il Resto del Carlino Next luglio 2010

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INIZIATIVA di Unindustria Bologna: ogni sei mesi un campione di aziende giudicherà il rapporto con i gruppi bancari. Il primo report è positivo: nel complesso le relazioni sono state giudicate sufficienti SFIDE Laforza dellacreatività UN SEMINARIO ha fatto il punto sulle opportunità di business nel paese asiatico PUBBLICATI i bandi per ottenere finanziamenti. A disposizione ci sono 6,4 miliardi di euro: è il pacchetto più robusto di tutti i tempi. Particolare attenzione alle Pmi. Diversi i settori interessati: dalla sanità alla bioeconomia, alle nanotecnologie di PIERLUIGI VISCI È UN MONDO ricchissimo. Dove la creatività e l’estro sono il pane quotidiano. E ha voglia di mostrarsi al mondo, dove può competere senza timori reverenziali. E’ giusto che il design bolognese decida di fare squadra, di abbracciare in questo nuovo portale internet — una grande piazza virtuale — tutte le eccellenze del territorio e gli addetti ai lavori. Una mossa per dire «Noi ci siamo» e per mettere in chiaro che insieme si può crescere ancora di più. D’altra parte, questa è una terra che porta ovunque i frutti della sua creatività nel disegno industriale, come ad esempio nelle linee raffinate delle sue motociclette o nella maniacale cura delle sue macchine per il ‘packaging’. La tecnologia e la qualità, certo, sono importanti, ma anche l’occhio vuole la sua parte. Design Made in Bo, inoltre, punta deciso sul futuro, sposando internet e scegliendo come palcoscenico per il suo debutto ufficiale la grande piazza planetaria dell’Expo di Shanghai. Due mosse da non sottovalutare. La prima, infatti, permetterà a chiunque di scoprire i protagonisti di questo settore, invogliando ad esempio i giovani a bussare alla loro porte o a buttarsi da soli in queste attività, oltre a dare consapevolezza agli stessi protagonisti di essere parte di un sistema affermato e robusto. La seconda, invece, è più che altro un segnale preciso da lanciare in un Paese come la Cina che corre alla velocità della luce: «Non abbiamo paura di nessuno». A PAGINA 7 NASCEUNOSSERVATORIOSUGLIISTITUTIDICREDITO Così lavorano le banche A PAGINA 7 RICERCA E INNOVAZIONE Dall’Europa pioggia di fondi AFFARI Occhio all’India A PAGINA 5 Anno 3 - Numero 7 Luglio 2010

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Next è l'inserto de il Resto del Carlino dedicato alle imprese più innovative della provincia di Bologna

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INIZIATIVA di UnindustriaBologna: ogni sei mesi uncampione di aziende giudicherà ilrapporto con i gruppi bancari. Ilprimo report è positivo: nelcomplesso le relazioni sono stategiudicate sufficienti

SFIDE

La forzadella creatività

UN SEMINARIO hafatto il punto sulleopportunità di businessnel paese asiatico

PUBBLICATI i bandiper ottenere

finanziamenti. Adisposizione ci sono 6,4

miliardi di euro: è ilpacchetto più robusto

di tutti i tempi.Particolare

attenzione alle Pmi.Diversi i settori

interessati: dalla sanitàalla bioeconomia, alle

nanotecnologie

di PIERLUIGIVISCI

ÈUN MONDOricchissimo. Dove lacreatività e l’estro sono il

pane quotidiano. E ha voglia dimostrarsi al mondo, dove puòcompetere senza timorireverenziali. E’ giusto che ildesign bolognese decida di faresquadra, di abbracciare in questonuovo portale internet — unagrande piazza virtuale — tutte leeccellenze del territorio e gliaddetti ai lavori. Una mossa perdire «Noi ci siamo» e per metterein chiaro che insieme si puòcrescere ancora di più. D’altraparte, questa è una terra cheporta ovunque i frutti della suacreatività nel disegno industriale,come ad esempio nelle lineeraffinate delle sue motociclette onella maniacale cura delle suemacchine per il ‘packaging’. Latecnologia e la qualità, certo,sono importanti, ma anchel’occhio vuole la sua parte.Design Made in Bo, inoltre,punta deciso sul futuro, sposandointernet e scegliendo comepalcoscenico per il suo debuttoufficiale la grande piazzaplanetaria dell’Expo diShanghai. Due mosse da nonsottovalutare. La prima, infatti,permetterà a chiunque di scoprirei protagonisti di questo settore,invogliando ad esempio i giovania bussare alla loro porte o abuttarsi da soli in queste attività,oltre a dare consapevolezza aglistessi protagonisti di essere partedi un sistema affermato e robusto.La seconda, invece, è più chealtro un segnale preciso dalanciare in un Paese come laCina che corre alla velocità dellaluce: «Non abbiamo paura dinessuno».

A PAGINA 7

NASCE UN OSSERVATORIO SUGLI ISTITUTI DI CREDITO

Così lavorano le banche

A PAGINA 7

RICERCA E INNOVAZIONE

Dall’Europapioggia di fondi

AFFARI

Occhioall’India

A PAGINA 5

Anno 3 - Numero 7Luglio 2010

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NASCE IL PORTALE DEL DESIGN: UNA PIAZZA SUL WEB CON

Il genio creativo

MASCAGNI, UNINDUSTRIA

«E’ una ricchezzache va valorizzata»

LA RAGIONE principale di Design Made in Bo?«Abbiamo voluto portare avanti questo progetto –spiega Paolo Mascagni (nel tondo sopra),

presidente del settore Lavori complementari per l’ediliziadi Unindustria Bologna e referente per l’associazionedell’iniziativa – perché a Bologna, nel nostro territorio,siamo poco consapevoli della grande ricchezza del nostrodisegno industriale». Un design che interessa molti deisettori portanti dell’economia felsinea: «Persino leaziende che producono macchine automatiche eingranaggi sono molto attente a questi aspetti. L’ItalianWay ‘alla bolognese’, anche se non ce ne rendiamo conto,è riconosciuta in tutto il mondo. Ecco allora chedobbiamo valorizzarla di più».Grande soddisfazione, da parte di Mascagni, per il portaletargato Unindustria Bologna. «Parlare di un sito però èriduttivo – spiega –, si tratta di una vera piazza virtualesulla quale incontrarsi e scambiarsi idee e progetti. Ognivisita al portale apporta ricchezza e noi vogliamo il piùalto numero di visite possibile». Ma quali sono gli scopipratici del portale? Mascagni lo dice apertamente:«Innanzi tutto, promuovere all’estero il nostro design,anche in vista dell’Expo di Shanghai e della giornata tuttadedicata a Bologna che si terrà il 12 settembre prossimo.Secondariamente, appunto, come già detto, scambiare fradi noi informazioni e conoscenze e per questoringraziamo anche le riviste che stanno collaborando alprogetto, ‘Ottagono’ e ‘The Plan’, e le altre realtà come glistudi di progettazione e le scuole di design». Grazie alleriviste citate, fa sapere infine Mascagni, in autunno siterranno due convegni sul tema del disegno industriale. Eil rappresentante di Unindustria Bologna alla fine rivela:«Stiamo anche pensando di istituire un premio chevalorizzi il nostro design». Così le 200 realtà che finorahanno aderito potranno trovare un’occasione ulteriore permettersi in mostra e in sana competizione.

di DANIELE GUIDO GESSA

PIÙ DI UN semplice sito, un portale a tutti glieffetti, che, secondo i promotori (UnindustriaBologna, con la collaborazione di Legacoop e

Regione Emilia-Romagna), dovrà essere un’agorà,una vera e propria piazza virtuale sulla qualescambiare opinioni, pareri, conoscenze,informazioni. Collegandosi a www.designmadeinbo.itsarà così possibile accedere alla creatività e all’estrodi oltre 200 realtà che finora vi hanno preso parte,da aziende a studi di progettazione e di architetti,fino ad arrivare alle scuole di disegno industriale.Design Made in Bo (che avevamo preannunciato suNext del 27 aprile) è un sito internet che mette in‘vetrina’ le migliori imprese del bolognese, ma èanche un modo per far comunicare queste impresecon le riviste di settore e i migliori designer italianie del mondo. Un portale, quindi, che parla

soprattutto delle imprese del territorio, che sonostate suddivise in alcune categorie: ‘abbigliamento eaccessori’, ‘arredamento e illuminazione’, ‘auto emoto’, ‘macchinari e apparecchiature’, ‘oggettistica’,‘materiali e componenti per l’edilizia’, ‘grafica epackaging’, ‘altro’. Un portale che, inoltre, prenderàpresto la strada verso Oriente. Il prossimo 12settembre, all’Expo di Shanghai, sarà il ‘Bolognaday’, e proprio in quell’occasione il sito verràpresentato ufficialmente.

PAOLO Mascagni, presidente del settore Lavoricomplementari per l’edilizia di UnindustriaBologna, crede molto nell’evento e nel portale:«Sarà una grande occasione – spiega – anche per farconoscere il nostro design, a volte trascuratoingiustamente. Spesso le aziende del nostroterritorio conoscono la produzione di concorrentiamericani e cinesi, mentre magari ignorano quello

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del Made in Bo

PRESIDENTE dell’AdiEmilia-Romagna, la sezione localedell’Associazione per il disegno

industriale, l’architetto Massimo IosaGhini (nel tondo) ha partecipato al

progetto. «In passato ho lavorato in realtàcome Milano, dove comunque continuo a

operare, ma qualche anno fa ho voluto puntaretutto sulla mia città, Bologna. Anche qui, pensai,

poteva essere impiantata una cultura del design, e iltempo mi ha dato ragione. Il design oggi – continua

Iosa Ghini – è uno strumento necessario di un prodotto,non è un elemento aggiuntivo o qualcosa di prettamente estetico,è un modo di ragionare. In tal senso, dovremo usare il portale diDesign Made in Bo come un modo per riflettere sulle qualità deinostri prodotti, che sono già altamente qualificati ma che possonoessere sicuramente migliorati».Iosa Ghini ha anche operato da ‘selezionatore’ delle propostegiunte a Unindustria. «La maggior parte delle imprese è stataaccettata – rivela –, abbiamo voluto premiare la qualità delle loroidee, che vanno nel senso di ergonomia, funzionalità esostenibilità. Le aziende che ragionano in questi terminisicuramente verranno premiate in futuro. Fra l’altro, il nostroterritorio e la nostra cultura hanno già alcune di questecaratteristiche, come l’equilibrio e l’armonia, i nostri prodotticomunicano già il nostro amore per il buon vivere. Questo però –conclude Iosa Ghini – non vuol dire che a Bologna manchinoarchitetti e designer con un affaccio internazionale».

«LA PRODUZIONE industriale di pregio e ildesign, oggi, fanno la differenza – ammetteGian Carlo Muzzarelli (nel tondo sopra),

assessore regionale emiliano-romagnolo alle Attivitàproduttive – ed è per questo che dobbiamo viaggiare nelladirezione in cui viaggia il mondo, che è fatta di sensoestetico e di funzionalità». Del resto, continua Muzzarelli,«la nostra storia è fatta soprattutto di bellezza, e di questone teniamo conto anche in Regione. La nostraamministrazione supporterà sempre di più questo settoredel design, legandolo possibilmente alla ricerca. Oggidobbiamo fare uno sforzo, dobbiamo ricaricare le batterie,puntando su qualità e su ulteriore bellezza».Caratteristiche che verranno rappresentate anche all’Expodi Shanghai, a settembre. Muzzarelli continua:«Dobbiamo essere un po’ più orgogliosi, dobbiamosentire un maggiore senso di appartenenza, soprattutto inquesta fase difficile per l’economia. Ma, ne sono sicuro,con tutte le difficoltà che abbiamo, ce la possiamocomunque fare, possiamo vincere le sfide che il presente eil futuro ci riservano. Anche se, va detto, il tempo di agireda soli oggi è terminato, dobbiamo essere in grado dicollaborare assieme tutti quanti». La soluzione? Secondol’assessore regionale alle Attività produttive, «dobbiamodare maggiore valore ai capitali umano e territoriale, ildesign si nutre anche di questi aspetti. A settembre, così, aShanghai, avremo modo di presentare al mondo questonostro grande orgoglio emiliano-romagnolo».

IOSA GHINI, ARCHITETTO

«Una spintaalla qualità»

che fa il vicino di capannone». Nel sito di DesignMade in Bo, ogni partecipante ha a disposizione una‘vetrina’ con i dati anagrafici dell’azienda e una suabreve presentazione, inoltre ha tre schede diprodotto, con immagini, didascalie e un testodescrittivo per spiegare in che modo il design hadeterminato il successo del prodotto e illustrarne icaratteri innovativi, i materiali utilizzati, letecnologie e i brevetti. Ecco così sfatato il mitosecondo il quale, in Italia, per trovare del buondesign si debba andare per forza a Milano. Bolognarivendica così a piena voce la sua capacità produttivaanche in termini di creatività.

MASSIMO Iosa Ghini, presidente di AdiEmilia-Romagna, la principale associazione didesigner, commenta: «L’Emilia-Romagna produceun ottimo design, che incarna l’idea di buon viveretipica del nostro territorio. Tutte le iniziative di

ricognizione del design come questa sonoassolutamente da promuovere, perché permettonoalle aziende di prendere coscienza del sistema chehanno intorno e in un certo senso anche di‘contarsi’. Ne traggono giovamento anche le scuole, ilaboratori creativi, e soprattutto i giovani, che inquesto modo capiscono che intorno a loro c’èrealmente un sistema in movimento e ne possonointuire la direzione». Design Made in Bo è statoillustrato alla stampa e a una platea di imprenditorie osservatori internazionali qualche giorno fa. Ilsuccesso è stato immediato, per uno strumentoinnovativo in grado di lanciare in alto la produzionebolognese. È’ Mascagni, alla fine, a spiegare il sensoultimo del progetto: «Design Made in Bo intendepromuovere lo scambio di informazioni e di idee,per fare finalmente sistema e fare collaborareaziende, professionisti, scuole di formazione emondo dell’editoria».

MUZZARELLI, ASSESSORE

«Puntiamosulla bellezza»

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di MATTEO NACCARI

SUFFICIENTE. E visto il periodo,senza dubbio turbolento perl’economia, come voto non è niente

male. Così gli imprenditori giudicano illoro rapporto con gli istituti di credito.Almeno a livello di percezione. Questotermometro di gradimento è frutto dellaprima indagine di ‘Osservatorio Banche’,iniziativa lanciata da UnindustriaBologna appunto con l’obiettivo di teneresotto controllo — nel tempo, ogni seimesi — il livello di qualità delle relazionitra banche e imprese. In pratica una sortadi rating, farina del sacco delle aziende.

NUMERI e valutazioni sono frutto di uncampione di realtà dell’associazione. Sitratta di un gruppo di 105 imprese —rappresentative dell’universo dei soci —che hanno risposto, tra aprile e maggio, aun questionario incentrato sull’accesso alcredito, sull’importanza deigruppi bancari con cuilavorano e infine sullapercezione del rapporto congli istituti. Il campione, vasegnalato, è per il 56%composto da imprese conmeno di 5 milioni di euro difatturato e il 73% ha avuto nel2009 performance peggiori

rispetto all’anno precedente; infine il38% ha affari al massimo con tre banche,il 30% con quattro o cinque, il 21% da seia otto, il resto con più di otto.

SPULCIANDO tra le paginedell’Osservatorio, i primi dati che saltanoall’occhio sono quelli relativi ai punteggidati all’importanza delle banche con lequali lavorano di più gli industriali. Alprimo posto, c’è la Cassa di risparmio inBologna — il braccio operativo sulterritorio del Gruppo Intesa Sanpaolo —,seguita dalla Banca Popolare dell’EmiliaRomagna, da Unicredit e dellaFederazione delle banche di creditocooperativo. Poi via via tutte le altre.

DETTAGLIATO il capitolo percezionedel rapporto con gli sportelli. Il 9% delleimprese segnala di aver ricevutonell’ultimo anno richieste di rientro,mentre il 36% dichiara di aver ricevuto

l’indicazione dell’attribuzione del ratingo della classe di rischio. Ancora, il 42% hachiesto e ottenuto nuova finanza.Interessanti anche le risposte alladomanda: quanto le banchecomprendono il business della suaazienda? Nel complesso, i risultatimettono in luce come la maggioranzadegli istituti raggiunge la sufficienza neivoti. Tra i ‘marchi’ più virtuosi c’èCaricento, con alle spalle Unicreditcorporate banking e Banca di ImolaCariRavenna. L’Osservatorio ha stilatoinoltre una classifica della preparazionetecnica di dirigenti e colletti bianchi coiquali gli imprenditori si trovano adialogare in particolare su tematichelegate al credito. In cima alla lista dellepreferenze c’è Unicredit corporatebanking, al secondo posto Banca diBologna, poi segue un gruppone aparimerito, con Carisbo, Bper, Banco

Popolare, Bpm e Caricento. Lamaggioranza è sopra la sufficienza.

IL DOCUMENTO di Unindustria sichiude con un riassunto finale dei votiraccolti, una sintesi delle performancedegli istituti di credito. Intanto, comeaccennato, si legge nel commento finale,«la percezione del rapporto bancaimpresa raggiunge sempre un livelloaccettabile di sufficienza. Segnale che —continua l’Osservatorio —contestualizzato nell’attuale periodoeconomico e finanziario esprime, neifatti, una sana collaborazione». E’ ovvioche, è un’altra considerazione, le imprese«riconoscono agli istituti di credito unamaggiore competenza nel businessbancario rispetto alla comprensione delproprio business». Giusto per fare nomi,al primo posto della graduatoria finale c’èUnicredit corporate banking, al secondoposto, a pari merito come punteggio, il

Gruppo Banco Popolare e Bpm.Le altre realtà più importantiche operano sul territoriobolognese, comunque, sonostaccate solo di un soffio atestimonianza del buon livellodi preparazione.

UNINDUSTRIA BOLOGNA LANCIA UN OSSERVATORIO: LE AZIENDE GIUDICANO I RAPPORTI CON I GRUPPI BANCARI

Una lente sugli istituti di credito

LE NOVITÀ DELLA SIMEST

Aiuti a chi puntasull’estero

RECENTEMENTE

Simest, la finanziaria del

Governo italiano che si

occupa dello sviluppo e della

promozione delle imprese

italiane all’estero, ha introdotto

forti novità negli strumenti di

agevolazione dedicati

all’internazionalizzazione delle

realtà italiane, tra cui una

nuova misura di finanziamento

definita ‘patrimonializzazione

Pmi Esportatrici’. Tali novità

sono state presentate alla

imprese da Unindustria

Bologna nel seminario

‘Sviluppo ed

internazionalizzazione: i nuovi

strumenti di Simest’, che si è

tenuto nella sededell’associazione di via SanDomenico.

NEL CORSO del dibattito so-no intervenuti Gino Cocchi, vi-ce presidente vicario e consiglie-re delegato per l’Internazionaliz-zazione di Unindustria Bolo-gna; Ruben Sacerdoti, responsa-bile di Sprint Emilia Romagna

(lo sportello regionale perl’internazionalizzazione del-

le imprese); Gian Carlo Bertoni,responsabile del dipartimentopromozione e marketing di Si-mest (che ha parlato sul tema‘Finanza e servizi reali per l’in-ternazionalizzazione delle im-prese’); e Pierluigi Venturini,rappresentate di Simest pressoSprint Emilia Romagna (che hatoccato il tema ‘I nuovi strumen-ti’).

c. g.

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L’EFFICIENZA SECONDO EICON

L’energia del risparmioLA SALUTE dell’ambientecorre parallela alla capacitàdi un’impresa di essere

competitiva. Di più: investirenell’efficienza energetica è unascelta in grado di ripagare anchecon gli interessi. Eicon, consorzioper l’energia industriale diUnindustria Bologna, ha raccoltouna serie di testimonianze sultema per presentarle a unconvegno che si è tenuto neigiorni scorsi in città. «Diamo piùenergia alla competitività» lapremessa dell’incontro. «Uninvestimento sicuro ad altorendimento» la conclusione.«Aziende efficienti sul pianoenergetico — ha infattisottolineato Stefano Aldrovandi,presidente di Eicon — possonocontare su un risparmio a lungo

termine attraverso un sensibileabbattimento dei costi digestione». A rafforzare questapremessa sono arrivati i primibilanci di alcuni Case studyesaminati. Emblematico quello diTebo Spa. L’azienda ha deciso dicostruire un capannone ricorrendo

alle nuove tecnologie per ilrisparmio energetico e integrandouna serie di tecniche innovative,nel giro di due anni, ha ottenuto ilrecupero del surplus di spesainiziale. Non solo. Oggi grazie alrisparmio sui costi di gestione sipresenta sul mercato più

competitiva. «L’investimento èsicuro e con un Roi garantito» haribadito Aldrovandi. Capitolo aparte merita l’introduzione dello‘Sportello Energia’. Da tre anniEicon effettua check up energeticigratuiti per rispondere alleesigenze di ogni singola realtà conun occhio alle novità del mercato.Esempio è l’incoraggiamento alladiffusione dei ‘tetti in affitto’:vengono creati dei consorzi diimprese che mettono adisposizione i tetti delle sedi perl’installazione di impiantifotovoltaici. Un investimento chenon comporta spese ma, come giàdimostrato, nel giro di un anno èin grado di dare un ritornoeconomico del 10%. Anche questa,una scelta che paga due volte.

Antonella Zangaro

C’È UN PAESE dove il 25%della popolazione con ilquoziente intellettivo più

alto è maggiore dell’interapopolazione degli Stati Uniti, cioèdove nascono più bambini dotatidi quanti siano gli stessi bambiniamericani. È il Paese che,assieme alla Cina, conta oltre unmiliardo di abitanti. Qui, graziealla campagna dialfabetizzazione digitale volutadal Governo, un ragazzo puòacquistare un computer a diecidollari. Si tratta dell’India: laseconda economia a più

rapida crescita, la quarta intermini di potere d’acquisto e il Paese col

mercato più complesso al mondo. Per queste

ragioni, l’India è diventata una sorta diobiettivo fisiologico nei percorsi di sviluppoper le imprese. Comprese quelle italiane. Eper approfondire i rapporti fra Italia e India,le strategie di approccio e le opportunità dibusiness, si è svolto nella facoltà di Storiadell’ateneo di Bologna, a San Giovanni inMonte, il convegno sul tema ‘Pianeta India,percorsi di internazionalizzazione’. L’eventoè stato organizzato da Roncucci&PartnersGroup, società specializzata nella assistenzaalle aziende nei processi di sviluppo globale,in collaborazione con la rivista di geopoliticaLimes, col patrocinio della Regione edell’Alma Mater. Ai lavori hanno partecipatoil direttore di Limes, Lucio Caracciolo, ilpresidente di Roncucci&Partners, GiovanniRoncucci, il vicecapo missionedell’ambasciata dell’India a Roma, Saurabh

Kumar, e il vicecapo missionedell’ambasciata d’Italia a Delhi, Ugo Astuto.Hanno portato testimonianze imprenditoriitaliani che operano o stanno attuandoprocessi di penetrazione in India, eimprenditori indiani che ricercano nel knowhow italiano basi per un loro potenziamentotecnologico competitivo in India, e in Italiacome piattaforma per uno sviluppooccidentale. L’Italia, infatti, ricca di knowhow industriale, ma indebolita dalla crisi,rappresenta per l’India una grandeopportunità di investimento. Ma a sua voltal’India, più di ogni altro mercato, richiedestrategie di approccio che tengano conto dellanecessità di una conoscenza culturaleapprofondita, in base alla quale definire poiuna strategia imprenditoriale che massimizzile probabilità di successo.

Elena Boromeo

PUBBLICATI I BANDI UE: COME ACCIUFFARE I FINANZIAMENTI

Ricerca e innovazione:inizia la caccia ai fondi

SEMINARIO CON ESPERTI E IMPRENDITORI DEDICATO AI BUSINESS CON IL PAESE ASIATICO

Agganciarsi alla locomotiva indianapuò aiutare a correre verso lo sviluppo

6,4MILIARDI DI EURO: la CommissioneEuropea non aveva mai stanziato tanto per gliinvestimenti in ricerca e innovazione. E’ ilpacchetto più cospicuo di tutti i tempi, e

interessa un ampio spettro di discipline scientifiche,politiche pubbliche e settori commerciali: riceveranno unfinanziamento circa 16 mila partecipanti provenienti daenti di ricerca, università e industria, tra cui circa 3milaPmi. Uno stimolo economico che, nelle intenzionidell’Unione Europea, dovrebbe generare in tutto ilcontinente oltre 165 mila posti di lavoro. Le sovvenzionisaranno conferite attraverso inviti a presentare proposte evalutazioni nei prossimi 14 mesi (ma già oggi le aziendepossono approfondire i temi e valutare le azioni da farsicontattando Unindustria [email protected]). I diversi bandi sono statipubblicati formalmente il 20 luglio. Da quella data è

possibile presentare domanda di finanziamentonell’ambito del Settimo programma quadro della UE, valea dire il più importante programma unico per la ricerca alivello mondiale, per un ampio spettro di aree. Qualcheesempio? Gli stanziamenti per la sanità ammontano aoltre 600 milioni di euro; 1,2 miliardi sono destinati adapprofondire la ricerca TIC (tecnologie dell’informazionee della comunicazione). Quanto alle Pmi, cherappresentano il 99% delle imprese dell’Unione, a loro èdedicata un’attenzione particolare: riceveranno quasi 800milioni di euro e, per la prima volta, in molte aree siprovvederà a stanziare dotazioni ad hoc. Ad esempio, neisettori della sanità, della bioeconomia basata sullaconoscenza, dell’ambiente e delle nanotecnologie, lapartecipazione delle Pmi dovrà rappresentare il 35% dellostanziamento complessivo per un determinato numero diambiti. Un’occasione, dunque, forse irripetibile per le

nostreimprese,perriportare a casa isoldi che l’Italiaversa sul Settimoprogramma quadro e chemolto spesso sono andati afinanziare progetti di altrenazioni. «Investire nella ricerca enell’innovazione — ha sottolineatola commissaria MáireGeoghegan-Quinn —, è l’unico modointelligente e durevole per uscire dalla crisi edirigersi verso una crescita sostenibile e socialmenteequa».

c. r.

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