiuniversitariAlle scuole ternane sono andati oltre 240.000 Euro: 50.000 Europer dotazioni didattiche, per progetti e per le premiazioni di alunnimeritevoli; 150.000 Euro sono stati stanziati per l’acquisizione diLIM in tutte le scuole della provincia; 40.000 Euro per la “BorsaPaolo Candelori” destinata ad un giovane diplomato del LiceoClassico di Terni per tutta la durata dei corsi universitari.È proseguito inoltre il sostegno della Fondazione, in qualità di entefondatore, alla Fondazione Cellule Staminali con un finanziamentoper il 2012 pari ad Euro 200.000. Il Vice Presidente della FondazioneCellule Staminali, dr. Francesco Quadraccia, ha riferito in propositoche l’attività di sperimentazione sull’uomo è stata avviata il 6dicembre 2011 e che sono stati già trattati 4 pazienti, come ancheconfermato dal direttore prof. Angelo Vescovi. Nel settore dell’arte e cultura sono stati deliberati 120 finanziamentiin favore di Enti locali, Associazioni musicali e teatrali per larealizzazione di eventi culturali di elevato spessore e per il restaurodi opere d’arte. Tra le iniziative realizzate direttamente dallaFondazione in questo settore si ricorda la mostra dedicata a “PaoloAguzzi” e la mostra su “La raccolta d’arte della Fondazione Cassadi Risparmio di Terni e Narni”, che rimarrà aperta al pubblico sinoal 17/02/2013. In soli due week-end la mostra ha registrato tra l’altrooltre 300 presenze.

La raccol ta d’arte del la Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni

A cura di: Anna Ciccarelli e Francesco SantanielloLuogo: Terni, palazzo Montani Leoni, corso C. Tacito 49Durata dell’evento: dal 15 dicembre 2012

al 17 febbraio 2013Orari di apertura al pubblico: ogni sabato e domenica

11.00-13.00; 17.00-19.00Ingresso gratuito Catalogo disponibile all’interno della mostra

Il Presidente ha inoltre ricordato l’intervento diretto della Fondazione indue importanti cantieri del centro di Terni: la chiesa di San Francesco conil restauro dei paramenti esterni del prospetto laterale destro e dell’abside; lachiesa di San Pietro con il restauro della facciata e dell’antico portale. Anche per il 2012 la Fondazione ha inteso aumentare lo stanziamento infavore del settore del volontariato in ragione del particolare periodo di crisiche si sta vivendo nel nostro Paese. In questo settore rilevante la Fondazioneha sostenuto in particolare la mensa di San Valentino, i Centri di Ascolto eAccoglienza del territorio, le Conferenze Vincenziane, le Parrocchie, leAssociazioni e i centri di solidarietà locali.Nel settore della sanità a gennaio del 2012 è stato completato lostanziamento per la PET TAC per l’Ospedale “S. Maria” di Terni, unconsistente impegno economico che la Fondazione ha deliberato in dueesercizi per una spesa complessiva di 1.530.000 Euro. Duole però rilevare che malgrado la solerzia con cui la Fondazione harisposto ad un necessità della comunità, l’Azienda Ospedaliera non abbiaancora potuto completato i lavori per l’installazione del macchinario. Il Presidente della Fondazione ha colto quindi l’occasione per sollecitarel’amministrazione ospedaliera affinché una così importante strumentazionepossa essere quanto prima fruita dalla cittadinanza.Nell’ambito della sanità la Fondazione ha anche proceduto all’acquistodiretto di un ecografo multifunzionale per la Casa Circondariale di Terni.Nell’ambito delle attività programmate dalla Consulta delle Fondazionidelle Casse di Risparmio dell’Umbria, il dr. Fornaci informa che in questoesercizio sono stati deliberati importanti interventi quali:- finanziamento in favore dell’Emilia colpita dal recente sisma;- contributo a sostegno del “Fondo di Solidarietà delle Chiese Umbre”;- finanziamento in favore delle aree dell’orvietano colpite dall’alluvionedello scorso mese di novembre.In particolare per il nostro territorio la Consulta ha dato la propria adesioneall’avvio del progetto relativo alla nascita del “Parco e Museo dell’Energiadel Ternano-Narnese”, che ci si augura possa essere realizzato in tempi rapidi.Il Presidente ha ricordato poi che nel corso del 2012 la Fondazione haportato a compimento l’iter per la cessione della propria quota di minoranzanella conferitaria CARIT SpA, pari al 25%, mediante girata dei relativititoli azionari a favore della Cassa di Risparmio di Firenze. In seguito a tale cessione il patrimonio della Fondazione salirà nel 2013ad oltre 180 milioni di Euro che, nel rispetto dello statuto, dovrà essereinvestito osservando criteri prudenziali di rischio, in modo da conservarneil valore ed ottenerne una adeguata redditività che assicuri nel tempo ilperseguimento degli scopi istituzionali in favore della collettività.Il Presidente ha dato notizia, infine, dell’avvenuto acquisto nel 2012 dallaCARIT SpA del piano terra e dei piani seminterrato e sottotetto dell’anticopalazzo Montani Leoni: la Fondazione entrerà così in possesso entro la finedel mese dell’intero immobile, mentre nell’adiacente edificio avrà sede lafiliale e la direzione della nuova Casse di Risparmio dell’Umbria SpA.

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ALLEANZA TORO ALLEANZA TORO S.p.A.S.p.A. Agenzia Generale di Terni 2 Agenzia Generale di Terni 2 Via F. Turati 29Via F. Turati 29 Tel. Tel. 0744.0744.288001288001

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LL aa ss pp ee dd ii zz ii oo nn ee dd ee ii MM ii ll ll ee :: le premesse

L’umile cantore che in ogni era ed in qualsiasi dove ardirà declamarele gesta di coloro che per decenni servirono la propria patria rifiutandoricompense e gloria, sarà chiamato ad un uffizio che da oltre un secoloaccomuna coloro che, mossi dalle più disparate intenzioni, vollerocelebrare le imprese di Giuseppe Garibaldi e degli audaci che tuttosacrificando sempre lo seguirono.Tale compito è quello di verificare l’esattezza di ogni affermazionemettendo così in dubbio false verità accettate da molti poiché presentiin documenti originali, in modo da rivelare la retorica che, voluta damonarchi, dittatori e partiti, avvolge i fatti d’arme che videro ilGenerale strenuo difensore dei diritti dei popoli oppressi sia nel fangod’Aspromonte che nel trionfo del Volturno.L’eroica impresa che nel corso degli anni maggiormente vennestrumentalizzata fu quella che passò alla storia come “la spedizionedei Mille”, la quale perfino in tale definizione cela il disprezzo con cuila monarchia sabauda la tollerò ostinandosi a non riconoscere il corag-gio ed il valore dei volontari irregolari che giunsero ad essere oltreventimila sotto le mura di Capua.Con la camicia rossa e i pantalon turchini la carabina in spalla noisiam garibaldini: sarà nel tentativo di narrare le vicende di tali prodich’io non partirò da Quarto, bensì dal duplicetradimento che fu alla base della CampagnaMeridionale.Nella seconda metà degli anni ’50 del XIXsecolo la guida del movimento risorgimentale eraormai saldamente nelle mani del Piemonte e delsuo primo ministro, Camillo Benso diCavour, sostenuto dalla Società NazionaleItaliana fondata in quel decennio da DanieleManin, già presidente della Repubblica di SanMarco nel 1849, e da Giorgio Pallavicino.In essa confluirono molti democratici cheaccettarono la collaborazione con VittorioEmanuele II pur di ottenere la liberazione daldominio austriaco e l’unità della patria,programma ben sintetizzato nella celebre frase:“Il partito repubblicano dice a Casa Savoia: fatel’Italia e starò con Voi, se no, no!”.Lo stesso Mazzini, inizialmente restio a talecompromesso, di fronte ai numerosi fallimentied agli arresti cui andò incontro il Partitod’Azione, decise di coordinare il proprio operatoa quello del Governo del Re, con il quale intrattenne dei contattiepistolari durante i propri soggiorni clandestini a Genova e Torino fral’Autunno del 1856 e l’Estate dell’anno seguente.Intenzionato a fornire il pretesto per l’intervento militare al Piemonte,l’Apostolo della Democrazia progettò insurrezioni in Lunigiana, nelMeridione ed in Liguria, le quali tuttavia allarmarono Cavour, che perimpedirle ordinò l’arresto di patrioti come Alberto Mario, la consorteJessie Whyte e Rosolino Pilo.Il Generale Giuseppe Garibaldi, stabilitosi sin dal 1855 a Caprera, fuinvece direttamente contattato dal primo ministro sabaudo, il quale,fin dal 1858, gli illustrò l’idea della formazione di corpi volontari dalui guidati in vista di una guerra contro l’Austria, per poi essereavvisato il 20 Dicembre del medesimo anno durante un nuovocolloquio con lo statista piemontese del moto previsto nei ducati diMassa e Carrara per il successivo 1° Aprile.Nel frattempo, a causa della morte di Manin avvenuta nel 1857, leredini della Società Nazionale erano state assunte da La Farina, checontribuì all’organizzazione dei reparti militari che si andavanoformando, il cui animo venne scosso dal discorso corretto daNapoleone III e pronunciato da Vittorio Emanuele II il 10 Gennaio del1859 in occasione dell’apertura della sessione parlamentare, oramaicerto del sostegno dell’alleato francese, in cui il monarca affermò:“Non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia sileva verso di noi”.Oramai accelerati i tempi, Cavour fu costretto ad un cambio diprogramma e rese nota al Generale il 2 Marzo l’imminenza delconflitto contro l’Impero Asburgico, fattore che il 17 dello stesso meselo spinse a provvedere alla formazione del corpo dei Cacciatori delle

Alpi, ufficialmente istituito con Regio Decreto, il cui comando fucome prestabilito affidato al Nizzardo.Primo segnale del trattamento che da lì in poi sempre le gerarchiemilitari sabaude avrebbero riservato ai volontari garibaldini, ilministro della Guerra La Marmora si rifiutò di firmare la nominadegli ufficiali di quel reparto, costringendo a renderla effettiva ilministro degli Interni, nonostante il valore che quelle truppedimostrarono nel corso della II Guerra d’Indipendenza.Quest’ultima, caratterizzata da molteplici vittorie dello schieramentofranco-piemontese, venne bruscamente interrotta dall’armistizio diVillafranca, voluto dall’imperatore francese per evitare la mobilitazioneprussiana e risparmiare ulteriori caduti alla propria preoccupatanazione, il quale prevedeva la cessione della sola Lombardia alRegno di Sardegna, l’unione di Nizza e della Savoia alla Francia e larestaurazione dei duchi spodestati in Italia centrale.Contrario a codesto trattato Cavour rassegnò le proprie dimissioni,mentre Garibaldi, ugualmente avvilito, accettò il grado di maggiorgenerale comandante la divisione toscana dell’esercito della Legadelle provincie centrali insorte che rifiutarono il ritorno dei tantiodiati sovrani, organizzatesi in governi provvisori guidati da uominicome il barone Bettino Ricasoli e Luigi Carlo Farini.Il generale fu quindi impossibilitato ad essere seguito dal governativocorpo dei Cacciatori delle Alpi, presto ribellatosi e sciolto dall’alto

comando sabaudo, il quale, allarmato dalprogetto di Garibaldi di far scoppiare unainsurrezione nello Stato Pontificio seguitadall’intervento delle truppe poste sotto il suocomando e stanziate nei pressi di Cattolica, lorichiamò a Torino, ove conferì nuovamente conil Re, che lo invitò a desistere dalle sue mire purdonandogli il suo fucile da caccia.Resosi conto della sua subordinazione a Fanti,comandante supremo dell’esercito cui avevaofferto la propria sciabola, e del fatto che la suapresenza era stata voluta solamente permantenere la disciplina dei volontari, l’Eroe deiDue Mondi si dimise, tradito dal partitomonarchico al quale tuttavia rimase fedele pernon compromettere i destini della propria nazione.È infatti significativo notare come VittorioEmanuele II avesse scritto a Fanti ordinandoglidi tornare presso la capitale piemontese qualorail Nizzardo avesse deciso di dare inizio al motoprevisto nelle Marche, in modo da far ricaderela responsabilità di quest’ultimo non su un

generale del Regio Esercito di Casa Savoia, bensì sul maggioreesponente del partito rivoluzionario, inviso sia a Napoleone III cheai propri ministri.Dopo nuovi quanto vani tentativi in Lombardia, Garibaldi soggiornòa Nizza per poi far ritorno a Caprera, ove apprese l’esito dei plebiscitidel Marzo del 1860, che sancirono l’unione delle insorte Romagne,della Toscana, di Parma e di Modena al Regno di Sardegna,annessione del tutto assente negli accordi di Plombières, alla qualel’Imperatore francese acconsentì solamente in cambio della cessionedi Nizza e della Savoia, cui inizialmente Cavour fu contrario a causadella mutilata vittoria ottenuta contro l’Austria.Garibaldi, eletto al parlamento proprio nel collegio della natia città,infuriato accusò il primo ministro piemontese di averlo reso“straniero in patria”; convinto dai suoi ufficiali a desistere dal colpodi mano che avrebbe rischiato di scatenare l’ostilità militare dellaFrancia, il Generale ottenne la cittadinanza onoraria di Chiavari, SanRemo e Genova, ove trovò l’ospitalità di Candido Augusto Vecchi,vecchio amico già deputato del 1849.Non appena ritrovatisi, fra i due vi fu tale colloquio: “- Buona sera,Vecchi, vengo come Cristo a trovare i miei apostoli, ed ho scelto ilpiù ricco questa volta. - Mi volete? Per Dio, Generale, e con piacereimmenso”.Bixio, Medici, Crispi, Turr, Sirtori, Missori, Mosto, Pilo, Bertani,Montanari, Elia, Cosenz: era sorta dal fraterno sangue versato unanuova generazione d’eroi, prodi cavalieri romantici pronti ad immolarsispinti dalla propria ardente fede nella Causa Italiana, la Santa.

Francesco NeriScuola Media Leonardo Da Vinci - Classe III Sez. A

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