La Finestra novembre 2009

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Mensile d'informazione gratuito distribuito in Valsugana e Trento

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1 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

Editoriale ................................................................. 3La festa per San Prospero del 1877 ....................... 5Sulle industrie di Roncegno e Borgo ....................... 7Estate 1877: la bella stagione di Levico .................. 8Sull’educazione dei bovini in Valsugana ...............10A proposito dell’ora di religione musulmana .........13Scritti di Degasperi: l’ultimo volume .....................14Rilancio dell’Alta Valsugana: il progetto ................15Il progetto per riqualificare il fiume Brenta .............17L’Alta Valsugana Volley vede rosa .........................18Trentino d’inverno, promozione a Praga ...............21La lettera: quali prospettive per l’IPSCT? ..............22Partito il camper dei consumatori .........................23Le religioni possono contribuire alla pace .............25Operazione fiumi: il Trentino A.A. “naufraga” ........26Le imprese che vedono “rosa” .............................27CROSS: consegnati 57 premi di studio ................29Dalai Lama a Trento: autonomia per il Tibet ..........30Partito il piano d’azione contro l’inquinamento .....33Lavori al S. Lorenzo: il Pdl interroga .....................34Tutela delle minoranze linguistiche ........................36PSA: un ottimo bilancio ........................................37Trentino, verso il figlio unico in età avanzata .........39ENAIP Borgo: la Lega interroga ............................42Mons. Bressan al Don Ziglio .................................43Novaledo: Menz & Gasser si amplia .....................45Aldo Chirico: un piano per rilanciare Levico ..........46Taverna:«C’è tanto potere ma poco governo» .....49Don Torresani si impone nella Scrozada ...............53Fare rete per risparmiare energia ..........................55Che tempo fa a Levico? Ce lo dice Rizzonelli .......60Don Ziglio: questionario servizi .............................62Benedizione Croce Cima Dodici ...........................63Le cronache ..........................................................65Capitello per Alberto Dalcastagnè .........................66Caldonazzo: benedetta la nuova croce .................67Grande festa per l’arrivo di don Antonio ...............68CROSS: al servizio della comunità .......................70L’Europa è vicina, hier ist Europa ..........................72Nasce la comunità Alta Valsugana e Bersntol .......75Il complesso Corelli conquista Berlino ..................77Come eravamo... ..................................................78Cenacolo Trentino di Cultura Dialettale in festa .....80Identità e sviluppo nelle nuove generazioni ...........83L’esercito dei bambini schiavi del XXI secolo ........84Gli italiani non si fanno “influenzare” .....................85Addio Alda Merini, poetessa bambina ..................89Correre a New York, una festa per tutti .................91Musica: intervista a Toto Cutugno ........................95Spettacolo .............................................................97Computer: femminile plurale .................................98Donne in primo piano ...........................................99Mostre in Trentino ...............................................101Piazza Dante: un’opera che fa discutere .............102Gam: finestra sul mondo dell’arte .......................103Appuntamenti a teatro ........................................104Miriam: la ragazza immagine ..............................105Cucina per immagini: sogliola ripiena .................107Digitale terrestre: glossario dei termini ................109Moda & bellezza .................................................110Casa dolce casa .................................................111Caleidoscopio .....................................................112

Sommario

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Dalai Lama a Trento Terzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, leader ad un tempo spirituale e politico del popolo tibetano, pre-mio Nobel per la Pace 1989, in esilio dalla sua terra fin dal 1959, è giunto il 17 novembre a Trento dove ha chiesto l’autonomia per il Tibet.

Aldo Chirico: un piano per Levico Nostra intervista al consigliere di Levico Terme Aldo Chirico il quale, in vista delle elezioni comunali del 2010, illustra la necessità di un piano per rilanciare la città di Levico che, afferma Chirico, ultimamente appare un po’ in letargo.

Taverna: c’è potere ma non governo Nostro colloquio con Claudio Taverna, responsabile nazionale del diparti-mento economico del Partito dei Pensionati, secondo il quale in Italia - e anche nel nostro Trentino - c’è tanto potere ma poco governo.

Fare rete per risparmiare energia Il progetto “Fare rete per rispar-miare energia” ha consentito di realizzare dei percorsi didattici di educazione ambientale per le scuole del Comprensorio Bas-sa Valsugana e Tesino. Cronaca di una proposta stimolante e altamente formativa...

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StampaCSQ Centro Stampa Quotidiani spaErbusco (Brescia)

DistribuzioneAEMME sas

Aut. Tribunale di Trento n. 635 del 22-4-1989

Questo numero de LA FINESTRAè stato chiuso il 20/11/2009

Correre a New York La maratona di New York è un evento sportivo a livello internazionale che coin-volge migliaia di persone da tutto il mondo ma prima di tutto è un’esperienza umana che riunisce un’intera metropoli. E non importa il risultato...

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Editoriale

LA FINESTRAÈ ON-LINESU ISSUU.COM

Questo numero de LA FINESTRA è consultabilee scaricabile in formato PDF all'indirizzo:http://issuu.com/aemme_sas/docs/lafi nestra_novembre_2009

Gentili lettrici, cari lettori, come avrete senz’altro notato la coperti-

na di questo mese è dedicata alla Valsugana. Ebbene, direte voi, in che cosa consiste la grande novità editoriale? In fondo, starete pensando, “La Finestra” è da oltre vent’anni che si occupa di fatti, perso-naggi, istituzioni e associa-zioni che vivono e operano nei comuni dell’Alta e Bassa Valsugana, nonché nel vicino Tesino...Ma la Valsugana cui abbiamo dedicato la copertina e l’aper-tura di questo numero non si limita ad essere soltanto il contesto geografi co e l’ambi-to culturale di nostro e vostro riferimento.La Valsugana che qui inten-diamo porre sotto i rifl ettori, alla vostra cortese e sempre ben disposta attenzione, è molto più di tutto ciò e rappre-senta un sottile fi l rouge, una sorta di cordone ombelicale, che ci lega indissolubilmente con il passato, con le espe-rienze di vita quotidiana dei nostri antenati che vissero nella seconda metà del XIX secolo. Perché “La Valsugana” di cui ci stiamo occupando è un giornale quindicinale che vide la luce a Borgo Valsugana nel lontano 1876, su iniziativa dell’editore e tipografo Gio-vanni Marchetto.Il primo periodico trentino di cui si abbia notizia, agli inizi del ‘700, fu il “Ristret-to de’ foglietti universali”, organo d’informazione cui ne seguirono tanti altri, tutti però pubblicati nella città di Trento o di Rovereto. Le valli secondarie, infatti, rimasero sostanzialmente escluse – e per più di un secolo - da que-sta importante novità.Riva del Garda ebbe il suo primo giornale, “Il Benaco”, solo nel 1879, battuta però sul tempo – e ciò forse stu-pirà non pochi nostri lettori – proprio da Borgo Valsugana

nel 1876.Pertanto “La Valsugana. Giornale d’istruzione popo-lare, agricoltura, economia e commercio” può essere ritenuto, a tutti gli effetti, il primo giornale di valle del Trentino.Questa pubblicazione usciva il primo e il quindici di ogni mese, affrontando tematiche economiche, sociali e cultura-li inerenti ai vari comuni della Bassa e Alta Valsugana, non disdegnando però di gettare uno sguardo sui maggiori fatti del Trentino, nonché su que-stioni di rilevanza nazionale o addirittura internazionale, perlopiù a carattere tecnico-scientifi co.Il tutto corredato da sintetiche cronache comunali e da arti-coli defi niti di “Varietà” in cui

ai lettori si dispensavano con-sigli utili e curiosi aneddoti di varia natura.Un’iniziativa editoriale in-dubbiamente coraggiosa per quei tempi, di cui però poi si perse ogni traccia. Tuttavia sono giunti fi no a noi gran parte dei 24 numeri pubblicati nel corso dell’anno 1877, che rappresentano una preziosa testimonianza circa il modo di informare e di educare i nostri avi ben 132 anni fa. Vista la grande rilevanza storico-documentaria di tali scritti, la società editrice AEMME, proprietaria del periodico “La Finestra”, in questi giorni sta dando alle

stampe una riedizione di quel-la gloriosa testata, un prezioso volume frutto di un approccio fi lologico il più rigoroso pos-sibile. Infatti nei testi sono stati conservati e riprodotti tutti gli errori di grammatica e di sintassi, nonché le pic-cole imprecisioni di natura storica e scientifi ca dovute alle conoscenze dell’epoca che, ovviamente, erano ben diverse e più limitate rispetto ai giorni nostri.Scorrendo le pagine di questo volume si potranno scoprire molte informazioni circa l’organizzazione dei comuni e dei consorzi dell’epoca; ci si farà un’idea sull’assetto

socio-economico della valla-ta, focalizzando l’attenzione sulle principali risorse nonché sulle tante problematiche che ingenerarono il triste fenomeno dell’emigrazione; si potranno altresì seguire le prime tappe dello sviluppo turistico delle stazioni termali di Levico e di Roncegno, ma anche del Tesino e della Valle di Sella; si comprenderanno i dibattiti e le ragioni a sostegno dell’istituzione dei vigili del fuoco, dello spazzino comu-nale, delle scuole, del caseifi -cio, delle “industrie”...E ancora tante informazioni sulla produzione e conserva-zione del vino, sul taglio del fi eno e degli alberi, sull’al-levamento e miglioramento della razza bovina, fi no alle ricette di cucina e ai consigli per conservare i cibi o per curare delle piccole ferite.Nelle pagine di testo, al fi ne di rendere più leggera e godibile la lettura, è stato poi inserito un ricco apparato foto-icono-grafi co che ritrae e documenta luoghi, persone e fatti riferibi-li ad anni compresi tra la fi ne dell’800 e la seconda guerra mondiale.“La Valsugana”, corposo ed elegante volume di 120 pagine, realizzato con il so-stegno di numerosi sponsor e il patrocinio di alcuni enti e comuni della Valsugana, sarà in vendita nelle prossime settimane al prezzo speciale di 10 euro.Un’ottima “idea regalo” in vista delle prossime festività natalizie, quindi, ma anche una imperdibile opportunità per scoprire e riappropriarsi delle proprie origini, processo tanto importante soprattutto in un periodo storico di forte globalizzazione e di facili omologazioni come quello in cui stiamo vivendo.

di Johnny Gadler

Appuntamento con “La Valsugana”NOVITÀ!

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LA FESTA PER SAN PROSPERO

Rispettabile pubblico ed inclita guarnigione! Il gran giorno onomastico del mio illustre Avo dalle

due perucche e del nostro leg-gendario campanone è prossimo a spuntare. Borgo sarà come al solito abbellito per sì lieta ricor-renza dalle armonie della brava banda cittadina, da un numeroso concorso di forestieri, dagli indivi-sibili banchi di telerie, giuocatoli, ciambelle e magna torna, dalle giostre di focosi destrieri in legno, da qualche viso tarpagnuola di acrobata o d’indovino, da qual-che donna straordinariamente grossa, e da altri animali bipedi e quadrupedi.Ma il più bello, il fiore veramente odoroso della festa non ve l’ho ancor detto.Quest’anno abbiamo una novità, che al solo sentirla menzionare fa battere le mani in segno, d’ap-plauso, e ad incoraggiamento pei suoi iniziatori.Per cura dell’instancabile nostro comitato della Società degli ami-ci della scuola, verrà in questa ricorrenza tenuta i giorni 7, 8 e 9 una fiera di beneficenza o vaso di fortuna a pro della scuola.Il locale posto in uno dei punti più popolosi della borgata, fu gentil-mente concesso al Comitato da una cortese famiglia.Ivi saranno schierati molti superbi

Borgo, tante comodità... ma senza acqua(S) In Borgo esistono quattro fontane, ed a rigore due perché due, che sono quelle che danno l’acqua migliore, quando, s’in-tende, la danno, hanno la febbre intermittente; le altre due che sono perenni, sono alimentate da fonte poco buona; in Borgo quindi c’è difetto di acqua sotto il doppio aspetto della qualità e della quantità. [...]E dire, che il nostro comune ha fatti dei gravi sagrifizi anche là ove era lecito il dubbio se pro-priamente si trattava di una spesa assolutamente necessaria! Ab-biamo p. es. una compagnia di civici pompieri, la di cui somma utilità noi non vorremmo certo porre in contrasto, ma che pure avanti alcuni decenni non era reputata necessaria nemmeno nelle grandi capitali; e questa compagnia pesa poco dolce-mente sul bilancio comunale; abbiamo le ruotaie di pietra nella contrada regia, che sono una manna pei veicoli e molto più per i poveri animali, le quali non hanno costato certamente una bagatella, ma negli anni andati la contrada regia era percorsa da carri, carrette e carrozze molto più che non lo sia adesso, e se fu tralasciato di percorrerla non è già perché vi mancassero le rotaie, ma perché la ferrovia della Val d’Adige ci portò via tutto il transito delle merci; abbiamo un teatro, che ora si sta restauran-do, ed una civica musica banda, che se non sono direttamente sostenuti dalla cassa comunale, lo sono però dai cittadini, ciocché torna lo stesso, perché anche la cassa comunale è formata dai cit-tadini; abbiamo degli abbellimenti in paese diversi e tocca via.E l’acqua potabile? Per questa nulla fu fatto [...]

(La Valsugana n. 9, 1° maggio 1877)

lavori, in gran parte opera della mano paziente ed abilissima del nostro sesso gentile, in parte re-galati da persone benevoli in parte offerti dai nostri artieri a prezzi di fango, o del tutto gratuitamente. Fu una gara di filantropia, un esempio splendido che la gen-tilezza d’animo alberga in ogni classe sociale.Forse... ma zitto, chè questo fin’ora non è che un pio desiderio, le amabili artefici in persona, ac-cudiranno coi Signori del comitato allo spaccio.Oh che commercio geniale!Credeva che le operazioni di compra vendita dovessero esser sempre prosa in quint’essenza, ma non Signori mi ricredo, anche il commercio ha la sua poesia, come la medicina del Mantegazza. Tutto stà saperlo trattare.E non è la nostra fiera di benefi-cenza una vera poesia?Che v’ha di più poetico d’un com-mercio ove: al banco starà forse una eletta delle nostre Signore, dove merce sono offerte generose, e lavori delle loro mani, specula-zione il vantaggio di creaturine bisognose, contratto un divertente giochetto, e prezzo due meschini soldi austriaci al biglietto contro la possibilità di buscarsi un superbo acquisto?Il programma è così seducente che deve trascinare anche chi ha

il cuore di pietra.Credo che per rendere la fiera vieppiù interessante i biglietti delle grazie migliori siano estratti a sorte, e che per più comodo tanto dei Signori delle borgate vicine, come dei Signori bagnanti in Levi-co e Roncegno, di detti biglietti ne sarà loro fornita in precedenza una certa quantità, acciò tutti possano offrire il loro obolo, e guadagnarsi la loro parte di merito.Nutro lusinga che in particolare i Signori bagnanti, verranno a fare una visita alla fiera, non foss’altro per quel gran movente che è la cu-riosità, ed il bisogno di procurarsi tutte le distrazioni possibili pel buon andamento della cura.Venite, venite Signori miei e possa il vaso di fortuna del nostro gentil sesso, esservi di buon augurio per quella che cercate nelle nostre vasche sulutari.Fortuna che da canto mio vi augu-ro di tutto cuore.(La Valsugana n. 13, 1° luglio 1877)

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Nelle seguenti pagine vi proponiamo alcuni stralci tratti dalla pubblicazione “La Valsugana” - anno 1877, che sarà

in vendita nelle prossime settimane.

PRIMO PIANO / LA VALSUGANA 1877

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Una mensa per i poveri a Caldonazzo

(S.) A Caldonazzo venne non ha guari istituita la cucina comunale per fornire ai poveri sovvenzionati gli alimenti, e ne si dice non solo che essa funzioni con tutto ordine e regolarità ma che il comune ne senta un sensibile vantaggio, essendo venute a diminuirsi le sov-venzioni e ciò a motivo che molti di coloro, che facevano un uso diverso dei danari per lo avanti loro assegnati da quello di provvedersi dei necessari alimenti, cessarono di importunare il comune, visto, che non avrebbero ottenuto altro che il cibo di pura necessità. Sotto questo aspetto, le cucine comunali servirebbero anche a conoscere quali siano coloro, che effettiva-mente hanno bisogno di essere sovvenuti, e quali coloro che im-piegano la elemosina in appagare bisogni non sussistenti o fi ttizi.Facciamo voti, che simile istituzio-ne, introdotta già anche in Telve, trovi presto accoglienza anche in altri comuni.(La Valsugana n. 5, 1° marzo 1877)

Il 25 Ottobre corr. avrà luogo in Roncegno una sessione generale degli azionisti dello stabilimento balneare di Ron-

cegno, per decidere su oggetto importantissimo. Alcuni egregi Signori capitalisti, forniti di larghi mezzi, mossi dalle migliori e più patriotiche intenzioni, si offrono o di levare verso tenue perdita tutte le azioni emesse, e dare così a questa nostra patria impresa un impulso, quale giammai avrebbe potuto ripromettersi, o di entrare essi stessi nella Società che do-vrebbe ricostituirsi sopra basi più razionali e conformi allo scopo.Io desidero vivamente che sia nel-l’uno o nell’altro senso, la Società faccia buon viso a queste lusin-ghiere proposte, ed anzi ormai nu-tro speranza che tutti gli azionisti, si mostreranno alla prossima Ses-sione sommamente conciliativi, e disposti ad assecondar l’opera cotanto ardita e profi ttevole dei novelli imprenditori e consoci.Supponiamo che l’affare sia con-chiuso nel primo senso. Che faremo noi allora specialmente di Borgo dell’incasso sulle nostre azioni? (Dico nostre, perché sono anch’io nel novero degli azionisti). Lo daremo a mutuo, compreremo effetti di credito pubblico? Oh che brutte idee tanto l’una che l’altra!Perché se questi valori furono

destinati all’industria, ed uniti formano una cifra rispettabile, li vorremo sminuzzare, ingojare e disperdere in tanti frammenti con scarsissimo vantaggio? Non sa-rebbe mille volte meglio mutarne semplicemente destinazione, ed invece di avere una industria a Roncegno, creare un industria a Borgo?Che giornata splendida sarebbe allora secondo me quella della sessione, che gioja d’aver pigliati insieme due grossi piccioni ad una fava, che piacere per un patriota onesto poter dire il prossimo 25 Ottobre: oggi senza sborsare un soldo dalla saccoccia ho deliberato la doppia fortuna di Roncegno e di Borgo, e forse fatta ad un tempo un eccellente speculazione!Da anni ed anni si deplora la man-canza nel nostro paese d’ogni altra

industria all’infuori della setifera, e se ne toccano con mano i tristi effetti.I nostri contadini colla magra mercede delle opere non possono vivere. Se poi si pensa che tutto l’inverno restano senza lavoro, che la maggior parte delle donne e ragazzi, mancano tutto l’anno d’ogni fonte di lucro, sembra perfi no un enigma come qui una famiglia campi la vita.Cert’è che la miseria è grave, è quasi salita al culmine. Pur troppo nell’inverno – ecco una desolante verità a cui non si pensa abba-stanza seriamente: ci son delle famiglie che soffrono la fame, e non hanno il coraggio di accato-nare, ci son delle povere vedove e madri abbandonate che mancano d’un tozzo di pane, per far tacere i fi glioli che piangono, e benedireb-

SULLE INDUSTRIE DI RONCEGNO E BORGO: UNA PROPOSTA PALPITANTE DI ATTUALITÀ

Una società degli amici della scuolaChi avrebbe mai detto, che il progetto d’instituire in Borgo una società degli amici della scuola, gettato là alla buona da quell’egregio di Erede di “Sior. Prospero” or sono pochi mesi, avrebbe incontrata l’universale simpatia per modo che, ciò che era allora un semplice e pio desiderio, sarebbe oggidì un fatto compiuto non solo, ma che la società vivrebbe di vita rigogliosa ed avrebbe già dato i suoi, quantunque piccoli, buoni frutti.Nessuno, meno forse l’erede di “Sior Prospero” avrebbe osato sperare tanto, eppure fu così. Ciò vuoi dire che le cose buone si fanno strada da sé e che anche i Borghigiani hanno buon naso e sanno fare le cose per benino.(La Valsugana n. 11, 1° giugno 1877)

bero come una Providenza di Dio quella mano che mostrasse loro un mezzo qualsiasi di guadagnarsi onoratamente pochi soldi.Via, cortese lettore, dì se ti dà l’animo che questa è una pagina di romanzo, dillo dopo due sole parole in confi denza o col nostro parroco, o medici condotti, dil-lo quando vedi famiglie intere emigrare in massa, rinegar patria parenti e quasi Dio, ed esporsi alla sorte la più enigmatica, tanto per trovare una esistenza tollerabile.Una miseria così cruda, sconforta, invoca da qualunque ha sensi di umanità almeno la più viva com-passione.Si spera in una futura riforma agricola, e la speranza è legittima, ma nessuno s’illude sulla lentezza del provvedimento. Si grida di continuo: occorrono industrie. Ma chi si muove ad erigerle? Lo pretendete dalla povera gente che è perfi no impotente ad ultimare il proprio domestico abituro? – Se una volta le persone agiate del paese non si risolvono a passare dalle chiacchere, ai fatti, quando vedremo realizzato questo lungo desiderio? Or bene; un occasione più bella, più favorevole di questa io credo che non si presenterà mai più.(La Valsugana n. 20, 15 ottobre 1877)

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Lasciate che ve lo dica, caro redattore, i lettori del vostro giornale hanno tutto il dirit-to di essere malcontentissi-

mi col vostro corrispondente di Levico, che a quanto pare sembra abbia l’aria di lasciar scorrere tutta questa stagione balneare, senza farsi vivo, o dar notizie dell’esito di quel frequentatissimo luogo di bagnatura.Ma io non solo ho voluto farmi il portavoce di questi lamenti, feci anche di più, mi cacciai in una carozzella, andai ad ascoltare, a vedere.La stagione quest’anno è brillan-tissima, lo fu specialmente nello scorso mese, e per concorso, e per le persone che cercarono d’attin-gere qui la salute, e i vantaggi del-la cura. Il generale Medici risentì della cura sollievo non comune, alle sue sofferenze ed egli fece alle acque, ed al trattamento i voluti elogi.Molti dei bagnanti sono partiti, ma altrettanti si possono dire arrivati. A Benedetto Cairoli, all’onorevole Biancheri, all’ex Ministro Rusconi si sono ora sostituiti il Senatore Cabella, il Duca Ferrari, il Con-sigliere Busacca, e tanti altri che troppo lungo sarebbe l’accennare

partitamente.Ricorderò solo uno di quelli in-dividui troppo noti, perché come diceva Fanfulla di questi ultimi giorni è del quarto stato, individuo della stampa militante – Leone Fortis – ora uno dei redattori del Pungolo, altra volta tanto meri-tamente celebrato pel suo distin-tissimo lavoro Cuore ed Arte, di quei lavori che fanno battere le arterie quando si leggono, e si meditano.Signorine una parola anche per voi. Non istò a descrivervi le ac-conciature elegantissime le forme nuove, gentili, delle signore che ho veduto, ci vorrebbe un volume, e se ho da dirvi il vero mi troverei impacciato non poco, non faccio neppure i nomi, perché nella sfuriata della corsa avrei timore di scordare qualcuna delle tante eleganti, bellissime e graziose si-gnore. Mi accontenterò di un solo nome, quello della nipote del trop-po celebre Victor Hugo che è qui, e a quanto mi si assicura esilera tutti coloro che la avvicinano col brio, la distinta coltura letteraria e scientifi ca, esilera colle bellis-sime forme, e con una eleganza insuperabile.Levico è stato pur troppo funestato

quest’anno dalla morte del C. Pao-lo Esterhàzy Consigliere Intimo e Ciambellano, che ha chiuso qui una vita di dolori, di avventure, di vicende delle quali non ultima fu la giornata di Villagòs nel 1849. Sia pace alle sue ossa…Sta sera, mentre scrivo, si balla all’Hotel Belle Vue, almeno così dicevano i placati attaccati alle muraglie sui quali ho fatto i miei comenti.Figuratevi che il francesissimo Hôtelier ha dato avviso di un Soirée danzante mentre crederei, che avrebbe fatto meglio se voleva parlar francese ad annunziare un Soirée dansante, o benissimo col parlare italiano fra gli italiani e dire che vi era una – Serata di bal-lo. Mah! Anche le lingue per certe teste sono questioni di gusto.Ego(La Valsugana, n. 16 agosto 1877)

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Le acque minerali di BienoBieno, li 25 agosto - Gentil-mente invitato da un mio amico a passare alcuni giorni con lui a Bieno, un paesino del distretto di Strigno, nella dimora che feci colà fui condotto per diporto in un amenissimo luogo un cento passi dal paesetto, ove tra folte macchie di ontani evvi una sor-gente di acque ferruginose.Mi meravigliai non poco a tal vi-sta, ed assaggiatele, e trovatele presso chè del gusto di quelle di Rabbi, mi venne spontanea la dimanda – perché nessuno se ne prende cura, né si pensa ad utilizzarle? La risposta suonò, che nessuno eravi in paese tanto danaroso da poter fare una spesa un po’ grande, e che neppure potevasi pensare ad una Società di abitanti dello stesso paese, che s’assumesse l’impresa.Tacqui per allora, ma avuta oc-casione di trovarmi con alcuni uomini di quel contado venni a notizia che altre sorgenti vi sono, e che una specialmente la più bella, la più copiosa, le acque della quale pel credito acquistato venivano esportate in notevole quantità, da for-se 3 lustri per un improvviso inghiajamento fu sepolta, né poscia nessuno se ne curò.Un proprietario d’una sorgente mi favorì due amalizzazio-ni climatiche fatte da valenti scienziati, una delle quali viene dall’I.R. Stazione sperimentale Chimico-Agraria di Vienna, e dice che queste acque oltre contenere Carbonato ferroso, calcico, magnesiaco, carbonato di potassio e di sodio, contiene pure acido silicico, solfato di sodio e cloruro di sodio.Mi diè pure a leggere qualche dichiarazione di chiarissimi dottori in medicina che qua-lificavano l’acqua di queste sorgenti ottima per curare ma-lattie nervose, itterizia bianca, mancanza di sangue, come pure per rinfrancare da vecchie infi ammazioni sì vascolari che intestinali.Bastommi questo perché l’inte-resse che erasi in me svegliato, sempre divenisse maggiore.Qual luogo, pensai, è più accon-cio per erigervi uno Stabilimento di acque minerali? [...](La Valsugana, n. 17 1° settembre 1877)

ESTATE 1877: LA BELLA STAGIONE BALNEARE DI LEVICO

PRIMO PIANO / LA VALSUGANA 1877

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Anche nella Valsugana, par-ticolarmente dacché di-venne sì incerta la raccolta dei bozzoli, il bestiame

bovino è a ragione da stimarsi come il sostegno delle famiglie, come uno dei fattori più costanti del benessere della popolazione, e dovrebbe quindi essere oggetto delle cure più solerti; eppure, non giova nasconderlo, nella generalità del nostro paese, tuttoché favorito a sufficienza dal clima e per qualità ed abbondanza di pascoli e foraggi l’industria pastoreccia è tutt’altro che fiorente, e si è ben lunge dal conseguire dal bestiame i vantaggi che ne ritraggono altri paesi per nulla posti in condizioni delle nostre migliori, abbiamo bovini di poco pregio, e in minimo numero che offrano un soddisfacente complesso di buone qualità, e possano com-petere coi bovini di qualche altra valle del Trentino, e delle limitrofe contrade.Di ciò diede pur troppo non dubbia esperienza la recente nostra, Esposi-zione di bovini, ove, come si lamen-tava nella succinta analoga relazione apparsa nel quarto numero 1876 di questo giornale, il bestiame terriero ebbe a fare una ben meschina figura di fronte ai pochi esemplari esposti di altra provenienza.Ed un altra prova ce la porge conti-nuamente il poco credito dei nostri mercati, nei quali astrazion fatta da certe epoche fortunate in cui si verifica una straordinaria ricerca di bestiame, i nostri bovini si pa-

gano a miserabile prezzo, sempre relativamente inferiore a quello del bestiame d’altre valli tuttoché situate più fuori di mano, e che non godono al pari della Valsugana facili e abbastanza comode comunicazio-ni in tutte lo direzioni.Il nostro bestiame bovino vanta senza fallo una nobile origine, poiché sonvi tutti i dati per ritenere che i primi progenitori vi furono importati dai cantoni svizzeri d’Uri, d’Unterwalden e dei Grigioni, ma verisimilmente in causa del poco studio posto d’ordinario in passato nella scelta degli individui riprodut-tori, e degli allievi, in causa della scarsa e difettosa alimentazione dei vitelli destinati all’allevamento, e del trascurato governo in genere, il tipo primitivo è ora talmente tralignato, che a stento gli originarii caratteri vi si possono riscontrare.V’ebbero sempre in Valsugana, e specialmente negli ultimi tempi degli appassionati educatori, che consacrarono le loro cure a tale im-portantissimo ramo d’industria agrico-la, che si diedero premura di miglio-rare la nostra razza bovina degenerata, oltre che coll’avve-duta scelta e con una lauta alimentazione degli allievi, anche mediante incroci sia introducendo buoni riproduttori dal Me-ranese, dalla Puste-

ria, dal Vicentino, sia approfittando dei tori che accompagnano le nu-merose mandre di vacche condotte annualmente dal Vicentino e da quel di Feltre a pascolare nella stagione estiva le nostre malghe; v’ebbero i nostri Comizii agrarii che allo stesso scopo ritirarono negli ultimi anni dall’Oberinnthal, dalle Giudicane e da Ulten scelti tori destinati alla riproduzione: ma i più dei nostri allevatori non seppero mai persua-dersi essere impossibile far begli allievi senza sagrificare alquanto l’ordinario prodotto dello loro stalle in burro e formaggio, e prestando punto fede alla potente influenza che esercita il maschio sulla riuscita de-gli allievi, e sul miglioramento della razza, senza riguardo al minore o maggior pregio dei tori condussero e tuttodì conducono le loro vacche alla monta del toro più vicino o a buon mercato, con inevitabile e sempre crescente deperimento del nostro bestiame bovino.(da La Valsugana, n. 5, 1° marzo 1877)

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Bachicoltura in ValsuganaPer quanto si voglia essere ottimisti e per quanto sia grande il nostro desiderio di dir cose belle e con-solanti, ciò non pertanto questa volta non possiamo per intiero confermare le previsioni espresse nella rivista pubblicata nell’ultimo numero della Valsugana giacché pur troppo le speranze dei nostri bachicoltori non saranno, a conto finito, coronate da un esito così felice come ci si poteva aspettare avanti qualche giorno.È ben vero che non si possono re-gistrare completi insuccessi (meno qualche caso eccezionale) non di meno molti e molti sono i lagni che si sentono per perdite più o meno rilevanti sia in causa di letargia, sia e più specialmente per le così dette gattine o macilenza.Difficile sarebbe il precisare le cause dalle quali questi insucessi si possono ripetere, ma quella che, secondo il nostro modo di vedere, ebbe nella generalità maggiore in-fluenza sta nelle svariate condizioni atmosferiche che dominarono spe-cialmente in quest’ultima quindici-na nella quale agli eccessivi calori successero giornate burrascose e relativamente fredde. E noi sappia-mo, e tutti i più distinti bachicoltori lo attestano, che i repentini balzi di temperatura sono sempre fatali al prezioso insetto...(La Valsugana, n. 13 1° Luglio 1877)

SULL’EDUCAZIONE DEI BOVINI NELLA VALSUGANA

PRIMO PIANO / LA VALSUGANA 1877

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LETTERE AL DIRETTORE

Le lettere possono essere inviate a: Redazione "La Finestra"Viale IV Novembre 12 - 38051 Borgo Valsugana (TN)Tel. 0461.752622 - Fax 0461.756833

email: redazione@lafi nestra.it

Ora di religione musulmana? Non è un buon inizio...

Ricollegandomi ad alcune osserva-zioni, pienamen-te condivisibili,

svolte da Giovannetti in me-rito alla proposta di istituire l’ora di religione islamica, vorrei proporre alcune ri-fl essioni.Certamente, essa non è priva di una certa intrinseca forza dirompente, dato che preve-derebbe l’insegnamento di un’ora di religione islamica nelle scuole, come vera e propria, ovviamente, ora di religione.Le motivazioni addotte dal proponente e dall’associa-zione “FareFuturo” sono indubbiamente fascinose, dato che, oltre al fatto che sa-rebbe un diritto avere un’ora di religione musulmana a scuola - argomentazione del tutto declamatoria, apoditti-ca e, francamente, del tutto discutibile - si apportano altri elementi, di sapore più sociologico e che in taluni casi, rimandano pure ad una

generale prevenzione dalla commissione di atti terroristi-ci. Ciò in quanto, si sostiene, l’insegnamento scolastico allontanerebbe i giovani dalle cellule di radicalismo che purtroppo pullulano su tutto il territorio nazionale, evitando così che possano in futuro divenire delle bombe umane, dei kamikaze.Mi permetto di dissentire. Innanzitutto vi sarebbe da chiedersi perché dare spazio solo alla religione musulma-

na. A parte eventuali risposte inquietanti, l’interrogativo di fondo rimane. Perché solo all’islam e non anche al cristianesimo ortodosso o all’induismo o al buddismo e al confucianesimo? Tale di-scriminazione pare del tutto arbitraria, non giustifi cabile nemmeno su di un piano meramente quantitativo.Senza prendere in conside-razione, poi, che il nostro sistema culturale è fonda-mentalmente cristiano. Anzi,

senza comprendere e/o co-noscere almeno i rudimenti della religione cristiana, è impossibile comprendere la nostra società. Non è possibi-le nemmeno comprendere la geografi a delle città europee se non si comprende la nostra religione. Per non parlare della letteratura, dell’arte. E non sono di certo concetti nuovi questi, essendo già stati illustremente esplicitati da laiconi quali Benedetto Croce e scettici quali Cac-ciari.Sarebbe bene invece che i ragazzi islamici conosces-sero la nostra cultura, le nostre profonde e ineludibili radici, in modo che, avendo presente la nostra identità, possa realizzarsi un’armo-nica compresenza fra fedi e culture diverse, ove nessuna si prostri all’altra, bensì pos-sano convivere armoniosa-mente, nel rispetto dei nostri princìpi fondamentali calati, tra l’altro, pure nella nostra Carta Costituzionale.

Ed è un paradosso che la Costituzione, difesa a spada tratta, e addirittura idolatrata da certuni, venga poi “sven-duta” e calpestata per quanto concerne codesti princìpi, che della Carta stessa co-stituiscono il nucleo invio-labile. E che, guarda caso, in massima parte derivano dall’antropologia cristiana e dal suo antropocentrismo.Credo sarebbe il miglior regalo che, in un’epoca di re-lativismo selvaggio si possa fare ai nostri giovani, siano essi di qualsiasi fede o di nessuna fede. Dal momento che, in assenza di princìpi fondamentali comuni, l’ar-bitrio fi nirebbe col regnare sovrano, lasciando così non alla ragione umana il decide-re cosa sia giusto e cosa sba-gliato, bensì solamente alla forza bruta e alla sua capacità coercitiva e oppressiva. Privi di tali valori, infatti, in virtù di cosa ci si oppone, ad esem-pio, a una guerra?È un elemento imprescin-dibile per una corretta for-mazione culturale, sociale, antropologica e valoriale il conoscere il fenomeno religioso, e in particolare la religione cristiana.Il relativismo, al contrario, fonda la cultura che lascia l’arbitrio al più forte. Ai nostri giovani dobbiamo consegnare un mondo basato sul rispetto dei valori umani, che tutelino ogni uomo. E la proposta che qui si discute, a mio modesto parere, non è certo un buon inizio.

Pino Morandini

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L'opinione. Alcune rifl essioni sulla proposta di Giovannetti e di “FareFuturo”

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Un impegno che giunge a com-p i m e n t o , u n traguardo che

dischiude nuovi orizzonti: stiamo parlando dell’opera omnia degli scritti politici - perlopiù discorsi e articoli di giornale - di Alcide De-gasperi, che si conclude con la pubblicazione del quarto volume, Alcide De Gasperi e la stabilizzazione della Repubblica 1948-1954 a cura, come i precedenti, dell’editore Il Mulino, per iniziativa della Provincia autonoma di Trento e della Fondazione Bruno Kessler.«Un tassello importante del mosaico che nel 2004 abbiamo deciso di costruire - lo ha defi nito il presidente Lorenzo Dellai, intervenuto alla serata di presentazione il 12 novembre scorso -, e che comprende tante diverse, iniziative, come la struttura museale realizzata presso la casa natale di Degasperi a Pieve Tesino e il Premio internazionale dedicato ai costruttori d’Europa. Ave-vamo detto che bisognava colmare una lacuna impor-tante nel panorama culturale italiano, quella relativa alla straordinaria testimonianza lasciata da Degasperi nei suoi scritti politici. Possia-mo dire che questo impegno è stato assolto».«Oggi - ha proseguito Del-lai, richiamando anche la biografia scientifica pub-blicata da Rubbettino - pre-sentiamo due opere impor-tanti, che hanno mobilitato intelligenze, passioni e di-sponibilità considerevoli.

Abbiamo riunito qui i tre soggetti interessati, la Fbk, la Fondazione Degasperi di Roma e la Fondazione trentina Alcide Degasperi. Si tratta di realtà che in futuro dovranno lavorare sempre più in stretta siner-gia, contribuendo, assieme anche ad altri soggetti come l’Istituto Sturzo, che rin-graziamo, a ragionare sul-l’assuzione di nuove sfi de, nuovi impegni di rilievo, come ad esempio la pub-blicazione dell’epistolario».La parola è andata quin-di alla fi glia dello statista (nonché sua strettissima collaboratrice) Maria Ro-mana Degasperi, che ha presentato la biografi a rea-lizzata per iniziativa della Fondazione Degasperi di Roma, un’opera in tre tomi a cui hanno offerto il loro contributo Paolo Pombeni, Alfredo Canavero, Giorgio Vecchio, Francesco Malge-ri, Pier Luigi Ballini. «Quando si parla di Dega-peri - ha detto - si avverte un po’ di nostalgia, che investe l’uomo ma anche i

tempi in cui esso è vissuto. La società è profondamente cambiata, non si può imma-ginare oggi di vivere come 50 anni fa. La tecnica ha fatto passi da gigante ma ci ha tolto per certi versi la profondità del vivere e dell’agire. Quando si pensa a Degasperi si pensa perciò alla sua capacità di ascoltare e di dare risposte, senza mai pensare al potere, senza mai perseguire il proprio torna-conto personale. Si pensa anche alla piazza, all’epoca il luogo politico per eccel-lenza, oggi rimpiazzato dalla televisione. Ricordo che ogni tanto, durante i comizi, qualcuno issava un cartello di protesta, chie-dendo conto a mio padre per qualcosa che non aveva fatto, per qualche decisione non presa, e lui iniziava un dialogo, spiegando pub-blicamente le sue ragioni. Adesso questa dimensione del dialogo interpersonale, in politica, è un po’ venu-ta meno. Ma soprattutto, l’angoscia più grande di mio padre, nell’ultimo pe-

riodo, era quella di non avere tempo a suffi cienza per insegnare ai giovani».Il presidente della Fonda-zione Bruno Kessler Andrea Zanotti, alla cui “fucina” editoriale, coordinata da Chiara Zanoni Zorzi, si deve una buona parte dello sforzo fatto per pubblicare, in tempi così brevi, l’opera omnia degli scritti politici, ha parlato di «un lavoro che ha rispettato puntualmente i tempi di pubblicazione che ci eravamo dati, come un orologio svizzero. Un’opera tanto più importante per noi oggi, impegnati come siamo nel tentativo di trovare una collocazione del Trentino in Europa, una vocazione per questa ‘terra di mezzo’, coniugando appartenenza al mondo e identità territo-riale. Un impegno, questo, che già Degasperi aveva affrontato così lucidamen-te, nel disegnare un ruolo nuovo per il nostro Paese sulle macerie della Secon-da guerra mondiale ma anche per il suo Trentino».Lo storico Paolo Pombeni, coordinatore scientifico dell’imponente sforzo edi-toriale, ha ringraziato in-vece “l’equipe fantastica” che si è cimentata con la pubblicazione dell’opera omnia, a partire da Giuliana Nobili Schiera. Si è trattato, ha detto, di «un lavoro duro, complicato, non semplice, che ha prodotto qualco-sa come 10 mila pagine. Lasciatemi dire che non si sarebbe potuto realizzare un’opera così fuori dal Trentino, non c’è altrove

una classe dirigente pronta a finanziare un impegno del genere, e non esiste altrove una struttura come la Fondazione Bruno Kes-sler. Per me è stata prima di tutto una grande esperienza umana. Nel dedicarci a questo impegno siamo cre-sciuti assieme. L’opera che abbiamo raccolto è quella di un uomo che faceva il politico, composta quasi esclusivamente di giornali e di discorsi pubblici. Sui discorsi politici pesa il pre-giudizio per cui raramente essi fanno cambiare opinio-ne al cittadino, e mai il voto. Così il discorso politico viene svilito. Ma oggi, in epoca di talk show il discor-so politico andrebbe riva-lutato. Attraverso i discorsi pubblici il politico spiega il suo progetto, e quindi il senso stesso del suo impe-gno. C’è dietro il disegno di prospettiva, la visione di lungo periodo, non solo – come avviene sempre più spesso – la promessa all’elettore. E poi, i discor-si dei politici contengono anche il loro ‘testamento’: i politici, infatti, specie quelli della levatura di De-gasperi, parlano in parte ai contemporanei ma in parte anche necessariamente ai posteri. E Degasperi era perfettamente consapevole del ruolo che la storia gli aveva assegnato».La presentazione si è con-clusa con gli interventi di Pierluigi Ballini, coordina-tore dei volumi della Rubet-tino, e di Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione trentina Alcide Degasperi. Nei discorsi di entrambi, il legittimo orgoglio per un duplice sforzo, condotto da due equipe diverse, che hanno lavorato su due opere complementari - biografi a scientifica e discorsi - in stretta sinergia.

ATTUALITÀ

Presentato nella sala Depero del Palazzo della Provincia l’ultimo volume dell’opera omnia degli scritti politici di Alcide Degasperi, in 3 tomi, edito da Il Mulino e dedicato agli anni 1948-54. Assieme ad esso, la biografi a del grande statista di origini trentine, curata dal-l’editore Rubbettino, anch’essa in tre tomi.

Il fatto. Presentato il quarto volume dell’opera omnia e la biografi a scientifi ca

Scritti politici di Degasperi: ecco l’ultimo volume

(foto vitatrentina.it)

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Il fatto. Cinque comuni hanno presentato alla giunta provinciale un unico piano

Rilancio dell’Alta Valsugana: il progetto

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Sindaci e ammi-n i s t r a t o r i d e i Comuni di Cal-ceranica al lago,

Caldonazzo, Levico Ter-me, Pergine e Tenna han-no presentato alla Giunta provinciale una proposta per il rilancio e lo svilup-po dell’area, articolata in quattro progetti principali: riqualificazione agricola delle colline di Tenna e Levico Terme, sistema-zione e valorizzazione della rete sentieristica ci-

clopedonale, sistemazione delle spiagge nelle aree lacustri e realizzazione di un campo da Golf a barco di Levico. Il tutto entrerà a far parte di un accordo di programma da sottoscrive-re con l’amministrazione provinciale.La proposta - illustrata dal sindaco di Levico Carlo Stefenelli, coordinato-re dell’accordo - verrà esaminata nelle prossime settimane dalla Giunta provinciale, nella prospet-

tiva di arrivare alla sotto-scrizione di un accordo di Programma fra la Provin-cia e soggetti interessati. «Si tratta - ha detto il pre-sidente del Comprensorio Alta Valsugana e Bersnstol Diego Moltrer, nel pren-dere la parola dopo una breve esposizione tecnica dei diversi progetti - di un programma ambizioso ma realizzabile. Cinque comuni si sono messi as-sieme ed hanno elaborato una proposta che va oltre

i loro territori e abbraccia l’intera Alta Valsugana. Ci auguriamo che essa possa andare a buon fine». Il progetto per la siste-mazione della rete sentie-ristica sfrutta la rete già esistente ed ha un target prevalentemente familiare. Esso si propone di creare nell’area laghi Caldonaz-zo–Levico, una rete di mo-bilità alternativa diffusa in maniera capillare, che

valorizzi il territorio stesso e le sue peculiarità turisti-che e non. Il progetto per la riqualificazione della colli-na di Tenna e di Levico si prefigge principalmente la riconversione dei versanti alla viticoltura, valutando quegli interventi che per-mettano l’instaurarsi di un agricoltura della vite là dove storicamente era presente, tenendo però conto degli aspetti che ne determinano la possibilità di successo. L’area interes-

sata si estende in totale su circa 150 ettari; le azioni previste dal progetto ri-guardano una superficie di circa 40 ettari. Il progetto per la realizzazione del campo da golf si propone la realizzazione, in un’area localizzata nel settore cen-tro-orientale del Comune di Levico Terme, ad est di Barco, di un campo di golf a 6 buche (il quale rappresenta il primo stral-

cio di un campo da golf di 18 buche complessive). Il progetto di sistemazione delle spiagge lacustri per ragioni tecniche non è sta-to illustrato nel dettaglio ma rappresenta un altro tassello importante del disegno complessivo di rilancio dell’intera zona. La proposta sarà esaminata prossimamente anche dai servizi provinciali compe-tenti, sul piano della fatti-bilità dei diversi progetti e su quello finanziario.

ATTUALITÀ

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Presentato a Le-vico il progetto per rendere più sicuro, e nel con-

tempo turisticamente più attrattivo, il fiume Brenta. Un intervento di riquali-ficazione di larga portata che potrà incidere positi-vamente su diversi settori economici e sociali della Valsugana.«Oggi restituiamo agli amministratori locali il risultato dei ragionamenti e degli approfondimen-ti fatti assieme sul tema della riqualificazione del fiume Brenta. Vogliamo dare conto del punto a cui siamo arrivati nella defi-nizione di un progetto di intervento, che a mio av-viso è di qualità e partico-larmente innovativo, che potrà coniugare la messa in sicurezza dal punto di vista idraulico con la ri-qualificazione ambientale di tutta la zona. Il Brenta è un biglietto da visita per chi entra in Trentino da est. Con questo progetto di si-stema è possibile puntare a sviluppare le grandi poten-zialità della Valsugana dal punto di vista ambientale e turistico». Così il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher, il 7 novembre scorso ha aperto a Levico Terme l’incontro in cui è stato presentato agli amministratori comu-nali di Caldonazzo, Levico Terme, Novaledo, Ron-cegno e Borgo Valsugana un progetto di recupero del fiume Brenta che sarà prossimamente condiviso con le comunità interessa-te. All’incontro ha parte-cipato anche il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai.Efficienza del reticolo idraulico e valorizzazione ambientale sono gli obiet-tivi del progetto di riqua-lificazione. Il Brenta nasce dai laghi di Caldonazzo e Levico che svolgono na-

turalmente una funzione di laminazione dell’ac-qua, soprattutto quello di Caldonazzo. Il fiume ha però una portata limitata, attorno ai 90 metri cubi al secondo ma in molti tratti è decisamente minore.Attualmente il Brenta non risulta di particolare pregio dal punto di vista naturali-stico per le sue caratteristi-che morfologiche che oggi lo rendono poco adatto a essere un ecosistema.

I problemi maggiori si presentano poi a Borgo Valsugana, che negli anni ha subito allagamenti a causa della scarsa capacità del corso d’acqua di far defluire le piene.Il progetto di riqualifica-zione ipotizzato prevede di intervenire sull’alveo per renderlo più capace di sopportare le piene e di essere comunque di pregio durante il periodo di ma-gra. La piantumazione, la

previsione di spazi naturali e la predisposizione di aree di espansione complete-rebbero l’intervento. Si vuole gestire nel modo più naturale possibile il processo di espansione, e quindi di esondazione, delle acque del fiume, senza realizzare interventi

impattanti ma sfruttando le potenzialità del corso fluviale e della morfolo-gia del territorio, con più interventi di dimensioni ridotte. A monte di Borgo Valsugana dovranno essere previste comunque aree di esondazione, per evitare i tradizionali problemi lega-ti alle piene.Tra i problemi da affron-tare vi sono però alcuni ostacoli fisici presenti lun-go il corso, come i 30 ponti

Levico. Incontro tra il vicepresidente Pacher e gli amministratori della Valsugana

Ecco il progetto per riqualificare il Brenta

presenti tra Caldonazzo e Borgo Valsugana. Un altro vincolo da approfondire è la presenza attorno al fiu-me di numerose proprietà private. L’impatto dell’in-tervento sulle attività eco-nomiche presenti, il repe-rimento di finanziamenti, anche europei, la gestione dei lunghi periodi di magra del fiume, la manutenzione delle opere realizzate sono alcune delle problematiche emerse durante l’illustra-zione del progetto e che sono ancora oggetto di approfondimento.Il progetto potrà essere realizzato per passaggi successivi, in raccordo con iniziative locali già in corso. Potrà, è stato spie-gato dai tecnici provinciali, migliorare la situazione sul piano idraulico, accrescere il pregio ambientale della zona, contribuire al mi-glioramento della qualità delle acque.Il progetto di riqualifica-zione del fiume Brenta, ha sottolineato il vicepresi-dente Pacher, dovrà svilup-parsi con il consenso e la condivisione delle comu-nità interessate. Si tratta, è stato detto, di un intervento di larga portata che potrà incidere positivamente su diversi settori economici e sociali della Valsugana. La modularità e la possibilità di lavorare per segmenti successivi permetterà di intervenire in tempi an-che ridotti. Nei prossimi mesi si organizzeranno sul territorio altri incontri di approfondimento con la popolazione. Consapevo-lezza e consenso, è stato detto, saranno elementi importanti per procedere.

Il Brenta attuale

Il Brenta: ipotesi

ATTUALITÀ

(foto Arch. PAT)

(foto Arch. PAT)

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Il progetto sportivo dell’Alta Valsugana Volley prende avvio nel 2004 dall’unione

dei sodalizi di Pergine, Civezzano e Levico con lo scopo di favorire e promuovere la collabo-razione tra le società pal-lavolistiche dell’ambito geografi co, favorendo in particolare la formazione di squadre giovanili.Nella stagione agonistica 2009-2010 l’Alta Valsu-gana si presenta al via nei rispettivi campionati fem-minili con ben 9 squadre:

la Risto3 Cassa Rurale Pergine, che milita nel campionato di Serie C, la 1° Divisione, Under 18, Under 16, Under 15, Un-der 14, Under 13, Under 13 Vigolana, Under 12.L’impegno nel settore gio-vanile si completa con le numerose squadre di Mini Volley di Caldonazzo, Le-vico, Civezzano, Pergine, Vigolana.Proprio per il particolare impegno, la società ha ottenuto il certificato di qualità del settore giova-nile da parte della Fede-razione.Il Presidente del Pergine Volley, Dario Alessan-

drini, ci parla con giusto

orgoglio

dell’importante ricono-scimento e del fatto che nella scorsa stagione ben 5 squadre giovanili sono arrivate nelle finali dei rispettivi tornei. «Negli ultimi anni - dice ancora Alessandrini-, dalle nostre squadre sono partite tre ragazze che giocano in serie B2 e una in B1, ma oltre l’aspetto agonistico la cosa più importante è l’aspetto umano, più di 200 ragazze giocano a pallavolo e fanno sport in un contesto sano; abbia-mo perfino applicato un

regolamento etico vali-do per tutte le atlete, dunque sport sì ma di qualità».

Danilo Garollo, Presidente del Civezzano, ribadisce l’importanza della colla-borazione e sinergia tra le realtà pallavolistiche della zona e la necessità del coinvolgimento delle famiglie delle atlete.” Il nostro è un progetto lungo termine”.Nuova fi gura nella società è il Direttore Tecnico, Rogelio Hernandez, coor-dinatore del settore gio-vanile, nonché allenatore della Prima Divisione e dell’Under 16.Hernandez, cubano, da 13 anni in Italia, ha militato da giocatore nella Serie A dell’isola caraibica. «La difficoltà maggiore è la

gestione delle risorse, le squadre e le atlete sono molto numerose, occorre quindi indirizzare e coor-dinare al meglio il lavoro tecnico con una costan-te programmazione. Ho trovato però un ambiente sano, una società giovane con tanta voglia di fare bene. I presidenti e diri-genti sono tutti volontari ma con idee manageria-li e professionali, che è sempre diffi cile trovare. Importante è poi conci-liare il divertimento del giocare a pallavolo con le regole precise di un grup-po, lavorando per il bene comune».A Hernandez chiediamo

L’Alta Valsugana Volley vede rosa

Sport. Piace sempre di più la pallavolo al femminile

testo e foto di Giuseppe Facchini

Alta Valsugana serie C

Minivolley Alta Valsugana

squadre: drini, ci parla con giusto

orgoglio

dell’importante ricono-scimento e del fatto che nella scorsa stagione ben 5 squadre giovanili sono arrivate nelle finali dei rispettivi tornei. «Negli ultimi anni - dice ancora Alessandrini-, dalle nostre squadre sono partite tre ragazze che giocano in serie B2 e una in B1, ma oltre l’aspetto agonistico la cosa più importante è l’aspetto umano, più di 200 ragazze giocano a pallavolo e fanno sport in un contesto sano; abbia-mo perfino applicato un

regolamento etico vali-do per tutte le atlete, dunque sport sì ma di qualità».

ATTUALITÀ

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come mai sono molto di più le ragazze che pratica-no la pallavolo rispetto ai ragazzi. «Alla base vi sono motivazioni diverse, con strutture mentali diverse. In ogni caso per i ragazzi vi sono maggiori opportu-nità in altri sport, come il calcio e il basket».L’allenatore della prima squadra è il riconferma-to Domenico “Mimmo” Sassolino, di origine cam-pane. «La cosa più im-portante – dice Sassolino – è l’investimento della società sui giovani, la no-stra squadra di serie C è composta tutta da ragazze dai 15 ai 19 anni. L’obiet-tivo di quest’anno è la

Presidenti della società:Pergine: Dario AlessandriniCivezzano: Danilo GarolloLevico: Gianni FruetCaldonazzo: Marika OngariVigolana: Luca Eberle

Settore tecnico: Direttore tecnico: Rogelio HernandezAllenatori: Domenico Sassolino, Sara Fronza, Mauro Biondani, Matteo Lunelli, Marco Rozza, Marco Bincoletto, Lorenzo Visintainer, Cristina Montibeller, Maurizio Melchiori, Lorenzo Battaiola, Stefano Bernardi, Ivan Pasquali, Andrea TurriIstruttori Mini Volley: Sandra Vicentini, Rosaria Betti, Giancarlo Bertoldi, Maurizia Chiesa, Danilo Garollo, Franco Ravanello, Vittoria Martinelli, Martina Fruet

Squadra Serie C femminile Alta Valsugana:Allenatore: Domenico SassolinoSecondo allenatore: Sara FronzaAiuti allenatore: Mauro Biondani, Marco Bincoletto La rosa della squadra: Chiara Facchin, Chiara Casagrande, Federica Alessandrini, Giulia Garollo, Giulia Casagrande, Federica Faccin, Martina Fruet, Valentina Puecher, Sabrina Wolf, Alberta Miori, Danila Oss, Carlotta Rizzoli, Caterina Baldo, Alessia Demattè, Anna Eberle, Manuela Perini, Nicol Tait, Nicol Valenari

Squadra I Divisione e Under 16:Allenatore: Rogelio HernandezSecondo: Matteo Lunelli

Under 16 Alta Valsugana

Chiara Facchin

salvezza, rimanere nella categoria e nel frattempo far crescere la squadra in esperienza. Sono ragazze eccezionali, tre o quattro allenamenti in settimana oltre alla partita del fine settimana è veramente un grande impegno». Rogelio Hernandez

PresidenteDario Alessandrini

Danilo Garollo

Mimmo Sassolino

Sport. Piace sempre di più la pallavolo al femminile

ATTUALITÀ

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Praga, capitale della Repubblica Ceca, ha fatto da prestigiosa ambientazione, il 27

ottobre scorso, per la presen-tazione dell’inverno trentino. L’hotel Four Season, nel cuo-re della città, fra la Moldava e il Castello di Praga, ha ospi-tato l’incontro organizzato da Trentino SpA per presentare l’offerta turistica invernale a una quarantina di giornalisti cechi. Una proposta fatta di paesaggi unici, eccellenze enogastronomiche, benessere e tanto sport. E proprio dallo sci di fondo arriva la testimo-nial scelta per la promozione del territorio in Repubblica Ceca: si tratta di Katerina Neumannova, per due vol-te campionessa del mondo nella 10 chilometri in tecnica libera, che ormai da anni ha scelto la Valle di Fiemme come luogo ideale per i pro-pri allenamenti. «La prima volta che arrivai a Predazzo, Cavalese e a Lago di Tesero fu nel 1991, in occasione dei Mondiali di sci nordico – ha raccontato l’atleta – e ne sono subito rimasta colpita. Questa è una terra che ad una sciatrice riserva tantissime occasio-ni, inoltre l’accoglienza e il calore dei trentini mi hanno sempre fatto sentire come se fossi a casa mia».Quello ceco è un mercato turistico molto sensibile alla qualità dell’offerta, l’ospite

Trentino d’inverno, promozione a PragaPresentate nella capitale della Repubblica Ceca le proposte della stagione bianca trentina.

dinamicità del Trentino e la buona tenuta dell’economia ceca in un momento diffi cile come questo.La presentazione si è quindi conclusa con il tocco da mae-

stro dello chef del Four Season, che per l’occa-sione ha prepa-rato un pranzo a base di prodotti tipici trentini, sbizzarrendosi in ricercati e gusto-si abbinamenti, senza scordare i vini del nostro

territorio. La Repubblica Ceca è un paese importante per il turismo trentino, in quanto rappresenta il terzo mercato dopo la Germania e la Polonia. Nell’inverno scorso, infatti, sono stati ben 57.082 gli arrivi di turisti cechi a fronte di un totale di 342.084 presenze.

è appassionato di sport e cerca la vacanza attiva. «Il nostro obiettivo – ha aggiunto l’assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promo-zione Tiziano Mellarini – è di coniugare la continua quali-ficazione della nostra offerta tu-ristica, in termini di strutture e di accoglienza, con la tutela del ter-ritorio. Abbiamo un ambiente ricco e variegato, con paesaggi unici, che intendiamo proteggere e abbinare ad una sempre cre-scente qualità dell’offerta. Ba-sti pensare che ormai l’85% dei nostri alberghi espongono tre o quattro stelle».Ospite d’onore della presen-tazione è stato l’ambasciatore italiano a Praga, Fabio Piglia-poco, che ha sottolineato la

Abruzzo

Onna: alla scuola maternaInaugurata la refezioneL’assessore alla solidarietà internazionale e alla convi-venza della Provincia autono-ma di Trento, Lia Giovanazzi Beltrami, il 29 ottobre scorso ha partecipato ad Onna alla cerimonia di inaugurazione e avvio del servizio di refe-zione scolastica della scuola materna intitolata a “Giulia Carnevale”, in memoria della giovane studentessa, vittima del terremoto del 6 aprile scor-so, che l’aveva progettata.«La collaborazione tra le regioni e le province auto-nome - ha detto l’assessore Beltrami - rappresenta un veicolo straordinario di soli-darietà perché consente di realizzare sinergie tra le stes-se comunità, una solidarietà quindi che parte dalla popolazio-ne e coinvolge anche le istitu-zioni». Nel corso della cerimonia l’assessore Gio-vanazzi Beltrami ha anche dato la notizia, mol-to apprezzata dai presenti, che entro la fi ne di novembre sarà consegnata anche la chiesa di Onna, alla cui rico-struzione stanno collaboran-do volontari della Val di Sole e nella quale è impegnato anche l’Ente Sviluppo Porfi do di Albiano.Il sottosegretario alla Presi-

denza del Consiglio, Gianni Letta, ha avuto parole di elogio e di ringraziamento per il Trentino, sottolineando come tenacia e solidità siano le caratteristiche che acco-munano la comunità trentina con quella dell’Abruzzo. Il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, si è detto orgoglioso di aver

condiviso con il Trentino que-sto intervento. La struttura scolastica è in-fatti stata rico-struita grazie all’intervento della Protezio-ne Civile Tren-

tina mentre la società “Sere-nissima Ristorazione S.p.A.” di Vicenza si è impegnata a garantire gratuitamente il servizio di ristorazione per tre anni scolastici, utiliz-zando per la fornitura delle materie prime i produttori abruzzesi, per contribuire in questo modo a far ripartire l’economia locale.

«Dal sottosegretario Gianni Letta, parole

di elogio e di ringraziamento per il Trentino»per il Trentino»

Turismo. Testimonial dell’iniziativa la campionessa del mondo Neumannova

Foto arch. PAT

«Per il turismo Trentino la

Repubblica Ceca rappresenta il

terzo mercato dopo Germania e Polonia»

ATTUALITÀ

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LETTERE AL DIRETTORE

Le lettere possono essere inviate a: Redazione "La Finestra"Viale IV Novembre 12 - 38051 Borgo Valsugana (TN)Tel. 0461.752622 - Fax 0461.756833

email: redazione@lafi nestra.it

Quali prospettive per l’IPSCT?Ancora in attesa

del tanto auspi-cato e richiesto incontro con l’as-

sessore Dalmaso, l’IPSCT “M. Curie” nella sua sede di Levico Terme aggregata all’Istituto di Istruzione di Pergine Valsugana, si inter-roga sulle proprie prospettive future, alla luce della delibera della Giunta Provinciale n. 2220 dell’11/09/2009 che di fatto intende sopprimere i 5 Istituti Professionali di Stato operanti in Trentino.L’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turi-stici operante a Levico Terme si presenta sul territorio con un’offerta formativa articola-ta su due indirizzi: “Tecnico della gestione aziendale” e

“Tecnico dei servizi turisti-ci”. Le fi gure professionali previste in uscita possiedono un bagaglio di conoscenze e competenze operative di facile spendibilità nel tessuto economico locale.Il supporto e la collabora-zione di oltre cento aziende, operanti in Valsugana nei vari settori produttivi, hanno consentito infatti di attivare nel corso degli anni percorsi di istruzione coerenti e mirati a soddisfare il fabbisogno formativo territoriale. Molte sono le testimonianze in tal senso rilasciate dalle imprese coinvolte.L’Istituto ha rappresentato per le famiglie residenti in Valsugana la terza opportuni-tà fra i percorsi di istruzione

tecnica offerti negli Istituti scolastici operanti a Pergine e a Borgo Valsugana e quelli della formazione professio-nale. offerti sempre a Borgo dai CFP.Negli anni la proposta for-mativa dell’IPSCT di Le-vico, utilizzando modalità educative innovative, tecni-che motivazionali efficaci e approcci didattici labora-toriali, ha sviluppato profi li professionali in grado di inserirsi con autonomia e professionalità nella realtà produttiva della Valsugana; i dati forniti dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro di Trento confermano in effetti un inserimento occupaziona-le degli studenti coerente con i profi li professionali previsti

dai due indirizzi attivati.È da considerare che gli stu-denti che scelgono l’Istituto Professionale Marie Curie di Levico Terme hanno consa-pevolmente escluso percorsi formativi di tipo tecnico o liceale, in quanto ritenuti non rispondenti rispetto alle proprie attitudini e alle pro-prie aspettative; all’Istituto si rivolge, tuttavia, anche una signifi cativa percentuale di studenti che, dopo aver scelto un percorso di istruzione tec-nica, lo abbandona in seguito ad un insuccesso scolastico realizzato nel corso dello stesso.Sono attivati inoltre percorsi di raccordo con il CFP di Borgo (Enaip settore ter-ziario) rivolti agli studenti

che, acquisito il diploma di qualifi ca nella classe terza della formazione professio-nale, vogliono potenziare il proprio percorso di crescita formativa iscrivendosi nella classe quarta dell’IPSCT di Levico, conseguendo un di-ploma idoneo per una parte-cipazione ai concorsi pubbli-ci e per un eventuale accesso agli studi universitari.La Delibera della Giunta Provinciale dell’11 settembre 2009, sopprimendo l’istru-zione professionale di stato, va pertanto ad eliminare un rilevante segmento di istru-zione in grado di apportare notevole valore aggiunto al tessuto economico sociale in provincia di Trento.Sarebbe opportuno appro-fondire con le comunità locali i motivi per i quali l’autonomia provinciale, che dovrebbe ampliare le opportunità per i cittadini, va in questo caso a limitare le scelte dello studente in pro-vincia di Trento al quale sarà negato l’accesso all’istruzio-ne professionale, presente nel resto d’Italia, provincia di Bolzano compresa.

Lettera fi rmata

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La tutela dei consu-matori ha lasciato la città capoluogo per approdare nei

paesi delle vallate trentine. Il 26 ottobre scorso, infatti, è partito il “camper dei consumatori”, una struttura mobile che ha il compito di sensibilizzare la popolazio-ne anche in periferia e nelle vallate sui temi legati alla consapevolezza e alla co-noscenza di forme di tutela nel settore del commercio (truffe e raggiri; utenze, servizi pubblici e telecomu-nicazioni; prodotti difettosi; pubblicità ingannevole; tutela dati personali; assi-curazioni, banche e servizi finanziari; assistenza nel-l’indirizzo delle procedure di conciliazione; alimenta-zione e salute; costruzioni, e compravendita immobili; viaggi ecc.).«Sono convinto - ha det-to l’assessore Alessandro Olivi nel presentare l’ini-ziativa, - che per la Pro-vincia possa costituire un

L’iniziativa, che è stata di recente approvata dalla giunta provinciale e che è finanziata con fondi sta-tali del Ministero dello sviluppo economico (in particolare si tratta di ri-sorse finanziarie assegnate dal “Fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall’Autorità ga-rante della concorrenza e del mercato da destinare ad iniziative a vantaggio dei consumatori”) prevede l’estensione del servizio di consulenza e assistenza già presente nella sede di via Petrarca a Trento sull’intero territorio provinciale. Già in novembre saranno 24 i centri abitati che verranno visitati dal camper dei con-sumatori, che sarà presente soprattutto nelle giornate dedicate alle fiere e ai mer-cati di periferia. I prossimi appuntamenti in Valsugana sono previsti giovedì 26 novembre a Pergine (ore 10.00-12.00) e a Levico (ore 14.00-16.00).

Il fatto. Un nuovo mezzo per fornire consulenze anche nelle vallate

È partito il camper dei consumatorielemento di forza, per quel che riguarda la politica commerciale, l’introduzio-ne di un valore etico qual è la tutela dei consumatori e degli utenti. Diffondere informazioni di carattere educativo e accrescere nei consumatori la consapevo-lezza del proprio ruolo e dei propri diritti all’interno del sistema economico, rientra nei compiti istituzionali dell’ente pubblico».

ATTUALITÀ

(foto arch. PAT)

(foto arch. PAT)

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Vent’anni fa, con i l c ro l lo del blocco sovieti-co e la fi ne della

Guerra fredda, sembrò a molti che il modello occi-dentale, liberaldemocatico e capitalista, fosse destinato a diffondersi ovunque nel mondo. Ci fu chi, come Francis Fukuyama, a que-sto proposito parlò di “fi ne della storia”. Presto ci si rese conto che le cose andavano diversamente, che i confl itti continuavano ad esplodere, ma non solo: che altri siste-mi valoriali sopravvivevano o assumevano nuova vita, basati spesso sulla religione. Si impose all’attenzione - soprattutto dall’11 settem-bre 2001, anche se sul piano teorico era stato codifi cato un decennio prima da Sa-muel Huntington- un nuovo paradigma, basato sull’idea di scontro delle civiltà. Ma le religioni che ruolo hanno realmente in tutto questo? A lungo sottovalutate, anche dalla diplomazia uffi ciale, possono favorire il dialogo e aiutare a prevenire i con-fl itti? E a quali condizioni? Una trentina fra i massimi esperti mondiali del set-tore si sono incontrati il 22 ottobre scorso a Trento proprio per discutere di questi temi.L’evento era inquadrato nel contesto dell’Alliance of Civilizations, un’iniziativa delle Nazioni Unite, pro-mosso dal Ministero degli Esteri italiano, dall’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) e dalla Provincia autonoma di Trento.

La scelta del Trentino quale sede del convegno “Religio-ni e relazioni internazionali: cambiamenti e opportuni-tà”, come sottolineato nel suo saluto dal presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, valo-rizza la vocazione di questa terra ad ospitare iniziative e percorsi di soluzione dei confl itti, di studio e appro-fondimento delle tematiche legate alla guerra, alla pace ma anche al ruolo che le religioni possono svolgere nel favorire il dialogo e la riconciliazione. A questo proposito Dellai ha cita-

to fra le altre l’esperienza dell’Istituto per le scienze religiose dell’Itc, voluto da Bruno Kessler nella con-sapevolezza che, accanto all’evoluzione scientifica e tecnologica, le religioni avrebbero giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo futuro dell’umanità. «Abbia-mo bisogno, anche in questo campo, di buona scienza e buona conoscenza - ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento - per incamminarci sulla strada di un nuovo umanesimo, che ci metta al riparo da due pericoli in fi n dei conti

speculari: da un lato quello di una globalizzazione che si traduca semplicemente in una omologazione sper-sonalizzante, senz’anima; dall’altro quello di una re-gressione localistica che magari affi di alla religione semplicemente un ruolo di instrumentum regni».Il ministro plenipotenziario degli Esteri ha ricordato come il ruolo delle religioni nelle relazioni internaziona-li sia stato in passato forte-mente sottostimato, mentre oggi torna ad assumere una rilevanza fondamentale, che va compresa e indagata, anche sul versante della risoluzione dei conflitti. «Ci auguriamo - ha det-to anche il ministro, nel ringraziare il Trentino per l’ospitalità offerta - che questa iniziativa possa pro-seguire anche in futuro».L’ex-ambasciatore Bianche-ri ha ricordato la sorpresa con cui molti, dopo la fi ne della Guerra fredda, consta-tavano l’insorgenza di nuo-ve tensioni determinate da fattori religiosi e culturali, ma anche la diffi coltà a de-fi nire il ruolo delle religioni e fi nanche chi sia legittimato a parlarne: i religiosi, i poli-tici, chi altri? Luigi De Salvia, segretario Generale per l’Italia della Conferenza mondiale delle religioni per la pace, ha det-to che le religioni possono giocare un ruolo nei proces-si di pacifi cazione, ma solo a certe condizioni, ovvero se non vengono usate come armi per la difesa di identità monolitiche. Sergio Fabbrini, docente di

Scienze politiche all’Uni-versità di Trento, è tornato su questo punto rilevan-do come sempre di più i conflitti politici e sociali vertano non su interessi socio-economici ma sui cosiddetti moral issues, cioè sulle questioni valoriali. Da Fabbrini è venuta anche un’affermazione importan-te: «Le democrazie sono al sicuro quando riconoscono il valore del pluralismo, l’esistenza di diverse verità, di diverse interpretazioni del bene comune». Ma non basta: accanto a ciò ci deve essere anche il riconoscimento di un crite-rio comune, di un terreno di confronto che tutti devono condividere. E il confl itto fra le civiltà o le identità? Lo si combatte combattendo l’idea di un’identità monoli-tica, mentre tutti - non solo i popoli, le entità collettive, anche i singoli individui - hanno identità plurali, sfaccettate.Infi ne Scott Thomas, profes-sore all’Università di Bath,ha richiamato l’ambivalenza del sacro, il suo essere vei-colo di pace o di guerra. Nel suo discorso, un altro avver-timento importante: nel Sud del mondo le persone non si adattano semplicemente ai nostri valori secolari, al nostro modello liberale. Bisogna sforzarsi di capire le loro teologie, al fi ne di comprendere la natura dei confl itti che hanno moventi in tutto o in parte religiosi, e viceversa per capire come la religione può essere util-mente utilizzata per scopi di pace.

ATTUALITÀ

Le religioni, a lungo sottovalutate anche dalla diplomazia uffi ciale, possono favorire il dialogo e aiutare a prevenire i confl itti? Questo l’interrogativo cui hanno provato a rispondere a Trento alcuni fra i massimi esperti mondiali del settore…

Trento. Un seminario organizzato da Ministero degli Esteri, Ispi e PAT

Le religioni possonocontribuire alla pace

(foto arch. PAT)

(foto arch. PAT)

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Og n i o n d a t a d i m a l t e m -p o r i p o r t a alla ribalta il

dissesto idrogeologico dell’Italia, risultato di anni d’incuria e di sfrut-tamento dissennato del territorio. Ma come si colloca la nostra regione rispetto a tale problema-tica? Secondo un Report stilato nel 2003 dal Mi-nistero dell’Ambiente e della Tutela del Territo-rio nonché dall’Unione delle Province d’Italia, in Trentino-Alto Adige i comuni a rischio frana sarebbero 59, 8 quelli a rischio alluvione, e 44 quelli a rischio sia frana che alluvione. In totale i comuni del Trentino-Alto Adige a rischio sarebbero 111, pari al 33%.Senz’altro più recente (2008) e aggiornato appa-re uno studio condotto da Legambiente, realizzato mediante un questionario inviato a tut te le am-ministrazioni comunali d’Italia, che ha consentito di scattare una fotografia del rischio idrogeologico

regione per regione, fatta eccezione, però, per due aree del Paese.«Le amministrazioni co-munali – scrive infat-ti Legambiente nel suo dossier - hanno risposto in maniera piuttosto omo-genea al questionario di “Operazione fiumi” (con

alcune eccezioni positive come in Piemonte e Valle D’Aosta dove si è rag-giunto un campione par-ticolarmente consistente di risposte), per questo motivo è possibile analiz-zare i dati anche su base regionale. Soltanto per la Sardegna e per il Trentino

Alto Adige i dati non raggiungono un campione sufficiente per effettuare un’analisi relativa al ri-schio idrogeologico nella regione.In particolare in Abruzzo hanno risposto 32 comuni su 178 classificati a ri-schio idrogeologico (circa il 18%); in Valle d’Aosta 37 su 74 (50%); in Basi-licata 25 su 123 (20%); in Calabria 102 su 409 (34%); in Campania 41 su 474 (9%); in Emilia Ro-magna 83 su 302 (27%); in Friuli Venezia Giulia 34 su 137 (25%); nel Lazio 68 su 366 (19%); in Lombardia 252 su 914 (28%); nelle Marche 48 su 243 (20%); in Moli-se 28 su 121 (23%); in Piemonte 399 su 1.046 (38%); in Umbria 18 su 92 (20%); in Veneto 44 su 161 (27%); in Liguria 35

Focus. Nello studio di Legambiente la nostra regione “assente”

Operazione fiumi: il T.A.A. "naufraga"

su 188 (19%); in Toscana 66 su 280 (24%); in Puglia 18 su 48 (38%); in Sicilia 102 su 272 (37%).Per il Trentino Alto Adige e per la Sardegna le rispo-ste giunte dai comuni non sono state sufficienti per l’elaborazione dei dati».Insomma, il Trentino-Alto Adige, spesso citato come modello in vari am-biti, nell’occasione non ha certo fatto una bella figura. E nemmeno i 7 comuni che hanno accolto l’invito sono usciti bene dall’indagine, ottenendo una votazione e una clas-se di merito non proprio lusinghiere: Bleggio In-feriore voto 6,5 (classe di merito sufficiente); Villa Rendena 5 (scarso), Predazzo e Condino 4,5 (scarso), Trento e Zuclo 4 (scarso), Bersone voto 3 (insufficiente).

ATTUALITÀ

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La crisi economica morde, ma non scoraggia le don-ne italiane con la

vocazione di imprenditrici. Nei passati dodici mesi, la galassia delle imprese guidate da donne o con forte presenza femminile (circa un quarto del totale delle imprese italiane) ha infatti continuato a cre-scere, aggiungendo al 30 giugno scorso altre 21.342 unità a quelle esistenti un anno prima. Il bilancio positivo ha portato così il totale delle imprese re-gistrate presso le Camere di commercio a 1.446.543 unità, corrispondente ad una variazione dello stock dell’1,5% a fronte di una sostanziale stabilità dello stock complessivo delle imprese italiane (diminuito dello 0,2% nel periodo).Il settore che attira mag-giormente le neo-impren-ditrici si conferma quello dei servizi alle imprese, al cui interno sono inclusi

– tra gli altri - i servizi immobiliari, le attività pro-fessionali, l’informatica e la ricerca: 15mila le impre-se in più, il 70,2% di tutto il saldo dei dodici mesi. Seguono il settore delle Costruzioni (5.971 unità in più) e quello della risto-razione e della ricettività (+4.849). In positivo anche il più tradizionale settore dei servizi alla persona, nel quale vengono considerate – sempre tra le altre - le attività legate al benessere e alla cura della persona, allo sport, allo spettacolo, ai servizi di pulizia (+4.322 imprese). È in questo ma-cro-aggregato, peraltro, che si registra il tasso di femminilizzazione più alto tra tutti i settori della nostra economia: il 46,4%, poco meno di un’impresa ogni due. La presenza di impre-se femminili è superiore al 40% anche nella sanità (41,4%), mentre sopra il 30% si collocano gli al-berghi e ristoranti (32,8%)

e l’istruzione (32%).Nella regione Trentino-Alto Adige al 30 giugno 2009 erano registrate 109.856 imprese, di cui 22.568 guidate da donne (20,54%).Si tratta soprattutto di im-prese individuali (13.632), seguite da società di perso-ne (7.187), società di ca-pitale (1.502), cooperative (170), consorzi (7) e altre forme giuridiche (70).Rispetto al 2008 nella no-stra regione il totale delle

tone (+4,79%) e Roma (+4,62%). Trento, con le sue 10.223 imprese in rosa, si trova al 49esimo posto (+ 1,34%), mentre la provin-cia di Bolzano, con 12.345 imprese al femminile, si colloca al 61esimo posto (+ 0,88%). All’ultimo posto troviamo la provincia di Oristano che in un anno ha perso il 3,55% delle proprie imprese in rosa.In occasione della presen-tazione di questi dati si è svolta anche la premia-zione del “Concorso Ma-glia Rosa” legato al Giro d’Italia dell’imprenditoria femminile, promosso da Unioncamere in collabora-zione con Retecamere.Tra i premiati anche un’im-presa trentina, la Zincheria Seca di Ala che ha ottenuto la “Maglia Verde” per la sensibilità ambientale, per la cura ed attenzione agli aspetti ambientali riferiti a tutto il ciclo produttivo.

(Fonte e dati: Unioncamere)

Focus. Le donne non si lasciano scoraggiare dalla crisi

Le imprese che vedono “rosa”

imprese scende di 446 uni-tà (-0,40%) ma le imprese in rosa aumentano di 243 unità (+ 1,09%).Nel Trentino-Alto Adige le imprese individuali con titolare una donna di na-zionalità extracomunitaria sono 396, 33 in più rispetto al giugno 2008 (+9,09%).Nella graduatoria provin-ciale per variazione tra 2009 e 2008, le imprese femminile sono aumentate soprattutto in provincia di Prato (+5,30%), Cro-

ATTUALITÀ

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Una serata dedica-ta ai giovani che hanno ultimato del tutto o in par-

te il percorso formativo con un risultato di eccellenza. Ma anche un’occasione, per la banca della comunità, per congratularsi con chi rappresenta il futuro della comunità.La Cassa Rurale di Olle-Sa-mone-Scurelle, conosciuta anche con l’acronimo Cross, ha rinnovato la sua attenzio-ne ai giovani consapevole che «l’istituto di credito coo-perativo, come si è soliti dire in queste occasioni, non l’ab-biamo ereditato unicamente dai nostri padri – spiega il presidente Arrigo Toccoli - ma lo abbiamo ricevuto in prestito dai nostri fi gli».L’appuntamento per la con-segna dei riconoscimenti è stato ospitato all’auditorium del polo scolastico di Borgo Valsugana.Qui, il presidente Arrigo Toccoli e il direttore generale Carlo Rossi, hanno conse-gnato il riconoscimento ai soci e ai figli di soci che hanno messo a frutto il loro impegno. Erano presenti anche i componenti del con-

siglio di amministrazione e del collegio sindacale.Cinquantasette i premiati: 1 diploma di istituto pro-fessionale, 25 diplomi di maturità, 22 lauree brevi, 9 lauree specialistiche. Sei laureati hanno presentato il contenuto della loro tesi.Questi i premiati. Istituto professionale: Fran-cesca Fratton.Maturità: Andrea Balduzzo, Daniel Berti, Miguel Cam-pestrin, Simone Cappello, Maria Cecilia Cima, Gian-giacomo Dandrea, Martina

Dandrea, Andrea Dietre, Andrea Gaiardo, Valentina Giampiccolo, Ashan Guaz-zo, Giuseppe Antonio Im-burgia, Lucia Inama, Silvia Marchi, Martina Minati, Alessia Moggio, Katia Odo-rizzi, Mario Parotto, Stefano Pellanda, Valentina Puecher, Ilaria Rinaldi, Claudia Se-gnana, Paolo Simonetto, Eva Tomio, Matteo Trentin.Laurea specialistica: Ro-berta Agostini, Nikos Betti, Andrea Borgogno, France-sca Boso, Elisa Dissegna, Agnese Ferrai, Laura Ge-

nerali, Daniela Paoletto, Roberto Tomio.Laurea triennale: Adriana Berti, Monica Borgogno, Karina Bortoluzzi, Chiara Bressanini, Michela Bres-sanini, Donatella Costa, Marilisa Costanzo Zam-mataro, Chiara Francesca Dalle Fratte, Lucia Ferrai, Lorenzo Ferrari, Serena Gaiardo, Michela Galvan, Andrea Giampiccolo, Stefa-no Giampiccolo, Jaya Mary Guazzo, Michela Pomper-maier, Laura Principi, Ni-col Principi, Anna Rosso,

Valentina Schraffl , Matteo Tiso, Martina Tomio, Tiso Gloria.«È un’occasione per co-noscere e farci conoscere dall’espressione più giovane delle comunità dove ope-riamo con la sede la nostra rete di sportelli – aggiunge Toccoli. Sono giovani in possesso di tanti saperi e crediamo che possano avere ricadute positive sul territo-rio di nostra competenza. Un bagaglio culturale prezioso destinato a garantire loro quanto serve per affrontare al meglio la quotidianità della loro esistenza umana e professionale».L’impegno della banca non si ferma qui. Prosegue con una borsa di studio per tesi di laurea che valorizzano le risorse del territorio di com-petenza della Cassa Rurale. «Accrescono il livello di studio e quindi la cultura me-dia della nostra popolazione – conclude il presidente Toccoli - e producono un ar-ricchimento del patrimonio scientifi co di dati e analisi che può contribuire a quella crescita economica e sociale auspicata nell’articolo 18 del nostro Statuto».

ATTUALITÀ

Cinquantasette studenti, dal diploma di istituto professionale alla laurea specialistica, sono stati premiati dalla banca della comunità, conosciuta anche con l’acronimo Cross.

Una serata dedicata ai giovani che hanno ottenuto risultati d’eccellenza

Cassa Rurale Olle-Samone-Scurelle:consegnati 57 premi di studio...

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Dopo le precedenti visite del 2001 e 2005, il 17 no-vembre scorso

l’auditorium Santa Chiara di Trento ha ospitato il Dalai Lama, invitato a partecipare ad una tavola rotonda in chiu-sura del convegno dedicato all’esame di alcuni dei più importanti esempi di auto-nomia regionale al mondo, dal Trentino Alto Adige al Quebec, dalla Catalogna alla Scozia alle isole Aaland, organizzato in collaborazione con l’Università degli studi di Trento e l’Accademia europea di Bolzano. Hanno preso la parola in apertu-

ra anche Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento, Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bol-zano-Alto Adige/Südtirol, Bernat Joan, segretario della politica linguistica della Ge-neralitat de Catalunya, Eli-sabeth Nauclér, deputata al Parlamento Finlandese per le isole Aaland, Roberto Pinter, dell’associazione Italia-Tibet di Trento e Roberto Toniatti, giurista dell’Università di Trento.Grande era l’attesa per le parole che avrebbe pronun-ciato il Dalai Lama. Nel suo discorso pubblico, così come nel breve incontro avuto con la stampa trentina assieme al presidente Dellai, il Dalai Lama ha sottolineato innan-zitutto la distanza esistente fra terre come il Trentino e l’Alto Adige, che godono di un’autonomia “reale”, e che dispongono degli strumenti giuridici per tutelare i propri diritti, e il Tibet. «Se in Italia i diritti costituzionali sono veramente garantiti, in Cina non è così. Noi non possia-

IL FATTO

Trento. La massima autorità spirituale del buddismo tibetano ospite del Centro S. Chiara

Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, leader ad un tempo spirituale e politico del popolo tibetano, premio Nobel per la Pace 1989, in esilio dalla sua terra fi n dal 1959, ha parlato il 17 novembre scorso a Trento, su invito della Provincia autonoma di Trento e dell’asso-ciazione Italia-Tibet...

Il Dalai Lama a Trento: «autonomia per il Tibet»

(foto Arch. Uff. Stampa PAT)

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mo ricorrere ad un giudice o a una corte per vederci riconosciuto ciò che in teo-ria la costituzione cinese ci riconosce. Quando descrivo la situazione del Tibet sotto il dominio cinese, solitamente non parto dalle questioni ideologiche. Dico che noi abbiamo un ospite non invi-tato, che è entrato nel nostro paese con le armi e si è messo a controllare tutto. Un ospite che ci dice cosa mangiare, come dormire, cosa sognare. Un ospite che sostiene di averci liberati. Quando noi ti-betani sentiamo dire questo ci chiediamo: ma da che cosa? Il Tibet ha una storia millena-ria, una propria cultura, una propria tradizione spirituale. I tibetani hanno sempre avuto una grande fiducia in se stes-si, una grande dignità. Siamo gente fiera e orgogliosa. Sul piano culturale, linguistico, della tradizione storica, sia-mo alla pari dei cinesi, se non più avanti. E comunque, il Buddismo è arrivato in Tibet dall’India, non dalla Cina. La nostra lingua è mutuata dal sanscrito, non dal cinese. Che il Tibet sia cosa diversa dalla Cina lo provano le semplici espressioni verbali che la gente usa per definirci. Io

sono definito il Dalai Lama del Tibet, non della Cina. La gente dice ‘buddismo tibe-tano’, non ‘tibetano-cinese’. Non siamo stati noi ad inven-tare tutto questo, è la nostra storia, la nostra eredità mille-naria. Il comunismo cinese si è rivelato di strette vedute e di limitato pensiero. All’inizio le idee che proponeva erano positive, ma il risultato che noi oggi vediamo è che sei milioni di tibetani sono privi di ogni diritto».Da dove partire, allora, per cambiare le cose? Per il Da-lai Lama dall’informazione libera, dall’abolizione della censura. «Molti cinesi pen-sano che i tibetani sono degli ingrati. Sono stati presi sotto l’ala protettrice della Cina, e non le sono riconoscenti. Questo avviene perché non dispongono di informazioni corrette. È il momento che ci sia finalmente in Cina libertà di informazione. Un miliardo e trecento milioni di cinesi hanno diritto di sapere le cose come stanno. Anche la democrazia è importante, ma qui il discorso si fa più delicato. Non è interesse di nessuno creare il caos con un cambiamento radicale. Pensiamo sia preferibile un

cambiamento graduale. Il problema è che il nostro ‘ospite’, come l’abbiamo de-finito, non è molto brillante; pensa solo al controllo. Pensa sia sufficiente dare cibo, dare una casa ai tibetani. Ma non è così: abbiamo la nostra civiltà i nostri valori, non ci basta mangiare e dormire Abbiamo una spiritualità che i cinesi non comprendono e che temono».Se questo è il quadro, la solu-zione è una sola: una forte au-tonomia, un’autonomia che consenta alla civiltà tibetana non solo di sopravvivere, ma di valorizzarsi, anche passan-do attraverso i necessari cam-biamenti rispetto al passato, come quello che nel 2001 ha introdotto le elezioni degli organi politici rappresentativi della comunità tibetana in esilio (che hanno sede com’è noto a Dharamsala, in India). Un’autonomia che inoltre consenta una migliore tutela dell’ambiente, una disten-sione nei rapporti fra Cina e India e una progressiva smi-litarizzazione dell’altopiano tibetano.Un’autonomia, infine, che porti anche benessere.Che l’autonomia del Tibet possa giovare anche alla

Cina, era stato peraltro sot-tolineato dagli stessi relatori che hanno preceduto il Dalai Lama. Il ragionamento è sem-plice. La repressione genera inevitabilmente ribellione, mentre un’autonomia vera, un’autonomia che soddisfi le esigenze della minoranza che la richiede, rappresenta una tutela per lo stesso Stato che la concede, nei confronti dei pericoli di una secessione violenta. Esempi come quel-lo della Scozia, del Quebec, ma anche del Trentino e del-l’Alto Adige/Sudtirol sono lì a dimostrarlo.Autonomie siffatte, come sot-tolineato nel suo intervento dal presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, sanno che in virtù di quanto sono riuscite a con-quistare negli anni portano oggi una responsabilità in più nei confronti di popoli come quello tibetano. «Noi trentini - ha detto Dellai - abbiamo sofferto quando eravamo una minoranza italiana in seno all’Impero austroungarico, i sudtirolesi hanno sofferto molto di più quando si sono ritrovati ad essere una mino-ranza tedesca sotto l’Italia, durante gli anni del fascismo. Nel Secondo dopoguerra

abbiamo ottenuto finalmen-te un’ampia autonomia che oggi si proietta in una più grande dimensione transfron-taliera, a cavallo fra Italia e Austria, in seno all’Europa unita. Forti di questa con-sapevolezza, vogliamo dare un contributo concreto alla causa dei popolo tibetano; per questo abbiamo varato quella che ho definito ‘Carta di Trento’, un documento di appoggio all’autonomia del Tibet che nelle prossime settimane chiederemo di sottoscrivere ad altre regioni autonome dell’Europa e del mondo. Perché siamo con-vinti che sul piano internazio-nale non siano solo gli stati a contare, che anche le regioni e le comunità che le abitano possono e devono fare sentire la propria voce».Per l’occasione il presidente Dellai ha presentato la “Carta di Trento per il Tibet”, un documento che il Trentino e l’Alto Adige/Südtirol si impegnano a far sottoscrivere alle altre regioni autonome del mondo, in appoggio alla causa tibetana e al Memoran-dum che il Governo tibetano in esilio ha consegnato recen-temente alla Cina, come base per il dialogo.

IL FATTO

Trento. La massima autorità spirituale del buddismo tibetano ospite del Centro S. Chiara

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Su proposta del-l ’assessore al -l’ambiente Al-berto Pacher, il 6

novembre scorso la Giunta provinciale ha approvato il Piano di azione per il contenimento degli inqui-nanti atmosferici che avrà validità per i prossimi due inverni. Il Piano ha come obiettivo la riduzione del-le emissioni di inquinanti dalle principali sorgenti presenti sul territorio, per migliorare i livelli di qua-lità dell’aria. A breve termine punta a ridurre gli episodi di in-quinamento acuto che si verificano soprattutto nel periodo invernale, mentre a lungo termine si vuole li-mitare su tutto il territorio provinciale la circolazione dei veicoli Euro0 e dei vei-coli diesel Euro1; i veicoli diesel che non montano dispositivi di abbattimento delle polveri; i ciclomotori e motocicli 2 tempi.Nella definizione del Pia-

no d’azione per il pros-simo inverno (e quello successivo) si è partiti dalla considerazione che, pur a fronte di un miglio-ramento osservato negli ultimi due anni in parte dovuto ai provvedimen-ti di contenimento delle emissioni adottati e ancora in essere, ma sicuramente anche a condizioni meteo-rologiche più favorevoli, è necessario mantenere quanto definito nel Piano d’azione concluso il 31 marzo 2009, senza tuttavia la necessità ulteriori prov-vedimenti restrittivi.I provvedimenti di tipo generale sono previsti per i seguenti comuni: Trento, Rovereto, Pergine Val-sugana, Riva del Garda, Arco, Mori, Ala, Lavis, Levico Terme, Borgo Val-sugana, Mezzolombardo, Mezzocorona, Villa La-garina, Civezzano Aldeno, Volano, Caldonazzo, Ron-cegno, Isera, San Michele all’Adige, Nago-Torbole,

Pomarolo, Besenello, No-garedo, Zambana, Nave San Rocco, Nomi, Calce-ranica al Lago, Calliano e Novaledo. Il periodo di applicazione andrà dal 16 novembre 2009 al 31 mar-zo 2010 e dal 1 novembre 2010 al 31 marzo 2011.I provvedimenti saran-no emanati dai sindaci e consisteranno nell’intro-duzione o nell’estensione del divieto di bruciare all’aperto i residui vege-tali; nel rigoroso rispetto delle massime temperature negli edifici comunali; nella raccomandazione alla cittadinanza di rispet-tare rigorosamente i valori massimi consentiti della temperatura all’interno degli edifici; nell’aumento delle attività di lavaggio delle strade, nella pulizia più frequente delle stra-de, piazzali, marciapiedi, giardini ecc.Il provvedimento di limi-tazione del traffico, inve-ce, riguarda i comuni con

più di quattro mila abitan-ti: Trento, Rovereto, Per-gine Valsugana, Riva del Garda, Arco, Mori, Ala, Lavis, Levico Terme, Bor-go Valsugana, Mezzolom-bardo e Mezzocorona, ma i provvedimenti di blocco potranno essere adottati, su base volontaria, anche da altri comuni trentini. Il blocco della circolazione potrà essere disposto an-che in riferimento a strade provinciali o ex-statali per i tratti che ricadono nel centro abitato, laddove esistono viabilità alter-nativa o circonvallazioni che possano garantire il flusso veicolare di collega-mento o di trasferimento a livello sovracomunale. Per quest’inverno il Piano andrà dal prossimo 16 no-vembre 2009 al 31 marzo 2010, periodo durante il quale tutti i giorni, escluso il sabato e i festivi, dalle ore 7 alle 10 e dalle ore 16 alle 19 non potranno circolare i veicoli Euro0,

i veicoli diesel Euro1, nonché i motocicli e i ci-clomotori due tempi. Nel periodo dal 1 novembre 2010 al 31 marzo 2011 le limitazioni previste riman-gono le stesse.La delibera prevede anche che il Comune di Trento può disporre l’estensione di queste fasce orarie, in relazione al ruolo bari-centrico e di attrazione della città capoluogo. La stessa cosa potranno fare gli altri Comuni interessati in presenza di particolari condizioni determinate dallo specifico livello di attrattività.In collegamento con il Consorzio dei Comuni trentini, gli stessi Comuni potranno costituire un Nucleo operativo di coor-dinamento per l’eventuale adozione coordinata di ulteriori misure di limi-tazione della circolazione nel caso di prolungato superamento dei valori limite e delle soglie di in-quinamento atmosferico. Il Consorzio dei Comuni Trentini può inoltre richie-dere il supporto tecnico e informativo dell’Agenzia provinciale per i Servizi sanitari e dell’Ufficio pre-visioni e organizzazione della Provincia.Il Piano approvato è in sin-tonia e in sinergia con gli interventi delle Regioni e delle Province autonome, fatta salva l’autonomia decisionale delle singo-le Regioni, e pertanto prosegue le politiche di sostegno e di sviluppo del trasporto pubblico locale; definisce e adotta le limi-tazioni progressive della circolazione dei veicoli più inquinanti, in modo da accelerare il rinnovo del parco macchine inquinanti e da orientare il mercato nella direzione di tipolo-gie di veicolo a minore im-patto; promuove e agevola l’installazione di filtri an-tiparticolato e di analoghi dispositivi per la riduzione delle emissioni.

ATTUALITÀ

Trento. Il provvedimento avrà validità per i prossimi due inverni

Partito il piano d’azione contro l’inquinamento

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L’Ospedale San L o r e n z o d i Borgo Valsu-gana, negli ul-

timi tempi, è oggetto di progetti e conseguenti lavori su cui i consiglie-ri provinciali del Pdl – Morandini, Viola, Bor-ga, Delladio e Leonardi – sono intervenuti con alcune riflessioni sotto forma di interrogazione. Secondo i cinque consi-glieri «i progetti - con-sistenti prevalentemente in tettoie da realizzarsi per proteggere la rampa d’accesso ai garage in-terrati in caso di neve, in una rotatoria di lato al-l’ospedale atta a regolare il traffico proveniente da Telve, da viale Vicenza e da via Temanza e in mar-ciapiede costeggiante la

struttura – presentano un aspetto problematico: il costo e l’individuazione della loro utilità per la

salute dei cittadini».«Per quanto concerne le tettoie – scrivono infatti gl i esponenti del Pdl

- occorre anzitutto preci-sare che, se da un lato la loro realizzazione appare assai utile per ovviare

a disguidi conseguenti il trasporto in caso di nevicate ed agevolare quindi il trasporto dei pazienti in dialisi, par-ticolarmente delicato, dall’altro, risultano “so-spette” l’architettura e le dimensioni, decisamente eccessive, con le quali dette tettoie risultano progettate». «Tali eccessi – si legge nel documento - trova-no conferma nel costo consuntivo, fissato, a quanto pare, in circa 352 mila Euro, somma che a detta di più di qualcuno potrebbe essere drastica-mente ridotta se solo il progetto delle tettoie fos-se più essenziale, senza per questo compromette-re la vocazione originale e strategica dell’opera in

Borgo. Sono davvero necessarie e in quella misura le opere previste all’Ospedale?

Con un’interrogazione presentata in Consiglio provinciale i cinque consiglieri del Po-polo della Libertà – Morandini, Viola, Borga, Delladio e Leonardi – sollevano alcuni dubbi circa gli interventi previsti all’Ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana...

Lavori al S. Lorenzo: il Pdl interroga

ATTUALITÀ

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parola».Per quanto concerne la rotatoria di lato al-l’ospedale i cinque con-siglieri sottolineano il costo – che considerano “esorbitante”, visto che «si parla di una spe-sa prevista pari a circa 262.241 Euro – tanto che – scrivono - «viene da chiedersi in che misura la spesa di detta opera debba ricadere sulle spe-se della Sanità trentina, visto e considerato che la sua utilità, per evidenti ragioni, vedrebbe bene-ficiari tutti coloro che vi transiterebbero».In merito al marciapiede, che secondo i progetti dovrebbe costeggiare l’intera struttura, i cin-que consiglieri del Pdl evidenziano come «un marciapiede costeggian-te un intero ospedale, i cui costi realizzativi sono stimati in circa 219 mila Euro, rappresenta una spesa assai rilevan-te, sulla cui necessità è bene interrogarsi. A ciò va sommato il costo per la sua copertura (che si vede nel rendering) che di certo sarà di alcune

centinaia di migliaia di euro. Anche perché, a ben vedere, un marciapiede che costeggi interamente un edificio non è cosa poi così indispensabile, so-prattutto se raffrontata a necessità sanitarie di ben altro calibro delle quali, purtroppo, molti trentini sono protagonisti».Fatte tutte queste consi-derazioni, i consiglieri Morandini, Viola, Bor-ga, Delladio e Leonardi interrogano l’Assessore competente per sapere se considera queste spese tutte necessarie, «soprat-tut to con r iferimento agli alti costi che hanno comportato, e soprattutto se non era possibile rea-lizzare dette opere con interventi più sobri; 2)

se non reputa esagerata la spesa di 352 mila Euro, somma prospettata per la realizzazione delle tettoie dell’Ospedale San Lorenzo di Borgo Val-sugana; 3) se non crede che le dimensioni di dette tettoie superino di molto l’essenziale e il necessa-rio; 4) se non crede quan-to meno anomalo che la sanità trentina, con tutte le priorità che in essa emergono relativamente alla salute dei cittadini, vada a sobbarcarsi la spe-sa assai salata (262 mila Euro) della realizzazione della rotatoria antistante l’Ospedale in parola; 5) se non reputa eccessivo un marciapiede, come quello che è in fase di progettazione per detta struttura, che andrebbe a costeggiarlo, interamen-te per una spesa finale di 219.245 Euro; 6) se non ritiene che dette spese “sanitarie” siano comun-que da subordinare alle prioritarie spese legate alla cura della salute dei cittadini, che dovrebbe essere la primaria atten-zione di chi governa il Trentino».

Borgo. Sono davvero necessarie e in quella misura le opere previste all’Ospedale?

AEROPORTI

Divina (Ln), preoccupatoper aumento tariffe...«Perché a pagare devono essere i consumatori? I rincari aeroportuali decisi il 6 novembre scorso non hanno giustifi-cazione perché nel nostro Paese i disagi agli aeroporti sono all’ordine del giorno, con una perdita economica per chi viaggia per lavoro enorme. Dunque, questi rincari devono essere a carico degli handler». Lo afferma il presidente della Commissione straordinaria per il controllo sui prezzi e le tariffe del Senato, Sergio Divina che si dimostra molto preoc-cupato per la determinazione del Cipe sugli aumenti delle tariffe aeroportuali. «I maggiori beneficiari sono gli Aeroporti di Roma - aggiunge il senatore della Lega Nord - società che non brilla per assistenza al passeggero, economicità dei servizi, puntualità dei bagagli. In un momento in cui c’è bisogno di un rilancio, anche turistico, del nostro Paese - sottolinea Divina - questi aumenti, in una fase come quella attuale, andranno a vantaggio solo ed esclusivamente degli altri Paesi comunitari e non che competono nella attrattiva turistica, con costi aeroportuali inferiori». Purtroppo, per Divina «questo aumento sarà addossato sui consumatori e sulle famiglie e ciò contrasta con le esigenze del momento che andrebbero su una direzione completamente diversa».

Pino Morandini

ATTUALITÀ

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È stato presentato il 17 novembre scorso, presso la sede dell’Istituto

Cimbro di Luserna, il volume dell’esperto linguista friulano William Cisilino “Lingue in bilico, buone pratiche nella tutela delle minoranze lingui-

stiche in Europa”. Accanto all’autore erano presenti Marco Viola, dirigente del Servizio minoranze linguisti-che e solidarietà, che ha pro-posto e coordinato l’attività di ricerca poi confl uita nella pubblicazione; Annamaria Trenti, presidente dell’Isti-

tuto culturale Cimbro; Luigi Nicolussi Castellan, sindaco di Luserna; Joao Barnet, segretario generale per le po-litiche linguistiche per la Ca-talogna; Guglielmo Cevolin, docente universitario a Udine e presidente dell’associazio-ne friulana “Historia”, che si dedica in modo specifi co a problematiche legate alle minoranze linguistiche. Tutti gli interventi hanno ricono-sciuto il valore divulgativo del lavoro di Cisilino: la ri-scoperta del valore culturale delle lingue di minoranza deve andare di pari passo con la divulgazione ad ampio raggio dei percorsi di tutela delle minoranze linguistiche messe in atto nelle regioni europee e con la diffusione delle buone pratiche conse-guenti. L’Europa dei territori, delle Regioni, delle diversità ha fi nalmente compreso quanto

possa essere importante la tu-tela e la valorizzazione delle lingue storiche e tradizionali, che costituiscono l’humus che fa crescere le comunità e, quindi, anche l’Europa intera.Le poco più di cento pagine dell’agile volumetto del-l’esperto linguista friulano William Cisilino propongo-no un viaggio nell’Europa delle lingue attraverso otto esempi concreti di tutela delle minoranze. Si va dal progetto “Volontariato per la lingua catalana” al cinema in lingua friulana, dai piani di politica linguistica per il gallese alla promozione del basco nelle nuove tecnologie, dall’emittente in italiano della Slovenia Radio-TV Koper-Capodistria al sistema scolastico trilingue dei ladini gardenesi e badioti. Vengono inoltre descritti il modello di protezione dell’aranese

(una variante dell’occitano che è parlata nella Catalo-gna) al peculiare sistema di tutela delle minoranze della provincia di Trento (cimbri, mocheni e ladini fassani).Ognuno degli otto capitoli si apre con un breve testo letterario nella relativa lingua minoritaria e con una scheda tecnico-storica sulla mino-ranza stessa; seguono una descrizione puntuale delle attività di tutela e un’inter-vista con chi ha ideato e rea-lizzato il progetto di tutela. Il volume è poi completato da mappe delle varie comunità linguistiche e da due testi fondamentali per la tutela delle minoranze in Europa: La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie e il do-cumento della Commissione europea Una sfi da salutare. Come la molteplicità delle lingue potrebbe rafforzare l’Europa.

CRONACHE

Luserna. Presentato il volume di William Cisilino “Lingue in bilico”

Tutela delle minoranzelinguistiche in un volume

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PERGINE

Vincere con Bellocchio“Vincere”, film di Marco Bellocchio in concorso al-l’ultimo Festival di Cannes, sarà al centro di una serata organizzata venerdì 4 di-cembre a partire dalle 20 al Cinema teatro don Bosco di Pergine dall’Unità operativa 3 di psichiatria dei Distretti della Valugana, Tesino e Primiero, dal Seminario permanente di Storia so-ciale della psichiatria Alla ricerca delle menti perdute, dal Dipartimento di scienze umane e sociali dell’Uni-versità di Trento e dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Il fi lm, in parte girato in Trentino, racconta la storia di Benito Albino, fi glio di Ida Dalser e Benito Mussolini (interpretati da Giovanna Mezzogiorno e Filippo Timi), segnata dal-l’ascesa al potere di Mus-solini e dalla drammatica lotta per l’affermazione dei propri diritti da parte della Dasler, che si conclude tragicamente con l’inter-namento in un ospedale psichiatrico. Prima della proiezione sono previsti gli interventi di Paolo Peloso, psichiatra e psicoterapeuta, autore del libro “La guerra dentro” e del regista Marco Bellocchio.

«La struttura di Pergine S p e t t a c o -lo Aperto è

professionale, nella qualità del lavoro che svolge, ma anche aperta e basata sul-l’apporto di tanti volontari. Questa manifestazione ha quindi una grande base partecipativa e un solido legame con la comunità di riferimento con cui è forte la reciproca contaminazio-ne. Innovazione e legame con il territorio sono le caratteristiche principali di Pergine Spettacolo Aperto, che sa anche mettere in campo un notevole corag-gio in produzioni come ‘Nuvole di passaggio’, che sono la prova che l’arte è anche terapia, fonte di benessere e felicità per le persone».L’assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento Franco Panizza è intervenuto così alla pre-sentazione, svoltasi il 3 no-

PSA: un ottimo bilancioPergine Spettacolo Aperto, una delle manifestazioni più longe-ve del panorama trentino, va in archivio con risultati davvero signifi cativi.

vembre scorso, del bilancio dell’edizione 2009 di Per-gine Spettacolo Aperto.Si è trattato precisamente della 34esima edizione di questa storica manifesta-zione, una delle più longe-ve del panorama trentino, che per quanto concerne l’anno 2009 va in archivio con numeri davvero im-portanti. Eccoli: 11 nuove produzioni, 12 spettacoli ospitati, 6 incontri di ap-profondimento, 4 laboratori per bambini, 29 proiezioni cinematografi che, 4 mostre d’arte, 7 corsi di formazio-ne, 120 artisti scritturati, 141 persone iscritte ai corsi di formazione e soprattutto 23mila presenze e 52mila ascoltatori negli appunta-menti seguiti dalla radio.A presentare i dati di questo importante bilancio sono stati il presidente di Pergine Spettacolo Aperto, Paolo Oss Noser, e il direttore artistico Cristina Pietran-tonio.

In brevePergine. La 34esima edizione s’è chiusa con numeri importanti

CRONACHE

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Dinamica delle nasciteIl numero medio annuo dei nati vivi in provincia di Trento nel quinquennio 1972-76, dopo il rientro dal “baby-boom”, era anco-ra superiore a seimila, per poi scendere a poco più di quattromila negli anni Ot-tanta, riprendendo quindi a crescere leggermente verso i cinquemila attuali, che dovrebbero rappresentare il massimo della “seconda ondata”: stanno infatti ter-minando di transitare nell’età fertile le numerose donne nate negli anni ‘60.Per il futuro, in ipotesi natu-rale è prevedibile un rapido calo fi no a meno di 4.000 nati verso il 2020 e una lievissima ripresa con un massimo non superiore a 4.000 nati verso il 2030, quando la seconda ondata (fi glia dei nati duran-te il baby-boom degli anni ’60), nata in questi anni, darà origine ad una “terza ondata” di nati, naturalmente sempre più diluita e meno rilevante. Per effetto del massiccio movimento migratorio è tuttavia prevedibile che il numero dei nati rimanga per molti decenni quasi costante, vicino ai 5.000 annui.

Probabilità di partorireSpesso i “mass-media” commentano i dati relativi all’attuale incremento delle nascite parlando di ripresa della fecondità o addirittura di nuovo “boom”, dimen-ticando che il numero dei nati deriva dal prodotto dei parametri di fecondità per il numero delle donne in età fertile e che quest’ultimo

dipende prevalentemente dal numero di nati circa trenta anni prima.È comunque vero che il numero medio di nati da ciascuna donna in età fertile negli ultimi anni, pur rima-nendo lontano dagli oltre due degli anni Sessanta e Settanta, dopo essere rimasto per molti anni al di sotto di 1,3, è ora tornato almeno al di sopra di 1,5, grazie anche all’apporto delle immigrate. L’analisi differenziale della fecondità mostra che mentre le donne italiane partorisco-no normalmente attorno ai 31 anni, con tassi specifi ci disposti secondo una cam-pana simmetrica, le donne straniere partoriscono circa 10 anni prima, con tassi spe-cifi ci disposti secondo una campana molto asimmetrica ed un tasso totale superiore a 2 fi gli per donna.L’età media delle madri al parto, che nei primi anni ‘60 superava i 30 anni e negli anni ’70 era scesa a 28, è risalita fi no ad oltre 31 anni negli anni ’90 per poi oscil-lare attorno a tale valore nel decennio scorso. Secondo i parametri estrapolati dal modello, anche nel prossimo trentennio l’età media delle madri al parto dovrebbe rimanere vicina ai 31 anni. Mentre negli anni ’60 e ’70 la media era effettivamente una media delle età in cui le donne partorivano circa tre fi gli, oggi la media è molto simile alla moda essendo figli unici la maggioranza dei nati. La rinuncia ai fi gli successivi dipende anche dal fatto che condizioni socio-

economiche, oltre che psicologiche, costrin-gono la maggior parte delle donne a partorire il primogenito in età relati-vamente avanzata e una gravidanza successiva sarebbe, oltre che im-pegnativa, anche più problemati-ca e maggior-m e n t e a rischio.

Focus. L’evoluzione della fecondità trentina nell’indagine del Servizio Statistica

SOCIETÀ

Trentino, verso il fi glio unico in età avanzata

Come sarà il Trentino nell’anno 2050? Un’indagine del Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento ci aiuta a comprendere gli scenari fu-turi del nostro territorio. Ecco i dati relativi alle nascite…

Riprodutti-vità e ricam-bio delle don-ne in età fertileUna popolazione si riproduce attraverso la generazione di figli da parte delle coppie che la compongono: è, quindi, facile intuire che ciascuna coppia dovrebbe generare

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(tenendo presente anche l’influenza della mortalità) mediamente circa 2,2 figli perché l’ammontare della prossima generazione sia pari a quello della generazio-ne attuale. È vero che oggi la popolazione sta aumentando pur in presenza di un numero medio di figli per donna inferiore a 2, ma ciò sta avvenendo per effetto com-binato dell’invecchiamento e dell’immigrazione, portando quindi la popolazione non a riprodurre se stessa, ma a trasformarsi radicalmente. Volendo misurare la capacità della popolazione di ripro-durre se stessa bisogna tenere presente che il numero di nati dipende dal livello delle pro-babilità di partorire, ma ancor più dal numero delle donne in età fertile, senza le quali nessun bambino verrebbe al mondo. Per misurare quindi la capacità futura di ripro-duzione della popolazione si può rapportare l’attuale numero delle donne in età 0-19 al numero delle donne in età 20-39. Tale indicatore può essere chiamato IREF (Indice di Ricambio delle donne in Età Fertile).Nel 1972 la nuova gene-razione era circa pari al 115% della generazione in età fertile del tempo, quin-di era abbondantemente in grado di rimpiazzarla. Nel 1981 l’IREF era quasi pari al 100%, indicando che il ricambio era assicurato senza eccessi e senza carenze.Dopo essere sceso quasi al 60% nel decennio scorso, attualmente il livello rag-giunto è vicino all’80%. Tale livello sembra destinato a stabilizzarsi nei prossimi decenni: questo lascia facil-mente presagire che fra 20

anni le donne in età fertile saranno circa il 20% in meno delle attuali; esse, a loro volta, saranno rimpiazzate dalle loro figlie solamente in misura inferiore all’80%, pur tenendo presente l’effetto del movimento migratorio. Stan-do così le cose è difficile im-maginare un aumento della natalità tale da consentire la completa riproduttività della popolazione trentina, anche ipotizzando probabilità di partorire più alte e l’apporto delle donne straniere.Mettendo a confronto il numero di nati effettivi (fe-condità corrente) registrati in provincia e nel capoluogo con quelli che la struttura per età delle popolazioni fem-minili avrebbe generato se i tassi specifici di fecondità fossero rimasti costanti ai livelli del passato o a quelli ipotizzati per il futuro, si ottengono dati puramente teorici, ma importanti per valutare la dipendenza del numero di nati dalle due componenti (numerosità delle donne in età fertile e loro fecondità). A livello provinciale, la dif-ferenza fra la fecondità del 1980 e quella del 1990 è sti-mabile in circa 1.000 nati an-nui, ma grazie alla maggiore

fecondità delle immigrate sembra che nei prossimi decenni la fecondità cor-rente si tradurrà nello stesso numero di nati ottenibile con la fecondità del 1980, pur essendo decisamente variata la fecondità specifica per ordine di nascita.Un ulteriore indicatore è il carico familiare delle don-ne in età fertile, ottenuto dividendo il numero dei bambini in età prescolare per il numero delle donne in età fertile. Tale indicatore esprime il “peso” sociale che grava (in termini di sa-crificio, di tempo dedicato, di freno al lavoro e al tempo libero) sulle donne in età

fertile che devono accudire i figli piccoli. Si tratta di un indicatore sociale, ma anche di un indicatore indiretto di fecondità pregressa. Il suo valore naturalmente dipende dai limiti scelti per l’età fer-tile, ma quello che interessa soprattutto è l’andamento nel tempo. Ipotizzando l’età fertile compresa fra 20 e 44 anni compiuti, nel 1981 l’indicatore provinciale su-perava il 38%, mentre nel 1990 ha raggiunto il valore

minimo, al 30,4%, tornando poi all’attuale quota del 36% che resterà forse stabile per molto tempo. Il capoluogo registra valori nettamente in-feriori, ma dal 2020 in poi si situerà solo lievemente al di sotto dei valori provinciali.

Confronti territorialiConfrontando l’andamento previsto del numero di nati nei vari comprensori si nota che la terza ondata non sarà generalizzata, ma sarà molto sfumata in ipotesi migratoria e anche in ipotesi naturale, il numero dei nati aumentereb-be (leggermente) solo nel-l’Alta Valsugana e nell’Alto Garda e Ledro mentre negli

altri comprensori si limi-terebbe a diminuire meno frettolosamente.Il rapporto fra il numero di nati previsti in ipotesi natura-le e quello previsto in ipotesi migratoria nel 2020 registra la massima differenza nella Vallagarina e nell’Alto Gar-da e Ledro (in particolare a Riva del Garda), nella Valle dell’Adige e nel Primiero. In questi comprensori cir-ca uno su quattro dei nati previsti sarà generato da donne attualmente non an-cora residenti nel Trentino. Il rapporto sarà invece di circa uno su cinque negli altri comprensori esclusa la Valle di Non dove il movimento migratorio incide meno sul numero di nati.Se si effettua il confronto territoriale utilizzando il tasso di natalità (cioè i nati per 1.000 abitanti) si può notare un fascio compatto di linee che dopo essere scese dal 15 per mille del ’70 al 9 per mille degli anni ’80, risalgono verso l’11 per mille nei primi anni del nuovo millennio: iniziano poi una nuova discesa verso il 9 per mille, raggiunto fra una ven-tina di anni. Da questo fascio quasi compatto si stacca nettamente verso l’alto solo il Ladino di Fassa, che negli anni ’70 ha sfiorato anche il 22 per mille e che ancora per molti anni dovrebbe ri-manere oltre il 10 per mille, mentre i comprensori Alta Valsugana, della Bassa Val-sugana e del Tesino e l’Alto Garda e Ledro dovrebbero scendere nello stesso periodo all’8 per mille.

(Fonte: Evoluzione della struttura demografica in provincia di Trento dal 1982 al 2050. PAT- Servizio Statistica).

Focus. L’evoluzione della fecondità trentina nell’indagine del Servizio Statistica

SOCIETÀ

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42 L A F I N E S T R A • N O V E M B R E 2 0 0 9

Qu e s t ’ a n n o l’Enaip di Fie-ra di Primiero – scr ivono i

consiglieri provinciali del Carroccio - «è riuscita a istituire una prima classe meccanici racimolando iscritti provenienti anche da fuori provincia. In un primo tempo la Provin-cia non aveva dato il suo assenso e l’ente gestore aveva dovuto provvedere al fi nanziamento utilizzan-do risorse proprie. In un secondo momento la Pro-vincia (forse rispettando promesse fatte alla regione Veneto o ad altri) dava il suo assenso e quindi anche il fi nanziamento. Identica sorte non è, però, capita-ta al Centro Formazione Professionale di Borgo Valsugana e gli studenti della III classe meccanica sono stati costretti, per poter fi nire l’iter scolasti-co, ad iscriversi a Trento con gravi disagi dovuti al

CRONACHE

Interrogazione della Lega Nord sulla discriminazione tra l’Enaip di Fiera di Primiero e l’Enaip di Borgo Valsugana.

trasporto».I consiglieri provinciali della Lega Nord vogliono pertanto sapere dal Pre-sidente della Provincia «come si giustifi ca questa disparità di trattamento, perché all’Enaip di Borgo è stata soppressa la terza classe meccanica, quali e quanti contribuiti riceve l’Enaip di Fiera di Primiero e quali e quanti l’Enaip di Borgo Valsugana». Nel-l’interrogazione si chiede, inoltre, se il Presidente della Provincia sia a cono-scenza del fatto che alcuni studenti devono spostarsi autonomamente in quanto i mezzi di trasporto pubblici non coincidono con gli orari della scuola. Se gli studenti di Borgo doves-sero essere ancora costretti a frequentare a Trento, la Lega Nord suggerisce di rivedere almeno gli orari delle corriere onde per-mettere a tutti di utilizzare i mezzi pubblici.

IN BREVEBorgo. Disagi al Centro di Formazione

TRASPORTO PUBBLICO

Carta ricaricabileDal 23 ottobre scorso con la “Carta a scalare ricari-cabile” non occorre avere il biglietto o l’abbonamento per viaggiare sui mezzi di trasporto pubblico trentini. Si può avere tutto in una tessera che può essere usata su tutti i mezzi pub-blici, con una maggiore convenienza. La carta a scalare può essere su tes-sera “anonima” oppure su tessera “nominativa”. A differenza della carta a scalare nominativa, che è personale (la ricarica avviene sulla smart card degli abbonati), la carta a scalare anonima può esse-re scambiata, ad esempio in ambito familiare e può essere utilizzata contempo-raneamente da più utenti. Nel maggio 2008 era stata attivata, per il solo ambito urbano di Trento, la carta a scalare “anonima”. Dopo tale positiva esperienza, ora ne è consentito l’uti-lizzo, con la possibilità di coglierne a pieno tutti i vantaggi e le potenzialità, con l’estensione a tutto il territorio provinciale. La carta scalare si può acqui-stare in tutte le biglietterie di Trentino trasporti esercizio e Trenitalia, e si può ricari-care anche presso tutte le Casse Rurali.

ENAIP: la Lega interroga

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43 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

Il Centro don Ziglio, già Piccola Opera di Levico, ha avuto recen-temente la visita dell’ar-

civescovo di Trento mons. Luigi Bressan. Un incontro di cortesia ma anche come segno di umana solidarietà e convivenza fra le persone

Levico Terme. Una giornata particolare presso l’ex Piccola Opera

Mons. Bressan al Don ZiglioMonsignor Bressan ha visitato l’Istituto Don Ziglio di Levico Terme, incontro di cortesia ma anche segno di solidarietà...

diversamente abili. Accom-pagnato dalla presidente del-l’Istituto Piera Janeselli, dal direttore Giuseppe Saba e da alcuni componenti il consi-glio di amministrazione del-l’Istituto, nonché dai parroci del decanato, mons. Bressan ha visitato i laboratori della struttura, dove il centinaio di ospiti del Centro trascorre la

Trentino-Calabriaper i giovaniAl Palazzetto di Levico Terme, durante la seconda edizione della Fiera delle idee, una giornata intera-mente dedicata ai Piani giovani di zona e d’ambito e alle iniziative rivolte ai ragazzi svoltasi il 17 ottobre scorso, il Trentino e la Ca-labria hanno sancito la loro collaborazione nell’ambito delle politiche giovanili. Il presidente della Provincia autonoma di Trento Loren-zo Dellai e il presidente del-la Regione Calabria Agazio Loiero hanno firmato un Protocollo d’Intesa per lo sviluppo di progetti a favore dei giovani che dà una ve-ste uffi ciale ad un rapporto di lunga data.

IN BREVE

di Mario Pacher giornata con lavori creativi. Lorenza Pretti, presidente del comitato parenti nato una decina di anni fa, ha illustrato ai numerosi famigliari degli ospiti presenti l’attività svol-ta dal comitato negli ultimi tempi. «Da quando esiste una nuova direzione e un nuovo direttore - ha detto - qui si respira un clima più sereno

e di maggior collaborazione sia fra i parenti che tra i colla-boratori». È giunto poi anche l’assessore provinciale alla sanità Ugo Rossi che ha sot-tolineato il particolare ruolo del Centro don Ziglio in seno alla comunità, assicurando il costante sostegno e la dispo-nibilità della Provincia. È seguita la concelebrazione di una S. Messa, al termine del-la quale vi sono stati alcuni interventi da parte delle au-torità presenti: il presidente del Comprensorio Anesi, il consigliere provinciale Ren-zo Anderle, il vicesindaco di Levico Gianpiero Passamani e altri ancora. Prima della conclusione, la presidente Janeselli ha voluto ricordare anche il consigliere provin-ciale recentemente scompar-so Gian Battista Lenzi, per gli aiuti e per l’attaccamento sempre dimostrato verso questo Istituto.

CRONACHE

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44 L A F I N E S T R A • N O V E M B R E 2 0 0 9

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45 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

Il Consiglio di ammi-nistrazione di Trentino Sviluppo ha accolto la richiesta di Menz

& Gasser Spa fi nalizzata a sostenere parte degli inve-stimenti immobiliari previ-sti per il prossimo triennio: oltre 4 milioni e 600 mila euro per la costruzione di tre nuovi capannoni per una superficie complessiva di 5.257 metri quadrati. L’in-tervento rientra nell’ambito di un piano di investimenti generale che supera i 15 mi-lioni di euro, comprendendo nuovi impianti di produ-zione e nuove tecnologie nel settore del risparmio energetico e ambientale.Un rilancio importante, quello avviato da Menz & Gasser, che negli ultimi tre anni l’ha portata a incre-mentare del 43,5% il pro-prio fatturato, passando dai 39 milioni di euro del 2006 ai 56 milioni del 2008, con l’obiettivo di arrivare ai 75 milioni nel 2013.L’impegno di Trentino Svi-luppo consiste nella costru-zione di un magazzino per materiali di confezionamen-to, adiacente all’immobile attualmente utilizzato dalla società, del valore comples-sivo di 1 milione di euro, e la sua successiva cessione in leasing. Oltre alla par-te realizzata da Trentino Sviluppo, l’ampliamento dello stabilimento riguar-derà anche altre due por-zioni, la cui costruzione sarà direttamente a carico di Menz&Gasser: un ma-gazzino spedizioni e un magazzino prodotti fi niti. Complessivamente lo sta-

la società si impegnerà a passare a 110 occupati a partire dal gennaio 2012 e a mantenerli fi no alla fi ne del 2016.«Con questo nuovo inve-stimento - spiega Matthias Gasser, direttore generale di Menz&Gasser – si rinnova l’ottima collaborazione tra la nostra azienda, Trentino Sviluppo e l’Assessorato all’industria della Provin-cia di Trento, iniziata sette anni fa dopo l’incendio e che oggi premia la fi ducia accordataci e le scelte ef-

fettuate. Grazie anche a tale sostegno Menz&Gasser è oggi un’azienda in forte espansione che sta lan-ciando nuovi prodotti con i quali intendiamo rafforzare la nostra leadership sul mercato. E se l’azienda cresce aumenta anche la sua capacità di garantire continuità e sicurezza a vantaggio di chi ci lavora».Nel 2003 l’allora Agenzia per lo sviluppo intervenne per sostenere la ricostruzio-ne del sito produttivo di No-valedo pesantemente com-promesso dal rogo del 31 dicembre 2002. Tra il 2005 e il 2006 Trentino Sviluppo realizza il nuovo immobile industriale di circa 7 mila metri quadrati adiacente alla parte di capannone non danneggiata dall’incendio, per una spesa di 5,55 milio-ni di euro. Contestualmente Menz&Gasser investe in macchinari e nuove tecno-logie produttive, rendendo possibile, a partire dalla primavera 2007, l’avvio dell’attività produttiva nel nuovo stabilimento inaugu-rato il 28 giugno 2008.

IN BREVE

bilimento di Novaledo verrà ampliato di oltre 5 mila me-tri quadrati, incrementando la capacità produttiva di 15 mila tonnellate l’anno.«Un intervento – sottolinea Diego Laner, consigliere de-legato di Trentino Sviluppo – che sostiene lo sviluppo di un’azienda in fase di espan-sione, fortemente radicata al territorio e che si impegna a mantenere una signifi cativa presenza di forza lavoro, pari a 110 dipendenti fi no

al 2016».L’intervento di Trentino Sviluppo, come previsto dagli “Indirizzi” elaborati dalla Provincia di Trento in tema di interventi im-mobiliari e partecipazioni, prevede infatti il rispetto da parte di Menz&Gasser di un preciso vincolo oc-cupazionale. Dagli attuali 107 dipendenti occupati nello stabilimento di No-valedo, sui 171 complessivi di Menz&Gasser (compresi anche la sede di Lana e lo stabilimento di Verona),

La Menz & Gasseramplia lo stabilimento

PIANO EDILIZIA SANITARIA

Borgo tra le prioritàSu proposta dell’assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, il 16 ottobre scor-so la giunta provinciale ha approvato il piano degli inve-stimenti per l’edilizia sanitaria per la legislatura in corso. Il piano approvato completa il primo stralcio già approvato con il provvedimento di que-st’anno che conteneva, fra l’altro, l’elenco degli interventi anticrisi. Prevede investimenti per 147,225 milioni di euro. «Fer-mo restando che proseguono i progetti già programmati su tutta la rete ospedaliera - ha spiegato l’assessore Ugo Ros-si - la novità del provvedimento sta nell’aver indicato all’Azien-da provinciale per i servizi sanitari le priorità temporali degli interventi, a cominciare dai presidi di Borgo Valsugana e di Villa Igea».In merito all’ospedale di Borgo Valsugana, tenuto conto delle nuove valutazioni effettuate sulla riorganizzazione com-plessiva del nosocomio, viene data priorità all’ampliamento dell’edifi cio poliambulatorio, all’ampliamento dell’edifi-cio principale nel quale, in continuità con l’esigenza di tutela primaria dei cittadini, viene data precedenza alle degenze.

Novaledo. Con un investimento di oltre 4,6 milioni di euro

A sette anni dall’incendio che nella notte del 31 dicembre 2002 ne interruppe bruscamente attività e piani di sviluppo, lo stabilimento Menz & Gasser Spa di Novaledo, specializzato nella produzione di confetture, marmellate e sciroppi di frutta, rilancia con un investi-mento immobiliare di 4,69 milioni nei prossimi tre anni.

Corpo e mente in equilibrio

LA LETTERA

Bim continuanoa vivere...Il Consiglio dei Ministri ha votato il 19 novembre scorso il disegno di legge del Codice delle Autonomie. Come già a suo tempo preannunciato dalla Lega Nord, nel testo uscito dal Consiglio dei Ministri è stata cancellata la norma che prevedeva la abrogazione dei BIM che tante polemiche aveva causato in Trentino. Anche in questo caso si dimo-stra la sensibilità della Lega e di questo governo per i temi della autonomia e della salvaguardia delle specifi cità dei territori. Questa decisione zittisce per l’ennesima volta le tante cassandre che ave-vano accusato la Lega e il centrodestra di essere contro l’autonomia del Trentino. I Bim svolgono una funzione importante e determinante per i territori di riferimento e il Ministro Calderoli non ha mai pensato di abrogare questa utile e indispensabile realtà. A questo punto i territori e gli amministratori locali possono stare tranquilli.On. Maurizio Fugatti

CRONACHE

L'attuale stabilimento della Menz&Gasser di Novaledo che verrà ricostruito(foto vitatrentina.it)

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Chirico, il pros-s imo anno a Levico Terme ci saranno le ele-

zioni. Che aria tira?«È presto per avere una vi-sione chiara di cosa accadrà fra circa sette mesi. Antici-pare, quindi, quali saranno le dinamiche che porteranno ad individuare chi sarà il prossimo Sindaco di Levico è veramente difficile. Una certezza, che è stata condi-visa dal mio gruppo politico e riscontrata anche in altre formazioni politiche levi-censi, è quella che un terzo mandato al Sindaco Stefe-nelli cercheremo di evitarlo. Pertanto, se non ci saranno ripensamenti, l’obiettivo primario è di presentare all’elettorato levicense un candidato Sindaco che vive e che abbia interessi per Levico».

E all’interno dei vari parti-ti, siano essi di maggioran-za che di opposizione?«Ho sempre sostenuto che la maggioranza presente in Levico, è una maggioran-za anomala nel senso che risulta essere una maggio-ranza di centro sinistra. Di fatto, però, se analizziamo la composizione del Consiglio Comunale ci accorgiamo che all’opposizione ci sono i

rappresentanti della sinistra (per la verità ora non più riferendomi agli ex DS),di Rifondazione Comunista (il consigliere Cazzanelli) e del centro destra rap-presentato dal sottoscritto. Ma il recente spostamento verso il PD del Sindaco ha provocato una incrinatura fra la maggioranza che, evidentemente, porterà ad una riflessione profonda degli attuali Consiglieri di maggioranza che non hanno gradito la scelta fatta dal Sindaco».

A suo avviso quale è e deve essere il ruolo del PDL?«La domanda deve essere, per quanto riguarda Levico, divisa in due momenti. Per l’attuale e doveroso chiarire che io sono stato eletto Con-sigliere con una lista civica

quando il PDL non era stato ancora concepito e quindi la mia attività politica era svol-ta all’interno di Forza Italia. Naturalmente rappresento il centro destra senza esclu-dere alcuna delle sensibilità politiche che erano presenti in quella lista Civica. Se facciamo riferimento al prossimo futuro devo dire che le forze maggiori pre-senti nel PDL sono quelle di F.I. e A.N. Fatta questa doverosa precisazione devo ricordare che il PDL è forza di Governo che sta rispet-tando l’impegno preso con gli elettori e di conseguenza l’intenzione mia e del mio gruppo e quello di diventare forza di governo del Comu-ne di Levico per contribuire al risveglio della nostra cittadina che da un po’ di tempo è in letargo».

A proposito di PDL, ci saranno alleanze con altre forze che di certo concor-reranno nella prossima tornata elettorale?«Se l’obiettivo comune è quello di evitare un terzo mandato al Sindaco Stefe-nelli è chiaro, che con tutte le forze politiche, presenti sul territorio comunale, che dovessero condividere que-sto nostro auspicio, sono possibili alleanze; è evi-dente, comunque, che gli indirizzi di programma per stimolare Levico dormiente devono avere un comune sentire».

Ci sono stati già incontri per delineare le nuove logiche, i nuovo rapporti tra gli esponenti di centro destra?«Con le forze politiche di Centro Destra vi sono stati e ci sono continui dialoghi e i rapporti con dette forze politiche sono state sempre ottime. Ovvio che ciascuna forza politica rappresenta le varie problematiche con i mezzi e le idee che la distinguono, ma il raggiun-gimento dell’obiettivo è quello che ci gratifica e ci tiene uniti. Quindi non si va alla ricerca di nuove logiche, ma di affrontare assieme le problematiche di cui soffre la città».

E il Suo giudizio in me-rito?«Il mio giudizio, ritengo condiviso dal mio gruppo, è, naturalmente, quello di dimostrare al popolo di cen-tro-destra, che gli obiettivi per un rilancio di Levico possono essere raggiunti stando uniti e dialogando con le altre forze politiche moderate che intendono dare una sferzata per una ripresa di una Levico che ha visto, in passato, una città piena di vitalità».

Levico Terme è stata go-vernata per dieci anni dall’attuale sindaco Ste-fenelli. C’è chi dice che il suo operato sia stato da applaudire, chi invece è di parere contrario. La Sua opinione?«È ora che i Levicensi sap-piano cosa hanno prodotto le amministrazioni Stefenelli dal 2000 ad oggi. Prendo spunto da un’intervista ri-lasciata ad un quotidiano locale il giorno 6 settembre scorso, in cui alla domanda “Cosa la spinge ad un terzo mandato?” la risposta del Sindaco fu la seguente: “il desiderio di completare un percorso che ho avviato e che ha portato, tra le altre cose, alla creazione del polo scolastico (sarà aperto nel 2011/2012, ndr) e al re-

FILO DIRETTO

Aldo Chirico: «Un piano per rilanciare Levico»

Intervista. Dialogo con il consigliere Aldo Chirico, verso le comunali del 2010

di Armando Munaò

Aldo Chirico

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47 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

cupero del centro storico” Limitandomi al percorso da completare, credo di ripor-tare fedelmente l’opinione comune dei cittadini, i quali non hanno per nulla digerito la scelta del polo scolastico presso la Croce Rossa per-ché, rispetto all’attuale sede delle scuole dell’obbligo, è molto decentrata (in fatto di decentramento il sindaco Stefenelli è uno specialista) causando notevoli disagi ai genitori degli alunni che necessariamente dovranno essere accompagnati per raggiungere la scuola. Ciò comporterà, peraltro, una concentrazione di auto che produrranno, tra le altre cose, sicuramente inquina-mento ambientale. Rela-tivamente al recupero del centro urbano onestamente non riesco a capire a quale recupero si riferisse. Ma se l’attenzione è rivolta al completamento dell’arredo urbano, spero solo che non faccia la fine della via Dante, se poi l’obiettivo era l’area “Beber” la cui riqualifica-zione è condivisa da tutti i consiglieri comunali, una volta verificato il progetto di massima, di cosa s’intende effettivamente realizzare

in quell’area e, valutata un’equa perequazione in favore della comunità, con-siderato il vincolo che grava sull’area medesima, l’auto-rizzazione all’esecuzione del progetto spetta al Con-siglio Comunale, titolare di concedere la deroga al PRG. Quindi non è prerogativa del Sindaco il quale avrebbe dovuto prendere l’inizia-tiva per la riqualificazione dell’area e non aspettare la richiesta del privato che, so-stanzialmente, ha sostituito l’Ente pubblico».

Levico Terme è sempre stata una città turistica con un forte richiamo. Sembra però che il bilancio di questi ultimi anni non soddisfi né i commercianti né gli albergatori. È anche questa la Sua opinione?«Vede, un amministratore accorto e presente sul ter-ritorio dovrebbe rendersi conto delle difficoltà che un centro turistico come Levico attraversa. In dieci anni di amministrazione Stefenelli non v’è stato un momento di confronto, di concertazione tra amministratori e mondo economico, tranne qualche caso sporadico d’iniziativa

assessorile. La dice tutta l’affermazione del Sindaco quando, albergatori, com-mercianti ecc. hanno voluto conoscere quale erano i progetti per l’area Beber e per tutta risposta il Sindaco ha dichiarato: “l’associazio-ne presieduta da Roberto Crivellaro, mi limito a dire questo, non ha mai chie-sto di parlare con me del progetto della Levico Polis srl. Gli operatori si sono limitati ad andare nelle varie commissioni. Se intendono esprimermi le loro perples-sità sanno dove trovarmi. Mi fermo qui” Preciso che le commissioni sono quelle previste dalla Statuto Co-munale e sono formate da Consiglieri Comunali. Ho fatto questo riferimento per

sostenere che un ammini-stratore che tiene alla propria città deve promuovere tutte quelle iniziative per cercare validi rimedi a superare gli ostacoli individuati. Mi sarei aspettato, a proposito della crisi economica che ha interessato tutto il mondo, una chiamata delle forze economiche-imprenditoriali per concertare e cercare di tamponare la falla annun-ciata. Ho fatto riferimento a quest’anno ma la cosa si è ripetuta per tutto il periodo di amministrazione Stefenelli quindi non mi sorprende il malumore degli operatori economici che, peraltro, avevano dato piena fiducia al Sindaco. Quindi il bilancio è sicuramente negativo non solo per gli operatori econo-

mici, ma anche per quanti hanno dato fiducia, per la seconda volta, al Sindaco Stefenelli che ha tradito le aspettative».

Cosa è necessario fare per ridare vitalità e luce al turismo levicense?«Levico ha propri e impor-tantissimi requisiti naturali che gli hanno permesso di evitare un tracollo netto. Le terme, il lago, la montagna, il verde, il clima, l’altitudine ecc. sono elementi che da soli portano benefici econo-mici. Ma altre infrastrutture, indispensabili per una città turistica come la nostra, devono essere presenti sul territorio. La capacità di amministrare bene il proprio comune si concretizza pro-prio nell’individuare cosa la gente chiede oltre a ciò che di naturale offre la cittadina. Il prossimo anno, come tutti sanno, ci sarà il rinnovo del-l’amministrazione comunale e con il mio gruppo stiamo sviluppando delle idee im-portantissime per Levico che porteranno alla realiz-zazione, se saremo gratificati dai cittadini, di progetti che possono ridare vitalità e luce al turismo e non solo».

FILO DIRETTO

Intervista. Dialogo con il consigliere Aldo Chirico, verso le comunali del 2010

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O n. Taverna, come è nata la Sua passione per la politi-

ca?«La mia passione per la politica si perde nella notte dei tempi. Mi iscris-si alla “Giovane Italia” (organizzazione giovanile del MSI) giovanissimo, avevo 15 anni. L’occa-sione: una conferenza a scuola sulla resistenza. Il relatore sosteneva che l’Italia aveva vinto la guerra, quando in realtà la guerra fu persa. La mia simpatia ai vinti e li scelsi. Una scelta che mi cambiò la vita. Gli anni della gioventù e della mi-litanza. Poi, l’università e la laurea in sociologia. Anni duri quelli, quando si teorizzava che “ucci-dere un fascista non era reato”. L’elezione in con-siglio comunale nel 1974. Dopo 13 anni a Palazzo Thun, cambiai Palazzo: dal 1988 fino al 2003 in consiglio regionale e pro-vinciale. Nel 1991 venni anche proclamato depu-tato, ma mi dimisi ancor prima della proclamazio-ne. Ecco in sintesi il mio impegno istituzionale».

Come vive il contatto con la realtà territo-riale?«Il contatto con la gente è fondamentale. Lo era quando mi trovavo nelle istituzioni, lo è ora che mi occupo non solo di politica, ma coltivo altri interessi. Sono consu-

lente dell’Associazione “Lo Scudo” a difesa dei cittadini, partecipo alla vita di associazioni cul-turali e di volontariato, sono editore e direttore di Trentino Libero, giornale indipendente online, poi mi occupo ancora di po-litica con un incarico nel-l’esecutivo nazionale del Partito Pensionati. Pratico nella società ciò che prati-cavo nelle istituzioni con lo stesso entusiasmo e la stessa determinazione».

Oggi Claudio Taverna è responsabile nazio-nale del dipartimento economico del Partito dei Pensionati, perché questa scelta?«Dopo la ro t tura con Alleanza Nazionale, ho decl inato vantaggiose offerte preferendo aderire ad un piccolo Partito con enormi potenzialità per diventare grande, gran-dissimo. In Italia ci sono

20 milioni di pensiona-ti. Se tutti i pensionati votassero per il Partito Pensionati, cioè per il loro partito, diventerebbe di gran lunga il primo partito italiano. Mi trovo al loro fianco perché in questa società i pensionati sono i più deboli e i più indifesi.

Il dipartimento econo-mico che ho l’onore di guidare ha il compito in-nanzitutto di confutare le tesi molto “interessate”di attribuire alle pensioni la causa principale del debito pubblico. Niente di più falso. Il debito pubblico (verso le ban-

che) infatti è provocato innanzitutto dal sistema bancario, basti pensare alla cosiddetta “insin-dacabilità” della BCE e delle banche centrali, una sorta di immunità sul loro agire, garantita dagli artt. 105A e 107 del Trattato di Maastricht. Emblematica, ad esempio, la recentissi-ma, tragicomica querelle dell’art. 14 del decreto anticrisi sulla tassabilità delle plusvalenze delle riserve auree della Banca d’Italia. La norma sta-bilisce che la tassabilità (ma l’oro della Banca di Italia non appartiene al Popolo italiano?) sia pos-sibile solo con il consenso di BCE e di Bankitalia. Inoltre, denunciamo in ogni occasione il man-cato adeguamento delle pensioni al reale costo della vita, a cominciare dal collasso del potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni già con l’intro-duzione dell’euro. Così abbiamo sollecitato i l governo a intervenire sul “caro” bolletta energetica (in particolare il troppo pesante ricarico fiscale su acqua e gas), sul “caro” servizio bancario (le spe-se e commissioni bancarie in Italia sono le più alte in Europa), sollevando il problema del signorag-gio e dell’insindacabilità dell’attività delle banche nel diritto nazionale ed europeo, fino a conte-stare l’introduzione “ob-bligatoria” del digitale terrestre che ha di fatto espropriato i cittadini dei loro apparecchi televisi-

Claudio Taverna: «In Italia e in Trentino c’è tanto potere e poco governo»

Della storia politica trentina sicuramente fa parte l’on. Claudio Taverna, il quale oltre all’impegno politico segue varie associazioni - “Lo Scudo per la difesa dei cittadini”, “Il Grifone”, “La voce dei disabili -Onlus”, solo per citarne alcune - è editore e direttore del quotidiano on line Trentino Libero...

Intervista. Nostro colloquio con Claudio Taverna del Partito dei Pensionati

di Michele Luongo

FILO DIRETTO

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vi. Ci stiamo occupando in queste settimane del rimborso dell’Iva inde-bitamente pagata sulla raccolta dei rifiuti. Per tutto questo siamo stati sentiti in audizione, l’11 novembre scorso, dalla speciale commissione di controllo su prezzi e tariffe del senato, il cui presidente è il senatore trentino Sergio Divina. La voglia di lavorare non ci manca anche perché sap-piamo di agire per cause giuste e per la difesa degli interessi soprattutto di chi vive un disagio sociale con dignità e forse con troppa rassegnazione».

Trento cresce, quale sarà il futuro della città, i cit-tadini sono coinvolti?«È vero Trento cresce troppo, per un futuro non troppo lontano: la città di oltre 150mila abitanti. Povertà per tanti e ric-chezze per pochi: questo, purtroppo, lo scenario. Quartieri di periferia sem-pre più vecchi e più pove-ri, in preda all’”assalto” extracomunitario, una vera e propria miscellanea esplosiva. Le avvisaglie ancora negli anni Ottanta. La pressione dell’indu-stria del cemento è sem-pre stata forte sulla politi-ca. L’inquinamento della politica da parte dei poteri forti verso un sistema di potere (non di governo).Gli esempi di malaffare in Trentino sono nume-rosi ed eclatanti. Chi ha memoria (molti per in-teresse l’hanno perduta) non può non ricordare i protagonisti di quelle e di queste stagioni. In questo contesto, i cittadini non sono coinvolti ma sono soggetti passivi e inin-fluenti».

I giovani sono passivi verso la polit ica? In Trentino quali possibi-lità hanno?«In linea generale, i gio-vani sono sempre stati passivi verso la politica. A parte la stagione del-l’ubriacatura marxista negli anni Settanta - Ot-

tanta, l’interesse giovani-le verso la politica è stato sempre scarso. La politi-ca, da sempre, è vissuta e praticata da élite e questo vale per tutte le età e non solo per i giovani. Oggi più che mai! La differen-za rispetto a ieri è che la politica viene vista come lo strumento per far soldi e non come un servizio alla comunità. Conta più l’esercizio del potere, il denaro, la scalata sociale, non il sacrificio e la di-sponibilità verso gli altri. Se poi gli esempi sono frequentazioni di trans e ballerine, con abbondanti sniffate di cocaina, i gio-vani non hanno proprio nulla da imparare anzi. Per i giovani trentini la situazione non è molto diversa da quella dei loro coetanei veneti o lombar-di, con la differenza che qui qualcuno ci racconta che viviamo in un’oasi felice».

C’è sempre molta atten-zione per gli immigrati stranieri, dimenticando l’emigrazione della no-stra terra Meridionale. Fino a pochi anni fa, lo stesso Trentino non per-metteva agli italiani di votare, se non avessero

avuto almeno tre anni di residenza. Qual è il suo pensiero?«È vero! Viviamo in una società dove si sono persi i valori della tradizio-ne. L’attenzione, spesso interessata da logiche e calcoli politici, verso i cittadini extracomunitari fa a pugni con la disat-tenzione verso i meno fortunati nostri connazio-nali, compresi quelli che vivono nel Mezzogior-no dove scarseggiano le opportunità di lavoro e dove lo Stato è sostitui-to da mafia e camorra. Abbiamo perduto il sen-so di appartenenza ed è completamente assente la solidarietà nazionale. La frantumazione dei partiti si accompagna al tramon-to dello Stato nazionale, al quale le entità regionali e l’Unione Europea hanno sottratto sovranità. Ma se l’Europa è quella che nega i crocifissi, allora che ci stiamo a fare in Europa?»

In Trentino si sono veri-ficati eventi importanti per la credibilità poli-tica, vi è stata poca op-posizione. Secondo Lei questo a cosa è dovuto?«In Trentino i casi di ma-

laffare sono stati numero-si e gravi. Oggi purtroppo l’onestà non è più una virtù. Le virtù, nessuna esclusa, sono nel miglio-re dei casi considerate un lusso, che non ci si può permettere. In tutti i campi del nostro vivere quotidiano e non solo in politica, è diffusa la con-vinzione che chi è onesto è un fesso. Allora bisogna pensare ad una rivoluzio-ne (revolvo - ritorno alle origini) culturale. L’one-stà, come tutte le virtù, deve essere un valore da perseguire e rilancia-re. L’opposizione deve controllare chi governa e non appiattirsi per me-schinità o interessi su chi governa. Se ciò succede, o per opportunismo o per incapacità, l’opposizione perde la sua caratteristica peculiare e si snatura, confondendosi nel siste-ma politico che si scredita giorno dopo giorno».

Con l’aeroporto di Mat-tarello – Trento, non pensa che si sia persa un’opportunità?«Non credo proprio. Ab-biamo evitato l’ennesimo “carrozzone”. Di un’altra macchinetta (pubblica) “mangiasoldi” in Trentino non sentiamo sicuramente la mancanza. A Verona, a 40 minuti, c’è l’aeroporto intercontinentale “Catul-lo”, di cui la Provincia autonoma di Trento è la seconda azionista».

Si parla sempre di una classe dirigente nuova, ma si ha la sensazione che nessuno voglia la-sciare la poltrona. Trova giusto fissare dei termini di legislazione?«Il limite di legislature come le “quote rose” non sono certamente il toc-casana della politica. La “conquista del consenso” è sempre un’operazione difficile. Tuttavia, quan-do sono i “poteri forti” che condizionano la po-litica, di fatto assistiamo all’espropriazione della volontà popolare. Oggi, in Italia e in Trentino, la

politica è esercitata da pochi uomini che fanno e disfano a loro piacere, purché non entrino in conflitto con i potentati economico-finanziari a cominciare dalle ban-che».

Cresce sempre più la sfiducia verso la poli-tica. Secondo Lei, cosa dovrebbero fare le isti-tuzioni?«Le Istituzioni devono essere occupate da uo-mini “veri”. I Romani li chiamavamo “vir”. Le Istituzioni devono essere quindi “virili”, ovvia-mente qui il sesso non c’entra».

Sarà pura utopia, ma chi vince le elezioni dovreb-be governare e l’opposi-zione dare il suo appor-to; invece non sembra che sia così. Cosa ne pensa?«È cosi. Almeno dovreb-be essere così! Spesso è montante invece l’italica tendenza all’inciucio. In un sistema democratico, l’opposizione è impor-tante come il governo. Se non ci fosse si dovrebbe inventarla».

Secondo Lei nella socie-tà odierna che cos’è il potere?«Il potere è l’esatto con-trario del governo. In Ita-lia e in Trentino c’è tanto potere e poco governo! E si vede benissimo».

Tante battaglie in politi-ca, Le manca il Palazzo, cosa ricorda volentieri?«Non ho nostalgia del Pa-lazzo. Il Palazzo è passato e non mi manca. Sono sta-to nelle istituzioni dando il massimo di me stesso. Tante battaglie nel Palaz-zo e tante battaglie fuori, che mai ho smesso e che continuo con passione. Conservo naturalmente piacevoli ricordi come non dimentico grandi de-lusioni. Nessun ramma-rico, però, perché vivo il presente e sogno un futuro migliore».

Intervista. Nostro colloquio con Claudio Taverna del Partito dei Pensionati

FILO DIRETTO

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Si è disputata re-cen t emen te l a c l a s s i ca co r sa in montagna de-

nominata “Scrozada del Monte Lefre”, che ha rag-giunto in 28 edizioni il livello tra le più importanti manifestazioni nel settore della corsa in montagna regionale. Oltre duecento i partecipanti, provenienti anche da fuori provincia, per salire i 1000 metri di dislivello, per uno svilup-po di 9 chilometri e mezzo dalla piazza di Villa Agne-do fi no alla chiesetta alpina del monte Lefre; tracciato alquanto impegnativo, con frequenti cambi di ritmo e tratti di sentiero molto ripidi.La vittoria assoluta (set-timo successo in 7 par-tecipazioni) in 53’42’’ è andata all’atleta della nazionale italiana di corsa in montagna don Fran-co Torresani, portacolori della società “US Genzia-nella Telve di Sopra” che, causa il passare degli anni e le poche competizioni di questa stagione, non è riuscito a battere il record

Bassa Valsugana. Oltre 200 i partecipanti, provenienti anche da fuori

CRONACHE

Don Franco Torresaniha vinto la Scrozada

La vittoria della 28esima edizione è andata all’atleta della nazionale italiana portacolori della società “US Genzianella Telve di Sopra”, che però non è riuscito a battere il record della gara da lui stesso ottenuto nell'edizione del 2000.

Bampi della SAT Civez-zano in 1 h 2’45’’).Al termine della manife-stazione organizzata dal gruppo ANA Villa Agnedo – Ivano Fracena diretto da Marino Sandri, con il supporto sportivo dell’US Villa Agnedo, c’è stato un accogliente ristoro e la tradizionale S. Messa, celebrata dall’atleta don Franco con il parroco di Ivano Franca don Armando Alessandrini, nella caratte-ristica chiesetta alpina.

LEVICO

Mercatino di NataleDal 21 novembre il Parco degli Asburgo a Levico Terme, con i suoi alberi secolari, fa da cornice ad oltre 30 casette, nelle quali vengono proposti al pubblico i prodotti dell’artigianato e delle gastronomia locali, creando un ricco itinerario alla scoperta dei profumi e dei sapori della valle.

IN BREVE

LEVICO TERME

I quadri di Fanny

Ha fatto onore ai levicensi e anche a tanti turisti che sog-giornavano nella città termale, la mostra di pittura di Fanny Facchinelli Baratto, allestita per tutta l’estate in via Marconi a Levico Terme. Le sue opere, che si ispirano principalmente al verde della natura, ai prati in fi ore, paesaggi invernali e natura morta, sono stati di forte richiamo (m.p.).

di Mario Pacher

S.ORSOLA

Premiati i balconi fioritiPremiati i migliori balconi di S. Orsola Terme che avevano partecipato al concorso “Bal-cone Fiorito” indetto dalla loca-le Pro Loco, in collaborazione con il Comune. Una trentina i poggioli delle case addobbati a festa che sono stati valutati da un’apposita giuria formata da esperti fi orai di Trento. Nella valutazione s’è tenuto conto non solo della fioritura, ma anche delle foglie e della loro conservazione. Il primo premio è stato assegnato alla famiglia di Paolino Pallaoro, situata al civico n. 1 di via Moretti, il cui merito però va attribuito alla signora Giuliana Zurlo che ha curato per tutta l’estate quei fi ori, meritandosi così anche il plauso della giuria. Ma la si-gnora Giuliana non è nuova a questo tipo di esperienze: an-che nella precedente edizione del concorso aveva ottenuto il primo premio in assoluto. I premi e i riconoscimenti sono stati consegnati dal sindaco di S. Orsola Damiano Fontanari e dalla presidente della Pro Loco Agnese Pintarelli.

(da sinistra): Cristiano Campestrin, Franco Torresani e Marco Rosso

della gara da lui stesso detenuto, con il grande tempo stabilito nell’edi-zione 2000 in 47’56’’. Al secondo posto il forte atleta di Strigno Cristiano Campestrin, ultramarato-neta specialista della 100 chilometri distanziato di 1’35’, mentre sul terzo gradino del podio si è piaz-zato l’intramontabile Mar-co Rosso vincitore della prima edizione. In campo femminile vittoria in 1 h 29’ per Carla Zotta, della società organizzatrice US Villa Agnedo, che non ha avuto avversarie, lontana però dal record femminile (edizione 2006 – Sabrina

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Il progetto “Fare rete per risparmiare energia” riveste valore educati-vo-formativo, oltre che

per i contenuti trasmessi, per due aspetti che ne hanno caratterizzato l’andamento: la sua collocazione nella Rete di scuole e la metodologia attivata. Un percorso forma-tivo di tale portata, infatti, ha voluto trovare una sua diffusione capillare in tutte le istituzioni scolastiche della Bassa Valsugana sia perché il raccordo di più scuole poteva agire da cassa di risonanza e amplifi care i contenuti e gli obiettivi trasmessi inviandoli anche alle famiglie attraverso voci diverse sia per aver creato possibilità di dialogo tra scuole con diversi indirizzi (Istituto di Istruzione Dega-speri e Scuola di formazione professionale ENAIP) che solo in rare occasioni mettono in campo e condividono le loro specifi cità.La metodologia scelta dai do-centi e dagli esperti esterni ha voluto privilegiare “il fare”, aspetto questo che, secondo una parte qualifi cata di mo-derni pedagogisti, favorisce e facilita “il sapere”. Gli studenti infatti, attraverso le attività proposte, hanno avuto la possibilità di sperimentare in tempo reale il loro appren-dimento, hanno potuto avere immediatamente i riscontri di quanto affermato dal docente o intuito da loro stessi e quin-di il sapere è divenuto da su-bito e facilmente patrimonio personale. In questo modo si è visto un coinvolgimento di abilità non solo intellettuali e analitiche, ma anche manuali e pratiche che hanno favorito un gran numero di alunni, compresi coloro che a scuola manifestano diffi coltà.Infi ne il lavoro si è potuto concertare ottimamente con le attività di orientamento,

messe in rete nei diversi istituti di valle, per le attività di indagine sul territorio che permettono ai ragazzi una maggior conoscenza delle diverse offerte produttive della zona

Che forza quest’acquaIl percorso “Che forza que-st’acqua” ha coinvolto le classi prime della Scuola secondaria di primo Grado di Borgo Valsugana e la classe quarta della Scuola primaria di Scurelle. Attraverso meto-dologie di didattica attiva e un approccio interdisciplinare i ragazzi, guidati dall’esperta Valentina Dallafior, hanno potuto conoscere la risorsa idrica da punti di vista diversi: scientifi co (es. le proprietà dell’acqua e dell’ecosistema fluviale), storico-culturale (es. gli usi dell’acqua nella storia) e sociale (es. i confl itti per la risorsa acqua). In parti-colare, le tematiche affrontate si possono così sintetizzare: la risorsa acqua (disponibilità idrica, ciclo dell’acqua, pro-prietà dell’acqua, risparmio dei consumi sia in ambiente scolastico che domestico); concetto di “forza dell’acqua ed energia idrica”; gli usi dell’acqua (confronto tra pas-sato e presente, confronto tra Nord e Sud del mondo),breve

introduzione alle macchine ad acqua (mulini, fucine, segherie…); energia idrica come energia rinnovabile.L’uscita sul territorio, quindi, ha permesso ai ragazzi di osservare due sistemi fl uviali vicini a loro (il fi ume Brenta e il torrente Moggio), mettendo in luce gli interventi antropici ivi presenti (serre, ponti, ar-gini...) e scoprendo le varie componenti dell’ecosistema fl uviale. Grazie alla disponi-bilità della famiglia Toniolli di Olle, è stato possibile vedere in funzione il maglio mosso ancora ad acqua, i sistemi dei mantici ad aria alimentati dallo spostamento d’aria della roggia, nonché tutto il processo di produ-zione di un attrezzo agricolo forgiato.

Energia creativa, energia delle ideeAttraverso la pratica laborato-riale e il supporto dell’esperto Carlo Tamanini, il percorso si è sviluppato in due fasi di-verse, con l’obiettivo comune di far crescere nei ragazzi “competenze” in materia di energia, partendo da un approccio di tipo sensoriale

e dal vissuto quotidiano, adottando poi tecniche cono-scitive e linguaggi dell’arte, piuttosto che delle discipline scientifi che. Gli alunni delle classi terza e quinta della scuola primaria di Roncegno hanno così potuto scoprire, leggere e riproporre le antiche macchine ad energia idraulica di Roncegno, in particola-re i mulini, restituendo in una mappa culturale il ruolo centrale che, anche simbo-licamente, gli opifi ci hanno avuto nella storia della loro Comunità.Successivamente, dall’espe-rienza individuale e per certi versi propria di un mondo già noto, si è cercato di sti-molare nei ragazzi capacità metacognitive. Tematiche come i cambiamenti climatici

globali, il ruolo delle superfi ci boschive nell’equilibrio dei gas atmosferici, le buone pratiche per il risparmio ener-getico sono state affrontate partendo dal problema della qualità degli edifi ci e delle città mediate dal pensiero e dalle opere dell’architetto-ambientalista austriaco Frie-densreich Hundertwasser, che con i suoi manifesti (“Per il boicotaggio dell’architettu-ra”, “Il diritto della fi nestra, il dovere dell’albero”, “L’al-bero inquilino” e “Il medico dell’architettura”) anticipò di decenni la necessità di in-tervenire anche sul costruito con metodologie proprie della bioarchitettura. “L’albero-inquilino paga l’af-fi tto in una valuta ben più pre-ziosa rispetto a un inquilino umano: 1. Fornisce ossigeno; 2. regola il clima; vengono attenuati gli sbalzi caldo-freddo, secco-umido; 3. è un aspirapolvere costantemente in funzione; 4. protegge dai rumori, attenuando l’eco 5. dispensa bellezza visibile da lontano; 6. stabilizza l’umore delle persone danneggiate dalla vita urbana; 7. è un simbolo e uno stimolo per un nuovo orientamento della nostra società e come esem-pio di rimboschimento dei centri urbani, soprattutto nelle facciate delle case. Ulteriori vantaggi: depurazione del-l’acqua sporca e dell’acqua piovana; deposito di humus; protezione dei muri dai raggi ultravioletti (Hundertwasser, 1981)”.La necessità di ragionare su-

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Energia creativa, energia delle ideeAttraverso la pratica laborato-riale e il supporto dell’esperto

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gli stili di vita e, soprattutto sul ruolo del “consumatore consapevole”, è stata pro-posta in modo “giocoso” e indiretto discutendo e rein-terpretando alcune opere di Ettore Sottsass junior, archi-tetto che, deluso da un’indu-stria sempre più vorace, ha proposto l’idea di un design “rasserenante”, facendosi so-stenitore di un consumismo alternativo a quello imposto dalla “società della pubbli-cità”. Le opere di Sottsass sono state quindi confrontate con quelle di Fortunato De-pero, per evidenziare come matrici culturali analoghe (la cosiddetta “arte povera” dell’artigianato spontaneo trentino) ma riviste in pe-riodi storici diversi abbiano prodotto risultati molto di-stinti tra loro: da una parte il design “rasserenante”, dall’altra l’esaltazione della vita veloce, del movimento, dell’industria, del rumore temi propri dell’avanguardia futurista.

Energia rinnovabile e convenzionaleIl percorso, supportato dal-l’esperta Michela Segnana, ha coinvolto la classe quinta della scuola primaria di Villa Agnedo, le classi quarta e quinta della scuola primaria di Castelnuovo.Attraverso l’uso di cartel-loni, immagini, puzzle da costruire e partendo dalle conoscenze degli alunni, si è data la definizione scien-tifica del termine “energia”, spiegata la differenza tra “convenzionale” e “rinnova-bile”, discusso sull’utilizzo

dell’energia nella storia. Il continuo incremento demo-grafico e il cambiamento de-gli stili di vita ha determinato una crescente domanda di energia a livello globale, oggi prodotta essenzialmente da fonti fossili, con forti impatti ambientali. Si è esaminato il processo di combustione, la conseguente emissione di anidride carbonica nell’aria e l’incremento dell’effetto

serra. A casa, coinvolgendo anche le famiglie, è stata con-dotta una ricerca con questio-nario sui vari tipi di energia utilizzati, cercando modi per ridurre gli sprechi. Le fonti energetiche rinnovabili sono state visualizzate attraverso una serie di esperimenti ese-guiti in classe con modellini autocostruiti e in particolare si è: cotta una mela con un forno eolico parabolico di cartone e carta stagnola; essiccato fettine di mela in una piccola serra in nailon e polistirolo; prodotta energia elettrica con una batteria al limone, con un generatorino eolico e con piccoli pannelli fotovoltaici; riscaldata del-

l’acqua con un modellino di collettore solare, realizzato con una bottiglietta di plasti-ca e dei pannelli di vetro ad effetto lente.

BiomassaGrazie ad una serie di inter-venti dell’Ispettorato fore-stale di Borgo, dell’Agenzia Provinciale per l’Energia e dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente – Unità organizzativa tutela dell’aria, i ragazzi della scuo-la secondaria 2ª A e 2ª B di Telve e la classe 2B di Ron-cegno hanno potuto rendersi conto delle problematiche e delle numerose possibilità di sviluppo legate alle nuove tecnologie applicate alle biomasse legnose prodotte in ambito locale, strumento in-dispensabile anche ai fini del raggiungimento degli obiet-tivi di Kyoto. La crescita dei boschi trentini negli ultimi 40 anni è notevolmente miglio-rata e quindi la disponibilità di materia prima è in aumen-to. Potenzialmente sarebbero

disponibili oltre 1.100.000 q di legna, (che equivalgono a oltre 30 milioni di litri di gasolio e ad una emissione di 9.000 t di CO2). Di questi solo il 30% è realmente utilizzabile ai fini energetici (sia nella forma di cippato tradizionale della legna da ar-dere, sia in quella sminuzzata derivante dai cantieri ad alta meccanizzazione), mentre il 70% deve rimanere sul posto, anche per assicurare la fertilizzazione del suolo boschivo. Oltre al settore forestale (cimali, ramaglie, legno non utilizzabile per im-ballaggio), il mondo agricolo produce rilevanti quantità di scarti (resti delle potature di

Terzo millennio: nuovo approccio culturale all’energia

Nel passato l’energia sulla quale poteva contare l’uomo era essenzialmente rappresentata dalla forza fisica che egli riusciva a sviluppare con in propri muscoli, in proprio (e di qui i contadini, i cacciatori e i guerrieri), o per conto terzi (e di qui gli schiavi, i servi della gleba e i mercenari).Tutte le altre energie che governavano e, in definitiva, facevano girare il mondo, quali il sole, i temporali, i fulmini, le alluvioni, le maree, il vento, il fuoco, sfuggendo al con-trollo umano, venivano confinate nell’ambito del divino e, in quanto tali temute e adorate.Il ponte di passaggio fra questi due mondi dell’energia è rappresentato dalle Vestali, sacerdotesse adibite alla conservazione del fuoco, di quella energia naturale, cioè, diversa dalla forza fisica, che l’uomo era riuscito a domare e a tenere a propria disposizione.Dopo molti secoli da quell’antico passaggio, l’evoluzione tecnologica e il progresso scientifico hanno aiutato l’uomo a rispondere diversamente alle proprie esigenze energetiche: sul carbone e la macchina a vapore si è basata la rivoluzio-ne industriale del XVIII e XIX secolo; sul petrolio e il motore a scoppio quella chimico elettronica del XX secolo.Tali nuove fonti di energia ci sembrano oggi tanto scontate che, pur essendo relativamente giovani (meno di 3 secoli), rispetto alla comparsa dell’uomo sul pianeta, appaiono però assolutamente necessarie e anche insostituibili.Come immaginare, infatti, il mondo di oggi senza i motori o senza l’energia elettrica? Come non capire immedia-tamente che con il diritto all’energia è evidentemente e strettamente legato ogni altro diritto civile ed umano quali quello alla vita, alla salute, all’alimentazione, alla scuola, al progresso tecnologico, oggi sempre più importante soprattutto per quei popoli che solo recentemente, e ancora non del tutto, sono usciti dal triste appellativo di “sottosviluppati”?A fronte di questa semplificazione del problema energetico, ma non per questo meno seria, pare comunque prudente e doveroso chiederci: carbone e, soprattutto, petrolio, sono inesauribili? E se probabilmente si esauriranno (fra 20 anni, o 50, o 100, non certo fra millenni) come faremo fronte ai problemi energetici della nostra società?E se già oggi il controllo delle fonti energetiche riesce ad innescare conflitti fra le nazioni, cosa succederà quando il reperimento di energia sarà sempre più prezioso?E se l’utilizzo indiscriminato degli idrocarburi mette a rischio l’ecosistema planetario, con l’effetto serra e l’aumento della temperatura globale della terra, cosa facciamo? Aspettiamo che sia troppo tardi per dare una risposta?Sono tutte domande che fanno “tremare i polsi”, innanzitut-to perché ineludibili, ed in secondo luogo perché nessuno, al momento, ha soluzioni preconfezionate o miracolose, se non la consapevolezza che l’approccio al mondo dell’ener-gia deve strutturarsi nuovamente, su basi diverse rispetto al passato, soprattutto con la cultura del limite, del rispetto e della democrazia. Perché non è più dato a nessuno di perseverare negli sbagli che tutti poi dobbiamo pagare.Però una fortuna c’è: i cittadini e la culla formativa del pen-siero dei cittadini (la scuola, di ogni ordine e grado) sono interessati e curiosi di questo problema: capiscono che si tratta di un problema importante e vogliono discutere, con serietà e competenza, sulle possibilità di rimedio.E questo, direi, è l’aspetto più importante: il mitico Ulisse, davanti alle Colonne d’Ercole, assieme alla sua ciurma, non aveva la scienza, ma la curiosità di sapere: per questo lo ricordiamo ancora oggi, in tutto il mondo.

Ottorino Bressanini

Percorsi didattici di educazione ambientale per le scuole del C356 L A F I N E S T R A • N O V E M B R E 2 0 0 9 FOCUS

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meleti e vigneti), che attual-mente non rappresentano una risorsa energetica ma piuttosto un costo, in quanto devono essere adeguatamen-te gestiti e smaltiti. Il legno è un ottimo combustibile, da sempre utilizzato per la produzione di energia (ter-mica), ma le metodologie nella storia sono cambiate. Dalla legna da ardere spac-cata si è passati al cippato minuto ed essiccato; le stufe

domestiche si sono evolute e si sono costruiti sofisticati impianti con centrali ad alto rendimento per impianti di teleriscaldamento capaci di soddisfare contempora-neamente le necessità, ad esempio, di tutti gli edifici pubblici di Cavalese. Oggi, sul territorio provinciale gli impianti in funzione sono 4 di potenza superiore a 2 MW (che, per motivi di bassi costi e di notevole quantità di materiale, sono connessi alla disponibilità del cippato prodotto dalle segherie), una decina con potenza compresa fra 0,3 e 1 MW e centinaia di piccole dimensioni, come quello della foresteria del vivaio forestale di San Gior-gio a Borgo, che i ragazzi hanno visitato. L’espansione degli impianti centralizzati a biomassa, specie di medie di-mensioni, è molto importante anche per il controllo delle polveri sottili in atmosfera, in quanto la combustione è controllata e sono dotati di filtri molto efficaci a dif-ferenza delle comuni stufe domestiche.

Ragazzi in Europa per il climaI cambiamenti climatici in corso sono in gran parte legati all’aumento della concentra-zione atmosferica di CO2, dovuta principalmente all’uso dei combustibili fossili. Una loro riduzione è quindi pos-sibile solo se i cittadini e in particolare le giovani gene-razioni saranno resi coscienti sia delle cause che delle con-seguenze del fenomeno.

Tuttavia, “l’impalpabilità” dei gas atmosferici, l’impossibili-tà di vederli nella loro realtà fisica rende talvolta difficile la comunicazione della tema-tica che alcuni percepiscono come astrusa. Prova ne è la confusione esistente, anche fra i mass media, che spesso confondono problemi diversi, come l’effetto serra, il buco dell’ozono, le glaciazioni.Per un approccio più concreto e scientifico alla presenza dell’aumento di CO2 , presso le istituzioni scolastiche è iniziata da alcuni anni in sede europea una sperimentazione che prevede l’installazione, in un certo numero di scuole, di stazioni meteo e di analizza-tori di gas.La presenza concomitante della stazione meteo e del-l’analizzatore di gas permette di monitorare e registrare di continuo i parametri suddetti, ponendo in relazione le va-riazioni nella concentrazione di anidride carbonica con i parametri meteo (vento, temperatura esterna e precipi-tazioni atmosferiche) durante i diversi periodi dell’anno.

Sia la stazione meteo, sia l’analizzatore di gas, inoltre, trasmettono i dati ad un PC collegato alla rete Internet e dotato di un apposito pro-gramma di gestione dati. In questo modo, non solo i ragazzi possono seguire in diretta le variazioni, rendersi conto di come vengono stu-diati e tabulati (anche tramite rappresentazione grafica, tipo istogramma), ma possono anche immettere i risultati sul sito europeo del progetto e condividere l’esperienza con altri studenti.La creazione di una rete eu-ropea di tali scuole attrezzate ha lo scopo, infatti, di favorire anche la comunicazione e lo scambio di dati e di opinioni fra studenti e docenti dei vari Stati Membri.Per l’Italia l’Istituto di ricerca capofila è il CNR IBIMET di Firenze, con il quale parec-chie scuole trentine collabo-rano da anni.Grazie al progetto “Fare rete per risparmiare energia” si è resa possibile la partecipazio-ne della Scuola secondaria di primo grado di Borgo Val-sugana, dove, anche grazie al supporto dei tecnici del C.N.R., è stata installata tutta la strumentazione necessaria e gli insegnanti aderenti al percorso hanno ricevuto la formazione adeguata per effettuare, assieme ai ragazzi delle classi terze, l’osser-vazione del funzionamento delle macchine, la raccolta e l’analisi dei dati.

RIFIUTI ED ENERGIAIl percorso ha coinvolto le classi seconde e terze della Scuola secondaria di primo grado di Borgo Valsugana. Gli interventi, concorda-ti preventivamente con gli

insegnanti, si sono svolti prevalentemente nel mese di maggio, con la collaborazio-ne delle esperte Martinello Linda e Segnana Michela.Nel primo incontro la ri-flessione è partita da una valutazione del livello di conoscenze pregresse degli studenti sul rapporto che esiste tra rifiuti ed energia. Successivamente, i ragazzi hanno potuto scoprire quanta energia viene utilizzata per produrre e smaltire gli imbal-laggi delle merci che noi ac-quistiamo e che costituiscono una parte considerevole dei rifiuti solidi urbani. In classe hanno ricostruito così i cicli di produzione e riciclo di carta, vetro, plastica e alluminio. Per rafforzare il concetto in-trodotto, è stato presentato un confronto tra i costi energetici relativi alla produzione e al riciclo dei diversi materiali analizzati.Obiettivo del secondo incon-tro è stato quello di collegare la produzione di rifiuti con il relativo impatto ambientale. La riflessione si è mossa da dati concreti tratti dal Piano Provinciale di Smaltimen-to dei Rifiuti Solidi Urbani (Parte Strategica, 2005) e da osservazioni legate alle esperienze dei ragazzi. Si è puntata l’attenzione sulla quantità e sulla composizio-ne merceologica dei rifiuti prodotti in Bassa Valsugana e in Provincia, sottolineando l’importanza della responsa-bilità individuale. Si è accen-nato alle “buone pratiche” per ridurre la produzione di rifiuti introdotte dalle TRE ERRE del Decreto Ronchi (R_idu-zione, R_iciclo, R_iuso). Si è passati poi a descrivere, sempre partendo da un mo-nitoraggio delle conoscenze

pregresse degli studenti, gli schemi di funzionamento di una discarica e di un incene-ritore, con relativi consumi energetici e impatti sull’am-biente.Il terzo incontro, sulla base delle osservazioni svolte, è stato interamente dedicato ai cosiddetti “comportamenti individuali virtuosi”, cioè su come ciascuno di noi può contribuire direttamente alla riduzione del problema adot-tando quotidianamente dei comportamenti corretti.Le classi hanno quindi verifi-cato direttamente sul campo le varie tesi sviluppate in classe; in particolare hanno visitato un supermercato della zona, dove sono stati messi a confronto vari imballaggi per prodotti di diverso tipo (ortofrutta, latticini, farina-cei, dolciumi…) cercando d’individuare un metodo per fare la spesa a minor impatto ambientale, riducendo così i rifiuti alla fonte e, in quan-to consumatori, spingendo indirettamente le catene di distribuzione a fare attenzione al confezionamento.Anche grazie alla collabora-zione del Comprensorio Bas-sa Valsugana e Tesino, che è l’Ente Gestore rifiuti di zona, e della Lavoro e Servizi Val-sugana Società Cooperativa di Scurelle, è stato possibile visitare il Centro di Raccolta Zonale di Sulizzano, dove si trova la discarica compren-soriale di rifiuti solidi urbani e assimilabili. I ragazzi sono stati accompagnati lungo tutto il percorso di visita da un tecnico della Cooperativa che ha illustrato le fasi di lavora-zione per lo smaltimento delle varie sezioni merceologiche, cioè dei diversi tipi di rifiuti che qui vengono conferiti.Nonostante i buoni risultati della raccolta differenziata, la montagna di residuo è davve-ro notevole ed ha impressio-nato tutti! Questo impianto è dotato di innovativi sistemi di captazione dei pericolosi biogas prodotti in profondità che, oltre ad essere tossici, se non controllati, potrebbero causare l’auto-combustione delle immondizie, con danni enormi sia per l’ambiente, sia per l’uomo. I gas, attraverso sistemi di filtraggio e caldaie

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FOCUS

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appositi, producono energia utilizzabile.

Risparmio energetico nel-l’edificio scolasticoPer riscaldare e fornire ener-gia elettrica alle scuole statali italiane (che sono oltre 45 mila) ogni anno vengono immessi in atmosfera oltre 2 miliardi e 500 milioni di Kg di CO2, di cui il 77 % dovuti al riscaldamento e il 23 % ai consumi elettrici.Ciascuna scuola, quindi, ogni anno produce in media circa 50 mila Kg di CO2. Obietti-vo sarebbe quello di ridurre almeno dell’8% tali emissioni (in rispetto del Protocollo di Kyoto). Secondo Enea, per ogni grado in meno in classe, il consumo di combustibile per il riscaldamento si riduce del 7% e dopo un’ora che i ragazzi sono entrati in classe, la temperatura (per effetto del calore della massa corporea) sale di 2 gradi. Quindi, portan-do la temperatura della classe alle ore 8 dagli attuali 21-22 gradi in media a 20 gradi si raggiungerebbe l’obiettivo di Kyoto e si eviterebbe di dover aprire le finestre alla seconda ora, a beneficio del benessere degli studenti.Partendo da queste premes-se-obiettivo, i ragazzi hanno potuto sperimentare in ambito scolastico un caso concreto di applicazione di “buone pratiche” volte al risparmio energetico, ai fini del con-tenimento delle emissioni in atmosfera di CO2 e della riduzione dei costi di esercizio degli edifici.Fondamentale è stato il coin-volgimento attivo del perso-nale docente e non docente dei singoli plessi, nonché del-le Amministrazioni comunali proprietarie degli immobili e dei tecnici (in particolare termoidraulici) che seguono la normale manutenzione degli impianti, coordinati e supportati da Erica Masina.Le scuole hanno partecipato ad una “settimana del ri-sparmio energetico”, che ha coinvolto tutti gli alunni dei plessi aderenti. Infatti, mentre le “classi energia” (il gruppo delle terze di Borgo, la terza C di Strigno, la 2B di Ron-cegno, la quinta di Samone e la pluriclasse terza-quarta e

quinta di Ronchi) hanno con-dotto delle attività di appro-fondimento durante l’intero anno scolastico, con compiti specifici di rilievo, analisi e monitoraggio dell’edificio scolastico, tutti gli altri alunni hanno “seguito i lavori” sia grazie a punti informativi al-lestiti nell’atrio d’ingresso, sia attivamente con l’adozione di buone pratiche per il ri-sparmio indicate dai colleghi “esperti”, sia esprimendo at-traverso questionari le proprie valutazioni “qualitative” circa la percezione del problema energetico e la disponibilità o meno di mettersi in gioco per contribuire a migliorare la situazione attuale.Durante gli interventi in clas-se i ragazzi hanno appreso le problematiche relative ai “difetti di costruzione e di comportamento termico e illuminotecnico degli edifici” con le relative conseguenze, sia in termini monetari sia d’impatto ambientale. Poi, attraverso la lettura guidata delle bollette e l’analisi delle modalità di trasporto adottate dagli studenti sui percorsi casa-scuola, hanno calcolato le tonnellate equivalenti di anidride carbonica emesse an-nualmente. Usando strumenti adeguati (in particolare termo-

metri, luxometro, planimetrie, schede predisposte) hanno quindi applicato le conoscen-ze di tecnologia apprese nel rilievo dell’edificio scolasti-co, individuando le zone di maggior spreco e dispersione termica. Quindi, sentiti i pare-ri e le disponibilità di tutti gli studenti della scuola con un questionario apposito, hanno sviluppato alcune proposte concrete di auto-controllo e d’intervento.

Forme di risparmio ener-getico individuate da tutti gli alunniDirette: elettricità, riscalda-mento, acqua calda, trasporti casa-scuola;Indirette: processi industriali per la realizzazione di beni di consumo.

Elettricità: sostituire lam-padine ad incandescenza con lampade fluorescenti compatte (che a parità di illuminazione consentono un risparmio del 75%); posizio-nare le fonti di illuminazione in modo da ottimizzare la luce; alzare le tapparelle nell’aula d’informatica, dove generalmente sono sem-pre chiuse; spegnere le luci quando non sono necessa-rie; suggerire di rivedere le modalità di accensione delle plafoniere dei neon delle classi, in modo da evitare l’accensione simultanea an-che delle file vicine alle fine-stre; suggerire la fornitura di tende alle finestre delle clas-si, generalmente sprovviste, in modo da evitare che ven-gano abbassate le tapparelle

come antiabbaglianti con la conseguente accensione delle luci; spegnere le luci delle palestre dopo l’uso (che spesso rimangono invece accese).Operazione ricreazione: nominare un “responsabile luci” è importantissimo: spe-gnere le luci in tutte le classi nei 15 minuti di ricreazione fa risparmiare alla scuola il 5% di elettricità, cioè in media circa 300 Kwh = 216 Kg di CO2.Riscaldamento: controllare che i serramenti siano in buo-no stato (evitare le dispersio-ni di calore); chiudere le fine-stre dopo averle aperte com-pletamente cinque minuti per ventilare l’aula, evitando di lasciarle in ribalta tutta l’ora; spegnere i termosifoni vicini alle porte d’entrata degli atri; suggerire la realizzazione di cappotto termoisolante, la coibentazione del tetto e si-stemi frangisole, per evitare il soleggiamento eccessivo delle stanze esposte a Sud, con squilibrio termico ri-spetto a quelle posizionate diversamente; suggerire di montare valvole termostati-che ai termosifoni.Acqua calda: verificare lo stato dei rubinetti, per evitare il gocciolamento; suggerire la sostituzione di bollitori elettrici con collettori solari (come ha fatto il Comune di Ronchi, che si è dotato anche di fotovoltaico per illuminare la palestra);Materiale: abituarsi a non sprecare carta, usando en-trambi i lati del foglio e a pre-ferire carta riciclata; riciclare volantini e manifesti pubbli-citari per prendere appunti; usare scatole portavivande per panini, merendine al posto della stagnola e della pellicola; dotarsi di una bot-tiglietta riutilizzabile per le bevande ed evitare le lattine di alluminio e il tetrapack.Trasporti: andare a scuola a piedi, evitando di farsi accompagnare in macchina ci permette di risparmiare per ogni Km percorso circa 237 grammi di CO2, che in un anno di scuola arrivano ad essere 47 Kg di CO2 al Km. e 32 Kg /Km se pren-diamo l’autobus al posto della macchina.

Un ringraziamento a...Si è potuto realizzare il progetto “Fare rete per risparmiare energia” grazie al supporto eco-nomico della Provincia Autonoma di Trento, in particolare del Dipartimento Urbanistica e Am-biente e dell’Assessorato all’Energia. Un forte ringraziamento va al già assessore provinciale Ottorino Bressanini che ha creduto nella validità dell’iniziativa ed è riuscito a far convergere attorno al percorso formativo l’attenzione di molti. Un sentito grazie va all’Agenzia provinciale per l’Energia e soprattutto all’arch. Giacomo Carlino che ha seguito i lavori ed è intervenuto durante la programmazione dei docenti e in alcune classi della scuola secondaria Un grazie va espresso al dott. Enrico Menapace che ha supportato le coordinatrici del progetto durante l’elaborazione delle diverse fasi del lavoro.Inoltre la rete di scuole esprime calorosi ringraziamenti:- al Comprensorio Bassa Valsugana e Tesino e in particolare l’Assessore all’ambiente Claudio Pellegrini che, nell’ambito del processo per la certificazione EMAS, ha messo a disposizione gli esperti di A21 Consulting per un’azione di iniziale coordinamento e per una specifica at-tività in alcune classi, oltre che aver reso possibile dei percorsi guidati alla discarica di rifiuti solidi urbani di Sulizzano;- al Consorzio dei Comuni BIM Brenta, all’Agenzia provinciale per la Protezione dell’Ambiente e alla Fondazione Caritro che hanno partecipato ad un finanziamento iniziale;- al Comune di Borgo Valsugana che ha recepito il messaggio intrinseco al progetto e ha finanziato la ricerca sull’illuminazione del paese volta ad un effettivo risparmio energetico;- all’Associazione artigiani e piccole imprese della provincia di Trento, a Confindustria Trento e a tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla buona riuscita del progetto.Infine un meritato grazie va all’arch. Erica Masina preziosissima collaboratrice che ha saputo con vera maestria e competenza coordinare tutte le attività programmate dai docenti, oltre ad intervenire in molte classi, per trasferire i propri saperi e le proprie esperienze ai ragazzi.Una particolare menzione va a: Daniela Avgustini, Giulia Bressanini, Giada Mengarda, Yurj Micheli, Sabrina Pasqualinotto che hanno realizzato gran parte delle pagine del giornalino, con la supervisione dell’insostituibile ins. Sara Vallefuoco.

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La sorella e i familiari di Renato Avancini, desiderano fare un caloroso ringraziamento ai sanitari che lo hanno seguito per tanti mesi a casa.In particolare al medico di base Dott. Hueller Matteo e al Dott. Massimo Destro delle cure palliative.Un grazie veramente di cuore alle infermiere Michela e Manuela,per la loro disponibilità, gentilezza, professionalità e per l’aiuto, i consigli, e il supporto emotivo.Con stima Avancini Gabriella

Giampaolo Rizzo-nelli, un appas-sionato di clima-tologia e meteo-

rologia, nel corso degli anni ha voluto creare un archivio storico per studiare il clima di Levico Terme, elaborando i dati forniti dalla Provincia Autonoma di Trento e in seguito dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Con questo suo studio ha ricostruito le precipitazioni dal 1921 e le temperature dal 1941. Ora i dati aggiornati mensilmente sono disponibili nel sito con fi ltri di ricerca e per tutti i valori. Sono presenti gli estremi e le medie annuali e mensili nonché degli inte-ressanti grafi ci con le linee di tendenza che rendono molto l’idea di come il clima stia cambiando. La stazione on-line di Meteo-levicoterme fornisce molte più informazioni, con grafi ci aggiornati in tempo reale, ma è entrata in funzione solo nell’ottobre del 2007.Il sito è stato creato e è gestito da Giampaolo Rizzonelli e le principali “attrazioni” sono le seguenti: Una stazione meteo collegata su internet on line 24 ore al

CRONACHE

dal 1921 ad oggi -immagini satellitari, radar e carte meteo da tutto il Mondo. L’obiettivo è quello di moni-torare il clima del presente, del futuro (nella home page sono presenti delle previsioni attendibili) ma soprattutto del passato di Levico Terme, uti-lizzando non solo dei numeri ma anche un diario-meteo che è corredato da commenti, sensazioni e fotografie per tenere un ricordo del tempo che c’è stato a Levico Terme. Molto spazio è dedicato quin-di alle fotografi e, con delle gallery relative a tematiche quali i Mercatini di Natale,

l’Altipiano di Vezzena o le nevicate.Dal 2007 Rizzonelli ha inizia-to a rilevare periodicamente durante l’intero anno, anche la temperatura dell’acqua del Lago di Levico, per fornire non solo indicazioni circa la possibilità di fare o meno il bagno in base alla temperatu-ra, ma con lo scopo di moni-torare nel tempo le variazioni di temperatura e l’eventuale formazione di ghiaccio.Rizzonelli collabora anche con l’associazione Meteotri-veneto di cui è socio, ed ha in corso un monitoraggio dei siti freddi del Trentino Alto-Adi-ge, grazie alla disponibilità dei signori Mascotto ha po-tuto installare un termometro i-button (un tipo di termome-tro che memorizza i dati per diverse settimane) all’interno di uno schermo solare, in zona Inghiaie, dove si raggiungono temperature davvero molto basse rispetto alla città di Levico Terme.Le visite al sito, in funzione dall’agosto del 2007, sono in continua crescita. Attual-mente sono in media 4.200 al mese e dall’entrata in fun-zione ha avuto circa 30 mila visite, da 52 paesi diversi (di tutti i 5 continenti) e da 567 comuni italiani diversi.

IN BREVE

giorno, i più signifi cativi dati meteo (temperatura -umidità -pressione -velocità e dire-zione del vento ecc..) sono presentati sia in formato gra-fi co che in formato tabellare e sono aggiornati ogni 25 secondi. Una webcam che ogni 3 secondi fotografa la catena delle montagne che vanno dalla Cima Mandriolo fi no alla Cima Dodici.Il diario Meteo di Levico Ter-me, aggiornato con i principa-li fenomeni atmosferici, con fotografi e e carte meteo.Elaborazioni di dati clima-tologici di Levico Terme

Che tempo fa a Levico?Ce lo dice Rizzonelli...

Levico Terme

La stazione on-line di Meteolevicoterme fornisce molte informazioni, con grafi ci aggiornati in tempo reale, ma è entrata in funzione solo nell’ottobre del 2007.

PERGINE

Cultura e bollettinoLa giunta comunale di Pergine Valsugana ha recentemente nominato la nuova Commis-sione consultiva per la promo-zione culturale del Comune di Pergine. La commissione è presieduta dall’assessore alla cultura Marco Morelli. Sono tre i membri rappresentanti del consiglio comunale: per la maggioranza Paola Stelzer e Carla Sartori, per la minoranza Emmanuelle Zingone. Altri componenti della Commis-sione sono: Monica Motter rappresentante delle scuole cittadine, Francesca Buscemi per la scuola musicale, Paolo Vivian per il consiglio di biblio-teca, Ermanno Visintainer, Stefano Gianni e Jole Piva per le associazioni culturali. Altre importanti nomine sono quelle riguardanti il Comitato di redazione del bollettino comu-nale. Confermata la direttrice responsabile Adriana Gottardi, sono stati nominati Alessio

Marchiori, Erica Sevegnani, Paola Bertoldi e Alessandro Anderle come rappresentanti della maggioranza. Per la minoranza sono stati invece indicati Stefano Casagrande e Alessandro Brandoni. Patrik Arcais è il delegato per le associazioni culturali, Fran-cesco Franceschi quello per le associazioni sportive, Gino Pedrotti per le organizzazioni sindacali e Paolo Oss Noser per il consiglio di biblioteca. (p.c.)

di Mario Pacher

Giampaolo Rizzonelli

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Il consiglio direttivo del Centro don Ziglio di Levico Terme presie-duto dalla dottoressa

Piera Janeselli, nella recente riunione ha preso atto di alcune importanti decisioni adottate dalla Provincia Autonoma di Trento, per migliorare alcuni servizi all’interno dell’Istituto. In particolare la Provincia ha autorizzato “l’adattamento del Centro all’uso sanitario dell’attività di recupero e rieducazione”. Conseguen-temente nel corso dell’as-semblea dei dipendenti, è stato distribuito un que-stionario per il “percorso formativo” che dovrebbe iniziare nel gennaio 2010. Attraverso questo formula-rio, i circa 120 dipendenti dell’Istituto indicheranno l’area di maggior interesse

I circa 120 dipendenti dell’Istituto indicheranno l’area di maggior interesse per la loro attività.

per la loro attività, e dovran-no pure acquisire conoscen-za delle nozioni scientifi che, del rapporto di relazione e della legislazione provin-ciale. Intanto da parte del Centro don Ziglio prosegue la trattativa per l’acquisto di un appartamento esterno

STRIGNO

Corsi della terza etàSono iniziati a Strigno, con una conferenza della docente Sandra Decarli, i corsi della terza età e del tempo disponibile al quale sono iscritti una sessantina di pensionati non solo del posto, ma anche dei paesi

vicini. Nel corso delle le-zioni, che si terranno tutti i mercoledì dalle 15 alle 17 presso una sala dell’ora-torio parrocchiale, saranno affrontati importanti temi come: “La saggezza del vivere” 5 lezioni a cura di Sandra Decarli; il “Diritto di famiglia” 4 lezioni a cura di Annagrazia Sglavo; “Storia locale” 4 lezioni con Guido Prati; “Aspetti medici della terza età” 4 lezioni con il dott. Lino Beber. Il ciclo di lezioni si concluderà il 24 marzo 2010. (m..p.)

In breve

Don Ziglio: questionario servizi

di Mario Pacher secondo le linee program-matiche già a suo tempo presentate, mentre i servizi sociali territoriali si stanno interessando alle attività di laboratorio, che saranno seguite dalla pedagogista dott.ssa Cavagnoli. Fervono anche i preparativi per le

attività natalizie, prima fra tutte l’arredo degli alberelli posizionati presso le attività economiche del comune di Levico, e si sta predispo-nendo anche la vendita dei lavori realizzati dagli ospiti all’interno del mercatino di Natale.

Levico Terme. Il “percorso formativo” a gennaio 2010

Il Centro don Ziglio di Levico

CRONACHE

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In breve

Era il 28 settembre del 1969 quando venne portata a spalle l’impo-

nente croce da porre in opera sulla vetta più signi-fi cativa della Valsugana, Cima Dodici, che dall’alto dei suoi 2336 m. domina, da una parte la Valsugana, e, dall’altra, l’altopiano lunare di Asiago. La pos-sente croce in ferro, rea-lizzata dall’equipe tecnica del borghesano Ferruccio Gasperetti, in ricordo del-le epiche battaglie della Grande Guerra, venne benedetta dai rappresen-tanti canonici di Borgo Valsugana don Dario Pret e dal parroco di Asiago, attorniati da una piccola folla commossa per questo segno di fede.A distanza di 40 anni,

l’ultima domenica di set-tembre, in una stupenda giornata di inizio autunno, ancora una volta la sezione SAT di Borgo Valsugana, diretta da Riccardo Segna-na, si è incaricata di ono-rare al meglio l’importante ricorrenza. Tantissimi ap-passionati, organizzati per differenziati itinerari, si sono ritrovati in vetta per

il momento commemora-tivo, con al centro della giornata la celebrazione di una partecipata S. Messa, officiata dall’assistente spirituale della SAT don Franco Torresani, salito in vetta dopo la consueta serie di celebrazioni della domenica mattina. Signifi -cativa la presenza di diver-si amanti della montagna,

Borgo Valsugana. La croce fu collocata il 28 settembre 1969

Benedizione Croce Cima Dodici

di Mario Pacher

A distanza di 40 anni la sezione SAT di Borgo Valsugana, diretta da Riccardo Segnana, si è incaricata di onorare al meglio l’importante ricorrenza sulla vetta più signifi cativa della Valsugana.

LEVICO TERME

Corsi della Terza etàCon una conferenza sulla bioetica tenuta dal prof. Bruno Eccher, sono iniziati recentemente a Levico Terme i corsi della Terza età e del tempo disponi-bile. Una iniziativa ormai consolidata per la città di Levico che è fi nanziata dal Comune e coordinata fra l’ente pubblico e la Scuola dei servizi Sociali, dall’in-segnante Carla Valentini Dalvai, subentrata al presi-dente e coordinatore Paolo Graziadei, recentemente scomparso. Gli iscritti ai corsi, come ci ha testimo-niato l’assessore comunale Arturo Benedetti, sono in continuo aumento e hanno raggiunto quest’anno il nu-mero di ben 107. Proven-gono non solo dal centro termale ma anche dalle fra-zioni. Le lezioni si svolgono tutti i giovedì dalle 14,30 alle 16,30 presso la sala del consiglio comunale di Levico e si concluderanno verso la fi ne di aprile 2010. Le materie di insegnamen-to riguardano la letteratura, aspetti medici, il Medioevo, l’inferno di Dante e la Sacra Bibbia. (m.p.).

La croce attorniata dai volontari e pubblico intervenuto

provenienti in particolare dal Veneto con il direttivo del CAI di Asiago. Il tutto accompagnato dai canti della montagna dei cantori della locale sezio-ne SAT, da tanta allegria, e dal ristoro allestito presso il vicino “Bivacco Buse delle Dodese”, con la spe-ranza di ritrovarsi in occa-sione del cinquantenario.

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Al termine di un giorno di ven-d e m m i a n e l vigneto di don

Luigi Roat, parroco di No-valedo, i volontari che nel corso dell’anno lo avevano aiutato nelle varie fasi della coltivazione, hanno festeg-giato allegramente l’evento con un momento conviviale, sedendosi intorno ad un tavolo nella sua cantinota a Brenta di Caldonazzo.Un incontro gioioso al quale ha partecipato gente di No-valedo, Caldonazzo, Cal-ceranica, Centa S. Nicolò, Quaere e Lochere. Don Lui-

Brenta di Caldonazzo. Tanti volontari con il parroco di Novaledo

La vendemmia di Don Luigi

Novaledo. Trovato da un bimbo un esemplare di 3 chili e mezzoUn fungo davvero reale

Non era mai accaduto che fra i castagni di Novaledo si trovasse-ro funghi diversi dai tradizionali “brisa”, “finferli e qualche altra specie minore. Quest’anno invece, particolarmente ricco nei mesi di settembre e ottobre, un impen-sabile esemplare di fungo reale

è stato trovato da un bambino di quattro anni di nome Alex che abita a Novaledo e che assieme al nonno Claudio Rossetto è partito, un bel mattino, alla ricerca di funghi. Di fronte a quel ritrovamento, il ragazzino chiamò subito il nonno il quale, in un primo momento, pensò trattarsi di una specie di cavolo o di una verza. Ma poi si rese conto

che la cosa era ben diversa: Alex aveva trovato un fungo reale che pesava ben 3 chili e 450 grammi e del quale, fi no a quel momento, anche il nonno ne aveva solo sen-tito parlare. Avuta conferma della sua commestibilità, qualche giorno dopo in casa Rossetto s’è fatta una gran bella scorpacciata a base di polenta e funghi.

gi, è bene ricordarlo, da tanti anni coltiva per passione il suo vigneto formato da oltre 800 piante, costantemente aiutato da tanti amici e vo-

TUTTI AL CINEMA

A Borgo c’èAmore 14La storia di Carolina detta Caro, 14 anni, alle prese con i primi amori, il primo bacio, la prima volta, l’ami-cizia, le feste, la scuola, il rapporto spesso confl ittuale con i genitori. Regia di Fe-derico Moccia.

LAVORI IN CORSOLAVORI IN CORSO

LEVICO

La polizia trentinaai confini del ReichAttilio Fronza presenta il suo libro “La Polizia Trentina ai confi ni del Reich”, storia della seconda guerra mondiale in territorio trentino attraver-so la testimonianza di chi fu costretto a vestire la divisa dell’esercito tedesco. Levico, Libreria Edison 28 novembre ore 16.30

LEVICO

Rassegna coraleal Teatro OratorioDomenica 29 novembre, alle ore 20.30, presso il Teatro Oratorio di Levico Terme si terrà una “Ras-segna corale” con la par-tecipazione del “Coro della scuola dei 4 Vicariati” di Ala, del Coro “Euphonia” di Mori e del Coro “Angeli Bianchi” di Levico Terme.

Levico Terme. Due frutti presentati alla Festa della ZuccaDue zucche giganti...C’erano anche due grandi zucche prodotte in Valsugana fra le tante esposte a Pergine in occasione della “Festa della zucca”, che hanno attirato l’attenzione dei tanti visitatori. Due grandi esemplari le cui sementi erano state prelevate presso l’Università di Udine. C’era la zucca che pesava ben 206 chilogrammi coltivata

da Ferdinando Osler e quella di Gilberto Fontana del peso di 168 chilogrammi. I due coltivatori, particolarmente entusiasti del successo, hanno assicurato che nella prossima edizione della festa saranno presenti con esemplari anco-ra più importanti. In attesa di poter dedicare loro altro spa-zio, a Ferdinando e Gilberto

CRONACHE

di Mario Pacher

Volontari ed amici di don Luigi

lonterosi del circondario. La generosità ormai collaudata di don Luigi, fa già pensare che anche il vino dell’annata 2009 verrà, in buona parte,

donato ad amici, conoscenti e alle associazioni che or-ganizzano, nel segno del-l’amicizia, i loro momenti di festa.

BORGO VALSUGANACinema Polo Scolastico28 novembre ore 21.0029 novembre ore 21.00

di Mario Pacher

formuliamo le nostre più vive felicitazioni. (m.p.)

Ferdinando Osler con la sua zucca

Alex e nonno Claudio mostrano il fungo reale

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Ricorreva la triste sera del 26 settembre 2008, quando ci lasciava uno dei foresta-li più apprezzati per la sua professionalità e umanità. Ci riferiamo ad Alberto Dalcastagnè, comandante della Stazione Forestale di Strigno, deceduto ancora nel pieno delle forze, men-tre adempiva al consueto servizio, lungo il sentiero cosiddetto delle “Serpenti-ne”, sul versante orientale del monte Cima.A distanza di un anno, nel pomeriggio di sabato 26 settembre scorso, il suo insegnamento, sostenuto sempre da una grande fede, è stato ricordato, in particolare, con una sentita celebrazione eu-caristica, offi ciata presso la rinnovata chiesa par-rocchiale del suo paese di origine a Torcegno, alla

Samone. Ricordo del comandante della Stazione Forestale di Strigno

A un anno di distanza dalla scomparsa del comandante della Stazione Forestale di Strigno, cerimonia lungo il sentiero delle Serpentine.

presenza, oltre dei fami-gliari, di tanti colleghi forestali provenienti da tutta la provincia.Il giorno precedente, nel corso della mattina di venerdì 25 settembre, un piccolo gruppo di fede-lissimi colleghi della Sta-zione di Strigno, con il Comandante Gianni Rip-

PERGINE

Notti bianche… Buio in salaLe notti bianche, Diario di un sognatore di Fëdor Do-stoevskij, e Vita di Galileo, di Bertold Brecht, conclude-ranno la rassegna teatrale “Buio in sala” presso il Tea-tro don Bosco di Pergine. Gli spettacoli, prodotti dalla Compagnia ariaTeatro, cui è affi data anche la direzione artistica dell’evento promos-

so dalla Compagnia teatrale Don Bosco di Pergine in collaborazione con il Teatro delle Garberie e Pergine Spettacolo Aperto, sono in programma rispettivamente mercoledì 2 e mercoledì 9 dicembre. Al centro di en-trambe le opere l’uomo, ne “Le notti bianche” «immerso in un mondo tra realtà e sogno, tra il regno fantastico e il cupo mondo», nella “Vita di Galileo” a simboleggiare «l’elogio del dubbio, per non dimenticarne la forza, la scelta di essere liberi».

In breve

Capitello per Alberto Dalcastagnè

di Mario Pacher

Il Capitello con accanto i forestali e il parroco

pa, subentrato ad Alberto e il sindaco di Samone Enrico Lenzi, sono saliti nel punto preciso dove, un anno fa, Alberto con-cludeva il suo cammino terreno. In uno dei tanti tornanti del sentiero delle “Serpentine” con una bre-ve, ma quanto mai sentita cerimonia di Benedizione

offi ciata dal parroco don Franco Torresani, è stato posizionato un caratte-ristico capitello in legno di cirmolo con crocifi sso in noce. Un lavoro pre-gevole, realizzato grazie all’inventiva del custode forestale Enrico D’Aqui-lio e alla collaborazione di diversi forestali.

Una scena de Vita di Galileo

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C’era molta popo-lazione del posto ma anche dei pae-si vicini alla bene-

dizione della nuova Croce sull’incrocio tra via Brenta e via Andanta a Caldonazzo. Un’insegna cristiana in pietra realizzata su progetto donato dal geom. Amedeo Soldo, collocata al posto di quella vecchia in legno, e attuata dal Gruppo Naturalistico Amici di Monte Cimone. L’idea di sostituire quel segno religio-so era venuta dagli abitanti della vicina frazione Brenta, già legati da affetto cristia-no a quell’antico simbolo che tanta fede accese negli animi fin dai loro avi, ma che ora si trovava in stato di avanzato degrado per il tanto tempo trascorso. Infatti per gli abitanti del posto, quella croce in legno sarebbe stata costruita, con ogni probabi-lità, circa 500 anni fa, dato che si trova menzionata in un documento del 1511 sti-

Benedetta la nuova croceL’antica croce in legno era già menzionata in un documento del 1511 conservato nell’archi-vio storico Trapp.

lato da Bernardo Barezia e conservato nell’archivio storico Trapp. Un’ipotesi che troverebbe conferma anche in un documento datato 1570 che si trova nell’archivio parrocchiale di Calceranica. Sulla targa appesa: “Da 500 anni a protezione del paese. Il Gruppo Amici del Monte Cimone rifece nel 2009”. La cerimonia è iniziata con una esecuzione del corpo bandi-stico di Caldonazzo diretto da Giovanni Costa, seguita dalla presentazione da parte del presidente del Gruppo Amici del Monte Cimone Andrea Curzel. Quindi il discorso del sindaco Laura Mansini e la benedizione di don Mario Filippi, parroco di Caldonazzo. Don Luigi Roat, ora parroco a Novaledo ma nato a Brenta, vicino all’an-tica insegna cristiana: «Fin da bambino questa croce ha sostenuto la mia fede». Con l’inno di Caldonazzo eseguito dal corpo bandisti-co, si è conclusa la solenne cerimonia.

Opzioni trentineLe Opzioni fuori dagli ac-cordi nei territori di Luserna, Valle dei Mòcheni, vallate ladine, Val Canale saranno al centro di un convegno che il Centro Documenta-zione Luserna organizzerà il 28 novembre prossimo presso la sala conferenze dell’Istituto Cimbro di Luser-na in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino e Paolo Cova. Dal 1939 per le popolazioni di lingua tedesca, ladina e di origine tedesca della regione come unica alter-nativa all’italianizzazione rimase l’emigrazione in un altro territorio del Reich. «Si intende proporre un quadro generale - spiegano gli organizzatori -, tenendo conto anche della situazio-ne sudtirolese, mettendo successivamente in luce alcuni aspetti specifi ci del-la vicenda». Tra i relatori Hans Heiss dell’Università di Innsbruck e Michael Wedekind dell’Università di Munster, con loro Luciana Palla, Paolo Cova e Sandra Roner Kettmaier.

In breve

Caldonazzo. Alla cerimonia molta gente anche dei paesi vicini

di Mario Pacher

La benedizione. Da sinistra: Andrea Curzel, don Mario Filippi, Laura Mansini e don Luigi Roat

CRONACHE

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Si assiste, in questi ultimi anni nella nostra Arcidioce-si Tridentina, ad

un percorso di ritorno al modello dell’antica Pieve. L’ingresso, domenica 18 ottobre scorso, in un gri-gio pomeriggio di autun-no, del nuovo parroco don Antonio Sebastiani (classe 1952-nativo di Storo) ha rappresentato un momento importante, anche sotto il profi lo storico, non solo per la Pieve di Telve, ma anche per l’evoluzione religiosa in Valsugana, che alcuni giorni prima aveva conosciuto il riformarsi di un’altra antica Pieve, quella di Grigno.Una Pieve, quella di Telve, di antica data, che un tempo comprendeva, procedendo in senso geografico dalla montagna verso la valle, oltre a Telve, il territorio di Torcegno-Ronchi Valsu-gana (parrocchia dal 1586), unitamente a Telve di Sopra (parrocchia dal 1943) e a Carzano (parrocchia dal 1960). In questi ultimi anni, grazie alla collaborazione di una realtà locale quanto mai ricca di risorse, gruppi e associazioni, che ha fatto fi orire anche diverse voca-

zioni missionarie, pur con qualche inevitabile diffi-coltà, attraverso tutta una serie di iniziative a carattere religioso, culturale, sociale si è cercato di far maturare progressivamente una nuova sensibilità.Una maturazione che, con l’unione delle parrocchie di Telve, Telve di Sopra, Torcegno, aveva conosciuto nell’anno 2002 una tappa di particolare significato. Domenica 18 ottobre, con l’arrivo della più piccola delle quattro comunità, quel-la di Carzano e con l’arrivo del nuovo parroco, ha com-

pletato il percorso di ritorno all’antica Pieve.Grande e corale la partecipa-zione alla giornata di festa, predisposta con cura già da tempo, con i 4 sindaci e i nu-merosi gruppi-associazioni locali a scortare don Antonio fi no all’ingresso della chiesa arcipretale S. Maria Assunta per la consegna della nuova comunità.Il sindaco di Telve Franco Rigon, a nome di tutte le comunità, ha ripercorso innanzitutto l’intenso cam-mino di questi anni con don Franco. Un cammino con-trassegnato, da una parte dal

tenace mantenimento di tutte le tradizioni locali, tenute costantemente vive grazie anche al risanamento di tutti gli edifi ci delle parrocchie, oltre alle chiese e cappelle della zona. Nel contempo, da una grande collaborazione fra ente religioso e civile, che ha favorito il progressi-vo avvicinarsi dei rispettivi “campanili”.In linea con lo sforzo ri-chiesto ai fedeli delle nostre comunità chiamate, pur con-servando la propria specifi ca identità, ad unire le forze; quanto mai signifi cativo è stato il passaggio del testi-

mone, con il parroco uscente don Franco, unitamente al decano don Mario, ad inca-ricarsi della preparazione in questi mesi delle comunità e dell’accoglienza del nuovo pastore, accompagnandolo nell’inizio della sua missio-ne. Una missione facilitata dalla conclusione dei com-plessi lavori di Casa Fonda-zione Sartorelli, completata proprio in corrispondenza dell’arrivo di don Antonio.Unitamente a don Antonio un pensiero di benvenuto è stato dato anche a don Livio Dallabrida, assistente spirituale delle 100 suore anziane di Maria Bambina presso Casa d’Anna; don Livio ha ringraziato l’intera comunità telvata, per i tanti segni di accoglienza ricevuti fi n dal suo arrivo all’inizio di ottobre.Unica nota stonata, forse, il mancato saluto con il classico sparo a salve da parte della locale “Compa-gnia Schutzen Castellalto Telve”, in segno di festa sia per accogliere il nuovo parroco che per salutare il parroco uscente. Il sindaco del paese, causa vecchie contrapposizioni di carattere politico, ha infatti negato l’autorizzazione allo sparo, senza comunque compro-mettere la festa.

Grande festa per l’arrivo di don AntonioL’arrivo del nuovo parroco don Antonio Sebastiani rappresenta un momento importante, anche sotto il profi lo storico, non solo per la Pieve di Telve, ma anche per l’evoluzione religiosa in Valsugana...

Telve Valsugana. Completato il percorso di ritorno all’antica Pieve

di Mario Pacher

L’arrivo del nuovo parroco don Antonio

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Presidente Toccoli, le Casse Rurali sono nate per uno scopo preciso. Non solo

essere al servizio del mondo lavorativo, ma anche “al servizio della gente”. Ritie-ne Lei che sia così?«Le Casse Rurali sono nate nel momento in cui le esi-genze finanziarie di un certo numero di persone sono state tali per cui le stesse si sono organizzate per avere maggior forza e hanno as-sunto l’iniziativa di mettersi assieme creando degli orga-nismi che potessero risolvere i loro problemi finanziari, economici e di vera e pro-pria sopravvivenza. Nessun istituto bancario nel secolo scorso concedeva credito a imprese o persone che non potevano presentare creden-ziali di valore, mentre le Cas-se Rurali, nello spirito per le quali erano nate, riuscirono ad aiutare tutti coloro che altre banche rifiutavano di finanziare. Le Casse Rurali praticarono condizioni e tassi accessibili anche per i meno abbienti senza richiedere garanzie eccessivamente gra-vose e così poterono nascere e svilupparsi molte piccole aziende artigiane, commer-ciali e soprattutto agricole e molte persone riuscirono a costruirsi una loro casa di abitazione».

E come si fa ad essere al servizio della gente e del cliente?«Ritengo che un po’ tutti gli Istituti Bancari abbiano com-preso l’importanza di essere al servizio dei clienti e della gente, ma la Cassa Rurale riesce a raggiungere questo obiettivo innanzitutto per la celerità con cui può dare le risposte in quanto non deve sottostare a decisioni di alcun organismo centrale superio-re, in secondo luogo perché

riesce a mantenere al proprio interno un carattere di fami-liarità nei rapporti con tutte le persone mettendo a proprio agio ogni interlocutore. Inol-tre la Cassa Rurale svolge e realizza per tutti i propri clienti una quantità di servizi che altri istituti di credito non prestano, per esempio: presentazione modelli fisca-

li in collaborazione con le ACLI e altri, visure catastali e camerali, consulenze legali gratuite, distribuzione di tic-ket per il trasporto pubblico degli studenti, consegna di biglietti per manifestazioni sportive, culturali e musicali, riunioni con consulenti pre-parati in materie di attualità e d’interesse comune».

Si sta notando che molti istituti di credito si sono accorpati e fanno nascere nuovi soggetti bancari. Perché?«La nascita delle fusioni nel mondo bancario è dettata da varie motivazioni. Pri-ma di tutto l’accorpamento con altra banca consente di incrementare il patrimonio di vigilanza dell’istituto in-corporante con il risultato di accrescere le garanzie nei confronti dei clienti che investono nell’istituto e di poter far fronte con maggiore serenità e capacità finanziaria ai rischi di credito e non solo.

In secondo luogo la fusione consente di creare all’in-terno della nuova struttura quelle specializzazioni che sono previste dalle norme bancarie per l’amministra-zione, la finanza, gli incassi e pagamenti, i crediti ed altri, con dei veri e propri team operativi che fanno capo ad un responsabile. La fusione

infine consente di allargare il territorio di operatività in quanto, come ritengo sia noto a tutti, ogni Cassa Ru-rale deve rispettare il proprio territorio per quanto riguarda la sua operatività e per qual-siasi tipo di intervento ed in linea di massima questa è una regola alla quale da sempre ogni Cassa Rurale si attiene il più possibile».

Cross…come e perché na-sce e cosa rappresenta per la comunità valsuganotta?«Una fusione non è una operazione facilmente rea-lizzabile. Si prende l’avvio dalle motivazioni principali: allargamento del territorio, incremento del patrimonio di vigilanza, affinità nelle caratteristiche economiche e sociali dei paesi possibili partecipanti alla fusione, risparmi finanziari per alcune sinergie raggiungibili e da altre di minore importanza. Dopo numerosi incontri e discussioni per circa due anni

all’interno dei Consigli di Amministrazione di ciascuna Cassa interessata all’opera-zione si arriva alla stesura del progetto definitivo con tutti gli adempimenti conseguen-ti. La nostra Cassa Rurale è nata dalla fusione fra le Casse Rurali di Olle, di Scurelle e di Samone e comprende il territorio di Olle, Borgo Valsugana, Castelnuovo, Scurelle e Samone. L’as-semblea finale che sancisce la fusione si tiene a Borgo Valsugana al palazzetto dello sport il giorno 20 giugno 2004. Nasce così una Cassa Rurale che rappresenta la più grossa realtà nel panorama cooperativo bancario della Bassa Valsugana con 8.681 abitanti serviti e con 1.521 soci iniziali: oggi i soci sono 2.270 e questo incremento della compagine sociale indica chiaramente quale sia il gradimento della Cross nel proprio territorio. Que-sto significa che sono stati raggiunti in gran parte gli obiettivi che si erano previsti e che è in continua crescita il rapporto con i soci che trovano nel nostro istituto la risposta a molte delle loro aspettative».

In questo anno Cross ha creato una nuova imma-gine: famiglia...lavoro...giovani. È un nuovo modo di essere più vicini alla comunità?«Anche, ma forse è meglio

dire che è un nuovo modo di comunicare. La Cassa ri-tengo sia sempre stata vicina alla comunità nei modi che le sono propri e che le hanno consentito di costruirsi l’at-tuale presenza sul territorio. Abbiamo voluto rafforzare un concetto di fiducia. In questi ultimi tempi abbiamo visto come la crisi abbia minato anche la fiducia nel sistema bancario; in questo contesto abbiamo voluto rafforzare la nostra immagine di banca di comunità che la lega a tutti i settori della società civile e imprenditoriale. Con il messaggio della famiglia abbiamo voluto riprendere il concetto del risparmio av-viando una sensibilizzazione su questo importante aspetto; il nostro impegno si è concre-tizzato con un “bonus” che daremo a chi ha avviato un piano di risparmio familiare. Per il mondo imprenditoriale abbiamo intanto organiz-zato delle serate formative su diversi argomenti, quali l’internet come strumento per lo sviluppo aziendale, il recupero crediti, il marketing e le problematiche legate al passaggio generazionale. A tutte le serate, condotte da esperti negli specifici settori, abbiamo notato una ottima presenza di pubblico anche giovane. Crediamo nel valore della formazione quale elemento importante dell’imprenditore moderno e per questo, sono certo, che investiremo oltre che con al-tre serate anche con un corso più specialistico».

E per i giovani?«La Cassa è sempre stata vicina al mondo dei giovani, che rappresentano il futuro della nostra società. Il nostro intervento si manifesta sia di-rettamente con i premi per gli studenti diplomati o laureati, ma anche indirettamente con

FOCUS

Filo diretto. Nostra intervista ad Arrigo Toccoli, Presidente di Cross

CROSS: al servizio della comunità, contro la crisi e per il rilancio della Valsugana

Arrigo Toccoli

La sede di Borgo Valsugana, in Viale IV Novembre

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servizio con interlocutori capaci, sempre presenti con una stabilità di rapporto. Chiediamo alle imprese però

un maggior dialogo con la banca affinché si possa es-sere più partecipi delle loro attività. Nell’ultimo anno gli organi di stampa hanno continuato a riportare gli allarmi - poi verificatisi nella loro durezza - di ristrettezze nelle concessioni di credito

da parte del sistema bancario specie di quello nazionale. Nel nostro trentino tale fenomeno è notevolmente ri-dotto grazie alla presenza delle cas-se rurali che hanno continuato a so-stenere il mondo imprenditoriale; la nostra Cassa sta facendo e conti-nuerà a fare la sua parte per non far mancare le risorse necessarie per usci-re dalla crisi. La nostra presenza si

il sostegno continuo delle as-sociazioni sportive e culturali che vedono l’alta partecipa-zione del settore giovanile. Proprio a breve avvieremo due distinte campagne con prodotti e servizi specifici per due fasce di età: quella più piccola sino ai dieci anni e quella sino ai vent’anni: sono attualmente allo studio ma posso garantire che saranno coinvolgenti».

Quale è il rapporto della Cassa Rurale con il mondo imprenditoriale?«Abbiamo chiaro il nostro intento che cerchiamo di tradurre quotidianamente in fatti e comportamenti coerenti: essere vicini alle nostre aziende. Questo vuol dire saper ascoltare lo loro esigenze, saper offrire le soluzioni più appropriate e mantenere alta la qualità del servizio offerto. Non è un problema di prodotti: oggi le banche sono più o meno tutte attrezzate per servire al meglio la clientela impre-se; quello in cui vogliamo distinguerci è la qualità del

è poi recentemente rafforzata con il rapporto di collabora-zione con la società Scouting SpA che offre servizi di

consulenza e che-ck-up aziendali con soluzioni di finanza straordinaria».

Per molti anni la Valsugana è sta-ta considerata il fanalino di coda del l ’economia trentina. Cosa ne pensa Lei?«A mio modo di vedere una delle principali moti-vazioni per cui la Valsugana, rispetto magari ad altre val-late del Trentino, non è mai riuscita

a decollare economicamen-te in maniera definitiva è da ricercarsi nella mancata individuazione della vera vo-cazione naturale della nostra valle. Le compagini di go-verno succedutesi negli anni sia provinciali che comunali hanno cercato di sviluppare la valle in ogni settore possi-

bile dall’industria, all’agricoltura e al turismo, senza ottenere risultati soddisfacenti, ma soprattutto duratu-ri. È un problema di scarsa rappre-sentatività a livello provinciale: siamo realisti, una sola persona per ogni legislatura con tutta la buona volontà può fare ben poco per la propria valle! È stato scritto di tutto e di più sulla viabilità, sulla fer-rovia, sulle grosse industrie inquinanti o meno, ma nes-suno ha mai saputo dare una soluzione valida, soprattutto durevole negli anni. La Cassa

Rurale da parte sua ha sempre cercato di sostenere tut-te le iniziative del proprio territorio per tutto quanto sta nelle sue possibilità e capacità, ma gli indirizzi program-matici non possono certo avere origi-ne ed emanazione dalla nostra strut-tura».

A Suo parere cosa è necessario fare per dare vita ad un nuovo e con-creto sviluppo

socio-economico della Val-sugana?«In parte a questa domanda ho fornito una risposta nella precedente. Ma ripeto che la prima cosa da fare è riuscire a capire quale sia la vera vocazione della gente della Valsugana: industrie, arti-gianato, commercio, agricol-

tura, turismo? Al momento esiste un po’ di tutto in questi settori che però in pochissimi casi stanno manifestando dei validi risultati economici e di sviluppo. I terreni non consentono un’agricoltura all’altezza per esempio della Val di Non o della Rotaliana o della Valle del Sarca. Il turismo non può sostenere il confronto con le Valli di Fassa e Fiemme o Rendena. Zone industriali molto ampie e consistenti come quelle di Trento e Rovereto manife-stano segni di affaticamento. Il commercio è sovrastato dalla continua creazione di strutture quali i supermercati che assorbono la maggio-ranza della clientela. Solo l’artigianato è da sempre una realtà molto importante e significativa nel contesto della nostra valle. Da ultimo sarebbe molto importante per la Valsugana che negli anni a venire si riuscisse ad espri-mere a livello di rappresen-tanti nel governo provinciale almeno un paio di personalità di peso e forse allora molti problemi potrebbero trovare soluzione».

Filo diretto. Nostra intervista ad Arrigo Toccoli, Presidente di Cross

FOCUS

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Cosa spinge un piccolo comune dell’alta Val-le di Cembra a

ricercare le ragioni di un nuovo modello di svilup-po valorizzando le risorse del territorio e puntando sul turismo sostenibile e sull’escursionismo in particolare?Una prima risposta ri-siede in quel processo di ripensamento dei luoghi di fronte ad un processo di globalizzazione che ha creato, accanto a tante occasioni di sviluppo, an-che diverse storture e un lento nonché inesorabile declino dell’identità della montagna. Questo ripen-samento ha spinto molte località del Trentino ad intraprendere percorsi di sviluppo ancorati all’idea della responsabilità dello sviluppo e della compati-bilità ambientale.Grumes, in alta Valle di Cembra, è una di queste realtà che ha cercato nella sua storia le ragioni per un nuovo futuro. Accanto agli antichi percorsi rurali come il “Sentiero dei vec-chi mestieri”, il “Sentiero botanico”, che collega questo abitato al comune di Faver, e il nuovo ponte in legno sul torrente Avi-sio, sono state realizzate importanti ristrutturazioni come quella riguardante il vecchio caseificio e il rifugio Potzmauer.Opere che hanno consen-tito a questa località di dotarsi di nuove strutture ricettive e di ristorazione e che, accanto al nuovo ostello con oltre quaranta posti letto previsto presso l’ex caserma dei Carabi-nieri, faranno di Grumes un punto di riferimento importante nel panorama turistico della provincia

di Trento.Certo, il modello turistico di riferimento non è quel-lo tradizionale, legato ai grandi numeri che carat-terizzano il soggiorno di massa in montagna. L’alta valle può offrire esperien-ze ed emozioni per un pubblico diverso: il nuovo popolo dei viaggiatori disponibile ad immergersi nella storia e nella natura attraverso l’esperienza del camminare.A questo popolo è stato dedicato il simposio inter-nazionale che si è svolto dall’11 al 13 settembre scorsi presso il centro Le Fontanelle di Grumes. Giornalisti, escursionisti e viaggiatori si sono dati appuntamento per riflet-tere sia a livello culturale che filosofico, sia tecnico che turistico, sul tema del camminare a partire dalla grande e significativa esperienza del Sentiero europeo E5.Questo grande percorso in quota, che collega il lago di Costanza a Verona pas-sando proprio dalla Valle di Cembra e da Grumes, è stato al centro di una riflessione che ha puntato alla valorizzazione dei collegamenti europei con-

siderati a tutti gli effetti i nuovi vettori di una nuova comunicazione fra popoli, culture e lingue diverse.Il camminare, ha soste-nuto il filosofo Marcello Farina, rappresenta la prima esperienza cono-scitiva da parte dell’uo-

mo e non può dunque stupire che le riflessioni sul futuro dell’umanità passino proprio attraverso la valorizzazione della filosofia del camminare. Nel compiere la scoperta del mondo a piedi avven-gono infatti importanti processi cognitivi dove pensiero e azione si in-

contrano in un atto crea-tivo e spirituale di grande rigenerazione. Sentimenti ed emozioni che ci ri-portano alle esperienze dei grandi camminatori, non a caso provenienti dal mondo tedesco, come Dürer e Goethe, entrambi affascinati dall’Italia, dal Mediterraneo e da quel particolare “limine” rap-presentato dal Trentino.Albrecht Dürer in par-ticolare, intraprese nel 1494 il viaggio da Norim-berga verso Venezia per scoprire il Rinascimento italiano.Giunto in Valle dell’Adi-ge si trovò impossibilitato a proseguire in quanto il terreno era quasi com-pletamente allagato. Da qui la scelta di passare per la Valle di Cembra e raggiungere da quel ver-

sante la laguna veneta. Il grande artista tedesco rimase particolarmente impressionato dalla for-za e dall’originalità del paesaggio terrazzato della Valle di Cembra e capì di aver varcato la soglia fra il mondo germanico e il Mediterraneo.Il “Sentiero del Dürer”,

che collega la Valle del-l’Adige nei pressi di Po-chi di Salorno all’alta Valle di Cembra, è di-ventato, assieme all’E5, di cui condivide l’ultima parte, un percorso molto frequentato per rivivere le emozioni del grande pittore e per ammirare quei paesaggi impregnati di “luce mediterranea”.L’esigenza di varcare i confini della propria iden-tità per superare le tante soglie territoriali che deli-mitano i paesaggi naturali e umani spinge tutt’oggi migliaia di persone a fre-quentare questi percorsi e a sperimentare nuove for-me di turismo alternativo. È nei confronti di questo nuovo pubblico di esplo-ratori e viaggiatori che si rivolgono le proposte del nuovo turismo, forti anche dell’esperienza dei grandi sentieri europei.In Europa, da Capo Nord alla Sicilia e da Lisbona all’Ucraina, si snodano ben 11 grandi percorsi per oltre 50 mila chilo-metri di sviluppo. Un patrimonio di conoscenze ed esperienze che può collegarsi ai grandi flussi escursionistici emergenti, quali il sentiero di Santia-go de Compostela, la via Francigena e le tante mete della nuova spiritualità.La tre giorni di Grumes ha quindi riservato una part icolare at tenzione al Sentiero europeo E5 r icordandone i l padre fondatore, Hans Schmidt, e l’opera dei “padrini”, ovvero di quei volontari che si occupano della periodica manutenzione e segnaletica. A riguardo va segnalato il cippo in ricordo del fondatore e dei padrini inaugurato alla fine del simposio nel

Eventi. Convegno sul sentiero Europeo E5 Lago di Costanza Mare Adriatico

Grumes, in alta Valle di Cembra, è una realtà che ha cercato nella sua storia le ragioni per un nuovo futuro…

CRONACHE

L’Europa è vicina, hier ist Europa

Il cippo commemorativo in onore di Hanz Schmidt, ideatore e fondatore del E5

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grande prato presso il rifugio Potzmauer sulla montagna di Grumes.Il convegno ha quindi evidenziato come dal-l’esperienza del sentiero europeo possa nascere un vero e proprio progetto di sviluppo che, per usare le parole di Maurizio Boni della Federazione italiana escursionisti, potrà fare di Grumes una capitale europea del turismo del camminare.Un progetto effettiva-mente ambiz ioso che ci sentiamo di cogliere come un’opportunità da sviluppare con umiltà e concretezza seguendo, come insegna la filoso-f ia del camminare, la logica dei piccoli passi. Camminatori, esperti di escursionismo e di mon-tagna come Franco de Battaglia, Gianni Bodini e Michele Dalla Palma hanno convenuto sulle potenzialità del turismo del camminare a partire dalla crescita del “merca-to” di riferimento che ad oggi conta in Italia oltre 3 milioni di camminatori. A questi va però offerto un vero e proprio prodotto

fatto di segnaletica con-tinuamente aggiornata, manutenzioni periodiche, servizi informativi a tutti i livelli e strutture ricettive adeguate e sufficiente-mente specializzate.In altre parole, l’escur-sionismo ha la necessità di un supporto materiale e immateriale fatto di cultura dell’accoglienza e di servizi, di sportelli informativi e internet. Condizioni basilari per proiettare i piccoli ter-ritori come Grumes nel circuito internazionale dei moderni viaggiato-ri mossi dalla voglia di conoscere il mondo con i mezzi più antichi. Una scommessa che Grumes e la sua comunità si sentono di giocare considerato anche l’importante spazio di posizione occupato da questa località che si colloca a metà strada fra le Alpi e le Dolomiti e fra l’asse viabilistico del Brennero e le pianure venete.In questo spazio inter-medio si sono sviluppate negli ultimi anni alcune importanti realtà viticole legate al Müller Thurgau,

un vitigno che proprio sulla montagna cembrana sa dare il meglio di sé, accanto ad una sistema ricettivo orientato al tu-

rismo rurale e all’agritu-rismo in particolare.La Strada del vino della Valle di Cembra e delle colline Avisiane, i vini

di montagna e i terrazza-menti vitati, le piramidi di Segonzano e i percorsi lungo il torrente Avisio, le tante valenze storiche, naturalistiche e forestali rappresentano un patri-monio straordinario per il turismo di qualità. Va-lenze che si collegano a patrimoni inestimabili quali l’acqua, il silenzio, la pace e la tranquillità dei paesi e dell’ambiente della Valle, che possono rappresentare dei punti di eccellenza fondamentali per ospiti desiderosi di quiete e di vivere il gusto della vacanza attiva.Coniugare potenzial i-tà ad offerta e fare del-l’escursionismo in Valle di Cembra una vera e propria destinazione tu-ristica rappresentano in conclusione la nuova sfi-da per la nostra comunità sia per quanto riguarda la pubblica amministrazione sia per quanto riguarda le categorie economiche e la società civile. Un grande obiettivo che si sentiamo di percorrere “a piedi”, con entusiasmo e parte-cipazione.Walter Nicoletti

Convegno sul sentiero Europeo E5 Lago di Costanza Mare Adriatico

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Un presidente, 18 comuniLa Comunità Alta Valsugana e Bersntol riunisce poco meno di 50 mila abitanti (www.co-munitatn.it, dato aggiornato al 2007) dei comuni di Baselga di Piné (4.759 abitanti), Bedollo (1.433 abitanti), Bosentino (798 abitanti) Calceranica al Lago (1.235 abitanti), Caldo-nazzo (3.108 abitanti), Centa San Nicolò (618 abitanti), Civezzano (3.760 abitanti), Fierozzo (463 abitanti), Forna-ce (1.300 abitanti), Frassilongo (339 abitanti), Levico Terme (7.191 abitanti), Palù del Fer-sina (188 abitanti), Pergine Valsugana (19.269 abitanti), Sant’Orsola Terme (1.022 abitanti), Tenna (976 abitanti), Vattaro (1.115 abitanti), Vi-gnola-Falesina (133 abitanti), Vigolo Vattaro (2.126 abitanti). Moltrer ha indicato come orario di ricevimento per i cittadini, anche senza appuntamento, il martedì mattina dalle 6.30 alle 7.30 presso l’Uffi cio del presidente al primo piano dell’edifi co in piazza Gavazzi a Pergine Valsugana, sede dell’ex Comprensorio.

«Incidere nelle istituzioni e nella cultura»Gli obiettivi della riforma isti-tuzionale sono riassunti dal Presidente della Provincia e dal Presidente del Consiglio delle Autonomie locali sul sito web Forum comunità: «Serve che la Provincia e i comuni siano “alleati”, ma anche che lo siano i comuni fra loro, per por-tare avanti e dare attuazione ad una riforma che cambierà l’architettura e l’esplicarsi della stessa autonomia in Trentino. Questa riforma “non porterà via niente a nessuno”, ma si pone invece l’obiettivo di valorizzare la cellula fonda-mentale delle Istituzioni, il Comune, e la sua capacità di “interpretare” il territorio e di dare risposte ai propri cittadini. Un progetto ambizioso che in prospettiva prevede anche lo “smagrimento” della stessa Provincia. Molto è stato fatto, molto c’è ancora da fare. È un percorso diffi cile e complesso, appunto perché incidente in profondità nelle Istituzioni, e soprattutto, nella cultura delle persone, di cui in defi nitiva le Istituzioni sono proiezione». (www.comunitatn.it).

Diego Moltrer, sin-daco del Comu-ne di Fierozzo/Vlarötz, è il pri-

mo presidente della Comuni-tà Alta Valsugana e Bersntol. Nella seduta del 4 novembre scorso l’Assemblea del nuo-vo ente ha eletto la giunta: Pierino Caresia (Fornace) è il vicepresidente, consiglieri Marco Fruet (Bosentino), Alma Fox (Levico), Walter Moser (Sant’Orsola), Mauro Nadalini e Renato Nisco (Pergine). Dal 5 novembre scorso, con il decreto del Presidente della Provincia, i neocostituiti organi della Comunità Alta Valsugana e Bersntol sostituiscono gli organi del Comprensorio dell’Alta Valsugana, avvi-cinando alla conclusione il percorso di riforma istituzio-nale provinciale, previsto dalla legge 3/2006, che si concretizzerà con l’esercizio delle competenze. L’Assem-blea, eletta il 19 settembre scorso, è costituita da 54 componenti, tra cui i sindaci dei 18 comuni che compon-gono l’ente, ed è chiamata a «defi nire gli indirizzi poli-tico-amministrativi, gli atti fondamentali di programma-zione e di organizzazione del-la Comunità, controllandone l’attuazione». Competenze dell’ente le politiche della casa (edilizia pubblica ed edilizia agevolata), servizi pubblici locali (che la legge prevede siano organizzati sulla base di ambiti territoriali ottimali con riferimento al ciclo dell’acqua, dei rifi uti, trasporto pubblico locale e distribuzione dell’energia),

stato un periodo vivace - la rifl essione di Sergio Anesi, presidente uscente dell’ormai ex Comprensorio Alta Valsu-gana, sull’ultimo notiziario dell’ente in occasione delle elezioni dell’Assemblea della Comunità Alta Valsugana e Bersntol- in cui le ammini-strazioni, attraverso il Col-legio dei Sindaci e i consigli comunali, si sono confrontate per arrivare a garantire un passaggio di consegne tra il vecchio Comprensorio e la nuova Comunità e affrontare la nuova sfi da sulle competen-ze che la riforma istituzionale ha defi nito. […] L’anno che ci separa dalle nuove elezioni servirà proprio per impostare un iniziale abbozzo di quelli che dovranno essere in futuro i compiti del nuovo ente. Per questo, ne sono convinto, era indispensabile arrivare alla nomina dell’assemblea con l’apporto di tutti i comuni

che nella costruzione della lista dei consiglieri hanno dimostrato di voler ricercare la miglior collaborazione. Certo, il sistema di una lista concordata tra le ammini-strazioni adottato in questa fase di avviamento è perfet-tibile e l’elezione diretta di parte dell’assemblea potrà garantire, già dal prossimo anno, una presenza e un peso dell’ente diverso anche nel rapporto con la Provincia e i Comuni, ma essere riusciti a condividere la partenza del

nuovo ente con l’apporto di tutti i Comuni è un risultato che non solo fa ben sperare in una gestione che sappia superare i momenti di possi-bili diffi coltà iniziali, ma che sappia stimolare una presa in carico di nuove funzioni e responsabilità. […] La nuova sinergia tra i Comuni nata in questa occasione e che la legge chiede sarà ulteriore sti-molo per avviare un percorso che ci auguriamo sia ricco di risposte puntuali ai cittadini e garanzia di nuovi traguardi». (www.comprensorioaltaval-sugana.it)

IN BREVE

politiche sociali (assistenza e benefi cenza pubblica, servizi socio-assistenziali, volonta-riato sociale), urbanistica. La legge provinciale prevede il trasferimento delle funzioni amministrative concernenti tali materie ai comuni, con l’obbligo di esercizio in for-ma associata mediante la Comunità.«Quello appena concluso è

Il fatto. «Addio comprensorio, benvenuta comunità»

Un presidente, 18 comuniLa Comunità Alta Valsugana e Bersntol riunisce poco meno di 50 mila abitanti (www.co-munitatn.it, dato aggiornato al 2007) dei comuni di Baselga di Piné (4.759 abitanti), Bedollo (1.433 abitanti), Bosentino

IN BREVE

Nasce la comunità Alta Valsugana e Bersntol

La sede della Comunità Alta Valsugana e Bersntol, ex Comprensorio C4, a Pergine

Sergio Anesi, sindaco di Baselga di Pinè, ex presidente del Comprensorio Alta Valsugana

Diego Moltrer, sindaco di Fierozzo-Vlarötz presidente dellla Comunità Alta Valsugana e Bersntol

CRONACHE

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76 L A F I N E S T R A • N O V E M B R E 2 0 0 9Teatro dell 'opera di Bajreuth

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A poche settimane dal ventesimo a n n i v e r s a r i o d e l l a c a d u t a

del famigerato “muro”, Berlino, la città un tempo divisa dal simbolo della “cortina di ferro”, si è ritrovata unita nel nome di una nobile e antica arte che significa armonia per antonomasia: la musica.Già, perché a fine settem-bre le note del Complesso Corelli di Borgo Valsu-gana sono mirabilmente risuonate, portando gioia ed emozioni, laddove fino a pochi decenni fa vigeva-no il grigiore, la freddezza e financo il sospetto.Una trasferta, quella del Complesso Corelli di Bor-go Valsugana, davvero particolare, dunque, per quanto riguarda la lo-cation, nonché degna di nota, come sempre, per la capacità di riscuotere unanimi consensi, spe-cialmente da parte degli spettatori, amanti della musica e in particolare di quella Barocca, che in quel di Berlino han-no ampiamente avuto la possibilità di ammirare i virtuosismi e la bravura del Corelli.Un viaggio a cui hanno partecipato anche una quarantina di borghesani doc, i quali hanno così voluto testimoniare la vicinanza al loro coro, accompagnandolo e soste-nendolo in questa “attesa” trasferta, a conclusio-ne, in maniera davvero egregia ed encomiabile, della quinta edizione del Festival Internazionale di Musica Barocca.Nel novero dei fedeli ac-compagnatori figurava anche Gianfranco Schraff,

Vicesindaco di Borgo, il quale ha colto la gradita occasione per stabilire nuovi e proficui contatti culturali, nonché com-merciali, con la dott.ssa Beaute Kuhn, sindaco di Bayreuth, città di oltre 80 mila abitanti situati

nell’Alta Baviera.Tre gli applauditissimi concerti che da anni si ri-petono e da anni qualifica-no il Corelli come uno dei più seguiti e ascoltati.E un pubblico delle grandi occasioni li ha applauditi anche il 26 e 27 settembre scorsi a Berlino-Charlot-tenburg nella splendida cornice della “Evange-lishe Kirche Am Lietzen-see” e poi, sempre il 27 settembre a Posdam nella Reggia “Sans Souci”, in un memorabile concerto dedicato a Federico II e magnificamente interpre-tato dai “nostri”.Tre occasioni che gl i appassionati non hanno voluto perdere, perché davvero non è cosa di tutti i giorni poter ascoltare le note e le musiche che fanno parte del vastissimo repertorio del Corelli. E il Complesso Corelli di Borgo Valsugana come sempre non ha deluso le aspettative, tutt’altro. Ha

regala-to alla p la tea dei tre concer-ti una mu-sicalità che non è dato sempre vedere e, soprat-tutto, udire.

77 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

PRIMO VIOLINO e DIRETTOREAndrea Ferroni

VIOLININadia CarliViktoria GögeleLuca MartiniStefano Roveda

VIOLENicola FadanelliJosef Höhn

VIOLONCELLIFrieder BertholdIvo Brigadoi

GLI ESECUTORI

di Armando Munaò

Il Complesso Corelli conquista Berlino

Alla fine di questa indi-menticabile esperienza il presidente del Complesso Corelli, Umberto Trinti-naglia, raggiante in volto, ha dichiarato: «Sono vera-mente molto soddisfatto e felice per i risultati otte-nuti con questa trasferta. E non mi riferisco a quel-li prettamente musicali – precisa- ma anche e principalmente all’atmo-sfera di calore che ci ha circondato prima, durante e dopo i nostri concer-ti. Il Corelli è una bella realtà che fa parte della tradizione musicale che mai delude le aspettative di chi lo segue o di chi, fosse anche per la prima volta, si avvicina a questa “romantica musica”».E nel chiudere questa me-ritata cronaca, ci sembra doveroso citare coloro i quali con le loro capacità hanno dato vita ai tre con-certi in terra tedesca, ov-vero gli esecutori riportati nella tabella a fianco.

MUSICA

CONTRABBASSOMarco Forti

CLAVICEMBALOE ORGANOChiara Minali

SOLISTIIvonne Dandrea (Mezzosoprano)Erika Giovanelli (fl auto)

BALLETTO CLASSICOAlice CastiniFrancesca Rinaldi

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1936 Borgo, Sella (foto inviata da Zanin Teresita, Borgo Valsugana)

1933 Borgo, Sella (foto inviata da Zanin Teresita, Borgo Valsugana)

1933 Borgo, Sella

Una fotografia spesso racconta più di mille parole. È qualcosa che ferma una frazione di secondo e la rende imperitura nel tempo. Con questa nuova rubrica, “Come eravamo”, inten-diamo riproporre vecchie fotografie di luoghi, persone, scolaresche, gruppi, associazioni della Valsugana, del Tesino e del Trentino.Pertanto invitiamo tutti i lettori che avessero delle fotografie d’epoca (dagli anni ‘80 in giù) a inviarcele via e-mail ([email protected]) o a portarcele in redazione (viale 4 Novem-bre 12, Borgo Valsugana). Le tratteremo con la massima cura, le restituiremo immediata-mente ai legittimi proprietari e, soprattutto, le pubblicheremo su questa pagina con il nome dell’autore e una breve didascalia di spiega-zione all’immagine.

Frammenti di storia immortalati in un fotogramma

Comeeravamo...

Selva 1904: famiglia Vergot Pietro e Caterina

Selva 1917: famiglia Vergot Mario e Maria, Rosina e Emma

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79 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

CO.GE.CA. – FE.GI.CAHa avuto un ottimo riscontro di prenotazioni l’iniziativa delle tre serate organizzate dal consorzio COGECA unitamente a FE.GICA (13,20 e 27 novembre) per informare gli imprenditori sulle ultime novità introdotte dal Decreto 106/09 che ha modifi cato il Testo Unico della Sicurezza.Massimo Ongaro, Presidente di COGECA e Melillo Milo responsabile territoriale di FE.GICA, ringraziano sia il mensile “LA FINESTRA” per aver dato spazio alla proposta informativa, che il funzionario provinciale geom. Donato Lombardi per la sua cortese disponibilità.COGECA, unitamente a ELEVA.FORM ha ultimato in questi giorni i percorsi integrati con due gruppi di imprenditori di Trento e Rovereto e dintorni con somma soddisfazione di tutti i partecipanti.

LA STAZIONE DI SERVIZIODue ragazzi si pre-sentano dichiarando di voler “rilevare”

una stazione di servizio dotata di bar, ristorante e autolavaggio. Nell’esposizione del loro progetto mettono molta passione, tanto che l’intervista invece dell’usuale ora e mezza si protrae per quasi tre ore. L’analisi parte da lontano, dalla loro ambizione di fare qualcosa insieme, considerato che sono amici fi n da ragazzini, di dare lavoro alla sorella di uno dei due soci (che è fi danzata con l’altro socio), di costruirsi un futuro, comprare casa con i ricavi eccetera.Tanti progetti, dunque, racchiusi in uno solo obiettivo che consiste nel voler fare impresa.Dal business plan computato in-sieme (analisi dei costi certi e dei ricavi incerti) risulta che l’azienda potrebbe avere buone prospetti-ve di riuscita. Quindi al termine della consulenza a 360 gradi di-ventiamo alleati nel perseguire il

loro obiettivo e, dulcis in fundo, tutti e tre (all’insegna del motto: “insieme ce la possiamo fare”) si iscrivono nel percorso “integrato” che inizierà prossimamente e che è comprensivo di tutto: dalla sicu-rezza all’haccp, dall’antincendio al pronto soccorso e che include anche i documenti correlati agli adempimenti normativi.

L’ATTIVITÀ PSICO-SOCIO-LOGICADue belle sorelle di circa 30 anni,

laureate, dipendenti di due strutture pubbliche, si presentano manife-stando l’intenzione di aprire nel prossimo futuro uno spazio sia commerciale che esoterico che possa comprendere anche le loro consulenze psico-sociologiche.Una bella sfi da analizzare le tre tipologie di attività racchiuse nel loro progetto e metterle su carta, intendendo renderle concrete e accettabili dal mercato trentino. Ma siccome le sfi de sono lo stimolo

di tutta la mia attività, ci provo. All’inizio vi è l’invio di qualche decina di sms di sondaggio, di chia-rimenti (per via dei nostri impegni lavorativi); poi passiamo alle e-mail un po’ più “consistenti” di informa-zioni reciproche e fi nalmente, una sera, dopo i nostri rispettivi orari, ci troviamo intorno alla mia scrivania con depliant, preventivi di costi, bilanci di attività commerciali e consulenziali similare, blocchi di fogli a quadretti sui quali sono de-scritte idee, vi è una planimetria con l’arredamento, ricerche in internet su tre canali diversi per via delle tre attività combinate insieme...

Dopo qualche ora di discussioni e con la mezzanotte che si avvicina, riusciamo a capire cosa bisogna fare e come muoverci. Stiliamo quindi una scaletta di cose da verifi care a cui nei giorni seguenti dovranno dedicarsi, per poi ritrovarci e stabilire il piano defi niti-vo. La mia parte consiste anche nel verifi care la possibilità di fi nanzia-menti pubblici. Certo che un’idea come questa non l’avevo mai “toc-cata” così da vicino e spero molto che tengano duro (le due sorelle sono tutte e due di segni zodiacali molto tosti) e la sua realizzazione a sei mani ora è molto vicina.

Annamaria Frioli… una donna che lavora – 3ª parte

NEWS IN BREVE

Ecco alcuni esempi dei check-up per imprenditoriDurante il mese di ottobre sono stati “somministrati” una cinquan-tina di check-up ad imprenditori esistenti e a futuri imprenditori. Ecco due casi molto signifi cativi...

Annamaria Frioli

In conclusione...La mia soddisfazione consiste nel fornire (gratuitamente tra l’altro, ... come potrei chiedere a chi ancora non guadagna l’equo quibus di tali consulenze?) informazioni e consigli a chi vuol mettersi in proprio, al fi ne di limitare i possibili danni derivanti dal “ma io non lo sapevo che sareb-be stato così diffi cile” oppure “ma io non pensavo che ci volessero tutte queste cose”. Meglio un’azienda che non inizia, che una “strozzata” dalle problematiche che ci sono sempre e comunque, o magari che parte con un preventivo di spesa e poi lo vede decuplicare con problematiche di liquidità facilmente immaginabili.

ASSEMBLEA DEI GESTORI IMPIANTI CARBURANTI

10 dicembre 2009 - ORE 20.15TRENTO - Via Maccani n. 211

presso la sede del Consorzio Gestori Carburanti CO.GE.CA.

Interverrà il Segretario del Triveneto MILO MELILLO e un rappresentante nazionale per spiegare a TUTTI I GESTORI ed in particolare a quelli AGIP, i motivi per i quali la Fegica Cisl si è rifi utata di arrendersi allo strapotere e alle minacce dell’ENI e non ha fi rmato l’accordo truffa.

“TUTTO QUELLO CHE AVRESTI DOVUTO SAPERE SU L’ACCORDO TRUFFA ENI-FAIB-FIGISC E NESSUNO DI LORO HA IL CORAGGIO DI RACCONTARTI”

Per ottimizzare l’organizzazione, si prega di confermare la presenza a mezzo fax 0461 427462 o e-mail: tankstat@infi nito.it; [email protected]

Federazione Gestori ImpiantiCarburanti e Affi ni

Aderente al CoordinamentoLavoro Autonomo

Gestori Carburanti CO.GE.CATrento- Via Maccani 211

Tel. 0461 402020Fax 0461 427462

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Parole di sincero apprezzamento per l’attività svolta nei suoi vent’anni di

storia dal “Cenacolo trentino di cultura dialettale” sono venute dall’assessore pro-vinciale alla cultura, Franco Panizza, che ha defi nito la poesia dialettale una felice sintesi di genuinità e imme-diatezza, il mezzo ideale per esprimere i sentimenti più intimi che ciascuno di noi custodisce nel proprio cuore. «Il dialetto – ha affermato Panizza – rappresenta un im-portante strumento di ricerca identitaria ed è doveroso uno sforzo atto a recuperare la forza espressiva di questa lingua “democratica” che tutti all’interno di una co-munità sanno parlare, purché abbiamo orecchi per ascolta-re e un pizzico di buona vo-lontà per tradurne i vocaboli più strani e desueti, facendo magari riferimento a quel prezioso tesoro di esperienza rappresentato dalle persone anziane».È successo al Centro Ser-vizi culturali Santa Chia-ra di Trento, alla festa di compleanno, organizzata su iniziativa dell’Assessorato provinciale alla Cultura, al teatro “Cuminetti”. Festa che ha avuto per protagonisti i poeti che compongono il “Cenacolo”. Una sala gremi-ta da oltre trecento persone e un successo scandito da

Mariano Bortolotti, Lorenzo Cosso, Luciano Daldoss, Silvano Forti, Francesco Maria Gottardi, Fabrizio Groff, Dario Salsa, Corrado Zanol. Ogni poeta ha avuto la possibilità di presentare al pubblico alcune delle proprie composizioni, recita dei testi arricchita dall’accompagna-mento musicale del chitarri-sta Piergiorgio Lunelli.Non è mancato un momento di accorato e affettuoso ricor-do rivolto agli amici poeti che nel “Cenacolo” hanno potuto percorrere solo un tratto di strada: Bruno Banal, Paolo Cereghini, Anselmo Chini, Marco Fontanari, Italo Varner e Bruno Groff, cui è stato anche intitolato un con-corso triveneto biennale di poesia dialettale, organizzato per la prima volta nel 2004.Ma i poeti del “Cenacolo” non hanno voluto essere soli in palcoscenico a festeggiare il ventesimo compleanno: al loro fi anco si sono esibiti, infatti, i gruppi strumentali “Aires” e “Il Tamburo del Sole” con il loro repertorio di musica klezmer e dell’est europeo, gli attori della com-pagnia teatrale “Filogamar” di Cognola che hanno inter-pretato scene tratte da una commedia di Elio Fox; in chiusura, il Coro della SO-SAT, storico interprete di quegli stessi valori cultu-rali legati al territorio, alla storia e alle tradizioni della

IN BREVE

lunghi e numerosi applausi: è stato questo il regalo di com-pleanno che gli appassionati di poesia hanno riservato al “Cenacolo trentino di cultura dialettale”. Nato nel maggio del 1989 su iniziativa di Elio Fox – giornalista, commediogra-fo e studioso dei dialetti (a lui l’assessore Panizza ha conse-gnato un riconoscimento) – e di alcune fra le più apprezzate voci poetiche del panorama provinciale, il “Cenacolo” ha svolto un’azione capillare di diffusione sul territorio della poesia in dialetto attraverso centinaia di recital in tutte le valli, ed ha inoltre organizza-to scambi culturali, incontri e occasioni di reciproca co-noscenza con gruppi di poeti attivi al di fuori dei confi ni regionali.Alla festa c’erano Francesca Candotti, Lia Cinà Bezzi, Antonia Dalpiaz – nell’oc-casione anche presentatrice –, Luisa Gretter Adamoli, Luciana Sicheri, Lilia Slomp Ferrari, Livio Andreatta,

Nuvole in viaggioUn lungo e convinto applauso ha premiato il coraggio di utenti e collaboratori della Comunità terapeutica Maso San Pietro di Pergine che il 6 novem-bre scorso, diretti da Antonio Viganò, hanno presentato lo spettacolo Nuvole di passag-gio, prodotto da Danzamania e Pergine Spettacolo Aperto e presentato al Teatro Don Bosco di Pergine nell’ambito della rassegna Buio in sala. «Un laboratorio “esplorativo” -come spiega lo stesso Viga-nò nella presentazione dello spettacolo- con lo scopo di comprendere la disponibilità, l’interesse e le eventuali pas-sioni che la pratica teatrale avrebbe riscontrato, quindi aprire percorsi per recupe-rare conoscenze, autostima, memoria e comunicazione. Percorsi per far sì che quegli utenti “attori” non fossero soltanto utenti “categoria”, ma riguadagnassero un nome, un cognome, una data di

nascita, insomma una storia personale e unica stimolando la produzione di stati emo-zionali, visivi e giochi. Tutto questo dentro un’istituzione che solitamente è chiamata a fare il contrario tendendo piuttosto a controllare stati emotivi e visionari. Solo dopo questa verifica, conclusasi positivamente - continua il re-gista-, mi è sembrato possibile immaginare e organizzare una seconda fase, di vera e propria creazione artistica. Ecco allora che attraverso il loro lavoro il teatro ha raggiunto le persone e ha scoperto nuovi linguaggi ». Interpreti e collaboratori Pietro Angeli, Anna Brose-ghini, Sonia Buffa, Manuela Evangelisti, Veronica Maistri, Renato Moratti, Rossella Ni-sco, Soledad Rivas, Claudia Scalet, Walter Smaniotto, Monica Tomasini, Caterina Turato, Ignazio Valler, Cinzia Weber. Fondamentale la colla-borazione con le associazioni Danzamania e Compagnie Teatrali Unite, promotore di incontri cui hanno partecipato i protagonisti.

Ricorrenza. Vent’anni di attività culturale in difesa del dialetto

Il Cenacolo Trentino diCultura dialettale in festa

gente trentina che anche il “Cenacolo” è impegnato a sostenere e diffondere. Nel ricco programma della serata si sono ben inseriti anche brevi, garbati cenni commemorativi che hanno aiutato il pubblico ad appro-fondire la conoscenza del ventennale percorso cultu-rale del gruppo poetico. Elio Fox, che del “Cenacolo” rappresenta tuttora il perno organizzativo oltre che un solido riferimento di caratte-re accademico, ha ricordato le solide radici che questo gruppo di poeti affonda nel tessuto culturale della terra trentina e la sua capacità di guardare al territorio utiliz-zando quei codici linguistici – i dialetti appunto – che lo caratterizzano e lo arricchi-scono. Non senza andare continuamente alla ricerca di colleganza, amicizia e comu-nione con i rappresentanti di culture dialettali di altre re-gioni: nel Veneto in partico-lare, ma anche in Lombardia ed Emilia Romagna.Agli spettatori intervenuti allo spettacolo del venten-nale è stato consegnata una copia dell’antologia “Vinti ani dopo …” che offre una sintesi significativa della produzione letteraria dei poeti del “Cenacolo” e ne ripercorre i momenti più significativi dell’attività svolta sul territorio negli ultimi anni.

CRONACHE

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Si è svolto il 6 e il 7 novembre scorsi a Riva del Garda un incontro di due

giorni sul tema: “Identità e sviluppo nelle generazioni di Tirolo-Alto Adige/Sudti-rol-Trentino”. Il meeting era organizzato dall’assessora-to alle Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Trento e vi hanno parte-cipato 150 giovani (50 dal Trentino, 50 dall’Alto Adige e 50 dal Tirolo). Visto che ogni Piano Giovani di Zona poteva essere rappresentato, anche due giovani di Pergi-ne erano presenti alla due giorni di incontri che hanno rappresentato un’occasione di confronto tra i giovani dell’Euroregione alpina. L’area geografi ca composta da Tirolo, Alto Adige/Südti-rol e Trentino, in questi anni ha dato vita a una fi tta rete di rapporti di amicizia e di scambi culturali, economici e sociali. Queste comunità hanno alle spalle una sto-ria secolare comune, così come sono molteplici e rilevanti le somiglianze sul piano geografi co, culturale e ambientale. Si tratta di un patrimonio che unisce le tre regioni nell’Euregio e che va vissuto con consa-pevolezza e senso critico, valorizzato e trasmesso alle nuove generazioni. Infat-ti, molteplici e importan-ti sono i settori in cui la collaborazione si esplica: dall’economia alla cultura, dalla ricerca ai trasporti, alla formazione, all’ambiente, al turismo, fi no alla comunica-zione e agli aspetti sociali. Naturalmente, un contesto di sviluppo sostenibile che tenga conto delle condizioni naturali e ambientali e della particolare sensibilità del territorio alpino, non può trascurare l’idea della cen-tralità dei giovani. Giovani

CRONACHE

Identità e sviluppo nelle nuove generazioni

profi cue collaborazioni tra le tre aree regionali possa-no anche creare un terreno fertile, in cui le giovani generazioni siano in grado di scoprire valori comuni e utilizzare questa esperienza come base per uno sviluppo e una cooperazione duraturi. Il meeting, manifestazione di una volontà comune di so-stenere e attuare la condivi-sione del ricco patrimonio di esperienze e testimonianze che caratterizza l’Euregio, si è articolato in due ses-sioni che hanno riguardato i seguenti assi tematici: Passato, presente e futuro nell’Euregio alpina e Idee di collaborazione fra le tre aree. In particolare, la secon-da sessione è stata strutturata in cinque sottogruppi in cui i giovani, guidati da esperti “facilitatori” del dialogo e del confronto, hanno potuto discutere e approfondire alcune tematiche: Identi-

tà e diversità; Economia, ambiente e sostenibilità; Economia della conoscenza; Etica e responsabilità; Vo-lontariato e partecipazione attiva. I vari gruppi di lavoro hanno steso delle relazioni da portare all’attenzione dei referenti istituzionali di Trentino, Tirolo e Alto Adige/Südtirol per stimolare un confronto e dibattito su come le istituzioni possono favorire la partecipazione attiva delle nuove genera-zioni alla vita civile. Del resto, solo un’azione pub-blica tesa a valorizzare il mondo giovanile e le idee e i progetti innovativi che in esso germogliano può garantire uno sviluppo al servizio della qualità della vita di tutti i cittadini. An-che Pergine, con due suoi giovani rappresentanti, ha potuto avere un ruolo attivo in quest’ottica di ricerca di nuove e “giovani” idee.

che bisogna sostenere nella ricerca della loro identità, la quale diventa una risorsa indispensabile per saper vivere nel cambiamento, con il desiderio di costruirsi un progetto di vita, i cui orizzonti contemplino anche un impegno responsabile nei confronti del territorio di appartenenza. È per questo che le assemblee legislative delle tre regioni, riunite in seduta congiunta, hanno invitato i rispettivi esecutivi a promuovere l’incontro tra i giovani provenienti dalle tre aree, in modo che essi si ritrovino per studia-re assieme problematiche transfrontaliere, conoscere le realtà della convivenza tra lingue e culture diverse e accettare le differenze in quanto arricchimento. Questi, in sintesi, i pensieri ispiratori alla base della due giorni di incontri. Un’occa-sione per indagare come le

Riva del Garda. Un meeting che ha visto la partecipazione di 150 giovani

di Paolo Chiesa

Presentazione e tavola rotonda

IN BREVE

Parlamentiamo

di Paolo ChiesaNell’ambito del Piano Giovani di Zona di Pergine e della Valle del Fersina è stato orga-nizzato un percorso formativo che possa stimolare i giovani dai 18 ai 30 anni ad appro-fondire la conoscenza delle nostre istituzioni, partendo da quelle locali per giungere al Parlamento nazionale. Si dice spesso che la politica non si occupa a suffi cienza dei giovani. Ma i giovani s’interessano di politica? È ormai un dato di fatto che ad ogni elezione aumenta il numero degli astenuti, a di-mostrazione che la distanza fra i giovani e la politica sta crescendo a dismisura. In occasione del 60esimo an-niversario della Costituzione Italiana questo progetto, nato su iniziativa di due ragazze di Pergine: Marianna Moser e Romina Zecchini, vuole proporre un percorso forma-tivo che stimoli i giovani ad approfondire la conoscenza delle istituzioni. L’idea del progetto nasce da un’espe-rienza vissuta da alcuni amici delle due ragazze coinvolti nel Piano Giovani di Zona del Primiero. Vediamo nello specifico in cosa consiste Parlamentiamo. Nei mesi di ottobre e novembre si sono svolti quattro incontri tenuti da esperti su questi temi: “2009: ha ancora senso parlare di Autonomia?”; “Il ruolo degli Enti Locali”; “La cittadinanza attiva e la partecipazione”; “Le istituzioni romane”. Oltre a questa parte formativa c’è stato un viaggio a Roma per 25 ragazzi che hanno fre-quentato gli incontri formativi preliminari. Si è trattato di un viaggio di quattro giorni nella capitale, durante i quali i ra-gazzi hanno potuto visitare il Parlamento, il Quirinale e ov-viamente la città. Gli obiettivi di Parlamentiamo 2009 erano quelli di approfondire la co-noscenza degli organi politici locali e nazionali da parte dei giovani e di avvicinare i gio-vani alla politica. L’auspicio degli organizzatori è quello di potere ripetere in futuro l’esperienza estendendo lo studio alle istituzioni europee e internazionali. (p.c.)

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Maglietta marro-ne, pantalon-cini verdi; le scarpette sa-

rebbero bianche se non fosse per uno strato di terriccio che le ricopre quasi completa-mente. La bimba ha i capelli nerissimi e lo sguardo stanco di un’adulta che ne ha viste troppe. Perché quella che la telecamera sta inquadrando non è una bambina che vive l’innocente, ilare quotidianità riservata alla maggior parte delle fanciulle occidentali: la bambina protagonista di un agghiacciante video man-dato in onda qualche giorno fa dal network statunitense Abc – e che in poche ore ha fatto il giro del mondo – è una bracciante agricola a tutti gli effetti. Lavora nei campi, fl ette le gambe, infi la le ma-nine fra gli arbusti spinosi, raccoglie mirtilli, ne riempie voluminosi secchi che poi trasporta con grande fatica.Non proprio una bracciante “a tutti gli effetti”, in realtà: quella bimba è una lavora-trice in nero, sottopagata, non sottoposta ad alcuna tutela sindacale né sanitaria, clandestina in un Paese in cui

ATTUALITÀ

La crisi economica spinge manager e dirigenti a tagliare i costi e a razionalizzare la produzione. E così il prezzo della crisi viene fat-to pagare anche ai più disperati fra i disperati. Non in Asia, non in Africa, ma nella democratica America...

per lui…»); un reato punito severamente da quasi tutte le legislazioni del mondo.A questo punto anche il lettore meno curioso si starà domandando come avrà fatto la Abc a venire in possesso di un video tanto orribile; come avrà fatto l’ardimen-tosa troupe ad addentrarsi in qualche remota contrada asiatica, quali sterrate piste avrà percorso prima di rag-giungere un verdeggiante slargo dell’intricata foresta equatoriale africana.E invece la troupe non ha dovuto percorrere molti chi-lometri: le è bastato svoltare l’angolo di casa. Si stenterà a crederlo, ma le riprese della piccola immigrata messi-cana, clandestina come il resto della sua famiglia, sono state effettuate in una grande azienda agricola dello Stato del Michigan, cuore geogra-fi co e industriale degli Stati Uniti d’America. «Stava solo aiutando i suoi genito-ri», «Sono i genitori che li portano nei campi, a nostra insaputa»: pare che alcuni dirigenti dell’Azienda sma-scherata dal lavoro di bravi cronisti abbiano provato a giustifi carsi adducendo mo-tivazioni del genere.

In realtà lo sfruttamento di intere famiglie di clandestini messicani è una realtà sotto gli occhi di tutti, in diverse realtà agricole degli Stati Uniti. La crisi economica spinge manager e dirigenti a tagliare i costi e a razionaliz-zare la produzione. E così il prezzo della crisi viene fatto pagare anche ai più disperati fra i disperati: si moltipli-cano le forme di ricatto-sfruttamento ai danni degli immigrati privi di permessi di soggiorno, si incentiva «l’aiuto pomeridiano» dei genitori da parte dei fi gli, si chiude un occhio quando dai campi, alla sera, sciamano intere colonne di bambini laceri e spossati.Nella Nazione-faro dell’oc-cidente, nella più grande democrazia del mondo, pa-ladina della stabilità e della Libertà, alcuni colossi agro-alimentari gareggiano in ferocia e in squallore con gli aguzzini e i caporali di pro-vincia. Clandestini sfruttati e terrorizzati che innervano il sistema produttivo, eserciti di schiavi bambini che si aggi-rano per le farm statunitensi: non sono certamente imma-gini che restano scolpite nella storia della Democrazia.

IN BREVE

non ha cittadinanza legale. Una schiava, insomma: una piccola, indifesa schiava del XXI secolo. Cinque, sei anni, non di più: le immagini sono talmente nitide da permettere un’approssimazione circa la sua età.Cinque, sei anni. Lavoro minorile, sfruttamento del lavoro infantile; una delle piaghe più disgustose che affl iggono la società umana, un relitto nauseabondo che proviene dai secoli dei secoli, da quella matrice di ferinità primigenia della quale l’uo-mo non è riuscito a liberarsi completamente. Un peccato grave (qualcuno ricorda la «macina da asino attorno al collo» che Gesù consiglia agli adulti che scandalizzano i bambini? «Sarebbe meglio

L’esercito dei bambinischiavi del XXI secolo

di Francesco Grosso

Esteri. Quelle immagini che offuscano la più grande democrazia

I 60 anni della Rep.Popolare CineseL’11 novembre scorso, presso la Biblioteca di Trento, il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale ha organizzato un incontro-dibattito dal titolo “I sessanta anni della Repub-blica Popolare Cinese” con l’intervento di Giovanni Salvini e l’introduzione di Fernando Orlandi. Gli straordinari risultati economici appaiono l’oggetto più evidente di una rifl essione sulla Repubblica Popolare Cinese in occasione del suo sessantesimo anniversario. Il tratto più specifi co dell’espe-rienza cinese lo si ritrova nella simultaneità della crescita economica e del processo di transizione da un sistema so-cialista “alla sovietica” ad una forma peculiare di capitalismo. In effetti, nel primo periodo del-la sua esperienza (1949-1976) l’unità del paese si attua – pur con gravi lacerazioni – in un sistema istituzionale di matrice sovietica che imbriglia tutta la società in modo totalitario e da “dispotismo orientale”, soffocandone ogni iniziativa. Dopo la morte di Mao (1976) inizia una graduale liberalizza-zione che, con Deng Xiaoping (1978) si estende, partendo dal vasto mondo rurale, ad ampia parte della sfera eco-nomica. È in questo secondo periodo che – dopo il mas-sacro di Tian’anmen (1989) – si introduce il “socialismo di mercato” (1993), inteso in con-creto a diminuire il ruolo del-l’economia di comando, che pure permane in altro modo, e introdurre forme di mercato. Il terzo periodo – adesione alla WTO (2001) – collega le riforme interne alle esigenze della realtà internazionale. Il dumping monetario e del costo del lavoro favoriscono le esportazioni. La Cina diventa la “fabbrica del mondo”.

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Chi sono i meno spaventati.Il 61,4 per cento degli italiani non

ha paura dell’influenza A, come emerge dall’indagi-ne periodica del Monitor Biomedico realizzata negli ultimi mesi. Al di là delle oscillazioni dei picchi di allarme, non sono intimoriti dai rischi della pandemia soprattutto gli uomini (68,1 per cento), i laureati (74,4 per cento), i residenti del Nord-Ovest (66 per cento) e del Nord-Est (74,5 per cento). Ad avere meno paura sono, inoltre, gli abitanti dei centri urbani più piccoli - fino a 10mila abitanti (61,9 per cento) e tra 10mila e 30mila abitanti (64,4 per cento) - e gli italiani più giovani (più del 65 per cento).

E perché sono meno spaventati.Più del 37 per cento di chi

non ha paura dell’influenza A ritiene che, in realtà, i rischi siano gonfiati dai media, mentre oltre il 24 per cento è convinto che le nostre tutele sanitarie siano adeguate per evitare il diffondersi della pandemia. Particolarmente critici verso l’allarmismo sono gli uomini (42,7 per cento), i soggetti con un ti-tolo di studio più elevato (il 44,4 per cento dei diplomati e il 41,2 per cento dei laureati), gli abitanti del Nord-Ovest

(43 per cento) e del Centro (38,9 per cento), i giovani dai 18 ai 29 anni (49,5 per cento), coloro che hanno un livello di reddito alto o me-dio-alto (42 per cento), le fa-miglie monogenitoriali (42,9 per cento). Più fiduciosi nelle tutele previste dalla sanità sono i residenti del Nord-Est (41,2 per cento).

Chi sono i più spaventati.È invece tra i residenti del Sud (quasi il 49 per cento) e

quelli del Centro (40 per cen-to) che si regista una quota nettamente più alta di per-sone che dichiarano di avere paura dei rischi di pandemia legati all’influenza A. Sono più spaventati gli anziani (47,1 per cento) e le donne (45 per cento), ma anche i soggetti meno scolarizzati, con al massimo la licenza elementare (51,5 per cento), gli abitanti dei centri urbani più grandi (41,4 per cento), coloro che dispongono di redditi più bassi (quasi il 60 per cento) e le coppie senza figli (44,2 per cento).

Paura e sfiducia.La paura dipende soprattutto dalla convinzione che le ma-lattie arrivino anche da noi a causa della globalizzazione (il 24 per cento delle opi-nioni raccolte, dato che sale a quasi il 31 per cento nel Mezzogiorno e al 28,5 per cento tra le donne), oppure

dalla sfiducia nel sistema di tutele attivato (il 14,6 per cento dichiara che il sistema di tutela non è adeguato).

Qualche anno fa invece… Anche nel 2005 la mag-gioranza degli italiani non aveva paura delle pandemie (il 63,7 per cento dichiarava di non essere spaventato). Da allora si è registrato un lieve incremento della paura, diffusa tra il 36,3 per cento della popolazione nel 2005 e tra il 38,6 per cento nel 2009. La paura è aumentata tra i residenti del Sud (dal 43,1 per cento al 48,9 per cento) e del Centro (dal 31,1 per cento al 40 per cento) e tra gli ultrasessantacinquenni (dal 40,2 per cento al 47,1 per cento). Rispetto al 2005 sono aumentati gli italiani che puntano il dito contro l’enfatizzazione dei media (+8,4 per cento).(Fonte: Censis)

Focus. Secondo un sondaggio del Censins solo il 38,6% teme le pandemie

Gli Italiani non si fanno “influenzare” dalla A

ATTUALITÀ

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Quando si dice “un evento coi fiocchi”, dove le gioie della

vista si coniugano alla perfezione con le delizie del palato. È questo, in estrema sintesi, il perfetto connubio venutosi a crea-re per quanti hanno avuto il piacere di presenziare all’inaugurazione del “Ri-trovo dei sapori”.E, va detto ad onor del vero, erano davvero anni che in Valsugana non si vedeva una inaugurazione così ricercata come quella organizzata da Fiorella e Cristianna Piletti. Un “taglio del nastro” che certamente si farà ricor-dare e con il quale le due protagoniste hanno voluto dare vita alla loro nuova ed originalissima attività commerciale che sfog-gia la già luminosissima insegna del “Ritrovo dei Sapori”, un nome che è tutto un programma, ri-gorosamente rispettato nei fatti. Provare per credere.Le due sorelle Piletti, in-fatti, hanno fatto le cose in grande: non un semplice rinfresco come di solito si usa fare, ma un buffet pieno di tante specialità gastronomiche e culinarie che sono state in grado di appagare anche i palati più esigenti di quanti hanno presenziato all’apertura di questa struttura che nel tempo – ne siamo certi- sarà destinata a diventare un vero punto di riferi-mento per i borghesani, nonché per tutti i valsuga-notti che amano le novità e che sono alla ricerca di qualcosa di veramente particolare, raffinato e, soprattutto, gustoso.Una nuova attività com-merciale che arriva a Bor-go, dunque, le cui caratte-ristiche si identificano con

la grande offerta di pro-dotti che le sorelle Piletti hanno voluto proporre sul ricchissimo banco delle esposizioni. Si spazia dalla pasta fre-sca, rigorosamente fatta in casa, alle tagliatelle al sugo di culatello, dai tortelli di erbette ai cap-pellacci di zucca. Dai bigoli alle orecchiette, ai maccaroncini ai pasticci e così vai... Ed ancora, salami di suino e salame di Felino, cu-latello, prosciutto crudo e chi più ne ha più ne metta.Insomma una infinità di specialità per ogni gusto,

ogni tasca ed ogni esi-genza. Ma la più grande novità è il fatto che al “Ri-trovo dei Sapori” non solo

si può mangiare a Buffet con una scelta veramente completa tra primi, secon-di, insalate, insalatone e contorni vari, ma si può anche acquistare la propria specialità e portarla a casa con un ottimale servizio e

proposte da asporto facili, comode, grazie alle quali risolvere egregiamente il problema del pranzo o della cena.Ma il “Ritrovo dei Sapo-ri” è molto, molto di più, perché tutte le sere dalla 18.00 alle 20,30 Fiorella e Cristianna presentano agli ospiti i loro fantasti-ci aperitivi con tanti di

quei bocconcini, tartine, scaglie e pezzetti di for-maggio che fanno venire l’acquolina in bocca solo a pensarci.Chi lo avrebbe mai detto che in quel di Borgo la fantasia di due ragazze

“Il ritrovo dei sapori”un’inaugurazione indimenticabile

Le titolari del "Ritrovo dei Sapori" Fiorella e Cristianna Piletti

L'ampia scelta di pasta fresca, rigorosamente fatta in casa

Tutte le sere dalla 18.00 alle 20,30 Fiorella e Cristianna preparano fantastici aperitivi con tanti appetitosi stuzzichini

avrebbe potuto trovare la più ampia concretiz-zazione? Chi lo avrebbe mai detto che nel dépliant delle attività si poteva scrivere una originalis-sima struttura come il “Ritrovo dei Sapori”? Ieri forse nessuno, ma oggi tutti sono concordi ed una-nimi nell’affermare che il “Ritrovo dei Sapori” gra-

zie alla professionalità, competenza e savoir faire delle sorelle Piletti è una attività la cui insegna indi-scutibilmente illuminerà a piena luce le giornale e le serate di Borgo Valsugana e non solo.

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«Ho passato anni a de-siderare di morire. Ma

la vita con me fu feroce: mi lasciò sopravvivere». Esistenza come pena da scontare; vita come risultato dell’insensibile ferocia del destino. Solo una poetessa poteva pensarci, e solo una poetessa passata attraverso un abisso di dolore.Dopo lunga malattia se n’è andata, all’inizio di que-sto mese, una delle figure più nobili di questo tempo così avaro di spiriti magni e così carico di banalità, conformismo, mediocrità. Se n’è andata, a 78 anni, Alda Merini, poetessa trascurata per decenni dal mondo della cultura italiana, e troppo tardi riscoperta non tanto per i suoi (enormi) meriti artistici, ma soprattutto grazie alla sua incredibile, dolorosissima vicenda umana. E fa im-pressione pensare che, dopo averla lasciata marcire per qualche lustro in un manico-mio, la società dei (presunti) sani di mente l’abbia arruola-ta fra gli intellettuali militanti dello star system, l’abbia fatta assurgere a personaggio mediatico.Con l’ironia e l’intelligenza che la contraddistingueva-no, però, lei è riuscita a non diventare un fenomeno da baraccone. Nelle sue nume-rose apparizioni televisive, non svestiva i panni della matta, non si sforzava af-fatto di sembrare normale o accomodante. Diceva la sua, rispondeva alle domande degli intervistatori, senza perdere quel piglio autentica-

ATTUALITÀ

Dopo una vita lungamente sofferta se ne è andata la poetessa Alda Merini. Ci rimane la certezza che l’umanità abbia perso qualcosa, che un’intera biblioteca sia andata a fuoco senza prima lasciarsi consultare del tutto...

sioni e le tentazioni, i poveri e gli ultimi; ma la cosa che sorprende è che lo ha fatto con l’entusiasmo e la sem-plicità di una bambina priva di esperienza: Spazio spazio, io voglio, tanto spazio / per dolcissima muovermi ferita: / voglio spazio per cantare crescere / errare e saltare il fosso.Alda Merini ha cantato, so-prattutto, il suo disperato, lancinante bisogno d’amo-re, quel bisogno «più che doloroso: disumano» che alberga negli spiriti sensibili,

e dunque tremendamente fragili, tremendamente soli. La quasi ventennale espe-rienza del manicomio, con il suo portato di elettroshock, umiliazioni corporali e an-nientamento umano, è stata un formidabile strumento conoscitivo dell’assurdo e del crudele che alberga nel mondo, dello scandalo co-stituito dall’esistere.Nei momenti più bui (o più lucidi: nei poeti spesso coin-cidono) era arrivata a dettare le sue poesie al telefono, ad amici e amiche che per

fortuna si preoccupavano di trasformare subito in parola scritta l’astrazione visionaria dei suoi versi. Monsignor Gianfranco Ravasi, suo esti-matore e amico da sempre, ha recentemente osservato: «È stata uno degli ultimi rap-sodi: il primato dell’oralità, la parola detta che lascia una traccia infi nita nelle persone e nelle cose». Un’anima in-namorata della parola, inca-pace di tacere: Il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni nella gola / come una trappola da sacrifi cio.

IN BREVE

mente intellettuale, libresco, vagamente snob. Nei con-fronti del mezzo televisivo nutriva (e non ha mai fatto nulla per nasconderlo) un inestinguibile complesso di superiorità: semplicemente, si serviva della tv esattamen-te come la tv si serviva di lei. Dal momento che ai poeti la società ha riservato nei secoli diffi coltà economiche e privazioni («il bisogno è arrivato all’articolo pane», lamentava Leopardi in una delle sue ultime lettere), essere mediatica le serviva soprattutto a rapportarsi in modo più sereno con la lista della spesa e le bollette.Si parla in questi giorni di Alda Merini con toni soffusi ed elegiaci; ci si accosta a lei con quel cordoglio e quella tenera devozione che si deve a chi è scomparso dopo una vita lungamente sofferta; con la certezza, soprattutto, che l’umanità abbia perso qual-cosa, che un’intera biblioteca sia andata a fuoco senza prima lasciarsi consultare del tutto.La poetessa milanese ha cantato la luce e le tenebre, l’erotismo e la fede, le vi-

Il ricordo. Una poetessa trascurata per decenni e troppo tardi riscoperta

Addio Alda Merini,poetessa bambina...

di Francesco Grosso

Minori stranieriSecondo il rapporto dell’Anci sui minorenni stranieri non accompagnati - spiega Monia Giovannetti, coordinatrice scientifi ca dell’Associazione - si è verifi cato «un aumento del 19% della presenza di tali minori sul territorio dei comuni italiani presi in considerazione, rispetto al triennio precedente, con 7.870 minori solo per il 2006». E i Comuni dichiarano di aver attivato «interventi di presa in carico fi no alla mag-giore età, anche con soluzioni di seconda accoglienza, per 3.515 minori accolti in strut-ture di seconda accoglienza nel 2006, il 45% del totale. Anche i dati relativi all’inda-gine 2007-2008, in corso di elaborazione, confermano queste tendenze», conclude Giovannetti. Un panorama di riferimento al quale si affi an-ca quello sulla popolazione carceraria. «È indubbio che i minori stranieri siano sovra-rappresentati nella popolazio-ne giovanile in stato di deten-zione, in considerazione del rapporto italiani-stranieri nelle denunce alle Procure della Re-pubblica presso i Tribunali per i Minorenni nel quinquennio 2002-2006 (40.588 nel 2002 – 39.626 nel 2006 in totale, di cui 10.009 nel 2002 e 11.413 nel 2006 a carico di minori stranieri)» dichiara Serenella Pesarin, direttore generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari del Dipartimento per la Giustizia minorile del Ministero della Giustizia. Tale fenomeno è dovuto al fatto che una larga parte di questi ragaz-zi, spesso clandestinamente in Italia, «versano in condizioni precarie e sono privi di una figura parentale positiva di riferimento». Nonostante ciò, il trend negli anni 2004-2008 fa rilevare una progressiva e forte diminuzione degli ingressi dei minori stranieri nei Centri di Prima Accoglienza e negli Istituti Penali per i Minorenni. In questi secondi, prosegue Pesarin, «si registra persino il superamento del numero di ingressi dei minori italiani sul numero di ingressi dei minori stranieri», a fronte di un co-stante e importante aumento «delle misure cautelari non detentive quali il collocamento in comunità» e dell’applica-zione della messa alla prova «che più di ogni altra facilita l’ingresso dei minori stranieri in programmi di recupero effi caci e rispondenti ai propri bisogni».

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Ancora una volta la capacità e dinami-cità organizzativa del Caffè Roma di

Borgo Valsugana si ripete. E lo fa riproponendo due giornate di vera festa per i Borghesani in particolare, ma anche per tutti i Valsuganotti. Lo fa offrendo, ai grandi ma ancor di più ai picci-ni, la possibilità di trascorrere le giornate del 29 novembre e del 13 dicembre all’insegna della spensieratezza e della piena allegria con una attra-zione davvero particolare: lo spettacolo esilarante del clown Enrico Belli, che già in passato aveva saputo calamitare l’inte-resse dei borghesani.Ormai gli spettacoli offerti da Carlo D’Angiò, che del Caffè Roma – insieme a Nadia (la moglie) e Ramona ( la figlia) - è il competente gestore, sono entrati – indiscutibilmente

- nella quotidianità della Val-sugana.Spettacoli per tutti, perché quanto da lui ideato e proposto riesce a soddisfare sia i grandi che i piccini, questi ultimi spettatori molto esigenti e com-petenti in materia di attrazioni “leggere”.Per lungo tempo le giornate e le serate estive di Borgo, salvo

qualche rara eccezione, sono trascorse perlopiù stancamente, nella totale anonimità, le une uguali alle altre, senza che vi fosse un’occasione di attratti-va, magari semplice nella sua formulazione ma non per que-sto di minore qualità rispetto ad altri eventi più elitari o altisonanti.Oggi, invece, grazie alla ca-parbietà e alla competenza dei gestori del Caffè Roma, Borgo e la Valsugana intera possono annoverare appuntamenti sim-patici e frizzanti, proprio come le feste organizzate in famiglia, dove è un piacere

ritrovarsi tutti assieme per un aperiti- vo o per una cena, e dove s p e s s o , in maniera del tutto spontanea, ci si diverte davvero tanto e con poco. È quindi un piacere, per tutti noi, dar conto di queste serate, di questi appuntamenti, di que-sti ritrovi fra amici all’insegna di quel sano divertimento da tutti desiderato ma sempre più difficile da ritrovare e da ricreare.Al Caffè Roma ci sono riusciti e a loro vanno le nostre più vive felicitazioni.

Domenica 29 novembre e domenica 13 dicembre Spettacolo e simpatia al CAFFE’ ROMA!

Animazione pergrandi e piccini con RICOBELLO CLOWNPer trascorrere un pomeriggio in allegria e di vera festa e per gustare tutte le nostre specialità...40 tipi di cioccolata, i nostri gelati caldi, 48 tipi di tè...

Carlo D’Angiò e la moglie Nadia

Al Caffè Roma continua l’allegria...

Domenica 6 dicembre

Concerto con quartetto d'archi e pianoforte

- Inizio ore 17.30 -

Musica classica viennese

con composizioni di Schubertcon composizioni di Schubert

qualche rara eccezione, sono ritrovarsi tutti assieme per un aperiti- vo o per

s p e s s o ,

Al Caffè Roma Al Caffè Roma continua l’allegria...continua l’allegria...

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Uno sparo e al-l’improvviso le note di “New York New York”

riempiono l’aria e una mol-titudine di gente comincia a muoversi. C’è eccitazione tutto intorno, le persone si osservano, si studiano, si sorridono. Sono oltre 42 mila e vengono da tutto il mondo per partecipare alla maratona, quella con la M maiuscola, quella di New York. Sui pettorali si intra-vedono i nomi degli Stati di provenienza: Messico, Belgio, Germania, Israele, Francia, Gran Bretagna e naturalmente Italia.Alcuni sono veri e propri atleti, sportivi che hanno passato gli ultimi 12 mesi a prepararsi per questo even-to. Li si riconosce subito: equipaggiamento perfetto e grinta da vendere. Prima della partenza riscaldano i muscoli, curano ogni detta-glio della preparazione, sono concentratissimi. Il loro obiettivo è finire nel minor tempo possibile. Intorno a loro tutti gli altri, quelli che si sono iscritti un po’ per gioco, un po’ per mettersi alla prova. Il loro obiettivo è

semplicemente partecipare. Molti di loro non hanno la più pallida idea di quanto ci metteranno. Non sanno neanche se riusciranno a percorrerli tutti i 42 km che li separano dal traguardo, ma non importa. È già una soddisfazione esserci.E così eccoli tutti insieme ad affrontare di corsa il ponte di Verrazzano, che collega Staten Island a Brooklyn. Per strada è pieno di felpe, pantaloni, magliette: sono i vestiti che i partecipanti hanno usato per scaldarsi du-rante l’attesa e che ora hanno gettato a terra. Saranno poi raccolti e, una volta puliti, distribuiti agli homeless, ai senza dimora di New York.

Una festa per tuttiCorrere lungo le 26 miglia che attraversano i cinque di-stretti newyorchesi è un po’ come vedere delle istantanee che raccontano la società americana, o almeno una parte di essa.Passando per le vie di Broo-klyn, con le casette a schiera e il giardinetto davanti, per un momento si ha la pre-sunzione di capire cosa c’è dietro quelle porte ancora

addobbate per Halloween e la signora in vestaglia rosa che in piedi sulla porta ti saluta potrebbe essere la tua vicina di casa.C’è pure chi sta preparando il barbecue per il pranzo e il profumo della griglia a molti fa venire voglia di fare una pausa. Ma la maratona

è solo all’inizio e così si va avanti.A dare il ritmo alla corsa la musica che riempie le strade. Gruppi rock, metal, country: c’è di tutto. A ogni angolo un gruppo musicale propone il proprio repertorio. Ci sono perfino le bande di ragazzini con la divisa della scuola che

suonano come se fossero al concerto di fine anno e com-plessi accompagnati perfino dal corpo di ballo. E se non c’è nessuno pronto a esibirsi dal vivo? Nessun problema, basta mettere sul davanzale le casse dello stereo ed ecco che arriva la carica.

Go Italy goA incitarti lungo le strade sembra che ci sia tutta New York: giovani, anziani, fa-miglie con bambini e gruppi di amici. Perfino i poliziotti in servizio ti rivolgono pa-role di incoraggiamento. Ovunque spuntano cartelli con frasi che ti esortano ad andare avanti, che ti dicono che sei fantastico e che stai facendo una grande impresa. C’è il cartello, per sostenere Susan che finalmente ce l’ha fatta o Joe che corre in rappresentanza di tutti gli amici, oppure per esortare la mamma, il papà e perfino la nonna. Ma anche un più generico “we love runners”, amiamo i corridori.I bambini tendono la ma-nina per darti il cinque e ti guardano con ammirazione, come se fossi un eroe. Per un attimo vorresti dire loro che in realtà sei solo uno come tanti, ma non è detto che tu abbia il fiato per farlo. E poi è bello sentirsi così importanti, anche solo per un momento.Molti dei partecipanti, so-prattutto tra i veterani, hanno scritto il proprio nome sulla maglietta. Il perché lo si capisce quando il pubblico inizia a urlare il loro nome e a esortarli. E il percorso è un continuo sovrapporsi di “Go Helen”, “Run Tom” e perfino “Go Giovanni”.Basta poi una bandiera sulla maglietta o una frase detta ad alta voce, quel tanto che basta per far capire la pro-venienza italiana, e prende il via un tifo degno di una squadra nazionale, con tanto di applausi e cori di ogni tipo.

Acqua, frutta o cioccolataIl sostegno del pubblico non si limita però al tifo.

SOCIETÀ

La maratona di New York è un evento sportivo a livello internazio-nale che coinvolge migliaia di persone da tutto il mondo, ma prima di tutto è un’esperienza umana che riunisce un’intera metropoli. E non importa il risultato...

Eventi. Oltre 42 mila partecipanti alla celeberrima maratona

Correre a New York, una festa per tutti

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Affrontare 42 km, anche solo camminando, richiede una notevole quantità di energia. Diventano quindi fondamentali i rifornimenti. La scorta di liquidi è garan-tita dall’organizzazione che, impeccabile sotto ogni punto di vista, ha allestito dei punti di ristoro offrendo acqua o bevande energetiche. Una serie di volontari, schiera-ti su entrambi i lati della strada, tendono bicchieri di carta verso i partecipanti specificando il contenuto. Indossano tutti una lunga giacca impermeabile per ri-pararsi dagli schizzi. L’asfal-to è coperto da un tappeto di bicchieri e bagnato da un miscuglio appiccicoso di liquidi. È incredibile come poche ore dopo il passaggio dell’ultimo tutto torni pulito e in ordine.Il rifornimento alimentare è invece offerto dal pubblico. E così sul marciapiede si può trovare un banchetto realiz-zato con il tavolo da giardino e coperto di frutta, succhi e barrette a disposizione dei maratoneti. Oppure signore con il sacchetto della spesa pieno che allungano brio-che e dolci. O ancora c’è chi distribuisce caramelle per evitare i cali di zucche-ri. Ovunque c’è qualcuno che spontaneamente e gra-tuitamente offre qualcosa da bere o da mangiare ai partecipanti. E c’è chi tra i concorrenti più che al ri-sultato sembra interessato alle offerte alimentari. Ma è il bello di questa maratona, che rivela il suo volto più umano e goliardico proprio nella parte meno vicina alla testa della classifica. Probabilmente Meb Kefle-zighi, l’americano che l’ha vinta correndola in 2 ore 9

minuti e 15 secondi non ha visto l’uomo orientale che, indossando un boa di struzzo rosa, lo incitava lungo la 4th avenue. Né il bambino che lo guardava intimidito dalle spalle di suo padre o il con-corrente vestito da militare hippie che si fermava ad abbracciare tutte le ragazze del pubblico.

Impossibile ritirarsi“You did it”, ovvero ce l’hai fatta. Verso la fine del per-corso aumentano i cartelli che ti fanno capire che ormai sei vicino al traguardo. E non stupisce sentire qual-cuno, che vedendoti ormai stanchissimo, ti dice “arri-vato a questo punto non puoi più mollare”. Per 26 miglia non c’è modo di ritirarsi. A meno che tu non stia vera-mente male, il pubblico è talmente convincente che ogni dubbio di abbandonare la gara sparisce. E verso la fine l’incitamento diventa ancora più forte, più mirato. Come se sapessero perfetta-mente cosa stai pensando e conoscessero la stanchezza che ti blocca le gambe, rie-scono a trovare le frasi giuste per farti andare avanti.Poi vedi andare avanti in-sieme a te persone che mai

avresti detto avrebbero po-tuto correre una maratona: non vedenti e disabili ac-compagnati da una guida che li aiuta a seguire la giusta direzione, stringono i denti e vanno avanti fino in fondo. Ed è proprio quando incontri un uomo che spinge la sua carrozzina all’indietro per affrontare una salita che ca-pisci chi sono i veri vincitori di questa maratona.

Sei un eroeSembra impossibile, ma a un certo punto vedi spuntare il traguardo. Dietro di te 42 km di strada e vita, davanti una ragazza sorridente che ti mette una medaglia al collo

e ti dice “congratulations”. I piedi ti fanno male, le gambe sembrano non volersi più muovere, ma tu riesci solo a pensare che ce l’hai fatta. Gli sguardi, i sorrisi e i complimenti di tutti quelli che incontri ti fanno sentire quasi un eroe. E in quel mo-mento ti sembra tutto vero, e forse un po’ lo è. (ps).

Cosa vedere, cosa fare a NY CityLa Statua della libertà,

l’Empire state building, il Rockfeller Center: sono molti i luoghi da visitare a New York. Tra questi vi consigliamo il Guggenheim Museum, che fino al 13 gennaio propone una retro-spettiva di Vasily Kandin-sky, l’artista russo fondatore dell’arte astratta (foto).Un centinaio di opere dipinte tra il 1902 e il 1942 prove-nienti da collezioni private e pubbliche, tra cui il patri-monio del Centre Pompidou di Parigi e della Städtische Galerie di Monaco, riper-corrono i temi più ricorrenti in Kandinsky, dai paesaggi montani alle tumultuose vedute marittime fino agli

immaginari apocalittici.Se l’arte moderna non è il vostro genere, potete visitare il Metropolitan Museum, uno dei musei più grandi e importanti del mondo. Si trova vicino al Guggenheim (foto), lungo il cosiddet-to Museum Mile sulla 5th avenue. Tra le dicianno-ve esposizioni permanenti del museo spiccano quelle dedicate all’antico Egitto, all’antichità classica e alla pittura europea.Potete spaziare dalla pittura alla fotografia, dal design alla scultura e perfino am-mirare performance artisti-che che utilizzano le nuove tecnologie e il mondo visivo contemporaneo al MoMA, il museo di arte moderna che vanta una collezione di circa 150 mila opere. Dal 22 novembre è possibile ammirare la retrospettiva dedicata a Tim Burton, il regista di celebri film quali Beetlejuice e The Nightmare Before Christmas. La mo-stra presenta le produzioni artistiche create durante la realizzazione dei suoi film, i progetti non realizzati e pezzi esposti per la prima volta al pubblico.Per una serata un po’ diversa c’è Fela!, una delle novità di scena a Broadway. Lo spettacolo esplora la vita dell’artista nigeriano Fela Anikulapo Kuti, una vera e propria leggenda dell’afro-beat, mescolando jazz, funk e ritmi africani.Se invece preferite andare sul sicuro vi consigliamo “The phantom of the Ope-ra”, lo spettacolo in scena da più tempo nella storia di Broadway. Un classico di Andrew Lloyd Webber che ha vinto il Tony Award come miglior musical.

Eventi. Oltre 42 mila partecipanti alla celeberrima maratona

Vasily Kandinsky Composition 8 (Komposition 8), July 1923Oil on canvas, 55 1/8 x 79 1/8 inches (140 x 201 cm) Solomon R. Guggenheim Museum, New YorkSolomon R. Guggenheim Founding Collection, By gift. 37.262

Solomon R. Guggenheim Museum Restoration CompletionPhotograph by David Heald© The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York

SOCIETÀ

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CUTUGNO

Toto, parlaci di que-sto successo incre-dibile.«Sto girando tutta

l’Europa dell’Est, le prossime tappe sono a Tallin in Estonia, a Kiev in Ucraina, ad Alma Ata in Kazakistan e poi an-cora a Mosca e in dicembre a New York».

Com’è l’accoglienza da parte del pubblico?«È una cosa incredibile, i ragazzi cantano canzoni che ho scritto anni e anni fa con le parole in italiano; una cosa da lasciarti senza fiato. Il pubblico è meraviglioso, è una cosa che mi dà grandi soddisfazioni, sia professio-nali che umane».

Tu canti sempre in italiano

in qualunque parte del mondo?«Io canto solo in italiano, tran-ne 3 o 4 canzoni in francese visto che ho avuto la fortuna di incidere in passato alcuni successi in quella lingua».

E i concerti a dicembre a New York?«Quella è una cosa molto particolare, una serie di con-certi con i teatri ormai esauriti, vado in America a fare con-certi per i russi».

Alla faccia della guerra fredda. Hai vissuto un pe-riodo della tua vita molto difficile, dopo una malattia seria. Qual è stato il ruolo della musica in questa vi-cenda?«La musica è stata la mia più grande medicina. In que-sto incidente di percorso, la

musica è stata determinante, nell’aiutarmi a superare alla grande questa cosa; natural-mente insieme alle persone che mi amano e mi sono state vicine. Molto impor-tante sicuramente l’affetto e l’amore del mio pubblico. Ora sto abbastanza bene, non sai quanti progetti ho in testa e con quanta voglia di fare le cose. Approfitto per dire a tutti di fare la prevenzione, costa niente, un esame del sangue, ti fai la prevenzione e puoi evitare veramente dei danni maggiori, perché se io l’avessi fatta a 45, 50 anni, probabilmente non mi sarei trovato in una situazione come quella in cui mi sono trovato. Sia gli uomini che le donne: prevenzione, è una cosa che va fatta dai 40 anni in su, chek-up ogni anno, questo dico a tutte le persone che ci stanno leggendo».

Nelle tue canzoni hai par-lato spesso dei veri valori della vita.«Il valore più bello è la fami-glia; la famiglia è qualcosa di sacro come le persone che ti vogliono bene. Se non ti attacchi a questi valori cosa fai? La solitudine se la cerchi è una bella cosa ma se te la trovi così e la subisci rischi di viverla come un sentimento di disperazione».

Hai sempre un grande en-tusiasmo per tutto quello che fai.«Ancora più di prima, per-ché quando tu attraversi un periodo terribile della tua

MUSICA

Nel mezzo

della

trionfale

tournée

nei Paesi

dell’Est

europeo,

abbiamo

incontrato

Toto

Cutugno,

autentico

ambascia-

tore della

musica

italiana nel

mondo.

Intervista. Incontro con Toto Cutugno, cantante, compositore e paroliere

L’Italiano che porta la musica nel mondo

di Giuseppe Facchini

TOTO

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96 L A F I N E S T R A • N O V E M B R E 2 0 0 9

vita, quando c’è in ballo la tua salute, quando poi riprendi, hai una forza, una volontà, un entusiasmo, una voglia di spaccare il mondo, ogni volta che salgo sul palco provo emozioni sempre maggiori e più forti».

Nella tua lunga vita artistica verso quali persone provi grande gratitudine e rico-noscenza?«Innanzitutto a Vito Pallavici-ni, un poeta, purtroppo scom-parso. Lavorava alle Edizioni Curci di Milano, io avevo un piccolo ufficio, scrivevo delle cose, ma non pensavo ancora di fare il cantautore. Non succedeva mai niente e un giorno ho bussato alla sua porta e gli ho chiesto “posso farle sentire qualcosa di mio, se mi dice qualcosa, se posso fare la carriera di compositore e poi mi dice in tutta onestà se posso continuare a sperare in questo mestiere”. Mi sono messo così al pianoforte e gli ho cantato un paio di canzoni mie. Era il 1974. E lui mi dice: bravo, in 2 anni ti faccio diventare il migliore compositore in Europa. Dopo il grande successo internazio-nale della canzone “Africa” che ha venduto milioni di

dischi, due anni dopo ho vinto il premio di miglior composi-tore al Midem di Cannes. Una grande soddisfazione».

E altre persone?«Devo molto ad Adriano Celentano, che è stato fra i primi a credere in me; per lui ho scritto 13 canzoni. E poi anche al grande Mike Bongiorno che ha insistito per farmi cantare e interpretare le mie canzoni; con lui ho inciso la sigla del quiz televisivo Scommettiamo “Donna don-na mia” che interpretata poi da Hervè Vilard in Francia ha venduto 1.500.000 copie».

Tanti successi, ma ancora qualche polemica. È possi-bile che ancora oggi vi siano da parte di alcuni giornalisti dei pregiudizi nei tuoi con-fronti?

«L’importante è lavorare bene ed essere professionali. Il giudizio di qualche giornalista lascia il tempo che trova. È il pubblico che decide non i giornalisti, io devo pensare a scrivere belle canzoni, se ci riesco».

La televisione ti ha dato grandi successi anche come presentatore.«Ho fatto diversi program-mi importanti come Piacere Raiuno, Domenica in, I fatti vostri, Stasera mi butto. Mi manca la televisione, però non mi piace la televisione di adesso. Solo per apparire non mi interessa, ma se rie-sco a proporre qualcosa di interessante e che mi piace, un giorno ci torno».

In febbraio si svolgerà la sessantesima edizione del Festival di Sanremo, non può mancare un protago-nista come te della storia della manifestazione a cui hai partecipato ben 14 vol-te, 12 da solista e 2 insieme al gruppo degli Albatros, vincendo una volta, classi-ficandoti al secondo posto per altre sei...«Siamo parlando se andare o no, la canzone c’è ed è molto

particolare e molto bella, non perché l’abbia scritta io, ma quelli che l’hanno sentita sono rimasti tutti entusiasti; vediamo, prima deve decidere la commissione, dopodiché decideremo noi».

Sei in un periodo di buona vena prolifica come auto-re?«Quest’anno ho scritto 12 canzoni, avrei già il CD pron-to, dal punto di vista della creatività non ci sono proble-mi, c’è maggiore entusiasmo, c’è maggiore vena, quindi siamo a posto da questo punto di vista. Sono canzoni che mi rappresentano, storie vissute, altre che avrei voluto vivere. C’è di tutto».

Tanti anni di lavoro e di concerti sui palcoscenici più importanti, hai ven-duto milioni di dischi nel mondo; eppure traspare sempre una grande emo-zione quando sali sul palco dell’Ariston.«Sanremo è un palcoscenico incredibile. Ho una grossa responsabilità nei confronti del pubblico; sento che la gente mi vuole bene e questo la aumenta; sono una persona molto professionale, però cer-

Intervista. Incontro con Toto Cutugno, cantante, compositore e paroliere

co di avere sempre un grande rispetto verso il pubblico che mi ascolta e che acquista il mio lavoro».

Quando hai vinto nel 1980 con “Solo noi” la gioia si è trasformata in pianto.«È stato nel pensare a mia mamma che era morta da poco. Sanremo mi ha dato molto ed io ho dato molto al Festival. Dodici parteci-pazioni come solista più due come Albatros. Da Sanremo è partita la mia canzone “L’italiano”, nel 1983 che ha fatto il giro del mondo. E un ricordo particolare al 1990 quando mi sono esibito in coppia con il grande Ray Charles che ha cantato a Sanremo la mia canzone “Gli amori”».

Cosa vuoi dire al tuo pub-blico?«Voglio dire che ho il gusto della vita, che mi piace fare un sacco di cose, di progetti, spero di non deludere mai il pubblico, che mi ama e mi sostiene da tanto anni. Io ce la metto sempre tutta in ogni cosa che faccio. E tanti saluti al Trentino del quale ho sem-pre un bellissimo ricordo dai tempi di “Piacere Raiuno”».

MUSICA

Page 99: La Finestra novembre 2009

97 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

Si è aperto il 13 no-vembre scorso con Effetto notte, omag-gio al regista Truf-

faut e al cinema, il cineforum 2009/2010 del Circolo del cinema Effetto notte di Per-gine. La rassegna proseguirà fi no a fi ne aprile con proie-zioni ogni venerdì alle 20.45 presso il Cinema teatro Don Bosco di Pergine. Completa il programma delle proiezioni di novembre la commedia sulla Swinging London “I love radio rock”, venerdì 27 novembre. Classici a dicem-bre: “Scandalo a Philadel-phia”, martedì 1, “Gioventù bruciata”, venerdì 11, e il ca-polavoro “natalizio” di Frank Capra “La vita è meraviglio-sa”, che chiuderà la prima parte della rassegna venerdì 18. La rassegna riprenderà venerdì 15 gennaio con “Il senso della vita” dei Monty Python, “Il rabdomante”, film del 2007 di Fabrizio Cattani, e il coinvolgente film africano “Teza”. Film “copertina” per la locandina

PergineSPETTACOLO

LEVICO

Bastard in concerto

Il 28 novembre alle 21 al Palalevico di Levico Terme prima data della tournée dei “The Bastard Sons of Dioniso”.Dopo la pubblicazione del nuovo disco della band “In stasi perpetua” è arrivato il momento della verifi ca live. È la dimensione preferita da Michele Vicentini, Federico Sassudelli e Jacopo Bro-seghini, che non vedono l’ora di poter suonare davanti al numeroso pubblico di estimatori.La scaletta del concerto di Levico prevede tutte le canzoni del nuovo disco, qualche cover, una parte acustica unplug-ged con canzoni degli ultimi anni riarrangiate.Nel frattempo durante la loro esibizione ad “X-factor” è stato loro consegnato il “Disco d’oro” per le vendita dell’EP “L’amor carnale”.In ogni tappa del loro tour hanno scelto di essere accom-pagnati in apertura del concerto da un gruppo musicale trentino che cambierà di volta in volta in modo da permet-tere una importante opportunità alle giovani band della nostra provincia.

IN BREVE

di Giuseppe FacchiniEffetto notte

di quest’anno è “Il pianeta selvaggio”, pellicola d’ani-mazione franco-cecoslovac-ca del ’73 defi nito «piccolo

Sul set de "Effetto Notte"

capolavoro di fantasia fi gura-tiva», in programma venerdì 5 febbraio. Ad arricchire il cartellone le collaborazioni con il Festival internaziona-le. Tutti nello stesso piatto, organizzato da Mandacarù, e il Film festival “Religion to-day”, attraverso i fi lm “Black gold”, il 12 febbraio, e “Le mele di Adamo”, il 9 aprile. Conclusione in crescendo con “Grizzly man” di Herzog e “Capitalism: a love story” di Micheal Moore.

Una scena de "Il senso della vita"

Page 100: La Finestra novembre 2009

98 L A F I N E S T R A • N O V E M B R E 2 0 0 9

Si chiama Girl Geek ed è un gruppo di donne appassionate di tecnologia che

un bel giorno si sono stufate di starsene in disparte, al-l’ombra dei colleghi uomini, e hanno deciso di riunirsi e mettere in rete le proprie esperienze. Sono nate così le GGD, le Girl Geek Dinner, cene organizzate per parlare di tecnologia, scambiarsi informazioni sui software in uscita o condividere le solu-zioni ai problemi informatici. Il tutto tra donne. “La nostra passione per la tecnologia è la stessa che hanno probabil-mente gli uomini che con noi condividono questo interesse – spiega Morena Menegatti di GGD Milano – Oggi certe professioni e certe passio-ni sono spesso viste come

SOCIETÀ

conferenza tecniche.In realtà le donne che navi-gano in rete non sono affatto poche. Secondo i dati Euro-stat e Nielsen nel 2003 le na-vigatrici italiane superavano di poco il 30% e nel giro di pochi anni hanno raggiunto quasi il 50%. Tra i più giovani si può addirittura parlare di parità di genere.In Italia le GGD sono nate a Milano nel marzo del 2007 per iniziativa di un gruppo di otto donne. Alla prima cena, dedicata al social networking, erano in ottanta. L’anno dopo si sono costituiti i gruppi di Roma e Urbino ed è notevol-mente cresciuto il numero dei partecipanti: all’appuntamen-to dedicato al car 2.0 hanno partecipato ben 250 donne. Da quest’anno le GGD sono anche a Bologna.

prettamente maschili, e se ci presentiamo a un meeting su-pertecnologico ci scambiano per persone dell’area marke-ting o comunicazione. Ecco, noi vogliamo solo dire che esistono anche donne, e don-ne valide, anche nei settori dell’information technology, dell’high tech o che svolgono professioni che qualcuno sa-rebbe portato a pensare come tipicamente da uomini”.Le GGD rappresentano quindi un’opportunità per incontrare e socializzare con altre donne appassionate di tecnologia, internet e nuovi media duran-te una cena o un aperitivo. Si tratta di eventi organizzati in tutto il mondo, nati a Londra nel 2005 su iniziativa di Sarah Blow, una software engineer inglese stanca di ritrovarsi in nettissima minoranza alle

Hi-tech. Con le Girl Geek Dinner la tecnologia è una cosa da donne

FEMMINILE PLURALELe partecipanti sono donne, dai 20 ai 40 anni, impegnate nel mondo dell’Information Technology come program-matrici o ingegneri, ma anche appassionate del settore. E gli uomini? Sono ammessi a partecipare solo come in-vitati speciali di una donna e in numero limitato ad alcuni eventi.«Organizziamo tre tipi di eventi – continua la Menegatti – le GGD di networking, con l’obiettivo di fare incontrare le donne e permettere loro di condividere esperienze e informazioni, le GGD a tema, con ospiti autorevoli che intervengono per discutere di argomenti che ci stanno a cuore, e i GGD Cafè, incontri pomeridiani di networking».Per entrare in contatto con questi gruppi basta collegarsi

a www.girlgeekdinnersitalia.com. Si tratta di uno spazio on line a disposizione di tutte per condividere idee, appunti, approfondimenti e stili di vita delle ragazze appassionate di tecnologia e nuovi media.I prossimi appuntamenti sono ancora da definire, ma le GGD si stanno appassio-nando al tema del rispetto dell’ambiente e del risparmio energetico. È quindi probabi-le che presto verrà organizza-ta una GGD Green.Un’ultima curiosità: Geek, il termine con cui si definiscono queste donne informatiche, è una parola inglese che può essere confusa con “gecko”, che significa proprio geco. In realtà indica una persona solitaria, affascinata dall’in-formatica (ps).

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99 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

Casa Andriollo, il Museo Soggetto Montagna Donna di Olle Valsu-gana, ospita documenti

e manufatti del vissuto femminile soprattutto di ambito domestico. Lo scopo perseguito è quello di valorizzare qualità e saperi delle donne che hanno vissuto in silente modestia una condizione di insuffi ciente considerazione. Il percorso intende mostrare aspetti intimi del vissuto femminile met-tendo in risalto i frutti di una crea-tività svolta nell’anonimato. Ma scopo del Museo è anche quello di divenire archivio del vissuto femminile; tale destinazione, oltre rappresentare una formidabile possibilità di documentazione di costume da consegnare alle future generazioni, potrebbe consentire al Museo stesso di essere vissuto più attivamente dalla comunità, frequentato per studi e ricerche, animato dal flusso continuo di arricchimenti ed integrazioni. Per facilitare l’attuazione di questo obiettivo, si è pensato di iniziare con la costituzione di un archivio fotografico femminile; da qui l’idea di questa esposizione in

tema che possa fungere da richia-mo per invogliare la comunità al prestito dei materiali fotografi ci, sempre molto preziosi per coloro che li hanno conservati.L’esposizione “Donne in primo piano foto ritratti di ieri, dispo-nendo il domani” presso gli spazi LivioROSSI, lo spazio espositivo di Arte Sella a Borgo Valsugana, è realizzata con materiale fotogra-fi co d’epoca tratto dell’archivio personale della signora Rosanna Cavallini e vuole avere la funzione di traino ed esempio, garantendo agli interessati la serietà del pro-getto e al contempo l’efficacia documentale di un archivio stabile. I temi in cui si declina la mostra sono titolati : piccole donne, donne al lavoro, donne amiche e foto ritratti femminili. Ciascuno di essi mostra momenti della vita di don-ne del passato sui quali soffermarsi a rifl ettere e raffrontare i passaggi della nostra vita in cui mansioni, relazioni, riti e vincoli segnano e costellano le giornate di tutti.Nell’ambito dell’esposizione si è pensato di attribuire a tre fotografi che operano con mezzi e visioni moderni, il compito di realizzare

dei servizi fotografici sui ritratti delle donne di oggi, invitando le donne a farsi ritrarre, contribuendo in questo modo al taglio con-temporaneo che non può mancare nell’ambito di una ricerca attenta e corretta. Il sottotitolo della mostra, in-vita infatti sì a soffermarsi sui volti, atteggiamenti, oggetti che parlano del no-stro passato e ci aiutano a defi nire meglio quello che siamo, ma al contempo suggerisce che quelle don-ne a volte umili e dimesse, spesso fi ere e dallo sguar-do consapevole e vivo disponevano il domani: cioè lo preparavano, lo prefi guravano, aprivano la strada, l’orizzonte.

Borgo Valsugana. Fotoritratti di ieri, disponendo il domaniMOSTRE

Donne in primo Piano

Borgo Valsugana, Spazi Livio Rossi,

C.so Ausugum 55-57

Orario: martedì/sabato 10.00-12.00 e 15.30-19.00.

Domenica 15.30-19.00. Ingresso gratuito.

Page 102: La Finestra novembre 2009

100 L A F I N E S T R A • N O V E M B R E 2 0 0 9

Page 103: La Finestra novembre 2009

101 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

Al Museo Dioce-sano Tridentino di Trento il 19 di-cembre prossimo

apre la mostra sulla fi gura di Andrea Pozzo, prima esposi-zione monografi ca dedicata all’indiscusso protagonista della civiltà e della spiri-tualità barocche. L’evento organizzato in occasione del 300esimo anniversario della morte del pittore scenografo, architetto, decoratore, gesui-ta di origine trentina (Trento 30 novembre 1642–Vienna 31 agosto 1709) è incentrata sulla produzione giovani-le dell’artista che lasciò il

Trento. Al Museo Diocesano Tridentino

Andrea Pozzo e il barocco

Trento. Alle Albere omaggio al pittore trentino, con quattro inediti

Eugenio Prati fra Scapigliatura e SimbolismoDal 5 dicembre 2009 al 25 aprile 2010 il Mart, nella sua sede di Trento a Palazzo delle Albere, rende omaggio a Eugenio Prati, uno dei più signifi cativi artisti dell’Ot-tocento trentino con la mostra “Eugenio Prati (1842-1907) fra Scapigliatura e Simbolismo”. Il progetto propone un profi lo completo di questo pittore, nato nel 1842 a Caldonazzo, e morto nel 1907 dopo un’intensa carriera artistica che lo aveva

portato ad esporre nelle più importanti rassegne artistiche europee, da Parigi, a Berlino, a Monaco di Baviera, a Venezia. La mostra ruota attorno al rapporto fra la produzione pittorica di Eugenio Prati e l’arte verista di fi ne Ottocento, proprio in quella fase di transizione verso il simboli-smo, che l’artista avvicinò grazie ad una serie di relazioni internazionali. Si parte quindi dai dipinti veristi di Prati, sia quelli

del suo periodo veneziano come quelli più legati ai temi della quotidianità conta-dina della terra trentina, per arrivare alla sua stagione simbolista infl uenzata dalla cultura letteraria e musicale di fi ne secolo. Un particolare motivo di interesse della mostra è rappresentato dalla presenza di quattro dipinti del tutto inediti di Prati, scoperti dal Mart nell’agosto del 2009 e appartenuti alla famiglia Bossi Fedrigotti.

Trentino per Venezia, dove attinse alle fonti artistiche del tempo. Il barocco è la migliore risposta “concreta e materiale” della Chiesa alla Riforma Protestante dopo le direttive del Concilio di Trento che hanno il compito di risvegliare e rinvigorire la

fede. Le città e i loro monu-menti devono meravigliare l’osservatore, stupire con scenografi e e decorazioni per colpire e stordire nei sensi. Le espressioni e i linguaggi dell’arte in pittura, scultura, architettura, si uniscono in un complesso unitario con

effetti “pittorici” attraverso la luce e l’ombra. In questo periodo si colloca Andrea Pozzo, che realizza gli affre-schi nella chiesa del Gesù a Frascati (Roma), e la volta della Chiesa di S. Ignazio a Roma, e la volta della chiesa dell’Università a Vienna, adoperando la tecnica, già sperimentata, della fi nzione pittorica. È suo il trattato “Perspectiva pictorum et ar-chitectorum” (1693-1698) in due volumi e tradotto in varie lingue. La mostra di Trento vuole documentare la polie-drica personalità dell’artista gesuita, mettendone in risalto i legami con gli ambienti culturali in cui operò.

Mostra di presepi napoletaniCelebre nel mondo, il Pre-sepe tradizionale napo-letano continua a vivere grazie all’abilità e alla pas-sione di numerosi artigiani che riescono a mantenere viva questa nobile arte nel rispetto della tecnica di realizzazione secolare. A Rovereto, dall’11 dicembre e fi no all’Epifania, sarà al-lestita, presso la Sala Iras Baldessari, una Mostra di Arte presepiale napoletana, un’occasione unica per festeggiare il Natale della tradizione Italiana.

LAVORI IN CORSOLAVORI IN CORSO

Nuova Berlino: traccedi memorie urbaneSei fotografi – sei diverse bio-grafi e – presentano la propria immagine di Berlino. In un percorso composito e ricco di contaminazioni emerge l’irre-quietezza di una città laboratorio a cielo aperto, in cui il futuro che avanza convive con un passato costantemente riadattato al nuo-vo volto urbano. Trento, Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, P.zza Battisti.

Miniature in musicaMiniature in musica: l’incanto natalizio. Un’esposizione de-dicata ad una scelta di preziosi volumi con incisioni e miniatu-re della Collezione Feininger. Curatori: Gianmario Baldi, Danilo Curti-Feininger, Mar-co Gozzi. In collaborazione con la Soprintendenza Beni librari e archivistici PAT. Dal 3 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010. Rovereto, Biblioteca Civica Tartarotti.

Trento. Al Museo Tridentino di Scienze Naturali

Luce: fotografie di MoratelliL’esposizione fotografi ca LUCE presenta il lavoro appassionato di Diego Moratelli. La luce, ele-mento primario della fotografi a, nelle sue molteplici declinazioni fi siche e simboliche e nelle sue infi nite variazioni e signifi cati, segna una svolta nel lavoro del fotografo, che con questi scatti passa dalle sue prime ricerche, dove prevale la sa-piente rappresentazione del

reale, ad una visione più sinte-tica, quasi astratta del mondo fi sico, come se volesse comu-nicare il proprio stato d’ani-mo nei confronti della natura. Il progetto espositivo è stato fonte d’ispirazione di un per-corso musicale che ha visto impegnati i maestri del Festival Sonata Islands. I musicisti hanno appositamente tradotto le immagini di Moratelli in una

MOSTRE

DESTRA ADIGE

Il paesaggio e i centri urbani della Destra Adige Lagarina di fronte a Rovereto, indagati nel corso degli ultimi due anni nel quadro di una collaborazione in atto con il Patto d’Area D.A.L. Mostra itinerante in cui vengono esposti i lavori di ricerca e di didattica sviluppati da un gruppo di docenti della Facoltà di Ingegneria e di studenti. Dal 12 al 20 dicembre. Nomi, municipio.

SERATA AL MUSEO

Il prossimo 2 dicembre, alle ore 20.45, presso il Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento, si terrà l’incontro con Luca Pedrotti del Parco Nazionale dello Stelvio sul tema “Tra conservazione della biodiversità e confl itti: il cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio.

I FIGLI DELLA DDR

“Zonenkinder. I fi gli della Germania scomparsa” di Jana Hensel è la bio-grafi a generazionale di chi ha com-piuto l’adolescenza nella Germania riunifi cata. Lettura e conversazione con Karin Birge Gilardoni-Büch e Michela Embrìaco. Trento, Biblio-teca Via Roma.

MOSTRA DAVID BOWES

Lo Studio d’arte Raffaelli di Trento presenta la mostra di dipinti inediti dell’americano David Bowes. È possibile fare astrazione, rimanen-do legati a un linguaggio pittorico nettamente fi gurativo? La domanda parrebbe paradossale, ma non con Bowes.

di Michele Luongo

serie di suoni ed incantevoli melodie. Trento, Museo Tri-dentino di Scienze Naturali.

Page 104: La Finestra novembre 2009

102 L A F I N E S T R A • N O V E M B R E 2 0 0 9

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Il Temporary Monument pensato e realizzato per la mostra Civica 1989 2009. Celebration, In-

stitution, Critique è uno degli eventi che inaugurano la Fondazione Galleria Civica, Centro di Ricerca sulla Con-temporaneità di Trento. L’in-tervento dell’artista consiste in una muraglia di sacchi di sabbia che delinea il perime-tro del Monumento di Dante, fungendo da protezione. La statua di Dante-scolpita nel bronzo nel 1896 da Cesare Zocchi- è il simbolo della lingua italiana, posizionata nella piazza antistante la sta-zione, quando il Trentino era ancora territorio dell’Impero Austro-Ungarico.L’opera dell’artista contem-poranea Lara Favaretto, che nasconde parzialmente il monumento preesistente, ha un notevole impatto visivo e grande forza. L’intento del-

l’artista è quello di costruire un monumento in negativo, occultando la natura visiva e la presenza fisica del Dante per metterne in evidenza il carattere simbolico.In questo modo la Favaretto obbliga a riprendere coscien-za di uno spazio dimenticato e di un simbolo che nel tempo aveva smesso di farsi por-tavoce di significati e che a causa della sua presenza fissa e costante aveva smesso di

attirare la nostra attenzione, diventando ormai per assue-fazione un oggetto usuale e privo di carattere metafisico. Un lavoro così invasivo e di grandi proporzioni non poteva passare inosservato e non suscitare pure giudizi contrastanti.Molte critiche negative sono giunte dalla stampa locale, da alcuni addetti ai lavori e da una cospicua parte della popolazione, lamentando

soprattutto l’eccessiva inva-sività dell’opera e l’ingente dispendio di denaro. Altre fonti autorevoli hanno invece interpretato diversamente e con toni entusiasti l’interven-to della Favaretto, mettendo l’accento sull’importanza della fusione tra contempora-neità e storicità, nel tentativo di ridare voce ad un simbolo dimenticato della città di Trento e della lingua italiana. Una delle molle che ha fatto scatenare il dibattito è stato un episodio avvenuto qualche giorno prima dell’inaugura-zione: una parte dei sacchi di sabbia che circondavano il monumento a Dante sono crollati. Inizialmente si era ipotizzata un’azione di sa-botaggio, mentre indagini successive hanno accertato che il danno è stato causato solamente dal vento. Questo fatto ha suscitato una reazione a catena che ha trasformato

l’installazione in un interven-to performativo involontario, accendendo il dibattito tra le parti. La speranza è che quan-to avvenuto si riveli utile per fare da cassa di risonanza per la realtà trentina nel mondo: la Favaretto è un’artista di cara-tura internazionale e talvolta le critiche negative possono rivelarsi positive nel mettere in luce e dare risalto a una realtà, solitamente ignorata e silenziosa. La contempo-raneità spesso richiede un piccolo sforzo: siamo chia-mati a riflettere su noi stessi, sul nostro tempo, su ciò che siamo, cercando di allenare la nostra mente e il nostro pensiero ad una visione più aperta ed elastica. Attraverso la proposta di questi lavori, la Fondazione Galleria Civica ci stimola ad utilizzare nuovi strumenti di comprensione.Il Monumento Momentaneo potrebbe indurci a riflettere, a riconsiderare certe tematiche e certi luoghi, a rapportarci in modo diverso con lo spazio, il nostro spazio; con uno spazio dimenticato. Anche con una dimensione astratta e profonda.

Dany Trentin

ARTE

Arte. Il Monumento Momentaneo di Lara Favaretto non è passato inosservato

Un’opera che fa discutere, ma anche riflettere

(foto di Dany Trentin)

Page 105: La Finestra novembre 2009

103 N O V E M B R E 2 0 0 9 • L A F I N E S T R A

Danilo Eccher - Trentino, classe 1953, è il nuo-vo direttore del-

la Gam, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino. Direttore artistico della Gal-leria Civica d’Arte Contem-poranea di Trento dall’89 al ’95, commissario alla Biennale di Venezia nel ‘93, direttore della Galleria d’Arte Moderna di Bologna dal ‘96 al 2000, e al Macro di Roma dal 2001 al 2008. Determinato, innovativo, acutamente critico. Nelle sue monografie e nei saggi per cataloghi, il senso della ricerca e del passato.

Qual è la linea guida del suo lavoro?Cercare di unire le diverse tipologie di pubblico che visita i musei, quello che

li frequenta per studiare, affrontare approfondire la collezione permanente, al pubblico interessato sola-mente al lato spettacolare delle mostre temporanee».

Una nuova concezione mu-seale?«È il tentativo di questo

progetto, dove parte storica e parte contemporanea dia-logano».

Dal Macro di Roma alla Gam di Torino cosa si è portato dentro e cosa ha lasciato?«Ho lasciato un museo in salute, un museo che stava

partendo, che stava de-collando, e sono sicuro che decollerà prossi-mamente. Ho trovato un museo che ha una grande storia e con del-le grandi prospettive davanti».

Come è stato accol-to dalla città, c’era attesa?«Molto bene, anche se devo dire che que-sti mesi l’ho passati quasi tutti nei depo-siti della Gam. L’at-tesa, la curiosità ci

sono sempre, sono inevitabili soprattutto quando compare sulla scena un nuovo diret-tore».

Arte giovane o giovane Arte?«La domanda può essere letta da entrambe le parti. Le rispondo usando la frase di Maurizio Nannucci che campeggia sul tetto Gam: “Tutta l’Arte è sempre stata contemporanea”».

Una scritta per lanciare il nuovo volto della Gam?«Noi vorremmo che si per-cepisse l’idea che l’arte è un grande fiume, un continuo scorrere nella ricerca , ma continuare a cercare non vuol dire dimenticare le origini».

Che rapporto ha con la città di Trento?«Il tipo di rapporto che si ha normalmente con la città nel-la quale si è nati e nella quale si torna ogni tanto».

E dalla vita artistica trenti-na cosa ci dice?«Attualmente sono direttore della Gam di Torino, mi oc-cupo solo della Gam e ogni concetto e pensiero è concen-trato su questo progetto».

La soddisfazione più gran-de che si aspetta a Torino?«Che la Gam riviva attraver-so le sue collezioni».

Una finestra aperta sul mondo dell’Arte

Intervista. Danilo Eccher, direttore della Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino

GAMdi Antonella Iozzo

Danilo Eccher

ARTE

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L’Assoc iaz ione Gank - Teatro Stabile di Genova presenta “La bot-

tega del caffè”, una delle più celebri opere di Carlo Goldoni, scritta nel 1750 sviluppando un tema già esposto in precedenza come intermezzo musicato e che ebbe già allora un così gran-de successo da meritarsi un ampliamento a commedia in tre atti. Il commediografo veneziano disegna una piaz-zetta dove fa vivere tre botte-ghe, «quella di mezzo ad uso di caffè; quella alla diritta, di parrucchiere e barbiere; quella alla sinistra ad uso di

Tezze. Una commedia che ebbe grande successo già nel 1750

Pergine. Al Don Bosco “A teatro con mamma e papà”Un Natale... mai vistoTre clown ed un musicista per raccontarci a modo loro il Natale. Entreranno dappri-ma nei panni di tre pastori durante una notte piena di situazioni impreviste o in-spiegabilmente prevedibili, nonché dense di segni e visioni che si confondono tra sacro e profano. Saranno

poi i tre Magi nel lungo viag-gio attraverso il profondo deserto, che incontreranno uno stranito e grottesco Ero-de, per giungere inconsa-pevolmente alla loro meta. Tra echi di alcune profezie di Isaia che preannuncia-no la nascita del Bambino e di antichi e leggendari

racconti mediorientali che narrano sotto altri aspetti il meraviglioso avvenimento, racconti stupiti e ingenui che potrebbe fare un bambino, scherzi e musica dal vivo, proveranno a raccontare la storia che tutti sanno ma che così non ha mai visto nessuno.

giuoco, o sia di biscazza» e vari meravigliosi personag-gi, avventori, gestori delle attività, giocatori, caratteri universali, umani, verosimili e forse veri. Come sostiene lo

stesso Goldoni nelle sue Me-morie, prevenendo eventuali critiche alla mancata unità d’azione, la sua intenzione non era di voler rappresen-tare una vicenda ben precisa,

ma di voler dipingere una piazzetta di Venezia e la vita delle persone che gravitava-no intorno ad essa. Ed ecco quindi che tutta la scena non è altro che uno scorcio di realtà portato in teatro. Il vizio e la colpa, la virtù e le passioni muovono e animano queste creature che racchiudono in loro ingenuità e malvagità, speranze e furore. Con Anto-nio Zavatteri, Alberto Giusta, Alessia Giuliani, Aldo Otto-brino, Massimo Brizi. Regia Antonio Zavatteri.

PICCOLO TEATRO PINETA

Apri tu per favoreFortunato Quagliarulo è un imprenditore della Napoli borghese. Quando uno sciagurato investimento in borsa si somma alla sco-perta del tradimento della moglie, la terra gli frana sot-to i piedi. Pensa allora alla vendetta. Ma non si tratta della soluzione migliore.

OLLE

STAGIONE TEATRALE

Vita da gattoLui si chiama Bianco ed è un gatto. Insieme al papà, che gli insegna le cose fondamentali della vita come il colore e il ritmo, vive in un brandello d’orto scampato non si sa come al devastante abbraccio di cemento della città. Ma anche l’orto viene inglobato nella città e così Bianco si trova senza casa. Olle, Teatro, 28 novembre ore 16.30.

ZIVIGNAGO

Sera in prosacon AmletIl 28 novembre prossi-mo, presso il Teatro di Zivignago di Pergine, la “Compagnia dei Giovani” di Trento porta in scena il lavoro “Amlet”, spettaco-lo in salsa comica. Inizio ore 20.45. Ingresso: intero 6 €, ridotto 4 €.

Ospedaletto. Un lavoro del “Teatro del Cuore” di Feltre

Il malato immaginarioVivere è essere malati, è meglio temere di essere malat i che accettare di esserlo. Strano eroe della salute Argan difende il suo diritto all’infanzia. Non sa rassegnarsi all’idea che la vita sia una realtà mortale, la mortale realtà che attra-

versiamo da adulti. “Non ci sono più bambini”, la battuta forse rivelatrice di quest’uomo che si rifiuta alla morte, che si ribella all’idea che la vita sia una malattia… Solo con il gioco è possibile vincere la paura della vita e della morte e

TEATRO

La Bottega del Caffè di Goldoni

così Argan gioca a fare il malato, gioca col denaro, la medicina, gli affetti. La follia sembra essere nel cosid-detto mondo esterno...

TEZZETeatro Parrocchiale

29 novembre ore 20.45

CIVEZZANOTeatro Comunale

5 dicembre ore 20.45

PERGINETeatro Don Bosco

5 dicembre ore 16.00

OSPEDALETTOTeatro Comunale

12 dicembre ore 20.30

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Per contattare Miriam rivolgersi alla AEMME sas: tel. 0461 752622 - redazione@lafi nestra.it

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a cura di Fabrizio Todaro

107 NOVEMBRE 2009 L A F I N E S T R A

La ricettadi novembre

Cucina Immaginiper

novembre SOGLIOLA RIPIENACON SALSA PIZZAIOLA

30 minuti* facile

Secondi. Prepariamo degli involtini di sogliola con mozzarella di bufala

INGREDIENTIPER 4 PERSONE

Questo secondo piatto si prepara con i fi letti di sogliola, che può essere sostituita benissimo anche dalla pla-tessa. L'abbinamento con la mozzarella di bufala rende questo piatto di pesce delicato ma dal cuore davvero saporito. La preparazione è davvero semplice, l'unica accortezza da adottare è verifi care che l'involtino sia ben chiuso alle estremità (per fare questo rivoltare i lati all'interno mentre si arrotola), pena la fuoriuscita della mozzarella durante la frittura.

Aromatizzare il pane gratuggiato con del-l'olio profumato all’aglio, scorza di limone e una manciata di prezzemolo

1

Per la salsa pizzaiola, soffriggere uno scalogno con uno spicchio d’aglio tritato, due acciughe e i capperi tritati

Aggiungere la salsa di pomodoro, un pizzico di origano e far sobbollire per 15 minuti

Con il batticarne battere i fi letti di sogliola (o platessa)

Tagliare la mozzarella a dadini, disporla sul fi letto e arrotolare il pesce piegando i bordi all’interno affi ché la mozzarella non esca

Infarinare gli invotini, passarli nell’uovo e poi nel pane grattuggiato aromatizzato

Friggere gli involtini in olio bollente per 3 o 4 minuti. Scolarli sulla carta assorbente e condire con del sale

Servire ben caldi, mettendo un cucchiaio di salsa nel piatto e adagiandovi sopra l’involtino

2 3 4

5 6 7 8

• 4 fi letti di sogliola o platessa• 200gr mozzarella di bufala• pan grattato• 1 scalogno• capperi• origano• 1 spicchio d’aglio• 2 acciughe sott’olio

• 150gr salsa di pomodoro• prezzemolo• buccia di 1 limone• farina per impanare• 1 uovo• olio extravergine d’oliva profumato all’aglio• olio per friggere

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di Luciano Motta

NEI GIORNI SCORSI TUTTI I RESIDENTI IN TRENTINO, VOLENTI O NOLENTI HANNO VISTO SPEGNERSI “LA VECCHIA” TELEVISIONE ANALOGICA E ACCENDERSI “LA NUOVA” TELEVISIONE DIGITALE, CON I PRO E I CONTRO CHE TUTTI ABBIAMO VISSUTO E STIAMO VIVENDO E CONSEGUENTI INTERROGATIVI O COMPIACIMENTI. ECCO UN PICCOLO GLOSSARIO DI SIGLE DI USO COMUNE...

Copertura: indica l’area geogra-fi ca coperta dal segnale digitale terrestre dove è possibile ricevere i canali trasmessi.DAB: Digital Audio Broadca-sting. Sistema di trasmissione radio destinato a prendere il posto delle radio che trasmettono in Am-Fm. È la radio digitale.DGTVi: associazione per la pro-mozione del digitale terrestre e per l’interoperabilità dei servizi.DTT: Digital Terrestrial Tele-vision. Sistema digitale per la diffusione di programmi televi-sivi e servizi digitali attraverso trasmettitori e ripetitori televisivi terrestri, che sostituisce la televi-sione analogica.DVB-T: Digital Video Broadca-sting – Terrestrial. Standard della televisione digitale terrestre. EPG: Electronic Programme Guide. È una guida al palinsesto dei canali digitali. Le informa-zioni fornite possono essere più o meno ricche a seconda della capacità di memoria e di elabo-razione del decoder in uso.FTA: Free-to-Air. Indica i canali gratuiti, che sono visibili in chia-ro senza necessità di utilizzare una scheda prepagata.HD: High Definition, ovvero alta definizione. Una modalità di trasmissione televisiva che garantisce una maggiore qualità e nitidezza dell’immagine. (Se il televisore lo supporta…).Smart Card: scheda elettronica che si usa per accedere a servizi interattivi a pagamento.Streaming: trasmissione di un fl usso di dati audio e video tra-mite rete telematica (ricevibile tramite internet dal PC).Web tv o Streaming: è così definita la televisione che si guarda su internet in modalità di streaming.Switch off: data spegnimento dell’analogico (il solo digitale

DIGITALE TERRESTRE:GLOSSARIO DEI TERMINI

sarà ricevibile).Tivù Sat: piattaforma digitale satellitare di Rai, Mediaset e La 7. Prevede un particolare decoder separato. Si contrappone alla piattaforma satellitare di Sky.Zapper: decoder non interattivo in grado di ricevere i soli canali digitali gratuiti (FTA - Free-to-Air).IPTV: piattaforma di trasmis-sione televisiva che fa capo a operatori telefonici. È il caso di Fastweb Tv, Alice Home Tv di Telecom e Infostrada Tv. Per ricevere i canali e usufruire dei servizi tv non servono antenne, il segnale viaggia sui cavi tele-fonici. I servizi di IPTV sono generalmente abbinati a servizi di telefonia fi ssa e collegamento internet a banda larga ADSL.MHP: Multimedia Home Pla-tform. Decoder che oltre a riceve-re i canali gratuiti (FTA) consen-te, dopo avere inserito l’apposita scheda, di ricevere anche i canali a pagamento.CAM: dispositivo – non univer-sale - da inserire nelle televisioni digitali predisposte nel quale a sua volta inserire la scheda per la

visione dei canali a pagamento.MULTIPLEX : col s is tema DVB-T più “canali” vengono trasmessiall’interno di un unico canale, os-sia a una certa frequenza: questo canale più “capiente” è indicato con il nome di multiplex.OTA: Over the Air. Si tratta di una funzione importante che fa sì che i decoder si aggiornino automaticamente via etere (nel caso in cui fossero necessari adeguamenti tecnici), senza che l’utente debba fare nulla. Nel caso in cui questa funzionalità non sia presente, per provvedere ad aggiornare il decoder l’utente dovrà rivolgersi ad un tecnico o portare il decoder al centro di assistenza tecnica.PAY PER VIEW: servizio che consente all’utente di pagare per la visione di singoli eventi (fi lm, partite di calcio ecc.) trasmessi a giorni e orari prestabiliti.SIMULCAST: diffusione con-temporanea dello stesso program-ma o insieme di programmi con diverse modalità di trasmissione, per esempio in modalità analogi-ca e digitale.

Agli Italiani piace il .itSiano imprenditori, opinion leader o semplici utenti, tutti i navigatori del Belpaese associano a Internet prima di tutto il suffi sso ‘.it’ e apprezzano che a gestire l’anagrafe dei domini italiani sia un ente ritenuto “serio e affi dabile” come il Consiglio Nazio-nale delle Ricerche. È uno dei risul-tati dell’indagine sulla conoscenza e sull’utilizzo della rete, condotta dalla società Pragma per conto dell’Isti-tuto di Informatica e Telematica del Cnr (Iit-Cnr), che vuole delineare lo scenario dal quale prende il via la campagna di comunicazione del Registro.it, l’organismo dell’Iit-Cnr

che in Italia assegna e gestisce tutti i domini .it.«Obiettivo dell’iniziativa - osserva il direttore dell’Istituto, Domenico Laforenza - è contribuire alla dif-fusione della cultura di Internet in Italia e a un uso consapevole della rete, nonché valorizzare i nomi a dominio a suffi sso .it, intesi sia come bene aziendale sia come simbolo del made in Italy”. La campagna di comunicazione del Registro, curata dalla società Light, si sostanzierà in due fasi. La prima, che parte a novembre, interesserà quotidiani ed emittenti radiofoniche e sarà rivolta a un pubblico generalista; la seconda, tra gennaio e febbraio 2010, sarà focalizzata su imprese e professionisti e coprirà radio e periodici. Sempre nel 2010, partirà anche l’iniziativa del Registro .it nelle scuole: 3.000 istituti superiori italiani parteciperanno al quiz che trasforma la registrazione dei domini .it in un gioco interattivo aperto a tutti gli studenti, naturalmente on line.

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Moda&Bellezza

Curiositàdi novembre

Secondo la fi losofi a sposata dal governo di Sua Maestà, aprendo l’armadio, chiunque troverà dei capi d’abbigliamento che non usa più o, peggio, che non ha addirittu-ra mai messo. È proprio questa parte del guardaroba che i cittadini inglesi sono invitati a mettere a disposizione degli altri...

Il governo inglese sta con l’ambiente. È stato messo a punto dal Regno Unito infatti un programma per poter riciclare tutto ciò che i legittimi proprietari non usano più e che altri potrebbero utilizzare. Moda compresa.Secondo la fi losofi a sposata dal governo di Sua Maestà, apren-do l’armadio, chiunque troverà dei capi d’abbigliamento che non usa più o, peggio, che non ha addirittura mai messo. È proprio questa parte del guardaroba che i cittadini inglesi sono invitati a mettere a disposizione degli altri. E l’invito è rivolto anche ai negozianti.Ogni cittadino potrà così portare nei negozi che accoglieranno la proposta i vestiti che non usa più e i proprietari potranno mettere a disposizione uno spazio dove vendere o affi ttare la “moda riciclona”.Un programma di moda sostenibile che permette di aiutare lo smalti-mento di merce inutilizzata e quindi l’ambiente ma, allo stesso tempo, permette anche qualche pomeriggio di shopping in più: i prezzi della “moda riciclona” sono molto più contenuti rispetto a quelli della moda tradizionale! E poi, si sa, in questo autunno inverno 2010 il vintage è un vero e proprio must! (s.c.)

Dolci collezioni di moda Videogame fashionUn noto marchio di tecnologie, ha lanciato anche sul mercato europeo il 30 ottobre scorso un nuovo videogame: Style Boutique. Per tutte le amanti della moda, un videogame che proietta in una boutique, completamente da gestire.Anche se solo virtualmente il nego-zio sarà tutto di chi vorrà giocare. Potrete diventare delle consulenti di stile, scegliere l’assortimento da presentare alle vostre clienti, giocare con le altre consulenti, grazie alla modalità multiplayer, e anche partecipare alle compe-tition. Mano a mano che si gioca da commessa si può diventare padrona del negozio, allestendo anche i manichini, scegliendo arre-damento e musica. E proponendo anche degli sconti.Le regole di base sono quelle del-l’economia: più capi venderete, più soldi potrete utilizzare per rendere più glamour la vostra boutique.Insomma, un videogioco che consente di fare la cosa che le fashion addicted preferiscono: scegliere vestiti, trucchi e accon-ciature di capelli. Il tutto dal punto di vista professionale, però. Chis-sà che non troviate la vostra vera vocaz io-ne… (s.c.)

Si intitola “Dolci colle-zioni di moda” la ma-nifestazione andata in scena a Tokyo nei primi giorni di no-vembre. Nel centro giapponese hanno sfilato dei cappelli davvero stravaganti e particolari, che dif-ficilmente vedremo sfilare anche lungo le strade delle nostre città. Però gli esperti assicurano che è uno spettacoli vederli percorrere la passerella di questa particolare e curiosa sfi lata di moda.Lo show di Tokyo ha proposto accessori moda, ispirati al lato più dolce della cucina, con tante leccornie poste sul capo delle modelle. Torte gusto-sissime, panna monta-ta candida e deliziosa, crema pa-sticcera, cioccolato, i bignè, piccole prelibatezze da gustare lentamente, pan di spagna classici, dolci e altri dettagli: questi cappelli sembrano usciti da una pasticce-ria più che dall’atelier.Le curiose creazioni sono

state infatti realizzate da chef pro-fessionisti, famosi a livello interna-zionale, che hanno saputo unire così il gusto per la moda e il gusto del palato: per uno show molto vario e molto gustoso, da ammirare con gli occhi e da apprezzare anche quan-do è ora di toglierli. (s.c.)

La moda del riciclo

OLTRE IL CIBO...

usa più o, peggio, che non ha addirittu-

Cibo e comunicazione«In ogni società l’alimentazione non è volta soltanto alla soddisfazione di un bisogno fisiologico, ma è anche una forma di comunicazione, l’occasione di scambi e di atti ostentatori, un insieme di simboli che costituisce per un gruppo un criterio d’identità [...] L’alimentazione va dunque vista come un sistema di comunicazione i cui signifi canti sono in parte limitati a una cultura particolare – e ne segnalano così la specifi cità – in parte interculturali - e assicurano così la comunicazione, nelle situazioni alimentari, tra individui apparte-nenti a culture diverse». (R. Valeri)

Sulla scelta del cibo«Coloro che non accettano che il cibo abbia la capacità di rendere gli uni più temperati, gli altri più intemperanti, alcuni più padroni di sé, altri meno, e coraggiosi o vili, miti o amanti di controversie e di liti, si rinsaviscano e vengano da me ad apprendere che cosa debbano mangiare e bere. Riceveranno un gran giovamento per la fi losofi a morale e, oltre a questo, divenuti più intelligenti e dotati di miglior memoria, faranno progredire la loro virtù con le facoltà dell’anima razionale. (Claudio Galeno, medico e fi losofo greco, III secolo d.C.)

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Sarebbe infi nita la lista delle possibili idee re-galo di Natale da fare in casa, ma la più sem-plice fattibile con mezzi economici, e magari di recupero, è certamente il patchwork.

A Natale una delle cose più belle è poter creare i regali da sé, donando così del tempo a chi amiamo. I regali fai da te stimo-lano la creatività e fanno risparmiare! Sarebbe infi nita la lista delle possibili idee regalo di Natale da fare in casa, ma la più semplice fattibile con mezzi economici, e magari di recupero, è certamente il patchwork.Il patchwork è una tecnica molto semplice che dà dei risultati immediati molto belli. Nei negozi generici si possono acquistare a poco prezzo bambole o forme di polistirolo fatte apposta per chi ama questa tecnica. Con scampoli o ritagli di tessuto, di avanzo si possono realizzare delle bellissime opere “artigianali”.

La tecnica è semplicissima, seguendo le guide delle forme, o improvvisando un mosaico a piacimento vanno applicati dei tagli lungo il polistirolo, poi si tagliano i pezzi di tessuto in forma leggermente più grande rispetto a quella tagliata, in modo tale che ci sia un centimetro di

abbondanza in ogni lato. Successivamente con la punta di

una matita si deve inserire l’avan-zo del tessuto nella fessura tagliata sul polistirolo, questo lungo tutta la forma, coprendo completamente la superfi cie bianca della fi gura. E così via per tutta la forma che si è deciso di fare. Il tutto può essere completato da perline fi ssate con spille o con della passamaneria. L’unica cosa a cui fare attenzione, i tessuti non devono

essere troppo pesanti o non si inseriranno mai nelle fessure rovinando la fi gura, e bisogna stare attenti a non incidere

troppo in profondità quando la superfi cie non è molto spessa. Buon patchwork! (s.c.)

Bonsai, l'albero in vasoSapevate che l’abete, l’acero la quercia ed il pesco si prestano molto bene a fare bonsai? Bonsai è una parola, di origine orientale, che signifi ca “albero coltivato in vaso, con arte”. Grazie a un antico sistema di coltivazione le piante, molto alte allo stato naturale, restano piccole. Ma non soffrono. Quasi tutti i bonsai crescono bene all’aperto. Ma vi sono anche alcune specie adatte a essere coltivate in casa. Per esempio, il ficus benjamina oppure la serissa e la carmona.

Colt i -vare un bonsai in casa neces-sita però di una serie di accorgimen-ti. Ecco alcuni preziosi consigli. Essenziale per il bonsai è la luce (ma non i raggi diretti del sole): ruotate di frequente la pianta così riceverà luce in modo uniforme. Per quanto riguarda invece la tempe-ratura non deve superare i 22 gradi né scendere sotto i 12-15 (sia per il troppo caldo che per il troppo freddo c’è il rischio che possano cadere le foglie). Cercate di innaffi are il bonsai a giorni alterni ma spruzzate le foglie tutti i giorni. Concimate bene il terreno solo con prodotti specifi ci per bonsai.

Fate una certa attenzione anche all’acqua: quella calcarea rovina i bonsai. Se quella del rubinetto lo è, prima di usarla lasciatela riposare in una bottiglia di plastica per un giorno. Infi ne tenete presente che un bonsai può rimanere nello stesso vaso in cui lo avete comprato per almeno tre anni. Con queste attenzioni avrete un albero coltivato in vaso, ad arte!

Regali di Natale fai da te

L'UOMO E LE PIANTE

Cocktail bluLe serate sono ormai sempre più fresche, ma la voglia di un cocktail in compagnia non passa insieme all’estate. Ecco allora una ricetta per un cocktail autunnale, all’in-segna del colore blu, che renderà le vostre cene con gli amici più frizzanti e allegre. Il cocktail è di semplice preparazione e c’è bisogno dei seguenti ingredienti: vino bianco, Ginger Ale, zucchero di canna, ghiaccio a cubetti, uva nera, more e mirtilli.Per la bevanda dovrete utilizzare una parte di vino con due parti di Ginger Ale. Shakerate inizialmen-te questi due ingredienti. Poi in un bicchiere da cocktail mettete lo zucchero, la frutta (a pezzi se troppo grossa), i cubetti di ghiac-cio. Infi ne aggiungete la miscela di vino shakerata.Potrete servire il cocktail con delle decorazioni di frutti sul bicchiere. Il cocktail può essere servito per un dopocena. (s.c.)

Successivamente con la punta di una matita si deve inserire l’avan-

di recupero, è certamente il patchwork.

troppo in profondità quando la superfi cie non è molto spessa. a poco prezzo bambole o forme di polistirolo fatte apposta per chi

Casa dolce casa

Curiositàdi novembreCuriositàdi novembre

Lavoro in campagna«Vado pensando e ripensando alla vergognosa generale apatia che ha fatto spegnere nell’abbandono l’antica pratica agraria e mi viene paura che questa occupazione possa sembrare penosa e forse disonorante per dei liberi cittadini. (Lucio Giunio Columella, scrittore e agronomo latino, I sec. d.C.).

Uomo e mondo vegetale«Il rapporto di uomo e vegetale è la dimensione umana per eccellenza; le piante sono indicatori straordinari della storia culturale e dei modi della nostra appropriazione dello spazio [...]. Il rapporto col mondo vegetale è una “nicchia” in cui troviamo atteggiamenti e comportamenti antichi che si sono sottratti all’usura del tempo; è una testimonianza da cui attingere una cultura perduta. (XIII Congresso Internazionale di Botanica, Sidney, 1981).

La coscienza delle piante«Le piante non sono selvagge; la parte preparatoria o sognante della loro natura prevale di gran lunga su quella volitiva. Ma all’interno della loro sfera hanno qualcosa che ricorda da vicino gli uomini. I loro fi ori sono la loro coscienza». (Elias Canetti, scrittore del XX secolo)

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Nascita della fi losofi a«Il bisogno della fi losofi a sorge quando dalla vita degli uomini scompare il potere dell’uni-fi cazione e gli opposti hanno perduto la loro interazione e relazione vivente e sono diventati autonomi».G.W.F. Hegel, fi losofo tedesco (1770-1831)

Iddio e la fi losofi a«Iddio a rigor di termini è il primo fi losofo: la fi losofi a umana è la continuazione e la ripeti-zone della fi losofi a divina».Vincenzo Gioberti, politico e fi losofo (1801-1852)

Consolazione e fi losofi a«Io non penso che la fi losofi a possa consolare. Il consolare è una funzione totalmente diversa: esso è una funzione religiosa».Hans Küng, teologo svizzero del XX secolo

Il ventennale della caduta del muro di Berlino coincide con quello della morte di Augusto Del Noce: «Il fi losofo che meglio preconizzò il fallimento del marxismo e i suoi effetti sulla società contemporanea», commenta Roberto de Mattei, vice presidente del Cnr. Del Noce fu ordinario di Storia della fi losofi a moderna e contemporanea all’Università di Trieste, di Storia delle dottrine politiche e Filosofi a della politica all’Università di Roma ‘La Sapienza’, fu Senatore della Repubblica, collaborò con numerose testate ed ottenne riconoscimenti quali la Medaglia d’oro al merito della cultura cattolica (‘86) e il Premio nazionale di cultura nel giornalismo Penna d’oro (‘89). Le sue pubblicazioni iniziano con La non fi losofi a di Marx (‘46), ripubblicato ne Il problema dell’ateismo (‘64), in cui Del Noce vuol dimostrare che l’ateismo non

è una “necessità” del progresso fi losofi -co-scientifi co, bensì un “problema” della modernità. Tra le opere che contribuirono al dibattito politico negli anni ’70-‘80 L’epoca della secolarizzazione (‘70), Il suicidio della rivoluzione (‘78) e Il cattolico comunista (‘81).«Il pensiero di Del Noce è ancora oggi in grado di rispondere alle numerose sfi de che animano il dibattito moderno», prosegue il vice presidente del Cnr. «La contrapposizione tra laicismo e religione, la secolarizzazione, il relativismo e il nichilismo che attraversano la società ‘opulenta’, il potere della tecnologia, sono problematiche affrontate dal fi losofo con grande anticipo e rispetto alle quali egli proponeva la riscoperta dei principi etici universali e tradizionali quale orienta-mento dell’uomo nella storia, cercando di dimostrare come i sistemi di pensiero

che aspirano ad una liberazione dell’uo-mo su basi unicamente razionali siano fallimentari».Marcello Veneziani ricorda che “Augusto del Noce è stato il fi losofo politico e civile del pontifi cato di Giovanni Paolo II, che fu il principale ispiratore di quell’epocale declino della rivoluzione e del comunismo nel mondo. Il comunismo si risolverà in spirito radical, prevedeva allora Del Noce, un intreccio di consumismo e di liberazione sessuale, che è poi il marchio di quella che egli defi niva “l’‘irreligione’ occidentale”. “Essa trova modo di imporsi in una ‘non società’ senza senso e senza valore”, prosegue Tito Perlini dell’Uni-versità di Venezia, “dove la molteplicità non è unifi cata; il laicismo svuotato di ogni residuo cristiano dà luogo non ad un auto-superamento ma ad una netta regressione”.

Caleidoscopio

Lo sapevate che...

Le curiositàdi novembrenovembre

Nascita della fi losofi a

IPSEDIXIT

Augusto Del NoceLa riscossa della cultura cattolica

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ro... AUTO-FURTO

La fretta è davvero una cattiva consiglie-ra. Ne sa qualcosa Samuel Botchvaroff, un 24enne californiano che doveva recarsi in tribunale per un’udienza che lo vedeva imputato di furto d’auto. Essendo in forte ritardo, per giungere puntuale al processo il giovane non ha trovato niente di meglio che... rubare un’auto. Il giudice, paradossalmente, lo ha assolto, ma la polizia lo ha subito dopo arrestato per il furto dell’auto “presa in prestito”.

AUTO-SCONTRO AUTO-AIUTO

Gli agenti della polizia municipale hanno la nomea, talvolta non a torto, di essere piuttosto infl essibili con gli automobilisti indisciplinati. Ma non mancano le eccezioni. A Modena, nel corso di un normale controllo, un agente si è accorto che l’automobile appena fermata aveva l’assicurazione scaduta. Inevitabile, quindi, il sequestro amministrativo. Ma a bordo, oltre al conducente, vi era anche una bimba con la febbre alta. Il vigile allora, a sue spese, ha chiamato un taxi affi nché padre e fi glia potessero recarsi dal pediatra.

Le distrazioni al volante spesso si pagano care. Talvolta carissime. Ne sa qualcosa un americano di 34 che alla guida della sua fiammante e potente Bugatti, del valore di circa due milioni di dollari, si è lasciato distrarre dal suo cellulare e, cosa assai più inusuale, dal volo di un pellicano. L’uomo, infatti, appassionato di ‘bird-wa-tching’ ha distolto lo sguardo dalla strada e ha seguito il volo del pennuto... tanto da fi nire in un una palude.

Porta a Portae “La Finestra”Il nostro collaboratore Mario Pacher, profondo conoscitore della vita sociale e culturale della Valsugana, recentemen-te si è recato a Roma. E il fi uto giornalistico che da sempre lo caratteriz-za sul nostro territorio non è mancato nemme-no nella Capitale. Qui, infatti, il nostro cronista ha subito realizzato un piccolo scoop, facendosi immortalare con il noto giornalista Bruno Vespa, conduttore, tra le varie cose, della trasmissio-ne televisiva “Porta a Porta”.

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