Il Giornalista novembre 2009

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L’edizione speciale della Facoltà di Giornalismo dell’Università Statale Lomonosov di Mosca Il Giornalista Tue le strade portano… in Italia

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Il Giornalista, L’edizione speciale della Facoltà di Giornalismo dell’Università Statale Lomonosov di Moscanov. 2009

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L’edizione speciale della Facoltà di Giornalismo dell’Università Statale Lomonosov di Mosca

Il Giornalista

Tutte le strade portano… in Italia

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� | novembre 2009Il Giornalista

Fatima Ciumakova,caporedattrice

Si dice che la stagione preferita da tutti i poeti e lodata nella loro brillante opera sia l’autunno. Come si è potuto notare, all’autunno non si ispirano solo i grandi poeti, ma anche noi semplici giornalisti che siamo ammiratori dell’Italia. E` difficile dire cosa sia dedicato il nostro nuovo numero. Abbiamo cercato di raccon-tare una serie di storie: le vacanze, lo studio il lavoro, quelle semplici cose che ti danno un’esperienza indimenticabile e bellissima. In poche parole cerchiamo di dire che questo numero è dedicato ai piaceri semplici della vita, ai piaceri italiani se così si può dire.Abbiamo già una tradizione consolidata che è quella di scrivere come abbiamo trascorso le nostre vacanze italiane e dall’Italia portia-mo sempre qualcosa di tangibile, come ad esempio i regali per gli amici e la famiglia, ma anche nuove idee, pensieri, sentimenti, emozioni ed impressioni. Anche quest’anno, come nei precedenti, gli studenti del nostro Centro Italo - Russo han-no avuto una meravigliosa estate in Sicilia, ed hanno visto di persona come la gente del posto festeggiava il Ferragosto, hanno visitato le Isole Eolie, alternando il profano al sacro, visitando un luogo sacro come Tindari. Hanno finalmente imparato a capire i gesti degli italiani e la cosa più sorprendente per loro sono state le automobili più piccole dette “topolino”, ed hanno redatto la lista dei loro luoghi migliori, dei loro “must” in Sicilia.Alcuni addirittura sono riusciti a visitare Geno-va, Venezia, Verona e il Garnagno. Ma, come spesso succede, “ogni bel gioco dura poco”. Resta soltanto da fissare sulla carta tutti que-sti piacevoli momenti ripetendo a se stesso che “tutto e` bene quel che finisce bene”.Inoltre, su questo numero si può conoscere l’attività pacifista dell’Associazione toscana

“Rondine-Cittadella della Pace”, e chi e per quali motivi si è aggiudicato il prestigioso premio letterario “Strega” ed anche il funzio-namento del marketing in Italia. Altre utili informazioni possono essere tratta dall’articolo “Parli italiano? Vai a superare l’esame”. Fin alla bara sempre se n’impara!E, infine, il dolce. Una delle nostre studentes-se ha avuto la fortuna di passare una giornata a Mosca con la famosa cantante italiana Ingrid e le ha fatto un’intervista. Allora, mettetevi seduti comodamente, sinto-nizzatevi su della buona musica italiana, che vi piace, prendete il numero di novembre de “Il Giornalista”, tanto sapete che “Tutte le strade portano...in Italia”. La nostra rivista ne è la riprova. Buona lettura!

direttore del centro: Anastasia Grusharedattore responsabile: Natalia Semenovadisegno della copertina: Anna Sokolovaredattori: Fatima Ciumakova

Il numero è stato preparato dagli studenti del Centro Italo-Russo per le ricerche su mass media, cultura e comunicazione:Bella Shakhmirza Vera Kicianova Anna Tsebekova Anastasia Safronova Tatyana Karabanova Margherita Proniushkina Anna Sokolova Oksana Lasarenko Yulia Donzova Anna Leonova Daria Klimenko Giulia Volodikova Alena Dementyeva Svetlana Kravcenko

novembre dell’anno 2009

disegno ed impaginazione: Galina Kuznetzovacaratteri: Myriad Pro, Palatino Linotypestampato: il laboratorio poligrafico di studio della Facoltà di Giornalismo di MGUil direttore V. I. Neznanov

indirizzo: 125009, Mosca, via Mokhovaya, 9telefono: (495) 629-37-87

firmato per stampare: 23.11.2009

L’opinione della redazione non sempre coincide con quella dei materiali del giornale. I giornalisti sono responsabili per il contenuto dei materiali.

Gli evvenimenti italiani a Mosca............................................................3“Rondine”: dove la pace in tutto il mondo sembra possibile.....................4Parli italiano? - Vai a superare l’esame...................................................6Un giorno con Ingrid: l’intervista con la cantante...................................8Premio Strega: i migliori libri italiani.....................................................9Tindari: dove si vuole piangere e si puo` parlare con Dio......................10Le sette perle del Mediterraneo...........................................................12La macchina piu` piaccola.................................................................. 13 Italia. Sicilia. Montalbano Elicona. Tutto quanto è nascosto sulle pagine di Facebook e VKontakte!...........14Ferragosto dei occhi di turisti russi......................................................16Mosaico ligure....................................................................................17Una bella esperienza..........................................................................18Come si lavora in Italia: intervista con un’impiegata italiana...............19

Senza la parole...................................................20Scilla: un fiore all’occhiello della provincia regina........................................21Vendere il paese............................................... 22Musica italiana per i cuori dei ragazzi russi.Italia e Russia – il ponte musicale.....................24Il cortile dell’amore o la lettera a Giulietta........25Venezia a piedi e non solo................................ 26

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(Arte)1 dicembre 2009

“Co ncavo e convesso”, Galleria M’ARS (Pushkarev per., 5)

Installazione audiovisiva di Getulio AlvianiUn progetto audiovisivo in cui le superfici di Getulio Alviani si confrontano con un intervento di musica algoritmica di Pietro Grossi, il maggiore esponente italiano di musica concreta ed elettronica, scomparso nel 2002. Un’opera spaziale in cui viene espresso il principio di un’ arte che opera in concomitanza con la scienza esplorando il rapporto tra forma e suono e tra materia e astrazione. Nel periodo della mostra e’ previsto un dibattito dal titolo “Dinamiche dello Spazio Pneumatico”, nel quale l’ arti-sta si confronta con scienziati e artisti russi su una delle teorie centrali del suo lavoro.

(Musica)5 dicembre 2009

Concerto di “Neapolis Ensemble”, Dom Musiki

(Kosmodominskaya nab., 52/8)

Il gruppo composto da Maria Marone (voce), Edoardo Puccini (chitarra), Salva-tore Della Vecchia (mandola e mandolino), (Marco Messina (flauti), Wally Pituello (violoncello) e Raffaele Filaci (percussioni) ha partecipato a numerosi festival interna-zionali esibendosi nei principali teatri del mondo. Il programma comprende la rivisitazione di brani di canti e musiche che ci immergono nel ritmo e nella creativita’ della migliore tradizione napoletana.

(Letteratura)

2 dicembre 2009 - 6 dicembre 2009Paolo Giordano alla Fiera del Libro

Non/Fiction, Casa centrale degli Artisti (Krymsky Val, 10)

Vincitore del Premio Strega 2008 con la sua opera prima La solitudine dei numeri primi,

il giovane scrittore incontra il pubblico russo. Il suo romanzo, incentrato sulla difficile realta’ del mondo giovanile, e’stato gia’ tradotto in numerosi Paesi ed e’ un best seller in Italia con piu’ di un milione di co-pie vendute. Prossimamente diventera’ un film con la regia di Saverio Costanzo.

(Fotografia)1 dicembre 2009 - 15 dicembre 2009

“Italia 1946–2006: dalla Ricostruzione al nuovo Millennio”, Galleria M’ARS

(Pushkarev per., 5)

Attraverso gli scatti dei piu’ celebri fotografi italiani dell’ultimo cinquantennio un’occa-sione per scoprire un Paese e la sua societa’ in un processo di trasformazione lento ma inarrestabile. La mostra chiude un lungo percorso che l’ha portata nelle principali citta’ della Rus-sia nel corso di tutto il 2009.

(Arte Visiva)10 dicembre 2009 - 17 gennaio 2010

Fausta Squatriti “Ecce homo 1998-2009”, Accademia dell’Arte Russa

(ul. Precistenka, 21) Tre cicli di lavori realizzati dall’artista negli ultimi anni:

“Requiem per la specie e per la macchina”“Beata solitudo sola beatitudo”“Ecce Homo” Una incessante ricerca visiva sui temi della realta’: la solitudine, il dominio della scien-za sull’uomo, la dolente umanita’ dell’am-malato, attraverso i molteplici linguaggi dell’ espressione artistica.

(Cinema)Novecento: parole ed immagini, Istituto

Italiano di Cultura (Malyi Kozlovskij per., 4) ore 18.45

25 novembre 2009Cristo si e` fermato a Eboli

Dal romanzo omonimo di C. Levi medi-co-pittore torinese Carlo Levi, antifascista, viene condannato dalla dittatura fascista al confino in un paesino della Lucania. La conquista dell’ Abissinia gli ridarà la libertà.

9 dicembre 2009Il giorno della civetta

Dal romanzo omonino di Leonardo Sascia.Un modesto imprenditore edile, Colasberna, viene ucciso nei pressi di un casolare isolato, in cui vivono Rosa Nicolosi, il marito e la loro figlioletta. Parrinieddu, confidente dei carabinieri, fa intuire al capitano Bellodi, che conduce le indagini, che Rosa sa più di quanto dica...

16 dicembre 2009Il manoscritto del Principe

E’ la cronaca di un episodio della storia letteraria, che ci offre il ritratto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore di Il gatto-pardo, capolavoro del Novecento italiano. Сronaca di una “contesa amorosa”. Quellа tra Tomasi di Lampedusa e due ragazzi: Guido Lanza, aristocratico, brillante e l’altro Marco Pace, ragazzo della media borghesia, intelligente e aspro allo stesso tempo.

Gli evvenimenti italiani a Mosca

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Le risposte a queste domande possono esse-re trovate solo diventando una parte di un progetto internazionale dell’Associazione Italiana “Rondine-Cittadella della Pace”. E sulle attività di questa organizzazione, sulle sue prospettive per la futura cooperazione e descritti in dettaglio ha raccontato Luciana Maci, responsabile comunicazione per l’As-sociaizone “Rondine- Cittadella della Pace”.

« E` impegnata dal 1997 nella promozione del dialogo e della pace attraverso l’espe-rienza dello Studentato Internazionale. In pratica Rondine è un suggestivo borgo me-dievale in provincia di Arezzo, in Toscana, che ospita giovani provenienti da paesi in conflitto o in difficoltà dei Balcani, dell’ex Urss, del Caucaso meridionale, del Medio Oriente e dell’Africa. Gli studenti vivono

insieme e intanto studiano presso le vicine Università di Arezzo, Firenze e Siena. Una volta completato il ciclo di studi (corso di laurea o /master/), rientrano nei paesi di ori-gine per testimoniare la concreta possibilità della comunicazione e riconciliazione tra realtà differenti. Rondine è aperta a fedeli di qualsiasi religione ed è attiva in campo cul-turale attraverso l’organizzazione di incontri, dibattiti ed eventi di particolare interesse per il territorio ma anche a livello naziona-le. Moltissime le realtà che collaborano con Rondine: enti locali, provinciali e regionali, governo italiano, istituzioni di vario genere, Fondazioni ed enti benefici, Chiesa, amba-sciate, organizzazioni non governative ecc».

A Rondine, insieme con la conoscenza umana universale, si insegna ad essere one-

sto e paziente, o, come si dice, tollerante.I membri dell’Associazione ha fornito l’oc-

casione per una vita tranquilla dei giovani che a casa vivono in condizioni di confronto.

Anche a Rondine e` rispettata e promossa la religione. Ci sono tutte le condizioni per il culto delle diverse religioni.

Lo stile di vita degli studenti di Rondine, senza esagerare, può essere preso come un modello di convivenza pacifica. Loro vivo-no, studiando, e studiano vivendo.

Siamo riusciti di parlare sulla vita a Rondi-

“Rondine”: dove la pace in tutto il mondo sembra possibileÈ possibile allo stesso tempo vivere in una delle zone più pittoresche d’Italia, nel cuore della Toscana, studiare in una delle migliori università italiane, aver amici da tutto il mondo, dimenticando la guerra ed i conflitti, e trovare la speranza e la fede nella possibilità di una vita serena per tutti i popoli?

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ne con due membri di questo progetto: Guy Frishman e Khatia Benidze. Guy Frishman e` nato a Gerusalemme (Israele). Nel corso degli anni ha sviluppato un’autentica predi-lezione per la politica: dall’età di 14 anni ha collaborato con il partito social-democratico israeliano di “Meretz” e poi ha aiutato i pro-fughi sudanesi del Darfur a ottenere asilo in Israele. Khatia Benidze è georgiana. Durante l’infanzia è vissuta in Abcasia, che poi è stata costretta a lasciare a causa del conflitto tra i due popoli caucasici.. A Tbilisi e` stata diret-trice vendite e marketing presso un’azienda vinicola Georgiana.

Adesso Khatia e Guy studiano all’Univer-sita` di Firenze.

—Quale è la tua esperienza della parteci-pazione nel progetto di Rondine? Khatia: La mia esperienza qui alla Cittadel-la della Pace e’ splendida, indimenticabile, molto intensa. Sono arrivata a Rondine nel-l’agosto dell’anno scorso e da quel momento ho avuto tantissimi momenti interessanti, significativi, ho imparato tante cose che non avrei mai potuto imparare senza Rondine.Guy: La mia esperienza a Rondine è quella di una condivisione e convivenza con altri ragazzi di culture diverse. Lavorando insie-me si impara la relatività delle abitudini e delle culture e si promuove un ambiente di dialogo e tolleranza.

—Come credi che ti aiutera` nella tua vita? Khatia: Prima di tutto credo che mi aiuti nei rapporti umani con le persone che incontre-ro` nella vita... Infatti costruire relazioni con le persone non è una cosa facile... Qui a Ron-dine ho imparato a essere piu` tollerante, ad ascoltare e cercare di capire i punti di vista diversi dai miei.Guy: Oltre alle forti amicizie che si creano vivendo insieme con rapporti stretti e quoti-diani, l’esperienza di Rondine ci dà tanti stru-menti sul livello professionale, educativo, e generale da ogni partecipazione a iniziative e attività si trattogono insegnamenti utili.

—Che cosa ti piace di più di questo proget-

to? Khatia: Del progetto di Rondine piu` di tutto mi piace l’opportunita` di conoscere ragazzi dalle diverse parti del mondo, la possibilita` di vivere tra i rappresentanti di diverse cul-ture, religioni e tradizioni...Guy: La cosa che mi piace di più a Rondine è che c’è sempre la possibilità di crescere e far crescere gli altri. Se uno studente ha un’idea o iniziativa ci sono sempre le possibilità di rea-lizzarle. Rondine è sopratutto gli studenti.

—Quali sono i tuoi piani per il futuro? Khatia: Dopo aver terminato il mio percorso a Rondine tornero` a casa, in Georgia, dove vorrei continuare a studiare all’universita` e

lavorare. Cerchero` di visitare Rondine ogni tanto, non perdendo da vista gli amici che ho trovato qua.Guy: Nel mio futuro vorrei trovare un modo di mettere inseme studi accademici e recerca con il lavoro nei campi sociali ed educativi, cosi vorrei mantenereo un legame forte tra accademia e società civile.

Durante la sua esistenza “Rondine” ha

raggiunto molti risultati. Diversi studenti, tornati in patria, hanno realizzato e stanno realizzando progetti di dialogo e riconcilia-zione tra i popoli. Inoltre la presenza di Ron-dine contribuisce ad arricchiare il territorio aretino e toscano dal punto di vista culturale, spituale e del dialogo inter-religioso. Infine, attraverso una serie di progetti mirati (l’ul-timo incentrato sul Caucaso), Rondine dia-loga con le istituzioni per offrire il proprio contributo alla risoluzione di crisi politiche internazionali.

A dire la verita`, questa Associazione quasi riesce a realizzare totalmente i suoi piani e progetti.

Fatima Ciumakova

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CILS – Certificazione Italiana come Lingua Straniera—e’ nato 1992 all’Universita per Stra-nieri di Siena. CILS e’ approvato del Ministero degli Affari Esteri, ha dato la possibilità per gli stranieri di studiare in Italia. Ci sono livelli adatti per tutti gli esami:

Il livello A1 documenta la capacità di usare semplici espressioni familiari di uso quotidia-no per soddisfare alcuni bisogni concreti, pre-sentando dati personali relativi a sé o ad altri. A questo livello di competenza l’interazione con gli italofoni può avvenire solo grazie alla diretta collaborazione degli interlocutori.

Il livello A2 garantisce un’autonomia in contesti comunicativi elementari: chi lo pos-siede è in grado di svolgere compiti relativi ad alcune necessità primarie riguardanti la sfera individuale, la geografia locale, il lavoro, gli acquisti, e così via.

Il livello B1 segnala la capacità di compren-dere testi parlati e scritti legati ad argomenti familiari. Chi lo possiede può interagire in un contesto italofono in cui si trovi, ad esempio, per turismo, e può utilizzare la lingua italiana anche per esprimere opinioni e dare spiega-zioni in forma elementare.

Il livello B2 attesta una competenza in lingua italiana spendibile in contesti legati alla formazione scolastica (iscrizione presso scuole o università) ed extrascolastica (corsi

di formazione professionale, tirocini, ecc.), e ad attività lavorative che prevedano anche il rapporto con il pubblico. Chi lo possiede può socializzare con facilità in un ambiente italo-fono e utilizzare la lingua italiana per attività di lavoro relative al proprio campo di specia-lizzazione.

Il livello C1 presuppone una notevole con-fidenza con la lingua e la realtà italiane, utiliz-zabile in attività lavorative complesse (attività professionali in ambito commerciale, indu-striale o amministrativo, ad esempio). Chi lo possiede può comprendere e produrre testi complessi, individuandone anche i significati aggiunti, come per esempio quelli che caratte-rizzano i testi letterari.

Il livello C2 certifica una competenza lingui-stica alta, paragonabile a quella di un madre-lingua di buona cultura e spendibile in tutti gli ambiti professionali. È il livello previsto per insegnare l’italiano come L2 e per assumere incarichi professionali di alta qualificazione.

il CILS consiste di cinque parti: l’ascolto, la lettura, la produzione scritta, il parlato, la conoscenza delle strutture della comunica-zione in italiano. Il punteggio per I A1 e A2 il massimo e’ 60 punti. Il risultato più alto per ogni parte e’ 12 punti, ma per superare l’esa-me sono sufficienti 7 punti. Altri livelli da B1 a C2 hanno il punteggio il Massimo 100 punti. Di conseguenza 20 punti per una prova e’ il

risultato ottimo, ma la suffizienza scatta gia e’ 12. Come puoi capire per entrare all’universi-tà e’ bene avere un ottimo punteggio. Il CILS dura 5-6 ore. Di solito gli studenti a Mosca lo svolgono in due giorni, ma quest’anno L’Uni-versita di Siena ha deciso di organizzarlo in un giorno solo. Il CILS e’ doveva iniziare alle 9, ma e’ cominciato alle 9.40. L’abitudine italiana di ritardare!

Parli italiano? —Vai a superare

l’esame.Tutti coloro che studiano le lingue

stranire seriamente devono affrontare all’esame di conoscenza di questa

lingua. Nell’università e nelle aziende italiane sono ammessi alcuni tipi di documenti, che confermano il tuo livello. Più famosi e riconosciuti nel

mondo sono CILS, PLIDA e CELI. Rapportati al livello di conoscenza, l’esistenza del certificazione ti da la

disponibilità ad iscriversi all’universita senza l’esame di verifica della cono-

scenza della lingua ed anche a trova-re un impiego più facilmente.

Proviamo a capire di cosa abbiamo bisogno:

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La prima parte del CILS e’ la prova d’ascolto. Devi ascoltare due testi e poi riempire il foglio delle risposte. Quest’anno il primo testo e’ sta-to un’intervista con la professoressa sul tema del nuovo sito universitario, il secondo ha rac-conta la storia della moda. L’ultimo esercizio e’ scrivere un dettato. La secondo parte e’ una lettura. Bisogna leggere un testo e trovare la giusta frase per quel testo nel foglio delle ri-sposte. Uguale compito per il secondo testo. Dalla frase dell’ultimo compito devi compor-re un piccolo racconto (ad esempio la giornata di uno studente). La terza prova e’ usare gli aggettivi e i pronomi, le forme esate dei ver-bi e le parole tra i sinonimi per completare il testo. Altro compito di questa prova e’ come completare un continuazione della frase.

Nella prova 4 devi scrivere una lettera uf-ficiale (circa 80 parole) e raccontare un libro o film che ti piace (100-140 parole). L’ultima parte di CILS e’ la prova orale – c’é un dia-logo con gli insegnanti italiani su un proble-ma (il clima per esempio), raccontare un po di te e descrivere una foto o situazione. Gli insegnanti ti registrano su cassetta che vieni mandata a Siena. per quasto motivo e’ inutile cercare i contatti con loro per miglio-rare il tuo risultato. Tutti gli studenti hanno il numero proprio di matrico-la e dopo l’esame i loro fogli saranno inviati in Italia. Una precisazione im-portante: se non hai superato una par-te dell’esame la volta successiva puoi ripetere solo quella parte. Il certificato ha validità di 1 anno.

Dove sostenere le prove: CILS è fis-sato due volte nell’anno – in dicembre e in giugno. L’iscrizione si chiude un mese prima dell’esame, per questo ti devi affrettare. In Italia puoi sostene-re il CILS negli Centri Territoriali di Educazione Permanente o a Siena, in

Russia ci sono centri dall’ambasciata italiana, per esempio a Mosca e a San-Pietroburgo ci sono Istituti Italiani di Cultura. B1 costa 50 euro (12 euro per una parte), B2- 60 Euro (15 euro per una prova), C1 – 70 Euro (17 euro per una prova) e C2 costa 90 euro (20 per una pro-va). I risultati saranno pubblicati dopo due mesi, nel sito dell’Università di Siena puoi trovare il tuo risultato.

CELI (Certificazione di Conoscenza della lingua italiana) e’ l’esame dell’Università per Stranieri di Perugia. Puoi sostenerlo 3 volte l’anno (Marzo, Giugno e Novembre). Consiste nel’ascolto di una lettura, Il punteggio massimo e’ 200 punti, di cui 140 per le prove di lettura e scrittura, 60 per la comunicazione. Se ottieni 88 dalla prima parte e 33 dalla seconda, hai superato CELI.

Università per Stranieri di Perugia (anche

L’Instituto di Servantes, L’Istituto di Goethe o L’Universita di Cambridge) e’ fa parte del-l’associazione ALTE, che garantisce la qualità dell’insegnamento delle lingue straniere in differenti paesi.

I punti del CELI:А (ottimo) – 173-200 punti B (buono) – 144-172 punti C (sufficiente)—117—143 punti D (insufficiente)—69- 116 punti E (gravemente insufficiente)—0 – 68 punti. I prezzi del CELI costono da 30 euro per A1

e A2 e al 100 euro per l’altri livelli. CELI ha in difetto per russi: non possiamo

sostenerla a Russia. Bisogno andare in Italia.

PLIDA—(Progetto Lingua Italiana Dante Ali-ghieri)—è l’esame della Società Dante Alighieri di Roma dal 1993. Questo progetto e’ sostenuto dal Ministero degli affari esteri. E’ fissato due volte l’anno (in maggio e novembre). Come gli altri esami consiste in 4 parti. Ogni parte valuta 30 punti e la votazione massima delL’esame è di 120 punti . Se hai preso almeno 18 ad ogni parte di esame hai passato il PLIDA e riceverai il tuo certificato entro 60 giorni. Ma visto come funziona il nostro sistema postale abbi pazienza e aspettale. Come CILS hai la possibilità di fallire la sufficienza solo di una parte di esame nella prossima sessione. In Russia La Societa Dante Alighieri presenzia a Mosca, Rostov-sul-Don e Ekaterinburgo.

La prima prova dura 50 minuti. Durante questo tempo si devono scrivere due composi-zioni. Una è in stile commerciale (ad esempio: una richiesta al negozio dove hai comprato un articolo diffetoso), la seconda è la descri-zione di qualcosa (ad esempio: il tuo amico straniero vuole venire a studiare nel tuo pae-se e gli consigli la tua città). La lunghezza di ogni composizione è di circa 150 parole: se hai scritto meno di 110 parole, quella parte non viene convalidata. La prova orale dura 15 mi-nuti: 1 minuto per presentarti, 5-7 minuti in cui spieghi la situazione assegnata e altri 3-5 minuti per un monologo in cui devi dire cosa pensi della frase di un grande uomo. L’ascolto dura 20 minuti, durante i quali devi rispon-dere alle domande sul testo che ti viene fatto ascoltare due volte. Nell’ ultima prova c’è la lettura e le risposte sul testo. Isomma il PLIDA si sostiene in 2 ore.

A Dire la verità non c’è una gran differenza tra gli esami. Ognuno scelga la cosa che prefe-

risce. Le regole dell’esame sono sempici: usare i vocabolari o il cellulare e’ impossibile perchè ci sono molti osservatori in classe, stai attento, fa frasi semplici, ma usa tutta la grammatica necessa-ria. E In bocca al lupo a tutti!

Bella Shakhmirza

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—Qual è il miglior souvenir che hai portato a casa dalla Russia?

—La mia casa è piena di souvenirs dalla Rus-sia (tantissime matrioske di ogni dimensio-ne, foto, cartoline, libri di paesaggi, bottiglie, tazzine per il tè, peluche e disegni dei miei fans..). Ma il primo indimenticabile souvenir l’ho ricevuto a Samara, uno dei primi viag-gi che ho fatto all’interno della Russia. Mi è stata regalata una fisarmonica con scritte in cirillico. Una grande emozione! Un rega-lo pensato accuratamente per me, che ero conosciuta con una canzone caratterizzata proprio da questo strumento. Ora è al cen-tro della mia sala della musica e tutti me lo invidiano.

—Si legge la letteratura russa classica? Qual’è secondo te il libro più interessante e perché?

—Fra i vostri numerosi famosissimi scrittori, i due che conosco meglio sono Dostojevskj e Tolstoj. Sono autori che descrivono la so-cietà russa in maniera magistrale, perfetta! (Sia “Guerra e pace” che “Anna Karenina” ne sono esempi eclatanti).

Di “Anna Karenina” ho parlato a lungo nella mia tesi di laurea in Filosofia, perchè da un punto di vista morale è assolutamente un’opera straordinaria. Anna sa esattamen-te che quello che sta facendo è sbagliato ed è questo che l’ammazza, la distrugge. E poi il potere che abbiamo di identificarci ed im-medesimarci nel suo personaggio oltrepassa ogni limite.

—Non vorresti registrare una canzone in russo?

—Ho registrato “Kalinka” e “Ochi Ciornie”, e anche qualche frase di una canzone cantata al festival di Jurmala insieme ad altri can-tanti russi (“Nachnoie rendez-vous…”). In passato anche “Ciaska Cofeiu” con Marina Khlebnikova.

Adoro cantare in russo, canto sempre “Ochi ciornie” alla fine dei miei concerti, una melo-dia straordinaria, malinconica, come piace a me! La lingua russa è estremamente affasci-nante e mi sento predisposta a parlarla.

—Quale è l’aspetto della cultura russa che tu ha più sorpresa?

—La cosa che più mi ha colpito in Russia è la percezione della melodia e della sua musica-lità. C’è una grande assonanza tra gli italiani e i russi nel modo di percepire la melodia, nonostante le nostre lingue siano estrema-mente diverse tra loro.

—Se avessi un giorno libero a Mosca, che cosa faresti?

—Vengo in Russia dal 2002/2003 e non ho mai avuto un giorno completamente libero per fare la turista, perchè si viaggia a lungo, il traffico è immenso, ci sono soundcheck, con-certi, interviste e promozioni varie... Ma ho un’amica speciale qui, a Mosca, che appena sa che sono “free” per un ora, mi organizza qualcosa di interessante: una visita al Museo, un giro in Metro, un tè in un caffè russo, mi organizza feste di compleanno a sorpresa e qualche ora in qualche orfanotrofio. Questo mi fa conoscere la Russia fuori dal palcosce-nico! E mi fa amare il vostro paese ancora di più!

Testo: Vera Kicianova,

foto: Anastasia Spirenkova

Un giorno con In-GridLa cantante In-Grid ha visto tutta la Russia da Kaliningrad a Yuzhno-Sakhalinsk. In ogni città l’han-no accolta con calore. Qual è il segreto della popolarità della donna italiana nel nostro paese? In un’intervista esclusiva la signorina Alberini racconta come ha recepito la cultura russa.

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La storia del “Strega” è iniziata nel 1944 con le riunioni dei cosiddetti “Amici della Dome-nica” in casa della scrittrice Maria Bellonchi. Gli “Amici” - giornalisti, scrittori, attori - sta-vano andando, per così dire, il miglior “sa-lotto”. E` diventato la loro tradizione. Ma-ria Bellonchi ha sempre sognato di istituire un premio letterario, a differenza degli altri, i principi fondamentali di cui sarebbero uguali dei membri della giuria e la libertà di scelta. Poi gli “Amici della Domenica” si incontravano nella casa di Guido Alberti, un giovane ricco e un amante dell’arte. La sua famiglia si era occupata della produzione del famoso liquore “Strega”, che ha dato il nome del premio. In Febbraio 16, 1947 gli

“Amici della Domenica” hanno deciso di approvare il premio e hanno selezionato quattordici candidati. Il vincitore e` stato Ennio Flaiano con il suo romanzo “Tempo di uccidere”.

Abbiamo deciso di scegliere 5 libri con-temporanei che hanno vinto Il Premio Strega nel corso degli ultimi anni.

1. Il romanzo “Non ti muovere” ha vinto il Premio Strega nel 2002. Questo romanzo e` il monologo del protagonista Timoteo. Il chirurgo racconta la sua storia d’amore. Si tratta del uomo sposato chi aveva relazioni con una donna povera che e` morta dopo aver abortito. Un giorno nella sua clinica la figlia di Timoteo Angela stava tra e morte dopo un incidente stradale. Suo padre ricor-dava la storia d’amore con la donna che lui amava tutta la sua vita. Penelope Cruz ha interpretato Italia nel film che e` stato gira-to sul romanzo nel 2004. Il regista del film e` Sergio Castellito.

2. Il romanzo con il nome semplice “Vita” di Melania Mazzucco e` laureato del Strega nel 2003 e il “Pulitzer’s weekly” l’ha chiama-to uno dei 10 piu importante novelli del 2005. E una storia commune di povera famiglia dal Sud nel inizio delle venticesimo secolo. Due bambine Diamante di 12 anni e Vita di 9 anni hanno mandate dai suoi parenti in America per cercare l’esistenza piu felice. La vita dei immigranti comincia tra il fango, fidelta, pe-ricolo e poverta di Midwest. Dopo molti anni il figlio di Vita torna in Italia per trovare suo

padre. Gli critici hanno notato la presenza di brani molto simili a parti di “Guerra e Pace” di Tolstoj nel romanzo “Vita”.

3.Il vincetore del Premio Strega nel 2007 e` il romanzo “Come Dio commando” di Niccolo Ammaniti. Questo romanzo e` il se-guito della sua opera “Nel nome del figlio” (1995), che aveva scritto insieme con suo pa-dre famoso psicologista. Questa storia dove la vita ha un grande affresco sociale e sto-ria molto attuale nel nostro tempo quando ognuno cerca la sua propria via nella vita e non puo trovarla. Il scrittore cerca capire le relazioni tra Rino e Cristiano Zeno, padre fa-scisto e alcolista e il suo figlio-adolescento e tra gli amici-perdenti Danielo e Corrado che vogliono scaccinare un bancomat.

Niccolo Amminiti e` diventato famoso grazie al suo romanzo “Io non ho paura”.

4. “La solitudine dei numeri primi”, scrit-to da Paolo Giordano, vincitore del Premio Strega 2008. E` un romanzo che ha commos-so, stupito, coinvolto, emozionato, anche de-luso le aspettative di qualcuno… Due storie difficili, due infanzie compromesse da un pesante macigno che si trascina nel tempo affollando le loro fragili esistenze fino alla maturitа. “La solitudine dei numeri primi” e` un romanzo che ci cresce tra le mani, che parte in sordina per esplodere nel finale, e un’opera delicata e terribile allo stesso tem-po in cui, al posto degli adolescenti belli e perfetti che affollano le pagine dei romanzi contemporanei, emergono due protagonisti imperfetti e marginali. I turbamenti e le cica-trici, i fallimenti mai confessati e l’incapacitа di vivere quelli che normalmente sono

5. “Stabat mater” di Tiziano Scarpa e` vin-to Strega di quest’anno. Romanzo di ispira-zione storica, essendo calato nella Venezia di Antonio Vivaldi durante la prima metà del XVIII secolo e avente come protagoni-sta un’allieva del cosiddetto “Prete rosso”, Stabat Mater è però in primo luogo un’ope-ra narrativa intimista dal profondo respiro poetico. Tutta incentrata su un ininterrotto monologo dell’io narrante femminile, essa ha come unico sfondo il celeberrimo Ospe-dale della Pietà: l’orfanotrofio, dove a lungo operò come compositore e insegnante di vio-lino l’autore delle “Quattro stagioni”.

Fatima Ciumakova, Bella Shakhmirza

Premio Strega: i migliori libri italiani“Strega” e`il piu` famoso e prestigioso premio in Italia che è dato in prosa. Il Premio viene assegnato annualmente a un libro edito in Italia tra il 1º maggio dell’anno precedente e il 30 aprile dell’anno in corso. È stata insignita Corrado Alvaro, Cesare Pavese, Alberto Mora-via, Massimo Bontempelli, Dino Buzzati, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Natalia Ginzburg, Alberto Bevilacqua, Tommaso Landolfi, Umberto Eco, Sandro Veronesi e molti altri.

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10 | novembre 2009Il Giornalista

Quando ho sentito che dobbiamo visitare Tindari e vedere la Sua famosa Madonna Nera, non ho provato gioia, perché secon-do me la questione della fede è qualcosa di molto serio e molto personale. I duomi e le basiliche cattoliche fanno impressione più come capolavoro di architettura e solo in secondo luogo come un posto dove l’uomo parla con il Dio. Forse questo dipende dal fatto che sono ortodossa e che ho un altro modo di intendere la parte religiosa della vita. Sì, mi piacciono davvero la Basilica di San Pietro, la Basilica di Santa Maria Mag-giore, Il Duomo Santa Maria del Fiore in Fi-renze, ma non ho mai pianto nelle basiliche in cui sono stata, anche se sono meravigliose. Forse mi manca il senso di qualcosa di spe-ciale, mi sembra che questo sia il problema delle grandi chiese generalmente nel mondo. Piangere in chiesa per me è il momento in-dicatore della parte del cielo. Per esempio a Kiev, specialmente nella Kievo-Pecerskaya Lavra, un antico monastero sulle grotte di Kiev, fondato nel 1051 dai monaci Antonio e Teodosio sul monte Berestov non lontano dalla capitale di Ucraina, l’ho sentito. Cer-

tamente le basiliche dove sono stata sono molte famose e piene di turisti. È possible che non si riesce a sentire lo spirito proprio perché manca il silenzio. Perciò ho pensato che visitare la chiesa locale e sarà una nuova esperienza per la mia anima.

Così ho deciso di andare a vedere questo famoso santuario. Non sapevo che a Tindari c’è un santuario con la Madonna Nera, ma anche un teatro greco e gli scavi archeologici della cittàь antica. Ma racconto tutto in or-dine. In generale Tindari è una frazione del comune di Patti. Tindari si trova su un’alta collina del promontorio nel golfo spazio-so del Mare Tirreno. Tindari è situata non lontano (50 km) da Messina. La città ven-ne fondata da Dionisio di Siracusa nel 396 a.C. come colonia di mercenari che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine, nel territorio della città siciliana di Abacaenum (Tripi), in quel tempo prese il nome di Tyn-daris. Ora sappiamo poco di questo paese perchè nel I secolo d.c. subì le conseguenze di una grande frana e poi nel IV secolo fu soggetta a due distruttivi terremoti, ma si sa esattamente che come già ho detto venne

fondata daI Greci, poi il potere è passato al Romani, e finalmente è distrutta nelle mani degli Arabi.

Il paese è famoso per il suo Santuario della Madonna Nera. Il santuario si trova all’estre-mità orientale del promontorio, a strapiom-bo sul mare, in corrispondenza dell’antica acropoli, dove una piccola chiesa era stata costruita sui resti della città abbandonata. La statua della Madonna Nera, scolpita in legno di cedro, vi venne collocata in epoca impre-cisata, forse giunta qui dall’Oriente in segui-to al fenomeno dell’iconoclastia, nell’VIII-IX secolo. Alla base del promontorio alla cui si trova il santuario c’è una zona sabbiosa con una serie di piccoli specchi d’acqua, la cui conformazione si modifica in seguito ai movimenti della sabbia, spinta dalle mareg-giate. La spiaggia è conosciuta con il nome di Marinello o “il mare secco” e vi sono lega-te diverse leggende. Secondo una di esse la spiaggia si sarebbe formata miracolosamen-te in seguito alla caduta di una bimba dal-la terrazza del santuario, ritrovata poi sana e salva sulla spiaggia appena creatasi per il ritiro del mare. La madre della bambina,

Tindari: dove si vuole piangere e si può parlare con Dio Come ho trovato lo spirito speciale…

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una pellegrina giunta da lontano, in seguito al miracolo, si sarebbe ricreduta sulla vera natura miracolosa della scultura, della quale aveva dubitato a causa dell’incarnato scuro della Vergine. Si dice anche che nelle fieste religiose la sabbia nelle laghetti di Marinello assume la forma della Madonna chi prega con le mani al petto.

La chiesa, distrutta nel 1544 dai pirati al-gerini, venne ricostruita tra il 1552 e il 1598 e il santuario venne ampliato con la costruzio-ne di una nuova chiesa più grande nel 1979. Perciò molte persone riguardano tranquilla-mente al santuario e vogliono solo vedere la Madonna Nera. Ma io quando ho visto gli affreschi con l’immagine della vita di Dio e che dimonstranno come la statua della Ma-donna Nera sopravvive, ho cominciato a pensare come gli uomini siano crudeli e cat-tivi, come viviamo e dimentichiamo consigli di Dio, invece Lui ha sofferto per noi tutti e ha creduto che possiamo vivere in pace e vi-vere in modo giusto. Questi pensieri mi fan-no piangere e grazie a questo santuario che fa pensare alla mia vita. La gente può dire quello che vuole del nuovo santuario, ma per me è legato a cari ricordi e pensieri, che non dimenticarò mai.

Poi il nostro gruppo è andata alla parte antica di Tindari ed io sono rimasta con le impressioni del santuario. L’impianto urba-nistico di Tindari, risalente probabilmente

all’epoca della fondazione della città, pre-sentava un tracciato regolare a scacchiera. Si articolava su tre decumani, strade principali (larghezza di 8 m), correvano in direzione sud-est—nord-ovest, ciascuno ad una quota diversa, e si incrociavano ad angolo retto e a distanze regolari con i cardini, strade secon-darie e in pendenza (larghezza 3 m). Sotto i cardini correva il sistema fognario della città, a cui si raccordavano le canalizzazioni pro-venienti dalle singole abitazioni. Gli isolati delimitati dalle vie avevano un’ampiezza di circa 30 m e una lunghezza di 77 o 78 m.

Uno dei decumani rinvenuti nello scavo, quello superiore doveva essere la strada principale della città: costeggia ad una estre-mità il teatro, situato più a monte e scavato nelle pendici dell’altura, e all’altra estremità sfocia nell’agorà, oltre la quale, nella zona più elevata, occupata oggi dal Santuario del-la Madonna Nera, doveva trovarsi l’acropoli.

Il decumano superiore dei due rimessi in luce dagli scavi doveva essere la strada prin-cipale; a monte di esso—appoggiato alla collina—era il teatro; all’altra estremità—at-traverso un propileo monumentale—esso sboccava nell’agorà porticata, oltre la qua-le—nella zona più elevata (oggi occupata dal Santuario) doveva trovarsi l’acropoli. È inte-ressante che già a quei tempi esiste l’imma-gine della trinacria, il simbolo della Sicilia.

Il teatro Greco ha colpito di più le nostre

ragazze. Il teatro venne costruito in forme greche alla fine del IV secolo a.C. e in segui-to rimaneggiato in epoca romana, con una nuova decorazione e l’adattamento a sede per i giochi dell’anfiteatro. Rimasto a lungo in abbandono e conosciuto solo per le illu-strazioni del XIX secolo era appoggiato alla naturale conformazione a conca della collina, nella quale furono scavate le gradinate dei sedili della cavea, che doveva raggiungere una capienza di circa 3000 posti. In età roma-na vi si aggiunse un portico in opera lateri-zia e la ricostruzione della scena, di cui resta-no solo le fondazioni e un’arcata, restaurata nel 1939. L’orchestra venne trasformata in un’arena, circondando la cavea con un muro e sopprimendone i quattro gradini inferiori. Dal 1956 vi ha sede un festival artistico che annovera tra le manifestazioni danza, musi-ca, e ovviamente teatro.

Dopo questo viaggio ho capito molte cose sopratutto che l’Italia del Sud è diversa dal-l’Italia centrale, ma anche che le chiese ca-toliche possono darmi sensazioni forti come quelle russe, che è una cosa molto impor-tante per chi crede in Dio in generale. Ora desidero visitare altre chiese per sentire lo spirito e poi se sentirò che Dio mi sussurrarà come vivere in felicità, scriverò un articolo di questa cosa.

Nataliya Semenova

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1� | novembre 2009Il Giornalista

L’arcipelago delle Isole Eolie prende il suo nome dal Dio Eolo, dio incontrastato dei venti, ed e` formato da sette isole dissemina-te lungo la costa nord orientale della Sicilia, esse sono sparse come a formare una grande e di cui Vulcano e` l’estremita` piu` bassa ed Alicudi e Stromboli le due punte rispettiva-mente piu a ovest e piu` a est. Sono state defi-nite le “sette perle del Mediterraneo”, questo perche` sono isole di straordinario fascino. Si tratta di vulcani sempre attivi e quando ci si avvicina non si puo` fare a meno di essere invogliati ad esplorarle.

Lipari e` la piu` grande e popolata dell’ar-cipelago delle Isole Eolie. L’isola si trova 44 chilometri a nord della Sicilia. La sua cittadi-na si estende ai piedi della imponente rocca del Castello, l’antica acropoli greca, e lungo le insenature, a Nord Marina Lunga ed a Sud Marina Corta. Fra le attivita` economiche si registra l’estrazione della pomice, con un insediamento industriale, l’unico nelle Eolie. L’economia dell’isola e` basata principalmen-te sull’attivita` turistica e sulla pesca.

Panarea e` la piu` piccola ma anche la piu` frequentata da giovani ed offre una vita not-turna niente male. L’isola nel periodo inverna-le conta poco piu` di 300 abitanti, ma d’estate sono presenti tutti i servizi, dalla guardia Me-dica al Bancomat, negozi, bar, ristoranti, una discoteca che e` fra le piu` famose del Medi-terraneo.

Stromboli e` una piccola isola vulcanica con il vulcano attivo. Situato nella parte nord

del Mar Tirreno della Sicilia, Isole Eolie ap-partiene al gruppo. Essa e` nota fin dall’anti-chita` per il suo vulcano in attivita` continua, qui secondo la leggenda sorgeva la reggia di Eolo (la bronzea sulle alte colonne) ed il colo-re di alcune zone dell’isola conferma l’esatta immagine poetica di Omero. Intorno al XVI secolo A.C. si e` costituito un primo inse-diamento umano in contrada San Vincien-zo, dietro la chiesa, e lo sviluppo dell’isola e` storicamente legato al mare e alla tradizione marina, tanto piu` che Stromboli era tappa obbligata per coloro che attraversavano il Tirreno.

L’isola di Vulcano e` sempre stata nota fin dall’ antichita` per la sua intensa attivita` vul-canica, ma non sembra mai essere stata abi-tata fino a eta` molto recente. Nell’antichita` l’isola era sacra ad Efesto, il dio dei vulcani e delle forze endogene della natura e` por-tava il nome di Hiera` (la sacra) o di Hiera` Ephaistou (l’isola sacra a Efesto), ma sul’iso-la non sono state ritrovate testimonianze di culto prestate a questa divinita`. Sono fiorite delle leggende che collocano nel cratere del suo vulcano l’officina di Efesto, nella quale lavoravano i ciclopi, ma ancora agli inizi del XV secolo gli spiriti infernali del vulcano si divertivano a disormeggiare le navi che cer-cavano rifugio dalle tempeste, se non si po-neva una croce su l’ormeggio. Vulcano e` in realta` composta da due vulcani collegati con uno stretto istmo, Vulcanello che e` inattivo e Vulcano che e` ancora parzialmente attivo

con fumarole ed attivita` di tipo vulcanico di-verse. In mezzo due grandi rade, una aperta a ponente ed una aperta a levante e che consen-tono, spostandosi a seconda delle necessita`, di essere superprotetti con qualsiasi mare.

Filicudi, il cuore selvaggio delle Isole Eolie. Sentieri e terrazzamenti, realizzati nel corso dei secoli, sono un meraviglioso ed imponen-te esempio del lavoro umano. Ancora oggi Filicudi e` sentita come isola remota, anche dagli abitanti di Lipari. In effetti cio` che la fa sentire lontana, non e` tanto la distanza ma qualcosa di piu` profondo: e` una distan-za nel tempo, nel modo di essere dell’isola e della sua gente, e` lontananza dal mondo comune.

Alicudi e che e` la piu` anticha ed e` do-tata di straordinaria bellezza in quanto e` la piu` incontaminate. Questo perche` la sera, come vita notturna, non offrono molta scelta. Quindi e` frequentate, principalmente, dalle persone che vogliono rilassarsi il piu` possi-bile godendosi paesaggi unici al mondo.

Le Isole Eolie sono molto diverse, si diffe-renziano l’una dall’altra. Ma, naturalmente, sono tutte molto belle ... ognuno e` bello a modo suo.

Anna Tsebekova

“Le sette perle del Mediterraneo”Durante il nostro tirocinio in Sicilia, abbiamo visitato le Isole Eolie. Questo viaggetto e` stato indimenticabile. In un giorno, abbiamo visitato molte isole, ognuna unica. Quali sono?

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Ma tuttavia è possibile. È impossibile nel no-stro Campus di Summer School. È contro le leggi di fisica. La strada somiglia alle monta-gne russe (le stesse che in Russia si chiamano «le montagne americane»).

Nondimeno, secondo il scrittore Mark Twain, «sembra che in questo mondo non c´è niente che non potesse succedere». Perciò già dopo una settimana non mi sembrava strano che per questa strada veramente pazza si può andare nella macchina anche a buona veloci-tà.

Per guidare a Montalbano tu devi solamen-te scegliere una macchina piccola. Piccola come un topo. Come la vecchia Fiat 500. È una macchina per due persone capace di portare 50 chili di carga.

La prima versione di Fiat 500 A era sopran-nominata “Topolino”. È messa in vendita nel 1936. Durante molto tempo era l´automobile più piccolo del mondo fabriccato in serie. Pe-sava 535 chili - come un cavallo - e poteva svi-luppare una velocità massima di 85 chilometri per ora.

La seconda serie della macchina, Tipo B, è prodotta dal 1948 al 1949. Il suo aspetto ha cambiato e rassomigliava a un nuovo modello di Ford che era apparso nello stesso periodo.

L´ultima serie di Fiat Topolino è prodotta dal marzo 1949 al gennaio 1955. Durante tutto il tempo di produzione Fiat Topolino era mol-to popolare in Europa. Dopo è elaborato un nuovo variante di Fiat 500, ma non rassomi-gliava al Topolino.

Ma anche le cose migliore diventano vec-chie. Fiat ha cominciato di elaborare un mo-dello nuovo - Fiat 600. E il Topolino è rimasto parte della storia automobiliaria.

Ma non per sempre! Secondo l´ultima infor-mazione, Fiat planea di rinovare la produzio-ne del Topolino nel 2010.

Davvero, il Topolino somiglia di più a un balocco che a una macchina. A un balocco molto carino. Io so che molta gente non mi ca-pirà. Ma se avessi da scegliere tra un Ferrari e un Topolino, sceglierei il Topolino…

Anastasia Safronova

La macchina più piccolaA Montabano Elicona, il paese siciliano dove le nostre studentesse (e tra loro io) sono andate in luglio, è molto difficile guidare la macchina. È possibile nella piaz-za o nelle margine del paese, dove le strade sono ampie. Vicino al castello è già un problema, e non solo per l´autista. Se ci vai a piedi e vedi una macchina, devi serrarsi al muro della casa e non respirare.

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1� | novembre 2009Il Giornalista

Si è presa l’abitudine, dopo le vacanze, di caricare le foto, le canzoni e i video su Fa-cebook o Vkontakte, e spesso si visiona la pagina dell’amico sul FB o VK, si leggono i commenti ecc., per farvi capire come è stata quella vacanza. Così, basandomi sulle infor-mazioni, attinte dai miei amici, sulle pagine dei social network più popolari al mondo, ho deciso di fare una lista delle cose che erano più in voga a ME/ in Sicilia, nell’estate 2009.

1) la canzone che era quanto udivamo de-gli stereo delle auto e dai dj in discoteca di Sicilia e che alcuni studenti hanno caricato sul Facebook e Vkontakte dopo le vacanze a Montalbano Elicona, era... “Uno-do’-tres-cuatro… Rumba!”

Pitbull - I Know You Want Me (Calle Ocho) 2009

Commento di Nastya Safronova:Si, ma secondo me anche, “Mi piace tu” di Vasco Rossi,si sentiva molto...Trovo che sia abbastanza famosa, in quanto tutti in Sicilia la conoscono. Forse è così popolare perchè è una canzone ideale per gli innamorati?

* senza la concorrenza è l’esecuzione dal vivo della canzone “Katu’sha” con la fisarmonica

2) la macchina più fotografata a Montalbano Elicona era: la Fiat 500Commento di Anya Tsebekova:Certo, la FIAT 500 era la macchina più famosa tra gli studenti della Summer School. A Montal-bano ne ho viste alcune: una rosso e una bianca. Ho anche qualche foto con questa macchina. Pen-so, che è una macchina indimenticabile per noi.

3) L’ evento più scioccante della stagione del luglio 2009 in Sicilia:

La Mostra di Bruno Caruso a Capo D’Or-landoCommento del pittore siciliano, di Carme-lo Bisegnano: Dai modelli dell’arte contemporanea alle prece-denti figure delle visioni e immedesimazioni del reale nell’assoluto, per impossibile distinguere completamente, oggi, cosa ci possa mostrare una semplice creazione, opera, dei tempi più affini a noi, solo per il semplice motivo di visione e sco-perta individuale. È invece possibile distinguere la scoperta dell’incomprensibilità, che rende co-municabile l’imponderabile. Il buio dell’oblio del-la realtà osservato e vissuto, dove, la realtà per collegata tramite un filo rosso che lega i luoghi, le circostanze, lo spazio e i tempi degli eventi, con, ogni forza, suono, odore, discordanti tra tutte le compensazioni terrene. Lo sguardo di Bruno Ca-ruso si muove da presupposti culturali disparati, e, in qualsiasi campo non segue un unico metodo o indirizzo, ma coltiva, alterna, fonde, con versa-tilità metodi e intinerari diversi, rimaneggiando e combinando non originalmente le idee altrui; ma a muoverlo sull’intinerario per lo svolgersi dello scenario esistenziale guidato dal suo amino e dalle sue mani verrà restituito, plasmato, sotto il velo della soggettività.

4) il bar più popolare tra gli studenti a Mon-talbano Elicona: Maxim’s Bar Commento di Nastya Safronova: Maxim’s Bar è un luogo dove tu puoi trovare chi vuoi. Se tu hai perso il tuo amico e non sai dove si trova – vieni al Maxim’s Bar, 90% ci starà si-curamente.

5) un dessert troppo popolare: La granita con fragola e brioche Commento di Nastya Safronova:La granita è buona, ma la Sicilia è famosa an-che per il suo gelato. Gelato di zuppa inglese con una granita di limone – o forse di fragola – e sei felice!

6) L’ evento è più memorabile: Il corteo Sto-ricoCommento di Rita Pronushkina:Un corteo indimenticabile! Vi erano tanti turisti e cittadini, che indossavano i costumi medievali, cantavano e ballavano... non ho mai visto niente di tutto ciò! Molti dei miei amici e conoscenti sfi-lavano; qualcuno era serio, qualcuno un po’ meno. Ho visto cavalieri, ré, cortigiani e contadini... In un attimo tutta la città è diventata magica!

7) In ultimo l’uomo più rispettato e più noto a Montalbano Elicona: il Prof. Romano Commento di Natasha Semenova:Il professore è la persona molto importante per noi, perché ci da la possibilità di andare a Sicilia per imparare l’italiano e conoscere meglio la cul-tura del nostro paese così amato. La ringrazio e vorrei ringraziare pure Sig.re Natale Alosi per l’ospitalità e la cura. Non vediamo l’ora di anda-re a Montalbano l’anno prossimo.

Tatyana Karabanova

Foto: Tatyana Karabanova, Anna Tsebekova,

Margarita Pronushkina, Anna Leonova,

Maria Shubina

Italia. Sicilia. Montalbano Elicona. Tutto quanto è nascosto sulle pagine di Facebook e VKontakte!

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15 agosto lavoravano soltanto i caffè. Quan-do lì siamo arrivati a mattina, ci sembra, che la città sia stata morta (spopolata)—i cittadini hanno sparito, e ci sono soltanto i turisti con con le macchine fotografica. Secondo le avvicinamento al centro il nu-mero della gente crese. Strada facendo ab-biamo visto la gente in vestiti bianchi con i cinture azzurre e nastri di stesso colore ai capelli. Sono stati scalzi e con le mani vuote. Gli uni hanno sorriso e sono scherzati, gli altri sono stati seri. Non ci siamo decisi a chiederli e semplicemente abbiamo augura-toli «Buon Ferragosto!», come tutti altri.

Fino all’inizio di festeggiamento, quando i cittadini e turisti trascina-no la statua di Madonna attraverso tutta città, ci sono qualche ore e ab-biamo deciso di visitare la fiera an-nuale che ha luogo a Messina. Che cose erano lì! A qualche euro puoi comprare le scarpe, o borsa, o qual-cosa di vestiti o ornamenti—anche di argento. I montagne di tessuti e le calzature si hanno ammucchiato indi-scriminatamente e gli acquirenti selezio-navano i cosi che è piaciuti e mercanteg-giavano con i venditori, che cercavano di superare il rumore di banchi (di vendita) musicali con la propria voce... ecco la fe-ria di Messina!

Siamo restati assorbiti nell’acquisto e arrivati in ritardo all’inizio di processio-ne. In aria si hanno esploso centi di pe-tardi, auspicale portazione di statua.

La statua di Madonna si è rivelata solo di altezza di uomo—ma sul che podio è stata! C’è una grande piattaforma con il sarcofago; anche sono il vescovo, due por-tabandiera, giornalista e comandante che dà i ordini con fischietto. E la cupola di qualche metri consiste delle statue di angeli e apostoli; alla cime della sta-tua c’è Cristo che tiene in mano Maria. Tutta costruzione è ornata di fiori e bandiere che si girano quando la sta-tua muove. Ci sono due funi di cento metri fissati al fondamento, per qui la gente nei vestiti bianchi e con i cinture azzurre trascinano la avanti.

Com’è venuto fuori più tardi, essere al numero di queste persone è grande onore. Ogni anno i credenti fanno qualcosa come pellegrinaggio e rea-lizzano una missione santa portando

la statua di Maria attraverso città. Durante la processione tutti presenti e partecipanti gri-dano «Viva Maria!» e durante le soste can-tano gli inni, applaudono e annaffiano con l’acqua i pellegrini.

Processione di due ore era accompagnata di grandissime folle. La gente guardavano la festa dai balconi e tetti, sono saliti (saliva-no?) sulle platani e lanterne. Mi hanno col-pito emozioni fervente intorno. I visi sono

gioiosi e divertiti, ma nello stes-so tempo sono seri e assorti. Tut-to è ponderato: autoambulanza va alle strade parallele, asfalto è polito e la gente nel vestiti bian-chi aspettano alla strada per (da) cambiare chi è sfinito dalla stan-chezza.

Poi quando la statua è portata al porto e processione è finita, la gente se ne è andata alle caffè o sta passeggiando nella città dove si trovano i banchi dei commer-cianti con i souvenir e cosi fatti a mano: le borse, le scarpe, sto-viglie, giocattoli per i bambini—

non posso elencare tutto dettagliamente. A questa notte i tutti musei sono aperti—per esempio, quest’anno tutti potevano vedere 4 opere del famoso pittore di Spagna Salvador Dali.Ci sono diverse pitture e i foto proietta-ti alle case che stanno sulla piazza e dove si

trovano i monumenti di mezza mitici fondatori di Messina.

Abbiamo chiesto i cittadini che cosa significa Ferragosto per loro. <...>

Quando si fece notte tutti si radunano sullo lungomare che somiglia al semicerchio e abbraccia il porto, in centro di lo si trova piccola isola con il faro. Da quel posto si lancia un fuochi bellissime. Tutto si continua 40 minuti! Le stelle variopinte cadendo al mare—

hai mai visto qualcosa splendido come questo?

Per le persone che vogliono andare in Italia per le impressione indimenti-cabile raccomando visitare Sicilia, città di Messina alla festa di Ferragosto (15 d’agosto). Ci vediamo lì!

Margherita Proniushkina

Ferragosto dei occhi di turisti russi Era il nostro primo viaggio a Sicilia. Lì siamo arrivati in agosto sperando di vedere la festa princi-pale d’estate d’isola—Ferragosto, o Assunzione di Maria. A Messina si celebrano con ampiezza speciale.

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Aeroporto

Genova comincia dall’aeroporto. Gli aero-porti possono essere diversi. Grandi, come per esempio Sceremietievo o Domodedovo, o Malpensa di Milano. Piccoli, come l’ae-roporto di Federico Fellini in Rimini dove si puo prendere il sole per ore sul balcone, aspettando quando un unico aereo arriva per portarti via.

Ma per la prima volta ho visto il vero aero-PORTO! Lo sapevo che a Genova il aeropor-to si trovava vicino al mare, ma non pensavo che tanto vicino! Il nostro aereo cosi scivo-lava per la pista d’atterraggio... dietro c’era il mare, a destra c’era il mare, a sinistra... yachts, barche. E non era chiaro se atterras-simo o ci ammarassimo.

E il vero porto, aeroporto. Dicono che sia l’unico che può essere chiuso per la ragione che il pesce può saltare sulla pista impedien-do ai voli. L’aeroporto si chiama di Cristofo-ro Colombo, il mare è stato il suo elemento! In tanto a Genova quasi tutto si chiama in onore di Colombo o del prottettore della cit-tà – San Giorgio. O l’uno o l’altro, non c’e il terzo.

Pittura

A Santa Margherita Ligure (dove si trova la sede estiva dell’Università di Genova) ci sono due case dello studente. Indovinate come si chiamano? Giusto: L’Istituto Colom-bo e L’Istituto San Giorgio! Tra queste due alma-mater c’e una villa bellissima, dove or-ganizzano gli studi, e ci sono molte, molte case colorate che formano l’aspetto indimen-ticabile di piccola città ligure.

Tra queste case non se ne possono trovare due uguali. Colori diffirenti, facciate diver-tenti. Sembra che un birichino abbia giocato qui e abbia dipinto il paesino cosí come gli piaceva. Non solo i muri sono tinti, - dipinte sono le decorazioni delle case, le statue nei portici, le finestre, perfino le persone que guardano di queste finestre verso la strada! Mi ricordo un angolo di una casa. La parte destra è vera, con le persiane verdi, con i fio-

ri bianchi sotto la finestra. La parte sinistra è l’immagine speculare, ma tutto è dipinto: le persiane, i fiori...

Un nostro grande amico ci ha raccontato che nei tempi passati in Liguria c’era una tassa: la gente doveva pagare per la quantità di fine-stre che c’erano nella sua casa. Allora i liguri furbi (sono veramente furbi!) hanno trovato la soluzione per salvare l’aspetto bello delle case senza pagare molto: hanno comminciato a di-pingere le finestre e decorazioni!

Mare per tutti!

Con il caldo soffocante d’estate il mare Li-gure diventa la salvezza dolce nei giorni d’agosto. Un giorno abbiamo trovato un po-sto nella spiaggia vicino al luogo che si chia-mava “Il Mare per tutti”. “Per tutti” significa anche per le persone invalide. Un fazzoletto di terra è stato avvolto dall’ombra degli om-brelloni dove i parenti delle persone giovani e vecchie li trasbordavano nelle carozzelle speciali e li portavano nell’acqua per fare il bagno piacevole. Li aiutavano a nuotare, con amore, con la cura, con sorrisi. Possiamo solo sognare che nel nostro paese le persone invalide ricevano tanta attenzione.

Un altro giorno durante il passeggio fuo-ri della città ho trovato un’altra spiaggia. Si chiamava “Bau-bau beach” (in russo sareb-be “гав-гав пляж”). Sulle pietre pittoresche si sono installate le persone con i loro cani che facevano il bagno con molto piacere sot-to il sole bruciante.

Qui veramente il mare è per tutti! La vita è per tutti, bisogna solo aprire il cuore per farla entrare.

Ci sono tante cose da raccontare, c’è tanta vita che non vuole aspettare i nostri racconti e ci chiama a continuare il cammino...

Alla fine non ho capito se questa cartolina ligure è diventata la mia realtà o se si può toccarla con le dita. Ma non lo vado a fare, la porto cosí nella mia memoria, como mosaico vivo che si chiude con le persiane verde.

Anna Sokolova

Mosaico ligureLa città straniera diventa tua poco a poco, acquistando le facce conosciute, le pietre camminate, gli odori aspirati, i suoni senti-ti giorno per giorno. Se mi domandano cosa sia Liguria per me risponderei subito: le case colorate, le persiane verdi, il mare ce-leste e il sentimento molto strano: io sono nella cartolina, vero? Non può essere la verità! Per conoscere la vita del paese bisogna viverla, giorno per gior-no, posto per posto. Bisogna raccogliere questa vita come un mosaico, guardando ogni pezzettino e trovando il posto suo nella tua anima. Proviamo raccogliere il mosaico ligure insieme!

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Una terra di romanticismoSe il Sud d’Italia e’ una terra di allegria, l’Ita-lia settentrionale e’ un mondo di romanti-cismo. Ci sono molti paesini bellini con le strade piccole e con paesaggi pittoreschi. In Italia c’e qualcosa di bello, dovunque tu viaggi, da tutte le parti puoi trovare qualcosa di carino, che vale la pena vedere, fotografa-re, essere la e prendere qualcosa di quell’at-mosfera meravigliosa. Io vorrei sottolineare tutto l’incanto dei paesini sconosciuti. E’ un grande piacere vivere tra la gente locale, e sentirsi il Cristoforo Colombo di questi luo-ghi carini. Gargnano è uno di questi paesi-ni. Intorno ci sono le montagne e il lago di Garda con l’aсqua azzura e verde. Le anatre fanno una passeggiata con gli anatroccoli in spiaggia (с’e una spiaggia bellissima). I cigni sono amichèvoli. Dovunque si può ammira-re la natura.

Al centro di Gargnano in riva al lago è si-tuato un piccolo porto, sul quale si affaccia il Palazzo Feltrinelli, che ospitò Mussolini. Il fascista scelse il posto più bello per la sua vacanza. Anche noi!

La nostra attivitàGrazie al fatto che una volta la famiglia Fel-

trinelli regalò il palazzo all’Università degli studi di Milano, ogni anno vi si organizza un corso di lingua e cultura italiana. Ho avu-to fortuna di ricevere la borsa, che include l’alloggio, tre pasti al giorno (ad eccezione del fine settimana), il corso di lingua e cul-tura italiana e naturalmente indimenticabili impressioni. Avevamo tre gruppi di diver-si livelli, cominciando dal B1 e via via più alti. La mattina facevamo grammatica, dopo pranzo ascoltavamo le conferenze di storia, letteratura, opera, cinema italiano. A tenere le conferenze erano professori dell’Univer-sità degli Studi di Milano. A proposito uno di loro, il Prof. di storia Grado Merlo è ap-passionato della Russia. Sa tutto del nostro paese, e mi ha fatto tante domande. Io sape-vo sicuramente che il primo volo fu fatto da Gagarin su “Vostok” (“Est”), ma sulle opere di Mihail Scufutinski e sulla poesia di Bulat Okugiava, il professore italiano ne sa più di me. E come io ho notato molte persone del corso erano interessati di cultura russa, un’insegnante di italiano, Alba-Rosa, adora le opere di Dostoevskii, alcuni corsisti stra-nieri studiano il russo nei loro paesi, e un americano ha perfino imparato a memoria l’inno nazionale dell’Unione Sovietica.

Amicizia internazionaleNonostante l’interesse per la Russia, ero l’unica russa del corso. Gli organizzatori del corso avevano raccolto un gruppo interna-zionale. Gli studenti provenivano da diver-se parti del mondo: America Settentrionale, America Latina, America Centrale, Europa, Est. L’amicizia non conosce barriere. Ci di-vertivamo così: ognuno doveva presentare il suo paese cantando l’inno nazionale. Fa-cevamo un grande casino! C’era anche una cosa bella: l’ultima sera ognuno doveva regalare qualcosa di tipico del suo paese. Ci siamo regalati del caffè brasiliano, della vodka di Russia, un braccialetto indonesiano, un gioco americano, un calendario dei pae-saggi dell’ex Jugoslavia, dei braccialetti per esprimere un desiderio dal Brasile e tante al-tre cose carine. Cosi abbiamo finito il nostro corso in maniera indimenticabile.

Oksana Lasarenko

Una bella esperienzaSi sa che Nord e Sud Italia sono diversi. Il Nord Italia più sviluppato per quanto riguarda l’eco-nomia, al Nord tutto costa più caro al Sud gli stessi prodotti costano un po’ meno. Le persone

al Nord sono sempre impegnate, non hanno tempo per divertirsi. Nelle regioni meridionali gli italiani sono sempre allegri, hanno una grande anima e hanno i giardini con molta frutta. Così

pensavo quando facevo le valigie per Gargnano.Tre settimane hanno cambiato completamente la mia idea dei paesini settentrionali.

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Il giorno di lavoro può essere molto lungo, per esempio dalle 8.00 alle 19.30. E c’e solo mezz’ora per la pausa pranzo. Di solo gli italiani progettano il suo tempo libero in anticipa e cercano di coinciderlo con le feste nazionale.

Quando un italiano prenda una decisio-ne, lo fa senza nessuna fretta e quasi sempre pensa alle conseguenze. Si può dire che que-sto e` una particolarità del lavoro italiano. Se volete un esempio, ecco la nostra intervista con Sara Reguccini che lavora in Marketing e Comunicazione.

—Che fai nella vita? Ti piace il tuo lavoro?—Mi occupo di Marketing e Comunicazione in un’importante azienda di gioielli italiani. Il mio lavoro mi piace molto perché mi per-mette di essere sempre in contatto con per-sone da tutto il mondo, parlare con loro e mi permette anche di viaggiare.

—Ti ricordi il tuo primo stipendio? A che età hai iniziato a lavorare?

—Il mio primo stipendio era una miseria, perché si trattava di una collaborazione con un’azienda, su-

bito dopo l’università, a 24 anni. Prima ho lavorato free lance come traduttrice e con-sulente linguistica, hostess in fiera e questo tipo di lavori.

—Com’é il tuo orario d’ufficio? —L’orario qua in azienda é fisso, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00. Se entria-mo in ritardo, dobbiamo recuperare il tempo perso.

—Come festeggiate il compleanno in azien-da?

—Di solito ci facciamo gli auguri e un picco-lo regalo, soprattutto con i colleghi con cui abbiamo maggiore contatto. Qualche volta andiamo a cena fuori dopo il lavoro per fe-steggiare uno o più compleanni insieme.

—Quali sono le attività più prestigiose e piu pagate in Italia?

—L’attività di avvocato, di commercialista e Marketing Consultant sono le figure meglio pagate in Italia, ma anche ingegneri e archi-tetti.

—E gli studenti devono combinare il lavo-ro con lo studio?

—L’attuale sistema scolastico universitario italiano prevede obbligatoriamente un tiro-cinio/ stage al termine degli studi univer-sitari presso un ente o un’azienda. A parte questo, alcuni studenti lavorano part-time per aiutarsi con le spese universitarie. Altri usufruiscono di borse di studio o sono aiu-tati dai genitori.

—Che tipo di stipendi ci sono in Italy?—Beh.. dipende molto dal lavoro, dall’età, dall’esperienza... Penso che lo stipendio mi-nimo si possa calcolare intorno agli 800 € e si può arrivare a cifre a 4 zeri!!!

—Quante delle tue amiche sono casalinghe? Come é il mondo del lavoro al femminile?

—Nessuna delle mie amiche si dedica solo alla casa. Tutte hanno un lavoro, anche se qual-cuna solo part-time. Le donne stanno guada-gnando molto spazio nel mondo del lavoro adesso. Ci sono donne ai vertici di grandi aziende e anche in politiche, ma la percentua-le credo sia ancora intorno al 40% rispetto agli uomini, e gli stipendi delle donne sono sem-pre un pò inferiori a quelli degli uomini.

Yulia Donzova

Come si lavora in Italia: intervista con un’impiegata italiana

Secondo l’ultima ricerca, gli italiani sono più laboriosi delle altre nazioni in Europa. Certo, niente di strano. Gli italiani sempre rispettano il suo lavoro. Basta vedere i numerosi proverbi: «Chi non

lavora, non mangia, «In un’ora e Dio lavoro» o «A cattivo lavoratore ogni attrezzo da dolore».

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Un libro di Giuseppe Pitrè (gli illustrazioni sono prese di quello) racconta una legenda amusante:

“C’era una volta un re di Sicilia. Questo re venne un giorno in Palermo e intese dire che i siciliani avevano una virtù tutta propria, quella di fare intieri discorsi senza parlare. La cosa gli parve strana, e ne chiese ad uno de’ suoi ministri, il quale glie-la confermò pienamente. Incredulo, volle farne esperimento, e ordinò che due siciliani gli si conducessero innanzi. Detto fatto: due uomini del popolo, presi alla sprovvista, vennero introdotti nella regia sala, presente quel tale ministro.

Il re non se ne dette per inteso, ed il ministro neppure; ma que-st’ultimo guardando con la coda dell’occhio potè accorgersi che i due chiamati sguaraguantadosi furtivamente l’un l’altro si faceva-no delle domande e delle risposte. Quando a lui parve, fe’ segno al re che li licenziasse: ed il re, che non aveva visto nulla, persuaso di avere il ministro sbagliato di grosso, li congedò senz’altro. Ma il ministro che ne sapeva più del re, gli raccontò come per via di segni e di gesti fosse passato tra que’due una specie di dialogo per domandarsi e rispondersi del perché della inattesa e grave chiamata. Il re stentò a crederci, e fattili rivenire a sé, e rassicuratili alquanto, volle conoscere se nulla avessero detto poco innanzi tra loro, e che cosa; e udendo né più né meno quello che il ministro gli aveva affermato, meravigliò forte di questa virtù de’ suoi sudditi di Sicilia e non senza qualche dimostrazione del suo sovrano com-piaciamento rimandò alle case loro i due popolani”.

Non so se questa storia potesse essere vera ma quando stai in Sicilia dovresti essere attento – se qualcuno ti vuole prende-re in giro, farà facilmente. Ma così possano fare per esprimere anche il rispetto oppure il rapporto buono ed amichevole. Per esempio, esiste l’espressione “Bacio le mani” che significa – “ti rispetto”. Prima si usava nel’ambito della mafia siciliana però adesso quando nella vostra compania c’e una persona d’autori-tà nel senso che tutti la rispettano potete usare questa frase in-dubbiamente ma, secondo me, sembrerò strano se cominciate a baciare direttamente le mani del vostro collega (quest’e possible solo con le donne).

Ci sono tantissimi gesti per esprimere anche l’indifferenza e l’odio, la fatica ed la gioia. Sapete che gli italiani sono emozionali ma i siciliani particolarmente. Ed anche interessante come si esprime il rapporto ad una persona troppo fiera ma la natura di chi non costa veramente nulla – e una persona con “la puzza sotto il naso” – si può mostrarlo sarebbe così: usando l’indice fare qualchi movimenti sotto il naso.

“La Sicilia je bedda” – in questa formula è compresa la rela-zione stabile alla bellezza. Bellezza della natura selvaggia locale, delle donne, della vita. Non è un segreto pure che gli italiani sono golosi del cibo buono. Perciò non essere sorpresi quando qualcuno gira il suo dito intorno alla guancia significa qualcosa di gusto buono.

Forse, vi sembrerebbe inutile d’inventare qualchi gesti che non significano niente ma quelli ci sono pure nella regione il più strana e bella nel mondo – in Sicilia. Quando non volete espri-mere niente – solo prendete il pollice e schioccate alcune volte per i vostri denti dall’interno all’esterno. E state felici come mi sembravano felici tutti i siciliani. Anna Leonova

Senza le parole…Ogni persona chi era un giorno in Sicilia può capire

qual’importanza hanno qui i gesti – gli “indicatori” dei rapporti sociali. Ci sono anzi alcuni libri dedicati al

linguaggio dei gesti siciliani.

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Scilla, malgrado il suo piccolo territorio (ha un superficie territoriale di 43,68 Kmq), è famosa tra gli italiani e i turisti stranieri. Mentre face-vamo la passeggiata abbiamo incontrato alcu-ni turisti, uno di loro era palermitano. Dopo aver vissuto a Reggio di Calabria abbiamo no-tato che tra i calabresi e siciliani esiste la guer-ra fredda, non si amano e parlano male l’uno dell’altro. In effetti Scilla è un centro balneare della provincia di Reggio Calabria e rappre-senta il fiore all’occhiello della provincia re-gina e per le numerose e diverse peculiarità che offre viene considerata una delle mete di soggiorno più ambite della Calabria. Il paese frequentato da turisti per il suo clima mite, la sua candida spiaggia, il suo pulito mare e

tutta la bellezza quale si può ammirare dalla Rocca. Sulla rocca poggia il maestoso Castel-lo. Elemento caratterizzante è lo stesso Castel-lo sporgente sulla costa tirrenica che da equi-librio al paesaggio circostante che spazia su tutta la Costa Viola, lo Stretto di Messina fino alle isole Eolie. Da una parte del castello si può vedere il panorama con la spiaggia, dal-l’altra gran numero dei panfili. Ma il castello non è famoso solo per la sua bellezza. Ci sono molte storie che raccontano della sua fortezza. É stato teatro di innumerevoli battaglie nel corso dei secoli, ha perfino ospitato Garibaldi durante il 1860. Di solito I turisti di Scilla pri-ma salgono a pièdi la Rocca per visitare un luogo storico e poi riposano al mare.

E noi dopo aver conosciuto i carini dintor-ni Scilla sotto il riscaldato sole avevamo un grande desiderio di “assaggiare” il mare. Av-vicinandoci al mare ci siamo incuriositi tanto per il fatto che la spiaggia era piena di gen-te, ma nessuno faceva il bagno. Quando sia-mo arrivati più vicini al mare abbiamo visto dentro l’acqua molti cerchietti viola. C’erano moltissime meduse! questa era una grande ingiustizia nei confronti del carino luogo e dei turisti. Ma per vedere la meraviglia della loca-lità vale la pena soffrire il caldo.

Oksana Lasarenko

Scilla: un fiore all’occhiello della provincia regina

Se un giorno andrete in vacanza nella meridionale regione d’Italia, la Calabria, gli abitanti vi con-siglieranno: “ Voi dovete visitare Scilla, è meravigliosa!”. Realmente, è cosi.

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Che cosa é il brand? Tra mille definizioni, scegliamo quella piu comune, che proviene dal vocabolario del marketing: nomi o segni distintivi attraverso i quali un’impresa con-traddistingue il proprio prodotto da altri dello stesso genere. Nel riquadro di questa definizione il paese-prodotto, o il paese-brand é caratterizzato dalla dimensione del-la promozione.

Il brand o il marchio pero non é solo il nome che dá l’impresa ai suoi prodotti. É an-che il publicity capital (nome inglese)—l’in-sieme dell’informazione pubblica sull’ogetto (sul prodotto) che ha il valore finanziario.

Di conseguenza il brand della merce è l’insieme dei concetti, ossia il messaggio, che il proprietario del marchio inculca nel-la coscienza consumistica. Parallelamente, il brand (o image) del paese é l’idea che il governo diffonde a livello internazionale al fine di formare una percezione comune del paese stesso attorno a determinati valori o concetti.

Il primo specialista che ha cominciato a sviluppare l’idea del branding dei paesi negli anni 1950 era David Ogilvi. Ha elabo-

rato la strategia di promozione del brand di Puerto Rico per cambiare il rapporto con gli americani e attirare i turisti. Oggi uno degli specialisti più famosi in questo spazio, Si-mon Anholt ha creato l’azienda GfK Custom Research North America, specializzata nelle ricerche delle immagini nazionali e la loro percezione in tutto il mondo.

Il brand sia del prodotto ordinario che di un intero paese, é un meccanismo com-plicato. Gli specialisti russi rappresentano questa struttura articolata con la famosa

“matrioška”: tanti imballaggi di immagini secondarie circondano una immagine prin-cipale. Più immagini (imballaggi) seconda-ri ci sono, più ricco di contenuto diventa il brand.

Simon Anholt propone la sua struttura attorno al significato del brand nazionale che si chiama «The Nation Brand Hexagon Simon Anholt». (1)

Il GMI (Global Market Insite, Inc.) Poll conduce il sondaggio annuale Nation Bran-ds Index (NBI) basato sullo schema soprain-dicato. Più di 25 mila persone da più di 35 paesi rispondono alle domande per costrui-

re il concetto generale “come il mondo vede il mondo”.

Nel 2008 l’Italia è entrata nel top-10 pae-si che hanno la percezione più positiva nel mondo. Si è classificata al sesto posto dopo Germania, Francia, Gran Bretagna, Canada e Giappone. L’Italia é invece al primo posto nel rating del turismo, al secondo posto nel rating della cultura (dopo Francia), e al terzo posto per l’indicazione “people” (“gente”).

Oggi l’Italia è famosa in tutto il mondo per la cucina, la moda, lo stile: il brand “made in Italy” è infatti un brand forte e persistente. Tale immagine ha apportato l’elemento del-l’italianitá sia dal punto visuale (bandiera, stile) che verbale (parole italiane) nella vita quotidiana dei paesi esteri.

Secondo Simon Anholt, l’Italia è diventata il “megabrand” allo stesso livello di Svizze-ra, Giappone, Francia e Germania, ossia ha gli attributi per essere positivamente asso-ciata nella coscienza della gente.

Proviamo a vedere come funziona il mecanismo della promozione dell’imma-gine italiana all’estero, e quali componenti importanti formano il suo brand naziona-

Vendere il paeseNon e il paradosso, ma oggi dire “vendere il paese” non significa “tradire la patria”. Proprio al contrario: oggi per il paese diventare il “prodotto” nell’am-

biente di globalizzazione é un grande onore.

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le. Certamente non si può parlare di tutto il mondo, per questo prendo l’esempio del brand Italia in Russia. Ricostruendo l’esago-no di Simon Anholt, potremmo rappresen-tarlo con la struttura seguente. (2)

Nei prossimi articoli proviamo a svilup-pare ogni argomento con i dettagli, perché solo esaminando ogni elemento della strut-tura del brand italiano si puo ritrovare anche gli aspetti negativi che potrebbero spiegare perché pur essendo un brand “perfetto” in grado di assegnare le prime posizioni nel settore di turismo e cultura, ciò non avviene per quello degli investimenti.

Nell’immagine che viene data dell’Italia dalla stampa russa, che contribuisce signifi-cativamente allo sviluppo della percezione dei brand nazionali, sussistono tantissimi stereotipi (la mafia, o, in periodi più recenti, il problema dei rifiuti). Gli stereotipi, anche quelli veritieri e basati sulla realtà e non sul-la percezione, sono comunque ostacoli per lo sviluppo del brand Italia.

Anche Simon Anholt nelle sue osservazio-ni scrive che gli imprenditori italiani sono ir-ritati dal fatto che l’Italia ha una impressione del paese di festa, di divertimento, che prati-camente annulla tutti i tentativi di presenta-re gli italiani nel contesto di fiducia, serietá e competenza.

Ogni paese pretende di saper gestire il rapporto con il proprio brand. Secondo Si-mon Anholt, la creazione del brand nazio-nale per 80% é dato dalla gestione, per 15% dalla comunicazione e per 5% dall’ispirazio-ne. Come per il business-brand ordinario,

anche il brand nazionale deve essere gestito in modo esperto. Per sapere controllare il brand di un paese, bisogna certamente capi-re bene la sua struttura rappresentata dalle grande istituzioni locali, e i meccanismi del loro funzionamento. Ma non bisogna di-menticare altresì gli altri due componenti del successo, comunicazione e creatività, al-trettanto fondamentali nella promozione di un brand.

Solo queste condizioni permettono al paese di affermare positivamente il proprio brand nei mercati internazionali, vero e pro-

prio punto di partenza per lo sviluppo dei rapporti culturali, turistici, economici, socia-li con tutto il mondo.

Informazioni su Simon Anholt e sulla sua struttura di brand si ritrova in: http://www.nationbrandindex.com/,http://www.gfkamerica.com/

Daria Klimenko, GruppoBPC Russia

Gli istituti dello Stato (ICE, IIC, ENIT, Ambasciata)

L’immagine dell’Italia nei media russi

La base storica dei rapporti Italo-Russi, l’immagine dell’Italia,

il mito italiano nella prosa d’arte russa

Iniziativa privata (l’immagine dell’imprenditore italiano)

I brand italiani di livello internazionale (come Alitalia,

Pirelli, Ferrari, Fiat, Banca Intesa, Unicredit, Eni, Enel ecc.

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Penso che da la preferenza alle donne e pri-mo di tutto racconto della creatività di bella metà di umanità. Cominciamo con le canzo-ni di Laura Pausini, a quale è riuscita già a conquistare le simpatie degli spettatori e si è stata una cantante preferita per molte perso-ne. Li capisco! Ha cominciato la sua carriera artistica con la canzone “La solitudine” nel 1993. É possibile indovinare di che cantava una ragazza alla età di 19 anni - certamente dell’amore! Però

le frase comuni, con quale ci siamo abi-tuati, si incontranno spesso, quà sono ac-compagnato con una musica bellisima e si diventano le linee magiche: “È dolce il suo respiro fra i pensieri miei” o “Non è possibi-le dividere la storia di noi due”.

Vasco Rossi - chi è? È un cantante popula-re, ma è una persona diversa. Ha fatto 21 al-bum, e tra le canzoni possiamo trovare mol-te brutte parole. Ora è stato di moda usarli nel linguaggio parlato, e non ho voglia di criticarlo. È una propria cosa di ogni uomo. Fate la conocsenza con la creatività di Rossi e valutatelo!

Ed ora non posso mantenere il silenzio e nascondere il cantante fantastico – Eros Ramazzotti. Possiamo trovare molti compo-sizioni di Eros, quali ha cantato nel duetto con le famose persone , tra cui incontriamo Andrea Boccelli, Carlos Santana, Tina Turner. La forza, la passione, uno slancio passionale

dell’emozioni – tutto questo ci fa ascoltare e aprire qual cosa nuovo nelle canzoni di Ra-mazzotti. Anche se i nomi delle canzoni di-cono della natura ardente del cantante– “Un emozione per sempre”, “Un cuore con le ali”,

“Fuoco nel fuoco”, “Favola”.No no no! Non ho dimenticato di Luciano

Ligabue, “un Dio vero per i giòvani”, secon-do l’opinione del mio amico italiano. È vero! Posso confirmare le sue parole! Non è difici-le trovare le bande rock tra i cantanti italiani

– “Negramaro”e “Subsonica”, che sono stati populari al 2005 e altri gruppi.

Sapiamo che è impossibile imaginare la cultura dell’Italia senza òpera italiana. Mentre gli conquistanti della Spagna e del Portogallo aquistano le terre nove, la gente dell’Italia creava la musica, dipingeva la pit-tura, costruiva i edifici più belli e magnigici. Perciò

è necessario fare i nomi dei cantanti fa-mosi di òpera. Tra loro notiamo il nome del grande tenor Andrea Bocelli, la voce di cui attrae a causo della sua profonda. Chi non sà le canzoni “Sole mio”, “Miserere”, “Santa Lucia” o “Time to say good-bye”? Penso che ogni persona li ha ascoltati anche se una vol-ta durante la sua vita.

Di solito gli artisti hanno una apparenza attrattiva. Totalmente possiamo dire che trovo in Tiziano Ferro. Anche la sua musica conferma il suo participazione assolto nel

mondo di musica. Chiama il suo stilo “e-mu-sica”, perchè questo è la musica del genera-zione nuovo, pieno delle technologie nuove.

È necessario di non dimenticare il rap italiano, perchè è una cosa di che non sap-piamo molto. Perciò affretto di chiamare un cantante più famoso – Fabri Fibra e una gruppa più diffusa – “Zero Assoluto”. Prima non è possibile imaginare come lo parlano, come suona il rap nella altra lingua, dipende dal’inglese. Però dopo ho capito che è una cosa fantastica e exotica per noi.

Spesso si fa una domanda: «I russi ascol-tano la musica italiana?». Sono sicura che ascoltano solo gli amante della cultura del-l’Italia. E altri preferiscono la musica stra-niera. Ma perche essere con generale ordi-namento? È necessario sviluppare il proprio gusto, perciò vale la pena ascoltare le can-zoni dei catanti degli altri paesi. Appena lo farremo, cominciaremo a capire la musica. Voglio fare la lista dei cantanti italiani, che hanno poseato i cuori dei giòvani nell’Italia. E non ho detto molto dei cantanti di òpera italiana, ho detto solo dei musicisti e suona-tori contemporanei, a quale ascolta la gio-ventù dell’Italia. Credo che i giusti italiani si saranno come i nostri! Perchè la musica è una cosa eterna e bellissima! La musica ita-liana è particolare!

Giulia Volodikova

Musica italiana per i cuori dei ragazzi russi.Italia e Russia – il ponte musicale.Se guardiamo indietro, vediamo che quasi tutti ascoltano ora la musica: a casa, nella strade an-dando al negozio, in metro. Ascoltano tra le cuffie, ma più spesso tra l’altoparlante a casa per cantare con il cantante. É molto interessante sapere quale canzone fanno l’attenzione della gioventù.

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Sto parlando della famosissima Casa di Giulietta che si trova a Verona, via Cappel-lo, 23. La Casa di Giulietta risale al XIII sec., fu per molto tempo proprieta’ della famiglia Cappello, mercanti di spezie. Durante sette secoli cambio` molti padroni e abitanti. Ma ci furono anche delle altre ipotesi su dove abitava la protagonista del poema di Shake-speare. Nei primi decenni del Novecento questa casa divento’ il museo, l`intero nu-cleo del cortile fu completamente restaurato. Nel 1907 la casa fu messa all’asta in uno stato pietoso perche` durante gli ultimi anni li` ci fu un albergo a basso prezzo. Fu acquistata dalla Citta` per farci un museo della legenda di Shakespeare. Gli operai iniziarono i lavori di restauro e nella fase di completamento a casa e` stato riprodotto l’interno del XIV sec.

Tutto nel cortile e` materiato dell’animo romantico e l’importanza particolare ha il balcone, il balcone famosissimo dal quale Giulietta si sarebbe affacciata per parlare con Romeo. Certo non possiamo dire a col-po sicuro che Giulietta ogni sera uscii’ pro-prio su questo balcone per ammirare la luna. Ma quando lo si vede per la prima volta e ci si trova sotto questo balcone si crede che e’ proprio li’ che Giulietta ascolto’ le dolci parole di Romeo. Oggi ognuno puo` salire per soddisfare la propria curiosita`, sognare o esprimere un desiderio.

C’e’ un’altra cosa che potrebbe e dovrebbe fare ogni turista – farsi fotografare con Giu-lietta. Se ricordate, alla fine del poema Mon-tecchi promise a Capuleti “io faro` innalzare a tua figlia una statua d’oro puro, affinche` nessuna immagine, finche` duri il nome di Verona, sia tenuta in cosi` alto pregio, come quella della leale e fedele Giulietta”. Ed al-l’inizio degli anni settanta del Novecento fu innalzata nel cortile una statua pero’ in bronzo raffigurante Giulietta. La promessa da Montecchi l’ha mantenuto lo scultore Ne-reo Constantini. Gli e` posata Luisa Braguzzi, la moglie del conte Mirando.

I turisti e gli innamorati di tutto il mondo amano non solo farsi fotografare con la sta-tua ma anche toccarla. Si dice che toccare il seno di Giulietta porti fortuna ed ecco che una flotta dei touristi rimane ad attendere il proprio turno per farsi immortalare mentre sorridenti toccano la statua. C’e` la scelta far-lo o no, ma io non ho molto dubbio che se toccarla Giulietta presto aiuti in amore.

C’e` un’altra cosa incredibile che ognu-no puo` fare. Romeo e Giulietta contem-poranei possono scrivere ai protagonisti. Prima del 2005 tutti potevano lasciare i biglietti d’amore direttamente al muro della Casa. Il cortile era pieno dei mes-sagi e delle iscrizioni. Se qualcuno non ha ancora trovato il proprio amore, scri-veva per chiedere Giulietta ad aiutargli di incontrare la sua sorte. Ma se l’ha gia` incontrata poteva chiederla del-l’amore molto lungo, forte e fedele. I ragazzi e le ragazze di tutto il mondo confidavano nelle decine di lingue i suoi pensieri piu’ profondi. Avrem-mo potuto trovare i biglietti in ingle-se, in tedesco, in russo, in francese, in spagnolo, perfino in cinese e in arabo. E tutti credevano che Giulietta gli ca-pisse. Ma alcuni per essere sicuri che Giulietta gli capisca preferivano non scrivere ma dipingere.

La tradizione di lasciare i biglietti sulle mura della Casa la storia lunga. Ma dal 2005 c’e` una novita’ – niente piu` bigliet-ti e le scritte sui muri. Gli innamorati di oggi possono mettere i messaggi solo sui muri dell’arco. Chi vuole, puo` an-che scrivere a Giulietta usando l’e-mail o addiritura spedendo un sms. A Casa si trova perfino il plasma collocato che raccoglie e trasmette i messaggi d’amo-re. E` possibile leggerli e scrivere anche uno. C’e’ anche la tradizionale cassella postale.

Ma la cosa piu` incredibile e` che se voi lasciate alla fine della lettera il vo-stro indirizio, riceverete la risposta. Non ci credete? Provatelo!

Oggi il comune di Verona ha deciso di fare un regalo agli innamorati, che potrebbero sposarsi, solamente con il rito civile, nella Casa di Giulietta. Se avete abbastanza soldi e un desiderio grande di sposarvi in questo posto fa-mosissimo, buona fortuna! Ma se per il momento non volete ancora sposar-vi, potreste visitare quel cortile caro per piacere e divertimento. E, chissa`, forse dopo il viaggio la vostra vita cambiera`… Ma non dimenticate di scrivere a Giulietta!

Alena Dementyeva

Il cortile dell’amore,o la lettera a Giulietta.I tempi cambiano ma i sentimenti umani rimangono sempre gli stessi. E non esiste alcun dubbio che l’amore occupi il posto molto importante tra i nostri sentimenti. Forse perche` il cortile della casa di Giulietta non e` mai vuoto.

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Questa volta, il destino mi ha portato nella città dei canali, dei piccioni, dell’amore e di sogni. Sono già all’aeroporto di Venezia, prendo un taxi e vado su di una piccola isola, ma molto bella, San Servolo, vicino a Vene-zia.. È difficile pensare che sono arrivata a Venezia per studiare!

Ma è proprio così. Quest’anno, insieme ad una collega e amica, sono venuta a Venezia su invito della Società Europea di Cultu-ra per prendere parte ad una scuola estiva internazionale e per partecipare a seminari sulla politica della cultura e della politica culturale dell’Unione Europea.

La Società

La Società Europea di Cultura (SEC) è sta-ta fondata a Venezia nel 1950, ispirata da un’idea e dalle iniziative del filosofo italiano Umberto Campagnolo assieme a trecento scrittori, scienziati e artisti di caratura euro-pea di quel periodo. Per citarne solo alcuni, ricordiamo i nomi di Benedetto Croce, Tho-mas Mann, Henri Matisse, Karl Barth e altri.

L’obiettivo dichiarato della SEC è quello di incoraggiare gli uomini e le donne nor-malmente non coinvolti nella politica ad assumersi delle responsabilità collettive nel tentativo di promuovere il dialogo, la coope-razione, la pace e l’Europa unita.

I seminari, che riuniscono diversi rappre-sentanti dell’Unione europea, servono alla

SEC per promuovere questo dialogo tra le diverse culture, tra le quali si trova anche quella russa.

I seminari

I seminari della scuola si tengono ogni anno e il loro obiettivo principale è quello di par-lare ai giovani (studenti, scienziati) a propo-sito di problemi diversi.

E quest’anno non ha fatto eccezione. Una Venezia solare ha salutato i rappresentanti d Italia, Francia, Germania, Romania e Russia.

Seminari sulla Cittadinanza europea e la politica culturale si ono svolti con il sostegno di Michelle Campagnolo Bouvier, Segretario Generale Internazionale della Società Euro-pea di Cultura, una donna molto intelligente ed acculturata che conosce perfettamente i problemi delle relazioni e il dialogo delle culture.. La settimana a Venezia è stata co-stellata da conferenze e workshop.

Tra i relatori ricordiamoi: Vincenzo Cap-pelletti, il Presidente della SEC, Aurelio Musi (Università di Salerno), Roberto de Rosa (Università della Tuscia, Viterbo), An-drea Ciampani( Lumsa, Roma).

Dr. Michael Schafer e Dr. Claude Brulant hanno fatto una gradne impressione su di me, non solo perché sembravano dei grandi professionisti, ma anche perché erano inter-locutori molto intressanti. .

Alla fine del nostro lavoro ai seminari

abbiamo abbiamo preparato un saggio nel quale presentiamo la nostra visione sulla politica culturale in Europa.

È stata un’esperienza molto importante per me.

Venezia

Dopo le lezioni abbiamo avuto un po’ di tempo libero per andare a Venezia e godere di questa città magica città.

Da San Servolo ogni mezz’ora, dalle prime ore del mattino fino alle 11 di sera ci sono le corse delle barche per Venezia dove si arriva in dieci minuti.

È difficile parlare di Venezia, una città su cui è già stato scritto quanto poteva essere scritto.

Questa è la mia prima volta a Venezia e rimarrà un ricordo indelebile nella mia me-moria.

Piazza San Marco, la cattedrale di San Marco, il Palazzo Ducale, Torre dell’Orolo-gio, una colonna con un leone alato. Ho let-to, ho visto il film - e ora sono nel cuore di Venezia.

E cosa c’è al di fuori della piazza? Che cosa c’è dentro Venezia? Sembrava un organismo vivente con sua sistema circolatorio - i cana-li. Le strade sono così strette che si sente il respiro dei passanti. Crea la sensazione che tutti respirino all’unisono. Per due persone che si vengono incontro è difficile superarsi.

Venezia a piedi e non soloIosif Brodsky ha detto che Venezia ha un effetto magnetico

sulle persone. Come aveva ragione! È come un piccolo paradise.

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| �� Il Giornalistanovembre 2009

Passando tra le case medievali con balconi e le persiane vedo una finestra illuminata. Guardo e là c’è una donna in piedi accanto ai fornelli che prepara la cena. È incredibile vederlo per la prima volta.

Le strade sono piene di negozi. Ci sono souvenir per tutti i gusti ed a qualsiasi prez-zo. Maschere, vetro, gioielli in vetro di Mu-rano e gioielli preziosi, accessori raffinati ed abiti di alta moda.

Un’altra serie infinita di negozi è al Ponte di Rialto che è anche un ottimo punto pa-noramico. Il Canal Grande visto da Rialto è come il l palmo della tua mano - molte gon-dole, barche, vaporetto.

La caratteristica principale di Venezia - sono i turisti di divere nazionalità , religioni, età e gruppi sociali.

Si, Venezia è bizzarra con la sua rete in-tricata di canali e fiumi, calli, rami, passag-gi nei quali un viaggiatore inesperto si cala come in una trappola. Questa è la magia di Venezia, che è impossibile da decifrare.

Ma c’e un posto a Venezia dove vanno proprio tutti i russi che hanno notato questo posto. La nostra ultima sera a Venezia noi insieme con i professori abbiamo deciso di cenare Al Gazzettino da Margherita.

Il Gazzettino

Una volta che siamo entrati siamo stati gen-tilmente accolti dal proprietario e lui ha of-ferto un tavolo. Ma abbiamo chiesto se quel nome significa. Il proprietario si è seduto ac-canto a noi e ha cominciato a raccontare.

Tutto comincia attorno all’anno 1952 quan-do Maria e Giuseppe Ongaro rilevano il lo-cale da Giovanni Ancelotto, trasformandolo in una piccola osteria. Il nome Al Gazzettino nacque dal fatto che gran parte dei clien-ti abituali erano dipendenti dell’omonimo giornale, la cui redazione non era lontana dall’osteria. La sera questa osteria diventava punto d incontro per loro, per i facchini e per i gondolieri.

Nel 1958 cominciarono ad arrivare anche i primi turisti. E poi nel 1971 l’osteria si tra-sformò nel piccolo ristorante Al Gazzettino .

Dopo il proprietario ci ha dato una spe-cialità della casa - riso con frutti di mare. Ab-biamo scritto nel loro libro degli ospiti delle frasi di buon augurio in russo, come molti altri turisti nostri connazionali.

Ci torneremo sicuramente!

Svetlana Kravcenko

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