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OLTRE 1.400 gli studenti degli istituti tecnici che hanno partecipato alla ‘Giornata dell’Orientamento’ scoprendo la ‘vita quotidiana’ nelle aziende del territorio. Tra gli appuntamenti anche un faccia a faccia col comico Dario Vergassola. AL SALONE Internazionale dell’Automobile, che si terrà in Fiera dal 4 al 12 dicembre, spazio alla mobilità verde, con la possibilità di guidare, in una pista ad hoc, tutte le ultime novità sotto il profilo dei veicoli più innovativi ad alimentazione elettrica. SFIDE Laricchezza del capitale umano APPUNTAMENTO IN FIERA Il Motor Show sarà elettrico L’INIZIATIVA Giovani in azienda CONVEGNO sotto le Due Torri promosso da Enel per stilare una lista delle imprese interessate a essere coinvolte nel programma nazionale. Il professor Paolo Vestrucci dell’Alma Mater: «Le nostre imprese hanno competenze e capacità per essere in prima fila in questa ‘rinascita’». G LI uomini d’impresa da sempre dedicano tempo e attenzione all’orientamento ed all’incontro tra il mondo dell’industria e i giovani. Chi opera guidato dalla cultura del ‘fare’ sa che favorire nelle nuove generazioni la consapevolezza del grande patrimonio di conoscenza e di progettualità che l’industria raccoglie, e le opportunità professionali che offre, è un investimento. Un tessuto industriale determinato a cogliere la ripresa, infatti, che vuole puntare sulla ricerca ed innovare i propri prodotti, la propria organizzazione e la propria capacità di internazionalizzarsi e di penetrare sui nuovi mercati, deve investire in capitale umano. I collaboratori preparati sono un ‘valore aggiunto’ essenziale per le imprese, in particolare per quelle ad alta specializzazione. Con questo spirito Unindustria Bologna ha dato vita alla terza edizione della Giornata dell’Orientamento, di cui si parla anche su questo numero di Next: un’iniziativa che ha coinvolto 1400 studenti di 14 istituti tecnici, che hanno visitato e conosciuto dall’interno la realtà di 16 imprese del territorio. E’ stata un’occasione preziosa per riflettere insieme sul futuro professionale, sulle competenze dei giovani e sulla necessità che l’istruzione nel nostro territorio valorizzi la cultura tecnica e scientifica. Per una società come la nostra, un sistema educativo che consenta ai giovani di affrontare il mercato del lavoro con le carte migliori deve essere una priorità. Per questo, occorre che tale sistema educativo stimoli i giovani a pensare innovativo, a cogliere la ricchezza di opportunità del territorio in cui hanno la fortuna di vivere, ed anche a riscoprire la passione per competenze e professionalità che hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita e nello sviluppo della collettività. * Direttore generale di Unindustria Bologna di CESARE BERNINI A PAGINA 5 CACCIAAFORNITORIPERLACOSTRUZIONEDELLECENTRALI Il nucleare cerca alleati A PAGINA 7 A PAGINA 5 Anno 3 - Numero 10 Novembre 2010 www.agrimaster.it

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OLTRE 1.400 glistudenti degliistituti tecnici chehanno partecipatoalla ‘Giornatadell’Orientamento’scoprendo la ‘vitaquotidiana’ nelleaziende del territorio.Tra gli appuntamentianche un faccia a facciacol comico DarioVergassola.

AL SALONEInternazionaledell’Automobile,che si terrà inFiera dal 4 al 12

dicembre, spazioalla mobilità verde,con la possibilità diguidare, in una pistaad hoc, tutte leultime novità sotto ilprofilo dei veicoli più innovativi ad alimentazioneelettrica.

SFIDE

La ricchezzadel capitale umano

APPUNTAMENTO IN FIERA

Il Motor Showsarà elettrico

L’INIZIATIVA

Giovaniin azienda

CONVEGNO sotto le DueTorri promosso da Enel perstilare una lista delleimprese interessate aessere coinvolte nelprogramma nazionale. Ilprofessor Paolo Vestruccidell’Alma Mater: «Le nostreimprese hanno competenzee capacità per essere inprima fila in questa‘rinascita’».

GLI uomini d’impresa dasempre dedicano tempo eattenzioneall’orientamento ed

all’incontro tra il mondodell’industria e i giovani. Chi operaguidato dalla cultura del ‘fare’ sache favorire nelle nuovegenerazioni la consapevolezza delgrande patrimonio di conoscenza edi progettualità che l’industriaraccoglie, e le opportunitàprofessionali che offre, è uninvestimento. Un tessutoindustriale determinato a coglierela ripresa, infatti, che vuolepuntare sulla ricerca ed innovare ipropri prodotti, la propriaorganizzazione e la propriacapacità di internazionalizzarsi edi penetrare sui nuovi mercati, deveinvestire in capitale umano. Icollaboratori preparati sono un‘valore aggiunto’ essenziale per leimprese, in particolare per quelle adalta specializzazione.Con questo spirito UnindustriaBologna ha dato vita alla terzaedizione della Giornatadell’Orientamento, di cui si parlaanche su questo numero di Next:un’iniziativa che ha coinvolto1400 studenti di 14 istituti tecnici,che hanno visitato e conosciutodall’interno la realtà di 16 impresedel territorio. E’ stata un’occasionepreziosa per riflettere insieme sulfuturo professionale, sullecompetenze dei giovani e sullanecessità che l’istruzione nel nostroterritorio valorizzi la culturatecnica e scientifica. Per unasocietà come la nostra, un sistemaeducativo che consenta ai giovanidi affrontare il mercato del lavorocon le carte migliori deve essere unapriorità. Per questo, occorre che talesistema educativo stimoli i giovania pensare innovativo, a cogliere laricchezza di opportunità delterritorio in cui hanno la fortuna divivere, ed anche a riscoprire lapassione per competenze eprofessionalità che hanno avuto unruolo fondamentale nella vita enello sviluppo della collettività.

* Direttore generaledi Unindustria Bologna

di CESAREBERNINI

A PAGINA 5

CACCIA A FORNITORI PER LA COSTRUZIONE DELLE CENTRALI

Il nucleare cerca alleati

A PAGINA 7

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Anno 3 - Numero 10Novembre 2010

www.agrimaster.it

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ANCHE L’ATENEO STUDIALE RETI DI UNINDUSTRIA

FORZA E PUNTANO A NUOVI MERCATI

all’estero

IL REGISTA DEL PATTO, MARCO GASPARRI

«Lavorando insiemesi offrono ai clienti

prodotti chiavi in mano»

ECCO IMOLA FA, OTTO IMPRESE AGGREGANO I PUNTI DI

Uniti per sfondare

E’ STATO PREMIATO DALLA WIPO

Gino Rappariniinventore dell’anno

NEL FRATTEMPO, Unindustria Bologna sale in cattedra all’Alma MaterStudiorum. E insegna ai futuri esperti di Diritto commerciale internaziona-

le, ora ancora sui banchi della Facoltà di Economia, come e perché è natal’esperienza di RaceBo, il primo ‘Contratto di Rete’ finora costituito in Italia tra

aziende manifatturiere nato sotto l’egida dell’associazione degli industriali picco-li, medi e grandi di via Serlio. In cattedra, ad illustrare il lavoro dietro e davanti lequinte di questa realtà economico-produttiva e imprenditoriale unica, FlorenzoVanzetto, presidente di RaceBo e della Vrm spa di Zola Predosa. Un tecnico che haparlato a tecnici ancora in formazione. E che un domani potrebbero trovarsi a gesti-re e coordinare simili operazioni. A dare fondamento giuridico a RaceBo, ha spiega-to Vanzetto, è il Contratto di Rete. In pratica, un nuovo strumento di aggregazionetra imprese, previsto dalla legislazione italiana dal 2009, che viene stipulato tra dueo più imprenditori che vogliano esercitare attività economiche in comune. Così daaccrescere la loro capacità innovativa e la competitività sui mercati. Un istitutoche, oltretutto, assume rilevanza anche sul piano civilistico. Costituto appuntonell’ambito di Unindustria, il modello RaceBo (di cui Next si è già occupatonel maggio scorso) ha messo insieme 11 piccole e medie imprese bolognesi,tutte subfornitrici nel settore dell’automotive e operanti nei diversi com-

parti della meccanica (dai trattamenti dei metalli alle fusioni in legheleggere, alle lavorazioni meccaniche di precisione, alla carpente-

ria metallica, alla componentistica per telai e motori, alla ver-niciatura). Durante la lezione, è stato poi messo l’accento

anche sul tema degli incentivi di carattere fiscale,in particolare quelli previsti sulla materia

dal D.L. n. 78 del 2010, la ‘manovracorrettiva’.

RACEBO E IS BOLOGNA

E le alleanzedella meccanica

finiscono in mostra

SPIRITO imprenditoriale e animo da inventore,con oltre duecento brevetti internazionalidepositati. L’innovazione è il pane quotidiano

per Gino Rapparini (nella foto), fondatore della Icadi Bologna, azienda leader a livello mondiale nelsettore del packaging. Ora un altro traguardo siaggiunge nella carriera dell’imprenditore: il premiointernazionale Wipo Inventor Award, consegnato aRapparini nel corso dell’ottavo forum di Wipo aRoma. Dopo molti anni, l’Organizzazione mondialeper la proprietà intellettuale torna ad assegnarel’ambito riconoscimento a un italiano: «Per la suaattività e innovazione imprenditoriale nel settore delpackaging industriale» si legge nelle motivazioni. «Lafelicità per me inventore è andare a casa la sera con

un problema e tornare la mattina dopo con lasoluzione», ha detto commosso l’imprenditoredurante la cerimonia di consegna del premio.Da quasi cinquant’anni Rapparini ispira conla sue idee i progetti e le linee diconfezionamento di Ica. Dopo essersidiplomato all’istituto Aldini nel 1953 e aver

fatto esperienza in aziende del bolognese,nel 1959 inizia la sua attività comedisegnatore e montatore di macchine

automatiche. Nel 1963 fonda Ica, checresce in maniera costante fino al colosso di

oggi. Rapparini non smette di inventare, ognigiorno, e nei primi mesi del 2010 è riuscito adepositare già cinque domande di brevetto.

Elena Turrini

NOI E NOSTRO. Contro io e mio. Insieme: èl’avverbio che Marco Gasparri (nella foto) ripetecome un mantra per spiegare la forza e il perché

di Imola Fa: «Il nostro obiettivo è crescere insieme,affrontare il mercato insieme, sbagliare insieme e litigareinsieme. Insomma fare qualcosa che serva a noi e allenostre imprese». Pronomi e aggettivi possessivi pluralisono sostanza e non forma. Imola Fa(www.reteimolafa.it) nasce qui. E dall’intuitoimprenditoriale. «L’idea era già nell’aria da tempo –ricorda Gasparri, motore di questa unione — ancheperché avevamo relazioni molto strette. Ma quandonostri clienti ci hanno chiesto soluzioni complete diautomazione e ingegneria di processo collaudati incampo, abbiamo girato la chiave e avviato il motore». Eguardato all’unico istituto giuridico, agile ma solido, chepotesse aiutarli: mettere in comune competenze,tecnologia e asset. Quanto di più ‘sacro’ da un punto divista industriale. Ma, in Imola Fa, «nessuno vuole fare lescarpe all’altro. Quando si lavora per il bene comune, lericadute positive sono su tutti». E’ il segreto del «fare unpasso indietro per il bene del nuovo soggetto». E i clientisono soddisfatti perché hanno un servizio chiavi inmano «per di più senza costi aggiuntivi».

LA PARTENZA. Un anno fa circa. «Fare di noi ottoun’unica azienda — rileva Gasparri — era un’ideatroppo onerosa e richiedeva tempi troppo lunghi»incompatibili con il mercato. Inevitabile quindi guardareal contratto di rete che «ci permette di mantenere lanostra autonomia, ma di porci scopi unici». In pratica ilcontratto di rete sancisce la nascita di un’impresa vera epropria attraverso la creazione di un fondo, ladefinizione dei meccanismi di governance, l’istituzionedi un marchio e un interscambio minimo dipartecipazioni societarie.Quando il mercato ha bussato, otto imprenditori hannorisposto con Imola Fa, «un soggetto imprenditoriale atutti gli effetti». Una necessità che ha trovato un terrenofecondo in Unindustria Bologna dove già altreaggregazioni avevano visto la luce. E il debutto alle piùimportanti manifestazioni fieristiche ha decretato ilsuccesso di questa scelta «fuori dagli schemi». Perché«per conquistare un mercato come quello della Cindiasono strategiche le dimensioni. Un conto – dice Gaparri— è andarci soli e un conto con 55 milioni di fatturato e400 addetti come Imola Fa».

Giacomo Ruggero

LA CAPACITÀ dicompetere ad alto livellopassa anche per l’alleanza

di imprese. Piccole e medie. Ingergo tecnico si chiamaaggregazione. Nel concreto,Imola Fa.Ultima nata in casa UnindustriaBologna, qui nel ruolo di‘levatrice’ e con imprenditoriimolesi in quello di genitori,Imola Fa è riuscita a raggruppareotto realtà produttiveemiliano-romagnole. Quali, AepiCostruzioni Elettromeccaniche,Iprel Progetti, Novanet,Meccanica Imolese, Omgm e

Protesa (tutte di Imola);El.Mecc. di Lugo e Tebo di SanLazzaro di Savena.Aziende con un pedigreeventennale di tutto rispetto. Equattro di loro, Aepi CostruzioniElettromeccaniche, IprelProgetti, El.Mecc. e Novanet,facenti parte del gruppo Aepi,attivo da oltre quarant’anninell’automazione industriale.Un colosso, Imola Fa, che puòvantare, nel complesso, unfatturato di 55 milioni di europrodotto da oltre 400 addetti. Euna copertura dei mercati adampio spettro. Poiché i campi diazione delle otto imprese vanno

dall’automazione dei processi aquella degli edifici, dalletecnologie per le energierinnovabili alla meccanica diprecisione fino all’Ict(Information & ComunicationTechnology).

SOLUZIONI mirate e cucite sumisura in base alle richieste deiclienti: è la ragion d’essere diImola Fa dove ogni azienda ci hamesso del suo in termini dicompetenze, tecnologie e asset.Differenze tra loro, però,complementari. Un atout chedecreta il successo di questaalleanza economico-produttiva

che supera il modus operandidella ‘filiera allargata’, grazie aduna rete di progettazione e direalizzazione che non solo noncompromette la qualità delleforniture. Ma, anzi, ottimizzandoi processi produttivi, ancheattraverso il ricorso alle nuovetecnologie, riesce ad esserecompetitiva a livellointernazionale.

IN PRATICA, Imola Fa offre, acoloro che si rivolgono alle sueimprese, prodotti e servizi chiaviin mano di alta qualità in terminidi progettazione meccanica,automazione e software;

industrializzazione di prodotto;costruzione, assemblaggio ecablaggio; costruzionimeccaniche, montaggio ecollaudi di macchine,realizzazioni di particolari diprecisione; controlli, collaudi eprove in genere;programmazione Cad-Cam;rebuilding e revamping;prototipizzazione rapida. Uninsieme di attività che possonoessere eseguite sia su singoliparticolari o prodotti, che sugruppi, macchine, attrezzature diproduzione o montaggio eprototipi.

Giacomo Ruggero

PARIGI-MILANO via Bologna. DalMidest all’Eicma con Unindustria.La principale fiera francese della

subfornitura meccanica e il salone delciclo e del motociclo sono le due grandimanifestazioni internazionali a cui hannopartecipato, con ottimi risultati, RaceBo eIS Bologna, aggregazioni d’impresa natesotto la spinta di Unindustria Bologna.Due alleanze tra imprenditori del nostroterritorio che, mettendo insieme il loroknow how, allargano così il loro raggio diazione: RaceBo sotto forma di contratto direte tra imprese dell’automotive. E IsBologna che, invece, raggruppa industriedella subfornitura meccanica. Vetrinericche di opportunità (molteplici i contattiinternazionali potenziali) per RaceBo e IsBologna. Al punto che, al Midest diParigi, Unindustria è sbarcata con unaventina di aziende ospitate in due stand(200 mq complessivi). Avvalendosi anchedel contributo della Regione e dellaCamera di Commercio di Bologna.

«LA PRESENZA al Midest, come quellaad altre qualificate rassegne di settore –rileva Stefano Sarti, coordinatore di ISBologna — conferma il dinamismo dellanostra aggregazione». Ma ancora piùcertifica «la possibilità di presentarci suimercati internazionali sotto un unicomarchio e con un’immagine univocain grado di integrare competenzediverse e complementari». Questo,osserva Sarti, «è stato fin dagli iniziuno degli obiettivi che ci siamoproposti, dando vita a IS Bologna.Anche perché gli stessicommittenti sono alla ricerca dipartner selezionati in grado dioffrire prodotti completi».Partecipare in contemporanea adue fiere internazionali, perFlorenzo Vanzetto, presidente diRaceBo, «è la misura della vitalitàe della bontà del nostro progetto adappena sei mesi dal suo battesimo.Un progetto in cui abbiamofortemente creduto fin dall’inizio,facendo da apripista nel nostro Paesealla sottoscrizione dei contratti direte». RaceBo, spiega Vanzetto,«consente a piccole imprese,espressione dell’eccellenzadell’automotive locale, di avvicinareclienti ai quali da sole non avrebberoaccesso, mentre tutte insieme sononella condizione di proporre unprodotto finito e completo. Si tratta diun salto di qualità per quantoriguarda la forza di penetrazione deiprodotti della motor valley bolognese.E ce lo conferma il fatto che, inparticolare a Eicma, abbiamo riscossoun notevole interesse».

g.r.

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ANCHE L’ATENEO STUDIALE RETI DI UNINDUSTRIA

FORZA E PUNTANO A NUOVI MERCATI

all’estero

IL REGISTA DEL PATTO, MARCO GASPARRI

«Lavorando insiemesi offrono ai clienti

prodotti chiavi in mano»

ECCO IMOLA FA, OTTO IMPRESE AGGREGANO I PUNTI DI

Uniti per sfondare

E’ STATO PREMIATO DALLA WIPO

Gino Rappariniinventore dell’anno

NEL FRATTEMPO, Unindustria Bologna sale in cattedra all’Alma MaterStudiorum. E insegna ai futuri esperti di Diritto commerciale internaziona-

le, ora ancora sui banchi della Facoltà di Economia, come e perché è natal’esperienza di RaceBo, il primo ‘Contratto di Rete’ finora costituito in Italia tra

aziende manifatturiere nato sotto l’egida dell’associazione degli industriali picco-li, medi e grandi di via Serlio. In cattedra, ad illustrare il lavoro dietro e davanti lequinte di questa realtà economico-produttiva e imprenditoriale unica, FlorenzoVanzetto, presidente di RaceBo e della Vrm spa di Zola Predosa. Un tecnico che haparlato a tecnici ancora in formazione. E che un domani potrebbero trovarsi a gesti-re e coordinare simili operazioni. A dare fondamento giuridico a RaceBo, ha spiega-to Vanzetto, è il Contratto di Rete. In pratica, un nuovo strumento di aggregazionetra imprese, previsto dalla legislazione italiana dal 2009, che viene stipulato tra dueo più imprenditori che vogliano esercitare attività economiche in comune. Così daaccrescere la loro capacità innovativa e la competitività sui mercati. Un istitutoche, oltretutto, assume rilevanza anche sul piano civilistico. Costituto appuntonell’ambito di Unindustria, il modello RaceBo (di cui Next si è già occupatonel maggio scorso) ha messo insieme 11 piccole e medie imprese bolognesi,tutte subfornitrici nel settore dell’automotive e operanti nei diversi com-

parti della meccanica (dai trattamenti dei metalli alle fusioni in legheleggere, alle lavorazioni meccaniche di precisione, alla carpente-

ria metallica, alla componentistica per telai e motori, alla ver-niciatura). Durante la lezione, è stato poi messo l’accento

anche sul tema degli incentivi di carattere fiscale,in particolare quelli previsti sulla materia

dal D.L. n. 78 del 2010, la ‘manovracorrettiva’.

RACEBO E IS BOLOGNA

E le alleanzedella meccanica

finiscono in mostra

SPIRITO imprenditoriale e animo da inventore,con oltre duecento brevetti internazionalidepositati. L’innovazione è il pane quotidiano

per Gino Rapparini (nella foto), fondatore della Icadi Bologna, azienda leader a livello mondiale nelsettore del packaging. Ora un altro traguardo siaggiunge nella carriera dell’imprenditore: il premiointernazionale Wipo Inventor Award, consegnato aRapparini nel corso dell’ottavo forum di Wipo aRoma. Dopo molti anni, l’Organizzazione mondialeper la proprietà intellettuale torna ad assegnarel’ambito riconoscimento a un italiano: «Per la suaattività e innovazione imprenditoriale nel settore delpackaging industriale» si legge nelle motivazioni. «Lafelicità per me inventore è andare a casa la sera con

un problema e tornare la mattina dopo con lasoluzione», ha detto commosso l’imprenditoredurante la cerimonia di consegna del premio.Da quasi cinquant’anni Rapparini ispira conla sue idee i progetti e le linee diconfezionamento di Ica. Dopo essersidiplomato all’istituto Aldini nel 1953 e aver

fatto esperienza in aziende del bolognese,nel 1959 inizia la sua attività comedisegnatore e montatore di macchine

automatiche. Nel 1963 fonda Ica, checresce in maniera costante fino al colosso di

oggi. Rapparini non smette di inventare, ognigiorno, e nei primi mesi del 2010 è riuscito adepositare già cinque domande di brevetto.

Elena Turrini

NOI E NOSTRO. Contro io e mio. Insieme: èl’avverbio che Marco Gasparri (nella foto) ripetecome un mantra per spiegare la forza e il perché

di Imola Fa: «Il nostro obiettivo è crescere insieme,affrontare il mercato insieme, sbagliare insieme e litigareinsieme. Insomma fare qualcosa che serva a noi e allenostre imprese». Pronomi e aggettivi possessivi pluralisono sostanza e non forma. Imola Fa(www.reteimolafa.it) nasce qui. E dall’intuitoimprenditoriale. «L’idea era già nell’aria da tempo –ricorda Gasparri, motore di questa unione — ancheperché avevamo relazioni molto strette. Ma quandonostri clienti ci hanno chiesto soluzioni complete diautomazione e ingegneria di processo collaudati incampo, abbiamo girato la chiave e avviato il motore». Eguardato all’unico istituto giuridico, agile ma solido, chepotesse aiutarli: mettere in comune competenze,tecnologia e asset. Quanto di più ‘sacro’ da un punto divista industriale. Ma, in Imola Fa, «nessuno vuole fare lescarpe all’altro. Quando si lavora per il bene comune, lericadute positive sono su tutti». E’ il segreto del «fare unpasso indietro per il bene del nuovo soggetto». E i clientisono soddisfatti perché hanno un servizio chiavi inmano «per di più senza costi aggiuntivi».

LA PARTENZA. Un anno fa circa. «Fare di noi ottoun’unica azienda — rileva Gasparri — era un’ideatroppo onerosa e richiedeva tempi troppo lunghi»incompatibili con il mercato. Inevitabile quindi guardareal contratto di rete che «ci permette di mantenere lanostra autonomia, ma di porci scopi unici». In pratica ilcontratto di rete sancisce la nascita di un’impresa vera epropria attraverso la creazione di un fondo, ladefinizione dei meccanismi di governance, l’istituzionedi un marchio e un interscambio minimo dipartecipazioni societarie.Quando il mercato ha bussato, otto imprenditori hannorisposto con Imola Fa, «un soggetto imprenditoriale atutti gli effetti». Una necessità che ha trovato un terrenofecondo in Unindustria Bologna dove già altreaggregazioni avevano visto la luce. E il debutto alle piùimportanti manifestazioni fieristiche ha decretato ilsuccesso di questa scelta «fuori dagli schemi». Perché«per conquistare un mercato come quello della Cindiasono strategiche le dimensioni. Un conto – dice Gaparri— è andarci soli e un conto con 55 milioni di fatturato e400 addetti come Imola Fa».

Giacomo Ruggero

LA CAPACITÀ dicompetere ad alto livellopassa anche per l’alleanza

di imprese. Piccole e medie. Ingergo tecnico si chiamaaggregazione. Nel concreto,Imola Fa.Ultima nata in casa UnindustriaBologna, qui nel ruolo di‘levatrice’ e con imprenditoriimolesi in quello di genitori,Imola Fa è riuscita a raggruppareotto realtà produttiveemiliano-romagnole. Quali, AepiCostruzioni Elettromeccaniche,Iprel Progetti, Novanet,Meccanica Imolese, Omgm e

Protesa (tutte di Imola);El.Mecc. di Lugo e Tebo di SanLazzaro di Savena.Aziende con un pedigreeventennale di tutto rispetto. Equattro di loro, Aepi CostruzioniElettromeccaniche, IprelProgetti, El.Mecc. e Novanet,facenti parte del gruppo Aepi,attivo da oltre quarant’anninell’automazione industriale.Un colosso, Imola Fa, che puòvantare, nel complesso, unfatturato di 55 milioni di europrodotto da oltre 400 addetti. Euna copertura dei mercati adampio spettro. Poiché i campi diazione delle otto imprese vanno

dall’automazione dei processi aquella degli edifici, dalletecnologie per le energierinnovabili alla meccanica diprecisione fino all’Ict(Information & ComunicationTechnology).

SOLUZIONI mirate e cucite sumisura in base alle richieste deiclienti: è la ragion d’essere diImola Fa dove ogni azienda ci hamesso del suo in termini dicompetenze, tecnologie e asset.Differenze tra loro, però,complementari. Un atout chedecreta il successo di questaalleanza economico-produttiva

che supera il modus operandidella ‘filiera allargata’, grazie aduna rete di progettazione e direalizzazione che non solo noncompromette la qualità delleforniture. Ma, anzi, ottimizzandoi processi produttivi, ancheattraverso il ricorso alle nuovetecnologie, riesce ad esserecompetitiva a livellointernazionale.

IN PRATICA, Imola Fa offre, acoloro che si rivolgono alle sueimprese, prodotti e servizi chiaviin mano di alta qualità in terminidi progettazione meccanica,automazione e software;

industrializzazione di prodotto;costruzione, assemblaggio ecablaggio; costruzionimeccaniche, montaggio ecollaudi di macchine,realizzazioni di particolari diprecisione; controlli, collaudi eprove in genere;programmazione Cad-Cam;rebuilding e revamping;prototipizzazione rapida. Uninsieme di attività che possonoessere eseguite sia su singoliparticolari o prodotti, che sugruppi, macchine, attrezzature diproduzione o montaggio eprototipi.

Giacomo Ruggero

PARIGI-MILANO via Bologna. DalMidest all’Eicma con Unindustria.La principale fiera francese della

subfornitura meccanica e il salone delciclo e del motociclo sono le due grandimanifestazioni internazionali a cui hannopartecipato, con ottimi risultati, RaceBo eIS Bologna, aggregazioni d’impresa natesotto la spinta di Unindustria Bologna.Due alleanze tra imprenditori del nostroterritorio che, mettendo insieme il loroknow how, allargano così il loro raggio diazione: RaceBo sotto forma di contratto direte tra imprese dell’automotive. E IsBologna che, invece, raggruppa industriedella subfornitura meccanica. Vetrinericche di opportunità (molteplici i contattiinternazionali potenziali) per RaceBo e IsBologna. Al punto che, al Midest diParigi, Unindustria è sbarcata con unaventina di aziende ospitate in due stand(200 mq complessivi). Avvalendosi anchedel contributo della Regione e dellaCamera di Commercio di Bologna.

«LA PRESENZA al Midest, come quellaad altre qualificate rassegne di settore –rileva Stefano Sarti, coordinatore di ISBologna — conferma il dinamismo dellanostra aggregazione». Ma ancora piùcertifica «la possibilità di presentarci suimercati internazionali sotto un unicomarchio e con un’immagine univocain grado di integrare competenzediverse e complementari». Questo,osserva Sarti, «è stato fin dagli iniziuno degli obiettivi che ci siamoproposti, dando vita a IS Bologna.Anche perché gli stessicommittenti sono alla ricerca dipartner selezionati in grado dioffrire prodotti completi».Partecipare in contemporanea adue fiere internazionali, perFlorenzo Vanzetto, presidente diRaceBo, «è la misura della vitalitàe della bontà del nostro progetto adappena sei mesi dal suo battesimo.Un progetto in cui abbiamofortemente creduto fin dall’inizio,facendo da apripista nel nostro Paesealla sottoscrizione dei contratti direte». RaceBo, spiega Vanzetto,«consente a piccole imprese,espressione dell’eccellenzadell’automotive locale, di avvicinareclienti ai quali da sole non avrebberoaccesso, mentre tutte insieme sononella condizione di proporre unprodotto finito e completo. Si tratta diun salto di qualità per quantoriguarda la forza di penetrazione deiprodotti della motor valley bolognese.E ce lo conferma il fatto che, inparticolare a Eicma, abbiamo riscossoun notevole interesse».

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LE IMPRESE dell’Emilia Romagnapossono avere un ruolo nellarinascita del nucleare?

«Il ‘rinascimento nucleare’ è una sfida per leimprese italiane e anche della nostraregione: chi ha competenze e ambizioni èchiamato ad uscire allo scoperto. Ci sonorealtà in grado di diventare fornitorispecializzati nei progetti di costruzionedelle centrali. La risposta agli incontri diEnel è stata importante: più di 500 aziendehanno aderito alla richiesta di iscrizioneall’albo dei fornitori per le centrali eall’incontro promosso da UnindustriaBologna ne erano presenti circa 80. Nondimentichiamo che all’estero ci stiamodando da fare nel campo della fusionenucleare (settore più avanzato della fissionenucleare sfruttata negli attuali reattori). Leultime grandi commesse in Francia perrealizzare la macchina per la fusione Itersono state vinte da italiani: Ansaldo conMangiarotti e Tosto per il vacun Vessel(300 milioni di euro), AGS per isuperconduttori (165 milioni di euro), labolognese Ocem per gli alimentatori (29

milioni di euro)». Paolo Vestrucci èprofessore di Impianti nucleariall’Università di Bologna, fondatore di NierIngegneria e membro del consiglio direttivodi Unindustria. Tasta il polso allepotenzialità delle imprese regionali nelnucleare.

Il ‘made in Italy’, quindi, può dire lasua?

«Sì. Guardiamo una centrale Epr, il reattorefranco-tedesco che interessa l’Enel: 5miliardi di euro di investimento, con gliitaliani che possono aspirarne a unapercentuale che va dal 40 al 60%».

E che caratteristiche hanno?«Per quanto riguarda una centrale, si spaziada chi può essere coinvolto nella fornituradi cemento armato o acciaio o nellarealizzazione di opere civili fino a chi èspecializzato nella produzione di particolarisensori o valvole».

E lavorano già nel settore?«Non è detto. C’è chi lo ha fatto in passato eche poi si è occupato di altro, c’è chisviluppa una particolare tecnologia insettori analoghi. Le premesse ci sono tutte e

in alcuni casi anche più chepremesse».

Che problemi sitrovano adaffrontare?

«Spesso devono colmaregap nell’accreditamento enella certificazione deiprodotti per scopi nucleari».

Crede che questarinascita potrà dareimpulso anche allaformazione?

«C’è una crescente richiesta ditecnici a livello mondiale e la sfida èanche per il sistema formativo. Non èsolo un problema di quantità di ingegneri,ma anche di sapere misurarsi con progettisignificativi, con grandi opere di unadimensione alla quale non siamo piùabituati. Una Università che vuole esplorarelo spazio, costruire centrali nucleari,esplorare le frontiere della sostenibilità ètendenzialmente più attrattiva di unaUniversità che discute sul Civis per 15 anni.Ritengo che la formazione ingegneristica (e

non solo) cresca se ci sono grandi sfide dacogliere. Vedere quindi il sistema Paeseimpegnarsi per la costruzione di centralinucleari credo non possa che avere ricadutepositive sul sistema formativo».

Matteo Naccari

LA GIORNATA DELL’ORIENTAMENTO

L’industria svelata agli studentitra stabilimenti e teatro

IL PROFESSOR VESTRUCCI: «OPPORTUNITÀ ANCHE PER LA FORMAZIONE»

«Le nostre imprese possono stare in prima fila»

ENEL E UNINDUSTRIA HANNO RACCOLTO LE REALTÀ INTERESSATE ALLA COSTRUZIONE DI CENTRALI

Il nucleare parlerà bolognese

UN SUCCESSO che si èmisurato in facce curiosee interessate, in domande

pertinenti e puntuali, inentusiasmo e intraprendenza.Venerdì 19 novembre, oltre1.400 studenti di quattordiciistituti tecnici sono entrati inazienda. Sedici le imprese delterritorio bolognese che hannoaderito all’iniziativa. La‘Giornata dell’Orientamento’ si èpoi conclusa al Teatro Duse, invia Cartoleria, dove tantissimiragazzi hanno potuto ascoltare leparole del presidente diUnindustria Bologna, MaurizioMarchesini, del vice presidentenazionale della Piccola industriadi Confindustria, MassimoCavazza, e del Consiglieredelegato di Unindustria Bolognaper l’education e la formazione,

Roberto Gamberini. A renderepiù ‘vulcanica’ la giornata alDuse anche il comico ligureDario Vergassola, che hascherzato con le sue classichebattute, intervallate daconsiderazioni fra il serio e loscherzoso su che cosa voglia direlavorare in una impresa oggi.

MA LA GIORNATA al Duse èanche stato il momento perpremiare il miglior slogan dellaGiornata dell’Orientamento,creato dalla 5C dell’Isis M.J.Keynes di Castelmaggiore. «+merito +responsabilità =+lavoro» la frase che ha colpitola giuria, frase che rappresenteràla prossima edizione dellaGiornata. «Lavorare nelleimprese è qualificante anchesotto il profilo sociale – ha

dichiarato Maurizio Marchesini—. Il nostro tessuto produttivo èfatto di aziende medio-piccolema leader nella propria nicchia,in grado di produrre tecnologia eprodotti sofisticati, che investonoin innovazione e hanno bisognodi personale estremamentespecializzato e qualificato». Gliistituti tecnici coinvoltinell’iniziativa sono stati: ItisBelluzzi; Itc Rosa Luxemburg diBologna; Aldrovandi-Rubbianidi Bologna; Ist. Bruno diBudrio; Itc Salvemini diCasalecchio di Reno; Isis Keynesdi Castelmaggiore; IsiDirettissima di Castiglione deiPepoli; Ipia Malpighi diCrevalcore; Ipc di Molinella; ItisMattei di San Lazzaro di Savena;Iis Fantini di Vergato.

Daniele Guido Gessa

LA RINASCITA del nuclearepasserà per Bologna e l’EmiliaRomagna. Lo testimoniano i

numeri raccolti in un meeting promossosotto le Due Torri da Enel, Confindustriaregionale e Unindustria Bologna, dove ilcolosso dell’energia ha illustrato ilprocesso di coinvolgimento equalificazione dell’industria nei progettiper la ripresa appunto del nucleare inItalia. All’appuntamento hannopartecipato decine di aziende del centronord e tra quelle che si sono registrate

all’indagine avviata da Enel per mapparele competenze specifiche sul territorio, 37erano di matrice emiliano romagnola:hanno i requisiti per poter esserecoinvolte nelle gare d’appalto. Insomma,c’è chi può ritagliarsi un posto al sole negliinvestimenti per la produzione di energia,un progetto che sarà realizzato da EnelEdf e che punterà sulla tecnologia Epr, inuovi reattori europei. Una torta gustosavisto che, come stima Confindustra, siipotizza un movimento di circa 30miliardi di euro. Piero Gnudi, presidente

di Enel, ha detto che la costruzione dellecentrali comporterà «investimenti enormie in Italia abbiamo aziende che sono ingrado di usufruire di questa straordinariapossibilità». Commenta MaurizioMarchesini, presidente di Unindustria:«Il bilancio energetico dell’Italia dipende,per circa l’80% del fabbisogno,dall’importazione di fonti energetiche.L’energia elettrica prodotta nel nostroPaese costa il 60% in più della mediaeuropea, una situazione che pone fuorimercato interi comparti produttivi. E’ un

problema strategico la cui soluzione nonpuò prescindere dall’utilizzo di tutte lefonti energetiche a disposizione». ChiudeSavino Gavazza, presidente dellacommissione energia e svilupposostenibile di Confindustria EmiliaRomagna: «Abbiamo davanti una sfidache dobbiamo cogliere per renderecompetitivo il Paese sotto il profiloenergetico e valorizzare le imprese dellaregione che hanno competenze e capacitàin campo nucleare».

Matteo Naccari

FORMAZIONERagazzi partecipano a un’iniziativa della ‘Giornata dell’Orientamento’

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LE NOVITÀ AL MOTOR SHOW

Va in pista l’elettricità

AGUIDETTI, l’azienda di Renazzo (Cento) specializzata nellaproduzione di macchinari per il riciclaggio di cavi, macchinariper demolizione e movimento terra, il premio ‘Sviluppo

Sostenibile 2010 per la Green Economy’. Qualche giorno fa a Rimini,nel corso della Fiera ‘Ecomondo 2010’, la società guidata da MauroGuidetti (20 milioni di euro di fatturato, una quota export superiore al70% e 50 dipendenti), è stata riconosciuta tra le 10 migliori impreseitaliane del settore prodotti e servizi innovativi, per efficacia deirisultati ambientali ed economici, contenuti e possibilità didiffusione. La motivazione specifica dell’award? Aver realizzato unamacchina innovativa per il riciclo di cavi elettrici di rame ealluminio: basso impatto acustico, nessuna emissione di polveri,consumo energetico limitato, uso semplicissimo e costi contenuti. «Ilrame è un materiale nobile, abbiamo imparato a separarlodall’involucro che lo contiene e a renderlo riutilizzabile per ogni uso –spiega il responsabile commerciale di Guidetti Alvaro Mucci –: lenostre macchine consentiranno il riciclaggio di piccolielettrodomestici, parti di computer e cellulari».

Valentina Righi

ARRIVA la 35esima edizio-ne del Motor Show, ilSalone Internazionale

dell’Automobile, in programmaa BolognaFiere dal 4 al 12dicembre. Tra i focus c’è ElectricCity ‘powered by Enel’, iniziativainedita dedicata alla mobilitàelettrica al padiglione 30: Caseauto e aziende esporranno efaranno provare, direttamentesulla pista indoor ricavataall’interno della scenografiaurbana di Electric City, i propriveicoli ad alimentazioneelettrica. Sette padiglioni più ilQuadriportico saranno destinatiall’esposizione delle Case auto,che rappresentano circa il 90%del mercato italiano, ilpadiglione 33 sarà dedicato almondo Racing con gli spaziespositivi di scuderie e aziendedel settore, mentre al 36 c’è laconferma del Paddock Show,

uno speciale luogo d’incontro trai team del mondo Racing,presenti con i loro motorhome, eil pubblico della manifestazione.Non mancheranno gare edesibizioni sulla pista della Mobil1 Arena, dove i visitatoripotranno anche effettuare i testdrive che da sempre fanno partedei tratti distintivi del MotorShow: venite a provare gli ultimimodelli proposti dalle Case auto,sia sulla pista che sulle diversearee esterne. Infine, per chi vuolesapere tutto del Salone, il MotorShow è presente con le propriepagine o canali ufficiali suFacebook, Youtube, Twitter eFlickr: per gli utenti del web, daquest’anno oltre al sitowww.motorshow.it ci sono ancheil blog ufficiale,http://blog.motorshow.it, el’applicazione “Motor Show”,scaricabile dall’App Store periPhone e iPad.

RICONOSCIMENTO DA ECOMONDO

La Guidetti è ‘green’

SUCCESSO ALL’EIMA PER IL MARCHIO BOLOGNESE

Nobili dell’agricoltura«L

A REALIZZAZIONEconsente di eseguire inmodo ottimale lavorazioni

che richiederebbero più passaggi oche sarebbero realizzate con unmaggior impatto ambientale e minoririsultati». Queste sono le motivazionidella consegna del premio «NovitàTecnica Eima 2010» a Nobili S.p.a.L’edizione del salone internazionaledell’agricoltura di quest’anno hacontato numeri da record. Anche ilmarchio bolognese, con la suapresenza all’Expo, ha inanellato unaserie di successi. Il riconoscimentoalla capacità dell’azienda di innovaresupportando il mondo agricolo è statoaccompagnato da una prestigiosatarga celebrativa che MassimoGoldoni, presidente di Unacoma(Unione nazionale costruttorimacchine agricole), ha consegnatodirettamente al numero uno diNobili, Mario Rossi.

«LA FORZA della Nobili – ha com-mentato Rossi — sta nell’impegno afar sì che il cliente possa raggiungerein modo rapido ed efficace i propriobiettivi». Entrato nel 1962 come

dipendente, Mario Rossi ha preso leredini dell’azienda dopo la scomparsadel padre fondatore, Efrem Nobili,colui che diede vita alle primeOfficine Nobili Efrem nel 1945 dopoaver ideato le prime pompe amembrane. Grazie alla sinergiacommerciale che dall’86 ha siglatouna partnership con la franceseKuhn, Nobili oggi rappresenta una

realtà internazionale con un fatturatodi 18,5 milioni di Euro e un exportche supera il 75%. Fiori all’occhiellodel marchio sono trince, irroratrici,muletti e pompe. Tutti risultato diforti investimenti nella ricerca. Comea dire: know how e tecnologia daNobili non sono un proposito sullacarta ma un motore sui campi.

a.z.

ROMBIUn’edizione delMotor Showtra i padiglionidella Fieradi Bologna

INVESTIRE sul controllo di gestione per nonperdere mai la rotta, e fare della flessibilità lapropria virtù: così una Pmi può attraversare la

crisi e continuare a crescere anche in uno deisettori più colpiti. L’esempio è in casa: bastaguardare a Castel Guelfo, dove l’azienda FratelliBergami, specializzata nella carpenteriameccanica, si prepara a chiudere il 2010 con unfatturato quasi triplicato rispetto al 2009. «Per noiil 2010 è un anno molto interessante. Stiamoottenendo ottimi risultati, prevediamo di chiuderecon un fatturato di 10.500.000 euro, quando nel2009 era di 3.800.000 euro». Parola di DamianoBergami, amministratore delegato e figlio di unodei fondatori, che oggi guida l’azienda affiancatodal direttore amministrativo, Leandro Pallozzi.Nata alla fine degli anni ’50 con l’obiettivo dicostruire attrezzature agricole, l’azienda ha 42dipendenti, opera in uno stabilimento di 10milametri quadri, e dedica il 90% della produzione allacarpenteria leggera personalizzata conto terzi. Trale attività di punta c’è la progettazione dicomponenti per gli impianti ad energierinnovabili. Proprio per illustrare il ‘modelloBergami’, l’azienda ha ospitato il ‘road showdell’Emilia dell’eccellenza’, un incontro a cui hapartecipato anche il presidente di UnindustriaBologna, Maurizio Marchesini. Ed ecco qual è laricetta vincente presentata da Bergami: «Abbiamoinvestito pesantissimamente sul controllo digestione, dei costi e dei processi organizzativi einformativi, e nel 2009, per superare una flessionedrastica degli ordinativi, abbiamo messo a frutto inostri investimenti». In particolare, fa sapere, «lascelta della Team System, nel 2007, come partnernel rinnovamento informatico, si è rivelatadecisiva».

Elena Boromeo

L’IMPRESA DI CASTEL GUELFO

Bergami anti crisi

SORRISIMassimo Goldoni,presidentedi Unacoma,consegnail riconoscimentoa Mario Rossi,numero unodella Nobili

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