Insieme - aprile 2015

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comunità cristiana, della città e degli ultimi che abitano pe- riferie visibili e invisibili. La profezia di oggi è dire, non solo con le parole, che Gesù Cristo è già qui, è già all’opera per dare al nuovo umanesimo il suo Volto e, quindi, il respiro dell’eternità. Dall’assemblea diocesana vie- ne l’invito a guardare l’associa- zione con gli occhi di Dio. Anche questo non vuole es- sere “un discorso alto” come a volte si dice, forse per eso- nerarsi dal servizio di leggere, studiare e pensare. Vuole essere un appello a guardare alla nostra Azione cattolica con l’amore di Dio che è quello di un padre e di una madre che non mettono le pantofole all’anima dei fi- gli ma li incoraggiano a intra- prendere strade impegnative come sono quelle che portano ai bordi del cuore dell’uomo. A Z I O N E C AT TO L I C A I TA L I A N A - D I O C E S I D I CO M O SUPPLEMENTO A “IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO” NUMERO 13 DEL 4 APRILE 2015 PER PASQUA VIVERE OGGI DA RISORTI Una risurrezione quotidiana che coinvolge tutta la vita e apre ogni gesto a una prospettiva nuova di speranza Pagina 2. ASSEMBLEA SULLE TRACCE DELL’UOMO Una “giornata” da continuare insieme per rimotivare un “sì” gioioso, totale e contagioso. Pagine 4 e 5. VICARIATI DOVE CRESCE LA CORRESPONSABILITÀ L’incontro diocesano con i rappresentanti dell’Azione cattolica nei Consigli vicariali a Nuova Olonio l’11 aprile. Pagina 3. “Continuiamo ora a tenere vive queste domande e que- ste riflessioni per far nascere risposte e nuova concretezza di vita pienamente umana”. Sono i nostri giovani a propor- re questa “traccia” dopo l’as- semblea diocesana alla quale hanno offerto il loro pensiero, il loro incoraggiamento, il loro impegno. È molto importante raccoglie- re questo invito per non lascia- re una domenica di marzo solo all’archivio, ai ricordi, alle valu- tazioni… È il tema dell’assemblea dio- cesana “In Gesù Cristo il nuo- vo umanesimo”, che ritmerà il percorso della Chiesa italiana fino e oltre il convegno di no- vembre, a esigere una rinno- vata continuità di preghiera, di riflessione, di racconto di umanità. Non ci è chiesto di uscire dai percorsi educativi e formati- vi che stiamo vivendo ma di dare a questa esperienza un supplemento di “fede pensa- ta” per vivere e comunicare la gioia del Vangelo ovunque noi laici siamo. La “fede pensata e vissuta” non è mai routine, non è mai abitudine, non è mai ripetizio- ne acritica di scelte e percorsi. Papa Francesco richiama con- tinuamente il rischio del “si è sempre fatto così”. La vita e la fede non si copiano da una stagione all’altra ma si rendono nuove e belle nella fedeltà alla Parola e nel dialogo tra ognuno di noi e Gesù Cri- sto, tra ognuno di noi e gli altri. Ed è proprio qui che la do- manda più forte rivolta all’as- sociazione è quella di “essere profezia”, cioè di dare volto e voce al nuovo umanesimo. Di ritrovare quella carica pro- fetica che si pone con umiltà al servizio della famiglia, della Questo significa – ha ricordato il nostro vescovo nell’omelia alla messa dell’assemblea – andare oltre le lamentele per osare scelte e presenze di spe- ranza, di futuro, di bellezza. Abbiamo bisogno di pensare ancora di più la nostra asso- ciazione: la tappa dell’assem- blea avrà significato, valore e prospettiva se ci porterà a cercare e a trovare insieme un linguaggio credibile, visibile e comprensibile per dire l’attua- lità e la fecondità del nostro sentirci Chiesa e sentirci Città. È il linguaggio orante, pensan- te e operoso dei laici fedeli a Cristo. Ma dobbiamo crederci noi per primi come, tra l’altro, ci suggeriscono le due nuove associazioni parrocchiali nate proprio in questi giorni in Val Chiavenna e alla periferia di Como. Entrambe sono un se- gno, molto umile, che è frutto di relazioni semplici e cordiali tra laici, tra sacerdoti e laici. Infine un presidente dioce- sano non può che dire grazie all’associazione per lo spetta- colo di laicità che ha offerto con l’assemblea del 15 marzo. Un presidente diocesano, uno come gli altri, è sempre consa- pevole dei limiti ma è anche consapevole della bellezza attraente dell’associazione. È consapevole della intelligen- za evangelica e della respon- sabilità dell’Ac nello stare con amore dentro il territorio. Lo spettacolo di laicità del 15 marzo continua e già all’oriz- zonte scorgiamo l’assemblea diocesana del 13 settembre alla quale arriveremo dopo i campi estivi e con il pensiero a due grandi temi: la famiglia e la corresponsabilità dei laici nella Chiesa e nella Città. Paolo Bustaffa IL MESSAGGIO DELL’ASSEMBLEA DIOCESANA SENTIRSI CHIESA, SENTIRSI CITTÀ

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comunità cristiana, della città e degli ultimi che abitano pe-riferie visibili e invisibili.La profezia di oggi è dire, non solo con le parole, che Gesù Cristo è già qui, è già all’opera per dare al nuovo umanesimo il suo Volto e, quindi, il respiro dell’eternità.Dall’assemblea diocesana vie-ne l’invito a guardare l’associa-zione con gli occhi di Dio.Anche questo non vuole es-sere “un discorso alto” come a volte si dice, forse per eso-nerarsi dal servizio di leggere, studiare e pensare.Vuole essere un appello a guardare alla nostra Azione cattolica con l’amore di Dio che è quello di un padre e di una madre che non mettono le pantofole all’anima dei fi-gli ma li incoraggiano a intra-prendere strade impegnative come sono quelle che portano ai bordi del cuore dell’uomo.

A Z I O N E C A T T O L I C A I T A L I A N A - D I O C E S I D I C O M O S U P P L E M E N T O A “ I L S E T T I M A N A L E D E L L A D I O C E S I D I C O M O ” N U M E R O 1 3 D E L 4 A P R I L E 2 0 1 5

PER

PASQUAVIVERE OGGI DA RISORTIUna risurrezione quotidiana che coinvolge tutta la vita e apre ogni gesto a una prospettiva nuova di speranzaPagina 2.

ASSEMBLEASULLE TRACCE DELL’UOMOUna “giornata” da continuare insieme per rimotivare un “sì” gioioso, totale e contagioso. Pagine 4 e 5.

VICARIATIDOVE CRESCE LA CORRESPONSABILITÀL’incontro diocesano con i rappresentanti dell’Azione cattolica nei Consigli vicariali a Nuova Olonio l’11 aprile. Pagina 3.

“Continuiamo ora a tenere vive queste domande e que-ste riflessioni per far nascere risposte e nuova concretezza di vita pienamente umana”. Sono i nostri giovani a propor-re questa “traccia” dopo l’as-semblea diocesana alla quale hanno offerto il loro pensiero, il loro incoraggiamento, il loro impegno.È molto importante raccoglie-re questo invito per non lascia-re una domenica di marzo solo all’archivio, ai ricordi, alle valu-tazioni…È il tema dell’assemblea dio-cesana “In Gesù Cristo il nuo-vo umanesimo”, che ritmerà il percorso della Chiesa italiana fino e oltre il convegno di no-vembre, a esigere una rinno-vata continuità di preghiera, di riflessione, di racconto di umanità.Non ci è chiesto di uscire dai percorsi educativi e formati-

vi che stiamo vivendo ma di dare a questa esperienza un supplemento di “fede pensa-ta” per vivere e comunicare la gioia del Vangelo ovunque noi laici siamo.La “fede pensata e vissuta” non è mai routine, non è mai abitudine, non è mai ripetizio-ne acritica di scelte e percorsi.Papa Francesco richiama con-tinuamente il rischio del “si è sempre fatto così”. La vita e la fede non si copiano da una stagione all’altra ma si rendono nuove e belle nella fedeltà alla Parola e nel dialogo tra ognuno di noi e Gesù Cri-sto, tra ognuno di noi e gli altri. Ed è proprio qui che la do-manda più forte rivolta all’as-sociazione è quella di “essere profezia”, cioè di dare volto e voce al nuovo umanesimo. Di ritrovare quella carica pro-fetica che si pone con umiltà al servizio della famiglia, della

Questo significa – ha ricordato il nostro vescovo nell’omelia alla messa dell’assemblea – andare oltre le lamentele per osare scelte e presenze di spe-ranza, di futuro, di bellezza. Abbiamo bisogno di pensare ancora di più la nostra asso-ciazione: la tappa dell’assem-blea avrà significato, valore e prospettiva se ci porterà a cercare e a trovare insieme un linguaggio credibile, visibile e comprensibile per dire l’attua-lità e la fecondità del nostro sentirci Chiesa e sentirci Città.È il linguaggio orante, pensan-te e operoso dei laici fedeli a Cristo. Ma dobbiamo crederci noi per primi come, tra l’altro, ci suggeriscono le due nuove associazioni parrocchiali nate proprio in questi giorni in Val Chiavenna e alla periferia di Como. Entrambe sono un se-gno, molto umile, che è frutto

di relazioni semplici e cordiali tra laici, tra sacerdoti e laici. Infine un presidente dioce-sano non può che dire grazie all’associazione per lo spetta-colo di laicità che ha offerto con l’assemblea del 15 marzo. Un presidente diocesano, uno come gli altri, è sempre consa-pevole dei limiti ma è anche consapevole della bellezza attraente dell’associazione. È consapevole della intelligen-za evangelica e della respon-sabilità dell’Ac nello stare con amore dentro il territorio. Lo spettacolo di laicità del 15 marzo continua e già all’oriz-zonte scorgiamo l’assemblea diocesana del 13 settembre alla quale arriveremo dopo i campi estivi e con il pensiero a due grandi temi: la famiglia e la corresponsabilità dei laici nella Chiesa e nella Città.

Paolo Bustaffa

IL MESSAGGIO DELL’ASSEMBLEA DIOCESANA

SENTIRSI CHIESA, SENTIRSI CITTÀ

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che proprio la sera dell’Ultima Cena, prima di uscire verso l’or-to degli ulivi, Gesù aveva dato ai suoi discepoli un appunta-mento importante: dopo che sarò risorto vi precederò in Ga-lilea (Mt 26,32). Nel momento centrale della sua vita terrena, Gesù è già proiettato verso ciò che va oltre la sua morte e la sua risurrezione: sa bene che, da risorto, tornerà ad incontra-re i suoi discepoli in Galilea.“Che cosa significa questo ap-puntamento in Galilea? Galilea significa l’esistenza quotidiana, intessuta di umili gesti, ripetuti fino alla monotonia, resi tal-mente necessari da apparire insignificanti. La luce di Pasqua rivela il significato profondo di questa esistenza quotidiana. Il mistero pasquale sta proprio in questo, che nell’esistenza di Gesù di Nazaret umiliato nella morte di croce c’è il respiro stes-so di Dio. […] L’appuntamento in Galilea non è un ritorno in-dietro nel tempo, ma l’assun-zione delle realtà terrestri, dei giorni che passano e delle cose che si fanno, nell’eternità. Il ri-sorto è Gesù di Nazaret: in lui risorge il mondo, in lui risorge il cielo, in lui risorge la terra. In lui sono stati creati nuovi cieli e nuova terra; in lui sono indisso-lubilmente unite le cose terrestri e quelle celesti, le umane e le divine. Egli è già passato all’al-tra sponda, ma viene continua-mente a prenderci per portarci dove egli è. La morte non ha più alcun potere su di lui, ma in noi si completa la sua passione affinché in noi possa altresì ma-

nifestarsi la sua gloria.” (Emilio Gandolfo, Breviario patristico-spirituale dell’anno liturgico, vol. 3, pp. 126 ss.).

Una risurrezione quotidianaCi si rivela così l’altro grande volto della Pasqua, quello del-la quotidianità. Il Cristo risorto ha promesso di rimanere sem-pre con noi e continua a risor-gere in tutti gli avvenimenti della nostra vita.Quanta dedizione e quanto servizio hanno contagiato nel mondo le parole del Maestro che lavava i piedi dei discepoli. Così anche oggi l’amore “so-vrumano” che tante persone esprimono silenziosamente nella loro quotidianità parla al mondo della presenza del Risorto che rende possibile ciò che talvolta non sembra alla portata delle nostre forze.Quanti dolori segnano gior-no dopo giorno il cammino dell’uomo: per quanto l’uomo si neghi la propria finitezza e mortalità, queste continuano a riemergere e a segnare con il marchio della sofferenza le sue giornate. Eppure proprio lì Cristo risorge e, come ha tra-sformato le piaghe e le soffe-renze della croce, così trasfor-ma le nostre e ridona speranza e significato all’esistenza uma-na. Talvolta basta anche solo una parola o una silenziosa presenza che ti sa stare accan-to per farti percepire la forza dell’amore di Dio che risolleva da ogni umana fragilità.E quando i fallimenti e le vi-cende della vita sembrano

Terminato il cammino della Quaresima, ci ritroviamo im-mersi nel vertice dell’anno li-turgico: la celebrazione della Pasqua.

Celebrare il misteroÈ così che il giovedì santo ci porta a rivivere i momenti dell’Ultima Cena, con l’istituzio-ne dell’Eucaristia e lo stupendo richiamo al servizio reciproco come segno dell’amore vissuto fino alla fine. Il triste annuncio del tradimento ci prepara poi a condividere la notte della pre-ghiera di Gesù nel Getsemani e ci introduce nel tremendo cammino della Passione, dal tribunale fino ai piedi della Croce. Così il venerdì santo ci vede desolati a condividere i sentimenti di Maria e Giovanni nella loro impotenza di fron-te alla morte di Gesù. E si crea in noi lo stesso silenzio che in quel sabato santo avvolgeva le menti dei discepoli, silenzio che si apre, nella Santa Notte di Pasqua, al mistero della Ri-surrezione. Può così esplodere in noi lo stupore e la gioia delle donne che tornano di corsa dal sepolcro per annunciare a tutti che il Cristo è risorto.È sempre nuova la sorpresa di fronte alla possibilità di rivivere ogni anno gli avvenimenti della Pasqua. Ma celebrare il mistero non vuol dire solo trovarsi pro-iettati all’indietro all’incontro con l’uomo di Nazaret, morto e risorto venti secoli fa.

Un appuntamento importanteL’evangelista Matteo ci ricorda

CALENDARIO ASSOCIATIVOAPRILE 2015Domenica 5: Santa PasquaSabato 11: Incontro Rap-presentanti nei consigli vi-cariali – Nuova OlonioSabato 18: Consiglio Re-gionaleDomenica 19: Incontro del percorso dell’Equipe Fami-glia – MandelloVenerdì 24 - Domenica 26: Consiglio Nazionale delle PresidenzeMAGGIO 2015Domenica 10: Convegno ACR – Villa GuardiaGiovedì 21: Pellegrinaggio Adulti (Area Terza Età) all’I-sola di San GiulioIn questi mesi ci sono an-che 4 Presidenze diocesane e un Consiglio diocesano.CAMPI ESTIVI 2015Le date, i luoghi, i temi, i responsabili, le iscrizioni e le quote di tutti i Campi diocesani estivi 2015 dell’Ac sono in un simpatico libretto che si può leggere o scaricare dal sito www.azionecattolicacomo.it

stendere un manto di silenzio e di mestizia sulla nostra vita, Cristo risorto è ancora capa-ce di affiancarsi e farci ardere nuovamente il cuore nel pet-to, se solo siamo disponibili ad ascoltare la sua Parola.È una risurrezione quotidiana che coinvolge tutta la vita.

Vivere da risortiVivere la celebrazione della Pasqua vuol dire allora fare memoria degli eventi che se-gnarono la vita dell’uomo Ge-sù per essere capaci di ricono-scere la grandiosa e misteriosa forza con cui oggi e sempre la Pasqua avvolge e trasfigu-ra di bellezza sempre nuova ogni avvenimento della vita dell’uomo, tutto il suo agire, tutto il suo essere.Vuol dire riconoscere il mistero grande che rende unico e irri-petibile ogni istante dell’agire dell’uomo, ogni frutto del suo lavoro e del suo ingegno, in-serendolo in una dimensione nuova di eternità, compimen-to di un progetto iscritto da Dio nell’opera della creazione.Vuol dire diventare noi per pri-mi capaci di far apparire tutta la bellezza dell’evento della redenzione, vivendo già oggi da risorti e testimoniando che proprio questo sguardo nuo-vo portato dalla Risurrezione apre l’uomo alla bellezza in-comparabile del nuovo uma-nesimo di Gesù Cristo. Buona Pasqua!

don Roberto Bartesaghi Assistente diocesano

Settore Adulti

Una risurrezione quotidiana che coinvolge tutta la vita degli uomini e apre ogni avvenimento, ogni gesto a una prospettiva inedita di speranza

UN ALTRO SGUARDO

VIVERE GIÀ OGGI DA RISORTI

DON LELEE così per don Lele, assi-stente diocesano per il Set-tore Giovani e l’Acr, inizia “una nuova e bella avven-tura”. Il vescovo Diego lo ha nominato parroco di Sagni-no e in questa parrocchia alla periferia di Como farà ingresso nel giro di pochi mesi. Don Lele “non lasce-rà” l’Azione cattolica perché l’associazione rimarrà sem-pre nel suo dna di sacer-dote e di uomo. Lo avremo sempre con noi e per noi come amico, come fratello, come padre.Ora vogliamo dire un grazie grande a questo giovane prete che ci ha accompa-gnato, che ha accompagna-to i giovani e i ragazzi nel-la loro crescita umana e spirituale. Vogliamo dirgli grazie per la testimonianza sacerdotale che ha offerto sempre con il sorriso, con la parola, con la preghiera, con il camminare accanto a tutti indicando a ognuno la direzione per giungere all’incontro con il Signore e con gli altri.Grazie don Lele, in questa tua “nuova e bella avventu-ra” leggiamo il segno dell’a-more di Dio e la tua risposta d’amore. Ti abbracciamo e andiamo avanti …insieme.

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CONVEGNO ACRUNA BELLEZZA TUTTA DA MOSTRARE Work in progress per la grande festa del 10 maggio a Villa Guardia: pronta la scheda “Anch’io scienziato”

Manca sempre meno al convegno Acr e i preparativi si fanno più fervidi. Quest’anno non solo l’équipe ci metterà testa e cuore nei preparativi ma anche ciascun gruppo Acr della diocesi. Infatti, abbiamo pensato a un modo per coinvolgere ancora di più tutti i ragazzi: il “Kit dello scienziato” che sarà con-segnato a ciascun gruppo al momento dell’arrivo al convegno. Da cosa sarà composto? Beh questo è “ ….tutto da scoprire”. Per il momento vi possiamo solo dire che per poter ritirare il Kit ogni gruppo do-vrà compilare il “Modulo dello scienziato” che trova-te sul sito e che riceverete nella prossima newsletter Acr. Dovrete inoltre preparare un cartellone o uno striscione con slogan che indichi da dove arrivate e che richiami il tema dell’anno. In fin dei conti ogni grande scoperta è stata preceduta da tante ricerche e preparativi, ed è questo che vi chiediamo: dedica-re un po’ del vostro tempo per arrivare preparati al convegno, non solo pronti per vivere un’ esperienza diocesana, ma anche per far vedere la bellezza dei vari gruppi Acr che compongono la nostra grande diocesi.Quindi noi vi aspettiamo pronti ed entusiasti e… non dimenticate la foto di famiglia per il concorso che è stato presentato sullo scorso numero di “Insie-me” e sul sito www.azionecattolicacomo.it.A presto!

L’équipe Acr

tegrato, passione e dedizione alla Chiesa e alla sua missione.Nelle nostre comunità l’Azione Cattolica può dare in questo senso un contributo significa-tivo attraverso le proprie atti-vità e modalità di formazione ed educazione delle coscienze con specifica attenzione alla vocazione e al ministero laica-le nel solco dell’ecclesiologia conciliare, supportando con sensibilità e determinazione i progetti diocesani, la collabo-razione tra le parrocchie, l’a-pertura al territorio e il lavoro di rete con le realtà presenti, promuovendo l’interesse sol-lecito e solidale alle vicende delle donne e degli uomini di quel territorio e una dimen-sione incarnata e testimoniale della fede.In questo cammino di corre-sponsabilità possiamo arric-chirci anche leggendo quanto abbiamo scritto e scriveremo sul sito www.azionecattolica-como.it (Vicariati).

Laura Bellandi

di coordinamento d’intesa con la Presidenza diocesana.

La possibilità di riflettere insie-me sull’esperienza del vicaria-to è un’occasione importante per comprenderne sempre meglio le finalità, verificare i passi fatti, sostenere e motiva-re l’apporto specifico che l’Ac è chiamata a dare. Come asso-ciati Ac - e non solo in quanto moderatori o rappresentanti dell’associazione nel Vicariato - siamo tutti interpellati a sen-tirci corresponsabili di questa nuova realtà che chiede capa-cità di rinnovamento in termi-ni di mentalità ecclesiale e di prassi pastorale, disponibilità a lavorare in modo sinodale e in-

I rappresentanti Ac nei Consi-gli vicariali e i moderatori degli stessi Consigli di appartenen-za Ac sono stati convocati sa-bato 11 aprile a Nuova Olonio (SO) per un secondo appunta-mento di confronto e condi-visione nell’anno 2014/2015. L’invito è esteso ai presidenti parrocchiali e ai consiglieri diocesani. Anche gli assistenti parrocchiali e i Vicari foranei sono stati informati e invitati.Questo l’ordine del giorno dell’incontro che si terrà pres-so l’Opera don Guanella, dalle 15 alle 18.30:• Preghiera• Introduzione e letturadella

sintesi delle risposte che i rappresentanti hanno offer-to alle tre domande sul Vi-cariato (vedi sito diocesano: www.azionecattolicacomo.it - Vicariati).

• Intervento di mons. ItaloMazzoni sul rapporto par-rocchia-Vicariato e sul ruolo dei laici per la crescita dell’e-sperienza del Vicariato.

• InterventideiRappresentan-ti e dei Moderatori/Modera-trici Ac nei Consigli vicariali.

• Costituzione di un gruppo

L’INCONTRO DEI RAPPRESENTANTI AC NEI CONSIGLI VICARIALI A NUOVA OLONIO L’11 APRILE

VICARIATI

DOVE CRESCE LA CORRESPONSABILITÀ

INCONTRO SABATO 11 APRILE CON DON IVAN SALVADORI

Anche il Meic di Como si sta in-terrogando su “In Gesù Cristo: il nuovo umanesimo”, tema del Convegno ecclesiale naziona-le di novembre e dell’assem-blea diocesana del 15 marzo alla quale il movimento era presente. Con la guida della professoressa Antonia Cairoli, nell’incontro del 14 febbraio u. s., ci si è posti la domanda “Quale uomo?”. Sono emersi gli aspetti critici della cultura di oggi: l’uomo, ripiegato su se stesso, in cer-ca di un’autonomia assoluta, indifferente verso l’altro, non interessato a scoprire le ragio-ni profonde e incapace di co-noscere la propria identità; e ancora, l’uomo fragile, insicu-ro, depresso, malato di solitu-dine nell’epoca delle “passioni tristi”. Sono stati però indicati anche alcuni rimedi: vivere le relazio-ni dei rapporti interpersonali, coltivare la solidarietà, lasciar-si interrogare dalla naturale inquietudine per ricercare il senso delle cose, e, in una pro-spettiva cristiana, conformarsi

MEIC

CRISTO RIVELA L’UOMO ALL’UOMO

al mistero del Dio fatto uomo.Ora, il secondo appuntamen-to, in calendario sabato 11 aprile, alle ore 16.00, presso il Centro Cardinal Ferrari. L’in-tento sarà quello di definire i caratteri di un’antropologia che trovi il modello in Cristo. Dall’uomo visto per se stesso si passa all’uomo in rapporto ad una realtà che lo trascende. “Cristo rivela l’uomo all’uomo” è l’argomento affidato a don Ivan Salvadori, docente e ret-tore del Seminario diocesano, nonché assistente del Meic. Con la consueta competenza e chiarezza, egli ci guiderà a capire meglio perché Cristo, Dio e uomo, aiuta l’uomo a re-alizzarsi pienamente. Seguirà infine il 30 maggio il terzo incontro, nel quale riflet-teremo sul fatto che “L’uomo non è un’isola”, prendendo in esame il rapporto dell’uomo con gli altri uomini, e toccan-do aspetti socio-politici. Gli incontri sono aperti a tutti.

EQUIPE FAMIGLIA“SCUSA... SE TI CHIAMO AMORE”

“Al di là dei suoi problemi più pressanti e delle sue necessità perentorie, la famiglia è un centro di amore, dove regna la legge del rispetto e della comunione…” con le parole di Papa Francesco l’Equipe Famiglia ricorda il quarto appuntamento del percorso “Al Cuore della Famiglia”. Il titolo della giornata del 19 aprile a Mandello del Lario è “Scusa… se ti chiamo amore”, e durante i momenti da vivere come coppia e come famiglia verrà approfondito il tema del senso della riconciliazione e del perdono nella coppia e in famiglia. Al centro della giornata saranno la Celebrazione eucaristica con la comunità parrocchiale, i momenti di riflessione per la coppia, che sarà guidata dagli sposi Baldini e Bertalli, (mentre i ragazzi stanno con gli animatori) e i momenti di laboratorio genitori-figli.Ci si può iscrivere entro il 16 aprile: [email protected] Si ricorda, inoltre, il Cadifam ad Ain Karim da mercoledì 1 a domenica 5 luglio. Informazioni sul sito www.azionecattolicacomo.it

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4 ASSEMBLEA DIOCESANA

GENERAZIONI IN DIALOGO

IL PENSIERO DEI GIOVANIMichele Spandrio, Anna Franzini e Cecilia Rainolter, a nome e per conto del Settore Giovani, hanno preso la parola all’assemblea proseguendo così nel loro ser-vizio di guida dei lavori accanto a Paola Marello che ha condotto con intelligenza e passione la giornata. Dall’intervento dei giovani riprendiamo solo alcuni passi rimandando la lettura del testo integrale al sito www.azionecattolicacomo.it

Ci hanno chiesto come giovani di introdurre il momento pomeridiano di dialogo e confronto in occasione dell’assemblea diocesana del 15 marzo. Per fare questo ci siamo preparati insieme, parten-do da ciò che siamo e viviamo come giovani, dalle nostre vite, per poi arrivare a chiederci quale sia l’e-lemento in più che serve a dare un senso profondo al nostro essere pienamente umani.Quello che ci sentiamo addosso sono tanti rischi... se guardiamo avanti non vediamo un percorso trac-ciato, ma piuttosto una confusione di strade e im-bocchi possibili. Questa incertezza nel futuro rende difficile scegliere, soprattutto quando parliamo di scelte importanti, quelle che destabilizzano e che fanno crescere. Non nascondiamo dunque di sentir-ci spesso fragili, un po’ “schiacciati” da questa situa-zione di precariato.Un altro elemento importante è la tecnologia, basti

pensare al ruolo dei social media, che vorrebbero essere uno specchio di ciò che siamo e che ci por-tano a cercare di essere come ci rappresentiamo. Inoltre la tecnologia è di fatto intermediaria privile-giata nelle nostre relazioni e questo aggiunge il ri-schio della velocità e della superficialità data dalla possibilità di interrompere la relazione quando più mi fa comodo. (…)Un passaggio molto bello della traccia in prepara-zione verso Firenze definiva l’altro come “colui dal-le cui mani riceversi” come a dire che senza l’altro non possiamo essere del tutto noi stessi... in fondo è proprio dentro quell’umanità che ci è dato di vi-vere che possiamo fare esperienza del Risorto. E allora ci siamo chiesti e insieme abbiamo riflet-tuto sul come un adulto, un anziano, la famiglia possono aiutare un giovane ad essere giovane in pienezza. E viceversa, in che modo ciascuna condi-zione di vita può aiutare l’altro che sia esso adulto o anziano ad essere ciò che è in pienezza...Con queste riflessioni abbiamo poi continuato il dialogo assembleare insieme ad un rappresen-tante degli adulti, uno degli educatori Acr , delle famiglie e della terza età. Continuiamo ora a tene-re vive queste domande e a far nascere da queste riflessioni risposte nuove e nuova concretezza di vita pienamente umana!

LA PAROLA DEL VESCOVO

UN DUPLICE CORAGGIONella cartellina dell’assemblea c’era la riproduzio-ne di una immagine, visibile sulla facciata della cat-tedrale di Chartres (Francia), che rappresenta Dio nell’atto di creare Adamo. Era un dono del vescovo Diego che, presente all’assemblea, ha commen-tato che quest’opera scultorea “dimostra che era un’idea largamente condivisa, tanto da diventare un’icona, il fatto che il Dio che creò Adamo è Ge-sù Cristo. In Cristo, a partire da Cristo e in vista di Cristo tutto è stato fatto. Allora capiamo che Gesù Cristo è il nuovo umanesimo”.L’immagine era accompagnata da una piccola an-tologia, a cura del Vescovo, di “uno dei pezzi più belli, anche letterariamente più belli del magiste-ro di Paolo VI, del Beato Paolo VI, che è il famoso discorso di chiusura della sessione del Concilio Vaticano II del 7 dicembre del 1965, proprio sull’u-manesimo”.Il vescovo ha poi donato un pensiero all’omelia della messa celebrata nella chiesa del Gallio. Rife-

rendosi agli interventi dal mattino in assemblea ha affermato: “Recuperate nella memoria quanto insieme abbiamo ascoltato e aggiungeteci solo questa breve didascalia che parte dal fatto che nella prima lettura spunta all’improvviso il nome di Geremia. È uno che continua a lamentarsi, uno che continua a dire che le cose non vanno, che la cosa non funziona, che stiamo andando male. Geremia è però, un profeta per così dire “doppio” perché quando i suoi concittadini “saranno pian-tati nel profondo della loro desolazione volta pa-gina e incomincia a dire coraggio, il Signore non abbandona, il Signore ci è vicino, il Signore ci libe-rerà, il Signore ci farà tornare”. Abbiamo quindi un duplice compito: “segnalare, anche con il coraggio della denuncia, le cose che non funzionano e che ci fanno intuire quali pericoli stanno nel nostro fu-turo” e “comunicare la bellezza di un annuncio di coraggio, di salvezza, di speranza di cui il mondo ha sempre avuto bisogno, oggi più che mai”.

GLI INTERVENTI

SULLE TRACCE DELL’UOMOUna giornata vissuta insieme per rimotivare un “sì” gioioso, totale e contagioso.

In queste due pagine sono raccolti alcu-ni frammenti dell’assemblea diocesana che, sul tema “In Gesù il nuovo umane-simo”, si è tenuta domenica 15 marzo 2015 al Collegio Gallio.Viene soprattutto dato spazio alle rispo-ste delle associazioni parrocchiali all’in-vito del Consiglio diocesano di espri-mere una preghiera, una riflessione e un racconto. E così abbiamo visto con gioia persone, associazioni e comunità parrocchiali sulle tracce dell’Uomo, sul-le tracce degli uomini e delle donne del nostro tempo, del nostro territorio.

Avviare processi

“La Traccia preparatoria per il quinto convegno ecclesiale nazionale, sulla scia della Evangelii Gaudium, ci invita ad ‘av-viare processi’ cioè a mettere in atto scel-te personali e comunitarie che contribu-iscano a far crescere l’umanesimo nuovo in Gesù Cristo. Non ci viene chiesto di stare nella teoria ed è per questo che prospettive indicate dal convegno sono cinque verbi (uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare) da trasformare in stile di vita, azioni, relazioni. Se avremo un po’ di inquietudine, rispetto alle me-te che ci vengono proposte, il Convegno porterà frutto”. Così ha detto Ernesto Diaco, viceresponsabile del Servizio per il Progetto culturale della Chiesa italiana, dopo avere presentato i precedenti quat-tro convegni ecclesiali nazionali.

Tra il Nulla e l’Infinito

“Dio non ha staccato un assegno per sal-vare l’uomo, non ha fatto pervenire un pacco viveri, ha mandato suo Figlio in mezzo a noi!”. Giuseppe Anzani, citan-do una frase sentita in famiglia, ha pro-posto la sua riflessione sul tema “L’uomo tra il Nulla e l’Infinito”. Si è trattato di un avvincente percorso di pensieri e fram-menti di vita che ha coinvolto l’assem-blea nella riflessione sull’uomo di oggi, sull’uomo senza senso, sull’uomo solo prodotto. Il filo che ha unito le diverse parti della riflessione è stato “l’amore per l’uomo con le sue fragilità e con le sue risorse, l’amore per l’uomo con il suo mistero e con il suo desiderio di Infinito, l’amore per l’uomo che ogni giorno ri-ceve stimoli e inviti dal Nulla”.

Sentirsi a casa

Il messaggio musicale sull’uomo nuovo in Gesù Cristo è stato il dono dei Carisma all’assemblea diocesana. Federico Co-lombo, che con la voce ha accompagnato la musica, ha scritto a proposito dell’Azio-ne cattolica: “…sentire la mancanza di un qualcosa che non hai mai vissuto, credo sia comunque un bel segno. Perché se ti senti “a casa” in una realtà che non è mai stata la mia casa, significa che la radice è sempre Lui: Cristo. E l’Umanesimo di cui il mondo ha tanto bisogno, quanto mai oggi, si fonda davvero in Lui.”

* I testi integrali di tutti gli interventi (compreso un video sull’assemblea) sa-ranno al più presto sul sito www.azio-necattolicacomo.it e, appena possibile, verranno raccolti in una pubblicazione.

E ADESSO TENIAMO VIVE QUESTE DOMANDE E CERCHIAMO INSIEME LE RISPOSTE

DENUNCIARE IL MALE E COMUNICARE SPERANZA

SPEC

IALE

AS

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BLEA

Il dialogo tra generazioni animato dai giovani

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5I N S I E M E P E R - A P R I L E 2 0 1 5

5ASSEMBLEA DIOCESANA

Delebio - Andalo Valtellino / Gironico / Gruppo giovani (vicariati di Morbegno, Talamona e Colico) / Lanzada / Mandello / Regoledo di Cosio, Traona, Cosio, Rogo-ro / Semogo / Settore adulti diocesano /Sondrio

Breve nota. Le riflessioni privilegiano ora l’Ac. ora la Parrocchia ora la Chiesa, ma tengono sullo sfondo, o anche in primo piano, il tema generale dell’uomo e dell’u-manesimo. Non si nascondono le difficol-tà, ma traspaiono una fondata speranza ed una generosa dichiarazione di respon-sabilità.

Riportiamo uno stralcio di cinque dei con-tributi pervenuti

I “L’umanesimo di Gesù è importante perché in esso si esprime il DONO che Lui ha fatto di sé a noi. In ciò risiede la nostra motivazione ad essere ciascu-no dono di sé per gli altri.”

II “Far germogliare o far emergere quel seme buono che tutti possediamo ri-chiede anche una cura del linguaggio, una qualche conoscenza del codice comunicativo, per non urtare le varie sensibilità… : non rischiare di tagliare i ponti piuttosto che costruirli. Occor-re attingere con costanza e coraggio all’unico Maestro per imparare a co-niugare mitezza e verità in un proces-so graduale e permanente.”

III “L’uomo nuovo rinnovato in Gesù è un uomo che desidera, un uomo li-bero, in ricerca della verità, un uomo responsabile, capace di unire e creare comunione, un uomo che genera: vi-ta, relazioni, idee, domande, progetti, gioia; un uomo che affronta la vita giorno per giorno, con umiltà e sere-nità, mettendosi in ascolto e a servi-zio, in una Chiesa e in una città che diventano luoghi aperti all’incontro, alla fiducia, alla stima vicendevole, al coraggio, alla creatività.”

IV Una riflessione, svolta intorno alle pic-cole cose che lasciano tracce profon-de di umanità, elenca tredici atteggia-menti positivi, partendo da “Aprirsi ad un sorriso, in fila, alla cassa del super-mercato” per finire con “Avere il corag-gio dei primi passi che correggono, che chiariscono, che abbattono le chiusure.”

V La fede in Gesù stabilisce tra noi e Lui un rapporto divino, soprannatu-rale, è un incontro personale con Dio che si rivela nella nostra vita con una presenza viva, creatrice e salvifica. La conseguenza di questo incontro do-vrebbe far diventare lo stile di Gesù la coordinata di vita, il criterio di valu-tazione di ogni atto, gesto, atteggia-mento che, perciò, sarà pieno di amo-re e di umanità.

Terza attenzione: raccontoParrocchie che hanno risposto: Abbadia Lariana / Caspoggio / Cavallasca / Cer-nobbio / Como (S. Bartolomeo) / Semo-go / Sondrio Breve nota. Sono relazioni di esperienze formative, sono testimonianze di carità vissuta, sono resoconti di vita di chiesa o di iniziative “in uscita”, sempre con accompa-gnamento di qualche osservazione.

Riportiamo uno stralcio da quattro dei racconti presentati

Prima attenzione: preghieraParrocchie che hanno proposto una pre-ghiera: Casnate / Caspoggio / Cavallasca / Como (S. Agata - 2 preghiere) / Como (S. Bartolomeo) / Mandello / Semogo /Sondrio

Breve nota. Una preghiera ripropone l’inno alla carità di San Paolo, una è rivolta alla Madonna, una al beato Scalabrini e le al-tre al Signore. Non sono soltanto richieste di aiuto, ma sono ben presenti anche la lo-de e la gratitudine, e si presta particolare attenzione alla condizione dell’uomo

Riportiamo una strofa di cinque delle pre-ghiere proposte:

I “Fa’, o Signore, che la nostra Parroc-chia sia sempre più capace di essere testimone di un vero umanesimo, ed essere quella sentinella che vigila sul gregge, affinché nessuno vada

perduto.”

II “A breve le nostre parrocchie sono chiamate a formare un’unica comu-nità pastorale. Signore, tu conosci le nostre incertezze; aiutaci ad attuare questo cambiamento, apri i nostri cuori alla speranza.”

III “Maria, madre della Chiesa, … Guar-da questa comunità, / che è stata guidata e accompagnata / da tanti pastori fedeli, / dove tanti battezzati, ciascuno a modo suo, / apertamente o nascostamente, / nella gioia, nelle difficoltà, nel dolore, / hanno costru-ito insieme un pezzetto del Regno”

IV “Ti chiediamo inoltre, Gesù, di saper leggere nelle righe di ogni giorno, gli aspetti positivi e le nostre fragilità, al fine di qualificare maggiormente il servizio all’uomo in futuro.”

V “Abbiamo tanto bisogno di Te. Tu solo puoi creare il Nuovo Umanesimo, con Te. Gesù.”

Seconda attenzione: riflessioneParrocchie e gruppi che hanno risposto:Bormio / Cavallasca / Como (S.Agata) /

I “… la Vigilia di Natale… i ragazzi accom-pagnati dagli educatori e da qualche genitore si dividono in piccoli gruppi e raggiungono le case delle persone ammalate, le quali ci sorprendono sempre con la loro ospitalità… Rima-niamo sempre sorpresi dalla natura-lezza con cui i ragazzi entrano in case che non conoscono, e incontrano la sofferenza e la malattia. Certamente fare questa esperienza in gruppo è un aiuto…”

II) A proposito di un “Corso per parlare, leggere, scrivere in italiano”: “…que-sto modo di incontrarsi, conoscersi, ascoltarsi, senza voler convincere o convertire, nel reciproco rispetto, non è forse, in piccolo, un vero dialogo tra popoli, culture, religioni? Per me, al di là del suo fine pratico (imparare o migliorare la conoscenza della nostra lingua, superare la prova richiesta per ottenere il permesso di soggiorno, avere in aiuto per le pratiche ammi-nistrative) è questo il risultato più im-portante del nostro Corso.”

III) “La proposta consiste nell’accogliere e accompagnare nell’educazione al-la fede le famiglie dei neo-battezzati della nostra comunità (una ventina di nati all’anno)… Noi laici di Azione Cat-tolica ci sentiamo di condividere tutti insieme questa responsabilità che è “in primis” della comunità cristiana… Abbiamo subito intuito che questa esperienza va al di là della sola que-stione della trasmissione della fede e mette i campo tutta la nostra umanità che si esprime nell’accoglienza e deve trovare la strada per gesti concreti di fraternità e solidarietà.”

IV) “La nostra è una comunità in cui la di-versità è dono, la convivenza di tante etnie è una realtà quotidiana. Ma l’in-contro non è sempre facile e naturale. Questa provocazione è diventata così, grazie al coinvolgimento del consiglio pastorale e della nostra associazione parrocchiale, oltre al sostegno del consiglio diocesano, tema di fondo dell’iniziativa “comunità in ascolto” di quest’anno.”

QUALCHE MATTONE PER CARABAYLLOSan Pedro de Carabayllo è la parrocchia alla periferia nord di Lima in Perù che ospita la nostra missione diocesana. Dal febbra-io 2013 don Ivan Manzoni e don Roberto Seregni vivono il loro servizio missionario accoglien-do la gente in arrivo dalla fore-sta o dai villaggi rurali in cerca di una casa e di un lavoro.Ma la casa dedicata all’ospitalità di tutte le attività parrocchiali e sociali è diventata troppo pic-cola, e all’inizio di gennaio sono iniziati dei lavori di innalzamen-to del secondo piano per creare nuovo spazio riservato all’acco-glienza, alla catechesi e agli in-contri.In occasione dell’Assemblea dio-cesana del 15 Marzo, sono stati raccolti 460 euro come “gesto di solidarietà” dell’Azione catto-lica per questa parrocchia pe-ruviana che raccoglie 80.000 persone.

IN GESÙ CRISTO IL NUOVO UMANESIMO: LE RISPOSTE DELLE ASSOCIAZIONI PARROCCHIALI ALL’INVITO DEL CONSIGLIO DIOCESANO

PREGHIERA, RIFLESSIONE, RACCONTO

LE TRE ATTENZIONI

L’invito rivolto dal Consiglio Diocesano alle associazioni parrocchiali di prepararsi all’as-semblea con tre possibili “at-tenzioni” (preghiera, riflessione, racconto) non è caduto nel vuo-to. Non si trattava di svolgere un “compitino”, ma di assumersi un “impegno”. E l’impegno, per chi ha potuto, è stato onorato molto dignitosamente ed è stato condiviso dall’Assemblea diocesana nel pomeriggio del 15 marzo 2015.

Per ciascuna delle tre “atten-zioni”, elencheremo in ordine alfabetico le parrocchie e i gruppi che hanno risposto, e aggiungeremo una breve nota. Non potendo dare spazio a tutti i testi, ci accontenteremo di alcuni stralci a mo’ d’esem-pio, traendoli or dall’uno or dall’altro contributo. Nessuno si senta escluso.

Tutti i testi saranno raccolti e pubblicati.

Facciamo presente che qualche testo poteva figurare sia come riflessione sia come racconto; lo abbiamo collocato nella sezione che ci sembrava più consona, e ci scusiamo se non abbiamo interpretato bene l’in-tenzione dei proponenti.

Dobbiamo infine precisare che la parrocchia di Sondrio ha presentato anche un accom-pagnamento fotografico, in riferimento all’incontro delle aggregazioni laicali ecclesiali in occasione della visita pastorale del Vescovo.

Carisma: un pensierosull’uomo con la musica

e il canto

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6 GIOVANI

CON I RAGAZZI DELLA PARROCCHIA DUE GIORNI DI RIFLESSIONE, CONDIVISIONE E GIOCO

GIOVANISSIMI: PER CAPIRE MEGLIO LA PROPOSTA DI QUEST’ANNO (11-18 LUGLIO)

Come ogni anno, l’Azione Cat-tolica diocesana ha proposto ai ragazzi tra i 14 e i 18 anni il Convegno Diocesano Giova-nissimi, che si è tenuto a Gran-date sabato 21 e domenica 22 marzo.Questi due giorni, alternan-do momenti di condivisione, riflessione personale e gioco, sono stati un’occasione di cre-scita per noi giovanissimi di Ac e per i ragazzi della parroc-chia di Grandate, che ci hanno ospitato nel loro oratorio e si sono uniti al nostro convegno.Naturalmente ci auspichiamo che questa esperienza, sicura-mente diversa, speriamo po-sitiva, possa aiutare la nascita di un gruppo giovanissimi a Grandate e serva a creare altre attività a livello Diocesano.La proposta di partecipare al Convegno Diocesano, da parte del settore giovani, è avvenuta in occasione di un incontro di presentazione nei singoli gruppi dislocati per la diocesi, dove ci è stato fatto scoprire il tema del convegno: il perdono.

Quest’anno il Settore giovani ha deciso di proporre ai “Gio-vanissimi” (ragazzi tra i 14 e i 18 anni) un campo di servizio a Erbé (Verona), partecipando a una delle proposte che l’As-sociazione Libera organizza in tutta Italia per formarsi sui luoghi confiscati alle mafie e svolgere del volontariato (li-bretto campi estivi su www.azionecattolicacomo.it).

Ma cos’è Libera?Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie nasce vent’anni fa, il 25 marzo 1995, con l’intento di sollecitare la società civile alla lotta contro tutte le mafie e promuovere legalità e giustizia. Come si de-duce dal nome, Libera è un’as-sociazione di associazioni; oggi comprende più di 1.600 gruppi, scuole, realtà di ogni genere impegnate territorial-mente a diffondere la cultura della legalità. L’idea cardine di questa associazione è fare rete; crediamo infatti che so-lo unendo le energie di tutte le realtà presenti sul territorio

GIOVANISSIMI A GRANDATE

OSTINATAMENTE FEDELI

CAMPO DI SERVIZIO

MA COS’È LIBERA?

Nella giornata di sabato ab-biamo affrontato questo te-ma attraverso alcuni giochi a stand nei quali abbiamo ri-flettuto sul rapporto genitori-figli. In particolare abbiamo ragio-nato sulle difficoltà che trovia-mo nel fidarci e nel renderci affidabili, sui muri che si cre-ano a causa delle differenze di età fra le generazioni che spesso comportano aspettati-ve e richieste scomode. Siamo giunti alla conclusione che l’elemento fondamentale all’interno della famiglia è la consapevolezza che tutto ciò che i genitori fanno per noi e quello che noi dovremmo fa-

italiano si possa costruire un muro di legalità, con la quale opporsi alla cultura mafiosa. Da tre anni esiste il coordina-mento provinciale di Libera anche a Como.

Per promuovere la cultura del-la legalità Libera agisce in vari ambiti.La formazione. Crediamo che sia fondamentale informarsi e formarsi riguardo a un tema così complicato come le mafie. Libera organizza spesso eventi e conferenze, ritiri formativi a livello regionale o nazionale, e soprattutto incontri nelle scuole. Diffondere la cultura

re per loro è PER DONO, per amore gratuito. Così come, per dono, i ragaz-zi dell’UNITALSI, che ci hanno raccontato la loro esperienza durante la serata, si recano a Lourdes con i malati.Nella giornata di domenica, invece, abbiamo fatto un pas-so successivo passando dal rapporto genitori-figli a quel-lo Padre-figli. In particolare abbiamo vissuto due momen-ti di riflessione personale e di condivisione, intervallati dalla messa in Parrocchia, in cui ci sono stati proposti due brani delle Sacre Scritture. Nella prima parte abbiamo esaminato il brano della Ge-

della legalità è possibile solo se si conoscono a fondo i pro-blemi del nostro Paese.

La memoria. Ogni anno il 21 marzo Libera celebra la Gior-nata della memoria e dell’im-pegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie. Ricordare le ferite del nostro Paese è fondamentale, per non sottovalutare mai il proble-ma, ma non è sufficiente: alla memoria deve sempre segui-re l’impegno personale. Don Ciotti (il presidente di Libera) quest’anno ci ha ricordato che «la parte giusta non è un luogo dove stare, ma un oriz-zonte da raggiungere sem-pre»; anche chi è un cittadi-no impegnato ha il dovere di impegnarsi sempre di più per diffondere la cultura della giu-stizia, della verità e della lega-lità.

I beni confiscati. Grazie alla legge 109 del 1996 (forte-mente voluta da Libera) i beni confiscati alle mafie vengono riutilizzati per attività social-mente utili. Libera sostiene e aiuta le associazioni che, a seguito di un bando pubbli-co, gestiscono questi beni, e vende i prodotti delle terre confiscate alla mafia (li trovate nei supermercati col marchio Libera Terra).

Marta Selicorni Coordinamento provinciale

di Libera a Como

nesi riguardante il “Peccato originale”, e in particolare ab-biamo cercato di capire cosa fosse in verità e in che modo si presentasse il peccato nella nostra vita. In seguito abbiamo focaliz-zato l’attenzione sul perdo-no, attraverso la parabola del “Padre misericordioso”, dove abbiamo notato il cambia-mento radicale di prospettiva nel modo di vedere il peccato alla luce del perdono del Pa-dre che è gratuito e sincero, arrivando, infine, a parlare del Sacramento del perdono.Non mancheranno, a noi par-tecipanti, gli spunti per un esame interiore, anche in vi-

sta della fine della Quaresima poiché che abbiamo riflet-tuto sul tema del peccato e del perdono di Dio: e questo ci sarà utile per prepararci al meglio per la Pasqua del Si-gnore.

Luisa e Matteo

Didascalia

UN’ESTATE PIENA: TUTTI I CAMPI DELL’AC

In un simpatico libretto sono raccolte le informa-zioni più importanti su tutti i campi estivi dell’Ac diocesana. C’è una pic-cola introduzione dal titolo “Respirare bellezza” che offre la chiave di let-tura di queste esperienze di amicizia, di crescita spirituale ed ecclesiale, di dialogo con gli altri e di incontro con il creato…Chiunque può leggerlo (e anche stamparlo): basta cliccare sul sito: www.azionecattolicacomo.it

AZIONE CATTOLICA - COMOVIA C. BATTISTI, 8 - 22100 COMO TEL. 031265181 - [email protected] WWW.AZIONECATTOLICACOMO.ITORARI SEGRETERIA LUNEDÌ 15:00 18:30 - MARTEDÌ 9:30 13:00MERCOLEDÌ 15:00 18:30 GIOVEDÌ 9:30 13:00 - VENERDÌ 15:00 18:30SABATO 9:30 13:00

SUPPLEMENTO A IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO RIVA

PER

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7GIOVANI

I GIOVANI E IL FUTURO DEL TERRITORIO IN CUI SONO RADICATI

UN INCONTRO DEL MSAC CON IL GIORNALISTA MICHELE LUPPI

Si può fare! – Alle radici del no-stro impegno: questo il titolo del modulo per consiglieri e membri di équipe del Settore Giovani, svoltosi a Trevi dal 6 all’8 marzo 2015. È questa la novità che i giovani di Azione Cattolica vogliono testimonia-re: si può fare, con impegno, confronto, passione e studio, si può fare!«Se ognuno di noi fa qualcosa, si può fare molto!». Questa citazione di don Pino Puglisi ha dettato il ritmo e il contenuto di tutto il weekend formativo,  un’esperienza che ha saputo coniugare temi in-teressanti e relazioni auten-tiche all’interno della grande famiglia associativa. È incre-dibile quanto sia stimolante il confronto con chi vive realtà diverse dalla propria, condi-videre problemi e soluzioni, idee e proposte, sempre alla ricerca del bene comune. Sia-mo partiti dalle radici del no-stro impegno, cioè dalla cura del rapporto intenso con il Signore, principio e fonte di ogni azione quotidiana, per

Se la si cerca sul vocabolario troviamo: “la situazione con-traria allo stato di guerra “. Stando a questa definizione la maggior parte del mondo dovrebbe essere in pace, ma siamo proprio sicuri che sia veramente così?Recentemente ho partecipa-to a una conferenza tenuta dal giornalista Michele Luppi (il Settimanale della diocesi di Como) proposta dal Msac, il Movimento studenti di Azio-ne cattolica di Como, il cui tema principale era proprio la pace.Michele ci ha raccontato di persone fuggite da Paesi dell’Africa o del Sud America: ciò che mi ha colpito maggior-mente non è stato il numero di morti o le distruzioni provo-cate dalle varie guerre bensì le situazioni in cui si sono trovate queste persone al termine dei conflitti. Infatti, i loro Paesi si sono tro-vati nella più totale miseria, in un’orribile realtà dove gli omi-cidi e i suicidi sono all’ordine del giorno, dove non vige nes-

DALL’INCONTRO DI TREVI

BENE COMUNE: SI PUÒ FARE

PACE

CHE COSA C’È DENTRO QUESTA BELLA PAROLA?

dedicarci alla conoscenza e allo studio di quattro tema-tiche basilari per una solida costruzione del bene comune: studio e ricerca, politica, terzo settore e lavoro. Siamo stati aiutati a comprendere alcuni aspetti di queste dimensioni da professionisti, come pa-dre  Francesco Occhetta, scrit-tore de «La Civiltà cattolica», Giuseppe Notarstefano, do-cente di Statistica economica per il territorio all’Università di Palermo e vicepresidente na-zionale Ac per il Settore adul-ti,  Alessandro Goracci, consi-gliere parlamentare, Giuseppe Argiolas, docente di Respon-sabilità sociale delle organiz-

suna regola se non quella del più forte.Come è possibile quindi con-siderare questi Paesi in pace, come si può dire di sperimen-tare la pace in un Paese dove regna la paura, dove non è possibile vivere ma solamente tentare di sopravvivere?Se si considera quanto ho scritto, l’Italia dovrebbe essere uno Stato in pace: nonostante la crisi economica che il nostro Paese sta ancora attraversan-do, siamo sicuramente più for-tunati dei Paesi del Terzo mon-do nei quali vige la legge del più forte e la maggioranza del-le persone vive nella paura…

zazioni all’Università di Caglia-ri, Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione «Con il Sud».Ma cos’è il bene comune? Non la somma del bene di ciascu-no, ma il prodotto. Come in una moltiplicazione, se un so-lo fattore è zero, tutto il risulta-to si annulla. Ecco allora che bene comune è conoscere il territorio in cui siamo radicati e le persone che lo abitano, con la con-sapevolezza che la realtà è spesso complessa ma che di certo supera – in termini di bellezza – le nostre idee. Be-ne comune è gettare ponti, tessere relazioni, abitare con responsabilità e passione i

ma ne siamo proprio sicuri? Nel 2013 l’ Istat ha rilevato che il 12,6% delle famiglie in Italia è in una situazione di povertà relativa e il 7,9% in una di po-vertà assoluta: possiamo quin-di dire che queste famiglie vi-vono nella paura, nella paura di non arrivare a fine mese e in alcuni casi addirittura a fine giornata.È allora possibile definire l’Ita-lia in pace?Mi scuso se sono stato troppo pessimista, non era mia inten-zione. Il mio obbiettivo nello scrivere questo articolo è quel-lo di invitare tutti a riflettere, come Michele Luppi ha fatto riflettere me, su un tema assai importante: sui vari aspetti di come può essere interpretato il tema pace.

Alessandro Gatti

luoghi delle nostre giornate, nella consapevolezza che solo insieme “si può fare”. Bene co-mune è dialogo e  scelta: dia-logo come capacità di ascolto e di  interesse dell’altro; scelta come atto politico la cui rica-duta è a cascata anche sugli altri. Bene comune è proget-tualità, è desiderio di costruire con pazienza e speranza. Bene comune è gratuità, solidarietà e carità. Due giorni molto intensi dunque, al termine dei quali ognuno torna a casa arricchito dalle esperienze degli altri e dalla consapevolezza che dav-vero “Si può fare!”. Si può fare perché non siamo soli, siamo

in tanti, facciamo parte di una società e ogni nostra azione condiziona il mondo in cui viviamo e oggi non possiamo più rimandare; si può fare per-ché non siamo soli, perché ab-biamo un Amico speciale che crede nelle nostre capacità di cambiamento anche quando nessuno lo fa. Inutile un eccesso di idealismo quando si parla di bene co-mune: bisogna scendere nel concreto e sporcarsi le mani! E il manifesto “Impegno per cit-tà” della nostra Ac diocesana (www.azionecattolicacomo.it) ci indica proprio questa strada da percorrere insieme.

Cecilia Rainolter

DidascaliaANCHE NOI CON BANCA ETICAUn incontro a Como il 28 aprile

“Dovremmo preoccuparci dei nostri soldi, non solo come ricchezza, ma pensando a cosa possono generare, alle storie che costruiscono” così scrive Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica, nel libro che ha pubblicato lo scorso anno (“Il valore dei soldi”), in cui offre, con un linguaggio semplice ed accessibile, gli strumenti per pensare l’economia in termini più umani, coinvolgenti e responsabilizzanti, mostrando chiaramente come le nostre piccole scelte siano importanti.Per riflettere su questo tema intrigante del valore dei soldi, martedì 28 aprile 2015 alle ore 21, presso il cinema “Gloria”, via Varesina 72, Como, Banca Etica propone un incontro con lo stesso Ugo Biggeri, che presenterà il suo libro.Nell’occasione sarà possibile ascoltare il racconto di qualche storia di “uso buono o cattivo del denaro”, grazie ad alcune testimonianze di realtà appartenenti alla rete di Libera operanti nel nostro territorio.Per scoprire questa “Banca nuova”, o meglio, questo modo nuovo di fare banca: www.bancaetica.it.Anche l’Azione cattolica, nazionale e diocesana, condivide i valori, le idee e i progetti della realtà di Banca Etica, ed invita quindi tutti gli interessati a partecipare alla serata del 28 aprile.

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IN DIALOGO CON UN GRUPPO DI DONNE MUSULMANE IMMIGRATE

ABBADIA LARIANASI RIPARTE CON LE FAMIGLIE!L’associazione ha raccolto la preziosa eredità di Adele e Franco

All’inizio dell’anno pasto-rale, ci siamo ritrovati per eleggere il nuovo presi-dente della nostra Associa-zione, Anna Vitali. Eravamo molto tristi per-ché Adele Croci ci aveva la-sciato improvvisamente; lei e Franco, suo marito, erano due splendide persone, da molti anni partecipanti in modo attivo all’Azione Cat-

tolica. Adele poi aveva accolto l’incarico di presiden-te parrocchiale con molto entusiasmo. Nella zona aveva preso avvio un piccolo gruppo costituito dalle tre presidenti parrocchiali e dal nostro assistente don Vittorio, al fine di promuovere insieme alcune inizia-tive. Accanto alla tristezza però abbiamo colto den-tro di noi il desiderio di rinnovare l’impegno, come se Adele e Franco ci spronassero a raccogliere il loro testimone. Per questo motivo, quando don Vittorio ci ha proposto di iniziare questa esperienza (per noi totalmente nuova), abbiamo risposto: “Ci stiamo!”. La nostra proposta è rivolta alle famiglie con bambini da 0 a 6 anni nel percorso dell’iniziazione cristiana, e le finalità di questa iniziativa sono due.Accogliere: con il parroco attendiamo le famiglie dei neo-battezzati della nostra comunità (una ven-tina all’anno) con bambini e parenti in chiesa e li sa-lutiamo. Accompagnare nell’educazione alla fede: parteci-piamo alla celebrazione del Sacramento con la pre-ghiera (a questa sono invitati ad aggiungersi anche i laici di Ac che non possono essere presenti). Don Vittorio poi invita due di noi a consegnare la veste bianca e la candela, spiegando il motivo della nostra presenza. Successivamente visitiamo le famiglie nel-le loro case portando un piccolo segno.I bambini con le loro famiglie sono a volte già par-tecipi della vita della comunità; spesso ne sono estranei. In ogni caso finora tutti hanno accolto con gentilezza la nostra presenza. Ci sembra di poter ri-levare nella famiglia una tendenza a rinchiudersi in una stretta cerchia di legami; a volte si incontrano profonde solitudini e situazioni di grave difficoltà (disoccupazione, difficoltà nell’organizzare i tempi famiglia/lavoro, salute incerta…).L’esperienza è ancora agli inizi. Certamente una dif-ficoltà è l’esiguità del nostro gruppo Ac che non in-contra problemi nella partecipazione alla cerimonia del Battesimo (cadenza mensile), ma deve ancora meglio organizzarsi nella visita alle famiglie. Inoltre, vedremo in quale modo mantenere i contatti con le famiglie. Abbiamo già alcune idee: visitare le fami-glie in alcuni “momenti forti” dell’anno liturgico (Na-tale, Pasqua), convocare tutte le famiglie per un mo-mento di festa, intessere collaborazioni con le due scuole dell’infanzia del Comune, entrambe paritarie di ispirazione cristiana.

Azione cattolica di Abbadia Lariana

DUE BUONE NOTIZIENella parrocchia di San Cassiano Val Chiavenna e in quella dei Santi Felice vescovo e Francesco d’Assisi in Prestino è nata l’Azione cattolica.La prima è già consistente e comprende anche un bel gruppo Acr che parteciperà al Convegno dioce-sano del 10 maggio.La seconda è composta da Adulti e ha incomincia-to da tempo il suo percorso di formazione con “Vita d’Autore”.Mancano alcuni dettagli formali ma sul prossimo “Insieme” daremo notizie più approfondite com-presi i nomi delle due Presidenti.Nel frattempo ringraziamo il buon Dio di questo bel-lissimo dono che ci incoraggia e allieta.

nostro ambiente, giudicato in modo positivo. Voglio citare la suggestiva e nostalgica de-scrizione del Natale ortodosso e l’accorata relazione delle ba-danti ucraine sulla drammati-ca situazione del loro Paese, e anche la difesa dell’egiziana latina dopo i fatti di Parigi; questo non è l’Islam!Certamente il dialogo interre-ligioso e interculturale com-pete ai leader religiosi, agli esperti, agli addetti ai lavori, ma questo modo di incontrar-si, conoscersi, ascoltare senza voler convincere o convertire, nel reciproco rispetto, non è forse, in piccolo, un vero dia-logo tra popoli, culture, reli-gioni? Per me, al di là del suo fine pratico, imparare a migliorare la conoscenza della nostra lin-gua, superare la prova richie-sta per ottenere il permesso di soggiorno, avere un aiuto per le pratiche amministra-tive, è questo il risultato più importante del nostro “corso per parlare, leggere, scrivere in italiano”.

Rosalia Della Torre Presidente dell’Associazione

Cernobbio Santo Stefano Martire

Siamo una piccola associazio-ne, solo nove iscritti, ma “ci siamo” e la nostra adesione, fedele da tanti anni, è convin-ta, fatta con il cuore. Il numero esiguo e le poche forze non ci permettono di promuovere e portare avanti iniziative no-stre, perciò viviamo la nostra testimonianza partecipando attivamente alla vita della par-rocchia, svolgendo in essa vari incarichi. Dall’anno scorso io mi sono lasciata coinvolgere in un progetto della Caritas della nostra Comunità Pasto-rale “Beata Vergine del Bisbi-no”. È l’esperienza che vogliamo raccontare; rientra nella ter-za area che il Consiglio Dio-cesano ci ha indicato come testimonianza sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umane-simo”; riguarda una “periferia esistenziale”, valorizza segni di umanità da altre culture, condivide l’impegno con altri soggetti. Il progetto è nato dalla constatazione che nel nostro territorio risiedono or-mai molte famiglie e singole persone provenienti dalle più diverse parti del mondo e che un buon aiuto per la loro in-tegrazione poteva essere un corso di lingua italiana, gratu-ito, aperto a tutti gli stranieri. Dopo un certo lavoro di pre-parazione: contattare chi ave-va già attuato esperienze del genere, reclutare insegnanti dotati soprattutto di umanità, spirito di accoglienza e buona volontà, preparare il materiale,

diffondere la notizia, il corso è partito e ormai è ben collau-dato. Lo frequentano abbastanza regolarmente 26 iscritti, altri vanno e vengono, e nuovi si aggiungono via via. Il lavoro didattico si svolge in picco-li gruppi, formati secondo il grado di preparazione dei frequentanti, seguiti da due insegnanti perché è neces-saria un’attenzione quasi in-dividuale. Io lavoro con un gruppo di donne musulmane, provenienti da nazioni diver-se, come diverso è il loro abbi-gliamento, con o senza il velo (avevo anch’io delle riserve!), che sono persone autonome, sicure della loro identità cul-turale e religiosa ma aperte e pronte a recepire nuove cono-scenze. Il nostro rapporto è di-ventato cordiale e confidente.Questo tempo di studio è pre-ceduto sempre da un nome comune di conversazione, molto interessante. Sono i nostri “studenti” a parla-re, aiutati solo a trovare il ter-mine e la dizione corretti. Rac-contano del loro Paese, delle loro tradizioni culturali e reli-giose, del loro inserimento nel

CERNOBBIO

CHE BELLO PARLARE CON LORO!

ASSOCIAZIONI PARROCCHIALI