Next marzo 2011

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SFIDE Ilvecchio partito delclientelismo I CONSORZI Reno e Savena organizzano, nella notte del 30 aprile, una serie di appuntamenti e spettacoli per scoprire la Felsina dell’acqua IL MONDO produttivo bolognese sostiene il Bologna Football Club, con due importanti progetti Il primo legato a una partnership tra la società di calcio e le industrie, il secondo volto a portare tifosi sugli spalti IMA E MARCHESINI GROUP Le aziende colorano lo stadio Dall’Ara IL CENTRO studi della casa automobilistica di Stoccarda organizza un seminario sotto le Due Torri L’obiettivo dell’evento è quello di diffondere una cultura di riduzione degli sprechi tra gli operatori del settore metalmeccanico della provincia ESISTE un partito capace di sopravvivere al passaggio di consegne dalla Prima alla Seconda Repubblica, senza perdere consensi e stringendo sempre più la presa sul sistema economico e sociale del Paese. Nell’indifferenza generale o sotto gli occhi compiaciuti di chi ne trae profitto. È il partito del clientelismo e del familismo che mortifica la meritocrazia. La fotografia del fenomeno scattata dai Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna è puntuale e impietosa allo stesso tempo. Negli ultimi trent’anni in Italia si è ridotta la mobilità sociale ed è cresciuta la stagnazione tra le classi. Paradossalmente — denunciano i giovani capitani di ventura — per il figlio di un operaio era più facile avviare un’azienda o aspirare ad una cattedra universitaria negli anni ’60. Oggi chi non ha il proprio santo in Paradiso lascia l’Italia per cercare lavoro all’estero. Ogni anno sono oltre trentamila gli under 40 che mettono a disposizione i loro studi e le loro competenze per l’economia di altri Paesi. L’antidoto per arrestare la fuga dei cervelli si chiama meritocrazia. Una parola troppo spesso abusata, come ricorda Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda, quando lamenta la necessità di affiancare al valore del merito «una vera politica di sostegno allo studio». La meritocrazia non basta senza un’eguaglianza formale e sostanziale (art. 3 della Costituzione) e un rafforzamento del diritto allo studio (art. 34). Per questo va sostenuta la proposta dei Giovani di Unindustria di rendere l’imposta di successione una tassa di scopo, destinata a finanziare la formazione e l’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani meritevoli. Siano figli di professori universitari oppure di operai. di PIERLUIGI VISCI A PAGINA 7 ILRESPONSABILEDIPORSCHEAKADEMIE,SIMONECIGADA ‘Corsi di impresa snella’ A PAGINA 7 I Giovani di Unindustria contro L’INIZIATIVA I canali di Bologna A PAGINA 5 Anno 4 - Numero 2 Marzo 2011 il dilagare delle raccomandazioni: «Trasformiamo la tassa di successione in un’imposta per favorire la formazione di chi vale»

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Inserto de il Resto del Carlino dedicato al mondo dell'impresa e dell'innovazione nella provincia di Bologna

Transcript of Next marzo 2011

SFIDE

Il vecchio partitodel clientelismo

I CONSORZI Reno eSavena organizzano, nellanotte del 30 aprile, unaserie di appuntamentie spettacoli per scoprirela Felsina dell’acqua

IL MONDOproduttivo bolognesesostiene il BolognaFootball Club, con dueimportanti progettiIl primo legato a una

partnership trala società di calcioe le industrie, il secondovolto a portaretifosi sugli spalti

IMA E MARCHESINI GROUP

Le aziende coloranolo stadio Dall’Ara

IL CENTRO studidella casa automobilisticadi Stoccardaorganizza un seminariosotto le Due TorriL’obiettivo dell’eventoè quello di diffondereuna cultura di riduzionedegli sprechitra gli operatoridel settore metalmeccanicodella provincia

ESISTE un partito capacedi sopravvivere al passaggiodi consegne dalla Prima allaSeconda Repubblica, senzaperdere consensi e stringendosempre più la presa sul sistemaeconomico e sociale del Paese.Nell’indifferenza generale o sottogli occhi compiaciuti di chi ne traeprofitto. È il partito delclientelismo e del familismo chemortifica la meritocrazia. Lafotografia del fenomeno scattatadai Giovani Imprenditori diUnindustria Bologna è puntualee impietosa allo stesso tempo.Negli ultimi trent’anni in Italiasi è ridotta la mobilità sociale edè cresciuta la stagnazione tra leclassi. Paradossalmente —denunciano i giovani capitanidi ventura — per il figlio di unoperaio era più facile avviareun’azienda o aspirare ad unacattedra universitaria negli anni’60. Oggi chi non ha il propriosanto in Paradiso lascia l’Italiaper cercare lavoro all’estero. Ognianno sono oltre trentamila gliunder 40 che mettono adisposizione i loro studi e le lorocompetenze per l’economia di altriPaesi. L’antidoto per arrestarela fuga dei cervelli si chiamameritocrazia. Una parola troppospesso abusata, come ricordaAlberto Meomartini, presidentedi Assolombarda, quando lamentala necessità di affiancare al valoredel merito «una vera politicadi sostegno allo studio». Lameritocrazia non basta senzaun’eguaglianza formale esostanziale (art. 3 dellaCostituzione) e un rafforzamentodel diritto allo studio (art. 34).Per questo va sostenuta laproposta dei Giovani diUnindustria di rendere l’impostadi successione una tassa di scopo,destinata a finanziare laformazione e l’inserimento nelmercato del lavoro dei giovanimeritevoli. Siano figli di professoriuniversitari oppure di operai.

di PIERLUIGIVISCI

A PAGINA 7

IL RESPONSABILE DI PORSCHE AKADEMIE, SIMONE CIGADA

‘Corsi di impresa snella’

A PAGINA 7

I Giovani di Unindustria contro

L’INIZIATIVA

I canalidi Bologna

A PAGINA 5

Anno 4 - Numero 2Marzo 2011

il dilagaredelle raccomandazioni:

«Trasformiamola tassa

di successione in un’imposta

per favorire la formazionedi chi vale»

MARTEDÌ 8 MARZO 2011

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DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI UNINDUSTRIA BOLOGNA

IL RILANCIO economico e losviluppo dell’Italia passanodall’affermazione di una vera epropria cultura del merito.Partendo da questaconsapevolezza i GiovaniImprenditori di UnindustriaBologna hanno presentato,nell’ambito del convegno‘Guardare al futuro con merito’,uno studio che ha coinvolto perun anno intero un comitatoscientifico composto daimprenditori e docentiuniversitari. L’obiettivoambizioso del documentopresentato dai GiovaniImprenditori è quello dicontribuire alla diffusione, nelleaziende ma anche nella societàcivile, della ‘cultura del merito’,come motore irrinunciabile dicrescita economica ma ancheelemento indispensabile diinclusione e di coesione sociale.

SECONDO vari studi negli ulti-mi anni 30 anni in Italia si èridotta la mobilità sociale ed èaumentata la stagnazione tra leclassi sociali. Per il figlio di unoperaio, poter creare un’aziendao aspirare a una cattedra

universitaria paradossalmenterisultava più facile negli anni ’60del secolo XX che non oggi.Tutto ciò, al di là diconsiderazioni etiche, èestremamente inefficiente einefficace per il sistema Paese edè una delle principali causedell’arretramento italiano nellaclassifica delle principalieconomie mondiali.

LA MANCATA valorizzazionedel merito deprime di fatto lenostre risorse migliori adiscapito del benesseredell’intera organizzazione, siaessa la società, un’azienda, unente o un sindacato. Per capirequante sono le ‘vittimecollaterali’ della nonmeritocrazia basta analizzarealcuni dati. Secondo l’Istat, ilflusso di italiani sotto iquarant’anni che lascia il Paeseper trovare un lavoro all’estero èdi oltre 30mila unità all’anno(ma c’è chi parla di 50-60milapersone), di cui più del 17%cento di laureati. A espatriaresono ricercatori, professoriuniversitari, artisti, uominid’impresa, architetti, ingegneri,

medici, giornalisti, funzionarieuropei, avvocati, ecc. Tutticostretti a lasciare il Paese piùclientelare e immeritrocraticodell’Europa occidentale. Oltre aregalare ‘la meglio gioventù’ allenazioni straniere, l’Italia è ancheun Paese poco attrattivo, con unsaldo negativo di skilledpopulation.Da noi solo il 3% dellapopolazione universitaria ècostituito da studenti straniericontro una media Ocse del 10%.‘Per invertire la tendenza —dice il presidente dei GiovaniImprenditori di UnindustriaBologna, Andrea Paladini, cheha presentato lo studio insiemeal suo vice presidente, GianGuido Riva, project leaderdell’apposito gruppo di lavoro— occorre mettere il merito ela formazione al centrodell’agenda italiana esconfiggere il partito dellarendita che è il veroblocco conservatoretrasversale e senzacolore politico delnostro

Paese».

NEL DOCUMENTO dei giova-ni industriali si cita l’economistapremio Nobel, Amartya Sen cheparla di valorizzazione delmerito intesa come capabilitycioè opportunità reale per gliindividui, le società, le aziende.Come strumento di inclusionesociale degli individui. Ma ilmerito non può essere efficaceda solo come strumento diinclusione sociale per gli

individui se non èaccompagnato da un accesso allaformazione qualificata nel corsodi tutta la propria vita (lifelonglearning).

PER QUESTO i Giovani diUnindustria lanciano dueproposte concrete. La prima èquella di fare dell’imposta disuccessione una vera tassa di

scopo che vada a finanziare ilprocesso di formazione e diinserimento attivo nel mercatodel lavoro di giovani meritevoli.La seconda è quella di rivederein chiave più moderna emeritocratica le norme inmateria di immigrazione, perfavorire l’incontro tra domandae offerta.

Marcello Pierdicchi©Riproduzione riservata

L’INDAGINE ELABORATA DAL COMITATO SCIENTIFICO

Meritocrazia motore dello sviluppo

MARTEDÌ 8 MARZO 2011

PAGINA 3

DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI UNINDUSTRIA BOLOGNA

IL RILANCIO economico e losviluppo dell’Italia passanodall’affermazione di una vera epropria cultura del merito.Partendo da questaconsapevolezza i GiovaniImprenditori di UnindustriaBologna hanno presentato,nell’ambito del convegno‘Guardare al futuro con merito’,uno studio che ha coinvolto perun anno intero un comitatoscientifico composto daimprenditori e docentiuniversitari. L’obiettivoambizioso del documentopresentato dai GiovaniImprenditori è quello dicontribuire alla diffusione, nelleaziende ma anche nella societàcivile, della ‘cultura del merito’,come motore irrinunciabile dicrescita economica ma ancheelemento indispensabile diinclusione e di coesione sociale.

SECONDO vari studi negli ulti-mi anni 30 anni in Italia si èridotta la mobilità sociale ed èaumentata la stagnazione tra leclassi sociali. Per il figlio di unoperaio, poter creare un’aziendao aspirare a una cattedra

universitaria paradossalmenterisultava più facile negli anni ’60del secolo XX che non oggi.Tutto ciò, al di là diconsiderazioni etiche, èestremamente inefficiente einefficace per il sistema Paese edè una delle principali causedell’arretramento italiano nellaclassifica delle principalieconomie mondiali.

LA MANCATA valorizzazionedel merito deprime di fatto lenostre risorse migliori adiscapito del benesseredell’intera organizzazione, siaessa la società, un’azienda, unente o un sindacato. Per capirequante sono le ‘vittimecollaterali’ della nonmeritocrazia basta analizzarealcuni dati. Secondo l’Istat, ilflusso di italiani sotto iquarant’anni che lascia il Paeseper trovare un lavoro all’estero èdi oltre 30mila unità all’anno(ma c’è chi parla di 50-60milapersone), di cui più del 17%cento di laureati. A espatriaresono ricercatori, professoriuniversitari, artisti, uominid’impresa, architetti, ingegneri,

medici, giornalisti, funzionarieuropei, avvocati, ecc. Tutticostretti a lasciare il Paese piùclientelare e immeritrocraticodell’Europa occidentale. Oltre aregalare ‘la meglio gioventù’ allenazioni straniere, l’Italia è ancheun Paese poco attrattivo, con unsaldo negativo di skilledpopulation.Da noi solo il 3% dellapopolazione universitaria ècostituito da studenti straniericontro una media Ocse del 10%.‘Per invertire la tendenza —dice il presidente dei GiovaniImprenditori di UnindustriaBologna, Andrea Paladini, cheha presentato lo studio insiemeal suo vice presidente, GianGuido Riva, project leaderdell’apposito gruppo di lavoro— occorre mettere il merito ela formazione al centrodell’agenda italiana esconfiggere il partito dellarendita che è il veroblocco conservatoretrasversale e senzacolore politico delnostro

Paese».

NEL DOCUMENTO dei giova-ni industriali si cita l’economistapremio Nobel, Amartya Sen cheparla di valorizzazione delmerito intesa come capabilitycioè opportunità reale per gliindividui, le società, le aziende.Come strumento di inclusionesociale degli individui. Ma ilmerito non può essere efficaceda solo come strumento diinclusione sociale per gli

individui se non èaccompagnato da un accesso allaformazione qualificata nel corsodi tutta la propria vita (lifelonglearning).

PER QUESTO i Giovani diUnindustria lanciano dueproposte concrete. La prima èquella di fare dell’imposta disuccessione una vera tassa di

scopo che vada a finanziare ilprocesso di formazione e diinserimento attivo nel mercatodel lavoro di giovani meritevoli.La seconda è quella di rivederein chiave più moderna emeritocratica le norme inmateria di immigrazione, perfavorire l’incontro tra domandae offerta.

Marcello Pierdicchi©Riproduzione riservata

L’INDAGINE ELABORATA DAL COMITATO SCIENTIFICO

Meritocrazia motore dello sviluppo

MARTEDÌ 8 MARZO 2011

4 PAGINA

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MARTEDÌ 8 MARZO 2011

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CAPIRE come eliminare glisprechi e ottimizzare i processiproduttivi nella propria azienda,studiando pochi principi base esoprattutto toccando con mano laloro applicazione in una fabbricaideale. È questo l’obiettivo delseminario proposto da PorscheAkademie in partnership conUnindustria Bologna, che si tienea marzo sotto le Due Torri.La casa di Stoccarda leadermondiale della lean production,infatti, ha ideato un’accademiaper esportare il modello Porsche:l’appuntamento bolognese saràl’occasione per diffondere ilconcetto di azienda snella tra glioperatori del settoremetalmeccanico. A spiegaremeglio di cosa si tratta è ilresponsabile di divisione PorscheConsulting Italia, nonchéresponsabile Porsche Akademie,Simone Cigada.

Dottor Cigada, ci spieghianzitutto cos’è PorscheAkademie.

«Si tratta di un centro diformazione situato a Bergamo,dove offriamo ai nostri clienti lapossibilità di sperimentaredirettamente i vantaggi della leanmanufacturing. In una fabbricamodello, i partecipanti diventanooperai e toccano con mano imiglioramenti dei vari processi diottimizzazione: ad esempio, portil’amministratore delegato e gli faifare il logistico».

Un’azienda ideale, dunque,

funziona secondoi principi della leanmanufacturing. Cosasi intende con questotermine?

«La lean manufacturing è unprocesso sistematico dieliminazione degli sprechi neiprocessi aziendali. Ovviamenteesiste una sequenza logica diimplementazione: noi partiamodall’ottimizzazione dellaproduzione. Per questo si parla dilean production. Ma dopo la

produzione si passa a tutti gli altriprocessi aziendali:all’integrazione dei fornitori, adesempio, e all’ottimizzazionedelle fasi di sviluppo del prodottoe dei reparti indiretti, come ilcontrollo e la finanza».

Crede che daquesto punto di

vista la ‘terra deimotori’ emiliana abbia

ancora molto daimparare?

«I principi base della leanmanufacturing non sono unsegreto industriale, ma sonopoche le aziende che li applicano.Porsche è una di queste, e lo stafacendo con una coerenzateutonica che sta portando agrandi risultati. L’importazione

di un metodo giapponese fu unasorta di choc culturale perPorsche, ed ora quello tedescopotrebbe avere lo stesso effettoper le aziende italiane».

Ci riporti alcuni casi disuccesso trattati da PorscheAkademie.

«Penso alla Biesse di Pesaro:tramite implementazione eformazione abbiamo ottenutoforti aumenti di produttività edrastiche diminuzioni diattraversamento del prodotto edel capitale circolante.Complessivamente, cioè, abbiamoottenuto un aumento del livellodi servizio. Casi analoghi sono laIlly di Trieste, o la Colombini diSan Marino».

A Bologna terrete il secondocorso di formazione in Italiaorganizzato su iniziativa diun’associazione industriale.Qual è il programma e qualisono gli obiettivi?

«Si tratta di un seminario di tregiorni in cui trasformeremo unafabbrica tradizionale in unasnella. Insegneremo i principibase del lean manufacturing(come il processo produttivo Justin time), ma soprattutto faremotanta pratica. Nella nostrafabbrica (in cui produrremogiocattoli), manager, direttori eamministratori delegatiimpareranno la leanmanufacturing per poi portarlanelle proprie aziende».

Elena Boromeo© Riproduzione riservata

CONTRASTARE la cellulite con un principioattivo che penetra nella pelle attraverso i capid’abbigliamento: è l’ultima innovazione per ilmondo della moda, ed ha origine dall’esperienza edalla ricerca dell’industria cosmetica, grazie ad unbrevetto esclusivo che è nato proprio a Bologna.Nei laboratori A.N.R. (Advanced Natural Research)del gruppo Eley-Rolland-Angela Laganà diGranarolo dell’Emilia (55dipendenti, fatturato 2010di 14 mln di euro), è statoinfatti sviluppato unesclusivo principio attivoper contrastare la celluliteche può essere veicolatoattraverso le fibre tessili.Il brevetto adcc®(Advanced Delivery fromCosmetic to Clothes),utilizzando una tecnicaesclusiva ed ecologica,consente di veicolare iprincipi attivi attraverso le fibre tessili, assicurandouna penetrazione profonda, costante e prolungata.L’azione liporiducente è inoltre caratterizzata dalrilascio di una nota profumata e dolcementepersistente.

IN SOSTANZA, dunque, si tratta di un metodoesclusivo per applicare ai capi di abbigliamentodifferenti proprietà funzionali, conferendoglicaratteristiche innovative che ne aumentano il

valore aggiunto. E la prima applicazione concreta diquesto progetto è dedicata alle donne per aiutarle acontrastare, appunto, il loro principale inestetismo:la cellulite. «I nostri punti di forza sono legatiall’impiego di nanotecnologie, di cellule staminali e,in particolare, a un sistema di microincapsulazione,messo a punto con l’Istituto Rovesti di Milano, cheha un duplice scopo: la perfetta adesione degli attivi

al tessuto e l’ottimizzazionedella loro penetrazione inprofondità nella pelle», spiegaAngela Laganà,amministratore delegato delgruppo Eley-Rolland-AngelaLaganà, cosmetologa,nonché presidente del settorechimico di UnindustriaBologna.

«È STATA una ricercacomplessa e affascinante, cheha la forza di coniugare

differenti competenze e ha richiesto molti mesi peressere messa a punto — sottolinea Laganà —. Nellosviluppo tecnologico non ci si improvvisa e servonotest scientifici che avvalorino gli obiettivi raggiunti».«Crediamo molto nelle sinergie industriali —aggiunge Laganà — che nascono dallacollaborazione con istituti di ricerca, università emultinazionali che ci hanno affiancato e supportatonel raggiungimento di questo obiettivo».

© Riproduzione riservata

L’INVENZIONE DEL GRUPPO ELEY-ROLLAND-ANGELA LAGANÀ

Metti il vestito e togli la cellulite

INTERVISTA A SIMONE CIGADA, RESPONSABILE DI PORSCHE AKADEMIE

‘Insegniamo a ridurre gli sprechi’

MARTEDÌ 8 MARZO 2011

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VIAGGIO NELLA BOLOGNA DELL’ACQUA

Blue night nei canali

IL CALENDARIO

Paladinivolto

di Jaguar

MAURIZIO MARCHESINI

‘Insiemea Malesani

e Di Vaio’

C’È un impegno sempre più concreto del mondo produttivo bologneseper il Bologna Football Club. Sono già quattordici, infatti, le impreseche hanno concretamente aderito al progetto coordinato daUnindustria Bologna a sostegno dello squadrone rossoblu. Ed altreancora ne stanno arrivando. L’iniziativa — che ha preso impulsodall’impegno di due tra i più importanti gruppi industriali delterritorio, entrambi leader nel settore del packaging, quali Ima eMarchesini Group — si articola in due modalità: ‘Riempiamo loStadio Dall’Ara’ e ‘Partnership ufficiale del Bologna Fc’. La‘Partnership ufficiale’ collega direttamente l’immaginedell’azienda al Bologna Fc. L’azienda avrà il diritto di utilizzare illogo ufficiale della squadra rossoblu e la possibilità di fregiarsi deltitolo di partner ufficiale del Bologna Fc in tutte le sue iniziativepromo-pubblicitarie e commerciali. Il logo dell’azienda saràpresente con un link dedicato sul sito ufficiale del Bfc(www.bolognafc.it). L’azienda stessa avrà inoltre led luminosiattorno al campo da gioco.Nel caso del progetto ‘Riempiamo lo Stadio Dall’Ara’, invece, leimprese hanno acquistato dei ‘pacchetti’ ticket per la tribuna laterale,i distinti laterali oppure la curva San Luca, valevoli per tutte e sette lepartite che Di Vaio e compagni giocheranno in casa a partire dal 20febbraio scorso (Bologna - Palermo) fino alla fine del campionato2010-2011. All’impegno iniziale di Ima e Marchesini Group ha fattoseguito l’adesione al progetto di altre dodici imprese: Marposs; Seci -Gruppo Maccaferri; Centergross; Cesab Carrelli Elevatori; VeronesiSeparatori; Open Data; Cave Misa; Politec; G.S.I.; Neri Motori; LMLavorazioni Meccaniche; Fittings. Ora, si aspettano i prossimi chevogliano sostenere con altrettanto impegno i ragazzi di Malesanie la società.

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PARTNERSHIP

Azienderossoblù

QUANDO si parla di Bologna siusano parole come la Capitale dellacultura, la Ghiotta e la Rossa.Raramente la si descrive come Cittàdell’acqua e dei suoi canali. Da alcunianni però si respira nell’aria un certointeresse nei bolognesi per la storiaidraulica e per il reticolo sotterraneodella loro città e dei suoi dintorni. Perquesto motivo i consorzi dei canali diReno e Savena in Bologna, che da piùdi 800 anni sono determinati acontinuare la loro opera di difesa,conservazione e sviluppo del sistemaidraulico artificiale di Bologna, si sonoproposti come promotori e

coordinatori di una nuova iniziativa,denominata ‘Notte blu’, dedicataproprio alla valorizzazione della storiaidraulica, dei sotterranei e dellebellezze nascoste della città. La nottedel 30 aprile si tingerà di blu nelle vie,nei sotterranei, nei palazzi, nei musei enegli angoli di una Bologna mai vista.Notte blu è la festa dell’acqua. Unevento monotematico di spettacoli inluoghi di particolare interesseculturale (Opificio della Grada, Bagnidi Mario, Museo del PatrimonioIndustriale, Capo di Lucca ….) conrisultati ad alto impatto emotivo. Uninsieme di iniziative collegate tra loroda un comune denominatore: l’acqua.

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ANDREA Paladini, presidente dei GiovaniImprenditori di Unindustria Bologna e direttoremarketing della Emmecipi Studio, è tra i dodiciimprenditori protagonisti, con le proprie aziende estorie di successo, del calendario ‘Jaguar perl’Eccellenza 2011’.I dodici imprenditori, ritratti da altrettanti giovanifotografi emergenti, sono stati nominati‘ambasciatori di merito’ da Jaguar Italia che —insieme a una giuria di professionisti operanti incampo nazionale e internazionale — li haidentificati tra quarantotto giovani capitani

d’industria che ricoprono ruoli di responsabilitàall’interno di altrettante aziende italiane disuccesso, operanti in diversi settori merceologici dibeni e servizi.

L’INIZIATIVA fa parte del progetto ‘Jaguar perl’Eccellenza’, nato dalla volontà di Jaguar Italia diaprire un dibattito sul tema dell’eccellenzaimprenditoriale. Obiettivo: individuare e premiareindustriali e top manager italiani, al di sotto deiquaranta anni, distintisi per meriti e successi inambito imprenditoriale e associativo.

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«IL BOLOGNA è caro a tantifra gli imprenditori bolognesi e

i loro collaboratori», affermaMaurizio Marchesini,

presidente di UnindustriaBologna. «Ed è soprattuttoun patrimonio della nostra

città, della sua cultura, dellesue radici e della sua

immagine nel Paese. Eccoperchè già diversi

imprenditori hanno sentitol’importanza di questo

progetto: il nostro sostegnova non solo alla squadra

rossoblu in quanto tale, maanche ad uno dei valoristorici di Bologna, che

peraltro può rappresentareanche un forte elemento di

marketing per il nostroterritorio».

«La nostra iniziativa —aggiunge Marchesini — nel

frattempo prosegue. Allequattordici aziende iniziali stannoper aggiungersene altre. Invitiamo

tutti i colleghi che stanno pensandodi aderire a questo progetto a farlo al

più presto, per sostenereconcretamente il Bologna in tutta la

fase finaledel campionato».

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