Insieme - Aprile 2013

64
Si chiama FRANCESCO APRILE 2013 N. 4 ANNO VIII - € 2,00 Il CONVEGNO L’esperienza degli Istituti superiori coinvolti ORDINAZIONI Intervista ad Alfonso Giordano e Giuseppe Pironti P.U.A.C.S. Il ricordo del fondatore Alfonso Russo

description

Mensile della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. In questo numero: Speciale Papa Francesco; Premio Euanghelion 2013; Scuola e Università; Tappa Ecclesiale con don Roberto Palazzo; GRG Salerno 2013; Notizie dalle Parrocchie; Vita Diocesana; Pane della Domenica.

Transcript of Insieme - Aprile 2013

Page 1: Insieme - Aprile 2013

Si chiamaFRANCESCO

APRILE 2013 N. 4 ANNO VIII - € 2,00

Il CONVEGNO

L’esperienza degli Istituti superiori coinvolti

ORDINAZIONI

Intervista ad Alfonso Giordano e Giuseppe Pironti

P.U.A.C.S.

Il ricordo del fondatore Alfonso Russo

Page 2: Insieme - Aprile 2013
Page 3: Insieme - Aprile 2013
Page 4: Insieme - Aprile 2013

aprile 2013

Si chiamaFRANCESCO

APRILE 2013 N. 4 ANNO VIII - € 2,00

Il CONVEGNO

L’esperienza degli Istituti superiori coinvolti

ORDINAZIONI

Intervista ad Alfonso Giordano e Giuseppe Pironti

P.U.A.C.S.

Il ricordo del fondatore Alfonso Russo

Si chiamaFRANCESCO

APRILE 2013 N. 4 ANNO VIII - € 2,00

Il CONVEGNO

L’esperienza degli Istituti superiori coinvolti

ORDINAZIONI

Intervista ad Alfonso Giordano e Giuseppe Pironti

P.U.A.C.S.

Il ricordo del fondatore Alfonso Russo

Mensile di attualità e cultura dell’AgroEspressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese

Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici,

Associato Unione Stampa Periodica Italiana

EditoreAssociazione Editrice InsiemeLuciano Vastola (presidente)

Direttore ResponsabileAndrea Annunziata

Direttore EditorialeSilvio Longobardi

RedazioneSalvatore D’Angelo, Martina Grimaldi Mariarosaria Petti

CoordinatriceAntonietta Abete

Segreteria di redazioneMaria Luisa Franco

MarketingSofi a Russo

Amministrazionedon Gaetano Ferraioli

Hanno collaboratoMons. Giuseppe Giudice, Mariangela Giudice, Peppe

Iannicelli, p. Matteo Ferrari, Gabriella Calenda, Giovanni

Severino, Maria Ermelinda Di Lieto, Lorenzo Ruggiero,

Martina Nacchio, Francesco Falcone, Angela Schiavo,

Donatella Ferrara, Alfredo Forino, don Natalino Gentile,

Francesca Anna Crispo, Piera Angela Cascone, don Gae-

tano Ferraioli, Giovanna Pauciulo, Domenico Delle Fo-

glie, Maria Bonfi glio, Iolanda Campanella, Lucia Dell’A-

glio, Carmine Giordano, Fernando Faiella, Giuseppe

Vitiello, Annamaria Pentangelo, Maria Russo

AmministrazioneVia Adriana, 18 - 84012 Angri (SA)Tel/Fax 081 5134504 [email protected]

Progetto grafi co e impaginazioneSalvatore Alfano

StampaGrafi ca Metelliana s.p.a. - Cava de’ Tirreni (SA)

Abbonamenti€ 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia€ 18,00 ordinario con ritito in edicola

€ 20,00 ordinario con ritiro postale€ 25,00 sostenitore€ 50,00 benefattore

MODALITÀ DI PAGAMENTOc.c.p. 77164507 intestato ad Editrice Insieme, via Adriana 18, 84012 Angri (SA)

Questo numero è stato chiuso in redazione giovedì 28 marzo 2013

“Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diff usione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata al l’in sin da cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di col la borazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografi e, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.

Le foto, salvo diversa indicazione, sono dell’Archivio Insieme

insieme

Associato Unione Stampa Periodica Italiana

8 I primi interventi di Papa Francesco10 L’agenda del Papa12 La voce della gente14 Le parole del Papa ai giornalisti

8

PRIMO PIANOa cura della redazione

EDITORIALEQuella denuncia piena di ipocrisiadi Silvio Logobardi

L’ABC DELLA FEDEMorto per amorerisponde mons. Giudice

SPECIALE EUANGHELIONUn Premio, tante esperienzedi Salvatore D’Angelo e Marti na Grimaldi

VITA NELL’AGRONoti zie dall’Agro-nocerinoa cura di Salvatore D’Angelo

MONTE TABORNessuna scorciatoia per sostare dinanzi all’Eucaresti adi p. Matt eo Ferrari

VITA ECCLESIALEAlfonso Russo: apostolo del Vangelodi Antoniett a Abete

5

6

16

20

28

30

41

44

45

50

59

60

62

IN PARROCCHIAPagine parrocchiali

CULTURALibri, storia e artea cura della Redazione

LE RUBRICHESuore di San Giovanni Batti sta Il legale rispondea cura dell’avv. Gianni Severino

LE PAROLE DELLA CRISIOsservare il bellodi Peppe Iannicelli

IN DIOCESIUffi ci diocesani e associazionia cura della Redazione

BACHECAI nostri auguria cura della Redazione

NEWS DALLE PARROCCHIENoti zie dalle parrocchiea cura di Mariarosaria Petti

Page 5: Insieme - Aprile 2013

Nella denuncia si annida un sottile velo di ipo-crisia, in fondo l’accusa riguarda sempre e solo gli altri, mette in luce le mancanze e le omissioni altrui. Troppo facile puntare il dito

e mettere alla gogna gli avversari. Alcuni lo fanno benis-simo, da attori consumati, e vengono anche pagati profu-matamente per svolgere questo mestiere. Veri artisti della parola, sanno sempre dove e come colpire. A volte la de-nuncia è necessaria, in alcuni casi è anche coraggiosa. Altre volte, è facile denunciare le malefatte altrui, rimanendo co-modamente seduti sulla propria poltrona. Specie nella poli-tica dove accusati e accusatori si scambiano spesso il ruolo, amplificando o minimizzando gli errori, a seconda dei casi.

È facile alzare la voce quando affrontiamo temi di ampio consenso, l’applauso è assicurato. Quanta vanagloria si na-sconde – ma non troppo! – in quelli che combattono queste battaglie sociali. Il problema inizia quando dobbiamo anda-re controcorrente, quando dobbiamo dire verità che non ap-partengono più alla grammatica comune, quando dobbiamo annunciare idee e valori che il potere culturale – quello che Papa Francesco ha denunciato con le stesse parole di Bene-detto XVI come una “dittatura del relativismo” – ha ormai messo nello sgabuzzino, tra le cose ingombranti e inutili. Facile portare in tv una coppia omosessuale che racconta la sua love story, più difficile far parlare una mamma che ha difficoltà ad accogliere la vita che porta in grembo. Specie se ha già deciso di tenersi il bambino. Più difficile dare la paro-la a quei genitori che vorrebbero adottare un figlio ma non se lo possono permettere. Quasi impossibile raccontare la vicenda di chi ha deciso di convivere con la malattia, anche se lo costringe all’immobilità.

La denuncia è autentica, diceva il compianto don Tonino Bello, quando è accompagnata dall’annuncio. Ma soprat-tutto, aggiungeva, quando implica la rinuncia. Chi contesta deve portare il peso delle sue convinzioni, il rinnovamen-to passa attraverso il sacrificio personale, l’emarginazione sociale, a volte anche il martirio. La Scrittura, in cui tro-viamo la grammatica della vita umana, insegna che il male non si vince con le parole ma con i fatti. Solo facendo il bene, a proprie spese, possiamo ridurre gli spazi del male. Non è forse questa la testimonianza di don Pino Puglisi, il parroco palermitano che verrà beatificato il prossimo 25 maggio? Non ha partecipato ai dibattiti dell’antimafia militante, la stampa nazionale non si occupava di lui, ave-va riflettori puntati altrove. Don Pino non si limitava a fare manifestazioni, in un quartiere ad alto rischio come il suo, invitava la sua gente a non rassegnarsi ma soprattutto cercava di contrastare la criminalità seminando il bene. Solo così poteva sottrarre i giovani alla morsa della mafia. Ha pagato con la vita, ma la sua morte ha dato a molti il coraggio di lottare contro il male.

È Pasqua, cari amici, chi crede nella resurrezione sa che la morte non ha l’ultima parola. Quel sepolcro vuoto per noi è come il grembo della speranza. “Non lasciatevi rubare la spe-ranza!”, ha detto Papa Francesco ai giovani; ma ha aggiun-to: “quella che ci dà Gesù”. Una postilla non superflua. Quante ideologie nel Novecento hanno predicato speran-ze e venduto illusioni. Hanno generato regimi intolleranti che la storia ha già condannato. Hanno lasciato macerie nel cuore dell’uomo e nella vita sociale. Chi segue Cristo e sta con la Chiesa ha la certezza che la sua speranza non potrà naufragare.

5Insieme - Aprile 2013

EDITORIALEdi Silvio Longobardi

Quella denuncia piena di ipocrisia

Don Pino Puglisi

Page 6: Insieme - Aprile 2013

6 Insieme - Aprile 2013

Alziamo gli occhi verso la Croce, dove pende illanguidito e dissanguato il fi glio di Dio. Il cuore trema e si chiede: chi è stato? La pri-ma risposta mi sembra raccoglierla dalla voce

di una mamma che, quasi per giustifi carsi, dice al suo bambino: gli uomini cattivi hanno ucciso Gesù; pensan-do agli uomini come ad una categoria distante, come quando noi pronunciamo la parola “gente”. La risposta può essere vera ma non ci convince. Chi è stato? At-tingendo alla tradizione mistica e popolare, la seconda risposta sembra salire da un antico canto della Passio-ne: sono stato io l’ingrato, Gesù mio, perdon pietà! Ma ci accorgiamo che questa risposta, pur se vera, è ancora una risposta parziale.Chi è stato? Qui dinanzi al Crocifi sso, la domanda si fa più profonda e va ad attingere alla sacra Pagina e alla meditazione teologica, mentre continua ad interrogare la coscienza di ogni uomo. Allora, chi è stato?

La risposta più vera è: il suo amore. È morto per il suo amore. È in croce inchiodato dall’amore. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito” (Gv 3,16). Ed ancora “per questo il Padre mi ama; perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo” (Gv 10,17). Pur nell’intreccio delle diverse situazioni e responsabilità umane, la Croce è frutto dell’amore smisurato di Dio, che cozza con il pensiero dell’uomo.La Parola apre uno spiraglio sul cuore stesso di Dio, che si offre e dona suo Figlio; per cui ci accorgiamo che, mentre tutte le altre risposte sono parziali, la riposta più vera è molto profonda: Dio stesso, il Padre, l’Amore, è coinvolto nella storia di sofferenza e di Croce del Figlio.

Ai piedi della Croce, ogni uomo può ripetere: si è donato per me, ha dato la vita per me, proprio mentre io ero lon-tano da Lui.

Mons. Giuseppe Giudice

L’ABC DELLA FEDE

«Chi ha ucciso Gesù», chiede un bimbo alla sua mamma. Ecco la risposta del vescovo Giudice

Morto per amore

risponde mons. Giuseppe Giudice

Eccellenza,ieri mattina il mio nipotino Paolo, 4 anni, dopo la Messa, ha chiesto alla madre: “Chi ha ucciso Gesù?”.

Salvatore

GIORNALI Amato AntonioEDICOLA DiodatoEDICOLA Ruocco BrunaEDICOLA Attianese VincenzoEDICOLA Auletta Gambilongo EnricoEDICOLA Ferro FrancescaCARTOLIBRERIA CorintoCENTRO EDICOLAEDICOLA De Bartolomeis AntonioEDICOLA LambiaseSARDO ARTEDICOLA Daniele Raff aelaEDICOLA D’Andria GiuseppeEDICOLA Zambrano ValentinoTUTTO srl di Bello M. RosariaMIR MIR MIRBLOB di Celentano Carolina CARTOLIBRERIA Archimede

Via Dei Goti, 11 Via Dei GotiPiazza DoriaC.so Vitt. Eman., 42 via M. Nonio Balbo Via Roma, 79 Via Loria, 31Via RussoVia Pecorari, 125Piazza ZanardelliVia CesaranoVia g. Marconi Via GramsciC.so Umberto I, 11Via Roma, 50Via Roma, 85-87Lavorate di SarnoVia Dante Alighieri

ANGRIANGRIANGRINOCERA INFERIORENOCERA INFERIORENOCERA INFERIORENOCERA INFERIORENOCERA SUPERIORENOCERA SUPERIOREROCCAPIEMONTEPAGANIPAGANISAN MARZANO/SARNOSAN VALENTINO TORIOSARNOSARNOSARNOPOGGIOMARINO

Se vuoi abbonarti e ricevere la rivista in edicola,chiama in redazionelunedì, mercoledì e venerdìdalle ore 9.00 alle 14.00

Tel/Fax 081 517 04 66

oppure scrivi adiff [email protected]@alice.it

Page 7: Insieme - Aprile 2013

IN PRIMO PIANOa cura della Redazione

“Non lasciatevi rubare la speranza”Papa Francesco

Page 8: Insieme - Aprile 2013

8 Insieme - Aprile 2013

LE PRIME PAROLE DEL PAPAa cura di Antonietta Abete

Il nome Francesco[...] ci sono vari motivi per cui ho scelto il mio nome pensan-do a Francesco di Assisi, una personalità che è ben nota al di là dei confi ni dell’Italia e dell’Europa e anche tra coloro che non professano la fede cattolica. Uno dei primi è l’amore che Francesco aveva per i poveri. [...] E così giungo ad una seconda ragione del mio nome. Fran-cesco d’Assisi ci dice: lavorate per edifi care la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendi-care sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stes-so tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra.

(22 marzo, Discorso di Papa Francesco al Corpo diplomatico)

Servire il Vangelo(…) esprimo la mia volontà di servire il Vangelo con rinnova-to amore, aiutando la Chiesa a diventare sempre più in Cri-sto e con Cristo, la vite feconda del Signore. Stimolati anche dalla celebrazione dell’Anno della fede, tutti insieme, Pastori e fedeli, ci sforzeremo di rispondere fedelmente alla missione di sempre: portare Gesù Cristo all’uomo e condurre l’uomo all’incontro con Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, realmente presente nella Chiesa e contemporaneo di ogni uomo.

(15 marzo, Discorso ai Cardinali)

Siate custodi dei doni di DioLa vocazione del custodire, però, non riguarda solamen-te noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’in-tero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’a-ver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custo-discono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. È il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uo-mo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!

(19 marzo, Messa inizio ministero petrino)

Il valore della tenerezzaRicordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le inten-zioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che

Page 9: Insieme - Aprile 2013

9Insieme - Aprile 2013

distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!

(19 marzo, Messa inizio ministero petrino)

La misericordia di Dio(…) In questa quinta Domenica di Quaresima il Vangelo ci presenta l’episodio della donna adultera, che Gesù salva dalla condanna a morte: colpisce l’atteggiamento di Gesù. Non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo parole di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia, che invitano alla conversione: “Neanche io ti condanno: và e d’o-ra in poi non peccare più”.Fratelli e sorelle, il volto di Dio è quello di un padre mise-ricordioso che sempre ha pazienza. Avete pensato alla pa-zienza di Dio? La pazienza che lui ha con ciascuno di noi? È quella la sua misericordia (…). Ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito.

(17 marzo, I Angelus in piazza San Pietro)

Ut unum sintSì, cari fratelli e sorelle in Cristo, sentiamoci tutti intima-mente uniti alla preghiera del nostro Salvatore nell’Ultima Cena, alla sua invocazione: ut unum sint. Chiediamo al Pa-dre misericordioso di vivere in pienezza quella fede che ab-biamo ricevuto in dono nel giorno del nostro Battesimo, e di poterne dare testimonianza libera, gioiosa e coraggiosa.

Sarà questo il nostro migliore servizio alla causa dell’unità tra i cristiani…

(20 marzo, incontro con i rappresentanti delle Chiese e delle comunità ecclesiali, e di altre religioni)

Testimoni della gioiaNon siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggia-mento! La nostra non è una gioia che nasce dal possede-re tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quan-do il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti!

(24 marzo, omelia Domenica delle Palme)

Cari Giovani,voi avete una parte importante nella festa della fede! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a settanta, ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invecchia mai!

(24 marzo, omelia Domenica delle Palme)

Costruire ponti Desidero proprio che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da acco-gliere ed abbracciare! Le mie stesse origini poi mi spingono a lavorare per edificare ponti. Infatti, come sapete la mia famiglia è di origini italiane; e così in me è sempre vivo que-sto dialogo tra luoghi e culture fra loro distanti, tra un capo del mondo e l’altro, oggi sempre più vicini, interdipendenti, bisognosi di incontrarsi e di creare spazi reali di autentica fraternità. In quest’opera è fondamentale anche il ruolo del-la religione. Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri. Per questo è importante intensificare il dialogo fra le varie religioni, penso anzitutto a quello con l’Islam.

(22 marzo, incontro con il Corpo diplomatico)Messa di inizio Pontificato, il saluto del Papa

La Consegna dell’Anello del Pescatore

Foto

Ca

rmin

e G

iord

an

o (

3)

Messa di inizio Pontificato, l’uscita dei Cardinali

Page 10: Insieme - Aprile 2013

10 Insieme - Aprile 2013

Lasciamo da parte le letture giornalistiche sui motivi contingenti che hanno condotto il collegio cardinalizio a fare questa scelta, non importa quali sono le ragioni (peraltro legittime) che hanno orientato il discernimen-

to, ciò che conta è riconoscere in quest’uomo il Pastore che Dio oggi dona alla Chiesa. Nessuno avrebbe scommesso sull’elezio-ne di Wojtyla, oggi sappiamo che la sua scelta fu determinata da uno stallo tra due candidati italiani. E tuttavia, quali che sia-no le ragioni umane, oggi possiamo dire con tutta certezza che era proprio lui l’uomo della Provvidenza, l’uomo che ha contri-buito a far crollare le frontiere tra Est ed Ovest. Dio sa meglio e più di noi cosa serve alla Chiesa e al mondo. In questa luce dobbiamo leggere anche l’elezione del nuovo Pontefice. Giovanni Paolo II ha voluto che il conclave si svolgesse nella cappella Sistina, e in particolare avendo nel cuore e negli occhi l’immagine del giudizio finale. La scelta del Papa appartiene alla storia della salvezza, rende i cardinali ministri di quella sto-ria. Lì, in quella cappella, tutto parla di Dio e del Suo amore per l’uomo. Lì è più immediato comprendere che la scelta ha un significato salvifico. Nel momento in cui una persona diventa Papa riceve le ener-gie soprannaturali per assolvere il suo ministero. Non possiamo giudicare una persona a partire da ciò che finora ha vissuto an-che se porta con sé la sua storia, il suo carattere, le convinzioni che ha maturato. Oggi inizia una nuova avventura, l’unica pre-occupazione del Papa è quella di essere docile all’azione del suo Spirito. Per questo occorre pregare perché conservi quella fondamentale libertà interiore che gli permette di accogliere

quello che Dio vuol dire alla sua Chiesa. La scelta del nome non è passata inosservata anzi ha creato subito un feeling con la gente. Francesco d’Assisi ha contribuito al rinnovamento della Chiesa ma – in un periodo in cui si dif-fondevano le eresie – lo ha fatto con la più rigorosa obbedienza ai Pastori, la testimonianza di una vita povera, la predicazione itinerante sullo stile della primitiva comunità apostolica e con una preghiera intensa, vissuta nel silenzio dell’eremo. Elementi diversi e complementari che oggi fatichiamo a tenere insieme e che tratteggiano assai bene l’immagine della Chiesa. I primi gesti mostrano un Papa che si presenta con umiltà. La sera stessa della sua elezione, fra lo stupore generale, non solo ha chiesto alla gente di pregare per lui – come è ovvio e quasi scontato – ma si è chinato come per ricevere la benedizione di Dio, invocata attraverso la preghiera corale di tutto il popolo di Dio presente nella piazza e in tutto il mondo che ha seguito l’evento in diretta televisiva. Una manciata di secondi ma suf-ficienti per comprendere lo stile che questo Papa vuole impri-mere nella Chiesa. In questo gesto leggo un modo nuovo di intendere i rapporti all’interno della Chiesa, una reciprocità che nulla toglie all’autorità che il Pastore è chiamato a esercitare ma sottolinea la reale compartecipazione del popolo di Dio.

“Che Papa vorresti?”, chiedevano i giornalisti. Fa parte del circuito mediatico sottoporre tutto a tutti, dando così l’illusio-ne di essere protagonisti. Altri e più raffinati opinionisti preten-dono di scrivere l’agenda che il Papa deve affrontare e le rifor-me che deve attuare. Un Papa, chiunque esso sia, obbedisce a

L’agenda di Papa Francesco

Raffinati opinionisti pretendono di scrivere l’agenda che il Papa deve

affrontare e le riforme che deve attuare. Un Papa obbedisce a Dio, accoglie

lo Spirito, si lascia guidare dalla Scrittura. È Dio che scrive le priorità

IL COMMENTOdi Silvio Longobardi

Foto

Ca

rmin

e G

iord

an

o

Il Papa all’udienza con i giornalisti

Page 11: Insieme - Aprile 2013

Dio, chiede e accoglie lo Spirito, si lascia guidare dalla Scrittura. È Dio che scrive le priorità, le scrive nel cuore del Pastore scelto a governare la Chiesa. Chi vive l’esperienza di fede sa cosa si-gnifica lasciarsi condurre dallo Spirito, lasciare a Dio il compito di tracciare la strada. All’inizio del pontificato di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II chi poteva prevedere le scelte che avreb-bero fatto? Forse nemmeno loro, i diretti protagonisti. Un Papa è certamente chiamato ad esercitare in modo auto-revole – più ancora rispetto al pur gravoso compito episco-pale – il ministero dell’insegnamento. In fondo il suo compito primario, stando alle parole di Gesù, è quello di “confermare” i fratelli (Lc 22,32). Ma questo lo può fare, dice ancora Gesù a Pietro, a condizione di convertirsi. Un Papa può essere Pastore a condizione di essere lui per primo una docile pecorella di Dio, può insegnare con autorità solo se diventa un umile discepolo di Gesù Cristo.A Pietro Gesù ha consegnato “le chiavi del Regno” (Mt 16,19). Un’immensa responsabilità, da far tremare i polsi. Cosa ci at-tendiamo dal Papa? Suor Cristiana Dobner, monaca carmelita-na, la sera stessa dell’elezione ha risposto così: “Semplicemente tutto, senza eccezioni. Tutto e integro l’ascolto della Parola. Tutto e integro l’annuncio della Buona Novella. Tutto e integro il desiderio di salvezza per tutti. Tutto e integro l’impegno per

la pace fra i popoli. Tutto e integro il sollievo al grido dei poveri, degli emarginati, degli oppressi” (Agenzia Sir, 13 marzo 2013). Ma anche noi dobbiamo essere pronti a dare tutto, senza ecce-zioni, iniziando ad accogliere con assoluta docilità quello che il Papa chiede. “Extra omnes”, tutti fuori, dice il maestro delle cerimonie per an-nunciare l’inizio del conclave. “Extra omnes” potremmo dire an-cora oggi: accompagniamo il Papa con la nostra preghiera, fac-ciamogli sentire il nostro affetto, ma lasciamogli quello spazio di silenzio in cui risuona solo la Parola di Dio. La molteplicità di voci può anche diventare un frastuono. Durante un ritiro perso-nale, meditando sul compito che la Provvidenza gli ha affidato, Paolo VI scrive: “Questa posizione (l’essere Pontefice, ndr) mi costituisce in un’estrema solitudine. Era già grande prima, ora è totale e tremenda. Dà le vertigini. Come una statua sopra una guglia. Niente e nessuno mi è vicino ... Io e Dio. Il colloquio con Dio diventa pieno e incomunicabile”.Dio sa dove vuole condurre la Chiesa. Il Papa deve restare in conclave, per svolgere efficacemente il suo ministero egli deve entrare ogni giorno in quella camera segreta, chiusa a chiave, in cui Dio parla al suo cuore e gli suggerisce le scelte da fare. Da questi dialoghi luminosi scaturiranno parole e gesti che da-ranno forma alla Chiesa di domani.

11Insieme - Aprile 2013

“Si chiamerà Francesco”

Il nuovo Papa si chiama Francesco, così come tu avevi scritto. Profezia o fortunata intuizione giornalistica?Nessuna delle due, solo una preghiera che il Signore ha esaudito. C’era biso-gno di un Papa Francesco che dicesse a tutti: d’ora in poi il Vangelo lo appli-chiamo senza interpretazioni. Da que-sto punto di vista è esemplare il gesto del Giovedì Santo: andare in carcere per baciare i piedi dei minori detenuti, fa comprendere davvero cosa intendes-se Gesù con la lavanda dei piedi, molto meglio che baciando i piedi di 12 sacer-doti nella Basilica di San Pietro.

Cosa ti ha colpito di questi primi giorni di pontificato?La capacità di Papa Francesco di parlare al cuore di tutti. Mi piaccio-no le sue parole di tenerezza e i suoi gesti di radicalità evangelica. Ma più di tutto mi ha colpito quello che è successo nella Chiesa: dalla docili-tà allo Spirito di un grande Papa e uomo di Dio come Benedetto XVI, al Conclave fino all’elezione di Papa Bergoglio. È evidente che ha operato lo Spirito Santo e che tutto questo, in poco più di un mese, non è opera dell’uomo.

L’incontro tra Papa Francesco e il Papa eme-rito Benedetto XVI ha commosso il mondo. Come evolverà in futuro questo rapporto?Come ho scritto nell’articolo: il Papa Emerito sarà una straordinaria ri-serva spirituale e di esperienza, cioè una grande forza, per il Papa re-gnante. Il quale avrà per lui più la devozione, se così si può dire, che ciascuno di noi ha sempre per le persone che ci hanno dato tanto. E Papa Benedetto ha dato tantissimo alla Chiesa, e darà ancora tanto, come ha detto lui, con la preghiera e la riflessione.

Abbiamo intervistato Rosario Carello che, sul numero di Insieme di marzo, aveva profeticamente indicato il nome che il nuovo Papa avrebbe scelto

L’INTERVISTA

Rosario Carello

Page 12: Insieme - Aprile 2013

12 Insieme - Aprile 2013

Quante volte abbiamo sentito: credo in Dio, non nella Chiesa, con le sue ricchezze. Quante volte ci siamo difesi: ecclesia

casta et meretrix, fatta di uomini; tormen-tandoci dentro, perché abbiamo bisogno di testimonianza vissuta. Ora ascoltiamo Francesco, povertà, semplicità, misericor-dia. Ora vediamo una croce di ferro. Non comprendiamo sempre come agisce il Pa-ràclito ma stavolta abbiamo la sensazione di averlo intuito.

Massimiliano Giordano avvocato e presidente Salerno Mobilità S.p.a.

Papa Francesco è il frutto dello sguardo d’amore fra Gesù e Benedetto XVI quando è scaturita la coraggiosa ed eroica decisio-ne della rinuncia. Era lui il frutto del soffi o dello Spirito Santo. Papa Francesco, au-gurandoci “buonasera”, ci ha accolti. Con la richiesta della preghiera a Dio ci ha resi

“amici” e ci ha uniti a tutto il mondo. Paolo e Maria Teresa Balestrazzi

docenti scuola superiore

Nomen omen, nel nome che ha scelto è il suo destino di pastore della Chiesa. Con pochi gesti e semplici parole ha rapida-mente riportato la cristianità alle sue ori-gini, rimettendo al centro la famiglia, gli emarginati, “le periferie” del mondo e della società. Ora è chiamato a sgombrare la sua Chiesa da fantasmi, intrighi e fastidiose presenze. Avrà forza e carattere per farlo.

Giuseppe CalabreseUffi cio stampa Asl Salerno

Quello che ho avvertito nella serata dell’e-lezione di Papa Francesco è indescrivibi-le. Un senso di serenità mi ha pervasa. La semplicità, l’umiltà, l’ordinario del nuovo pontefi ce hanno scardinato ogni fi nta aspettativa. Confi do nelle sue parole e nei

suoi gesti. Lasciamoci guidare da quello che lo Spirito Santo ha voluto donarci.

Emanuela Pandolfi studentessa universitaria

Habemus papam, è la prima volta che ascolto queste parole da presbitero, nel 2005 ero seminarista. Da Benedetto a Francesco. In Benedetto Cristo ci ha mo-strat o la sua bellezza, l’estrema serietà del suo messaggio e l’urgente bisogno di fede di cui il mondo ha bisogno. Attraverso Francesco, lo stesso Cristo mostra all’uma-nità la sua tenerezza e si lascia trovare nei gesti semplici di colui che si fa prossimo. Dio non è assente e continua a stupirci.

Don Raff aele Ferrentino, parroco San Matteo apostolo Nocera Inferiore

Tranne i cardinali in Conclave, nessuno aveva vagliato la possibilità di un papa “genuino” che si mostra al pubblico dicen-

LA VOCE DELLA GENTEa cura di Salvatore D’Angelo

Entusiasmo per papa Francesco

L’invito alla tenerezza, il richiamo alla povertà, i segni di carità. Colpisce tutti il successore di Benedetto XVI, religiosi e sacerdoti, laici e non credenti, studenti e professionisti

Page 13: Insieme - Aprile 2013

do buonasera! Il nuovo Vescovo di Roma ha creato, in quelli che come me hanno vissuto l’evento in diretta televisiva, una sorta di fermo immagine dei pensieri. Mi ha colpito quando nel primo Angelus ha detto: “Non abbiate paura della tenerezza”. E nell’epoca della globalizzazione e della forte compromissione tecnico-scientifica dei rapporti umani, una semplice asser-zione diventa la sintesi del messaggio al mondo. In questo modo ha fatto di più, ha aperto la sua preghiera a chi «è alla ricerca della Verità e della Bellezza».

Rosmunda Marra, sociologa

Credo che i Cardinali abbiano fatto pro-prio bene ad eleggerlo. Già nella scelta del nome ha mostrato semplicità e umiltà. Mi è piaciuto molto la definizione «Vescovo di Roma», come per ribadire la necessità di stare tra le persone, non nel palazzo. Vuole incontrare la gente, abbracciarla, avvici-narla. Credo sia il Papa giusto.

Mariarosaria D’Avinostudentessa universitaria

Mi ha colpito la semplicità, la scelta del nome, la provenienza da una terra lonta-na e le umili origini: caratteristiche che lo fanno sentire più vicino. In questo diffici-le momento papa Francesco ci aiuta ad avere speranza. La scelta del nome deve condurci ogni giorno a fare memoria del nostro impegno a riscoprire i valori del frate di Assisi, per ritornare all’essenziale, amando senza riserve la Chiesa e i fratelli.

Andrea Pastorevice presidente ACLI Salerno

Nonostante un mio tradizionale scetti-cismo, inquadro papa Francesco come

uomo umile, semplice e spontaneo. Il più volte citato desiderio di una Chiesa povera pone le basi per un deciso avvicinamento ai bisognosi. Tutto questo lascia presagire un cambiamento radicale. Che sia o meno il Papa della svolta si vedrà. A noi non resta che aver fede e sperare che tutto prosegua per il verso giusto.

Rosario Barone, studente universitario

Papa Francesco ha voluto “mettere in pra-tica” quello che Gesù ci ha insegnato nel-la sua vita: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22,39), seguendo le orme di San Francesco d’Assisi. Un esempio da imitare.

Salvatore La Femina, studente

Alla fumata bianca ero in piazza San Pie-tro. Ho fatto molta attenzione ad ascolta-re il nome dell’eletto. Quando ho sentito Francesco, oltre all’esultanza, mi sono detta: ci siamo. L’ho percepito come un programma di vita. In pochi giorni ci sta dimostrando che la Chiesa vuole torna-re effettivamente ed affettivamente a camminare al fianco dei poveri, a ciascun uomo di buona volontà, anche a chi per vari motivi si è allontanato. E se la bocca parla dalla pienezza del cuore, le sue pa-role mi mettono dentro tanta Primavera dello Spirito.

Sr. Anna Maria SenatoreCongregazione Suore della Carità

Papa Francesco mi ha dato l’impressione di essere molto vicino alla gente, riesce a trasmettere un senso di umiltà e di ritor-no alla croce. Ho apprezzato molto il voler celebrare la Messa del Giovedì Santo in un Carcere minorile: è vicino a tutti, anche a

chi ha sbagliato. E la scelta di chiamarsi Francesco ci dimostra, come ha detto lui stesso, che vuole una «Chiesa povera tra i poveri».

Alessandro Barbato, geometra

Un gesto e poche parole lo hanno proiet-tato nei cuori e negli occhi degli uomini, fedeli e non, come se quel posto tra la gente fosse stato suo da sempre. Come se non si aspettasse altro che il Signore man-dasse Papa Francesco ad occuparlo. Un compito arduo: dare speranza ad un mon-do dove ogni differenza tra ricchezza e povertà, felicità e tristezza, sembra ingran-dirsi sempre. Credo, nel senso più cristiano del termine, che il Santo Padre ce la farà.

Angelo Forino, avvocato

Ho avuto l’onore e il piacere di seguire il Conclave e l’elezione di Papa Francesco da giornalista ed è stata un’esperienza meravi-gliosa. Ci sono stati luoghi che per due settimane sono diventati quasi una casa: da un lato il Media Center con 5600 giornalisti accredi-tati provenienti da tutto il mondo; dall’altro lato Piazza San Pietro, che ha visto passare centinaia di migliaia di persone in attesa dell’Habemus Papam.L’emozione più grande la sera del 13 marzo: due ore intense sotto il balcone più inqua-drato del globo e alla fine si affaccia un Papa semplice che saluta con un “buonasera”. Po-che parole, pochi gesti, tanta preghiera. Non aveva ancora finito di parlare, che già dicevo a chi mi stava accanto: «Questo Papa è anti-conformista». Tutti a fare il toto-papa, ma lo Spirito Santo ci ha stupito donandoci quello di cui abbiamo bisogno.

Carmine Giordano, resp. sito diocesano

13Insieme - Aprile 2013

Foto

Ca

rmin

e G

iord

an

o

Vista dall’alto della Messa di inizio Pontificato

Page 14: Insieme - Aprile 2013

14 Insieme - Aprile 2013

S e un Papa vi ringrazia per quello che avete fat-to, e magari aggiunge sornione e divertito “ave-

te lavorato, eh?”, ne sarà valsa si-curamente la pena. E se poi quel “grazie” te lo ripete stringendoti forte la mano e guardandoti dritto negli occhi, dopo aver saputo che tu lavori per garantire l’informa-zione dei settimanali diocesani italiani, allora il tuo cuore fa un salto e speri di non dimenticare mai. Non dimenticare l’emozione, ma soprattutto il mandato che il Papa ha affidato a te, come agli al-tri comunicatori accorsi numerosi in sala Nervi per la prima udien-za di Francesco. Che lui ha voluto fosse dedicata a tutti noi giorna-listi, ma anche alle nostre fami-glie, prima che migliaia di colleghi giunti a Roma da ogni angolo del mondo riprendano la via del ritor-no. E possiamo solo immaginare con quale ricchezza nel cuore tor-neranno nelle loro redazioni i gior-nalisti latinos che hanno avuto la fortuna professionale di racconta-re la salita al soglio di Pietro del primo Papa latino, “preso dai car-dinali alla fine del mondo”.L’emozione, però, si accompagna con la razionalità e la responsa-bilità. Certo, se il Papa Francesco vorrà continuare ad usare paro-le semplici per concetti altissimi, così da farsi capire da tutti, il no-stro lavoro di comunicatori sarà facilitato. Anche perché questo

Papa ci mette – lo abbiamo capi-to in questi primi giorni – tutta l’intenzionalità possibile non solo nelle parole, ma anche nei gesti e nei segni. Dunque, si apre per noi giornalisti una pagina nuova della professione, nella quale dovremo letteralmente farci rimodellare da lui. Lo dobbiamo ai nostri lettori, numerosissimi, che fanno parte di quel “popolo di Dio” per il quale Francesco ha una chiara predile-zione e con il quale è evidente un feeling destinato a corroborarsi nei giorni che verranno.Un mandato impegnativo. Ma il mandato che Papa Francesco ci affida è tanto chiaro quanto impe-gnativo: a noi toccherà racconta-re la verità, la bontà e la bellezza. Una “triade esistenziale” l’ha defi-nita, che per i comunicatori cat-tolici appare come un imperativo categorico se è vero che Verità, Bontà e Bellezza sono una Perso-na. E se riusciremo a raccontare quella Persona attraverso la veri-tà, la bontà e la bellezza del mon-do, avremo risposto alla nostra vocazione. Un impegno ciclopico considerati spirito e prassi del mondo e del tempo, ma vi assicu-ro che ci proveremo. Lo dobbiamo a lui che ce l’ha chiesto, ma so-prattutto lo dobbiamo agli uomini e alle donne del nostro mondo e del nostro tempo. E se il Papa si spinge ad affermare “come vorrei una Chiesa povera e per i poveri…”, allora capiamo che

la faccenda si fa molto seria. E che Papa Francesco è destinato a sor-prenderci. Come tutti siamo stati sorpresi dallo Spirito Santo che ha ispirato i grandi elettori. Seguen-do l’auspicio con il quale, in un titolo di questa agenzia, avevamo sintetizzato le attese di tutti: “Sor-prendeteci ancora”. La sorpresa, però, non liquida le nostre respon-sabilità di comunicatori e di co-municatori cattolici. Già da oggi, dobbiamo chiederci “cosa fare”. E qui consentitemi, con uno strappo alle regole giornalistiche, di parla-re in prima persona. Presentato al Papa come il direttore dell’Agenzia Sir che serve i settimanali dioce-sani italiani, mi sono permesso di dire, a nome di tutti i colleghi che partecipano a questa nostra av-ventura professionale: “Santità, ci aiuti ad amare il mondo e i poveri. E noi li racconteremo”. Lo sguardo del Papa si è illuminato diventan-do quasi trasparente, si è sciolto in un caldo sorriso e ha detto un semplice “grazie”. Che io mi per-metto di trasmettere a tutti i gior-nalisti e collaboratori del Sir e dei settimanali diocesani italiani. Noi conosciamo da vicino il “popolo di Dio” e ci impegniamo a raccontar-lo, sempre.E poi sarà una gioia condividere con Francesco il sogno di “una Chiesa povera e per i poveri”.Santità, conti su di noi.

Domenico Delle Fogliedirettore Agenzia Sir

Santità, conti su di noiDomenico Delle Foglie

All’incontro con Papa Francesco non potevamo mancare noi che raccontiamo i territori e le diocesi. Quel “popolo di Dio” che gli sta tanto a cuore. A tutti i giornalisti il mandato di comunicare “la Verità, la Bontà e la Bellezza”

Page 15: Insieme - Aprile 2013
Page 16: Insieme - Aprile 2013

16 Insieme - Aprile 2013

SPECIALEPREMIOEUANGHELION

Una serata emozionante. Si conferma un bel momento culturale e sociale il Premio Euanghelion, che si è tenu-

to lo scorso 11 marzo nella sala “Pepe” della Curia vescovile. Protagonisti dell’ottava edizione padre Ugo Sartorio, direttore generale del Messaggero di sant’Antonio, e la giornalista e scrittri-ce Mariapia Bonanate. Nel corso della serata si è parlato di fede, giornalismo, comunicazione, ma anche di sofferenza. Il tema portante del convegno era «Fatti per sperare».

IL GIORNALISMO DAL VOLTO UMANOAd aprire i lavori è stato don Silvio Longobardi, direttore edi-toriale di Insieme. Il sacerdote ha detto che nel «mondo della comunicazione non è facile tenere alta la speranza, perché si corre il rischio di cadere nel sensazionale». Riferimento che si cerca di tenere presente quando si lavora alla realizzazione di Insieme. Per il direttore editoriale della rivista diocesana «biso-gna raccontare i gesti di speranza e guardare con uno sguardo diverso la realtà». «Il giornalismo dal volto umano – ha aggiun-to – sollecita la parte migliore della società a fare ancora me-glio».

Il cuore dell’incontro è stato rappresen-tato dalle esperienze dei due protagoni-sti: Sartorio e Bonanante.

GIORNALISMO: COLLOQUIO PERMANENTE CON L’ALTROA raccontare per prima la sua esperien-za è stata la giornalista torinese, condi-rettore de Il nostro tempo, che ha voluto spiegare la scelta di lasciare l’insegna-mento per le inchieste: «Il giornalismo è stato una chiamata, una missione che all’inizio non mi era chiarissima e che

poi ho vissuto con consapevolezza. Quando insegnavo all’Uni-versità sentivo che non c’era quel rapporto con la vita di tutti i giorni. Una distanza abissale che il giornalismo ha consentito di colmare». Poi ha parlato della sua professione: «Ho voluto realizzare un giornalismo che fosse colloquio permanente con l’altro, basandomi su diversi principi. Tre “no”: mai uno scoop negativo; mai foto che potessero essere offensive; mai l’utiliz-zo di banalità. E alcuni sì: un giornalismo che abitasse le situa-zioni raccontate e la scelta di mettere in luce il buono che si cela dietro le cattive notizie». Bonanate ha anche parlato del suo ultimo libro Io sono qui. Il mistero di una vita sospesa (Mondadori 2012) nel quale raccon-ta l’esperienza vissuta accanto al marito colpito dalla sindrome di locked-in: «Dal buio – ha detto – nasce la speranza, che ho

Si è conclusa tra gli applausi l’edizione 2013 del Premio Euanghelion. I testimoni della “Buona Notizia”, ribattezzati dal Vescovo «pellegrini di speranza», confermano la bontà dell’iniziativa

Un Premio, tante esperienze

Foto

Sa

lva

tore

Alf

an

o (

2)

Guido Abbagnara, della parrocchia sant’Antonio di Padova, consegna il premio a Mariapia Bonanate

Padre Ugo Sartorio riceve l’angelo in ceramica argentata dal Vescovo Giuseppe

Page 17: Insieme - Aprile 2013

La storiaIl Premio Euanghelion è stato istituito nel 2006 per dare un pubblico riconoscimento ad una persona o ad un’istituzione che si è particolarmente distinta nel mondo dei mass-media. Euanghelion è un termine gre-co che signifi ca buona notizia. Ai premiati dell’ottava edizione sono stati consegnati due angeli in ceramica argentata, opere esclusive realizzate dall’artista Anto-nella Ferrisi di Caltagirone.

trovato tra mille domande e l’impotenza».

LA SPERANZA È NEL NOSTRO DNAPadre Ugo Sartorio, illuminato direttore del Messaggero di sant’Antonio, 1 milione di copie distribuite in tutto il mondo, si è soffermato sulla difficile realtà mass mediatica. «A volte – ha detto – si comunica aggiungendo le cose. La verità, invece, è semplice. Raccontarla è un’esperienza faticosa, ma al tempo stesso bellissima». Il religioso francescano conventuale ha poi rilanciato: «Il comunicatore deve essere discepolo dei suoi in-terlocutori». Ci sono poi dei doveri per il giornalista: «Essere preparato, avere toni bassi perché se grida sta de-valorizzando la comunicazione. Deve, quindi, trovare la sintonia, guardare alla foresta che cresce, saper coniugare voci diverse e argo-mentare». Rispetto al Messaggero ha detto: «Andiamo in cerca di eventi che ci permettono di sperare, perché la speranza noi cristiani l’abbiamo nel DNA».Sul periodo che vive il paese ha affermato: «Bisogna reagire. Come? Facendo prove di futuro: iniezioni di cose concrete ca-paci di sostenere il domani».

PELLEGRINI DI SPERANZAIl vescovo diocesano, monsignor Giuseppe Giudice, che ha de-finito Sartorio e Bonanate «pellegrini di speranza», ha lanciato un augurio finale: «Occorre abbassare il tono della voce e alza-

re il volume del cuore perché siamo fatti per sperare, è questa la nostra dimensione più profonda. E bisogna trovare giornali-sti che vadano a caccia di questo». Sempre ai comunicatori ha ricordato: «Bisogna recuperare la “parola etica”, il valore delle cose, perché il vostro compito è aiutare a sperare. Bisogna mu-tare il lamento in danza».All’incontro hanno partecipato alcuni studenti del Liceo scien-tifico “Nicola Sensale” e del Liceo classico-linguistico “Gian Battista Vico” di Nocera Inferiore, dell’Istituto per i servizi so-ciali “Gaetano Milone” di Sarno e dell’Istituto superiore “Don Vincenzo Pastore” di Angri, i quali si sono trasformati in “gior-nalisti per una sera” rivolgendo alcune domande ai premiati.L’edizione 2013 è stata davvero entusiasmante, l’incontro ed il confronto che scaturisce dall’ascolto di queste numerose esperienze invoglia a fare sempre meglio. Tanti i suggerimen-ti raccolti che potranno arricchire maggiormente l’edizione 2014.

Salvatore D’Angelo

17Insieme - Aprile 2013

Anche se condensata in una sola giornata, l’organizzazio-ne del Premio Euanghelion comporta non poca fatica. Diverse le persone che pure senza preavviso hanno di-

mostrato disponibilità e attenzione.Un ringraziamento particolare va ai religiosi francescani conven-tuali, in particolare a padre Damiano Antonino, per aver aperto le porte del Convento e della Pinacoteca di Sant’Antonio, e alle monache domenicane per aver aperto la chiesa del Monastero di Sant’Anna ai vincitori del Premio Euanghelion per due visite straordinarie. Grazie all’archeologo Gianluca Santangelo che ha guidato questi incontri. Uno speciale ringraziamento a don Natalino Gentile per essere stato eccellente cicerone durante la visita al Museo diocesano San Prisco. Un grande riconoscimento alle suore del Preziosissimo Sangue, che hanno accolto nella loro casa Mariapia Bonanate e padre Ugo Sartorio, e all’Oasi Maria Madre della Vita di Sant’Egidio del Monte Albino per aver condiviso una serata di intensa fraternità.

TANTA FATICA E TANTI GRAZIE

Foto

Sa

lva

tore

Alf

an

o

Antonietta Abete, coordinatrice di Insieme, legge la motivazione del premio assegnato a Mariapia Bonanate

Page 18: Insieme - Aprile 2013

18 Insieme - Aprile 2013

di Martina GrimaldiSCUOLA&UNIVERSITÀ

Il premio Euanghelion 2013 comuni-ca la speranza a tantissimi ragazzi: si tratta di quei giovanissimi protago-nisti della serata che hanno seguito

il convegno in silenzio, con occhi vispi e attenti dal fondo della sala e che si sono preparati alla conferenza svolgendo con dedizione lavori di gruppo. Sto parlando di alcuni alunni, circa una quarantina, provenienti da quattro scuole del no-stro Agro: il Liceo Linguistico G.B. Vico, il Liceo Scientifico N. Sensale di Nocera Inferiore, l’Istituto Superiore Mons. Pa-store di Angri e l’Istituto Psicopedagogi-co G. Milone di Sarno. Ai ragazzi è stato chiesto di trasformarsi in giornalisti per un giorno. Leggere gli ultimi libri dei giornalisti vincitori del premio (Io sono qui di M. Bonanate e Scenari della fede. Credere

in tempo di crisi di padre Ugo Sartorio) ed elaborare alcune domande da porre durante il convegno: ecco il compito af-fidato agli studenti. I giornalisti hanno risposto con entusiasmo alle domande concrete e precise degli alunni.

LE IMPRESSIONI DEGLI STUDENTICome hanno fatto i ragazzi e i loro pro-fessori a prepararsi al convegno? Quali

le tempistiche e le modalità di approc-cio a questa iniziativa? Abbiamo voluto seguire più da vicino il percorso intra-preso dagli studenti. Gli alunni del Liceo Scientifico N. Sen-sale parlano di come avrebbero voluto avere ancora più tempo a disposizione da dedicare alla lettura del libro. Le do-mande che questi ragazzi hanno scelto sono nate da discussioni in classe che si basavano spesso sull’esperienza straor-dinaria di padre Ugo Sartorio e su temi esistenziali o di fede (famiglia, Chiesa e politica, comunicazione, crisi di valori). «Noi ragazzi avvertiamo un grande bi-sogno di testimoni forti e coerenti con il messaggio evangelico – affermano gli studenti del Sensale – se i giornalisti ri-escono a non limitarsi alla semplice de-nuncia ma a comunicare la speranza at-

Quattro Istituti Superiori coinvolti per il premio Euanghelion 2013. Ascoltiamo le loro impressioni e come si sono preparati al convegno

Giornalisti per un giorno

I ragazzi che hanno partecipato al Premio insieme al vescovo Giuseppe Giudice,

Padre Ugo Sartorio e Mariapia Bonanate

Page 19: Insieme - Aprile 2013

traverso l’esperienza personale possono orientarci in modo costruttivo».Gli alunni dell’Istituto Superiore G. Milone mi raccontano schiettamente: «Inizialmente non eravamo molto entu-siasti di leggere un libro in classe duran-te le ore di italiano. Poi però è bastato poco per ricrederci! Io sono qui tratta di tematiche molto vicine al nostro per-corso di studi, come l’eutanasia, l’acca-nimento terapeutico, il rispetto della vita». Infine, affermano che il convegno per loro è stato un momento per riflet-tere ancora di più, sulla base delle paro-le dei giornalisti, su come non bisogna fermarsi ai primi ostacoli ma lottare e avere fede, sempre.I giovani dell’Istituto Mons. Vincenzo Pastore, guidati e spronati dai loro in-segnanti, hanno approfondito la lettura del libro Io sono qui, con integrazioni

riguardo la malattia di cui si parla all’in-terno del testo e con riferimenti storici riguardo gli ebrei e l’olocausto. Uno sfor-zo per inquadrare al meglio le vicende dei protagonisti del libro. Alla domanda che ho posto loro «Perché sperare?» mi hanno risposto: «Sperare in un mondo come il nostro è fondamentale per guar-dare alla vita con il sorriso e positività, per ringraziare giorno dopo giorno, con la sola gioia di vivere, Dio per il dono im-menso che ci ha dato».

Infine, mi riferiscono gli alunni del Li-ceo Linguistico G.B. Vico di aver letto con entusiasmo il libro loro assegnato durante le ore di religione. L’invito che proponeva di essere giornalisti per una sera è stato accolto dagli alunni con spirito di intraprendenza. Mi spiegano come il tempo sia stato breve, ma molto

proficuo per loro. «Durante il convegno abbiamo ascoltato con curiosità e inte-resse i vincitori del premio, cosa aveva-no da dire a noi giovani, le vicende della loro vita – affermano i ragazzi del Vico e continuano – abbiamo compreso che potevamo imparare qualcosa dalle loro parole». «Ciò che mi è rimasto impresso di que-sto avvenimento – spiega la prof. di re-ligione Teresa Ferraioli – è stato il desi-derio dei ragazzi di avere un “contatto fisico” alla fine della premiazione. Ognu-no infatti si è avvicinato per stringere le mani ai premiati e per farsi autografare i libri». Questo è il modo in cui due per-fetti sconosciuti sono diventati familiari e messaggeri di speranza che, come ha precisato il Vescovo «è l’ultima a morire e la prima che ci fa vivere».

Martina Grimaldi

Page 20: Insieme - Aprile 2013

VITA NELL’AGROa cura di Salvatore D’Angelo

Vogliamo Credere.

È nato Credere, il settimanale per riscoprire la nostra fede e viverla meglio.

100 pagine di racconti di fede vissuta in ampi reportage ed esclusivi servizi. Tante rubriche e curiosità sui santi, sulle feste e le tradizioni popolari. Il tutto con un linguaggio semplice e uno stile fresco e moderno. Credere è la guida e lo strumento per chi vuole emozioni forti e valori veri; per chi cerca speranza e amore profondo; per chi sente la gioia della fede.

Da giovedì 4 aprilein edicola e in parrocchia.

NUOVOSOLO 1€

IN REGALOIL LIBRO DEL PAPA

PERIODICIFede da leggere, fede da vivere.

Scherzi del Porcellum

Due paganesi ed un nocerino al Parlamento. Davvero? Sì, ma solo perché ci sono nati. La valle del Sarno non è riuscita ad esprimere

rappresentanti locali alle ultime elezioni. A dire il vero quelli candidati non erano tantissi-mi e, di più, non erano nemmeno in posizioni utili. La legge elettorale, si sa, favorisce chi è in pole position, non chi staziona nelle retrovie.E così, scorrendo la lista degli eletti, ci si ac-corge che ben due onorevoli, Simone Valian-te (PD) e Giuseppe Esposito (PDL), sono nati nella città di Sant’Alfonso. Ma non ci sono rimasti. Il primo vive nel Cilento e per anni si è battuto per quei territori. Il secondo risiede a Roma, tranne qualche parentesi di vita pas-sata tra Angri e Pagani. Il terzo è Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), nato a Nocera Inferio-re, e probabilmente l’unico che davvero ha mantenuto legami con la sua città natale.È dalla conclusione della 14esima legislatura, 27 aprile 2006, che l’Agro nocerino-sarnese

non esprime un proprio rappresentante. Da quando si è votato con il cosiddetto Porcel-lum.Incredibile, dunque, che in un territorio così popolato accada ciò, mentre Pellezzano, 10 mila abitanti nella valle dell’Irno, abbia por-tato alla Camera Angelo Tofalo (M5S) e Anto-nio Cammarota (PdL) e al Senato Eva Longo (PdL). Scherzi del Porcellum, come l’elezione in quota Berlusconi di due cittadini di Gram-michele, ridente cittadina di 13 mila abitanti circa in provincia di Catania, che ha visto elet-ti l’onorevole Angelo Attaguile nella circo-scrizione Campania 2 (quella di cui fa parte anche la valle del Sarno, ndr) e il senatore Giu-seppe Compagnone nell’unica circoscrizione regionale. Tutto questo avveniva mentre il giovane Giuseppe Agovino (PdL) di Sarno si ritrovava al 19esimo posto in Campania 2.Lo ricordava qualcuno: se si vuole rappresen-tanza, non basta mettere solo una croce.

Salvatore D’Angelo

L’Agro nocerino senza rappresentanti al Parlamento. È dal 2006 che non ci sono delegati diretti tra gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama

Montecitorio

Page 21: Insieme - Aprile 2013

Due mesi di incontri formativi per discutere di conoscenza, tutela e valorizzazione del territorio e dei

suoi tesori storici e archeologici. È iniziato sabato 23 marzo e terminerà il 25 maggio la fase formativa del progetto “Cool tour in Valle – esplorare gli spazi della storia e dell’anima”, promosso dal gruppo arche-ologico “Terramare 3000” e sostenuto da Fondazione con il Sud.Cinque associazioni di volontariato coin-volte: Terramare 3000, Amici del Sarno, La Quercia, Crystal e La Sveglia. Tre i Comuni partner, Poggiomarino, Striano e San Va-

lentino Torio, insieme alla Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei. Tutti in-sieme questi enti hanno dato vita ad un’o-pera di valorizzazione del sito archeologi-co di Longola e dell’intero territorio della valle del Sarno. L’iniziativa si chiama “cool tour” proprio perché intende far diventare “cool”, ovvero di tendenza, la visita e la co-noscenza delle emergenze archeologiche e ambientali del territorio nocerino-sarne-se. «Il nostro obiettivo è mettere in rete le diverse esperienze per costruire i comuni saperi», spiega la presidente di Terramare 3000 Linda Solino.

Longola c’èAl via il progetto “Cool tour in Valle” sostenuto da Fondazione con il Sud che vede protagonista il sito archeologico di Poggiomarino

Inaugurato il nuovo plesso scolastico “Tortorelle” dal sindaco Leo Annunziata. Il progetto, realizzato con fondi del Comune di Poggiomarino, ha riguardato la redistribuzione degli spazi, il miglioramento dei servizi igienici e degli infissi, la messa a norma dell’intera struttura.

Nuovo look

Gli scavi della Longola

Page 22: Insieme - Aprile 2013

22 Insieme - Aprile 2013

REDAZIONALE A CURA DELL’UFF. STAMPA

DEL COMUNE DI SARNO

I l Comune di Sarno per gli adolescenti. L’amministra-zione guidata dal sindaco Amilcare Mancusi lavora ad un nuovo Progetto di ricerca, svolto in collabo-razione tra il dottor Oreste Fasano della Cattedra di

Psicologia dello Sviluppo della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno e l’As-sessorato alle Politiche giovanili, guidato da Alfredo Mandola. Una partnership che gode del supporto del settore Servizi alla Persona dell’Ente, retto da Clelia Buo-naiuto.

I protagonisti Tale iniziativa intende coinvolgere attivamente gli Istitu-ti scolastici superiori del territorio in un processo di co-noscenza reciproca finalizzato allo studio dei temi legati all’adolescenza, utile alla messa a punto di interventi di sensibilizzazione, informazione e prevenzione rivolti alla comunità.L’idea di fondo è quella di capire alcune dimensioni dell’adolescenza e della gioventù, nonché sui bisogni e sulle modalità di relazione, comunicazione ed espressio-ne del disagio psicologico nei processi di sviluppo.

I benefici per la comunitàTale lavoro consentirà di strutturare, in maniera più ef-ficace, percorsi formativi e progettare servizi per ado-lescenti e giovani maggiormente rispondenti alle loro reali esigenze e a quelle della comunità nella quale sono inseriti. Un’iniziativa che coinvolga anche i Dirigenti sco-lastici nella promozione del benessere delle nuove ge-nerazioni e delle famiglie. Ha dichiarato l’assessore Alfredo Mandola: «La nostra

Amministrazione comunale crede fermamente che la co-operazione tra Istituzioni e la partecipazione attiva della Comunità educativa costituisca l’unico mezzo valido per il concreto cambiamento culturale di un territorio come il nostro».Il sindaco Amilcare Mancusi ha aggiunto: «Questo è un Progetto interessante e ben studiato che ha subito su-scitato il nostro interesse. Dialogare con il mondo dei giovani per la nostra Am-ministrazione è, da sempre, una priorità irrinunciabile».Il Progetto di ricerca prevede la collaborazione del GRIS (Gruppo di Ricerca sulle Interazioni Sociali). Tale inizia-tiva intende coinvolgere attivamente la giovane utenza del servizio Informagiovani del Comune di Sarno e gli Istituti scolastici superiori in un processo di conoscenza reciproca.

Città a misura di adolescenti

La collaborazione tra enti è la nuova frontiera per portare avanti progetti ed iniziative per la comunità cittadina. Palazzo San Francesco stringe un accordo con l’Università di Salerno

L’assessore Alfredo Mandola

Il sindaco Mancusi in una foto di Luigi Pepe

Page 23: Insieme - Aprile 2013

Nuova missione dell’ASI, Associazione Solidarietà Internazionale, in Nicaragua. È dal 2000 che il so-dalizio operante da circa 20 anni nel settore del

volontariato internazionale promuove iniziative di soli-darietà nel Paese più povero del Centro America. L’impe-gno dell’associazione con sede a San Valentino Torio si è svolto prevalentemente a San Rafael del Norte, paesino del dipartimento di Jinotega con circa 16 mila abitan-ti, di cui solo il 20 per cento risiede nel centro abitato, mentre la maggior parte vive nelle comunità o “pueblos” disseminati sulle montagne a circa 1500 metri sul livello del mare. Il 48 per cento della popolazione è rappresen-tato da donne e bambini, il 40 per cento è analfabeta e l’80 per cento di essi vive una povertà certificata. In dieci anni l’ASI ha contribuito a realizzare tante cose: un

centro sanitario, due progetti per l’educazione alla salu-te e per sensibilizzare sui diritti dell’infanzia, sostegno a cooperative di ragazze madri impegnate in scuole di cucito. Si vuole continuare su questa strada. L’ASI per il 2013 intende realizzare una Missione Sanitaria per portare medici e medicinali sul luogo. Alla missione par-teciperanno alcuni medici dell’Agro Nocerino-Sarnese, nonché professionisti provenienti da altre parti d’Italia. Questa Missione ha bisogno di sostegno attraverso l’a-iuto di Enti pubblici, enti privati e i tanti uomini e donne di buona volontà. Da qui l’appello rivolto a tutti: aiutaci a sostenere la missione. Tante le possibilità per contri-buire. Bisogna solo rivolgersi all’ASi, consultando il sito internet www.asi-online.it o recarsi presso la sede del sodalizio in via don Tonino Bello a San Valentino Torio.

23Insieme - Aprile 2013

Valorizzare le tipicità salernitane. È l’obiettivo che si è posto l’inizia-tiva “Colti e mangiati” promossa

dalla Coldiretti provinciale. L’iniziativa prevede una serie di incontri degusta-tivi in diversi ristoranti ed aziende del territorio. Durante questi appuntamenti i produttori illustreranno le caratteristi-che degli alimenti, dando indicazioni utili per poterne valutare la qualità ed il loro corretto consumo. Ai conviviali sono invitati campioni di cittadini che possono gustare a pieno i frutti della terra salernitana. Protagonisti di queste tavolate gli ortaggi più famosi come il pomodoro San Marzano, il cipollotto

nocerino, i fagioli di Controne, ma an-che i salumi ed i formaggi, le mozzarelle di bufala, i fior di latte dei Monti Lattari, le confetture artigianali ed i vini saler-nitani. In questo modo Coldiretti vuole promuovere i cibi a “Km 0” rafforzando il rapporto tra consumatori, operatori, im-prese e cittadini e incoraggiando il con-sumo dei prodotti di qualità salernitani. Il tour del gusto ha toccato quasi tutti i punti del territorio provinciale, dall’Agro nocerino-sarnese al cilento, passando per la costa amalfitana, i picentini e gli alburni. Per informazioni www.coltie-mangiati.blogspot.it.

Sa. D’An.

A tavolaIl meglio dell’enogastronomia salernitana al centro degli incontri di “Colti e mangiati”

Una speranza per il NicaraguaL’ASI promuove una nuova missione sanitaria nel Paese più povero del Centro America

Sì al futuroPetizione per tutelare l’infanzia a rischio

Una firma per dare un futuro ai bambini e ai ragazzi in difficoltà. La petizione pro “Diritto dei

minori a crescere in una famiglia” è stata lanciata dall’associazione Progetto Famiglia e dalla Redazione di Punto Famiglia, insieme a numerosi altri enti italiani. I dati diffusi a fine 2012 dal Mini-stero del Lavoro e delle Politiche Sociali sono allarmanti, hanno portato alla luce una condizione di estremo disagio in ben otto Regioni Italiane dichiarate “Fuori Famiglia”. Tra queste c’è la Cam-pania. Davanti ad un simile disagio, le istituzioni hanno sempre meno fondi a disposizione. La petizione chiede il rispetto dei diritti essenziali dei minori a rischio. Le firme saranno presentate, il prossimo anno, al Presidente della Con-ferenza Permanente delle Regioni. Per ulteriori informazioni e per sottoscrivere la petizione è possibile consultare il sito internet www.dirittoallafamiglia.it.

Page 24: Insieme - Aprile 2013

Quando i bambini fanno oh!Centinaia di studenti delle scuole di primo grado hanno visitato il Museo diocesano e la Cattedrale

Meno male che ci sono loro, i bambini ed i ragazzi che alme-no fino alla V Elementare si pos-

sono considerare i contenitori ideali e più duttili per quanto gli adulti ed il mondo circostante vi mette dentro. È stata que-sta la piacevole sensazione, accompa-gnata a tante altre, quando – tra febbraio e marzo – centinaia di alunni delle scuole elementari di Nocera Superiore (De Ami-cis, Marco Polo) e di Nocera Inferiore (Re-gina Mundi, De Lorenzo) hanno visitato le nostre sale museali e gli ampi spazi della Cattedrale.Grazie alla signora Gigliola Famigliet-ti che, conscia della validità culturale e quindi formativa dell’arte del nostro territorio, ha organizzato questo interes-

sante tour artistico-religioso. Come si fa a progettare un futuro se non si conoscono le radici da cui siamo partiti? Come si può programmare una crescita “enciclope-dica” se non si affonda nell’humus della nostra terra, delle nostra religiosità, del-le nostre tradizioni, della nostra storia? È quanto hanno potuto constatare i ragazzi che, armati di notes e di cellulari registra-tori, hanno fatto un viaggio interessante tra documenti, opere d’arte, tele e reli-quiari, fino al sarcofago strigilato ed ai ruderi medievali della Cattedrale. Un’av-ventura straordinaria che, come la caccia al classico tesoro, necessita di diverse tappe, prima di raggiungere i forzieri pre-ziosi. Ma siamo sulla buona strada.

*Direttore Museo Diocesano San Prisco

di don Natalino Gentile*

A Benevento si premia il dialogo

Monsignor Giancarlo Maria Bri-gantini e l’imam Kamel Layachi sono i vincitori della VI Edizione

del Premio “Fraternità - Città di Beneven-to”, voluto dal Movimento dei Focolari e promosso dal Centro La Pace di Bene-vento e dall’associazione Focus dei Fo-colari, con il patrocinio di Comune e Pro-vincia di Benevento, dell’Università degli Studi del Sannio e del Centro di Cultura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il Premio verrà consegnato il 27 aprile prossimo, presso il Centro La Pace, a chi si adopera per il dialogo tra culture e re-ligioni. Da quest’anno, si sono aggiunti i prestigiosi riconoscimenti delle me-daglie di rappresentanza concesse dal presidente della Repubblica italiana, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’Unesco. Monsignor Brigantini è stato premiato per il suo coraggio nella condanna della criminali-tà mafiosa nella Locride e per il dialogo interculturale, mentre all’imam Layachi è stato riconosciuto il suo impegno, in una comunità del Nord Italia, a favore del dia-logo tra musulmani e cristiani. Il Premio vuole sottolineare il valore del dialogo e del confronto delle culture e delle religio-ni in una ottica di pace. Per informazioni www.premiofraternita.it.

Il Museo diocesano a Nocera Inferiore

Page 25: Insieme - Aprile 2013

25Insieme - Aprile 2013

Un saluto a tutti i miei amici amanti degli anima-li, in questo numero di Insieme introduco un’al-tra razza cosiddetta toy, ossia di piccolissime

dimensioni: il Chihuahua. Questo nome deriva dall’o-monimo Stato Messicano dove sono nati i primi alle-vamenti. In Europa è arrivato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per quanto riguarda le caratteristiche morfo-logiche della razza, questo cane presenta una struttura del cranio molto tonda, “a mela”, più grande rispetto al corpo e con fontanella parietale persistente, per que-sto bisogna fare molta attenzione a non fagli prendere urti col capo.Gli occhi non devono essere troppo prominenti e pos-sono essere neri, blu o rubino, mentre il mantello può essere raso o lungo ondulato, con colorazioni diffuse: crema, fulvo, nero, bianco. La coda è lunga ed a volte portata lateralmente.È uno dei cani più leggeri, va dai 900 gr ai 3,5 kg al massimo. Il carattere è davvero poco attinente alla di-mensione: robusto, fiero, coraggioso, attaccato morbo-samente al suo padrone, non tollera molto i bambini, abbaia tanto e lega poco con gli estranei, ci vuole un padrone dal polso duro.È molto sensibile al freddo, delicato di occhi e facil-mente forma tartaro ai denti. Ha bisogno di cure e pas-seggiate quotidiane.

La curiositàIn America abbiamo il primato di Chihuahua più pic-colo al mondo: ha 4 anni, pesa neanche un chilo ed è “grande” quanto una lattina di Coca Cola perché affetto da nanismo.Per qualsiasi domanda sono sempre reperibile all’indi-rizzo e-mail [email protected] saluto a tutti!

*Medico veterinario

Chihuahua!di Gabriella Calenda*

La cultura che dà lavoro La Fondazione Unipolis lancia il bando “Culturability, fare in-sieme in cooperativa” per promuovere la creazione di start up culturali e creative realizzate da ragazze e ragazzi: 200.000 euro e una rete di partner per un percorso di accompagnamento alla costituzione delle imprese. La partecipazione al bando è aperta a progetti imprenditoriali presentati da giovani tra i 18 e i 35 anni che vogliano creare una nuova cooperativa. Il team di lavoro deve essere composto da almeno 3 persone. Fino al 30 aprile è possibile inviare il proprio progetto direttamente on-line sul sito www.culturability.org.

Non un semplice corriereÈ possibile candidarsi per la nuova edizione del Progetto Vir-gilio 2013 organizzato dalla SDA Express Courier, il noto cor-riere espresso che fa parte del Gruppo Poste Italiane. Grazie al “progetto Virgilio” giovani candidati potranno realizzare un’esperienza di formazione e lavoro all’interno dell’azienda. Le selezioni sono rivolte a giovani neolaureati da inserire in un percorso di tirocinio formativo della durata di 6 mesi. Gli interessati possono inviare il proprio curriculum vitae tramite la pagina web del corriere. Il bando scade il 30 aprile.

Opportunità in bancaUnicredit, realtà bancaria che opera a livello internazionale, è alla ricerca di personale da inserire in stage a Milano. Gli inte-ressati alle assunzioni Unicredit possono valutare le offerte di tirocini attive in questo periodo sul sito internet dell’istituto bancario, alla sezione lavora con noi.

Bandi, stage e tirociniDal settore bancario a quello culturale, sono diverse le opportunità per neolaureati e gruppi di giovani

Lavoriamo!

Per contatti ed informazioni su quanto pubblicato scrivi a: [email protected]

Il chiuahua più piccolo al mondo

Page 26: Insieme - Aprile 2013

26 Insieme - Aprile 2013

CHIESANELMONDOD

ON

TO

NIN

O B

ELLO

UN

A S

OLA

FED

E

Dinanzi alla crisi che oggi viviamo, don Toni-no avrebbe detto di non guardare solo le foglie che cadono ma di scorgere con gli

occhi della speranza anche i germogli che cresco-no. È morto vent’anni fa, lasciando una lunga scia di rimpianti in coloro che lo avevano conosciuto, anche al di fuori del mondo cattolico. L’attenzione all’uomo, il suo impegno per la pace, la sua testi-monianza personale, il linguaggio fascinoso e ricco di immagini hanno certamente contribuito a farlo apprezzare. Le numerose pubblicazioni e le ristam-pe altrettanto numerose dei suoi testi, sono una misura eloquente del consenso. È stato lui a usare l’espressione “Chiesa del grembiule” per indicare una comunità cristiana capace, come il suo Mae-stro, di chinarsi sulle piaghe dell’uomo. Un giorno, per spiegare la tradizionale distinzione tra basilica maggiore e minore, se ne esce con questa afferma-zione: “Basilica minore è la chiesa fatta di pietre... Basilica maggiore è quella fatta di carne. È l’uomo, insomma!”. Una definizione certamente poco cano-nica ma non priva di suggestioni. Nel 2007 la Con-gregazione per le Cause dei Santi ha autorizzato il processo di beatificazione, segno che la sua vita è stata attraversato da un raggio di luce.

La Chiesa, ha detto Benedetto XVI nella sua ultima udienza, “non è un’organizzazione, un’associazione per fini religiosi o umani-

tari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle”. La Chiesa, ripete Papa Francesco nella sua prima omelia, non è “una ONG assistenziale”. Diversi per carattere e storia personale – timido ed elitario Papa Ratzinger, espansivo e popolare il suo successore – ma una è la fede che essi profes-sano. Parole e gesti saranno diversi. Ed è giusto che sia così. Ma il Vangelo che annunciano è lo stesso. Enzo Bianchi, priore di Bose, ha commen-tato: «La continuità nella fede e nel servizio alla comunione sono assolutamente necessarie per un Papa, ma poi lasciamo che ci sia differenza nel-

la modalità di attuazio-ne, anche per mostrare che la comunione cat-tolica è sempre plurale e non significa mai uni-formità».

Il nome più quotato

Quante previsioni puntualmente smentite. Intervistato prima del Conclave il cardinale Dolan, arcivescovo di New York, ha risposto con arguzia e humor. A chi gli

chiedeva quali erano i candidati più accreditati, ha detto che il nome più quotato tra i cardinali è quello di… Gesù Cristo. Intelligente e raffinata ironia ma al tempo stesso un’ottima provocazione.

L’omelia della Messa inaugurale di Papa Francesco è stata segnata dal verbo custodire. Anche il matri-monio appartiene ai beni della creazione che siamo

chiamati a custodire con cura. Nel 2010 l’allora cardinale Bergoglio scrisse un durissimo messaggio contro il pro-getto di legge del governo argentino che intendeva le-galizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali. «Non è un’unione qualsiasi tra persone, ma possiede caratteri-stiche proprie ed irrinunciabili che fanno del matrimonio la base della famiglia e della società. [...] L’unione tra per-sone dello stesso sesso difetta degli elementi biologici e antropologici propri del matrimonio e della famiglia. [...] Nella vita familiare e nella relazione con il proprio padre e la propria madre, i figli scoprono la loro identità e ap-prendono la loro autonomia personale». Parole chiare e inequivocabili.

Custodire il matrimonio

di Silvio Longobardi

Il cardinale Dolan

La folla alla Messa di inizio Pontificato

Page 27: Insieme - Aprile 2013

27Insieme - Aprile 2013

CHIESALOCALEIl

cam

min

o de

lla c

roce

La comunità diocesana si è ritrovata lo scorso 20 marzo per la Via Crucis. Il pio esercizio è stato presieduto dal vescovo e si è tenuto nel-

la parrocchia San Francesco di Sarno. La serata di pioggia ha impedito che si tenesse per le strade del centro cittadino, così come è avvenuto negli anni scorsi lungo i tornanti del colle Sant’Andrea di No-cera Inferiore. I presenti hanno avuto modo di pre-gare grazie alle rifl essioni che monsignor Giuseppe Giudice ha scritto nel libretto Come se vedesse l’in-visibile, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana.

Un nuovo modo di fare catechesi

a cura della Redazione

Tre giorni di incontro per guardare alla catechesi in maniera nuova. Questo lo spirito che ha spinto don Antonio Adinolfi, insieme all’equipe diocesa-

na Area Annuncio e Catechesi, a convocare lo scorso 4, 5 e 6 marzo, all’auditorium Sant’Alfonso di Pagani, quan-ti sono impegnati in questo ambito per confrontarsi sul tema “Comunicare e trasmettere la fede. Per uno stile nuovo di catechesi”.A relazione suor Giancarla Barbon e padre Rinaldo Paga-nelli, direttori della scuola nazionale di formazione per la nuova evangelizzazione. Nella prima serata i relatori hanno invitato i presenti, circa 600, a liberarsi dai pregiu-dizi e dai preconcetti e a scegliere di «stare in mezzo» e «sporcarsi di catechesi».Un auspicio ripreso anche dal vescovo nella serata con-clusiva, che ha fatto seguito ai laboratori di progettazio-ne delle aree ragazzi, giovani e adulti. «Non siate impe-gnati solamente nella catechesi – ha detto monsignor Giuseppe Giudice –, ma siate impregnati di Cristo».

Fernando Faiella

La Via Crucis diocesana presieduta dal vescovo Giuseppe La tre giorni organizzata all’equipe

diocesana Area Annuncio e Catechesi

I relatori al Convegno catechistico

Un momento della Messa crismale

Il vescovo Giuseppe con i presbiteri, dia-coni, religiose e religiosi ha celebrato la Messa crismale, lo scorso 28 marzo, nella

Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore. Durante la celebrazione del Giovedì Santo «la Chiesa riceve dal Cristo-Sposo l’olio per ungere i catecumeni che verranno bat-

tezzati; il crisma per la cresima e l’ordina-zione sacerdotale (pensiamo ad Alfonso e Giuseppe), e pure l’olio per l’unzione degli infermi. È l’olio che, scorrendo ed impre-gnando, profuma questa celebrazione» così si è espresso mons. Giudice nell’ome-lia. Il Pastore della nostra Diocesi ha con-

tinuato: «Ed è quest’olio di letizia, olio che allieta, olio che profuma, olio che consacra, che non può mai mancare alla sua Chiesa; per questo motivo, in questa celebrazione unica ed originale, lo riceviamo con gra-titudine per ungere e profumare, ancora una volta, le nostre comunità, che lo ac-coglieranno questa sera in Coena Domini». Al riferimento delle «povere vedove che, prestando fede alle parole dei profeti Elia ed Eliseo, videro il miracolo dell’olio che mai si esauriva nel piccolo orcio» è seguita una considerazione del presule sugli av-venimenti storici che la Chiesa ha vissuto: la rinuncia di Benedetto XVI e l’elezione di Papa Francesco: «Abbiamo così ricompreso la fede come un affi damento totale al Pa-store supremo, buono e bello».

Il dono del crisma

Page 28: Insieme - Aprile 2013

28 Insieme - Aprile 2013

Occorre guidare ad una “soave conoscenza” della Parola di Dio, come lettera d’amore che parla agli uomini e alle donne di ogni tempo

MONTE TABOR

Il vescovo Giuseppe invita tutta la comunità a sostare nel-la preghiera e nell’Eucarestia. Una pratica spesso difficile per gli adolescenti. Come si può trasmettere efficacemen-te questo messaggio? Preghiera ed Eucaristia sono certamente, insieme alla Parola di Dio, la fonte che può alimentare e sostene-re la vita cristiana. É triste, però, che queste realtà vengano quasi automaticamente identifi cate dalle ge-nerazioni più giovani – e non solo – come esperienze per nulla gioiose. Spesso sono sopportate con grande fatica e, quando possibile, disertate. Di fronte a queste situazioni è facile colpevolizzare semplicemente coloro che faticano ad avere una vita di preghiera e a parte-cipare all’Eucaristia domenicale, accusandoli di poco impegno e di mancanza di senso del dovere. Dobbiamo invece domandarci che testimonianza diamo come co-munità cristiana. Non basta più richiamare al dovere, occorre testimoniare la “sensatezza” di ciò che si fa, se si vuole che le realtà che consideriamo più importanti della vita cristiana riconquistino una loro “bellezza”.

Le comunità parrocchiali organizzano tanti momenti di in-contro con i giovanissimi. Come si possono costruire per-corsi accattivanti tenendo al centro il Signore?Suggerirei semplicemente di non scegliere “scorciatoie” ma di imboccare le vie lunghe, faticose, quelle che richiedono preparazione, impegno e perseveranza. La nostra tenta-zione è oggi quella di adottare espedienti che magari sem-brano portare frutti immediati ma poi ci lasciano a mani vuote. Occorre ricominciare a fare una vera iniziazione alle esperienze fondamentali della vita cristiana. Bisogna in-nanzitutto insegnare linguaggi che ormai non sono più co-

muni e che possono risultare “incomprensibili”.

Come consentire l’ingresso nei linguaggi della preghiera e dell’Eucaristia? Occorre innanzitutto ascoltare il Concilio. Nel documento dedicato alla liturgia, Sacrosanctum Concilium, il Vatica-no II ci invita a considerare la Bibbia come la fonte di tut-ti i linguaggi che si usano nella liturgia e quindi nell’Eu-caristia e anche nell’esperienza della preghiera personale (SC 24). È necessario allora intraprendere lunghi e atten-ti percorsi di formazione biblica, facendo cogliere soprat-tutto – sempre usando le parole del Concilio – una “soave conoscenza” della Parola di Dio, non come un noioso ma-nuale di morale, ma come una lettera d’amore nella quale Dio parla agli uomini e alle donne di ogni tempo come ad amici. Allora anche l’Eucaristia diventerà quel luogo nel quale possiamo custodire, attraverso i suoi gesti e le sue parole, la memoria di Gesù in mezzo a noi. La preghiera diventerà quel momento nel quale vivere personalmente quel dialogo nel quale Dio si intrattiene con noi per farci partecipi della sua stessa vita.

P. Matteo Ferrari osb

di p. Matteo Ferrari

Padre Matteo Ferrari, monaco benedettino camaldolese della Comunità di Camaldoli. Licenziato in liturgia presso l’Istituto di Liturgia Pastorale “S. Giustina” di Padova, ha proseguito i suoi studi in ambito biblico presso il PIB di Roma.

«Solo se educhiamo a rimanere presso il Signo-re, a cominciare dalla sosta della Preghiera e dell’Eucaristia, allora avremo fedeli capaci di andare, di abitare la storia da credenti, per far rimanere il Signore nel mondo e trasformarlo attraverso vite riconciliate».

Dagli Orientamenti pastorali, n.3

Nessuna scorciatoia per sostare

dinanzi all’Eucarestia

Page 29: Insieme - Aprile 2013

Domenica 17 marzo, le vie di Pagani si colorano di presenza giovanile: all’ingresso del Palazzur-ro tanti ragazzi provenienti da tutta la Campa-nia, per il ritrovo annuale dei giovani del Rin-

novamento nello Spirito Santo. È primo pomeriggio quando li raggiungo, sono in pausa anche se il fermento continua per la preparazione dell’imminente celebrazione eucaristi-ca. Preparano con dovizia i canti, si scambiano esperienze e sorrisi: hanno la freschezza della fede che nutrono.«Siamo stati onorati di accogliere i giovani dell’intera re-gione in Diocesi» racconta Giuseppe Contaldo, membro del Comitato Regionale del movimento. Il benvenuto ai parteci-panti è giunto soprattutto da mons. Giuseppe Giudice: «Ri-cordate, cari giovani, nella vita cristiana si va nella misura in cui si sta» che ha commentato così il tema scelto per il raduno “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19).Alla catechesi di don Fulvio Bresciani – consigliere nazio-nale aggiunto del Rinnovamento nello Spirito, ambito gio-vani – incentrata sulle difficoltà nell’annunciare il Vange-lo, ha fatto seguito l’esperienza di Adorazione Eucaristica, denominata Roveto Ardente. Al termine della celebrazione eucaristica delle 16:00, i giovani si sono ritrovati per un momento di festa in piazza Sant’Alfonso, dove hanno ani-mato un’esperienza di evangelizzazione di strada.

L’ESPERIENZA È indaffarato. Si avvicinano tanti giovani per indicazioni di vario ge-nere. Risponde a tutti con un sorri-so. Manca una manciata di minuti all’inizio della Santa Messa, ma non rifiuta di rispondere a qualche mia domanda. È Angelo Brancaleone, responsabile regionale dei giovani

del Rinnovamento nello Spirito. «Ho accolto la mia chia-mata e l’impegno a dedicarmi al movimento in un incontro come questo, dieci anni fa». Era un periodo difficile della sua vita, lo Spirito Santo ha soffiato sulla sua esistenza e di lì si è dispiegata la sua vita dedicata ad annunciare Cristo. Gli chiedo provocatoriamente in cosa consiste l’evangeliz-zazione di strada: «Quando si evangelizza non si dice niente di particolare, si racconta la propria esperienza». Il giovane di Aversa mi risponde con semplicità ed entusiasmo. Ed è proprio l’entusiasmo la cifra che caratterizza la dedizione dei giovani del movimento: con una chitarra e una luce speciale negli occhi hanno riempito la piazza principale di Pagani per un’intera serata, con un solo obiettivo: raccon-tare come hanno abbracciato il Vangelo.

Mariarosaria Petti

VITA ECCLESIALE

Si è svolto a Pagani, lo scorso 17 marzo, il ritiro regionale dei giovani del Rinnovamento nello Spirito Santo

“Andate e fate discepoli tutti i popoli”

Angelo Brancaleone

Page 30: Insieme - Aprile 2013

30 Insieme - Aprile 2013

“H o combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conserva-to la fede”. Le parole dell’apostolo Paolo, richiamate dal vescovo Giu-

seppe nel giorno dei funerali di Alfonso Russo, cele-brati lo scorso 23 febbraio nella Basilica di San’Al-fonso a Pagani, sono un piccolo faro per tentare di delineare la vita del fondatore della P.U.A.C.S., tutta orientata a Dio e al servizio agli ammalati. Nato il 26 ottobre del 1944, Alfonso ha servito il Van-gelo con totalità di cuore e discrezione. Sono i suoi figli spirituali ad aiutarmi a tratteggiare i passaggi fondamentali della sua vita. Anno 1976. Il piccolo Mimmo ha solo 9 anni e tra-scorre il fine settimana a Pagani a casa della nonna che frequentava la Chiesa della Purità. «Non cono-scevo nessuno, così mi misi in fondo alla Chiesa», racconta. Alfonso, che era capace di gettare sul mon-do e sulle persone uno sguardo intriso di grazia, lo scorge e gli chiede di portare la candela accanto alla croce, nella processione del Venerdì Santo. Gaetano, 9 anni, partecipa insieme al cugino al presepe viven-te. Alfonso, appena 32enne, riusciva già ad attirare 400 ragazzi. Qualche anno più tardi, Gerardo di anni ne ha 7 e frequenta il Santuario insieme alla mam-ma. Alfonso gli propone di fare il ministrante e gli fa preparare la tunica. Ha avuto una predilezione spe-ciale per il sacerdozio e ha saputo scorgere in quei 3 bambini, come in tanti altri, i segni di una speciale chiamata del Signore. La mattina del 22 marzo, insieme a don Mimmo Cin-que, don Gaetano Ferraioli e don Gerardo Coppola, suoi figli spirituali, ritorno idealmente tra le strade di Pagani dov’è maturata la vocazione di Alfonso. È l’inizio degli anni ‘60, il giovane Russo è presidente dell’Azione cattolica della parrocchia di san Sisto II.

Cresciuto all’ombra di Sant’Alfonso, ha un rappor-to speciale con i padri redentoristi. Prende parte alle loro missioni ed emerge la sua particolare attenzio-ne per gli ammalati. Conosce l’Associazione Volon-tari della Sofferenza nella quale muove i primi passi. Dopo un pellegrinaggio a Lourdes, insieme a padre Agostino Natalino, morto a 33 anni, e a padre Ber-nardino Casaburi, scomparso negli anni ‘70 (sacer-doti redentoristi), a soli 19 anni, acquista una statua della Madonna e fonda prima la P.U.A.C.S.. «Me lo ha chiesto la Madonna», sostiene. Qualche anno più tar-di entra a far parte dell’associazione anche il giovane Gerardo Tipaldi.

La prima sede associativa è la sua casa, vicino alla parrocchia Santa Maria delle Grazie. Coinvolge la mamma e le sorelle, chiede ai padri redentoristi di andare a fargli visita. Poi domanda una sede: gli fu data la sagrestia della Congrega di San’Alfonso. Ini-ziano le prime corrispondenze con gli ammalati, let-tere di conforto e di vicinanza. L’associazione cresce, si sposta in un grande appartamento preso in fitto al primo piano di palazzo Califano, di fronte alla Basi-lica di Sant’Alfonso. Si organizzano i pellegrinaggi e l’assistenza a domicilio. Nel 1968 c’è il I raduno degli ammalati a Bagni, l’11 febbraio del 1971 si celebra la prima giornata diocesana degli ammalati, approvata dal vescovo Nuzzi. Fonda nel 1976 i Piccoli Discepoli della Croce, un’as-sociazione pubblica di vita consacrata, cuore dell’o-pera per lo speciale rapporto che li lega a Cristo (nel 1984 essa ottiene il riconoscimento della personalità giuridica).Una bella amicizia lo lega alla priora delle Carme-litane Scalze, che gestiscono in quegli anni il com-plesso della Purità. Ben presto l’istituto deve fare i

Apostolo del Vangelo

Un breve profilo di Alfonso Russo, fondatore della P.U.A.C.S.

e dei Piccoli Discepoli della Croce, ritornato in Cielo lo scorso 22 febbraio

Alfonso Russo, in pellegrinaggio a Lourdes

Page 31: Insieme - Aprile 2013

31Insieme - Aprile 2013

1962, Colle sant’Alfonsoa Torre del Greco,ritiro spirituale con gli ammalati

conti con la penuria di vocazioni. Sempre nel 1976 gli viene affidata la Chiesa. «La Provvidenza poi ha suscitato nel 1980 un accordo tra il padre generale dei carmelitani e il vescovo Nuzzi con il quale anche il monastero è stato donato ai Piccoli Discepoli della Croce. Finalmente una sede stabile. Iniziano le prime raccolte fuori ai cimiteri, all’ingresso delle autostra-de, dinanzi alle parrocchie per ristrutturare lo stabile e creare le stanze per accogliere gli ammalati.«In quel particolare periodo storico a Pagani e nell’A-gro la disabilità era nascosta. L’associazione inizia a lavorare per tirar fuori dalle case gli ammalati – ri-corda don Gerardo Coppola. L’opera, nata nel ‘63, è attenta alle indicazioni del Concilio Vaticano II, con una grande apertura ai laici, collaboratori di Dio nel piano di salvezza. Nello statuto anticipa quello che Giovanni Paolo II ha scritto nella Lettera Apostolica Salvifici Doloris».

La malattia. Il Signore chiama Alfonso a condividere nella sua carne la sorte delle tante persone a cui ha dedicato la sua vita. Arriva anche per lui l’ora della croce. Qui il racconto diventa più doloroso. Gli occhi offuscati dalle lacrime dei suoi figli spirituali dicono più delle parole. «Nel 1992 – racconta don Mimmo – io e don Gaetano eravamo a Roma per frequentare i cor-si di specializzazione in teologia. Al telefono ci disse: ho una malattia al fegato, pregate per me». Inizia una pagina nuova, fatta di attenzione all’alimentazione, all’affaticamento fisico, intrisa di controlli e ricoveri prima al Policlinico di Bari, poi al Gemelli di Roma. Supera molti momenti difficili, sostenuti dalla grazia di Dio e continua la sua vita. Apre le porte a tanti anziani, anche quando non c’è posto a tavola. Rice-ve qualche rimprovero dai tre sacerdoti: fare il bene deve avere un limite. Ma il metro di misura di Alfonso

è quello della Provvidenza. Lo scorso dicembre la sua salute ha un brusco peg-gioramento. Dice: «Io sono pronto. Dovete essere for-ti». Ricoverato al Gemelli fino al 5 gennaio, racconta: «Non vi preoccupate, sono con Gesù Bambino». Ritor-na a casa, ma la tregua dura poco. Iniziano i ricoveri, a Nocera e poi a Sarno. Qui di notte si prende cura di un vecchietto. Il 21 febbraio don Gaetano Ferraioli convoca l’associazione per un momento di preghiera. «Alfonso si sta preparando per andare in Cielo». Tutti sono invitati a pregare per lui che ha un solo pallino fisso in quei giorni: salvare la sua anima. Si confessa spesso, chiede a don Gerardo se il Signore perdonerà i suoi peccati. «Penso che abbia combattuto a lungo con il male».L’ultima notte non vuole che i giovani vadano a casa, chiede di farli rimanere in una camera attigua alla sua. Nella stanza insieme a lui i tre sacerdoti che ha generato: don Gaetano, don Mimmo e don Gerardo. Ricordano i tempi passati, le ore trascorse facendo la visita a Gesù sacramentato, le preghiere che recitava-no dopo il santo Rosario, cantano vecchi canti eucari-stici. L’ultima raccomandazione è per Gerardo Tipaldi che ha condiviso con lui 46 anni di vita – «Ve lo affido, prendetevi cura di lui» - e per un giovane nel quale ha intravisto i segni di una speciale chiamata di Gesù.Ha pregato con loro fino al primo sbocco di sangue. Chiedono che la sua agonia duri poco. Il Signore li ascolta. Sereno e sorridente ha esclamato: «In Para-diso mi accolgono gli angeli», prima di esalare l’ultimo respiro.La sua vita è troppo ricca per essere racchiusa in queste pagine. Mentre scrivo mi avvolge il profondo dispiacere di averlo sfiorato in qualche corridoio, sen-za incontrarlo davvero.

Antonietta Abete

Page 32: Insieme - Aprile 2013

32 Insieme - Aprile 2013

Nel nostro colloquio di luglio abbiamo seguito la vostra attesa per l’ordina-zione diaconale. Anche adesso vivete un’attesa, che sfumature ha questa volta?G: «Il diaconato lasciava un’attesa per un’altra. Il presbiterato apre ad una missione. Ho vissuto il percorso da diacono come tappa di un cammino più grande, che mi porterà ad essere presbitero, ciò che ho scelto e per cui sono stato scelto». A: «Come ogni evento che cambia la vita – così come è stato per il diaconato – vivo con ansia questa attesa. Stavolta però mi avvolge anche un clima di serenità, forse perché non sto affrontando questo periodo da solo ma in piena comu-nione con gli altri, famiglia e amici

soprattutto».

Il rito di ordinazione è ricco di gesti colmi di significato. Quale di questi aspettate con particolare emozione?G: «L’intero rito è per me impor-tante, però attendo con trepida-zione l’imposizione delle mani del Vescovo e degli altri presbiteri. È un passaggio che mi ricorda la pa-ternità di Dio e la circostanza che ogni azione sarà condotta sotto le Sue mani. Mi riporta ad un’espres-sione di Giovanni Paolo I: Signore tieni le tue mani sul mio capo, ma soprattutto fa che io tenga sempre il mio capo sotto le tue mani». A: «Io attendo il momento delle Litanie dei Santi, quando il can-didato si prostra a terra. È stata l’emozione più intensa del diaco-

nato, perché non mi sono sentito da solo, ma ho portato tutti con me in quel gesto. Aspetto di nuo-vo di prostrarmi per riportare tutti con me e consegnarmi totalmente alla Chiesa».

La vostra ordinazione presbiterale ha delle coordinate storiche speciali: la ri-nuncia al pontificato di Benedetto XVI, l’elezione di Papa Francesco nell’Anno della Fede e con alle spalle i primi cin-quanta anni del Concilio Vaticano II. Come vi inserite nel solco della memo-ria e del rinnovamento? G: «Ho sempre vissuto serenamen-te il rinnovamento e la memoria alla luce della considerazione che il presente è preparato dal passa-to. La bellezza di una pianta o di un fiore è il risultato di un seme

Il prossimo 18 aprile, nella splendida cornice della Collegiata di san Giovanni Battista in Angri, don Giuseppe Pironti e don Alfonso Giordano saranno ordinati sacerdoti. Ad un passo dall’ordinazione presbiterale, i due giovani diaconi si raccontano in un’intervista

Sulle orme di Cristo sacerdote

«I preti dovrebbero essere felici», così si confidava il regista Mimmo Calopresti a don Dario Viganò – in un libro intervi-sta pubblicato nell’Anno Sacerdotale (2010) – e continuava: «Solo la felicità contagia». Per il suo film Preferisco il rumore

del mare si è lasciato ispirare da don Luigi Ciotti e don Lorenzo Milani: nell’inciso riportato deve esserci la considerazione di chi quella felicità l’ha vista brillare negli occhi di persone vere, in carne e ossa. Un luccichio ritrovato nello sguardo di don Alfonso Giordano e don Giuseppe Pironti, alla vigilia dell’ordinazione presbiterale, che avrà luogo il prossimo 18 aprile. Il nostro incontro ha il sapore della “seconda puntata” di un collo-quio mai interrotto: sul numero di settembre 2012 abbiamo raccolto le storie dei due giovani che attendevano l’ordinazione diaconale. In quell’occasione abbiamo ripercorso insieme il sentiero della loro voca-zione. Torniamo ad ascoltarli ad un passo dal loro “sì” più importante.

Giuseppe e Alfonso, insieme al Vescovo Giudice, durante la Messa crismale

Page 33: Insieme - Aprile 2013

Con questo coupon PIZZA E BEVANDA A SOLI 5,00 €

Aprile - Maggio2013Un lettore

ha sempre un posto...a tavola

INSIEME AI NOSTRI PARTNER... INSIEME A TE!

Cosa aspetti? Dillo anche ai tuoi amici!

che è morto. Benedetto XVI ha compiuto uno dei gesti più alti che un uomo possa compiere, ricono-scendo che il bene della Chiesa dipende solo dal Sommo Pastore. La sua rinuncia e l’inizio del pon-tifi cato di Francesco è come una corsa a staffetta: si vince solo in-sieme e soltanto se ciascuno fa la sua parte». A: «Tutte le vicende citate mi han-no permesso di rifl ettere – a parti-re da Lumen Gentium 1, “Cristo è luce delle genti” – sulla centralità di Gesù: è Lui che ama e sostiene, è Lui il Pastore della nostra Chie-sa. Su questa centralità si fonda la rinuncia di Benedetto XVI e l’e-lezione di Papa Francesco. Eventi inaspettati, sorretti dallo Spirito Santo: questa è la luce di Cristo, che stupisce negli avvenimenti sto-rici e fa sì che diventino giorno per giorno storia di salvezza. Sarà pre-zioso ricordare di essere stato ordi-nato presbitero in questa cornice».

Quali sono le paure e le speranze che abitano i vostri cuori?G: «Nutro qualche timore, non

paure. Il timore ti consente di ve-dere i confi ni del recinto entro il quale restare, la paura è buio as-soluto. Io vivo con la certezza che rimanendo nella volontà di Dio, sotto la Sua Parola – oltre che sotto le sue mani – non valicherò mai il sentiero tracciato per me. La speranza che coltivo è di essere un buon sacerdote, un buon pre-sbitero e un buon padre, sapendo indicare agli altri e a me stesso la felicità di Dio, ovvero la realizza-zione della vocazione personale». A: «Il terrore più grande è quello di avere comportamenti che non sono quelli che caratterizzano un sacerdote. Supero questo timore nutrendomi continuamente del Signore, con la preghiera, la Pa-rola e l’Eucarestia. Inoltre temo la solitudine della vita da presbi-tero, ma mi rassicura la consa-pevolezza di essere inserito in un presbiterio, in una vita comune con i confratelli. Spero di essere un buon padre ma anche un buon fi glio, vivendo bene il rapporto di paternità e fi gliolanza con il mio Vescovo. Desidero essere un sa-

cerdote che sappia trasmettere la luce di Cristo agli altri, affi nché ci siano altre persone che attraver-so me possano risplendere della stessa luce di Dio».

Di cosa ha bisogno la nostra Diocesi, secondo lo sguardo di un giovane pre-te?G: «Paolo VI diceva che la vera ri-voluzione per la Chiesa è celebra-re la Messa ogni mattina. È ciò che desidero fare: celebrare una buona Messa, annunciare il Van-gelo e… confessare molto».A: «Sacerdoti e laici che consuma-no le ginocchia davanti a Cristo».

A fi ne intervista ripenso alla fra-se del regista calabrese. Posso dire che è vero: la felicità conta-gia. Bisognerebbe immortalarla, stringerla e non perderla, come si fa con una fotografi a. A don Giu-seppe e don Alfonso l’augurio di custodire queste parole come un’i-stantanea interiore, da rivedere e accarezzare lungo la via del mini-stero.

Mariarosaria Petti

I due futuri sacerdoti

Page 34: Insieme - Aprile 2013

Tappa intermedia con don Roberto Palazzo per il percorso pastorale della Diocesi. Un nuovo

cammino ecclesiale cominciato con l’arrivo del vescovo monsi-gnor Giuseppe Giudice e che, nel giugno 2012, con la prima sosta ecclesiale, ha assunto uno sti-le proprio. Un’esperienza che ha generato i Cortili dell’Evangeliz-zazione: «Sono un’occasione – ha spiegato don Ciro Galisi, vicario episcopale per il laicato – per in-dividuare nuovi percorsi e far sì che il messaggio di Cristo possa risuonare in ogni ambiente, non solo in quello ecclesiale, ma anche e soprattutto dove la gente vive e lavora, perché tutti sono desti-natari del messaggio di salvezza cristiano». Traccia portante dell’incontro dello scorso 26 feb-braio la riflessione di San Paolo, contenuta nella lettera ai romani, nella quale l’apostolo delle genti evidenzia che la fede viene dall’ascolto.

«Ogni autentica esperienza di fede – ha detto il sa-cerdote – non nasce primariamente dall’ascolto, ma dalla parola e dal parlare. È la parola che manifesta,

prima di ogni altra cosa, l’essere. Non occorre saper dire bene, ma dire il vero e il bene». Una rifles-sione che dà valore al verbo, con-traddicendo il tradizionale adagio che recita «non contano le parole, ma i fatti». Non è così, ha afferma-to don Palazzo, perché «la parola umana è la prima rivelazione», dunque, un qualcosa di concreto. Infatti dicendo la verità, l’interlo-cutore già può cogliere qualcosa di tangibile: «Se un uomo dice la verità – ha precisato –, già espri-me qualcosa di definitivo».Il passo successivo è la domanda, ossia la sintesi tra «comunicazio-

ne e relazione». Il biblista ricorda però che solo «chi sa porre bene la domanda è a poca distanza dalla risposta giusta». Tutto si compie, inoltre, nell’ascol-to che «è l’incontro tra domanda e risposta».In questo quadro si inserisce la Parola di Gesù che «diventa foriera di un continuo aggiornamento circa le domande dell’uomo».

A conclusione dell’incontro il Vescovo ha esorta-to i presenti a ritornare a porgersi domande, così come gli israeliti nel deserto quando videro la man-

Lo scorso 26 febbraio, nell’auditorium di Pagani, c’è stata una tappa del Cammino ecclesiale durante la quale si è riflettuto sul tema «Fides ex auditu» con don Roberto Palazzo. L’occasione è stata utile per rilanciare i Cortili dell’evangelizzazione

BuongustaioRestaurant & pizza

Pagani - Via Zeccagnuolo, 4tel 334 23 28 727

(escluso sabato e domenica)

El BodegoneroRestaurant & pizzaSan Marzano sul Sarno

Via Ugo Foscolo, 31tel 081 320 80 51

Fino al

15 Maggio

Ritaglia questo coupon e potrai consumare, � no al 15 maggio, PIZZA E BEVANDA a soli 5 euro in uno dei due ristoranti indicati.

Ripartire dalla Parola

Da sinistra: don Ciro Galise, Mons. Giuseppe Giudice, don Roberto Palazzo e don Andrea Annunziata

Page 35: Insieme - Aprile 2013

na, questo perché «la gente non vuole più risposte preconfezio-nate». «Noi – ha detto il vescovo – dobbiamo suscitare le doman-de perché ognuno possa arrivare alla risposta che non è nuova in sé, ma saranno nuove per me. Se però l’uomo non fa un cammino, queste risulteranno tutte precon-fezionate». Dunque, buon cammino e come ha ricordato monsignor Giudice: «I cortili sono aperti. Cerchiamo di partecipare».

Salvatore D’Angelo

PER CONTINUARE A LAVORARE INSIEMEQueste le date in cui si riuniranno i Cortili dell’Evangelizzazione scaturiti all’indoma-ni della Sosta ecclesiale di giugno 2012. Occasioni di comunione e progettazione pastorale per i diversi ambiti pastorali. Attraverso la partecipazione di tutte le par-rocchie sarà possibile annunciare a tutti e con maggiore forza la Buona Novella.

Carità Lunedì 29 aprile e lunedì 27 maggio, ore 19:00, per gli ultimi due appuntamenti del Corso di formazione promosso da Cari-tas a Villa Rosalia di San Valentino Torio.

Lavoro e Cittadinanza Mercoledì 24 aprile e mercoledì 22 maggio, ore 20:00, Complesso parrocchiale Santa Maria del Ponte in Roccapiemonte.

ComunicazioneLunedì 8 aprile e lunedì 6 maggio, ore 20:00, Centro Pastorale Santa Maria del Presepe in Nocera Inferiore.

Liturgia Lunedì 15 aprile, ore 19:30, parrocchia

Sant’Antonio da Padova in Sant’Egidio del Monte Albino.

Tradizione e Festa Lunedì 8 aprile e lunedì 6 maggio, ore 20:30, Cattedrale San Prisco in Nocera Inferiore.

VolontariatoMartedì 16 aprile e mercoledì 14 maggio, ore 20:00, Monastero della Purità in Pagani.

Spiritualità Lunedì 15 aprile, ore 20:00, parrocchia San Giovanni Battista in Striano; lunedì 27 maggio, ore 20:00, parrocchia San Matteo Apostolo in Nocera Inferiore

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti in tempo reale è possibile consultare il sito www.diocesinocerasarno.it

La relazione di don Roberto

Page 36: Insieme - Aprile 2013

L’Agnello, Gesù, sta in mezzo al suo popolo ed è il loro Pastore. Il Pastore si identifi ca con l’Agnello, perché nessuno può guidare alle fonti delle acque della vita se non facendosi modello del greg-ge. Noi ascoltiamo la voce di Gesù, il vero pastore, e attraverso le voci dei nostri pastori lo seguiamo. Nessuno può strappare le pe-

core dalla mano di Gesù e dalla mano del Padre. Solo in quelle mani esse sono al sicuro, e quelle mani oggi si moltiplicano nelle mani dei pastori. Il Padre le ha date a Gesù e Gesù, per esse, ha dato la vita. C’è sempre uno scambio d’amore tra il Padre, Gesù e le anime.Per questo, i discepoli sono sempre pieni di gioia e di Spirito Santo. Do-menica del buon Pastore: preghiamo per tutti i nostri pastori, ben sapendo che Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.

36 Insieme - Aprile 2013

ILPANEDELLADOMENICASussidio liturgico

dalla IV domenica di Pasqua all’Ascensione del Signore Commenti a cura di Mons. Giuseppe Giudice

Le letture

“Le mie pecore ascoltano la mia voce”

Prima lettura: At 13, 14. 43-52Salmo: Sal 99Seconda lettura: Ap 7, 9. 14-17Vangelo: Gv 10, 27-30

Il Vangelo

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». (Gv 10, 27-30)

Colore liturgico: BIANCO

IV DOMENICA DI PASQUA (Anno C)

21 a

prile

201

3 I sacerdoti immagine del Pastore

Sorgenti di amore

Santa Maria, Madre di Dio,tu hai donato al mondo la vera luce,Gesù, tuo Figlio - Figlio di Dio.Ti sei consegnata completamentealla chiamata di Dioe sei così diventata sorgentedella bontà che sgorga da Lui.Mostraci Gesù. Guidaci a Lui.Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo,perché possiamo anche noidiventare capaci di vero amoreed essere sorgenti di acqua vivain mezzo a un mondo assetato.

Benedetto XVI (Preghiera conclusiva dell’enciclica Deus Caritas est)

Page 37: Insieme - Aprile 2013

37Insieme - Aprile 2013

Le letture

“Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”

Prima lettura: At 15, 1-2. 22-29Salmo: Sal 66Seconda lettura: Ap 21, 10-14. 22-23Vangelo: Gv 14, 23-29

Il Vangelo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non os-serva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato». (cfr Gv 14,23-24)

Colore liturgico: BIANCO

VI DOMENICA DI PASQUA (Anno C)

5 m

aggi

o 20

13

Noi verremo a Lui e abiteremo presso di lui. Noi e Dio: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Questo abitare è possibile nell’osser-vanza della Parola e nell’amore. Il Dio Trinità viene ad abitare in noi soltanto se nell’amore si osserva la Parola; c’è una relazione profonda tra amore e osservanza della Parola. Ed è compito del-lo Spirito, nel frattempo, inse-gnare e ricordare tutte le pa-role del Maestro. Colui che va dal Padre è Colui che tornerà a noi. La vita di ogni credente è questo spazio bellissimo tra il suo andare e il suo venire: an-dare dal Padre e ritornare da noi. Nel frattempo, noi abbia-mo bisogno di segni – amore e fedeltà – poi saremo nella città dove non ci sarà più alcun se-gno, alcun tempio, ma la lam-pada sarà l’Agnello.

Il Dio con noi

Le letture

“Così amatevi anche voi gli uni gli altri”

Prima lettura: At 14, 21-27Salmo: Sal 144Seconda lettura: Ap 21, 1-5Vangelo: Gv 13, 31-33. 34-35

Il Vangelo

Quando Giuda fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorifi-cato, e Dio è stato glorificato in lui. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».   (cfr Gv 13,31.34-35)

Colore liturgico: BIANCO

V DOMENICA DI PASQUA (Anno C)

28 a

prile

201

3

Giuda esce dal cenacolo, esce liberamente dall’amore, esce dal cuore del maestro, ma non è Gesù a cacciarlo fuori. Semplice-mente, Egli rispetta la nostra libertà. Mentre usciamo liberamen-te dal recinto del suo amore, Gesù ci dona il comandamento nuo-vo: la legge obbliga, l’amore invita ed aspetta. Il comandamento

nuovo chiede l’amore dell’uno per l’altro e non è semplice fi lantro-pia. Il comandamento è nuovo se ama come ama Gesù: come io ho amato voi!“Come, Signore?” È quel come che fa la differenza. Come? Così come siamo, senza pretendere, senza reagire, sempre e per sempre, fi no a dare la vita; ma non solo per gli amici, soprattutto per i nemici. Qui si apre, anzi si spalanca, la porta della fede: porta fidei.

Libertà e responsabilità dell’amore

Page 38: Insieme - Aprile 2013

38 Insieme - Aprile 2013

Le letture

“Di questo voi siete testimoni”

Prima lettura: At 1,1-11Salmo: Sal 46Seconda lettura: Eb 9,24-28; 10,19-23Vangelo: Lc 24,46-53

Il Vangelo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi disce-poli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo gior no, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalem-me». Poi li condusse fuori. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. (cfr Lc 24,46-47.50-51)

Colore liturgico: BIANCO

ASCENSIONE (Anno C - Solennità)

12 m

aggi

o 20

13

Il suo corpo glorifi cato ascende al cielo, il suo corpo ecclesiale comincia il pellegrinaggio: popoli tutti battete le mani! Gesù è per noi la via nuova e vivente per entrare nel santuario del cielo. Non ci sono altre vie, e se esistono, sono sempre suoi sentieri: via nuova e vivente, la sua carne, il suo corpo, come un velo, per andare a Lui. Manteniamo sen-za vacillare la nostra speranza e torniamo con gioia nelle no-stre comunità per testimoniare l’Amore. L’Amato non è assente, è tornato presso il Padre dopo aver compiuto l’opera che il Pa-dre gli aveva affi dato. Con l’A-scensione ha inizio la Missione: andiamo, rivestiti di potenza dall’alto, a dire ad ogni uomo l’amore che Egli ci ha comuni-cato.

Noi: la voce e i passi di Cristo

IL VANGELO CHE SI INCARNA

«Ti adoro, mio Dio,

ti amo con tutto il

cuore...». Altri sono

stati i passaggi dai quali le emo-

zioni di tutti sono state afferrate

nel lungo e intenso congedo di

Benedetto XVI. Ma la sua cita-

zione nell’ultima udienza ge-

nerale in piazza San Pietro della

preghiera umile del cristiano

che, appena alzato, rivolge anzi-

tutto il pensiero a Dio e gli offre

con la semplicità del bambino

«le azioni di questa giornata»,

chiedendo che «siano tutte se-

condo la tua santa volontà e per

la maggior tua gloria», ha lascia-

to un’eco interiore che risuona

se possibile più forte, a giorni

di distanza. L’ha definita, Papa

Benedetto, «una bella preghiera

da recitarsi quotidianamente al

mattino», e una schiera di cre-

denti in ogni continente avran-

no d’istinto pensato «Anch’io,

Santità, mi levo al mattino con

le sue stesse parole».

Pellegrino come noi, ecco cos’è

anzitutto il Papa: ed è proprio

questa l’immagine che Benedet-

to ha lasciato infine nelle nostre

mani. Sei anche tu pellegrino,

niente ti appartiene, tutto ti è

dato, ogni cosa va chiesta, per

ogni dono ringrazierai, lieto.

Che bellezza le parole di Papa

Benedetto nell’ultimo scorcio

del suo servizio alla Chiesa: ha

confidato persino che la sua

preghiera del mattino è la stes-

sa che in tanti abbiamo impa-

rato dalla mamma e nella qua-

le, ancora impastati di sonno,

tentiamo di scrollare pigrizie e

paure dicendo anzitutto a noi

stessi che non ci attende un

piedistallo dove saziarci di gra-

tificazioni ma il servizio, la gra-

titudine, l’attesa a mani aperte

e l’offerta, a sera fatta, di quel

poco o tanto che avremo messo

insieme da «operai nella vigna

del Signore».

La vita – ci ha insegnato con-

gedandosi Papa Ratzinger – è

servizio che non si aggrappa a

nulla perché niente cerca per sé.

E la vita di Benedetto si è certa-

mente consumata «per il bene

della Chiesa», e per quello stes-

so «bene» ci dice di aver com-

piuto la sua scelta aderendo alla

nuova e inattesa vocazione del

Signore che lo porta con sé per

«salire sul monte».

Francesco Ognibene

(Da Avvenire

del 7 febbraio 2013)

Il «segreto» del cristiano nel silenzio di ogni mattino Lo sguardo che serve

Page 39: Insieme - Aprile 2013

14 aprile, ore 19:00, parrocchia Santa Maria degli Angeli in Nocera Superiore21 aprile, ore 18:00, parrocchia SS. Annunziata in Angri 28 aprile, ore 11:00, parrocchia Santa Maria del Carmine in Pagani5 maggio, ore 19:00, parrocchia San Giacomo Maggiore Apostolo in San Valentino Torio12 maggio, ore 19:00, parrocchia San Francesco in Sarno

10 aprile, ore 20:00, parrocchia San Biagio in San Marzano sul Sarno

Il 18 aprile, nella parrocchia San Giovanni Battista di Angri, il Vescovo presiederà l’ordinazione sacerdotale dei diaconi don Alfonso Giorda-no e don Giuseppe Pironti. La solenne celebrazione comincerà alle ore 19:00.

Il 30 aprile, il Vescovo, per il secondo anno, rivolgerà un discorso ai cittadini e alle istituzioni dei Comuni che compongono la Diocesi. Appuntamento alle ore 10:30, nella Cattedrale di San Prisco.

L’8 maggio, alle ore 19:00, in occasione della festa di San Michele Arcangelo, patrono della città di Sarno, presiederà la santa Messa nella Concattedrale.Il 9 maggio, festa di San Prisco, patrono della città di Nocera Inferiore e dell’intera Diocesi, il Vescovo presiederà una solen-ne concelebrazione eucaristica nella Cattedrale nocerina.

17 maggio, ore 19:30, celebrazione eucaristica per la riapertura della chiesa Regina Pacis in Angri; 18 maggio, ore 21:00, solenne Veglia di Pentecoste in piazza Diaz a Nocera Inferiore.

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTIPer maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

Tutti insieme ai piedi di Maria

Il prossimo 27 aprile si terrà il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Montevergine. Un sabato pomeriggio comunitario da passare sul monte irpino dedica-to a Maria. Dopo l’arrivo previsto per le ore 17:00, i fedeli ascolteranno una riflessione mariana, avranno la possibilità di confessarsi e, infine, parteciperanno al Santo Rosario e alla Messa presieduta dal Vescovo e concelebrata insieme ai parroci della Diocesi.

CELEBRAZIONI FORANIALI DELLE CRESIME

LECTIO DEL VESCOVO

DISCORSO ALLA CITTÀ

NOVELLI SACERDOTI CITTÀ IN FESTA

ALTRI APPUNTAMENTI

Page 40: Insieme - Aprile 2013

La testimonianza di una mamma che ha perso un figlio e ha ritrovato il filo della fede con la celebrazione per i figli in Cielo di mons. Giudice

Ripartire dalla Parola

È il 26 settembre 2012: una famiglia riunita per la cena. Una sera come le altre che segna, però,

lo sgretolarsi della serenità. Mam-ma Lucia è al computer, suo ma-rito alla tv a tifare per il Napoli. Alessandro, il figlio, si dedica agli ultimi ritocchi della moto, costrui-ta con passione da solo, pezzo per pezzo. Terminato il lavoro, decide di provare la sua creatura: un de-siderio che gli costerà la vita. «Non posso nemmeno lontanamente ri-cordare l’immenso dolore che ci travolse. Cinque giorni di attesa per l’esequie, migliaia di perso-ne che ci passarono innanzi e a fianco, un dolore insopportabile. Era domenica, era presente tutta Poggiomarino per dimostrarci il loro affetto» così racconta Lucia e continua: «Quando entrai in chie-sa sperimentai un momento di gioia, sembrava la festa in onore di Alessandro: sentivo un amo-re che mi travolgeva, una luce che mi riscaldava. Il giorno dopo, quello della sepoltura, tutto nero: veder mettere il corpo del proprio

figlio sotto terra mi provocò una indicibile sofferenza. Avrei voluto tirarlo fuori da quella fossa, ma, all’improvviso, un raggio di sole sbirciò fuori dal cielo nuvoloso e mi riscaldò: era mio figlio che mi abbracciava e mi riscaldava con il suo calore».

L’invito del parroco. Alla Messa del trigesimo la mamma di Ales-sandro non sente il bisogno di an-dare. Non vuole vedere nessuno, né tanto meno riesce a mettersi al cospetto del Signore. Costret-ta dalle circostanze partecipa alla celebrazione eucaristica, di ritor-no a casa è avvolta da un profumo di incenso e si sente come abbrac-ciata. Era Alessandro. «Il mio parroco, p. Aldo D’Andria, che sempre ci è stato vicino in questa vicenda dolorosa, mi con-sigliò di partecipare alla Messa per i giovani defunti, celebrata dal Vescovo a Sarno». Lucia decide di andare, arriva in anticipo con suo marito e vede scorrere davanti ai suoi occhi presbiteri e accoliti in-tenti alla preparazione della litur-

gia. Inizia la celebrazione, il coro intona le prime note e il cuore di Lucia si gonfia di un sentimento nuovo. «Quando mons. Giudice iniziò l’omelia, lo ascoltavo con tanta at-tenzione, ma non immaginavo la sua fermezza e quell’espressione convinta che traspariva dalla sua parola: quei pensieri mi entrarono dentro, mi trasmisero la sicurezza che il mio Alessandro stava bene, in un posto sicuro. Il Vescovo mi comunicò questa certezza, di cui avevo bisogno» così Lucia com-menta e prosegue: «Le sue parole non mi risuonarono come sillabe dette a memoria dal solito pre-te, ma come la voce del Signore e io ho creduto in lui e questo mi basta per andare avanti nel mio cammino».

Da quella Messa per i figli in Cie-lo si irradia la consapevolezza che Alessandro è nelle braccia del Si-gnore. Da allora non c’è domenica che Lucia non partecipi all’Euca-restia con la sua famiglia.

Mariarosaria Petti

Il giovane Alessandro Ruggiero

Page 41: Insieme - Aprile 2013

Dopo l’austerità della Quaresima i cristiani godono della salvezza concessa e conquistata da Cri-sto. E la famiglia cristiana che

cosa fa? Rimane ai margini, spettatrice più che protagonista? Cosa c’entra la Pasqua con il matrimonio cristiano?Non si tratta di forzare il signifi cato della Pasqua perché il legame nuziale è il centro e il cuore dell’evento pasquale. Per dirla con san Paolo, la Pasqua del Signore è la celebrazione dell’alleanza nuziale, di Cristo sposo con la Chiesa sua sposa, attraverso il sangue della croce. In questa alleanza, ogni relazione sponsale umana, ogni legame co-niugale autentico, trova signifi cato e giova-mento. Per gli sposi cristiani la Pasqua del Signore è una prodigiosa occasione per tornare alle origini dell’amore sponsale, rinnovare l’off erta e gustare i frutti della fecondità. In una parola, signifi ca rin-novare il patto nuziale. Segno di questo patto sono le fedi nuziali. Portate sull’anulare sinistro, dove si racconta che passa la vena amo-ris che arriva direttamente al cuore, le fedi nuziali sono un invito a rinnovare ogni giorno il patto di amore e fedeltà. Esse sono il segno del dono reciproco tra gli sposi che stringono un patto pubblico d’amore e di fedeltà che si impegnano a custodire e fortifi care so-prattutto con la grazia di Cristo. La fedeltà che i coniugi si promet-tono nel giorno del matrimonio è totale, arriva fi no al dono di sé ma chiede di essere rinnovata e custodita per resistere agli inevitabili urti della vita e portare frutto. Si tratta di un memoriale. Il sacramen-to, celebrato una volta e per sempre, per portare frutti ha bisogno di essere rinnovato. Il tempo pasquale è per gli sposi il tempo propizio per rigenerare il legame nuziale.

ALCUNI SUGGERIMENTINell’Anno della Fede, gli sposi sono invitati a vivere il tempo pasquale con uno specia-le sguardo di gratitudine verso il dono del matrimonio e della persona del coniuge. Ciò si potrebbe concretizzare scegliendo di salutarsi al mattino baciando non solo la sposa/o ma anche la fede, così un gesto aff ettivo può dire silenziosamente tutto il signifi cato dell’amore tra i due simboleg-giato dalle fedi nuziali. I genitori possono coinvolgere i fi gli nel fare memoria della grazia celebrata nel giorno del matrimonio in cui il patto uma-no tra due giovani innamorati ha segnato l’inizio dell’avventura familiare. Si può ri-

prendere l’album delle foto del matrimonio e cogliere l’occasione, mentre scorrono le immagini, per raccontare ai fi gli come ci si è preparati al matrimonio, avendo attenzione ad avere un linguag-gio positivo e di gratitudine e non di rivendicazione. Tutti possono recuperare il testo della promessa nuziale e tenerlo in un luogo ben visibile della casa, magari adornato. Questo segno aiuta i coniugi, i fi gli e chiunque frequenta la casa, a ripensare alle parole che si pronunciano nel giorno solenne del matrimonio. La coscienza che l’amore è un dono di Dio e che il matrimonio è una vocazione impegna a mettersi e a rimanere in ascolto della Parola e a trovare in Dio la fonte a cui attingere sempre e nuovamente la forza dell’amore e il coraggio della fedeltà. Ecco perché ogni domenica, ritornando dalla celebrazione eucaristica, gli sposi si fermano per rinnovare reciprocamente davanti ai fi gli la promessa nuziale.

Giovanna Pauciulo

Questa rubrica desidera accompagnare le famiglie a vivere l’Anno della Fede. Ri-flessioni e piccoli consigli per declinare in chiave domestica un tempo speciale che ha lo scopo di sostenere la fede di tanti credenti, anche quella dei genitori

Il Tempo pasquale è un’occasione preziosa per ritornare alle origini dell’amore coniugale, rinnovare il patto sponsale e gustare i frutti della fecondità

Riscoprire la grazia del matrimonio

41Insieme - Aprile 2013

IN DIOCESI UNA CASA PER DIOA CURA DELL’UFFICIO PER LA PASTORALE FAMILIARE

La promessa nuziale

Io accolgo tecome mio sposo/a

Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre,nella gioia e nel dolore,nella salute e nella malattia,

e di amarti e onorartitutti i giorni della mia vita.

Page 42: Insieme - Aprile 2013

Un confronto tra istituzioni territoriali e Chiesa per studiare un’azione sinergica mirata a dare risposte alle tante famiglie che risentono della crisi econo-mica italiana. Questo l’obiettivo di don Alessandro

Cirillo che lo scorso 18 marzo ha convocato gli assessori alle politiche sociali dei Comuni che ricadono nel bacino diocesa-no. Un appello, però, rimasto inascoltato dalla maggior par-te dei delegati di giunta. Solo quattro le amministrazioni che hanno accolto l’invito: Sarno, San Valentino, Corbara e Rocca-piemonte.E tutti gli altri? «Probabilmente – ha detto don Alessandro – non è stato colto a pieno il significato del mio invito, ma non mi scoraggio. A breve, grazie alla disponibilità degli assessori presenti, convocherò nuovamente gli amministratori comuna-li dell’Agro. Bisogna dare risposte urgenti e lo si potrà fare solo insieme». Non si scoraggia il direttore della Caritas diocesana, tutt’altro. Al prossimo coordinamento del Piano di zona S1, in-fatti, gli assessori presenti il 18 marzo chiederanno di consen-tire la partecipazione anche a don Cirillo. «Davanti alle crescenti richieste di aiuto che arrivano al Centro diocesano e alla contestuale riduzione dei servizi offerti dai Comuni e dal Piano di zona – ha affermato il sacerdote – si ren-de necessario un confronto anche programmatico. Le persone non riescono più a soddisfare i bisogni primari. Si deve inter-

venire e presto!». In tanti, infatti, trovando non sempre le por-te aperte nei Comuni di riferimento, ripiegano su parrocchie e Caritas diocesana. Una responsabilità enorme: «Noi siamo per la sussidiarietà – ha continuato don Cirillo – oggi, invece, sia-mo chiamati a fare da supplenti. Così non può essere». I dati relativi alla Campania sono allarmanti. L’ultimo dossier regionale sulle povertà parla chiaro. Nel quinquennio 2008-2012 gli utenti dei Centri di ascolto sono raddoppiati e ormai il 56 per cento di chi chiede aiuto è italiano. Un trend in con-tinua crescita: nel 2009 erano il 37 per cento e nel 2010 il 27 per cento. «Tra le richieste è sempre più crescente quella di sussidi eco-nomici per diversi bisogni, quali utenze domestiche, prodotti per neonati, aiuti per l’accesso all’istruzione scolastica» ha evi-denziato don Raffaele Corrado, vice direttore della Caritas dio-cesana. C’è poi il tasto delicatissimo dell’occupazione. Tante le richieste fatte ai sacerdoti, dal semplice operaio al giovane neolaureato. Appare, dunque, necessario studiare vie d’usci-ta da un simile pantano. Ai nuovi poveri non basta più il solo “pacco alimentare”. Le esigenze sono tante e qualcuno dovrà pure dare delle risposte. Per questo si auspica che alla prossi-ma convocazione del direttore Caritas ci siano più di quattro assessori interessati.

Salvatore D’Angelo

Il direttore della Caritas diocesana ha incontrato gli assessori comunali responsabili del welfare per fare il punto della situazione sulle povertà

Insieme per rilanciare le politiche sociali

A CURA DELLA CARITAS DIOCESANA

Page 43: Insieme - Aprile 2013

A CURA DELL’UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE

Lo scorso 24 marzo, domenica delle Palme, si sono aperte le iscrizioni alla Giornata Regio-nale della Gioventù Salerno

2013. Si tratta di un appuntamento rivolto ai giovani di tutta la Campania che vogliono vivere una forte espe-rienza di Chiesa.

La GRG Salerno 2013 nasce per dare una risposta a tutti coloro che non potranno andare a Rio de Janeiro per incontrare Papa Francesco in occasio-ne della GMG e vuole essere non solo un incontro di fraternità e di gioia, ma vuole l’opportunità di testimoniare la propria fede in Cristo.

I momenti principali della GRG sono la Catechesi sul Credo nella Catte-drale di Salerno; gli itinerari storico-culturali ed i workshop della fede in giro per la città; la grande veglia e la festa a piazza della Concordia. Senza dimenticare i collegamenti video con Rio de Janeiro, dove il Papa incontrerà più di due milioni di giovani. Inoltre, per tutta la durata della GRG, in tre luoghi diversi di Salerno ci sarà l’ado-

razione eucaristica continua con la di-sponibilità di sacerdoti per accostarsi al Sacramento della Riconciliazione.

Per info e contatti: www.salerno2013.it e www.diocesinocerasarno.it

Carmine Giordano

Pacchetto e quota della GRG Salerno 2013Sul sito www.salerno2013.it è pos-sibile iscriversi alla GRG Salerno 2013. Le iscrizioni pervenute saran-no comunicate al nostro Servizio di PGV che provvederà a dare tutte le informazioni sugli spostamenti, sugli alloggi e sugli appuntamen-ti preparatori. Attraverso la nostra PGV sarà anche possibile saldare la quota di partecipazione.

La quota del pacchetto ufficiale della GRG Salerno 2013 è indivisi-bile ed è stata fissata sui € 30,00. Nella quota sono compresi: iscri-zione; alloggio (con sacchi a pelo in aule parrocchiali e scuole); pasti di sabato 27 luglio (colazione, pran-zo e cena) e di domenica 28 luglio (colazione); assicurazione; kit GMG Rio2013 Italia (occhiali, cappello, zaino e borraccia).

C.G.

Aperte le iscrizioni per la GRG Salerno 2013La Giornata Regionale della Gioventù si terrà dal 26 al 28 luglio in concomitanza con la GMG di Rio

Page 44: Insieme - Aprile 2013

44 Insieme - Aprile 2013

IN BACHECAa cura della Redazione

Auguri di buon compleanno a:

Don Gaetano Ferraioli, (Santa Maria delle Grazie, S. Valentino Torio) ha festeggiato 46 anni il primo aprile; don Salvatore Agovino (S. Biagio Vescovo e Martire, S. Marzano sul Sarno) ha festeggiato 35 anni, il 3 aprile; p. Aldo D’Andria (S. Antonio di Padova, Poggiomari-no) ha compiuto 61 anni, l’8 aprile; don Luigi La Mura (S. M. di Costantinopoli, Angri) ha spento 70 candeli-ne, il 9 aprile; p. Antonio Cuomo (S. Giovanni Battista, Nocera Inf.) e mons. Vincenzo Leopoldo (S. Giovanni Battista, Angri) hanno festeggiato rispettivamente 44 e 72 anni, l’11 aprile; don Natale Gentile (M. SS. Addo-lorata, San Potito) compie 72 anni, il 16 aprile; p. Raf-faele Bufano (S. M. degli Angeli, Nocera Sup.) e don Carmine Vitolo (S. Lorenzo, S. Egidio del M. Albino) festeggiano rispettivamente 42 e 36 anni, il 17 aprile; mons. Giovanni Longobardi (Angri) compie 88 anni, il 28 aprile; don Ivan Cerino (diacono permanente) fe-steggia 65 anni, il 30 aprile.A ciascuno di voi l’augurio di essere riconfermati nella testimonianza di fede, speranza e carità, come porta-tori gioiosi del lieto annunzio di salvezza. Auguri!

Auguri di buon onomastico a:

Don Vincenzo Buono (S. Teodoro, Sarno), don Vincen-zo Califano (S. M. delle Grazie, Lavorate di Sarno), don Vincenzo Di Nardi (S. M. del Carmine, Pagani), mons. Vincenzo Leopoldo (S. Giovanni Battista, Angri), don Vincenzo Ruggiero (S. Bartolomeo Apostolo, Nocera Inf.), don Vincenzo Russo (S. Marzano sul Sarno), don Vincenzo Vergati (diacono permanente) il 5 aprile; don Marco Limodio (SS.ma Annunziata, Angri) il 25 aprile. I Santi di cui portate i nomi vi custodiscano nel vostro ministero. Auguri!

Buon anniversario di ordinazione sacerdotale a:

Don Roberto Farruggio (M. SS.ma di Costantinopoli, Nocera Sup.) festeggia 16 anni di sacerdozio, il 5 aprile; p. Natalino Rauti (S. Alfonso, Pagani) celebra 22 anni di sacerdozio, il 21 aprile; p. Massimo Staiano (S. M. Mad-dalena in Armillis, S. Egidio del M. Albino) festeggia 13 anni di sacerdozio, il 30 aprile; mons. Carmine Citarella (S. M. delle Grazie, Casali di Roc-capiemonte) celebra 27 anni di sacerdozio, il 3 maggio.Gli anni donati a servizio di Cristo vi regalino vigore per proseguire con ardore sulla via della santità. Auguri!

Redazione in festa, auguri a:

Antonietta Abete (coordinatrice di Insieme) ha fe-steggiato il compleanno il 22 marzo; Sofia Russo (responsabile marketing) ha compiuto 32 anni il 26 marzo; don Andrea Annunziata (direttore responsa-bile) festeggia 36 anni il 18 aprile; Maria Luisa Franco (responsabile della segreteria) e Salvatore Alfano (fo-tografo e grafico) festeggiano rispettivamente 32 e 42 anni, il 5 maggio. A ciascuno un caro augurio!

Auguri di buon compleanno ai nostri referenti:

Marilena De Angelis (S. Prisco, Nocera Inf.) compie 44 anni, il 31 marzo; Luigi Somma (S. Giovanni Battista, Angri) compie 61 anni, il 2 aprile; Renata Ciannella (S.

Lorenzo Martire, S. Egidio del M. Albino) festeggia 75 anni, il 14 aprile; Francesco Coppola (S. Giovanni Battista, Nocera Inferiore) compie 20 anni, il 28 aprile; Nunzia Pirro (S. Barto-lomeo Apostolo, Nocera Inf.) compie 28 anni, il 29 aprile.

Padre Natalino Rauti

Francesco Coppola

Il nostro cordoglio

Salita al cielo il 9 marzo scorso, Irma ha atteso con serenità l’arrivo di nostro Signore. La sua casa, per tanti laici e sacerdoti, è stata come una sagrestia. Testimone della fedeltà coniu-gale pur avendo perso il marito in guerra sei mesi dopo il matrimonio. La comunità tutta ringrazia Dio per avercela donata per tanti anni.Comunità di Sant’Anto-nio di Padova, Poggio-marino Bonagura Irma,

98 anni

Page 45: Insieme - Aprile 2013

45Insieme - Aprile 2013

a cura di Mariarosaria Petti

NEWS DALLE PARROCCHIE

I bambini che hanno partecipato all’Open Day

Don Natalino Gentile con il gruppo della Fraternità

San Biagio San Marzano sul Sarno

San Marzano: di nuovo Open Day

Una giornata per presentare il Piano di Offerta Formativa della scuola ai genitori

Gennaio 2013: tempo d’iscrizioni per il prossimo anno scolastico, tempo di Open day per le scuole di San Mar-zano sul Sarno. Così, dopo la fortunata esperienza del-

lo scorso anno, domenica 27 gennaio 2013 nel plesso di piazza Amendola si è celebrata la nuova edizione dell’Open Day, che ha radunato nella sede scolastica decine di bambini e genito-ri per la presentazione del Piano dell’Offerta Formativa della Scuola Primaria e della Scuola dell’Infanzia di San Marzano per l’anno scolastico 2013-2014.Fortemente voluta dalla dirigente scolastica, Emma Tortora, ed organizzata con cura dall’intero personale docente e non, la manifestazione ha visto anche brillanti performance musicali e canore da parte dei bambini delle diverse classi ed età. In una cornice lieta e cordiale, la dirigente e tutti suoi collabora-tori hanno illustrato, attraverso interventi vari, stand espositi-vi e brochure esplicative, il variegato panorama delle attività formative in programma nell’arco del calendario scolastico, arricchito da progetti curricolari e numerosi laboratori extra-curriculari, tra i quali spiccano il progetto Trinity ed il labora-torio informatico, organizzati con le preziose partnership del Trinity College London e dell’ Ei-Center.Centrale, nel POF della scuola marzanese per il prossimo anno, resta il rapporto con le famiglie, l’altro presidio educativo fon-damentale, che si interfaccerà costantemente con la scuola at-traverso vari momenti informativi sia collettivi che individua-li per una crescita dell’intera comunità cittadina, che tragga slancio dalla scuola.

Lorenzo Ruggiero

S. Maria Addolorata San Potito – Roccapiemonte

In memoria dei fondatori

Sulle orme dei Santi sette fondatori dei Servi di Maria per riscoprire il valore delle Fraternità

Il 17 febbraio ricorre la festa liturgica dei Santi sette fondato-ri dei Servi di Maria. Era il 21 marzo del 1233 quando i sette mercanti fiorentini, in un clima di tensioni politiche, volle-

ro dare un esempio di convivenza, come la prima comunità cristiana. Nacque l’Ordine che, attraverso i secoli, ha dato alla Chiesa figure nobili di santità. Sono diverse le comunità anche laiche, chiamate Fraternità, che tuttora realizzano gli ideali del servizio al prossimo. Una di queste Fraternità sussiste da una trentina d’anni nella parrocchia dell’Addolorata di S. Potito di Roccapiemonte.É consuetudine, per l’occasione, allargare il senso di comunio-ne anche ad altre associazioni religiose del territorio. Quest’an-no l’invito è stato rivolto ai confratelli della limitrofa congrega di S. Biagio di Lanzara. Non solo sono intervenuti alla celebra-zione, ma hanno espresso anche il desiderio di intensificare questi legami, con l’intervento alla processione parrocchiale dell’agosto prossimo. La cerimonia liturgica è stata essenziale e l’omelia ha voluto sottolineare – in un clima di divisioni po-litiche e di “stordimento” per l’umile gesto di Benedetto XVI – l’attualità della scelta dei fondatori, come ha anche ricordato il priore dell’Ordine, Fray Angel, nel saluto inviato per l’inizio della Quaresima. Non poteva, al termine, mancare la degusta-zione dei dolci preparati dalle nostre donne. Come si fa in ogni buona famiglia.

Don Natalino GentileAssistente spirituale

Page 46: Insieme - Aprile 2013

46 Insieme - Aprile 2013

S. Maria delle Grazie Angri

Gli irriducibili del teatro “home made”

Successo per la rappresentazione di “Pensione ‘O Marechiaro” del “Gruppo Teatro Oratorio”

Sabato 16 febbraio nel teatro della Congrega Santa Cate-rina di Angri il “Gruppo Teatro Oratorio” della parrocchia di Santa Maria delle Grazie ha presentato la commedia

“Pensione ‘O Marechiaro” di Valerio di Piramo, con la regia di Antonio D’Andretta.Il gruppo, nato nel 2011, si è cimentato inizialmente con la preparazione di sketch per poi approdare alla messa in scena della commedia brillante in due atti, ambientata in una pen-sione di Genova gestita da una famiglia napoletana.Sotto la costante e attenta guida di Antonio D’Andretta e nell’impegno bisettimanale dedicato alla preparazione della commedia, ogni attore ha rallegrato i presenti in un crescendo di comicità genuina.Il parroco, don Domenico, ha assistito allo spettacolo e ha gradito il lavoro dei suoi parrocchiani, complimentandosi per la professionalità e serietà del loro impegno. Il sacerdote ha esortato all’ultimazione dei lavori della sala teatrale nei locali sottostanti alla parrocchia, fermi per mancanza di fondi. Il pubblico presente in sala si è divertito molto e alla fine dello spettacolo si è soffermato a lungo per complimentarsi con gli attori rilasciando anche le proprie impressioni. Il prof. Gianni Panella ha parlato di «irriducibili del teatro “home made”»; Da-miano Buonaiuto (Scafati) ha descritto la piéce de théâtre come «un tuffo in un mare di gioia e di ilarità»; Michele Nocera ha lo-dato gli attori «che hanno dato prova di tecnica interpretativa vera senza illusione alcuna». Il successo ottenuto il mordente per riproporre la commedia.

Annamaria Pentangelo e Maria Russo

S. M. Maddalena in Armillis S. E. del Monte Albino

Pastorale familiare: amore e fede

Voce alle testimonianze dei genitori impegnati nel percorso di preparazione dei figli alla Prima Comunione

Dallo scorso mese di novembre si svolgono, presso l’Ab-bazia S. M. Maddalena in Armillis, appuntamenti men-sili di pastorale familiare rivolta ai genitori dei bambini

che in quest’anno liturgico riceveranno il sacramento della Prima Comunione.I temi, ispirati agli orientamenti di don Silvio Longobardi, sono centrati sulla riflessione del matrimonio come “vocazione alla santità” e della famiglia come “piccola Chiesa domestica” nel-la quale il benessere familiare dipende, soprattutto, dal ben-essere cristiano.Per l’incontro del mese di marzo abbiamo ascoltato le espe-rienze di vita di alcuni genitori della comunità di S. Egidio, Emi-lio e Nella Brancelli, Nico e Lina Prisco. I loro discorsi hanno espresso testimonianze di conversione e dialogo costante con il Signore. La preghiera, l’Eucarestia e l’impegno parrocchiale rappresentano per questi genitori mo-menti di condivisione familiare per orientare i figli a riconosce-re il dono della fede. Per l’occasione, sono stati invitati anche Maria e Stanislao Al-bano, provenienti dalla comunità di Bracigliano (Sa), da anni impegnati nella partecipazione ad incontri di catechesi e pastorale familiare. In particolare, Maria ha raccontato di im-pegnarsi ogni sera con la figlia Chiara (che riceverà la Prima Comunione a giugno) nella recita di una semplice preghiera. Il testo, poi consegnato a p. Massimo, è stato l’augurio della famiglia per i tanti genitori in attesa del sacramento dell’Euca-restia per i loro figli.

Maria Ermelinda Di LietoGli attori in scena

Le coppie che con padre Massimo Staiano hanno testimoniato l’impegno familiare nell’educazione alla fede

Page 47: Insieme - Aprile 2013

S.S. Apostoli Simone e Giuda Nocera Inferiore

Via crucis del malato e nozze d’oro in parrocchia

“Signore, voglio rifare con Te la strada della Croce”

SS.mo Corpo di Cristo Nocera Inferiore

L’ultima Cena al Corpo di Cristo di Nocera

Restaurata l’opera del 1700 di Saverio Persico

Cerimonia semplice ed essenziale ma altamente si-gnificativa e qualificata dai vari interventi. Un’ora di cultura e di fede nella contemplazione dell’opera

restaurata e rientrata all’altare maggiore della chiesa noce-rina, tenuta dai padri del Convento di S. Antonio. Il più con-tento è ovviamente il parroco, p. Damiano Antonino, che ha seguito l’iter di restauro della grande tela. Le sapienti mani della ditta Marina Imparato hanno ridato all’opera lo splendore e la chiarezza policroma che l’autore Saverio Persico aveva dato nel ‘700. La relazione storico-artistica è stata tenuta dal dott. Antonio Braca, funzionario della Soprintendenza ai Beni Culturali di Salerno. Non si sapeva molto di questo pittore, Saverio Persico, la cui firma è sta-ta evidenziata nel restauro. Egli, mutuando l’immagine da un bozzetto di Francesco De Mura, con alcune variazioni, attinge nello stile direttamente alla bottega dei Solimena, pittori incontrastati dell’epoca, con particolare riferimento a Francesco Solimena per le cui committenze gareggiavano i regnanti d’Europa.

Un momento, quindi, storico ed importante sia per il ter-ritorio nocerino che per l’arte del Meridione. Il Vescovo – assente per motivi pastorali – mi ha incaricato di leggere il suo saluto, al quale sono seguiti gli interventi del sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, e del Padre Provin-ciale dei Conventuali e di mons. Francesco Alfano. Spiri-tualmente legato alla parrocchia, don Franco ha ricordato che proprio all’ombra di quella grande Cena ha maturato la sua formazione vocazionale. Il coro della Polifonica ha concluso l’interessante incontro. Un invito particolare ai nocerini di sostare davanti a quella immagine e meditare.

don Natalino Gentile

Alleviare le sofferenze del corpo e dello spirito: è stato que-sto l’invito di don Rosario, durante la celebrazione della via Crucis del malato, venerdì 15 febbraio scorso, alla comunità

in preghiera davanti all’altare su cui era esposto il Santissimo Sacra-mento. «Non si può escludere la croce dalla nostra vita – ha ricorda-to – perché essa fa parte della condizione umana». Il parroco e i 15 fedeli, che si sono alternati nella rievocazione delle stazioni della via Crucis, hanno coinvolto emotivamente i numerosi presenti.

Un momento speciale da ricordareIl 2 marzo scorso, la comunità parrocchiale si è stretta intorno ad una bella coppia di amici, Giovanni e Fortunata, che hanno rinno-vato le promesse matrimoniali, pronunciate 50 anni fa. Suggestivo è stato l’ingresso in chiesa dei due sposi, accompagnati dai cinque figli e dai tanti nipoti, mentre il coro intonava l’Ave Maria. Il parro-co, dopo aver ricordato che la fede ha sempre sorretto Giovanni e Fortunata, si è soffermato sul loro percorso di vita, improntato alla luce del Vangelo, di cui hanno dato testimonianza nella vita quo-tidiana, realizzando pienamente la “famiglia cristiana”. Messaggio bellissimo rivolto sì a Giovanni e Fortunata, ma invito alla rifles-sione per tutte le coppie di sposi presenti. «L’anno della Fede che stiamo celebrando – ha concluso don Rosario – deve spronarci a rendere più salda nelle nostre famiglie la fede come hanno fatto sempre Giovanni e Fortunata».

Maria Bonfiglio

Gli sposi, Giovanni e Fortunata

Page 48: Insieme - Aprile 2013

Come san DomenicoIl comitato zonale dell’ANSPI propone una tre giorni di formazione per gli animatori

“Stop! Animatori in formazione”, è il tema della tre giorni organizzata dall’ANSPI per il 26, 27 e 28 aprile prossimi all’Oasi San Michele ad Episcopio

di Sarno. Il percorso formativo vedrà la partecipazione degli animatori, o aspiranti tali, che operano negli oratori parroc-chiali che fanno capo al comitato zonale Nocera Inferiore – Sarno e Sorrento – Castellammare di Stabia. Insieme con i formatori, i ragazzi percorreranno un sentiero lungo il quale si interrogheranno sull’essere animatore e sul come esserlo. Il tutto prenderà avvio da una frase di san Domenico Savio,

rivolta a san Giovanni Bosco: «Io sono la stoffa, lei sia il sarto. Mi prenda con lei e farà un bell’abito per il Signore». In soli due anni il giovane Domenico si rivelò ottima stoffa: il picco-lo santo fu portatore di speranza e testimone di fede. «Ciascun animatore – spiegano dal Comitato zonale – accet-tando di prestare servizio educativo o di animazione, porta in sé la stessa scintilla che spinse san Domenico a fare del suo meglio per rendere più bello il mondo, partendo dai ra-gazzi».Per informazioni consultare www.anspinocerasarno.it.

Salvatore D’Angelo

San Domenico Savio e san Giovanni Bosco

Page 49: Insieme - Aprile 2013

Santa Maria dei Bagni Scafati

Concilio Vaticano II, “bussola” per la Chiesa del nuovo millennio

Presentato il libro di padre Gerardo Cardaropoli nella comunità parrocchiale di S. Maria dei Bagni di Scafati

«In prossimità della conclusione del Concilio Vaticano II, avve-nuta nel 1965, per la Chiesa e

per il mondo sembrò tornata la prima-vera». È quanto si legge in Il Concilio Va-ticano II, l’ultimo libro di padre Gerar-do Cardaropoli, teologo e francescano, al centro di un incontro, lo scorso 10 febbraio, con la comunità parrocchiale di Santa Maria dei Bagni di Scafati, gui-data dal parroco, fra Michele Floriano. Numerosi fedeli si sono ritrovati nel Santuario ad ascoltare le riflessioni di padre Gerardo su quella che è stata «la grazia di cui ha beneficiato la Chiesa nel corso del secolo XX» così come lo definì Giovanni Paolo II al termine del Giubi-leo del 2000.

Dopo il benvenuto iniziale di padre Epifanio D’Antonio, guardiano del convento, sono intervenuti mons. Giu-seppe Giudice, Vescovo della Diocesi di Nocera-Sarno che si è soffermato su alcuni dei documenti principali del Concilio, e Massimo Cavallaro, Presi-dente del Banco di Credito Cooperati-vo, che ha esposto il punto di vista di un laico impegnato nel difficile settore dell’economia con il desiderio di colti-vare gli spunti conciliari. La presenta-zione del libro di padre Gerardo ha rap-presentato l’occasione per riaccendere l’attenzione su un evento che «ha rap-presentato l’occasione storica per una grande rivoluzione ecclesiale anche se, dopo 50 anni, non si è ancora del tutto

concretizzata». Grazie allo spirito conci-liare, la Chiesa si è aperta al mondo, ma numerosi passi avanti devono essere ancora compiuti.

Attraverso il suo libro, padre Gerardo ha fornito una testimonianza di freschezza e un prezioso contributo di scienza, frutto della sua esperienza vissuta pri-ma, durante e dopo l’evento conciliare, che consente di esplorare e illustrare i passaggi chiave dei singoli documenti, con un linguaggio semplice e in grado di rendere accessibile a tutti, addetti e non addetti ai lavori, teologi e storici, religiosi e laici, l’intero percorso dise-gnato dal Concilio Vaticano II.

Giuseppe Vitiello

Page 50: Insieme - Aprile 2013

50 Insieme - Aprile 2013

IN PARROCCHIANella sezione IN PARROCCHIA vi sono le pagine di quelle parrocchie che hanno scelto la rivista diocesana come strumento per comunicare con la propria comunità parrocchiale. Queste pagine sosti tuiscono giornali parrocchiali o fogli di collegamento.Se desideri anche tu prendere uno spazio fi sso o in occasione di un evento parti colare, contatt aci allo 081 517 04 66 o su [email protected] CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE

SANTA MARIA DEL CARMINE PAGANI

Il dramma della violenza su donne e bambini cresce a dismisura. Ne abbiamo parlato con esperti e professionisti in un dibattito dal titolo “Violenza sulle donne e sui minori. Prevenzione e repressione del fenomeno”

Una casa in mezzo ad altre. Un urlo. Silenzio. Un altro. Silenzio. Un grido straziante. Silenzio. La violenza sulle donne e i bambini è un problema sempre più grande. Ci circonda come un abbraccio

soffocante, fi no a stritolarci. Le vittime sono tra noi, i mostri sono tra noi e spesso lo sappiamo, lo immaginiamo, eppure non muoviamo un dito. Don Enzo Di Nardi, ancora una volta, ha deciso di affrontare una tematica forte, dilagante, organizzando nella nostra par-rocchia l’incontro: “Violenza sulle donne e sui minori. Preven-zione e repressione del fenomeno”. Molti gli ospiti presenti: la dott.ssa Aurora Torre, direttrice di Telenuova che ha coordi-nato il dibattito, la dott.ssa Grazia Gentile, direttore del Di-stretto Sanitario Scafati-Angri, la dott.ssa Pasqualina Pacelli, sostituto commissario di polizia di Nocera, la dottoressa Luisa Cesarano, pediatra.

La famiglia, il primo scenario. La povertà e la disperazione sono tra le principali cause di violenza su donne e bambini. Il 98% delle volte è un uomo - marito o padre - a far loro del male. Anche l’omertà è rilevante causa di incremento della violenza: il mancato rapporto con i vicini, il fatto che ognuno pensa solo a sé e crede che non ci si debba intromettere negli affari degli altri, nei dolori degli altri, anche se si è testimoni involontari di questi drammi, fa si che gli aggressori si sentano liberi di agire indisturbati e che le vittime siano abbandonate alla solitudine. Solitudine che non dà loro la forza di reagire poiché, senza al-cun sostegno, credono che denunciare la violenza comporti solo sfasciare la loro pseudo-famiglia senza migliorare la situazione. È quasi sempre questa la causa della mancata denuncia delle

mogli maltrattate o delle mamme che assistono inermi alla vio-lenza che osceni padri arrecano ai loro bambini. Mamme che nella loro debolezza diventano complici. Non si può giustifi care in nessun modo una madre che dice di non essersi resa conto che suo marito abusava di sua fi glia o era violento: i bambini rimangono segnati a vita, diventano malinconici, chiusi in se stessi e una madre non può non riconoscere nel loro sguardo queste ferite.

Rompere la catena della violenza. Un bambino vittima di vio-lenza diventerà a sua volta un adulto violento, dando vita ad una catena diffi cile da spezzare. Eppure dire tutto alla polizia potrebbe risolvere il dramma e segnare la fi ne dell’incubo. È quasi sempre infondata la paura di non ricevere protezione dal-le forze dell’ordine e dagli assistenti sociali: esiste un percorso di vita nuova che tutti possono compiere aiutati da esperti che della lotta alla violenza hanno fatto la loro ragione di vita. Un aiuto importante può essere dato dai pediatri, che accompa-gnano i bambini dai primi giorni di vita e osservano le dina-miche familiari. Il loro sguardo, la meticolosità delle visite, il dialogo costante con i piccoli e i genitori può essere un’impor-tante arma contro l’abuso. Spiegare ai bambini che ogni organo è uguale ad un altro, senza creare tabù, permette di instaurare un rapporto di fi ducia: i piccoli non rimarranno più in silenzio se al posto del mal di pancia avvertiranno dolore in parti intime del corpo.La violenza è una malattia sempre più radicata nella nostra società. Combatterla è possibile, tutti uniti possiamo sconfi g-gerla.

Martina Nacchio

UN GRIDO DI SPERANZA

Il tavolo dei relatori: da sinistra Pasqualina Pacelli, sostituto commissario di polizia di Nocera; Luisa Cesarano, pediatra; Aurora Torre, direttrice di Telenuova; Grazia Gentile, direttore del Distretto Sanitario Scafati-Angri; don Enzo Di Nardi

Page 51: Insieme - Aprile 2013

51Insieme - Aprile 2013

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI

COORDINATORE DI REDAZIONE MICHELE RAIOLA

foto

Sa

lva

tore

Do

na

to (

2)

In oratorio come… in Paradiso

Da quest’anno l’oratorio della Chiesa San Sisto ha preso vita attraverso le attività dei giovanissimi (età compresa tra i 14 e i 18 anni), i quali han-no cominciato col dargli un nome. L’Oratorio si chiama “Preferisco il

Paradiso” e gli incontri sono strutturati in questo modo per l’intero mese: il primo giovedì c’é il Consiglio Giovanissimi o talvolta la Collatio, durante la quale i giovanissimi possono confrontarsi, scambiarsi idee e fare proposte. Il secondo giovedì è occupato dalla catechesi di don Salvatore, il quale tratta tematiche vicine e appartenenti alla vita dei ragazzi… Infine, nei due ultimi appuntamenti i giovanissimi si riuniscono per gruppi, con i rispettivi animacuori che li aiutano a riflettere. Oltre al giovedì, l’oratorio è aperto anche il martedì e il mercoledì per venire incontro alle istanze associative dei ragazzi e per permettere loro di svol-gere varie attività oratoriali: tornei di calcio balilla, corsi di chitarra, realizzazione di un cortometraggio e tanto altro.

Angela SchiavoFoto

An

ton

io V

end

itti

Il privilegio di servire

Lo scorso 3 marzo la comunità ha vissuto la vestizione di 9 ministranti che si aggiungono ai 40 che ogni domenica già svolgono il loro servizio

“Voi che avete il privilegio di essere messi a con-tatto con le suppellettili sacre che conterranno

il corpo e il sangue di Cristo, promettete di impegnarvi a vivere in conformità alla Sua volontà e a partecipare fedelmente alla celebrazione eucaristica domenica-le?”.“Sì, lo prometto!” è stato il coro di nove voci che, nella celebrazione comu-nitaria di domenica sera 3 marzo, ha dato il via alla vestizione dei nuovi mini-stranti. Il loro compito, come quello degli altri quaranta, che ogni domenica par-tecipano alle tre diverse funzioni religio-se domenicali, è indubbiamente quello di svolgere un servizio liturgico durante la celebrazione del mistero eucaristico, ma l’importanza del ruolo assunto con-siste essenzialmente nell’immagine che devono dare di se stessi come persone che amano davvero Gesù e che cercano di vivere secondo i Suoi insegnamenti.

I ministranti, insomma, diventano dei pilastri, dei modelli che devono essere riconoscibili da tutti.C’era aria di attesa in Chiesa: ogni fede-le, proprio perché non erano noti i nomi dei “9 chiamati”, ha potuto immaginare che la persona seduta al suo fianco po-teva essere quella destinata ad indossa-re una delle nove albe poste su due ta-volini sotto la mensa, una persona che, da quel momento in poi, doveva abban-donare la sua sterilità, come la parabo-la del Vangelo ascoltata e spiegata con profondità dall’omelia di don Salvatore, per gridare il suo “eccomi!” e la sua di-sponibilità “a professare con pienezza la fede e a manifestare la volontà di essere uniti a Cristo”. Poi abbiamo ascoltato i nomi: Alessia Luigi, Mariateresa D’Ama-to, Antonietta De Angelis, Martina Teresa Fontanella, Mariateresa Lauriano, Ema-nuele Fioritto, Antonio Giannini, Michele Raiola, Romualdo Pio Vicidomini.

Francesco Falcone

I ragazzi che frequentano l’Oratorio

I nuovi ministranti

I ministranti hanno rinnovato il loro impegno lo scorso 27 gennaio

Page 52: Insieme - Aprile 2013

52 Insieme - Aprile 2013

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE

SANT’ANTONIO DA PADOVA POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

In questa Quaresima dell’Anno della Fede, lo Spirito San-to ha effuso sulla nostra parrocchia di sant’Antonio di Padova la sua grazia con una sovrabbondanza di doni at-traverso un intenso cammino spirituale. Durante l’omelia

della liturgia delle Ceneri il parroco, p. Aldo D’Andria, ha esor-tato tutti noi fedeli a cogliere le diverse e molteplici occasioni di preghiera e di meditazione della Parola per vivere una santa Quaresima ricca di frutti di conversione. La centralità della fede nella vita del cristiano è stata approfondita alla luce della Parola di Dio e della vita dei Santi. Durante le Quarantore, all’adorazione silenziosa del Santis-simo Sacramento si sono alternati momenti di preghiera co-munitaria e di catechesi sulla fede nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, tenute da p. Antonio Finelli, stimmatino e nostro concittadino.

Sulle orme di s. Giovanna Antida Thouret Ogni settimana, nei “percorsi di fedeltà”, è stato bellissimo at-tingere alla fede vissuta dei santi, una fede testimoniata che ci ha aiutato a volgere lo sguardo a Dio e ai fratelli, nonostante i nostri limiti umani, e a comprendere che il buio non è il luogo della caduta o della fi ne, bensì la dimensione silenziosa in cui si incontra Dio in un modo autentico. Ciò è quanto ci ha in-

segnato s. Giovanna Antida Thouret, fondatrice della Congre-gazione delle Suore della Carità che, nel momento di maggior dolore, ha riconosciuto il volto e il dito di Dio ed ha saputo vivere nell’umile nascondimento la sua fede ed il suo impegno apostolico. Anche conoscere la fi gura e lo spessore culturale di Edith Stein, la beata Teresa Benedetta della Croce, ci ha imposto una verifi ca sul nostro vivere la fede, la croce e la ca-rità, nonché sulla nostra capacità di “andare oltre” la ragione, “uscendo da noi stessi” per porci ai piedi di Gesù crocifi sso.

La santità coniugale degli sposi Beltrame Quattrocchi e l’esempio di Giuseppe TonioloPer noi sposi poi un luminoso esempio: quello dei beati coniugi Beltrame Quattrocchi, che hanno vissuto la loro coniugalità come un cammino fatto con l’altro e per l’altro verso la santità; un cammino in cui se il passo dell’uno si fa incerto e dubbio-so, l’altro “gli presta la sua fede”, perché non ceda o perda la strada. Ultimo ma non meno interessante e signifi cativo il volto e la storia del beato Giuseppe Toniolo. Trevigiano, economista e sociologo morto nel 1918 a Pisa a conclusione della prima guerra mondiale. Autentico precursore della Dottrina sociale della Chiesa, profeta dei valori umani e sociali che dovrebbero essere a fondamento dell’economia e della democrazia, ricer-catore e promotore del bene comune e di una cittadinanza responsabile e partecipativa. Antesignano dei contenuti del Concilio Vaticano II.

La narrazione dell’esperienza di fede di questi Santi ha avuto e continuerà ad avere, senz’altro, una ricaduta spirituale nella vita di ciascuno di noi: essi ci hanno aiutato a riconoscere il primato di Dio nel nostro vivere, a farne l’anima del nostro es-sere e agire, a dedicare il nostro tempo a Lui e al prossimo, con lo stesso entusiasmo e con lo stesso ardore di fede che contrad-distinse la loro esistenza in tempi non meno diffi cili dei nostri.

Maria Giuseppina Parisi

La comunità parrocchiale ha accolto l’invito di Papa Benedetto a contemplare

i santi nell’Anno della Fede

Percorsi di fede

e santità

I partecipanti all’incontro

Il relatore dell’incontro su Giuseppe Toniolo, Michele D’Avino, direttore dell’Istituto Toniolo di AC

Page 53: Insieme - Aprile 2013

53Insieme - Aprile 2013

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE

SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI SAN VALENTINO TORIO

Reverendo don Ferraioli,ho molto gradito la bellissima “INFIORATA” realizzata con il patrocinio del “Consorzio Campano del Floro-vivaismo”, in occasione dell’inizio del mio ministero pastorale a Pompei, il 12 gennaio u.s., e raffigurante il mio stemma episcopale, opera che ha abbellito il sagrato del Santuario. Desidero ringraziare vivamente la Comunità parroc-chiale e gli artigiani dell’Associazione Le Vie dei Colori per l’artistico lavoro, che è stato apprezzato da tutti. Per Lei, la Comunità parrocchiale e i membri dell’As-sociazione, assicuro preghiere davanti alla venerata Icona della Vergine del Rosario, auspicando di cuore ogni bene.

+ Tommaso Caputo

Pubblichiamo la lettera ricevuta da Mons. Tommaso Caputo per il tappeto floreale realizzato in suo onore lo scorso

12 gennaio, inizio del suo ministero pastorale a Pompei

Sono partiti i concorsi nazionali “Un Bozzetto per l’Infiorata” dal tema La Rivelazione e “Piccoli Infioratori” dal tema Hanna - Barbera. Per leggere il regolamento e per tutte le altre informazioni, seguici sulla pagina fb dell’Infiorata di Casatori.

Piccole soddisfazioni

La festa della famiglia è da qualche anno un appuntamento fisso, un momento per condividere il nostro tempo e le

nostre esperienze. Lo slogan scelto “Comuni-chiamoci” è stato un chiaro invito a discutere e affrontare il delicato tema della comunica-zione, in particolare della difficoltà a mettere a nudo le proprie emozioni e i propri bisogni, soprattutto con i nostri cari. La giornata ha preso il via alle 9.30 del mat-tino, dapprima l’accoglienza di tutte le fami-glie, poi il momento di preghiera e la sud-divisione in gruppi per i laboratori, sotto la guida del dott. Fabio Martino che ha seguito il gruppo adulti-giovani, il dott. Benito Petro-ne che si è occupato dei giovanissimi e della dott.ssa Serena Mariniello con i più piccoli. Avvalersi dell’aiuto di psicoterapeuti è sta-to importante per mettere sotto una nuova luce le dinamiche famigliari e i conflitti che si creano all’interno di essa, abbiamo infatti studiato aspetti che solitamente cadono nel dimenticatoio, ci sono stati suggeriti “siste-mi” diversi di educare i figli e abbiamo am-

piamente discusso della concezione negati-va che spesso gli adulti hanno dei giovani. Gli spunti di riflessione sono stati molteplici e anche il clima del dibattito, dapprima più teso, con il trascorrere delle ore si è rassere-nato, ha preso anzi una piega confidenziale e tollerante, ed è stato davvero soddisfacente ed emozionante constatare la partecipazio-ne attiva di chi durante l’anno per impegni lavorativi non può seguire la vita parrocchia-le e che in questa giornata, invece, dà il suo pieno contributo. Abbiamo poi condiviso tutti lo stesso cibo, lo stesso spazio, gli stessi momenti esilaranti e divertenti, grazie anche all’aiuto di don Andrea Amato, sempre atten-to a creare momenti di gioco stimolanti che hanno coinvolto tutti, dagli anziani ai bam-bini e che hanno messo in pratica i messaggi dei dibattiti “ascolto”, “collaborazione”, “con-divisione”. Sentirsi a casa, sentirsi realmen-te famiglia è ancora possibile, a volte basta volerlo.

Piera Angela CasconeGaetano Ferraioli

Il 3 marzo scorso la piccola comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie in Casatori si è riunita per la festa della famiglia

Famiglie a confronto

INFO

Il tappeto floreale realizzato per Mons. Tommaso Caputo

Alcuni momenti della giornata

Page 54: Insieme - Aprile 2013

54 Insieme - Aprile 2013

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE

MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI NOCERA SUPERIORE

“C ari amici,negli ultimi anni, siete in tanti coloro che, provenienti da più parti del mondo, vi siete stabiliti qui a Nocera Superiore, e in parti-

colare nella nostra comunità parrocchiale che ci piacerebbe molto che diventasse anche vostra.” Così esordisce il nostro parroco, don Roberto Farruggio, nella lettera indirizzata lo scorso 10 marzo agli amici immigrati. “La vostra presenza rende più ricca e bella la nostra comunità”.

Don Roberto, facendo riferimento alle missioni italiane in Francia e in Germania - “una particolare Parrocchia per gli italiani residenti in quei paesi”, che egli ha avuto modo di vi-sitare - ha sottolineato che “non essendoci qui una comunità omogenea di immigrati, Cattolici provenienti da una stessa area geografica, le missioni per gli immigrati non hanno avu-to sviluppo. La Parrocchia, però, è per sua natura una casa accogliente, dove ognuno può sentirsi a casa propria, tra fra-telli e amici, chiamata ad accogliere nel calore di un’unica casa chiunque si stabilisce o trascorre qualche tempo tra le sue case”.

Anche se di altre confessioni cristiane o di altre religioni, in Cristo non vi è separazione nel dialogo fra tutti gli uomini di buona volontà, sottolinea don Roberto, e pur evitando qual-siasi forma di sincretismo e di relativismo, si può crescere nel sostegno e nell’amicizia con senso di profonda fratellan-za universale. Da qui l’invito a quanti hanno dovuto lasciare la loro terra per venire a cercare lavoro qui: «In tutte le culture, nei mo-menti di festa, si invitano parenti e amici per condividere la propria gioia. Pasqua per noi è una grande festa che resta a metà senza invitare tutti gli amici a condividere la nostra gioia… È mio vivo desiderio, come parroco di questa comunità - continua don Roberto - incontrarvi e intessere con voi una serena amicizia».

Durante le Messe domenicali, don Roberto ha affidato il suo invito a tutti i fedeli, chiedendo loro di trasformarsi in missionari, di farsi portavoce del suo desiderio, avvicinan-do e invitando quanti incontrano quotidianamente nei loro quartieri. Da questa spedizione fraterna e dagli inviti fatti personalmente da don Roberto, lo scorso 23 marzo, hanno risposto all’invito alcuni amici provenienti dall’India, dalla Colombia, dall’Ucraina e dalla Romania, che in un clima di serena fraternità, hanno apprezzato l’accoglienza e la dispo-nibilità che la parrocchia ha avuto per loro.

È l’inizio di un bel cammino, affinché chiunque arrivi qui possa sentirsi a casa e trovare nella comunità parrocchiale degli amici con cui intessere rapporti affettuosi e sinceri.

Un primo frutto di questo incontro fraterno è sbocciato lo scorso Giovedì Santo: 12 amici, cattolici e ortodossi pro-venienti da varie nazionalità, sono stai i protagonisti della “lavanda dei piedi” durante la Messa in Coena Domini.

L’equipe Caritas Parrocchiale

Condividere la Pasqua con i fratelli stranieriGrazie alla sensibilità di don Roberto, è iniziato un cammino per consentire a chi arriva da terre lontane di trovare nella comunità parrocchiale amici affettuosi e sinceri

Nocera Superiore, 10 marzo 2013

IV Domenica di QuaresimaMentre va in stampa il numero di aprile di Insieme celebriamo la Pasqua. Il programma parrocchiale è stato pubblicato sul numero di marzo. Su quello di maggio… vi racconteremo la gioia di aver celebrato la Resurrezione di Gesù!

Un momento di fraternità con la comunità parrocchiale dopo l’incontro con il parroco

Page 55: Insieme - Aprile 2013

55Insieme - Aprile 2013

COORDINATORE DELLA REDAZIONE PARROCCHIALE CARLO ATTANASIO

Avvolti dal suo sguardo di Madre

Nella nostra parrocchia continua l’esperienza del-la missione nell’Anno del-la Fede. Dico “la nostra

parrocchia” anche se sono soltanto tre anni che ne faccio parte. Sono entrata in punta di piedi, ma la co-munità mi ha accolta e subito mi ha fatto sentire parte di essa al punto che il nostro parroco mi ha chiesto di scrivere la mia esperienza su questo evento di grazia.

L’accoglienza della Madonna di Co-stantinopoli è sempre coinvolgente, cresce il numero delle persone che l’accompagnano negli spostamen-ti, sempre più affollate le case che l’accolgono: i balconi sono tutti il-

luminati e addobbati con bellissime coperte. L’emozione si percepisce subito: quando la Madonna arriva è come ricevere nella propria casa l’ospite più importante, più illustre e tanto atteso. Le famiglie accolgono con semplicità quanti vengono a pregare e a salu-tare la Mamma celeste. Nel guardar-la da vicino, i suoi occhi arrivano al cuore trasmettendo tanta pace.Il centro della missione è l’appunta-mento per la catechesi: don Roberto Farruggio usa un linguaggio sempli-ce, tutti riusciamo a comprendere fa-cilmente gli argomenti teologici che ci vengono proposti di volta in volta. E così, per esempio, ci siamo ritro-

vati a riflettere e a meditare sulla preghiera del Padre Nostro, sul Cre-do, sul segno della Croce, che spesso ripetiamo meccanicamente senza sa-pere quali ricchezze contengono. Infine, pregare insieme ai vari gruppi che vivono il cammino di fede in par-rocchia è uno stimolo nella condivi-sione della nostra fede.L’emozione che accompagna que-sti avvenimenti è intrisa di gioia; si percepisce la presenza dello Spirito Santo e i cuori si riempiono dell’a-more di Dio e della speranza che, no-nostante le mille difficoltà della vita, si radica nella preghiera e nella cer-tezza che la vera serenità passa per una vita di fede.

Lucia Dell’Aglio

Continua la missione parrocchiale, accompagnati dalla Madonna di Costantinopoli. La testimonianza di Maria

Mercoledì 13 marzo 2013: tutti insieme in attesa del nuovo Papa

I giovani e i giovanissimi nello studio del parroco e i tanti fedeli in attesa della Catechesi a casa Senatore – Dell’Aglio che ospitava la Madonna. La catechesi quel giorno l’ha te-nuta Papa Francesco con le sue prime parole dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di S. Pietro.

“I Cardinali mi hanno preso dalla fine del mondo”

Un momento della missione popolare, nella foto la statua di Santa Maria di Costantinopoli e quella di S. Pasquale Baylon

I ragazzi nello studio di don Roberto, a fiancole persone riunite a casa Senatore - Dell’Aglio

Page 56: Insieme - Aprile 2013

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE

MARIA SS. DELLE TRE CORONE SARNO

I Santi e l’Eucarestia

Alcuni testimoni hanno aiutato la comunità a vivere le Sante Quarantore

Anche quest’anno nella nostra parrocchia Maria SS. delle Tre Corone, dal 28 febbraio al 3 marzo, si sono tenute le Sante Quarantore. Il primo gior-no, il parroco don Antonio Mancuso ha coinvolto

padre Paolo Saturno, dell’ordine dei Redentoristi di Pagani, che ci ha parlato del rapporto di Sant’Alfonso con l’Eucare-stia, evidenziando il suo grande amore per Gesù Eucarestia che emerge anche dagli scritti e dai canti. Il secondo giorno ha pregato con noi padre Alberto dell’ordine dei Frati Minori di Foce. Nell’omelia egli ha sottolineato l’umiltà di San Fran-cesco d’Assisi il quale, fortemente innamorato di Gesù, ha abbandonato tutte le ricchezze del mondo, uniformandosi

alla povertà del Figlio di Dio. Sabato 2 marzo, suor Giovan-na e suor Rosaria dell’ordine delle Ancelle Eucaristiche di Nocera Inferiore hanno parlato alla comunità del loro rap-porto con Gesù Eucarestia, testimoniato poi con il servizio agli ultimi: poveri, emarginati, extracomunitari e rom. Ha concluso domenica 4 marzo, il parroco don Antonio, con il tema della conversione dei cristiani, mettendoci in guardia dal pericolo di trasformare il servizio alla Chiesa nell’eser-cizio di un potere. Un peccato grave che può macchiare la Chiesa tutta.

Donatella FerraraAlfredo Forino

Suor Giovanna e suor Rosaria dell’ordine delle Ancelle Eucaristiche di Nocera Inferiore

Page 57: Insieme - Aprile 2013

57Insieme - Aprile 2013

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE

SAN GIUSEPPE NOCERA INFERIORE

La comunità parrocchiale ha vissuto la festa

di san Giuseppe nel silenzio, lontana dai fuochi d’artificio

e da altre distrazioni

San Giuseppe, un esempio per tutti

Una bella e particolare espe-rienza di fede è stata la prepa-razione e la celebrazione della solennità di S. Giuseppe, pa-

trono della Chiesa universale, e la festa, vissuta nella sobrietà e nella testimonian-za di fede. La Comunità parrocchiale di S. Giuseppe ha offerto attraverso un mese di preghiera il “Sacro Manto” allo sposo verginale della Beata Vergine Maria, ac-compagnato dalle meditazioni evangeli-che e dagli Orientamenti Pastorali n°5 Il silenzio di Nazareth: «Per ascoltare, però abbiamo bisogno di silenzio. E dove me-glio di Nazareth possiamo diventare alun-ni del silenzio? Si può proporre, oggi, nel caos e nella confusione, una pastorale del silenzio?». L’esperienza che ne è venuta fuori nella festa annuale di S. Giuseppe è stata appunto il silenzio, dai fuochi d’arti-ficio e dalle distrazioni, e la grande parte-cipazione di fedeli ha gradito ed è rimasta edificata dalla scelta forte e coerente che è stata fatta.

Una Messa per i papà. La presenza del Vescovo Giuseppe nella serata di dome-nica 17 marzo è stata la sintesi magistra-le della novena, sul ruolo di S. Giuseppe nella Famiglia di Nazareth, nelle nostre famiglie e nella Chiesa alla luce dell’ele-zione al soglio pontificio di papa France-sco, grande devoto di S. Giuseppe. Una grande fiaccolata si è snodata per le stra-de principali della parrocchia, seguita da una moltitudine di fedeli festanti. Gli aderenti all’Apostolato della Preghiera e i giovani dell’Ass. S. Giuseppe hanno for-mato all’unisono cori oranti, con canti di lode hanno accompagnato, portato a spalla dai Cavalieri d’Onore di S. Giusep-pe, il sacro simulacro del Santo. Preziosa la partecipazione del gruppo giovani che ha addobbato con gonfaloni e bandierine le strade della parrocchia rendendole uno scenario veramente suggestivo. Grande

emozione alla S. Messa celebrata per tutti i papà nel giorno della loro festa, alle 7 del mattino. Essi hanno rivolto al padre davi-dico di Gesù la loro fervorosa preghiera.

Un modello per tutti. Ciò che caratteriz-za S. Giuseppe, che ha vissuto un’ inten-sa comunione di vita con Gesù e Maria, è il suo servizio per amore. Questo è il segreto della sua grandezza che si armo-nizza bene con la sua umiltà. Uno splen-dore che gli rende gloria: servire Cristo è stata la sua vita, servirlo nella dedizione più completa, servirlo con amore e per amore. Egli ha vissuto da uomo “impe-gnato”, “tutto per Maria e per Gesù”. Es-sere buoni ed autentici discepoli di Cristo non richiede grandi cose, sono sufficienti le virtù comuni, umane e semplici. Il papa Leone XIII propone S. Giuseppe come mo-dello per i diversi stati di vita del Popolo cristiano: i genitori hanno il più sublime esempio di attenzione genitoriale e prov-videnza; i coniugi, un perfetto esemplare di amore, concordia e fedeltà; i vergini, un difensore dell’integrità verginale. Per il Beato Giovanni XXIII, “S. Giuseppe of-fre un esempio attraente di disponibilità alla chiamata divina, di calma in ogni avvenimento, di piena fiducia che trova compimento in una vita di fede e carità soprannaturale, e nel grande mezzo che è la preghiera”. Papa Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica “Il Custode del Redentore”, si rivolge a tutto il popolo cristiano, perché possiamo avere “sempre sotto gli occhi il modo umile e maturo di S. Giuseppe, di servire e di partecipare all’economia della salvezza”. In S. Giu-seppe impariamo ad abbassare il tono della voce per alzare il volume del cuore, del cuore in ascolto. Questo è il primo servizio, la prima diaconia, che atten-dono le nostre comunità. (Orientamenti Pastorali n.5)

Iolanda Campanella

La statua di san Giuseppe portata a spalla dai Cavalieri d’Onore di S. Giuseppe

Foto di gruppo insieme al vescovo Giuseppe e al parroco don Alfonso Santoriello

Page 58: Insieme - Aprile 2013
Page 59: Insieme - Aprile 2013

59Insieme - Aprile 2013

Arte... rischidi don Natalino Gentile

Prima del Concilio le nostre chiese avevano una conformazione diversa dall’attuale, forse più complicata ma certamente più significativa.

C’era una volta il luogo privilegiato dei presbiteri, cioè del celebrante e degli altri sacerdoti (da cui il nome ancora attuale di presbiterio), con l’altare ad-dossato alle pareti, gli stalli, cioè il coro con i sedili per il clero ed i ministranti; e c’era soprattutto una forma di divisorio con la navata centrale e principale, costituito da una balaustra che anche fisicamente delimitava gli spazi. E molto spesso, le due parti del-la balaustra erano congiunte da una ulteriore chiu-sura costituita da un cancelletto. Al di là delle nor-me liturgiche che volevano abolita la balaustra con relativo cancello, fortunatamente in molte chiese, anche della no-stra Diocesi, si sono conservate esemplari di fattura eccezionale, normalmente di marmi intarsia-ti e lavorati dagli abili marmorari del ‘700. Ricordo ancora le pole-miche fatte con qualche collega dallo scalpello facile e distruttivo che, presumendosi architetto, ar-

cheologo, storico dell’arte e quant’altro dava giù con sacro furore.Molti di questi cancelletti ora sono stati tolti, o poco usati per cui non ci si accorge nemmeno se manca-no del tutto o se siano stati depredati di un fregio, di un decoro bronzeo, di una sculturina, o addirittura dei due puttini alati, speculari che, sulla parte api-cale, provvedono alla chiusura.Ed i cancelletti li troviamo non solo all’altare maggio-re ma in quasi tutte le cappelle laterali. Spesso sono di ghisa o di metallo pesante, a mo’ di ringhiere lavo-rate e decorate di solito con i simboli del Santo o della Santa. E quanti di questi, nelle ristrutturazioni, sono finiti o al macero o, per guadagnarci qualcosa, ai rac-

coglitori delle cianfrusaglie. Sono sempre pezzi di storia e della no-stra storia che perdiamo lungo il cammino della nostra esistenza. Ci raccomandiamo alla solerzia dei parroci perché ognuno di noi è responsabile di quanto ci viene affidato, sia una preziosa statua o un apparente ed insignificante “ferro vecchio”.

I cancelletti violati

Non solo paroledi Francesca Anna Crispo

A soli 8 anni dalla sua prima apparizione sulla Loggia delle Benedizioni della basilica di San Pietro (dal greco logeium, proscenio, tribuna a

sua volta da lògos, discorso), lo scorso 11 febbra-io Benedetto XVI ha annunciato la sua volontà di rinunciare (dal latino re, che ha talora il senso di respingere, e nuntiáre, far sapere, quindi comunica-re che ci si allontana da qualcosa) al ministero pa-pale (dal latino miníster, servo). Oltre a sconvolgere l’intero mondo cattolico per l’unicità di tale evento (previsto, tuttavia, dal Codice di Diritto Canonico) la notizia ha portato alla ribalta una serie di espres-sioni, più o meno familiari che, complici i mass me-dia, continuano a riecheggiare tutt’ora nelle nostre menti. Innanzitutto, l’appellativo di Papa emerito, istituito dallo stesso Benedetto XVI per sé e per i pontefici che verranno. Dal latino e-merère, meri-tare, guadagnare, tale titolo veniva attribuito nella Roma antica ai soldati (emeritus miles) che avevano compiuto il servizio militare e ricevuto il congedo e i relativi premi (emerita). Attualmente, il titolo è con-

ferito anche ad altre figure (professori universitari, Presidenti della Repubblica) e agli ecclesiastici che lasciano l’ufficio con onore, normalmente per tra-scorsi limiti di età. Con la convocazione del collegio cardinalizio (dal latino cum, insieme, e lègere, raccogliere) ha inizio ufficialmente l’iter che porta al Conclave, dal latino cum, con, e clavis, chiave, in riferimento alla pratica di chiudere a chiave nella Cappella Sistina i cardinali durante lo svolgimento delle elezioni del nuovo Pon-tefice. Pare che l’espressione con cui normalmente si designi il capo della Chiesa cattolica risalga all’e-poca romana e sia strettamente legata (anche meta-foricamente) ai ponti. Dal latino pons-pontis e facere, il termine significa proprio costruttore di ponti (o colui che lega). Secondo uno storico erudito dell’epoca di Cesare, l’origine di tale espressione risalirebbe alla costruzione del ponte Sublicio sul Tevere, considera-to sacro perché, oltre a permettere l’accesso al tempio che si trovava al di là del fiume, era adibito a luogo di sacrifici e cerimonie religiose.

Habemus… verba!

Page 60: Insieme - Aprile 2013

Congregazione delle Suore di San Giovanni BattistaCasa Madre e Casa del Padre

Associazione “Granello di Senapa” Onlus

La scelta della scuola materna è sempre diffi cile per un genito-re. La scuola, oltre a la forma-zione didattica, deve educare i

nostri fi gli ad essere futuri cittadini cri-stiani. Sembra ieri quando con nostro fi glio abbiamo varcato per la prima volta la soglia della scuola materna “Casa del Padre”. Tutti i piccolini piangevano e le insegnanti, senza scoraggiarsi, li strin-gevano con amore per calmarli. Ora sia-mo già al secondo anno e non c’è gioia più grande nel vedere la felicità di mio fi -glio quando entra nel cortile della scuo-la, corre verso la porta, suona il campa-nello e sa che sarà accolto da un sorriso

e da un abbraccio.In questa scuola, oltre alla collaborazio-ne tra le suore insegnanti che con im-pegno e competenza educano i nostri bambini, rispettandone l’individualità, c’è l’amore cristiano, testimoniato dai gesti e dalle parole. Credo che sia stato il Signore a farci incontrare questa me-ravigliosa comunità sempre vicina a noi genitori, pronta ad ascoltarci e condivi-dere le ansie, ma soprattutto trovando le parole giuste per infonderci coraggio e forza. Quando io e mio marito ci siamo accorti che il nostro piccolo aveva qual-che diffi coltà, le insegnanti di “Casa del Padre” si sono rivelate preparatissime,

hanno mediato l’integrazione del nostro bimbo in classe, rispettando i suoi tem-pi ed attuando le strategie più idonee al raggiungimento degli obiettivi. Grazie alla loro professionalità, esperienza e competenza, oggi mio fi glio comincia a mostrare i primi miglioramenti.Il percorso è ancora lungo e tortuoso ma so che la mia famiglia non è sola, ci sono degli angeli che il Signore ha messo sul-la nostra strada e su cui possiamo sem-pre contare.Grazie di cuore!

Una mamma

60 Insieme - Aprile 2013

Le parole di una mammaL’esperienza del genitore di un bambino che frequenta la scuola materna “Casa del Padre”

Tra le competenze chiave, che devono essere acquisite al ter-mine del periodo obbligatorio

di istruzione, vengono incluse la co-noscenza dell’inglese e la competen-za informatica.L’Unione Europea già da anni sta inve-stendo sulla formazione digitale delle nuove generazioni, poiché si ritiene necessario che i suoi membri siano capaci di utilizzare le tecnologie della società dell’informazione, perché esse trasformano non solo il nostro modo di agire nel mondo ma anche il nostro modo di pensare.

La nostra scuola, da quest’anno, vuole offrire ai suoi allievi e a tutti i cittadini interessati, la possibilità non solo di acquisire tali competenze ma anche di certificarle, dando agli studenti in uscita dalla scuola primaria e a tutta la cittadinanza, l’opportunità di conferi-re un valore aggiunto alla conoscen-za nell’utilizzo del computer.Seguendo il carisma del Beato Alfons o Maria Fusco, che aveva intuito che la formazione è la chiave di accesso per la realizzazione personale e per l’inse-rimento sociale, il nostro desiderio è quello di consentire a tutti di entrare

in possesso dei requisiti di compe-tenza prescritti nelle indicazioni del Syllabus di riferimento, mediante la dichiarazione di un ente certificatore riconosciuto e accreditato.La certificazione diventa un’ulteriore garanzia della costante serietà e dili-genza prodigata per il raggiungimen-to di un livello di competenza certo e riconosciuto.Per qualsiasi informazione rivolgersi presso il nostro istituto.

Le sorelle battistine

Al passo con la tecnologia

Page 61: Insieme - Aprile 2013

Caro avvocato,ho appena perso una causa in Cassazione durata oltre ven-ti anni per danni derivati da infiltrazione. Un mio cugino, giovane praticante avvocato, mi ha fatto notare che l’avvo-cato a cui ho dato il mandato per la difesa dei miei diritti non poteva patrocinare in Cassazione per mancanza dell’i-scrizione all’albo dei cassazionisti. Posso citarlo per danni?

Jacopo

Caro Jacopo, il tuo dubbio è ampiamente chiarito da una recente pro-nuncia della Cassazione.Non è obbligato a risarcire il proprio cliente, l’avvocato che ha esercitato dinanzi alle giurisdizioni superiori senza es-serne abilitato, se ciò non ha causato danni. Non costitui-sce danno in re ipsa, l’esercizio della professione di avvoca-to dinanzi alle superiori amministrative giurisdizioni, pur in assenza dell’iscrizione all’apposito albo speciale.Lo ha deciso, con sentenza n. 22890 del 13 dicembre 2012, la terza sezione civile della Suprema Corte di Cassazione, adita da un avvocato, cui un proprio cliente aveva chiesto ed ottenuto nei precedenti gradi di giudizio, il risarcimen-to dei danni per essere stato difeso dal legale dinanzi alle giurisdizioni amministrative superiori senza che lo stesso fosse iscritto nell’apposito albo speciale.

IL CASONella fattispecie, l’avvocato era stato destinatario nel me-desimo giudizio di un provvedimento di sospensione dall’e-sercizio della professione, per aver falsificato la firma di un collega che lo aveva affiancato nella difesa dinanzi al Consiglio di Stato.Il giudice di primo grado, respinta la domanda risarcito-

ria in merito alla mancata abilitazione alla difesa per non aver tale circostanza procurato danno all’attore, la accolse, invece, con riferimento ai danni richiesti dall’attore come conseguenza del falso.Il professionista, proponendo ricorso per Cassazione, aveva sostenuto che è onere del danneggiato fornire al giudice di merito i necessari elementi di prova funzionali a dimostra-re, sul piano processuale, tanto l’esistenza quanto l’entità delle conseguenze dannose risarcibili.

LA SENTENZALa Cassazione, accogliendo il ricorso, ha rinviato il procedi-mento dinanzi alla Corte d’appello in diversa composizione. «Apodittica si appalesa – si legge nella sentenza – l’afferma-zione secondo la quale la mera circostanza del falso per so-stituzione di persona avrebbe arrecato un danno risarcibile al cliente (tra l’altro a distanza di oltre due anni dalla pub-blicazione della sentenza del Consiglio di Stato). Del tutto sfornita di prova, inoltre, la deduzione dell’esistenza di un danno conseguente alla pretesa lesione del diritto costituzio-nale di difesa posto che il ricorso amministrativo era stato, in realtà, rigettato nel merito e non dichiarato inammissibile, con motivazione in diritto che escludeva qualsivoglia errore nella conduzione della difesa».

Avv. Giovanni Severino

IL LEGALE RISPONDE

61Insieme - Aprile 2013

Attenti all’avvocatoL’esperienza di Jacopo e della sua causa seguita da un avvocato non iscritto all’albo dei cassazionisti

L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in Via Taurano, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.

Page 62: Insieme - Aprile 2013

62 Insieme - Aprile 2013

Qualche giorno fa, ho assistito al tramonto del sole sul mare del Golfo di Napoli. Eravamo di ritorno da una giornata di

lavorazione nella bella isola di Ventote-ne con il mio team audiovisivo. Il capi-tano dell’imbarcazione mi aveva messo al timone ed ero tutto concentrato sul-la rotta giusta da mantenere nel tratto di mare che separa l’isola d’Ischia dalla terraferma. Sono stati i miei compagni di viaggio a “distrarmi” dalla guida invi-tandomi a voltarmi immediatamente. In principio non gli ho dato retta; ero con-vinto che volessero prendermi in giro per la mia abilità di lupo di mare. Poi alle loro insistenze ho girato la coda dell’oc-chio ed ho intravisto una palla di fuoco che incendiava il mare. Ho fermato di botto il motore della barca, ho virato di 180 gradi e mi sono seduto a prua per ammirare lo spettacolo, tra lo stupore degli altri passeggeri dell’imbarcazione. Intorno a noi tutto aveva i colori del tra-monto; un rosso intenso che riempiva i nostri occhi, le altre barche, la costa, i gabbiani in cerca di ricovero notturno. Il sole è scomparso in pochi minuti oltre l’orizzonte mentre la nostra barca tratte-

neva il respiro. C’è stato silenzio a bordo, per molto tempo, mentre rientravamo a terra nel buio rischiarato dalle luci della costa. Tanta bellezza imponente era riu-scita ancora a stupirci.

Il timone, gli strumenti di bordo, le map-pe non attiravano più la mia attenzione. La rotta era sicura, ma la mia mente na-vigava altrove. Da quanti anni non ve-devo un tramonto? Eppure ogni giorno il sole sorge e cala sulle nostre vite fre-netiche e distratte. Da quanto tempo la natura non riusciva più a farmi sentire così piccolo nell’immensità del Creato? Da quanto tempo avevo dimenticato lo stupore umano al cospetto della po-tenza del mondo? Ho pregustato quegli attimi intensi e fantastici con il rammari-co di averne perduti tanti altri nel corso della mia vita.

La nostra vita quotidiana ha dimentica-to la capacità di contemplazione. Il no-stro tempo è scandito dai cristalli liquidi del computer in ambienti asettici con luci artificiali ed aria condizionata. Vi-viamo e lavoriamo in non luoghi sempre uguali, reclusi, omologati alla necessità

di produrre risultati e fatturato. Le luci della città oscurano le stelle, il traffico urbano cancella il rumore del vento, la televisione copre il cinguettio degli uc-celli.

Adesso torna il clima mite e si allunga-no le giornate. Dobbiamo riscoprire la capacità contemplativa nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo alleggerire il far-dello degli affanni quotidiani più strin-genti e dedicare più tempo ad osservare dettagli sempre trascurati. Non è neces-sario raggiungere mete esotiche. Basta prestare più attenzione a quello che accade intorno a noi, basta ritrovare un contatto più diretto con la natura in riva al mare o sulla collina, basta spegnere per qualche minuto il cellulare.

Al resto penserà la natura che certamen-te riuscirà a stupirci. Ascoltare la voce del mare, sentire il vento sul proprio volto, respirare il profumo di un campo sono grandi doni di Dio e ci aiutano a ri-scoprire la nostra condizione di creature amate dal Signore del tempo e della sto-ria. Questa contemplazione ci restituirà a noi stessi più ricchi e felici.

Ritrovarsi a contemplare un tramonto per stupirci della grandezza dei doni del Signore

LE PAROLE DELLA CRISIdi Peppe Iannicelli

La parola che vi proponiamo questo mese è: bellezza

Osservare il bello

Foto

Sa

lva

tore

Alf

an

o

Page 63: Insieme - Aprile 2013
Page 64: Insieme - Aprile 2013