La Finestra aprile 2010

80
Aprile 2010 1

description

Mensile d'informazione gratuito distribuito in Valsugana e Trento

Transcript of La Finestra aprile 2010

Page 1: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

1

Page 2: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

2

Page 3: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

3

Editoriale

LA FINESTRAÈ ON-LINESU ISSUU.COM

Questo numero de LA FINESTRA è consultabilee scaricabile in formato PDF all'indirizzo:http://issuu.com/aemme_sas/docs/lafi nestra_aprile_2010

Care lettrici, cari lettori,chiamatela come vi pare: semplice coincidenza op-pure ironia della sorte. Sta di fatto che il 10 marzo scorso il quotidiano L'Adi-ge pubblicava un articolo

titolato “Valsugana vecchia e insoste-nibile”.E subito il pensiero di molti andò al-l’acciaieria di Borgo Valsugana, di cui proprio quel pomeriggio si sarebbe di-scusso - e piuttosto animatamente - in un incontro pubblico con i rappresentanti di Provincia, Azienda Sanitaria e APPA.

In realtà l’articolo del quotidiano trentino si riferiva a un’analisi del noto sociologo Antonio Schizzerotto, il quale valutava le dinamiche socioeco-nomiche della vallata (popolazione, occupazione, reddito, istruzione, strut-ture familiari), evidenziando una certa disparità tra la situazione dell’Alta Val-sugana, in linea con la città di Trento, e la Bassa Valsugana che invece, per alcuni parametri, appare al di sotto della media provinciale.Una distanza, quella tra il capoluogo trentino e Borgo, che si è toccata con mano anche in occasione dell’incontro sull’acciaieria, dove da un lato i ver-tici provinciali hanno ribadito che in Valsugana non vi è alcuna emergenza sanitaria, mentre dall’altro i cittadini hanno manifestato la forte preoccupa-

zione che il loro territorio possa essere trasformato in una pattumiera.È proprio a tale vicenda che dedichiamo la storia di copertina di questo mese, con un’ampia sintesi degli interventi di quella giornata, un’intervista al sin-daco di Borgo, che indica l’obiettivo di creare un’alternativa all’acciaieria, e la posizione dell’azienda che difende il proprio operato, rivendicando un ruolo di peso sul fronte occupazionale.Mentre in Bassa Valsugana ci si ritrova a convivere con l’acciaieria auspicando un futuro diverso, in Alta Valsugana, quasi a sancire la disparità cui alludeva

Schizzerotto, si punta sulla riqualifi -cazione dei laghi di Levico e di Cal-donazzo, da sempre fi ore all’occhiello dell’offerta turistica della vallata.Gli architetti Renzo Acler e Laura Zamboni, infatti, hanno redatto un articolato progetto per la zona dei la-ghi, volto a creare nuovi percorsi ma valorizzando l’esistente.Il progetto preliminare per ora è stato approvato dal comune di Pergine e deve essere ancora valutato dalle am-ministrazioni di Calceranica, Caldo-nazzo, Levico e Tenna. Solo in seguito all’approvazione dei cinque consigli comunali si potrà procedere alle fasi successive, che saranno la domanda di fi nanziamento alla PAT, tramite la Comunità di Valle, la progettazione defi nitiva ed esecutiva e la realizza-

zione dei lavori.Un iter ancora lungo, quindi, e non privo di qualche ostacolo, sul quale però vi sono già molte aspettative per un rilancio in chiave turistica della zona.Ma nemmeno nei cosiddetti comuni di frontiera, cioè quelli confi nanti con il Veneto, si sta a guardare. Qui si prova a progettare il proprio futuro usufruen-do delle opportunità messe in campo dall’Intesa, l’accordo tra Trentino e Veneto sottoscritto il 4 luglio 2007 a Recoaro Terme.Tra gli interventi ammessi a fi nanzia-

mento ve ne sono cinque che, diretta-mente o indirettamente, riguardano alcuni comuni della Valsugana e del Tesino. Nel nostro servizio ve li illu-striamo tutti nel dettaglio.Anche “La Finestra” guarda al futuro. Dopo dieci anni di condirezione que-sto è il primo numero che fi rmo come direttore responsabile. Una sfi da che raccolgo con entusiasmo, prefi ggendo-mi l’obiettivo di realizzare un giornale che sia sempre più lo specchio della Valsugana e dei Valsuganotti, senza dimenticare di ringraziare pubblica-mente il professor Armando Munaò, fondatore di questa testata, per quanto ha fatto in tutti questi anni.

Buona lettura!Johnny Gadler

LA VALSUGANA, TRA PRESENTE E FUTURO Johnny Gadler,

direttore responsabilede La Finestra

Page 4: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

4

Due cuori e una capanna ...............................42

Ai piedi degli sposi .........................................43

I trentini amano ancora la politica ..................45

Trento tra le città più sicure d’Italia .................45

Studenti trentini: buona la condotta ...............45

Calceranica Volley, importante per il paese ...46

Valdastico, la storia infinita .............................48

Festa della donna, premiata centenaria ..........48

Istituto mòcheno: approvato il bilancio ..........48

Studenti: nuove opportunità ...........................48

BSI Fiere 2010: tutti gli appuntamenti ............50

Il libro: passi ritrovati di Beppi Toller ...............52

Centro Auser di Levico in assemblea ............52

Levico: nuovo arredo per il centro .................56

Barco: festa degli anziani ...............................56

Luserna: progetto per l’area artigianale .........56

Levico: convegno sulle lingue ........................56

Alcide Degasperi, fra il Trentino e l’Europa .....58

Una casa per i Kaiserjager .............................58

Denaro, parte la rivoluzione ...........................60

Formaggio: l’Italia batte la Francia ..................62

Idee di abbinamento vino/formaggio .............63

Editoriale ..........................................................3

Acciaieria: il dibattito al Palasport di Borgo ......6

Analisi dell'APPA: tutto nella norma .................8

Dellai:«Le tre questioni dell’acciaieria» ............8

Betta:«Nessuna segnalazione all’APSS .........10

Pacher:«Ora un confronto sereno» ...............10

Il sindaco di Borgo pensa a un’alternativa .....12

L’acciaieria:«Rispettiamo le leggi» .................14

Progetto di riqualificazione per i laghi .............16

L’Intesa passa per la Valsugana .....................20

Pergine, il teatro nella storia ...........................22

Inaugurato l’Osservatorio di Celado ...............24

Tatuaggi, una tecnica antica ..........................28

Primo sole, salviamoci la pelle .......................29

Difendiamo le ossa a tavola ...........................30

Latte d’asina per la pelle, contro le allergie ....31

Capelli, stop alla caduta .................................34

A tavola sempre più bio .................................35

La carta dei mille desideri ..............................38

Annunciate la lieta novella ..............................39

Bouquet, i fiori per dire sì ...............................40

Il vestito della sposa .......................................41

12

6STORIA DI COPERTINAACCIAIERIA DELLA VALSUGANALe analisi sono a posto, l'acciaieria resta, ma molti non si rassegnano

APRILE 2010 - ANNO 22 - n. 4

16/18Riqualificazione della zona laghi

27

22

Speciale Salute & Bellezza

24

BORGO: Parla Dalledonne

PERGINE: nuovo teatro

10 PAGINE!

TESINO: Osservatorio del Celado

Page 5: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

5

48VALDASTICO: storia infinita

46CALCERANICA: volley

66/67Pasqua: la festa mobileLa tradizione delle uova di Pasqua

37

DirettoreDott.ssa Cristina Ferretti

Direttore ResponsabileDott. Johnny Gadler

PubblicitàCristina Dellamaria 347.6475297

Grafica ed impaginazioneEva Fontana

CorrispondentiP. Chiesa, G. Facchini, A. Munaò, M. Pacher

StampaCSQ Centro Stampa Quotidiani spa

Erbusco (Brescia)

EditoreAthesia Druck srl

Via del Vigneto 7 - 39100 Bolzano

Aut. Tribunale di Trento n. 635 del 22-4-1989

Questo numero de LA FINESTRAè stato chiuso il 25/3/2010

La Finestra declina ogni responsabilità per eventuali cambiamenti e/o errori nelle date e negli orari degli ap-puntamenti segnalati.

0461 75.26.22

Via IV Novembre, 1238051 BORGO VALSUGANA (TN)

[email protected]

0461 75.68.33

Tossine vegetali contro i tumori .....................64

Tumore dell’utero: test sperimentale ..............64

Pasqua: la festa mobile ..................................66

La tradizione delle uova di Pasqua .................67

Uova, di gallina ma non solo .........................67

Concorso: immagini delle nostre Valli ............68

Sipario: gli appuntamenti a teatro ..................70

Nuova guida della Valsugana Orientale ..........72

Cinema: i film del mese .................................74

Little Tony: le immagini della mia vita .............75

Lettere al direttore ..........................................76

Cucina per immagini ......................................78

75

78

Speciale Sposi

56

60

8 PAGINE!

LEVICO: nuova piazza

SOLDI: la rivoluzione

LITTLE TONY: il libro

CUCINA: cheesecake

Page 6: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

6

Le relazioni degli esperti

Sul palco, che a tratti è parso un vero e proprio banco degli imputati, il dott. Alberto Betta, direttore dell’Azienda Provin-ciale per i Servizi Sanitari, l’in-gegner Fabio Berlanda, direttore dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA), il Presidente della Provincia auto-noma di Trento, Lorenzo Dellai, e il Vicepresidente della Giunta provinciale, nonché assessore all’ambiente, Alberto Pacher. Al centro, a fare gli onori di casa ma anche a incalzare gli interlocutori, il sindaco di Borgo Valsugana, Fabio Dalledonne.Il primo a prendere la parola è il dott. Alberto Betta, direttore

Freddo polare fuori, clima incandescen-te, quasi da altofor-no, all'interno. Così appariva, la sera del 10 marzo scorso, il Palazzetto dello

Sport di Borgo Valsugana gremito, nonostante il tempo inclemente e l’ora ancor più infelice, come di solito capita solo in occasione di grandi eventi. E questo lo era davvero. Infatti, la posta in palio della "partita" – accompagnata da striscioni, fischi, cori da stadio – era il futuro della Valsugana.In platea e sulle tribune quasi mille Borghesani, tra cui buona parte dei sindaci della Bassa Valsugana e alcuni consiglieri provinciali.

dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (articolo a pagina 10). Giusto il tempo di presentarsi che dalla platea sale un’autentica ovazione. Non è per lui, ma per alcuni rappresentanti dei comitati contro l’acciaieria che srotolano uno striscione con la scritta: “In-quinamento: l’importante è che non si sappia». Un altro “lenzuolo” collocato sul palco recita invece: Valsugana furiosa, basta veleni».La seconda relazione è affidata all’ingegner Fabio Berlanda (arti-colo a pagina 8). Come Betta non fa in tempo a dire il proprio nome che viene sommerso dai fischi e questa volta sono tutti per lui, o meglio per ciò che rappresenta, cioè quell’Agenzia provinciale per l’Ambiente (APPA) da tempo finita nell’occhio del ciclone e che ormai

BORGO. Quasi mille persone all'incontro con i vertici provinciali

STORIA DI COPERTINA

Acciaieria: confronto al calor bianco al Palazzetto dello Sport di Borgo

di Johnny Gadler

Il 10 marzo scorso i vertici della Provincia, dell'APPA e dell'APSS hanno incontrato la popolazione della Valsugana in merito all'acciaieria di Borgo, che molti accusano di inquinare più del lecito. Ipotesi smentita dai dati rilevati dall’APPA, ma la gente continua a rimanere perplessa e lo ha fatto ampiamente capire.

Un momento del dibattito con, da sinistra, Fabio Dalledonne, Lorenzo Dellai e Alberto Pacher

i Valsuganotti, a torto o a ragione, considerano poco attendibile.

Il battibecco sulle analisi

Dopo gli interventi del dott. Betta e dell'ingegner Berlanda, la parola passa alla sala. A rompere il ghiac-cio è Laura Zanetti di Telve, che si presenta affermando di essere stata la prima infermiera professionale del centro oncologico e di far parte del comitato Barbieri Sleali nonché dei Medici per l’ambiente.Il tono della sua voce è pacato, quasi emozionato, e nulla lascia presagire il battibecco che si sca-tenerà di lì a poco. «Presidente – dice Laura Zanetti rivolgendosi a Dellai – le risulta che i valori di cromo e di nichel nelle urine degli operai dal 2008 al 2009 siamo quasi

Page 7: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

7

venatura polemica, ma il dibattito, per quanto accesso, si snoda sui binari della civiltà. Non certo, però, della rassegnazione.

Alla fine molti scontenti

Lorenzo Dellai e Alberto Pacher spiegano la posizione della Provin-cia, ribadiscono la fiducia nell’AP-PA e, soprattutto, il fatto che non vi è alcun pericolo reale e immediato per la salute dei Valsuganotti. La gente ascolta, scuote la testa e alla fine se ne va alla spicciolata, portando con sé i dubbi, le paure e forse anche i pregiudizi che aveva all’inizio.«Una serata inutile» è il commento di molti, ma qualcuno in tutto que-sto grigiore intravede anche uno spiraglio di luce e afferma: «Non mi fido troppo dei dati dell’APPA, però il fatto che la Provincia sia disposta ad accettare il parere di esperti indicati da noi Valsuganotti e che venga avviata un’indagine sul sangue dei borghesani in collabo-razione con l’Istituto Superiore di Sanità, un po’ mi rassicura e mi fa ben sperare».Ecco, appunto, ci si aggrappa alla speranza. Quella che questa vicenda conosca presto la parola “fine” e, soprattutto, quella che i dati dell’APPA siano davvero così confortanti anche nella realtà dei fatti, oltre che sulla carta.

sue perplessità. L’ingegner Ber-landa allarga le braccia sconsola-to, come a voler ribadire ciò che aveva detto all’inizio della sua esposizione: «Vedo che qui avete già deciso tutto». Marco Rigo a nome dei Medici per l’ambiente ribadisce le proprie perplessità sui dati presentati dall’APPA che differirebbero da quelli raccolti dai periti della Procura della Re-pubblica di Trento, mentre Rosa Finotto, portavoce del Comitato Barbieri Sleali, in qualità di inse-gnante esprime preoccupazione per alcuni casi di tumore che si sarebbero verificati alla scuola elementare di Borgo e si sofferma sui limiti delle emissioni.Poi è la volta di Giuliana Wasser-man Ferrai, nota commerciante di Borgo, protagonista di un toccante intervento che va ben oltre la bat-taglia sulle analisi.

triplicati?». La domanda è secca, certamente inattesa, e Dellai replica altrettanto seccamente: «No, non mi risulta!». La sala rumoreggia, alcuni fischiano. Il presidente perde un po’ la pazienza e, forse reduce da troppi confronti tesi con gli studenti, sbotta: «Sentite ragazzi, siamo vecchi di caserma, se volete parlare delle robe siamo qui appo-sta, se invece volete fare i dritti...». L’uditorio s’infiamma, Dellai non riesce a concludere la frase e forse è meglio così. Il Presidente ritroverà comunque subito la calma e, verso la fine dell’incontro, con toni molto più concilianti e pacati, spiegherà in ma-niera schematica ma precisa le tre questioni principali che riguardano l’acciaieria di Borgo e le ragioni per cui non la si può chiudere, almeno nell’immediato. Il che, tradotto dal politichese, significa perlomeno un decennio. (articolo a pagina 8).

Le perplessità sui dati dell’APPA

Dopo Laura Zanetti prende la parola un cittadino di Borgo che preferisce mantenere l’anonima-to. Chiede all’ingegner Berlanda delucidazioni in merito alla me-todologia adottata dall’APPA per effettuare le analisi sui terreni e sull’aria.La risposta non lo soddisfa e anche il pubblico sembra condividere le

Il folto pubblico presente all'incontro presso il Palazzetto dello Sport di Borgo Valsugana

BORGO. Quasi mille persone all'incontro con i vertici provinciali

Laura Zanetti durante il suo intervento

L'appello di Giuliana Wasserman

STORIA DI COPERTINA

«Ridateci lanostra aria buona»

Giuliana Wasserman fa rivivere in molti il ricordo del Borgo che fu, quando chi veniva da Trento ad accoglierlo trovava un lun-go viale alberato, con la bella immagine di Castel Telvana a vigilare su un paese che magari non aveva grandi attrattive ma

che poteva vantare, perlomeno, l’aria buona. «Un tempo la nostra aria – afferma nel suo accorato appello Giuliana Wasserman – ce la invidiavano sia Roncegno che Levico. Noi quell’aria buona la rivogliamo!».Fuori intanto continua a nevicare, s'è fatta ora di cena ma la sete di sapere della gente sembra prevale-re sui morsi dello stomaco.Qualcuno pone ancora delle do-mande, talvolta con una forte

Page 8: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

8

La questione dell’acciaieria di Borgo Valsugana, ha dichiarato il presidente della Provincia Loren-zo Dellai nel corso dell’incontro con la popolazione, presenta tre problemi.Il primo riguarda i comportamenti delle strutture pubbliche o private: se essi siano rispettosi delle leggi oppure no. Ciò – ha detto Dellai -«compete alla magistratura, del cui lavoro abbiamo piena fiducia».Il secondo punto riguarda il pericolo reale per la salute dei cittadini. «Perché – ha spiegato Dellai - può esserci stata violazione delle leggi, ma senza causare pericolo per la salute.

«Sapere che le analisi dimostrano che non c’è nei terreni, nell’aria, nel-le acque, nella catena alimentare, un’emergenza dovuta alla presenza di sostanze inquinanti e che nessu-na soglia di legge è stata supera-ta– ha proseguito il Presidente della Giunta provinciale - è un elemento positivo per chi vive in valle. Forse qualcuno si aspettava dati diversi; questo però a noi risulta, in maniera oggettiva e verificabile da chiunque. La Procura ha a disposizione questi dati, e naturalmente potrà fare degli approfondimenti. A nostra volta, non ci fermeremo qui, continueremo a monitorare e a condurre indagini anche sull’uomo, ad esempio sul

latte materno, nell’ambito di un progetto europeo.Il terzo punto riguarda la possibilità

di immaginare uno sviluppo per la vallata anche senza realtà come le acciaierie. È questo un ragionamen-to possibile? Certamente sì. I sinda-ci - ha spiegato Dellai riprendendo il pensiero espresso poco prima dal Vicepresidente Alberto Pacher - ci hanno chiesto di avviare un tavolo in questa direzione. Tuttavia, atten-zione: le fabbriche si chiudono solo negoziando con la proprietà oppure per un pericolo reale per la salute della popolazione. Questo secondo elemento, come ripeto, non sussi-ste: il pericolo immediato, evidente, non c’è. Quindi è giusta la richiesta dei sindaci di avviare un confronto a tutto campo». (j.g.)

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE LORENZO DELLAI«NON C’È EMERGENZA SANITARIA, MA SI PUÒ RAGIONARE SUL FUTURO»

Nemmeno il tempo di presentarsi, che l’ingegnere Fabio Berlanda, d i re t tore del-l’Agenzia pro-vinciale per la

protezione dell’ambiente, è stato subissato dai fischi dei Valsu-ganotti, palesemente diffidenti circa l’operato dell’APPA.L’alto dirigente ha però man-tenuto il proprio aplomb anche quando gli attacchi sono andati un po’ sopra le righe e per tut-to l’incontro ha cercato di far comprendere alla platea, a dire il vero senza riscuotere grande successo, i metodi adottati per effettuare l’indagine e il signi-ficato dei dati riscontrati.Berlanda ha provato a spiegare, in sostanza, che anche dalle analisi effet tuate dall'Appa sull'aria e sull'acqua, come già era accaduto per i terreni, «non emergono valori di tossicità significativi».Al fine di effettuare l’analisi dell’aria per la ricerca di dios-sine - per la precisione di poli-cloro dibenzodiossine (PCDD) e policloro dibenzofurani (PCDF) - sono stati scelti due siti, il pri-mo presso la “pescicoltura Cap-pello”, a Ovest dell’acciaieria, il secondo nel cantiere comunale

«Terreni, aria e acqua sono nella norma»BORGO. L’intervento dell’ingegner Berlanda, direttore dell’APPA

in Via per Olle, situato ad Est della fabbrica.«Le concentrazioni di sostanze nocive riscontrate nell’aria cam-pionata nel Comune di Borgo Valsugana – ha spiegato l’inge-gner Berlanda - rientrano nelle medie rilevate in Italia, in Euro-pa e nel mondo, ma in modo par-ticolare sono confrontabili con le concentrazioni riscontrate a Trento, quindi in una località distante dall’acciaieria».Durante la normale attività del-l’acciaieria Valsugana S.p.A. si sono effettuati inoltre controlli senza preavviso su entrambi i

co. Sono stati prelevati inoltre i sedimenti in tre punti del corso d’acqua denominato roggia “Ro-sta Fredda”. Anche da queste analisi non sono emersi valori di tossicità significativi.Alla fine del suo intervento, in alcuni passaggi accompagnato da un brusio di dissenso in sala, l’ingegner Berlanda è riuscito anche a strappare un applauso. Più di circostanza che di sostan-za, poiché l’impressione è che la gente sia uscita dal Palazzetto con le stesse perplessità che aveva prima. La materia, alta-mente tecnica e complessa, di certo non ha facilitato la com-prensione. (j.g.)

L'ing. Fabio Berlanda a Borgo

La zona dell'acciaieria di Borgo vista dall'alto (foto arch. PAT)

STORIA DI COPERTINA

camini. «I controlli – ha detto ancora Berlanda - hanno eviden-ziato, per tutti i parametri sia di concentrazione che di flusso di massa, il rispetto della norma-tiva vigente. Le concentrazioni di policloro dibenzodiossine e policloro dibenzofurani sono 384 volte (camino E1) e 333 volte (camino E2) più basse del valore limite, ovvero rappresen-tano circa lo 0,3% del limite. Durante la normale at tività dell’acciaieria, dall’1 febbraio al 4 febbraio 2010, sono stati effettuati infine dei controlli per la verifica delle acque di scari-

Il presidente Lorenzo Dellai(foto D. Mosna - Archivio PAT)

Page 9: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

9

Page 10: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

10

Vivere in un am-biente inqui-nato e mettere così a repenta-glio la propria salute. È questo il principale ti-

more che molti Valsuganotti nutrono da quando è scop-piato il caso dell’acciaieria di Borgo Valsugana.Proprio per fugare tali paure, il primo a prendere la parola nell’incontro pubblico del 10 marzo scorso al Palazzetto dello Sport di Borgo Valsu-gana è stato il dott. Alberto Betta, direttore della Direzione igiene e sanità pubblica dell’Azienda Provinciale per i Servi-zi Sanitari (APSS).Di solito – ha esordito Betta– l’APSS si muove su precise segnalazioni di patologie presenti sul territorio, mentre in questo caso «negli ultimi dieci anni non ho mai ricevuto formali comunicazioni in tal senso né dall’ospedale, né dai medici di base, né dai pediatri e nemmeno l’Inail ha riscontrato particolari malattie pro-fessionali all’interno dell’acciaieria».«Prima nostra preoccupazione – ha proseguito Betta - è stata comunque quella di valutare l’eventuale esposizione della popolazione a diossine, Poli Cloro Bifenili (PCB) e metalli pesanti». Le diossine - che si sprigionano pressoché da ogni tipo di combustione, quindi non solo dall’attività di un’acciaieria – entrano nel corpo umano attraverso gli alimenti. Indicatori privi-legiati circa eventuali contaminazioni sono in primo luogo il latte e poi il grasso animale. Le ricerche indirizzate in tal senso, effettuate sia con analisi del servizio veterinario provinciale, sia attraverso gli autocontrolli delle aziende, non hanno però evidenziato rischi concreti per la salute pubblica, riscontrando sì la presenza di diossine (mai però quella di Seveso, la più pe-

ricolosa) ma con valori ben al di sotto dei limiti imposti dalla legge, dati oltretutto comparabili con quanto os-servato nel latte proveniente da altri distretti dove non vi sono aziende impattanti come un’acciaieria.Anche lo studio sull’in-cidenza tumorale dimo-stra che in Valsugana ci si ammala né più né meno che nelle altre vallate del Trentino.Il dott. Betta ha comunque assicurato che l’Azienda Provinciale per i Servizi

Sanitari proseguirà con i controlli, sia analiz-zando le acque degli acquedotti nonché dei pozzi privati, sia avviando uno studio sul latte materno. Quest’ultimo, che ha pochissimi pre-cedenti nel nostro Paese, prevede l’analisi del latte donato dalle madri nella cosiddetta “banca del latte” dell’ospedale di Trento, iniziativa che permetterà di stabilire la concentrazione media dei vari contaminanti nelle donne della nostra provincia.Per quanto riguarda il latte materno provenien-te dalla Bassa Valsugana, invece, ci vorranno molti mesi perché le donatrici di quest’area sono poche e quindi occorrerà fare dei piccoli prelievi di latte fino ad arrivare a dosi suffi-cienti da utilizzare in laboratorio.Inoltre, nell’ambito di un progetto europeo che in Italia ha per referente l’Istituto Superiore di Sanità, sarà analizzato il sangue di un’ottan-tina di Borghesani per individuare eventuali accumuli nel loro organismo di diossine e metalli pesanti.Dopodiché – ha concluso il dott. Betta -«se i dati saranno tali da fare degli approfondi-menti di tipo epidemiologico, effettueremo anche questo ulteriore passo, sempre in stretta collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. (j.g.)

BORGO. L’intervento del dott. Alberto Betta dell’APSS

«Nessuna segnalazione, controlli rassicuranti»

«Frainteso sulla chiusura.Ora valutazioni più serene»

Il dott. Alberto Betta a Borgo

Alberto Pacher (foto Uff.stampa PAT)

Nella bolgia del palazzetto dello sport di Borgo, Alberto Pacher, vicepresidente della PAT nonché assessore provinciale all’ambiente, ha innanzitutto ribadito che alcune sue presunte affermazioni comparse sulla stampa circa la ventilata ipotesi di chiusura dell’acciaieria erano frutto di forzature giornalistiche e distanti dal suo reale pensiero.Sgombrato il campo dall’equivoco, anche se alcuni in sala sono rimasti della convinzione che si sia trattato di una retromarcia, Pacher ha sottolineato l’importanza del fatto che, dopo quelli sui terreni, anche i dati su aria e acqua risultino positivi, ricordando come essi siano stati analizzati e vali-dati, sia per quanto riguarda il metodo di raccolta sia sotto il profilo dei risultati finali, da un pool di esperti nominato a dicembre dalla Provincia in sede nazionale.«Confidiamo – ha detto Pacher - che in questo modo gli abitanti della Valsugana e gli stessi am-ministratori pubblici possano fare delle valutazioni più serene e più obiettive riguardo al futuro della loro comunità».Il vicepresidente della giunta provinciale ha quindi ribadito i concetti esposti nella conferenza stampa di qualche giorno prima quando ai giornalisti aveva detto: «Spero che i risultati delle ricerche che abbiamo condotto attraverso l’Appa possano indurre a qualche valutazione, anche autocritica, da parte di chi, non da ultimo in sedi istituzionali, ha parlato della Valsugana come di una sorta di nuova Seveso. Ciò ha alimentato tutta una serie di prese di posizione, che si sono susseguite negli ultimi mesi e che non trovano avvallo nei dati che noi offriamo; dati scientifici immediatamente veri-ficabili, posto che abbiamo reso pubbliche tutte le coordinate georeferenziali assieme alle metodiche e alle condizioni nelle quali i controlli sono stati effettuati. Ogni ragionamento sul futuro della valle si può naturalmente continuare ad articolare: ma liberi dall’incubo di un pericolo imminente per la salute della popolazione e per le nuove genera-zioni». (j.g.)

STORIA DI COPERTINA

L’INTERVENTO DEL VICEPRESIDENTE PACHER

Page 11: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

11

Page 12: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

12

punto perché non mi sembra che collimino con le perizie in pos-sesso della Procura della Repub-blica. Spero che si faccia un con-fronto sulle perizie per giungere a una verità chiara e definitiva. Se qualcuno ha sbagliato dovrà pagarne le conseguenze».

Comunque vada il Presidente Dellai ha dichiarato che, pur ri-tenendo legittima l’aspirazione dei Valsuganotti a immaginare scenari di sviluppo diversi, “non si può illudere la gente”. Tradotto: l’acciaieria rimarrà aperta e chissà ancora per quanti anni...«Vero. Allo stato attuale nessuno possiede le “chiavi” per poter chiudere l’acciaieria. Quindi una promessa in tal senso sarebbe soltanto una mera illusione, e di delusioni noi Valsuganotti ne ab-biamo patite fin troppe. Ciò però non significa che ci dobbiamo arrendere e tenerci l’acciaieria per l’eternità. Sono convinto che sia necessario lavorare tutti

assieme per un futuro senza un’azienda così impattante. Se trent’anni fa, quando la coscienza ambientale era molto diversa da oggi, l’acciaieria fu accolta come un’opportunità per il territorio, ora senz’altro a nessuno verrebbe in mente di collocare un simile stabilimento proprio qui, in una valle che presenta uno scarso ricambio d’aria e già fortemente penalizzata dalla presenza di una superstrada su cui transitano cir-ca 40 mila veicoli al giorno».

Non è solo l’acciaieria a inqui-nare l’aria di Borgo, dunque?«Certo che no. C’è appunto la Supervalsugana, ci sono i riscal-damenti delle abitazioni, l’usanza purtroppo ancora diffusa tra alcuni cittadini di bruciare nella stufa domestica un po’ di tutto e quella altrettanto dannosa di dar fuoco alle sterpaglie. Qualcuno mi ha anche fatto notare che fino al 1994 presso l’Ospedale S. Lorenzo era in funzione un ince-neritore. Non si può escludere che

vi siano stati bruciati anche rifiuti ospedalieri. Tutte queste attività indubbiamente sono inquinanti e in qualche modo producono diossine, ma in tale quadro il “contributo” dell’acciaieria riten-go sia senz’altro preponderante e non da sottovalutare».

Con l’entrata in funzione del secondo camino la situazione un po’ però è migliorata?«Direi di sì. Finalmente, dopo trent’anni, si riesce a captare la quasi totalità delle polveri diffuse che altrimenti finirebbero disper-se nell’aria. Ma questo accade oggi, con l’acciaieria sottoposta alla custodia giudiziaria. Chi ci rassicura per ciò che è accaduto nei decenni scorsi?».

Posto il fatto che l’acciaieria rimarrà aperta, che iniziative pensa di intraprendere a salva-guardia dei cittadini?«Innanzitutto mi batterò per abbassare il limite delle dios-sine dallo 0,5 nanogrammi per

È disposto a dialogare con tutti, ma vuole chiarezza. Fabio Dalledonne, sindaco di Borgo Valsugana, ci spiega la sua posizione sull’acciaieria e le perplessità che nutre sui dati dell’APPA, indicando un obiettivo a lungo termine: una Silicon Valley del Trentino, senza ciminiere, né fumi più o meno sospetti...

«Vogliamo costruire un’alternativa»

Sindaco Dalledonne, che giudizio dà sul-l’incontro pubblico del 10 marzo scorso con i vertici provin-ciali in merito alla acciaieria di Borgo?

«Si è trattato di un confronto talvolta aspro e difficile, su po-sizioni spesso distanti, ma tutto sommato civile. Però lo si poteva fare anche prima. Si è lasciato trascorrere troppo tempo e ciò ha contribuito ad alimentare nella popolazione paure, dubbi, so-spetti, tutti elementi che di certo non concorrono a rasserenare gli animi e a costruire il dialogo».

Però i dati dell’Appa eviden-ziano una presenza di sostan-ze inquinanti nella norma, il che dovrebbe tranquillizzare tutti...«Indubbiamente i dati resi noti dall’APPA sono positivi, ma mi tranquillizzano fino a un certo

di Johnny Gadler

Il Sindaco di Borgo Fabio Dalledonne

BORGO. Nostra intervista al sindaco Fabio Dalledonne

STORIA DI COPERTINA

Veduta della Acciaieria della Valsugana

Page 13: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

13

primo a farlo e mi auguro che il mio esempio sia seguito da tanti altri cittadini, nonché dagli stes-si operai dell’acciaieria. Come sindaci abbiamo anche ottenuto l’aggiornamento dei dati epide-miologici relativi ai tumori e alle leucemie, senza dimenticare poi la disponibilità dichiarata dalla Provincia ad affiancare ai propri tecnici esperti indicati dai comitati dei cittadini».

Tre aspetti importanti quelli appena elencati, che forse a molti sono sfuggiti nell’infer-vorato incontro pubblico al Palasport...«Certo, si tratta di un passo in avanti e forse è vero che parte dell’uditorio non ne ha compreso fino in fondo la portata, tuttavia ribadisco che il nostro obiettivo a lungo termine rimane quello di proporre un’economia alternati-va all’acciaieria».

In che modo?«Come modello ho in mente una mini Silicon Valley del Trentino, dove da un lato della piazza vi sia la testa pensante, con uffici di progettazione che diano lavo-ro ai nostri giovani più brillanti, e dall’altro lato il braccio ope-rativo con aziende all’avanguar-dia, capaci di operare a livello

metro cubo attuale, allo 0,1 che si registra nell’acciaieria di Bol-zano. Poi chiederò monitoraggi frequenti. Non mi bastano i controlli semestrali dell’Appa, né tanto meno le autoanalisi tri-mestrali dell’azienda. Invocherò anche il mantenimento della custodia giudiziaria, perché ritengo che solo in tal modo i Valsuganotti si sentiranno un po’ più tranquilli. Capisco che tali richieste possano suscitare il disappunto della proprietà e anche degli operai dell’ac-ciaieria. Lì dentro ci sono 117 famiglie, fuori vivono le altre 26 mila famiglie valsuganotte, e in qualità di amministratore io ho il dovere di tutelarle contro ogni eventuale pericolo. La salute di un’intera vallata viene prima di tutto».

Sul fronte sanitario il dott. Betta ha assicurato che presto partirà un monitoraggio sulla popolazione...«Ben venga. L’iniziativa era stata sollecitata dai sindaci della Valsugana, ma rientra in un progetto più ampio su scala europea. Chi vorrà potrà sottoporsi gratuitamente a dei prelievi ematici per individuare nel sangue eventuali tracce di sostanze inquinanti. Io sarò il

internazionale, creando prodotti di qualità e con il minimo im-patto ambientale».

Per produrre che cosa?«Stiamo vagliando varie ipo-tesi. Penso, ad esempio, alla filiera del legno. Non solo con la produzione di pannelli per l’edilizia, ma anche sfruttando il cosiddetto cippato. Abbiamo toccato con mano l’esperienza molto positiva di Güssing, pic-colo paese austriaco che fino a poco tempo fa era poverissimo e che ora invece, proprio grazie alla gassificazione del cippato ha risollevato la propria economia e arrestato il processo di emigra-zione. Altre ipotesi potrebbero essere le energie alternative o l’alta tecnologia. Siamo ancora

in una fase di studio preliminare e ci vorranno almeno un paio di decenni. Ma, checché ne dicano le analisi dell’APPA, per sanare una situazione fortemente com-promessa, anche dal punto di vista del sentimento popolare, si deve progettare qualcosa da zero, dove finalmente scom-paiano ciminiere, emissioni secondarie e fumi più o meno sospetti».

Intanto però qualcuno fa no-tare che da quando sono stati tagliati gli alberi lungo la provinciale la struttura del-l’acciaieria appare ancora più “ingombrante”...«Gli alberi andavano tagliati perché erano marci e rappre-sentavano un pericolo. Mi ren-do conto che l’acciaieria ora si nota di più, ma questo problema sarà presto risolto in maniera radicale».

Come?«Realizzando delle collinette artificiali e nuove piantumazio-ni che di fatto occulteranno la vista dell’acciaieria e dei suoi camini sia davanti che dietro lo stabilimento. Tali interventi sono stati proposti dall'azienda che provvederà anche a coprirne interamente i costi».

«...il nostro obiettivo a lungo termine rimane

quello di proporre un’economia alternativa

all’acciaieria»

STORIA DI COPERTINA

BORGO. Nostra intervista al sindaco Fabio Dalledonne

Page 14: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

14

L'Acciaieria Valsugana SpA ha accolto con soddisfazione i dati delle analisi e rivendica il proprio ruolo nel creare occupazione, nel rispetto delle norme sanitarie e ambientali sia all’interno che all’esterno della zona di produzione...

Da mesi nell’oc-chio del ciclone, messa sotto accusa da vari comitati di cittadini, da alcuni esponenti politici, dai mass media,

nonché da una gran parte del-l’opinione pubblica valsuganotta, l’Acciaieria Valsugana Spa ha accolto con soddisfazione l’esito delle analisi realizzate dall’Appa, le quali – si legge in una nota diramata dall’azienda – «non fanno altro che confermare quanto già precedentemente verificato internamente, ovve-ro che le emissioni si attestano ben al di sotto dei limiti di legge previsti. Tali risultanze certificano perciò che l’insedia-mento produttivo di Borgo Valsugana sta operando nel com-pleto rispetto delle leggi e dei regolamenti».Sulla scorta di questi dati che le danno ragione, ora l’acciaieria spera che si plachino le polemi-che, consentendole di guardare al futuro a garanzia dei propri interessi e di quelli degli operai che lavorano nello stabilimento, anche loro in qualche modo messi sul banco degli imputati per la determinazione dimostrata nel voler difendere, legittimamente, il proprio posto di lavoro. L’azienda - si legge ancora nella nota stampa – «ritiene imprescin-dibile potersi concentrare sullo sviluppo del piano industriale: ser-ve infatti per superare la perduran-te crisi economica e ritrovare da subito la maggiore competitività anche sui mercati internazionali, grazie alla valorizzazione di una produzione qualitativamente ele-vata. Pertanto l'azienda dichiara

di voler continuare ad essere, nell'ambito di un naturale dialogo con il territorio, «attore primario nel garantire elevati standard di lavoro, per personale e produ-zione, abbinati al rispetto delle norme sanitarie e ambientali sia all’interno che all’esterno della zona di produzione». A conferma di tale proposito sot-tolinea «la scelta di investire, re-centemente, nel profondo rinnovo dell’impianto di depurazione fumi. Il nuovo impianto, infatti, consen-te l’aspirazione di circa 1.300.000 Nmc/h (contro gli 800.000 Nmc/

h precedenti). La superficie filtrante è passata da circa 10.000 a quasi 18.000 mq. La temperatura al camino è scesa da circa 90-100° a 50-60°C, mentre le polveri da fumi ven-gono regolarmente

recuperate o smaltite dopo averne recuperato anche i metalli pesanti. Grazie a tali interventi il 99,8% dei rifiuti viene avviato al recupero». Di certo si tratta di un notevole miglioramento rispetto al passato, riscontrabile empiricamente sia a livello visivo che olfattivo. Resta da vedere se l’opinione pubblica si accontenterà di questi risultati o se invece, come è parso di ca-pire nell’incontro pubblico del 10 marzo scorso a Borgo, si aspetta molto di più. L’azienda sottolinea come in tutto questo periodo abbia mantenuto «un atteggiamento riservato, ma nel contempo aperto al dialogo». Quindi dopo la diffusione di que-ste analisi – conclude l’Acciaieria Valsugana SpA - «difficilmente si potranno comprendere prese di posizione di chicchessia che vadano a collocarsi fuori da questo clima volto al dialogo». (j.g.)

«Stiamo operando nel pieno rispetto delle leggi»

BORGO. L’Acciaieria Valsugana SpA: soddisfazione per i risultati

Nella foto a fianco una visione aerea dell'acciaieria di Borgo (foto arch. PAT)

«...Ora il 99,8% dei rifiuti viene avviato al

recupero...»

STORIA DI COPERTINA

In 35 anni, 575 posti di lavoro«La Acciaieria Valsugana Spa, al fine perseguire il rilancio aziendale, ritiene fondamentale la tutela di quello che univocamente è ritenuto un valore primario per il sistema sociale del territorio e dell’azienda stessa: le risorse umane e di conseguenza i posti di lavoro». Dal 1975 ad oggi presso l’acciaieria di Borgo hanno trovato occupazione oltre 575 lavoratori: il 92% dei quali originari della Valsugana. Attualmente in azienda operano 116 dipendenti dei quali 105, ossia il 90%, originari e residenti della Valsugana; a questi vanno aggiunti 8 operai stranieri, cioè di origine comunitaria/extracomunitaria, che comunque sono residenti sempre in Valsugana, portando la percentuale a quota 98%. Vi sono quindi solo tre impiegati in Acciaieria Valsugana che non sono residenti sul territorio e che provengono da fuori provincia di Trento.

Page 15: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

15

Page 16: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

16

sociale e ambientale non solo del territorio circostante i due laghi, risale al 2002 con il Programma di sviluppo comprensoriale, che aveva redatto i cosiddetti “Assi strategici” per la riqualificazio-ne, tra i quali erano comprese proposte di intervento sovraco-munali e comunali. I progetti sovracomunali comprendevano la riqualificazione delle spiagge del lago di Caldonazzo e di Levico, la riqualificazione agricola delle col-line di Tenna e di Levico Terme e la rete sentieristica ciclopedonale. I progetti comunali riguardavano il completamento del progetto della miniera di Calceranica, la valorizzazione della Corte Trapp e la costituzione di alcuni parchi tematici a Caldonazzo, la realiz-zazione del campo di golf nella zona di Barco di Levico Terme, la riqualificazione della frazione di S. Cristoforo e del centro sportivo CUS, la valorizzazione di Palazzo Crivelli a Pergine Valsugana, del Forte austroungarico e della strut-tura “Alle Terrazze” di Tenna.

la realizzazione dei lavori.Un iter ancora lungo, quindi, e non privo di qualche ostacolo, sul quale però vi sono già molte aspettative per un rilancio in chia-ve turistica della zona.L’idea di sistemare e di conse-guenza di rilanciare questi luoghi dal punto di vista della valoriz-zazione turistica, economica,

Il progetto preliminare per la riqualificazione dei laghi di Levico e Caldonazzo per il mo-mento è stato approvato dal comune di Pergine e deve essere ancora valu-

tato dai comuni di Calceranica, Caldonazzo, Levico e Tenna. Solo in seguito all'approvazione dei cinque consigli comunali si potrà procedere alle fasi succes-sive, che saranno la domanda di finanziamento alla PAT, tramite la Comunità di Valle, la proget-tazione definitiva ed esecutiva e

Riqualificazione dei due laghi: ecco i progetti preliminariIn Alta Valsugana è in fase di progettazione preliminare un ambizioso piano di riqualificazione dei laghi di Caldonazzo e di Levico. Gli architetti Renzo Acler e Laura Zamboni ci spiegano quali sono gli interventi che hanno pensato per il rilancio della zona in chiave turistica e non solo.

VALSUGANA. Interventi per i bacini lacustri di Caldonazzo e Levico Terme

PRIMO PIANO

di Paolo Chiesa

L'architetto Renzo Acler

L'architetto Laura Zamboni

Qui si realizzerà il percorso pedonale che collegherà San Cristoforo a Valcanover

Veduta aerea dei due laghi

Page 17: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

17

La riqualificazionedelle spiagge

Il progetto preliminare di riqua-lificazione delle spiagge dei laghi di Caldonazzo e di Levico Terme è stato redatto dagli architetti Renzo Acler e Laura Zamboni tenendo conto di progetti già ap-provati o interventi già realizzati, in modo da creare una “rete” sul territorio omogenea e in costante dialogo. Questo si può ben vedere nell’organizzazione della viabilità e dei parcheggi, nonché nella con-nessione tra i percorsi pedonali, quelli della rete sentieristica e della pista ciclabile della Valsu-gana. L’obiettivo fondamentale del progetto è quello di rendere accessibili e percorribili le rive dei due laghi, compatibilmente con la morfologia e la naturalità di alcune parti di territorio. Le strategie adottate per raggiungere questo scopo sono state quelle della riorganizzazione della via-bilità, della creazione di percorsi ciclo-pedonali circumlacuali e della sistemazione e dell’arredo di aree che si trovano lungo il tra-gitto. I due percorsi circumlacuali rappresentano il filo conduttore di una serie di interventi più precisi scelti in quanto estremamente significativi dal punto di vista turistico e ambientale.

Laura Zamboni:«Valorizzare l’esistente»

«Queste aree, già frequentate dai turisti e dai residenti – afferma l’architetto Zamboni - appaiono spesso trascurate e poco valoriz-zate nonostante le potenzialità di un ambiente lacustre splendido che non ha niente da invidiare a tanti altri paesaggi alpini. Per questo abbiamo pensato a un sistema di arredo urbano eco-nomico, modulare e ripetibile, che possa essere inserito in ma-

Foto A • La sistemazione del percorso lungolago sud (lago di Caldonazzo)

Foto B • L'area di intervento alla Ca' Rossa (una delle tappe lungo il percorso attorno al lago di Caldonazzo), dove è stata studiata la sistemazione dei terrazzamenti esistenti per la creazione di un teatro all'aperto, utilizzabile normalmente anche come solarium

Foto A

Foto B

I PROGETTI

PRIMO PIANO

VALSUGANA. Interventi per i bacini lacustri di Caldonazzo e Levico Terme

Page 18: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

18

niera integrata in ogni contesto, mantenendo però quel carattere di riconoscibilità dato proprio dalla modularità del sistema. Ogni area è stata poi progettata in specifico, cercando di valorizzare i caratteri propri di ciascun luogo (spazi verdi, spiagge, elementi storici, corsi d’acqua, biotopi), cercando di proporre interventi sempre attenti all’ambiente senza però dimenticare la forte necessità di riqualificazione. Si tratta di valo-rizzare quello che già il territorio offre: tutti gli interventi proposti sono infatti minimi e molto attenti a preservare i caratteri dei luoghi in cui si inseriscono».

Renzo Acler:«Ecco i nuovi percorsi»

Con l’aiuto dell’architetto Renzo Acler cerchiamo di capire come si potrà in futuro compiere il giro completo dei due laghi su sentieri ciclopedonali. Per quanto riguarda il lago di Caldonazzo si potrà par-tire dai parcheggi a servizio della nuova stazione ferroviaria che sorgerà nei pressi della rotatoria di via Andanta (che verrà realizzata su progetto provinciale), così da creare un rapporto tra la viabilità ferroviaria e quella automobilisti-ca con la possibilità di accedere al lago a piedi o in bicicletta. L’intenzione è quella di tenere le

La vecchia via medievale verso Visintainer La sorgente del Brenta con l'attuale ponticello che il progetto prevede di sostituire con un nuovo ponte di accesso alla sponda del lago a ridosso della Statale 47

TUTTI AL LAGO!

I numeri del progettoIl territorio interessato al progetto “Tutti al lago!” ha dei numeri notevoli, con un’estensione com-plessiva delle rive dei due laghi di circa 20 chilometri a servizio di una popolazione residente di circa 34 mila persone. A queste si devono sommare i più di un milione e 600 mila turisti annuali la cui presenza si concentra per la maggior parte nel periodo estivo. Il progetto comporterà la sistemazione di circa 24 mila metri quadrati di spiagge sui due laghi con nuovi percorsi e sistemazione di percorsi esistenti per circa 9000 metri lineari e la creazione di oltre 1000 parcheg-gi volutamente posti lontani dalla fascia lago. Il costo complessivo del progetto è di quasi 17 milioni di euro.

macchine lontane dal lago. L’at-tuale strada di accesso al lago dal centro del paese che d’estate è caotica e trafficata diventerà un percorso pedonalizzato con un deciso miglioramento dal punto

Torretta panoramica per le aree più "delicate" quali canneti e biotopi

di vista ambientale. Dalla zona del Kinderdorf si potrà accedere alla sponda est del lago, quella costeg-giata dalla statale 47, tramite un ponticello vicino alla sorgente del fiume Brenta, per proseguire fino

alla spiaggia di Tenna. Da li in poi è previsto un percorso vicino alla zona delle gallerie che permetterà di congiungersi con quello attuale che passa davanti alla Cà Rossa. Quindi si potrà passare da San Cristoforo fino alla zona di Canale dove tramite un passaggio di nuo-va realizzazione si arriverà a Val-canover e tramite la ciclabile fare ritorno a Calceranica. «Va detto - ci spiega l’architetto Acler - che il nostro lavoro sul lago di Caldo-nazzo verrà ancora più valorizzato quando si realizzerà il tunnel sotto Tenna, per il quale ci dovrebbe essere il progetto definitivo entro il 2012. Quando questo accadrà l’attuale statale 47 diventerà una strada a servizio del lago». Per il lago di Levico è previsto un percorso a nord di congiunzione tra la vecchia via medievale che prosegue oltre la strada dei pe-scatori in direzione della frazione Visintainer e l’attuale “sentiero degli Gnomi” e la “spiaggia delle Vergini” sulla sponda di Ten-na. L’architetto Acler tiene ad evidenziare l’attenzione rivolta a percorsi alternativi lungo le sponde utilizzando gli esistenti percorsi pedonali al di là del bio-topo: «verrà rifatto un percorso che gira intorno ai campeggi e si ricongiunge alla spiaggia libera ol-tre il Lido di Levico. È previsto un parcheggio nei pressi della nuova rotatoria tra via Claudia Augusta, via Traversa Lido e via Brenta che diventerà una testa di ponte verso la zona del lago. In più ci sarà la possibilità in futuro di spostare il parcheggio della spiaggia libera oltre la strada».La rotatoria vicino a Via Andanta, possibile nuovo accesso al Lago di Caldonazzo

PRIMO PIANO

VALSUGANA. Interventi per i bacini lacustri di Caldonazzo e Levico Terme

Page 19: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

19

Page 20: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

20

Mentre a livel-lo nazionale centrodestra e centrosinistra riescono a li-tigare su tutto o quasi, nelle

aree periferiche si dà vita a delle partnership che travalicano ideo-logie e colori partitici, ponendo al centro dell’azione politica le esigenze di comunità montane disagiate, messe a dura prova dallo spopolamento, dall’invecchiamento della popolazione e dall’abbandono del territorio agricolo.È il caso dell’Intesa, la partnership che Trentino e Veneto sottoscrissero il 4 luglio 2007 a Recoaro Terme allo scopo di favorire la cooperazio-ne fra i rispettivi comuni di confine, e di cui l’8 marzo scorso, a Vallarsa, si è tenuta la quinta riunione.L’incontro - presieduto dal presiden-te della PAT Lorenzo Dellai e dal governatore del Veneto Giancarlo Galan, accompagnati da alcuni assessori e da funzionari delle ri-spettive amministrazioni - è servito soprattutto per fare il punto sul pia-no operativo 2010. Per l’occasione sono state presentate le opere che – fra tutte quelle proposte da enti pubblici e soggetti privati appar-

Dorsale multifunzionale

Il progetto prevede la realizza-zione del tratto dorsale multi-funzionale Laghetto di Roana – Asiago - Gallio; la realizzazione del tratto dorsale multifunzionale Luserna-Carbonare (Comune di Folgaria); la realizzazione nel-l’area centrale dell’ambito, nel Comune di Rotzo, di un sistema di percorsi ad anello per la mobi-lità dolce estiva (mountain-bike, passeggiate, nordic walking) e in-vernale (sci di fondo, ciaspole, sci escursionismo, ecc.); la sistema-zione delle strutture di supporto della Malga Costesin in comune di Luserna e Malga Camporosà in Comune di Rotzo e il percorso ad anello tra il Passo Sommo – San Sebastiano e Tezzeli in Comune di Folgaria.Il progetto, che si trova nella fase preliminare, è stato proposto dal Comune di Folgaria, prevede la partnership di altri due comuni trentini (Lavarone e Luserna)

e di tre comuni vicentini (Asiago, Gallio, Rotzo). Il

costo è di 4.980.300,00 euro, di cui 4.731.285,00 finanziati

dalla PAT.

L’Intesa tra la Provincia autonoma di Trento e la Regione Veneto per i progetti di confine contempla anche cinque interventi ammessi a finanziamento che riguardano, direttamente o indirettamente, alcuni comuni della Valsugana e del Tesino. Un'opportunità di sviluppo e un freno allo spopolamento.

ATTUALITÀ

L’Intesa passa per la ValsuganaVALSUGANA. Interventi nell’ambito dell’accordo Trentino-Veneto

Il presidente della PAT Lo-renzo Dellai e il governatore del Veneto Giancarlo Galan

pagine più belle e più utili e credo proprio che questa collaborazione continuerà. Non ho mai sentito critiche, anche se lo scontro è stato vivace. Del resto ricordo che questa vicenda è nata per cercare di dare una risposta a quei comuni che cer-cavano nella secessione la risposta ai loro problemi. Si dovevano trovare altre forme e le abbiamo trovate, anticipando una strada, ed è per questo che dico ai trentini “bravi”, a proposito dell’accordo con il Gover-no sul Federalismo fiscale».Tra gli interventi ammessi a finan-ziamento ve ne sono cinque che, direttamente o indirettamente, riguardano alcuni comuni della Valsugana e del Tesino. Eccoli nel dettaglio.

tenenti alle aree venete e trentine di confine – sono state ammesse. Dei 30 progetti presentati, 23 sono stati dichiarati ammissibili ma, te-nuto conto delle risorse disponibili, quelli finanziati sono stati soltanto 13. In totale i due enti sottoscrittori, Provincia autonoma di Trento e Regione Veneto, hanno stanziato quasi 13 milioni e mezzo di euro (13.404.726,40 € per l’esattezza).«Siamo soddisfatti - ha commentato Dellai - perché questa esperienza è stata per noi molto positiva, è riu-scita a valorizzare potenzialità dei nostri territori che rischiavano di non emergere in un momento in cui è alta la preoccupazione per la tenuta economica e sociale delle nostre zone di montagna. Ma registro an-che un un valore aggiuntivo a questo accordo, un valore che si misura sul piano politico istituzionale, e che rinforza lo spirito di collaborazione e di amicizia. I risultati ci dicono che abbiamo scelto la strada giusta, quella del reciproco rispetto, della condivisione, e il fatto che anche fra singoli comuni siano poi maturate le condizioni per specifici progetti ne è un esempio concreto».«Questa pagina scritta assieme a Dellai - ha commentato il governa-tore Galan - è certamente una delle

Page 21: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

21

in sicurezza dei manufatti, realizza-zione dell’impianto di illuminazione alimentato da un impianto fotovol-taico. Il progetto proposto da Attilio Gheller - Cismon del Grappa (VI) vede la partnership dei comuni di Cismon del Grappa e di Grigno. Il costo ammesso al finanziamento è di 579.470,50 euro.

Sistemazioni viarie

L’intervento ha la funzione di mi-gliorare il collegamento viabilistico in ambito montano tra la provincia di Belluno e il Tesino in Provincia di Trento. Il progetto prevede inter-venti puntuali nell’ambito di 20,559 Km di lunghezza delle due strade tali da migliorare la transitabilità e la sicurezza veicolare che possono essere riassunti in: adeguamento puntuale della piattaforma stradale anche mediante escavazioni, messa in sicurezza, mediante posa di guar-drail a valle del tracciato; ripristino, sistemazione e asfaltatura del piano viario ove degradato e sconnesso. Il progetto, che si trova al livello di studio di fattibilità, vede come part-ner i comuni di Arsiè (Bl) e Castel Tesino. Il contributo richiesto dal soggetto proponente, la provincia di Belluno, era pari a 2.437.500,00 euro ma il finanziamento concesso sarà parziale per esaurimento delle risorse.

no. Il costo dell’intervento è stimato in 715 mila euro. Trattandosi di interventi strutturali realizzati da due soggetti, gli attuatori sono en-trambi i proprietari degli immobili coinvolti.

Sistema fortificato di Primolano

Il progetto prevede il recupero, la messa in sicurezza, la visitabilità e la messa in rete con le altre forti-ficazioni del territorio del sistema fortificato delle Scale di Primolano della Tagliata della scala, ottocente-sca opera di sbarramento italiana sul confine per controllare l’importante arteria tra la Valsugana, il Feltrino e il Primiero, al fine di renderla fruibile valorizzando il territorio dal punto di vista turistico. Si tratta di un’opera che si colloca nel mezzo fra due importanti opere storiche già recuperate: il Trincerone di Grigno e il Covolo di Butistone a Cismon del Grappa.In particolare, l’intervento prevede il recupero della Tagliata delle Fontanelle e della Fuciliera coperta attraverso interventi di pulizia e disboscamento mirato, consoli-damenti (cinta muraria esterna, fossato di difesa e nucleo centrale della Tagliata delle Fontanelle, della pavimentazione interna della Fuci-liera coperta), interventi di messa

L'interno del sistema fortificato del-le Scale di Primolano della Tagliata

e l’altro a Cesiomaggiore in località Busche (Bl), al fine di valorizzare il punto di arrivo di percorsi ciclo-turi-stici del basso feltrino (pista ciclabile di Vas) e del territorio di Mel e del Tesino (punto fondamentale del passaggio della pista ciclabile della Via Claudia Augusta). Il progetto contempla, inoltre, la promozione di realtà produttivo-commerciali esistenti (cooperative, consorzi, pro loco ecc.) attraverso idoneo marke-ting pubblicitario che garantirà la giusta visibilità ai prodotti locali.Il progetto, che si trova in fase pre-liminare, prevede la partnership dei comuni bellunesi di Cesiomaggiore e Lamon, e il comune di Cinte Tesi-

Golf Academy di Asiago

Il progetto riguarda l’ampliamento del Golf Club di Asiago mediante la realizzazione di una Golf Academy. Tale struttura sarà dotata di un campo pratica di lunghezza di 220 m. con piazzole coperte e destinate alla scuola golf, di 4 nuove buche e di alcune strutture accessorie (impianto di irrigazione, invaso na-turale ecc.). Il progetto ha l’obiettivo prevalente di fornire un servizio complementare all’attuale offerta turistica dell’Altopiano e dei comuni transfrontalieri, che potranno trarre beneficio dalla realizzazione della Golf Academy in quanto sarà in grado di attirare un numero cospi-cuo di turisti.Il progetto, che si trova nella fase preliminare, è stato proposto dal Golf Club Asiago S.p.A, prevede la partnership dei comuni di Asiago e di Lavarone, e costerà 946 mila euro di cui 500 mila finanziati dalla PAT.

Punto accoglienzaper cicloturisti

Il progetto prevede la realizzazione di due punti di accoglienza per ci-cloturisti, con punto informativo e vendita di prodotti tipici locali uno a Castello Tesino in località Casolin

ATTUALITÀ

VALSUGANA. Interventi nell’ambito dell’accordo Trentino-Veneto

Page 22: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

22

scena necessaria e le indispen-sabili attrezzature tecniche quali l’impianto acustico e quello di illuminazione.

Pergine, una “piazza”importante

La passione per il teatro a Per-gine Valsugana ha radici molto lontane, tanto che fin dal Set-tecento l’importanza di questa piazza fu inferiore solo alle città di Trento e di Rovereto.In quell’epoca Pergine era anco-ra un piccolo borgo che contava appena 1.480 anime, cifra ben lontana dagli attuali 20 mila abi-tanti, ma già si distingueva per la popolarità che riscuotevano gli spettacoli teatrali messi in scena sia da professionisti, le cosiddette Compagnie di giro provenienti da fuori regione,

andava dalle commedie alle tra-gedie di argomento sacro.

Le primerappresentazioni teatrali

Dal 1731 in poi i “Libri dei decreti dei Sindaci” riportano con una certa regolarità i permessi rila-sciati agli artisti per potersi esibi-re a Pergine, ma l’autorizzazione poteva essere concessa anche dall’Ufficio capitanale di cui pur-troppo non ci è giunto l’archivio. Pertanto è arduo stabilire quando e quale sia stata, in assoluto, la prima rappresentazione teatrale nell’area del perginese.Di certo sappiamo che il 28 ot-tobre 1731 tale Lodovico Buon-giovanni, di professione comico, chiese ed ottenne il permesso di intrattenere il pubblico di questo borgo.

La controversia con il principe

Per poter mettere in scena i propri spettacoli le Compagnie teatrali erano tenute a versare una per-centuale alla Comunità. Una sorta di tassa, di cui però non conoscia-

sia da improvvisate compagnie amatoriali della zona.In quel tempo al teatro veniva riconosciuto un ruolo sociocul-turale talmente forte che era ad-dirittura inserito nei programmi scolastici, con un repertorio che

Il nuovo teatro

Nella migliore delle ipotesi i per-ginesi dovranno attendere i primi mesi del 2012 prima di veder alzarsi il sipario del nuovo teatro comunale di piazza Garibaldi. Ma perlomeno, dopo lo stop dell’anno scorso dovuto alla mancanza di finanziamenti, i lavori ora potran-no riprendere grazie al contributo di oltre 5 milioni di euro concessi recentemente dalla Provincia au-tonoma di Trento.Denaro che servirà per la siste-mazione interna della struttura, nello specifico per la pavimen-tazione in legno, i rivestimenti in marmo, gli impianti termici, l’insonorizzazione, l’acquisto e la collocazione delle 474 poltron-cine destinate alla platea, nonché per tutta la strumentazione di

Ultimato nel 2009 il contenitore, ora con gli oltre 5 milioni di euro stanziati dalla Provincia Autonoma di Trento si provvederà al contenuto: poltroncine, strumentazione di scena, impianto luci e impianto acustico. Il nuovo teatro di Pergine Valsugana sarà pronto nel 2012. Risalgono invece a quasi trecento anni fa le prime rappresentazioni teatrali sulla piazza perginese...

FOCUS

Pergine, il teatro nella storia

PERGINE. Presto il nuovo teatro, mentre il primo risale al 1771

La nuova sede del teatro di Pergine

Le commedie dei paesaniSull’attività teatrale

perginese nel corso del ‘700 appare illuminante un’annotazione di Padre

Angelo Maria Zatelli che nel suo Diario il 13 settembre

1774 scriveva: «Sabbato, e ieri sera si sono fatte le comedie dai Paesani, che

avanti tre anni hanno eretto un Teatro permanente con

gran dispendio di alcuni associati, restando ancor

molti debiti da soddisfarsi. Per questo si fano pagare tre carentani per testa e

di più dagli forastieri, ma dificilmente verranno all’intiero pagamento, perché il danaro, che

si riscuote, deve per la maggior parte impiegarsi

nelle spese ordinarie, che in quel giorno si fanno».

Particolare del nuovo teatro

Page 23: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

23

Non solo a teatro

In quel periodo a Pergine le rappresentazioni teat rali, a seconda del genere, venivano ospitate anche in luoghi diversi dal teatro: le osterie e gli spazi all’aperto, ad esempio, erano frequentati da saltimbanchi e giocolieri; in un teatrino di legno si allestivano commedie, tragedie e opere buffe, mentre nei saloni dei palazzi nobilia-ri, in primo luogo quello della famiglia Ippoliti, si presenta-vano le cosiddette accademie musicali.

Gli altri teatri

Sembra che sul finire del XIX secolo quel primo teatro pergi-nese andò distrutto, tanto che il 28 luglio 1795 la compagnia dei Dilettanti presentò la ri-chiesta di costruire una nuova struttura. In questo caso, però, la Comunità negò il permesso. Le rappresentazioni comunque continuarono in vari luoghi del borgo. Un vero e proprio teatro trovò poi posto nell’oratorio perginese, costruito nel 1883. Dopo vari interventi nel corso del Novecento, il Teatro don Bosco è tuttora attivo. (j.g.)

sociati capeggiati dall’avvocato Giuseppe Leporini.Il biglietto d’ingresso agli spetta-coli oscillava tra i 3 e i 6 carenta-ni, i forestieri pagavano di più dei perginesi, mentre i 13 consiglieri civici entravano gratuitamente. L’accordo prevedeva inoltre che questa struttura venisse utiliz-zata anche dall’associazione “la gioventù studente”, che a con-clusione di ogni anno scolastico era solita mettere in scena una rappresentazione teatrale, nonché dalle varie compagnie girovaghe che di tanto in tanto giungevano sulla “piazza” di Pergine.

Un proclama del sindaco contro i forestieri«D’ordine del Nob.e ed Ecc.mo Sig.r D.re Francesco Carli Sindico della Nob.e Comunità di Pergine, alla di cui notizia essendo giunto, come certi Fo-rastieri abbino il temerario ardire di rappresentare al Pubblico in privato certi Spettacoli, e giuochi senza la previa partecipazione, e licenza ottenuta da questa Nob.e Comunità, cui competisce la ragione di accordare tale facoltà, perciò volendo opportunamente provvedere a tal disordine, salva ragione di procedere contro quelli [...] seriamente comanda a tali Forastieri, che indilatamente a vi-sta del presente debbano disiste-re dal rappresentare in privato tali spettacoli, e giuochi, né ardisca-no in avvenire sotto alcun titolo, o pretesto fare, e rappresentare senza l’espressa licenza d’essa Nob.e Comunità simili giuochi, e spettacoli privatamente, ed a Orsola ved.va Marcona Ostessa di concedere a quelli il comodo in rappresentarli in sua Casa sotto le pene rigorosamente dalla Nob.e Comunità cometentemente da stabilirsi».Libro dei Decreti dei Sindaci, Addì 23 maggio 1763

mo l’entità, alla quale i perginesi tenevano molto se è vero che nel 1772 avviarono una controversia legale con il principe-vescovo di Trento il quale intendeva riser-vare a sé il diritto di rilasciare le licenze per gli spettacoli, addu-cendo quale giustificazione che vi erano dei disordini dovuti alla «troppa frequenza dei Comici, che s’introducono in questo Bor-go a recitare».La replica dei perginesi fu la se-guente: «La Comunità di Pergine ha sempre goduto dell’immemo-rabile possesso, e consuetudine di negar o di permettere la licenza di rappresentare spettacoli in luoghi rinserrati, con permettere ezian-dio loro di riportare da quelli, che intervengono a quelli, qualche minuta mercede».

Il primo teatrorisale al 1771

Sarà forse un caso, ma la disputa con il principe-vescovo insorse proprio l’anno dopo che Pergine si era dotato del suo primo teatro permanente, la cui costruzione risale all’autunno del 1771.Dalle fonti archivistiche sappia-mo che era ospitato nella casa di un certo Job il quale, per 30 fiorini all’anno, lo concedeva in gestione ai Nobili Dilettanti As-

Pergine negli anni Venti

FOCUS

PERGINE. Presto il nuovo teatro, mentre il primo risale al 1771

Page 24: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

24

E finalmente, dopo circa 10 anni di studi, at tese ed aspettative, il 20 marzo scorso è arrivato il giorno dell’inaugurazione

del nuovo Osservatorio Astro-nomico del Celado (in Tesino a quota 1260).Un taglio del nastro che ha gra-tificato politici e amministratori locali e principalmente Giancar-lo Favero, presidente dell’Unione Astrofili Tesino e Valsugana e neo direttore dell’Osservatorio che per primo ha voluto questa struttura mettendo le basi per la sua costruzione.«La realizzazione del nostro progetto – ci precisa infatti Favero – la si deve non solo all’allora sindaco di Castello Tesino, Ivan Boso, che nel suo programma ne aveva inserito la costruzione, e alla Provincia, ma

anche alla volontà dell’Unione Astrofili Tesino e Valsugana di concretizzare una struttura che fosse in grado di soddisfare le esigenze di studenti, residenti e appassionati, contribuendo nel contempo allo sviluppo socio-economico della zona, in quanto richiamo e attrattiva per studiosi e amatori».«Con questa inaugurazione- continua Favero – il sogno che perseguivo da oltre 30 anni si è avverato. Ed oggi mi auguro che questo Osservatorio diventi veramente un centro di attra-zione non solo per gli studiosi e ricercatori, ma anche per la popolazione residente e per tutti quei turisti che sceglieranno di trascorrere le loro ferie in Tesi-no. Non di rado in queste zone si ha una certa difficoltà a con-frontarsi con l’esterno e quindi la scienza, o meglio l’astronomia con annessi e connessi, dovrebbe riuscire ad aprire per tutti – don-ne, bambini e anziani - nuovi

orizzonti e nuove modalità di socializzazione».E quanto importante sia questa struttura, lo ha anche sottolinea-to il direttore dell’Osservatorio di Padova e Asiago Enrico Cap-pellaro che nel suo intervento, oltre a sottolineare la validità dell’Osservatorio del Celado,

ha rimarcato come per effetto delle caratteristiche “tecniche” sarà in grado di contribuire alla ricerca e allo studio dello spa-zio, migliorando e integrando le pubblicazioni scientifiche che ne potranno derivare, specialmente quelle nel campo delle stelle variabili.«L’astronomia – ha detto – è una scienza particolare, oserei dire “strana” che ha bisogno di Os-servatori come questo all’interno dei quali operano veri dilettanti che non sono condizionati se non dalla voglia e dal desiderio di operare solo e solamente per il bene della ricerca».Di particolare significato è stata poi la presenza del dr. Arne Hen-den, direttore della A.A.V.S.O (l’associazione americana che studia le stelle variabili), arrivato apposta dall’America per presen-ziare all’inaugurazione e per ren-dere omaggio alla dott.ssa Janet Akiüz Mattei alla cui memoria è stato dedicato il telescopio.

TESINO. Inaugurato il nuovo Osservatorio Astronomico

ATTUALITÀ

Dal Celado adessosi guarderà lo spazio

Dopo un'attesa durata una decina d'anni, il 20 marzo scorso in Tesino è stato finalmente inaugurato il nuovo Osservatorio Astronomico di Celado. Una struttura costata 800mila euro, di cui 180mila solo per il telescopio che è il quinto più potente d’Italia. Da qui ora si potranno studiare stelle, pianeti, corpi celesti e fotografare oggetti distanti anche 1 miliardo di anni luce.

di Armando Munaò

Giancarlo Favero, presidente dell’Unio-ne Astrofili Tesino e Valsugana e diret-tore dell'osservatorio

Page 25: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

25

L’Osservatorio Astronomico del Celado è stato costruito secondo i moderni dettami che regolano la realizzazione di tali strutture, le quali devono essere complete ed integrate da tutto ciò che serve per l’osservazione, per le discussioni scientifiche e per lo studio.Al pianterreno l’edificio contiene un’aula con 30 posti a sedere per dibattiti, discussioni e approfondimenti. Al primo piano si trovano i servizi igienici, una biblioteca, una camera oscura e una segreteria. Al secondo piano c’è un ripostiglio e la stanza dei computer dedi-cati al controllo del telescopio e della cupola. La cupola di 7 metri di diametro che si trova all’ultimo piano contiene il telescopio. Tutto l’edificio è accessibile ai portatori di handicap mediante un ascensore e un montascale che

consentono loro di raggiungere il telescopio. L’osservatorio può ospitare contemporanea-mente fino a 60 persone, sistemandone 30 nel-l’aula, dove assistono a una proiezione, mentre altri 30 visitano gli altri piani della struttura. Dopo un’ora i due gruppi si scambiano. È previsto un numero minimo di visitatori, non raggiungendo il quale la visita non è possibile in quanto economicamente non conveniente. L’Osservatorio, infatti, volendo essere il più possibile autosufficiente ha stabilito un bigliet-to d’ingresso, differenziato a seconda dell’età dei visitatori: 2 euro per gli alunni delle scuole elementari; 3 euro per le scuole medie; 4 euro per le superiori e 5 euro per gli adulti. Sarà possibile affittare il telescopio per una intera notte al prezzo di 25 euro. (a.m.)

Gli strumenti In merito agli strumenti spe-cifici e tecnici per lo studio del le stel le e del lo spa-zio l’Osservatorio contiene: un riflettore in montatura Newton, di 80 cm di diame-tro e 334 cm di focale, per un F/D di 4,2. È dotato di 6 posizioni focali dove potran-no essere sistemati, alcuni stabilmente altri tempora-neamente, i seguenti acces-sori: una camera CCD per immagini del cielo profondo; una webcam per riprendere la Luna e i pianeti; una ca-mera CCD di alta sensibilità, per l’osservazione remota di Luna, pianeti, galassie e nebulose; uno spettrografo per lo studio della composi-zione delle stelle e dei loro movimenti; vari oculari per l’osservazione visuale; un rifrattore di diametro 150 mm e 1200 mm di focale dedicato all’osservazione diurna del Sole (con filtro in Mylar) e di Luna, Mercurio e Venere; un telescopio per osservare il Sole in luce dell’idrogeno (H-alfa); un telescopio da 60 mm di dia-metro per fotografare ampie regioni del cielo. (a.m.)

L'OSSERVATORIO NEL DETTAGLIO

ATTUALITÀ

L'Osservatorio visto da ovest

TESINO. Inaugurato il nuovo Osservatorio Astronomico

Veil Nebula NGC 6992, immagine scattata col telescopio dal costruttore Philipp Keller della Astrooptik

Page 26: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

26

di quel tempo non vi era nulla. Pertanto, la luce che fosse partita dagli oggetti celesti che costitui-vano l’Universo appena nato, do-vrebbe arrivare sulla Terra dopo aver compiuto un viaggio durato 15 miliardi di anni. L’Orizzonte Cosmico dista dunque da noi 15 miliardi di anni luce.

Le galassie,ammassi di stelle

Le Galassie sono ammassi di stelle tenute insieme dalla loro mutua attrazione gravitaziona-le, con una distinta identità che rende diversa ogni galassia dalle altre. Le più piccole galassie conosciute sono galassie nane, relativamente vicine, contenenti “solo” 100 mila stelle, meno che in un tipico ammasso globulare, mentre la più massiccia galassia conosciuta, la gigantesca ellitti-ca M87, contiene 3.000 miliardi di masse solari, 15 volte di più della nostra stessa Galassia.

La Via LatteaLa nostra Via Lattea è composta da alcune centinaia di miliardi di stelle e ha un diametro di circa 200mila anni luce.

La dimensionedelle stelle

Le stelle presenti nell’universo hanno dimensioni che sono com-prese in un intervallo molto vasto: le più piccole possono avere di-mensioni dell’ordine di qualche chilometro, mentre le più grandi possono arrivare ad estendersi fino alle dimensioni del nostro sistema solare, cioè queste stelle potrebbero contenere il sole con tutti i nostri pianeti. (a.m.)

L’anno luceL’anno luce è un’unità di mi-sura a cui in astronomia si fa frequentemente ricorso: esso corrisponde alla distanza che la luce percorre in un anno viag-giando alla velocità di 300.000 km al secondo. Un anno luce corrisponde a circa 10 mila miliardi di chilometri. Il parsec invece è l’altra unità di misura e corrisponde a 3,26 anni luce.

Luce da Luna, Sole e Stelle

La luce che proviene dalla Luna impiega poco più di un secondo per giungere sulla Terra mentre quella del Sole impiega circa otto minuti. La luce che ci giun-ge dalle stelle può impiegare centinaia o anche migliaia di anni per coprire lo spazio che ci separa da esse. La Stella Polare, ad esempio, si trova a trecento anni luce di distanza, e la sua luce impiega quindi trecento anni per giungere fino a noi.

Andromeda, la nostra vicina

Le galassie sono ancora più lontane. Andromeda, che è la galassia di grandi dimensioni più vicina alla Terra (ed è anche il corpo più lontano che si riesca a vedere ad occhio nudo), dista da noi un paio di milioni di anni luce; quindi, oggi, la vediamo come era due milioni di anni fa. Chissà quante cose sono cam-biate in Andromeda dal giorno in cui da essa partì la luce che solo ora giunge sulla Terra! Ci sono galassie osservabili anche

a distanze di 10 o 12 miliardi di anni luce. Alcuni anni fa è stato accertato che nello spazio esi-stono corpi celesti distanti circa 500 miliardi di anni luce.

L’Universo,15 miliardi di anni

Secondo i calcoli dei cosmologi, l’Universo dovrebbe avere un’età di circa 15 miliardi di anni; prima

Il sistema solare

Il rapporto tra le varie grandezze delle stelle

FOCUS. L'universo è un tema che affascina sempre molte persone

Viaggio nelle curiosità spaziali

ATTUALITÀ

Page 27: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

27

Le informazioni riportate negli articoli hanno unicamente un fine illustrativo.Non sono pertanto riferibili né a prescrizioni né a consigli medici.

TATUAGGI: UNA TECNICA ANTICA

PRIMO SOLE, SALVIAMOCI LA PELLE

DIFENDIAMO LE OSSA A TAVOLA

LATTE D'ASINA CONTRO LE ALLERGIE

CAPELLI: STOP ALLA CADUTA

A TAVOLA SEMPRE PIÙ BIO

Page 28: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

28 28 Speciale Salute e Bellezza

Si tratta di una tecnica di decorazio-ne del corpo nobile e molto antica, eppure nella società moderna è stata accolta per tanto tempo con una certa diffi denza.Stiamo parlando dei tatuaggi, fi no a qualche decennio fa considerati un po’ trasgressivi, prerogativa di marinai ed ex galeotti, oggi invece pienamente accettati e di gran moda presso ogni classe sociale, tanto che li vediamo apparire in tutto il loro splendore sulla pelle di personaggi famosi (cantanti, attori, sportivi), nonché di studenti modello, tranquille mamme e casalin-ghe, irreprensibili impiegati e affermati manager.L’arte di tatuare il proprio corpo, come detto, risale alla notte dei tempi se è vero che anche la Mummia del Similaun, databile al 3300 a.C. circa, presenta dei tatuaggi seppur, a quanto sembra, per ragioni terapeutiche e non prettamente estetiche. I tatuaggi erano molto in voga presso gli Egizi e in se-guito nell’antica Roma dove però, nel IV secolo d.C., furono messi al bando dall’imperatore Costantino convertitosi al cristianesimo, religione che non tolle-rava tale usanza. Il che appare davvero

Tre sono le principali tecniche

per effettuare il tatuaggio: ad ago, solare e all’henné. Un’usanza, quella

di decorare il proprio corpo,

molto antica nonché diffusa in tutti i Paesi

del mondo e oggi anche di gran

moda come stanno a testimoniare i tanti personaggi

famosi (attori, cantanti, sportivi) che sfoggiano uno

o più tatuaggi sulla loro pelle.

TATUAGGI UNA TECNICA ANTICA

paradossale, perché i primi cristiani delle catacombe avevano affermato la loro appartenenza al nuovo culto proprio attraverso tatuaggi di natura religiosa e così avrebbero fatto, nel corso del Medioevo, i pellegrini di-retti nei più noti santuari dell’epoca, come ad esempio quello mariano di Loreto.La religione musulmana, invece, non consente i tatuaggi permanenti, pertanto presso i popoli arabi si sono affermati i cosiddetti tatuaggi all’hen-né che si ottengono applicando sulla pelle un impasto a base di henna, pigmento di color rosso-amaranto ricavato dalla pianta della “Lawsonia inermis”.Poi vi è il tatuaggio solare, che si for-ma applicando sulla pelle una sostan-za fotoimpermeabile da rimuovere dopo l’abbronzatura, in modo tale che si formi un disegno di colore chiaro.Tuttavia la tecnica più conosciuta è senz’altro quella ad ago, che permette di realizzare sulla pelle dei disegni temporanei o permanenti a seconda della miscela d’inchiostro utilizzata.

Tatuaggio all'henné

Un tattoo maori

Tatuaggio tradizionale giapponese

Apr

ile 2

010

Page 29: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

29 29 Speciale Salute e Bellezza

Con l'arrivo della primavera la voglia di esporsi ai primi tepori del sole, dopo i lunghi mesi invernali, spesso è davvero irrefrenabile, tanto che sovente capita di scottarsi la pelle, specialmente se si ha un fototipo basso, cioè se si è molto sensibili ai raggi ultravioletti.

Esistono due tipi di sostanze in grado di proteggere la pelle dai raggi solari: il primo è dato dai fi ltri chimici, che modifi cano, “ammansiscono”, appun-to chimicamente, i fotoni, avvalendosi di diversi meccanismi. Il secondo tipo è costituito invece dai fi ltri fi sici, che bloccano materialmente gli ultravio-letti, impedendogli di penetrare nella cute. I primi risultano sicuramente più gradevoli, meglio accettabili, dal punto di vista cosmetico, perché sono trasparenti: ma è proprio per questo che i raggi solari vi passano attraverso, entrando, sia pure chimicamente mu-tati, nella pelle. I secondi contengono materiali invece opachi, forse “brutti” cosmeticamente, come l’ossido di zinco, il biossido di titanio, il talco (tutte sostanze naturali, come si vede), ma realmente in grado di fermare alla superfi cie della cute gli ultravioletti. La maggior parte dei “solari” è a base di una combinazione di fi ltri chimici. Solo i cosiddetti “blocchi solari” contengo-no, oltre a fi ltri chimici, appunto anche le “barriere fi siche” opache. Il consiglio è quello di usare, nei primi tempi dell’esposizione, un “fattore di protezione” abbastanza alto, in

proporzione al proprio fototipo, ab-bassandolo poi a mano a mano che la cute si pigmenta (le creme solari non impediscono in alcun caso la pigmentazione, cioè l’abbronzatura). Se la pelle è particolarmente sensibile al sole (per esempio se si soffre di dermatite cronica) bisogna però ricor-rere alle difese totali (ossia ai “blocchi solari” opachi). Indipendentemente dal grado di protezione che offrono, i “solari” vanno scelti tuttavia anche secondo la “qualità” della pelle. Mai applicare, per esempio, su una cute

grassa o acneica preparati troppo untuosi o oleosi (meglio i gel o le emulsioni leggere). I prodotti grassi vanno riservati alle zone meno idra-tate (come le gambe o le braccia); se poi la pelle è facile alle irritazioni e alle allergie, è meglio scegliere sempre “solari” privi di profumazione. Mai e poi mai applicare, al sole, sostanze di cui non si conosca esattamente la composizione. Lo stesso dicasi per le creme dell’anno scorso poiché, essendo presumibilmente già state al caldo, possono essersi degradate e quindi risultare poco effi caci.

AL PRIMO SOLE,SALVIAMOCI LA PELLE

Se la pelle è particolarmente sensibile bisogna ricorrere alle difese totali

Nei primi giorni di esposizione, usare un fattore di protezione alto

Apr

ile 2

010

Page 30: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

30 30

L'osteoporosi è una malattia

molto diffusa soprattutto fra

le donne dopo la menopausa. Nei

casi più gravi la moderna

tecnologia mette a disposizione

materiali biocemarici

riassorbibili, ma per prevenire

l’indebolimento delle ossa

possiamo fare molto già a

tavola, adottando un regime

alimentare il più vario possibile,

scegliendo determinati cibi

ed evitandone altri.

Una malattia molto frequente nelle donne, specialmente con il raggiun-gimento della menopausa, è l’osteo-porosi, un processo di indebolimento dello scheletro dovuto a una diminu-zione di calcio nelle ossa. La scienza sta facendo molto in questo campo. L’Imcb-Cnr di Napoli, infatti, ha recentemente sperimentato un nuovo materiale composito. «Il dispositivo, costituito da un polimero sintetico e materiale bioceramico riassorbibile - spiega Luigi Ambrosio dell’Imcb-Cnr di Napoli - è iniettabile mediante tecniche chirurgiche o vie d’accesso anatomiche mini invasive. La solidifi cazione avviene in pochi mi-nuti, compatibilmente con i tempi della chirurgia, colmando il difetto osseo e stimolando la rigenerazione. Una volta riassorbito, infatti, il materiale promuove il processo di rigenerazio-ne del tessuto osseo riparando così fratture che presentano tempi lunghi di recupero o riempiendo cavità dovute a interventi chirurgici particolarmente demolitivi».Tuttavia per prevenire l’osteoporosi molto possiamo fare anche noi e in maniera del tutto naturale. Innanzi-

tutto è opportuno adottare un corretto regime alimentare, cioè molto vario. È risaputo che la vitamina D sia prepo-sta all’assorbimento e alla regolazione del tasso di calcio. Noi la produciamo naturalmente esponendoci al sole, ma la possiamo anche introdurre nel no-stro corpo mangiando uova, aringhe e salmone. Inoltre l’assimilazione di calcio è favorita dal silicio, un mine-rale che ritroviamo in alimenti come piselli, scalogno, cipolla, aglio, pane integrale e mele.Altri alimenti consigliati per chi soffre di osteoporosi sono latte, yogurt e formaggi (però con moderazione per l’alto contenuto proteico e di colestero-lo), ma anche cavolfi ori, cereali semin-

DIFENDIAMO LEOSSA A TAVOLA

tegrali, carni bianche, fragole, nonché tutti i frutti da mangiare con la buccia, quindi rigorosamente biologici.Assolutamente da evitare, invece, alcolici, carni rosse, zucchero bianco e cibi che contengono molto acido os-salico (come cacao, spinaci e coste) o acido fi tico che si trova nella parte più esterna dei cereali. Come bevande è ottimo il tè verde, mentre sarebbe preferibile evitare il caffè poiché la caffeina causa perdite di calcio.

Latte, una delle migliori fonti di calcio

Il salmone è molto ricco di vitamina D

Il silicio contenuto nei piselli facilita l'as-similazione del calcioA

prile

201

0

Speciale Salute e Bellezza

Page 31: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

31 31

DIFENDIAMO LEOSSA A TAVOLA

Il destino di questo animale sem-brava ormai segnato e invece può rappresentare una grande risorsa sia in chiave alimentare che cosmetica. Stiamo parlando dell’asina e del suo latte, gradevole al palato, leggermente dolce, ricco di calcio e lisozima (potente antibatterico e antivirale) e con bassis-simo contenuto in grassi. Un prodotto ottimo sia per coloro i quali soffrono di intolleranze alimentari, sia per chi cerca una crema contro l’invecchiamento della pelle.In Italia nascono ogni anno circa 15mila bambini con allergie gastrointestinali dovute a intolleranza al normale latte di mucca e, per quelli che non pos-sono essere allattati al seno, il latte d’asina che ha caratteristiche simili a quello materno rappresenta una valida alternativa per non far mancare un nu-trimento essenziale alla crescita. Il latte d’asina è un vero e proprio farma-food che risolve i problemi delle intolleranze al latte vaccino nell’età neonatale, ma l’elevato contenuto in calcio lo rende estremamente utile tanto per gli an-ziani affetti da osteoporosi che per le donne in menopausa. Per le positive proprietà distensive della pelle dovute

PER LA PELLE E CONTRO LE ALLERGIELATTE D'ASINA Contiene pochi

grassi, tanto calcio e liso-zima (potente antibatterico e antivirale). Il latte d’asina è un ottimo prodotto sia per chi soffre di intolleranza al latte, sia per chi vuole pren-dersi cura del proprio corpo con creme specifiche anti invecchiamen-to. Un piccolo “segreto”, quello del latte d'asina, già conosciuto dal-l’affascinante Cleopatra e da Poppea, dis-soluta moglie dell’imperatore Nerone.

anche all’alto contenuto di lisozima e conosciute ed esaltate nel corso dei millenni, il latte d’asina è richiesto

anche in cosmetica sotto forma di crema da giorno e da notte, come crema corpo utilizzata nei massaggi, come shampoo che rende i capelli luminosi e più robusti e voluminosi, ma anche come sapone detergente.Già ai tempi dell’antica Roma, infatti, il latte d’asina era cono-sciuto per le sue proprietà contro le malattie e l’invecchiamento della pelle tanto che uomini e donne di alto lignaggio erano

soliti lavarsi nel latte d’asina (lac asini-num), come usavano fare Cleopatra e Poppea consorte di Nerone. Siamo di fronte a una pluralità di de-stinazioni che rendono meno pesante l’impossibilità di utilizzare il latte d’asina per realizzare latticini e formaggi per l’insufficiente presenza di caseina, mentre si possono realizzare ottimi yogurt e dolci, dai budini alle fette bi-scottate, dai biscotti ai panettoni e ogni tipo di dolce a base di latte.Le razze italiane particolarmente idonee alla produzione di latte d'asina – spiega la Coldiretti - sono l’Amiatina (Toscana), Martina Franca (Puglia) e Ragusana (Sicilia).

Il latte d'asina è un prodotto ottimo per coloro i quali soffrono di intolleranze alimentari

Numerosi i prodotti a base di latte d'asi-na contro l'invecchiamento della pelle

Apr

ile 2

010

Speciale Salute e Bellezza

Page 32: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

32

Page 33: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

33

Page 34: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

34

Di solito ce ne accorgiamo solo quando li laviamo e talvolta la cosa ci preoc-cupa oltremodo. Da una parte per un fattore prettamente estetico, dall'altra perché temiamo che possa essere indice di uno stato di malessere del nostro corpo. Stiamo parlando della caduta dei capelli, una problematica che ormai affligge sia gli uomini che, in maniera crescente, le donne. Non sempre, tut-tavia, è il caso di farne un dramma.Infatti in testa abbiamo circa 100 mila capelli e ogni giorno ne perdiamo in media tra i 50 e i 150. Si tratta di una caduta da considerarsi normale, che quindi non necessita di particolari inter-venti se non la semplice cura della cute e l’uso di prodotti cosmetici di buona qualità. Diversi, invece, sono i casi in cui compaiano dei diradamenti ben definiti o i capelli cadano a ciocche. Se ciò dovesse capitare è bene rivolgersi subito a uno specialista per poter af-frontare il problema... alla radice.I motivi della caduta dei capelli pos-sono essere davvero tanti. Spesso la colpa è dello stress, ma vi sono an-che fattori genetici, il raggiungimento della menopausa, il parto, interventi chirurgici, l’assunzione di determinati farmaci... Anche le soluzioni per risolvere il problema possono essere tante, a seconda della gravità della situazione. Si va dalle semplici lozioni contenenti principi attivi, magari associate a un massaggio del cuoio capelluto, per le cadute di lieve entità, passando poi per interventi via via più risolutivi come il trattamento laser, l’ozonoterapia, la

A TAVOLA POSSIAMO FARE MOLTO PER

SODDISFARE ANCHE LE ESIGENZE DEI NOSTRI CAPELLI

CAPELLI STOPALLA CADUTA

Per alcuni la perdita di

qualche capello rappresenta un vero e proprio

dramma. Tuttavia solo

in alcuni casi ci si trova di

fronte a un problema reale,

da affrontare con l'aiuto di

uno specialista e con interventi specifici. Molte

volte, invece, basta utilizzare

prodotti cosmetici di

buona qualità e, soprattutto,

prestare attenzione ai cibi che

portiamo in tavola.

vita e un regime alimentare più sani.A tavola, infatti, davvero possiamo fare molto per soddisfare, oltre al nostro palato, anche le esigenze dei nostri capelli.Chi ha dei capelli normali dovrebbe sfruttare gli Omega 3 contenuti nel pesce grasso come lo sgombro o le sardine. Altri due grandi alleati sono il selenio - che combatte la forfora e si trova nel germe di grano, nella carne, nel pesce, nel lievito di birra – e la vita-mina B5, che dà robustezza al capello ed è presente nelle uova, nei funghi e nei broccoli.Chi invece ha dei capelli grassi, può provare a regolare la produzione di sebo assumendo alimenti ricchi di vi-tamina B2 come uova, noci, germe di grano, latticini, lievito di birra, fagiolini e broccoli. Per ridurre il sebo è particolar-mente indicato anche lo zenzero.Infine, chi presenta capelli secchi può prendersene cura consumando olio extravergine d’oliva, noci e alimenti che contengano zolfo, in primo luogo il germe di grano.

mesoterapia capillare fino alla chirurgia con un vero e proprio trapianto capillare.Una soluzioni estrema, que-st’ultima, quasi da ultima spiaggia, che però in molti casi si potrebbe evitare con alcuni semplici accorgimenti quotidiani, come quello di prenderci maggiormente cura del nostro corpo e del nostro cuoio capelluto e, soprattutto, adottando stili di

34

Lo stress, un grande nemico dei capelli

Apr

ile 2

010

Speciale Salute e Bellezza

Page 35: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

35 35

Mangiare sano fa bene al nostro corpo e aiuta l'economia italiana. Sembra essere proprio questo il bi-nomio vincente che spiega l'aumen-to record, stimato nel 7 per cento, dell'acquisto da parte delle famiglie italiane di prodotti biologici. Un fe-nomeno che ora potrebbe trainare la ripresa del Made in Italy. A renderlo noto è la Coldiretti, sulla base dei dati Ismea, sottolineando anche come nel nostro Paese si trovi il maggior numero di imprese agricole biologiche dell’Unione Europea. In Italia il biologico sviluppa un giro di affari stimato in 3 miliardi di euro anche grazie alle circa 45mila imprese agricole che coltivano e allevano bio su un territorio di oltre un milione di ettari. Tra le singole referenze bio, le migliori performan-ce di mercato si rilevano nel 2009 per l’ortofrutta fresca e trasformata (+26,6 per cento l’incremento in valore su base annua) e per le uova (+21,8 per cento), mentre gli acqui-sti di bevande e pane (e suoi sosti-tuti) crescono a ritmi più contenuti

(rispettivamente del 5,7 per cento e dell'8,7 per cento). Nelle regioni settentrionali si concentra più del 70 per cento degli acquisti nazionali, mentre il centro, inclusa la Sarde-gna, e il Meridione rappresentano rispettivamente il 22 per cento e l’8 per cento del totale. Da segnalare nel 2009 anche l’aumento del 32 per cento delle aziende agricole dove è possibile acquistare direttamente (2176), quella del 22 per cento degli agri-

(rispettivamente del 5,7 per cento e dell'8,7 per cento). Nelle regioni settentrionali si concentra più del 70 per cento degli acquisti nazionali, mentre il centro, inclusa la Sarde-gna, e il Meridione rappresentano rispettivamente il 22 per cento e l’8

A TAVOLA SEMPRE PIÙ BIO

turismi e il boom dei mercati degli agricoltori evidenziati da Biobank, che confermano la forte crescita di un segmento della popolazione che non si accontenta di acquistare biologico ma che vuole conoscerne anche la provenienza. «Di fronte a questa esigenza oc-corre anche intervenire – spiega la Coldiretti - con misure di trasparen-za per riconoscere la produzione nazionale introducendo al più pre-sto il marchio del biologico italiano, come previsto dal regolamento comunitario, per consentire ai con-sumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato».

A dispetto della crisi, in Italia nel 2009 il consumo di cibi biologici ha conosciuto un vero e proprio boom, soprattutto per quanto riguarda l'ortofrutta fresca e le uova. Una tendenza che fa senz'altro bene alla nostra salute, ma anche un fenomeno che aiuta a trainare la ripresa del nostro Made in Italy.

Nel 2009 il consumo di prodotti ortofrut-ticoli BIO è cresciuto del 26,6%

Apr

ile 2

010

Speciale Salute e Bellezza

Page 36: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

36

Page 37: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

37

LA LISTA DEI MILLE DESIDERI

ANNUNCIATE LA LIETA NOVELLA

IL BOUQUET, TUTTI I FIORI PER DIRE SÌ

IL VESTITO DELLA SPOSA

DUE CUORI E UNA CAPANNA

AI PIEDI DEGLI SPOSI

Page 38: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

38

GIÀ NEI TEMPI ANTICHI GLI SPOSI ERANO SOLITI RICEVERE DONI DA AMICI,PARENTI E CONOSCENTI

Il regalo di nozze è il segno

tangibile dei propri sentimenti

nei confronti di due persone

care le quali suggellano con il matrimonio una

storia d’amore che tutti si

augurano lunga e piena di felicità. Grazie alla lista nozze si è detto

finalmente addio a regali doppi,

sgraditi, o poco in sintonia con l'abitazione dei

futuri sposi...

Contrariamente a quanto alcuni riten-gono, i regali di nozze non rappresen-tano una diretta emanazione della nostra società consumistica, ormai avvezza ad attribuire più importanza agli oggetti che ai sentimenti. Già nei tempi antichi gli sposi erano soliti ricevere doni da amici e pa-renti; beni nella maggior parte dei casi di scarso valore, ma talvolta anche molto preziosi a seconda, ovviamente, della classe sociale di appartenenza.Se dei modesti regali in natura of-ferti dalle famiglie contadine non ci restano che labili tracce, ben diverso appare il discorso circa le nozze che si consumavano a corte, delle quali conserviamo testimonianze dirette, raccolte dai cronisti dell’epoca, desi-derosi attraverso i loro scritti di fissare nei secoli gli sfarzosi eventi di cui furono testimoni. Nel 1340, ad esempio, a Mantova, presso la magnifica corte dei Gon-zaga, si celebrarono alcuni sontuosi matrimoni che videro nobili e principi quasi sfidarsi in una gara di munifi-cenza, poiché ai novelli sposi giunse-

ro in dono, in gran quantità, gioielli, vasi d’argento, abiti, cavalli e molto altro ancora.Oggi sono sicuramente mutati i gu-sti, ma il desiderio di gratificare gli sposi con un bel regalo è rimasto quello di un tempo. Per predisporre la lista nozze dei propri sogni, gli sposi dovranno rivolgersi ad alcuni negozi specializ-zati, valutare attentamente l’assorti-mento, il rapporto qualità-prezzo, la professionalità e la disponibilità degli operatori, nonché informarsi circa le modalità di consegna dei regali.È consigliabile inserire nell’elenco una vasta gamma di prodotti, con una fascia di prezzo molto ampia. Ciò permetterà alle persone più vicine alla coppia di fare un regalo davvero importante e nel contempo consentirà anche ai semplici cono-scenti di poter partecipare con un pensiero, piccolo fin che si vuole, ma ugualmente gradito.Può essere opportuno, inoltre, che ogni settimana i futuri sposi contattino il negozio per sapere come procede l’acquisto dei regali

ed eventualmente inserire nuovi prodotti qualora la lista fosse quasi esaurita.Articoli inseriti nella lista nozze e non regalati, alla fine possono essere eventualmente acquistati, spesso a prezzi scontatati, dagli stessi sposi.Tanti, insomma, sono i vantaggi offerti da una lista nozze, come innu-merevoli possono essere gli oggetti che la compongono. Non c’è altro che l’imbarazzo della scelta.

La lista deimille desideri

38 Speciale SposiA

prile

201

0

Page 39: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

39

Per l’evento più importante della vostra vita, il vostro matrimonio, dovrete rendere nota la lieta novella a parenti e ad amici attraverso le co-siddette partecipazioni. Si tratta, in pratica, di un cartoncino che riporta le coordinate fondamentali del matri-monio: i nomi e i cognomi degli sposi (e talvolta quelli dei genitori), la data e l’ora della cerimonia, l’indirizzo dove essa avrà luogo, gli indirizzi dei due fidanzati e l’indirizzo della nuova casa dei futuri coniugi.In commercio esistono vari tipi di cartoncino da partecipazione, da quelli più tradizionali – doppi, aperti a libretto, color bianco o avorio - fino a modelli più originali, talvolta addi-rittura esclusivi, che – ovviamente - faranno lievitare di molto il prezzo finale della fornitura.È possibile ottenere un piccolo ri-sparmio ordinando il set completo, comprendente, oltre alla partecipa-zione con relativa busta, l’invito per

L’evento più bello della nostra vita deve essere reso noto a tutti coloro i quali ci vogliono bene. Per farlo servono le partecipazioni e gli inviti.

invitati al ricevimento e quella delle persone a cui inviare solo le parte-cipazioni. Gli indirizzi sulle buste dovranno essere scritti rigorosamente a mano, con inchiostro blu o grigio se la carta è bianca, di colore seppia, invece, se la carta è avorio.Gli inviti per il pranzo o per il rinfre-sco vanno stampati nel medesimo stile delle partecipazioni, anche se in formato ridotto, e dovranno riportare tutte le indicazioni per raggiungere il luogo del ricevimento. Talvolta le partecipazioni possono essere inviate a matrimonio già avvenuto. Se doveste ricevere, ad esempio, il seguente biglietto “Mario Rossi e Anna Bianchi annunciano il loro matrimonio celebrato a Roma il 28 febbraio 2010” di un fatto potete stare certi: non dovrete preoccuparvi né di fare il regalo di nozze, né di mettervi a dieta in vista di un assai improbabile ricevimento.

il pranzo nuziale o per il rinfresco, il bigliettino da abbinare alla bom-boniera e il biglietto con busta per i ringraziamenti. Per un matrimonio formale, celebra-to sia con rito religioso sia con rito civile, l’etichetta vuole che siano i genitori ad annunciare il matrimonio dei rispettivi figli, ma di norma sono i fidanzati stessi a comunicare il lieto evento. La stampa delle partecipazioni può essere piana o a rilievo, tipografica o litografica, quest’ultima senz’altro la più diffusa.I caratteri devono apparire ben leg-gibili, sobri ma eleganti.Le partecipazioni vanno inviate per posta, oppure consegnate a mano dai due fidanzati, circa un mese prima del matrimonio. Ma a monte deve esserci un lungo lavoro prepa-ratorio. Non appena avrete fissato la data e il luogo della cerimonia, infatti, occorrerà stilare la lista degli

Annunciate lalieta novella

39 Speciale Sposi

Apr

ile 2

010

Page 40: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

40 40 Speciale Sposi

La sposa del terzo millennio ha la possibilità di scegliere tra vari tipi di bouquet che si rifanno pienamente alla tradizione, oppure può percor-rere strade meno convenzionali – come potrebbe essere un bouquet volutamente disordinato, alla ricerca dell’effetto “appena colto” - se non ad-dirittura di rottura, quali composizioni di peperoncini o di canne di bambù, o ancora collane o bracciali di fiori. Molto trendy appare anche la soluzio-ne di un fiore solo, purché ricercato, esaltato da una foglia lavorata o da un intreccio particolare.Per la sposa che decide di rimanere nel solco della tradizione – e in questi casi non si sbaglia mai – la scelta ricade fra quattro principali tipologie di bouquet: rotondo, aperto, ricadente o a fascio.Il bouquet rotondo appare molto com-patto. Oltre a risultare particolarmente indicato per un abito corto, ha il pregio non indifferente di adattarsi a qual-siasi sposa, tanto da essere definito “universale”, cosa che non si può

Bouquetcerto dire per il “bouquet aperto”, più voluminoso, riservato ad una sposa che indossi un vestito alla caviglia. An-cora più impegnativi, poi, sono gli altri due tipi di bouquet, quello “ricadente” e quello “a fascio”; il primo, realizzato con effetto a grappolo, impone un abi-to con lo strascico, mentre il secondo, composto da un fascio di rose o di tulipani dal gambo lungo, richiede il tailleur o un abito lungo e lineare. Va da sé che in entrambi i casi la sposa deve essere piuttosto alta, con un portamento elegante e disinvolto.Si comprende, dunque, quanto sia im-portante che chi confeziona il bouquet disponga di una fotografia del vestito della sposa, affinché possa creare una composizione che si armonizzi pie-namente con l’abito della cerimonia, soprattutto nella forma. Per quanto riguarda i tipi di fiore da inserire nel bouquet, infatti, sarà più la personalità della sposa a far propendere per una o per l’altra soluzione. Gettonatissimi e sempre azzeccati paiono i tulipani bianchi, le rose color pastello, le or-

I fiori per dire "sì"

Oltre ai canonici addobbi floreali per abbellire la chiesa e i tavoli del ricevimento, nel giorno delle nozze non può certo mancare

il bouquet della sposa, una

composizione di fiori che

vanta una lunga tradizione...

chidee e le calle...Sebbene, per tutte le esigenze che ab-biamo indicato, la scelta del bouquet spetti esclusivamente alla sposa, la tradizione impone che sia il marito a pagarlo e a farlo recapitare il giorno delle nozze a casa dell’amata, oppure ad affidarlo, poco prima della cerimo-nia, a una sorella o a un’amica della sposa, che a sua volta provvederà a consegnarlo alla diretta interessata sulla soglia della chiesa. In tal caso la sposa sfilerà dal bouquet un fiore bianco che fisserà all’occhiello della giacca dello sposo.Sulla “fine” del bouquet vi sono due tradizioni. La prima, cattolica e pret-tamente italiana, vuole che gli sposi finita la cerimonia depongano il fa-scio di fiori su un altare della chiesa. La seconda, laica e diffusa in tutta Europa, prevede che al termine del pranzo nuziale la sposa lanci in aria il bouquet; chi tra le ragazze nubili saprà prenderlo per prima, convolerà a nozze, almeno così promette la tradizione, entro l’anno.

Apr

ile 2

010

Page 41: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

41 41 Speciale Sposi

Per quanto la saggezza popolare ammonisca che non è l’abito a fare il monaco, il giorno del matrimonio ogni sposa si affida proprio al vestito nuziale per apparire, agli occhi del suo principe azzurro e di tutti i convitati, come una splendida dea. Ecco alcuni semplici suggerimenti per coronare al meglio il proprio grande sogno d’amore...

Il vestitodella sposa

Il matrimonio tradizionale prevede un abito lungo, con strascico di media lun-ghezza, un velo in tulle corto oppure a tre quarti, di colore bianco o avorio, tessuto in seta o di pizzo. Obbligatori i guanti, di pizzo o in raso opaco, dello stesso colore del vestito, lunghi fi no al gomito se l’abito è scollato e fi no al polso negli altri casi. Ma queste non sono che indicazioni di massima. Per la sposa del terzo millennio, infatti, paiono pressoché infi niti i modelli d’abito nuziale tra cui scegliere. Molto dipenderà dal prez-zo che si è disposte a pagare – non dimentichiamoci però che ci si sposa una sola volta nella vita (o almeno così si spera) – e dalla personalità e dalle caratteristiche fi siche della sposa: chi è un po’ abbondante di fi anchi può optare per un vestito svasato e tagliato sotto il seno, mentre per chi ha una corporatura longilinea sono particolar-mente indicati vestiti ampi e vaporosi. Ma nel determinare la scelta dell’abito concorrono anche il tema o lo stile che si vuole dare al proprio matrimonio

(romantico, minimalista, new age, principesco), nonché, aspetto non secondario, il luogo in cui esso sarà celebrato. In una sperduta chiesetta di campagna, ad esempio, sarà più indicato un vestito sobrio, minimalista, mentre una cerimonia ambientata in una cattedrale barocca consentirà di sfoggiare un abito molto più arzigogo-lato e impreziosito da vari elementi, come potrebbe essere una splendida tiara di cristalli Swarovski o di brillanti. L’abito da sposa più indicato per il rito civile è invece il classico tailleur pastello, magari con i capelli raccolti e cappellino, anche se nulla impedi-sce di indossare il vestito bianco e vaporoso. Da evitare assolutamente, in questo caso, il velo nuziale.Infi nite, dunque, paiono le possibilità di scelta per l’abito dello sposa. L’unico consiglio che qui possiamo dare è di affi darsi a mani esperte che sapranno senz’altro valorizzare al meglio ogni donna per rendere davvero unico e indimenticabile il giorno più bello della sua vita.

Apr

ile 2

010

Page 42: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

42 42 Speciale Sposi

La cucinaOrmai la cucina ha acquisito un ruolo fondamentale nelle abitazioni moderne, poiché è proprio in questo ambiente che una famiglia, la donna in particolare, vive di più. L’arredamento di una cucina - pur non perdendo la sua caratteristica primaria, cioè la funzionalità – deve essere anche elegante e accogliente, con un occhio di riguardo alla salute. Meglio evita-re, quindi, mobili con rivestimenti in materiale chimico (lacche o vernici), optando per componenti in legno, acciaio inossidabile, vetro, marmo e piastrelle.

La camera da lettoLa camera da letto va posizionata nella zona più tranquilla della casa, lontana dalla porta d’ingresso e tenuta ad una temperatura non superiore ai 18 gradi. La testata dovrebbe essere orientata a Nord, lungo l’asse geomagnetico della terra, affinché l’organismo non si affatichi troppo. Al posto delle reti, meglio i listelli di legno curvato. Ai materassi a molle o in gommapiuma sono di gran lunga preferibili quelli imbottiti con cocco o con schiuma di lattice perché analler-gici e a prova di batteri.

Il soggiornoÈ il luogo nel quale si ricevono gli ami-ci o dove, dopo una dura giornata di lavoro, ci si concede un momento di relax, magari sfogliando una rivista o guardando un programma alla Tv. In questo ambiente non dovranno quindi mancare divani, poltrone, sgabelli e luci soffuse. L’orientamento ideale di questa sala è a sud-est, poiché in tal modo si potrà sfruttare al meglio la luce naturale del sole.

Sala da pranzo Anche nella sala da pranzo, dove s’invi-teranno a mangiare gli ospiti di riguardo, la luce gioca un ruolo fondamentale. Qui è bene avere un lampadario ad altezza variabile, che permetta di allargare o restringere il fascio di luce a seconda delle esigenze. Assolutamente sconsi-gliate sono le lampade troppo luminose che, se mal direzionate, potrebbero abbagliare i commensali.

Due cuori euna capanna

Nido d’amore, ma pure estensione

della propria personalità, l’abitazione degli sposi

rifletterà i gusti, le aspettative e

i ricordi dei suoi abitanti, senza che venga mai

meno l’armonia d’insieme. La

tendenza attuale evita canoni

di riferimento troppo rigidi, preferendo il

libero gioco degli stili, accostati

con sapiente misura e giusta

proporzione. Via libera,

quindi, all’antico accostato all’High

Tech, all’etnico mischiato con

oggetti di design, al minimal

“shabby chic”.

Apr

ile 2

010

Page 43: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

43 43 Speciale Sposi

Per non correre rischi è bene acquista-re le calzature per il giorno del fatidico “sì” presentando al negoziante almeno una fotografi a del proprio vestito nu-ziale – meglio sarebbe un campione di stoffa -, affi dandosi ai suoi preziosi ed esperti consigli, senza tuttavia rinunciare al proprio gusto personale, di cui chi ci vende le scarpe, se è un buon commerciante, senz’altro terrà conto. La sposa del terzo millennio può scegliere tra una vasta gamma di

Le calzature rappresentano sempre un elemento fondamentale nell’abbigliamento di una persona, specialmente il giorno del matrimonio. Una scelta errata delle scarpe, infatti, può rovinare anche l’abito di nozze più bello e costoso, compromettendo irreparabilmente l’immagine complessiva della sposa o dello sposo.

Ai piedi degli sposi

calzature sia per forma, sia per mate-riale. Ad orientare la scelta concorre in maniera determinante, come è ovvio, l’abito. In linea di massima con un abito semplice sono consentite calzature ricche di decori, mentre un abito impegnativo necessita di forme essenziali. Per una sposa classica andranno senz’altro bene calzature in raso o capretto, con calze bianche o color panna. Per un matrimonio meno formale si possono indossare scarpe in tessuto, pelle o scamosciate, con calze neutre.

La forma più in voga è il decolletè a tacco alto, ma ugualmente gettonati sono altri modelli come il charleston con cinturino alla caviglia, a bebé, con punta quadrata, rotonda, a cuneo.Nel caso in cui la cerimonia si svolga in piena estate è consentito, anche se molti non lo ritengono elegante, l’uso del sandalo. Comunque sia è buona norma non eccedere sull’altezza dei tacchi, perché non è facile portarli con disinvoltura e per molte ore. Per evitare lancinanti dolori ai piedi è consigliabile avere le scarpe almeno due settimane prima delle nozze e provarle in casa per qualche ora al giorno.Più semplice, infi ne, la scelta delle scarpe per lo sposo: dovranno es-sere rigorosamente nere, stringate, in morbida pelle. Anche le calze, in cotone o seta, saranno nere o colore antracite e arriveranno al ginocchio. Sono tassativamente vietati, infatti, i calzini chiari e corti. A meno che non si cerchi un divorzio prematuro.

Apr

ile 2

010

Page 44: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

44

Page 45: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

45

CRIMINALITÀTRENTO CITTÀ SICURA

Dall’ultimo rappor-to Istat si evince come ormai nel Bel Paese un cit-tadino su quattro rimanga del tutto indifferente alla

politica. Difatti il 23,3% della popolazione di 14 anni e più di-chiara di non informarsi mai di tale argomento.Il fenomeno, tuttavia, appare molto differenziato sul territorio, tanto che se al Sud la frattura fra cittadini e politica appare quasi insanabile, nelle regioni del Nord la partecipazione appare ancora piuttosto marcata, con il Trentino Alto Adige che occupa i primissimi posti della classifica, segno tangibile che dalle nostre parti, nonostante tutto, si crede ancora nella funzione della de-mocrazia rappresentativa.Gli uomini, notoriamente, sono più inclini delle donne a infor-marsi e a parlare di politica. Su tutti svettano i maschi liguri, che si informano e parlano di politica almeno una volta alla settimana rispettivamente nella misura del 77,5% e 53,6%, seguiti dai friu-lani con il 76,9% e il 53,4%.I trentini con il 70,6% paiono informarsi un po’ meno di poli-tica rispetto a toscani, emiliani, veneti, piemontesi e lombardi, ma si piazzano al terzo posto

TRENTINO IN CIFRE

I Trentini amano ancora la politica

La città di Trento si colloca ai primi posti in Italia non soltanto per la qualità della vita e altri elementi di eccellenza che tanti ci invidiano, ma anche, se-condo quanto ha recentemente riportato il quotidiano il Sole 24 Ore, per ciò che concerne la sicurezza. Nella nostra provincia, infatti, i reati commessi contro il patrimonio e contro le persone paiono davvero marginali. A livello nazionale vi è comun-que la tendenza a una diminuzione dei reati (oltre il 6% in meno) e all’aumento degli arresti (quasi il 5% in più). Ciò significa che rispetto al passato i crimini resta-no meno impuniti, ma sono ugualmente tanti se si pensa che ogni giorno in Italia vengono commessi, nella media, oltre 7 mila reati.

Gli studenti trentini sono più “secchio-ni” dei loro colleghi del resto d’Italia, tuttavia anche negli istituti superiori della nostra provincia non sono man-cate le insufficienze alla fine del primo quadrimestre. Su un totale di 19.956 studenti scrutinati, infatti, ben 12.684, pari al 63,56%, non hanno raggiunto la sufficienza in almeno una disciplina. La classifica delle materie più ostiche vede in testa la lingua straniera, segui-ta a breve distanza dalla matematica, dalle altre discipline scientifiche e dal-l’italiano. Decisamente molto basso, invece, il numero di studenti che hanno ricevuto un’insufficienza in condotta: appena 18, vale a dire lo 0,09% di ragazzi, che sono però insufficienti anche in almeno tre discipline.

Il rapporto tra gli italiani e la politica appare da tempo in crisi e la recente indagine Istat sulla “Partecipazione politica” ne è l’ennesima conferma. I cittadini del Trentino Alto Adige, tuttavia, sembrano credere ancora nella sua funzione...

LE PAGELLESTUDENTI: BUONA LA CONDOTTA

(52,8%) tra quelli che parlano di politica almeno una volta alla settimana.Un quadro analogo emerge in ri-ferimento alle donne del Trentino Alto Adige, le quali sono al sesto posto nell’informarsi di politica, ma al primo posto quando si tratta di parlarne.Ma quali sono i canali infor-mativi prediletti dai trentini? La televisione ovviamente pri-

meggia (90,4% fra gli uomini e 92,3% fra le donne), ma a ben guardare si tratta del peggior dato nazionale. Ciò significa che molti trentini preferiscono in-formarsi attraverso altri media, come ad esempio i quotidiani scelti dal 66,3% dei trentini e dal 59,8% delle trentine, miglior dato nazionale dopo quello della provincia di Bolzano.Anche la radio, a livello regiona-

le, ottiene il più alto gradimento sia fra gli uomini che fra le donne.Un’altra curiosità statistica: i ma-schi trentini sono quelli che per informarsi di politica più di tutti fanno riferimento ai colleghi di lavoro (22,8% contro la media italiana del 18%).I trentini che invece non si in-formano di politica adducono motivazioni varie: innanzitutto il disinteresse per l’argomento, poi la complessità del dibattito, la sfiducia nella politica e, infine, la mancanza di tempo.Il Trentino Alto Adige appare al primo posto anche per numero di cittadini che sostengono finan-ziariamente una compagine poli-tica, così come sono molti coloro i quali svolgono attività gratuita per un partito. Ma quando si tratta di partecipare ad un corteo sembra prevalere la riservatezza tipica delle zone alpine. In que-sta classifica, infatti, balzano in vetta le regioni del Sud, mentre il Trentino Alto Adige precipita agli ultimi posti. Diverso, invece, il discorso per quanto riguarda la partecipazione ad un comizio: la provincia di Bolzano è quella più solerte sia fra gli uomini che fra le donne, ma la provincia di Trento sotto questo aspetto non brilla affatto e si posiziona solo a metà classifica.

Trento, Via Belenzani

Trento, Via Verdi Studenti delle superiori

Page 46: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

46

squadra giovanile, ora lo pos-siamo fare anche perché possia-mo gestire la palestra in modo razionale anche per gli orari; prima c’erano dei costi troppo alti che non erano sostenibili. È anche importante garantire un ricambio nel giro delle atlete, con

Presidente, come sta andando la stagio-ne sportiva?«L’anno scorso era-vamo fermi e quan-do si riparte occorre un moto potente, un

po’ alla volta si ritrovano le atlete e tutte le persone che volontaria-mente lavorano per il buon esito dell’attività agonistica. Sono molto contento sia della squadra di terza divisione che di quella UISP».

Quando è nata la vostra socie-tà?«Nel 1983 si è costituita la poli-sportiva, per giocare a pallavolo i primi anni andavamo in una palestra a Madrano. Da 10 anni si è costituita la Calceranica Volley e ora c’è tanta voglia di fare bene».

L’allenatore della squadra è Giorgio Carlos, di nazionalità argentina.«È sempre difficile trovare un bra-vo tecnico per una società piccola come la nostra, noi ci siamo riusci-ti. È un allenatore molto preparato che riesce a tenere unito il gruppo delle atlete».

Quali sono gli obiettivi del fu-turo?«L’obiettivo è di far partire una

SPORT

CALCERANICA VOLLEY

Presidente: Lorenzo RossonSquadra Terza Divisione femminileAllenatore: Carlos GiorgioPreparatore atletico: Yuriy KryklyaLa rosa della squadra: Silvia Battisti, Elena Bertolin, Gloria Bonecher, Laura Fontana, Veronica Gremes, Ilaria Cristo-folini, Elisa Manchia, Beatrice Pedrinolla, Giorgia Pintarelli, Giovanna Refatti, Nicol Sa-dler, Monica Sartori, Alessia Tomaselli, Isabel Toniolli, Luisa Valentini

Squadra UISP EccellenzaAllenatore: Andrea MoltoniResponsabile Squadra: Domenico Di Turi

CALCERANICA. La società di Volley

Una squadra importante per il paeseHa ripreso quota il progetto sportivo della Calceranica Volley che dopo la pausa dello scorso anno, nel 2010 ha presentato la squadra femminile al via del campionato di terza divisione, mentre una squadra milita nel campionato UISP di Eccellenza. Abbiamo incontrato Lorenzo Rosson, il giovane presidente che guida con entusiasmo la società.

una squadra giovanile questo è possibile».

Tenete molto alla vostra auto-nomia e a non essere assorbiti da società più grandi.«Riteniamo importante che vi sia una squadra nel paese a contatto con la realtà; non ci fosse la pa-lestra sul posto diverse atlete po-trebbero smettere. È importante collaborare con le società vicine come l’Alta Valsugana dalle quali abbiamo solo da imparare perché lavorano benissimo come nel settore giovanile. Se le nostre atlete sono richieste da società più importanti è giusto facciano la loro strada. Ma in ogni caso preferiamo proseguire l’attività in modo autonomo».

Il presidente Lorenzo Rosson

L'allenatore Carlos Giorgio e e il prepa-ratore atletico Yuriy Kryklya

La squadra di terza divisioneIn piedi da sinistra: l'allenatore Carlos Giorgio, il secondo allenatore Dino Bort Giorgio, Silvia Battisti, Nicol Sadler, Vero-nica Gremes, Alessia Tomaselli, Giovan-na Refatti, il Presidente Lorenzo Rosson, il vice presidente Camillo Penna.Sedute: Isabel Toniolli, Laura Fontana.

di Giuseppe Facchini

Page 47: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

47

Frammenti di storia immortalati in un fotogramma

Comeeravamo...

1

2

3

STORIE FOTOGRAFICHE

Una fotografia spesso racconta più di mille parole. È qualcosa che ferma una frazione di secondo e la rende imperitura nel tempo. Con questa nuova rubrica, “Come eravamo”, intendiamo riproporre vecchie fotografie di luoghi, persone, scolaresche, gruppi, associazioni della Valsugana, del Tesino e del Trentino.Pertanto invitiamo tutti i lettori che avessero delle fotogra-fie d’epoca (dagli anni ‘80 in giù) a inviarcele via e-mail ([email protected]) o a portarcele in redazione (Viale 4 Novembre 12, Borgo Valsugana). Le tratteremo con la massima cura, le restituiremo immediatamente ai legittimi proprietari e, soprattutto, le pubblicheremo su questa pagina con il nome dell’autore e una breve dida-scalia di spiegazione all’immagine.1

23

4

Borgo, 1953. Ricordo della V Elementare con la maestra Biasi(foto Teresita Zanin)

Sella, 1947(foto Teresita Zanin)

Borgo, 1955 " La banda" (foto Rosita Zanin)

Borgo, 1925. Giorno di S.Prospereto: Gigioti e Antonio Corradello davanti al portale della Chiesa S.Anna

4

Page 48: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

48 CRONACHE

Il 5 marzo scorso la Giunta provinciale ha ap-provato il bilancio di previsione 2010 dell'Istituto Mòche-no/Bersntoler Kulturinstitut, al quale è stato assegnato un contributo per il funzionamento nel corso dell’anno 2010 pari a 370 mila euro, e un contributo di ulteriori 716 mila euro per la realizzazione dei programmi di investimento sempre per il 2010.

Una telenovela che dura da 40 anni e che, di tanto in tanto, si ar-ricchisce di una nuova puntata. Stiamo parlando

della Valdastico, o Pirubi, o A31 che dir si voglia. L’opera viaria che nella mente degli ideato-ri (Piccoli, Rumor, Bisaglia) doveva collegare il vicentino con l’autostrada del Brennero, ma che nella realtà continua a dividere, da un lato veneti e valsuganotti che la vorrebbe-ro, dall’altro ambientalisti che la osteggiano, e in mezzo la Provincia autonoma di Trento che la snobba non giudicandola un’opera prioritaria.Il 4 marzo scorso il Giornale di Vicenza ha riportato le di-chiarazioni di Attilio Schneck, presidente della Provincia di Vicenza ma anche dell’auto-strada Serenissima, secondo cui la contrarietà del Trentino al completamento della Val-

Valdastico, la storia infinita

Laboratori didattico-sperimentali, visite guidate nelle sedi di ricerca, conversazioni fra studenti e ricer-catori su temi specifici, dimostrazioni sulle applicazioni tecnologiche utilizzate in ambito lavorativo, periodi di stage per i ragazzi più motivati. Queste le opportunità per gli studenti previste nell’accordo di collaborazione che è stato firmato il 5 marzo scorso a Trento fra la Fondazione Bruno Kessler e alcune scuole del terri-torio trentino.

dastico potrebbe essere presto aggirata. Come? In base a una norma del Codice degli appalti pubblici che consentirebbe di realizzare il progetto anche con la contrarietà del Trentino. Sa-rebbe sufficiente, si sostiene, il consenso del solo Veneto in sede di parere del Consiglio supe-riore dei lavori pubblici. A quel punto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, darebbe il via libera e il progetto verrebbe approvato con un decreto del presidente della Repubblica. Un iter amministrativo piutto-sto lungo e complesso, ma sul quale il Veneto è disposto a scommettere.Il Presidente Dellai ha parlato invece di tesi infondata, ricor-dando come il Trentino, grazie allo statuto di autonomia, abbia una competenza primaria sul-l’urbanistica.Ma intanto la Valdastico fa discutere anche sul fronte in-

VALSUGANA. Quarant’anni fa il progetto della Pirubi: se ne parla ancora oggi

Il Veneto rilancia il completamento della A31, ma il presidente Dellai ammonisce: «senza il consenso del Trentino non possono fare proprio niente».

terno. Il 26 ot tobre scorso, infatti, Pino Morandini e gli altri consiglieri provinciali del Gruppo Pdl avevano presentato un’interrogazione per conoscere quale sia il reale intendimento della Giunta provinciale in or-dine alla realizzazione dell’A31 della Valdastico e agli eventuali pedaggi.«Le scelte per il prolungamento dell’A31 – scrive il vicepresi-dente Alberto Pacher nella ri-sposta inviata qualche settimana fa– sono collegate all’attuazione di un’intesa con le regioni limi-trofe e con lo Stato e al succes-sivo passaggio legislativo come disposto dalla legge provinciale n. 5 art. 41 del 2008 “norme del

CALCERANICA AL LAGO

Festa della donna, premiata centenaria di Mario PacherIn occasione della “Festa della Donna” organizzata domenica 7 marzo scorso dall’Associazione Pensionati e Anziani di Calceranica al Lago è stato premiato con un mazzo di fiori dalla presidente Gilia Fontana il socio più anziano, l’arzilla e ancor lucida signora Paolina Giacomelli di 100 anni compiuti il 28 settembre dello scorso anno. Già in quella occasione la signora Paolina era stata festeggiata alla grande dai nipoti e altri parenti mentre, in un momento successivo, anche l’intera comunità si era stretta attorno partecipando ad una solenne Messa celebrata dal parroco don Paolo Baldessari, nell’antica chiesa di Santa Maria Assunta a Calcerani-ca. All’appuntamento con la “Festa della Donna” hanno partecipato una sessantina di persone fra iscritti, fami-gliari e simpatizzanti e a tutte le donne intervenute la presidente ha donato un fiore. Il pomeriggio è stato carat-terizzato da tanta musica ed allegria.

PUP”. Quindi allo stato attuale non ci sono progetti di riferi-mento né ipotesi di tracciato, di natura istituzionale, sui quali aprire in un confronto tecnico.Per quanto riguarda la deter-minazione dei pedaggi e le valutazioni economiche ad essi collegati non sono stati depositati, negli ultimi 5 anni, piani finanziari di fattibilità che consentano di fornire va-lutazioni aggiornate su questo argomento».Insomma, il fiume d’inchiostro versato per la Valdastico non sembra proprio destinato ad esaurirsi. Di una cosa si può stare certi: ne sentiremo parlare ancora e a lungo.

Studenti: nuove opportunità

Istituto mòcheno,approvato bilancio

Un tratto dell'autostrada A31

Gilia Fontana premia Paolina Giacomelli

Page 49: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

49

Page 50: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

50

Una bella novità per VALSUGANA EXPO, dal 2010 raddoppia l’aper-tura. Infatti la rassegna si terrà nei primi due fi ne

settimana di maggio, 1 – 2 e 8 – 9 maggio. Una scelta per favorire i numerosi visitatori come sem-pre provenienti da varie regioni italiane. Ma il tradizionale ap-puntamento di primavera, giunto alla quattordicesima edizione, al centro sportivo di Borgo Valsu-gana raddoppia anche le inizia-tive collaterali con TRENTINO CAVALLI sabato 1 e domenica 2 maggio e LA PROTEZIONE CIVILE nei giorni 8 e 9 maggio con esercitazioni, mostra di attrez-zature e automezzi.Una vera e propria vetrina del-l’economia locale. Non solo della Valsugana, ma di tutto il Trentino e della Regione, all’insegna della tradizione e di un forte legame con il territorio. Una specifi cità questa che da anni vede impegnato Bsi Fiere nel tentativo di dare nuova linfa e slancio, anno dopo anno, alle sue proposte fi eristiche.Mai come in questa edizione è di attualità il tema della bio-edi-lizia e del risparmio energetico, settore al quale vengono dedicati nuovi spazi non solo espositivi, ma anche di approfondimento per quanto riguarda le normative e i fi nanziamenti pubblici previsti, che darà qualità e spessore alla fi era. Un’occasione di incontro, un momento per far conoscere anche le politiche provinciali in materia di risparmio energetico e per mettere a confronto – grazie al contributo di diversi esperti del settore – le diverse esperienze e la conoscenze maturate in materia del comfort abitativo, dell’assor-bimento acustico, dell’isolamento termico e dell’isolazione acustica nell’edilizia.Una rassegna che fa della tradi-zione e della sua capacità di rin-novarsi la sua peculiarità. Un forte legame tra il passato e il futuro, un vero confronto generazionale che passa anche attraverso le diverse

proposte e le iniziative previste dagli organizzatori in occasione dei tre giorni di fi era. Infatti con la collaborazione del maestro artigiano Andrea Iori, artista del ferro battuto, verranno realizzate delle sculture con lavorazioni dal vivo nei tre giorni di fi era.Uno spazio comune nelle tenso-strutture è riservato agli artigiani locali, vero motore economico della valle; si potranno vedere le produzioni di alcune aziende artigiane della Valsugana.Ed ecco così l’appuntamento con la domenica del fiore, in pro-gramma il 2 maggio con fi orai, vivaisti, coltivatori che presen-teranno i loro prodotti: un vero e proprio tappeto di fi ori colorati che prenderanno forma negli spazi espositivi, un momento fl oreale che ben si sposa con le iniziative di animazione previste nei pome-riggi di apertura.Zootecnia e vivaistica, due settori dell’economia della Valsugana che nelle prossime settimane trove-ranno con Valsugana Expo una meritata vetrina, un’occasione per mettere in mostra le tante poten-zialità presenti sul territorio.Ma Valsugana Expo è anche la vetrina, la più bella vetrina della Valsugana per i tanti espositori che anche quest’anno presentano le ultime novità del mercato. Una vetrina più che mai variegata e che mai come quest’anno si arricchi-

sce di novità, di nuove proposte e di indicazioni.Torna anche, nei giorni 1 e 2 mag-gio, la rassegna degli allevamenti locali, che proprio del cavallo fa l’elemento “trade union” tra la tradizione e la novità. La ras-segna TRENTINO CAVALLI per la quarta volta, accanto alle iniziative degli allevatori locali organizzate in collaborazione con la Federazione Allevatori Provin-ciale e l’Associazione Amici del Cavallo, che animeranno i giorni di fi era, “TRENTINO CAVALLI” proporrà la mostra delle razze equine con gare ad ostacoli, spet-tacoli ed esibizioni. L’appuntamento di quest’anno è un vero e proprio contenitore di sport, spettacolo, didattica, musi-ca e promozione turistica per una rassegna del turismo equestre in Trentino. Saranno proposte delle gare FISE di attacchi, salto ad

ostacoli, la gimkana, l’esibizio-ne dei cavalli Hafl inger, gara di barrel. Un evento che fa da cornice ad una zona, come quella del Lagorai, che mai come in questa occasione di-venta anche oggetto di una serie di iniziative legate alla nuova ippovia del Trentino orientale, una ma-nifestazione equestre totalmente dedicata al cavallo visto nei suoi molteplici impieghi legati al lavo-ro e anche al tempo libero.

VIGILI DEL FUOCO VOLON-TARI E PROTEZIONE CIVILE IN VALSUGANA, vuole essere un omaggio al volontariato locale. Da sabato 8 a domenica 9 maggio, con il secondo fine settimana di apertura di Valsugana Expo, il centro sportivo si tingerà del colore rosso degli automezzi dei vigili del fuoco, ma non solo. Saranno presenti anche gli altri soggetti della protezione civile, dalla Croce Rossa Italiana al soccorso alpino. Due giorni con esercitazioni e dimostrazioni, con la possibilità per i bambini di provare emozionanti percorsi realizzati per loro e salire sugli automezzi. In mostra autoscale, autogru, autobotti e automezzi dotati di tutte le attrezzature per interventi in ogni campo. Anche la Croce Rossa Italiana sarà pre-sente con automezzi e attrezzature per allestire un campo sanitario attrezzato.VIGILI DEL FUOCO VOLON-TARI E PROTEZIONE CIVILE IN VALSUGANA, una rassegna assieme a TRENTINO CAVAL-LI, tutta da gustare. Una quat-tordicesima edizione, quella di VALSUGANA EXPO, sempre più consapevole della sua funzione di stimolo e di promozione del terri-torio. Un modo di fare e di costrui-re insieme il nostro futuro, il futu-ro del Trentino e della Valsugana che è cresciuto anno dopo anno. In questo particolare momento di crisi economica che investe tutti i settori vogliamo mettere in campo tutte le energie per contribuire a superare il momento di diffi coltà che si sta vivendo.

1-2 MAGGIO E 8-9 MAGGIO 2010

Valsugana ExpoTrentino Cavalli e Protezione Civile

Il portale d'accesso alla Valsugana Expo (foto tendline.it)

Gli stand di Valsugana Expo

EVENTI

Page 51: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

51

Page 52: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

52

La sala teatro S. Sisto di Caldonazzo era gremita di gente venuta anche dai paesi vicini, per assistere alla pre-sentazione del libro

di Beppi Toller: “I passi ritrovati - 2° volume”, una retrospettiva caldonazzese dalla fine della prima guerra mondiale ad oggi. Una pubblicazione fatta per ri-cordare tanti avvenimenti storici, aneddoti e personaggi popolari di Caldonazzo vissuti in un lontano passato, voluta e sponsorizzata dal comune e dalla Cassa Rurale in collaborazione con il Centro d’Arte La Fonte. La serata, con-dotta da Nadia Martinelli, è stata introdotta da un breve concerto del coro “La Tor” di Caldonazzo diretto dal maestro Roberto De-florian, a cui ha fatto seguito l’il-lustrazione del volume da parte del presidente del Centro d’Arte La Fonte dott. Paolo Franco: «È una raccolta che ci ricorda la sto-

I passi ritrovati di Beppi Toller

LEVICO TERME. Presentato il bilancio dell’attività svolta nel 2009

Alla presenza di una settantina di soci, si è tenuta l’assemblea generale dell’AUSER di Levico. Il Presidente dr. Fabio Recchia ha te-nuto la relazione sull’attività svolta nel 2009, presentando il resoconto finanziario al 31 dicembre dello scorso anno, che chiude con un leggero deficit. Il Centro, ha sottolineato, con i suoi 181 Soci di cui 117 di Levico, 57 di Caldonazzo e 7 di altri Comuni, ha svolto anche nel 2009 una intensa attività assisten-ziale con ben 353 interventi volti soprattutto ad accompagnare persone presso strutture sanitarie. I chilometri percorsi sono stati 12.481. Ha ricordato anche l’attività presso la locale R.S.A. con l’apertura dell’ufficio per due ore giornaliere, pari a circa 500 ore annue, la partecipazione del direttivo alle riunioni provinciali con la costituzione dell’Auser regionale, che avrà il compito di coordinare l’attività di tutti i Centri AUSER del Trentino, le attività di svago come la gita sociale sul Monte Generoso, la parte-cipazione alla Festa delle Associazioni per la Solidarietà, la presenza ad Hausham per il 50esimo del gemellaggio, la castagnata

sociale, i mercatini di Natale, le collabo-razioni con Telefono Azzurro e l’adesione al l ’ANLAIDS per la raccolta fondi. «Tanta attività - ha detto - rivolta sempre verso chi ha bisogno e tutto si è potuto fare grazie alla disponibilità dei volontari ai quali va un grande grazie. Di fon-damentale aiuto sono stati poi i contributi dei comuni di Levico e Caldonazzo, delle Casse Rural i degl i stessi centri, della SPI-CGL, le offerte dei privati e la devoluzione del 5 per mille».Un plauso per l’attività svolta è stato espres-so dal presidente AUSER di Trento Vittorio Alidori, accompagnato da Anita Dalpiaz, nonché dall’assessore comunale alle attivi-tà sociali che ha detto: «Fare qualcosa per

gli altri ci rende orgogliosi e ci arricchisce internamente e l’amministrazione comuna-le aiuterà questa associazione anche per ripianare il proprio bilancio». Sono stati poi premiati con una pergamena, i soci Enzo Fraizingher e Luigina Campregher per i loro 10 anni d’iscrizione. (m.p.)

CRONACHE

Centro Auser in assemblea

ria vissuta da tutti noi, dai nostri padri. Noi siamo gli eredi di que-sti personaggi che hanno lasciato un segno nella nostra memoria, e questa pubblicazione è stata fatta coincidere per festeggiare anche il 40esimo di fondazione del nostro Centro».Quindi l’autore: «Nel libro trove-

CALDONAZZO. Dalla fine della prima guerra mondiale a oggi

Il presidente Recchia con le altre autorità

rete una esposizione soggettiva di fatti e avvenimenti, quelle cose che se non vengono scritte vanno a scomparire». Alcune pagine del libro, Beppi Toller le ha volute riservare alla vita di suo padre Emanuele, nato in Brasile nel 1877 da genitori emigrati due anni prima da Novaledo. «La

sua gioventù fu caratterizzata da grandi sofferenze e sacrifici a causa della guerra, e si può dire che gli anni della sua giovinezza furono vissuti sull’orlo della disperazione. Basti solo pensare che il 26 maggio 1919 quando mio padre scese dal treno a Caldonazzo, apprese la terribile notizia che tre dei suoi piccoli figli erano rimasti nei cimiteri della Moravia, assieme a nonno Alessandro». Il primo cittadino Laura Mansini e il presidente della Cassa Rurale Giovanni Gasperi hanno usato parole di grande lode verso Beppi Toller che fu pure, per 25 anni, sin-daco di Caldonazzo. Un grazie particolare ha avuto anche dal componente la direzione del Centro La Fonte, Waimer Peri-nelli, «per aver saputo realizzare un’opera che arricchisce la nostra comunità». L’autore è stato a lungo applau-dito per questo suo impegno che sarà sempre tanto gradito alla popolazione di Caldonazzo.

Un momento della presentazione del libro

di Mario Pacher

Page 53: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

53

Page 54: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

54

Page 55: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

55

Page 56: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

56

«L’obiett ivo - ha detto il vicesindaco - in accordo

anche con tutte le categorie economiche di

Levico, è quello di rendere il centro più accogliente

possibile perché diventi la culla della città».

f ine lavor i la piazza centrale di Levico Terme si presenterà deci-samente diversa. Infatti, secondo un progetto re-

datto dall’architetto Mauro Fac-chini e approvato dalla Giunta Comunale nel mese di giugno 2009, l’intero arredo sarà rifatto e in gran parte modificato: La piazza della Chiesa, via Dante, il sagrato e la scalinata che porta alla cattedrale, il primo tratto di via Mons. Caproni fino a viale Roma, nonché la via Claricini, saranno tutte rinnovate e pavi-mentate con cubetti e lastre di porfido. E sempre nella piazza della Chie-sa, verrà creata una fontana dove zampillerà in continuazione l’acqua come simbolo dell’acqua termale, sull’area attualmente utilizzata come aiuola sempre ricca di fiori, e dove inizia pure la roggia che corre a lato dell’intera centralissima via Dante.I lavori, iniziati già nel mese di settembre dello scorso anno, do-vrebbero essere completati entro giugno del corrente anno. Nelle settimane scorse sono state abbat-tute le quattro piante di Catalpa alte diversi metri, impiantate quasi mezzo secolo fa, che ripa-

La zona di Levico interessata dai lavori

CRONACHE

LUSERNA

Proroga per l’area artigianale

Su richiesta del comune di Luserna e a causa delle abbondanti nevicate che hanno rallentato i lavori nel corso del-l’inverno 2008/2009, all’inizio del marzo scorso la Giunta provinciale ha deciso di prorogare il termine per la conclusione dei lavori di apprestamento dell’area ar-tigianale, por-tandolo all’11 lug l io 2010, con una rendi-contazione che dovrà essere c o n s e g n a t a entro sei mesi da tale data.

BARCO DI LEVICO

Festa degli anzianiPieno successo per la “festa degli Anziani” a Barco di Levico, domenica 7 marzo scorso. Dopo la solenne Messa celebrata dal parroco don Silvio Pradel, il folto gruppo di pensionati ha raggiunto il vicino teatro parrocchiale, dove la festa è proseguita con un concerto del coro dei pensionati diretto da Mario Conci, poesie di Nino Dallagiacoma, racconti del prof. Cesare Conci, allegre poesie dialettali di Ruggero Martinelli. Sono stati poi premiati dalla presidente Elda Gina Moser, i soci per il loro com-pleanno. Presenti all’incontro anche varie autorità comunali e una rappresentanza del Gruppo Anziani di Vigo Cavedine, as-sociazione con la quale Barco intrattiene ormai da anni rapporti di amicizia e di collaborazione. (M.P.)

LEVICO TERME. Lavori per ridisegnare la piazza centrale

Nuovo arredo per il centrodi Mario Pacher

LEVICO

Convegnosulle lingue

Dal 4 al 7 marzo scorsi oltre duecento insegnanti provenienti da tutta l’Italia si sono dati appuntamento a Levico per celebrare il conve-gno nazionale promosso dalla LEND (Lingua e Nuova Didat-tica), una delle associazioni certamente più autorevoli e più qualificate nel campo della formazione del perso-nale della scuola nelle lingue straniere. Titolo del convegno “Valutare per apprendere. La valutazione Autentica in am-bito educativo”.

ravano dal sole una parte della scalinata della chiesa e che bene armonizzavano con quel centro. Gli alberi comunque verranno rimessi orientativamente nello stesso luogo dei precedenti.Come ci ha dichiarato Gianpiero Passamani, vicesindaco e asses-sore competente, il progetto era partito ancora con la vecchia amministrazione ed era suddiviso in due lotti. Il primo riguardava viale Dante che adesso verrà risistemata e in parte modifica-ta, per eliminare alcuni piccoli problemi.Con questo secondo lotto si pre-vede anche il rifacimento della scalinata che rispetto al passato avrà un arretramento di sei me-tri, e consentirà di poter essere utilizzata ancora come anfiteatro in occasione degli spettacoli che si organizzano sempre durante l’estate. L’importo di questo lotto ammon-ta a 1 milione e 216 mila euro ed è inserito nei maggiori finanzia-menti da parte della Provincia Autonoma di Trento.La piazza davanti alla Chiesa com'era fino all'estate scorsa

Veduta di Luserna

A

Un istante della festa

Page 57: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

57

Page 58: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

58

Conoscere il passato per comprendere il presente e progettare il futuro. Potrebbe essere questo lo slogan che sintetizza il progetto di ricerca realizzato dall’Istituto di istruzione “A. Degasperi” di Borgo Valsugana, incentrato sulla figura e sull’opera

politica del più noto e importante statista trentino, nonché valsuganotto, Alcide De Gasperi. All’interno di questo percorso ha trovato spazio anche il convegno svoltosi il 12 marzo scorso proprio nella sede dell’Istituto, dal titolo “Alcide Degasperi fra il Trentino e l’Europa”, a cui han-no partecipato diversi studiosi italiani. «Molti i motivi di interesse e di soddisfazione per l’orga-nizzazione di questo convegno - ha sottolineato l’assessore provinciale all’istruzione e sport Marta Dalmaso che ha seguito i lavori - a partire dal tema, la figura di De Gasperi e il riferimento da un lato all’autonomia trentina e, dall’altro, all’Eu-ropa, che richiama due aspetti irrinunciabili della nostra identità di cittadini, che è locale, ma anche e nello stesso tempo internazionale. È un mes-saggio importante che noi educatori dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni: il radicamento nella terra in cui viviamo, che è fatto di conoscen-za e di legami identitari, e la valorizzazione della nostra appartenenza all’Europa, che sancisce la nostra dimensione di cittadini del mondo». Il convegno è stato reso possibile dalla collabora-zione di più istituzioni: Comune di Borgo Valsu-

Il convegno è stato reso possibile dalla collaborazione di più istituzioni: Comune di Borgo Valsugana, Istituto di istruzione Degasperi, Biblioteca comunale, Fondazione Trentina De Gasperi, Centro Studi De Gasperi.

Alcide Degasperi, fra il Trentino e l'Europa

BORGO. Una proposta di intitolazione per l’ex casa del fascio

I Kaiserjäger (cacciatori dell’imperatore) vennero costituiti nel 1815 per volere dell’imperatore Fran-cesco I. Presso questa unità, contrariamente a quanto avveniva negli altri reggimenti imperiali, prestavano servizio militari reclutati nei territori alpini dell’impero, in particolare nella regione del Tirolo, che comprendeva i territori dell’odierno Tirolo settentrionale ed occidentale austriaci, del-l’Alto Adige, del Trentino e di parte della provincia di Belluno. Inizialmente furono chiamati Tiroler Jager, e solo in seguito per volere dell’imperatore e in suo onore, vennero denominati Tiroler Kaise-rjäger, un titolo conferito per l’attaccamento dimo-strato alla corona. Rinomata era infatti la fedeltà da sempre dimostrata dalla popolazione tirolese alla figura dell’imperatore, per cui i Kaiserjäger erano considerati, in uno stato che non aveva mai avuto una guardia del corpo combattente, il vero

reparto a difesa della figura del sovrano. Il nome dei Kaiserjäger è ancora oggi conosciuto e stimato ben oltre i confini della nostra terra; in questo corpo hanno prestato servizio innumerevoli nostri antenati, distintisi particolarmente sugli insangui-nati campi di battaglia del fronte russo durante la prima guerra mondiale. Ma anche altri luoghi, non distanti da noi, sono divenuti tristemente famosi per il sacrificio di queste truppe: Col di Lana, Pa-subio e Isonzo sono solo alcuni esempi.Molti furono i caduti, rimasti in terra straniera e mai più restituiti alla Patria ed alla famiglia: il loro numero supera i diecimila.È per questa serie di ragioni che Armando Orsin-gher, consigliere comunale a Borgo, propone di intitolare l’edificio attiguo al Municipio, attualmente conosciuto come “ex Casa del Fascio”, proprio ai Kaiserjäger.

CRONACHE

Una casa per i Kaiserjäger

gana, Istituto di istruzione Degasperi, Biblioteca comunale, Fondazione Trentina De Gasperi, Centro Studi De Gasperi. A tale proposito l’as-sessore Dalmaso ha sottolineato «l’importanza di un incontro e di una sinergia tra il mondo della scuola e il mondo della ricerca, tra la scuola e il territorio, su tematiche di interesse comune».Importante anche la sede, una scuola intitolata ad Alcide De Gasperi, che esprime in tal modo la sua vocazione di presidio culturale di un territorio, di luogo di ricerca e non solo di formazione.

BORGO. Importante convegno sul noto statista valsuganotto

Lo statista valsuganotto Alcide Degasperi.In alto, l’Istituto di istruzione “A. Degasperi” di Borgo

Un gruppo di Kaiserjäger

Page 59: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

59

Page 60: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

60

Non solo in banca

La nuova normativa prevede che servizi di pagamento e fi nanzia-menti possano essere offerti, oltre che dalle banche e dalle poste, anche da soggetti non bancari che però, per poter agire sul mercato, dovranno soddisfare i rigidi requi-siti richiesti dalla Banca d’Italia la quale vigilerà sul loro operato. Così le compagnie telefoniche, i grandi supermercati e chiunque disponga di una rete capillare di distribuzione, potranno trasfor-marsi in “payment institution”, la nuova categoria di intermediari muniti di passaporto europeo. Tale processo, accolto molto favorevolmente dall’ABI (As-sociazione Bancaria Italiana) consentirà di allargare il mercato e di innalzare la qualità dei servizi a favore dei consumatori.

Bonifi ci veloci

La direttiva stabilisce che i boni-fi ci bancari diventino più veloci, facendo sì che i cittadini pos-sano disporre del denaro entro un giorno dall’operazione. Le banche dovranno adeguarsi a questo standard entro il 2012, però alcuni istituti di credito già si stanno attrezzando in tal senso. La speranza, quindi, è che lo spirito di competitività tra gli operatori inneschi un processo virtuoso che permetta di concludere tale percorso ben prima dei tre anni concessi dalla legge.

“Cara” moneta addio

Rispetto alla media europea l’Italia appare molto arretrata per quanto riguarda i pagamenti elettronici con le varie carte (di credito, di debito, prepagate, re-volving...). Un gap che stride con la storia economica della nostra Penisola. Gli antichi Romani,

Rendere più semplici, veloci e sicuri i sistemi di pagamento, uniformare il mercato italiano alla media europea e ridurre i costi del sistema Italia. Questi gli obiettivi primari del decreto entrato in vigore il 1° marzo scorso, mediante il quale il nostro Paese ha recepito una direttiva europea che prevede, tra i vari punti, la comparsa di nuovi operatori extrabancari e nuovi strumenti per i pagamenti elettronici. Anche se la rivoluzione si completerà entro il 2012, è bene cominciare a familiarizzare subito con queste novità.

I NOSTRI SOLDI

ricordiamolo, furono tra i primi popoli a sostituire il baratto con il denaro contante, mentre la pri-ma banca del mondo fu fondata proprio in Italia, a Genova nel lontano 1406. Oggi però, anzi-ché mostrarci all’avanguardia, restiamo ancorati al passato e guardiamo con estrema diffi denza ai sistemi di pagamento innova-tivi. A tale proposito le statisti-

che sono impietose: in Europa, infatti, chi possiede una carta di credito in media la utilizza 56 volte all’anno. Noi, invece, la riesumiamo da qualche anfratto del portafoglio appena 23 volte nell’arco di dodici mesi. Meno della metà della media europea. E non è che ci manchino le carte. Sul territorio nazionale, secondo una recente indagine della Banca

d’Italia, circolerebbero circa 64 milioni di carte attive. Il proble-ma è che spesso non ci fi diamo, o magari ci sentiamo ridicoli a usare la carta per pochi spiccioli oppure talvolta gli esercenti non dispongono del POS. Peccato, perché oltre che ad essere molto sicura – nella peggiore delle ipo-tesi possiamo perdere i 150 euro della franchigia – la moneta elet-tronica consentirebbe un notevole risparmio al sistema Italia. Infatti uno studio della Banca d’Italia stima che la gestione del denaro contante - fra costi assicurativi, di sicurezza e di trasferimento - ogni anno fa “bruciare” 10 miliardi di euro, senza contare i costi sociali dovuti agli episodi di criminalità (furti, rapine, scippi) in qualche modo incentivati dall’eccessiva circolazione di denaro contante. Tutt’altro che secondario, infi ne, il fatto che la moneta elettroni-ca favorirebbe l’emersione del cosiddetto “nero”, stimabile nel 27% del nostro Prodotto Interno Lordo.

Nuove carte di credito

Per incentivare l'uso della moneta elettronica anziché il contante sono state introdotte le carte Co-Branded (rilasciate da isti-tuti fi nanziari in collaborazione con grandi marchi allo scopo di fi delizzare i clienti e offrire loro servizi aggiuntivi) e le carte Con-tact-Less che, funzionando con le onde radio, non devono essere “strisciate” ma solo avvicinate al POS, rendendo il pagamento molto più veloce.Non da ultimo la direttiva entra-ta in vigore il 1° marzo scorso interessa anche i conti correnti semplici, i conti correnti tasca-bili, i pagamenti per mezzo del telefonino e molte altre novità ancora con le quali dovremo ne-cessariamente iniziare a prendere confi denza. (j.g.)

Parte la rivoluzione

LA NOVITÀ. L’Italia ha adottato una direttiva europea in materia finanziaria

Denaro

Page 61: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

61

Page 62: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

62

gli sarebbe parsa certamente più facile in Italia che di formaggi tradizionali censiti dalle Regio-ni ne ha ben 460. A questi si aggiungono i 37 formaggi a de-nominazione di origine protetta (Dop) riconosciuti dall’Unione Europea dove però la Francia è in netto vantaggio con 45 riconosci-menti anche se, con oltre 400mila tonnellate, la produzione casearia italiana tutelata è in quantità qua-si il doppio di quella francese.

L’Italia batte la Francia anche nel "derby" del formaggio...

ALIMENTAZIONE

consumi di formaggi italiani Oltralpe hanno superato nel 2009 quelli dei formaggi francesi nel Belpaese. Un duro colpo per i francesi che non si erano ancora ripresi

dalla sconfitta subita ai mondiali di calcio del 2006...L’Italia conquista una storica vit-toria sulla Francia nel derby del gusto. Le esportazioni Oltralpe di formaggi Made in Italy, infatti, sono aumentate del 10 per cento, togliendo spazio sugli scaffali del paese forse più nazionalista a Ca-membert, Brie, Roquefort e alle altre specialità locali che, come ricordava Charles De Gaulle, sono i prodotti più rappresentativi della Francia. A renderlo noto è stata la Coldiretti, sottolineando che la sconfitta è resa ancora più amara dal crollo delle esportazio-ni di formaggi francesi in Italia con una riduzione media del 5 per cento, che sale al 7 per cento per il Brie, sulla base dei dati Istat relativi ai primi undici mesi del 2009.

Reggiano e il Grana Padano le cui esportazioni in quantità sono aumentate del 7 per cento e che si confermano i più apprezzati nel Paese transalpino.La sfida tra Italia e Francia nella produzione di formaggi ha radici lontane e se Charles De Gaulle si chiedeva come governare la Fran-cia che ha più formaggi che giorni nel calendario, la situazione non

Il formaggio in cifreFormaggi a denominazione di origine (Dop): 37Produzione formaggi a Dop: 400.000 tonnellatePercentuale di latte destinato dagli allevamenti a formaggi Dop: 45%.Fatturato al consumo formag-gi Dop: 3,9 miliardi di euro Formaggi tradizionali: 460 Fonte: Elaborazioni Coldiretti

Il risultato è stata una drastica inversione di tendenza: i consu-mi di formaggi italiani Oltralpe hanno superato nel 2009 quelli di formaggi francesi nel Belpaese. Se buone performance si sono avute per l’intera produzione ca-searia Made in Italy, un contributo determinante a vincere il match è venuto dai due formaggi simbolo del tricolore quali il Parmigiano

I

Page 63: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

63 IL CONSIGLIO DELL'ESPERTO

Idee di abbinamento vino/formaggio

63

I formaggi molli o freschi come lo stracchino, il Soffi o del La-gorai e la mozzarella vogliono un vino bianco secco con note di frutta matura e agrumi (Nosiola) da servire a 12°. Chi preferisce le bollicine può scegliere invece un prosecco, con sentori di renetta e fi ori di arancio.

Con il Fior Valsugana o con formaggi giovani è da preferire un rosso “pieno” con sentori di ciliegia e spezie (Marzemino). Per chi preferisce il bianco, questo deve avere sentori di mandorlo e fi ori di sambuco.

Per i formaggi semistagionati come l’Asiago fresco o il Lagorai, sono perfetti i vini bianchi con sentori di frutta matura e stecca di vaniglia, come il Traminer. Se il formaggio è piuttosto maturo, come l’asiago stagionato o il mezzano, un rosso corposo con pre-senza di tannino come il teroldego è l’abbinamento ideale.

Per i formaggi stagionati invece si consiglia un bianco aristocra-tico come il Chardonnay, che equilibra il gusto pieno dei formaggi stagionati.

Il gorgonzola piccante e altri formaggi blu scelgono sempre come contrappunto vini bianchi aromatici, liquorosi come L’Arele, o Torcolato con sentori di miele.

Il Grana Trentino, il Vezzena e altri formaggi da scaglia si sposano benissimo con spumanti come il Ferrari o il Müller Turgau brut.

Fabio Finco, amministratore di Casearia Monti Trentini

Page 64: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

64

È una speranza con-creta per la terapia dei tumori. Studiosi del gruppo di ricer-ca anglo-italiano RICG, Recombi-nant Immunotoxin

Collaborative Group, di cui fa parte anche l’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Con-siglio nazionale delle ricerche (Ibba-Cnr) di Milano, utiliz-zando le tecniche del DNA ricombinante hanno ottenuto l’espressione di molecole ibride che veicolano selettivamente l’attività tossica di saporina contro le cellule tumorali, uc-cidendole. I risultati sono stati illustrati su Faseb Journal, la rivista della Federazione ameri-cana di scienze sperimentali.«Le molecole ibride - spiega Aldo Ceriotti, dell’Ibba-Cnr di Milano - sono state create unendo saporina, una tossina vegetale identificata in origine nei semi di Saponaria officina-lis, a un frammento proteico che serve ad indirizzare la tossina verso le cellule tumorali. Quan-do la molecola ibrida entra nella cellula bersaglio, la sintesi delle

LA SCOPERTA. Nuovi scenari per combattere leucemie e linfomi

MEDICINA & SALUTE

Tossine vegetali contro i tumoriproteine si arresta e la cellula viene così eliminata».Il network RICG, con i suoi laboratori del Cnr di Milano, delle Università di Verona e dell’Aquila e del Southampton General Hospital, collabora dal 2005 - grazie al finanziamento dalla fondazione no profit ingle-se ‘Leukaemia Buster’ di David e Bee Flavell - per sviluppare

farmaci antileucemici basati su anticorpi ricombinanti, in grado di indirizzare le tossine contro le cellule leucemiche senza danneggiare quelle sane. «Un approccio molto diverso dalla chemioterapia convenzio-nale - prosegue Ceriotti - che il gruppo sta sviluppando contro par ticolar i t ipi di leucemie e linfomi, diffusi in età sia

Prevenire il tumore del collo dell'utero con un nuovo test per la ricerca del Papilloma virus (HPV). È questo l’ambizioso obiettivo che si pone un progetto sperimentale del Ministero della salute, avviato non a caso l’8 marzo scorso, festa della donna, a Trento nonché nelle città di Reggio Emilia e Torino.In Trentino saranno oltre 8 mila le donne, di età compresa tra i 35 e i 64 anni, invitate dall’unità operativa di anatomia patologica dell’ospedale S. Chiara di Trento a sottoporsi, oltre al normale pap test, anche a questo nuovo esame che, secondo quanto riferiscono recenti studi, si è dimostrato efficace nell’identificare precocemente le lesioni preneoplastiche del collo dell’utero.

La ricerca, di assoluta novità, potrebbe anticipare un futuro già prossimo: il test previsto è un test molecolare che potrebbe essere utilizzato al posto del classico pap test e che definisce me-glio gli aspetti relativi all’infezione da virus HPV contribuendo quindi a una migliore prevenzione. Alla luce dei risultati ottenuti si potranno inoltre individuare le eventuali strategie organizzative per poter offrire il nuovo test, in modo graduale, all’intera popolazione.Altra importante novità è la richiesta che verrà fatta alle donne di acconsentire a donare parte del materiale biologico prelevato, in spirito di so-lidarietà e con il vincolo di utilizzo solo per scopi di ricerca eticamente accettabile e senza fini di

lucro, nel totale rispetto della privacy. Lo studio del materiale prelevato contribuirà ad aumentare le conoscenze sui fattori all’origine del cancro e di altre malattie e sulla possibilità di prevenzione e cura con nuovi trattamenti.

Oltre 8 mila donne trentine chiamate per il nuovo esame

Tumore dell'utero: test sperimentale

adulta sia pediatrica. Analoghe ricerche negli Usa hanno già portato alla registrazione, da parte della Food and Drug Ad-ministration, di una molecola ibrida contenente la tossina difterica per il trattamento di T-linfomi».Già una decina d’anni fa alcu-ni ricercatori RICG avevano espresso una molecola di fusio-ne tra saporina e il dominio di legame ATF, in grado di legare recettori dell’urochinasi uma-na coinvolti nella metastasi di diversi tumori. «Purtroppo le proteine produttrici di tossine veicolate verso cellule tumorali erano in grado di uccidere anche le cellule eucariotiche usate per produrle» aggiunge Serena Fab-brini (Ibba-Cnr). «Oggi invece le nuove fusioni sono state pro-dotte con successo in cellule di lievito, utilizzando metodologie innovative: il microrganismo eucariote utilizzato, Pichia pa-storis, è un lievito che è stato già usato per esprimere numerose proteine con attività terapeuti-ca e che si presta a processi di fermentazione in larga scala con costi contenuti».

Saponaria officinalis

Trento, l'ospedale S. Chiara

Page 65: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

65

Page 66: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

66

La Pasqua, la più antica festività del calendario liturgi-co cristiano, molto probabilmente de-riva da un prece-dente rito pagano.

Un’usanza che si perde nella notte dei tempi, forse legata - vista la stagione – a una festa agricola contraddistinta da vari momenti, tra cui il sacrificio di un agnello, che poi veniva man-giato assieme a del pane azzimo, e l’offerta di alcune spighe come primizia.Anche il Natale, in fondo, ha origini pagane, tant’è vero che Sant’Agostino esortava i cri-stiani a celebrare il 25 dicembre come la festa di colui che aveva creato il sole e non come il Nata-

IL RITO. Sempre di domenica e mai la stessa data

USI E COSTUMI

Pasqua: la festa mobileLa maggior parte delle festività, civili o religiose che siano, cadono sempre nella medesima data e poco importa se il giorno è feriale. Si fa festa e basta. Perché mai, allora, la Pasqua si celebra sempre di domenica e la sua data cambia di anno in anno?

le del Sole Invitto, cioè la festa pagana istituita dall’imperatore Aureliano nel corso del III se-colo d.C.Ma pr ima di diventare una

festa cristiana, la Pasqua fu innanzitut to una r icorrenza ebraica - l’etimologia della pa-rola rimanda difatti al termine ebraico “pesah”, che significa “passare oltre” - e aveva lo sco-po di ricordare la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto, come viene narrato nell’Esodo, il secondo libro del-la Bibbia e del Pentateuco.Dopo la morte di Gesù il cri-stianesimo mutuò questa impor-tante festività originando però un fraintendimento di fondo. Alcuni, infatti, celebravano la festa di Pasqua per commemo-rare l’agnello di Dio che si era immolato per salvare l’umanità, vale a dire la Crocifissione del Messia avvenuta di venerdì, altri invece con la Pasqua inten-

devano ricordare la resurrezione di Cristo avvenuta tre giorni dopo la morte, ovvero di dome-nica. Alla fine prevalse proprio quest’ultima usanza.Tra il maggio e il luglio del 325 a Nicea ebbe luogo uno dei Concili più importanti nella storia della Chiesa. In quell’oc-casione, oltre alla condanna dell’arianesimo e la proclama-zione del credo niceno, si stabilì anche una regola per celebrare la Pasqua, che così divenne una festa mobile. Oggi, in base al calendario gre-goriano, la Pasqua si festeggia la domenica seguente il plenilunio successivo all’equinozio di pri-mavera, vale a dire in un perio-do compreso fra il 22 marzo e il 25 aprile. (j.g.)

Piero della Francesca, Resurrezione

Page 67: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

67

Di gallina, come im-porrebbe un’anti-ca tradizione, o di cioccolato, come richiedono i gusti moderni, l’uovo è da sempre uno

dei principali simboli legati al periodo della Pasqua.Difatti questa appare un’usan-za codificata e tramandata già cinquemila anni fa dai Persiani, i quali erano soliti festeggiare l’arrivo della primavera con lo scambio delle uova che, secondo un rito tuttora esistente, dovevano preservare dalle pestilenze e dalle carestie.Pure gli antichi Egizi, i Greci e i Cinesi adottarono la tradizione di scambiarsi le uova di gallina, molte volte decorate a mano, quale simbolo della rinascita della natura.Nel corso del Medioevo l’uovo divenne la rappresentazione di un’altra rinascita: quella dell’Uo-mo predicata dal Cristianesimo. Non stupisce, pertanto, scoprire che quando alla metà del XII

secolo Luigi VII rientrò a Parigi dopo la II crociata, per festeg-giarlo il capo dell’Abbazia di St. Germain des Près gli donò metà dei prodotti delle sue terre, inclu-se un gran numero di uova che furono poi dipinte e distribuite al popolo.Ben presto, però, le uova di gal-lina furono riservate alla servitù, mentre per le persone altolocate e gli appartenenti all’aristo-crazia si realizzarono uova d’oro, di platino o d’argento. Si narra, ad esempio, che sul finire del XIII secolo Edoardo I re d’Inghilterra in occasione della Pasqua avrebbe fatto costruire ben 450 uova ricoperte d’oro.Niente, però, in confronto a ciò che avrebbe realizzato sei secoli dopo l’orafo Peter Carl Fabergé che nel 1883 fu incaricato dallo zar di creare un capolavoro d’arte orafa. Un uovo in platino smaltato di bianco, contenente un altro uovo d’oro al cui interno erano stati posti due doni per la zarina Maria:

la riproduzione della corona imperiale e un pulcino d’oro. La tradizione del dono nell’uovo di cioccolato si sarebbe quindi originata proprio da questo episodio. (j.g.)

La tradizione delle uova di Pasqua

Uova, di gallinama non solo...Sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate o consu-mate in ricette tradizionali come “vovi e sparasi” in Veneto, “torta pasqualina” in Liguria, e “scarced-da” in Basilicata, le uova sono le protagoniste della Pasqua. Senza dimenticare, ovviamente, le tante “Feste degli ovi” che caratterizza-no le piazze di molti paesi della Valsugana dove questa tradizione è ancora molto seguita.Ma le uova non sono solo di gallina, esistono anche quelle di quaglia, di pernice, di tacchina, di papera e di anatra. Un classico da gustare, è il piccolo e delicato uovo di quaglia. Il suo sapore non è troppo lontano da quello dell’uo-vo di gallina, va bene per eleganti antipasti, si sposa benissimo con il tartufo ed è perfetto nei brodi di zuppe ricercate. L’uovo di perni-ce, invece, anch’esso di piccole dimensioni e dai particolari colori esterni, è una raffinatezza ancora più rara. In Spagna, viene servito caramellato, su apposito cuc-chiaino d’argento, come antipasto della casa. Le uova di tacchina poi sono ottime sia per particolari frittate che per impasti dolci. Le uova di papera, tacchina e anatra, infine, sono il cavallo di battaglia degli olandesi specialisti in piatti a base d’uovo, come le omelette a base di uova alternative.

USI E COSTUMI

Page 68: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

68 EVENTI

Un grande concorso fotografico con ricchi premi

Immagini delle nostre Valli

Benché da qualche anno le videori-prese siano entrate nelle nostre case in maniera sempre più prorom-pente, niente potrà mai eguagliare l’espressività e l’intensità di una fo-tografia, che ha il potere di cogliere l’attimo fuggente, di catturare un

frammento di vita e di consegnarlo all’eternità. Le immagini fotografiche ci consentono di ricordare i momenti più significativi e intensi della nostra vita, ma anche di documentare i luoghi in cui viviamo e che ci sono cari.È con questo intento, proseguendo nell’ottica della territorialità e del radicamento tra la propria gente, che il Centro Commerciale Le Valli di Borgo Val-sugana organizza la prima edizione del concorso fotografico denominato “Le Nostre Valli”.Il concorso, aperto a tutti i fotografi dilettanti, è a partecipazione gratuita e si suddivide in due categorie: Bianco/Nero e Colore.A ogni partecipante viene richiesto un lavoro esclusivamente fotografico (senza ausilio di software per fotoritocco) sul tema del concorso, ovvero immagini scattate a luoghi, panorami, dettagli di vallate facenti parte dei comprensori C2, C3, C4, e Feltrino.La selezione delle fotografie verrà effettuata da una giuria tecnica, appositamente nominata e il cui operato sarà insindacabile, che alla fine decreterà anche i vincitori delle due categorie. Particolarmente ricco il montepremi. Ai primi classificati di ogni sezione (colore e bianco/nero) andrà infatti un buono spesa di € 250,00 ciascuno,

i secondi classificati riceveranno un buono spesa di 150,00 euro, e i terzi classificati un buono spe-sa di € 100,00. Ai vincitori di questi premi sarà consegnata anche una targa ricordo.Le foto partecipanti al concorso verranno esposte con menzione dell’autore dal 2 al 30 maggio prossimi, nella galleria del Centro Commerciale Le Valli.La premiazione avverrà domenica 30 maggio, alle ore 17.00 sempre presso il Centro Commerciale Le Valli.Per partecipare occorre conse-gnare da un minimo di 2 ad un massimo di 4 stampe fotografi-che (formato cm 20 x 30 verti-cale o orizzontale) per categoria di concorso. È gradito anche un cd con i file in jpg o tiff ad alta risoluzione.Tutto il materiale dovrà per-venire entro il 28 aprile 2010, o essere consegnato a mano entro la stessa data prima delle ore 18.00, al seguente indirizzo: Centro Commerciale Le Valli, c/o GRUPPO PATERNO, via della Stazione 100, 38059 Villa Agnedo, TRENTO. c.a. dott.ssa Eliana Carlin. Tel. 0461/780204.Regolamento dettagliato sul sito del Centro Le Valli e presso le attività del Centro Commerciale.

Page 69: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

69

Page 70: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

70

Racconti, aneddoti, con-fessioni e riflessioni mes-se in scena dall’Associa-zione Teatrale Pistoiese. Con incursioni poetiche e musicali negli autori che, per affinità, si intrec-ciano con le esperienze

“confessate” e anche con il no-stro presente.Uno spettacolo di musica e pa-role per parlare dell’attualità, ma anche del pas-sato prossimo, prendendo in giro i nostri di-fetti, debolezze, meschinità.Giulio Scarpati si racconta e ci racconta, con

leggerezza e ironia, in un gioco che parte dal con-cetto di bontà, segno di-stintivo di un modo d’es-sere, ma anche etichetta e condanna a cui si è legati a vita, in un ribaltamento tragico in cui la bontà da valore si trasforma

in “marchio d’infamia”. Attraverso i diversi re-gistri dell’ironia, della poesia e della passione, il discorso parlato si in-treccia con la musica, con le canzoni più amate, duetti e scherzi musicali, filmati, proiezioni, brani poetici e racconti, da Gozzano a Jovanotti, da Gaber a Dostojeski. In scena, con Giulio Scar-pati, un musicista che lo accompagnerà e con cui potrà interagire e duettare e, come sfondo ed elemento scenografi-co, un grande schermo per filmati, proiezioni, giochi di luce.

Pergine, Teatro Don Bosco, 12 aprile 2010,

ore 20.45

Mi chiamo Paolo Domenico, porto navi in cima ai monti. Una storia di poteri, guerra, ambizioni, eserciti che si muovono. È una storia di ieri ma racconta di oggi. Con Paolo Domeni-co Malvinni e Sabrina Simonetto.Piedicastello, Teatro Portland, Via Papiria 6, 18 aprile 2010,ore 21.00.

Ultimo giorno di scuola e tempo di scrutini in un istituto tecnico alla periferia romana. Il consiglio di classe si riunisce per dibattere sul destino di una classe irrequieta e bizzarra, dove spicca la presenza imbarazzante di un allievo che, a causa del suo comportamento, dividerà i giudizi dei professori.Il dibattito diventerà fatale pretesto per scatenare accuse, recriminazioni, rese dei conti derivanti da gelosie e rancori pregressi. Ma, tra meschinità e pettegolezzi, vi sarà anche spazio per la nascita di un amore fra due insegnanti.Così torna in scena la fortunata commedia dell’ex-professore Domenico Starnone, che ha avuto anche una trasposizione cinematografica, e continua ad essere una esilarante e feroce occasione di rifles-

sione sulle problematiche vecchie e nuove della scuola: dalla demotivazione dei professori, che talvolta sfiora anche l’ignoranza, alle piccole forme di corruzione, dal malcostume studentesco agli equilibrismi del corpo insegnante fatto di doppila-voristi... Ma se la scuola soffre di molti mali, se ne può anche ridere, e davvero di gusto: il cinismo con cui Sottobanco affronta un così delicato argomento crea fatalmente situazioni di esilarante fraintendi-mento, trasformando lo spaccato di un’istituzione sull’orlo della crisi in una narrazione che corre sul filo continuo della risata.

Pergine, Teatro Don Bosco, 21 aprile 2010, ore 20.45

Troppo buono...

TEATRO

PERGINE. Un’immagine della scuola nel nostro Paese

Ultimo giorno... Sottobanco

Il racconto, partendo dalla Prima Guerra Mondiale, arriva alle guerre dei giorni nostri, attraverso episodi - tutti storicamente documentati - em-blematici della stupidità della guerra. Alla Storia si uniscono le storie di un marine, che parla toscano. Una critica ragionata e ironica della guerra e delle sue conseguenze.

Trento, Teatro Cuminetti, Via S. Croce 67,14 aprile 2010, ore 14.30.

La Compagnia degli equilibristi (Milano) presenta il progetto Working Class Zero che vuole fotografare la precarietà dei trentenni, la generazione che non cresce, i Mucciniani dell’ultimo bacio, quelli che hanno come ultima ideologia rimasta quella del viaggio, della fuga.

Trento, Teatro Cuminetti, 15 aprile 2010, ore 21.00.

TRENTO TRENTOStupidorisiko Working Class Zero

PIEDICASTELLOMi chiamo Paolo Domenico...

PERGINE. Quando la bontà non è più un valore

Gaia De Laurentiis

Pazzo d’amore e pazzo per l’amore, orgogliosamente libero e tremendamente solo contro tutti, gentile e gagliof-fo, romantico e stratega tale da architettare un’intera vita all’ombra del rivale in amore: è Cirano, l’eroe dal naso esa-gerato e dalla penna facile. Con le parole di Guccini, invita ancora oggi gli ipocriti al duello: «Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto, infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perché con questa spada vi uccido quando voglio…». Sono ragazzi a metterlo in scena, ma con tutta la passio-ne dell’adolescenza: in fondo appartiene così bene a quel-l’età magica il folle idealismo e la dubbiosa autostima per il proprio aspetto fisico, il desi-

derio profondo di rivoluzione e l’amore per la libertà. Alle età successive appartiene in-vece la grigia rinuncia contro la quale combatte Cirano, fino allo stremo, a colpi di poesia e d’alata immaginazione.

Trento, Teatro San Marco, Via S. Bernardino 8,

10 aprile 2010, ore 20.45

Cirano, pazzo d’amoreTRENTO. In scena il celebre eroe di Rostand

Un momento di Cirano

Mario Spallino

L'attore Giulio Scarpati

Page 71: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

71

Page 72: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

72

Vittorio Fabris, autore di una nuova guida artistica della Val-sugana Orientale e del Tesino, già da una decina d’anni si occupa con pas-

sione di questo territorio, al quale ha dedicato alcune significative pubblicazioni. Basterà ricordare Alla scoperta del Borgo, la prima approfondita descrizione storica e artistica di Borgo Valsugana,

EDITORIA. Nuova opera di Vittorio Fabris

CULTURA

Nuova guida della Valsugana OrientaleIn passato alla Valsugana Orientale sono state dedicate varie pubblicazioni che in alcuni casi hanno lasciato un segno e che hanno descritto un’epoca. Sarà sicuramente così per la nuova opera di Vittorio Fabris, che da anni si occupa di questo territorio, intitolata “La Valsugana Orientale”: parte prima: i paesi a destra del torrente Maso (Decanato di Borgo).

pubblicata nel 2004; inoltre, edita nel 2007, la monografia Quando il Santo sì fermava a Grigno dedi-cata alle chiese di quel comune.Ha poi curato due mostre che hanno fatto conoscere altri aspet-ti poco noti o trascurati delle vicende artistiche locali, con particolare riferimento alla opere di soggetto religioso: La bottega dei Fiorentini. Una dinastia di pittori nella Valsugana del Sei-cento (2007); Arte e decozione in

Valsugana (2008). La diretta conoscenza del terri-torio, nel quale vive e opera, ma-turata in lunghi anni, unita a uno spiccato spirito di osservazione, consentono ora a Vittorio Fabris di offrire un’esauriente e aggior-nata descrizione del patrimonio d’arte della Valsugana orientale, articolala in due volumi. Il primo comprende il territorio del decanato di Borgo, da Nova-ledo fino a Carzano; il secondo è

dedicato al decanato di Strigno, vale a dire alla parte della valle da Scurelle a Tezze, inclusa la conca del Tesino; quest’ultimo uscirà nel corso del prossimo anno.È un lavoro prezioso che va ben oltre la documentazione delle opere d’arte e si estende a una accurata descrizione dell’am-biente storico, dei centri abitati, sia di quelli importanti che di quelli periferici, con un’atten-zione costante rivolta anche alle testimonianze culturali e storiche minori (edicole sacre, dipinti murali, sculture lignee d’epoca relativamente recente, fontane, rustici,..). Attenzione quanto mai feconda poiché si traduce in una vera e propria mappa dei beni cul-turali, attraverso una documen-tazione puntigliosa dei segni del passato: segni che giorno dopo giorno, sono sempre più esposti al rischio dell’emarginazione, del fraintendimento e della perdita.Si avverte, forte, l’amore per il territorio e per la sua storia: un modo di essere e di sentire che ha la sua radice in un atteggiamento spirituale non molto distante, in tondo, da quello che ispirò ad Aldo Gorfer la sua straordinaria guida delle Valli del Trentino. Il testo di Vittorio Fabris è un invito a percorrere - ma con la giusta lentezza - le terre e i paesi della Valsugana, a conoscerla nelle sue pieghe, a cogliere ciò che facil-mente sfugge; ad avvicinarsi al territorio con curiosità partecipe e con rispetto. Quel rispetto per l’ambiente e per la storia, quel saper vedere e apprezzare il bello e l’insolito che tendono pericolo-samente a venir meno, anche in questa parte del Trentino.

Ezio Chini

Borgo Valsugana, veduta di Castel Telvana

Page 73: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

73

Page 74: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

74

Una natura stupida, oscena e sb a -gliata». Questa è la con-

clusione cui si arriva di fronte alla toccante rifl essione per immagini del regista tede-sco, lacerante docu-dramma che ripercorre le tredici estati (dal 1990 al 2003) trascor-se in Alaska dall’americano Timothy Treadwell, ecologista animato dall’os-sessione di proteggere dai bracconieri una comunità di orsi grizzly. Dal 1999 al 2003 portò con sé due telecamere con le quali realizzò più di 100 ore di fi lmati che documentano la sua convivenza con gli orsi (ad ognuno di essi aveva assegnato un nome).Alternando estratti da quel «fi lm di estasi umana e di cupo tumulto inte-riore» (come l’ha defi nito il regista)

realizzato da Treadwell stes-so, suggestive riprese natura-listiche e interviste realizzate a parenti e amici di Tim, la pellicola va a costruire una drammatica parabola esistenziale sull’utopico sogno dell’Uomo di poter dominare, seppur benevolmente, una Natura atavicamen-te spietata e violenta. Riecheggiando quella di tanti travagliati eroi solitari del cinema di Herzog, la storia di Tim si conclude infatti tragicamente con il brutale attacco da parte di un grizzly all’uomo e alla fi danzata Amie Hugue-nard, quell’estate al suo fi anco. Attacco registrato dal microfono della videoca-mera di Tim, testimone esclusivamente sonora di una tragedia annunciata.Il regista tedesco ribadisce così la sua pessimistica visione del mondo della natura, restituendoci allo stesso tempo tutta l’innocenza e la spontaneità di uno spirito umano ingenuo e vitale. «Nel gi-

rato di Treadwell ho scoperto una storia di folgorante bellezza e profondità. È un fi lm di estasi e cupi tormenti interiori. Come se in lui ci fosse il desiderio di abbandonare la propria umanità e di diventare tutt’uno con gli orsi» dice ancora Herzog.Sembra che in quella storia il regista veda se stesso e la sua fi losofi a di ci-neasta e, interrogandosi, chieda allo spettatore di rifl ettere sul cinema e sui suoi limiti.

RegiaWerner Herzog2005

HHH

CINEMA

Una nuova versione animata (con la tecnica del performance-captu-re e riprese live-action) della storia di “Alice nel paese delle meraviglie” fi rmata stavolta dal go-tico Tim Burton. La classica storia di Lewis Carroll, pubbli-cata per la prima volta nel 1865 e poi traspo-sta su grande schermo prima da Norman Z. McLeod nel 1933 e poi - in versione animata - da Walt Disney nel 1951, rivivrà in una versione

tecnologicamente avanzata, originale e personalissima diretta dal maestro del-l’animazione dark.Alice ha diciassette anni e scappa da un party altezzoso e segue il Bianconiglio giù

per il buco, che la riporta nuovamente al Paese delle Meraviglie. Il Bianconiglio è convinto di avere la ra-gazza giusta, quella che ha visitato il magico mondo dieci anni prima. Ma Alice non si ricorda la sua visita precedente nel Paese delle Meraviglie, le cui creature sono pronte per una rivolta e sperano e aspettano che Alice li aiuti. Ma lei vorrà farlo? Lo potrà fare?

Teatro Parrocchiale di Tezze di Grigno,

11 aprile 2010, ore 20.30

ALVIN SUPERSTAR 2Tezze, Teatro Parrocchiale6 aprile, ore 16.00

RACCONTI DELL’ETÀ DELL’OROBorgo, Auditorium,7 aprile ore 21.00

APPUNTAMENTO CON L’AMOREBorgo, Auditorium11 aprile, ore 21.00

ALICE IN WONDERLANDTeatro Parrocchiale di Tezze

PERGINE. La storia vera dell’ecologista Timothy Treadwell

GRIZZLY MAN

Venerdì 16 aprile

Pergine, Teatro don Bosco,

ore 20.45

PERGINE. La storia vera dell’ecologista Timothy Treadwell

UNA STORIA DI FOLGORANTE BELLEZZA E PROFONDITÀ, DOMINATA DAL DESIDERIO DI TIM DI ABBANDONARE LA PROPRIA UMANITÀ E DI DIVENTARE UN TUTT’UNO CON GLI ORSI. FINO AL TRAGICO EPILOGO...

Page 75: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

75

Allora Tony, com’è nata l’idea di questo tuo libro?«L’idea è di mia fi glia Cristiana. Negli anni ‘60 il mio manager era un fotografo e abbiamo fatto una marea di fotografie e co-pertine per le riviste dell’epoca. Abbiamo impiegato due anni nel metterle in ordine e catalogarle, ma ne è valsa la pena. Ci tengo tantissimo a questo lavoro, dischi ne ho fatti tanti, libri uno, una cosa mia e attraverso le immagini della mia vita racconto non solo la mia carriera, ma la storia del nostro paese e i cambiamenti della società».

Spesso gli artisti hanno un po’ di ritrosia nell’aprirsi al pub-blico e descrivere la propria vita privata...«Ho raccontato con semplicità e passione, Giuliana, mia moglie

IMMAGINI DELLA MIA VITA

Immagini della mia vita è il titolo del libro, l’unico, scritto da Little Tony, contenente più di 500 fotografie che ripercorrono i primi 50 anni della carriera del grande artista, dall’infanzia, al debutto alla tv inglese, ai festival di Sanremo, ai film, alla vita privata.

IMMAGINI DELLA MIA VITA

LITTLETONY

SETTE NOTE

di Giuseppe Facchini

morta a 53 anni, l’unico amore della mia vita, la nascita di mia fi glia Cristiana e i suoi tre bambi-ni, tutto con serietà e tranquillità. Una vita con grandi successi e grandi tragedie. Il libro è un regalo ai fan, a tutti quelli che mi hanno seguito in questi anni. Ai miei genitori, ai miei fratelli e Giuliana e Cristiana ho dedicato i capitoli più importanti».

Tua fi glia oltre ad essere nata il tuo stesso giorno ti accompa-gna in tutti gli spettacoli come corista.«Da quando aveva 13 anni, mi seguiva sempre, un giorno la presentatrice stava male, le ho detto “perché non presenti tu?”, una crisi di pianto e poi ho sen-tito una vocina che presentava “Signori e signore inizia il Little Tony show”».

Chissà quanti aneddoti potresti raccontare...«Non è il solito libro che raccon-ta tutta la vita, sono tantissime fotografi e e qualche episodio im-portante e curioso: l’incontro con l’ingegner Ferrari e con Salvador Dalì, la prima volta negli Stati Uniti, la disavventura alle cinque di mattina con una barchetta di 3 metri in mezzo al mare dove ho ri-schiato la vita per andare a trovare una ragazza che mi piaceva». Quando ti guardi indietro cosa provi?«Un sogno, un’avventura, è passa-to tutto molto velocemente, tour, dischi, festival, fi lm, concerti, dal ‘70 al ‘90 gli anni sono volati, non ho fatto mai una vacanza. Nei pri-mi dieci anni ho messo le basi di tutta la mia carriera lunghissima e che è durata più di 50 anni e sono onorato di aver festeggiato questo traguardo con i giovani a Sanremo e in gara». A Sanremo hai legato i tuoi più grandi successi, il Festival è or-mai diventato un talent-show?«Penso che vi sono giovani validi e di talento; la prima volta che sono stato a Sanremo nel ‘61 con Celen-tano avevo 20 anni, abbiamo porta-to il rock ‘n roll di 24.000 baci, ma quell’anno ha vinto un melodico come Luciano Taioli. Sanremo dovrebbe accontentare un po’ tutti,

artisti giovani e anziani possono convivere tranquillamente. Se ci sono cantanti della vecchia guar-dia con canzoni valide, devono poter essere presenti e in fi nale, perché quella musica funziona anche all’estero. Diffi cilmente i giovani talenti lo potranno fare. Se facciamo canzoni mediterra-nee, cantabili, possiamo vendere in tanti paesi esteri. Sarei felice lo facessero.

Hai avuto grandi amicizie?«I migliori amici sono quelli dell’infanzia, quelli del baretto a Roma, poi ho fatto di tutto, ho preso tremila aeroplani, una vita intensa, il tempo per le amicizie era poco, anche nel mio ambien-te. Ero grande amico di Mino Reitano...».

Come sei cambiato?«Non sono cambiato. Il successo e il denaro non mi hanno mai toccato. Sono curioso, ho fatto i miei sbagli, dovrei vivere due volte, avere trent’anni e la testa di oggi. Voglio però ringraziare con tutto il mio cuore il pubblico italiano. Non ho mai avuto ap-poggi politici e imprenditoriali, tutto quello che ho fatto l’ho fatto da me. Se resisto ancora dopo 50 anni, lo devo a loro. Spero tanto che questo libro che ho fatto con cura e passione possa piacere a tutti».

Page 76: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

76

CENTA SAN NICOLÒ

Gruppo Anziani: una risorsa per il paese Egregio direttore, pensi, una trentina di frazioni sparse sul versante orientale della Vigolana, fra-zioni lontane fra loro, abitate principalmen-te da pensionati. Ep-pure anche lì vive e opera un’associa-zione di volontari il cui obbiettivo è far incontrare il maggior numero di persone per dialogare sì di argomenti leggeri, ma anche per esplorare e far conoscere momenti di vissuti un po’ lontani nel tempo, ma mai completamente dimenticati. Da pochi anni è uscito il lavoro “Voci dal mondo dell’emigrazione”, una raccolta di testimonianze di persone che hanno vissuto in prima persona il problema dell’emigrazione nel centro Europa e/o oltre Oceano nelle Americhe e in Australia.Settembre 2009, in occasione dei 150 anni di presenza della Chiesa Parrocchiale, altro momento per far conoscere le radici della nostra storia, presentando le varie fasi della costruzione della chiesa e i molteplici interventi per renderla sempre più accogliente e in linea con i tempi. Chi arriva a Centa San Nicolò non può fare a meno di ammirare l’imponente mole della Parrocchia, posta su una balconata con vista sull’intera Valsugana, ma è doveroso anche che conosca la natura della popolazione: gente semplice, onesta, laboriosa... Comunità da cui sono usciti molti religiosi e religiose che hanno portato in tutto il mondo la “Buona Novella”. Alla riuscita delle due pubblicazioni tutto il Gruppo Pensionati e Anziani ha contribuito fornendo alla coordinatrice, maestra Agnese, testimonianze, racconti, documenti e fotografi e.A parte i suddetti lavori straordinari, il Gruppo s’industria ad organizzare annualmente qualche uscita “culturale” di un’intera giornata; non manca in febbraio di onorare i Santi Patroni Simeo-ne ed Anna, con una celebrazione religiosa al mattino, a seguire pranzo e allegria fi no al tardo pomeriggio.Quest’anno poi una novità: molti amici venuti da tutti i masi si sono ritrovati nella nostra sede a festeggiare il giovedì grasso. Gli ingredienti c’erano tutti: una bella sala addobbata per l’occasione; una ricca tombola; la cena preparata in loco dalle nostre brave cuoche e non mancava le allegre scenette della Beppina.Momenti di intrattenimento a parte, Pensionati e Anziani si rendono utili durante tutto l’anno curando il decoro della Parrocchiale con le pulizie, il rinnovo dei fi ori e quant’altro si renda necessario. Nel periodo natalizio s’industriano ad allestire il presepio posto a lato della scaletta con pezzi da loro stessi costruiti utilizzando materiali presenti in casa.Caro direttore, a ben pensarci questi signori, grazie alla loro dispo-nibilità per certi lavoretti, rappresentano per il paese una ricchezza da non sottovalutare. Non crede?Agnese Agostini

Gentilissima signora Agnese, ben volentieri pubblico questa Sua sentita lettera per ringraziare Lei, nonché il Gruppo Pensionati e Anziani di Centa S. Nicolò per ciò che quotidia-namente fate a benefi cio delle vostre comunità e, soprattutto, delle nuove generazioni.Spesso siamo abituati a credere che la cultura si apprenda soltanto dai libri, ma i “nonni”, con la loro storia di vita, rap-presentano una enciclopedia vivente di valore ineguagliabile, da cui tutti dovremmo continuamente attingere. Purtroppo spesso ce ne rendiamo conto soltanto quando vengono a mancare e nello scaffale della nostra libreria vir-tuale si crea quel vuoto che nessuno potrà mai più colmare. Continuate così...Johnny Gadler

relazione educativa” invitano ad una “pedagogia dolce”, a provare ad ascol-tare gli appelli dei fi gli che invocano; «la costrizione non è un metodo» vi scrive Fortin, «l’autorità reprime, uc-cide, porta all’insicurezza esistenziale, riduce lo spazio di libertà interiore» vi scrive Pelicon.Infi ne dalla pedagogia alla pediatria. Dino Pedrotti, pediatra e neonatologo trentino, ha di recente pubblicato “A scuola dai bambini. Suggestioni e provocazioni di un pediatra”, in cui si ripetono ancora una volta queste stes-se idee, che abbiamo visto venire da molto lontano. È necessario prestare attenzione ai bisogni dei più piccoli.

Ma la nostra non è certo una società “a misura di bambino”, che è invece basata e attenta più alle esigenze degli adulti che a quelle dei cuccioli umani. In questo nostro mondo disordinato in vari ambiti non si tiene conto delle necessità dei più piccoli. E così il pediatra, in linea con l’insegnamento religioso e pedagogico descritti prima, suggerisce ancora una volta di «lavora-re sull’essere più debole, considerarlo come il punto di partenza essenziale, la leva che solleverà il mondo, l’unico in grado di farci uscire dal labirinto e di farci ritrovare la strada». Un ultimo rilievo del pediatra: quello di fermarci ad ascoltare ciò che questi nostri bam-bini ci possono insegnare. Concludo con un mio ricordo, di avere letto, a dedica su una rivista scientifi -ca, una citazione dei numerosi libri del russo Fedor Mikhaìlovitch Dostoie-vski: «se avete un problema, chiedete aiuto a un bambino, lui saprà risolver-lo, con la libertà e la fantasia».

Dott.ssa Luisa BortolottiAssociazione dei Pedagogisti e degli Educatori italiani

LETTERE AL DIRETTORE

«La tenerezza e l’insegnamento di Gesù, che considerò i bambini un modello da imitare per entrare nel regno di Dio, hanno sempre costituito un appello pressante a nutrire nei loro confronti profondo rispetto e premura» ha detto recentemente papa Ratzinger. Poi ha ricordato anche «le dure parole di Gesù contro chi scandalizza uno di questi piccoli», parole «che impegnano tutti a non abbassare mai il livello di guardia di tale rispetto e amore». Chi ha mancato di rispetto ai bambini, ha esercitato violenza su di loro, violato la loro dignità e i loro diritti, è da deplorare e condannare. Ed ognuno potrebbe adoperarsi per raggiungere questo obiettivo.In linea con questo antico insegna-mento di Gesù si è mossa più volte anche la pedagogia, ad esempio, si può forse dire, nel caso della scuola attiva (fondata nel lontano 1980) con lo scopo di creare una scuola centrata sui reali bisogni del bambino, che mirasse al suo sviluppo integrale e al suo coinvol-gimento nel processo educativo.Ogni buona attività in questo ambito si ispira alle buone idee avute da altri; in questo caso ci si è riferiti soprattutto all’americano John Dewey, la cui for-mazione ha risentito in maniera deter-minante dei fondatori del pragmatismo. È il principio del “puerocentrismo”, che mette al centro dell’attenzione i bisogni, le esigenze, le richieste dei piccoli interlocutori, ovviamente tutti portatori di proprie scelte e preferenze. Ogni individuo, anche nell’infanzia e fanciullezza, manifesta in modo chiaro caratteristiche e interessi propri che tutti hanno il dovere di rispettare.Anche gli autori della recente pubbli-cazione “Accoglienza e autorità nella

Le lettere possono essere inviate a: Redazione "La Finestra"Viale IV Novembre 1238051 Borgo Valsugana (TN)Tel. 0461.752622Fax 0461.756833

[email protected]

DALLA PARTEDEI BAMBINI

Il Gruppo Anziani di Centa San Nicolò

Bambini delle elementari

Page 77: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

77

Page 78: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

78

a cura di Fabrizio Todaro

La ricettadi aprile

Cucina Immaginiper

CHEESECAKE CON YOGURT GRECO E FRUTTI DI BOSCO

20 minuti+frigo* facile

INGREDIENTIPER 6 PERSONE

• 500 gr yogurt greco intero• 200 ml panna da montare• 3 cucchiai zucchero a velo• 1 cucchiaio succo di limone• 6 fogli colla di pesce (gelatina)

• 250 gr biscotti secchi• 1 cucchiaio zucchero• 80 gr burro• salsa dolce ai frutti bosco• mirtilli e lamponi per guarnire

DOLCI. Una ricetta senza cottura, facile e adatta anche ai principianti dei fornelli

1 2 3 4

5 6 7 8

9

Il cheesecake (torta al formaggio) è un dolce tipico della tradizione americana, per la precisione di New York. È una torta preparata con crema fresca di formaggio (tipo philadelphia), e pare nasca nell’antica Grecia come alimento energetico per gli atleti. Noi abbiamo sostituito il formaggio con lo yogurt greco intero, che è altrettanto denso e cre-moso. È un dolce velocissimo da preparare (perchè senza cottura), va solo tenuto qualche ora in frigorifero a rassodare.

10 11 12

In una ciotola sbriciolare i biscotti In un pentolino sciogliere il burro. Nel frattem-po mettere i fogli di colla di pesce in ammollo in una tazza d'acqua fredda

Mescolare i biscotti col burro sciolto e un cucchiaio di zucchero

Foderare una tortiera con della pellicola tra-sparente e riempire il fondo col composto di biscotti, compattandolo bene con le mani

Lavorare lo yogurt greco con lo zucchero a velo e un cucchiaio di succo di limone

A parte montare la panna Unire la panna allo yogurt, mescolando delicatamente

In un pentolino sciogliere per pochi secondi la colla di pesce, precedentemente ammollata in acqua, facendo attenzione a non farla bollire

Aggiungere la colla di pesce al composto di yogurt e panna montata

Trasferire il composto nella tortiera foderata di pellicola e riporre in frigorifero a solidifi care per 2/3 ore

Ritirare dal frigorifero e ricoprire la super-fi cie della torta con la salsa dolce di frutti di bosco

Guarnire con mirtilli, lamponi o fragoline di bosco prima di togliere la torta dalla tortiera e servire

Page 79: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

79

CHEESECAKE CON YOGURT GRECO E FRUTTI DI BOSCO

Page 80: La Finestra aprile 2010

Apr

ile 2

010

80