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IV COMMISSIONE PERMANENTE (Difesa) SOMMARIO INDAGINE CONOSCITIVA: Indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla difesa in vista del Consiglio europeo di dicembre 2013 (Seguito dell’esame e approvazione del documento conclusivo) ............ 66 ALLEGATO 1 (Proposta di modifica del documento conclusivo presentata dal deputato Duranti) . 69 ALLEGATO 2 (Proposta alternativa di documento conclusivo presentata dal deputato Artini) . 76 ALLEGATO 3 (Proposta di modifica del documento conclusivo presentata dal deputato Scanu) .. 92 ALLEGATO 4 (Proposta di modifica del documento conclusivo presentata dal deputato Scopelliti) . 99 ALLEGATO 5 (Documento conclusivo approvato dalla Commissione) ........................ 101 INDAGINE CONOSCITIVA Mercoledì 7 maggio 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. La seduta comincia alle 14. Indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla difesa in vista del Consiglio europeo di dicembre 2013. (Seguito dell’esame e approvazione del do- cumento conclusivo). Elio VITO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è assicurata mediante l’attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Segnala che i gruppi di Sinistra Eco- logia e Libertà, del Movimento Cinque Stelle, del Partito Democratico e del Nuovo Centro Destra hanno presentato proposte di riformulazione riferite alla proposta di documento conclusivo, già presentata lo scorso 10 dicembre 2013. Segnala, altresì, che i testi predisposti dai gruppi di SEL, del PD e del NCD consistono in considerazioni conclusive sull’indagine conoscitiva che appaiono in- cidere sul paragrafo 6 della proposta di documento conclusivo già pubblicata. Quanto al testo predisposto dal gruppo del Movimento Cinque Stelle, osserva che esso si presenta come interamente sostitutivo della proposta di documento conclusivo presentata e, dunque, ad essa alternativo. Precisa che le proposte di riformula- zione non compatibili con la proposta di documento conclusivo del relatore, come quella del M5S, saranno considerate come proposte alternative del documento con- clusivo stesso e, pertanto, saranno poste in votazione solo ove risultasse respinta la proposta di documento conclusivo del re- latore. Avverte, infine, che le proposte di ri- formulazione emendative o integrative del testo già presentato e, quindi, con esso compatibili, saranno votate secondo l’or- dine di presentazione. Dà quindi conto delle sostituzioni. Donatella DURANTI (SEL) illustra, a nome del suo gruppo, la proposta di riformulazione del documento conclusivo (vedi allegato 1). Mercoledì 7 maggio 2014 66 Commissione IV

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IV COMMISSIONE PERMANENTE

(Difesa)

S O M M A R I O

INDAGINE CONOSCITIVA:

Indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla difesa in vista del Consiglio europeo didicembre 2013 (Seguito dell’esame e approvazione del documento conclusivo) . . . . . . . . . . . . 66

ALLEGATO 1 (Proposta di modifica del documento conclusivo presentata dal deputato Duranti) . 69

ALLEGATO 2 (Proposta alternativa di documento conclusivo presentata dal deputato Artini) . 76

ALLEGATO 3 (Proposta di modifica del documento conclusivo presentata dal deputato Scanu) . . 92

ALLEGATO 4 (Proposta di modifica del documento conclusivo presentata dal deputato Scopelliti) . 99

ALLEGATO 5 (Documento conclusivo approvato dalla Commissione) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 7 maggio 2014. — Presidenzadel presidente Elio VITO.

La seduta comincia alle 14.

Indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla

difesa in vista del Consiglio europeo di dicembre 2013.

(Seguito dell’esame e approvazione del do-cumento conclusivo).

Elio VITO, presidente, avverte che lapubblicità dei lavori è assicurata mediantel’attivazione degli impianti audiovisivi acircuito chiuso.

Segnala che i gruppi di Sinistra Eco-logia e Libertà, del Movimento CinqueStelle, del Partito Democratico e del NuovoCentro Destra hanno presentato propostedi riformulazione riferite alla proposta didocumento conclusivo, già presentata loscorso 10 dicembre 2013.

Segnala, altresì, che i testi predispostidai gruppi di SEL, del PD e del NCDconsistono in considerazioni conclusive

sull’indagine conoscitiva che appaiono in-cidere sul paragrafo 6 della proposta didocumento conclusivo già pubblicata.Quanto al testo predisposto dal gruppo delMovimento Cinque Stelle, osserva che essosi presenta come interamente sostitutivodella proposta di documento conclusivopresentata e, dunque, ad essa alternativo.

Precisa che le proposte di riformula-zione non compatibili con la proposta didocumento conclusivo del relatore, comequella del M5S, saranno considerate comeproposte alternative del documento con-clusivo stesso e, pertanto, saranno poste invotazione solo ove risultasse respinta laproposta di documento conclusivo del re-latore.

Avverte, infine, che le proposte di ri-formulazione emendative o integrative deltesto già presentato e, quindi, con essocompatibili, saranno votate secondo l’or-dine di presentazione.

Dà quindi conto delle sostituzioni.

Donatella DURANTI (SEL) illustra, anome del suo gruppo, la proposta diriformulazione del documento conclusivo(vedi allegato 1).

Mercoledì 7 maggio 2014 — 66 — Commissione IV

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Massimo ARTINI (M5S) illustra a suavolta la proposta alternativa di documentoconclusivo, presentata dal Movimento Cin-que Stelle (vedi allegato 2).

Gian Piero SCANU (PD) illustra laproposta di riformulazione del documentoconclusivo elaborata dal gruppo del PD(vedi allegato 3) e svolge ulteriori conside-razioni di merito sulla portata complessivadell’indagine conoscitiva in oggetto.

Rosanna SCOPELLITI (NCD), nel ri-chiamare la proposta di riformulazionedel documento conclusivo predisposta dalsuo gruppo (vedi allegato 4), si riserva diintervenire successivamente per dichiara-zioni di voto.

Andrea CAUSIN (SCpI), intervenendoanche ai fini delle dichiarazioni di voto,preannuncia il voto di astensione sullaproposta di riformulazione del gruppo delPartito Democratico.

Marco MARCOLIN (LNA) in sede didichiarazioni di voto preannuncia il votocontrario sulla proposta di riformulazionepresentata dal Partito Democratico.

Ferdinando ADORNATO (PI) evidenziaperplessità in merito alla proposta di ri-formulazione del gruppo del PD, comepure in merito a quelle dei colleghi deigruppi di SEL e del M5S, su cui prean-nuncia il voto contrario. Esprime invecepieno sostegno alla proposta predispostadal gruppo del NCD, su cui preannuncia ilvoto favorevole da parte del suo gruppo.

Michele PIRAS (SEL) auspica l’appro-vazione della proposta di riformulazionedel documento conclusivo, predisposta dalsuo gruppo, e preannuncia il voto contra-rio sulla proposta di riformulazione pre-sentata dal gruppo del NCD ed un voto diastensione sulla proposta del gruppo delPartito Democratico.

Rosanna SCOPELLITI (NCD) auspica asua volta l’approvazione della proposta diriformulazione del documento conclusivo,

predisposta dal suo gruppo, e preannunciaun voto contrario sulle proposte dei gruppidi SEL e M5S ed un voto di astensionesulla proposta del gruppo del Partito De-mocratico.

Massimo ARTINI (M5S) manifesta per-plessità su specifici aspetti contenuti nellaproposta di documento conclusivo presen-tata in dicembre e pone al collega Scanuinterrogativi connessi alla proposta delgruppo del PD. Nel preannunciare, quindi,il voto di astensione del suo gruppo, oltreche sulle proposte di riformulazione pre-sentate dagli altri gruppi, anche sulla pro-posta di documento conclusivo già presen-tata, auspica la calendarizzazione dellaproposta di legge C. 2252, di cui è primofirmatario, in materia di definizione dellepolitiche nazionali di difesa e sicurezzanonché di pianificazione, attuazione e con-trollo dei programmi di ammodernamentoe rinnovamento dei sistemi d’arma.

Carlo GALLI (PD) svolge a nome delsuo gruppo un ampio intervento in sede didichiarazioni di voto, auspicando l’appro-vazione della proposta di riformulazionepredisposta dal Partito Democratico.

Elio Massimo PALMIZIO (FI-PdL) nelpreannunciare il voto contrario su tutte leproposte di riformulazione predisposte da-gli altri gruppi, in caso di loro approva-zione propone la votazione per parti se-parate della proposta di documento con-clusivo, dichiarando il voto favorevole delsuo gruppo limitatamente alla testo pre-sentato in dicembre.

Ferdinando ADORNATO (PI) prospettala possibilità che le proposte di riformu-lazione dei gruppi del PD e del NCDsiano non già sostitutive ma aggiuntiverispetto al paragrafo finale della propostadi documento conclusivo presentata. Di-chiara, quindi, in caso di votazione perparti separate, il voto favorevole del suogruppo sulla proposta di documento con-clusivo ed il voto di astensione sullaproposta di riformulazione predispostadal gruppo del PD.

Mercoledì 7 maggio 2014 — 67 — Commissione IV

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Gian Piero SCANU (PD), intervenendoin risposta alle sollecitazioni emerse nelcorso del dibattito, concorda con la pro-posta avanzata dal collega Adornato. Nel-l’auspicare un’ampia convergenza sullaproposta di riformulazione presentata dalsuo gruppo, dichiara il voto favorevole delPD sulla proposta di documento conclu-sivo presentata nello scorso mese di di-cembre. Infine, preannuncia la presenta-zione di un atto di indirizzo, finalizzato adare seguito ai contenuti enucleati neldocumento che sarà approvato dalla Com-missione.

La Commissione respinge la propostadi riformulazione predisposta dal gruppodi SEL.

Elio VITO, presidente, segnala, quindi,che, su richiesta del collega Palmizio, laCommissione procederà dapprima alla vo-

tazione della proposta di documento con-clusivo presentata in dicembre e quindialla votazione della proposta di riformu-lazione presentata dal gruppo del PD.Avverte che, in caso di loro approvazione,saranno conseguentemente precluse le de-liberazioni sulla proposta di riformula-zione presentata dal gruppo del NCD esulla proposta alternativa di documentoconclusivo presentata dal gruppo del M5S.

La Commissione approva quindi, condistinte votazioni, il documento conclusivopresentato in dicembre e la proposta diriformulazione presentata dal gruppo delPartito Democratico (vedi allegato 5).

La seduta termina alle 15.50.

N.B.: Il resoconto stenografico della se-duta è pubblicato in un fascicolo a parte.

Mercoledì 7 maggio 2014 — 68 — Commissione IV

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ALLEGATO 1

Indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla difesain vista del Consiglio europeo di dicembre 2013.

PROPOSTA DI MODIFICA DEL DOCUMENTO CONCLUSIVOPRESENTATA DAL DEPUTATO DURANTI

Con il finire della Guerra Fredda edella contrapposizione bipolare tra est eovest, il quadro geopolitico è radicalmentemutato così come è mutata la naturastessa dei conflitti.

Le guerre tra Stati, ovvero i conflittiche vedono contrapporsi due diverse entitàstatuali – come quelle tra India e Pakistano tra Stati Uniti e Iraq – sono diventatesempre più rare. Sono invece sempre piùnumerose le guerre interne per il controllodi un territorio e di uno Stato: nei primidieci anni del ventunesimo secolo hannorappresentato tra il 70 e l’80 per cento deiconflitti e si sono distinte per il lorocarattere asimmetrico.

I civili sono le principali vittime diquesto nuovo tipo di conflitti, alimentatiperaltro da un commercio di armi maicosì florido nella storia. Ai fornitori tra-dizionali (Stati Uniti, Russia, Regno Unito,Francia, Germania, Italia) se ne sono ag-giunti di nuovi, come Cina ed Israele.

Da una logica di potenza il conflitto èdunque passato ad un altro paradigma,quello dello « scontro di civiltà »: la con-trapposizione non avviene più tra Stati,bensì tra nazioni e gruppi per ragioniidentitarie, culturali e religiose.

In questo nuovo paradigma si inseriscela guerra al terrorismo che, inauguratadagli Stati Uniti in seguito all’attentatodell’11 settembre 2001, ha aperto le portead una nuova stagione di interventismooccidentale, già ad ogni modo iniziata congli interventi in Iraq e nei Balcani, inscenari e contesti tradizionalmente estra-nei.

Dopo la fine del sistema cosiddetto« bipolare » del mondo e il conseguentecrollo del sistema sovietico, gli Stati Unitisono diventati egemoni, rimanendo l’unicasuperpotenza mondiale in campo militare.Secondo i dati del SIPRI (Stockholm In-ternational Peace Research Institute), oggiil bilancio della difesa statunitense si at-testa alla somma dei quindici Paesi con lapiù elevata spesa militare.

Di conseguenza, le modificazioni del-l’ordine geopolitico, hanno cambiato pro-fondamente gli obiettivi della politica disicurezza, mutando fortemente anche glistrumenti a sua disposizione. Abbiamoquindi assistito ad una crescente « appa-rente » centralità del peace keeping per larisoluzione delle diverse crisi regionali,individuando un nuovo approccio alle re-lazioni internazionali degli Stati occiden-tali.

In relazione al peace keeping, in parti-colare, va sottolineato che lo stesso hasubito una trasformazione nel corso deglianni, passando da un fenomeno qualifica-bile come peace keeping di prima genera-zione – ovvero identificabile con l’inter-posizione di forze militari internazionalitra le parti in lotta basato sull’imparzia-lità, il consenso degli interessati e l’usodella forza limitato all’impiego dei cosid-detti « caschi blu » – a quello cosiddetto di« seconda generazione » inaugurato con gliinterventi in Somalia e Bosnia e caratte-rizzato da un comportamento più attivodelle truppe (dunque ben lontano dall’im-parzialità del primo periodo) che, pur-troppo, ha visto anche comportamenti

Mercoledì 7 maggio 2014 — 69 — Commissione IV

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omissivi di protezione, nonché derive vio-lente nei confronti della popolazione ci-vile.

Dopo gli attacchi dell’11 settembre talenuovo approccio dell’Occidente alle ten-sioni internazionali, rielaborato dalla Na-tional security strategy of the United States– sottoposta dal presidente George W.Bush al Congresso il 20 settembre 2002 –prende la forma di una vera e propriaideologia, cosiddetto neoconservatorismo odottrina Bush.

Tale dottrina ha trovato legittimità inuna nuova interpretazione del diritto in-ternazionale e in un rinnovato ruolo delleorganizzazioni internazionali – del Consi-glio di Sicurezza dell’ONU, della NATO edelle altre alleanze permanenti – aval-lando l’intervento degli Stati occidentalinegli affari interni di un altro Stato, conl’obiettivo di esportare democrazia e ga-rantire la sicurezza e la pace nel mondo.Un esempio è la nuova interpretazionedell’articolo 5 dello Statuto dell’Alleanzaatlantica, in base al quale « un attaccoarmato » contro uno o più alleati dellaNATO viene considerato come un attaccocontro ogni suo componente e quindiognuno di essi può, secondo il dirittoall’autodifesa sancito dall’articolo 51 dellacarta dell’ONU, decidere le azioni cheritiene necessarie a « ristabilire e mante-nere la sicurezza », compreso « l’uso delleforze armate ».

Ad esso si accompagna anche l’articolo24 del « Nuovo concetto strategico » dellaNATO (adottato a Washington nel 1999).Secondo l’articolo 24 si possono conside-rare rischi per la sicurezza anche « atti diterrorismo, sabotaggio e crimine organiz-zato, e l’interruzione del flusso di risorsevitali ».

Gli attentati alle torri gemelle, con lareazione degli Stati Uniti di dichiarare la« War on terror », hanno generato unnuovo casus foederis per l’Alleanza, de-terminando altresì l’estensione del sud-detto articolo e della stessa area di inter-vento NATO oltre i suoi confini. È statocosì possibile impegnare l’Alleanza nellaguerra in Afghanistan e, più in generale,espandere geograficamente gli orizzonti

strategici dell’Alleanza atlantica, trasfor-mandola da un’alleanza basata sulla difesacollettiva contro una specifica minaccia, aun’alleanza impegnata a proiettare demo-crazia, stabilità e crisis management in unsenso strategico più ampio.

La guerra al terrorismo, in definitiva,ha modificato le funzioni delle organizza-zioni internazionali, provocando il risve-glio dal sogno di un’era di pace cheavrebbe portato all’estinzione della guerrae della violenza come metodo di risolu-zione dei conflitti.

La pace è dunque ancora oggi la que-stione fondamentale del nostro tempo. Alivello globale si moltiplicano infatti, piut-tosto che diminuire, le guerre e i conflittiinterni e transnazionali, si assiste all’avvi-tarsi della spirale guerra-terrorismo e aldiffondersi di razzismi e fondamentalismicontrapposti e al venir meno degli iniquiequilibri instaurati dal colonialismo e finqui perpetuati.

L’attuale modello economico-socialedelle relazioni internazionali si basa an-cora sull’uso della forza per imporre stra-tegie di potere e pratiche di sistematicaspoliazione che affamano i popoli e met-tono in pericolo la stessa esistenza delpianeta. Di conseguenza le basi materiali ei presidi di autodifesa dell’attuale ordinemondiale sono la guerra, il saccheggiodelle risorse, il controllo geopolitico dellezone strategiche, le spese connesse allostrapotere dell’industria militare e la pro-duzione di sofisticatissime tecnologie chespesso orientano in una direzione bellicala ricerca scientifica, la militarizzazionedei mari e dei loro abissi, dello spazio, delcielo e della terra. Un modello di sviluppoalternativo ai guasti del sistema neolibe-rista deve fondarsi, invece, sul rifiuto dellaguerra, sulla tutela e sull’accessibilità deibeni comuni, sul potenziamento delle fontienergetiche rinnovabili e sulla salvaguar-dia delle risorse naturali.

I significativi cambiamenti avvenuti nelquadro geopolitico mondiale negli ultimidue decenni hanno generato un muta-mento nella natura dei conflitti e, diconseguenza, anche della tipologia delleminacce alla sicurezza delle nazioni. Il

Mercoledì 7 maggio 2014 — 70 — Commissione IV

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rischio di un’aggressione da parte di unaltro Stato è pressoché nullo mentre ilterrorismo, la proliferazione nucleare,l’accesso alle risorse naturali, il riscalda-mento globale, sono diventate le vere mi-nacce dell’oggi.

Quanto alle missioni internazionali, varimarcato che troppo spesso sono stateutilizzate come mero teatro per lo svolgi-mento di esercitazioni con il risultato diun costante fallimento di tali interventi,spesso aggravando la disgregazione internae il risentimento nei confronti dell’Occi-dente, come dimostrano i casi dell’Afgha-nistan e dell’Iraq. Inoltre, anche in questocampo uno sforzo di analisi della spesapubblica andrebbe fatto: le missioni sisono stratificate negli anni, dal momentoche in ogni teatro in cui l’Italia si èimpegnata vengono lasciate unità di per-sonale, tanto che ormai vi è un vero eproprio costo fisso delle missioni di ventio trent’anni per il mantenimento di detteunità, il cui costo ha raggiunto livelli nonindifferenti.

Nel caso del nostro Paese, analisi con-divise ci dicono che non esiste una mi-naccia militare nei confronti dell’Italia,come poteva essere, almeno sulla carta,venticinque anni fa, l’invasione delletruppe sovietiche in Europa. Anche nelcontesto mediterraneo, teatro di costantitensioni, l’Italia vanta alleanze e rapportidi buon vicinato.

Alla luce del mutato contesto interna-zionale, delle esigenze del nostro Paese edei nuovi fenomeni che hanno sostituito leminacce del passato, i vecchi modelli didifesa appaiono inadeguati a farvi fronte.

Il terrorismo ad esempio, per la suastessa natura, non è un fenomeno che sipuò combattere apertamente sul pianomilitare, con i tradizionali sistemi d’armao magari con gli F35. Nella lotta al ter-rorismo, più utili paiono gli strumentidella diplomazia, della cooperazione inter-nazionale, la cessazione delle ingerenzenelle dinamiche di altri Stati e la ridu-zione delle disparità tra nord e sud delmondo.

Improcrastinabile risulta quindi l’esi-genza di definire un nuovo sistema di

difesa che sia aderente alla realtà e coe-rente con gli obiettivi prefissati; per cui,rispetto alle vere e reali minacce il Par-lamento e il Governo devono mettere apunto la strategia di sicurezza nazionale ein base a questa decidere poi di qualisistema d’arma necessitiamo.

Nonostante i proclami, tutto ciò però,ad oggi, sembra lontano dal concretizzarsi:dal 2002 non abbiamo più un modello didifesa e siamo fermi al vecchio modelloche è ormai pluriennale.

L’Italia mantiene dunque un modellosuperato, investe in armamenti in manieradisarticolata e la sua spesa, contraria-mente al trend dei suoi maggiori partner(Stati Uniti compresi), negli anni è aumen-tata.

Se analizziamo i rendiconti annualiapprovati dal Parlamento dal 1948 al 2008appare chiaro come la spesa militare inItalia – ad eccezione degli anni 1973 e1974 – ha sempre avuto una crescitareale.

Per cui, nonostante la crisi iniziata nel2008 e i tagli alla spesa pubblica, la spesamilitare non ha subìto lo stesso tratta-mento di capitoli fondamentali per il be-nessere e lo sviluppo del Paese comericerca, istruzione e sanità; tant’è cheanche in un periodo di crisi, come indicatodalla lettura dei dati Istat, fra il 2008 e il2011, si registra un incremento di oltre unmiliardo di euro in termini reali dellafunzione difesa nel bilancio dello Stato.

Il nostro Paese conduce una politicamiope in termini di difesa, abbracciandosterile logiche di prestigio nell’acquisto diportaerei e cacciabombardieri, rinun-ciando a dirottare tali risorse ai più utilicapitoli di spesa del sociale e dello svi-luppo.

Una logica questa, che negli anni si èdimostrata fallimentare: l’autorevolezzainternazionale del nostro Paese infatti èsempre venuta a mancare – la vicenda deiMarò ne è la dimostrazione – al contempogli investimenti in armamenti non hannocreato ulteriore occupazione.

Eppure come è stato dimostrato da unarecente ricerca dell’Università Bocconicommissionata da Science for Peace, se

Mercoledì 7 maggio 2014 — 71 — Commissione IV

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invece che sulle armi si investisse peresempio su sanità ed energie rinnovabiliraddoppierebbero i posti di lavoro e au-menterebbe di una volta e mezza lo svi-luppo economico in generale. Un motivo inpiù per razionalizzare lo strumento mili-tare e liberare risorse per altri settori.

Il nostro modello di difesa sembravolgere verso una maggiore aggressivitàesterna e questo è in chiaro conflitto conla nostra Carta costituzionale. A cosa serveinfatti un F35 se non in un’articolatadefinizione su scala internazionale deicompiti di aggressione ?

Inoltre non si capisce quale sia la logicadella cosiddetta spending review, che col-pisce la parte debole del sistema delladifesa. Anche le principali nazioni europeestanno attuando tagli ai loro bilanci erivedendo il modello di difesa, ma tali taglivanno nella direzione di una revisione, inprimis, delle scelta sui sistemi d’arma.

L’Italia, invece, taglia poco e male esoprattutto non avvia un dibattito serio sulmodello di difesa cui dotarsi. Da un lato,si portano avanti il programma d’arma piùcostoso della storia, quello degli F35, dal-l’altro, non si trovano i fondi per laformazione, la sicurezza del personale edil mantenimento di mezzi e strutture. Dauna parte, si aumentano le spese delpersonale al vertice e, dall’altra, si tagliasull’arruolamento della truppa. Il baricen-tro del bilancio della difesa si sposta,dunque, dal costo del personale agli inve-stimenti nell’acquisizione di nuovi e co-stosi sistemi d’arma, andando nella stradaopposta rispetto alle priorità dichiarate.Infatti, se l’attività principale è il peacekeeping, servono uomini preparati e noncacciabombardieri.

Noi crediamo che la dimensione euro-pea sia un passaggio forte, e in un certosenso obbligato, per il mantenimento degliobiettivi dichiarati. Tuttavia se a livelloeuropeo non c’è una politica estera forte èdifficile configurare una politica di difesa,la quale non può che essere comune.

È importante notare che la possibilitàdi mettere insieme l’Esercito europeo ouna funzione di difesa europea permette-rebbe, peraltro, un risparmio non banale.

Alcune stime minimali dimostrano infattiche la risistemazione dei ventisette eserciticon i requisiti di Petersberg, votati inter-nazionalmente, permetterebbe, solo in ter-mini di stipendi, di risparmiare a livelloeuropeo 10 miliardi di euro all’anno. Seinvece facciamo un discorso di efficienzapura, paragonando l’esercito europeo equello americano, quindi con un alto stan-dard, potremmo risparmiare dai 100 ai120 miliardi di euro, dei circa 195 miliardidi euro che i Paesi europei danno ognianno per la spesa militare, ossia più dellametà.

L’Europa, e anche l’Italia – che daquesta ripartizione avrebbe 14 miliardi dieuro all’anno di risparmio – potrebbe farebuon uso di queste maggiori risorse di-sponibili.

Il semestre di Presidenza italiana do-vrebbe essere per il Governo italiano l’oc-casione per riaffermare la centralità dellaPESD come punto di riferimento perorientare i programmi nazionali e la ne-cessità di una maggiore integrazione eu-ropea in tema di difesa.

Infine il problema della burocrazia mi-litare e della trasparenza, così come lanecessità di portare il tema della difesasotto il giudizio e la conoscibilità dell’opi-nione pubblica senza che rimanga materiaesclusiva degli addetti ai lavori, non sonopiù temi rinviabili.

In tal senso la mancanza di traspa-renza e la rilevanza delle contrattazioniche avvengono al di fuori del controlloparlamentare ci obbligano ad un revisionedella struttura del Ministero.

La riforma dello strumento militarenon deve però avere soltanto obiettiviquantitativi ma anzi occorre una revisionedelle struttura che adotti come metodo lanecessità di individuare quali strutturesono realmente necessarie e la valutazionedel loro impatto globale sulla spesa pub-blica.

Le modifiche apportate alla vecchialegge Giacché permettono un maggior po-tere d’intervento da parte del Parlamentoin tal ambito, tuttavia tale possibilità ri-sulta limitata rispetto a quella di altriPaesi. Sia la Commissione Difesa, sia il

Mercoledì 7 maggio 2014 — 72 — Commissione IV

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Parlamento, non hanno il potere di bloc-care un programma di armamento poichéè soltanto possibile verificare se esso èconfacente o meno alla programmazionepluriennale.

Negli ultimi anni abbiamo assistito alsuccesso della campagna di Sbilancia-moci ! e della Rete italiana per il disarmoche sono riuscite nell’impensabile impresadi rendere attuali e pressanti temi com-plessi come quelli della spesa militare. Mail contributo della cosiddetta società civile,seppur importante, non è sufficiente. Ènecessario attribuire ancor più potere alruolo del Parlamento e dotare la Commis-sione degli strumenti adatti ad operare unefficace lavoro di indagine e controllo inmateria di difesa, soprattutto in rispostaall’attuale crisi del sistema democratico edelegittimazione delle istituzioni.

L’indagine conoscitiva sui sistemid’arma è quindi un primo passo, ancoranon sufficiente, al quale dovrà seguire, nelgiro di pochissimi mesi, l’elaborazione diun libro bianco, da non posticipare asso-lutamente alla fine dell’anno, come an-nunciato dal Ministro.

Da ultimo chiediamo una maggiore tra-sparenza anche nei rapporti fra burocra-zia militare, imprese offerenti e mondodella politica, i quali destano forti preoc-cupazioni soprattutto per la prassi, ormaiconsolidata, che gran parte della burocra-zia militare, dopo la pensione, vada aricoprire posizioni di vertice nell’industriamilitare.

In particolare, alla luce delle conside-razioni appena esposte, riteniamo sia op-portuno interrompere i seguenti pro-grammi d’armamento, sia in ragione deicosti, sia all’aderenza al modello di difesanonché a quanto emerso nel corso delleaudizioni.

Per cui riteniamo necessario cancellareimmediatamente i programmi d’arma-mento finanziati con fondi iscritti al Mi-nistero dello sviluppo economico. Nellospecifico sono fondi pari a 2,024 miliardidi euro solo per il 2014 e in particolare isistemi d’arma in questione sono gli eli-cotteri NH 90, gli elicotteri CSAR, il bi-

reattore M-346, le fregate FREMM, leunità di supporto subacqueo, gli auto-blindo Freccia.

In particolare per l’acquisto delle fre-gate FREMM, 10 previste di cui già 8 giàfinanziate, si prevede uno stanziamento acarico del Ministero dello Sviluppo econo-mico pari a 785 milioni di euro per il2014, 778 milioni di euro per il 2015, 526milioni di euro per il 2016 e 899 milionieuro a partire dal 2017 fino al 2022. Lefregate FREMM andranno a sostituire lefregate della classe Maestrale, di cui sol-tanto alcune hanno raggiunto l’età minimadi servizio. Restano dubbi anche sul costounitario delle fregate, secondo cui l’Italiapagherebbe un costo più alto di quelle cheandranno al partner di costruzione, laFrancia.

Cancellare l’acquisto della seconda se-rie di sommergibili di ultima generazioneU-212, che comporterebbe un risparmioimmediato di 200 milioni di euro per il2014, a fronte di un investimento com-plessivo di 1.885 milioni di euro.

Anche qui vale il ragionamento fattoper le fregate. I sottomarini del tipo U-212andrebbero a sostituire quelli della classeSauro i quali realisticamente andrannosvenduti alle marine del Pacifico, impe-gnate in una sfrenata corsa agli arma-menti dopo il potenziamento della marinacinese.

Cancellare la partecipazione italiana alprogramma del cacciabombardiere F35Joint Strike Fighter cui per 90 aerei ilcosto complessivo, stimato, dovrebbe es-sere di 14,5 miliardi di euro e la cuicancellazione comporterebbe, solo per il2014, un risparmio di 600 milioni di europer il 2014.

Quest’ultimo programma di armamentoè, nello specifico, il più controverso el’indagine conoscitiva ha evidenziato i nu-merosi dubbi a riguardo in ultimo con-fermati dal rapporto annuale del DOT&E(Director, Operational Test and Evalua-tion), ovvero del direttore della sezionetest operativi e valutazione del diparti-mento della difesa statunitense, Michael

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Gilmore in data 29 gennaio 2014 che haufficialmente messo definitivamente allaluce le scarse performance degli F35.

Secondo quanto riportato dal rapporto:« le performance riguardanti l’operativitàcomplessiva continuano ad essere imma-ture e si basano fortemente su supporto esoluzioni proposte dall’industria che sonoinaccettabili per operazioni di combatti-mento. La disponibilità di velivoli e lemisure di affidabilità dei tassi di manu-tenzione sono tutte sotto gli obiettivi che ilProgramma si era dato per questo puntodel proprio sviluppo ».

In particolare dal rapporto si evidenziache le previsioni con una tendenza ad undeclino graduale. Nessuna delle tre va-rianti dell’aereo ha raggiunto l’affidabilitàprevista con una percentuale di raggiun-gimento dell’obiettivo che va dal 30 al 39per cento, con tassi di manutenzione, perproblemi più o meno gravi, che sono statitre volte superiori a quanto richiesto (ad-dirittura del 344 per cento in più in alcunicasi).

Una tabella nel rapporto DOT&E mo-stra come siano stati « compiuti » solo5.464 del 7.180 punti di prova previsti.Cioè il 24 per cento in meno rispetto aquanto originariamente stabilito (e per isistemi di missione siamo a meno 46 percento). Va notato come la definizione di« compiuto » non significhi che tale parti-colare test sia stato « superato », ma soloche gli F35 lo abbiano eseguito e questospiegherebbe le discrepanze con quantodichiarato dalla Lockheed Martin, ossiache i test sono « più avanti del previsto ».

Questo si ripercuote sul raggiungimentodell’obiettivo primario del programma, ov-vero raggiungere una capacità operativainiziale (IOC) che consenta un primo uti-lizzo dei caccia F35 in un ciclo di adde-stramento che possa rendere effettiva lascelta compiuta.

Nonostante i voli di prova siano statisuperiori ai traguardi fissati, sono statisoprattutto i pochissimi progressi sui testper i sistemi di missione e l’integrazionedegli armamenti a tenere la situazioneancora ben lontana dagli « obiettivi impo-

sti dai lotti di produzione della flotta e daipiani di IOC richiesti dalle diverse Forzearmate » come si legge dal rapporto.

Ulteriormente nel rapporto si eviden-ziano i problemi al software, in ordine aiquali, nonostante le numerose innovazioni,secondo il rapporto « i primi risultati conil nuovo incremento di software Block 2Bindicano ancora l’esistenza di lacune inelementi come fusione, radar, guerra elet-tronica, navigazione, EOTS (Electro-Opti-cal Targeting System), DAS (DistributedAperture System), HMDS (Helmet-Moun-ted Display System) e datalink ».

Sui sistemi di missione si registra, se-condo il rapporto, una vera e propriaemergenza. Infatti, solo il 54 per cento deitest previsti come « soglia base » per questiaspetti (fino al blocco 2B) sono stati con-dotti nel 2013 e complessivamente solo il47 per cento delle capacità definite nelcontratto di produzione è stato raggiuntoper i 24 velivoli consegnati all’interno dellotto di produzione numero 4. Per il lotto5 la situazione non è migliore: le capacitàdefinite per contratto che sono state rag-giunte arrivano solo al 50 per cento.

Altre preoccupazioni emergono, se-condo il rapporto, riguardo al peso, lastruttura e la dotazione delle armi; inparticolare con riferimento al modello B adecollo corto ed atterraggio verticale(quello che dovrebbe essere equipaggiatosulla portaerei Cavour) si riscontrano imaggiori problemi sui test relativi al « di-stacco » degli armamenti (il lancio deimissili). Circa il 55 per cento dei testpianificati in merito hanno avuto successo,mentre F35B continua ad avere almeno seiproblemi strutturali (sul portellone e sullapropulsione) che derivano dal passato esaranno forse sistemati con il lotto 7 e 8di produzione.

In più lo schema di accordo non paregarantire per il nostro Paese ritorni indu-striali significativi, non essendoci traccia diacquisizione di commesse o sub com-messe. Anche con riferimento allo stabi-limento di Cameri non sembrano gli at-tuali investimenti per lo sviluppo degli F35

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aggiuntivi a quelli che si sarebbero gene-rati normalmente anche con riferimentoalla manodopera impegnata.

Di converso, con riferimento all’acqui-sizione di aerei, l’indagine conoscitiva haconfermato che il programma Eurofighter,di cui il nostro Paese dovrebbe acquistarneal momento 96 in sostituzione di Tornadoe AMX, è pienamente operativo e conimportanti prospettive di sviluppo com-merciale e tecnologico per l’Italia.

Ulteriormente, l’Eurofighter Typhoon èun caccia multiruolo di difesa aerea men-tre l’F35 è un cacciabombardiere stealthper l’attacco al suolo. Se, da un lato, l’F35presenta una tecnologia estremamenteavanzata, è pur vero che supera i para-metri del Typhoon solo per quel cheriguarda la tecnologia stealth. Al contrarioil Typhoon è maggiormente manovrabile,specialmente a media ed alta quota, e piùveloce, dal momento che superato il re-gime transonico l’F35 riesce a malapena asfiorare velocità Mach 1.6 contro Mach 2del Typhoon. Ancora, l’F35 presenta unaserie di problemi di progettazione che laLockheed Martin continua a negare mache sono confermati dal rapporto in ul-timo citato.

Per di più l’Eurofighter verrà prodottoanche nella versione di attacco al suolo equindi competitivo con l’F35 prodottodalla Lockheed Martin.

Quanto appena esposto conferma lecriticità rispetto ad un programma, quellodegli F35, che oltre ad essere altamentecostoso, rischia di far acquistare aerei chenon avranno alcuna speranza di essereutilizzati in missione, e probabilmente afatica anche per azioni di addestramento.

Occorre quindi sospendere immediata-mente il programma F35 e informarecompiutamente il Parlamento sui contrattifino ad ora sottoscritti.

Relativamente all’Esercito occorre so-spendere immediatamente il programmadenominato Forza NEC, per il quale siprevede un investimento complessivo di 22miliardi di euro per digitalizzare soldati,jeep, blindati. Finora sono stati spesi circa324 milioni di euro per allestire 558 pro-totipi di fanti. Per il progetto « soldatofuturo » si prevede una prima tranche perla digitalizzazione della fanteria di 800milioni di euro. L’indagine conoscitiva haevidenziato i limiti di realizzazione di taleprogetto nonché l’effettiva opportunità didotarsi di queste innovazioni ultratecno-logiche.

Ancora sull’Esercito è da rimarcare chemolti investimenti effettuati negli ultimianni si sono rivelati inutili con conse-guente spreco di risorse. Diverse centinaiadi mezzi, tra cui blindo leggere « Puma » e« Centauro » così come i carri armati« Leopard » e i tank « Ariete » non sonomai stai utilizzati, talvolta neppure inesercitazioni.

Molti Paesi europei hanno deciso diintraprendere la strada dei tagli agli in-vestimenti nella Difesa. È il caso dellaGermania che ha decurtato le commessedegli elicotteri NH-90 e Tiger, dei cacciaEurofighter e dei cargo Airbus. Del-l’Olanda che ha drasticamente tagliato lacommessa per gli F35 e della Francia cheha tagliato drasticamente le spese militaricon il nuovo piano pluriennale di pro-grammazione militare per il periodo 2014-2019.

È da rimarcare che le mancate acqui-sizione degli inutili programmi d’arma-mento sopra evidenziati, porterebberonelle casse dello Stato circa 3 miliardi dieuro soltanto per il 2014. Ciò significhe-rebbe trovare le risorse per combattere ladisoccupazione e la precarietà, le vereurgenze che il Paese deve fronteggiare.

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ALLEGATO 2

Indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla difesa in vista delConsiglio europeo di dicembre 2013.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI DOCUMENTO CONCLUSIVOPRESENTATA DAL DEPUTATO ARTINI

PREMESSA

Indicazioni sulle indagini conoscitive: mo-dalità e forma di ascolto dei relatori.

L’indagine conoscitiva sui sistemid’arma, deliberata in data 17 luglio 2013dalla Commissione Difesa della Camera, èrisultata utile ed importante per il lavoroche si è svolto, per l’analisi della situazioneattuale di tutte le Forze armate e per dareal Parlamento la possibilità di valutarel’operato attuale del Governo e delle Forzearmate.

La forma, come considerazione gene-rale, e la modalità operativa dell’indaginesono, a nostro parere, da ottimizzare so-prattutto nella modalità di audizione deirelatori referenti di istituzioni, Forze ar-mate, esperti, associazioni e imprese delsettore. Infatti la limitazione di orari e dipossibilità di interlocuzione, nonchéspesso, la mancata risposta alle richiestedirette dei commissari, spesso ha limitatole possibilità di indagine. Detto ciò, èopportuno comunque valutare positiva-mente i dati che si sono raccolti durantequesta sessione di indagine, poiché (ancheinsieme a supplementi di ricerca fatti daigruppi) siamo riusciti ad aumentare illivello di conoscenza della Camera deideputati su questo argomento, il più dellovolte avvolto nella nebbia.

Obiettivo del documento: valutazione delleForze armate e dei sistemi d’arma.

Questo documento deve intendersicome la sintesi sull’indagine e si pone

l’obiettivo di indicare delle considerazionisu ogni singola Forza armata e più ingenerale sulla difesa e sul ruolo che ab-biamo con i partner internazionali edeuropei, da un punto di vista organizzativoe logistico ed industriale.

Le conclusioni di questo documento sisostanzieranno in alcune risoluzioni daportare in Commissione finalizzate all’ap-plicazione delle considerazioni finali deldocumento.

RUOLO DI NATO/UE

Una premessa importante va fatta inmerito al coinvolgimento del nostro Paesein istituzioni internazionali – che a di-verso titolo e con diverse logiche si occu-pano di difesa e sicurezza – quali laNATO, l’Unione europea, l’OSCE e le Na-zioni Unite. La nostra nazione, negli anni,ha avallato e supportato una idea diEuropa e del mondo che prefigura uncontinente (ed un pianeta) libero da pattimilitari privati o di parte – come tutt’oggiè la NATO – attraverso la piena legitti-mazione di istituzioni internazionali chefanno del ripudio della guerra, della pre-venzione dei conflitti e della cooperazionetra i popoli i loro assi fondativi, nonpossiamo non rilevare che allo stato del-l’arte è proprio l’organizzazione che più siallontana da questi principi, la NATO adettare le tempistiche ed i piani dellepolitiche di difesa e dei conseguenti ar-mamenti. A tal proposito, anche a frontedell’audizione dei nostri diplomatici pressoNATO e UE, ci preme rilevare la necessità,in un’ottica di un’organica politica di go-

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verno su queste materie, di un radicaleripensamento delle dinamiche oggi domi-nanti, in particolare del Patto dell’Atlan-tico del nord, visto che le sue sceltepolitiche, militari ed industriali hanno unfortissimo impatto sulla politica di sicu-rezza e di difesa del nostro Paese. Sepensiamo infatti che il trattato che istituìla NATO è stato ratificato nel 1949 eprogressivamente adeguato ai nuovi mutatiscenari con successivi accordi negli anni avenire, è opportuno che, di fronte alsostanziale fallimento del nuovo concettostrategico della NATO – con la sua pretesadi trasformarla in una sorta di gendarme-ria globale dell’occidente – e preso attoanche da parte degli USA della inaccetta-bile dottrina della guerra preventiva epermanente che ha ispirato la NATO du-rante l’era Bush, sarebbe necessario af-frontare questo problema fuori da atti difede ideologici e pregiudiziali che spessocaratterizzano questo tema. Meriterebbeinfatti, un approfondimento particolare ildibattito sul perché fatica a decollare unacomune integrazione europea delle politi-che di difesa e se l’estensione ad Estnonché il perdurare stesso delle politicheapplicate dalla NATO, non siano tra lecause principali dello scarso profilo poli-tico ed organizzativo della UE nel campodella difesa, compresa quella dell’industriaad essa collegata. Purtroppo gli esempi dineutralismo che rappresentavano un va-lore aggiunto nella vocazione di pace dellaUE (Irlanda, Austria e Finlandia) sonostati di fatto emarginati con una politica diallargamento dell’Unione ai soli nuoviPaesi europei che, preliminarmente, ave-vano prima aderito alla NATO.

Di sicuro, anche a fronte delle espe-rienze riportate nell’indagine ed in consi-derazione della sopra citata fallimentarepolitica di proiezione delle forze armatealleate verso la sicurezza internazionale,escludendo l’autodifesa (articolo 5 TrattatoNATO), consideriamo opportuno che sidebbano evitare le missioni della NATO esi debbano, al contrario, valorizzare invecequelle dell’ONU e dell’OSCE. Infatti è beneche questi due organismi – anche per

riguadagnare un prestigio ed un ruolointernazionale – siano i primi a promuo-vere le iniziative di prevenzione dei con-flitti e di interposizione. L’idea di « appal-tare » a patti militari di parte come laNATO, prerogative che la Carta dell’ONUattribuisce in forma esclusiva a se stessa,è una forzatura del diritto internazionaleche finisce per delegittimarlo (si pensi allavicenda libica e come quella guerra abbiapesato nell’irrigidire Cina e Russia, impe-dendo di fatto un intervento della comu-nità internazionale nella guerra di Siria).

Proprio l’UE può essere il motore diquesto cambiamento. Una doverosa razio-nalizzazione delle spese della difesa e unamaggiore unità su obiettivi comuni euro-pei, non solo permetterebbero ai singolistati dell’Unione di ridurre considerevol-mente le spese militari, ma potrebberoanche far superare quegli aspetti di divi-sione tra Forze armate nazionali, checontribuiscono a impedire l’elaborazione el’attuazione di una vera politica estera e didifesa comune. Per ottenere questi risul-tati appare necessario avviare l’organizza-zione a livello europeo di una strutturainteroperabile e standardizzata, a partiredalla condivisione di servizi e struttureattinenti ai settori di logistica e addestra-mento, oltre che da una maggiore integra-zione dei processi produttivi. In tutto ciò(a differenza del passato) il nostro Paesedeve (avendone indubbiamente le capacità)esserne attore principale: definendo stan-dard, fornendo competenze e facendosiprimo promotore di questo cambiamento.I vantaggi che apporterebbe un simileprocesso sono evidenti; basti pensare, adesempio, che alcune esercitazioni potreb-bero essere condotte in poligoni comuni,gestiti e finanziati in collaborazione contutti i paesi dell’Unione europea, consen-tendo così di chiudere numerosi poligoninazionali restituendo alle comunità alcuneservitù militari ed ottimizzare l’addestra-mento dei militari di tutta la UE e abbat-tere i costi attualmente sostenuti da cia-scun paese per la conduzione di attivitàaddestrative.

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DIFESA

Una basica discussione è necessaria alivello interforze e di bilancio del mini-stero. In particolare è necessario soffer-marsi sulla formazione contabile del bi-lancio della Difesa e sui programmi inter-forze e sulla possibilità, tramite l’integra-zione europea di ridurre alcuni costi,nonché ottimizzare l’uso delle risorse de-maniali, attualmente in uso alla Difesa.Infine tratteremo degli aspetti di sicurezzae difesa che riguardano il settore tecno-logico ed informatico.

La gestione dell’esistente: il problema deibilanci per l’esercizio e la valutazionedel bilancio complessivo.

Nella fase di indagine è stato impor-tante, anche in correlazione ad altri pas-saggi in commissione, verificare come ilmero bilancio del Ministero della difesanon renda giustizia a quella è che la verarealtà delle cose: il complessivo impattosulle casse dello Stato da imputarsi alMinistero della difesa deve iniziare a com-prendere anche i fondi utilizzati dal Mi-nistero dello sviluppo economico (MISE) edal Ministero dell’università e della ricerca(MIUR). Infatti, molte delle scelte proposteal Parlamento sono basate esclusivamente

sui dati contabili della Difesa e questorischia di fuorviare le valutazioni e leconseguenti decisioni del Parlamento.

Ne è un esempio la legge n. 244, del2012, che basandosi solo sui dati dellaDifesa, porterà gli investimenti ad oltre il35 per cento del totale delle spese, la-sciando sempre la componente « Eserci-zio » ai minimi storici (siamo passati da 3miliardi di euro a 700 milioni).

Per chiarezza e trasparenza, riportiamoi conti indicati dal Ministro Di Paola allapresentazione della disegno di legge de-lega, diventata poi la legge n. 244 del 2012:

« Il 2 per cento del PIL (e sappiamo diessere ben lontani da questo obiettivo) maanche un bilanciamento delle spese cheogni Paese può dedicare alla difesa (nel-l’ordine del 50 per cento destinato alpersonale, del 25 per cento all’operativitàe del 25 per cento all’investimento, equindi alla realizzazione delle capacitàoperative). Di fronte a questi benchmark,l’Italia è allo 0,9 per cento per il rapportofunzione Difesa/PIL, con un bilanciamentotra i tre settori suddiviso al 70 per centoper il personale, al 12 per cento perl’operatività (contro il 25 del benchmark)e al 18 per cento per l’investimento (sem-pre contro il 25 per cento del bench-mark) ». Audizione del 15-12-2013 del Mi-nistro di Paola alla Camera dei deputati.

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Cosa comporta questo: la progressivadistruzione del nostro patrimonio, dagliaerei (impossibili da manutenere), allenavi (con manutenzioni al lumicino efinanziate solo dai decreti missioni – Ac-tive Endeavour e Ocean Shield) per finirecon gli arsenali e le altre strutture deldemanio militare, ridotte veramente allaquasi dismissione.

Il valutare perciò il bilancio in manieracorretta consentirebbe al Parlamento dieffettuare scelte più mirate, più precise econ ottimizzazione dei costi per singolaForza armata.

Come ultimo spunto, anche in vistadella possibile definizione di una leggequadro sulle missioni internazionali, nelbilancio della difesa vanno considerati ifinanziamenti assegnati per le missionifuori area: l’esperienza avuta negli anni inqueste missioni, e l’indagine conoscitiva, ciinsegnano che la parte più importante eche ha fornito i risultati migliori, è quellache ha proiettato fuori area figure dimantenimento della pace (come in Libano)o le situazioni dove ci siamo ritrovati nellecondizioni di essere degli ottimi istruttori(sia fuori area che in Italia). Quest’ultimaparte va valorizzata, ma al con tempointegrata nel bilancio della difesa, a fine direnderlo veritiero.

Forza NEC.

Questo complesso progetto, per come ciè stato presentato (quindi con una po-chezza di informazioni e di studi), puòsembrare superfluo. La realtà dei fatti cidice alcune cose sulle quali basare le sceltesuccessive su Forza NEC.

Obbiettivi del progetto e finalità dellostesso: per entrare nel dettaglio va speci-ficato che l’ampiezza del programma, peril quale è stato adottato il cosiddetto« approccio a spirale » (in base al qualesviluppo del progetto avviene per fasi suc-cessive che dovrebbero consentire di con-ciliare il progredire dell’evoluzione tecno-logica con l’esigenza di utilizzare pronta-mente le nuove capacità poste in essere,rispondendo anche alla necessità di col-laudarle sul campo per individuare even-

tuali modifiche da apportarvi) ha fatto sìche si tratti di un investimento potenzialedi ben 22 miliardi, e che il suo comple-tamento non sia previsto prima del 2032.

L’obiettivo del programma è la crea-zione della cosiddetta Forza Integrata Ter-restre (composta da tre brigate mediedell’Esercito e da una brigata anfibia)capace di condurre operazioni net-centri-che. Ciò significa che queste unità digita-lizzate (che saranno sostanzialmente forzedi spedizione visto che questi specificisistemi sul territorio italiano sarebberoinutili) saranno collegate in tempo quasireale con i vari centri comando, anchequelli di Marina e Aeronautica, e potrannosfruttare il cosiddetto « internet sul campodi battaglia ». L’obiettivo è di fornire alleforze in manovra sul terreno la possibilitàdi usufruire di un tipo di connettivitàmobile di livello paragona bile a internete, ovviamente, molto più sicura. Ciò do-vrebbe consentire anche una maggioreinteroperabilità con le forze alleate (sianoesse EU che NATO) perché l’architetturadi Forza NEC seguirà i lineamenti disviluppo definiti dal documento NetworkEnabled Capability NATO FeasibibilityStudy. Tuttavia non pare esserci ancoracertezza che ciò avvenga. Il creare unainfrastruttura chiusa, non integrabile, chenon applichi standard (o che non li defi-nisca per poi farli applicare agli alleati),sarebbe un inutile spreco di denaro pub-blico.

A questo proposito sarà importantevigilare affinché il sistema adotti standarddi comunicazione a livello medio-alto(dalla brigata in su) pienamente compati-bili con quelli impiegati dalle forze armatedai paesi alleati. Inoltre, per sfruttare almeglio il pesante investimento che questoprogramma comporta, sarebbe importanteampliare questa compatibilità anche a li-velli più bassi di comando sfruttando ivantaggi offerti dalla nuova tecnologia Sof-tware Defined Radio (grazie alla qualebasta caricare uno particolare programmadi comunicazione per generare formed’onda diverse e, dunque, creare nuovecompatibilità senza che sia necessario so-stituire gli apparati radio hardware). È

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importante sottolineare che a questo scopoè già in fase avanzata di sviluppo ilprogramma europeo ESSOR (EuropeanSecure SOftware defined Radio) per losviluppo di una architettura SDR comunea livello europeo.

Visto l’ingente costo di Forza NEC,difficilmente giustifica bile con la solacreazione di una forza di proiezione di-gitalizzata, appare importante far sì che letecnologie sviluppate per questo pro-gramma abbiano un positivo impatto an-che in campo civile. Purtroppo attual-mente non sono previste ricadute direttecome, ad esempio, l’impiego della reteForza NEC per applicazioni di protezionecivile. In altre parole: Forza NEC, nellasua parte di investimenti funzionali allarealizzazione del sistema, sarà giustifica-bile se apporterà benefici anche in altrisettori oltre alla Difesa, ovvero se tutto ilsistema paese ne trarrà benefici.

Queste considerazioni sono nate, nonsolo attraverso l’indagine, che ci ha fornitolo spunto per avviare queste ricerche, maanche attraverso lo studio del settore tec-nologico ed infrastrutturale.

Sicurezza cibernetica.

Questo argomento ha avuto, nell’inda-gine conoscitiva, un impatto indubbia-mente basso, ma attualmente la possibilitàdi attacchi cibernetici rappresenta unaminaccia per la sicurezza nazionale, anchesuperiore al terrorismo. Tale rischio im-patta in maniera completa, non solo sul-l’ambito militare, ma su tutto il sistemapaese.

I sistemi di difesa messi in campo pergestire questo possibile problema non sonostati adeguatamente definiti. È indubbioche solo ultimamente i nostri servizi se-greti hanno indicato un’iniziale traccia daseguire al fine di rendere protetti non soloi dati dei cittadini, ma anche di renderemeno vulnerabili i sistemi informatici cherendono possibile la vita sociale nel paese.In quest’ambito si inquadra il precedentespunto su Forza NEC, circa la necessità diorientare l’investimento (ingente) non solonella digitalizzazione di un’aliquota delle

forze terrestri, ma anche e soprattutto peraumentare la sicurezza e l’affidabilità deinostri sistemi informatici e di rete.

In ultima istanza: la ristrutturazioneinformatica deve andare di pari passo conla protezione dei dati personali ed ilrispetto dei diritti dei cittadini: la nostralegislazione al momento, ancora non con-sente a figure non facenti parte dell’auto-rità giudiziaria, di accedere ai dati degliutenti. Recenti sviluppi portati avanti daAGCOM, come l’introduzione del regola-mento sul diritto d’autore fanno pensarealla possibilità di avviare una legislazionemolto più vicina al modello deregolamen-tato anglosassone.

Proiezione in missioni internazionali.

Anche se non è parte dell’indagine èimportante verificare gli attuali sistemid’arma usati dai nostri contingenti e qualiproblematiche si sono registrate nel teatrooperativo. Oltre ciò, va considerato l’ap-porto al bilancio delle spese militari deivari decreti di rifinanziamento, che neglianni si sono susseguiti (solo per l’Afgha-nistan 4,5 miliardi di euro) e che, anche adetta degli stessi ambienti militari, hannogarantito all’Esercito (in particolare) ifondi per mantenere aggiornata e appron-tata la Forza armata. Si tratta evidente-mente di un metodo di finanziamentodell’addestramento e di parte del procu-rement quanto meno improprio, dato chei fondi dei decreti missioni sarebberodovuti servire solo alla conduzione dellemissioni e non a rimpinguare altre voci dispesa.

Anche queste missioni vanno rivalutatesulla base dell’esperienza che ci fa dire,oggi, che le nostre capacità sono piùimportanti e danno più risultati nel settoredella formazione delle forze di sicurezzastraniere nelle fasi post conflitto e nel« peace keeping » (nella sua originaria ac-cezione, di effettivo mantenimento dellapace), anziché nel settore del « peace en-forcement ».

La vocazione dell’Italia – e il prestigioche il nostro Paese ha in Libano è lì adimostrarlo – dovrebbe orientarsi in

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modo deciso per questo tipo di missioni,che richiedono in buona parte armamentoleggero a garanzia della sicurezza per letruppe.

I Poligoni.

Un’importante considerazione va fattasui poligoni militari e in generale sulleservitù militari. Posto che al momento èpresente un’indagine conoscitiva mirata amigliorare la comprensione del problema,è importante, anche per rispondere allefinalità di questo documento, valutarecome sia possibile ridurre drasticamente ilnumero dei poligoni di tiro integrando leesercitazioni militari a livello europeo,concentrandole in pochi e transnazionalipoligoni. Questo, oltre ad alleviare il pesodelle popolazioni che coabitano con questeservitù, potrebbe essere il modo per ri-sparmiare notevolmente su questa voce dibilancio. È anche opportuno, proprio a talproposito, avere la capacità di sfruttarefondi strutturali mirati, che la UE mette adisposizione per questo tipo di attività.L’esempio della Germania, che tramitequesti fondi ha potuto riconvertire taliaree demaniali, sarebbe da seguire apieno.

L’industria della difesa.

Parte fondamentale dell’indagine cono-scitiva è stata quella di audire le maggioriimprese della difesa italiane: Finmecca-nica, Fincantieri e la parte terrestre conIVECO/Fiat. Va ricordato come per alcunisettori l’apporto statale sia fondamentaleper il sostentamento delle aziende stesse.È importante anche ricordare come sianecessario, a differenza di quanto indicatoanche dagli stessi rappresentanti, non per-dere il know how acquisito e, secondo noi,di non svendere tali aziende sul mercatoazionario, giacché il recupero in termini diliquidità da riversare alla riduzione deldebito dello stato sarebbe irrisorio.

Sempre considerando le finalità di que-sta indagine è necessario, come Nazione,dare impulso a queste aziende perché sicreino quegli standard che devono essere

proposti a livello europeo per raggiungereforti risparmi che tutte le analisi effettuateci hanno mostrato: circa 19 miliardi dirisparmio a livello europeo. Farsi trovare,però, impreparati sarebbe un grave colpoper la nostra industria. Sarebbe dunqueimportante che !’Italia si facesse promo-trice di un processo di integrazione deivari settori dell’industria della difesa eu-ropea, con l’obiettivo di ottenere economiedi scala che consentano di ridurre le speseper gli armamenti dei singoli paesi e, altempo stesso, permetta alle aziende euro-pee di trovare delle sinergie che consen-tano loro di ottenere, collaborando, lamassa critica necessaria a rimanere con-correnziali nel mercato internazionale. Inquesto modo si affermerebbe anche unamaggiore autonomia delle forze armateeuropee dalle forniture da parte di Paesiesteri (Stati Uniti in primis), si potrebbefortemente limitare la pratica delle acqui-sizioni « assistenzialistiche » di sistemid’arma (cioè l’acquisto di armamenti inu-tili o superflui al solo scopo di sostenereuna determinata azienda) e si potrebberogettare le basi per una progressiva ricon-versione al civile di parte dell’industria. Aquesto proposito è bene sottolineare che itentativi di riconversione effettuati neglianni ’90 in vari paesi europei sono fallitianche perché condotti singolarmente,senza un piano condiviso condotto a livelloeuropeo.

Surplus di sistemi d’arma.

Utilizzando i dati riferiti dal sottose-gretario Gioacchino Alfano in risposta al-l’interrogazione n. 3-00194, a prima firmadel senatore Marton, e grazie a un nostrosupplemento d’indagine, abbiamo potutoindividuare una lista di sistemi d’arma cherisultano in surplus o di prossima dismis-sione, che potrebbero essere venduti aPaesi terzi (nel pieno rispetto della leggen. 185 del 1990).

Altri armamenti, invece, risultano or-mai non più impiegabili e di nessun po-tenziale interesse sul mercato internazio-nale e, pertanto, se ne raccomanda un

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rapido smaltimento, anche per poter re-cuperare ad altro uso gli spazi da essioccupati.

Materiali di possibile vendita all’estero:

239 veicoli da combattimento B1Centauro dei primi anni ’90 (prima eseconda serie), variante con cannone da105 mm, in dismissione. A questi si ag-giungeranno altri 150 più nuovi Centaurodella terza serie di cui è prevista lasostituzione con altrettanti Centauro II;

47 carri armati C1 Ariete di cui èprevista la dismissione entro il 2018;

530 blindati leggeri Puma (360 6x6 e170 4x4) dei primi anni 2000, già non piùin servizio ma in ottime condizioni. Alcunisono già stati ceduti a Gibuti (4) e allaLibia;

553 veicoli blindati da trasportotruppe VCC1 (alcuni ancora in servizio) e1.207 VCC2 (tutti fuori servizio);

250 semoventi contraerei con torrettaquadrinata da 25 mm SIDAM degli anni’90 (96 dei quali risultano ancora in ser-vizio ma sono inutili perché superati);

120 carri armati Leopard 1A5 giàdismessi;

210 obici semoventi M-I09L, in di-smissione (10 sono stati ceduti a Gibuti);

80 obici trainati da 155 mm FH-70degli anni ’80 mantenuti in riserva (altri80 sono ancora in servizio);

4 veicoli anfibi Arisgator;

59 elicotteri AB-205;

22 elicotteri AB-412;

40 elicotteri AB-212 (18 dell’Esercitoe 22 dell’Aeronautica);

22 elicotteri navali AB-212 ASW;

10 elicotteri A-109;

24 caccia Eurofighter Tranche l(adatti solo al ruolo aria-aria). Sono giàstati offerti a Romania, Serbia e Bulgariasenza successo;

Circa 50 aerei da appoggio tatticoAMX. Alcuni di questi potrebbero essereaggiornati allo standard ACOL (comequelli rimasti in servizio con l’Aeronau-tica) e rivenduti. Altri serviranno ancoraall’Italia come riserva per pezzi di ricam-bio per i 50 AMX ACOL operativi;

8 fregate classe Maestrale degli anni’80. Sono già state proposte alle Filippineche hanno poi declinato l’offerta;

8 corvette classe Minerva degli anni’80;

6 sottomarini classe Sauro degli anni’80 – ’90. I primi due sono stati già radiatie ne restano in servizio quattro;

4 pattugliatori d’altura Artigliere (leex fregate Lupo destinate all’Iraq);

1 portaeromobili Giuseppe Garibaldi.Materiali da smaltire in tempi rapidi:

485 carri armati Leopard 1;

381 veicoli trasporto truppe M113;

684 mortai Brandt.

ESERCITO

Si tratta della componente numerica-mente più elevata delle tre Forze armatee più impiegata, soprattutto negli scenarifuori area.

Mezzi terrestri.

Uno dei problemi principali rilevatidall’indagine, ma anche da interrogazionifatte in questa legislatura, evidenzia comesi sia in presenza di un elevato numero dimezzi, totalmente inutilizzabili o per ob-solescenza o per incapacità di poterli ma-nutenere (vedi surplus indicato preceden-temente). Rendere efficiente questo set-tore, magari specializzando l’industria an-che con la già richiamata integrazione distandard, è fondamentale per ottimizzarei costi. L’esercito è infatti la Forza armatache più di ogni altra ha necessità (qualorachiamata) di un cospicuo numero di mezzilogistici ed operativi.

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Sarebbe perciò opportuno valutare,non solo un allineamento ed una dismis-sione dei mezzi ritenuti fortemente obso-leti o non funzionati, ma anche una otti-mizzazione del parco di mezzi attivi, fi-nalizzando gli investimenti di manuten-zione e aggiornamento per le tipologie chepotrebbero essere impegnate nel futuro,anche in considerazione dei mutati scenariinternazionali.

Forze Speciali.

Concentrarsi invece su gruppi di pic-cole dimensioni numeriche, ben organiz-zati ed equipaggiati, è un modo per ri-durre i costi e liberare risorse verso unsistema che sia il più possibile funzio-nante, efficiente e aggiornato. La pron-tezza e la flessibilità d’impiego delle forzespeciali che consente loro di intervenirecon pochissimo preavviso per risolveresituazioni particolarmente complesse (ba-sti pensare, ad esempio, alla necessità dievacuare connazionali coinvolti in un con-flitto improvviso) le rende uno degli ele-menti che vale la pena valorizzare.

AERONAUTICA

Questa Forza armata impatta in ma-niera decisa sul bilancio della difesa. Iprogetti, infatti, sono tra i più onerosi.

F35.

Il progetto F35, avviato in primaistanza nel 1998 e definito nel 2002, conlo stanziamento di circa 13 miliardi dieuro, è stato uno dei punti più controversidell’indagine. Molte delle audizioni diesperti competenti in materia e dell’indu-stria si sono concentrate su questo sistemad’arma. Facciamo un punto sui costi.

A oggi, il programma F35 prevede unonere complessivo, per l’acquisizione degliaerei e il supporto logistico, stimato incirca 10 miliardi di euro, con completa-mento previsto nel 2027 (in media pocopiù di 111 milioni ad aereo per 90 aerei).

A questi fondi, bisogna aggiungere oltre3 miliardi, di cui circa, 2,7 già spesi. Neldettaglio si tratta di:

1 miliardo di dollari per la fase disviluppo iniziale, ufficialmente completata(già pagati);

900 milioni di dollari per la fase diProduction, Sustainment and Follow-onDevelopment (PSFD), completamento pre-visto nel 2047 (già pagati);

795,6 milioni di euro per la realiz-zazione della linea di assemblaggio e sup-porto di Cameri (FACO), le cui attivitàdovrebbero completarsi quest’anno (giàpagati);

465 milioni di euro per le attività dipredisposizioni e di adeguamento infra-strutturale delle basi e dei siti di Aero-nautica e Marina che ospiteranno il veli-volo. Di questi risultavano già stati spesi,a fine 2012, oltre 19 milioni di euro per labase di Amendola, che ospiterà 2 gruppi divolo di F35A, su un totale previsto di oltre100 milioni di euro;

4 milioni di euro per la base diGrottaglie, su circa 140 milioni di europrevisti;

10 milioni per la portaerei CAVOUR,di cui 4,8 milioni per l’adeguamento delsistema ALIS (Automatic Logistic Informa-tion System), su un totale previsto di 87,5milioni di euro;

3,6 milioni per Cameri relativi al-l’adeguamento dei sistemi di ausilio allanavigazione.

Accanto a questi interventi, sono pre-viste misure analoghe per la base di De-cimomannu, per le quali si prevede dispendere oltre 48 milioni di euro, e per labase di Ghedi (dedicata allo strike nu-cleare), che ospiterà 2 gruppi di F35A, conavvio dei primi lavori a partire dal 2016 eprevisione di spesa complessiva di 87,5milioni di euro.

Da tutte le audizioni, anche le piùfavorevoli al progetto, si evince che (alcontrario di quanto indicato dal Capo di

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stato maggiore dell’Aeronautica, GeneralePreziosa) l’F35 è un « proiettile d’argento »(Audizione del professor Margelletti) ov-vero uno strumento dedicato ad alcuneparticolari funzioni (come il first-strikenucleare), ma, pur essendo definito come« aereo multiruolo », non è particolar-mente efficiente in situazioni come il com-battimento aria-aria ravvicinato (Close AirCombat) o il supporto tattico alle forzeterrestri (Close Air Support) che richiedevoli a bassa quota.

L’implicazione industriale e tecnologica(in termini di know-how) è limitata ri-spetto ad altri progetti già in essere. In-dubbiamente anche l’impatto in termini diposti di lavoro è limitato (la FACO offriràal massimo 1.815 posti di lavoro). Leconsiderazioni dello stesso amministratoredelegato di Finmeccanica (poi ritrattatenella seconda audizione) durante l’inda-gine sono emblematiche: « Siamo costrut-tori intelligenti » e soprattutto « La perditadi un ingegnere formato di 45 anni nelsettore aeronautico, comporta per Finmec-canica una perdita di 1.5 milioni peringegnere ».

All’Italia non è consentito nessun tipodi accesso alle tecnologie caratterizzantil’F35. In particolare ciò riguarda la tec-nologia stealth (la palazzina delle radio-misure della FACO è interdetta all’accessoagli italiani quando i sistemi sono infunzione, e sarà possibile solo tarare inostri aerei) e il codice sorgente del sof-tware dell’aereo. Quest’ultimo elementoimpedisce qualsiasi futura integrazioneitaliana di nuovi o diversi sistemi sull’ae-reo (armi, sistemi di difesa elettronica,sensori, ecc.).

Segredifesa sta esercitando pressioniaffinché sia consentito ad Alenia e, so-prattutto, a Selex ES di effettuare lamanutenzione della componente elettro-nica e software. Tuttavia non sarà maiconsentito l’accesso al codice sorgente delsoftware.

Da notare che Israele, che non hainvestito nello sviluppo dell’F35 (mentrel’Italia ha versato 1 miliardo di dollari ascatola chiusa e ulteriori 900 milioni didollari per la fase PSFD) e ha ordinato

solo 19 aerei a un prezzo complessivo giàdeterminato in 2,75 miliardi di dollari(poco meno di 145 milioni di dollari tuttocompreso) ha ottenuto la possibilità diintegrare armi, sistemi di guerra elettro-nica e sistemi di comunicazione e co-mando e controllo nazionali, cioè lo stessotipo di modifiche che richiedono l’accessoal codice sorgente a cui sarebbe interes-sata l’Italia.

Lo stesso dottor Casolini ha riportatodurante l’audizione, che l’F35 è « proba-bilmente una grande opportunità per l’in-dustria nazionale a patto che venga supe-rato il limite all’accesso alle tecnologie ealla conoscenza del velivolo ».

Inoltre le informazioni allarmanti circala possibilità segnalata dalla rete disar-mo.org di ritardi nello sviluppo e nellarisoluzione degli evidenziati, numerosiproblemi di costruzione, potrebbero com-portare problemi di « concurrency » ancheoltre la fase di produzione iniziale a bassorateo (LRIP) che dovrebbe concludersi nel2019, ovvero portare ad avere un prodottoin fase di piena produzione (FRP) conproblemi da risolvere ancora (e non risoltinella fase LRIP) e che dovrà essere richia-mato per la correzione dei problemi, conun aumento di costi incalcolabile.

Da queste considerazioni e soprattuttoperché riteniamo questo aereo mirato aduna modalità di difesa che non rientranell’alveo dei dettami dell’articolo 11,comma 1, della Costituzione, riteniamoopportuno avviare in Parlamento unanuova fase che preveda la cancellazionedel progetto e che imponga al Governo larinegoziazione con il JPO delle funzionidella FACO e delle capacità industrialiconnesse, giacché la FACO (Final Assemblyand Check Out) non è di proprietà Alenia,bensì dello Stato, ma potrà comunqueessere utilizzata come centro di manuten-zione, anche se Lockheed decidesse diannullare la produzione a Cameri. Infattii vari macchinari sono stati acquistatidallo Stato (non presi in comodato d’uso)e quindi resterebbero lì. Questi macchinarisono stati pagati alla Lockheed circa 300milioni di euro (inclusi nei quasi 800milioni del costo complessivo della FACO).

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Un primo passo potrebbe essere quellodi ridurre il fondo appositamente creatonel 2002 di spese in conto capitale cheprevede il finanziamento del progetto JSF,liberando così immediatamente risorse im-pegnate per gli anni a venire.

Inoltre da subito potrebbe essere av-viata una prima fase di sospensione delprogetto, al netto dei lotti già contrattua-lizzati definitivamente (LRIP 6 e LRIP 7per 6 aerei) e della valutazione dello statodi acquisizione dei lotti successivi (LRIP 8e LRIP 9).

A questo proposito è interessante no-tare che, in base alle proiezioni presentatedal General Accounting Office degli StatiUniti relativamente alla auspicata ridu-zione del prezzo unitario degli F35 co-struiti nella fase FRP che sarà avviata nel2019, rispetto a quelli prodotti nella faseLRIP attualmente in corso, il solo rinviodell’acquisto dei 24 aerei che l’’Italia pre-vede di acquistare entro il 2019 compor-terebbe un risparmio di almeno un mi-liardo di dollari (i 24 aerei costerebbero intutto circa 2,27 miliardi, anziché 3,35miliardi di dollari), senza contare che dettivelivoli non richiederebbero i successiviinterventi di ammodernamento causati dalfenomeno della « concurrency ».

Eurofighter Typhoon.

Il progetto Eurofighter Typhoon è co-stato allo Stato attualmente 21 miliardi,così come indicato in audizione dal Capodi SMA. Attualmente abbiamo in dota-zione 76 aerei e sono in fase di acquisi-zione altri 25 esemplari (Tranche 3A), perun totale di 96 aerei. Originariamente eraprevisto l’acquisto di ulteriori 25 aerei(Tranche 3B), ipotesi per il momento ac-cantonata anche per liberare fondi dainvestire sul programma F35.

Il programma Eurofighter comporta in-dubbiamente un vantaggio per la nostraindustria più elevato, non solo per laquota di partecipazione italiana molto piùelevata rispetto all’F35, ma perché percerti settori di sviluppo la nostra parteci-pazione è tecnologicamente strategica. Adifferenza dell’F35 questo progetto implica

maggiore ricavi (circa 4/5 volte i marginioperativi rispetto all’F35) ed è quindi piùallettante per l’industria.

Va però considerato il costo impressio-nante del progetto, circa doppio rispettoall’F35, 21 miliardi dal 1983 (anno dicreazione del consorzio) ad oggi sono circa700 milioni di Euro l’anno (ovviamente sucerti aerei va già considerata la manuten-zione giacché sono entrati in servizio nel2004). Tuttavia, a differenza del pro-gramma F35, si tratta di costi ormai inmassima parte già sostenuti.

UAV (APR – Aeromobile a pilotaggio re-moto).

Questo, che a detta di molti espertiauditi, è uno dei settori di possibile mag-giore sviluppo futuro da un punto di vistatecnologico. L’Italia ha la possibilità diessere capo fila nella creazione di unaserie di standard europei per la costru-zione di tali prodotti, sempre che si con-sideri i soli aerei non armati.

In questo settore infatti, abbiamo ungap di vantaggio tecnologico e di prove giàeffettuate sugli attuali UAV sviluppati,nonché una legislazione più avanzata.

È opportuno però che l’aeronauticaindichi i costi eventualmente sostenuti neivari progetti (come, ad esempio, il P.1HHHammerHead) perché questa è la parteche è rimasta più nascosta, anche a ri-chiesta diretta durante le audizioni.

MARINA

Le considerazioni generali su questaForza armata implicano il dover affron-tare un problema fondamentale: la man-canza di personale nel ruolo « truppa » cheè strutturale e che fa riflettere sulle realipossibilità operative di questa Forza ar-mata. Infatti durante le audizioni in com-missione si è rilevato una carenza di circail 34 per cento di personale necessario pergli obbiettivi richiesti.

Inoltre è stata pressante la richiesta delCapo di SMM, Ammiraglio De Giorgi, neldover ammodernare la flotta al fine dievitare la perdita totale della stessa. In

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particolare puntando anche su nuovi si-stemi d’arma modulari e duali (nel nu-mero di 14 nuove unità).

Valutiamo ora i sistemi d’arma in do-tazione a questa forza armata, in relazioneagli obbiettivi di difesa del nostro Paese.

Naviglio d’altura e pattugliamento.

Attualmente i due settori che implicanol’uso di questi sistemi d’arma sono:

il controllo dei flussi migratori (or-mai principale ruolo assegnato) e la vigi-lanza pesca;

la protezione fuori area di navi mer-cantili (Ocean Shield).

In entrambi i casi, ma in particolarenel secondo caso, si tratta di Fregate cheper la maggior parte sono della classeMaestrale, ovvero costruite alla fine deglianni 70, con modalità operative, necessitàdi uomini e consumi sproporzionati ri-spetto alle attuali nuove costruzioni.

Va inoltre riconsiderata la nostra ca-pacità di proiezione in teatri operativifuori area: le esperienze politicamente fal-limentari (a giudicare dai risultati) del-l’IRAQ e dell’Afghanistan, devono farciriconsiderare la nostra volontà di parte-cipare a determinate missioni; a fronte diqueste considerazioni, recenti acquisizionidella Nave Portaerei Cavour potrebbe es-sere riconsiderata, anche rispetto alle va-lutazioni iniziali di capacità di integra-zione con altre nazioni europee e ancheraffrontandosi con altre nazioni chestanno facendo percorsi totalmente diversirispetto all’Italia (vedasi la posizione delRegno Unito sulle dotazioni di portaerei,anche se in fase di costruzione attual-mente).

A fronte di ciò è necessario, magaririducendo il numero complessivo di navi,aggiornare alcune linee puntando al pat-tugliamento delle nostre coste e del con-trollo del mar Mediterraneo.

Sottomarini.

Attualmente abbiamo due linee di Sot-tomarini: la classe Sauro (degli anni ’70) e

la classe U212A (2008). Posto che questotipo di sistema d’arma è necessario per ilcontrollo efficace delle nostre coste e delmar Mediterraneo, è necessario anzituttovalutare l’opportunità di finanziare la ma-nutenzione e l’approntamento di questisistemi attraverso il decreto Missioni ed inparticolare con la partecipazione alla mis-sione Active Endeavour.

Inoltre è senz’altro opportuno, anche invista del varo degli ultimi due U212A,pensare alla dismissione o alla vendita deisottomarini Classe Sauro, di qualità in-dubbiamente inferiore e di costi di ma-nutenzione e di operatività maggiori ri-spetto agli U212A.

Va valutato inoltre quali sono stati icosti, non evidenziati dall’indagine cono-scitiva (in quanto anche a domanda direttanon ci è stato mai risposto) del progettoS1000, attualmente bloccato.

Arsenali.

La situazione degli arsenali (attual-mente presenti a Taranto, La Spezia, Au-gusta e Napoli) è pessima. In particolare lasituazione dell’arsenale nel Mar Piccolo diTaranto è disastrosa: da un punto di vistadi strutture (in fase di ristrutturazionetramite il piano BRIN, rallentato dram-maticamente) e soprattutto da un punto divista di presenze di personale civile ope-rante nelle officine. Lo stesso dicasi per glialtri arsenali. Inoltre, le rinnovate e ri-dotte esigenze della Marina militare, do-vrebbero dare la possibilità di restituirealla cittadinanza aree che potrebbero es-sere proficuamente sfruttate per incre-mentare l’offerta turistica (si pensi allearee vicine a La Spezia come Cadimare oMarola).

Questo è un settore dove non è piùtempo di attendere. Le ristrutturazionidevono essere effettuate velocemente al-trimenti perderemo totalmente le capacitàfaticosamente conquistate negli anni diesperienza delle maestranze degli arsenali.

Questo inoltre ci deve far riconsiderarele modalità di esternalizzazione dei lavori

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fatte negli anni a scapito sia della qualitàche del risparmio.

F35.

Una breve considerazione sulla neces-sità della Marina militare di questo aereo,già trattato nella parte riguardante l’Ae-ronautica.

I modelli richiesti dalla Marina militaresono gli F35B ovvero quelli STOVL (adatterraggio verticale). Tali aerei sono piùonerosi rispetto agli F35A di almeno un 30per cento e comportano un riammoder-namento della Nave Cavour con costi paria circa 87,5 milioni di euro.

L’unica necessità di avere aerei F35B èper poter mantenere questa capacità ope-rativa. Il costo dei soli F35B necessari allaMarina militare è di circa 2 miliardi dieuro.

L’impegno è avviare una fase parla-mentare che prenda la consapevolezzarispetto al livello di responsabilità chel’Italia vuole avere a livello internazionale,anche in considerazione del fatto che lanave Cavour ha attualmente terminato unperiodo di 6 mesi dove ha sì aggiornato eistruito il proprio personale, ma ha la-sciato (per così dire) sguarnito il nostropaese da un sistema d’arma che, eviden-temente, non è poi così necessario alladifesa del nostro paese.

CONSIDERAZIONI FINALI

La valutazione sulla congruità dei pro-grammi di armamento delle Forze armateitaliane non può ovviamente prescinderedalle scelte politiche che le sottendono,Tali scelte non sono mai state compiuta-mente elaborate e sottoposte ad un seriodibattito politico. Anche recentemente, inoccasione della discussione sulla leggen. 244, del 2012 che ridisegna l’impiantostesso della Difesa italiana in terminiquantitativi e qualitativi, il Ministro DiPaola ha più volte ribadito che essa nontocca i cardini della politica di difesanazionale, senza tuttavia spiegare qualiessi siano.

Durante le audizioni di questa indagineconoscitiva non è mai stato compiuta-mente delineato un quadro politico stra-tegico all’interno del quale collocare igrandi programmi di armamento. Gli in-terventi del Ministro della difesa, del Capodi stato maggiore della Difesa e dei Capi distato maggiore delle Forze armate hannorimandato sostanzialmente a un genericocontesto di impegni internazionali ricon-ducibili alla NATO ed ad un ancor piùindefinito e futuribile auspicio di unapolitica europea della difesa e della sicu-rezza.

Si è dunque sentito spesso parlare dipacchetti di capacità per l’Esercito, diaerei F35 e Typhoon per l’Aeronautica, diuna Marina idonea ad operare nel cosid-detto Mediterraneo allargato senza chetuttavia questi concetti fossero definiti einquadrati. Perché l’Esercito debba esserestrutturato su 9 brigate, perché l’Aeronau-tica militare debba possedere 75 F35 e 96Typhoon o perché la Marina debba di-sporre di una seconda linea combattentebasata su navi da 5000 tonnellate piuttostoche quella da 2000 oggi in servizio sonodomande rimaste senza risposta.

Dovremmo allestire capacità per leforze terrestri in funzione di quali capa-cità operative, di quali teatri, sulla base diquali minacce presenti o future ? Do-vremmo acquisire aerei con capacità dioperare in un contesto net-centrico as-sieme a quali altri protagonisti oltre anoi ? E in funzione soprattutto di qualiminacce simmetriche, avendo di frontequale avversario altrettanto sofisticato ?Quanto allargato deve essere il bacinooperativo della Marina, a quale Mediter-raneo ci si riferisce nel momento in cui sidecide di andare oltre Suez ? Dove siferma l’operatività delle nostre navi, alGolfo Persico, al Corno d’Africa, o arrivaai mari del Sud Est asiatico ? Senza unarisposta a queste domande non ci puòessere una politica della Difesa e dunqueneppure una politica degli armamenti.

Il riconoscimento della debolezza del-l’impianto teorico su cui si regge il nostrosistema di Difesa è venuto del resto re-centemente, crediamo anche grazie a que-

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sta indagine, sia dal Consiglio supremo diDifesa che dal Ministro della difesaquando hanno entrambi auspicato la ra-pida definizione di un libro bianco.

Crediamo anche noi che debba esseredefinita con somma urgenza una politicanazionale della Difesa, con il coinvolgi-mento più ampio possibile di tutti gliattori, le cui linee direttive siano riversatein un libro bianco della Difesa che diventiil riferimento essenziale per tutte le con-seguenti scelte anche in termini di unapolitica degli armamenti che sia effettiva-mente funzionai e al raggiungimento degliobiettivi generali, strumentale rispetto aduna necessaria politica industriale che po-stuli allo stesso tempo autonomia nazio-nale, integrazione europea e salvaguardiadelle eccellenze nazionali e che, soprat-tutto, che sia capace di imprimere unadinamica in senso riduttivo alle spese perla Difesa.

In tale contesto crediamo che i grandiriferimenti ideali, giuridici e politici datenere fermi siano innanzi tutto il dettatocostituzionale, con riferimento principal-mente agli articoli 1, 11 e 52; la Carta delleNazioni Unite; il processo di integrazionee costruzione europea; gli accordi inter-nazionali con una particolare attenzionecritica verso gli impegni NATO che nonpossono più essere considerati alla streguadi un mantra da cui discendono in modopiù o meno acritico tutte le nostre sceltein questi ambiti.

In questa ottica la commissione ritieneche sia opportuno, non solo la presenta-zione da parte del Ministero della difesa diun testo da discutere come libro bianco,ma rendere organica la materia legife-rando per fissare sia dei principi in ter-mini di periodicità, cogenza e forma di unlibro bianco della Difesa, sia inserendonorme per la definizione di una pianifi-cazione delle spese per armamenti cheveda come protagonista il Parlamento.

Senza la definizione di un contestogeopolitico e strategico strutturato nessunostrumento militare coerente e credibile èinfatti possibile. In questo senso sembraessere particolarmente urgente la deco-struzione di quel concetto di Mediterraneo

allargato che da qualche tempo sta con-dizionando molte scelte di politica militaresenza che nessuna esplicita elaborazionepolitica sia mai stata condivisa con ilParlamento ma che sta già mostrando isuoi effetti duraturi, tra i quali senz’altrola costruzione della base di Gibuti, laprima base italiana permanente all’esterodalla seconda Guerra mondiale.

In secondo luogo l’ormai improcrasti-nabile necessità di calibrare le dimensionidello strumento e l’acquisizione dei sistemid’arma, non solo in relazione a un sup-posto fabbisogno teorico (i cui confinisarebbero, in tutta evidenza, espandibili adinfinitum) ma anche e soprattutto in re-lazione al suo mantenimento in terminioperativi e di efficienza. L’insistente ri-chiamo, più volte fatto durante le audi-zioni, all’insufficienza delle risorse per ilmantenimento, astrattamente determinatonell’obiettivo ottimale del 25 per cento delbilancio della Difesa, non è mai statoaccompagnato dalla, a nostro avviso, na-turale considerazione che forse le scarserisorse disponibili non sono soltanto fruttodi un limite di budget, ma anche di unapolitica di acquisti che appare senza dub-bio sconsiderata. Che senso ha disporre diun certo numero di aerei se poi non cisono gli uomini per renderli pienamenteoperativi, né le risorse per garantirne unlivello di efficienza adeguato ? Che contri-buto possono dare un numero decisa-mente corposo di carri armati se poi nesono pienamente operativi poco più di unquarto di quelli teoricamente disponibili ?

I sei miliardi contenuti nella legge distabilità 2014 per nuove navi militari, cosacomportano in termini di risorse umane emateriali per operarle e mantenerle inefficienza ? Nessuno ha mostrato al Par-lamento questo peraltro semplice calcolo,anche se nella sua audizione il Capo distato maggiore della Marina ha inaspetta-tamente giudicato insufficienti i livelli diforza previsti per la Forza armata dallalegge n. 244 del 2012 (ha indicato in 30mila uomini la forza minima necessariarispetto ai circa 26 mila del modello a 150mila) pur chiedendo a gran voce un pro-gramma straordinario di costruzioni.

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Inoltre, per quanto concerne il lungo esinora inconcludente dibattito sull’acquisi-zione dei velivoli F35, non si è sentitanessuna voce, tra i sostenitori della neces-sità del programma nelle sue attuali di-mensioni, avanzare preoccupazioni nontanto sulle necessità finanziare per la loroacquisizione, quanto sulla straordinariaonerosità, per il bilancio della Difesa deiloro costi operativi, stimati da alcune fontiin circa 52 miliardi di euro in 25 anni(fonte Armaereo – 30 per cento Produ-zione e 70 per cento Manutenzione); que-sto implicherebbe costi per oltre due mi-liardi di euro l’anno, sufficienti per dre-nare l’intero bilancio dell’Aeronautica mi-litare ai valori attuali.

Una seria politica degli armamenti nonpuò dunque limitarsi a considerare lerisorse necessarie alla loro acquisizioni,ma deve inderogabilmente verificare lacapienza dei bilanci futuri rispetto al costodel loro ciclo di vita. Senza questa valu-tazione, dunque, non si può parlare dipolitica degli armamenti, ma piuttosto di« shopping compulsivo ».

Vi è inoltre il problema ormai impre-scindibile del contesto internazionale nelquale si vanno a operare molte scelte diequipaggiamento delle Forze armate. Dataper scontata una generale mancanza diseria volontà di arrivare a definire unapolitica comune europea per la sicurezza(nel contesto anche di una complessivadisaffezione dell’opinione pubblica perl’idea stessa di Unione), l’Italia dovrebbefarsi promotrice almeno di programmi diacquisizione e produzione condivisi sullabase principalmente della competenza edel work-sharing piuttosto che della co-produzione che si è spesso dimostratadifficile e generatrice di importanti au-menti di costo dei programmi rispetto alleprevisioni. Devono dunque essere valoriz-zate le rispettive eccellenze, rinunciandonel contempo a quei programmi che ten-dono a ridurre la base tecnologica e in-dustriale nazionale ed europea. Tra questiultimi vanno considerati senz’altro il pro-gramma F35 che avrà come probabileconseguenza l’anemizzazione per almenoun ventennio delle capacità progettuali e

industriali dell’industria aeronautica euro-pea nel settore dei velivoli militari avan-zati. Il programma missilistico MEADS aguida Lockheed, pervicace mente ancorasostenuto dai vertici militari e dallo stesso,attuale Ministro della difesa, nonostante visia un’alternativa europea, il missile FSAF/SAMP, tra l’altro già pienamente operativanell’Aeronautica militare e nella Marinamilitare, o i programmi di satelliti daricognizione, aerei radar e sistemi missi-listici integrati.

Lo stesso dica si per i poligoni militari.È auspicio della Commissione Difesa chel’indagine attualmente in corso sia di veroimpulso verso una riduzione di costi eduna riconversione civile di molte servitùmilitari.

In conclusione, si auspica che in meritoai seguenti progetti si creino le condizioniper una ulteriore e più ampia discussionee attività di indirizzo e legislativa.

F35.

È opportuno che si lavori per impe-gnare il governo all’immediata sospensionedel progetto, la contestuale rinegoziazionedel ritorno e delle implicazioni sui progettiindustriali ed il successivo blocco del pro-getto sulla base della rivalutazione delprogramma in considerazione dei diversi emutati scenari internazionali e economicidell’Italia. Il risparmio complessivo dellasola sospensione del programma fino al2020 è stimato in circa 1 miliardo di euro.

Eurofighter Typhoon.

Tra gli aspetti più fumosi, non rilevatidall’indagine, troviamo la mancata infor-mazione sulla eventualità di una penale incaso di mancato acquisto della Tranche3B. Sarà opportuno, eventualmente ancheattraverso altri strumenti che possano ri-proporre l’argomento nella commissione,avere questa informazione.

UAV (APR – Aeromobile a pilotaggio re-moto).

Sempre tra le possibilità di una ses-sione di studio ulteriore della Commis-

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sione Difesa, auspichiamo un discussionecirca la maggiore integrazione degli UAVin ambito civile, tramite accordi mirati conaltri dicasteri. La commissione dovrebbemuoversi nella direzione di richiedere algoverno un impegno verso lo sviluppo edil solo utilizzo di UAV non armati.

L’impegno dovrebbe essere anche nelproporre in Europa, come capofila, stan-dard e procedure di autorizzazione che giàin Italia sono in fase avanzata.

Marina Militare.

In questo ambito è necessaria unavalutazione più ampia, affrontabile sola-mente tramite la ridefinizione (attraversol’annunciato libro bianco) delle volontà delPaese sulle proiezioni di Forze armateall’estero.

Arsenali.

Impellente è invece la necessità di pro-porre una discussione che porti la Com-missione Difesa, a dare l’impulso necessa-

rio a rivedere le strategie, anche finanzia-rie, mirate al completamento e al pieno ecorretto funzionamento degli arsenali, or-mai in condizioni indecenti.

Industria.

Nella valutazione dell’impatto che or-mai l’industria nazionale ha da clientiesteri, che ormai copre una grossa fettadei fatturati, è opportuno ripensare apercorsi di riconversione, che smarchinole aziende dal settore militare al settorecivile. Inoltre è necessaria un maggioreimpegno sulla cyber warfare e uno sfrut-tamento delle nostre capacità verso pro-dotti ad alta tecnologia.

Per questo potrebbe essere opportuno,per la Commissione Difesa, organizzaresessioni di studio in commissione ancheattraverso le possibilità di conoscenza of-ferte dal centro studi della Camera deiDeputati. Questo servirà a creare un pro-cesso preventivo di conoscenza, che po-trebbe sfociare in una ulteriore indaginemirata solo alla parte IT della difesa edalle sue ricadute in ambito civile.

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ALLEGATO 3

Indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla difesain vista del Consiglio europeo di dicembre 2013.

PROPOSTA DI MODIFICA DEL DOCUMENTO CONCLUSIVOPRESENTATA DAL DEPUTATO SCANU

Le considerazioni conclusive si riallac-ciano doverosamente alle premesse dell’in-dagine conoscitiva, come definite dal re-lativo programma, deliberato dalla Com-missione il 17 luglio 2013. Tale pro-gramma, prendendo le mosse dalDocumento Programmatico Pluriennaleper la Difesa per il triennio 2013-2015, haindividuato la priorità di una profondarevisione dello strumento militare, nel suocomplesso e nel quadro dell’impegno eu-ropeo, anche per un concreto rilanciodella Politica di sicurezza e di difesacomune. Nello stesso documento è rico-nosciuta « una nuova e più stringente esi-genza affinché il Parlamento possa acqui-sire utili elementi conoscitivi sull’insiemedei programmi di armamento e rinnova-mento dei sistemi d’arma in corso disvolgimento », fissando come finalità ul-tima dell’indagine quella di « un’analisiesaustiva sulla compatibilità dei pro-grammi d’investimento relativi ai sistemid’arma con gli obiettivi della difesa nazio-nale, anche in vista del Consiglio europeodi dicembre ».

Date queste premesse il percorso dellaCommissione, avviato poco dopo l’iniziodella legislatura, si è via via arricchito dicontenuti e spunti derivanti dal vasto di-battito pubblico, e ha dovuto registrarel’elevata sensibilità e il percepibile disagiodell’opinione pubblica di fronte ai datirelativi alla spesa militare, in una fasecaratterizzata da gravi difficoltà economi-che e finanziarie, da una pressante richie-sta di sacrifici e di forte contrazione dellaspesa pubblica nei servizi di caratteresociale.

In conseguenza di ciò, hanno attiratol’attenzione dei cittadini e, dunque, dellaCommissione, i temi relativi ai progetti diprogressiva sostituzione delle linee di voloTornado, AV-8B Harrier e AMX con ilcacciabombardiere per attacco al suolo inprofondità F35 della Lockheed Martin,come pure il dibattito su Forza NEC, sulruolo della Marina militare, nonché sullemissioni militari all’estero e sulla riformadelle Forze armate. L’indagine ha richiestola contestualizzazione di tali temi, tenendoconto di significativi elementi di analisigeostrategica sulla posizione dell’Italia nelmondo, sulla qualità delle minacce che ilnostro Paese deve fronteggiare e sullemodalità della gamma delle risposte che sipossono approntare, come ben si evincesoprattutto dalle audizioni svolte dagli au-torevoli rappresentanti di istituti ed enti diricerca.

Le modalità con cui si è svolta l’inda-gine conoscitiva sono approfonditamenteillustrate nella relazione intermedia depo-sitata in Commissione Difesa della Cameranella seduta del 10 dicembre del 2013.

Nelle more della predisposizione dellarelazione conclusiva si è costituito unnuovo Governo. Il Ministro della difesa incarica, sin dalla presentazione degli indi-rizzi programmatici del suo Dicastero haannunciato l’intenzione di procedere allastesura di una nuova edizione di un librobianco della Difesa. Si tratta di un pro-posito sicuramente apprezzabile che rac-coglie e fa propria esigenza di fondo cheè stata all’origine della decisione di svol-gere l’indagine conoscitiva: la necessità,non più rinviabile, di ridisegnare i confini

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della spesa militare, con l’obbiettivo dirazionalizzare e ridurre significativamentela quota di spese destinate agli armamenti.

È intenzione della Commissione inte-ragire attivamente anche alla redazionedella proposta definitiva del libro bianco,che dovrà essere votata dal Parlamento.

L’indagine conoscitiva sui sistemid’arma è quindi un tassello – parziale maprezioso – di una complessiva opera diconoscenza e di decisione sull’insiemedella materia della difesa che incombesulla politica, e costituisce un presuppostodal quale non si può prescindere ancheper la stesura di un libro bianco sulmodello italiano di difesa, elaborato nellaprospettiva di una deciso passo in avantinella costruzione di una identità europeadella difesa. Infatti, sia gli atti dell’inda-gine conoscitiva che l’orizzonte europeodovranno costituire le linee guida per lastesura del libro bianco annunciato dalGoverno.

Nel corso dei lavori dell’indagine èstato spesso evidenziato che nel mondoprevalentemente instabile e insicuro, che siè formato dopo la fine dell’equilibrio dualepostbellico, la sicurezza non sia da per-seguire nella sola dimensione militare,bensì attraverso un insieme di misure e dicomportamenti che vadano dalla promo-zione democratica dei diritti umani allacollaborazione allo sviluppo, umano edeconomico, alimentare e sanitario. In que-sto contesto, la specifica dimensione mi-litare della sicurezza – improntata aldettato costituzionale che vincola l’Italia aripudiare la guerra come mezzo di riso-luzione delle controversie internazionali ea praticare una politica di attiva promo-zione della pace – resta un’esigenza im-prescindibile del nostro Paese che, comeogni altro, ha l’obbligo di tutelare i propriinteressi strategici da ogni possibile mi-naccia.

Ma gli Stati europei, pur dotati inmisura variabile di mobilità strategica e dibuona capacità militare, difficilmente po-tranno aspirare alla piena autonomia nel-l’esercizio armato della sovranità. Visionistrategiche unilaterali, legate agli interessinazionali e non facilmente superabili, sono

ancora attive e vitali, mentre cresce l’esi-genza che si affermi la volontà politica dielaborare visioni e concetti strategici suscala europea, sorretti da una capacitàindustriale integrata. In questo orizzonteeuropeo si dovranno, con più decisione,perseguire politiche volte allo sviluppodella cooperazione, dell’interoperabilità edella convergenza in ambiti specifici (Bat-tlegroup, capacità di intervento rapido,strategia di sicurezza marittima, aerei apilotaggio remoto, rifornimento in volo,cyber security, standardizzazione, coordi-namento delle politiche di ricerca e diquelle industriali per realizzare economiedi scala).

Si tratta di dare impulso alle istanzeche hanno trovato una puntuale defini-zione negli impegni indicati al Governodalle Commissioni affari esteri e difesacon le risoluzioni sulla Politica di Sicu-rezza e di Difesa Comune (PSDC) in vistadel Consiglio europeo del 19-20 dicembre2013, approvate sia alla Camera che alSenato nel dicembre 2013.

All’interno di un’imprescindibile di-mensione europea, in buona parte ancorada costruire, e dell’architettura dellaNATO, di per sé « partner » strategico del-l’Italia e dell’Unione europea, la specificasituazione del nostro Paese, dal punto divista della sicurezza, e’ duplice: da unaparte è saldamente inserito in sistemi dialleanze politiche e militari, che fanno delVecchio Continente un’isola di pace, madall’altra, sul versante sud, si trova inprima linea rispetto a un arco di crisi e diinstabilità politica che va dal Nord Africaal Medio Oriente e al Corno d’Africa.Ambiti, questi, in cui l’Italia opera, sempreall’interno del diritto internazionale, conmissioni militari, terrestri e navali, di variolivello e ruolo (mentre in Afghanistan èprevisto l’inizio di una missione senzacompiti di combattimento).

Rispetto a questo quadro complesso –in cui prevale l’instabilità e in cui leminacce provengono prevalentemente dasquilibri, tensioni e conflitti intrastatali, ein cui sempre maggiore sarà il ruolo didimensioni tecnico-operative come l’intel-ligence e il dominio cibernetico – il Par-

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lamento, attraverso questa indagine cono-scitiva sui sistemi d’arma in sede di Com-missione Difesa, ha fatto valere l’esigenzache siano messi a punto aspetti dellapolitica militare meno noti al grande pub-blico. In tal modo si è voluta sottolinearela rilevanza della politica di difesa e sonostate poste le basi perché questa possadivenire l’elemento permanente di un in-formato dibattito civile e di un responsa-bile confronto politico nazionale, orientatoin modo determinato a collaborare siner-gicamente con interventi di razionalizza-zione, necessari alla luce del processo inatto di revisione e della riduzione dellaspesa pubblica complessiva che in quantotale non può escludere quella militare.

In un maturo concetto di democraziafondato sulla conoscenza, il dibattito e lapartecipazione, risulta del tutto centralel’esigenza che sia pienamente valorizzato ilruolo del Parlamento, attraverso il quale,la materia militare, troppo spesso custo-dita da istanze e saperi tecnici e specia-listici, venga integralmente consegnata allacoscienza civile e democratica del Paese.Grazie alla legge n. 244 del 31 dicembre2012, la democrazia parlamentare ha ac-quisito la piena titolarità a trattare alcospetto dell’intero Paese anche questionidi forte impatto politico ed economico, edi notevole spessore tecnico, come i si-stemi d’arma.

Di questa forza e di questa legittimitàdelle istituzioni rappresentative è unesempio serio e coerente l’indagine cono-scitiva, che si presenta libera da condizio-namenti e di alto livello intellettuale. Essasi è svolta sotto l’azione propositiva delPresidente e dei rappresentanti di tutti igruppi parlamentari, e le relative conclu-sioni intendono fondarsi su una laica in-terpretazione politica dei dati raccolti nelcorso delle numerose audizioni e puntual-mente riscontrabili negli atti della Com-missione.

Conclusivamente, può convenirsi che,nel corso dell’indagine svolta, sono emersielementi di particolare interesse, sia inmerito agli investimenti relativi ai sistemid’arma più onerosi, che in relazione allaassoluta necessità di ottenere concreti

passi in avanti, nella realizzazione di unefficace sistema di difesa europea, di se-guito rappresentati.

Tuttavia, al di là degli importanti ri-sultati derivanti da questo lavoro istrutto-rio, svolto in un arco di tempo assaicontenuto, rispetto alla complessità deitemi e fortemente condizionato dall’immi-nenza degli impegni europei del dicembredel 2013, permangono talune esigenze diapprofondimento, che darebbero adito acongetture ed ambiguità se non venisserodichiarate già in questa sede. Infatti, ilpuntuale confronto del lavoro parlamen-tare con il parallelo dibattito all’internodelle stesse istituzioni e nella società civilesui temi della difesa, ha evidenziatol’emergere di questioni di grande rilievo,del tutto meritevoli di trattazione e diaccurata riflessione, che in questa sede siritiene opportuno evocare per dare attodella sensibilità e della capacità di ascoltoda parte della Commissione, nell’auspicioche esse possano costituire oggetto di pros-sime iniziative in sede parlamentare, sia dicarattere conoscitivo che di indirizzo:

1) il rafforzamento dell’identità eu-ropea della Difesa costituisce l’orizzontedentro il quale misurare anche la validitàdei più importanti programmi nazionali. Aquesto fine occorre che, durante il seme-stre di presidenza italiana del Consigliodell’Unione europea, dopo un ventennio dinegligenza da parte dei governi nazionali,il Governo italiano si impegni per riaffer-mare che la PSDC diventi il paradigma sucui valutare i programmi nazionali. Non èpiù rinviabile la costruzione di una poli-tica che incentivi fortemente i paesi ade-renti a realizzare investimenti comuni sulterreno della ricerca e della produzione disistemi d’arma. Su questo punto è statoopportunamente inserito all’ordine delgiorno del Consiglio europeo del dicembre2013 il tema della produzione di velivolisenza pilota, che dovrà coerentemente fi-gurare tra i temi prioritari nell’Agenda delsemestre italiano. Ma non è soltanto que-sto il terreno su cui insistere. L’Agenda deilavori andrebbe ampliata alla necessità diindividuare aree comuni, per svolgere in-sieme l’attività addestrativa di componenti

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essenziali delle rispettive forze nazionali, acominciare da quei reparti già messi adisposizione dell’Unione come i Battle-group, come figura nella citata risoluzionen. 8-00031, approvata il 18 dicembre 2013dalle Commissioni Affari esteri e Difesadella Camera dei deputati. In altre parolesi tratta di dar vita ad un processo di« approntamento delle Forze » che razio-nalizzi e metta a sistema le attività diaddestramento comune, prima ancora checi si trovi nella necessità di utilizzarlenelle missioni sotto bandiera europea. Cosìcome si deve porre con determinazionel’esigenza di standardizzare a livello eu-ropeo gli equipaggiamenti individuali dibase delle forze di terra – quali i fucilid’assalto, le armi corte, le granate, glielmetti e i giubbotti antiproiettile – comeevidenziato anche nel documento finale(Doc. XVIII, n. 8) approvato dalle Com-missioni riunite IV (Difesa) e X (Attivitàproduttive, commercio e turismo) il 12dicembre 2013, ai sensi dell’articolo 127,comma 2, del Regolamento, sulla Comu-nicazione della Commissione al Parla-mento europeo, al Consiglio, al Comitatoeconomico e sociale europeo e al Comitatodelle regioni « Verso un settore della difesae della sicurezza più concorrenziale edefficiente (COM(2013)542 final) »;

2) con riferimento poi, a ciascunaForza armata, per quanto riguarda l’Eser-cito, il programma più impegnativo sulpiano finanziario e più significativo dalpunto di vista operativo è quello denomi-nato Forza NEC. Su questo programma,per il quale si prevede un investimentocomplessivo di oltre 20 miliardi di euro,l’indagine conoscitiva ha messo in evi-denza i limiti di una scelta che si proponedi dare continuità agli investimenti inquesto settore, senza che sia stata datauna risposta positiva al tema della realiz-zazione di una significativa interconnetti-vità con i sistemi dei paesi partner, alivello NATO e UE. Appare pertanto og-gettivamente da valutare un ulteriore in-vestimento su questo programma, senzache siano state preliminarmente acquisiteidonee garanzie in merito all’esistenza distandard operativi tra loro compatibili, da

utilizzare nel corso delle operazioni per lequali è richiesta una Network EnabledCapability. Anche alla luce dei richiamialle rilevanti audizioni, operati nel para-grafo 4.3, un investimento sul progetto« soldato futuro » potrà dirsi di sicuroritorno finanziario solo quando i diversisistemi nazionali saranno in grado di dia-logare tra di loro;

3) per quanto riguarda l’Aeronauticamilitare, come è noto, vi è la necessità dirinnovare le principali linee di volo. Sitratta di un’esigenza che deve rispondere afondamentali requisiti operativi di difesadello spazio aereo nazionale e alla possi-bilità di pervenire all’assunzione delle ne-cessarie responsabilità in operazioni fuoriaerea. Questo ampio tema è percepitocome strettamente connesso alla questionedell’acquisizione di un cacciabombardieredi profondità, prodotto dalla LockheedMartin, in un primo momento stimata in131 velivoli, ridotti poi a 90, di cui 75destinati all’Aeronautica, come riferito dalGenerale Preziosa. Nel corso dell’indagineè stata sostenuta e con argomenti di varianatura, sia dai vertici militari che dagliesperti auditi, l’ipotesi di una soluzionearticolata sulle due linee di volo, fra lorocomplementari, costituite dagli F35 e dagliEurofighter.

Il rinnovamento e la modernizzazionedelle nostre forze aeree dovrà coniugarsicon la necessità di sviluppare una politicaindustriale nel settore aeronautico, raffor-zando le basi produttive, di ricerca esviluppo delle nostre industrie nazionaliche operano nel settore. In relazione, poi,al programma Eurofighter, dagli elementiacquisiti nel corso dell’indagine, risultache il medesimo sia pienamente operativo,con importanti prospettive di sviluppocommerciale e tecnologico. Appaiono, per-tanto, destituite di fondamento le consi-derazioni critiche basate su una presuntaobsolescenza di questo programma, comeemerso nel corso delle audizioni di esperti.Il caccia multiruolo Typhoon, non solo hamargini di produzione e di sviluppo an-cora notevolissimi, ma risulterà competi-tivo con il JSF della Lockheed. Questaversione dell’Eurofighter, già realizzata

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dall’Inghilterra, sarà messa a disposizionedei numerosi alleati europei per le mis-sioni UE, NATO e ONU (Austria, Spagna,Germania e Inghilterra, mentre la Franciautilizzerà le diverse versioni del « Rafale »).È necessario quindi che il nostro Paesemantenga e rafforzi con convinzione lapartecipazione delle aziende italiane aquesto programma, tenendone sotto con-trollo i costi, ma anche avendo presenteche il sistema di work-sharing, che tieneinsieme tutti i programmi di cooperazioneeuropea, garantisce ad ogni Paese ritorniin nessun caso inferiori alle proprie quotedi investimento;

4) per quanto riguarda il programmaF35, i molti dubbi che circondavano ilmedesimo hanno trovato nell’indagine co-noscitiva la sede istituzionale più idoneaad una severa verifica e su taluni aspettianche talune conferme. Infatti, al di làdelle molteplici riserve tecniche e opera-tive, emerse da più fonti, permangonodubbi derivanti dal fatto che:

lo schema di accordo non offresicure garanzie, dal punto di vista dellaqualità e del valore, sul piano di ritorniindustriali e occupazionali significativi inquanto tali ritorni vengono fatti dipenderedalla « capacità che avremo di utilizzare leinfrastrutture create per attrarre la ma-nutenzione » e buona parte delle mae-stranze impiegate per l’F35 saranno sot-tratte all’Eurofighter (si veda l’audizione dirappresentanti di Finmeccanica del 16ottobre 2010 e l’audizione del professorNones del 1o agosto 2013);

non risulta contrattualmente ga-rantita dal principio del « best value » perle piccole e medie imprese nazionali l’ac-quisizione di commesse o sub commesse,come si evince anche dall’audizione delprofessor Nones del 1 agosto 2013. Giovaricordare a questo proposito, che il supe-ramento del principio del « best value » erastato posto come condizione dal Parla-mento all’atto della approvazione dellarealizzazione dello stabilimento di Cameri,unitamente alla condizione che risultassegarantita la fruizione da parte dell’Italia

dei risultati delle attività di ricerca chesaranno sviluppate nell’ambito del mede-simo programma (vedi seduta della Com-missione Difesa della Camera dell’8 aprile2009);

a fronte degli investimenti impe-gnati per realizzare lo stabilimento diCameri non risulta contrattualmente defi-nito un prezzo per l’assemblaggio dellesemiali che garantisca l’ammortamento delcapitale investito e un ragionevole ritorno;

l’occupazione che si genererà a Ca-meri non può considerarsi aggiuntiva ri-spetto a quella attualmente già impiegatanel settore aeronautico ma, solo parzial-mente sostitutiva;

le stime del costo del programmarisultano caratterizzate da un indice divariabilità che non può convivere con leesigenze della nostra finanza pubblica;

l’embargo sull’accesso ai dati sullacosiddetta « tecnologia sensibile » deter-mina un fattore di dipendenza operativada istanze politico-industriali statunitensiche risulta, al momento, non superabile;

tutte le stime dei costi non tengonoconto di quelli aggiuntivi per l’armamentodel velivolo.

Tutto ciò comporta l’esigenza di unamoratoria al fine di rinegoziare l’interoprogramma per chiarirne criticità e costicon l’obiettivo finale di dimezzare il budgetfinanziario originariamente previsto.

Come già detto, considerazioni di na-tura finanziaria, operativa e di politicaindustriale, inoltre, spingono a rinnovarela flotta aerea militare su due linee di volo,ovvero con gli F35 e gli Eurofighter, traloro complementari e in grado di operarein ambiente sia NATO che UE. In questastessa ottica appare ragionevole, infine,esplorare anche altre soluzioni, meno im-pegnative dal punto di vista finanziario,per quanto riguarda il rinnovamento degliaerei a decollo verticale. In tal modosarebbe possibile garantire efficacia ope-rativa al nostro strumento militare, e rea-lizzare, nel contempo, le ricadute indu-

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striali in grado di assicurare una signifi-cativa autonomia alla nostra industria,oltreché ottenere rilevanti risparmi dispesa, che si ha il dovere di conseguirenell’attuale situazione economica e di fi-nanza pubblica;

5) per quanto riguarda la Marinamilitare, un decisivo intervento dell’attualeCapo di stato maggiore ha indicato comepriorità strategica, dal punto di vista ope-rativo, la necessità di un profondo rinno-vamento della nostra flotta. Questa esi-genza è stata ritenuta fondata dal Go-verno, che ha inserito nella legge di sta-bilità per il 2014 un appositofinanziamento pluriennale. Nella stessalegge, all’articolo 37, è stato precisato che,conformemente alle procedure di legge, ivari programmi con cui si realizzerà ilpiano di rinnovamento della flotta sarannosottoposti al parere vincolante del Parla-mento. In quella sede sarà anche possibileriflettere sul nuovo assetto della nostraflotta, in direzione dell’eliminazione diridondanze operative difficilmente soste-nibili, quali potrebbero essere costituitedal mantenimento in linea di due portae-rei;

6) l’indagine conoscitiva ha inoltreconsentito di individuare alcune criticitàpresenti nelle modalità con cui si formanole decisioni sugli investimenti per i sistemid’arma. La prima di queste è riscontrabilenell’esigenza di scongiurare una competi-zione tra le richieste dei singoli Capi distato maggiore, e di promuovere una sem-pre più radicata e condivisa concezione« interforze ».

Si tratta di un fattore distorsivo attri-buibile a un deficit di collegialità, emersoanche da un’analisi comparata delle au-dizioni dei singoli Capi di stato maggiore.In tale ottica si potrebbe valutare unariconsiderazione dell’attuale normativa suivertici militari nella promozione di uno« spazio istituzionale » significativo in cuicollocare la maturazione di scelte impor-tanti, come quelle sui sistemi d’arma, sullabase di una responsabilità condivisa, adesempio anche valutando l’affidamento diun ruolo consultivo al Comitato dei Capi

di stato maggiore di Forza armata, in unrapporto diretto con il Ministro della di-fesa, in materia di sistemi d’arma;

7) un punto centrale è costituito dallanecessità di rendere sostenibile il volumedi investimenti nel settore dei sistemid’arma con gli obiettivi della Difesa qualianche definiti dalla legge n. 244 del 2012e, dunque, compatibilmente con le esi-genze di finanza pubblica. Da questopunto di vista l’ipotesi, avanzata a suotempo dall’allora Ministro della difesa,Giampaolo Di Paola, e richiamata nell’au-dizione del professor Nones del 1 agosto2013, di una più equilibrata ripartizionedelle spese per la « funzione difesa » sullabase del paradigma 50-25-25 (cioè 50 percento per il personale, 25 per cento perl’esercizio e 25 per cento per gli arma-menti), deve essere concretamente perse-guita ponendo un tetto prefissato allerisorse per gli investimenti, per garantirnela stabilità nel tempo.

Richiamando il parere espresso dallaCommissione Difesa sul disegno di legge distabilità per il 2014, a legislazione vigente,il quadro delle spese militari per gli in-vestimenti sui sistemi d’arma può esserecosì riassunto:

3,222 miliardi annui sono assegnati alMinistero della difesa su un totale di 14miliardi per la funzione Difesa;

2,024 miliardi sono assegnati pressoil Ministero dello sviluppo economico peralcuni sistemi d’arma (elicotteri NH 90,elicotteri CSAR, M-346, Eurofighter,Fremm, Unità supporto subacqueo, Frec-cia, Sicral, Forza Nec, Piano navale);

1,201 miliardi sono le risorse desti-nate a finanziare le missioni internazio-nali, parte delle quali riguarda i sistemid’arma.

Al momento, quindi, la quota da de-stinare agli investimenti nei prossimi annirisulta superiore al 25 per cento del budgetper la funzione difesa. È possibile per-tanto, ridurla rinunciando, in tutto o inparte, a programmi già pianificati, ma

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garantendo una stabilità di risorse finan-ziarie nel medio-lungo periodo.

Così operando si assesterebbe il budgetdella difesa conformemente ai parametriprevisti dalla recente legge sulla revisionedello strumento militare e si conseguireb-bero risparmi nella spesa militare perarmamenti, non inferiori ad un miliardodi euro annui per il prossimo decennio.Sarebbe, inoltre, possibile, investire di piùe meglio sull’esercizio, con particolare at-tenzione all’addestramento e alla sicurezzadel personale;

8) gli investimenti sui sistemi d’armacostituiscono un elemento di assoluto ri-lievo per la sicurezza del Paese, ed ancheun dato altrettanto significativo per leindustrie del settore, nei confronti dellequali la domanda nazionale ha un doppiovalore, economico dal punto di vista delfatturato e di promozione sui mercatiesterni.

L’assenza nel nostro Paese di un orga-nismo di controllo sulla qualità degli in-vestimenti ne circoscrive le valutazioniall’interno di un circuito chiuso, rappre-sentato dai vertici industriali e dai verticimilitari, che dovrebbe invece essere inte-grato da un livello ulteriore caratterizzatoda responsabilità di tipo politico, a tuttovantaggio della qualità e quantità degliinvestimenti stessi, così come è emerso nelcorso dei lavori. L’autoreferenzialità, pe-raltro, è accentuata dal fenomeno ricor-rente costituito dalla presenza di figureapicali del mondo militare che vanno ad

assumere posizioni di rilievo al verticedelle industrie della difesa.

Si hanno fondati motivi per ritenereche occorra introdurre, nel processo de-cisionale, un soggetto autonomo, credibile,con capacità di controllo sulla spesa mi-litare per i sistemi d’arma, la loro imple-mentazione e il loro ammodernamento.Un organo di alto profilo tecnico in gradodi rapportarsi direttamente con il Parla-mento garantendogli la disponibilità diinformazioni significative ed esaurienti.

Così come dovrebbero essere discipli-nate con legge le condizioni da imporreper limitare il passaggio dai vertici militaria quelli delle industrie della difesa, comeemerge anche da analoghi approfondi-menti istruttori svolti dalla Commissionenella precedente legislatura.

La principale misura finora adottata,per allargare la base decisionale di sceltecosì impegnative, è rappresentata dall’ar-ticolo 4, comma 2, della legge n. 244, del31 dicembre 2012. Una norma che, nono-stante le forti resistenze che si sono ma-nifestate da più parti nella prima fase diapplicazione, ha riconosciuto al Parla-mento un ruolo decisivo su tali materie.Queste resistenze, che di fatto vengonoricondotte a questioni procedurali in re-lazione all’allocazione delle risorse finan-ziarie presso ministeri diversi da quellodella difesa, non hanno motivo di esistere,e devono essere superate prevedendo ilparere vincolante da parte del Parlamento,qualunque sia la fonte ministeriale difinanziamento pubblico.

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ALLEGATO 4

Indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla difesain vista del Consiglio europeo di dicembre 2013.

PROPOSTA DI MODIFICA DEL DOCUMENTO CONCLUSIVOPRESENTATA DAL DEPUTATO SCOPELLITI

Il quadro della sicurezza internazionaleappare oggi denso di rischi palesi e diminacce latenti. Archiviato da tempo loschema lineare della contrapposizione Est-Ovest, negli ultimi venti anni è di fattovenuto meno anche il tabù rappresentatodall’uso della forza militare nelle relazioniinternazionali. Il caso dell’Ucraina è solol’ultimo atto di una nuova « familiarità »che molti attori internazionali hanno riac-quisito con l’impiego del potenziale mili-tare per l’affermazione dei propri inte-ressi. È poi molto significativo il fatto cheanche l’evoluzione del sistema internazio-nale, con il frequente ricorso alle azioni diripristino coercitivo della legalità interna-zionale, sancite nel Capitolo VII dellaCarta delle Nazioni Unite, stia ad indicareun più frequente ricorso all’intervento mi-litare.

L’Italia, in tale contesto, continua arimanere giustamente ancorata ai solidiprincipi costituzionali di ripudio dellaguerra quale atto di aggressione e, altempo stesso, di partecipazione attiva alleoperazioni militari internazionali finaliz-zate alla sicurezza collettiva.

Proprio in virtù di tale consolidataintegrazione nell’architettura di sicurezzainternazionale, l’Italia è stata intensa-mente impegnata, negli ultimi due decenni,in missioni militari che, in molte occasioni,hanno contemplato un impiego selettivoma risolutivo della forza militare.

Appare utile procedere con un ulterioreapprofondimento sul tema della sicurezzainternazionale, approfondimento che po-trà di certo trarre vantaggio da un piùampio coinvolgimento della comunità ac-

cademica che, anche in Italia, risulta es-sere sufficientemente variegata da acco-gliere molteplici orientamenti culturali epolitici, pur rimanendo rigorosa nei me-todi. Per i ristretti limiti di questa indagineconoscitiva, si ritiene comunque che possaconsiderarsi altamente probabile, per ilfuturo, uno scenario di sicurezza nondifferente rispetto a quello degli ultimianni. È probabile, quindi, che anche infuturo assisteremo a molteplici e conco-mitanti conflitti di varia natura e intensità,nei quali sarà quasi costante un coinvol-gimento della Comunità internazionale e,quindi, dell’Italia.

Come conseguenza, il nostro Paese do-vrà certamente disporre, per il futuro, diun’articolata capacità di difesa dei propriinteressi vitali, capacità composta di stru-menti tipicamente militari e di nuovi stru-menti – come quelli cibernetici – che giàsi sono dimostrati indispensabili per con-tenere o gestire le crisi. Queste nuoveforme di conflitto, con gli associati stru-menti di difesa, dovranno necessariamenteessere oggetto di adeguati investimenti, alivello nazionale e soprattutto europeo. Altempo stesso, però, l’Italia non potrà fardecadere la propria capacità di difesamilitare tradizionale alla quale, comedetto, si è intensamente fatto ricorso negliultimi venti anni.

I programmi di ammodernamento dellostrumento militare nazionale rimangonopertanto imprescindibili, perché fonda-mentale rimane la necessità di continuarea disporre di capacita operative che con-sentano all’Italia di difendere i propriinteressi vitali e di concorrere effettiva-

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mente alle operazioni militari internazio-nali, quando deliberate nei consessi deiquali siamo storicamente e culturalmenteparte. Lo strumento militare italiano do-vrà rimanere bilanciato in tutte le suecomponenti fondamentali, stante l’incer-tezza del quadro strategico e la volubilitàdelle minacce. Dovrà essere tecnologica-mente avanzato, quale condizione impre-scindibile sia per fronteggiare una minac-cia che presenta anch’essa punte di eccel-lenza tecnologica, sia per assicurare unareale interoperabilità con gli strumentimilitari dei nostri partner europei e at-lantici. Dovrà, infine, essere coerente conle scelte di politica industriale e, in par-ticolare, con l’intendimento di preservareuna base industriale e tecnologica avan-zata, fattore di competitività e sviluppoper l’intera economia nazionale.

Sulla base dei dati raccolti nel corso diquesta indagine conoscitiva, si ritiene dipoter desumere una generale coerenzadelle decisioni assunte nel corso degli annipassati in tema di programmi di ammo-dernamento dello strumento militare na-zionale, pur non mancando elementi dipotenziale criticità.

Concentrando l’attenzione su questi ul-timi, si è notato che:

1) in diverse occasioni la pianifica-zione degli investimenti è stata alterata nelcorso degli anni, conducendo probabil-mente ad un impiego non ottimale dellerisorse pubbliche. In particolare, pro-grammi pluriennali di forte rilevanza eco-nomica, correttamente elaborati e debita-mente approvati, dal Governo e dal Par-lamento, per soddisfare sia le esigenzemilitari, sia gli interessi industriali, sonopoi stati decurtati sensibilmente nel corsodegli anni, riducendo le commesse previ-ste. Come conseguenza, si è prodotto siaun probabile squilibrio nelle capacitàcomplessive dello strumento militare, siaun sostanziale peggioramento della profit-tabilità attesa a livello industriale. Si rac-comanda, per il futuro, di proseguire iprogrammi pluriennali per i quali sono giàstati effettuati consistenti investimenti di

risorse pubbliche, puntando ad ottimiz-zare i ritorni in termini di capacità mili-tari, di conoscenze tecnologiche, di capa-cità produttive e di livelli occupazionali;

2) in talune circostanze sembranoemergere inopportune duplicazioni di ca-pacità, o la tendenza delle singole Forzearmate a far prevalere requisiti tecniciparticolarmente stringenti, tanto da impe-dire una più efficiente gestione logisticainterforze dei sistemi acquisiti. Si racco-manda, per le acquisizioni future e, neilimiti di quanto tecnicamente fattibile, peri programmi in corso, di procedere conun’assoluta prevalenza di soluzioni inter-forze, capaci di semplificare e tendenzial-mente unificare le strutture di sostegnologistico;

3) la propensione di principio versoprogrammi plurinazionali, soprattutto fraPaesi dell’Unione europea, si tramuta poi,nella sua fase attuativa, verso una suddi-visione delle attività di sviluppo tecnolo-gico, di produzione e di commercializza-zione che, lungi dall’essere genuinamentemultinazionale o tanto meno europea, èsostanzialmente focalizzata sulla tutela de-gli interessi industriali dei singoli Paesipartecipanti al progetto. La conseguenzadi tale impostazione è un’anomala crescitadei costi di sviluppo e produzione deiprogrammi multinazionali europei e inuna frammentazione della base tecnolo-gica e industriale su base prettamentenazionale, ovvero su una dimensione in-compatibile con il mercato globale, doveoperano attori non europei con ben altrerisorse e dimensioni. Si raccomanda, per ilfuturo, di procedere risolutamente versoprogrammi di sviluppo e produzione subase europea, nei quali però siano pre-servati i criteri di competitività e di effi-cienza industriale, necessari per conse-guire realmente i risparmi attesi dal su-peramento delle logiche nazionali e perconsentire alla nostra base tecnologica eproduttiva di progredire effettivamente intermini di competitività, quale presuppo-sto del successo sui mercati internazionali.

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ALLEGATO 5

Indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla difesain vista del Consiglio europeo di dicembre 2013.

DOCUMENTO CONCLUSIVO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Indice

1. Contenuto e finalità dell’indagine

2. Evoluzione del quadro normativo nazionale.

2.1. Le leggi promozionali degli anni ’70

2.2. La legge n. 436 del 1988 (c.d. « Legge Giacchè »).

2.3. I pareri espressi dalla Commissione difesa della Camera dal1988 ad oggi

2.4. La legge n. 244 del 2012

2.5. L’esame parlamentare dei programmi di acquisizione di si-stemi d’arma ai sensi della nuova formulazione dell’articolo536 del decreto legislativo n. 66 del 2010

2.6. Il Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa

2.7. La nuova disciplina dei poteri speciali esercitabili dall’Esecu-tivo rispetto alle imprese operanti nei comparti della difesa edella sicurezza nazionale.

3. Il quadro generale dei programmi d’arma ed obiettivi program-matici dell’investimento

3.1. Considerazioni generali

3.2. Le esigenze operative delle singole Forze armate

3.3. Esercito

3.4. Marina

3.5. Aeronautica

3.6. L’Arma dei carabinieri

4. Principali programmi di acquisizione di sistemi d’arma in corso diesecuzione

4.1. Il programma Joint Strike Fighter (F35)

4.2. Il Programma European Fighter

4.3. Il programma Forza NEC

5. La Politica di sicurezza e difesa comune

5.1. Il Trattato di Lisbona

5.2. Iniziative in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre2013

5.3. Posizioni espresse dal Governo Italiano in sede europea

6. Considerazioni conclusive

Allegato: I pareri parlamentari sui programmi d’arma dal 1987 al 2011

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1. Contenuto e finalità dell’indagine.

Il Consiglio europeo dei Capi di Stato edi Governo dell’Unione europea si riuniràil prossimo 19-20 dicembre per esaminarealcune rilevanti questioni inerenti al temadella Common Security and Defence Policy(CSDP) e alla stessa integrazione europea.

In vista di questo importante evento laCommissione difesa ha deliberato di svol-gere un’indagine conoscitiva che – tenutoconto dei dati acquisiti e delle conclusioniraggiunte nella indagine conoscitiva sul-l’acquisizione dei sistemi d’arma, delleopere e dei mezzi direttamente destinatialla difesa nazionale, a venti anni dall’en-trata in vigore della legge 4 ottobre 1988,n. 436, svolta dalla Commissione difesanella precedente legislatura e conclusasicon l’approvazione di un documento con-diviso da tutte le forze politiche – con-senta di fare il punto sullo stato attualedei sistemi d’arma.

La necessità di acquisire, attraverso lostrumento dell’indagine conoscitiva, ele-menti di conoscenza e valutazione su questotema muove da una serie di considerazioni.

La prima riflessione si basa sul fattoche successivamente alla conclusione del-l’indagine conoscitiva svolta nella XVI le-gislatura, il Parlamento ha approvato lalegge n. 244 del 2012, sulla revisione dellostrumento militare, che recepisce alcuneimportanti considerazioni formulate nelrichiamato documento conclusivo, nellaparte in cui viene auspicato un ancor piùincisivo controllo parlamentare sugli inve-stimenti e una più profonda condivisionedelle responsabilità tra Governo e Parla-mento per l’adeguamento dei sistemi edelle dotazioni dei militari.

La legge n. 244 del 2012 si inserisce nel-l’ambito di quei provvedimenti normativiche si sono susseguiti negli ultimi anni nelsettore della difesa, a partire dalla professio-nalizzazione delle Forze armate, che hannoinciso profondamente sul funzionamento el’organizzazione delle nostre Forze armatecon l’obiettivo di realizzare uno strumentomilitare di dimensioni più contenute, ma piùsinergico ed efficiente nell’operatività e pie-namente integrato e integrabile nel contesto

dell’Unione europea e della NATO. In so-stanza, uno strumento più piccolo, ma ca-pace di esprimere un’operatività più qualifi-cata rispetto al passato, sostenuto da risorseper l’operatività, per il mantenimento, l’ad-destramento e la preparazione del perso-nale, che li deve gestire.

Al contempo, la legge sulla revisione dellostrumento militare getta le basi per garan-tire un ancor più incisivo controllo parla-mentare sugli investimenti e una più pro-fonda condivisione delle responsabilità traGoverno e Parlamento per l’adeguamentodei sistemi e delle dotazioni dei militari ed èapparso quindi importante avviare unanuova indagine per acquisire importanti ele-menti di valutazione utili alla Commissioneper esercitare al meglio le proprie compe-tenze su questo delicato settore.

La seconda considerazione attiene alquadro geopolitico internazionale che stacambiando rapidamente. La perdurante in-stabilità che continua a caratterizzare ilquadro internazionale geostrategico e, inparticolare, il quadrante mediterraneo emediorientale e che chiama in causa l’impe-gno dell’ONU, della NATO e dell’Unione eu-ropea nel rafforzamento dei processi di de-mocratizzazione e stabilizzazione, secondouna linea che assicuri il rispetto dei diritti edelle libertà fondamentali a tutela della pacee della sicurezza internazionale, è un fattoreche deve essere attentamente valutatoquando si analizzano decisioni relative allapolitica di acquisizione dei sistemi d’arma.

Più in generale, qualsiasi decisione intema di pianificazione dello strumentomilitare, inclusa l’attività di ammoderna-mento delle dotazioni, si deve basare sul-l’apprezzamento dello scenario strategico– cioè del livello e della natura dei rischie delle minacce che si intendono fronteg-giare – sulla considerazione degli impegniinternazionali assunti dall’Italia e, nonultimo, sul livello delle risorse disponibili.

Al riguardo, l’indagine conoscitiva, at-traverso il contributo che può arrivaredall’audizione di esperti del settore, èapparso lo strumento più efficace percomprendere meglio il quadro di riferi-

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mento nell’ambito del quale vanno esami-nati i temi della difesa legati alla politicadegli armamenti.

La terza considerazione attiene al qua-dro finanziario di riferimento.

Nel corso degli ultimi anni, in considera-zione del persistere e dell’intensificarsi diforti tensioni sui mercati finanziari, sonostate adottate numerose misure di conteni-mento della spesa pubblica finalizzate allariduzione ed al miglioramento dell’efficaciadella spesa pubblica e recanti un ampionumero di iniziative la cui comune finalitàè il contenimento e la razionalizzazionedegli oneri a carico della finanza pubblica,anche al fine di reperire risorse da desti-nare alla crescita economica.

Nel settore della difesa le citate misuredi revisione della spesa hanno inciso inmaniera significativa, tenuto, altresì, contoche le risorse sul bilancio ordinario deldicastero (Funzione difesa) hanno subitoun trend fortemente decrescente già dal2005, peraltro in concomitanza con ilprocesso di professionalizzazione delleForze armate (e quindi correlati a mag-giori costi per il personale) e con l’accre-sciuto impiego operativo.

In tale contesto finanziario, è apparsoopportuno conoscere quale sarà nel brevee medio termine la capacità di program-mazione e riqualificazione della spesa inun’ottica di contenimento dei costi e leopportunità che potranno derivare dall’in-tegrazione europea nel settore della difesa.

L’indagine conoscitiva è stata quindi de-liberata dalla Commissione difesa per con-seguire diversi obiettivi di approfondimento.

Si tratta di una prima fase di un pro-cesso conoscitivo più ampio che la Commis-sione difesa intende avviare su questa ma-teria nella convinzione che le scelte che unPaese compie su questi temi hanno pro-fonde conseguenze sulla sua sicurezza, suquella dei suoi cittadini e sulla capacità disalvaguardare i propri interessi e il ruolointernazionale del Paese e richiedono, per-tanto, la massima considerazione.

Nell’ambito dell’indagine conoscitivasono state svolte le audizioni del Ministrodella difesa, Mario Mauro, del professorMichele Nones, direttore dell’area sicu-

rezza e difesa dell’Istituto Affari Interna-zionali (IAI) e del dottor GianandreaGaiani, direttore della rivista Analisi Di-fesa, dell’Ambasciatore Gabriele Checchia,Rappresentante permanente d’Italia pressoil Consiglio Atlantico e dell’AmbasciatoreAlessandro Cortese, Rappresentante per-manente d’Italia presso il Comitato poli-tico e di sicurezza (COPS) dell’UE, diesponenti della Federazione Aziende Ita-liane per l’Aerospazio, la Difesa e la Si-curezza (AIAD) in rappresentanza di Con-findustria, di rappresentanti della IVECODefence, di rappresentanti di Finmecca-nica, di rappresentanti della Campagna« Sbilanciamoci ! » e della Rete ItalianaDisarmo, di rappresentanti di Fincantieri,del professor Andrea Margelletti, presi-dente del Centro Studi Internazionale(CESI), del dottor Enzo Casolini, espertodel settore, del Segretario generale dellaDifesa e Direttore nazionale degli arma-menti, Generale C.A. Enzo Stefanini, deldirettore della NATO Defence CollegeFoundation, dottor Alessandro Politi.

Sono state, altresì, acquisite agli atti del-l’indagine le audizioni del Capo di statomaggiore Difesa, Ammiraglio Luigi BinelliMantelli, del Capo di stato maggiore del-l’Esercito, Gen. C. A. Claudio Graziano, delCapo di stato maggiore Marina, AmmiraglioS. Giuseppe De Giorgi, del Capo di statomaggiore dell’Aeronautica, Generale. S. A.Pasquale Preziosa, del Comandante Gene-rale dell’Arma dei carabinieri, Generale C.A. Leonardo Gallitelli, del Generale S. A.Claudio Debertolis, già Segretario generaledella Difesa e Direttore nazionale degli ar-mamenti, del Vicepresidente della Commis-sione europea e Commissario europeo perl’industria, Antonio Tajani.

Sono, altresì, acquisite agli atti dell’in-dagine conoscitiva le risultanze delle mis-sioni svolte dalla Commissione in Lituania,a Vilnius, il 4-6 settembre 2013 in occa-sione della III Conferenza per il controlloparlamentare sulla politica estera e disicurezza comune; a Roma, il 3 ottobre2013, presso il Comando Operativo divertice Interforze (COI); a Bruxelles, il 5novembre 2013, congiuntamente alla Com-missione affari esteri, in occasione della

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riunione organizzata dalla CommissioneAffari esteri e dalla Sottocommissione Si-curezza e Difesa del Parlamento europeosu « Il futuro della difesa europea in vistadel prossimo Consiglio europeo di dicem-bre »; infine, a Torino, il 9 novembre 2013,congiuntamente alla Commissione attivitàproduttive, in occasione dell’iniziativa or-ganizzata dalla Rappresentanza dellaCommissione europea in Italia, all’inizia-tiva per un « Dibattito nazionale per unapolitica estera di sicurezza e di difesacomune europea ».

2. Evoluzione del quadro normativo nazio-nale.

Nel corso dell’indagine conoscitiva, dapiù parti è stato fatto riferimento all’evo-luzione della normativa concernente leprocedure di approvvigionamento dei ma-teriali della difesa, con particolare riferi-mento al controllo parlamentare sullaspesa militare.

L’esigenza di assicurare un adeguatocontrollo parlamentare sul corretto edefficiente utilizzo delle risorse destinate alfinanziamento dei programmi di arma-mento, in considerazione del carattere diinvestimento strategico che tali programmirivestono per la difesa nazionale e per losviluppo tecnologico e produttivo del no-stro Paese, rappresenta in realtà un temasul quale da diverse legislature si concen-tra l’attenzione parlamentare.

2.1. Le leggi promozionali degli anni ’70.

Precedentemente all’approvazione dellalegge n. 436 del 1988, recante norme perla semplificazione e per il controllo delleprocedure previste per gli approvvigiona-menti centrali della Difesa (cosiddettalegge Giacchè), il finanziamento di tutti iprogrammi di armamento avveniva conapposite leggi.

In particolare, negli anni settanta, alfine di assicurare un significativo ammo-dernamento dei mezzi a disposizione dellesingole Forze armate, sono state approvatele cosiddette leggi « promozionali » chestanziarono importanti risorse aggiuntive

per la costruzione e ammodernamento deimezzi navali della Marina Militare (legge22 marzo 1975, n. 57, con 1.000 miliardiper gli esercizi 1975-1984), per l’ammo-dernamento dei mezzi dell’Aeronautica(legge 16 febbraio 1977, n. 38, con 1.000miliardi per il 1977-1986) e per l’ammo-dernamento degli armamenti, dei mate-riali, delle apparecchiature dell’Esercito(legge 16 giugno 1977, n. 372, con 1.115miliardi per il 1977-1986).

Le richiamate leggi, grazie alle quali siè successivamente provveduto all’acquisi-zione di mezzi come le fregate classeMaestrale, il velivolo Tornado e i carriLeopard, in relazione agli specifici pro-grammi di ammodernamento che anda-vano a finanziare contemplavano obblighidi informazione da parte del Governo neiconfronti del Parlamento.

Sul finire degli anni ’80 si è avuto unpiù incisivo incremento delle funzioni par-lamentari di controllo e di informazionenel settore della difesa, conseguente anchealla semplificazione delle procedure diautorizzazione di alcuni programmid’arma e una importante opera di delegi-ficazione su questa materia.

2.2. La legge n. 436 del 1988 (c.d. « leggeGiacchè »).

Con specifico riferimento al tema degliarmamenti la legge Giacchè del 1988 haintrodotto il parere parlamentare sui pro-grammi d’arma direttamente destinati alladifesa nazionale, finanziati con il bilancioordinario della difesa.

In particolare, l’articolo 1, comma 1nella sua originaria formulazione (1), pre-vedeva l’approvazione:

con legge, dei programmi relativi alrinnovamento e all’ammodernamento dei

(1) La legge n. 436 del 1988 è stata successiva-mente abrogata e il suo contenuto è confluito nelCodice dell’ordinamento militare di cui al decretolegislativo n. 66 del 2010 (articolo 536 e seguenti).Come di seguito indicato su tali disposizioni è poiintervenuta la legge n. 244 del 2012.

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sistemi d’arma, delle opere, dei mezzi e deibeni direttamente destinati alla difesa na-zionale, qualora richiedessero finanzia-menti di natura straordinaria;

con decreto del Ministro della difesa,qualora si trattasse di programmi finan-ziati con gli ordinari stanziamenti di bi-lancio. In tal caso, salvo che si trattasse diprovvedimenti per il mantenimento delledotazioni o per il ripianamento dellescorte, prima dell’emanazione del decretoministeriale doveva essere acquisito il pa-rere delle competenti Commissioni parla-mentari che dovevano esprimersi entro untermine di trenta giorni.

In relazione a tale procedura, il docu-mento conclusivo dell’indagine conoscitivasull’attuazione della legge n. 436 del 1988,svolta nella scorsa legislatura della Com-missione difesa della Camera, ha rilevatoche, da un lato, l’esclusione dal parereparlamentare in presenza di provvedi-menti di mantenimento delle dotazioni« suscita perplessità dal momento che, es-sendo il quadro di riferimento molto di-namico, nulla esclude che in ordine almedesimo armamento di cui si intendamantenere le dotazioni, il Parlamento, inpresenza di uno scenario mutato rispettoal passato, possa svolgere una diversavalutazione; dall’altro ha evidenziato comela nozione di ordinario stanziamento dibilancio non trovi una puntuale defini-zione normativa a causa della difficoltà dicollegarla a parametri obiettivi. Tale dif-ficoltà, osservava la Commissione risultaoggi ancora più evidente ove si consideriche la legge n. 196 del 2009, recante lanuova disciplina contabile, all’articolo 23,sembra implicitamente escludere la possi-bilità di collegare tale nozione al parame-tro forse più obiettivo utilizzato in via diprassi nel passato, ossia quello della spesastorica. Infatti, tale articolo vieta la for-mulazione delle previsioni di spesa sullabase del mero calcolo della spesa storicaincrementale e conferma la funzione pro-grammatoria del bilancio a legislazionevigente affermatasi negli ultimi anni ». Alriguardo le conclusioni del documento

prospettavano l’opportunità di includerenel novero dei programmi oggetto di con-trollo parlamentare « tutti i programmi diarmamento a prescindere dalla loro formadi finanziamento, a valere o meno sugliordinari stanziamenti del Ministero delladifesa, compresi quelli destinati al man-tenimento o al ripianamento delle scorte ».

2.3. I pareri espressi dalla Commissionedifesa della Camera dal 1988 ad oggi.

Successivamente all’approvazione dellalegge Giacchè sono stati presentati allaCamera, ai fini dell’espressione del previ-sto parere parlamentare, 173 programmid’arma di cui 11 ritirati nel corso del-l’esame parlamentare. In 4 casi la Com-missione difesa non ha espresso il proprioparere.

I pareri espressi sono stati semprefavorevoli (a volte con osservazioni e/ocondizioni).

In allegato al presente documento èriportato l’elenco dei programmi d’armasottoposti al parere parlamentare dal 1988al 2011 (successivamente al 2011 non sonostati presentati al Parlamento nuovi pro-grammi di acquisizione di sistemi d’armada sottoporre al parere parlamentare aisensi dell’articolo 536 del Codice dell’or-dinamento militare).

2.4. La legge n. 244 del 2012.

La legge n. 244 del 2012, approvata sulfinire della XVI legislatura, è intervenutasulla materia dei programmi d’arma in-novando sia le procedure che regolanol’esame parlamentare dei programmi diacquisizione dei sistemi d’arma, sia glistrumenti conoscitivi concernenti, in par-ticolare, la programmazione degli investi-menti in questo settore al fine di assicu-rare una più ampia informazione sullamateria in esame e una più incisiva par-tecipazione del Parlamento nella fase de-cisionale concernente l’acquisizione di si-stemi d’arma.

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2.5. L’esame parlamentare dei programmidi acquisizione di sistemi d’arma aisensi della nuova formulazione dell’ar-ticolo 536 del decreto legislativo n. 66del 2010.

Per quanto attiene alle procedure par-lamentari di esame dei programmi diacquisizione dei sistemi d’arma, nel corsodell’esame parlamentare della legge 244del 2012 la normativa recata dall’articolo536 del Codice, relativo ai programmi diammodernamento e rinnovamento dellaDifesa, è stata profondamente rivisitataanche al fine di recepire alcune importanticonclusioni della richiamata indagine co-noscitiva svolta nella XVI legislatura nellaparte in cui viene auspicato un ancor piùincisivo controllo parlamentare sugli inve-stimenti e una più profonda condivisionedelle responsabilità tra Governo e Parla-mento per l’adeguamento dei sistemi edelle dotazioni dei militari » (2).

La legge n.244 del 2012 ha delineatoprecise cadenze temporali sia nella pre-sentazione dei programmi di ammoderna-mento da sottoporre al Parlamento, sianelle modalità di espressione del parereanche quando questi risulti ostativo.

Nello specifico, la nuova formulazionedell’articolo 536 prevede che per i pro-grammi finanziati attraverso gli ordinaristanziamenti di bilancio, lo schema didecreto venga trasmesso alle Camere perl’espressione del parere delle Commissionicompetenti.

I pareri dovranno essere espressi entroquaranta giorni dalla data di assegnazioneed è previsto che il Governo, qualora nonintenda conformarsi alle condizioni for-mulate dalle Commissioni competenti, ov-vero quando le stesse Commissioni espri-mano parere contrario, trasmetta nuova-mente alle Camere lo schema di decretocorredato delle necessarie controdeduzioniper i pareri definitivi delle Camere daesprimere entro trenta giorni dalla loro

(2) La modifica è dovuta all’approvazione del-l’emendamento Scanu 4.04.

assegnazione. In tal caso, qualora entro iltermine indicato le Commissioni compe-tenti esprimano sullo schema di decretoparere contrario a maggioranza assolutadei componenti, motivato con riferimentoalla mancata coerenza con il piano diimpiego pluriennale della Nota aggiuntiva,il programma non potrà essere adottato.In ogni altro caso, il Governo potrà inveceprocedere all’adozione del decreto.

2.6. Il Documento Programmatico Plurien-nale per la Difesa.

Per quanto attiene, invece, agli stru-menti conoscitivi, la legge n. 244 del 2012ha previsto un nuovo strumento nell’am-bito delle relazioni (3) che il Ministerodella Difesa presenta al Parlamento sullematerie di propria competenza: il Docu-mento Programmatico Pluriennale per laDifesa.

(3) In materia di relazioni al Parlamento l’ar-ticolo 12 del Codice prevede che il Ministro delladifesa, in sede di presentazione annuale dello statodi previsione del Ministero, illustra al Parlamento: a)l’evoluzione del quadro strategico e le implicazionimilitari della situazione delle alleanze; b) l’evolu-zione degli impegni operativi interforze, con ri-guardo alla capacità operativa e alla preparazionedelle Forze armate e al loro necessario adegua-mento; c) la nota aggiuntiva allo stato di previsionedella spesa; d) gli altri elementi di cui all’ articolo548. Inoltre, il Ministro della difesa presenta an-nualmente, entro il 31 gennaio, una relazione alParlamento sullo stato di avanzamento del processodi ristrutturazione, nonché sulla necessità di appor-tarvi correttivi nei limiti degli stanziamenti di bi-lancio e delle dotazioni organiche di personalepreviste dalle vigenti disposizioni. Il Ministro delladifesa evidenzia altresì, nella medesima relazione, lemodalità attraverso le quali il processo di ristrut-turazione attua il principio del coordinamento tra leForze armate. Ai sensi del successivo articolo 548 delCodice in materia di relazioni illustrative sullo statodi attuazione dei programmi, in allegato allo stato diprevisione del Ministero della difesa, il Governotrasmette al Parlamento relazioni illustrative: a)sulla spesa complessiva prevista per il personalemilitare, con indicazione degli oneri riferiti al per-sonale in servizio permanente e a quello in servizionon permanente, distinguendo, altresì, i dati pergrado e per stato giuridico, nell’ambito delle areetecnico-operativa e tecnico-amministrativa della Di-fesa; b) sullo stato di attuazione dei programmi di

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Il Documento, chiamato a fornire unalettura di sintesi e al contempo una visionestrategica e di prospettiva nel contempe-ramento delle diverse esigenze in campodefinisce gli aspetti strategici, politico-mi-litari e operativi, mettendo in luce lepriorità stabilite per il personale, le esi-genze di operatività delle singole Forzearmate e, in particolare, i programmi diinvestimento, nonché le previsioni di spesadi tutto il dicastero.

Come evidenziato dal Ministro delladifesa nel corso della sua audizione sullelinee programmatiche del Ministero, svoltalo scorso 15 maggio davanti alle Commis-sioni difesa di Camera e Senato, il Docu-mento di programmazione pluriennaledella Difesa accresce il livello di traspa-renza del bilancio di questo dicastero, giàdefinito minuziosamente da appositenorme di legge ed interviene, altresì, in unambito dove « il livello di interazione e discambio informativo con il Parlamentonon ha eguali ».

costruzione, acquisizione e ammodernamento dimezzi, impianti e sistemi, di cui ai pertinenti capitolidello stato di previsione del Ministero della difesa.Per ciascun programma sono indicati l’esigenzaoperativa, l’oggetto, la quantità, l’onere globale, losviluppo pluriennale e la percentuale di realizza-zione; sono, altresì, fornite indicazioni sui rapportitra acquisti compiuti all’estero e in Italia e sullaquota di questi effettuata nel Mezzogiorno; c) sul-l’attività contrattuale concernente la manutenzionestraordinaria e il reintegro dei sistemi d’arma, delleopere, dei mezzi e dei beni direttamente destinatialla difesa nazionale, che si espleta secondo pro-grammi aventi di norma durata annuale, in rela-zione alle quote da impegnare sugli appositi capitolidello stato di previsione del Ministero della difesa; d)sullo stato di attuazione del programma di poten-ziamento e ammodernamento delle infrastrutture,con particolare riguardo agli alloggi dei militari ditruppa, ai locali adibiti a cucine, mense e ad attivitàdel tempo libero, e idoneo a garantire attività dipromozione sociale e sportiva, al quale si fa frontemediante gli ordinari stanziamenti di bilancio, spe-cificando, nell’ambito dei pertinenti capitoli dellostato di previsione del Ministero della difesa, lequote da destinare alla realizzazione del programmamedesimo; e) sui programmi, di competenza delMinistero della difesa, attuati ai sensi della legge 11novembre 1986, n. 770.

Analoghe considerazioni sono state ri-badite dal Segretario generale della difesae Direttore nazionale degli armamenti,Generale Stefanini, nel corso della suaaudizione del 29 ottobre. In tale occasioneil Segretario generale ha osservato che « lanecessità di fornire ogni elemento utile aconoscere e valutare con efficacia le con-seguenze derivanti dalle scelte che si adot-tano in tema di Difesa è stata sottolineatadalla legge 31 dicembre 2012, n. 244, lad-dove annualmente sono fornite al Parla-mento, attraverso la Nota aggiuntiva, laNota integrativa al bilancio, le relazioniallegate, lo stato di previsione della spesae il conseguente Documento Programma-tico Pluriennale per la difesa, il quadrogenerale delle esigenze operative delleForze armate, comprensive degli indirizzistrategici e delle loro linee di sviluppocapacitive, nonché l’elenco dei programmid’armamento e di ricerca svolti, in atto efuturi ».

A livello parlamentare, la previsione diquesto nuovo strumento informativo hariscontrato un giudizio sostanzialmentepositivo che si è espresso, in particolare,nel corso dell’esame da parte della Com-missione difesa del Documento Program-matico Pluriennale per la Difesa relativo altriennio 2013-2015.

In quella occasione la Commissionedifesa ha osservato come il Documentoapra nuova stagione di collaborazione daporre in relazione con l’entrata in vigoredella revisione dello strumento militareprevista dalla legge n. 244 del 2012 « cheha coronato una stagione di impegno par-lamentare, sia sul versante legislativo chesul quello conoscitivo, fortemente incen-trato sul rafforzamento del ruolo di con-trollo esercitato dal Parlamento in materiadi difesa » (4).

Ad avviso della Commissione il Docu-mento potrebbe, quindi, in futuro valida-mente contribuire alla promozione di un

(4) Si veda l’intervento conclusivo della relatrice,onorevole Villecco Calipari, sul Documento program-matico pluriennale per la Difesa per il triennio2013-2015, pubblicato in allegato al resoconto dellaseduta della Commissione difesa del 31 luglio 2013.

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dibattito pubblico più approfondito e con-sapevole in materia di difesa ed in questosenso può costituire una importante pre-messa alla stesura di un Libro bianco delladifesa, in una ottica di sempre maggiorecollaborazione interistituzionale tra Go-verno e Parlamento, fondata sul dialogo,sulla trasparenza e sulla responsabilità.

Tali considerazioni sono state succes-sivamente ribadite nel corso dell’indagineconoscitiva.

Con particolare riferimento al versantedell’ammodernamento, la Commissione haosservato come il Documento subisce com-prensibili limiti che derivano dal fatto diessere redatto in relazione ad un periodocircoscritto a fronte della continua evolu-zione che caratterizza la pianificazionedegli investimenti.

Inoltre, è stato rilevato che il Docu-mento presenta margini di miglioramentosul piano dell’indicazione delle condizionicontrattuali delle diverse tipologie di pro-grammi di ammodernamento e rinnova-mento dei sistemi d’arma, con particolareriferimento alle eventuali clausole penaliin caso di recesso.

A questo proposito, nel corso del-l’esame del Documento, il Governo, nelconfermare la disponibilità ad individuareinizialmente anche a titolo sperimentaleun percorso che, nei futuri Documenti,porti ad un progressivo approfondimentoriferito ai più rilevanti programmi sotto ilprofilo economico-finanziario o di parti-colare rilevanza strategica, ha rilevato chela Difesa ha inteso dare una prima rispo-sta riportando le diverse casistiche rileva-bili dall’attività amministrativa svolta inprecedenza, sia per quanto concerne icontratti nazionali che per i programmisvolti in cooperazione o tramite agenzieinternazionali riconducendo a tali tipolo-gie i principali programmi ed ha fatto,altresì, presente che « un approfondimentosistematico dei singoli contratti o pro-grammi è reso difficile dalla mole degli attie dalla estrema complessità di tale materiache comportano di fatto l’emersione dispecifiche peculiarità quasi in ogni singoloatto adottato dall’amministrazione ».

2.7. La nuova disciplina dei poteri specialiesercitabili dall’Esecutivo rispetto alleimprese operanti nei comparti delladifesa e della sicurezza nazionale.

Tra i più recenti provvedimenti nor-mativi adottati nel settore della difesa e alquale è stato fatto più volte riferimentonel corso dell’indagine conoscitiva, vi è ildecreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, adot-tato dal Governo allo scopo di salvaguar-dare gli assetti proprietari delle societàoperanti in settori reputati strategici e diinteresse nazionale.

Con il richiamato provvedimento il le-gislatore è intervenuto ridefinendo orga-nicamente la materia dei poteri specialiesercitabili dal Governo in tale settore,anche al fine di aderire alle indicazioni ealle censure sollevate in sede europea.

In relazione a tale normativa, l’attualeSegretario generale della Difesa e Direttorenazionale degli armamenti, Generale diCorpo d’armata Enzo Stefanini, nel corsodella sua audizione del 29 ottobre, haosservato come lo strumento normativo inesame è particolarmente significativo nelsettore della Difesa a protezione degli assetstrategici nazionali contro manovre inter-nazionali tendenti acquisire tecnologie al-trimenti non disponibili . « Esso potrà,infatti, impedire la vendita incontrollata diaziende in possesso di tecnologie e knowhow strategici, un sistema di regole equi-librato e attento che tiene in giusta con-siderazione la libera circolazione di capi-tali e tecnologia ».

In precedenza, il Generale di squadraaerea Claudio Debertolis, già Segretariogenerale della difesa e Direttore nazionaledegli armamenti, nel corso della sua au-dizione del 16 luglio, aveva osservato comela nuova normativa « ci dà un grossopotere di mantenere la tecnologia dentro iconfini nazionali, a prescindere dalla pro-prietà ».

Per mezzo del decreto-legge n. 21 del2012 sono stati ridefiniti, anche medianteil rinvio ad atti di normazione secondaria(DPCM), l’ambito oggettivo e soggettivo, latipologia, le condizioni e le procedure di

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esercizio da parte dello Stato (in partico-lare, del Governo) dei cosiddetti « poterispeciali », attinenti alla governance di so-cietà operanti in settori considerati stra-tegici.

Per « poteri speciali » si intendono, tragli altri, la facoltà di dettare specifichecondizioni all’acquisito di partecipazioni,di porre il veto all’adozione di determinatedelibere societarie e di opporsi all’acquistodi partecipazioni. L’obiettivo del provvedi-mento è di rendere compatibile con ildiritto europeo la disciplina nazionale deipoteri speciali del Governo, che si ricollegaagli istituti della « golden share » e « actionspécifique » – previsti rispettivamente nel-l’ordinamento inglese e francese – e che inpassato era già stata oggetto di censuresollevate dalla Commissione europea e diuna pronuncia di condanna da parte dellaCorte di giustizia UE.

Per definire i criteri di compatibilitàcomunitaria della disciplina dei poteri spe-ciali, la Commissione europea ha adottatoun’apposita Comunicazione, con la qualeha affermato che l’esercizio di tali poterideve comunque essere attuato senza di-scriminazioni ed è ammesso se si fonda su« criteri obiettivi, stabili e resi pubblici » ese è giustificato da « motivi imperiosi diinteresse generale ». Riguardo agli specificisettori di intervento, la Commissione haammesso un regime particolare per gliinvestitori di un altro Stato membro qua-lora esso sia giustificato da motivi diordine pubblico, di pubblica sicurezza e disanità pubblica purché, conformementealla giurisprudenza della Corte di giustizia,sia esclusa qualsiasi interpretazione chepoggi su considerazioni di ordine econo-mico.

Il decreto-legge reca anzitutto la nuovadisciplina dei poteri speciali esercitabilidall’Esecutivo rispetto alle imprese ope-ranti nei comparti della difesa e dellasicurezza nazionale.

La principale differenza con la norma-tiva precedente si rinviene nell’ambitooperativo della nuova disciplina, che con-sente l’esercizio dei poteri speciali rispettoa tutte le società, pubbliche o private, chesvolgono attività considerate di rilevanza

strategica, e non più soltanto rispetto allesocietà privatizzate o in mano pubblica.Per effetto delle norme in commento, alladisciplina secondaria (decreti del Presi-dente del Consiglio dei Ministri) sarannoaffidate le seguenti funzioni:

individuazione di attività di rilevanzastrategica per il sistema di difesa e sicu-rezza nazionale in rapporto alle qualipotranno essere attivati i poteri speciali;individuazione della tipologia di atti ooperazioni infragruppo esclusi dall’ambitooperativo della nuova disciplina;

concreto esercizio dei poteri speciali;

individuazione di ulteriori disposi-zioni attuative.

Le norme fissano puntualmente il re-quisito per l’esercizio dei poteri specialinei comparti della sicurezza e della difesa,individuato nella sussistenza di una mi-naccia di grave pregiudizio per gli interessiessenziali della difesa e della sicurezzanazionale.

L’Esecutivo potrà imporre specifichecondizioni all’acquisto di partecipazioni inimprese strategiche nel settore della difesae della sicurezza; potrà porre il vetoall’adozione di delibere relative ad opera-zioni straordinarie o di particolare rile-vanza, ivi incluse le modifiche di clausolestatutarie eventualmente adottate in ma-teria di limiti al diritto di voto o alpossesso azionario; potrà opporsi all’ac-quisto di partecipazioni, ove l’acquirentearrivi a detenere un livello della parteci-pazione al capitale in grado di compro-mettere gli interessi della difesa e dellasicurezza nazionale. Sono poi disciplinatigli aspetti procedurali dell’esercizio deipoteri speciali e le conseguenze che deri-vano dagli stessi o dalla loro violazione.Sono nulle le delibere adottate con il votodeterminante delle azioni o quote acqui-site in violazione degli obblighi di notificanonché delle delibere o degli atti adottatiin violazione o inadempimento delle con-dizioni imposte.

Con il D.P.C.M. 30 novembre 2012,n. 253 è stato adottato il regolamento che

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individua le attività di rilevanza strategicaper il sistema di difesa e sicurezza nazio-nale al fine dell’esercizio dei poteri specialie gli atti/operazioni infragruppo esclusidall’ambito operativo della nuova disci-plina.

3. Il quadro generale dei programmid’arma ed obiettivi programmatici del-l’investimento.

3.1. Considerazioni generali.

Gli elementi raccolti nel corso dell’in-dagine conoscitiva hanno consentito diacquisire un quadro di sintesi in merito aiprogrammi di acquisizione dei sistemid’arma attualmente in essere. Sono stati,inoltre, raccolti importanti elementi divalutazione in merito alle esigenze di am-modernamento e rinnovamento delle sin-gole Forze armate e sono stati, altresì,analizzati alcuni tra i più significativiprogrammi di acquisizione di sistemid’arma attualmente in corso di svolgi-mento.

Per quanto attiene alla situazione ge-nerale dei programmi attualmente in es-sere il Segretario generale della Difesa eDirettore nazionale degli armamenti, Ge-nerale Stefanini, nel corso della sua au-dizione del 29 ottobre, nel ricordare cheallo stato i programmi maggiori sono circasettanta, ognuno di questi caratterizzatoda una propria specificità, ha rinviato peruna più completa informazione al conte-nuto del Documento Programmatico Pre-visionale presentato da ultimo lo scorsoaprile.

Tale Documento, osserva il GeneraleStefanini, unitamente alla Nota aggiuntiva,alla Nota integrativa al bilancio, alle re-lazioni allegate, allo stato di previsionedella spesa, fornisce annualmente al Par-lamento il quadro delle esigenze operativedelle Forze armate, comprensive degli in-dirizzi strategici e delle loro linee di svi-luppo, capacitive, nonché l’elenco dei pro-grammi d’armamento e di ricerca svolti, inatto e futuri.

Ulteriori elementi di carattere generalesono emersi nel corso dell’audizione del

Capo di stato maggiore della Difesa, Am-miraglio Binelli Mantelli, svolta lo scorsodel 22 maggio, laddove è stato fatto pre-sente che le nostre Forze armate dispon-gono di materiali, sistemi d’arma e mezziadeguati all’impegno attuale e il cui stan-dard possiamo considerare, dal punto divista qualitativo, paritetico a quello dimolti alleati. « Sussiste, tuttavia, l’esigenzadi mantenerli in efficienza » ha osservatoil Capo di stato maggiore della Difesa, « diammodernare e rinnovare costantementele dotazioni delle unità, sia per l’impiegocontinuato in operazioni lontane dal sup-porto logistico in patria, che ne ha forte-mente accresciuto l’usura, sia per la ra-pida evoluzione della tecnologia e delleesigenze di interoperabilità a livello inter-forze e multinazionale ».

Inoltre, in relazione a future misure dirazionalizzazione riguardanti l’operativitàdello strumento militare, sempre il Capodi stato maggiore della Difesa, ha fattopresente che le Forze armate hanno av-viato da tempo e a più riprese una ridu-zione dei mezzi in inventario e delleinfrastrutture, secondo criteri di costo/efficacia, volti a focalizzare le scarse ri-sorse di funzionamento sui mezzi, suireparti e sulle realtà infrastrutturali piùmoderni e di pregio.

L’Esercito, ad esempio, prevede la ri-duzione da tre a uno dei comandi didivisione proiettabili e da undici a novedelle brigate di manovra. Contestualmente,saranno attuate significative riduzionidelle linee dei mezzi pesanti (i carri ar-mati scenderanno da 337 a circa 200,mentre le blindo centauro da 300 a 136),le unità di supporto al combattimento(principalmente quelle di artiglieria ruo-tata) passeranno da 110 a 56 e gli elicot-teri complessivamente subiranno una con-trazione da 250 a circa 168 velivoli.

Con riferimento, poi, alla Marina siprevede invece di ridurre le unità d’alturadi prima linea, con una contrazione delleunità cacciatorpediniere, (le unità antiae-ree), da quattro a due, e delle fregate chepasseranno da 12 a 10, mentre le unitàdestinate al pattugliamento e alla ricercadelle mine, sostituite da una futura classe

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di unità multiruolo, si ridurranno a 18, afronte delle attuali 30, i sommergibili dasei a quattro. Anche la componente eli-cotteri subirà una significativa riduzione,attestandosi a 70 macchine a fronte delleprecedenti 105.

Infine, con riferimento all’Aeronautica,è stato fatto presente che 236 velivoliTornado e AMX raggiungeranno i limiti divita operativa e saranno sostituiti da 75JSF. Parallelamente, è prevista la ridu-zione dei velivoli EFA (72 a fronte degliattuali 90). Continuerà inoltre la riduzionedel numero complessivo degli aeroportimilitari, che negli ultimi 20 anni si sonoridotti del 50 per cento (da 42 a 21).

3.2. Le esigenze operative delle singoleForze armate.

Anche al fine di una più completaanalisi delle esigenze di operatività dellesingole Forze armate e dei relativi pro-grammi di acquisizione di sistemi d’armain corso di esecuzione, la Commissione haacquisito agli atti dell’indagine una serie diaudizioni che hanno riguardato, tra lealtre, i vertici della Difesa.

3.3. Esercito.

Con specifico riferimento ai sistemid’arma dell’Esercito, il Capo di stato mag-giore di questa Forza armata, GeneraleC.A. Graziano, ha fornito diversi elementiche riguardano lo stato attuale dei sistemid’arma in dotazione dell’Esercito, le esi-genze di ammodernamento e i futuri pro-grammi di riduzione e ammodernamento.

In particolare, il Generale Graziano,nell’affermare che attualmente l’Esercito èdotato di mezzi adeguati e idonei nei teatrioperativi, in grado di interoperare con leForze alleate, ha al contempo evidenziatoche tale obiettivo è stato in larga parteconseguito destinando ai soli teatri opera-tivi i mezzi moderni e aggiornati e facendoriferimento a stanziamenti aggiuntivi.

Con riferimento poi all’ammoderna-mento dei sistemi in essere, il GeneraleGraziano ha evidenziato che si tratta di unaggiornamento necessario per una plura-

lità di considerazione ed ha altresì fattopresente che allo stato le linee di ammo-dernamento « nel tendere a colmare i gapcapacitivi, si basano largamente sulle le-zioni apprese nei teatri operativi ».

In particolare, è stato fatto presentealla Commissione che tutti i sistemi dimobilità tattica, introdotti prima delleoperazioni in Iraq e in Afghanistan, nonsono più in servizio, in quanto la nuovainsorgenza di minacce esplosive li ha resinon più idonei a garantire la sicurezza delpersonale.

Inoltre, è stato rilevato che il tasso diusura dei materiali, connesso alle opera-zioni, ha determinato una riduzione dellavita tecnica dei materiali stessi, sino ai dueterzi della durata ipotizzabile con i nor-mali parametri logistici.

Infine, una considerazione particolarerispetto alla quale si manifesta una par-ticolare necessità di ammodernamento ri-guarda lo sviluppo tecnologico dei sistemid’arma di interesse per l’Esercito. Al ri-guardo, il piano di sviluppo di questaForza armata si muove su due assi cor-rispondenti: quello della modernizzazionee quello della digitalizzazione. « Un mezzonuovo adottato senza capacità di digita-lizzazione è fondamentalmente un mezzoinutile » ha osservato a questo proposito ilGenerale Graziano, ribadendo che l’obiet-tivo da perseguire prevede « una capacitàda implementare su ogni piattaforma ope-rativa e su ogni sistema in dotazione o inacquisizione dell’Esercito, al fine di con-ferire alle unità militari la possibilità discambiare informazioni e di condividere lasituazione operativa » (5).

Con riferimento, poi, alla componenteelicotteristica, questa sarà ridotta in 10anni da 250 a circa 168 elicotteri. Si trattadi una componente considerata essenzialeper l’Esercito, osserva il Generale Gra-ziano, anche grazie ad un mezzo del tuttopeculiare: l’elicottero da attacco, ricogni-zione e scorta A-129 mangusta, di cui si

(5) Con riferimento a questo tema si veda ancheil successivo paragrafo relativo al programma c.d.Forza NEC.

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prevede un ammodernamento e un rinno-vamento con 48 nuovi elicotteri in 20 anni.

Tale mezzo si è dimostrato il principalestrumento nelle operazioni di supportoalla pace, per la scorta dei convogli, laprotezione del personale, per risolvere si-tuazioni di estrema gravità con assolutaprecisione, evitando danni collaterali.L’elicottero Mangusta, ha rilevato il Gene-rale Graziano, ha volato per la prima voltain operazioni remote, già 20 anni fa inSomalia, ed è soggetto ad un’ovvia obso-lescenza, con il passare degli anni.

Da ultimo, il Capo di stato maggioredell’Esercito ha prospettato:

l’incremento della dotazione di si-stemi Lince e VTMM (Veicolo Tattico Me-dio Multiruolo), ritenuti particolarmenteimportanti in quanto specializzati controle minacce da esplosivi;

la riduzione della componente pe-sante dell’Esercito (in passato l’Esercitodisponeva di moltissimi carri armati, men-tre per il futuro se ne stimano 150,insieme a 200 cingolati di tipo moderno);

lo sviluppo di forze medie, che rap-presentano mezzi specializzati contro lemine e contro le nuove minacce digitali eche consentono di ridurre il numero deimezzi rispetto al passato, mantenendo lacapacità. (al riguardo, si prevedono 136blindo centauro 2, rispetto alle 300 inservizio della prima versione).

3.4. Marina.

Il Capo di stato maggiore della Marina,Ammiraglio De Giorgi, nel corso della suaaudizione del 19 giugno scorso, ha fornitotaluni dati riguardanti l’assetto attuale deimezzi a disposizione della Marina, l’am-modernamento della flotta navale e futuriprogrammi d’investimento. Nel corso del-l’audizione sono stati, altresì, fornite in-formazioni in merito al futuro impiego delvelivolo F35 sul portaelicotteri Cavour.

L’ammiraglio De Giorgi, nel richiamarei numerosi impieghi operativi delle unitànavali della Marina italiana ha, altresì,ricordato che attualmente la flotta dellaMarina militare è composta da 60 navi e

26 unità del naviglio minore. Gli aeromo-bili sono 70 e suddivisi in tre poli aero-navali. Gli arsenali sono tre: La Spezia,Taranto e Augusta.

In relazione a tali strumenti operativil’Ammiraglio De Giorgi si è soffermato, inparticolare, sulla necessità di un loro am-modernamento al fine di garantirne lapiena operatività e tempestività d’impiego.Tale esigenza risulta allo stato fortementelimitata in considerazione dell’insuffi-cienza delle risorse finanziarie assegnatealla Marina, pari al 50 per cento del realefabbisogno. Tale budget a disposizione,oltre a non consentire la sostituzione dellenavi al termine dello loro vita operativa,rappresenta un limite alla prontezza e alladisponibilità delle navi. La scorta di mu-nizionamento resta, inoltre sotto i livelliminimi e il potenziale operativo è conse-guentemente ridotto. Lo stesso addestra-mento della flotta, anche per la minordisponibilità di navi, risulta limitato conun aumento degli infortuni sul lavoro euna minore efficacia dello strumento.

A fronte di tali considerazioni di ca-rattere generale sono stati forniti datispecifici in merito alla specificità dellostrumento navale e alle connesse esigenzedi ammodernamento. In particolare, èstato rilevato che l’età operativa di unanave è in media di vent’anni a fronte diuna età media attuale di molto superiore.A sua volta il numero di navi a disposi-zione di una flotta è influenzato dallemanutenzioni: « un terzo di queste è sem-pre in manutenzione programmata, masolo quando si dispone delle risorse » hasottolineato l’ammiraglio De Giorgi ag-giungendo che « le navi manutenute menodel livello ottimale invecchiano prima equesto è un ulteriore aggravio. A fronte diun investimento di un certo livello peravere queste navi, quindi, il fatto di man-tenerle poco ci dà una riduzione in effi-cienza e una minore potenzialità ».

Negli ultimi anni la Marina dispone,quindi, di 20 unità effettivamente pronteall’impiego, un numero inferiore al totalecomplessivo teoricamente a disposizione.

Per quanto riguarda le previsioni rela-tive al prossimo decennio, è stato reso

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noto che il prossimo decennio la Marinaradierà per fine vita operativa navali, 4sommergibili e 14 unità del naviglio mi-nore a fronte di un previsto ingresso di 8fregate FREMM, una unità supporto su-bacqueo polivalente (l’unità di soccorsosommergibili) e di 2 sommergibili, in fasedi costruzione.

Il restante programma approvato dallaDifesa prevede due unità aggiuntive inattesa di finanziamento, una logistica euna anfibia.

Il Capo di stato maggiore della Marinaha quindi manifestato la propria opinionein merito al fatto che per garantire lasopravvivenza della flotta, ancorché connumeri più ridotti, salvando al contempoil settore strategico della cantieristica mi-litare attualmente impegnata al 50 percento delle proprie capacità, occorrerebbeavviare urgentemente un programma or-ganico di costruzione, finalizzato anchealla razionalizzazione dello strumento.

Ulteriori osservazioni hanno, infine, ri-guardato i velivoli destinati a costituire ilfuturo sistema d’arma del portaelicotteriCavour sostituendo l’attuale sistemad’arma, l’AV-8, attualmente in servizio, madi cui si prevede a breve la cessazionedella propria vita operativa.

Secondo quanto riferito dal Capo distato maggiore della Marina, i primi F35saranno operativi a partire dal 2023. Sitratta di un primo nucleo di 6-7 velivoli.

3.5. Aeronautica.

L’audizione del Capo di stato maggioredell’Aeronautica, Generale di squadra ae-rea Preziosa, ha consentito di acquisireelementi in merito all’approntamento, l’ef-ficacia operativa e l’impiego delle Forzeaeree italiane nel quadro del sistema disicurezza nazionale e internazionale. Spe-cifiche informazioni hanno riguardato poiil programma F35.

In linea generale il Capo di stato mag-giore dell’aeronautica ha osservato chenegli ultimi venti anni l’Aeronautica mili-tare ha operato costantemente una ridu-zione complessiva della propria strutturain aderenza con le decrescenti risorsefinanziarie a disposizione.

In particolare, con riferimento all’anno2012, il 67 per cento delle risorse è statoassorbito dal personale, poco più del 20per cento dall’investimento e solo il 9 percento per l’esercizio. Quanto all’esercizio,il Generale Preziosa ha ritenuto tale per-centuale molto inferiore alle necessità ef-fettive, anche in considerazione degli at-tuali elevati standard di addestramentosotto ai quali un determinato reparto nonè riassegnato in sede NATO.

In considerazione di tale contesto, l’Ae-ronautica considera fondamentali tutti iprogrammi di trasformazione, tra i qualiviene espressamente richiamato quello disostituzione dei velivoli Tornado e AMXcon 75 velivoli F35.

« Il passaggio da 236 a 75 velivoli si-gnifica una riduzione delle forze operativedi questo settore » ha osservato il GeneralePreziosa il quale ha, altresì, aggiunto che« sostanzialmente, rimarremo con il 30 percento di quello che negli anni Ottanta fuacquisito per questa specifica esigenza.Tuttavia, le capacità del velivolo – con-sentendo l’espletazione di più compiti – ciconsentiranno una riduzione notevole e lacomunanza logistica non più di due lineedi volo, ma di una sola. Ciò ci consentirà,inoltre, una riduzione notevole del sup-porto logistico ».

Per quanto riguarda, poi, il soccorsoaereo, è stato fatto presente che gli aero-mobili HH-3F sono ormai in fase di ces-sazione della propria operatività e nonrisulta possibile operare la manutenzioneper la difficoltà di rinvenimento dei pezzidi ricambio. Inoltre, la componente dielicotteri Agusta-Bell AB 212 ASW cesseràa breve la propria vita operativa anche inconsiderazione del fatto che la manuten-zione di questi elicotteri è considerata, allostato, troppo onerosa.

Con riferimento, poi, all’acquisizione dicapacità di contrasto dei missili balisticiper il soddisfacimento della nuova mis-sione cosiddetta BMD (Ballistic MissileDefence) assegnata in ambito NATO, ilGenerale Preziosa ha espresso il proprioapprezzamento sul fatto che il MEADS(Medium Extended Air Defence System) ha

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ricevuto i finanziamenti da Stati Uniti,Germania e Italia per concludere la fase disviluppo.

Ulteriori considerazioni hanno da ul-timo riguardato il quadro geopolitico e illivello di instabilità e di violenza checaratterizza ancora molte aree del mondo.

A fronte di questo contesto in continuaevoluzione, ha osservato il Generale Pre-ziosa, « occorre disporre di tutti i mezzi,grandi e piccoli, per intervenire immedia-tamente cercando di porre rimedio aquello che succede, che sorprenderà, perpoi aumentare, eventualmente, il restodelle dotazioni ».

3.6. L’Arma dei carabinieri.

Il Comandante generale dell’Arma deicarabinieri, Generale Gallitelli, nel corsodella sua audizione del 3 luglio, ha evi-denziato, in primo luogo, come le spese diinvestimento dell’Arma si risolvono essen-zialmente nell’acquisto di autoveicoli emotoveicoli e strutture telematiche nonesistendo per questa Forza armata unadotazione di grandi armamenti.

Al riguardo, è stato fatto presente chela manutenzione dei veicoli, essenziale peresplicare il controllo del territorio, pre-senta diversi profili di criticità in consi-derazione delle risorse a tal fine disponi-bili, di gran lunga inferiori alle effettiveesigenze di manutenzione:

A fronte di una disponibilità di circa11.500.000 euro, le richiamate spese siassestano intorno ai 30 milioni.

Ulteriori informazioni hanno riguar-dato le risorse destinate, più in generale, alsettore dell’investimento e al loro utilizzo.È stato al riguardo evidenziato che talisomme sono pari a 25,65 milioni di euro,44 in meno rispetto al precedente anno.Ulteriori risorse, pari al 15 milioni di euro,sono state, invece, garantite dallo statomaggiore Della Difesa per l’acquisto diulteriori veicoli e per il completamento diun piano di innovazione tecnologica per ireparti investigativi e per le dotazioniscientifiche del raggruppamento investiga-zioni scientifiche. Sono stati, inoltre, as-

segnati 10 milioni suppletivi sui capitoliinvestimento da destinare a questi parti-colare settori.

Infine 27 milioni di euro sono statiforniti sempre dallo stato maggiore dellaDifesa, relativamente al triennio 2013-2015, per il completamento della strutturatelematica condivisa con le altre Forzearmate e di polizia.

Infine, grazie a finanziamenti europei,è in corso di completamento la digitaliz-zazione delle capacità di trasmissione datiche consente di raggiungere i comandidistribuiti sul territorio. Si tratta di unainfrastruttura telematica che pone l’Armaall’avanguardia in questo settore.

4. I principali programmi di acquisizione disistemi d’arma in corso di esecuzione.

4.1. Il programma Joint Strike Fighter(F35).

Tra i programmi di acquisizione deisistemi d’arma in corso di esecuzione chehanno formato oggetto di una attentaanalisi nel corso dello svolgimento dell’in-dagine conoscitiva vi è il programma diricerca e sviluppo del cacciabombardieredi quinta generazione Joint Strike Fighter.

Si tratta di un programma che rivesteda tempo un ruolo di centralità nell’am-bito delle diverse tematiche che animano ildibattito politico sui temi della difesa e sulquale di recente la Camera ha approvatouno specifico atto di indirizzo (mozionen. 1-00125) con il quale si impegna ilGoverno a: « a dare impulso, a partire dalConsiglio europeo di dicembre, a concreteiniziative per la crescita della dimensionedi Difesa comune europea in una prospet-tiva di condivisa razionalizzazione dellaspesa; al pieno rispetto di quanto previstodall’articolo 4 della legge n. 244 del 2012,allo scopo di garantire al Parlamento diesercitare le proprie prerogative; in par-ticolare, relativamente al programma F35;a non procedere a nessuna fase di ulte-riore acquisizione senza che il Parlamentosi sia espresso nel merito, ai sensi dell’ar-ticolo 4 della legge 31 dicembre 2012n.244 ». Identica mozione è stata appro-vata dal Senato.

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Nel corso dell’indagine sono stati rivoltinumerosi quesiti a diversi interlocutori,istituzionali, rappresentativi dei settori in-dustriali maggiormente interessati, espertidella materia ed analisti militari.

Gli elementi raccolti hanno permessodi esaminare il programma sotto diversiprofili e sono stati raccolti orientamentianche differenti sui diversi aspetti di que-sto investimento. A fronte di una parte diconsiderazioni basate sulla essenzialità delnuovo cacciabombardiere di quinta gene-razione per il nostro sistema di difesa eper le conseguenti ricadute positive intermini di ritorni industriali e occupazio-nali, sono state, altresì, raccolte diverse ein alcuni casi più critiche valutazioni ba-sate sulla difficoltà di sostenere l’investi-mento sul piano dell’impegno di risorse(analisi difesa) e sulla necessità di rivederetotalmente la partecipazione al pro-gramma (rappresentanti campagna « sbi-lanciamoci »).

Altri, infine, hanno considerano preli-minare a qualsiasi valutazione e decisionesui sistemi d’arma e, quindi, anche sulprogramma F35, la definizione di un mo-dello di difesa e la definizione delle stra-tegie di sicurezza nazionale che si inten-dono perseguire (Rete italiana per il di-sarmo).

Nel dettaglio i quesiti hanno riguardatoessenzialmente diversi aspetti di questoprogramma ed in particolare la scansionetemporale degli accordi, il costo comples-sivo del programma e dei singoli velivoli,lo stato attuale degli acquisti italiani, lericadute industriali ed occupazionali delprogramma, la quota parte del programmache sarà materialmente realizzata dall’Ita-lia, la presenza di offset contrattuali, icosti futuri di manutenzione ed eserciziole conseguenze finanziarie e di politicaestera derivanti da una eventuale uscitadel nostro Paese dal programma, la rela-zione tra l’F35 e l’Eurofighter.

Alcune risposte che attengono allescelte politiche del programma sono statein primo luogo fornite dal Ministro delladifesa nel corso della sua audizione delloscorso 23 luglio.

In quella sede, il Ministro ha ribaditoquanto in precedenza rilevato in occasionedel dibattito svolto sulla richiamata mo-zione n. 1-00125 quando aveva osservatoche « a fronte dell’annunciato ridimensio-namento del programma di acquisto degliF35 effettuato dal Governo e dal MinistroDi Paola il 15 febbraio 2012, la mozioneSperanza rappresenta un atto inibenteogni ulteriore acquisizione e non sembradover essere intesa come un generale re-troattivo divieto incidente su politiche diacquisto già determinate. In mancanza didiverse scelte normative, il Governo ha ildovere di esercitare compiutamente leproprie competenze in materia di politicadegli armamenti, in coerenza con un qua-dro giuridico rimasto immutato ».

Il Ministro nel ricordare l’evoluzionedel programma, originariamente program-mato per l’acquisto di 150 velivoli e suc-cessivamente ridimensionato prima a 131e poi 90 velivoli, ha sottolineato come lostrumento militare in esame è destinato asostituire i velivoli Tornado e gli AMX cherappresentano di gran lunga i sistemid’arma più utilizzati nella storia dellaRepubblica. Infine, ha invitato a rifletteresulla necessità di considerare attentamentei molteplici elementi di instabilità ed in-certezza dell’attuale quadro geo-strategicocon particolare riferimento all’area euromediterranea e a valutare lo scopo di fortiprogrammi d’arma all’interno di societàevolute in un’ottica di « deterrenza per lacostruzione della pace ».

Per quanto riguarda, invece le caratte-ristiche tecnico-militari del velivolo taliinformazioni sono state acquisite, in par-ticolare, nel corso delle audizioni del Capodi stato maggiore della difesa e dei Capi distato della Marina e dell’Aeronautica. Ilprimo, ha in particolare, sottolineato comeil nuovo velivolo F35 sia destinato a col-mare il gap dei sistemi dell’Aeronautica edunque della difesa aerea, oltre che disostegno alle forze di terra per i prossimi30-40 anni. Il Capo di stato maggioredell’Aeronautica, ha, invece, sottolineatocome per l’Aeronautica militare, non esi-stono oggi alternative di pari valore ope-rativo all’F35 sul mercato internazionale

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ed ha manifestato il convincimento ilquale « Qualsiasi altra soluzione oggi nonè risolutiva della funzione ». Il Capo distato maggiore della Marina militare hainvece evidenziato come il velivolo F35costituirà il sistema d’arma del Cavoursostituendo l’attuale sistema d’arma,l’AV-8, attualmente in servizio, che a brevecesserà la propria vita operativa. Inoltreha ipotizzato un possibile dual use diquesto strumento in considerazione delfatto che « l’F35 è un aeroplano che de-collerà dal Cavour quando servirà ».

Il Segretario generale della Difesa, Ge-nerale Stefanini ha a sua volta fatto pre-sente come la scelta tra l’acquisto delsingolo velivolo e la partecipazione alprogramma si sia in passato orientataverso la seconda di queste due opzioni inconsiderazione delle ricadute positive chetale partecipazione avrebbe comportato intermini industriali e tecnologici.

« Partecipare al programma » ha osser-vato il Generale Stefanini « fa si che lanostra macchina abbia determinate carat-teristiche, che siamo in grado di control-lare. Se, invece, non vi partecipassimo,tutto questo non potrebbe avvenire ».

Per quanto riguarda il profilo indu-striale dell’operazione, l’obiettivo perse-guito, ha sottolineato il Segretario generaledella Difesa, è quello di attirare su Camerinon solo l’assemblaggio di altre macchineche verranno acquisite in Europa, comequelle olandesi, ma anche le attività dimantenimento e di up-grading per tutte lemacchine di questo tipo acquisite da Paesieuropei o che in Europa operano, come gliF35 americani di istanza in Germania.

Al contempo, il Generale Stefanini hamesso in evidenza come tale scelta, pre-senti comunque dei margini di rischioconnessi con il carattere industriale e,quindi, commerciale dell’operazione, « purtuttavia, tale operazione ha fatto si che,allo stato, l’assemblaggio del velivolo potràesser realizzato unicamente dagli StatiUniti o dall’Italia ».

Sul tale aspetto è intervenuto anche ilGenerale Preziosa il quale ha sottolineatocome la partecipazione al programma JSFha consentito ad Alenia Aeronautica di

vincere la commessa per la costruzionedegli 800 elementi di fusoliera centrale e il40 per cento del velivolo più le ali.

Per quanto riguarda, poi, i profili con-tratti di acquisizione, il Generale Stefanininell’evidenziare come in occasione digrandi programmi che coinvolgono piùNazioni, sono predisposte delle appositeagenzie internazionali che curano l’aspettocontrattuale e quello esecutivo del pro-gramma –quella che cura l’F35 ha sedenegli Stati Uniti – ha posto l’attenzione sulfatto che con riferimento a programmi didurata così lunga come nel caso del pro-gramma F35, programma di durata ven-ticinquennale, « sarebbe impossibile im-maginare un impegno a distanza di quin-dici anni ». L’impegno scatta in quelli piùprossimi, quando contrattualmente biso-gna impegnarsi concretamente. « Non esi-stono penali » ha puntualizzato, quindi, ilGenerale Stefanini, « ma anticipazioni chenon sono restituite se si torna indietro ».

Pertanto, in risposta ad una specificadomanda, il Segretario generale della Di-fesa ha osservato che nella riduzione del-l’impegno di acquisto da 131 a 90 velivoli,operata dal Governo Monti nella scorsalegislatura, si è probabilmente « tagliataquella parte di scatola vuota che non erastata soggetta ancora a nessun tipo dicollaborazione diretta, stretta, di tipo in-dustriale ».

Sempre con riferimento ai profili con-trattuali del programma, l’amministratoredelegato di Finmeccanica, nel corso dellaaudizione del 16 ottobre 2012, nel sotto-lineare che il costo complessivo dell’aereoè tra i 90 e i 95 milioni di euro in quantotale, ha osservato che il contatto origina-rio, prevedeva che, nel momento in cui vifosse stata una riduzione del numero deivelivoli acquistati al di sotto dei 100, nonvi sarebbe stata più alcun tipo di « diritto »da parte dell’industria nazionale a pro-durre pezzi di questo aereo. In concreto,però anche a fronte della riduzione a 90velivoli dell’originaria previsione di acqui-sto, all’industria nazionale è stato asse-gnato il compito di produrre 800 sistemi diala.

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Con riferimento poi al ridimensiona-mento del programma il dottor Pansa haaggiunto che la riduzione di 41 unità « nonè un fatto irrilevante » perché significaridurre il programma di un 35-40 percento, il che, in termini di impegno indu-striale, impianti e macchinari, ha una suarilevanza.

Con particolare riferimento, poi, alprofilo occupazionale, il dottor Pansa haespresso il proprio convincimento in me-rito al fatto i ritorni industriali di questoprogramma dipenderanno dalla capacitàdi utilizzare le infrastrutture create perattrarre la manutenzione, ovvero quelladella parte avionica e dell’elettronica in-corporata in questi aerei, che volano osono di pertinenza, sia degli altri Paesieuropei che li acquistano, sia degli aereistatunitensi di stanza in Europa. A questoproposito è stato evidenziato che il sito diCameri è particolarmente attrezzato alriguardo e non vi sono altri siti europei colmedesimo tipo di requisiti, sia di adegua-tezza degli impianti, sia di sistemi disicurezza, per cui l’occupazione comples-siva che potrebbe, stabilmente e negli anni,generare questo programma potrebbecoinvolgere almeno 5.000 persone.

Da ultimo, l’amministratore delegato diFinmeccanica, nell’evidenziare che le so-cietà italiane coinvolte nel programmasono complessivamente 90 e che l’ammon-tare dei contratti stipulati a luglio 2013 èdi circa US $ 715 milioni, dei quali US $565 milioni assegnati al gruppo Finmec-canica (le industrie Finmeccanica coin-volte nel programma JSF sono AleniaAermacchi, Selex ES e OTO Melara) haespresso il proprio convincimento in me-rito al fatto che i ritorni industriali a vitaintera sono al momento stimabili in al-meno US $ 10 miliardi per l’intero sistemaindustriale italiano coinvolto, ma la suc-cessiva evoluzione del sito FACO di Ca-meri anche in un centro regionale disupporto (Regional Support Center) per lamanutenzione, riparazione ed ammoder-namento, sia per la parte aereostruttureche per l’avionica e per i sistemi d’arma-mento delle flotte F35 comporterà l’au-

mento del livello di trasferimento tecno-logico verso l’industria nazionale e mag-giori ritorni economici.

Sulle prospettive industriali del pro-gramma si è espresso anche il dottor EnzoCasolini, ultimo amministratore delegatoitaliano del Consorzio Eurofighter, se-condo il quale l’F35 dal punto di vistaindustriale « era, ed è tuttora, probabil-mente, una grande opportunità per l’in-dustria nazionale » a condizione che vengasuperato il limite all’accesso alle tecnologiee alle conoscenze del velivolo.

Utili elementi di valutazione sono statiinfine acquisiti nel corso delle audizionidegli esperti.

Denominatore comune di queste audi-zioni è la considerazione secondo la qualela valutazione di un sistema d’arma nonpuò prescindere dal quadro geopolitico diriferimento e dalla chiara individuazionedei potenziali rischi che un sistema d’armaè chiamato a contrastare.

Il quadro geopolitico di strategie e dicambi di forze mondiali è stato messobene in evidenza dal professor Politi, di-rettore della NATO Defense College Foun-dation. Il professor Politi, nel delinearequello che dovrebbe essere il punto diarrivo della politica di sicurezza europea,ha fornito utili dettagli in merito a quellearee geografiche a più alta instabilità po-litica e istituzionale e, quindi, a più alto ilrischio di conflittualità ed ha invitato ariflettere sul fatto che « quando ci sonoforti squilibri commerciali, quando ci sonoforti competizioni economico-politiche, ilrischio che alla fine uno o più attoridecidano di usare la scorciatoia dellaguerra non è assolutamente scontato ».

Con specifico riferimento al pro-gramma F35 il professor Politi ha osser-vato come « il senso vero di quel pro-gramma, che è stato deciso quando la crisifinanziaria non c’era, era la capacità dirinsaldare un legame transatlantico. Sitratta di una scelta politica assolutamentecomprensibile, ma che avviene, ancora unavolta, in mezzo a persistenti resistenzenazionali e a tagli lineari tutti a livellonazionale ».

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Sulla necessità di una chiara individua-zione dello scenario di riferimento delladifesa si è espresso anche il professorMichele Nones, direttore dell’area sicu-rezza e difesa dell’Istituto Affari Interna-zionali (IAI). Il primo elemento da consi-derare, ha rilevato il professor Nones, èquello della minaccia asimmetrica, diven-tata difficilmente prevedibile e quantifica-bile in termini di tempi, provenienza,modalità e durata. Il professor Nones ha,quindi, invitato a riflettere sul fatto chenell’arco di pochi anni, « ci siamo ritrovaticon una minaccia che mentre prima col-locavamo in una distanza dell’ordine dellemigliaia di chilometri adesso collochiamoin una distanza dell’ordine delle centinaiadi chilometri ».

Con riferimento specifico al pro-gramma F35, pur dando atto della oppor-tunità di pervenire quanto prima allanecessità di un libro bianco della difesanell’ambito del quale si potrebbero megliospiegare le ragioni e i modi di certe scelteo, eventualmente, anche correggerle, haespresso il proprio convincimento in me-rito al fatto che una eventuale rinuncia alprogramma comprometterebbe pesante-mente l’affidabilità italiana (l’esempiofatto dal professor Nones e ai connessireciproci impegni presi con l’Olanda).

Sulla scelta originaria di partecipare alprogramma, il professor Nones ha sotto-lineato che l’Italia ha deciso di partecipareal programma quando è stato « chiaro atutti – vi parlo degli anni 1999-2000 – chel’Europa non voleva, non poteva, non sa-peva mettersi d’accordo nello sviluppareun velivolo analogo ».

Sulla medesima posizione anche il pro-fessor Margelletti, direttore del CESI, ilquale ha definito ’F35 « un grande falli-mento europeo. Come europei, non comeitaliani, noi non siamo stati in grado dimetterci insieme intorno al tavolo e direnderci conto che da soli abbiamo po-chissime capacità, pochi soldi e soprat-tutto, che è ciò che conta per il mercato,poche economie di scala. Più elevati sonoi numeri, minore è la spesa ».

Il professor Margelletti, nell’illustrare lefinalità del progetto e le prospettive di

utilizzo futuro da parte delle nostre Forzearmate, ha espresso il proprio convinci-mento in merito al fatto il programma, nelcorso della sua evoluzione, ha presentatodelle problematiche in origine non ipotiz-zate da parte statunitense ed ha eviden-ziato come il programma si stia svilup-pando secondo una tempistica diversadalle originarie aspettative.

Considerazione critiche al programmasono state, invece espresse nel corso del-l’audizione Audizione di rappresentantidella Campagna « Sbilanciamoci ! » e dellaRete Italiana Disarmo.

In particolare, Francesco Vignarca,Coordinatore della Rete italiana per ildisarmo, nel corso della sua audizione del1o ottobre, ha manifestato la necessità dielaborare urgentemente un completo einnovativo modello di difesa in quanto« senza una precisa indicazione dei tra-guardi da raggiungere non è possibile,valutare gli strumenti necessari per arri-varvi e di conseguenza non è per voipossibile valutare compiutamente quali si-stemi d’arma utilizzare ».

Leopoldo Nascia, esperto della campa-gna « Sbilanciamoci ! », nel corso della suaaudizione del 1o ottobre, ha a sua voltaauspicato una più ampia informazionecirca i criteri in base ai quali vengonoeffettuate le previsioni di spesa e, conparticolare riferimento al programma F35,ha manifestato la necessità di una precisainformazione in merito ai costi ufficiali« manca una stima certa e verificabile » haosservato il rappresentante della campa-gna « Sbilanciamoci ! » « con tutti i para-metri necessari, calcolata in modo traspa-rente per consentirne eventualmente laverifica o la contestazione ».

Nel segnalare la necessità di definirequanto prima un nuovo modello di difesa,Maurizio Simoncelli, Vicepresidente del-l’Istituto di Ricerche internazionali Archi-vio disarmo, nel corso della sua audizionedel 1o ottobre, ha posto l’attenzione su unaserie di minacce, che ad avviso dell’Istitutoche rappresenta, devono essere conside-rate nella definizione di una strategia disicurezza nazionale. Tali minacce vengonoindividuate essenzialmente nella prolifera-

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zione nucleare, nel terrorismo internazio-nale, nell’immigrazione incontrollata e nelriscaldamento globale. Si tratta di minacceche, ad avviso dottor Simonelli, non ri-chiedono, per essere efficacemente contra-state, uno strumento militare essendo piùefficaci soluzioni di altra natura: « Se c’èun pericolo di proliferazione nucleare »,ha osservato il dottor Simonelli, « noidobbiamo rispondere in quella prospettivae quindi il Ministero degli esteri deveattivarsi sul piano del rafforzamento delTrattato di non proliferazione nucleare.Ciò vale per tutte le altre minacce. Gli F35,le portaerei o i carri armati servono ef-fettivamente per risolvere il problema delterrorismo ? Per quanto riguarda l’immi-grazione clandestina, non fermiamo cer-tamente i barconi nel Mediterraneo con leportaerei o con i cacciabombardieri ».

4.2. Il Programma European Fighter.

Il Programma EFA/Eurofighter 2000(European Fighter Aircraft, poi EuropeanFighter) rappresenta il più vasto pro-gramma industriale nel settore europeodella difesa, nonché l’esempio più avan-zato di integrazione industriale in ununico programma comune.

Il programma è frutto della coopera-zione tra Italia, Germania, Regno Unito eSpagna, avviata in base al Memorandum ofUnderstanding generale sottoscritto nel1986.

Un quadro completo del programma,con particolare riferimento alla sua evo-luzione nel tempo, alle caratteristiche tec-niche del velivolo, ai principi fondamentaliche regolano la partecipazione al Consor-zio e le sue prospettive future è statoofferto dal dottor Casolini, ultimo ammi-nistratore delegato del Consorzio, nelcorso della sua audizione del 24 ottobre.

Il dottor Casolini ha posto in evidenzatre concetti fondamentali che regolano ilConsorzio Eurofighter e che possono es-sere così riassunti.

Fin dalla sua origine, tutte le decisioniall’interno del Consorzio sono assunte al-l’unanimità, indipendentemente dalla per-centuale di partecipazione che i quattro

Paesi hanno nel programma. Non esistono,quindi, ai fini dell’assunzione delle deci-sioni che riguardano il programma part-ner di primo, secondo e terzo livello come,invece, è previsto nel programma F35 (6).

Il secondo principio che regola il Con-sorzio si basa sul concetto « cost sharing »uguale « war sharing » ed in base al qualel’investimento fatto dalla singola nazionedeve mantenersi nel relativo ambito na-zionale. Conseguentemente a ciascuno deiquattro Paesi che partecipano al Consorzioè stata affidata la realizzazione di unacomponente rilevante del velivolo, oltrealla responsabilità del progetto su alcuneparti. Sono, inoltre, previste verifiche pe-riodiche a seguito delle quali eventualisbilanciamenti devono essere recuperati.

Il terzo principio che regola il Consor-zio si basa sul fatto che tutte e quattro lenazioni che vi aderiscono hanno la cono-scenza completa del velivolo, il know-howdelle tecnologie e dell’avionica.

Per quanto riguarda, le prospettive fu-ture del programma il dottor Casolini haricordato che il programma Eurofighter « èancora vivo e vegeto e il contributo dellenazioni, soprattutto dell’Inghilterra, perl’export è fondamentale per poter prose-guire le linee di produzione del pro-gramma stesso ».

In tal senso si è espresso anche ildottor Pansa, amministratore delegato diFinmeccanica nel corso della sua audi-zione del 16 ottobre, quando ha eviden-ziato che una volta terminato il flusso diordini giunti dai 4 Paesi proponenti ecostruttori, il futuro di questa piattaformaè prevalentemente nell’esportazione. Edancora il professor Margelletti nel corsodella sua audizione del 28 ottobre, haosservato come il programma Eurofighter

(6) Nel programma F35 il Regno Unito è partnerdi primo livello, al pari degli Stati Uniti, con unaquota di investimento nello sviluppo del programmapari al 10 per cento; l’Italia, insieme all’Olanda, èpartner di secondo livello, con una quota di inve-stimento nello sviluppo del programma del 3,8 – 3,9per cento; Canada, Turchia, Australia, Norvegia eDanimarca sono partner di terzo livello con unapartecipazione finanziaria pari al 1-2 per cento).

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ha margini di produzione e di sviluppoancora notevolissimi, ma soprattutto, vaaiutato l’export di questo velivolo.

Con riferimento, poi al confronto fra ilprogramma Eurofighter e l’F35, le valuta-zioni raccolte su questo profilo sono statenumerose e anche in questo caso nonsempre convergenti.

Ad avviso del dottor Gaiani, ad esem-pio, in futuro, con taluni adattamenti giàin corso di studio, il programma Eurofi-ghter potrà svolgere funzioni di caccia-bombardiere; il dottor Nascia ha, a suavolta, espresso il proprio convincimento inmerito alla possibilità di valutare anchel’opportunità di « bloccare l’acquisto degliF35 e ritornare agli Eurofighter con tuttigli strumenti più moderni di cui dispo-niamo ».

Hanno invece, sottolineato le finalitàdiverse dei due strumenti in particolare, ilProfessor Nones e il Professor Margelletti.

Il primo, ha fatto presente che nellaconcezione della nostra Aeronautica siritiene di dover avere un numero di veli-voli intercettori uguale a quello dei velivolidestinati all’appoggio tattico, il secondo, haosservato come si tratti di velivoli profon-damente diversi « ciascuno è in grado, conun minimo di logico overlapping, di farnealtre. Uno può portare bombe e l’altro puòportare missili da difesa aerea, ma na-scono in maniera completamente diversaper fare cose diverse ».

4.3. Il programma Forza NEC.

Il progetto Forza NEC, è uno di queiprogrammi in corso di esecuzione suiquali si è concentrata l’attenzione dellaCommissione nel corso dell’indagine cono-scitiva, sia per la rilevanza dell’impegnoprevisto in questo investimento, sia per ilcarattere fortemente innovativo e tecnolo-gico del progetto.

Il progetto « Forza NEC » è, infatti, unprogetto di ammodernamento dello stru-mento militare inteso all’acquisizione dicapacità operative e tecnologiche comple-tamente digitalizzate e come tali in gradodi sfruttare le opportunità offerte dallemoderne tecnologie dell’informazione edella comunicazione.

Le audizioni svolte su questo progettohanno posto in evidenza come da unpunto di vista operativo, il progetto didigitalizzazione di una Forza NEC consistenel dotare le unità operative schierate incampo, dai posti di comando alle variepiattaforme (carri armati, veicoli di tra-sporto truppe, sistemi di ricognizione, se-moventi di artiglieria) fino al singolo sol-dato, di opportuni sistemi digitali di ela-borazione e di comunicazione, pienamenteintegrati ed interoperabili tra di loro. Ilprogetto in esame, attraverso l’utilizzo dinuove tecnologie informatiche, consente diridurre in maniera significativa i tempi dicomunicazione e di acquisizione delle in-formazioni che da sempre rappresentanouna criticità nella condotta delle opera-zioni militari.

Sulla prima fase del programma laCommissione difesa della Camera avevaespresso il proprio parere favorevole nelcorso del 2009. La prima fase del pro-gramma, attiene, in particolare, ad unaserie di attività sperimentali e di collaudoche dovranno costituire la « cornice » es-senziale per la successiva fase di digita-lizzazione, in tempi ristretti, di una Forzamedia articolata su una Brigata media(blindati 8x8 e 4x4), completa dei necessarisupporti logistici, nonché di una forza dasbarco, individuata nel Reggimento Lagu-nari « Serenissima » e nel Reggimento« San Marco » della Marina militare.

Tali attività preliminari consistono, inparticolare:

nella progettazione del programma didigitalizzazione;

nel collaudo dei sistemi e delle piat-taforme da digitalizzare;

nella definizione dei progetti indu-striali tesi, tra l’altro, alla fornitura deiprincipali sistemi C4ISTAR, C2N, sensori,attuatori e decisori;

nell’approvvigionamento dei princi-pali strumenti (sensori, attuatori e deci-sori) destinati a garantire che la « Digita-lizzazione dello Spazio della manovra »

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della Forza NEC sia realizzata in tempirapidi.

La successiva seconda fase del Progetto,relativa alla effettiva digitalizzazione delleprime due unità operative (una Forzamedia ed una Forza anfibia) non è stataancora sottoposta al parere parlamentare.

In relazione alla richiamata scansionetemporale del programma, il Capo di statomaggiore dell’Esercito, nella sua audizionedel 5 giugno 2013, ha fatto presente chel’esigenza di contenimento del bilancio haindotto a rivedere quella programmazioneche, mantenendo la sua validità, con l’ipo-tesi finanziaria attuale, permette di con-seguire soltanto il 70 per cento dell’am-modernamento entro il 2032 « potremocioè avere un ammodernamento del 70 percento in 20 anni ».

Sul programma in generale si è soffer-mato anche il dottor Politi il quale haposto in evidenza come a livello europeoesistono numerosi sistemi analoghi. « Itedeschi hanno il loro programma, l’In-fanterist der Zukunft. I francesi hannoRITA e FELIN. Gli inglesi hanno FIST,J-TAS ed ELSA. Tutti questi programmi »ha osservato il professor Politi « fannoesattamente la stessa cosa » .

Analoga considerazione è stata espressadal dottor Festucci, Segretario generaledella federazione aziende italiane per l’ae-rospazio, il quale ha rilevato che in Eu-ropa esistono molti « soldati futuri », chenon sono compatibili l’uno con l’altro. « Sesi cominciasse a capire l’esigenza di farneuno solo, per efficientare i costi e anche ilsistema, probabilmente faremmo unabuona operazione ».

5. La Politica di sicurezza e difesa comune.

A livello europeo il tema dell’integra-zione dell’efficacia della dimensione euro-pea della difesa è un tema centrale deldibattito politico e sul quale nel corsodell’indagine conoscitiva sono stati raccoltiimportanti contributi, sia con riferimentoalla più recenti iniziative che riguardanoquesto tema, sia sulle prospettive di svi-luppo della difesa europea.

5.1. Il Trattato di Lisbona.

Importanti progressi sono stati com-piuti con il Trattato di Lisbona nel settoredella politica europea di sicurezza co-mune. In primo luogo, la prospettiva diuna difesa comune, o comunque la defi-nizione di una politica di difesa comune,i cui principi erano già stati stabiliti nelTrattato di Maastricht, diventa più reali-stica.

Tale politica comune di difesa conferi-sce all’Unione una capacità operativa ba-sata su strumenti civili e militari. Il Trat-tato di Lisbona ribadisce che il persegui-mento della politica di sicurezza e didifesa comune non pregiudica il caratterespecifico della politica di sicurezza e didifesa di taluni Stati membri, rispetta gliobblighi derivanti dal Trattato del Nord-Atlantico, per gli Stati membri che riten-gono che la loro difesa comune si realizzitramite la NATO, ed è compatibile con lapolitica di sicurezza e di difesa comuneadottata in tale contesto.

In materia di politica estera e di sicu-rezza, il Trattato di Lisbona ha provve-duto:

ad individuare la nuova figura del-l’Alto rappresentante dell’Unione per gliaffari esteri e la politica di sicurezza (AR),cui si riconnette l’istituzione di un servizioeuropeo per l’azione esterna chiamato adassistere, in collaborazione con le strut-ture diplomatiche degli Stati membri,l’Alto rappresentante;

a consolidare e definire le linee ge-nerali dell’azione dell’Unione con riferi-mento alla politica estera e di sicurezzacomune (PESC) e alla politica di sicurezzae difesa comune (PSDC), fondate sullareciproca solidarietà degli Stati membri esul perseguimento di una sempre piùstretta convergenza delle azioni poste inessere dai medesimi Stati. È in questaprospettiva che si ipotizza di pervenire adun modello di difesa comune. Tale pro-spettiva, tra le altre cose, ha comportatol’istituzionalizzazione dell’Agenzia europeaper la difesa (EDA) – già creata nel 2004

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– chiamata, tra le altre cose, a promuo-vere la cooperazione europea in materia diarmamenti;

a consentire eventualmente, con de-cisione del Consiglio che delibera a mag-gioranza qualificata, una cooperazionestrutturata permanente in materia di di-fesa tra gli Stati membri che hanno lecapacità militari necessarie e la volontàpolitica di aderirvi.

Tra le altre innovazioni si ricorda inol-tre l’istituzione di un fondo iniziale perfinanziare le attività preparatorie delleattività militari dell’Unione europea; ilfondo dovrebbe facilitare il dispiegamentodelle operazioni militari.

Per quanto riguarda, in particolare, lemissioni PSDC, si segnala che il Trattatoha disposto l’estensione delle cosiddettemissioni di Petersberg – missioni umani-tarie e di soccorso; missioni di manteni-mento della pace (peace-keeping); missionidi unità di combattimento nella gestione dicrisi, comprese le missioni tese al ristabi-limento della pace (peace-making) – inte-grandole con ulteriori compiti relativi allemissioni di disarmo, di consulenza edassistenza in materia militare, di stabiliz-zazione al termine dei conflitti. L’articolospecifica inoltre che tutte queste missionipossono contribuire alla lotta contro ilterrorismo, anche tramite il sostegno apaesi terzi per combattere il terrorismosul loro territorio.

Quanto alle procedure decisionali, ilConsiglio adotta le relative decisioni al-l’unanimità stabilendone l’obiettivo, laportata e le modalità generali di realizza-zione. L’Alto rappresentante, sotto l’auto-rità del Consiglio e in stretto e costantecontatto con il comitato politico e disicurezza, provvede a coordinare gliaspetti civili e militari di tali missioni.

Sotto il profilo del controllo parlamen-tare in tale ambito, il Parlamento europeoacquisisce in linea generale il diritto diessere informato (o consultato), il dirittodi controllo (interrogazioni, dibattiti) e divoto del bilancio PESC.

In base al Trattato di Lisbona, il Par-lamento europeo è consultato regolar-

mente dall’Alto rappresentante per gli af-fari esteri e la politica di sicurezza co-mune sui principali aspetti e sulle sceltefondamentali della politica di sicurezza edi difesa comune ed è tenuto al correntedella sua evoluzione. L’Alto rappresen-tante provvede affinché le opinioni delParlamento europeo siano debitamenteprese in considerazione. I rappresentantispeciali possono essere associati all’infor-mazione del Parlamento europeo. Il Par-lamento europeo può rivolgere interroga-zioni o formulare raccomandazioni alConsiglio e all’Alto rappresentante. Il Trat-tato prevede inoltre che il Parlamentoeuropeo svolga due volte l’anno il dibattitosui progressi compiuti nell’attuazione dellapolitica estera e di sicurezza comune,compresa la politica di sicurezza e difesacomune.

Si ricorda inoltre che è stata istituita laConferenza per il controllo parlamentaresulla politica estera e di sicurezza comune(PESC) e sulla politica di sicurezza e difesacomune (PSDC), composta da delegazionidei Parlamenti nazionali degli Stati mem-bri dell’Unione europea e del Parlamentoeuropeo.

5.2. Iniziative in vista del Consiglio europeodel 19 e 20 dicembre 2013.

Il mandato del Consiglio europeo.

Il Consiglio europeo del 13 e 14 dicem-bre 2012 ha indicato la necessità di raf-forzare la collaborazione europea nellapolitica comune di sicurezza e difesa,sollecitando gli Stati membri a fornirecapacità adeguate alle future sfide, sia nelsettore civile che in quello della difesagiudicando necessario il rafforzamentodella collaborazione per la situazione diristrettezza finanziaria e per i potenzialibenefici in termini di occupazione, cre-scita, innovazione e competitività indu-striale. Il Consiglio europeo ha quindi:

invitato l’Alto rappresentante e laCommissione europea ad elaborare entrosettembre 2013 proposte volte al raffor-zamento della PSDC e al miglioramentodelle capacità militari e civili;

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indicato che il Consiglio europeo del19 e 20 dicembre 2013 procederà allavalutazione dei progressi compiuti e alladefinizione di orientamenti, anche stabi-lendo priorità e termini.

Il Consiglio europeo del dicembre 2012ha indicato tre aree (cosiddette cluster)nella quali rafforzare la collaborazione traStati membri in ambito PSDC:

1) aumentare l’efficacia, la visibilità el’impatto della PSDC, sviluppando l’ap-proccio generale alla prevenzione dei con-flitti, alla gestione delle crisi e alla stabi-lizzazione e la capacità di far fronte allesfide che si profilano in termini di sicu-rezza; rafforzando la capacità dell’UE dispiegare con rapidità ed efficacia le capa-cità e il personale civili e militari negliinterventi di gestione delle crisi;

2) potenziare lo sviluppo delle capa-cità di difesa individuando le ridondanze ele carenze di capacità e stabilendo unordine di priorità delle esigenze future perle capacità civili e militari; facilitando unacooperazione più sistematica, attraverso la« messa in comune e condivisione » dellecapacità militari e nella pianificazionedella rispettiva difesa nazionale degli Statimembri; facilitando le sinergie tra inizia-tive bilaterali, europee e multilaterali,comprese la « messa in comune e condi-visione » dell’UE e la « Smart Defence »della NATO;

rafforzare l’industria europea delladifesa, sviluppando una base industriale etecnologica di difesa europea integrata,sostenibile, innovativa e competitiva; svi-luppando sinergie tra attività di ricerca esviluppo civili e militari; promuovendo unmercato della difesa, aperto alle PMI,anche con un’attuazione efficace delle di-rettive sugli appalti pubblici e sui trasfe-rimenti intra-UE.

Il rapporto dell’Alto Rappresentante in vistadel Consiglio europeo di dicembre 2013.

Su mandato del Consiglio europeo didicembre 2012 l’Alto Rappresentante, Ca-

therine Ashton, ha presentato il 15 ottobre2013 un rapporto recante proposte per ilrafforzamento della PSDC.

Il rapporto sottolinea come l’Europa sitrovi di fronte a sfide crescenti alla suasicurezza, legate alla trasformazione edevoluzione del contesto strategico e aglieffetti della crisi finanziaria sulle propriecapacità nel settore della sicurezza e delladifesa.

Il rapporto indica che sarà importantenon solo che il Consiglio europeo di di-cembre 2013 produca risultati concreti,ma anche che si instauri un efficace pro-cesso di follow up per monitore e soste-nere le iniziative decise.

In particolare, il rapporto fa riferi-mento alla possibilità di avviare un’inizia-tiva di monitoraggio sulla difesa europea,una sorta di semestre europeo sulla difesa,che consenta di sincronizzare i cicli dipianificazione nazionali di bilancio nelsettore della difesa e definire parametri diriferimento.

Le proposte e le linee d’azione indivi-duate dall’Alto Rappresentante per raffor-zare la PSDC si articolano intorno alle trearee (clusters) definite dal Consiglio euro-peo di dicembre 2012 e, in particolare:

accrescere l’efficacia, la visibilità el’impatto della PSDC;

sviluppare ulteriormente l’approccioglobale dell’UE alla prevenzione dei con-flitti e alla gestione delle crisi rafforzandouna prospettiva di tipo regionale e garan-tendo una stretta cooperazione e un alli-neamento tra le diverse missioni e opera-zioni che insistono su una medesima re-gione;

migliorare la collaborazione con ipartner strategici (Nazioni unite, Nato eUnione africana); promuovere la parteci-pazione a missioni PSDC di paesi nonmembri della Nato e di paesi candidatiall’UE; contribuire alle capacita di partnerlocali e regionali incoraggiando la lorodiretta responsabilità nella gestione e pre-venzione delle crisi, fornendo non solo laconsulenza e l’addestramento ma anchecon l’equipaggiamento; esplorare le oppor-

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tunità di cooperazione con i paesi delpartenariato orientale; concordare moda-lità per il sostegno (di concetto, organiz-zativo e finanziario), di servizi di sicurezzanazionali;

rispondere alle nuove o imminentisfide alla sicurezza, con particolare ri-guardo ai temi: della cyber-sicurezza, conuna divisione dei compiti tra strutturenazionali e europee; dei profili di sicu-rezza e difesa della politica spaziale eu-ropea; della sicurezza energetica;

potenziare la capacità di risposta allasfide che premono sui confini dell’Unione,contribuendo allo sviluppo capacità degliStati terzi di controllare i propri territorie gestire i flussi di persone e merci erafforzando la sicurezza dei mari in ter-mini di interoperabilità delle forze e dicapacità di risposta collettiva attraversouna strategia europea di sicurezza marit-tima;

rafforzare la rapidità e l’efficaciadelle operazioni di gestione delle crisi:definendo un nuovo approccio per miglio-rare la possibilità di impiego delle forzemilitari di reazione rapida (i cosiddettiBattlegroup); procedendo a dare piena ap-plicazione alla roadmap volta a velociz-zare l’impiego delle missioni civili; av-viando una discussione con gli Stati mem-bri sulla possibilità di nuove modalità difinanziamento comune delle missioni; av-viando una riflessione sull’articolo 44 delTUE, che prevede la possibilità che ilConsiglio affidi la realizzazione di unamissione a un gruppo ristretto di Statimembri che si accordano sulla sua ge-stione;

accrescere la focalizzazione sullaprevenzione dei conflitti e sulla gestionedei processi di pace e di stabilizzazione,estendendo l’uso degli strumenti di analisipreventiva, la programmazione comunetra UE e Stati membri;

accrescere la visibilità della PSDC,anche mediante una strategia dei comu-nicazione nei confronti dell’opinione pub-blica e promuovere una maggiore coope-

razione ed interazione tra Stati membrinel settore della formazione in ambitomilitare, sulla base dell’esperienza dell’ini-ziativa cosiddetta « Erasmus militare »;

rafforzare le capacità di difesa;

creare le condizioni per una coope-razione europea nel settore della difesapiù sistematica e a lungo termine, attra-verso: la convergenza dei sistemi di pro-grammazione degli Stati membri, con lapiena incorporazione del cosiddetto « Poo-ling & Sharing » nelle programmazioninazionali; la cooperazione nelle attività disupporto come la logistica e l’addestra-mento; la definizione da parte del Consi-glio europeo di una roadmap strategica peruna cooperazione di lungo termine conobiettivi e scadenze; la promozione diincentivi, anche di natura fiscale (IVA) perprogetti comuni di cooperazione; la rifles-sione comune su forme di cooperazionestrutturata permanente previste dal Trat-tato di Lisbona;

concentrare l’impegno comune sullosviluppo di capacità-chiave, come il rifor-nimento di carburante in volo, i sistemi divolo comandati a distanza, la cyber difesa,le comunicazioni satellitari e l’accesso adimmagini satellitari ad alta definizione;

facilitare le sinergie tra iniziative bi-laterali, sub-regionali, europee e multila-terali, utilizzando a pieno il modello giàsperimentato con il Comando europeo ditrasporto aereo;

rafforzare le capacità civili, raffor-zando in particolare i legami tra la PSDCe gli attori che operano all’interno dellospazio di libertà, sicurezza e giustizia(Europol, Interpol, Frontex);

rafforzare l’industria europea delladifesa;

garantire una base industriale e tec-nologica per l’industria della difesa com-petitiva su scala globale, lavorando inparticolare sulla sicurezza degli approvvi-gionamenti, sugli « standard ibridi », sullacertificazione, la promozione delle PMI nel

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settore della difesa e incentivando l’avviodi programmi di collaborazione e condi-visione delle risorse;

stimolare le sinergie nel campo dellaricerca, dello sviluppo tecnologico e del-l’innovazione: invertendo il processo ditagli alla ricerca nel settore della difesa;rafforzando la cooperazione tra Statimembri attraverso programmi di ricercacongiunti; promuovendo una strategia glo-bale volta a sfruttare al massimo le siner-gie tra i programmi nazionali dual use e laricerca europea; avviando un programmaeuropeo per il finanziamento della ricercatecnologia della difesa per il periodo 2014-2020; studiando forme di finanziamentoinnovative allo scopo di attrarre capitaliprivati.

La Comunicazione della Commissione eu-ropea su un piano strategico per raffor-zare il mercato interno e la concorrenzadell’industria europea della difesa.

La Commissione europea ha presentatoil 24 luglio 2013 una comunicazione inti-tolata « Verso un settore della difesa edella sicurezza più concorrenziale ed ef-ficiente » (COM(2013)542).

Nella comunicazione la Commissioneeuropea rileva come dal 2001 al 2010 laspesa complessiva dell’UE per la difesa sisia ridotta da 251 a 194 miliardi di euro.Le riduzioni hanno interessato in partico-lare gli investimenti in ricerca e svilupponel settore della difesa: tra il 2005 e il2010 gli stanziamenti complessivi a livelloeuropeo si sono ridotti del 14 per cento(ammonterebbero attualmente a 9 miliardidi euro). La Commissione calcola che gliStati Uniti spendono per la ricerca nelsettore della difesa sette volte di più dellaspesa complessiva degli Stati membri del-l’UE.

Nella Comunicazione la Commissioneeuropea propone un piano d’azione voltoin particolare a:

potenziare il mercato interno delladifesa e della sicurezza. La Commissioneintende garantire la piena applicazionedella direttiva 2009/81 in materia di ap-

palti nel settore della difesa e delle sicu-rezza e della direttiva 2009/43 relativa aitrasferimenti intra-UE di prodotti per ladifesa. In particolare, la Commissione af-fronterà le distorsioni del mercato, assi-curando la rapida eliminazione delle com-pensazioni economiche utilizzate dagliStati membri per difendersi dagli acquistidi fornitori non nazionali e promuoveràun cambiamento della prassi in uso negliStati membri in tema di appalti. La Com-missione intende, inoltre, contribuire amigliorare la sicurezza dell’approvvigiona-mento tra Stati membri, avviando un pro-cesso consultivo con l’obiettivo di indurregli Stati membri ad assumere un impegnoa livello politico per garantire reciproca-mente la fornitura, commissionata o con-cordata, di beni, materiali o servizi delladifesa e pubblicherà un Libro verde sulcontrollo delle capacità industriali nel set-tore della difesa e sicurezza;

rafforzare la concorrenzialità dell’in-dustria europea. A tale scopo la Commis-sione svilupperà una politica industrialedella difesa basata su due direttrici:

sostegno alla concorrenzialità –compresa l’elaborazione di standard dinormalizzazione « ibridi » su prodotti perapplicazioni sia civili che militari, pro-muoverà un approccio comune per lacertificazione a livello europeo dei pro-dotti per la difesa a vantaggio dei mercatidella difesa e della sicurezza;

sostegno alle PMI – compreso losviluppo di strumenti strategici europeiper la partnership di cluster atti a fornirecollegamenti con altri cluster e sostenerele PMI della difesa nel contesto dellaconcorrenza globale, avvalendosi anche distrumenti di sostegno alla PMI come ilProgramma COSME e il ricorso ai fondistrutturali e di investimento europei;

sfruttare il potenziale a duplice usodella ricerca e rafforzare l’innovazione alfine di garantire l’uso più efficiente dellerisorse dei contribuenti europei. In parti-colare: incentrando il proprio impegnosull’eventuale arricchimento reciproco fral’ambito della ricerca civile e militare, sul

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potenziale a duplice uso nel settore dellospazio, sulle comunicazioni satellitari go-vernative militari e sulla sviluppo di ca-pacità dell’UE di immagini satellitari adalta risoluzione; sviluppando un progettoglobale per aiutare le Forze armate aridurre il loro consumo di energia e pro-muovere azioni concordate in tema dienergie rinnovabili ed efficienza energe-tica;

rafforzare la dimensione interna-zionale dell’industria della difesa europea.In particolare, la Commissione europeaintende istituire un dialogo con le partiinteressate sulle modalità di sostegno del-l’industria europea della difesa sui mercatiterzi, valutando, altresì, le modalità concui le istituzioni dell’UE potrebbero favo-rire i fornitori europei nei casi in cui unasola società europea si trovi a competerecon fornitori di altre parti del mondo. Intema di controllo delle esportazioni laCommissione presenterà un rapporto sullavalutazione d’impatto relativa all’applica-zione del regolamento (CE) n. 428/2009 edarà seguito al documento con una co-municazione che delinea una visione alungo termine per i controlli sulle espor-tazioni strategiche dell’UE e le iniziativeconcrete per adeguare i controlli sulleesportazioni alle condizioni tecnologiche,economiche e politiche in rapido muta-mento. A tale proposito la Commissioneindica che è possibile che vengano elabo-rate proposte di modifiche legislative alsistema UE di controllo sulle esportazioni.

Raccomandazioni al Consiglio europeo.

Nella comunicazione la Commissioneinvita il Consiglio europeo di dicembre2013 ad avviare un dibattito sulla basedelle seguenti raccomandazioni di carat-tere generale:

le decisioni in materia di investimentie capacità per la sicurezza e la difesadovrebbero essere fondate su una com-prensione comune delle minacce e degliinteressi. Occorre pertanto che l’Europasviluppi, a tempo debito, un approccio

strategico che comprenda tutti gli aspettidella sicurezza militare e non militare;

la politica di sicurezza e di difesacomune è una necessità e deve esseresupportata da una nuova politica europeacomune delle capacità e degli armamentidi cui all’articolo 42 del TUE;

al fine di garantire la coerenza deglisforzi la PSDC deve essere strettamentecoordinata con altre politiche pertinentidell’UE;

sviluppare una strategia industrialeper la difesa europea, basata sulla comunecomprensione del grado di autonomia chel’Europa intende mantenere nelle areetecnologiche critiche;

per mantenere un’industria concor-renziale, in grado di produrre le capacitànecessarie a prezzi accessibili, è essenzialerafforzare il mercato interno della difesa edella sicurezza e creare condizioni checonsentano alle imprese europee di ope-rare liberamente in tutti gli Stati membri;

in tempi caratterizzati da forti restri-zioni di bilancio è particolarmente impor-tante stanziare ed impiegare le risorsefinanziarie in modo efficiente. Ciò implica,tra l’altro, la riduzione dei costi operativinonché la messa in comune della do-manda e l’armonizzazione delle prescri-zioni in campo militare;

per dimostrare il reale vantaggio delcontesto UE è necessario individuare unprogetto comune per le capacità fonda-mentali nel settore della difesa, per lequali potrebbero essere pienamente mo-bilitate le politiche dell’UE.

In base alle discussioni che verrannocondotte dal Consiglio europeo nel dicem-bre del 2013, la Commissione svilupperà,per i settori definiti nella comunicazione,una tabella di marcia dettagliata con l’in-dicazione di azioni concrete e del calen-dario di attuazione.

Per la preparazione e l’applicazione ditale tabella di marcia la Commissioneistituirà un apposito meccanismo di con-

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sultazione, con il coinvolgimento del AEDe del SEAE, che fungerà da interfaccia conle autorità nazionali.

Posizione del Parlamento europeo.

Il Parlamento europeo ha approvato il12 settembre 2013 una risoluzione sullostato attuale delle strutture militari euro-pee e le loro prospettive future.

La risoluzione evidenzia come l’Unionesoffra di un’insufficiente capacità di rea-gire alle crisi internazionali e sottolineacome le strutture e le capacità militaricostituiscano parte integrante dell’approc-cio globale dell’UE alla gestione della crisi

Si esprime preoccupazione per le ridu-zioni dei bilanci nazionali per la difesa eper l’assenza di un effettivo coordina-mento tra gli Stati membri per colmare idivari in termini di capacità e si esortanogli Stati membri a invertire tale tendenzaattraverso una maggiore cooperazione,messa in comune e condivisione.

La risoluzione invita gli Stati membri amigliorare la qualità della difesa europeaattraverso il rafforzamento delle strutturemilitari dell’UE. In particolare, la risolu-zione chiede di istituire all’interno delServizio per l’azione esterna (SEAE) unQuartier generale permanente civile e mi-litare – anche attraverso il ricorso ad unacooperazione strutturata permanente – esottolinea che si deve trattare di unastruttura civile-militare, responsabile dellapianificazione e della conduzione sia dimissioni civili che di operazioni militaridell’UE, con catene di comando civili emilitari distinte.

Al riguardo già in passato alcuni Statimembri si erano fatti portavoce di questarichiesta, l’ultima volta nel novembre2011, quando Francia, Germania, Italia,Polonia e Spagna avevano chiesto formal-mente all’Alto Rappresentante di studiaremisure in grado di fornire all’UE « capa-cità critiche », come appunto un Quartiergenerale che rafforzasse le capacità diconduzione integrata dell’UE.

La risoluzione chiede, inoltre, di raf-forzare i gruppi tattici dell’UE (i cosiddettiBattlegroups, unità militari multinazionali

di circa 1500 uomini, pronte al dispiega-mento in ogni momento grazie ad unsistema di rotazione delle truppe). Si pro-pone, inoltre, di avviare una riflessione suprocedure semplificate per l’impiego deigruppi tattici europei per periodi di tempolimitato e si chiede di avviare una revi-sione del meccanismo Athena, che regolail finanziamento dei costi comuni neces-sari per l’attuazione delle operazioni del-l’Unione europea con implicazioni nel set-tore militare o della difesa, prevedendo unampliamento della tipologia dei costi daconsiderare comuni. La risoluzione sotto-linea come i gruppi tattici restino unarisorsa limitata nelle dimensioni e nellasostenibilità, ben lontana dunque da unostrumento di intervento a carattere uni-versale previsto dagli obiettivi di Helsinkidel 1999 di creare una forza di 60 milauomini dispiegabile in 60 giorni, obiettivodel tutto fuori portata dalle attuali capa-cità europee.

Invita a un ruolo più attivo della Agen-zia della difesa europea (EDA) nel pro-muovere lo sviluppo da parte dei sistemi didifesa nazionale di capacità integrate ecoordinate ed esorta gli Stati membri afornire all’Agenzia finanziamenti adeguati.

La risoluzione chiede, poi, che sia va-lutata la possibilità di istituire un depositopermanente della PSDC (con funzioni si-mili all’Agenzia di supporto della NATO)che fornisca un sostegno multinazionaleintegrato alle strutture militari dell’UE eagli Stati membri, comprese le attrezza-ture essenziali per tutte le missioni, evi-tando onerose procedure d’appalto ed in-vita gli Stati membri a prendere in con-siderazione una titolarità congiunta di al-cune capacità dispendiose, in particolarele capacità spaziali, gli aeromobili a pilo-taggio remoto o le risorse di trasportoaereo strategiche.

La risoluzione, da ultimo:

sottolinea l’importanza strategicadella industria della difesa europea e ri-leva con preoccupazione la crescente di-pendenza da tecnologie non europee chepotrebbero minare l’autonomia europea.Si deplora la riduzione degli stanziamentiprevisti dai bilanci nazionali e favore della

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ricerca nel settore della difesa e la loroframmentazione su base nazionale;

incoraggia una qualche forma di ra-zionalizzazione e un migliore coordina-mento delle numerose iniziative di parte-nariato bilaterale/regionale/multilateralefinalizzate alla messa in comune dellerisorse e alla promozione dell’interopera-bilità, in grado di apportare contribuitialle operazioni di coalizione UE, ONU,NATO o ad hoc;

ribadisce il pieno sostegno a strutturee progetti europei nell’ambito dell’istru-zione e della formazione e sottolinea, inparticolare, il contributo dell’Accademiaeuropea per la sicurezza e la difesa(AESD) alla promozione di una culturadella sicurezza comune, nonché il suopotenziale ai fini dell’identificazione edello sviluppo di progetti collaborativi traistituzioni nazionali in grado di ridurre icosti;

per quanto riguarda i rapporti UE-NATO sottolinea che il rafforzamentodelle capacità militari europee attraversostrutture dell’UE rafforzate va a beneficioanche della NATO e contribuisce a unapiù equa distribuzione degli oneri all’in-terno dell’Alleanza ed esorta il Vicepresi-dente/Alto rappresentante e il Segretariogenerale della NATO a instaurare conurgenza una collaborazione molto piùstretta e più regolare a livello politico aifini della valutazione dei rischi, della ge-stione delle risorse, della pianificazionestrategica e dell’esecuzione delle opera-zioni civili e militari;

incoraggia gli Stati membri che lodesiderano a procedere ad un coopera-zione strutturata permanente in materiadi difesa europea, che deve comprendere,in particolare, l’istituzione di un quartieregenerale operativo permanente dell’UE; ilfinanziamento comune delle operazioni direazione rapida in cui sono utilizzati igruppi tattici dell’UE; l’impegno a contri-buire al registro dei gruppi tattici, conregole d’ingaggio allineate e procedure de-cisionali razionalizzate.

L’accordo su una cooperazione strut-turata permanente dovrebbe, inoltre, com-prendere impegni ai fini di: un coordina-mento strutturato nella pianificazionedella difesa; una valutazione e revisionecomuni della creazione delle capacità;maggiori finanziamenti per l’Agenzia eu-ropea per la difesa.

Conferenza interparlamentare sulla politicaestera e di sicurezza e sulla di sicurezzae difesa comune (Vilnius, 4 – 6 settem-bre 2013).

Nella conclusioni adottate dall’ultimaConferenza interparlamentare sulla poli-tica estera e di sicurezza (PESC) e sulla disicurezza e difesa comune (PSDC) che si èsvolta a Vilnius dal 4 al 6 settembre 2013,per quanto riguarda in particolare le ini-ziative in vista del Consiglio europeo delladifesa di dicembre 2013:

si chiede al Consiglio europeo diformulare proposte per: a) rendere piùveloce il processo decisionale della PSDC;b) il finanziamento delle operazioni PSDC;c) l’avvio di cooperazione strutturate; d) ilfuturo dei gruppi tattici dell’UE. Si invita,inoltre, il Consiglio europeo a definire unatabella di marcia con scadenze specificheper la realizzazione di progressi in materiadi difesa;

si ritiene che la cooperazione UE-NATO sia essenziale per invertire il de-clino della difesa europea e per rafforzareil pilastro europeo dell’Alleanza transa-tlantica e che sia necessario un più strettocoordinamento nella pianificazione tral’UE e la NATO per evitare duplicazioni;

si chiede di definire chiare prioritàgeografiche e di impegno in modo dafornire una guida ai programmi di acqui-sizione e si chiede un più efficiente coor-dinamento regionale tra le diverse mis-sioni PSDC, in particolare tra quelle che sisvolgono nella stessa area geografica;

si sottolinea il ruolo importante dallaEDA nel razionalizzare le esigenze di ap-provvigionamento di difesa in tutta l’UE;sottolinea che si dovrebbe fare uno sforzo

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maggiore per coordinare all’interno del-l’UE e con la NATO la specializzazionesulle capacità, in modo da identificare lecapacità in eccesso che non corrispondonoad esigenze operative;

che la standardizzazione e l’uso dinorme comuni ibride (in ambito sia mili-tare che civile) rafforzerebbero la coope-razione e l’interoperabilità tra le forzearmate europee;

si ritiene che una forte base indu-striale e tecnologica europea nel settoredella difesa è essenziale per mantenere lecapacità di difesa europee e si sottolineache l’industria europea della difesa non èsolo importante per la sicurezza dell’Eu-ropa, ma contribuisce anche alla crescitaeconomica, fornisce posti di lavoro e pro-muove l’innovazione.

Conclusioni del Consiglio europeo sullapolitica di sicurezza e di difesa comune(del 25 novembre 2013).

In linea con le conclusioni del dicembre2012, nelle quali il Consiglio europeo haespresso l’impegno di rafforzare l’efficaciadella politica di sicurezza e di difesacomune quale contributo concreto allagestione delle crisi a livello internazionale,l’Alto rappresentante/capo dell’Agenziaeuropea per la difesa ha presentato la suarelazione recante ulteriori proposte eazioni di rafforzamento della PSDC, cheapporta un essenziale contribuito al Con-siglio europeo sulla sicurezza e la difesaprevisto nel dicembre 2013.

Il Consiglio è convinto che l’UE, tramitela PSDC e altri strumenti, abbia un ruoloimportante nella prevenzione e gestionedei conflitti e delle loro cause attraverso ilsuo approccio globale, del tutto unico.

Sottolineata l’importanza della collabo-razione strategica con i partner, il Consi-glio evidenzia che sotto il profilo dellasicurezza l’UE affronta sfide di lunga datain un quadro geostrategico complesso e inrapida evoluzione e in un contesto di crisifinanziaria che sfida le capacità di sicu-rezza e di difesa dei paesi europei. È intale contesto gli Stati membri sono chia-

mati rinnovare l’impegno assunto per ilmiglioramento della disponibilità delle ne-cessarie capacità e per la promozione diuna base industriale e tecnologica di difesaeuropea più integrata, sostenibile, innova-tiva e competitiva, capace anche di assi-curare occupazione, crescita ed innova-zione.

Premessa la necessità di promuovereuna strategia di comunicazione sulle te-matiche di difesa e sicurezza capace dicoinvolgere maggiormente i cittadini, ilConsiglio sottolinea l’esigenza che tali set-tori possano avvalersi di livelli di spesasufficienti e rileva la necessità, a frontedella scarsità delle risorse nazionali edell’Unione, di un migliore coordinamentoche consenta l’ottimizzazione dell’impiegodi tali risorse. Gli sforzi di ottimizzazionedovrebbero tuttavia insistere su una piùchiara definizione del ruolo strategico del-l’UE e delle sue priorità, fondata anche sulcontributo alla sicurezza globale fornitograzie all’approccio globale, nonché sul-l’esperienza maturata con le missioni eoperazioni PSDC.

Il Consiglio attende con interesse laprossima discussione tra capi di Stato o digoverno che fornirà un orientamento stra-tegico per rafforzare la PSDC e intensifi-care la cooperazione nel settore dellasicurezza e della difesa in Europa, con-formemente al trattato di Lisbona, e invitail Consiglio europeo a considerare l’even-tualità di chiedere all’alto rappresentantedi presentare le sue prime osservazioni adalto livello, alla luce delle consultazionicon gli Stati membri, nella primavera del2015.

Il Consiglio, che si propone di tornaresulle questioni della sicurezza entro ilprimo semestre del 2014 sulla scorta diuna relazione sullo stato dei lavori, invitail Consiglio europeo continuare ad occu-parsi della questione sulla scorta del con-tributo fornito dall’Alto rappresentante,anche in qualità di vicepresidente dellaCommissione europea, segnatamente at-traverso il servizio europeo per l’azioneesterna e l’Agenzia europea per la difesa,nonché dalla Commissione europea.

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5.3. Posizioni espresse dal Governo italianoin sede europea.

Non paper « More Europe ».

Il Governo italiano ha presentato amarzo 2013 ai partner europei, in sede diConsiglio dell’UE, proposte sulla difesaeuropea in vista del Consiglio europeo deldicembre 2013, sotto forma di un nonpaper intitolato « More Europe ».

Nel documento si indicano le necessitàdi gettare le basi per una rinnovata co-munità transatlantica di sicurezza sullabase di una più forte presenza europea siaper quanti riguarda le capacità che perquanto riguarda l’impegno politico, chenon sia sostitutiva della NATO, ma cheanzi rinforzi la operazione euro-atlantica.Senza una reale ed efficace coordinazionedelle pianificazioni di difesa nazionali gliStati europei sono destinati a perdere lacapacità di garantire la propria sicurezza.Gli Stati membri devono dunque superarele riserve nazionali ed essere pronti aconcordare un certo livello di reciprocainterdipendenza. Tale cooperazione sirende necessaria sia per motivi di bilancio(diminuzione delle risorse finanziarie di-sponibili) sia per motivi strategici e geo-politici (sfide alla sicurezza con carattereormai globale). Una PSDC più forte edefficiente è considerata come il prerequi-sito per condividere una maggior partedelle sfide globali con i partner ed alleatidell’Europa.

Il non paper indica, in particolare lanecessità di sviluppare un confronto insede europea sui seguenti argomenti:

superamento della distinzione tradi-zionale tra dimensione interna ed esternadella sicurezza attraverso un approccioalle sfide globali di « diplomazia preven-tiva ». A tal fine si propone di esplorare lapossibilità di una interpretazione più am-pia delle disposizioni relative alla clausoladi solidarietà (articolo 222 del Trattato sulfunzionamento dell’UE), che la lettera delTrattato limiterebbe ad eventi all’internodel territorio dell’UE, in cui la territoria-

lità strettamente europea non sarebbe piùuna precondizione per la sua applicazione;

integrazione e coordinamento dellapianificazione delle operazioni militari edelle missioni civili, riorganizzando lestrutture e le procedure per lo sviluppo dimissioni con maggiore integrazione degliaspetti strategici militari e civili;

definizione di nuovo processo di pia-nificazione delle difesa europea, con ilquale preservare le complessive capacitàeuropee attraverso una migliore alloca-zione e coordinazione delle risorse dispo-nibili. A tal fine, il piano europeo disviluppo delle capacità dovrebbe: funzio-nare automaticamente sulla base di unciclo predefinito; essere sincronizzato conil processo di pianificazione della difesa inambito NATO; essere capace di orientarei processi di sviluppo delle capacità na-zionali; assicurare che il contributo diforze e capacità di ciascuno Stato siaconsistente con il suo effettivo potenziale,al fine di un miglior equilibrio nella con-divisione degli sforzi;

sviluppo maggiore di forze multina-zionali, al fine non solo di condividere icosti, ma anche di promuovere una mag-giore integrazione tecnica ed operativa. Atal fine occorre una discussione su unincremento dell’utilizzo e della flessibilitàdei battaglioni tattici (battlegroup);

creazione di un vero mercato unicodelle difesa europea, rafforzando altresì labase industriale e tecnologica della difesaeuropea. A tal fine occorre incoraggiare lacooperazione industriale, aumentare laconcorrenza, in particolare a vantaggiodelle piccole e medie imprese. Occorre-rebbe valutare la possibilità di estendere ilricorso a strumenti finanziari innovativicome i project bonds anche per il finan-ziamento dell’industria e della ricerca tec-nologica nel settore della difesa;

promozione di una rete di forma-zione militare europea, con un maggiorruolo del College per la sicurezza e ladifesa europea, promuovendo una mag-

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giore integrazione dei processi di forma-zione militare e lo sviluppo di un curri-culum comune.

Documento di riflessione sul rafforzamentodella collaborazione UE-NATO.

Successivamente Italia, Lituania, Polo-nia e Paesi Bassi hanno presentato nel-l’aprile 2013 un documento di riflessionesul rafforzamento della collaborazioneUE-NATO, che auspica una più strettacollaborazione UE-NATO e propone di:

dare più regolarità ai contatti e aldialogo fra le due Organizzazioni, allar-gando lo spettro delle tematiche discusse;

rafforzare i meccanismi di coopera-zione come l’UE-NATO Capability Group eistituire un comitato congiunto per lagestione delle crisi;

lavorare allo sviluppo di capacità mi-litari condivise, ad esempio armonizzandol’European Capability Development Plancon il NATO Defence Planning Process. Èimportante assicurare che nello sviluppodi capacità nelle due Organizzazioni sievitino duplicazioni;

migliorare la reazione alle crisi e loscambio di informazioni;

ampliare l’interazione civile-militarenei teatri di crisi;

estendere la cooperazione a nuovisettori, come la sicurezza energetica e leminacce cibernetiche.

Negli ultimi mesi il Segretario generaledella NATO, Rasmussen, ha ribadito in piùoccasioni la necessità del rafforzamentodella difesa europea, della complementa-rietà degli sforzi NATO ed UE e l’oppor-tunità di bilanciare con un crescente im-pegno degli Alleati continentali il nuovoorientamento militare americano verso iquadranti asiatico e pacifico.

6. Considerazioni conclusive.

1. Gli elementi raccolti nel corso del-l’indagine conoscitiva, sia per l’ampiezza

dei soggetti auditi, sia per il considerevolemateriale depositato e quello acquisito agliatti dell’indagine, hanno consentito di de-lineare un quadro generale su diversiprofili che riguardano i sistemi d’arma esulle principali questioni attinenti al temadella difesa europea.

La quantità di informazioni raccoltedalla Commissione ha suscitato una seriedi riflessioni che certamente meritano unfuturo approfondimento, anche in consi-derazione della delicatezza della materiatrattata e nella consapevolezza che lescelte di un Paese in tema di difesa eancor più quelle che riguardano gli arma-menti sono scelte che attengono alla sicu-rezza dei suoi cittadini e al ruolo inter-nazionale del Paese.

Ciò premesso in linea generale, il primoelemento che è emerso dall’indagine, e sulquale si sono raccolti numerosi e autore-voli contributi attiene alla complessitàdello scenario, in cui il nostro Paese saràchiamato ad operare.

Denominatore comune di larga partedelle audizione svolte è la preoccupazionemanifestata in merito alla continua evo-luzione e all’instabilità dello scenario in-ternazionale e geostrategico.

È stato fatto presente come numerosifocolai di tensione e crisi interne a singoliStati sono potenzialmente in grado didestabilizzare intere regioni e contribui-scono a delineare un quadro della sicu-rezza quanto mai complicato e impreve-dibile ed è stato, altresì, evidenziato comel’emergere di nuovi attori quali Cina, Indiae Brasile, incida sul quadro strategico equello degli equilibri geopolitici.

La presenza di forti squilibri commer-ciali in diverse aree del pianeta e forticompetizioni economico-politiche, possonoconsiderarsi anch’essi come possibili mi-nacce alla stabilità e alla sicurezza inter-nazionale, in quanto non si può escludereche « alla fine uno o più attori decidano diusare la scorciatoia della guerra » (7) peril conseguimento dei propri obiettivi.

(7) Cfr. Audizione Prof. Politi, cit.

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Al contempo, è stata, altresì, espressada più parti la considerazione secondo laquale alcuni importanti fattori di rischiodevono essere affrontati con strumenticomplessivi, ed in particolare quelli dellacooperazione, della diplomazia, della po-litica estera e del rispetto dei trattatiinternazionali attraverso la reciprocità deicontrolli.

Per quanto attiene, ad esempio, alloscacchiere del Mediterraneo, la collabora-zione in ambito europeo deve essere raf-forzata, anche e soprattutto nel settorecivile e dell’aiuto umanitario con l’obiet-tivo di realizzare un’area di pace e distabilità politica.

2. A fronte di tale contesto geopolitico,la realizzazione di una maggiore integra-zione a livello europeo nel settore dalladifesa rappresenta un obiettivo condivisodall’ampia platea dei soggetti ascoltatidalla Commissione difesa, i quali, purindividuando talune difficoltà nella realiz-zazione di questo importante obiettivo,hanno sottolineato i vantaggi che un raf-forzamento della politica di sicurezza edifesa comune, nell’ambito della più ge-nerale politica estera e di sicurezza co-mune, può comportare al sistema delladifesa in termini operativi, capacitivi edeconomici.

La prima considerazione favorevole aduna dimensione europea della difesa, siricollega proprio al richiamato quadrogeopolitico e alla necessità di un raffor-zamento dell’integrazione tra stati, qualecontributo concreto alla prevenzione e allagestione dei conflitti a livello globale e perfar fronte alle sfide che si profilano intermini di sicurezza. All’imprevedibilità ealla complessità delle minacce, è statofatto notare da più parti, occorre poterrispondere, sia con una chiara strategia disicurezza e difesa europea, sia con latempestività e la flessibilità di strumenticomuni integrati e sostenibili da un puntodi vista finanziario.

La seconda considerazione favorevoleal rafforzamento della dimensione euro-pea si ricollega al generale quadro finan-

ziario dei Paesi europei e alla contrazionedei bilanci della difesa di tutti gli statimembri.

In tale contesto la possibilità di realiz-zare uno strumento di difesa comune edintegrato è stata considerata come un’ipo-tesi non solo auspicabile, ma in alcuni casinecessaria, in quanto consentirebbe di evi-tare inutili sovrapposizioni di capacità, distrumenti militari e di spese.

Al riguardo, la riflessione si è concen-trata su due particolari esempi che sonostati considerati particolarmente significa-tivi di questa duplicazione: il programmaForza NEC per quanto concerne i sistemid’arma e i poligoni, con riferimento al-l’addestramento del personale militare.

Nel primo caso, nel corso delle audi-zioni è stato fatto notare come analoghiprogrammi sono in corso di esecuzione inaltri Paesi europei « I tedeschi hanno illoro programma, l’Infanterist der Zukunft.I francesi hanno RITA e FELIN. Gli inglesihanno FIST, J-TAS ed ELSA. Tutti questiprogrammi » ha osservato il professor Po-liti « fanno esattamente la stessa cosa » .Analoga considerazione è stata espressadal dottor Festucci, Segretario generaledella federazione aziende italiane per l’ae-rospazio, il quale ha rilevato che in Eu-ropa esistono molti « soldati futuri », chenon sono compatibili l’uno con l’altro. « Sesi cominciasse a capire l’esigenza di farneuno solo, per efficientare i costi e anche ilsistema, probabilmente faremmo unabuona operazione ».

Sul versante dell’addestramento delpersonale militare, è stato invece eviden-ziato l’alto numero di poligoni esistenti inalcune Regioni del nostro Paese ed è stataprospettata la possibilità che attraversouna maggiore integrazione europea nelsettore della difesa e la condivisione distrutture addestrative, si possa perveniread una loro razionalizzazione, con bene-fici, sia in termini di costi operativi, maanche per le popolazioni interessate chesopportano oggettivi disagi dalla presenzadi un elevato numero di poligoni nelle loroaree.

Da ultimo, nel corso delle audizioni, indiverse occasioni, è stata manifestata l’op-

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portunità di superare l’attuale frammen-tazione del sistema industriale della difesaeuropea, in quanto la presenza di unapluralità di mercati nazionali è conside-rata un ostacolo alla competitività e allosviluppo di economie di scala.

Con particolare riferimento all’indu-stria della difesa italiana, annoverabile trale principali a livello europeo e, per alcunespecificità, a livello mondiale, le opportu-nità di un ulteriore sviluppo di questocomparto e del suo bacino occupazionale,dotato di maestranze particolarmente qua-lificate è in parte legato alla capacità delnostro Paese di affermarsi sulla scenaeuropea come uno degli attori principalidel settore, disponibile a mettere a dispo-sizione le proprie specificità industriali etecnologiche per la realizzazione di pro-grammi comuni, maggiormente efficaci edeconomicamente sostenibili, in un’ottica dicondivisione delle singole peculiarità deidiversi Paesi.

3. Il richiamo ad una forte integrazioneeuropea nel settore della difesa è statoricorrente anche nel corso dell’indagineconoscitiva più direttamente rivolta ad unaricognizione dello stato attuale dei sistemid’arma nel nostro Paese.

In questo ambito la Commissione haraccolto una serie di elementi di valuta-zione che oltre al dato meramente nume-rico riguardante i principali programmi incorso di esecuzione attengono più generi-camente alle singole esigenze operativedelle forze armate e alle iniziative che siintendono intraprendere per garantire lapiena operatività dello strumento militarein un quadro finanziario caratterizzato,rispetto al passato, da un minor numero dirisorse finanziarie a disposizione.

I Capi di stato maggiore di tutte leForze armate hanno espresso forte preoc-cupazione per il generale quadro finan-ziario di riferimento, ma hanno, altresì,valutato positivamente i principi di razio-nalizzazione dello strumento militare pre-visti dalla recente legge n. 244 del 2012che consentiranno di assicurare una piùequilibrata ripartizione delle risorse finan-

ziarie nell’ambito delle principali voci delbilancio della difesa (personale, esercizioed investimento).

La prevista riduzione del personale mi-litare e civile della difesa e la conseguenterazionalizzazione delle strutture militariconsentirà infatti di destinare all’operati-vità e all’ammodernamento dello stru-mento militare un maggior numero dirisorse con l’obiettivo ultimo di realizzareuno strumento militare numericamentepiù limitato, ma certamente più efficace,dotato di strumenti operativi efficaci edintegrati con i sistemi operativi dei Paesialleati in ambito europeo ed internazio-nale.

Sono state ribadite a livello istituzio-nale talune informazioni già contenute nelDocumento Previsionale Programmaticodel Ministero della Difesa per il triennio2013-2015 e riguardanti le iniziative direvisione dei programmi attualmente incorso in vista di una pianificazione degliinvestimenti mirata non alla singola piat-taforma ma alla capacità operativa daperseguire in un’ottica interforze e nel-l’obiettivo di prevenire aggravi di oneri perl’amministrazione Pubblica.

Inoltre, sono state fornite informazionisu specifici programmi della difesa attual-mente in corso di realizzazione, sul pos-sibile sviluppo dual use di taluni sistemid’arma, sulla necessità di potenziare al-cune sistemi di difesa a fronte cyber ter-rorismo e il cyber warfare.

La quantità di informazioni raccoltedalla Commissione provenienti da soggettiautorevoli e qualificati ha consentito disvolgere una serie di riflessioni su profiliimportanti della complessa materia deisistemi d’arma. Al contempo, è emersaperò la necessità di approfondire ulterior-mente alcune questioni anche in conside-razione della loro rilevanza e dell’estremointeresse della collettività su questi temi.

Con riferimento, poi, ad alcuni pro-grammi di acquisizione di sistemi d’armain corso di esecuzione, quali ad esempio ilprogramma Forza Nec o il programmaF35, anche in considerazione dell’ingentenumero di risorse pubbliche investite, ap-pare opportuno che il confronto istituzio-

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nale su questi programmi, nell’ambitodelle rispettive competenze, sia mantenutocostante. Più in generale, è stata ribaditala necessità di pervenire quanto primaall’elaborazione di un libro bianco dellaDifesa che consenta di avviare una rifles-sione profonda sulle ragioni e i modi dicerte scelte e, come è stato evidenziato dalprofessor Nones « eventualmente anchecorreggerle ».

È stato, altresì, ribadito che qualsiasiscelta in materia di difesa non può pre-scindere dal precetto di cui all’articolo 11della Costituzione che ripudia la guerraquale strumento di risoluzione dei conflittied è stato ricordato l’impegno dell’Europa,della NATO e delle Nazioni unite per ilmantenimento della Pace e della sicurezzadei popoli.

Sul versante parlamentare, un ricono-scimento unanimemente positivo è statoespresso nei confronti di quegli strumentinormativi previsti dalla recente riformasulla revisione dello strumento militare,finalizzati ad assicurare un adeguato con-trollo parlamentare sul corretto ed effi-ciente utilizzo delle risorse destinate alfinanziamento dei programmi di arma-mento, in considerazione del carattere diinvestimento strategico che tali programmirivestono per la difesa nazionale e per losviluppo tecnologico e produttivo del no-stro Paese.

Tali strumenti contribuiscono a pro-muovere un dibattito più approfondito econsapevole in materia di difesa in unaottica di sempre maggiore collaborazioneinteristituzionale tra Governo e Parla-mento, fondata sul dialogo, sulla traspa-renza e sulla responsabilità.

4. Le considerazioni conclusive si rial-lacciano doverosamente alle premesse del-l’indagine conoscitiva, come definite dalrelativo programma, deliberato dalla Com-missione il 17 luglio 2013. Tale pro-gramma, prendendo le mosse dal Docu-mento Programmatico Pluriennale per laDifesa per il triennio 2013-2015, ha indi-viduato la priorità di una profonda revi-sione dello strumento militare, nel suocomplesso e nel quadro dell’impegno eu-ropeo, anche per un concreto rilancio

della Politica di sicurezza e di difesacomune. Nello stesso documento è rico-nosciuta « una nuova e più stringente esi-genza affinché il Parlamento possa acqui-sire utili elementi conoscitivi sull’insiemedei programmi di armamento e rinnova-mento dei sistemi d’arma in corso disvolgimento », fissando come finalità ul-tima dell’indagine quella di « un’analisiesaustiva sulla compatibilità dei pro-grammi d’investimento relativi ai sistemid’arma con gli obiettivi della difesa nazio-nale, anche in vista del Consiglio europeodi dicembre ».

Date queste premesse il percorso dellaCommissione, avviato poco dopo l’iniziodella legislatura, si è via via arricchito dicontenuti e spunti derivanti dal vasto di-battito pubblico, e ha dovuto registrarel’elevata sensibilità e il percepibile disagiodell’opinione pubblica di fronte ai datirelativi alla spesa militare, in una fasecaratterizzata da gravi difficoltà economi-che e finanziarie, da una pressante richie-sta di sacrifici e di forte contrazione dellaspesa pubblica nei servizi di caratteresociale.

In conseguenza di ciò, hanno attiratol’attenzione dei cittadini e, dunque, dellaCommissione, i temi relativi ai progetti diprogressiva sostituzione delle linee di voloTornado, AV-8B Harrier e AMX con ilcacciabombardiere per attacco al suolo inprofondità F35 della Lockheed Martin,come pure il dibattito su Forza NEC, sulruolo della Marina militare, nonché sullemissioni militari all’estero e sulla riformadelle Forze armate. L’indagine ha richiestola contestualizzazione di tali temi, tenendoconto di significativi elementi di analisigeostrategica sulla posizione dell’Italia nelmondo, sulla qualità delle minacce che ilnostro Paese deve fronteggiare e sullemodalità della gamma delle risposte che sipossono approntare, come ben si evincesoprattutto dalle audizioni svolte dagli au-torevoli rappresentanti di istituti ed enti diricerca.

Le modalità con cui si è svolta l’inda-gine conoscitiva sono approfonditamenteillustrate nella relazione intermedia depo-

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sitata in Commissione Difesa della Cameranella seduta del 10 dicembre del 2013.

Nelle more della predisposizione dellarelazione conclusiva si è costituito unnuovo Governo. Il Ministro della difesa incarica, sin dalla presentazione degli indi-rizzi programmatici del suo Dicastero haannunciato l’intenzione di procedere allastesura di una nuova edizione di un librobianco della Difesa. Si tratta di un pro-posito sicuramente apprezzabile che rac-coglie e fa propria esigenza di fondo cheè stata all’origine della decisione di svol-gere l’indagine conoscitiva: la necessità,non più rinviabile, di ridisegnare i confinidella spesa militare, con l’obbiettivo dirazionalizzare e ridurre significativamentela quota di spese destinate agli armamenti.

È intenzione della Commissione inte-ragire attivamente anche alla redazionedella proposta definitiva del libro bianco,che dovrà essere votata dal Parlamento.

L’indagine conoscitiva sui sistemid’arma è quindi un tassello – parziale maprezioso – di una complessiva opera diconoscenza e di decisione sull’insiemedella materia della difesa che incombesulla politica, e costituisce un presuppostodal quale non si può prescindere ancheper la stesura di un libro bianco sulmodello italiano di difesa, elaborato nellaprospettiva di una deciso passo in avantinella costruzione di una identità europeadella difesa. Infatti, sia gli atti dell’inda-gine conoscitiva che l’orizzonte europeodovranno costituire le linee guida per lastesura del libro bianco annunciato dalGoverno.

Nel corso dei lavori dell’indagine èstato spesso evidenziato che nel mondoprevalentemente instabile e insicuro, che siè formato dopo la fine dell’equilibrio dualepostbellico, la sicurezza non sia da per-seguire nella sola dimensione militare,bensì attraverso un insieme di misure e dicomportamenti che vadano dalla promo-zione democratica dei diritti umani allacollaborazione allo sviluppo, umano edeconomico, alimentare e sanitario. In que-sto contesto, la specifica dimensione mi-litare della sicurezza – improntata aldettato costituzionale che vincola l’Italia a

ripudiare la guerra come mezzo di riso-luzione delle controversie internazionali ea praticare una politica di attiva promo-zione della pace – resta un’esigenza im-prescindibile del nostro Paese che, comeogni altro, ha l’obbligo di tutelare i propriinteressi strategici da ogni possibile mi-naccia.

Ma gli Stati europei, pur dotati inmisura variabile di mobilità strategica e dibuona capacità militare, difficilmente po-tranno aspirare alla piena autonomia nel-l’esercizio armato della sovranità. Visionistrategiche unilaterali, legate agli interessinazionali e non facilmente superabili, sonoancora attive e vitali, mentre cresce l’esi-genza che si affermi la volontà politica dielaborare visioni e concetti strategici suscala europea, sorretti da una capacitàindustriale integrata. In questo orizzonteeuropeo si dovranno, con più decisione,perseguire politiche volte allo sviluppodella cooperazione, dell’interoperabilità edella convergenza in ambiti specifici (Bat-tlegroup, capacità di intervento rapido,strategia di sicurezza marittima, aerei apilotaggio remoto, rifornimento in volo,cyber security, standardizzazione, coordi-namento delle politiche di ricerca e diquelle industriali per realizzare economiedi scala).

Si tratta di dare impulso alle istanzeche hanno trovato una puntuale defini-zione negli impegni indicati al Governodalle Commissioni affari esteri e difesacon le risoluzioni sulla Politica di Sicu-rezza e di Difesa Comune (PSDC) in vistadel Consiglio europeo del 19-20 dicembre2013, approvate sia alla Camera che alSenato nel dicembre 2013.

All’interno di un’imprescindibile di-mensione europea, in buona parte ancorada costruire, e dell’architettura dellaNATO, di per sé « partner » strategicodell’Italia e dell’Unione europea, la speci-fica situazione del nostro Paese, dal puntodi vista della sicurezza, e’ duplice: da unaparte è saldamente inserito in sistemi dialleanze politiche e militari, che fanno delVecchio Continente un’isola di pace, madall’altra, sul versante sud, si trova inprima linea rispetto a un arco di crisi e di

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instabilità politica che va dal Nord Africaal Medio Oriente e al Corno d’Africa.Ambiti, questi, in cui l’Italia opera, sempreall’interno del diritto internazionale, conmissioni militari, terrestri e navali, di variolivello e ruolo (mentre in Afghanistan èprevisto l’inizio di una missione senzacompiti di combattimento).

Rispetto a questo quadro complesso –in cui prevale l’instabilità e in cui leminacce provengono prevalentemente dasquilibri, tensioni e conflitti intrastatali, ein cui sempre maggiore sarà il ruolo didimensioni tecnico-operative come l’intel-ligence e il dominio cibernetico – il Par-lamento, attraverso questa indagine cono-scitiva sui sistemi d’arma in sede di Com-missione Difesa, ha fatto valere l’esigenzache siano messi a punto aspetti dellapolitica militare meno noti al grande pub-blico. In tal modo si è voluta sottolinearela rilevanza della politica di difesa e sonostate poste le basi perché questa possadivenire l’elemento permanente di un in-formato dibattito civile e di un responsa-bile confronto politico nazionale, orientatoin modo determinato a collaborare siner-gicamente con interventi di razionalizza-zione, necessari alla luce del processo inatto di revisione e della riduzione dellaspesa pubblica complessiva che in quantotale non può escludere quella militare.

In un maturo concetto di democraziafondato sulla conoscenza, il dibattito e lapartecipazione, risulta del tutto centralel’esigenza che sia pienamente valorizzato ilruolo del Parlamento, attraverso il quale,la materia militare, troppo spesso custo-dita da istanze e saperi tecnici e specia-listici, venga integralmente consegnata allacoscienza civile e democratica del Paese.Grazie alla legge n. 244 del 31 dicembre2012, la democrazia parlamentare ha ac-quisito la piena titolarità a trattare alcospetto dell’intero Paese anche questionidi forte impatto politico ed economico, edi notevole spessore tecnico, come i si-stemi d’arma.

Di questa forza e di questa legittimitàdelle istituzioni rappresentative è unesempio serio e coerente l’indagine cono-scitiva, che si presenta libera da condizio-

namenti e di alto livello intellettuale. Essasi è svolta sotto l’azione propositiva delPresidente e dei rappresentanti di tutti igruppi parlamentari, e le relative conclu-sioni intendono fondarsi su una laica in-terpretazione politica dei dati raccolti nelcorso delle numerose audizioni e puntual-mente riscontrabili negli atti della Com-missione.

Conclusivamente, può convenirsi che,nel corso dell’indagine svolta, sono emersielementi di particolare interesse, sia inmerito agli investimenti relativi ai sistemid’arma più onerosi, che in relazione allaassoluta necessità di ottenere concretipassi in avanti, nella realizzazione di unefficace sistema di difesa europea, di se-guito rappresentati.

Tuttavia, al di là degli importanti ri-sultati derivanti da questo lavoro istrutto-rio, svolto in un arco di tempo assaicontenuto, rispetto alla complessità deitemi e fortemente condizionato dall’immi-nenza degli impegni europei del dicembredel 2013, permangono talune esigenze diapprofondimento, che darebbero adito acongetture ed ambiguità se non venisserodichiarate già in questa sede. Infatti, ilpuntuale confronto del lavoro parlamen-tare con il parallelo dibattito all’internodelle stesse istituzioni e nella società civilesui temi della difesa, ha evidenziatol’emergere di questioni di grande rilievo,del tutto meritevoli di trattazione e diaccurata riflessione, che in questa sede siritiene opportuno evocare per dare attodella sensibilità e della capacità di ascoltoda parte della Commissione, nell’auspicioche esse possano costituire oggetto di pros-sime iniziative in sede parlamentare, sia dicarattere conoscitivo che di indirizzo:

1) il rafforzamento dell’identità eu-ropea della Difesa costituisce l’orizzontedentro il quale misurare anche la validitàdei più importanti programmi nazionali. Aquesto fine occorre che, durante il seme-stre di presidenza italiana del Consigliodell’Unione europea, dopo un ventennio dinegligenza da parte dei governi nazionali,il Governo italiano si impegni per riaffer-mare che la PSDC diventi il paradigma sucui valutare i programmi nazionali. Non è

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più rinviabile la costruzione di una poli-tica che incentivi fortemente i paesi ade-renti a realizzare investimenti comuni sulterreno della ricerca e della produzione disistemi d’arma. Su questo punto è statoopportunamente inserito all’ordine delgiorno del Consiglio europeo del dicembre2013 il tema della produzione di velivolisenza pilota, che dovrà coerentemente fi-gurare tra i temi prioritari nell’Agenda delsemestre italiano. Ma non è soltanto que-sto il terreno su cui insistere. L’Agenda deilavori andrebbe ampliata alla necessità diindividuare aree comuni, per svolgere in-sieme l’attività addestrativa di componentiessenziali delle rispettive forze nazionali, acominciare da quei reparti già messi adisposizione dell’Unione come i Battle-group, come figura nella citata risoluzionen. 8-00031, approvata il 18 dicembre 2013dalle Commissioni Affari esteri e Difesadella Camera dei deputati. In altre parolesi tratta di dar vita ad un processo di« approntamento delle Forze » che razio-nalizzi e metta a sistema le attività diaddestramento comune, prima ancora checi si trovi nella necessità di utilizzarlenelle missioni sotto bandiera europea. Cosìcome si deve porre con determinazionel’esigenza di standardizzare a livello eu-ropeo gli equipaggiamenti individuali dibase delle forze di terra – quali i fucilid’assalto, le armi corte, le granate, glielmetti e i giubbotti antiproiettile – comeevidenziato anche nel documento finale(Doc. XVIII, n. 8) approvato dalle Com-missioni riunite IV (Difesa) e X (Attivitàproduttive, commercio e turismo) il 12dicembre 2013, ai sensi dell’articolo 127,comma 2, del Regolamento, sulla Comu-nicazione della Commissione al Parla-mento europeo, al Consiglio, al Comitatoeconomico e sociale europeo e al Comitatodelle regioni « Verso un settore della difesae della sicurezza più concorrenziale edefficiente (COM(2013)542 final) »;

2) con riferimento poi, a ciascunaForza armata, per quanto riguarda l’Eser-cito, il programma più impegnativo sulpiano finanziario e più significativo dalpunto di vista operativo è quello denomi-nato Forza NEC. Su questo programma,

per il quale si prevede un investimentocomplessivo di oltre 20 miliardi di euro,l’indagine conoscitiva ha messo in evi-denza i limiti di una scelta che si proponedi dare continuità agli investimenti inquesto settore, senza che sia stata datauna risposta positiva al tema della realiz-zazione di una significativa interconnetti-vità con i sistemi dei paesi partner, alivello NATO e UE. Appare pertanto og-gettivamente da valutare un ulteriore in-vestimento su questo programma, senzache siano state preliminarmente acquisiteidonee garanzie in merito all’esistenza distandard operativi tra loro compatibili, dautilizzare nel corso delle operazioni per lequali è richiesta una Network EnabledCapability. Anche alla luce dei richiamialle rilevanti audizioni, operati nel para-grafo 4.3, un investimento sul progetto« soldato futuro » potrà dirsi di sicuroritorno finanziario solo quando i diversisistemi nazionali saranno in grado di dia-logare tra di loro;

3) per quanto riguarda l’Aeronauticamilitare, come è noto, vi è la necessità dirinnovare le principali linee di volo. Sitratta di un’esigenza che deve rispondere afondamentali requisiti operativi di difesadello spazio aereo nazionale e alla possi-bilità di pervenire all’assunzione delle ne-cessarie responsabilità in operazioni fuoriaerea. Questo ampio tema è percepitocome strettamente connesso alla questionedell’acquisizione di un cacciabombardieredi profondità, prodotto dalla LockheedMartin, in un primo momento stimata in131 velivoli, ridotti poi a 90, di cui 75destinati all’Aeronautica, come riferito dalGenerale Preziosa. Nel corso dell’indagineè stata sostenuta e con argomenti di varianatura, sia dai vertici militari che dagliesperti auditi, l’ipotesi di una soluzionearticolata sulle due linee di volo, fra lorocomplementari, costituite dagli F35 e dagliEurofighter.

Il rinnovamento e la modernizzazionedelle nostre forze aeree dovrà coniugarsicon la necessità di sviluppare una politicaindustriale nel settore aeronautico, raffor-zando le basi produttive, di ricerca esviluppo delle nostre industrie nazionali

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che operano nel settore. In relazione, poi,al programma Eurofighter, dagli elementiacquisiti nel corso dell’indagine, risultache il medesimo sia pienamente operativo,con importanti prospettive di sviluppocommerciale e tecnologico. Appaiono, per-tanto, destituite di fondamento le consi-derazioni critiche basate su una presuntaobsolescenza di questo programma, comeemerso nel corso delle audizioni di esperti.Il caccia multiruolo Typhoon, non solo hamargini di produzione e di sviluppo an-cora notevolissimi, ma risulterà competi-tivo con il JSF della Lockheed. Questaversione dell’Eurofighter, già realizzatadall’Inghilterra, sarà messa a disposizionedei numerosi alleati europei per le mis-sioni UE, NATO e ONU (Austria, Spagna,Germania e Inghilterra, mentre la Franciautilizzerà le diverse versioni del « Rafale »).È necessario quindi che il nostro Paesemantenga e rafforzi con convinzione lapartecipazione delle aziende italiane aquesto programma, tenendone sotto con-trollo i costi, ma anche avendo presenteche il sistema di work-sharing, che tieneinsieme tutti i programmi di cooperazioneeuropea, garantisce ad ogni Paese ritorniin nessun caso inferiori alle proprie quotedi investimento;

4) per quanto riguarda il programmaF35, i molti dubbi che circondavano ilmedesimo hanno trovato nell’indagine co-noscitiva la sede istituzionale più idoneaad una severa verifica e su taluni aspettianche talune conferme. Infatti, al di làdelle molteplici riserve tecniche e opera-tive, emerse da più fonti, permangonodubbi derivanti dal fatto che:

lo schema di accordo non offresicure garanzie, dal punto di vista dellaqualità e del valore, sul piano di ritorniindustriali e occupazionali significativi inquanto tali ritorni vengono fatti dipenderedalla « capacità che avremo di utilizzare leinfrastrutture create per attrarre la ma-nutenzione » e buona parte delle mae-stranze impiegate per l’F35 saranno sot-tratte all’Eurofighter (si veda l’audizione di

rappresentanti di Finmeccanica del 16ottobre 2010 e l’audizione del professorNones del 1 agosto 2013);

non risulta contrattualmente ga-rantita dal principio del « best value » perle piccole e medie imprese nazionali l’ac-quisizione di commesse o sub commesse,come si evince anche dall’audizione delprofessor Nones del 1 agosto 2013. Giovaricordare a questo proposito, che il supe-ramento del principio del « best value » erastato posto come condizione dal Parla-mento all’atto della approvazione dellarealizzazione dello stabilimento di Cameri,unitamente alla condizione che risultassegarantita la fruizione da parte dell’Italiadei risultati delle attività di ricerca chesaranno sviluppate nell’ambito del mede-simo programma (vedi seduta della Com-missione Difesa della Camera dell’8 aprile2009);

a fronte degli investimenti impe-gnati per realizzare lo stabilimento diCameri non risulta contrattualmente defi-nito un prezzo per l’assemblaggio dellesemiali che garantisca l’ammortamento delcapitale investito e un ragionevole ritorno;

l’occupazione che si genererà a Ca-meri non può considerarsi aggiuntiva ri-spetto a quella attualmente già impiegatanel settore aeronautico ma, solo parzial-mente sostitutiva;

le stime del costo del programmarisultano caratterizzate da un indice divariabilità che non può convivere con leesigenze della nostra finanza pubblica;

l’embargo sull’accesso ai dati sullacosiddetta « tecnologia sensibile » deter-mina un fattore di dipendenza operativada istanze politico-industriali statunitensiche risulta, al momento, non superabile;

tutte le stime dei costi non tengonoconto di quelli aggiuntivi per l’armamentodel velivolo.

Tutto ciò comporta l’esigenza di unamoratoria al fine di rinegoziare l’interoprogramma per chiarirne criticità e costi

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con l’obiettivo finale di dimezzare il budgetfinanziario originariamente previsto.

Come già detto, considerazioni di na-tura finanziaria, operativa e di politicaindustriale, inoltre, spingono a rinnovarela flotta aerea militare su due linee di volo,ovvero con gli F35 e gli Eurofighter, traloro complementari e in grado di operarein ambiente sia NATO che UE. In questastessa ottica appare ragionevole, infine,esplorare anche altre soluzioni, meno im-pegnative dal punto di vista finanziario,per quanto riguarda il rinnovamento degliaerei a decollo verticale. In tal modosarebbe possibile garantire efficacia ope-rativa al nostro strumento militare, e rea-lizzare, nel contempo, le ricadute indu-striali in grado di assicurare una signifi-cativa autonomia alla nostra industria,oltreché ottenere rilevanti risparmi dispesa, che si ha il dovere di conseguirenell’attuale situazione economica e di fi-nanza pubblica;

5) per quanto riguarda la Marinamilitare, un decisivo intervento dell’attualeCapo di stato maggiore ha indicato comepriorità strategica, dal punto di vista ope-rativo, la necessità di un profondo rinno-vamento della nostra flotta. Questa esi-genza è stata ritenuta fondata dal Go-verno, che ha inserito nella legge di sta-bilità per il 2014 un appositofinanziamento pluriennale. Nella stessalegge, all’articolo 37, è stato precisato che,conformemente alle procedure di legge, ivari programmi con cui si realizzerà ilpiano di rinnovamento della flotta sarannosottoposti al parere vincolante del Parla-mento. In quella sede sarà anche possibileriflettere sul nuovo assetto della nostraflotta, in direzione dell’eliminazione diridondanze operative difficilmente soste-nibili, quali potrebbero essere costituitedal mantenimento in linea di due portae-rei;

6) l’indagine conoscitiva ha inoltreconsentito di individuare alcune criticitàpresenti nelle modalità con cui si formanole decisioni sugli investimenti per i sistemid’arma. La prima di queste è riscontrabilenell’esigenza di scongiurare una competi-

zione tra le richieste dei singoli Capi distato maggiore, e di promuovere una sem-pre più radicata e condivisa concezione« interforze ».

Si tratta di un fattore distorsivo attri-buibile a un deficit di collegialità, emersoanche da un’analisi comparata delle au-dizioni dei singoli Capi di stato maggiore.In tale ottica si potrebbe valutare unariconsiderazione dell’attuale normativa suivertici militari nella promozione di uno« spazio istituzionale » significativo in cuicollocare la maturazione di scelte impor-tanti, come quelle sui sistemi d’arma, sullabase di una responsabilità condivisa, adesempio anche valutando l’affidamento diun ruolo consultivo al Comitato dei Capidi stato maggiore di Forza armata, in unrapporto diretto con il Ministro della di-fesa, in materia di sistemi d’arma;

7) un punto centrale è costituito dallanecessità di rendere sostenibile il volumedi investimenti nel settore dei sistemid’arma con gli obiettivi della Difesa qualianche definiti dalla legge n. 244 del 2012e, dunque, compatibilmente con le esi-genze di finanza pubblica. Da questopunto di vista l’ipotesi, avanzata a suotempo dall’allora Ministro della difesa,Giampaolo Di Paola, e richiamata nell’au-dizione del professor Nones del 1 agosto2013, di una più equilibrata ripartizionedelle spese per la « funzione difesa » sullabase del paradigma 50-25-25 (cioè 50 percento per il personale, 25 per cento perl’esercizio e 25 per cento per gli arma-menti), deve essere concretamente perse-guita ponendo un tetto prefissato allerisorse per gli investimenti, per garantirnela stabilità nel tempo.

Richiamando il parere espresso dallaCommissione Difesa sul disegno di legge distabilità per il 2014, a legislazione vigente,il quadro delle spese militari per gli in-vestimenti sui sistemi d’arma può esserecosì riassunto:

3,222 miliardi annui sono assegnati alMinistero della difesa su un totale di 14miliardi per la funzione Difesa;

2,024 miliardi sono assegnati pressoil Ministero dello sviluppo economico per

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alcuni sistemi d’arma (elicotteri NH 90,elicotteri CSAR, M-346, Eurofighter,Fremm, Unità supporto subacqueo, Frec-cia, Sicral, Forza Nec, Piano navale);

1,201 miliardi sono le risorse desti-nate a finanziare le missioni internazio-nali, parte delle quali riguarda i sistemid’arma.

Al momento, quindi, la quota da de-stinare agli investimenti nei prossimi annirisulta superiore al 25 per cento del budgetper la funzione difesa. È possibile per-tanto, ridurla rinunciando, in tutto o inparte, a programmi già pianificati, magarantendo una stabilità di risorse finan-ziarie nel medio-lungo periodo.

Così operando si assesterebbe il budgetdella difesa conformemente ai parametriprevisti dalla recente legge sulla revisionedello strumento militare e si conseguireb-bero risparmi nella spesa militare perarmamenti, non inferiori ad un miliardodi euro annui per il prossimo decennio.Sarebbe, inoltre, possibile, investire di piùe meglio sull’esercizio, con particolare at-tenzione all’addestramento e alla sicurezzadel personale;

8) gli investimenti sui sistemi d’armacostituiscono un elemento di assoluto ri-lievo per la sicurezza del Paese, ed ancheun dato altrettanto significativo per leindustrie del settore, nei confronti dellequali la domanda nazionale ha un doppiovalore, economico dal punto di vista delfatturato e di promozione sui mercatiesterni.

L’assenza nel nostro Paese di un orga-nismo di controllo sulla qualità degli in-vestimenti ne circoscrive le valutazioniall’interno di un circuito chiuso, rappre-sentato dai vertici industriali e dai verticimilitari, che dovrebbe invece essere inte-grato da un livello ulteriore caratterizzatoda responsabilità di tipo politico, a tuttovantaggio della qualità e quantità degliinvestimenti stessi, così come è emerso nelcorso dei lavori. L’autoreferenzialità, pe-raltro, è accentuata dal fenomeno ricor-rente costituito dalla presenza di figure

apicali del mondo militare che vanno adassumere posizioni di rilievo al verticedelle industrie della difesa.

Si hanno fondati motivi per ritenereche occorra introdurre, nel processo de-cisionale, un soggetto autonomo, credibile,con capacità di controllo sulla spesa mi-litare per i sistemi d’arma, la loro imple-mentazione e il loro ammodernamento.Un organo di alto profilo tecnico in gradodi rapportarsi direttamente con il Parla-mento garantendogli la disponibilità diinformazioni significative ed esaurienti.

Così come dovrebbero essere discipli-nate con legge le condizioni da imporreper limitare il passaggio dai vertici militaria quelli delle industrie della difesa, comeemerge anche da analoghi approfondi-menti istruttori svolti dalla Commissionenella precedente legislatura.

La principale misura finora adottata,per allargare la base decisionale di sceltecosì impegnative, è rappresentata dall’ar-ticolo 4, comma 2, della legge n. 244, del31 dicembre 2012. Una norma che, nono-stante le forti resistenze che si sono ma-nifestate da più parti nella prima fase diapplicazione, ha riconosciuto al Parla-mento un ruolo decisivo su tali materie.Queste resistenze, che di fatto vengonoricondotte a questioni procedurali in re-lazione all’allocazione delle risorse finan-ziarie presso ministeri diversi da quellodella difesa, non hanno motivo di esistere,e devono essere superate prevedendo ilparere vincolante da parte del Parlamento,qualunque sia la fonte ministeriale difinanziamento pubblico.

PARERI PARLAMENTARI SUI PRO-GRAMMI D’ARMA DAL 1987 AL 2011

Di seguito sono indicati i programmiterrestri, navali, aerei ed interforze esa-minati dalla commissione Difesa della Ca-mera dei deputati dal 1987 ad oggi.

Programma di acquisizione dellablindo armata Centauro – Esaminato dalComitato permanente per i pareri ed isistemi d’arma nelle sedute del 31 gennaio

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1989, 7 e 14 febbraio 1989. Esaminatodalla Commissione nella seduta del 16febbraio 1989 – Parere favorevole.

Programma di acquisizione del si-stema missilistico Sky-guard-Aspide –Esaminato dal Comitato permanente per ipareri ed i sistemi d’arma nella seduta del16 febbraio 1989. Esaminato dalla Com-missione nella seduta del 28 marzo 1989 –Parere favorevole.

Programma di ammodernamento delsistema di identificazione amico-nemico –Esaminato dal Comitato permanente per ipareri ed i sistemi d’arma nella seduta del14 marzo 1989 – Ritirato.

Programma di acquisizione del si-stema di identificazione NIS (NATO iden-tification system). Esaminato dal Comitatopermanente per i pareri ed i sistemid’arma nella seduta del 4 maggio 1989 –Parere non espresso.

Programmi esaminati congiunta-mente dal Comitato permanente per ipareri ed i sistemi d’arma nella seduta del28 giugno 1989 – Ritirati:

Programma A/R marina militare(costruzione unità navale minore ausiliariaper centro addestramento antimine).

Programma A/R aeronautica mili-tare (rifornimento in volo F-104).

Programma A/R aeronautica mili-tare (sistemi per la goniometria di radioe-missioni da ponti radio).

Programma A/R aeronautica mili-tare (versione Combi per due B-0707Tanker).

Programma di ricerca e sviluppo diun sistema elettroacustico per il progettodel sommergibile anni ’90.

Programma A/R aeronautica mili-tare (infrastrutture programma AM-X).

Programma contrattuale concer-nente lo sviluppo di una famiglia di sistemimissilistici antiaerei futuri FSAF.

Programma A/R aeronautica mili-tare (integrazione dei sistemi radar tridi-mensionali a medio raggio MRCS-403).

Programma A/R aeronautica mili-tare (acquisizione del Modular stand ofweapon).

Programma di ammodernamento(annuale) n. SMA 5 relativo a « Infrastrut-ture programma AM-X » – Seduta del 19ottobre 1989 – Parere favorevole.

Programma SMM/SME/USG 01/89/Isviluppo di una famiglia di sistemi missi-listici antiaerei futuri (FSAF) – Seduta del19 ottobre 1989 – Parere favorevole

Programma di ammodernamento(annuale) n. SMA 1 inteso al conferimentodella capacità di rifornimento in volo deivelivoli F104-S – Seduta del 25 ottobre1989 – Parere favorevole.

Programma di ammodernamento(annuale) n. SMA 8 relativo al conferi-mento di un’adeguata flessibilità di carico(passeggeri e/o materiali) a 2 velivoli ci-sterna B-707 – Seduta del 25 ottobre 1989– Parere favorevole.

Programma di ricerca e sviluppo diun sistema elettroacustico per il progettodel sommergibile anni ’90 – Seduta del 25ottobre 1989 – Parere favorevole.

Programma di ammodernamento(annuale) n. SMA 6 relativo all’acquisi-zione delle componenti telecomunicazioni,supporto logistico e mezzi per la movi-mentazione dei sistemi radar a medioraggio MRCS-403 – Seduta del 25 ottobre1989 – Parere favorevole.

Programma di ammodernamento(pluriennale) n. SMA 7 relativo alla defi-nizione, sviluppo e produzione del sistemad’arma Modular stand of weapon (MSOW)– Seduta del 25 ottobre 1989 – Parerefavorevole.

Programma per la costruzione di unaunità navale minore ausiliaria per il sup-porto logistico mobile alle unità di con-

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tromisure mine e per le attività del centroaddestramento per la guerra di mine (Ma-ricentromine) – Seduta del 25 ottobre 1989– Parere favorevole.

Programma di ammodernamento(pluriennale) n. SMA 9 relativo all’acqui-sizione di n. 3 sistemi per l’intercetta-zione, l’analisi e la goniometria di radioe-missioni da ponti radio – Seduta del 25ottobre 1989 – Parere favorevole.

Programma di A/R pluriennalen. SMM 004/90 L relativo allo sviluppo,assieme a Stati Uniti d’America e Spagna,di una versione dotata di radar del velivoloHarrier II AV-8 B, alla acquisizione di duevelivoli da addestramento biposto HarrierII TAV-8 B ed alla successiva acquisizionedi 16 velivoli Harrier II AV-8 B Plus –Seduta del 22 maggio 1990 – Parere favo-revole.

Programma di ammodernamentopluriennale n. SME/01 A2 101/L relativoall’acquisizione di armi individuali cal.5,56 – Sedute del 17 e 25 luglio 1990 –Parere favorevole.

Programma di ammodernamentopluriennale n. SMM/003 90/I relativo al-l’acquisizione di una « Nave scuola » –Seduta del 25 luglio 1990 – Parere favo-revole.

Programma di ammodernamento(pluriennale) SMA n. 26 relativo allo svi-luppo di un apparato MIDS (sistema mul-tifunzionale di distribuzione delle infor-mazioni in campo tattico) – Sedute del 5marzo, 6 marzo, 10 luglio 1991 e 18 luglio1991 – Parere favorevole.

Programma di acquisizione (SMM005/91-1) di due cacciamine classe Lerici– Sedute del 3 e 23 luglio 1991 – Parerefavorevole.

Programma di A/R pluriennalen. SME/03B1203/N relativo all’acquisi-zione di un carro di seconda generazione(Ariete) – Seduta del 24 settembre 1991 –Parere favorevole.

Programma di ammodernamentopluriennale n. SME/002, relativo all’acqui-

sizione del sistema lanciarazzi leggeroFIROS/30 – Sedute del 1o ottobre e 7novembre 1991 – Parere favorevole.

Programma di acquisizione di unanuova unità rifornitrice di squadra – Se-dute del 17 e 24 settembre, e 5 novembre1992 – Parere favorevole.

Programma di ricerca e sviluppo plu-riennale del sistema missilistico controcarro POLYPHEME (SME001/90) – Sedutadel 24 settembre 1992 e 16 febbraio 1993 –Parere favorevole.

Programma di ammodernamentopluriennale SME 002/92 relativo all’acqui-sizione di un sistema contro carro, a cortagittata, del tipo denominato Panzerfaust 3– Seduta del 24 settembre 1992 e 6 febbraio1993 – Parere favorevole.

Programma di ammodernamentodella marina per lo sviluppo di una unitànavale (SMM 4/93) e per la produzionedell’elicottero EH-101 (SMM 5/93) – Se-duta del 29 giugno 1993 – Parere favore-vole con una condizione.

Programma di A/R dell’Aeronauticamilitare relativo all’acquisizione in leasingdi n. 24 velivoli Tornado ADV dal Governodel Regno Unito – Seduta del 13 gennaio1994 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di ammoder-namento/rinnovamento dell’Aeronauticamilitare SMA-2/94 relativo all’appronta-mento di un sistema di comando e con-trollo mobile (C2M) – Seduta del 20 luglio1994 – Parere favorevole.

Programma di ricerca e di sviluppon. SMM/004/95 recante « Studio di defini-zione di un sistema di propulsione persiluro pesante – Seduta del 29 giugno 1995– Parere favorevole.

Programma SMA 40/95 concernentel’acquisizione di un sistema avanzato diricognizione per il velivolo AM-X – Sedutadel 10 ottobre 1995 – Parere favorevole.

Programma SME/005 concernentel’acquisizione di 150 veicoli corazzati –Seduta del 10 ottobre 1995 – Parere favo-revole con osservazioni.

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Programma SMA 43/95 relativo al-l’acquisizione di 20 sistemi contraerei abassa e bassissima quota – Seduta del 10ottobre 1995 – Parere favorevole con os-servazione e una condizione.

Programma SMA 46/95 concernentel’acquisizione di 4 velivoli C-130H – Se-duta del 10 ottobre 1995 – Parere nonespresso.

Programma SMA 47/95 concernentel’acquisizione del supporto operativo agliapparati di guerra elettronica – Seduta del10 ottobre 1995 – Parere favorevole.

Programma SME/258 concernentel’acquisizione di 250 veicoli blindati PUMA4x4 – Seduta del 10 ottobre 1995 – Parerefavorevole con osservazioni.

Programma di A/R pluriennalen. SMM004/96 « Cooperazione internazio-nale con la Germania per la costruzione disommergibili di nuova generazione » –Seduta del 10 ottobre 1995 – Parere favo-revole.

Programma di investimento USG/SME/SMM/1/95-I « Programma FSAF Fase2 » – Seduta dell’11 ottobre 1995 – Parerefavorevole.

Programma di A/R pluriennale SMM006/96 « Sviluppo e produzione iniziale diun sistema missilistico superficie aria amedio raggio navale » (PAAMS) – Sedutadel 10 gennaio 1996 – Parere favorevole.

Programma di ricerca e sviluppo plu-riennale USG 001/96 relativo ad un si-stema missilistico di difesa aerea a medioraggio (MEADS) con capacità antimissilebalistico, limitatamente alla fase di defi-nizione e validazione – Seduta del 21febbraio 1996 – Parere favorevole conosservazioni.

Programma pluriennale di R/S SME108 relativo alla realizzazione di un vei-colo blindato ruotato di derivazione« CENTAURO » – Seduta del 2 luglio 1996– Parere favorevole con condizione.

Programma pluriennale SME 106 diammodernamento e rinnovamento del-

l’esercito relativo all’acquisizione di quat-trocento « PUMA 6x6 » – Seduta del 2agosto 1996 – Parere favorevole con os-servazione.

Programma pluriennale SMA 6/96 diammodernamento e rinnovamento dell’Ae-ronautica militare relativo all’acquisizionedi n. 18 velivoli G-130J, del relativo sup-porto logistico iniziale e di un centro perl’addestramento – Seduta dell’11 febbraio1997 – Parere favorevole.

Programma pluriennale SME 115 diammodernamento e rinnovamento del-l’Esercito relativo alla trasformazione din. 15 elicotteri A-129 della versione base« specializzata contro carro » a quella dacombattimento – Seduta del 11 febbraio1997 – Parere favorevole.

Programma pluriennale A/R SMM003/97 relativo all’acquisizione di n. 4 pat-tugliatori (1 serie) – Seduta del 7 maggio1997 – Parere favorevole.

Programma annuale di A/R n. SMM29/97 relativo allo sviluppo e alla realiz-zazione prototipica di un radar di scopertadi superficie per impiego su unità navali.Seduta del 2 luglio 1997 – Parere favore-vole.

Programma pluriennale di A/R SMAn. 1/97 relativo all’adeguamento delle ca-pacità ELINT (Electronic Intelligence) del-l’Aeronautica militare – Seduta dell’11 set-tembre 1997 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/R SME24/97 relativo all’acquisizione di n. 35mortai rigati da 120 millimetri – Sedutadell’11 settembre 1997 – Parere favorevolecon una condizione.

Programma pluriennale di A/R SME35/97, in cooperazione internazionale conFrancia e Germania, relativo alla realiz-zazione di un sistema missilistico a lungagittata, con guida a fibra ottica, denomi-nato « Polipheme ». Dimostrazione dellafattibilità tecnologica del sistema d’arma –Seduta del 11 settembre 1997 – Parerefavorevole

Mercoledì 7 maggio 2014 — 143 — Commissione IV

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Programma pluriennale di A/R SMM20/97 relativo all’acquisizione di n. 200siluri MU-90 e relativo supporto logistico– Seduta del 1o ottobre 1997 – Parerefavorevole con osservazioni.

Programma pluriennale di A/Rn. SMA 2/97 relativo all’industrializza-zione, produzione e supporto logistico ini-ziale di 121 velivoli EF2000 – Seduta del9 dicembre 1997 – Parere favorevole conosservazioni.

Programma annuale di A/R SME/037/97 relativo a n. 1700 fucili calibro 12m. ad anima liscia – Seduta del 15 gennaio1998 – Parere favorevole.

Programma pluriennale A/R SMM001/98 relativo all’acquisizione di n. 1« Unità maggiore » – Seduta del 19 febbraio1998 – Parere favorevole con osservazione.

Programma annuale di A/R n. SME006/98 relativo a n. 10.000 (O.A. 112/97)giubbetti antiproiettile Mod « Corazza 2B »– Seduta del 12 maggio 1998 – Parerefavorevole.

Programma annuale di A/R n. SMM/006/98 relativo all’acquisizione di unaUnità SIGINT (Signal Intelligence) – Se-duta del 13 maggio 1998 – Parere favore-vole.

Programma pluriennale di A/R SMM/023/98 relativo al progetto di ammoder-namento nel dispositivo di sorveglianzacostiera, sviluppo e realizzazione delprimo sistema – Seduta del 10 giugno 1998– Parere favorevole.

Programma pluriennale SME 066/98:acquisizione di 70 obici semoventi PZH2000 con bocca da fuoco di calibro 155/52– Seduta del 28 luglio 1998 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale R/S SME035/98: partecipazione fase di EMD (En-gineering and Manufactoring Develop-ment) di un obice ultraleggero da 155 mm– Seduta del 28 luglio 1998 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di A/R SMM033/98 relativo allo sviluppo e realizza-zione prototipica di un sonar per ausilioalla navigazione – Seduta del 28 luglio1998 – Parere favorevole con osservazioni.

Programma pluriennale di A/R SME030/98 relativo all’approvvigionamento din. 698 msl., 194 gripstock ed apparecchia-ture addestrative e logistiche del sistemamissilistico c/a di autodifesa STINGER« Riprogrammabile » (RMP) – Seduta del29 luglio 1998 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/S SME008/98 per la fase di sviluppo ingegneri-stico e preproduzione (EMD) del nuovorazzo GMLRS a gittata e potenza incre-mentata per il sistema MLRS – Seduta del16 settembre 1998 – Parere favorevole conosservazioni.

Programma pluriennale di R/S n. U-SG/02/98 relativo allo studio di fattibilitàconcernente un sistema in grado di fon-dere e processare in tempo reale dati edimmagini ottenuti tramite sensori imbar-cati e non – Seduta del 16 settembre 1998– Parere favorevole con osservazioni.

Programma pluriennale di A/Rn. SME 54/98 relativo all’acquisizione din. 200 VCC « DARDO » – Seduta del 23settembre 1998 – Parere favorevole conuna condizione.

Programma di ricerca e sviluppon. SGD/004-98 relativo al « Joint StrikeFighter » (JSF), partecipazione alla fase di« Concept Demonstration Phase (CDP) » –Seduta del 9 dicembre 1998 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale SGD/05-98per la fase di definizione del MaritimePatrol Aircraft (MPA) – Seduta del 10febbraio 1999 – Parere favorevole.

Programma pluriennale 5/98 per l’ag-giornamento del sistema d’arma HARM(AGM-88B) – Seduta del 10 febbraio 1999– Parere favorevole.

Programma pluriennale 6/98 relativoallo sviluppo del sistema d’arma IRIS-T –Seduta del 10 febbraio 1999 – Parerefavorevole.

Mercoledì 7 maggio 2014 — 144 — Commissione IV

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Programma annuale di A/R n. SME/52/99 relativo all’acquisizione di 10.000giubbetti antiproiettile Mod. « AP98 » –Seduta del 24 febbraio 1999 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME/53/99 relativo all’acquisizione di480 visori IR per la visione notturna amedio raggio – Seduta del 24 febbraio 1999– Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME/55/99 relativo alla trasformazionedi elicotteri a scopo di combattimento –Seduta del 4 maggio 1999 – Parere favo-revole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMM/024/99 relativo all’acquisizionedel sistema d’arma antisommergibile MI-LAS – Seduta del 4 maggio 1999 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMM/030/99 relativo all’ammoderna-mento dei mezzi corazzati del Raggrup-pamento Anfibio San Marco (GRUPANF)– Seduta del 27 maggio 1999 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMA/2/99 relativo all’acquisizione din. 20 sistemi di artiglieria c/a e n. 20sistemi missilistici « Man Portable » – Se-duta del 1o giugno 1999 – Parere favorevolecon osservazioni.

Programma pluriennale di A/Rn. SMM/035/99 relativo Progetto di am-modernamento del dispositivo di sorve-glianza costiera, primo sistema prototipico– Seduta del 1o giugno 1999 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale SMA/1/99relativo all’acquisizione di 200 Stand offWeapon (Storm Shadow), quale esigenzaminimale a fronte di una esigenza opera-tiva di 285 unità per i velivoli d’attaccoTornado e per il ruolo secondario del-l’E.F.-2000, e delle relative stazioni dipianificazione delle missioni operative –Seduta del 2 giugno 1999 – Parere favo-revole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMA/4/99 relativi all’acquisizione dimateriale per il riconoscimento (ExplosiveOrdnance Reconnaissance EOR) e la neu-tralizzazione degli ordigni inesplosi(Explosive Ordnance Disposal EOD) – Se-duta del 21 luglio 1999 – Parere favorevole.

Programma pluriennale R/S SME-58/99 per la realizzazione di un dimostra-tore tecnologico di un nuovo dispositivo dicontrollo del fuoco per il sistema d’armaMLRS (Multiple Launcher Rocket System)per il munizionamento guidato G-MLRS infase di sviluppo – Seduta del 28 settembre1999 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMA 13/99 relativo all’acquisizione po-tenziamento di stazioni di pianificazionemissione (MPS) velivoli vari – Seduta del28 settembre 1999 – Parere favorevole.

Programma annuale di A/R n. SMA10/99 relativo a HH3F – Adeguamentoconfigurazione – Seduta del 28 settembre1999 – Parere favorevole.

Programma annuale di A/R n. SMA14/99 relativo all’acquisizione di apparatiCRASH BEACON (rilevatore di posizione)– Seduta del 5 ottobre 1999 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMA 9/99 relativo all’aggiornamentodella configurazione e dell’ammoderna-mento di mezza vita dei velivoli MB 339 –Seduta del 5 ottobre 1999 – Parere favo-revole.

Programma di A/R n. SMA 11/99relativo al velivolo Tornado. Programma diammodernamento di mezza vita (« MIDLIFE UPDATE » – MLU) – Seduta del 5ottobre 1999 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMA 5/99 relativo al velivolo AM-Xsupporto tecnico all’esercizio di n. 76 ve-livoli (IN SERVICE SUPPORT-ISS) – Se-duta del 5 ottobre 1999 – Parere favore-vole.

Mercoledì 7 maggio 2014 — 145 — Commissione IV

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Programma pluriennale di A/Rn. SMA 7/99 relativo all’adeguamento ope-rativo dei velivoli TANKER B707 TT –Seduta del 5 ottobre 1999 – Parere favo-revole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME/069/99 relativo all’acquisizione diuna sezione (n. 8 velivoli) DRONE a lungaportata MIRACH 150 – Seduta del 17novembre 1999 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME/070/99 relativo all’acquisizione diuna sezione (n. 8 velivoli) Mini RPV (Re-motely Piloted Vehicles) MIRACH 26 –Seduta del 17 novembre 1999 – Parerefavorevole.

Programma annuale di A/R n. SME/74/99 relativo all’acquisizione di 2.100 lan-ciagranate da 40 mm. – Seduta del 17novembre 1999 – Parere favorevole.

Programma annuale di A/R n. SME/75/99 relativo all’acquisizione di 30.000giubbetti antiproiettile « AP 98 » – Sedutadel 17 novembre 1999 – Parere favorevole.

Programma annuale di A/R n. SME/76/99 relativo all’acquisizione di 24 mortaida 120 mm. Con canna rigata – Seduta del18 novembre 1999 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMA/15/99 relativo all’acquisizione eall’integrazione sui velivoli d’attacco del-l’aeronautica militare dei seguenti sistemidi guida per armamento di precisione –Seduta del 18 novembre 1999 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME/072/99 relativo all’acquisizione di125 visori IR per la visione notturna alungo raggio – Seduta del 18 novembre1999 – Parere favorevole.

Programma annuale di A/R n. SME/74/99 relativo all’acquisizione di 2.100 lan-ciagranate da 40 mm. – Seduta del 17novembre 1999 – Parere favorevole

Programma annuale di A/R n. SME/75/99 relativo all’acquisizione di 30.000

giubbetti antiproiettile « AP 98 » – Sedutadel 17 novembre 1999 – Parere favorevole.

Programma annuale di A/R n. SME/76/99 relativo all’acquisizione di 24 mortaida 120 mm. Con canna rigata – Seduta del18 novembre 1999 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMA/15/99 relativo all’acquisizione eall’integrazione sui velivoli d’attacco del-l’aeronautica militare dei dell’aeronauticamilitare dei seguenti sistemi di guida perarmamento di precisione – Seduta del 18novembre 1999 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMM 036/99 relativo all’acquisizione din. 2 fregate di difesa aerea di nuovagenerazione – Seduta del 30 novembre1999 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME 071/99 relativo all’acquisizione din. 18 veicoli da ricognizione NBC (n. 16per il reggimento difesa NBC e n. 2 co-stituenti scorta) – Seduta del 14 dicembre1999 – Parere favorevole con condizioni.

Programma pluriennale di R/Sn. SME 001/2000 relativo alla realizza-zione di una « interfaccia di dati digitali »– LLAPI/FAST (Low Level Air PictureInterface) – Seduta del 2 febbraio 2000 –Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SGD 01/2000 relativo alla partecipa-zione nazionale alla fase di completa-mento dello sviluppo e industrializzazionedel « Sistema di distribuzione multifunzio-nale delle informazioni – terminale dibasso volume » – « Multifunctional infor-mation distribution system – low volumeterminal » – Seduta del 5 aprile 2000 –Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SGD 004/2000 relativo alle fasi di in-dustrializzazione (Production Investiment– PI), produzione (Production – P) esupporto in servizio iniziale (Initial InService Support – IISS) dell’elicottero.NH-90 – Seduta del 24 maggio 2000 –Parere favorevole.

Mercoledì 7 maggio 2014 — 146 — Commissione IV

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Programma pluriennale di A/R.n. SMA 02/2000 relativo all’ammoderna-mento della flotta AM-X – Seduta del 7giugno 2000 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/S nu-mero SGD 006/2000 relativo alla fase didefinizione e validazione del sistema mis-silistico superficie-aria « Memorandum Ex-tended Air Defense System (MEADS) » –Estensione triennale (Risk Reduction Ef-fort, RRE) – Seduta del 12 settembre 2000– Parere favorevole.

Programma annuale di A/R n. SMA03/2000 relativo all’acquisizione di n. 300kits a guida laser « LIZARD » per allesti-mento bombe MK-82 – Seduta del 26settembre 2000 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME/011/00 relativo all’acquisizione din. 80 mortai calibro 120 millimetri rigati– Seduta del 26 settembre 2000 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME/015/00 relativo all’acquisizione din. 2000 missili c/c « F2A », attivi, lanciabilida posti tiro « MILAN » attualmente inservizio – Seduta del 26 settembre 2000 –Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SMM 021/01 relativo allo sviluppo di unsiluro pesante di nuova generazione –Seduta del 26 settembre 2000 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMA 024/2000 relativo all’incrementodelle capacità di aviorifornimento e tra-sporto strategico tramite l’acquisizione di4 velivoli aerorifornitori multiruolo – Se-duta del 2 novembre 2000 – Parere favo-revole con osservazioni.

Programma pluriennale di R/Sn. SGD 02/2000 relativo al completamentodella definizione e dello sviluppo di unsistema di identificazione militare, compa-tibile con le esigenze del controllo deltraffico aereo civile, già iniziato in uncontesto di cooperazione internazionalequale programma NGIFF (New Generation

Identification Friend or Foe – Identifica-zione Amico o Nemico di Nuova Genera-zione) – Seduta dell’11 gennaio 2001 –Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SMD 001/2000 relativo alla realizza-zione di un dimostratore radar di sorve-glianza del territorio SOSTAR-X (Stand-OffSurveillance Target Acquisition Radar)– Seduta del 16 gennaio 2001 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di R/S nu-mero SMD 001/2001 relativo alla sorve-glianza del campo di battaglia, denominatoCoalition Aerial Survelliance and Recon-naissance (CAESAR) – Annunciato il 7marzo 2001 – Parere non espresso.

Programma pluriennale di RS/AR 16/2001 relativo allo sviluppo e alla produ-zione del missile aria-aria « Meteor » –Seduta del 1o agosto 2001 – Parere favo-revole.

Programma pluriennale di A/R SMAn. 12/01 relativo alla realizzazione di unsistema nazionale di gestione automatiz-zata delle attività di Comando e controllodelle operazioni aeree definito Sistema diComando e Controllo dell’A.M. (SICCAM)– Seduta del 26 settembre 2001 – Parerefavorevole.

Programma annuale di A/R n. 006/2001, relativo all’acquisizione di n. 350mortai leggeri cal. 60 millimetri – Sedutadel 9 ottobre 2001 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME 11/2001, relativo alla produzionedi terminali MIDS-LVT – Seduta del 9ottobre 2001 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/S e A/RSME 002/2001, relativo alla fase di svi-luppo e produzione per il sistema dicontrollo del fuoco EFCS (European FireControl System), per il sistema d’armaMLRS (Multiple Launch Rocket System) –Seduta del 17 ottobre 2001 – Parere favo-revole.

Programma pluriennale di R/S SME003/2001, relativo alla fase di sviluppo per

Mercoledì 7 maggio 2014 — 147 — Commissione IV

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un congegno di autodistruzione SDF (SelfDestruct Fuze), per il submunizionamentodel sistema d’arma MLRS (MultipleLaunch Rocket System) – Seduta del 17ottobre 2001 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/R SME009/2001, relativo all’acquisizione di n. 40posti comando moduli di ingaggio per leunità contro aerei (c/a), convenzionali emissilistiche, a cortissima portata (V/SHO-RAD) – Seduta del 7 novembre 2001 –Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/R SME012/2001, relativo all’acquisizione di vei-coli ad alta mobilità nel numero di 12 deltipo BV 206 della medesima tipologia diquelli già in servizio nella forza armata enel numero di 189 del tipo BV 206 S/7 adalta mobilità e dotati di protezione bali-stica, in varie configurazioni, per le unitàspecializzate di fanteria alpina – Sedutadel 13 novembre 2001 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMM 01/2002 relativo all’acquisizionedi dieci Fregate di nuova generazione –Seduta del 10 aprile 2002 – Parere favo-revole.

Programma pluriennale di A/Rn. SME 21/2001 relativo all’acquisizione diuna batteria DRONE CL 289 dalle Forzearmate tedesche – Seduta del 22 aprile2002 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/R nu-mero SME 22/2001 relativo all’acquisi-zione di 4 sistemi radar eliportati CRESONATO – Seduta del 9 maggio 2002 –Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMD 02/02 relativo al sistema satelli-tare di osservazione della terra COSMO-Skymed/Pleiades – Seduta del 3 giugno2002 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SMA 002/2002 relativo allo sviluppo delvelivolo Joint Strike Fighter-JSF – Sedutadel 4 giugno 2002 – Parere favorevole conosservazione.

Programma pluriennale di R/S SME002/2002 relativo alla realizzazione di pro-totipi del sistema « Combattente 2000 » –Seduta del 26 giugno 2002 – Parere favo-revole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMD 03/2002 relativo alla acquisizionedi una « componente di sorveglianza elet-tronica aerotrasportata » – Annunciato il19 settembre 2002 – Parere non espresso.

Programma pluriennale di A/R SMA001/2003 relativi all’acquisizione di 444missili aria/aria IRIS-T per il velivolo EF2000 – Seduta del 4 giugno 2003 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di A/R SME/017/2003 relativo all’acquisizione din. 1.150 veicoli tattici leggeri multiruolocon kit di protezione – Seduta del 2ottobre 2003 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/R SME/SMM 11/2003 relativo alla produzione diserie dei sistemi missilistici FSAF (Fami-glia Superficie-Aria Futuri), costituiti dalsistema terrestre SAMP/T e dal sistemanavale SAAM/It – Seduta del 14 ottobre2003 – Parere favorevole con condizioni.

Programma pluriennale di A/R SMEn. 04/2003, relativo all’acquisizione di cin-quanta sistemi di comando, controllo enavigazione (SICCONA) per i veicoli dacombattimento (Ariete, Dardo, Centauro,VBC 8X8, Puma 6X6 e 4X4) di cui undiciprototipi – Seduta del 15 ottobre 2003 –Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SMA 01/2004, relativo alla fase di Di-segno e Sviluppo (Design and DevelopmentD&D) del sistema missilistico denominatoMedium Extended-Air Defence System(MEADS) realizzato in cooperazione inter-nazionale – Sedute del 27 e del 29 luglio2004 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SGD 02/2004, relativo a Sviluppo delNew Generation IFF (NGIFF) attraversoprove di interoperabilità tra gli apparatiIFF modo 5/S italiano e USA, e sviluppo

Mercoledì 7 maggio 2014 — 148 — Commissione IV

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di un prototipo di « Battlefield TargetIdentification Device » (BTID) per l’identi-ficazione « amico-nemico » da installare supiattaforme veicolari terrestri – Sedute del29 luglio e del 23 settembre 2004 – Parerefavorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SGD 01/2004, relativo alla Migrazioneverso la tecnologia JTRS (Joint TacticalRadio System) dei terminali del sistemaMIDS-LVT (Multifunctional InformationDistribution System « Low Volume Ter-minal ») – Sedute del 29 luglio e del 23settembre 2004 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SME/SMM 01/2004, relativo alla fase diSviluppo ed industrializzazione del muni-zionamento di nuova generazione per l’in-cremento della gittata e della precisionedelle artiglierie sulle unità navali (127mm.) e terrestri (155 mm.) Step 2 « ex-tended range » (Programma Vulcano) –Sedute del 29 luglio e del 23 settembre 2004– Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SGD 03/2005, relativo alla realizzazionedi un dimostratore tecnologico-funzionaledi veicolo « pioniere » del Genio, partedella componente ruotata del più ampio« Sistema da combattimento futuro delGenio » dell’Esercito italiano – Seduta del23 giugno 2005 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SGD 01/2005, relativo alla sorveglianzadel campo di battaglia denominato MAJIIC(Multisensor Aerospace-ground Joint Inte-roperability ISR Coalition) – Seduta del 23giugno 2005 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di R/Sn. SGD 02/2005, relativo alla definizionedi possibili strutture di sistema per lacondivisione delle informazioni tattiche inambiente centralizzato di reti di dati(Network Centric) denominato « SharedTactical Picture » – STP – Seduta del 23giugno 2005 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMD 19/2005, relativo all’acquisizione

di sistemi radar controfuoco – Seduta del27 luglio 2005 – Parere favorevole conosservazione.

Programma pluriennale di A/Rn. SMD 21/2006, relativo all’acquisizionedi n. 249 veicoli blindati da combatti-mento VBC 8x8 – Sedute del 5 e 6dicembre 2006 – Parere favorevole.

Programma annuale di A/R n. SMD08/2007, relativo al lancio di un satellitemilitare denominato SICRAL-1B – Sedutedel 12 e 21 giugno 2007 – Parere favore-vole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMD 01/2007, relativo all’acquisizionedi un satellite militare denominato SI-CRAL-2 – Sedute del 12 e 21 giugno 2007– Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMD 28/2007, relativo all’acquisizionedi 4 aeromobili a pilotaggio remoto (APR-PREDATOR B), dei correlati sensori, si-stemi di controllo e comunicazione edafferente supporto logistico – Sedute del 6e 12 febbraio 2008 – Parere favorevole.

Programma pluriennale di A/Rn. SMD 26/2007, relativo all’acquisizionedi due sommergibili di nuova generazioneU-212A – 2a serie e del relativo supportologistico, quale completamento del pro-gramma di cooperazione internazionaleitalo-tedesca regolato dal M.o.U. U-212A –Seduta del 5 marzo 2008 – Parere favore-vole.

Acquisizione di 4 sistemi tatticiTUAV (Velivoli senza pilota) – Tacticalunmanned vehicles per esigenze dell’Eser-cito, finalizzati ad assicurare in tempirapidi ed a basso rischio il reperimento eil trasferimento di informazioni utili neiteatri operativi – Seduta del 3-12-2008 –Parere favorevole.

Acquisizione di 16 elicotteri da tra-sporto medio per l’Esercito (con opzionedi ulteriori 4 aeromobili), in sostituzionedegli elicotteri CH47; per garantire mi-gliori standard di sicurezza, garanzie di

Mercoledì 7 maggio 2014 — 149 — Commissione IV

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interoperabilità con gli assetti NATO eriduzione dei costi di gestione – Seduta del3-12-2008 – Parere favorevole.

Acquisizione di 500 bombe di piccolodiametro SDB (Small diameter bomb) (ar-mamento di caduta leggero) e relativa in-tegrazione sul velivolo Tornado, per ri-durre al minimo i danni collaterali, graziealle limitate dimensioni e all’elevato livellodi precisione del sistema di guida – Sedutadel 3-12-2008 – Parere favorevole).

Acquisizione di velivoli per il pattu-gliamento marittimo e ricognizione aereaa lungo raggio, in sostituzione dei velivoli« Atlantic » – Seduta del 3-12-2008 – Pa-rere favorevole).

Acquisizione di 12 elicotteri (EPAM –Elicottero Pesante per l’Aeronautica Mili-tare) più 3 in opzione, nel ruolo CSAR(Combat search and rescue – Ricerca eSoccorso anche in aree sotto minaccia) edi supporto alle operazioni speciali, insostituzione degli elicotteri HH3F dell’Ae-ronautica – Parere favorevole – Seduta del3-12-2008).

Acquisizione di 131 velivoli JSF (JointStrike Fighter) e realizzazione in Italia,presso la base dell’Aeronautica militare diCameri, di una linea di assemblaggio finalee verifica dei velivoli, trasformabile suc-cessivamente in un centro di manuten-zione e riparazione dei velivoli (LineaFACO / MRO&U (Final assembly andcheck out/Maintenance, repair, overhaul &upgrade) – Parere favorevole con condi-zioni – Seduta dell’8-4-2009.

Digitalizzazione dei principali mezzi,sistemi e componenti di una Forza mediaterrestre (Forza NEC – Network enabledcapability) per abilitarla alle nuove capa-cità operative in rete, articolata su unaForza media digitalizzata a connotazioneterrestre e su una Forza da sbarco digi-talizzata (prima fase) – Parere favorevole– seduta dell’8-4-2009.

Acquisizione di 2 velivoli con capa-cità SIGINT – Multi sensore e multimissione JAMMS (Joint airborne multisen-sor), con capacità di sorveglianza tattica e

operativa, in sostituzione del velivolo SI-GINT – Parere favorevole con condizione –seduta dell’8-4-2009.

Acquisizione di sistemi controcarrodi terza generazione con munizionamento,in sostituzione dei missili TOW e MILAN– Parere favorevole – Seduta del 16-6-2009.

Acquisizione di venti veicoli protettiambulanza da utilizzare nelle operazioniall’estero – Parere favorevole con osserva-zione – Seduta del 16-6-2009.

Sviluppo ed industrializzazione dellamunizione guidata LR (Lungo raggio) perl’incremento della gittata e della precisionedelle artiglierie sulle unità navali e terre-stri « VULCANO » – Parere favorevole –Seduta del 16-6-2009.

Realizzazione di 3 stazioni « Anchor »fisse, con funzioni integrative ed alterna-tive al Centro di gestione e di controllo diVigna di Valle, del sistema satellitare perle telecomunicazioni della Difesa « SI-CRAL » (Sistema italiano per comunica-zioni riservate e allarmi – Parere favore-vole – Seduta del 16-6-2009.

Sviluppo ed integrazione di un si-stema di autoprotezione infrarosso a tec-nologia laser (Directed infra-Red counter-Measures – DIRCM), per la protezionedegli assetti aerei dell’Aeronautica controminacce missilistiche a guida infrarossa –Parere favorevole – Seduta del 16-6-2009.

Produzione e supporto del missileantiradar a medio raggio AGM-88E per ladifesa aerea, per limitare il rischio didanni collaterali – Parere favorevole –Seduta del 24-6-2009.

Realizzazione di sistemi di simula-zione « Constructive » e « Live » per adde-stramento terrestre, funzionali alla forma-zione e all’addestramento del personalemilitare – Parere favorevole – Seduta del24-6-2009.

Ammodernamento della Rete RadarCostiera della Marina e della Centrale diSorveglianza Marittima Associata per rea-lizzare un incremento di sorveglianza co-

Mercoledì 7 maggio 2014 — 150 — Commissione IV

Page 86: IVCOMMISSIONEPERMANENTE - Cameradocumenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/... · 2014. 5. 8. · Mercoledì 7 maggio 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. La seduta

stiera, con l’introduzione di sensori dinuova generazione – Parere favorevole –Seduta del 24-6-2009.

Partecipazione dell’Italia al progettomultinazionale relativo al futuro sistemafederato di satelliti europei di osservazionedella terra ed alla realizzazione di duesatelliti Cosmo SkyMed che rappresentanoil segmento spaziale nazionale del progetto– Parere favorevole – Seduta del 24-6-2009.

Acquisizione di un sistema di sorve-glianza aerea basato su una flotta di 8velivoli pilota « Global Hawk » – Parerefavorevole – Seduta del 24-6-2009.

Acquisizione di 2 aeromobili a pilo-taggio remoto (APR) – Parere favorevole –Seduta del 7-10-2009.

Acquisizione di mortai da 81 milli-metri di nuova generazione e del relativomunizionamento, calcolatore balistico perla determinazione dei dati da tiro e sup-porto logistico – Parere favorevole – Se-duta del 9-11-2010.

Acquisizione di un nuovo siluro pe-sante per i sommergibili U-212. Durata: 10anni, dal 2010 – Parere favorevole –Seduta del 9-11-2010.

Acquisizione di un’unità navale disupporto subacqueo polivalente di ARS/NAI e del relativo supporto logistico –Parere favorevole – Seduta del 9-11-2010.

Acquisizione di 10 elicotteri di cate-goria media con funzioni SAR (Search andrescue) militare nazionale (interim solu-tion) per l’Aeronautica militare – Parerefavorevole – Seduta del 9-11-2010.

Acquisizione di 32 sistemi di osser-vazione e acquisizione obiettivi (OTS) e di32 sistemi contro-carro di 3a generazione,per l’elicottero A129 Mangusta – Parerefavorevole – Seduta del 9-11-2010.

Realizzazione di un hub aereo na-zionale dedicato alla gestione dei flussi, viaaerea, di personale e di materiale dalterritorio nazionale per i teatri operativi, e

viceversa, con tempestività ed efficacia –Seduta del 9-11-2010 – Parere favorevole.

Realizzazione di una infostrutturaevoluta (Defence Information Infrastruc-ture- DII) attraverso il parziale sviluppo disette pacchetti capacitivi nella sola area divertice della Difesa – Seduta del 9-11-2010– Parere favorevole.

Acquisizione di due veicoli prototipalidella « Nuova Blindo Centauro 2 » – Se-duta del 23-11-2011 – Parere favorevolecon osservazioni.

Acquisizione di quaranta (più venti-cinque opzionali) « Veicoli Tattici MediMultiruolo VTMM » in versioni dedicatealla capacità di bonifica di aree e itinerari,per equipaggiare gli assetti specialistici delGenio dell’Esercito italiano – Seduta del23-11-2011 – Parere favorevole con osser-vazioni.

Acquisizione di centoquarantanove« Automezzi Logistici Protetti », in varietipologie, per incrementare il livello diprotezione delle forze impegnate nell’ese-cuzione di attività logistiche nei contestioperativi, caratterizzati sia da elevata mi-naccia balistica e sia dal pericolo derivantedagli ordigni esplosivi improvvisati, piùcomunemente conosciuti come IED (Im-provised Explosive Device) – Seduta del23-11-2011 – Parere favorevole con osser-vazioni.

Acquisizione di cinquecentoundici« Veicoli Tattici Leggeri Multiruolo (VTLM)Lince », versione 1 A, di cui quattrocen-tosettantanove nella versione combat etrentadue nella versione portaferiti, perincrementare il livello di protezione delleforze impegnate nei teatri operativi –Seduta del 23-11- 2011 – Parere favore-vole.

Acquisizione di protezioni passive,sensori elettro-ottici e radar integrati, perincrementare il livello di protezione dellebasi operative avanzate e delle basi disupporto avanzate nel teatro di operazioniafgano – Seduta del 23-11-2011 – Parerefavorevole.

Mercoledì 7 maggio 2014 — 151 — Commissione IV