ilCorniglianese Gennaio 2013

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Ma s’io aves si previsto tutto questo di Enrico Cirone Gennaio. L’Ilva cambia: di venta “Industria, Lavoro, Valo re e Ambiente”. Basta con l’acciaio, la produzione si con verte ai rotoli di carta: è più igienica. Febbraio. Bersani vince le elezioni. Il bianco di Coronata si scioglie e diventa rosso. Marzo. Il sindaco Doria in bicicletta inaugura la Strada a mare. In ritardo il presidente Burlando: aveva imboccato la Strada contromano. Aprile. La facoltà di Ingegne ria si sposta finalmente agli Erzelli. Non ci vorrà molto a capire che si tratta di pesce (d’aprile, appunto). Maggio. Cresce l’entusiasmo dei cittadini di Sestri per il nuovo svincolo Cornigliano- aeroporto-autostrada: all’inaugurazione segue un fitto lancio di chiodi a tre punte. Giugno. Si apre la stagione balneare. All’altezza del casello di Cornigliano si registrano i primi intasamenti dei turisti milanesi che per l’estate hanno scelto le nostre spiagge. (continua a pagina 7) L’Agenda Cornigliano 2013 tra sogni e speranze Anno II Numero 1 Mensile Copia gratuita Gennaio 2013 <o Cornigiòtto> Spatola, la mia Agenda per Cornigliano >> 3 Mensile indipendente di informazione e cultura A villa Bickley c’è l’Alzheimer cafè >> 21 Ventura: “Garrone, uomo d’altri tempi” >> 17 ilCorniglianese 2013. Tutti hanno un’agenda: è la parola d’ordine del nuovo anno. L’agenda Monti l’agenda Berlusconi, completa di numeri e foto l’agenda Bersani, dove non troverete la lettera R(enzi) l’agenda rosso-Ferrari di Montezemolo e persino l’agenda Grillo. Cornigliano ha la sua agenda? Sì: ci sono sogni, speranze, realtà

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Ma s’io aves-­si previsto

tutto questo di Enrico Cirone

Gennaio. L’Ilva cambia: di-­venta “Industria, Lavoro, Valo-­re e Ambiente”. Basta con l’acciaio, la produzione si con-­verte ai rotoli di carta: è più igienica. Febbraio. Bersani vince le elezioni. Il bianco di Coronata si scioglie e diventa rosso. Marzo. Il sindaco Doria in bicicletta inaugura la Strada a mare. In ritardo il presidente Burlando: aveva imboccato la Strada contromano. Aprile. La facoltà di Ingegne-­ria si sposta finalmente agli Erzelli. Non ci vorrà molto a capire che si tratta di pesce (d’aprile, appunto). Maggio. Cresce l’entusiasmo dei cittadini di Sestri per il nuovo svincolo Cornigliano-aeroporto-autostrada: all’inaugurazione segue un fitto lancio di chiodi a tre punte. Giugno. Si apre la stagione balneare. All’altezza del casello di Cornigliano si registrano i primi intasamenti dei turisti milanesi che per l’estate hanno scelto le nostre spiagge.

(continua a pagina 7)

L’Agenda Cornigliano 2013 tra sogni e speranze

Anno II Numero 1 Mensile Copia gratuita Gennaio 2013

<o Cornigiòtto> Spatola, la mia Agenda per Cornigliano >> 3

Mensile indipendente di informazione e cultura

A villa Bickley c’è l’Alzheimer cafè >> 21 Ventura: “Garrone, uomo d’altri tempi” >> 17

ilCorniglianese

2013. Tutti hanno un’agenda: è la parola d’ordine del nuovo anno. L’agenda Monti;; l’agenda Berlusconi, completa di numeri e foto;; l’agenda Bersani, dove non troverete la lettera R(enzi);; l’agenda rosso-Ferrari di Montezemolo e persino l’agenda Grillo. Cornigliano ha la sua agenda? Sì: ci sono sogni, speranze, realtà

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ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Gennaio 2013 >>> 2

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Casaretti, 42enne di Parma, ex direttore tecnico dell’Aurora Costruzioni (società con còm-piti di costruction management, controllo dello stato di avanzamento dei lavo-ri, nulla osta per i pagamenti dei lavori ed altro, effettuati dalle ditte per conto della so-cietà Genova High Tech S.p.A.); mentre aveva concesso gli arresti domiciliari a Giu-seppe Luperto, 48enne di san Donato di Lecce ma residente a Como, già dipendente dell’Aurora costruzioni ed ex responsabile della manuten-zione impianti che era detenu-to già in carcere. I quattro sono accusati di aver

creato un vero e proprio ”cartello” che controllava gli appalti per la costruzione e l’avanzamento del polo. In pra-tica, sempre secondo l’accusa, le ditte esterne non potevano lavorare all’interno dell’area se non pagavano tan-genti. I quattro, tre ingegneri ed un imprenditore, sono stati sotto-posti a misura cautelare nel-

l’ambito dell’inchiesta su pre-­sunte tangenti pagate per la costruzione del polo tecnologi-co degli Erzelli, a Genova. I reati contestati sono associa-zione a delinquere finalizzata alla truffa ed estorsione aggra-vata. L’indagine è stata con-­dotta fin dal suo inizio dai carabinieri con personale del Nucleo investigativo del Co-mando provinciale di Genova, con il concorso dell’ Arma lo-­cale, a Parma, Caslino d’Erba (Como), Napoli e Varazze. Tra loro spicca, infatti, la figura di un genovese residente nel co-mune del levante del Savone-se. Si tratta di Roberto Acci-nelli, 39 anni, amministratore

Restano agli arresti domicilia-ri, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare, Carlo Azzariti Fumaroli, 40enne di Napoli, già consulente dell’Aurora costruzioni, ex responsabile delle opere di urbanizzazione previste nell’ambito della costruzione del Parco tecnologico degli Erzelli, e l’imprenditore geno-­vese Roberto Accinelli, due dei quattro indagati nell’ambito dell’inchiesta su un giro di tangenti da un milione e 300 mila euro. Lo hanno deciso i giudici del tribunale del Riesa-me di Genova. Il Riesame, due settimane fa, aveva disposto che restasse in carcere Enrico

unico della Ilca, impresa che opera nel cantiere degli Erzelli, con sede legale in Varazze. L’attività investigativa è scatu-­rita dalla dettagliata denuncia sporta dall’ingegner Piero Mensi, amministratore delega-to di Genova High Tech S.p.A., che esattamente un anno fa (nel mese di gennaio 2012) si era presentato presso gli uffici del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Genova riferen-do che, nel corso di alcuni in-contri, un imprenditore bre-sciano gli aveva riferito di es-sere vittima di un’estorsione perpetrata da Casaretti, Luper-to, Azzariti e Fumaroli. I quat-tro, secondo la denuncia, abu-sando della loro posizione all’interno dell’Aurora costru-­zioni, avevano costretto l’imprenditore a versare loro del denaro in contanti, minac-

Mazzette e manette: stroncato il cartello degli appalti Genova High Tech denuncia: “Giù le mani dal Polo ”

ciando, in caso contrario, di ritardare i pagamenti dovuti, dietro il pretesto di cavilli for-mali. Lo sviluppo delle indagini che il 12 marzo dello scorso anno aveva portato alla perquisizio-ne domiciliare degli indagati ed al sequestro di denaro e documentazione di rilevante importanza, consentiva di ap-purare che l’attività delinquen-­ziale degli ingegneri/tecnici dell’Aurora costruzioni era in realtà molto più ampia. Gli investigatori hanno ottenu-to infatti riscontri di molteplici estorsioni ai danni di varie imprese operanti nel Polo tec-nologico, costrette a pagare anche per non andare incontro a varie condotte ostruzionisti-che o contestazioni sulla quali-tà dei lavori. Enrico Cirone

«Ai lavoratori ho ribadito l’impegno delle istituzioni affinché sia convocato in tempi rapidi dal ministero dello Sviluppo un tavolo con Ericsson che in quella sede dovrà fornire certezze sul futuro». L’assessore regionale allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli, ha confermato che «la Regione è al fianco dei lavoratori perché non è chiaro che cosa voglia fare Ericsson a

Genova e in Italia. Condanniamo i metodi che l’azienda sta adottando per obbligare i lavoratori ad accettare la mobilità volontaria, forzature e ricatti perpetrati a dan-no dei lavoratori più deboli». La Regione aveva accolto positivamente l’insediamento a Erzelli di Ericsson, dove l’azienda si era trasferita grazie anche alla collabora-zione delle istituzioni regionali e nazionali che avevano convogliato sull’operazione finanziamenti pubblici. Gianni Pastorino, segretario Flc-Cgil, ha chiesto di voler «sapere che cosa fare del sito di Genova, perché Ericsson ha incominciato a liberarsi di 94 dipendenti ma nel frattempo ci ha convocati a Roma per dire che altri 50 lavoratori saranno mandati via dal sito di Genova nelle sedi di Milano e Roma per le operazioni commerciali». Così 200 lavoratori di Ericsson sono scesi in piazza a Genova la settimana scorsa contro il piano di mobilità dell’azienda che ha da poco inaugurato la sede nel polo tecnologico degli Erzelli. I manifestanti hanno raggiunto Palazzo Tursi per un incontro con la Giunta comunale. Cesare Avenia, amministratore delegato di Ericsson, sarebbe dovuto arrivare a Genova per un incontro con enti locali, Comune, Regione e sindacati per discutere la vertenza che li vede impegnati da quando Ericsson ha dichiarato 374 esuberi, di cui 94 nel capoluogo ligure, ma non si è visto. In Municipio si è svolto un incontro con la giunta. Una rappresentanza di lavoratori ha incontrato il vicesindaco Bernini e gli assessori Guccinelli e, del Comune, Oddone, oltre ai capigruppo del consiglio comunale: gli enti hanno assicurato il loro impegno perché si possa attivare al più presto un tavolo nazionale e otte-nere un incontro al ministero dello Sviluppo economico. E. C.

94 esuberi, 50 trasferimenti Ericsson, “prendi i soldi e scappi?”

Mazzette e manette La denuncia è scaturita dall’amministratore delegato di Genova High Tech S.p.A. che un anno fa si presentò presso il Nucleo investigativo dei Carabinieri di Genova

Manette e mazzette L’indagine è stata condotta fin dal suo inizio dai carabinieri con personale del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Genova, con il concorso

dell’Arma locale, a Parma, Caslino d’Erba (Como), Napoli e Varazze

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Gennaio 2013 >>> 3 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

I primi 210 giorni da presidente. Impressioni. Più che di impressioni parle-rei di conferme. Questi primi mesi mi hanno confermato ciò di cui ero consapevole dopo cinque anni di impegno nel Municipio medio ponen-te, ossia la complessità e la quantità di problemi da af-frontare e risolvere, in un contesto di scarsità di risorse e di esiguità di poteri delegati al Municipio. Ma ho ricevuto anche la conferma della viva-cità sociale del territorio che ha risorse (morali, associati-ve, ecc.) che consentono di essere ottimisti. Sotto questo profilo, Cornigliano, che ora sto conoscendo più a fondo, si rivela perfettamente in grado di ritrovare un equili-brio sociale, economico, ur-banistico ed ambientale che, per anni, è stato continua-mente violato, ma altrettanto faticosamente ricercato. Il Municipio può e deve giocare un ruolo importante. Agenda Spatola. Quante pagine per Cornigliano? Parecchie. Provo a fare un elenco di questioni scritte in “agenda”, senza pretesa di esaustività: - completamento della strada a mare: deve essere pronto il progetto e partire la ristrut-turazione di via Cornigliano, il principale snodo su cui ruota l’intero programma di riqualificazione ; - stiamo lavorando per deci-dere al più presto quale sarà la destinazione dell’ex merca-­

Inchiesta/3 Feedback: verifichiamo i problemi Spatola: “I miei primi 210 giorni”

di misure che attenuino (o an-nullino) il disagio relativo al depuratore. Cimitero, moschea, ex mer-cato comunale e autoparco. Per il cimitero di Coronata non sono ottimista, almeno per il breve periodo. I cimiteri sono classificati secondo il numero di tumulazioni annue. Il nostro è di prima categoria ma, nonostante ciò, l’esiguità dei fondi a bilancio per i cimiteri lascia immaginare che non si riusciranno ad effet-tuare lavori di manutenzione straordinaria se non a medio/lungo periodo e ciò dipende da scelte che può effettuare il Co-mune a livello cittadino. Non mi risulta che ci sia alcun progetto relativo ad una mo-schea a Cornigliano. Leggo che l’Amministrazione comunale sta cercando altri siti rispetto a quello del Lagaccio (individuato dalla giunta Vincenzi), in parti-colare si parla dell’area prospi-­

ciente il Porto antico. Peraltro, la Comunità musulmana che possiede l’immobile ex Passalac-­qua di via Coronata, ha rinun-ciato ad utilizzarlo in attesa che il Comune scegliesse l’area su cui erigere la moschea. Quest’attesa dura da sette anni ed in tutto questo tempo la Co-munità musulmana ha pagato e paga l’affitto per una sala di pre-­ghiera a Sampierdarena. Ho preso contatto con il presidente della Comunità musulmana e mi è stato detto che, dopo così lun-ga attesa, se il Comune non provvedesse ad individuare il sito per la moschea, non esclu-derebbero di trasferire la sala di preghiera nell’immobile di loro

luogo di aggregazione sociale; ogni ostacolo a questa destina-zione deve essere rimosso (corretta manutenzione, illumi-nazione, sicurezza e pubblica fruizione, decoro), mentre deve essere incoraggiata ogni iniziati-va che la valorizzi ulteriormente. E ora i temi non urbanistici. Cornigliano ha subìto continue aggressioni ai propri equilibri, anche sociali, ed ora è alla ricer-ca tenace, appassionata, genero-sa, di un nuovo equilibrio che includa e valorizzi il proprio patrimonio sociale e umano. Il tessuto associativo gioca un ruo-lo fondamentale e va sostenuto così come vanno sostenute le iniziative di aggregazione e soli-darietà. Quali temi per il 2013? Vorrei che tutte le questioni esposte venissero al più presto definite, l’attenzione è rivolta a tutte contemporaneamente. Tuttavia, ne indico alcune su cui

si devono fare dei passi avanti: l’elaborazione di un progetto definitivo per via Cornigliano; la definitiva progettazione sull’ ex mercato comunale e, possibil-mente, l’avvio delle procedure per la sua ristrutturazione; gli interventi sui giardini Melis e l’individuazione di un adeguato utilizzo di Villa Serra;; l’adozione

to comunale per far partire i lavori di ristrutturazione mi-rata; - Villa Serra: occorre trovare una destinazione d’uso che sia all’altezza del suo presti-­gio architettonico, mi piace-rebbe potesse essere destina-ta ad attività culturali, artisti-che, museali di alto pregio e di richiamo; - si stanno ponendo le basi perché si giunga alla costru-

zione del nuovo depuratore ma l’iter sarà lungo e, nel frattem-­po, devono essere prese tutte le misure per ridurre i noti disagi che costituiscono un problema anche di carattere economico, perché molte attività a carattere soprattutto commerciale, la-mentano che il calo della clien-tela non sia solo dovuto alla crisi, ma anche alla scarsa at-trattività che l’area presenta;; - il Demanio sta elaborando un progetto di ristrutturazione della caserma Marabotto (ex Panificio militare) che ospiterà, a ristrutturazione avvenuta, una sede della Polizia di Stato; ab-biamo chiesto al Questore (riscontrando una sensibilità e disponibilità squisita da parte sua) che venga valutata la pos-sibilità che al suo interno si possa prevedere una palestra, un presidio di tipo sportivo, che continui ad ospitare chi già esercita un’attività anche di forte valenza sociale; - con il Demanio ci siamo in-contrati per parlare della ri-strutturazione del manufatto che ha ospitato la Bocciofila e che ora, grazie agli interventi di Società per Cornigliano, verrà abbattuto e rifatto, risanandolo e rendendolo compatibile alla normativa perché ritorni alla cittadinanza; -Valletta rio San Pietro, oltre ad essere un polmone verde im-portantissimo deve diventare

proprietà al fine di non pagare più l’affitto. Ciò potrebbe avve-­nire solo previa acquisizione delle autorizzazioni, ristruttura-zione e bonifica dell’immobile. Abbiamo effettuato un controllo presso gli uffici comunali e non risulta, a tutt’oggi, che alcuna procedura sia stata avviata. Ri-tengo che l’area limitrofa al cen-­tro storico sia la più gradita alla Comunità musulmana e possa farla soprassedere dal trasferi-mento a Cornigliano della sala di preghiera. Autoparco: la complessa opera-zione ha visto coinvolti Comune, Autorità portuale, Società per Cornigliano e Gruppo Spinelli e sta per essere formalizzata ren-dendo possibile la costruzione del nuovo depuratore. Le cose dovrebbero andare così: l’area su cui sorgerà il nuovo impianto di depurazione, di circa 15.000 mq., sarà ceduta dall’Autorità portuale al Comune di Genova;

la stessa è ora occupata dai con-tainers del Gruppo Spinelli, il quale potrà permanere sulle rimanenti aree fino al 2018; il Comune pertanto ospiterà, fino alla liberazione delle aree oggi occupate dai containers, l’autoparco, razionalizzando l’area di Campi su cui già stazio-­nano i mezzi pesanti. Dopo il 2018 la partita si riapre e si spe-ra che l’autoparco possa essere realizzato, come previsto, in area portuale con la liberazione di spazi in àmbito cittadino. (Fine prima parte)

Giuseppe Spatola (1959), PD Dal maggio 2012 è il presidente del

VI Municipio medio ponente di Genova

Il presidente Spatola riceve i cittadini di Cornigliano tutti

i lunedì pomeriggio a villa Spinola Narisano su appunta-

mento al n. 010.5576214

Nel numero di febbraio la seconda e ultima parte

Nelle puntate precedenti i feed-back sono stati di Amorfini,

Bommara, Lecce e Valli

L’impianto dell’ex mercato comunale Via Coronata, l’immobile ex Passalacqua Depuratore, l’area sarà ceduta al Comune

Il cimitero di Coronata è di 1^ categoria

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Burlando: ”Contrordine, ospedale agli Erzelli” Doria perplesso e Vincenzi: “Rottamato Renzo Piano”

ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Gennaio 2013 >>> 4

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Da almeno quindici anni è nell’agenda dei desideri della Regione. Da sempre chiodo fisso del governatore della Liguria, Claudio Burlan-do che, prima di concludere il secondo mandato (primavera 2015) vuole al-meno avviare la progettazio-ne di tre nuovi ospedali (il nuovo Galliera, il Felettino della Spezia, un monoblocco ad Arma di Taggia) più altri due territoriali, a Cairo

Montenotte e Pontedecimo. Serve intanto uno studio di fattibilità che dovrà esse-re pronto entro l’autunno per iniziare a fare i primi conti con Roma ad inizio 2014. Perché Erzelli, perché la Badìa, area già di proprietà della Regione? La “soluzione Bombrini” potrebbe perdere quotazioni intanto per l’appetibilità del terreno in zona portuale sulla quale ci sarebbe l’interesse di alcune aziende e poi perché, secondo semplici documentazioni, l’area sarebbe ad alto rischio alluviona-­le e vicina al nuovo depuratore. In una riunione convocata a luci spente, il presi-dente Burlando ha affrontato per la prima volta il tema del nuovo ospedale degli Erzelli con il sindaco di Genova, Marco Doria, rimettendo tutto nuovamente in discussione. Scenario che rischia non solo di far passare altro tempo ma che com-prometterebbe i rapporti tra il primo cittadino e il primo partito della sua coali-zione, il PD. Il vicesindaco ed esponente democratico Stefano Bernini ci ha detto chiaramente: “Ci vuole uno studio di fattibilità: significa almeno sei mesi di tem-­

po”. Ci pensa su l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Genova, Gianni Cri-­vello (Sel): “La Regione deve dare una risposta al Ponente, trovo che l’ospedale a Bombrini sarebbe più baricentrico per chi è della Valpolcevera”. E non a caso sull’ospedale di ponente il PD precisa: “Se si ritiene di verificare altre ipotesi di-­verse da quella di Villa Bombrini – scrivono i segretari Lunardòn e Basso – lo si deve fare a fronte della chiarezza sulle risorse, senza nessun mutamento dei tempi e avendo sempre presente le aspettative di centinaia di migliaia di cittadini”. Il Pd ricorda la difficoltà con cui era stata individuata l’area di Cornigliano, per questo “nel rispetto dei reciproci ruoli, chiede che Comune e Regione esprimano il loro orientamento nelle rispettive sedi istituzionali”. E critiche alla giunta in consiglio regionale giungono anche dal centrodestra. Secondo Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti) ”la proposta è l’ennesima dimostrazione della mancanza di progettualità del centrosinistra in Liguria e a Genova. Già nel 2004 – spiega – era stata indivi-duata l’area della Mira Lanza. Poi però la prima giunta Burlando aveva fatto mar-­cia indietro con le più svariate ipotesi”. Il sito degli Erzelli per l’ospedale del po-­nente è sempre stato osteggiato da Marta Vincenzi, quando, da sindaco ingaggiò uno scontro col governatore Burlando: “Quello era il vecchio disegno del presi-­dente — annota Vincenzi - ora spunta di nuovo, su questo io e lui abbiamo batta-gliato molto. Rifare uno studio di fattibilità vuol dire spendere soldi e tempo. Che senso ha mettere un ospedale in cima a una collina -si chiede Vincenzi- se non per giustificare un’operazione come quella degli Erzelli che rischia di naufragare? Doveva essere un villaggio tecnologico e invece ci sono aziende che si insediano lì, ma licenziano e l’università si mostra scettica”. Insomma, il disegno di città che aveva la Vincenzi, e che era stato approvato, viene rimesso in discussione dalla sua stessa parte politica. La stessa che ha anche “rottamato” i progetti di Renzo Piano: “Mi dispiace che la città — conclude Vincenzi — tratti così le sue intelligen-ze”. Intanto il tempo delle scelte passa. E.C.

Porta 8 miliardi di tasse pari al 12% della spesa delle famiglie italiane, senza contare che sottrae tempo al lavoro, allo sport, ad altre attività e produce veri e propri drammi nelle famiglie, ma non ci saranno nuove proroghe: il «poker live» è una realtà più vicina a causa di un emendamento della Legge di stabilità 2013 approvato la settimana di Natale in Senato e presentato dai senatori del Pdl Gilberto Pichetto Fratin e Anna Cinzia Bonfrisco. L’emendamento di fatto cancella un rinvio di sei mesi nel bando per l’apertura delle nuove sale da poker. Questo bando metterà a disposizione mille licenze per il poker dal vivo e potrà essere emanato già a partire dal 31 gennaio 2013 e non dal 30 giugno, come previsto inizialmente. Così da fine gennaio partiranno le gare per l’apertura di nuove sale per il poker live, le partite nei circoli privati e nelle sale dedicate, attività finora vietata “dal vivo” se non nei casinò. La corsa all'apertura di nuove sale gioco pare non trovare freni legislativi. Neppure il rispetto di fasce di protezione territoriale nei confronti di edifici scolastici sembra reggere. Il gioco d'azzardo legalizzato sta causando fenomeni di disgre-gazione sociale sempre più allarmanti. Uomini e donne deboli e provati dalla crisi, padri e madri di famiglia dilapidano le loro risorse nella speranza di migliorare situazioni di povertà. Questo provoca costi sociali enormi mentre la micro-criminalità imperversa privilegiando i locali pubblici con enorme dispendio di energie (spesso senza risultato) da parte delle forze dell'ordine che possono occuparsi sempre meno di pre-venzione. Si vive in un enorme casinò a cielo aperto e, a frenare la dipendenza dal gioco d’azzardo (o ludopatìa), dovrebbero intervenire le norme stabilite dal ministero della Salute. Nella pratica le norme contro la ludopatìa imporranno che nei luoghi dove si scommette e si gioca d'azzardo si pubblichino messaggi espliciti sul rischio della dipendenza e sulle reali possibilità di vincita. Tornando ai tavoli verdi, i passi per rendere legale il poker live, ora sono chiarissimi: l'A-genzia delle Dogane e dei Monopòli deve (o «dovrebbe», visto che si parla già di possibili ritardi) emettere un regolamento entro il 31 gennaio; questo regolamento verrà poi mandato a Bruxelles dove in fase «stand still» i Paesi dell'Unione Europea potranno richiederne delle modifiche. Riccardo Ottonelli

Poker “dal vivo”, il Governo cala l’asso

Sale da gioco più vicine, anche a Cornigliano

ll gioco d’azzardo ha raggiunto in Italia numeri impressionanti: con 100 miliardi di fatturato rappresenta il 4% del Pil nazionale ed è la 3^ industria italiana

La collina degli Erzelli. Lungo il versante sud (nella foto) potrebbe sorgere l’ospedale del Ponente

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A casa vostra/3 La società ai tempi della crisi Famiglia Gonzales: “Italia, il nostro impegno è qui”

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Iniziamo l’anno con la famiglia Gonzales che abita all’inizio di corso Perrone, a Cornigliano. Ci accoglie Henry, 38 anni, e sua mo-glie Maritza, 37, insieme a loro il piccolo Eddu di soli 3 anni, un bellissi-mo maschietto dai capelli folti e ricci. La famiglia Gonza-les è di origine e-cuadoriana ma vive in Italia da più di 12

anni. Henry è artigiano edìle mentre Maritza è collaboratrice domestica presso una famiglia del quartiere genovese di Albaro. Si sono conosciuti e sposati in Ita-lia, si professano cristiani praticanti e sono responsabili di un gruppo di preghiera presso la parrocchia di sant’Ambrogio. Dell’impegno religioso dei Gonzales ci accorgiamo sùbito appena entrati in casa: qui, sulla parete di fronte, si scorge una piccolo “altare ” composto da un leggìo in legno (dove normalmente è appoggiata una sacra Bibbia), un crocifisso, un rosario e una grande riproduzione in legno della Madonna di Fatima: il tutto posato su una mensola a muro, tra due delicate applique in vetro. Che significato ha questo piccolo altare in casa? Henry: “Per noi è molto importante avere sempre alla vista i simboli cristiani e poi spesso ci soffermiamo davanti a loro in preghiera”. Avete avuto problemi di inserimento nel nostro tessuto sociale? Maritza: “Solo i primi mesi per imparare la lingua italiana, poi in seguito ci siamo inseriti molto bene senza particolari problemi”. Anche in Ecuador avevate lo stesso impegno religioso? Henry: “Intanto la religiosità nel nostro paese è più sentita: le nostre chiese la domenica sono piene di persone di tutte le età e molto solidali tra di loro, mentre qui in Italia la prevalenza è di persone anziane e poco solidali. Per quanto riguardo l’impegno religioso, nel nostro paese era normale. Qui si è accentuato, il nostro impegno è aumentato, come se avessimo ricevuto una sorta di mandato spirituale, da divulgare a chiunque lo voglia” Maritza ricorda un verso della Bibbia molto significativo: “<Per vivere sereni, dice Gesù, cercate me e tutto il resto vi sarà dato>. Su questo verso abbiamo basato in pratica la nostra vita”. Fate fatica ad arrivare a fine mese dal punto di vista finanziario? Henry: “Ringraziando Dio, adesso no ma l’anno scorso lavoravo meno e qualche problema c’era. Mia moglie fortunatamente ha il lavoro a tempo indeterminato”. Cosa chiedereste ai politici per migliorare lo stile di vita? Henry: “Due cose, la prima è quella che Eddu nato in Italia fosse considerato ita-­liano, abbiamo anche avuto difficoltà al riconoscimento in Ecuador: il rischio è che non sia italiano né ecuadoriano, il governo italiano deve intervenire e sanare questa lacuna, la seconda è di poter partecipare ad eleggere gli amministratori locali visto che paghiamo regolarmente le tasse”. Che giornali leggete, che programmi televisivi scegliete? Henry: “Sono appassionato di calcio: io interista e mia moglie milanista, leggo la

Gazzetta dello Sport, Il Secolo di Genova e L’Avvenire. Per i programmi televisivi, la sera prevalentemente guardiamo canali di Mediaset e TV2000”. In Italia la tavola rappresenta una cultura millenaria. Cosa pensate della cucina genovese? Maritza: “Molto bene, i pranzi li consumiamo fuori casa e spesso in trattoria, mangiando piatti liguri, nostro figlio non ha nessun problema e crescerà man-giando all’italiana, la sera invece cuciniamo piatti del nostro paese”. Qual è il piatto genovese che vi piace di più? Insieme: “Senza dubbio la pasta al pesto”. E Maritza aggiunge che ha imparato non solo a cucinarlo ma anche a prepararlo. Se ci fosse la possibilità di lavoro e buone prospettive di vita ritornere-ste al vostro paese? Maritza: “Qui in Italia ci troviamo bene non solo dal punto di vista economico — che noi comunque riteniamo secondario -, ma soprattutto spirituale: il nostro impegno religioso ci indica che dobbiamo restare in questo paese per continuare a stare insieme ed aiutare chi ha bisogno”. Mi avete parlato del gruppo di preghiera di cui fate parte. Di cosa si tratta? Henry: “Il nostro è un gruppo di persone prevalentemente dell’Ecuador ma ci sono anche italiani e ci riuniamo settimanalmente nella chiesa di sant’Ambrogio. Facciamo capo ad una comunità più ampia con sede nella chiesa di santa Cateri-na: il nostro scopo è la preghiera e lo studio della Bibbia, il nostro fine è quello di divulgare la fede cristiana”. Ringraziamo la famiglia Gonzales per l’ospitalità e per averci fatto capire che pone al di sopra di tutto la spiritualità, mettendo in secondo piano tutto il resto. Abbiamo letto nel loro animo una serenità disarmante, ci sentiamo di dire: un esempio che può — tranquillamente — essere imitato per vivere più sereni. Carlo Guerra

Il piccolo Eddu, 3 anni

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Vince la torre: al progetto per palazzo Spinola-Muratori il massimo dei voti

Il lavoro è finito. Il professor Stefano Musso, preside della facoltà di Architettura e che ha seguito gli studenti nell'elaborazione delle analisi e del progetto, era evi-dentemente soddisfatto del lavoro svolto tanto da premiare Andrea Anselmo, Giovanni Glorialanza, Alice Baiardo, Pietro Monero, Dora Pantzartzì e Valerio Rocca con il massimo dei voti. Il loro progetto mira a ridare vita alla Torretta di Villa Spìnola-Muratori posta sull’incrocio tra le vie Pellizzari e Cervetto e che si trova ormai in stato di abbandono e di inacessibilità. L’ambizione era quella di far rivivere intensamente uno dei tanti manufatti storici italiani che spesso sono tra-sformati in opere museali in cui non si ha un’interazione reale con l’edificio. Per quanto concerne la parte del restauro gli studenti hanno voluto non interve-nire in modo invasivo ma si sono indirizzati verso un restauro della torre atto a preservarla senza intaccare le varie stratificazioni che testimoniano i cambiamenti a cui è stata sottoposta negli anni. Questo atteggiamento è in coerenza con la fun-zione di polo didattico a cui è adibito il progetto. La torre diventa, infatti, il mani-

festo di questa posizione e l’architettura stessa spiega i differenti interventi che ha subìto nel tempo. Legata a questo aspetto è anche l’idea di preservare il segno del colmo del tetto della ormai scomparsa villa, proprio per rimandare alla situazione storica che aveva visto la torretta sorgere e far parte del periodo delle ville di Cor-nigliano. Anche per quanto riguarda la scelta dei materiali si è voluto rimanere in forte contrapposizione con la torretta, consentendole così di conservare la sua identità ed il suo stato, senza perdere il suo valore intrinseco ed il suo fascino in rapporto al nuovo. A questo punto sarebbe naturale un intervento almeno conser-vativo del fatiscente edifico storico da parte dell’amministrazione pubblica, ma-­gari inserito insieme ad altri previsti dalla riqualificazione urbana, mentre gli stu-denti stanno preparando un corposo e dettagliato book della Torretta. Non perdételo nei prossimi numeri del nostro giornale.

Riccardo Ottonelli

Quest'anno il martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale, cadrà il 12 febbraio per-ché subito dopo inizia il periodo quaresimale, la domenica di Pasqua infatti sarà il 31 marzo. Forse non tutti ricordano che Pasqua varia data ogni anno perché deve essere festeggiata la prima domenica di luna piena dopo l'inizio della primavera: 21 marzo. Noi di Cornigliano non siamo particolarmente allegri, dopo un Natale passato all'insegna della parsimonia, in quanto tra tasse annunciate, rincari deci-si, precariato, cassa integrazione, disoccupazione esondante, altre gabelle attese con oscuro pavento, aleggiano sul capo degli adulti i cupi spettri di una possibile miseria che si pensava retaggio di altri tempi e di cui permane solo incerta memo-

ria dai racconti quasi epici di padri e nonni; il fatto è che noi non potremmo scal-darci neanche proditoriamente andando nei boschi a far legna: a Cornigliano e dintorni alberi ne son rimasti veramente pochi, non basterebbero neanche per scaldare due o tre famiglie per tutta una stagione invernale, anche senza fabbrica-re gli zoccoli, in mancanza di scarpe. Però, i bambini sono innocenti, non devono diventare cupi e mesti già nei loro primi anni di vita, altrimenti ne faremmo dei depressi cronici. Le buone associazioni corniglianesi, tra le quali A.R.C.I. e A.C.L.I. hanno già programmato intrattenimenti per grandi e piccoli e forse anche scuole e asili si daranno da fare per far sorridere un po' tutti. I costumi delle ma-scherine probabilmente li cuciranno mamme e nonne, riprendendo in mano ago e filo e qualche scampolo di stoffa colorata e i bimbi saranno bellissimi con le guan-ce rosse e i coriandoli in mano. Spero che per vestirsi da fate, le bambine non deb-bano usare la camicia da notte azzurra e lunga, con qualche stellina di stagnola applicata e il cono di cartoncino in testa, come accadeva a me, che a febbraio ave-vo sempre un freddo boia, malgrado le maglie di lana fatte ai ferri che mi metteva-no sotto, ma per fortuna adesso maschi e femmine vanno a dormire con la tuta di felpa e quindi questo pericolo è scongiurato, mi auguro inoltre di poter mangiare tante buone frittelle dolci e salate. Magari realizzate con queste ricette.

Palazzo Spìnola-Muratori, a Cornigliano, così come è stato elaborato nel suo complesso da un gruppo di stu-denti della facoltà genovese di Architettura. Per l’edificio già esistente si è pensato ad un restauro conservativo

mentre nuovi volumi (nella foto è ben visibile il progetto di uno scalone d’accesso) sono stati ideati per facilitare la fruizione della torretta quattrocentesca e renderla coerente alla funzione di polo didattico

Bugie? Niente male, a Carnevale

Frittelle dolci Ingredienti per 6 persone: 250 g di farina, 40 g di zucchero semolato, 2 uova, un bicchiere di latte, mezza scorza di limone e mezza scorza di arancia non trattate e grattugiate, una busta di lievito in polvere vanigliato, 60 g di uvetta, rum q.b., un pizzico di sale, un pizzico di cannella, abbondante olio per friggere, zucchero a velo q.b. Esecuzione: mescolare le uova con lo zucchero, la scorza di limone e di arancia, il latte e un pizzico di sale in una ciotola, incorporare la farina con il lievito a poco a poco, aggiungere la cannella e l'uvetta precedentemente fatta ammorbidire per 10 minuti in un po' di acqua tiepida e rum, quindi sgocciolata, asciugata e polverizza-ta con un po' di farina. Mettere in una larga padella abbondante olio e quando è ben bollente, friggere il composto a cucchiaiate poco alla volta, finché le frittelle siano ben dorate. Dopo averle estratte con il mestolo forato, sgocciolarle su carta assorbente, quindi spolverarle di zucchero a velo e gustarle ancora calde. Frittelle salate Ingredienti per 6 persone: 250 g di farina, 2 uova, un bicchiere di latte, 2 cucchiaini di sale, una bustina di lievito per preparazioni salate, un etto di fontina a dadini, 300 g di spinaci o di bietoline, abbondante olio per friggere. Esecuzione: mondare, lavare, lessare al dente, tritare grossolanamente e far insa-porire per 5 minuti in poco olio e un pizzico di sale gli spinaci o le bietole. Mescolare le uova, il latte e un cucchiaino scarso di sale in una ciotola, unire la farina mescolata con il lievito a poco a poco e quindi gli spinaci o le bietole e i mi-nuscoli dadi di fontina. Procedere come per le frittelle dolci spolverizzando però alla fine con il sale rimasto e servendo ancora calde. P.s.: a carnevale ogni scherzo vale, quindi: non si risponde dei risultati. Testo, ricette e illustrazione di Astri Lidia Frascio

Palazzo Spìnola-Muratori come appare oggi. Anticamente Cornigliano era una splendida località rivierasca tanto che il poeta Francesco Petrarca (1304-1374) la cantò come “ineguagliabile luogo di villeggiatura fuori le mura

di Genova” dove vennero costruite nei secoli successivi almeno trenta ville principesche sorte in seguito al progressivo decentramento residenziale del nucleo cittadino genovese (foto Razzore)

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Salumi e Formaggi

Via L. Vetrano, 6-12r Tel. 010 6512091

Ma s’io avessi previsto tutto questo Previsioni (im)possibili per l’anno 2013

Il comitato sai che fa? Ripulisce la città (o quasi)

(segue dalla prima pagina)

Giugno. Mese cruciale per il depuratore. Viene finalmente approvato il progetto che prevede lo stanziamento nel 2014 di una cifra che servirà nel 2015 a disporre nel 2016 di fondi europei che nel 2017 serviranno per il 2018 ad approvare un progetto che nel 2019 favorirà l’accesso nel 2020 ai fondi che nel 2021…

Luglio. Il sindaco Doria inau-gura in bicicletta l’ultimo tratto che collega la Strada a mare con lungomare Cànepa. In ritardo il presidente Burlando bloccato dalla stra-dale in via Bertolotti in contro-mano.

Agosto. La Croce Bianca di Cornigliano inaugura un nuovo mezzo: è un’astronave galattica che vola direttamente sull’infortunato, lo risucchia a bordo e lo trasporta all’ospedale più vicino. Unico neo: ogni paziente guarito, una volta dimesso, sarà riaccompagnato a casa direttamente dall’assessore regionale alla Sanità, Montaldo, con il saldo della fattura.

Settembre. Caos a Cornigliano nelle aree portuali occupate dall’imprenditore Spinelli. La dogana precisa che, nel corso di un accurato controllo, quei bidoni sospetti ritrovati in un container non erano in realtà bidoni ma gli ultimi giocatori di Genoa e Samp rimasti invenduti.

Ottobre. La quarta edizione di Ciocofantasy organizzata dalla Pro Loco di Corni-gliano prende una piega inaspettata quando, al quarto bis di Pupo con la canzone “Gelato al cioccolato Novi”, la polizia è costretta ad intervenire in tenuta antisom-­mossa per sedare il cantante toscano.

Novembre. Sconcerto sul campo della Corniglianese durante la partita inaugu-rale del nuovo manto in simil-erba. In una convulsa fase di gioco, scaturiscono scintille fra due giocatori che scivolano poi sul nuovissimo sintetico in poliammi-de con le magliette in acrilico. L’esplosione è stata udita fino a Rivarolo.

Dicembre. Dopo tante polemiche finalmente i commercianti e gli esercenti di Cornigliano danno vita ad un Civ (Centro integrato di via) ed allestiscono le lumi-narie natalizie lungo tutta la via centrale suscitando la gioia dei cittadini. I giorna-li racconteranno che tanti genovesi da Castelletto, da Oregina e, persino da Boc-cadasse, vennero qui da noi attirati dal grande evento che conclude il 2013. Chissà se questa sarà l’unica vera notizia. Noi lo speriamo.

Enrico Cirone

Da oltre un anno sono in attesa di un loro riconoscimento istituzionale. Sono i genitori e i nonni degli alunni che frequentano la Scuola elementa-re “Camillo Sbarbaro”. Riunitisi da tempo in comitato hanno di fatto "adottato" Villa Dufour prendendosi cura degli arredi e della sua pulizia. Diversi sono stati fino ad oggi gli interventi e le iniziative svolte che han-no coinvolto numerose famiglie del quartiere.

Un grande esempio di senso civico e rispetto per ciò che è pubblico come la natura, umile, silente e spontanea che circonda ed arricchisce la nostra vita quotidiana in città, quella natura che proprio il poeta Camillo Sbarba-ro tenne sempre presente nei suoi lavori. Dedichiamo alla “gente” del co-­mitato gli ultimi versi della sua poesia, forse la più nota, “Liguria”.

r.o.

Villa Dufour, a Cornigliano. Nonni, genitori e alunni della scuola intitolata al grande poeta e scrittore ligure Camillo Sbarbaro (1888-1967) hanno dato vita ad un comitato che, con diversi interventi

ed iniziative, si prende cura della manutenzione della storica villa genovese

Io pagàno al tuo nume sacrerei, Liguria, se campassi della rete, rosse triglie nell'alga boccheggianti; o la spalliera di limoni al sole, avessi l'orto; il testo di garofani, non altro avessi: i beni che tu doni ti offrirei. L'ultimo remo, vecchio marinaio t'appenderei. Ché non giovano, a dir di te, parole: il grido del gabbiano nella schiuma la collera del mare sugli scogli è il solo canto che s'accorda a te. Fossi al tuo sole zolla che germoglia il filuzzo dell'erba. Fossi pino abbrancato al tuo tufo, cui nel crine passa la mano ruvida aquilone. Grappolo mi cocessi sui tuoi sassi.

Camillo Sbarbaro

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Via Tonale, strada antica Segnaletica preistorica

Chiude lo Studio Razzore Nei suoi click la storia di Genova

La situazione della viabilità in quella che è sicuramente la strada più antica della delegazione e del tutto inadeguata. Parliamo di via Tonale, già via Aurelia e Antica Romana. La strada è larga mediamente meno di tre metri ed è a doppio senso di

circolazione per una tratta di circa 300 metri. Lungo di essa vi sono diverse abita-zioni tra cui alloggi del Comune di Geno-va, un istituto per inabili ed un ricreato-rio parrocchiale fre-quentato da centinaia di bambini. Nel tratto iniziale, a levante, la sosta selvaggia non consente il passaggio dei mezzi di soccorso e, nel punto di conflu-enza con via Malaspi-na, a causa

dell’omissione di uno stop, non è chiaro di chi sia la precedenza. Recentemente è stata disegnata ai due lati della strada una inutile riga bianca. Non si potevano spendere diversamente quei soldi ridisegnando lo stop? Molte sono le vetture ed i motoveicoli che la percorrono ad alta velocità e la richiesta fatta anni addietro di una regolamentazione del traffico e la posa di dossi dissuasori non è mai stata presa in considerazione dagli amministratori. Questo, come spesso avviene in Italia, fino al prossimo, inevitabile, grave incidente. R.O.

Dicembre 2012: Agosti-no Razzore chiude il suo laboratorio di via Vetra-no, a Cornigliano. Lascia così il lavoro da profes-sionista e prosegue ora la sua opera -con la sem-pre fedele Nikon- nel gruppo di lavoro del nostro giornale. La vita professionale di Razzore è passata attra-verso tutte le testate giornalistiche più presti-giose documentando la storia quotidiana: il do-poguerra, le lotte ope-raie, i comitati, gli scio-

peri, il terrorismo, la “fabbrica” e poi la cronaca di tutti i giorni che lo ha visto sempre pronto a partire per fissare la notizia con uno dei suoi scatti. Siamo orgo-gliosi che Agostino continui la sua opera con noi e contribuisca con la sua inegua-gliabile esperienza ad arricchire “ilCorniglianese”, non solo con le foto ma anche con i suoi consigli preziosi. Del resto il nostro giornale è nato anche per merito suo e vogliamo ricordare, nel momento della sua adesione al progetto di realizza-zione della testata, la frase che ci ha accomunati: “Se il giornale nasce contro qualcuno, non contate su di me”. Gli siamo anche grati per aver voluto donare alla redazione gran parte del suo archivio fotografico frutto di una vita e di una carrie-ra lavorativa al servizio della notizia e della comunità. Questo materiale è già in fase di digitalizzazione e potrà essere a disposizione una volta inserito nel nostro archivio informatico. M. T.

Tre grossi contenitori verdi per l’indifferenziata, uno bianco per la carta ed il car-­toncino, una campana gialla per plastica e lattine sono stati spostati da Amiu lungo il lato sud di via N. S. di Lourdes, davanti alla chiesa di Campi. Migliora così l’offerta dedicata all’utente che trovava scomoda la precedente collocazione sull’area gialla, a nord, ben visibile a destra della nostra foto. Coloro che dovevano conferire la spazzatura erano costretti a farlo letteralmente “in mezzo alla strada” senza alcuna protezione dalle auto che passavano vicino: la via si trova in un pun-to nevralgico dell’area di Campi per cui è percorsa quotidianamente anche da cen-­

tinaia di mezzi pesan-ti. Tuttavia il nuovo posizionamento lascia perplessi coloro che, uscendo con l’auto dal posteggio interno della chiesa, si devo-no immettere alla loro destra. L’immagine evidenzia lo sbarramento visivo creato dai cassonetti. E già diverse sono le segnalazioni giunte al nostro giornale. A.S.

A Cornigliano l’antico tracciato della via Antica Romana è ancora ben definito nel tratto via Tonale, via dei Domenicani, via Cervetto e via Muratori dove si

affacciano numerose ville storiche monumentali

Campi, via N. S. di Lourdes I cassonetti attraversano la strada

Non si alzerà più la serranda dell’edicola di Coronata dove, per la disponibilità e la simpatia delle persone addette, ci si fermava volentieri a parlare – della cronaca anzi tutto – ma poi ci si attardava volentieri sui vari problemi del quartiere e di Cornigliano, in generale. Si parlava dell'imminente chiusura della farmacia Co-

munale, sorta appositamente dove si potesse far fronte all'aumento della popolazione, nonostan-te fosse partita una petizione popolare per scon-giurarne la chiusura; si parlava della corriera “62” e dell’esiguo numero di corse che ormai si effettuano (sul tema, vedere un ampio articolo di Pampolini a pag. 13) e del fatto che, a volte, alcune di queste inspiegabilmente "sàltino" con utenti ignari che inutilmente attendono l’autobus che li dovrebbe riportare a Coronata presso le fermate di Sampierdarena o più vici-no, in piazza Massena. Prima che la saracinesca si abbassasse si discuteva degli aumenti del costo degli abbonamenti e della vita in generale. Si discuteva. Una serranda abbassata non è mai un buon segno, quella di un’edicola è, se voglia-­mo, peggio: si perde per strada quel crocevia d’idee, di discussioni, di confronti che fino a ieri aveva arricchito tutti noi. Fino a ieri.

Sergio Benni

Coronata, l’edicola si arrende Pensieri e parole che se ne vanno

Campi, via N. S. di Lourdes: perplessità per la nuova collocazione dei cassonetti Marchiata da un’improbabile “A”, chiude l’unica edicola di Coronata

Le notizie arrivano, non c’è un disegno o una strategia particolare: basta fiutare l’aria. Gli abitanti di via D’Acri se ne sono accorti per primi. Ne abbiamo avuto certezza dalle di-chiarazioni dell’assessore Bommara: “Qualche benpensante di AMT ha proposto di utilizzare il posteggio pubblico (vedi foto) come rimessa per quegli autobus che attual-mente occupano il deposito di Sampierdare-na, in via Reti. AMT si sta documentando

sulla proprietà dell’area”. Il vicesindaco Bernini e il Municipio medio ponente hanno per il momento stoppato l’iniziativa che penalizzerebbe i residenti in attesa da anni dello spostamento dell’attuale rimessa per un recupero urbano dell’area che, ricordiamo, aveva ospitato in passato il secondo stadio cittadino. OErre

Che fine ha fatto il progetto nazionale di riqualifi-cazione di piazza Rizzolio che ne prevedeva il re-styling con il potenziamento delle “dotazioni am-­bientali"? Chissà se gli interventi previsti dallo stesso bando per Bologna, Rimini, Sassuolo e Ve-rona sono stati eseguiti? Il progetto risale al 2005 con un concorso rivolto ad architetti ed ingegneri. Il sito era stato individuato dal Comune di Genova (assessore Gabrielli) in collaborazione con Assopiastrelle, Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, Consiglio Nazionale degli Inge-gneri e Associazione dei Comuni Italiani per meglio integrare gli spazi pedonali a quelli carrabili. Sono passati otto anni e ciò che resta è l’esiguo spazio pedonale utilizzato dai cittadini, bersagli degli escrementi dei piccioni, e contornato da aiuole prive della minima manutenzione. OErre

Amt punta sulla nuova rimessa Ma chi ci rimette è Cornigliano

Piazza Rizzolio, otto anni dopo L’idea è rimasta un’idea

Via D’Acri, il parcheggio pubblico realizzato con il finanziamento della riqualificazione urbana

Agostino Razzore con la sua inseparabile Nikon

Piazza Rizzolio oggi. Foto Zenazone

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Recepiamo le dichiarazioni apparse sui siti di "Infrastrutture Regione Liguria" e "Società per Cornigliano", seguite da quel-­le verbali del vicesindaco di Genova, Ber-nini. Parte un conto alla rovescia per la data dell’entrata in servizio della Strada a mare e l’inizio del restyling di via Corni-­gliano. Beneficiando anche di un mese dall’entrata in attività della nuova strada (22.01.2014) ci riferiamo al 3.02.2014 come inizio del restyling e termine del conto alla rovescia che, dal prossimo me-se, sarà visibile anche sul sito della Pro Loco (www.prolococornigliano.it).

“Se amo Proust, non stupitevi” I ragazzi della Volta si raccontano

Uno sfondo sul profilo facebook E “Lei” si confronta con Simone

Sulla scuola media Volta di Cornigliano resiste un antico retaggio sulla qualità delle frequentazioni dei ragazzi e del corpo insegnante. Noi che la viviamo da due anni, possiamo affermare che è ben organizzata e accogliente. I professori sono disponibili, appassionati e attenti e si accorgono subito se un ragazzo ha un pro-blema. In questi casi, lo seguono e gli parlano, cercando di capire cosa succede. I compagni sono bravi, alcuni hanno un carattere difficile, ma questo non ci impe-disce di diventare amici e di affezionarci anche perché i professori ci invitano ad aiutarci e a collaborare insieme. La scuola ha molti servizi e le varie attività ci spingono a imparare. Anche se non è che studiare piaccia proprio a tutti. Anna Petri e Silvia Rocca A me piace la classe, la scuola e tutto quello che c’è dentro. Se ti senti male, puoi chiamare casa: gli insegnanti e le bidelle si occupano di te. Abbiamo tanti bravi prof che ci aiutano se siamo in difficoltà. C’è la palestra e una sala dove vediamo dei film e, quando un alunno come me arriva da un altro paese, c’è un prof che parla la sua lingua e lo aiuta ad ambientarsi. Mi piace perché imparo tanto tra tanti ragazzi di nazionalità diverse. Io, in questa scuola, mi trovo benissimo. Ricardo Torres Imparo molte cose e mi piace, gli insegnanti sono preparati, pazienti e spiegano bene. Le aule sono fatte in modo che si riesce a seguire bene le lezioni. I bidelli sono disponibilissimi, i banchi e le sedie sono in condizioni perfette. Martina Rocca Della scuola mi piacciono molto i laboratori perché non tutte li hanno così belli. Vorrei che ci fossero più attrezzature in quello di scienze perché mi piacciono molto gli esperimenti. Matteo La Licata

Prof. ci mancate molto, adesso che ne siamo usciti capiamo quanto la Volta sia importante e quanto voi fate per noi. Siamo usciti dalla Volta migliori di quando siamo entrate. Tre anni bellissimi. La mia prof. di italiano si è stupita che conoscessi Proust e la sua opera, tengo ancora gli appunti che lei ci ha dettato: sono utilissimi per studiare italiano. Prof. vado benissimo in matematica, si ricorda che fatica facevo l’anno scorso? Debbo ringraziare tutti per quello che avete fatto per noi. Prof. non vengo a trovarvi perché ho nostalgi-a: stavo troppo bene con i compagni e con voi. I ragazzi capiscono, sempre. Capiscono se ti curi di loro, se ti dedichi seriamente al tuo lavoro, se cerchi di dargli una mano quando sono in difficoltà. Le loro parole, i loro sorrisi se ci incontrano per strada magari dopo anni -riconoscibili a stento perché loro sono cre-sciuti e noi siamo invecchiati-, sono la soddi-sfazione più grande per il nostro lavoro. Ogni insegnante della Volta riceve messaggi come questi quando chiede: “Come state in questa scuola?”. Per ciò non ho inserito le classi di appartenenza degli alunni che hanno scritto l’articolo. Questo che ci spinge ad andare a-­vanti, nonostante le dicerie, le difficoltà e i problemi sempre più grandi che affliggono la scuola. Ma, a rendere la Volta un posto “speciale” sono loro, i ragazzi di Cornigliano. Professor Pietro Bertino a nome di tutti i colleghi della Volta

L'immagine che mise lei come sfondo del suo profilo facebook era senz'altro pun-gente e si aspettava che, da un momento all'altro, qualcuno l'avrebbe contattata per poterle dire ciò che pensava in merito, esprimendo la propria idea. Immaginava chi sarebbe stato. Simone le scrisse dopo pochi minuti e, mantenendo comunque un rispetto reciproco, iniziarono a discu-tere della situazione che veniva raffigura-ta nella vignetta.

Simone: “Trasmette odio nei confronti della polizia e dell'esercito, un odio già molto alto”. Lei: “Beh, ma cos'ha in mano la donna?” Simone: “Una maglietta sporca di sangue, probabilmente di suo figlio. Evidente-­mente la donna accusa la polizia di averlo ucciso”. Lei (con un goccio di ironia): “Non oso immaginare il perché “. Immaginava già che la loro conversazione sarebbe stata lunga e interessante, poi-ché si sarebbe potuta confrontare con un'idea forse diversa dalla sua. Simone: “Nessuno può dirlo: può aver ucciso una persona, magari anche un poli-­ziotto e per rappresaglia i suoi colleghi l'hanno ucciso. Oppure stava rubando e mentre scappava è partito un colpo”. Lei: “Giusto. Oppure stava manifestando in modo pacifico contro leggi razziali”. Simone: “Evidentemente, forse non in modo cosi tranquillo e sereno se l'hanno ucciso, magari alla Carlo Giuliani". Lei: “Dici? Boh, non lo puoi sapere”. Simone: “Ma nemmeno tu puoi”. Lei: “Da una vignetta non si può sapere, è vero. Ma, forse sbagliando, non credo che il ragazzo avesse ucciso qualcuno. Una madre non andrebbe a condannare un poliziotto se sapesse che suo figlio per primo aveva provocato morti, anche se ef-fettivamente il poliziotto avesse ucciso il proprio figlio. E’ l'indifferenza davanti allo strazio di lei nell'espressione della divisa che la fa rabbrividire”. Simone: “Non sarebbe la prima volta che un padre accusasse l'ordine pur sapen-­do che suo figlio per primo aveva ucciso. Comunque l'indifferenza di cui parli è legata alla disciplina e al distacco, non credo significhi molto”. Lei: “La divisa non può far di un uomo un indifferente davanti a una donna a cui è appena stato ammazzato un figlio che magari non aveva commesso nessun ma-le. Un ragazzo come potresti essere tu, andato lì per far valere i propri diritti in modo pacifico e che magari, per sua sfortuna, può essersi trovato in una folla che, invece, non aveva intenzioni pacifiche”. Simone: “Credo dipenda da come si giudica l'azione. Anche un medico rimane indifferente di fronte a un uomo morto che cammina a cui rimangono pochi giorni da vivere”. Lei: “Ma il paziente non lo uccide il medico”. Simone: “Dipende anche questo. Un medico può sbagliare le dosi e uccidere: quando muore un paziente, non ne è orgoglioso. Nella vignetta non si può vera-mente capire se sia stato lo stesso poliziotto a premere il grilletto”. Lei: “E’ del tutto indifferente. Può essere stato lui a ucciderlo o un altro agente. L'esempio del medico non funziona: il medico non uccide volontariamente un paziente. Il grilletto lo premi sapendo che uccidi”. Simone: “Lo puoi premere istintivamente per paura e senza pensare. Ad esem-­pio, quando Filippo Raciti (il poliziotto che morì a Catania il 2 febbraio 2007 dopo il derby Catania-Palermo) è stato ucciso, gli infami hanno esultato”. Lei: “Il grilletto lo premi istintivamente? Non credo ma è anche vero che bisogna trovarsi in quelle situazioni, non è facile generalizzare”. Simone: “E' come quando scoppia una bomba in un cinema: la gente viene colta dal panico e comincia a correre verso l'uscita e anche lo spettatore più altruista spingerà e calpesterà gli altri per salvarsi. Si chiama istinto di sopravvivenza". Lei: “Ma quello è istinto a tutti gli effetti, non sempre è di sopravvivenza quello che spinge a premere il grilletto”. Simone: “Un uomo che si vede caricare da un altro uomo con un machete e spa-­ra, ti assicuro che lo fa meccanica-mente, senza pensare. E' difficile da capire fino a quando non ci si trova in quelle situazioni. Quando uno sta per annegare si appende a qua-lunque cosa sia vicina, compresa una persona, annegandola magari, ma per puro istinto. Sparare non fa differenza. Poi è ovvio che qualcuno spara con l'intenzione ma, ad esem-pio nel caso Giuliani, è certo entra-to in gioco l'istinto”. Lei: “Non credo si possa parlare di istinto in questi casi, credo piutto-sto che la colpa, alle volte, può tro-varsi da entrambe le parti. Detto questo, peace and love!”. Dialogo realmente avvenuto e raccolto da Marta Fasulo

Messaggi di alunni e alunne uscite dalla Volta lo scorso anno e raccolti su Facebook

Scuola media Volta: l’ascensore esterno

Strada a mare e restyling via Cornigliano Quanto manca? Inizia il countdown

Illustrazione di Cristiano Calderone

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Arrivi e partenze

ilCorniglianese/cultura, arte Gennaio 2013 >>> 10

De ritorno da-o viâgio de nòsse, scoèxi a-a fin do meize de setenbre do-o milleneuveçentosciusciantequattro, mæ mogê e mì, êmo andæti a stâ in câza di seu, in via Mario Piana, donde gh’êa ascì o Pippo, seu fræ navegante, ch’o l’êa sbarcòu de propòxito pròpio pe êse presente a-o nòstro matrimònio. O l’êa stæto lê che o depoidisnâ de quello meximo giorno o m’aveiva invitòu a fâ in gîo in bar-­ca con di âtri seu amixi, pe andâ de feua da-a dîga foranea a rascciâ quarche mo-scolo. Mi e-o Pippo aveimo caregòu a nafta e i atressi in scia mæ 500 giardinea e insemme a-o padron da lancia, o Sirvio Visentin, che zà o conosceivo perché in-semme a seu mogê, a Nanda, êan amixi di mæ seuxi, e êmo andæti a Mortiòu. Lì gh’ea a-aspêtane o Carletto co-o nomiâgio “Fetta”, un di fræ Sòtgiu che lòuavan into SCI e s’êan portæ apreuvo ‘n seu cappo, o sciô Barbaneigra. A noâtri ne ve-­gniva d’istinto de parlâ in zeneize, però, pe a poia che le o no capisse, çercâmo de esprimise in italian. O l’êa stæto lê stesso a dîne de no fâ caxo a lê, che o ne capîva beniscimo e ascì che o nô parlesse, ghe gustâva sentî descôrî da chi o saveiva fâ. Intanto che a barca a l’andâva sponciâ da o motore, m’aveivan fæto de doman-­de in sce donde stâvo primma de sposâme, donde travagiâvo e se me saieiva gu-stòu stâ a Cornigen;; e mi ‘n pö böxardamente gh’aveivo dîto de scì, anche se za me mancava o Canpasso donde êo nasciûo, a seu gente, in manea particolare i amixi co-i coæ êo cresciûo. Però sto dô de cheu o saieiva pasòu a-a spedia, perché sensa manco acòrzimene stâvo za faxendomene di neuvi. Pasâ a dîga aveimo òr-mezòu de feua e intanto che u Sirvio o rasciâva e mæ cognòu o racheugeiva into salâio solo i moscoli ciù gròscci, mi êo montòu in scio meu pe tufâme da lasciù into mâ calmo e politto, comme fâvo da figeu a Ponte Canepa. Asetòu in scia bar-ca o sciô Barbaneigra o mangiâva i muscoli che o Silvio o ghe dâva zà avèrti, però, pe via do bechezzo a ‘n bèllo momento o l’aveiva dovûo restituili a-o mâ. Pe for-tunn-a gh’êa bastòu montâ in scia dîga, pe ripigiâse subeto. Da parte mæ aveivo ciantòu lì de tufâme, perché, dòppo quello che l’êa capitòu, l’ægoa a no l’êa ciù goei politta e in ciù o Fetta o me dîxeiva: «Nin mî lì quante bello vin ch’o l’à ca-­ciòu, armeno ghe l’avesccimo da beiviselo chi noâtri». Faxendo vegnî angoscia a mì ascì. Aveivan pigiòu pe câxo ‘n porpo, ch’o s’êa arecoviòu in sce ‘n rappo de moscoli e êan stæti tutti d’acördo de dâmelo comme regallo de benvegnûo a Cor-­nigen. Dòppo ch’aveimo tiòu a secco a barca e l’aveimo sveuâ co-e sasoe e a-a fin netezâ ben, aveivo pagòu da beive a quella brancâ de neuvi amixi, che m’aveiva acugeito coscì ben e pigiòu in sinpatia. Inti anni dòppo me son ben mesciòu co-a gente de Cornigen e ôtre a-a quelli ch’ò mensunòu, me son fæto tantissimi âtri amixi. Se a distansa de squèxi çinquant’anni, me vegne a coæ de contâ quello che l’è sucèsso o primmo giorno da mæ vitta inte sta delegaçion, l’è perché ò avûo ‘n mâvigioso inpatto co-a gente de chì. No êan tutti cornigiòtti, basta pensâ che inte l’òstâia de l’Izacco in via Dufour, se ciamâmo pe o mestê che fâmo ò pe i pòsti da donde vegîmo, mi che travagiâvo inte pòste me ciamâvan postin, pòi gh’êa o Trie-­stre, o Venesia, o Piaxensa, o Cremolin, o Walter che ciamâmo Liguria, perché o lêa lê ch’o-o ciamava tutti con quello nomiâgio. Da alôa Cornigen a l’è cangiâ asæ, specialmente inta popolaçion e mì, cornigiòtto d’adoçion, sento o dovei de acetâ i neuvi vegnûi, de qualsiasi razza segian, senpre a patto che se conportan rispetô-zamente, comme alôa êo stæto acugeito mì.

OTTICA MOREGOLA Dal 1950

Ottico optometrista

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di Guido Pallotti di Alvaro Filippo Michelon

Stavo tornando dalla festa di leva del 1963: ottimi vini e ottimi esseri umani in circolazione. La serata era andata per le lunghe: troppi incontri, troppe emozioni e troppi alcolici mi avevano fatto indugiare su Flavia. Sì, Flavia. La ragazza del mio primo bacio. Quello dato sul ballatoio del pianerottolo al 3° piano di corso Cavour, ad Acqui, nel lontano ’78, dopo l’ora di ripetizione di matematica. Lei aveva dimenticato il libro e io le ero corso dietro, a perdifiato, giù per le scale dal 5° al 3° saltando 5 gradini per volta. Ma ora le cose erano cambiate: lei era sposata con Claudio, il mio compagno di banco: quello sfigato ma cervellone. Ma era così che andavano le cose. L’alcol ha fatto schizzare il mio ego a livelli assurdi così, quando decido di andarmene e salutare Flavia con una asettica stretta di mano (dopo averle detto di avere fatto un gigantesco errore a sposare Claudio), sono praticamente ubriaco ma con la consapevolezza che a me non accadrà mai una sola di quelle orribili cose che si leggono sui giornali. Dopo aver imboccato la stra-da comunale che da Acqui Terme va ad Ovada, poco dopo la rotonda di Pontechi-no, prendo per la provinciale deserta. Terza, quarta, quinta e arrivo a Cremolino; poi inizio quel discesone lungo un paio di chilometri che quando sei in moto, d’estate, ti fa un piacere immenso come un tuffo nell’acqua fresca ed è proprio lì, tra la chiesetta abbandonata e la vecchia cascina dell'architetto Massa, che qualco-sa mi taglia la testa. Credo sia un pezzo di lamiera o il vetro del parabrezza, forse. Giusto qualche frazione di secondo prima di chiudere gli occhi per un improvviso abbiocco e intravedere un Suv lontanissimo. Ma si sa: il concetto di distanza è sempre inversamente proporzionale a quello che hai bevuto. Lo strano è che in questo istante io ci sento, ci vedo, percepisco un forte odore di sangue intorno e sento sapore di ferro giù in fondo alla bocca. E’ questa la morte? Il mio corpo è come se ci fosse ancora. Faccio fatica a pensare che sia rimasto intrappolato nella macchina, afflosciato come un sacco vuoto sul sedile. Lontano da me. Da me, per-ché sono io che penso di essere qui. Non c’è io senza mente ma non c’è nemmeno io senza corpo. Dove sono? Che è rimasto di Alvaro? Un corpo sul sedile anteriore e una testa su quello posteriore? Posso davvero esistere? Posso davvero continua-re ad esistere? D’improvviso arriva il buio e non vedo più nulla. Però ci sento an-­cora. Solo per poco perché poi avverto il rumore di un risucchio, quel caratteristi-co “flussssschhh” che fa il televisore quando si spegne all’improvviso. Lo stesso del computer portatile quando la batteria è scarica. Ora non sento più ma penso ancora. “Va bene, facciamola finita – ragiono - sarà per poco e poi cesserà anche questo. Non mi resta che aspettare”. E invece no: continuo a riflettere. Mi viene in mente, chissà perché, quel giorno in cui mia madre mi consegnò le chiavi di casa. Avevo 18 anni e tanta voglia di viver... (flussssschhh).

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In breve da

il bugiardino 2013

FEBBRAIO

Pota e innesta a spacco gli al-beri da frutto prima che si ri-sveglino; togli i polloni e i rami secchi: quelli troppo fitti dira-dali. In riviera metti a preger-minare le patate, prepara il terreno: appena è asciutto, semina i ceci e inizia il semen-zaio per le colture estive. NELL’ULIVETO Dopo le gelate, se la corteccia si è spac-cata per il verso lungo,taglia i rami o il tronco sotto la spacca-tura, chiudi la ferita con il ma-stice e trattala con il verdera-me. Inizia la potatura e lo sfol-timento delle cime, metti a dimora le nuove piante e sosti-tuisci quelle danneggiate. NELLA VIGNA Tempo di gemma invernale: pota e lega ma non nelle giornate fredde; cambia i pali. In riviera lavora tra i filari fino a 30cm, poi con-cima. NELL’APIARIO In riviera le api sono al lavoro: la regina inizia a deporre; nelle giornate più calde e senza vento con-trolla le scorte; cura le attrez-zature; recupera la cera. NEL BOSCO Taglia la legna da bruciare dal 12 al 25 e quel-la da costruzione dall’1 al 10, escluso il 7. Gli alberi tagliati l’1 e il 2 danno un legno molto duro; nel castagneto, perché i polloni non ricrescano, tagliali dal 4 al 10. IN CANTINA Dopo la fer-mentazione alcolica, assaggia il vino nuovo. Travasa i vini friz-zanti dal 12 al 13 e dal 17 al 18.

Dalla ricetta dei Padri Minimi, gusti d’altri tempi Il formaggio che si faceva senza latte

ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Gennaio 2013 >>> 11

Parole crociate a schema libero (il guitto)

“L’epifania tutte la feste si porta via, ora aspettiàm Car-nevale che le feste farà torna-re”. Dopo il santo Natale, le feste sembrano un lontano ricordo ma, in realtà, la convi-vialità arriva poco dopo con le allegre maschere del Carneva-le. Questa parola deriva da “carnem levare” ovvero dal levare la carne dai pasti. E’ difatti usanza della religione cristiana, durante la quaresi-ma, mangiare di magro fino al giorno di Pasqua. Per ricorda-re il sacrificio terreno di Gesù, durante tutta la quaresima si adottava questo regime ali-mentare ristretto, in seguito solo il venerdì, giorno della crocifissione. Territorialmen-te, in ogni regione, sono nati piatti per questo periodo.

Consultando la ristampa di un antico testo genovese “La Cu-­cina di strettissimo magro”, con ricette realizzate senza carne, uova e latticini, ho tro-vato quella del formaggio ma-gro. Sono quindi giunto alla personale conclusione che il formaggio è indispensabile in cucina e, qualora non si voglia o possa usare, si ricercano sostituti che insaporiscano le nostre pietanze. Immediato e spontaneo, viene il paragone con il tofu, ricavato dal mais e anch’esso usato come sostituto del formaggio in alcuni tipi di cucina o per scelte personali. Riporto nel linguaggio dell’epoca la ricetta: chi vorrà sperimentarla porterà indietro l’orologio a gusti di altri tempi, vincolati al tenore di vita della classe più povera, difatti il libro era stato scritto la prima volta nel 1880 dai Padri Mini-mi di san Francesco da Paola per la loro mensa. Le successi-ve edizioni del libro sono data-te 1931 e 1950, a cavallo e dopo i due conflitti mondiali, perio-do in cui la cucina di strettissi-

mo magro era adottata per motivi di sopravvivenza e re-peribilità degli alimenti, ragio-ni forse poco comprensibili nel 2004, data dell’ultima ristam-­pa di questo classico della ga-stronomia genovese. La ricetta (nel linguaggio originale) Prendete 300 grammi di pigno-li, e dopo averli lasciati per sei ore a molle in acqua fresca, pe-stateli a tutta finezza; come pure egualmente pesterete 300 grammi di mandorle disbucciate e lavate. Poscia pestato gli uni e le altre separatamente, spruzzate questa pasta con acqua ben sala-ta e passatela allo staccio; ripe-stando e ripassando quella che non abbia potuto passare. Pestate pure 600 grammi di buone patate, già allessate, e ancor ben calde; e dopo averle passate allo staccio, unitele all’altro battuto, con l’aggiunta

d’altro sale. Poscia ripestate nuovamente tutto insieme per venti minuti, e finalmente unte le mani d’olio, di questa pasta fatene una palla, schiacciatela alquanto, ungetela d’olio e mettetela a disseccare all’ombra sopra delle foglie sec-che di alloro. Lasciatela indurire, ungetela d’olio di quando in quando; indi lorché vogliate servirvene, grattugiatela.

SOLUZIONI

ORIZZONTALI: 1 Concas. 7 Eco. 10 O-riette. 12 Or. 13 nientemeno. 14 Ventura. 15 tb. 16 Ent. 17 Azzari. 18 Rte. 19 Loi. 20 AE.

21 Sa. 22 Pi. 23 Eur. 25 .27 Li. 28 Zeira. 29 Kaa. 30 Info. 31Men. 32 Otu. 33 Nba. 35

nonni. 37 Iano. 38 Ee. 39 cote. 41 Aa. 43 tota. 44 Giampiero.

VERTICALI: 1 conversazione. 2 orienta-mento. 3 niente. 4 cent. 5 attualità.

6 sterzo. 8 contraria. 9 Orobie. 11 emazie. 22 pero. 24 Ulanbator. 26 Mifune.

29 keniote. 34 aneto. 36 Neam. 40 Mi. 44 Ap.

ORIZZONTALI: 1 Calciatore di Cornigliano che gioca nel Carpi. 7 Umberto scrittore. 10 Orietta in francese. 12 Ordine Religioso. 13 Addirittura. 14 Il corniglianese che allena il Torino. 15 Sigla di un'unità di misura dell'informazione. 16 Personaggi di J.R.R. Tolkien. 17 Marca di biciclette. 18 Una marca nell’elettronica. 19 Il Duilio famoso pugile. 20 American Eagle. 21 Salerno. 22 Pisa. 23 Zona di Roma. 25 Personaggio della mito-logia egiziana. 27 Livorno. 28 L’Offer medico, veterina-­rio e direttore sanitario. 29 Il pitone del “Libro della jungla”. 30 Il suo simbolo è una “i” dentro un cerchio. 31 Uomini inglesi. 32 La Caleta a Rapa Nui. 33 Natio-nal Basketball Association. 35 Genitori dei genitori. 37 Diminutivo di Sebastiano. 38 Escursionisti Esteri. 39 Serve per affilare le lame.41 American Airlines. 43 Pre-cede La Sira in una canzone dei Modena City Ramblers. 44 Nome di Ventura, l’allenatore del Torino. VERTICALI: 1 Si fa parlando. 2 Si può non posseder-ne il senso. 3 Nulla. 4 Spicciolo di dollaro. 5 Modernità. 6 Ha un suo servo. 8 Antitetica. 9 Sottosezione delle Alpi bergamasche. 11 Altro nome dei globuli rossi. 22 Dà pere. 24 Capitale della Mongolia. 26 Il Tushiro at-tore e regista giapponese. 29 Lo stesso che keniane. 34 Pianta aromatica. 36 New England Air Museum. 40 Milano. 42 Ascoli Piceno.

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Autobus, è il 1956: esce il 62 sulle ruote per Coronata

ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Gennaio 2013 >>> 13

Ezio Pescheria Il pesce fresco

del golfo ligure

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Coronata fu una delle prime zone collinari genovesi ad avere un collegamento con l’autobus. Questo nuovo mezzo di trasporto era entrato sulla scena cittadina il 5 giugno 1921 sul percorso Tommaseo-Dinegro, con la conseguente eliminazione, avvenuta l’anno successivo, dell’ultima linea di tram a cavalli tra De Ferrari e Di-­negro. Nel 1926, con la formazione della “Grande Genova”, ovvero con l’annessione al comune capoluogo delle zone periferiche, si sentì la necessità di istituire alcune linee di trasporto pubblico nelle zone collinari della città. Le nuove

linee, che in taluni casi prendevano il posto di linee a trazione animale, sono gesti-te da soggetti privati con autobus. Nel caso di Cornigliano, i primi autobus furono appunto quelli della linea Sampierdarena-Coronata, gestita dalla ditta Antonio Morgante di Sampierdarena, istituita nella seconda metà degli anni Venti. Qual-che anno dopo, la linea fu rilevata dalla società Lazzi, che già dal 1931 era attiva a Genova con la gestione delle due linee Genova-Nervi e Genova-Pegli in concorren-za con le linee tranviarie dell’UITE (*). Lo scoppio della seconda guerra mondiale e soprattutto i vari eventi bellici che si susseguono fino al 1945, portano alla sospensione di molte linee cittadine. Nell’immediato dopoguerra, i pochi autobus non danneggiati, sono utilizzati per potenziare le linee tranviarie e filoviarie, per le quali la domanda di trasporto con-tinua a crescere. Il 10 dicembre 1947, i quotidiani genovesi danno notizia che pos-sono finalmente essere attivate sette linee di autobus urbani, tra le quali la Sam-pierdarena-Coronata, assegnata alla società Lazzi.

Intanto, la UITE proseguiva la sua opera di ricostruzione sia aggiornando il materiale rotabile tranviario per il quale si procedeva ad accorpare vecchie motrici e rimorchi per realizzare vetture di grande capacità, sia istituendo nuove linee di autobus da affiancare ai tram per dotare le direttrici principali della città di autoli-nee dette celeri o rapide, per le quali furono acquistati autobus con allestimento

speciale. Nel 1951 fu sottoscritta una convenzione tra Comune di Genova, UITE e Lazzi che impegnava quest’ultima a rinunciare ai collegamenti urbani per mante-­nere il servizio soltanto sulle proprie linee extraurbane (Genova-Varazze, Genova-Ronco Scrivia e Genova-Recco). Il collegamento per Coronata passa così alla UI-TE che nello stesso anno istituisce l’autolinea rapida “Z” di 8.500 metri sul per-­corso De Ferrari-Sampierdarena-Cornigliano-Coronata Cimitero. Dal 1955, la linea viene limitata a Sampierdarena ed assume la nuova denominazione “AZ”.

Nel 1956, la UITE provvede ad una ristrutturazione delle sue linee eliminan-do i tram da molte zone centrali ed istituendo nuove linee di autobus definite “ordinarie” per differenziarle dalle già citate “celeri” o “rapide” che avevano tariffe più elevate. Contestualmente, si decide di trasformare in autolinee ordinarie alcu-ne linee collinari come la Sampierdarena-Coronata che assume la nuova numera-zione “62”, esistente ancora oggi. Il 23 marzo 1981, la linea “62” è prolungata fino alla località Testa di Cavallo. Oggi, la linea “62” effettua ogni giorno circa 35 cop-­pie di corse (alcune delle quali limitate a Coronata Cimitero) dalle 5.15 alle 20.15, mentre il servizio serale è affidato alla linea “663” che, in partenza da via Molteni raggiunge prima Coronata, ridiscende poi a piazza Massena e prosegue per Ponte-decimo sul percorso della linea diurna “63”. La linea “62” e la serale “663” sono gestite con bus di dimensioni medie modello Bredamenarinibus serie 4500, dotati di telecamera posteriore per agevolare le manovre al capolinea. Sulla linea “62” pesa da tempo la minaccia di limitarne il percorso a piazza Massena, provvedi-mento più volte annunciato da AMT ma fortunatamente mai messo in pratica per le proteste degli utenti. Con la speranza che non accada, onde evitare di perdere una comoda coincidenza a Sampierdarena sia con il treno sia con le linee “18” e “20” dirette a De Ferrari e Brignole.

Fiorenzo Pampolini

(*) UITE: acronimo di Unione Italiana Tramways Elettrici, l’azienda che ha ge-­stito il trasporto pubblico genovese dal 1895 al 1965, quando diventò AMT.

In una cartolina d’epoca dei primi anni ‘20, la corriera che collegava la collina di Coronata alla “Grande Genova”. Attraverso diversi cambiamenti di gestione e di revisione delle linee urbane, si arriva al 1956 in cui la linea

prende la numerazione di “62”, esistente ancòra oggi. Sul percorso prestano attualmente servizio bus di dimensioni ridotte come il modello Bredamenarinibus, serie 4500

In un’altra rara cartolina dei primi del ‘900 (collezione Bellini), la collina di Coronata con l’autobus che scende in una curva verso valle per raggiungere, dopo Cornigliano, il capolinea di Genova Sampierdarena

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Il 27 gennaio 1945 è la data dell'abbattimento dei cancelli del campo di concentramento nazista di Auschwitz, in Polonia, effettuato dalle truppe sovie-tiche durante la loro avanzata invernale dai fiumi Vistola all’Oder. Il primo reparto che entrò nel cam-­po faceva parte della LX Armata del 1° Fronte del maresciallo Konev. Furono trovati 7.000 pri-gionieri ancora in vita e rinvenuti migliaia di indu-menti, oggetti che possedevano i prigionieri prima di entrare nel campo e 8 tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto. Viene celebrato il

“Giorno della memoria” per ricordare le vittime dell'Olocausto, le leggi razziali, lo sterminio dei rom, degli omosessuali e di tutti coloro che si opposero ai massacratori. La sezione di Cornigliano dell’A. N. P. I. promuove per ricordare il 27 gennaio un incontro tra soci ed amici. Seguirà un pranzo presso l'ARCI Rizzolio di viale Narisano al quale va un doveroso e sentito ringraziamento. Le prenotazioni si ricevono nella sede dell'A. N. P. I. in via Cornigliano, 15. R. O.

27 gennaio, il Giorno della memoria: per

non dimenticare mai Quando entrava in classe, il silenzio lo potevi tagliare a fette e calava come un sipario. Conoscevamo perfettamente i suoi gesti, sapevamo cosa avrebbe fatto ma ogni mattina, come solo i condannati, eravamo appesi alle sue parole. Raggiungeva la cattedra. Non aveva mai con sé il tradizio-nale registro verde/blu di tutti i prof. Si sedeva e dispiega-va un foglietto bianco ripiegato in quattro. A quel punto – e solo a quel punto – alzava gli occhi su di noi, scrutandoci da destra a sinistra, da sinistra a destra. Raccolta l’attenzione, sussurrava sibilando un “Sentiamo”. I battiti dei nostri cuoricini quindicenni imprestati alla cultura classica e incendiati da Guccini, Gaber e De Gregori, schiz-zavano alle stelle, rischiando il fuorigiri. Piccola pausa ed ecco i cognomi sil-la-ba-ti delle vittime sacrificali (due, più due riserve): impossibile sottrarsi a quello che era un dise-gno divino. A nostra insaputa, Lui, il pomeriggio preceden-te, aveva già deciso il nostro destino: già sapeva. Così padre Damiano Casati, da Bergamo, entrava in classe – la nostra-

ogni giorno al liceo classico Calasanzio per raccontarci e spiegarci la storia e la filosofia. “Sentiamo: Ci-ro-ne”. Il mio arrivo alla cattedra era salutato dagli altri 23 compagni con lo stesso entusiasmo che accompagnò Luigi XVI alla ghigliottina. La prima mezz’ora della sua lezione era dedicata alle interrogazioni (due, più le riserve, come abbiamo già detto), la seconda alla spiegazione: della storia, con il Camera-Fabietti dalla copertina rossa con le rovine di Roma oppure della filosofia, con il Mathieu dalla copertina di un tristissimo marrone, uguale per tutte le classi del liceo se non per tre palline nere che ne certificavano (dalla prima alla terza) il passaggio di livello. Peraltro erano libri – gli stessi- che potevi passare al fratello minore senza bisogno di ricomprarli (pensa come andava il mondo oppure, se preferisci: “All’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri”, 1972, Mogol-Battisti). Si capiva subito che avevamo a che fare con un fuoriclasse. La leggenda divide l’uomo spiritu-­ale dall’uomo “fisico”. Se ci occupiamo di questo, la storia narrava già allora (anni ‘73/’75) che questo sacerdo-te bergamasco robusto, apparentemente ruvido, plasmava spiritualmente i suoi discepoli con la stessa forza fisica di cui era dotato. Uomo tutto d’un pezzo e mani come badili: si racconta che era in grado di spezzare una matita posta tra il dito indice e l’anulare con la semplice pressione del medio. Il mito e la leggenda si fondono come la stima e la lealtà che hanno sempre caratterizzato i nostri ricordi. E del lato “spirituale”, ne vogliamo parlare? La memoria lo unisce a padre Giuseppe Lazzaroni che con lui divideva la stessa cattedra come inse-gnante di italiano e latino. Andiamo avanti. Attraverso Platone, Aristotele, Giulio Cesare, Cartesio ci insegna-rono non “cosa pensare” ma “come pensare”. Liberi tutti, insomma, in un momento in cui forse, la scuola pub-­blica non era così libera da preconcetti come lo eravamo noi di una scuola privata, ma privata non certo della libertà di pensiero. La ricchezza dell’insegnamento del “maestro” era caratterizzata da alcuni momenti in cui il “personaggio Casati” divorava “l’insegnante Casati”. Durante uno dei passaggi più difficili della metafisica di Kant (Königsberg , 22 aprile 1724 – Königsberg , 12 febbraio 1804, un sedentario!), per meglio spiegarci la critica della ragion pura, padre Casati ci svelò, tra le righe, che Kant era “un grande giocatore di biliardo”. E più avanti, quando dovemmo fare i conti con Hegel, ci affascinò portandoci a vedere “quella famosa notte così scura in cui tutte le vacche appaiono nere”. In un momento di profondo dolore mi resta il còmpito di salutare così il “mio” padre Casati. Non avrei mai pensato di farlo 40 anni fa, suo studente in quella scuola di Corniglia-no. Ma, se lo avessi immaginato, avrei desiderato essere io a farlo, ad averne il privilegio. Perché se sono così, lo devo anche a Lui. Enrico Cirone

ilCorniglianese/eventi e tempo libero Gennaio 2013 >>> 14

Addio padre Casati, l’uomo che giocava a biliardo con Kant

Auschwitz. Sul cancello di ingresso si trova la scritta "Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi). Ideata dall'Ss Rudolph Hoss, primo coman-dante responsabile del campo, venne realizzata da un fabbro, un dissi-dente politico polacco, Jan Liwackz, (numero di matricola 1010), che

saldò la lettera "B" al contrario come segno di protesta in quanto conscio di quale sarebbe stata la vera funzione del campo: un gesto

che gli sarebbe potuto costare la vita (Lo stesso fabbro, sopravvissuto all'Olocausto, chiese di riavere l'insegna: cosa che non avvenne dato

che, ormai, la scritta apparteneva e appartiene alla storia). Dal 1979 Auschwitz è patrimonio dell’Umanità protetto dall’Unesco

Padre Damiano Casati, qui in cattedra, fu insegnante e rettore dell’Istituto di Cornigliano intitolato a Giuseppe Calasanzio (1557-

1648), spagnolo, che a Roma creò la prima scuola popolare gratuita

Natale alle scuole Ferrero e Sbarbaro su invito della segretaria Anna Toscano, per seguire due Babbi Natale, Franca e Franco, che con la gerla colma di caramelle, hanno visitato tutte le classi. Un sucessone che si poteva leggere nello stupore degli alunni per accaparrarsi il dolcissimo bottino. Buon 2013 ai ragazzi e agli operatori in queste aule ricche di esperienze e tradizioni che si ripetono, anche a Natale, così come la puntuale “letterina” che è stata spedita dai ragazzi della Sbarbaro: “Stare insieme è Natale. Siamo i bambini della IV della nostra super scuola! E per Natale abbiamo fatto una recita grandio-sa con ben cinque canzoni”. C. G.

Natale (con poesia) alle scuole Ferrero e Sbarbaro

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ilCorniglianese/eventi e tempo libero Gennaio 2013 >>> 15

Commercio: uniti contro la crisi. Perché CIV… uole

“E’ troppo tardi. Bisognava investire sia in tempo che in denaro, proseguire con quello che c’era. Oggi è difficile amalga-­mare un nuovo progetto economico”. Parole di biasimo anche da parte di Lodovico Alicata, vicepresidente del comitato Operatori Economici Corni-gliano (OEC). “Manca lo spirito di sa-­crificio. Bisogna camminare, andar per negozi. La volontà di lavorare per gli altri non c’è: al di là del proprio scalino finisce il territorio. Luigi Pintori ed io contattavamo ogni commerciante per avere le adesioni e ci presentavamo con il volantino del programma in modo da giusti-ficare la quota di 50mila lire all’anno” (siamo negli anni ’90, nda). Cosa suggerisce ai comitati che verranno? “Si parla sempre di solidarietà, di cooperazione: se è vero che la grande distribu-­zione ci danneggia, perché noi commercianti non compriamo nei nostri negozi? Non andiamo al supermercato. Si tratta semplicemente di interscambio. Se vuoi solidarietà dalla gente devi essere il primo a darla. L’abbiamo scritto in uno dei primi volantini dell’OEC”. Simona Tarzia

“Se non c’è una squadra forte, qualcuno che si innamora di un progetto, questo finisce”. Racconta con amarezza Marco Crosetti, ultimo presidente del Centro Integrato di Via (CIV) di Cornigliano. “Il comitato si è sciolto soprattutto per pro-blemi di scarsa partecipazione. Inizial-mente era formato da 90 operatori ed era uno dei più grandi di Genova. Il CIV na-sce nel 2001 ed è molto vivace, porta avanti progetti importanti come la riqua-

lificazione dei giardini Melis e la semi-pedonalizzazione delle vie Vetrano, Berto-lotti e Verona. Avevamo l’idea, insieme alle farmacie della delegazione che avreb-­bero fatto da hotspot wi-fi, di fornire una connessione internet alla quale si potesse accedere tramite le nostre carte di fidelizzazione Punto Spesa. Poi ricordo uno studio, compiuto dal CIV con banca Carige, per utilizzare le Punto Spesa anche come bancomat. E un finanziamento di 50mila euro stanziato da Mario Margini, assessore allo Sviluppo economico. Ma tutto è finito nel nulla. Mi sono allontanato per vicende personali e nessuno ha voluto andare avanti”. Ha qualche suggerimento per chi volesse dar vita a un nuovo comitato?

Quasi tutti gli operatori commerciali da noi intervistati nelle ultime due inchieste del giornale hanno concordato sul fatto che la mancanza di un’associazione territoriale riferita al quartiere - che li rappresenti e li organizzi- sia una sorta di grave mancanza. Cornigliano, in controtendenza a quanto avveniva negli altri quartieri cittadini, disse “no” ad un cam-­biamento culturale da parte degli operatori economici locali mentre questo avveniva in oltre 30 analoghe realtà cittadine. Chi ha in qualche misura contribuito allo scioglimento del CIV ha di fatto privato il quartiere di un valido strumento per affrontare con successo la dinamica evoluzione della distribu-zione commerciale. Grazie ai Centri commerciali integrati di via si possono perse-guire obiettivi inimmaginabili fino a pochi anni fa come riqualificare il tessuto urbano aumentando l’attrattiva turistica. Un CIV forte può sensibilizzare gli ammi-­

nistratori locali sulle problematiche del territorio e avere accesso a bandi di finanziamento regionale per la riqualifica-zione urbana e altro ancora. Ogni singola azienda, pur man-tenendo la sua totale autonomia, una volta consorziata può dare vita ad una impresa che, in base ad interessi comuni, diventa capace di essere finalmente competitiva sul mercato. Il CIV è in grado quindi di avere un considerevole potere economico e politico derivante dall’unione. E’ normale au-­spicare che gli operatori economici del nostro quartiere ri-trovino, attraverso la ricostituzione del CIV, quell’unità di intenti e quella forza oggi assolutamente necessari perché

tutta Cornigliano ritorni a far parlare di sé non per morti bianche ed inquina-mento ma per una rinascita socio-economica che si attende da oltre mezzo seco-lo, un indennizzo ormai difficilmente equo. S.P.

Marco Crosetti, ultimo presidente del CIV Lodovico Alicata, vicepresidente OEC

Natale 2012. La festa di strada organizzata da alcuni operatori economici: i Re Magi con due asinelli

Page 16: ilCorniglianese Gennaio 2013

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Sono ormai 20 anni che la Polisportiva dilettantistica Cornigliano ‘79 organizza la sua manifestazione natalizia. Per questo "Karate sotto l’albero" è diventato un ap-­puntamento di rito per il karate giovanile ligure. L’ultimo appuntamento del 2012 si è svolto a metà dicembre presso l'impian-to polisportivo “Italo Calvino” di via Bor-­zoli, a Sestri Ponente. La scorsa edizione ha visto la partecipazione di 15 società con circa 200 bambini. La manifestazione, fin dai suoi primi esordi, ha avuto l’intento di dare ai ragazzi dai 5 ai 12 anni oltre che la possibilità di confronto e di verifica dei progressi ottenuti durante i primi mesi di attività, anche quello di es-

sere un momento festoso e di socializzazione per tutti i partecipanti. Proprio per questo motivo le premiazioni sono state fatte da un Babbo Natale che ha gratifi-cato tutti i partecipanti con dolci tradizionali e artigianali, come vuole la storia di “Karate sotto l’albero”.

Enrico Bommara

Per info: via Nino Cervetto, 8 Affiliato F. I. J. L. K. A. M. – F. I. D. A. L. Web: www.cornigliano79.com email: [email protected] 16152 Cornigliano

Nel nostro quartiere lo scoutismo è presente da quasi cent’anni: nel 1916 fu fonda-­to il gruppo “Cornigliano 1”, uno dei primi in Liguria. Dopo 15 anni di interruzio-­ne delle attività durante il periodo fascista, nel 1946 il Gruppo riaprì con il nome di “Genova 56”. I lettori del Corniglianese, da questo numero in poi, troveranno una rubrica di aggiornamento sulle nostre attività. Questo mese vogliamo raccon-tarvi che cosa propone ai ragazzi la nostra associazione. Lo scoutismo è una pro-posta educativa che si fonda sull’intuizione pedagogica di Lord Baden-Powell e che ha l’obiettivo di far crescere i ragazzi rendendoli “uomini di carattere”: perso-­ne significative per la loro vita, per le loro famiglie e per la società e, soprattutto, persone felici che intendono lasciare il mondo meglio di come l’hanno trovato e che sanno che la loro felicità sta nel realizzare la felicità degli altri. Lo scoutismo è un grande gioco di scoperta e di sviluppo dei propri talenti attraverso la vita all’aria aperta, l’attività manuale, l’avventura, la comunità, il servizio, l’accoglienza del grande disegno d’amore che Dio ha per ciascuno di noi. I capi dell’associazione accompagnano i ragazzi facendo con loro un tratto di stra-­da e cercando di testimoniare con gioia la loro scelta scout, di impegno civile e di fede. Il cammino dello scautismo inizia con il Branco dei Lupetti (8-12 anni) e prosegue nel Reparto degli Esploratori e delle Guide (12-16 anni), nel Noviziato (16 anni) e nel Clan dei Rover e delle Scolte (16-20/21 anni): al termine del Clan la partenza è il momento in cui il giovane sceglie di portare avanti nella sua vita i valori maturati nel suo cammino scout e che si esprimono nella promessa e nella legge scout. Nel nostro gruppo abbiamo il Branco della Liana presso la parrocchia di sant’Ambrogio in cui i Lupetti, giocando insieme tra loro e con i Vecchi Lupi

imparano a esprimere se stessi e a comuni-care con gli altri; i Lupetti si riuniscono ogni settimana e una volta al mese fanno una gita insieme (caccia), ogni estate si ha il momento più importante dell’anno che sono le vacanze di branco (il campo): l’estate scorsa il cam-­po si è tenuto nella Base Scout regionale di Vara. Il Reparto del Pino, con la sede presso l’Istituto Cala-­

sanzio, riunisce i ragazzi dai 12 ai 16 anni, i quali, facendo esperienza diretta, im-parano a vivere all’aria aperta, capiscono il significato della lealtà e della coerenza, della responsabilità e del servizio;; l’avventura vissuta insieme ai capi porta i ra-­gazzi ad assaporare le bellezze del creato e a iniziare un cammino verso Dio sem-pre più personale. I momenti di incontro degli esploratori sono la riunione setti-manale, il bivacco mensile e il campo estivo: l’ultimo campo è stato a Upega, in Alta val Tanaro. Il Noviziato dell’Arcobaleno e il Clan del Bosco rappresentano il momento della maturità vissuta nella comunità, nel servizio, in un rapporto sem-pre più adulto, responsabile e libero con se stessi, con Dio e con gli altri, nella comprensione che la vita è una strada da percorrere con la forza e la gioia delle scelte vere e significative. Oltre alla riunione settimanale e al bivacco mensile, caratterizzano il Noviziato e il Clan l’esperienza della route, cioè un campo mobile solitamente di cammino che fa sperimentare la bellezza dell’essenzialità, della condivisione, della scoperta, della fatica e che fa cogliere con chiarezza che cosa significhi che “lo scautismo entra dai piedi”. L’ultima route è stata nell’agosto scorso: in bicicletta lungo la ciclovia del Danubio, da Linz a Vienna. Buona strada a tutti! Per informazioni: Francesco, capogruppo: 3282191840 .

I capi del Ge 56

Lo scoutismo a Cornigliano I valori di una scelta

Karate sotto l’albero Si rinnova il rito annuale per 200 bambini

Il taekwondo è un'arte marziale coreana e anche uno sport da combattimento a contatto pieno nato fra gli anni '50 e '60 nonché sport nazionale in Corea del Sud basato principalmente sull'uso di tecniche di calcio. E’ l'arte marziale che conta il maggior numero di praticanti in tutto il mondo. Combina tecniche di combatti-mento volte alla difesa personale e alla pratica agonistica e in alcuni casi può

ispirarsi alla filosofia e alla meditazione. Nel 1989 il taekwondo è diventato l'arte marziale più popolare al mondo in termini di praticanti. Al circolo ACLI sant’Ambrogio, il maestro Luis Retto tiene lezioni bisettimanali di questo magnifico sport. Per la crona-ca: alle Olimpiadi di Londra i nostri azzurri, Carlo Molfetta e Mauro Sarmiento hanno vinto rispettiva-mente una medaglia d’oro e una di bronzo. Carlo Guerra

Sulle orme delle medaglie azzurre Taekwondo, tra sport e meditazione

Gennaio 2013 >>> 16 ilCorniglianese/sport

Foto di gruppo dei lupetti del “Genova 56” in Val di Vara (Savona)

Grande attesa per tre date all’insegna del Carnevale. Domenica 3 febbraio, con il patrocinio del Municipio VI medio ponente, nell’area verde di Campi, vicino al campo spor-­tivo, il Comitato genitori e anziani di Campi, il Comitato genito-ri scuola Sbarbaro e la Pro Loco di Cornigliano organizzano per piccoli e grandi una festa di Carnevale con animazione e pento-laccia (ore 15). Dalle 14 per tutti coriandoli e croccanti bugie. Domenica 10, presso il ricreatorio parrocchiale san Giacomo, con il patrocinio dell’Unione commercianti Cornigliano, festa in maschera per bambini con giochi e sorprese. Sabato 16 febbraio, il Carnevale si chiude presso l’area Dufour di via Cervetto con una grande festa in maschera, dalle 15, organizzata dal Circolo Arci Ugua-glianza e aperta a tutti, a partire dai più piccoli. Mi. Tu.

Carnevale, tris di divertimenti

Page 17: ilCorniglianese Gennaio 2013

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ilCorniglianese/sport Gennaio 2013 >>> 17

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Ventura: “Con Garrone se ne va un uomo importante per il mondo dello sport”

“Sono vicino alla famiglia Garrone. La scomparsa del grande presidente sampdoriano lascia un vuoto incolmabile non solo per la società, per la squadra ma per tutto il mondo dello sport”. Sono le prime parole che Giampiero Ventura, corniglianese e alle-natore del Torino Calcio, ha rilasciato alla nostra redazione. Prosegue Ventura: “La figura di Riccar-­do Garrone era quella che più si avvicinava all’altra

Prosegue il periodo nero del Grifone. La vittoria casalinga contro il Bologna non ha rappresentato la chiave di svolta della stagione e così il Genoa si ritrova relega-to al terz’ultimo posto in classifica. A differenza delle altre brutte gare, la disfatta interna contro il Catania (0-2) è stata la partita giocata peggio dai rossoblù in que-sta stagione e, forse definirla “partita giocata”, è riduttivo nei confronti delle altre formazioni che lottano per non retrocedere in Serie B. La squadra è scesa in cam-po senza grinta, senza voglia e senza quella cattiveria agonistica che sarebbe servi-ta per portare a casa un risultato utile. Dopo tre minuti dal calcio d'inizio, il Genoa si trovava già sotto di una rete e il gol mancato incredibilmente sotto porta da Borriello, poco dopo lo svantaggio subìto, è stato la mazzata che ha tagliato le gambe ai giocatori. Sconfitta pesante ma, a pagare il salato conto, è stato Del Neri: il tecnico di Aquileia a fine partita è stato esonerato, al suo posto ritorna il “sergente di ferro” Davide Ballardini, l'unico allenatore capace di lasciare il segno dopo l'addio di Gasperini. La patata, pardòn, panchina bollente è ora nelle sue mani e il tecnico ha le capacità per riuscire in questa impresa che più che dispera-ta, al momento, sembra impossibile; il tempo gioca a favore del Grifone anche se il difficile calendario pesa più della classifica. Per centrare la salvezza è necessario che l'ambiente si compatti e inizi a lottare, lasciando alle spalle i rancori verso la

società a favore della voce, quella voce che ai tifosi è venuta a mancare. Il tifo della Nord è l'unica cura per questa squadra mal costruita da una dirigenza che in questi ultimi anni ha pensato solo alle entrate economiche. Il momento è difficile e la paura regna sovrana: solo la spinta dei tifosi può cambiare le cose perché, ora più che mai, in campo serve un dodicesimo uomo. Difficile indicare il Top e il Flop. Il gol di Immobile a San Siro — che ha per-messo al Genoa di tornare a casa con un punto — dovrebbe consacrare il giovane Ciro come il giocatore del mese ma l'aver ammutolito il pubblico genoano presente a Milano e le dichiarazioni d'amore alla Juventus dal ritiro della nazionale hanno pesato molto sulla sua credibilità agli occhi di tutti. Definire flop Sampirisi, invece, sarebbe sciocco: non è giusto mas-sacrare un potenziale buon giocatore per il suo attuale rendimento. Le colpe sono da attribuire a chi non gli ha permesso di fare esperienza, scaraventandolo in A, come si faceva in certi varietà con i famosi, o quasi, “dilettanti allo sbaraglio”. In un momento molto triste per il calcio genovese, il sito del Genoa è stato il pri-mo ad esprimere alla famiglia Garrone il proprio cordoglio per la scomparsa di un grande presidente. Riccardo Cabona

Il Genoa ricomincia da Ballardini

La Samp targata Delio Rossi parte subito male ma non si poteva pre-tendere che il nuovo tecnico in quat-tro giorni risolvesse tutti i problemi. La sua mano si è vista nella partita con la Juventus: rispolvera Palombo e De Silvestri e ritorna al modulo 4-4-2- inserendo stabilmente come titolare Icardi che conferma le sue doti segnando una doppietta alla blasonata Vecchia signora, espu-gnando quel gioiello dello “Juventus

Stadium”. Nell’occasione del secondo gol, Icardi ha fatto vedere tutta la sua classe, nonostante la giovane età, segnando una rete da manuale. Per la cronaca, solo l’Inter era riuscita a Torino nell’impresa della Sampdoria. Buona la gara contro il Milan anche se il pari è andato piuttosto stretto agli uomini di Delio Rossi. La più recente sconfitta con il Siena riapre il problema dei rinforzi e della psicolo-gia di questa squadra, forte con gli avversari “forti” ma debole con le più deboli.

Con il Siena, ultimo in classifica anche se penalizzato di sei punti, abbiamo visto una squadra irriconoscibile sia sotto il profilo del gioco che del carattere: certo il solo ingresso di Palombo non può risolvere i problemi. Occorrerebbero tre rinfor-zi, un centrale in difesa, un uomo di fascia e un attaccante, e questa non è cosa nuova. Nel frattempo a gettare benzina sul fuoco sono state le voci di una possibi-le cessione di Icardi ma tutto sembra rientrato con un “semplice” ritocco all’ingaggio del talento argentino. La prossima gara è con una concorrente diretta, il Pescara, e la Sampdoria non può e non deve perdere. Giocherà con il lutto al brac-cio, con tutte le motivazioni nella testa ma soprattutto nel cuore. E lo farà per onorare la figura eccellente del presi-dente Riccardo Garrone, scomparso lunedì 21 gennaio. Top. Icardi: sotto rete tiene la palla bassa e insacca un gol da vero campione. Flop. La difesa, tutta. Carlo Guerra

Samp col lutto al braccio

Davide Ballardini torna sulla panchina del Genoa

Icardi, 20 anni, nato in Argentina, due gol alla Juventus

storica del presidente Paolo Mantovani. Ricordia-mo che Garrone salvò la Sampdoria in un momen-to molto delicato per la squadra genovese e lo fece per onorare un impegno preso “sulla parola”. Co-­me ex allenatore della Samp, ho vissuto indiretta-mente ma con partecipazione assoluta il suo in-gresso nella Società dalla prima fase più critica a quella più recente. Un uomo d’altri tempi. Perso-­nalmente non ho mai lavorato con lui ma era pro-verbiale la sua serietà, merce molto rara nel calcio di oggi. Anche a nome del Torino Calcio esprimo, tramite questo giornale, il mio più profondo cor-doglio”. Guido Pallotti

21esima giornata di Serie A: Siena-Sampdoria 1-0

Ventura, (Cornigliano 1948), iniziò nella Samp come allenatore delle giovanili

Riccardo Garrone, (Genova, 23 gennaio 1936 – Grondona, 21 gennaio 2013)

Page 18: ilCorniglianese Gennaio 2013

Numeri utili Pronti interventi

Carabinieri 112 Polizia 113 Vigili del fuoco 115 Guardia di Finanza 117 Emergenza sanitaria 118 Emergenza incendi 1515 Guardia costiera 1530 Viaggiare informati 1518 Vigili urbani 0105570

Cornigliano Comune 0106500068

Croce Bianca 010651276 0106512817

Illuminazione pubblica

800523188 A.C.I. 803116 Taxi 0105966

ASL Guardia medica

010354022 CUP prenotazioni

0105383400 AMT

Linee e orari 0105582414 Trenitalia

Orario treni 92021 Aeroporto C. Colombo

Informazioni 01060151

L’avvocato risponde

Caro Av-vocato, sono una cittadina

tedesca ed ho acquistato tre anni or sono una vecchia casa

colonica nell’ovadese che ne-­cessitava di immediate ripara-zioni. Ho adibito parte della casa a mia residenza ed un’altra parte, che si trova sul confine della proprietà, ad attività agrituristica. Ho ap-paltato i lavori di ristruttura-zione ad un’impresa che, stan-­te la precarietà statica dei mu-ri portanti, ha abbattuto parte della struttura e l’ha ricostrui-­ta nel pieno rispetto degli strumenti urbanistici e dei permessi di costruire rilascia-ti. Pare che nel ricostruire, per errore, l’impresa non abbia rispettato il sedime della vec-chia struttura ma anzi, si sia ‘allargata’ andando ad invade-­re, per una estensione di 70 centimetri in larghezza e 12 metri lineari in lunghezza, il terreno del vicino. Questi, ora, a più di un anno dalla fine dei lavori, chiede la demolizione e l’arretramento dell’edificio, oltre che il risarcimento del danno. Posso evitare di dover demolire la nuova costruzio-ne ? Posso rivalermi sull’impresa per gli eventuali danni? K. T. Cara Signora, ai sensi dell’articolo 938 del Codice Civile, se nella costru-zione di un edificio si occupa in buona fede una porzione del fondo attiguo, ed il pro-prietario di questo non fa op-

posizione entro tre mesi dal giorno in cui ebbe inizio la co-struzione, l’autorità giudiziaria, tenuto conto delle circostanze, può attribuire al costruttore la proprietà dell’edificio e del suolo occupato. Il costruttore è tenuto a pagare al proprietario del suo-lo il doppio del valore della su-perficie occupata, oltre al risar-cimento dei danni. La disciplina che Le ho evidenziato è nota come accessione invertita per-ché al ricorso degli indicati re-quisiti (occupazione in buona fede di una porzione del fondo attiguo e mancato opposizione del vicino, proprietario del terre-no, nel termine di tre mesi dall’inizio della costruzione) l’accessione – vale a dire l’acquisto a titolo originario del-­la proprietà – avviene non già a favore del proprietario del suolo (come avviene normalmente, in base ad un principio che ha ori-gini nel diritto romano) ma a favore del proprietario-costruttore dell’edificio: Lei nel-­la fattispecie. L’ipotesi prevista si configura quando, come nel Suo caso, l’edificio insiste a ca-­vallo dei due fondi. La giurispru-denza ritiene la norma richia-mata applicabile solo nel caso di costruzione di edifici, mentre è esclusa nel caso di altri manufat-ti. L’acquisto in suo favore, per accessione invertita, non opera di diritto ma necessita di una sentenza del Giudice; non si tratta di un provvedimento do-vuto: l’autorità giudiziaria potrà tenuto conto delle circostanze anche negare il provvedimento. Il consiglio è quindi quello di ricorrere al Giudice contro il vicino e contro l’impresa appal-­tatrice: contro il vicino al fine di vedere riconosciuto l’acquisto;; contro l’impresa al fine di essere risarcita delle somme che Lei è comunque tenuta a corrisponde-re al vicino, ai sensi della norma invocata. Avvocato Matteo Savio

La Cucina di nonna Papera (Leda Buti)

Ingredienti: la buccia grat-tugiata di un limone, un bic-chierino di rum, 120g di zuc-chero, una punta di cucchiai-no di cannella, un bicchierino di marsala, 4 uova medie, 800 ml di latte, 300g di panettone o pandoro, una bustina di vanillina. Per decorare: 100g di cioccolato fondente, 100ml di panna fresca da montare. Procedimento: tagliate il panetto-ne a fettine sottili, mettetelo in una ciotola e irroratelo con il rum e il marsala, lasciate riposare al fresco per almeno un quarto d’ora. In-­tanto fate bollire il latte in una casse-ruola, aggiungete la cannella e la buccia del limone. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire il composto, filtratelo in un coli-no fine: nel frattempo dividere

i tuorli dagli albumi, sbatterli con metà zucchero fino ad ot-tenere un composto chiaro e cremoso, incorporate al latte la crema di tuorli e il panettone sbriciolato, montate a neve gli albumi, inserite lentamente il restante zucchero e uniteli al panettone. Versate in uno stampo antiaderente e imbur-

rato della capacità di 2,5l; cuocete il budino a bagnoma-ria e infornate per 40 minuti a 200°. Quando sarà dora-to e si sarà staccato dallo stampo, to-glietelo dal forno e lasciatelo raffred-dare, quindi sfor-matelo al centro di un piatto da porta-ta. Preparate una salsa di cioccolato,(sciogliendo il cioc-

colato fondente a bagnomaria), montate la panna, inseritevi il cioccolato sciolto e versatela sul budino.

ilCorniglianese/rubriche Gennaio 2013 >>> 18

Budino di panettone al cioccolato

Se vi avanza la polenta, affettatela per ricavare dei sandwich da farcire con una fettina di salame e una sottiletta. Sopra la polen-ta passate i panini nella farina, nell’uovo sbattuto e nel pangrat-­tato, friggeteli, poneteli su carta assorbente e mangiateli caldi. L’agnello avanzato è ottimo per fare il ragù. Con gli avanzi di pesce si possono preparare squisite polpette (vedi foto): basta frullare il pesce con un uovo, prezzemolo, uno spicchio d’aglio, pane raffermo ammollato nel latte, una grattata di noce moscata, sale q.b. Amalga-mate e fate delle polpettine, passa-tele nel pane grattugiato, friggetele e accompagnate con un purè di patate e carote. Con la testa e le lische si possono preparare ottimi fumetti (brodi di pesce).

I consigli della nonna

Quando avanzano gli avanzi

Page 19: ilCorniglianese Gennaio 2013

Il mercato immobiliare vuol ripartire E tra richiesta e offerta cresce la differenza

Secondo continui sondaggi ed analisi approfondite di esperti del settore, in questo nuovo anno il mercato im-mobiliare italiano dovrebbe rimanere stabile, senza at-tendere picchi né in calo né in aumento, in merito al numero di compravendite

nel nostro Paese, più che dimezzato dall’inizio della

crisi. I tempi di compra-vendita sono sempre ele-vati, intorno agli otto mesi per le abitazioni, e si evi-denzia sempre una forte differenza tra i prezzi ri-chiesti e i prezzi offerti, pertanto si prevede ancora un ulteriore calo delle quo-

tazioni, già scese del 20-30% dall’anno 2008, e

margini di trattabilità elevati. Purtroppo, e nella nostra delegazione lo si sente più che in altre zone della città, si attende un provvidenziale cambia-mento di strategia da par-te del sistema bancario, sperando che appunto le

“care” banche aiutino il cittadino, sostenendo le

famiglie e magari inizian-do a concedere qualche mutuo in più senza dover affrontare insostenibili paletti, forse mai esistiti. Questo dovrebbe far ri-partire il mercato immo-biliare e l’economia ine-­rente lo stesso, oggi in forte crisi, anche grazie nell’ultimo anno, alla tas-­sazione eccessiva imposta dal governo tecnico; una classe politica incapace ed uno Stato sprecone, inve-ce di premiare le famiglie di operai, impiegati e lavoratori tutti che rispar-miano giornalmente c0n sacrifici per assicurare un futuro ai propri figli e nipoti, applicano sui loro risparmi, a nostro avviso, tasse ingiuste, esagerate e non più sostenibili. Spe-riamo che con l’anno nuo-­vo e la nascita di un nuo-vo governo, qualunque sia il colore o l’ideologia, ci siano profondi cambia-menti bancari e fiscali, che permettano un vero rilancio economico. Andrea Scibetta

ilCorniglianese/rubriche Gennaio 2013 >>> 19

Dal 1972 al vostro servizio

Vivere meglio in dieci mosse Se hai il colesterolo alto (ma non solo:

attenzione ai trigliceridi e alle funzioni lipidi-che), occorre modificare l'alimentazione. Ecco delle regole semplici ma efficaci. 1) Preferire cibi di origine vegetale a quelli ani-mali: frutta, verdura, legumi. Limitare la carne, i formaggi, le uova, il latte, il burro. 2) Attenzione ai grassi di cottura e di condimen-to: limitare burro, strutto e margarine e preferi-re l’olio extra vergine di oliva. 3) Primi piatti a piacere senza restrizioni tranne che per il condimento. 4) Limitare la carne. Non più di 3/5 pasti setti-manali dando la preferenza al pollame, ai tagli magri di manzo, cavallo e coniglio. 5) Consumare pesce 3/4 volte la settimana: è un alimento povero di grassi e nutriente. 6) Controllare formaggi e salumi: non più di 2 pasti settimanali a base di formaggi (mozzarella e ricotta sono i meno grassi); tra i salumi meglio la bresaola e il prosciutto crudo privo di grasso. 7) Aumentare i legumi: fagioli, piselli, ceci, len-ticchie, fonte preziosa di proteine.

8) Frutta senza limitazioni e latte parzialmente scremato, fonte insostituibile di calcio. 9) Limitare uova e frattaglie: l'uso delle uova va ridotto a non più di due volte la settimana. 10) Curare la preparazione e la cottura dei cibi: per le carni e il pesce sono da preferirsi cotture che non richiedono aggiunta di grassi. Buona salute.

Dottoressa Jose Cuffaro, farmacista

La salute

L’info-point della Pro Loco di Cornigliano sarà attivo dal 1 febbraio presso l’ufficio della Pubblica Assistenza Croce Bianca di via Gessi, il martedì e giovedì dalle 10 alle 12. Al suo interno, cittadini e lettori de “ilCorniglianese” potranno iscriversi alla Pro Loco e, comunque, avranno la possibilità di dare la propria di-sponibilità per collaborare con l’Associazione nell’organizzazione di e-­venti di diversa natura all’interno della delegazione. Nella stessa sede, oppure telefonando alla Pro Loco, 334.7925833, tutti potranno comu-nicare proposte, segnalazioni, reclami, suggerimenti per migliorare il nostro giornale o per offrire nuove collaborazioni. Nel frattempo questa redazione si è trasferita presso l’area verde di Campi, in uno spazio più grande e adeguato ad un giornale in grande espansione. Un sentito rin-graziamento va al Comitato “Genitori e anziani” per la felice collabora-­zione che si è subito instaurata tra i due sodalizi genovesi. Oerre

Novità in casa Pro Loco C’è l’info-point e la redazione cambia sede

Campi. La prima foto della nuova sede del giornale

I legumi sono in grado di abbassare la colesterolemia, grazie al buon contenuto in lecitina

Page 20: ilCorniglianese Gennaio 2013

Gennaio 2013 >>> 20 ilCorniglianese/la bacheca

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Page 21: ilCorniglianese Gennaio 2013

ilCorniglianese/associazionismo Gennaio 2013 >>> 21

Café Alzheimer a Villa Bickley La forza di non essere soli

L'A.F.M.A., Associazione Famiglie Malati di Alzhei-mer, è un’organizzazione onlus (quindi senza profit-to) che a Cornigliano aiuta e sostiene con l'esperienza dei propri associati tutte quelle famiglie che oggi hanno un loro caro ammalato di Al-zheimer. A Villa Bickley, il Café Al-zheimer "Le panchine nel parco" è un punto d'incon-­tro dove associati e volonta-ri-sostenitori si adoperano con programmi specifici di interesse manuale, giochi, canti, memoring, tep terapy

(attività con animatori), ginnastica dolce, affinché gli "ospiti" ammalati possa-no trovare ancora quegli stimoli ed interessi che hanno perso nella loro quo-tidianità famigliare. Queste attività permettono loro di scoprire nuove vie di co-municazione con i loro cari e con gli accompagnatori e anche di scaricare la ten-sione accumulata durante la normale vita quotidiana. Tutte le attività sono frutto di confronto tra l’esperienza diretta degli associati che hanno avuto -

o hanno ancòra ammalati di Al-zheimer in fami-glia- e il Distretto socio-sanitario VI con medici psico-logi che volonta-riamente sostengo-no con il loro aiuto l’associazione. Il Centro è aperto due pomeriggi alla settimana (martedì e venerdì) e sareb-bero tutti felici se la comunità corni-glianese parteci-passe attivamente al lavoro del gruppo per meglio capire e compren-dere l’attività che si svolge a favore di chi ha bisogno e scoprire magari che, con un po’ di buona volontà ed un sorriso, si può fare mol-to: è la forza di non essere – e di non sentirsi – soli.

Carlo Guerra

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno

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Dal primo di dicembre del 2001 la villa è diventata sede della biblioteca Guerrazzi e del Centro del Lavoro di Genova, Job Centre. E' nata così una biblioteca tecnologica multi-mediale con un parco pubblico annesso e con una caffetteria ubicata nell'antica serra. Una curiosità del parco, che è di circa 1600 mq, è una splendida canfora bicentenaria

(di cui ci siamo occupati nel numero di maggio 2012, ndr)

Cos’è l’Alzheimer La malattia o morbo di Alzheimer è la forma più comu-

ne di demenza degenerativa con esordio prevalente-mente senile (oltre i 65 anni), ma può manifestarsi an-che in epoca precedente. La patologia è stata descritta

per la prima volta nel 1906, dallo psichiatra e neuropa-tologo tedesco Alois Alzheimer. La malattia è definibile

come un processo degenerativo che pregiudica pro-gressivamente le cellule cerebrali, rendendo l'individu-

o che ne è affetto incapace di una vita normale

Villa Bickley fu eretta tra fine del 1500 e l’inizio del 1600. Il primo dicembre del 2001, terminati i lavori di ristrutturazione, la villa venne acquistata dal comune di Genova da tre enti inglesi ai quali era pervenuta per legato testamentario

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ilCorniglianese/come eravamo/come siamo Gennaio 2013 >>> 22

Racconto in quattro parti

Terza puntata In piazza Metastasio c’era una bigliet-­teria ed un’entrata per lo stadio, una locanda-osteria e, in un angolo, un gabinetto pubblico dove un sordido individuo (del quale non dirò il cogno-me, peraltro molto co-mune a Genova) cercava di attirare noi ragazzini offrendo soldi, dolci e caramelle. Per l’osteria arrivavano rifornimenti in grosse botti di vino su carri a cavalli dal cui piano venivano fatte scendere lentamente, trattenute da funi su scivoli in legno. In un altro angolo con via Re-gina Margherita c’era il negozio di “Santin” che era un paradiso per noi ragazzi. Aveva ogni tipo di piccoli dolci, tutte le qualità di liquirizie: i pescetti, i tacchetti, le stringhe e le more. Ma soprattutto i frugolini, sacchettini contenenti i rotti e le briciole di lavo-razione dei biscotti Sai-wa. Si faceva a gara ed era festa quando si tro-vava un ritaglio grande e -alla fine- si gonfiava il sacchetto vuoto e lo si faceva scoppiare a sor-presa dietro qualcuno per spaventarlo. La piaz-za senza auto era il no-stro Eden. Controllati dai genitori dalle finestre, potevamo dedicarci ad infiniti giochi: il salto con la corda, il cavalluc-cio, il cerchio, la palla prigioniera, i quattro cantoni, il lancio delle figurine contro il muro (vinceva quella che ri-maneva più vicina). Disegnavamo con il gesso sull’asfalto il pàmpano e la pista sulla quale facevamo correre con

le bicellate le grette o le palline in ter-racotta o quelle più ricche in vetro co-lorato. Un altro gioco molto praticato era la ziardoa (la trottola, in genovese) che si faceva girare tirando la spago alla quale era avvolta. Vinceva chi riu-sciva a farla girare più a lungo ed il perdente subiva – con la crudeltà tipi-ca dei ragazzi- la rottura della sua

(erano di legno) effettuata con la punta d acciaio della trottola del vincitore. C’era poi chi poteva permettersi di costruire il carretto montato su quat-tro cuscinetti a sfera e con un pezzo di spago per volante. In piano lo si dove-va spingere ma in discesa regalava intense emozioni. A proposito di gio-chi, rammento il mio primo giocattolo.

Mio padre gestiva il ferramenta-arme- ria di via Cornigliano (a fianco della cappelleria dell’elegante signor Beltra-­melli). Un giorno mi trovavo in negozio quando arrivò una cassa colma di rifor-nimenti. Una volta aperta, con mia grande meraviglia ed emozione, vidi sopra ogni altra cosa un monopattino in legno colorato che mio padre aveva

ordinato all’insaputa mia e di mio fra-­tello per farci una sorpresa. Il mio se-condo giocattolo è stato un trenino a molla in latta che poteva solo girare sull’unico binario circolare. Quelli so-­pra esposti erano i nostri unici diverti-menti, se si esclude il cinema Esperia (subentrato al “pidocchietto” di via Re-­gina Margherita). Avevo la fortuna di

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“Quel cavallo che issava la giostra dei cavalli” di Enrico Benvenuto

frequentare gratis il locale poiché mia mamma Lina, lavorando nella distri-buzione delle pellicole (faceva la “passafilm”) era in ottimi rapporti con la proprietaria. In questo cinematogra-fo ho visto il primo film a colori ameri-cano in assoluto: “Il sentiero del pino solitario” del 1936, con Sylvia Sidney ed Henry Fonda.

Il 25 luglio a Corniglia-no si festeggiava san Giacomo che però non era la nostra parroc-chia. La nostra, nella quale sono stato battez-zato e dove ho fatto la prima comunione, era quella di sant’Ambrogio al mare situata in una specie di garage (come infatti è adesso) e gui-data dal severo don Bisso e dal curato don Chiappori, molto più amato da noi ragazzi. Il centro della festa era comunque la nostra piazza dove arrivavano puntuali i baracconi con i tiro a segno, la pista delle automobiline a scontro e la monumen-tale, coloratissima gio-stra dei cavalli a dondo-lo, le gondole basculan-ti, le tazze girevoli e l’organetto centrale. Era uno spettacolo vederla montare: per issare il pesante perno centrale c’era bisogno dell’aiuto di un cavallo! Nella via Bertolotti si posiziona-

vano i banchetti con quelle povere cose che i tempi permettevano. Natural-mente non c’erano luminarie. Gli unici addobbi erano le bandierine di carta colorata che i residenti ritagliavano e stendevano su fili stesi sulle strade tra un palazzo e quello di fronte.

Fine terza puntata

Novara, agosto 1953. La squadra di hockey su rotelle di Cornigliano gioca in trasferta. Da sinistra, Remo Benvenuto, portiere. A fianco Roberto De

Lellis, medico: esercitò in città per parecchi anni. Primo a destra, Guido Mazzoni, capitàno.

Giocò anche come terzino nella nazionale azzurra

19 marzo 1949 Al centro della foto, inginocchiato, Remo Benvenu-to, portiere della squadra di hockey su rotelle della Corniglianese e fratello dell’autore del racconto

Page 23: ilCorniglianese Gennaio 2013

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Gennaio 2013 >>> 23

Il fornaio Cesare e il ricordo di chi lo ha conosciuto Spettabile “ilCorniglianese”, è con grande emozione che ho visto sull’ultimo numero di dicembre la fotografia del for-naio Cesare Battaglino. Ho contattato la figlia, signora Franca, e a lei ho raccontato qualcosa che forse non sapeva data la giovane età che aveva alla scomparsa del papà. Cesa-re venne a Genova da Vezza d’Alba tramite parenti di mia madre dello stesso paese per imparare il mestiere ad mio padre Guido nel nostro forno di via De’ Cavèro. Tra tutti gli aiutanti che ha avuto mio pa-dre, lui è quello che più ci è rimasto nella memoria e nel cuore per la sua bontà, genti-lezza e per il suo modo di esse-re. Lo ricordo in tanti momen-

ti passati insieme oltre che nel lavoro, nelle gite, nei pic nic e in altre occasioni, prima fra tutte quale invitato alle mie nozze il 12 ottobre 1958. Ho appreso a suo tempo con tanto dolore la notizia della sua scomparsa e ogni volta che vado con mio marito al cimite-ro di Vezza non manchiamo

Il comandante Stefano racconta il mare della sua vita Varazze. Gentile Pro Loco Cornigliano, confermo i miei più vivi com-plimenti per la conduzione del giornale “ilCorniglianese” e sugli argomenti trattati che tengono vive le nostre radici fino a poco tempo fa piuttosto sopite. Sono nato il 23 marzo 1939 al n. 6 di via Vetrano, ex Antonio Pellegrini, via che era il cuore pulsante della delega-zione. Come altri miei conter-ranei ho abbracciato la carrie-ra del mare: sono capitano di lungo corso, comandante di navi mercantili e passeggere. Ho scritto ed edito in proprio due libri sui temi del mare. Ho insegnato nelle scuole elemen-tari varazzine la storia della navigazione italiana. Leggo volentieri e con vivo interesse il giornale e vorrei offrire i miei contributi su Cornigliano e sul mio passato marinaro. Complimenti, avanti così.

Comandante Stefano Giacobbe

Gentile comandante Giacob-be, siamo molto lieti di averla tra i nostri attivi lettori e ci

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Curiosità. Ecco dove si trovava il castello Raggio Riceviamo da un attento letto-re un fotomontaggio che rico-struisce l’esatta collocazione del castello Raggio sullo sco-glio di sant’Andrea, il simbolo di Cornigliano demolito nel

1951, attraverso una “sovrapposizione temporale ma topograficamente corretta” che mostra il castello dietro il carroponte dell’Ilva all’altezza dell’imbocco di via Pionieri e

scusiamo sùbito per aver ta-gliato la sua lunga lettera. Non tema: se lei sarà d’accordo, la riproporremo come racconto della storia passata di Cornigliano in uno dei prossimi numeri. Antici-piamo, per rispondere alla curiosità di chi ci segue, che il comandante vanta fortissime radici genovesi che risalgono –pensate– all’anno Mille e che, lo stesso, ufficiale di coperta addetto al funzionamento dei mezzi di emergenza, si rese protagonista con tutto l’equipaggio nel 1968 del sal-­vataggio in mare della nave passeggeri “Federico C.” quan-­do, dopo aver urtato una roc-cia sommersa al largo del Ve-nezuela, venne portata con maestrìa su un basso fondale e lì, appositamente, incagliata senza danni per nessuno. E questa coincidenza non può passare inosservata proprio nel mese in cui si ricorda il primo anniversario del disa-stro della Costa Concordia, avvenuto all’isola del Giglio il 13 gennaio dell’anno scorso. A presto, quindi, caro coman-dante Giacobbe.

La redazione

mai di andare ad omaggiarlo assieme al suo sfortunato fi-glio nella cappella di famiglia. Vi ringrazio per la possibilità che mi avete dato di conoscere la signora Franca con la quale mi sono scoperta accomunata nel ricordo dell’indimenticabile caro Ce-­sare.

Margherita Dallorto

Il 21 marzo 1968, la nave passeggeri “Federico C.” (nella foto) urta una roccia sommersa a Port of Spain. Nonostante subisca ben 32 falle, viene portata in sicurezza su un basso fondale per le

prime riparazioni

Ottobre 1970. Il fornaio Cesare Battaglino, durante l’alluvione che colpì la città di Genova, riuscì ad assicurare il pane ai cittadini di

Cornigliano pur lavorando in con-dizioni estremamente precarie, come testimonia la foto di allora

Cornigliano, un puzzle da girare in bicicletta Cara redazione, vi ringrazio affettuosamente per il fattivo lavoro che state operando e che sta contribuendo ad animare il dibattito tra la gente di Corni-gliano. Ognuno di noi, abitan-do il nostro quartiere, matura immancabilmente dei sogni per migliorare la sua vivibilità e desidera riportare all’antico splendore il nome che Corni-gliano Ligure ha posseduto in tempi remoti. Come in un me-ga-puzzle se ciascuno riunifi-casse i pezzi del suo vicino di casa il quadro che verrebbe ricomposto avrebbe un’evidenza più omogenea e bella. Vedo già le biciclette transitare nella via Cornigliano finalmente decongestionata dal traffico pesante, la stazione ferroviaria riotterrebbe il lu-stro che merita in una delega-zione industriale che convive però con nuove parole d’ordine come Cineporto, Ilva pulita e scuole d’alto livello. Grazie per il vostro impegno. Roberta Zanotti

Aviatori d’Italia. La foto è visi-­bile anche sul sito dell’istituto professionale Attilio Odero che ha sede a Sestri Ponente, in via Briscata, lungo la zona verde di villa Rossi.

Quelle antenne così vicine e così rumorose Gentile direttore, buon anno innanzitutto e gra-zie per la celere risposta; vole-vo confermarle anche la nostra disponibilità ad un eventuale incontro in redazione (attualmente ci stiamo operan-do per raggruppare il maggior numero possibile di documen-tazione), visto e considerato che, come semplici cittadini, ne siamo venuti a conoscenza solo verso il 24 agosto richiamati ed incuriositi dai numerosi rumo-ri provenienti dal tetto adia-cente (tengo a precisare che la facciata del palazzo di fronte dove hanno installato le due

La vignetta di Anzalone

antenne dista solo 10 metri dal nostro palazzo e le stesse sono nelle vicinanze di scuole materne ed elementari e vici-ne a parchi pubblici come da

foto allegate di cui allego co-pia). In attesa di Vs. gradito riscon-tro porgo distinti saluti. Luca Rossi

Gentile Rossi, come lei sa, da agosto siamo a conoscenza della problematica e disponi-bili naturalmente ad un in-contro con tutti voi nella no-stra nuova sede. Nel frattem-po pubblichiamo una delle foto che ci avete allegato e che riguarda un’antenna su via Cornigliano. Abbiamo chiesto chiarimenti al presidente del Municipio e nel prossimo nu-mero leggeremo le risposte. La redazione

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ilCorniglianese Nasce a Carbonia (Cagliari) nel 1950. Abbandonati gli studi classici, per necessità di vita muove i suoi primi passi come linotipista in una tipografi-a della città per passare poi ad uno dei giornali locali ''Tuttoquotidiano'', il primo in Italia nel 1970 attrezzato per la stampa offset a colori. Con l'aiuto di un grande giornalista sportivo, Giu-seppe Melillo, ha la possibilità di di-ventare cronista sportivo dal 1974 al 1979. Si trasferisce a Genova e conti-nua la sua attività fino a mettersi in proprio con una società, la “Vis grafi-­

ca”. Ex arbitro di calcio nella F.I.G.C., ha militato nell’U. S. Don Bosco come dirigente per 10 anni e poi alla A.S.D. Corniglianese dove ricopre l'incarico di responsabile della Scuola Calcio. Colla-bora nel Consiglio pastorale della parrocchia di N.S. di Lourdes ed è consigliere di don Robotti per la realizzazione del nuovo impianto oratoriale sportivo di via Minghetti, a Cornigliano.

Appena diplomata come segretaria d'azienda, lavora presso un centro studi come segretaria per un candidato a sindaco nelle elezioni amministrative genovesi. Successivamente ha sempre lavorato presso una com-mercialista. Scrive articoli sportivi per il Calcio dei Giovani, inserto del calcio dilettantistico del Corriere Mercantile. Attualmente è

segretaria presso la Società sportiva “A.S.D. Corniglianese 1919”. Per il nostro giornale segue da sùbito le pagine sportive. Una curiosità: tutta la famiglia di Cinzia si occupa di sport a vari livelli. Il marito è dirigente della prima squadra della Corniglia-nese così come il figlio che gioca nella stessa società. Per la no-stra testata sa mettere a disposizione una grande disponibilità e competenza soprattutto nei temi sportivi.

Quelli della redazione Sergio Daga

Cinzia Palomba

ilCorniglianese/redazione

P.A. CROCE BIANCA GENOVA-CORNIGLIANO

Tel. 010 6512760

Gennaio 2013 >>> 24

Copyright © 2013 ilCorniglianese Redazione 346.8837338 [email protected]

E’ il giornale con cadenza mensile di Cornigliano Ligure

senza scopo di lucro Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Fabrizio Cartabianca [email protected] Direttore responsabile Enrico Cirone [email protected] Vicedirettore Simona Tarzia [email protected] Amministrazione Domenico Turco [email protected] Segreteria Riccardo Ottonelli [email protected] Redazione Anna Maria Assereto Leda Buti [email protected] Riccardo Cabona Riccardo Collu Sergio Daga Catia Di Ceglia

Jose Cuffaro Astri Lidia Frascio Alvaro Filippo Michelon Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Cinzia Palomba Don Andrea Robotti Don Giuseppe Sapori Matteo Savio [email protected] Andrea Scibetta Fotografia Agostino Razzore [email protected] Bruno D’Astice Carlo Guerra Grafici illustratori Andrea Anzalone Cristiano Calderone Adriano Sanna Impaginazione Auria Martelli Salvatore Pilotta [email protected] Tel. 346.8837338 Ivan Lima Pubblicità Maurizio Imperiale [email protected] Alfonso Palo Tipografia Giorgio Bottazzi San Biagio Stampa Spa via al Santuario di N.S. della Guardia, 43 16162 Genova Tel. 010.72317.02 Collaboratori Italo Ebolo Carlo Mastrobuono Giovanni Murchio Roberto Veneziani

Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo

Articolo 5

1. Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamen-to o punizioni crudeli, inuma-ne o degradanti.

Articolo 6 1. Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconosci-mento della sua personalità giuridica.

Il giornale non ha finanziamenti pubblici

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