La Finestra - novembre 2010

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Un viaggio nella memoria Finestra servizio a pag. 5 nr.11 - novembre 2010 - anno XXII Euro 1,00 Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in A.P. – 70% – CNS Bolzano | In caso di mancato recapito restituire a Bolzano CPO per la restituzione al mittente, previo pagamento resi > 6.000 copie < La Elezioni Comunità di Valle: vincitori e vinti Speciale Valle Telve, Telve di Sopra, Torcegno e Carzano: quattro paesi, una sola storia Musica Mauro Borgogno, nel segno del rock Mondo Giovani di Levico nei luoghi della guerra balcanica e dell’emigrazione valsuganotta di fine ‘800 pag. 20 pag. 40 pag. 55

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Periodico gratuitamente distribuito in Valsugana e dintorni

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Un viaggionella memoria

Finestra

servizio a pag. 5

nr.11 - novembre 2010 - anno XXII Euro 1,00

Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in A.P. – 70% – CNS Bolzano | In caso di mancato recapito restituire a Bolzano CPO per la restituzione al mittente, previo pagamento resi > 6.000 copie <

LaElezioniComunità di Valle:vincitori e vinti

Speciale ValleTelve, Telve di Sopra, Torcegno e Carzano: quattro paesi, una sola storia

MusicaMauro Borgogno,nel segno del rock

Mondo Giovani di Levico nei luoghi della guerrabalcanica e dell’emigrazione valsuganotta di fine ‘800

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Per La Finestraè già primavera

Il titolo non tragga in inganno. In re-altà, calendario alla mano e cime im-biancate all’orizzonte, siamo in pieno autunno. Ma per “La Finestra” è dav-vero primavera. Con questo numero, infatti, la nostra testata – la prima vera e propria free press del Trentino, essendo nata nel lontano 1989 – si ap-presta a compiere una svolta epocale per diventare, dal 2011, il giornale gratuito più letto e diffuso nei comuni dell’Alta e Bassa Valsugana, del Tesino, del Pinetano, della Valle dei Mòcheni, nonché degli Altipiani di Lavarone e Luserna.Accogliendo anche i suggerimenti di molti lettori, ora il formato è più pra-tico da sfogliare, con una veste grafica chiara e moderna, pur mantenendo in-variati i contenuti che, anzi, verranno ampliati con nuove rubriche, più no-tizie, maggiori approfondimenti e le immancabili cronache dai vari paesi coperti dalla nostra distribuzione che, ormai, raggiunge un bacino d’utenza di oltre 80 mila persone.E proprio in questo consiste la vera grande novità. Da gennaio, infatti, La Finestra vedrà più che quadruplicato il numero di copie stampate e distribu-ite sul nostro territorio, con la piacevo-le sorpresa, per chi abita nei centri più popolosi (Pergine, Borgo, Levico), di vedersi recapitare una copia omaggio del giornale direttamente nella propria cassetta delle lettere.Tutto ciò per essere sempre più l’orga-no d’informazione nel quale la Valsu-gana e le valli laterali si rispecchiano.Ecco dunque spiegato il motivo per cui, nonostante l’inclemenza del tempo atmosferico, ci sentiamo già proiettati in una nuova “solare” stagione. Ed è proprio lì che vi diamo appuntamento per continuare assieme questa straor-dinaria avventura editoriale.Buona lettura!

Editoriale

Johnny Gadler

PRIMO PIANO. Daniel Oss, ciclista professionista di Pergine, si racconta

Un protagonista in sellaDaniel Oss, 23 anni di Pergine, da promessa sta diventando sempre più certezza nel cicli-smo professionistico. Il 2010 lo ha visto protagonista nelle grandi classiche del Nord, nel Tour de France, vincendo il Giro del Veneto, convocato da Paolo Bettini nella nazionale per il mondiale in Australia. Daniel ci racconta la sua vita, i suoi sogni, l’amore per la Val-sugana e le montagne. “In pianura – ammette – mi perdo!”.

Daniel, parliamo del 2010...Un anno che mi ha fatto crescere mentalmente e fi-sicamente. Ho disputato le grandi classiche del Nord, quinto posto nella Gand-Wevelgem , tra i primi nel Giro delle Fiandre, la San-remo, il Tour de France. E poi l’importante vittoria al giro del Veneto. Da lì è ar-rivata la convocazione ai mondiali.Nel 2011 correrai anco-

ra per la Liqui-gas?Sì, mi trovo be-nissimo ed è importante sta-re accanto a ci-clisti più esper-ti come Basso, Nibali o Ben-nati.Come prepari la nuova sta-gione?P a l e s t r a , mountain bike, sci da fondo e bici. A febbraio si riparte con il giro del Qatar.Come ricordi i tuoi esordi?Bellissimi. Ho

incontrato tanti ragazzi che mi hanno fatto cresce-re, nell’Aurora, in Toscana, a Castelfranco. Cosa ti toglie la carriera ci-clistica?Niente, sono un ragazzo normale. Ho studiato, esco la sera, vivo serenamente, anche se con qualche bel sacrificio.Hai entusiasmo, sei tran-quillo e positivo...È il mio carattere. E poi ho

imparato molto da Dario Broccardo, il maestro che ho sentito più vicino.I tuoi ciclisti preferiti?Mi è sempre piaciuto Hu-shovd, ora campione del mondo o anche Cancellara e Cipollini, sono esempi da seguire.Ti piace la musica?Sì, rock indipendente e gruppi storici (Deep Pur-ple e AC/DC).Cosa rappresenta Pergine?Il posto dove torno per ri-posare e ritrovare gli affet-ti. Mi sento strano senza le montagne, mi perdo nella pianura.Com’è il livello del ciclismo trentino?Come allievi o esordienti va bene, poi però gli inve-stimenti vengono a manca-re, e se vuoi emergere devi andare fuori.Un sogno?Vincere la Milano-Sanre-mo, le Fiandre o la Rou-baix.Il doping? Credo che la maggior parte dei corridori sia pulita, ma chi sbaglia deve pagare. Però senza generalizzare.

Giuseppe Facchini

Daniel Oss

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5STORIA DI COPERTINA

L’associazione Mondo Giovani racconta la sua esperienza in Bosnia-Erzegovina

Il nostro viaggio della memoriaL’associazione “Mondo Giovani” di Levico Terme, col supporto del tavolo delle politiche giovanili della Zona Laghi Valsugana e con la collaborazione dell’associazione “Viaggiare i Balcani”, ha recente-mente effettuato un Viaggio della Memoria, visitando i luoghi sim-

bolo della guerra jugoslava degli anni ‘90, nonché ripercorrendo le orme degli emigranti trentini in Bosnia-Erzegovina alla fine dell’800. Massimiliano Osler, presidente dell’associazione “Mondo Giovani”, ci racconta i dettagli di questa straordinaria esperienza.

settembre, a cui hanno parte-cipato una ventina di giova-ni”.

Quale è stata la prima tap-pa del vostro viaggio?“La prima tappa è stata Prije-dor, 100 mila abitanti nella re-pubblica Serba di Bosnia-Er-zegovina”.

Massimiliano Osler, come vi è venuta l’idea di questo Viaggio della Memoria in Bosnia-Erzegovina?“I Balcani sono una regione ancora poco conosciuta, ep-pure così vicina al nostro ter-ritorio, che presenta argo-menti storici poco affrontati sui banchi di scuola, come il conflitto degli anni ‘90 e l’emi-grazione dei trentini, soprat-tutto valsuganotti, in Bosnia-Erzegovina alla fine dell’800. Da qui è nato il nostro Viaggio della Memoria, un progetto fi-nanziato dal Piano Giovani di Zona Laghi Valsugana che si è svolto in due fasi: la prima in aula a Levico Terme con serate culturali riguardanti la regione balcanica, nonché una mostra fotografica sul-la guerra nell’ex Jugoslavia; la seconda nel viaggio vero e proprio, svoltosi dal 13 al 19

Che impressione ne hai avuto?“A primo impatto la città mo-stra tutta la sua povertà: il commercio e le attività eco-nomiche principali sono in-fatti l’agricoltura e la pasto-rizia. Gli abitanti sfrecciano

con le loro automobili vec-chie di almeno trent’anni, mentre tutt’intorno alcuni contadini lavorano nel pro-prio campo. Poi dal minareto della città si diffonde il richia-mo del muezzin per le orazio-ni dei fedeli musulmani”.

Rovine a Mostar

Massimiliano Osler

i partecipanti al viaggio della memoria durante un incontro con i giovani di Prijedor

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6 STORIA DI COPERTINA

Dove avete alloggiato?“Divisi in gruppi, ci siamo si-stemati presso le famiglie aderenti al progetto di Tu-rismo Responsabile. Io ero ospite di Jelenka, una mae-stra elementare, che mi ha fatto apprezzare il caffè tur-co (bozanska cafa) bevuto molto lentamente, con anco-ra i fondi presenti nella taz-zina, e sorseggiato tenendo la zolletta di zucchero stretta tra i denti”.

A Prijedor avete incontra-to Mario Dosen, presiden-te dell’associazione giova-nile “Cuore pulito” che si occupa di problemi giova-nili e sociali nella città...“Esatto. I responsabili dell’ADL ci hanno presenta-to i progetti legati ai giovani di Prijedor. Il gruppo è com-posto da circa una cinquan-tina di volontari con passio-ni che variano dallo sport alla musica, dal canto al teatro e comprende giovani dai 16 ai 25 anni. Ma qui portare avan-ti un gruppo non è per niente facile”.

Per quale motivo?“Perché i giovani abbandona-no prematuramente la scuola e circa l’80 per cento di loro pensa che l’istruzione scolasti-ca non sia utile per il proprio futuro. A complicare le cose vi è inoltre il rapporto pressoché inesistente tra scuole e asso-ciazioni, senza contare il fat-to che la Bosnia difficilmente

rilascia un visto (che si paga molto caro) per andare in un paese estero. Questo per pau-ra che le persone non faccia-no più ritorno. Qui, d’altronde, lo stipendio medio è di appe-na 200 euro al mese, mentre la pensione media varia dai 40 ai 120 euro. Non stupisce, per-tanto, che ben il 10 per cento dei residenti in Bosnia abbia-no difficoltà alimentari. A tale proposito “Cuore pulito” culla un sogno: realizzare una men-

sa per i più poveri e meno ab-bienti”.

Mondo Giovani e Cuore Pu-lito ora sono gemellati?“Sì, alla fine dell’incontro ci siamo scambiati i gagliardetti e, soprattutto, la promessa di continuare insieme un percor-so di amicizia e fratellanza in vari progetti”.

La vostra seconda tappa è stata Sarajevo, nel cuore della Bosnia-Erzegovina...“A Sarajevo abbiamo incon-trato il generale Divjak che durante il conflitto balcani-co degli anni ‘90 fondò Gari-wo, un’associazione non go-vernativa – finanziata con la vendita di calendari, aste be-nefiche e concerti – la quale si è occupata di circa tremi-la bambini tra orfani e rom. Il loro scopo è di formare pri-ma di tutto delle persone cit-tadine del mondo, in grado di comprendere ciò che è acca-duto attorno a loro. Il motto di questa ONG è “Education builds Bih” “l’educazione co-struisce la Bosnia-Erzegovi-na”, proponendo piani di stu-dio e di formazione per questi ragazzi”.

Cosa vi ha raccontato il Generale sul conflitto bal-canico?“Il Generale Divjak ci ha det-to che ci sono tre etnie coin-volte e quindi tre relativi re-sponsabili per quello che è successo. A suo avviso il più grande sbaglio è stato quello di non considerare le mino-ranze come parte integrante del popolo bosniaco, un do-vere che ogni maggioranza dovrebbe rispettare. Poi Di-vjak ci ha accompagnati pres-so una casa nel cui giardino venne scavata la bocca di un tunnel che durante il con-Le croci bianche del cimitero di Srebrenica

Edificio a Mostar

flitto collegava le “due Sara-jevo” dei bosniaci e dei ser-bi. Insomma, Sarajevo è una città dove s’intrecciano va-rie culture etniche e religio-se che convivono l’una con l’altra. Non a caso è definita “la piccola Gerusalemme dei Balcani””.

Un altro luogo simbolo della Guerra in Bosnia è la città di Mostar, la vostra terza tappa...“Sì, purtroppo Mostar è famo-sa per la distruzione del suo magnifico ponte che un tem-po collegava le due parti della città divise dal fiume. La rico-struzione post bellica è inizia-ta in primis con la realizzazio-ne di chiese e moschee, e in via secondaria con le indu-strie. La città oggi vive prin-

La biblioteca di Sarajevo

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7STORIA DI COPERTINA

cipalmente di turismo, tanto che le vie cittadine sono pie-ne di negozi di souvenir. È un modo di ricominciare a vi-vere anche questo, dimenti-cando gli orrori del passato. Anche se i segni del conflitto sono rimasti, sia negli edifici sia nell’animo della gente”.

In che senso?“Mostar prima del conflit-to viveva una piena integra-

zione: la diversità tra le due tradizioni cristiane e musul-mane veniva vista come un momento di crescita, di coe-sione culturale da ammirare. Il dopoguerra ha stravolto la città: molti palazzi sono anco-ra crivellati, mentre a livello sociale vi è una forte confu-sione. Basti pensare che al li-ceo si studiano i fatti con due prospettive diverse: la visio-

ne musulmana e quella cri-stiana”.

Dopo Mostar ecco Srebre-nica, tristemente nota per il massacro in cui moriro-no circa ottomila uomini e ragazzi bosniaci...“Per l’esattezza furono 8372. Nel luglio del 1995, dopo due mesi di assedio alla città, le truppe dell’esercito naziona-

le serbo di Bosnia guidato dal generale Mladic invasero e conquistarono la piccola cit-tadina del sud-est della Bo-snia. Il contingente ONU era poco organizzato per far fron-te al numero di militari serbi e questo fu uno dei principa-li motivi del successo serbo e del genocidio che ne seguì. Le sensazioni nell’enorme memoriale di Potocari non sono poi molto diverse da quelle vissute ad Auschwitz. La zona di Srebrenica in un colpo solo passò da 37mila a 8mila abitanti. La popolazio-ne musulmana per la politica di pulizia etnica fu interamen-te cancellata da quella serba. Oggi a Srebrenica la compo-sizione demografica è sem-plice: fino ai 30 anni mista, poi solo donne. Anche i gio-vani qui faticano a immagina-re un futuro migliore. Un pa-ese con 3 presidenti nel quale non si decide nulla e dal quale è molto difficile uscire. E pen-sare che Srebrenica, città di

Un edificio distrutto a Mostar

Il ponte di Mostar

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8 STORIA DI COPERTINA

Quale è l’immagine più toccante che portate da Stivor?“Il circolo trentino di Stivor, all’interno del piccolo teatro del paesino, con alle pare-ti tante fotografie che ritrag-gono politici trentini non-ché momenti conviviali di feste degli ultimi anni, e so-prattutto lo splendido affre-sco nell’abside della chiesa di Stivor, raffigurante gli emi-granti trentini che tanti anni fa lasciarono i comuni della Bassa Valsugana con i carri e i pochi averi (alla sinistra) e partirono alla volta della Bo-snia in cerca di speranze e fortuna (nella parte destra),

mentre in mezzo campeggia il Cristo.Molto toccante è stata anche la visita al cimitero, perché sulle lapidi si leggono cogno-mi a noi molto familiari: An-dreata, Agostini, Sigismondi, Montibeller, Eccher”.

L’identità valsuganotta è ancora ben presente nella comunità di Stivor?“No, Gigio ci ha spiegato che purtroppo il paese si sta len-tamente svuotando di “tren-tini” ormai anziani, mentre i giovani non credono più di tanto al legame con la nostra regione: si sentono serbi. Ne è un esempio la stessa birre-ria ‘Trentino’, dove a fianco della bandiera italiana cam-peggia quella serba”.

Johnny Gadler

miniere e acque termali, fino al 1914 era con noi nell’Impe-ro Austroungarico”.

A Srebrenica avete in-contrato Milly Sherifo-vic, 23enne membro di Tu-slanska Amica. Di che cosa si tratta?“Tuslanska Amica è un’orga-nizzazione non governativa che riceve aiuti da associazio-ni emiliane, liguri e lombar-de. Dal 1996 è formata come associazione e dal 2004 ha il permesso di operare in tutta la Bosnia. Milly ci ha spiega-to che il gruppo riesce ad ar-rivare dove lo stato non arri-va. Si dà assistenza scolastica ai bambini e attraverso i do-natori si riesce a versare 45 marchi convertibili (circa 23 euro) a 840 ragazzi al mese. Anche Milly era in orfanotro-fio assieme ad altri 400 bim-bi. Superata la maggiore età ha avuto la possibilità di vi-vere in piena autonomia. Ora dà lezioni di matematica ai

giovani e segue con passione il ciclismo. Tuzlanska amica collabora anche con la fon-dazione Alexander Langer di Bolzano e da poco è partito il progetto Pappagallo, un in-ternet point per i ragazzi del-la città, mentre l’anno prossi-mo sorgerà un nuovo campo

Affresco nella chiesa di San Giovanni a Stivor

sportivo. Una forma di riscat-to verso tutti quei bambini che nel 1995 morirono sotto i bombardamenti”.

Il vostro viaggio si è con-cluso a Stivor, paese di emigrati valsuganotti...“Sì, Stivor – paesino di circa 350 anime, frazione del comu-ne di Prnjavor – per tutti noi rappresentava una meta mol-to attesa. È stata una sensa-zione bellissima poter parlare tranquillamente con la gente del posto in dialetto trentino. Ad accoglierci c’era Luigi “Gi-gio” Andreata, anche lui con antenati emigranti dalle no-stre terre, precisamente da Ospedaletto. A Stivor Gigio gestisce con la famiglia un pub birreria chiamato “Tren-tino””.

Nel cimitero di Stivor tante tombe con cognomi valsuganotti

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ALTA VALSUGANA 9

Presentare Annarosa Pasa ed il “suo” Mod’Art è un compito estremamen-te facile. E lo è non tanto per l’indi-scussa capacità professionale che nel tempo Annarosa ha saputo potenzia-re e migliorare, ma anche per ciò che riesce ad esprimere nel suo lavoro. E sono i dati, i numeri e le sue tantissi-me immagini nel giornali e in inter-net che certificano queste afferma-

zioni. Da 20 anni è stilista del Gandini Team conosciuto come la più impor-tante firma storica dell’ Hairstyle “ita-liano nel mondo”. E da 20 anni Annarosa porta e presen-ta la moda italiana in giro per il mon-do. Da Milano alla Cina, dalla Thai-landia a Praga. E poi ancora, Parigi, Corea, Argentina, Montecarlo, Kiev ed altre numerose capitali.E non dimentichiamo che Annarosa è stata invitata a lavorare in ben 5 “Al-ternative Hair Show”, il prestigiosis-simo appuntamento moda “Advan-guarde” a Londra dove tutto l’incasso viene sempre devoluto in beneficen-za per la lotta contro la leucemia.Ed infine, come ciliegina sulla torta, prova della vera competenza, occor-re sottolineare che “la nostra” è stata per 10 anni la parrucchiera ufficiale del concorso di “Miss Italia”.

Cosa può dirci delle nuove tendenza moda capelli?“Più che di tendenze e di moda io parle-rei di adattamento alla moda ovvero di quella combinazione che unisce ed ac-comuna, da una parte la donna e dall’al-tra il suo parrucchiere. Un insieme che deve avere come prioritario obiettivo far sì che la bellezza e la femminilità regni-no sovrani.

In passato tutto ciò che era etichettato “Hairstyle” veniva concretizzato seguen-do le tendenze moda. Oggi invece la dif-ferenza e la professionalità si distingue nel realizzare tagli, colori ed acconciatu-re “sartoriali” ovvero studiate e create su misura per ogni cliente.In questo periodo al Salone Mod’Art pro-poniamo tagli scalati, in movimento e con morbidezza nella forma e valorizzati da colorazioni molto naturali (... e prefe-ribilmente senza ammoniaca) e tra circa un mese proporremo l’anteprima del-le tendenze moda capelli per la prossi-ma primavera/estate, visto che in questi giorni siamo proprio a Milano per realiz-zare il look per i nuovi servizi fotografici.

Annarosa, quale è il segreto per soddi-sfare la sua clientela?Non ho segreti: amo il mio lavoro! È da più di 20 anni che esercito questa pro-

fessione e ancora oggi la amo come agli inizi. Mi piace perché continuamente è foriera di vere soddisfazioni, in Italia e all’Estero, ma soprattutto nel mio salo-ne. E questo grazie anche alle prepara-te collaboratrici, sempre attente e pron-te ad esaudire le esigenze e le richieste delle nostre clienti. Mi permetta quindi di ringraziare Lucia, Silvana e Vicky e di elo-giarle pubblicamente.”

Per chiudere quali sono i suoi prossi-mi impegni?Per la cronaca, ieri ero a Torino per una sfilata di pellicce con Nina Senicar e nel contempo sto lavorando nel backstage di Milano Moda. Nei prossimi giorni sarò a Napoli, Catania, Metz e i primi di no-vembre volerò a Parigi per i campionati del mondo. (P.R.)

Essere belle non è peccatoMod’Art…in una incantevole costruzione del centro storico di Borgo Valsugana, in Via XX settembre 77, trovi un ambiente elegante, rilassan-te. Sicuramente esclusivo per valorizzare la tua persona e per il benes-sere dei tuoi capelli.

Annarosa in compagnia di Nina Senicar

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PERGINE VALSUGANA10

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Il gruppo di minatori originari di Sant’Orsola in Belgio negli anni ’50: da sinistra Mario Moser, Remo Moar, un collega originario della Val-sugana, Beniamino Pallaoro, Primo Bertoldi, Marino Bertoldi

Il processo dell’emigrazio-ne trentina, e valsuganotta in particolare, difficilmente si può racchiudere in una storia univoca. Meglio parlare, pertanto, di “storie della emigrazione trentina”, proprio come re-cita il titolo di un bel libro di Renzo Maria Grosselli, pub-blicato nel 2000.Argentina, Australia, Belgio, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Canada, Cile, Co-lombia, Danimarca, Ecua-dor, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Messico, Perù, Romania, Sta-ti Uniti, Sudafrica, Svizzera, Uruguay, Venezuela: questi sono i Paesi del mondo che, ancora oggi, ospitano circo-li di trentini, discendenti in linea più o meno diretta con quanti tra il 1850 e il 1975 fu-rono costretti, per una serie di ragioni, ad abbandonare la terra natia inseguendo un sogno, talvolta un miraggio, all’estero.È quasi impossibile stabilire quanti furono – c’è chi parla di 35-45mila partenti all’an-no – ma di certo rappresen-tarono un fenomeno assai si-gnificativo, tanto che per don Lorenzo Guetti tra il 1870 e il 1888 dai decanati di Civezza-no, Pergine, Levico, Borgo e Strigno emigrarono, solo ver-so le Americhe, 6.419 perso-ne.

Le ragioni di un “esodo”Quali furono le cause di un simile esodo che non tene-va conto, oltretutto, dei tan-ti emigranti stagionali che già da alcuni secoli partivano, ad esempio, dal Tesino alla volta di piazze sempre più lontane?La risposta va cercata, ovvia-mente, in ragioni socio-eco-nomiche. Nella seconda metà dell’800, difatti, per la Valsu-

Per tutti era “la Merica”. Il sogno di un futuro migliore per sfug-gire a un presente fatto di stenti e senza prospettive. Qualcuno di loro fece davvero fortuna, molti ritrovarono la stessa miseria che avevano lasciato al proprio paese, altri ancora non giunsero

mai a destinazione perché raggirati o, peggio ancora, perché perirono di malattia o per mano di indigeni assai meno ospitali rispetto a quanto davano a intendere i depliant distribuiti dai sensali nelle osterie della Valsugana e dell’intero Trentino.

Viaggio della memoria: alle origini del grande fenomeno migratorio

gana si aprì un periodo di for-te crisi. Le malattie del gelso prima, della vite e della pata-ta poi, misero in ginocchio un’economia già di per sé im-prontata alla sussistenza. E, come se tutto ciò non fosse bastato, iniziò – è proprio il caso di dirlo – a piovere sul bagnato.Tutto accadde nell’autunno del 1882, quando la Valsugana – assieme all’intero Trentino – fu investita da un’alluvio-ne senza precedenti, la quale cagionò un tale dissesto dei terreni che per anni rimasero improduttivi.

I “pro” e i “contro” del cleroIl fenomeno dell’emigrazio-ne trentina fu avversato per molti decenni sia dalle clas-si dirigenti – che temevano, venendo meno tutta quel-la manodopera, un aumen-to del costo del lavoro – sia dalle alte sfere clericali. Di segno diametralmente op-posto, invece, era la posizio-ne dei parroci di campagna,

i quali nel processo in atto intravedevano la possibili-tà di un riequilibrio sociale. Difatti Don Lorenzo Guet-ti, uno dei maggiori studiosi del fenomeno migratorio, nel 1884 scriveva: “Tutto il male

Storie dell’emigrazione valsuganotta

non vien per nuocere dice il proverbio e dato, ma non concesso, che quest’emigra-zione sia un male a cagione della scarsezza di operai per i bisogni interni, questa stes-sa scarsezza gioverà, si spe-ra, a tener in maggior conto i poveri servi della gleba che restano, e avvicinare con ciò due stati sociali troppo ora disgiunti”.I curati di campagna non solo furono favorevoli all’emigrazione, ma in alcuni casi ne divennero addirittu-ra protagonisti, come Dome-nico Martinelli di Centa che nel 1874 partì per il Brasile, seguito nel 1875 da Bartolo-meo Tiecher di Caldonazzo, da Padre Arcangelo Ganarini di Torcegno nel 1877, fino a padre Sebastiano Martinelli, originario non si sa bene se di Castelnuovo o di Grigno, che nel 1901 ricevette la ber-retta cardinalizia negli Stati Uniti, precisamente a Mid-lands.

Johnny Gadler

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12 STORIA DI COPERTINA

In Brasile accanto al trentino Pietro Tabacchi operò anche il valsuganotto Pietro Casagran-de che nel 1873 reclutò 388 per-sone perlopiù della Valsugana: Borgo, Castelnuovo, Levico, Novaledo, Roncegno, Tenna e Telve. Il gruppo – accompa-gnato dallo stesso Casagrande e consorte, nonché dal medico di Borgo Pio Limana e da Do-menico Martinelli, sacerdote di Centa – partì da Genova il 3 gennaio 1874 a bordo del basti-mento a vela Sofia. Nel corso del viaggio, che durò 45 giorni, alcuni di loro morirono. Gli al-tri, sbarcati a Vitoria il 17 feb-braio, diedero vita alla colonia di Nova Trento, ma ben presto sorsero dei contrasti con il Ta-bacchi il quale, contrariamente a quanto pattuito, aveva siste-mato i coloni trentini assai lon-tani dai terreni che avrebbero dovuto coltivare. Parecchi, at-tratti anche dalle migliori con-dizioni offerte dal governo bra-siliano, se ne andarono e così Nova Trento si svuotò.

Toponimi trentiniBen diversa fu, invece, la sto-ria della colonia di Nova Tren-

Viaggio della memoria: nel 1874 un gruppo di valsuganotti salpò da Genova

Brasile, prima meta dei valsuganottiDopo la metà dell’800 il Brasile, grande quasi 29 volte l’Italia, era popolato solo da 10 milioni di abitanti. Pertanto il governo incoraggiò l’immigrazione di con-tadini europei, da utilizzare al posto degli schiavi nelle fazendas dove si colti-vava il caffè, oppure nelle opere di disboscamento della foresta tropicale. Uno dei primi trentini ad arrivare in Brasile fu, nel 1851, Pietro Tabacchi, il quale ac-quistò una grande estensione di terreno a Espirito Santo, comprendendo su-bito come l’emigrazione fosse il business del secolo.

to fondata attorno al 1875 nella provincia di Santa Cata-rina, nel sud del Brasile. An-che in questo caso i coloni erano principalmente valsu-ganotti, provenienti da Gri-gno, Roncegno, Borgo Valsu-gana, Novaledo, Pergine, Villa Agnedo, Levico, Caldonazzo, Ospedaletto, Samone, Vigo-lo Vattaro, Besenello, Centa S Nicolò, Vattaro. Non stupi-sce, pertanto, di trovare per quelle aree del Paese toponi-mi che rimandavano alla terra d’origine, come “Tyrol, Valsu-gana”, “Vigolo” e “Besenello” a Nova Trento, o “Samonati”, “Matarei” e “Zentenari” a Rio dos Cedros, “Nova Levico” nel sud del Paese, per non parlare delle località “Valsugana Vec-chia” e “Valsugana Nuova” a Santa Teresa.

Le lusinghe dei sensaliI coloni trentini partivano alla volta del Brasile lusingati dal-le tante promesse dei sensali che garantivano vitto e allog-gio gratuiti per alcuni mesi, l’esenzione dal servizio mi-litare e dal pagamento delle tasse, nonché – soprattutto –

la possibilità di riscattare la terra lavo-rata a prezzi davvero mo-dici, trasfor-mando così quella mas-sa di misera gente in piccoli proprietari terrieri.La realtà, tuttavia, non appa-riva tanto rosea nemmeno in quelle terre. Gli imbrogli era-no tutt’altro che rari, senza contare l’ostilità della gen-te autoctona – il 14 ottobre 1876, ad esempio, nella colo-nia Blumenau alcuni indigeni uccisero le due figlie di Ada-mo Paternolli originario di Vil-la Agnedo – o le insidie deri-vanti dalle epidemie, nonché dai serpenti velenosi che infe-stavano le foreste. Pertanto il sogno di molti fu irrimediabil-mente infranto o, nella miglio-re delle ipotesi, riposto in un cassetto in attesa di tempi mi-gliori, che di fatto non giunse-ro mai, almeno per quella pri-ma generazione di emigranti. Infatti, dei circa 8 mila trentini che fra il 1875 e il 1914 si sta-

bilirono a San Paolo per lavo-rare nelle piantagioni di caffè, poco più del 10 per cento riu-scì a coronare il sogno di tra-sformarsi in un proprietario terriero.La fortuna, dunque, arrise solo a pochi, come a Giovanni Bet-tega di Imer che, emigrato in Paranà, diventò uno dei mag-giori esportatori di legname del Brasile. Giuseppe Prada di Canzolino di Pergine, invece, avviò importanti imprese com-merciali, mentre Antonio Fur-lan di Roncegno fu un grande proprietario terriero e Felice Bertoldi di Lavarone legò il proprio nome alla rete ferro-viaria. L’ultima grande ondata di valsuganotti che partì per il Brasile si registrò fra il 1910 e il 1911, quando nello stato di Minas Gerais giunsero circa mille trentini J.G.

Emigranti trentini

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14 STORIA DI COPERTINA

Dopo l’emigrazione di fine ‘800, una seconda grande ondata mi-gratoria verso l’Argentina si re-gistrò fra il 1921 e il 1939. Parti-rono soprattutto da Roncegno e da Marter, i valsuganotti che nel 1924 contribuirono a crea-re, nella valle superiore del Rio Negro, la Colonia Regina, oggi conosciuta come Villa Regina, centro dedito alla coltivazione di frutta, specialmente mele e pere.In Argentina, tuttavia, non an-darono soltanto agricoltori, ma anche piccoli imprenditori, ar-tigiani e operai, in particolar modo quelli impegnati nei lavo-ri ferroviari, i cosiddetti aisim-pòneri, ricordati anche in uno

Viaggio della memoria: valsuganotti in Argentina, Uruguay, Guatemala, Messico, Cile, Perù

Il grande fascino della pampaPer anni la meta preferita dagli emigranti trentini fu il Brasile. An-che il governo argentino tra il 1870 e il 1880 avviò un processo di colonizzazione, ma questo Paese, pur disponendo di terre forse migliori rispetto a quelle brasiliane, per una serie di ragioni inizial-

mente risultò meno appetibile. Si stima, tuttavia, che già prima della fine dell’800 l’Argentina fosse stata scelta da circa 5-8 mila trentini, di cui molti valsuganotti, specialmente di Borgo e Torce-gno, che popolarono le colonie Resistencia, Libertad e Sampacho.

dei tanti canti popolari valsuga-notti (sempre alegri e mai pas-sion, sin che dura l’aisimpòn).Così sparse sul territorio ar-gentino si potevano trovare famiglie originarie di Pergine, Ischia, Novaledo, Scurelle, Sa-mone e Strigno, mentre molti emigranti di Levico si stanzia-rono nel Chaco.L’Argentina continuò ad attrar-re emigranti trentini anche nel secondo dopoguerra, soprattut-to fra il 1949 e il 1955, anni di cui però, purtroppo, mancano pre-cisi dati statistici.

L’altro sud AmericaDi ben più modesta portata fu, invece, il flusso migratorio ver-

so l’Uruguay dove, comunque, non mancarono i valsuganotti, in particolare nella Colonia Sa-cramento.Sul finire del XIX secolo coloni trentini giunsero anche in Gua-temala e ad Haiti (provenienti soprattutto da Civezzano e da Fornace), non però per libera scelta, bensì con l’inganno dei sensali che avevano promesso

loro di portarli in Brasile e in Argentina.Del tutto consenzienti, invece, furono i circa mille trentini che negli ultimi decenni dell’800 partirono alla volta del Messico dove, però, la realtà apparve su-bito diversa da quella sperata e alla fine ben pochi rimasero. Al-cuni decenni dopo, il 17 maggio 1924, 154 contadini trentini, fra i quali molti valsuganotti, salpa-rono nuovamente verso il Mes-sico, ma anche in questo caso senza incontrare grande fortu-na. Seppur in misura assai mi-nore, in Sud America l’emigra-zione trentina toccò anche il Venezuela, il Cile, la Colombia e il Perù. J.G.

Un gruppo di aisimpòneri, gli operai delle ferrovie

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15STORIA DI COPERTINA

Nei primi decenni del XX se-colo presso i lanifici bavaresi erano attestati operai e opera-ie di Caldonazzo, di Centa e di Tezze.Nel 1900 un’indagine condot-ta a Kennelbach rilevò come il 50 per cento degli emigrati trentini provenisse dalla Val-sugana e dal Tesino. Ma anche nei centri di Hohenems, Dor-nbirn, Lustenau, Feldkirch, Bregenz, Bludenz e Hard (tut-te località del Vorarlberg) vi era una folta rappresentanza di valsuganotti. Ad Hard, ad esempio, un quartiere era sta-to ribattezzato “Il Borgo”.Fra il 1922 e il 1933 molti val-

Viaggio della memoria: destinazione Europa, Usa, Oceania, Africa e Asia

I Valsuganotti nei cinque continentiSe nella seconda metà dell’800 i valsuganotti emi-grarono soprattutto verso il Sud America, all’ini-zio del ‘900 si aprì un nuovo fronte migratorio verso Austria, Germania, Francia, Belgio, Svizze-ra... Nel 1907 dal distretto di Borgo partirono alla

volta dell’Austria 1.247 persone e nel 1911 furono quasi il doppio: 2.358. Si trattava di minatori, di operai per la costruzione di ferrovie (aisempòne-ri), ma anche di operai tessili attratti dalle indu-strie del Baden, del Wuttemberg e della Baviera.

suganotti emigrarono verso i bacini minerari francesi, ma anche a Parigi. Pure le minie-re del Belgio furono una meta ambita per chi partiva da Ba-selga di Piné, Pergine, Nova-ledo, Levico, Strigno, Borgo, Telve, Ospedaletto.

Gli Stati UnitiNegli Stati Uniti d’America la presenza di valsuganotti è già attestata verso la metà dell’800. Nel 1857, ad esem-pio, a Sant’Andres (California) vi era un prete di Tenna e nel 1874 a New Richmond (Ohio) morì Cristoforo Facchinelli di Civezzano.

Fra il 1870 e il 1888 furono cir-ca 4 mila i trentini che emi-grarono negli Stati Uniti. Mol-ti erano valsugantotti, attratti dalle miniere, anche se ver-so la fine del secolo ne trovia-mo alcuni, ad esempio a Rock Springs (Wyoming), che han-no aperto delle attività com-merciali, e altri, provenienti da Vigolo Vattaro, che lavora-no nei mobilifici del Vermont.Tuttavia il flusso migratorio dei valsuganotti verso gli Sta-ti Uniti non fu così forte come quello documentato per il Sud America. Nel 1907, ad esem-pio, delle 1.791 persone che partirono dal distretto di Bor-

go, soltanto 149 andarono nel Nord America.Altre mete frequenti erano il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda, l’Asia e l’Africa, in particolar modo la Libia, la So-malia, l’Eritrea, l’Etiopia e la Tunisia, dove nel 1921, a Car-maux, è attestata la presenza di dieci compagnie di minato-ri provenienti da Piné, Borgo Valsugana e Cles. J.G.

Emigranti trentini

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16 STORIA DI COPERTINA

Viaggio della memoria: verso la Bosnia-Erzegovina e la nascita di Stivor

L’alluvione che alimentò l’esodoNel 1877 la Bosnia e l’Erzegovina finirono sotto l’amministrazione austriaca. All’epoca questi territori apparivano suddivisi in gran-dissimi appezzamenti, i cui proprietari erano di religione musul-mana. Fu allo scopo di aumentare la presenza cattolica e la pic-

cola proprietà che il governo di Vienna avviò la colonizzazione delle terre demaniali di queste due regioni. In Bosnia la presenza di emigrati trentini è attestata già nel 1878, ma si trattava soprat-tutto di operai, molti dei quali impiegati nei lavori ferroviari.

Bibliografia essenziale

R.M. Grosselli, “Storie del-la emigrazione trentina”, L’Adige, 2000.M. Sartorelli, “I confini dell’Impero. L’emigrazione trentina in Bosnia 1878-1912”, 1995.“Storia del Trentino: l’età contemporanea 1803-1918”, Il Mulino, 2003“La Valsugana, giorna-le d’istruzione popolare, agricoltura, economia e commercio”, n. 6 e 9, 1877.O. Brentari, “Guida del Trentino”, 1891.A. Prati, “I Valsuganotti”, 1923.

Fu solo nel giugno del 1882 che il governo imperiale presentò il progetto di colonizzazione della Bosnia e dell’Erzegovina, promettendo ai coloni l’esen-zione dalle tasse per 10 anni, una fornitura di legname per costruirsi la casa e dei terreni da coltivare. Condizioni simi-li, anche se forse leggermen-te peggiori, a quelle offerte da terre più lontane come il Brasi-le o l’Argentina. Ma a renderle molto allettanti fu, come spes-so capita, un tragico disegno del destino.Nell’autunno del 1882 sul Tren-tino, che già vedeva la propria economia in ginocchio, si ab-batté anche un’alluvione senza precedenti che provocò danni ingentissimi soprattutto in Val-sugana. In un quadro catastro-fico, con l’emigrazione verso il Sud America che attraversava una fase di stanca, la Bosnia rappresentò quindi una provvi-denziale e comoda via d’uscita.Così già nei primi mesi del 1883 alcune famiglie della Val-sugana si misero in viaggio ver-so quella regione Nel mese di maggio tre capifamiglia di Al-deno e della Valsugana esplo-rarono la Bosnia e l’Erzego-vina, individuando delle terre forse non fra le migliori, ma

subito disponibili per essere messe a coltura. Così tra il set-tembre e l’ottobre del 1883 una sessantina di famiglie trentine raggiunse la Serbia e una qua-rantina si diresse verso l’Erze-govina. In Bosnia, nella zona di Tuzla, i contadini tirolesi erano circa 1.500, di cui molti prove-nienti da Roncegno, Ospeda-letto, Scurelle e Borgo Valsu-gana.

Il villaggio di StivorIn Bosnia le famiglie della Val-sugana verso il 1890 si concen-trarono soprattutto nei pres-si di Prniavor, in un villaggio chiamato Stivor che ospitava alcuni coloni valsuganotti fin dal 1883. Gli inizi non furono

facili anche perché, a differen-za di altre colonie, qui l’econo-mia era unicamente incentrata su un’agricoltura di sussisten-za. Tuttavia col tempo la comu-nità raggiunse una certa stabi-lità che coincise anche con una relativa tranquillità economi-ca. Si trattava, però, di un equi-librio fragile, tanto che dopo la Grande Guerra, con la sconfit-ta dell’Austria e la nascita della Jugoslavia, la gente autoctona vedeva i coloni trentini come degli usurpatori, cosicché con-tro di loro iniziarono atti vessa-tori, quali la negazione del di-ritto di voto o della raccolta di legna.Negli anni ‘30 il governo fasci-sta, in linea col suo crescente

spirito nazionalista, prospet-tò alla popolazione di Stivor la possibilità di partire per l’Abis-sinia. Nessuno però accettò; anzi, qualcuno diede addirit-tura fuoco all’ufficio dei pas-saporti. Durante la seconda guerra mondiale gli abitanti di Stivor attraversarono momenti drammatici, ma poi con la fine delle ostilità, nella Jugoslavia di Tito la situazione ritornò alla normalità. J.G.

Circolo trentino di Stivor

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ALTA VALSUGANA18

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SPECIALE LA VALSUGANA VISTA DA VICINO 19

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Comunità Valsugana e TesinoGli elettori della Comunità del-la Valsugana e Tesino che il 24 ottobre scorso si sono recati alle urne sono stati 12.311, pari al 50,17% degli aventi diritto. Dato non particolarmente bril-lante, però quantomeno supe-riore alla media provinciale che si è fermata ad appena il 44,47%. Trentuno le sezioni scrutinate nei seguenti 21 Comuni: Bie-no, Borgo Valsugana, Carzano, Castello Tesino, Castelnuovo, Cinte Tesino, Grigno, Ivano - Fracena, Novaledo, Ospeda-letto, Pieve Tesino, Roncegno Terme, Ronchi Valsugana, Sa-mone, Scurelle, Spera, Strigno, Telve, Telve di Sopra, Torce-gno, Villa Agnedo.Il centro in cui si è votato meno è stato Roncegno Terme (39,38%), mentre quello più vir-tuoso è stato il paese vicino di Torcegno (63,86%), una tra le affluenze più elevate anche a li-vello provinciale.Le schede bianche sono state 190, quelle nulle 317 e 13 i voti contestati e non attribuiti. È Sandro Dandrea, appoggiato da PATT, Unione per il Trenti-no - Valsugana e Tesino, Parti-to Democratico del Trentino, il primo presidente della Comu-nità Valsugana e Tesino, eletto

Dopo quattro anni di gestazione talvolta anche travagliata, il 24 ot-tobre scorso la Riforma Istituzionale (legge provinciale numero 3 del giugno 2006), ha visto la luce con l’elezione dei presidenti, non-ché dei componenti le Assemblee delle Comunità di Valle che di fat-

to sostituiscono gli 11 comprensori in cui era suddiviso il Trentino. Ecco tutti gli eletti nella comunità della Valsugana e Tesino, e in quella dell’Alta Valsugana e Bersntol. Ma il vero trionfatore di que-sta tornata elettorale è stato, purtroppo, l’astensionismo.

con 7.213 voti (di cui al solo presi-dente 520) pari al 61,17%.Seguono: Mariae-lena Segnana del-la Lista civica Val-sugana e Tesino, con 2.184 voti (di cui al solo presi-dente 128) pari al 18,52%; Roberto Paccher della Lega Nord Trentino, con 1.381 voti (di cui al solo presidente 92) pari all’11,71%; Lo-renzo Rigo della Lista civica Aria Nuova, con 1.013 voti (di cui al solo presidente 65) pari all’8,59%.Con Sandro Dan-drea sono stati eletti anche gli altri 32 componenti nell’As-semblea di Valle.Otto i componenti dell’Assem-blea di Valle eletti con l’Unio-ne per il Trentino – Valsugana e Tesino: Severino Sala (351 pre-ferenze), Paolina Furlan (326 preferenze), Massimo Fur-lan (249 preferenze), Leonar-do Ceccato (230 preferenze), Davide Capra (199 preferen-ze), Elsa Montibeller (198 pre-ferenze), Fabio Pompermaier

(187 preferenze) e Silvio Voltolini (157 preferenze).Sette quelli eletti con il Partito Au-tonomista Trenti-no Tirolese: Carlo Ganarin (488 pre-ferenze), Giusep-pe Corona (389 preferenze), Ar-mando Floriani (308 preferenze), Riccardo Pecora-ro (240 preferen-ze), Davide Minati (183 preferenze), Saverio Trisotto (173 preferenze), Ivano Rinaldi (136 preferenze).Per il Partito De-mocratico del Trentino cinque

componenti: Paola Slomp (206), Ezio Tessaro (150), Ni-cola Ropelato (125), Paolo Sor-do (112) e Loris Baldi (107).Nella Lista civica Valsugana e Tesino, accanto alla candi-data presidente Mariaelena Segnana (2.184) sono state eletti nell’Assemblea di Valle Giuseppe Biasion (176), Car-lo Girardelli (176), Bruno Do-nati (167), Mauro Gianesi-ni (167) e Laura Bassi (166). Per la Lega Nord Trentino, ol-

tre al candidato presidente Roberto Paccher (1.381) sono stati eletti Ivan Boso (127), Ste-fania Segnana (100) e Lorenzo Trentin (78).Infine nella Lista civica Aria Nuova, accanto al candidato presidente Lorenzo Rigo (1.013 voti) è stata eletta Lucia Baldi (284 preferenze).

Comunità Alta Valsugana e BersntolIl 24 ottobre scorso gli eletto-ri della Comunità Alta Valsu-gana e Bersntol che si sono re-cati alle urne sono stati 17.092, pari al 40,47% degli aventi di-ritto. Un dato, questo, ben al di sotto della media provincia-le (44,70%) e tra i più bassi del Trentino. E sarebbe andata an-cora peggio se non ci fossero stati i comuni della Valle dei Mòcheni, tra i quali spicca Fie-rozzo che con il 75,58% è stato il paese più virtuoso di tutta la provincia. A livello provinciale l’affluenza minima si è registra-ta a Riva del Garda (26,90%), mentre per quanto riguarda la comunità Alta Valsugana e Bernstol la “maglia nera” è an-data a Calceranica al Lago con il 31,95%. Complessivamente sono state 54 le sezioni scrutinate, nei se-guenti 18 Comuni: Baselga di

Sandro Dandrea e Mauro Dallapiccola presidenti, ma vince l’astensionismo

Sandro Dandrea

Mauro Dallapiccola

Veduta dell’Alta Valsugana

VALSUGANA20

Comunità, un battesimo molto amaro

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Pinè, Bedollo, Bosentino, Cal-ceranica al Lago, Caldonaz-zo, Centa San Nicolò, Civezza-no, Fierozzo/Vlarötz, Fornace, Frassilongo/Garait, Levico Ter-me, Palù del Fersina/Palae en Bersntol, Pergine Valsugana, San’Orsola Terme, Tenna, Vat-taro, Vignola - Falesina, Vigolo Vattaro.Le schede bianche sono state 246, quelle nulle 460, 4 i voti contestati e non attribuiti.È Mauro Dallapiccola, soste-nuto da Ecologisti Verdi per la Comunità, Partito Democrati-co del Trentino, Unione per il Trentino, PATT, Riformisti Au-tonomisti, il primo presidente della Comunità Alta Valsugana e Bersntol, eletto con 12.491 voti (di cui al solo presidente 507), pari al 76,20%.Seguono: Aldo Luchi, sostenu-to da Alternativa per la Comu-nità di Valle, Civic@ Comunità Alta Valsugana e Bersntol, con 1.986 voti (di cui al solo presi-dente 145) pari al 12,12%; Do-nata Soppelsa di Lega Nord

Trentino, con 1.506 voti (di cui al solo presidente 38) pari al 9,19%; Paolo Vitti, di Rifon-dazione Comunista Sinistra Europea, con 409 voti (di cui al solo presidente 18) pari al 2,50%.I componenti eletti nell’Assem-blea di Valle sono 27: nella lista Ecologisti Verdi per la Comuni-tà Giorgio Marzari (109 prefe-renze). Per il Partito Democra-tico del Trentino Anita Briani (291 preferenze), Stefano Cor-radi (233 preferenze), Roberto Valcanover (204 preferenze), Loredana Fontana (200 prefe-renze), Tullio Campana (168 preferenze).Nell’Unione per il Trentino: Moreno Peruzzi (311 preferen-ze), Carlo Leonardelli (273 pre-ferenze), Fabio Recchia (225

preferenze), Antonio Decarli (215 preferenze), Massimo Oss (211 preferenze) e Efrem Filip-pi (211 preferenze).Sette gli eletti del Partito Auto-nomista Trentino Tirolese: Die-go Moltrer (1.432 preferenze), Walter Moser (400 preferenze), Alessandro Oss (331 preferen-ze), Sergio Eccel (290 prefe-renze), Linda Tamanini (215

Comunità Votanti % Presidente eletto N. voti %

Valsugana e Tesino 12.311 50,17% Sandro Dandrea 7.213 61,17%

Alta Valsugana e Bersntol 17.092 40,47% Mauro Dallapiccola 12.491 76,20%

VALSUGANA 21

Veduta della Bassa Valsugana

preferenze), Mattia Giacomelli (215 preferenze), Gabriele Dal-lapiccola (178 preferenze).Nei Riformisti Autonomisti Claudio Tasin (159 preferen-ze).Eletto nell’Assemblea di Valle anche Aldo Luchi il candidato presidente delle liste Alterna-tiva per la Comunità di Valle e Civic@ Comunità Alta Valsu-gana e Bersntol. In Alternati-va per la Comunità di Valle è stato inoltre eletto Enzo Chiap-pani (223 preferenze), nella Ci-vic@ Comunità Alta Valsugana e Bersntol: Daniela Casagran-de (250 preferenze) e Filippo Gregori (112 preferenze). Infi-ne risulta eletta nell’Assemblea di Valle anche la canditata del-la Lega Nord Trentino Donata Soppelsa.

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Trento - Su proposta del pre-sidente Lorenzo Dellai, il 22 ottobre scorso la giunta pro-vinciale ha approvato i nuovi criteri di coerenza e di priorità per la selezione della proget-tualità privata relativamente al Patto territoriale della Val-sugana Orientale, nonché il bando per la presentazione di dette domande, con il nuovo termine di presentazione fissa-to al 31 marzo 2011. Ha inoltre approvato una serie di dero-ghe, necessarie per persegui-re gli obiettivi di sviluppo del territorio, nel rispetto della disciplina comunitaria e delle disposizioni di legge. Si trat-

Approvato l’ultimo bando del Patto territoriale della Valsugana Orientale

Patto territoriale: 10 milioni di euroIl 22 ottobre scorso la Provincia ha approvato il terzo e ultimo bando del Patto territoriale della Valsugana Orientale, fissando il termine per la presentazione delle domande da parte dei sog-getti privati al 31 marzo 2011. Tre gli assi d’intervento individua-

ti: 1) Qualificazione del sistema turistico e commerciale; 2) Carat-terizzazione, competitività, innovazione del sistema agricolo locale; 3) Innovazione del sistema industriale e artigianale. Tota-le budget disponibile per investimenti: 10 milioni di euro.

ta del terzo e ultimo bando per proget-tualità privata; i sog-getti privati interes-sati a realizzare un progetto di investi-mento possono pre-sentare domanda di agevolazione con la richiesta di adesione al Patto entro il ter-mine fissato. La valu-tazione della coeren-za degli investimenti verrà fatta seguendo l’ordine di priorità sulla base dei criteri di selezione appro-vati dalla Giunta pro-

vinciale dopo la scadenza del bando. Sarà possibile valutare coerenti interventi per un am-montare complessivo massi-mo di 10 milioni di euro.Tre sono gli assi di inter-vento individuati dal Tavo-lo di concertazione e ritenu-ti prioritari a completamento dell’azione di supporto e svi-luppo al tessuto economico e sociale che il Patto terri-toriale ha svolto sul territo-rio della Valsugana orientale: Asse 1 - Qualificazione del si-stema turistico e commerciale Nel settore del Turismo e del-la ristorazione saranno va-lutati investimenti che recu-perano patrimonio edilizio esistente e che innalzano la qualità dei servizi. Nel setto-re commerciale gli interventi potranno interessare immo-bili con superfici non supe-riori ai 400 mq con esclusione di centri commerciali. Pre-viste inoltre strutture cultu-rali e ricreative complemen-tari alle attività turistiche. Budget disponibile per inve-stimenti di 3 milioni di euro. Asse 2 - Caratterizzazione , competitività, innovazione

del sistema agricolo localePriorità ad interventi che fa-voriscano la pluriattività e multifunzionalità delle azien-de agricole come ad esempio la diversificazione, la lavora-zione e trasformazione del-le produzioni e l’agriturismo, ad interventi di miglioramen-to fondiario e di bonifica, e per l’acquisto di macchinari in alcuni casi anche in dero-ga alla normativa di settore. Per il settore dell’agricoltu-ra, gli imprenditori agricoli iscritti alla sezione seconda dell’APIA (Archivio Provin-ciale Imprese Agricole) ven-gono equiparate agli impren-ditori iscritti alla sezione prima. Budget disponibile per investimenti di 3,5 milio-ni di euroAsse 3 - Innovazione del siste-ma industriale e artigianaleSono previste azioni per la realizzazione di nuove linee di produzione, per migliora-re la sicurezza dei lavoratori e la compatibilità ambientale, per il settore agroalimentare e artigianato artistico, e per realizzare punti aziendali di accoglienza ed espositivi. È inoltre previsto di individua-re investimenti considerati significativamente innovativi con una percentuale d’inter-vento maggiore in ambito di “ambiente, salute, sicurezza” in “tecnologia” oppure “legati al territorio”.Budget disponibile per inve-stimenti 3,5 milioni di euro.In linea generale e trasversa-le verrà data priorità agli in-terventi volti all’incremento o al mantenimento dei livelli occupazionali rispetto all’an-no 2009, agli investimenti in comuni ex obiettivo 2 e alle imprese che hanno presenta-to meno domande sui prece-denti bandi.

Veduta della Valsugana Orientale

22 ATTUALITÀ

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SPECIALE LA VALSUGANA VISTA DA VICINO 23

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rio”. Nella sua mente sono affiorati anche i ricordi del-la Grande Guerra quando, da bambina, con i genitori dovet-

te partire assieme a tanti al-tri valsuganotti, come profu-ga per la Moravia dove soffrì fame e freddo che furono cau-sa di tante malattie. Nel 1940 sposò Augusto Martinelli che dopo appena 9 anni la lasciò a causa di un male improvviso. Da sola dovette provvedere al sostentamento dei tre figli (uno morì da bambino), lavo-rando all’interno della minie-ra come addetta alle pulizie.

Mario Pacher

Calceranica al Lago – An-che Lina Marchi ved. Marti-nelli, ha raggiunto il secolo di vita. Il figlio Dario, la figlia Maria Pia venuta per la festa dalla Spagna, i nipoti, proni-poti e una trentina di invitati, si sono stretti attorno a Lina per festeggiare alla grande il lieto evento. Dopo la Mes-sa nella parrocchiale, la fe-sta è proseguita nel giardino di casa in via Tartarotti, dove era stato organizzato un alle-gro momento. La presiden-te del Gruppo Pensionati e Anziani di Calceranica, Gilia Fontana, le ha portato un bel mazzo di fiori, mentre il vice-sindaco Marco Pasqualini le ha donato, a nome dell’intera comunità, un piatto decora-to. La signora Lina, che gode ancora di tanta salute sia fisi-ca che mentale, prima anco-

“Sono almeno cinque anni che non prendo medicine”

ra di raccontarci la sua storia di vita, ci ha detto: “Mangio abbondantemente, non bevo acqua ma un po’ di vino e so-prattutto, da almeno cinque

anni, non prendo nessuna me-dicina. Sono ancora autono-ma e vivo da sola al primo pia-no della casa, mentre al piano superiore abita mio figlio Da-

Nipoti e pronipoti festeggiano i cent’anni di nonna Lina

Un secolo di vita per Lina Marchi

Lina Marchi con figli, nipoti e pronipoti

Calceranica al Lago – È stata festeggiata Paolina Gia-comelli per il raggiungimen-to dei suoi 101 anni di vita. Accanto a lei anche i nipoti, altri parenti e amici. La presi-dente del locale gruppo pen-sionati, Gilia Fontana, le ha

Festa per nonna Paolinaportato un mazzo di fiori a nome degli anziani del pae-se. Quindi il taglio della torta e un brindisi fra tutti gli in-tervenuti. Nonna Paolina ha promesso di voler raggiunge-re altri futuri importanti tra-guardi. M.P.

Paolina Giacomelli con Gilia Fontana che le dona i fiori

Calceranica al Lago – Fra i tanti appuntamenti che l’Associazione Pensionati e Anziani organizza in favore dei propri iscritti, il pranzo autunnale con la “polenta e crauti” sembra essere uno dei più attesi e partecipati. Infatti, l’incontro è sempre coronato di grande succes-so e vede la costante parte-cipazione di un gran numero di iscritti. Molto soddisfatta per la buona riuscita dell’al-

Pranzo dei pensionatilegro momento conviviale la presidente dell’associazio-ne, Gilia Fontana, pure cuo-ca e provetta cameriera con l’aiuto anche dei componen-ti la direzione. Al termine del pranzo la signora Car-men, animatrice volontaria presso diversi centri anziani e case di riposo, ha recitato alcune sue composizioni po-etiche ottenendo tanti meri-tati applausi.

M.P.

24 CALCERANICA AL LAGO

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ti. L’opera, suddivisa in due lotti e realizzata dall’Agenzia Depurazione (ADEP) della Provincia autonoma di Tren-to, è finalizzata a razionaliz-zare l’utilizzo delle risorse idriche della comunità di Ca-stello Tesino, evitando il pas-saggio all’interno del centro storico e consentendo inol-tre l’alimentazione a gravi-tà dei serbatoi per le locali-tà Celado e Roa, nonché di sopperire all’annosa caren-za d’acqua potabile per la li-mitrofa comunità di Arina, frazione di Lamon con circa 300 abitanti. Il costo dell’in-tervento è di 3 milioni e 260 mila euro, finanziati in buo-na parte (3,179 milioni) dal-la PAT, mentre i restanti 81 mila euro saranno a carico dei due comuni.

Castello Tesino – Molti se-coli fa le due comunità erano acerrime rivali, ma oggi – pur trovandosi in regioni diverse – intrattengono ottimi rap-porti di vicinato, tanto da aver sottoscritto una sorta di “patto dell’acqua”. Difat-ti ai primi d’ottobre la Giun-ta provinciale ha finanziato l’acquedotto interregiona-le che idealmente unirà Ca-stello Tesino e il borgo bel-lunese di Lamon. Il progetto, di cui Castello Tesino è co-mune capofila, appare inse-rito nel programma trienna-le degli interventi 2008-2010 per l’attuazione dell’intesa tra Regione Veneto e PAT, al fine di favorire lo sviluppo di sanità, cultura, istruzione, infrastrutture e reti di tra-sporto dei territori confinan-

Borgo Valsugana – Il 14 ot-tobre scorso è partita formal-mente la fase pilota del pro-getto “Distributori automatici di alimenti salutari”, che si in-serisce nel programma pro-vinciale “Guadagnare salute”. Con esso, l’APSS, in collabo-razione con l’Assessorato alla salute e alle politiche sociali e al Dipartimento per l’agri-coltura della Provincia auto-noma di Tento, vuole prova-re, cominciando da se stessa, a rendere più facile la scelta a dipendenti e utenti desiderosi di fare una pausa più salutare e più rispettosa dell’ambiente. I distributori salutari sono in funzione oltre che negli edifici del Centro per i servizi sanitari di Viale Verona a Trento (dove hanno completamente sosti-tuito quelli tradizionali) anche all’ospedale di Borgo Valsuga-

All’ospedale di Borgo un progetto pilota

Alimenti salutari

Un distributore automatico

BORGO VALSUGANA E CASTELLO TESINO 25

na, dove distributori salutari e tradizionali in via sperimenta-le sono affiancati. Per la scel-ta dei prodotti da inserire nei distributori salutari sono sta-ti valutati: quantità e quali-tà degli ingredienti, apporto calorico, contenuto in gras-si, zuccheri, sale. A parità di caratteristiche nutrizionali, è stata data priorità al prodotto più rispettoso dell’ambiente e delle persone (biologico, loca-le, filiera corta, equo e solida-le). Per le bevande fredde si è scelto di escludere tutte le be-vande con zuccheri aggiunti.

Finanziato progetto fra Castello e Lamon

Patto per l’acquedotto

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correndo quindi alla conser-vazione e al rafforzamento dell’identità e della lingua del-la comunità.La richiesta di contributo fi-nanziario era partita dall’Isti-tuto Cimbro/Kulturinstitut Lusérn, che aveva chiesto alla provincia un sostegno finan-ziario all’iniziativa, che com-porterà una spesa complessi-va di 6.500 euro.

Luserna – Su proposta del presidente Dellai, competen-te per materia, la giunta pro-vinciale ha deciso di conce-dere un contributo di 3.500 euro all’Istituto Cimbro/Kul-turinstitut Lusérn nell’ambito del progetto denominato “In-tegrazione attività scolastica nella scuola dell’infanzia per l’insegnamento della lingua cimbra nel corso dell’anno scolastico 2010-2011”, che co-prirà parzialmente le spese re-lative al periodo 1° ottobre-31 dicembre 2010.Il contributo deciso consenti-rà al progetto in questione di garantire nella scuola dell’in-fanzia di Luserna la presenza di un insegnante che conosca e usi la lingua cimbra, allo sco-po di rafforzare a livello pre-scolare la conoscenza e l’uso della lingua minoritaria, con-

Al progetto 3.500 euro di contributo provinciale

Cimbro a scuola

Veduta di Luserna

26 LUSERNA E CALCERANICA AL LAGO

ra comunità. È significativo il fatto, come ci ha testimo-niato la signora Gilia, che a Calceranica al Lago, pae-se di 1200 anime, siano ben quattro le ultra centenarie ancora in vita e almeno una trentina le persone che han-no superato i 90 anni. Sen-za contare quelle che nel recente passato hanno la-sciato questo mondo, dopo aver raggiunto e superato i cent’anni. (M.P.)

Calceranica al Lago – Si allunga sempre più la li-sta delle persone che han-no raggiunto e superato il secolo di vita. Questa volta è toccato a Anna Faes che ha compiuto i cento anni il 5 ottobre scorso. Nel giorno del compleanno, la signora Anna è stata festeggiata dal-le figlie Gemma e Lia, dai ni-poti e da tutti gli altri paren-ti. La presidente della locale associazione pensionati, Gi-lia Fontana, accompagnata dal suo vice Sandro Marchi, le ha portato un omaggio floreale a nome degli anzia-ni del paese, mentre il sin-daco Sergio Martinelli e l’as-sessore alla cultura Barbara Alfaré, le hanno consegnato un mazzo di fiori e un piat-to artistico a nome dell’inte-

Grande festa per i cent’anni di Anna Faes

Auguri nonna Anna

Al centro del gruppo Anna Faes

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Borgo Valsugana - Gli scorsi 3 e 4 ottobre, la Regione Trenti-no Alto Adige, in rappresentan-za di tutte le Regioni Italiane, è stata chiamata ad offrire l’olio per alimentare la lampada voti-va che arde sulla tomba di San Francesco ad Assisi. Dal 1939, anno della proclamazione di San Francesco a Patrono d’Ita-lia, è la terza volta (1955 e 1992 i precedenti) che la nostra Re-gione è chiamata a presenziare alle cerimonie, volte ad esalta-re il dialogo e la solidarietà. Il Comune di Borgo era presente con il proprio gonfalone, porta-to in Umbria da una delegazio-ne composta dal sindaco Fabio Dalledonne, dal coordinatore della Polizia Locale Antonio Si-moni e dall’impiegato comuna-le Rino Bordato.Per quanto riguarda il significa-to della cerimonia, al di là de-

gli aspetti legati al sempre pro-ficuo e costruttivo scambio di opinioni e confronto tra am-ministratori, l’offerta dell’olio rappresenta un gesto partico-larmente significativo, perché a San Francesco si rivolge l’Ita-lia dei Comuni, ricchi dei pro-pri valori, diversi nella loro storia, nell’economia, ma par-tecipi pur nella loro diversità e peculiarità alla formazione del-lo Stato Nazionale e dell’Euro-pa.“Dal punto di vista religioso e spirituale – afferma la delega-zione di borghigiani di ritor-no da Assisi – abbiamo potuto partecipare a momenti indi-menticabili che ci hanno arric-chito, soprattutto nell’appro-fondimento dei non facili temi del dialogo, della tolleranza e della solidarietà”.“Sono orgoglioso di aver por-

tato ad Assisi il nostro Gonfa-lone – ha dichiarato infine il sindaco di Borgo Fabio Dalle-

donne – e ringrazio Assisi per quanto moralmente ho potuto portare a Borgo”.

Il comune di Borgo era presente nella città di San Francesco con il proprio gonfalone

Delegazione in viaggio ad Assisi

Nella foto il sindaco Fabio Dalledonne, l’impiegato Rino Bordato e il coordinatore della Polizia locale Antonio Simoni

BORGO VALSUGANA E NOVALEDO28

Novaledo – Coordinati dal-la maestra Fabrizia Angeli, gli insegnanti della scuola elementare in collaborazio-ne con gli alpini del paese, hanno organizzato recente-mente la “Festa degli Albe-ri”. Per la prima volta nel-la storia, quest’anno è stata scelta la montagna a sud del paese, il monte della Zoparina. Gli oltre cinquan-ta alunni hanno raggiunto quella località montana a mezzo pullman fino a Sel-la, quindi hanno percorso, a piedi, il restante tratto di qualche chilometro attra-verso il bosco e le abetaie. Durante il percorso han-no visitato i luoghi delle battaglie della prima guer-ra mondiale, il cannone e il piccolo cimitero realiz-zato un anno fa dagli alpi-ni di Olle. Erano accompa-gnati dal giornalista Giulio

Oltre cinquanta alunni sul monte Zoparina

La Festa degli AlberiVaccarini che ha raccon-tato loro le vicende legate alla prima guerra mondiale e riferite soprattutto al pa-ese di Novaledo. Risaliti in pullman hanno visitato, sot-to la guida di un forestale, il vivaio del distretto foresta-le della Bassa Valsugana. A mezzogiorno, a Sella, sotto il grande tendone nel piaz-zale della casa degli alpini di Borgo, hanno consuma-to un pranzo preparato dal-le penne nere del paese gui-date dal loro capogruppo e vice ispettore dei Vigili del Fuoco della Bassa Valsuga-na Ivano Bastiani, nonché dai Vigili del fuoco con il co-mandante Giancarlo Marti-nelli. Il momento conviviale è stato rallegrato da alcuni canti eseguiti dai ragazzi, accompagnati alla fisarmo-nica da Pierino Debortolo. Mario Pacher

Novaledo – Anche il pe-riodo del raccolto, quando cioè la natura ripaga l’uo-mo delle fatiche per il lavo-ro della terra, può diventare motivo di allegria e socializ-zazione. C’è chi ama coltiva-re la vite per produrre vino per uso personale, per con-sumarlo con gli amici o an-che per donarlo. È questo il caso di don Luigi Roat, par-roco di Novaledo, che da tanti anni coltiva a Brenta di Caldonazzo più di 800 vi-gne, aiutato sem-pre da un gruppo di amici volontari di Novaledo, Caldo-nazzo, Calcerani-ca, Centa S. Nicolò, Quaere e Lochere. Anche quest’anno per salutare la fine della vendemmia il gruppo di volontari s’è seduto attorno

Da anni il parroco di Novaledo dona il suo vino

Il buon vino di Don Luigiad un tavolo per un goliardi-co momento a base di por-chetta, completato da dolci fatti in casa, che si è conclu-so con il rinnovo dell’impe-gno anche per il prossimo anno. Stante la generosità ormai collaudata di don Lu-igi, si dà per certo che anche buona parte del vino dell’an-nata 2010 sarà donato ad amici e conoscenti, nonché alle associazioni che organiz-zano le loro feste nel segno dell’amicizia. M.P.

Gli amici volontari nella cantina di don Luigi

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PERGINE VALSUGANA 29

Pergine Valsugana – “Par-lamentiamo”, il percorso for-mativo del Piano Giovani di Zona di Pergine e della Valle del Fersina dello scorso anno, aveva cercato di fare conosce-re ad alcuni giovani dell’Alta Valsugana gli organi politici lo-cali e nazionali per avvicinar-li alla politica. Erano stati or-ganizzati degli incontri a tema e un soggiorno di quattro gior-ni a Roma per conoscere da vicino le istituzioni nazionali. Quest’anno la nuova iniziativa del PGZ è “Europeiamo”: una realtà nuova e per certi aspet-ti ancora più interessante. Du-rante un percorso che preve-de quattro incontri tenuti da esperti, i ragazzi potranno co-noscere le istituzioni che per molte persone sono forse an-cora poco note: il Consiglio e il Parlamento europei, il Con-

Europeiamo, i giovani e la politica

siglio dell’Unione Europea, la Commissione europea ol-tre alla Corte di giustizia e alla Corte dei conti europee. Il pro-getto non si occupa solo della realtà politica sovranazionale, ma andrà a esplorare anche il

mondo della giustizia comuni-taria. La novità più interessan-te consiste tuttavia nel nuovo tema inserito quest’anno e cioè quello della tutela dell’ambien-te, argomento questo sempre più importante sia in Italia che

Prosegue il percorso formativo del Piano Giovani di Zona di Pergine e della Valle del Fersina

Il viaggio di Parlamentiamo 2009

in Europa. Il percorso prevede anche un viaggio che tocche-rà il Lussemburgo oltre a Stra-sburgo e Friburgo per visitare “dal vivo” proprio alcune del-le suddette istituzioni europee.

Paolo Chiesa

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Poi sono state deposte due corone d’alloro al vicino Mo-numento che ricorda i Caduti Bersaglieri del 72° Battaglio-ne, quindi le circa 300 perso-ne rappresentate oltre che

da bersaglieri anche da alpi-ni, fanti, artiglieri, carabinie-ri, finanzieri, vigili urbani e vi-gili del fuoco accanto a tanti semplici cittadini, capeggiati dalla fanfara dei bersaglieri di San Donà di Piave, hanno sfi-lato fino al cimitero dove an-che qui è stata deposta una co-rona alla lapide che ricorda i morti di Carzano della guerra 1914–1918. Mario Pacher

Il triste “fatto” avvenne il 18

settembre 1917

Carzano – Con una ceri-monia voluta dall’ammini-strazione comunale in col-laborazione con il Comitato Associazioni Combattentisti-che e d’Arma della Valsugana Orientale e Tesino, si è svolta la rievocazione storica della “Battaglia di Carzano” nel ri-cordo di quel lontano 18 set-tembre del 1917 quando, nel corso dei combattimenti fra lo schieramento italiano e quel-lo tedesco, perirono un gran numero di soldati delle due formazioni. Alla commemo-razione vi hanno partecipa-to decine di bersaglieri e altri appartenenti a diverse asso-ciazioni d’arma e combatten-tistiche provenienti dal Tren-tino Alto Adige e dal Veneto. Il momento celebrativo è inizia-to con una solenne S. Messa nella chiesa di Carzano cele-

brata dal parroco don Antonio Sebastiani a cui sono seguiti i discorsi ufficiali. Dopo le pa-role di benvenuto da parte del sindaco Cesare Castelpietra, lo storico prof. Christoph von

Una cerimonia in memoria dei soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale

Ricordata la Battaglia di Carzano

Un momento della cerimonia

CARZANO30

Artungen ha ricordato come quella battaglia di 93 anni fa, fu un’operazione che naufra-gò miseramente e si tramutò, dopo un avvio assai promet-tente, in una dura sconfitta.

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Pergine Valsugana – Da quest’anno è lo “Zock Grup-pe”, storica associazione di volontariato di Pergine, che si occupa della coltivazione e della vendemmia dell’uva Müller Thurgau del vigneto dei padri francescani di Per-gine. L’idea della collabo-razione è nata durante una chiacchierata avvenuta nel periodo natalizio dello scor-so anno tra il segretario del gruppo, Maurizio Valcanover, e frate Pietro, padre guardia-no del convento. I frati da qualche anno non riescono a lavorare questa vera e pro-pria “vigna del Signore”, a causa del loro scarso nume-ro (sono rimasti in quattro) e dell’età avanzata. Ecco come è andata la vendemmia 2010: dopo la messa mattutina del sabato presso la chiesa dei

frati, gli “uomini di buona vo-lontà” dello “Zock Gruppe” si sono dedicati alla raccol-ta dell’uva che quest’anno ha portato 650 litri di mosto, alla quale è seguito il pranzo nel suggestivo refettorio del con-vento. Il vino prodotto sarà imbottigliato e avrà un’eti-chetta speciale con un’imma-gine del convento e la scritta: “MMX, Pax et Bonum”, cioè l’anno 2010 in numeri romani e il saluto “Pace e bene” che contraddistingueva la predi-cazione di san Francesco e dei suoi discepoli. Una par-te delle bottiglie rimarrà a di-sposizione dei frati mentre la rimanente verrà usata dallo “Zock Gruppe” in una delle tante iniziative che contrad-distingue la sua attività di vo-lontariato.

Paolo Chiesa

Lo Zock Gruppe e la vigna del Signore

Qui sopra, il pranzo nel convento. In alto, un momento della vendemmia

Da quest’anno la storica associazione di volontariato si occupa della vendemmia dei francescani

Il presidente Pasquini

PERGINE VALSUGANA E LEVICO TERME32

Levico Terme – Sono sta-te più di duecento le spe-cie di funghi esposte in occasione della “Mostra micologica”, allestita nel-la grande sala dell’orato-rio parrocchiale e raccol-ti da una ventina di soci dei circa trecento iscritti all’associazione organiz-zatrice dell’esposizione, il “Gruppo Micologico Bruno Cetto”, presieduto fin dal-la sua nascita avvenuta nel 1976, da Marco Pasquini. Funghi, complessivamen-te quasi 10 mila, raccolti sulle nostre montagne, in particolare sulla Marzola, a Vezzena, Vetriolo e Val-campelle. Gli esperti del gruppo li hanno seleziona-ti e divisi in commestibili, velenosi e velenosi morta-li. Fra quest’ultimi figura-vano l’amanita phalloides, l’amanita virosa e l’orella-

Oltre duecento specie esposte all’Oratorio

Tanti funghi in mostra

nus. All’ingresso della mo-stra erano esposte anche le sculture in legno di Silvano Garollo di Barco e le foto naturalistiche di Fabio Pe-drotti. M.P.

Levico Terme – Presso l’Os-sario al Passo del Tonale si è svolto il raduno dei Fanti or-ganizzato dalla Fede-razione Nazionale del Fante di Brescia, a cui hanno partecipato an-che le sezioni trentine di Condino e di Levico Terme. Alla presenza del presidente nazio-nale del Fante Anto-nio Beretta e di quel-lo di Brescia Giuseppe Ferretti, nonché di numerosi rappresen-tanti delle 42 sezioni del bresciano presenti con i loro gagliardetti, i par-tecipanti (oltre 700 persone) hanno sfilato fino al sacrario, dove le massime autorità han-no deposto una corona d’al-loro e scoperto una targa con la scritta “Non dimenticateci 1920–2010”. Dopo una solen-ne S. Messa si sono tenuti i di-

Medaglia per i fanti levicensi Fasani e Fontana

Raduno nazionale fantiscorsi delle autorità, che han-no ricordato pure il 90esimo anno di fondazione dell’asso-

ciazione. Il presidente nazio-nale ha consegnato alcuni at-testati di “socio benemerito” con medaglia. Fra i premiati anche i fanti levicensi Cesa-re Fasani ed Enrico Fontana, accompagnati dal presiden-te della sezione di Levico cav. Enzo Libardi. M.P.

I due premiati (a sinistra) con Libardi, Beretta e Ferretti

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VALSUGANA 33

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Borgo Valsugana - “Perché le ostetriche dell’Ospedale di Borgo non possono assistere le donne in prossimità di par-to?” Questa era la domanda che, prima dell’estate, il con-sigliere provinciale Pino Mo-randini – assieme ai suoi col-leghi Viola, Borga, Leonardi e Delladio – si poneva, rigiran-dola, sotto forma di interro-gazione, all’assessore provin-ciale alla salute Ugo Rossi. Il 1° ottobre scorso l’assessore Rossi ha inviato la risposta os-servando come Borgo, dopo la chiusura del punto nasci-ta, disponga solo di un Centro

Qualche mese fa il consigliere provinciale Pino Morandini interro-gava la Giunta provinciale per sapere perché le ostetriche dell’Ospe-dale di Borgo non possono assistere le donne in prossimità del par-to. L’assessore provinciale alla salute, Ugo Rossi, risponde che Borgo

dispone solo di un Centro ambulatoriale ostetrico-ginecologico che si diversifica enormemente dal modello organizzativo previsto per gestire prestazioni ospedalieri ostetrico-ginecologiche. Tuttavia l’organizzazione offre un’adeguata sicurezza e assistenza.

ambulatoriale oste-trico-ginecologico “dove l’organizza-zione e la dotazione di apparecchiature e strutture, nonché le competenze specifi-che, si diversificano enormemente dal modello organizza-tivo previsto per gestire pre-stazioni ospedalieri ostetri-co-ginecologiche (quali quelle garantite nei punti nascita)”. Il servizio di pronto soccorso dell’Ospedale di Borgo – fa no-tare l’assessore Rossi – opera per le urgenze cliniche di tipo

L’assessore Ugo Rossi risponde a un’interrogazione di Pino Morandini

Le ostetriche all’ospedale S.Lorenzo

ostetrico-ginecologi-co inviando le pazien-ti al reparto di oste-tricia e ginecologia dell’ospedale di Tren-to con un’ambulanza dotata di personale medico e/o infermie-ristico, oppure, nei casi più gravi, trami-

te l’elicottero, in questo caso con un medico rianimatore e un infermiere di emergenza di turno all’elisoccorso.Inoltre, dall’agosto dell’anno 2008 l’U.O. Trentino Emergen-za 118 si è dotata di un proto-collo per la gestione del par-

to in emergenza a supporto di tutto il personale coinvolto: operatori di centrale, medici, infermieri di emergenza e tec-nici del soccorso. Dall’anno 2009 si tengono re-golarmente momenti speci-fici di addestramento. “È da ritenere pertanto – conclude l’assessore alla salute – che l’organizzazione in atto, che prevede l’attivazione del tra-sporto appropriato in rela-zione all’urgenza e gravità dei singoli casi, sia tale da garan-tire la necessaria sicurezza e assistenza nel trasporto delle donne partorienti”.

Levico Terme – “C’è trop-pa gente onesta, tanta gen-te qualunque, che ha fiducia in me. Non posso deluderla”. Così diceva il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa al figlio Nando poco tempo prima di essere assassinato, assie-me alla moglie e all’agente di scorta, nel 1982. La figura di questo eroe di stato è stata ricordata anche quest’anno per iniziativa dell’Associa-zione Carabinieri in conge-

Cerimonia per il Generale assassinato

Ricordato Dalla Chiesado della città di Levico Ter-me Davanti al monumento che ne ricorda il sacrificio nell’omonima piazza, è sta-ta benedetta e deposta una corona d’alloro. Parole di circostanza sono venute dal comandante della stazione CC di Levico, maresciallo Trentin, dal sindaco Gianpie-ro Passamani e da Camil-lo D’Alonzo Avancini del di-rettivo dell’associazione del Fante di Levico. M.P.

Un momento della cerimonia

Novaledo – La consegna di una speciale targa ricordo a Giulia Margon, campiones-sa provinciale di ciclismo su strada, avrebbe dovuto ave-re luogo durante l’annuale festa che il rione Campre-gheri di Novaledo organiz-za nel segno dell’amicizia. Invece, a causa di sfortuna-ti eventi, quest’anno l’incon-tro è saltato e così gli ami-ci di quella contrada hanno voluto organizzare una sera-

Festeggiata la campionessa di ciclismo

Una targa per Giuliata dedicata tutta alla “loro” campionessa Giulia Mar-gon, nel corso della quale le è stata consegnata anche la targa ricordo che porta impressa la seguente dedi-ca: “A Giulia, con orgoglio e simpatia a nome di tut-ti i residenti della via Cam-pregheri”. Giulia, nata nel 1994, era infatti diventata campionessa trentina nella competizione dello scorso primo agosto. M.P.

Giulia Margon assieme alla sua famiglia

BORGO VALSUGANA, LEVICO TERME E NOVALEDO34

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PERGINE VALSUGANA 35

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ALTA VALSUGANA36

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Pergine Valsugana – Isti-tuito dall’Impero austriaco nel 1877, l’ospedale psichia-trico di Pergine entrò in fun-zione il 19 settembre 1882, ar-rivò ad ospitare fino a 1.500 negli anni ‘70 del secolo scor-so, per essere poi abolito con la legge Basaglia del 1978. At-tualmente, nelle strutture nate dal superamento dell’ospedale psichiatrico di Pergine Valsu-gana, vi sono complessivamen-te 97 pazienti (52 maschi e 45 femmine), di cui 20 di origine

Per più di un secolo fu un luo-go di dolore e alienazione. Ma al tempo stesso rappresentò una fonte di lavoro per un’in-tera comunità, nonché moti-vo di scherno per gli abitanti degli altri paesi, ai quali basta-va dire “quei de Perzen” e già si era capito tutto. Nel bene e

nel male, difatti, la notorietà dell’ospedale psichiatrico di Pergine, meglio conosciuto come “il manicomio”, si affer-mò fin da subito oltre i confini provinciali. Quei padiglioni ora sono stati oggetto di un importante accordo fra Tren-to e Bolzano.

Dopo l’accordo fra Trento e Bolzano, gli assessori Rossi e Theiner incontrano i pazienti

Visita all’ex ospedale psichiatrico

altoatesina (13 di madrelingua tedesca). Quattro di questi pa-zienti sono ospitati, al primo piano del Padiglione Perusini, nella RSA psichiatrica in quan-to necessitano di una specifica assistenza psichiatrica. Sem-pre nel Padiglione Perusini, al secondo e terzo piano, nelle Residenze psichiatriche (Case famiglia) sono ospitati sette pazienti a medio-basso biso-gno assistenziale e con buona autonomia nella vita quotidia-na, mentre nel Padiglione Pan-

dolfi si trovano nove pazienti con gravi disabilità di tipo neu-ro-geriatrico e ridotta autono-mia. Il 12 ottobre scorso i due padiglioni sono stati visitati – sotto la guida di Claudio Buria-ni, direttore dei distretti Alta e Bassa Valsugana, Primiero e Tesino – da Ugo Rossi, asses-sore provinciale alla salute, ac-compagnato dal suo omologo altoatesino Richard Theiner.La visita fa seguito all’inseri-mento nella Finanziaria del-la Provincia di Bolzano di un articolo mediante il quale tale amministrazione si assume-rà i costi della degenza e delle prestazioni dei malati psichici ricoverati a Pergine e prove-nienti dall’Alto Adige, anche se non più residenti in provin-

Trento – Su proposta del presidente Lorenzo Dellai, la giunta provinciale il 15 ottobre scorso ha appro-vato i nuovi criteri di coe-renza per la selezione della progettualità privata relati-vamente al Patto territoria-le della Valle dei Mòcheni – Bersntol. Ha inoltre appro-vato una serie di deroghe, necessarie per perseguire gli obiettivi di sviluppo del territorio, nel rispetto del-la disciplina comunitaria e delle disposizioni di legge.

Valle dei Mòcheni-Bersntol

Patto territoriale: bandoTrattasi del secondo e ulti-mo bando per progettualità privata; i soggetti privati in-teressati a realizzare un pro-getto di investimento posso-no presentare domanda di agevolazione con la richie-sta di adesione al Patto en-tro il termine fissato del 29 maggio 2011. La valutazione della coerenza degli investi-menti verrà fatta seguendo l’ordine cronologico e sulla base dei criteri di selezione approvati dalla Giunta pro-vinciale.

cia di Bolzano. Fino ad ora i costi erano a carico della Pro-vincia in cui i pazienti risiede-vano, spesso coincidente con la struttura che li ospitava per anni. L’accordo ha permesso inoltre di definire i rapporti fi-nanziari pregressi individuan-do in 7,9 milioni di euro la ci-fra che la Provincia autonoma di Bolzano verserà a quella di Trento. Particolarmente soddi-sfatti gli assessori Rossi e Thei-ner. Quest’ultimo ha ricono-sciuto la validità della struttura perginese, affermando che “qui i nostri pazienti sono ben assi-stiti anche grazie al prezioso lavoro di personale qualificato che, pur operando in un conte-sto non facile, sta facendo un ottimo lavoro”.

Una vecchia foto dell’ospedale psichiatrico

PERGINE VALSUGANA E VALLE DEI MOCHENI 37

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SPECIALE LA VALSUGANA VISTA DA VICINO38

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famiglie in Pakistan.Le offerte della ditta Fin-stral Spa saranno impiegate dall’ente nelle province pa-

kistane di Nouwshera, Gil-git Baltistan nel nord del pa-ese vicino all’Afghanistan e Sindh, un territorio colloca-to più a sud vicino all’India. In queste zone, più di 9 mila famiglie ricevono dall'ente benefico molti alimenti, ac-qua potabile, medicine, telo-ni di plastica e tende. Inoltre la rete internazionale di Ca-ritas, presente in quasi tut-

Raccolti oltre 22 mila euro da destinare in beneficenza tramite la Caritas di Bolzano

Un’ora di lavoro per il Pakistan

La direzione e i collaboratori della Finstral raccolgono

22.607 euro

Le tremende inondazioni in Pakistan hanno fornito ai collaboratori e alla direzio-ne della ditta Finstral Spa la motivazione per avvia-re un’azione di solidarietà e raccolta fondi. I responsabili dell’azienda hanno donato 10 mila euro per l’aiuto di emer-genza della Caritas nel Paese asiatico, mentre i collabora-tori dei 14 stabilimenti indu-striali sono stati pronti a do-nare l’equivalente di un’ora di lavoro a favore delle vittime della catastrofe ambienta-le, raccogliendo 12.607 euro. Così i titolari dell’azienda, Hans e Luis Oberrauch, han-no consegnato a Heiner Sch-weigkofler, direttore della Caritas di Bolzano, la somma di 22.607 euro. Al momento, la rete internazionale di Ca-ritas sta sostenendo 45 mila

La famiglia Oberrauch, titolare della ditta FINSTRAL Spa, consegna l’assegno di 22.607 euro a Heiner Schweigkofler direttore della Caritas di Bolzano (secondo da sinistra)

SOLIDARIETÀ 39

ti i Paesi del mondo, sta co-struendo 100 ponti sospesi e in 50 villaggi ha ripristinato condutture e impianti per il pompaggio di acqua potabi-

le. L’azienda FINSTRAL ed i suoi collaboratori hanno vo-luto essere vicini a questa popolazione così duramente colpita.

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SPECIALE LA VALSUGANA VISTA DA VICINO40

I primi uominiIl territorio su cui oggi si estendono i co-muni di Telve, Telve di Sopra, Torcegno e Carzano furono frequentati dall’uomo sin dal Mesolitico, come attestano alcu-ni ritrovamenti presso il Lago delle Buse e le punte di freccia di selce rinvenute sul Colle di San Pietro. Si trattava di cacciato-ri-raccoglitori, che prediligevano le alture d’estate e le zone di mezza costa d’inver-no, evitando il fondovalle infestato dalle paludi. Un paesaggio rurale che, si può dire, rimase sostanzialmente invariato per millenni, tant’è vero che nel 1793 Giusep-pe Andrea Montebello descriveva questa zona con le seguenti parole: “In tutta la sua estensione l’aria vi è molto salubre; perché i villaggi sono situati in luoghi o lontani dalle paludi, o da opposti colli di-fesi dall’aria paludosa”.Ritornando ai tempi più antichi, le diver-se età della preistoria e della protostoria sono documentate soprattutto dai reper-ti ritrovati presso il Colle di San Pietro, sul-la cui sommità probabilmente sorgeva un castelliere preistorico, cioè una sorta di piccolo villaggio fortificato. Da questo luogo provengono, fra l’altro, un’ascia e un pugnale del Bronzo Recente e Finale (dal 1300 a.C. al 900 a.C. circa), un coltello e una fibula in bronzo della prima età del Ferro, una statuetta in bronzo che forse rappresenta Apollo, nonché altri reperti d’epoca medioevale.

Dai Romani ai LongobardiTra il 16 e il 15 a.C. l’imperatore Augusto avviò la conquista della Rezia e dell’arco alpino, preludio all’invasione romana del-

la Germania. Fu proprio in quest’ambito che nel 15 a.C. il generale Druso Maggio-re tracciò quella strada romana che, am-pliata e completata dal figlio Claudio nel 47 d.C., sarebbe passata alla storia come la Via Claudia Augusta Altinate.I Romani costruirono questa importante arteria militare seguendo un’antica pista preistorica, che passava anche da Carza-no, proseguiva per Telve, superava il tor-rente Ceggio fino a Telve di Sopra dopo-diché ridiscendeva verso Castel Telvana costeggiando il Colle di San Pietro.Proprio sul Colle di San Pietro e a Telve furono rinvenute monete di imitazione massaliota (moneta gallica di Massilia, ov-vero l’odierna Marsiglia), mentre il territo-rio di Torcegno restituì un vero e proprio “ripostiglio”, che custodiva monete di Au-reliano (270-275), di Probo (276-282), di Caro (282-283) e di Carino (284-285).

Una falx vinitoria, invece, testimoniereb-be la diffusione della viticoltura anche in queste zone. Nel 1957, durante dei lavori presso la canonica di Telve di Sopra, ven-nero alla luce cinque scheletri disposti a stella, muniti di spade e armature, d’età romana o forse precedente.Non era la prima volta, tuttavia, che il ter-ritorio restituiva scheletri molto antichi o presunti tali. Nella seconda metà dell’800, infatti, il parroco di Torcegno don Venan-zio Fachini riferendosi a Castel San Pie-tro annotava: “Vi furono recentemente tanto verso mattina quanto dall’opposta parte disotterrati in una sol volta ben di-ciotto scheletri umani, lo che dimostra esservi avvenuti dei fatti d’arme, non es-sendo verosimile che i morti che l’abita-rono vi si facessero eziandio sepellire”.Dopo la caduta dell’Impero Romano (476 d.C.), per secoli la Valsugana fu percor-sa da popolazioni barbariche, fra le quali i Longobardi di cui il territorio di Telve di Sopra ha restituito vari reperti, databili al VII secolo, quali una “spatha”, un fram-mento di umbone di scudo da parata e una borchia di bronzo dorato.Al territorio di Telve è riconducibile an-che un gruppo tombale altomedievale, attestazione dell’aristocrazia longobarda in Valsugana.

Signori e castelli Nel 1027 l’imperatore Corrado II il Sali-co fece una donazione al Vescovo Udal-rico II e istituì il Principato Vescovile di Trento, fissando così il confine tra il do-minio temporale, vale a dire amministrati-vo, del vescovo di Trento e quello di Feltre

Telve, Telve di Sopra, Torcegno e Carzano nel corso dei secoli

Quattro paesi, una storia in comune

I ruderi di Castellalto

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Carzano, Madonna della Neve

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a Maso San Desiderio di Novaledo. Ciò nono-stante i rapporti tra le due parti furono sem-pre piuttosto intensi, tanto che alcuni feu-datari della Valsugana assoggettata a Feltre, possedevano beni anche nel territorio con-trollato dal Vescovo di Trento, godendo an-che del beneficio di prendere parte alle riu-nioni dei feudatari trentini.È il caso della nota famiglia “da Telve”, il cui capostipite Wala è menzionato in qualità di “dominus de Telvo” in un documento datato 12 maggio 1160.Ben presto i da Telve si divisero in tre linee e – osservava il Montebello – “come ogni No-bile in que’ tempi aveva un castello, così tut-te queste tre linee ebbero il loro. […] Questi castelli furono Arnana, San Pietro e Castellal-to”. Di anno in anno, ogni castello si alternava nell’esercitare il diritto di giurisdizione civile sulla villa di Telve.Castel Arnana esisteva già nel 1289, ma que-sto ramo della famiglia si estinse nel 1310 e così il maniero, costruito sul dosso “del Ca-stelletto”, andò subito in rovina, tanto che oggi ne rimangono solo pochi ruderi.I diritti di Castel Arnana furono quindi trasfe-riti alla linea di Castel San Pietro che però nel 1331 – c’informa il Montebello – “vendette la sua giurisdizione, i due dossi, e tutti i beni, che possedeva nella Valsugana fino al torren-

te Silla, a tutta la famiglia dei Signori di Caste-lnovo e Caldonazzo per il tenue prezzo di tre mila e dugento lire di danari veneti”. Nel 1385 Castel San Pietro, che si trovava sulla cima del colle Ciolino, fu distrutto dall’esercito di Anto-nio della Scala.Il terzo ramo della famiglia da Telve occupa-va Castellalto, menzionato per la prima volta in un documento del 1272, abitato fino alla

metà del ‘700 e ancora in-tegro agli inizi del ‘900, pri-ma che i saccheggi e i colpi inferti della Grande Guerra lo riducessero anch’esso al rudere che appare oggi.I da Telve-Castellalto nel corso del Basso Medioe-vo possedevano abitazio-ni, “casalia” e beni fondia-ri non solo a Telve, Telve di Sopra, Torcegno e Car-zano, ma anche a Pieve Tesino, Borgo, Samone, Ronchi, Roncegno, Vigolo Vattaro, Pergine, Nogaré, Civezzano, Fornace, Mon-tagnaga, Baselga di Piné, Lases, Lona, Sevignano e finanche a Termeno, in Alto Adige.

Una storia in comuneChe la storia di Telve, Telve di Sopra, Torcegno e Carzano abbia molti elementi in comune da parecchi secoli è testimoniato anche dal fat-to che questi quattro paesi nel 1296 si erano dotati di un’unica Carta di Regola mediante la quale si stabilivano, soprattutto, le norme per lo sfruttamento dei boschi e dei pascoli, ma

Veduta di Telve

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anche multe per chi avesse annac-quato il vino o per gli osti che aves-sero venduto “pane, vino e carne al dettaglio senza pesarli”.

Telve, centro propulsore Di questi quattro comuni, però, Tel-ve indubbiamente svolse sempre il ruolo di centro propulsore. Già alla fine del XIII secolo, difatti, questo paese aveva un castello, vasti pos-sedimenti fondiari e, probabilmente dal 1193, una propria chiesa, dedica-ta a San Michele Arcangelo, poi, alla fine del ‘300, rimaneggiata e quin-di intitolata a Santa Maria Assunta (1474), per essere infine riedificata secondo l’aspetto attuale nel 1733.Per molti secoli da questa chiesa dipesero la Madonna della Neve di Carzano, costruita nel 1690 e rico-nosciuta chiesa curaziale nel 1735, nonché la chiesa di San Giovanni Battista di Telve di Sopra, edificata tra il 1835 e il 1840 ed elevata a chie-sa parrocchiale il 30 novembre 1943. A Torce-gno, invece, la chiesa dei Santi Apostoli Barto-lomeo e Andrea, eretta nel 1327 e riedificata nel 1490, era stata dichiarata parrocchia già nel 1585.

Fra il ‘300 e il ‘700, inoltre, Telve si era arric-chito di molti edifici prestigiosi, quali i palazzi Buffa, Sartorelli, Paterno, De Bellat...Sempre a Telve, già dal 1530 è attestata una scuola di grammatica. Nel 1891 il paese, che allora contava 2.050 abitanti, di scuole ne ave-

va ben cinque, per le quali il comune ogni anno spendeva 1.500 fiorini. Nello stesso pe-riodo le scuole a Telve di Sopra erano due e costavano 400 fiorini l’anno; ve n’erano altre due a Carzano (per un costo di 425 fiorini) e tre a Torcegno, con un esborso da parte del Comune di 475 fiorini. Telve contava varie attività legate ai lavori agricoli e silvo-pastorali, ma annoverava an-che numerosi artigiani e commercianti, fra cui spiccavano quelli del legname che veni-va lavorato dalle 8 segherie presenti in pae-se, tutte alimentate dalle acque del torren-te Ceggio. Non mancavano, inoltre, trattorie e osterie, fra le quali erano rinomate quelle All’Angelo e Al Mediatore. Anche gli altri pae-si avevano le proprie osterie: quelle di Pietro Strosio e di Giuseppe Faitin a Telve di Sopra; di Arcangelo Dal Castagné, di Lucia Gasperi e di Rosa Casagrande a Torcegno; di Quintino Fongarollo e di Gregorio Capra a Carzano.Comuni, infine, furono le vicende socio-economiche e politiche che contrassegna-rono questi quattro paesi nel corso dell’età moderna, indirizzandoli verso un futuro sul

quale già si adombrava un destino tragico e crudele, che i posteri avrebbero poi ricordato con l’epiteto di “Grande Guerra”.

Johnny Gadler

Torcegno, il campanile della chiesa

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Durante la prima guerra mondiale i quattro paesi furono teatro di episodi cruenti

Tutte le ferite della Grande GuerraTra il 1915 e il 1916 la popolazione fu sfollata. Gli abitanti di Torcegno vennero disseminati in varie parti d’Italia, quelli di Telve di Sopra se-guirono il proprio parroco don Er-menegildo Dalmaso e si ritrovaro-no tutti a Corropoli, in provincia di Teramo. La gente di Telve, invece, in parte si rifugiò a Milano, in par-te fu sgombrata dagli Austriaci. I paesi furono bombardati e incen-diati, ma l’episodio più tragico fu senz’altro la tristemente famosa Battaglia di Carzano. Qui, difatti, il 18 settembre 1917 il 72° batta-glione Bersaglieri fu accerchiato e distrutto dagli austriaci mentre stava tentando di allargare la testa di ponte sul torrente Maso. Sul campo – come riferì il giornalista valsuganotto Ottone Brentari in un articolo datato 16 settembre 1919 – “restarono morti 878 nostri bersaglieri (sei volte di più dei nostri morti di Bezzecca!) e 366 Au-striaci. Dal giardino e dal cortile della villa Buffa furono esumati 32 cadaveri; ed altri molti dormono qua e là sotto la terra dei campi”. È sempre il Brentari a fornirci un quadro di come si presentavano questi quattro paesi nell’immediato dopoguerra. A Carzano, del-

le 101 case ne erano state di-strutte 99. La chiesa della Ma-donna della Neve serviva per le funzioni religiose, ma fun-geva anche da scuola nonché, nella sagrestia, da dormitorio per i reduci dell’esilio. Dei cir-ca 500 abitanti alcuni avevano trovato rifugio in 12 baracche, mentre gli altri – annotava il Brentari – “dormono negli av-volti, nelle cantine in maniera da far compassione ai sassi, come piangendo mi notava una buona vecchietta”.

A Telve di Sotto la situazione non era diversa. Delle 255 case se n’erano salvate appena 5. “Prima della guerra – ricordava il Brentari – Telve di Sotto era anche meta degli studiosi. Nella casa dei baro-ni Buffa di Castellalto era una preziosa raccolta di pergamene, che erano state ordinate e studiate dal padre Maurizio Morizzo. Dove sono andate a finire? In mano dei ladri o in preda alle fiamme? A Telve di Sopra, delle 137 costruzioni presenti erano rimaste agibili solo le due chiese e la scuola. A Torcegno, infine, delle 84 case se n’era salvata soltanto una.

Rovine di Telve

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Sindaco Trentin, Lei è al debutto come am-ministratore e anche nella Giunta vi sono volti nuovi...Sì, il nostro è un progetto che parte da zero e che intende svolgersi nel segno di un netto cambiamento rispetto al recente passato. La gente ci ha dato fiducia perché abbiamo indi-viduato le necessità del paese, le quali passano anche attraverso un rinnovamento delle per-sone che amministrano la cosa pubblica. Nella nostra squadra, però, non mancano le perso-ne d’esperienza, come ad esempio il vicesin-daco Paolo Stroppa che è stato consigliere per 10 anni.

In che cosa intendete distinguervi dalle amministrazio-ni precedenti?La risposta non è semplice, perché, purtroppo, non disponiamo della bacchetta magica per realizzare subito qualcosa di ecla-tante. Tuttavia il percorso da seguire ci è ben chiaro: sostenere, in questi tempi di crisi economica, chi sul nostro territorio vuo-le intraprendere un’attività, magari anche di tipo turistico, e nel contempo porre un freno a un’edificazione esasperata che ha finito per produrre uno svuotamento del centro storico. È so-

prattutto su questi due punti che intendiamo invertire la rotta rispetto agli ultimi dieci anni.

Come si può rivitalizzare il centro storico?Innanzitutto stiamo approntando una commis-sione che lavorerà sul regolamento per il cen-tro storico al fine di offrire ai residenti la possi-bilità di effettuare interventi di abbellimento e di ammodernamento delle loro abitazioni; poi pensiamo a una serie di interventi come la rea-lizzazione di un parco verde vicino al Municipio, o un percorso per le mamme. Sarà un processo lungo, per il quale sicuramente non basteran-no cinque anni. Noi ce la metteremo tutta, ma molto dipenderà anche da quello che i privati

vorranno fare delle loro abitazioni.

Parlava di turismo...Sì, noi abbiamo una zona di montagna che vogliamo preserva-re e tutelare ma nel contempo sfruttare un po’ di più per cre-are un certo indotto. Questo lo possiamo fare solo rispettan-do l’ambiente, con un turismo rurale compatibile e in tal senso abbiamo già affidato un incarico a un consulente che ci aiuti a studiare un’ipotesi di sviluppo collaborando anche con gli im-

Nostra intervista a Fabrizio Trentin, sindaco di Telve

Telve, un paese in costante crescita

Il sindaco Fabrizio Trentin

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prenditori e con le persone che hanno manifestato interesse per il progetto.

Opere pubbliche, che cosa intendete fare?Di idee ne abbiamo parecchie, di problemi anche, soprattutto a li-vello di viabilità e di fognatura. Ma con le sole risorse del Comune è difficile realizzare delle opere pubbliche e, oltretutto, al momento abbiamo già raggiunto il massimo degli incarichi di progettazione. Pertanto se ne parlerà a tempo debito. Nel frattempo, comunque, completeremo i progetti avviati dalla precedente amministrazione che, francamente, mi aspettavo fossero di più rispetto ai tre che ci siamo ritrovati in eredità.

Quali sono?La ristrutturazione di Malga Baessa per ricavarne un centro di cultu-ra alpina, la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale nella zona dell’ecomuseo del Lagorai e i lavori presso la sede dell’ecomuseo stesso di cui abbiamo appena affidato l’incarico di progettazione.

Dal punto di vista culturale?Telve appare molto vivace sotto il profilo associazionistico, con nu-merose realtà sportive e culturali assai attive e capaci di proporre ini-ziative qualificanti. Talvolta, però, queste associazioni operano trop-po slegate fra loro. Il nostro obiettivo è quello di creare maggiore collaborazione, come è avvenuto per la recente Sagra di San Michele per la quale tutte le associazioni del paese hanno fornito un signifi-cativo supporto. Il nostro assessore competente, Lorenza Trentina-glia, segue molto da vicino l’operato dei vari sodalizi e in più abbiamo nominato un consigliere delegato ai rapporti con le associazioni per seguirle anche nella parte burocratica.

Telve sta crescendo...Sì, abbiamo da poco superato i 2mila abitanti, grazie anche alle nuo-ve famiglie che si sono trasferite qui da altri comuni. Difatti, pur non facendo mancare nulla agli anziani, Telve offre molta attenzione alle esigenze delle nuove generazioni, che nel nostro paese trovano un’ottima qualità della vita. Lo so che sono di parte, ma per me que-sto è il posto più bello di tutti. Johnny Gadler

La facciata del Municipio di Telvefo

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Sindaco Colme, come s’è avviata la nuova legislatura a Telve di Sopra?Senz’altro nel segno della continuità, visto che per diversi anni sono stato vicesindaco di Telve di Sopra.

Quali sono le maggiori problematiche del vostro Comune?Quelle di tutti i piccoli paesi di montagna: lo svuotamento del centro storico e lo spopo-lamento. Quest’ultimo fenomeno per for-tuna da noi è meno accentuato rispetto ad altrove, perché negli ultimi 50 anni abbia-mo perso solo il 6,22% della popolazione, passando dai 659 abitanti del 1961 ai 618 registrati all’inizio di quest’anno. Ci preoccupa molto di più, invece, la tendenza a uno svuotamento del centro storico, aspetto su cui intendiamo avviare uno studio approfondito, come già s’è fatto sui giovani e le loro esigenze.

Perché proprio sui giovani?Perché sono loro il nostro futuro e dobbiamo fare in modo di trattenerli qui il più possibile, con punti di cultura e incentivi per le giovani coppie. In tale prospettiva la presenza dell’asi-

lo e della scuola elementare costituiscono un vero e proprio baluardo, che abbiamo fortificato introducen-do il posticipo, che prima non c’era, e, soprattutto, creando una mensa che propone cibi biologici. Per le mamme è un buon motivo in più per portare i bam-bini presso le nostre strutture. Così, grazie ai 16 bimbi dell’asilo e ai 35 alunni della scuola elementare, il pae-se è davvero vivo.

Nulla a che vedere, quindi, con certi paesi dor-mitorio?Assolutamente no. Qui la gente, pur lavorando fuo-ri, non viene solo per dormire e ha voglia di vivere il paese in tutte le sue manifestazioni socio-culturali. A

dicembre, ad esempio, al Palio di San Giovanni partecipa tutta la popolazione. È vero, siamo un centro piccolo, ma abbiamo la cooperativa e uno sportello bancario, pertanto potremmo proprio dire che non ci manca nulla e in più beneficiamo della tranquillità tipica di un luogo di montagna.

Avete rapporti di collaborazione con i Comuni vicini?Come servizi non siamo collegati, però insieme provvediamo alla gestione forestale, al mantenimento di molte strade di montagna e di alcune malghe. Tuttavia la migliore sinergia l’ab-

Nostra intervista a Ivano Colme, sindaco di Telve di Sopra

Telve di Sopra, centro molto vivo

Ivano Colme, sindaco di Telve di Sopra

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biamo senz’altro raggiunta in ambito culturale, con l’Ecomuseo del Lagorai che ci vede coinvolti assieme a Telve, Torcegno e Carzano. Ma con questi tre comuni recentemente abbiamo organizzato an-che la 3T Bike, manifestazione giunta ormai alla quarta edizione e che anno dopo anno si sta dimostrando un ottimo biglietto da visita per il nostro territorio.

A livello culturale che cosa offre Telve di Sopra?Come tutti i paesi, anche noi abbiamo varie associazioni molto atti-ve sul territorio, che vanno dalla Pro Loco al Gruppo Giovani, ai Fan-ti, agli Alpini, al Comitato del Palio San Giovanni, ai Vigili del Fuoco, al Gruppo Anziani e al Gruppo Donne, realtà che, ciascuna secondo le proprie competenze, contribuiscono a rendere dinamico il nostro tessuto sociale.

Quali sono le opere pubbliche che intendete realizzare nel corso della prossima legislatura?

Il rifacimento della rete dell’acquedotto nel paese. Interventi di ri-qualificazione del centro storico con parcheggi, marciapiedi, nuova illuminazione, sistemazione dell’arredo urbano e del parco giochi. Inoltre, revisione del PRG e studio di fattibilità per le strade di circon-vallazione; realizzazione dell’area produttiva in località Fratta e del Museo degli usi e costumi locali (collezione Tarcisio Trentin); valoriz-zazione delle risorse energetiche rinnovabili (centralina idroelettrica sull’acquedotto comunale, impianto fotovoltaico su edifici comuna-li); recupero di Malga Serra, delle aree verdi in centro e dell’ex muni-cipio da cui ricavare spazi per le associazioni.

Un programma ricco di interventi, dunque...Sì, perché il nostro intento è quello di continuare la valorizzazione del territorio al fine di mantenere un ambiente integro, che garanti-sca ai residenti una buona qualità della vita, in grado di compensare, almeno in buona parte, alcuni disagi dovuti al nostro essere periferia.

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Una veduta panoramica del paese di Telve di Sopra

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Ornella Campestrini, Lei è stata eletta sindaco a mag-gio...Esatto. La nostra lista, pur orientata al rinnovamento perché presentava tanti giovani volenterosi, è stata concepita nel se-gno della continuità con l’amministrazione precedente, di cui facevo parte in qualità di assessore alla cultura. Anche il Suo predecessore era donna. Un passaggio di consegne più unico che raro...Sì, negli ultimi 20 anni la presenza femminile all’interno del municipio è una costante, ma le donne a Torcegno hanno sempre svolto un ruolo di primissimo piano. Il segretario co-munale, ad esempio, da molto tempo è donna, così come la presidente della Pro Loco. Ciò non significa, tuttavia, che qui gli uomini occupino un posto marginale e siano disinteressa-ti alla vita sociale del paese. Anzi, si irritano pure – e a ragione – se qualcuno afferma che questo è un centro “comandato” dalle donne.

Quali opere pubbliche intendete realizzare?Sono opere in parte avviate dalla precedente amministrazione e che noi stiamo portando a termine, come la ristrutturazione del centro storico ai Campestrini, i cui lavori – finanziati attra-

Nostra intervista a Ornella Campestrini, sindaco di Torcegno

Torcegno, comune a trazione “rosa”

La nuova giunta comunale di Torcegno, da sx Roberto Dalcasta-gnè, Luigi Campestrin, Daniela Dalcastagnè, Giacomo Ganarin ed Ornella Campestrini

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verso i Patti territoriali – sa-ranno ultimati entro l’anno. Tali interventi ridaranno vi-talità a una frazione che ne-gli ultimi anni era stata un po’ trascurata e mi auguro che ciò metta in moto un processo virtuoso grazie al quale anche i privati cittadi-ni comincino a recuperare e ad abbellire le loro abitazio-ni. Stiamo poi procedendo all’appalto di un centro po-lifunzionale in località Moli-ni, dove troverà spazio an-che la caserma dei vigili del fuoco. Inoltre abbiamo in programma, e speriamo di concluderla a breve, la rea-lizzazione di una centralina sul torrente Ceggio per il re-cupero dell’energia elettri-ca. La nostra Giunta, difatti, è molto attenta a ricercare tutte le energie rinnovabi-li e alternative possibili, poi-ché – trovandoci in una con-ca dove spesso, specialmente d’inverno, l’aria ristagna – meno fumi scarichiamo, meglio è per la nostra salute e per la vivibilità dell’inte-ro territorio.

Come appare la vita culturale di Torcegno?Pur essendo un paese piccolo, a Torcegno la vita culturale risulta piuttosto intensa. La Pro Loco è molto attiva sia nell’organizzazione di eventi, sia nel recupero del patrimonio artistico, com’è recentemen-te avvenuto con il capitello ai Berti. Come Comune aderiamo al Siste-ma Culturale Valsugana Orientale, e anche all’Ecomuseo del Lagorai di cui fanno parte Telve, Telve di Sopra e Carzano. L’obiettivo è quello di ricercare le nostre origini, dando una valorizzazione culturale agli usi e costumi locali, pur non rinchiudendo tutto in un contesto museale tradizionale. Ciò ci consente un miglior approccio con i giovani, non-ché la possibilità di sfruttare le nostre peculiarità a fini turistici.

In che modo?Nei prossimi anni puntere-mo molto sulla realizzazione di percorsi nella natura, volti a far scoprire tradizioni e sa-pori della nostra montagna, non certo destinati a un tu-rismo di massa, bensì a tu-risti selezionati, attenti alle problematiche ambientali e desiderosi di comprendere la vera essenza di un territo-rio che, per nostra fortuna, ci offre molte opportunità. Oltretutto non ci mancano nemmeno le strutture ricet-tive, poiché già disponiamo di un albergo, di un cam-peggio e di un ristorante.

Molti piccoli comuni sono alle prese con lo spopo-lamento e lo svuotamen-to dei centri storici. È così anche per voi?Lo spopolamento è un pro-blema che ci sfiora soltanto,

perché nell’ultimo mezzo secolo in media abbiamo perso un abitan-te all’anno e ora, seppur di poco, stiamo addirittura crescendo. Più preoccupante, invece, è la questione dello svuotamento del centro storico che speriamo di arginare incentivando i proprietari a ristrut-turare le loro abitazioni anziché costruirsi una nuova casa in perife-ria. Compito di un sindaco è innanzitutto quello di costruire strade, piazze, strutture, ma a mio avviso c’è anche un’altra missione, meno visibile, che è quella di far vivere quelle stesse strade, quelle stesse piazze, quegli stessi edifici. Vorrei che la gente riscoprisse il valore della vita quotidiana, dei rapporti fra le persone e del mutuo soc-corso fra vicini. Chi sceglie di abitare a Torcegno non ci viene solo per dormire, ma perché vuole sentirsi partecipe della crescita di un paese che vive e di una comunità su cui può contare.

Johnny Gadler

Veduta di Torcegno

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Orsingher, com’è nato l’Ecomu-seo del Lagorai?Alla fine del 2002, sulla scia della tesi di laurea di Erica Masina ine-rente alla valorizzazione della Val Calamento, ci venne l’idea di pro-gettare un ecomuseo che com-prendesse i comuni di Telve, Tel-ve di Sopra, Torcegno e Carzano, quattro comunità che vantano una storia simile nell’antica giu-risdizione di Castellalto e che, an-cora oggi, presentano dei tratti in comune.

Quale fu il primo passo?Siccome la normativa provinciale prevedeva che per il riconosci-mento di una struttura museale vi fosse sul territorio un’associa-zione che lavorava da almeno tre anni con l’obiettivo dichiarato di costituire un museo, nel marzo del 2003 con i quattro comuni promotori e una quindicina di soci fondatori, costituimmo l’As-sociazione verso l’ecomuseo del Lagorai. Quattro anni dopo, il 26 ottobre 2007, con una deliberazione della Giunta provinciale fummo riconosciuti come sesto ecomuseo del Trentino.

Quali sono le finalità dell’Ecomuseo? Le finalità – come recita lo statuto della nostra associazione che at-tualmente conta oltre 140 soci – sono quelle di studiare, valorizza-re, tutelare e promuovere il patrimonio culturale ed ambientale che contraddistingue le Comunità di Carzano, Telve, Telve di Sopra e Tor-cegno. Tale patrimonio collettivo è inteso come risorsa importan-te per un futuro di crescita culturale, nel rispetto dell’identità tipi-ca locale e di ciò che è stato costruito e condiviso in se-coli di storia comune, dalla formazione dell’antica Giu-risdizione di Castellalto fino ad oggi.

Che cosa avete realiz-zato?Tantissime iniziative: ricer-che bibliografiche, pubbli-cazioni, laboratori didattici per i turisti e per le scuo-le imperniati sulla valoriz-zazione di attività econo-miche oggi in gran parte scomparse, come la ca-

Nostra intervista a Giancarlo Orsingher socio-fondatore dell’Ecomuseo Lagorai

Quattro comunità, un solo territorio

Giancarlo Orsingher

Fase di un laboratorio

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seificazione, la fienagione, la tes-situra, l’orto biologico. Il corso di intreccio di cesti, tenuto da un nostro mastro cestaio, ci è stato richiesto anche da altri ecomusei e ha fatto crescere nuovi mastri cestai. Non sono però mancate le mostre temporanee sulla castani-coltura, i segni del sacro, l’acqua, la Grande Guerra e via dicendo, or-ganizzate in collaborazione con il Museo degli Usi e Costumi di San Michele o con altre realtà musea-li provinciali, e allestite grazie alla diretta partecipazione dei cittadi-ni che hanno messo a nostra di-sposizione non solo reperti più o meno antichi, ma anche preziose informazioni. Stiamo anche por-tando avanti dei progetti con la rete ecomuseale trentina, grazie so-prattutto all’impegno di Valentina Campestrini che dal 2008 è la refe-rente operativa della nostra Associazione.

A chi è affidata la gestione dell’Ecomuseo?La gestione è affidata alle quattro amministrazioni comunali di Carza-no, Telve, Telve di Sopra e Torcegno, le quali hanno stipulato con la PAT una convenzione triennale per garantire la funzionalità e l’esistenza di questo servizio. Secondo gli accordi presi dalle parti, l’Ecomuseo è gestito dai comuni tramite due organi principali: il comitato d’indiriz-zo, che si occupa di definire gli indirizzi dell’attività dell’ecomuseo, e

il Comitato di Gestione, che si preoc-cupa di approvare il piano delle ini-ziative e delle attività definito dal co-mitato d’indirizzo, nonché il bilancio annuale.

Dove reperite i fondi necessari alle vostre attività?Fin dall’inizio abbiamo cercato di gra-vare il meno possibile sulle casse co-munali, presentando progetti e ini-ziative su bandi comunitari, in modo tale di ottenere finanziamenti da fondi esterni.

Con quali risultati?Ottimi direi, visto che, ad esempio, grazie all’ecomuseo ai 4 Comuni stanno arrivando circa 600 mila euro

dal bando di sviluppo provinciale su fondi europei per alcuni interven-ti ecomuseali sul territorio, come la tabellazione e la sistemazione del percorso di 3T Bike che diventerà un percorso fisso, la realizzazione di un centro di informazione e documentazione sulla mantagna e sul Lagorai presso l’ex Malga Baessa in Val Calamento, la realizzazione di una piccola casa-museo a Telve di Sopra. Unico neo, se vogliamo, è la scarsa partecipazione degli operatori economici locali che, almeno fi-nora, sembrano non aver ancora compreso le potenzialità di questa offerta culturale che potrebbe tradursi in notevoli benefici economici per tutto il territorio.

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Un’escursione sul territorio

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Sindaco Castelpietra, Lei è al debutto assoluto come am-ministratore. Spaventato?Confesso che la prima settimana l’ho passata senza dormi-re, perché subito dopo la gioia della vittoria avvertivo forte il peso della responsabilità. È come se gli abitanti di Carzano mi avessero dato un assegno in bianco, una fiducia che cercherò di ripagare al meglio. Per questo io e la mia Giunta stiamo cer-cando di imparare il funzionamento della macchina comunale il più velocemente possibile, magistralmente aiutati, devo dire, dalle persone che lavorano in Comune.

Come vi ponete rispetto alla vecchia amministrazione? La nostra intenzione è di evitare passaggi traumatici, pertanto proseguiremo alcune delle cose avviate, cercando però di di-stinguerci nel metodo. Nei piccoli paesi ciò che più conta sono i rapporti interpersonali e quindi faremo sì che il Comune sia aperto a tutti e non un palazzo chiuso dove gli amministratori assumono delle decisioni e le calano dall’alto.

Che lavori pubblici farete?È il problema dei piccoli comuni: molti lavori pubblici da fare e pochi soldi nelle casse. Stiamo portando a termine i lavo-ri all’acquedotto comunale avviati dalla precedente ammini-strazione e predisponendo il bilancio per l’anno prossimo. I

capitali sono limitati, pertan-to dovremo necessariamente stabilire delle priorità. Di certo si ultimerà l’illuminazione pub-blica in una parte del paese e ai masi; poi bisognerà terminare l’acquedotto che nel proget-to non era finito, riqualificare il centro storico con una nuo-va pavimentazione e sistemare alcune strade sia in paese che sulla montagna. Quest’ultimo intervento è finalizzato anche alla promozione turistica.

In che modo?Voglio promuovere uno sviluppo turistico sostenibile, volto ad attrarre chi persone in cerca di tranquillità e del contatto diretto con una natura incontaminata che, per fortuna, non ci manca. Penso, ad esempio, alla vicina oasi del WWF o alle nostre malghe. dei nostri monti e al paesaggio in generale. D’inverno molti vengono qui per fare sci alpinismo o per ci-mentarsi con le ciaspole. Quindi dobbiamo lavorare molto sul-la ricettività, magari investendo nell’idea dell’albergo diffuso,

Nostra intervista a Cesare Castelpietra, sindaco di Carzano

Carzano, un paese che volta pagina

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sono gli alpini, il gruppo anziani, gli amici della montagna, gli amici della baita, le donne di Carzano e la casa dei pioveghi.

Casa dei pioveghi?Sì, “piovego” si può tradurre con “favore”. Un tempo quando c’era una vedova che, ad esempio, aveva dei campi da falciare, gli uomi-ni del paese dopo messa andavano a fare tale servizio a “piovego”, cioè gratuitamente a favore di una persona o dell’intera comunità, come capitava quando c’era da spalare la neve. La Casa dei Pioveghi, pertanto, è un’associazione che, riunendo Comune, cooperativa ali-mentare, asilo nido e tutte le associazioni del paese, ha istituito una sorta di banca del dono.

Carzano è famoso per una sanguinosa battaglia...Purtroppo sì. Il 18 settembre 1917 qui perirono oltre 900 uomini e la nostra chiesa rappresentò uno degli estremi capisaldi dei bersaglieri italiani. Per questo, sostenendo il Comitato 18 settembre, abbiamo inoltrato la richiesta al Vescovo affinché la nostra parrocchiale venga elevata a monumento ai bersaglieri. Il Comune di Carzano ha avvia-to anche dei contatti con la Croce Nera austriaca, l’associazione che si occupa di tutte le ricorrenze dei caduti. Non dimentichiamoci, in-fatti, che a Carzano oltre ai soldati italiani caddero anche austriaci, tedeschi e serbi.

Da poche settimane il Comune di Carzano ha stretto una con-venzione con il difensore civico...Sì, è un passo che ho voluto intraprendere per dare un segnale ai cittadini e alle cittadine di Carzano di trasparenza amministrativa e di fiducia nelle istituzioni democratiche.

Johnny Gadler

riutilizzando anche l’esistente piuttosto che creare strutture che sarebbero incompatibili con il nostro territorio. È in quest’ottica, ad esempio, che stiamo ristrutturando il ristorante Val Tighetta. Inoltre ci aspettiamo molto dalla ciclabile lungo il Maso, che si col-legherà con quella del fondovalle. Noi faremo la nostra parte, ma poi saranno i privati a dover trasformare queste opportunità in ri-sorse effettive.

Com’è l’andamento demografico di Carzano?Stabile. All’inizio del ‘900 avevamo 500 abitanti e oggi sono 510. La popolazione tende a invec-chiare, ma guardiamo con at-tenzione alle nuove genera-zioni. È vero, Carzano ha perso la scuola materna ed elemen-tare, ma abbiamo un asilo nido che rappresenta un pun-to d’orgoglio e una speranza per il futuro.

A livello socio-culturale come appare il paese?Dinamico. Abbiamo varie real-tà associative. Un pilastro della comunità è senz’altro rappre-sentato dai Vigili del Fuoco, i quali costituiscono un refe-rente naturale per la logistica di tutte le attività che vengo-no organizzate in paese. Poi vi Madonna della Neve

foto

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Page 54: La Finestra - novembre 2010

SPECIALE LA VALSUGANA VISTA DA VICINO54

Telve di Sopra - Veduta

Telve - Chiesa Santa Maria Assunta

Telve - Centro Storico

Carzano

Torcegno -. Chiesa Santi Apostoli Bartolomeo e Andrea

Photogallery foto: Johnny Gadler

Page 55: La Finestra - novembre 2010

CULTURA E SPETTACOLO 55

Mauro, il tuo incontro con la musica?“A 2-3 anni. Mia mamma ac-cendeva la radio per farmi sta-re buono. Sono un autodidat-ta, ho fatto solo un paio d’anni di scuola musicale insieme ad Andrea Braido, ma l’insegna-mento era abbastanza rigido, non eravamo molto porta-ti perché noi suonavamo già strumenti elettrici e a scuola non si poteva”.Parliamo dei Rising Po-wer...“Il gruppo è da sempre dedicato alla musi-ca rock. L’attua-le formazione – Marco Ga-dotti (basso), Bruno

Mauro Borgogno, un impegno che spazia attraverso le molteplici forme della musica e della creatività e che dopo tanti anni lo vede ancora protagonista nell’affrontare esperienze nuove. Musicista autodidatta, nel 1981 fonda il gruppo “Rising Power”, che in poco

tempo diventa il gruppo musicale rock più famoso del Trentino e che è ancora in attività. In particolare i primi due album “The Rock is never ending” cantato in inglese e “Troppo oro e argento” sono diventati dei cult e sono ricercatissimi dai collezionisti europei.

Holzer (batteria), Luca Ruffi-ni (tastiere) ed io alla chitar-ra – suona insieme da una de-cina d’anni. Abbiamo avuto molti cambiamenti, d’altron-de in certe estati tenevamo an-che 40 concerti e il confine tra l’amatoriale e il professionale è labile”.Quanti concerti hai fatto?“Da solo, con il gruppo e come fonico circa 4-5mila serate. In certi periodi facevo due con-

certi al giorno e con 14 formazioni

diverse”.Rimanere in Tren-tino ti ha pena-lizzato?“Non lo

so. Ma sono cam-

panilista, pre-ferisco suonare

a Pergine piuttosto che a Francoforte.

Questo non mi ha permesso di entra-

re in certi giri, anche se qual-

che oppor-tunità l’ho avuta. Ma

ho capito che il grande mondo dello spettacolo è spietato: a questo punto mi tengo il mio, senza rimpianti”.Cosa ti porta ancora sul palco?“La grande passione per la musica e forse un pizzico di narcisismo. Poi studio mol-to, devo ancora imparare tan-te cose”.Fra i collezionisti i vostri dischi hanno quotazioni alte...“Una bella soddisfazione, sen-

za particolari conoscenze e solo con le nostre forze e con i contenuti musicali degli al-bum”.L’estate scorsa avete pro-posto “La storia del rock”...“Fare la storia del rock in una sera è impossibile. Ci siamo ispirati al rock che parte dal-le nostre radici: Deep Purple, Uriah Heep, Van Halen, l’hard rock in particolare degli anni ‘60 e ‘70 il momento di mag-giore creatività, ora irripeti-bile”.

Quali sono i tuoi gusti mu-sicali?“Ascolto di tutto. Ci sono solo due generi di musica: quella fatta bene e quella fatta male”.Lavori anche con il gruppo dei Medieval Gypsies...“È un progetto con una matri-ce rock, che s’ispira a una co-ver band come Ritchie Black-more. Un’esperienza molto bella con la parte teatrale oltre a quella musicale. Del gruppo fa parte mia figlia Catia come cantante, e anche mio figlio Thomas promette bene musi-calmente”.Com’è il livello musicale attuale?“Le cose sono molto cambia-te. Le possibilità di espressio-ne sono aumentate (rassegne, concorsi) ma purtroppo la parte mediatica lascia passa-re solo un certo tipo di even-ti. Quindi rispetto a una vol-ta il pubblico è meno libero di ascoltare quello che crede e anche le radio sono poco li-bere”.E in Trentino?“Il livello tecnico è alto, forse però i più preparati sono quel-

li che si sentono meno in giro, che si rintanano in casa a studiare”.Progetti per il futuro?

“Tre. Una nuova produ-zione discografica per la can-tautrice Lorena Longo dove ho suonato tutte le chitarre e i bassi; un lavoro acustico con Michele Roat con pezzi suoi; infine, con i Rising Power stia-mo sonorizzando un film in bianco e nero storico, una uni-ca suite originale, con gli stru-menti che devono riprodurre più dei rumori che dei suo-ni. Stiamo anche facendo dei seminari sul retropalco della musica, come sulla fonica e interattivi con il pubblico”.

Giuseppe Facchini

Nostra intervista al fondatore dei perginesi Rising Power

Mauro Borgogno, nel segno del rock

Mauro Borgogno

Page 56: La Finestra - novembre 2010

CULTURA E SPETTACOLO56

Galvan, la nuova stagione di prosa si preannuncia molto interessante e varia...“Concordo. Infatti la mia idea è stata quella di arricchire la sta-gione teatrale con una serie di spettacoli che possano offri-re al pubblico un’opportunità di crescita culturale ad ampio raggio. Non a caso, quindi, nel cartellone si trovano i classici – come “Le allegre comari di Win-dsor” di William Shakesperare – accanto al teatro d’innovazione, con un’incursione nel musical (Tutti a bordo... Destinazione Musical) e nell’opera lirica (“Il ratto dal Serraglio” in trasfer-ta organizzata al Teatro Socia-le di Trento), non disdegnando però temi impegnati (“Per non morire di mafia” di Piero Gras-so) e nemmeno produzioni lo-cali come “Il senatore Fox” del Gad Città di Trento, “e lo spet-tacolo d’apertura, che sarà gra-tuito per gli abbonati, “Le Fol-lie” dell’Associazione Figli delle Stelle””.

Quest’ultima, oltretutto, è formata da valsuganotti...“Sì, ho voluto rompere un po’ gli schemi di una stagione fat-ta solo dai professionisti, dando la possibilità a dei giovani della Valsugana di esprimere la loro passione per il teatro, creando

Presentato il calendario teatrale 2010-2011 di Borgo Valsugana e di Grigno-Tezze

Al via la nuova stagione di prosaIl 20 novembre prossimo in Bassa Valsugana partirà la stagione di prosa 2010-2011 che, nei teatri di Borgo Valsugana e di Grigno-Tez-ze, proporrà un cartellone d’alto livello e assai variegato per cerca-

re di soddisfare ogni genere di pubblico. Ne abbiamo parlato con Enrico Galvan, assessore alla cultura del Comune di Borgo Valsuga-na, nonché portavoce del Sistema Culturale Valsugana Orientale.

Enrico Galvan

IL CALENDARIO

20 NovembreBorgo“Le follie” da opere di D. Fo

27 novembreTezze“Chi dice donna... cossa diselo?” di L. Cont

5 dicembreTeatro Sociale di Trento“Il ratto dal serraglio” di C. F. Bretzner

11 dicembreBorgo“Tutti a bordo... destinazione musical” con la partecipazio-ne dei ballerini e cantanti “Des Étoiles”

15 gennaioTezze“Sandokan o la fine dell’Avven-tura” di G. Guerrieri

21 gennaioTeatro Auditorium Trento“Le allegre comari di Windsor” di W. Shakespeare

27 gennaioBorgo“Sentieri sotto la Neve” di M. R. Stern

19 febbraioTezze“Cirano di Bergerac” di E. Ro-stand

24 febbraioBorgo“Faust: la commedia è divina” di C. Rossi

7 marzoBorgo“Noi, le ragazze degli anni ‘60” con G. Scuccimarra

19 marzoBorgo“Il senatore Fox” di L. Lunari

1 aprileBorgo“Per non morire di mafia” di P. Grasso.

anche una sinergia con il pub-blico”.

È possibile tracciare un identikit dello spettatore-tipo?“Potremmo dire di età adulta e di sesso femminile, anche se poi in realtà il teatro, per for-tuna, ha tanti tipi di spettatore. Il mio intento è proprio quello di far sì che sempre più perso-ne si avvicinino a questo mon-do ed è per tale ragione che già dall’anno scorso ho introdotto degli abbonamenti ridotti non solo per i giovani fino ai 21 anni e per gli over 65, ma anche per

tutte le associazioni e le azien-de del territorio che acquistano almeno cinque abbonamenti”.

In tempi di crisi economica, quanto conta investire in cultura?“Negli ultimi tempi sia lo Sta-to che la Provincia investono forse un po’ meno nelle produ-zioni culturali, ma a mio avvi-so è indispensabile continuare a farlo, perché ciò rappresenta una grande opportunità di cre-scita personale e di un’intera collettivita. Difatti questa, ten-go a sottolinearlo, questa non è soltanto la stagione teatrale di Borgo Valsugana, bensì di tutti i dodici Comuni che aderiscono al Sistema Culturale Valsugana Orientale”.

Johnny Gadler

Ecco in sintesi il calendario della stagione di prosa 2010-2011.

Calendario completo, info ora-ri, prevendite abbonamenti e biglietti su www.valsugana-cultura.it oppure Biblioteca comunale Borgo (tel. 0461 754052).

FocusPassione per il teatro

La prima notizia sicura circa una rappresen-tazione teatrale a Borgo Valsugana risale al 1779, quando una non meglio identificata “Compagnia di Dilettanti” del posto otten-ne il permesso di utilizzare la sala del Con-siglio comunale a fini teatrali. Difatti a quel tempo a Borgo non esisteva un teatro vero e proprio, così le varie compagnie teatrali, pro-venienti anche da fuori zona, erano costret-te ad allestire gli spettacoli in sale di fortu-na. L’intensificarsi di quelle rappresentazioni

portò all’edificazione di un teatro che in alcuni documenti viene defini-to “sociale”, anche se ne ignoriamo l’esatta ubi-cazione. Quel che appa-re certo, invece, è che tale struttura rimase in funzione per pochi anni. Nel 1840, infatti, con il “Torquato Tasso” di Donizetti si inaugurava un nuovo teatro. (J.G.)

La locandina de “Il senatore Fox” in scena il 19 marzo 2011

Page 57: La Finestra - novembre 2010

CULTURA E SPETTACOLO 57

DirettoreCristina Ferretti

Direttore ResponsabileJohnny Gadler

PubblicitàCristina Dellamaria 347.6475297

Grafica ed impaginazioneEva Fontana

CorrispondentiPaolo Chiesa, Giuseppe Facchini, Armando Munaò, Mario Pacher

StampaAthesia Druck srlVia del Vigneto 7, 39100 Bolzano

EditoreAthesia Druck srlVia del Vigneto 7, 39100 Bolzano

Aut. Tribunale di Trento n. 635 del 22-4-1989

Questo numero de LA FINESTRA è stato chiuso il 30/10/2010

REDAZIONEVia IV Novembre, 1238051 BORGO VALSUGANA (TN)Tel. 0461.752622Fax [email protected]

La Finestra declina ogni responsabilità per eventuali cambiamenti e/o errori nelle date e negli orari degli appunta-menti segnalati.

FinestraLa

05Nov.

Torcegno

20Nov.

Borgo V.

LE FOLLIETeatro Centro Scolastico h. 20.45

Lo spettacolo è composto da sei mini-spettacoli, rielaborati da opere di Dario Fo. Il primo è denominato “Pupazzo giapponese”, il secondo “La casellante”, il terzo “Figlio in provetta”, il quarto “Voce amica”, il quinto “Coppia aperta”, l’ultimo è Blackout, ambi-entato nella casa di Dario e Franca alle prese quest’ultima con la paura fobica che la città venga colpita dal blackout, ma allo stesso tempo con l’organizzazione del ventesimo compelanno della fig-lia Lucia.

Associazione Figli delle StelleSpett. in omaggio agli abb. della stag. teatrale di Borgo

Info: 0461 75.40.52, www.valsuganacultura.it

CINEMA

7.11.2010Tezze di Grigno“Innocenti bugie” - CommediaCinema Parrocchiale h. 21.00

10.11.2010Borgo Valsugana“La Passione” - CommediaPolo scolastico, h. 21.00

13.11.2010Borgo Valsugana“Wall street: il denaro non dorme mai” - DrammaticoPolo scolastico h. 21.00

14.11.2010Tezze di Grigno“The American” - DrammaticoCinema Parrocchiale h. 21.00

17.11.2010Borgo Valsugana“Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti” - CommediaPolo scolastico, h. 21.00

19.11.2010Baselga di Piné“Inception” - Fantascienza/ThrillerCentro Congressi, h. 21.00

21.11.2010Borgo Valsugana“Adele e l’enigma del faraone” - Av-ventura

Polo scolastico, h. 17.00 e 21.00

21.11.2010Tezze di Grigno“Cattivissimo me” - AnimazioneCinema Parrocchiale h. 16.00

24.11.2010Borgo Valsugana“London River” - DrammaticoPolo scolastico, h. 21.00

28.11.2010Tezze di Grigno“Vinx Club 3D magica avventura” - AnimazioneCinema Parrocchiale h. 16.00

TEATRO

13.11.2010Olle di Borgo“Ernesto roditore” - di e con Guido CastigliaTeatro di Olle, h. 16.30

13.11.2010Zivignago di Pergine“Il mistero dell’assassino misterio-so” di Lillo & Greg. Filo di OraTeatro di Zivignago, h. 20.45

20.11.2010Borgo Valsugana“Le follie” - Ass. Figli delle StelleSpett. in omaggio agli abb. della

stagione teatrale di BorgoPolo scolastico, h. 20.45

20.11.2010Zivignago di Pergine“A piedi nudi nel parco” di Neil Si-mon. Virtus in Arte di MaléTeatro di Zivignago, h. 20.45

22.11.2010Pergine Valsugana“Il signore del cane nero. Storie su Enrico Mattei. Teatro Don Bosco h. 20.45

27.11.2010Tezze di Grigno“Chi dice donna... cossa diselo?” di e con Loredana ContTeatro Parrocchiale, h. 20.45

MOSTRE

Borgo ValsuganaMushrooms Cloud - Arte Mod.Malga Costa, Val di Sellah. 10.00-18.00

Borgo ValsuganaMagic Clicks - Mostra fotograficaSpazio Klien, p.zza De Gasperi, 20Fino al 14.11.2010.h. 10.00-12.00 e 16.00-19.00 (da mart. a sab.). Dom. 10.00-12.00

PAESAGGI DI GUERRACentro Lagoraidal 5 novembre al 31 dicembre

La fine della Grande Guerra lasciò nelle valli trentine dove si era combattuto un paesaggio fatto di rovine, di campagne invase da filo spinato, trincee e crateri, di pascoli disseminati di residuati bel-lici, di foreste devastate, di fabbriche distrutte, di cimiteri. Uno scenario uniforme si presentò a profughi e soldati che tornavano dai luoghi dell’esilio e dai campi di battaglia: un paesaggio che conoscevano bene, ma che speravano di non ritrovare in patria.

Ingresso libero

Info: www.trentinograndeguerra.it

Page 58: La Finestra - novembre 2010

CUCINA PER IMMAGINI58

Aggiungere la mela e l'arancia tagliati a cubetti e mesco-lare delicatamente

4 5 6

Rosolare le scaloppine ad ambo i lati e aggiustare di sale e pepe

1

Flambare con il Calvados (flambare: cospargere con un bicchierino di bevanda alcolica e dare fuoco)

2 3

Una volta evaporato il Calvados, aggiungere un cucchiaio di miele

Bagnare con mezzo bicchiere di prosecco e lasciare evaporare

Servire la carne ben calda, decorando a piacere il piatto con della scorza d'arancia tagliata molto fine

Ingredienti: 4 scaloppine di vitello di 50gr. l’una - 30gr. burro - 4 cucchiai di olio d’oliva - 3 cucchiai di farina bianca - 1 mela - 1 arancia - 1/2 cipolla tritata - 1 cucchiaio di miele - 1/2 bicchiere di prosecco - Calvados o altro per flambare.Preparazione: tagliare le fette di vitello, se troppo grandi, per ottenere delle scaloppine di circa 50gr. caduna. Scaldare una padella e far soffriggere mezza cipolla con 30gr. di burro e 4 cucchiai di olio d’oliva. Infarinare le scaloppine...

20 minuti* facileScaloppine dolci alla fiamma

Page 59: La Finestra - novembre 2010

CULTURA E SPETTACOLO 59

Page 60: La Finestra - novembre 2010

STORIE FOTOGRAFICHE60

Come eravamoFrammenti di storia immortalati in un fotogramma

Borgo Valsugana 1953, la seconda ele-mentare (foto Zanin Gerardo)

Borgo Valsugana 1953, prima comu-nione (foto Zanin Gerardo)

Borgo Valsugana 1929, Banda Sociale Dopolavoro. Nel cer-chio, il sindaco Carlo Debellat

1 2

3 1

2

3

Invitiamo tutti i lettori che avessero delle fotografie d’epoca (dagli anni ‘80 in giù) a inviarcele via e-mail a: [email protected] o a portarcele in redazione in Viale 4 Novembre 12, Borgo Valsugana. Le pubbliche-remo su questa pagina con una breve didascalia di spiegazione all’immagine.

Page 61: La Finestra - novembre 2010

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Page 62: La Finestra - novembre 2010

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Trento Sud – vendesi apparta-mento grande metratura, terzo pia-no esposizione est/sud/ovest, in-gresso, soggiorno, cucina abitabile, tre stanze matrimoniali, due bagni, cantina, posti auto condominiali. Ot-timo prezzo. Tel. 0461 912144 ore pasti o serali

Alta Valle di Non – altezza 1.000 mt, vendesi villa ristruttura-ta a nuovo con cappotto termico, composta da due appartamenti in-dipendenti; seminterrato: cantina, stanza hobbby, caldaia, disbrigo e doppio garage. Piano terra: ingres-so, pranzo soggiorno cucinotto, due stanze, bagno e balcone; piano primo: ingresso, pranzo, soggiorno, cucinotto, stanza matrimoniale, ba-gno e grandissima terrazza; sotto tetto: due stanze più bagno. Ter-reno circostante adibito a giardino 600 mq. zona tranquilla, super pa-noramica. Prezzo conveniente. Tel. 347 9843143

Rovereto – Borgo Sacco vendesi solo a privato, miniappar-tamento composto da soggiorno/cucina, bagno con porta-finestra, 1 camera, terrazzo, balcone, cantina e garage. È situato in una palazzina di recente costruzione, mansardato, al quarto ed ultimo piano. L’appar-tamento è luminoso e con vista panoramica, parzialmente arredato. Tel. 349 0968257 o [email protected]

Rovereto/Arco/Riva – pri-vato acquista appartamento (solo zona centro e solo se a prezzo ra-gionevole di vera occasione) con 1 o 2 camere, anche da ristrutturare, termoautonomo. Pagamento im-mediato. Tel. 349 7551784

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SPECIALE LA VALSUGANA VISTA DA VICINO64