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IL PARQUET GAZZOTTI Sotto i piedi da un secolo A PAGINA 7 SFIDE Laspinta per restare grandi L’AZIENDA di Calderino da mezzo secolo è leader nella realizzazione di componentistica di pregio per le due ruote. Il segreto? L’innovazione... L’AZIENDA che ha cambiato le regole del mercato introducendo la lista unica a due strati, arriva a tagliare l’ambizioso traguardo con la voglia di continuare a stupire, investendo nella ricerca per un materiale così antico come il legno CENTO GIORNI per valutare, studiare e mettere a punto un piano di penetrazione commerciale che da Bologna punta alla Porta d’Oriente: il progetto, perfezionato da Unindustria Bologna, sarà operativo a giugno e punta al mercato turco in vista dell’ingresso del Paese nella Ue. Qui le aziende italiane sono già 700 e alcuni accordi commerciali esistenti aiutano la scommessa Tra cinque giorni saremo chiamati al voto per il rinnovo dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e per il suo esecutivo, a cominciare dal Presidente. La scadenza amministrativa cade quest’anno nel bel mezzo di una crisi epocale, che riguarda tutti e che tutti devono contribuire a superare, in fretta, con capacità e ingegno. Di certo commetteremmo un grosso errore a credere che i temi dell’economia reale della nostra regione, del sostegno al mondo delle piccole e medie imprese che costituiscono la filigrana sociale del nostro territorio, fosse solo questione che interessa le parti in causa: Unindustria Bologna e le componenti sindacali. I temi del rilancio della nostra realtà imprenditoriale in un mondo di commercio globale, uniti alla necessità di ripensare in modo fortemente innovativo i legami tra aziende (vedi l’allargamento dell’esperienza delle reti e delle aggregazioni d’impresa che Bologna sta portando avanti come apripista nazionale), ci portano a pensare che questa scommessa sia di tutti. Anche di chi non lavora nell’industria, piccola o grande che sia. Qui è in atto una rivoluzione che porta a ridisegnare gli scenari dei vecchi distretti, garanzia per anni di dominio di sapere artigiano, di innovazione e talento, baluardi del mercato di nicchia a livello mondiale. Ora, la metamorfosi dell’economia alla quale stiamo assistendo, ci porta a ragionare con concretezza guardando ai programmi più che agli slogan. Il 14 marzo scorso, proprio un numero regionale di NEXT Emilia-Romagna ha messo a fuoco le necessità degli imprenditori, non solo rivolte ai politici ma anche ai cittadini. Perché rilanciare l’impresa significa creare benessere. Per tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA di PIERLUIGI VISCI A PAGINA 7 UNPIANOSTRATEGICOPERLATURCHIA Mezzaluna da business FA.CO 50 anni sulla moto A PAGINA 5 Anno 3 - Numero 3 Marzo 2010

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Next è l'inserto mensile de il Resto del Carlino, dedicato a impresa e innovazione nella provincia di Bologna

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IL PARQUET GAZZOTTI

Sotto i piedida un secolo

A PAGINA 7

SFIDE

La spintaper restare grandi

L’AZIENDA di Calderinoda mezzo secolo è leadernella realizzazione dicomponentistica di pregioper le due ruote. Ilsegreto? L’innovazione...

L’AZIENDA che hacambiato le regole del

mercato introducendola lista unica a due

strati, arriva atagliare l’ambizioso

traguardo con lavoglia di

continuare astupire, investendonella ricerca per unmateriale così antico

come il legno

CENTO GIORNI per valutare,studiare e mettere a punto unpiano di penetrazione commercialeche da Bologna punta alla Portad’Oriente: il progetto, perfezionatoda Unindustria Bologna, saràoperativo a giugno e punta almercato turco in vista dell’ingressodel Paese nella Ue. Qui le aziendeitaliane sono già 700 e alcuniaccordi commerciali esistentiaiutano la scommessa

Tra cinque giorni saremochiamati al voto per il rinnovodell’Assemblea legislativa dellaRegione Emilia-Romagna e per ilsuo esecutivo, a cominciare dalPresidente. La scadenzaamministrativa cade quest’annonel bel mezzo di una crisi epocale,che riguarda tutti e che tuttidevono contribuire a superare, infretta, con capacità e ingegno.Di certo commetteremmo ungrosso errore a credere che i temidell’economia reale della nostraregione, del sostegno al mondodelle piccole e medie imprese checostituiscono la filigrana socialedel nostro territorio, fosse soloquestione che interessa le parti incausa: Unindustria Bologna e lecomponenti sindacali. I temi delrilancio della nostra realtàimprenditoriale in un mondo dicommercio globale, uniti allanecessità di ripensare in modofortemente innovativo i legami traaziende (vedi l’allargamentodell’esperienza delle reti e delleaggregazioni d’impresa cheBologna sta portando avanti comeapripista nazionale), ci portano apensare che questa scommessa siadi tutti. Anche di chi non lavoranell’industria, piccola o grandeche sia.Qui è in atto una rivoluzione cheporta a ridisegnare gli scenari deivecchi distretti, garanzia per annidi dominio di sapere artigiano, diinnovazione e talento, baluardidel mercato di nicchia a livellomondiale. Ora, la metamorfosidell’economia alla quale stiamoassistendo, ci porta a ragionarecon concretezza guardando aiprogrammi più che agli slogan. Il14 marzo scorso, proprio unnumero regionale di NEXTEmilia-Romagna ha messo afuoco le necessità degliimprenditori, non solo rivolte aipolitici ma anche ai cittadini.Perché rilanciare l’impresasignifica creare benessere. Pertutti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di PIERLUIGIVISCI

A PAGINA 7

UN PIANO STRATEGICO PER LA TURCHIA

Mezzaluna da business

FA.CO

50 annisulla moto

A PAGINA 5

Anno 3 - Numero 3Marzo 2010

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MARTEDÌ 23 MARZO 2010

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POLONORD Adeste è una delle23 aziende del network ReteICT,la nuova aggregazione di aziendedell’Information andcommunication technologypromossa da UnindustriaBologna. Nata 11 anni fa, sioccupa di produzione di supportiottici nel campo dei cd, dvd e bluray e lavora nel settore dellememorie flash personalizzando ecaricando dati su prodotti comechiavi usb, sd card eCompactflash.Negli anni l’azienda si èspecializzata in questa nicchia dimercato e vede nel network«un’opportunità per raggiungereimportanti clienti a livellonazionale e internazionale» dicel’amministratore delegato FabioZalambani.Com’è nata l’idea di unirsi in unnetwork?«Tra gli imprenditori bolognesinel mondo ICT si è rafforzata la

LA RETE delle imprese aggregate si allarga. Dopola subfornitura meccanica e l’automazione elettricaed elettronica, sotto le Due Torri, anchel’Information and communication technology siorganizza in una forma nuova, sotto la guida diUnindustria Bologna. E questa volta, le magliesono ancora più fitte: ReteICT (questo è il nomemesso nero su bianco lo scorso 5 marzo), infatti,riunisce ben 23 aziende del settore della tecnologiadell’informazione e della comunicazione, conl’obiettivo di promuovere l’interscambio diprodotti e servizi tra le aziende aderenti al network,

in modo da aumentarne le capacità commercialicon un più ampio portafoglio di offerta.La rete così costituita potrà presentarsi al mercatoattraverso la pubblicazione di un unico catalogo, econtemporaneamente dare l’opportunità alle 23aziende di presentarsi come un unico interlocutorenelle gare d’appalto delle pubblicheamministrazioni, nei progetti di formazioneprofessionale e in quelli di ricerca, sviluppo einnovazione. O di andare anche più lontano,partecipando a fiere internazionali o a progetti dicondivisione di investimenti, in termini di

AGGREGAZIONE IN UNINDUSTRIA BOLOGNA: ECCO RETE ICT,

Super squadra per

«ENTRARE in rete significasoprattutto fare delle sinergie».E’ questa la principaleaspettativa che il Cineca haentrando in ReteICT. Il centrointeruniversitario di calcolodell’Ateneo bolognese è unsoggetto sicuramente atipicorispetto alle altre aziende delnetwork, ma le idee sul da farsisono ben chiare. «Cineca è unconsorzio che ha come missionnon solo il supporto alla ricercadell’Università, ma anche losviluppo di innovazionigestionali e scientifiche e iltrasferimento tecnologico, siaalle amministrazioni locali chealle aziende industriali. Siamo,probabilmente, il maggiorcentro d’eccellenza in Italiaquanto a potenza elaborativa enelle gamme applicativedell’ICT» spiega l’ingegner

IL CINECA

«Altri clientici potranno

conoscere»PERCHÉ ALLEARSI?«Per crescere superando così una delle nostrecriticità: la dimensione. Spesso piccola»risponde Roberto Vecchione. E’ il presidentedel settore ICT di Unindustria Bologna,contenitore che raccoglie le impresedell’Information and communicationtechnology, quelle in sostanza che lavorano nelmondo delle tecnologie della comunicazione edell’informazione. Tratteggia e descriveReteICT, il nuovo network di aziende nato inseno all’associazione: 23 realtà che operano intutte le direzioni, dalla gestione di dati al web,fino al mobile. E’ lui che l’ha promosso.L’obiettivo è allargarsi sul mercato?«Nel gruppo Ict di Unindustria, che conta 140soci, la maggioranza ha fatturati che nonsuperano qualche milione di euro. E ladimensione è un limite: frena gli investimenti,limita il giro d’affari, non ti permette di usciredal territorio provinciale».Mettendovi in rete cosa cambia?«Si può fare sistema, aumentando lacompetitività. Certo, non è stato facile, è datempo che lavoriamo al progetto. Purtroppoognuno pensa sempre di essere il più bravo ed èdiffidente verso i concorrenti».D’accordo, ora i recinti sono stati superati.Come vi muoverete?«La collaborazione non toccherà solo laformazione, lo sviluppo di nuovi prodotti, ilreperimento delle risorse, la partecipazione abandi pubblici. Infatti, cercheremo diorganizzare anche l’offerta commercialeinsieme».Come?«Avremo un catalogo con tutti i nostri prodotti

e servizi, verrà messo a disposizione delnetwork. Dai clienti, in questo modo, ognunopotrà offrire, oltre al suo, un portafoglio piùvasto e completo».Vantaggi?«Intanto avere a disposizione più cose davendere. Ovviamente gli approfondimenti e letrattative andranno portate avanti insieme a chiproduce il prodotto al quale il cliente èinteressato. Poi, chi compra, potrà averesostanzialmente un solo fornitore, il network,per tutto quello al quale è interessato. E’ unvantaggio, un’opportunità».Rischi?«E’ chiaro che serve una conoscenza reciprocaprofonda, tra di noi, e va creato un clima difiducia».Avete deciso di allearvi per affrontare megliola tempesta della crisi economica?«Diciamo che la crisi è stata un acceleratoreverso questa aggregazione. Le ultime ricerche,indicano un calo medio del fatturato, nel 2009,per le imprese del nostro settore, vicino al 19%.Certo, la percentuale non è paragonabile aquella della metalmeccanica, però...».Però è meglio tenere la guardia alta.«Questa rete nasce sia come reazione allasituazione, al momento, sia per risolvere unproblema strutturale dell’ICT, appunto ladimensione delle aziende. Finché l’economiatira, tutti riescono ad andare avanti. Ma serallenta... Questa è una soluzione».Siete in 23, sperate di aumentare?«Sì. Il network è aperto non solo agli associatidi Unindustria Bologna, ma anche di altriterritori».

Matteo Naccari

IL REGISTA DELL’OPERAZIONE

«La dimensione è un limite:così saremo più competitivi»

PROMOTOREPROMOTORERobertoVecchionedi Sysdata Italia

POLONORD ADESTE

«Creeremoprodotti

innovativi»

Fabio Zalambani

Franco Boccia

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Le 23 aziende di ReteICT sono:3D Informatica, Acantho, Alya,

Apus, Centro Software, Cinecaconsorzio interuniversitario, Dexer,Eca Consult, Elogic, E-Soft, Finsoft,Get Local, Idea Futura, ItacmeInformatica, Italsel, LaboratoriGuglielmo Marconi, Macro Group,Nsi Nier Soluzioni Informatiche,

Polonord Adeste, Servabit, Smartservizi e marketing in Rete

telematica, Sysdata Italia,Teleimpianti.

consapevolezza che per stare alpasso coi continui cambiamentidel mercato ci volesse qualcosa dinuovo. Così, incontrandoci nelleassemblee in Unindustria, cisiamo resi conto che nel territoriobolognese ci sono molte piccole emedie imprese che offrono servizinel nostro settore. Quindi cisiamo detti: perché non uniamo leforze per riuscire a gestirecommesse più importanti a livellonazionale? ReteICT è stata larisposta».Qual è il vantaggio di unirsi inun’aggregazione nel settoreICT?«RetelCT è un soggetto unico cheha al suo interno diversi attoriognuno con una sua specificità:chi si occupa ditelecomunicazioni, chi dimarketing, chi di softwaregestionali o chi come noi producesupporti fisici per veicolare dati. Ilnostro settore chiedecontinuamente idee nuove, ma

una piccola azienda fatica asviluppare progetti complessi.Mettendo assieme le nostreesperienze e specifici know howsaremo invece in grado di creareprodotti innovativi da proporre adimportanti clienti nazionali einternazionali».Quale sarà il ruolo di PolonordAdeste all’interno della rete?«Noi metteremo in condivisionele nostre idee e conoscenze nelcampo dei supporti dimemorizzazione dati. Questa reteci dà la possibilità di collaborarecon altri partner per creareprogetti complessi legati allememorie, che da soli nonsaremmo in grado di fare. Edaremo ad altre imprese diprogettazione la possibilità diandare sul mercato assieme conproposte molto competitive:nasceranno nuove possibilità dibusiness, sia per le singole aziendeche per il network».

Elena Turrini

«LE AZIENDE nostrane, quando hannobisogno di un fornitore di tecnologia, di solitovanno a Milano o a Roma. Spesso nonimmaginano nemmeno che anche a Bologna cisiano imprese dalle competenze di altissimolivello». Paolo Angelini, presidente di ReteICTe titolare della Dexer, una delle realtà chefanno parte di questa rete, punta tutto sulconcetto di network allargato. Per migliorarel’offerta, stimolare la domanda e, perché no,anche far nascere una nuova consapevolezzadell’Information and communicationtechnology in salsa bolognese.Quali sono i primi obiettivi di ReteICT?«La nostra prima esigenza è quella di mettereassieme l’offerta di queste 23 aziende, con uncatalogo unico disponibile on line. Lo faremoanche grazie alle persone che ci supporterannoall’interno di Unindustria Bologna. Il che nonvuol dire però che le aziende smetteranno diessere concorrenti. Nostro obiettivo è anchemigliorare la competizione».ReteICT anche come risposta alla crisieconomica?«Sicuramente. Nel 2009 il mercato IT in Italia

è diminuito del nove per cento e anche i primimesi del 2010 non fanno ben sperare. Noivogliamo promuovere comunque il tema degliinvestimenti, che sono da fare proprio in tempidi crisi. L’innovazione è l’unica soluzioneanche per risolvere il problema delle piccoledimensioni delle aziende del settore. Lariqualificazione deve essere l’obiettivo di tutti».Fra i vostri primi passi che cosa ci sarà?«Oltre al catalogo, parteciperemo a un bando digara regionale per favorire le integrazioni. Larete di impresa, in Italia, non è ancorariconosciuta a pieno titolo come soggetto checammina con gambe proprie. C’è stata unaprima definizione, nel 2009, all’interno delcosiddetto Decreto incentivi, ma le normeattuative non sono ancora arrivate. Per ilmomento noi siamo una semplice associazione,ma puntiamo a una certa evoluzione proprionella direzione della ‘rete d’imprese’».E per quanto riguarda i Paesi esteri?«Come ReteICT, chiaramente, miriamo anchea sviluppare la presenza su mercati lontani. Laforza dello stare insieme lo consente».

Daniele Guido Gessa

IL PRESIDENTE DELL’ALLEANZA

«Avremo un unico catalogoe guarderemo all’estero»

AL VERTICEPaolo

Angelinidella Dexer

sviluppo software, hardware comune e gruppid’acquisto.

RETEICT, che ha la sua sede in UnindustriaBologna, si è già dotata di un rappresentante legale,Paolo Angelini della Dexer, e di un comitatoesecutivo composto da cinque membri (StefanoFrascari, Andrea Padovano, Giovanni Scardovi,Roberto Vecchione, e lo stesso Angelini).«Guardiamo a questa iniziativa con grandesoddisfazione — afferma il numero uno degliindustriali bolognesi, Maurizio Marchesini —,ReteICT si aggiunge infatti alle altre esperienze

che, con il sostegno di Unindustria Bologna, hannopreso il via negli ultimi mesi, da parte di impresesempre più consapevoli che esistono forme perdiventare più forti insieme, pur mantenendociascuna la propria individualità».

LA RETE dell’ICT, infatti, va ad unirsi alle altredue esperienze pilota in fatto di aggregazioni diimpresa: Is Bologna, che riunisce le piccoleimprese della subfornitura meccanica, e 01 Wiring,l’azienda nata dall’aggregazione di quattroimprenditori dell’automazione elettrica edelettronica.

Elena Boromeo

NETWORK DELLE IMPRESE SPECIALIZZATE IN NUOVE TECNOLOGIE

aggredire il mercato

Franco Boccia. «Ecco perchè,dove vediamo esperienze validedi trasferimento tecnologico,riteniamo nostro compitoaderire a tali iniziative».Che attese avete da ReteICT?«Di fare, appunto, rete. Il chesignifica lavorare in gruppo edaiutarsi gli uni con gli altri. Perquanto ci riguarda, vogliamofarci conoscere di più da tuttequelle aziende che sono nostrepotenziali clienti, ed alle qualipossiamo fornire un aiuto realeper lo sviluppodell’innovazione. La rete puòessere per noi un supportoimportante sul pianocommerciale e del marketing.Sappiamo, peraltro, che ilCineca può offrire molto ai suoiinterlocutori».Cosa, concretamente?«Siamo il primo centro in Italia

per potenza elaborativa nelsupercalcolo, quello che sidefinisce ‘high performancecomputing’. E possiamo vantareuna riconosciuta competitivitàanche sul piano internazionale:la classifica dei primi 500 centrinel mondo ci vede al 61˚ posto,ed al quarto o quinto in Europa.In altre parole, il Cineca puòoffrire un data-center perelaborazioni gestionali,scientifiche, tecnologiche e tuttele gamme applicative dell’ICTdi altissimo livello. E come hodetto — conclude l’ingegnerBoccia — il grande impegno èsoprattutto in relazione alsupercalcolo. Del resto, già dadue anni è operativa unaconvenzione con le imprese diUnindustria Bologna a questoproposito».

c.r.

Le magnifiche 23

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FILIALI:Ancona, Anzola Emilia, Bari, Caserta,Padova, Pavia, Reggio E., Rimini,Roma, Treviso, Varese

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REGOLE DEL COMMERCIOinternazionale, diritto doganale, difesa delMade in Italy e tutela dei consumatori, sono itemi affrontati nei due convegni dedicatiall’origine dei prodotti, organizzati nel mesedi marzo da Unindustria Bologna incollaborazione con l’Agenzia delle Dogane.In un contesto di scambi globali e prodottisempre più complessi, l’individuazionedell’origine dei prodotti non è semplice e lacomplessità è aggravata da un quadronormativo poco coerente. Con questainiziativa Unindustria ha voluto aiutare leimprese a fare chiarezza su questi aspettigrazie al contributo di professionisti espertidella materia. Nel primo convegno, dal titolo«Le regole di origine preferenziale nelcommercio internazionale», è stato spiegatocome l’origine preferenziale delle merci sia lacondizione che permette alle stesse dibeneficiare di agevolazioni daziarie(riduzioni/esenzione di dazi, abolizione didivieti quantitativi/contingentamenti)previste dagli accordi di libero scambiosiglati dalla Ue con alcuni paesi terzi. Tra gliargomenti tecnici approfonditi dagli espertiintervenuti quello della dichiarazione ecertificazione dell’origine preferenziale, dellaverifica della sua origine, del cumuloeuro-mediterraneo ecc. Il secondo incontro,dal titolo «Made in Italy tra diritto doganale etutela del consumatore», ha invece cercato difar luce su argomenti quali il principio dinon discriminazione comunitario ed il Madein Italy nazionale, la nozione di originedoganale delle merci nella legislazione

comunitaria e le norme a tutela del «made inItaly». Temi molto sentiti dalle nostreimprese che si trovano spesso a confrontarsicon fenomeni di concorrenza sleale chehanno ricadute anche sulla salute deiconsumatori. Ai due incontri sonointervenuti: Canio Di Mare della Direzioneregionale Dogane dell’Emilia-Romagna,

Sergio Ciardiello, direttore Ufficio delleDogane di Bologna, Massimo Fabio,avvocato e dottore commercialista, partner diKStudio Associato, Alberto Guelfi, avvocatoesperto di diritto doganale, Paolo diCostanzo, direttore Ufficio delle Dogane diParma.

Marcello Pierdicchi

LE REGOLE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE E L’ORIGINE DELLE MERCI

Tra scambi globali e diritto doganale

GUARDA VERSO LA PORTA D’ORIENTE, laTurchia, Unindustria Bologna che vuole offrire

nuove opportunità di mercato alle sue imprese.Internazionalizzazione è la parola chiave percomprendere la scelta strategica compiutadagli industriali di via Serlio che hanno

messo a punto un progetto dipenetrazione commerciale o sourcing

mirato appunto alla Turchia e che sirealizzerà entro giugno, a costi

abbattuti grazie ad un contributodella Camera di Commercio.

Proposto ad un gruppo selezionatodi imprenditori, il piano di lavoro è

stato illustrato nel corso di unconvegno in cui sono state

analizzate le chance di fare businessnella Repubblica turca.

Portare la propria impresa laddove ilmercato macina utili è del resto nel

dna degli imprenditori di UnindustriaBologna che hanno sempre varcato i

confini nazionali. E con la Turchia nonpoteva essere diverso visto che, nonostantela crisi internazionale, quel Paese rappresenta

uno dei principali partner commerciali per l’Italia.Basti pensare che nel 2009 i nostri investimenti in

Turchia hanno registrato un +4,5%. Le oltre 700 aziende

italiane sul Corno d’Oro sono attirate da un mercato di 80milioni di persone alle quali l’accesso dei nostri

prodotti è facilitato dagli accordi esistenti con laUe. Senza tralasciare che il Paese è da sempre

considerato un’ottima piattaformacommerciale e logistica di ingresso ai

mercati dell’area medio orientale e dellerepubbliche dell’ex impero sovietico.

Ecco perché la proposta di UnindustriaBologna risulta essere davvero

un’ottima occasione di sviluppo e dicrescita economica per le piccole,

medie e grandi aziende bolognesi.Proprio questo oltretutto è emersonel corso del convegno i cui lavori

sono stati aperti da Gino Cocchi, vicepresidente vicario e consigliere

delegato per l’Internazionalizzazionedi Unindustria Bologna, e Ruben

Sacerdoti, responsabile Sprint EmiliaRomagna. A seguire sono intervenuti:

Tiziano Furlan, presidente MdaConsulting; Pierluigi Venturini,

responsabile Simest Emilia Romagna;Raffaella Iaselli, rappresentante Ispat per

l’Italia; Eugenio Bettella, Studio Roedl & Partnersdi Padova; Stefano Bellocci, head of International

Business & Trade Finance, Cariparma Crédit Agricole.Giacomo Ruggero

UNINDUSTRIA BOLOGNA ENTRO GIUGNO MUOVE VERSO IL MERCATO DELLA PORTA D’ORIENTE

Che bello fare cose turche

SI CHIAMA Hy.per.CAE,High performanceComputer Aided, ed è unanuova joint venture nata nelmondo dell’informatica traEnginSoft e Cineca, ilcentro interuniversitario dicalcolo di Bologna. Duerealtà leader nei settori delsupercalcolo e dellaconsulenza ingegneristica etecnologie CAE hannodeciso di unire le forze ecreare un soggetto nuovo,per offrire alle imprese unservizio di calcolo tecnicoche per professionalità ecompletezza non ha egualiin Italia e in Europa.Hy.per.CAE supporterà leaziende nelle fasi diprogettazione eingegnerizzazione deipropri prodotti, soprattuttonei settori energetico,meccanico e meccatronico.«Da anni la competizionecostringe le imprese adesplorare tutte le possibilitàofferte dalle nuovetecnologie», dice ilpresidente di Cineca MarioRinaldi. «Con Hy.per.CAEintendiamo aiutarle agestire in modo efficace lacomplessità di sviluppo deinuovi prodotti, riducendo icosti di produzione e il timeto market».«Le competenze diEnginSoft nell’ambito dellaconsulenza ingegneristica -spiega il presidente dellasocietà Stefano Odorizzi -abbinate a un’infrastrutturadi eccellenza come quella diCineca consentiranno adHy.per.CAE di offrire alleaziende strumenti esoluzioni all’avanguardia».

Elena Turrini

ACCORDO

Questionedi calcolo

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BRINDA al mezzo secolo difiorente attività la FA.CO, lanota azienda di Calderinospecializzata in accessori ericambi per le due ruote. Distrada ne ha fatta tanta il suotimoniere, Pierluigi Cau, dallontano 1960 quando iniziòl’avventura col diploma dageometra in tasca, qualche annodi esperienza come saldatore eun unico obiettivo: captare lerichieste provenienti dalle casecostruttrici di moto eciclomotori. Dall’assemblaggioper conto terzi alla produzione inproprio di serbatoi, alla

realizzazione di marmitte per ilprimo montaggio. Fino al passosuccessivo, nel 1978, con lacreazione di una linea diaccessori per scooter, moto eciclomotori. «E’ lui che ancoraoggi inventa gli articoli piùesclusivi e alla moda - racconta lafiglia Cristina che si occupa dellagestione amministrativa - ed è luiche li progetta e li produce

assieme ai fedeli collaboratori(alcuni dipendenti lavorano inazienda da oltre 40 anni)».La gamma dei prodotti FA.CO siè ampliata anno dopo anno:carenature in plastica,portapacchi, bauletti, parafanghi,cavalletti e parabrezza(quest’ultima è l’attività portantee rappresenta circa il 60% dellaproduzione attuale). Include

accessori di «pregio» comela serie Special Crom, inferro con «saldatura adottone» e speciale

trattamento precromatura. Masoprattutto viene distribuita intutto il mondo, dall’Europa agliStati Uniti, all’Australia e alGiappone.«Alla base del successo c’è sìl’impegno dedicatoall’innovazione, generalmenteispirata dalla creatività del suofondatore - chiosa la Cau - maanche la competenza e laprofessionalità del personale cheaccompagna l’adeguamentocostante dell’azienda alleesigenze via via mutevoli dellaclientela».

Barbara Bertuzzi

ACCESSORI PER SCOOTER E CICLOMOTORI: FA.CO. COMPIE MEZZO SECOLO DI VITA

Come mettere in moto la creatività

LEADERTecnologia e innovazionenel pavimento in legno; quisopra, l’ad Carlo Comani

COMPIE 100 ANNIl’azienda bolognese notanel mondo per il«ProntoParquet». Gazzotti,nata nel 1910 ai piedi diSan Luca, oggi ha sede aTrebbo di Reno e punta aconsolidare la leadershipnel mercato italiano e aconquistare nuove nicchieinternazionali. Dal 1978,anno in cui ha prodottoper la prima volta ilpavimento in legnoprefinito 2 strati a listaunica, rivoluzionandol’industria del parquet e letecnologie costruttiveimpiegate nel settore, laricerca non si è maifermata. Gli elementichiave del successo? Unaproduzione interamentemade in Italy, un serviziod’assistenza a 360 gradi elo sviluppo costante delletecnologie. L’azienda, checonta 120 dipendenti edesporta in circa 40 Paesi -tra cui Corea del Sud,Turchia, Russia, Ungheria,Romania e Francia –nell’anno del centenariomira alla Cina, rafforzatadalla recente apertura diuno showroom monomarcaa Shanghai: nei prossimi

tre anni, grazie all’accordocon un distributore locale,nasceranno altri 14 puntivendita. Per taleoperazione Gazzotti havinto il premio ChinaAwards 2009, assegnatodalla Fondazione ItaliaCina. «Se non si èambiziosi si soccombe -dichiara Carlo Comani,amministratore delegato diGazzotti – : questi 100anni di esperienza cihanno portato in doteforza di marchio masoprattutto la volontà didare il massimo perraggiungere il migliorlivello qualitativo diprodotto e di servizio, eperciò ringrazio l’interasquadra di Gazzotti».All’atteggiamentopessimista di chi osserva lacrisi mondiale dell’edilizia,Comani risponde con unastrategia precisa. «Ipavimenti Gazzotticontinuano a essereinteramente prodotti nellostabilimento bolognese,soggetti a continuicontrolli di qualità e diprestazione: andiamo inCina con l’intenzione diconquistare nicchie di

mercato in grado diapprezzare parquet di altolivello. Per l’Italia miauguro si realizzi unamaggiore tutela deiconsumatori: ladistorsione del liberomercato, il sommerso el’ingresso di prodotticinesi non conformi allenormative europeenecessitano di una svoltanel segno dellamoralizzazione».Gazzotti distribuisce ancheil marchio Idee&Parquet:pavimenti in legno nuovoe di recupero, nel rispettodelle più antiche tecnichedi lavorazione artigianale;prodotti unici nati per unpubblico selezionato checonta clienti quali Gucci,Prada, Louis Vuitton,Ferragamo...«All’orizzonte intravedosegni di ripresa – concludeComani -: sono certo chenel nostro settore verràpremiata più la qualità delprodotto che il prezzoanche perchè il parquet èvissuto dal consumatoreitaliano come uninvestimento e non comeuna spesa».

Valentina Righi

GAZZOTTI ESPORTA IN 40 PAESI E ORA PUNTA SULLA CINA

Cent’anni di parquet

FONDATORE Pierluigi Caucon la moglie Lella (orascomparsa) e la figlia Cristina.Leader dal 1960

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